Rassegna dal 16 al 30 novembre.
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Rassegna dal 16 al 30 novembre.
Rassegna stampa 16 - 30 novembre 2016 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna stampa 16 - 30 novembre 2016 16/11/16 Alluvioni in Toscana Corriere Fiorentino P. 18 FIRENZE '66 DOPO L'ALLUVIONE 1 Nazione Empoli P. 12 Edoardo Antonini e le testimonianze sull'alluvione 2 Nazione Firenze P. 12 Quanti Angeli in divisa «Così l'esercito aiutò la città» Nazione Firenze P. 12 Tra testimonianze e immagini col consigliere Bambagioni 4 Nazione Firenze P. 13 Emozioni davanti a quelle pagine E tanti messaggi con il cuore 5 Nazione Firenze P. 13 I ricordi del novembre '66 La visita del Lions Bargello 6 Nazione Firenze P. 13 Serata Speed Gli inserzionisti visitano la mostra 7 Nazione Firenze P. 17 In scena «Scandicci e il diluvio» Spettacolo per il Cui 8 Nazione Firenze P. 24 L'alluvione diventa un film 9 Nazione Firenze P. 24 DA CIMABUE IN QUA 10 Nazione Grosseto P. 4 Cittadinanza onoraria al Savoia e benemerenze alla Municipale 11 Nazione Livorno P. 18 «Sulle ali degli angeli del fango» 12 Nazione Prato P. 5 «Noi, barricati dentro al circolo» Furti e spaccio, ipotesi coprifuoco Stefano De Biase 13 Qn P. 23 Le opere 'lumaca' per l'Arno Rinvii e ritardi, eccoli anni sprecati Paola Fichera 15 Tempi P. 21 L'elogio autocelebrativo degli angeli del fango" che annega nell'oblio i caduti di guerra Renato Farina Repubblica Firenze P. XIV Il film di Sky Arte sull'alluvione arriva al museo Tirreno Grosseto P. VIII Ombrone 1966 Luca Bonelli 19 Oggi P. 13 TORNADI, INONDAZIONI: IL TEMPO E' CAMBIATO? Giorgio Dell'Arti 21 Tirreno Grosseto P. VIII E dopo 50 anni il riconoscimento agli "angeli" della Municipale 22 Tirreno Massa Carrara P. VIII Commissariamento del Comune la richiesta arriva in Prefettura 23 Tirreno Pisa P. VII Quei cinque ragazzi sfidarono l'Arno come indiani Seminole Tirreno Pisa P. VII Via Pisano allagata sembra un angolo di città lagunare Fabrizio Morviducci 3 17 18 Andrea Lanini 24 26 17/11/16 Alluvioni in Toscana Tirreno Pontedera Empoli P. IV Quella famiglia fu cancellata dall'onda di piena Corriere Fiorentino P. 1 Servono fatti (e non patti) Mario Lancisi 30 Corriere Fiorentino P. 13 La fiera dell'arte, due giorni in Fortezza Loredana Ficicchia 31 Corriere Fiorentino P. 14 L'ALLUVIONE A TEATRO Nazione Firenze P. 11 Tantissimi giovani alla mostra Così si tramanda la memoria Margherita Calderoni 33 Nazione Firenze P. 11 'Io, il soldatino per venti giorni in mezzo al fango' Sandra Nistri 35 Nazione Firenze P. 32 Sgarbi battezza i nuovi pittori Arte Firenze: mostra e premi Fiamma Domestici 36 Nazione Grosseto P. 9 Alluvione, un altro regalo 37 Nazione Livorno P. 19 All"Istoreco un incontro sugli «Angeli del fango» 38 Nazione Pisa P. 9 Fransi racconta l'Arno Anniversario d'autore Francesco Paletti 39 Qn P. 21 Sieve, il torrente fa ancora paura E le ?casse' rimangono un sogno Lisa Ciardi 40 Qn P. 21 ?L'Arno straripa a Firenze' Le scuole possono prenotarsi Tirreno Grosseto P. VIII Ore frenetiche al centro raccolta Indice Rassegna Stampa 27 32 42 Elisabetta Giorgi 43 Pagina I INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna stampa 16 - 30 novembre 2016 Tirreno Grosseto P. VIII Quando il tempo si fermò addosso alle Mura medicee 45 Tirreno Pisa P. VIII Ventuno scatti per raccontare il tragico evento 46 Tirreno Pisa P. VIII Ecco i primi sorrisi catturati da Frassi dopo la grande paura Tirreno Pisa P. VIII Quella famiglia cancellata dall'onda di piena 49 Qs - Firenze P. 9 I Medicei Rugby a La Nazione per la mostra sull'alluvione 50 51 Andrea Lanini 47 18/11/16 Alluvioni in Toscana Bisenzio 7 P. 4 Alluvione del 1966: ecco il nuovo libro Bisenzio 7 P. 7 Esposito: «Non averci invitato è un grave sgarbo istituzionale» Valentina Tisi 52 Bisenzio 7 P. 46 « L'altra alluvione» arriva a Vaiano Fiammetta Famiglietti 53 Nazione Empoli P. 17 Acquisti di qualità con «Tre piazze» 54 Bisenzio 7 P. 46 Il Bisenzio fa ancora paura? Ecco come intervenire 55 Nazione Firenze P. 8 Il nostro Arno: 1966-2016 Nazione Firenze P. 9 Mostra a quota ottomila E ora un altro pienone 58 Nazione Firenze P. 32 DA CIMABUE IN QUA 60 Nazione Massa Carrara P. 16 Come salvarsi dall'alluvione Lezione in classe al Nautico 61 Nazione Pontedera ValderaP. 25 L' alluvione raccontata da Meucci 62 Nazione Siena P. 17 Cinquantesimo dell'alluvione Boom di visitatori alla mostra 63 Qn P. 22 Bonifiche sugli argini, ecco dove 64 Qn P. 22 Tutti d'accordo, Firenze è a rischio I lavori sono fermi oppure in ritardo Qn P. 23 Lezione di storia per i giovani 67 Qn P. 23 Mostra, visitatori a quota ottomila Si attende il pienone nel week end 68 Roberto Davide Papini 56 Paola Fichera 65 Tirreno Pontedera Empoli P. VI «Con i miei amici ripulii la scuola in piazza Belfiore» Elena Iacoponi 70 Tirreno Grosseto P. VII Sui binari, tra angoscia e speranza Tirreno Grosseto P. VII Quando volavo senza sosta sulla città allagata Tirreno Pisa P. VII 21 scatti per raccontare i giorni della rabbia e del ritorno alla vita Tirreno Pisa P. VII Melma, danni e sconforto Borgo Stretto stravolto Andrea Lanini 76 Tirreno Pontedera Empoli P. II Alluvione, la solidarietà ebbe il sopravvento su tutto Andrea Lanini 78 Tirreno Pontedera Empoli P. XXI Il libro di Meucci sull'alluvione 80 Nazione Firenze P. 21 Fine settimana da mostra C'è l'orario continuato 81 Qn P. 23 Week end di grande affluenza Tante le prenotazioni per le scuole 82 Qn P. 23 Una App per salvarsi dalla piena E oggi Protezione civile in allerta Lisa Ciardi 83 Tirreno Pisa P. XIII Quando la solidarietà ebbe il sopravvento su ogni sentimento Andrea Lanini 85 Tirreno Pisa P. XIII Ventuno scatti per raccontare il tragico evento 72 Elisabetta Giorgi 73 75 19/11/16 Alluvioni in Toscana 87 20/11/16 Alluvioni in Toscana Indice Rassegna Stampa Pagina II INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna stampa 16 - 30 novembre 2016 Tirreno Prato Pistoia Montecatini P. VI «Tutta la notte a togliere l'acqua» Francesco Albonetti 88 Nazione Firenze P. 9 Domenica alla mostra Così si racconta la Storia Nazione Grosseto P. 18 Enrico Finizio Il medico che «curò» l' alluvione Rossano Marzocchi 92 Nazione Pistoia P. 2 Bloccati dal fango Stefano Incerpi, Marco A. Innocenti 93 Nazione Pistoia P. 3 Strade chiuse e idrovore all'opera E' la «solita» emergenza alluvione Arianna Fisicaro 95 Nazione Pistoia P. 3 Frana sulla via e torrenti in piena Ore di paura Tirreno Grosseto P. VI Il grande viaggio nelle radici di una comunità Tirreno Grosseto P. VI Dai "donatori di storie" all'Agenzia Bf: grazie a tutti 101 102 90 97 Emilio Guariglia 98 21/11/16 Alluvioni in Toscana Nazione Firenze P. 6 Filmati e prime pagine, quanti ricordi La nostra mostra fa il tutto esaurito Nazione Grosseto P. 3 L'alluvione mezzo secolo dopo Domani la cartolina in regalo Nazione Pistoia P. 2 «Nove alluvioni in appena due anni A rischio 300 pecore» 104 Tirreno Pontedera Empoli P. XV Il Sant'Andrea d'Oro alla protezione civile 105 Nazione Empoli P. 18 Un incontro al MuMeLoc sull'alluvione del '66 106 Nazione Firenze P. 20 L'alluvione dentro i romanzi celebri 107 Nazione Firenze P. 24 DA CIMABUE IN QUA Nazione Firenze P. 25 Un testo di Niccolini per raccontare l'Arno Titti Giuliani Foti 109 Qn P. 22 Quattro invasi per il basso Valdarno Ma soltanto uno è stato realizzato Lisa Ciardi 110 Qn P. 30 Le alluvioni ai giorni nostri Qn P. 30 Sicurezza e decisioni mai prese Repubblica Firenze P. XX TEATRO STUDIO 114 Tirreno Pontedera Empoli P. II La Torre sullo sfondo di una palude 115 Corriere Fiorentino P. 19 Arte contemporanea, via al mega censimento Nazione Arezzo P. 18 «L'alluvione» sul palco del Circolo Aurora 117 Nazione Firenze P. 6 C'è possibilità per le scuole di prenotarsi 118 Nazione Firenze P. 6 L'Arno, i cittadini e La Nazione Che mostra, sono numeri da museo 119 Nazione Firenze P. 24 DA CIMABUE IN QUA 120 Nazione Pontedera ValderaP. 17 «Se io fossi acqua» Quando la solidarietà sgorga da un dramma 121 Nazione Siena P. 13 Il Roncalli ricorda l'alluvione 122 Qn P. 20 Rossi:«100 milioni l'anno per i fiumi Fra dieci anni la Toscana sarà sicura» Paola Fichera 123 Qn P. 21 Folla per 'L'Arno straripa a Firenze' La mostra verso i 15mila visitatori Diego Casati 126 Repubblica Firenze P. I-XIII Lo studente Sandro Pertini la tesi ritrovata e i giovani senza lavoro Valeria Strambi 127 Luca Mantiglioni 103 22/11/16 Alluvioni in Toscana 108 112 Andrea Luparia 113 23/11/16 Alluvioni in Toscana Indice Rassegna Stampa Valeria Ronzani 116 Pagina III INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna stampa 16 - 30 novembre 2016 Tirreno Pisa P. X I danni ai campi intorno alla città 130 Tirreno Pontedera Empoli P. IV Donati e Andreanini in un video Rai 132 Tirreno Pontedera Empoli P. IV Per salvare Pisa dal disastro l'argine fu fatto saltare Tirreno Pontedera Empoli P. IV Quella famiglia spazzata via Tirreno Pontedera Empoli P. IV Mostra dedicata all'inondazione 137 Tirreno Pontedera Empoli P. V "I giorni dei diluvio" raccontati da Meticci 138 Tirreno Pontedera Empoli P. VII Inginocchio aziende e negozi 24/11/16 Alluvioni in Toscana 133 Patrizia Marchetti Andrea Lanini 135 139 Tirreno Pontedera Empoli P. XVIII Empoli, oggi le voti e i rumori dell'Arno 141 Tirreno Prato Pistoia Montecatini P. XVI Mostra fotografica sull'alluvione del 1966 142 Corriere Arezzo P. 18 Danni causati dall'alluvione: sopralluoghi dei tecnici dell'Unione nelle zone critiche 143 Nazione Empoli P. 18 IL Regina Margherita alza il sipario sull'Alluvione 144 Nazione Empoli P. 18 La grande guerra dell'Arno Emozioni con Anna Dimaggio 145 Nazione Empoli P. 19 Affrontare le alluvioni ricordando quella del 1966 Nazione Firenze P. 16 SPIRITO DI GRUPPO Nazione Firenze P. 17 Il direttore dell'Ufficio scolastico in visita 148 Nazione Firenze P. 17 " «Vogliamo la mostra permanente per i fiorentini di ieri, oggi e domani» 149 Nazione Firenze P. 26 Arno Arnino Arnaccio Mostra di pittura e libri: ciclo di iniziative 150 Nazione Grosseto P. 19 L'ALLUVIONE IN TEATRO «Il filo dell'acqua» approda agli Industri 151 Nazione Pontedera ValderaP. 25 Mostra sull'alluvione L'appello ai testimoni per un video didattico 152 Nazione Prato P. 21 Poggio ricorda l'alluvione del '66 Una rivista, una mostra e un libro Tirreno Grosseto P. XIV L'alluvione di Firenze è poema scenico sul Filo dell'acqua Tirreno Pisa P. IX Non solo l'Arno, fu l'Era a inondare la provincia Andrea Lanini 155 Tirreno Pontedera Empoli P. II Il centro invaso da acqua e fango Andrea Lanini 156 Tirreno Pontedera Empoli P. XX Oggi va" in scena l'alluvione" 158 Tirreno Prato Pistoia Montecatini P. VIII Ponte Buggianese proroga la mostra sull'alluvione 159 Tirreno Prato Pistoia Montecatini P. XVI Il Comune ricorda l'alluvione del'66 alle Scuderie 160 Nazione Firenze P. 11 Firenze e la furia dell'Arno Numeri record per la mostra 161 Nazione Firenze P. 18 Tavarnelle: l'alluvione secondo Germogli 163 Bisenzio 7 P. 4 L'alluvione del `66 a Campi tra commozione e ricordi 164 Nazione Massa Carrara P. VIII Alluvione Foto dal fango 165 Bisenzio 7 P. 40 Alle scuderie medicee si ricorda l'allunone del 1966 166 Nazione Pisa P. VIII Scatti in mostra 168 Nazione Prato P. 17 Domani il ricordo dell'alluvione del '66 Qn P. 19 Sul Nord l'incubo dell'alluvione Piemonte, fiumi fuori dagli argini 146 Giampaolo Marchini M. Serena Quercioli 147 153 154 25/11/16 Alluvioni in Toscana Indice Rassegna Stampa 169 Viviana Ponchia 170 Pagina IV INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna stampa 16 - 30 novembre 2016 Qn P. 21 Galletti: «Regia unica per l'Arno I grandi lavori? Ci penserà lo Stato» Lisa Ciardi 172 Repubblica Firenze P. XXVIII ALLUVIONE IN VALDELSA 174 Tirreno P. 3 Nelle zone a rischio 7 milioni di italiani «Ora prevenzione» 175 Tirreno P. 3 La necessita di avere meno parole e più fatti Tirreno Grosseto P. XIV Agli Industri l'alluvione di Arca Azzurra Tirreno Pisa P. X L'Arno che faceva paura oggi diventa risorsa e guida tra palazzi storici e cibi doc Carlo Venturi Ni 179 Tirreno Pontedera Empoli P. II La pronta "risurrezione" della Piaggio Diandrealanini 183 Nazione Firenze P. 7 Storia in mostra, che finale Weekend a orario continuato Nazione Firenze P. 31 Rotary Club Val di Sieve Service sul fiume Arno per giovani ricercatori Nazione Firenze P. 31 Borgo abbandona «Pianvallico Srl» ?Urge dismettere' Nazione Grosseto P. 8 Irene Blundo racconta Grosseto nel fango ovvero l'alluvione dei dimenticati 187 Nazione Grosseto P. 18 Oggi l'esercitazione di protezione civile 188 Nazione Pontedera ValderaP. 5 L'alluvione del'66 Presentazione del libro «Era» 189 Nazione Prato P. 26 Pretorio Storie Si comincia da Leonetto Tintori 190 Repubblica Firenze P. XX PESCAIA DI SAN NICCOLO 191 Repubblica Firenze P. XX ALLUVIONI A FIRENZE 192 Tirreno Grosseto P. XI A Pitigliano esercitazione sull'alluvione 193 Tirreno Piombino Elba P. X Angeli del fango e storie con Fabio Baldassarri 194 Tirreno Pisa P. XVII Disastri e catastrofi, l'alluvione vista dai ricercatori Cnr Vittorio Emiliani 177 178 26/11/16 Alluvioni in Toscana 184 185 Paolo Guidotti 186 Carloventurini 195 27/11/16 Alluvioni in Toscana Corriere Arezzo P. 18 "Mio padre fu la prima vittima dell'alluvione Il suo nome dimenticato" 198 Nazione Firenze P. 1 OGGI ONLINE SU www.lanazione.it/firenze Nazione Firenze P. 5 Ataf stanga per pochi minuti ?Angelo del fango' multato Nazione Firenze P. 26 Rotary Chianti al servizio del territorio. Evento per l'alluvione 201 Nazione Firenze P. 1-3 Mostra Alluvione, ultime ore 202 Nazione Livorno P. 21 Cinquant'anni dalla grande alluvione Ecco il libro storico di Benedettini 204 Nazione Livorno P. 21 Gli «Angeli del fango» nel libro di Baldassarri 205 Nazione Pisa P. 27 Quando l'Arno uscì dagli argini Le foto e il dramma dell'alluvione 206 Nazione Pontedera ValderaP. 4 Anche l'allarme peste 207 Nazione Pontedera ValderaP. 4 Con l'acqua alla gola Qn P. 30 Rischio alluvioni Si può fare di più 210 Toscana Oggi L'osservatore Toscano P. VIII Alluvione, vento di mare sui mattoni rossi 211 199 Monica Pieraccini Nicola Pasquinucci 200 209 28/11/16 Alluvioni in Toscana Nazione Firenze P. 1 Indice Rassegna Stampa Grazie a tutti Pier Francesco De Robertis 212 Pagina V INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna stampa 16 - 30 novembre 2016 Nazione Firenze P. 1-5 Un successo 213 Tirreno Viareggio P. 14 L'alluvione di Firenze e gli angeli del fango 216 29/11/16 Alluvioni in Toscana Tirreno Pontedera Empoli P. XIV Protezione civile: premio dal sindaco 217 Tirreno Prato Pistoia Montecatini P. III "Testimonianze" sull'alluvione dei 1966 218 Tirreno Prato Pistoia Montecatini P. XV Festa della Toscana dedicata all'acqua che salva e condanna 219 Nazione Arezzo P. 1-2 L'incognita del referendum Salvatore Nino 220 Nazione Empoli P. 19 Un premio agli angeli Ylenia Cecchetti 223 Nazione Firenze P. 24 DA CIMABUE IN QUA 224 Nazione Grosseto P. 18 Ombrone, convegno al Polo universitario 225 Nazione Grosseto P. 18 Festa della Toscana La città ricorda anche l'alluvione 226 Nazione Lucca P. 15 Vinciola, ok al restyling: cantiere a fine anno 227 Nazione Lucca P. 18 L'alluvione del '66 a Firenze e il ruolo di Ragghianti 228 Nazione Prato P. 22 I nostri studenti e la modernità del Granduca 229 Tirreno Grosseto P. IV Mettiamo in sicurezza l'aurelia Michele Scola 230 Tirreno Grosseto P. VII Festa della Toscana in memoria dell'alluvione del 1966 Stefano Fabbroni 231 Tirreno Lucca P. VI Alluvione, dall'Ue i soldi per il torrente Vinciola 232 Tirreno Lucca P. VII Ragghianti e l'alluvione 233 Tirreno Piombino Elba P. III Festa della Toscana, le celebrazioni alla Sefi 234 Tirreno Piombino Elba P. VIII Alluvione del '66 e solidarietà 235 Tirreno Viareggio P. XI Gettone di presenza devoluto alle popolazioni terremotate 236 Nazione Montecatini P. 14 Soccorso pubblico, non solo servizi Aiuti per trenta famiglie italiane Francesco Storai 237 Tirreno Pontedera Empoli P. V Oltre cento aziende finirono sott'acqua Andrea Lanini 240 Tirreno Pontedera Empoli P. V «Andai nella mia ditta ma nessuno mi avvisò del pericolo in arrivo» Elena Iacoponi 241 Tirreno Pontedera Empoli P. XIV I cinque eroi di Marcignana premiati cinquant'anni dopo 244 Tirreno Prato Pistoia Montecatini P. X "TESTIMONIANZE" RACCONTA LA GRANDE ALLUVIONE 245 Nazione Arezzo P. 12 Bani, uno strappo dopo l'alluvione Viligiardi mette in mora Publiacqua Nazione Firenze P. 24 DA CIMABUE IN QUA 247 Nazione Grosseto P. 19 «L'alluvione dei dimenticati» Il libro presentato alle Clarisse 248 Nazione Livorno P. 14 «Le riforme di Pietro Leopoldo come laboratorio di progresso» 249 Nazione Pistoia P. 18 La grande alluvione un numero speciale di «Testimonianze» 250 Tirreno Grosseto P. X Il fango raccontato dai Bianciardi 251 Tirreno Grosseto P. X Oggi consiglio comunale sul 1966 252 Tirreno Pisa P. VII Industria e agricoltura inginocchio, acqua e fango le imprigionano 30/11/16 Alluvioni in Toscana Indice Rassegna Stampa Marco Corsi Andrea Lanini 246 253 Pagina VI FIRENZE'66 DOPO L'ALLUVIONE Firenze, Museo Novecento, Piazza Santa Maria Novella Stasera alle 17.30 proiezione del film 'Firenze 66 - Dopo l'Alluvione' di Enrico Pacciani alla presenza del regista: un'indagine, vissuta attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti, il commento degli esperti e una meticolosa ricerca di immagini e documenti d'archivio, sui segni che la forza distruttrice dell'Arno ha inferto a Firenze e alla vita dei fiorentini. Alluvioni in Toscana Pagina 1 Edoardo t i i e l testîmonîanze sutt'attuvîone Castelfiorentino CON TI N UAN O a Castelfiorentino le iniziative per ricordare l'alluvione del '66. Sabato 19 novembre, alle 11, al Ridotto del Teatro del Popolo sarà presentato il libro «Piovve sul bagnato: 4 novembre 1966» (Ibiskos Editrice Risolo) con le testimonianze a cura di Edoardo Antonini. Alluvioni in Toscana Pagina 2 LA MOSTRA ESTATA INAUGURATA DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA 'esercito aiutò la città» . 77 Y7 z J i Lup d GELI in divisa. L'Esercito ebbe un ruolo fondamentale nell'aiuto ai fiorentini alluvionati. Oltre ottomila tra ufficiali e soldati furono inviati a Firenze per liberare la città dal fango e sostenere i cittadini nella loro 'battaglia' per ripulire strade, case e negozi. I primi a entrare in azione furono i fanti del 78° reggimento Lupi di Toscana. Uscirono dalla caserma Gonzaga (rimasta fortunatamente all'asciutto) ed entrarono in azione. Tra questi anche il colonnello in congedo Egisto Martini, che all'epoca era un venticinquenne tenente in servizio proprio al78°. Oggi Martini, originario di Chitignano in provincia di Arezzo, ma da sempre residente a Firenze è il segretario dell'associazione Lupi di Toscana, e non ha dimenticato quei momenti, l'impegno di soldati e la deter- I «Ci chiamavano da tutte le parti: ma ci fu subito una grande reazione» i . 1-97 . C i minazione dei fiorentini a rinascere. Colonnello come era Firenze in quei giorni? «Firenze era completamente devastata. C'era un mare di fango ovunque. Io all'epoca avevo un incarico amministrativo, ma decisi di offrirmi volontario per scendere in strada. L'occasione capitò perché un collega si fece male a una caviglia, e così presi il comando di quel plotone e andammo in città. C'era una grandissima confusione, ci chiamavano dappertutto per spalare il fango ma anche per un aiuto umano. Ho diviso i trenta uomini che avevo in piccoli gruppi; abbiamo tentato di rispondere a tutti coloro che avevano necessità». Quale l'immagine che le è rimasta in mente? «Un uomo che piangeva con il volto nascosto da un braccio. Era l'immagine della disperazione nelle prime ore dell'alluvione. Ma superati quei primi momenti la cit- . 77 G n campo tà ha trovato la forza di rinascere. Alcuni negozi riuscirono a riaprire fin da subito, tanto che sulle prime quello che era successo a Firenze venne sottovalutato dalle istituzioni nazionali. Poi ci si rese conto di quello che era successo». li contributo dei Lupi fu determinante «Il nostro è stato sempre un reggimento `speciale'. I Lupi, quale che fosse la loro origine di nascita, furono sempre toscani tra i toscani. Fino alla fine e ancora oggi che il reggimento non esiste più. Nei giorni scorsi abbiamo svolto il XXI raduno dell'associazione, ricordando proprio i giorni dell'alluvione. Del 78° non scomparirà la memoria; il nostro monumento dopo il restauro, si trova ora alla caserma Predieri». A tutti coloro che intervennero per l'alluvione, venne conferita una onorificenza al merito. E' la medaglia della quale il colonnello in congedo Egisto Martini è forse più orgoglioso. Fabrizio Morviducci Egisto Martini all'elso< a era un venticin Alluvioni in Toscana Pagina 3 Tra testimonianze immagini i i co!.lconsigliere A 0 Alluvioni in Toscana Gradito ospite della mostra «L'Arno straripa a Firenze» il consigliere regionale del Pd Paolo Bambagioni che ha seguito con narticolare attenzione tutte le aree che ricordano la Grande alluvione del 1966. Disastro che non interessò solo la città, ma anche tutta la Piana fiorentina allagando campi e aree industriali. Pagina 4 11 tanti ® visi stra sull'alluvione anche Nicoletta Mantovani ieri per la mostra organizzata dal nostro giornale «L'Arno straripa a Firenze». Tanti fiorentini, ma anche turisti in visita in città. E anche scuole e associazioni . Insomma il grande successo continua con commenti davvero emozionanti lasciati nel «librone delle firme». Ieri gradita ospite del nostro giornale è stata Nicoletta Mantovani, f ticoletta Mantovani davanti a uno dei grandi schermi con il direttore de La Nazione De Robertis Ingresso Libero nel nostro a itori fino al 27 novembre assessore di Palazzo Vecchio, che accompagnata dal direttore Pier Francesco De Robertis ha ammirato, passo passo, tutta la mostra, dal docufilm alle pagine storiche alle foto dei lettori. Visto il grande successo, con il clou nel fine settimana scorso, è stato deciso la proroga dell'apertura al 27 di novembre Anche ieri centinaia di persone si sono messe in fila per ammirare i filmati, le prime pagine e le fotografie che raccontano il disastro del 1966. Un'esposizione semplice e al tempo stesso emozionante, il dramma di quel giorno e di quelli successivi, vissuti dai fiorentini e da chi si torvava in quelle ore in città. E La Nazione con questo allestimento ripropone quel 4 novembre del 1966, in un mix tra tradizione e innovazione, messo nero su bianco dai nostri cronisti e dai fotografi di quel periodo. Proprio il giornale, che nonostante il disastro riuscì comunque ad uscire tutti i giorni in edicola, fu protagonista per informare in maniera capillare e per far pressione su Roma per far arrivare gli aiuti necessari. La mostra è visitabile gratuitamente dal lunedì al sabato con orario 9.30-12.30 e 15-18. Ingresso da via Paolieri. Vi aspettiamo. Alluvioni in Toscana Il nostro direttore ha acco m pa g nato Nicoletta Ma ntovani alla mostra illustrando tutte le diverse aree: dal docufilm alle foto dei nostri lettori Nei giorni scorsi molti persona ggi fiorentini hanno visitato la mostra H anno voluto conoscere la nostra iniziativa anche i sottoseg retari Lotti e Toccalondi G raditissi mo ospite della mostra anche il presidente dell'Osservatorio G iovani-Editori Andrea Geccherirti I lmoiioní daeInri a (I JIL Paeiue l F.Lßu' . n s. seairanilrna Pagina 5 Ricordi lontani eppure ancora così vivi. Emozioni che, dopo mezzo secolo, sono tornate negli occhi e nella mente, attraverso le pagine de La Nazione, le testimonianze e le immagini scattate e girate all'epoca. Anche i soci del Lions Firenze Bargello, insieme alla presidente Stefania Fuscagni, hanno visitato ieri la mostra nel nostro giornale. Ricevuti dal direttore Pierfrancesco De Robertis, si sono soffermati sui filmanti e su alcune delle prime pagine del 4 novembre del 1966, prima che l'acqua dell'Arno allagasse completamente il nuovo stabilimento del giornale. Fra i tanti visitatori della mostra anche il Lions Club Firenze Bargello Alluvioni in Toscana Pagina 6 Serata Glí inserzionisti visitano la mostra VI SITA di alcuni inserzionisti pubblicitari del nostro quotidiano alla mostra «L'Arno straripa a Firenze », allestita nell'auditorium Attilio Monti, eccezionalmente prolungata, in virtù della grande affluenza di pubblico, fino a domenica 27 novembre. Alla presenza dei dirigenti della Speed, concessionaria pubblicitaria de «La Nazione», guidata da Mauro Lisi, del direttore della sede di viale Giovine Italia, Stefano Fantoni, e del direttore de «La Nazione», Pier Francesco De Robertis, sono stati illustrati ai visitatori le riproduzioni dei nostri giornali dell'epoca e ogni ospite ha potuto ascoltare e vedere gli audioservizi creati dalla redazione in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Alluvione. Al termine della serata, a tutti gli intervenuti, è stato offerto un aperitivo con la collaborazione del catering «Galateo». Alluvioni in Toscana Pagina 7 In scena «Scandicci ® » Spettacoto per it Cui VENERDì 1 nove mb re alle 21 aL Teatro A uror a i Scan d icci in via S. B artoLo in Tuto, Lo spettacolo a scopo b enefic o d aL titolo Scan d icci e iL diluvio R icord i e scene d a un'alluvione". La serata p reved e una raccolta fon d i a favore LL ssociazione Cui I rag azzi d eL Sole p er La costruzione d eLLa casa allo io " O ra con N oV' . Alluvioni in Toscana Pagina 8 L'alluvione diventa un film DOPO la prima ufficiale e il passagio in prima tv su Sky Arte Hd del 9 novembre, il film «Firenze 66 Dopo l'Alluvione» di Enrico Pacciani, prodotto da Alkermes e Sky Arte Hd, sarà presentato al Museo Novecento oggi alle 17.30 alla presenza del regista. Il film è stato prodotto con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, la collaborazione dell'Archivio del Festival dei Popoli. Si tratta di un'indagine, vissuta attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti, il commento degli esperti e una meticolosa ricerca di immagini e documenti d'archivio, sui segni profondi che la forza distruttrice dell'Arno ha inferto a Firenze e alla vita dei fiorentini. Ma è anche il racconto dell'impegno nel recupero del patrimonio che ha fatto della città un cantiere di eccellenza e di innovazione nelle tecniche del restauro, oltre che il ricordo di una delle più grandi manifestazioni di solidarietà cui si sia mai assistito nella storia. Furono centinaia di "Angeli del Fango" ad accorrere a Firenze da tutto il mondo. Si trattò della prima grande mobilitazione giovanile spontanea del Dopoguerra, in cui tanti ragazzi, animati da una comune passione per l'arte, superarono i confini e le divisioni della Guerra Fredda per mettere in salvo un patrimonio che sentivano appartenere a tutta l'umanità. Alluvioni in Toscana Pagina 9 ACCADEMIA DELLE ARTI E DEL DISEGNO Fino al 28 dicembre LA SALA delle esposizioni in Via Ricasoli 68 prende in esame l'inedito rapporto tra alluvione del 4 novembre 1966 e la produzione artistica, prendendo le mosse proprio dall'Accademia delle Arti del Disegno, l'istituto che dal 1563 riunisce a Firenze i più famosi pittori, scultori e architetti. Orsanmichele 4 ospita una selezione di venti opere, tra sculture e disegni, che dialogano attraverso un inconsueto gioco di metamorfosi a cui l'artista dà forma realizzando un bizzarro circo di mostri del nostro temnn Alluvioni in Toscana Pagina 10 Cííiadínanza onorSavoia afia al e benemerenze 'ci e afia CITTADINANZA onoraria al Savoia cavalleria e civiche benemerenze al corpo di polizia municipale, ai vigili urbani in servizio durante l'alluvione del 1966 e alla memoria di Santi Quadalti. Così si è espresso ieri il Consiglio comunale di Grosseto che ha attribuito queste onorificenze, all'unanimità per il vigili urbani, a maggioranza per il Savoia cavalleria. «Siamo onorati di ospitare nel territorio comunale una prestigiosa realtà militare come il Savoia cavalleria, che da sempre si distingue in Italia e all'estero per impegno, spirito di sacrificio, professionalità e dedizione verso chi si trova in stato di bisogno - dice il sindaco di Grosseto -, in operazioni di sicurezza e di pace anche in territori a rischio». Le civiche benemerenze sono state conferite a Felice Serra (allora co ma ndante della Municipale) e a Renato Bocchi, Mario Moretti, Giuliano Bianchini, Carlo Carnicelli, Marcello Teresini, Franco Battistini, Franco Mazzieri, Romolo Cheli, Guido Cardini, Enzo Duchini, Furio Lazzeretti, Alberto Gentili (vigili urbani all'epoca in servizio); inoltre al corpo della Polizia municipale e alla memoria di Santi Onadalti. Alluvioni in Toscana Pagina 11 « u4 %° L75 d%g! Lngetá de6 fango» Livorno I N OCCASIO N E del 50° anniversario dell'alluvione di Firenze, l'Istoreco organizza un incontro per presentare il volume «Sulle ali degli angeli del fango e undici racconti di viaggio» (Robin edizioni 2016), scritto da Fabio Baldassarri. L'iniziativa si terrà giovedì 17 alle 17 nella sala conferenze dell'Istoreco (complesso della Gherardesca, via GaUlei 40). A presentare il libro, oltre all'autore, sarà il professor Davide Puccini. Alluvioni in Toscana Pagina 12 L'OBIETTIVO QUELLO DI DARE VOCE Al LETTORI, CHE POSSONO SEGNA LARE PROBLEMI E AVANZARE PROPOSTE PROSSIMA TAPPA SARA' DOMANI L'APPUNTAMENTO E' PARTIRE DALLE 11 AL CIRCOLO ARCI DI CASALE I flCt ip vff Poca s lcu re,zz : si u all'Olimp ia incassi calati de 70 % in pochi ann i «ABBIAMO messo le inferriate a ogni porta e finestra del circolo. Con tutte queste sbarre sembra di essere dentro una galera e invece in carcere dovrebbero finirci tutti coloro che spacciano e rubano in questo quartiere». E' una situazione a dir poco disperata quella che viene raccontata da soci e clienti del circolo «Olimpia» di Tavola, in vicolo del Chiassarello. Spaccio, raid van- Appartamenti nel mirino «Servono maggiori controlli e più illuminazione» dalici e furti sono all'ordine del giorno e dal tardo pomeriggio in poi le persone preferiscono restare in casa piuttosto che andare al circolo a trascorrere qualche momento di relax in compagnia. Tanto che qualcuno pensa anche all'ipotesi coprifuoco. «Le persone cominciano ad avere paura - racconta il presidente dell'Olimpia Gianni Bongiovanni - La sera non si vede quasi più nessuno al circolo. Gli incassi sono calati del 70%. E anche i giovani cominciano a cambiare luogo di ritrovo. Di solito chiudiamo a mezzanotte, ma in realtà potremmo benissimo tirare giù il bandone Alluvioni in Toscana ore I alle 10. Per ora proviamo a resistere, soprattutto per dare un luogo di ritrovo ai più giovani, ma a livello economico si fa sempre più dura». LA COLPA di questa situazione viene attribuita alla presenza di una fitta rete di spacciatori. Chi frequenta il circolo parla addirittura di una quindicina di pusher che vendono le dosi sia a clienti italiani che cinesi. Oltre allo spaccio ci sono poi i furti. E il circolo è uno dei bersagli preferiti dei malviventi. «Abbiamo le inferriate, l'allarme e le telecamere eppure entrano lo stesso - commenta uno dei soci del circolo, Sergio Gallorini - Adesso ci avviciniamo pure al Natale e cominciamo ad avere ancora più paura di nuovi colpi. L'obiettivo è sempre lo stesso: le slot machine. Purtroppo non ne possiamo fare a meno, altrimenti le avremmo già tolte da un pezzo». I furti riguardano pure gli appartamenti. «In casa di un socio del circolo sono entrati tre volte in un anno rubando gioielli e contanti - racconta Silano Frosini - Chiediamo più passaggio delle forze dell'ordine. In fondo in passato quando ci fu una serie di controlli straordinari la situazione migliorò. E poi serve l'illuminazione in via Perini. Il buoi infatti favorisce le attività illecite». Stefano De Biase La richiesta, che arriva da più parti del quartiere, è quella di un maggiore passaggio da parte delle forze dell'ordine. Una sorta di piano speciale dedicato alla frazione, che ponga un freno sia alla rete di spaccio che ai fenomeni come furti nei negozi e nei circoli: uno su tutti quello dell'Olimpia. Ex Casa del fascio Da qualche giorno, lungo via Braga, a Tavola, su una delle facciate della ex Casa del fascio, è stata affissa una targa, per commemorare l'alluvione del 1966. Questo è un modo per ricordare, sia la tragedia che ha colpito la nostra provincia, ma anche la generosità delle persone. Pagina 13 Alluvioni in Toscana Saverio Pacini Sfilano Frosini Sergio Gallorini Gianni Bongiovanni Pagina 14 'BATTAGL I A PER LA S i k'.'-,UREZZA re ` uinaca' Der vïi e ritardi, ecco gli 1 recati Firenze: previste 4 casse d'espansione, nefunziona parzial me solo , FIRENZE PER mettere in sicurezza Firenze da una nuova possibile alluvione dell'Arno, il sistema idraulico individuato a cinquant'anni dal 4 novembre'66 sono, fondamentalmente, le quattro casse di espansione posizionate a Figline Valdarno (Pizziconi, Restone, Prulli e Leccio) e il sopralzo e l'adeguamento della diga di Levane. I primi protocolli d'intesa e accordi di programma, finalizzati alla progettazione e realizzazione di quelle casse, risalgono al 2004. All'epoca le due casse avevano un costo complessivo da progetto preliminare di 17 milioni e dovevano essere terminate nel 2009. Oggi i costi sono lievitati e con quei 17 milioni non è più realizzalizzabile nemmeno una sola di quelle opere. Le date di fine lavori sono slittate in avanti: a ben guardare a data da destinarsi. Visto che a fine 2016 si arriverà forse solo alla gara di appalto per la progettazione esecutiva. Nel 2004 Le 4 ' casse' costavano 1 7 m iLioni: ora non basterebb ero pe r realizzarne una VAL E per tutti l'esempio delle due casse Pizziconi-Restone che si articolano in tre lotti. E parliamo solo del primo, finanziato con un accordo di programma a fine 2009 e (nei primi 5 anni perduti) i costi erano già lievitati a 14 milioni per il progetto definitivo più 4 per l'attività di bonifica. Le opere della cassa dovevano terminare a dicembre 2011, a settembre 2012 doveva essere pronto l'argine strada. Poi i soliti ritardi italici: a causa dei rapporti con Autostrade e Rfi, per la caratterizzazione delle terre inquinate, e per l'annullamento del Tar della procedura espropriativa per l'argine strada. A tutto questo è seguita la nomina di un commissario ad acta regionale e la struttura di missione ha inaugurato il cantiere, per la seconda volta, a settembre 2014. La previsione di fine lavori è slittata a dicembre 2015 con la promessa del collaudo a giugno 2016. Non è andata così. L'argine strada (fa parte del primo lotto) è ancora a livello di progetto preliminare e la nuova data promessa è il 2018. A luglio è stato deciso di 'stralciare' la costruzione dell'argine strada, realizzando in variante un altro argine. Terza previsione inizio lavori: gennaio 2018. Morale: a Pizziconi quello che attualmente può funzionare è poco più di una buca. Nulla a che vedere con la cassa di espansione progettata. Mentre la Regione, dal canto suo, assicura che in caso d'emergenza piena Pizziconi sarebbe già in grado di svolgere - almeno parzialmente - la sua funzione. Proseg ue con successo la m ostra l'Arno straripa a Firenze' nell'auditori Attilio M onti de La Nazione (i ng resso libero da via Paolieri). Visite prorogate fino al 27 nove m bre con orario 9,30-12,30 e 15-18 dal lunedì al venerdì . Sabato e dom enica orario continuato. Le scuole possono prenotare le visite allo 055 2495870 Paola Fichera ' .I.I.U\ Il':NL 50 ANNI C,1,A4P1"r+ 1 coare9umnc zrlAmo ..... Nimi.zmndi Alluvioni in Toscana Pagina 15 ultirnio in parte tiD tto 'r cessa Pizziconi Pr wiste pu I. 2M2, rirrénto ai 2l`]1 ; pni 1 gil.Jgno .'G1 f,l ul iruuzien- cass,,a PrAó e Leccio Irmi,te rrákm iL 2C11 2 e rirnrOC n nraambm 2M 61 `ine o io e b#to 8 PPZácarri [ p) re;, isti ; e,T it'.?Ci 12 e riCatï al.2Cit pi al 20181 rr,rnlrletn mCnko ttr L eassa e t 4 (.?ren, i5 tu p,2 r l ï.012"., riw&k[s a120 í 5, al 2016, pci al 201E11 Alluvioni in Toscana Pagina 16 DOPO FIRENZE , RENZI DOVEVA ANDARE A BASSANO L'elogio autocelebrativo degli angeli del fango" che annega nell'oblio i caduti di guerra 11 I DI RENATO FARINA ANCHE NELLA SCIAGURA, nel pianto, nel ricordo c'è chi è più uguale degli altri. Il capo dello Stato è andato a Firenze, per far memoria dell'alluvione del 1966, e indicare come eroi del nostro tempo, da portare ad esempio, gli "angeli del fango". Ragazzi e ragazze che meritoriamente spalarono la mota, ripulirono libri antichi dalla sporcizia, soprattutto raggiunsero frazioni isolate portando generi di prima necessità. In quello stesso giorno di 50 anni fa, la Carnia e il Basso Friuli furono travolti dalla furia delle acque. In particolare Iatisana, a causa dello straripamento del Tagliamento, ebbe i suoi morti. Molti fituni del Veneto, coree il Piave, il Brenta e il Livenza, balzarono fuori bagli argini, e vaste zone del Polesine, sempre martoriato, furono allagate; in Trentino la città di Trento fin investita dalle furibonde acque dell'Adige. Nessuno ha mai saputo che anche Venezia soffri danni enormi, e lo ha ricordato il cardinale Scola sul Corri eic della Sera. La televisione pubblica è andata al seguito di queste storie. Perché? Spero non sia solo per l'attrazione fatale del servilismo verso il presidente ciel Consiglio di turno. Ma qui io voglio dire che il prezzo del ricordo per gli "angeli del fango", i giovani che accorsero un po' per generosità e molto per spirito di avventura, compagni e compagne di liceo unite nella lotta, e all'addiaccio, sono stati altri angeli, che morirono nella Prima guerra mondiale, circa un milione, e che orinai sono dimenticati. Dopo Firenze sarebbe stato bene un salto del capo dello Stato a Redipuglia, a Bassano, ad Asiago. «Trascurare questo luogo non è cosa ragionevole» Io non sono affatto un tifoso di quella Grande Guerra. Fu una inutile strage, coree disse Benedetto XV, ma non è una buona ragione per dimenticare chi pagò il prezzo della vita, o di un braccio, o di ferite portate con sé per tutta l'esistenza, di coloro che risposero, come si dice con una retorica desueta ma giusta, al "richiamo della madrepatria". Ciascuno di noi ha in famiglia un morto, un invalido di quella barbara esperienza bellica. Eppure nello strazio Alluvioni in Toscana CIASCUNO DI NOI HA IN FAMIGLIA UN MORTO, UN INVALIDO DI QUELLA BARBARA ESPERIENZA BELLICA. EPPURE NELL'INGIUSTIZIA, LI SI COSTITUI LA COSCIENZA NAZIONALE. DA QUEL MOMENTO INESORABILMENTE SI DIVENNE ITALIANI e nell'ingiustizia, lì si costituì la coscienza nazionale. Non grazie alla guerra, era salendo sopra il male e l'orrore della guerra. Da quel momento inesorabilmente si divenne italiani, Non italianiitaliani. Ma ciascuno divenne romagnolo-italiano, siculo-italiano, emiliano-italiano, lombardo-italiano e via. Bisognerebbe fare come in America, coli i cimiteri con le croci bianche, oltre le coltine, dove si celebrano i morti anche di guerre sbagliate, ma che videro il sacrificio di padri, nonni, bisnonni. Invece da noi si preferisce l'elogio assai scontato e autocelebrativo degli "angeli del fango", che adesso sono tutti impegnati in un simpatico Arnarcord di quanto furono buoni e generosi, Ottimo. Giusto. Un bell'esempio. Purché non sia un velo utile a coprire dolori, sacrifici sconosciuti e anime gloriose e sparite nella nebbia dell'oblio ufficiale, Qui Boris rei interrompe. E ricorda il suo compatriota Solzenicyn, e un suo racconto, Zachai-Bisaccia. In bicicletta l'autore con un amico va a Kulikovo, il campo di una feroce battaglia sul Don: i russi resistettero ai mongolo-tartari nel 1380. «Quella terra, quella luna e quel luogo remoto erano i medesimi del 1380>>. Una specie di «ago piantato verso il cielo» su un'altura era il povero noaumento alla memoria. E c'era il guardiano, Zachar-Bisaccia, non un'autorità, ma un uomo del popolo che da solo vegliava. Boris riprende Solzenicyn e dice che «trascurare questo luogo non è per noi russi cosa ragionevole». Così vale per noi. 0 no? A proposito. Non dobbiamo avere paura della parola cimitero. Vuoi dire dormitorio. 1 morti dorarono. Noi? Svegliamoci. Pagina 17 Il fílm di Sky A ile sull'alluvione a 'va al museo USCITO in concomitanza con il cinquantesimo anniversario dell'alluvione, e trasmesso in prima tv, su Sky Arte Hd, lo scorso 5 novembre, il film "Firenze 66 - Dopo l'alluvione" di Enrico Pacciani, prodotto da Alkermes e Sky, arriva oggi al museo Novecento, dove sarà proiettato alla presenza del regista. Realizzato col contributo della Fondazione Cassa di Risparmio e la collaborazione del Festival dei Popoli, il documentario è un'indagine, vissuta attraverso le testimonianze dei protagonisti, il commento degli esperti e una meticolosa ricerca di materiale d'archivio, sui segni profondi che la forza distruttrice dell'Arno ha inferto a Firenze, ma vuole anche testimoniare l'impegno nel recupero del patrimonio artistico e culturale che ha fatto della città un centro d'eccellenza per il restauro. Museo Novecento, p. Santa Maria Novella oggi ore 17.30. Ingresso libero fino a esaurimento posti U NIVROON(IONE RIíERJATA Alluvioni in Toscana Pagina 18 di LUCA BONELLI ]la domanda dello scialbo psicologo "qual è il primo ricordo della sua vita", oppure all'emulo da bar del conduttore di talk show, non saprei davvero cosa rispondere. Senz'altro non ricordo nulla dell'alluvione del `66. Nei giorni in cui ho incontrato testimoni della piena dell'Ombrone, più volte sono stato apostrofato con frasi tipo: " Eh, ina te sei giovane, cosa vuoi che ti ricordi?». Ringrazio, quindi, gli interlocutori per la loro benevolenza, e assieme a ciò devo ammettere che dell'alluvione non ricordo assolutamente niente, avevo solo tre anni, neanche compiuti. C'è chi dice che si ricorda di quando aveva quell'età, io no. Quello che sapevo dell'alluvione, cioè di fatti riguardanti la mia famiglia, le sorti di conoscenti e parenti in quel dato momento, l'ho appreso in seguito dai racconti di familiari, degli amici eccetera. Poi i libri, i giornali, così. Ricordavo, invece, abbastanza distintamente un episodio di cui ho scritto nelle cartoline: qualche anno dopo l'alluvione mia nonna preoccupata delle abbondanti precipitazioni mi trascinò verso il ponte sul Diversivo e, come per un tacito appuntamento, lì si era radunata una piccola folla a scrutare, di sotto, il livello dell'acqua limacciosa del canale dove venivano deviate le acque sovrabbondanti del fiume Ombrone. Sentendo parlare quella gente della "alluvione" avevo la sensazione, oltre alla paura vera che avvertivo nell'intonazione delle voci, di sentir parlare di fatti accaduti secoli addietro. Erano passati in realtà dieci anni soltanto, forse meno. Nella zona dove abitavo con la mia famiglia all'epoca, via Buozzi, l'acqua non salì a livelli molto alti, non oltre il mezzo metro, erano le acque provenienti dal canale Diversivo. Fu ovviamente un grosso disagio, soprattutto per la difficoltà di procurarsi generi di prima necessità anche nei giorni successivi; ma non ci furono danni gravi o pericolo persino mortale come nel centro di Grosseto. E così che la percezione della situazione, della drammaticità del momento è diversa per ognuno; varia a seconda dell'età, delle condizioni di vita e, molto, dall'altitudine della Alluvioni in Toscana «Che nei vostri. racc II poeta Luca Bonelli ha raccolto per noi le testimonianze di chi r. E ora fa un bilancio di speciale Per settimane il poeta Luca &onelli ha raccolto, penna e taccuino, testimonianze di grossetani dalla grande alluvione. A lui si devono i brevi testi che accompagnano le 21 schede fotografiche in dono col Tirreno. Anche per &onelli, che nel '66 aveva tre anni, è stato un grande viaggio nella memoria, oltre la memoria. Che ora ci racconta così. Avevo tre anni e di quei giorni non ho ricordi Ma in queste settimane ho conosciuto un pezzo della nostra storia, i sentimenti, le paure... La vita oltre le cronache Luca &onelli propria abitazione, della sede della propria attività. Molto diversi sono i racconti di chi viveva a Barbanella, ad esempio, o nel quartiere Pace ri spetto ai racconti di chi viveva in centro storico, diversi i racconti di chi era molto giovane, addirittura ragazzino se confrontati a quelli di chi già maturo. Così, quan do si va a stimolare la memoria, il ricordo, si verificano fenomeni singolari e interessanti: come per taluni siano rilevanti e fondamentali alcuni fatti r come, per altri, gli stessi fatti siano assolutamente irrilevanti o addirittura immaginati o inventati dalla credenza popolare. Trai fatti "rilevanti" lapresenza di numerosi cadaveri di animali trascinati dall'acqua, circostanza ricordata da quasi tutte le persone che ho incontrato; meno ricordata, invece, la presenza nei giorni successivi di minatori dell'Amiata e dalle Colline Metallifere, i nostri "angeli del fango", forse solo immaginata la presenza dei portuali livornesi. Perciò è stata un' esperienza molto interessante, conoscere oltre le cronache, dalla testimonianza diretta, un pezzo della nostra storia, della storia della Maremma, storia da sempre le- gata a doppio filo all'acqua, alla palude prima, alla scarsezza delle risorse idriche, alle inondazioni appunto. Conoscere i sentimenti, le paure, gli stati d'animo, cose che non rimangono sui libri o nei giornali e che, però, sono elementi che consentono di capire qualcosa che va oltre la cronaca. E così mi viene d'obbligo ringraziare tutte le persone che ho incontrato, che si sono fidate di me, della mia capacità di riportare le loro confidenze in maniera fedele (fatto mica scontato, non conoscendomi per nulla in molti casi), e di avermi permesso di conoscere fin nei particolari le loro esperienze in quegli storici giorni, esperienze che mi auguro di essere riuscito a riprodurre, in qualche modo, nei brevi stralci di conversazione riportati. Pagina 19 Novembre 1966, piazza del Sale (foto Agenzia Bf) Dal 1966 al 2016 in regalo le nuove foto Diciannovesima e terzultima tappa del grande viaggio nell'alluvione di Grosseto tra passato e presente . Oggi, con la scheda allegata alla copia del giornale in edicola, le fotografie "speculari" dell'agenzia Bf ci portano di nuovo in piazza del Sale, a ridosso di Porta Vecchia: fu proprio da quella Porta che il torrente di acqua e fango entro con la maggior violenza nel centro storico di Grosseto, salendo dritto da via de' Barberi . Una delle zone più colpite della città, questa, come testimonierà la foto di domani, ventesima uscita: andremo infatti in piazza de' Maria, in quell'angolo di Mura dove ancora oggi le targhe in marmo riportano l'impressionante altezza raggiunta dall'acqua nel novembre 1966. II viaggio continua, fino avenerdì con il Tirreno in edicola. Alluvioni in Toscana Pagina 20 Dl GIORGIO DELL'ARTI Giornalista (in questa rubrica ci spiega rn modo semplice uno dei fatti più complessi della settimana) TORNADI, I.NONDAZIONI: II_TEMPO E CAMBIATO? ALTEMPO La tromba d'aria di Ladispoli, che ha ucciso due persone, il livello dell'Arno di nuovo pericolosamente in piena e anche il ricordo dell'alluvione di Firenze di 50 anni fa, ci mettono di fronte al dubbio se il maltempo sia quello di sempre o se in qualche modo l'uomo, con la sua attività, lo abbia modificato. Proprio adesso è riunita a Marrakech la XXII Conferenza sui cambiamenti climatici e la totalità degli scienziati radunati in quella sede è convinta che le modifiche del clima siano di origine "antropica ", cioè causate dall'uomo . Questi scienziati hanno misurato la temperatura che ha preceduto l'età industriale (sorta intorno alla seconda metà del Settecento) e hanno come obiettivo di limitare a due gradi l'aumento della temperatura terrestre nella nostra epoca. Vasto programma, dato che l'adesione degli Stati è volontaria e la rinuncia all'inquinamento può avere conseguenze economiche sgradevoli e far diminuire il consenso verso chi governa. È la solita contraddizione tra il breve periodo (l'unico che interessa ai politici) e il lungo periodo, che riguarda un mondo di là da venire, preoccupazione esclusiva dei profeti, benché abitato dai nostri figli. M DUBBI La questione vera è se sia credibile la tesi secondo cui il riscaldamento globale sia stato provocato dall'uomo. Quelli di Marrakech ci credono, ma molti scienziati non ci credono affatto e i più maligni tra di loro fanno notare che le tesi catastrofiste garantiscono cospicui finanziamenti destinati a sparire di colpo se a un tratto gli scienziati sostenessero che tutto va bene . Epoche calde e fredde si sono alternate nel corso dei millenni e nessuno, per ciò che riguarda il passato, può sostenere che l'essere umano c'entrasse qualcosa. I catastrofisti, oltre tutto, sono dei talebani e difendono il loro punto di vista con grande aggressività. Convinti di incarnare il Bene, presentano spesso prove fasulle delle loro tesi, di cui i giornali, temendo di essere linciati, danno in genere pochissimo conto. Alluvioni in Toscana Pagina 21 CIVICHE BENEMERENZE E dopo 50 ' il riconoscimento agli "angeli" della Municipale Novfflirhre 1966, vigili urbani in azione in città (foto Bf) er il corpo della Poli zia municipale e per quei vigili urbani, all'epoca in servizio, che nel corso di quei tragici eventi contribuirono con abnegazione e coraggio a salvare molte vite umane e a portare aiuto e conforto alla popolazione. Alla memoria del buttero Santi Quadalti per l'altissimo valore dell'operato e per l'impegno civico profuso». Con queste motivazioni ieri il consiglio comunale di Grosseto ha deciso all'unanimità di conferire civiche benemerenze al corpo di Polizia municipale, ai vigili urbani in servizio durante l'alluvione del 1966 e alla memoria di Santi Quadalti, il buttero di Braccagni che morì nel tentativo di soccorrere alcuni animali travolti dalla piena e che risultò l'unica vittima della grande alluvione di Grosseto. Le civiche benemerenze saranno dunque conferite a Feli- Alluvioni in Toscana ce Serra (allora comandante della Municipale) e a Renato Bocchi, Mario Moretti, Giuliano Bianchini, Carlo Camicelli, Marcello Teresini, Franco Battistini, Franco Mazzieri, Romolo Cheli, Guido Cardini, Enzo Duchini, Furio Lazzeretti, Alberto Gentili (vigili urbani all'epoca in servizio); inoltre - come detto - al corpo della Polizia municipale e alla memoria di Santi Quadalti. «Il cinquantesimo anniversario dell'alluvione a Grosseto - ha spiegato in consiglio il vicesindaco Luca Agresti - ci ha offerto un'importante occasione, quella cioè di colmare un vuoto pesante rispetto all'attribuzone del meritato omaggio a quei vigili urbani che si distinsero nel 1966.Oggi il consiglio comunale - ha concluso Agresti - ha voluto ricordare con una doverosa onorificenza il loro valore, l'impegno e il darsi senza riserve». Pagina 22 ASSEMBLEA Cominissariamento del Comune la rìchìesta am*va m * Prefettura I CARRARA «Commissarimento del Comune di Carrara». Ieri mattina alle ore 12 Carrara Assemblea Permanente è stata ricevuta in Prefettura, ed ha esposto il documento di richiesta di commissariamento del Comune di Carrara al Prefetto Vicario dott. La Rosa. Una richeista che era già stata avanzata alcune settimane fa, dalla sala di rappresentanza di palazzo civico e che adesso è stata ribadita nell'incontro a Palazzo rosso. «Il documento- si legge nella nota di Assemblea Permanente - era già stato letto da alcuni esponenti dell'Assemblea durante l'iniziativa pubblica a due anni dall'alluvione di Marina. Presentato in Prefettura tale documento è stato ritenuto puntuale, e si condivide con la cittadinanza l'encomio ricevuto dall'Assemblea Permanente per l'impegno civico svolto da due anni a questa parte». Alluvioni in Toscana II Comune dl Carrara «Da questo incontro - continua la nota relativa all'appuntamento in Prefettura - sono nati gli spunti su come proseguire l'operato di denuncia nei confronti dell'amministrazione Zubbani, che ad oggi - sottolinea nella sua nota l'Assemblea - persevera a mantenere in pericolo il territorio carrarese». ©RIPRGDJZIGNE RISERVATA Pagina 23 c .,i .rr q c i e E ,,, , ,•• / %% , ,,_ test i mon i anza I G í acomo I « <(Mentre il fiume stava traci an noi Finito il concerto chiamai casa e mi disse ro d i non tornare» diANDREALANINI a graziosa, minuscola utilitaria bianca plana con grazia di motoscafo lungo via Andrea Pisano. Sullo sfondo, il dipartimento di Ingegneria, il cui primo preside fu l'illustre matematico e senatore del Regno Ulisse Dini, e la cui facciata, in questo bello scatto di Luciano Frassi, ancora si riflette nel "lago" provocato dall'alluvione del 4 novembre 1966. Sono passate diverse ore dall'esondazione, ma Pisa è ancora punteggiata da vasti specchi liquidi che le donano stranianti effetti di città lagunare. Nella terribile nottata del "venerdì nero", altri mezzi a Alluvioni in Toscana quattro ruote avevano sfidato, nei concitati momenti che vedevano la piena dell'Arno al suo culmine, la prepotenza dell'acqua limacciosa. Tra questi, l'eroico furgoncino dei "Seminole", band pisana che, a pochi mesi dalla sua formazione (nacque nel '64), per schiere di ragazzi della provincia (ma non solo) era già oggetto di culto. Giovani e agguerriti: proprio come gli indiani Seminole, tribù da cui il complesso forviato da Alberto Senesi e Giacomo Bernini (voce e chitarra), Luigi Antonelli (chitarra solista), Luciano Niccolai (basso; di lì a breve sarà sostituito da Franco Vichi), Loris Lugnani (batteria) aveva mutuato il nome. E la scritta "Seviinole", così gioiosamente anni Sessanta, compariva anche sulle fiancate del pulmino azzurro su cui i "fab five" si spostavano per i concerti. Una formazione di carattere: sul palco come anche sulla strada. Lo dimostrò quella notte: sfidando, a modo suo, l'Arno, scavalcandone la furia grazie al ponte della Cittadella, mezzo affogato nei flutti ma ben saldo sui suoi piloni. «Una scena spaventosa, l'acqua era al filo della campata racconta Giacomo Bernini, che quella volta era al volante Ma, dopo aver girato per ore e ore in attesa di capire cosa fare, si voleva tornare a casa. E attraversammo il ponte, diret- cantante e mus i c i sta , non I arr í vammo I» I I, ti verso la zona dell'aeroporto, dove si abitava tutti. Lì l'esondazione non arrivò». Non grazia di motoscafo, quella volta, ma tenacia di corazzata: immaginate questo furgoncino da figli dei fiori che, all'altezza della Cittadella, saetta da una parte all'altra dell'Arno ancora esondante in più punti; questo sì che sarebbe stato un grande soggetto per l'obiettivo di Luciano Prassi. «Il 4 novembre del '66 - ricorda Bernini - il nostro impresario ci aveva fissato una serata a Ponte a Cappiano, vicino Fucecchio. Dovevamo andare a suonare lì. Ma la mattina ci telefonarono: non venite, qui l'Arno sta andando di fuori, è pericoloso. Fu una giornata indiavolata per molti gruppi musicali dell'epoca: band che dovevano arrivare da fuori per suonare in Toscana non si mossero. Una di queste, un gruppo di Bologna, doveva suonare in provincia di Lucca, a Lunata, nella la famosa Sala Pacini, ma dette forfait. Il nostro impresario mise noi al loro posto. Mentre l'Arno tracimava a Pisa, noi eravamo sul palco, davanti ai microfoni e con gli strumenti in mano. Avevamo già suonato il pomeriggio, facemmo il bis la sera c'erano due live a orario continuato, con l'intermezzo della cena. Finito il concerto, chiamai a casa per sapere com'erano messe le cose in città. Mi rispose la mia povera mamma: mi disse non state a tornare, non ce la fate a attraversare il fiume, qui è un disastro, il centro è alluvionato. Avevamo il furgone dei Seminole pieno di amici che dovevano tornare con noi a Pisa. Invece nulla, si Pagina 24 passò la nottata così, in giro. A vent'anni non ti scoraggi certo per questo». 