Rassegna dal 16 al 30 novembre.

Transcript

Rassegna dal 16 al 30 novembre.
Rassegna stampa 16 - 30 novembre 2016
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna stampa 16 - 30 novembre 2016
16/11/16
Alluvioni in Toscana
Corriere Fiorentino
P. 18
FIRENZE '66 DOPO L'ALLUVIONE
1
Nazione Empoli
P. 12
Edoardo Antonini e le testimonianze sull'alluvione
2
Nazione Firenze
P. 12
Quanti Angeli in divisa «Così l'esercito aiutò la città»
Nazione Firenze
P. 12
Tra testimonianze e immagini col consigliere Bambagioni
4
Nazione Firenze
P. 13
Emozioni davanti a quelle pagine E tanti messaggi con il cuore
5
Nazione Firenze
P. 13
I ricordi del novembre '66 La visita del Lions Bargello
6
Nazione Firenze
P. 13
Serata Speed Gli inserzionisti visitano la mostra
7
Nazione Firenze
P. 17
In scena «Scandicci e il diluvio» Spettacolo per il Cui
8
Nazione Firenze
P. 24
L'alluvione diventa un film
9
Nazione Firenze
P. 24
DA CIMABUE IN QUA
10
Nazione Grosseto
P. 4
Cittadinanza onoraria al Savoia e benemerenze alla Municipale
11
Nazione Livorno
P. 18
«Sulle ali degli angeli del fango»
12
Nazione Prato
P. 5
«Noi, barricati dentro al circolo» Furti e spaccio, ipotesi coprifuoco
Stefano De Biase
13
Qn
P. 23
Le opere 'lumaca' per l'Arno Rinvii e ritardi, eccoli anni sprecati
Paola Fichera
15
Tempi
P. 21
L'elogio autocelebrativo degli angeli del fango" che annega nell'oblio i caduti di guerra
Renato Farina
Repubblica Firenze
P. XIV
Il film di Sky Arte sull'alluvione arriva al museo
Tirreno Grosseto
P. VIII
Ombrone 1966
Luca Bonelli
19
Oggi
P. 13
TORNADI, INONDAZIONI: IL TEMPO E' CAMBIATO?
Giorgio Dell'Arti
21
Tirreno Grosseto
P. VIII
E dopo 50 anni il riconoscimento agli "angeli" della Municipale
22
Tirreno Massa Carrara
P. VIII
Commissariamento del Comune la richiesta arriva in Prefettura
23
Tirreno Pisa
P. VII
Quei cinque ragazzi sfidarono l'Arno come indiani Seminole
Tirreno Pisa
P. VII
Via Pisano allagata sembra un angolo di città lagunare
Fabrizio Morviducci
3
17
18
Andrea Lanini
24
26
17/11/16
Alluvioni in Toscana
Tirreno Pontedera Empoli P. IV
Quella famiglia fu cancellata dall'onda di piena
Corriere Fiorentino
P. 1
Servono fatti (e non patti)
Mario Lancisi
30
Corriere Fiorentino
P. 13
La fiera dell'arte, due giorni in Fortezza
Loredana Ficicchia
31
Corriere Fiorentino
P. 14
L'ALLUVIONE A TEATRO
Nazione Firenze
P. 11
Tantissimi giovani alla mostra Così si tramanda la memoria
Margherita
Calderoni
33
Nazione Firenze
P. 11
'Io, il soldatino per venti giorni in mezzo al fango'
Sandra Nistri
35
Nazione Firenze
P. 32
Sgarbi battezza i nuovi pittori Arte Firenze: mostra e premi
Fiamma Domestici
36
Nazione Grosseto
P. 9
Alluvione, un altro regalo
37
Nazione Livorno
P. 19
All"Istoreco un incontro sugli «Angeli del fango»
38
Nazione Pisa
P. 9
Fransi racconta l'Arno Anniversario d'autore
Francesco Paletti
39
Qn
P. 21
Sieve, il torrente fa ancora paura E le ?casse' rimangono un sogno
Lisa Ciardi
40
Qn
P. 21
?L'Arno straripa a Firenze' Le scuole possono prenotarsi
Tirreno Grosseto
P. VIII
Ore frenetiche al centro raccolta
Indice Rassegna Stampa
27
32
42
Elisabetta Giorgi
43
Pagina I
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna stampa 16 - 30 novembre 2016
Tirreno Grosseto
P. VIII
Quando il tempo si fermò addosso alle Mura medicee
45
Tirreno Pisa
P. VIII
Ventuno scatti per raccontare il tragico evento
46
Tirreno Pisa
P. VIII
Ecco i primi sorrisi catturati da Frassi dopo la grande paura
Tirreno Pisa
P. VIII
Quella famiglia cancellata dall'onda di piena
49
Qs - Firenze
P. 9
I Medicei Rugby a La Nazione per la mostra sull'alluvione
50
51
Andrea Lanini
47
18/11/16
Alluvioni in Toscana
Bisenzio 7
P. 4
Alluvione del 1966: ecco il nuovo libro
Bisenzio 7
P. 7
Esposito: «Non averci invitato è un grave sgarbo istituzionale»
Valentina Tisi
52
Bisenzio 7
P. 46
« L'altra alluvione» arriva a Vaiano
Fiammetta
Famiglietti
53
Nazione Empoli
P. 17
Acquisti di qualità con «Tre piazze»
54
Bisenzio 7
P. 46
Il Bisenzio fa ancora paura? Ecco come intervenire
55
Nazione Firenze
P. 8
Il nostro Arno: 1966-2016
Nazione Firenze
P. 9
Mostra a quota ottomila E ora un altro pienone
58
Nazione Firenze
P. 32
DA CIMABUE IN QUA
60
Nazione Massa Carrara
P. 16
Come salvarsi dall'alluvione Lezione in classe al Nautico
61
Nazione Pontedera ValderaP. 25
L' alluvione raccontata da Meucci
62
Nazione Siena
P. 17
Cinquantesimo dell'alluvione Boom di visitatori alla mostra
63
Qn
P. 22
Bonifiche sugli argini, ecco dove
64
Qn
P. 22
Tutti d'accordo, Firenze è a rischio I lavori sono fermi oppure in ritardo
Qn
P. 23
Lezione di storia per i giovani
67
Qn
P. 23
Mostra, visitatori a quota ottomila Si attende il pienone nel week end
68
Roberto Davide
Papini
56
Paola Fichera
65
Tirreno Pontedera Empoli P. VI
«Con i miei amici ripulii la scuola in piazza Belfiore»
Elena Iacoponi
70
Tirreno Grosseto
P. VII
Sui binari, tra angoscia e speranza
Tirreno Grosseto
P. VII
Quando volavo senza sosta sulla città allagata
Tirreno Pisa
P. VII
21 scatti per raccontare i giorni della rabbia e del ritorno alla vita
Tirreno Pisa
P. VII
Melma, danni e sconforto Borgo Stretto stravolto
Andrea Lanini
76
Tirreno Pontedera Empoli P. II
Alluvione, la solidarietà ebbe il sopravvento su tutto
Andrea Lanini
78
Tirreno Pontedera Empoli P. XXI
Il libro di Meucci sull'alluvione
80
Nazione Firenze
P. 21
Fine settimana da mostra C'è l'orario continuato
81
Qn
P. 23
Week end di grande affluenza Tante le prenotazioni per le scuole
82
Qn
P. 23
Una App per salvarsi dalla piena E oggi Protezione civile in allerta
Lisa Ciardi
83
Tirreno Pisa
P. XIII
Quando la solidarietà ebbe il sopravvento su ogni sentimento
Andrea Lanini
85
Tirreno Pisa
P. XIII
Ventuno scatti per raccontare il tragico evento
72
Elisabetta Giorgi
73
75
19/11/16
Alluvioni in Toscana
87
20/11/16
Alluvioni in Toscana
Indice Rassegna Stampa
Pagina II
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna stampa 16 - 30 novembre 2016
Tirreno Prato Pistoia
Montecatini
P. VI
«Tutta la notte a togliere l'acqua»
Francesco Albonetti
88
Nazione Firenze
P. 9
Domenica alla mostra Così si racconta la Storia
Nazione Grosseto
P. 18
Enrico Finizio Il medico che «curò» l' alluvione
Rossano Marzocchi
92
Nazione Pistoia
P. 2
Bloccati dal fango
Stefano Incerpi,
Marco A. Innocenti
93
Nazione Pistoia
P. 3
Strade chiuse e idrovore all'opera E' la «solita» emergenza alluvione
Arianna Fisicaro
95
Nazione Pistoia
P. 3
Frana sulla via e torrenti in piena Ore di paura
Tirreno Grosseto
P. VI
Il grande viaggio nelle radici di una comunità
Tirreno Grosseto
P. VI
Dai "donatori di storie" all'Agenzia Bf: grazie a tutti
101
102
90
97
Emilio Guariglia
98
21/11/16
Alluvioni in Toscana
Nazione Firenze
P. 6
Filmati e prime pagine, quanti ricordi La nostra mostra fa il tutto esaurito
Nazione Grosseto
P. 3
L'alluvione mezzo secolo dopo Domani la cartolina in regalo
Nazione Pistoia
P. 2
«Nove alluvioni in appena due anni A rischio 300 pecore»
104
Tirreno Pontedera Empoli P. XV
Il Sant'Andrea d'Oro alla protezione civile
105
Nazione Empoli
P. 18
Un incontro al MuMeLoc sull'alluvione del '66
106
Nazione Firenze
P. 20
L'alluvione dentro i romanzi celebri
107
Nazione Firenze
P. 24
DA CIMABUE IN QUA
Nazione Firenze
P. 25
Un testo di Niccolini per raccontare l'Arno
Titti Giuliani Foti
109
Qn
P. 22
Quattro invasi per il basso Valdarno Ma soltanto uno è stato realizzato
Lisa Ciardi
110
Qn
P. 30
Le alluvioni ai giorni nostri
Qn
P. 30
Sicurezza e decisioni mai prese
Repubblica Firenze
P. XX
TEATRO STUDIO
114
Tirreno Pontedera Empoli P. II
La Torre sullo sfondo di una palude
115
Corriere Fiorentino
P. 19
Arte contemporanea, via al mega censimento
Nazione Arezzo
P. 18
«L'alluvione» sul palco del Circolo Aurora
117
Nazione Firenze
P. 6
C'è possibilità per le scuole di prenotarsi
118
Nazione Firenze
P. 6
L'Arno, i cittadini e La Nazione Che mostra, sono numeri da museo
119
Nazione Firenze
P. 24
DA CIMABUE IN QUA
120
Nazione Pontedera ValderaP. 17
«Se io fossi acqua» Quando la solidarietà sgorga da un dramma
121
Nazione Siena
P. 13
Il Roncalli ricorda l'alluvione
122
Qn
P. 20
Rossi:«100 milioni l'anno per i fiumi Fra dieci anni la Toscana sarà sicura»
Paola Fichera
123
Qn
P. 21
Folla per 'L'Arno straripa a Firenze' La mostra verso i 15mila visitatori
Diego Casati
126
Repubblica Firenze
P. I-XIII
Lo studente Sandro Pertini la tesi ritrovata e i giovani senza lavoro
Valeria Strambi
127
Luca Mantiglioni
103
22/11/16
Alluvioni in Toscana
108
112
Andrea Luparia
113
23/11/16
Alluvioni in Toscana
Indice Rassegna Stampa
Valeria Ronzani
116
Pagina III
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna stampa 16 - 30 novembre 2016
Tirreno Pisa
P. X
I danni ai campi intorno alla città
130
Tirreno Pontedera Empoli P. IV
Donati e Andreanini in un video Rai
132
Tirreno Pontedera Empoli P. IV
Per salvare Pisa dal disastro l'argine fu fatto saltare
Tirreno Pontedera Empoli P. IV
Quella famiglia spazzata via
Tirreno Pontedera Empoli P. IV
Mostra dedicata all'inondazione
137
Tirreno Pontedera Empoli P. V
"I giorni dei diluvio" raccontati da Meticci
138
Tirreno Pontedera Empoli P. VII
Inginocchio aziende e negozi
24/11/16
Alluvioni in Toscana
133
Patrizia Marchetti
Andrea Lanini
135
139
Tirreno Pontedera Empoli P. XVIII Empoli, oggi le voti e i rumori dell'Arno
141
Tirreno Prato Pistoia
Montecatini
P. XVI
Mostra fotografica sull'alluvione del 1966
142
Corriere Arezzo
P. 18
Danni causati dall'alluvione: sopralluoghi dei tecnici dell'Unione nelle zone critiche
143
Nazione Empoli
P. 18
IL Regina Margherita alza il sipario sull'Alluvione
144
Nazione Empoli
P. 18
La grande guerra dell'Arno Emozioni con Anna Dimaggio
145
Nazione Empoli
P. 19
Affrontare le alluvioni ricordando quella del 1966
Nazione Firenze
P. 16
SPIRITO DI GRUPPO
Nazione Firenze
P. 17
Il direttore dell'Ufficio scolastico in visita
148
Nazione Firenze
P. 17
" «Vogliamo la mostra permanente per i fiorentini di ieri, oggi e domani»
149
Nazione Firenze
P. 26
Arno Arnino Arnaccio Mostra di pittura e libri: ciclo di iniziative
150
Nazione Grosseto
P. 19
L'ALLUVIONE IN TEATRO «Il filo dell'acqua» approda agli Industri
151
Nazione Pontedera ValderaP. 25
Mostra sull'alluvione L'appello ai testimoni per un video didattico
152
Nazione Prato
P. 21
Poggio ricorda l'alluvione del '66 Una rivista, una mostra e un libro
Tirreno Grosseto
P. XIV
L'alluvione di Firenze è poema scenico sul Filo dell'acqua
Tirreno Pisa
P. IX
Non solo l'Arno, fu l'Era a inondare la provincia
Andrea Lanini
155
Tirreno Pontedera Empoli P. II
Il centro invaso da acqua e fango
Andrea Lanini
156
Tirreno Pontedera Empoli P. XX
Oggi va" in scena l'alluvione"
158
Tirreno Prato Pistoia
Montecatini
P. VIII
Ponte Buggianese proroga la mostra sull'alluvione
159
Tirreno Prato Pistoia
Montecatini
P. XVI
Il Comune ricorda l'alluvione del'66 alle Scuderie
160
Nazione Firenze
P. 11
Firenze e la furia dell'Arno Numeri record per la mostra
161
Nazione Firenze
P. 18
Tavarnelle: l'alluvione secondo Germogli
163
Bisenzio 7
P. 4
L'alluvione del `66 a Campi tra commozione e ricordi
164
Nazione Massa Carrara
P. VIII
Alluvione Foto dal fango
165
Bisenzio 7
P. 40
Alle scuderie medicee si ricorda l'allunone del 1966
166
Nazione Pisa
P. VIII
Scatti in mostra
168
Nazione Prato
P. 17
Domani il ricordo dell'alluvione del '66
Qn
P. 19
Sul Nord l'incubo dell'alluvione Piemonte, fiumi fuori dagli argini
146
Giampaolo Marchini
M. Serena Quercioli
147
153
154
25/11/16
Alluvioni in Toscana
Indice Rassegna Stampa
169
Viviana Ponchia
170
Pagina IV
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna stampa 16 - 30 novembre 2016
Qn
P. 21
Galletti: «Regia unica per l'Arno I grandi lavori? Ci penserà lo Stato»
Lisa Ciardi
172
Repubblica Firenze
P.
XXVIII
ALLUVIONE IN VALDELSA
174
Tirreno
P. 3
Nelle zone a rischio 7 milioni di italiani «Ora prevenzione»
175
Tirreno
P. 3
La necessita di avere meno parole e più fatti
Tirreno Grosseto
P. XIV
Agli Industri l'alluvione di Arca Azzurra
Tirreno Pisa
P. X
L'Arno che faceva paura oggi diventa risorsa e guida tra palazzi storici e cibi doc
Carlo Venturi Ni
179
Tirreno Pontedera Empoli P. II
La pronta "risurrezione" della Piaggio
Diandrealanini
183
Nazione Firenze
P. 7
Storia in mostra, che finale Weekend a orario continuato
Nazione Firenze
P. 31
Rotary Club Val di Sieve Service sul fiume Arno per giovani ricercatori
Nazione Firenze
P. 31
Borgo abbandona «Pianvallico Srl» ?Urge dismettere'
Nazione Grosseto
P. 8
Irene Blundo racconta Grosseto nel fango ovvero l'alluvione dei dimenticati
187
Nazione Grosseto
P. 18
Oggi l'esercitazione di protezione civile
188
Nazione Pontedera ValderaP. 5
L'alluvione del'66 Presentazione del libro «Era»
189
Nazione Prato
P. 26
Pretorio Storie Si comincia da Leonetto Tintori
190
Repubblica Firenze
P. XX
PESCAIA DI SAN NICCOLO
191
Repubblica Firenze
P. XX
ALLUVIONI A FIRENZE
192
Tirreno Grosseto
P. XI
A Pitigliano esercitazione sull'alluvione
193
Tirreno Piombino Elba
P. X
Angeli del fango e storie con Fabio Baldassarri
194
Tirreno Pisa
P. XVII
Disastri e catastrofi, l'alluvione vista dai ricercatori Cnr
Vittorio Emiliani
177
178
26/11/16
Alluvioni in Toscana
184
185
Paolo Guidotti
186
Carloventurini
195
27/11/16
Alluvioni in Toscana
Corriere Arezzo
P. 18
"Mio padre fu la prima vittima dell'alluvione Il suo nome dimenticato"
198
Nazione Firenze
P. 1
OGGI ONLINE SU www.lanazione.it/firenze
Nazione Firenze
P. 5
Ataf stanga per pochi minuti ?Angelo del fango' multato
Nazione Firenze
P. 26
Rotary Chianti al servizio del territorio. Evento per l'alluvione
201
Nazione Firenze
P. 1-3
Mostra Alluvione, ultime ore
202
Nazione Livorno
P. 21
Cinquant'anni dalla grande alluvione Ecco il libro storico di Benedettini
204
Nazione Livorno
P. 21
Gli «Angeli del fango» nel libro di Baldassarri
205
Nazione Pisa
P. 27
Quando l'Arno uscì dagli argini Le foto e il dramma dell'alluvione
206
Nazione Pontedera ValderaP. 4
Anche l'allarme peste
207
Nazione Pontedera ValderaP. 4
Con l'acqua alla gola
Qn
P. 30
Rischio alluvioni Si può fare di più
210
Toscana Oggi
L'osservatore Toscano
P. VIII
Alluvione, vento di mare sui mattoni rossi
211
199
Monica Pieraccini
Nicola Pasquinucci
200
209
28/11/16
Alluvioni in Toscana
Nazione Firenze
P. 1
Indice Rassegna Stampa
Grazie a tutti
Pier Francesco De
Robertis
212
Pagina V
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna stampa 16 - 30 novembre 2016
Nazione Firenze
P. 1-5
Un successo
213
Tirreno Viareggio
P. 14
L'alluvione di Firenze e gli angeli del fango
216
29/11/16
Alluvioni in Toscana
Tirreno Pontedera Empoli P. XIV
Protezione civile: premio dal sindaco
217
Tirreno Prato Pistoia
Montecatini
P. III
"Testimonianze" sull'alluvione dei 1966
218
Tirreno Prato Pistoia
Montecatini
P. XV
Festa della Toscana dedicata all'acqua che salva e condanna
219
Nazione Arezzo
P. 1-2
L'incognita del referendum
Salvatore Nino
220
Nazione Empoli
P. 19
Un premio agli angeli
Ylenia Cecchetti
223
Nazione Firenze
P. 24
DA CIMABUE IN QUA
224
Nazione Grosseto
P. 18
Ombrone, convegno al Polo universitario
225
Nazione Grosseto
P. 18
Festa della Toscana La città ricorda anche l'alluvione
226
Nazione Lucca
P. 15
Vinciola, ok al restyling: cantiere a fine anno
227
Nazione Lucca
P. 18
L'alluvione del '66 a Firenze e il ruolo di Ragghianti
228
Nazione Prato
P. 22
I nostri studenti e la modernità del Granduca
229
Tirreno Grosseto
P. IV
Mettiamo in sicurezza l'aurelia
Michele Scola
230
Tirreno Grosseto
P. VII
Festa della Toscana in memoria dell'alluvione del 1966
Stefano Fabbroni
231
Tirreno Lucca
P. VI
Alluvione, dall'Ue i soldi per il torrente Vinciola
232
Tirreno Lucca
P. VII
Ragghianti e l'alluvione
233
Tirreno Piombino Elba
P. III
Festa della Toscana, le celebrazioni alla Sefi
234
Tirreno Piombino Elba
P. VIII
Alluvione del '66 e solidarietà
235
Tirreno Viareggio
P. XI
Gettone di presenza devoluto alle popolazioni terremotate
236
Nazione Montecatini
P. 14
Soccorso pubblico, non solo servizi Aiuti per trenta famiglie italiane
Francesco Storai
237
Tirreno Pontedera Empoli P. V
Oltre cento aziende finirono sott'acqua
Andrea Lanini
240
Tirreno Pontedera Empoli P. V
«Andai nella mia ditta ma nessuno mi avvisò del pericolo in arrivo»
Elena Iacoponi
241
Tirreno Pontedera Empoli P. XIV
I cinque eroi di Marcignana premiati cinquant'anni dopo
244
Tirreno Prato Pistoia
Montecatini
P. X
"TESTIMONIANZE" RACCONTA LA GRANDE ALLUVIONE
245
Nazione Arezzo
P. 12
Bani, uno strappo dopo l'alluvione Viligiardi mette in mora Publiacqua
Nazione Firenze
P. 24
DA CIMABUE IN QUA
247
Nazione Grosseto
P. 19
«L'alluvione dei dimenticati» Il libro presentato alle Clarisse
248
Nazione Livorno
P. 14
«Le riforme di Pietro Leopoldo come laboratorio di progresso»
249
Nazione Pistoia
P. 18
La grande alluvione un numero speciale di «Testimonianze»
250
Tirreno Grosseto
P. X
Il fango raccontato dai Bianciardi
251
Tirreno Grosseto
P. X
Oggi consiglio comunale sul 1966
252
Tirreno Pisa
P. VII
Industria e agricoltura inginocchio, acqua e fango le imprigionano
30/11/16
Alluvioni in Toscana
Indice Rassegna Stampa
Marco Corsi
Andrea Lanini
246
253
Pagina VI
FIRENZE'66 DOPO L'ALLUVIONE
Firenze, Museo Novecento, Piazza Santa
Maria Novella
Stasera alle 17.30 proiezione del film 'Firenze 66 - Dopo l'Alluvione' di Enrico
Pacciani alla presenza del regista: un'indagine, vissuta attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti, il commento degli esperti e una meticolosa ricerca di immagini e documenti d'archivio,
sui segni che la forza distruttrice dell'Arno
ha inferto a Firenze e alla vita dei fiorentini.
Alluvioni in Toscana
Pagina 1
Edoardo t i i
e l testîmonîanze
sutt'attuvîone
Castelfiorentino
CON TI N UAN O a
Castelfiorentino le iniziative
per ricordare l'alluvione del
'66. Sabato 19 novembre,
alle 11, al Ridotto del Teatro
del Popolo sarà presentato il
libro «Piovve sul bagnato: 4
novembre 1966» (Ibiskos
Editrice Risolo) con le
testimonianze a cura di
Edoardo Antonini.
Alluvioni in Toscana
Pagina 2
LA MOSTRA ESTATA INAUGURATA
DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
SERGIO MATTARELLA
'esercito aiutò la città»
.
77
Y7
z J
i
Lup d
GELI in divisa. L'Esercito ebbe un ruolo fondamentale
nell'aiuto ai fiorentini alluvionati. Oltre ottomila tra ufficiali e soldati furono inviati a Firenze per
liberare la città dal fango e sostenere i cittadini nella loro 'battaglia' per ripulire strade, case e negozi. I primi a entrare in azione furono i fanti del 78° reggimento
Lupi di Toscana. Uscirono dalla
caserma Gonzaga (rimasta fortunatamente all'asciutto) ed entrarono in azione. Tra questi anche il
colonnello in congedo Egisto
Martini, che all'epoca era un venticinquenne tenente in servizio
proprio al78°. Oggi Martini, originario di Chitignano in provincia
di Arezzo, ma da sempre residente a Firenze è il segretario dell'associazione Lupi di Toscana, e
non ha dimenticato quei momenti, l'impegno di soldati e la deter-
I
«Ci chiamavano da tutte
le parti: ma ci fu subito una
grande reazione»
i
. 1-97
.
C
i
minazione dei fiorentini a rinascere.
Colonnello come era Firenze
in quei giorni?
«Firenze era completamente devastata. C'era un mare di fango
ovunque. Io all'epoca avevo un incarico amministrativo, ma decisi
di offrirmi volontario per scendere in strada. L'occasione capitò
perché un collega si fece male a
una caviglia, e così presi il comando di quel plotone e andammo in
città. C'era una grandissima confusione, ci chiamavano dappertutto per spalare il fango ma anche
per un aiuto umano. Ho diviso i
trenta uomini che avevo in piccoli gruppi; abbiamo tentato di rispondere a tutti coloro che avevano necessità».
Quale l'immagine che le è rimasta in mente?
«Un uomo che piangeva con il volto nascosto da un braccio. Era
l'immagine della disperazione nelle prime ore dell'alluvione. Ma superati quei primi momenti la cit-
.
77
G
n campo
tà ha trovato la forza di rinascere.
Alcuni negozi riuscirono a riaprire fin da subito, tanto che sulle
prime quello che era successo a Firenze venne sottovalutato dalle
istituzioni nazionali. Poi ci si rese
conto di quello che era successo».
li contributo dei Lupi fu determinante
«Il nostro è stato sempre un reggimento `speciale'. I Lupi, quale
che fosse la loro origine di nascita, furono sempre toscani tra i toscani. Fino alla fine e ancora oggi
che il reggimento non esiste più.
Nei giorni scorsi abbiamo svolto
il XXI raduno dell'associazione,
ricordando proprio i giorni dell'alluvione. Del 78° non scomparirà
la memoria; il nostro monumento dopo il restauro, si trova ora alla caserma Predieri».
A tutti coloro che intervennero
per l'alluvione, venne conferita
una onorificenza al merito. E' la
medaglia della quale il colonnello
in congedo Egisto Martini è forse
più orgoglioso.
Fabrizio Morviducci
Egisto Martini all'elso< a era un venticin
Alluvioni in Toscana
Pagina 3
Tra testimonianze immagini
i i
co!.lconsigliere
A
0
Alluvioni in Toscana
Gradito ospite della mostra
«L'Arno straripa a Firenze»
il consigliere regionale del
Pd Paolo Bambagioni che ha
seguito con narticolare
attenzione tutte le aree che
ricordano la Grande
alluvione del 1966. Disastro
che non interessò solo la
città, ma anche tutta la Piana
fiorentina allagando campi e
aree industriali.
Pagina 4
11
tanti
®
visi
stra sull'alluvione anche Nicoletta Mantovani
ieri per la mostra organizzata dal
nostro giornale «L'Arno straripa a
Firenze». Tanti fiorentini, ma anche turisti in visita in città. E anche scuole e associazioni . Insomma il grande successo continua
con commenti davvero emozionanti lasciati nel «librone delle firme».
Ieri gradita ospite del nostro giornale è stata Nicoletta Mantovani,
f ticoletta Mantovani davanti a uno dei grandi schermi con il direttore de La Nazione De Robertis
Ingresso Libero
nel nostro a itori
fino al 27 novembre
assessore di Palazzo Vecchio, che
accompagnata dal direttore Pier
Francesco De Robertis ha ammirato, passo passo, tutta la mostra, dal
docufilm alle pagine storiche alle
foto dei lettori.
Visto il grande successo, con il
clou nel fine settimana scorso, è stato deciso la proroga dell'apertura
al 27 di novembre
Anche ieri centinaia di persone si
sono messe in fila per ammirare i
filmati, le prime pagine e le fotografie che raccontano il disastro del
1966.
Un'esposizione semplice e al tempo stesso emozionante, il dramma
di quel giorno e di quelli successivi, vissuti dai fiorentini e da chi si
torvava in quelle ore in città. E La
Nazione con questo allestimento ripropone quel 4 novembre del
1966, in un mix tra tradizione e innovazione, messo nero su bianco
dai nostri cronisti e dai fotografi di
quel periodo. Proprio il giornale,
che nonostante il disastro riuscì comunque ad uscire tutti i giorni in
edicola, fu protagonista per informare in maniera capillare e per far
pressione su Roma per far arrivare
gli aiuti necessari.
La mostra è visitabile gratuitamente dal lunedì al sabato con orario
9.30-12.30 e 15-18. Ingresso da via
Paolieri. Vi aspettiamo.
Alluvioni in Toscana
Il nostro direttore ha
acco m pa g nato Nicoletta
Ma ntovani alla mostra
illustrando tutte le
diverse aree: dal docufilm
alle foto dei
nostri lettori
Nei giorni scorsi molti
persona ggi fiorentini
hanno visitato la mostra
H anno voluto conoscere
la nostra iniziativa anche i
sottoseg retari Lotti e
Toccalondi
G raditissi mo ospite della
mostra anche il
presidente
dell'Osservatorio
G iovani-Editori Andrea
Geccherirti
I lmoiioní daeInri a (I JIL Paeiue
l F.Lßu' . n s. seairanilrna
Pagina 5
Ricordi lontani eppure ancora così vivi. Emozioni che, dopo mezzo
secolo, sono tornate negli occhi e nella mente, attraverso le pagine de
La Nazione, le testimonianze e le immagini scattate e girate all'epoca.
Anche i soci del Lions Firenze Bargello, insieme alla presidente
Stefania Fuscagni, hanno visitato ieri la mostra nel nostro giornale.
Ricevuti dal direttore Pierfrancesco De Robertis, si sono soffermati
sui filmanti e su alcune delle prime pagine del 4 novembre del 1966,
prima che l'acqua dell'Arno allagasse completamente il nuovo
stabilimento del giornale.
Fra i tanti visitatori della mostra anche il Lions Club Firenze
Bargello
Alluvioni in Toscana
Pagina 6
Serata
Glí inserzionisti
visitano la mostra
VI SITA di alcuni inserzionisti
pubblicitari del nostro
quotidiano alla mostra «L'Arno
straripa a Firenze », allestita
nell'auditorium Attilio Monti,
eccezionalmente prolungata, in
virtù della grande affluenza di
pubblico, fino a domenica 27
novembre.
Alla presenza dei dirigenti della
Speed, concessionaria
pubblicitaria de «La Nazione»,
guidata da Mauro Lisi, del
direttore della sede di viale
Giovine Italia, Stefano Fantoni, e
del direttore de «La Nazione»,
Pier Francesco De Robertis,
sono stati illustrati ai visitatori le
riproduzioni dei nostri giornali
dell'epoca e ogni ospite ha potuto
ascoltare e vedere gli audioservizi
creati dalla redazione in
occasione del cinquantesimo
anniversario dell'Alluvione.
Al termine della serata, a tutti gli
intervenuti, è stato offerto un
aperitivo con la collaborazione
del catering «Galateo».
Alluvioni in Toscana
Pagina 7
In scena «Scandicci
® »
Spettacoto per it Cui
VENERDì 1 nove mb re
alle 21 aL Teatro A uror a i
Scan d icci in via S. B artoLo
in Tuto, Lo spettacolo a
scopo b enefic o d aL titolo
Scan d icci e iL diluvio R icord i e scene d a
un'alluvione". La serata
p reved e una raccolta
fon d i a favore
LL ssociazione Cui I
rag azzi d eL Sole p er La
costruzione d eLLa casa
allo io " O ra con N oV' .
Alluvioni in Toscana
Pagina 8
L'alluvione
diventa un film
DOPO la prima ufficiale e il passagio in prima tv su Sky Arte Hd del
9 novembre, il film «Firenze 66 Dopo l'Alluvione» di Enrico Pacciani, prodotto da Alkermes e Sky Arte Hd, sarà presentato al Museo Novecento oggi alle 17.30 alla presenza del regista.
Il film è stato prodotto con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, la collaborazione dell'Archivio del Festival dei Popoli. Si tratta di un'indagine, vissuta attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti, il commento degli esperti e una meticolosa ricerca
di immagini e documenti d'archivio, sui segni profondi che la forza
distruttrice dell'Arno ha inferto a
Firenze e alla vita dei fiorentini.
Ma è anche il racconto dell'impegno nel recupero del patrimonio
che ha fatto della città un cantiere
di eccellenza e di innovazione nelle
tecniche del restauro, oltre che il ricordo di una delle più grandi manifestazioni di solidarietà cui si sia
mai assistito nella storia.
Furono centinaia di "Angeli del
Fango" ad accorrere a Firenze da
tutto il mondo. Si trattò della prima grande mobilitazione giovanile
spontanea del Dopoguerra, in cui
tanti ragazzi, animati da una comune passione per l'arte, superarono i
confini e le divisioni della Guerra
Fredda per mettere in salvo un patrimonio che sentivano appartenere a tutta l'umanità.
Alluvioni in Toscana
Pagina 9
ACCADEMIA
DELLE ARTI
E DEL DISEGNO
Fino al 28 dicembre
LA SALA delle esposizioni
in Via Ricasoli 68 prende in
esame l'inedito rapporto tra
alluvione del 4 novembre
1966 e la produzione
artistica, prendendo le mosse
proprio dall'Accademia delle
Arti del Disegno, l'istituto
che dal 1563 riunisce a
Firenze i più famosi pittori,
scultori e architetti.
Orsanmichele 4 ospita una
selezione di venti opere, tra
sculture e disegni, che
dialogano attraverso un
inconsueto gioco di
metamorfosi a cui l'artista dà
forma realizzando un bizzarro
circo di mostri del nostro
temnn
Alluvioni in Toscana
Pagina 10
Cííiadínanza
onorSavoia
afia al
e benemerenze
'ci e
afia
CITTADINANZA onoraria
al Savoia cavalleria e
civiche benemerenze al
corpo di polizia municipale,
ai vigili urbani in servizio
durante l'alluvione del 1966
e alla memoria di Santi
Quadalti. Così si è espresso
ieri il Consiglio comunale di
Grosseto che ha attribuito
queste onorificenze,
all'unanimità per il vigili
urbani, a maggioranza per il
Savoia cavalleria. «Siamo
onorati di ospitare nel
territorio comunale una
prestigiosa realtà militare
come il Savoia cavalleria,
che da sempre si distingue
in Italia e all'estero per
impegno, spirito di
sacrificio, professionalità e
dedizione verso chi si trova
in stato di bisogno - dice il
sindaco di Grosseto -, in
operazioni di sicurezza e di
pace anche in territori a
rischio». Le civiche
benemerenze sono state
conferite a Felice Serra
(allora co ma ndante della
Municipale) e a Renato
Bocchi, Mario Moretti,
Giuliano Bianchini, Carlo
Carnicelli, Marcello
Teresini, Franco Battistini,
Franco Mazzieri, Romolo
Cheli, Guido Cardini, Enzo
Duchini, Furio Lazzeretti,
Alberto Gentili (vigili
urbani all'epoca in servizio);
inoltre al corpo della Polizia
municipale e alla memoria
di Santi Onadalti.
Alluvioni in Toscana
Pagina 11
« u4 %° L75 d%g! Lngetá de6 fango»
Livorno
I N OCCASIO N E del 50° anniversario
dell'alluvione di Firenze, l'Istoreco organizza
un incontro per presentare il volume «Sulle ali
degli angeli del fango e undici racconti di
viaggio» (Robin edizioni 2016), scritto da Fabio
Baldassarri. L'iniziativa si terrà giovedì 17 alle
17 nella sala conferenze dell'Istoreco
(complesso della Gherardesca, via GaUlei 40). A
presentare il libro, oltre all'autore, sarà il
professor Davide Puccini.
Alluvioni in Toscana
Pagina 12
L'OBIETTIVO QUELLO DI DARE VOCE
Al LETTORI, CHE POSSONO SEGNA LARE
PROBLEMI E AVANZARE PROPOSTE
PROSSIMA TAPPA SARA' DOMANI
L'APPUNTAMENTO E' PARTIRE DALLE 11
AL CIRCOLO ARCI DI CASALE
I
flCt
ip
vff
Poca s lcu re,zz
:
si
u
all'Olimp ia incassi calati de 70 % in pochi ann i
«ABBIAMO messo le inferriate a
ogni porta e finestra del circolo.
Con tutte queste sbarre sembra di
essere dentro una galera e invece in
carcere dovrebbero finirci tutti coloro che spacciano e rubano in questo quartiere». E' una situazione a
dir poco disperata quella che viene
raccontata da soci e clienti del circolo «Olimpia» di Tavola, in vicolo
del Chiassarello. Spaccio, raid van-
Appartamenti nel mirino
«Servono maggiori controlli
e più illuminazione»
dalici e furti sono all'ordine del
giorno e dal tardo pomeriggio in
poi le persone preferiscono restare
in casa piuttosto che andare al circolo a trascorrere qualche momento di relax in compagnia. Tanto
che qualcuno pensa anche all'ipotesi coprifuoco. «Le persone cominciano ad avere paura - racconta il
presidente dell'Olimpia Gianni
Bongiovanni - La sera non si vede
quasi più nessuno al circolo. Gli incassi sono calati del 70%. E anche i
giovani cominciano a cambiare luogo di ritrovo. Di solito chiudiamo a
mezzanotte, ma in realtà potremmo benissimo tirare giù il bandone
Alluvioni in Toscana
ore
I
alle 10. Per ora proviamo a resistere, soprattutto per dare un luogo di
ritrovo ai più giovani, ma a livello
economico si fa sempre più dura».
LA COLPA di questa situazione
viene attribuita alla presenza di
una fitta rete di spacciatori. Chi frequenta il circolo parla addirittura
di una quindicina di pusher che
vendono le dosi sia a clienti italiani
che cinesi. Oltre allo spaccio ci sono poi i furti. E il circolo è uno dei
bersagli preferiti dei malviventi.
«Abbiamo le inferriate, l'allarme e
le telecamere eppure entrano lo
stesso - commenta uno dei soci del
circolo, Sergio Gallorini - Adesso
ci avviciniamo pure al Natale e cominciamo ad avere ancora più paura di nuovi colpi. L'obiettivo è sempre lo stesso: le slot machine. Purtroppo non ne possiamo fare a meno, altrimenti le avremmo già tolte
da un pezzo». I furti riguardano pure gli appartamenti. «In casa di un
socio del circolo sono entrati tre
volte in un anno rubando gioielli e
contanti - racconta Silano Frosini
- Chiediamo più passaggio delle
forze dell'ordine. In fondo in passato quando ci fu una serie di controlli straordinari la situazione migliorò. E poi serve l'illuminazione in
via Perini. Il buoi infatti favorisce
le attività illecite».
Stefano De Biase
La richiesta, che arriva da
più parti del quartiere, è
quella di un maggiore
passaggio da parte delle
forze dell'ordine. Una sorta
di piano speciale dedicato
alla frazione, che ponga un
freno sia alla rete di spaccio
che ai fenomeni come furti
nei negozi e nei circoli: uno
su tutti quello dell'Olimpia.
Ex Casa del fascio
Da qualche giorno, lungo via
Braga, a Tavola, su una delle
facciate della ex Casa del
fascio, è stata affissa una
targa, per commemorare
l'alluvione del 1966. Questo
è un modo per ricordare, sia
la tragedia che ha colpito la
nostra provincia, ma anche
la generosità delle persone.
Pagina 13
Alluvioni in Toscana
Saverio Pacini
Sfilano Frosini
Sergio Gallorini
Gianni Bongiovanni
Pagina 14
'BATTAGL I A PER LA S i k'.'-,UREZZA
re ` uinaca' Der
vïi e ritardi, ecco gli
1
recati
Firenze: previste 4 casse d'espansione, nefunziona parzial me solo
, FIRENZE
PER mettere in sicurezza Firenze
da una nuova possibile alluvione
dell'Arno, il sistema idraulico individuato a cinquant'anni dal 4
novembre'66 sono, fondamentalmente, le quattro casse di espansione posizionate a Figline Valdarno (Pizziconi, Restone, Prulli
e Leccio) e il sopralzo e l'adeguamento della diga di Levane. I primi protocolli d'intesa e accordi di
programma, finalizzati alla progettazione e realizzazione di quelle casse, risalgono al 2004. All'epoca le due casse avevano un costo
complessivo da progetto preliminare di 17 milioni e dovevano essere terminate nel 2009. Oggi i costi sono lievitati e con quei 17 milioni non è più realizzalizzabile
nemmeno una sola di quelle opere. Le date di fine lavori sono slittate in avanti: a ben guardare a data da destinarsi. Visto che a fine
2016 si arriverà forse solo alla gara di appalto per la progettazione
esecutiva.
Nel 2004 Le 4 ' casse'
costavano 1 7 m iLioni: ora
non basterebb ero
pe r realizzarne una
VAL E per tutti l'esempio delle
due casse Pizziconi-Restone che
si articolano in tre lotti. E parliamo solo del primo, finanziato con
un accordo di programma a fine
2009 e (nei primi 5 anni perduti) i
costi erano già lievitati a 14 milioni per il progetto definitivo più 4
per l'attività di bonifica. Le opere
della cassa dovevano terminare a
dicembre 2011, a settembre 2012
doveva essere pronto l'argine strada. Poi i soliti ritardi italici: a causa dei rapporti con Autostrade e
Rfi, per la caratterizzazione delle
terre inquinate, e per l'annullamento del Tar della procedura
espropriativa per l'argine strada.
A tutto questo è seguita la nomina di un commissario ad acta regionale e la struttura di missione
ha inaugurato il cantiere, per la seconda volta, a settembre 2014. La
previsione di fine lavori è slittata
a dicembre 2015 con la promessa
del collaudo a giugno 2016. Non è
andata così. L'argine strada (fa
parte del primo lotto) è ancora a
livello di progetto preliminare e
la nuova data promessa è il 2018.
A luglio è stato deciso di 'stralciare' la costruzione dell'argine strada, realizzando in variante un altro argine. Terza previsione inizio lavori: gennaio 2018.
Morale: a Pizziconi quello che attualmente può funzionare è poco
più di una buca. Nulla a che vedere con la cassa di espansione progettata. Mentre la Regione, dal
canto suo, assicura che in caso
d'emergenza piena Pizziconi sarebbe già in grado di svolgere - almeno parzialmente - la sua funzione.
Proseg ue con successo la
m ostra l'Arno straripa a
Firenze' nell'auditori
Attilio M onti de La Nazione
(i ng resso libero da via
Paolieri). Visite prorogate
fino al 27 nove m bre con
orario 9,30-12,30 e 15-18
dal lunedì al venerdì . Sabato
e dom enica orario
continuato. Le scuole
possono prenotare le visite
allo 055 2495870
Paola Fichera
' .I.I.U\ Il':NL 50 ANNI
C,1,A4P1"r+ 1 coare9umnc zrlAmo
..... Nimi.zmndi
Alluvioni in Toscana
Pagina 15
ultirnio in parte
tiD tto 'r cessa Pizziconi
Pr wiste pu I. 2M2, rirrénto
ai 2l`]1 ; pni 1 gil.Jgno .'G1 f,l
ul iruuzien- cass,,a PrAó e Leccio
Irmi,te rrákm iL 2C11 2
e rirnrOC n nraambm 2M 61
`ine o io e b#to 8 PPZácarri
[ p) re;, isti ; e,T it'.?Ci 12
e riCatï al.2Cit pi al 20181
rr,rnlrletn mCnko
ttr L eassa e t 4
(.?ren, i5 tu p,2 r l ï.012".,
riw&k[s a120 í 5, al 2016,
pci al 201E11
Alluvioni in Toscana
Pagina 16
DOPO FIRENZE , RENZI DOVEVA ANDARE A BASSANO
L'elogio autocelebrativo degli
angeli del fango" che annega
nell'oblio i caduti di guerra
11
I
DI RENATO FARINA
ANCHE NELLA SCIAGURA, nel pianto, nel ricordo c'è chi è più
uguale degli altri. Il capo dello Stato è andato a Firenze,
per far memoria dell'alluvione del 1966, e indicare come
eroi del nostro tempo, da portare ad esempio, gli "angeli del fango". Ragazzi e ragazze che meritoriamente spalarono la mota, ripulirono libri antichi dalla sporcizia, soprattutto raggiunsero frazioni isolate portando generi di prima necessità. In quello stesso
giorno di 50 anni fa, la Carnia e il Basso Friuli furono travolti dalla furia delle acque. In particolare Iatisana, a causa dello straripamento del Tagliamento, ebbe i suoi morti. Molti fituni del Veneto, coree il Piave, il Brenta e il Livenza, balzarono fuori bagli
argini, e vaste zone del Polesine, sempre martoriato, furono allagate; in Trentino la città di Trento fin investita dalle furibonde acque dell'Adige. Nessuno ha mai saputo che anche Venezia soffri
danni enormi, e lo ha ricordato il cardinale Scola sul Corri eic della Sera. La televisione pubblica è andata al seguito di queste storie. Perché? Spero non sia solo per l'attrazione fatale del servilismo verso il presidente ciel Consiglio di turno.
Ma qui io voglio dire che il prezzo del ricordo per gli "angeli del fango", i giovani che accorsero un po' per generosità e molto per spirito di avventura, compagni e compagne di liceo unite
nella lotta, e all'addiaccio, sono stati altri angeli, che morirono
nella Prima guerra mondiale, circa un milione, e che orinai sono dimenticati. Dopo Firenze sarebbe stato bene un salto del capo dello Stato a Redipuglia, a Bassano, ad Asiago.
«Trascurare questo luogo non è cosa ragionevole»
Io non sono affatto un tifoso di quella Grande Guerra. Fu una inutile strage, coree disse Benedetto XV, ma non è una buona ragione per dimenticare chi pagò il prezzo della vita, o di un braccio, o
di ferite portate con sé per tutta l'esistenza, di coloro che risposero, come si dice con una retorica desueta ma giusta, al "richiamo
della madrepatria". Ciascuno di noi ha in famiglia un morto, un
invalido di quella barbara esperienza bellica. Eppure nello strazio
Alluvioni in Toscana
CIASCUNO DI NOI HA IN FAMIGLIA
UN MORTO, UN INVALIDO DI QUELLA
BARBARA ESPERIENZA BELLICA.
EPPURE NELL'INGIUSTIZIA, LI SI
COSTITUI LA COSCIENZA NAZIONALE.
DA QUEL MOMENTO INESORABILMENTE
SI DIVENNE ITALIANI
e nell'ingiustizia, lì si costituì la coscienza nazionale. Non grazie
alla guerra, era salendo sopra il male e l'orrore della guerra. Da
quel momento inesorabilmente si divenne italiani, Non italianiitaliani. Ma ciascuno divenne romagnolo-italiano, siculo-italiano,
emiliano-italiano, lombardo-italiano e via. Bisognerebbe fare come in America, coli i cimiteri con le croci bianche, oltre le coltine,
dove si celebrano i morti anche di guerre sbagliate, ma che videro
il sacrificio di padri, nonni, bisnonni. Invece da noi si preferisce
l'elogio assai scontato e autocelebrativo degli "angeli del fango",
che adesso sono tutti impegnati in un simpatico Arnarcord di
quanto furono buoni e generosi, Ottimo. Giusto. Un bell'esempio.
Purché non sia un velo utile a coprire dolori, sacrifici sconosciuti
e anime gloriose e sparite nella nebbia dell'oblio ufficiale,
Qui Boris rei interrompe. E ricorda il suo compatriota Solzenicyn, e un suo racconto, Zachai-Bisaccia. In bicicletta l'autore con
un amico va a Kulikovo, il campo di una feroce battaglia sul Don:
i russi resistettero ai mongolo-tartari nel 1380. «Quella terra, quella luna e quel luogo remoto erano i medesimi del 1380>>. Una specie di «ago piantato verso il cielo» su un'altura era il povero noaumento alla memoria. E c'era il guardiano, Zachar-Bisaccia, non
un'autorità, ma un uomo del popolo che da solo vegliava. Boris riprende Solzenicyn e dice che «trascurare questo luogo non è per
noi russi cosa ragionevole». Così vale per noi. 0 no?
A proposito. Non dobbiamo avere paura della parola cimitero.
Vuoi dire dormitorio. 1 morti dorarono. Noi? Svegliamoci.
Pagina 17
Il fílm di Sky A ile
sull'alluvione
a 'va al museo
USCITO in concomitanza con il cinquantesimo anniversario dell'alluvione, e trasmesso in prima tv, su
Sky Arte Hd, lo scorso 5 novembre, il film "Firenze 66
- Dopo l'alluvione" di Enrico Pacciani, prodotto da
Alkermes e Sky, arriva oggi al museo Novecento, dove sarà proiettato alla presenza del regista. Realizzato col contributo della Fondazione Cassa di Risparmio e la collaborazione del Festival dei Popoli, il documentario è un'indagine, vissuta attraverso le testimonianze dei protagonisti, il commento degli esperti
e una meticolosa ricerca di materiale d'archivio, sui
segni profondi che la forza distruttrice dell'Arno ha
inferto a Firenze, ma vuole anche testimoniare l'impegno nel recupero del patrimonio artistico e culturale che ha fatto della città un centro d'eccellenza per il
restauro.
Museo Novecento, p. Santa Maria Novella
oggi ore 17.30. Ingresso libero fino a esaurimento posti
U NIVROON(IONE RIíERJATA
Alluvioni in Toscana
Pagina 18
di LUCA BONELLI
]la domanda dello scialbo psicologo "qual è il
primo ricordo della sua
vita", oppure all'emulo da bar
del conduttore di talk show, non
saprei davvero cosa rispondere.
Senz'altro non ricordo nulla
dell'alluvione del `66.
Nei giorni in cui ho incontrato
testimoni della piena dell'Ombrone, più volte sono stato apostrofato con frasi tipo: " Eh, ina te
sei giovane, cosa vuoi che ti ricordi?». Ringrazio, quindi, gli interlocutori per la loro benevolenza, e assieme a ciò devo ammettere che dell'alluvione non
ricordo assolutamente niente,
avevo solo tre anni, neanche
compiuti. C'è chi dice che si ricorda di quando aveva quell'età,
io no.
Quello che sapevo dell'alluvione, cioè di fatti riguardanti la
mia famiglia, le sorti di conoscenti e parenti in quel dato momento, l'ho appreso in seguito
dai racconti di familiari, degli
amici eccetera. Poi i libri, i giornali, così.
Ricordavo, invece, abbastanza distintamente un episodio di
cui ho scritto nelle cartoline:
qualche anno dopo l'alluvione
mia nonna preoccupata delle
abbondanti precipitazioni mi
trascinò verso il ponte sul Diversivo e, come per un tacito appuntamento, lì si era radunata
una piccola folla a scrutare, di
sotto, il livello dell'acqua limacciosa del canale dove venivano
deviate le acque sovrabbondanti del fiume Ombrone. Sentendo
parlare quella gente della
"alluvione" avevo la sensazione,
oltre alla paura vera che avvertivo nell'intonazione delle voci, di
sentir parlare di fatti accaduti secoli addietro. Erano passati in realtà dieci anni soltanto, forse
meno.
Nella zona dove abitavo con
la mia famiglia all'epoca, via
Buozzi, l'acqua non salì a livelli
molto alti, non oltre il mezzo
metro, erano le acque provenienti dal canale Diversivo. Fu
ovviamente un grosso disagio,
soprattutto per la difficoltà di
procurarsi generi di prima necessità anche nei giorni successivi; ma non ci furono danni gravi
o pericolo persino mortale come nel centro di Grosseto.
E così che la percezione della
situazione, della drammaticità
del momento è diversa per
ognuno; varia a seconda
dell'età, delle condizioni di vita
e, molto, dall'altitudine della
Alluvioni in Toscana
«Che
nei vostri. racc
II poeta Luca Bonelli ha raccolto per noi le testimonianze
di chi r. E ora fa un bilancio di
speciale
Per settimane il poeta Luca &onelli ha raccolto, penna e taccuino, testimonianze di grossetani
dalla grande alluvione. A lui si
devono i brevi testi che accompagnano le 21 schede fotografiche
in dono col Tirreno. Anche per
&onelli, che nel '66 aveva tre anni, è stato un grande viaggio nella memoria, oltre la memoria.
Che ora ci racconta così.
Avevo tre anni
e di quei giorni
non ho ricordi
Ma in queste settimane
ho conosciuto un pezzo
della nostra storia,
i sentimenti, le paure...
La vita oltre le cronache
Luca &onelli
propria abitazione, della sede
della propria attività.
Molto diversi sono i racconti
di chi viveva a Barbanella, ad
esempio, o nel quartiere Pace ri spetto ai racconti di chi viveva in
centro storico, diversi i racconti
di chi era molto giovane, addirittura ragazzino se confrontati a
quelli di chi già maturo.
Così, quan do si va a stimolare
la memoria, il ricordo, si verificano fenomeni singolari e interessanti: come per taluni siano rilevanti e fondamentali alcuni fatti
r come, per altri, gli stessi fatti siano assolutamente irrilevanti o
addirittura immaginati o inventati dalla credenza popolare.
Trai fatti "rilevanti" lapresenza di numerosi cadaveri di animali trascinati dall'acqua, circostanza ricordata da quasi tutte le
persone che ho incontrato; meno ricordata, invece, la presenza
nei giorni successivi di minatori
dell'Amiata e dalle Colline Metallifere, i nostri "angeli del fango", forse solo immaginata la
presenza dei portuali livornesi.
Perciò è stata un' esperienza
molto interessante, conoscere
oltre le cronache, dalla testimonianza diretta, un pezzo della
nostra storia, della storia della
Maremma, storia da sempre le-
gata a doppio filo all'acqua, alla
palude prima, alla scarsezza delle risorse idriche, alle inondazioni appunto.
Conoscere i sentimenti, le
paure, gli stati d'animo, cose che
non rimangono sui libri o nei
giornali e che, però, sono elementi che consentono di capire
qualcosa che va oltre la cronaca.
E così mi viene d'obbligo ringraziare tutte le persone che ho
incontrato, che si sono fidate di
me, della mia capacità di riportare le loro confidenze in maniera
fedele (fatto mica scontato, non
conoscendomi per nulla in molti casi), e di avermi permesso di
conoscere fin nei particolari le
loro esperienze in quegli storici
giorni, esperienze che mi auguro di essere riuscito a riprodurre,
in qualche modo, nei brevi stralci di conversazione riportati.
Pagina 19
Novembre 1966, piazza del Sale (foto Agenzia Bf)
Dal 1966 al 2016
in regalo
le nuove foto
Diciannovesima e terzultima
tappa del grande viaggio
nell'alluvione di Grosseto tra
passato e presente . Oggi, con
la scheda allegata alla copia
del giornale in edicola, le
fotografie "speculari"
dell'agenzia Bf ci portano di
nuovo in piazza del Sale, a
ridosso di Porta Vecchia: fu
proprio da quella Porta che il
torrente di acqua e fango
entro con la maggior violenza
nel centro storico di Grosseto,
salendo dritto da via de'
Barberi . Una delle zone più
colpite della città, questa,
come testimonierà la foto di
domani, ventesima uscita:
andremo infatti in piazza de'
Maria, in quell'angolo di Mura
dove ancora oggi le targhe in
marmo riportano
l'impressionante altezza
raggiunta dall'acqua nel
novembre 1966. II viaggio
continua, fino avenerdì con il
Tirreno in edicola.
Alluvioni in Toscana
Pagina 20
Dl GIORGIO DELL'ARTI
Giornalista (in questa rubrica
ci spiega rn modo semplice uno dei fatti più complessi
della settimana)
TORNADI, I.NONDAZIONI:
II_TEMPO E CAMBIATO?
ALTEMPO La tromba d'aria di Ladispoli, che ha ucciso due
persone, il livello dell'Arno di nuovo pericolosamente in piena e
anche il ricordo dell'alluvione di Firenze di 50 anni fa, ci mettono di
fronte al dubbio se il maltempo sia quello di sempre o se in qualche
modo l'uomo, con la sua attività, lo abbia modificato. Proprio adesso è
riunita a Marrakech la XXII Conferenza sui cambiamenti climatici e la
totalità degli scienziati radunati in quella sede è convinta che le
modifiche del clima siano di origine "antropica ", cioè causate
dall'uomo . Questi scienziati hanno misurato la temperatura che ha
preceduto l'età industriale (sorta intorno alla seconda metà del
Settecento) e hanno come obiettivo di limitare a due gradi l'aumento
della temperatura terrestre nella nostra epoca. Vasto programma, dato
che l'adesione degli Stati è volontaria e la rinuncia all'inquinamento può
avere conseguenze economiche sgradevoli e far diminuire il consenso
verso chi governa. È la solita contraddizione tra il breve periodo
(l'unico che interessa ai politici) e il lungo periodo, che riguarda un
mondo di là da venire, preoccupazione esclusiva dei profeti, benché
abitato dai nostri figli.
M
DUBBI La questione vera è se sia credibile la tesi secondo cui il
riscaldamento globale sia stato provocato dall'uomo. Quelli di
Marrakech ci credono, ma molti scienziati non ci credono affatto e i
più maligni tra di loro fanno notare che le tesi catastrofiste
garantiscono cospicui finanziamenti destinati a sparire di colpo se a
un tratto gli scienziati sostenessero che tutto va bene . Epoche calde
e fredde si sono alternate nel corso dei millenni e nessuno, per ciò che
riguarda il passato, può sostenere che l'essere umano c'entrasse
qualcosa. I catastrofisti, oltre tutto, sono dei talebani e difendono il loro
punto di vista con grande aggressività. Convinti di incarnare il Bene,
presentano spesso prove fasulle delle loro tesi, di cui i giornali,
temendo di essere linciati, danno in genere pochissimo conto.
Alluvioni in Toscana
Pagina 21
CIVICHE BENEMERENZE
E dopo 50
' il riconoscimento
agli "angeli" della Municipale
Novfflirhre 1966, vigili urbani in azione in città (foto Bf)
er il corpo della Poli zia municipale e per
quei vigili urbani,
all'epoca in servizio, che nel
corso di quei tragici eventi
contribuirono con abnegazione e coraggio a salvare molte
vite umane e a portare aiuto e
conforto alla popolazione. Alla memoria del buttero Santi
Quadalti per l'altissimo valore dell'operato e per l'impegno civico profuso».
Con queste motivazioni ieri
il consiglio comunale di Grosseto ha deciso all'unanimità
di conferire civiche benemerenze al corpo di Polizia municipale, ai vigili urbani in servizio durante l'alluvione del
1966 e alla memoria di Santi
Quadalti, il buttero di Braccagni che morì nel tentativo di
soccorrere alcuni animali travolti dalla piena e che risultò
l'unica vittima della grande alluvione di Grosseto.
Le civiche benemerenze saranno dunque conferite a Feli-
Alluvioni in Toscana
ce Serra (allora comandante
della Municipale) e a Renato
Bocchi, Mario Moretti, Giuliano Bianchini, Carlo Camicelli, Marcello Teresini, Franco
Battistini, Franco Mazzieri,
Romolo Cheli, Guido Cardini,
Enzo Duchini, Furio Lazzeretti, Alberto Gentili (vigili urbani all'epoca in servizio); inoltre - come detto - al corpo della Polizia municipale e alla
memoria di Santi Quadalti.
«Il cinquantesimo anniversario dell'alluvione a Grosseto - ha spiegato in consiglio il
vicesindaco Luca Agresti - ci
ha offerto un'importante occasione, quella cioè di colmare un vuoto pesante rispetto
all'attribuzone del meritato
omaggio a quei vigili urbani
che si distinsero nel 1966.Oggi il consiglio comunale - ha
concluso Agresti - ha voluto
ricordare con una doverosa
onorificenza il loro valore,
l'impegno e il darsi senza riserve».
Pagina 22
ASSEMBLEA
Cominissariamento del Comune
la rìchìesta am*va m
* Prefettura
I CARRARA
«Commissarimento del Comune di Carrara». Ieri mattina alle ore 12 Carrara Assemblea
Permanente è stata ricevuta in
Prefettura, ed ha esposto il documento di richiesta di commissariamento del Comune di
Carrara al Prefetto Vicario
dott. La Rosa. Una richeista
che era già stata avanzata alcune settimane fa, dalla sala di
rappresentanza di palazzo civico e che adesso è stata ribadita
nell'incontro a Palazzo rosso.
«Il documento- si legge nella nota di Assemblea Permanente - era già stato letto da alcuni esponenti dell'Assemblea durante l'iniziativa pubblica a due anni dall'alluvione
di Marina. Presentato in Prefettura tale documento è stato
ritenuto puntuale, e si condivide con la cittadinanza l'encomio ricevuto dall'Assemblea
Permanente per l'impegno civico svolto da due anni a questa parte».
Alluvioni in Toscana
II Comune dl Carrara
«Da questo incontro - continua la nota relativa all'appuntamento in Prefettura - sono
nati gli spunti su come proseguire l'operato di denuncia nei
confronti dell'amministrazione Zubbani, che ad oggi - sottolinea nella sua nota l'Assemblea - persevera a mantenere
in pericolo il territorio carrarese».
©RIPRGDJZIGNE RISERVATA
Pagina 23
c
.,i .rr q
c
i
e
E
,,,
, ,•• /
%%
, ,,_
test i mon i anza
I
G í acomo
I
«
<(Mentre il fiume
stava traci an
noi
Finito il
concerto chiamai
casa e mi disse ro
d i non tornare»
diANDREALANINI
a graziosa, minuscola
utilitaria bianca plana
con grazia di motoscafo
lungo via Andrea Pisano. Sullo
sfondo, il dipartimento di Ingegneria, il cui primo preside fu
l'illustre matematico e senatore del Regno Ulisse Dini, e la
cui facciata, in questo bello
scatto di Luciano Frassi, ancora si riflette nel "lago" provocato dall'alluvione del 4 novembre 1966. Sono passate diverse
ore dall'esondazione, ma Pisa
è ancora punteggiata da vasti
specchi liquidi che le donano
stranianti effetti di città lagunare. Nella terribile nottata del
"venerdì nero", altri mezzi a
Alluvioni in Toscana
quattro ruote avevano sfidato,
nei concitati momenti che vedevano la piena dell'Arno al
suo culmine, la prepotenza
dell'acqua limacciosa. Tra questi, l'eroico furgoncino dei "Seminole", band pisana che, a
pochi mesi dalla sua formazione (nacque nel '64), per schiere di ragazzi della provincia
(ma non solo) era già oggetto
di culto. Giovani e agguerriti:
proprio come gli indiani Seminole, tribù da cui il complesso
forviato da Alberto Senesi e
Giacomo Bernini (voce e chitarra), Luigi Antonelli (chitarra solista), Luciano Niccolai
(basso; di lì a breve sarà sostituito da Franco Vichi), Loris
Lugnani (batteria) aveva mutuato il nome.
E la scritta "Seviinole", così
gioiosamente anni Sessanta,
compariva anche sulle fiancate del pulmino azzurro su cui i
"fab five" si spostavano per i
concerti. Una formazione di
carattere: sul palco come anche sulla strada. Lo dimostrò
quella notte: sfidando, a modo
suo, l'Arno, scavalcandone la
furia grazie al ponte della Cittadella, mezzo affogato nei flutti
ma ben saldo sui suoi piloni.
«Una scena spaventosa, l'acqua era al filo della campata racconta Giacomo Bernini,
che quella volta era al volante Ma, dopo aver girato per ore e
ore in attesa di capire cosa fare, si voleva tornare a casa. E
attraversammo il ponte, diret-
cantante e mus i c i sta
, non I arr í vammo
I»
I I,
ti verso la zona dell'aeroporto,
dove si abitava tutti. Lì l'esondazione non arrivò».
Non grazia di motoscafo,
quella volta, ma tenacia di corazzata: immaginate questo
furgoncino da figli dei fiori
che, all'altezza della Cittadella, saetta da una parte all'altra
dell'Arno ancora esondante in
più punti; questo sì che sarebbe stato un grande soggetto
per l'obiettivo di Luciano Prassi. «Il 4 novembre del '66 - ricorda Bernini - il nostro impresario ci aveva fissato una serata a Ponte a Cappiano, vicino
Fucecchio. Dovevamo andare
a suonare lì. Ma la mattina ci
telefonarono: non venite, qui
l'Arno sta andando di fuori, è
pericoloso. Fu una giornata indiavolata per molti gruppi musicali dell'epoca: band che dovevano arrivare da fuori per
suonare in Toscana non si
mossero. Una di queste, un
gruppo di Bologna, doveva
suonare in provincia di Lucca,
a Lunata, nella la famosa Sala
Pacini, ma dette forfait. Il nostro impresario mise noi al loro posto. Mentre l'Arno tracimava a Pisa, noi eravamo sul
palco, davanti ai microfoni e
con gli strumenti in mano.
