Relazione sui servizi svolti nell`anno 2014
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Relazione sui servizi svolti nell`anno 2014
UN ANNO DI CARITAS I SERVIZI DIOCESANI PROMOSSI DALLA CARITAS E GESTITI DALLA SOLIDARIETÁ CARITAS ONLUS ANNO 2014 1 2 UN ANNO DI CARITAS I SERVIZI DIOCESANI PROMOSSI DALLA CARITAS E GESTITI DALLA SOLIDARIETÁ CARITAS ONLUS ANNO 2014 3 4 Prefazione Eccellenza Reverendissima, anche quest’anno siamo lieti di offrirle un ragguaglio in riferimento ai servizi di sostegno alle persone e famiglie in situazione di disagio, gestiti durante l’anno 2014 attraverso la Onlus. Anche in questa occasione abbiamo verificato che la crisi sta continuando a mordere con decisione le poche risorse di coloro che si rivolgono ai servizi diocesani promossi dalla Caritas. Da una prima rilevazione, siamo quantitativamente di fronte ad un calo di accessi, in termini di singole persone presentantesi durante l’anno, ma la diminuzione riguarda quasi esclusivamente la componente di nazionalità estera, mentre per gli italiani non si sono verificate variazioni significative. Chi è nato, o comunque vive a Prato da sempre, sembra che ancora faccia molta fatica a trovare dei percorsi di inclusione sociale, presentando nella maggioranza dei casi situazioni di multiproblematicità particolarmente complesse, seppur non cristallizzate da molti anni, ma dovute ad una recente caduta dalla vulnerabilità sociale verso la vera e propria povertà. Anche nel 2014 è stato fondamentale l’impegno nel coordinamento degli interventi, per contenere il più possibile il rischio di sovrapposizioni e di spreco delle risorse, la cui riduzione è purtroppo costante. É stato possibile concretizzare questa strategia attraverso un continuo raccordo con gli enti locali, in particolare con i Servizi Sociali, e le altre organizzazioni del privato sociale che si occupano di contrasto alla povertà, in particolare l’Associazione “Giorgio La Pira”, la Società di San Vincenzo e i Gruppi di Volontariato Vincenziano. Inoltre questa modalità operativa ha consentito la condivisione di percorsi di sostegno, coinvolgendo più attori e favorendo una maggiore efficacia delle azioni. Siamo persuasi che sempre più il lavoro di rete sia uno strumento necessario per affrontare le situazioni di disagio, per evitare sprechi e per favorire percorsi di recupero dell’autonomia, in ottemperanza anche al Protocollo di Intesa ed al Patto Territoriale che hanno sancito nel corso degli anni le linee di indirizzo per una proficua collaborazione fra istituzione e privato sociale, mirata alla tutela della parte di popolazione pratese più fragile. Proprio per questo motivo il presente sussidio è stato consegnato anche all’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Prato, in modo da proseguire con l’ente pubblico un percorso condiviso in vista del bene comune dei nostri fratelli e sorelle più fragili. Sono state inserite nell’ultima parte del presente libretto anche le attività svolte attraverso l’Associazione di Volontariato “Insieme per la Famiglia” Onlus, promossa dalla Caritas Diocesana. 5 I servizi svolti attraverso la Solidarietà Caritas Onlus sono: - CENTRO D’ASCOLTO - Via del Seminario, 36 - Prato (comprensivo del servizio FRONT-OFFICE di primo ascolto ed orientamento sul territorio) - CENTRO D’ASCOLTO NOMADI - Via del Seminario 36 - Prato - CENTRO D’ASCOLTO CINESI - Via Galcianese, 20/p - Prato - SERVIZIO DI SOSTEGNO E ACCOMPAGNAMENTO - Via del Seminario, 36 – Prato - SPORTELLO DI SOSTEGNO PSICOLOGICO - Via del Seminario, 36 – Prato - SPORTELLO PER PRESTITO SOCIALE REGIONALE - Via del Seminario, 36 – Prato - CASA DI ACCOGLIENZA “BETANIA” - Via Pistoiese, 247-249 – Prato - SERVIZIO D’ACCOGLIENZA “CASA MALATI” - Via Pistoiese, 247-249 - Prato - CASA DI ACCOGLIENZA “NOEMI” - sede amministrativa: Via del Seminario, 36 - Prato - CENTRO COMUNITÁ CARCERE - Via Montalese, 386 - CASA DI ACCOGLIENZA “J. FESCH” - Via Pistoiese, 515/c - Prato - IL LABORATORIO - Via Cairoli, 60/62 - Prato - AMBULATORIO MEDICO STP - c/o Centro socio-sanitario Giovannini - Via Cavour, 118 - Prato - RONDA NOTTURNA E RONDA ROSA - Via del Seminario, 36 - Prato - OSSERVATORIO DELLE POVERTÁ E DELLE RISORSE - Via del Seminario 36 - Prato 6 SOLIDARIETÀ CARITAS ONLUS 7 8 CENTRI D’ASCOLTO E FRONT-OFFICE (primo ascolto ed orientamento) Via del Seminario, 36 - 59100 Prato Il Centro di Ascolto (CdA) è composto da 2 operatori, 7 volontari ed usufruisce della collaborazione dei ragazzi che svolgono il servizio civile, il tirocinio o l’anno di Volontariato Sociale presso la Caritas Diocesana di Prato. Durante l’anno 2014 sono state incontrate 1.043 persone, di cui 542 di nazionalità italiana e 501 di altra nazionalità. In virtù del tempo necessario da dedicare ad ogni singola persona, abbiamo deciso di modificare la vecchia modalità di accesso al servizio, che un tempo prevedeva due giorni la settimana, da dedicare rispettivamente ai cittadini italiani e a quelli di altra nazionalità. A causa della grande affluenza, spesso le persone si irritavano dovendo aspettare per lungo tempo il loro turno di colloquio Per questo motivo da Ottobre 2012, tutte le mattine dalle 9.30 alle 12.30, un nostro operatore effettua il front-office, tenendo un primo breve colloquio con la persona. In questo modo è possibile poi indirizzarla dall’operatore o volontario maggiormente adatto alla tipologia di problematica riportata, in base alle proprie competenze e professionalità. Non essendoci più una distinzione tra italiani e stranieri, si favorisce una cura paritaria e una maggior predisposizione all’integrazione e, grazie alla nuova modalità di accesso, c’è una maggior privacy e un miglior ascolto da parte degli operatori e dei volontari. Stiamo riscontrando infatti a distanza di tempo come sia più facile una presa in carico totale con la collaborazione dei Servizi Sociali e delle Caritas parrocchiali. Chiediamo alle persone l’osservanza dei giorni e degli orari prestabiliti, cercando di passare un messaggio educativo di rispetto degli impegni presi, cominciando dall’appuntamento, per poi sviluppare un progetto costruito sulla persona dove ogni soggetto, sia gli operatori che il beneficiario, porta avanti gli impegni assunti. Uno degli obiettivi principali degli operatori del Centro d’Ascolto è quello di attivare una rete sociale con le varie risorse che il territorio pratese offre, in modo da prevedere un percorso personalizzato, nel quale la persona gioca un ruolo fondamentale. É stato, inoltre, previsto un percorso di visite domiciliari atte a verificare i reali bisogni della famiglia e a creare un clima di maggior vicinanza e collaborazione tra utente ed operatore. Queste vengono effettuate dall’operatore o dal volontario che segue la persona, affiancato da un/una giovane del servizio civile. Le persone che si rivolgono al Centro d’Ascolto presentano diverse problematiche, prima fra tutte la perdita del lavoro. Le famiglie sono sempre più povere: a volte lavora solo 9 un coniuge e non sempre a tempo pieno, altre volte non lavora nessuno dei due o fanno lavori saltuari non assicurati. Gli affitti e i mutui troppo alti non sono sostenibili per tali famiglie, incorrendo molto spesso in sfratti e abitazioni messe all’asta. Difficoltà si riscontrano non soltanto nel pagamento di importi elevati, come affitti o mutui, ma anche nel far fronte alle utenze domestiche e di altri servizi, come ad esempio la mensa scolastica, l’acquisto di libri, medicine, etc.. In molti casi tutto ciò è aggravato dai debiti che le persone hanno contratto con le finanziarie per i più svariati motivi: gioco, acquisto di elettrodomestici, auto, etc. Spesso si evidenzia una mal gestione del reddito, non sempre utilizzato per l’acquisto di cose strettamente necessarie, ma impiegato per beni superflui o non particolarmente utili. A fronte di tutto questo, con la perdita del lavoro e l’indisponibilità economica rispetto alle normali esigenze di vita, si riscontra un aumento della conflittualità all’interno delle famiglie, un deterioramento dei rapporti coniugali in seguito a problematiche quali l’abuso di alcol e l’insorgenza di disturbi come, ad esempio, la depressione. Le richieste presentate dalle persone che si rivolgono al Centro d’Ascolto sono principalmente due: l’attivazione della tessera dell’Emporio della Solidarietà e il pagamento delle bollette. É importante cercare di instaurare un dialogo con la persona, seguire e costruire un progetto invitando gli utenti a parlare sempre con lo stesso operatore, in modo da instaurare un rapporto di fiducia con l'utente stesso; fondamentale è conciliare la professionalità di ciascun operatore e lo stile della Caritas, dare la priorità ad un ascolto attento rispetto ad una risposta immediata. Spesso il nostro lavoro consiste nel fare da mediatori fra le persone e le Società erogatrici di servizi e nel cercare di rateizzare, posticipare o tamponare gli importi dovuti. Gli anziani sono un’altra tipologia di persone che accedono al Centro di Ascolto. Le pensioni con importi minimi spesso servono per il solo pagamento dell’affitto e sono molti coloro che vivono in stato di indigenza, aggravata anche da problemi di salute e solitudine. Sempre più spesso ci viene chiesto da parte delle assistenti sociali e in collaborazione, o con le assistenti domiciliari o con la parrocchia di riferimento, un accompagnamento per queste persone, per cercare di aiutarle sia nella gestione del loro reddito, che per essere un punto di riferimento per il disbrigo di pratiche burocratiche o visite mediche. Aumentano le nuove richieste, coloro che si affacciano al servizio per la prima volta, i cosiddetti “nuovi poveri” (204 persone nel 2014, di cui 109 italiane e 95 di nazionalità estera), persone che fino a qualche anno fa rientravano nella classe media e che, a causa della perdita del lavoro, stentano a coprire quelle che sono le normali esigenze familiari. 