La ricetta

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La ricetta
n. 1/2013
Aria di primavera
Torte salate,
che bontà
Nudo e crudo:
il carpaccio
Menu bambini:
viva frutta
e verdura!
Cum clavis
Certo che deve fare un certo effetto radunarsi e decidere sotto lo sguardo
del Cristo del Giudizio Universale del Michelangelo e, soprattutto, sapendo
quanta attesa c’è nel mondo riguardo a questa scelta! Ma quale scelta?
Quella che qualche giorno fa sono stati portati ad effettuare i 115 porporati,
il proprio motore cognitivo, a scapito, occorre ammetterlo, di una certa
profondità. E quando, auto-eleggendoci vaticanisti ad honorem, tentiamo
di fare pronostici, di stilare previsioni, di seguire finanche i bookmaker
inglesi che si considerano infallibili, arriva sempre l’elemento sorpresa: il
grande destabilizzatore, lo Spirito Santo che ci ha fatto un gran bel regalo.
Quindi “buonasera a te, Francesco”. E grazie per avere accettato di essere
il vescovo di Roma. Grazie per avere chinato il capo e chiesto la benedizione
di Dio attraverso la preghiera dei fedeli. Grazie per essere venuto dalla fine
del mondo per evitarci la fine del mondo. E grazie… allo Spirito per averci
preso così sul serio.
Ma, scusandomi dell’ardito accostamento, gentili lettori della nostra rivista
e clienti dei nostri supermercati, anche noi ci siamo chiusi “cum clavis” per
perfezionare il nostro progetto distributivo, da portare alla Vostra attenzione.
Il progetto, ça va sans dire, si chiama Migross e consiste nel realizzare i
migliori assortimenti scegliendo i migliori prodotti per ciascun comparto merceologico, per garantirvi elevata qualità a prezzi decisamente convenienti.
Grazie a Voi, quindi, per la preferenza che ci accordate e che riservate ai
nostri prodotti nelle Vostre case, sulle Vostre tavole.
Giorgio Santambrogio
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n. 1 2013
tualità e strane logiche e che attrae una società che ha fatto della curiosità
editoriale
Siamo onesti: un Conclave è un evento mediatico che mischia vecchie ri-
editoriale
chiusi appunto “cum clavis” nella Sistina, per scegliere il nuovo pontefice.
Novità di primavera
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Per tutte le stagioni
Le torte salate sono irresistibili e indovinate
in qualsiasi menu
di Stefania Pianigiani
sommario
11 Nudo e crudo
Non solo carne per il versatile e gustoso
carpaccio
di Vanessa Bartoli
14 I migliori amici
dei bambini
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Fantasia e pazienza per invogliare
i più piccoli a mangiare frutta e verdura
di Chiara Brandi
sommario
17 Una nazione
tanti sapori
La cucina della Croazia nasce dall’unione
di molte tradizioni diverse
di Giulia Christopher
26 Un profumo
pungente
La cannella: un aroma secco, quasi pepato,
che si sposa benissimo col dolce e il salato
di Alessia Soldati
n. 1 2013
34 Lo spirito delle mele
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Poco alcol, sapore allegro: ecco i segreti
del successo del sidro
di Sergio Lo Monte
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36 Insolita Irlanda
Non solo Dublino: città e paesaggi poco noti
nel sud dell’Isola di Smeraldo
di Vanessa Bartoli
39 La ricetta
della bellezza
La pelle del viso merita una cura speciale.
Guida ai piccoli e fondamentali gesti
quotidiani
di Alessandro Zafarana
42 MSF in azione
La onlus interviene in tutto il mondo
in favore delle donne in difficoltà
di Sabina Armani
45 Una casa a prova
di benessere
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Come e perché scegliere vernici
e carte da parati ecologiche
di Enrico Zoi
Edizioni Libò, via Lorenzo il Magnifico 71 - 50129 Firenze
Comitato di redazione:
Giorgio Santambrogio, Gianluca Tositti, Mauro De Feudis, Andrea Crescenti
Coordinamento editoriale: Gianluca Tositti
Caporedattore: Lirio Mangalaviti
Impaginazione: Lucrezia Lazzeri
Coordinamento redazionale: Edi Ferrari
Collaboratori: Sabina Armani, Vanessa Bartoli, Chiara Brandi, Giulia Christopher,
Sergio Lo Monte, Alessia Soldati, Stefania Pianigiani, Alessandro Zafarana,
Enrico Zoi.
Foto: Marka, Tips. Le foto delle ricette e i piatti sono di Mario Genovesi; le foto a
pag. 6, 11, 21-23 sono di Andrea Fantauzzo. Il cruciverba è di Enrico Zoi.
Le Edizioni Libò sono disposte a negoziare il pagamento dei diritti per
le immagini delle quali non è stato possibile chiedere preventivamente il
permesso di pubblicazione.
Per la pubblicità su queste pagine:
Interdis S. Cons. p. A., Via Lomellina 10, 20133 Milano tel. 02/752961
Stampa: Abramo Printing & Logistics, Catanzaro - tel. 0961/900001
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La ricetta filmata
Le ricette gustose
Scuola di cucina
Vini bianchi
Vini rossi
Giochi
Libri
Musica
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n. 1 2013
Direttore responsabile: Leonardo Romanelli
Rubriche
Registrazione del Tribunale di Firenze n. 4964 del 15/05/2000
n. 1 2013
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i
a tavola
Per tutte le stagioni
Per la maggioranza degli italiani, le torte salate sono
l’immancabile complemento di un menu pasquale, di
un compleanno casalingo, di un pranzo o una cena
informale tra amici, anche se quelle più laboriose stanno pian piano prendendo posto nei pranzi importanti.
Queste preparazioni vivono il loro momento di maggiore
gloria praticamente in tutte le stagioni, in quanto fanno
festa e oltre ad essere buone, sono allegre e colorate.
La pasta sfoglia ad esempio, delicatissima e di grande
raffinatezza, avvolge in uno strato sottile e friabile molte
materie prime che acquistano così un nuovo gusto.
Da quando è stata inventata e resa disponibile la pasta
sfoglia surgelata, o quella già pronta nel banco frigo,
anche le meno esperte sono in grado di preparare con
questa pasta dei piatti di grande cucina, lo stesso vale
per la pasta di pane e la pasta brisée.
Anche se siete alle prime armi e risulta più sbrigativo
l’uso di prodotti già pronti, preparare gli impasti in
casa non è poi così difficile, basta seguire alcune
regole generali.
Le focacce sono fatte principalmente per riscoprire
tutti i segreti della pasta del pane, per sbizzarrirsi e per
imitare i panettieri più esperti, ed è così che vengono
agghindate con pomodori, melanzane, cipolle e patate.
Le torte salate, irresistibili e indovinate in qualsiasi
menu, sfilano con una grandissima varietà di gusti
con tutti i frutti dell’orto. A voi la scelta dell’ingrediente
principale per la farcitura: che siano cavolfiore, zucchine o carciofi, tutto si sposa alla perfezione. Spesso si
servono come “piatto di mezzo” dopo il primo piatto
e prima della portata principale a base di carne. Se il
secondo invece prevede pesce, la torta salata, si può
servire anche dopo.