Avevamo già suonato il pomeriggio, facemmo il bis la sera c'erano due live a orario continuato, con l'intermezzo della
cena. Finito il concerto, chiamai a casa per sapere com'erano messe le cose in città. Mi rispose la mia povera mamma:
mi disse non state a tornare,
non ce la fate a attraversare il
fiume, qui è un disastro, il centro è alluvionato. Avevamo il
furgone dei Seminole pieno di
amici che dovevano tornare
con noi a Pisa. Invece nulla, si
Pagina 24
passò la nottata così, in giro. A
vent'anni non ti scoraggi certo
per questo». 1 Seminole rientrarono alla base a tarda notte.
«Affrontammo il ponte della
Cittadella, che, ci dissero, era il
più sicuro. Si, uno spettacolo
davvero impressionante: l' acqua lambiva l'asfalto. Fu una
mossa probabilmente azzardata, ma si decise di attraversare
il fiume e raggiungere la zona
dell'aeroporto. Si stava tutti da
quelle parti, San Marco, San
Giusto. Che, per fortuna, rimasero all'asciutto».
C!RIPROD 'JZIONE RISERVATA
«La cit
dal fiume
anche nel 1937»
tà scossa
«Quello li col cappotto e il
basco, sotto l'argine, con un
bimbo per mano, è mio
padre». Pierluigi Cecchi lo dice
con un pizzico di emozione. «Si
vede male malo stile con cui è
vestito è suo», sottolinea.
Sono due foto che il nostro
lettore ha trovato nel suo
album dei ricordi di famiglia.
«A Pisa - racconta - ci son
ostate altre alluvioni. Altri
momenti difficili, anche prima
dei 1966». Quello immortalato
(lo spiega una scritta dietro
una delle foto) è dei 12
dicembre 1937.
Un tratto dei fiume in piena nel centro della città : è il 12 dicembre de{ 1937
Un'altra immagine dei 1937 segnalata dal lettore Pierluigi secchi
il gruppo musicale i seminole in una caratteristica cartolina promozionale degli anni Sessanta
Alluvioni in Toscana
Pagina 25
via Risano allagata
sembra un angolo
di città lagunare
La città invasa dall'acqua e dal
fango dell'Arno esondato il 4
novembre del 1966 . La città
che si cura le ferite di
quell'alluvione anche nei
giorni successivi. E la città, gli
stessi angoli , rivisti oggi, per
capire cos'è cambiato a
cinquant'anni di distanza.
Le immagini di ieri e di oggi
(quelle dell'epoca fornite
dall'Archivio della Fondazione
di Palazzo Blu che detiene
idiritti delle immagini
scattate dal fotografo pisano
Luciano Frassi; gli scatti di
oggi realizzati dai fotografi
Fabio Muzzl e Franco siivi)
fanno parte di una iniziativa
che il Tirreno ha dedicato
all'anniversario dell'evento e
che regala ai propri lettori.
Una collana di 21 fotografie
che riguardano Pisa e la
Provincia. Soprattutto
Alluvioni in Toscana
Pontedera. Scatti che hanno la
capacità di racchiudere in
un'immagine il dolore, lo
spirito di sacrificio e la
volontà di un popolo che non
vuol subire e vuoi tornare al
più presto alla normalità.
È questo il senso delle foto che
regaliamo ai lettori ogni
settimana dal mercoledì al
sabato.
Quella che troverete in edicola
oggi (come raccontiamo
nell'articolo di Andrea Canini
qui a fianco) racconta di via
Andrea Pisano. «Sullo sfondo,
il dipartimento di ingegneria,
il cui primo preside fu l'illustre
matematico e senatore dei
Regno Ulisse Dini, e la cui
facciata, in questo bello scatto
di Luciano Frassi, ancora si
riflette nel "lago" provocato
dall'alluvione dei 4 novembre
1966. Sono passate diverse
ore dall'esondazione, ma Pisa
è ancora punteggiata da vasti
specchi liquidi che le donano
stranianti effetti di città
lagunare». È l'immagine di
Pisa che si avvia verso la
normalità ma che non vuoi
dimenticare le piaghe lasciate
dall'acqua e dal fango di quel
fiume diventato
improvvisamente un nemico.
Pagina 26
D S. MARIAA MONTE
Dedicato a Giuseppe, Giorgia,
Faustina ed Egidia Banchini,
vittime della Grande Alluvione
del 1966 nel territorio di Santa
Maria a Monte, è andato in
scena in località Le Colombaie
lo spettacolo "Se io fossi acqua", ideato da Franco Di Corciajr (direttore artistico del teatro comunale di Santa Maria
a Monte) e promosso dall'amministrazione comunale all'interno della rassegna Arno
d'oro.
«L'atteso evento ha vinto la
sfida - dice il regista - Più di
200 persone hanno vinto il
freddo per assistere, nei luoghi
dove la memoria si fece tragedia, a uno spettacolo ricco di
pathos e di emozioni. Le immagini e i ricordi si sono fatti
melodia con le cantilene e le
canzoni di prima dell'alluvione, provocando una commozione unica nelle persone che
hanno assistito allo spettacolo. Una performance indimenticabile grazie alle interpretazioni degli allievi attori della
compagnia "I pensieri di Bo"'
della scuola "Espressioni dan
za" di Marika Torricelli, della
compagnia teatrale "L'anello"
di Cascina e della compagnia
teatrale "Dida'sko" di Castelfranco di Sotto».
«Con lo spettacolo "Se io fossi acqua" si sono conclusi gli
appuntamenti che l'amministrazione comunale ha promosso in collaborazione con
"I pensieri di Bo"e la Rete archivistica Bibliolandia per la
rassegna "Arno d'oro" - spiega
la sindaca Ilaria Parrella - Lo
scopo è stato quello di offrire
alla propria comunità momenti di condivisione e sottolineare come all'epoca la solidarietàfosse uno dei valori fondanti
del comune di Santa Maria a
Monte. "Se io fossi acqua" nasce sulle testimonianze e i ricordi che hanno arricchito la
crescita dello stesso autore,
sandonatese. È una favola in
cui i protagonisti sono le memorie di un fiume amico che
all'improvviso tradisce le promesse. Voglio ringraziare in
modo particolare Franco Di
Corcia jr e tutti gli operatori
che hanno contribuito all'ottica riuscita della rassegna».
a
Spettacolo e libro dedicati ai ancini
la cu i casa fu spazzata vía dallArno
il libro. Nei giorni scorsi, sempre a Santa Maria a Monte, è
stato presentato il libro "Il fragore della memoria. Cronaca,
ricordi, documenti e immagini a cinquant'anni dall'alluvione del 1966", sull'esondazione
dell'Arno nel territorio comunale, curato da Patrizia Marchetti, archivista, esperta di
storia locale, e da Mariano Boschi, storico dell'arte.
«La pubblicazione è dedicata a Giuseppe, Giorgia, Faustina ed Egidia Bancliini, che rimasero vittime della tremenda ondata che spazzò via la loro abitazione sita a pochi metri dall'argine dell'Arno dove si
verificò la rottura - dice ancora
la sindaca - Con quest'opera
vogliamo ricordare quei tragici giorni di 50 anni fa, quando
quella distesa infinita d'acqua
invase tutta la pianura del Valdarno Inferiore, come fosse
mare, fredda, mehnosa, a tratti illuminata dal bagliore dei
lampi che la rendevano ancora più minacciosa. Il lavoro ha
tentato di ricostruire quanto
successe affrontando la triste
vicenda da cinque punti di vista: la cronaca, con l'elenco
dei fatti dal venerdì 4 al martedì 8 novembre 1966; lamernoria, con la trascrizione del diario di don Luigi Picinoli, parroco di San Donato; i documenti d'archivio, con il consiglio comunale riunito il 13 novembre 1966 sotto la presidenza del sindaco Sisto M arinai, e
la cronistoria degli atti amministrativi fino al 1974; la stampa, attraverso le pagine dei
quotidiani nei giorni immediatamente successivi alla trage-
dia; le immagini, "crude" testimonianze dell'alluvione vista
con gli occhi della gente».
«Un ringraziamento sincero
- conclude la sindaca - a quanti hanno contribuito alla realizzazione di questo lavoro e che
con grande spirito di collaborazione hanno fornito foto e
documenti andati ad impreziosire la pubblicazione».
il, _11,1n
m
Alluvioni in Toscana
Pagina 27
i...l;i, .ii:,.'.
.,„,.::;
u.,;;i.ï,,..,zi.1, ull
...ï;;i.,
„.r<i.;,
,.i'.i tr.,.
i.ï7i,..:
Gli attori che con la regia di Franco Di Ce rcìajr hanno dato vita allo spettacolo teatrale "Se in fossìacqua ll nei I uoghi del I ' inondazìone ( Foto dì u i annì MattonaieAlessioTrafeli)
Alluvioni in Toscana
Pagina 28
1' ,?'n C
r
a
Ben ventuno appuntamenti in
edicola, da mercoledì a sabato,
per una collezione importante e
accurata . Le foto delle due città
alluvionate - Pisa e Pontedera in questo caso arrivano da varie
fonti : dall'archivio Frassi di
proprietà della Fondazione Pïsa
(con la collaborazione di
Palazzo Blu) e dall 'archivio
storico silvï. Gli stessi luoghi
sono stati fotografati oggi a Pisa
da Fabio Muzzi e a Pontedera da
Franco siivi . I testi sono stati
scritti da Andrea Lanini. La
undicesima foto (a sinistra) è ïn
regalo oggi con l'acquisto dei
giornale e i nostri lettori
potranno inserirla nel
raccoglitore che è stato regalato
con la prima uscita.
Un altro momento dello spettacolo "se io fossi acqua" ( Foto di Gianni Mattonai eAlessio Trafeli)
Alluvioni in Toscana
Pagina 29
SERVONO FATTI
(E NON PATTI)
di Mario Lancisi
uando nel 1989 Achille Occhetto
decise di ammainare la bandiera del
Pci, la sinistra si lacerò e, come ama
spesso fare, diede il là ad un dibattito
-pomposo. Titolo: Il nome e la cosa. Il
nome dei nuovo partito, ma soprattutto i suoi
programmi, la cosa, appunto. Qualcosa di
analogo succede alla Regione Toscana. Dove ad
ogni nuovo governo si stila l'elenco delle opere da
fare. Il nome cambia, ora c'è «Patto per la
Toscana», ma le «cose» da realizzare sono
sempre le stesse. Più o meno. E nel frattempo
niente o quasi è stato fatto. Dalla messa in
sicurezza dell'Arno (dopo mezzo secolo il rischio
alluvione non è stato scongiurato) alla Tirrenica.
Dall'Alta velocità al potenziamento dell'aeroporto.
C'è qualcosa di frustrante in questo sterminato
elenco di opere sempre evocate e mai realizzate.
A tal punto che la Toscana nella palude ha
attraversato le nostre vite professionali. Ha
appassionato, diviso, fatto sognare. tannino
Chiti, per dire, era ancora sindaco di Pistoia negli
armi Ottanta quando si parlava di sicurezza
dell'Arno o di Tirrenica. Poi è stato presidente
della Regione, ministro, parlamentare. Adesso i
problemi di cui si è occupato sono ancora h come
massi di marmo ancora da scolpire. Senza una
forma compiuta. Rossi addirittura ha deciso
sull'alta velocità di far riemergere il passato
ascoltando l'ex presidente Claudio Martini e l'ex
assessore ai trasporti e all'urbanistica Riccardo
Conti. Il nastro delle opere incompiute o mai
realizzate si distende e si riavvolge, mentre
futuro, presente e passato si alternano sempre
uguali a se stessi in una sorta di grande gioco
dell'oca. Gioco rilanciato con il Patto per la
Toscana tra Governo, Regione e Comune di
Firenze. Sul potenziamento dell'aeroporto di
Firenze si gioca allo scaricabarile, ma in ballo c'è
lo sviluppo economico della parte più dinamica
della Toscana e sul piano politico la credibilità
del tanto sventolato riformismo toscano. Il
premier Renzi è il governatore Rossi non possono
non esserne consapevoli. Più che di accordi e
patti, dopo decenni di partite mai giocate fino in
fondo, sulle infrastrutture laToscana ha bisogno
di fatti. Di «cose» realizzate e non di annunci, di
accordi traditi, di un rosario di opere da fare
recitato senza crederci. Forse è giunto il
momento di un'operazione verità in cui più che di
patto si stili un programma di opere finanziatile
e realizzabile in tempi certi. Poche, ma che si
possano concludere entro la fine di questa
legislatura regionale. Le ambizioni nazionali di
Rossi si giocheranno soprattutto in Toscana. La
sinistra che da Berlinguer a Sanders il
governatore evoca ad ogni passo non può essere
solo un «nome», ma una «cosa» concreta, su cui
costruire una leadership che conti sul piano
nazionale.
Alluvioni in Toscana
Pagina 30
La fiera deffarte, due gionu m Fortezza
Focus sul mercato, un premio e Sgarbi che ` ustra Caravaggio
Caravaggio ancora e sempre icona degli artisti contemporanei. E dedicata al grande
Michelangelo Merisi la lectio
magistralis di Vittorio Sgarbi
che inaugura domani sera alle
18, (fino alto novembre, Padiglione Arsenale della Fortezza
da Basso) la tre giorni dedicata all'arte contemporanea, a
ingresso libero, «Arte Firenze
2016».
Per la prima volta a Firenze,
la rassegna già collaudata a
Salerno e poi a Roma, porta in
mostra opere di 20o artisti italiani, europei e provenienti
anche dall'America latina, ripetendo il format voluto dagli
organizzatori di «Artetra» di
Salerno e col supporto dei
due critici Vittorio Sgarbi e
Daniele Radini Tedeschi,
commissario della Biennale
di Venezia 2015, riconfermato
per l'edizione del 2017. Sarà
quest'ultimo a selezionare le
sei opere vincitrici del «Premio internazionale Sandro
Botticelli», in prima edizione,
scegliendo tra le proposte in
Numerì
Attesi duecento artisti
provenienti da tutto
il mondo e consulenti
per investire nel settore
Protagonista
Vittorio Sgarbi con
«Giuditta che
taglia la testa a
Oloferne»
di Caravaggio
mostra, tre pittura, scultura,
disegno, fotografia, digital art
e altre espressioni artistiche
contemporanee. Un premio
democratico, come spiegano
gli organizzatori, «che unisce
tradizione e sperimentazioni
contemporanee sotto il segno
del valore assoluto della bellezza, in omaggio all'artista
fiorentino che nel Rinascimento è stato il più grande interprete degli ideali classici di
armonia e bellezza dando vita
a capolavori assoluti come la
Primavera e la Nascita di Venere.
Sul palcoscenico della Fortezza, un percorso ricco di mirabolanti proposte per galleri-
sti, collezionisti o semplici
appassionati che potranno cimentarsi in acquisti confortati dal parere di esperti consulenti della Prince Art, società
con sede a Salerno e a Milano,
che offre a livello globale strategie di investimento in arte
contemporanea per privati,
istituzioni e corporate. Dal
canto suo Vittorio Sgarbi selezionerà 8 artisti che si aggiungeranno ai 22 selezionati ad
Arte Salerno 2016 e a «Caput
Mundi Arte Roma» in un percorso continuativo che si concluderà con la mostra collettiva Vittorio Sgarbi - la Selezione nella Prince Art Gallery Casa d'Aste di Salerno. Dalle
1o alle 21 fino a domenica 20,
alla Fortezza da Basso, l'arte
contemporanea farà da sfondo a performance musicali,
dibattiti sul tema con giornalisti di settore, workshop. Vale
la pena segnalare sabato alle
16 la performance artistica
Memorie fluide a cura di Telluris associati, con pitture di
Alex Caminiti e video installazione di Letteria Giuffrè Pagano, alle 17 un confronto con
giornalisti esperti del settore
tra cui Jean Blanchaert, Claudio Pescio, Rosario Sprovieri,
Federico Calo!, Vincenzo Napolitano, e alle 19, sempre sabato, l'esibizione del quartetto
di chitarre e percussioni Poterico, celebrato da ItaIia's got
talent nel 2015. Domenica 20,
ultima giornata della rassegna, per tutto il giorno i consulenti di Prince Art saranno a
disposizione dei visitatori.
Loredana Ficicchia
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
Alluvioni in Toscana
Pagina 31
L'ALLUVIONE A TEATRO
Firenze, Teatro Niccofini, via Ricasofi 3
Stasera alle 21 Gionni Voltan porta in
scena «Oltre gli argini - Firenze, 4 novembre 1966» di Paola Presciuttini, regia
di Mario Mattia Giorgetti.
Alluvioni in Toscana
Pagina 32
9
11
11
LA MOSTRA È VISITABILE GRATUITAMENTE DAL
LUNEDI AL SABATO ICON ORARIO 9.30-12.30 E 15-181
FINO A DOMENICA 27 NOVEMBRE COMPRESA
(IN QUESTO CASO ORARIO CONTINUATOi
a a
L
11
•
/
®
L
Sono le nuove generazioni, i nostri
ragazzi, i nostri studenti la piacevole
sorpresa della mostra «L'Arno straripa a
Firenze» organizzata da
Nazione ed
aperta, dopo la proroga, fino al 27
novembre. In tanti, accompagnati
soprattutto dai professori, hanno visitato
con grande attenzione tutte le aree
allestite nel nostro auditorium (ingresso
®
L
r cordano quel rag o no embre
i
t
da via Paolieri). Scolaresche quindi, ma
anche gruppetti di giovani, nonni con i
nipoti, genitori con i figli. Anche così il
nostro obiettivo fa centro : tramandare la
memoria, far conoscere attraverso la
mobilitazione del nostro giornale cosa
avvenne in quelle settimane a Firenze,
stimolare la curiosità e sollecitare
l'attenzione anche per la prevenzione e
ic
v
il raggiungimento della sicurezza.
Proprio in tale settore si è mossa la
campagna avviata da
Nazione per
cercare di sollecitare la rapidità degli
interventi, messi in cantiere a monte di
Firenze, lungo l'alveo dell'Arno.
Un impegno che parte da lontano,
proprio da quel disastroso novembre del
1966.
Fotografie e paesaggí sonori
o`o
o e Murate
RISCOPRIRE l'Arno e farne un laboratorio di progettazione culturale, ambientale, artistica e sociale. L'obiettivo del
Progetto Riva, che nasce in occasione del 50° anniversario
dell'alluvione, è creare una rete interdisciplinare che fa
dell'Arno fonte di ispirazione e officina di ricerca per artisti,
operatori culturali e istituzioni. Riva proporrà mostre, workshop e installazioni con il contributo di Regione, Comune e
Mus.e. Venerdì, alle 19, alle Murate inaugura «Amo immaginario Collettivo», mostra fotografica di Massimo Vitali, Arno Rafael Minkkinen e Jay Wolke. Il 22 novembre sarà la
volta dell'installazione sonora di Bernard Fort: una rielaborazione in chiave artistica del paesaggio sonoro naturale del
fiume Amo.
1 fiorentini <dondinesi» hanno ricordato 150 anni dell 'Alluvione
I «FIORENTINI nel mondo» non possono non ricordare l'alluvione di Firenze anche all'estero, a 50 anni dal disastro. Il proconsole in Gran Bretagna dell'associazione, ex "angelo del fango" in quei giorni, li
ha rievocati con appassionata partecipazione ad una folta platea di inglesi nel prestigioso salone dell'Accademia Italiana Artstur di Londra.
«Molti ne hanno sentito solo parlare, molti
non hanno la minima idea del dramma vissuto da Firenze, città che gli inglesi visitano regolarmente come culla del Rinascimento, depositaria di immensi tesori artistici» dice la direttrice Letts «vederli violati da quella enorme massa di acqua e fango
produce un profondo senso di incredulità,
sbigottimento, indignazione, desolazione
e angoscia». Giusto quello che provarono i
fiorentini, vivendo una tragedia che non
sono ancora tanto sicuri che non si ripeta.
Lo sgomento è quanto suscita nello spettatore lo storico documentario di Franco Zef-
Alluvioni in Toscana
firelli che è stato proiettato in sala prima di
altre immagini inedite commentate dal
"proconsole fiorentino" in accordo con la
sua esperienza personale di spalatrice di
fango," interfoliatrice" di libri, approvigionatrice di vettovaglie, raccoglitrice di testimonianze penose ma anche divertenti. Fra
tragedia e commedia c'è solo un sottile confine e il dissacrante sarcasmo dei fiorentini, bene impersonato da Indro Montanelli, circolava in città insieme con nafta e macerie. Una popolazione in ginocchio ma
non piagnucolante, che si infilò le calosce,
si arricciò le maniche e fece da sè prima
che gli aiuti ufficiali.
La silenziosa ma consistente partecipazione degli "angeli del fango" da tutto il mondo, degli aiuti economici dei Kennedy, delle consulenze di restauratori inglesi, il recupero delle opere d'arte, gli aneddoti di vita quotidiana e altro, non hanno mancato
di commuovere gli intervenuti alla serata,
patrocinata dal Consolato generale di Londra e sponsorizzata, oltre che dai «Fiorenti-
ni nel Mondo», da illustri toscani. Fra questi Maurizio Bragagni, ceo di Tratos, fiore
all'occhiello dell'industria italiana in Gran
Bretagna, ben salda anche dopo Brexit,
che vende cavi in 52 paesi: «E non perché
noi siamo dell'Aretino, come le famose, o
infami, dighe di La Penna e Levane, che a
ragione o no si sono prese la colpa di "portare l'acqua in casa" ai fiorentini - scherza -
Pagina 33
Io lavoro e ho famiglia in Gran Bretagna e
commemorazioni come queste vanno sostenute perché contribuiscono alla conoscenza storica del nostro paese e alla promozione della nostra arte e civiltà per le
nuove ignare generazioni».
«Questa rievocazione è stata importante
per non dimenticare» conclude Federico
Bianchi, addetto culturale dell'Ambasciata «soprattutto per la risposta spontanea e
disinteressata dei giovani quasi per un innato senso civico verso la cultura, di cui Firenze, come Atene, è stata un faro universale».
Margherita Calderoni
Alluvioni in Toscana
Pagina 34
Renzo Cavafave ha visitato ieri la
mostra con grande commozione
10 il soldatino
per venti giorni
n mezzo al fango'
9
i
MANTENUTO la parola nell'arco di pochissimi giorni e, ieri, ha voluto rivivere a Firenze il suo ricordo
dell'alluvione. Renzo Cavafave di mattina presto è partito da Guadamello,
piccola frazione presso Narni in Umbria, ed è arrivato con la famiglia all'auditorium della Nazione per visitare la
mostra sull'alluvione. Cavafave, nel novembre di 50 anni fa, stava effettuando il servizio militare alla Cecchignola
a Roma ed era stato inviato a Firenze
con molti commilitoni per prestare i
primi soccorsi. In quel periodo, operando per ben venti giorni nell'area di
piazza Santa Croce, ebbe modo di effettuare piccoli gesti, quanto mai importanti in quel periodo, come quello di
fare attraversare la strada invasa dalla
melma a una signora, portandola sulle
spalle. Gesto immortalato in una foto,
pubblicata a inizio novembre sul nostro giornale, nella quale Renzo si è riconosciuto con grande emozione.
Così ieri, con moglie, cognata, figlio, il
nipotino Michele nella sede de La Nazione ha visto i filmati sull'alluvione,
guardato le foto, salutato il direttore
De Robertis. «Una mostra bellissima ha commentato - che mi ha riportato
alla mente tanti episodi che ho vissuto
nel novembre 1966. Quando siamo arrivati, dopo un viaggio interminabile,
ho visto scene di devastazione che non
mi sarei mai aspettato. Sono stati giorni molto faticosi ma nei quali io e tanti
altri abbiamo cercato di dare una mano».
Sandra Nistri
Alluvioni in Toscana
Pagina 35
Sgarbi battezza i nuovi pittori
Me Firenze.- mostra e premi
LA CARICA degli artisti contemporanei. Sono circa 200 sia italiani
che provenienti da vari paesi europei e del mondo che da domani a
domenica invaderanno il padiglione Arsenale della Fortezza da Basso: pittura, scultura, disegno, fotografia, digital art e altre espressioni artistiche in vetrina per la gioia
di galleristi, collezionisti, critici,
esperti d'arte e semplici appassionati (ingresso libero ). Dopo Salerno e Roma approda Arte Firenze
2016, organizzata da Artetra col patrocinio del Comune di Firenze e
della Regione Toscana, fra le mostre di riferimento più importanti
in Italia per il mercato dell'arte
contemporanea, con la partecipazione anche di consulenti d'arte
della Prince Art, società che offre
a livello globale consulenze di acquisto e strategie di investimento
per privati, istituzioni e corporate.
In programma la prima edizione
del Premio internazionale d'arte
contemporanea " Sandro Botticelli", in programma domenica 20 novembre alle ore 18,30, un premio
democratico, come spiegano gli organizzatori, che unisce tradizione
e sperimentazioni contemporanee
sotto il segno del valore assoluto
della bellezza, in omaggio all'artista fiorentino che nel Rinascimento è stato il più grande interprete
degli ideali classici di armonia e
bellezza dando vita a capolavori assoluti come la Primavera e la Na-
Alluvioni in Toscana
scita di Venere. Ospite d'onore lo
storico e critico d'arte romano Daniele Radini Tedeschi, commissario della Biennale di Venezia 2015
e riconfermato per il 2017. La kermesse sarà presentata ufficialmente alle ore 18 di domani da Vittorio Sgarbi che alle 19 terrà una
Lectio magistralis su Caravaggio.
Sempre Sgarbi anche in questa edizione fiorentina selezionerà 8 artisti che si aggiungeranno ai 22 già
selezionati a Arte Salerno 2016 e a
Caput Mundi Arte Roma in un
percorso continuativo che chiuderà il 2016 con la mostra collettiva
"Vittorio Sgarbi - la selezione".
Fiamma Domestici
Pagina 36
OGGI
SESTA FOTOGRAFIA
Alluvione, un altro regalo
IN EDICOLA la sesta cartolina
dei giorni dell'alluvione del 1966.
Prosegue l'iniziativa del nostro giornale, che in quei giorni drammatici
riuscì a non interrompere la pubblicazione quotidiana neppure per un
solo giorno e continuò a fare il suo
lavoro: raccontare la città. A cinquant'anni da quei giorni, rimasti
scolpiti nella memoria collettiva
dei grossetani, il nostro giornale ha
deciso di contribuire al ricordo offrendo ai lettori un racconto per immagini, attraverso le fotografie di
due importanti archivi, quello dei
Fratelli Gori e quello di Giacomo
Aprili, che oggi contribuisce al nostro racconto quotidiano con i suoi
scatti e custodisce quelli del padre
Lio, storico fotografo del nostro
giornale. Un progetto di memoria e
identità, che è stato reso possibile
grazie alla collaborazione e all'aiuto
Alluvioni in Toscana
di Acquedotto del Fiora, Consorzio
Bonifica 6 Toscana Sud, Comune
di Grosseto e Assicurazioni Generali (Agenzia di Maurizio Marraccini). L'iniziativa proseguirà fino
all'8 dicembre, regalando ai lettori
del nostro quotidiano dodici straordinarie fotografie dell'epoca e il contenitore per raccoglierle, sempre in
edicola in abbinamento con il giornale.
Pagina 37
ALL'istoreco
incontro
sugLi e<
li
l fango»
Alluvioni in Toscana
Livorno
IL LIBRO «Sulle ali degli angeli del fango e undici
racconti di viaggio» uscito in occasione del 50°
anniversario dell'alluvione di Firenze sarà presentato
nel corso di un incontro dell'Autore con Catia Sonetti.
Pagina 38
assi acc
r:
r
n
l'
i1L]
In regalo con «La Nazi one » la seffima stampa
L'ALLUVIONE, cinquant'anni
dopo. Proseguono anche a Pisa le
iniziative per ricordare l'esondazione dell'Arno di mezzo secolo
fa, un evento che all'ombra della
Torre ha significato soprattutto il
crollo del Ponte Solferino (nella foto di Sergio Gallo), per molti il più
bello della città, avvenuto il 13 novembre 1966 e ricordata nei giorni
scorsi a Palazzo Blu dall' «Acquario della Memoria», l'associazione
di Lorenzo Garzella impegnata
nel ricostruzione condivisa di
eventi della storia recente, attraverso la raccolta d'immagini e filmati
d'epoca, che ha presentato una serie di foto d'epoca e filmati dedicati all'alluvione e, più in generale,
al rapporto fra Pisa e il suo fiume,
incluso un video degli anni `40, girato da Mario Benvenuti, regista
pisano da poco scomparso, che riprende una gara di nuoto in Arno
dal Ponte della Fortezza a quelo di
Mezzo.
Alluvioni in Toscana
OGGI, invece, tornano le foto storiche dell'archivio Frassi distribuite insieme a La Nazione e giunte alla settima delle dodici uscite programmate. Una selezione di dodici scatti (stampati da Pacini) che il
fotogiornalista pisano ha dedicato
all'alluvione dell'Arno nel nostro
territorio e che sono al centro anche di una bella mostra a Palazzo
Blu, emblematicamente intitolata
«4 novembre 1966 a Pisa», curata
dal giornalista Giuseppe Meucci e
dallo storico d'arte Stefano Renzoni. Due uscite la settimana (il martedi e il giovedi) che La Nazione
propone ai suoi lettori per conservare la memoria di un evento che
ha segnato innegabilmente tutto il
territorio della Toscana, rese possibili grazie alla collaborazione di
una «squadra di sponsor» composta da Banca di Lajatico, Marbella
Pellami, Confcommercio, Acque
spa e Collegio dei Geometri che ha
debuttato debutteranno nelle edicole lo scorso 28 ottobre, proprio
in occasione dell'inaugurazione
della mostra a Palazzo Blu.
Francesco Paletti
Pagina 39
ieve, il torrente fa ancora paura
-
angono
rim
Bilancino
basta a contenere le piene.
Lisa Ciardi
FIRENZE
«ARN O non cresce se Sieve non
mesce», dicevano i contadini. E loro, che vivevano con i piedi nel
fango e il pensiero fisso alla terra,
di fiumi e piene se ne intendevano. Da sempre il fiume che
dall'Appennino raccoglie le acque di Mugello e Valdisieve per riversarle in Arno a Pontassieve, è
uno degli imputati principali
ogni volta che Firenze finisce
sott'acqua. E da sempre si parla
della necessità di agire qui per
mettere in sicurezza i territori a
valle. Il primo progetto realizzato
è stato il lago di Bilancino (contiene 69 milioni di metri cubi di acqua, ma può arrivare a trattenerne 84). Secondo gli esperti però è
troppo a monte per incidere
sull'Arno e sul suo principale affluente. La Sieve fa cioè in tempo
a `ricaricarsi' d'acqua, durante il
tragitto successivo mentre attraversa la Valdisieve.
esiste quindi un secondo progetto della Regione, con un
lotto di lavori nel tratto tra Bilancino e l'abitato di Vicchio. Prevede la realizzazione di otto casse
con le quali si conterrebbero, in
occasione delle piene più grandi
(quelle duecentennali, ovvero simili al disastro del 1966) circa 8,3
milioni di mc d' acqua. A questi si
sommano gli 850mila metri cubi
che potrebbero essere trattenuti
dal sistema di invasi di Scopeti,
previsto sulla Sieve ma lungo la
parte terminale, in base al progetto preliminare del Comune di Rufina. In tutto si arriva a più di 9
milioni di metri cubi, su un bacino allagabile di 500 ettari. Si tratta di un vero e proprio reticolo di
casse di varie dimensioni distribuite in più comuni. Da considerare a parte le casse di Scopeti, di
Alluvioni in Toscana
43 ettari totali, a cavallo fra Pontassieve e Rufina.
Ma quanto incidono questi bacini
artificiali allagabili sulla sicurezza dell'Arno? Secondo Regione e
Italia Sicura, l'unità di missione
istituita dal governo, se tornasse
una piena come quella del '66 ma
ci fossero le casse sulla Sieve, i fiorentini potrebbero stare sulle spallette a guardar passare l'acqua.
Durante l'alluvione uscirono dagli argini 80 milioni di metri cubi: con le casse di Figline e della
Sieve, più l'innalzamento di Levane (però tutti interventi da fare o
completare), e con i lavori già effettuati a Bilancino, verrebbero
trattenuti a monte di Firenze 60
milioni di inc. Gli altri, inclusi i
tanti in più da considerare causa
urbanizzazione selvaggia, sarebbero contenuti dall'Arno stesso, oggi più profondo e con argini innalzati: dopo i lavori degli anni Settanta il fiume può far scorrere
3.300-3.400 inc: di acqua al secondo invece dei 2.500 del 1966.
Le casse della Sieve però sono ancora lontane. Mentre a Figline i
cantieri sono partiti, qui esiste solo un progetto preliminare, con
una stima di 60 milioni di costo.
E nelle più ottimistiche previsioni, le ruspe non si muoveranno
prima del 2018.
- .,1 ;,
i
sogno
il r® e o è aglí albotí
La diga e i cantieri
Oltre alle 8 casse
d'espansione sulla Sieve,
decisivo per attenuare il
rischio alluvione è
l'innalzamento della diga di
Levane di 5 metri, che
consentirà di contenere 9
milioni di mc d'acqua. Fine
lavori nel 2020 . Altri 9
milioni saranno contenuti
dalle casse sulla Sieve. Fine
lavori nel 2022
ret î coto
Casse d'espansione sulla
Sieve: Lezzano 1 di 98 ettari
fra Borgo S. Lorenzo e S.
Piero a Sieve, la Lezzano 2 di
12 ettari a Scarperia, la
Lezzano 3 di 14 a Borgo, le
casse Lutiano e Rabatta 1
che occupano 117 e 77 ettari
su Borgo, la Rabatta 2 di 25
su Vicchio, la Rabatta 3 di 55
a Borgo, la Cava Sagginale di
55 a Vicchio
Pagina 40
e
Usse
d'E$ one,
IL PROGETTO
-P-71
»,
SanRWrm
..
..
.
. .
.
.
.
/ . f .
k
' ;xi.
.
.
r
.
.
..
;
...
:..
,
`
..
.
.
..
.
...
.
...
^
.
.
.
._
:.
.,_
_
..
+ .....
..
.
..
..
ì r,,:¡ ,.
N
.///
^
,.
...
/
.
t
:...
✓/
.
,
,
: Y
4.7.
,n
>
- „rl4l
.
.
..
...
..
.
...
D
/
.
w
ï4
,.
,
.
r
a /ji,;;"
,.
Alluvioni in Toscana
..
.
,
.
.
.
.
.
.
.
...
`
..,
...
.
_. .
.
...a: ...
... a't....
.
`_.
.
'
..r.,
..
Pagina 41
MOSTRA PROROGATA
'
L
Firenze '
Le scuole possono prenotarsi
'
FIRENZE
ORGOGLIO fiorentino, solidarietà, spirito civile. In una sola parola, emozione. E' quella che unisce - come un filo sottile - i visitatori della nostra mostra `L'Arno straripa a Firenze', allestita
da venerdì 4 novembre nell'auditorium Attilio Monti nella sede
de La Nazione. Un successo
enorme e inaspettato anche in
termini di presenze per l'iniziativa che ha l'ambizione di coinvolgere i fiorentini in quello che è
stato il dramma che più ha visto
la città soffrire. Oggi come sessanta anni fa, la memoria è indelebile rispetto a quell'alluvione
che ha segnato e segna generazioni. La mostra - val la pena ricordarlo ancora - è stata prorogata
fino al 27 novembre. La si può
visitare gratuitamente tutti i
giorni dal lunedì al sabato con
orario 9,30-12,30 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18. Anche le
scuole sono caldamente invitate
anche perché l'area espositiva dispone di quattro touch screen interattivi che consentono di rivivere in maniera virtuale e intuitiva il dramma che visse Firenze.
Gli istituti interessati a organizzare una visita alla mostra de La
Nazione per i propri studenti,
possono ancora prenotarsi chiamando il numero 055.2495870.
IRAT
ESSE 1 tantissimi visitatori della mostra allestita
all'interno dell'auditoriu Monti nella sede de La Nazione
Alluvioni in Toscana
Pagina 42
/1
Eic 1
.,
ce
it.
i
1
%
-,9
/_JIL
racc i a
o
t;
Luigi Colomba gestì gli aiuti a palazzo Cosimini
«Circa 200 vo lontari lavorarono senza tregua»
ombattere l'acqua con
l'acqua. Sembra un paradosso ma accadde anche questo nei terribili giorni
dell'alluvione del novembre
1966, quando Grosseto si avvalse del massiccio lavoro dei fontanieri, ovvero coloro che per
conto del Comune leggevano i
contatori dell'acqua e che si rivelarono fondamentali nel censire gli alluvionati e gestire gli
aiuti.
Lo ricorda Luigi Colomba,
ex amministratore grossetano
che - all'epoca 25enne - aveva
appena vinto un concorso pubblico in Comune come caposezione dell'ufficio Tributi e Acquedotto. Appena insediato, il
giovane dipendente si ritrovò a
gestire l'alluvione. Fu affidato
a lui l'incarico di organizzare il
centro raccolta e distribuzione
dei viveri che era sorto in centro, a Palazzo Cosimini, nel bel
mezzo dell'emergenza. «Questo centro - ricorda oggi Colomba - fece un lavoro eccezionale grazie a tanti colleghi e impiegati che dettero un aiuto incredibile, insieme ai vigili del
fuoco e a una gran massa di volontari arrivati da tutta la provincia e non solo». Furono momenti drammatici, l'acqua altissima aveva sommerso gran
parte delle strade e c'era bisogno di aiuto. I soccorsi si mobilitarono in tempo reale ma specie all'inizio fu tutto molto
complicato e caotico. «Il caporipartizione dell'epoca Ulisse
Betti - spiega Colomba - mi affidò l'incarico di organizzare
questo centro raccolta e distribuzione dei viveri di palazzo
Cosimini, una grandissima
area che ospitava anche le
macchine agricole della McCormick (vedi foto a destra,
Alluvioni in Toscana
ndr): subito dopo l'alluvione
cominciarono a fluire qua una
serie di mezzi e viveri d'ogni genere, in prevalenza acqua, latte e pane arrivati da più parti»,
con i fornai che si prodigavano
per spedire pagnotte e sfilatini.
Ci fu un'incredibile affluenza
di giovani grossetani dall'intera provincia e che si misero a
disposizione per dare una mano. «Credo che siano arrivati
circa 200 volontari, perlopiù di
Grosseto e che si dettero moltissimo da fare. Dopo un primo momento di caos e confusione cominciammo a organizzare in maniera efficiente il lavoro e in questo decisi di avvalermi dei fontanieri, cioè di coloro che leggevano i contatori
dell'acqua in città. Oggi non ci
sono più ma li ricordo con piacere: il gruppo era composto
da Enzo Rossi , Giovanni Ferri,
Mautilio Magnani, Guido Turbanti e Domenico Baccheschi. Erano proprio loro ad avere il controllo e il polso della città per quanto riguarda la lettura dei contatori e la conoscenza di ogni angolo urbano, e
proprio grazie a questa esperienza - e grazie ai volontari riuscirono a fare un censimento degli alluvionati. Ciò permise a tutti noi di distribuire al
meglio gli aiuti. In virtù dei fontanieri ricostruimmo uno schedario: sapevamo quanti erano,
chi erano e dove le persone in
difficoltà. Grazie al centro meccanografico, istituito dal Comune presso l'Anagrafe, stampammo le schede per ognuno
di loro: una per i viveri e un'al-
tra per gli indumenti. Ogni
mattina la gente arrivava e consegnavamo viveri o vestiti, segnandoli nello schedario. Ricordo con piacere come Livorno si fosse distinta mettendo a
disposizione uomini e mezzi: i
portuali - gente pratica e concreta - ci aiutarono a risollevarci dal fango».
Elisabetta Giorgi
Per
organizzare
i soccorsi
chiamai i fontanieri,
coloro che leggevano
i contatori dell'acqua
e che riuscirono
a mappare gli alluvionati
Asinistra
Luigi
colomba
all'epoca
neoassunto
in comune
A destra
il centro di
raccolta
allestito
a palazzo
cosimini
(foto ßf)
Pagina 43
;
4
X
or
e
. ✓
✓
¿, ;
^
í
"..
4
ñ
i'rt W
}
ÿ
.
Alluvioni in Toscana
.
,
.
.
,.
.
,-.
Pagina 44
IN REGALO COL TI RRENO
Quando il tempo si fermò
addosso alle Mura medicee
i avvia a conclusione il
viaggio del Tirreno nella
"grande alluvione" tra
passato e presente. Oggi e domani, in edicola con la copia
del quotidiano, ci sono in regalo le ultime due schede.
Ancora una volta due foto una del 1966 e una dello stesso
luogo cinquant'anni dopo - e
un piccolo testo a corredo.
Oggi le immagini dell'Agenzia Bf ci portano in piazza De
Maria, uno dei punti dove l'acqua nel novembre del `66 raggiunse la sua altezza massima.
La fo to è una di quelle che sono
rimaste a mo' di simbolo, della
grande piena: una Fiat 500, l'utilitaria simbolo del boom econornico che in quegli anni
"metteva in movimento" anche la Maremma, schiantata in
verticale contro le Mura medicee. Non a caso è proprio lì, in
quel punto preciso, che ancora
oggi tre piccole lapidi segnano
il livello - impressionante - raggiunto dalla massa di fango in
quel maledetto novembre.
Per raccontare questa immagine, e quella di una nuova 500
curiosamente parcheggiata in
quello stesso punto nel 2016, il
poeta Luca Bonelli ha scelto le
parole di LorettaTecchi, grossetana che in quel 1966 viveva in
campagna, a Piatto Lavato. E
che, in una narrazione semplice e struggente, spiega come
l'alluvione, per chi l'ha vissuta,
sia stata uno spartiacque esistenziale: «La nostra vita è divisa tra prima dell'alluvione e dopo l'alluvione», dice Loretta, come a commentare la metafora
Alluvioni in Toscana
1
Novembre 1966, piazza De Maria (foto Agenzia Bf)
di quelle lapidi che - oggi - segnano un "confine" marchiato
a fuoco nellamemoria.
Domani, infine, l'ultima delle ventuno schede. E il viaggio
non poteva che concludersi su
un altro "confine", quello della
ferrovia: la massicciata che, come un enorme tappo, chiuse
Grosseto nella trappola di fango e sulla quale - il giorno dopo
-i grossetani andarono a cercare i loro averi, trascinati in cumuli di macerie proprio lassù,
sui binari spezzati dalla furia
dell'acqua.
Un'immagine che ancora oggi emoziona e commuove. Ma
che, a suo modo, rammentando il dolore invita a guardare il
futuro, proprio a quella ferrovia
che - ricostruita nei mesi successivi - avrebbe rimesso Grosseto e la Maremma in relazione
con il mondo.
Chi avesse "perso" una o più
schede della collezione, può farne richiesta al suo edicolante.
Pagina 45
Ventuno scatti
per raccontare
ii tragico evento
La città invasa dall'acqua e dal
fango dell'Arno esondato il 4
novembre del 1966. La città
che si cura le ferite di
quell'alluvione anche nei
giorni successivi. E la città, gli
stessi angoli , rivisti oggi, per
capire cos'è cambiato a
cinquant'anni di distanza.
Le immagini di ieri e di oggi
(quelle dell'epoca fornite
dall'Archivio della Fondazione
di Palazzo Blu che detiene
idiritti delle immagini
scattate dal fotografo pisano
Luciano Frassi ; gli scatti di
oggi realizzati dai fotografi
Fabio Muzzï e Franco Silvi)
fanno parte di una iniziativa
che il Tirreno ha dedicato
all'anniversario dell'evento e
che regala ai propri lettori.
una collana di 21 fotografie
che riguardano Pisa e la
Provincia. Scatti che hanno la
capacità di racchiudere in
un'immagine il dolore, lo
spirito di sacrificio e la
volontà di un popolo che non
vuol subire e vuoi tornare al
più presto alla normalità.
È questo il senso delle foto che
regaliamo ai lettori ogni
settimana dal mercoledì al
sabato.
Oggi in edicola troverete uno
scatto di piazza dei miracoli
che, come diciamo
nell'articolo qui a fianco di
Andrea Lanini, racconta
soprattutto la voglia di
tornare a sorridere, di tornare
alla normalità.
Alluvioni in Toscana
Pagina 46
//
Á
i
, la vogl i i tornare
normal i®®
Mazza i Miracoli "salva" i suoì tre gioielli dall'acqua
La vittima pí ù
illustre
dell'alluvione
e stato i
sede M rettorato
Ile fondamenta
DI ANDREA LANINI
a grande paura è passata. Finalmente, dopo
nottate di terrore culminate nelle esondazioni del 4
novembre 1966, Pisa respira.
L'acqua allaga ancora gran
parte del centro storico, Piazza dei Miracoli compresa, ma
gli obiettivi dei fotografi - in
prima fila, come sempre,
quello di Luciano Frassi, autore dello scatto che vi mostriamo - iniziano a catturare
i primi sorrisi.
Come quello di una giovane donna che, pur trovandosi a pochi metri dal Duomo,
gioca a tuffare i piedi in Arno,
provocando schizzi con agili
movimenti delle gambe, come tra qualche mese, d'estate, molti pisani faranno sul
Alluvioni in Toscana
bagnasciuga di Marina.
Lucente gemma capace
d'incarnare la bellezza italiana al cospetto del mondo,
simbolo celeberrimo della
città, nonché, dal 1987, Patrimonio dell'Umanità per volere dell'Un esco, Piazza dei Miracoli, quest'orgoglio pisano,
questa candida azalea romanica i cui marmi impreziosiscono da secoli il volto della
Toscana, il suo "miracolo" lo
fece davvero.
Poteva essere un disastro,
per i suoi tre gioielli, l'acqua
fangosa dell'Arno.
Invece, i danni, per la Torre, il Duomo e il Battistero, furono limitati. Del resto il nonne di questo fatato luogo fu
benaugurante per l'intera città, subito definita "miracolata" dai giornali: qui, rispetto a
quanto avvenne in altre città
- prima tra tutte Firenze, che,
oltre allo scempio del proprio patrimonio storico-artistico, dovette dar sepoltura a
più di trenta vittime - la battaglia col fiume fu meno cruenta.
Né morti né feriti, a Pisa.
Tanta paura: quella sì. Una
paura fredda, interminabile,
logorante.
zio a partire dal settembre
1966 e facente le veci di sindaco anche nei giorni dell'alluvione, ne rievocò il volto.
«La città era sott'acqua. In
Comune era un frenetico andirivieni di persone. Tutti erano preoccupati e agitati, ma
nessuno perse la calma. Intanto, dalla città, dalla periferia, dalla provincia, arrivavano notizie catastrofiche. Rimasi in Comune fino a notte
inoltrata. Riuscii a tornare a
casa, sul iungamo Buozzi,
con grave rischio, a bordo di
un autocarro con le ruote al-
te. L'acqua lambiva già l'ingresso del palazzo, e io fui sollevato da un paio di vigili del
fuoco che mi portarono dentro».
La ricchezza del passato, la
ricchezza del futuro. Se in
Piazza dei Miracoli, in quelle
ore della sera di venerdì 4 novembre, si tremava peri tesori d'arte, poco distante, in via
Santa Maria, si tremava per
un altro fiore all'occhiello di
Pisa.
Il Cnuce, avamposto di ricerca tecnologica destinato a
traghettare la città nella mo-
In un'intervista concessa
al giornalista del Tirreno Fabio Demi, Giovanbattista
Longa , commissario prefetti-
Pagina 47
dernità dell'era informatica.
«Ricordo di aver passato delle notti allucinanti, da incubo, ma alla fine, grazie al lavoro instancabile di tante persone, riuscimmo a limitare i
danni», raccontò a Fabio Demi Alessandro Faedo, illustre matematico, rettore dell'
Università di Pisa ai tempi
dell'alluvione.
«La più grossa preoccupazione era quella di salvare il
Cnuce», ovvero il Centro nazionale universitario di calcolo elettronico, situato in via
Santa Maria e fondato appe-
na l'anno prima, nel ' 65.
«Al Centro c'erano apparecchi costosissimi; la nostra
fortuna fu che i calcolatori si
trovavano un metro e mezzo
sopra il livello del piano tema.
Lì per lì costruimmo anche
dei muretti, ma l'acqua non
risparmiò le attrezzature meno "nobili", pompe, motori,
eccetera, ospitate nell'intercapedine sottostante. Quelli
furono momenti di pericolo
e di paura. Io arrivai verso le
due della notte fra il 4 e il 5
novembre. L'acqua era molto alta, impressionante. E
pensare che, pochi giorni prima, al Cnuce, avevamo avuto
problemi di raffreddamento
dei transistors...».
La vittima più illustre dell'
alluvione, continuava Alessandro Faedo nell'intervista
rilasciata al nostro giornale
in occasione di un precedente anniversario di quella tragedia, «è stato il Palazzo alla
Giornata, sede del rettorato.
L'acqua lo ha minato nelle
sue fondamenta, sulle quali
le correnti fortissime si abbattevano come un maglio».
CRI PRODUZIONE RISERVATA
Un'immagine che porta all'ottimismo : lo scatto di Luciano Frassi nella Piazza dei Miracoli qualche giorno dopo l'alluvione
Alluvioni in Toscana
Pagina 48
Quella fi
figlia cancellata dall'onda di piena
uno spettacolo e un libro sono stati dedicati ai Banch la cui casa fu spazzata via dall'Arno
® S. MARIAA MONTE
Dedicato a Giuseppe, Giorgia,
Faustina ed Egidia Banchini,
vittime della Grande Alluvione
del 1966 nel territorio di Santa
Maria a Monte, è andato in
scena in località Le Colombaie
lo spettacolo "Se io fossi acqua", ideato da Franco Di Corciajr (direttore artistico del teatro comunale di Santa Maria
a Monte) e promosso dall'amministrazione comunale all'interno della rassegna Arno
d'oro. «L'atteso evento ha vinlo la sfida - dice il regista - Più
di 200 persone hanno vinto il
freddo per assistere, nei luoghi
dove la memoria si fece tragedia, a uno spettacolo ricco di
pathos e di emozioni. Le immagini e i ricordi si sono fatti
melodia con le cantilene e le
canzoni di prima dell'alluvione, provocando una commozione unica nelle persone che
hanno assistito allo spettacolo. Una performance indimenticabile grazie alle interpretazioni degli allievi attori della
compagnia "I pensieri di Bo"'
della scuola "Espressioni danza" di Marika Torricelli, della
compagnia teatrale "L'anello"
di Cascina e della compagnia
teatrale "Dida'sko" di Castelfranco di Sotto».
«Con lo spettacolo "Se io fossi acqua" si sono conclusi gli
appuntamenti che l'amministrazione comunale ha promosso in collaborazione con
"I pensieri di Bo"' e la Rete archivistica Bibliolandia per la
rassegna "Arno d'oro" - spiega
la sindaca Ilaria Parrella - Lo
scopo è stato quello di offrire
alla propria comunità momenti di condivisione e sottolineare come all'epoca la solidarietà fosse uno dei valori fondanti
del comune di Santa Maria a
Monte. "Se io fossi acqua" na-
sce sulle testimonianze e i ricordi che hanno arricchito la
crescita dello stesso autore,
sandonatese. F una favola in
cui i protagonisti sono le memorie di un fiume amico che
all'improvviso tradisce le promesse. Voglio ringraziare in
modo particolare Franco Di
Corcia jr e tutti gli operatori
che hanno contribuito all'ottima riuscita della rassegna».
il libro. Nei giorni scorsi, sempre a Santa Maria a Monte, è
stato presentato il libro 1l fragore della memoria. Cronaca,
ricordi, documenti e immagini a cinquant'anni dall'alluvione del 1966", sull'esondazione
dell'Arno nel territorio comunale, curato da Patrizia Marchetta, archivista, esperta di
storia locale, e da Mariano Boschi, storico dell'arte.
Un momento dello spettacolo "Se io fossi acqua " ( Foto Matto nai -Trafeli)
Alluvioni in Toscana
Pagina 49
La squadra biancorossa con il presidente Lucibello e il tecnico Presutti accolti dal direttore De Robertis
,x
.
.
Naz one
sull alluv one
i
DOPO la squadra di volley femminile de Il Bisonte, sono stati i
Medicei Toscana Aeroporti a visitare la mostra sui 50 anni
dell'alluvione in corso di svolgimento nell'auditorium de La
Nazione. A fare gli onori di casa
il direttore de La Nazione Pier
Francesco De Robertis che si è
intrattenuto con i ragazzi guidati dal capitano Alessandro Ippolito e accompagnati dal presidente Giacomo Lucibello e dal
tecnico Pasquale Presutti.
PART I CO LL
TE colpiti dal-
'
i
le immagini e dai filmati di una
Firenze in ginocchio gli stranieri il gallese Dean Newton, l'argentino Matias Masera, il neozelandese di origini italiane
Kyan Apperley. Con loro Lorenzo Lubian, Michele Boccardo, Clemente Zileri, Marco Battisti, Patrik Bigoni, Lorenzo Citi
che insieme al direttore generale Franco Cervellati e l'assistente allenatore Luca Martin hanno voluto ripercorrere, anche attraverso le prime pagine de La
Nazione quelle giornate così tragiche.
II direttore De
Robertis insieme alla
squadra dei Medicei
festa per l oloieh; U, I., Toscana
R Cani premia atleti e dirigerti
Alluvioni in Toscana
Pagina 50
Alluvione dei 1966: ecco il nuovo li ro
La presentazione del volume di Aurora Castellani venerdì 18 novembre alla Pubblica Assistenza: decine di
fotografie inedite e testimonianze su ciò che accadde a Campi Bisenzio e negli altri comuni della Piana
CAMPI BISENZIO (pbd) Appuntamento
da non mancare venerdì 18 novembre
alle 21 al Circolo Gni Gni della Pubblica
Assistenza di Campi Bisenzio dove verrà presentato il libro di Aurora Castellani "L'altra alluvione. Il 4 novembre 1966 a Prato, Campi Bisenzio, Sogna, Lastra a Signa e Quarrata" (Edizioni Medicea Firenze). Alla serata parteciperanno, oltre all'autrice del volume, l'assessore alla protezione civile
del Comune di Campi Bisenzio Riccardo Nucciotti, i responsabili della
Protezione civile della Pubblica Assistenza di Campi Bisenzio, della Misericordia di Campi Bisenzio e della
Fratellanza Popolare di San Donnino. A
moderare la serata sarà la nostra direttrice Debora Pellegrinotti che suggellerà così la collaborazione del nostro giornale con il progetto editoriale
che ha portato alla realizzazione del
volume: molte testimonianze infatti sono state raccolte fra i nostri lettori che
hanno risposto all'invito lanciato proprio dalle colonne del nostro settimanale. Il libro era stato presentato in
anteprima lo scorso 4 novembre a Prato con una cerimonia ufficiale presso la
sala del Consiglio comunale presieduta
dal sindaco di Prato Matteo Biffoni.
Adesso tocca a Campi Bisenzio conoscere lo straordinario lavoro portato
a termine da Aurora Castellani che
grazie ad un'attenta ricerca di archivio
e una capillare raccolta di foto e testimonianze ha per la prima volta raccontato in un'ottica d'insieme ciò che
accadde "fuori Firenze" durante quei
tragici giorni del novembre 1966. E
"fuori Firenze" accaddero molte cose
con un'alluvione , "L'altra alluvione"
appunto", che seppellì sotto metri di
acqua e fango intere borgate di Campi
Bisenzio e Signa, il centro storico di
Lastra, frazioni pratesi come quelle di
Tavola, frazioni di Quarrata come Caserana. Una tragedia ovviamente pas-
Alluvioni in Toscana
sata in secondo piano rispetto a quella
di Firenze: eppure anche qui, lontano
dai riflettori, ci furono incredibili storie
di solidarietà, ci furono "angeli del
fango" molto particolari come i bagnini
della Versilia che con i loro patini
portarono in salvo migliaia di persone.
Ad arricchire e a rendere veramente
unico questo libro sono le centinaia di
foto inedite che documentano quanto
accadde in quei giorni: anche il capitolo dedicato a Campi Bisenzio è
particolarmente ricco di immagini che
rendono l'idea di ciò che accadde in
particolare a San Donnino, San Piero a
Ponti, Sant'Angelo e il Gorinello, le
frazioni più colpite. Aurora Castellani
ricostruisce con dovizia di particolari il
grande lavoro svolto dall'Amministra-
zione comunale e in particolare dal
sindaco di allora Primaldo Paolieri e
dai suoi assessori; furono giorni in cui
la comunità campigiana dette il meglio
di sè con i parroci e le suore dei vari
conventi in prima linea nell'accogliere
gli alluvionati e nell'offrire i primi soccorsi. Nonostante la gravità dell'accaduto a Campi Bisenzio l'alluvione
provocò un'unica vittima, la signora
Corinna Cintelli di Sant'Angelo, tragicamente scivolata in acqua durante
le complesse operazioni di salvataggio.
A Campi gli "angeli del fango" non
vennero da paesi lontani ma dalla vicina Prato e dalla parte di Campi Bisenzio che era rimasta miracolosamente all'asciutto e che subito si mobilitò ospitando gli alluvionati. I danni
anche a Campi Bisenzio furono spaventosi e Aurora Castellani attualizzando le lire di allora li quantifica in
qualcosa come 80 milioni di euro tra
danni alle opere pubbliche, alle aziende e alle abitazioni private. Un colpo
terribile dal quale Campi Bisenzio, come del resto anche gli altri comuni
colpiti, seppe rialzarsi con straordinaria velocità riprendendo la corsa allo
sviluppo economico che in quegli anni
di boom stava cambiando letteralmente volto alla città. Niente però sarebbe
stato più come prima: l'alluvione cancellò quel che restava della Campi Bisenzio agricola di un tempo aprendo la
strada alle trasformazioni che ci hanno
consegnato la città di oggi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 51
A 25 anni di distanza il presidente del comitato ricorda ilavoro fatto
Esposïto: «Non averci invitato
CAMPI BISENZIO (tvt) Campi ricorda i 25 anni dall'alluvione del 1991
ma dimentica il comitato delle
vittime. A sottolineare questo
aspetto è Antonio Esposito, presidente del Comitato Alluvionati,
che per anni si è battuto per fare in
modo che fossero riconosciuti i
risarcimenti a chi aveva subito
danni e per sollecitare interventi di
messa in sicurezza del fiume. Un
lavoro importante che Esposito
ricorda così: «Il comitato delle
famiglie alluvionate è nato qualche giorno dopo l'alluvione, anzi
ne nacquero due, uno delle case
nuove seguito da Franco Arena e
quello che avevo organizzato io
per seguire i miei condomini, poi
si sono fusi. Abbiamo fatto veramente di tutto, nessuno degli
enti ha fatto quanto il Comitato.
Abbiamo anche ottenuto un incontro a Palazzo Chigi a cui abbiamo portato il sindaco Adriano
Chini per correttezza istituzionale.
A Roma siamo stati ricevuti da un
funzionario che conosceva bene
Campi perché la figlia era stata
Alluvioni in Toscana
è un grave sgarbo istituzionale»
ßt
I11W'
I
E é` ,.',zx, SIT0
Presidente
del Comitato
Alluvionati
che negli anni
successivi al
disastro del
1991 si è impegnato per
far avere un risarcimento alle vittime
chiesto di darci una mano. Poi è
venuto fuori il decreto per il risarcimento dei cittadini che è stato
ritirato per sei volte, intanto il
Siano stati noi a far arrivare a
Campi i soldi anche se ne sarebbero dovuti arrivare di più ma
nessuno da Campi fece la voce
riguarda, Dina Nistri, vittima di
quell'alluvione il 31 dicembre del
1991 presentai un esposto alla procura della Repubblica per omicidio colposo. Ma finì tutto in
prescrizione e rividi i familiari l'ultima volta al processo». Dopo tutto
l'impegno resta l'amarezza nei
confronti di chi non ha voluto
ricordare il lavoro svolto. «Chini
per un certo periodo ha ricordato
l'anniversario, poi non è stato fatto
più nulla. Ho fatto di tutto per
aiutare le persone colpite dall'alluvione, a partire dalla prima manifestazione nel periodo di Natale
del 1991. Se è arrivato qualcosa a
Campi è perché ci siamo mossi
noi. Non averci invitato in occasione del 25simo anniversario e
non aver previsto un momento per
ricordare la vittima è un grave
sgarbo istituzionale».
Valentina Tisi
Pagina 52
E 'to daUa Edizioni Medícea Firenze e scritto da Aurora CasteUaní
«L'altra alluvione» arriva a Vaiano
VAIANO (ff m) Presentato, sabato 12 novembre presso la
villa del Mulinaccio, il libro
"L'altra alluvione" curato da
Aurora Castellani . Aurora
Castellani, classe 1980 editrice
e traduttrice, lavora nel mondo dell'editoria dal 2007 e
cura pubblicazioni di vario
genere. E stata assessore alla
cultura e pubblica istruzione
del comune di Vaiano dal 2009
al 2014 e attualmente è presidente del museo della deportazione e resistenza di Prato. Dal 2015 è direttore editoriale di Edizioni Medicea
Firenze. Questo è il primo
lavoro a sua firma, frutto di
una lunga ricerca d'archivio e
interviste inedite.Una pubblicazione realizzata, in occasione del cinquantesimo anniversario dell'alluvione, con
materiale inedito proveniente
in gran parte dall'archivio di
Prato.Un pomeriggio partecipato, con ricordi e testimonianze del pubblico; introdotto dal sindaco del comune di
Vaiano Primo Bosi, alla presenza dell'assessore alla cul-
tura Federica Pacini e della
direttrice della fondazione
Cdse Alessia Cecconi che ha
intervistato l'autrice. "L'altra
alluvione" racconta, con materiale fotografico e documenti inediti, il 4 novembre 1966
fuori Firenze: Prato, Campi
Bisenzio, Signa, Lastra a Signa
e Quarrata. Una calamità quasi sconosciuta, ma non meno
dolorosa per chi subì la furia
improvvisa di Arno, Bisenzio,
Ombrone pistoiese e di molti
torrenti, in molti casi perdendo tutto; di certo non lo
spirito, il coraggio e la generosità Dopo la devastazione
che colpisce il centro di Firenze fin dalle primissime ore
del mattino, quasi contemporaneamente il Bisenzio
rompe a San Piero a Ponti,
riversando le proprie acque su
San Mauro a Signa e Campi
Bisenzio. Poco dopo, sotto una
pioggia ancora incessante,
l'Ombrone Pistoiese rompe
l'argine sinistro prima a Ponte
a Tigliano, inondando la campagna meridionale di Prato e
poi a Castelletti, nel comune
di Signa. Unendosi a quelle
del Bisenzio, le acque
dell'Ombrone sommergono
Lecore, Sant'Angelo e Le Miecine. Più a ovest i torrenti
Stella e Quadrelli sommergono Caserane e l'area della
Querciola, nel comune di
Quarrata, oltre a Valenzatico e
Olmi. Il Fosso di Iolo e il
Torrente Calice peggiorano la
situazione pratese. Infine,
l'Arno, rompe a San Donnino.
Il reticolo è completamente
collassato: l'Arno, è al massimo della sua portata, e i suoi
due affluenti principali nella
zona, Bisenzio e Ombrone,
sono costretti a "tornare indietro" perché il fiume non
riceve e così fanno gli affluenti
minori e tutto il reticolo di
canali e gore, causando rotte e
tracimazioni. A metà mattina
un'inondazione senza precedenti, improvvisa e furibonda,
che in alcuni punti ha rag-
giunto oltre cinque metri e
spazzato via tutto ciò che ha
trovato sul suo cammino: case, negozi, fondi artigianali,
automobili, mezzi da lavoro,
fattorie, animali. Chi abita in
quelle zone è abituato alle
piccole inondazioni, venti,
trenta centimetri, ma nessuno
si aspetta niente del genere e
le precauzioni, quindi si sono
limitate a paratoie alle porte e
qualche suppellettile riparata
sopra un tavolo o su un mobile. Tutto inutile. Fin da subito si reagisce e ci si rimboccano subito le maniche
per ripartire e aiutare parenti e
amici, offrendo quel che si ha
per distribuirlo ai meno fortunati. E i comuni, Prato in
testa, si fanno trovare pronti
ad accogliere questo grande
slancio, la mobilitazione
spontanea di una comunità
intera che si riunisce per portare aiuto ovunque ci sia bisogno.Il testo sarà presentato
nuovamente dall'autrice venerdì 18 novembre alle ore 21
presso la pubblica assistenza
di Campi Bisenzio. Modera la
serata la direttrice di Bisenziosette Debora Pellegrinotti.
Fiammetta Famiglietti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
vi >. r
Aurora Castellani, ex assessore
alla cultura del
comune di Vaiano mentre firma
alcuni libri al
termine dell'incontro al Mulinaccio
Alluvioni in Toscana
Pagina 53
L'iniziativa allestita per il fine settimana
punta a invogliare agli acquisti
Acquisti di qualità
con Tre piazze
<<
>>
WEEK END speciale all'insegna
dello shopping di qualità, con promozioni su misura per il cliente. E' ciò
che propone il Centro commerciale naturale «Tre Piazze» di Castelfiorentino anche con l'apertura festiva. La formula di questo fine settimana mira a
lanciare nuove forme di comunicazione e di fidelizzazione usando i `social',
utili anche per lanciare eventi.