10 Se, fino a poco tempo fa, si percepiva una certa reticenza da parte degli italiani a chiedere aiuto, adesso il bisogno persistente e reale, anche dal punto di vista alimentare, respinge l’imbarazzo e li “costringe” a rivolgersi ai servizi presenti sul territorio e alla Caritas. Spesso non riusciamo a fronteggiare questo aumento della richiesta di assistenza ed è sempre più importante la collaborazione con i servizi sul territorio e, quando presente, la rete familiare. La sensazione che si ha è un aumento della problematicità delle situazioni, un impoverimento dei rapporti e una sempre maggiore sfiducia nelle istituzioni e nella società. A fronte del moltiplicarsi delle richieste di sostegno economico e alimentare, si riducono le possibilità di interventi incisivi di fronte a situazioni debitorie gravi. CENTRO D’ASCOLTO NOMADI Via del Seminario, 36 - 59100 Prato Nella città di Prato ci sono 4 Campi Nomadi, continuiamo a chiamarli impropriamente “nomadi“ anche se questi nuclei familiari vivono in città oramai da alcune generazioni. Il disagio sociale di questo persone, (sono 60 le famiglie attualmente seguite dal centro), continua ad essere molto forte. Negli anni la situazione economica, abitativa e lavorativa è rimasta invariata se non addirittura peggiorata, complice, forse, il periodo che sta vivendo la città di Prato e che oramai si protrae da diversi anni. Il centro di Ascolto Caritas è frequentato da molte persone, con una percentuale alta in rapporto al numero di abitanti (nei campi vivono anche persone straniere, alcune con permesso di soggiorno, altre no). In genere vivono in roulotte, camper o case mobili che, salvo in alcuni casi, sono fatiscenti e non si possono certo chiamare abitazioni; c’è chi riesce a fare la manutenzione e la pulizia dell’abitazione per cui vivono in ambienti dignitosi, molti di loro però non ne sono capaci e quindi l’ambiente dove vivono assomiglia più ad un rifugio che ad una abitazione. La precarietà della sistemazione e la cattiva qualità degli impianti porta ad un consumo elevato di energia con bollette notevoli e la successiva difficoltà di pagamento. I campi sono recintati e separati dal resto della città, per cui le persone che vivono nelle case vicino ai campi li vedono come ghetti e non c’è nessuna possibilità di scambio. La cura delle zone dove sono state poste queste abitazioni è lasciata alla buona volontà e inventiva dei residenti. I “nomadi“ raramente riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro, questo però non è dovuto solo al difficile momento del mercato occupazionale perché i datori di lavoro non sono propensi ad assumere persone che vivono nei campi, considerando che molto 11 spesso sono persone con spiccate difficoltà in termini di applicazione, puntualità, precisione, ecc. Dovrebbero svolgere mansioni di ripulitura e gestione del verde (parchi, giardini), pulire soffitte, scantinati, smantellare macchinari, ecc. Spesso l’economia familiare è sulle spalle delle donne: vendono piante, biancheria o vanno chiedendo aiuto, praticando la questua. Alcuni uomini fanno parte di una cooperativa che cerca ferro e richiede il versamento di una quota, la normativa per questa raccolta ha messo vincoli molto rigidi, alcuni di loro hanno avuto il mezzo sequestrato. Sono poche le famiglie iscritte alla cooperativa e che quindi possono usufruire di questo sostentamento. Un problema non indifferente è il costo dell’iscrizione alla Cooperativa e la messa a norma del mezzo. Si vede bene che per loro è molto difficile riuscire ad avere un tenore di vita dignitoso, dipendendo in quasi tutto dall’aiuto di altri (Servizi sociali, Caritas, San Vincenzo ecc.). Le nuove generazioni seguono le orme dei genitori e non sono molto propense a seguire percorsi alla FIL. Nonostante queste difficoltà ci sono attualmente 2 tentativi di inserimento presso il nostro Laboratorio di creatività manuale in via Cairoli. Nella scuola i bambini e gli adolescenti hanno difficoltà di apprendimento e spesso non riescono a seguire i programmi scolastici. Le nuove generazioni sentono molto questa separazione fra il campo ben delimitato e ghettizzante e il resto della città. Le richieste fatte alla Caritas sono le più svariate: pagamento di bollette, tickets sanitari a prezzo intero perché, non avendo lavorato (risultano inoccupati), non possono avere l’esenzione, medicinali, materiale scolastico, assicurazione dei mezzi che servono per il lavoro, ecc. Vediamo che con alcuni ci potrebbe anche essere la possibilità di voler cambiare o perlomeno migliorare la loro situazione, dobbiamo però investire una buona quantità di risorse e di tempo. CENTRO D’ASCOLTO CINESI Via Galcianese, 20/p - 59100 Prato Il CdA Cinesi è collocato presso i locali del centro pastorale della parrocchia dell’Ascensione al Pino, centro di tutte le attività a favore della comunità cinese. Nel 2014 è stato portato avanti da 1 responsabile volontario e 1 operatore. É aperto ogni mercoledì dalle 15:00 alle 17:00. 12 Per l’anno 2014 sono state registrate le presenze di 25 persone, per 38 visite complessive. La maggior parte delle visite sono finalizzate alla richiesta della Tessera Emporio (27). Altri chiedono aiuto per trovare lavoro (2), per trovare casa (1), per risolvere problemi relativi alla casa in cui abitano (4), per l’assistenza sanitaria (2), per l’iscrizione dei figli a scuola (1) e per problemi familiari (1). A causa dell’elevato numero di persone che chiedevano la Tessera Emporio, e vista anche la difficoltà di valutare le reali condizioni di bisogno, d’accordo con il vice-direttore della Caritas, sono state poste regole più strette per il rilascio del credito alimentare. Si richiede la residenza a Prato (e quindi il permesso di soggiorno) e che si tratti di una famiglia con minori a carico. Dopo un rinnovo (3+3 mesi) si sospende per almeno 3 mesi. Queste restrizioni, poste a partire da maggio 2014, hanno portato ad una riduzione considerevole del numero delle tessere elargite. Oltre al centro di ascolto in senso stretto vanno considerate numerose e frequenti visite ad ammalati cinesi ricoverati a Casa Betania, all’Hospice, al nuovo Ospedale di Prato e in altre strutture sanitarie (Villa Niccolini, suore di Iolo). In queste occasioni, dato che molto spesso i malati non hanno una rete parentale, in particolare Li Yan ha trascorso molte ore con loro ed ha lavorato affinché fossero completate le pratiche per il rientro dei malati in patria, in modo che il loro desiderio di morire in terra natia venisse esaudito. SERVIZIO DI SOSTEGNO E ACCOMPAGNAMENTO Via del Seminario, 36 - 59100 Prato Nel corso dell’anno 2014 il servizio è stato curato da 1 operatore e ha avuto in carico 20 nuclei familiari, con un turn-over abbastanza consueto fra chi è in carico da tempo e chi invece arriva per la prima volta. Questi ultimi rappresentano forse l’elemento più caratterizzante, in quanto sempre più, a differenza degli anni precedenti, si tratta di persone disorientate in quanto affacciate da poco sul davanzale della povertà e quindi prive di una struttura personale forte per reggere il contraccolpo. In questi casi è richiesto un lavoro più intenso. Ci sono anche altri nuclei familiari che vengono per chiedere aiuto, consiglio e orientamento riguardo la loro situazione economica, per trovare soluzioni riguardo la loro situazione debitoria, per la rateizzazione di bollette con le Società di fornitura di energia, su come rapportarsi con banche e finanziarie dove hanno acceso mutui e prestiti. Prevale la componente italiana. La tipologia di persone coinvolte è varia: anziani soli, i cui figli in genere sono a loro disinteressati, famiglie che per motivi economici o per altre 13 cause non riescono a provvedere ai propri bisogni, persone con problemi psichici che vivono da sole o che hanno una famiglia problematica e che quindi non sono in grado di accedere ai Servizi e alle risorse presenti sul territorio e tutti coloro, come abbiamo detto all’inizio, che sono scivolati da una vulnerabilità sociale verso il disagio conclamato. Per svolgere questo compito dobbiamo essere flessibili nell’organizzazione perché ogni situazione è diversa dall’altra, ogni persona è un mondo a sé, con problematiche specifiche caso per caso: possiamo gestire la pensione, accompagnare le persone a visite mediche o negli uffici pubblici, cerchiamo di fare dei percorsi con i malati psichici, teniamo i rapporti con i patronati, abbiamo contatti ordinari con le banche o le finanziarie, ecc. Il nostro servizio di sostegno e accompagnamento è utile perché la persona trova un punto fermo al quale fare riferimento, gradualmente riusciamo ad entrare nelle loro problematiche spesso complesse, costruendo un rapporto di fiducia ed instaurando una buona relazione, elementi indispensabili in questo servizio. Prima della presa in carico effettiva sono effettuati dei colloqui di prima conoscenza, una volta deciso di iniziare il percorso cerchiamo innanzitutto di rispondere ai bisogni primari e più urgenti. La persona o il nucleo familiare vengono coinvolti, dove possibile, perché alla fine di un periodo di sostegno possano arrivare almeno ad una gestione parzialmente autonoma della propria vita e delle proprie risorse. Il servizio di accompagnamento è reso possibile anche grazie al valido aiuto dai ragazzi che in Caritas prestano servizio civile o svolgono l’anno di volontariato sociale. Il lavoro viene portato avanti in collaborazione con l’assistente sociale di riferimento, che a volte può essere lei stessa ad aver segnalato la situazione da seguire, sviluppando il percorso con verifiche intermedie; inoltre lavoriamo con i Centri di Ascolto Diocesani e le Parrocchie. Questo lavoro di rete richiede tempi lunghi e una buona elasticità mentale perché, oltre al fatto che ogni situazione è comunque diversa dall’altra, ad ogni attore coinvolto sono richieste energie particolari ed una capacità di armonizzazione degli interventi ritenuti più opportuni. Siamo però persuasi che la sinergia e i percorsi condivisi siano l’unica strada percorribile per il bene della persona/famiglia. Un dato certo, riscontrato nei vari anni di esperienza, è che nel tempo si riesce a migliorare almeno la qualità della vita di queste persone, perché abbiamo visto che quando un individuo è consapevole e partecipe nella gestione delle sue risorse, personali ed econo- 14 miche, riprende fiducia, diventando più attivo e più capace di dare ordine alla propria vita. SPORTELLO DI SOSTEGNO PSICOLOGICO Via del Seminario, 36 - 59100 Prato La crisi lavorativa ed economica sta facendo sempre più sentire il suo peso sulle persone e sui nuclei familiari, minando alla base i rapporti affettivi e causando in frequenti occasioni uno scivolamento verso stati di malessere interiore e di vera e propria depressione. Inoltre le situazioni di contrasto all’interno delle famiglie dovute alla mancanza di lavoro e allo scarico di responsabilità dell’uno sull’altro hanno come conseguenza e in misura sempre maggiore la rottura dei legami. Per questo la Solidarietà Caritas Onlus si è dotata di uno sportello di sostegno psicologico, aperto per due volte alla settimana, con l’ausilio di una psicoterapeuta ed una psicologa, che si rivolge alle persone e alle famiglie che portano all’attenzione dei centri di ascolto il loro disagio. Attraverso sedute concordate di volta in volta su appuntamento, i professionisti, in forma totalmente gratuita, offrono la loro consulenza e le loro competenze per la risoluzione dei conflitti e delle situazioni patologiche, per permettere a chi si rivolge loro di ricostruire a piccoli passi il recupero della propria serenità con se stessi e con gli altri membri della famiglia. Da febbraio 2014, mese di apertura dello sportello, al dicembre successivo sono stati effettuati 91 colloqui. SPORTELLO PER PRESTITO SOCIALE REGIONALE Via del Seminario, 36 - 59100 Prato Durante il 2014 la Diocesi di Prato, attraverso la Caritas Diocesana e quindi la Solidarietà Caritas Onlus ha aderito al progetto regionale di microcredito denominato “Dare credito all’inclusione sociale”. Si è dunque costituito un gruppo di lavoro, coordinato dalla Solidarietà Caritas e formato dai rappresentanti delle associazioni aderenti, ovvero ARCI e Misericordia, a cui hanno partecipato anche una coordinatrice di un distretto sociale ed un commercialista, tutti a titolo volontario. I volontari della Solidarietà si sono occupati di accogliere le