Dalla Francia, da anni si sono fatte largo anche da noi
Ingredienti (per 4 persone): 2 rotoli di pasta sfoglia,
100 g di prosciutto cotto, 2 zucchine,
1 mozzarella fiordilatte, 1 uovo, maggiorana, sale.
olio extravergine di oliva, aglio
Tempo di preparazione 20 minuti
Tempo di cottura 30 minuti
Difficoltà O PP
Costo O PP
Calorie O PP
Vino consigliato Vermentino di Maremma
Prendete un disco di pasta sfoglia, mettetelo
insieme alla sua carta da forno sopra un tagliere,
quindi stendeteci sopra uno strato di prosciutto
cotto. Nel frattempo tagliate le zucchine a julienne e
mettetele a cuocere in una padella con un pochino
d’olio, uno spicchio d’aglio schiacciato e del sale.
Quando saranno pronte, amalgamatele insieme ad
un uovo sbattuto ed una mozzarella fatta a dadini,
quindi aggiustate di sale e spolverizzate con la
maggiorana. Chiudete il tutto con un altro disco di
sfoglia, cercare di arrotolare il tutto formando una
specie di salame e spennellate con tuorlo d’uovo
sbattuto. Mettete il rotolo sopra una placca e
infornate. Cuocete a 180 gradi per 25/30 minuti.
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n. 1 2013
di Stefania Pianigiani
Rotolo di sfoglia ripiena
La ricetta
Le torte salate sono irresistibili
e indovinate in qualsiasi menu
Ingredienti (per 4 persone): 1 confezione di pasta sfoglia, 300 g di
gamberetti sgusciati, 100 g di cappelle di funghi champignon,
1 porro, prezzemolo tritato, 2 dl di latte, 2 cucchiai di farina,
25 gr di burro, sale, pepe, 1 stampo da 6-8 dolcetti
Tempo di preparazione 30 minuti
Tempo di cottura 12 minuti
Difficoltà O OPCosto O OP Calorie O PP
Vino consigliato Franciacorta Satèn
Lavate il porro, asciugatelo con della carta assorbente e togliete
via la parte verde. Tagliatelo a julienne, versatelo in una capace
padella e cuocetelo per 5 minuti nel burro, quindi stemperatevi la
farina e incorporate il latte. Cuocete ancora per qualche minuto.
Incorporate alla salsa i funghi tagliati finemente, i gamberetti
e cuocete ancora 5 minuti. Prendete la pasta sfoglia, con una
tazza ricavate tanti dischi, quanti spazi ha il vostro stampo, e
fate lo stesso con la carta da forno. Prendete la carta da forno
e mettetela negli stampi, quindi posatevi sopra la pasta sfoglia
bucherellata con una forchetta e formate delle “scodelle”,
versatevi il composto mare e monti e infornate a 180 gradi per
10/12 minuti. Quando le quiche saranno cotte, cospargetele con
del prezzemolo tritato.
Ingredienti (per 4 persone): 1 rotolo di pasta brisée, 300 g
di asparagi, 100 g di fontina, 100 g di mascarpone, 50 g di
parmigiano grattugiato, 3 uova, limone, sale, pepe, burro
Tempo di preparazione 15 minuti
Tempo di cottura 25 minuti
Difficoltà O PPCosto O PP Calorie O OP
Vino consigliato Est Est Est di Montefiascone
Prendete la pasta brisée e disponetela sopra uno stampo da
crostata, con la sua carta da forno. Lessate gli asparagi, scolateli
e disponeteli sulla pasta frolla, con il formaggio a pezzetti. Sbattete
le uova con il mascarpone, il parmigiano, un po’ di succo di limone,
sale e pepe. Amalgamate il tutto e versate sopra la pasta brisée.
Cuocete per circa 20-25 minuti in forno a 200 gradi.
I salatini e i vol-au-vent, sono tornati tremendamente di moda grazie al finger food: spesso
si prepara un grosso vol-au-vent e si divide
in tante porzioni, se il ripieno non è troppo
ardimentoso, altrimenti è meglio fare quelli
monodose. Stesso principio per i salatini: da
un pezzo salato, se ne ricavano tanti più piccoli.
Avrete capito che ciò che più conta in queste
preparazioni è la fantasia e la manualità: non
sono difficili le torte salate, basta che vi ricordiate che la pasta sfoglia prima di metterla in
forno si bucherella con una forchetta, e che
la pasta brisée spesso si mette in forno da
sola con dei fagioli o altri legumi secchi per
darle forma. E poi liberate l’immaginazione
formando dischi, triangoli e tutte le geometrie
che più vi piacciono: alla fine il risultato sarà
bello e buono!
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n. 1 2013
La ricetta
Mini quiche mari e monti
Torta salata di asparagi
La ricetta
le quiche: delicate e sfiziose, appena
uscite dal forno sono davvero invitanti, ma anche tiepide o fredde, con il
loro sapore di festa, accontentano
proprio tutti. Portatele con voi nei
pic-nic, risolverete egregiamente il
problema di cosa preparare e mettere
nel cestino.
Le tartellette o barchette sono dei
cestini di pasta brisée, che possono
essere farcite con salse e ripieni dei
più svariati, prendono il loro nome
dalla forma datagli dagli stampini.
di stagione
Nudo e crudo
Non solo carne per il versatile e gustoso carpaccio
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n. 1 2013
di Vanessa Bartoli
Semplice ma non scontato, e con tantissime possibili varianti: non è solo carne infatti
l’ingrediente base per la preparazione del carpaccio, ma anche il pesce, la verdura e
la frutta. Piatto veloce e che lascia anche spazio all’improvvisazione e alla fantasia,
magari mettendo insieme all’ultimo momento qualche avanzo che langue in frigorifero
o in dispensa.
Un po’ di storia
È giovane il carpaccio, o almeno lo è il nome, inventato dal fondatore del famoso Harry’s
Bar. Era un giorno del 1963 quando Giuseppe Cipriani, saputo che un’amica, la contessa Amalia Nani Mocenigo, non poteva mangiare carne cotta poiché i medici gliela
avevano vietata, le preparò quel piatto con la carne cruda che tutti conosciamo. Il nome
nacque in onore del pittore Vittore Carpaccio perché a Cipriani il colore della carne cruda
ricordava i colori dei quadri dell’artista, e proprio
in quel periodo a Venezia si teneva una mostra
a lui dedicata.
Carpaccio di barbabietole
La ricetta
e arance
Ingredienti (per 4 persone): 3 barbabietole rosse,
2 arance, prezzemolo o coriandolo, 1 cucchiaino di
semi di cumino, 3 cucchiai di olio extravergine di oliva,
sale, pepe
Tempo di preparazione 20 minuti (più il tempo per
raffreddare)
Difficoltà OPP
Costo OPP
Calorie OPP
Vino consigliato Bianco Colli Pesaresi
n. 1 2013
Sbucciate le arance ed estraetene un po’ di succo,
poi tagliatele a fette. Sbucciate e tagliate a fette
sottili anche le barbabietole, e mettetele su un piatto
alternandole alle fette di arance. In una padella
antiaderente rosolate i semi di cumino. Aggiungete
l’olio e fate soffriggere a fuoco lento per 5 minuti circa.
Preparate la salsa vinaigrette con 2 cucchiai di succo
d’arancia, sale e pepe, e con l’olio aromatizzato dai
semi di cumino. Versate sulle fette di barbabietole
e arance e cospargete di prezzemolo e coriandolo.
Mettete in frigorifero e fate raffreddare prima di
servire.
