RITA ROSELLA CIANI “La mia vita in 3D”

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RITA ROSELLA CIANI “La mia vita in 3D”
anno 12 | numero 106 | novembre 2014
0,10 euro
INTERVISTA A
RITA ROSELLA CIANI
“La mia vita in 3D”
pag 6
STAMPANTE 3D: I NON VEDENTI
POSSONO RIVIVERE I LORO RICORDI
pag 3
TACCHI MISTI IN SCENA AL
TEATRO BELLI
pag 5
LA SCUOLA PIÙ
BELLA DEL MONDO
pag 6
1
INTERVISTA A
RITA ROSELLA CIANI
“La mia vita in 3D”
staff
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news
Donne italiane nello spazio
Tagli all’editoria: a rischio posti di lavoro
STAMPANTE 3D
cinema
La scuola più bella del mondo
The perfect husband
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eventi
A Bologna la terza edizione di SetUp Art Fair
La compagnia Tacchi Misti in scena al Teatro
BIF&ST – Bari International Film Festival 2015
Presentato oggi il programma
musica
lavoro
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up...puntamenti
Marco Mengoni torna da vero “Guerriero”
“Hitalia” è il nuovo disco di Gianna Nannini
MTV Music Awards: tutti i vincitori
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AS Film Festival
Reggio Film Festival: parliamo di falso
Festa del cinema Bulgaro 2014
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news
DONNE ITALIANE NELLO SPAZIO
Samantha Cristoforetti è la prima donna astronauta italiana. Ieri
sera mentre metà del nostro paese
guardava il derby in tv, l’altra metà
puntava probabilmente lo sguardo in cielo per essere testimoni di un sogno che si
realizza e di un altro passo verso quella tanta
sospirata parità tra i sessi che spesso è ancora al centro dell’attenzione nei dibattiti del nostro
paese. Il sogno è quello di Samantha, milanese di nascita, prima donna italiana a mettere piede nello spazio.
Lei, che da bambina sognava di poter toccare il cielo con un
dito e agganciare una stella, alla fine ce l’ha fatta.
Il lancio è andato benissimo, è avvenuto in maniera perfetta. Samantha è stata la prima a entrare dalla Soyuz
all’Iss (Stazione spaziale internazionale) alle 4 del mattino dopo un viaggio che era iniziato la sera precedente alle
22.01 ed ha iniziato la sua missione che avrà una durata di sei mesi.
Emozionatissima quando dopo l’arrivo ha sentito per la prima volta la voce di sua
madre dalle cuffie, queste le prime parole che ha detto: «È andato tutto benissimo,
abbiamo visto immagini spettacolari, la prima alba e le stelle».
Poi ha raccontato: «Quando siamo arrivati alla Stazione spaziale mi è stato fatto
notare un momento perfetto: ci sono dieci secondi in cui i pannelli solari assumano il
colore arancione: è stato un momento stupendo, proprio come mi avevano detto. Poi
abbiamo visto la prima alba, le stelle, tutto bellissimo». «Lo spazio è come lo sognavi?»,
ha chiesto la mamma. «Molto meglio!», è stata la risposta. Felice dell’accoglienza affettuosa che ha trovato a bordo, Samantha ha raccontato alla mamma: «Qui ci hanno accolti con una cena, o forse un pranzo, o la colazione, non so più neppure che ora è!».
Non mancano le preoccupazioni per i genitori: “Quanto freddo avete preso mentre guardavate il lancio?”, chiede alla madre, ma come ci si aspetta da ogni genitore
orgoglioso, la risposta non poteva essere che “Non faceva tanto freddo, il lancio e
l’emozione ci ha riscaldati”.
Samantha è partita nell’ambito della missione “Futura”, la seconda per durata organizzata dall’Agenzia Spaziale Italiana. A bordo dell’astronave con lei sono saliti il russo
Anton Shkaplerov e l’americano Terry W. Virts che si aggiungono all’equipaggio già
composto dal comandante Barry E. Wilmore della Nasa e da i russi Aleksandr Samokutyayev ed Elena Serova.
Tagli all’editoria: a rischio oltre 16000 posti di lavoro
Palazzo Chigi ha fatto sparire il fondo per l’editoria: da
un giorno all’altro, senza alcun preavviso, la Presidenza
del Consiglio ha infatti azzerato il fondo destinato ai
contributi mettendo in serio rischio la sopravvivenza di
numerosissime testate giornalistiche e di conseguenza
migliaia di posti di lavoro.
Dopo l’Unità costretto a ritirarsi dalle edicole e poi anche dal web, l’ultimo annuncio di chiusura viene da “La
Padania”, ma sarrà ultimo ancora per poco. Grazie ai tagli, il futuro de La Padania è lo stesso che spetterà ad altre
320 testate costrette a chiudere i battenti a fine anno.
Fino allo scorso luglio il fondo poteva contare su 55,9
milioni di euro destinati al pagamento dei contributi relativi al 2013 e per questo già inseriti in bilancio da decine
di aziende editoriali. In tre mesi il fondo è sparito e cosa
peggiore non è stata data alcuna spiegazione a riguardo,
omettendo il motivo del taglio e altresì lo scopo a cui è
stato attualmente destinato.
Editoria no profit, giornali cattolici, giornali fatti di idee
oltre che di persone, quotidiani italiani pubblicati all’estero, per tutti questi l’allarme rosso è dietro l’angolo.
Non si tratta di un semplice taglio ai fondi, si tratta di
un taglio alla democrazia, alla libertà di stampa, alla possibilità di poter esprimere un’opinione, al pluralismo per
l’editoria.
L’informazione è da sempre considerato un bene pubblico, e pertanto deve essere fruibile e accessibile da tutti.
Ciò che potrebbe accadere qualora finisse incastrata
in un sistema da regime di monopolio è degno del più
dispotico degli scenari: verrebbero diffuse solo alcune informazioni, quelle volute dal regime appunto, a beneficio
dei poteri forti e a discapito dei più deboli.
L’italia è tutt’oggi l’unico paese europeo in cui il pluralismo è abbandonato a se stesso e anzi, di pluralismo a
volte neppure si parla. E’ più semplice, e per alcuni più
comodo, confonderlo con temi del tutto differenti, come
le spese di governo, e far passare notizie del tutto sbagliate, nonostante la stessa Europa individui nel pluralismo
uno dei punti cardine dell’Unione.
Certo, nessuno nega quanto la spesa pubblica debba
essere ridimensionata per risollevare l’economia dell’interno paese, tuttavia non è certamente questo il modo
di farlo, puntando il dito contro un unico settore e
evitando del tutto un serio di battito in Parlamento
ed un confronto con gli organi interessati.
Mettere il bavaglio alla stampa, non significa
semplicemente impedire di pubblicare le
intercettazioni, ma significa in questo
modo zittire completamente un settore, minare ad un intero mercato facendo sopravvivere solo i
pochi poteri forti e manipolando di conseguenza l’intero sistema informativo.
Una STAMPANTE 3D con cui i non vedenti possono rivivere
i loro ricordi
Dai rullini alle stampe digitali, le fotografie sono sempre state simbolo dei
nostri ricordi: la memoria, vedendo quelle immagini, che siano stampate su carta o appaiano in
uno screen saver, è sollecitata a rivivere il momento
in cui le foto sono state scattate rievocando anche le
emozioni provate in quel preciso momento.
E’ qualcosa che spesso sottovalutiamo, sembra parte dell’ordinaria amministrazione, eppure per i non vedenti si tratta di
un sogno: per loro, che non hanno la possibilità di rivedere le foto
rivivendo i momenti, i ricordi sono spesso evanescenti.