1 Seminole rientrarono alla base a tarda notte. «Affrontammo il ponte della Cittadella, che, ci dissero, era il più sicuro. Si, uno spettacolo davvero impressionante: l' acqua lambiva l'asfalto. Fu una mossa probabilmente azzardata, ma si decise di attraversare il fiume e raggiungere la zona dell'aeroporto. Si stava tutti da quelle parti, San Marco, San Giusto. Che, per fortuna, rimasero all'asciutto». C!RIPROD 'JZIONE RISERVATA «La cit dal fiume anche nel 1937» tà scossa «Quello li col cappotto e il basco, sotto l'argine, con un bimbo per mano, è mio padre». Pierluigi Cecchi lo dice con un pizzico di emozione. «Si vede male malo stile con cui è vestito è suo», sottolinea. Sono due foto che il nostro lettore ha trovato nel suo album dei ricordi di famiglia. «A Pisa - racconta - ci son ostate altre alluvioni. Altri momenti difficili, anche prima dei 1966». Quello immortalato (lo spiega una scritta dietro una delle foto) è dei 12 dicembre 1937. Un tratto dei fiume in piena nel centro della città : è il 12 dicembre de{ 1937 Un'altra immagine dei 1937 segnalata dal lettore Pierluigi secchi il gruppo musicale i seminole in una caratteristica cartolina promozionale degli anni Sessanta Alluvioni in Toscana Pagina 25 via Risano allagata sembra un angolo di città lagunare La città invasa dall'acqua e dal fango dell'Arno esondato il 4 novembre del 1966 . La città che si cura le ferite di quell'alluvione anche nei giorni successivi. E la città, gli stessi angoli , rivisti oggi, per capire cos'è cambiato a cinquant'anni di distanza. Le immagini di ieri e di oggi (quelle dell'epoca fornite dall'Archivio della Fondazione di Palazzo Blu che detiene idiritti delle immagini scattate dal fotografo pisano Luciano Frassi; gli scatti di oggi realizzati dai fotografi Fabio Muzzl e Franco siivi) fanno parte di una iniziativa che il Tirreno ha dedicato all'anniversario dell'evento e che regala ai propri lettori. Una collana di 21 fotografie che riguardano Pisa e la Provincia. Soprattutto Alluvioni in Toscana Pontedera. Scatti che hanno la capacità di racchiudere in un'immagine il dolore, lo spirito di sacrificio e la volontà di un popolo che non vuol subire e vuoi tornare al più presto alla normalità. È questo il senso delle foto che regaliamo ai lettori ogni settimana dal mercoledì al sabato. Quella che troverete in edicola oggi (come raccontiamo nell'articolo di Andrea Canini qui a fianco) racconta di via Andrea Pisano. «Sullo sfondo, il dipartimento di ingegneria, il cui primo preside fu l'illustre matematico e senatore dei Regno Ulisse Dini, e la cui facciata, in questo bello scatto di Luciano Frassi, ancora si riflette nel "lago" provocato dall'alluvione dei 4 novembre 1966. Sono passate diverse ore dall'esondazione, ma Pisa è ancora punteggiata da vasti specchi liquidi che le donano stranianti effetti di città lagunare». È l'immagine di Pisa che si avvia verso la normalità ma che non vuoi dimenticare le piaghe lasciate dall'acqua e dal fango di quel fiume diventato improvvisamente un nemico. Pagina 26 D S. MARIAA MONTE Dedicato a Giuseppe, Giorgia, Faustina ed Egidia Banchini, vittime della Grande Alluvione del 1966 nel territorio di Santa Maria a Monte, è andato in scena in località Le Colombaie lo spettacolo "Se io fossi acqua", ideato da Franco Di Corciajr (direttore artistico del teatro comunale di Santa Maria a Monte) e promosso dall'amministrazione comunale all'interno della rassegna Arno d'oro. «L'atteso evento ha vinto la sfida - dice il regista - Più di 200 persone hanno vinto il freddo per assistere, nei luoghi dove la memoria si fece tragedia, a uno spettacolo ricco di pathos e di emozioni. Le immagini e i ricordi si sono fatti melodia con le cantilene e le canzoni di prima dell'alluvione, provocando una commozione unica nelle persone che hanno assistito allo spettacolo. Una performance indimenticabile grazie alle interpretazioni degli allievi attori della compagnia "I pensieri di Bo"' della scuola "Espressioni dan za" di Marika Torricelli, della compagnia teatrale "L'anello" di Cascina e della compagnia teatrale "Dida'sko" di Castelfranco di Sotto». «Con lo spettacolo "Se io fossi acqua" si sono conclusi gli appuntamenti che l'amministrazione comunale ha promosso in collaborazione con "I pensieri di Bo"e la Rete archivistica Bibliolandia per la rassegna "Arno d'oro" - spiega la sindaca Ilaria Parrella - Lo scopo è stato quello di offrire alla propria comunità momenti di condivisione e sottolineare come all'epoca la solidarietàfosse uno dei valori fondanti del comune di Santa Maria a Monte. "Se io fossi acqua" nasce sulle testimonianze e i ricordi che hanno arricchito la crescita dello stesso autore, sandonatese. È una favola in cui i protagonisti sono le memorie di un fiume amico che all'improvviso tradisce le promesse. Voglio ringraziare in modo particolare Franco Di Corcia jr e tutti gli operatori che hanno contribuito all'ottica riuscita della rassegna». a Spettacolo e libro dedicati ai ancini la cu i casa fu spazzata vía dallArno il libro. Nei giorni scorsi, sempre a Santa Maria a Monte, è stato presentato il libro "Il fragore della memoria. Cronaca, ricordi, documenti e immagini a cinquant'anni dall'alluvione del 1966", sull'esondazione dell'Arno nel territorio comunale, curato da Patrizia Marchetti, archivista, esperta di storia locale, e da Mariano Boschi, storico dell'arte. «La pubblicazione è dedicata a Giuseppe, Giorgia, Faustina ed Egidia Bancliini, che rimasero vittime della tremenda ondata che spazzò via la loro abitazione sita a pochi metri dall'argine dell'Arno dove si verificò la rottura - dice ancora la sindaca - Con quest'opera vogliamo ricordare quei tragici giorni di 50 anni fa, quando quella distesa infinita d'acqua invase tutta la pianura del Valdarno Inferiore, come fosse mare, fredda, mehnosa, a tratti illuminata dal bagliore dei lampi che la rendevano ancora più minacciosa. Il lavoro ha tentato di ricostruire quanto successe affrontando la triste vicenda da cinque punti di vista: la cronaca, con l'elenco dei fatti dal venerdì 4 al martedì 8 novembre 1966; lamernoria, con la trascrizione del diario di don Luigi Picinoli, parroco di San Donato; i documenti d'archivio, con il consiglio comunale riunito il 13 novembre 1966 sotto la presidenza del sindaco Sisto M arinai, e la cronistoria degli atti amministrativi fino al 1974; la stampa, attraverso le pagine dei quotidiani nei giorni immediatamente successivi alla trage- dia; le immagini, "crude" testimonianze dell'alluvione vista con gli occhi della gente». «Un ringraziamento sincero - conclude la sindaca - a quanti hanno contribuito alla realizzazione di questo lavoro e che con grande spirito di collaborazione hanno fornito foto e documenti andati ad impreziosire la pubblicazione». il, _11,1n m Alluvioni in Toscana Pagina 27 i...l;i, .ii:,.'. .,„,.::; u.,;;i.ï,,..,zi.1, ull ...ï;;i., „.r<i.;, ,.i'.i tr.,. i.ï7i,..: Gli attori che con la regia di Franco Di Ce rcìajr hanno dato vita allo spettacolo teatrale "Se in fossìacqua ll nei I uoghi del I ' inondazìone ( Foto dì u i annì MattonaieAlessioTrafeli) Alluvioni in Toscana Pagina 28 1' ,?'n C r a Ben ventuno appuntamenti in edicola, da mercoledì a sabato, per una collezione importante e accurata . Le foto delle due città alluvionate - Pisa e Pontedera in questo caso arrivano da varie fonti : dall'archivio Frassi di proprietà della Fondazione Pïsa (con la collaborazione di Palazzo Blu) e dall 'archivio storico silvï. Gli stessi luoghi sono stati fotografati oggi a Pisa da Fabio Muzzi e a Pontedera da Franco siivi . I testi sono stati scritti da Andrea Lanini. La undicesima foto (a sinistra) è ïn regalo oggi con l'acquisto dei giornale e i nostri lettori potranno inserirla nel raccoglitore che è stato regalato con la prima uscita. Un altro momento dello spettacolo "se io fossi acqua" ( Foto di Gianni Mattonai eAlessio Trafeli) Alluvioni in Toscana Pagina 29 SERVONO FATTI (E NON PATTI) di Mario Lancisi uando nel 1989 Achille Occhetto decise di ammainare la bandiera del Pci, la sinistra si lacerò e, come ama spesso fare, diede il là ad un dibattito -pomposo. Titolo: Il nome e la cosa. Il nome dei nuovo partito, ma soprattutto i suoi programmi, la cosa, appunto. Qualcosa di analogo succede alla Regione Toscana. Dove ad ogni nuovo governo si stila l'elenco delle opere da fare. Il nome cambia, ora c'è «Patto per la Toscana», ma le «cose» da realizzare sono sempre le stesse. Più o meno. E nel frattempo niente o quasi è stato fatto. Dalla messa in sicurezza dell'Arno (dopo mezzo secolo il rischio alluvione non è stato scongiurato) alla Tirrenica. Dall'Alta velocità al potenziamento dell'aeroporto. C'è qualcosa di frustrante in questo sterminato elenco di opere sempre evocate e mai realizzate. A tal punto che la Toscana nella palude ha attraversato le nostre vite professionali. Ha appassionato, diviso, fatto sognare. tannino Chiti, per dire, era ancora sindaco di Pistoia negli armi Ottanta quando si parlava di sicurezza dell'Arno o di Tirrenica. Poi è stato presidente della Regione, ministro, parlamentare. Adesso i problemi di cui si è occupato sono ancora h come massi di marmo ancora da scolpire. Senza una forma compiuta. Rossi addirittura ha deciso sull'alta velocità di far riemergere il passato ascoltando l'ex presidente Claudio Martini e l'ex assessore ai trasporti e all'urbanistica Riccardo Conti. Il nastro delle opere incompiute o mai realizzate si distende e si riavvolge, mentre futuro, presente e passato si alternano sempre uguali a se stessi in una sorta di grande gioco dell'oca. Gioco rilanciato con il Patto per la Toscana tra Governo, Regione e Comune di Firenze. Sul potenziamento dell'aeroporto di Firenze si gioca allo scaricabarile, ma in ballo c'è lo sviluppo economico della parte più dinamica della Toscana e sul piano politico la credibilità del tanto sventolato riformismo toscano. Il premier Renzi è il governatore Rossi non possono non esserne consapevoli. Più che di accordi e patti, dopo decenni di partite mai giocate fino in fondo, sulle infrastrutture laToscana ha bisogno di fatti. Di «cose» realizzate e non di annunci, di accordi traditi, di un rosario di opere da fare recitato senza crederci. Forse è giunto il momento di un'operazione verità in cui più che di patto si stili un programma di opere finanziatile e realizzabile in tempi certi. Poche, ma che si possano concludere entro la fine di questa legislatura regionale. Le ambizioni nazionali di Rossi si giocheranno soprattutto in Toscana. La sinistra che da Berlinguer a Sanders il governatore evoca ad ogni passo non può essere solo un «nome», ma una «cosa» concreta, su cui costruire una leadership che conti sul piano nazionale. Alluvioni in Toscana Pagina 30 La fiera deffarte, due gionu m Fortezza Focus sul mercato, un premio e Sgarbi che ` ustra Caravaggio Caravaggio ancora e sempre icona degli artisti contemporanei. E dedicata al grande Michelangelo Merisi la lectio magistralis di Vittorio Sgarbi che inaugura domani sera alle 18, (fino alto novembre, Padiglione Arsenale della Fortezza da Basso) la tre giorni dedicata all'arte contemporanea, a ingresso libero, «Arte Firenze 2016». Per la prima volta a Firenze, la rassegna già collaudata a Salerno e poi a Roma, porta in mostra opere di 20o artisti italiani, europei e provenienti anche dall'America latina, ripetendo il format voluto dagli organizzatori di «Artetra» di Salerno e col supporto dei due critici Vittorio Sgarbi e Daniele Radini Tedeschi, commissario della Biennale di Venezia 2015, riconfermato per l'edizione del 2017. Sarà quest'ultimo a selezionare le sei opere vincitrici del «Premio internazionale Sandro Botticelli», in prima edizione, scegliendo tra le proposte in Numerì Attesi duecento artisti provenienti da tutto il mondo e consulenti per investire nel settore Protagonista Vittorio Sgarbi con «Giuditta che taglia la testa a Oloferne» di Caravaggio mostra, tre pittura, scultura, disegno, fotografia, digital art e altre espressioni artistiche contemporanee. Un premio democratico, come spiegano gli organizzatori, «che unisce tradizione e sperimentazioni contemporanee sotto il segno del valore assoluto della bellezza, in omaggio all'artista fiorentino che nel Rinascimento è stato il più grande interprete degli ideali classici di armonia e bellezza dando vita a capolavori assoluti come la Primavera e la Nascita di Venere. Sul palcoscenico della Fortezza, un percorso ricco di mirabolanti proposte per galleri- sti, collezionisti o semplici appassionati che potranno cimentarsi in acquisti confortati dal parere di esperti consulenti della Prince Art, società con sede a Salerno e a Milano, che offre a livello globale strategie di investimento in arte contemporanea per privati, istituzioni e corporate. Dal canto suo Vittorio Sgarbi selezionerà 8 artisti che si aggiungeranno ai 22 selezionati ad Arte Salerno 2016 e a «Caput Mundi Arte Roma» in un percorso continuativo che si concluderà con la mostra collettiva Vittorio Sgarbi - la Selezione nella Prince Art Gallery Casa d'Aste di Salerno. Dalle 1o alle 21 fino a domenica 20, alla Fortezza da Basso, l'arte contemporanea farà da sfondo a performance musicali, dibattiti sul tema con giornalisti di settore, workshop. Vale la pena segnalare sabato alle 16 la performance artistica Memorie fluide a cura di Telluris associati, con pitture di Alex Caminiti e video installazione di Letteria Giuffrè Pagano, alle 17 un confronto con giornalisti esperti del settore tra cui Jean Blanchaert, Claudio Pescio, Rosario Sprovieri, Federico Calo!, Vincenzo Napolitano, e alle 19, sempre sabato, l'esibizione del quartetto di chitarre e percussioni Poterico, celebrato da ItaIia's got talent nel 2015. Domenica 20, ultima giornata della rassegna, per tutto il giorno i consulenti di Prince Art saranno a disposizione dei visitatori. Loredana Ficicchia 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Alluvioni in Toscana Pagina 31 L'ALLUVIONE A TEATRO Firenze, Teatro Niccofini, via Ricasofi 3 Stasera alle 21 Gionni Voltan porta in scena «Oltre gli argini - Firenze, 4 novembre 1966» di Paola Presciuttini, regia di Mario Mattia Giorgetti. Alluvioni in Toscana Pagina 32 9 11 11 LA MOSTRA È VISITABILE GRATUITAMENTE DAL LUNEDI AL SABATO ICON ORARIO 9.30-12.30 E 15-181 FINO A DOMENICA 27 NOVEMBRE COMPRESA (IN QUESTO CASO ORARIO CONTINUATOi a a L 11 • / ® L Sono le nuove generazioni, i nostri ragazzi, i nostri studenti la piacevole sorpresa della mostra «L'Arno straripa a Firenze» organizzata da Nazione ed aperta, dopo la proroga, fino al 27 novembre. In tanti, accompagnati soprattutto dai professori, hanno visitato con grande attenzione tutte le aree allestite nel nostro auditorium (ingresso ® L r cordano quel rag o no embre i t da via Paolieri). Scolaresche quindi, ma anche gruppetti di giovani, nonni con i nipoti, genitori con i figli. Anche così il nostro obiettivo fa centro : tramandare la memoria, far conoscere attraverso la mobilitazione del nostro giornale cosa avvenne in quelle settimane a Firenze, stimolare la curiosità e sollecitare l'attenzione anche per la prevenzione e ic v il raggiungimento della sicurezza. Proprio in tale settore si è mossa la campagna avviata da Nazione per cercare di sollecitare la rapidità degli interventi, messi in cantiere a monte di Firenze, lungo l'alveo dell'Arno. Un impegno che parte da lontano, proprio da quel disastroso novembre del 1966. Fotografie e paesaggí sonori o`o o e Murate RISCOPRIRE l'Arno e farne un laboratorio di progettazione culturale, ambientale, artistica e sociale. L'obiettivo del Progetto Riva, che nasce in occasione del 50° anniversario dell'alluvione, è creare una rete interdisciplinare che fa dell'Arno fonte di ispirazione e officina di ricerca per artisti, operatori culturali e istituzioni. Riva proporrà mostre, workshop e installazioni con il contributo di Regione, Comune e Mus.e. Venerdì, alle 19, alle Murate inaugura «Amo immaginario Collettivo», mostra fotografica di Massimo Vitali, Arno Rafael Minkkinen e Jay Wolke. Il 22 novembre sarà la volta dell'installazione sonora di Bernard Fort: una rielaborazione in chiave artistica del paesaggio sonoro naturale del fiume Amo. 1 fiorentini <dondinesi» hanno ricordato 150 anni dell 'Alluvione I «FIORENTINI nel mondo» non possono non ricordare l'alluvione di Firenze anche all'estero, a 50 anni dal disastro. Il proconsole in Gran Bretagna dell'associazione, ex "angelo del fango" in quei giorni, li ha rievocati con appassionata partecipazione ad una folta platea di inglesi nel prestigioso salone dell'Accademia Italiana Artstur di Londra. «Molti ne hanno sentito solo parlare, molti non hanno la minima idea del dramma vissuto da Firenze, città che gli inglesi visitano regolarmente come culla del Rinascimento, depositaria di immensi tesori artistici» dice la direttrice Letts «vederli violati da quella enorme massa di acqua e fango produce un profondo senso di incredulità, sbigottimento, indignazione, desolazione e angoscia». Giusto quello che provarono i fiorentini, vivendo una tragedia che non sono ancora tanto sicuri che non si ripeta. Lo sgomento è quanto suscita nello spettatore lo storico documentario di Franco Zef- Alluvioni in Toscana firelli che è stato proiettato in sala prima di altre immagini inedite commentate dal "proconsole fiorentino" in accordo con la sua esperienza personale di spalatrice di fango," interfoliatrice" di libri, approvigionatrice di vettovaglie, raccoglitrice di testimonianze penose ma anche divertenti. Fra tragedia e commedia c'è solo un sottile confine e il dissacrante sarcasmo dei fiorentini, bene impersonato da Indro Montanelli, circolava in città insieme con nafta e macerie. Una popolazione in ginocchio ma non piagnucolante, che si infilò le calosce, si arricciò le maniche e fece da sè prima che gli aiuti ufficiali. La silenziosa ma consistente partecipazione degli "angeli del fango" da tutto il mondo, degli aiuti economici dei Kennedy, delle consulenze di restauratori inglesi, il recupero delle opere d'arte, gli aneddoti di vita quotidiana e altro, non hanno mancato di commuovere gli intervenuti alla serata, patrocinata dal Consolato generale di Londra e sponsorizzata, oltre che dai «Fiorenti- ni nel Mondo», da illustri toscani. Fra questi Maurizio Bragagni, ceo di Tratos, fiore all'occhiello dell'industria italiana in Gran Bretagna, ben salda anche dopo Brexit, che vende cavi in 52 paesi: «E non perché noi siamo dell'Aretino, come le famose, o infami, dighe di La Penna e Levane, che a ragione o no si sono prese la colpa di "portare l'acqua in casa" ai fiorentini - scherza - Pagina 33 Io lavoro e ho famiglia in Gran Bretagna e commemorazioni come queste vanno sostenute perché contribuiscono alla conoscenza storica del nostro paese e alla promozione della nostra arte e civiltà per le nuove ignare generazioni». «Questa rievocazione è stata importante per non dimenticare» conclude Federico Bianchi, addetto culturale dell'Ambasciata «soprattutto per la risposta spontanea e disinteressata dei giovani quasi per un innato senso civico verso la cultura, di cui Firenze, come Atene, è stata un faro universale». Margherita Calderoni Alluvioni in Toscana Pagina 34 Renzo Cavafave ha visitato ieri la mostra con grande commozione 10 il soldatino per venti giorni n mezzo al fango' 9 i MANTENUTO la parola nell'arco di pochissimi giorni e, ieri, ha voluto rivivere a Firenze il suo ricordo dell'alluvione. Renzo Cavafave di mattina presto è partito da Guadamello, piccola frazione presso Narni in Umbria, ed è arrivato con la famiglia all'auditorium della Nazione per visitare la mostra sull'alluvione. Cavafave, nel novembre di 50 anni fa, stava effettuando il servizio militare alla Cecchignola a Roma ed era stato inviato a Firenze con molti commilitoni per prestare i primi soccorsi. In quel periodo, operando per ben venti giorni nell'area di piazza Santa Croce, ebbe modo di effettuare piccoli gesti, quanto mai importanti in quel periodo, come quello di fare attraversare la strada invasa dalla melma a una signora, portandola sulle spalle. Gesto immortalato in una foto, pubblicata a inizio novembre sul nostro giornale, nella quale Renzo si è riconosciuto con grande emozione. Così ieri, con moglie, cognata, figlio, il nipotino Michele nella sede de La Nazione ha visto i filmati sull'alluvione, guardato le foto, salutato il direttore De Robertis. «Una mostra bellissima ha commentato - che mi ha riportato alla mente tanti episodi che ho vissuto nel novembre 1966. Quando siamo arrivati, dopo un viaggio interminabile, ho visto scene di devastazione che non mi sarei mai aspettato. Sono stati giorni molto faticosi ma nei quali io e tanti altri abbiamo cercato di dare una mano». Sandra Nistri Alluvioni in Toscana Pagina 35 Sgarbi battezza i nuovi pittori Me Firenze.- mostra e premi LA CARICA degli artisti contemporanei. Sono circa 200 sia italiani che provenienti da vari paesi europei e del mondo che da domani a domenica invaderanno il padiglione Arsenale della Fortezza da Basso: pittura, scultura, disegno, fotografia, digital art e altre espressioni artistiche in vetrina per la gioia di galleristi, collezionisti, critici, esperti d'arte e semplici appassionati (ingresso libero ). Dopo Salerno e Roma approda Arte Firenze 2016, organizzata da Artetra col patrocinio del Comune di Firenze e della Regione Toscana, fra le mostre di riferimento più importanti in Italia per il mercato dell'arte contemporanea, con la partecipazione anche di consulenti d'arte della Prince Art, società che offre a livello globale consulenze di acquisto e strategie di investimento per privati, istituzioni e corporate. In programma la prima edizione del Premio internazionale d'arte contemporanea " Sandro Botticelli", in programma domenica 20 novembre alle ore 18,30, un premio democratico, come spiegano gli organizzatori, che unisce tradizione e sperimentazioni contemporanee sotto il segno del valore assoluto della bellezza, in omaggio all'artista fiorentino che nel Rinascimento è stato il più grande interprete degli ideali classici di armonia e bellezza dando vita a capolavori assoluti come la Primavera e la Na- Alluvioni in Toscana scita di Venere. Ospite d'onore lo storico e critico d'arte romano Daniele Radini Tedeschi, commissario della Biennale di Venezia 2015 e riconfermato per il 2017. La kermesse sarà presentata ufficialmente alle ore 18 di domani da Vittorio Sgarbi che alle 19 terrà una Lectio magistralis su Caravaggio. Sempre Sgarbi anche in questa edizione fiorentina selezionerà 8 artisti che si aggiungeranno ai 22 già selezionati a Arte Salerno 2016 e a Caput Mundi Arte Roma in un percorso continuativo che chiuderà il 2016 con la mostra collettiva "Vittorio Sgarbi - la selezione". Fiamma Domestici Pagina 36 OGGI SESTA FOTOGRAFIA Alluvione, un altro regalo IN EDICOLA la sesta cartolina dei giorni dell'alluvione del 1966. Prosegue l'iniziativa del nostro giornale, che in quei giorni drammatici riuscì a non interrompere la pubblicazione quotidiana neppure per un solo giorno e continuò a fare il suo lavoro: raccontare la città. A cinquant'anni da quei giorni, rimasti scolpiti nella memoria collettiva dei grossetani, il nostro giornale ha deciso di contribuire al ricordo offrendo ai lettori un racconto per immagini, attraverso le fotografie di due importanti archivi, quello dei Fratelli Gori e quello di Giacomo Aprili, che oggi contribuisce al nostro racconto quotidiano con i suoi scatti e custodisce quelli del padre Lio, storico fotografo del nostro giornale. Un progetto di memoria e identità, che è stato reso possibile grazie alla collaborazione e all'aiuto Alluvioni in Toscana di Acquedotto del Fiora, Consorzio Bonifica 6 Toscana Sud, Comune di Grosseto e Assicurazioni Generali (Agenzia di Maurizio Marraccini). L'iniziativa proseguirà fino all'8 dicembre, regalando ai lettori del nostro quotidiano dodici straordinarie fotografie dell'epoca e il contenitore per raccoglierle, sempre in edicola in abbinamento con il giornale. Pagina 37 ALL'istoreco incontro sugLi e< li l fango» Alluvioni in Toscana Livorno IL LIBRO «Sulle ali degli angeli del fango e undici racconti di viaggio» uscito in occasione del 50° anniversario dell'alluvione di Firenze sarà presentato nel corso di un incontro dell'Autore con Catia Sonetti. Pagina 38 assi acc r: r n l' i1L] In regalo con «La Nazi one » la seffima stampa L'ALLUVIONE, cinquant'anni dopo. Proseguono anche a Pisa le iniziative per ricordare l'esondazione dell'Arno di mezzo secolo fa, un evento che all'ombra della Torre ha significato soprattutto il crollo del Ponte Solferino (nella foto di Sergio Gallo), per molti il più bello della città, avvenuto il 13 novembre 1966 e ricordata nei giorni scorsi a Palazzo Blu dall' «Acquario della Memoria», l'associazione di Lorenzo Garzella impegnata nel ricostruzione condivisa di eventi della storia recente, attraverso la raccolta d'immagini e filmati d'epoca, che ha presentato una serie di foto d'epoca e filmati dedicati all'alluvione e, più in generale, al rapporto fra Pisa e il suo fiume, incluso un video degli anni `40, girato da Mario Benvenuti, regista pisano da poco scomparso, che riprende una gara di nuoto in Arno dal Ponte della Fortezza a quelo di Mezzo. Alluvioni in Toscana OGGI, invece, tornano le foto storiche dell'archivio Frassi distribuite insieme a La Nazione e giunte alla settima delle dodici uscite programmate. Una selezione di dodici scatti (stampati da Pacini) che il fotogiornalista pisano ha dedicato all'alluvione dell'Arno nel nostro territorio e che sono al centro anche di una bella mostra a Palazzo Blu, emblematicamente intitolata «4 novembre 1966 a Pisa», curata dal giornalista Giuseppe Meucci e dallo storico d'arte Stefano Renzoni. Due uscite la settimana (il martedi e il giovedi) che La Nazione propone ai suoi lettori per conservare la memoria di un evento che ha segnato innegabilmente tutto il territorio della Toscana, rese possibili grazie alla collaborazione di una «squadra di sponsor» composta da Banca di Lajatico, Marbella Pellami, Confcommercio, Acque spa e Collegio dei Geometri che ha debuttato debutteranno nelle edicole lo scorso 28 ottobre, proprio in occasione dell'inaugurazione della mostra a Palazzo Blu. Francesco Paletti Pagina 39 ieve, il torrente fa ancora paura - angono rim Bilancino basta a contenere le piene. Lisa Ciardi FIRENZE «ARN O non cresce se Sieve non mesce», dicevano i contadini. E loro, che vivevano con i piedi nel fango e il pensiero fisso alla terra, di fiumi e piene se ne intendevano. Da sempre il fiume che dall'Appennino raccoglie le acque di Mugello e Valdisieve per riversarle in Arno a Pontassieve, è uno degli imputati principali ogni volta che Firenze finisce sott'acqua. E da sempre si parla della necessità di agire qui per mettere in sicurezza i territori a valle. Il primo progetto realizzato è stato il lago di Bilancino (contiene 69 milioni di metri cubi di acqua, ma può arrivare a trattenerne 84). Secondo gli esperti però è troppo a monte per incidere sull'Arno e sul suo principale affluente. La Sieve fa cioè in tempo a `ricaricarsi' d'acqua, durante il tragitto successivo mentre attraversa la Valdisieve. esiste quindi un secondo progetto della Regione, con un lotto di lavori nel tratto tra Bilancino e l'abitato di Vicchio. Prevede la realizzazione di otto casse con le quali si conterrebbero, in occasione delle piene più grandi (quelle duecentennali, ovvero simili al disastro del 1966) circa 8,3 milioni di mc d' acqua. A questi si sommano gli 850mila metri cubi che potrebbero essere trattenuti dal sistema di invasi di Scopeti, previsto sulla Sieve ma lungo la parte terminale, in base al progetto preliminare del Comune di Rufina. In tutto si arriva a più di 9 milioni di metri cubi, su un bacino allagabile di 500 ettari. Si tratta di un vero e proprio reticolo di casse di varie dimensioni distribuite in più comuni. Da considerare a parte le casse di Scopeti, di Alluvioni in Toscana 43 ettari totali, a cavallo fra Pontassieve e Rufina. Ma quanto incidono questi bacini artificiali allagabili sulla sicurezza dell'Arno? Secondo Regione e Italia Sicura, l'unità di missione istituita dal governo, se tornasse una piena come quella del '66 ma ci fossero le casse sulla Sieve, i fiorentini potrebbero stare sulle spallette a guardar passare l'acqua. Durante l'alluvione uscirono dagli argini 80 milioni di metri cubi: con le casse di Figline e della Sieve, più l'innalzamento di Levane (però tutti interventi da fare o completare), e con i lavori già effettuati a Bilancino, verrebbero trattenuti a monte di Firenze 60 milioni di inc. Gli altri, inclusi i tanti in più da considerare causa urbanizzazione selvaggia, sarebbero contenuti dall'Arno stesso, oggi più profondo e con argini innalzati: dopo i lavori degli anni Settanta il fiume può far scorrere 3.300-3.400 inc: di acqua al secondo invece dei 2.500 del 1966. Le casse della Sieve però sono ancora lontane. Mentre a Figline i cantieri sono partiti, qui esiste solo un progetto preliminare, con una stima di 60 milioni di costo. E nelle più ottimistiche previsioni, le ruspe non si muoveranno prima del 2018. - .,1 ;, i sogno il r® e o è aglí albotí La diga e i cantieri Oltre alle 8 casse d'espansione sulla Sieve, decisivo per attenuare il rischio alluvione è l'innalzamento della diga di Levane di 5 metri, che consentirà di contenere 9 milioni di mc d'acqua. Fine lavori nel 2020 . Altri 9 milioni saranno contenuti dalle casse sulla Sieve. Fine lavori nel 2022 ret î coto Casse d'espansione sulla Sieve: Lezzano 1 di 98 ettari fra Borgo S. Lorenzo e S. Piero a Sieve, la Lezzano 2 di 12 ettari a Scarperia, la Lezzano 3 di 14 a Borgo, le casse Lutiano e Rabatta 1 che occupano 117 e 77 ettari su Borgo, la Rabatta 2 di 25 su Vicchio, la Rabatta 3 di 55 a Borgo, la Cava Sagginale di 55 a Vicchio Pagina 40 e Usse d'E$ one, IL PROGETTO -P-71 », SanRWrm .. .. . . . . . . / . f . k ' ;xi. . . r . . .. ; ... :.. , ` .. . . .. . ... . ... ^ . . . ._ :. .,_ _ .. + ..... .. . .. .. ì r,,:¡ ,. N ./// ^ ,. ... / . t :... ✓/ . , , : Y 4.7. ,n > - „rl4l . . .. ... .. . ... D / . w ï4 ,. , . r a /ji,;;" ,. Alluvioni in Toscana .. . , . . . . . . . ... ` .., ... . _. . . ...a: ... ... a't.... . `_. . ' ..r., .. Pagina 41 MOSTRA PROROGATA ' L Firenze ' Le scuole possono prenotarsi ' FIRENZE ORGOGLIO fiorentino, solidarietà, spirito civile. In una sola parola, emozione. E' quella che unisce - come un filo sottile - i visitatori della nostra mostra `L'Arno straripa a Firenze', allestita da venerdì 4 novembre nell'auditorium Attilio Monti nella sede de La Nazione. Un successo enorme e inaspettato anche in termini di presenze per l'iniziativa che ha l'ambizione di coinvolgere i fiorentini in quello che è stato il dramma che più ha visto la città soffrire. Oggi come sessanta anni fa, la memoria è indelebile rispetto a quell'alluvione che ha segnato e segna generazioni. La mostra - val la pena ricordarlo ancora - è stata prorogata fino al 27 novembre. La si può visitare gratuitamente tutti i giorni dal lunedì al sabato con orario 9,30-12,30 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18. Anche le scuole sono caldamente invitate anche perché l'area espositiva dispone di quattro touch screen interattivi che consentono di rivivere in maniera virtuale e intuitiva il dramma che visse Firenze. Gli istituti interessati a organizzare una visita alla mostra de La Nazione per i propri studenti, possono ancora prenotarsi chiamando il numero 055.2495870. IRAT ESSE 1 tantissimi visitatori della mostra allestita all'interno dell'auditoriu Monti nella sede de La Nazione Alluvioni in Toscana Pagina 42 /1 Eic 1 ., ce it. i 1 % -,9 /_JIL racc i a o t; Luigi Colomba gestì gli aiuti a palazzo Cosimini «Circa 200 vo lontari lavorarono senza tregua» ombattere l'acqua con l'acqua. Sembra un paradosso ma accadde anche questo nei terribili giorni dell'alluvione del novembre 1966, quando Grosseto si avvalse del massiccio lavoro dei fontanieri, ovvero coloro che per conto del Comune leggevano i contatori dell'acqua e che si rivelarono fondamentali nel censire gli alluvionati e gestire gli aiuti. Lo ricorda Luigi Colomba, ex amministratore grossetano che - all'epoca 25enne - aveva appena vinto un concorso pubblico in Comune come caposezione dell'ufficio Tributi e Acquedotto. Appena insediato, il giovane dipendente si ritrovò a gestire l'alluvione. Fu affidato a lui l'incarico di organizzare il centro raccolta e distribuzione dei viveri che era sorto in centro, a Palazzo Cosimini, nel bel mezzo dell'emergenza. «Questo centro - ricorda oggi Colomba - fece un lavoro eccezionale grazie a tanti colleghi e impiegati che dettero un aiuto incredibile, insieme ai vigili del fuoco e a una gran massa di volontari arrivati da tutta la provincia e non solo». Furono momenti drammatici, l'acqua altissima aveva sommerso gran parte delle strade e c'era bisogno di aiuto. I soccorsi si mobilitarono in tempo reale ma specie all'inizio fu tutto molto complicato e caotico. «Il caporipartizione dell'epoca Ulisse Betti - spiega Colomba - mi affidò l'incarico di organizzare questo centro raccolta e distribuzione dei viveri di palazzo Cosimini, una grandissima area che ospitava anche le macchine agricole della McCormick (vedi foto a destra, Alluvioni in Toscana ndr): subito dopo l'alluvione cominciarono a fluire qua una serie di mezzi e viveri d'ogni genere, in prevalenza acqua, latte e pane arrivati da più parti», con i fornai che si prodigavano per spedire pagnotte e sfilatini. Ci fu un'incredibile affluenza di giovani grossetani dall'intera provincia e che si misero a disposizione per dare una mano. «Credo che siano arrivati circa 200 volontari, perlopiù di Grosseto e che si dettero moltissimo da fare. Dopo un primo momento di caos e confusione cominciammo a organizzare in maniera efficiente il lavoro e in questo decisi di avvalermi dei fontanieri, cioè di coloro che leggevano i contatori dell'acqua in città. Oggi non ci sono più ma li ricordo con piacere: il gruppo era composto da Enzo Rossi , Giovanni Ferri, Mautilio Magnani, Guido Turbanti e Domenico Baccheschi. Erano proprio loro ad avere il controllo e il polso della città per quanto riguarda la lettura dei contatori e la conoscenza di ogni angolo urbano, e proprio grazie a questa esperienza - e grazie ai volontari riuscirono a fare un censimento degli alluvionati. Ciò permise a tutti noi di distribuire al meglio gli aiuti. In virtù dei fontanieri ricostruimmo uno schedario: sapevamo quanti erano, chi erano e dove le persone in difficoltà. Grazie al centro meccanografico, istituito dal Comune presso l'Anagrafe, stampammo le schede per ognuno di loro: una per i viveri e un'al- tra per gli indumenti. Ogni mattina la gente arrivava e consegnavamo viveri o vestiti, segnandoli nello schedario. Ricordo con piacere come Livorno si fosse distinta mettendo a disposizione uomini e mezzi: i portuali - gente pratica e concreta - ci aiutarono a risollevarci dal fango». Elisabetta Giorgi Per organizzare i soccorsi chiamai i fontanieri, coloro che leggevano i contatori dell'acqua e che riuscirono a mappare gli alluvionati Asinistra Luigi colomba all'epoca neoassunto in comune A destra il centro di raccolta allestito a palazzo cosimini (foto ßf) Pagina 43 ; 4 X or e . ✓ ✓ ¿, ; ^ í ".. 4 ñ i'rt W } ÿ . Alluvioni in Toscana . , . . ,. . ,-. Pagina 44 IN REGALO COL TI RRENO Quando il tempo si fermò addosso alle Mura medicee i avvia a conclusione il viaggio del Tirreno nella "grande alluvione" tra passato e presente. Oggi e domani, in edicola con la copia del quotidiano, ci sono in regalo le ultime due schede. Ancora una volta due foto una del 1966 e una dello stesso luogo cinquant'anni dopo - e un piccolo testo a corredo. Oggi le immagini dell'Agenzia Bf ci portano in piazza De Maria, uno dei punti dove l'acqua nel novembre del `66 raggiunse la sua altezza massima. La fo to è una di quelle che sono rimaste a mo' di simbolo, della grande piena: una Fiat 500, l'utilitaria simbolo del boom econornico che in quegli anni "metteva in movimento" anche la Maremma, schiantata in verticale contro le Mura medicee. Non a caso è proprio lì, in quel punto preciso, che ancora oggi tre piccole lapidi segnano il livello - impressionante - raggiunto dalla massa di fango in quel maledetto novembre. Per raccontare questa immagine, e quella di una nuova 500 curiosamente parcheggiata in quello stesso punto nel 2016, il poeta Luca Bonelli ha scelto le parole di LorettaTecchi, grossetana che in quel 1966 viveva in campagna, a Piatto Lavato. E che, in una narrazione semplice e struggente, spiega come l'alluvione, per chi l'ha vissuta, sia stata uno spartiacque esistenziale: «La nostra vita è divisa tra prima dell'alluvione e dopo l'alluvione», dice Loretta, come a commentare la metafora Alluvioni in Toscana 1 Novembre 1966, piazza De Maria (foto Agenzia Bf) di quelle lapidi che - oggi - segnano un "confine" marchiato a fuoco nellamemoria. Domani, infine, l'ultima delle ventuno schede. E il viaggio non poteva che concludersi su un altro "confine", quello della ferrovia: la massicciata che, come un enorme tappo, chiuse Grosseto nella trappola di fango e sulla quale - il giorno dopo -i grossetani andarono a cercare i loro averi, trascinati in cumuli di macerie proprio lassù, sui binari spezzati dalla furia dell'acqua. Un'immagine che ancora oggi emoziona e commuove. Ma che, a suo modo, rammentando il dolore invita a guardare il futuro, proprio a quella ferrovia che - ricostruita nei mesi successivi - avrebbe rimesso Grosseto e la Maremma in relazione con il mondo. Chi avesse "perso" una o più schede della collezione, può farne richiesta al suo edicolante. Pagina 45 Ventuno scatti per raccontare ii tragico evento La città invasa dall'acqua e dal fango dell'Arno esondato il 4 novembre del 1966. La città che si cura le ferite di quell'alluvione anche nei giorni successivi. E la città, gli stessi angoli , rivisti oggi, per capire cos'è cambiato a cinquant'anni di distanza. Le immagini di ieri e di oggi (quelle dell'epoca fornite dall'Archivio della Fondazione di Palazzo Blu che detiene idiritti delle immagini scattate dal fotografo pisano Luciano Frassi ; gli scatti di oggi realizzati dai fotografi Fabio Muzzï e Franco Silvi) fanno parte di una iniziativa che il Tirreno ha dedicato all'anniversario dell'evento e che regala ai propri lettori. una collana di 21 fotografie che riguardano Pisa e la Provincia. Scatti che hanno la capacità di racchiudere in un'immagine il dolore, lo spirito di sacrificio e la volontà di un popolo che non vuol subire e vuoi tornare al più presto alla normalità. È questo il senso delle foto che regaliamo ai lettori ogni settimana dal mercoledì al sabato. Oggi in edicola troverete uno scatto di piazza dei miracoli che, come diciamo nell'articolo qui a fianco di Andrea Lanini, racconta soprattutto la voglia di tornare a sorridere, di tornare alla normalità. Alluvioni in Toscana Pagina 46 // Á i , la vogl i i tornare normal i®® Mazza i Miracoli "salva" i suoì tre gioielli dall'acqua La vittima pí ù illustre dell'alluvione e stato i sede M rettorato Ile fondamenta DI ANDREA LANINI a grande paura è passata. Finalmente, dopo nottate di terrore culminate nelle esondazioni del 4 novembre 1966, Pisa respira. L'acqua allaga ancora gran parte del centro storico, Piazza dei Miracoli compresa, ma gli obiettivi dei fotografi - in prima fila, come sempre, quello di Luciano Frassi, autore dello scatto che vi mostriamo - iniziano a catturare i primi sorrisi. Come quello di una giovane donna che, pur trovandosi a pochi metri dal Duomo, gioca a tuffare i piedi in Arno, provocando schizzi con agili movimenti delle gambe, come tra qualche mese, d'estate, molti pisani faranno sul Alluvioni in Toscana bagnasciuga di Marina. Lucente gemma capace d'incarnare la bellezza italiana al cospetto del mondo, simbolo celeberrimo della città, nonché, dal 1987, Patrimonio dell'Umanità per volere dell'Un esco, Piazza dei Miracoli, quest'orgoglio pisano, questa candida azalea romanica i cui marmi impreziosiscono da secoli il volto della Toscana, il suo "miracolo" lo fece davvero. Poteva essere un disastro, per i suoi tre gioielli, l'acqua fangosa dell'Arno. Invece, i danni, per la Torre, il Duomo e il Battistero, furono limitati. Del resto il nonne di questo fatato luogo fu benaugurante per l'intera città, subito definita "miracolata" dai giornali: qui, rispetto a quanto avvenne in altre città - prima tra tutte Firenze, che, oltre allo scempio del proprio patrimonio storico-artistico, dovette dar sepoltura a più di trenta vittime - la battaglia col fiume fu meno cruenta. Né morti né feriti, a Pisa. Tanta paura: quella sì. Una paura fredda, interminabile, logorante. zio a partire dal settembre 1966 e facente le veci di sindaco anche nei giorni dell'alluvione, ne rievocò il volto. «La città era sott'acqua. In Comune era un frenetico andirivieni di persone. Tutti erano preoccupati e agitati, ma nessuno perse la calma. Intanto, dalla città, dalla periferia, dalla provincia, arrivavano notizie catastrofiche. Rimasi in Comune fino a notte inoltrata. Riuscii a tornare a casa, sul iungamo Buozzi, con grave rischio, a bordo di un autocarro con le ruote al- te. L'acqua lambiva già l'ingresso del palazzo, e io fui sollevato da un paio di vigili del fuoco che mi portarono dentro». La ricchezza del passato, la ricchezza del futuro. Se in Piazza dei Miracoli, in quelle ore della sera di venerdì 4 novembre, si tremava peri tesori d'arte, poco distante, in via Santa Maria, si tremava per un altro fiore all'occhiello di Pisa. Il Cnuce, avamposto di ricerca tecnologica destinato a traghettare la città nella mo- In un'intervista concessa al giornalista del Tirreno Fabio Demi, Giovanbattista Longa , commissario prefetti- Pagina 47 dernità dell'era informatica. «Ricordo di aver passato delle notti allucinanti, da incubo, ma alla fine, grazie al lavoro instancabile di tante persone, riuscimmo a limitare i danni», raccontò a Fabio Demi Alessandro Faedo, illustre matematico, rettore dell' Università di Pisa ai tempi dell'alluvione. «La più grossa preoccupazione era quella di salvare il Cnuce», ovvero il Centro nazionale universitario di calcolo elettronico, situato in via Santa Maria e fondato appe- na l'anno prima, nel ' 65. «Al Centro c'erano apparecchi costosissimi; la nostra fortuna fu che i calcolatori si trovavano un metro e mezzo sopra il livello del piano tema. Lì per lì costruimmo anche dei muretti, ma l'acqua non risparmiò le attrezzature meno "nobili", pompe, motori, eccetera, ospitate nell'intercapedine sottostante. Quelli furono momenti di pericolo e di paura. Io arrivai verso le due della notte fra il 4 e il 5 novembre. L'acqua era molto alta, impressionante. E pensare che, pochi giorni prima, al Cnuce, avevamo avuto problemi di raffreddamento dei transistors...». La vittima più illustre dell' alluvione, continuava Alessandro Faedo nell'intervista rilasciata al nostro giornale in occasione di un precedente anniversario di quella tragedia, «è stato il Palazzo alla Giornata, sede del rettorato. L'acqua lo ha minato nelle sue fondamenta, sulle quali le correnti fortissime si abbattevano come un maglio». CRI PRODUZIONE RISERVATA Un'immagine che porta all'ottimismo : lo scatto di Luciano Frassi nella Piazza dei Miracoli qualche giorno dopo l'alluvione Alluvioni in Toscana Pagina 48 Quella fi figlia cancellata dall'onda di piena uno spettacolo e un libro sono stati dedicati ai Banch la cui casa fu spazzata via dall'Arno ® S. MARIAA MONTE Dedicato a Giuseppe, Giorgia, Faustina ed Egidia Banchini, vittime della Grande Alluvione del 1966 nel territorio di Santa Maria a Monte, è andato in scena in località Le Colombaie lo spettacolo "Se io fossi acqua", ideato da Franco Di Corciajr (direttore artistico del teatro comunale di Santa Maria a Monte) e promosso dall'amministrazione comunale all'interno della rassegna Arno d'oro. «L'atteso evento ha vinlo la sfida - dice il regista - Più di 200 persone hanno vinto il freddo per assistere, nei luoghi dove la memoria si fece tragedia, a uno spettacolo ricco di pathos e di emozioni. Le immagini e i ricordi si sono fatti melodia con le cantilene e le canzoni di prima dell'alluvione, provocando una commozione unica nelle persone che hanno assistito allo spettacolo. Una performance indimenticabile grazie alle interpretazioni degli allievi attori della compagnia "I pensieri di Bo"' della scuola "Espressioni danza" di Marika Torricelli, della compagnia teatrale "L'anello" di Cascina e della compagnia teatrale "Dida'sko" di Castelfranco di Sotto». «Con lo spettacolo "Se io fossi acqua" si sono conclusi gli appuntamenti che l'amministrazione comunale ha promosso in collaborazione con "I pensieri di Bo"' e la Rete archivistica Bibliolandia per la rassegna "Arno d'oro" - spiega la sindaca Ilaria Parrella - Lo scopo è stato quello di offrire alla propria comunità momenti di condivisione e sottolineare come all'epoca la solidarietà fosse uno dei valori fondanti del comune di Santa Maria a Monte. "Se io fossi acqua" na- sce sulle testimonianze e i ricordi che hanno arricchito la crescita dello stesso autore, sandonatese. F una favola in cui i protagonisti sono le memorie di un fiume amico che all'improvviso tradisce le promesse. Voglio ringraziare in modo particolare Franco Di Corcia jr e tutti gli operatori che hanno contribuito all'ottima riuscita della rassegna». il libro. Nei giorni scorsi, sempre a Santa Maria a Monte, è stato presentato il libro 1l fragore della memoria. Cronaca, ricordi, documenti e immagini a cinquant'anni dall'alluvione del 1966", sull'esondazione dell'Arno nel territorio comunale, curato da Patrizia Marchetta, archivista, esperta di storia locale, e da Mariano Boschi, storico dell'arte. Un momento dello spettacolo "Se io fossi acqua " ( Foto Matto nai -Trafeli) Alluvioni in Toscana Pagina 49 La squadra biancorossa con il presidente Lucibello e il tecnico Presutti accolti dal direttore De Robertis ,x . . Naz one sull alluv one i DOPO la squadra di volley femminile de Il Bisonte, sono stati i Medicei Toscana Aeroporti a visitare la mostra sui 50 anni dell'alluvione in corso di svolgimento nell'auditorium de La Nazione. A fare gli onori di casa il direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis che si è intrattenuto con i ragazzi guidati dal capitano Alessandro Ippolito e accompagnati dal presidente Giacomo Lucibello e dal tecnico Pasquale Presutti. PART I CO LL TE colpiti dal- ' i le immagini e dai filmati di una Firenze in ginocchio gli stranieri il gallese Dean Newton, l'argentino Matias Masera, il neozelandese di origini italiane Kyan Apperley. Con loro Lorenzo Lubian, Michele Boccardo, Clemente Zileri, Marco Battisti, Patrik Bigoni, Lorenzo Citi che insieme al direttore generale Franco Cervellati e l'assistente allenatore Luca Martin hanno voluto ripercorrere, anche attraverso le prime pagine de La Nazione quelle giornate così tragiche. II direttore De Robertis insieme alla squadra dei Medicei festa per l oloieh; U, I., Toscana R Cani premia atleti e dirigerti Alluvioni in Toscana Pagina 50 Alluvione dei 1966: ecco il nuovo li ro La presentazione del volume di Aurora Castellani venerdì 18 novembre alla Pubblica Assistenza: decine di fotografie inedite e testimonianze su ciò che accadde a Campi Bisenzio e negli altri comuni della Piana CAMPI BISENZIO (pbd) Appuntamento da non mancare venerdì 18 novembre alle 21 al Circolo Gni Gni della Pubblica Assistenza di Campi Bisenzio dove verrà presentato il libro di Aurora Castellani "L'altra alluvione. Il 4 novembre 1966 a Prato, Campi Bisenzio, Sogna, Lastra a Signa e Quarrata" (Edizioni Medicea Firenze). Alla serata parteciperanno, oltre all'autrice del volume, l'assessore alla protezione civile del Comune di Campi Bisenzio Riccardo Nucciotti, i responsabili della Protezione civile della Pubblica Assistenza di Campi Bisenzio, della Misericordia di Campi Bisenzio e della Fratellanza Popolare di San Donnino. A moderare la serata sarà la nostra direttrice Debora Pellegrinotti che suggellerà così la collaborazione del nostro giornale con il progetto editoriale che ha portato alla realizzazione del volume: molte testimonianze infatti sono state raccolte fra i nostri lettori che hanno risposto all'invito lanciato proprio dalle colonne del nostro settimanale. Il libro era stato presentato in anteprima lo scorso 4 novembre a Prato con una cerimonia ufficiale presso la sala del Consiglio comunale presieduta dal sindaco di Prato Matteo Biffoni. Adesso tocca a Campi Bisenzio conoscere lo straordinario lavoro portato a termine da Aurora Castellani che grazie ad un'attenta ricerca di archivio e una capillare raccolta di foto e testimonianze ha per la prima volta raccontato in un'ottica d'insieme ciò che accadde "fuori Firenze" durante quei tragici giorni del novembre 1966. E "fuori Firenze" accaddero molte cose con un'alluvione , "L'altra alluvione" appunto", che seppellì sotto metri di acqua e fango intere borgate di Campi Bisenzio e Signa, il centro storico di Lastra, frazioni pratesi come quelle di Tavola, frazioni di Quarrata come Caserana. Una tragedia ovviamente pas- Alluvioni in Toscana sata in secondo piano rispetto a quella di Firenze: eppure anche qui, lontano dai riflettori, ci furono incredibili storie di solidarietà, ci furono "angeli del fango" molto particolari come i bagnini della Versilia che con i loro patini portarono in salvo migliaia di persone. Ad arricchire e a rendere veramente unico questo libro sono le centinaia di foto inedite che documentano quanto accadde in quei giorni: anche il capitolo dedicato a Campi Bisenzio è particolarmente ricco di immagini che rendono l'idea di ciò che accadde in particolare a San Donnino, San Piero a Ponti, Sant'Angelo e il Gorinello, le frazioni più colpite. Aurora Castellani ricostruisce con dovizia di particolari il grande lavoro svolto dall'Amministra- zione comunale e in particolare dal sindaco di allora Primaldo Paolieri e dai suoi assessori; furono giorni in cui la comunità campigiana dette il meglio di sè con i parroci e le suore dei vari conventi in prima linea nell'accogliere gli alluvionati e nell'offrire i primi soccorsi. Nonostante la gravità dell'accaduto a Campi Bisenzio l'alluvione provocò un'unica vittima, la signora Corinna Cintelli di Sant'Angelo, tragicamente scivolata in acqua durante le complesse operazioni di salvataggio. A Campi gli "angeli del fango" non vennero da paesi lontani ma dalla vicina Prato e dalla parte di Campi Bisenzio che era rimasta miracolosamente all'asciutto e che subito si mobilitò ospitando gli alluvionati. I danni anche a Campi Bisenzio furono spaventosi e Aurora Castellani attualizzando le lire di allora li quantifica in qualcosa come 80 milioni di euro tra danni alle opere pubbliche, alle aziende e alle abitazioni private. Un colpo terribile dal quale Campi Bisenzio, come del resto anche gli altri comuni colpiti, seppe rialzarsi con straordinaria velocità riprendendo la corsa allo sviluppo economico che in quegli anni di boom stava cambiando letteralmente volto alla città. Niente però sarebbe stato più come prima: l'alluvione cancellò quel che restava della Campi Bisenzio agricola di un tempo aprendo la strada alle trasformazioni che ci hanno consegnato la città di oggi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 51 A 25 anni di distanza il presidente del comitato ricorda ilavoro fatto Esposïto: «Non averci invitato CAMPI BISENZIO (tvt) Campi ricorda i 25 anni dall'alluvione del 1991 ma dimentica il comitato delle vittime. A sottolineare questo aspetto è Antonio Esposito, presidente del Comitato Alluvionati, che per anni si è battuto per fare in modo che fossero riconosciuti i risarcimenti a chi aveva subito danni e per sollecitare interventi di messa in sicurezza del fiume. Un lavoro importante che Esposito ricorda così: «Il comitato delle famiglie alluvionate è nato qualche giorno dopo l'alluvione, anzi ne nacquero due, uno delle case nuove seguito da Franco Arena e quello che avevo organizzato io per seguire i miei condomini, poi si sono fusi. Abbiamo fatto veramente di tutto, nessuno degli enti ha fatto quanto il Comitato. Abbiamo anche ottenuto un incontro a Palazzo Chigi a cui abbiamo portato il sindaco Adriano Chini per correttezza istituzionale. A Roma siamo stati ricevuti da un funzionario che conosceva bene Campi perché la figlia era stata Alluvioni in Toscana è un grave sgarbo istituzionale» ßt I11W' I E é` ,.',zx, SIT0 Presidente del Comitato Alluvionati che negli anni successivi al disastro del 1991 si è impegnato per far avere un risarcimento alle vittime chiesto di darci una mano. Poi è venuto fuori il decreto per il risarcimento dei cittadini che è stato ritirato per sei volte, intanto il Siano stati noi a far arrivare a Campi i soldi anche se ne sarebbero dovuti arrivare di più ma nessuno da Campi fece la voce riguarda, Dina Nistri, vittima di quell'alluvione il 31 dicembre del 1991 presentai un esposto alla procura della Repubblica per omicidio colposo. Ma finì tutto in prescrizione e rividi i familiari l'ultima volta al processo». Dopo tutto l'impegno resta l'amarezza nei confronti di chi non ha voluto ricordare il lavoro svolto. «Chini per un certo periodo ha ricordato l'anniversario, poi non è stato fatto più nulla. Ho fatto di tutto per aiutare le persone colpite dall'alluvione, a partire dalla prima manifestazione nel periodo di Natale del 1991. Se è arrivato qualcosa a Campi è perché ci siamo mossi noi. Non averci invitato in occasione del 25simo anniversario e non aver previsto un momento per ricordare la vittima è un grave sgarbo istituzionale». Valentina Tisi Pagina 52 E 'to daUa Edizioni Medícea Firenze e scritto da Aurora CasteUaní «L'altra alluvione» arriva a Vaiano VAIANO (ff m) Presentato, sabato 12 novembre presso la villa del Mulinaccio, il libro "L'altra alluvione" curato da Aurora Castellani . Aurora Castellani, classe 1980 editrice e traduttrice, lavora nel mondo dell'editoria dal 2007 e cura pubblicazioni di vario genere. E stata assessore alla cultura e pubblica istruzione del comune di Vaiano dal 2009 al 2014 e attualmente è presidente del museo della deportazione e resistenza di Prato. Dal 2015 è direttore editoriale di Edizioni Medicea Firenze. Questo è il primo lavoro a sua firma, frutto di una lunga ricerca d'archivio e interviste inedite.Una pubblicazione realizzata, in occasione del cinquantesimo anniversario dell'alluvione, con materiale inedito proveniente in gran parte dall'archivio di Prato.Un pomeriggio partecipato, con ricordi e testimonianze del pubblico; introdotto dal sindaco del comune di Vaiano Primo Bosi, alla presenza dell'assessore alla cul- tura Federica Pacini e della direttrice della fondazione Cdse Alessia Cecconi che ha intervistato l'autrice. "L'altra alluvione" racconta, con materiale fotografico e documenti inediti, il 4 novembre 1966 fuori Firenze: Prato, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e Quarrata. Una calamità quasi sconosciuta, ma non meno dolorosa per chi subì la furia improvvisa di Arno, Bisenzio, Ombrone pistoiese e di molti torrenti, in molti casi perdendo tutto; di certo non lo spirito, il coraggio e la generosità Dopo la devastazione che colpisce il centro di Firenze fin dalle primissime ore del mattino, quasi contemporaneamente il Bisenzio rompe a San Piero a Ponti, riversando le proprie acque su San Mauro a Signa e Campi Bisenzio. Poco dopo, sotto una pioggia ancora incessante, l'Ombrone Pistoiese rompe l'argine sinistro prima a Ponte a Tigliano, inondando la campagna meridionale di Prato e poi a Castelletti, nel comune di Signa. Unendosi a quelle del Bisenzio, le acque dell'Ombrone sommergono Lecore, Sant'Angelo e Le Miecine. Più a ovest i torrenti Stella e Quadrelli sommergono Caserane e l'area della Querciola, nel comune di Quarrata, oltre a Valenzatico e Olmi. Il Fosso di Iolo e il Torrente Calice peggiorano la situazione pratese. Infine, l'Arno, rompe a San Donnino. Il reticolo è completamente collassato: l'Arno, è al massimo della sua portata, e i suoi due affluenti principali nella zona, Bisenzio e Ombrone, sono costretti a "tornare indietro" perché il fiume non riceve e così fanno gli affluenti minori e tutto il reticolo di canali e gore, causando rotte e tracimazioni. A metà mattina un'inondazione senza precedenti, improvvisa e furibonda, che in alcuni punti ha rag- giunto oltre cinque metri e spazzato via tutto ciò che ha trovato sul suo cammino: case, negozi, fondi artigianali, automobili, mezzi da lavoro, fattorie, animali. Chi abita in quelle zone è abituato alle piccole inondazioni, venti, trenta centimetri, ma nessuno si aspetta niente del genere e le precauzioni, quindi si sono limitate a paratoie alle porte e qualche suppellettile riparata sopra un tavolo o su un mobile. Tutto inutile. Fin da subito si reagisce e ci si rimboccano subito le maniche per ripartire e aiutare parenti e amici, offrendo quel che si ha per distribuirlo ai meno fortunati. E i comuni, Prato in testa, si fanno trovare pronti ad accogliere questo grande slancio, la mobilitazione spontanea di una comunità intera che si riunisce per portare aiuto ovunque ci sia bisogno.Il testo sarà presentato nuovamente dall'autrice venerdì 18 novembre alle ore 21 presso la pubblica assistenza di Campi Bisenzio. Modera la serata la direttrice di Bisenziosette Debora Pellegrinotti. Fiammetta Famiglietti © RIPRODUZIONE RISERVATA vi >. r Aurora Castellani, ex assessore alla cultura del comune di Vaiano mentre firma alcuni libri al termine dell'incontro al Mulinaccio Alluvioni in Toscana Pagina 53 L'iniziativa allestita per il fine settimana punta a invogliare agli acquisti Acquisti di qualità con Tre piazze << >> WEEK END speciale all'insegna dello shopping di qualità, con promozioni su misura per il cliente. E' ciò che propone il Centro commerciale naturale «Tre Piazze» di Castelfiorentino anche con l'apertura festiva. La formula di questo fine settimana mira a lanciare nuove forme di comunicazione e di fidelizzazione usando i `social', utili anche per lanciare eventi. Insieme allo shopping non mancheranno infatti iniziative culturali di grande interesse: sabato al Ridotto del Teatro del Popolo (ore 11) presentazione del libro «Piovve sul bagnato. Le testimonianze più significative sull'alluvione nell'Empolese Valdelsa» (di Edoardo Antonini), con interventi del sindaco Falorni, della senatrice Cantini, dell'ex sindaco Mario Cioni, dell'ex pompiere Giuseppe Giglioli e di Arnolfo Giovannelli. Nel pomeriggio, al Teatro del Popolo (ore 17,30), incontro con Alessandro Gassman, Anna Foglietta e gli attori della compagnia in occasione de «La pazza della porta accanto» (in scena domenica). i.p. Alluvioni in Toscana Pagina 54 Il Bisenzio fa ancora paura? Ecco come intervenire L'1"i , __ 3_ I _ _. 