richieste, coordinando anche la raccolta delle stesse effettuata presso l’ARCI e la Misericordia, che hanno impiegato operatori propri; hanno convocato le riunioni del gruppo di valutazione e si sono impegnati nel compito di erogazione delle somme stabilite in commissione, preoccupandosi 15 di mantenere il rapporto con i fiduciari per la restituzione del denaro e di elaborare dei percorsi di volontariato per coloro che non erano in grado di rimettere le rate del prestito, sostituendo quindi il denaro con ore di servizio socialmente utile. In questo ultimo caso le persone interessate sono state inserite in alcune sezioni della Misericordia, presso circoli ARCI, la Mensa La Pira, ecc. Le domande raccolte e inserite nel 2014 (fine anno 2013) attraverso la “Solidarietà Caritas” Onlus sono state 88, di cui accolte 37, per un totale di 71.605,77 euro erogati. Sempre durante il 2014 è stato attivato anche il progetto “Integrare le risorse per implementare la solidarietà”, stavolta gestito dall’Ass. “Insieme per la Famiglia” Onlus ed ancora in corso nel 2015, che per il solo anno 2014 conta 14 pratiche inserite, di cui 5 approvate, per un totale di 12.150,00 euro erogati. CASA D’ACCOGLIENZA “BETANIA” Via Pistoiese, 247/249 - 59100 Prato Casa Betania è una struttura di accoglienza che dispone di 14 posti letto destinati a uomini con un basso reddito (piccole pensioni o lavori saltuari), e che spesso presentano alcune problematiche ricorrenti: mancanza di rete familiare o amicale, dipendenza da alcool o sostanze, scarsa capacità di gestione delle risorse economiche. La casa è gestita da 1 dipendente psicologa, coadiuvata da 1 operatore full-time con qualifica OSS, 1 operatore full-time, 1 operatore part-time con qualifica ADB ed 1 operatore parttime. Tutti gli ospiti sono seguiti e coordinati dal responsabile della struttura, in collaborazione con gli operatori, in progetti di reinserimento personalizzati, che vengono attuati con la collaborazione dei servizi sociali e sanitari del territorio con l’intenzione di iniziare un percorso di recupero dell’autonomia personale. Altri 3 posti sono riservati a minori stranieri accompagnati dalla forza pubblica o inviati dal servizio sociale, per pronta e provvisoria accoglienza per un massimo di 90 giorni (anche se in alcuni casi questo termine è stato ampiamente superato). Nel corso del 2014 gli ospiti sono stati coinvolti in alcune attività di socializzazione e sensibilizzazione riguardo alle problematiche della realtà cittadina, specialmente rivolte ai giovani del territorio pratese: - Sono stati invitati alcuni ragazzi appartenenti ai gruppi Scout in struttura, e sono stati coinvolti, insieme agli ospiti, nello svolgimento di alcuni lavoretti di manodopera e pulizia. 16 - Sono stati organizzati degli incontri e una cena finale, all’interno del percorso di sensibilizzazione al volontariato “Me & Te”, sia con i ragazzi degli istituti superiori che dell’Oratorio S. Anna di Prato, in cui gli ospiti hanno potuto raccontare la propria storia e svolgere attività di svago insieme ai ragazzi stessi. - Sono stati coinvolti gli ospiti in corsi di sensibilizzazione legati agli Stili di Vita, ai servizi presenti sul territorio e all'uso consapevole della Tessera Emporio. - Sono stati coinvolti alcuni ospiti nell'affiancamento degli studenti della Scuola Alberghiera di Prato per imparare a riciclare il cibo avanzato in pietanze adeguate. Per quanto riguarda i singoli percorsi rivolti al recupero della propria autonomia personale, sono state svolte le seguenti attività: - Colloqui mensili congiunti con le figure di riferimento (assistente sociale, medico curante, psichiatra, familiari, ecc.) per la definizione degli obiettivi presenti nel progetto di accoglienza. - Ascolto e orientamento agli ospiti, relativamente alle varie problematiche che insorgono durante il periodo di accoglienza. - Supporto nel riavvicinamento alle figure familiari ed amicali, se presenti, dalle quali, per varie vicissitudine ci si era allontanati. - Educazione al raggiungimento di una autonomia di base, che coinvolga la propria igiene personale, la cura e l’ordine degli spazi personali e comuni, l’attenzione alle responsabilità e ai compiti assegnati. - Accompagnamento alle visite mediche, sia generiche che specialistiche, e aiuto nell’espletamento delle pratiche burocratiche necessarie all’accertamento dell’invalidità civile. - Accompagnamento ai percorsi indicati del Sert (medici, assistenti sociali) per il raggiungimento di una completa disintossicazione da alcool o sostanze e una riabilitazione a livello sociale e lavorativo. - Colloqui mirati all’inserimento lavorativo presso la Fil, l’ufficio Inclusione Sociale del comune di Prato e tramite il progetto di Borse Lavoro di “Insieme per la Famiglia”. - Organizzazione di piccole attività di volontariato in cui impegnare i soggetti inabili al lavoro, ma bisognosi di impegnarsi quotidianamente in attività di socializzazione e di pubblica utilità. - Organizzazione di momenti conviviali (cene, lavoretti di piccola manodopera) per agevolare il clima familiare della struttura e contenere momenti di tristezza o solitudine degli ospiti. - Accompagnamento dei minori agli accertamenti medici dell’Asl, e incontri congiunti con l’assistente sociale e gli operatori dell’Ufficio Immigrazione del Comu- 17 - - - ne di Prato per la stesura di un progetto congiunto mirato alla richiesta del permesso di soggiorno. Supporto degli ospiti con l’orientamento verso la Mensa La Pira e i centri di ascolto per il rilascio della tessera Emporio, o con un aiuto in generi alimentari laddove ce ne sia bisogno. Sensibilizzazione a partecipare al Progetto “Non sprechiamoci”, organizzato da “Insieme per la Famiglia”, al quale hanno partecipato la maggior parte degli ospiti, con l’intento di fornire nozioni che aiutano a vivere secondo uno stile di vita più sobrio e nell’ottica del riciclo-risparmio. Rinnovo degli ambienti tramite imbiancatura e rinnovo del mobilio, dei bagni e della sala tv, ed educazione degli ospiti al rispetto degli stessi. Predisposizione per l’installazione di pannelli solari sul tetto per il risparmio energetico. Come si può vedere nelle tabelle seguenti, nel corso del 2014 abbiamo ospitato un totale di 33 persone, di cui 22 adulti e 11 minori. Da una lettura dei dati è possibile notare come, tra gli ospiti, la nazionalità maggiormente rilevata è quella italiana, mentre abbiamo avuto solo 6 ospiti stranieri, di nazionalità albanese, romena, nigeriana, senegalese, cingalese e ghanese. (Tab. 1). Per quanto riguarda i minori, invece, è frequente l’accoglienza di ragazzi di nazionalità marocchina (6) mentre un po’ distanziata troviamo quella albanese (3), cingalese (1) e kosovara (1). (Tab. 2). Dati presenze raccolti al 31/12/2014 Tab. 1 Ita 16 Ospiti Niger Pak Tun Som Mar Alb Ecu Rum Sen Ivo Cing Eri Ghana Totale 1 1 1 1 1 1 22 0 0 0 Tab. 2 Ita Minori Cine Pak Tun Som Mar Alb Ecu Rum Kos Ivo Cing Eri Gan 6 3 1 1 18 Totale 11 0 0 0 SERVIZIO D’ACCOGLIENZA “CASA MALATI” Via Pistoiese, 247/249 - 59100 Prato Il servizio di Casa Malati, offre accoglienza temporanea per uomini, italiani o stranieri, senza fissa dimora, dimessi dal presidio Ospedaliero, che necessitano di un periodo di convalescenza protetto. Predisposto al piano terra della casa di accoglienza "Casa Betania", situata in via Pistoiese, 247, dispone di 2 camere per un totale di 4 posti letto. Inoltre il servizio è dotato di un bagno per disabili. Alle dimissioni dall'Ospedale, qualora il medico del reparto ritenga opportuno un periodo di convalescenza protetta per persone prive di alloggio e di riferimenti familiari o amicali, viene attivato l'inserimento tramite gli uffici dello SCAHT, che invia il malato a Casa Betania per un periodo prestabilito. Eventuali successive proroghe dell'ospitalità vengono stabilite sempre dallo SCAHT, a seguito dei controlli sanitari successivi alle dimissioni. Gli operatori della struttura si preoccupano di prestare un'assistenza di base al malato e di accompagnarlo, se necessario, alle visite mediche. Dal 2013 è stato attivato un servizio di recapito dei pasti a domicilio, sia per il pranzo che per la cena, prevedendo la personalizzazione della dieta in base alle prescrizioni ricevute dalla persona in convalescenza. Sempre dal 2013 un medico volontario si reca presso la casa per effettuare visite di controllo e prescrivere visite, medicinali e trasporti con ambulanza, laddove il malato non abbia i requisiti per accedere alle cure del medico di base. Nell’anno 2014 sono state ospitate 16 persone, di cui 11 italiani e 5 stranieri, per un totale di 917 giorni di presenza. Relativamente alla nazionalità abbiamo accolto 11 italiani, 1 cinese, 1 pakistano, 2 marocchini e 1 bengalese. Rispetto agli anni passati abbiamo notato che le ospitalità riguardano frequentemente uomini italiani, con casi più complessi e periodi di permanenza più lunghi. Di seguito il prospetto relativo agli ingressi dei malati nel periodo di riferimento 01/01/14 - 31/12/14. Nazionalità Italia Bangladesh Cina Marocco Pakistan Totale Numero persone Giorni di ospitalità 11 626 1 32 1 40 2 136 1 83 16 917 19 CASA D’ACCOGLIENZA “NOEMI” Via del Seminario, 36 - 59100 Prato (sede per i colloqui) Casa Noemi è una casa di accoglienza per donne italiane e straniere, sole o con figli minorenni, che presentino problemi alloggiativi dovuti a gravi carenze economiche o provenienti da situazioni di violenza (disagio) familiare. Essa dispone di tre camere da letto con bagno, per un totale di 9 posti letto, oltre 1 posto per le emergenze. È coordinata da 1 dipendente psicologa, coadiuvata da 1 operatore part-time e da 1 volontaria. Casa Noemi si avvale di operatori e volontari e della collaborazione con la rete dei servizi pubblici e privati offerti dal territorio. La casa è inoltre gestita da una responsabile, nonché psicologa, che si occupa dei colloqui, degli inserimenti e della gestione dei contatti con gli altri servizi del territorio. Una operatrice è sempre presente per la notte e contribuisce a stabilire una relazione amicale con le ospiti ed i loro figli, creando un clima più familiare e favorendo una maggiore serenità. Infatti molto spesso le donne e i loro figli sono costretti a vivere separatamente dal marito/padre, proprio per la mancanza di alloggio, e questa nuova situazione crea nei bimbi un forte disagio, così come nelle madri. Per questo motivo una domenica al mese i mariti possono partecipare al pranzo insieme al resto della loro famiglia. Obiettivi - Rispondere alle richieste di prima e pronta accoglienza che si presentano in situazioni di emergenza. - Accogliere e sostenere la donna nella prima fase del suo percorso di uscita da condizioni di violenza, difficoltà e sofferenza, offrendo percorsi di protezione, tutela e accompagnamento. - Informare ed orientare la donna verso i servizi del territorio che possono rispondere alle sue esigenze, per completare il suo percorso verso l'autonomia. Gli inserimenti vengono attivati prevalentemente tramite segnalazione del Servio Sociale Territoriale, l'Ufficio di Emergenza Alloggiativa, le Forze dell'Ordine e il Centro Antiviolenza La Nara. Il periodo di permanenza è vario in quanto si adatta alle diverse necessità della donna e ai diversi percorsi che questa può intraprendere. - L'accoglienza a donne in situazione di emergenza alloggiativa è fatta su invio da parte dell'Ufficio competente e la permanenza varia in base al periodo occorrente perché il medesimo Ufficio riesca a trovare una diversa sistemazione per riunire il nucleo familiare. 