E’ per questo che è nata Buccaneer 3D, una stampante digitale in 3D
in grando di far rivivere i ricordi ai non vedenti. La prova è stata fatta con 5
persone cieche protagoniste di un esperimento sociale grazie al quale hanno
potuto rivivere alcuni ricordi toccando le immagini con mano.
Progettata dalla compagnia Pirate 3D questa stampante ha potuto ricreare materialmente un ricordo di queste persono offrendo loro la possibilità di toccarlo con mano,
come viene mostrato dal video che spopola sul web.
Le immagini ritraggono una mamma che si chiedeva come fossero i suoi bambini
vestiti da carnevale, una ragazza i cui ricordi afferma fossero “come una folata di vento,
che in un attimo vai via per sempre”, un ragazzo che vorrebbe rivivere l’abbraccio con
suo padre, scomparso quando aveva solo 6 anni, e Mario, un musicista italiano che si
è sempre chiesto come fosse la copertina del suo disco. Grazie alla Buccaneer, hanno
potuto toccare con mano le immagini che ritraessero questi ricordi, riviverli o, nel
caso di Mario, vedere qualcosa che da tempo si desiderava.
Spesso gli utilizzi delle stampanti 3D sono balzati agli onori della cronaca per i
molteplici scopi per i quali possono essere utilizzate, dalla chirurgia medica alla possibilità di stampare cibo, adesso a questi scopi se ne è aggiunto sicuramente un altro.
3
cinema
LA SCUOLA PIÙ
BELLA DEL MONDO
Presentata qualche giorno fa in conferenza
stampa a Napoli, il nuovo film di Luca Miniero “La scuola più bella del mondo” si basa
su una trama semplice che ancora una volta
pone al centro le differenze tra Nord e Sud
che il regista (Benvenuti al Sud) ha più volte
sottolineato nei suoi film.
Rocco Papaleo è Gerardo, un insegnante
svogliato di una scuola di Acerra, ridotta in
condizioni pietosissime: computer vecchissimi, aula professori all’interno dei bagni per
ragazzi, strutture fatiscenti. Per un banalissimo errore, la scuola di Acerra viene invitata
ad uno scambio culturale presso la perfettissima scuola di Val d’Orcia in Toscana diretta dall’impeccabile preside Filippo Brogi
(Christian De Sica), e da questo momento
iniziano una serie di vicende che vedranno
protagonisti i due attori con due classi di
ragazzini che si affacciano all’adolescenza, da
una parte i toscani ligi al dovere, dall’altra i ragazzi
di Acerra scalmanati e senza alcuna voglia di studiare.
La prima parte del film scivola via che è un piacere:
si ride di qualche battuta, si apprezzano i ragazzi che
recitano e che per essere alla loro prima esperienza,
sono davvero bravi. Il personaggio di Papaleo viene
subito inquadrato benissimo, il professore che allo
spiegare la geografia preferisce ascoltare nelle cuffie
i 99 Posse, cosi da non sentire il baccano dei suoi
studenti. Lui, che voleva fare il disegnatore di fumetti,
arte che viene abilmente introdotta all’interno della
pellicola miscelando scene girate a scene disegnate in
stile cartone animato d’autore.
Poi, superata la soglia dei 45 minuti, purtroppo il film
inizia inesorabilmente a perdere colpi: vengono introdotte alcune scene noiose e prive di senso, come
le gare fra i due protagonisti che non hanno alcuna
ragione d’essere, manca di verve ed anche l finale
sembra deciso a caso, senza fornire lo spettatore di
alcuna spiegazione.
Alcune chicche: deliziosi i cammei del grande Lello
Arena che interpreta il preside della scuola di Acerra
e che da vero guerriero insiste nel voler salvare la
sua scuola scrivendo ripetute lettere di aiuto al Presidente Napolitano, bella l’idea di miscelare le scene
disegnate come un fumetto a quelle girate.
Ottime le musiche, dai 99 Posse alla colonna sonora
firmata dal gruppo napoletano Nico i suoi desideri
feat Clementino, Made in Napoly.
Nel complesso un film che piacerà sicuramente alle
famiglie con bambini ma che non sfiora neppure
la freschezza di Benvenuti al Sud e non arriva ad
eguagliare la comicità di Un boss nel salotto.
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THE PERFECT HUSBAND
Vittorio Zenardi
CONFERENZA STAMPA
“La scuola più bella del
mondo”. Christian De Sica:
“quest’anno non sarò al
cinema con il cinepanettone”.
Presentato a Napoli l’ultimo lavoro di Luca Miniero,“La scuola più bella del mondo”, nella sala del cinema Plaza al Vomero erano presenti i protagonisti Rocco Papaleo e Christian
De Sica, il regista Luca Miniero (Benvenuti al Sud, Un boss nel
salotto) e il gruppo napoletano Nico e i suoi desideri, autori
della colonna sonora Made in Napoly.
“Un film sulla scuola non si vedeva da troppo tempo, ce n’era bisogno”, ha affermato De Sica, sottolineando il fatto che scopo
del film non è proprio quello di porre al centro dell’attenzione le differenze tra Nord e Sud Italia, quanto far capire la
condizione della scuola italiana d’oggi.
Un film serio che parla quindi dell’importanza dell’istruzione
e del ruolo delle scuole per i giovani? Non proprio, è pur
sempre una commedia, ma un messaggio c’è e De Sica ci
tiene a sottolinearlo: “Il mio amico Rocco interpreta Gerardo, un
insegnante che preferisce nascondersi dietro un paio di cuffie con
la musica ad alto volume piuttosto che insegnare. Per migliorare
la qualità della scuola, bisogna che gli insegnanti abbiano voglia di
farlo e vedano la possibilità di migliorare, con l’aiuto forse cosi anche Gerardo si toglierebbe le cuffiette e inizierebbe ad insegnare”.
Arriva poi il momento di parlare del suo passato coi
cinepanettoni: “Quest’anno non sarà a Natale nei cinema,
niente cinepanettone ma ringrazio Luca Miniero, mi ha
dato la possibilità di fare un film come non ne avevo mai
fatti prima. Di solito interpreto sempre il misogino sessista,
volgare, maleducato. Invece col personaggio di Filippo datomi
di Luca, ho avuto la possibilità di interpretare un uomo corretto con dei principi, ed è stata una sfida in più. Perchè far
ridere con un personaggio cosi è molto più difficile che far
ridere interpretando “il demonio.”
Infine la parola al regista, che ci tiene a sottolineare come
l’idea era di concentrarsi sulla scuola e afferma “Ho chiuso
con il ciclo del Sud, sto lavorando a un film che parlerà di qualcos’altro”.
The Perfect Husband é il primo lungometraggio del
regista Lucas Pavetto e si ispira all’omonimo cortometraggio che ha riscosso riconoscimenti in numerosissimi Festival, vincendo il premio come Miglior Horror al Mexico International Film Festival e Miglior
Medio Metraggio al Buffalo Scream Horror Festival.
Un horror indipendente dal sapore tutto italiano, ma
con un cast eccezionalmente internazionale che vede
protagonisti Gabriella Wright (The Tudors, Eden
Log), Bret Roberts (Pearl Harbor, S. Darko, Nightstalker), Carl Wharton (Necrosis: Colony 10, Zombie Massacre) e l’italiana Tania Bambaci (Midway - Tra la vita e
la morte, Guardali cadere).
The Perfect Husband narra la storia di Viola (Gabriella
Wright) e Nicola (Bret Roberts) giovane coppia che sta attraversando un periodo difficile.