1 Sabato 12 novembre l'approfondimento sul Bisenzio VAIANO (ff m) Il Bisenzio può ancra far paura? Sabato 12 novembre presso la villa del Mulinaccio c'è stato un approfondimento sui temi dell'informazione preventiva alla cittadinanza e sull'importanza dell'aggiornamento co- stante dei piani di emergenza comunali. Presenti i tre sindaci dell'alta Valbisenzio: Primo Bosi, Giovanni Morganti, Guglielmo Bongiorno, la dirigente scolastica di Vaiano Alessandra Salvatici, Paolo Massetti responsabile della protezione civile Anci toscana, Patrizia Verrusio dirigente della protezione civile di Firenze, Elvezio Galanti dell'università di Firenze dipartimento protezione civile. Gino Gualtieri dell'Unione dei Comuni della Valle di Bisenzio e Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno ha presentato un report lavori sui 240 chilometri di reticolo idraulico dell'area: « Il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno, in collaborazione con l'Unione dei Comuni della Val di Bisenzio col finanziamento del Genio Civile della Regione To- scana ha avviato una serie di importanti lavori sul bacino montano. Il progetto prevede monitoraggio con la collaborazione anche degli operatori agricoli che hanno modo di cogliere la quotidianità del territorio e le sue variazioni. Per abilitare al ruolo tale personale, fondamentale si è rivelata la collaborazione con le asl. Il progetto prevede altresì lavoro di ripristino e manutenzione straordinaria sui corsi d'acqua ricadenti nei comuni di Cantagallo e Vernio per un valore complessivo di 100 mila euro. Questi vanno ad aggiungersi alle manutenzioni di carattere ordinario, per una cifra complessiva di oltre 200 mila euro». Marco Bottino presidente Ambi Toscana interviene sulle strategie per la difesa e la lotta al dissesto idrogeologico nelle zone montane: «Da anni mi batto perchè i consorzi siano inseriti nella Protezione Civile. Il lavoro degli enti è silente, troppo spesso sotto lo schiaffo della demagogia. La difesa del suolo è compito di tutti, la montagna è l'ambiente privilegiato per la lotta al dissesto idrogeologico». Luca Veltri mette in evidenza quanto la scuola di tutti gli ordini e gradi può fare per formare sulle tematiche legate ai rischi del territorio. Presenta strumenti didattici per la comunicazione dei rischi e la diffusione di una cultura della sicurezza. Mostra esempi di interventi, giochi e attività adatti per i vari livelli di scuola. Alla fine per tutti i partecipanti la possibilità di ritirare un fascicolo sulla conoscenza del piano di protezione civile per vivere sicuri. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alluvioni in Toscana Pagina 55 m N OSTRA CI A' PROTAGO ISTA D ELLO SPECIALE N U M ERO 12 D i DAMPYR «La porta dell'inferno», Firenze a fumetti di ROBERTO DAVIDE PAPINI CONTINUA "l'invasione" dei personaggi dei fumetti a Firenze. Dopo Martin Mystère, anche un altro eroe della Sergio Bonelli Editore sbarca in riva all'Arno. Si tratta di Dampyr con lo speciale numero 12 "La porta dell'inferno", scritto da Moreno Burattini e disegnato da Fabrizio Longo, che sarà presentato stasera a partire dalle 20 al ristorante "Latini" (in via dei Palchetti). La storia che vede come protagonista Harlan Draka, figlio di un vampiro e di una donna (un "dampyr" appunto) è ambientata a Firenze e nell'Inferno dantesco, una scelta voluta dallo sceneggiatore Burattini, fir- ma storica e curatore di Zagor: «Da toscano qual sono spiega - ho pensato di ambientare proprio a Firenze la vicenda che ero chiamato a scrivere. Poi, riflettendo sulle tematiche horror tipiche della saga dampyriana, sono partito dal presupposto che il racconto più orrorifico mai concepito da mente umana sia la discesa negli inferi di Dante Alighieri: ho immaginato dunque una storia in cui Harlan compisse quello stesso viaggio». Alla serata da "Latini" saranno presenti gli autori della storia, Moreno Burattini (testi) e Fabrizio Longo (disegni) e gli illustratori Alessandro Bocci, Fabio Bartolini e Fabiano Ambu. In più interverranno Giuseppe Di Bernardo (creatore di Desdy Metus, che è protagonista di un cameo) e il professor Alessandro Monti, esperto di codici e manoscritti antichi. Fabrizio Longo esporrà nel locale una mostra di suoi originali e autograferà una stampa realizzata per l'occasione. Gli altri autori eseguiranno disegni con dedica. Chi volesse partecipare deve chiamare il numero 335/5404065. Emoz í one d 'arti sta Barbaresch í: 'Che bella' II direttore de La Naz ione Plerfrancesco De Robertis, Tlttl G iuliani Fotl, Luca Barbareschi durante la visita del noto attore, regista e produttore dl fiction come M ennea. «E' una mostra molto bella - ha ammesso Barbareschi - difficilmente sl riesce ad arrivare a questi livelli in Italia». II direttore de La N azione Pier Francesco De Robertis con Titti Foti, Luca Barbareschi e il direttore di sede Stefano Fantoni Alluvioni in Toscana Pagina 56 « E 1 fi ume d iventò nero» oggi al c i rcolo Vi e Nuove APPUNTAMENTO oggi al Circolo Vie N uove in viale G iannotti per parlare di G avinana prima e doppo l'alluvione. L'iniziativa, alle 17,30, è in collaborazione con il Q uartiere 3 nell'ambito delle iniziative dedicate ai 50 anni dall'alluvione. Verrà presentato il libro di G iovanni M orandi , già inviato de La N azione, ex direttore de II G iorno e di Q n, dal titolo «Poi il fiume diventò nero» (ingresso libero). Il libro, originale nella sua lettura degli avvenimenti dell'epoca e del post alluvione, ha già ricevuto già numerosi apprezzamenti. MOSTRA SULL'ALLUVIONE ALLESTITA NEL NOSTRO AUDITORIU M ° VISITABILE DA LUNEDI` A SABATO CON ORARIO 9.30-12.30 E 15-18 Alluvioni in Toscana Pagina 57 a siraa ora un altro pi -enone Fine settimana oran'o continuato.® Ieri c' era Rossi UN GRANDE abbraccio davvero tra i fiorentini, il nostro Arno e La Nazione. La mostra allestita nell'auditorium del nostro giornale ha toccato quota ottomila visitatori. E si prospetta un'altra valanga di fiorentini e non solo, nel fine settimana quando la mostra sarà aperta a orario continuato dalle 9,30 alle 18. Ieri ha visitato la mostra il governatore della Toscana Enrico Rossi che, accompagnato dal direttore de La Nazione, Pier Francesco De Robertis, ha visitato con grande interesse tutte le sezioni espositive. Altro gradito ospite è stato Luca Barbareschi, in questi giorni in scena alla Pergola. «L'Arno straripa a Firenze» racconta il dramma di una città attraverso i giornali e le foto d'epoca ma anche con filmati inediti e nostre interviste ai protagonisti di quei giorni. In quel terribile 4 novembre 1966 e nei giorni successivi «La Nazione» compì un piccolo grande miracolo: giornalisti e poligrafici riuscirono a fare andare il quotidiano in edicola, nonostante la rotativa fosse inutilizzabile. Le scuole possono approfittare ancora per prenotarsi e venire a visitare l'esposizione, telefonando alla segreteria di redazione (055.2495870). Nei giorni feriali l'orario di apertura è 9.30/12.30 e 15/18. L'ingresso è gratuito e i visitatori possono entrare da via Paolieri 2. 1o(n quo 'dfl'l il n altro picnonc Al presidente della Regione Enrico Rossi con il direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis in visita alla nostra mostra Alluvioni in Toscana Pagina 58 giornal i sti sen i or e Ì tand ri cord i su cinquant'anni fa G uidati dal presidente Marcantonio M orelli, i giornalisti senior dell'Associazione stampa toscana sono stati protagonisti della visita pomeridiana alla mostra. N on ospiti perché sono dl casa a azione: la stragrande maggioranza è stata con noi, a lavorare del nostro quotidiano. Con M orelli c'erano Enrico Maria Pini, Antonio Lovascio, N icola Coccia e signora, Mario D ei Gamba, Franco Picchiotti, Sandro Picchi, Sandro B ugialli e Rossella Martina, Carlo Gattai, Carlo Pestelli , Simone N ozzoli. A CAUSA DEL GRANDE SUCCESSO OTTENUTO MOSTRA E' STATA PROROGATA DI 7 GIORNI DO M E N ICA 27 APERTURA STRAORDINARIA IN VETRINA LE FOTO E LE PRIM E PAGINE DI ALLORA OLTRE A FILMATI ESCLUSIVI CHE RACCONTANO IL DRAMMA DELLA CITTA' r I FIORENTINI CONTINUANO AD ARRIVARE AL GIORNALE PER VISITARE MOSTRA SUPERATA QUOTA OTTOMILA PRESENZE Alluvioni in Toscana Pagina 59 DA CIMABUE IN QUA ACCADEMIA DELLE ARTI E DEL DISEGNO Fino al 28 dicembre LA SALA delle esposizioni in Via Ricasoli 68 prende in esame l'inedito rapporto tra alluvione del 4 novembre 1966 e la produzione artistica, prendendo le mosse proprio dall'Accademia delle Arti del Disegno, l'istituto che dal 1563 riunisce a Firenze i più famosi pittori, scultori e architetti. Orsanmichele 4 ospita una selezione di venti opere, tra sculture e disegni, che dialogano attraverso un inconsueto gioco di metamorfosi a cui l'artista dà forma realizzando un bizzarro circo di mostri del nostro tempo. Alluvioni in Toscana Pagina 60 CHIUNQUE NE VOGLIA SAPERE DI PIÙ, COMPRESE ALTRE SCUOLE, PUÒ CHIAMARE IL 347 305. 064.0 OPPURE SCRIVERE UNA E-MAI LA SALVAMENTOMSCdTISCALI.IT ome in e • iluv e ïon C zone i incontra ï ragazzí A SCUOLA d'alluvione. Nei banchi di scuola dell'istituto tecnico nautico Fiorillo la federazione italiana salvamento acquatico parla di alluvione. Un problema che troppo spesso ha toccato la nostra provincia. è ancora nella mente e soprattutto nel cuore dei carrarini l'ultima alluvione avvenuta il 5 novembre del 2014, quando la mattina presto il Carrione è esondato dopo aver letteralmente strappato l'argine destro alla Doganella. Il torrente ha invaso abitazioni, imprese, negozi, portando con sé distruzione e fango. La parte più danneggiata è stata la zona est di Marina, ribattezzata poi come zona rossa. Ma nonostante questo i marinelli sono riusciti ad alzarsi nuovamente, speranzosi verso il futuro. «Parlare di un evento così triste - si legge nella nota della Federazione - è l'inizio della ricerca di una soluzione o semplicemente un modo per renderlo meno pericoloso: essere consapevoli e preparati è il modo migliore per rischiare di meno». Alla domanda «Qualcuno di voi è stato colpito dall'alluvione?», molti ragazzi con un velo di malinconia negli occhi ha alzato la mano. Qualcuno di loro, colto nel vivo, ha addirittura raccontato brevemente la sua storia. Nell'incontro è stato spiegato che «il rischio alluvioni in Europa raddoppierà nei prossimi 40 anni. Ma anche cose molto più semplici e pratiche, ovvero quelle che ti salvano la vita. Quelle che fanno in modo che si Alluvioni in Toscana 'i fii fi« i ' » T VITI I ragazzi del Nautico hanno partecipato con interesse alla particolare lezione della Federazione italiana di salvamento risolva il problema od almeno non evolva in qualcosa di più grosso e pericoloso». IL RELATORE della Fisa si è soffermato a parlare anche del Piano comunale d'emergenza, sulla Protezione civile e i metodi d'allertalmento. Alla fine dell'incontro un applauso spontaneo ha pienamente gratificato lo staff della Federazione. Fuori onda, alcuni professori si sono fermati a raccontare la loro esperienza d'alluvionati. Questo incontro fortemente voluto dalla drettrice della sede Claudia Moizo e dal professore Alberto Ricci è un piccolo seme che assolutamente deve maturare nelle prossime generazioni. La Fisa prepara percorsi formati- vi per diventare assistente bagnanti, soccorritore fluviale e alluvionale, operatore di moto d'acqua da soccorso e tutti quei brevetti indispensabili per poter fare soccorso in acqua. La Federazione per questa opportunità ringrazia la scuola e tutti gli studenti e ricorda a chiunque ne voglia sapere di più, compreso altre scuole che può chiamare il numero 347 305.064.0 oppure scrivere una email a salvamentoms@tìscali.it. Pagina 61 L'alluvione raccontata 1 DOMANI, sabato, alle 17,30 sarà presentato alla libreria Roma di via della Misericordia il libro di Giuseppe Meucci, giornalista e scrittore, sull'alluvione nella provincia di Pisa. Il libro racconta cossa successe nella stessa Pisa, dove crollarono un ponte e un lungarno, a Pontedera dove l'Era invase la città, a Santa Croce, Castelfranco e piana di Santa Maria a Monte e Montecalvoli dove ci furono tre vittime. Con l'autore interverranno Mario Mannucci e l'assessore alla cultura Liviana Canovai mentre anche questa presentazione si inserisce nel ricco programma delle iniziative per il cinquantenario dell'alluvione che a Pontedera hanno già visto diverse tappe, mentre altre sono in programma. Giuseppe Meucci è stato giornalista-redattore e poi coposervizio de La Nazione di Pisa e in queste vesti ha seguito e raccontato decenni di avvenimenti, personaggi e situazioni, dell'intero territorio provinciale compreso quella dell'alluvione. Alluvioni in Toscana Pagina 62 Cinquantesimo dell'alluvione Boom di visitatori alla mostra Poggibonsi TANTI visitatori per «Ne è passata d'acqua sotto i ponti». La mostra allestita nella Sala Quadri per ricordare il 50° anniversario dell'alluvione del 4 novembre del '66 si è chiusa con un bilancio più che positivo. In esposizione per una settimana oltre duecento foto originali. L'evento è stato organizzato dall'Astop con il patrocinio del Comune. Alluvioni in Toscana Pagina 63 TRONCHI E Bonifie FIRENZE MAN UTEN ZI ON I in corso sull'Arno, dalla sorgente alla foce. Il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, grazie all'accordo sulle opere idrauliche di terza categoria, sta effettuando lo sfalcio della vegetazione nell'alveo, su un tratto di circa 9 chilometri che attraversa i Comuni di San Giovanni, Incisa - Figline e Reggello. Si tratta di un intervento di manutenzione straordinaria, finanziato con 500mi1a euro (il 70% stanziato dalla Regione e il 30% dal Consorzio), che è stato progettato impiegando anche i droni. Il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno sta a sua volta tagliando la vegetazione su sponde e argini, in base al programma 2016 delle manutenzio- MI RIUTILIZZATI PER SCALDARE LE SCUOLE sugli argini, ecco dove ni. Negli ultimi giorni poi, interventi mirati sono in corso a Firenze: lo stesso Consorzio sta percorrendo tutto il tratto cittadino del fiume per rimuovere i materiali depositati dalla piena eccezionale dei giorni scorsi. In caso di nuove piogge infatti, questi oggetti potrebbero ostacolare il flusso dell'acqua. I rami e i tronchi, tagliati in pezzi, vengono trasformati in `cippato' per il riscaldamento di alcune scuole che, come a Tavarnelle e San Casciano Val di Pe- Sfaldo della vegetazione lu ng o il fi ume tra Firenze e Pisa. Costo : un m ilione sa, hanno accordi in questo senso. Passando alla provincia di Pisa, è partita la seconda fase della manutenzione ordinaria sulle sponde dell'Arno affidate dalla Regione al Consorzio 4 Basso Valdarno. Grazie a una nuova tranche di circa 513mila euro stanziata dalla Regione stessa, è iniziato il taglio della vegetazione su vari affluenti, fra i quali Era, Egola, rio Dogaia, Filetto, San Bartolomeo, canale Scolmatore, bacino Roffia, rio Arnino e fiume Tora. Sono intanto terminati i lavori del primo lotto di manutenzione dell'Arno, effettuati dal Consorzio 4 Basso Valdarno in estate e in autunno, dallo sbocco fino a Calcinata/Pontedera e nel tratto cittadino di Pisa, esclusa la porzione che va dal ponte della Cittadella al ponte della Fortezza, affidata a Pisamo. P -N'NA L'Arno nel '66 dall'alto Alluvioni in Toscana Pagina 64 0 d'accord-Coo, Fi fern lavor ï " ., .. e. è a ri40 schio i i ni it 1111',F1 10 Le quattro casse d 'espansione dovevano essere completate nel Paola Fichera FIRENZE CI NQUANTA anni dopo l'alluvione le opere di compensazione per garantire Firenze (e non solo) da una nuova esondazione dell'Arno sono, in gran parte, ancora sulla carta. Ne è consapevole l'assessore all'ambiente della Regione Toscana Federica Fratoni che, per prima, ha rimesso i puntini sulle «i» su quel 70 per cento di opere necessarie che ad oggi non sono state eseguite, come sui 5 milioni di euro di finanziamenti per l'Arno che la Regione sta battagliando per ottenere. Lo sa bene Mauro Grassi, direttore della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, che ha già chiesto altri cinque anni, fino al 2021, per avere dei risultati apprezzabili. Conosce bene lo stato dell'arte poi Gaia Checcucci, direttore del Ministero dell'Ambiente, che imputa I fondi ci sarebbero ma non possono essere stanziati per contenziosi o procedure non solo alla mancanza di soldi («Ce ne sono anche troppi») i ritardi e le inadempienze sul fronte dei lavori. VOCI DIVERSE, motivazioni diverse, per tutti una certezza: i ritardi sulla costruzione della quattro casse di espansione dell'Arno in Valdarno e per il sopralzo e adeguamento della diga di Levane ci sono eccome. Anche perché per almeno due di quelle casse (Pizziconi e Restone) i primi accordi di programma risalgono al 2004. E all'epoca si parlava di `soli' 17 milioni di euro per realizzarle. Fare il riepilogo di tutti i lavori (in molti casi solo i progetti) in corso non è facile. Per Pizziconi l'appal- Alluvioni in Toscana to è diviso in tre lotti . I lavori parzialmente realizzati riguardano solo il primo lotto , mancano quelli relativi all'argine che fanno parte del quinto lotto della strada regionale 69 del Valdarno e quei lavori sono fermi perché impugnati dai privati con un ricorso alla magistratura . La Regione ha sborsato in corsa oltre due milioni di euro, ma... Ma i lavori non partiranno fino a gennaio 2018 e i finanziamenti sono per forza di cose solo sulla carta. E' in ritardo anche la cassa del Restone (costo al momento 16 milioni di euro), progettazione e realizzazione sono state previste in 36 mesi, ma non è ancora stata completata la Via (Valutazione di impatto ambientale) e del finanziamento quindi non può esserci traccia. Nel novembre 2017 sarebbe prevista l'ultimazione dei lavori per le casse di Prulli e Leccio. Dovevano essere conclusi a dicembre 2012, poi novembre 2016, ora il cronoprogramma è per la fine del 2017, ma ha già accumulato altri sei mesi di ritardi e, visto che i lavori non sono partiti, mancano anche i finanziamenti che sono a stralcio sulle opere realizzate. 5 yrBn n ✓ 14m ®' f!! r iriv ii Il sistema di casse di espansione lungo l'Arno nell'area da Figline Valdarno a Incisa (interventi di Pizziconi, Restone, Prulli e Leccio) doveva essere completato entro il 2012, invece i lavori sono stati via via rinviati al 2015, 2016, 2017 o 2018. Iter partito neL 2004 I primi protocolli d'intesa e accordi di programma per realizzare le casse d'espansione risalgono addirittura al 2004. All'epoca le casse avevano un costo di 17 milioni di euro e dovevano essere terminate nel 2009. Oggi i costi sono lievitati: 17 milioni non bastano neppure per una cassa d'espansione FI Luca Barbareschi ieri in visita alla mostra allestita da «La Nazione» Pagina 65 IMrwr r o;67P 7774b UPER' E DA MANE '1" CASSE D' ESPANSIONE Pizz i+coni 2 C$ MILIONI DI EUROI ~o o PrtaUi 150,2 MILIONI1 Restone R'IILIONII pa€citA dinvaso totaEe 25 mc dì acqua Lezzatzc Rabaftîi4 Ltrtiar , Cava - (53 M1L1ONi) á~ (##,5 MILIONI) capacità dinvaso 9miLloni di mc dì acqua 125 MILIONI) da 16'9 a 174 metri, per un volume di acqua nei15 da 6 a 16 nr-ffiiani di nxdi acalua omt~ áW2410 N eg li ulti m i decenni è stato realizzato il 30% d eg li interventi per la sicurezza dell'Arno. La Reg ione ha chiesto al governo di anticipare 5 milioni dei 55 stanziati. Alluvioni in Toscana Pagina 66 LE CLASSI POSSONO PRENOTARSI Lezione di storia per i giovani FIRENZE O RGOGLI O fiorentino, solidarietà, spirito civile. In una sola parola, emozione. La grande emozione di chi in quei giorni c'era, di chi ha pianto lacrime e fango, di chi ha partecipato alla salvezza eppoi alla rinascita, di chi ha seguito sulle cronache quel che accadeva del fiume diventato lago e della città trasformata in palude. Nella sede de La Nazione a vivere questa grande emozione sono i bambini degli anni Sessanta. Ma a centinaia sono arrivati anche i bambini di oggi, quelli che non c'erano, ai quali molto probabilmente l'alluvione è stata raccontata da genitori e nonni. Ora, grazie Alluvioni in Toscana alla mostra multimediale «L'Arno straripa a Firenze», allestita nell'auditorium Attilio Monti, questi bambini riescono a dare un'immagine alle parole, e una dimensione tridimensionale alle letture eventualmente fatte. Sono già state tante le scuole in visita e tante altre hanno già prenotato. Ma c'è ancora posto per quelle che vogliano ancora partecipare all'evento. Unico, imperdibile, e per il momento non replicabile. Anche se a grande richiesta la mostra è già stata prorogata fino al 27 novembre. Gli istituti interessati a organizzare una visita per i propri studenti, possono prenotarsi chiamando il numero 055.2495870 Pagina 67 i ti che hanno visto it Una grande e doppia emozione Atberti (Lega) e it regista Martinetti Presto disaster movie sull'Arno Anche i giornalisti andati in pensione che lavoravano a «La Nazione» nel novembre 1996 sono stati ieri in visita alla mostra, «rivivendo» quei giorni dell'alluvione con grande emozione. e ® Il consigliere regionale della Lega Nord Jacopo Alberti ha visitato la mostra sull'Arno insieme al regista Renzo Martinella che sta lavorando a un film ambientato nei giorni dell'alluvione ost a, e 11 4 r ot to i attende il pienone nel week end l toreRossi® « lla ïone ogni sforzo p er salvare l' ve FIRENZE LE ACQUE limacciose dell'Arno hanno avvolto, sull'onda delle immagini e delle testimonianze, anche il presidente della Regione Enrico Rossi che ieri ha voluto visitare la mostra «L'Arno straripa a Firenze» nell'auditorium de La Nazione, che ha raggiunto quota ottomila visitatori, in attesa del «tutto esaurito» previsto per sabato e domenica, così come accadde lo scorso week end. Il governatore Rossi si è soffermato a lungo sul grande lavoro che i giornalisti e i tipografi del giornale condussero in quei terribili giorni, e sulla battaglia in difesa di Firenze che il direttore Enrico Mattei condusse insieme al sindaco Bargellini. «E' davvero molto bella - ha commentato - e si deve dire grazie a La Nazione. La trovo completa, chiara nel ripercorrere quei tragici giorni. Li racconta con la freschezza della cronaca, senza retorica, ma con un effetto altamente drammatico. Ciò che fa stringere il cuore è che da allora ad oggi si sia fatto poco per evitare che ci si possa trovare in condizioni analoghe. La Regione il proprio impegno ha provato a mettercelo, ma servirebbe un intervento più ampio, non soltanto da parte delle istituzioni locali». E IL GOVERNATORE Rossi, da commissario di governo contro il dissesto idrogeologico, conosce sin troppo bene le lungaggini amministrative locali e nazionali. Dal suo punto di vista, però, i ritardi nella realizzazione delle opere di compensazione sono dovuti anche alla necessità di maggiori investimenti per mettere in sicurezza fiumi e territorio. «Penso - ha sottolineato - che dovremmo raddoppiare gli investimenti attuali per riuscire a portare a compimento le opere di salvaguardia idrogelogica più rapidamente». Dal 2012 in poi la Regione Toscana investe 100 milioni l'anno per la sicurezza del territorio. «Un investimento importante ha ribadito - che abbiamo sostenuto e sosteniamo pur con tutte le difficoltà di bilancio». Poi la stoccata: «Non voglio polemizzare con nessuno, ma se l'avessero fatto subito dopo l'alluvione forse oggi saremo più avanti in termini di sicurezza. La mia proposta politica è che si raddoppi da 100 a 200 milioni all'anno l'entità degli interventi, superando il Patto di stabilità e il blocco degli investimenti che subiamo. Se non lo si fa, e dovessimo ritrovarci in una situazione analoga a quella del 1966, sarebbe davvero imperdonabile». Pa. Fi. » orario continuato 'L'Arno straripa a Firenze ' si può visitare gratuitamente tutti i g iorni dal lunedì al venerdì con orario 9 ,30-12,30 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18. Durante il week end, domani e domenica , aperture straordinarie con orario continuato dalle ore 9,30 alle ore 18 . N on occorre prenotarsi (a meno che non si tratti i scolaresche). L'ingresso è nel complesso de La Nazione a Firenze, con accesso da via Paolieri 2. «Un vatore storico unico e prezioso» Produttore , regista, attore e altro : Luca Barbareschi si è recato ieri in visita a La Nazione . «Toccare con mano testimonianze dirette e obiettive è una cosa molto difficile da trovare - ha detto -. E' il valore storico di una grande mostra». Alluvioni in Toscana Pagina 68 m 1 i<"o ui// ,,, > W/1 II governatore Enrico Rossi , a sinistra, con il direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis e il direttore di sede Stefano Fantoni Alluvioni in Toscana Pagina 69 D PONSACCO Alberto Lemmi, 70 anni, governatore della Misericordia, pensionato, sposato, padre di due figli e nonno, il 4 novembre '66 - giorno della Grande Alluvione- si trovava nella sua casa in via Di Vittorio (al tempo via Marinai). La sua abitazione non fu colpita dalla disastrosa inondazione, perché il fiume Era esondò dalla parte opposta di Ponsacco. Ma aveva numerosi parenti a Pontedera, città anch'essa colpita al cuore. E, una volta ritirate le acque fangose, Lermni si recò prima con la madre, poi con gli altri fratelli e sorelle a portare aiuti. Il padre del futuro governatore della Misericordia, Orfeo, era falegname e la madre, LianaVanni, originaria di Pontedera, era casalinga. Lemmi nel '66 era uno studente dell'Itc "Fermi" di Pontedera, che aveva la sua sede in piazza Belfiore (oggi piazza Andrea Da Pontedera), e i futuri ragionieri ebbero una scuola completamente allagata a pianterreno. Lermni, insieme ad alcuni compagni di scuola, su richiesta del preside, si impegnò a ripulire. I giovani prima lavarono tutto con acqua con la gomma, poi, nei giorni successivi, ripararono diverse macchine da scrivere e calcolatori, completamente bloccati dal fango seccato. «Mia madre era originaria di Pontedera e nel '66 aveva fratelli che abitavano in via Roma - racconta Lemmi - strada che nel novembre del '66, a causa della rottura dell'argine dell'Era alla Montagnola, fu trasformata in un fiume. Per fortuna i miei parenti abitavano ai piani alti, ma i negozi a pianterreno furono tutti allagati. Avevamo altri parenti in via Fabio Filzi e al Villaggio Piaggio. Mio nonno si chiamava Cesare Vanni, era un procaccia, ed era soprannominato "Medaglione", perché suo padre era confratello della Misericordia e portava un meda- glione al collo durante le cerimonie, che un giorno indossò anche mio nonno. Appena ci informarono che a Pontedera c'era stata l'alluvione, mia ma- Alluvioni in Toscana li i G,,_1 // 11 1 0 _ ,_ . a governatore ® I I Misericordia i Ponsacco a Pu, , le le dre volle partire. Cercai di spiegarle che era pericoloso, ma non ci fu niente da fare. Prendemmo la bici e, pedalando, arrivammo a Pontedera. Ci femiammo ai cimiteri, dove c'era una gran confusione; da li si iniziava a vedere un fiume di fango. I tombini per le strade erano tutti saltati, era pericoloso, ma mia madre volle proseguire per andare dai fratelli in via Filzi, vicino all'attuale via Fantozzi. Si pedalava a fatica con l'acqua marrone fino alla canna della bici, e la borsa a tracolla con quei pochi viveri, che eravamo riusciti a trovare in casa prima della partenza. Insomma, arrivammo a destinazione, mala casa dei nostri parenti era stata allagata al primo piano, e stavano trasferendo tutti ai piani alti. I 11 Ritornammo due giorni dopo, quando le acque si ritirarono e li aiutammo a ripulire l'abitazione. Mia madre era molto legata ai suoi fratelli, non accettava di lasciarli in mezzo alle difficoltà. Ricordo di avere spalato tanto fango, eravamo tutti sporchi fino ai capelli». «Una volta terminato di lavorare dai miei parenti - prosegue Lemmi - volli andare a vedere che cosa era accaduto alla mia scuola in piazza Belfiore. Ero uno studente di ragioneria all'istituto "Fermi" e insieme ad alcuni compagni di scuola, su richiesta del preside, ci impegnammo a ripulire il pianterreno. L'operazione fu molto laboriosa. Ci recammo in visita anche nel centro di Pontedera: era uno scenario apocalittico. Un fiume di ' fango aveva spazzato via tutto. C'erano perfino animali morti mentre i commercianti erano tornati nei loro negozi e portavano fuori tutto il materiale alluvionato. Le strade dovevano essere ripulite dal fango e da quello che aveva portato con sé quel fiume sporco. Era tutto da buttare». Elena lacoponi Pagina 70 Corso Giacomo atteotti trasformato in un torreni::• sacs sc[ t/c•s;ar7 a:, é4a:,l 1916 (éo y/ • / i // / i//>q/,J/ / as, r.!cïtlí?s Wv l / , ... Un'operazione di soccorso durante la Grande Alluvione del 1966 Alluvioni in Toscana Pagina 71 I N REGALO L' ULT I MA Sui binari, tra angoscia e sper a Si chiude con un'immagine simbolo il lungo viaggio dei Tirreno i discorsi tra tutta quella gente che si ricorda, che c'era: l'acqua, la paura, e che non c'era più niente da mangiare e neanche per vestirsi, non c'era neanche l'acqua per bere e dappertutto auto rovesciate, fango e puzza di gasolio e la ferrovia ingombra di tutto quello che l'acqua trascinava: automobili, cadaveri d'animali, bidoni, legno... tutto, c'era di tutto». Finisce qui, sui binari devastati della ferrovia Grosseto-Roma e negli sguardi a capo chino di vaga alla ricerca della sua vita perduta, il lungo viaggio del Tirreno nella grande alluvione di Grosseto, tra passato e presente. Oggi, in edicola con il quotidiano, c'è in regalo l'ultima delle 21 schede con le quali - dalla fine di ottobre - in occasione del cinquantesimo anniversario della piena - abbiamo cercato di raccontare qualcosa che cinquant'anni dopo per chi non c'era appare difficile persino da immaginare. Anche oggi le fotografie dell'Agenzia Bf, dunque, che ci portano in uno dei luoghi simbolo di que maledetto novembre, il "rilevato" ferroviario. In qualche modo origine ed epilogo della tragedia, perché fu proprio quel- la specie di "diga artificiale" a chiudere Grosseto nella trappola di fango e perché fu proprio lì che, ritirandosi, l'acqua abbandonò la maggior quantità di macerie. Carcasse d'animali, automobili, bidoni, legno, oggetti d'uso quotidiano... Tutto, proprio di tutto, come scrive il poeta Luca Bonelli nell'ultimo frammento di racconto della serie. Sarà lì, sulla ferrovia, che molti grossetani nei giorni successivi saliranno a cercare pezzi del loro passato. E a immaginare, guardando quei binari spezzati, il lungo cammino di ricostruzione del futuro. Novembre 1966 , si vaga tra le macerie depositate dal fango sui binari (Bf) Alluvioni in Toscana Pagina 72 a çqsta t Mandan í c í f ei í cotter. í sta « La gente i mpaur i ta aspettava . . tett í )) , ,i . „ :JIllASOSIfl ,I 111h ïiÌfH fll 1 vnli in nli—44nrn nnr mn44nrn in olvn Mi ell niinne4i lën4n dell*errhivin c4nri. n ennneie Qél Alluvioni in Toscana Pagina 73 Marescialloscelto dell'Aeronautica, all'epoca ave v a 2 a nni salvando centinaia i al luvi o nati di ELISABETTA GIORGI olò senza sosta per salvare gli alluvionati arrampicati sui tetti e lanciar loro i sacchetti di cibo dal cielo. Tutti i giorni gettava giù dall'elicottero - con un febbrile andirivieni attraverso la Maremma un centinaio di fagottini che la gente afferrava al volo con precisione infallibile. Andrea Mandanici, 82enne ex motorista elicotterista e maresciallo scelto dell'Aeronautica militare, all'epoca aveva 32 anni. Testimone eccellente della grande alluvione del'66, con alcuni colleghi effettuò il primo volo di soccorso sulla città allagata salvando centinaia di grossetani con l'elicottero e rifornendoli di cibo nelle case. Momenti drammatici di cui lui ancor oggi conserva una memoria sorprendentemente lucida in ogni dettaglio, nonostante sia trascorso mezzo secolo. Tanti flash e storie di vita. Migliaia i chilometri macinati sopra strade e campagne alluvionate e colme di fango tra i latrati dei cani impauriti e gli animali affogati, le anziane impaurite e i neonati caricati in elicottero. «Tutti momenti che non dimenticherò mai», racconta Mandanici commosso. Nato nel 1934 a Castroreale, provincia di Messina, Andrea si era arruolato in Aeronautica nel '52 e prima di approdare in Maremma aveva lavorato o frequentato corsi altrove: 9 mesi a Caserta a cavallo tra'52 e'53, poi la Sardegna, Pratica di mare e infine Grosseto «dove arrivai nel '59, mi fidanzai e sposai. Mia moglie veniva da Siena». Dal loro amore nacque Monica, oggi dipendente Asl. Mandanici ha sempre fatto il motorista elicotterista nella sua vita, ovvero gestiva la parte meccanica del motore facendo manutenzione a elicotteri e aerei. Quando nel '66 l'alluvione piegò la città di Grosseto, lui per primo spiccò il volo col pilota trasformandosi - da manutentore - in instancabile soccorritore aereo. All'epoca il Quarto Stormo era dotato di due elicotteri pronti a intervenire in supporto agli F104 in caso di bisogno, ma che rispetto ai mezzi attuali erano attrezzati in maniera ben più spartana. I ricordi di quel 4 novembre sono tutt'oggi precisi, vivissimi e riportano con commozione a quella tragica mattina, in cui Grosseto fu sorpresa dall'acqua. «Io abitavo con mia moglie e mia figlia in piazza Volturno e alle 5,30 uscii di casa per raggiungere l'aeroporto in auto - racconta lui - In giro c'erano acqua, uno strano vento di scirocco. Un clima strano. Pioveva da un paio di giorni e una certa preoccupazione era palpabile nell'aria, sicché la mia ansia era quella di mettere in salvo la macchina, anche perché l'avevo comprata nuova e dovevo pagare le cambiali». Avvicinato all'aeroporto, «entrai da una stradina davanti al Querciolo quando vidi una maglia che navigava e mi chiesi: cosa succede? Arrivai nell'hangar che era asciutto, parcheggiai e continuava a piovere, poi venne giù il diluvio. Coi miei colleghi la preoccupazione crebbe a tal punto che ognuno iniziò a interrogarsi su come mettere in sicurezza la macchina, dove piazzarla. Io la metto di qua, io di là». Di fronte all'hangar - sulla strada del Pollino, nel curvone - c'era una casetta dove si vedeva sventolare qualcosa di bianco. «Era un omino a cui l'acqua era arrivata fin sopra i piani alti e che agitava qualcosa. Qualcuno si cominciò a preoccupare sul serio: fu quello il primo segnale. Capimmo che lui sventolava un lenzuolo o una tovaglia per farsi notare, affacciato alla finestra di casa. In aeroporto mi dissero: andate a vedere. Così io e Vittorio partimmo in elicottero». Vittorio era il pilota Vittorio Amadeo, sergente maggiore e gran de amico con cui Mandanici condi- Ogni giorno prendevamo unaventina di sacchetti di cibo e li lanciavamo alle persone che li afferravano dai ballatoi delle case vise attimo per attimo il dramma dell'alluvione. «Con il nostro elicottero privo di galleggianti raggiungemmo la casa dove il signore era arrampicato sul tetto. C'erano dentro la moglie e due gemellini, l'acqua era alta». L'elicottero di Mandanici e del pilota, fermo in volo, si appoggiò allo spigolo di un muro creando un buco nelle tegole; non fu facile farci passare la donna ma andò bene. I quattro alluvionati furono messi in salvo e portati al piazzale 10, unica zona rimasta asciutta della città sulla Castiglionese. Da lì poi iniziò una sequenza interminabile di soccorsi, coordinati dal colonnello Giovanni Cola in Prefettura e messi in atto in condizioni di fortuna, finché non arrivò un elicottero più attrezzato giunto da Pratica di mare. «Il primo intervento col nuovo mezzo fu al Casalone dove c'era un bus di linea che doveva andare a Marina ed era in difficoltà. Le persone uscivano dai finestrini: alcune le portammo al piazzale 10 e nel tempo che tornammo l'autobus era stato trascinato 30 metri oltre. Impressionante». Fu tutto un via vai di recuperi, in giro per le campagne grossetane. Squartapaglia, Cernaia. In una giornata furono portate in salvo in elicottero 60-70 persone. «C'era una vecchietta a Barbaruta che non voleva salire sulla "macchina infernale", come la chiamò lei, perché aveva paura. Pensava: ora dove mi portano? La tenni stretta e abbracciata finché non la portai su; loro in elicottero la chiapparono forte e la portarono dentro». Nei poderi la gente era spaventata perché non era mai stata in volo. «Un ragazzino ebbe paura e gli dissi: ora chiudi gli occhi, stringi le mani e basta. Lui mi guardò impaurito e montò su. Parecchia gente saliva in piedi nei trattori e qualcuno per attirare la nostra attenzione sparava fucilate, dato che il motore dell'elicottero copriva i rumori. Altri si sbracciavano accanto a montagne di fieno. Le mucche si arrampicavano nelle scale dei poderi per non morire affogate e le galline saltavano sui tavoli delle cucine. Di bestie ne sono scomparse tantissime, in quei giorni. Molte erano legate nelle stalle e non ebbero scampo. In quel primo giorno di soccorsi, ci fu pure un salvataggio nella zona di Squartapaglia dove - in attesa che i colleghi tornassero a riprendermi rimasi sopra un ballatoio insieme a una mucca, alle galline e a un cane che, a ogni mio movimento impercettibile, ringhiava. Rimasi fermo e infreddolito per ore, con questo cane che mi stava di fronte a latrare, io immobile, finché i colleghi non si accorsero che mancavo e tornarono a riprendermi». Intanto il piazzale 10 era diventato il punto di raccolta dei generi alimentari: ogni giorno «prendevamo 15-20 sacchetti con pasta, pane, acqua minerale, zucchero o cioccolata e partivamo. Quando arrivavamo vicini alle case c'era la gente già pronta sul ballatoio che aspettava il lancio dei sacchetti dall'alto: ce li davano già legati con un cordino lungo 10 metri, questi pacchi, e a un certo punto tagliavamo il filo a facevamo cadere giù il sacchetto. La gente era diventata esperta e afferrava tutto al volo dopo che avevamo tagliato lo spago». Furono 9 giorni di soccorsi frenetici e senza sosta. «Dopodiché mi beccai la bronchite e rimasi 14 giorni malato...». Oggi, a 50 anni dall'alluvione, Mandanici ha un unico piccolo rammarico, se possiamo chiamarlo tale. «Forse mi sarebbe piaciuto che qualche volta qualcuno si fosse ricordato di noi», cioè di questi elicotteristi che con i pochi mezzi allora a disposizione fecero un'impresa davvero straordinaria, lavorando senza tregua giorno e notte. AndreaMandanici, 82 anni Alluvioni in Toscana Pagina 74 21 etti per c La città invasa dall'acqua e dal fango del l'Arno esondato il 4 novembre del 1966. La città che si cura le ferite di quell 'alluvione anche nei giorni successivi. E la città, gli stessi angoli, rivisti oggi, per capire cos'è cambiato a cinquant'anni di distanza. Le immagini di ieri e di oggi (quelle Alluvioni in Toscana re tibia. dell'epoca fornite dall'Archivio della Fondazione di Palazzo Blu che detiene idiritti delle immagini scattate dal fotografo pisano Luciano Frassi ; gli scatti di oggi realizzati dai fotografi Fabio uzzl e Franco siivi) fanno parte di una iniziativa che il Tirreno ha dedicato al l'anniversario dell'evento e che regala ai propri lettori. Una col lana di 21 fotografie che riguardano Pisa e la Provincia. Scatti che hanno la capacità di racchiudere in un'immagine il dolore, lo spirito di sacrificio e la volontà di un popolo che non vuol subire e vuol tornare al più presto alla normalità. Pagina 75 Borgo Stretto immortalato da Luciano Frassl nella foto che regal Iamo con il quotidiano in edicola oggi Si tratta dl una immagine conservata gelosamente nell'archivio Frassl di proprietà della Fondazione Pisa con la collaborazione di Palazzo Blu Un' Itr immagine dell'alluvione I 4 novembre 1 966 I suo passaggio sconforto i negozianti e la loro immediata reazione per tornare in piedi 13 novembre, ®il crollo i ponte If ri ,c verra ricostruito nella v rsi originale di ANDREA LANINI orgo Stretto stravolto dall'assedio della piena. L'acqua se n'è andata, restano il fango, la nafta, i detriti, il ciarpame che il ciclone Amo ha trascinato fin qui, nelle vie del centro storico. Melma, danni e sconforto. La disperazione dei negozianti, gli esercizi commerciali messi a soqquadro dall'allu- Alluvioni in Toscana vione del 4 novembre 1966. Ma per Pisa, già a partire da sabato 5, è il momento di rimettersi in piedi. Il fiume continua a scendere, il sole torna a farsi vedere dopo giorni di ininterrotta pioggia. Le notizie sconfortanti che, senza sosta, arrivavano il giorno precedente sembrano già un lontanissimo ricordo. Firenze inondata dall'Amo, Grosseto sommersa dalle acque dell'Ombrone, Pontedera travolta da quelle dell'Era: le grandi vittime sono loro. A Pisa è andata meglio. C'è stato il tempo di salvare gran parte dei materiali che i negozi più vicini al fiume custodivano al loro interno. Si fa una prima stima dei danni quando, il 13 novembre, nel cuore di Pisa si apre una nuova ferita: il crollo di ponte Solferino, che non verrà ricostruito nella versione originale (bellissima) in marmo, e di ampi tratti di lungamo Pacinotti. Raccontano le pagine di "Diluvio sul pian di Pisa": "Pisa ha perduto il Ponte Solferino quello che i vecchi pisani chiamavano il «Ponte Novo» - che ha ceduto rovinando in Arno la mattina di domenica 13 novembre, quando ormai la piena andava lentamente decrescendo. Giovane d'anni (era stato rifatto, in tre mesi, nel 1945), il ponte, gracile di reni, non ha retto all'impeto dell'Arno, e una vasta zona di Pisa respira ancora a fatica. Il fiume, lungo la tratta cittadina, è ancora cintato dalle «pancole» metalliche e le sue spallette sono cinte da un orlo di quarantamila sacchetti di sabbia. Il Ponte di Mezzo, dove l'Amo fece saltare due tratti di parapetto, è stato riparato». L'Amo che colpisce Pisa a tradimento, a distanza di giorni dall'esondazione. Nei mo- Pagina 76 menti in cui ponte Solferino frana, gli anni lontani in cui il fiume concedeva ai pisani la ghiotta possibilità di una pesca abbondante sembrano ancor di più galleggiare sui flutti di cronache fiabesche. Eppure ci sono stati. Li racconta bene lo storico dell'arte Enzo Carli, erudito pisano, nella sua introduzione al volume che la Cassa di Risparmio di Pisa realizzò in occasione del trentennale dell'alluvione. «L'Arno, oltre che fondamentale arteria di navigazione nella Toscana e sede della più importante industria pisana, quella navale, era altresì prodiga risorsa di alimentazione. La pesca veniva assiduamente praticata lungo tutto il suo percorso. Tra le più antiche immagini che la illustrano vale la pena di ricordare quella che tra il 1384 e il 1386 Antonio Veneziano dipinse in Camposanto nell'ultima delle Storie di San Ranieri, il nostro santo patrono che spirò nel monastero di San vito, proprio sulla riva del fiume. L'unica parte ancora visibile dell'affresco perché distaccata e trasferita su rete metallica nel 1885 da Domenico Fiscali - non rappresenta, come pure è stato affermato, Chiavello che, "gettate le reti in onore di San Ranieri, n'ebbe in premio tanto pesce per il valore di quaranta fiorini d'oro", bensì quattro pescatori muniti di canne e lenze che non si usano per il mare, che peraltro figura più in alto e lontano col salvataggio dal naufragio della nave di Uguccione di Guglielmo di Rinaldo". Si tratta dunque, continua Carli, "di una rappresentazione dell'Arno guizzante di pesci, dove le bellissime e veritiere figure dei pescatori riprendono caoticamente il motivo tardo-ellenistico dei rilievi del mese di febbraio nello stipite del portale maggiore del Battistero. Ma anche in Arno si pesca con le reti, specie da Pisa verso la foce, dove, come cantò Gabriele d'Annunzio in una stupenda lirica, "grandi calici sorgono dall'acque - di non so qual leggiere oro intessuti" . La pesca, in Arno, soleva farsi in tutte le stagione, salvo quando era ghiacciato, o aveva le piene, o le inondazioni». Con queste ultime, le tessiture d'oro cantate dal Vate hanno sempre ceduto il passo al limo. ORI PRODUZIONE RISERVATA Alluvioni in Toscana Pagina 77 i arie opravve s e I nop~a , A ch ` lei ia tà ., co . ._ G r. %,_ , ,.. 1//9 i : . tutto ei giorni dell'inondazione del'66 tra i commercianti che avevano subito danni si formarono amicizie e le a i s li i che hanno sfidato lo scorrere dei tempo di ANDREA LANIN I Le decorazioni marmoree del catino della Torre di Pisa, uno dei monumenti più fotografati al mondo, sono allagate da una poltiglia di fango e nafta. L'esondazione del 4 novembre 1966 non ha risparmiato la bella Piazza dei Miracoli. Dove, nelle ore dell'alluvione, si cammina con l'acqua dell' Arno che arriva alle ginocchia. In centro, i negozi sono allagati. Molte attività commerciali non si riprenderanno dal colpo. In città, come in gran parte della provincia, il disastro è di proporzioni catastrofiche. In Corso Italia, in Borgo, sui lungarni, i fondi vengono in gran parte invasi dalla furia distruttiva del fiume. All'epoca, direttore dell'Associazione commercianti della provincia di Pisa era Alessandro Carrozza. sa", la documentazione che la no prevenire queste calamità o Camera di Commercio pisana almeno limitarne le conseguenpubblicò a un anno dai fatti. ze". La città, il suo fiume. A quelle parole di mezzo se"Appena dileguatesi le ombre si è cercato, come sappia- colo fa fanno eco oggi le consimo, di trovare le prime difficili derazioni del sindaco di Pisa strade della rinascita e di risol- Marco Filippeschi: «Recuperavere i primi e più urgenti pro- re il rapporto della città con l'Arblemi per la sopravvivenza. Ê no, rotto ieri dall'inquinamenpur vero che in questo fosco to e dal rischio-alluvioni: è l'imquadro - che riproponeva, per pegno che prendiamo nell'anmolti aspetti, le dolorose imma- niversario, è l'obiettivo che abgini della guerra - si sono elevati biamo perseguito e sui cui doba conforto di tanti disagi e soffe- biamo continuare a insistere renze la luce e il calore della so- con coerenza. Il prossimo anno lidarietà umana; è pur vero che ci saranno avanzamenti sulla navigabilità dell'Arno, ci stiamo non sono mancate quelle provlavorando insieme alla Regiovidenze pubbliche che hanno ne. Puntiamo a recuperare la risollevato situazione e dato refruibilità del fiume e delle golespiro alla speranza: tuttavia il rine, la seconda Biennale di arcordo è ancora troppo vivo e dochitettura pisana sarà tutta delorosamente vicino e dovundicata al rapporto della città que s'invocano quelle misure, con il suo fiume». efficaci e definitive, che possaL RI PRODIJZION E RISERVâTC Nei suoi ricordi, raccolti da Fabio Demi per "Il Tirreno", alle ombre della desolazione del centro cittadino deturpato dal fango e dai detriti si affianca la luce di una «solidarietà che ebbe il sopravvento su tutti gli altri sentimento. Conservo gelosamente una cartolina che mi è stata inviata da una commerciante che, dopo avermi trovato sulla porta del suo negozio il 6 novembre del '66, mi abbracciò e pianse sulla mia spalla, avendo perso in una notte tutto quello che aveva. Io non feci niente se non piangere con lei. Sarebbe bello se i commercianti nelle generazioni future la forza d'animo e il coraggio di quelle ore». Dopo la grande paura, la voglia di rimettersi in piedi, e la volontà di mettere in sicurezza, unavolta per tutte, l'Arno. Questi gli obiettivi di una città, di un territorio, come raccontano gli autori di "Diluvio sul Pian di Pi- Alluvioni in Toscana Pagina 78 Le decorazioni marmoree dei catino della Torre pendente allagate nel novembre 1966 Alluvioni in Toscana Pagina 79 II Mj r i eucci sull'alluvione oggi alle 17.30 alla Libreria Roma di Pontedera Giuseppe Meucci presenta il suo libro "il giorno del diluvio.4 novembre 1966. L'alluvione a Pisa e in provincia" (ETS). Interverranno l'assessore Liviana Canovai e il giornalista Mario Mannucci. Alluvioni in Toscana Pagina 80 u. FOTO DEI LETTORI QUOTIDIANI ORIGINALI E DOCUFILM MAI VISTO i i TANTISSIMI I MESSAGGI LASCIATI NEL LIBRO DELLE FIRME ALL'USCITA Fine settimana da mostra C'èIN- l'orario continuato isso dí vísítatotí al n ostro glo L'APPUNTAMENTO è da non perdere: oggi e domani la mostra allestita nel nostro auditorium «L'Arno straripa a Firenze» sarà visitabile con orario continuato dalle 9,30 alle 18. Ieri è stata toccata quota 8500 visitatori con un flusso costante sia la mattina che il pomeriggio. Tra i visitatori il rettore dell'Università di Firenze Luigi Dei accompagnato dal prorettore Laura Solito. «Bellissima mostra, documentario eccellente» ha scritto nel libro delle firme il professor Dei. Tra gli ospiti di ieri anche Erasmo D'Angelis, capo della struttura governativa di missione sul dissesto idrogeologico, autore del bellissimo libro« Gli Angeli del Fango». Ha visitato la mostra con particolare interesse anche l'assessore regionale Federica Fratoni che si è soffermata in tutte le aree tematiche nel nostro auditorium. «L'Arno straripa a Firenze» racconta il dramma della città attraverso i giornali e le foto d'epoca ina anche con filmati inediti e nostre interviste ai protagonisti di quei giorni. In quel terribile 4 novembre 1966 e nei giorni successivi «La Nazione» compì un piccolo grande mi- scolo : giornalisti e poligrafici riuscirono a fare andare il quotidiano in edicola, nonostante la rotativa fosse inutilizzabile. Le scuole possono approfittare ancora per prenotarsi e venire a visitare l'esposizione, telefonando alla segreteria di redazione (055.2495870). Il direttore De Robertis con l'assessore Fratoni; sopra D'Angelis coi suo libro II capocronista Caroppo con il prorettore solito e il rettore Dei U Askat ui Guota Prorogata fi no at 27 La mostra allestita nell'auditorium del nostro g iornale ha toccato quota 8500 visitatori. Oggi e domani la mostra sarà aperta a orario continuato dalle 9 ,30 alle 18 . Ing resso da via Paolieri 2. Alluvioni in Toscana Pagina 81 NELL'AUDITORIUM DE NAZIONE di grande affluenza Tante le prenotaziorn' per scuole FIRENZE DE CI N E e decine di visitatori anche ieri, alla mostra «L'Arno straripa a Firenze». E, nell'auditorium Attilio Monti, sono arrivati anche nuovi rappresentanti delle istituzioni: accompagnati dal direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis hanno visitato la mostra l'assessore all'ambiente della Regione Toscana Federica Fratoni, il rettore dell'Università di Firenze Luigi Dei, e ancora Erasmo D'Angelis e Mauro Grassi, rispettivamente capo struttura e direttore di Italia Sicura, l'Unità di missione istituita da Palazzo Chigi per intervenire sul tema del rischio idrogeologico. INTAN TO proseguono le visite delle scuole e delle famiglie: chi viene per ricordare il 1966 e chi arriva per conoscerlo, essendo troppo giovane per averlo vissuto. Grazie alla mostra multimediale de La Nazione è possibile farsi un'idea precisa del disastro ed emozionarsi, fra foto, video e pagine di giornale del passato. Per le scuole interessate alle visite c'è ancora posto: possono prenotarsi chiamando il numero 055.2495870. Intanto a grande richiesta la mostra è stata prorogata fino al 27 novembre. MI, 1 VI13111`A L'assessore regionale Federica Fratoni accompagnata dal direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis Alluvioni in Toscana Pagina 82 0 4 k4VA 1910 ALLARME E PREVENZIONE r .r, ., , App a oaai ÿn,_ la .,, Lisa Ciardi FIRENZE N U OVA GI ORNATA di allerta in tutta la Toscana, e intanto la Regione potenzia una App al servizio di sindaci e cittadini. Fino alla mezzanotte di oggi è `codice arancione', ovvero livello di criticità alto, legato a piogge abbondanti. Per dare un'idea: sono previsti temporali e precipitazioni simili a quelli che hanno causato tanto allarme all'inizio di novembre. L'Arno torna dunque a essere sorvegliato speciale. Ma fra le zone considerate più a rischio dalla Regione ci sono soprattutto il reticolo idraulico principale dei bacini dell'Ombrone Pistoiese e del Bisenzio. Attenzione massima anche su diversi corsi d'acqua nelle province di Massa Carrara, Lucca e Pistoia. r c ïvil P ERM ETTE di trovare previsioni meteo, livello di allerta, entità delle precipitazioni e livelli dei principali corsi d'acqua con aggiornamenti in tempo reale. Si può avere un quadro dell'intera regione, di una singola area, oppure selezionare in modo specifico il proprio Comune, trovando info sulla pioggia, ma anche su vento, neve e mare. A breve sarà anche in grado di dare servizi aggiuntivi mirati per i sindaci, a partire da un segnale sonoro in caso di elevato allarme. «In Toscana - prosegue l'ingegner Giovanni Massini, direttore Difesa del Suolo e Protezione Civile della Regione - abbiamo il più alto numero di pluviometri e idrometri di ogni altra regione italiana. Questo consente un monitoraggio puntuale della situazione che, a sua volta, permette ai sinda- sicurezza dei fiuMA MENTRE mi viene tenuta d'occhio, ecco che la Regione Toscana si dà da fa- Per monitorare i corsi d'acqua si conta su 150 idrometri Mentre i pluviometri sono 270 Fino alla mezzanotte il livello di rischio è considerato alto ci, massime autorità nell'ambito della protezione civile, di agire in modo tempestivo in base ai Piani comunali approvati precedentemente». re per migliorare una App dedicata alla gestione delle emergenze e al maltempo. Si chiama «Cfr Toscana» e può essere scaricata da tutti sul proprio smartphone. «A metà dicembre organizzeremo una presentazione con gli amministratori comunali - spiega l'assessore all'ambiente della Regione Toscana, Federica Fratoni - e in quell'occasione daremo agli interessati anche le password per accedere ai servizi aggiuntivi che stiamo mettendo a punto ad esempio per i sindaci. La App è comunque già funzionante e può essere liberamente scaricata». Alluvioni in Toscana e o , vati, e 150 idrometri (ovvero strumenti per misurare il livello dei fiumi), 20 dei quali saranno sostituiti presto con altri di nuova generazione. «La Regione punta a migliorare ancora il livello di puntualità ed efficacia delle informazioni in caso di emergenza - conclude l'assessore Fratoni - e in questo senso va il potenziamento della App. Resta però fondamentale, in questo ambito, il ruolo dei sindaci. Per questo è essenziale che i Comuni abbiano predisposto, anche con il nostro supporto, il Piano di protezione civile, da seguire senza improvvisazioni nei momenti di emergenza». LA R ETE di misurazione delle precipitazioni conta in Toscana 270 pluviometri (che servono a misurare l'entità delle piogge cadute), 55 dei quali saranno a breve rinno- Pagina 83 OSSE RVATO SPECIALE Misurazione dei livello dell'Arno dal Ponte delle Grazie a Firenze La mostra Pistoia Occhì puntati sutt'Ombrone Apertura tutti i giornì La mostra «L'Arno straripa a Firenze» si può visitare gratuitamente tutti i giorni dal lunedì al venerdì con orario 9,30-12,30 e nel io dalle 15 alle 18 p omerigg Orari i ,3991 - cG G á am ka visi tato ri Sono già più di ottomila i fiorentin e non solo] che finora hanno visitato la mostra allestita nei locali de La Nazione sull'alluvione del novembre 1966 Fra le zone considerate più a rischio per l'ondata di maltempo di oggi c'è l'area pistoiese. Grande attenzione soprattutto per il bacino dell'Ombrone. i Durante il week end, oggi e domani, aperture straordinarie con orario continuato dalle ore 9 , 30 alle ore 18 . Ingresso da via Paolieri 2, Firenze Alluvioni in Toscana Pagina 84 uurante i giorni dell'alluvione che avevano perso tutto i formarono Le decorazioni marmoree del catí no della Torre pendente, r allagate da una poltiglia d i faoenafta di ANDREA LANINI e decorazioni marmoree del catino della Torre pendente, uno dei monumenti più fotografati al mondo, sono allagate da una poltiglia di fango e nafta. L'esondazione del 4 novembre 1966 non ha risparmiato la bella Piazza dei Miracoli. Dove, nelle ore dell'alluvione, si cammina con l'acqua dell'Amo che arriva alle ginocchia. In centro, i negozi sono allagati. Molte attività commerciali non si riprenderanno dal colpo. In città, come in gran parte della provincia, il disastro è di proporzioni calastrofiche. In Corso Italia, in Borgo, sui lungarni, i fondi vengono in Alluvioni in Toscana gran parte invasi dalla furia distruttiva del fiume. All'epoca, direttore dell'Associazione commercianti della provincia di Pisa era Alessandro Carrozza. Nei suoi ricordi, raccolti da Fabio Dei per "Il Tirreno", alle ombre della desolazione del centro cittadino deturpato dal fango e dai detriti si affianca la luce di una «solidarietà che ebbe il sopravvento su tutti gli altri sentimento. Conservo gelosamente una cartolina che mi è stata inviata da una commerciante che, dopo avermi trovato sulla porta del suo negozio il 6 novembre del '66, mi abbracciò e pianse sulla mia spalla, avendo perso in una notte tutto quello che aveva. Io non feci niente se non piangere con lei. Sarebbe bello se i commercianti nelle generazioni future la forza d'animo e il coraggio di quelle ore». i commercianti amicizie solidi legamí bre si è cercato, come sappiamo, di trovare le prime difficili strade della rinascita e di risolvere i primi e più urgenti problemi per la sopravvivenza. E pur vero che in questo fosco quadro - che riproponeva, per molti aspetti, le dolorose immagini della guerra - si sono elevati a conforto di tanti disagi e sofferenze la luce e il calore della solidarietà umana; è pur vero che non sono mancate quelle provvidenze pubbliche che hanno risollevato situazione e dato respiro alla speranza: tuttavia il ricor- do è ancora troppo vivo e dolorosamente vicino e dovunque s'invocano quelle misure, efficaci e definitive, che possano prevenire queste calamità o almeno limitarne le conseguenze". La città, il suo fiume. A quelle parole di mezzo secolo fa fanno eco oggi le considerazioni del sindaco di Pisa Marco Filippeschi: «Recuperare il rapporto della città con l'Arno, rotto lei! dall'inquinamento e dal rischio-alluvioni: è l'impegno che prendiamo nell'anniversario, è l'obiettivo Dopo la grande