Insieme allo shopping non mancheranno infatti iniziative culturali di
grande interesse: sabato al Ridotto del
Teatro del Popolo (ore 11) presentazione del libro «Piovve sul bagnato. Le testimonianze più significative sull'alluvione nell'Empolese Valdelsa» (di
Edoardo Antonini), con interventi del
sindaco Falorni, della senatrice Cantini, dell'ex sindaco Mario Cioni,
dell'ex pompiere Giuseppe Giglioli e
di Arnolfo Giovannelli. Nel pomeriggio, al Teatro del Popolo (ore 17,30),
incontro con Alessandro Gassman,
Anna Foglietta e gli attori della compagnia in occasione de «La pazza della
porta accanto» (in scena domenica).
i.p.
Alluvioni in Toscana
Pagina 54
Il Bisenzio fa ancora paura? Ecco come intervenire
L'1"i ,
__ 3_ I _ _. 1 Sabato 12 novembre l'approfondimento sul Bisenzio
VAIANO (ff m) Il Bisenzio può
ancra far paura?
Sabato 12 novembre presso
la villa del Mulinaccio c'è stato
un approfondimento sui temi
dell'informazione preventiva
alla cittadinanza e sull'importanza dell'aggiornamento co-
stante dei piani di emergenza
comunali. Presenti i tre sindaci dell'alta Valbisenzio: Primo Bosi, Giovanni Morganti,
Guglielmo Bongiorno, la dirigente scolastica di Vaiano
Alessandra Salvatici, Paolo
Massetti responsabile della
protezione civile Anci toscana,
Patrizia Verrusio dirigente
della protezione civile di Firenze, Elvezio Galanti
dell'università di Firenze dipartimento protezione civile.
Gino Gualtieri dell'Unione
dei Comuni della Valle di Bisenzio e Consorzio di Bonifica
3 Medio Valdarno ha presentato un report lavori sui 240
chilometri di reticolo idraulico
dell'area: « Il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno, in
collaborazione con l'Unione
dei Comuni della Val di Bisenzio col finanziamento del
Genio Civile della Regione To-
scana ha avviato una serie di
importanti lavori sul bacino
montano. Il progetto prevede
monitoraggio con la collaborazione anche degli operatori
agricoli che hanno modo di
cogliere la quotidianità del
territorio e le sue variazioni.
Per abilitare al ruolo tale personale, fondamentale si è rivelata la collaborazione con le
asl. Il progetto prevede altresì
lavoro di ripristino e manutenzione straordinaria sui corsi d'acqua ricadenti nei comuni di Cantagallo e Vernio
per un valore complessivo di
100 mila euro. Questi vanno ad
aggiungersi alle manutenzioni
di carattere ordinario, per una
cifra complessiva di oltre 200
mila euro». Marco Bottino
presidente Ambi Toscana interviene sulle strategie per la
difesa e la lotta al dissesto
idrogeologico nelle zone montane: «Da anni mi batto perchè
i consorzi siano inseriti nella
Protezione Civile. Il lavoro degli enti è silente, troppo spesso
sotto lo schiaffo della demagogia. La difesa del suolo è
compito di tutti, la montagna è
l'ambiente privilegiato per la
lotta al dissesto idrogeologico». Luca Veltri mette in evidenza quanto la scuola di tutti
gli ordini e gradi può fare per
formare sulle tematiche legate
ai rischi del territorio. Presenta strumenti didattici per la
comunicazione dei rischi e la
diffusione di una cultura della
sicurezza. Mostra esempi di
interventi, giochi e attività
adatti per i vari livelli di scuola.
Alla fine per tutti i partecipanti
la possibilità di ritirare un fascicolo sulla conoscenza del
piano di protezione civile per
vivere sicuri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alluvioni in Toscana
Pagina 55
m
N OSTRA CI
A' PROTAGO ISTA D ELLO SPECIALE N U M ERO 12 D i DAMPYR
«La porta dell'inferno», Firenze a fumetti
di ROBERTO DAVIDE PAPINI
CONTINUA "l'invasione"
dei personaggi dei fumetti a
Firenze. Dopo Martin Mystère, anche un altro eroe della Sergio Bonelli Editore
sbarca in riva all'Arno. Si tratta di Dampyr con lo speciale
numero 12 "La porta dell'inferno", scritto da Moreno Burattini e disegnato da Fabrizio Longo, che sarà presentato stasera a partire dalle 20 al
ristorante "Latini" (in via
dei Palchetti). La storia che
vede come protagonista Harlan Draka, figlio di un vampiro e di una donna (un "dampyr" appunto) è ambientata a
Firenze e nell'Inferno dantesco, una scelta voluta dallo
sceneggiatore Burattini, fir-
ma storica e curatore di Zagor: «Da toscano qual sono spiega - ho pensato di ambientare proprio a Firenze la
vicenda che ero chiamato a
scrivere. Poi, riflettendo sulle tematiche horror tipiche
della saga dampyriana, sono
partito dal presupposto che il
racconto più orrorifico mai
concepito da mente umana
sia la discesa negli inferi di
Dante Alighieri: ho immaginato dunque una storia in cui
Harlan compisse quello stesso viaggio».
Alla serata da "Latini" saranno presenti gli autori della
storia, Moreno Burattini (testi) e Fabrizio Longo (disegni) e gli illustratori Alessandro Bocci, Fabio Bartolini e
Fabiano Ambu. In più interverranno Giuseppe Di Bernardo (creatore di Desdy Metus, che è protagonista di un
cameo) e il professor Alessandro Monti, esperto di codici
e manoscritti antichi. Fabrizio Longo esporrà nel locale
una mostra di suoi originali e
autograferà una stampa realizzata per l'occasione. Gli altri autori eseguiranno disegni con dedica. Chi volesse
partecipare deve chiamare il
numero 335/5404065.
Emoz í one d 'arti sta
Barbaresch í: 'Che bella'
II direttore de La Naz ione
Plerfrancesco De Robertis,
Tlttl G iuliani Fotl, Luca
Barbareschi durante la visita
del noto attore, regista e
produttore dl fiction come
M ennea. «E' una mostra
molto bella - ha ammesso
Barbareschi - difficilmente sl
riesce ad arrivare a questi
livelli in Italia».
II direttore
de La N azione
Pier Francesco
De Robertis con
Titti Foti, Luca
Barbareschi e il
direttore di sede
Stefano Fantoni
Alluvioni in Toscana
Pagina 56
« E 1 fi ume
d iventò nero»
oggi al c i rcolo Vi e Nuove
APPUNTAMENTO oggi al Circolo Vie
N uove in viale G iannotti per parlare di
G avinana prima e doppo l'alluvione.
L'iniziativa, alle 17,30, è in collaborazione
con il Q uartiere 3 nell'ambito
delle iniziative dedicate ai 50 anni
dall'alluvione. Verrà presentato il libro
di G iovanni M orandi , già inviato de La
N azione, ex direttore de II G iorno e di
Q n, dal titolo «Poi il fiume diventò nero»
(ingresso libero).
Il libro, originale nella sua lettura degli
avvenimenti dell'epoca e del post
alluvione, ha già ricevuto già numerosi
apprezzamenti.
MOSTRA SULL'ALLUVIONE ALLESTITA NEL
NOSTRO AUDITORIU M ° VISITABILE DA LUNEDI`
A SABATO CON ORARIO 9.30-12.30 E 15-18
Alluvioni in Toscana
Pagina 57
a
siraa
ora un altro pi -enone
Fine settimana
oran'o continuato.® Ieri c' era Rossi
UN GRANDE abbraccio davvero tra i fiorentini, il
nostro Arno e La Nazione. La mostra allestita
nell'auditorium del nostro giornale ha toccato
quota ottomila visitatori. E si prospetta un'altra
valanga di fiorentini e non solo, nel fine settimana
quando la mostra sarà aperta a orario continuato
dalle 9,30 alle 18. Ieri ha visitato la mostra il
governatore della Toscana Enrico Rossi che,
accompagnato dal direttore de La Nazione, Pier
Francesco De Robertis, ha visitato con grande
interesse tutte le sezioni espositive. Altro gradito
ospite è stato Luca Barbareschi, in questi giorni in
scena alla Pergola. «L'Arno straripa a Firenze»
racconta il dramma di una città attraverso i giornali
e le foto d'epoca ma anche con filmati inediti e
nostre interviste ai protagonisti di quei giorni. In
quel terribile 4 novembre 1966 e nei giorni
successivi «La Nazione» compì un piccolo grande
miracolo: giornalisti e poligrafici riuscirono a fare
andare il quotidiano in edicola, nonostante la
rotativa fosse inutilizzabile. Le scuole possono
approfittare ancora per prenotarsi e venire a visitare
l'esposizione, telefonando alla segreteria di
redazione (055.2495870).
Nei giorni feriali l'orario di apertura è 9.30/12.30 e
15/18. L'ingresso è gratuito e i visitatori possono
entrare da via Paolieri 2.
1o(n
quo 'dfl'l il
n altro picnonc
Al presidente della Regione Enrico Rossi con il direttore
de La Nazione Pier Francesco De Robertis in visita alla nostra mostra
Alluvioni in Toscana
Pagina 58
giornal i sti sen i or
e Ì tand ri cord i
su cinquant'anni fa
G uidati dal presidente
Marcantonio M orelli, i giornalisti
senior dell'Associazione stampa
toscana sono stati protagonisti
della visita pomeridiana alla
mostra. N on ospiti perché sono dl
casa a
azione: la stragrande
maggioranza è stata con noi, a
lavorare del nostro quotidiano.
Con M orelli c'erano Enrico Maria
Pini, Antonio Lovascio, N icola
Coccia e signora, Mario D ei
Gamba, Franco Picchiotti,
Sandro Picchi, Sandro B ugialli e
Rossella Martina, Carlo Gattai,
Carlo Pestelli , Simone N ozzoli.
A CAUSA DEL GRANDE SUCCESSO OTTENUTO
MOSTRA E' STATA PROROGATA DI 7 GIORNI
DO M E N ICA 27 APERTURA STRAORDINARIA
IN VETRINA LE FOTO E LE PRIM E PAGINE
DI ALLORA OLTRE A FILMATI ESCLUSIVI CHE
RACCONTANO IL DRAMMA DELLA CITTA'
r
I FIORENTINI CONTINUANO AD ARRIVARE
AL GIORNALE PER VISITARE
MOSTRA
SUPERATA QUOTA OTTOMILA PRESENZE
Alluvioni in Toscana
Pagina 59
DA CIMABUE
IN QUA
ACCADEMIA
DELLE ARTI
E DEL DISEGNO
Fino al 28 dicembre
LA SALA delle esposizioni
in Via Ricasoli 68 prende in
esame l'inedito rapporto tra
alluvione del 4 novembre
1966 e la produzione
artistica, prendendo le mosse
proprio dall'Accademia delle
Arti del Disegno, l'istituto
che dal 1563 riunisce a
Firenze i più famosi pittori,
scultori e architetti.
Orsanmichele 4 ospita una
selezione di venti opere, tra
sculture e disegni, che
dialogano attraverso un
inconsueto gioco di
metamorfosi a cui l'artista dà
forma realizzando un bizzarro
circo di mostri del nostro
tempo.
Alluvioni in Toscana
Pagina 60
CHIUNQUE NE VOGLIA SAPERE DI PIÙ,
COMPRESE ALTRE SCUOLE, PUÒ CHIAMARE
IL 347 305. 064.0 OPPURE SCRIVERE
UNA E-MAI LA SALVAMENTOMSCdTISCALI.IT
ome
in
e
•
iluv
e
ïon
C
zone
i
incontra ï ragazzí
A SCUOLA d'alluvione. Nei banchi di scuola dell'istituto tecnico
nautico Fiorillo la federazione italiana salvamento acquatico parla
di alluvione. Un problema che
troppo spesso ha toccato la nostra
provincia. è ancora nella mente e
soprattutto nel cuore dei carrarini
l'ultima alluvione avvenuta il 5
novembre del 2014, quando la
mattina presto il Carrione è esondato dopo aver letteralmente
strappato l'argine destro alla Doganella. Il torrente ha invaso abitazioni, imprese, negozi, portando con sé distruzione e fango. La
parte più danneggiata è stata la zona est di Marina, ribattezzata poi
come zona rossa. Ma nonostante
questo i marinelli sono riusciti ad
alzarsi nuovamente, speranzosi
verso il futuro. «Parlare di un
evento così triste - si legge nella
nota della Federazione - è l'inizio
della ricerca di una soluzione o
semplicemente un modo per renderlo meno pericoloso: essere consapevoli e preparati è il modo migliore per rischiare di meno». Alla domanda «Qualcuno di voi è
stato colpito dall'alluvione?», molti ragazzi con un velo di malinconia negli occhi ha alzato la mano.
Qualcuno di loro, colto nel vivo,
ha addirittura raccontato brevemente la sua storia. Nell'incontro
è stato spiegato che «il rischio alluvioni in Europa raddoppierà nei
prossimi 40 anni. Ma anche cose
molto più semplici e pratiche, ovvero quelle che ti salvano la vita.
Quelle che fanno in modo che si
Alluvioni in Toscana
'i fii fi« i ' »
T VITI I ragazzi del Nautico hanno partecipato con interesse
alla particolare lezione della Federazione italiana di salvamento
risolva il problema od almeno
non evolva in qualcosa di più grosso e pericoloso».
IL RELATORE della Fisa si è
soffermato a parlare anche del Piano comunale d'emergenza, sulla
Protezione civile e i metodi d'allertalmento. Alla fine dell'incontro un applauso spontaneo ha pienamente gratificato lo staff della
Federazione. Fuori onda, alcuni
professori si sono fermati a raccontare la loro esperienza d'alluvionati. Questo incontro fortemente voluto dalla drettrice della
sede Claudia Moizo e dal professore Alberto Ricci è un piccolo seme che assolutamente deve maturare nelle prossime generazioni.
La Fisa prepara percorsi formati-
vi per diventare assistente bagnanti, soccorritore fluviale e alluvionale, operatore di moto d'acqua
da soccorso e tutti quei brevetti indispensabili per poter fare soccorso in acqua. La Federazione per
questa opportunità ringrazia la
scuola e tutti gli studenti e ricorda a chiunque ne voglia sapere di
più, compreso altre scuole che
può chiamare il numero 347
305.064.0 oppure scrivere una email a salvamentoms@tìscali.it.
Pagina 61
L'alluvione
raccontata
1
DOMANI, sabato, alle
17,30 sarà presentato alla
libreria Roma di via della
Misericordia il libro di
Giuseppe Meucci,
giornalista e scrittore,
sull'alluvione nella
provincia di Pisa. Il libro
racconta cossa successe
nella stessa Pisa, dove
crollarono un ponte e un
lungarno, a Pontedera
dove l'Era invase la città, a
Santa Croce, Castelfranco e
piana di Santa Maria a
Monte e Montecalvoli
dove ci furono tre vittime.
Con l'autore interverranno
Mario Mannucci e
l'assessore alla cultura
Liviana Canovai mentre
anche questa
presentazione si inserisce
nel ricco programma delle
iniziative per il
cinquantenario
dell'alluvione che a
Pontedera hanno già visto
diverse tappe, mentre altre
sono in programma.
Giuseppe Meucci è stato
giornalista-redattore e poi
coposervizio de La
Nazione di Pisa e in queste
vesti ha seguito e
raccontato decenni di
avvenimenti, personaggi e
situazioni, dell'intero
territorio provinciale
compreso quella
dell'alluvione.
Alluvioni in Toscana
Pagina 62
Cinquantesimo dell'alluvione
Boom di visitatori alla mostra
Poggibonsi
TANTI visitatori per «Ne è passata d'acqua
sotto i ponti». La mostra allestita nella
Sala Quadri per ricordare il 50°
anniversario dell'alluvione del 4 novembre
del '66 si è chiusa con un bilancio più che
positivo. In esposizione per una settimana
oltre duecento foto originali. L'evento è
stato organizzato dall'Astop con il
patrocinio del Comune.
Alluvioni in Toscana
Pagina 63
TRONCHI E
Bonifie
FIRENZE
MAN UTEN ZI ON I in corso sull'Arno, dalla sorgente alla foce. Il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, grazie all'accordo sulle opere
idrauliche di terza categoria, sta
effettuando lo sfalcio della vegetazione nell'alveo, su un tratto di circa 9 chilometri che attraversa i Comuni di San Giovanni, Incisa - Figline e Reggello. Si tratta di un intervento di manutenzione straordinaria, finanziato con 500mi1a
euro (il 70% stanziato dalla Regione e il 30% dal Consorzio), che è
stato progettato impiegando anche i droni. Il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno sta a sua volta tagliando la vegetazione su
sponde e argini, in base al programma 2016 delle manutenzio-
MI RIUTILIZZATI PER SCALDARE LE SCUOLE
sugli argini, ecco dove
ni. Negli ultimi giorni poi, interventi mirati sono in corso a Firenze: lo stesso Consorzio sta percorrendo tutto il tratto cittadino del
fiume per rimuovere i materiali
depositati dalla piena eccezionale
dei giorni scorsi. In caso di nuove
piogge infatti, questi oggetti potrebbero ostacolare il flusso
dell'acqua. I rami e i tronchi, tagliati in pezzi, vengono trasformati in `cippato' per il riscaldamento
di alcune scuole che, come a Tavarnelle e San Casciano Val di Pe-
Sfaldo della vegetazione
lu ng o il fi ume tra Firenze
e Pisa. Costo : un m ilione
sa, hanno accordi in questo senso.
Passando alla provincia di Pisa, è
partita la seconda fase della manutenzione ordinaria sulle sponde
dell'Arno affidate dalla Regione
al Consorzio 4 Basso Valdarno.
Grazie a una nuova tranche di circa 513mila euro stanziata dalla Regione stessa, è iniziato il taglio della vegetazione su vari affluenti,
fra i quali Era, Egola, rio Dogaia,
Filetto, San Bartolomeo, canale
Scolmatore, bacino Roffia, rio Arnino e fiume Tora. Sono intanto
terminati i lavori del primo lotto
di manutenzione dell'Arno, effettuati dal Consorzio 4 Basso Valdarno in estate e in autunno, dallo sbocco fino a Calcinata/Pontedera e nel tratto cittadino di Pisa,
esclusa la porzione che va dal ponte della Cittadella al ponte della
Fortezza, affidata a Pisamo.
P -N'NA L'Arno nel '66 dall'alto
Alluvioni in Toscana
Pagina 64
0
d'accord-Coo, Fi
fern
lavor
ï
"
., ..
e. è a ri40 schio
i
i
ni
it
1111',F1
10
Le quattro casse d 'espansione dovevano essere completate nel
Paola Fichera
FIRENZE
CI NQUANTA anni dopo l'alluvione le opere di compensazione per
garantire Firenze (e non solo) da
una nuova esondazione dell'Arno
sono, in gran parte, ancora sulla
carta. Ne è consapevole l'assessore
all'ambiente della Regione Toscana Federica Fratoni che, per prima, ha rimesso i puntini sulle «i»
su quel 70 per cento di opere necessarie che ad oggi non sono state
eseguite, come sui 5 milioni di euro di finanziamenti per l'Arno che
la Regione sta battagliando per ottenere. Lo sa bene Mauro Grassi,
direttore della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico
e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, che ha già chiesto altri
cinque anni, fino al 2021, per avere dei risultati apprezzabili.
Conosce bene lo stato dell'arte poi
Gaia Checcucci, direttore del Ministero dell'Ambiente, che imputa
I fondi ci sarebbero ma non
possono essere stanziati
per contenziosi o procedure
non solo alla mancanza di soldi
(«Ce ne sono anche troppi») i ritardi e le inadempienze sul fronte dei
lavori.
VOCI DIVERSE, motivazioni diverse, per tutti una certezza: i ritardi
sulla costruzione della quattro casse di espansione dell'Arno in Valdarno e per il sopralzo e adeguamento della diga di Levane ci sono eccome. Anche perché per almeno due di quelle casse (Pizziconi e Restone) i primi accordi di
programma risalgono al 2004. E
all'epoca si parlava di `soli' 17 milioni di euro per realizzarle.
Fare il riepilogo di tutti i lavori (in
molti casi solo i progetti) in corso
non è facile. Per Pizziconi l'appal-
Alluvioni in Toscana
to è diviso in tre lotti . I lavori parzialmente realizzati riguardano solo il primo lotto , mancano quelli
relativi all'argine che fanno parte
del quinto lotto della strada regionale 69 del Valdarno e quei lavori
sono fermi perché impugnati dai
privati con un ricorso alla magistratura . La Regione ha sborsato
in corsa oltre due milioni di euro,
ma... Ma i lavori non partiranno fino a gennaio 2018 e i finanziamenti sono per forza di cose solo sulla
carta.
E' in ritardo anche la cassa del Restone (costo al momento 16 milioni di euro), progettazione e realizzazione sono state previste in 36
mesi, ma non è ancora stata completata la Via (Valutazione di impatto ambientale) e del finanziamento quindi non può esserci traccia. Nel novembre 2017 sarebbe
prevista l'ultimazione dei lavori
per le casse di Prulli e Leccio. Dovevano essere conclusi a dicembre
2012, poi novembre 2016, ora il
cronoprogramma è per la fine del
2017, ma ha già accumulato altri
sei mesi di ritardi e, visto che i lavori non sono partiti, mancano anche i finanziamenti che sono a
stralcio sulle opere realizzate.
5 yrBn
n ✓ 14m ®' f!!
r iriv ii
Il sistema di casse di
espansione lungo l'Arno
nell'area da Figline Valdarno
a Incisa (interventi di
Pizziconi, Restone, Prulli e
Leccio) doveva essere
completato entro il 2012,
invece i lavori sono stati via
via rinviati al 2015, 2016,
2017 o 2018.
Iter partito neL 2004
I primi protocolli d'intesa e
accordi di programma per
realizzare le casse
d'espansione risalgono
addirittura al 2004. All'epoca
le casse avevano un costo di
17 milioni di euro e dovevano
essere terminate nel 2009.
Oggi i costi sono lievitati: 17
milioni non bastano neppure
per una cassa d'espansione
FI
Luca Barbareschi ieri in visita alla
mostra allestita da «La Nazione»
Pagina 65
IMrwr r o;67P
7774b
UPER' E DA MANE
'1" CASSE D' ESPANSIONE
Pizz i+coni 2
C$ MILIONI DI EUROI
~o o PrtaUi
150,2 MILIONI1
Restone
R'IILIONII
pa€citA dinvaso
totaEe 25 mc dì acqua
Lezzatzc Rabaftîi4
Ltrtiar , Cava
- (53 M1L1ONi)
á~
(##,5 MILIONI)
capacità dinvaso
9miLloni di mc dì acqua
125 MILIONI)
da 16'9 a 174 metri,
per un volume di acqua
nei15
da 6 a 16 nr-ffiiani
di nxdi acalua
omt~
áW2410
N eg li ulti m i decenni è
stato realizzato il 30%
d eg li interventi per la
sicurezza dell'Arno. La
Reg ione ha chiesto al
governo di anticipare 5
milioni dei 55 stanziati.
Alluvioni in Toscana
Pagina 66
LE CLASSI POSSONO PRENOTARSI
Lezione di storia per i giovani
FIRENZE
O RGOGLI O fiorentino,
solidarietà, spirito civile. In
una sola parola, emozione. La
grande emozione di chi in quei
giorni c'era, di chi ha pianto
lacrime e fango, di chi ha
partecipato alla salvezza eppoi
alla rinascita, di chi ha seguito
sulle cronache quel che
accadeva del fiume diventato
lago e della città trasformata in
palude. Nella sede de La
Nazione a vivere questa grande
emozione sono i bambini degli
anni Sessanta. Ma a centinaia
sono arrivati anche i bambini
di oggi, quelli che non c'erano,
ai quali molto probabilmente
l'alluvione è stata raccontata da
genitori e nonni. Ora, grazie
Alluvioni in Toscana
alla mostra multimediale
«L'Arno straripa a Firenze»,
allestita nell'auditorium Attilio
Monti, questi bambini
riescono a dare un'immagine
alle parole, e una dimensione
tridimensionale alle letture
eventualmente fatte. Sono già
state tante le scuole in visita e
tante altre hanno già prenotato.
Ma c'è ancora posto per quelle
che vogliano ancora
partecipare all'evento. Unico,
imperdibile, e per il momento
non replicabile. Anche se a
grande richiesta la mostra è già
stata prorogata fino al 27
novembre. Gli istituti
interessati a organizzare una
visita per i propri studenti,
possono prenotarsi chiamando
il numero 055.2495870
Pagina 67
i
ti che hanno visto it
Una grande e doppia emozione
Atberti (Lega) e it regista Martinetti
Presto disaster movie sull'Arno
Anche i giornalisti andati in pensione che
lavoravano a «La Nazione» nel novembre 1996
sono stati ieri in visita alla mostra, «rivivendo»
quei giorni dell'alluvione con grande emozione.
e
®
Il consigliere regionale della Lega Nord Jacopo
Alberti ha visitato la mostra sull'Arno insieme al
regista Renzo Martinella che sta lavorando a un
film ambientato nei giorni dell'alluvione
ost a,
e
11
4
r
ot
to
i attende il pienone nel week end
l
toreRossi® « lla ïone ogni sforzo p er salvare l'
ve
FIRENZE
LE ACQUE limacciose dell'Arno
hanno avvolto, sull'onda delle immagini e delle testimonianze, anche il presidente della Regione Enrico Rossi che ieri ha voluto visitare la mostra «L'Arno straripa a Firenze» nell'auditorium de La Nazione, che ha raggiunto quota ottomila visitatori, in attesa del «tutto
esaurito» previsto per sabato e domenica, così come accadde lo scorso week end.
Il governatore Rossi si è soffermato a lungo sul grande lavoro che i
giornalisti e i tipografi del giornale condussero in quei terribili giorni, e sulla battaglia in difesa di Firenze che il direttore Enrico Mattei condusse insieme al sindaco
Bargellini. «E' davvero molto bella - ha commentato - e si deve dire grazie a La Nazione. La trovo
completa, chiara nel ripercorrere
quei tragici giorni. Li racconta
con la freschezza della cronaca,
senza retorica, ma con un effetto altamente drammatico. Ciò che fa
stringere il cuore è che da allora ad
oggi si sia fatto poco per evitare
che ci si possa trovare in condizioni analoghe. La Regione il proprio
impegno ha provato a mettercelo,
ma servirebbe un intervento più
ampio, non soltanto da parte delle
istituzioni locali».
E
IL GOVERNATORE Rossi, da commissario di governo contro il dissesto idrogeologico, conosce sin troppo bene le lungaggini amministrative locali e nazionali. Dal suo punto di vista, però, i ritardi nella realizzazione delle opere di compensazione sono dovuti anche alla necessità di maggiori investimenti
per mettere in sicurezza fiumi e
territorio. «Penso - ha sottolineato - che dovremmo raddoppiare
gli investimenti attuali per riuscire a portare a compimento le opere
di salvaguardia idrogelogica più rapidamente».
Dal 2012 in poi la Regione Toscana investe 100 milioni l'anno per
la sicurezza del territorio.
«Un investimento importante ha ribadito - che abbiamo sostenuto e sosteniamo pur con tutte le difficoltà di bilancio». Poi la stoccata: «Non voglio polemizzare con
nessuno, ma se l'avessero fatto subito dopo l'alluvione forse oggi saremo più avanti in termini di sicurezza. La mia proposta politica è
che si raddoppi da 100 a 200 milioni all'anno l'entità degli interventi, superando il Patto di stabilità e
il blocco degli investimenti che subiamo. Se non lo si fa, e dovessimo
ritrovarci in una situazione analoga a quella del 1966, sarebbe davvero imperdonabile».
Pa. Fi.
»
orario continuato
'L'Arno straripa
a Firenze ' si può visitare
gratuitamente tutti i g iorni
dal lunedì al venerdì con
orario 9 ,30-12,30 e nel
pomeriggio dalle 15 alle 18.
Durante il week end, domani
e domenica , aperture
straordinarie con orario
continuato dalle ore 9,30
alle ore 18 . N on occorre
prenotarsi (a meno che non
si tratti i scolaresche).
L'ingresso è nel complesso
de La Nazione a Firenze, con
accesso da via Paolieri 2.
«Un vatore storico
unico e prezioso»
Produttore , regista, attore e
altro : Luca Barbareschi si è
recato ieri in visita a La
Nazione . «Toccare con mano
testimonianze dirette e
obiettive è una cosa molto
difficile da trovare - ha detto
-. E' il valore storico di una
grande mostra».
Alluvioni in Toscana
Pagina 68
m
1
i<"o
ui// ,,, >
W/1
II governatore Enrico Rossi , a sinistra, con il direttore de La Nazione
Pier Francesco De Robertis e il direttore di sede Stefano Fantoni
Alluvioni in Toscana
Pagina 69
D PONSACCO
Alberto Lemmi, 70 anni, governatore della Misericordia,
pensionato, sposato, padre di
due figli e nonno, il 4 novembre '66 - giorno della Grande
Alluvione- si trovava nella sua
casa in via Di Vittorio (al tempo via Marinai). La sua abitazione non fu colpita dalla disastrosa inondazione, perché il
fiume Era esondò dalla parte
opposta di Ponsacco. Ma aveva numerosi parenti a Pontedera, città anch'essa colpita al
cuore. E, una volta ritirate le
acque fangose, Lermni si recò
prima con la madre, poi con
gli altri fratelli e sorelle a portare aiuti.
Il padre del futuro governatore della Misericordia, Orfeo,
era falegname e la madre, LianaVanni, originaria di Pontedera, era casalinga. Lemmi nel
'66 era uno studente dell'Itc
"Fermi" di Pontedera, che aveva la sua sede in piazza Belfiore (oggi piazza Andrea Da Pontedera), e i futuri ragionieri ebbero una scuola completamente allagata a pianterreno.
Lermni, insieme ad alcuni
compagni di scuola, su richiesta del preside, si impegnò a ripulire. I giovani prima lavarono tutto con acqua con la
gomma, poi, nei giorni successivi, ripararono diverse macchine da scrivere e calcolatori,
completamente bloccati dal
fango seccato.
«Mia madre era originaria
di Pontedera e nel '66 aveva
fratelli che abitavano in via Roma - racconta Lemmi - strada
che nel novembre del '66, a
causa della rottura dell'argine
dell'Era alla Montagnola, fu
trasformata in un fiume. Per
fortuna i miei parenti abitavano ai piani alti, ma i negozi a
pianterreno furono tutti allagati. Avevamo altri parenti in
via Fabio Filzi e al Villaggio
Piaggio. Mio nonno si chiamava Cesare Vanni, era un procaccia, ed era soprannominato "Medaglione", perché suo
padre era confratello della Misericordia e portava un meda-
glione al collo durante le cerimonie, che un giorno indossò
anche mio nonno. Appena ci
informarono che a Pontedera
c'era stata l'alluvione, mia ma-
Alluvioni in Toscana
li
i
G,,_1
//
11 1
0
_
,_
.
a
governatore
®
I
I
Misericordia i Ponsacco
a Pu, , le le
dre volle partire. Cercai di
spiegarle che era pericoloso,
ma non ci fu niente da fare.
Prendemmo la bici e, pedalando, arrivammo a Pontedera.
Ci femiammo ai cimiteri, dove c'era una gran confusione;
da li si iniziava a vedere un fiume di fango. I tombini per le
strade erano tutti saltati, era
pericoloso, ma mia madre volle proseguire per andare dai
fratelli in via Filzi, vicino all'attuale via Fantozzi. Si pedalava
a fatica con l'acqua marrone
fino alla canna della bici, e la
borsa a tracolla con quei pochi viveri, che eravamo riusciti a trovare in casa prima della
partenza. Insomma, arrivammo a destinazione, mala casa
dei nostri parenti era stata allagata al primo piano, e stavano
trasferendo tutti ai piani alti.
I
11
Ritornammo due giorni dopo,
quando le acque si ritirarono e
li aiutammo a ripulire l'abitazione. Mia madre era molto legata ai suoi fratelli, non accettava di lasciarli in mezzo alle
difficoltà. Ricordo di avere
spalato tanto fango, eravamo
tutti sporchi fino ai capelli».
«Una volta terminato di lavorare dai miei parenti - prosegue Lemmi - volli andare a vedere che cosa era accaduto alla mia scuola in piazza Belfiore. Ero uno studente di ragioneria all'istituto "Fermi" e insieme ad alcuni compagni di
scuola, su richiesta del preside, ci impegnammo a ripulire
il pianterreno. L'operazione
fu molto laboriosa. Ci recammo in visita anche nel centro
di Pontedera: era uno scenario apocalittico. Un fiume di
'
fango aveva spazzato via tutto. C'erano perfino animali
morti mentre i commercianti
erano tornati nei loro negozi e
portavano fuori tutto il materiale alluvionato. Le strade dovevano essere ripulite dal fango e da quello che aveva portato con sé quel fiume sporco.
Era tutto da buttare».
Elena lacoponi
Pagina 70
Corso Giacomo atteotti trasformato in un torreni::• sacs sc[ t/c•s;ar7 a:, é4a:,l 1916 (éo
y/ • / i // / i//>q/,J/
/
as, r.!cïtlí?s Wv
l
/ , ...
Un'operazione di soccorso durante la Grande Alluvione del 1966
Alluvioni in Toscana
Pagina 71
I N REGALO L' ULT I MA
Sui binari, tra angoscia e sper
a
Si chiude con un'immagine simbolo il lungo viaggio dei Tirreno
i discorsi tra tutta quella gente che si ricorda,
che c'era: l'acqua, la
paura, e che non c'era più niente
da mangiare e neanche per vestirsi, non c'era neanche l'acqua
per bere e dappertutto auto rovesciate, fango e puzza di gasolio e
la ferrovia ingombra di tutto
quello che l'acqua trascinava: automobili, cadaveri d'animali, bidoni, legno... tutto, c'era di tutto».
Finisce qui, sui binari devastati della ferrovia Grosseto-Roma e
negli sguardi a capo chino di vaga alla ricerca della sua vita perduta, il lungo viaggio del Tirreno
nella grande alluvione di Grosseto, tra passato e presente. Oggi,
in edicola con il quotidiano, c'è
in regalo l'ultima delle 21 schede
con le quali - dalla fine di ottobre
- in occasione del cinquantesimo anniversario della piena - abbiamo cercato di raccontare
qualcosa che cinquant'anni dopo per chi non c'era appare difficile persino da immaginare.
Anche oggi le fotografie
dell'Agenzia Bf, dunque, che ci
portano in uno dei luoghi simbolo di que maledetto novembre, il
"rilevato" ferroviario. In qualche
modo origine ed epilogo della
tragedia, perché fu proprio quel-
la specie di "diga artificiale" a
chiudere Grosseto nella trappola di fango e perché fu proprio lì
che, ritirandosi, l'acqua abbandonò la maggior quantità di macerie. Carcasse d'animali, automobili, bidoni, legno, oggetti
d'uso quotidiano... Tutto, proprio di tutto, come scrive il poeta
Luca Bonelli nell'ultimo frammento di racconto della serie.
Sarà lì, sulla ferrovia, che molti
grossetani nei giorni successivi
saliranno a cercare pezzi del loro
passato. E a immaginare, guardando quei binari spezzati, il lungo cammino di ricostruzione del
futuro.
Novembre 1966 , si vaga tra le macerie depositate dal fango sui binari (Bf)
Alluvioni in Toscana
Pagina 72
a çqsta
t
Mandan í c í f ei í cotter. í sta
« La gente i mpaur i ta
aspettava
.
.
tett í ))
, ,i . „
:JIllASOSIfl
,I 111h ïiÌfH fll
1 vnli in nli—44nrn nnr mn44nrn in olvn Mi ell niinne4i lën4n dell*errhivin c4nri. n ennneie Qél
Alluvioni in Toscana
Pagina 73
Marescialloscelto
dell'Aeronautica,
all'epoca
ave v a
2 a nni
salvando centinaia
i al luvi o nati
di ELISABETTA GIORGI
olò senza sosta per salvare gli alluvionati arrampicati sui tetti e lanciar
loro i sacchetti di cibo dal cielo.
Tutti i giorni gettava giù dall'elicottero - con un febbrile andirivieni attraverso la Maremma un centinaio di fagottini che la
gente afferrava al volo con precisione infallibile.
Andrea Mandanici, 82enne
ex motorista elicotterista e maresciallo scelto dell'Aeronautica
militare, all'epoca aveva 32 anni. Testimone eccellente della
grande alluvione del'66, con alcuni colleghi effettuò il primo
volo di soccorso sulla città allagata salvando centinaia di grossetani con l'elicottero e rifornendoli di cibo nelle case.
Momenti drammatici di cui
lui ancor oggi conserva una memoria sorprendentemente lucida in ogni dettaglio, nonostante
sia trascorso mezzo secolo. Tanti flash e storie di vita. Migliaia i
chilometri macinati sopra strade e campagne alluvionate e colme di fango tra i latrati dei cani
impauriti e gli animali affogati,
le anziane impaurite e i neonati
caricati in elicottero. «Tutti momenti che non dimenticherò
mai», racconta Mandanici commosso.
Nato nel 1934 a Castroreale,
provincia di Messina, Andrea si
era arruolato in Aeronautica nel
'52 e prima di approdare in Maremma aveva lavorato o frequentato corsi altrove: 9 mesi a
Caserta a cavallo tra'52 e'53, poi
la Sardegna, Pratica di mare e infine Grosseto «dove arrivai nel
'59, mi fidanzai e sposai. Mia
moglie veniva da Siena». Dal loro amore nacque Monica, oggi
dipendente Asl. Mandanici ha
sempre fatto il motorista elicotterista nella sua vita, ovvero gestiva la parte meccanica del motore facendo manutenzione a
elicotteri e aerei. Quando nel '66
l'alluvione piegò la città di Grosseto, lui per primo spiccò il volo
col pilota trasformandosi - da
manutentore - in instancabile
soccorritore aereo. All'epoca il
Quarto Stormo era dotato di due
elicotteri pronti a intervenire in
supporto agli F104 in caso di bisogno, ma che rispetto ai mezzi
attuali erano attrezzati in maniera ben più spartana.
I ricordi di quel 4 novembre
sono tutt'oggi precisi, vivissimi e
riportano con commozione a
quella tragica mattina, in cui
Grosseto fu sorpresa dall'acqua.
«Io abitavo con mia moglie e
mia figlia in piazza Volturno e alle 5,30 uscii di casa per raggiungere l'aeroporto in auto - racconta lui - In giro c'erano acqua,
uno strano vento di scirocco. Un
clima strano. Pioveva da un paio
di giorni e una certa preoccupazione era palpabile nell'aria, sicché la mia ansia era quella di
mettere in salvo la macchina, anche perché l'avevo comprata
nuova e dovevo pagare le cambiali».
Avvicinato all'aeroporto, «entrai da una stradina davanti al
Querciolo quando vidi una maglia che navigava e mi chiesi: cosa succede? Arrivai nell'hangar
che era asciutto, parcheggiai e
continuava a piovere, poi venne
giù il diluvio. Coi miei colleghi la
preoccupazione crebbe a tal
punto che ognuno iniziò a interrogarsi su come mettere in sicurezza la macchina, dove piazzarla. Io la metto di qua, io di là». Di
fronte all'hangar - sulla strada
del Pollino, nel curvone - c'era
una casetta dove si vedeva sventolare qualcosa di bianco. «Era
un omino a cui l'acqua era arrivata fin sopra i piani alti e che
agitava qualcosa. Qualcuno si
cominciò a preoccupare sul serio: fu quello il primo segnale.
Capimmo che lui sventolava un
lenzuolo o una tovaglia per farsi
notare, affacciato alla finestra di
casa. In aeroporto mi dissero:
andate a vedere. Così io e Vittorio partimmo in elicottero». Vittorio era il pilota Vittorio Amadeo, sergente maggiore e gran de
amico con cui Mandanici condi-
Ogni giorno
prendevamo
unaventina
di sacchetti di cibo
e li lanciavamo
alle persone
che li afferravano
dai ballatoi delle case
vise attimo per attimo il dramma dell'alluvione. «Con il nostro
elicottero privo di galleggianti
raggiungemmo la casa dove il signore era arrampicato sul tetto.
C'erano dentro la moglie e due
gemellini, l'acqua era alta».
L'elicottero di Mandanici e
del pilota, fermo in volo, si appoggiò allo spigolo di un muro
creando un buco nelle tegole;
non fu facile farci passare la donna ma andò bene. I quattro alluvionati furono messi in salvo e
portati al piazzale 10, unica zona
rimasta asciutta della città sulla
Castiglionese. Da lì poi iniziò
una sequenza interminabile di
soccorsi, coordinati dal colonnello Giovanni Cola in Prefettura e messi in atto in condizioni
di fortuna, finché non arrivò un
elicottero più attrezzato giunto
da Pratica di mare. «Il primo intervento col nuovo mezzo fu al
Casalone dove c'era un bus di linea che doveva andare a Marina
ed era in difficoltà. Le persone
uscivano dai finestrini: alcune le
portammo al piazzale 10 e nel
tempo che tornammo l'autobus
era stato trascinato 30 metri oltre. Impressionante». Fu tutto
un via vai di recuperi, in giro per
le campagne grossetane. Squartapaglia, Cernaia. In una giornata furono portate in salvo in elicottero 60-70 persone.
«C'era una vecchietta a Barbaruta che non voleva salire sulla
"macchina infernale", come la
chiamò lei, perché aveva paura.
Pensava: ora dove mi portano?
La tenni stretta e abbracciata finché non la portai su; loro in elicottero la chiapparono forte e la
portarono dentro». Nei poderi la
gente era spaventata perché
non era mai stata in volo. «Un ragazzino ebbe paura e gli dissi:
ora chiudi gli occhi, stringi le
mani e basta. Lui mi guardò impaurito e montò su. Parecchia
gente saliva in piedi nei trattori e
qualcuno per attirare la nostra
attenzione sparava fucilate, dato che il motore dell'elicottero
copriva i rumori. Altri si sbracciavano accanto a montagne di
fieno. Le mucche si arrampicavano nelle scale dei poderi per
non morire affogate e le galline
saltavano sui tavoli delle cucine.
Di bestie ne sono scomparse
tantissime, in quei giorni. Molte
erano legate nelle stalle e non
ebbero scampo. In quel primo
giorno di soccorsi, ci fu pure un
salvataggio nella zona di Squartapaglia dove - in attesa che i colleghi tornassero a riprendermi rimasi sopra un ballatoio insieme a una mucca, alle galline e a
un cane che, a ogni mio movimento impercettibile, ringhiava. Rimasi fermo e infreddolito
per ore, con questo cane che mi
stava di fronte a latrare, io immobile, finché i colleghi non si
accorsero che mancavo e tornarono a riprendermi».
Intanto il piazzale 10 era diventato il punto di raccolta dei
generi alimentari: ogni giorno
«prendevamo 15-20 sacchetti
con pasta, pane, acqua minerale, zucchero o cioccolata e partivamo. Quando arrivavamo vicini alle case c'era la gente già
pronta sul ballatoio che aspettava il lancio dei sacchetti dall'alto: ce li davano già legati con un
cordino lungo 10 metri, questi
pacchi, e a un certo punto tagliavamo il filo a facevamo cadere
giù il sacchetto. La gente era diventata esperta e afferrava tutto
al volo dopo che avevamo tagliato lo spago». Furono 9 giorni di
soccorsi frenetici e senza sosta.
«Dopodiché mi beccai la bronchite e rimasi 14 giorni malato...».
Oggi, a 50 anni dall'alluvione,
Mandanici ha un unico piccolo
rammarico, se possiamo chiamarlo tale. «Forse mi sarebbe
piaciuto che qualche volta qualcuno si fosse ricordato di noi»,
cioè di questi elicotteristi che
con i pochi mezzi allora a disposizione fecero un'impresa davvero straordinaria, lavorando senza tregua giorno e notte.
AndreaMandanici, 82 anni
Alluvioni in Toscana
Pagina 74
21
etti per
c
La città invasa dall'acqua e dal
fango del l'Arno esondato il 4
novembre del 1966. La città che si
cura le ferite di quell 'alluvione
anche nei giorni successivi. E la
città, gli stessi angoli, rivisti oggi,
per capire cos'è cambiato a
cinquant'anni di distanza.
Le immagini di ieri e di oggi (quelle
Alluvioni in Toscana
re
tibia.
dell'epoca fornite dall'Archivio
della Fondazione di Palazzo Blu che
detiene idiritti delle immagini
scattate dal fotografo pisano
Luciano Frassi ; gli scatti di oggi
realizzati dai fotografi Fabio uzzl
e Franco siivi) fanno parte di una
iniziativa che il Tirreno ha dedicato
al l'anniversario dell'evento e che
regala ai propri lettori.
Una col lana di 21 fotografie che
riguardano Pisa e la Provincia.
Scatti che hanno la capacità di
racchiudere in un'immagine il
dolore, lo spirito di sacrificio e la
volontà di un popolo che non vuol
subire e vuol tornare al più presto
alla normalità.
Pagina 75
Borgo Stretto
immortalato da
Luciano Frassl
nella foto che
regal Iamo con
il quotidiano in
edicola oggi
Si tratta dl una
immagine
conservata
gelosamente
nell'archivio
Frassl
di proprietà
della
Fondazione
Pisa
con la
collaborazione
di Palazzo Blu
Un' Itr immagine dell'alluvione I 4 novembre 1 966
I suo passaggio
sconforto i negozianti e la loro immediata reazione per tornare in piedi
13 novembre,
®il
crollo i ponte
If ri ,c
verra ricostruito
nella v rsi
originale
di ANDREA LANINI
orgo Stretto stravolto
dall'assedio della piena.
L'acqua se n'è andata,
restano il fango, la nafta, i detriti, il ciarpame che il ciclone
Amo ha trascinato fin qui, nelle vie del centro storico.
Melma, danni e sconforto.
La disperazione dei negozianti, gli esercizi commerciali
messi a soqquadro dall'allu-
Alluvioni in Toscana
vione del 4 novembre 1966.
Ma per Pisa, già a partire da sabato 5, è il momento di rimettersi in piedi. Il fiume continua a scendere, il sole torna a
farsi vedere dopo giorni di
ininterrotta pioggia. Le notizie
sconfortanti che, senza sosta,
arrivavano il giorno precedente sembrano già un lontanissimo ricordo.
Firenze inondata dall'Amo,
Grosseto sommersa dalle acque dell'Ombrone, Pontedera
travolta da quelle dell'Era: le
grandi vittime sono loro. A Pisa è andata meglio. C'è stato il
tempo di salvare gran parte
dei materiali che i negozi più
vicini al fiume custodivano al
loro interno. Si fa una prima
stima dei danni quando, il 13
novembre, nel cuore di Pisa si
apre una nuova ferita: il crollo
di ponte Solferino, che non
verrà ricostruito nella versione originale (bellissima) in
marmo, e di ampi tratti di lungamo Pacinotti.
Raccontano le pagine di "Diluvio sul pian di Pisa": "Pisa ha
perduto il Ponte Solferino quello che i vecchi pisani chiamavano il «Ponte Novo» - che
ha ceduto rovinando in Arno
la mattina di domenica 13 novembre, quando ormai la piena andava lentamente decrescendo. Giovane d'anni (era
stato rifatto, in tre mesi, nel
1945), il ponte, gracile di reni,
non ha retto all'impeto dell'Arno, e una vasta zona di Pisa respira ancora a fatica. Il fiume,
lungo la tratta cittadina, è ancora cintato dalle «pancole»
metalliche e le sue spallette sono cinte da un orlo di quarantamila sacchetti di sabbia. Il
Ponte di Mezzo, dove l'Amo
fece saltare due tratti di parapetto, è stato riparato».
L'Amo che colpisce Pisa a
tradimento, a distanza di giorni dall'esondazione. Nei mo-
Pagina 76
menti in cui ponte Solferino
frana, gli anni lontani in cui il
fiume concedeva ai pisani la
ghiotta possibilità di una pesca abbondante sembrano ancor di più galleggiare sui flutti
di cronache fiabesche. Eppure ci sono stati.
Li racconta bene lo storico
dell'arte Enzo Carli, erudito
pisano, nella sua introduzione
al volume che la Cassa di Risparmio di Pisa realizzò in occasione del trentennale dell'alluvione.
«L'Arno, oltre che fondamentale arteria di navigazione nella Toscana e sede della
più importante industria pisana, quella navale, era altresì
prodiga risorsa di alimentazione.
La pesca veniva assiduamente praticata lungo tutto il
suo percorso. Tra le più antiche immagini che la illustrano
vale la pena di ricordare quella
che tra il 1384 e il 1386 Antonio
Veneziano dipinse in Camposanto nell'ultima delle Storie
di San Ranieri, il nostro santo
patrono che spirò nel monastero di San vito, proprio sulla
riva del fiume. L'unica parte
ancora visibile dell'affresco perché distaccata e trasferita
su rete metallica nel 1885 da
Domenico Fiscali - non rappresenta, come pure è stato affermato, Chiavello che, "gettate le reti in onore di San Ranieri, n'ebbe in premio tanto pesce per il valore di quaranta
fiorini d'oro", bensì quattro
pescatori muniti di canne e
lenze che non si usano per il
mare, che peraltro figura più
in alto e lontano col salvataggio dal naufragio della nave
di Uguccione di Guglielmo
di Rinaldo".
Si tratta dunque, continua
Carli, "di una rappresentazione dell'Arno guizzante di pesci, dove le bellissime e veritiere figure dei pescatori riprendono caoticamente il
motivo tardo-ellenistico dei
rilievi del mese di febbraio
nello stipite del portale maggiore del Battistero. Ma anche in Arno si pesca con le reti, specie da Pisa verso la foce, dove, come cantò Gabriele d'Annunzio in una stupenda lirica, "grandi calici sorgono dall'acque - di non so
qual leggiere oro intessuti" .
La pesca, in Arno, soleva
farsi in tutte le stagione, salvo quando era ghiacciato, o
aveva le piene, o le inondazioni».
Con queste ultime, le tessiture d'oro cantate dal Vate
hanno sempre ceduto il passo al limo.
ORI PRODUZIONE RISERVATA
Alluvioni in Toscana
Pagina 77
i
arie
opravve s
e I nop~a
,
A
ch
`
lei
ia
tà
.,
co
. ._
G
r. %,_
, ,.. 1//9
i
:
.
tutto
ei giorni dell'inondazione del'66 tra i commercianti che avevano subito danni
si formarono amicizie e le a i s li i che hanno sfidato lo scorrere dei tempo
di ANDREA LANIN I
Le decorazioni marmoree
del catino della Torre di
Pisa, uno dei monumenti
più fotografati al mondo, sono
allagate da una poltiglia di fango e nafta. L'esondazione del 4
novembre 1966 non ha risparmiato la bella Piazza dei Miracoli.
Dove, nelle ore dell'alluvione, si cammina con l'acqua dell'
Arno che arriva alle ginocchia.
In centro, i negozi sono allagati.
Molte attività commerciali non
si riprenderanno dal colpo. In
città, come in gran parte della
provincia, il disastro è di proporzioni catastrofiche.
In Corso Italia, in Borgo, sui
lungarni, i fondi vengono in
gran parte invasi dalla furia distruttiva del fiume. All'epoca,
direttore
dell'Associazione
commercianti della provincia
di Pisa era Alessandro Carrozza.
sa", la documentazione che la no prevenire queste calamità o
Camera di Commercio pisana almeno limitarne le conseguenpubblicò a un anno dai fatti.
ze". La città, il suo fiume.
A quelle parole di mezzo se"Appena dileguatesi le ombre si è cercato, come sappia- colo fa fanno eco oggi le consimo, di trovare le prime difficili derazioni del sindaco di Pisa
strade della rinascita e di risol- Marco Filippeschi: «Recuperavere i primi e più urgenti pro- re il rapporto della città con l'Arblemi per la sopravvivenza. Ê no, rotto ieri dall'inquinamenpur vero che in questo fosco to e dal rischio-alluvioni: è l'imquadro - che riproponeva, per pegno che prendiamo nell'anmolti aspetti, le dolorose imma- niversario, è l'obiettivo che abgini della guerra - si sono elevati biamo perseguito e sui cui doba conforto di tanti disagi e soffe- biamo continuare a insistere
renze la luce e il calore della so- con coerenza. Il prossimo anno
lidarietà umana; è pur vero che ci saranno avanzamenti sulla
navigabilità dell'Arno, ci stiamo
non sono mancate quelle provlavorando insieme alla Regiovidenze pubbliche che hanno
ne. Puntiamo a recuperare la
risollevato situazione e dato refruibilità del fiume e delle golespiro alla speranza: tuttavia il rine, la seconda Biennale di arcordo è ancora troppo vivo e dochitettura pisana sarà tutta delorosamente vicino e dovundicata al rapporto della città
que s'invocano quelle misure,
con il suo fiume».
efficaci e definitive, che possaL RI PRODIJZION E RISERVâTC
Nei suoi ricordi, raccolti da
Fabio Demi per "Il Tirreno", alle ombre della desolazione del
centro cittadino deturpato dal
fango e dai detriti si affianca la
luce di una «solidarietà che ebbe il sopravvento su tutti gli altri
sentimento. Conservo gelosamente una cartolina che mi è
stata inviata da una commerciante che, dopo avermi trovato
sulla porta del suo negozio il 6
novembre del '66, mi abbracciò
e pianse sulla mia spalla, avendo perso in una notte tutto quello che aveva. Io non feci niente
se non piangere con lei. Sarebbe bello se i commercianti nelle
generazioni future la forza
d'animo e il coraggio di quelle
ore».
Dopo la grande paura, la voglia di rimettersi in piedi, e la volontà di mettere in sicurezza,
unavolta per tutte, l'Arno. Questi gli obiettivi di una città, di un
territorio, come raccontano gli
autori di "Diluvio sul Pian di Pi-
Alluvioni in Toscana
Pagina 78
Le decorazioni marmoree dei catino della Torre pendente allagate nel novembre 1966
Alluvioni in Toscana
Pagina 79
II Mj r i eucci
sull'alluvione
oggi alle 17.30 alla
Libreria Roma di Pontedera
Giuseppe Meucci presenta il
suo libro "il giorno del
diluvio.4 novembre 1966.
L'alluvione a Pisa e in
provincia" (ETS).
Interverranno l'assessore
Liviana Canovai e il
giornalista Mario Mannucci.
Alluvioni in Toscana
Pagina 80
u.
FOTO DEI LETTORI
QUOTIDIANI ORIGINALI
E DOCUFILM MAI VISTO
i
i
TANTISSIMI I MESSAGGI
LASCIATI NEL LIBRO
DELLE FIRME ALL'USCITA
Fine settimana da mostra
C'èIN- l'orario continuato
isso dí vísítatotí al n ostro glo
L'APPUNTAMENTO è da non
perdere: oggi e domani la mostra
allestita nel nostro auditorium
«L'Arno straripa a Firenze» sarà
visitabile con orario continuato
dalle 9,30 alle 18.
Ieri è stata toccata quota 8500 visitatori con un flusso costante sia la
mattina che il pomeriggio.
Tra i visitatori il rettore dell'Università di Firenze Luigi Dei accompagnato dal prorettore Laura
Solito. «Bellissima mostra, documentario eccellente» ha scritto
nel libro delle firme il professor
Dei.
Tra gli ospiti di ieri anche Erasmo D'Angelis, capo della struttura governativa di missione sul dissesto idrogeologico, autore del bellissimo libro« Gli Angeli del Fango». Ha visitato la mostra con particolare interesse anche l'assessore regionale Federica Fratoni che
si è soffermata in tutte le aree tematiche nel nostro auditorium.
«L'Arno straripa a Firenze» racconta il dramma della città attraverso i giornali e le foto d'epoca
ina anche con filmati inediti e nostre interviste ai protagonisti di
quei giorni.
In quel terribile 4 novembre 1966
e nei giorni successivi «La Nazione» compì un piccolo grande mi-
scolo : giornalisti e poligrafici riuscirono a fare andare il quotidiano in edicola, nonostante la rotativa fosse inutilizzabile.
Le scuole possono approfittare ancora per prenotarsi e venire a visitare l'esposizione, telefonando alla
segreteria
di
redazione
(055.2495870).
Il direttore
De Robertis
con
l'assessore
Fratoni;
sopra
D'Angelis
coi suo libro
II capocronista Caroppo con il
prorettore solito e il rettore Dei
U Askat ui
Guota
Prorogata fi no at 27
La mostra allestita
nell'auditorium del nostro
g iornale ha toccato quota
8500 visitatori. Oggi e
domani la mostra sarà
aperta a orario continuato
dalle 9 ,30 alle 18 . Ing resso
da via Paolieri 2.
Alluvioni in Toscana
Pagina 81
NELL'AUDITORIUM DE
NAZIONE
di grande affluenza
Tante le prenotaziorn' per scuole
FIRENZE
DE CI N E e decine di visitatori anche ieri, alla mostra «L'Arno straripa a Firenze». E, nell'auditorium Attilio Monti, sono arrivati
anche nuovi rappresentanti delle
istituzioni: accompagnati dal direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis hanno visitato
la mostra l'assessore all'ambiente
della Regione Toscana Federica
Fratoni, il rettore dell'Università
di Firenze Luigi Dei, e ancora
Erasmo D'Angelis e Mauro Grassi, rispettivamente capo struttura
e direttore di Italia Sicura, l'Unità di missione istituita da Palazzo
Chigi per intervenire sul tema
del rischio idrogeologico.
INTAN TO proseguono le visite
delle scuole e delle famiglie: chi
viene per ricordare il 1966 e chi
arriva per conoscerlo, essendo
troppo giovane per averlo vissuto. Grazie alla mostra multimediale de La Nazione è possibile
farsi un'idea precisa del disastro
ed emozionarsi, fra foto, video e
pagine di giornale del passato.
Per le scuole interessate alle visite c'è ancora posto: possono prenotarsi chiamando il numero
055.2495870. Intanto a grande richiesta la mostra è stata prorogata fino al 27 novembre.
MI,
1 VI13111`A L'assessore regionale Federica Fratoni accompagnata
dal direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis
Alluvioni in Toscana
Pagina 82
0 4 k4VA 1910
ALLARME E PREVENZIONE
r .r, .,
,
App
a
oaai
ÿn,_
la
.,,
Lisa Ciardi
FIRENZE
N U OVA GI ORNATA di allerta in
tutta la Toscana, e intanto la Regione potenzia una App al servizio di sindaci e cittadini. Fino alla
mezzanotte di oggi è `codice arancione', ovvero livello di criticità alto, legato a piogge abbondanti.
Per dare un'idea: sono previsti
temporali e precipitazioni simili a
quelli che hanno causato tanto allarme all'inizio di novembre.
L'Arno torna dunque a essere sorvegliato speciale. Ma fra le zone
considerate più a rischio dalla Regione ci sono soprattutto il reticolo idraulico principale dei bacini
dell'Ombrone Pistoiese e del Bisenzio. Attenzione massima anche su diversi corsi d'acqua nelle
province di Massa Carrara, Lucca
e Pistoia.
r
c
ïvil
P ERM ETTE di trovare previsioni
meteo, livello di allerta, entità delle precipitazioni e livelli dei principali corsi d'acqua con aggiornamenti in tempo reale. Si può avere
un quadro dell'intera regione, di
una singola area, oppure selezionare in modo specifico il proprio Comune, trovando info sulla pioggia, ma anche su vento, neve e mare. A breve sarà anche in grado di
dare servizi aggiuntivi mirati per i
sindaci, a partire da un segnale sonoro in caso di elevato allarme.
«In Toscana - prosegue l'ingegner Giovanni Massini, direttore
Difesa del Suolo e Protezione Civile della Regione - abbiamo il più
alto numero di pluviometri e idrometri di ogni altra regione italiana. Questo consente un monitoraggio puntuale della situazione
che, a sua volta, permette ai sinda-
sicurezza dei fiuMA MENTRE
mi viene tenuta d'occhio, ecco
che la Regione Toscana si dà da fa-
Per monitorare i corsi d'acqua
si conta su 150 idrometri
Mentre i pluviometri sono 270
Fino alla mezzanotte
il livello di rischio
è considerato alto
ci, massime autorità nell'ambito
della protezione civile, di agire in
modo tempestivo in base ai Piani
comunali approvati precedentemente».
re per migliorare una App dedicata alla gestione delle emergenze e
al maltempo. Si chiama «Cfr Toscana» e può essere scaricata da
tutti sul proprio smartphone. «A
metà dicembre organizzeremo
una presentazione con gli amministratori comunali - spiega l'assessore all'ambiente della Regione
Toscana, Federica Fratoni - e in
quell'occasione daremo agli interessati anche le password per accedere ai servizi aggiuntivi che stiamo mettendo a punto ad esempio
per i sindaci. La App è comunque
già funzionante e può essere liberamente scaricata».
Alluvioni in Toscana
e
o
,
vati, e 150 idrometri (ovvero strumenti per misurare il livello dei
fiumi), 20 dei quali saranno sostituiti presto con altri di nuova generazione. «La Regione punta a
migliorare ancora il livello di puntualità ed efficacia delle informazioni in caso di emergenza - conclude l'assessore Fratoni - e in
questo senso va il potenziamento
della App. Resta però fondamentale, in questo ambito, il ruolo dei
sindaci. Per questo è essenziale
che i Comuni abbiano predisposto, anche con il nostro supporto,
il Piano di protezione civile, da seguire senza improvvisazioni nei
momenti di emergenza».
LA R ETE di misurazione delle precipitazioni conta in Toscana 270
pluviometri (che servono a misurare l'entità delle piogge cadute),
55 dei quali saranno a breve rinno-
Pagina 83
OSSE RVATO SPECIALE Misurazione dei livello dell'Arno dal Ponte delle Grazie a Firenze
La mostra
Pistoia
Occhì puntati
sutt'Ombrone
Apertura tutti i giornì
La mostra «L'Arno straripa a
Firenze» si può visitare
gratuitamente tutti i giorni
dal lunedì al venerdì con
orario 9,30-12,30 e nel
io dalle 15 alle 18
p omerigg
Orari i ,3991 - cG
G á am ka visi tato ri
Sono già più di ottomila i
fiorentin e non solo] che
finora hanno visitato la
mostra allestita nei locali
de La Nazione sull'alluvione
del novembre 1966
Fra le zone considerate più a
rischio per l'ondata di
maltempo di oggi c'è l'area
pistoiese. Grande attenzione
soprattutto per il bacino
dell'Ombrone.
i
Durante il week end, oggi e
domani, aperture
straordinarie con orario
continuato dalle ore 9 , 30 alle
ore 18 . Ingresso da via
Paolieri 2, Firenze
Alluvioni in Toscana
Pagina 84
uurante i giorni dell'alluvione
che avevano perso tutto i formarono
Le decorazioni
marmoree del
catí no della Torre
pendente,
r
allagate
da una poltiglia
d i faoenafta
di ANDREA LANINI
e decorazioni marmoree del catino della Torre pendente, uno dei
monumenti più fotografati al
mondo, sono allagate da una
poltiglia di fango e nafta.
L'esondazione del 4 novembre 1966 non ha risparmiato
la bella Piazza dei Miracoli.
Dove, nelle ore dell'alluvione, si cammina con l'acqua
dell'Amo che arriva alle ginocchia. In centro, i negozi sono
allagati. Molte attività commerciali non si riprenderanno dal colpo. In città, come in
gran parte della provincia, il
disastro è di proporzioni calastrofiche.
In Corso Italia, in Borgo, sui
lungarni, i fondi vengono in
Alluvioni in Toscana
gran parte invasi dalla furia distruttiva del fiume. All'epoca,
direttore
dell'Associazione
commercianti della provincia
di Pisa era Alessandro Carrozza.
Nei suoi ricordi, raccolti da
Fabio Dei per "Il Tirreno",
alle ombre della desolazione
del centro cittadino deturpato dal fango e dai detriti si affianca la luce di una «solidarietà che ebbe il sopravvento
su tutti gli altri sentimento.
Conservo gelosamente una
cartolina che mi è stata inviata da una commerciante che,
dopo avermi trovato sulla porta del suo negozio il 6 novembre del '66, mi abbracciò e
pianse sulla mia spalla, avendo perso in una notte tutto
quello che aveva. Io non feci
niente se non piangere con
lei. Sarebbe bello se i commercianti nelle generazioni future la forza d'animo e il coraggio di quelle ore».
i
commercianti
amicizie solidi legamí
bre si è cercato, come sappiamo, di trovare le prime difficili strade della rinascita e di risolvere i primi e più urgenti
problemi per la sopravvivenza. E pur vero che in questo fosco quadro - che riproponeva,
per molti aspetti, le dolorose
immagini della guerra - si sono elevati a conforto di tanti
disagi e sofferenze la luce e il
calore della solidarietà umana; è pur vero che non sono
mancate quelle provvidenze
pubbliche che hanno risollevato situazione e dato respiro
alla speranza: tuttavia il ricor-
do è ancora troppo vivo e dolorosamente vicino e dovunque s'invocano quelle misure,
efficaci e definitive, che possano prevenire queste calamità
o almeno limitarne le conseguenze". La città, il suo fiume.