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Buone regole
Preparare un carpaccio vuol dire non mettersi ai
fornelli o accendere il forno, e dunque risparmiare
tempo. Ed è importante ricordare anche che un
alimento non cotto conserva intatti tutti i suoi principi nutritivi (sali minerali, vitamine). D’altronde
la mancanza di cottura significa anche, nel caso
della carne, che alcune proteine più resistenti,
come quelle del tessuto connettivo, restano
intatte, mentre il calore le rende più facilmente
e rapidamente digeribili. Insomma: più sapore e
sostanze nutritive intatte, ma digestione più lunga
(cosa che ha un lato positivo, perché ci porta a
masticare molto e quindi a sentire prima il senso
di sazietà). Se per carpaccio intendiamo quello di
carne, la materia prima deve essere ovviamente
freschissima: la carne cruda è infatti altamente
deperibile e il consumo deve essere molto rapido.
Le carni devono poi venire dai tagli cosiddetti di
‘prima qualità’, devono essere di animali piuttosto giovani (ormai per legge tutte le etichette
riportano anche l’età dell’animale) e avere grana
compatta e grasso. I tagli consigliati sono filetto
o controfiletto, naturalmente tagliati molto sottili.
Un piccolo consiglio se non volete acquistare
quello già affettato ma fare da soli a casa: dopo
aver pulito bene la carne e tolto tutte le tracce
di grasso, mettetela nel freezer a raffreddare per
un’oretta, così poi da poterla tagliare a fettine
con un coltello molto affilato o con l’affettatrice.
Torniamo di nuovo per un attimo sulla questione
salubrità della materia prima: accertatevi sempre
Né carne né pesce
Le possibili varianti sono tantissime: frutta, verdura, formaggio, funghi naturalmente, sono gli ingredienti base di
piatti veloci ma belli da vedere e che stuzzicano sempre
l’appetito e la curiosità dei commensali. Se poi uno di
questi è vegetariano, ecco che il problema di cosa preparargli è risolto: altro che una triste insalatina!
Simile il discorso per la frutta, perché fra una normale
macedonia e un bel piatto di ananas (o mele o pere, o
quello che preferite) affettata sottilmente e proposta con
un condimento che non sia solo zucchero (le spezie ci
sono amiche in questo), è decisamente un’altra cosa.
Largo allora alle sperimentazioni e agli accostamenti: dalle
zucchine che si sposano con cetrioli e panna (o formaggio
bianco), alle pere con il caramello e spolverizzate di mandorle tritate, sarà una gioia per il palato e per gli occhi.
Carpaccio di carciofi
al profumo di bottarga
La ricetta
che sia freschissima, perché il se mal conservato il cibo
crudo può trasmettere infezioni come la salmonellosi o la
toxoplasmosi, e non sarà certo una spruzzata di limone
ad eliminare questi batteri. Il carpaccio a base di carne
non è comunque indicato né per i bambini sotto i tre
anni (a quell’età eventuali infiammazioni gastrointestinali
sarebbero molto pericolose) né per le donne in gravidanza
(sempre a causa della toxoplasmosi).
Stesse regole se decidete per un carpaccio di pesce.
Se decidete di cimentarvi con il taglio casalingo, prima
congelate il pesce: non solo questo processo elimina
eventuali parassiti, ma vi faciliterà anche nell’operazione
dell’affettatura (basta togliere la pelle ed utilizzare un
apposito coltello da sfiletto, ben affilato).
Ingredienti (per 4 persone): 4 carciofi, bottarga di
muggine o tonno grattugiata, limone, un mazzetto
di rucola, olio extravergine di oliva, sale
Tempo di preparazione 30 minuti
Difficoltà OPP
Costo OPP
Calorie OPP
Vino consigliato Fiano d’Avellino
Lavate la rucola, sgocciolatela bene e disponetela
su di un vassoio. Preparate i carciofi: eliminate
le foglie esterne più dure, tagliate le punte (a
circa metà altezza del carciofo), e pulite con cura
l’interno eliminando la peluria. Man mano che li
pulite sistemateli in un recipiente con acqua e
limone per evitare che si anneriscano. Asciugateli
bene, tagliateli a fette sottili e sistemateli sulla
rucola. Conditeli con l’olio e spolverizzateli con
abbondante bottarga grattugiata. Salate se
necessario. Fate insaporire per qualche minuto
prima di servire.
Ingredienti (per 4 persone): 8 fettine di carpaccio di vitello, aceto di vino bianco, aceto
balsamico, 1 limone, 1 cipolla rossa, pomodori pachino, parmigiano, olio extravergine d’oliva,
sale, zucchero
Tempo di preparazione 20 minuti (più il tempo per far riposare cuocere la carne)
Difficoltà OPPCosto OPPCalorie OPP
Vino consigliato Grignolino d’Asti
Disponete in un piatto da portata le fettine di vitello. Preparate in una ciotola un’emulsione di
olio d’oliva, aceto di vino e limone (in parti uguali) e aggiungete un pizzico di sale. Versatela
sulla carne, fino a coprire interamente. Tagliate i pomodori a piccoli pezzi, affettate finemente
la cipolla, e conditeli con olio d’oliva, aceto balsamico e un pizzico di zucchero. Dopo circa
40 minuti le fettine di vitello saranno più sode e più scure. Lavatele, mettetele di nuovo nel
piatto da portata e copritele con i pomodori e le cipolle. Guarnite con scaglie di parmigiano.
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n. 1 2013
La ricetta
Carpaccio di vitello
n. 1 2013
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bambini
di Chiara Brandi
Siete tra quelle mamme che ogni giorno si destreggiano tra
aeroplanini di banane e barchette di mela? O vi riconoscete di
più nel papà che alla sera si trasforma in pirata per far terminare quel piatto di pisellini che proprio non vogliono andare giù?
È cosa abbastanza nota che i bambini non siano così propensi
a mangiare quelle due porzioni di frutta e verdura che sono
consigliate per una dieta equilibrata ed una corretta crescita.
Ovviamente, ciascun bambino ha le sue preferenze, e ci
sono anche genitori fortunati che non si devono confrontare
con questi piccoli problemi quotidiani. Per tutti gli altri, forse
la maggioranza, occorre invece armarsi di tanta fantasia e
molta pazienza. In alcuni casi bastano davvero alcuni piccoli
trucchi per ovviare al problema, come ad esempio giocare
con le forme ed i colori degli ortaggi. Le carote, ad esempio,
possono facilmente diventare dei cuoricini: basta incidere
una V per la loro lunghezza nella parte superiore e rifilarle a
forma di punta in quella inferiore. Ricavatene poi delle piccole
rondelle e cuocetele normalmente, al vapore o bollite: avrete
La ricetta
Aeroplanino ciocco-banana
Ingredienti per 1 bambino: una banana, della salsa al cioccolato
Tempo di preparazione 10 minuti
Difficoltà OPP
Costo OPP
Calorie OPP
Sbucciate la banana e dividetela in due. Adagiate una parte
su un piatto e dividete in due per la lunghezza l’altra parte.
Disponete queste due metà ai lati della banana nel piatto,
inclinate come a formare le ali di un aereo. Con il cioccolato,
disegnate dei puntini sui lati della banana come i finestrini e
qualche nuvola sul piatto. È una merenda semplice e completa,
il cioccolato sicuramente renderà più golosa la frutta ed
invoglierà a mangiarla senza troppi capricci.
Ingredienti per 4 persone: 4 pomodori rotondi, 4
pugni di riso bollito, 1 scatoletta di tonno sott’olio o
al naturale da 250 g, olive nere, capperi sotto sale,
sale, olio extravergine, maionese e prezzemolo per
decorare
Tempo di preparazione 30 minuti
Tempo di cottura 15 minuti
Difficoltà OPP
Costo OPPCalorie OPP
Svuotate i pomodori: togliete prima la calotta
superiore e tenetele da parte. Poi, aiutandovi con
un cucchiaino, rimuovete delicatamente la polpa.