20 - L'accoglienza a donne maltrattate e/o in difficoltà per motivi familiari avviene in orario serale o nei giorni festivi e la durata dell'ospitalità varia in base alla valutazione della situazione effettuata in accordo con il Centro Antiviolenza. Come è possibile notare dalla Tabella 1, nel corso del 2014 la casa ha ospitato 16 persone, di cui 6 donne e 10 bambini. Tramite l'Emergenza Alloggiativa del Comune di Prato sono state inserite 5 donne e 9 bambini, per un totale di 14 persone. Dal Centro Antiviolenza la Nara 1 donna con 1 bambino. Le nazionalità ospitate sono state: italiana (3 nuclei familiari), marocchina (2 nuclei) e nigeriana (1 nucleo). Tab. 1 TIPOLOGIA INSERIMENTO Emergenza Alloggiativa Codice Rosa Territorio La Nara Donne 5 0 0 1 Bambini 9 0 0 1 Tot. 14 0 0 2 16 CENTRO COMUNITÁ CARCERE Via Montalese, 387 - 59100 Prato c/o parrocchia San Giovanni Battista a Maliseti Durante l’anno 2014 il Centro Comunità Carcere, coordinato dal cappellano della struttura di detenzione, don Enzo Pacini, ha offerto un sostegno morale e materiale alla popolazione carceraria di Prato, anche attraverso piccoli aiuti (contributi economici per acquistare francobolli, prodotti per l’igiene personale, vestiario - in particolare tute da ginnastica -, scarpe, biancheria intima, asciugamani, etc.). I detenuti regolarmente assistiti sono stati circa 450 detenuti, sono stati distribuiti 780 pacchi di vestiario e consegnate circa 600 forniture di materiale per l’igiene personale. Come è ovvio non si è fatta distinzione alcuna fra cittadini italiani e di altra nazionalità, in linea con uno stile di solidarietà che guarda l’uomo e va oltre qualsiasi etichetta. Per il servizio di confezionamento dei pacchi di vestiario il centro si è avvalso come di consueto di un certo numero di volontari che, oltre al lavoro di composizione si preoccupano anche di gestire la casa di ospitalità “J. Fesch”, in particolare per quanto attiene alle pulizie, al lavaggio delle lenzuola e degli asciugamani, oltre a ciò che concerne altre attività, come ad esempio l’organizzazione della tombola natalizia per i detenuti. 21 Per quanto riguarda i detenuti in semi-libertà, l’attività di accompagnamento è in carico al Gruppo “Barnaba”, espressione dei Gruppi di Volontariato Vincenziano, impegnato in un’opera di motivazione e rimotivazione di chi comincia ad uscire per qualche periodo dalle mura del carcere, accompagnando le persone nel disbrigo di pratiche burocratiche e garantendo loro una vicinanza materiale e morale per rendere meno traumatico il rientro nel penitenziario. Si conferma che il disagio maggiore provato da chi vive in carcere è la profonda solitudine, elemento distintivo delle relazioni all’interno della casa circondariale, in quanto, ad esempio, la stretta vicinanza con i compagni di cella non costituisce necessariamente un fattore di potenziamento dei rapporti, se non per quel che riguarda la funzionalità, il darsi mano nelle piccole cose di tutti i giorni. Sebbene si possano stringere anche delle buone amicizie, manca sempre la prospettiva del futuro, perché fuori dal carcere non ci sono spesso motivazioni abbastanza forti da spingere alla costruzione di un cammino, a cominciare da dentro il penitenziario, in particolare per la consapevolezza che tanti legami, specie affettivi, sono ormai logorati o spezzati. Con un faticoso lavoro di vicinanza discreta si riesce però in alcune occasioni ad aprire qualche spiraglio di confidenza, ad instaurare rapporti che poi si confermano nella fiducia reciproca, permettendo di iniziare dei percorsi di recupero di consapevolezza delle proprie capacità e qualità, per guardare al futuro con ritrovata speranza. CASA D’ACCOGLIENZA “J. FESCH” Via Pistoiese, 515/c (Sebbene si tratti di una struttura abbiamo preferito inserirla in questa sezione, in quanto direttamente collegata con il Centro Comunità Carcere). La Casa di accoglienza “J. Fesch” che ospita detenuti in permesso, familiari di detenuti non abbienti provenienti da località distanti da Prato, offre ospitalità in modo gratuito, dove tutti possono trovare un ambiente accogliente decoroso e familiare. Nell’anno 2014 sono stati ospitate 168 persone, per un numero di 339 pernottamenti. Grazie all’aiuto di alcuni gruppi scout che hanno svolto un progetto di aiuto alla manutenzione della struttura, la casa è stata totalmente riverniciata all’interno durante i mesi estivi. 22 IL LABORATORIO CARITAS Via Cairoli, 60/62 - 59100 Prato Il servizio dispone di 1 operatore part-time, di 5 volontarie e di alcuni ragazzi del servizio civile o dell’anno di volontariato sociale. Nell’anno 2014 il Laboratorio Caritas di via Cairoli ha continuato il progetto di “INCLUSIONE LAVORO” inserendo 12 donne e 1 uomo di cui: 1 peruviana, 6 italiane, 2 albanesi, 1 marocchina, 1 rom, 1 nigeriana e 1 italiano; di questi, 3 donne e 1 uomo sono inserimenti socioterapeutici di cui 2 proseguono da tempo, 2 borse lavoro che proseguivano dall’anno precedente, 4 nuovi inseriti tramite il comune, 3 borse lavoro dell’associazione “Insieme per la Famiglia”. Tale percorso è stato continuamente monitorato tramite una stretta e frequente cooperazione con il servizio di Inclusione Lavoro del Comune di Prato. Gli assistenti sociali, attraverso l’invio di una relazione, sono stati periodicamente informati su ogni componente del gruppo. In questo periodo l’ambiente di lavoro è rimasto sereno e conviviale, nonostante le differenze culturali e sociali dovute alle diverse provenienze geografiche delle stesse persone inserite. Infatti, uno degli obiettivi fondamentali del Laboratorio Caritas è stato ed è proprio quello di far ritrovare ad alcune la propria autostima e allo stesso tempo stimolare le competenze individuali di coloro che si rivolgono a noi dando vita ad un rapporto collaborativo basato sullo scambio di idee, opinioni, capacità e rispetto altrui. Le finalità non sempre sono state raggiunte con ragionevole celerità poiché i percorsi delle persone a noi affidate sono spesso disagevoli e faticosi. Grazie però al contributo delle volontarie e delle stesse operatrici le loro potenzialità creative e caratteriali sono riuscite ad emergere e a far recuperare la fiducia in se stesse, realizzando manufatti di vario genere. Nei mesi da gennaio ad aprile è stato continuato il corso di “taglio e cucito”, iniziato a novembre 2013 e finanziato da “Insieme per la Famiglia”, con contributo di 350 euro al mese pro capite per 20 ore settimanali. Il corso ha visto la partecipazione di 6 donne di diverse nazionalità (2 italiane,1 nigeriana,1 marocchina e 2 pakistane) ed è stato certificato dall’Agenzia Formativa della “Solidarietà Caritas” Onlus di Firenze. Al termine del corso due signore che hanno conseguito il titolo, hanno acquistato una macchina da cucire e stanno lavorando per proprio conto. A maggio per la festa della mamma, abbiamo organizzato una giornata con i bambini i quali hanno costruito con le proprie mani ad un regalo per la mamma, mentre durante le festività natalizie sono stati organizzati dei laboratori per i bimbi del catechismo per imparare a costruire il proprio presepe. 23 AMBULATORIO MEDICO STP Via Cavour, 118 c/o Ambulatorio medico “Giovannini” Il servizio dispone di 1 infermiera professionale, di 2 operatrici part-time (di cui una di nazionalità cinese che svolge funzione di interprete) e 16 medici volontari. Nel corso del 2014 sono state incontrate 169 persone, di cui 167 di nazionalità non italiana. I colloqui effettuati sono stati 422, di cui 416 con cittadini esteri. Nell'anno 2014 le presenze presso il servizio sono diminuite (numeri), perché molte di queste persone si sono regolarizzate ed altre si sono spostate in altre città. Per quanto riguarda la comunità cinese, i loro concittadini si rivolgono più volentieri ai loro ambulatori aperti nel tempo sul territorio. Abbiamo rilevato una affluenza da parte delle persone provenienti da paesi come Georgia e Ucraina, presenti sul nostro territorio per la ricerca di lavoro, e l’entrata di alcuni nuovi paesi come El Salvador e Repubblica Democratica del Congo. Si confermano anche le presenze di Nigeria, Senegal, Brasile. I medici anche nell'anno 2014 sono stati molto presenti, con rotazione a turno, e hanno assistito diverse persone con problematiche differenti tra loro. Abbiamo inoltre avuto l’ingresso di altri 6 medici volontari. Dal punto di vista medico-sanitario nel 2014 abbiamo incontrato patologie diverse tra loro, e al tempo stesso peculiari, come la sclerodermia (malattia autoimmune molto invalidante, che aggredisce le vie respiratorie, colpisce i vasi sanguigni e che ha effetti anche sulla parte motoria). Abbiamo avuto anche alcuni casi di tubercolosi e un aumento per le malattie infettive. Ci sono stati anche casi di insufficienza renale, cardiopatia e qualche paziente, molto giovane, in una fascia di età tra i 40-45 anni con referti medici di ictus o infarto. Per questo elenco di patologie ci si riferisce prevalentemente alla comunità albanese e cinese. Non di meno, vi è stata anche una forte insorgenza, in ascesa, di patologie come diabete, ipertensione, problemi respiratori e diverse forme allergiche legate all'uso di solventi o prodotti chimici nelle industrie (dermatiti e psoriasi); quest'ultimo caso è soprattutto da riferire alla comunità cinese. Abbiamo notato anche un aumento per la presenza di malattie tumorali, sia per donne che per uomini. Per quanto riguarda invece il diabete, possiamo notare una forte correlazione tra la malattia e un'età compresa fra i 28 e i 40 anni, e così come è successo nel 2013, anche nel 2014 è stato necessario in molte occasioni chiamare il servizio di ambulanza 118 per richiesta di ricovero immediato in diabetologia. 