A quelle parole di mezzo secolo fa fanno eco oggi le considerazioni del sindaco di Pisa
Marco Filippeschi: «Recuperare il rapporto della città con
l'Arno, rotto lei! dall'inquinamento e dal rischio-alluvioni:
è l'impegno che prendiamo
nell'anniversario, è l'obiettivo
Dopo la grande paura, lavoglia di rimettersi in piedi, e la
volontà di mettere in sicurezza, una volta per tutte, l'Ano.
Questi i principali obiettivi di
un'intera città, di un intero
territorio, come raccontano
gli autori di "Diluvio sul Pian
di Pisa", la documentazione
che la Camera di Commercio
pisana pubblicò a un anno
dai fatti.
"Appena dileguatesi le om-
Pagina 85
che abbiamo perseguito e sui
cui dobbiamo continuare a insistere con coerenza. Il prossimo anno ci saranno avanzamenti sulla navigabilità deli'
Arno, ci stiamo lavorando insieme alla Regione. Puntiamo
a recuperare la fruibilità del
fiume e delle golene, la seconda Biennale di architettura pisana sarà tutta dedicata al rapporto della città con il suo fiume. Ne verranno nuovi progetti e accelerazioni. Per
quanto riguarda la riduzione
del rischio di alluvioni, sonno
iniziati i lavori di potenzia-
mento del canale Scolmatore,
curati dalla Regione e svolti
dall'azienda Sales, che ha vinto la gara per 15 milioni di lavori. Con i dragaggi daremo
maggiore capacità al presidio
idraulico più importante in
caso di emergenza Arno. Sono in corso le bonifiche belliche e i tecnici ci dicono che
entro la fine dell'anno sarà avviata la realizzazione del primo pennello della foce armata». «A distanza di cinquant'
anni - ha detto il vicesindaco
di Pisa Paolo Ghezzi durante
le celebrazioni in ricordo dell'
alluvione - diventa più che importante ricordare quanto accaduto nella nostra città nel
corso di un'alluvione che viene associata, più facilmente,
alle sventure del bacino di
monte. Pisa venne sfigurata e
per sempre trasformata. Il ricordo di quei fatti è importante soprattutto per le giovani
generazioni, a cui è fondamentale offrire spunti di ragionamento anche sulla sicurezza attuale del fiume e del
suo valore sociale, economico e ambientale».
CRI PRODU»OE E RISERVATA
Le operazioni per "svuotare " da fango e acqua il catino alla base della Torre pendente
Alluvioni in Toscana
Pagina 86
Ventuno scatti
per raccontare
ii tragico evento
La città invasa dall'acqua e dal
fango dell'Arno esondato il 4
novembre del 1966. La città
che si cura le ferite di
quell'alluvione anche nei
giorni successivi. E la città, gli
stessi angoli , rivisti oggi, per
capire cos'è cambiato a
cinquant'anni di distanza.
Le immagini di ieri e di oggi
(quelle dell'epoca fornite
dall'Archivio della Fondazione
di Palazzo Blu che detiene
idiritti delle immagini
scattate dal fotografo pisano
Luciano Frassi; gli scatti di
oggi realizzati dai fotografi
Fabio Muzzï e Franco Silvi)
fanno parte di una iniziativa
che il Tirreno ha dedicato
all'anniversario dell'evento e
che regala ai propri lettori.
una collana di 21 fotografie
che riguardano Pisa e la
Provincia. Scatti che hanno la
capacità di racchiudere in
un'immagine il dolore, lo
spirito di sacrificio e la
volontà di un popolo che non
vuol subire e vuoi tornare al
più presto alla normalità.
È questo il senso delle foto che
regaliamo ai lettori ogni
settimana dal mercoledì al
sabato.
Oggi in edicola troverete uno
scatto di piazza dei miracoli
che, come diciamo
nell'articolo qui a fianco di
Andrea Lanini, racconta
soprattutto la voglia di
tornare a sorridere, di tornare
alla normalità.
Alluvioni in Toscana
Pagina 87
/////
01 1 30
%
/////
1
Y/
PIE
Y/
l l l,
//
i
,/
//%//rrrrv/'
//
//////trae/
11 Ó i%
% „
ia ,
drammatici racconti di due famiglie di Molin
® CHIESINA
La drammatica notte insonne
degli abitanti di Molin Nuovo,
nel comune di Chiesina, è iniziata alle 23 di venerdì, quando l'acqua ha iniziato ad entrare nelle case. Scenario simile
un chilometro in linea d'aria
più a est, invia Torino a Pittini,
non lontano da Traversagna.
E il pensiero è corso subito
all'ottobre 1990, l'anno in cui
uscì la Pescia e l'alluvione in
Valdinievole fu drammatica al
punto che l'acqua invase pure
la carreggiata dell'autostrada
Firenze-Mare. Una notte campale, quella fra venerdì e sabato, a togliere l'acqua con scope
e secchi, in attesa che arrivasse
qualcuno della protezione civile. «Abbiamo spazzato l'acqua
tutta la notte - racconta Paola
Pacca - Siamo soprail torrente
e l'acqua già dalle 23 filtrava
dai muri dietro. Siamo riusciti
a tenere l'acqua sempre a un livello abbastanza basso, perché si toglieva ogni volta. Ma i
vicini di casa, la famiglia Vannini, stavano dormendo e abbiamo dovuto svegliarli noi.
Quando sono scesi al piano
terra ne avevano già cinquanta centimetri». Molin Nuovo è
un piccolo gruppo di case di
campagna posto più in basso
rispetto all'argine del fiume
Pescina. I residenti non ricordano che il torrente sia mai venuto fuori. «Questa volta è andata peggio che nel '90, ma
non ci sono state rotture o superamenti dell'argine del Pescina. L'acqua è venuta dai
Alluvioni in Toscana
corsi d'acqua minori che scorrono nei campi e vanno nel Pescina. Non ha trovato sfogo e si
è riversata verso la zona più
bassa». Anche la chiesa del Rosario è rimasta allagata. «Per
fortuna la protezione civile è
arrivatra presto - prosegue la
donna - Prima non arrivavano
ma poi abbiamo chiamato il
sindaco e si sono attivati subito. Prima ci hanno dato i sacchetti di sabbia, poi sono venuti a svuotare». Le famiglie sono
riuscite a salvare le auto mettendole in tempo in una strada
vicina più alta.
Non è andata altrettanto bene alla famiglia Manzini, anzi
alle famiglie, visto che in via
Torino a Pittini (Buggiano) ci
abitano, in due diversi appartamenti, sia Massimo Manzini
con la famiglia che il suocero.
Qui ieri in tarda mattinata ancora l'acqua non era defluita e
nelle due abitazioni ce n'era
una ventina di centimetri, ma
dopo aver raggiunto nella notte anche i 40 centimetri.
«Abbiamo lavorato tutta la
notte - dice Massimo Manzini
- e non solo per togliere l'acqua da casa. Alle 2 abbiamo
iniziato a chiamare la protezione civile, poi il Comune, poi la
Provincia. Dopo ore è arrivata
un'idrovora della protezione
civile che non funzionava perché nari veniva utilizzata da
mesi. Più tardi dal Comune
hanno mandato un operaio
con l'Ape: l'ho fatto andare via
perché non poteva rendersi
utile in alcun modo. Il problema non era solo quello di pom-
iii
pare l'acqua, ma di dove buttarla, visto che intorno c'è un
lago con l'acqua alta».
«La situazione qui è drammatica. La mia casa è inagibile, mobili ed elettrodomestici
sono da buttare via». Molti
danni anche nella rimessa che
si affaccia sul giardino e lo stesso giardino, come mostrano alcune foto pubblicate in queste
pagine. Per le famiglie di Pittini e di Molin Nuovo, come per
altre dei comuni della Valdinievole che hanno subito gravi
danni, adesso non resta che
sperare che i sindaci chiedano
la calamità naturale per riuscire ad ottenere i rimborsi.
Francesco Albonetti
Pagina 88
i
I
Alluvioni in Toscana
Pagina 89
le-IL A_IU
ira
a.. f
'ip,oii
acco
r
1
.rr
/
/
Ogg oran o ont nuato nel nostro aud tot um
í
*
c
i
í
í
I GIORNALI alluvionati, le riproduzioni delle primepagine sto
riche, un docufilm,le foto dei lettori, un lampione dell'epoca, il rumore dell'acqua che scorre in sottofondo, lo scenario del lungarno.
La nostra mostra sull'Alluvione
(allestita da Once) offre una vera e
propria 'immersione' nella nostra
Storia, quella di 50 anni fa.
Oggi la mostra sarà aperta con orario continuato dalle 9,30 alle 18.
Ieri una fiumana di gente con tante famiglie e bambini protagonisti.
«L'Arno straripa a Firenze» racconta il dramma di una città attraverso i giornali e le foto d'epoca
ma anche con filmati inediti e nostre interviste e testimonianze. In
quel terribile 4 novembre 1966 e
nei giorni successivi «La Nazione» compì un piccolo grande miracolo: giornalisti e poligrafici riuscirono a fare andare il quotidiano in edicola, nonostante la rotativa, inaugurata un mese prima, fosse inutilizzabile. Le scuole possono approfittare ancora per prenotarsi (055.2495870). Nei feriali
l'orario è 9.30/12.30 e 15/18. L'ingresso è gratuito.
Come lo scorso
fine settimana
anche in questo
sono protagoniste
moltissime
famiglie con
bambini: un vero
successo per
tramandare la
memoria
Alluvioni in Toscana
Pagina 90
"
Scene da pienone in auditoriu
che si ripetono
OGGI LA MOSTRA SARÀ APERTA CON ORARIO
CONTINUATO DALLE 9,30 ALLE 18: IERI FIUMANA
DI GENTE, TANTE FAMIGLIE CON BAMBINI
VISTO IL GRANDE SUCCESSO, LA MOSTRA
È STATA PROROGATA DI UNA SETTI MANA
Si PUÒ VISITARLA FINO AL 27 NOVEMBRE
I
LE SCUOLE POSSONO PRENOTARE AL NU M ERO
055.2495870; NEI FERIALI APERTURA
9.30-12.30 E 15-18. L'INGRESSO È G RATUITO
Alluvioni in Toscana
Pagina 91
Enrico Finizio
Il medico
che «curo»
l ' alluvione
IN QUESTI giorni in cui si
commemora l'alluvione del '66,
emergono le testimonianze e i ricordi di
quanti contribuirono a risollevare la
nostra popolazione, come il dottor
Enrico Finizio, scomparso due anni fa,
che si dedicò ai problemi della salute
pubblica e dell'igiene, prevenendo
l'insorgere di epidemie. Nato a Napoli
nel 1926 da Vincenza Bracco e Ugo,
ufficiale della Guardia di finanza,
Enrico si sposta in varie parti d'Italia
a seguito dei trasferimenti per motivi di
servizio del padre. Laureatosi in
Medicina e chirurgia a Roma, nel
1954 sposa l'insegnante grossetana
Amina Amerighi, crocerossina che si
prodigherà, anche lei, per il sostegno
degli alluvionati. Finizio vince il
concorso per medico provinciale a
Grosseto nel 1959, ricoprendo così un
ruolo importante, nato nel 1888, per la
tutela dell'igiene e della sanità
pubblica, che verrà soppresso nel 1978
con l'istituzione del Servizio sanitario
nazionale e il passaggio dei compiti
alle Regioni, Province e Comuni. Ma
il suo impegno come medico
provinciale e articolarmente efficace
nei giorni dell'alluvione, tanto che la
stampa locale in quei giorni riporta le
sue rassicurazioni: «L'acqua è tornata
ad essere potabile per l'immissione di
una grande quantità di cloro e non
sarà più necessario bollirla prima di
poterla utilizzare, l'ordinanza del
Medico provinciale dispone
provvedimenti profilattici straordinari.
La situazione igienica è sotto controllo,
emessa l'ordinanza per gli alimenti e le
bevande, affossate 24mila carogne di
animali». Persona amabile e di animo
integerrimo, Finizio è un medico anche
nello spirito e nel carattere, tanto è
aperto, nella sua riservatezza,
all'ascolto e alla comprensione degli
altri E poi ci sono le sue passioni,
come la fotografia e la pittura, che
mettono al centro dell 'attenzione, come
sempre, la persona.
Rossano Marzocchi
Alluvioni in Toscana
Pagina 92
zzai'
U
®
®
«
.,
t-y
o
NOTTE INSONNE per molti
in Valdinievole, per l'ondata eccezionale di piogge che si è abbattuta soprattutto sulla parte occidentale, spezzando praticamente in
dueil territorio . I sottopassi si sono trasformati in veri laghi, tanto
che i volontari della Vab di Uzzano e della Misericordia intervenuti al confine fra Santa Lucia e Buggiano hanno dovuto lavorare per
ore al fine di convogliare l'acqua
nelle griglie delle fognature. Nel
centro di Santa Lucia il comune è
rimasto diviso in due all'altezza
del sottopasso ferroviario a causa
dell'eccessiva pioggia che aveva
rotto il muro di protezione in
prossimità della curva che porta
alla rotatoria e quindi a Buggiano. Proprio nel momento dello
sfondamento del parapetto, in
senso contrario sopraggiungeva-
Alluvioni in Toscana
du
e
r u a
pe
no due autovetture dirette verso
Pescia. Entrambe sono state investite dall'acqua e dai detriti e per
poco non è successo il peggio.
L'occupante della utilitaria ha fatto appena in tempo a uscire per
mettersi in salvo . L'acqua però
era cresciuta a dismisura e ha portato dentro l'abitacolo detriti e
melma. Nella seconda invece,
una microcar, i danni sono stati
minori, ma sempre tali da non poter proseguire nemmeno per toglierla dalla carreggiata.
Nel sottopasso si è creato uno strato di fango e sassi che hanno intasato la carreggiata . In tempi rapidissimi si è creato un lago che si
alzato fino ad arrivare al passaggio pedonale che lo sovrasta di circa un metro . A Sant'Allucio la situazione la pioggia ha coperto la
rotonda in prossimità del super-
t
t
,'...
í
mercato Eurospin e ha invaso le
abitazioni circostanti . Abitanti e i
titolari dei negozi tentavano di ripulire anche alle 3 della notte.
Sempre nel cuore della notte tecnici comunali sono andati a verificare la situazione in collina e anche lì gli smottamenti sono stati
diversi. Problemi anche al confine con Chiesina Uzzanese, dove il
Rio Goricino ha straripato inondando le abitazioni e in via di
Campo dove i cassonetti erano diventati galleggianti su una laguna
di acqua piovana. I soccorsi sono
entrati in azione già da prima di
mezzanotte e sono continuati fino alla tarda mattinata , quando è
stata riaperta la viabilità lungo la
Provinciale Lucchese.
GROSSI PROBLEMI anche nella zona di Pesciamorta, dove l'acqua ha invaso la campagna e le zo-
Pagina 93
ne abitate. Le chiamate ai pompieri non hanno ottenuto purtroppo
risultati, perché tutte le squadre
erano impegnate in situazioni di
emergenza.
A MONTECATINI si sono allegati sia il sottopasso presso l'ippodromo - neppure i più grossi Suv
riuscivano a passare tanto alta era
l'acqua - che viale Diaz in prossimità dell'Hotel Regina . La zona
Casina Rossa e la collina erano
quindi raggiungibili solo attraverso viale Bustichini . Ancora ieri sera sono rimaste chiuse via Don
Minzoni e via Garibaldi in pieno
centro per consentire alle autocisterne di pompare l'acqua che aveva invaso alcuni edifici e negozi.
Lungo i marciapiedi veri fiumi
d'acqua per tutta la serata.
Stefano Incerpi
Marco A. Innocenti
Montecatini in crisi
IL
rio c,,ns
IL RIO della Barberona, un
piccolo affliente del
Cessana , ha rotto gli argini e
l'acqua ( nella foto sotto)
mista a fango ha invaso la
Provinciale Lucchese presso
Santa Lucia di Uzzano.
LITI allagamenti anche a
Montecatini, dove erano
impraticabili viale Leonardo
presso l'ippodromo e viale
Diaz alla funicolare, invasi da
oltre 30 centimetri d'acqua.
IL Padute «
»
PER FORTUNA l'area del
Padule , che era quasi secca,
è riuscita ad assorbire senza
troppi problemi la
clamorosa massa d'acqua.
U c al a
IERI il sopralluogo
dell'assessore regionale
all'ambiente , Federica
Fratoni, per mappare le
zone che più necessitano
interventi di manutenzione
Alluvioni in Toscana
Pagina 94
COLPITA SOPRATTUTTO LA PARTE OVEST
DELLA VALDINI OLE. DISAGI ANCHE IN COLLINA
E NEI COMUNI DI CUTIGLIANO E SAN MARCELLO
fflti-„
v
/
A PISTOIA OPERAI A LAVORO PER CHIUDERE
ALCUNE STRADE E RIFORNIRE LE CASE
PIU' A RISCHIO DI SACCHI DI SABBIA
rovore
id
•
///
° ..J . .... `
./
ORMAI non c'è più nemmeno il
tempo per cominciare a riparare
quel che le bombe d'acqua distruggono che subito altri cataclismi si scagliano su tutto il territorio provinciale. Dopo l'ultima batosta, Pistoia, insieme alla piana,
alla montagna e, stavolta, soprattutto alla Valdinievole, hanno dovuto far fronte a una nottata apocalittica che ha visto auto galleggiare tra i sottopassi e le strade,
fiumi tracimare e pezzi di montagna franare sulle vie rendendole
impraticabili. Ieri i tecnici della
provincia insieme al dirigente Renato Ferretti e al presidente Rinaldo Vanni, hanno passato gran parte della mattinata in sopralluoghi
nei punti dove sono comparse
maggiori criticità, insieme ai 14
operatori delle 5 squadre attive.
La situazione più grave si è registrata nella Valdinievole ovest, soprattutto sulla parte collinare e
sulla montagna pistoiese. Qui in
particolare, una parte del muro di
via Colligiana a Massa e Cozzile
ha franato e poi sono stati effettuati dalla Provincia piccoli interventi di ripristino sulla strada verso
Malocchio e sulla Lucchese e strade collaterali a Buggiano oltre alla
via Romana verso la Val di Forfora e Pescia. Segnalazioni di problemi anche nelle scuole pesciatine dove al Sismondi è stata chiusa
un'aula e qualche criticità all'agraria. Sulla montagna pistoiese invece la provincia è intervenuta a
Sambuca e microfrane si sono registrate in modo diffuso ovunque.
Molti gli interventi della protezione civile per il solo Comune di Pistoia dove il personale del cantie-
Alluvioni in Toscana
/
re ha chiuso alcune strade a rischio allagamento e la via Lungo
Brana a Badia a Pacciana, interessata dall'esondazione della Brana.
Interventi sul posto sono stati eseguiti anche a Case Soldi, via di
Montechiaro, San Pierino Casa al
Vescovo, Fallita, San Pantaleo,
Torbecchia, Badia in via Lungo
Brana, via Vergine dei Bracciolini Sottopasso di Bonelle, Case Sol-
a uvione
h
di, via di Montechiaro.
IN PARTICOLARE in alcune
di queste località sono state utilizzate idrovore per svuotare dall'acqua piazzali davanti a fabbricati e
in via precauzionale le abitazioni
sono state dotate di sacchi di sabbia oltre a posizionare transenne
lungo le viabilità. Venerdì sera
inoltre è stata chiusa via dei Cimi-
Torrenti e fossi nelle campagne intorno a Pistoia sono arrivati a un passo
dal tracimare. Ma l'emergenza è stata scongiurata (foto Acerbonl/Castellani)
Pagina 95
teri, nei pressi del cimitero comunale, in via precauzionale, per timore del livello della Brana, che
non è comunque uscita dall'alveo,
cosa che ha permesso la riapertura della strada ieri mattina. A
Chiazzano si è verificato un leggero allagamento, senza danni però,
di un breve tratto di via Vecchia
Pratese, all'altezza del circolo Mcl
mentre ieri mattina la protezione
Pe r la pri a volta è entrata
in funzione la «cassa»
del torrente Quadretti
civile si è concentrata prevalentemente in collina e in montagna,
per frane e smottamenti in località Case Botto, Corbezzi, Sarripoli,
case Geri Gello e Villa di Piteccio.
Giornate intense anche per i tecnici del Consorzio di bonifica che
hanno seguito l'evolversi della situazione, che nel giro di poche
ore ha visto innalzare i livelli di
Ombrane, Bisenzio, Brana, Stella, Quadrelli e Marina attivando
gli impianti idrovori e le casse di
espansione in gestione al Consorzio. All'opera le motopompe installate sulla Senice a Quarrata e
le casse di espansione, come quella sul torrente Quadrelli a Quarrata che oggi, per la prima volta dalla sua inaugurazione dello scorso
anno, è entrata regolarmente in
funzione permettendo al corso
d'acqua giunto ormai al massimo
livello di alleggerire notevolmente la sua portata di piena.
Arianna Fisicaro
Alluvioni in Toscana
Pagina 96
DANNI per le forti piogge in
montagna. Venerdì uno smottamento ha interessato parte
della careggiata della strada
provinciale 20, nel comune di
Cutigliano. «Alle 22 sono uscito di casa - racconta Pietro
Frullani dell'agriturismo La
Piastra- nell'aia c'erano 20 centimetri d'acqua. Ho iniziato a
pulire le zanelle lungo la provinciale, intasate dall'erba,
quando mi sono accorto della
frana. La Provincia ci ha risposto di non avere personale da
inviare in montagna. Allora ci
siamo rivolti ai vigili del fuoco. Solo al mattino è arrivato il
personale provinciale, ma non
ha comunicato date certe per
la messa in sicurezza. Lungo
questa strada, unica alternativa alla ssl2, ci sono diversi cedimenti. Mirano a farci rimanere isolati?». A Pontepetri
(San Marcello) la famiglia Cateni ha dovuto ripulire il piano
terra della propria abitazione,
che era allagato. Stesso disagio
per la casa accanto. Notte in
bianco anche in casa Spagnesi.
«L'alveo del torrente Maresca
non è stato pulito - specifica
Luca. Spagnesi - l'acqua saliva.
Avevamo già sgomberato parte del pian terreno. Poi la pioggia ha dato una tregua».
ev
Alluvioni in Toscana
Pagina 97
11
_J/
__ //r✓,_ ! ,,, i %,,, .%,_.%,
4"
1
11"J1111"J11,_
Dopo c nquant ann
v í ene cond i v i sa . E i
i
di EMILIO GUARIGLIA
a nostra vita è divisa
tra prima dell'allu%r. _ivioneedopo l'alluvione», dice LorettaTecchi.
Loretta è una dei tanti grossetani che, in questi mesi, ha
voluto raccontare pubblicamente il suo novembre 1966.
La testimonianza, raccolta dal
poeta Luca Bonelli , è una di
quelle che accompagnano le
ventuno schede realizzate dal
Tirreno con le fotografie
dell'Agenzia Bf e distribuite
nelle scorse settimane con il
quotidiano in edicola. Una testimonianza esemplare che
Bonelli sa restituire in un folgorante frammento di semplicità: «Eravamo una famiglia di
contadini ... Senza mangiare,
nessuno, né le bestie né noi, i
vitellini mangiarono i giornali
che stavano dentro una valigia, le vacche rimasero fuori, le
vedemmo morire...» .
Ecco. L'alluvione "perla povera gente", come la definirono Pilade Rotella e Luciano
Bianciardi, è tutta qui.
C'è un prima e un dopo. E in
mezzo qualcosa che non si dimentica. Che non può essere
dimenticato da chi c'era, che
non deve essere dimenticato
da chi c'è e da chi ci sarà.
Alluvioni in Toscana
'
i
Da sempre Grosseto discute
sulla sua identità, l'identità fragile di un paesone rimasto a
galla per secoli tra campi e paludi e improvvisamente diventato città nella seconda metà
del secolo scorso grazie a un
poderoso arrivo di immigrati.
immigrati da ogni parte d'Italia, ma anche dai cento paeselli circostanti, portati qui dal lavoro che affrancava dalla vita
agra: uffici pubblici, scuole,
corpi militari , commercio, servizi.
Difficile trovare a memoria
d'uomo, in questo magnifico
miscuglio di origini e tradizioni di una società giovanissima,
la radice comune. Ma il lungo
viaggio tra memoria e presente che il Tirreno e non solo
ha intrapreso con i suoi lettori
in occasione del cinquantesimo anniversario dell'alluvione aiuta a suggellare una certezza: la grande piena del 1966
è forse l'unica vera proprietà
collettiva dei grossetani, il bene e il male di tutti, una sorta
di "mito" fondante della città
moderna.
Per capire, basta farsi un giro sugli argini ogni volta _ e
purtroppo accade ancora molto spesso _ che l'Ombrone si
gonfia ed entra in golena. Ci si
ritrova in tanti, lassù. A centi-
memor a pr vata
pat ri mon i o i tutt í
í
ì
naia. Ma soprattutto ci si trovano genitori e nonni con figli e
nipoti. Una mano all'ombrello
e l'altra in quella del piccino,
guardano e raccontano . Ricordano la paura e le ore avventurose, contano i numeri degli
idrometri del Sasso e del Berrettino , ripetono conce un
niantra "speriamo che il mare
riceva"...
Così è, e così è sempre stato
dal novembre 1966, ogni volta
che a Grosseto piove forte. E
così, per mezzo secolo, la memoria si è tramandata. Da una
generazione all'altra, sulle ali
di quella tradizione orale tipica della memoria popolare.
Perché quella del 1966 a Grosseto fu un'alluvione per la povera gente. E come tale, come
ogni storia popolare, a dispetto della sua vastità non ha mai
avuto voce nella Storia ufficiale, quella scritta dai grandi media che all' epoca consegnarono agli archivi le contemporanee tragedie di Firenze e di Venezia dimenticando , o quasi,
tutto il resto.
I grossetani invece non han no dimenticato . Ma per mezzo
secolo, a parte poche lodevoli
eccezioni, hanno affidato il loro ricordo al passaparola, tenendoselo stretto in quella dimensione privata e personale
alla quale la Storia sembrava
averlo consegnato . Ognuno
forse rinviando a "un domani"
il desiderio di condividere, di
far conoscere a tutti. Ma il tempo stringe, i capelli sono sempre più bianchi, i testimoni
sempre meno. E in chi è rimasto quel desiderio diventa urgenza.
Così l' occasione del cinquantesimo anniversario si rivela un formidabile strumento
e forse per la prima volta le
"celebrazioni di rito " escono
dalla ritualità per trasformarsi
in un autentico , grande momento di riappropriazione della propria storia di comunità. l
grossetani vogliono raccontare, in prima persona, e rispondono in massa all'invito di chi
Pagina 98
_ come il Tirreno o il gruppo
Facebook La Piena del 66 a
Grosseto chiede loro di mettere nero su bianco la memoria, di consegnarla al futuro
della carta o del web.
li primo, esemplare segnale
lo manda Claudia Milani, la
"ragazza sul tetto", icona della
tragedia. Claudia la sua storia,
il rifugio su quel tetto e l'attesa
del soccorso dal cielo, l'haraccontata spesso in passato a
giornalisti e scrittori che l'avevano intervistata. Ma stavolta
e per la prima volta, nel 2016,
vuole scriverla di suo pugno e
chiede espressamente di pubblicarla così, in prima persona. «In questo modo -spiega _
i miei nipoti un giorno potranno leggerla e ascoltarla come
dalla mia voce».
Dopo la pubblicazione di
quella lettera sul Tirreno, Claudia è invitata da giornali e trasmissioni televisive nazionali.
E la sua decisione contribuisce
finalmente _ cinquant'armi dopo - a far parlare l'Italia dell'alluvione silenziosa, dell'alluvione di Grosseto.
Con quel semplice gesto "la
ragazza sul tetto" è come se
spalancasse il vaso di Pandora.
Decine di persone, guardando
le foto dell'archivio Bf pubblicate dal giornale riconoscono i
luoghi, le persone, i fatti. E ci
scrivono per raccontare. Ci
scrivono "i tre ragazzi meravigliosi", i fratelli Orlandini che
nel novembre 1966 spalavano
il fango davanti alla loro casa
di via Ferrucci e che nel 2016
accettano di farsi fotografare
ancora, tutti insieme, davanti
a quella casa. Ci scrive Claudio
Ciucchi, che si riconosce giovanissimo volontario al centro
di smistamento viveri di palazzo Cosimini. Ci scrivono, col
desiderio di vedere finalmente
la loro esperienza ricomiessa
all'esperienza collettiva, singoli testimoni e gruppi, come i
"Rangers" di Istia d'Ombrone.
abbraccio ai coraggiosi genitori o a persone care che non ci
sono più; altri raccontano di
"angeli" sconosciuti e conosciuti, altri ancora riportano alla luce azioni preziose cancellate dal tempo. Ed emergono
aspetti inediti, o quantomeno
poco conosciuti, di quei giorni
lontani.
Cinquant'anni dopo, per
esempio, il naturale pudore si
affievolisce ed è possibile finalmente dirselo apertamente: la
tragedia fu una straordinaria
esperienza di vita che non lasciò solo ferite ma anche indelebili emozioni positive. Chi allora era bambino, infatti, ricorda l'euforia di quei giorni,
un'avventura così grande da
sembrare un gioco. E chi era
adolescente ricorda giorni di
impegno e di libertà, in cui si
faceva gruppo, notti fuori casa
in cui si scopriva l'amore, in
cui improvvisamente si diventò grandi. Un prima, un dopo.
Grosseto insomma scrive e
si riprende il pezzo più impor-
Attraverso
i racconti
dei testimoni
E del suo futuro
tante della propria giovane storia di città. E lo fa - di nuovo con un'azione collettiva, cosa
di questi tempi rarissima.
Può apparire cupo immaginare che una "radice identitaria" sia piantata in una tragedia. Ma non è così. Perché tutti, ma proprio tutti, di quel novembre 1966 ricordano lo spirito solidale, l'aiuto incondizionato che ognuno offriva
all'altro, la forza di sentirsi uniti contro il senso di abbandono, la capacità di rimboccarsi
le maniche tutti insieme: i sacerdoti cori la tonaca arrotolata alle ginocchia per camminare nel fango e i minatori comunisti che lasciano il martello e
imbracciano la pala.
-s il s,wvcl2;; diede
..,atL,
Se c'è un messaggio che arriva, al termine del viaggio nella
memoria, è proprio questo.
Mai come nei giorni dell'alluvione Grosseto è stato un co-
mune e i grossetani una comunità. Insieme hanno sofferto,
insieme hanno ricostruito.
É questa la storia più bella.
Grazie a tutti voi che ci avete
aiutato a raccontarla.
1 racconti sono tanti e tutti
diversi. Qualcuno, attraverso il
giornale, manda un affettuoso
I fratelli orlandini, i "tre ragazzi meravigliosi
e instancabili" di Rotella e Bianciardi (foto Agenzia Bf)
Alluvioni in Toscana
Pagina 99
. _.
a.
,
.
,
-
-
, ,
.s,..
;¢ 7+,it.t
F + or'
y,
• -
-
r3
.
a^•u
y
t
ie
ir -.
„L+'
.,4
` ' -•; _.: ;-.
.. ..
"
, : ,
+
P"
.
hr
'
..
4<:ry r
,
,.
p-•v't,.
..
. g .e
•
ä C
ty
'
!"
1
'VtE d
.s
.
_
.,
..
-,
.
..
.
, ...
<y
F
J•
Alluvioni in Toscana
,
...
-
..
>
. .
,
.
.
_ .
,...
5
3,
Pagina 100
1
I'_U TI
Dai "donatori di storie"
all'Agenzia BE grazie a tutti
La mostra dell'Agenzia Bf alle Clarisse, prorogata fino all'8 gennaio
Alluvioni in Toscana
1 racconto collettivo del Tirreno sull'alluvione di Grosseto porta almeno una cin-
berto Guerrini, Sandra Banchi,
Eligio Macelloni, Ombretta Panichi e Loretta Tecchi.
quantina di firme. Un grande
grazie dunque a tutti i
"donatori di storie": sperando
di non dimenticare nessuno,
grazie a Tamara Giorgetti, Maria Vittoria Peruzzi, Sergio Dugaro, Anna Corradini, Clelia Pettini, Franco DeAngelis, Giuseppino Terzuoli, Luigi Colomba,
Cristina Mazzolai, Claudia Milani, Fosco Tarsi, Claudio Bottinelli, Maurizio Marraccini, Ca
tia Rosselli, Goliardo, Fabrizio e
Lucia Orlandini, Barbara e Arnello Chelli, don Franco Cencioni, Raffaello Rossi, Maria
Giovanna Bianchini, Luciano
Bosi, Francesco Cipriani, Mario
Bernieri, Antonio Ferrari, Umberto Mario Bambi, Donatella
Merlini, Romolo Domeniconi,
Aldo Matte!, Corrado Rualta, Rita Boldrini, Arianna ed Enzo
Bernabini, Andrea Mandavici,
Cesare Fineschi, Laura e Silvia
Cutini, Barbara Ganthaler Camarri, Maurizio Nardini, Danilo Piani, Guglielmo Ristori, Ro-
Un ringraziamento speciale
a Luca Bonelli, che molte di
queste storie ha raccolto e trascritto. Ma soprattutto grazie anche a nome dell'intera città all'Agenzia fotografica Bf: agli
scatti "storici" dei coraggiosi reporterMario Bernieri eAntonio
Ferrari, fondatori dell'Agenzia,
e alla passione con la quale
Maurizio Mainetti e Davide Ferrari, ai quali oggi l'agenzia è affidata, custodiscono e valorizzano lo straordinario patrimonio
dell'archivio BE Oltre a mettere
a disposizione le foto per l'iniziativa del Tirreno, l'Agenzia Bf
ha allestito una bellissima mostra nel polo espositivo di Clarisse Arte. La mostra avrebbe
dovuto chiudersi il 4 dicembre,
ma - anche in virtù dell'ottimo
riscontro di pubblico, in particolare giovani- è stata prorogata almeno fino all'8 gennaio
2017. Per informazioni su visite
e orari telefonare al Museo archeologico, 0564 488752.
Pagina 101
e me agi
quanti
a nostra mostra fa l tutto
F hnat
ï
L
ï
•
i
r 2
'esposizione de
LE IMMAGINI, le prime pagine de La
Nazione, i filmati inediti, l'amore per la
città e per il suo giornale.
Sono passati cinquant'anni, ma l'alluvione è ancora lì, nella testa dei fiorentini.
E lo dimostra la grandissima affluenza
che anche ieri, nel giorno di apertura
straordinaria dell'esposizione, ha registrato la mostra allestita nell'auditorium del nostro giornale.
Fra i presenti famiglie intere, anziani,
giovani e anche molti turisti. Tutti in fila ad aspettare pazientemente il proprio
turno. C'era chi l'alluvione l'aveva conosciuta solo attraverso i racconti dei genitori o dei nonni e chi, invece, si è commosso ricordando attraverso i filmati
un evento che ha segnato la storia di Firenze.
Insomma, un grande successo, una mostra che ha scatenato ricordi, emozioni e
commozione. Per questo, visto il continuo afflusso dei visitatori, La Nazione
ha deciso di prorogare la mostra fino a
domenica 27 novembre compresa. Perché chi non ha potuto visitarla abbia il
tempo di farlo, e perché chi ha voglia di
tornare, possa avere la possibilità di farlo.
p
•
.
.%.
ne,
•
í
Nazione é stata prorogata
al 2 7 novembre
A sinistrale
prime pagine del
nostro giornale
che raccontano
il disastro
A destra
lo spazio
multimediale
con le fotografie
Z
A destra
il libro
d'onore
con le
firme
dei
visitatori
La mostra, che sarà
aperta fino al 27
nove m bre c om preso, si
può visitare tutti i g iorni.
N eì giorni feriali l'orario
è 9. 30 -12.30 e 15-1 8.
Alluvioni in Toscana
Pagina 102
.
seco o dopo
c artoll na
ezzô
i
.
ï
L'iniziativa
IN REGALO in edicola domani, in abbinamento con La Nazione, ci sarà la settima foto della
straordinaria collezione composta da dodici scatti che raccontano l'alluvione che nel novembre
del 1966 devastò la città e molte
altre zone della Maremma, tenendo sotto una coltre di acqua e fango circa ventimila ettari di territorio.
non si piegarono al disastro né attesero un solo giorno prima di
rimboccarsi le maniche per «riprendersi» terreni, case, negozi e
garage strappandoli dalle grinfie
di quel mostro fatto di melma.
Gente abituata a lottare, quella di
Maremma.
LE IMMAGINI che vengono riprodotte e regalate ai nostri lettori provengono dall'Archivio Fratelli Gori e dall'Archivio Giacomo Aprili e riescono a tenere viva la memoria su un evento che,
se da una parte causò un lutto e
danni imponenti, dall'altra fece
emergere di nuovo la grande caparbietà dei maremmani che
LE CARTOLINE saranno distribuite gratuitamente ogni martedì e ogni giovedì fino all'8 dicembre e l'iniziativa promossa da La
Nazione è stata sostenuta da quattro partner d'eccezione: il Consorzio Bonifica 6 Toscana Sud,
dall'Acquedotto del Fiora, dal
Comune di Grosseto e da Assicurazioni Generali (agenzia di Maurizio Marraccini, con sede in viale Monterosa).
Gente che aveva già saputo tirare
fuori la terra dalle paludi. L'Ombrone faceva paura, ma vinse
quella battaglia, non la guerra.
Luca Mantiglioni
DANP41
Una delle foto
già distribuite
nei giorni scorsi
La collezione
è composta
da dodici scatti
che raccontano
l'alluvione del 1966
Alluvioni in Toscana
Pagina 103
PROBLEMI I N VIA DEL FALCHERO
«Nove alluvioni
in appena due anni
A rischio 300 pecore»
Gli attivisti di Legambiente durante il sopralluogo in via dei Falchero
I CONTINUI allagamenti di
via del Falchero ogni volta che si
verificano piogge abbondanti
stanno mettendo in difficoltà
l'azienda di Remo Paccagnini e
della figlia Sabrina. Si tratta di
un allevamento con trecento pecore che necessitano di nutrimento e assistenza quotidiana.
L'azienda rimane isolata ogni
volta che la strada si allaga. Nel
2000 l'acqua alluvionale arrivò
Alluvioni in Toscana
addirittura a lambire il capannone delle pecore, come ricordano
gli stessi allevatori. Sabato scorso durante l'ennesimo allagamento hanno sollecitato la collaborazione di Legambiente per
trovare una soluzione e gli attivisti Daniele Manetti, Fausto Dali, Maurizio Bertolucci armati di
stivali hanno fatto un sopralluogo direttamente dentro l'acqua.
«Quello del Falchero è un proble-
La nostra associazione,
insieme ai geologi che
ne fanno p arte, sta
studiando delle soluzioni
per salva g uardarla
ma ricorrente - spiega Daniele
Manetti, presidente di Legambiente Quarrata - basti pensare
che in due anni la via ha subito
ben nove alluvioni. La nostra associazione, insieme ai geologi
che ne fanno parte, sta studiando delle soluzioni per salvaguardarla dagli allagamenti e
dall'inquinamento, in modo da
mettere in sicurezza tutti i cittadini e le aziende che hanno sede
nella zona». Dopo una nottata di
pioggia, il territorio quarratino
grazie agli accorgimenti tecnici
del settore ha risposto abbastanza bene alle intemperie: sono state messe in funzione le idrovore
sul Senice, per tutelare via di
Mezzo, e le casse d'espansione di
Olmi e della Querciola hanno
svolto il loro ruolo «ma è bene ricordare che ci sono ancora da
fare tante opere per difendere la
piana dal rischio idrogeologico ammonisce Manetti - sia nel comune di Quarrata che in quello
di Pistoia. Inoltre è da verificare
il funzionamento dell'intero sistema quando ci sarà una allerta
meteo di massimo pericolo».
Pagina 104
one c v e
ione
l
i
il
Barnini: «Un premio al "grande angelo custode" del circondario». Cerimonia il 30 novembre alla Perla
EMPOLI
Brenda B
ni, sindaca di Empoli, assegna il 'Sant'Andrea
d'oro' 2016 al sistema della protezione civile dell'Empolese
Valdelsa. Il premio verrà consegnato ai vari rappresentanti delle istituzioni, forze dell'ordine e
associazioni, mercoledì 30 novembre, in occasione della festa del Santo Patrono in una cerimonia che si svolgerà al cinema teatro 'La Perla', alle 16.30.
L'onorificenza è destinata a
quei cittadini che hanno dato il
loro prezioso contributo, nella
città di Empoli, nel campo della
cultura, delle arti, del lavoro,
dellapolitica, dello sport e della
solidarietà. Quest'anno la sindaca, che nei suoi due anni precedenti aveva premiato don
Renzo Fanfani, prete'operaio',
e Paolo Castellacci , imprenditore, intende conferire un riconoscimento a tutte le componenti che costituiscono la protezione civile, un insieme di attività messe in campo per tutelare
l'integrità della vita, i beni, gli
insediamenti e l'ambiente dal
danni o dal pericolo di danni
che derivano dalle calamità.
«I lo voluto premiare - sottolinea Bagnini - un'organizzazio-
ne che racchiude tante realtà locali, ma che insieme rappresentano una sorta di grande'angelo custode' per tutti noi. Il sistema dellaprotezione civile è una
squadra che nell'Empolese Valdelsa, grazie alla funzione associata, viene gestita in rodo unificato a livello di Unione. In
questi anni e in questi ultimi
mesi, a causa di vere e proprie
catastrofi, purtroppo i loro interventi non sono mancati. Anche nei nostri territori il loro
aiuto è stato fondamentale.
Questo premio ha un semplice
grande significato, dire loro grazie e riconoscere la loro irnpor-
La sindaca Brenda Barnini
Alluvioni in Toscana
tanza nella vita di ognuno di
noi e della nostra città. Un riconoscimento che arriva a 50 anni
dall'alluvione, una scelta non
casuale, che sottolinea quanto
sia stato fatto a partire da quella
tragica esperienza del '66, sia
stata costruita una rete di istituzioni e volontari che presidiano
il nostro territorio e intervengono in caso di emergenza. II Sant'
Andrea d'oro di quest'anno è
dunque un riconoscimento che
travalica i confini municipali e
che abbraccia tutto il territorio
EmpoleseValdelsa».
La protezione civile è una
funzione attribuita a un sistema complesso: il Servizio Nazionale della protezione civile.
Al suo interno forze dell'ordine,
forze armate, corpi speciali, ma
anche tantissimi volontari. Saranno premiati: carabinieri;
centrale operativa del 118 - Asl;
Croce Rossa Italiana di Empoli;
Corpo Forestale dello Stato;
guardia di finanza; La Racchetta di Montaione, Montelupo e
Montespertoli; Misericordia di
Empoli; polizia di Empoli; polizia municipale dell'Unione;
ProcivArci di Certaldo; Pubbli che Assistenze Riunite di Empoli; Rav (Radio associazione Valdelsa); Vab di Limite e di Vinci;
vigili del fuoco. Tutte realtà che
fanno parte del coordinanmento
di Protezione Civile dell'Unione. E stato invitato per l'occasione anche Fabrizio Curcio,
capo del Dipartimento della
protezione civile.
Pagina 105
Un i n con tro
al MuM e L o c
s u LL ' a LL u vi one de L' 66
Cerreto Guidi
UNA mostra
documentaria e incontri.
Così il MuMeLoc ricorda
l'alluvione del 1966. La
prima tappa del
percorso all'insegna di
ciò che è stato e ha
significato peri cerretesi
è stata una
conversazione con
Veronica Vestri e Paolo
Santini. Giovedì alle
21.15 nelle sale del
museo, Carlo Pagliai
parlerà di «Tempi di
ritorno alluvionale e
assetto del territorio
cerretese».
Alluvioni in Toscana
Pagina 106
L' a 2 uvi one den tro
Ìr
celebrí1
LA DISASTROSA alluvione del 1966 a Firenze nei
libri di due scrittori
fiorentini molto amati.
Domani alle 21,15 nella
Sala polivalente della
biblioteca CiviCa di
Calenzano (via della
Conoscenza 11) Marco
Vichi e Leonardo Gori
racconteranno, a 50 anni
da quell'evento, l'alluvione
vissuta dai loro
protagonisti letterari: il
commissario Bordelli in
«Morte a Firenze» e il
colonnello Arcieri in
«L'angelo del fango».
Letture a cura dell'attore
Lorenzo Degl'Innocenti.
L'ingresso alla serata è
libero e gratuito.
Alluvioni in Toscana
Pagina 107
ACCADEMIA
DELLE ARTI
E DEL DISEGNO
Fino al 28 dicembre
LA SALA delle esposizioni
in Via Ricasoli 68 prende in
esame l'inedito rapporto tra
alluvione del 4 novembre
1966 e la produzione
artistica, prendendo le mosse
proprio dall'Accademia delle
Arti del Disegno, l'istituto
che dal 1563 riunisce a
Firenze i più famosi pittori,
scultori e architetti.
Orsanmichele 4 ospita una
selezione di venti opere, tra
sculture e disegni, che
dialogano attraverso un
inconsueto gioco di
metamorfosi a cui l'artista dà
forma realizzando un bizzarro
circo di mostri del nostro
tempo.
Alluvioni in Toscana
Pagina 108
te to d
s
ï Ni
cco n
li
i >,/ Ñ
ra(ccontare.,
DEBUTTA stasera - e sarà in replica «Il filo dell'acqua», è un racconto in
domani ore 21- al Teatro Studio `Mi- forma di poema e rito collettivo che
la Pieralli' di Scandicci la nuova pro- parla di cinquant'anni fa come fosse
duzione di Arca Azzurra Teatro
oggi, perché l'alluvione di Firenze,
«Il filo dell'acqua» di Francesco Nic- quel 4 novembre '66, non fu la prima
colini, regia Roberto Aldorasi e Fran- e non è stata l'ultima. Perché è stata
cesco Niccolini. In scena Dimitri Fra- anche l'alluvione di tutta la Toscana,
sali, Massimo Salvianti, Lucia Socci.
dell'acqua alta di Venezia, l'allagaMusiche originali sono di Paolo Co- mento di mezza Italia: tutto in una
letta. E' il quarto e ultimo appunta- notte. Ed è rimasta per chi l'ha vissumento con la rassegna «Alluvione. 50 ta una specie di era geologica: prima e
anni dopo» promossa dalla Fondazio- dopo l'alluvione. E' la storia di una cane Teatro della Toscana. Uno spetta- tastrofe che, almeno in parte, poteva
colo intenso che segue tre voci per un essere evitata. Un lungo racconto cocanto che intreccia poesia, storia e la rale, che parla di vita e di bene comumemoria di chi c'era. E poi la musica, ne, di oblio e di umanità. Uno spettai telegiornali, le opere d'arte, le voci, colo verità che corre lungo la cronaca
il pianto, tutto mischiato, vicino e lon- di quei giorni: incalzante, ora dopo
tano, in quello spaventoso e al tempo ora, di come in ventiquattr'ore piovve
stesso meraviglioso momento in cui l'acqua di 100 giorni, di come la città
tutto quello che è normalità e quoti- non fu avvertita. E minuto dopo midianità salta e diventa straordinario e nuto, l'ultima notte senza sapere, un
condiviso. Ancora una testimonianza risveglio da incubo, e ottanta ore di
per ricordare il dramma di Firenze di follia, raccontate mischiando ricordi,
cinquant'anni fa, quando l'Arno fu testimonianze, lettere, la voce di Serprotagonista di un'autentica guerra, gio Zavoli e i titoli di giornali, sopratche non abbiamo più smesso di com- tutto de La Nazione che arrivò alla
gente con difficoltà , ma che arrivà
battere. Raccontare oggi quella storia,
sempre, nelle poche edicole che cerastoria d'acqua e resurrezione, non è no. Sul palcoscenico il racconto della
una banale cerimonia del ricordo, ma tragedia di una città abbandonata,
un rito collettivo e fondamentale, per che ogni cent'anni finisce sott'acqua.
chi- non dimenticando - vuole cerca- Il racconto di Firenze e della sua genre i veri problemi e prevenire altra di- te, con bravi attori. Da vedere.
struzione. Senza fatalismo. E senza daTitti Giuliani Foti
re colpa all'acqua.
Alluvioni in Toscana
Pagina 109
._.
BATTAGL I A PER LA S I CUREZZA
✓% '
i
nva o
si
®
-41
Lisa Ciarda
FIRENZE
IL PRIMO di quattro invasi progettati per mettere in sicurezza
l'Arno a valle di Firenze, da San
Miniato fino alla foce. La cassa di
espansione dei Piaggioni, inaugurata nel febbraio 2015 proprio a
San Miniato (Pisa) fa parte del
più vasto complesso della Roffia.
Si tratta di un totale di quattro casse: le altre tre, da realizzare, sono
quelle di Scaletta, fra Fucecchio e
San Miniato, di Navetta Est e di
Navetta Ovest, entrambe a Cerreto Guidi, tutte previste dal «Piano
di Bacino del fiume Arno per la riduzione del rischio idraulico» approvato nel 1999.
Sommate assieme, sono considerate dai tecnici una delle opere
strategicamente più rilevanti a
valle di Firenze lungo l'asta principale del fiume.
Tre i motivi di tanta importanza:
il grande volume invasabile, stimato in circa 18 milioni di metri
cubi, la loro estensione, pari a circa 200 ettari, e la posizione, a monte di aree con un'alta densità di case e fabbriche.
LA CASSA dei Piaggioni, la prima e al momento l'unica a essere
stata realizzata, funziona attraverso l'utilizzo di quattro grandi paratoie mobili di otto metri per tre.
Sono le `porte' che permettono alle acque del fiume di entrare in caso di piena. Modulando tempi e
modalità dell'apertura si riesce a
far passare e poi a contenere un totale di circa 9milioni di metri cubi, permettendo un progressivo
abbassamento del colmo di piena,
stimato intorno all'8-9 per cento.
Passata l'emergenza l'acqua viene
poi rilasciata in Arno.
A differenza di altre opere simili,
per le quali è stato necessario l'invio di un commissario della Regione a sovrintendere i lavori, in
Alluvioni in Toscana
1r
er
e
San Miniato, pronta la
"W
remizza
s» dí Piaggioni, ancora attesa per le altre
questo caso l'ente attuatore è stato
il Comune di San Miniato.
I cantieri sono iniziati nell'aprile
del 2009 e hanno avuto un costo
di 17 milioni e 500mila euro (divisi fra Regione, Comuni di San Miniato, Cerreto Guidi e Fucecchio,
fondi statali e risorse Cipe). Non
sono mancati gli stop e le difficoltà, incluse le piene dell'Arno del
gennaio e del febbraio 2014 che
hanno invaso la cassa e costretto
poi l'amministrazione comunale
a intervenire per ripristinare le arginature e tutta l'area danneggiata.
«SIAM O orgogliosi di essere capo-
fila di un complesso di opere così
importante - spiega il sindaco di
San Miniato Vittorio Gabbanini
- Non è stato un iter facile, anche
per il fallimento della ditta a suo
tempo incaricata di effettuare i lavori e poi per la piena che fece notevoli danni nel 2014. Adesso stiamo completando alcuni lavori di
rifinitura e di risagomatura degli
argini, per una spesa di 1,5 milioni di euro e nel marzo 2017 consegneremo definitivamente l'opera
alla Regione. Ma se c'è bisogno e
l'Arno lo richiede, la cassa è già
perfettamente funzionante e può
contenere fra i 9 e i 9,5 milioni di
metri cubi di acqua».
Lo scopo
deLLa zona deL cuoio
La cassa i espansione di
Piaggioni assieme alle altre
del complesso di offia
sono progettate anche
al fine di prevenire danni
ad aziende e abitazioni
del comprensorio del cuoio
Pagina 110
Diecimita presenze
Sono quasi diecimila i
visitatori fiorentini (ma in
molti sono arrivati da ogni
angolo della Toscana) che
hanno preso parte a «L'Arno
straripa a Firenze», la
nostra mostra sull'alluvione
del novembre 1966
Scuote i visita
1 , - i T / Gï 7 f f7a/G7«
FOLLA, La mostra a
azione
La mostra
Aperta tutti i giorni
Per le scuole interessate
alle visite c'è ancora posto.
I vari istituti possono quindi
prenotarsi chiamando
il numero 055.2495870.
Intanto a grande richiesta
la mostra è stata prorogata
fino al 27 novembre
La mostra «L'Arno straripa
a Firenze» si può visitare
gratuitamente tutti i giorni
dal lunedì al venerdì con
orario 9,30-12,30 e nel
pomeriggio dalle 15 alle 18
L'esposizione è allestita
nell'auditorium Attilio Monti
Alluvioni in Toscana
Pagina 111
'o
vio
' nostri
Siamo ancora in
pericolo. Ogni volta che
piove più del previsto,
Firenze rischia di vivere
quei tragici momenti di
50 anni fa. In questo
periodo si succedono
iniziative in ricordo
dell'alluvione del 1966,
spero davvero che questo
serva per alimentare una
nuova sensibilità che
consenta di prevenire
disastri di quel tipo.
Sonia Cei, Pisa
Alluvioni in Toscana
Pagina 112
IL COMMENTO
di ANDREA LUPARIA
,i;,
.,,,
SICUREZZA
E DECISIONI
PROVI N CIA apuana non
ha grandi fiumi. Il Magra
nasce in Lunigiana ma
sfocia, in l iguria. Tra
Carrara e Montagnoso,
però, basta che piova e
vigili del fuoco, protezione
civile e operai dei Comuni
devono lavorare ore per
eliminare frane e svuotare
cantine, sottopassi e
terreni. La settimana scorsa
il picco di pioggia in
Toscana si e registrato sulle
Alpi Apuane con un valore
cumulato di circa, 150 mm
di pioggia. I sottopassi a
Massa si sono allagati (con
centinaia di automobilisti
costretti a cercare percorsi
alternativi) e i residenti
nelle frazioni montane
(quelle abitate dai cavatori)
hanno visto piovere
sull'asfalto sassi di varie
dimensioni. Bisogna
ringraziare il Cielo, la
Protezione civile, i pompieri
e gli operai del Comune di
Massa se nessuno si è fatto
male. Se le frane in
montagna sono prevedibili
per l'abbandono dei boschi,
in pianura la situazione è
paradossale. La scorsa
settimana a evitare il peggio
ci ha pensato il Consorzio
Toscana Nord mandando
una ruspa alla foce del
Alluvioni in Toscana
Poverorño. La sabbia che
faceva da «tappo» è stata
tolta per 60 metri
consentendo al fosso di
scaricare in mare. Bravi ma
si poteva fare prima, senza
fare la corsa. E nessuna
corsa, poteva evitare che il
fiume Frigido (l'unico vero
fiume totalmente a nano)
diventasse bianco latte per
la marmettola delle cave
trascinata dalla pioggia , a
valle. A una ventina i
chilometri di distanza, il
Magra era marrone, com'è
normale. In sostanza, i
monti sono sventrati per
estrarre il marmo e al piano
canali e fossi esondano
perché nessuno li pulisce. E
in passato sono state
concesse centinaia di
concessioni edilizie per
costruire in zone a rischio.
Ora, (forse) i permessi non li
danno più ma nessun
sindaco si prende l'onere di
far demolire case costruite
in zone esondabili. E così a
demolire ci pensano i corsi
d'acqua come il Magra che
nel 2011 allagò parte della
Lunigiana, comprese le
scuole di Aulla. I)a allora gli
alunni sono nei container...
Pagina 113
TEATRO STUDIO
Un racconto in forma di poemainstallazione dedicato al
cinquantesimo anniversario
dell'alluvione di Firenze lo
propone Arca Azzurra teatro con
la nuova produzione 1l filo
dell'acqua", che dopo il debutto a
Pisa e le recite fiorentine, stasera è
in scena al Teatro Studio di
Scandicci. Lo spettacolo,
interpretato da Dimitri Frosali,
Massimo Salvianti e Lucia Socci
con le scene video di Antonio
Panzuto, è prima un libro scritto
da Francesco Niccolini che cura
anche la regia con Roberto
Aldorasi. Scandicci, Teatro Studio
Mila Pieralli, via Donizetti 58, ore
21, replica domani
Alluvioni in Toscana
Pagina 114
LA FOTO DELLA
ALLUVIONE 1 OMAGGIO COL TI RRENO
l'a
le
La Torre su-no sfonao ç %j
® PONTEDERA
Un'altra foto della Grande Alluvione del 1966 in regalo oggi
con "il Tirreno". L l'ultima riguardante il territorio di Pisa,
da domani saranno distribuite
quelle dellaValdera.
Oggi l'obiettivo di Luciano
Frassi si allontana dal centro
storico di Pisa per raccontare
la città da prospettive più defilate. La foto che vi presentiamo
stamani è stata scattata nel
punto in cui viale delle Cascine
interseca l'Aurelia.
Campi allagati nei giorni
dell'alluvione del novembre
1966. L'Arno ha esondato da
poche ore: la calma che regna
attorno a quest'istante congelato dall'otturatore è solo apparente; laggiù, poco oltre la palude effimera che i piedi di Frassi
lambiscono, la popolazione fibrilla di sgomento.
Pisa sullo sfondo: i gioielli di
Piazza dei Miracoli affogati anche loro dentro una cappa
plumbea in cui cielo e terra si
confondono, e che nasconde
alla vista il profilo dei monti pisani, del tutto smarriti nella
nebbia. L'Italia intera segue
con apprensione ciò che sta accadendo in Toscana: il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat lascia il Quirinale e
si precipita nelle zone devastate dall'acqua.
iía
Ne visiterà molte: foto d'epoca lo ritraggono a bordo di camionette militari le cui grandi
ruote affondano nel fango.
Il luccicante edonismo anni
Sessanta su cui i giovani di allora, abituati a ballare sulle note
provenienti dalla Swinging
London (Michelangelo Antonioni, con "Slow-Up", che
esce nel'66, ne fa un ritratto allucinato quanto irripetibile),
scivolano felici, si rabbuia di
colpo. Per poco, è vero: ma ciò
che accade venerdì 4 novembre ha l'effetto di un interruttore che stacca la corrente. La
guerra del Vietnam sembra ancora più lontana. Si profila all'
orizzonte un mesto Natale.
I fan del western all'italiana
si consoleranno con un nuovo
capolavoro di Sergio Leone: "Il
buono, il brutto, il cattivo", che
uscirà nelle sale a dicembre. I
ragazzi delle giovani band locali pensano già ai concerti estivi,
per non darla vinta all'inverno
che, non ancora iniziato, sembra già infinito. L'estate di Marina. Come non sognarla, in
questi momenti devastati dalla
melma del fiume?
1RIFROJ 1Zi0NE RISERVATA
La foto in regalo oggi con 'II Tirreno"
Alluvioni in Toscana
Pagina 115
Arte contemporanea,
via al mega censimento
Parte dalla Toscana un progetto pilota sugli archivi
Salvare la memoria è vitale. Ricordiamoci però di salvare pure la
nostra. Non è banale, in un'epoca
di nuovi media, nuovi materiali,
nuove tecnologie. Così ha quasi il
sapore di una sfida il progetto che
viene presentato oggi nell'ambito
del convegno «Memorie del contemporaneo» all'Auditorium di
Sant'Apollonia. A cura di Alessandra Acocella e Caterina Toschi,
fondatrici, nel 2011, di «Senzacornice», Laboratorio di ricerca e formazione per l'arte contemporanea, ha offerto ieri una ghiotta selezione di video di artista.
Ma sarà nella giornata odierna
(ilvia dalle 10.30) che ci si immergerà, anche con ospiti internazionali, in un tema drammatico, non
solo per l'arte contemporanea
(Giancarlo Cauteruccio dovrebbe
denunciare il rischio di perdere
l'archivio della compagnia teatrale Kripton, rimasta senza la storica sede, ilTeatro Studio di Scandicci). Tema a cui, ci spiega Diana
Marta Toccafondi, responsabile
della Soprintendenza archivistica
della Toscana, proprio il dramma
dell'alluvione del 1966, ha portato
Alluvioni in Toscana
forte sensibilizzazione in tanti artisti. Come e cosa conservare della propria opera? Impresa non
banale per svariati motivi, dalla
sintassi frantumata del contemporaneo, alla varietà dei linguaggi fino alla caducità di molto materiale. Dalla sinergia Soprintendenza-Regione Toscana nasce un
progetto che si auspica pilota a livello nazionale: riguarderà il periodo che va dal 196o al 2000 e
coinvolgerà archivi pubblici e
privati. Oggi ne parlerà, in rappresentanza della Soprintendenza, Lorenzo Valgimogli (al gruppo di lavoro partecipano anche
«Senzacornice», Elisa Mazzini
per la Regione e Stefano Pezzato
del Centro Pecci). «Non partiamo
da zero - anticipa la Toccafondi
- un precedente prezioso è stato
Lavoro triennale
«Inizieremo
da Firenze, Prato
e Pistoia
Nove le categorie»
per esempio la catalogazione del1 Archivio Pascoli, dove i fondi sono integrati con gli oggetti della
sua casa. Inizieremo dalle province di Firenze, Prato e Pistoia, 187
soggetti (151 nell'area fiorentina,
18 nella pratese e 18 in quella pistoiese), organizzati in 9 categorie: Maestri, Artisti, Critici/curatori, Collettivi di Artisti, Editori,
Collezionisti, Gallerie/spazi
espositivi, istituzioni private, istituzioni pubbliche».
Alla fine del progetto triennale, il patrimonio sarà fruibile on
line. Pure con le digitalizzazioni,
ove il materiale lo meriti. Intanto, fra i primi archivi oggetto di
analisi, Zona Archives / Maurizio Nannucci, UFO Lapo Binazzi,
Andrea Granchi, Gianni Melotti,
Lara-Vinca Masini, Ketty La Rocca, Luciano Caruso, Centro Di
Editore, Gianni Pettena, Mario
Mariotti per arrivare alla fattoria
di Celle, Giuseppe Chiari, Superstudio, fra gli altri. Troppa ricchezza in anni che furono davvero fecondi per l'arte toscana.
Valeria Romani
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 116
e<"ll i
l patco
»
l Circoto Aurora
Arezzo
RITORNA il teatro al
Circolo Aurora con la
rassegna AurorainScena
coordinata da Diesis
Teatrango e Cantiere
Artaud. Stasera alle 22
va in scena «L'alluvione»
di e con Alessio
Martinoli, un viaggio
nella storia, una scritta
appesa a una bottega, un
ritratto contemporaneo
dell'evento catastrofico
che ha colpito Firenze il
4 Novembre 1966, il
frutto delle emozioni
suscitate dai racconti
degli abitanti della
struttura socio-sanitaria
Rsa «Il Giglio».
Alluvioni in Toscana
Pagina 117
C 'è
ssibilità
per le scuole
dí prenotarsi
"os
«L'Arno straripa a Firenze»
racconta il dramma di una
città attraverso i giornali e le
foto d'epoca ma anche con filmati inediti e nostre interviste e testimonianze. In quel
terribile 4 novembre 1966 e
nei giorni successivi «La Nazione» compì un piccolo
grande miracolo: giornalisti
e poligrafici riuscirono a fare
andare il quotidiano in edicola, nonostante la rotativa,
inaugurata un mese prima,
fosse inutilizzabile. Le scuole possono approfittare ancora
per
prenotarsi
(055.2495870). Nei feriali
l'orario è 9.30/12.30 e 15/18.
L'ingresso è gratuito.
Alluvioni in Toscana
Pagina 118
LA MOSTRA E' STATA INAUGURATA DAL PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA
I L 4 NOVEMBRE CONI VERTICI DEL NOSTRO
GRUPPO EDITORIALE
®
®
®
®
rir °
L
a
z one
Na
i
9
mostra sono numen da^ Mu-su,
i
.2
Verso
qu indicimila p resenze. Raffo rzato il legame ston*co
LA MOSTRA «L'Arno straripa
a Firenze» corre veloce verso numeri da museo : 15mila presenze.
Un successo sincero e vero, testimoniato dalle firme lasciate
all'uscita e dai tanti messaggi.
La nostra iniziativa è piaciuta perché salda ancora di più un rapporto che affonda le radici nella tradizione : i cittadini, l'Arno, La Nazione.
Un legame inaffondabile e capace
di vincere un disastro come quello del novembre del 1966. E che si
U na valanga di firme
e messagg i co
di sincera e mozione
manifesta ogni giorno anche attraverso il passaggio di memoria tra
nonni e nipoti, genitori e figli, insegnanti e allievi. Insomma un
un patrimonio collettivo raccontato con l'«immediatezza» della quotidianità del nostro giornale nella
La mostra è stata prorogata visto il grande successo
Ogni giorno è aperta sia la mattina che il pomeriggio
mostra `L'Arno straripa a Firenze', allestita da La Nazione all'interno dell'auditorium Attilio
Monti trasformato a cinquant'anni da quella tragedia.