Per superare questa crisi decidono di passare un fine
settimana in un vecchio chalet sperduto tra i boschi, ma
tutto prenderà una china diabolica quando nella testa
di uno dei coniugi si insinuerà un folle sospetto. Quello
che doveva essere un tranquillo weekend muterà improvvisamente in un incubo mortale.
Pavetto dimostra di conoscere bene gli stilemi del
genere horror che declina in quest’opera in tutte le
sue sfumature: suspence, location, sequenze splatter.
La prima parte, che ci introduce nella vicenda della coppia, ha nell’uso diegetico della colonna sonora l’aspetto
più interessante.
L’inquietudine in noi nasce sopratutto da quello che
sentiamo e possiamo immaginare, qualcosa che è fuoricampo e nello stesso tempo condiziona e e fa partire
l’azione.
L’ottima interpretazione di Gabriella Wright rende
credibile questo meccanismo grazie anche a movimenti
di macchina ben calibrati.
La seconda parte, più veloce e violenta è un susseguirsi
di scene splatter ed efferatezze che all’apparenza sembrano ricalcare uno schema già ampiamente consolidato che si concluderà in un finale già visto.
Ma è proprio a questo punto che Pavetto, con una
sceneggiatura congegnata ad arte, mischia le carte in
tavola ribaltando certezze e punti di vista.
Tutto si azzera nuovamente, nulla é come appare….
Convincente opera prima, ben recitata e con un ottima
fotografia.
In sala dal 4 Dicembre 2014.
mostre, teatro ed eventi
A Bologna la terza
edizione di SetUp Art Fair
A due mesi dall’apertura delle porte
dell’Autostazione di Bologna, sede
confermata anche per il 2015, la terza
edizione di SetUp, giovane fiera indipendente dedicata all’arte contemporanea
organizzata da Simona Gavioli e Alice
Zannoni, ha già registrato un segnale significativamente positivo da parte degli
espositori. La scelta di riservare un’attenzione particolare alle realtà emergenti ha portato ad una riposta entusiasta
delle piccole gallerie che si aggiungono
quest’anno ad un numero di espositori
prestigiosi e affermati. Sono questi i segnali che accreditano presso i collezionisti
l’appuntamento indipendente bolognese,
diventato una vetrina di riferimento per
le nuove tendenze e i nuovi talenti sul
mercato.
In tutto 30 gallerie comporranno un
quadro variegato e vivace, che si rivolgerà
anche ad un collezionismo più ampio, tendenza già emersa nella passata edizione,
che volge ad affrancare il collezionismo
d’artedall’essere precluso ai più.
Su queste premesse rimane il formato
vincente e ormai imprescindibile della
formazione curatore+artista under 35 e
la presenza
di una densa
scaletta di
p ro g r a m mazione
c o l l a t e rale, quasi
un off dentro la fiera stessa, che daranno vita,
nei 2.000 metri quadri di spazio ulteriormente ampliato, ad un contenitore e
catalizzatore culturale dai ritmi e dalle
diversità che ricordano la vivacità dei
festival.
Si parte con tre prestigiosi premi: l’atteso Premio SetUp, rivolto ad un progetto
curatoriale e ad un artista under 35, e
due novità: il Premio Emilbanca-SetUp e
il Premio Residenza Sponge Arte Contemporanea.
Nell’Area Talk SetUp propone un ciclo
di conferenze organizzate da scatolabianca e a cura di Martina Cavallarin. La terra in tutte le sue possibili letture,
tema di SetUp 2015, sarà interpreta dalla
rassegna performativa In Corpo 5 a cura
di Sponge Arte Contemporanea che
porterà in Autostazione le performance
di Simona Bramati, Tiziana Cera Rosco,
Giorgio Donini, Gianluca Panareo, Francesca Romana Pinzari. Inoltre, coerenti
con il tema dell’Expo 2015 e con la precisa intenzione di aprire l’anno omaggiando
l’evento che vede l’Italia sotto i riflettori
internazionali, la giovane fiera prevede
un focus giornaliero sul cibo, Art mise en
place, coordinato da Dispensa. Filosofi,
storici, grandi chef, ed esperti di alimentazione esploreranno il tema del cibo
come declinazione della terra, la terra
come nutrimento, come piano di scambio sensoriale.
Tra i successi del passato ritorna la sezione degli Special Projects tra cui vale la
pena di nominare l’happening di Operazione Arcevia, che porterà il pubblico
ad essere protagonista nella costruzione di un’installazione, Marco Bolognesi,
con una selezione di opere provenienti
dall’universo della città-mondo Sendai
City, in mostra esclusiva presso lo spazio
ABC di Bologna, il live de L’Ora Blu, progetto innovativo dell’Accademia di Belle
Arti di Bologna, e la mostra collettiva dei
finalisti del Premio No Boundaries, indetto da La Skarrozzata.
Come di consueto a SetUp non mancheranno gli spazi dedicati allo svago di
grandi e piccoli con il Ricreatorio, vera e
propria sala giochi dell’arte che prevede
il coinvolgimento del pubblico ma anche
dei curatori, dei critici, dei galleristi e degli artisti, l’Area Kinder, con laboratori a
cura di Beatrice Calia e ReMida Bologna
Terre d’Acqua, una folta area dedicata
all’editoria che sarà affiancata quest’anno dal bookshop, e momenti ad alto
tasso sensoriale nell’area SetUp Critical
Wine con le degustazioni di VAN (Vignaioli Artigiani Naturali), produttori di
vino a regola d’arte, e nell’articolata area
food and beverage.
La compagnia Tacchi Misti in scena al Teatro
Belli per un’esilarante commedia sulle gioie e i
odlori della maternità
Dal 25 novembre al 14 dicembre il Teatro Belli di Roma ospita la compagnia “Tacchi misti”
che porta in scena uno spettacolo reduce dal
grande successo in America e in Canada e che
per la òrima volta arriva in Italia: Moms, il primo
varietà sulla maternità.
Le attrici Carla Ferraro, Valentina Martino
Ghiglia, Laura Mazzi e Silvia Siravo sotto la guida
del regista Ferdinando Ceriani porteranno in
scena uno spettacolo frizzante e veritiero raccontando quello che le mamme mai e poi mai
si sarebbero sognate di dire, svelando anche le
verità più scomode in chiave ironica.
Lo spettacolo è tratto dalla commedia Mom’s the word di Jill Daum, Linda
Carson, Alison Kelly, Barbara Pollard,
Robin Nichol e Deborah Williams,
sei mamme-attrici che hanno vissuto
le agonie e le estasi della maternità.
La compagnia tacchi misti ha rivisitato la commedia e porterà sul palcoscenico quattro fantastiche attrici
che tra canzoni, balletti e sketch esilaranti, danno voce, corpo e anima a un intreccio di racconti irriverenti sulla maternità: pannolini, notti
insonni, pappette, biberon, mariti alla disperata
ricerca di un momento di intimità, frustrazioni,
pubertà, urla, pianti e tanto, tanto amore per i
loro figli.
Nei giorni di spettacolo è anche possibile visitare Kids, la mostra di Carolina Calabresi e
Benedetto Spada dedicata ai bambini e pensata
appositamente per l’occasione.
Claudio Pepi in Mostra:
da Trilussa a Collodi
passando per Shakespeare
Il mai dimenticato Trilussa protagonista del vernissage di sabato
8 novembre all’Art Gallery Coronari 111, dalle 19 nel centro di
Roma, dove verranno esposte le opere di Claudio Pepi.