24 La presenza del Dott. Badia per le visite cardiologiche e ECG continua a essere un punto di forza del servizio, per coloro che hanno bisogno di una visita cardiologica. Il fatto di poter effettuare un ECG al paziente in tempi brevi ci consente di rendere migliore la prestazione e di prevenire possibili complicazioni per la sua salute. In conclusione, l'Ambulatorio STP della Caritas continua a essere un punto di riferimento solido e accogliente verso coloro che hanno bisogno di essere indirizzati, orientati e/o anche semplicemente ascoltati. Le difficoltà sono sempre quelle di riuscire a districarsi tra esami da effettuare, visite mediche e/o appuntamenti, ritirare degli esami, incontrando le consuete complicazioni dovute alla mancata conoscenza della lingua italiana. L’Ambulatorio STP, oltre all'aiuto medico, sicuramente offre anche uno spazio di ascolto e di supporto, uno spazio ad personam in cui non c'è cultura, religione, lingua che fa la differenza. RONDA NOTTURA E RONDA ROSA Via del Seminario, 36 - 59100 Prato Il servizio viene svolto dal lunedì al venerdì dalle 21:30 alle 23:00 circa da 17 volontari e si interessa delle persone che pernottano/vivono abitualmente nei pressi della stazione centrale e nelle zone limitrofe. Le persone che incontriamo si possono suddividere in tre tipologie: - Uomini in prevalenza italiani, spesso dipendenti da sostanze, che sono in situazione di marginalità estrema, aggravata dal loro stato di salute mentale proprio in seguito all’uso di stupefacenti ed alcool. - Uomini in prevalenza stranieri che nella stagione invernale fanno della stazione il loro rifugio, non avendo potuto accedere all’iniziativa di “Emergenza Freddo” che ogni anno è attivata dall’associazione “La Pira”. Anche per il 2014, attraverso il piccolo osservatorio della parrocchia di Maliseti (“Servizio Docce”), risultano 20/25 persone prive di alloggio o messe fuori da case abbandonate che non hanno alcuna possibilità di pernottamento oltre la stazione. - Uomini sia italiani che stranieri, non radicati sul territorio, ma semplicemente di passaggio verso altre destinazioni. Mentre nel periodo di freddo intenso i volontari incontrano una media di 5 persone ogni volta che escono per il turno di servizio, negli altri periodi dell’anno le persone incontrate in strada vanno dalle 15 alle 20. 25 Oltre il gesto di consegnare una coperta, un panino o delle bevande calde, il servizio si pone nell’ottica di centro di ascolto in loco, andando ad incontrare le persone là dove vivono e cercando di farle sentire meno invisibili di quello che sono agli occhi della società. Questo approccio consente di costruire, nel tempo e nella pazienza, dei rapporti di fiducia nei quali è possibile tentare un passo successivo di orientamento ai servizi sul territorio, nella speranza di toccare le corde giuste affinché si riaccenda nelle persone l’idea che una vita diversa può esistere e che ci sono gli strumenti per realizzarla, a cominciare dal centro di ascolto della Caritas diocesana. Da un conteggio dei colloqui e degli interventi (cibo, bevande, coperte, ecc.) risulta che complessivamente sono stati effettuati 1.885 incontri, di cui 1.582 con uomini e 303 con donne. Di questi il 39,8% hanno riguardato italiani, il 10,9% romeni, il 9,5% albanesi, il 6,6% marocchini. Ronda rosa: anche nel 2014 è stata rilevata una forte presenta di donne cinesi dedite alla prostituzione nella zona della stazione e di piazza Mercatale. La presenza delle donne dell’est e delle donne nigeriane è leggermente in calo. Sono stati effettuati complessivamente 1.201 colloqui/interventi, il 91,1% con donne, l’8,9% con viados. Delle donne, il 58,2% è risultato di nazionalità cinese, il 6,8% rispettivamente di nazionalità romena ed albanese. OSSERVATORIO POVERTÀ E RISORSE Via del Seminario, 36 - 59100 Prato Durante l’anno 2014 il servizio diocesano, coordinato da 1 operatore, si è avvalso della collaborazione di 16 centri di ascolto distribuiti sul territorio del comune pratese, di cui 11 parrocchiali, 1 del Volontariato Vincenziano ed 1 delle Conferenze di San Vincenzo, oltre al punto di ascolto della Mensa “La Pira”, agli operatori ed i volontari dell’Ufficio diocesano e all’operatrice dell’Ambulatorio STP presso il “Centro Giovannini”, nel loro complesso nodo del progetto toscano MIROD (Messa in Rete degli Osservatori Diocesani). Le persone registrate sono state 2.814, di cui 1.045 cittadini italiani e 1.769 provenienti da altri paesi. L’analisi dei dati raccolti fornisce delle indicazioni su uno spaccato della realtà pratese che sicuramente non può restituire dei risultati esaurienti rispetto alla globalità del contesto, ma lo studio delle informazioni inserite è in grado di mettere in luce alcune tendenze che caratterizzano il nostro territorio, in particolare quando messe a confronto con gli studi effettuati negli anni precedenti. La considerazione del fatto che una parte sensibile 26 dei soggetti incontrati, per ragioni varie, non si rivolga agli uffici del pubblico servizio assistenziale, come ad esempio stranieri in situazioni di irregolarità o persone imbarazzate da repentini stati di indigenza e non preparate a percorsi istituzionali, rende particolarmente apprezzabile il lavoro di indagine svolto. Proprio questo aspetto evidenzia ancor più l’importanza della collaborazione, ormai consolidata, fra la Caritas diocesana ed i Servizi Sociali, che permette la programmazione di interventi mirati e di progetti calibrati sulla persona, garantendo una ottimizzazione delle risorse economiche e del personale e favorendo la crescita di una rete di solidarietà condivisa fra pubblico e privato sociale. In questo contesto rientra l’attività di mappatura delle risorse, altro impegno dell’Osservatorio, con la quale si individuano le iniziative opportune con cui la Chiesa nelle sue diverse articolazioni può integrare le realtà sociali già esistenti, o eventualmente mettersi in sinergia con esse. Un’altra mansione importante dell’Osservatorio è quella dell’individuazione delle cause della povertà: attraverso l’ascolto attento e costante delle persone che si rivolgono ai centri di ascolto sparsi sul territorio, è possibile percepire quali siano state le difficoltà che hanno portato persone e famiglie a disagio, vulnerabilità, emarginazione o esclusione sociale. Occorre sempre più tenere in considerazione questo ambito operativo, perché consentirebbe di ridurre sensibilmente il lavoro sulle emergenze, elaborando percorsi di prevenzione, in modo da contenere le situazioni familiari dove i ritardi nella presa in carico determinano un tracollo da cui diventa poi difficile riprendersi. L’Osservatorio infine, come strumento di lettura e rilevazione a servizio di tutta la pastorale diocesana, consente alla Chiesa di favorire una riflessione all’interno della comunità cristiana auspicando una collaborazione sempre più stretta al suo interno nel mettersi al servizio dei più poveri, di rivolgersi all’opinione pubblica divulgando i dati raccolti, di svolgere un significativo ruolo di sensibilizzazione e promozione di risposte efficaci ed adeguate ai bisogni degli ultimi e di offrire agli Enti Locali, senza alcuna pretesa, lo spunto per la programmazione futura di politiche sociali sempre più orientate alla prevenzione nei confronti delle persone più vulnerabili, cercando di evitare la caduta in uno stato di povertà vera e propria. 27 28 INSIEME PER LA FAMIGLIA ONLUS 29 30 PROGETTO “IRIS” - SPORTELLO BORSE LAVORO Via di Gherardo, 16 - 59100 Prato Lo sportello dispone di 1 operatrice part-time con qualifica di assistente sociale. Nel corso del 2014 il lavoro si è concentrato principalmente sulla ricerca di aziende disponibili all’attivazione di tirocini formativi. Purtroppo i vincoli legislativi su questa materia non hanno consentito di avere molte possibilità di collocamento per quelle persone senza qualifiche elevate o del tutto prive di requisiti specifici. Infatti le ditte contattate e disponibili all’attivazione di percorsi in tirocinio ricercavano fondamentalmente personale femminile e/o qualificato. I colloqui effettuati durante il 2014 sono stati 92, mentre di seguito è riportato il dettagli dei tirocini attivati e delle assunzioni (in seguito a tirocinio o mediante agenzia interinale): Tirocini formativi attraverso “Giovani Si” - Linea 7 Tirocini con fondi della Provincia Percorsi Inclusione Sociale Inserimenti Voucher INPS Assunzioni tramite agenzia interinale Assunzioni in seguito a tirocinio 4 13 6 4 1 3 Il totale delle assunzioni è di 4. STILI DI VITA Via di Gherardo, 16 - 59100 Prato Per le attività relative agli stili di vita sono impiegate 2 operatrici part-time. PROGETTI PER ADULTI Progetto In Stile Le lezioni rispetto ai corsi sugli stili di vita degli anni precedenti sono cambiate o si sono integrate con tematiche reputate più interessanti per le persone che urgenti per la situazione socio-economica. Durante il corso quindi si è spaziato sul bilancio familiare, sulle truffe, sulle rateizzazioni, su come funziona Equitalia, sui raggiri e le false promozioni per le nuove utenze. Viste le varie difficoltà del mondo occupazionale si è scelto di inserire anche lezioni su come 31 muoversi per cercare lavoro, come districarsi tra le varie agenzie interinali, come presentare un C.V. e come presentarsi ad un colloquio. Inoltre è stato ritenuto indispensabile far conoscere alle persone i servizi presenti sul territorio, soprattutto sottolineando il giusto utilizzo e le corrette modalità di accesso. Le lezioni tipiche di base sono rimaste la spiegazione dell’Emporio, della sua nascita e di ciò che si può trovare o non trovare presso il servizio. Sempre di più si è verificata l’efficacia di fornire tali informazioni, poiché le persone che arrivano all’Emporio sono adesso consapevoli di ciò che trovano e perché, essendo più preparate, fanno delle spese più oculate al fine di ottimizzare al massimo la tessera di credito alimentare, sfruttando così il loro budget mensile fino all’ultimo centesimo di punto. Per coloro che hanno frequentato (tutte donne) è stato dato un gettone di presenza, da un massimo di 80 euro ad un minimo di 50 euro; per poter ottenere il gettone le candidate hanno dovuto partecipare almeno a 5 incontri su 8. Eccetto due signore, che hanno partecipato a 7/8, il resto delle corsiste ha frequentato al cento per cento. Una verifica sulla partecipazione ha dimostrato che la presenza al corso non è stata motivata dalla possibilità di ottenere del denaro, non sapendo nessuna delle donne quanto sarebbe stata la cifra erogata; le partecipanti erano realmente incuriosite e desiderose di vivere più consapevolmente il territorio e il mondo che le circonda. Nei mesi di Gennaio, Febbraio, Marzo e Aprile 2014 sono stati svolti 3 corsi distinti in collaborazione con 3 distretti socio-sanitari presenti sul territorio. Il progetto è nato dalla condivisione e collaborazione tra la Caritas, l’Emporio della Solidarietà e i vari distretti. La collaborazione dei diversi attori del progetto si è sviluppata all’interno del progetto dell’SdS pratese denominato “Le reti e la comunità: una risorsa per il Welfare”, con l’obiettivo di mettere in atto risposte nuove, flessibili e portatrici di innovazione, affinché i servizi possano superare la logica prestazionistica per ricoprire il ruolo di attivatori di processi di integrazione e benessere della cittadinanza. Le tematiche affrontate sono state riprese dal progetto “In stile” per la maggior parte dei casi, ma nello specifico ogni distretto, analizzando il territorio di sua competenza, ha scelto delle tematiche peculiari o delle difficoltà emergenti che volevano essere affrontate con le persone. In rete: incontriamoci a metà strada Nel mese di Gennaio 2014 presso l’oratorio di Sant’Anna per tutto il mese ci sono stati due incontri a settimana di due ore ciascuno per un totale di 8 incontri. Le persone sono state scelte secondo tre criteri: dovevano possedere la tessera dell’Emporio, dovevano essere conosciute dai centri d’ascolto o servizi sociali del distretto Centro ed infine dovevano utilizzare gli spazi dell’oratorio o per gioco o per doposcuola (figli). I nuclei familiari coinvolti sono stati 12 e ad alcuni incontri hanno partecipato