L'esposizione - visitabile gratuitamente tutti i giorni dal lunedì al
venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e nel
pomeriggio dalle 15 alle 18 - ha
superato le undicimila presenze
grazie all'apertura anche nello
scorso fine settimana ad orario
continuato, e conta di raggiungere quota 15mila essendo stata prorogata sino a domenica 27 novembre.
Le testimonianze nei video e nelle fotografie ( dei nostri archivi e
dei lettori), le riproduzioni delle
prime pagine de La Nazione (sempre in edicola nonostante la città
sott'acqua), i reperti. E in sottofondo il rumore dello scorrere
Alluvioni in Toscana
dell'acqua.
Bellissimi i messaggi della «gente
semplice» accanto a vip e meno
vip. Anche solo leggere il libro
delle firme apre il cuore alle emozioni che vengono rivissute.
Insomma un'occasione da non
perdere per vedere il docufilm, le
foto che ci hanno inviato i fiorentini e non solo, rivedere i libri alluvionati e salvati, rileggere la cronaca di quei giorni tanto difficili
da segnare il rilancio della città.
Niente da allora è stato più come
prima.
BdA
Pagina 119
ACCADEMIA
DELLE ARTI
E DEL DISEGNO
Fino al 28 dicembre
LA SALA delle esposizioni
in Via Ricasoli 68 prende in
esame l'inedito rapporto tra
alluvione del 4 novembre
1966 e la produzione
artistica, prendendo le mosse
proprio dall'Accademia delle
Arti del Disegno, l'istituto
che dal 1563 riunisce a
Firenze i più famosi pittori,
scultori e architetti.
Orsanmichele 4 ospita una
selezione di venti opere, tra
sculture e disegni, che
dialogano attraverso un
inconsueto gioco di
metamorfosi a cui l'artista dà
forma realizzando un bizzarro
circo di mostri del nostro
tempo.
Alluvioni in Toscana
Pagina 120
-
« Ring razio Di Corcia e tutti
gli operatori che hanno
contribuito all'ottima
riuscita della rassegna».
RICORDO DEL'66
e jo fossi acqua»
Quando la solidarietà.
sgorga da un dramma
PROTAGONISTI Gli attori che hanno recitato in «Se io fossi acqua» sull'argine dell'Arno alle Colombaie
LA SOLIDARIETA', la collaborazione, il rimboccarsi le maniche
tutti, anche chi non aveva subito
danni dall'alluvione, è stato l'elemento più importante dello spettacolo «Se io fossi acqua», messo in
scena dalla compagnia «I pensieri
di Bo'» a mezzo secolo dall'alluvione del 4 novembre 1966. Mentre a
Ponticelli e San Donato e in tutta
la pianura fino a Castelfranco e Santa Croce, migliaia di persone e di attività industriali e commerciali erano in ginocchio, sotto alcuni metri
d'acqua, nella parte alta di Santa
Maria a Monte c'era chi correva
giorno e notte per portare aiuti, salvare vite umane. Le scuole elementari di San Sebastiano erano il punto di aggregazione, il dormitorio,
Alluvioni in Toscana
casa degli sfollati e deposito dei materiali.
TUTTO questo ha ricordato «Se
io fossi acqua», lo spettacolo ideato
da Franco Di Corcia jr, regista e attore, direttore artistico del teatro
Comunale di Santa Maria a Monte,
sandonatese che è cresciuto nel ricordo e nei racconti dell'alluvione,
lui che è nato due anni dopo la
drammatica esondazione che a
Ponticelli uccise quattro persone
(marito, moglie e le due sorelle
dell'uomo). Così l'argine dell'Arno
proprio nel punto in cui il fiume
ruppe e invase tutta la pianura, è diventato il palcoscenico del ricordo
e della commozione. «L'atteso
evento ha vinto la sfida - dice Fran-
co Di Corcia jr - Più di 200 persone hanno vinto il freddo per assistere, sui luoghi dove la memoria si fece tragedia, a uno spettacolo ricco
di pathos e di emozioni. Le immagini e i ricordi si sono fatti melodia
con le cantilene e le canzoni di prima dell'alluvione, provocando una
commozione unica nelle persone
che hanno assistito allo spettacolo.
Una performance indimenticabile
grazie alle interpretazioni degli allievi attori della compagnia I pensieri di Bo', della scuola Espressioni danzadi Marica Torricelli, le
compagnie teatrali L'anello di Cascina e Dida'sko di Castelfranco».
di Sotto».
g.n.
Pagina 121
Roncalli
ricorda
l'alluvione
Il
L'ISTITUTO Roncalli in
occasione del 50° anniversario della grande alluvione di
Firenze, insieme alla rivista
Testimonianze, ha promosso
un incontro che ha lo scopo
di salvaguardare la memoria
storica di un evento con echi
planetari.
L'iniziativa si svolgerà venerdì alle 17,30 alla Accabì. Interverranno Severino Saccardi, direttore della rivista fondata da padre Ernesto Balducci, il professor Fabio Dei,
dell'Università di Pisa, il professor Valentino Federici,
del coordinamento Firenze
2016. In questa occasione verrà presentata l'edizione monografica di Testimonianze.
Un edizione speciale particolarmente ricca di interventi
in ricordo di questa catastrofe. Il Roncalli, nell'ambito
dell'alternanza lavoro, realizzerà il progetto «La grande alluvione», che coinvolgerà gli
studenti.
Alluvioni in Toscana
Pagina 122
o
ossi:«100 milioni l'anno per i flu
ec a la Toscana sarà sicura,»
ra
c d
dec
1
ï
Amo,
ri
ï
Zé
del gove rnato re. « Chi t
e
Paola Fiche
FIRENZE
FI UM E in piena. No. Non l'Arno. Piuttosto il governatore Enrico Rossi quando parla del lavoro
fatto dalla sua amministrazione
F er mettere in sicurezza Firenze e
Toscana dai capricci delle piogge e del clima impazzito.
Presidente, cinquant'anni dopo l'Arno sta una possibile
emergenza...
«Su questo fronte non accetto né
banalizzazioni, né accuse. Sono al
governo della Toscana dal 2010 e
mi sono da subito impegnato per
intervenire sulle opere di salvaguardia del territorio. Credo che
questo mi debba essere riconosciuto».
Senza nulla togliere al suo impegno, le opere da realizzare
sono al 30 per cento del necessario.
«Allora serve rifare il quadro completo della situazione. Fatto salvo
l'intervento di abbassamento delle
platee dell'Arno sotto Ponte Vecchio realizzato negli anni `70, tutto il resto ha preso l'avvio solo dal
2011 in poi. Grazie a questa amministrazione e alla Legge 35 che ha
commissariato tutte le opere in
corso di realizzazione... ».
Che cosa significa?
«Non abbiamo avuto soltanto un
problema di fondi, ma anche di
competenze tecniche delle stazio-
ni appaltanti per esempio. Affidare certe opere idrauliche estremamente complesse ai comuni, per
esempio, si è rivelata nel tempo
una scelta sbagliata, la legge 35
che ha restituito alle Regioni il potere di commissariare i lavori ha rimesso in ordine molte cose».
ogg i a che punto siamo?
«Dal 2 04 al 20 9 Regione e Stato
hanno pagato opere per 457 milioni di euro, dal 2010 al 2015 i soldi
spesi sono stati 771 milioni di euro, due terzi dei quali dalle casse
della Regione. Vuol dire che mentre lo Stato riduceva i suoi finanziamenti, noi li abbiamo più che
triplicati (da 113 milioni del primo quinquennio a 440 nel secondo)».
II governo è stato assente?
«Quando sono andato a pietire un
po' di stanziamenti al governo
Monti, me li sono visti negare senza appello. Con il governo Renzi le
cose sono cambiate e abbiamo potuto dare il via a una svolta».
dove è partito la Regione?
«Dalla ricognizione di tutti gli interventi non fatti che erano stati affidati ai comuni. Dalla riorganizza-
Ckirne prenotare
,r41
`
,
Servono aLtre
i`1 rn«-1
I
Nei prossimi giorni
sarà a Roma per discutere
il Patto per la Toscana
e chiederà al governo
che siano stanziati ulteriori
finanziamenti per le opere
idrauliche. Anche quelle
attese per gli altri
corsi d'acqua
Alluvioni in Toscana
Per le scuole interessate a
visitare la mostra de La
Nazione, dirigenti e
insegnanti possono
prenotare allo 055.2495870
Z
r
lo Stato
zione del genio civile regionale
che oggi ha il compito di coordinare e monitorare tutto il territorio,
nonché quello di dare attuazione a
tutti i progetti. Dalla riforma dei
consorzi di bonifica: li abbiamo ridotti da 32 a 6 e abbiamo esteso il
contributo di bonifica a tutti quelli che non lo pagavano. Siamo passati da 65 a 100 milioni di incassi
che investiamo nella pulitura degli alvei dei fiumi, degli argini».
Si può fare di più?
«Sempre. E lo faremo. Dal
2011/2012 investiamo 100 milioni
di euro l'anno per la sicurezza
idraulica della Toscana. Se potessimo averne 150 andrebbe ancora
meglio. Ma quello che serve non è
un intervento spot risolutivo, piuttosto un passo costante nella realizzazione degli interventi».
Fra quanto tempo potremo dire ' esse re in sicu rezza rispetto a una nuova alluvione?
«Fra cinque anni, grazie alla realizzazione delle casse di espansione finora incompiute nel Valdarno,
avremo completato il grosso degli
interventi. Se poi anche nei cinque anni successivi manterremo
lo stesso livello di finanziamenti,
il livello di sicurezza idraulica in
Toscana sarà significativamente alzato. Perché, lo vorrei ricordare,
non c'è solo l'Arno in Toscana.
Penso al bacino dell'Albegna che
abbiamo messo in sicurezza dopo
l'alluvione del 2012. Alla Lunigiana e al primo stralcio funzionale
per proteggere l'abitato di Aulla, al
Carrione e ancora il Serchio, l'Ombrone, il Lambro... ».
II prossimo impeg no sul fronte i
geologico.
«Nei prossimi giorni sarò a Roma
per discutere il Patto per la Toscana e chiederò che ci siano ulteriori
finanziamenti per le opere idrauliche».
Il trenta per cento
delle opere necessarie
ancora da realizzare
Pagina 123
Opere su Carrione ,
ALbegna , SercWo ...
Rossi ricorda che in Toscana
non c'è solo l'Arno:
«Abbiamo messo in
sicurezza l'Albe na dopo
l'alluvione 2012, fatto opere
per proteggere Aulla,
stanziato 70 milioni per il
Carrione. E interventi su
Serchio, Ombrone, Lambro»
casse 'i spali i
Una soLa è reaLtà
Levane e La Penna
díghe non d saLveranno
'i
si a i i gan-Fíabítí
IL bando per i noLeggío
Vanno a rilento i progetti
1 due impianti del Valdarno
aretino, le dighe di Levane e
La Penna , sono nati per
produrre energia. Tra le
opere previste per
prevenire le piene dell'Arno
c'è un progetto di massima
di Enel per alzare la diga di
Levane di 5 metri ma ancora
non ci sono 1 20 milioni
necessari per l'intervento.
Per difendere Firenze la
Regione ha valutato l'ipotesi
argini gonfiabili. N el
febbraio 2015 è stata messa
in campo una simulazione
per verificare modalità e
tem pi. La scorsa estate la
Regione ha scelto l 'opzione
di noleggiarli in caso di
necessità ( 200mila euro). Si
sta preparando il bando.
per realizzare le casse
d'espansione ritenute
necessarie in caso di piene:
se ne parla dal 2004 ma a
oggi soltanto una di quelle
previste a Figline Valdarno è
in via i ultimazione. Per le
altre sono previsti tempi
lunghi , dal 2019 al 2022 (per
quelle sul torrente Sieve
"4
.
Prosegue on line la
campa g na Salvailsuolo,
tesa a contrastare degrado e
sfruttamento del suolo.
Assieme alla Coldiretti, vi
aderiscono Acli, Fai , Istituto
N azionale Urbanistica,
Le ambiente , Lipu, Slow
Food, Wwf.
Alluvioni in Toscana
Pagina 124
t
- ;-
ja. ,
+
PAUR A i_'ct; sra pie= áel!'C.rr,a, U
IRY'
W ye;r.ì.
0 Non
a
Alluvioni in Toscana
Pagina 125
'olla per `L'Arno straripa a Firenze'
t av o
vïsïtatorï
•
mos
ricordi e le e
r
.zl
ers
l.
i
Sabato e donwníca apertu re straordinarie
FIRENZE
CHI VISSE quei momenti, ha ancora l'odore di nafta nelle narici.
Chi visse quei momenti, è convinto di sentire il rumore del fiume
che sommerge le strade, si insinua nelle case. Che sale, maligno,
i gradini dei palazzi. Chi visse
quei momenti, ricorda in maniera nitida la fatica e il sudore. Il fango da spalare in una Firenze rabbiosa e abbandonata da tutti. Cancellata dalla melma. Emozioni e
racconti di vita trasferiti alle generazioni successive da nonni e genitori. Così tutti conoscono l'alluvione del 1966 e tutti i fiorentini
la vivono come parte della loro
storia. Dunque patrimonio per il
futuro. Un patrimonio collettivo
raccontato nella mostra `L'Arno
straripa a Firenze', allestita da La
Nazione nella propria sede all'interno dell'auditorium Attilio
Monti a cinquant'anni da quella
tragedia. L'esposizione - visitabile gratuitamente tutti i giorni dal
lunedì al venerdì dalle 9.30 alle
12.30 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18 - ha superato le undicimila
presenze e conta di raggiungere
quota 15mila essendo stata prorogata sino a domenica 27 novembre. Le testimonianze nei video e
nelle fotografie (dei nostri archivi
e dei lettori), le riproduzioni delle
prime pagine de La Nazione (sempre in edicola nonostante la città
sott'acqua), i reperti.
QU ESTO e molto altro è `L'Arno
straripa a Firenze', un condensato di emozioni dedicato a tutti i
fiorentini, a tutti i toscani. Uno
strumento di conoscenza e di riflessione affinché simili disastri
non si ripetano. Un'occasione didattica: tantissimi gli alunni delle
scuole toscane che hanno visitato
la mostra. Per gli istituti interessati, ricordiamo, c'è ancora posto. I
dirigenti o gli insegnanti possono
prenotare, chiamando il numero
055.2495870.
Diego Gasati
SU CCELsr. Ancora una folla di visitatori alla mostra sull'alluvione
Alluvioni in Toscana
Pagina 126
LASTORIA
s uden e
t
t
11
Sand ro
la tesì n* trovata
e 1 giovan i
lavoro
VALERIAST
BI
VENTOTTO anni, una laurea
in Giurisprudenza alle
spalle e milleottocento in-
terminabili giorni al fronte,
mentre infuriava la Grande
Guerra, Era il 2 dicembre del
1924 quando Sandro Pertini si
presentava al regio Istituto Cesare Alfieri di Firenze per discutere la sua seconda tesi di laurea, questa volta in Scienze sociali. Scelse un argomento scomodo - la cooperazione - e lo
scelse nel momento in cui le cooperative stavano vivendo il loro
momento peggiore: tra chiusure, registri dati alle fiamme e dirigenti trasferiti o picchiati. Nei
Alluvioni in Toscana
giorni del fascismo trionfante e
a pochi mesi dal delitto Matteotti, il futuro presidente della Repubblica non riuscì a strappare
più di 84 su 110 a una commissione che decise di abbassargli
il voto di ben otto punti rispetto
alla media degli esami che aveva sostenuto (25/30).
Quelle 248 pagine di trattato
dattiloscritto, rigoroso e passionale a un tempo, sono rimaste
per anni nei cassetti della memoria di chi ricordava un Pertini studente a Firenze, che aveva
lasciato Modena per seguire il
fratello artista. In molti credevano che quel testo fosse perduto.
La copia in possesso di Pertini
era andata distrutta con l'irruzione fascista a Stella (Savona),
mentre la copia fiorentina era
data per "vittima" certa dell'alluvione del '66. E invece, a novant'anni dalla sua stesura, è rispuntata fuori dal fondo librario
della Biblioteca Umanistica
dell'università di Firenze. La tesi, scritta su carta velina in copia carbone, era ben leggibile,
nonostante le ultime due pagine fossero incollate e danneggiate dall'acqua e mancasse la
copertina.
SERVIZIO A PAGINA XIII
Pagina 127
I ".LERi*.5
I
ENTOTTO anni, una laurea in
Giurisprudenza alle spalle e
milleottocento interminabili giorni al fronte, mentre infuriava la Grande Guerra.
Era il 2 dicembre del 1924 quando Sandro Pertini si presentava al regio Istituto Cesare Alfieri di Firenze per discutere la sua seconda tesi di laurea, questa
volta in Scienze sociali. Scelse un argomento scomodo - la cooperazione - e
lo scelse nel momento in cui le cooperative stavano vivendo il loro momento peggiore: tra chiusure, registri dati alle
fiamme e dirigenti trasferiti o picchiati.
Nei giorni del fascismo trionfante e a pochi mesi dal delitto Matteotti, il futuro
presidente della Repubblica non riuscì
a strappare più di 84 su 110 a una commissione che decise di abbassargli il voto di ben otto punti rispetto alla media
degli esami che aveva sostenuto
(25130). Quelle 248 pagine di trattato
dattiloscritto, rigoroso e passionale a
un tempo, sono rimaste per anni nei cassetti della memoria di chi ricordava un
Pertini studente a Firenze, che aveva lasciato Modena per seguire il fratello artista. In molti credevano che quel testo
fosse perduto. La copia in possesso di
Pertini era andata distrutta con l'irruzione fascista a Stella (Savona), mentre
la copia fiorentina era data per "vittima' certa dell'alluvione del '66. E invece, a novant'anni dalla sua stesura, è rispuntata fuori dal fondo librario della Biblioteca Umanistica dell'università di
Firenze. La tesi, scritta su carta velina
in copia carbone, era ben leggibile, nonostante le ultime due pagine fossero incollate e mancasse la copertina. Il ritrovamento è stato il frutto della cocciutaggine dei cooperatori Roberto La Marca e
Alessandro Chiabra, che attraverso un
lavoro di ricerca sono riusciti a risalire al
testo. Ed è così che la dissertazione di
Pertini è stata recuperata, digitalizzata
e infine pubblicata con il sostegno di Legacoop Liguria e l'intervento di Ames,
l'associazione per lo studio del mutuali-
Alluvioni in Toscana
smo e dell'economia sociale. Proprio ieri
il libro è tornato nella sua "casa' ed è stato presentato nell'aula magna dell'ateneo fiorentino.
«Il carattere di Pertini si traduceva in
scrittura - spiega Sebastiano Tringali,
curatore del volume - uno stile veemente». Il taglio della tesi segue un rigore storico e scientifico, ma c'è di più. Tra
le pieghe delle parole è contenuto un
messaggio ai giovani di allora: «Pertini
vuole trovare una soluzione per dare lavoro ai suoi coetanei e indica una delle
strade percorribili. Nel 1924 i dati
sull'occupazione erano drammatici e
milioni di ragazzi portavano le ferite fisiche e morali della guerra. La soluzione
era autorganizzarsi creando cooperative di lavoro e di servizi». Pertini aveva
ben presenti le cooperative di artigiani
vetrai di Altare, quelle dei distretti industriali dell'empolese e quelle agricole e
artigiane di Emilia e Toscana. Il presidente non esita a scagliarsi contro le
"false cooperative" e a esigere la trasparenza delle procedure e la qualità dei
gruppi dirigenti. «Le cooperative non rimarranno solo dei deboli organismi dispersi nel vasto campo della concorren-
za, ma diverranno tante scuole ove l'operaio salariato educherà la sua mente
- scrive Pertini nella tesi - per poter
essere domani un buon produttore indipendente. Solo così i cooperatori potranno veramente dirsi i Pionieri, che schiudono alle classi lavoratrici, la via dell'avvenire».
«Proviamo a immaginare che la tesi
sia stata scritta da uno studente di oggi
- aggiunge Tringali - un giovane che
si rivolge ad altri giovani intraprendenti che si vogliono fare imprenditori attraverso uno strumento societario. Non
parliamo altro che dei makers alle prese
con le stampanti 31) o delle menti che si
uniscono per creare una start up. O ancora, degli agricoltori che si dividono gli
oneri della produzione organizzando un
affitto collettivo delle attrezzature per
la trebbiatura». E ai giovani parla anche
il nuovo progetto di Legacoop Toscana e
università di Firenze: «Vogliamo riavvicinare i ragazzi a questo mondo e aprire
un lavoro culturale - spiega Roberto
Negrini, presidente di Legacoop Toscana - organizzeremo seminari, tirocini
e borse di studio per gli studenti che scriveranno tesi di laurea sulla cooperazione».
Quella tesi
appassionata
sul futuro
dei giovani
senza lavoro
Pagina 128
LA COOPERAZIONE
Sopra, alcune pagine della tesi
dello studente Sandro Pertini
discussa per la sua seconda laurea
L'ATTESTATO
Sopra, il diploma di laurea:
la discussionedella tesi è del
1924. A destra, Pertini studente
N el 1924, la laurea
g
al re io istituto
Cesare Al fieri: le ca rte
sono state ritrovate
E ora pubblicate
Alluvioni in Toscana
Pagina 129
11
1
intorno ai a c t
d
i
tà
La Torre sullo sfondo di una palude effimera
nello scatto di Frassi dei giorni dell'alluvione
di ANDREA LANINI
'obiettivo di Luciano
Frassi si allontana dal
disastro del centro storico per raccontare la città da
prospettive più defilate. La
foto che vi presentiamo stamani è stata scattata nel punto in cui viale delle Cascine
interseca l'Aurelia.
Campi allagati nei giorni
dell'alluvione del novembre
1966. L'Arno ha esondato da
poche ore: la calma che regna attorno a quest'istante
congelato dall'otturatore è
solo apparente; laggiù, poco
oltre la palude effimera che i
piedi di Frassi lambiscono, la
popolazione fibrilla di sgomento.
Pisa sullo sfondo: i gioielli
di piazza dei Miracoli affogati anche loro dentro una cappa plumbea in cui cielo e terra si confondono, e che nasconde alla vista il profilo dei
monti pisani, del tutto smarriti nella nebbia. L'Italia intera segue con apprensione ciò
che sta accadendo in Toscana: il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat lascia il Quirinale e si precipita
nelle zone devastate dall'acqua.
Ne visiterà molte: foto
d'epoca lo ritraggono a bordo di carnionette militari le
cui grandi ruote affondano
nel fango.
Il luccicante edonismo anni Sessanta su cui i giovani di
allora, abituati a ballare sulle
note provenienti dalla Swinging London ( Michelangelo
Antonioni, con "Slow-Up",
che esce nel '66, ne fa un ritratto allucinato quanto irripetibile), scivolano felici, si
Alluvioni in Toscana
rabbuia di colpo.
Per poco, è vero: ma ciò
che accade venerdì 4 novembre ha l'effetto di un interruttore che stacca la corrente.
La guerra del Vietnam sembra ancora più lontana. Si
profila all'orizzonte un mesto Natale.
I fan del western all'italiana si consoleranno con un
nuovo capolavoro di Sergio
Leone: "Il buono, il brutto, il
cattivo", che uscirà nelle sale
a dicembre. I ragazzi delle
giovani band locali - di solito
pettinati e vestiti come i Beatles, che proprio in questi
giorni si riuniscono negli studi di Abbey Road per registrare "Sgt. Pepper's Lonely Ilearts Club Band" - pensano
già ai concerti estivi, per non
darla vinta all'inverno che,
non ancora iniziato, sembra
già infinito. L'estate di Marina. Come non sognarla, in
questi momenti devastati
dalla melma del fiume?
Gabriele d'Annunzio, che
a Marina di Pisa visse, ne idealizzò le belle stagioni in famosi versi poi raccolti nelle
"Laudi". "Marina di Pisa,
quando folgora il solleone!
Le lodolette cantan su le pratora di san Rossore e le cicale
cantano su i platani d'Arno a
tenzone".
E anche: "Bocca di donna
mai mi fu di tanta soavità
nell'amorosa via (se non la
tua, se non la tua, presente)
come la bocca pallida e silen-
te del fiurnicel che nasce in
Falterona. Qual donna s'abbandona (se non tu, se non
tu) sì dolcemente come questa placata ttorrenta. Ella
non canta, e pur fluisce quasi
melodia all' amarezza" .
Ma il fiume "dalla bella foce I che oggi ha il color del
miele" sta preparando un altro brutto tiro, ai pisani. La
città se ne accorgerà tra poco: il 13 novembre, giorno in
cui crolla ponte Solferino,
mentre il lungarno Pacinotti
già mostra le crepe che ne determineranno il cedimento a
breve.
Dei bagni a Bocca d'Arno
scrive (nel '96, nella sua introduzione al volume realizzato dalla Cassa di Risparmio di Pisa in occasione del
trentennale dell'alluvione)
anche lo studioso e critico
d'arte pisano Enzo Carli: 'L'
Arno, prima che venisse inquinato e puzzasse come
una fogna (ma mi dicono che
ora le sue condizioni sono
molto migliorate) era anche
utilizzato per economiche
bagnature, e ricordo che l'acqua era così limpida e pura
che in mezzo ad esso, d'estate, alle Piagge, venivano
montate certe baracchette
dette bagnetti, frequentate
per lo più da gente del posto.
E anch'io, da giovane, ho fatto molti bagni in Arno, spe-F
cialmente alla foce (Bocca
d'Arno), dove il fiume visto
dal pelo dell'acqua sembra
ancora più largo. Là, dove già
prevale il salmastro, giungevano alle mie labbra di nuotatore lenti fiotti d'acqua dol
cissima recanti sentori di re
sine e di pini" .
CC RIPRODUZIONE RISERVA':
Pagina 130
Lo skyline
della città
col Battistero
e la Torre sullo
sfondo visto
dai campi
allagati
dall'alluvione
dei 1966 lungo
l'Aurelia;
a destra
ai giorni
nostri
Alluvioni in Toscana
Pagina 131
Dr n,,,%. %,,
!„2? %
eanini
Lz n, v%,,%,,, o /,, i
SANTA CROCE. É andato n onda
nei giorni scorsi su Rai 3 o speciale
prodotto da Tgr Toscana "L'Arno, il
fiume dei toscani ", un video che
ripercorre, attraverso il ricordo
dell'alluvione del 1966, a storia di
quel tragico evento e l 'evoluzione
del territorio lungo il quale corre
l'Arno. Dalla sorgente del fiume,
sul monte Falterona , fino alla foce,
a marina di Pisa , nel servizio viene
seguito l ' intero percorso, con
testimonianzee filmati nediti
dell'alluvione . Nel video anche gli
nterventi del presidente di
Assoconciatori Franco Donati e dei
direttore del depuratore Aquarno
Nicola Andreanini sugli
nvestimenti fatti nella
depurazione industriale.
Alluvioni in Toscana
Pagina 132
1 S. MARBAA MONTE
I giornalisti parleranno poi del
"mistero di Ponticelli". Cosa
era avvenuto veramente? I testimoni sono tutti concordi
nel raccontare di aver sentito
un boato e poi un lampo. La
versione ufficiale fu che l'Arno
cedette alla pressione della
piena e travolse in quel punto
un traliccio dell'alta tensione;
l'altra ipotesi, che ancor oggi
continua ad essere ricordata, è
che una carica di dinamite
creò una via di uscita alle acque per salvare Pisa.
Nel primo consiglio comunale convocato a Santa Maria
a Monte dopo l'alluvione si
chiede un'indagine per accertare le responsabilità del mancato preavviso alla popolazione - che avrebbe potuto mettersi per tempo in salvo insieme ai propri animali e beni ma negli atti ufficiali non
emerge niente sul "mistero"
della rotta dell'argine.
Lo stesso 13 novembre 11 Telegrafo pubblicala risposta del
Genio Civile di Pisa alla notizia
riportata nei giorni precedenti
dal giornalista Aldo Santini, in
merito alla rottura dell'argine,
LA R ICOSTRUZ IONE DEI FATTI t ANCORA CON TROVERSA
Per salvare Pisa dal disastro
l'argine fu fatto saltare
Un'operazione di soccorso
causata da una carica esplosiva. L'ingegnere capo, Vittorio
Gangemi, smentisce seccamente. Il giornalista replica
che localmente "si bucina" intorno alla "breccia artificiosa".
Termine oggi in disuso, ma
estremamente
appropriato
nel significato di "si sussurra",
"corre voce".
Le voci a Santa Maria a Mon-
Alluvioni in Toscana
Un'anziana viene messa in salvo
te non hanno mai smesso di
correre ed ancora oggi, dopo
cinquanta anni, chi parla di alluvione parla di rotta provocata alle Colombaie e voluta per
far scaricare acqua nella campagna. Senz'altro valutando
che in un'area di campagna i
danni potevano essere lievi e
frenare la corsa distruttiva del
fiume verso la Valdera, con
Pontedera già allagata nel pomeriggio del 4 novembre dal
fiume Era, e soprattutto verso
la città di Pisa.
levamento e del manifatturiero, il tutto allagato da 100 milioni di metri cubi di acqua,
quantità certo non prevista.
Oggi i sistemi di monitoraggio e di allerta sono senz'altro
migliorati. Gli amministratori
ed i tecnici hanno sistemi di
valutazione più efficienti; è nato in Italia il sistema della protezione civile. Non è cambiato
però il ruolo dei sindaci ed è rimasto per sempre nella memoria collettiva e di coloro che
hanno vissuto la furia dell'alluL'acqua devia nella breccia vione il nome del sindaco, coe allaga velocemente le frazio- lui che fronteggiò in prima perni nella pianura di Santa Maria sona l'emergenza. Quei primi
a Monte - Ponticelli, San Dona- cittadini ottengono il titolo di
to, Montecalvoli, poi piomba "sindaco dell'alluvione". Tutti
nel buio della notte su Castel- ricordano, ancora oggi dopo
franco di Sotto, Santa Croce 50 anni, a Pontedera come il
sull'Arno fino a San Miniato e sindaco dell'alluvione GiacoFucecchio. La campagna ave- mo Maccheroni; a Santa Mava funzionato da cassa di ria a Monte Sisto Marinai; a
espansione e salvato la città di Montopoli Val d'Arno Bianco
Pisa. Le vittime umane furono Bianchi, per citarne solo alcuquattro, poi centinaia di capi ni. Furono in prima persona
di bestiame e di altri animali coinvolti a creare il sistema
da cortile. Devastate le azien- della protezione civile che non
de conciarie e calzaturiere del era mai esistita prima.
Valdarno. Danni ingentissimi il libro. In occasione dell'inauall'economia agricola, dell'al- gurazione della mostra foto-
Pagina 133
grafico-docunnentaria sull'alluvione del 1966 in provincia
di Pisa, è stato presentato a
Santa Maria a Monte il libro "Il
fragore della memoria", cronaca, ricordi, documenti e imnnagini a cinquant'anni dall'alluvione del 1966, sull'esondazione dell'Arno nei territorio connunale. Il volume è stato curato da Patrizia Marchetti, ar-
chivista, esperta di storia locale, e da Mariano Boschi, storico dell'arte.
«La pubblicazione è dedicata a Giuseppe, Giorgina, Faustina ed Egidia Banchini, che
rimasero vittime della tremenda ondata che spazzò via la loro abitazione sita a pochi metri dall'argine in cui si verificò
la rottura. Con questo libro vo-
A sinistra parte del Valdarno inferiore alluvionato
e, sopra, lavori all'argine delle Colombaie
gliamo ricordare quei tragici
giorni di cinquant'anni fa,
quando quella distesa infinita
d'acqua invase tutta la pianura del Valdarno Inferiore, come fosse mare, fredda, melmosa, a tratti illuminata dal bagliore dei lampi che la rendevano ancora più minacciosa- dice la sindaca Ilaria P arrella - Il
lavoro ha tentato di ricostruire
quanto successe affrontando
la triste vicenda da cinque
punti di vista: la cronaca, con
l'elenco dei fatti dal venerdì 4
al martedì 8 novembre; la memoria, con la trascrizione del
diario di don Luigi Picinoli,
parroco di San Donato; i documenti d'archivio, con il consiglio comunale riunito in data
13 novembre 1966 sotto la presidenza del sindaco, Sisto Marinai, e la cronistoria degli atti
amministrativi fino al 1974; la
stampa, attraverso i quotidiani dei giorni successivi alla tragedia; le immagini, crude testimonianze dell'alluvione vista
con gli occhi della gente».
Lo spettacolo. Nei giorni scorsi, in località Le Colombaie dove l'argine cedette, è stato messo in scena lo spettacolo "Se io
fossi acqua", ideato da Franco
Di Corciajr (direttore artistico
del teatro comunale di Santa
Maria a Monte) e promosso
dall'amministrazione comunale all'interno della rassegna
"Anno d'oro". «L'evento havinto la sfida - spiega Di Corciajr Più di duecento persone hanno assistito, nei luoghi dove la
tragedia è diventata memoria,
a uno spettacolo ricco di pathos ed emozioni».
01 RIPRODUZIONE RISERVATA
Alluvioni in Toscana
Pagina 134
uella fi
Giuseppe, F
1
1
gli a spazz a via
stin , Giorgina ed Egidia Banchini vittime della furia dell'Arno
Erano battellieri
e abitavano
Le loro tombe
non hanno
foto pere
acque, nei giorni successivi,
della casa riaffiorarono soltanto i mattoni della circonferenza del pozzo. Le vittime sono
quattro membri della famigliaBanchini.
dell'esperienza dell'Arno - abitando una casa posta nella golena del fiume ed essendo famiglia di battellieri - non
ascoltarono i parenti che li sollecitavano ad allontanarsi.
Giuseppe, 81 anni, venne
rinvenuto a circa 300 metri
dalla propria casa, in località
Le Callette, lunedì 14 novembre. Dopo altri quattro giorni
di ricerche nel fango, il 18 novembre, affiorano anche i corpi delle sorelle, Faustina, 85
anni, e Giorgina, 74. La quarta
sorella, Egidia, 78 anni, verrà
ritrovata solo il 21 novembre.
Ricordo che ho pensato a loro nell'ottobre del 1992. Ero
sindaco da dieci rnesi e scoprii
perla prima volta cosa significa gestire un'emergenza e fare
protezione civile; un'attività
che ho poi ripreso seguendo
l'assessorato per cinque anni
in Provincia. Andai a San Donato ad avvisare una famiglia
perché abbandonasse la propria abitazione nella golena e
ad avvertire tutta la popolazione, passando con l'auto della
polizia municipale, perle strade a ridosso del fiume, di met-
Negli atti di morte dell'ufficio
di PATRIZIA MARCHETTI*
-
131 ottobre 1967 il sindaco
di Santa Maria a Monte, Sisto Marinai, presiede il
consiglio comunale in ricordo
dell'alluvione dell'anno precedente. La commemorazione dice Marinai- non vuoi essere
«soltanto un ricordo doloroso
di quella terribile notte tra il 4
e il 5 novembre, quando un
milione di metri cubi di acqua
si abbatteva nella nostra pianura, sommergendo oltre mille ettari di terreno, 500 fabbricati e mettendo nello sgornento e nella preoccupazione circa 2500 dei nostri amministrati. Santa Maria a Monte, località "Ponticelli", dove ruppe
l'Arno, ha il triste ricordo non
solo dei danni materiali alle
cose ed ai beni distrutti, ma
anche quello di perdite urnane. Dobbiamo anzitutto rinnovare il commosso omaggio
alle quattro vittime della calamità».
Le vittime sono ricordate,
ma mai citate in atti ufficiali
con i loro nomi. I giornali del
tempo ne hanno spesso cambiato l'età o sbagliato il nome.
I loro nomi sono ricordati solo
dai parenti e dalla gente del
posto.
di stato civile, è riportata questa dicitura: "morto/a il 4 novembre 1966, alle ore 20 circa,
nella propria casa posta in Via
Colombaie". Quindi il mornento appena successivo alla
rotta dell'argine.
I corpi poterono avere una
sepoltura solo grazie al fatto di
non essere stati trascinati via
dalla furia delle acque. Le tornbe dei Banchini non hanno
potuto avere una foto che li ritraesse poiché l'alluvione ha
cancellato tutti i ricordi di farniglia. Le tre sorelle erano nubili e il fratello Giuseppe, con
la rnoglie, aveva adottato un
bambino , Dino . Dall'ospedale di Livorno era stato preso da
una balìa di Santa Maria a
Monte per poterlo allattare,
ma quando arrivò il momento
di riportarlo, la famiglia Banchini, che aveva conosciuto il
piccolo e gli si era affezionata,
decise di adottarlo.
Quel tragico 4 novembre Dino, sua moglie Giuliana Rossi
e il loro bimbo Claudio scamparono al disastro poiché si
trovavano alla segheria di famiglia a cercare di mettere in
salvo i materiali. Il resto della
famiglia, dall'alto dell'età e
tere in salvo ai piani alti i propri beni in vista di un'onda di
piena. L'argine aveva dei grossi "fontanelli", così li chiamavano i tecnici del Genio Civile:
se l'acqua avesse continuato a
premere, una rottura sarebbe
stata inevitabile e Santa Maria
a Monte è attraversata per ben
nove chilometri dal corso del
fiume!
Poi il vento che cambiò direzione e fece correre l'acqua
verso il mare e l'allaganrento
del bacino di Roffia a San Miniato diminuirono l'onda di
piena e permisero di scampare un grande pericolo.
Mi rimasero addosso una
grande stanchezza per il sonno arretrato e tanto fango, ma
anche la soddisfazione di aver
fatto venire sul posto il prefetto Aldo Marino e i vertici del
Genio Civile che avevano preso l'irnpegno di realizzare interventi di consolidamento. I
primi furono fatti a Partignana di San Donato e l'anno dopo aPonticelli.
Ex sindaco
di Santa Maria a Monte
storica e archivista
Alle 19,40 del 4 novembre
1966 la loro abitazione venne
distrutta dalla rotta dell'argine dell'Arno nella località delle Colombaie di Ponticelli portandoli via con sé. Defluite le
Alluvioni in Toscana
Pagina 135
Un gruppo
di militari
impegnati
nel recupero
delle carcasse
dianimalï
morti
a causa
dell'alluvione
Alcuni
bovini
trascinati
dalla furia
delle acque
Una donna
viene messa
in salvo
e portata
via attraverso
una finestra
i campi
ricoperti
di fango
(Le fotografie
che sono
pubblicate
in q ueste
pagine
sono state
gentilmente
fornite
dall'Archivio
Corrado
e Silvano
Metani,
dalla Fototeca
di Castelfranco
di Sotto
C<nwtlm uroutlala canpagn iml mmwtcli Ssn b. rdai I:. a. LOnh............mbreeeu9b..
e dal Comune
di Santa Croce
sull'Arno)
Alluvioni in Toscana
Pagina 136
Y ///', i/G
Pw// o átra d %%? '// ?%'°
a II'i
g; ,í
Iii,n2
PONTEDE . Fino al 30 novembre
il museo Piaggio ospitala mostra
fotografica «" Era" il4 novembre
1966)3. Cinquant'anni
dall'alluvione a Pontedera.
L'esposizione racconta , attraverso
immagini inedite, la cronologia
degli avvenimenti del giorno
dell'alluvione, il4 novembre 1966:
gli attimi dell'arrivo dell 'acqua in
città, le strade piene di fango e
l'opera dei volontari e dei
pontederesi per ripulire tutto. La
Piaggio, l'ospedale Lotti , i negozi,
le abitazioni , tutto venne travolto
ma ancora una voltala generosità
e la voglia di ricominciare
prevalse. Visite: martedì -venerdì
10-18, sabato 10-13 e 14-18,
domenica 27 novembre 10-18.
Alluvioni in Toscana
Pagina 137
t;Ì
giorni dei dfluvio" raccontati da Meticci
PONTEDERA. Presentato alla libreria Roma "il giorno del diluvio. 4
novembre 1966. L'alluvione a Pisa e in provincia ", volume scritto
dal giornalista Giuseppe Meucci ed edito da Ets. un libro nato per
ricordare a chi c'era l'evento più drammatico subìto dalla provincia
di Pisa dopo la fine della guerra. E anche per far sapere ai più
giovani che cosa è davvero successo il 4 novembre 1966 e nel giorni
successivi. Dal mancato allarme , alle opere di difesa lasciate
colpevolmente incompiute. Dalla difficile ripresa dell'economia
nelle zone della provincia più danneggiate - Pontedera, Santa
Croce, Castelfranco - fino alla cicatrice mai rimarginata dei
Lungarni pisani privati del ponte Solferino , il più bello della città.
un libro arricchito da una documentazione fotografica (ben 259
immagini provenienti anche dall 'archivio Frassi) in gran parte
inedita, oggi riproposto in una terza edizione aggiornata fino alle
piene dell'Arno del 2014 e con nuove interessanti foto. in
appendice, un testo dell'ingegner Isabella Bonamini, dirigente
tecnico dell'Autorità di Bacino dei fiume Arno, sulle opere compiute
e da compiere, e un intervento di Paolo Ghezzi, vicesindaco di Pisa
con delega alla Protezione Civile.
Alluvioni in Toscana
Pagina 138
, _7_ g rocc
i
hi
0
zer e i' g
d
1
ie
A ontedera fu l'Era a causare gravissimi danni
colpo durissimo alla capitale dell'industria
A destra
via Castelli
invasa
dall'acqua
nel 1966
A sinistra
nello scatto
di Franco Silvi
la strada
nel centro
di Pontedera
come appare
oggi
di ANDREA LANIN I
uto rovesciate dalla furia della corrente, saracinesche abbassate, strade deserte. Via Castelli a Pontedera raccontata da una foto
scattata sabato 5 novembre
1966. L'acqua del fiume Era si
sta ritirando, la città è ancora
paralizzata. Di lì a poco, su queste vie trasformate in gorghi maleodoranti, inizieranno a navigare alla meglio, zigzagando tra
carcasse di auto e detriti, i mezzi
dei soccorritori, tra cui diversi
pattini fatti arrivare in tutta fretta da Viareggio.
4 novembre, il venerdì dell'al luvione: per l'Italia, che in questa data celebra la Giornata dell'
Unità Nazionale e delle Forze
Armate, doveva essere un momento di festa. Ma in molte parti della Toscana, in quel giorno
del '66, c'è poco da festeggiare.
Gli allarmi si susseguono incessantemente. A Pontedera, la piena dell'Era fa paura già dalle prime ore dell'alba. L'Arno è ancora sotto il livello di guardia, rna
cresce di un metro ogni ora. Alle
4.00, a La Rotta, l'Arno minaccia
di rompere gli argini che fiancheggiano la Tosco-Rornagnola. Due ore dopo, l'ufficiale
Alluvioni in Toscana
idraulico del Genio Civile inizia
a reclutare volontari e raccogliere sacchi di sabbia per le operazioni di arginatura. Alle 7.30,
l'Arno ha già allagato la periferia
di Firenze e minaccia il centro.
Pontedera attende con sgomen
to l'ondata di piena. In città,
l'esultanza per il ricordo della
vittoria del Regio Esercito nella
prima Guen•a mondiale scende
parallelamente al salire del livello dei fiumi. Le celebrazioni del
4 novembre si svolgono in fretta, svogliatamente. Molti negozi
Pagina 139
ed esercizi commerciali del centro - tra cui, probabilmente, anche la trattoria di via Castelli - rimangono chiusi.
Dalle 9 circa, i pontederesi iniziano ad affollarsi sulle spallette
dell'Amo. Nessuno pensa alla
minaccia del fiume Era. F un errore: a Pontedera, le sponde
dell'Arno, al contrario di quelle
del suo affluente, resisteranno.
Ma il grande fiume proveniente
da Firenze farà moltissimi dan ni nella zona del Cuoio.
«Le notizie da Firenze, dapprima incerte, poi più precise erano spaventose e così quelle provenienti da alcuni grossi centri
della provincia di Pisa invasi e
devastati oltre ogni misura e immaginazione dall'Arno e dai
suoi affluenti», scriveranno nel
novembre 1967, a un anno esatto dai fatti, i redattori di "Diluvio
sul Pian di Pisa", la pubblicazione con cui la Camera di Commercio di Pisa commemorò il
primo anniversario dell'alluvione. «Anche a Pisail fiume era lì lì
per scoppiare: aveva tumultuato per ore, ruggendo al disopra
delle paratie; poi, lentamente,
imprecettibilmente, era comin-
ciato, sul far della notte, a calare. Ma nessuno dormì, quella
notte, che doveva preludere alla
sconfortante, tremenda, incredibile realtà di un'alba più nera
della stessa notte».
«Nel panorama del disastro
toscano - racconta ancora "Diluvio sul Pian di Pisa" - Pontedera
poteva essere paragonata a Firenze. Se Firenze è la capitale
dell'arte, Pontedera è una piccola capitale dell'industria; se Firenze era stata colpita nei suoi
tesori e se la sua gente stava vivendo ore disperate e drammatiche, non diversa era la situazione di Pontedera, colpita al
cuore ovvero in quel complesso
industriale che ne determina
l'economia, che rappresenta la
vita della zona».
La Piaggio: il "cuore" colpito
a morte dalla furia dell'acqua
dell'Era è il suo. Ma ii colpo fu
durissimo anche per tutti gli altri: gli artigiani, i commercianti,
i piccoli imprenditori. La saracinesca chiusa della piccola trattoria di via Castelli, fotografata
sabato 5 novembre, mentre l'intera Pontedera sembra galleggiare a stento sull'acqua melmosa dell'Era, diventa l'iconica rappresentazione di una città in ginocchio.
Alluvioni in Toscana
Pagina 140
Empoli, oggi le voti e i rumori dell'Arno
un nuovo appuntamento perii 500 anniversario #Alluvione50, dei fiume
Arno, si tiene oggi alle 14 al Cenacolo degli agostiniani di Empoli: si
intitola "La grande guerra dell'Arno " di Francesco Niccolini . Una lettura
emozionante per ragazzi e adulti , inserita nel più ampio progetto
denominato "un fiume di libri", l'iniziativa comune di promozione della
lettura legata al tema dei fiume Arno grazie al finanziamento della
Regione, redatto in collaborazione tra la Rete documentaria REAnet e
Bibliolandia, la Rete delle biblioteche di Pisa . Letture, musiche e voci dal
fiume: un reading su base musicale a cura di Anna Dimaggio, attrice
teatrale, di alcuni brani tratti dal volume di Niccolini, accompagnata
dalle musiche di Gabriele Bochicchio, con suoni ed effetti d'acqua e voci.
Le immagini sono a cura di Nadia Baldi. lnfo e prenotazioni 0571757840;
email biblioteca®comune.empoli.fi.it
sito web www.bibliotecacomune.empoli.fi.it
Alluvioni in Toscana
Pagina 141
POGG I O CA I ANO
Mostra fotografica
sull' alluvione
del 1966
POGGIOACAIAN0
Anche il Comune di Poggio a Caiaco ha voluto dedicare una serie di iniziative all'anniversario
dell'alluvione del 1966. In particolare alle Scuderie Medicee saràospitata unamostra fotografica sui drammi, le paure, le speranze e la solidarietà di quel novembre di 50 anni fa.
Poggio a Calano non fu colpito direttamente dalle acque
dell'Ombrone ma divenne il primo avamposto asciutto dove si
organizzarono e partirono i numerosi soccorsi alle popolazioni alluvionate che si trovavano
al di là della riva sinistra del torrente le cui acque avevano inondato campi, abitazioni e capannoni fino ad arrivare a lambire
l'apice del ponte all'Asse in direzione Firenze e quello dei due
ponti al Mulino e Attigliano, verso Prato.
L'inaugurazione della mostra, che è in programma sabato
26 novembre alle 16.30, vedrà
protagonisti, oltre al sindaco
Marco Martini, anche gli autori
di altre due iniziative in ricordo
del tragico evento. Si tratta di
Angiolo Buti, assessore del Comune di Poggio a Caiano
all'epoca dell'alluvione edAurora Castellani , autrice del libro
`L'altra Alluvione, il4 novembre
1966 a Prato, Campi Bisenzio,
Signa, Lastra a Signa e Quarrata'
che sarà a sua volta presentato
in questa occasione.
(g.c.)
Alluvioni in Toscana
Pagina 142
I torrenti Corsalone e Talla quelli che hanno dato maggiori problemi alla popolazione
Danni causati dall'alluvione: sopralluo
dei tecnici dellUnione nelle zone critiche
CASENTINO _______
Gli eventi atmosferici dei primi di novembre hanno causato anche in Casentino diversi danni e situazioni di pericolosità, sulle quali è necessario intervenire quanto prima.
Gli uffici tecnici dell'Unione
dei Comuni Montani del Casentino stanno effettuando
varie ricognizioni dopo che,
nei giorni dei fenomeni più
intensi, il personale dell'Ente
era intervenuto come Protezione Civile su richieste e segnalazioni die cittadini.
La parte più colpita è stata
quella medio-bassa della vallata, con i torrenti Corsalone e Talla particolarmente
"indisciplinati".
A Talla l'acqua è giunta a
lambire alcune case rendendo necessarie delle temporanee evacuazioni, nei pressi di
Corsalone le acque del torrente omonimo hanno danneggiato opere idrauliche importanti per la regimazione
di i-n corso che già in passato ha dato molte preoccupazioni.
"Ora - dice Giampaolo Tellini, sindaco di Chiusi della
Verna e titolare della delega
al territorio in Unione - è
tempo di cercare di attivare
prima possibile gli interventi
più urgenti di ripristino delle
condizioni di sicurezza, anche perché la brutta stagione è appena iniziata e dobbiamo farci trovare pronti in
Alluvioni in Toscana
-----------------------------------------------------------------------
Danni alluvione I torrenti Talla e Corsalone sono quelli che hanno creato
più problemi alla popolazione
1
caso di altri eventi simili".
Per questo l'Unione dei Comuni ha inviato un corposo
dossier in Regione ed al Consorzio di Bonifica affinché
concordino come e quando
effettuare gli interventi richiesti.
"Con le nuove disposizioni
regionali - prosegue Tellini ogni intervento sui territori
deve essere stabilito da Firenze, noi abbiamo fatto quello
che potevamo intervenendo
subito come protezione civile e ora procedendo ai monitoraggi. E chiaro che stiamo
segnalando le cose più evidenti riscontrate in quei giorni, perché completare la ricognizione richederebbe lana
disponibilità di tempo, uomini e risorse che non abbiamo".
Su oltre mille chilometri di
corsi d'acqua in tutto il Casentino infatti, sono presenti
fra briglie, gabbioni e manufatti di ogni genere più di
2.000 opere idrauliche, strumenti di regolazione e controllo dei corsi d'acqua e delle loro più comuni "intemperanze" soprattutto invernali.
E tuttavia la situazione presneta ancora dei rischi e necessità di intreventi.
E dopo l'alluvione dei pirmi
giorni di novembre le carenze sono venute fuori ancora
di più, mettendo in evidenza
i punti più critici sui quali sarà necessario intervenire subito.
Pagina 143
Il Regina Margherita
aLza il sipario
suLL'ALLuvione
Marcialla
E' IL 3 N OVE MBRE 1966,
siamo in un
appartamento in San
Frediano. Tre sorelle
passano una serata
piovosa in casa giocando
al «Tappo». La mattina
dopo la catastrofe di una
Firenze alluvionata.
Prosegue con
«L'alluvione», la
stagione del Regina
Margherita di Marcialla.
Alle 21,30 di sabato
spettacolo di teatro
popolare toscano a cura
della compagnia
ViceVersa.
Info: 055 8074348.
Alluvioni in Toscana
Pagina 144
La grande guerra dell'Arno
Emozioni con Anna Dimaggio
Letture, musiche e voci dai fiume: si chiama
«# Alluvione5O» ed è un altro degli appuntamenti
organizzati dal Comune di Empoli per ricordare il
cinquantesimo anniversario dell'alluvione. Alle 19
di stasera al cenacolo degli Agostiniani l'attrice
teatrale Anna Dimaggio leggerà brani tratti da 'La
grande guerra dell'Arno' di Francesco Niccolini.
Una lettura emozionante per ragazzi e adulti,
inserita nel più ampio progetto denominato `Un
fiume di libri'. La lettura sarà accompagnata dalle
musiche di Gabriele Bochicchio, con suoni ed effetti
d'acqua , voci e registrazioni . lnfo: 0571 757840.
Alluvioni in Toscana
Pagina 145
Affrontare
Le ll vi i
rícordando
queLLa l 1966
Alluvioni in Toscana
Cerreto Guidi
N ELL'AMB ITO delle iniziative per ricordare l'alluvione
del 1966, ai MuMeLoc di Cerreto Guidi si terrà stasera
alle 21.15 l'incontro con Carlo Pagliai su «Tempi di
ritorno alluvionale e assetto del territorio cerretese»
Pagina 146
QUANDO Si AFFRONTANO LE
DIFFICOLTA' TUTTI INSIEME
I RISULTATI ARRIVANO
1/1
r
D'emozione di Sousa di fronte alla tragedia
«QUANDO si affrontano i problemi e le difficoltà tutti insieme è possibile raggiungere risultati gioiosi. Spero che sia così anche nel futuro
della Fiorentina». Queste le parole di Paulo Sousa al termine della visita della mostra sui 50 anni
dell'alluvione in corso di svolgimento fino a domenica nell'auditorium de La Nazione. Parole
sincere, dettate dall'emozione di capire attraverso foto, filmati e testimonianze la vastità della
u/,M/, /nosii o
tragedia che lui ha solo intuito dal racconto di
un conoscente. Sousa, accompagnato dal suo collaboratore Sem Moioli, si è soffermato a lungo
sulle prime pagine de La Nazione del 1966, e sulle foto realizzate allora dai protagonisti, loro malgrado, della catastrofe che mise in ginocchio la
città. A fare gli onori di casa il direttore de La
Nazione Pier Francesco De Robertis e il direttore di sede, Stefano Fantoni. Con loro la redazione sportiva, guidata da Paolo Chirichigno. Per
Sousa è stata l'occasione per calarsi ulteriormente nella storia di Firenze; proprio lui, infatti, ha
sempre insistito sull'importanza di trasmettere i
valori della città sul campo di gioco, sin dai suoi
primi giorni in viola. Il tecnico è rimasto più di
un'ora, segno evidente che non è stata una mera
visita di cortesia, ma qualcosa di più.
Giampaolo Marchini
Coi direttore De Robertis
e il direttore di sede Fantoni
Alluvioni in Toscana
Coi capo dello Sport Chirichigno
Pagina 147
dìre:Iore
dell ' Uffido
scolastico
ffi visi
ANCHE Domenico
Petruzzo, direttore
generale dell'Ufficio
scolastico regionale della
Toscana, ha visitato la
mostra «L'Arno straripa a
Firenze» e si è sode ato
con interesse in tutte le
aree tematiche.
Anche ieri
flusso
continuo di
visitatori
verso le
15mila
presenze.
L'esposizione è
visitabile
gratuitamente tutti i giorni
dal lunedì al venerdì dalle
9.30 alle 12.30, nel
pomeriggio dalle 15 alle 18
ed è stata prorogata fino a
domenica 27 novembre.
Le scuole possono
prenotarsi telefonando al
numero 055.2495870.
Alluvioni in Toscana
Pagina 148
1
UNA MOSTRA UNICA, UN PEZZO
FONDAMENTALE DELLA STORIA
DI FIRENZE E DEL SUO GIORNALE»
A
l
_5w
r
®
•
®
_E DEDICHE SUL LIBRONE
DELLE FIRME TESTIMONIANO
LA PARTECIPAZIONE DELLA CITTÀ
mortra
á-m
a
•
•
•
pe
®
0
1_A ff lo
e
e
giunta di Palazzo Vecchio in visita a La Nazione: `< ogh e i
LE SONO brillati gli occhi davanti alle immagini del nonno, il sindaco Piero Bargellini, immerso nel fango con gli stivaloni in quel giorno che
ha segnato la storia di Firenze. Lei, l'assessore al
welfare di Palazzo Vecchio, Sara Funaro, insieme ai colleghi di giunta Lorenzo Perra, Giovanni Bettarini, Andrea Vannucci e Simona Bettini
ieri ha visitato la nostra mostra `L'Arno straripa
a Firenze' che, dopo la proroga, resterà aperta a
tutti con ingresso gratuito sino a domenica.
«Una mostra unica, un pezzo fondamentale del-
la storia di Firenze, raccontato dal giornale di Firenze con un grande direttore che ha segnato un
passo importante», hanno scritto sul libro delle
dediche. «Una mostra che vorremmo diventasse
permanente per i fiorentini di ieri, di oggi, di domani», con un «grazie di cuore», chiudono il passaggio a La Nazione. Loro, testimoni di una città capolavoro che ancora lotta contro il pericolo
che forti ondate di maltempo possano mettere
in crisi il sistema idrogoeologico, con un patrimonio da difendere che è la nostra ricchezza assoluta. «Si vedono l'anima e l'orgoglio della nostra città nella mostra, con le immagini, le pagine di giornale e il docufilm che racconta l'esperienza diretta dei giornalisti - dicono - La Nazione ha saputo cogliere i momenti più importanti e assemblarli in un insieme che serve a tenere viva la memoria su ciò che non dovrà ripetersi». Gli assessori sono stati accompagnati nel
percorso dal direttore de La Nazione, Pier Francesco De Robertis, dal caporedattore della Cronaca Luigi Caroppo e dalla giornalista Ilaria Ulivelli.
Gli assessori di Palazzo Vecchio con il direttore Pier Francesco De
Robertis, il capocronista Luigi Caroppo e la giornalista Ilaria Ulivelli
V F.
L'assessore al welfare Sara Funaro alla nostra mostra davanti a una
foto del nonno, il sindaco dell 'alluvione Piero Bargellinì
Alluvioni in Toscana
Pagina 149
Arno
Arnacdo
Mostra píttura libri:
ciclo i i zi tiv
BAGNO A RIPOLI
«ARNO Arnino Arnaccio» è il
programma di incontri
organizzato nella biblioteca di
Bagno a Ripoti. Domani alle
17,30 inaugurazione delta
mostra di pittura di Mauro
Falzoni «Piccato mondo
d'Arno», fino al 6 dicembre. Il
29 novembre presentazione
del libro di Massimo Casprini
«Arno più fatti che rena»; il 2
dicembre «1966 Firenze al
tempo dell'alluvione» di
Andrea e Fabrizio Petrioli; il 6
dicembre alle 17,30 «Poi il
fiume diventò nero» di
Giovanni Morandi.
Alluvioni in Toscana
Pagina 150
«¡ fili dell'acqua» approda agli In astri
DOPPIO appuntamento, domani,
al Teatro degli Industri per la rappresentazione teatrale dedicata
all'alluvione del 1966 «Il filo dell'acqua». Alle 10 per gli studenti delle
scuole e alle 21 per tutti sarà possibile assistere allo spettacolo scritto da
Francesco Niccolini che racconta,
con il linguaggio tipico del teatro, la
drammaticità di quei giorni di cinquant'anni fa. Per la regia di Roberto Aldorasi e Francesco Niccolini
calcheranno la scena Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci.
Scene e video di Antonio Panzuto.
Musiche originali di Paolo Coletta.
Luci di Marco Messeri. Costumi di
Lucia Socci.
«RACCONTARE oggi quella sto-
ria, storia d'acqua e resurrezione - è
detto in una nota - non è una banale cerimonia del ricordo, ma un rito
collettivo e fondamentale, per chi,
non dimenticando, vuole cercare i
veri problemi e prevenire altra distruzione. Senza fatalismo. E senza
dare colpa all'acqua». «Il filo dell'acqua» segue tre voci per un canto che
intreccia poesia, storia e la memoria
di chi c'era. E poi la musica, le immagini, le parole di allora, i telegiornali, le opere d'arte, le prime pagine
dei giornali, le voci, il pianto, tutto
mischiato, vicino e lontano, in quel
contraddittorio, spaventoso e al
tempo stesso meraviglioso momento in cui tutto quello che è normalità e quotidianità salta e diventa
straordinario e condiviso. Lo spetta-
colo è un racconto in forma di poema, installazione e rito collettivo
che parla di cinquant'anni fa come
fosse oggi, perché l'alluvione di Firenze, quel 4 novembre 1966, non
fu la prima e non è stata l'ultima.
Perché l'alluvione di Firenze è stata
anche l'alluvione di Grosseto e di
tutta la Toscana, l'acqua alta di Venezia, l'allagamento di mezza Italia: tutto in una notte. Allora come
ora. In nome dell'acqua. In nome
della vita. In nome del bene comune. La cronaca di quei giorni: incalzante, ora dopo ora; di più: minuto
dopo minuto. Di come in ventiquattr'ore piovve l'acqua di 100 giorni,
di come la città non fu avvertita. Minuto dopo minuto: l'ultima notte
senza sapere, un risveglio da incubo, e ottanta ore di follia.
Doppio
spettacolo'
atte 10'
e atte 21
Sulla scena
vengono',
portati'
i ricordi'
de11966'.
Alluvioni in Toscana
Pagina 151
TAGLIO DEL NASTRO AL MUSEO PIAGGIO
Focus
L 'app untamento
Lunedì dalle 9 atte 18 in
Comune chi vorrà potrà
raccontare i propri ricordi
dell'alluvione del '66
Nostra sull'alluvione
L'appello ai testimoni
per un video didattico
G Ui 3J-' . ii 4'ECC Zi'O V,/EMichele Quirìci mentre racconta i segreti delle foto esposte (foto Germogli)
VIAGGIO fotografico dove ripercorrere i momenti tragici dell'alluvione del 4 novembre 1966. E
questo il senso della mostra "Era il
4 novembre" inaugurata martedì
pomeriggio al museo Piaggio di
Pontedera. Un'iniziativa che rientra nel calendario di eventi per celebrare i cinquant'anni dall'alluvione a Pontedera, una catastrofe che
segnò un prima e un dopo nel rapporto di amore e odio tra la città e i
suoi fiumi. Una rievocazione iniziata proprio il4 novembre con una visita guidata svolta da Mario Mannucci e Michele Quirici sui luoghi
in cui in quei giorni di cinquant'anni fa il fiume ruppe. «Oggi inauguriamo questa mostra - ha aperto
Alluvioni in Toscana
Michele Quirici della Tagete edizioni - che amo definire casalinga,
per la passione che ci mettiamo nonostante i pochi mezzi a disposizione. Invito tutti a partecipare lunedì
dalle 9 alle 18 in Comune negli ex
locali della Polizia Municipale alla
raccolta dei video dei protagonisti
da parte dello staff di Valdera Video».
L'obiettivo è quello di raccogliere
le interviste dei testimoni di quegli
eventi che davanti a una telecamera racconteranno qual è il ricordo
più significativo dell'alluvione. Il
video sarà uno strumento ulteriore, oltre ai racconti e alle foto, per
portare la storia di Pontedera all'interno delle scuole della zona.
La mostra sarà visitabile per una
settimana al museo Piaggio e poi
dal 1 al 23 dicembre sarà spostata
alla biblioteca comunale G. Granchi. Gli ultimi eventi in programma nel cartellone dedicato all'alluvione saranno la presentazione del
libro «Era» il 4 novembre 1966.
Cinquant'anni dall'alluvione a Pontedera, edito da Tagete, sabato alle
17 alla biblioteca, con immagini
inedite e una riflessione sul rischio
idreogeologico delle nostre zone e
poi, l'ultimo, venerdì 23 dicembre
alle 18 per l'inaugurazione della
mostra fotografica: "L'alluvione
del 1966 in Provincia di Pisa a cura
della Rete Archivistica provinciale
di Pisa".
S.E.
Pagina 152
•
rc a
,, na rnvista,
v sta, una
i
ï
or
%
1
ï
_,_
u í,
Appuntamento alle Scuderie Medicee con i testi,
POGGIO a Caiano ricorda l'alluvione di Firenze. Cinquant'anni fa l'acqua arrivò sino a Sant'Angelo a Lecore e
Poggio divenne il primo avam
posto asciutto dove si organizzarono e partirono i soccorsi alle popolazioni alluvionate che
si trovavano al di là della riva
sinistra del torrente Ombrone
le cui acque avevano inondato
campi, abitazioni e capannoni
fino ad arrivare a lambire l'apice del ponte all'Asse in direzione Firenze e quello dei due ponti al Mulino e Attigliano, verso
Prato. Per celebrare l'anniversario è stata allestita una mostra
che aprirà sabato alle 16.30, nella biblioteca Inverni e vedrà
protagonisti, oltre al sindaco
Marco Martini, anche gli autori di altre due iniziative in ricordo del tragico evento.