paura, lavoglia di rimettersi in piedi, e la volontà di mettere in sicurezza, una volta per tutte, l'Ano. Questi i principali obiettivi di un'intera città, di un intero territorio, come raccontano gli autori di "Diluvio sul Pian di Pisa", la documentazione che la Camera di Commercio pisana pubblicò a un anno dai fatti. "Appena dileguatesi le om- Pagina 85 che abbiamo perseguito e sui cui dobbiamo continuare a insistere con coerenza. Il prossimo anno ci saranno avanzamenti sulla navigabilità deli' Arno, ci stiamo lavorando insieme alla Regione. Puntiamo a recuperare la fruibilità del fiume e delle golene, la seconda Biennale di architettura pisana sarà tutta dedicata al rapporto della città con il suo fiume. Ne verranno nuovi progetti e accelerazioni. Per quanto riguarda la riduzione del rischio di alluvioni, sonno iniziati i lavori di potenzia- mento del canale Scolmatore, curati dalla Regione e svolti dall'azienda Sales, che ha vinto la gara per 15 milioni di lavori. Con i dragaggi daremo maggiore capacità al presidio idraulico più importante in caso di emergenza Arno. Sono in corso le bonifiche belliche e i tecnici ci dicono che entro la fine dell'anno sarà avviata la realizzazione del primo pennello della foce armata». «A distanza di cinquant' anni - ha detto il vicesindaco di Pisa Paolo Ghezzi durante le celebrazioni in ricordo dell' alluvione - diventa più che importante ricordare quanto accaduto nella nostra città nel corso di un'alluvione che viene associata, più facilmente, alle sventure del bacino di monte. Pisa venne sfigurata e per sempre trasformata. Il ricordo di quei fatti è importante soprattutto per le giovani generazioni, a cui è fondamentale offrire spunti di ragionamento anche sulla sicurezza attuale del fiume e del suo valore sociale, economico e ambientale». CRI PRODU»OE E RISERVATA Le operazioni per "svuotare " da fango e acqua il catino alla base della Torre pendente Alluvioni in Toscana Pagina 86 Ventuno scatti per raccontare ii tragico evento La città invasa dall'acqua e dal fango dell'Arno esondato il 4 novembre del 1966. La città che si cura le ferite di quell'alluvione anche nei giorni successivi. E la città, gli stessi angoli , rivisti oggi, per capire cos'è cambiato a cinquant'anni di distanza. Le immagini di ieri e di oggi (quelle dell'epoca fornite dall'Archivio della Fondazione di Palazzo Blu che detiene idiritti delle immagini scattate dal fotografo pisano Luciano Frassi; gli scatti di oggi realizzati dai fotografi Fabio Muzzï e Franco Silvi) fanno parte di una iniziativa che il Tirreno ha dedicato all'anniversario dell'evento e che regala ai propri lettori. una collana di 21 fotografie che riguardano Pisa e la Provincia. Scatti che hanno la capacità di racchiudere in un'immagine il dolore, lo spirito di sacrificio e la volontà di un popolo che non vuol subire e vuoi tornare al più presto alla normalità. È questo il senso delle foto che regaliamo ai lettori ogni settimana dal mercoledì al sabato. Oggi in edicola troverete uno scatto di piazza dei miracoli che, come diciamo nell'articolo qui a fianco di Andrea Lanini, racconta soprattutto la voglia di tornare a sorridere, di tornare alla normalità. Alluvioni in Toscana Pagina 87 ///// 01 1 30 % ///// 1 Y/ PIE Y/ l l l, // i ,/ //%//rrrrv/' // //////trae/ 11 Ó i% % „ ia , drammatici racconti di due famiglie di Molin ® CHIESINA La drammatica notte insonne degli abitanti di Molin Nuovo, nel comune di Chiesina, è iniziata alle 23 di venerdì, quando l'acqua ha iniziato ad entrare nelle case. Scenario simile un chilometro in linea d'aria più a est, invia Torino a Pittini, non lontano da Traversagna. E il pensiero è corso subito all'ottobre 1990, l'anno in cui uscì la Pescia e l'alluvione in Valdinievole fu drammatica al punto che l'acqua invase pure la carreggiata dell'autostrada Firenze-Mare. Una notte campale, quella fra venerdì e sabato, a togliere l'acqua con scope e secchi, in attesa che arrivasse qualcuno della protezione civile. «Abbiamo spazzato l'acqua tutta la notte - racconta Paola Pacca - Siamo soprail torrente e l'acqua già dalle 23 filtrava dai muri dietro. Siamo riusciti a tenere l'acqua sempre a un livello abbastanza basso, perché si toglieva ogni volta. Ma i vicini di casa, la famiglia Vannini, stavano dormendo e abbiamo dovuto svegliarli noi. Quando sono scesi al piano terra ne avevano già cinquanta centimetri». Molin Nuovo è un piccolo gruppo di case di campagna posto più in basso rispetto all'argine del fiume Pescina. I residenti non ricordano che il torrente sia mai venuto fuori. «Questa volta è andata peggio che nel '90, ma non ci sono state rotture o superamenti dell'argine del Pescina. L'acqua è venuta dai Alluvioni in Toscana corsi d'acqua minori che scorrono nei campi e vanno nel Pescina. Non ha trovato sfogo e si è riversata verso la zona più bassa». Anche la chiesa del Rosario è rimasta allagata. «Per fortuna la protezione civile è arrivatra presto - prosegue la donna - Prima non arrivavano ma poi abbiamo chiamato il sindaco e si sono attivati subito. Prima ci hanno dato i sacchetti di sabbia, poi sono venuti a svuotare». Le famiglie sono riuscite a salvare le auto mettendole in tempo in una strada vicina più alta. Non è andata altrettanto bene alla famiglia Manzini, anzi alle famiglie, visto che in via Torino a Pittini (Buggiano) ci abitano, in due diversi appartamenti, sia Massimo Manzini con la famiglia che il suocero. Qui ieri in tarda mattinata ancora l'acqua non era defluita e nelle due abitazioni ce n'era una ventina di centimetri, ma dopo aver raggiunto nella notte anche i 40 centimetri. «Abbiamo lavorato tutta la notte - dice Massimo Manzini - e non solo per togliere l'acqua da casa. Alle 2 abbiamo iniziato a chiamare la protezione civile, poi il Comune, poi la Provincia. Dopo ore è arrivata un'idrovora della protezione civile che non funzionava perché nari veniva utilizzata da mesi. Più tardi dal Comune hanno mandato un operaio con l'Ape: l'ho fatto andare via perché non poteva rendersi utile in alcun modo. Il problema non era solo quello di pom- iii pare l'acqua, ma di dove buttarla, visto che intorno c'è un lago con l'acqua alta». «La situazione qui è drammatica. La mia casa è inagibile, mobili ed elettrodomestici sono da buttare via». Molti danni anche nella rimessa che si affaccia sul giardino e lo stesso giardino, come mostrano alcune foto pubblicate in queste pagine. Per le famiglie di Pittini e di Molin Nuovo, come per altre dei comuni della Valdinievole che hanno subito gravi danni, adesso non resta che sperare che i sindaci chiedano la calamità naturale per riuscire ad ottenere i rimborsi. Francesco Albonetti Pagina 88 i I Alluvioni in Toscana Pagina 89 le-IL A_IU ira a.. f 'ip,oii acco r 1 .rr / / Ogg oran o ont nuato nel nostro aud tot um í * c i í í I GIORNALI alluvionati, le riproduzioni delle primepagine sto riche, un docufilm,le foto dei lettori, un lampione dell'epoca, il rumore dell'acqua che scorre in sottofondo, lo scenario del lungarno. La nostra mostra sull'Alluvione (allestita da Once) offre una vera e propria 'immersione' nella nostra Storia, quella di 50 anni fa. Oggi la mostra sarà aperta con orario continuato dalle 9,30 alle 18. Ieri una fiumana di gente con tante famiglie e bambini protagonisti. «L'Arno straripa a Firenze» racconta il dramma di una città attraverso i giornali e le foto d'epoca ma anche con filmati inediti e nostre interviste e testimonianze. In quel terribile 4 novembre 1966 e nei giorni successivi «La Nazione» compì un piccolo grande miracolo: giornalisti e poligrafici riuscirono a fare andare il quotidiano in edicola, nonostante la rotativa, inaugurata un mese prima, fosse inutilizzabile. Le scuole possono approfittare ancora per prenotarsi (055.2495870). Nei feriali l'orario è 9.30/12.30 e 15/18. L'ingresso è gratuito. Come lo scorso fine settimana anche in questo sono protagoniste moltissime famiglie con bambini: un vero successo per tramandare la memoria Alluvioni in Toscana Pagina 90 " Scene da pienone in auditoriu che si ripetono OGGI LA MOSTRA SARÀ APERTA CON ORARIO CONTINUATO DALLE 9,30 ALLE 18: IERI FIUMANA DI GENTE, TANTE FAMIGLIE CON BAMBINI VISTO IL GRANDE SUCCESSO, LA MOSTRA È STATA PROROGATA DI UNA SETTI MANA Si PUÒ VISITARLA FINO AL 27 NOVEMBRE I LE SCUOLE POSSONO PRENOTARE AL NU M ERO 055.2495870; NEI FERIALI APERTURA 9.30-12.30 E 15-18. L'INGRESSO È G RATUITO Alluvioni in Toscana Pagina 91 Enrico Finizio Il medico che «curo» l ' alluvione IN QUESTI giorni in cui si commemora l'alluvione del '66, emergono le testimonianze e i ricordi di quanti contribuirono a risollevare la nostra popolazione, come il dottor Enrico Finizio, scomparso due anni fa, che si dedicò ai problemi della salute pubblica e dell'igiene, prevenendo l'insorgere di epidemie. Nato a Napoli nel 1926 da Vincenza Bracco e Ugo, ufficiale della Guardia di finanza, Enrico si sposta in varie parti d'Italia a seguito dei trasferimenti per motivi di servizio del padre. Laureatosi in Medicina e chirurgia a Roma, nel 1954 sposa l'insegnante grossetana Amina Amerighi, crocerossina che si prodigherà, anche lei, per il sostegno degli alluvionati. Finizio vince il concorso per medico provinciale a Grosseto nel 1959, ricoprendo così un ruolo importante, nato nel 1888, per la tutela dell'igiene e della sanità pubblica, che verrà soppresso nel 1978 con l'istituzione del Servizio sanitario nazionale e il passaggio dei compiti alle Regioni, Province e Comuni. Ma il suo impegno come medico provinciale e articolarmente efficace nei giorni dell'alluvione, tanto che la stampa locale in quei giorni riporta le sue rassicurazioni: «L'acqua è tornata ad essere potabile per l'immissione di una grande quantità di cloro e non sarà più necessario bollirla prima di poterla utilizzare, l'ordinanza del Medico provinciale dispone provvedimenti profilattici straordinari. La situazione igienica è sotto controllo, emessa l'ordinanza per gli alimenti e le bevande, affossate 24mila carogne di animali». Persona amabile e di animo integerrimo, Finizio è un medico anche nello spirito e nel carattere, tanto è aperto, nella sua riservatezza, all'ascolto e alla comprensione degli altri E poi ci sono le sue passioni, come la fotografia e la pittura, che mettono al centro dell 'attenzione, come sempre, la persona. Rossano Marzocchi Alluvioni in Toscana Pagina 92 zzai' U ® ® « ., t-y o NOTTE INSONNE per molti in Valdinievole, per l'ondata eccezionale di piogge che si è abbattuta soprattutto sulla parte occidentale, spezzando praticamente in dueil territorio . I sottopassi si sono trasformati in veri laghi, tanto che i volontari della Vab di Uzzano e della Misericordia intervenuti al confine fra Santa Lucia e Buggiano hanno dovuto lavorare per ore al fine di convogliare l'acqua nelle griglie delle fognature. Nel centro di Santa Lucia il comune è rimasto diviso in due all'altezza del sottopasso ferroviario a causa dell'eccessiva pioggia che aveva rotto il muro di protezione in prossimità della curva che porta alla rotatoria e quindi a Buggiano. Proprio nel momento dello sfondamento del parapetto, in senso contrario sopraggiungeva- Alluvioni in Toscana du e r u a pe no due autovetture dirette verso Pescia. Entrambe sono state investite dall'acqua e dai detriti e per poco non è successo il peggio. L'occupante della utilitaria ha fatto appena in tempo a uscire per mettersi in salvo . L'acqua però era cresciuta a dismisura e ha portato dentro l'abitacolo detriti e melma. Nella seconda invece, una microcar, i danni sono stati minori, ma sempre tali da non poter proseguire nemmeno per toglierla dalla carreggiata. Nel sottopasso si è creato uno strato di fango e sassi che hanno intasato la carreggiata . In tempi rapidissimi si è creato un lago che si alzato fino ad arrivare al passaggio pedonale che lo sovrasta di circa un metro . A Sant'Allucio la situazione la pioggia ha coperto la rotonda in prossimità del super- t t ,'... í mercato Eurospin e ha invaso le abitazioni circostanti . Abitanti e i titolari dei negozi tentavano di ripulire anche alle 3 della notte. Sempre nel cuore della notte tecnici comunali sono andati a verificare la situazione in collina e anche lì gli smottamenti sono stati diversi. Problemi anche al confine con Chiesina Uzzanese, dove il Rio Goricino ha straripato inondando le abitazioni e in via di Campo dove i cassonetti erano diventati galleggianti su una laguna di acqua piovana. I soccorsi sono entrati in azione già da prima di mezzanotte e sono continuati fino alla tarda mattinata , quando è stata riaperta la viabilità lungo la Provinciale Lucchese. GROSSI PROBLEMI anche nella zona di Pesciamorta, dove l'acqua ha invaso la campagna e le zo- Pagina 93 ne abitate. Le chiamate ai pompieri non hanno ottenuto purtroppo risultati, perché tutte le squadre erano impegnate in situazioni di emergenza. A MONTECATINI si sono allegati sia il sottopasso presso l'ippodromo - neppure i più grossi Suv riuscivano a passare tanto alta era l'acqua - che viale Diaz in prossimità dell'Hotel Regina . La zona Casina Rossa e la collina erano quindi raggiungibili solo attraverso viale Bustichini . Ancora ieri sera sono rimaste chiuse via Don Minzoni e via Garibaldi in pieno centro per consentire alle autocisterne di pompare l'acqua che aveva invaso alcuni edifici e negozi. Lungo i marciapiedi veri fiumi d'acqua per tutta la serata. Stefano Incerpi Marco A. Innocenti Montecatini in crisi IL rio c,,ns IL RIO della Barberona, un piccolo affliente del Cessana , ha rotto gli argini e l'acqua ( nella foto sotto) mista a fango ha invaso la Provinciale Lucchese presso Santa Lucia di Uzzano. LITI allagamenti anche a Montecatini, dove erano impraticabili viale Leonardo presso l'ippodromo e viale Diaz alla funicolare, invasi da oltre 30 centimetri d'acqua. IL Padute « » PER FORTUNA l'area del Padule , che era quasi secca, è riuscita ad assorbire senza troppi problemi la clamorosa massa d'acqua. U c al a IERI il sopralluogo dell'assessore regionale all'ambiente , Federica Fratoni, per mappare le zone che più necessitano interventi di manutenzione Alluvioni in Toscana Pagina 94 COLPITA SOPRATTUTTO LA PARTE OVEST DELLA VALDINI OLE. DISAGI ANCHE IN COLLINA E NEI COMUNI DI CUTIGLIANO E SAN MARCELLO fflti-„ v / A PISTOIA OPERAI A LAVORO PER CHIUDERE ALCUNE STRADE E RIFORNIRE LE CASE PIU' A RISCHIO DI SACCHI DI SABBIA rovore id • /// ° ..J . .... ` ./ ORMAI non c'è più nemmeno il tempo per cominciare a riparare quel che le bombe d'acqua distruggono che subito altri cataclismi si scagliano su tutto il territorio provinciale. Dopo l'ultima batosta, Pistoia, insieme alla piana, alla montagna e, stavolta, soprattutto alla Valdinievole, hanno dovuto far fronte a una nottata apocalittica che ha visto auto galleggiare tra i sottopassi e le strade, fiumi tracimare e pezzi di montagna franare sulle vie rendendole impraticabili. Ieri i tecnici della provincia insieme al dirigente Renato Ferretti e al presidente Rinaldo Vanni, hanno passato gran parte della mattinata in sopralluoghi nei punti dove sono comparse maggiori criticità, insieme ai 14 operatori delle 5 squadre attive. La situazione più grave si è registrata nella Valdinievole ovest, soprattutto sulla parte collinare e sulla montagna pistoiese. Qui in particolare, una parte del muro di via Colligiana a Massa e Cozzile ha franato e poi sono stati effettuati dalla Provincia piccoli interventi di ripristino sulla strada verso Malocchio e sulla Lucchese e strade collaterali a Buggiano oltre alla via Romana verso la Val di Forfora e Pescia. Segnalazioni di problemi anche nelle scuole pesciatine dove al Sismondi è stata chiusa un'aula e qualche criticità all'agraria. Sulla montagna pistoiese invece la provincia è intervenuta a Sambuca e microfrane si sono registrate in modo diffuso ovunque. Molti gli interventi della protezione civile per il solo Comune di Pistoia dove il personale del cantie- Alluvioni in Toscana / re ha chiuso alcune strade a rischio allagamento e la via Lungo Brana a Badia a Pacciana, interessata dall'esondazione della Brana. Interventi sul posto sono stati eseguiti anche a Case Soldi, via di Montechiaro, San Pierino Casa al Vescovo, Fallita, San Pantaleo, Torbecchia, Badia in via Lungo Brana, via Vergine dei Bracciolini Sottopasso di Bonelle, Case Sol- a uvione h di, via di Montechiaro. IN PARTICOLARE in alcune di queste località sono state utilizzate idrovore per svuotare dall'acqua piazzali davanti a fabbricati e in via precauzionale le abitazioni sono state dotate di sacchi di sabbia oltre a posizionare transenne lungo le viabilità. Venerdì sera inoltre è stata chiusa via dei Cimi- Torrenti e fossi nelle campagne intorno a Pistoia sono arrivati a un passo dal tracimare. Ma l'emergenza è stata scongiurata (foto Acerbonl/Castellani) Pagina 95 teri, nei pressi del cimitero comunale, in via precauzionale, per timore del livello della Brana, che non è comunque uscita dall'alveo, cosa che ha permesso la riapertura della strada ieri mattina. A Chiazzano si è verificato un leggero allagamento, senza danni però, di un breve tratto di via Vecchia Pratese, all'altezza del circolo Mcl mentre ieri mattina la protezione Pe r la pri a volta è entrata in funzione la «cassa» del torrente Quadretti civile si è concentrata prevalentemente in collina e in montagna, per frane e smottamenti in località Case Botto, Corbezzi, Sarripoli, case Geri Gello e Villa di Piteccio. Giornate intense anche per i tecnici del Consorzio di bonifica che hanno seguito l'evolversi della situazione, che nel giro di poche ore ha visto innalzare i livelli di Ombrane, Bisenzio, Brana, Stella, Quadrelli e Marina attivando gli impianti idrovori e le casse di espansione in gestione al Consorzio. All'opera le motopompe installate sulla Senice a Quarrata e le casse di espansione, come quella sul torrente Quadrelli a Quarrata che oggi, per la prima volta dalla sua inaugurazione dello scorso anno, è entrata regolarmente in funzione permettendo al corso d'acqua giunto ormai al massimo livello di alleggerire notevolmente la sua portata di piena. Arianna Fisicaro Alluvioni in Toscana Pagina 96 DANNI per le forti piogge in montagna. Venerdì uno smottamento ha interessato parte della careggiata della strada provinciale 20, nel comune di Cutigliano. «Alle 22 sono uscito di casa - racconta Pietro Frullani dell'agriturismo La Piastra- nell'aia c'erano 20 centimetri d'acqua. Ho iniziato a pulire le zanelle lungo la provinciale, intasate dall'erba, quando mi sono accorto della frana. La Provincia ci ha risposto di non avere personale da inviare in montagna. Allora ci siamo rivolti ai vigili del fuoco. Solo al mattino è arrivato il personale provinciale, ma non ha comunicato date certe per la messa in sicurezza. Lungo questa strada, unica alternativa alla ssl2, ci sono diversi cedimenti. Mirano a farci rimanere isolati?». A Pontepetri (San Marcello) la famiglia Cateni ha dovuto ripulire il piano terra della propria abitazione, che era allagato. Stesso disagio per la casa accanto. Notte in bianco anche in casa Spagnesi. «L'alveo del torrente Maresca non è stato pulito - specifica Luca. Spagnesi - l'acqua saliva. Avevamo già sgomberato parte del pian terreno. Poi la pioggia ha dato una tregua». ev Alluvioni in Toscana Pagina 97 11 _J/ __ //r✓,_ ! ,,, i %,,, .%,_.%, 4" 1 11"J1111"J11,_ Dopo c nquant ann v í ene cond i v i sa . E i i di EMILIO GUARIGLIA a nostra vita è divisa tra prima dell'allu%r. _ivioneedopo l'alluvione», dice LorettaTecchi. Loretta è una dei tanti grossetani che, in questi mesi, ha voluto raccontare pubblicamente il suo novembre 1966. La testimonianza, raccolta dal poeta Luca Bonelli , è una di quelle che accompagnano le ventuno schede realizzate dal Tirreno con le fotografie dell'Agenzia Bf e distribuite nelle scorse settimane con il quotidiano in edicola. Una testimonianza esemplare che Bonelli sa restituire in un folgorante frammento di semplicità: «Eravamo una famiglia di contadini ... Senza mangiare, nessuno, né le bestie né noi, i vitellini mangiarono i giornali che stavano dentro una valigia, le vacche rimasero fuori, le vedemmo morire...» . Ecco. L'alluvione "perla povera gente", come la definirono Pilade Rotella e Luciano Bianciardi, è tutta qui. C'è un prima e un dopo. E in mezzo qualcosa che non si dimentica. Che non può essere dimenticato da chi c'era, che non deve essere dimenticato da chi c'è e da chi ci sarà. Alluvioni in Toscana ' i Da sempre Grosseto discute sulla sua identità, l'identità fragile di un paesone rimasto a galla per secoli tra campi e paludi e improvvisamente diventato città nella seconda metà del secolo scorso grazie a un poderoso arrivo di immigrati. immigrati da ogni parte d'Italia, ma anche dai cento paeselli circostanti, portati qui dal lavoro che affrancava dalla vita agra: uffici pubblici, scuole, corpi militari , commercio, servizi. Difficile trovare a memoria d'uomo, in questo magnifico miscuglio di origini e tradizioni di una società giovanissima, la radice comune. Ma il lungo viaggio tra memoria e presente che il Tirreno e non solo ha intrapreso con i suoi lettori in occasione del cinquantesimo anniversario dell'alluvione aiuta a suggellare una certezza: la grande piena del 1966 è forse l'unica vera proprietà collettiva dei grossetani, il bene e il male di tutti, una sorta di "mito" fondante della città moderna. Per capire, basta farsi un giro sugli argini ogni volta _ e purtroppo accade ancora molto spesso _ che l'Ombrone si gonfia ed entra in golena. Ci si ritrova in tanti, lassù. A centi- memor a pr vata pat ri mon i o i tutt í í ì naia. Ma soprattutto ci si trovano genitori e nonni con figli e nipoti. Una mano all'ombrello e l'altra in quella del piccino, guardano e raccontano . Ricordano la paura e le ore avventurose, contano i numeri degli idrometri del Sasso e del Berrettino , ripetono conce un niantra "speriamo che il mare riceva"... Così è, e così è sempre stato dal novembre 1966, ogni volta che a Grosseto piove forte. E così, per mezzo secolo, la memoria si è tramandata. Da una generazione all'altra, sulle ali di quella tradizione orale tipica della memoria popolare. Perché quella del 1966 a Grosseto fu un'alluvione per la povera gente. E come tale, come ogni storia popolare, a dispetto della sua vastità non ha mai avuto voce nella Storia ufficiale, quella scritta dai grandi media che all' epoca consegnarono agli archivi le contemporanee tragedie di Firenze e di Venezia dimenticando , o quasi, tutto il resto. I grossetani invece non han no dimenticato . Ma per mezzo secolo, a parte poche lodevoli eccezioni, hanno affidato il loro ricordo al passaparola, tenendoselo stretto in quella dimensione privata e personale alla quale la Storia sembrava averlo consegnato . Ognuno forse rinviando a "un domani" il desiderio di condividere, di far conoscere a tutti. Ma il tempo stringe, i capelli sono sempre più bianchi, i testimoni sempre meno. E in chi è rimasto quel desiderio diventa urgenza. Così l' occasione del cinquantesimo anniversario si rivela un formidabile strumento e forse per la prima volta le "celebrazioni di rito " escono dalla ritualità per trasformarsi in un autentico , grande momento di riappropriazione della propria storia di comunità. l grossetani vogliono raccontare, in prima persona, e rispondono in massa all'invito di chi Pagina 98 _ come il Tirreno o il gruppo Facebook La Piena del 66 a Grosseto chiede loro di mettere nero su bianco la memoria, di consegnarla al futuro della carta o del web. li primo, esemplare segnale lo manda Claudia Milani, la "ragazza sul tetto", icona della tragedia. Claudia la sua storia, il rifugio su quel tetto e l'attesa del soccorso dal cielo, l'haraccontata spesso in passato a giornalisti e scrittori che l'avevano intervistata. Ma stavolta e per la prima volta, nel 2016, vuole scriverla di suo pugno e chiede espressamente di pubblicarla così, in prima persona. «In questo modo -spiega _ i miei nipoti un giorno potranno leggerla e ascoltarla come dalla mia voce». Dopo la pubblicazione di quella lettera sul Tirreno, Claudia è invitata da giornali e trasmissioni televisive nazionali. E la sua decisione contribuisce finalmente _ cinquant'armi dopo - a far parlare l'Italia dell'alluvione silenziosa, dell'alluvione di Grosseto. Con quel semplice gesto "la ragazza sul tetto" è come se spalancasse il vaso di Pandora. Decine di persone, guardando le foto dell'archivio Bf pubblicate dal giornale riconoscono i luoghi, le persone, i fatti. E ci scrivono per raccontare. Ci scrivono "i tre ragazzi meravigliosi", i fratelli Orlandini che nel novembre 1966 spalavano il fango davanti alla loro casa di via Ferrucci e che nel 2016 accettano di farsi fotografare ancora, tutti insieme, davanti a quella casa. Ci scrive Claudio Ciucchi, che si riconosce giovanissimo volontario al centro di smistamento viveri di palazzo Cosimini. Ci scrivono, col desiderio di vedere finalmente la loro esperienza ricomiessa all'esperienza collettiva, singoli testimoni e gruppi, come i "Rangers" di Istia d'Ombrone. abbraccio ai coraggiosi genitori o a persone care che non ci sono più; altri raccontano di "angeli" sconosciuti e conosciuti, altri ancora riportano alla luce azioni preziose cancellate dal tempo. Ed emergono aspetti inediti, o quantomeno poco conosciuti, di quei giorni lontani. Cinquant'anni dopo, per esempio, il naturale pudore si affievolisce ed è possibile finalmente dirselo apertamente: la tragedia fu una straordinaria esperienza di vita che non lasciò solo ferite ma anche indelebili emozioni positive. Chi allora era bambino, infatti, ricorda l'euforia di quei giorni, un'avventura così grande da sembrare un gioco. E chi era adolescente ricorda giorni di impegno e di libertà, in cui si faceva gruppo, notti fuori casa in cui si scopriva l'amore, in cui improvvisamente si diventò grandi. Un prima, un dopo. Grosseto insomma scrive e si riprende il pezzo più impor- Attraverso i racconti dei testimoni E del suo futuro tante della propria giovane storia di città. E lo fa - di nuovo con un'azione collettiva, cosa di questi tempi rarissima. Può apparire cupo immaginare che una "radice identitaria" sia piantata in una tragedia. Ma non è così. Perché tutti, ma proprio tutti, di quel novembre 1966 ricordano lo spirito solidale, l'aiuto incondizionato che ognuno offriva all'altro, la forza di sentirsi uniti contro il senso di abbandono, la capacità di rimboccarsi le maniche tutti insieme: i sacerdoti cori la tonaca arrotolata alle ginocchia per camminare nel fango e i minatori comunisti che lasciano il martello e imbracciano la pala. -s il s,wvcl2;; diede ..,atL, Se c'è un messaggio che arriva, al termine del viaggio nella memoria, è proprio questo. Mai come nei giorni dell'alluvione Grosseto è stato un co- mune e i grossetani una comunità. Insieme hanno sofferto, insieme hanno ricostruito. É questa la storia più bella. Grazie a tutti voi che ci avete aiutato a raccontarla. 1 racconti sono tanti e tutti diversi. Qualcuno, attraverso il giornale, manda un affettuoso I fratelli orlandini, i "tre ragazzi meravigliosi e instancabili" di Rotella e Bianciardi (foto Agenzia Bf) Alluvioni in Toscana Pagina 99 . _. a. , . , - - , , .s,.. ;¢ 7+,it.t F + or' y, • - - r3 . a^•u y t ie ir -. „L+' .,4 ` ' -•; _.: ;-. .. .. " , : , + P" . hr ' .. 4<:ry r , ,. p-•v't,. .. . g .e • ä C ty ' !" 1 'VtE d .s . _ ., .. -, . .. . , ... <y F J• Alluvioni in Toscana , ... - .. > . . , . . _ . ,... 5 3, Pagina 100 1 I'_U TI Dai "donatori di storie" all'Agenzia BE grazie a tutti La mostra dell'Agenzia Bf alle Clarisse, prorogata fino all'8 gennaio Alluvioni in Toscana 1 racconto collettivo del Tirreno sull'alluvione di Grosseto porta almeno una cin- berto Guerrini, Sandra Banchi, Eligio Macelloni, Ombretta Panichi e Loretta Tecchi. quantina di firme. Un grande grazie dunque a tutti i "donatori di storie": sperando di non dimenticare nessuno, grazie a Tamara Giorgetti, Maria Vittoria Peruzzi, Sergio Dugaro, Anna Corradini, Clelia Pettini, Franco DeAngelis, Giuseppino Terzuoli, Luigi Colomba, Cristina Mazzolai, Claudia Milani, Fosco Tarsi, Claudio Bottinelli, Maurizio Marraccini, Ca tia Rosselli, Goliardo, Fabrizio e Lucia Orlandini, Barbara e Arnello Chelli, don Franco Cencioni, Raffaello Rossi, Maria Giovanna Bianchini, Luciano Bosi, Francesco Cipriani, Mario Bernieri, Antonio Ferrari, Umberto Mario Bambi, Donatella Merlini, Romolo Domeniconi, Aldo Matte!, Corrado Rualta, Rita Boldrini, Arianna ed Enzo Bernabini, Andrea Mandavici, Cesare Fineschi, Laura e Silvia Cutini, Barbara Ganthaler Camarri, Maurizio Nardini, Danilo Piani, Guglielmo Ristori, Ro- Un ringraziamento speciale a Luca Bonelli, che molte di queste storie ha raccolto e trascritto. Ma soprattutto grazie anche a nome dell'intera città all'Agenzia fotografica Bf: agli scatti "storici" dei coraggiosi reporterMario Bernieri eAntonio Ferrari, fondatori dell'Agenzia, e alla passione con la quale Maurizio Mainetti e Davide Ferrari, ai quali oggi l'agenzia è affidata, custodiscono e valorizzano lo straordinario patrimonio dell'archivio BE Oltre a mettere a disposizione le foto per l'iniziativa del Tirreno, l'Agenzia Bf ha allestito una bellissima mostra nel polo espositivo di Clarisse Arte. La mostra avrebbe dovuto chiudersi il 4 dicembre, ma - anche in virtù dell'ottimo riscontro di pubblico, in particolare giovani- è stata prorogata almeno fino all'8 gennaio 2017. Per informazioni su visite e orari telefonare al Museo archeologico, 0564 488752. Pagina 101 e me agi quanti a nostra mostra fa l tutto F hnat ï L ï • i r 2 'esposizione de LE IMMAGINI, le prime pagine de La Nazione, i filmati inediti, l'amore per la città e per il suo giornale. Sono passati cinquant'anni, ma l'alluvione è ancora lì, nella testa dei fiorentini. E lo dimostra la grandissima affluenza che anche ieri, nel giorno di apertura straordinaria dell'esposizione, ha registrato la mostra allestita nell'auditorium del nostro giornale. Fra i presenti famiglie intere, anziani, giovani e anche molti turisti. Tutti in fila ad aspettare pazientemente il proprio turno. C'era chi l'alluvione l'aveva conosciuta solo attraverso i racconti dei genitori o dei nonni e chi, invece, si è commosso ricordando attraverso i filmati un evento che ha segnato la storia di Firenze. Insomma, un grande successo, una mostra che ha scatenato ricordi, emozioni e commozione. Per questo, visto il continuo afflusso dei visitatori, La Nazione ha deciso di prorogare la mostra fino a domenica 27 novembre compresa. Perché chi non ha potuto visitarla abbia il tempo di farlo, e perché chi ha voglia di tornare, possa avere la possibilità di farlo. p • . .%. ne, • í Nazione é stata prorogata al 2 7 novembre A sinistrale prime pagine del nostro giornale che raccontano il disastro A destra lo spazio multimediale con le fotografie Z A destra il libro d'onore con le firme dei visitatori La mostra, che sarà aperta fino al 27 nove m bre c om preso, si può visitare tutti i g iorni. N eì giorni feriali l'orario è 9. 30 -12.30 e 15-1 8. Alluvioni in Toscana Pagina 102 . seco o dopo c artoll na ezzô i . ï L'iniziativa IN REGALO in edicola domani, in abbinamento con La Nazione, ci sarà la settima foto della straordinaria collezione composta da dodici scatti che raccontano l'alluvione che nel novembre del 1966 devastò la città e molte altre zone della Maremma, tenendo sotto una coltre di acqua e fango circa ventimila ettari di territorio. non si piegarono al disastro né attesero un solo giorno prima di rimboccarsi le maniche per «riprendersi» terreni, case, negozi e garage strappandoli dalle grinfie di quel mostro fatto di melma. Gente abituata a lottare, quella di Maremma. LE IMMAGINI che vengono riprodotte e regalate ai nostri lettori provengono dall'Archivio Fratelli Gori e dall'Archivio Giacomo Aprili e riescono a tenere viva la memoria su un evento che, se da una parte causò un lutto e danni imponenti, dall'altra fece emergere di nuovo la grande caparbietà dei maremmani che LE CARTOLINE saranno distribuite gratuitamente ogni martedì e ogni giovedì fino all'8 dicembre e l'iniziativa promossa da La Nazione è stata sostenuta da quattro partner d'eccezione: il Consorzio Bonifica 6 Toscana Sud, dall'Acquedotto del Fiora, dal Comune di Grosseto e da Assicurazioni Generali (agenzia di Maurizio Marraccini, con sede in viale Monterosa). Gente che aveva già saputo tirare fuori la terra dalle paludi. L'Ombrone faceva paura, ma vinse quella battaglia, non la guerra. Luca Mantiglioni DANP41 Una delle foto già distribuite nei giorni scorsi La collezione è composta da dodici scatti che raccontano l'alluvione del 1966 Alluvioni in Toscana Pagina 103 PROBLEMI I N VIA DEL FALCHERO «Nove alluvioni in appena due anni A rischio 300 pecore» Gli attivisti di Legambiente durante il sopralluogo in via dei Falchero I CONTINUI allagamenti di via del Falchero ogni volta che si verificano piogge abbondanti stanno mettendo in difficoltà l'azienda di Remo Paccagnini e della figlia Sabrina. Si tratta di un allevamento con trecento pecore che necessitano di nutrimento e assistenza quotidiana. L'azienda rimane isolata ogni volta che la strada si allaga. Nel 2000 l'acqua alluvionale arrivò Alluvioni in Toscana addirittura a lambire il capannone delle pecore, come ricordano gli stessi allevatori. Sabato scorso durante l'ennesimo allagamento hanno sollecitato la collaborazione di Legambiente per trovare una soluzione e gli attivisti Daniele Manetti, Fausto Dali, Maurizio Bertolucci armati di stivali hanno fatto un sopralluogo direttamente dentro l'acqua. «Quello del Falchero è un proble- La nostra associazione, insieme ai geologi che ne fanno p arte, sta studiando delle soluzioni per salva g uardarla ma ricorrente - spiega Daniele Manetti, presidente di Legambiente Quarrata - basti pensare che in due anni la via ha subito ben nove alluvioni. La nostra associazione, insieme ai geologi che ne fanno parte, sta studiando delle soluzioni per salvaguardarla dagli allagamenti e dall'inquinamento, in modo da mettere in sicurezza tutti i cittadini e le aziende che hanno sede nella zona». Dopo una nottata di pioggia, il territorio quarratino grazie agli accorgimenti tecnici del settore ha risposto abbastanza bene alle intemperie: sono state messe in funzione le idrovore sul Senice, per tutelare via di Mezzo, e le casse d'espansione di Olmi e della Querciola hanno svolto il loro ruolo «ma è bene ricordare che ci sono ancora da fare tante opere per difendere la piana dal rischio idrogeologico ammonisce Manetti - sia nel comune di Quarrata che in quello di Pistoia. Inoltre è da verificare il funzionamento dell'intero sistema quando ci sarà una allerta meteo di massimo pericolo». Pagina 104 one c v e ione l i il Barnini: «Un premio al "grande angelo custode" del circondario». Cerimonia il 30 novembre alla Perla EMPOLI Brenda B ni, sindaca di Empoli, assegna il 'Sant'Andrea d'oro' 2016 al sistema della protezione civile dell'Empolese Valdelsa. Il premio verrà consegnato ai vari rappresentanti delle istituzioni, forze dell'ordine e associazioni, mercoledì 30 novembre, in occasione della festa del Santo Patrono in una cerimonia che si svolgerà al cinema teatro 'La Perla', alle 16.30. L'onorificenza è destinata a quei cittadini che hanno dato il loro prezioso contributo, nella città di Empoli, nel campo della cultura, delle arti, del lavoro, dellapolitica, dello sport e della solidarietà. Quest'anno la sindaca, che nei suoi due anni precedenti aveva premiato don Renzo Fanfani, prete'operaio', e Paolo Castellacci , imprenditore, intende conferire un riconoscimento a tutte le componenti che costituiscono la protezione civile, un insieme di attività messe in campo per tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dal danni o dal pericolo di danni che derivano dalle calamità. «I lo voluto premiare - sottolinea Bagnini - un'organizzazio- ne che racchiude tante realtà locali, ma che insieme rappresentano una sorta di grande'angelo custode' per tutti noi. Il sistema dellaprotezione civile è una squadra che nell'Empolese Valdelsa, grazie alla funzione associata, viene gestita in rodo unificato a livello di Unione. In questi anni e in questi ultimi mesi, a causa di vere e proprie catastrofi, purtroppo i loro interventi non sono mancati. Anche nei nostri territori il loro aiuto è stato fondamentale. Questo premio ha un semplice grande significato, dire loro grazie e riconoscere la loro irnpor- La sindaca Brenda Barnini Alluvioni in Toscana tanza nella vita di ognuno di noi e della nostra città. Un riconoscimento che arriva a 50 anni dall'alluvione, una scelta non casuale, che sottolinea quanto sia stato fatto a partire da quella tragica esperienza del '66, sia stata costruita una rete di istituzioni e volontari che presidiano il nostro territorio e intervengono in caso di emergenza. II Sant' Andrea d'oro di quest'anno è dunque un riconoscimento che travalica i confini municipali e che abbraccia tutto il territorio EmpoleseValdelsa». La protezione civile è una funzione attribuita a un sistema complesso: il Servizio Nazionale della protezione civile. Al suo interno forze dell'ordine, forze armate, corpi speciali, ma anche tantissimi volontari. Saranno premiati: carabinieri; centrale operativa del 118 - Asl; Croce Rossa Italiana di Empoli; Corpo Forestale dello Stato; guardia di finanza; La Racchetta di Montaione, Montelupo e Montespertoli; Misericordia di Empoli; polizia di Empoli; polizia municipale dell'Unione; ProcivArci di Certaldo; Pubbli che Assistenze Riunite di Empoli; Rav (Radio associazione Valdelsa); Vab di Limite e di Vinci; vigili del fuoco. Tutte realtà che fanno parte del coordinanmento di Protezione Civile dell'Unione. E stato invitato per l'occasione anche Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della protezione civile. Pagina 105 Un i n con tro al MuM e L o c s u LL ' a LL u vi one de L' 66 Cerreto Guidi UNA mostra documentaria e incontri. Così il MuMeLoc ricorda l'alluvione del 1966. La prima tappa del percorso all'insegna di ciò che è stato e ha significato peri cerretesi è stata una conversazione con Veronica Vestri e Paolo Santini. Giovedì alle 21.15 nelle sale del museo, Carlo Pagliai parlerà di «Tempi di ritorno alluvionale e assetto del territorio cerretese». Alluvioni in Toscana Pagina 106 L' a 2 uvi one den tro Ìr celebrí1 LA DISASTROSA alluvione del 1966 a Firenze nei libri di due scrittori fiorentini molto amati. Domani alle 21,15 nella Sala polivalente della biblioteca CiviCa di Calenzano (via della Conoscenza 11) Marco Vichi e Leonardo Gori racconteranno, a 50 anni da quell'evento, l'alluvione vissuta dai loro protagonisti letterari: il commissario Bordelli in «Morte a Firenze» e il colonnello Arcieri in «L'angelo del fango». Letture a cura dell'attore Lorenzo Degl'Innocenti. L'ingresso alla serata è libero e gratuito. Alluvioni in Toscana Pagina 107 ACCADEMIA DELLE ARTI E DEL DISEGNO Fino al 28 dicembre LA SALA delle esposizioni in Via Ricasoli 68 prende in esame l'inedito rapporto tra alluvione del 4 novembre 1966 e la produzione artistica, prendendo le mosse proprio dall'Accademia delle Arti del Disegno, l'istituto che dal 1563 riunisce a Firenze i più famosi pittori, scultori e architetti. Orsanmichele 4 ospita una selezione di venti opere, tra sculture e disegni, che dialogano attraverso un inconsueto gioco di metamorfosi a cui l'artista dà forma realizzando un bizzarro circo di mostri del nostro tempo. Alluvioni in Toscana Pagina 108 te to d s ï Ni cco n li i >,/ Ñ ra(ccontare., DEBUTTA stasera - e sarà in replica «Il filo dell'acqua», è un racconto in domani ore 21- al Teatro Studio `Mi- forma di poema e rito collettivo che la Pieralli' di Scandicci la nuova pro- parla di cinquant'anni fa come fosse duzione di Arca Azzurra Teatro oggi, perché l'alluvione di Firenze, «Il filo dell'acqua» di Francesco Nic- quel 4 novembre '66, non fu la prima colini, regia Roberto Aldorasi e Fran- e non è stata l'ultima. Perché è stata cesco Niccolini. In scena Dimitri Fra- anche l'alluvione di tutta la Toscana, sali, Massimo Salvianti, Lucia Socci. dell'acqua alta di Venezia, l'allagaMusiche originali sono di Paolo Co- mento di mezza Italia: tutto in una letta. E' il quarto e ultimo appunta- notte. Ed è rimasta per chi l'ha vissumento con la rassegna «Alluvione. 50 ta una specie di era geologica: prima e anni dopo» promossa dalla Fondazio- dopo l'alluvione. E' la storia di una cane Teatro della Toscana. Uno spetta- tastrofe che, almeno in parte, poteva colo intenso che segue tre voci per un essere evitata. Un lungo racconto cocanto che intreccia poesia, storia e la rale, che parla di vita e di bene comumemoria di chi c'era. E poi la musica, ne, di oblio e di umanità. Uno spettai telegiornali, le opere d'arte, le voci, colo verità che corre lungo la cronaca il pianto, tutto mischiato, vicino e lon- di quei giorni: incalzante, ora dopo tano, in quello spaventoso e al tempo ora, di come in ventiquattr'ore piovve stesso meraviglioso momento in cui l'acqua di 100 giorni, di come la città tutto quello che è normalità e quoti- non fu avvertita. E minuto dopo midianità salta e diventa straordinario e nuto, l'ultima notte senza sapere, un condiviso. Ancora una testimonianza risveglio da incubo, e ottanta ore di per ricordare il dramma di Firenze di follia, raccontate mischiando ricordi, cinquant'anni fa, quando l'Arno fu testimonianze, lettere, la voce di Serprotagonista di un'autentica guerra, gio Zavoli e i titoli di giornali, sopratche non abbiamo più smesso di com- tutto de La Nazione che arrivò alla gente con difficoltà , ma che arrivà battere. Raccontare oggi quella storia, sempre, nelle poche edicole che cerastoria d'acqua e resurrezione, non è no. Sul palcoscenico il racconto della una banale cerimonia del ricordo, ma tragedia di una città abbandonata, un rito collettivo e fondamentale, per che ogni cent'anni finisce sott'acqua. chi- non dimenticando - vuole cerca- Il racconto di Firenze e della sua genre i veri problemi e prevenire altra di- te, con bravi attori. Da vedere. struzione. Senza fatalismo. E senza daTitti Giuliani Foti re colpa all'acqua. Alluvioni in Toscana Pagina 109 ._. BATTAGL I A PER LA S I CUREZZA ✓% ' i nva o si ® -41 Lisa Ciarda FIRENZE IL PRIMO di quattro invasi progettati per mettere in sicurezza l'Arno a valle di Firenze, da San Miniato fino alla foce. La cassa di espansione dei Piaggioni, inaugurata nel febbraio 2015 proprio a San Miniato (Pisa) fa parte del più vasto complesso della Roffia. Si tratta di un totale di quattro casse: le altre tre, da realizzare, sono quelle di Scaletta, fra Fucecchio e San Miniato, di Navetta Est e di Navetta Ovest, entrambe a Cerreto Guidi, tutte previste dal «Piano di Bacino del fiume Arno per la riduzione del rischio idraulico» approvato nel 1999. Sommate assieme, sono considerate dai tecnici una delle opere strategicamente più rilevanti a valle di Firenze lungo l'asta principale del fiume. Tre i motivi di tanta importanza: il grande volume invasabile, stimato in circa 18 milioni di metri cubi, la loro estensione, pari a circa 200 ettari, e la posizione, a monte di aree con un'alta densità di case e fabbriche. LA CASSA dei Piaggioni, la prima e al momento l'unica a essere stata realizzata, funziona attraverso l'utilizzo di quattro grandi paratoie mobili di otto metri per tre. Sono le `porte' che permettono alle acque del fiume di entrare in caso di piena. Modulando tempi e modalità dell'apertura si riesce a far passare e poi a contenere un totale di circa 9milioni di metri cubi, permettendo un progressivo abbassamento del colmo di piena, stimato intorno all'8-9 per cento. Passata l'emergenza l'acqua viene poi rilasciata in Arno. A differenza di altre opere simili, per le quali è stato necessario l'invio di un commissario della Regione a sovrintendere i lavori, in Alluvioni in Toscana 1r er e San Miniato, pronta la "W remizza s» dí Piaggioni, ancora attesa per le altre questo caso l'ente attuatore è stato il Comune di San Miniato. I cantieri sono iniziati nell'aprile del 2009 e hanno avuto un costo di 17 milioni e 500mila euro (divisi fra Regione, Comuni di San Miniato, Cerreto Guidi e Fucecchio, fondi statali e risorse Cipe). Non sono mancati gli stop e le difficoltà, incluse le piene dell'Arno del gennaio e del febbraio 2014 che hanno invaso la cassa e costretto poi l'amministrazione comunale a intervenire per ripristinare le arginature e tutta l'area danneggiata. «SIAM O orgogliosi di essere capo- fila di un complesso di opere così importante - spiega il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini - Non è stato un iter facile, anche per il fallimento della ditta a suo tempo incaricata di effettuare i lavori e poi per la piena che fece notevoli danni nel 2014. Adesso stiamo completando alcuni lavori di rifinitura e di risagomatura degli argini, per una spesa di 1,5 milioni di euro e nel marzo 2017 consegneremo definitivamente l'opera alla Regione. Ma se c'è bisogno e l'Arno lo richiede, la cassa è già perfettamente funzionante e può contenere fra i 9 e i 9,5 milioni di metri cubi di acqua». Lo scopo deLLa zona deL cuoio La cassa i espansione di Piaggioni assieme alle altre del complesso di offia sono progettate anche al fine di prevenire danni ad aziende e abitazioni del comprensorio del cuoio Pagina 110 Diecimita presenze Sono quasi diecimila i visitatori fiorentini (ma in molti sono arrivati da ogni angolo della Toscana) che hanno preso parte a «L'Arno straripa a Firenze», la nostra mostra sull'alluvione del novembre 1966 Scuote i visita 1 , - i T / Gï 7 f f7a/G7« FOLLA, La mostra a azione La mostra Aperta tutti i giorni Per le scuole interessate alle visite c'è ancora posto. I vari istituti possono quindi prenotarsi chiamando il numero 055.2495870. Intanto a grande richiesta la mostra è stata prorogata fino al 27 novembre La mostra «L'Arno straripa a Firenze» si può visitare gratuitamente tutti i giorni dal lunedì al venerdì con orario 9,30-12,30 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18 L'esposizione è allestita nell'auditorium Attilio Monti Alluvioni in Toscana Pagina 111 'o vio ' nostri Siamo ancora in pericolo. Ogni volta che piove più del previsto, Firenze rischia di vivere quei tragici momenti di 50 anni fa. In questo periodo si succedono iniziative in ricordo dell'alluvione del 1966, spero davvero che questo serva per alimentare una nuova sensibilità che consenta di prevenire disastri di quel tipo. Sonia Cei, Pisa Alluvioni in Toscana Pagina 112 IL COMMENTO di ANDREA LUPARIA ,i;, .,,, SICUREZZA E DECISIONI PROVI N CIA apuana non ha grandi fiumi. Il Magra nasce in Lunigiana ma sfocia, in l iguria. Tra Carrara e Montagnoso, però, basta che piova e vigili del fuoco, protezione civile e operai dei Comuni devono lavorare ore per eliminare frane e svuotare cantine, sottopassi e terreni. La settimana scorsa il picco di pioggia in Toscana si e registrato sulle Alpi Apuane con un valore cumulato di circa, 150 mm di pioggia. I sottopassi a Massa si sono allagati (con centinaia di automobilisti costretti a cercare percorsi alternativi) e i residenti nelle frazioni montane (quelle abitate dai cavatori) hanno visto piovere sull'asfalto sassi di varie dimensioni. Bisogna ringraziare il Cielo, la Protezione civile, i pompieri e gli operai del Comune di Massa se nessuno si è fatto male. Se le frane in montagna sono prevedibili per l'abbandono dei boschi, in pianura la situazione è paradossale. La scorsa settimana a evitare il peggio ci ha pensato il Consorzio Toscana Nord mandando una ruspa alla foce del Alluvioni in Toscana Poverorño. La sabbia che faceva da «tappo» è stata tolta per 60 metri consentendo al fosso di scaricare in mare. Bravi ma si poteva fare prima, senza fare la corsa. E nessuna corsa, poteva evitare che il fiume Frigido (l'unico vero fiume totalmente a nano) diventasse bianco latte per la marmettola delle cave trascinata dalla pioggia , a valle. A una ventina i chilometri di distanza, il Magra era marrone, com'è normale. In sostanza, i monti sono sventrati per estrarre il marmo e al piano canali e fossi esondano perché nessuno li pulisce. E in passato sono state concesse centinaia di concessioni edilizie per costruire in zone a rischio. Ora, (forse) i permessi non li danno più ma nessun sindaco si prende l'onere di far demolire case costruite in zone esondabili. E così a demolire ci pensano i corsi d'acqua come il Magra che nel 2011 allagò parte della Lunigiana, comprese le scuole di Aulla. I)a allora gli alunni sono nei container... Pagina 113 TEATRO STUDIO Un racconto in forma di poemainstallazione dedicato al cinquantesimo anniversario dell'alluvione di Firenze lo propone Arca Azzurra teatro con la nuova produzione 1l filo dell'acqua", che dopo il debutto a Pisa e le recite fiorentine, stasera è in scena al Teatro Studio di Scandicci. Lo spettacolo, interpretato da Dimitri Frosali, Massimo Salvianti e Lucia Socci con le scene video di Antonio Panzuto, è prima un libro scritto da Francesco Niccolini che cura anche la regia con Roberto Aldorasi. Scandicci, Teatro Studio Mila Pieralli, via Donizetti 58, ore 21, replica domani Alluvioni in Toscana Pagina 114 LA FOTO DELLA ALLUVIONE 1 OMAGGIO COL TI RRENO l'a le La Torre su-no sfonao ç %j ® PONTEDERA Un'altra foto della Grande Alluvione del 1966 in regalo oggi con "il Tirreno". L l'ultima riguardante il territorio di Pisa, da domani saranno distribuite quelle dellaValdera. Oggi l'obiettivo di Luciano Frassi si allontana dal centro storico di Pisa per raccontare la città da prospettive più defilate. La foto che vi presentiamo stamani è stata scattata nel punto in cui viale delle Cascine interseca l'Aurelia. Campi allagati nei giorni dell'alluvione del novembre 1966. L'Arno ha esondato da poche ore: la calma che regna attorno a quest'istante congelato dall'otturatore è solo apparente; laggiù, poco oltre la palude effimera che i piedi di Frassi lambiscono, la popolazione fibrilla di sgomento. Pisa sullo sfondo: i gioielli di Piazza dei Miracoli affogati anche loro dentro una cappa plumbea in cui cielo e terra si confondono, e che nasconde alla vista il profilo dei monti pisani, del tutto smarriti nella nebbia. L'Italia intera segue con apprensione ciò che sta accadendo in Toscana: il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat lascia il Quirinale e si precipita nelle zone devastate dall'acqua. iía Ne visiterà molte: foto d'epoca lo ritraggono a bordo di camionette militari le cui grandi ruote affondano nel fango. Il luccicante edonismo anni Sessanta su cui i giovani di allora, abituati a ballare sulle note provenienti dalla Swinging London (Michelangelo Antonioni, con "Slow-Up", che esce nel'66, ne fa un ritratto allucinato quanto irripetibile), scivolano felici, si rabbuia di colpo. Per poco, è vero: ma ciò che accade venerdì 4 novembre ha l'effetto di un interruttore che stacca la corrente. La guerra del Vietnam sembra ancora più lontana. Si profila all' orizzonte un mesto Natale. I fan del western all'italiana si consoleranno con un nuovo capolavoro di Sergio Leone: "Il buono, il brutto, il cattivo", che uscirà nelle sale a dicembre. I ragazzi delle giovani band locali pensano già ai concerti estivi, per non darla vinta all'inverno che, non ancora iniziato, sembra già infinito. L'estate di Marina. Come non sognarla, in questi momenti devastati dalla melma del fiume? 