Da Trilussa a Collodi passando per Shakespeare è il titolo di questa
nuova proposta di IlmolodiQuilp, conosciuto blog dell’illustratore
senese Claudio Pepi che stavolta ha concentrato la sua attenzione
su tre grandi della letteratura: Collodi, perché il suo Pinocchio ha
fatto sognare milioni di bambini nel mondo e perché quella zona
del pistoiese è sua patria elettiva; Shakespeare è una scelta d’obbligo per la commedia Sogno d’una notte di mezza estate animata da
folletti, fate e incantesimi, e Trilussa non poteva mancare in onore
alla città eterna che ospita la mostra e fa da quinta alle tavole colorate, sognanti, dal tocco ingenuo e sensibile di un disegnatore che
prova a stupire grandi e piccini.
Di solito le tavole sono accompagnate dalle rime che Pepi ama
comporre e che solitamente accompagnano i suoi lavori, ma stavolta ogni immagine è nata dal dialogo tessuto nel tempo con gli
autori immortali con i quali tutti si sono prima o poi imbattuti.
Accanto ai Pinocchio, agli animali parlanti e saggi che danno voce alla
varia umanità di Trilussa e alle fate di Shakespeare c’è anche una
favola per piccolissimi scritta a quattro mani dall’autore con Samanta Nannini che racconta la storia di inquiete Pulci rosse che
balzano da un luogo all’altro senza posa.
Da MTV a Roma: la serie cult Teen Wolf
ospite di una convention all’Ergife Hotel
Appassionati delle serie tv trasmesse dal network MTV? Allora sicuramente conoscerete
“Teen Wolf”, una delle serie di maggior successo trasmesse da MTV che cavalca l’onda
della moda per il sovrannaturale e parla di un
gruppo di ragazzi liceali che sono tutti fuorchè
normali. Di giorno studenti, di notte…licantropi! E poi ancora banshee, hunters, kanima e chi più ne ha più ne metta, gli appassionati del genere sapranno senz’altro di cosa
stiamo parlando.
Una notizia però li farà gioire ancora di più: fan
di teen Wolf, tutti pronti all’appello. La serie tv
di MTV sarà infatti ospite di un evento organizzato dalla Fantasy Events all’Hotel Ergife di
Roma dal 19 al 21 dicembre.
Dopo il successo della Love & Blood dedicata al mondo dei vampiri con gli attori
di The Vampire Diaries e The Originals e
dopo la Night Itacon incentrata sul mondo
delle streghe, ora è la volta della Nemeton
Itacon che vedrà come protagonisti gli attori
interpreti di Teen Wolf, la fortunata serie tv
trasmessa da MTV che sta raccogliendo sem-
pre più consenso e fan.
Durante i tre giorni della convention verranno organizzati incontri con gli attori, sarà data
la possibilità di ricevere autografi e fare foto, è
prevista l’organizzazione di panel a tema durante i quali i fan potranno fare direttamente
loro delle domande agli attori presenti in sala,
e verranno svelati alcuni misteri che hanno
tenuto incollati i telespettatori allo schermo.
Gli ospiti presenti saranno Ian Bohen, interprete di Peter Hale, Holland Roden, che
interpreta la Banshee Lydia, Tyler Hoechlin
interprete di Derek Hale, David J.R. Bourne,
interprete di Chris Argent e non finisce qui
perché potrebbe esserci qualche ospite a sorpresa annunciato nei prossimi giorni.
Inoltre nella giornata di sabato 20 verrà presentato il libro Lupus Occulta e saranno presenti le due giovani autrici Morgan Cavendish
e Lyanna Wolfe.
Un’occasione ghiotta per tutti i fan della serie
che possono trovare ogni tipo di informazioni
sul sito della Fantasy Events.
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l’intervista
INTERVISTA A RITA ROSELLA CIANI “La mia vita in 3D”
Vittorio Zenardi
Il suo primo contatto con l’arte è stato “a bottega” da un
maestro vetraio, dove ha imparato i segreti per realizzare
meravigliose vetrate sacre che ora si trovano ad impreziosire le chiese di tutto il mondo.
Oggi Rita Rosella Ciani realizza prevalentemente originalissime opere tridimensionali che crea con il complice aiuto
del marito Marco, esperto falegname artigiano.
Ci incontriamo nella sua residenza toscana dove fanno bella
mostra di sé le sue opere e i bozzetti gelosamente custoditi.
Salve Rita, ci parli del tuo avvicinamento al mondo
dell’arte?
Ho frequentato l’Istituto d’Arte perché mi piaceva, per
passione, poi ho iniziato a dipingere vetrate sacre istoriate.
Devo dire che ho avuto fortuna perché è stato un periodo molto formativo, ho conosciuto una faccia della pittura,
quella della bottega, che per me è stata un vero tesoro.
Lavorando con un pittore anziano mi sono ritrovata a macinare colori e e fare le velature.
Prima di cinque anni non mi ha fatto mettere una mano su
un vetro…
Come si realizza tecnicamente una vetrata istoriata?
Si usa la tecnica della cottura a gran fuoco che consiste
nel portare ad una temperatura di 480°/500° degli ossidi,
arrivando praticamente ad una prefusione del vetro che incorpora l’ossido e non lo lascia andare via.
Per avere l’effetto desiderato si toglie il colore invece di
aggiungerlo, si dà una massa di colore scuro e con un gioco
molto veloce di non più di dieci minuti per non farlo essiccare si asporta con pennelli o graffiti.
E’ una sfida, perché quando fai una cosa di questo tipo lo fai
senza respirare, lotti contro il tempo.
E’ la tecnica originale della pittura della vetrata istoriata medioevale, una tecnica bellissima, fuori dal tempo.
Pensa che devi dipingere al contrario per avere una visione
corretta dell’opera e lo studio deve essere al buio, con solo
una luce che illumina da sotto il tavolo da lavoro.
Quindi sei partita da un figurativo vigoroso per arrivare alle tue opere tridimensionali?
Sì, era da tempo che avevo questa idea del tridimensionale, pensavo spesso a cosa si sarebbe potuto realizzare con
questo sistema.
Dopo dieci anni a bottega le vetrate non mi soddisfacevano
più, soprattuto perché erano sempre legate a delle commissioni, oltre certi canoni non potevo andare e non avevo
modo di esprimermi più di tanto, potevo solo aggiustare
la composizione, dargli un’impronta più o meno moderna,
però finiva lì.
Avevo un’urgenza espressiva e infatti quello che non potevo
fare in laboratorio lo facevo a casa.
Nella prima opera tridimensionale che ho realizzato non
sapevo esattamente dove sarei andata a parare.
Come é stata la genesi di questa prima opera tridimensionale?
Ne ho parlato con Marco, che all’inizio non mi ha preso
molto sul serio, era perplesso, non aveva ancora fatto sua
l’idea. Mi ha proposto di realizzare la prima opera in cartone invece che su legno. Devo dire che all’inizio mi sono
quasi offesa…
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Marco, raccontami meglio…
All’inizio non capivo bene quello che
si voleva realizzare, visto che all’epoca
vendevo mobili, recuperai l’imballo
di cartone di una lavastoviglie che si
prestava bene all’idea di Rita perché
aveva un angolo già fatto.
Quindi tagliai il cartone e seguii le sue indicazioni.
Rita si mette a ridere e precisa…
Quando ha segato l’imballo e mi ha dato il cartone ero arrabbiata perché non mi sentivo presa in considerazione, ma
ho iniziato a dipingere ed è nato così “Canterbury”, pensa,
dietro porta sempre il marchio dell’elettrodomestico!
Credo comunque che questo legame artistico con tuo
marito sia stato molto importante.