Si tratta di Angiolo Buti (assessore di Poggio all'epoca) che si
prodigò nei soccorsi e che ha
raccontato la vicenda sull'ulti-
Alluvioni in Toscana
AD
n i del tempo
co Martini e l'assessore alla cultura Giacomo Mari - vuole ricordare quel triste avvenimento, riproponendo sì la devastazione, ma soprattutto l'impegno ed il sacrificio dei tanti poggesi e non, che fornirono prima soccorso e poi conforto a
chi si trovava nel bisogno, dan-
soccorsi ad alcuni alluvionati con un pattino di salvataggio: è
una delle foto che sarà in mostra da sabato alla biblioteca Inverni
mo numero del trimestrale
`Ambra' (in cui viene anche riportato integralmente il diario
di quei giorni tenuto da suor
Maria
Isabella
Domenici
dell'Istituto delle Minime suore del Sacro Cuore) e Aurora
Castellani, autrice del libro
`L'altra Alluvione, il 4 novembre 1966 a Prato, Campi Bisen-
zio, Signa, Lastra a Signa e
Quarrata' che sarà a sua volta
presentato in questa occasione.
«La mostra fotografica che abbiamo voluto dedicare assieme
a questo numero speciale del
periodico Ambra `ai poggesi ed
alla città di Viareggio ' in condivisione con l'associazione `Soffici' - spiegano il sindaco Mar-
Il sindaco : «Per ricordare
['impeg no dei poggesì
che fornirono soccorso»
do prova di profondo senso civico, coraggio ed intraprendenza (costruendo ad esempio zattere improvvisate) fin dalle prime drammatiche ore».
La mostra sarà aperta fino al 7
gennaio dal martedì al venerdì
(9,30-13 e 15-18,30) e il sabato
(9-13).
M. Serena Quercioli
Pagina 153
rca Azzurra Teatro dedica una nuova produzione teatrale al cinquantesimo anniversario dell'alluvione di Firenze. Lo spettacolo è "Il
filo dell'acqua", scritto da Francesco Niccolini, autore anche
dei libro "II Filo dell'Acqua. L'alluvione a Firenze 4 novembre
1966", edito da ScienzaExpress.
La regia è di Roberto Aldorasi e Francesco Niccolini. Interpreti, Dimitri Frosali, Massimo
Salvianti, Lucia Socci . Scene e
video di Antonio Panzuto. Musiche originali di Paolo Coletta.
Luci di Marco Messeri. Costumi
di Lucia Socci.
Lo spettacolo, che ha appena
debuttato, è in programma domani alle 21 al Teatro degli Industri a Grosseto. Ma sempre
domani, alle l0, è prevista una
matinée.
Cinquant'anni fa l'Arno fu
protagonista di un'autentica
guerra, che non abbiamo più
smesso di combattere. Raccontare oggi quella storia, storia
d'acqua e resurrezione, non è
una banale cerimonia del ricordo, ma un rito collettivo e fondamentale, per chi - non dimenticando - vuole cercare i veri problemi e prevenire altra distruzione. Senza fatalismo. E senza
dare colpa all'acqua.
Il filo dell'acqua segue tre voci per un canto che intreccia poesia, storia e la memoria di chi
c'era. E poi la musica, le immagini, le parole di allora, itelegiornali, le opere d'arte, le voci, il
pianto, tutto mischiato, vicino e
lontano, in quel contraddittorio
momento in cui tutto quello
che è normalità e quotidianità
salta e diventa straordinario e
condiviso. Scandito dal ritmo
perenne dell'acqua e dellapioggia, il poema prende corpo: in
scena due uomini, una donna, e
un immenso aggrovigliarsi di
Alluvioni in Toscana
Una scena de" II Filo dell'acqua"
L'alluvione di Firenze
è poema scenico
ul Filos dell'acqua
oggetti travolti dall'acqua. Suoni, rumori, immagini, tutto che
scorre. Insieme raccontano e restituiscono il ricordo di giorni
orribili e meravigliosi. Si, perché incredibilmente - nella
mente di tutti i protagonisti quei momenti restano allo stesso tempo i giorni dell'umiliazione e della meraviglia, del furore
e dell'entusiasmo, dell'indignazione e della solidarietà. Del lutto e della rinascita.
«Il filo dell'acqua - spiegano
Roberto Aldorasi e Francesco
Niccolini - è la storia immensa
di una catastrofe che poteva essere mille volte di più. Ma anche
la storia di una catastrofe che,
almeno in parte, poteva essere
evitata. Un lungo racconto che
non poteva essere affidato a
una voce sola, perché storia corale, che parla di vita e di bene
comune, di oblio e di un'umanità intera. Che parla di una città,
Firenze, dei suoi ponti, delle sue
opere d'arte, delle sue biblioteche, delle sue persone. Che parla di un paese, l'Italia, che da
molti anni non riesce a interrompere questa lunga, terribile,
umiliante corruzione del proprio corpo. E della propria anima».
Per acquistare i biglietti del
serale, botteghino aperto dalle
17. Dalle 8,30 perla matinée.
Pagina 154
LA FOTO 1
CINQUANT'ANNI
REGALO
/// / //
í/, , 91 2
F// / "
0
1G '
%
` "'
o, /,.1v./,.
ioi
.
r i„ u/ %
,,,,
♦
,/
i fJ''%/i
d/
í//,'
' "' // '
//r / .G. G %. a
diANDREALANINI
uto rovesciate dalla furia della corrente, saracinesche
abbassate,
strade deserte. Via Castelli a
Pontedera raccontata da una
foto scattata sabato 5 novembre 1966. L'acqua del fiume
Era si sta ritirando, la città è ancera paralizzata. Di lì a poco,
su queste vie trasformiate in
gorghi maleodoranti, inizieranno a navigare alla meglio,
zigzagando tra carcasse di auto e detriti, i mezzi dei soccorritori, tra cui diversi pattini fatti
arrivare in tutta fretta da Viareggio.
4 novembre, il venerdì dell'
alluvione: per l'Italia, che in
questa data celebra la Giornata dell'Unità Nazionale e delle
Forze Armate, doveva essere
un momento di festa. Ma in
molte parti della Toscana, in
quel giorno del'66, c'è poco da
festeggiare. Gli allarmi si susseguono incessantemente. A
Pontedera, la piena dell'Era fa
paura già dalle prirne ore dell'
alba. L'Arno è ancora sotto il livello di guardia, ma cresce di
un metro ogni ora. Alle 4.00, a
La Rotta, l'Arno minaccia di
rompere gli argini che fiancheggiano la'Tosco-Romagnola. Due ore dopo, l'ufficiale
idraulico del Genio Civile inizia a reclutare volontari e raccogliere sacchi di sabbia per le
operazioni di arginatura. Alle
7.30, l'Arno ha già allagato la
periferia di Firenze e minaccia
il centro. Pontedera attende
con sgomento l'ondata di pie-
Alluvioni in Toscana
Uno scorcio di via Castelli nel centro di Pontedera allagata
na. In città, l'esultanza per il ricordo della vittoria del Regio
Esercito nella prima Guerra
mondiale scende parallelamente al salire del livello dei
fiumi. Le celebrazioni del 4 novembre si svolgono in fretta,
svogliatamente. Molti negozi
ed esercizi commerciali del
centro - tra cui, probabilmente, anche la trattoria di via Castelli - rimangono chiusi.
Dalle 9 circa, i pontederesi
iniziano ad affollarsi sulle spallette dell'Arno. Nessuno pensa
alla minaccia del fiume Era. È
un errore: a Pontedera, le
sponde dell'Arno, al contrario
di quelle del suo affluente, resisteranno. Ma il grande fiume
proveniente da Firenze farà
moltissimi danni nella zona
del Cuoio.
«Le notizie da Firenze, dapprima incerte, poi più precise
erano spaventose e così quelle
provenienti da alcuni grossi
centri della provincia di Pisa
invasi e devastati oltre ogni misura e immaginazione dall'Arno e dai suoi affluenti», scriveranno nel novembre 1967, a
un anno esatto dai fatti, i redattori di "Diluvio sul Pian di Pisa", la pubblicazione con cui
la Camera di Commercio di Pisa commemorò il primo anniversario dell'alluvione. «Anche a Pisa il fiume era lì lì per
scoppiare: aveva tumultuato
per ore, ruggendo al disopra
delle paratie; poi, lentamente,
imprecettibilmente, era cominciato, sul far della notte, a
calare. Ma nessuno dormì,
quella notte, che doveva preludere alla sconfortante, tremenda, incredibile realtà di un'alha più nera della stessa notte».
01 RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 155
•
centro mvaso
ac ia f go
,
%
q
2n
I soccorritori portano generi di conforto
alle famiglie di Pontedera prigioniere in casa
diANDREALANINI
novembre 1966. Acqua e
fango hanno trasformato
il centro storico di Ponte-
dera in un canapo di battaglia.
Volti di cittadini inermi affilati
dalla stanchezza e dallo spavento ne studiano i particolari.
Sullo schiumoso lago che sovrasta il punto in cui via Mazzini incrocia via Castelli, i mezzi
di soccorso, tra cui pattini cremi presi in prestito al mare della Versilia - li hanno portati in
tutta fretta alcuni camion fatti
arrivare da Viareggio - si affannano per portare generi di conforto alle famiglie ancora imprigionate nelle case.
Di fronte all'obiettivo che
immortala il momento, la prospettiva di via Castelli, da cui si
raggiunge corso Matteotti e la
piazza del Duomo. Alle spalle
del fotografo, via Castelli
s'inerpica verso la Tosco-Romagnola, il cui perimetro costeggia l'argine dell'Arno. È su
questa strada che venerdì 4 novembre, il giorno dell'alluvione, a partire da mezzogiorno,
quando le ultime notizie danno Firenze già sott'acqua, i
pontederesi iniziano a sistemare sacchi di sabbia attorno
alle spallette del fiume. Temono l'Arno, i pontederesi. Nessuno pensa al pericolo costituito dal suo affluente. Invece è il
fiume più piccolo a colpire.
Alle 14.30 di venerdì, la pressione dell'acqua dell'Era fa cedere l'argine all'altezza della
Montagnola, con la complicità, dice subito qualcuno, del
ponte ferroviario, che, facendo da tappo alla furia della corrente, ha ulteriormente peggiorato le cose. La città precipita nel suo peggiore incubo dai
Alluvioni in Toscana
tempi della guerra.
Inizierà ad emergerne, seppur a fatica, a partire dal tardo
pomeriggio del giorno dopo,
quando l'acqua, ritirandosi, lascerà maggiore libertà di manovra ai soccorsi. Che, fino a
poche ore prima, arrivano solo
via acqua: nari appena la rabbia della corrente lo permette,
barche e pattini, zattere e gommoni prendono a solcare i "canali" del centro storico.
A bordo delle imbarcazioni
disponibili, anche in via Mazzini, cittadini e forze dell'ordine
impegnati ad aiutare i più bisognosi - per fortuna, l'alluvione,
a Pontedera, non provocherà
né morti né feriti - mentre la
popolazione, assiepata su grottesche rive sorte dal nulla, assiste incredula alla spaventosa
metamorfosi di luoghi che, fino a pochi istanti prima, accoglievano gesti familiari, ordinare consuetudini.
Maccheroni comunica ai pontederesi che il pericolo è serio,
imminente: un'auto munita di
altoparlante prende ad attraversare le vie del centro per dirarnare il comunicato d'allerta. Alla rovinosa rottura dell'argine del fiume Era all'altezza
della "Montagnola" mancano
circa tre ore. Per Pontedera, il
disastro è inimmaginabile.
L'Era ha messo la città in ginocchio. Nelle zone vicine, a
colpire duro ci ha pensato l'Arno. Carne nel distretto del cuoio. Santa Croce sull'Arno, Castelfranco di Sotto, Santa Maria a Monte: un tempo vivevano essenzialmente di agricoltura, ma da diversi anni l'industria, con le manifatture del
cuoio e delle scarpe, ha preso
il sopravvento. L'alluvione
mette al tappeto il sistemaproduttivo.
U, RIPRODUZIONE RISERVATA
La foto in bianco e nero che
vi presentiamo è stata scattata
sabato 5. Alle 8.30 del giorno
prima, il sindaco di Pontedera,
Giacomo Maccheroni, incontra l'ufficiale idraulico del Genio Civile e il tenente dei Carabinieri: si decide di allertare i
servizi tecnici, ma non la popolazione. È la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, l'Italia ricordala propria
vittoria nel primo conflitto
mondiale. Ma, in città, la voglia di festeggiare è poca. Alle
10.30 il ponte ferroviario sull'
Era è chiuso. Alle 11.30 circa
Pagina 156
La zona
d i via Mazzini
trasformata
in un lago
La foto
è stata
scattata
il 5 novembre
del 1966
A destra
lo stesso
punto oggi
(Foto Sllvi)
Alluvioni in Toscana
Pagina 157
O
c
u
4z
'
f/,/,/`!
La Cooperativa Minerva (sede legale in via
veronese 21a, sede amministrativa via Bonistallo
59 a Empoli), con gli operatori egli ospiti dei
centro diurno I Tigli di Certaldo (viale Matteotti
40/b), in collaborazione con l'Istituto
comprensivo dì Certaldo e il Comune dì Certaldo,
presentano lo spettacolo " in scena l'alluvione",
questo pomeriggio alle 17.30 presso l'auditorium
'li Macelli " a Certaldo in piazza macelli . L'ingresso
è libero . Lo spettacolo si ïnserïsce nel progetto
dell'ammïnïstrazione comunale dal titolo
"Certaldo 196612016" e presenta testimonianze
e rielaborazioni artistiche ispirate agli eventi
drammatici di cui ricorre il cinquantesimo
anniversaria . L'aspetto innovatïvo di questo
lavoro sta nellacollaborazïone tra scuola media e
centro diurno, che propone , attraverso canzoni
ed immagini, un momento di alta integrazione
all'ïnsegna dei valori della memoria civïca e della
partecïpazione.
Alluvioni in Toscana
Pagina 158
PONTE UGGIANESE PROROGA
LA rTOSTRASULL'ALLUVIONE
Il Comune di Ponte
Buggianese comunica che la
mostra organizzata per la
ricorrenza del cinquantenario
dei l'alluvione' 66, visto il
notevole afflusso di pubblico
rimarrà aperta anche domani
pomeriggio e domenica dalle
15 al le 17. La mostra è al lestita
presso l'edificio dei la Dogana
dei Capannone, località
Anchione. Per informazioni:
Biblioteca Comunale, tel. 0572
932181,
biblioteca©a comuno.pontebug
gianese.pt.it
Alluvioni in Toscana
Pagina 159
POGG IO CAIANO
.
l alluv one
'
® POGGIOACAIANO
Anche il Comune di Poggio a
Caiano lia voluto dedicare una
serie di iniziative all'anniversario dell'alluvione del 1966. In
particolare alle Scuderie Medicee sarà ospitata una mostra fotografica sui drammi, le paure,
le speranze e la solidarietà di
quel novembre di 50 anni fa.
Poggio a Calano non fu colpito
Alluvioni in Toscana
i
direttamente dalle acque
dell'Ombrone ma divenne il
primo avamposto asciutto dove si organizzarono e partirono
i numerosi soccorsi alle popolazioni alluvionate che si trovavano al di là della riva sinistra del
torrente. L'inaugurazione della
mostra, che è in programma
domani alle 16.30, vedrà protagonisti, oltre al sindaco Marco
Martini, anche gli autori di al-
1
66 alle SrAerie
tre due iniziative in ricordo del
tragico evento. Si tratta di Angiolo Buti, assessore del Comune di Poggio a Caiano all'epoca
dell'alluvione che si prodigò
nei soccorsi d Aurora Castellani, autrice del libro `L'altraAlluvione, il4 novembre 1966 a Prato, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e Quarrata' che sarà presentato in questa occasione.
(g. C.)
Una foto dell 'alluvione del 1966
Pagina 160
LA MOSTRA SULL'ALLUVIONE DEL 1966 E' STATA
INAUGURATA DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
MATTARELLA E RESTERA' APERTA FINO A
DOPODOMANI, DOMENICA, CON INGRESSO GRATUITO
Firenze
umer recor
H
i
(
er la mostra
` messagg i de i vis itato ®.
CONTINUA a richiamare tanti
visitatori la mostra «L'Arno straripa a Firenze», allestita da La Nazione nella sede del giornale,
nell'auditorium Attilio Monti. Si
avvicina l'obiettivo delle 15mila
presenze. Un successo testimoniato dalle firme lasciate all'uscita e
dai tanti messaggi. Il segno di un
rapporto che affonda le radici nella tradizione: i cittadini, l'Arno,
La Nazione. Un legame inaffondabile e capace di vincere un disastro come quello del novembre
del 1966. L'esposizione è visitabile gratuitamente tutti i giorni dal
lunedì al venerdì dalle 9.30 alle
12.30 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18. L'ingresso è gratuito.
Visto il successo di pubblico, la
mostra è stata prorogata fino a domenica 27 novembre. Raccoglie
testimonianze video, fotografie
(dei nostri archivi e dei lettori), riproduzioni delle prime pagine de
La Nazione (in quei giorni sempre in edicola nonostante la città
sott'acqua). Bellissimi i messaggi
Alluvioni in Toscana
-
della «gente semplice» accanto a
vip e meno vip. Anche solo leggere il libro delle firme apre il cuore
alle emozioni che vengono rivissute. Insomma un'occasione da
non perdere per vedere il docufilm, le foto che ci hanno inviato i
fiorentini e non solo, rivedere i libri alluvionati e salvati, rileggere
la cronaca di quei giorni tanto difficili da segnare il rilancio della
città. Niente da allora è stato più
come prima.
La nostra esposizione è
visitabile tutti i giorni dalle
9.30 alle 12.30 e nel
pomeriggio dalle 15 alle 18.
Domenica ultima g iorno
con orario continuato.
Pagina 161
1 ragazzi di Sipario ieri in visita alla nostra mostra
Le vìsíte
dette scuote
L'entrata in auditorium con la
gigantografia della prima pagina
Alluvioni in Toscana
Le scuole possono
approfittare ancora per
prenotarsi alla mostra
sull'alluvione a La N azione
telefonando allo
055.2495870 . L'ingresso è
gratuito.
Pagina 162
FINO al 27 per visitare a Palazzo Malaspina la mostra
fotografica «L'alluvione e non solo...». I momenti più
drammatici, nel 50° anniversario, immortalati da Roberto
Germogli, fotografo e giornalista della 'Nazione'.
Alluvioni in Toscana
Pagina 163
Volontari e testimoni che hanno vissuto quei giorni di paura presenti per il libro di Aurora Castellani
L'alluvione del `66 a Campi tra commozione e ricordi
CAMPI BISENZIO (tvt) Fra commozione e qualche risata Campi
ha ricordato l'alluvione del '66.
L'occasione è stata la presentazione del libro a cura di Aurora
Castellani «L'altra Alluvione, il 4
novembre 1966 a Prato, Campi
Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e
Quarrata». Un testo che racconta
storie e personaggi di un'alluvione spesso dimenticata, quella
che colpì i Comuni vicino a
Firenze.
La serata che si è svolta alla
Pubblica assistenza di Campi venerdì 18 novembre è stata condotta dalla direttrice di Bisenziosette Debora Pellegrinotti e
ha visto la partecipazione
dell'assessore alla Protezione civile del Comune
di Campi Riccardo Nucciotti
e dei rappresentanti delle associazioni di Protezione civile del
territorio.
rivivere personaggi del periodo e
situazioni talvolta persino divertenti nonostante la tragedia raccontata.
Commosse invece le parole di
Roberto Lombardi , responsabile della Protezione civile per
la Pubblica assistenza, che ha
vissuto e raccontato le due alluvioni di Campi: quella del '66
vista con gli occhi di un bambino
a San Martino e quella del '91,
vissuta come volontario impe-
gnato a soccorrere la cittadinanza.
Ma la serata non è stata solo
l'occasione per
ricordare l'alluvione di cinquant'anni fa; il
terna infatti ha
rappresentato
anche uno spunto per parlare di
Protezione civile
e di come si è
evoluta negli anni, dell'impegno
e delle difficoltà a
cui i volontari devono far fronte
nei momenti di crisi.
0 RIPROOOZIO!NE RISERVATA
A mettere in
moto la realizzazione del libro
è stata la proposta lanciata ai
lettori sulle pa-
LAS!
i
L'assessore
Pica: 'oNuc:ia9ri, Ia
ti iee di BisenIsette Debora Pellegrinotti
- ' tdce Au-
gine di Bisenziosette di inviare
fotografie riguardanti l'alluvione,
il progetto poi è cresciuto sempre
più grazie all'attento e scrupoloso lavoro di ricerca portato
avanti dall'autrice.
La serata è stata l'occasione
per ricordare anche attraverso le
parole di chi
quei momenti li
ha vissuti e li
conserva ben
scolpiti nella
mente, come
Mauro Lodavisi
che con la sua
testimonianza sull'alluvione vista dalla frazione di San Donnino
ha arricchito il volume facendo
Castellani. Sotto a destra Roberto
Lombardi e a
sinistra Mauro
dc visi
Alluvioni in Toscana
Pagina 164
Alluvione
Foto dal fango
L'ALLUVIONE
del
'66,
nell'anno del suo cinquantesimo anniversario, è al
centro di una mostra fotografica ospitata fino al 4 dicembre al Polo Espositivo
Culturale "Le Clarisse" di
Grosseto (via Vinzaglio).
L'esposizione è organizzata
dall'Agenzia Fotografica BF
e dal Comune di Grosseto, ed
è composta da alcune delle
immagini più significative
tratte dal libro fotografico
"L'alluvione del '66" realizzato proprio dall'Agenzia
Fotografica BF. La mostra fotografica e il libro sono autoprodotti dall'Agenzia Fotografica BF che da anni si
prodiga nella preservazione
del proprio archivio storico
dal quale sono state ricavate
le immagini utilizzate per i
due progetti. Orario di apertura: martedì e giovedì dalle
9 alle 19, mercoledì, venerdì e sabato dalle 14 alle 19;
chiusura la domenica e il
lunedì. Ingresso gratuito.
Alluvioni in Toscana
Pagina 165
Sarà ospitata una mostra fotografica sui drammi, le paure, le speranze e la solidarietà di quel novembre di 50 anni fa con alcuni protagonisti del periodo
Alle scuderie medicee si ricorda l 'alluvione del 1966
Questo comune non fu colpito direttamente dalle acque dell'Ombrone ma divenne il primo avamposto asciutto
POGGIO A CALANO (ces) Anche
il comune di Poggio a Caiano
ha voluto dedicare una serie
di iniziative all'anniversario
dell'alluvione del 1966. 1
n particolare alle Scuderie
Medicee sarà ospitata una
mostra fotografica sui drammi, le paure, le speranze e la
solidarietà di quel novembre
di 50 anni fa.
Poggio a Caiano non fu
colpito direttamente dalle acque dell'Ombrone ma divenne il primo avamposto
asciutto dove si organizzarono e partirono i numerosi
soccorsi alle popolazioni alluvionate che si trovavano al
di là della riva sinistra del
torrente le cui acque avevano
inondato campi, abitazioni e
capannoni fino ad arrivare a
lambire l'apice del ponte
all'Asse in direzione Firenze e
quello dei due ponti al Mulino e Attigliano, verso Prato.
L'inaugurazione della mostra, che è in programma
sabato 26 novembre alle
16.30, vedrà protagonisti, oltre al sindaco Marco Martini,
anche gli autori di altre due
iniziative in ricordo del tragico evento.
Si tratta di Angiolo Buti,
assessore del comune di Poggio a Caiano all'epoca dell'alluvione che si prodigò nei
soccorsi e che ha raccontato
quella vicenda sull'ultimo
numero dei trimestrale 'Am-
Alluvioni in Toscana
bra' a sua volta tutto dedicato
all'alluvione del 1966 (in cui
viene altresì riportato integralmente il diario di quei
giorni tenuto da Suor Maria
Isabella Domenici dell'Istituto delle Minime suore del
Sacro Cuore), ed Aurora Castellani , autrice del libro
'L'altra Alluvione, il 4 novembre 1966 a Prato, Campi
Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e Quarrata' che sarà a sua
volta presentato in questa occasione.
«La mostra fotografica allestita nella biblioteca comunale F. Inverni per questa
ricorrenza e che abbiamo voluto dedicare assieme a questo numero speciale del periodico Ambra 'ai poggesi ed
alla città di Viareggio' in condivisione con l'associazione
'Soffici' - spiegano il sindaco
Marco Martini e l'assessore
alla cultura Giacomo Mari -,
vuole ricordare, con la forza
delle immagini e del racconto, quel triste avvenimento, riproponendo sì la devastazione, ma soprattutto
l'impegno ed il sacrificio dei
tanti poggesi e non, che fornirono prima soccorso e poi
conforto a chi si trovava nel
bisogno, dando prova di profondo senso civico, coraggio
ed intraprendenza (costruendo ad esempio zattere improvvisate) fin dalle prime
drammatiche ore pur di avviare il prima possibile l'ope-
ra di aiuto».
La mostra sarà visitabile
fino al 7 gennaio 2017 con
questo orario di apertura: dal
martedì al venerdì 9.30-13 e
15-18.30 ed il sabato dalle 9
alle 13.
Pagina 166
L'autrice del libro «L'altra alluvione» alla rpesentazione del volume a Vaiano a villa del Mulinaccio il 12 novembre
Alluvioni in Toscana
Pagina 167
S cattì
ln mostra
PALAZZO BLU di Pisa ospita
fino al 29 gennaio 2017 la
mostra fotografica dal titolo
"4 novembre 1966. L'alluvione a Pisa". L"esposizione ricorda appunto la città in quel
fatidico 4 novembre del 1966
quando venne completamente sommersa dal fiume Arno,
che inondó case, negozi e
compagne vicino all'area pisana. Le paratie montate
sulle spallette dei Lungarni
non furono sufficienti a contenere la massa d'acqua che
dilagò nel centro portando
con si fango e detriti. Una
mostra che si presenta come
una grande finestra spalancata sulla memoria e ci racconta della città invasa dal fango,
del Ponte Solferino crollato e
del Lungarno Pacinotti che in
pochi giorni scivolò in Arno.
E ancora di Pontedera somn-tersa dove la Piaggio, invasa
dal fango, fu costretta a sospendere la produzione per
un mese e del grande disastro
della zona del cuoio.
Difo; 0S86M2984
Alluvioni in Toscana
Pagina 168
POGGIO, alle Scuderie Medicee si ricorda l'anniversario
dell'alluvione del 1966: domani alle 16.30 inaugurazione
di una mostra fotografica, presentazione del libro 'L'altra
alluvione' e del numero speciale del trimestrale 'Ambra'
Alluvioni in Toscana
Pagina 169
Con R pìano I i Sícura
190 milioni atta Reqíone
Nel piano Italia Sicura sono previste
opere contro i dissesti idrogeologici
per 90 milioni sull'area di Torino
e 100 milioni nel resto del Piemonte
STATO D ' ALLERTA
dell ' alluvi one
•
-
,rr
-
•
_di •
e
ArIL .«Z .r
•
-10^ -,i
` nel Cuneese per iafuna del Tanaro, d Po esonda a Torino
Viviana Ponchia
TORINO
VORAG I NE
II fiume
Tanaro
gonfiato
dalle piogge,
sopra, esonda
a Garessio
di Cuneo,
sulle vie una
coltre di fango
(SkyTg24)
Nella foto
a lato: le auto
ingoiate nella
voragine che
si è aperta
nei centro
di Ormea (Ansa)
IL TRAUMA dell'alluvione del 5 e
6 novembre 1994 non è mai stato
superato. I piemontesi se lo portano dentro, guardano il cielo e a
ogni diluvio pregano. Cambiano i
governi, le stagioni. Non quella
paura. L'incubo ha il colore del
fango, l'odore della crema di nocciola che si mescolò alla melma
sulle vie di Alba regalando alla tragedia una dolcezza sinistra. Dopo
mesi passati a reclamare contro
una siccità anomala, siamo all'allerta rossa. L'incubo è tornato tra
raffiche di vento a 100 chilometri
all'ora e scrosci violenti, con i due
grandi fiumi di nuovo in piena e
le immagini funeste dell'onda nera pronta a invadere paesi e campagne. Corsi d'acqua grandi e piccoli sono sopra il livello di guardia. Esce dagli argini il Po dei Murazzi torinesi regalando visioni
Ad Alba la Ferrero annulla
la festa peri suoi 70 anni
Scuole chiuse in Liguria
surreali di una città che si veste
per Natale, ha tutte le foglie sui
platani e fotografa dai ponti scorci di possibili devastazioni tropicali. La situazione più critica resta in provincia di Cuneo con il solito elenco infinito di strade interrotte, scuole chiuse, volontari mobilitati. Rischia grosso l'alta Valle
Tanaro. Il fiume si gonfia assieme
ai suoi affluenti, supera la soglia
di pericolo e mette in scacco Garessio, divisa in due, dove la situa-
Alluvioni in Toscana
zione sembra peggiore di quella
del'94 con bar a negozi del centro
allagati. A Ormea una voragine inghiotte tre auto. A Ceva preoccupa un fiumiciattolo come il rio
Cheironzo e al sindaco Alfredo Vizio tornano in mente quei giorni
là, quando la città contò quasi un
centinaio di morti. Una frana costringe e a chiudere la statale per
il San Bernardino, e lo stabilimento Ferrero ad Alba annulla anche
i festeggiamenti in occasione dei
70 anni del gruppo. Il prefetto di
Cuneo Giovanni Russo invita la
popolazione a non mettersi in
viaggio e a non sostare vicino ai
corsi d'acqua. La sindaca di Torino, Chiara Appendino, fa prima e
con un'ordinanza vieta il transito
di veicoli e pedoni lungo il Po in
stato di «criticità elevata». Che cosa è cambiato rispetto a 22 anni
fa? Il geometra del comune di Clavesana va a fare un sopralluogo
sul ponte dietro l'area dell'ex coto-
Pagina 170
nificio, distrutto nel '94 e ricostruito subito dopo. «Dalle stime
di 22 anni fa la portata del Tanaro
era di circa 3.200 cubi d'acqua al
secondo - spiega - E il ponte crollò. Quello che lo ha sostituito è
progettato per un portata di circa
3500 metri cubi al secondo. Nel
tardo pomeriggio di oggi (ieri ndr)
era ostruito, pertanto è plausibile
che il fiume oggi abbia una portata superiore a quella di allora. A
fare la differenza rispetto al novembre del 1994 è il letto del fiume pulito». Non dappertutto. A
Nucetto sotto le arcate sul Tanaro
alberi e detriti cominciano a fare
tappo. Su a Bagnasco, oltre la strada interrotta, il ponte romano diventato pedonale dopo il '94 non
è transitabile. Ci sono sfollati. Siamo a novembre, l'impressione è
che sia agosto. La temperatura è
di una fresca estate in montagna, i
lampi e i tuoni sono quelli di un
vero temporale, che non smette
mai. Disagi anche in Liguria, la
protezione civile ha confermato
allerta rossa per la Val Bormida,
fino alle 12 di oggi. Nelle province di Imperia e Savona scuole
chiuse. Su Genova resta allerta
rossa fino alle 6 di oggi.
IL GOVERNATORE Sergio Chiamparino è pronto a chiedere lo stato
di calamità «perché la situazione
è meteorologicamente più complessa rispetto al passato». E oggi
arriverà il premier Renzi. Da Palazzo Chigi Erasmo D'Angelis, capo della struttura di missione Italia Sicura, garantisce: «Siamo in
contatto con la Regione Piemonte per seguire l'evoluzione della
piena del Tanaro. La perturbazione che tiene con il fiato sospeso il
Nordovest sta per scivolare verso
le regioni centro meridionali».
Precipitazioni
Le precipitazioni sulla fascia
pedemontana del Torinese
e sull'alto Tanaro superano
i 120 millimetri in 12 ore con
picchi di 120-170 mm in alto
Tanaro e valle Bormida
Senza sosta
Piove senza sosta e il fiume
Po fa registrare valori sopra
i livelli di guardia in tutte le
sezioni fino San Sebastiano
La fase di maltempo andrà
avanti per altre 12-18 ore
Onda d i pi ena
L'onda di piena del Tanaro
sarà oggi ad Alessandria
dove è prevista nelle stesse
ore la piena del Bormida.
Caduti in totale fino a 500
millimetri di pioggia
LiveLLi di guardia
In crescita i livelli dei fiumi
nel torinese, in particolare
disagi a Pellice, Stura di
Lanzo, Chisone, Sangone,
Dora Riparia che hanno
superato il livello di guardia
Effetto dom í no
A Torino intanto è stato
chiuso precauzionalmente
il ponte di via Bologna sul
fiume Dora. L'onda di piena
scende a valle e interesserà
il Po in Emilia Romagna
%° V111k p A,
.. . ,:, .:..,..,...,
's..:•,. ; s!r,ÿ;
Alluvioni in Toscana
Pagina 171
BATTAGL I A CO N TRO LE EMERGENZE
3alletti: «Re
;
a umca
p
,r
grandi lavori? Ci penserà lo Stato»
ministro dell'ambiente.- una
''t'
Lisa Ciardi
FIRENZE
«OGGI, diversamente dal passato,
le risorse per la difesa del suolo,
anche in Toscana, ci sono. A mancare è una velocizzazione dei tempi, che sarebbe possibile snellendo le procedure. E per questo stiamo pensando, a livello nazionale,
a una regia diversa». Il ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio, Gian Luca Galletti, fa il
punto sul dissesto idrogeologico e
sulla sicurezza dei fiumi, dopo
l'approfondimento che La Nazione ha dedicato al tema. In queste
settimane, parallelamente alle celebrazioni per il 50° anniversario
dell'alluvione, abbiamo fatto il
punto sulle opere completate su
Amo e affluenti, su quelle in corso e sui progetti ancora sulla carta.
Ministro, a 50 anni dal '66,
ne restano altri dieci per una
,
«Per troppo tempo opere
come te casse d'espansione
sono state affidate ai Comuni»
vera messa in sicu rezza
dell'Arno: non sono tanti?
«Va chiarito che opere di questo
tipo richiedono tempi lunghi. Si
tratta di interventi infrastrutturali realizzabili solo con anni di cantieri. La fase sulla quale potevamo e possiamo agire davvero per
accorciare i tempi è quella precedente ai lavori: dalla progettazione alle gare d'appalto. In questi
anni abbiamo fatto passi avanti
enormi, ma non basta».
sicurezza dei fiumi toscani
tervenire i commissari regionali.
Oggi il potere in materia è passato
alle Regioni e questo ha permesso
di concretizzare tante opere, anche in Toscana. Ma forse serve un
altro passaggio, magari verso una
regia unica nazionale».
L'Arno è ancora una minaccia per i
e, il suo patrimonio e molti territori toscani.
Cosa ha fatto il governo?
«La difesa del suolo e la lotta al
dissesto sono state fin dall'inizio
al centro del lavoro del governo e
il bacino dell'Arno e con la salvaguardia di una città come Firenze
una priorità programmatica del
mio ministero. Nel 2015, abbiamo sottoscritto con la Regione
uno dei sette accordi di programma per le aree metropolitane: dei
630 milioni stanziati a livello nazionale, 60 sono andati alla Toscana».
Anche in questi forni si stanno registrando disastri sui
del clima o
mì ita iani. Col
della gestione del territorio?
«In Piemonte si è riversato oggi
(ieri, ndr) il 50% di quello che di
solito piove in un anno. Dobbiamo abituarci ad eventi estremi e
gestirli. Ma da parte nostra c'è già
stato un cambiamento culturale:
siamo passati dalla gestione
dell'emergenza alla prevenzione e
al lavoro in squadra con tutti gli
enti competenti. Nei finanziamenti abbiamo privilegiato chi
era più avanti nella progettazione
e poteva passare alla cantierizzazione. Nel frattempo con lo Sblocca Italia abbiamo dato poteri
straordinari ai presidenti di Regione. E questo consente loro di
spendere le risorse nel dissesto
idrogeologico e di agire in deroga
alle autorizzazioni».
Cosa resta da fa re?
«Per troppo tempo la realizzazione di opere imponenti, come le
casse d'espansione, è stata affidata
a piccoli enti, in vari casi ai Comuni che spesso non sono riusciti a
concluderle. Così sono dovuti in-
Alluvioni in Toscana
Pagina 172
La Síeve fa paura
A mezzo secolo
dall'alluvione, La Nazione ha
lanciato un'approfondita
inchiesta sulla sicurezza
dell'Arno. Al tempo stesso,
l'auditorium Monti a Firenze
ospita fino a domenica
un'ampia mostra interattiva
dedicata al rapporto
inscindibile tra la città, la
regione e La Nazione anche
nei giorni del diluvio
Mauro Grassi, direttore di
Italia Sicura - unità di
missione del governo - ha
detto che il 70% delle opere
per la sicurezza è ancora da
fare. Servono 5 anni.
L'assessore regionale
Federica Fratoni ha
sollecitato il governo ad
anticipare 5 dei 55 milioni
stanziati per avviare le 4
casse d ' espansione
Alluvioni in Toscana
Anche la Sieve, affluente
dell'Arno, non è ancora
sicura. L'invaso di Bilancino
non basta a contenerne le
piene, ma il progetto per le
casse d'espansione sul
torrente è ancora agli albori.
Previsione di fine lavori, il
lontano 2020 (come per il
cantiere dell'innalzamento
della diga di Levane)
Parota dì governatore
Il governatore toscano
Enrico Rossi , intervistato da
La Nazione , ha ribadito che
la Regione dal 2011/12
investe 100 milioni l'anno
per la sicurezza idraulica
dell'Arno, «ma se potessimo
averne 150 andrebbe ancora
meglio ». Per Rossi, entro 10
anni la sicurezza idraulica in
Toscana verrà aumentata
«significativamente»
Pagina 173
ALLUVIONE IN VALDLSA
La grande alluvione del 1966 non
colpì solo la città di Firenze. A
ricordare quei giorni drammatici
ci sono anche i comuni della
Valdelsa, da Poggibonsi a
Barberi no, ma anche Certa ldo,
San Gimignano e Casole. Gli
studenti dei corso Costruzione
Ambiente Territorio (C.a.t.) del
Roncalli di Poggibonsi, in
collaborazione con la libreria Il
mondo dei libri, dopo aver avviato
un lavoro in classe, promuovono
un incontro a Poggibonsi a cui
interverranno Severino Saccardi,
direttore della rivista
Testimonianze, Fabio Dei
dell'Università di Pisa e Giorgio
Valentino Federici dell'Università
di Firenze. Poggibonsi, sala Hb
Burresi, ore 17.30
Alluvioni in Toscana
Pagina 174
Dal governo un piano di interventi da 75 miliardi in 15 anni
Galletti. «Le risorse ci sono, bisogna imparare a spenderle»
/ ROMA
Con il Piemonte sott'acqua, con
un paese in cui le calamità naturali provocano 6 miliardi di danni all'anno, c'è solo una soluzione per evitare che ogni alluvione o terremoto si trasformi in
tragedia: passare dalla politica
dell'emergenza a quella della
prevenzione strutturale; pianificare una serie di interventi e
opere i cui risultati si vedranno
solo tra diversi anni. In attesa di
contare i danni e sperando che
non vi siano vittime nel nord
ovest dell'Italia, il governo ribadisce l'intenzione di voltare pagina e cambiare approccio alla
questione, presentando un piano da 75 miliardi in 15 anni che
prevede investimenti contro il
dissesto idrogeologico e finalizzati ad agevolare gli interventi
antisismici nelle abitazioni,
mettere in sicurezza l'edilizia
pubblica e scolastica, portare a
termine gli interventi sulle infrastrutture del paese. Misure che
interessano anche il Piemonte,
visto che nel piano nazionale
contro il dissesto idrogeologico
sono già previsti investimenti
per 90 milioni nell'area metropolitana di Torino e altri 100 per
progettazioni e cantieri nelle
aree più a rischio della regione,
compresa quella del Tanaro.
«Il governo è in grado di finanziare direttamente gli interventi, velocizzando le procedure» dice Erasmo D'Angelis, il capo di #italiasicura, la struttura
voluta da palazzo Chigi proprio
per mettere a punto il piano di
interventi per la messa in sicurezza del paese. E, almeno sulla
carta, il piano è imponente: dei
75 miliardi di investimenti previsti fino al 2032 - molti dei quali
già annunciati e inseriti in diversi provvedimenti - 47,5 andranno su un fondo destinato alla realizzazione di opere di prevenzione e infrastrutturazione nei
settori del dissesto, del rischio
sismico e dell'edilizia pubblica
e scolastica. A questi vanno aggiunti9, 8 miliardi per interventi
relativi al dissesto idrogeologico, 6,8 miliardi per l'edilizia scolastica, 7 per la ricostruzione
Alluvioni in Toscana
Comuni a rischio i r
%su totale regione
í
46
P.A. Bolzano
222
P.A. Trento
929
Lombardia
201
=riuli V. G.
74
V. d'Aosta
s[7
Veneto
313
Emilia R.
239
Marche
92
Umbria
294
Abruzzo
1.049
Piemonte
136
Molise
131
Basilicata
, ,
® ,,.V ,
TOTALE
,;
,,
// /r %7
200
Puglia
409
Calabria
277
Sicilia
Fonte Legambiente
post terremoto e 11,6 per gli incentivi ai privati che avviano ristrutturazioni antisismiche e di
efficienza energetica.
Le risorse, sempre sulla carta,
non sono dunque il problema.
Che, dice il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, sta invece nel come finora questi soldi
sono stati usati: «Le risorse per
fare gli interventi su dissesto, bonifiche e depurazioni ci sono. La
sfida è spenderle presto e bene.
C'è un problema di governance
della spesa, dobbiamo trovare
un sistema più veloce di gestione di spesa». Il lavoro che è stato
avviato, aggiunge il sottosegretario Claudio De Vincenti, «è importantissimo e fa da battistrada
a un lavoro più generale chiamato Casa Italia». E per far sì che la
prevenzione diventi una «politica stabile» dell'amministrazione il governo sta pensando a cre-
ANSA «cc an tímatri
are un Dipartimento alle dirette
dipendenze di palazzo Chigi.
Tutto ciò a patto che la politica
non dimentichi le promesse fatte, ben consapevole che i frutti
degli investimenti di oggi sulla
prevenzione saranno raccolti da
qualche altro governo.
Gli italiani che ogni giorno si
trovano esposti al pericolo di frane o alluvioni - dice l'ultimo rapporto di Legambiente - sono 7
milioni: il 77% delle abitazioni
sorge in aree a rischio, nel 31%
dei casi vi si trovano interi quartieri, nel 51% impianti industriali e nel 18% dei Comuni nelle
aree a rischio frana sono presenti scuole o ospedali. Per l'associazione «solo nel 2015 frane alluvioni hanno causato nel nostro Paese 18 vittime, 1 disperso
e 25 feriti con 3.694 persone evacuate o rimaste senzatetto in 19
Regioni».
- nliu
talw
vii,cn
Pagina 175
Una via trasformata i n canale
unavoragine nella strada
Alluvioni in Toscana
Pagina 176
I .A NF.(;FSSITA [)I A\ E RF.
MENO PAROLE F. PIÙ F ATTI
Firenze si stavano ricordando,
con gli Angeli del fango di allora, i cinquant'anni dell'alluvione dei 1966 e l'Arno tornava a far paura in città. Dunque in mezzo secolo si
è fatto ben poco. Certo, l'invaso di Bilancino, e poi? Forse la sistematica demolizione di quanto è stato costruito
nell'alveo o nella zona alluvionale
dell'Arno? Temo di no. In queste ore
straripa il Tanaro nel Cuneese, si teme a Torino per l'onda di piena del Po
nel quale confluirà avalle lo stesso Tanaro gonfiato a sua volta dalla Bormida e nel Ponente Ligure si contano già
danni nella piana di Albenga. Si rievocala gravissima alluvione dell'ottobre
1994. Siamo sicuri che in questi venti due anni si siano fatti lavori importanti negli alvei montani del Po e dei suoi
affluenti? Siamo sicuri che le case, le
fabbrichette, i laboratori alzati nelle
zone di golena siano stati abbattuti? E
che i loro proprietari non reclameranno magari un indennizzo ad alluvione
avvenuta essendone anche la causa?
periore per la Protezione e la Ricerca
Ambientale (Ispra) documenta che il
continuo consumo di suoli liberi, per
lo più agricoli (8 mq al minuto, un po'
calato per via della crisi) provoca dai
600 agli 800 milioni di danni: cessano
le produzioni agricole, il carbonio rimane in grandi quantità sotto la coltre di cemento e asfalto, procede l'erosione mentre le acque piovane non
possono filtrare nel sottosuolo. Cento
milioni l'anno soltanto per quest'ultima voce. In realtà molti di più perché
nelle provincie e nelle città più
"impermeabilizzate" tutto ciò facilita
grandemente le alluvioni.
Quali sono le "zone rosse" dove più
è
micidiale
alta
la
alleanza
cemento+asfalto? Tutta la Pian ura Padana, le coste liguri e in genere tutte le
riviere d'Italia dove quella coltre impermeabile tocca e supera il 20 %, penetrando pure nelle aree a parco
(Maddalena e Circeo). In testa ci sono
Monza e la Brianza con oltre un 1/3
"perduto" di suoli liberi, avendo supe-
rato la primatista provincia di Napoli
e quella di Milano. Fra i Comuni però
ai primi 12 posti in questa classifica
disastrosa ci sono sette Comuni del
Napoletano, al primo Casavatore, poi
Arzano e Melito dove i suoli liberi e
verdi sono brandelli fra il 15 e il 24%.
Al 7° si insinua Lissone Brianza. Per cifra assoluta al primo posto c'è Roma
che però è di gran lunga il più vasto
Comune italiano: 129.000 ettari dei
quali tuttavia ben 57.000 (cioè il 44%)
sono, secondo l'Ispra, perduti. La seguono Torino e Brescia.
Avevamo un'ottima legislazione
sulle Autorità di Bacino, la numero
183 del '91, e l'abbiamo lasciata svuotare da localismi e campanilismi avolte grotteschi. Nel 2009 l'Unione Europea ha varato le Autorità di Distretto,
una decina, ma noi ci stiamo adeguando soltanto ora e siamo il Paese
probabilmente
più
alluvionato
dell'Unione. L'ambiente esige subito
meno parole e più fatti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Non a caso la lettera inviata ieri a
Matteo Renzi da Acli, Coldiretti, Fai,
Inu, Lipu, Wwf, Legambiente, Slow
Foof, sottolinea la necessità di delocalizzare gli insediamenti nelle aree a rischio, golenali e alluvionali e di ripristinare le aree in cui i fiumi in piena
possano espandersi senza danni. Sappiamo per certo che negli ultimi cinquant'anni abbiamo speso circa 175
miliardi di euro, secondo il Wwf, per
riparare i guasti delle emergenze alluvionali. Senza contare le centinaia di
vittime. Un piano pluriennale realistico per la messa in sicurezza del sistema idrogeologico costerebbe 44 miliardi di euro, un quarto scarso di
quanto abbiamo speso per rincorrere
catastrofi evitabili o riducibili. I cambiamenti climatici rendono urgentissimo tale piano e però, nonostante
tanti bei discorsi sul Piano Casa Italia
per la prevenzione sismica e alluvionale, la legge di Stabilità 2016 stanzia
appena 260 milioni per la manutenzione. Così facendo continueremo a
piangere sulla nostra suicida imbecillità.
L'ultimo Rapporto dell'Istituto Su\ le nnearìcrhin
Alluvioni in Toscana
Pagina 177
g1t Industri
l'alluvione
di Arca Azzurra
Arca Azzurra Teatro dedica una
nuova produzione teatrale al
500 anniversario dell'alluvione
di Firenze. Lo spettacolo è "il
filo dell'acqua" scritto da
Francesco Niccolini . La regia è
di Roberto Aldorasi. interpreti
Dimitri Frosali, Massimo
Salvianti, Lucia cocci. Scene e
video di Antonio Panzuto.
Musiche originali di Paolo
Coletta. Lucidi Marco Messeri.
Costumi di Lucia cocci. Lo
spettacolo, che ha appena
debuttato, è in programma
stasera alle 21 al Teatro degli
Industria Grosseto.
Cinquant 'anni fa l'Arno fu
protagonista di un'autentica
guerra, che non abbiamo più
smesso di combattere.
Raccontare oggi quella storia,
storia d'acqua e resurrezione,
non è una banale cerimonia del
ricordo, ma un rito collettivo e
"fondamentale" per ricordare.
Biglietti al botteghino degli
Industri dalle 17,30.
Alluvioni in Toscana
Pagina 178
L'Ar0
oggi u e
40
iv
di CARLO VENTURI NI
inquanta anni fa l'Arno faceva paura. Ora è una risorsa
storica, culturale ed economica grazie anche all'Università.
Si chiama "L'Arno racconta Pisa", il progetto multimediale e vir-
tuale
che mette assieme tutti
e dieci i
musei
di ateneo e i
luoghi
Nicoletta De Francesco
di interesse
che si snodano lungo l'Arno e non
solo (c'èanchelaValgraziosa).
I1 Palazzo alla Giornata, sede del
rettorato si affaccia in Arno e così il
Museo della Grafica di Palazzo
Lanfranchi, che fu inaugurato nel
2005 e dette il la ad un progetto di
Sistema museale di ateneo (Sma)
che è ancora in fase di arricchimento. Il progetto, finanziato dalla
Regione Toscana prevede il sito
evwvwv. arnoraccontapisa.it ed una
app scaricabile sullo smartplione
e, cliccando sul sito, si inizia subito
con la storia dell'Arno, con citazioni dantesche fino ad arrivare alla
ri-scoperta dei retoni di Boccadarno e della fauna e flora che si stendono lungo le anse del nostro fiume.
Il sito e la app propongono diversi itinerari (anche per bambini) a
seconda delle tematiche che il visitatore o il semplice curioso ed appassionato della nostra città voglia
approfondire.
I principali palazzi dei Lungarni
sono accuratamente descritti, così
Alluvioni in Toscana
n ,a
come il Giardino Scotto, Palazzo
Blu, la Chiesa della Spina, la Torre
Guelfa. Tutto lungo l'Arno, tant'è
che il sito recita "Navigando tra i
musei di ateneo".
Il progetto dell'università è in realtà a servizio della città e dei suoi
visitatori che vengono introdotti
persino nel circuito dell'enogastronomia del territorio con i piatti e le
ricette della semplice tradizione pisana.
«Abbiamo messo tutti i nostri
musei e palazzi storici in rete - dice
la prorettrice vicaria Nicoletta De
Francesco - perché la terza missione di un ateneo è quella di diffondere e rendere fruibile il patrimonio culturale dell'università rna anche del territorio».
La coordinatrice organizzativa
dello Srna, Sabrina Balestri, aggiunge: «Vogliamo far capire che
un museo non è un isola ma vive
collegato con gli altri centri espositivi e con il territorio che lo circonda».
Patrizia Scaglia, curatrice dell'
iniziativa, ricorda che il progetto è
pensato anche per le famiglie e
puntualizza: «Nel sito ci sono quattro aree tematiche e sette itinerari,
la scelta dunque è ben articolata».
Ventuno appuntamenti in edicola , da mercoledì a
sabato, per una collezione importante e accurata. Le
foto delle due città alluvionate - Pisa e Pontedera arrivano dall 'archivio
Frassi dì proprietà
della Fondazione Pisa
(con la collaborazione
di Palazzo Blu) e
dall'archivio storico
Silvi. Gli stessi luoghi
sono stati foto g rafati
oggi a Pisa da Fabio
I
Via Mazzini a Pontedera
Muzzi e a Pontedera
da Franco Silvi. I testi
sono stati scritti da Andrea Lanini . La sedicesima
foto (qui sopra) è in regalo oggi con l'acquisto dei
giornale.
Il direttore generale Riccardo
Grasso annuncia che è già in fase
di progettazione la realizzazione
della nuova sede per lo Sma. Sabato prossimo, 26 novembre, alle 16,
presso Palazzo Lanfranchi, si terrà
la presentazione ufficiale del progetto nell'ambito di una giornata
in cui i musei dell'ateneo saranno
aperti al pubblico con la straordinaria "partecipazione" della torta
co' bischeri. Di nuovo territorio ed
ateneo si incontrano.
'RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 179
L'alluvione
di 50
anni fa
nei vari
quartieri
di Pisa
attraverso
le foto
scattate
all'epoca
da Luciano
Frassi
che oggi
fanno parte
dell'Archivio
Frassi
di proprietà
della
Fondazione
Pisa
e gestito
dalla
Fondazione
Palazzo
Blu;
come
si può vedere
sia a destra
che a sinistra
qualcuno
cercava
anche
di scherzarci
su
Alluvioni in Toscana
Pagina 180
.e persone che cercano di sdrammatizzare quel
)menti , i soccorsi
die case con gli inn i í: ini in maggiore ci i Mcoltà, le strade comgteta mente
diagate, cittadini riuniti agli angoli delle piazze per commentare
a situazione e condividere la preoccupazione, gli sfollati riuniti
all'interno di ricoveri di fortuna : Pisa era questa cinquant'anni fa
lopo l'alluvione dell'Arno , magistralmente raccontata grazie agli
catti della sua macchina dallo storico fotografo Luciano Frassi
Alluvioni in Toscana
Pagina 181
t'
>
i
.
. :,_í
¿.
.
,
:t...,: .
....
.,
r
l
1
"
t,'
Y
f
.
ch
!
!
[E
4
¡.
.1 y ' Y 44
`
`ï
-
r
.
ö•
x. •
.
.
í:
..
,.
.
:
.
..,
,
..,
¡.
'..
`i
. w=
n,
_
,
z.
\_
__...4.....-....._
._.......-
. .
.
.
.
.
•
........_..
_..
.._ ..._ ..._...
j
..,...,......e .....
...
r¡...'.----_-.-
1!2
Alluvioni in Toscana
. .......
.
>1-
-.- ...,.
.
i._.:N
Pagina 182
—a pronta "ris
ezione" della iaggio
In tanti pensavano che l'azienda non ce l'avrebbe fatta, invece ripartì a tpo di record
di ANDREA LANIN I
n tanti pensavano che la
Piaggio non ce l'avrebbe fatta. Macchinari e mezzi e intere linee di produzione resi inservibili dall'acqua fangosa del
fiume Era. 4 novembre 1966: il
fiume Era straripa e mette Pontedera in ginocchio, e la Piaggio
alle corde. Lì, dentro i capannoni che il mondo conosce come
"casa" della Vespa, il gorgo di
melma e nafta che all'improvviso si materializza fa milioni di
danni nel giro di pochi minuti.
Dopo lo scempio della guerra,
un altro disastro di proporzioni
inimmaginabili.
Nel 2006, durante il suo intervento in occasione del quarantennale dell'alluvione, l'allora
sindaco di Pontedera Paolo
Marconcini ricordò che «la
Piaggio, in quel frangente, rischiò seriamente di chiudere i
battenti. Si temeva una ripresa
tardiva e molto onerosa. Mai lavoratori furono i nostri "angeli
del fango": senza troppavisibilità, ma senza fermarsi un secondo, in pochi giorni rimisero in
piedi lo stabilimento». Alle
14.30 di venerdì 4 novembre
1966, l'argine del fiume Era cede alla "Montagnola": lo stabilimento Piaggio, che dista, poche
centinaia di metri, è raggiunto
in pochi istanti. L'enorme massa di acqua, fango e detriti che
l'alluvione porta con sé investe
la fabbrica, s'insinua in tutta la
produzione, sommerge le linee
di produzione, i reparti, gli uffici, gli archivi. Tutto ciò che si
trova all'intemo dell'azienda
viene coperto da un metro e
mezzo di scura poltiglia liquida.
Che, una volta defluita - per entrare all'interno della fabbrica
bisognerà aspettare la mattina
di domenica 6 novembre - lascerà dietro di sé un agghiacciante scenario di distruzione.
Ma gli operai e le operaie della
Piaggio non si danno per vinti.
Grazie alla tenace volontà dei
suoi dipendenti, l'industria simbolo della città si rimette in piedi a tempo di record.
A circa un mese dai fatti del 4
novembre, lo stabilimento è
pronto a riprendere la produzione. Di lì a un anno, l'azienda
lancerà sul mercato il suo nuovo motociclo "Ciao". Le cronache del novembre 1966 raccontano che, in città, nella notte tra
giovedì 3 e venerdì 4, nessuno
dormì. L'Arno cresceva di ora in
ora. Sei metri alle 0.30, sette me-
Alluvioni in Toscana
tri alle 2, sette metri e 90 alle 3.
Da Firenze arrivano notizie
sempre più allarmanti. A Pontedera l'Era rompe alla Montagnola. Macchinari inservibili,
mota ovunque, linee bloccate,
merce avariata, archivi devastati. L il ritratto della Piaggio di
quelle ore. La salveranno i suoi
angeli in tuta blu. Come altri ca-
parbi operai, nel resto della provincia, faranno l'impossibile
per salvare il futuro delle aziende e, insieme, il lavoro. Come
nella zona del cuoio, dove, nelle
ore dell'inondazione, si forma
una gigantesca catena umana
per portare tonnellate di sale a
Castelfranco e Santa Croce. Servivano per conciare, in una di-
sperata lotta contro il tempo, le
oltre duecentomila pelli fresche che il fango aveva sommerso e che, a strettissimo giro, sarebbero risultate irrecuperabili.
Anche gli angeli della pelle riuscirono nella loro impresa. Il distretto del cuoio, come la Piaggio, fu più forte dell'alluvione.
©RI PRODUZION ERISERVATA
Operai davanti alla Piaggio nei giorni seguenti l'alluvione del4 novembre 1966: è la foto i n regalo oggi col Tirreno
La dÉciassettesima si presenta ii iibr
®
® ® ®
® ®
®
foto
1i n omagg i o
e
Ventuno appuntamenti in
edicola, da mercoledì a sabato,
per una collezione importante e
accurata. Le foto delle due città
alluvionate - Pisae Pontederaarrivano dall'archivio Frassi di
proprietà della Fondazione Pisa
(con la collaborazione di
Palazzo Blu) e dall 'archivio
storico Silvi . Gli stessi luoghi
sono stati fotografati oggi a Pisa
da Fabio Muzzi e a Pontedera da
Franco Si Ivi . I testi sono stati
scritti da Andrea Lanini. La
diciassettesima foto (a sinistra)
e in regalo oggi con l'acquisto
del giornale . L'iniziativa delle
foto in omaggio è risultata assai
gradita dai lettori , molti dei
quali hanno avuto in questo
modo ricordare la tragedia di
quei giorni quando erano
giovani o appena bambini.
Oggi alle 17 alla biblioteca
Giovanni Gronchi di Pontedera
Tagete Edizioni, in collaborazione
con il Comune di Pontedera e
grazie al contributo di Ecofor
Servite, presenta il volume «"Era"
il 4 novembre 1966. Cinquant'anni
dall'alluvione a Pontedera», a
cura di Michele Quirici e Valentina
Fllidei. Un libro che raccoglie oltre
500 immagini e documenti inediti
e che ripercorre la storia di quel
terribile giorno attraverso le
testimonianze di alcuni
protagonisti, senza dimenticare
una riflessione sul rischio
idrogeologico nelle nostre zone.
L'ultima parte del volume è invece
dedicata al rapporto odierno dei
pontederesi coni loro fiumi: il
battello fluviale e gli argini
recuperati hanno riavvicinatola
popolazione all'Era e all'Arno.
Pagina 183
IERI LA MOSTRA E' STATA VISITATA DALLO STILISTA
STEFANO RICCI , DA GIOVANNI ALBERTO E LUCIA
ALEOTTI E DAL MARCHESE PIERO ANTINORI
•
NEL NOSTRO AUDITORIUM Si POSSONO VEDERE
FILMATI ORIGINALI, FOTOGRAFIE INEDITE E
LE PRIME PAGINE DEL GIORNALE DELL'EPOCA
m
o
a,
BELLISSIMI I MESSAGGI DEI VISITATORI,
SIA DEGLI ANGELI DEL FANGO DI
ALLORA CHE DELLA GENTE SEMPLICE
o
:x
eek- a orario continuato
Uffimì due i i per visitare nostra esposizione
CI SIAMO. Dopo il grandissimo
successo ottenuto e dopo l'eccezionale proroga di una settimana, la
mostra sull'alluvione allestita nel
nostro auditorium sta per chiudere i battenti. Restano due soli gior-
ni, oggi e domani. E per dare a tutla poss ibili tà d i
o con
t
Ve derla
1no decisa di tenere apert o con
orario continuato, dalle 9.30 alle
18. La mostra, che anche ieri fra i
:so
_St q
dalle 9 . 30 atte 18
di visitatori
SI
SONO tanti i visitatori,
1 che domani , per gli
suoi ospiti ha annoverato perso- ultimi due giorni di apertura
naggi del calibro di Stefano Ricci, della nostra mostra
del marchese Piero Antinori e di sull' alluvione , l'esposizione
Lucia e Giovanni Alberto Aleot- sarà visitabile
ti, presidente e vicepresidente di gratuitamente con orario
Menarini, raccoglie testimonian- continuato dalle 9 .30 alte
ze, video, fotografie e riproduzio- 18. Alla mostra è possibile
ni delle prime pagine de La Na- accedere dall'ingresso di via
zione. Bellissimi i messaggi della Paolieri 2.
fiorentini e non, che hanno
visitato la nostra mostra.
In auditorium tanti ospiti vip,
fami g lie, anziani e quei
giovani che avevano solo
sentito parlare
dell'alluvione . E l'obiettiva
delle 15mila presenze è più
vicino
«gente semplice» accanto a vip e
meno vip. Insomma un'occasione
da non perdere per vedere il docufilm, le foto che ci hanno inviato i
fiorentini e non solo, rivedere i libri alluvionati e salvati, rileggere
la cronaca di quei giorni tanto difficili da segnare il rilancio della
città. Niente da allora è stato più
come prima.
II direttore De ftobertis con Lucia e Giovanni Alberto Aleotti
Alluvioni in Toscana
Pagina 184
73ta
Lel L G Sieve
Service s fiume r
per giovani ricercatori
P®ntas5'eVe
IL ROTARY Club Firenze Val
di Sieve ha promosso una
serata sull'Alluvione dal
tema di un antico proverbio
«L'Arno non cresce se 5ieve
non mesce» proponendo di
finanziare uno studio sul
tema della salvaguardia, la
regimentazione e la rete di
Alert del fiume Arno da
affidare a giovani ricercatori
nell'ambito dei progetti del
Comitato Firenze 2816 con la
direzione di Giorgio Federici.
Alluvioni in Toscana
Pagina 185
i3
orgo abban
.a
(o
•
-
_- •
.
/
_
1»
cr
sindaco .- Non e per i bilanci'
BORGO San Lorenzo abbandona la «Piavallico Srl»: lo ha deciso
l'amministrazione comunale.
In passato era Spa, adesso Srl, anche se curiosamente all'odg del
consiglio comunale chiamato ad
approvare la scelta, si indica ancora la società con la sua vecchia denominazione.
«Pianvallico srl» è una società ora
interamente pubblica, con quote
in possesso dell'Unione montana
dei Comuni del Mugello e dei Comuni di Scarperia e San Piero, e
di Borgo. Già in campagna elettorale prima, e poi in una ricognizione sulle società partecipate dal comune effettuata nel 2015, Borgo
aveva manifestato la sua intenzione di lasciare la compagine. E ora
fa il passo. Più volte contestata
per le sue attività, per i bilanci in
rosso e in ultimo per l'operazione
della centrale a biomasse di Petrona, la Pianvallico non è malgiudicata dal comune di Borgo San Lorenzo.
Ogg i alle 11 in sala
consiliare presentato il
volume di Testimonianze
che narra l'alluvione '66
«La nostra - dice il sindaco Paolo
Omoboni - non è certo una decisione di merito sull'andamento
della società. Che dopo anni difficili ha comunque visto un bilancio 2015 in attivo, con diverse poste in gioco che si stanno risolvendo positivamente«. Omoboni spiega la scelta così: «La normativa
sulle partecipate è cambiata parecchio negli ultimi anni. Le amministrazioni pubbliche devono dismettere la partecipazione di società per la produzione di beni e
servizi, se non strettamente necessarie al perseguimento delle proprie finalità istituzionali. La Pianvallico non può essere considerata strategica per il nostro comune,
sia per la quota esigua, (7,5%) sia
per il fatto che nel nostro territorio comunale questa società non
ha mai fatto investimenti. Probabilmente - riconosce - in passato
è mancata anche un po' di nostra
attenzione sulle potenzialità della
società».
daco Federico Ignesti -, non la
fanno diventare strategica? Scarperia e San Piero hanno utilizzato
la società per dare uno sviluppo
positivo agli insediamenti produttivi, e per creare posti di lavoro.
Non è la società che dà gli indirizzi, questo lo devono fare i comuni, dei quali la Pianvallico è strumento operativo.
OGNI COMUNE - conclude - è
certo libero di fare le proprie scelte. Ma non si devono dare responsabilità alla società».