Salate l’interno e lasciateli su un piatto capovolti in
modo che possano spurgare tutta l’acqua.
Nel frattempo, preparate il ripieno mescolando
insieme il riso bianco, il tonno, i capperi che avrete
precedentemente dissalato e le olive tagliate
a rondelle (tenetene 6 da parte per decorare il
pomodoro). Regolate di sale e condite con olio extra
vergine. Riempite i pomodori con una cucchiaiata di
riso, adagiate un ciuffo di prezzemolo sopra il riso
e chiudete con le calotte del pomodoro. Decorate
con due rondelle di olive nere come occhi e con la
maionese disegnando un sorriso.
ottenuto così un piatto che certamente incuriosirà
i vostri piccoli. Oppure, usate dei piselli per fare un
piccolo bruco nel piatto: basta allineare un po’ di
pisellini uno accanto all’altro, usare qualche goccio
di maionese per fare i piedini e gli occhi, completare
con due ciuffi di erba cipollina come antenne ed il
gioco è fatto!
Arrivati in fondo al pasto, l’ultimo scoglio da superare è la porzione di frutta: anche in questo caso,
bastano pochi piccoli gesti per rendere anche il più
banale frutto un simpatico giocattolo. Ad esempio,
una semplice banana si può trasformare in un aeroplanino: basta dividerla a metà per la lunghezza e
tagliare in due una delle due parti: la parte ancora
rotonda sarà la carlinga, mentre le due metà le ali.
Alla fine, le regole sono semplici: usate la vostra fantasia, giocate con i colori degli ortaggi e coinvolgete
i vostri bambini nella realizzazione del loro piatto.
Vedrete che pian piano impareranno ad amare la
frutta e la verdura!
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n. 1 2013
Fantasia e pazienza per invogliare
i più piccoli a mangiare frutta
e verdura
La ricetta
I migliori amici
dei bambini
Pomodori ripieni
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Loriana è la piadina con la Romagna dentro!
Gustosa, soffice e pronta in un minuto,
è l’ideale non solo per uno spuntino,
ma anche per una cena sana, veloce e ricca di gusto!
Prodotto testato ed approvato dai consumatori.
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internazionale
Una nazione
tanti sapori
di Giulia Christopher
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n. 1 2013
La cucina della Croazia nasce dall’unione
di molte tradizioni diverse
n. 1 2013
La ricetta
Di mare ma anche di terra e, con influenze turche e ungheresi, viennesi e italiane
(veneziane in particolare) e greche. Chi crede infatti che la cucina croata sia incentrata su piatti a base di pesce – facile in fondo pensarlo, visto i suoi quasi 1800
chilometri di costa e le sue ben 1185 fra isole, isolette e faraglioni – deve ricredersi,
ma non per questo resterà deluso. Già gli antipasti rendono l’idea della mescolanza
di sapori e tradizioni, alternando il tradizionale prosciutto dalmata affumicato e
stagionato dalla bora (dalmatinski pršut)
a piatti di olive e freschissime sardine
Scampi alla busara
(slane sardele) al tipico paški sir, saporito
formaggio di pecora dell’isola di Pag.
Principalmente a base di pesce sono
invece i primi: risotti soprattutto (da
quello al nero di seppia a quello con i
frutti di mare), ma anche le zuppe come
il brodet, fatto, nella ricetta tradizionale
con gli scarti di pesce della cucina. Evidente, nelle ricette ma anche nei nomi,
la secolare influenza della Repubblica
di Venezia.
Sapori decisamente più orientali sono
quelli che si possono sentire avvicinandosi ai secondi di carne, come nel caso
della sarma, piatto di origini turche preIngredienti (per 4 persone): 1 kg di scampi, 3 spicchi d’aglio,
parato con foglie di cavolo arrotolate e
1 ciuffo di prezzemolo, 2 cucchiai di passata di pomodoro
ripiene di carne macinata, riso e spezie.
(facoltativo), 1 manciata di pangrattato, 1/4 di litro di vino bianco
Ovunque e a qualsiasi ora troverete poi
secco, 1 bicchiere di olio extravergine di oliva, sale, paprica dolce
– specie d’estate – un maialino da latte
(odojak) che gira sullo spiedo: l’acquolina
Tempo di preparazione 15 minuti
in bocca è assicurata!
Tempo di cottura 10 minuti
Altri piatti di carne tipici della Croazia
Difficoltà OPPCosto OOPCalorie OPP
sono la pastiþada, uno spezzatino di
Vino consigliato Grave Chardonnay
carne di manzo cotto lentamente con la
Pulite gli spicchi d’aglio e soffriggeteli nell’olio, in una padella o
cipolla e le spezie, e che viene di solito
un tegame piuttosto capaci. Eliminateli non appena cominciano
servito con gli gnocchi (njoki); i üevapþiüi
a scurirsi. Mettete quindi nell’olio bollente gli scampi, che
(polpettine di carne di manzo, maiale e
avevate precedentemente pulito, lavato e asciugato. Cercate di
spezie) e i raznici (spiedini di carne di
posizionarli uno accanto all’altro. Aggiungete il vino e, se volete,
maiale cotti alla griglia), in genere serviti
la passata di pomodoro, e fate evaporare. Girateli una volta.
con cipolla cruda e ajvar, una salsa rossa
Salate, spolverate con la paprica e, a fine cottura, cospargete
piccante a base di peperoni.
con un misto di pangrattato e prezzemolo tritato. Potete
È la griglia uno dei metodi di cottura più
utilizzare anche scampi surgelati (o gamberoni), e il piatto sarà
diffusi, per la carne come per il pesce
comunque buonissimo (e decisamente più economico). È una
(ma anche tante verdure). A unire questi
ricetta molto semplice che richiede due uniche accortezze: non
due alimenti base c’è anche un altro
fare cuocere troppo gli scampi o i gamberoni, perché diventano
metodo di cottura, tipicamente croato:
stopposi (dovere regolarvi anche in base alla loro pezzatura); e
fare attenzione che il sughetto non si asciughi troppo: non solo
è la peka, ossia un recipiente chiuso
perché è buono ma perché potete utilizzarlo per condire un bel
da un coperchio a campana e posto
piatto di spaghetti. Se tende ad asciugarsi aggiungete un altro
sotto la brace. Da assaggiare la peka
po’ di vino bianco.
di agnello e patate e la peka di polpo
e patate. Ed eccoci dunque ai secondi
18
di mare. Si trovano praticamente ovunque
spigole e orate, in genere alla griglia, ma il
piatto principe della cucina croata sono gli
scampi alla buzara: nel lessico veneziano
arcaico “busara”, o “buzara”, significava
“viluppo”, “intruglio”. Secondo alcuni, il
termine indicherebbe anche il recipiente
coperto in cui la gente di mare cuoceva il
pesce a bordo delle barche, mentre Predrag
Matvejevic nei suo Breviario Mediterraneo
lo fa derivare dalla voce dialettale italiana
“buzzo”, ossia “stomaco”. Sia come sia, è
un piatto da assaggiare assolutamente, assieme alle sardele (alici) fritte e alle dagnje
(cozze) che vengono preparate nelle due
versioni in bianco o in rosso con l’aggiunta
di pomodoro.
Come terminare degnamente questo pasto?
Che si tratti di una konoba (trattoria) o di
un restoran (ristorante), ma anche di un
più semplice buffet o bistrot, impossibile
non assaggiare una palaþinka, una specie
di crêpes farcita con cioccolato, marmellata
oppure gelato, anche se quella tradizionale
è ripiena di noci.