Il suo supporto e la sua collaborazione sono essenziali per
me.
Immagino soprattutto l’importanza di avere una persona vicino che capisca immediatamente le tue più
profonde intenzioni creative e riesca a materializzarle
concretamente. Se avessi dovuto rivolgerti ad un’altra persona magari non avrebbe capito appieno le tue
idee…
Proprio così, pensa che durante le nostre cene o se facciamo una passeggiata, discutiamo spesso su come vorrei
un’opera, ci confrontiamo.
Marco mi dice tecnicamente come si può fare e io come la
vorrei realizzare.
Quali sono appunto le difficoltà tecniche per la realizzazione su legno?
La prima difficoltà che abbiamo dovuto affrontare è stata
quella di trovare un materiale molto leggero perché il supporto è di tela e con il tempo il peso del legno avrebbe potuto rompere la tela stessa, un’altra difficoltà é stata quella
di rendere gli “scalini” vuoti.
Gli “scalini” sono composti da due pezzetti di legno che formano un triangolo ma essendo vuoti devono essere chiusi
alla sommità.
Nella parte bassa dove è dritto non è un problema ma dove
fa l’angolo in alto la cosa è più problematica.
Inoltre bisogna fare in modo che il punto di unione dello
scalino non formi aria.
Infine per alleggerire il peso alla tela, dietro al quadro va
creata una struttura che blocchi lo scalino.
Quali sono state le reazione degli addetti ai lavori?
Io avevo come la sensazione di essermi buttata nel vuoto ed
ero anche un po’ preoccupata delle reazioni.
Decisi di far vedere “Canterbury” al critico d’arte Gilberto
Madioni qui di Siena che conosceva alcuni miei lavori.
Devo dire che è gli è piaciuto molto e da lì mi sono trovata
ad esporre allo Spoleto Festival Art dove è successa una
cosa particolare...
Cioè? Cosa?
Avevo lo stand vicino all’artista Manuel Campus che per
me è un mostro sacro. Una sera mi si è avvicinato e mi ha
detto:” complimenti signora lei è in gamba, continui che avrà
grosse soddisfazioni….”
Io gli risposi scherzando: “guardi io non so né cucinare né
cucire..”
Mi ha poi invitata a esporre nella sua galleria e in cambio ha
voluto una mia opera per la sua collezione privata.
Questa è stata per me oltre che una grossa gioia anche uno
stimolo per andare avanti in questa direzione.
Certe volte guardando le mie opere tridimensionali mi sorprendo a pensare di averle fatte, anche se a pensarci bene mi
rappresentano più delle altre, mi vengono in maniera molto
più naturale di come mi venisse il bozzetto delle vetrate
sacre.
Il pubblico come ha accolto le tue opere?
Il pubblico ha risposto molto bene, ho avuto molti attestati
di stima in questo senso.
Le persone entrano in galleria e spesso succede che dopo
aver finito di osservare un’opera tornino indietro perché
magari con la coda dell’occhio si rendono conto di aver
visto qualcosa in bianco e nero.
Le mie opere cambiano a seconda del punto di osservazione, quindi se centralmente appaiono colorate mettendosi
di lato sono in bianco e nero.
Questo effetto particolare che mi permette la tecnica tridimensionale è piaciuto molto.
Da cosa attingi per i soggetti delle tue opere tridimensionali?
Ritengo che opere di questo genere si accordino bene con
le architetture Gotiche, soprattutto per i giochi di prospettiva che si creano all’interno.
Hai mai pensato di realizzare altri soggetti come per
esempio delle città moderne? Mi viene in mente New
York con la verticalità dei suoi grattacieli…
Sì ci ho pensato, è una cosa che ho preso in esame e credo che in futuro possa realizzare un’opera con delle città
moderne, anche io ritengo che i grattacieli siano un ottimo
modello.
Mi piacerebbe anche fare dei soggetti con architetture orientali.
Nel 2006 hai dipinto il Palio di Siena, deve essere stato
molto emozionante visto che sei senese..
Ricordo ancora la telefonata in cui mi dicevano che avevo vinto il concorso per realizzare il Palio, mi sembrava di
volare.
Per non parlare del giorno della presentazione, io lo dico
sempre, se mi avessero preso il polso non avrebbero sentito
i battiti ma avrebbero segnato l’ora del mio decesso..
Non ce l’ho fatta neanche a parlare. Per una senese é
un’emozione non indifferente ma anche una bella sfida perché ci metti la faccia.
Ho subito pensato che dovesse essere concepito come una
vetrata.
Ti serviva quell’appiglio mentale ?
Esatto, Il mio Palio è dipinto davanti e dietro, se lo guardi in
trasparenza non ha fodera.
Up...puntamenti
BIF&ST – Bari International Film Festival 2015
Presentato oggi il programma
Sono andata al setificio fiorentino e ho comprato una serie di sete colorate che ho fatto assemblare da un’abile “
bandieraia” della città.
Praticamente la cucitura della bandiera è diventata la legatura a piombo della mia vetrata, a quel punto l’ho dipinta davanti e dietro grazie anche ad un telaio particolare
costruito appositamente da mio marito che mi permetteva di lavorare con una luce da sotto e di rigirare agilmente
il tessuto.
Considera che un Palio è di grosse dimensioni, sono due
metri e ottanta per ottanta centimetri.
Prende il lucido di carta trasparente che custodisce
come una reliquia sacra e inizia a spiegarmi…
Ho dipinto praticamente su sete di colori diversi, ogni
colore è una campitura piatta, ho utilizzato per esempio
una seta ocra, una seta mattone e per quella bianca ho
usato una seta per abiti da sposa che sembra di raso.
A seconda di come facevo spostare il taglio alla sarta si
aveva una certa luminosità, in modo da far sembrare gli inserti di due o tre generi diversi, mentre è un unico colore
e un’unica stoffa.
Comunque già in questo Palio si nota una certa tridimensionalità?
Si è vero, é la mia mente che è tridimensionale, vado sempre a parare lì..(scoppiando a ridere)..
Cerchi sempre una vicinanza alla realtà...il tridimensionale in fondo è avvicinarsi il più possibile alla realtà
o all’illusione di realtà.
Sì cerco sempre una certa concretezza e con la realizzazione del Palio è stata una bella sfida.
Hai una città in particolare che ispira le tue opere?
Così a pelle mi viene da dirti Praga che amo molto, ma
anche Londra è una città che mi affascina.
Cosa fai nel tempo libero?
Ho la fortuna di aver fatto della mia passione un lavoro,
quindi dipingo anche nel tempo libero, mi rende felice.
Hai appena allestito una personale a Piacenza dal titolo “Art and Scenary” che ha avuto molto successo,
vinto il premio del pubblico a Gubbio su oltre centottanta artisti di cui metà Giapponesi e infine ti sei aggiudicata il Premio Medaglia d’oro città di Spa (Belgio)
tenutosi per la quarta Biennale Internazionale d’Arte
Pittorica.
Dove vuole arrivare Rita Rossella Ciani?
Quando vado in giro per le mie personali e sento approvazioni su quello che faccio, non mi sembra che parlino di me, tuttora provo una sensazione strana, mi viene
da pensare: “sarò io? Sogno o son desta?
Voglio continuare a dipingere con passione magari sperimentando materiali e forme nuove e poi sentire il giudizio
di Marco e delle mie figlie che sono i miei primi critici…
Progetti per il futuro?
Sarò a breve a Berlino per una mostra collettiva, non vedo
l’ora!
Nella galleria fotografica sottostante alcune splendide
opere di Rita Rossella Ciani!