Paolo Guidotti
«Pianvallico» è società pubblica con quote di Unione Montana dei
Comuni del 'ó'áugello, di Scarperia, S.Piero e Borgo. Bilancio 2015 in attivo
MA IL COLLEGA di Scarperia
e San Piero non ha preso molto
bene la decisione barghigiana:
«Per quale motivo - sbotta il sin-
Alluvioni in Toscana
Pagina 186
IL LIBRO SARA PRESENTATO MERCOLEDÌ ALLE 18 A C LARISSE ARTE
Irene Blundo racconta. Grosseto nel fango
ovvero l'alluvione dei dimenticati
A CINQUANTA anni dall'alluvione che devastò
Grosseto e la Toscana, Irene Blundo ha raccolto
le testimonianze di chi visse quei drammatici
giorni, unendole ai pezzi di Luciano Bianciardi,
Pilade Rotella e Aldo Mazzolai, che sono pagine
di letteratura.
Il libro «Grosseto nel fango, 50 anni
dall'alluvione dei dimenticati», Lauri un
è arricchito dalle foto d'epoca dell'Archivio
Giacomo Aprili.
PER LA PRIMA volta il testo sarà presentato mercoledî prossimo alle 18 a Clarisse Arte, in via
Vinzaglio. Interverranno, oltre all'autrice, i vigili
del fuoco Guido Caciagli e Franco De Angelis, il
coro Le Donne di Magliano diretto da Carla
Baldini, l'editore Davide Bisconti.
Modererà la giornalista Rita Martini. Sarà
presente la libreria Mondadori, che ha
organizzato l'iniziativa.
«SONO FELICE che molte persone - dice Irene
Blundo - mi abbiano affidato i loro ricordi. Sono
le voci di chi ha portato aiuto, di chi è stato
salvato, di chi nella disperazione ha trovato la
forza di reagire. Accanto al pezzo che Luciano
Bianciardi scrisse in occasione del 4 novembre
del `66, lui che visse l'alluvione da lontano, alla
tv, ma non con meno angoscia e dolore, figura
intervento del figlio Ettore Bianciardi, scritto
proprio per questo libro».
D ISPERAZI ONE Una delle tante drammatiche immagini
dell'alluvione che il 4 novembre 1966 colpì Grosseto
Alluvioni in Toscana
Pagina 187
Oggi l'ese rcitazione
d i protezione civile
OGGI a Pitigliano una giornata di esercitazioni di protezione
civile. L'iniziativa è promossa
in occasione del 50° anniversario dell'alluvione del 1966, su
proposta della Regione Toscana, dell'Unione dei Comuni
Colline del Fiora. Collaboreranno all'esercitazione i Comuni,
le associazioni di volontariato,
la Croce Oro di Pitigliano, la
Croce Rossa di Pitigliano, la Misericordia di Manciano, il gruppo comunale di Sorano, il Comando provinciale dei vigili del
fuoco e il distaccamento di Sorano, la prefettura, la stazione dei
carabinieri di Pitigliano, la Provincia di Grosseto. Scenario
dell'esercitazione i piccoli fenomeni di esondazione sui tre comuni per testare il piano intercomunale di protezione civile
G.Carl.
Alluvioni in Toscana
Pagina 188
1,,'a tl u v i /,; g/,a(b
Presentazione
l Libro < i»
Pontedera
Oggi alle 17 alla Biblioteca
Gronchi Tagete Edizioni in
collaborazione con il
Comune e graize al
contributo di Ecofor Service
presenta il volume "Era- il 4
novembre 1966.
Cinquant'anni dall'alluvione
a Pontedera a cura di
Michele Quirici ( netta foto' e
Valentina Filidei.
Alluvioni in Toscana
Pagina 189
COLLEZIONE DA OGGI IN MOSTRA
!-etorio Storie
Sï cominci a
da sonetto Tintori
CO LL EZIO NE Leonetto Tintori di quadri del Cinque, Seicento
e Settecento donata al Comune
nel 1993 esce dai depositi del Pretorio e diventa la mostra temporanea «Dipinti della donazione di
Leonetto Tintori, restauratore in
trincea negli anni dell'alluvione»
allestita nelle sale a piano terra e
realizzata in collaborazione con il
Laboratorio per affresco Elena e
Leonetto Tintori. La mostra si
inaugura oggi alle 16, per l'occasione con ingresso libero e resterà
aperta fino all'8 gennaio. Alla pre-
ani chitarre e tan go
E il buon g iorno
si vede dal matt ino
sentazione interverrà Giampiero
Nigro. L'iniziativa oltre a mettere
in mostra le opere custodite nel
museo, rende omaggio al pittore
pratese nell'ambito delle celebrazioni per i cinquant'anni dall'alluvione di Firenze inserite nella Festa della Toscana che si celebra il
30 novembre. Tintori, infatti, oltre ad essere uno dei massimi
esponenti della Scuola di Prato al fianco di Oscar Gallo, Quinto Martini, Gino Brogi, e più tardi anche Arrigo Del Rigo e Giulio
Pierucci, svolse un'importante attività di restauratore. E' in questa
veste che fu protagonista non solo
nel recupero delle opere danneg-
Alluvioni in Toscana
giate dall'alluvione di Firenze,
ma anche dei principali interventi sui grandi cicli pittorici medioevali e rinascimentali. Si tratta di
una collezione che si è formata
dalla seconda metà degli anni '50
fino al 1980, a contatto con il mercato antiquario, attraverso incontri e contatti di lavoro, viaggi e
amicizie personali di Leonetto
Tintori.
MOSTRA è la prima proposta
della
sezione «Pretorio
Storie», un viaggio alla riscoperta
del patrimonio artistico custodito
nel deposito del museo che mette
in risalto, in queste opere poco viste o conosciute, il loro ruolo di
testimone di storia e di storie. Piccole esposizioni, suddivise per nuclei, temi e artisti, che vogliono restituire al pubblico un segmento
importante della ricca collezione
non inserita nel percorso museale,ma per questo non meno significativa. Sempre al Pretorio, domani dalle 9.30 alle 10.30, si potrà
partecipare a «Una Colazione ad
arte». Un inizio di giornata suggestivo in compagnia di una dolce
colazione accompagnata dalle atmosfere delle chitarre del duo
Matteo e Sara Lanzillotta. Un
buongiorno servito fra arte e musica realizzato dal museo in collaborazione con la Camerata e la
Scuola di Musica Verdi. L'inizia tiva ha un costo di 10 euro, comprensivo di colazione, intrattenimento musicale e visita alla collezione. Per partecipare occorre prenotare al numero 057419349961.
Pagina 190
PESCAIA DI SAN NICCOLÒ
A pochi giorni dalle celebrazioni
del 50esimo anniversario
dell'alluvione di Firenze, e dalle
preoccupazioni che ancora il
fiume riserva alla città, a villa
Bardini si tiene un incontro
dedicato alle trasformazioni
urbane e agli sviluppi della tecnica
idraulica avvenute attorno alla
pescaia di san Niccolò, tra
Ottocento e Novecento.
L'incontro, a cui intervengono
architetti e ingegneri
dell'Università di Firenze, vuole
documentare l'evoluzione passata
e recente di un tratto di riva
d'Arno, di un pezzo di città la cui
storia è sospesa da sempre tra
utilità e modernità. Villa Bordini,
costa San Giorgio 2, ore 10, ingresso
libero
Alluvioni in Toscana
Pagina 191
ALLUVIONI A FIRENZE
Dopo un weekend di
presentazioni e conferenze, al
circolo Sms Colle dei Moccoli di
Firenze apre straordinariamente
per un altro giorno, domani, la
mostra che espone i documenti
originali relativi agli avvenimenti
del 1844 e del 1966. Giornali e
riviste originali del'66 ed u n
opuscolo, distribuito ai visitatori
dal titolo "Riscontri sull'elevazione
delle insigne. Piena dei dì 3
novembre 1844". Circolo Sms Colle
dei Moccoli, via B.Fortini 13r,
domani ore 9-13/15-19
Alluvioni in Toscana
Pagina 192
A
.
.
.
esercìtazìone
sull'alluvione
r PITIGLIANO
Oggi giornata di esercitazioni di
protezione civile a Pitigliano.
L'iniziativa è promossa in occasione del 500 anniversario
dell'alluvione, su proposta della
Regione, dall'Unione dei Comuni Colline del Fiora, l'ente capofila dei comuni di Sorano, Pitigliano e Manciano per questa
gestione associata.
Unaveduta
di Pitigliano
Collaboreranno all'esercitazione i Comuni, le associazioni di volontariato, la
Croce Oro e la
Croce Rossa
di Pitigliano,
la Misericordia di Manciano, il gruppo
comunale di Sorano, il Comando provinciale dei vigili del fuoco e il distaccamento di Sorano,
la Prefettura, i carabinieri di Pitigliano, la Provincia.
Lo scenario considerato è
quello conseguente ai piccoli fenomeni di esondazione sui tre
comuni per testare il piano intercomunale di protezione civile in
tutte le sue parti: dalla procedura di allerta meteo ai primi interventi. Saranno inoltre verificate
la funzionalità e l'efficacia dei sistemi di allertamento e l'operatività del Coc, il centro operativo
comunale, e del Coi, il centro
operativo intercomunale.
I erinni di bici a scuota
hi,iil Il 11,11 '` i , iiiii in ilal i:i
Alluvioni in Toscana
Pagina 193
PRES ENTAZIO NE LU
w
Angeli del fango e storie
ss i
con Fabìo
1 PIOMBINO
Lunedì alle 17 alla libreria Coop (via Pietro Gori)
presentazione del libro di Fabio Baldassarri
"Sulle ali degli angeli del fango e undici racconti
di viaggio" (Robin editore 2016) oltre all'autore
saranno presenti il sindaco di Piombino Massimo Giuliani e Davide Puccini critico letterario.
Leggerà alcuni brani l'attore e insegnante di attività creative Daniele Gargano . Baldassari nel
volume racconta importanti momenti vissuti
dalla sua generazione tra l'alluvione di Firenze
del 1966 e il cinquantesimo del 2016. Il romanzo
breve "Sulle ali degli angeli del fango" (scritto in
terza persona) e "Undici racconti di viaggio"
(scritti in prima persona) sono parti di un unico
percorso.
Quando parla di sé, l'autore non separa mai le
esperienze personali da quelle che furono proprie di quanti vissero vicende, se non uguali, almeno analoghe alle sue. Aggiunge, semmai, il
colore e l'inventiva necessari a un'opera che
vuole collocarsi tra il versante della memorialistica e quello della narrativa.
Alluvioni in Toscana
Pagina 194
Dis astri e catastrofi,
uvione
vista
ce ce
dai ricercatori" Cnr
Presentato il libro di Ottavio Zirilli e Nicola Marotta
analizza i risc hi, l'esposizione la v In r ilit® dei territori
Lo stabilimento Piaggio
di CARLO VENTURINI
itrovarci a 50 anni
dall'alluvione, vuoi
dire ricrodare a chi
non l'ha vissuta ciò che è stata e
ricordare a tutti che non siamo
ancora fuori pericolo».
Zirilli - ci arrivano le allerte anche sul cellulare, la macchina
organizzativa della protezione
civile è rodata ma costruiamo
troppo, costruiamo persino nel
letto del fiume».
Nel libro viene esaminato il rischio disastri e la stima della
probabilità, esposizione e della
vulnerabilità, aspetti fondamentali della valutazione ai fini delle
strategie per l'attenuazione degli effetti disastrosi. Gli argomenti trattati sono tuttavia di
ampio respiro, pertanto chiunque sia interessato alla politica
delle catastrofi e gestione delle
emergenze troverà alcuni prin-
cipi di base e concetti che consentono di apprendere a pieno
la materia trattata. Tante le motivazioni che hanno portato alla
pubblicazione, una in particolare prevale sulle altre, ed è l'assenza di una figura professionale altamente specializzata del
settore risk management, che
sappia procedere ad una gestione integrata del rischio, ad approntare una progettazione prestazionale efficace.
«La figura professionale a cui
il libro è rivolto - interviene Marotta - è dunque quella del disaster manager, una figura specialistica che opera nel campo del-
la sicurezza, in particolare nella
gestione dei disastri e catastrofi,
in grado di gestire, dal punto di
vista organizzativo e di coordinamento, tutte le delicate fasi di
crisi connesse a un evento calamitoso».
Il volume intende anche fornire un supporto qualificato ed
una guida di riferimento alle difficoltà che impegnano comunicatori pubblici, tecnici della sicurezza, professionisti, formatori, operatori del soccorso e della
protezione civile. Alla presentazione era presente il vice sindaco Paolo Ghezzi.
©RI PRODUZIONE RISERVATA
Lo dice Ottavio Zirilli, responsabile del Cnr di Pisa alla
presentazione del libro, da lui
scritto assieme a Nicola Marotta, "Disastri e catastrofi- rischio,
esposizione, vulnerabilità e resilienza". Il libro gode della prefazione di Mario Tozzi ed è stato
presentato in occasione del
50°anniversario dall'alluvione.
Zirilli ha coordinato le esercitazioni per l'emergenza Amo nel
2012 e nel 2016 e poi ha coordinato la vera emergenza di gennaio e febbraio del 2014 nell'
area del Cnr su cui gravitano
ogni giorno 3mila persone.
«Il problema dell'alluvione
del 4 novembre del 1966 fu la
non percezione del rischio, rischio non percepito anche nel
1800 quando furono abbassate
le spallette che erano state innanlzate nel 1777», dice Zirilli.
Oggi le cose vanno meglio perché la tecnologia aiuta. «Sì - dice
Alluvioni in Toscana
Pagina 195
I ponti della città guardati a vista
e con preoccupazione perla piena
e dopo i crolli, nelle foto scattate
da Luciano Frassi
r,..._r
,r.® •
_---W_ ç` w' ELr
i 7,-
'
•®
`__ ) 'ar_ _ WC L,.
Ventuno appuntamenti in edicola , da mercoledì a sabato , per una
collezione importante e accurata . Le foto delle due città alluvionate Pisa e Pontedera - arrivano dall 'archivio Frassi di proprietà della
Fondazione Pisa (con la collaborazione di Palazzo Blu) e dall'archivio
storico S i lvi. Gli stessi luoghi sono stati fotografati oggi a Pisa da
Fabio Muzzi e a Pontedera da Franco S i lvi. I testi sono stati scritti da
Andrea Lanini. La foto in regalo oggi riguardalo stabilimento Piaggio
di Pontedera, n tanti pensavano chela Piaggio non ce l'avrebbe fatta.
Macchinari e mezzi e intere linee di produzione resi inservibili
dall'acqua fangosa del fiume Era. 4 novembre 1966: il fiume Era
straripa e mette Pontedera in ginocchio , e la Piaggio alle corde. Lì,
dentro i capannoni che il mondo conosce come "casa " della Vespa, il
gorgo di melma e nafta che all'Improvviso si materializza fa milioni
di danni nel giro di pochi minuti . Dopo lo scempio della guerra, un
altro disastro di proporzioni inimmaginabili. Alle 14 .30 di venerdì 4
novembre 1966, l'argine del fiume Era cede alla "Montagnola":lo
stabilimento Piaggio, che dista, poche centinaia di metri , è raggiunto
in pochi istanti.
Alluvioni in Toscana
Pagina 196
Una MO rieor1ocons r
nùIitarichcIraIhvorato alripristinodellanormalitàdeldopoalluvione
i lavori per tornare alla normalità e, qui sopra, gente a
passeggio sui lungarni pisani (Foto Frassi)
Alluvioni in Toscana
Pagina 197
1
1
_
Parla la figlia di Mario Maggi
"Mio padre fu la prima
vittima degafiuvione
suo nome dimenticato
11 nome
del babbo
di Lina
non compare
nell'elenco
delle persone
morte, ricordate
dalla mostra
della Regione
A Castel
San Niccolò
Un momento della
commemorazione
CASTEL SAN NICCOLO' -------------------------------------"Per dignità gli sia almeno riconosciuto tutto il diritto di
apparire insieme alle altre vittime dell'alluvione, diritto
che hanno tutte le vittime di quel tragico evento". Lina
Maggi è la figlia di Mario, l'operaio casentinese di 44
anni che una lunga ricerca ha dimostrato essere stato la
prima vittima dell'alluvione di Firenze . Lo scorso 31
ottobre una cerimonia lo ha ricordato nel cimitero di
Castel San Niccolò. Ma il suo nome - lamenta la figlia
Lima - non compare nell'elenco delle vittime ricordate
dalla mostra multimediale su quel tragico 4 novembre
di cinquant'anni fa che la Regione Toscana, attraverso
la Mediateca Regionale-Fondazione Sistema . Toscana,
ha organizzato nella Galleria delle Carrozze in Via Cavour a Firenze.
"Mio padre - ha ricordato Lina Maggi - mori per una
frana in Via. Bolognese dove intervenne una pattuglia
della Polizia Municipale e la magistratura apri anche un
fascicolo, affidato al sostituto procuratore Carlo Casini.
Il suo corpo, finito nel Mugnone, fu ritrovato dopo tre
giorni ancora avvolto nel fango all'obitorio del San Giovanni di Dio. L'episodio è stato ricordato anche in Palazzo Vecchio da una signora inglese che abitava su quella
strada".
Alluvioni in Toscana
Pagina 198
wwwAanazione.it/fi renze
Firenze Marathon
Festa per diecimila
Lo speciale in ricordo
dell'alluvione del '66
Sul palco per 50 anni
Festa per Forconi
1 ES a di —a'. IFaIacii mari
Alluvioni in Toscana
Pagina 199
geio
zi
fa o'
:g
A lui e alla moglie sanzione da 110 euro: che amarezza
BIGLIETTO scaduto da pochi
minuti e il verificatore di Ataf Gestioni non perdona: sanzionati
con due multe da 55 euro due coniugi, 73 e 60 anni, arrivati a Firenze il 28 ottobre scorso per commemorare l'alluvione.
Fioravante Nannetti, multato insieme alla moglie sulla linea numero 7, direzione Fiesole, è un angelo del fango. Nel dicembre
1966, racconta in una lettera a La
Nazione, era a dare il proprio contributo per salvare dal fango i libri della biblioteca dell'Accademia dei Georgofili. Di Firenze ha
un commovente ricordo, è la città
dove ha frequentato il corso allievi ufficiali in Costa San Giorgio.
Ma Firenze, si sa, a volte non è riconoscente. Saliti sull'autobus
per posare i bagagli in albergo e
tornare poi nel pomeriggio a visitare la cappella Brancacci, la coppia, entrambi medici, si rende
conto di avere ancora 30 minuti
di tempo prima che scada il loro
biglietto già obliterato. Così lo
obliterano una seconda volta,
Alluvioni in Toscana
«per certificare la validità» del titolo di viaggio, senza sapere che il
biglietto scade appunto dopo 90
minuti, non a fine corsa. Sale a
bordo un verificatore e non fa
sconti, elevando due multe, una
al dottor Nannetti e una alla moglie, per un totale di 110 euro.
«Abbiamo tentato di spiegare al
Il biglietto da 90minuti
non pi valido: «Pensavamo
scadesse a fine corsa»
controllore - scrive nella lettera la nostra buona fede, la nostra
non conoscenza di un diverso regolamento e di rilevare che il biglietto era scaduto da pochi minuti. La risposta è stata: tutti quelli
che non pagano il biglietto sono
in buona fede, fuori i documenti». «Abbiamo cercato di ragionare, abbiamo esibito il blocchetto
di biglietti appena acquistati - si
legge ancora nella lettera - e abbia-
mo chiesto di poterne convalidare altri due. Risposta: `fuori i documenti' e la minaccia era di chiamare i carabinieri se non avessimo consentito di stilare correttamente il verbale». Tanta amarezza per la coppia, non tanto per la
multa da pagare, cosa che hanno
fatto subito, al primo ufficio postale, ma per il modo in cui sono stati trattati. «Francamente - scrive
infatti il dottor Nannetti - non abbiamo molto gradito sentirci apostrofare come comuni delinquenti. Abbiamo preteso che venisse
scritto nel verbale che non eravamo d'accordo con quanto rilevato, sia nel merito che nella sostanza». «Siamo perfettamente consci
- conclude - che sia stato applicato il regolamento ed altrettanto
siamo convinti che non sempre
ciò che sembra lecito sia giusto,
per cui usciamo da questa esperienza con il sentimento di aver
subito una profonda ingiustizia».
E c'è da scommettere che l'angelo
del fango non tornerà più a Firenze o, se lo farà, non userà più l'autobus.
Monica Pieraccini
Pagina 200
PRESENTATO IL LIBRO DI LUCA GI NNELLI
Rotary
'
servizio del
't ' o. Evento per l'alluvione
ANCHE il Rotary Chianti ha voluto ricordare l'Alluvio- -•
ne del 1966 a Firenze con una serata ricca di ricordi storici e di sensibilizzazione sull'attuale situazione del fiume. Il 500 anniversario dell'Alluvione è stato inoltre l'occasione per la presentazione del libro `L'Arno dà di fori,
la storia continua' dello scrittore Luca Giannelli. Alla
serata è intervenuto l'architetto Massimo Ruffilli, presidente dell'Aci, che ha raccontato curiosi aneddoti sui fatti accaduti in quel periodo e contraddistinto dagli 'Angeli del fango'. La serata si è svolta alla Trattoria del Pesce
al Bargino. Si conferma così lo stretto rapporto fra il Rotary Chianti, presieduto da Giampaolo Pacini e il territorio con numerosi service portati avanti con successo.
Alluvioni in Toscana
Pagina 201
f Gi,
/
Güiiiiij
%/
.
._
,,
r % /,%„%,1
0, , , 9,0
%% 1
,
aG i. wJ1
^
i
% %. / ../ G
l . ff
Presenze boom: o ` or rio continuato dalle ,
.. %dJ
a e 18
■ A pagina 3
Alluvioni in Toscana
Pagina 202
«FIRENZE. RICORDO L'ALLUVIONE» È IL LIBRO DELLO
STORICO DELL'ARTE BRUNO SANTI, EDITO DA MANDRAGORA, CON FOTO DI MARCO MORI, CHE E QUASI IL DIARIO
INTIMO DI UN GIOVANE STUDENTE
¡
I,
4pp
.b .ti
7MA
Sï vola a quota quïndïc
OGGI è l'ultimo giorno per visitare la mostra sull'alluvione allestita nel nostro auditorium. Visto il
successo di visitatori, fiorentini e
non, tra cui moltissimi vip, l'esposizione è stata prorogata di una
settimana, e per gli ultimi due
giorni d'apertura, ieri e oggi, è stata confermata l'apertura con orario continuato dalle 9,30 alle 18.
Sono queste dunque le ultime ore
per rileggere la cronaca di quei
giorni dai documenti originali
dell'epoca, riviverla dai docufilm
originali, dalle fotografie inedite
e ovviamente dalle prime pagine
de La Nazione, che raccontò quei
tragici momenti alla città e al
mondo. Ieri, fra gli ospiti illustri
in visita, l'assessore regionale alla
sanità, Stefania Saccardi, la vicesindaca Cristina Giachi, la famiglia Antinori e gli anziani ospiti
di Montedomini: Celestina Brogioni, Vincenzo Fortini, Attilio
Naviganti, Alberto Pintopavo, Iolanda Vestri e Galileo Fantechi,
accompagnati dalla responsabile
della Rsa San Silvestro, Martina
Basetti e dalle educatrici Carlotta
Malvolti e Antonietta Casamassima. «Anche la nostra struttura è
stata alluvionata - ha detto il direttore di Montedomini, Emanuele Pellicanò -. Alcuni dei nostri residenti hanno vissuto in diretta
questa stagione. In occasione del
Alluvioni in Toscana
cinquantenario, il mese scorso abbiamo organizzato due incontri
con gli studenti della Pestalozzi,
per spingerli a raccontare ai bambini delle elementari cos'è stata
l'alluvione, e il 5 dicembre inaugureremo una mostra coi disegni
che i ragazzi hanno elaborato da
quest'esperienza. Per loro, visitare questa mostra alla Nazione, è
stato come rivivere determinate
emozioni, così come raccontare
dell'alluvione ai bambini, mi è
sembrato abbia esorcizzato la paura provata all'epoca». «Io quel
giorno andai in fabbrica in bicicletta - ricorda la signora Celestina - perché il giorno dopo era festa e il proprietario ci aveva detto
di fare tre ore ciascuna. Una volta
arrivata lì sentii gridare: `Tornate
indietro che sta venendo fuori
l'Arno!'. Feci appena in tempo a
rincasare, in via Palazzo dei Diavoli, prima che l'acqua nelle strade arrivasse a quattro metri d'altezza e invadesse casa. Mio fratello piccolo si salvò, con altre tre
persone, salendo sul tetto della
fabbrica, dove però ci rimase per
tre giorni, perchè non li avevano
visti». «Io gestivo un albergo in
via Calzaiuoli - ricorda il signor
Vincenzo -ma ero all'albergo sul
lungarno. Ricordo che l'acqua era
così alta che misi delle tavole fra
le camere del primo piano per far
passare la gente».
Maurizio Costanzo
o
a
a
r s nze
p
e
e
Anche la vicesindaca Cristina
Giachi ieri ha visitato la mostra
«L'Arno straripa a Firenze»
allestita nel nostro auditorium
Pagina 203
uarit'anni calla gran alluvione
Ecce il libro storico di 13e
0
Dopo il ticordo di que i giorn i, il volu
-VENTURINATERME -
A 50 ANNI dall'alluvione: la memoria storica della Val di Cornia
con due eventi organizzati dal Comune di Campiglia e dal Consorzio di bonifica. Come abbiamo
già pubblicato con un resoconto
dettagliato, era il 4 novembre di
50 anni fa quando tutta la regione
Toscana, e con essa anche la Val
di Cornia, veniva sommersa da
una straordinaria ondata di pioggia e maltempo. L'alluvione del
1966 fu infatti un disastro ambientale importante che provocò
drammi individuali e collettivi e
che mise in ginocchio centinaia
di città e paesi.
MA FU anche un evento di fronte al quale tanti cittadini dettero
forza e significato al termine solidarietà, mostrando una eccezionale vicinanza alle popolazioni colpite, contribuendo a tutelare e ripristinare non soltanto i paesi ma anche i loro beni. Nel nostro territorio il fiume Cornia ruppe gli argini e il fiume di acqua si scagliò violentemente su abitazioni e appezzamenti di terra, distruggendo
tutto ciò che incontrava, ma niente se paragonato a quanto accadde
nelle città più grandi come Firenze. In questo triste anniversario il
Comune di Campiglia e il Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa
hanno voluto organizzare due
eventi per mantenere intatta la
memoria storica di quanto accaduto.
tale. Il libro sarà presentato e raccontato ai ragazzi delle scuole medie del Comune di Campiglia nella mattina di mercoledì 30 novembre nella sala Congressi S.E.Fi. a
Venturina Terme, in occasione
della Festa della Toscana che quest'anno si andrà ad occupare della
modernizzazione e delle riforme
di Pietro Leopoldo quali elementi antesignani di una Toscana laboratorio di progresso e civiltà.
Nello stesso giorno ma alle 21
sempre alla sala Congressi
S.E.Fi., ci sarà un secondo mo-
Alluvioni in Toscana
che documenta la vicenda
mento di condivisione e racconto
questa volta rivolto alle istituzioni del territorio, ai professionisti
del settore e agli addetti ai lavori.
Saranno presenti all'incontro il
sindaco del Comune di Campiglia Rossana Soffritti, l'assessore
alla cultura Jacopo Bertocchi, il
presidente del Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa Giancarlo
Vallesi, il presidente della Commissione cultura del Consiglio
della Regione Toscana Gianni
Anselmi e l'autore del libro «L'alluvione del `66 e le altre del 1900»
Gianfranco Benedettini.
Lapubblicazione
con iL contri b uto
d i «Toscana Costa»
ALLAGATA Il centro dl Venturina colpito dall'alluvione del 4 novembre 1966.1130 la presentazione del libro
I AL
Cil Ì' Iffiro 901ib ai Bk1nSI20
Pagina 204
r-1 I
`«
e'
del fango>>
nel fibro
1 Balda ss
- PIOMBINO«SULLE ALI degli Angeli
del fango e undici racconti di
viaggio». E il titolo
dell'ultimo libro di Fabio
Baldassarri - Robin Editore promosso dalla città di
Piombino in occasione del
50° anniversario
dell'alluvione di Firenze e
che sarà presentato domani
alle 17 alla libreria Coop.
Interverranno, oltre
all'autore, il sindaco
Massimo Giuliani e il critico
letterario Davide Puccini. Il
romanzo breve (scritto in
terza persona) e i racconti di
viaggio (scritti in prima
persona) sono parti di un
unico percorso. Baldassarri
non separa mai le esperienze
personali da quelle che
furono proprie di coloro che
vissero vicende analoghe.
Aggiunge, semmai, il colore e
l'inventiva utili a un'opera
che si colloca,
intenzionalmente, tra il
versante della memorialistica
e quello della narrativa. Ciò
che più caratterizza il libro,
tuttavia, è come l'autore
guarda alle vicende vissute
per motivi personali a volte,
per dovere istituzionale altre,
ma anche per particolari
ragioni politiche. Si può
immaginare, allora, cosa
significhi partecipare a
vicende connesse
all'alluvione di Firenze dopo
un po' di tempo, oppure
ritrovarsi a Berlino nel 1989
mentre sta per cadere il
muro.
Alluvioni in Toscana
Pagina 205
NUOVA EDIZIONE PER IL LIBRO DI GIUSEPPE MEUCCI
Quando l'Arno uscì dagli argini
Le foto e il dramma dell'alluvione
MOLTE sono state le iniziative in programma in questi giorni sia a Pisa che a
Pontedera, anch'essa duramente colpita,
per ricordare l'alluvione del 4 novembre
1966 che privò i Lungarni del suo ponte
più bello e in provincia provocò danni per
miliardi di lire. A tali iniziative, fra le quali
la bella mostra fotografica aperta gratuitamente fino a gennaio a Palazzo Blu con la
eccezionale documentazione realizzata da
Luciano Frassi, storico fotografo de «La
Nazione» e le immagini che regaliamo in
abbinamento con il nostro giornale, si aggiunge un bel libro scritto da Giuseppe
Meucci, che ricostruisce quei giorni drammatici (Il giorno del diluvio - L'alluvione
a Pisa e Provincia, Ets, 16 curo). Il volume, uscito per la prima volta dieci anni fa e
oggi giunto alla sua tema edizione, è arricchito di interventi e immagini anche inedite
e si propone non soltanto di raccontare la
grande alluvione del `66 ma vuole anche
suggerire una utile riflessione.
ni - aggiunge - ha un duplice intento. Da
una parte ricordare a chi c 'era l'evento più
drammatico subito dalla provincia di Pisa
dopo la fine della guerra. Dall'altra far sapere ai più giovani che cosa è veramente
successo. Ad esempio quali sono state le ferite di Pisa. Penso al Lungarno Pacinotti
ricostruito com'era dopo che sprofondò in
una voragine e al bel ponte Solferino, che
invece non è più quello che abbiamo conosciuto e amato». Il libro è arricchito da due
interventi.: quello dell'architetto Isabella
Bonamini, dell'Autorità di Bacino dell'Arno che spiega gli interventi fatti e quelli da
fare per rendere sicuro il f lume e quello del
vicesindaco Paolo Ghezzi, titolare della
delega alla Protezione Civile che illustra i
piani predisposti per la città. Completa il
volume un capitolo sulle alluvioni del passato, con rare immagini d'epoca.
«SPERO - scrive Meucci - che il racconto dell'incalzare degli eventi, dell'apparente ineluttabilità del disastro e delle sue conseguenze, serva a richiamare l'attenzione sui
problemi ancora aperti. Un libro, a volte,
può essere un utile promemoria». Ma al di
là di questo intento, quanto mai opportuno
visto che in oltre cinquant'anni le cose fatte
per mettere in sicurezza l'Armo sono benpoche e ancora si attende il completamento dello Scolmatore, il libro offre una ricostruzione di prima mano di quei giorni terribili:
«Giovane cronista de "La Nazione"- scrive Meucci - ero in Ponte di 1 I ezzo quando
l'Arno la sera del 4 novembre invase Pisa e
il giorno dopo arrivai fortunosamente a
Pontedera con un camion americano partito da Camp Darby. Poi vidi Santa Croce,
Castelfranco e l'argine fatto saltare a Ponticelli che in buona parte salisi Pisa da peggiori conseguenze. Dopo mezzo secolo riproporre le immagini e la cronaca di quei gior-
Alluvioni in Toscana
Pagina 206
L r LEM
(w
NELLE PRIME PAGINE UN O MAGGIO ALL'OPERA
SCRITTA NEI M ESI SUCCESSIVI ALL'EVENTO
DAL GEOLOGO PONTEDERESE LUIGI (GINO) BRUNI
Presentato il m
SULL'ALLUVIONE del'66 sono usciti già tanti libri e ancor più
saggi e articoli di giornale, ma
con 415 pagine e ancor più immagini il libro presentato ieri batte
tutti. E non soltanto come cifre
perché in "Era, il 4 Novembre a
cinquant'anni dal'alluvione di
Pontedera" ci sono anche notizie,
approfondimenti e immagini finora inedite, a cominciare da alcune
trovate nell'archivio della Piaggio
dal quale non erano mai uscite fino a ora.
NEL VOLUME si parla anche
dell'allarme peste che dopo uno
scoop del Resto del Carlino - gemello bolognese de La Nazione
che in quei giorni veniva stampata proprio a Bologna essendo Firenze sott'acqua come Pontede-
Alluvioni in Toscana
0
m
m
volume Ncnaoa, piu m
ra- si diffuse nell'ospedale Lotti.
A causa, si disse, di provette contenenti i bacilli della peste. Si procedette perciò a una vaccinazione,
se non proprio di massa quantomeno estesa a tutti i frequentatori
dell'ospedale, compreso l'allora
sindaco Giacomo Maccheroni
che ieri alla presentazione del libro ha confermato che fu vaccinato anche lui.
E domani saranno filmate
le testimonianze i chiunque
vo ha raccontare quei giorni
IL LIBRO di Tagete si rifà al primo, quello di Luigi Bruni edito
nei mesi dopo l'evento, e ha come
autori Michele Quirici e Valentina Filidei, ma con interventi attuali o ripresi di Giacomo Maccheroni, Francesca Franchi, monsignor Vasco Bertelli, Eugenio
Leone, Silvio Ficini, Attilio Dal
Canto, Alfonsina Bardacchini e
Signorini di Ecofor, sponsor del
libro, la geologa Franchi che ha illustrato la situazione passata e
quella attuale in tema di difesa
dei rischi alluvionali, Mario Mannucci sia come giornalista e storco sia come guida del battello fluviale.
Si è infatti parlato anche anche
del nuovo rapporto instaurato
0
Mario Mannucci. E ieri alla presentazione, coordinata dall'assessora Liviana Canovai, hanno parlato il sindaco Millozzi, Maccheroni, il presidente Minisci e l'ad
Pagina 207
con i fiumi pontederesi nove anni
fa col battello Andrea da Pontedera, ora alle soglie dei 35 mila gitanti, del "giallo" a proposito degli argini nella zona di Ponticelli che
franarono "forse" abbattuti volontariamente dal genio civile, e di altro ancora. Ma le iniziative per i
cinqut'anni dell'alluvione non sono finite con questo libro. Domani per tutto il giorno è infatti atte-
Alluvioni in Toscana
so negli uffici a piano terra laterali di palazzo Stefanelli (ex sede
dei vigili) chiunque voglia rilasciare un ricordo della `sua alluvione'. Chi si presenterà sarà intervistato e filmato per realizzare
un documentario. Ma presto inizieranno anche gli incontri nelle
scuole di ogni ordine e grado per
raccontare anche alle nuove generazioni quel tragico evento.
Pagina 208
BUONA DOMEN ICA
di NICO LA PASQUINUCCI
CON L'ACQUA
ALLA
DELL'ALLUVION E dopo 60 anni
restano tanti bei volumi con
suggestive, foto (vedere qui a
fianco), un paio di tacche in città
che segnarono il livello
dell'acqua e tanti studi. Pochi,
ancora, gli interventi. Perché
non siamo ancora al riparo da
possibili bis come, o peggio, del
'66. Soprattutto da quando.,
negli ultimi 10 anni qui diluvia
come nelle foreste tropicali. La
situazione l'ha illustrata bene la
geologa pontederese Francesca
Franchi: negli anni 60 eravamo
ignari e impreparati a un evento
simile, poi negli anni 90 si iniziò
a studiare sul serio cosa fare
per mettersi al riparo. Infine i
primi veri interventi. Ma la lista
del cosa fare non è stata seguita
fino al termine. Mancano
ancora lavori importanti per
scongiurare catastrofi.
Negli ultimi anni Pontedera,
oltre all'incubo di ritrovarsi con
l'acqua alla gola, ha imparato a
convivere e riscoprire i suoi
fiumi, per primo l'Arno. Dal
battello al locale sulla riva sono
il culmine di tante iniziative
messe in piedi. Resta nel
cassetto anche la pista ciclabile
che da Pontedera porta a
Calcinaia "via argine ". Ma
prima è meglio dare priorità
alla sicurezza per non ritrovarsi
due metri sott'acqua.
Alluvioni in Toscana
Pagina 209
al Direttore
Le lettere rigorosamente firmate (max 15 righe)
vanno indirizzate a La Nazione
viale Giovine Italia 17, 50122 Firenze - fax 055 2343646
o all'indirizzo mail• segreteria. redazione.firenzeldmonrif.net
Risponde PIER FRANCESCO DE ROBERTIS
Direttore de La Nazione
Rischio aüuvioni
Si può fare di più
Caro Direttore,
dopo aver visto in tv te
immagini dei fiumi usciti
dagli argini in Piemonte,
ho riflettuto su quanta
apprensione
abbiamo
vissuto anche noi toscani - che abitiamo lungo
t'Arno - quatche giorno
fa quando sembrava che
non smettesse più di piovere. Secondo lei, siamo
ancora a rischio come 50
anni fa?
Marco Arienti, Empoli
Alluvioni in Toscana
direttorefdlanazione. net
Caro signorArienti,
le rispondo con un'altra domanda : chi può dirlo? Chi è
in grado oggi di rassicurare i toscani che vivono a ridosso dei corsi d acqua più o meno grandi? Nessuno. Nonostante qualcosa si stia facendo, il gap da recuperare
rispetto alle carenze degli ultimi 5-6 lustri è ancora
ben lungi dall 'essere colmato. La strada sarebbe segnata, ma la realtà è ancora intrisa di burocrazia e cavilli
che rallentano ogni tipo di investimento perla sicurezza. E poi resta un tessuto urbanistico con punti di criticità, frutto di scelte sbaggliate. E ancora: 'quasi tutti si
soffermano sulla pericolosità di Arno, Ombrane e Sec
chio e non considerano i rischi che possono arrivare
dai reticoli minori. Anche qui è fondamentale il presidio continuato. Un aspetto invece sta migliorando: la
presa di coscienza dell'opinione pubblica . La soluzione
al problema ? Tutt 'altro. Ma solo con questo approccio,
si può realmente pensare a un domani più sicuro.
pagina facebook: pierfraneesco de robertis
Cpierderobertis
Pagina 210
Alluvione, vento di mare
sui mattoni rossi
L editrice Tea sta rieditando i libri di
Leonardo Cori sull'agente dei servizi
segreti Bruno Arcieri. In questa opera di
riediting, accompagnata da un lavoro di
riscrittura di alcune parti dei romanzi da
parte dell'autore, è stato compreso
'L'angelo del fango' (prima edizione
2005, la nuova nel 2015), avvincente nel
collocare il tentativo di un attentato nei
giorni di Firenze alluvionata. Ma ci
soffermiamo questa volta sulla scelta
operata da Cori di aprire il suo romanzo
con una poesia di Franco Tosi, «Il vento
della sera», forse scelta in riferimento
all'età di Arcieri pensionando; forse, con
più certezza, per collegarla all'immagine
dell'alluvione, ripensata in un giorno di
arsura: «Brume di caldo/ sui mattoni
rossi/ della cupola al centro/ della valle./
Vento di mare / al volgere della sera./ La
mia eterna città, dura e struggente./
Tutta una vita/ tra i suoi colli:/ ed, oggi,/
il domani è già stato». C'è tutta la
suggestione di un filone che è stato
cantato a suo tempo da Tenco in 'Un
giorno dopo l'altro', ma anche la vita
della città, il suo essere percorsa da
ombre nonostante la si senta eterna. Di
Franco Tosi (nato nel 1925) sono
rintracciabili i libri 'La serpe drogata'
(Luigi Scialpi Editore, 1978), 'Senza un
grido' (Scialpi, 1980); 'Le pietre
magiche' (Scialpi, 1982); 'I ricordi degli
altri' (L'autore libri Firenze, 1994); 'Il
tempo e le parole' (L'autore libri Firenze,
2007). Difficile trovare notizie su di lui.
Qualche difficoltà deve averla trovata
anche Cori, che chiude la nota
dell'autore de'L angelo del fango così:
«Infine, un saluto affettuoso al poeta
Franco Tosi, ovunque lui sia».
Alluvioni in Toscana
Pagina 211
GRAZIE
ATUTTI
na sola parola racchiude
tutte quelle possibili: grazie.
Quindicimila visitatori in tre
settimane sono numeri da museo,
sono numeri veri, che testimoniano
non solo l 'affetto e la riconoscenza
dei fiorentini e dei toscani per La
Nazione, ma anche la sensibilità di
tutti sul tema dell'alluvione. Un
argomento che tocca la carne viva
di molti, che sollecita ricordi,
emozioni, lacrime. La maggior parte
di coloro che sono venuti a trovarci
ci hanno lasciato la loro
testimonianza, e il loro diario - nero
su bianco - è la cosa più bella che ci
portiamo dentro una volta smontati
i pannelli delle prime pagine del
'66. Un pezzo di anima di Firenze.
VISTO il successo abbiamo
prorogato la mostra di una
settimana, alcuni ci hanno chiesto
di lasciarla permanente e li
ringraziamo, ma di più non era
possibile. Stiamo progettando di
riallestirla altrove, stiamo
preparando una memoria di questi
giorni. Soprattutto abbiamo
sfruttato la spinta dell'interesse sul
tema Arno per svolgere
un'inchiesta giornalistica
a profondita sulla sicurezza del
me, mostrando come molto poco
si e fatto e ottenendo dalle
istituzioni un impegno concreto per
un pronto intervento. In fondo ci
pare questa l'eredità più bella che
questo cinquantesimo dell'alluvione
poteva regalarci.
Pier Francesco De Robertis
Alluvioni in Toscana
Pagina 212
Firruir \iaraihuu. rhrn
Alluvioni in Toscana
,,lui Inuç nna monn d nuord
lu Gmilnai icc,aqo, einmi
Pagina 213
PANNELLI MULTIMEDIALI E VIDEO, MA ANCHE LE
VECCHIE COLLEZIONI DEL GIORNALE ALLUVIONATE,
PERCHE' LO STABILIMENTO DE LA NAZIONE, APPENA
INAUGURATO, FU TRA I PRIMI A FINIRE SOTT'ACQUA
Alli
'"n 1
0
successo
e, unamos a cia recar1
a nvivere quei gi
rassegna
UN GRANDE successo. La mostra l'«Arno straripa a Firenze» ha
conquistato il cuore dei fiorentini. In tre settimane sono stati
15mila i visitatori della mostra allestita nell'auditorium del nostro
giornale. Un record.
A tagliare il nastro inaugurale, il
4 novembre, nel cinquantesimo
anniversario dell'alluvione del
1966, è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Migliaia di visitatori: fra di loro
quelli che, nei drammatici giorni
del novembre 1966 c'erano e subirono la furia dell'Arno e chi, invece, nell'auditorium del nostro
giornale ha visto più da vicino le
Alluvioni in Toscana
Nazione. / st un nuovo allestiinento
immagini della città violentata
dall'acqua e dal fango (tante inviate proprio dai nostri lettori) e nelle pagine de La Nazione ha trovato la testimonianza dell'impegno
dell'allora direttore, Enrico Mattei, dei giornalisti e dei tipografi
che lavorarono per raccontare
giorno dopo giorno la grande fatica della città per risollevarsi, per
ripulire le strade, le case. Per salvare dalla terribile azione corrosiva della nafta, fuoriuscita dagli impianti di riscaldamento, le opere
d'arte. I libri. L'anima di una città che non si è mai piegata a
quell'ondata di distruzione e di
morte. Perchè furono 35 le perso-
ne che in quei giorni persero anche la vita.
MA L'IMPEGNO del giornale
non si è fermato al ricordo e alla
celebrazione di quei giorni. Cinquant'anni dopo La Nazione ha
raccontato tutto quello che ancora non è stato fatto per evitare che
un simile evento si ripeta e possa
ancora mettere in ginocchio, non
solo Firenze, ma - come allora gran parte della Toscana.
Abbiamo registrato e raccontato
l'impegno del governo e delle amministrazioni locali e, scadenza
dopo scadenza, continueremo a
controllare che le date siano rispettate.
Pagina 214
IAI:WO
lAN1
i
NI
r,,. - y ,
y: ,7 txI_
Al centro il direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis, alla
sua destra il ds viola Pantaleo Corvino . A destra il responsabile dello
sport Paolo Chirichigno e Paolo Bacciotti della Fondazione Bacciotti
La direttrice di Careggi, M onica
Calamai ; sotto l 'assessore di
Palazzo Vecchio Federico
Gianassi
Alluvioni in Toscana
Pagina 215
VERS ILI A 1
LI BRERIA
L'alluvione Firenze
e gli angeli del fango
1 cinquantesimo anniversario si è celebrato
giusto pochi giorni fa. Ma l'Alluvione di Firenze del 1966 resta uno degli avvenimenti
più drammatici della storia recente del nostro
paese. Una vicenda dalla quale sono scaturite
anche storie di solidarietà che hanno riguardato
tutta la Toscana, Versilia compresa. Ebbene, per
Giunti Editore è
da poco uscito
Angeli del Fango
- La "meglio gioventù" nella Firenze nell'alluvione a 50 anni
(di distanza, un libro curato da
Erasmo D'Angelis che a distanza di mezzo secolo ripercorre
grazie a testimonianze, foto e docurnenti una delle tragedie che
sconvolsero
il
nostro paese. Un
tributo a quelle
NARRATIVA
1) IL SIMPATIZZANTE
di VietThanh Nguye Neri Pozza
2) LA STRADA NEL BOSCO
di Colin Dexter Sellerio
3) UNA VITA COME TANTE
di A. Yanagihara Sellerio
4) LA PARANZA DEI BAMBINI
di R. Saviano Feltrinelli
5) I MEDICI-STORIADI UNAFAMIGLIA
di U. Dormi Odoyia
EDITORIA LOCALE
1) LA VERSI LIATRAANTIFASCISMO...
di Bertozzi- Pieri-Ventura Pezzini
2)LORENZOVIANISCRITTORE......
di M. Testi Pezzini
3) MEDIAVALLE E GARFAGNANA.....
di F. Becheili Pezzini
4) COMANDANTEANDREA
di F.Antonini Sea
5)VITTORIA/ANGELA/MARTA/.••.
di G. Del Monte Maison Nouvelle
Vague
Acura della libreria LaVela- Viareggio
persone che muMite di secchielli
e badili arrivareno a Firenze per
spalare fango e
mettere al riparo
un bene comune. A quei giovani
che
senza
stancarsi in silenzio raggiunsero
qcella Città isola
taemartoriata,a
quell'esercito di
volontari,
eroi
senza nome, oggi nonni e nonne
a cui il libro è dedicato. lin pre-
zioso
volume
che fa riflettere e
punta un riflettore sull'Italia che ci piace, un'Italia di cui andare
fieri, un'Italia di cui c'è sempre tanto bisogno e
che forse esiste ancora.
(a cura della libreria la vela)
Alluvioni in Toscana
Pagina 216
Protezìone
i
premo
sí ndaco
Domani la consegna dei
"Sant'Andrea d'oro 2016" al
sistema della Protezione civile in
occasione della festa dei santo
patrono, al cinema teatro La Perla,
in via dei Neri a Empoli a partire
dalle 16.30: è la 23a edizione della
onorificenza più importante della
città di Empoli, destinata a quei
cittadini che hanno dato il prezioso
contributo nel campo dellacultura,
delle arti, del lavoro, della politica,
dello sporte della solidarietà. II
sindaco, renda Barnini , conferisce
il riconoscimento a tutte le
componenti che costituiscono la
protezione civile. Invitati anche il
capo dei Dipartimento della
Protezione civile Fabrizio Curcio, il
vicesindaco dei Comune di Arquata
del Tronto Michele Franchi e il
sindaco di Talentino
Giuseppe Pezzanesï . Premiati:
carabinieri ; centrale oper. 118 asl;
Croce rossa Empoli; corpo forestale;
guardiadi finanza ; la Racchettadi
Montatone, Montelupo e
Montespertoli ; Misericordia
Empoli; commissariato Empoli;
polizia municipale dell ' unione
Empolese Valdelsa; procivArci
Certaldo; Pubbliche assistenze
Empoli; Rav (Radio associazione
valdelsa); Vab di Limite e di vinci;
vigili del fuoco . Nella motivazione si
legge: « per la capacità dimostrata
nel saper mobilitare e coordinare
ogni tipo di risorsa offrendo un
inesauribile supporto strumentale
e psicologico alle popolazioni nelle
situazioni di grave emergenza». La
concomitanza col 50° dell'alluvione
dell'Arno, menzione speciale a 5
"Angeli del fango" empolesi, allora
ventenni ad aiutare la popolazione
di Empoli e delle frazioni più
colpite: Guido Arpioni , Andrea
Mazzoni, Carlo Antonio Pianigiani,
Pier Giuseppe Porciatti, Fabio
Sesoldi.
Alluvioni in Toscana
Pagina 217
u
sti mon l
" s u W a Huyl one
del 1966
Giovedì 1° dicembre , alle 17, alla Biblioteca San Giorgio , di viaSandro
Pertini, a Pistoia, sarà presentato un numero speciale della rivista
"Testimonianze" dedicato al 50°Alluvione di Firenze e della Toscana. Il
titolo del numero è "La Grande Alluvione".
Sono previsti gli interventi di Elena Becheri (asssessore alla cultura del
Comune di Pistoia), Giorgio Federici (segretario Firenze 2016 e Toscana
2016 - Università di Firenze ), Federica Fratoni (assessore all'ambiente
della Regione), Luigi Bardelli (direttore di Tvl), Mauro Perini (presidente
della Water Right and Energy Foundation ), Severino Saccardi (direttore
di Testimonianze ), Filippo Vannoni (presidente di Publiacqua).Adua
Biagioli e Massimo Canneti offriranno ( Letture scelte di ricordi e
testimonianze . Saranno anche mostrati filmati sull'alluvione del 1966.
Alluvioni in Toscana
Pagina 218
FEZw 4
/,,,.
P ,.
r ,..
1,11
„,
"I "/"
°o
w
,
l
F// /, ,, ,I /
,✓////... .
1111.
„
a
%i
ir,
,
1
11 ,,,// -
/ '
%
f%..
..% %.
Domani in palazzo comunale verranno presentati
gli elaborati degli studenti di Tavola, Don Bosco e san Niccol 10
1 PRATO
Una Festa della Toscana dedicata al tema dell'acqua: come
risorsa ma anche come minaccia.
Nella sedicesima edizione
della manifestazione (iniziata
nel Duemila) voluta dalla Regione e declinata sui territori
con appuntamenti e manifestazioni, nata, in origine, per ricordare il regno illuminato del
Granduca Pietro Leopoldo
(1765 - 1790, poi imperatore
d'Austria) che nella riforma
della legislazione criminale Toscana abolì, per la prima volta,
la pena di morte, a tenere banco questa volta sarà il tratto di
stratega e innovatore dalla
grande progettualità del regnante.
Fu Pietro Leopoldo, infatti, a
bonificare le aree paludose
della Maremma e sempre lui a
ordinare il piano di regimazione delle acque toscane, realizzando, per esempio, il Fosso
Reale che è in funzione
tuttora.
«Un tema complesso - spiegano la presidente del Consiglio comunale Ilaria Santi e
l'assessore alla Scuola Mariagrazie Ciambellotti - che abbiamo cercato di attualizzare
coinvolgendo le scuole».
Tre istituti, tre temi diversi:
le elementari di Tavola si sono
occupate dell'acqua che distrugge e porta via, affrontando il tema dell'alluvione del
1966 che provocò danni soprattutto nell'area della frazione. Con incontri e indagini autonome (il progetto continuerà anche dopo la Festa della
Toscana), i ragazzi hanno approfondito il tema anche grazie a interviste ai nonni e agli
anziani del quartiere.
I ragazzi del San Niccolò
hanno affrontato il tenia dell'
alluvione da un altro punto di
vista, quello del recupero, della rinascita, con un lavoro su
Leonetto Tintori: «Un artista
completo e grande restauratore - ha spiegato Rita Iacopino,
ILARIA
SANTE
Abbiamo
cercato di attualizzare
un tema complesso
coinvolgendo
i ragazzi di medie
ed elementari
direttrice del museo di Palazzo
Pretorio - cui spettò ilo merito
di aver profuso un grande impegno nel recupero delle opere d'arte, soprattutto cicli di affreschi, danneggiati dall'acqua».
Il terzo impegnativo tema
che è stato affidato ai ragazzi
delle medie Don Bosco riguarda l'acqua che si trasforma nella via della salvezza o della
dannazione: «L'acqua intesa
come mare, il nostro mare spiegano Santi e Ciambellotti che, percorso da migranti in
cerca di un'altra vita, diviene
di volta in volta lo strumento
della rinascita o della morte».
Per svolgere questo particolare tema è stato coinvolto di Teatro Metropopolare, che lavora con i detenuti, la cui sede è
alla Dogana, alla cui direzione
artistica c'è Livia Gionfrida.
«Abbiamo fatto alcune perforniace nella scuola per affrontare e sviluppare il tema
coni ragazzi» dice.
Il migrante, lo scafista, i turisti delle coste siciliane che accolgono il maggior numero di
sbarchi, il medico che prende
in cura i profughi dopo la traversata in mare. Questi i personaggi della piece che "riletta"
dagli studenti si è trasformata
in un video i cui attori sono i
ragazzi e che sarà presentato,
a partire dalle 9,30, mercoledì
prossimo, in palazzo comunale, assieme a tutti gli altri elaborati fatti dalle classi in queste settimana. Presenti nel
giorno della Festa della Toscana dedicato al tema dell'acqua, oltre alla presidente del
Consiglio comunale e all'assessore alla scuola, anche l'assessore alla cultura S' one Mangani .
(c. o.)
d'ila l xana
dcd'ir,:taall'acyna
rl_al a c cnndnnn:i
ßa sinistra, acopino, 5arti, Ciam hellot4i n Gionfrida
Alluvioni in Toscana
Pagina 219
L'incognita del referend
Qui una e e p rovince in cui R e nzi risc hia . Le po s izioni
Alle pagine 2 e 3
Alluvioni in Toscana
Pagina 220
Pesano vittorie del centrodestra e caso Etruria
di SALVATORE
NINO
ERA LA CAPITALE del renzismo antemarcia, quello nel quale
la marea rottamatrice era arrivata
(parliamo del 2012 e del 2013, le
due primarie di SuperMatteo in
corsa per la guida del Pd) ai livelli
più alti d'Italia, quasi più dell'Arno in piena, visto che siamo al cinquantenario dell'alluvione. Ma
questo capoluogo e questa provincia sono ancora la terra dove il sì
suona? Gli osservatori della politica guardano con un pizzico di scetticismo e classificano Arezzo come una delle tre province toscana
I n questa provinci a Matteo
aveva raggiunto percentuaLi
bulgare a pri marie e Europee
Alluvioni in Toscana
in cui il toscanissimo, anzi valdarnesissimo, premier rischia maggiormente al referendum, insieme
a Livorno, l'ex roccaforte rossa
che si è consegnata ai 5 stelle, e a
Grosseto, altro territorio di centrodestra.
Eh sì, perchè a rimanere in termini di acqua che scorre, ne è passata
tanta sotto i ponti dalle primarie
del Renzi rampanti e dalle Europee in cui il neopresidente del consiglio fece il pieno qui persino più
che altrove, con cifre oltre il 50 per
cento. La prima crepa nel muro
(inattesa) è stata ovviamente la vittoria della coalizione civiva ma a
chiara connotazione di centrodestra del sindaco Alessandro Ghinelli alle comunali del giugno
2015. Lì sì che pochi avrebbero
scommesso sulla caduta dell'iperrenziano Matteo Bracciali, la quintessenza del verbo ex rottamatore.
UN REFOLO nel vento del renzismo di lotta e di governo che è poi
andato a spegnersi col turbine della tempesta perfetta su Banca Etruria, addebitata, a torto e a ragione,
al premier ragazzino e alla sua ancor più giovane vedetta aretina,
Maria Elena Boschi, scomoda fi-
glia del papà più famoso d'Italia,
già vicepresidente di Bpel. A seguire la seconda sberla al centrosinistra, quella che a giugno lo ha fatto
crollare negli storici feudi di Montevarchi, e Sansepolcro.
Ecco perchè persino nel Pd, in questa vigilia di referendum, nel pieno di una della campagne elettorali più violente degli ultimi anni,
l'atmosfera è sospesa: speranza nella rimonta dell'ultimo momento,
ma senza certezze. Non è un caso
che nessuno dei big del partito sia
venuto a esporsi in questa sorta di
tana dei leoni. Tantomeno Renzi,
che pure prima di diventare premier, era di casa, o la ministra Boschi, che si fa vedere solo nel buen
retiro familiare di Laterina. A dire
il vero, anche il centrodestra non
ha messo in mostra i grossi calibri,
fatta eccezione per Stefano Parisi
che poi ha dovuto incassare lo stop
di Berlusconi. Il grande nome lo
hanno speso solo i grillini, con
Alessandro Di Battista che domenica ha riempito San Francesco.
Pagina 221
NEL PD pesa pure (ma è difficile
valutare quanto) la dissidenza interna per il No, guidata dall'ex sindaco di Cortona Andrea Vignini.
Con lui l'ex vicesindaco di Fanfani, Stefano Gasperini, Luigi Polli,
l'ex segretario Ds Gilberto Dindalini, due ex sindaci valdarnesi come Ivano Ferri e Giorgio Valentini più pezzi sparsi del centrosinistra che c'è o che fu, da Piero Ducci, ex Italia dei Valori, all'ex presidente delle Acli, il bindiano Enrico Fiori. Col sì tutto il resto del
Pd, compresa gran parte della vecchia componente Bersani, ora
schierato per il No, da Andrea Modeo a Francesco Falsini. Basterà a
far rifiorire la pianta del renzismo
e della riforma costituzionale in
questa provincia? Oppure domenica vinceranno gli «altri», quelli
che anche qui Renzi vogliono
mandarlo a casa? Ormai il count
down è già partito, mancano appena cinque giorni.
Ogg i
a rr i va
ic
9
MATTEO Richetti sarà oggi
alla Casa delle Culture per
spezzare una lancia a favore
del si. Al suo fianco l'aretino
M arco Donati . Giovedì ospite
a M ontevarchi ci sarà Laura
Puppato
Lw® [wJ
«VOTIAMO SI' per
semplificare il Paese»:è
l'appello lanciato ieri da
Riccardo Nencini , segretario
nazionale del Psi, al del
convegno nella sede aretina.
Di Battista tuona
DI BATTISTA domenica
aveva tuonato da piazza San
Francesco il no dei « Cinque
Stelle» al referendum
costituzionale . Piazza
strapiena e attacco a Renzi.
IL SEGRETARIO regionale
del Pd Dario Parrini sarà
domani sera a Cortona: una
cena e insieme anche un
appuntamento politico per
ritornare allo sprint sulle
ragioni del si
IL
no ffl ,Parisi
STEFANO Parisi ,leader di
E' Andrea Vi nini che non
solo ha firm ato il
docum ento di coloro che
nel centrosinistra si
schierano per il N o ma sta
anche facendo attiva
cam pa g na elettorale
Alluvioni in Toscana
M ax indalini , seg retario
provinciale del Pd, è
ovviamente schierato
attiva mente per il si,
benchè non sia m ai stato
un renziano e anzi avesse
app ogg iato Bersani
«Energie per l'Italia» era
stato uno dei primi leader
del centrodestra a scendere
in campo ad Arezzo per
motivare il suo no
Pagina 222
i
conosciniento in occasione
IERI era pioggia, fango e disperazione. Oggi, un riconoscimento speciale. Usando una Fiat 500, 50 anni fa
Guido Arpioni, Andrea Mazzoni,
Carlo Antonio Pianigiani, Pier Giuseppe Porciatti e Fabio Sesoldi si diressero verso Marcignana, portarono il pane al sacerdote affinché lo distribuisse alle famiglie bisognose.
Poi, armati di scope e vanghe ripulirono non solo la chiesa della frazione,ma abitazioni e altri luoghi. Ai 5
angeli del fango, tutti empolesi e allora neppure ventenni, impegnati
ad aiutare la città a risollevarsi
dall'alluvione, andrà un premio speciale nell'ambito del Sant'Andrea
d'Oro 2016. C'è grande attesa per la
cerimonia di consegna, in programma domani in occasione della festa
del Santo Patrono, al Cinema Teatro `La Perla', in via dei Neri. A partire dalle 16.30, si svolgerà la 23a
consegna della onorificenza più importante della città di Empoli, destinata a quei cittadini che hanno dato
il loro prezioso contributo nel campo della cultura, delle arti, del lavoro, della politica, dello sport e della
solidarietà. Il sindaco Brenda Barnini quest'anno premierà tutte le componenti che costituiscono la Protezione Civile, un insieme di attività
messe in campo per tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal
Alluvioni in Toscana
,,
•
Andrea
pericolo di danni che derivano dalle calamità. Sono stati invitati per
l'occasione anche il capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio, il vicesindaco del Comune di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) Michele Franchi e il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi (Macerata). La platea del cinema si annuncia gremita, con la presenza di decine di agenti delle forze
dell'ordine e di tantissimi volontari.
Saranno premiate tutte le realtà associative che fanno parte del coordinamento di Protezione Civile
dell'Unione dell'Empolese Valdelsa, «per la capacità sempre dimostrata nel saper mobilitare e coordinare
ogni tipo di risorsa - ha affermato il
sindaco empolese - offrendo un inesauribile supporto sia strumentale
che psicologico alle popolazioni nelle situazioni di grave emergenza».
Ylenia Cecchetti
Pagina 223
ACCADEMIA
DELLE ARTI
E DEL DISEGNO
Fino al 28 dicembre
LA SALA delle esposizioni
in Via Ricasoli 68 prende in
esame l'inedito rapporto tra
alluvione del 4 novembre
1966 e la produzione
artistica, prendendo le mosse
proprio dall'Accademia delle
Arti del Disegno, l'istituto
che dal 1563 riunisce a
Firenze i più famosi pittori,
scultori e architetti.
Orsanmichele 4 ospita una
selezione di venti opere, tra
sculture e disegni, che
dialogano attraverso un
inconsueto gioco di
metamorfosi a cui l'artista dà
forma realizzando un bizzarro
circo di mostri del nostro
tempo.
Alluvioni in Toscana
Pagina 224
0m1-7t ne, convegno al Poto un1vers ita-1,_
Grosseto
« RAPPORTO uomo-ambiente nel territorio
grossetano: elementi di riflessione». E' questo
il tema del convegno in programma oggi alle 10
al Polo universitario in occasione del 50°
anniversario dell'alluvione. Interventi di
Michele De Silva (Università di Firenze), Andrea
Patacchini e Giovanna Pizziolo (Università di
Siena), Alfonso De Pietro (Istituto Leopoldo II°)
e Luigi Mansi (Fondazione Berliri Zoppi).
Alluvioni in Toscana
Pagina 225
DOMANI ALLE 8.30 NELLA SALA CONSILIARE
gesta della scana
La città ricorda
40
anche 1 alluvione
LA FESTA della Toscana arriva in
Consiglio comunale, con premi per i
ragazzi delle scuole e riconoscimenti ai vigli urbani impegnati nell'alluvione del `66. Il Comune di Grosseto celebra la Festa della Toscana rendendo omaggio alle sue eccellenze.