Ad accompagnare il tutto una bella pivo
(birra), la bevanda più amata e diffusa nel
Paese. Ma se si preferisce il vino ecco la
Malvazja e, per terminare, un Prošec (vino
da meditazione, marsalato, che non va
confuso con il nostro prosecco) o un Maraschino, liquore a base di ciliegie amare.
La ricetta
evapēiđi
Ingredienti (per 4 persone): carne di manzo tritata 200 g,
carne di maiale tritata 200 g, farina di tipo 00 100 g, 1
cipolla, 1 cucchiaino di paprica dolce, sale, pepe
Tempo di preparazione 20 minuti (più il tempo per far
riposare la carne)
Tempo di cottura 10 minuti
Difficoltà OPP
Costo OPP
Calorie OOP
Vino consigliato Barbera Vivace
Sbucciate e tritate finemente la cipolla. Mettetela in un
recipiente insieme alle carni, salate, pepate e aggiungete
anche la paprica. Mescolate e lavorate l’impasto per alcuni
minuti. Fate poi delle polpette cilindriche del diametro di
circa 2 cm e lunghe circa 8 cm. Infarinatele leggermente e
lasciatele riposare per almeno due ore in frigorifero, coperte
da pellicola, così che la carne si compatti e si insaporisca.
Scaldate una griglia e cuocete le polpette fino a quando
saranno ben dorate. Servitele calde magari su un letto di
cipolle affettate finemente e accompagnate da salsa ajvar
(che si ottiene frullando 2 peperoni, 1 spicchio d’aglio, 1
piccola melanzana, erbe e spezie) o altra salsa piccante.
Ottimo anche l’abbinamento con la birra al posto del vino.
Ingredienti (per 4 persone): 100 g di farina, 1 uovo, 2 dl di latte, sale, burro
Tempo di preparazione 15 minuti (più il tempo per far riposare il composto)
Tempo di cottura 5 minuti
DifficoltàOPPCosto OPPCalorieOPP
Vino consigliato Passito
In un recipiente sbattete l’uovo assieme a una presina di sale. In un altro recipiente diluite
la farina con il latte facendo attenzione che non si creino grumi, e ottenete un composto
abbastanza fluido. Unite i due preparati, mescolateli bene e lasciate poi riposare il composto
per trenta minuti in un luogo tiepido. Ungete una padella con poco burro e scaldatela.
Versate la pastella e distribuitela sul fondo della padella, facendo attenzione che resti
sottilissima. Fate dorare le palaēinke su entrambi i lati e poi farcitele a piacere (marmellata,
cioccolato, noci tritate, crema, eccetera). Prima di servirle piegatele a triangolo.
19
n. 1 2013
La ricetta
Palaēinke
SCOPRI L’INNOVAZIONE
DI
I trattamenti dei parrucchieri, come la colorazione,
la permanente o anche la semplice messa in
piega, rendono i capelli più belli ma allo stesso
tempo possono danneggiarli.
Questo perché tendono a distruggere parte delle
molecole di keratina, la materia principale di cui
è composta la fibra capillare. Per questo Sunsilk
ha creato Keratinology, la prima linea con Keratin
Micro Technology, che penetra all’interno delle
fibre capillari e le ripara reintegrando le molecole
di keratina perse, prolungando così l’effetto
dei trattamenti dei parrucchieri sul look.
PROLUNGA LA BELLEZZA
DEI TRATTAMENTI
DEI PARRUCCHIERI
la ricetta
filmata
Foto 1
Foto 2
Pizza verde con spinaci
e pomodori
Ingredienti (per 4 persone): per l’impasto: 500 g di farina bianca, 30 g di lievito
di birra, 15 g di sale fine, 2 cucchiai d’olio, 200 g di spinaci (o erbette); per il
condimento: 400 g di alici, 6-8 pomodori maturi, scaglie di parmigiano, olio.
Foto 4
Pulite accuratamente gli spinaci o le erbette, lessate in acqua bollente salata per
10 minuti. Scolate, strizzate bene, frullateli nel mixer (Foto 1). Mettete la farina
a cratere su di un ripiano. Sciogliete il lievito in un bicchiere di acqua tiepida e
versatelo nell’incavo. Aggiungete gli spinaci tritati finemente, l’olio e un pizzico
di sale (Foto 2). Lavorate l’impasto fino a ottenere una pasta solida ed elastica.
Fatene una palla e lasciatela lievitare coperta da un panno in un luogo temperato
per 1 ora. Dividetela poi nelle quantità desiderate (che dipendono dalla grandezza
e dal numero delle teglie). Pulite con cura le alici, togliendo la testa e le interiora.
Apritele a libro, togliete la lisca e tagliatele lungo la linea dorsale per ottenere i
filetti (Foto 3). Lavate i pomodori e tagliateli a spicchi. Stendete la pasta della
pizza in una teglia appena unta d’olio e guarnitela con gli spicchi di pomodoro, poi
i filetti di alici, e terminate con scaglie di parmigiano (Foto 4). Terminate con un
pizzico di sale e un filo d’olio. Mettete in forno a 200° per 30 minuti circa.
21
n. 1 2013
Foto 3
Tempo di preparazione 40 minuti più la lievitazione
Tempo di cottura 30 minuti
Difficoltà OOPCosto OOP Calorie OOP
Vino consigliato Montescudaio Bianco
le ricette gustose
Avocado al salmone
Ingredienti (per 4 persone): 2 avocado, 40 g di
maionese, 40 g di salmone affumicato, 20 g di paté
di salmone affumicato, 2 cucchiai di panna montata,
1 cucchiaino di succo di limone, salsa Worcester,
salsa di senape
Tempo di preparazione 30 minuti (più il tempo
per raffreddare)
Difficoltà OPP
Costo OOP
Calorie OOP
Vino consigliato Traminer aromatico
Lavate gli avocado e tagliateli in due nel senso
della lunghezza. Eliminate i noccioli e scavate
delicatamente l’interno per estrarre la polpa. In una
ciotola mettete il paté di salmone affumicato, il succo
di limone, 1 cucchiaino di salsa Worcester e mezzo
di salsa di senape. Amalgamate fino a formare un
composto omogeneo. Aggiungete la maionese e la
panna montata e mescolate con delicatezza. Quando
sarà pronto, mettete il composto in frigorifero.
Tagliate il salmone a striscioline e mettetelo nelle
quattro metà degli avocado. Quando la crema sarà
ben fredda riempite i frutti e servite.
Spaghettini
al peperone
Ingredienti (per 4 persone): 500 g di peperoni rossi e gialli,
400 g di spaghettini, olio extravergine d’oliva, 1 spicchio d’aglio,
prezzemolo, sale e pepe
22
Lavate i peperoni e asciugateli, poi rigirateli velocemente,
servendovi di una forchetta, sulla fiamma dei fornelli facendo
bruciacchiare la pelle. Immergeteli poi in acqua fredda e spellateli.