Vittorio Zenardi
Sarà una vera e propria full immersion nel grande cinema di Fritz Lang quella cui si sta da molti mesi lavorando per la
sesta edizione del Bif&st - il Bari International Film Festival presieduto da Ettore Scola e ideato e diretto daFelice Laudadio - che si svolgerà dal 21 al 28 marzo 2015, promosso dalla Regione Puglia e prodotto dall’Apulia Film Commission.
Il programma generale del Bif&st 2015 è stato oggi presentato alla stampa da Silvia Godelli, assessore al Mediterraneo,
Cultura,Turismo della Regione Puglia, Antonio Decaro, sindaco di Bari, Antonella Gaeta e Daniele Basilio, rispettivamente
presidente e direttore della Apulia Film Commission, e Felice Laudadio.
All’autore di Metropolis, di M-Il mostro di Düsseldorf, della trilogia del Dottor Mabuse, di Furia, di Anche i boia muoiono, fuggito dalla Germania all’avvento del nazismo nel 1933, sarà infatti dedicata, a quasi 40 anni dalla sua scomparsa (2 agosto
1976), una vastissima retrospettiva curata da Laudadio e dallo storico del cinema Carlo di Carlo - con la collaborazione
della Cineteca Nazionale e della Cineteca di Bologna - che include pressoché tutti i film tedeschi e americani diretti
dal regista austro-ungarico e altri otto film ispirati a/da Metropolis realizzati da autori quali Jean-Luc Godard, George
Lucas, Ridley Scott, James Cameron, Luc Besson. In totale circa 50 titoli che saranno integrati dalla celebre edizione
di Metropolis rimontata a colori e musicata dal compositore italianoGiorgio Moroder (tre volte Premio Oscar) e da
materiali documentari provenienti dalle Teche RAI dirette da Maria Pia Ammirati e materiali iconografici provenienti
dalla Mediateca Regionale Pugliese.
Il festival avrà un lungo prologo con Aspettando il Bif&st che dal 7 al 20 marzo presenterà in contemporanea nei
tre Cineporti di Puglia (Bari, Lecce, Foggia) i 41 film italiani premiati, dal 1948 ad oggi, col Prix Fipresci, il prestigioso
riconoscimento attribuito ai migliori film dei maggiori festival internazionali dai critici della Fipresci, la Federazione
mondiale della stampa cinematografica che nel 2015 festeggerà a Bari i 90 anni di attività, presenti una cinquantina di
autorevoli giornalisti e critici provenienti da tutto il mondo.
Naturalmente il Bif&st si occuperà, come sempre, del cinema del presente. Il Teatro Petruzzelli ospiterà dal 21 marzo,
nelle proiezioni serali fuori concorso per leAnteprime internazionali, otto film di grande impatto spettacolare e di
recentissima produzione, mentre nella sezione competitiva Panorama internazionale, sempre al Petruzzelli ma nel pomeriggio, si vedranno 12 film prodotti nel mondo nell’ultimo anno, totalmente inediti in Italia. Una giuria composta da 30
spettatori e presieduta dal produttore e distributore Valerio De Paolis, fondatore della BIM, attribuirà il Premio Bif&st
2015 al miglior film fra quelli in concorso selezionati insieme al v. direttore Enrico Magrelli.
Nella serata del 28 marzo verrà conferito il Premio Fellini per l’eccellenza cinematografica ad una grande personalità
del cinema che nella mattinata dello stesso giorno terrà al Petruzzelli l’ultima delle otto Lezioni di cinema condotte nei
sette giorni precedenti da altri sette famosi registi, tutti stranieri, che saranno annunciati più avanti.
Oltre ai film internazionali e alle retrospettive, la terza colonna portante del Bif&st è da sempre rappresentata dal cinema italiano. Nella sezioneItaliaFilmFest/Lungometraggi (che non comprende opere prime o seconde) saranno in
concorso i migliori film italiani prescelti fra quelli distribuiti nelle sale o passati nei festival nazionali e internazionali da
marzo 2014 a marzo 2015. Una giuria espressa dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani e composta dai
critici Franco Montini (presidente SNCCI), Vito Attolini, Paola Casella, Francesco Gallo, Andrea Martini, Cristiana Paternò e Federico Pontiggia attribuirà i seguenti riconoscimenti: Premio Mario Monicelli per il miglior regista; Premio Franco
Cristaldi per il miglior produttore; Premio Tonino Guerra per il miglior soggetto; Premio Luciano Vincenzoni per la
migliore sceneggiatura; Premio Anna Magnani per la migliore attrice protagonista; Premio Vittorio Gassman per il miglior
attore protagonista; Premio Alida Valli per la migliore attrice non protagonista; Premio Alberto Sordi per il miglior attore
non protagonista; Premio Ennio Morricone per il miglior compositore delle musiche; Premio Giuseppe Rotunno per
il miglior direttore della fotografia; Premio Dante Ferretti per il miglior scenografo; Premio Roberto Perpignani per il
miglior montaggio; Premio Piero Tosi per i migliori costumi.
Il Bif&st – che temporalmente è il primo dei grandi appuntamenti con i premi al cinema italiano – ha ogni anno anticipato i riconoscimenti successivi. Nel solo 2014 i film presentati in concorso al festival di Bari hanno ottenuto 20 David
di Donatello (su 20), 20 Nastri d’argento, 16 Ciak d’oro. Sono stati fino ad oggi selezionati e confermati: Anime nere di
Francesco Munzi; Biagio di Pasquale Scimeca; Le meraviglie di Alice Rohrwacher, Il giovane favoloso di Mario Martone.
La giuria della sezione ItaliaFilmFest/Opere prime e seconde, composta da 30 spettatori selezionati e presieduta dal
critico e docente di cinema Jean Gili, direttore del festival del cinema italiano di Annecy, attribuirà il Premio Opera Prima
e Seconda al miglior film italiano di debutto - o secondo film - prescelto fra quelli distribuiti nelle sale o passati nei
festival nazionali e internazionali da marzo 2014 a marzo 2015. Sono stati fino ad oggi selezionati e confermati: Senza
nessuna pietà di Michele Alhaique; Perez di Edoardo De Angelis; Last summer di Leonardo Guerra Seràgnoli; La foresta
di ghiaccio di Claudio Noce.
Nella sezione ItaliaFilmFest/Documentari verrà presentato fuori concorso un numero molto ristretto di documentari
italiani prescelti fra i migliori dell’anno dalla direzione artistica, con la collaborazione di Maurizio Di Rienzo. Sono stati ad
oggi selezionati: Io sto con la sposa di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry; La zuppa
del demonio di Davide Ferrario; Franco, un uomo in piedi e la signora vestita di nebbia di Mimmo Mongelli; Quando
c’era Berlinguer di Walter Veltroni; The Special Need di Carlo Zoratti.
Grande successo ha riscosso negli anni scorsi anche la sezione Focus su…, interviste in pubblico ad attrici e attori italiani, condotte quotidianamente da Franco Montini, che nel 2015 si svolgeranno al Teatro Margherita ove verranno inoltre ospitate le conferenze stampa giornaliere con la partecipazione degli autori e dei protagonisti dei film in programma.
Il Bif&st 2015 ospiterà quattro Laboratori formativi e informativi dedicati a Scenografia (nelle sue diverse attuazioni:
cinema, teatro, tv) e Costumi organizzato con la stretta collaborazione dell’Associazione italiana scenografi, costumisti,
arredatori (ASC) e affidati a Lorenzo Baraldi, Giovanni Licheri, Alida Cappellini e alla costumista Gianna Gissi.