1RIFROJ 1Zi0NE RISERVATA La foto in regalo oggi con 'II Tirreno" Alluvioni in Toscana Pagina 115 Arte contemporanea, via al mega censimento Parte dalla Toscana un progetto pilota sugli archivi Salvare la memoria è vitale. Ricordiamoci però di salvare pure la nostra. Non è banale, in un'epoca di nuovi media, nuovi materiali, nuove tecnologie. Così ha quasi il sapore di una sfida il progetto che viene presentato oggi nell'ambito del convegno «Memorie del contemporaneo» all'Auditorium di Sant'Apollonia. A cura di Alessandra Acocella e Caterina Toschi, fondatrici, nel 2011, di «Senzacornice», Laboratorio di ricerca e formazione per l'arte contemporanea, ha offerto ieri una ghiotta selezione di video di artista. Ma sarà nella giornata odierna (ilvia dalle 10.30) che ci si immergerà, anche con ospiti internazionali, in un tema drammatico, non solo per l'arte contemporanea (Giancarlo Cauteruccio dovrebbe denunciare il rischio di perdere l'archivio della compagnia teatrale Kripton, rimasta senza la storica sede, ilTeatro Studio di Scandicci). Tema a cui, ci spiega Diana Marta Toccafondi, responsabile della Soprintendenza archivistica della Toscana, proprio il dramma dell'alluvione del 1966, ha portato Alluvioni in Toscana forte sensibilizzazione in tanti artisti. Come e cosa conservare della propria opera? Impresa non banale per svariati motivi, dalla sintassi frantumata del contemporaneo, alla varietà dei linguaggi fino alla caducità di molto materiale. Dalla sinergia Soprintendenza-Regione Toscana nasce un progetto che si auspica pilota a livello nazionale: riguarderà il periodo che va dal 196o al 2000 e coinvolgerà archivi pubblici e privati. Oggi ne parlerà, in rappresentanza della Soprintendenza, Lorenzo Valgimogli (al gruppo di lavoro partecipano anche «Senzacornice», Elisa Mazzini per la Regione e Stefano Pezzato del Centro Pecci). «Non partiamo da zero - anticipa la Toccafondi - un precedente prezioso è stato Lavoro triennale «Inizieremo da Firenze, Prato e Pistoia Nove le categorie» per esempio la catalogazione del1 Archivio Pascoli, dove i fondi sono integrati con gli oggetti della sua casa. Inizieremo dalle province di Firenze, Prato e Pistoia, 187 soggetti (151 nell'area fiorentina, 18 nella pratese e 18 in quella pistoiese), organizzati in 9 categorie: Maestri, Artisti, Critici/curatori, Collettivi di Artisti, Editori, Collezionisti, Gallerie/spazi espositivi, istituzioni private, istituzioni pubbliche». Alla fine del progetto triennale, il patrimonio sarà fruibile on line. Pure con le digitalizzazioni, ove il materiale lo meriti. Intanto, fra i primi archivi oggetto di analisi, Zona Archives / Maurizio Nannucci, UFO Lapo Binazzi, Andrea Granchi, Gianni Melotti, Lara-Vinca Masini, Ketty La Rocca, Luciano Caruso, Centro Di Editore, Gianni Pettena, Mario Mariotti per arrivare alla fattoria di Celle, Giuseppe Chiari, Superstudio, fra gli altri. Troppa ricchezza in anni che furono davvero fecondi per l'arte toscana. Valeria Romani 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 116 e<"ll i l patco » l Circoto Aurora Arezzo RITORNA il teatro al Circolo Aurora con la rassegna AurorainScena coordinata da Diesis Teatrango e Cantiere Artaud. Stasera alle 22 va in scena «L'alluvione» di e con Alessio Martinoli, un viaggio nella storia, una scritta appesa a una bottega, un ritratto contemporaneo dell'evento catastrofico che ha colpito Firenze il 4 Novembre 1966, il frutto delle emozioni suscitate dai racconti degli abitanti della struttura socio-sanitaria Rsa «Il Giglio». Alluvioni in Toscana Pagina 117 C 'è ssibilità per le scuole dí prenotarsi "os «L'Arno straripa a Firenze» racconta il dramma di una città attraverso i giornali e le foto d'epoca ma anche con filmati inediti e nostre interviste e testimonianze. In quel terribile 4 novembre 1966 e nei giorni successivi «La Nazione» compì un piccolo grande miracolo: giornalisti e poligrafici riuscirono a fare andare il quotidiano in edicola, nonostante la rotativa, inaugurata un mese prima, fosse inutilizzabile. Le scuole possono approfittare ancora per prenotarsi (055.2495870). Nei feriali l'orario è 9.30/12.30 e 15/18. L'ingresso è gratuito. Alluvioni in Toscana Pagina 118 LA MOSTRA E' STATA INAUGURATA DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA I L 4 NOVEMBRE CONI VERTICI DEL NOSTRO GRUPPO EDITORIALE ® ® ® ® rir ° L a z one Na i 9 mostra sono numen da^ Mu-su, i .2 Verso qu indicimila p resenze. Raffo rzato il legame ston*co LA MOSTRA «L'Arno straripa a Firenze» corre veloce verso numeri da museo : 15mila presenze. Un successo sincero e vero, testimoniato dalle firme lasciate all'uscita e dai tanti messaggi. La nostra iniziativa è piaciuta perché salda ancora di più un rapporto che affonda le radici nella tradizione : i cittadini, l'Arno, La Nazione. Un legame inaffondabile e capace di vincere un disastro come quello del novembre del 1966. E che si U na valanga di firme e messagg i co di sincera e mozione manifesta ogni giorno anche attraverso il passaggio di memoria tra nonni e nipoti, genitori e figli, insegnanti e allievi. Insomma un un patrimonio collettivo raccontato con l'«immediatezza» della quotidianità del nostro giornale nella La mostra è stata prorogata visto il grande successo Ogni giorno è aperta sia la mattina che il pomeriggio mostra `L'Arno straripa a Firenze', allestita da La Nazione all'interno dell'auditorium Attilio Monti trasformato a cinquant'anni da quella tragedia. L'esposizione - visitabile gratuitamente tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18 - ha superato le undicimila presenze grazie all'apertura anche nello scorso fine settimana ad orario continuato, e conta di raggiungere quota 15mila essendo stata prorogata sino a domenica 27 novembre. Le testimonianze nei video e nelle fotografie ( dei nostri archivi e dei lettori), le riproduzioni delle prime pagine de La Nazione (sempre in edicola nonostante la città sott'acqua), i reperti. E in sottofondo il rumore dello scorrere Alluvioni in Toscana dell'acqua. Bellissimi i messaggi della «gente semplice» accanto a vip e meno vip. Anche solo leggere il libro delle firme apre il cuore alle emozioni che vengono rivissute. Insomma un'occasione da non perdere per vedere il docufilm, le foto che ci hanno inviato i fiorentini e non solo, rivedere i libri alluvionati e salvati, rileggere la cronaca di quei giorni tanto difficili da segnare il rilancio della città. Niente da allora è stato più come prima. BdA Pagina 119 ACCADEMIA DELLE ARTI E DEL DISEGNO Fino al 28 dicembre LA SALA delle esposizioni in Via Ricasoli 68 prende in esame l'inedito rapporto tra alluvione del 4 novembre 1966 e la produzione artistica, prendendo le mosse proprio dall'Accademia delle Arti del Disegno, l'istituto che dal 1563 riunisce a Firenze i più famosi pittori, scultori e architetti. Orsanmichele 4 ospita una selezione di venti opere, tra sculture e disegni, che dialogano attraverso un inconsueto gioco di metamorfosi a cui l'artista dà forma realizzando un bizzarro circo di mostri del nostro tempo. Alluvioni in Toscana Pagina 120 - « Ring razio Di Corcia e tutti gli operatori che hanno contribuito all'ottima riuscita della rassegna». RICORDO DEL'66 e jo fossi acqua» Quando la solidarietà. sgorga da un dramma PROTAGONISTI Gli attori che hanno recitato in «Se io fossi acqua» sull'argine dell'Arno alle Colombaie LA SOLIDARIETA', la collaborazione, il rimboccarsi le maniche tutti, anche chi non aveva subito danni dall'alluvione, è stato l'elemento più importante dello spettacolo «Se io fossi acqua», messo in scena dalla compagnia «I pensieri di Bo'» a mezzo secolo dall'alluvione del 4 novembre 1966. Mentre a Ponticelli e San Donato e in tutta la pianura fino a Castelfranco e Santa Croce, migliaia di persone e di attività industriali e commerciali erano in ginocchio, sotto alcuni metri d'acqua, nella parte alta di Santa Maria a Monte c'era chi correva giorno e notte per portare aiuti, salvare vite umane. Le scuole elementari di San Sebastiano erano il punto di aggregazione, il dormitorio, Alluvioni in Toscana casa degli sfollati e deposito dei materiali. TUTTO questo ha ricordato «Se io fossi acqua», lo spettacolo ideato da Franco Di Corcia jr, regista e attore, direttore artistico del teatro Comunale di Santa Maria a Monte, sandonatese che è cresciuto nel ricordo e nei racconti dell'alluvione, lui che è nato due anni dopo la drammatica esondazione che a Ponticelli uccise quattro persone (marito, moglie e le due sorelle dell'uomo). Così l'argine dell'Arno proprio nel punto in cui il fiume ruppe e invase tutta la pianura, è diventato il palcoscenico del ricordo e della commozione. «L'atteso evento ha vinto la sfida - dice Fran- co Di Corcia jr - Più di 200 persone hanno vinto il freddo per assistere, sui luoghi dove la memoria si fece tragedia, a uno spettacolo ricco di pathos e di emozioni. Le immagini e i ricordi si sono fatti melodia con le cantilene e le canzoni di prima dell'alluvione, provocando una commozione unica nelle persone che hanno assistito allo spettacolo. Una performance indimenticabile grazie alle interpretazioni degli allievi attori della compagnia I pensieri di Bo', della scuola Espressioni danzadi Marica Torricelli, le compagnie teatrali L'anello di Cascina e Dida'sko di Castelfranco». di Sotto». g.n. Pagina 121 Roncalli ricorda l'alluvione Il L'ISTITUTO Roncalli in occasione del 50° anniversario della grande alluvione di Firenze, insieme alla rivista Testimonianze, ha promosso un incontro che ha lo scopo di salvaguardare la memoria storica di un evento con echi planetari. L'iniziativa si svolgerà venerdì alle 17,30 alla Accabì. Interverranno Severino Saccardi, direttore della rivista fondata da padre Ernesto Balducci, il professor Fabio Dei, dell'Università di Pisa, il professor Valentino Federici, del coordinamento Firenze 2016. In questa occasione verrà presentata l'edizione monografica di Testimonianze. Un edizione speciale particolarmente ricca di interventi in ricordo di questa catastrofe. Il Roncalli, nell'ambito dell'alternanza lavoro, realizzerà il progetto «La grande alluvione», che coinvolgerà gli studenti. Alluvioni in Toscana Pagina 122 o ossi:«100 milioni l'anno per i flu ec a la Toscana sarà sicura,» ra c d dec 1 ï Amo, ri ï Zé del gove rnato re. « Chi t e Paola Fiche FIRENZE FI UM E in piena. No. Non l'Arno. Piuttosto il governatore Enrico Rossi quando parla del lavoro fatto dalla sua amministrazione F er mettere in sicurezza Firenze e Toscana dai capricci delle piogge e del clima impazzito. Presidente, cinquant'anni dopo l'Arno sta una possibile emergenza... «Su questo fronte non accetto né banalizzazioni, né accuse. Sono al governo della Toscana dal 2010 e mi sono da subito impegnato per intervenire sulle opere di salvaguardia del territorio. Credo che questo mi debba essere riconosciuto». Senza nulla togliere al suo impegno, le opere da realizzare sono al 30 per cento del necessario. «Allora serve rifare il quadro completo della situazione. Fatto salvo l'intervento di abbassamento delle platee dell'Arno sotto Ponte Vecchio realizzato negli anni `70, tutto il resto ha preso l'avvio solo dal 2011 in poi. Grazie a questa amministrazione e alla Legge 35 che ha commissariato tutte le opere in corso di realizzazione... ». Che cosa significa? «Non abbiamo avuto soltanto un problema di fondi, ma anche di competenze tecniche delle stazio- ni appaltanti per esempio. Affidare certe opere idrauliche estremamente complesse ai comuni, per esempio, si è rivelata nel tempo una scelta sbagliata, la legge 35 che ha restituito alle Regioni il potere di commissariare i lavori ha rimesso in ordine molte cose». ogg i a che punto siamo? «Dal 2 04 al 20 9 Regione e Stato hanno pagato opere per 457 milioni di euro, dal 2010 al 2015 i soldi spesi sono stati 771 milioni di euro, due terzi dei quali dalle casse della Regione. Vuol dire che mentre lo Stato riduceva i suoi finanziamenti, noi li abbiamo più che triplicati (da 113 milioni del primo quinquennio a 440 nel secondo)». II governo è stato assente? «Quando sono andato a pietire un po' di stanziamenti al governo Monti, me li sono visti negare senza appello. Con il governo Renzi le cose sono cambiate e abbiamo potuto dare il via a una svolta». dove è partito la Regione? «Dalla ricognizione di tutti gli interventi non fatti che erano stati affidati ai comuni. Dalla riorganizza- Ckirne prenotare ,r41 ` , Servono aLtre i`1 rn«-1 I Nei prossimi giorni sarà a Roma per discutere il Patto per la Toscana e chiederà al governo che siano stanziati ulteriori finanziamenti per le opere idrauliche. Anche quelle attese per gli altri corsi d'acqua Alluvioni in Toscana Per le scuole interessate a visitare la mostra de La Nazione, dirigenti e insegnanti possono prenotare allo 055.2495870 Z r lo Stato zione del genio civile regionale che oggi ha il compito di coordinare e monitorare tutto il territorio, nonché quello di dare attuazione a tutti i progetti. Dalla riforma dei consorzi di bonifica: li abbiamo ridotti da 32 a 6 e abbiamo esteso il contributo di bonifica a tutti quelli che non lo pagavano. Siamo passati da 65 a 100 milioni di incassi che investiamo nella pulitura degli alvei dei fiumi, degli argini». Si può fare di più? «Sempre. E lo faremo. Dal 2011/2012 investiamo 100 milioni di euro l'anno per la sicurezza idraulica della Toscana. Se potessimo averne 150 andrebbe ancora meglio. Ma quello che serve non è un intervento spot risolutivo, piuttosto un passo costante nella realizzazione degli interventi». Fra quanto tempo potremo dire ' esse re in sicu rezza rispetto a una nuova alluvione? «Fra cinque anni, grazie alla realizzazione delle casse di espansione finora incompiute nel Valdarno, avremo completato il grosso degli interventi. Se poi anche nei cinque anni successivi manterremo lo stesso livello di finanziamenti, il livello di sicurezza idraulica in Toscana sarà significativamente alzato. Perché, lo vorrei ricordare, non c'è solo l'Arno in Toscana. Penso al bacino dell'Albegna che abbiamo messo in sicurezza dopo l'alluvione del 2012. Alla Lunigiana e al primo stralcio funzionale per proteggere l'abitato di Aulla, al Carrione e ancora il Serchio, l'Ombrone, il Lambro... ». II prossimo impeg no sul fronte i geologico. «Nei prossimi giorni sarò a Roma per discutere il Patto per la Toscana e chiederò che ci siano ulteriori finanziamenti per le opere idrauliche». Il trenta per cento delle opere necessarie ancora da realizzare Pagina 123 Opere su Carrione , ALbegna , SercWo ... Rossi ricorda che in Toscana non c'è solo l'Arno: «Abbiamo messo in sicurezza l'Albe na dopo l'alluvione 2012, fatto opere per proteggere Aulla, stanziato 70 milioni per il Carrione. E interventi su Serchio, Ombrone, Lambro» casse 'i spali i Una soLa è reaLtà Levane e La Penna díghe non d saLveranno 'i si a i i gan-Fíabítí IL bando per i noLeggío Vanno a rilento i progetti 1 due impianti del Valdarno aretino, le dighe di Levane e La Penna , sono nati per produrre energia. Tra le opere previste per prevenire le piene dell'Arno c'è un progetto di massima di Enel per alzare la diga di Levane di 5 metri ma ancora non ci sono 1 20 milioni necessari per l'intervento. Per difendere Firenze la Regione ha valutato l'ipotesi argini gonfiabili. N el febbraio 2015 è stata messa in campo una simulazione per verificare modalità e tem pi. La scorsa estate la Regione ha scelto l 'opzione di noleggiarli in caso di necessità ( 200mila euro). Si sta preparando il bando. per realizzare le casse d'espansione ritenute necessarie in caso di piene: se ne parla dal 2004 ma a oggi soltanto una di quelle previste a Figline Valdarno è in via i ultimazione. Per le altre sono previsti tempi lunghi , dal 2019 al 2022 (per quelle sul torrente Sieve "4 . Prosegue on line la campa g na Salvailsuolo, tesa a contrastare degrado e sfruttamento del suolo. Assieme alla Coldiretti, vi aderiscono Acli, Fai , Istituto N azionale Urbanistica, Le ambiente , Lipu, Slow Food, Wwf. Alluvioni in Toscana Pagina 124 t - ;- ja. , + PAUR A i_'ct; sra pie= áel!'C.rr,a, U IRY' W ye;r.ì. 0 Non a Alluvioni in Toscana Pagina 125 'olla per `L'Arno straripa a Firenze' t av o vïsïtatorï • mos ricordi e le e r .zl ers l. i Sabato e donwníca apertu re straordinarie FIRENZE CHI VISSE quei momenti, ha ancora l'odore di nafta nelle narici. Chi visse quei momenti, è convinto di sentire il rumore del fiume che sommerge le strade, si insinua nelle case. Che sale, maligno, i gradini dei palazzi. Chi visse quei momenti, ricorda in maniera nitida la fatica e il sudore. Il fango da spalare in una Firenze rabbiosa e abbandonata da tutti. Cancellata dalla melma. Emozioni e racconti di vita trasferiti alle generazioni successive da nonni e genitori. Così tutti conoscono l'alluvione del 1966 e tutti i fiorentini la vivono come parte della loro storia. Dunque patrimonio per il futuro. Un patrimonio collettivo raccontato nella mostra `L'Arno straripa a Firenze', allestita da La Nazione nella propria sede all'interno dell'auditorium Attilio Monti a cinquant'anni da quella tragedia. L'esposizione - visitabile gratuitamente tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18 - ha superato le undicimila presenze e conta di raggiungere quota 15mila essendo stata prorogata sino a domenica 27 novembre. Le testimonianze nei video e nelle fotografie (dei nostri archivi e dei lettori), le riproduzioni delle prime pagine de La Nazione (sempre in edicola nonostante la città sott'acqua), i reperti. QU ESTO e molto altro è `L'Arno straripa a Firenze', un condensato di emozioni dedicato a tutti i fiorentini, a tutti i toscani. Uno strumento di conoscenza e di riflessione affinché simili disastri non si ripetano. Un'occasione didattica: tantissimi gli alunni delle scuole toscane che hanno visitato la mostra. Per gli istituti interessati, ricordiamo, c'è ancora posto. I dirigenti o gli insegnanti possono prenotare, chiamando il numero 055.2495870. Diego Gasati SU CCELsr. Ancora una folla di visitatori alla mostra sull'alluvione Alluvioni in Toscana Pagina 126 LASTORIA s uden e t t 11 Sand ro la tesì n* trovata e 1 giovan i lavoro VALERIAST BI VENTOTTO anni, una laurea in Giurisprudenza alle spalle e milleottocento in- terminabili giorni al fronte, mentre infuriava la Grande Guerra, Era il 2 dicembre del 1924 quando Sandro Pertini si presentava al regio Istituto Cesare Alfieri di Firenze per discutere la sua seconda tesi di laurea, questa volta in Scienze sociali. Scelse un argomento scomodo - la cooperazione - e lo scelse nel momento in cui le cooperative stavano vivendo il loro momento peggiore: tra chiusure, registri dati alle fiamme e dirigenti trasferiti o picchiati. Nei Alluvioni in Toscana giorni del fascismo trionfante e a pochi mesi dal delitto Matteotti, il futuro presidente della Repubblica non riuscì a strappare più di 84 su 110 a una commissione che decise di abbassargli il voto di ben otto punti rispetto alla media degli esami che aveva sostenuto (25/30). Quelle 248 pagine di trattato dattiloscritto, rigoroso e passionale a un tempo, sono rimaste per anni nei cassetti della memoria di chi ricordava un Pertini studente a Firenze, che aveva lasciato Modena per seguire il fratello artista. In molti credevano che quel testo fosse perduto. La copia in possesso di Pertini era andata distrutta con l'irruzione fascista a Stella (Savona), mentre la copia fiorentina era data per "vittima" certa dell'alluvione del '66. E invece, a novant'anni dalla sua stesura, è rispuntata fuori dal fondo librario della Biblioteca Umanistica dell'università di Firenze. La tesi, scritta su carta velina in copia carbone, era ben leggibile, nonostante le ultime due pagine fossero incollate e danneggiate dall'acqua e mancasse la copertina. SERVIZIO A PAGINA XIII Pagina 127 I ".LERi*.5 I ENTOTTO anni, una laurea in Giurisprudenza alle spalle e milleottocento interminabili giorni al fronte, mentre infuriava la Grande Guerra. Era il 2 dicembre del 1924 quando Sandro Pertini si presentava al regio Istituto Cesare Alfieri di Firenze per discutere la sua seconda tesi di laurea, questa volta in Scienze sociali. Scelse un argomento scomodo - la cooperazione - e lo scelse nel momento in cui le cooperative stavano vivendo il loro momento peggiore: tra chiusure, registri dati alle fiamme e dirigenti trasferiti o picchiati. Nei giorni del fascismo trionfante e a pochi mesi dal delitto Matteotti, il futuro presidente della Repubblica non riuscì a strappare più di 84 su 110 a una commissione che decise di abbassargli il voto di ben otto punti rispetto alla media degli esami che aveva sostenuto (25130). Quelle 248 pagine di trattato dattiloscritto, rigoroso e passionale a un tempo, sono rimaste per anni nei cassetti della memoria di chi ricordava un Pertini studente a Firenze, che aveva lasciato Modena per seguire il fratello artista. In molti credevano che quel testo fosse perduto. La copia in possesso di Pertini era andata distrutta con l'irruzione fascista a Stella (Savona), mentre la copia fiorentina era data per "vittima' certa dell'alluvione del '66. E invece, a novant'anni dalla sua stesura, è rispuntata fuori dal fondo librario della Biblioteca Umanistica dell'università di Firenze. La tesi, scritta su carta velina in copia carbone, era ben leggibile, nonostante le ultime due pagine fossero incollate e mancasse la copertina. Il ritrovamento è stato il frutto della cocciutaggine dei cooperatori Roberto La Marca e Alessandro Chiabra, che attraverso un lavoro di ricerca sono riusciti a risalire al testo. Ed è così che la dissertazione di Pertini è stata recuperata, digitalizzata e infine pubblicata con il sostegno di Legacoop Liguria e l'intervento di Ames, l'associazione per lo studio del mutuali- Alluvioni in Toscana smo e dell'economia sociale. Proprio ieri il libro è tornato nella sua "casa' ed è stato presentato nell'aula magna dell'ateneo fiorentino. «Il carattere di Pertini si traduceva in scrittura - spiega Sebastiano Tringali, curatore del volume - uno stile veemente». Il taglio della tesi segue un rigore storico e scientifico, ma c'è di più. Tra le pieghe delle parole è contenuto un messaggio ai giovani di allora: «Pertini vuole trovare una soluzione per dare lavoro ai suoi coetanei e indica una delle strade percorribili. Nel 1924 i dati sull'occupazione erano drammatici e milioni di ragazzi portavano le ferite fisiche e morali della guerra. La soluzione era autorganizzarsi creando cooperative di lavoro e di servizi». Pertini aveva ben presenti le cooperative di artigiani vetrai di Altare, quelle dei distretti industriali dell'empolese e quelle agricole e artigiane di Emilia e Toscana. Il presidente non esita a scagliarsi contro le "false cooperative" e a esigere la trasparenza delle procedure e la qualità dei gruppi dirigenti. «Le cooperative non rimarranno solo dei deboli organismi dispersi nel vasto campo della concorren- za, ma diverranno tante scuole ove l'operaio salariato educherà la sua mente - scrive Pertini nella tesi - per poter essere domani un buon produttore indipendente. Solo così i cooperatori potranno veramente dirsi i Pionieri, che schiudono alle classi lavoratrici, la via dell'avvenire». «Proviamo a immaginare che la tesi sia stata scritta da uno studente di oggi - aggiunge Tringali - un giovane che si rivolge ad altri giovani intraprendenti che si vogliono fare imprenditori attraverso uno strumento societario. Non parliamo altro che dei makers alle prese con le stampanti 31) o delle menti che si uniscono per creare una start up. O ancora, degli agricoltori che si dividono gli oneri della produzione organizzando un affitto collettivo delle attrezzature per la trebbiatura». E ai giovani parla anche il nuovo progetto di Legacoop Toscana e università di Firenze: «Vogliamo riavvicinare i ragazzi a questo mondo e aprire un lavoro culturale - spiega Roberto Negrini, presidente di Legacoop Toscana - organizzeremo seminari, tirocini e borse di studio per gli studenti che scriveranno tesi di laurea sulla cooperazione». Quella tesi appassionata sul futuro dei giovani senza lavoro Pagina 128 LA COOPERAZIONE Sopra, alcune pagine della tesi dello studente Sandro Pertini discussa per la sua seconda laurea L'ATTESTATO Sopra, il diploma di laurea: la discussionedella tesi è del 1924. A destra, Pertini studente N el 1924, la laurea g al re io istituto Cesare Al fieri: le ca rte sono state ritrovate E ora pubblicate Alluvioni in Toscana Pagina 129 11 1 intorno ai a c t d i tà La Torre sullo sfondo di una palude effimera nello scatto di Frassi dei giorni dell'alluvione di ANDREA LANINI 'obiettivo di Luciano Frassi si allontana dal disastro del centro storico per raccontare la città da prospettive più defilate. La foto che vi presentiamo stamani è stata scattata nel punto in cui viale delle Cascine interseca l'Aurelia. Campi allagati nei giorni dell'alluvione del novembre 1966. L'Arno ha esondato da poche ore: la calma che regna attorno a quest'istante congelato dall'otturatore è solo apparente; laggiù, poco oltre la palude effimera che i piedi di Frassi lambiscono, la popolazione fibrilla di sgomento. Pisa sullo sfondo: i gioielli di piazza dei Miracoli affogati anche loro dentro una cappa plumbea in cui cielo e terra si confondono, e che nasconde alla vista il profilo dei monti pisani, del tutto smarriti nella nebbia. L'Italia intera segue con apprensione ciò che sta accadendo in Toscana: il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat lascia il Quirinale e si precipita nelle zone devastate dall'acqua. Ne visiterà molte: foto d'epoca lo ritraggono a bordo di carnionette militari le cui grandi ruote affondano nel fango. Il luccicante edonismo anni Sessanta su cui i giovani di allora, abituati a ballare sulle note provenienti dalla Swinging London ( Michelangelo Antonioni, con "Slow-Up", che esce nel '66, ne fa un ritratto allucinato quanto irripetibile), scivolano felici, si Alluvioni in Toscana rabbuia di colpo. Per poco, è vero: ma ciò che accade venerdì 4 novembre ha l'effetto di un interruttore che stacca la corrente. La guerra del Vietnam sembra ancora più lontana. Si profila all'orizzonte un mesto Natale. I fan del western all'italiana si consoleranno con un nuovo capolavoro di Sergio Leone: "Il buono, il brutto, il cattivo", che uscirà nelle sale a dicembre. I ragazzi delle giovani band locali - di solito pettinati e vestiti come i Beatles, che proprio in questi giorni si riuniscono negli studi di Abbey Road per registrare "Sgt. Pepper's Lonely Ilearts Club Band" - pensano già ai concerti estivi, per non darla vinta all'inverno che, non ancora iniziato, sembra già infinito. L'estate di Marina. Come non sognarla, in questi momenti devastati dalla melma del fiume? Gabriele d'Annunzio, che a Marina di Pisa visse, ne idealizzò le belle stagioni in famosi versi poi raccolti nelle "Laudi". "Marina di Pisa, quando folgora il solleone! Le lodolette cantan su le pratora di san Rossore e le cicale cantano su i platani d'Arno a tenzone". E anche: "Bocca di donna mai mi fu di tanta soavità nell'amorosa via (se non la tua, se non la tua, presente) come la bocca pallida e silen- te del fiurnicel che nasce in Falterona. Qual donna s'abbandona (se non tu, se non tu) sì dolcemente come questa placata ttorrenta. Ella non canta, e pur fluisce quasi melodia all' amarezza" . Ma il fiume "dalla bella foce I che oggi ha il color del miele" sta preparando un altro brutto tiro, ai pisani. La città se ne accorgerà tra poco: il 13 novembre, giorno in cui crolla ponte Solferino, mentre il lungarno Pacinotti già mostra le crepe che ne determineranno il cedimento a breve. Dei bagni a Bocca d'Arno scrive (nel '96, nella sua introduzione al volume realizzato dalla Cassa di Risparmio di Pisa in occasione del trentennale dell'alluvione) anche lo studioso e critico d'arte pisano Enzo Carli: 'L' Arno, prima che venisse inquinato e puzzasse come una fogna (ma mi dicono che ora le sue condizioni sono molto migliorate) era anche utilizzato per economiche bagnature, e ricordo che l'acqua era così limpida e pura che in mezzo ad esso, d'estate, alle Piagge, venivano montate certe baracchette dette bagnetti, frequentate per lo più da gente del posto. E anch'io, da giovane, ho fatto molti bagni in Arno, spe-F cialmente alla foce (Bocca d'Arno), dove il fiume visto dal pelo dell'acqua sembra ancora più largo. Là, dove già prevale il salmastro, giungevano alle mie labbra di nuotatore lenti fiotti d'acqua dol cissima recanti sentori di re sine e di pini" . CC RIPRODUZIONE RISERVA': Pagina 130 Lo skyline della città col Battistero e la Torre sullo sfondo visto dai campi allagati dall'alluvione dei 1966 lungo l'Aurelia; a destra ai giorni nostri Alluvioni in Toscana Pagina 131 Dr n,,,%. %,, !„2? % eanini Lz n, v%,,%,,, o /,, i SANTA CROCE. É andato n onda nei giorni scorsi su Rai 3 o speciale prodotto da Tgr Toscana "L'Arno, il fiume dei toscani ", un video che ripercorre, attraverso il ricordo dell'alluvione del 1966, a storia di quel tragico evento e l 'evoluzione del territorio lungo il quale corre l'Arno. Dalla sorgente del fiume, sul monte Falterona , fino alla foce, a marina di Pisa , nel servizio viene seguito l ' intero percorso, con testimonianzee filmati nediti dell'alluvione . Nel video anche gli nterventi del presidente di Assoconciatori Franco Donati e dei direttore del depuratore Aquarno Nicola Andreanini sugli nvestimenti fatti nella depurazione industriale. Alluvioni in Toscana Pagina 132 1 S. MARBAA MONTE I giornalisti parleranno poi del "mistero di Ponticelli". Cosa era avvenuto veramente? I testimoni sono tutti concordi nel raccontare di aver sentito un boato e poi un lampo. La versione ufficiale fu che l'Arno cedette alla pressione della piena e travolse in quel punto un traliccio dell'alta tensione; l'altra ipotesi, che ancor oggi continua ad essere ricordata, è che una carica di dinamite creò una via di uscita alle acque per salvare Pisa. Nel primo consiglio comunale convocato a Santa Maria a Monte dopo l'alluvione si chiede un'indagine per accertare le responsabilità del mancato preavviso alla popolazione - che avrebbe potuto mettersi per tempo in salvo insieme ai propri animali e beni ma negli atti ufficiali non emerge niente sul "mistero" della rotta dell'argine. Lo stesso 13 novembre 11 Telegrafo pubblicala risposta del Genio Civile di Pisa alla notizia riportata nei giorni precedenti dal giornalista Aldo Santini, in merito alla rottura dell'argine, LA R ICOSTRUZ IONE DEI FATTI t ANCORA CON TROVERSA Per salvare Pisa dal disastro l'argine fu fatto saltare Un'operazione di soccorso causata da una carica esplosiva. L'ingegnere capo, Vittorio Gangemi, smentisce seccamente. Il giornalista replica che localmente "si bucina" intorno alla "breccia artificiosa". Termine oggi in disuso, ma estremamente appropriato nel significato di "si sussurra", "corre voce". Le voci a Santa Maria a Mon- Alluvioni in Toscana Un'anziana viene messa in salvo te non hanno mai smesso di correre ed ancora oggi, dopo cinquanta anni, chi parla di alluvione parla di rotta provocata alle Colombaie e voluta per far scaricare acqua nella campagna. Senz'altro valutando che in un'area di campagna i danni potevano essere lievi e frenare la corsa distruttiva del fiume verso la Valdera, con Pontedera già allagata nel pomeriggio del 4 novembre dal fiume Era, e soprattutto verso la città di Pisa. levamento e del manifatturiero, il tutto allagato da 100 milioni di metri cubi di acqua, quantità certo non prevista. Oggi i sistemi di monitoraggio e di allerta sono senz'altro migliorati. Gli amministratori ed i tecnici hanno sistemi di valutazione più efficienti; è nato in Italia il sistema della protezione civile. Non è cambiato però il ruolo dei sindaci ed è rimasto per sempre nella memoria collettiva e di coloro che hanno vissuto la furia dell'alluL'acqua devia nella breccia vione il nome del sindaco, coe allaga velocemente le frazio- lui che fronteggiò in prima perni nella pianura di Santa Maria sona l'emergenza. Quei primi a Monte - Ponticelli, San Dona- cittadini ottengono il titolo di to, Montecalvoli, poi piomba "sindaco dell'alluvione". Tutti nel buio della notte su Castel- ricordano, ancora oggi dopo franco di Sotto, Santa Croce 50 anni, a Pontedera come il sull'Arno fino a San Miniato e sindaco dell'alluvione GiacoFucecchio. La campagna ave- mo Maccheroni; a Santa Mava funzionato da cassa di ria a Monte Sisto Marinai; a espansione e salvato la città di Montopoli Val d'Arno Bianco Pisa. Le vittime umane furono Bianchi, per citarne solo alcuquattro, poi centinaia di capi ni. Furono in prima persona di bestiame e di altri animali coinvolti a creare il sistema da cortile. Devastate le azien- della protezione civile che non de conciarie e calzaturiere del era mai esistita prima. Valdarno. Danni ingentissimi il libro. In occasione dell'inauall'economia agricola, dell'al- gurazione della mostra foto- Pagina 133 grafico-docunnentaria sull'alluvione del 1966 in provincia di Pisa, è stato presentato a Santa Maria a Monte il libro "Il fragore della memoria", cronaca, ricordi, documenti e imnnagini a cinquant'anni dall'alluvione del 1966, sull'esondazione dell'Arno nei territorio connunale. Il volume è stato curato da Patrizia Marchetti, ar- chivista, esperta di storia locale, e da Mariano Boschi, storico dell'arte. «La pubblicazione è dedicata a Giuseppe, Giorgina, Faustina ed Egidia Banchini, che rimasero vittime della tremenda ondata che spazzò via la loro abitazione sita a pochi metri dall'argine in cui si verificò la rottura. Con questo libro vo- A sinistra parte del Valdarno inferiore alluvionato e, sopra, lavori all'argine delle Colombaie gliamo ricordare quei tragici giorni di cinquant'anni fa, quando quella distesa infinita d'acqua invase tutta la pianura del Valdarno Inferiore, come fosse mare, fredda, melmosa, a tratti illuminata dal bagliore dei lampi che la rendevano ancora più minacciosa- dice la sindaca Ilaria P arrella - Il lavoro ha tentato di ricostruire quanto successe affrontando la triste vicenda da cinque punti di vista: la cronaca, con l'elenco dei fatti dal venerdì 4 al martedì 8 novembre; la memoria, con la trascrizione del diario di don Luigi Picinoli, parroco di San Donato; i documenti d'archivio, con il consiglio comunale riunito in data 13 novembre 1966 sotto la presidenza del sindaco, Sisto Marinai, e la cronistoria degli atti amministrativi fino al 1974; la stampa, attraverso i quotidiani dei giorni successivi alla tragedia; le immagini, crude testimonianze dell'alluvione vista con gli occhi della gente». Lo spettacolo. Nei giorni scorsi, in località Le Colombaie dove l'argine cedette, è stato messo in scena lo spettacolo "Se io fossi acqua", ideato da Franco Di Corciajr (direttore artistico del teatro comunale di Santa Maria a Monte) e promosso dall'amministrazione comunale all'interno della rassegna "Anno d'oro". «L'evento havinto la sfida - spiega Di Corciajr Più di duecento persone hanno assistito, nei luoghi dove la tragedia è diventata memoria, a uno spettacolo ricco di pathos ed emozioni». 01 RIPRODUZIONE RISERVATA Alluvioni in Toscana Pagina 134 uella fi Giuseppe, F 1 1 gli a spazz a via stin , Giorgina ed Egidia Banchini vittime della furia dell'Arno Erano battellieri e abitavano Le loro tombe non hanno foto pere acque, nei giorni successivi, della casa riaffiorarono soltanto i mattoni della circonferenza del pozzo. Le vittime sono quattro membri della famigliaBanchini. dell'esperienza dell'Arno - abitando una casa posta nella golena del fiume ed essendo famiglia di battellieri - non ascoltarono i parenti che li sollecitavano ad allontanarsi. Giuseppe, 81 anni, venne rinvenuto a circa 300 metri dalla propria casa, in località Le Callette, lunedì 14 novembre. Dopo altri quattro giorni di ricerche nel fango, il 18 novembre, affiorano anche i corpi delle sorelle, Faustina, 85 anni, e Giorgina, 74. La quarta sorella, Egidia, 78 anni, verrà ritrovata solo il 21 novembre. Ricordo che ho pensato a loro nell'ottobre del 1992. Ero sindaco da dieci rnesi e scoprii perla prima volta cosa significa gestire un'emergenza e fare protezione civile; un'attività che ho poi ripreso seguendo l'assessorato per cinque anni in Provincia. Andai a San Donato ad avvisare una famiglia perché abbandonasse la propria abitazione nella golena e ad avvertire tutta la popolazione, passando con l'auto della polizia municipale, perle strade a ridosso del fiume, di met- Negli atti di morte dell'ufficio di PATRIZIA MARCHETTI* - 131 ottobre 1967 il sindaco di Santa Maria a Monte, Sisto Marinai, presiede il consiglio comunale in ricordo dell'alluvione dell'anno precedente. La commemorazione dice Marinai- non vuoi essere «soltanto un ricordo doloroso di quella terribile notte tra il 4 e il 5 novembre, quando un milione di metri cubi di acqua si abbatteva nella nostra pianura, sommergendo oltre mille ettari di terreno, 500 fabbricati e mettendo nello sgornento e nella preoccupazione circa 2500 dei nostri amministrati. Santa Maria a Monte, località "Ponticelli", dove ruppe l'Arno, ha il triste ricordo non solo dei danni materiali alle cose ed ai beni distrutti, ma anche quello di perdite urnane. Dobbiamo anzitutto rinnovare il commosso omaggio alle quattro vittime della calamità». Le vittime sono ricordate, ma mai citate in atti ufficiali con i loro nomi. I giornali del tempo ne hanno spesso cambiato l'età o sbagliato il nome. I loro nomi sono ricordati solo dai parenti e dalla gente del posto. di stato civile, è riportata questa dicitura: "morto/a il 4 novembre 1966, alle ore 20 circa, nella propria casa posta in Via Colombaie". Quindi il mornento appena successivo alla rotta dell'argine. I corpi poterono avere una sepoltura solo grazie al fatto di non essere stati trascinati via dalla furia delle acque. Le tornbe dei Banchini non hanno potuto avere una foto che li ritraesse poiché l'alluvione ha cancellato tutti i ricordi di farniglia. Le tre sorelle erano nubili e il fratello Giuseppe, con la rnoglie, aveva adottato un bambino , Dino . Dall'ospedale di Livorno era stato preso da una balìa di Santa Maria a Monte per poterlo allattare, ma quando arrivò il momento di riportarlo, la famiglia Banchini, che aveva conosciuto il piccolo e gli si era affezionata, decise di adottarlo. Quel tragico 4 novembre Dino, sua moglie Giuliana Rossi e il loro bimbo Claudio scamparono al disastro poiché si trovavano alla segheria di famiglia a cercare di mettere in salvo i materiali. Il resto della famiglia, dall'alto dell'età e tere in salvo ai piani alti i propri beni in vista di un'onda di piena. L'argine aveva dei grossi "fontanelli", così li chiamavano i tecnici del Genio Civile: se l'acqua avesse continuato a premere, una rottura sarebbe stata inevitabile e Santa Maria a Monte è attraversata per ben nove chilometri dal corso del fiume! Poi il vento che cambiò direzione e fece correre l'acqua verso il mare e l'allaganrento del bacino di Roffia a San Miniato diminuirono l'onda di piena e permisero di scampare un grande pericolo. Mi rimasero addosso una grande stanchezza per il sonno arretrato e tanto fango, ma anche la soddisfazione di aver fatto venire sul posto il prefetto Aldo Marino e i vertici del Genio Civile che avevano preso l'irnpegno di realizzare interventi di consolidamento. I primi furono fatti a Partignana di San Donato e l'anno dopo aPonticelli. Ex sindaco di Santa Maria a Monte storica e archivista Alle 19,40 del 4 novembre 1966 la loro abitazione venne distrutta dalla rotta dell'argine dell'Arno nella località delle Colombaie di Ponticelli portandoli via con sé. Defluite le Alluvioni in Toscana Pagina 135 Un gruppo di militari impegnati nel recupero delle carcasse dianimalï morti a causa dell'alluvione Alcuni bovini trascinati dalla furia delle acque Una donna viene messa in salvo e portata via attraverso una finestra i campi ricoperti di fango (Le fotografie che sono pubblicate in q ueste pagine sono state gentilmente fornite dall'Archivio Corrado e Silvano Metani, dalla Fototeca di Castelfranco di Sotto C<nwtlm uroutlala canpagn iml mmwtcli Ssn b. rdai I:. a. LOnh............mbreeeu9b.. e dal Comune di Santa Croce sull'Arno) Alluvioni in Toscana Pagina 136 Y ///', i/G Pw// o átra d %%? '// ?%'° a II'i g; ,í Iii,n2 PONTEDE . Fino al 30 novembre il museo Piaggio ospitala mostra fotografica «" Era" il4 novembre 1966)3. Cinquant'anni dall'alluvione a Pontedera. L'esposizione racconta , attraverso immagini inedite, la cronologia degli avvenimenti del giorno dell'alluvione, il4 novembre 1966: gli attimi dell'arrivo dell 'acqua in città, le strade piene di fango e l'opera dei volontari e dei pontederesi per ripulire tutto. La Piaggio, l'ospedale Lotti , i negozi, le abitazioni , tutto venne travolto ma ancora una voltala generosità e la voglia di ricominciare prevalse. Visite: martedì -venerdì 10-18, sabato 10-13 e 14-18, domenica 27 novembre 10-18. Alluvioni in Toscana Pagina 137 t;Ì giorni dei dfluvio" raccontati da Meticci PONTEDERA. Presentato alla libreria Roma "il giorno del diluvio. 4 novembre 1966. L'alluvione a Pisa e in provincia ", volume scritto dal giornalista Giuseppe Meucci ed edito da Ets. un libro nato per ricordare a chi c'era l'evento più drammatico subìto dalla provincia di Pisa dopo la fine della guerra. E anche per far sapere ai più giovani che cosa è davvero successo il 4 novembre 1966 e nel giorni successivi. Dal mancato allarme , alle opere di difesa lasciate colpevolmente incompiute. Dalla difficile ripresa dell'economia nelle zone della provincia più danneggiate - Pontedera, Santa Croce, Castelfranco - fino alla cicatrice mai rimarginata dei Lungarni pisani privati del ponte Solferino , il più bello della città. un libro arricchito da una documentazione fotografica (ben 259 immagini provenienti anche dall 'archivio Frassi) in gran parte inedita, oggi riproposto in una terza edizione aggiornata fino alle piene dell'Arno del 2014 e con nuove interessanti foto. in appendice, un testo dell'ingegner Isabella Bonamini, dirigente tecnico dell'Autorità di Bacino dei fiume Arno, sulle opere compiute e da compiere, e un intervento di Paolo Ghezzi, vicesindaco di Pisa con delega alla Protezione Civile. Alluvioni in Toscana Pagina 138 , _7_ g rocc i hi 0 zer e i' g d 1 ie A ontedera fu l'Era a causare gravissimi danni colpo durissimo alla capitale dell'industria A destra via Castelli invasa dall'acqua nel 1966 A sinistra nello scatto di Franco Silvi la strada nel centro di Pontedera come appare oggi di ANDREA LANIN I uto rovesciate dalla furia della corrente, saracinesche abbassate, strade deserte. Via Castelli a Pontedera raccontata da una foto scattata sabato 5 novembre 1966. L'acqua del fiume Era si sta ritirando, la città è ancora paralizzata. Di lì a poco, su queste vie trasformate in gorghi maleodoranti, inizieranno a navigare alla meglio, zigzagando tra carcasse di auto e detriti, i mezzi dei soccorritori, tra cui diversi pattini fatti arrivare in tutta fretta da Viareggio. 4 novembre, il venerdì dell'al luvione: per l'Italia, che in questa data celebra la Giornata dell' Unità Nazionale e delle Forze Armate, doveva essere un momento di festa. Ma in molte parti della Toscana, in quel giorno del '66, c'è poco da festeggiare. Gli allarmi si susseguono incessantemente. A Pontedera, la piena dell'Era fa paura già dalle prime ore dell'alba. L'Arno è ancora sotto il livello di guardia, rna cresce di un metro ogni ora. Alle 4.00, a La Rotta, l'Arno minaccia di rompere gli argini che fiancheggiano la Tosco-Rornagnola. Due ore dopo, l'ufficiale Alluvioni in Toscana idraulico del Genio Civile inizia a reclutare volontari e raccogliere sacchi di sabbia per le operazioni di arginatura. Alle 7.30, l'Arno ha già allagato la periferia di Firenze e minaccia il centro. Pontedera attende con sgomen to l'ondata di piena. In città, l'esultanza per il ricordo della vittoria del Regio Esercito nella prima Guen•a mondiale scende parallelamente al salire del livello dei fiumi. Le celebrazioni del 4 novembre si svolgono in fretta, svogliatamente. Molti negozi Pagina 139 ed esercizi commerciali del centro - tra cui, probabilmente, anche la trattoria di via Castelli - rimangono chiusi. Dalle 9 circa, i pontederesi iniziano ad affollarsi sulle spallette dell'Amo. Nessuno pensa alla minaccia del fiume Era. F un errore: a Pontedera, le sponde dell'Arno, al contrario di quelle del suo affluente, resisteranno. Ma il grande fiume proveniente da Firenze farà moltissimi dan ni nella zona del Cuoio. «Le notizie da Firenze, dapprima incerte, poi più precise erano spaventose e così quelle provenienti da alcuni grossi centri della provincia di Pisa invasi e devastati oltre ogni misura e immaginazione dall'Arno e dai suoi affluenti», scriveranno nel novembre 1967, a un anno esatto dai fatti, i redattori di "Diluvio sul Pian di Pisa", la pubblicazione con cui la Camera di Commercio di Pisa commemorò il primo anniversario dell'alluvione. «Anche a Pisail fiume era lì lì per scoppiare: aveva tumultuato per ore, ruggendo al disopra delle paratie; poi, lentamente, imprecettibilmente, era comin- ciato, sul far della notte, a calare. Ma nessuno dormì, quella notte, che doveva preludere alla sconfortante, tremenda, incredibile realtà di un'alba più nera della stessa notte». «Nel panorama del disastro toscano - racconta ancora "Diluvio sul Pian di Pisa" - Pontedera poteva essere paragonata a Firenze. Se Firenze è la capitale dell'arte, Pontedera è una piccola capitale dell'industria; se Firenze era stata colpita nei suoi tesori e se la sua gente stava vivendo ore disperate e drammatiche, non diversa era la situazione di Pontedera, colpita al cuore ovvero in quel complesso industriale che ne determina l'economia, che rappresenta la vita della zona». La Piaggio: il "cuore" colpito a morte dalla furia dell'acqua dell'Era è il suo. Ma ii colpo fu durissimo anche per tutti gli altri: gli artigiani, i commercianti, i piccoli imprenditori. La saracinesca chiusa della piccola trattoria di via Castelli, fotografata sabato 5 novembre, mentre l'intera Pontedera sembra galleggiare a stento sull'acqua melmosa dell'Era, diventa l'iconica rappresentazione di una città in ginocchio. Alluvioni in Toscana Pagina 140 Empoli, oggi le voti e i rumori dell'Arno un nuovo appuntamento perii 500 anniversario #Alluvione50, dei fiume Arno, si tiene oggi alle 14 al Cenacolo degli agostiniani di Empoli: si intitola "La grande guerra dell'Arno " di Francesco Niccolini . Una lettura emozionante per ragazzi e adulti , inserita nel più ampio progetto denominato "un fiume di libri", l'iniziativa comune di promozione della lettura legata al tema dei fiume Arno grazie al finanziamento della Regione, redatto in collaborazione tra la Rete documentaria REAnet e Bibliolandia, la Rete delle biblioteche di Pisa . Letture, musiche e voci dal fiume: un reading su base musicale a cura di Anna Dimaggio, attrice teatrale, di alcuni brani tratti dal volume di Niccolini, accompagnata dalle musiche di Gabriele Bochicchio, con suoni ed effetti d'acqua e voci. Le immagini sono a cura di Nadia Baldi. lnfo e prenotazioni 0571757840; email biblioteca®comune.empoli.fi.it sito web www.bibliotecacomune.empoli.fi.it Alluvioni in Toscana Pagina 141 POGG I O CA I ANO Mostra fotografica sull' alluvione del 1966 POGGIOACAIAN0 Anche il Comune di Poggio a Caiaco ha voluto dedicare una serie di iniziative all'anniversario dell'alluvione del 1966. In particolare alle Scuderie Medicee saràospitata unamostra fotografica sui drammi, le paure, le speranze e la solidarietà di quel novembre di 50 anni fa. Poggio a Calano non fu colpito direttamente dalle acque dell'Ombrone ma divenne il primo avamposto asciutto dove si organizzarono e partirono i numerosi soccorsi alle popolazioni alluvionate che si trovavano al di là della riva sinistra del torrente le cui acque avevano inondato campi, abitazioni e capannoni fino ad arrivare a lambire l'apice del ponte all'Asse in direzione Firenze e quello dei due ponti al Mulino e Attigliano, verso Prato. L'inaugurazione della mostra, che è in programma sabato 26 novembre alle 16.30, vedrà protagonisti, oltre al sindaco Marco Martini, anche gli autori di altre due iniziative in ricordo del tragico evento. Si tratta di Angiolo Buti, assessore del Comune di Poggio a Caiano all'epoca dell'alluvione edAurora Castellani , autrice del libro `L'altra Alluvione, il4 novembre 1966 a Prato, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e Quarrata' che sarà a sua volta presentato in questa occasione. (g.c.) Alluvioni in Toscana Pagina 142 I torrenti Corsalone e Talla quelli che hanno dato maggiori problemi alla popolazione Danni causati dall'alluvione: sopralluo dei tecnici dellUnione nelle zone critiche CASENTINO _______ Gli eventi atmosferici dei primi di novembre hanno causato anche in Casentino diversi danni e situazioni di pericolosità, sulle quali è necessario intervenire quanto prima. Gli uffici tecnici dell'Unione dei Comuni Montani del Casentino stanno effettuando varie ricognizioni dopo che, nei giorni dei fenomeni più intensi, il personale dell'Ente era intervenuto come Protezione Civile su richieste e segnalazioni die cittadini. La parte più colpita è stata quella medio-bassa della vallata, con i torrenti Corsalone e Talla particolarmente "indisciplinati". A Talla l'acqua è giunta a lambire alcune case rendendo necessarie delle temporanee evacuazioni, nei pressi di Corsalone le acque del torrente omonimo hanno danneggiato opere idrauliche importanti per la regimazione di i-n corso che già in passato ha dato molte preoccupazioni. "Ora - dice Giampaolo Tellini, sindaco di Chiusi della Verna e titolare della delega al territorio in Unione - è tempo di cercare di attivare prima possibile gli interventi più urgenti di ripristino delle condizioni di sicurezza, anche perché la brutta stagione è appena iniziata e dobbiamo farci trovare pronti in Alluvioni in Toscana ----------------------------------------------------------------------- Danni alluvione I torrenti Talla e Corsalone sono quelli che hanno creato più problemi alla popolazione 1 caso di altri eventi simili". Per questo l'Unione dei Comuni ha inviato un corposo dossier in Regione ed al Consorzio di Bonifica affinché concordino come e quando effettuare gli interventi richiesti. "Con le nuove disposizioni regionali - prosegue Tellini ogni intervento sui territori deve essere stabilito da Firenze, noi abbiamo fatto quello che potevamo intervenendo subito come protezione civile e ora procedendo ai monitoraggi. E chiaro che stiamo segnalando le cose più evidenti riscontrate in quei giorni, perché completare la ricognizione richederebbe lana disponibilità di tempo, uomini e risorse che non abbiamo". Su oltre mille chilometri di corsi d'acqua in tutto il Casentino infatti, sono presenti fra briglie, gabbioni e manufatti di ogni genere più di 2.000 opere idrauliche, strumenti di regolazione e controllo dei corsi d'acqua e delle loro più comuni "intemperanze" soprattutto invernali. E tuttavia la situazione presneta ancora dei rischi e necessità di intreventi. E dopo l'alluvione dei pirmi giorni di novembre le carenze sono venute fuori ancora di più, mettendo in evidenza i punti più critici sui quali sarà necessario intervenire subito. Pagina 143 Il Regina Margherita aLza il sipario suLL'ALLuvione Marcialla E' IL 3 N OVE MBRE 1966, siamo in un appartamento in San Frediano. Tre sorelle passano una serata piovosa in casa giocando al «Tappo». La mattina dopo la catastrofe di una Firenze alluvionata. Prosegue con «L'alluvione», la stagione del Regina Margherita di Marcialla. Alle 21,30 di sabato spettacolo di teatro popolare toscano a cura della compagnia ViceVersa. Info: 055 8074348. Alluvioni in Toscana Pagina 144 La grande guerra dell'Arno Emozioni con Anna Dimaggio Letture, musiche e voci dai fiume: si chiama «# Alluvione5O» ed è un altro degli appuntamenti organizzati dal Comune di Empoli per ricordare il cinquantesimo anniversario dell'alluvione. Alle 19 di stasera al cenacolo degli Agostiniani l'attrice teatrale Anna Dimaggio leggerà brani tratti da 'La grande guerra dell'Arno' di Francesco Niccolini. Una lettura emozionante per ragazzi e adulti, inserita nel più ampio progetto denominato `Un fiume di libri'. La lettura sarà accompagnata dalle musiche di Gabriele Bochicchio, con suoni ed effetti d'acqua , voci e registrazioni . lnfo: 0571 757840. Alluvioni in Toscana Pagina 145 Affrontare Le ll vi i rícordando queLLa l 1966 Alluvioni in Toscana Cerreto Guidi N ELL'AMB ITO delle iniziative per ricordare l'alluvione del 1966, ai MuMeLoc di Cerreto Guidi si terrà stasera alle 21.15 l'incontro con Carlo Pagliai su «Tempi di ritorno alluvionale e assetto del territorio cerretese» Pagina 146 QUANDO Si AFFRONTANO LE DIFFICOLTA' TUTTI INSIEME I RISULTATI ARRIVANO 1/1 r D'emozione di Sousa di fronte alla tragedia «QUANDO si affrontano i problemi e le difficoltà tutti insieme è possibile raggiungere risultati gioiosi. Spero che sia così anche nel futuro della Fiorentina». Queste le parole di Paulo Sousa al termine della visita della mostra sui 50 anni dell'alluvione in corso di svolgimento fino a domenica nell'auditorium de La Nazione. Parole sincere, dettate dall'emozione di capire attraverso foto, filmati e testimonianze la vastità della u/,M/, /nosii o tragedia che lui ha solo intuito dal racconto di un conoscente. Sousa, accompagnato dal suo collaboratore Sem Moioli, si è soffermato a lungo sulle prime pagine de La Nazione del 1966, e sulle foto realizzate allora dai protagonisti, loro malgrado, della catastrofe che mise in ginocchio la città. A fare gli onori di casa il direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis e il direttore di sede, Stefano Fantoni. Con loro la redazione sportiva, guidata da Paolo Chirichigno. Per Sousa è stata l'occasione per calarsi ulteriormente nella storia di Firenze; proprio lui, infatti, ha sempre insistito sull'importanza di trasmettere i valori della città sul campo di gioco, sin dai suoi primi giorni in viola. Il tecnico è rimasto più di un'ora, segno evidente che non è stata una mera visita di cortesia, ma qualcosa di più. Giampaolo Marchini Coi direttore De Robertis e il direttore di sede Fantoni Alluvioni in Toscana Coi capo dello Sport Chirichigno Pagina 147 dìre:Iore dell ' Uffido scolastico ffi visi ANCHE Domenico Petruzzo, direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale della Toscana, ha visitato la mostra «L'Arno straripa a Firenze» e si è sode ato con interesse in tutte le aree tematiche. Anche ieri flusso continuo di visitatori verso le 15mila presenze. L'esposizione è visitabile gratuitamente tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30, nel pomeriggio dalle 15 alle 18 ed è stata prorogata fino a domenica 27 novembre. Le scuole possono prenotarsi telefonando al numero 055.2495870. Alluvioni in Toscana Pagina 148 1 UNA MOSTRA UNICA, UN PEZZO FONDAMENTALE DELLA STORIA DI FIRENZE E DEL SUO GIORNALE» A l _5w r ® • ® _E DEDICHE SUL LIBRONE DELLE FIRME TESTIMONIANO LA PARTECIPAZIONE DELLA CITTÀ mortra á-m a • • • pe ® 0 1_A ff lo e e giunta di Palazzo Vecchio in visita a La Nazione: `< ogh e i LE SONO brillati gli occhi davanti alle immagini del nonno, il sindaco Piero Bargellini, immerso nel fango con gli stivaloni in quel giorno che ha segnato la storia di Firenze. Lei, l'assessore al welfare di Palazzo Vecchio, Sara Funaro, insieme ai colleghi di giunta Lorenzo Perra, Giovanni Bettarini, Andrea Vannucci e Simona Bettini ieri ha visitato la nostra mostra `L'Arno straripa a Firenze' che, dopo la proroga, resterà aperta a tutti con ingresso gratuito sino a domenica. «Una mostra unica, un pezzo fondamentale del- la storia di Firenze, raccontato dal giornale di Firenze con un grande direttore che ha segnato un passo importante», hanno scritto sul libro delle dediche. «Una mostra che vorremmo diventasse permanente per i fiorentini di ieri, di oggi, di domani», con un «grazie di cuore», chiudono il passaggio a La Nazione. Loro, testimoni di una città capolavoro che ancora lotta contro il pericolo che forti ondate di maltempo possano mettere in crisi il sistema idrogoeologico, con un patrimonio da difendere che è la nostra ricchezza assoluta. «Si vedono l'anima e l'orgoglio della nostra città nella mostra, con le immagini, le pagine di giornale e il docufilm che racconta l'esperienza diretta dei giornalisti - dicono - La Nazione ha saputo cogliere i momenti più importanti e assemblarli in un insieme che serve a tenere viva la memoria su ciò che non dovrà ripetersi». Gli assessori sono stati accompagnati nel percorso dal direttore de La Nazione, Pier Francesco De Robertis, dal caporedattore della Cronaca Luigi Caroppo e dalla giornalista Ilaria Ulivelli. Gli assessori di Palazzo Vecchio con il direttore Pier Francesco De Robertis, il capocronista Luigi Caroppo e la giornalista Ilaria Ulivelli V F. L'assessore al welfare Sara Funaro alla nostra mostra davanti a una foto del nonno, il sindaco dell 'alluvione Piero Bargellinì Alluvioni in Toscana Pagina 149 Arno Arnacdo Mostra píttura libri: ciclo i i zi tiv BAGNO A RIPOLI «ARNO Arnino Arnaccio» è il programma di incontri organizzato nella biblioteca di Bagno a Ripoti. Domani alle 17,30 inaugurazione delta mostra di pittura di Mauro Falzoni «Piccato mondo d'Arno», fino al 6 dicembre. Il 29 novembre presentazione del libro di Massimo Casprini «Arno più fatti che rena»; il 2 dicembre «1966 Firenze al tempo dell'alluvione» di Andrea e Fabrizio Petrioli; il 6 dicembre alle 17,30 «Poi il fiume diventò nero» di Giovanni Morandi. Alluvioni in Toscana Pagina 150 «¡ fili dell'acqua» approda agli In astri DOPPIO appuntamento, domani, al Teatro degli Industri per la rappresentazione teatrale dedicata all'alluvione del 1966 «Il filo dell'acqua». Alle 10 per gli studenti delle scuole e alle 21 per tutti sarà possibile assistere allo spettacolo scritto da Francesco Niccolini che racconta, con il linguaggio tipico del teatro, la drammaticità di quei giorni di cinquant'anni fa. Per la regia di Roberto Aldorasi e Francesco Niccolini calcheranno la scena Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci. Scene e video di Antonio Panzuto. Musiche originali di Paolo Coletta. Luci di Marco Messeri. Costumi di Lucia Socci. «RACCONTARE oggi quella sto- ria, storia d'acqua e resurrezione - è detto in una nota - non è una banale cerimonia del ricordo, ma un rito collettivo e fondamentale, per chi, non dimenticando, vuole cercare i veri problemi e prevenire altra distruzione. Senza fatalismo. E senza dare colpa all'acqua». «Il filo dell'acqua» segue tre voci per un canto che intreccia poesia, storia e la memoria di chi c'era. E poi la musica, le immagini, le parole di allora, i telegiornali, le opere d'arte, le prime pagine dei giornali, le voci, il pianto, tutto mischiato, vicino e lontano, in quel contraddittorio, spaventoso e al tempo stesso meraviglioso momento in cui tutto quello che è normalità e quotidianità salta e diventa straordinario e condiviso. Lo spetta- colo è un racconto in forma di poema, installazione e rito collettivo che parla di cinquant'anni fa come fosse oggi, perché l'alluvione di Firenze, quel 4 novembre 1966, non fu la prima e non è stata l'ultima. Perché l'alluvione di Firenze è stata anche l'alluvione di Grosseto e di tutta la Toscana, l'acqua alta di Venezia, l'allagamento di mezza Italia: tutto in una notte. Allora come ora. In nome dell'acqua. In nome della vita. In nome del bene comune. La cronaca di quei giorni: incalzante, ora dopo ora; di più: minuto dopo minuto. Di come in ventiquattr'ore piovve l'acqua di 100 giorni, di come la città non fu avvertita. Minuto dopo minuto: l'ultima notte senza sapere, un risveglio da incubo, e ottanta ore di follia. Doppio spettacolo' atte 10' e atte 21 Sulla scena vengono', portati' i ricordi' de11966'. Alluvioni in Toscana Pagina 151 TAGLIO DEL NASTRO AL MUSEO PIAGGIO Focus L 'app untamento Lunedì dalle 9 atte 18 in Comune chi vorrà potrà raccontare i propri ricordi dell'alluvione del '66 Nostra sull'alluvione L'appello ai testimoni per un video didattico G Ui 3J-' . ii 4'ECC Zi'O V,/EMichele Quirìci mentre racconta i segreti delle foto esposte (foto Germogli) VIAGGIO fotografico dove ripercorrere i momenti tragici dell'alluvione del 4 novembre 1966. E questo il senso della mostra "Era il 4 novembre" inaugurata martedì pomeriggio al museo Piaggio di Pontedera. Un'iniziativa che rientra nel calendario di eventi per celebrare i cinquant'anni dall'alluvione a Pontedera, una catastrofe che segnò un prima e un dopo nel rapporto di amore e odio tra la città e i suoi fiumi. Una rievocazione iniziata proprio il4 novembre con una visita guidata svolta da Mario Mannucci e Michele Quirici sui luoghi in cui in quei giorni di cinquant'anni fa il fiume ruppe. «Oggi inauguriamo questa mostra - ha aperto Alluvioni in Toscana Michele Quirici della Tagete edizioni - che amo definire casalinga, per la passione che ci mettiamo nonostante i pochi mezzi a disposizione. Invito tutti a partecipare lunedì dalle 9 alle 18 in Comune negli ex locali della Polizia Municipale alla raccolta dei video dei protagonisti da parte dello staff di Valdera Video». L'obiettivo è quello di raccogliere le interviste dei testimoni di quegli eventi che davanti a una telecamera racconteranno qual è il ricordo più significativo dell'alluvione. Il video sarà uno strumento ulteriore, oltre ai racconti e alle foto, per portare la storia di Pontedera all'interno delle scuole della zona. La mostra sarà visitabile per una settimana al museo Piaggio e poi dal 1 al 23 dicembre sarà spostata alla biblioteca comunale G. Granchi. Gli ultimi eventi in programma nel cartellone dedicato all'alluvione saranno la presentazione del libro «Era» il 4 novembre 1966. Cinquant'anni dall'alluvione a Pontedera, edito da Tagete, sabato alle 17 alla biblioteca, con immagini inedite e una riflessione sul rischio idreogeologico delle nostre zone e poi, l'ultimo, venerdì 23 dicembre alle 18 per l'inaugurazione della mostra fotografica: "L'alluvione del 1966 in Provincia di Pisa a cura della Rete Archivistica provinciale di Pisa". S.E. Pagina 152 • rc a ,, na rnvista, v sta, una i ï or % 1 ï _,_ u í, Appuntamento alle Scuderie Medicee con i testi, POGGIO a Caiano ricorda l'alluvione di Firenze. Cinquant'anni fa l'acqua arrivò sino a Sant'Angelo a Lecore e Poggio divenne il primo avam posto asciutto dove si organizzarono e partirono i soccorsi alle popolazioni alluvionate che si trovavano al di là della riva sinistra del torrente Ombrone le cui acque avevano inondato campi, abitazioni e capannoni fino ad arrivare a lambire l'apice del ponte all'Asse in direzione Firenze e quello dei due ponti al Mulino e Attigliano, verso Prato. Per celebrare l'anniversario è stata allestita una mostra che aprirà sabato alle 16.30, nella biblioteca Inverni e vedrà protagonisti, oltre al sindaco Marco Martini, anche gli autori di altre due iniziative in ricordo del tragico evento. Si tratta di Angiolo Buti (assessore di Poggio all'epoca) che si prodigò nei soccorsi e che ha raccontato la vicenda sull'ulti- Alluvioni in Toscana AD n i del tempo co Martini e l'assessore alla cultura Giacomo Mari - vuole ricordare quel triste avvenimento, riproponendo sì la devastazione, ma soprattutto l'impegno ed il sacrificio dei tanti poggesi e non, che fornirono prima soccorso e poi conforto a chi si trovava nel bisogno, dan- soccorsi ad alcuni alluvionati con un pattino di salvataggio: è una delle foto che sarà in mostra da sabato alla biblioteca Inverni mo numero del trimestrale `Ambra' (in cui viene anche riportato integralmente il diario di quei giorni tenuto da suor Maria Isabella Domenici dell'Istituto delle Minime suore del Sacro Cuore) e Aurora Castellani, autrice del libro `L'altra Alluvione, il 4 novembre 1966 a Prato, Campi Bisen- zio, Signa, Lastra a Signa e Quarrata' che sarà a sua volta presentato in questa occasione. «La mostra fotografica che abbiamo voluto dedicare assieme a questo numero speciale del periodico Ambra `ai poggesi ed alla città di Viareggio ' in condivisione con l'associazione `Soffici' - spiegano il sindaco Mar- Il sindaco : «Per ricordare ['impeg no dei poggesì che fornirono soccorso» do prova di profondo senso civico, coraggio ed intraprendenza (costruendo ad esempio zattere improvvisate) fin dalle prime drammatiche ore». La mostra sarà aperta fino al 7 gennaio dal martedì al venerdì (9,30-13 e 15-18,30) e il sabato (9-13). M. Serena Quercioli Pagina 153 rca Azzurra Teatro dedica una nuova produzione teatrale al cinquantesimo anniversario dell'alluvione di Firenze. Lo spettacolo è "Il filo dell'acqua", scritto da Francesco Niccolini, autore anche dei libro "II Filo dell'Acqua. L'alluvione a Firenze 4 novembre 1966", edito da ScienzaExpress. La regia è di Roberto Aldorasi e Francesco Niccolini. Interpreti, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci . Scene e video di Antonio Panzuto. Musiche originali di Paolo Coletta. Luci di Marco Messeri. Costumi di Lucia Socci. Lo spettacolo, che ha appena debuttato, è in programma domani alle 21 al Teatro degli Industri a Grosseto. Ma sempre domani, alle l0, è prevista una matinée. Cinquant'anni fa l'Arno fu protagonista di un'autentica guerra, che non abbiamo più smesso di combattere. Raccontare oggi quella storia, storia d'acqua e resurrezione, non è una banale cerimonia del ricordo, ma un rito collettivo e fondamentale, per chi - non dimenticando - vuole cercare i veri problemi e prevenire altra distruzione. Senza fatalismo. E senza dare colpa all'acqua. Il filo dell'acqua segue tre voci per un canto che intreccia poesia, storia e la memoria di chi c'era. E poi la musica, le immagini, le parole di allora, itelegiornali, le opere d'arte, le voci, il pianto, tutto mischiato, vicino e lontano, in quel contraddittorio momento in cui tutto quello che è normalità e quotidianità salta e diventa straordinario e condiviso. Scandito dal ritmo perenne dell'acqua e dellapioggia, il poema prende corpo: in scena due uomini, una donna, e un immenso aggrovigliarsi di Alluvioni in Toscana Una scena de" II Filo dell'acqua" L'alluvione di Firenze è poema scenico ul Filos dell'acqua oggetti travolti dall'acqua. Suoni, rumori, immagini, tutto che scorre. Insieme raccontano e restituiscono il ricordo di giorni orribili e meravigliosi. Si, perché incredibilmente - nella mente di tutti i protagonisti quei momenti restano allo stesso tempo i giorni dell'umiliazione e della meraviglia, del furore e dell'entusiasmo, dell'indignazione e della solidarietà. Del lutto e della rinascita. «Il filo dell'acqua - spiegano Roberto Aldorasi e Francesco Niccolini - è la storia immensa di una catastrofe che poteva essere mille volte di più. Ma anche la storia di una catastrofe che, almeno in parte, poteva essere evitata. Un lungo racconto che non poteva essere affidato a una voce sola, perché storia corale, che parla di vita e di bene comune, di oblio e di un'umanità intera. Che parla di una città, Firenze, dei suoi ponti, delle sue opere d'arte, delle sue biblioteche, delle sue persone. Che parla di un paese, l'Italia, che da molti anni non riesce a interrompere questa lunga, terribile, umiliante corruzione del proprio corpo. E della propria anima». Per acquistare i biglietti del serale, botteghino aperto dalle 17. Dalle 8,30 perla matinée. Pagina 154 LA FOTO 1 CINQUANT'ANNI REGALO /// / // í/, , 91 2 F// / " 0 1G ' % ` "' o, /,.1v./,. ioi . r i„ u/ % ,,,, ♦ ,/ i fJ''%/i d/ í//,' ' "' // ' //r / .G. G %. a diANDREALANINI uto rovesciate dalla furia della corrente, saracinesche abbassate, strade deserte. Via Castelli a Pontedera raccontata da una foto scattata sabato 5 novembre 1966. L'acqua del fiume Era si sta ritirando, la città è ancera paralizzata. Di lì a poco, su queste vie trasformiate in gorghi maleodoranti, inizieranno a navigare alla meglio, zigzagando tra carcasse di auto e detriti, i mezzi dei soccorritori, tra cui diversi pattini fatti arrivare in tutta fretta da Viareggio. 