Apriteli a metà, togliete i semi e tagliateli a listerelle. In un tegame
scaldate l’olio e soffriggete i peperoni a fuoco vivace, facendo
attenzione che non si spappolino. Salate, pepate e aggiungete un
trito di aglio e prezzemolo. Nel frattempo cuocete gli spaghettini e,
quando saranno pronti, conditeli con il sugo di peperoni.
n. 1 2013
Tempo di preparazione 20 minuti
Tempo di cottura 20 minuti
Difficoltà OPP
Costo OPP
Calorie OPP
Vino consigliato Verdicchio dei Castelli di Jesi
Ingredienti (per 4 persone): 1 petto di
tacchino intero, 3 peperoni (1 rosso e
2 gialli), 1 cipolla, 1 carota, 1 bicchiere
di vino bianco, olio extravergine di oliva,
salvia, rosmarino, sale, pepe
Tempo di preparazione 20 minuti
Tempo di cottura 70 minuti
Difficoltà OPP
Costo OPP
Calorie OPP
Vino consigliato Chianti Colli Senesi
Lavate e pulite i peperoni, tagliateli a piccoli pezzi.
Preparate un battuto con la carota e la cipolla, scaldate
l’olio in un tegame e fate appassire il battuto. Aggiungete
i peperoni, fate prendere temperatura, salate, pepate e
aggiungete mezzo bicchiere di vino bianco. Fate cuocere
per una ventina di minuti, poi aggiungete il tacchino
tagliato a tocchetti, una manciata di trito di salvia e
Budino alla menta
rosmarino e il resto del vino. Fate cuocere a fuoco lento
(circa 40 minuti), aggiustate di sale e pepe e se si asciuga
troppo aggiungete un po’ d’acqua o brodo. Al termine
della cottura mettete da parte il pollo e con un mixer a
immersione frullate i peperoni, fino a ottenere una purea
densa e omogenea. Servite il tacchino accompagnato
dalla purea di peperoni.
le ricette gustose
Tacchino
brasato
Ingredienti (per 4 persone): 4 cucchiai di sciroppo di menta,
6 tuorli, 200 g di zucchero, 6 dl di latte, 20 g di farina 00,
vanillina
Mettete il latte in una casseruola e portate a ebollizione. Non
appena prende il bollore togliete la casseruola dal fuoco,
aggiungete la vanillina, mescolate e lasciate riposare per
qualche minuto. Versate poi lo sciroppo di menta nel latte
e mescolate. In un altro recipiente sbattete i tuorli con lo
zucchero fino a quando saranno spumosi, aggiungete poi la
farina e il latte. Rimettete il tutto nella casseruola e cuocete per
qualche minuto continuando a mescolare e facendo attenzione
che non bolla. Fate raffreddare un po’ e versate la crema nelle
coppette da portata. Mettete in frigorifero per almeno 4-5 ore.
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n. 1 2013
Tempo di preparazione 30 minuti (più il tempo per
raffreddare)
Tempo di cottura 5 minuti
Difficoltà OPP
Costo OPP
Calorie OOP
Vino consigliato Müller Thurgau
scuola di cucina
Amico
vapore
Un modo di cucinare
sano, dietetico,
gustoso e veloce
di Giulia Christopher
Ha moltissime qualità ma è ancora poco diffusa, soprattutto
in Italia, e soffre di qualche pregiudizio, ossia che i cibi risultino
essere poco saporiti e che sia
di non tanto facile esecuzione.
Niente di più sbagliato, perché la
cucina a vapore conserva integri
non solo i principi nutrizionali dei
cibi (vitamine e minerali), ma anche quelli organolettici; e quanto
all’esecuzione, basta fare, come
d’altronde ai fornelli, un po’ d’attenzione.
Tutti i vantaggi
A quelli già elencati possiamo
aggiungere che la cucina a vapore
ci dà cibi leggeri e dietetici; che l’acqua restituita dagli alimenti è un concentrato
di vitamine e può essere utilizzata per depurare e purificare l’organismo; che è
economica, perché ci consente di cucinare più alimenti contemporaneamente
(naturalmente se i tempi di cottura sono compatibili); che ci aiuta a mantenere la
cucina più pulita e a utilizzare meno detersivi; e, infine, che non correremo mai il
rischio di bruciare qualcosa, al limite lo avremo cotto troppo!
Cosa serve
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n. 1 2013
Ci sono molti modi per cucinare a vapore. Si può utilizzare la pentola a pressione
(basta mettere pochissima acqua sul fondo e poi disporre i cibi nell’apposito ce-
stello), la vaporiera elettrica (apparecchiatura in genere composta da due o tre
contenitori sovrapposti su una base da riempire d’acqua), i cestelli in bambù tipici
della cucina orientale - che sono anche belli da vedere e possono essere portati
in tavola – da sovrapporre uno sull’altro all’interno di una pentola.
Cosa cucinare
Ortaggi, pesci e crostacei soprattutto; ma anche couscous, riso e pollame. Per
le altre carni bianche e per quelle rosse meglio la cottura tradizionale, così come
per le ricette a base di formaggio e torte salate (l’umidità non farebbe certo bene
alla ‘croccantezza’). La cottura a vapore vi restituirà poi frutta morbida e saporita
(mele, pere, pesche e altro), e vi permetterà di risparmiare tempo mettendo
direttamente in cottura anche cibi surgelati (pesce e verdure).
Qualche consiglio
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n. 1 2013
Attenzione che i cibi non vengano mai a contatto con l’acqua, perché il risultato
sarebbe quello di una sgradevole cottura in ammollo; controllate poi sempre il
livello dell’acqua e, man mano che evapora, aggiungetene poca alla volta e sempre
calda. Ricordate anche che, nel caso utilizziate una pentola, dovete aspettare
che si sia formata una sufficiente quantità di vapore prima di inserire il cestello
(o i cestelli) con gli alimenti; e fate molta attenzione quando, a cottura ultimata,
estraete i cibi (per evitare il rischio di scottature è meglio aspettare che prima
fuoriesca tutto il vapore).
All’acqua di cottura – ma anche direttamente sotto i cibi – possono essere aggiunti spezie e erbe fresche: un gradevolissimo e delicato aroma avvolgerà così
la vostra preparazione.
E veniamo ai tempi di cottura. Naturalmente dipendono dal tipo, quantità e spessore degli alimenti. Facciamo qualche esempio facendo conto di utilizzare una
vaporiera elettrica: per le zucchine servono all’incirca 15 minuti, mentre per le
patate quasi 30; pochi minuti, in genere dai 3 ai 7, per cuocere dei gamberetti
e una ventina per un petto di pollo intero di circa 450 grammi; per il couscous
sono sufficienti 10-11 minuti, mentre per dell’ottimo riso basmati si arriva a
27-32 minuti; e se poi volete un uovo alla coque dovrete attendere 16 minuti.
Un ultimo suggerimento è quello di non far cuocere troppo le verdure: zucchine,
carote, peperoni o anche cipolle danno il meglio di sé se restano un po’ ‘croccantine’.
n. 1 2013
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spezie
Un profumo pungente
di Alessia Soldati
Torta di mele alla cannella
La ricetta
La cannella: un aroma secco,
quasi pepato, che si sposa
benissimo col dolce e il salato
27
n. 1 2013
Cosa sarebbe la cucina senza le spezie? Un amore
senza baci, un fiore senza profumo, un giorno d’estate
Ingredienti (per 4 persone): 4 mele renette, 400 g di farina,
senza sole. Le spezie accompagnano i sapori degli
400 g di zucchero integrale di canna, 4 uova, 50 g di burro
fuso, 1 bicchiere di latte, ½ bustina di lievito per dolci, un
alimenti, li sottolineano e, impiegate con sapienza,
pizzico di sale, cannella in bastoncini
aiutano a limitare l’uso del sale. Inoltre le spezie sono
dotate di proprietà salutari (digestive, antiossidanti,
Tempo di preparazione 30 minuti
disinfettanti) che dovrebbero solo incoraggiarci a farne
Tempo di cottura 60 minuti
un uso costante e oculato.