entrambi i genitori, anche perché agevolati dal fatto che gli educatori dell’oratorio si erano resi disponi32 bili per tenere i bambini. Le comunità presenti sono state: italiana, marocchina, nigeriana, pachistana, albanese e rumena. Queste sono alcune delle tematiche affrontate: i servizi che il Comune eroga, le modalità di accesso e le finalità di tali servizi; alcuni operatori della Caritas hanno spiegato quali sono le prerogative dei loro servizi e hanno fatto conoscere le strutture quali Casa Betania, Casa Noemi e l’Emporio, spiegando alle famiglie sia l’origine che la funzione di queste realtà presenti sul territorio. È stato reputato importante parlare di alcol e tabagismo, con la collaborazione del S.e.r.T., due tematiche rilevanti che ad oggi rappresentano due grosse problematiche all’interno delle famiglie e che spesso portano le persone ad aggravare le loro già precarie condizioni economiche e relazionali. Infine sono state proposte riflessioni sulla persona sia dal punto di vista psicologico che sociale. Sono state affrontate le difficoltà e le problematiche che possano scaturire all’interno di una famiglia e destabilizzarla. In primo piano è stato posto il rapporto genitori figli, soprattutto alla luce della costruzione di nuovi stili di vita. Inoltre è stato affrontato il tema delle relazioni interpersonali, quando l'incontro con l'altro che è mio vicino può diventare una risorsa. Si è notato che spesso le persone che abitano in uno stesso condominio non si conoscono nemmeno. Si è cercato di fare capire quindi alle persone che una reciproca conoscenza può portare non solo a migliorare i loro rapporti, ma spesso anche ad un aiuto reciproco al punto da creare una rete sociale più solida. Il corso non ha avuto una frequenza numerica molto alta, come invece ci si attendeva, ma la frequenza è stata inaspettatamente fissa e continuativa. Le famiglie che hanno iniziato il percorso lo hanno portato a termine dando il loro contributo in esperienze, spaccati di vita, e hanno scelto di mettersi in gioco completamente. Il percorso si è concluso con una piccola festa organizzata e preparata interamente dalle famiglie, che hanno partecipato, ognuna con le sue tradizioni culinarie, arricchendo così la serata di suoni e colori e gusti delle varie comunità. Ascoltiamo. Impariamo. Condividiamo. … e facciamo Rete!!! Nei mesi di Febbraio e Marzo presso la circoscrizione Nord si è tenuto un corso di 7 incontri di due ore ciascuno, con cadenza di due volte a settimana. Le persone che hanno partecipato, circa 12 nuclei familiari, sono stati tutti caldamente invitati a frequentare il corso dai servizi sociali del distretto Nord e dalle Caritas parrocchiali di quella zona. Tutte le famiglie inviate sono state scelte tra coloro che usufruiscono della tessera Emporio. Le comunità presenti sono state: italiana, marocchina, nigeriana, albanese e rumena. Nell’organizzare il percorso subito si è notato che le difficoltà emergenti di queste famiglie vertevano su due tematiche ben precise e di conseguenza le lezioni sono state calibrate. Un tema ha riguardato le modalità per poter risparmiare sulle utenze, rateizzare le 33 bollette e varie tecniche di risparmio. È stata evidenziata l’importanza di perseguire stili di vita più sobri, soprattutto in riferimento alle difficoltà sociali ed economiche che le famiglie si trovano ad affrontare in questo periodo di crisi. Inoltre sono stati trattati temi quali le truffe, come funziona Equitalia, i raggiri e le false promozioni per le nuove utenze. Sempre più frequentemente le persone che si rivolgono ai centri d’ascolto o ai servizi sociali evidenziano le difficoltà a gestire le utenze e si ritrovano senza forniture; in molti casi sono caduti in vere e proprie truffe perché non hanno saputo leggere bene le cosiddette “promozioni” che venivano loro presentate. Inoltre è stata affrontata la tematica del gioco d’azzardo, quando esso può divenire una patologia e quali sono i possibili campanelli d’allarme così che la famiglia possa intervenire per risolvere il problema o agire prima che esso divenga insormontabile. Sono state affrontate anche le dipendenze da alcol e fumo. Inoltre si sono tenute le altre lezioni che rientrano nel percorso “standard”, riguardo la F.I.L., l’Emporio, la genitorialità. Le persone non hanno partecipato in numero molto elevato, anche se abbondantemente pubblicizzato, infatti la partenza ha visto coinvolti 5 nuclei familiari. Grazie però al “passaparola” durante le ultime lezioni si è registrata la presenza tra le 15 e le 18 famiglie. Anche se il numero di partecipanti è stato piuttosto esiguo, l’interesse dimostrato è stato molto alto, complice anche l’estremamente basso livello di conoscenza delle varie problematiche, soprattutto riflettendo su come l’isolamento possa aumentare in modo esponenziale la gravità delle situazioni. Capita spesso infatti che le persone non parlino per vergogna dei loro problemi e questo le porta a “ingabbiarsi” ancora di più in una spirale di bisogno e di cronicità del disagio. Accendiamo nuovi Stili di Vita Nel mese di Aprile 2014 presso le sale parrocchiali della chiesa di Tobbiana si è tenuto un corso di 6 incontri di due ore ciascuno, con cadenza di due volte a settimana. Le persone che hanno partecipato, circa 52 nuclei familiari, sono stati tutti caldamente invitati a frequentare il corso dai servizi sociali del distretto Sud e dalle Caritas parrocchiali del territorio. Come per il percorso precedente, tutte le famiglie inviate sono state scelte tra coloro che usufruiscono della tessera Emporio. Le comunità presenti rappresentate sono state: italiana, marocchina, nigeriana, albanese, cilena, cubana, macedone e rumena. In base alle difficoltà emergenti di queste famiglie rilevate nel distretto Sud, le lezioni hanno in particolare riguardato il corretto utilizzo dell’Emporio, avendo notato che molti possessori di tessere in quelle zone lasciavano punti o non li consumavano correttamente. Il confronto in aula è stato acceso e con molti scambi di opinione, a volte anche molto appassionati, ma grazie a questo spazio di incontro tra famiglie e operatore dell’Emporio è stato possibile capire meglio sia il funzionamento del servizio che le sue finalità. Le persone si sono sentite libere di esprimere i loro dubbi e perplessità sulla 34 merce, sulle scadenze e sull’erogazione dei punti, ad ogni loro quesito hanno ricevuto risposte concrete e chiare; ciò li ha resi sereni e più propensi a collaborare per mantenere un buon clima all’interno dell’Emporio. L’altro tema molto sentito è stato la ricerca del lavoro e i passi da fare per cercare di tornare a vivere la propria vita in autonomia. L’operatore della F.I.L., anche se con moltissima fatica, è riuscito a spiegare i vari percorsi che le persone, pur disoccupate, possono intraprendere ed ha spiegato ai presenti l’importanza del “re-inventarsi”, cioè quella capacità di trovare nuove strade, nuovi mestieri anche se per anni si sono fatte cose diverse. Anche la lezione sul consumo critico è stata molto partecipata, con attenzione particolare alla pubblicità e l’utilizzo dei mezzi di informazione e comunicazione, cercando di dare delle risposte e mettendo in guardia le persone dalle possibili manipolazioni. Sono state introdotte inoltre delle tecniche per la valutazione degli acquisti nell’ottica di uno stile di vita più critico e responsabile. Si è trattato quindi di un corso molto intenso, frequentato per il 90% della sua durata dai partecipanti, presentando una difficile interazione tra le varie comunità, ma non impossibile: le persone in definitiva hanno imparato ad ascoltarsi e a capire che non sono le sole a stare male o a vivere situazioni di disagio e che a volte conoscere l’altro può far vedere le proprie difficoltà sotto un’ottica nuova e maggiormente razionalizzata. Incontro formativo per attivare la 1a tessera Da Aprile 2014 e attualmente ancora in corso è stato scelto di fare un incontro obbligatorio per coloro che accedono all’Emporio per la prima volta. L’esigenza è partita dalla considerazione che le persone richiedenti tessera in realtà non erano del tutto consapevoli del funzionamento dell’Emporio, dei punti tessera, dei vari blocchi e dei prodotti che si possono trovare o meno all’interno del servizio. È stato quindi scelto di fare un incontro pre-stampa tessera nel quale viene spiegato in breve l’accesso all’Emporio, i punti assegnati ed il loro utilizzo, la differenza tra prodotti con scadenza entro e preferibilmente, come funziona il rinnovo e la spesa in delega. Il corso si tiene presso l’Emporio ogni giovedì dalle 12.00 alle 13.00. I primi tempi è stato difficile far entrare le persone nella logica dell’obbligatorietà, poiché convinti di non doverlo fare, in quanto “sapevano già tutto”. Nella realtà dei fatti invece si è verificato quanto l’incontro sia fondamentale a causa delle informazioni non corrette che molte delle persone hanno. Nel corso dei mesi ci sono stati dei riscontri più che positivi all’Interno dell’Emporio stesso: le persone sono più capaci di fare dei prelievi alimentari più oculati, conoscendo meglio il funzionamento del servizio, si lamentano meno avendo adesso delle aspettative realistiche rispetto a quanto l’Emporio può offrire, ma soprattutto tengono un comportamento più rispettoso sia con i volontari che fra di loro. 35 Corso di lingua italiana Nei mesi di Giugno e Luglio 2014 è stato svolto un corso di 40 ore di italiano, di primo livello, tenutosi presso l’Emporio, con cadenza di due volte a settimana e lezioni di due ore ciascuna. Durante il corso è stato reso disponibile anche il servizio di babysitter presso la saletta dei giochi per i bambini. Le comunità presenti sono state: marocchina, nigeriana, albanese, tunisina e algerina. Il gruppo sostanzialmente si è suddiviso in due categorie: coloro che avevano una buona conoscenza dell’italiano parlato e che volevano apprendere l’italiano scritto e coloro che erano a livello base o quasi nullo. Quindi sono stati fatti due percorsi separati, il primo gruppo si è cimentato con la scrittura, la grammatica e la conoscenza delle varie tipologie di testi; mentre l’altro gruppo ha seguito una panoramica della grammatica di base, soffermandosi soprattutto sulle informazioni della lingua di primo contatto, quindi formule di saluto, di presentazione, per l’utilizzo dei trasporti pubblici, di ingresso negli uffici amministrativi, ecc.. Le donne sono state inviate dai centri d’ascolto Caritas, hanno liberamente aderito iscrivendosi presso l’Emporio o sono venute a conoscenza del corso tramite il “passaparola”. Le iscritte sono state 17, 14 di esse hanno ottenuto l’attestazione del corso avendo avuto una frequenza del 97%. Si sono creati due gruppi omogenei e collaborativi, avendo fatto anche delle attività in comune, ed il corso si è concluso con una piccola festa organizzata completamente dalle partecipanti, con musica, balli e cibi tipici dei loro paesi d’origine. Gener-azioni per un mondo nuovo Nel mese di Ottobre 2014 si è tenuto un nuovo corso per le persone che usufruiscono della tessera Emporio. La finalità del percorso è stata quella di suscitare negli adulti una