4 novembre, il venerdì dell' alluvione: per l'Italia, che in questa data celebra la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, doveva essere un momento di festa. Ma in molte parti della Toscana, in quel giorno del'66, c'è poco da festeggiare. Gli allarmi si susseguono incessantemente. A Pontedera, la piena dell'Era fa paura già dalle prirne ore dell' alba. L'Arno è ancora sotto il livello di guardia, ma cresce di un metro ogni ora. Alle 4.00, a La Rotta, l'Arno minaccia di rompere gli argini che fiancheggiano la'Tosco-Romagnola. Due ore dopo, l'ufficiale idraulico del Genio Civile inizia a reclutare volontari e raccogliere sacchi di sabbia per le operazioni di arginatura. Alle 7.30, l'Arno ha già allagato la periferia di Firenze e minaccia il centro. Pontedera attende con sgomento l'ondata di pie- Alluvioni in Toscana Uno scorcio di via Castelli nel centro di Pontedera allagata na. In città, l'esultanza per il ricordo della vittoria del Regio Esercito nella prima Guerra mondiale scende parallelamente al salire del livello dei fiumi. Le celebrazioni del 4 novembre si svolgono in fretta, svogliatamente. Molti negozi ed esercizi commerciali del centro - tra cui, probabilmente, anche la trattoria di via Castelli - rimangono chiusi. Dalle 9 circa, i pontederesi iniziano ad affollarsi sulle spallette dell'Arno. Nessuno pensa alla minaccia del fiume Era. È un errore: a Pontedera, le sponde dell'Arno, al contrario di quelle del suo affluente, resisteranno. Ma il grande fiume proveniente da Firenze farà moltissimi danni nella zona del Cuoio. «Le notizie da Firenze, dapprima incerte, poi più precise erano spaventose e così quelle provenienti da alcuni grossi centri della provincia di Pisa invasi e devastati oltre ogni misura e immaginazione dall'Arno e dai suoi affluenti», scriveranno nel novembre 1967, a un anno esatto dai fatti, i redattori di "Diluvio sul Pian di Pisa", la pubblicazione con cui la Camera di Commercio di Pisa commemorò il primo anniversario dell'alluvione. «Anche a Pisa il fiume era lì lì per scoppiare: aveva tumultuato per ore, ruggendo al disopra delle paratie; poi, lentamente, imprecettibilmente, era cominciato, sul far della notte, a calare. Ma nessuno dormì, quella notte, che doveva preludere alla sconfortante, tremenda, incredibile realtà di un'alha più nera della stessa notte». 01 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 155 • centro mvaso ac ia f go , % q 2n I soccorritori portano generi di conforto alle famiglie di Pontedera prigioniere in casa diANDREALANINI novembre 1966. Acqua e fango hanno trasformato il centro storico di Ponte- dera in un canapo di battaglia. Volti di cittadini inermi affilati dalla stanchezza e dallo spavento ne studiano i particolari. Sullo schiumoso lago che sovrasta il punto in cui via Mazzini incrocia via Castelli, i mezzi di soccorso, tra cui pattini cremi presi in prestito al mare della Versilia - li hanno portati in tutta fretta alcuni camion fatti arrivare da Viareggio - si affannano per portare generi di conforto alle famiglie ancora imprigionate nelle case. Di fronte all'obiettivo che immortala il momento, la prospettiva di via Castelli, da cui si raggiunge corso Matteotti e la piazza del Duomo. Alle spalle del fotografo, via Castelli s'inerpica verso la Tosco-Romagnola, il cui perimetro costeggia l'argine dell'Arno. È su questa strada che venerdì 4 novembre, il giorno dell'alluvione, a partire da mezzogiorno, quando le ultime notizie danno Firenze già sott'acqua, i pontederesi iniziano a sistemare sacchi di sabbia attorno alle spallette del fiume. Temono l'Arno, i pontederesi. Nessuno pensa al pericolo costituito dal suo affluente. Invece è il fiume più piccolo a colpire. Alle 14.30 di venerdì, la pressione dell'acqua dell'Era fa cedere l'argine all'altezza della Montagnola, con la complicità, dice subito qualcuno, del ponte ferroviario, che, facendo da tappo alla furia della corrente, ha ulteriormente peggiorato le cose. La città precipita nel suo peggiore incubo dai Alluvioni in Toscana tempi della guerra. Inizierà ad emergerne, seppur a fatica, a partire dal tardo pomeriggio del giorno dopo, quando l'acqua, ritirandosi, lascerà maggiore libertà di manovra ai soccorsi. Che, fino a poche ore prima, arrivano solo via acqua: nari appena la rabbia della corrente lo permette, barche e pattini, zattere e gommoni prendono a solcare i "canali" del centro storico. A bordo delle imbarcazioni disponibili, anche in via Mazzini, cittadini e forze dell'ordine impegnati ad aiutare i più bisognosi - per fortuna, l'alluvione, a Pontedera, non provocherà né morti né feriti - mentre la popolazione, assiepata su grottesche rive sorte dal nulla, assiste incredula alla spaventosa metamorfosi di luoghi che, fino a pochi istanti prima, accoglievano gesti familiari, ordinare consuetudini. Maccheroni comunica ai pontederesi che il pericolo è serio, imminente: un'auto munita di altoparlante prende ad attraversare le vie del centro per dirarnare il comunicato d'allerta. Alla rovinosa rottura dell'argine del fiume Era all'altezza della "Montagnola" mancano circa tre ore. Per Pontedera, il disastro è inimmaginabile. L'Era ha messo la città in ginocchio. Nelle zone vicine, a colpire duro ci ha pensato l'Arno. Carne nel distretto del cuoio. Santa Croce sull'Arno, Castelfranco di Sotto, Santa Maria a Monte: un tempo vivevano essenzialmente di agricoltura, ma da diversi anni l'industria, con le manifatture del cuoio e delle scarpe, ha preso il sopravvento. L'alluvione mette al tappeto il sistemaproduttivo. U, RIPRODUZIONE RISERVATA La foto in bianco e nero che vi presentiamo è stata scattata sabato 5. Alle 8.30 del giorno prima, il sindaco di Pontedera, Giacomo Maccheroni, incontra l'ufficiale idraulico del Genio Civile e il tenente dei Carabinieri: si decide di allertare i servizi tecnici, ma non la popolazione. È la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, l'Italia ricordala propria vittoria nel primo conflitto mondiale. Ma, in città, la voglia di festeggiare è poca. Alle 10.30 il ponte ferroviario sull' Era è chiuso. Alle 11.30 circa Pagina 156 La zona d i via Mazzini trasformata in un lago La foto è stata scattata il 5 novembre del 1966 A destra lo stesso punto oggi (Foto Sllvi) Alluvioni in Toscana Pagina 157 O c u 4z ' f/,/,/`! La Cooperativa Minerva (sede legale in via veronese 21a, sede amministrativa via Bonistallo 59 a Empoli), con gli operatori egli ospiti dei centro diurno I Tigli di Certaldo (viale Matteotti 40/b), in collaborazione con l'Istituto comprensivo dì Certaldo e il Comune dì Certaldo, presentano lo spettacolo " in scena l'alluvione", questo pomeriggio alle 17.30 presso l'auditorium 'li Macelli " a Certaldo in piazza macelli . L'ingresso è libero . Lo spettacolo si ïnserïsce nel progetto dell'ammïnïstrazione comunale dal titolo "Certaldo 196612016" e presenta testimonianze e rielaborazioni artistiche ispirate agli eventi drammatici di cui ricorre il cinquantesimo anniversaria . L'aspetto innovatïvo di questo lavoro sta nellacollaborazïone tra scuola media e centro diurno, che propone , attraverso canzoni ed immagini, un momento di alta integrazione all'ïnsegna dei valori della memoria civïca e della partecïpazione. Alluvioni in Toscana Pagina 158 PONTE UGGIANESE PROROGA LA rTOSTRASULL'ALLUVIONE Il Comune di Ponte Buggianese comunica che la mostra organizzata per la ricorrenza del cinquantenario dei l'alluvione' 66, visto il notevole afflusso di pubblico rimarrà aperta anche domani pomeriggio e domenica dalle 15 al le 17. La mostra è al lestita presso l'edificio dei la Dogana dei Capannone, località Anchione. Per informazioni: Biblioteca Comunale, tel. 0572 932181, biblioteca©a comuno.pontebug gianese.pt.it Alluvioni in Toscana Pagina 159 POGG IO CAIANO . l alluv one ' ® POGGIOACAIANO Anche il Comune di Poggio a Caiano lia voluto dedicare una serie di iniziative all'anniversario dell'alluvione del 1966. In particolare alle Scuderie Medicee sarà ospitata una mostra fotografica sui drammi, le paure, le speranze e la solidarietà di quel novembre di 50 anni fa. Poggio a Calano non fu colpito Alluvioni in Toscana i direttamente dalle acque dell'Ombrone ma divenne il primo avamposto asciutto dove si organizzarono e partirono i numerosi soccorsi alle popolazioni alluvionate che si trovavano al di là della riva sinistra del torrente. L'inaugurazione della mostra, che è in programma domani alle 16.30, vedrà protagonisti, oltre al sindaco Marco Martini, anche gli autori di al- 1 66 alle SrAerie tre due iniziative in ricordo del tragico evento. Si tratta di Angiolo Buti, assessore del Comune di Poggio a Caiano all'epoca dell'alluvione che si prodigò nei soccorsi d Aurora Castellani, autrice del libro `L'altraAlluvione, il4 novembre 1966 a Prato, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e Quarrata' che sarà presentato in questa occasione. (g. C.) Una foto dell 'alluvione del 1966 Pagina 160 LA MOSTRA SULL'ALLUVIONE DEL 1966 E' STATA INAUGURATA DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA MATTARELLA E RESTERA' APERTA FINO A DOPODOMANI, DOMENICA, CON INGRESSO GRATUITO Firenze umer recor H i ( er la mostra ` messagg i de i vis itato ®. CONTINUA a richiamare tanti visitatori la mostra «L'Arno straripa a Firenze», allestita da La Nazione nella sede del giornale, nell'auditorium Attilio Monti. Si avvicina l'obiettivo delle 15mila presenze. Un successo testimoniato dalle firme lasciate all'uscita e dai tanti messaggi. Il segno di un rapporto che affonda le radici nella tradizione: i cittadini, l'Arno, La Nazione. Un legame inaffondabile e capace di vincere un disastro come quello del novembre del 1966. L'esposizione è visitabile gratuitamente tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18. L'ingresso è gratuito. Visto il successo di pubblico, la mostra è stata prorogata fino a domenica 27 novembre. Raccoglie testimonianze video, fotografie (dei nostri archivi e dei lettori), riproduzioni delle prime pagine de La Nazione (in quei giorni sempre in edicola nonostante la città sott'acqua). Bellissimi i messaggi Alluvioni in Toscana - della «gente semplice» accanto a vip e meno vip. Anche solo leggere il libro delle firme apre il cuore alle emozioni che vengono rivissute. Insomma un'occasione da non perdere per vedere il docufilm, le foto che ci hanno inviato i fiorentini e non solo, rivedere i libri alluvionati e salvati, rileggere la cronaca di quei giorni tanto difficili da segnare il rilancio della città. Niente da allora è stato più come prima. La nostra esposizione è visitabile tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18. Domenica ultima g iorno con orario continuato. Pagina 161 1 ragazzi di Sipario ieri in visita alla nostra mostra Le vìsíte dette scuote L'entrata in auditorium con la gigantografia della prima pagina Alluvioni in Toscana Le scuole possono approfittare ancora per prenotarsi alla mostra sull'alluvione a La N azione telefonando allo 055.2495870 . L'ingresso è gratuito. Pagina 162 FINO al 27 per visitare a Palazzo Malaspina la mostra fotografica «L'alluvione e non solo...». I momenti più drammatici, nel 50° anniversario, immortalati da Roberto Germogli, fotografo e giornalista della 'Nazione'. Alluvioni in Toscana Pagina 163 Volontari e testimoni che hanno vissuto quei giorni di paura presenti per il libro di Aurora Castellani L'alluvione del `66 a Campi tra commozione e ricordi CAMPI BISENZIO (tvt) Fra commozione e qualche risata Campi ha ricordato l'alluvione del '66. L'occasione è stata la presentazione del libro a cura di Aurora Castellani «L'altra Alluvione, il 4 novembre 1966 a Prato, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e Quarrata». Un testo che racconta storie e personaggi di un'alluvione spesso dimenticata, quella che colpì i Comuni vicino a Firenze. La serata che si è svolta alla Pubblica assistenza di Campi venerdì 18 novembre è stata condotta dalla direttrice di Bisenziosette Debora Pellegrinotti e ha visto la partecipazione dell'assessore alla Protezione civile del Comune di Campi Riccardo Nucciotti e dei rappresentanti delle associazioni di Protezione civile del territorio. rivivere personaggi del periodo e situazioni talvolta persino divertenti nonostante la tragedia raccontata. Commosse invece le parole di Roberto Lombardi , responsabile della Protezione civile per la Pubblica assistenza, che ha vissuto e raccontato le due alluvioni di Campi: quella del '66 vista con gli occhi di un bambino a San Martino e quella del '91, vissuta come volontario impe- gnato a soccorrere la cittadinanza. Ma la serata non è stata solo l'occasione per ricordare l'alluvione di cinquant'anni fa; il terna infatti ha rappresentato anche uno spunto per parlare di Protezione civile e di come si è evoluta negli anni, dell'impegno e delle difficoltà a cui i volontari devono far fronte nei momenti di crisi. 0 RIPROOOZIO!NE RISERVATA A mettere in moto la realizzazione del libro è stata la proposta lanciata ai lettori sulle pa- LAS! i L'assessore Pica: 'oNuc:ia9ri, Ia ti iee di BisenIsette Debora Pellegrinotti - ' tdce Au- gine di Bisenziosette di inviare fotografie riguardanti l'alluvione, il progetto poi è cresciuto sempre più grazie all'attento e scrupoloso lavoro di ricerca portato avanti dall'autrice. La serata è stata l'occasione per ricordare anche attraverso le parole di chi quei momenti li ha vissuti e li conserva ben scolpiti nella mente, come Mauro Lodavisi che con la sua testimonianza sull'alluvione vista dalla frazione di San Donnino ha arricchito il volume facendo Castellani. Sotto a destra Roberto Lombardi e a sinistra Mauro dc visi Alluvioni in Toscana Pagina 164 Alluvione Foto dal fango L'ALLUVIONE del '66, nell'anno del suo cinquantesimo anniversario, è al centro di una mostra fotografica ospitata fino al 4 dicembre al Polo Espositivo Culturale "Le Clarisse" di Grosseto (via Vinzaglio). L'esposizione è organizzata dall'Agenzia Fotografica BF e dal Comune di Grosseto, ed è composta da alcune delle immagini più significative tratte dal libro fotografico "L'alluvione del '66" realizzato proprio dall'Agenzia Fotografica BF. La mostra fotografica e il libro sono autoprodotti dall'Agenzia Fotografica BF che da anni si prodiga nella preservazione del proprio archivio storico dal quale sono state ricavate le immagini utilizzate per i due progetti. Orario di apertura: martedì e giovedì dalle 9 alle 19, mercoledì, venerdì e sabato dalle 14 alle 19; chiusura la domenica e il lunedì. Ingresso gratuito. Alluvioni in Toscana Pagina 165 Sarà ospitata una mostra fotografica sui drammi, le paure, le speranze e la solidarietà di quel novembre di 50 anni fa con alcuni protagonisti del periodo Alle scuderie medicee si ricorda l 'alluvione del 1966 Questo comune non fu colpito direttamente dalle acque dell'Ombrone ma divenne il primo avamposto asciutto POGGIO A CALANO (ces) Anche il comune di Poggio a Caiano ha voluto dedicare una serie di iniziative all'anniversario dell'alluvione del 1966. 1 n particolare alle Scuderie Medicee sarà ospitata una mostra fotografica sui drammi, le paure, le speranze e la solidarietà di quel novembre di 50 anni fa. Poggio a Caiano non fu colpito direttamente dalle acque dell'Ombrone ma divenne il primo avamposto asciutto dove si organizzarono e partirono i numerosi soccorsi alle popolazioni alluvionate che si trovavano al di là della riva sinistra del torrente le cui acque avevano inondato campi, abitazioni e capannoni fino ad arrivare a lambire l'apice del ponte all'Asse in direzione Firenze e quello dei due ponti al Mulino e Attigliano, verso Prato. L'inaugurazione della mostra, che è in programma sabato 26 novembre alle 16.30, vedrà protagonisti, oltre al sindaco Marco Martini, anche gli autori di altre due iniziative in ricordo del tragico evento. Si tratta di Angiolo Buti, assessore del comune di Poggio a Caiano all'epoca dell'alluvione che si prodigò nei soccorsi e che ha raccontato quella vicenda sull'ultimo numero dei trimestrale 'Am- Alluvioni in Toscana bra' a sua volta tutto dedicato all'alluvione del 1966 (in cui viene altresì riportato integralmente il diario di quei giorni tenuto da Suor Maria Isabella Domenici dell'Istituto delle Minime suore del Sacro Cuore), ed Aurora Castellani , autrice del libro 'L'altra Alluvione, il 4 novembre 1966 a Prato, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e Quarrata' che sarà a sua volta presentato in questa occasione. «La mostra fotografica allestita nella biblioteca comunale F. Inverni per questa ricorrenza e che abbiamo voluto dedicare assieme a questo numero speciale del periodico Ambra 'ai poggesi ed alla città di Viareggio' in condivisione con l'associazione 'Soffici' - spiegano il sindaco Marco Martini e l'assessore alla cultura Giacomo Mari -, vuole ricordare, con la forza delle immagini e del racconto, quel triste avvenimento, riproponendo sì la devastazione, ma soprattutto l'impegno ed il sacrificio dei tanti poggesi e non, che fornirono prima soccorso e poi conforto a chi si trovava nel bisogno, dando prova di profondo senso civico, coraggio ed intraprendenza (costruendo ad esempio zattere improvvisate) fin dalle prime drammatiche ore pur di avviare il prima possibile l'ope- ra di aiuto». La mostra sarà visitabile fino al 7 gennaio 2017 con questo orario di apertura: dal martedì al venerdì 9.30-13 e 15-18.30 ed il sabato dalle 9 alle 13. Pagina 166 L'autrice del libro «L'altra alluvione» alla rpesentazione del volume a Vaiano a villa del Mulinaccio il 12 novembre Alluvioni in Toscana Pagina 167 S cattì ln mostra PALAZZO BLU di Pisa ospita fino al 29 gennaio 2017 la mostra fotografica dal titolo "4 novembre 1966. L'alluvione a Pisa". L"esposizione ricorda appunto la città in quel fatidico 4 novembre del 1966 quando venne completamente sommersa dal fiume Arno, che inondó case, negozi e compagne vicino all'area pisana. Le paratie montate sulle spallette dei Lungarni non furono sufficienti a contenere la massa d'acqua che dilagò nel centro portando con si fango e detriti. Una mostra che si presenta come una grande finestra spalancata sulla memoria e ci racconta della città invasa dal fango, del Ponte Solferino crollato e del Lungarno Pacinotti che in pochi giorni scivolò in Arno. E ancora di Pontedera somn-tersa dove la Piaggio, invasa dal fango, fu costretta a sospendere la produzione per un mese e del grande disastro della zona del cuoio. Difo; 0S86M2984 Alluvioni in Toscana Pagina 168 POGGIO, alle Scuderie Medicee si ricorda l'anniversario dell'alluvione del 1966: domani alle 16.30 inaugurazione di una mostra fotografica, presentazione del libro 'L'altra alluvione' e del numero speciale del trimestrale 'Ambra' Alluvioni in Toscana Pagina 169 Con R pìano I i Sícura 190 milioni atta Reqíone Nel piano Italia Sicura sono previste opere contro i dissesti idrogeologici per 90 milioni sull'area di Torino e 100 milioni nel resto del Piemonte STATO D ' ALLERTA dell ' alluvi one • - ,rr - • _di • e ArIL .«Z .r • -10^ -,i ` nel Cuneese per iafuna del Tanaro, d Po esonda a Torino Viviana Ponchia TORINO VORAG I NE II fiume Tanaro gonfiato dalle piogge, sopra, esonda a Garessio di Cuneo, sulle vie una coltre di fango (SkyTg24) Nella foto a lato: le auto ingoiate nella voragine che si è aperta nei centro di Ormea (Ansa) IL TRAUMA dell'alluvione del 5 e 6 novembre 1994 non è mai stato superato. I piemontesi se lo portano dentro, guardano il cielo e a ogni diluvio pregano. Cambiano i governi, le stagioni. Non quella paura. L'incubo ha il colore del fango, l'odore della crema di nocciola che si mescolò alla melma sulle vie di Alba regalando alla tragedia una dolcezza sinistra. Dopo mesi passati a reclamare contro una siccità anomala, siamo all'allerta rossa. L'incubo è tornato tra raffiche di vento a 100 chilometri all'ora e scrosci violenti, con i due grandi fiumi di nuovo in piena e le immagini funeste dell'onda nera pronta a invadere paesi e campagne. Corsi d'acqua grandi e piccoli sono sopra il livello di guardia. Esce dagli argini il Po dei Murazzi torinesi regalando visioni Ad Alba la Ferrero annulla la festa peri suoi 70 anni Scuole chiuse in Liguria surreali di una città che si veste per Natale, ha tutte le foglie sui platani e fotografa dai ponti scorci di possibili devastazioni tropicali. La situazione più critica resta in provincia di Cuneo con il solito elenco infinito di strade interrotte, scuole chiuse, volontari mobilitati. Rischia grosso l'alta Valle Tanaro. Il fiume si gonfia assieme ai suoi affluenti, supera la soglia di pericolo e mette in scacco Garessio, divisa in due, dove la situa- Alluvioni in Toscana zione sembra peggiore di quella del'94 con bar a negozi del centro allagati. A Ormea una voragine inghiotte tre auto. A Ceva preoccupa un fiumiciattolo come il rio Cheironzo e al sindaco Alfredo Vizio tornano in mente quei giorni là, quando la città contò quasi un centinaio di morti. Una frana costringe e a chiudere la statale per il San Bernardino, e lo stabilimento Ferrero ad Alba annulla anche i festeggiamenti in occasione dei 70 anni del gruppo. Il prefetto di Cuneo Giovanni Russo invita la popolazione a non mettersi in viaggio e a non sostare vicino ai corsi d'acqua. La sindaca di Torino, Chiara Appendino, fa prima e con un'ordinanza vieta il transito di veicoli e pedoni lungo il Po in stato di «criticità elevata». Che cosa è cambiato rispetto a 22 anni fa? Il geometra del comune di Clavesana va a fare un sopralluogo sul ponte dietro l'area dell'ex coto- Pagina 170 nificio, distrutto nel '94 e ricostruito subito dopo. «Dalle stime di 22 anni fa la portata del Tanaro era di circa 3.200 cubi d'acqua al secondo - spiega - E il ponte crollò. Quello che lo ha sostituito è progettato per un portata di circa 3500 metri cubi al secondo. Nel tardo pomeriggio di oggi (ieri ndr) era ostruito, pertanto è plausibile che il fiume oggi abbia una portata superiore a quella di allora. A fare la differenza rispetto al novembre del 1994 è il letto del fiume pulito». Non dappertutto. A Nucetto sotto le arcate sul Tanaro alberi e detriti cominciano a fare tappo. Su a Bagnasco, oltre la strada interrotta, il ponte romano diventato pedonale dopo il '94 non è transitabile. Ci sono sfollati. Siamo a novembre, l'impressione è che sia agosto. La temperatura è di una fresca estate in montagna, i lampi e i tuoni sono quelli di un vero temporale, che non smette mai. Disagi anche in Liguria, la protezione civile ha confermato allerta rossa per la Val Bormida, fino alle 12 di oggi. Nelle province di Imperia e Savona scuole chiuse. Su Genova resta allerta rossa fino alle 6 di oggi. IL GOVERNATORE Sergio Chiamparino è pronto a chiedere lo stato di calamità «perché la situazione è meteorologicamente più complessa rispetto al passato». E oggi arriverà il premier Renzi. Da Palazzo Chigi Erasmo D'Angelis, capo della struttura di missione Italia Sicura, garantisce: «Siamo in contatto con la Regione Piemonte per seguire l'evoluzione della piena del Tanaro. La perturbazione che tiene con il fiato sospeso il Nordovest sta per scivolare verso le regioni centro meridionali». Precipitazioni Le precipitazioni sulla fascia pedemontana del Torinese e sull'alto Tanaro superano i 120 millimetri in 12 ore con picchi di 120-170 mm in alto Tanaro e valle Bormida Senza sosta Piove senza sosta e il fiume Po fa registrare valori sopra i livelli di guardia in tutte le sezioni fino San Sebastiano La fase di maltempo andrà avanti per altre 12-18 ore Onda d i pi ena L'onda di piena del Tanaro sarà oggi ad Alessandria dove è prevista nelle stesse ore la piena del Bormida. Caduti in totale fino a 500 millimetri di pioggia LiveLLi di guardia In crescita i livelli dei fiumi nel torinese, in particolare disagi a Pellice, Stura di Lanzo, Chisone, Sangone, Dora Riparia che hanno superato il livello di guardia Effetto dom í no A Torino intanto è stato chiuso precauzionalmente il ponte di via Bologna sul fiume Dora. L'onda di piena scende a valle e interesserà il Po in Emilia Romagna %° V111k p A, .. . ,:, .:..,..,..., 's..:•,. ; s!r,ÿ; Alluvioni in Toscana Pagina 171 BATTAGL I A CO N TRO LE EMERGENZE 3alletti: «Re ; a umca p ,r grandi lavori? Ci penserà lo Stato» ministro dell'ambiente.- una ''t' Lisa Ciardi FIRENZE «OGGI, diversamente dal passato, le risorse per la difesa del suolo, anche in Toscana, ci sono. A mancare è una velocizzazione dei tempi, che sarebbe possibile snellendo le procedure. E per questo stiamo pensando, a livello nazionale, a una regia diversa». Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, Gian Luca Galletti, fa il punto sul dissesto idrogeologico e sulla sicurezza dei fiumi, dopo l'approfondimento che La Nazione ha dedicato al tema. In queste settimane, parallelamente alle celebrazioni per il 50° anniversario dell'alluvione, abbiamo fatto il punto sulle opere completate su Amo e affluenti, su quelle in corso e sui progetti ancora sulla carta. Ministro, a 50 anni dal '66, ne restano altri dieci per una , «Per troppo tempo opere come te casse d'espansione sono state affidate ai Comuni» vera messa in sicu rezza dell'Arno: non sono tanti? «Va chiarito che opere di questo tipo richiedono tempi lunghi. Si tratta di interventi infrastrutturali realizzabili solo con anni di cantieri. La fase sulla quale potevamo e possiamo agire davvero per accorciare i tempi è quella precedente ai lavori: dalla progettazione alle gare d'appalto. In questi anni abbiamo fatto passi avanti enormi, ma non basta». sicurezza dei fiumi toscani tervenire i commissari regionali. Oggi il potere in materia è passato alle Regioni e questo ha permesso di concretizzare tante opere, anche in Toscana. Ma forse serve un altro passaggio, magari verso una regia unica nazionale». L'Arno è ancora una minaccia per i e, il suo patrimonio e molti territori toscani. Cosa ha fatto il governo? «La difesa del suolo e la lotta al dissesto sono state fin dall'inizio al centro del lavoro del governo e il bacino dell'Arno e con la salvaguardia di una città come Firenze una priorità programmatica del mio ministero. Nel 2015, abbiamo sottoscritto con la Regione uno dei sette accordi di programma per le aree metropolitane: dei 630 milioni stanziati a livello nazionale, 60 sono andati alla Toscana». Anche in questi forni si stanno registrando disastri sui del clima o mì ita iani. Col della gestione del territorio? «In Piemonte si è riversato oggi (ieri, ndr) il 50% di quello che di solito piove in un anno. Dobbiamo abituarci ad eventi estremi e gestirli. Ma da parte nostra c'è già stato un cambiamento culturale: siamo passati dalla gestione dell'emergenza alla prevenzione e al lavoro in squadra con tutti gli enti competenti. Nei finanziamenti abbiamo privilegiato chi era più avanti nella progettazione e poteva passare alla cantierizzazione. Nel frattempo con lo Sblocca Italia abbiamo dato poteri straordinari ai presidenti di Regione. E questo consente loro di spendere le risorse nel dissesto idrogeologico e di agire in deroga alle autorizzazioni». Cosa resta da fa re? «Per troppo tempo la realizzazione di opere imponenti, come le casse d'espansione, è stata affidata a piccoli enti, in vari casi ai Comuni che spesso non sono riusciti a concluderle. Così sono dovuti in- Alluvioni in Toscana Pagina 172 La Síeve fa paura A mezzo secolo dall'alluvione, La Nazione ha lanciato un'approfondita inchiesta sulla sicurezza dell'Arno. Al tempo stesso, l'auditorium Monti a Firenze ospita fino a domenica un'ampia mostra interattiva dedicata al rapporto inscindibile tra la città, la regione e La Nazione anche nei giorni del diluvio Mauro Grassi, direttore di Italia Sicura - unità di missione del governo - ha detto che il 70% delle opere per la sicurezza è ancora da fare. Servono 5 anni. L'assessore regionale Federica Fratoni ha sollecitato il governo ad anticipare 5 dei 55 milioni stanziati per avviare le 4 casse d ' espansione Alluvioni in Toscana Anche la Sieve, affluente dell'Arno, non è ancora sicura. L'invaso di Bilancino non basta a contenerne le piene, ma il progetto per le casse d'espansione sul torrente è ancora agli albori. Previsione di fine lavori, il lontano 2020 (come per il cantiere dell'innalzamento della diga di Levane) Parota dì governatore Il governatore toscano Enrico Rossi , intervistato da La Nazione , ha ribadito che la Regione dal 2011/12 investe 100 milioni l'anno per la sicurezza idraulica dell'Arno, «ma se potessimo averne 150 andrebbe ancora meglio ». Per Rossi, entro 10 anni la sicurezza idraulica in Toscana verrà aumentata «significativamente» Pagina 173 ALLUVIONE IN VALDLSA La grande alluvione del 1966 non colpì solo la città di Firenze. A ricordare quei giorni drammatici ci sono anche i comuni della Valdelsa, da Poggibonsi a Barberi no, ma anche Certa ldo, San Gimignano e Casole. Gli studenti dei corso Costruzione Ambiente Territorio (C.a.t.) del Roncalli di Poggibonsi, in collaborazione con la libreria Il mondo dei libri, dopo aver avviato un lavoro in classe, promuovono un incontro a Poggibonsi a cui interverranno Severino Saccardi, direttore della rivista Testimonianze, Fabio Dei dell'Università di Pisa e Giorgio Valentino Federici dell'Università di Firenze. Poggibonsi, sala Hb Burresi, ore 17.30 Alluvioni in Toscana Pagina 174 Dal governo un piano di interventi da 75 miliardi in 15 anni Galletti. «Le risorse ci sono, bisogna imparare a spenderle» / ROMA Con il Piemonte sott'acqua, con un paese in cui le calamità naturali provocano 6 miliardi di danni all'anno, c'è solo una soluzione per evitare che ogni alluvione o terremoto si trasformi in tragedia: passare dalla politica dell'emergenza a quella della prevenzione strutturale; pianificare una serie di interventi e opere i cui risultati si vedranno solo tra diversi anni. In attesa di contare i danni e sperando che non vi siano vittime nel nord ovest dell'Italia, il governo ribadisce l'intenzione di voltare pagina e cambiare approccio alla questione, presentando un piano da 75 miliardi in 15 anni che prevede investimenti contro il dissesto idrogeologico e finalizzati ad agevolare gli interventi antisismici nelle abitazioni, mettere in sicurezza l'edilizia pubblica e scolastica, portare a termine gli interventi sulle infrastrutture del paese. Misure che interessano anche il Piemonte, visto che nel piano nazionale contro il dissesto idrogeologico sono già previsti investimenti per 90 milioni nell'area metropolitana di Torino e altri 100 per progettazioni e cantieri nelle aree più a rischio della regione, compresa quella del Tanaro. «Il governo è in grado di finanziare direttamente gli interventi, velocizzando le procedure» dice Erasmo D'Angelis, il capo di #italiasicura, la struttura voluta da palazzo Chigi proprio per mettere a punto il piano di interventi per la messa in sicurezza del paese. E, almeno sulla carta, il piano è imponente: dei 75 miliardi di investimenti previsti fino al 2032 - molti dei quali già annunciati e inseriti in diversi provvedimenti - 47,5 andranno su un fondo destinato alla realizzazione di opere di prevenzione e infrastrutturazione nei settori del dissesto, del rischio sismico e dell'edilizia pubblica e scolastica. A questi vanno aggiunti9, 8 miliardi per interventi relativi al dissesto idrogeologico, 6,8 miliardi per l'edilizia scolastica, 7 per la ricostruzione Alluvioni in Toscana Comuni a rischio i r %su totale regione í 46 P.A. Bolzano 222 P.A. Trento 929 Lombardia 201 =riuli V. G. 74 V. d'Aosta s[7 Veneto 313 Emilia R. 239 Marche 92 Umbria 294 Abruzzo 1.049 Piemonte 136 Molise 131 Basilicata , , ® ,,.V , TOTALE ,; ,, // /r %7 200 Puglia 409 Calabria 277 Sicilia Fonte Legambiente post terremoto e 11,6 per gli incentivi ai privati che avviano ristrutturazioni antisismiche e di efficienza energetica. Le risorse, sempre sulla carta, non sono dunque il problema. Che, dice il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, sta invece nel come finora questi soldi sono stati usati: «Le risorse per fare gli interventi su dissesto, bonifiche e depurazioni ci sono. La sfida è spenderle presto e bene. C'è un problema di governance della spesa, dobbiamo trovare un sistema più veloce di gestione di spesa». Il lavoro che è stato avviato, aggiunge il sottosegretario Claudio De Vincenti, «è importantissimo e fa da battistrada a un lavoro più generale chiamato Casa Italia». E per far sì che la prevenzione diventi una «politica stabile» dell'amministrazione il governo sta pensando a cre- ANSA «cc an tímatri are un Dipartimento alle dirette dipendenze di palazzo Chigi. Tutto ciò a patto che la politica non dimentichi le promesse fatte, ben consapevole che i frutti degli investimenti di oggi sulla prevenzione saranno raccolti da qualche altro governo. Gli italiani che ogni giorno si trovano esposti al pericolo di frane o alluvioni - dice l'ultimo rapporto di Legambiente - sono 7 milioni: il 77% delle abitazioni sorge in aree a rischio, nel 31% dei casi vi si trovano interi quartieri, nel 51% impianti industriali e nel 18% dei Comuni nelle aree a rischio frana sono presenti scuole o ospedali. Per l'associazione «solo nel 2015 frane alluvioni hanno causato nel nostro Paese 18 vittime, 1 disperso e 25 feriti con 3.694 persone evacuate o rimaste senzatetto in 19 Regioni». - nliu talw vii,cn Pagina 175 Una via trasformata i n canale unavoragine nella strada Alluvioni in Toscana Pagina 176 I .A NF.(;FSSITA [)I A\ E RF. MENO PAROLE F. PIÙ F ATTI Firenze si stavano ricordando, con gli Angeli del fango di allora, i cinquant'anni dell'alluvione dei 1966 e l'Arno tornava a far paura in città. Dunque in mezzo secolo si è fatto ben poco. Certo, l'invaso di Bilancino, e poi? Forse la sistematica demolizione di quanto è stato costruito nell'alveo o nella zona alluvionale dell'Arno? Temo di no. In queste ore straripa il Tanaro nel Cuneese, si teme a Torino per l'onda di piena del Po nel quale confluirà avalle lo stesso Tanaro gonfiato a sua volta dalla Bormida e nel Ponente Ligure si contano già danni nella piana di Albenga. Si rievocala gravissima alluvione dell'ottobre 1994. Siamo sicuri che in questi venti due anni si siano fatti lavori importanti negli alvei montani del Po e dei suoi affluenti? Siamo sicuri che le case, le fabbrichette, i laboratori alzati nelle zone di golena siano stati abbattuti? E che i loro proprietari non reclameranno magari un indennizzo ad alluvione avvenuta essendone anche la causa? periore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) documenta che il continuo consumo di suoli liberi, per lo più agricoli (8 mq al minuto, un po' calato per via della crisi) provoca dai 600 agli 800 milioni di danni: cessano le produzioni agricole, il carbonio rimane in grandi quantità sotto la coltre di cemento e asfalto, procede l'erosione mentre le acque piovane non possono filtrare nel sottosuolo. Cento milioni l'anno soltanto per quest'ultima voce. In realtà molti di più perché nelle provincie e nelle città più "impermeabilizzate" tutto ciò facilita grandemente le alluvioni. Quali sono le "zone rosse" dove più è micidiale alta la alleanza cemento+asfalto? Tutta la Pian ura Padana, le coste liguri e in genere tutte le riviere d'Italia dove quella coltre impermeabile tocca e supera il 20 %, penetrando pure nelle aree a parco (Maddalena e Circeo). In testa ci sono Monza e la Brianza con oltre un 1/3 "perduto" di suoli liberi, avendo supe- rato la primatista provincia di Napoli e quella di Milano. Fra i Comuni però ai primi 12 posti in questa classifica disastrosa ci sono sette Comuni del Napoletano, al primo Casavatore, poi Arzano e Melito dove i suoli liberi e verdi sono brandelli fra il 15 e il 24%. Al 7° si insinua Lissone Brianza. Per cifra assoluta al primo posto c'è Roma che però è di gran lunga il più vasto Comune italiano: 129.000 ettari dei quali tuttavia ben 57.000 (cioè il 44%) sono, secondo l'Ispra, perduti. La seguono Torino e Brescia. Avevamo un'ottima legislazione sulle Autorità di Bacino, la numero 183 del '91, e l'abbiamo lasciata svuotare da localismi e campanilismi avolte grotteschi. Nel 2009 l'Unione Europea ha varato le Autorità di Distretto, una decina, ma noi ci stiamo adeguando soltanto ora e siamo il Paese probabilmente più alluvionato dell'Unione. L'ambiente esige subito meno parole e più fatti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Non a caso la lettera inviata ieri a Matteo Renzi da Acli, Coldiretti, Fai, Inu, Lipu, Wwf, Legambiente, Slow Foof, sottolinea la necessità di delocalizzare gli insediamenti nelle aree a rischio, golenali e alluvionali e di ripristinare le aree in cui i fiumi in piena possano espandersi senza danni. Sappiamo per certo che negli ultimi cinquant'anni abbiamo speso circa 175 miliardi di euro, secondo il Wwf, per riparare i guasti delle emergenze alluvionali. Senza contare le centinaia di vittime. Un piano pluriennale realistico per la messa in sicurezza del sistema idrogeologico costerebbe 44 miliardi di euro, un quarto scarso di quanto abbiamo speso per rincorrere catastrofi evitabili o riducibili. I cambiamenti climatici rendono urgentissimo tale piano e però, nonostante tanti bei discorsi sul Piano Casa Italia per la prevenzione sismica e alluvionale, la legge di Stabilità 2016 stanzia appena 260 milioni per la manutenzione. Così facendo continueremo a piangere sulla nostra suicida imbecillità. L'ultimo Rapporto dell'Istituto Su\ le nnearìcrhin Alluvioni in Toscana Pagina 177 g1t Industri l'alluvione di Arca Azzurra Arca Azzurra Teatro dedica una nuova produzione teatrale al 500 anniversario dell'alluvione di Firenze. Lo spettacolo è "il filo dell'acqua" scritto da Francesco Niccolini . La regia è di Roberto Aldorasi. interpreti Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia cocci. Scene e video di Antonio Panzuto. Musiche originali di Paolo Coletta. Lucidi Marco Messeri. Costumi di Lucia cocci. Lo spettacolo, che ha appena debuttato, è in programma stasera alle 21 al Teatro degli Industria Grosseto. Cinquant 'anni fa l'Arno fu protagonista di un'autentica guerra, che non abbiamo più smesso di combattere. Raccontare oggi quella storia, storia d'acqua e resurrezione, non è una banale cerimonia del ricordo, ma un rito collettivo e "fondamentale" per ricordare. Biglietti al botteghino degli Industri dalle 17,30. Alluvioni in Toscana Pagina 178 L'Ar0 oggi u e 40 iv di CARLO VENTURI NI inquanta anni fa l'Arno faceva paura. Ora è una risorsa storica, culturale ed economica grazie anche all'Università. Si chiama "L'Arno racconta Pisa", il progetto multimediale e vir- tuale che mette assieme tutti e dieci i musei di ateneo e i luoghi Nicoletta De Francesco di interesse che si snodano lungo l'Arno e non solo (c'èanchelaValgraziosa). I1 Palazzo alla Giornata, sede del rettorato si affaccia in Arno e così il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi, che fu inaugurato nel 2005 e dette il la ad un progetto di Sistema museale di ateneo (Sma) che è ancora in fase di arricchimento. Il progetto, finanziato dalla Regione Toscana prevede il sito evwvwv. arnoraccontapisa.it ed una app scaricabile sullo smartplione e, cliccando sul sito, si inizia subito con la storia dell'Arno, con citazioni dantesche fino ad arrivare alla ri-scoperta dei retoni di Boccadarno e della fauna e flora che si stendono lungo le anse del nostro fiume. Il sito e la app propongono diversi itinerari (anche per bambini) a seconda delle tematiche che il visitatore o il semplice curioso ed appassionato della nostra città voglia approfondire. I principali palazzi dei Lungarni sono accuratamente descritti, così Alluvioni in Toscana n ,a come il Giardino Scotto, Palazzo Blu, la Chiesa della Spina, la Torre Guelfa. Tutto lungo l'Arno, tant'è che il sito recita "Navigando tra i musei di ateneo". Il progetto dell'università è in realtà a servizio della città e dei suoi visitatori che vengono introdotti persino nel circuito dell'enogastronomia del territorio con i piatti e le ricette della semplice tradizione pisana. «Abbiamo messo tutti i nostri musei e palazzi storici in rete - dice la prorettrice vicaria Nicoletta De Francesco - perché la terza missione di un ateneo è quella di diffondere e rendere fruibile il patrimonio culturale dell'università rna anche del territorio». La coordinatrice organizzativa dello Srna, Sabrina Balestri, aggiunge: «Vogliamo far capire che un museo non è un isola ma vive collegato con gli altri centri espositivi e con il territorio che lo circonda». Patrizia Scaglia, curatrice dell' iniziativa, ricorda che il progetto è pensato anche per le famiglie e puntualizza: «Nel sito ci sono quattro aree tematiche e sette itinerari, la scelta dunque è ben articolata». Ventuno appuntamenti in edicola , da mercoledì a sabato, per una collezione importante e accurata. Le foto delle due città alluvionate - Pisa e Pontedera arrivano dall 'archivio Frassi dì proprietà della Fondazione Pisa (con la collaborazione di Palazzo Blu) e dall'archivio storico Silvi. Gli stessi luoghi sono stati foto g rafati oggi a Pisa da Fabio I Via Mazzini a Pontedera Muzzi e a Pontedera da Franco Silvi. I testi sono stati scritti da Andrea Lanini . La sedicesima foto (qui sopra) è in regalo oggi con l'acquisto dei giornale. Il direttore generale Riccardo Grasso annuncia che è già in fase di progettazione la realizzazione della nuova sede per lo Sma. Sabato prossimo, 26 novembre, alle 16, presso Palazzo Lanfranchi, si terrà la presentazione ufficiale del progetto nell'ambito di una giornata in cui i musei dell'ateneo saranno aperti al pubblico con la straordinaria "partecipazione" della torta co' bischeri. Di nuovo territorio ed ateneo si incontrano. 'RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 179 L'alluvione di 50 anni fa nei vari quartieri di Pisa attraverso le foto scattate all'epoca da Luciano Frassi che oggi fanno parte dell'Archivio Frassi di proprietà della Fondazione Pisa e gestito dalla Fondazione Palazzo Blu; come si può vedere sia a destra che a sinistra qualcuno cercava anche di scherzarci su Alluvioni in Toscana Pagina 180 .e persone che cercano di sdrammatizzare quel )menti , i soccorsi die case con gli inn i í: ini in maggiore ci i Mcoltà, le strade comgteta mente diagate, cittadini riuniti agli angoli delle piazze per commentare a situazione e condividere la preoccupazione, gli sfollati riuniti all'interno di ricoveri di fortuna : Pisa era questa cinquant'anni fa lopo l'alluvione dell'Arno , magistralmente raccontata grazie agli catti della sua macchina dallo storico fotografo Luciano Frassi Alluvioni in Toscana Pagina 181 t' > i . . :,_í ¿. . , :t...,: . .... ., r l 1 " t,' Y f . ch ! ! [E 4 ¡. .1 y ' Y 44 ` `ï - r . ö• x. • . . í: .. ,. . : . .., , .., ¡. '.. `i . w= n, _ , z. \_ __...4.....-....._ ._.......- . . . . . . • ........_.. _.. .._ ..._ ..._... j ..,...,......e ..... ... r¡...'.----_-.- 1!2 Alluvioni in Toscana . ....... . >1- -.- ...,. . i._.:N Pagina 182 —a pronta "ris ezione" della iaggio In tanti pensavano che l'azienda non ce l'avrebbe fatta, invece ripartì a tpo di record di ANDREA LANIN I n tanti pensavano che la Piaggio non ce l'avrebbe fatta. Macchinari e mezzi e intere linee di produzione resi inservibili dall'acqua fangosa del fiume Era. 4 novembre 1966: il fiume Era straripa e mette Pontedera in ginocchio, e la Piaggio alle corde. Lì, dentro i capannoni che il mondo conosce come "casa" della Vespa, il gorgo di melma e nafta che all'improvviso si materializza fa milioni di danni nel giro di pochi minuti. Dopo lo scempio della guerra, un altro disastro di proporzioni inimmaginabili. Nel 2006, durante il suo intervento in occasione del quarantennale dell'alluvione, l'allora sindaco di Pontedera Paolo Marconcini ricordò che «la Piaggio, in quel frangente, rischiò seriamente di chiudere i battenti. Si temeva una ripresa tardiva e molto onerosa. Mai lavoratori furono i nostri "angeli del fango": senza troppavisibilità, ma senza fermarsi un secondo, in pochi giorni rimisero in piedi lo stabilimento». Alle 14.30 di venerdì 4 novembre 1966, l'argine del fiume Era cede alla "Montagnola": lo stabilimento Piaggio, che dista, poche centinaia di metri, è raggiunto in pochi istanti. L'enorme massa di acqua, fango e detriti che l'alluvione porta con sé investe la fabbrica, s'insinua in tutta la produzione, sommerge le linee di produzione, i reparti, gli uffici, gli archivi. Tutto ciò che si trova all'intemo dell'azienda viene coperto da un metro e mezzo di scura poltiglia liquida. Che, una volta defluita - per entrare all'interno della fabbrica bisognerà aspettare la mattina di domenica 6 novembre - lascerà dietro di sé un agghiacciante scenario di distruzione. Ma gli operai e le operaie della Piaggio non si danno per vinti. Grazie alla tenace volontà dei suoi dipendenti, l'industria simbolo della città si rimette in piedi a tempo di record. A circa un mese dai fatti del 4 novembre, lo stabilimento è pronto a riprendere la produzione. Di lì a un anno, l'azienda lancerà sul mercato il suo nuovo motociclo "Ciao". Le cronache del novembre 1966 raccontano che, in città, nella notte tra giovedì 3 e venerdì 4, nessuno dormì. L'Arno cresceva di ora in ora. Sei metri alle 0.30, sette me- Alluvioni in Toscana tri alle 2, sette metri e 90 alle 3. Da Firenze arrivano notizie sempre più allarmanti. A Pontedera l'Era rompe alla Montagnola. Macchinari inservibili, mota ovunque, linee bloccate, merce avariata, archivi devastati. L il ritratto della Piaggio di quelle ore. La salveranno i suoi angeli in tuta blu. Come altri ca- parbi operai, nel resto della provincia, faranno l'impossibile per salvare il futuro delle aziende e, insieme, il lavoro. Come nella zona del cuoio, dove, nelle ore dell'inondazione, si forma una gigantesca catena umana per portare tonnellate di sale a Castelfranco e Santa Croce. Servivano per conciare, in una di- sperata lotta contro il tempo, le oltre duecentomila pelli fresche che il fango aveva sommerso e che, a strettissimo giro, sarebbero risultate irrecuperabili. Anche gli angeli della pelle riuscirono nella loro impresa. Il distretto del cuoio, come la Piaggio, fu più forte dell'alluvione. ©RI PRODUZION ERISERVATA Operai davanti alla Piaggio nei giorni seguenti l'alluvione del4 novembre 1966: è la foto i n regalo oggi col Tirreno La dÉciassettesima si presenta ii iibr ® ® ® ® ® ® ® foto 1i n omagg i o e Ventuno appuntamenti in edicola, da mercoledì a sabato, per una collezione importante e accurata. Le foto delle due città alluvionate - Pisae Pontederaarrivano dall'archivio Frassi di proprietà della Fondazione Pisa (con la collaborazione di Palazzo Blu) e dall 'archivio storico Silvi . Gli stessi luoghi sono stati fotografati oggi a Pisa da Fabio Muzzi e a Pontedera da Franco Si Ivi . I testi sono stati scritti da Andrea Lanini. La diciassettesima foto (a sinistra) e in regalo oggi con l'acquisto del giornale . L'iniziativa delle foto in omaggio è risultata assai gradita dai lettori , molti dei quali hanno avuto in questo modo ricordare la tragedia di quei giorni quando erano giovani o appena bambini. Oggi alle 17 alla biblioteca Giovanni Gronchi di Pontedera Tagete Edizioni, in collaborazione con il Comune di Pontedera e grazie al contributo di Ecofor Servite, presenta il volume «"Era" il 4 novembre 1966. Cinquant'anni dall'alluvione a Pontedera», a cura di Michele Quirici e Valentina Fllidei. Un libro che raccoglie oltre 500 immagini e documenti inediti e che ripercorre la storia di quel terribile giorno attraverso le testimonianze di alcuni protagonisti, senza dimenticare una riflessione sul rischio idrogeologico nelle nostre zone. L'ultima parte del volume è invece dedicata al rapporto odierno dei pontederesi coni loro fiumi: il battello fluviale e gli argini recuperati hanno riavvicinatola popolazione all'Era e all'Arno. Pagina 183 IERI LA MOSTRA E' STATA VISITATA DALLO STILISTA STEFANO RICCI , DA GIOVANNI ALBERTO E LUCIA ALEOTTI E DAL MARCHESE PIERO ANTINORI • NEL NOSTRO AUDITORIUM Si POSSONO VEDERE FILMATI ORIGINALI, FOTOGRAFIE INEDITE E LE PRIME PAGINE DEL GIORNALE DELL'EPOCA m o a, BELLISSIMI I MESSAGGI DEI VISITATORI, SIA DEGLI ANGELI DEL FANGO DI ALLORA CHE DELLA GENTE SEMPLICE o :x eek- a orario continuato Uffimì due i i per visitare nostra esposizione CI SIAMO. Dopo il grandissimo successo ottenuto e dopo l'eccezionale proroga di una settimana, la mostra sull'alluvione allestita nel nostro auditorium sta per chiudere i battenti. Restano due soli gior- ni, oggi e domani. E per dare a tutla poss ibili tà d i o con t Ve derla 1no decisa di tenere apert o con orario continuato, dalle 9.30 alle 18. La mostra, che anche ieri fra i :so _St q dalle 9 . 30 atte 18 di visitatori SI SONO tanti i visitatori, 1 che domani , per gli suoi ospiti ha annoverato perso- ultimi due giorni di apertura naggi del calibro di Stefano Ricci, della nostra mostra del marchese Piero Antinori e di sull' alluvione , l'esposizione Lucia e Giovanni Alberto Aleot- sarà visitabile ti, presidente e vicepresidente di gratuitamente con orario Menarini, raccoglie testimonian- continuato dalle 9 .30 alte ze, video, fotografie e riproduzio- 18. Alla mostra è possibile ni delle prime pagine de La Na- accedere dall'ingresso di via zione. Bellissimi i messaggi della Paolieri 2. fiorentini e non, che hanno visitato la nostra mostra. In auditorium tanti ospiti vip, fami g lie, anziani e quei giovani che avevano solo sentito parlare dell'alluvione . E l'obiettiva delle 15mila presenze è più vicino «gente semplice» accanto a vip e meno vip. Insomma un'occasione da non perdere per vedere il docufilm, le foto che ci hanno inviato i fiorentini e non solo, rivedere i libri alluvionati e salvati, rileggere la cronaca di quei giorni tanto difficili da segnare il rilancio della città. Niente da allora è stato più come prima. II direttore De ftobertis con Lucia e Giovanni Alberto Aleotti Alluvioni in Toscana Pagina 184 73ta Lel L G Sieve Service s fiume r per giovani ricercatori P®ntas5'eVe IL ROTARY Club Firenze Val di Sieve ha promosso una serata sull'Alluvione dal tema di un antico proverbio «L'Arno non cresce se 5ieve non mesce» proponendo di finanziare uno studio sul tema della salvaguardia, la regimentazione e la rete di Alert del fiume Arno da affidare a giovani ricercatori nell'ambito dei progetti del Comitato Firenze 2816 con la direzione di Giorgio Federici. Alluvioni in Toscana Pagina 185 i3 orgo abban .a (o • - _- • . / _ 1» cr sindaco .