Caccia con il cane da ferma

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Caccia con il cane da ferma
Caccia con il cane da ferma
Pointer
Setter Inglese
LA CACCIA CON IL CANE DA FERMA, CON UN CANE O PIU’ CANI?
È sufficiente un solo cane, purchè ben addestrato, con una buona cera, con un buon olfatto,
resistente alla fatica, per ottenere buoni risultati, ai fini del carniere.
Se il soggetto è anche un buon riportatore, il cacciatore può essere pienamente soddisfatto.
Personalmente preferisco esercitare la caccia, con due cani in coppia ben dressati, che
incrociano sul terreno e che quando si incontrano si comportano “come due signori che non si
conoscono”.
(Vedi Archavait, scrittore inglese e grande stimatore del pointer).
Quanto sopra ha una precisa “ratio” poiché due cani esplorano una maggiore superficie di
terreno, rispetto ad uno solo.
La cerca deve essere meticolosa, ma ripeto, incrociata sui lati, e i due soggetti debbono essere
muniti di un valido consenso, onde non disturbare il compagno di coppia, in ferma.
Il consenso non deve essere esagerato, nel senso che, ove l’uno accenni la ferma, l’altro
rallenti, sino a “specchiarsi”.
Se sussistono tali condizioni, la coppia è senz’altro preferibile, poiché tra i due soggetti si
sviluppa uno spiccato spirito di emulazione e di confronto, che porta i cani a dare il meglio di sé
stessi, onde dimostrare di essere l’uno più valido dell’altro, nello scovare la selvaggina e
fermarla.
È preferibile che la coppia sia composta da un maschio e da una femmina, onde evitare che tra
i due si sviluppi una eccessiva rivalità.
L’esercizio venatorio con due cani è comunque da evitare nei seguenti casi: laddove i cani non
hanno una cerca indipendente; non siano ben collegati con il conduttore; abbiano il difetto di
partire e proseguire diritti, cioè di “sfondare”, ovvero di seguire l’uno l’altro “incarrellandosi” per
mancanza di sicurezza o di autonomia (cosiddetta mancanza di personalità).
Deleteria è anche la eccessiva avidità nel riporto, che porta spesso i due soggetti a dilaniare il
selvatico o addirittura ad ingoiarlo, laddove trattasi del piccolo gallinaceo (quaglia).
Se sussiste anche uno solo dei precitati difetti, è senz’altro preferibile cacciare con un solo cane
e ove posseggano altri, turnare gli stessi, soprattutto quando il soggetto dimostri segni di
stanchezza.
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Caccia con il cane da ferma
È senz’altro da evitare di praticare la caccia con più cani, poiché è inevitabile che gli stessi in
gruppo producano risultati negativi, quali scovare la selvaggina senza fermarla, involarla
rincorrendo a fondo la stessa.
Ciò è consentito, anzi praticato quando si esercita la caccia, con la muta, alla lepre o al
cinghiale, poiché più cani possono, più facilmente, scovare tali specie di selvaggina e portarla
verso le “poste” e le altane.
Concludo queste mie brevi riflessioni, per affermare che è possibile cacciare con una coppia di
cani, qualora i soggetti siano ben addestrati dal cacciatore o da chi per lui (addestratore), fin da
cucciolini e che dimostrino un certo affiatamento e compatibilità tra di loro e soprattutto
appartengano alla propria razza o quantomeno siano due inglesi, o due continentali italiani o
due esteri.
È difficile infatti accoppiare un continentale ad un inglese, per le differenti caratteristiche di
razza, quali lo stile, l’andatura, presa di punto, accostamento del selvatico, anche se in
Inghilterra si usava in passato esercitare la caccia e credo tuttora, con un soggetto inglese per
la ferma, e con un cover per il riporto della selvaggina.
Nel nostro paese, tale metodo è scarsamente utilizzato, poiché si insegna il riporto al proprio
cane, anche se di razza inglese, tanto che, anche per tale razza, l’ENCI, prevede
espressamente, per la proclamazione di un campione di caccia pratica “il brevetto per il riporto.
BARTOLI AUGUSTO
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