riflessione sul loro stile di vita e di proporre loro delle alternative valide che potessero metterli in grado di valutare comportamenti e scelte poco efficaci o addirittura dannose per la propria autonomia. Avere più possibilità di scelta ha implicato una conoscenza più profonda della realtà che li circonda e la capacità di mettere in atto strategie diverse per uscire dal momento di crisi. Questo ha permesso ai partecipanti al corso di tornare ad essere persone che fanno scelte autonome e non costrette dalla situazione che vivono. Le tematiche di approfondire scelte sono state 4, dedicando ad esse due ore per ciascun incontro e seguendo in parte il canovaccio dei corsi già sperimentati nei mesi passati (lezioni sui pericoli di truffa e le possibilità di rateizzazione delle utenze, lezione sulla F.I.L.). Sono stati introdotti poi degli argomenti nuovi, in particolare: cosa è e come funziona un centro d’ascolto, lezione in cui sono stati spiegati gli elementi di base dell’ascolto e, attraverso alcune simulazioni, sono stati analizzati dei casi “limite” per ri36 flettere insieme sulle reazioni emotive che spesso scaturiscono nell’incontro con l’altro quando si è in due posizioni differenti, ovvero uno che chiede aiuto e l’altro che lo dà, sottolineando che il centro d’ascolto non è un “bancomat”. È stato anche spiegato come porsi davanti all’operatore e come gestire la relazione d’aiuto nelle varie realtà presenti sul territorio a cui le persone possono rivolgersi, come appunto i Servizi Sociali, i Centri d’Ascolto Caritas, il Centro Aiuto alla Vita, il Volontariato Vincenziano, la Mensa La Pira, ecc.. Infine c’è stata una lezione interamente dedicata allo spreco e al riutilizzo con l’ausilio di un operatore dell’ASM che ha spiegato nei dettagli la raccolta differenziata, anche in vista del fatto che la nostra città si sta preparando a passare completamente a questa modalità di smaltimento dei rifiuti. Le persone che hanno partecipato sono state 12 e di nazionalità: italiana, albanese, rumena, pachistana e nigeriana, con una frequenza del 99%. Le persone sono rimaste molto soddisfatte delle nozioni apprese e del clima di scambio e fiducia reciproco che si è instaurato, avendo avuto l’occasione di confrontarsi e di ascoltarsi a vicenda. Impariamo. Impastiamo. Gustiamo! Nel mese di Novembre 2014 insieme alla scuola superiore Istituto Datini e all’Emporio è stato fatto un percorso formativo con due classi V. Gli studenti, preparati prima dagli insegnanti di cucina, hanno tenuto lezioni al gruppo di persone che si erano iscritte a questo corso. I giovani studenti hanno insegnato ai partecipanti come riutilizzare gli esuberi alimentari e inventare così nuove ricette. Le persone che si sono iscritte al corso, 12 donne e 1 uomo, sono state scelte dai centri di ascolto parrocchiali, o l’iniziativa è stata proposta loro direttamente all’Emporio. Le comunità presenti sono state: italiana, marocchina, nigeriana, albanese, eritrea, tunisina, cinese. La frequenza è stata del 99%. Il corso si è tenuto presso la scuola Datini, all’interno delle cucine che i ragazzi stessi utilizzano quotidianamente per fare lezione. Sono stati fatti 4 incontri da 3 ore ciascuno. L’iter prevedeva una prima fase di spiegazione orale della ricetta da parte dei ragazzi, poi iniziava la preparazione nella quale erano adiuvati sia dai corsisti che dai professori, comunque sempre presenti; infine l’ultima fase serviva per abbellire e impiattare le ricette per poi assaggiarle tutti insieme. Le persone si sono molto impegnate e sono state molto felici di aver avuto questa opportunità, poiché tutti sono possessori della tessera Emporio ed hanno appreso come meglio utilizzare certi prodotti. 37 PROGETTI PER GIOVANI Spendiamoci per gli altri Il progetto “Spendiamoci per gli altri” è stato portato avanti in due classi terze degli Istituti ITES “P. Dagomari” e l’ISESS “Cicognini-Rodari”, i ragazzi coinvolti al suo interno sono stati rispettivamente 13 per il primo istituto e 17 per il secondo, tutti frequentanti l’ora di religione, ora in cui sono stati effettuati i nostri interventi. Le tematiche affrontate con i ragazzi sono state: - La conoscenza di sé: 4 incontri. Durante questo modulo i ragazzi sono stati sollecitati ad una riflessione personale sul proprio mondo, cercando di “fermare” i loro pensieri su loro stessi e sulla società che li circonda, per poterli mettere nero su bianco e condividerli insieme. - La relazione: 4 incontri. Durante questo modulo si è parlato di come il mondo sia intessuto di relazioni e che, per quanto ci si possa sforzare, è impossibile non farne parte. Si è cercato quindi di trovare insieme i vari modi di poter stare in relazione e come tali modi possono essere attuati nelle vite dei giovani. - La comunicazione: 3 incontri. Durante questo modulo sono state affrontati con i ragazzi il mondo delle comunicazioni, le tipologie a loro più vicine, come quelle dei social network, a quelle che sono per essi più lontane, come i giornali e la televisione, e di come questi strumenti rischiano di influenzare i pensieri e le scelte delle persone. - Lo spreco: 3 incontri. Durante questo modulo è stato affrontato l’argomento dello spreco sia dal punto di vista materiale che umano, prima cercando di mostrare come noi inconsapevolmente continuiamo a sprecare materiale e successivamente soffermandoci sullo spreco di noi stessi e di ciò che potremmo fare per l’intera società. Al termine di questo modulo è stata posta ai ragazzi la domanda concreta di come si possa nel nostro piccolo attivare un cambiamento. Il progetto è partito con un segno che rappresentasse la strada che avremmo percorso in questi mesi e al termine di ogni tappa è stato consegnato agli studenti un segno aggiuntivo che gli permettesse di sostare ulteriormente su ciò che era emerso durante le condivisioni in classe. I ragazzi si sono mostrati motivati per la maggior parte del tempo, discutendo sulle varie tematiche che si sono trovati a dover affrontare e da tali confronti sono sempre emerse consapevolezze importanti; è pur vero che spesso non è semplice tramutare in azioni ciò che ci sembra chiaro e semplice a parole, ma quello che è emerso è una forte volontà di comprendere quello che sta succedendo nel mondo circostante. I giovani infatti si sono trovati spesso a mettere in discussione se stessi e il loro modo di pensare davanti alle realtà presentate, con un apertura notevole di fronte a ciò che più li colpisce. 38 Oltre all’impegno richiesto in classe e i pomeriggi di servizio all’Emporio, una delle due classi ha aderito ad una richiesta specifica fatta loro dagli operatori: i ragazzi infatti si sono resi disponibili per una testimonianza e a farsi promotori della loro esperienza di volontariato con una classe dell’ istituto superiore “A. Gramsci - J. M. Keynes”, con cui era già attivo un percorso più breve, ma simile a “Spendiamoci per gli altri”. La classe in cui i ragazzi hanno portato il loro messaggio si è mostrata reattiva in quanto gli alunni del Gramsci – Keynes hanno chiesto il motivo per il quale anche a loro non era stata proposta l’esperienza di volontariato. Quello che è affiorato dalle testimonianze sul servizio portato avanti, in parte è stato decisamente incoraggiante, in quanto ciò che i giovani si aspettavano, ossia quello di compiere una buona azione, è stato sostituito dalla solida consapevolezza di essere all’Emporio semplicemente per portare se stessi e che l’unico compito che gli è stato richiesto era osservare e condividere; da un altro punto di vista ovviamente c’è ancora la scarsa presa di coscienza di quello che realmente questa esperienza potrebbe portare in futuro nelle loro vite e nelle vite degli altri. Durante i mesi di aprile e maggio è cominciata la preparazione del flashmob conclusivo, tenutosi venerdì 30 maggio presso la piazza di Parco Prato, in collaborazione con la sezione soci della Coop di Prato nella persona di Fiorella Astori. In occasione di questo evento, i ragazzi coinvolti hanno ballato su un brano della band “The Sun” dal titolo “Voglio coraggio” ed alcuni di essi hanno rilasciato pubblicamente una testimonianza dell’esperienza vissuta lungo tutto il percorso. Lo sguardo che incontra “Lo sguardo che incontra” è un progetto che nasce in seguito all’esperienza positiva vissuta grazie al progetto “Spendiamoci per gli altri”. Per tale ragione è nata a termine di questo progetto la necessità di continuare nella scuola un percorso di approfondimento su alcune tematiche importanti, progettandolo insieme ai due professori referenti di alcune classi dell’ISIS “A. Gramsci - J. M. Keynes”, con particolare attenzione su tematiche come relazione e diversità. Il percorso ha visto il coinvolgimento di cinque classi del triennio e nelle specifico quattro quarte ed una quinta. Nei mesi tra novembre e Gennaio i giovani coinvolti nel progetto hanno partecipato ad alcuni incontri che avevano come filo conduttore il tema della diversità. Essi si sono sperimentati nel constatare quanto le aspettative che abbiamo su noi stessi e su gli altri spesso imprigionino le nostre idee e non diano lo spazio necessario agli altri di essere se stessi, facendo esperienza di quanto la diversità sia a loro vicino in quanto ognuno di noi è diverso per la sua unicità e quanto questa diversità faccia spesso paura e crei delle distanze che molte volte non riusciamo a colmare. Gli studenti hanno poi successivamente cercato di capire quanto la diversità lontana come quella degli immigrati porti ognuno ad essere diffidente nei confronti dell’altro e 39 quindi a credere a stereotipi e pregiudizi che si diffondono spesso senza un reale fondamento. I ragazzi infine hanno cercato di condividere il proprio vissuto, confrontandosi con la realtà dell’immigrazione, che è un fenomeno in forte espansione e di cui si parla spesso in modo errato e poco informato. È stato importante constatare quanto i ragazzi siano spesso poco informati sul tema, quanto il loro pensiero si basi su luoghi comuni e come purtroppo, a causa di un informazione mediatica non sempre corretta, siano portati a seguire un pensiero contaminato di pregiudizio e diffidenza. In una delle tappe del percorso i ragazzi hanno incontrato un’esperta del settore che ha offerto loro una panoramica legislativa e storica di come nel momento attuale e in passato si è articolata l’immigrazione nel nostro paese. I giovani sono rimasti nella maggior parte dei casi colpiti dalle reali condizioni da cui i profughi spesso si trovano a dover fuggire e si sono dimostrati curiosi e critici nei confronti delle leggi italiane che regolano l’immigrazione, su cui appunto non avevano alcuna conoscenza. La presentazione di tale realtà ha in alcuni casi scardinato l’idea iniziale di diffidenza verso quelle persone che spesso giudicano troppo diverse, in alcuni di loro ha suscitato vivo interesse e apertura verso un mondo che vedono distante, diverso e minaccioso. In altri casi è risultato davvero difficile anche solo promuovere una chiave di lettura differente dalla loro, in quanto i giovani sono rimasti chiusi nelle loro convinzioni di diffidenza e pregiudizio, non pronti a mettere in discussione le proprie idee e i propri principi, rinforzati da un contesto familiare e sociale che li spinge continuamente a creare distanze, come scelta meno faticosa. A conclusione del progetto si è ritenuto importante proporre un’esperienza di incontro, dove i ragazzi potessero vivere la bellezza dello sguardo che conosce ed è libero dal pregiudizio, facendo toccare due mondi apparentemente distanti (“noi e loro”), ma profondamente uniti dalla stessa umanità che appartiene ad ogni cittadino del mondo. La proposta fatta ai ragazzi è stata quella di incontrare una realtà che si occupa di accoglienza di profughi da tantissimi anni, offrendo loro un momento di vera condivisione, in cui i giovani hanno avuto la possibilità di sperimentare sulla propria pelle cosa voglia dire dare un volto a quello che consideriamo semplicemente “il diverso”. I ragazzi hanno vissuto tre giorni a stretto contatto con profughi e rifugiati, mangiando assieme a loro, facendo con loro festa e condividendo esperienze e racconti attraverso testimonianze dirette degli immigrati, in una realtà come quella bergamasca della “Cooperativa Ruah” che si impegna da anni a promuovere valori come rispetto, accoglienza, condivisione, promozione umana e trasparenza, non dimenticandosi mai del territorio in cui è immersa, territorio con cui la cooperativa lavora costantemente per poter creare legami di integrazione d inclusione sociale. 