- Non e per i bilanci' BORGO San Lorenzo abbandona la «Piavallico Srl»: lo ha deciso l'amministrazione comunale. In passato era Spa, adesso Srl, anche se curiosamente all'odg del consiglio comunale chiamato ad approvare la scelta, si indica ancora la società con la sua vecchia denominazione. «Pianvallico srl» è una società ora interamente pubblica, con quote in possesso dell'Unione montana dei Comuni del Mugello e dei Comuni di Scarperia e San Piero, e di Borgo. Già in campagna elettorale prima, e poi in una ricognizione sulle società partecipate dal comune effettuata nel 2015, Borgo aveva manifestato la sua intenzione di lasciare la compagine. E ora fa il passo. Più volte contestata per le sue attività, per i bilanci in rosso e in ultimo per l'operazione della centrale a biomasse di Petrona, la Pianvallico non è malgiudicata dal comune di Borgo San Lorenzo. Ogg i alle 11 in sala consiliare presentato il volume di Testimonianze che narra l'alluvione '66 «La nostra - dice il sindaco Paolo Omoboni - non è certo una decisione di merito sull'andamento della società. Che dopo anni difficili ha comunque visto un bilancio 2015 in attivo, con diverse poste in gioco che si stanno risolvendo positivamente«. Omoboni spiega la scelta così: «La normativa sulle partecipate è cambiata parecchio negli ultimi anni. Le amministrazioni pubbliche devono dismettere la partecipazione di società per la produzione di beni e servizi, se non strettamente necessarie al perseguimento delle proprie finalità istituzionali. La Pianvallico non può essere considerata strategica per il nostro comune, sia per la quota esigua, (7,5%) sia per il fatto che nel nostro territorio comunale questa società non ha mai fatto investimenti. Probabilmente - riconosce - in passato è mancata anche un po' di nostra attenzione sulle potenzialità della società». daco Federico Ignesti -, non la fanno diventare strategica? Scarperia e San Piero hanno utilizzato la società per dare uno sviluppo positivo agli insediamenti produttivi, e per creare posti di lavoro. Non è la società che dà gli indirizzi, questo lo devono fare i comuni, dei quali la Pianvallico è strumento operativo. OGNI COMUNE - conclude - è certo libero di fare le proprie scelte. Ma non si devono dare responsabilità alla società». Paolo Guidotti «Pianvallico» è società pubblica con quote di Unione Montana dei Comuni del 'ó'áugello, di Scarperia, S.Piero e Borgo. Bilancio 2015 in attivo MA IL COLLEGA di Scarperia e San Piero non ha preso molto bene la decisione barghigiana: «Per quale motivo - sbotta il sin- Alluvioni in Toscana Pagina 186 IL LIBRO SARA PRESENTATO MERCOLEDÌ ALLE 18 A C LARISSE ARTE Irene Blundo racconta. Grosseto nel fango ovvero l'alluvione dei dimenticati A CINQUANTA anni dall'alluvione che devastò Grosseto e la Toscana, Irene Blundo ha raccolto le testimonianze di chi visse quei drammatici giorni, unendole ai pezzi di Luciano Bianciardi, Pilade Rotella e Aldo Mazzolai, che sono pagine di letteratura. Il libro «Grosseto nel fango, 50 anni dall'alluvione dei dimenticati», Lauri un è arricchito dalle foto d'epoca dell'Archivio Giacomo Aprili. PER LA PRIMA volta il testo sarà presentato mercoledî prossimo alle 18 a Clarisse Arte, in via Vinzaglio. Interverranno, oltre all'autrice, i vigili del fuoco Guido Caciagli e Franco De Angelis, il coro Le Donne di Magliano diretto da Carla Baldini, l'editore Davide Bisconti. Modererà la giornalista Rita Martini. Sarà presente la libreria Mondadori, che ha organizzato l'iniziativa. «SONO FELICE che molte persone - dice Irene Blundo - mi abbiano affidato i loro ricordi. Sono le voci di chi ha portato aiuto, di chi è stato salvato, di chi nella disperazione ha trovato la forza di reagire. Accanto al pezzo che Luciano Bianciardi scrisse in occasione del 4 novembre del `66, lui che visse l'alluvione da lontano, alla tv, ma non con meno angoscia e dolore, figura intervento del figlio Ettore Bianciardi, scritto proprio per questo libro». D ISPERAZI ONE Una delle tante drammatiche immagini dell'alluvione che il 4 novembre 1966 colpì Grosseto Alluvioni in Toscana Pagina 187 Oggi l'ese rcitazione d i protezione civile OGGI a Pitigliano una giornata di esercitazioni di protezione civile. L'iniziativa è promossa in occasione del 50° anniversario dell'alluvione del 1966, su proposta della Regione Toscana, dell'Unione dei Comuni Colline del Fiora. Collaboreranno all'esercitazione i Comuni, le associazioni di volontariato, la Croce Oro di Pitigliano, la Croce Rossa di Pitigliano, la Misericordia di Manciano, il gruppo comunale di Sorano, il Comando provinciale dei vigili del fuoco e il distaccamento di Sorano, la prefettura, la stazione dei carabinieri di Pitigliano, la Provincia di Grosseto. Scenario dell'esercitazione i piccoli fenomeni di esondazione sui tre comuni per testare il piano intercomunale di protezione civile G.Carl. Alluvioni in Toscana Pagina 188 1,,'a tl u v i /,; g/,a(b Presentazione l Libro < i» Pontedera Oggi alle 17 alla Biblioteca Gronchi Tagete Edizioni in collaborazione con il Comune e graize al contributo di Ecofor Service presenta il volume "Era- il 4 novembre 1966. Cinquant'anni dall'alluvione a Pontedera a cura di Michele Quirici ( netta foto' e Valentina Filidei. Alluvioni in Toscana Pagina 189 COLLEZIONE DA OGGI IN MOSTRA !-etorio Storie Sï cominci a da sonetto Tintori CO LL EZIO NE Leonetto Tintori di quadri del Cinque, Seicento e Settecento donata al Comune nel 1993 esce dai depositi del Pretorio e diventa la mostra temporanea «Dipinti della donazione di Leonetto Tintori, restauratore in trincea negli anni dell'alluvione» allestita nelle sale a piano terra e realizzata in collaborazione con il Laboratorio per affresco Elena e Leonetto Tintori. La mostra si inaugura oggi alle 16, per l'occasione con ingresso libero e resterà aperta fino all'8 gennaio. Alla pre- ani chitarre e tan go E il buon g iorno si vede dal matt ino sentazione interverrà Giampiero Nigro. L'iniziativa oltre a mettere in mostra le opere custodite nel museo, rende omaggio al pittore pratese nell'ambito delle celebrazioni per i cinquant'anni dall'alluvione di Firenze inserite nella Festa della Toscana che si celebra il 30 novembre. Tintori, infatti, oltre ad essere uno dei massimi esponenti della Scuola di Prato al fianco di Oscar Gallo, Quinto Martini, Gino Brogi, e più tardi anche Arrigo Del Rigo e Giulio Pierucci, svolse un'importante attività di restauratore. E' in questa veste che fu protagonista non solo nel recupero delle opere danneg- Alluvioni in Toscana giate dall'alluvione di Firenze, ma anche dei principali interventi sui grandi cicli pittorici medioevali e rinascimentali. Si tratta di una collezione che si è formata dalla seconda metà degli anni '50 fino al 1980, a contatto con il mercato antiquario, attraverso incontri e contatti di lavoro, viaggi e amicizie personali di Leonetto Tintori. MOSTRA è la prima proposta della sezione «Pretorio Storie», un viaggio alla riscoperta del patrimonio artistico custodito nel deposito del museo che mette in risalto, in queste opere poco viste o conosciute, il loro ruolo di testimone di storia e di storie. Piccole esposizioni, suddivise per nuclei, temi e artisti, che vogliono restituire al pubblico un segmento importante della ricca collezione non inserita nel percorso museale,ma per questo non meno significativa. Sempre al Pretorio, domani dalle 9.30 alle 10.30, si potrà partecipare a «Una Colazione ad arte». Un inizio di giornata suggestivo in compagnia di una dolce colazione accompagnata dalle atmosfere delle chitarre del duo Matteo e Sara Lanzillotta. Un buongiorno servito fra arte e musica realizzato dal museo in collaborazione con la Camerata e la Scuola di Musica Verdi. L'inizia tiva ha un costo di 10 euro, comprensivo di colazione, intrattenimento musicale e visita alla collezione. Per partecipare occorre prenotare al numero 057419349961. Pagina 190 PESCAIA DI SAN NICCOLÒ A pochi giorni dalle celebrazioni del 50esimo anniversario dell'alluvione di Firenze, e dalle preoccupazioni che ancora il fiume riserva alla città, a villa Bardini si tiene un incontro dedicato alle trasformazioni urbane e agli sviluppi della tecnica idraulica avvenute attorno alla pescaia di san Niccolò, tra Ottocento e Novecento. L'incontro, a cui intervengono architetti e ingegneri dell'Università di Firenze, vuole documentare l'evoluzione passata e recente di un tratto di riva d'Arno, di un pezzo di città la cui storia è sospesa da sempre tra utilità e modernità. Villa Bordini, costa San Giorgio 2, ore 10, ingresso libero Alluvioni in Toscana Pagina 191 ALLUVIONI A FIRENZE Dopo un weekend di presentazioni e conferenze, al circolo Sms Colle dei Moccoli di Firenze apre straordinariamente per un altro giorno, domani, la mostra che espone i documenti originali relativi agli avvenimenti del 1844 e del 1966. Giornali e riviste originali del'66 ed u n opuscolo, distribuito ai visitatori dal titolo "Riscontri sull'elevazione delle insigne. Piena dei dì 3 novembre 1844". Circolo Sms Colle dei Moccoli, via B.Fortini 13r, domani ore 9-13/15-19 Alluvioni in Toscana Pagina 192 A . . . esercìtazìone sull'alluvione r PITIGLIANO Oggi giornata di esercitazioni di protezione civile a Pitigliano. L'iniziativa è promossa in occasione del 500 anniversario dell'alluvione, su proposta della Regione, dall'Unione dei Comuni Colline del Fiora, l'ente capofila dei comuni di Sorano, Pitigliano e Manciano per questa gestione associata. Unaveduta di Pitigliano Collaboreranno all'esercitazione i Comuni, le associazioni di volontariato, la Croce Oro e la Croce Rossa di Pitigliano, la Misericordia di Manciano, il gruppo comunale di Sorano, il Comando provinciale dei vigili del fuoco e il distaccamento di Sorano, la Prefettura, i carabinieri di Pitigliano, la Provincia. Lo scenario considerato è quello conseguente ai piccoli fenomeni di esondazione sui tre comuni per testare il piano intercomunale di protezione civile in tutte le sue parti: dalla procedura di allerta meteo ai primi interventi. Saranno inoltre verificate la funzionalità e l'efficacia dei sistemi di allertamento e l'operatività del Coc, il centro operativo comunale, e del Coi, il centro operativo intercomunale. I erinni di bici a scuota hi,iil Il 11,11 '` i , iiiii in ilal i:i Alluvioni in Toscana Pagina 193 PRES ENTAZIO NE LU w Angeli del fango e storie ss i con Fabìo 1 PIOMBINO Lunedì alle 17 alla libreria Coop (via Pietro Gori) presentazione del libro di Fabio Baldassarri "Sulle ali degli angeli del fango e undici racconti di viaggio" (Robin editore 2016) oltre all'autore saranno presenti il sindaco di Piombino Massimo Giuliani e Davide Puccini critico letterario. Leggerà alcuni brani l'attore e insegnante di attività creative Daniele Gargano . Baldassari nel volume racconta importanti momenti vissuti dalla sua generazione tra l'alluvione di Firenze del 1966 e il cinquantesimo del 2016. Il romanzo breve "Sulle ali degli angeli del fango" (scritto in terza persona) e "Undici racconti di viaggio" (scritti in prima persona) sono parti di un unico percorso. Quando parla di sé, l'autore non separa mai le esperienze personali da quelle che furono proprie di quanti vissero vicende, se non uguali, almeno analoghe alle sue. Aggiunge, semmai, il colore e l'inventiva necessari a un'opera che vuole collocarsi tra il versante della memorialistica e quello della narrativa. Alluvioni in Toscana Pagina 194 Dis astri e catastrofi, uvione vista ce ce dai ricercatori" Cnr Presentato il libro di Ottavio Zirilli e Nicola Marotta analizza i risc hi, l'esposizione la v In r ilit® dei territori Lo stabilimento Piaggio di CARLO VENTURINI itrovarci a 50 anni dall'alluvione, vuoi dire ricrodare a chi non l'ha vissuta ciò che è stata e ricordare a tutti che non siamo ancora fuori pericolo». Zirilli - ci arrivano le allerte anche sul cellulare, la macchina organizzativa della protezione civile è rodata ma costruiamo troppo, costruiamo persino nel letto del fiume». Nel libro viene esaminato il rischio disastri e la stima della probabilità, esposizione e della vulnerabilità, aspetti fondamentali della valutazione ai fini delle strategie per l'attenuazione degli effetti disastrosi. Gli argomenti trattati sono tuttavia di ampio respiro, pertanto chiunque sia interessato alla politica delle catastrofi e gestione delle emergenze troverà alcuni prin- cipi di base e concetti che consentono di apprendere a pieno la materia trattata. Tante le motivazioni che hanno portato alla pubblicazione, una in particolare prevale sulle altre, ed è l'assenza di una figura professionale altamente specializzata del settore risk management, che sappia procedere ad una gestione integrata del rischio, ad approntare una progettazione prestazionale efficace. «La figura professionale a cui il libro è rivolto - interviene Marotta - è dunque quella del disaster manager, una figura specialistica che opera nel campo del- la sicurezza, in particolare nella gestione dei disastri e catastrofi, in grado di gestire, dal punto di vista organizzativo e di coordinamento, tutte le delicate fasi di crisi connesse a un evento calamitoso». Il volume intende anche fornire un supporto qualificato ed una guida di riferimento alle difficoltà che impegnano comunicatori pubblici, tecnici della sicurezza, professionisti, formatori, operatori del soccorso e della protezione civile. Alla presentazione era presente il vice sindaco Paolo Ghezzi. ©RI PRODUZIONE RISERVATA Lo dice Ottavio Zirilli, responsabile del Cnr di Pisa alla presentazione del libro, da lui scritto assieme a Nicola Marotta, "Disastri e catastrofi- rischio, esposizione, vulnerabilità e resilienza". Il libro gode della prefazione di Mario Tozzi ed è stato presentato in occasione del 50°anniversario dall'alluvione. Zirilli ha coordinato le esercitazioni per l'emergenza Amo nel 2012 e nel 2016 e poi ha coordinato la vera emergenza di gennaio e febbraio del 2014 nell' area del Cnr su cui gravitano ogni giorno 3mila persone. «Il problema dell'alluvione del 4 novembre del 1966 fu la non percezione del rischio, rischio non percepito anche nel 1800 quando furono abbassate le spallette che erano state innanlzate nel 1777», dice Zirilli. Oggi le cose vanno meglio perché la tecnologia aiuta. «Sì - dice Alluvioni in Toscana Pagina 195 I ponti della città guardati a vista e con preoccupazione perla piena e dopo i crolli, nelle foto scattate da Luciano Frassi r,..._r ,r.® • _---W_ ç` w' ELr i 7,- ' •® `__ ) 'ar_ _ WC L,. Ventuno appuntamenti in edicola , da mercoledì a sabato , per una collezione importante e accurata . Le foto delle due città alluvionate Pisa e Pontedera - arrivano dall 'archivio Frassi di proprietà della Fondazione Pisa (con la collaborazione di Palazzo Blu) e dall'archivio storico S i lvi. Gli stessi luoghi sono stati fotografati oggi a Pisa da Fabio Muzzi e a Pontedera da Franco S i lvi. I testi sono stati scritti da Andrea Lanini. La foto in regalo oggi riguardalo stabilimento Piaggio di Pontedera, n tanti pensavano chela Piaggio non ce l'avrebbe fatta. Macchinari e mezzi e intere linee di produzione resi inservibili dall'acqua fangosa del fiume Era. 4 novembre 1966: il fiume Era straripa e mette Pontedera in ginocchio , e la Piaggio alle corde. Lì, dentro i capannoni che il mondo conosce come "casa " della Vespa, il gorgo di melma e nafta che all'Improvviso si materializza fa milioni di danni nel giro di pochi minuti . Dopo lo scempio della guerra, un altro disastro di proporzioni inimmaginabili. Alle 14 .30 di venerdì 4 novembre 1966, l'argine del fiume Era cede alla "Montagnola":lo stabilimento Piaggio, che dista, poche centinaia di metri , è raggiunto in pochi istanti. Alluvioni in Toscana Pagina 196 Una MO rieor1ocons r nùIitarichcIraIhvorato alripristinodellanormalitàdeldopoalluvione i lavori per tornare alla normalità e, qui sopra, gente a passeggio sui lungarni pisani (Foto Frassi) Alluvioni in Toscana Pagina 197 1 1 _ Parla la figlia di Mario Maggi "Mio padre fu la prima vittima degafiuvione suo nome dimenticato 11 nome del babbo di Lina non compare nell'elenco delle persone morte, ricordate dalla mostra della Regione A Castel San Niccolò Un momento della commemorazione CASTEL SAN NICCOLO' -------------------------------------"Per dignità gli sia almeno riconosciuto tutto il diritto di apparire insieme alle altre vittime dell'alluvione, diritto che hanno tutte le vittime di quel tragico evento". Lina Maggi è la figlia di Mario, l'operaio casentinese di 44 anni che una lunga ricerca ha dimostrato essere stato la prima vittima dell'alluvione di Firenze . Lo scorso 31 ottobre una cerimonia lo ha ricordato nel cimitero di Castel San Niccolò. Ma il suo nome - lamenta la figlia Lima - non compare nell'elenco delle vittime ricordate dalla mostra multimediale su quel tragico 4 novembre di cinquant'anni fa che la Regione Toscana, attraverso la Mediateca Regionale-Fondazione Sistema . Toscana, ha organizzato nella Galleria delle Carrozze in Via Cavour a Firenze. "Mio padre - ha ricordato Lina Maggi - mori per una frana in Via. Bolognese dove intervenne una pattuglia della Polizia Municipale e la magistratura apri anche un fascicolo, affidato al sostituto procuratore Carlo Casini. Il suo corpo, finito nel Mugnone, fu ritrovato dopo tre giorni ancora avvolto nel fango all'obitorio del San Giovanni di Dio. L'episodio è stato ricordato anche in Palazzo Vecchio da una signora inglese che abitava su quella strada". Alluvioni in Toscana Pagina 198 wwwAanazione.it/fi renze Firenze Marathon Festa per diecimila Lo speciale in ricordo dell'alluvione del '66 Sul palco per 50 anni Festa per Forconi 1 ES a di —a'. IFaIacii mari Alluvioni in Toscana Pagina 199 geio zi fa o' :g A lui e alla moglie sanzione da 110 euro: che amarezza BIGLIETTO scaduto da pochi minuti e il verificatore di Ataf Gestioni non perdona: sanzionati con due multe da 55 euro due coniugi, 73 e 60 anni, arrivati a Firenze il 28 ottobre scorso per commemorare l'alluvione. Fioravante Nannetti, multato insieme alla moglie sulla linea numero 7, direzione Fiesole, è un angelo del fango. Nel dicembre 1966, racconta in una lettera a La Nazione, era a dare il proprio contributo per salvare dal fango i libri della biblioteca dell'Accademia dei Georgofili. Di Firenze ha un commovente ricordo, è la città dove ha frequentato il corso allievi ufficiali in Costa San Giorgio. Ma Firenze, si sa, a volte non è riconoscente. Saliti sull'autobus per posare i bagagli in albergo e tornare poi nel pomeriggio a visitare la cappella Brancacci, la coppia, entrambi medici, si rende conto di avere ancora 30 minuti di tempo prima che scada il loro biglietto già obliterato. Così lo obliterano una seconda volta, Alluvioni in Toscana «per certificare la validità» del titolo di viaggio, senza sapere che il biglietto scade appunto dopo 90 minuti, non a fine corsa. Sale a bordo un verificatore e non fa sconti, elevando due multe, una al dottor Nannetti e una alla moglie, per un totale di 110 euro. «Abbiamo tentato di spiegare al Il biglietto da 90minuti non pi valido: «Pensavamo scadesse a fine corsa» controllore - scrive nella lettera la nostra buona fede, la nostra non conoscenza di un diverso regolamento e di rilevare che il biglietto era scaduto da pochi minuti. La risposta è stata: tutti quelli che non pagano il biglietto sono in buona fede, fuori i documenti». «Abbiamo cercato di ragionare, abbiamo esibito il blocchetto di biglietti appena acquistati - si legge ancora nella lettera - e abbia- mo chiesto di poterne convalidare altri due. Risposta: `fuori i documenti' e la minaccia era di chiamare i carabinieri se non avessimo consentito di stilare correttamente il verbale». Tanta amarezza per la coppia, non tanto per la multa da pagare, cosa che hanno fatto subito, al primo ufficio postale, ma per il modo in cui sono stati trattati. «Francamente - scrive infatti il dottor Nannetti - non abbiamo molto gradito sentirci apostrofare come comuni delinquenti. Abbiamo preteso che venisse scritto nel verbale che non eravamo d'accordo con quanto rilevato, sia nel merito che nella sostanza». «Siamo perfettamente consci - conclude - che sia stato applicato il regolamento ed altrettanto siamo convinti che non sempre ciò che sembra lecito sia giusto, per cui usciamo da questa esperienza con il sentimento di aver subito una profonda ingiustizia». E c'è da scommettere che l'angelo del fango non tornerà più a Firenze o, se lo farà, non userà più l'autobus. Monica Pieraccini Pagina 200 PRESENTATO IL LIBRO DI LUCA GI NNELLI Rotary ' servizio del 't ' o. Evento per l'alluvione ANCHE il Rotary Chianti ha voluto ricordare l'Alluvio- -• ne del 1966 a Firenze con una serata ricca di ricordi storici e di sensibilizzazione sull'attuale situazione del fiume. Il 500 anniversario dell'Alluvione è stato inoltre l'occasione per la presentazione del libro `L'Arno dà di fori, la storia continua' dello scrittore Luca Giannelli. Alla serata è intervenuto l'architetto Massimo Ruffilli, presidente dell'Aci, che ha raccontato curiosi aneddoti sui fatti accaduti in quel periodo e contraddistinto dagli 'Angeli del fango'. La serata si è svolta alla Trattoria del Pesce al Bargino. Si conferma così lo stretto rapporto fra il Rotary Chianti, presieduto da Giampaolo Pacini e il territorio con numerosi service portati avanti con successo. Alluvioni in Toscana Pagina 201 f Gi, / Güiiiiij %/ . ._ ,, r % /,%„%,1 0, , , 9,0 %% 1 , aG i. wJ1 ^ i % %. / ../ G l . ff Presenze boom: o ` or rio continuato dalle , .. %dJ a e 18 ■ A pagina 3 Alluvioni in Toscana Pagina 202 «FIRENZE. RICORDO L'ALLUVIONE» È IL LIBRO DELLO STORICO DELL'ARTE BRUNO SANTI, EDITO DA MANDRAGORA, CON FOTO DI MARCO MORI, CHE E QUASI IL DIARIO INTIMO DI UN GIOVANE STUDENTE ¡ I, 4pp .b .ti 7MA Sï vola a quota quïndïc OGGI è l'ultimo giorno per visitare la mostra sull'alluvione allestita nel nostro auditorium. Visto il successo di visitatori, fiorentini e non, tra cui moltissimi vip, l'esposizione è stata prorogata di una settimana, e per gli ultimi due giorni d'apertura, ieri e oggi, è stata confermata l'apertura con orario continuato dalle 9,30 alle 18. Sono queste dunque le ultime ore per rileggere la cronaca di quei giorni dai documenti originali dell'epoca, riviverla dai docufilm originali, dalle fotografie inedite e ovviamente dalle prime pagine de La Nazione, che raccontò quei tragici momenti alla città e al mondo. Ieri, fra gli ospiti illustri in visita, l'assessore regionale alla sanità, Stefania Saccardi, la vicesindaca Cristina Giachi, la famiglia Antinori e gli anziani ospiti di Montedomini: Celestina Brogioni, Vincenzo Fortini, Attilio Naviganti, Alberto Pintopavo, Iolanda Vestri e Galileo Fantechi, accompagnati dalla responsabile della Rsa San Silvestro, Martina Basetti e dalle educatrici Carlotta Malvolti e Antonietta Casamassima. «Anche la nostra struttura è stata alluvionata - ha detto il direttore di Montedomini, Emanuele Pellicanò -. Alcuni dei nostri residenti hanno vissuto in diretta questa stagione. In occasione del Alluvioni in Toscana cinquantenario, il mese scorso abbiamo organizzato due incontri con gli studenti della Pestalozzi, per spingerli a raccontare ai bambini delle elementari cos'è stata l'alluvione, e il 5 dicembre inaugureremo una mostra coi disegni che i ragazzi hanno elaborato da quest'esperienza. Per loro, visitare questa mostra alla Nazione, è stato come rivivere determinate emozioni, così come raccontare dell'alluvione ai bambini, mi è sembrato abbia esorcizzato la paura provata all'epoca». «Io quel giorno andai in fabbrica in bicicletta - ricorda la signora Celestina - perché il giorno dopo era festa e il proprietario ci aveva detto di fare tre ore ciascuna. Una volta arrivata lì sentii gridare: `Tornate indietro che sta venendo fuori l'Arno!'. Feci appena in tempo a rincasare, in via Palazzo dei Diavoli, prima che l'acqua nelle strade arrivasse a quattro metri d'altezza e invadesse casa. Mio fratello piccolo si salvò, con altre tre persone, salendo sul tetto della fabbrica, dove però ci rimase per tre giorni, perchè non li avevano visti». «Io gestivo un albergo in via Calzaiuoli - ricorda il signor Vincenzo -ma ero all'albergo sul lungarno. Ricordo che l'acqua era così alta che misi delle tavole fra le camere del primo piano per far passare la gente». Maurizio Costanzo o a a r s nze p e e Anche la vicesindaca Cristina Giachi ieri ha visitato la mostra «L'Arno straripa a Firenze» allestita nel nostro auditorium Pagina 203 uarit'anni calla gran alluvione Ecce il libro storico di 13e 0 Dopo il ticordo di que i giorn i, il volu -VENTURINATERME - A 50 ANNI dall'alluvione: la memoria storica della Val di Cornia con due eventi organizzati dal Comune di Campiglia e dal Consorzio di bonifica. Come abbiamo già pubblicato con un resoconto dettagliato, era il 4 novembre di 50 anni fa quando tutta la regione Toscana, e con essa anche la Val di Cornia, veniva sommersa da una straordinaria ondata di pioggia e maltempo. L'alluvione del 1966 fu infatti un disastro ambientale importante che provocò drammi individuali e collettivi e che mise in ginocchio centinaia di città e paesi. MA FU anche un evento di fronte al quale tanti cittadini dettero forza e significato al termine solidarietà, mostrando una eccezionale vicinanza alle popolazioni colpite, contribuendo a tutelare e ripristinare non soltanto i paesi ma anche i loro beni. Nel nostro territorio il fiume Cornia ruppe gli argini e il fiume di acqua si scagliò violentemente su abitazioni e appezzamenti di terra, distruggendo tutto ciò che incontrava, ma niente se paragonato a quanto accadde nelle città più grandi come Firenze. In questo triste anniversario il Comune di Campiglia e il Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa hanno voluto organizzare due eventi per mantenere intatta la memoria storica di quanto accaduto. tale. Il libro sarà presentato e raccontato ai ragazzi delle scuole medie del Comune di Campiglia nella mattina di mercoledì 30 novembre nella sala Congressi S.E.Fi. a Venturina Terme, in occasione della Festa della Toscana che quest'anno si andrà ad occupare della modernizzazione e delle riforme di Pietro Leopoldo quali elementi antesignani di una Toscana laboratorio di progresso e civiltà. Nello stesso giorno ma alle 21 sempre alla sala Congressi S.E.Fi., ci sarà un secondo mo- Alluvioni in Toscana che documenta la vicenda mento di condivisione e racconto questa volta rivolto alle istituzioni del territorio, ai professionisti del settore e agli addetti ai lavori. Saranno presenti all'incontro il sindaco del Comune di Campiglia Rossana Soffritti, l'assessore alla cultura Jacopo Bertocchi, il presidente del Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa Giancarlo Vallesi, il presidente della Commissione cultura del Consiglio della Regione Toscana Gianni Anselmi e l'autore del libro «L'alluvione del `66 e le altre del 1900» Gianfranco Benedettini. Lapubblicazione con iL contri b uto d i «Toscana Costa» ALLAGATA Il centro dl Venturina colpito dall'alluvione del 4 novembre 1966.1130 la presentazione del libro I AL Cil Ì' Iffiro 901ib ai Bk1nSI20 Pagina 204 r-1 I `« e' del fango>> nel fibro 1 Balda ss - PIOMBINO«SULLE ALI degli Angeli del fango e undici racconti di viaggio». E il titolo dell'ultimo libro di Fabio Baldassarri - Robin Editore promosso dalla città di Piombino in occasione del 50° anniversario dell'alluvione di Firenze e che sarà presentato domani alle 17 alla libreria Coop. Interverranno, oltre all'autore, il sindaco Massimo Giuliani e il critico letterario Davide Puccini. Il romanzo breve (scritto in terza persona) e i racconti di viaggio (scritti in prima persona) sono parti di un unico percorso. Baldassarri non separa mai le esperienze personali da quelle che furono proprie di coloro che vissero vicende analoghe. Aggiunge, semmai, il colore e l'inventiva utili a un'opera che si colloca, intenzionalmente, tra il versante della memorialistica e quello della narrativa. Ciò che più caratterizza il libro, tuttavia, è come l'autore guarda alle vicende vissute per motivi personali a volte, per dovere istituzionale altre, ma anche per particolari ragioni politiche. Si può immaginare, allora, cosa significhi partecipare a vicende connesse all'alluvione di Firenze dopo un po' di tempo, oppure ritrovarsi a Berlino nel 1989 mentre sta per cadere il muro. Alluvioni in Toscana Pagina 205 NUOVA EDIZIONE PER IL LIBRO DI GIUSEPPE MEUCCI Quando l'Arno uscì dagli argini Le foto e il dramma dell'alluvione MOLTE sono state le iniziative in programma in questi giorni sia a Pisa che a Pontedera, anch'essa duramente colpita, per ricordare l'alluvione del 4 novembre 1966 che privò i Lungarni del suo ponte più bello e in provincia provocò danni per miliardi di lire. A tali iniziative, fra le quali la bella mostra fotografica aperta gratuitamente fino a gennaio a Palazzo Blu con la eccezionale documentazione realizzata da Luciano Frassi, storico fotografo de «La Nazione» e le immagini che regaliamo in abbinamento con il nostro giornale, si aggiunge un bel libro scritto da Giuseppe Meucci, che ricostruisce quei giorni drammatici (Il giorno del diluvio - L'alluvione a Pisa e Provincia, Ets, 16 curo). Il volume, uscito per la prima volta dieci anni fa e oggi giunto alla sua tema edizione, è arricchito di interventi e immagini anche inedite e si propone non soltanto di raccontare la grande alluvione del `66 ma vuole anche suggerire una utile riflessione. ni - aggiunge - ha un duplice intento. Da una parte ricordare a chi c 'era l'evento più drammatico subito dalla provincia di Pisa dopo la fine della guerra. Dall'altra far sapere ai più giovani che cosa è veramente successo. Ad esempio quali sono state le ferite di Pisa. Penso al Lungarno Pacinotti ricostruito com'era dopo che sprofondò in una voragine e al bel ponte Solferino, che invece non è più quello che abbiamo conosciuto e amato». Il libro è arricchito da due interventi.: quello dell'architetto Isabella Bonamini, dell'Autorità di Bacino dell'Arno che spiega gli interventi fatti e quelli da fare per rendere sicuro il f lume e quello del vicesindaco Paolo Ghezzi, titolare della delega alla Protezione Civile che illustra i piani predisposti per la città. Completa il volume un capitolo sulle alluvioni del passato, con rare immagini d'epoca. «SPERO - scrive Meucci - che il racconto dell'incalzare degli eventi, dell'apparente ineluttabilità del disastro e delle sue conseguenze, serva a richiamare l'attenzione sui problemi ancora aperti. Un libro, a volte, può essere un utile promemoria». Ma al di là di questo intento, quanto mai opportuno visto che in oltre cinquant'anni le cose fatte per mettere in sicurezza l'Armo sono benpoche e ancora si attende il completamento dello Scolmatore, il libro offre una ricostruzione di prima mano di quei giorni terribili: «Giovane cronista de "La Nazione"- scrive Meucci - ero in Ponte di 1 I ezzo quando l'Arno la sera del 4 novembre invase Pisa e il giorno dopo arrivai fortunosamente a Pontedera con un camion americano partito da Camp Darby. Poi vidi Santa Croce, Castelfranco e l'argine fatto saltare a Ponticelli che in buona parte salisi Pisa da peggiori conseguenze. Dopo mezzo secolo riproporre le immagini e la cronaca di quei gior- Alluvioni in Toscana Pagina 206 L r LEM (w NELLE PRIME PAGINE UN O MAGGIO ALL'OPERA SCRITTA NEI M ESI SUCCESSIVI ALL'EVENTO DAL GEOLOGO PONTEDERESE LUIGI (GINO) BRUNI Presentato il m SULL'ALLUVIONE del'66 sono usciti già tanti libri e ancor più saggi e articoli di giornale, ma con 415 pagine e ancor più immagini il libro presentato ieri batte tutti. E non soltanto come cifre perché in "Era, il 4 Novembre a cinquant'anni dal'alluvione di Pontedera" ci sono anche notizie, approfondimenti e immagini finora inedite, a cominciare da alcune trovate nell'archivio della Piaggio dal quale non erano mai uscite fino a ora. NEL VOLUME si parla anche dell'allarme peste che dopo uno scoop del Resto del Carlino - gemello bolognese de La Nazione che in quei giorni veniva stampata proprio a Bologna essendo Firenze sott'acqua come Pontede- Alluvioni in Toscana 0 m m volume Ncnaoa, piu m ra- si diffuse nell'ospedale Lotti. A causa, si disse, di provette contenenti i bacilli della peste. Si procedette perciò a una vaccinazione, se non proprio di massa quantomeno estesa a tutti i frequentatori dell'ospedale, compreso l'allora sindaco Giacomo Maccheroni che ieri alla presentazione del libro ha confermato che fu vaccinato anche lui. E domani saranno filmate le testimonianze i chiunque vo ha raccontare quei giorni IL LIBRO di Tagete si rifà al primo, quello di Luigi Bruni edito nei mesi dopo l'evento, e ha come autori Michele Quirici e Valentina Filidei, ma con interventi attuali o ripresi di Giacomo Maccheroni, Francesca Franchi, monsignor Vasco Bertelli, Eugenio Leone, Silvio Ficini, Attilio Dal Canto, Alfonsina Bardacchini e Signorini di Ecofor, sponsor del libro, la geologa Franchi che ha illustrato la situazione passata e quella attuale in tema di difesa dei rischi alluvionali, Mario Mannucci sia come giornalista e storco sia come guida del battello fluviale. Si è infatti parlato anche anche del nuovo rapporto instaurato 0 Mario Mannucci. E ieri alla presentazione, coordinata dall'assessora Liviana Canovai, hanno parlato il sindaco Millozzi, Maccheroni, il presidente Minisci e l'ad Pagina 207 con i fiumi pontederesi nove anni fa col battello Andrea da Pontedera, ora alle soglie dei 35 mila gitanti, del "giallo" a proposito degli argini nella zona di Ponticelli che franarono "forse" abbattuti volontariamente dal genio civile, e di altro ancora. Ma le iniziative per i cinqut'anni dell'alluvione non sono finite con questo libro. Domani per tutto il giorno è infatti atte- Alluvioni in Toscana so negli uffici a piano terra laterali di palazzo Stefanelli (ex sede dei vigili) chiunque voglia rilasciare un ricordo della `sua alluvione'. Chi si presenterà sarà intervistato e filmato per realizzare un documentario. Ma presto inizieranno anche gli incontri nelle scuole di ogni ordine e grado per raccontare anche alle nuove generazioni quel tragico evento. Pagina 208 BUONA DOMEN ICA di NICO LA PASQUINUCCI CON L'ACQUA ALLA DELL'ALLUVION E dopo 60 anni restano tanti bei volumi con suggestive, foto (vedere qui a fianco), un paio di tacche in città che segnarono il livello dell'acqua e tanti studi. Pochi, ancora, gli interventi. Perché non siamo ancora al riparo da possibili bis come, o peggio, del '66. Soprattutto da quando., negli ultimi 10 anni qui diluvia come nelle foreste tropicali. La situazione l'ha illustrata bene la geologa pontederese Francesca Franchi: negli anni 60 eravamo ignari e impreparati a un evento simile, poi negli anni 90 si iniziò a studiare sul serio cosa fare per mettersi al riparo. Infine i primi veri interventi. Ma la lista del cosa fare non è stata seguita fino al termine. Mancano ancora lavori importanti per scongiurare catastrofi. Negli ultimi anni Pontedera, oltre all'incubo di ritrovarsi con l'acqua alla gola, ha imparato a convivere e riscoprire i suoi fiumi, per primo l'Arno. Dal battello al locale sulla riva sono il culmine di tante iniziative messe in piedi. Resta nel cassetto anche la pista ciclabile che da Pontedera porta a Calcinaia "via argine ". Ma prima è meglio dare priorità alla sicurezza per non ritrovarsi due metri sott'acqua. Alluvioni in Toscana Pagina 209 al Direttore Le lettere rigorosamente firmate (max 15 righe) vanno indirizzate a La Nazione viale Giovine Italia 17, 50122 Firenze - fax 055 2343646 o all'indirizzo mail• segreteria. redazione.firenzeldmonrif.net Risponde PIER FRANCESCO DE ROBERTIS Direttore de La Nazione Rischio aüuvioni Si può fare di più Caro Direttore, dopo aver visto in tv te immagini dei fiumi usciti dagli argini in Piemonte, ho riflettuto su quanta apprensione abbiamo vissuto anche noi toscani - che abitiamo lungo t'Arno - quatche giorno fa quando sembrava che non smettesse più di piovere. Secondo lei, siamo ancora a rischio come 50 anni fa? Marco Arienti, Empoli Alluvioni in Toscana direttorefdlanazione. net Caro signorArienti, le rispondo con un'altra domanda : chi può dirlo? Chi è in grado oggi di rassicurare i toscani che vivono a ridosso dei corsi d acqua più o meno grandi? Nessuno. Nonostante qualcosa si stia facendo, il gap da recuperare rispetto alle carenze degli ultimi 5-6 lustri è ancora ben lungi dall 'essere colmato. La strada sarebbe segnata, ma la realtà è ancora intrisa di burocrazia e cavilli che rallentano ogni tipo di investimento perla sicurezza. E poi resta un tessuto urbanistico con punti di criticità, frutto di scelte sbaggliate. E ancora: 'quasi tutti si soffermano sulla pericolosità di Arno, Ombrane e Sec chio e non considerano i rischi che possono arrivare dai reticoli minori. Anche qui è fondamentale il presidio continuato. Un aspetto invece sta migliorando: la presa di coscienza dell'opinione pubblica . La soluzione al problema ? Tutt 'altro. Ma solo con questo approccio, si può realmente pensare a un domani più sicuro. pagina facebook: pierfraneesco de robertis Cpierderobertis Pagina 210 Alluvione, vento di mare sui mattoni rossi L editrice Tea sta rieditando i libri di Leonardo Cori sull'agente dei servizi segreti Bruno Arcieri. In questa opera di riediting, accompagnata da un lavoro di riscrittura di alcune parti dei romanzi da parte dell'autore, è stato compreso 'L'angelo del fango' (prima edizione 2005, la nuova nel 2015), avvincente nel collocare il tentativo di un attentato nei giorni di Firenze alluvionata. Ma ci soffermiamo questa volta sulla scelta operata da Cori di aprire il suo romanzo con una poesia di Franco Tosi, «Il vento della sera», forse scelta in riferimento all'età di Arcieri pensionando; forse, con più certezza, per collegarla all'immagine dell'alluvione, ripensata in un giorno di arsura: «Brume di caldo/ sui mattoni rossi/ della cupola al centro/ della valle./ Vento di mare / al volgere della sera./ La mia eterna città, dura e struggente./ Tutta una vita/ tra i suoi colli:/ ed, oggi,/ il domani è già stato». C'è tutta la suggestione di un filone che è stato cantato a suo tempo da Tenco in 'Un giorno dopo l'altro', ma anche la vita della città, il suo essere percorsa da ombre nonostante la si senta eterna. Di Franco Tosi (nato nel 1925) sono rintracciabili i libri 'La serpe drogata' (Luigi Scialpi Editore, 1978), 'Senza un grido' (Scialpi, 1980); 'Le pietre magiche' (Scialpi, 1982); 'I ricordi degli altri' (L'autore libri Firenze, 1994); 'Il tempo e le parole' (L'autore libri Firenze, 2007). Difficile trovare notizie su di lui. Qualche difficoltà deve averla trovata anche Cori, che chiude la nota dell'autore de'L angelo del fango così: «Infine, un saluto affettuoso al poeta Franco Tosi, ovunque lui sia». Alluvioni in Toscana Pagina 211 GRAZIE ATUTTI na sola parola racchiude tutte quelle possibili: grazie. Quindicimila visitatori in tre settimane sono numeri da museo, sono numeri veri, che testimoniano non solo l 'affetto e la riconoscenza dei fiorentini e dei toscani per La Nazione, ma anche la sensibilità di tutti sul tema dell'alluvione. Un argomento che tocca la carne viva di molti, che sollecita ricordi, emozioni, lacrime. La maggior parte di coloro che sono venuti a trovarci ci hanno lasciato la loro testimonianza, e il loro diario - nero su bianco - è la cosa più bella che ci portiamo dentro una volta smontati i pannelli delle prime pagine del '66. Un pezzo di anima di Firenze. VISTO il successo abbiamo prorogato la mostra di una settimana, alcuni ci hanno chiesto di lasciarla permanente e li ringraziamo, ma di più non era possibile. Stiamo progettando di riallestirla altrove, stiamo preparando una memoria di questi giorni. Soprattutto abbiamo sfruttato la spinta dell'interesse sul tema Arno per svolgere un'inchiesta giornalistica a profondita sulla sicurezza del me, mostrando come molto poco si e fatto e ottenendo dalle istituzioni un impegno concreto per un pronto intervento. In fondo ci pare questa l'eredità più bella che questo cinquantesimo dell'alluvione poteva regalarci. Pier Francesco De Robertis Alluvioni in Toscana Pagina 212 Firruir \iaraihuu. rhrn Alluvioni in Toscana ,,lui Inuç nna monn d nuord lu Gmilnai icc,aqo, einmi Pagina 213 PANNELLI MULTIMEDIALI E VIDEO, MA ANCHE LE VECCHIE COLLEZIONI DEL GIORNALE ALLUVIONATE, PERCHE' LO STABILIMENTO DE LA NAZIONE, APPENA INAUGURATO, FU TRA I PRIMI A FINIRE SOTT'ACQUA Alli '"n 1 0 successo e, unamos a cia recar1 a nvivere quei gi rassegna UN GRANDE successo. La mostra l'«Arno straripa a Firenze» ha conquistato il cuore dei fiorentini. In tre settimane sono stati 15mila i visitatori della mostra allestita nell'auditorium del nostro giornale. Un record. A tagliare il nastro inaugurale, il 4 novembre, nel cinquantesimo anniversario dell'alluvione del 1966, è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Migliaia di visitatori: fra di loro quelli che, nei drammatici giorni del novembre 1966 c'erano e subirono la furia dell'Arno e chi, invece, nell'auditorium del nostro giornale ha visto più da vicino le Alluvioni in Toscana Nazione. / st un nuovo allestiinento immagini della città violentata dall'acqua e dal fango (tante inviate proprio dai nostri lettori) e nelle pagine de La Nazione ha trovato la testimonianza dell'impegno dell'allora direttore, Enrico Mattei, dei giornalisti e dei tipografi che lavorarono per raccontare giorno dopo giorno la grande fatica della città per risollevarsi, per ripulire le strade, le case. Per salvare dalla terribile azione corrosiva della nafta, fuoriuscita dagli impianti di riscaldamento, le opere d'arte. I libri. L'anima di una città che non si è mai piegata a quell'ondata di distruzione e di morte. Perchè furono 35 le perso- ne che in quei giorni persero anche la vita. MA L'IMPEGNO del giornale non si è fermato al ricordo e alla celebrazione di quei giorni. Cinquant'anni dopo La Nazione ha raccontato tutto quello che ancora non è stato fatto per evitare che un simile evento si ripeta e possa ancora mettere in ginocchio, non solo Firenze, ma - come allora gran parte della Toscana. Abbiamo registrato e raccontato l'impegno del governo e delle amministrazioni locali e, scadenza dopo scadenza, continueremo a controllare che le date siano rispettate. Pagina 214 IAI:WO lAN1 i NI r,,. - y , y: ,7 txI_ Al centro il direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis, alla sua destra il ds viola Pantaleo Corvino . A destra il responsabile dello sport Paolo Chirichigno e Paolo Bacciotti della Fondazione Bacciotti La direttrice di Careggi, M onica Calamai ; sotto l 'assessore di Palazzo Vecchio Federico Gianassi Alluvioni in Toscana Pagina 215 VERS ILI A 1 LI BRERIA L'alluvione Firenze e gli angeli del fango 1 cinquantesimo anniversario si è celebrato giusto pochi giorni fa. Ma l'Alluvione di Firenze del 1966 resta uno degli avvenimenti più drammatici della storia recente del nostro paese. Una vicenda dalla quale sono scaturite anche storie di solidarietà che hanno riguardato tutta la Toscana, Versilia compresa. Ebbene, per Giunti Editore è da poco uscito Angeli del Fango - La "meglio gioventù" nella Firenze nell'alluvione a 50 anni (di distanza, un libro curato da Erasmo D'Angelis che a distanza di mezzo secolo ripercorre grazie a testimonianze, foto e docurnenti una delle tragedie che sconvolsero il nostro paese. Un tributo a quelle NARRATIVA 1) IL SIMPATIZZANTE di VietThanh Nguye Neri Pozza 2) LA STRADA NEL BOSCO di Colin Dexter Sellerio 3) UNA VITA COME TANTE di A. Yanagihara Sellerio 4) LA PARANZA DEI BAMBINI di R. Saviano Feltrinelli 5) I MEDICI-STORIADI UNAFAMIGLIA di U. Dormi Odoyia EDITORIA LOCALE 1) LA VERSI LIATRAANTIFASCISMO... di Bertozzi- Pieri-Ventura Pezzini 2)LORENZOVIANISCRITTORE...... di M. Testi Pezzini 3) MEDIAVALLE E GARFAGNANA..... di F. Becheili Pezzini 4) COMANDANTEANDREA di F.Antonini Sea 5)VITTORIA/ANGELA/MARTA/.••. di G. Del Monte Maison Nouvelle Vague Acura della libreria LaVela- Viareggio persone che muMite di secchielli e badili arrivareno a Firenze per spalare fango e mettere al riparo un bene comune. A quei giovani che senza stancarsi in silenzio raggiunsero qcella Città isola taemartoriata,a quell'esercito di volontari, eroi senza nome, oggi nonni e nonne a cui il libro è dedicato. lin pre- zioso volume che fa riflettere e punta un riflettore sull'Italia che ci piace, un'Italia di cui andare fieri, un'Italia di cui c'è sempre tanto bisogno e che forse esiste ancora. (a cura della libreria la vela) Alluvioni in Toscana Pagina 216 Protezìone i premo sí ndaco Domani la consegna dei "Sant'Andrea d'oro 2016" al sistema della Protezione civile in occasione della festa dei santo patrono, al cinema teatro La Perla, in via dei Neri a Empoli a partire dalle 16.30: è la 23a edizione della onorificenza più importante della città di Empoli, destinata a quei cittadini che hanno dato il prezioso contributo nel campo dellacultura, delle arti, del lavoro, della politica, dello sporte della solidarietà. II sindaco, renda Barnini , conferisce il riconoscimento a tutte le componenti che costituiscono la protezione civile. Invitati anche il capo dei Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio, il vicesindaco dei Comune di Arquata del Tronto Michele Franchi e il sindaco di Talentino Giuseppe Pezzanesï . Premiati: carabinieri ; centrale oper. 118 asl; Croce rossa Empoli; corpo forestale; guardiadi finanza ; la Racchettadi Montatone, Montelupo e Montespertoli ; Misericordia Empoli; commissariato Empoli; polizia municipale dell ' unione Empolese Valdelsa; procivArci Certaldo; Pubbliche assistenze Empoli; Rav (Radio associazione valdelsa); Vab di Limite e di vinci; vigili del fuoco . Nella motivazione si legge: « per la capacità dimostrata nel saper mobilitare e coordinare ogni tipo di risorsa offrendo un inesauribile supporto strumentale e psicologico alle popolazioni nelle situazioni di grave emergenza». La concomitanza col 50° dell'alluvione dell'Arno, menzione speciale a 5 "Angeli del fango" empolesi, allora ventenni ad aiutare la popolazione di Empoli e delle frazioni più colpite: Guido Arpioni , Andrea Mazzoni, Carlo Antonio Pianigiani, Pier Giuseppe Porciatti, Fabio Sesoldi. Alluvioni in Toscana Pagina 217 u sti mon l " s u W a Huyl one del 1966 Giovedì 1° dicembre , alle 17, alla Biblioteca San Giorgio , di viaSandro Pertini, a Pistoia, sarà presentato un numero speciale della rivista "Testimonianze" dedicato al 50°Alluvione di Firenze e della Toscana. Il titolo del numero è "La Grande Alluvione". Sono previsti gli interventi di Elena Becheri (asssessore alla cultura del Comune di Pistoia), Giorgio Federici (segretario Firenze 2016 e Toscana 2016 - Università di Firenze ), Federica Fratoni (assessore all'ambiente della Regione), Luigi Bardelli (direttore di Tvl), Mauro Perini (presidente della Water Right and Energy Foundation ), Severino Saccardi (direttore di Testimonianze ), Filippo Vannoni (presidente di Publiacqua).Adua Biagioli e Massimo Canneti offriranno ( Letture scelte di ricordi e testimonianze . Saranno anche mostrati filmati sull'alluvione del 1966. Alluvioni in Toscana Pagina 218 FEZw 4 /,,,. P ,. r ,.. 1,11 „, "I "/" °o w , l F// /, ,, ,I / ,✓////... . 1111. „ a %i ir, , 1 11 ,,,// - / ' % f%.. ..% %. Domani in palazzo comunale verranno presentati gli elaborati degli studenti di Tavola, Don Bosco e san Niccol 10 1 PRATO Una Festa della Toscana dedicata al tema dell'acqua: come risorsa ma anche come minaccia. Nella sedicesima edizione della manifestazione (iniziata nel Duemila) voluta dalla Regione e declinata sui territori con appuntamenti e manifestazioni, nata, in origine, per ricordare il regno illuminato del Granduca Pietro Leopoldo (1765 - 1790, poi imperatore d'Austria) che nella riforma della legislazione criminale Toscana abolì, per la prima volta, la pena di morte, a tenere banco questa volta sarà il tratto di stratega e innovatore dalla grande progettualità del regnante. Fu Pietro Leopoldo, infatti, a bonificare le aree paludose della Maremma e sempre lui a ordinare il piano di regimazione delle acque toscane, realizzando, per esempio, il Fosso Reale che è in funzione tuttora. «Un tema complesso - spiegano la presidente del Consiglio comunale Ilaria Santi e l'assessore alla Scuola Mariagrazie Ciambellotti - che abbiamo cercato di attualizzare coinvolgendo le scuole». Tre istituti, tre temi diversi: le elementari di Tavola si sono occupate dell'acqua che distrugge e porta via, affrontando il tema dell'alluvione del 1966 che provocò danni soprattutto nell'area della frazione. Con incontri e indagini autonome (il progetto continuerà anche dopo la Festa della Toscana), i ragazzi hanno approfondito il tema anche grazie a interviste ai nonni e agli anziani del quartiere. I ragazzi del San Niccolò hanno affrontato il tenia dell' alluvione da un altro punto di vista, quello del recupero, della rinascita, con un lavoro su Leonetto Tintori: «Un artista completo e grande restauratore - ha spiegato Rita Iacopino, ILARIA SANTE Abbiamo cercato di attualizzare un tema complesso coinvolgendo i ragazzi di medie ed elementari direttrice del museo di Palazzo Pretorio - cui spettò ilo merito di aver profuso un grande impegno nel recupero delle opere d'arte, soprattutto cicli di affreschi, danneggiati dall'acqua». Il terzo impegnativo tema che è stato affidato ai ragazzi delle medie Don Bosco riguarda l'acqua che si trasforma nella via della salvezza o della dannazione: «L'acqua intesa come mare, il nostro mare spiegano Santi e Ciambellotti che, percorso da migranti in cerca di un'altra vita, diviene di volta in volta lo strumento della rinascita o della morte». Per svolgere questo particolare tema è stato coinvolto di Teatro Metropopolare, che lavora con i detenuti, la cui sede è alla Dogana, alla cui direzione artistica c'è Livia Gionfrida. «Abbiamo fatto alcune perforniace nella scuola per affrontare e sviluppare il tema coni ragazzi» dice. Il migrante, lo scafista, i turisti delle coste siciliane che accolgono il maggior numero di sbarchi, il medico che prende in cura i profughi dopo la traversata in mare. Questi i personaggi della piece che "riletta" dagli studenti si è trasformata in un video i cui attori sono i ragazzi e che sarà presentato, a partire dalle 9,30, mercoledì prossimo, in palazzo comunale, assieme a tutti gli altri elaborati fatti dalle classi in queste settimana. Presenti nel giorno della Festa della Toscana dedicato al tema dell'acqua, oltre alla presidente del Consiglio comunale e all'assessore alla scuola, anche l'assessore alla cultura S' one Mangani . (c. o.) d'ila l xana dcd'ir,:taall'acyna rl_al a c cnndnnn:i ßa sinistra, acopino, 5arti, Ciam hellot4i n Gionfrida Alluvioni in Toscana Pagina 219 L'incognita del referend Qui una e e p rovince in cui R e nzi risc hia . Le po s izioni Alle pagine 2 e 3 Alluvioni in Toscana Pagina 220 Pesano vittorie del centrodestra e caso Etruria di SALVATORE NINO ERA LA CAPITALE del renzismo antemarcia, quello nel quale la marea rottamatrice era arrivata (parliamo del 2012 e del 2013, le due primarie di SuperMatteo in corsa per la guida del Pd) ai livelli più alti d'Italia, quasi più dell'Arno in piena, visto che siamo al cinquantenario dell'alluvione. Ma questo capoluogo e questa provincia sono ancora la terra dove il sì suona? Gli osservatori della politica guardano con un pizzico di scetticismo e classificano Arezzo come una delle tre province toscana I n questa provinci a Matteo aveva raggiunto percentuaLi bulgare a pri marie e Europee Alluvioni in Toscana in cui il toscanissimo, anzi valdarnesissimo, premier rischia maggiormente al referendum, insieme a Livorno, l'ex roccaforte rossa che si è consegnata ai 5 stelle, e a Grosseto, altro territorio di centrodestra. Eh sì, perchè a rimanere in termini di acqua che scorre, ne è passata tanta sotto i ponti dalle primarie del Renzi rampanti e dalle Europee in cui il neopresidente del consiglio fece il pieno qui persino più che altrove, con cifre oltre il 50 per cento. La prima crepa nel muro (inattesa) è stata ovviamente la vittoria della coalizione civiva ma a chiara connotazione di centrodestra del sindaco Alessandro Ghinelli alle comunali del giugno 2015. Lì sì che pochi avrebbero scommesso sulla caduta dell'iperrenziano Matteo Bracciali, la quintessenza del verbo ex rottamatore. UN REFOLO nel vento del renzismo di lotta e di governo che è poi andato a spegnersi col turbine della tempesta perfetta su Banca Etruria, addebitata, a torto e a ragione, al premier ragazzino e alla sua ancor più giovane vedetta aretina, Maria Elena Boschi, scomoda fi- glia del papà più famoso d'Italia, già vicepresidente di Bpel. A seguire la seconda sberla al centrosinistra, quella che a giugno lo ha fatto crollare negli storici feudi di Montevarchi, e Sansepolcro. Ecco perchè persino nel Pd, in questa vigilia di referendum, nel pieno di una della campagne elettorali più violente degli ultimi anni, l'atmosfera è sospesa: speranza nella rimonta dell'ultimo momento, ma senza certezze. Non è un caso che nessuno dei big del partito sia venuto a esporsi in questa sorta di tana dei leoni. Tantomeno Renzi, che pure prima di diventare premier, era di casa, o la ministra Boschi, che si fa vedere solo nel buen retiro familiare di Laterina. A dire il vero, anche il centrodestra non ha messo in mostra i grossi calibri, fatta eccezione per Stefano Parisi che poi ha dovuto incassare lo stop di Berlusconi. Il grande nome lo hanno speso solo i grillini, con Alessandro Di Battista che domenica ha riempito San Francesco. Pagina 221 NEL PD pesa pure (ma è difficile valutare quanto) la dissidenza interna per il No, guidata dall'ex sindaco di Cortona Andrea Vignini. Con lui l'ex vicesindaco di Fanfani, Stefano Gasperini, Luigi Polli, l'ex segretario Ds Gilberto Dindalini, due ex sindaci valdarnesi come Ivano Ferri e Giorgio Valentini più pezzi sparsi del centrosinistra che c'è o che fu, da Piero Ducci, ex Italia dei Valori, all'ex presidente delle Acli, il bindiano Enrico Fiori. Col sì tutto il resto del Pd, compresa gran parte della vecchia componente Bersani, ora schierato per il No, da Andrea Modeo a Francesco Falsini. Basterà a far rifiorire la pianta del renzismo e della riforma costituzionale in questa provincia? Oppure domenica vinceranno gli «altri», quelli che anche qui Renzi vogliono mandarlo a casa? Ormai il count down è già partito, mancano appena cinque giorni. Ogg i a rr i va ic 9 MATTEO Richetti sarà oggi alla Casa delle Culture per spezzare una lancia a favore del si. Al suo fianco l'aretino M arco Donati . Giovedì ospite a M ontevarchi ci sarà Laura Puppato Lw® [wJ «VOTIAMO SI' per semplificare il Paese»:è l'appello lanciato ieri da Riccardo Nencini , segretario nazionale del Psi, al del convegno nella sede aretina. Di Battista tuona DI BATTISTA domenica aveva tuonato da piazza San Francesco il no dei « Cinque Stelle» al referendum costituzionale . Piazza strapiena e attacco a Renzi. IL SEGRETARIO regionale del Pd Dario Parrini sarà domani sera a Cortona: una cena e insieme anche un appuntamento politico per ritornare allo sprint sulle ragioni del si IL no ffl ,Parisi STEFANO Parisi ,leader di E' Andrea Vi nini che non solo ha firm ato il docum ento di coloro che nel centrosinistra si schierano per il N o ma sta anche facendo attiva cam pa g na elettorale Alluvioni in Toscana M ax indalini , seg retario provinciale del Pd, è ovviamente schierato attiva mente per il si, benchè non sia m ai stato un renziano e anzi avesse app ogg iato Bersani «Energie per l'Italia» era stato uno dei primi leader del centrodestra a scendere in campo ad Arezzo per motivare il suo no Pagina 222 i conosciniento in occasione IERI era pioggia, fango e disperazione. Oggi, un riconoscimento speciale. Usando una Fiat 500, 50 anni fa Guido Arpioni, Andrea Mazzoni, Carlo Antonio Pianigiani, Pier Giuseppe Porciatti e Fabio Sesoldi si diressero verso Marcignana, portarono il pane al sacerdote affinché lo distribuisse alle famiglie bisognose. Poi, armati di scope e vanghe ripulirono non solo la chiesa della frazione,ma abitazioni e altri luoghi. Ai 5 angeli del fango, tutti empolesi e allora neppure ventenni, impegnati ad aiutare la città a risollevarsi dall'alluvione, andrà un premio speciale nell'ambito del Sant'Andrea d'Oro 2016. C'è grande attesa per la cerimonia di consegna, in programma domani in occasione della festa del Santo Patrono, al Cinema Teatro `La Perla', in via dei Neri. A partire dalle 16.30, si svolgerà la 23a consegna della onorificenza più importante della città di Empoli, destinata a quei cittadini che hanno dato il loro prezioso contributo nel campo della cultura, delle arti, del lavoro, della politica, dello sport e della solidarietà. Il sindaco Brenda Barnini quest'anno premierà tutte le componenti che costituiscono la Protezione Civile, un insieme di attività messe in campo per tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal Alluvioni in Toscana ,, • Andrea pericolo di danni che derivano dalle calamità. Sono stati invitati per l'occasione anche il capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio, il vicesindaco del Comune di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) Michele Franchi e il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi (Macerata). La platea del cinema si annuncia gremita, con la presenza di decine di agenti delle forze dell'ordine e di tantissimi volontari. Saranno premiate tutte le realtà associative che fanno parte del coordinamento di Protezione Civile dell'Unione dell'Empolese Valdelsa, «per la capacità sempre dimostrata nel saper mobilitare e coordinare ogni tipo di risorsa - ha affermato il sindaco empolese - offrendo un inesauribile supporto sia strumentale che psicologico alle popolazioni nelle situazioni di grave emergenza». Ylenia Cecchetti Pagina 223 ACCADEMIA DELLE ARTI E DEL DISEGNO Fino al 28 dicembre LA SALA delle esposizioni in Via Ricasoli 68 prende in esame l'inedito rapporto tra alluvione del 4 novembre 1966 e la produzione artistica, prendendo le mosse proprio dall'Accademia delle Arti del Disegno, l'istituto che dal 1563 riunisce a Firenze i più famosi pittori, scultori e architetti. Orsanmichele 4 ospita una selezione di venti opere, tra sculture e disegni, che dialogano attraverso un inconsueto gioco di metamorfosi a cui l'artista dà forma realizzando un bizzarro circo di mostri del nostro tempo. Alluvioni in Toscana Pagina 224 0m1-7t ne, convegno al Poto un1vers ita-1,_ Grosseto « RAPPORTO uomo-ambiente nel territorio grossetano: elementi di riflessione». E' questo il tema del convegno in programma oggi alle 10 al Polo universitario in occasione del 50° anniversario dell'alluvione. Interventi di Michele De Silva (Università di Firenze), Andrea Patacchini e Giovanna Pizziolo (Università di Siena), Alfonso De Pietro (Istituto Leopoldo II°) e Luigi Mansi (Fondazione Berliri Zoppi). Alluvioni in Toscana Pagina 225 DOMANI ALLE 8.30 NELLA SALA CONSILIARE gesta della scana La città ricorda 40 anche 1 alluvione LA FESTA della Toscana arriva in Consiglio comunale, con premi per i ragazzi delle scuole e riconoscimenti ai vigli urbani impegnati nell'alluvione del `66. Il Comune di Grosseto celebra la Festa della Toscana rendendo omaggio alle sue eccellenze. A fare da palcoscenico alle celebrazioni sarà la sala consiliare in piazza Duomo, nell'ambito del Consiglio comunale