A fare da palcoscenico alle celebrazioni sarà la sala consiliare in piazza
Duomo, nell'ambito del Consiglio
comunale convocato per domani alle 8.30. La prima parte della seduta
sarà dedicata alla premiazione delle
scolaresche che hanno partecipato
al concorso promosso dal Comune e
alla consegna delle civiche benemerenze al Corpo della Polizia munici-
Consegna di riconoscimenti
a disegni e aforismi
Onorificenza alla
Municipale
pale, ai vigili urbani in servizio durante l'alluvione del `66 e alla memoria del buttero Santi Quadalti. «Abbiamo voluto legare la Festa della Toscana alla memoria della drammatica esondazione del fiume Ombrane
che 50 anni fa mise in ginocchio la
città e la campagna grossetana - spiega il presidente del Consiglio comunale - e ci sembrava doveroso unire
questi due momenti in una semplice ma significativa cerimonia nella
sala che rappresenta tutti i cittadini,
per un ringraziamento a chi mise a
repentaglio la vita per adempiere al
proprio dovere e con un invito alle
nuove generazioni a tenere a mente
ciò che Grosseto ha vissuto e ciò che
è riuscita a fare per risollevarsi, con
caparbietà e coraggio, da tanta devastazione». «La Festa della Toscana ci
Alluvioni in Toscana
offre l'occasione per valorizzare dal
nostro passato lo spirito e i valori
che hanno contribuito alla crescita e
al benessere del territorio - dice il
sindaco Antonfrancesco Vivarelli
Colonna - e il 50° dell'alluvione è
una data da ricordare a futura memoria». Il concorso, rivolto agli alunni
delle scuole elementari e ai ragazzi
delle medie, consisteva nell'elaborare un disegno per i più piccoli e un
aforisma per i più grandi sul tema
della Festa della Toscana e dell'alluvione del '66. A vincere il premio
(un buono di 800 euro alla classe)
per il migliore disegno è stato il lavoro eseguito dalle classi V A e V B di
via Rovetta dell'Istituto comprensivo Grosseto 5. La scuola sarà premiata con una coppa. Una menzione speciale è andata al disegno realizzato
dai ragazzi Dario, Matilde, Alessandro, Matteo ed Elisa M. della V A
della scuola elementarre di via Mascagni. Il premio, sempre di 800 euro, per il miglior aforisma è stato assegnato alla III C della scuola media
Alighieri dell'Istituto comprensivo
Grosseto 4 e una coppa andrà alla
scuola, mentre l'aforisma a cui è andata una menzione speciale è stato
quello elaborato dalla III D della
media Vico.
Pagina 226
L'UE STAN ZIA I 17M1
Vïncïola ok al
- cantîere a fme
,
CANTIERE in allestimento a fine anno
per un intervento che ormai i cittadini
aspettavano dal 2014, da quando cioè l'area
fu
colpita
dall'alluvione.
Arrivano
dell'Unione europea le risorse per la sistemazione del torrente Vinciola, a San Martino in Freddana, 117mila euro. A realizzare
l'opera sarà il Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord. Ieri il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi e il sindaco di Pescaglia
Andrea Bonfanti, hanno effettuato un sopralluogo sulla zona. «Si tratta - ha sottoli-
EU O. LAVORI A CU RA DEL CONSORZIO D i BONIFICA
•
neato Ridolfi - di risorse aggiuntive, rispetto a quelle già investite dal Consorzio grazie al proprio contributo di bonifica, destinate alla realizzazione proprio di opere dalle caratteristiche straordinarie e strutturali. Lo stanziamento è onnicomprensivo e
non sono previsti cofinanziamenti. I nostri
uomini e mezzi interverranno nella zona a
nord dell'abitato di San Martino in Freddana, dove realizzeremo una serie di opere di
ingegneria idraulica, al fine di ripristinare
una situazione di sicurezza. In programma, tra l'altro, c'è il taglio selettivo delle
0
piante instabili, il posizionamento di tre
tratti di protezione spondale e la riprofilatura delle sponde». «Un altro importante
intervento nel piano di ripristino del territorio - ha aggiunto Bonfanti -. Quest'opera è frutto di una preziosa sinergia che si è
venuta a creare tra gli enti e che ha visto la
nostra amministrazione in prima linea. Ci
sono ancora alcune opere da compiere ma
quello che finora è stato fatto dimostra la
serietà del nostro lavoro. Ringrazio il Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord e il suo
presidenti Ismaele Ridolfi».
SUL POSTO II sopralluogo del sindaco
Bonfanti e dei presidente dei Consorzio Ridolfi
Alluvioni in Toscana
Pagina 227
L'alluvione
del '66 a firenze
e il ruolo
di Ragghianti
IL NUOVO programma di
attività della Fondazione Centro
studi sull'arte «Licia e Carlo
Ludovico Ragghianti» si apre oggi
alle 16.45 nella sede del complesso
San Micheletto con il seminario
di studi «Abbiamo bisogno di
tutti - Carlo Ludovico Ragghianti
e l'alluvione del 1966». Nel
cinquantesimo anniversario
dell'esondazione dell'Arno, la
Fondazione presenta un incontro,
aperto a tutti, che vuole
ripercorrere l'importante ruolo
che Ragghianti svolse nella tragica
occasione, profondendo la propria
opera per la «resurrezione di
Firenze», quando con il suo
celebre appello esortò il mondo
culturale e artistico a soccorrere la
città per il recupero del
patrimonio artistico e librario.
Moderata da Emanuele Pellegrini
(professore di storia dell'arte a
Imt) e introdotta da Annamaria
Giusti ( del Comitato scientifico
della Fondazione e già direttrice
dell'Opificio delle pietre dure di
Firenze), prevede gli interventi di
autorevoli studiosi. Dopo i saluti
del presidente e del direttore della
Fondazione Giorgio Tori e Paolo
Bolpagni, Francesco Gurrieri
(architetto e urbanista, interverrà
sul ruolo di Ragghianti nel
richiamare l'attenzione sul
disastro del 1966. E Cecilia
Frosinini interverrà sul tema del
restauro a Firenze prima e dopo
l'alluvione. Previste testimonianze
di Antonino Caleca, Gigetta Dalli
Regoli, Maria Teresa Leoni
Zanobini e Ranieri Varese, allievi
di Carlo Ludovico Ragghianti e
diretti testimoni del suo operato
nei primissimi giorni che
seguirono l'alluvione.
Alluvioni in Toscana
Pagina 228
e la mode ità
del Granduca
L'ACQUA come risorsa e speranza ma anche come minaccia. E'
questo il tema scelto dalla Regione per celebrare la Festa della Toscana, istituita nel 2000 per ricordare l'abolizione della pena capitale da parte del Granduca Pietro
Leopoldo. Un argomento che
l'amministrazione comunale ha
deciso di sviluppare insieme ai
giovani studenti di tre scuole elementari e medie del territorio,
promuovendo una serie di attività all'interno degli istituti, una
Ap puntamento istituito
per ricordare l'abolizione
della pena di morte
mostra a Palazzo Pretorio ed un
evento conclusivo che si terrà domani, mercoledì 30 novembre, a
partire dalle 9.30 in palazzo comunale. Tre le scuole coinvolte nel
progetto «Le grandi opere del
Granduca Pietro Leopoldo. L'acqua: minaccia o risorsa?»: Don
Bosco, San Niccolò e Salvo D'Acquisto. «La Regione ci ha chiesto
di rendere moderno quello che il
Granduca ha fatto nel `700, abbiamo così pensato a un percorso di
riflessione insieme agli studenti
per fargli conoscere la figura del
Granduca - ha spiegato la presidente del consiglio comunale Ila-
Alluvioni in Toscana
ria Santi - che non solo ha abolito
la pena di morte ma, nonostante
la sua giovane età, aveva infatti solo 18 anni quando è diventato capo di uno dei più importanti ducati del tempo, ha anche realizzato
grandi opere strutturali». «I ragazzi hanno declinato l'argomento
in maniera diversa», ha aggiunto
l'assessore alla pubblica istruzione Mariagrazia Ciambellotti. «Abbiamo cercato di fargli capire
quanto sia importante rispettare
l'acqua e i rischi di un suo errato
utilizzo nel territorio». Gli studenti della Salvo D'Acquisto hanno
lavorato sui danni che l'alluvione
del 1966 di Firenze causò anche
nei nostri territori e su come la comunità reagì a questa tragedia. I
ragazzi delle Don Bosco si sono
confrontati con il «mare nostrum», raccontando di come l'acqua del nostro mar Mediterraneo
possa rappresentare una salvezza
ma anche una minaccia. Infine
gli studenti del San Niccolò hanno visitato la casa e il laboratorio
di Leonetto Tintori e hanno avuto modo di conoscere la storia di
questo importante restauratore e
scultore pratese che ebbe un ruolo importante nel restauro di tante opere post alluvione. Inoltre anche il museo di Palazzo Pretorio
ha voluto rendere omaggio alla figura di Tintori allestendo una mostra temporanea con 10 opere che
lo stesso Leonetto donò al Comune nel 1993.
Pagina 229
RAMO
SIC UREZZA
L'AURELIA
M
EY
acendo seguito agli interventi sulla stampa locale
di questi giorni, inerenti la
correlazione
tra
progetto
dell'autostrada e rischio idraulico, questa associazione non
può che ribadire con maggior
forza la propria contrarietà al
progetto nefasto. Tale ipotesi è
stata confutata sotto ogni aspetto, ambientale, economico, paesaggistico e sociale, mala caparbietà della Regione (che già da
molto tempo sembra favorire
interessi particolari, piuttosto
che l'interesse generale della
collettività) questa volta si deve
scontrare anche con questa ulteriore argomentazione sfavorevole.
La zona costiera a sud di Grosseto, infatti, si è dimostrata storicamente fragile dal punto di vista idrogeologico. Il dramma
del 2012, con tutto il suo scenario di distruzione, non è stato
che l'esito finale di una decennale pratica di mala gestione del
territorio.
Le piogge copiose di allora
trovarono un assetto idraulico
artificiale progettato per l'agricoltura, non per sostenere urbanizzazione ed infrastrutture.
L'autostrada si opporrebbe infatti trasversalmente alle linee
di deflusso dei principali sistemi idrologici della regione, in
primis 1 lbegna, e poi tutto il reticolo minore di corsi naturali
ed artificiali. Questa trasversaliLà dell'infrastruttura autostradale non potrà che venire in conflitto coi deflussi, sia quelli ordinari, che quelli straordinari.
Tali deflussi, infatti, fanno
parte di un sistema complesso
di acque superficiali e falde freatiche, acque di marea, cuneo sa-
Alluvioni in Toscana
i
Alluvioni e autostrada:
per gestire i rischi idraulici
servono progettisti
esperti e competenti
lino, venti di libeccio, ed altri fattori imprevedibili.
A questo quadro aggiungiamo che la scelta scellerata della
politica idraulica regionale è
sempre andata nella direzione
di velocizzare i deflussi, diminuire i tempi di corrivazione, aumentare le sezioni idrauliche,
privare le sponde della loro naturale resistenza idraulica, tagliando tutta la vegetazione ripariale. Al di là del danno idrogeologico, si sono alterati gli
ecosistemi fluviali, chiudendo
gli occhi di fronte alle componenti biotiche ed abiotiche, che
non trovano spazio nelle antiquate equazioni che ancora oggi vengono anacronisticamente
usate per progettare gli interventi sui corsi d'acqua.
Basti pensare alle volte in cui
illustri esponenti del Consorzio
di Bonifica hanno apertamente
dichiarato di voler trasformare
alcuni importanti fiumi in fossi
di scolo, e basti guardare a conce
sono stati effettivamente ridotti
il torrente Elsa (prima dell'alluvione) e il fiume Albegna (dopo
l'alluvione): due fosse di scolo,
appunto, dove l'acqua scorre veloce e concentrala propria energia cinetica proprio nel tratto finale, presso la foce, dove passa
la ferrovia, l'attuale Aurelia, e
dove vorrebbero anche far passare un'autostrada. Sarà come
transitare davanti alla bocca di
un cannone con la miccia accesa. Ci tranquillizzeranno che le
opere saranno super sicure. Permetteteci tuttavia di coltivare
un serio dubbio a proposito.
Noi proponiamo invece di
adeguare l'attuale tracciato,
mettendolo in sicurezza, e di gestire il rischio idraulico con interventi di riqualificazione fluviale, più economici e sicuri. Ma
servono progettualità esperte.
Fuori abbondano, e a casa nostra nonne abbiamo.
Non possiamo esimerci dal
pensare che i nostri costosi politici e tecnici non siano poi così
competenti conce il difficile periodo climatico e idrogeologico richiederebbe.
Michele Scola
Italia Nostra
Pagina 230
--- arà centrata sulla rnemoria dell'alluvione del
1966 la celebrazione di
Grosseto per la Festa della Toscana che si celebra domani.
Il ricordo del 500 anniversario della drammatica esondazione dell'Ombrone che sconvolse la città, riportata alla luce con iniziative e manifestazioni, si completa con il coinvolgimento dei vigili urbani
che all'epoca compirono atti
valorosi per salvare la vita degli altri mettendo a dura prova
la loro esistenza e dei ragazzi
delle scuole elementari e medie comunali autori di disegni
ed aforismi in un concorso rivolto agli istituti.
Proprio a loro verrà dedicata un'intera mattina, dalle
8.30 nella sala consiliare del
Municipio, che vedrà l'assegnazione di premi e riconoscimenti prestigiosi per il lavoro
svolto. «Abbiamo voluto coinvolgere i giovanissimi studenti
- dice Chiara Veltroni, assessora comunale alle politiche
giovanili - perché rappresentano i destinatari della nostra
memoria e con il concorso
hanno dimostrato di essere
sensibili verso chi si trova in
una situazione di bisogno».
La prima parte sarà tutta
per le scuole che hanno preso
parte alla prova: scuole elementari di via Mascagni, via
Rovetta e le medie Da Vinci,
Vico, Madonna delle Grazie e
Alighieri.
Gli alunni delle classi 5a A e
5a B dell'istituto comprensivo
Grosseto 5 di via Rovetta hanno vinto un buono da 800 giuro
spendibile per la classe ed è
stata assegnata loro una coppa alla scuola, per aver realizzato il miglior disegno su
un'ipotetica situazione di soccorso durante l'alluvione, oltre a una menzione speciale
per i giovanissimi artisti Dario, Matilde, Alessandro, Mat-
Alluvioni in Toscana
Festa della Toscana
in memoria
dell'alluvione del 1966
teo ed Elisa della 5a A del comprensivo Grosseto 1 di via Mascagni. Alla 3a C del comprensivo Grosseto 4, scuola media
Dante Alighieri, è invece andato il buono di 800 euro e la coppa alla scuola per la composizione dell'aforisma più originale e significativo, anche in
questo caso con l'aggiunta di
una menzione speciale per
un'altra "massima" in tema
scritta dalla 3a D del comprensivo Grosseto 5, scuola Vico,
La seconda parte della mattina vedrà il conferimento delle
civiche benemerenze dal Consiglio comunale a coloro che
per un dovere civico, in quel 4
novembre 1966, misero a repentaglio la loro vita lavorando incessantemente per riportare l'ordine in città: Felice
Serra (comandante dell'allora
Municipale), Renato Bocchi,
Mario Moretti , Giuliano Baan-
chini, Carlo Carnicelli, Marcello Teresini, Franco Battistini, Franco Mazzieri, Romolo
Chela, Egidio Martellina, Enzo
Duchana, Furio Lazzeretti, Alberto Gentili. Un'onorificenza simbolica e di grande spessore andrà alla figlia del buttero Santi Quadalti, morto in seguito all'alluvione per salvar,
nella sua proprietà il bestiame
rimasto imprigionato e impossibili Iato a muoversi.
«Era doveroso - conclude il
presidente del consiglio comunale Claudio Pacella - celebrare in un unico momento chi ha
rappresentato qualcosa nel ricordo dell'alluvione: i vigili per
l'opera di salvataggio svolta in
situazioni di grande difficoltà
e i ragazzi per i disegni e gli aforismi la cui scelta finale ha davvero impegnato la commissione».
Stefano Fabbroni
Pagina 231
%r, % /i /,,
%/
,
J/////,19///i
C1f11111111,:
per
Partiranno entro un mese i primi cantieri per rendere più sicuri gli argini
dopo le esondazioni che nel 2014 colpirono duramente la Valfr lana
1 PESCAGLIA
I soldi dell'Unione europea
per sistemare il torrente Vinciola a San Martino in Freddana. Risorse attese che rappresentano un segnale importante per la sicurezza idraulica
del territorio: 117mila euro,
che permetteranno di intervenire sull'area che nel 2014 fu
colpita dall'alluvione che si
abbatté sulla Valfreddana e
sulla Lucchesia. A realizzare
l'opera sarà il Consorzio di
Bonifica 1 Toscana Nord,
cioè l'ente che ha richiesto e
ottenuto attraverso la Regione lo stanziamento europeo.
I cantieri partiranno entro
l'anno e ieri mattina il presidente del Consorzio, Ismaele
Ridolfi, e il sindaco di Pescaglia, Andrea Bonfanti, hanno
fatto un sopralluogo lungo il
tratto che vedrà a breve l'arrivo degli operai. «Coi soldi
dell'Unione europea - dice il
presidente Ridolfi - possiamo
offrire risposte importanti e
efficaci al territorio e ai cittadini,
fortemente
colpiti
dall'evento alluvionale del
2014, e alla loro legittima richiesta di una maggiore sicurezza idraulica. Si tratta di risorse aggiuntive, rispetto a
quelle già investite dal Consorzio grazie al proprio contributo di bonifica, destinate alla realizzazione di opere straordinarie e strutturali. Lo
stanziamento è complessivo
e non sono previsti cofinanziamenti: ciò significa che i lavori potranno essere realizzati senza attingere alle risorse
II sindaco Ronfanti e il presidente dei Consorzio di Bonifica Ridolfi sull'argine dei Vinciola
Un'immagine dell'alluvione in Vaifreddana nel 2014
della fiscalità locale». «I nostri
uomini e mezzi interverranno nella zona a nord dell'abitato di San Martino in Freddana- prosegue Ridolfi - Qui sono localizzati numerosi punti, in cui le sponde sono erose.
Questo fenomeno ha causa-
to, a più riprese, il trasporto di
materiale lapideo e terroso
verso valle e la caduta di alberi. In programma, tra l'altro,
c'è il taglio selettivo delle
piante instabili, il posizionamento di tre tratti di protezione delle sponde. Si tratta di
un primo stralcio di un piano
di intervento più ampio, che
nonappena saranno individuate ulteriori risorse riguarderà anche la zona più a valle».
«Un altro importante intervento nel piano di ripristino
del territorio dopo la terribile
alluvione del 2014 - commenta il sindaco di Pescaglia, Andrea Bonfanti -. Quest'opera
è frutto di una preziosa sinergia che si è venuta a creare tra
gli enti e che ha visto la nostra
amministrazione comunale
in prima linea. In questi due
anni abbiamo intercettato finanziamenti che stanno contribuendo a rendere il territorio più sicuro sul fronte idrogeologico. Ci sono ancora
opere da compiere ma quello
che finora è stato fatto dimostra la serietà del nostro lavoro».
RIPRODUZIONE RISERVATA
VI., ione. d.JI'l'<- i,wldi
er il tn enle Vin, ieLL
Alluvioni in Toscana
Pagina 232
IN
M ICHE L ETTO
a
ia ti el'alluvione
Il nuovo programma di attività della Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico
Ragghianti si apre, oggi, con il seminario di studi "Abbiamo bisogno di tutti". Carlo Ludovico
Ragghianti e l'alluvione
del 1966. Nel cinquantesimo
anniversario
dell'esondazione
dell'Arno, la Fondazione Ragghianti promuove, alle ore 16.45 presso
la sala Conferenze Vïncenzo Da Massa Carrara
in San Micheletto, un se-
minario di studi, aperto a tutti, che vuole ripercorrere l'importante ruolo che Carlo Ludovico
Ragghianti svolse in quella tragica occasione,
profondendo la propria opera per la
"resurrezione di Firenze".
Ragghianti e l'alluvione dei 1966 San Micheletto
Oggi alle 16.45
Alluvioni in Toscana
Pagina 233
Domani gli studenti della scuola Carducci protagonisti dalle alle 11,30
su "r izz zi
riforme di Pietro Leopoldo di Lorena"
Campiglia Marittima, Jacopo
Bertocchi assessore alla cultura, Giancarlo Vallesi, Gianni
Anselmi presidente della commissione cultura del consiglio
regionale della Toscana.
Da ricordare che la festa della Toscana, che si celebra ogni
anno il 30 novembre, è stata
istituita nel 2000 dal consiglio
regionale per la memoria dell'
abolizione della pena di morte e della tortura per volontà
del Granduca Pietro Leopoldo.
Le celebrazioni riconfermano l'impegno per la promozione dei diritti umani, della pace
e della giustizia.
1 VENTURINA
Si celebra domani la festa della Toscana con iniziative mattutine per gli studenti della
scuola "Carducci" di Venturina Terme e la sera per tutto il
pubblico.
La mattina, per le scuole, il
tema suggerito dal consiglio
regionale è quello delle riforme leopoldine e i ragazzi delle
prinme e delle seconde medie
ascolteranno una lezione sul
tema "Modernizzazione e riforme di Pietro Leopoldo per
una Toscana laboratorio di
progresso e civiltà" che si terrà
nella sala Sefi di Venturina dalle 9.30 alle 11. Dalle 11 alle
12.30 saranno invece coinvolti
gli studenti di terza media in
una conferenza di presentazione del libro di Gianfranco
Benedettini "L'alluvione del
'66 e le altre del 1900". Partecipano con gli studenti della
Scuola Media Carducci di Venturina Terme Alberta Ticciati
assessore all'istruzione del Comune di Campiglia, Vito Bartalesi assessore all'ambiente,
Daniela Toninelli dirigente
istituto
comprensivo
La sede del la sefi
"Marconi" di Venturina, Giancarlo Vallesi presidente Consorzio di bonifica 5 Toscana
Costa, Roberto Benvenuto direttore Consorzio di bonifica,
Alessandro Fabbrizzi dirigente Consorzio di Bonifica.
La sera, alle 21 in un evento
pubblico, sempre nella sala
Sefi di Venturina Terme, Gianfranco Benedettini tornerà ad
essere protagonista come autore del libro 'L'alluvione del
'66 e le altre del 1900" che sarà
presentato con gli interventi
di Rossana Soffritti sindaco di
L'edizione 2016 della ricorrenza
è
dedicata
alla
"Modernizzazione e riforme
dall'età del Granduca Pietro
Leopoldo con particolare riferimento all'istituzione delle
comunità, alle bonifiche ed alle infrastrutture" e a 50 anni
dalle numerose alluvioni che
nel 1966 colpirono Firenze e
numerosi centri della Toscana, tra cui appunto Venturina,
questo tema risulta particolarmente attuale.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Ievta delle I nscana,
r. cleruzií Ala ticfi
Alluvioni in Toscana
Pagina 234
9NCONTRI ALLA S E R
Muvione
'
/ VENTURINA
Domani alla sala Sefi (via della
Fiera 3) presentazione del libro
"L'alluvione del'66 e le altre del
1900" di Gianfranco Benedettini. La mattina incontro con gli
studenti delle scuole medie del
comune di Campiglia in occasione della Festa della Toscana
che questo anno si andrà ad occupare della modernizzazione e
delle riforme di Pietro Leopoldo
quali elementi antesignani di
una Toscana laboratorio di progresso e civiltà.
La sera, sempre alla Sefi, dalle
21 presentazione del libro con
la partecipazione della sindaca
Rossana Soffritti, l'assessore al-
Alluvioni in Toscana
.
solidarieta
la cultura Jacopo Bertocchi, il
presidente del consorzio di honifica 5 Toscana Costa Giancarlo Vallesi, commissione cultura
del consiglio regionale Gianni
Anselmi oltre che all'autore.
Era il 4 novembre di 50 anni
fa quando tutta la regione Toscana, e con essa anche la Val di
Corna, veniva sommersa da
una straordinaria ondata di
pioggia e maltempo. L' alluvione del 1966 fu infatti un disastro
ambientale che provocò drammi individuali e collettivi e che
mise in ginocchio centinaia di
città e paesi. Ma fu anche un
evento di fronte al quale tanti
cittadini dettero forza e significato al termine solidarietà.
Pagina 235
SU PROPOSTA D i LORENZONI
Gettone dì presenza
devoluto
.
alle popotr
* terremotate
0 STAZZEMA
«Ci sono eventi della vita davanti ai quali ogni parola diventa superflua ed è doveroso
fare più che parlare. Dopo il sisma che ha colpito diverse zone del centro Italia riteniamo
che, al di là delle espressioni
di solidarietà, occorrono anche gesti, seppur piccoli, per
prestare aiuto a cittadini che
si trovano in un'improvvisa e
terrificante situazione di disagio fisico e psicologico».
A parlare è Gian Piero Lorenzoni, consigliere di minoranza di Luce a Stazzema che
ha proposto al consiglio comunale - il quale ha approvato all'unanimità - la devoluzione di un gettone di presenza dei consiglieri (13) a favore
delle popolazioni colpite dal
terremoto di Umbria, Marche
e Lazio. «Certamente è un piccolo contributo - dichiara - rispetto alle enormi necessità
della ricostruzione, ma certamente è la dimostrazione del-
la vicinanza e dell'affetto
dell'intera comunità ad un
territorio così duramente colpito, un primo piccolo gesto
che vuole significare la volontà di non stare con le mani in
mano in questo tragico momento».
Lorenzoni, nel suo intervento, ha ricordato che, durante
l'alluvione del giugno 1996
che colpi duramente la Versilia ed in particolare Stazzema,
numerosi furono i comuni di
tutta Italia che vollero concedere contributi per aiutare la
Comunità satazzemese.
Lorenzoni ha anche voluto
esprimere la massima vicinanza alle popolazioni colpite e il sentito cordoglio alle famiglie delle vittime, ha ringraziato l'intero consiglio comunale ed ha auspicato che anche molti altri comuni seguano questo piccolo esempio di
solidarietà, che per quanto
possibile possa alleviare i bisogni di quelle popolazioni.
RIPRODUZIONE RISERVATA
S rà mte >i, ru
interne -cnivlìl
nrll.rz i: i_i
Alluvioni in Toscana
Pagina 236
LA SOCIETÀ Soccorso Pubblico è raggiungibile al 0572
90901 o sul sito web www.soccorsopubblico.org, con
tutte le informazioni e gli estremi per accedere ai servizi,
associarsi e anche per devolverle il proprio 5x1000.
Soccorso pubblico, n
er t en
g
i
•
%-
o
r
struttura di via
PEZZO di storia centenaria
di Montecatini Terme in prima linea nelle emergenze e nell'aiuto
ai più deboli. E' la Società Soccorso Pubblico di via Manin. «Abbiamo in dotazione quattro ambulanze - racconta la presidente Ida
Martellina - che si alternano con
quelle della Misericordia nei servizi da emergenza del 118: i giorni pari tocca a noi, i dispari a loro». L'attività dei volontari però
non si esaurisce con le chiamate
d'urgenza: il Soccorso Pubblico
dispone di altrettanti mezzi attrezzati per il trasporto ordinario di
malati e disabili in caso di ricovero, dimissiona, riabilitazione e trasferimenti. «E' questa - sottolinea
la presidente - una delle nostre attività più impegnative. Effettuiamo in media 4700 servizi ogni anno, circa 12 al giorno».
IN CASO di calamità nazionali
poi, come il recente terremoto nel
centro Italia, i confini comunali
perdono di significato. I volontari
lo sanno bene: «Dopo il terremoto di Amatrice - ricorda il giovane consigliere Gabriele Pellegrini
- alcuni nostri volontari, capeggiati dal nostro consigliere nonché responsabile della Protezione
civile toscana Daniele Giusti, sono partiti per le zone colpite per
prestare i primi soccorsi. Ma si
tratta solo dell'ultimo capitolo di
una lunga storia. I volontari del
Soccorso Pubblico sono stati in
prima linea nel portare aiuto alla
popolazione durante molti altri
Alluvioni in Toscana
ïï
serv
al e
solo
li e i t
ïzï
ian
in un pezzo di storia centenaria della città
disastri: l'alluvione di Firenze del
`66, il terremoto in Irpinia del
1980, il sisma dell'Aquila otto anni fa, per arrivare alle tragedie delle due guerre mondiali».
Al di là dei grandi disastri nazionali, l'attività del Soccorso Pubblico si concentra sul territorio di
Montecatini. Una parte estremamente importante del lavoro dei
volontari è quello di assistenza sociale. «Siamo sempre dalla parte
Una delle nostre attività
più impegnative è quella
del trasporto di disabili
anziani e alati»
dei più deboli e cerchiamo di offrire ai più bisognosi servizi gratuiti». A parlare è Lara, storica responsabile dei servizi sociali.
«Nella nostra sede - sottolinea Lara - ci sono due punti-docce che
mettiamo a disposizione a chi ne
fa richiesta. Ogni giorno diamo
aiuto a tante persone senza fissa
dimora. Alcune sono persone anziane italiane che non ce la fanno».
IL SOCCORSO Pubblico offre
anche pacchi- spesa ai bisognosi,
alla stregua di ciò che realizza an-
che la Caritas. «Abbiamo in carico circa 30 famiglie residenti a
Montecatini, molte delle quali sono composte da italiani in serie
difficoltà economiche». Ogni giorno è un continuo confronto con il
disagio sociale e familiare. «Nel
nostro lavoro quotidiano - aggiunge Lara - ci troviamo spesso
alle prese con vicende molto trista: anziani, magari con pensioni
minime, che sono stati letteralmente abbandonati dai figli. Spesso i figli sono abbienti, ma non vogliono occuparsi dei loro genitori
in difficoltà. Non solo: si arrabbiano con loro per essersi fatti aiutare da noi . Brutte storie».
I SERVIZI sociali del Soccorso
Pubblico si occupano anche delle
tossicodipendenze. «La cocaina dice ancora Lara - è ormai a buon
mercato in città. I giovani arrivano da noi quando sono già dentro
il tunnel della droga. Se riuscissimo a prenderli in carico prima, il
nostro aiuto sarebbe ancora più efficace. A Montecatini ci sono tanti casi: tossicodipendenti cronici
e consumatori insospettabili».
Altro ambito di attività del Soccorso Pubblico è il recupero delle
persone destinate ai lavori socialmente utili. «E' capitato - racconta Ida Martellini - che siano arrivate da noi persone molto volenterose che, ben inserite nel gruppo
e formate dai nostri volontari,
hanno prestato servizio anche sulle ambulanze. Una grande soddisfazione per noi».
Francesco Storai
Pagina 237
ca.n, N.,lanze dell'associazione
Foto di gruppo della Società d%
lm
Alluvioni in Toscana
Sopra
un'esercitazione di
pronto intervento
dei volontari.
Sotto la storica
sede di via Manin. 1
servizi
dell'associazione di
volontariato sono
molteplici. Di
recente è stato
aperto anche uno
sportello gratuito
di sostegno
psicologico con
una psicoterapeuta
a disposizione dei
cittadini
Pagina 238
1s¿44át n l1'l'
i prima
ben due
l Comune termate
Montecatini Terme
ISTITUITA nel 1903, ben due
anni prima della fondazione
del Comune termale - nel
1905 Bagni di Montecatini si
staccò da Montecatini
Valdinievole, l'attuale
Montecatini Alto - da più di
un secolo la Società di
Soccorso Pubblico è un
fondamentale punto di
riferimento per la città, per i
suoi abitanti e non soltanto.
Ogni anno effettuati
ben 11.900 servizi
di emergenza
Montecatini Terme
CHI entra nella storica sede
di via Manin trova a
disposizione, sette giorni su
sette, un punto di appoggio
per l'assistenza ai malati, la
consulenza sanitaria, per i
servizi sociali e ovviamente
peri casi di emergenza in cui
sia necessario l'intervento di
un'ambulanza. Gli uomini e
donne della Ssp effettuano in
media 1900 interventi di
emergenza ogni anno. Più di
cinque al giorno.
Alluvioni in Toscana
Pagina 239
Oltre cento Mende finirono sott'acqua
A onte era l'inondazione mise i ginocchio anche 733 ne ozi e 421 attività arti fanali
/ PONTEDERA
Non fosse per i palazzi che spuntano dall'incongrua palude di
viaVerdi, quella che vedete fotografata in primo piano potrebbe
sembrare la sponda di un fiume.
E in effetti lo è, nel pomeriggio di
sabato 5 novembre 1966. Improbabili imbarcazioni di fortuna
adagiate sulla riva come abbandonate da gente in precipitosa
fuga. I fiumi, quelli veri, Arno ed
Era, hanno ripreso a scorrere
dolcemente, come se nulla fosse
accaduto, mentre tutt'intorno è
l'inferno. L il silenzio di un deserto liquido. Nessuna traccia di
vita, nel bianco e nero di
quest'immagine, in regalo oggi
con "I1 Tirreno". Solo camion abbandonati circondati da un lago
limaccioso e immobile; e, a pochi passi dall'obiettivo, mezzi
galleggianti di fortuna abbandonati al loro destino di relitti. L'acqua fangosa dell'Era continua a
scendere, assieme alla paura dei
pontederesi. Nessuno ancora si
azzarda a tornare in strada, almeno in questa parte della città.
Si rimane rinchiusi nei piani alti
delle case, dove si bivacca dal
giorno prima.
Venerdì 4 novembre, il giorno
dell'alluvione a Pontedera, l'ar-
gine del fiume Era cede alle
14.30 circa. Alle 16, il livello dell'
acqua nel centro della città oltrepassa già il metro. La gente cerca
rifugio alla meglio, e intanto cerca di salvare il salvabile: tutti
sanno che il peggio deve ancora
arrivare. Salta la corrente elettrica, salta la linea telefonica. La
città è di colpo isolata, e irraggiungibile, e impossibile da abbandonare. Una trappola tentacolare, infernale. Alle 17.30 i pianiterra, gli scantinati, gli esercizi
commerciali sono travolti dalla
furia della corrente, che in certi
punti lambisce i primi piani. Alle
18, la piena del fiume in fuga dai
propri argini raggiunge il proprio picco. Assieme al terrore
dei cittadini. Per le attività produttive e commerciali pontederesi, i danni saranno enormi.
118 ditte alluvionate su 289; 733
esercizi commerciali devastati
su 770; su 562 attività artigianali
presenti sul territorio, 421 sono
quelle che la piena danneggia
pesantemente. Investite dalla furia della piena, le abitazioni subiscono colpi gravissimi.
In centro, un'ecatombe di automobili impantanate, rovesciate, trascinate lungo imprevedibili traiettorie assieme a sporcizia
di ogni tipo. A partire dalla mattina di domenica 6 novembre, i
commercianti pontederesi si
metteranno al lavoro per cercare di recuperare dai loro negozi
tutto ciò che può essere salvato.
AndreaLanini
Via Verdi come una palude (questa la foto in regalo oggi con "ll Tirreno")
Alluvioni in Toscana
Pagina 240
LI
q .v//
•//
,
//r.
////////////////
v/
/
Q I 'a9
+/
,., ,
/
/%
_i _
IT
,,
%
No
i
®
Marinari, artigiano
i
îl
che piegò
i I paese
del Mobile
r
che però
nel 2014 ha ceduto
® PONSACCO
Noè Marinari, ponsacchino,
classe 1930, artigiano e titolare
fino al 2000 dell'omonima ditta di mobili vicino via Chiavaccini, il 4 novembre del '66 si
trovò in mezzo al diluvio e poi
all'inondazione
causata
dall'Era.
Il fiume di fango invase il
mobilificio di Noè, pur avendo
chiuso le vie di uscita con tavole di legno murate con cemento a presa rapida da lui e dai dipendenti, che si trovarono improvvisamente in questa calamità. Era presente anche il fratello di Noè, Giovanni, e tutti
cercarono di collaborare per
salvare il salvabile, ma il mobilio andò perso, perché entrarono circa 30 cm di acqua fango-
Alluvioni in Toscana
ri
sa. Al centro della ditta fu scavata anche un buca per raccogliere l'acqua cori l'aiuto dell'
amico Renzo Gioli, che aveva
telefonato in sede, ed era arrivato a Ponsacco passando da
S. Pietro Belvedere, poi per Camugliano, fino da Noè per portare una pompa e far uscire
l'acqua dalle porte del capannone.
Noè Marinari è stato presidente della Mostra del Mobilio
dal '55 fino al '67, oltre che infaticabile artigiano del mobile.
E sposato con Marilena, ha
due figli e nipoti. Ha iniziato a
lavorare a 14 anni nella Cooperativa Terrazzieri. Ha svolto il
servizio di leva a 21 anni e ha
imparato il "mestiere" dai più
famosi artigiani ponsacchnni:
Romolo e Remo D aini, Sabatino Bani . Poi si è reso indipendente con la ditta "Noè Marinari" invia Chiavaccini.
«C'erano anche tanti giovani che venivano ad imparare
da noi alla ditta - racconta - e ci
servivamo alla segheria di Agostino Panicucci per tagliare il
legname a misura, dove tutti i
falegnami locali arrivavano
con il carretto. La ditta che avevo fondato era sulla terra, che
mi lasciò mio padre, Giuseppe. Si fabbricavano camere
matrimoniali e per ragazzi,
soggiorni. Ho vissuto anche la
Seconda Guerra Mondiale con
i bombardamenti, gli spari de-
%
imprenditore i Ponsacco
icinquant'anni
gli aerei americani contro il camion di tedeschi per costringerli alla ritirata. Gli aerei planavano bassi sfiorando i tetti,
anche vicino alla casa di riposo "Giampieri", e mitragliavano. Mia madre mi salvò dai
bombardamenti spingendomi in un fosso, ma in via Chiavaccini ci furono molti morti.
Ricordo il suono dell'allarme e
le corse per ripararsi dai bombardamenti».
«Sono contento di essere vivo. Fu un grande spavento per
tutti noi veder arrivare pian
piano questo fiume di acqua
fangosa lungo via Chiavaccini,
sia alla mia ditta, che alla mia
vicina abitazione - spiega Noè
Marinari- e mia moglie dalla
mattina la rividi la sera. La
mattina del 4 novembre '66 andai a lavorare come al solito
con altri quattro dipendenti,
ma nessuno ci avvisò del pericolo, che stava arrivando. L'alluvione colpì duramente
l'area della città del mobile al
di là del ponte: abitazioni e laboratori artigiani di falegnami,
negozi. Iniziò ad arrivare l'acqua in ditta, ma volli andare a
vedere anche alla raia casa lì vi-
cino. Uscii con l'acqua alla
pancia e a fatica arrivai. Cercai
di sollevare sui mobili in alto
quello che potei, per ritornare
dai miei dipendenti. Il telefono funzionava e ci chiamavano gli arnici, volevano venirci
ad aiutare, ma non riuscivano,
perché fuori c'era già l'acqua
alta. Bloccammo le uscite con
tavole di legno e cemento a
presa rapida. Il pavimento
gonfiava, allora ci spostammo
sopra piattaforme cariche di
mobili. Venne ad aiutarci anche Giancarlo Aringhieri,
ponsacchino, e sul carretto ca-
Pagina 241
ricò noi dipendenti fino al ponte del fiume Cascina. Nella ditta si salvarono le macchine,
ma non i mobili. La mia auto
'600' fu sommersa nel piazzale. Abbiamo avuto tanti danni,
ma nessun risarcirnento. Dopo il '66 fu costruito l'argine
del fiume Era, ma nel 2014 c'è
stata la rottura e un'altra alluvione. I miei figli abitano in
quella zona, per fortuna sono
riusciti a salvaguardare la casa. Il mio orto è stato allagato».
Elena lacoponi
^.I PRODUZIONE RISERVATA
Noè Marinari, storico artigiano ed ex presidente della Mostra dei mobilio . A destra: un'immagine dell'alluvione del novembre 1966
Alluvioni in Toscana
Pagina 242
Un libro di Tagete
con 500 immagini
ed episodi inediti
Presentato alla Biblioteca
Gronchi di Pontedera il
volume "Era" il 4 novembre
1966. Cinquant'anni
dall'alluvione a Pontedera, a
cura di Michele Quirici (nella
foto ) e Valentina Filidei. Edito
da Tagete Edizioni in
collaborazione con il Comune
di Pontedera e grazie al
contributo di Ecofor Servite,
il libro raccoglie oltre
cinquecento immagini e
documenti inediti,
ripercorrendo la storia di
quel terribile giorno
attraverso le testimonianze
di alcuni protagonisti, senza
dimenticare una riflessione
sul rischio idrogeologico delle
nostre zone. L'ultima parte
del volume è invece dedicata
al rapporto odierno dei
pontederesi con l'Era e
l'Arno: il battello fluviale egli
argini recuperati hanno
riavvicinato la città ai fiumi e
la paura si è trasformata
nella serenità di una gita
fluviale o di una passeggiata
domenicale. Oggi, 30
novembre, è l'ultimo giorno
per visitare al museo Piaggio
la mostra che accompagna il
volume. Sempre oggi si
conclude la mostra
fotografico-documentarla a
cura della rete archivistica
Bibliolandia all'interno del
palazzo comunale di Santa
Maria a Monte.
L'allestimento itinerante, su
pannelli roll •up dagli
archivisti della rete
Bibliolandia , si compone di
quindici pannelli
autoportanti su cui sono stati
esposti documenti sul tema
dell'alluvione dei 1966
provenienti dagli archivi
storici dei Comuni della
provincia di Pisa. La scelta di
inaugurare l'esposizione a
Santa Maria a Monte è stata
dettata dal forte impatto che
questo evento ebbe sul
territorio di questo Comune,
dove l'argine ruppe in località
Le Colombaie il 4 novembre
dei 1966, provocando quattro
vittime.
Alluvioni in Toscana
Pagina 243
,.
%//
' %//
`"°//%
.
Y
/////aLU I V
L1.
i,..
r%///
'r/// drG °,%.,r//
G///
/
,
o////%.
L
Li
Aiutarono la popolazione colpita dall'alluvione, oggi riceveranno una menzione speciale
nell'abito della consegna del "Sant'Andrea d'oro" di poli alla protezione civile
rà proiettato un videomessaggio del capo del dipartimento
della protezione civile Fabrizio
Curcio. Invitati anche il vicesindaco dei Comune di Arquata
del Tronto (Ascoli Piceno) Michele Franchi e il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi
(Macerata).
/ EMPOLI
C'è grande attesa per la consegna del 'Sant'Andrea d'Oro'
2016 al sistema della protezione Civile. La cerimonia è in programma oggi, in occasione della festa del Santo Patrono, al cinema teatro 'La Perla', invia dei
Neri, a partire dalle 16.30. Siamo alla 23k' edizione della onorilicenza più importante della
Città di Empoli, destinata a
quei cittadini che hanno dato il
loro prezioso contributo nel
campo della cultura, delle arti,
del lavoro, della politica, dello
sport e della solidarietà.
La concomitanza con il cinquantesimo
anniversario
dell'alluvione dell'Arno, che oltre Firenze, interessò pesantemente anche i territori empolesi, ha portato a consegnare una
menzione speciale anche a cinque 'Angeli del Fango' tutti empolesi, allora ragazzi di neanche 20 anni, che si impegnarono nelle ore immediatamente
successive alla devastazione ad
aiutare la popolazione di Empoli e delle frazioni più colpite, in
particolare Marcignana: sono
Guido Arpioni , Andrea Mazzo-
Gli angeli del fango empolesi in azione nella chiesa di Marcignana nel 1966
ni, Carlo Antonio Pianigiani,
Pier Giuseppe Porciatti, Fabio
Sesoldi . Con una Fiat 500 si diressero verso Marcignana, portarono il pane al sacerdote, affinché lo distribuisse alle famiglie bisognose, e poi, armati di
scope e vanghe ripulirono non
solo la chiesa della frazione, ma
abitazioni e altri luoghi.
Tornando al Sant'Andrea
d'oro, la sindaca di Empoli,
Brenda Barnini, intende conferire il riconoscimento a tutte le
componenti che costituiscono
la protezione civile, un insieme
di attività messe in campo per
tutelare l'integrità della vita, i
beni, gli insediamenti e l'annbiente dai danni o dal pericolo
di danni che derivano dalle calamità. Durante la cerimonia sa-
La platea del cinema si annuncia gremita, con la presenza di decine di forze dell'ordine
in uniforme e di tantissimi volontari, in rappresentanza di
tutte le componenti che fanno
parte del coordinamento di protezione civile dell'Unione dell'
Empolese Valdelsa, anche per
questo sarà presente il sindaco
delegato di Montelupo Fiorentino Paolo Masetti.
Nella motivazione che la sindaca consegnerà ai singoli rappresentanti di tutte le componenti del Sistema si legge, fra le
altre cose, «per la capacità sempre dimostrata nel saper mobilitare e coordinare ogni tipo di risorsa offrendo un inesauribile
supporto sia strumentale che
psicologico alle popolazioni
nelle situazioni di grave emergenza».
L RI PRODlJZ10N E RISERVâTâ
J cirupic c 0i rH Jmci iiana
pruaini ciiiyi a u . ui: dupu
Alluvioni in Toscana
Pagina 244
"TESTI M ON IAN ZE" RACCO NTA
LA GRANDE ALLUVIONE
In occasione dei 50°
dell'alluvione de11966, la
rivista "Testimonianze" ha
dedicato all'evento un numero
speciale monografico che verrà
presentato giovedì 1 dicembre
alle 17 nell'Auditorium Terzani
della biblioteca San Giorgio in
una giornata intitolata "La
grande alluvione".
Interverranno l'assessore alla
cultura del Comune di Pistoia;
Giorgio Federici, segretario di
Firenze 2016 e Toscana 2016 Università di Firenze; I'
assessore al l'ambiente della
Regione Toscana; Luigi Bardelli
direttoreTVL; Mauro Perini
presidente Water Right
Foundation, Severino Saccardi
direttore della rivista
"Testimonianze"; Filippo
Vannoni presidente di
Publiacqua.
Nell'occasione sono previste
letture di ricordi e
testimonianze, a cura di Adua
Biagioli e Massimo Canneti.
Saranno mostrati filmati
d'epoca.
Alluvioni in Toscana
Pagina 245
IL PRIMO CITTADINO RASSICURAI SANGIOVANNESI:
«SONO STATI FATTI LAVORI CHE IN CASO
DI NUOVA PIENA DOVREBBERO LIMITARE I DANNI
MA E' OVVIO CHE SONO NECESSARI ALTRI INTERVENTI»
uno strappo dopo l'alluvione
®
V g
ffi
-T9
si
ï a rdi
•
mo
i
c° vede neu 'i
di MARCO CORSI
«RITENIAMO Publiacqua responsabile di quanto accaduto nel
quartiere del Bani il 6 novembre
scorso. Per questo ho inviato alla
società una lettera di messa in mora e di richiesta danni». L'annuncio è arrivato ieri pomeriggio in
consiglio comunale direttamente
dal sindaco di San Giovanni Maurizio Viligiardi, che con una comunicazione ufficiale ha precisato
quanto è emerso dalle verifiche fatte dopo l'alluvione che ad inizio
mese ha comportato non pochi
problemi in via Spartaco Lavagnini, con la strada allagata e molti
scantinati finiti sott'acqua.
Il primo cittadino, dopo aver ricordato di aver inviato una prima missiva con richiesta di spiegazioni il
10 novembre scorso («Ho chiesto
a Publiacqua, in quell'occasione,
una relazione su quanto accaduto»), ha sottolineato che le responsabilità della società che gestisce la
rete idrica appaiono chiare. «Ci sono due aspetti dai quali questo risulta evidente - ha detto - il primo
riguarda la mancata manutenzione del portellone che chiude lo
scolmatore in caso di piena dell'Arno e che evita il reflusso, all'interno della rete fognaria, dell'acqua
del fiume. Cosa che invece credo
sia successa il 6 novembre. In secondo luogo - ha aggiunto - la video ispezione che è stata fatta ha
individuato all'interno del condotto dello scolmatore un muro che
ha impedito, almeno fino ad una
certa altezza, il reflusso dell'acqua
della rete fognaria, che poi ha ceduto».
Alluvioni in Toscana
ra
-
,zi
le colpe dell'ente e chiede i tiann i
VILIGIARDI ha annunciato che
lunedì prossimo avrà un incontro
con Publiacqua per analizzare i fatti e ha ricordato che la società di
servizio sta progettando alcuni lavori sullo scolmatore di Lungarno
Risorgimento. «Per adesso - ha
detto - sono stati fatti interventi
tampone che in caso di nuova piena come quella del 6 novembre dovrebbero limitare i danni. Ma uso
apposta il condizionale perché certezze non ce ne sono. E' ovvio poi
che sono necessari altri interventi». Per il sindaco Publicqua non
fa manutenzione sullo scolmatore
dal 2002, anno in cui la gestione
del servizio è passata alla società
fiorentina.
Subito dopo l'incontro della prossima settimana, i cittadini che hanno subito danni saranno informati
su come muoversi. Alcuni di loro
hanno subito danni evidenti, soprattutto ai garage e agli scantinati, invasi da una quantità d'acqua
notevole. Inevitabili le polemiche,
con un immediato accertamento
delle responsabilità.
« ancata manutenzione
del portellone che chiude lo
scolmatore in caso di piena»
Lunedì coni responsabili
della società verrà ricostruito
cosa è successo il 6 nove mbre
VILk A 1 i II sindaco di San
Giovanni Valdamo
Il sindaco ha scritto
diretta m ente a
bliacqua per m etterla
i n m ora , chiederei danni
e per avere una relazione
su quanto accaduto
Pagina 246
ACCADEMIA
DELLE ARTI
E DEL DISEGNO
Fino al 28 dicembre
LA SALA delle esposizioni
in Via Ricasoli 68 prende in
esame l'inedito rapporto tra
alluvione del 4 novembre
1966 e la produzione
artistica, prendendo le mosse
proprio dall'Accademia delle
Arti del Disegno, l'istituto
che dal 1563 riunisce a
Firenze i più famosi pittori,
scultori e architetti.
Orsanmichele 4 ospita una
selezione di venti opere, tra
sculture e disegni, che
dialogano attraverso un
inconsueto gioco di
metamorfosi a cui l'artista dà
forma realizzando un bizzarro
circo di mostri del nostro
temnn
Alluvioni in Toscana
Pagina 247
INTERVISTE E ARTICOLI STORICI
«L'alluvione dei dimenticati»
Il libro presentato alle Clarisse
LA CITTÀ affoga, l'acqua inghiotte i primi piani delle abitazioni, svuota i negozi, trascina
con violenza tutto quello che gli
si para davanti, riportando le campagne indietro nel tempo. A cinquanta anni dall'alluvione che devastò Grosseto e la Toscana, Irene
Blundo ha raccolto le testimonianze di chi visse quei drammatici giorni, unendole ai pezzi di Luciano Bianciardi, Pilade Rotella e
Aldo Mazzolai, che sono pagine
di letteratura. Il libro «Grosseto
nel fango, 50 anni dall'alluvione
dei dimenticati», Laurum editrice, è arricchito dalle foto d'epoca
dell'Archivio Giacomo Aprili. Per
Alluvioni in Toscana
la prima volta il testo sarà presentato oggi alle 18 da Clarisse Arte,
in via Vinzaglio. Interverranno,
oltre all'autrice, i vigili del fuoco
Guido Caciagli e Franco De Angelis, che nel 1966 prestarono soccorso alla popolazione in difficoltà; il coro Le Donne di Magliano diretto da Carla Baldini, l'editore
Davide Bisconti, il fotografo Aldo Fassari. Modererà la giornalista Rita Martini. Sarà presente la
libreria Mondadori, che ha organizzato l'iniziativa.
«Sono felice che molte persone dice Irene Blundo - mi abbiano
affidato i loro ricordi. Sono le voci di chi ha portato aiuto, di chi è
stato salvato, di chi nella disperazione ha trovato la forza di reagire. Accanto al pezzo che Luciano
Bianciardi scrisse in occasione
del 4 novembre del `66, lui che visse l'alluvione da lontano, alla tv,
ma non con meno angoscia e dolore, figura un intervento del figlio
Ettore Bianciardi, scritto proprio
per questo libro. Ettore allora aveva 17 anni e fu tra i giovani volontari che ripulirono dal fango i libri della biblioteca comunale
Chelliana». Concluderà l'incontro il coro Le Donne di !Tagliano
che intonerà «Son l'alluvione»,
brano con il testo struggente scritto da Massimo Ciani e le musiche
composte da Carla Baldini.
Pagina 248
FESTA D ELLA TOSCANA
dí Retro Uopoldo
c ome laboratorio dí progre ss o »
«
® C_,,r
e
PIGLIA SI CELEBRA oggi la Festa della
Toscana con iniziative mattutine
per gli studenti della scuola secondaria di primo grado «Carducci»
di Venturina Terme e la sera per
tutto il pubblico. La mattina, per
le scuole, il tema suggerito dal
Consiglio regionale è quello delle
riforme leopoldine e i ragazzi delle prime e delle seconde medie
ascolteranno una lezione sul tema
«Modernizzazione e riforme di
Pietro Leopoldo per una Toscana
laboratorio di progresso e civiltà»
che si terrà nella Sala S .e.fi. di
Venturina Terme dalle 9. 30 alle
11.
DALLE 11 alle 12.30 saranno in-
Alluvioni in Toscana
vece coinvolti gli studenti di terza
inedia in una conferenza di presentazione del libro di Gianfranco Benedettini «L'alluvione del
`66 e le altre del 1900». La sera, alle 21 in un evento pubblico, lepre nella Sala S.E.Fi. Gianfranco
Benedettini tornerà ad essere protagonista come autore del libro
«L'alluvione del `66 e le altre del
1900» che sarà presentato con gli
interventi di Rossana Soffritti sindaco del Comune di Campiglia
Marittima, Jacopo Bertocchi assessore alla cultura del Comune
di Campiglia Marittima, Giancarlo Vallesi presidente Consorzio di
Bonifica 5 Toscana Costa, Gianni
Anselmi presidente della Commissione Cultura del Consiglio
Regionale della Toscana.
Pagina 249
La grande aLLuvione
un numero specíaLe
di «Testimonianze»
Pistoia
I N OCCASI ON E del 50°
anniversario
dell'alluvione del 1966, la
rivista «Testimonianze»
ha dedicato all'evento un
numero speciale che
verrà presentato domani
(ore 17) in sala Terzani
della biblioteca San
Giorgio, si intitola «La
grande alluvione».
Nell'occasione sono
previste letture di ricordi
e testimonianze, a cura di
Adua Biagioli e Massimo
Canneti. Saranno
mostrati filmati d'epoca.
Alluvioni in Toscana
Pagina 250
IN e r
I
a
J
i 1 i=LL'
.L 1rd ✓ '- j2
...,
n, „ .
í
Le testimonianze di padre e figlio raccolte nel libro di Blundo
co De Angelis, il coro Le Donne di Magliano diretto da Carla Bal
i, l'editore Davide Risconti. Modererà la giornalista Rita Martini. Sarà presente la libreria Mondadori, che
ha organizzato l'iniziativa.
1 GROSSETO
Una nuova iniziativa in occasione dei cinquanta anni
dall'alluvione di Grosseto.
E un libro, firmato da Irene
Blando, giornalista che ha raccolto le testimonianze di chi
visse quei drammatici giorni,
unendole ai pezzi di Luciano
Bianciardi, Pilade Rotella e
Aldo Mazzolai. Il libro si chiama "Grosseto nel fango, 50 anni dall'alluvione dei dimenticati", è edito per i tipi di Laururn ed è arricchito dalle foto
d'epoca dell'Archivio Giacomo Aprili.
Alluvioni in Toscana
La copertina dei libro
Il libro sarà presentato oggi
alle 18 a Clarisse Arte, in via
Vinzaglio. Interverranno, oltre all'autrice, gli ex vigili del
fuoco Guido Caciagli e Fran-
Una particolarità. Accanto
al pezzo che Luciano Bianciardi scrisse in occasione del 4
novembre del '66, figura un
bellissimo intervento del figlio
Ettore Bianciardi, scritto appositamente per questo libro.
Nel '66 Ettore fu tra i giovani
volontari che ripulirono dal
fango i volumi della biblioteca
Chelliana.
Pagina 251
IN MEMORIA DELL'ALLUVIONE Il
Oggì consí*g,"*o comunale sì/ì,,ì/ìá1/ì í966
E nell'atrio del municipio la mostra sulle gesta dei vigili urbani
1 GROSSETO
Il consiglio comunale di Grosseto è convocato per stamani.
La prima parte della seduta,
fissata per le 8.30, sarà dedicata alle celebrazioni per laFesta
della Toscana, che quest'anno
è dedicata all'alluvione che
colpì la regione mezzo secolo
fa. La cerimonia si svolgerà alla presenza delle autorità civili, militari e religiose.
Saranno premiate le classi
delle scuole elementari e medie che hanno vinto il concorso indetto dal Comune. Saranno poi consegnate le civiche
Alluvioni in Toscana
benemerenze alla polizia municipale, ai vigili urbani in servizio durante l'alluvione del
'66 e alla memoria di
Santi Quadalti.
di Grosseto, un lavoro testimoniato danurnerose fotografie e
documenti esposti, molti dei
quali forniti dall'ex vigile Vla ' iro Capecchi. I visitatori della
Intanto il 28 novembre è stata inaumostra, curata dal
gurata e sarà aperta al
consigliere comunale
pubblico sino al 3 diPaolo Serra, potrancembre
compreso,
no ammirare anche
nel salone d'ingresso
un paio di motocicletdel municipio, la mo- La moto usata per
te d'epoca che nel'66
stra "La piena del '66 dare l'allarme
erano in dotazione ai
vigili urbani.
- Il racconto per immagini della polizia municipaUna di queste fu utilizzata
le nell'anno dell'alluvione».
dal vigile che diede l'allarme
Il focus dell'iniziativa è tutto
della
rottura
dell'argine
nell'impegno dei vigili urbani dell'Ombrone.
Pagina 252
'ii i ,%
l,,,
1 1,
I t,
j//, _ PIL
LI
¡_ ,%
v le
di ANDREA LANIN I
catti in bianco e nero che sembrano, di colpo, far arretrare
l'orologio della storia di almeno
un ventennio. Anziché il 1966, gli an ni dell'immediato dopoguerra: mezzi militari in transito lungo strade dissestate, famiglie sfollate, gli occhi
spaesati di chi ha dovuto raccogliere
alla meglio le proprie cose in poveri
sacchi.
Tutt'intorno, campagne desolate:
il volto di una ruralità su cui galleggiano i mesti vapori della miseria,
dell'arretratezza. Come in certi film
del nostro neorealismo, come in
"Riso amaro" di Giuseppe De Santis.
Senza però la provocante avvenenza
della mondina Silvana Mangano,
conturbante prototipo della procace
bellezza di quei tempi. E l'acqua non
è quella delle risaie di Vercelli, ma
quella dell'alluvione del 4 novembre
di 50 anni fa.
Acqua dappertutto: il fangoso trait
d'union che lega le immmnagini che Il
Tirreno vi presenta stamani. Acqua
che copre e devastai terreni coltivati.
Che lambisce le finestre delle case.
Che scorre lungo le vie dei centri urbani. Che trasforma le abitazioni in
prigioni temporanee e, al contempo,
in salvifici rifugi.
In ginocchio l'agricoltura, in ginocchio la piccola e grande industria. La
sera di venerdì 4, a Pontedera, la
Piaggio è sott'acqua. Nel distretto del
cuoio, decine di aziende rischiano il
tracollo. Anche a Castelfranco di Sotto, che vedete ritratta nelle ore dell'
inondazione: un trattore sta trasportando in salvo un carico di pellame,
sotto gli occhi vigili di un militare che
smista il traffico. Qui, tanti operai faranno l'impossibile per salvare le loro aziende. Negli istanti immediata-
Alluvioni in Toscana
—/o
mente seguenti l'esondazione dell'
Arno, tra Castelfranco e Santa Croce
si forma una poderosa catena urnanaper portare tonnellate di sale dalla
zona di Volterra. Servono per cominciare, in una disperata lotta contro il
tempo, le oltre duecentomila pelli
fresche che il fango ha sommerso e
che rischiano di rovinarsi.
Ma gli "angeli della pelle" riusciranno nella loro impresa. Il distretto
del cuoio si rimetterà in piedi a tempo di record. A Santa Croce, l'Arno
ruppe la notte del venerdì. «La piena
risparmiò, si può dire miracolosamente, il centro cittadino», raccontano le pagine di "Diluvio sul pian di Pisa", «ma dilagò a valanga nella zona
industriale e la sommnerse, riversandosi nei pingui magazzini stivati di
pellami e merci. Sui muri delle concerie è rimasta uzza balza rossastra: è
il livello dell'acqua segnato dal tannino e dalla nafta, è la tragica "firma"
dell'Arno sul dorso di questa industre cittadina piagata ma non piegata
dalla tragedia.
C'è ancora l'acqua e già i samrtacrocesi cercavano di smontare i motori
delle macchine. Per il resto fu una gara con l'orologio: bisognava buttarsi
sulle pelli e salvarle {miei magazzini ce
n'erano per duecentottantamnila
quintali) senza pensare al sonno, alla
concorrenza, alla rivalità. Questo
slancio trasformò la città in un'unica, immmnensa conceria da riparare e
non appena uno aveva finito di badare alla roba sua, pensava a quella del
vicino». Nel caos di quelle ore, la stessa solidarietà corre lungo i centri abitati, lungo le campagne.
Darsi una mano a vicenda, far fronte comune alla ribellione della natura diventa, come queste foto raccontano bene, l' obiettivo di tutti.
'RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 253
Mezzi
militari
in transito
ungo
strade
dissestate,
famiglie
sfollate,
gli occhi
spaesati
di chi
ha dovuto
raccogliere
alla meglio
e proprie
cose
in poveri
sacchi:
scene
drammatiche
che
risalgono
a cinquanta
anni
fa
subito
dopo
'alluvione
che
sconvolse
'intero
territorio
provinciale
di Pisa
" r a... il 4 iíúvei i e ei 1966 11
Presentato alla biblioteca Gronchi di Pontedera il
volume " Era il 4 novembre 1966. Cinquant'anni
dall'alluvione a Pontedera", a cura di Michele Quirici e
ValentinaFihdei. Edito
daTagete Edizioni in
collaborazione con il
Comune di Pontederae
grazie al contributo di
Ecofor service, il libro
raccoglie oltre 500
immagini e documenti
inediti, ripercorrendo
la storia di quel
terribile giorno
Michele Quirici
attraverso le
testimonianze di alcuni
protagonisti, senza dimenticare una riflessione sul
rischio idrogeologico della zona.
Oggi, in regalo con una copia del Tirreno , i lettori hanno in omaggio
un'altra fotografia storica relativa all'alluvione di cinquant 'anni fa nel
Pisano; l'iniziativa dei nostro giornale, che ha riscosso un grande
successo tra i cittadini , è stata resa possibile grazie alla collaborazione
della Fondazione Pisa e della Fondazione Palazzo Blu, rispettivamente
proprietaria e responsabile della gestione dell'archivio di Luciano Frassi,
notissimo fotografo rimasto nel cuore di tutti i pisani
Alluvioni in Toscana
Pagina 254
. .
.
..
.
.
,
..................................................
. ...
wr l.
,Sg
1
•
, . r
.
.
.. ..,
.
" .
.
..
....
.
.
... .
7
f
..
r..-_...._._
.
'
..
;'J
i.
.
..
r
-
dl
:
,
., +,`.. _ •ÿ
,
.N: 4 .¡.
<3 ` ,
.
-
f
.
,
J.- ,-
-_•
,,
.
,
'
§ ,`
y..
•
:x
.
.
î:n*
.
.
.
_
.
..
✓
.
F fl r ._
;
"..
.
.
.
,
_
; , .., ,. .. ..
_.__- -___
( .
•í
.... ..
.
.
..
..
77
'tIlt
t:
1
,¡
y
.,r
.
. .
.
'
.
.
..
. .
.._.....
.
. .. .
- .
.
..t
,.
.,..
.
..
.
{
,
.
.
._
.
.
,
Y"•: :.
.
.
.
.
.. .
.
.
.
.
.....
_...+®.,. .
c .
.:
5
ss:
.
.
.
.
.
,
_.
'
r
..
.
.
..
.
-
.
.
.....
.,.. .
....
..
..A
.
,...
,
'
.
.
.
.
...
.
.
^y ..
,..
..
r,
„
..
.
15"1
.' ..
«
._.... ...
...,..
.
.
.
.
.
:
.
,
..
.
.
.
y
.
jj
`
..
.
,
.
.. •'•.ai'
,
' .
::,.
._
....
,..
i
.
: I
_
/%y.
;:
``(r {{{¡¡
- >•r
A7
.
`
a
,u„
a
.
I
.
,.a
tr M
P
, 11 4r.
gA
f
.
I
.
:
*e
t` h*...,
:
xr
u
(
'
''
--- -- -----___-° .-_..-------------------._-..._ ..._----.----
Alluvioni in Toscana
t•
,,,,
».
F
x
F
`
,
r
,r
1 3f'
R
.
..,
' t
f
"
...
•.;t , t. . A...
,
`
h
s -r
.
:
r:. ., 1
)Í
^ •
1r
.
,
•
'.'.
-.
.
.
. .
r
,..
. „ -
!
,,
....
'.
Sltr
}
•
...f
,
,..
,
.'
s
1
i
uj
W
Si
1
` a+% ,A, r •
'A ..•
¿
,
.
.
E
,
Wyy :
.
-.
.:
; ..+ ?
-------`---- 30 1° ----.-.-----.. _._._. _--._. .
Pagina 255
.
..
! <
.
.
.
..
..y
..
Í
.
.
/,
/
,.
,
.,
'`'r
.
,
,.
.
.
.
_
.
..
.
.,
.
,
....
t. v
e
/
t:
,,.
f
z
,
¡
Alluvioni in Toscana
a^h
"
Pagina 256