Un`apparecchiatura innovativa per conservare in maniera

Transcript

Un`apparecchiatura innovativa per conservare in maniera
Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)
Un'apparecchiatura innovativa per conservare in maniera ottimale i reni donati
Nella chirurgia del trapianto degli organi solidi, tra cui il rene, la conservazione ipotermica, mediante bagno in ghiaccio, ha la funzione fondamentale di
permettere la conservazione dell’organo durante le ore necessarie a preparare il paziente ricevente e spostare l’organo dal sito di prelievo a quello
finale del trapianto. Purtroppo l’ischemia fredda, conseguente alla conservazione nel ghiaccio, non e’ immune da danni sull’organo che si possono
manifestare durante la riperfusione, cioè quando l’organo, inserito nel nuovo organismo, viene irrorato dal sangue arterioso, portando le molecole di
ossigeno a contatto con i prodotti del metabolismo cellulare accumulati durante l’ischemia. Questi fenomeni nel loro insieme vengono definiti danno da
ischemia da riperfusione.
Nel trapianto di rene il danno da ischemia fredda e da ischemia da riperfusione si può manifestare con una ripresa funzionale ritardata (DGF: Delate
Graft Function), da cui la necessità di sottoporre il paziente che ha ricevuto il nuovo organo a trattamento dialitico nel post trapianto, o con la mancata
ripresa funzionale (PNF: Primary Non Function), fenomeno irreversibile che condanna il paziente all’espianto dell’organo appena trapiantato.
La discrepanza tra il numero di organi disponibili per il trapianto e la domanda in aumento dei riceventi, impone l'utilizzo di donatori con più di 60 anni,
così da aumentare il pool degli organi disponibili. Nell’ultimo anno, più del 50% dei reni valutati per la donazione sono provenuti da donatori cosiddetti
‘marginali’, cioè con più di 60 anni. Proprio su questi organi è diffusa la pratica di eseguire una biopsia per valutarne la trapiantabilità in associazione
alla funzionalità e alla valutazione macroscopica chirurgica. Nell'ottica di massimizzare il numero e la funzionalità degli organi trapiantabili, il processo di
conservazione nel periodo di ischemia fredda è essenziale.
In questo contesto la perfusione meccanica può rappresentare un vantaggio nel limitare la lesione da ischemia da riperfusione. La perfusione
meccanica consente infatti di perfondere il rene durante la fase del trasporto in modo continuo e pulsatile con una soluzione dedicata, così da
stabilizzare il metabolismo basale renale e ridurre il rischio che l’organo si danneggi.
Grazie alla collaborazione tra Università dell’Insubria, Azienda ospedaliera di Varese e Fondazione Unione di Banche Italiane per Varese Onlus, dal
2011 il Centro di Ricerche per lo Studio e lo Sviluppo dei Trapianti d'Organo dell’ateneo utilizza la macchina da perfusione pulsatile RM3 Waters
Medical System. Tale apparecchiatura, che rappresenta un’innovazione per l’Italia, viene utilizzata nei reni da donatore non ideale e permette, dopo 6 h
di perfusione, la conservazione ideale dell’organo. Consente inoltre una valutazione ulteriore rispetto a quella macroscopica, clinica e istologica,
dell’eventuale danno patologico del rene.
In sintesi, attraverso la perfusione meccanica è possibile ridurre al minimo il danno da ischemia da riperfusione e prevenire così sia la ripresa funzionale
ritardata del rene donato, sia la mancata ripresa funzionale.
Autorizzazione del Tribunale di Varese n. 745 del 5/7/97
Direzione redazione amministrazione: viale Borri 57, 21100 Varese tel. 0332 278.222 fax 0332 261.440
Direttore responsabile: Francesca Mauri
Pagina 1 di 1