Difficoltà OPP Costo OPP Calorie OOP
Vino consigliato Recioto di Gambellara
Iniziamo la nostra carrellata di spezie dalla cannella,
un tempo detta anche “cinnamomo”. Il nome canSbucciate le mele, eliminate il torsolo, tagliatele a tocchetti
nella viene in realtà attribuito a spezie ricavate da
regolari e mettetele da parte. Miscelate e setacciate la farina,
almeno due piante diverse: la cannella propriamente
300 g di zucchero, il lievito e il sale; mescolando con cura
senza sbattere, incorporate agli ingredienti secchi il burro
detta, la più aromatica e di migliore qualità, si estrae
fuso, il latte e le uova una alla volta. Quando l’impasto sarà
dal Cinnamomum zeylanicum o Cinnamomum verum,
omogeneo versatene i due terzi in una tortiera imburrata e
un albero tropicale sempreverde originario dello Sri
infarinata di circa 24 cm di diametro; ricoprite con tutte le
Lanka e coltivato anche in altri Paesi del sudest
mele e metà della cannella finemente sbriciolata e completate
asiatico, nelle Antille, in Brasile e in Madagascar. La
con il resto dell’impasto. Cospargete la superficie con lo
cannella è una spezia atipica in quanto, a differenza
zucchero e la cannella rimasti e informate in forno già caldo a
delle altre, non viene ricavata dai semi o dai frutti di
180 gradi per circa un’ora. A cottura ultimata lasciate riposare
una pianta, bensì dal fusto e dai rami che, una volta
la torta nello stampo per un quarto d’ora, poi sformatela.
Servitela tiepida o fredda.
privati della scorza esterna ed essiccati, assumono un
aspetto che ricorda dei piccoli rotoli di pergamena. La
cannella che si ricava dal Cinnamomum zeylanicum
è estremamente fragrante, con aroma secco e pungente, quasi pepato. I bastoncini
sono lisci e di colore chiaro. La cannella estratta da un’altra essenza arborea, il Cinnamomum aromaticum o Nees, ha invece una potenza aromatica inferiore e un aspetto
più scuro e rugoso: è nota anche con il nome di “cassia” e, essendo meno pregiata,
viene in genere ridotta in polvere e così venduta. La cannella è una spezia nota da
tempi antichissimi: veniva usata dagli Egizi per le procedure rituali di imbalsamazione
dei cadaveri e la si trova citata in vari testi, dalla Bibbia ai classici greci e latini. Il suo
uso in cucina è vario: la tradizione europea la impiega esclusivamente in pasticceria
per dolci a base di frutta (soprattutto le mele, con le quali la cannella si sposa alla
perfezione), nel gelato e per aromatizzare creme, meringhe e panna montata, nella
lavorazione di cioccolato, praline e confetteria varia e anche in qualche liquore; mentre
la tradizione orientale e quella creola la inseriscono anche in piatti salati a base di
carne. Viene inoltre usata come aromatizzante del tè e di infusi vari. I bastoncini di
cannella si conservano al meglio tenendoli ben chiusi in barattoli di vetro, lontani da
luce e calore, sbriciolandone solo la quantità da usare di volta in volta. La polvere di
cannella si conserva allo stesso modo, ma tende a perdere velocemente profumo e
caratteristiche organolettiche.
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bianchi
Un vino da mare
di Alessia Soldati
29
n. 1 2013
Il vermentino è un vitigno diffuso in tutte le terre affacciate
sull’alto mar Tirreno: la Liguria, la Corsica, la Sardegna
e la Toscana
La storia del vermentino passa dal mare. Arriverebbe addirittura dall’isola atlantica di Madera;
o forse, più probabilmente, ha origini spagnole
o portoghesi; comunque poi dalla penisola
iberica il vermentino si diffuse in Francia e in
Liguria, di seguito in Corsica e da lì in Gallura,
nel nord della Sardegna, e in Toscana.
Un vitigno bianco aromatico, impiegato per la
produzione di numerosi vini di qualità, che risultano secchi e insieme morbidi, dal colore giallo
paglierino a volte con tenui riflessi verdognoli,
e intensi profumi erbacei, di fiori di campo e di
frutta (tipicamente la pesca gialla). Gli abbinamenti gastronomici più tradizionali e riusciti dei
vini a base di vermentino sono con piatti a base
di pesce fresco, crostacei e molluschi, come
per esempio gli antipasti di mare senza salse,
le ostriche e le altre conchiglie, gli spaghetti
alle vongole o alla pescatora in bianco, l’aragosta e l’astice alla catalana, il pesce alla
griglia o arrosto, il polpo; il vermentino si sposa comunque molto bene anche con i piatti
tipici liguri a base di verdure e frutta secca, come i pansoti alle noci e le trofie al pesto,
con le torte di riso e di verdure caratteristiche della Lunigiana e della Garfagnana, con il
pecorino sardo dolce e con il lardo di Colonnata.
n. 1 2013
Dall’aperitivo in su
30
Fra i vini di qualità più noti a base di vermentino
ci sono, in Sardegna, il Vermentino di Gallura
docg, molto strutturato e dal tenore alcolico di
tutto rispetto; l’Alghero Vermentino doc frizzante
e il Vermentino di Sardegna doc, che è declinato
in varie tipologie: dai vini molto freschi adatti da
aperitivo a vini più strutturati e importanti.
I vini liguri a base di vermentino, prodotti per
lo più in riviera di Ponente, sono più eleganti e
meno strutturati di quelli sardi; vale la pena di
ricordare, e assaggiare, le doc Riviera Ligure di
Ponente, Val Polcevera, Golfo del Tigullio e Colli
di Luni.
In Toscana le doc a base di Vermentino più
apprezzate sono Candia dei Colli Apuani, Vermentino delle Colline Lucchesi, Montecarlo,
Vermentino di Bolgheri. In Corsica il vermentino,
detto anche malvoisie de Corse, è il vitigno bianco principe, alla base di tutti i vini bianchi aoc
(appellation d’origine côntrolée, corrispondente
alla doc italiana) dell’isola, fra cui vale la pena di
ricordare i vini del Capo Corso, in genere freschi
e di pronta beva.
vini
rossi
Lungo le pendici del vulcano più grande e inquieto
d’Europa cresce l’uva di un vino che diventa
sempre migliore: l’Etna Rosso
di Lirio Mangalaviti
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n. 1 2013
Il gigante
e le sue vigne
n. 1 2013
Come si vive a due passi da un vulcano
attivo, molto attivo? Se lo chiedete ai
siciliani dei paesi che sorgono lungo i
fianchi della montagna che sbuffa, vi
risponderanno: “Non male… basta avere
rispetto e pazienza”. Ed essere pronti, si
dovrebbe aggiungere, perché l’Etna non
incombe silenzioso e possente come altri
vulcani da secoli assopiti. L’Etna è vivo,
rumoreggia, ogni tanto sputa fumo e
cenere, fuoco e lava. L’ultima importante
eruzione è di poco più di dieci anni fa;
iniziò nell’ottobre del 2002 e si protrasse
per alcuni mesi. La lava arrivò a lambire
alcune case, e il sisma che accompagnò
i fenomeni vulcanici ne mise fuori uso più
di mille. Non molto, rispetto a quanto
accaduto nei secoli precedenti: colate
di lava che hanno distrutto interi paesi
fino ad arrivare a Catania e al mare (siamo nel 1669) e fenomeni rilevanti che
hanno messo a dura prova la forza degli
abitanti. Che con il vulcano convivono:
lo temono, lo rispettano, immersi in un
paesaggio segnato dalla sua presenza.