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musica
Marco Mengoni torna da vero “Guerriero”
“Hitalia” è il nuovo disco di Gianna Nannini
Dopo quasi due anni dall’ultimo album, “Pronto a correre”, Marco Mengoni è finalmente
tornato con un nuovo progetto, attesissimo dai fan che agognavano il nuovo disco Mengoni
ha lanciato il nuovo singolo, Guerriero.
Aveva promesso un disco nuovo e diverso dal solito, concetto più volte ribadito anche
tramite Twitter, e ha iniziato stupendo già dalla presentazione, del tutto insolita, avvenuta
durante una leizione in un’Università statale di Milano.
Come ha spiegato il cantante, “Guerriero è un’intensa ballad che racconta quella coscienza
che è la nostra emotività, ma anche la forza che destiniamo agli altri e alle situazioni del nostro
cammino”
Il singolo, uscito il 21 novembre, è subito balzato ai vertici della classifica di I-Tunes mentre
il video in poco meno di una settimana ha già sfiorato i 2milioni di visualizzazioni: diretto da
Cosimo Alemà assieme allo stesso Mengoni, il video racconta di un bambino innamorato
di fumetti che, grazie al materializzarsi di uno dei propri eroi di carta (un supereroe in stile
manga) riesce, pian piano, a far fronte alle varie difficoltà quotidiane.
“Il video è educativo, non è partito da un fumetto ma da un videogioco, un guerriero che si
materializza per far sì che un bambino scelga certe strade anzichè altre, che in questo percorso
trovi forza. Durante le registrazioni ha sempre piovuto, ero preoccupato ma oggi invece dico che la
pioggia ci ha fatto bene”, ha affermato il cantante di Ronciglione spiegando l’idea che aveva e continuando a spiegare che “l’idea nasce dall’esigenza di voler trasmettere un messaggio importante,
volevo fosse un video così ricco di significato da impiegare quasi un anno per la sua realizzazione,
aveva bisogno di un po’ di immagini e spiegazioni, veniamo dall’essenziale e da cose semplici ed
essenziali“.
Il singolo anticipa quello che sarà solo il primo volume di un progetto molto più ambizioso
e su cui lo stesso cantante ha rivelato ben pochi dettagli lasciando i fan più curiosi che mai.
Uscirà il prossimo 1° dicembre 2014, il nuovo album di Gianna Nannini, Hitalia, una
raccolta di canzoni italiane popolari, di quelle che hanno lasciato il segno e che ancora si
cantano a distanza di anni dal loro esordio.
La Nannini ha più volte sottolineato che l’idea del disco è nata dalla volontà di valorizzare la cultura musicale del nostro Paese che forse ultimamente si è un po’ dimenticata.
Per questo è nato Hitalia, titolo derivante ovviamente dall’unine di Hit e Italia, 17 canzoni
della più alta tradizione popolare italiana.
“Ho scelto di fare canzoni di cui avevo il ricordo, ha rivelato l’artista, Non avevo mai fatto, a
parte un paio di casi, canzoni di altri, mentre di questi ne avevo una memoria orale, un percorso
che va da Gigli a Vasco, volevo ripercorrere la canzone del novecento. Sono tappe che partono
da ‘Mamma’ e arrivano a ‘C’è chi dice no’. Prestare la mia voce a un’ispirazione altrui è catartico. Così mi è venuta voglia di inciderle, perché mi piacciono e perché mi attirano razionalmente
per la loro qualità, ma soprattutto perché mi attraggono emotivamente”
Dall’intramontabile nel blu dipinto di blu a un duetto con Vasco Rossi che l’ha aiutata
nell’esecuzione di C’è chi dice no, un disco tutto da scoprire, per riscoprire le canzoni
più belli che hanno toccato la vetta delle classifiche italiane.
MTV Music Awards: tutti i vincitori
A tutto rock, è questa la parola d’ordine della ventesima edizione degli MTV Music
Awards tenutesi a Glasgow, in una serata in cui l’ esibizione live in puro stile hard rock
di Slash, Myles Kennedy e dei Biffy Clyro, che hanno interpretato “Crazy train” di Ozzy
Osbourne, premiato come icona globale, e degli U2, che hanno cantato “Every Breaking
Wave”, estratto dall’ultimo album della band irlandese “Songs of Innocence” hanno
certamente lasciato il segno.
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Quasi tutti i pronostici sui premi sono stati rispettati: non è di certo stata una sorpresa
il fatto che gli One Direction, la boyband più amata al mondo, si sono aggiudicati la statuina per tutte e tre le categoria in cui erano stati nominati: (migliore pop band, migliore
esibizione live e Biggest Fan). A seguire con un bottino di due statuine gli emergenti
australiani 5 Seconds of Summer, altra boyband sempre più in voga dai teenager che si
è aggiudicata i premi best new e best push.
Sempre più amata dal pubblico, l’americana Ariana Grande può ritenersi ampiamente
soddisfatta per aver battuto dei mostri sacri come Beyoncé e Kate Perry ottenendo
l’ambito riconoscimento best song con la canzone “Problem”.
Al decimo riconoscimento i Linkin Park per il premio come miglior rock band, mentre
nella categoria hip hop ha vinto la conduttrice Nicki Minaj, leggermente in calo Justin
Bieber che si accontenta del premio come miglior interprete maschile.
Nella categoria World Wild Act ha vinto la cinese Bibi Zhou battendo l’unica italiana in
gara, Alessandra Amoroso.
La cantante pugliese vorrà forse aspettare l’anno prossimo per stupire tutti e vincere
in casa: Nincki Minaj ha infatti annunciato che gli MTv Music Awards 2015 si terranno il
prossimo 25 ottobre al Forum di Assago di Milano, in occasione dell’Expò.
formazione e lavoro
Il Sole 24 ore offre borso di studio per appassionati di tecnologia
Nòva24, l’inserto settimanale del Sole 24 Ore, in partnership con 3 aziende – Intesa
Sanpaolo, STMicroelectronics e Gruppo Unipol – destina 19 borse di studio, del valore
di 3.000 euro ciascuna, a 19 studenti laureandi oppure neo laureati interessati al mondo
dell’innovazione e della tecnologia, che potranno sfruttare i contatti e le conoscenze
messe a loro disposizione dal territorio, dalle aziende coinvolte e ovviamente della redazione di Nòva24.
L’obiettivo di questa iniziativa è promuovere idee, progetti e visioni di ragazzi che vorranno fare della curiosità per l’innovazione la loro prospettiva di crescita personale.
I vincitori delle borse di Studio Nòva24, Sole 24 Ore verranno supportati nel loro percorso di studio: potranno esplorare il territorio e lavorare ai loro progetti e idee sfruttando le conoscenze di guide di primo piano che li aiuteranno nella ricerca. In ogni città
prescelta, infatti, potranno fare affidamento su strutture universitarie, incubatori distart
up aziendali, organizzazioni e centri di ricerca leader in Italia nel campo dell’innovazione e
delle tecnologie.
Inoltre, ai partecipanti sarà data la possibilità di scrivere o pubblicare video su Nòva24. I
mentor territoriali daranno indicazioni ai borsisti sulle storie da cercare e la redazione
di Nòva24 indicherà come pubblicarle. Le storie di innovazione territoriale diventeranno
quindi notizie di Nòva24, curate dai partecipanti e dalla redazione.