convocato per domani alle 8.30. La prima parte della seduta sarà dedicata alla premiazione delle scolaresche che hanno partecipato al concorso promosso dal Comune e alla consegna delle civiche benemerenze al Corpo della Polizia munici- Consegna di riconoscimenti a disegni e aforismi Onorificenza alla Municipale pale, ai vigili urbani in servizio durante l'alluvione del `66 e alla memoria del buttero Santi Quadalti. «Abbiamo voluto legare la Festa della Toscana alla memoria della drammatica esondazione del fiume Ombrane che 50 anni fa mise in ginocchio la città e la campagna grossetana - spiega il presidente del Consiglio comunale - e ci sembrava doveroso unire questi due momenti in una semplice ma significativa cerimonia nella sala che rappresenta tutti i cittadini, per un ringraziamento a chi mise a repentaglio la vita per adempiere al proprio dovere e con un invito alle nuove generazioni a tenere a mente ciò che Grosseto ha vissuto e ciò che è riuscita a fare per risollevarsi, con caparbietà e coraggio, da tanta devastazione». «La Festa della Toscana ci Alluvioni in Toscana offre l'occasione per valorizzare dal nostro passato lo spirito e i valori che hanno contribuito alla crescita e al benessere del territorio - dice il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna - e il 50° dell'alluvione è una data da ricordare a futura memoria». Il concorso, rivolto agli alunni delle scuole elementari e ai ragazzi delle medie, consisteva nell'elaborare un disegno per i più piccoli e un aforisma per i più grandi sul tema della Festa della Toscana e dell'alluvione del '66. A vincere il premio (un buono di 800 euro alla classe) per il migliore disegno è stato il lavoro eseguito dalle classi V A e V B di via Rovetta dell'Istituto comprensivo Grosseto 5. La scuola sarà premiata con una coppa. Una menzione speciale è andata al disegno realizzato dai ragazzi Dario, Matilde, Alessandro, Matteo ed Elisa M. della V A della scuola elementarre di via Mascagni. Il premio, sempre di 800 euro, per il miglior aforisma è stato assegnato alla III C della scuola media Alighieri dell'Istituto comprensivo Grosseto 4 e una coppa andrà alla scuola, mentre l'aforisma a cui è andata una menzione speciale è stato quello elaborato dalla III D della media Vico. Pagina 226 L'UE STAN ZIA I 17M1 Vïncïola ok al - cantîere a fme , CANTIERE in allestimento a fine anno per un intervento che ormai i cittadini aspettavano dal 2014, da quando cioè l'area fu colpita dall'alluvione. Arrivano dell'Unione europea le risorse per la sistemazione del torrente Vinciola, a San Martino in Freddana, 117mila euro. A realizzare l'opera sarà il Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord. Ieri il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi e il sindaco di Pescaglia Andrea Bonfanti, hanno effettuato un sopralluogo sulla zona. «Si tratta - ha sottoli- EU O. LAVORI A CU RA DEL CONSORZIO D i BONIFICA • neato Ridolfi - di risorse aggiuntive, rispetto a quelle già investite dal Consorzio grazie al proprio contributo di bonifica, destinate alla realizzazione proprio di opere dalle caratteristiche straordinarie e strutturali. Lo stanziamento è onnicomprensivo e non sono previsti cofinanziamenti. I nostri uomini e mezzi interverranno nella zona a nord dell'abitato di San Martino in Freddana, dove realizzeremo una serie di opere di ingegneria idraulica, al fine di ripristinare una situazione di sicurezza. In programma, tra l'altro, c'è il taglio selettivo delle 0 piante instabili, il posizionamento di tre tratti di protezione spondale e la riprofilatura delle sponde». «Un altro importante intervento nel piano di ripristino del territorio - ha aggiunto Bonfanti -. Quest'opera è frutto di una preziosa sinergia che si è venuta a creare tra gli enti e che ha visto la nostra amministrazione in prima linea. Ci sono ancora alcune opere da compiere ma quello che finora è stato fatto dimostra la serietà del nostro lavoro. Ringrazio il Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord e il suo presidenti Ismaele Ridolfi». SUL POSTO II sopralluogo del sindaco Bonfanti e dei presidente dei Consorzio Ridolfi Alluvioni in Toscana Pagina 227 L'alluvione del '66 a firenze e il ruolo di Ragghianti IL NUOVO programma di attività della Fondazione Centro studi sull'arte «Licia e Carlo Ludovico Ragghianti» si apre oggi alle 16.45 nella sede del complesso San Micheletto con il seminario di studi «Abbiamo bisogno di tutti - Carlo Ludovico Ragghianti e l'alluvione del 1966». Nel cinquantesimo anniversario dell'esondazione dell'Arno, la Fondazione presenta un incontro, aperto a tutti, che vuole ripercorrere l'importante ruolo che Ragghianti svolse nella tragica occasione, profondendo la propria opera per la «resurrezione di Firenze», quando con il suo celebre appello esortò il mondo culturale e artistico a soccorrere la città per il recupero del patrimonio artistico e librario. Moderata da Emanuele Pellegrini (professore di storia dell'arte a Imt) e introdotta da Annamaria Giusti ( del Comitato scientifico della Fondazione e già direttrice dell'Opificio delle pietre dure di Firenze), prevede gli interventi di autorevoli studiosi. Dopo i saluti del presidente e del direttore della Fondazione Giorgio Tori e Paolo Bolpagni, Francesco Gurrieri (architetto e urbanista, interverrà sul ruolo di Ragghianti nel richiamare l'attenzione sul disastro del 1966. E Cecilia Frosinini interverrà sul tema del restauro a Firenze prima e dopo l'alluvione. Previste testimonianze di Antonino Caleca, Gigetta Dalli Regoli, Maria Teresa Leoni Zanobini e Ranieri Varese, allievi di Carlo Ludovico Ragghianti e diretti testimoni del suo operato nei primissimi giorni che seguirono l'alluvione. Alluvioni in Toscana Pagina 228 e la mode ità del Granduca L'ACQUA come risorsa e speranza ma anche come minaccia. E' questo il tema scelto dalla Regione per celebrare la Festa della Toscana, istituita nel 2000 per ricordare l'abolizione della pena capitale da parte del Granduca Pietro Leopoldo. Un argomento che l'amministrazione comunale ha deciso di sviluppare insieme ai giovani studenti di tre scuole elementari e medie del territorio, promuovendo una serie di attività all'interno degli istituti, una Ap puntamento istituito per ricordare l'abolizione della pena di morte mostra a Palazzo Pretorio ed un evento conclusivo che si terrà domani, mercoledì 30 novembre, a partire dalle 9.30 in palazzo comunale. Tre le scuole coinvolte nel progetto «Le grandi opere del Granduca Pietro Leopoldo. L'acqua: minaccia o risorsa?»: Don Bosco, San Niccolò e Salvo D'Acquisto. «La Regione ci ha chiesto di rendere moderno quello che il Granduca ha fatto nel `700, abbiamo così pensato a un percorso di riflessione insieme agli studenti per fargli conoscere la figura del Granduca - ha spiegato la presidente del consiglio comunale Ila- Alluvioni in Toscana ria Santi - che non solo ha abolito la pena di morte ma, nonostante la sua giovane età, aveva infatti solo 18 anni quando è diventato capo di uno dei più importanti ducati del tempo, ha anche realizzato grandi opere strutturali». «I ragazzi hanno declinato l'argomento in maniera diversa», ha aggiunto l'assessore alla pubblica istruzione Mariagrazia Ciambellotti. «Abbiamo cercato di fargli capire quanto sia importante rispettare l'acqua e i rischi di un suo errato utilizzo nel territorio». Gli studenti della Salvo D'Acquisto hanno lavorato sui danni che l'alluvione del 1966 di Firenze causò anche nei nostri territori e su come la comunità reagì a questa tragedia. I ragazzi delle Don Bosco si sono confrontati con il «mare nostrum», raccontando di come l'acqua del nostro mar Mediterraneo possa rappresentare una salvezza ma anche una minaccia. Infine gli studenti del San Niccolò hanno visitato la casa e il laboratorio di Leonetto Tintori e hanno avuto modo di conoscere la storia di questo importante restauratore e scultore pratese che ebbe un ruolo importante nel restauro di tante opere post alluvione. Inoltre anche il museo di Palazzo Pretorio ha voluto rendere omaggio alla figura di Tintori allestendo una mostra temporanea con 10 opere che lo stesso Leonetto donò al Comune nel 1993. Pagina 229 RAMO SIC UREZZA L'AURELIA M EY acendo seguito agli interventi sulla stampa locale di questi giorni, inerenti la correlazione tra progetto dell'autostrada e rischio idraulico, questa associazione non può che ribadire con maggior forza la propria contrarietà al progetto nefasto. Tale ipotesi è stata confutata sotto ogni aspetto, ambientale, economico, paesaggistico e sociale, mala caparbietà della Regione (che già da molto tempo sembra favorire interessi particolari, piuttosto che l'interesse generale della collettività) questa volta si deve scontrare anche con questa ulteriore argomentazione sfavorevole. La zona costiera a sud di Grosseto, infatti, si è dimostrata storicamente fragile dal punto di vista idrogeologico. Il dramma del 2012, con tutto il suo scenario di distruzione, non è stato che l'esito finale di una decennale pratica di mala gestione del territorio. Le piogge copiose di allora trovarono un assetto idraulico artificiale progettato per l'agricoltura, non per sostenere urbanizzazione ed infrastrutture. L'autostrada si opporrebbe infatti trasversalmente alle linee di deflusso dei principali sistemi idrologici della regione, in primis 1 lbegna, e poi tutto il reticolo minore di corsi naturali ed artificiali. Questa trasversaliLà dell'infrastruttura autostradale non potrà che venire in conflitto coi deflussi, sia quelli ordinari, che quelli straordinari. Tali deflussi, infatti, fanno parte di un sistema complesso di acque superficiali e falde freatiche, acque di marea, cuneo sa- Alluvioni in Toscana i Alluvioni e autostrada: per gestire i rischi idraulici servono progettisti esperti e competenti lino, venti di libeccio, ed altri fattori imprevedibili. A questo quadro aggiungiamo che la scelta scellerata della politica idraulica regionale è sempre andata nella direzione di velocizzare i deflussi, diminuire i tempi di corrivazione, aumentare le sezioni idrauliche, privare le sponde della loro naturale resistenza idraulica, tagliando tutta la vegetazione ripariale. Al di là del danno idrogeologico, si sono alterati gli ecosistemi fluviali, chiudendo gli occhi di fronte alle componenti biotiche ed abiotiche, che non trovano spazio nelle antiquate equazioni che ancora oggi vengono anacronisticamente usate per progettare gli interventi sui corsi d'acqua. Basti pensare alle volte in cui illustri esponenti del Consorzio di Bonifica hanno apertamente dichiarato di voler trasformare alcuni importanti fiumi in fossi di scolo, e basti guardare a conce sono stati effettivamente ridotti il torrente Elsa (prima dell'alluvione) e il fiume Albegna (dopo l'alluvione): due fosse di scolo, appunto, dove l'acqua scorre veloce e concentrala propria energia cinetica proprio nel tratto finale, presso la foce, dove passa la ferrovia, l'attuale Aurelia, e dove vorrebbero anche far passare un'autostrada. Sarà come transitare davanti alla bocca di un cannone con la miccia accesa. Ci tranquillizzeranno che le opere saranno super sicure. Permetteteci tuttavia di coltivare un serio dubbio a proposito. Noi proponiamo invece di adeguare l'attuale tracciato, mettendolo in sicurezza, e di gestire il rischio idraulico con interventi di riqualificazione fluviale, più economici e sicuri. Ma servono progettualità esperte. Fuori abbondano, e a casa nostra nonne abbiamo. Non possiamo esimerci dal pensare che i nostri costosi politici e tecnici non siano poi così competenti conce il difficile periodo climatico e idrogeologico richiederebbe. Michele Scola Italia Nostra Pagina 230 --- arà centrata sulla rnemoria dell'alluvione del 1966 la celebrazione di Grosseto per la Festa della Toscana che si celebra domani. Il ricordo del 500 anniversario della drammatica esondazione dell'Ombrone che sconvolse la città, riportata alla luce con iniziative e manifestazioni, si completa con il coinvolgimento dei vigili urbani che all'epoca compirono atti valorosi per salvare la vita degli altri mettendo a dura prova la loro esistenza e dei ragazzi delle scuole elementari e medie comunali autori di disegni ed aforismi in un concorso rivolto agli istituti. Proprio a loro verrà dedicata un'intera mattina, dalle 8.30 nella sala consiliare del Municipio, che vedrà l'assegnazione di premi e riconoscimenti prestigiosi per il lavoro svolto. «Abbiamo voluto coinvolgere i giovanissimi studenti - dice Chiara Veltroni, assessora comunale alle politiche giovanili - perché rappresentano i destinatari della nostra memoria e con il concorso hanno dimostrato di essere sensibili verso chi si trova in una situazione di bisogno». La prima parte sarà tutta per le scuole che hanno preso parte alla prova: scuole elementari di via Mascagni, via Rovetta e le medie Da Vinci, Vico, Madonna delle Grazie e Alighieri. Gli alunni delle classi 5a A e 5a B dell'istituto comprensivo Grosseto 5 di via Rovetta hanno vinto un buono da 800 giuro spendibile per la classe ed è stata assegnata loro una coppa alla scuola, per aver realizzato il miglior disegno su un'ipotetica situazione di soccorso durante l'alluvione, oltre a una menzione speciale per i giovanissimi artisti Dario, Matilde, Alessandro, Mat- Alluvioni in Toscana Festa della Toscana in memoria dell'alluvione del 1966 teo ed Elisa della 5a A del comprensivo Grosseto 1 di via Mascagni. Alla 3a C del comprensivo Grosseto 4, scuola media Dante Alighieri, è invece andato il buono di 800 euro e la coppa alla scuola per la composizione dell'aforisma più originale e significativo, anche in questo caso con l'aggiunta di una menzione speciale per un'altra "massima" in tema scritta dalla 3a D del comprensivo Grosseto 5, scuola Vico, La seconda parte della mattina vedrà il conferimento delle civiche benemerenze dal Consiglio comunale a coloro che per un dovere civico, in quel 4 novembre 1966, misero a repentaglio la loro vita lavorando incessantemente per riportare l'ordine in città: Felice Serra (comandante dell'allora Municipale), Renato Bocchi, Mario Moretti , Giuliano Baan- chini, Carlo Carnicelli, Marcello Teresini, Franco Battistini, Franco Mazzieri, Romolo Chela, Egidio Martellina, Enzo Duchana, Furio Lazzeretti, Alberto Gentili. Un'onorificenza simbolica e di grande spessore andrà alla figlia del buttero Santi Quadalti, morto in seguito all'alluvione per salvar, nella sua proprietà il bestiame rimasto imprigionato e impossibili Iato a muoversi. «Era doveroso - conclude il presidente del consiglio comunale Claudio Pacella - celebrare in un unico momento chi ha rappresentato qualcosa nel ricordo dell'alluvione: i vigili per l'opera di salvataggio svolta in situazioni di grande difficoltà e i ragazzi per i disegni e gli aforismi la cui scelta finale ha davvero impegnato la commissione». Stefano Fabbroni Pagina 231 %r, % /i /,, %/ , J/////,19///i C1f11111111,: per Partiranno entro un mese i primi cantieri per rendere più sicuri gli argini dopo le esondazioni che nel 2014 colpirono duramente la Valfr lana 1 PESCAGLIA I soldi dell'Unione europea per sistemare il torrente Vinciola a San Martino in Freddana. Risorse attese che rappresentano un segnale importante per la sicurezza idraulica del territorio: 117mila euro, che permetteranno di intervenire sull'area che nel 2014 fu colpita dall'alluvione che si abbatté sulla Valfreddana e sulla Lucchesia. A realizzare l'opera sarà il Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, cioè l'ente che ha richiesto e ottenuto attraverso la Regione lo stanziamento europeo. I cantieri partiranno entro l'anno e ieri mattina il presidente del Consorzio, Ismaele Ridolfi, e il sindaco di Pescaglia, Andrea Bonfanti, hanno fatto un sopralluogo lungo il tratto che vedrà a breve l'arrivo degli operai. «Coi soldi dell'Unione europea - dice il presidente Ridolfi - possiamo offrire risposte importanti e efficaci al territorio e ai cittadini, fortemente colpiti dall'evento alluvionale del 2014, e alla loro legittima richiesta di una maggiore sicurezza idraulica. Si tratta di risorse aggiuntive, rispetto a quelle già investite dal Consorzio grazie al proprio contributo di bonifica, destinate alla realizzazione di opere straordinarie e strutturali. Lo stanziamento è complessivo e non sono previsti cofinanziamenti: ciò significa che i lavori potranno essere realizzati senza attingere alle risorse II sindaco Ronfanti e il presidente dei Consorzio di Bonifica Ridolfi sull'argine dei Vinciola Un'immagine dell'alluvione in Vaifreddana nel 2014 della fiscalità locale». «I nostri uomini e mezzi interverranno nella zona a nord dell'abitato di San Martino in Freddana- prosegue Ridolfi - Qui sono localizzati numerosi punti, in cui le sponde sono erose. Questo fenomeno ha causa- to, a più riprese, il trasporto di materiale lapideo e terroso verso valle e la caduta di alberi. In programma, tra l'altro, c'è il taglio selettivo delle piante instabili, il posizionamento di tre tratti di protezione delle sponde. Si tratta di un primo stralcio di un piano di intervento più ampio, che nonappena saranno individuate ulteriori risorse riguarderà anche la zona più a valle». «Un altro importante intervento nel piano di ripristino del territorio dopo la terribile alluvione del 2014 - commenta il sindaco di Pescaglia, Andrea Bonfanti -. Quest'opera è frutto di una preziosa sinergia che si è venuta a creare tra gli enti e che ha visto la nostra amministrazione comunale in prima linea. In questi due anni abbiamo intercettato finanziamenti che stanno contribuendo a rendere il territorio più sicuro sul fronte idrogeologico. Ci sono ancora opere da compiere ma quello che finora è stato fatto dimostra la serietà del nostro lavoro». RIPRODUZIONE RISERVATA VI., ione. d.JI'l'<- i,wldi er il tn enle Vin, ieLL Alluvioni in Toscana Pagina 232 IN M ICHE L ETTO a ia ti el'alluvione Il nuovo programma di attività della Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti si apre, oggi, con il seminario di studi "Abbiamo bisogno di tutti". Carlo Ludovico Ragghianti e l'alluvione del 1966. Nel cinquantesimo anniversario dell'esondazione dell'Arno, la Fondazione Ragghianti promuove, alle ore 16.45 presso la sala Conferenze Vïncenzo Da Massa Carrara in San Micheletto, un se- minario di studi, aperto a tutti, che vuole ripercorrere l'importante ruolo che Carlo Ludovico Ragghianti svolse in quella tragica occasione, profondendo la propria opera per la "resurrezione di Firenze". Ragghianti e l'alluvione dei 1966 San Micheletto Oggi alle 16.45 Alluvioni in Toscana Pagina 233 Domani gli studenti della scuola Carducci protagonisti dalle alle 11,30 su "r izz zi riforme di Pietro Leopoldo di Lorena" Campiglia Marittima, Jacopo Bertocchi assessore alla cultura, Giancarlo Vallesi, Gianni Anselmi presidente della commissione cultura del consiglio regionale della Toscana. Da ricordare che la festa della Toscana, che si celebra ogni anno il 30 novembre, è stata istituita nel 2000 dal consiglio regionale per la memoria dell' abolizione della pena di morte e della tortura per volontà del Granduca Pietro Leopoldo. Le celebrazioni riconfermano l'impegno per la promozione dei diritti umani, della pace e della giustizia. 1 VENTURINA Si celebra domani la festa della Toscana con iniziative mattutine per gli studenti della scuola "Carducci" di Venturina Terme e la sera per tutto il pubblico. La mattina, per le scuole, il tema suggerito dal consiglio regionale è quello delle riforme leopoldine e i ragazzi delle prinme e delle seconde medie ascolteranno una lezione sul tema "Modernizzazione e riforme di Pietro Leopoldo per una Toscana laboratorio di progresso e civiltà" che si terrà nella sala Sefi di Venturina dalle 9.30 alle 11. Dalle 11 alle 12.30 saranno invece coinvolti gli studenti di terza media in una conferenza di presentazione del libro di Gianfranco Benedettini "L'alluvione del '66 e le altre del 1900". Partecipano con gli studenti della Scuola Media Carducci di Venturina Terme Alberta Ticciati assessore all'istruzione del Comune di Campiglia, Vito Bartalesi assessore all'ambiente, Daniela Toninelli dirigente istituto comprensivo La sede del la sefi "Marconi" di Venturina, Giancarlo Vallesi presidente Consorzio di bonifica 5 Toscana Costa, Roberto Benvenuto direttore Consorzio di bonifica, Alessandro Fabbrizzi dirigente Consorzio di Bonifica. La sera, alle 21 in un evento pubblico, sempre nella sala Sefi di Venturina Terme, Gianfranco Benedettini tornerà ad essere protagonista come autore del libro 'L'alluvione del '66 e le altre del 1900" che sarà presentato con gli interventi di Rossana Soffritti sindaco di L'edizione 2016 della ricorrenza è dedicata alla "Modernizzazione e riforme dall'età del Granduca Pietro Leopoldo con particolare riferimento all'istituzione delle comunità, alle bonifiche ed alle infrastrutture" e a 50 anni dalle numerose alluvioni che nel 1966 colpirono Firenze e numerosi centri della Toscana, tra cui appunto Venturina, questo tema risulta particolarmente attuale. RIPRODUZIONE RISERVATA Ievta delle I nscana, r. cleruzií Ala ticfi Alluvioni in Toscana Pagina 234 9NCONTRI ALLA S E R Muvione ' / VENTURINA Domani alla sala Sefi (via della Fiera 3) presentazione del libro "L'alluvione del'66 e le altre del 1900" di Gianfranco Benedettini. La mattina incontro con gli studenti delle scuole medie del comune di Campiglia in occasione della Festa della Toscana che questo anno si andrà ad occupare della modernizzazione e delle riforme di Pietro Leopoldo quali elementi antesignani di una Toscana laboratorio di progresso e civiltà. La sera, sempre alla Sefi, dalle 21 presentazione del libro con la partecipazione della sindaca Rossana Soffritti, l'assessore al- Alluvioni in Toscana . solidarieta la cultura Jacopo Bertocchi, il presidente del consorzio di honifica 5 Toscana Costa Giancarlo Vallesi, commissione cultura del consiglio regionale Gianni Anselmi oltre che all'autore. Era il 4 novembre di 50 anni fa quando tutta la regione Toscana, e con essa anche la Val di Corna, veniva sommersa da una straordinaria ondata di pioggia e maltempo. L' alluvione del 1966 fu infatti un disastro ambientale che provocò drammi individuali e collettivi e che mise in ginocchio centinaia di città e paesi. Ma fu anche un evento di fronte al quale tanti cittadini dettero forza e significato al termine solidarietà. Pagina 235 SU PROPOSTA D i LORENZONI Gettone dì presenza devoluto . alle popotr * terremotate 0 STAZZEMA «Ci sono eventi della vita davanti ai quali ogni parola diventa superflua ed è doveroso fare più che parlare. Dopo il sisma che ha colpito diverse zone del centro Italia riteniamo che, al di là delle espressioni di solidarietà, occorrono anche gesti, seppur piccoli, per prestare aiuto a cittadini che si trovano in un'improvvisa e terrificante situazione di disagio fisico e psicologico». A parlare è Gian Piero Lorenzoni, consigliere di minoranza di Luce a Stazzema che ha proposto al consiglio comunale - il quale ha approvato all'unanimità - la devoluzione di un gettone di presenza dei consiglieri (13) a favore delle popolazioni colpite dal terremoto di Umbria, Marche e Lazio. «Certamente è un piccolo contributo - dichiara - rispetto alle enormi necessità della ricostruzione, ma certamente è la dimostrazione del- la vicinanza e dell'affetto dell'intera comunità ad un territorio così duramente colpito, un primo piccolo gesto che vuole significare la volontà di non stare con le mani in mano in questo tragico momento». Lorenzoni, nel suo intervento, ha ricordato che, durante l'alluvione del giugno 1996 che colpi duramente la Versilia ed in particolare Stazzema, numerosi furono i comuni di tutta Italia che vollero concedere contributi per aiutare la Comunità satazzemese. Lorenzoni ha anche voluto esprimere la massima vicinanza alle popolazioni colpite e il sentito cordoglio alle famiglie delle vittime, ha ringraziato l'intero consiglio comunale ed ha auspicato che anche molti altri comuni seguano questo piccolo esempio di solidarietà, che per quanto possibile possa alleviare i bisogni di quelle popolazioni. RIPRODUZIONE RISERVATA S rà mte >i, ru interne -cnivlìl nrll.rz i: i_i Alluvioni in Toscana Pagina 236 LA SOCIETÀ Soccorso Pubblico è raggiungibile al 0572 90901 o sul sito web www.soccorsopubblico.org, con tutte le informazioni e gli estremi per accedere ai servizi, associarsi e anche per devolverle il proprio 5x1000. Soccorso pubblico, n er t en g i • %- o r struttura di via PEZZO di storia centenaria di Montecatini Terme in prima linea nelle emergenze e nell'aiuto ai più deboli. E' la Società Soccorso Pubblico di via Manin. «Abbiamo in dotazione quattro ambulanze - racconta la presidente Ida Martellina - che si alternano con quelle della Misericordia nei servizi da emergenza del 118: i giorni pari tocca a noi, i dispari a loro». L'attività dei volontari però non si esaurisce con le chiamate d'urgenza: il Soccorso Pubblico dispone di altrettanti mezzi attrezzati per il trasporto ordinario di malati e disabili in caso di ricovero, dimissiona, riabilitazione e trasferimenti. «E' questa - sottolinea la presidente - una delle nostre attività più impegnative. Effettuiamo in media 4700 servizi ogni anno, circa 12 al giorno». IN CASO di calamità nazionali poi, come il recente terremoto nel centro Italia, i confini comunali perdono di significato. I volontari lo sanno bene: «Dopo il terremoto di Amatrice - ricorda il giovane consigliere Gabriele Pellegrini - alcuni nostri volontari, capeggiati dal nostro consigliere nonché responsabile della Protezione civile toscana Daniele Giusti, sono partiti per le zone colpite per prestare i primi soccorsi. Ma si tratta solo dell'ultimo capitolo di una lunga storia. I volontari del Soccorso Pubblico sono stati in prima linea nel portare aiuto alla popolazione durante molti altri Alluvioni in Toscana ïï serv al e solo li e i t ïzï ian in un pezzo di storia centenaria della città disastri: l'alluvione di Firenze del `66, il terremoto in Irpinia del 1980, il sisma dell'Aquila otto anni fa, per arrivare alle tragedie delle due guerre mondiali». Al di là dei grandi disastri nazionali, l'attività del Soccorso Pubblico si concentra sul territorio di Montecatini. Una parte estremamente importante del lavoro dei volontari è quello di assistenza sociale. «Siamo sempre dalla parte Una delle nostre attività più impegnative è quella del trasporto di disabili anziani e alati» dei più deboli e cerchiamo di offrire ai più bisognosi servizi gratuiti». A parlare è Lara, storica responsabile dei servizi sociali. «Nella nostra sede - sottolinea Lara - ci sono due punti-docce che mettiamo a disposizione a chi ne fa richiesta. Ogni giorno diamo aiuto a tante persone senza fissa dimora. Alcune sono persone anziane italiane che non ce la fanno». IL SOCCORSO Pubblico offre anche pacchi- spesa ai bisognosi, alla stregua di ciò che realizza an- che la Caritas. «Abbiamo in carico circa 30 famiglie residenti a Montecatini, molte delle quali sono composte da italiani in serie difficoltà economiche». Ogni giorno è un continuo confronto con il disagio sociale e familiare. «Nel nostro lavoro quotidiano - aggiunge Lara - ci troviamo spesso alle prese con vicende molto trista: anziani, magari con pensioni minime, che sono stati letteralmente abbandonati dai figli. Spesso i figli sono abbienti, ma non vogliono occuparsi dei loro genitori in difficoltà. Non solo: si arrabbiano con loro per essersi fatti aiutare da noi . Brutte storie». I SERVIZI sociali del Soccorso Pubblico si occupano anche delle tossicodipendenze. «La cocaina dice ancora Lara - è ormai a buon mercato in città. I giovani arrivano da noi quando sono già dentro il tunnel della droga. Se riuscissimo a prenderli in carico prima, il nostro aiuto sarebbe ancora più efficace. A Montecatini ci sono tanti casi: tossicodipendenti cronici e consumatori insospettabili». Altro ambito di attività del Soccorso Pubblico è il recupero delle persone destinate ai lavori socialmente utili. «E' capitato - racconta Ida Martellini - che siano arrivate da noi persone molto volenterose che, ben inserite nel gruppo e formate dai nostri volontari, hanno prestato servizio anche sulle ambulanze. Una grande soddisfazione per noi». Francesco Storai Pagina 237 ca.n, N.,lanze dell'associazione Foto di gruppo della Società d% lm Alluvioni in Toscana Sopra un'esercitazione di pronto intervento dei volontari. Sotto la storica sede di via Manin. 1 servizi dell'associazione di volontariato sono molteplici. Di recente è stato aperto anche uno sportello gratuito di sostegno psicologico con una psicoterapeuta a disposizione dei cittadini Pagina 238 1s¿44át n l1'l' i prima ben due l Comune termate Montecatini Terme ISTITUITA nel 1903, ben due anni prima della fondazione del Comune termale - nel 1905 Bagni di Montecatini si staccò da Montecatini Valdinievole, l'attuale Montecatini Alto - da più di un secolo la Società di Soccorso Pubblico è un fondamentale punto di riferimento per la città, per i suoi abitanti e non soltanto. Ogni anno effettuati ben 11.900 servizi di emergenza Montecatini Terme CHI entra nella storica sede di via Manin trova a disposizione, sette giorni su sette, un punto di appoggio per l'assistenza ai malati, la consulenza sanitaria, per i servizi sociali e ovviamente peri casi di emergenza in cui sia necessario l'intervento di un'ambulanza. Gli uomini e donne della Ssp effettuano in media 1900 interventi di emergenza ogni anno. Più di cinque al giorno. Alluvioni in Toscana Pagina 239 Oltre cento Mende finirono sott'acqua A onte era l'inondazione mise i ginocchio anche 733 ne ozi e 421 attività arti fanali / PONTEDERA Non fosse per i palazzi che spuntano dall'incongrua palude di viaVerdi, quella che vedete fotografata in primo piano potrebbe sembrare la sponda di un fiume. E in effetti lo è, nel pomeriggio di sabato 5 novembre 1966. Improbabili imbarcazioni di fortuna adagiate sulla riva come abbandonate da gente in precipitosa fuga. I fiumi, quelli veri, Arno ed Era, hanno ripreso a scorrere dolcemente, come se nulla fosse accaduto, mentre tutt'intorno è l'inferno. L il silenzio di un deserto liquido. Nessuna traccia di vita, nel bianco e nero di quest'immagine, in regalo oggi con "I1 Tirreno". Solo camion abbandonati circondati da un lago limaccioso e immobile; e, a pochi passi dall'obiettivo, mezzi galleggianti di fortuna abbandonati al loro destino di relitti. L'acqua fangosa dell'Era continua a scendere, assieme alla paura dei pontederesi. Nessuno ancora si azzarda a tornare in strada, almeno in questa parte della città. Si rimane rinchiusi nei piani alti delle case, dove si bivacca dal giorno prima. Venerdì 4 novembre, il giorno dell'alluvione a Pontedera, l'ar- gine del fiume Era cede alle 14.30 circa. Alle 16, il livello dell' acqua nel centro della città oltrepassa già il metro. La gente cerca rifugio alla meglio, e intanto cerca di salvare il salvabile: tutti sanno che il peggio deve ancora arrivare. Salta la corrente elettrica, salta la linea telefonica. La città è di colpo isolata, e irraggiungibile, e impossibile da abbandonare. Una trappola tentacolare, infernale. Alle 17.30 i pianiterra, gli scantinati, gli esercizi commerciali sono travolti dalla furia della corrente, che in certi punti lambisce i primi piani. Alle 18, la piena del fiume in fuga dai propri argini raggiunge il proprio picco. Assieme al terrore dei cittadini. Per le attività produttive e commerciali pontederesi, i danni saranno enormi. 118 ditte alluvionate su 289; 733 esercizi commerciali devastati su 770; su 562 attività artigianali presenti sul territorio, 421 sono quelle che la piena danneggia pesantemente. Investite dalla furia della piena, le abitazioni subiscono colpi gravissimi. In centro, un'ecatombe di automobili impantanate, rovesciate, trascinate lungo imprevedibili traiettorie assieme a sporcizia di ogni tipo. A partire dalla mattina di domenica 6 novembre, i commercianti pontederesi si metteranno al lavoro per cercare di recuperare dai loro negozi tutto ciò che può essere salvato. AndreaLanini Via Verdi come una palude (questa la foto in regalo oggi con "ll Tirreno") Alluvioni in Toscana Pagina 240 LI q .v// •// , //r. //////////////// v/ / Q I 'a9 +/ ,., , / /% _i _ IT ,, % No i ® Marinari, artigiano i îl che piegò i I paese del Mobile r che però nel 2014 ha ceduto ® PONSACCO Noè Marinari, ponsacchino, classe 1930, artigiano e titolare fino al 2000 dell'omonima ditta di mobili vicino via Chiavaccini, il 4 novembre del '66 si trovò in mezzo al diluvio e poi all'inondazione causata dall'Era. Il fiume di fango invase il mobilificio di Noè, pur avendo chiuso le vie di uscita con tavole di legno murate con cemento a presa rapida da lui e dai dipendenti, che si trovarono improvvisamente in questa calamità. Era presente anche il fratello di Noè, Giovanni, e tutti cercarono di collaborare per salvare il salvabile, ma il mobilio andò perso, perché entrarono circa 30 cm di acqua fango- Alluvioni in Toscana ri sa. Al centro della ditta fu scavata anche un buca per raccogliere l'acqua cori l'aiuto dell' amico Renzo Gioli, che aveva telefonato in sede, ed era arrivato a Ponsacco passando da S. Pietro Belvedere, poi per Camugliano, fino da Noè per portare una pompa e far uscire l'acqua dalle porte del capannone. Noè Marinari è stato presidente della Mostra del Mobilio dal '55 fino al '67, oltre che infaticabile artigiano del mobile. E sposato con Marilena, ha due figli e nipoti. Ha iniziato a lavorare a 14 anni nella Cooperativa Terrazzieri. Ha svolto il servizio di leva a 21 anni e ha imparato il "mestiere" dai più famosi artigiani ponsacchnni: Romolo e Remo D aini, Sabatino Bani . Poi si è reso indipendente con la ditta "Noè Marinari" invia Chiavaccini. «C'erano anche tanti giovani che venivano ad imparare da noi alla ditta - racconta - e ci servivamo alla segheria di Agostino Panicucci per tagliare il legname a misura, dove tutti i falegnami locali arrivavano con il carretto. La ditta che avevo fondato era sulla terra, che mi lasciò mio padre, Giuseppe. Si fabbricavano camere matrimoniali e per ragazzi, soggiorni. Ho vissuto anche la Seconda Guerra Mondiale con i bombardamenti, gli spari de- % imprenditore i Ponsacco icinquant'anni gli aerei americani contro il camion di tedeschi per costringerli alla ritirata. Gli aerei planavano bassi sfiorando i tetti, anche vicino alla casa di riposo "Giampieri", e mitragliavano. Mia madre mi salvò dai bombardamenti spingendomi in un fosso, ma in via Chiavaccini ci furono molti morti. Ricordo il suono dell'allarme e le corse per ripararsi dai bombardamenti». «Sono contento di essere vivo. Fu un grande spavento per tutti noi veder arrivare pian piano questo fiume di acqua fangosa lungo via Chiavaccini, sia alla mia ditta, che alla mia vicina abitazione - spiega Noè Marinari- e mia moglie dalla mattina la rividi la sera. La mattina del 4 novembre '66 andai a lavorare come al solito con altri quattro dipendenti, ma nessuno ci avvisò del pericolo, che stava arrivando. L'alluvione colpì duramente l'area della città del mobile al di là del ponte: abitazioni e laboratori artigiani di falegnami, negozi. Iniziò ad arrivare l'acqua in ditta, ma volli andare a vedere anche alla raia casa lì vi- cino. Uscii con l'acqua alla pancia e a fatica arrivai. Cercai di sollevare sui mobili in alto quello che potei, per ritornare dai miei dipendenti. Il telefono funzionava e ci chiamavano gli arnici, volevano venirci ad aiutare, ma non riuscivano, perché fuori c'era già l'acqua alta. Bloccammo le uscite con tavole di legno e cemento a presa rapida. Il pavimento gonfiava, allora ci spostammo sopra piattaforme cariche di mobili. Venne ad aiutarci anche Giancarlo Aringhieri, ponsacchino, e sul carretto ca- Pagina 241 ricò noi dipendenti fino al ponte del fiume Cascina. Nella ditta si salvarono le macchine, ma non i mobili. La mia auto '600' fu sommersa nel piazzale. Abbiamo avuto tanti danni, ma nessun risarcirnento. Dopo il '66 fu costruito l'argine del fiume Era, ma nel 2014 c'è stata la rottura e un'altra alluvione. I miei figli abitano in quella zona, per fortuna sono riusciti a salvaguardare la casa. Il mio orto è stato allagato». Elena lacoponi ^.I PRODUZIONE RISERVATA Noè Marinari, storico artigiano ed ex presidente della Mostra dei mobilio . A destra: un'immagine dell'alluvione del novembre 1966 Alluvioni in Toscana Pagina 242 Un libro di Tagete con 500 immagini ed episodi inediti Presentato alla Biblioteca Gronchi di Pontedera il volume "Era" il 4 novembre 1966. Cinquant'anni dall'alluvione a Pontedera, a cura di Michele Quirici (nella foto ) e Valentina Filidei. Edito da Tagete Edizioni in collaborazione con il Comune di Pontedera e grazie al contributo di Ecofor Servite, il libro raccoglie oltre cinquecento immagini e documenti inediti, ripercorrendo la storia di quel terribile giorno attraverso le testimonianze di alcuni protagonisti, senza dimenticare una riflessione sul rischio idrogeologico delle nostre zone. L'ultima parte del volume è invece dedicata al rapporto odierno dei pontederesi con l'Era e l'Arno: il battello fluviale egli argini recuperati hanno riavvicinato la città ai fiumi e la paura si è trasformata nella serenità di una gita fluviale o di una passeggiata domenicale. Oggi, 30 novembre, è l'ultimo giorno per visitare al museo Piaggio la mostra che accompagna il volume. Sempre oggi si conclude la mostra fotografico-documentarla a cura della rete archivistica Bibliolandia all'interno del palazzo comunale di Santa Maria a Monte. L'allestimento itinerante, su pannelli roll •up dagli archivisti della rete Bibliolandia , si compone di quindici pannelli autoportanti su cui sono stati esposti documenti sul tema dell'alluvione dei 1966 provenienti dagli archivi storici dei Comuni della provincia di Pisa. La scelta di inaugurare l'esposizione a Santa Maria a Monte è stata dettata dal forte impatto che questo evento ebbe sul territorio di questo Comune, dove l'argine ruppe in località Le Colombaie il 4 novembre dei 1966, provocando quattro vittime. Alluvioni in Toscana Pagina 243 ,. %// ' %// `"°//% . Y /////aLU I V L1. i,.. r%/// 'r/// drG °,%.,r// G/// / , o////%. L Li Aiutarono la popolazione colpita dall'alluvione, oggi riceveranno una menzione speciale nell'abito della consegna del "Sant'Andrea d'oro" di poli alla protezione civile rà proiettato un videomessaggio del capo del dipartimento della protezione civile Fabrizio Curcio. Invitati anche il vicesindaco dei Comune di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) Michele Franchi e il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi (Macerata). / EMPOLI C'è grande attesa per la consegna del 'Sant'Andrea d'Oro' 2016 al sistema della protezione Civile. La cerimonia è in programma oggi, in occasione della festa del Santo Patrono, al cinema teatro 'La Perla', invia dei Neri, a partire dalle 16.30. Siamo alla 23k' edizione della onorilicenza più importante della Città di Empoli, destinata a quei cittadini che hanno dato il loro prezioso contributo nel campo della cultura, delle arti, del lavoro, della politica, dello sport e della solidarietà. La concomitanza con il cinquantesimo anniversario dell'alluvione dell'Arno, che oltre Firenze, interessò pesantemente anche i territori empolesi, ha portato a consegnare una menzione speciale anche a cinque 'Angeli del Fango' tutti empolesi, allora ragazzi di neanche 20 anni, che si impegnarono nelle ore immediatamente successive alla devastazione ad aiutare la popolazione di Empoli e delle frazioni più colpite, in particolare Marcignana: sono Guido Arpioni , Andrea Mazzo- Gli angeli del fango empolesi in azione nella chiesa di Marcignana nel 1966 ni, Carlo Antonio Pianigiani, Pier Giuseppe Porciatti, Fabio Sesoldi . Con una Fiat 500 si diressero verso Marcignana, portarono il pane al sacerdote, affinché lo distribuisse alle famiglie bisognose, e poi, armati di scope e vanghe ripulirono non solo la chiesa della frazione, ma abitazioni e altri luoghi. Tornando al Sant'Andrea d'oro, la sindaca di Empoli, Brenda Barnini, intende conferire il riconoscimento a tutte le componenti che costituiscono la protezione civile, un insieme di attività messe in campo per tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'annbiente dai danni o dal pericolo di danni che derivano dalle calamità. Durante la cerimonia sa- La platea del cinema si annuncia gremita, con la presenza di decine di forze dell'ordine in uniforme e di tantissimi volontari, in rappresentanza di tutte le componenti che fanno parte del coordinamento di protezione civile dell'Unione dell' Empolese Valdelsa, anche per questo sarà presente il sindaco delegato di Montelupo Fiorentino Paolo Masetti. Nella motivazione che la sindaca consegnerà ai singoli rappresentanti di tutte le componenti del Sistema si legge, fra le altre cose, «per la capacità sempre dimostrata nel saper mobilitare e coordinare ogni tipo di risorsa offrendo un inesauribile supporto sia strumentale che psicologico alle popolazioni nelle situazioni di grave emergenza». L RI PRODlJZ10N E RISERVâTâ J cirupic c 0i rH Jmci iiana pruaini ciiiyi a u . ui: dupu Alluvioni in Toscana Pagina 244 "TESTI M ON IAN ZE" RACCO NTA LA GRANDE ALLUVIONE In occasione dei 50° dell'alluvione de11966, la rivista "Testimonianze" ha dedicato all'evento un numero speciale monografico che verrà presentato giovedì 1 dicembre alle 17 nell'Auditorium Terzani della biblioteca San Giorgio in una giornata intitolata "La grande alluvione". Interverranno l'assessore alla cultura del Comune di Pistoia; Giorgio Federici, segretario di Firenze 2016 e Toscana 2016 Università di Firenze; I' assessore al l'ambiente della Regione Toscana; Luigi Bardelli direttoreTVL; Mauro Perini presidente Water Right Foundation, Severino Saccardi direttore della rivista "Testimonianze"; Filippo Vannoni presidente di Publiacqua. Nell'occasione sono previste letture di ricordi e testimonianze, a cura di Adua Biagioli e Massimo Canneti. Saranno mostrati filmati d'epoca. Alluvioni in Toscana Pagina 245 IL PRIMO CITTADINO RASSICURAI SANGIOVANNESI: «SONO STATI FATTI LAVORI CHE IN CASO DI NUOVA PIENA DOVREBBERO LIMITARE I DANNI MA E' OVVIO CHE SONO NECESSARI ALTRI INTERVENTI» uno strappo dopo l'alluvione ® V g ffi -T9 si ï a rdi • mo i c° vede neu 'i di MARCO CORSI «RITENIAMO Publiacqua responsabile di quanto accaduto nel quartiere del Bani il 6 novembre scorso. Per questo ho inviato alla società una lettera di messa in mora e di richiesta danni». L'annuncio è arrivato ieri pomeriggio in consiglio comunale direttamente dal sindaco di San Giovanni Maurizio Viligiardi, che con una comunicazione ufficiale ha precisato quanto è emerso dalle verifiche fatte dopo l'alluvione che ad inizio mese ha comportato non pochi problemi in via Spartaco Lavagnini, con la strada allagata e molti scantinati finiti sott'acqua. Il primo cittadino, dopo aver ricordato di aver inviato una prima missiva con richiesta di spiegazioni il 10 novembre scorso («Ho chiesto a Publiacqua, in quell'occasione, una relazione su quanto accaduto»), ha sottolineato che le responsabilità della società che gestisce la rete idrica appaiono chiare. «Ci sono due aspetti dai quali questo risulta evidente - ha detto - il primo riguarda la mancata manutenzione del portellone che chiude lo scolmatore in caso di piena dell'Arno e che evita il reflusso, all'interno della rete fognaria, dell'acqua del fiume. Cosa che invece credo sia successa il 6 novembre. In secondo luogo - ha aggiunto - la video ispezione che è stata fatta ha individuato all'interno del condotto dello scolmatore un muro che ha impedito, almeno fino ad una certa altezza, il reflusso dell'acqua della rete fognaria, che poi ha ceduto». Alluvioni in Toscana ra - ,zi le colpe dell'ente e chiede i tiann i VILIGIARDI ha annunciato che lunedì prossimo avrà un incontro con Publiacqua per analizzare i fatti e ha ricordato che la società di servizio sta progettando alcuni lavori sullo scolmatore di Lungarno Risorgimento. «Per adesso - ha detto - sono stati fatti interventi tampone che in caso di nuova piena come quella del 6 novembre dovrebbero limitare i danni. Ma uso apposta il condizionale perché certezze non ce ne sono. E' ovvio poi che sono necessari altri interventi». Per il sindaco Publicqua non fa manutenzione sullo scolmatore dal 2002, anno in cui la gestione del servizio è passata alla società fiorentina. Subito dopo l'incontro della prossima settimana, i cittadini che hanno subito danni saranno informati su come muoversi. Alcuni di loro hanno subito danni evidenti, soprattutto ai garage e agli scantinati, invasi da una quantità d'acqua notevole. Inevitabili le polemiche, con un immediato accertamento delle responsabilità. « ancata manutenzione del portellone che chiude lo scolmatore in caso di piena» Lunedì coni responsabili della società verrà ricostruito cosa è successo il 6 nove mbre VILk A 1 i II sindaco di San Giovanni Valdamo Il sindaco ha scritto diretta m ente a bliacqua per m etterla i n m ora , chiederei danni e per avere una relazione su quanto accaduto Pagina 246 ACCADEMIA DELLE ARTI E DEL DISEGNO Fino al 28 dicembre LA SALA delle esposizioni in Via Ricasoli 68 prende in esame l'inedito rapporto tra alluvione del 4 novembre 1966 e la produzione artistica, prendendo le mosse proprio dall'Accademia delle Arti del Disegno, l'istituto che dal 1563 riunisce a Firenze i più famosi pittori, scultori e architetti. Orsanmichele 4 ospita una selezione di venti opere, tra sculture e disegni, che dialogano attraverso un inconsueto gioco di metamorfosi a cui l'artista dà forma realizzando un bizzarro circo di mostri del nostro temnn Alluvioni in Toscana Pagina 247 INTERVISTE E ARTICOLI STORICI «L'alluvione dei dimenticati» Il libro presentato alle Clarisse LA CITTÀ affoga, l'acqua inghiotte i primi piani delle abitazioni, svuota i negozi, trascina con violenza tutto quello che gli si para davanti, riportando le campagne indietro nel tempo. A cinquanta anni dall'alluvione che devastò Grosseto e la Toscana, Irene Blundo ha raccolto le testimonianze di chi visse quei drammatici giorni, unendole ai pezzi di Luciano Bianciardi, Pilade Rotella e Aldo Mazzolai, che sono pagine di letteratura. Il libro «Grosseto nel fango, 50 anni dall'alluvione dei dimenticati», Laurum editrice, è arricchito dalle foto d'epoca dell'Archivio Giacomo Aprili. Per Alluvioni in Toscana la prima volta il testo sarà presentato oggi alle 18 da Clarisse Arte, in via Vinzaglio. Interverranno, oltre all'autrice, i vigili del fuoco Guido Caciagli e Franco De Angelis, che nel 1966 prestarono soccorso alla popolazione in difficoltà; il coro Le Donne di Magliano diretto da Carla Baldini, l'editore Davide Bisconti, il fotografo Aldo Fassari. Modererà la giornalista Rita Martini. Sarà presente la libreria Mondadori, che ha organizzato l'iniziativa. «Sono felice che molte persone dice Irene Blundo - mi abbiano affidato i loro ricordi. Sono le voci di chi ha portato aiuto, di chi è stato salvato, di chi nella disperazione ha trovato la forza di reagire. Accanto al pezzo che Luciano Bianciardi scrisse in occasione del 4 novembre del `66, lui che visse l'alluvione da lontano, alla tv, ma non con meno angoscia e dolore, figura un intervento del figlio Ettore Bianciardi, scritto proprio per questo libro. Ettore allora aveva 17 anni e fu tra i giovani volontari che ripulirono dal fango i libri della biblioteca comunale Chelliana». Concluderà l'incontro il coro Le Donne di !Tagliano che intonerà «Son l'alluvione», brano con il testo struggente scritto da Massimo Ciani e le musiche composte da Carla Baldini. Pagina 248 FESTA D ELLA TOSCANA dí Retro Uopoldo c ome laboratorio dí progre ss o » « ® C_,,r e PIGLIA SI CELEBRA oggi la Festa della Toscana con iniziative mattutine per gli studenti della scuola secondaria di primo grado «Carducci» di Venturina Terme e la sera per tutto il pubblico. La mattina, per le scuole, il tema suggerito dal Consiglio regionale è quello delle riforme leopoldine e i ragazzi delle prime e delle seconde medie ascolteranno una lezione sul tema «Modernizzazione e riforme di Pietro Leopoldo per una Toscana laboratorio di progresso e civiltà» che si terrà nella Sala S .e.fi. di Venturina Terme dalle 9. 30 alle 11. DALLE 11 alle 12.30 saranno in- Alluvioni in Toscana vece coinvolti gli studenti di terza inedia in una conferenza di presentazione del libro di Gianfranco Benedettini «L'alluvione del `66 e le altre del 1900». La sera, alle 21 in un evento pubblico, lepre nella Sala S.E.Fi. Gianfranco Benedettini tornerà ad essere protagonista come autore del libro «L'alluvione del `66 e le altre del 1900» che sarà presentato con gli interventi di Rossana Soffritti sindaco del Comune di Campiglia Marittima, Jacopo Bertocchi assessore alla cultura del Comune di Campiglia Marittima, Giancarlo Vallesi presidente Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa, Gianni Anselmi presidente della Commissione Cultura del Consiglio Regionale della Toscana. Pagina 249 La grande aLLuvione un numero specíaLe di «Testimonianze» Pistoia I N OCCASI ON E del 50° anniversario dell'alluvione del 1966, la rivista «Testimonianze» ha dedicato all'evento un numero speciale che verrà presentato domani (ore 17) in sala Terzani della biblioteca San Giorgio, si intitola «La grande alluvione». Nell'occasione sono previste letture di ricordi e testimonianze, a cura di Adua Biagioli e Massimo Canneti. Saranno mostrati filmati d'epoca. Alluvioni in Toscana Pagina 250 IN e r I a J i 1 i=LL' .L 1rd ✓ '- j2 ..., n, „ . í Le testimonianze di padre e figlio raccolte nel libro di Blundo co De Angelis, il coro Le Donne di Magliano diretto da Carla Bal i, l'editore Davide Risconti. Modererà la giornalista Rita Martini. Sarà presente la libreria Mondadori, che ha organizzato l'iniziativa. 1 GROSSETO Una nuova iniziativa in occasione dei cinquanta anni dall'alluvione di Grosseto. E un libro, firmato da Irene Blando, giornalista che ha raccolto le testimonianze di chi visse quei drammatici giorni, unendole ai pezzi di Luciano Bianciardi, Pilade Rotella e Aldo Mazzolai. Il libro si chiama "Grosseto nel fango, 50 anni dall'alluvione dei dimenticati", è edito per i tipi di Laururn ed è arricchito dalle foto d'epoca dell'Archivio Giacomo Aprili. Alluvioni in Toscana La copertina dei libro Il libro sarà presentato oggi alle 18 a Clarisse Arte, in via Vinzaglio. Interverranno, oltre all'autrice, gli ex vigili del fuoco Guido Caciagli e Fran- Una particolarità. Accanto al pezzo che Luciano Bianciardi scrisse in occasione del 4 novembre del '66, figura un bellissimo intervento del figlio Ettore Bianciardi, scritto appositamente per questo libro. Nel '66 Ettore fu tra i giovani volontari che ripulirono dal fango i volumi della biblioteca Chelliana. Pagina 251 IN MEMORIA DELL'ALLUVIONE Il Oggì consí*g,"*o comunale sì/ì,,ì/ìá1/ì í966 E nell'atrio del municipio la mostra sulle gesta dei vigili urbani 1 GROSSETO Il consiglio comunale di Grosseto è convocato per stamani. La prima parte della seduta, fissata per le 8.30, sarà dedicata alle celebrazioni per laFesta della Toscana, che quest'anno è dedicata all'alluvione che colpì la regione mezzo secolo fa. La cerimonia si svolgerà alla presenza delle autorità civili, militari e religiose. Saranno premiate le classi delle scuole elementari e medie che hanno vinto il concorso indetto dal Comune. Saranno poi consegnate le civiche Alluvioni in Toscana benemerenze alla polizia municipale, ai vigili urbani in servizio durante l'alluvione del '66 e alla memoria di Santi Quadalti. di Grosseto, un lavoro testimoniato danurnerose fotografie e documenti esposti, molti dei quali forniti dall'ex vigile Vla ' iro Capecchi. I visitatori della Intanto il 28 novembre è stata inaumostra, curata dal gurata e sarà aperta al consigliere comunale pubblico sino al 3 diPaolo Serra, potrancembre compreso, no ammirare anche nel salone d'ingresso un paio di motocicletdel municipio, la mo- La moto usata per te d'epoca che nel'66 stra "La piena del '66 dare l'allarme erano in dotazione ai vigili urbani. - Il racconto per immagini della polizia municipaUna di queste fu utilizzata le nell'anno dell'alluvione». dal vigile che diede l'allarme Il focus dell'iniziativa è tutto della rottura dell'argine nell'impegno dei vigili urbani dell'Ombrone. Pagina 252 'ii i ,% l,,, 1 1, I t, j//, _ PIL LI ¡_ ,% v le di ANDREA LANIN I catti in bianco e nero che sembrano, di colpo, far arretrare l'orologio della storia di almeno un ventennio. Anziché il 1966, gli an ni dell'immediato dopoguerra: mezzi militari in transito lungo strade dissestate, famiglie sfollate, gli occhi spaesati di chi ha dovuto raccogliere alla meglio le proprie cose in poveri sacchi. Tutt'intorno, campagne desolate: il volto di una ruralità su cui galleggiano i mesti vapori della miseria, dell'arretratezza. Come in certi film del nostro neorealismo, come in "Riso amaro" di Giuseppe De Santis. Senza però la provocante avvenenza della mondina Silvana Mangano, conturbante prototipo della procace bellezza di quei tempi. E l'acqua non è quella delle risaie di Vercelli, ma quella dell'alluvione del 4 novembre di 50 anni fa. Acqua dappertutto: il fangoso trait d'union che lega le immmnagini che Il Tirreno vi presenta stamani. Acqua che copre e devastai terreni coltivati. Che lambisce le finestre delle case. Che scorre lungo le vie dei centri urbani. Che trasforma le abitazioni in prigioni temporanee e, al contempo, in salvifici rifugi. In ginocchio l'agricoltura, in ginocchio la piccola e grande industria. La sera di venerdì 4, a Pontedera, la Piaggio è sott'acqua. Nel distretto del cuoio, decine di aziende rischiano il tracollo. Anche a Castelfranco di Sotto, che vedete ritratta nelle ore dell' inondazione: un trattore sta trasportando in salvo un carico di pellame, sotto gli occhi vigili di un militare che smista il traffico. Qui, tanti operai faranno l'impossibile per salvare le loro aziende. Negli istanti immediata- Alluvioni in Toscana —/o mente seguenti l'esondazione dell' Arno, tra Castelfranco e Santa Croce si forma una poderosa catena urnanaper portare tonnellate di sale dalla zona di Volterra. Servono per cominciare, in una disperata lotta contro il tempo, le oltre duecentomila pelli fresche che il fango ha sommerso e che rischiano di rovinarsi. Ma gli "angeli della pelle" riusciranno nella loro impresa. Il distretto del cuoio si rimetterà in piedi a tempo di record. A Santa Croce, l'Arno ruppe la notte del venerdì. «La piena risparmiò, si può dire miracolosamente, il centro cittadino», raccontano le pagine di "Diluvio sul pian di Pisa", «ma dilagò a valanga nella zona industriale e la sommnerse, riversandosi nei pingui magazzini stivati di pellami e merci. Sui muri delle concerie è rimasta uzza balza rossastra: è il livello dell'acqua segnato dal tannino e dalla nafta, è la tragica "firma" dell'Arno sul dorso di questa industre cittadina piagata ma non piegata dalla tragedia. C'è ancora l'acqua e già i samrtacrocesi cercavano di smontare i motori delle macchine. Per il resto fu una gara con l'orologio: bisognava buttarsi sulle pelli e salvarle {miei magazzini ce n'erano per duecentottantamnila quintali) senza pensare al sonno, alla concorrenza, alla rivalità. Questo slancio trasformò la città in un'unica, immmnensa conceria da riparare e non appena uno aveva finito di badare alla roba sua, pensava a quella del vicino». Nel caos di quelle ore, la stessa solidarietà corre lungo i centri abitati, lungo le campagne. Darsi una mano a vicenda, far fronte comune alla ribellione della natura diventa, come queste foto raccontano bene, l' obiettivo di tutti. 'RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 253 Mezzi militari in transito ungo strade dissestate, famiglie sfollate, gli occhi spaesati di chi ha dovuto raccogliere alla meglio e proprie cose in poveri sacchi: scene drammatiche che risalgono a cinquanta anni fa subito dopo 'alluvione che sconvolse 'intero territorio provinciale di Pisa " r a... il 4 iíúvei i e ei 1966 11 Presentato alla biblioteca Gronchi di Pontedera il volume " Era il 4 novembre 1966. Cinquant'anni dall'alluvione a Pontedera", a cura di Michele Quirici e ValentinaFihdei. Edito daTagete Edizioni in collaborazione con il Comune di Pontederae grazie al contributo di Ecofor service, il libro raccoglie oltre 500 immagini e documenti inediti, ripercorrendo la storia di quel terribile giorno Michele Quirici attraverso le testimonianze di alcuni protagonisti, senza dimenticare una riflessione sul rischio idrogeologico della zona. Oggi, in regalo con una copia del Tirreno , i lettori hanno in omaggio un'altra fotografia storica relativa all'alluvione di cinquant 'anni fa nel Pisano; l'iniziativa dei nostro giornale, che ha riscosso un grande successo tra i cittadini , è stata resa possibile grazie alla collaborazione della Fondazione Pisa e della Fondazione Palazzo Blu, rispettivamente proprietaria e responsabile della gestione dell'archivio di Luciano Frassi, notissimo fotografo rimasto nel cuore di tutti i pisani Alluvioni in Toscana Pagina 254 . . . .. . . , .................................................. . ... wr l. ,Sg 1 • , . r . . .. .., . 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