40 PROGETTI INTERCULTURALI Via di Gherardo, 16 - 59100 Prato Le attività sono portate avanti mediante 1 operatrice part-time. Percorso “mondo a puntini… mondo a puntino” Durante l'anno 2014 l’Ass.ne “Insieme per la Famiglia” Onlus, promossa dalla Caritas Diocesana, si è impegnata nella promozione e nella realizzazione di alcuni progetti rivolti agli studenti del territorio. Tra questi percorsi è stato pensato “MONDO A PUNTINI... MONDO A PUNTINO”, un itinerario interculturale che si è rivolto principalmente ai bambini delle classi elementari di III, IV e V. Il laboratorio ha previsto degli incontri di numero variabile, in relazione alle necessità delle classi aderenti, di due ore ciascuno. Insieme agli alunni abbiamo avuto modo di incontrare e conoscere varie culture e tradizioni tenendo conto della provenienza dei bambini stessi e della loro curiosità. Ogni incontro ha richiesto in classe la presenza di mediatori culturali, ragazzi, giovani studenti o lavoratori, che hanno parlato direttamente con i più piccoli soffermandosi sugli aspetti più caratteristici della cultura del loro paese d'origine, in modo particolare sugli usi, costumi e tradizioni che hanno permesso di arricchire la nostra visione rispetto a chi ci sta di fronte. Durante i laboratori sono state ideate delle attività manuali da realizzarsi con materiale semplice e diversificato rispetto al tema trattato, per dare vita ad una sorta di mosaico interculturale. Il tutto è stato inserito in un contesto narrativo, infatti il filo rosso di questo “itinerario” è rappresentato da Chicco, un granellino di sabbia che, spostato dal vento, ha compiuto un viaggio intorno al mondo incontrando e scoprendo le differenti bellezze che esistono accanto a lui. Lo scopo del progetto “Mondo a puntini… Mondo a puntino” è stato infatti quello di invitare i bambini, ma anche i più grandi come i docenti, ad una riflessione volta a favorire l’incontro nel rispetto delle differenze valorizzando il vissuto di ognuno, per comprendere che sono proprio quest’ultime a dar vita ad occasioni d’incontro e scambio di valori che ci identificano e ci rendono unici e sono allo stesso tempo capaci di accomunarci. Il progetto ha sempre avuto un esito positivo viste le reazioni dei bambini che, mossi dal loro grande curioso interesse, li ha coinvolti nel voler conoscere ciò che li circonda e che in qualche modo li appartiene; esito positivo anche per quanto riguarda gli insegnanti che si sono dimostrati partecipi e coinvolti, interessati e propositivi. La scuola primaria con la quale si è svolta la collaborazione nei mesi di gennaio e febbraio 2014 è stata IQBAL dell’Istituto Comprensivo Pier Francesco Cironi dove è stata 41 approfondita, con una classe V di 20 alunni circa, la conoscenza della tradizione cinese, albanese, bengalese, rumena ed infine italiana. Nel mese di marzo e aprile il percorso si è svolto con la classe V sezione B della scuola elementare PIZZIDIMONTE, anch’essa facente parte dell’ICS Pier Francesco Cironi, dove è stata posta particolare attenzione sulla cultura ucraina, rumena, cinese, marocchina e italiana. Nella stessa scuola nel mese di maggio è stata coinvolta una classe III di 18 bambini cercando di parlare delle tradizioni albanesi, marocchine e italiane. In ottobre e novembre 2014 si è ripetuta la cooperazione con la scuola primaria LE FONTI, dell'Istituto Comprensivo Convenevole da Prato, che aveva fatto richiesta del progetto già nell’estate 2014 e con la quale erano già state svolte delle attività laboratoriali nell’anno 2013. Nella scuola sono state incontrate tre classi quinte (V sezione A, B e C) composte rispettivamente da 21 bambini circa, scoprendo insieme varie culture: quella marocchina, cinese, albanese, rumena, cilena e indiana concludendo il percorso con quella italiana. Nel dicembre 2014, invece, sono stati presi contatti con altri istituti per una futura realizzazione del progetto nel corso del 2015; le scuole nelle quali collaboreremo sono: le primarie Iqbal e Pizzidimonte, dell’istituto Pier Francesco Cironi, le Ser Lapo Mazzei e Cesare Guasti dell’Istituto Comprensivo Marco Polo. L'integrazione nel nostro territorio è un fattore molto importante, essenziale e determinante per chi abita in un mondo sempre più connotato dalla multietnicità; la grande sfida per vivere bene questa realtà è proprio quella di favorire l'apertura alla conoscenza dell'altro attraverso il rispetto e la comprensione reciproca. Percorso: “Il proprio mondo in uno scatto” Parallelamente al progetto realizzato per i bambini delle elementari, sono state promosse attività interculturali anche nelle scuole medie. Questo laboratorio è nato proprio per dare anche ai ragazzi più grandi un’opportunità di riflessione legata alla relazione che c'è tra la propria vita, le altre culture e la loro realtà quotidiana. Questo progetto ha previsto quattro incontri di due ore ciascuno durante i quali giovani sono stati stimolati al confronto attivo attraverso lo strumento fotografico, mezzo utilizzato anche per approfondire il concetto di integrazione che chiaramente si distingue da quello di omologazione. Questo iter è stato un invito per gli adolescenti ad interrogarsi su come si possa vivere insieme, integrati, senza perdere la propria identità. Durante gli incontri si è dato vita ad una partecipazione viva e dinamica della classe tramite dei lavori di gruppo che hanno sviluppato e aperto discussioni. Partendo da considerazioni riguardanti il pregiudizio, lo stereotipo e la discriminazione, insieme agli alunni, 42 si è appreso che l'incontro delle diversità non è solo necessario ma anche interessante, bello e produttivo. Attenzione particolare è stata data alle parole e al loro utilizzo; queste infatti hanno una grande potenza e, se male adoperate, possono creare barriere e diffidenze e possono dar vita al pregiudizio stesso. I professori hanno manifestato una forte necessità di trattare, nelle loro sezioni, questi importanti concetti che spesso impediscono non solo l’integrazione, ma anche l’interazione e la comunicazione nella classe. Allo stesso tempo i ragazzi ai quali è rivolto il progetto hanno dimostrato un bisogno notevole di affrontare temi precisi forse proprio perché poco curati in passato. Anche in questo caso l'esito del progetto è stato positivo, vista la sensibilità e la diversa attenzione da parte dei giovani e degli insegnanti. Ha aderito al progetto la scuola media CIRONI, con una classe II di circa 23 studenti con la quale sono stati svolti quattro incontri durante il periodo di febbraio-marzo 2014. Nel dicembre 2014 sono stati presi contatti con l’ICS Don Milani e sarebbero interessate al progetto tre classi della scuola secondaria di primo grado. Progetto di sensibilizzazione al volontariato Me&Te Il progetto Me&Te è nato qualche tempo fa con lo scopo di offrire ai ragazzi, inseriti nelle realtà oratoriali di Prato, dei momenti di riflessione sulle variegate situazioni di povertà e di bisogno reale che esistono nel nostro territorio, in particolare ci si è posto come obiettivo quello di interpellare i giovani su come queste effettive situazioni siano degli importanti interrogativi capaci di smuovere le coscienze non solo dal punto di vista umano ma soprattutto cristiano. Durante i tre incontri svolti nel periodo tra maggio e giugno 2014, con i ragazzi del gruppo giovani dell’ORATORIO DI TOBBIANA, il confronto si è concentrato inizialmente su concetti importanti come la POVERTA’, il DONO e il SERVIZIO, cercando di creare sempre un collegamento tra questi. Al termine di tali momenti insieme, nei quali sono stati inseriti materiali audiovisivi, cartacei, ecc., per migliorare e facilitare la comunicazione, i ragazzi sono stati invitati a dedicare parte del loro tempo, della loro attenzione, a donare un po’ di se stessi, in autentiche esperienze di servizio, facendo volontariato presso alcune strutture del territorio pratese come CASA AURORA e la MENSA GIORGIO LA PIRA, oppure attraverso la RONDA, avendo così la possibilità di incontrare e ascoltare la voce di chi vive in strada e spesso neppure riusciamo a vedere. Alla fine del percorso il progetto si è concluso con un momento di riflessione comunitario guidato dal parroco. In quest’ultimo incontro è stata rimessa al centro l’esperienza vissuta, soprattutto quella di servizio, e la Parola di Dio; i ragazzi si sono scambiati sensazioni, aneddoti ed amozioni e hanno espresso la loro voglia di aderire ad un progetto di volontariato più duraturo nel tempo. 43 Il volontariato a scuola Nell’anno 2014 anche una classe terza del LICEO DELLE SCIENZE UMANE G. RODARI, tutta femminile, ha deciso di aderire ad un progetto simile a quello di Me&Te nei mesi di febbraio e marzo 2014. Con questa classe, nell’ora di religione, le giovani, insieme agli operatori, avuto l’opportunità di parlare della Caritas cercando di informare le alunne sulle varie realtà di volontariato presenti nel territorio, offrendo loro un primo approccio sul mondo dell’opera gratuita e incondizionata. Al termine dei tre incontri in classe le 10 ragazze hanno potuto svolgere e dedicare parte del loro tempo in attività di servizio durante la raccolta alimentare, per l’Emporio della Solidarietà, nella zona del Parco Prato nel periodo di marzo. Le ragazze hanno aderito nella quasi totalità insieme all’insegnante e al termine dell’esperienza hanno consegnato personalmente un quaderno con scritto sopra le loro impressioni, ciò che questa breve esperienza di volontariato ha significato, lasciando aperta la possibilità ad un eventuale futuro impegno in modo più continuativo in un progetto di servizio verso le persone che si trovano in una situazione di bisogno. 44 45 Stampato ad aprile 2015 presso la Caritas Diocesana di Prato 46 47 Caritas Diocesana di Prato 48