Otto le città italiane che ospiteranno e sosterranno l’iniziativa. I partecipanti al progetto
potranno beneficiare di una borsa semestrale di 3.000 euro offerta da Nòva24 con la
collaborazione di Intesa Sanpaolo, Gruppo Unipol e STMicroelectronics, realtà aziendali
particolarmente attente all’importanza di sostenere progetti italiani di innovazione. Le
città coinvolte sono Milano, Torino, Napoli, Genova, Perugia, Bologna, Pisa e VeneziaLe selezioni avverranno nel corso del mese di dicembre, così che i candidati prescelti possano
iniziare il loro percorso a partire dal nuovo anno. Il progetto si svilupperà nell’arco di
sei mesi e avrà inizio il 10 gennaio 2015 con termine il 9 luglio 2015. Tutti gli innovatori
interessati al progetto borse di Studio Nova24 devono inviare le proprie candidature
corredate di Curriculum vitae, video di presentazione e descrizione dell’idea o progetto
entro il 9 Dicembre 2014, compilando il form online sul sito Nòva24 nella sezione dedicata ai Borsisti.
Voglia di andare all’estero?
Voglia di andare all’estero? Ecco tutte le borse di studio per i laureati
Per tutti coloro che laurea alla mano hanno deciso di intraprendere un percorso di studio
e lavoro all’estero al fine di migliorare il proprio curriculum vitae arricchendolo con
un’esperienza unica e soprattutto utile, sono al momento attive numerosi concorsi per
accedere a borse di studio che garantiscono studio e lavoro in alcuni dai paesi più quotati
al momento.
Al fine di favorire lo sviluppo della collaborazione e degli scambi accademici tra altri
Paesi e Hong Kong, il Research Grants Council di Hong Kong, organo consultivo del
Governo di Hong Kong, che collabora nel campo accademico con il Comitato di ricerca
scientifica delle maggiori università locali, promuove infatti, per l’anno accademico 2015
2016, l’Hong Kong PhD Fellowship Scheme – HKPFS. Il programma HKPFS offrea
laureati provenienti da università internazionali, tra cui quelle italiane, l’opportunità di
frequentare corsi di dottorato presso le istituzioni universitarie di Hong Kong, in Cina. I
percorsi formativi, che avranno una durata di 3 anni, riguarderanno sia l’area scientifica,
ovvero medicina, ingegneria e tecnologia, che quella umanistica, come scienze sociali
e studi legati al business, e ciascun partecipante usufruirà di un contributo economico
mensile a copertura delle spese previste.
Possono partecipare al Hong Kong PhD Fellowship Scheme 2015 2016 i laureati in possesso dei seguenti requisiti:
- eccellente percorso accademico;
- capacità di ricerca e potenziale;
- capacità comunicative, relazionali e di leadership.
Gli assegnatari delle borse di dottorato ad Hong Kong saranno inseriti presso i seguenti Atenei cinesi che aderiscono all’iniziativa:
- City University di Hong Kong;
- Hong Kong Baptist University; - Università Lingnan; - L’Università cinese di Hong Kong; - Il Hong Kong Institute of Education; - The Hong Kong Polytechnic University; - L’Università della Scienza e della Tecnologia di Hong Kong;
- L’Università di Hong Kong.
I borsisti riceveranno uno stipendio annuo pari a 240.000 dollari hongkonghesi, ovvero
circa 24.895 Euro. E’ prevista, inoltre, l’erogazione di una indennità per le spese di viaggio
dell’imposto di 10.000 dollari hongkonghesi, pari a 1.037 Euro.
Infine, per coloro che necessiteranno di più di 3 anni per terminare il percorso di specializzazione, potranno essere concessi ulteriori finanziamenti dalle istituzioni scelte per il
dottorato.
Le domande di partecipazione dovranno essere presentate presso l’Università cinese
di interesse, secondo le modalità indicate dai rispettivi bandi, previa registrazione al
programma di borse di studio in Cina, attraverso l’apposito form online, entro il 1°
dicembre 2014.
Riparte il bando Vulcanus per l’assegnazione di borse di studio per tirocini in Giappone.
Il programma prevede l’attivazione di stage retribuiti della durata di un anno, da settembre
2015 ad agosto 2016, che si svolgeranno interamente nello Stato nipponico e comprenderanno le seguenti attività:
– un seminario sul Giappone;
– un corso intensivo di lingua giapponese di quattro mesi;
– uno stage di otto mesi presso un’industria giapponese.
Possono partecipare al programma di formazione e lavoro in Giappone i candidati in
possesso dei seguenti requisiti:
- cittadinanza dell’Unione Europea;
- essere studenti presso università ubicate entro i confini dell’Unione Europea iscritti a
facoltà tecniche o scientifiche, quali Ingegneria, Informatica, Chimica, Biotecnologia, Fisica,
Matematica e simili;
- essere iscritti almeno al 4° anno, al momento dell’invio della candidatura;
- conoscenza della lingua inglese;
- disponibilità a trascorrere un periodo di un anno all’estero.
Le borse di studio Vulcanus previste dal bando per studenti universitari avranno un importo pari a 1.900.000 yen, circa 12.871 Euro, e serviranno per coprire le spese di viaggio di
andata e ritorno, l’assicurazione e le spese primarie di soggiorno in Giappone. Gli stagisti
potranno, inoltre, usufruire di un alloggio messo a disposizione dall’azienda ospitante, per
l’intera durata del percorso formativo.
Le domande di partecipazione devono essere inviate a mezzo corriere o posta (normale
o prioritaria), entro il 20 gennaio 2015, all’indirizzo EU – Japan Centre for Industrial Cooperation, Rue Marie de Bourgogne, 52, (V) – 1000 Brussels, BELGIUM.
Nuove opportunità di stage in Germania con GoEuro. Il portale dedicato all’organizzazione di viaggi ha aperto un bando per una borsa di studio da 2mila Euro, per finanziare
un’esperienza di formazione e lavoro a Berlino.
GoEuro è una piattaforma web che offre un servizio di comparazione istantanea in ambito viaggi, in particolare per confrontare il più velocemente possibile le diverse modalità di
trasporto, ovvero aereo, treno, auto, autobus. L’azienda intende sostenere le idee innovative di giovani studenti universitari ed ha aperto un contest internazionale finalizzato
all’assegnazione di una borsa di studio a Berlino, per svolgere un tirocinio retribuito in
Germania. Possono partecipare al bando GoEuro per borse di studio in Germania gli studenti universitari iscritti presso le Università aderenti all’iniziativa, purchè maggiorenni.
Ciascun concorrente potrà proporre la propria visione di un’Europa maggiormente
interconnessa, ispirandosi al tema “A Closer Europe”, presentando un progetto innovativo
sotto forma di saggio, blog post, video, canale youtube, o altro formato. I lavori proposti
potranno essere incentrati su trasporti, cultura, educazione o altri argomenti che possano
esprimere l’idea di un’Europa meglio collegata.
La borsa di studio a Berlino avrà un importo pari a 2.000 Euro e servirà a finanziare uno
stage nella capitale tedesca, della durata massima di 3 mesi. Le migliori idee selezionate
saranno, inoltre, pubblicate nel blog ufficiale di GoEuro in Germania, Spagna, Regno Unito,
Paesi Bassi e Italia.
Gli interessati al concorso per un tirocinio a Berlino dovranno inviare tramite mail, entro
il 15 dicembre 2014, all’indirizzo di posta elettronica [email protected], il
proprio progetto, che dovrà includere:
- un saggio di 1.500-2.000 parole o un video della durata di 1-10 minuti, o altri formati,
purchè inviabili per mail;
- una copia in formato .pdf del certificato di immatricolazione universitaria per l’anno
accademico 2014 2015.
Consigliamo di scaricare i bandi relativi a entrambi i concorsi per conoscere tutti i
dettagli.
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www.whatsupmagazine.it
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