I colori delle piante, dei fiori, del cielo
stesso, del mare e della neve contrastano
col nero della pietra lavica, costruiscono
cromatismi unici che attraggono visitatori
da tutto il mondo.
Ma il turismo non è la sola ricchezza
generata dal vulcano. Ce n’è un’altra che forse ancor di più spiega perché, al di
là del legame che si conserva con la terra natia, gli abitanti della zona si ostinino
a vivere in paesi ad alto rischio sismico e lavico. Quasi a compensare coloro che
resistono alla paura, l’Etna ha reso fertilissimi i terreni che la circondano, che si
prestano a una vasta gamma di colture. Formata dalla disintegrazione di vari tipi
di lava e da cenere e sabbia, tutte di epoche diverse, la terra è molto ricca di minerali nutrienti come ferro, rame, fosforo, magnesio e altri. Gli oliveti, i noccioleti,
i castagneti, gli ortaggi, le fragole, le mele, i famosi pistacchi di Bronte da secoli,
dai tempi cioè dei primi grandi riformatori agricoli, gli arabi, avvolgono i fianchi
della montagna e ne caratterizzano le zone, a seconda della vocazione agricola,
dell’altitudine, dell’esposizione.
La vite sull’Etna è presente fin dalla più remota antichità; è coltivata dai Siculi, ma
sono i Greci a svilupparne la produzione, migliorando le tecniche agricole. I vini etnei
sono apprezzati in epoca romana nella capitale e in tutta l’area mediterranea. Col
passare dei secoli diventano protagonisti di scambi commerciali e in epoca moderna
vengono imbarcati al porto di Riposto alla volta della Francia, destinati a tagliare e
32
dare corpo ai vini francesi. Il successo del comparto vitivinicolo (dovuto anche alla
riforma agraria del 1812) spinge i contadini ad ampliare la superficie vitata che,
così, si innalza di quota. I terreni pietrosi e scoscesi del vulcano impongono una
diffusa opera di dissodamento e di costruzione dei muretti a secco di pietra lavica,
che contribuiscono a formare monumentali terrazzamenti per i vigneti.
Vigne d’altura
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n. 1 2013
Su tre versanti del vulcano (tutti quindi, tranne quello occidentale che guarda il
resto della Sicilia) crescono oggi rigogliose le vigne. A poterle guardare dall’alto, si
noterebbe questa sorta di “C” rovesciata, che formano cingendo il nord, l’est e il sud
della montagna, a un’altitudine compresa tra i 400 e i 1100 metri. Vigne d’altura
quindi dalle quali si producono diversi tipi di vino; il più conosciuto, vinificando uve
di nerello mascalese e di nerello cappuccio, nelle percentuali le prime dell’80% e
le seconde del 20%, è l’Etna Rosso. È stato il primo vino in Sicilia ad ottenere nel
1968 la doc (denominazione di origine controllata) ed ha caratteristiche peculiari
che lo differenziano dagli altri rossi siciliani, dovute essenzialmente al clima ed alle
precipitazioni che intorno al vulcano sono diversi rispetto al resto dell’isola. Ma
anche tra un Etna Rosso di un produttore e un Etna Rosso di un altro produttore
si possono percepire particolarità dovute a microclimi che cambiano a seconda
della zona, dell’esposizione o, ad esempio, dalla lontananza o meno dal mare.
Insomma un vino complesso ma facile da apprezzare, di elevata gradazione alcolica
(12,5 minimo), di colore rosso rubino che invecchiando presenta leggeri riflessi di
granato, o meno spesso di colore rosato tendente al rubino. L’odore è vinoso, con
profumo intenso, caratteristico, mentre il sapore è secco, caldo, robusto, pieno,
armonico. Va servito a temperature di 16-18 °C, accostandolo a carni rosse, formaggi stagionati e salse di tipo strutturato.
n. 1 2013
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sidro
Lo spirito delle mele
di Sergio Lo Monte
Frittelle di sidro
La ricetta
Poco alcol, sapore allegro: ecco
i segreti del successo del sidro
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n. 1 2013
Pare piacesse anche a Giulio Cesare, che lo scoprì
nell’allora Britannia e ne divenne un estimatore e un
divulgatore. Ma prima di lui anche gli Assiro Babilonesi e gli Egizi si divertivano a preparare e bere il succo
di mele che, dopo accurata fermentazione, diventa
Ingredienti (per 4 persone): 160 g di farina, 200 ml di sidro, 3
alcolico e quindi sidro. E poi gli Arabi, protagonisti di
uova, 2 cucchiaini scarsi di cannella macinata, sale, olio, 80 g di
importanti migliorie agricole e dell’aumento della colburro, 100 g di zucchero semolato, 500 g di mele sbucciate e
tura delle mele in tutto il mondo, Asturie comprese.
affettate sottilmente, zucchero a velo
Da qui, dal settentrione atlantico della Spagna, ha
preso il via la diffusione di questa bevanda, prima
Tempo di preparazione 30 minuti
Tempo di cottura 15 minuti
attraverso gli scambi, riportati nei libri contabili, di
Difficoltà OPP Costo OPP Calorie OOO
abbazie e conventi, dove veniva anche prodotta; poi
Vino consigliato Sidro dolce
grazie ai viaggi dei marinai dei vicini Paesi Baschi.
Insomma il sidro si beve soprattutto nella Francia
Frullate insieme farina, uova, sidro, cannella, sale fino a quando
settentrionale e in tutta la Gran Bretagna, in cui ai
il composto è liscio e senza grumi. Scaldate una padella
giorni nostri contende a volte alla ben più famosa
antiaderente di 20 cm di diametro e versatevi un filo di olio al
birra il primato delle preferenze e dei consumi. Negli
centro per ungere il fondo e le pareti. Con un mestolo di pastella
altri paesi (gli Stati Uniti, l’Italia e il resto d’Europa) il
copritene poi il fondo allargando la frittella per renderla sottile
successo è più limitato, anche se negli ultimi tempi
e uniforme. Cuocete per circa 2 minuti, fino a quando la parte
nuovi interessi e segnali positivi si muovono intorno
superiore diventa dorata, quindi giratela e lasciatela dall’altra parte
al “vino di mele”. Sarà perché si è saputo che Dom
per un altro minuto, finché anche questa assume un aspetto
Perignon, inventore dello champagne, si ispirò alle
dorato. Mettete la frittella in un piatto e ricopritela con un foglio di
carta da forno. Procedete alla realizzazione delle altre frittelle.
tecniche di produzione del sidro per migliorare la sua
Poi sciogliete il burro nella padella, aggiungete lo zucchero e
celebre bevanda? O perché è venuta fuori la notizia
cuocetelo a fuoco medio-basso fino a quando inizia a caramellare.
sul vicario di un piccolo centro nello Herefordshire
Aggiungete le mele. Continuate la cottura rimescolando per
inglese? Nella seconda metà del 1600 testimoniò
ancora 3-4 minuti, fino a quando le mele sono diventate tenere
che i suoi parrocchiani, passati a miglior vita fra i 90
e si sono rivestite di caramello. Cospargete quanto ottenuto
e i 114 anni, bevevano solo sidro.
sopra ogni frittella e piegatela in quattro quarti. Spolverizzare con
Virtù terapeutiche a parte, intorno alle quali cozucchero a velo. Si può servire anche con l’aggiunta di panna
munque molti concordano, la bevanda leggermente
senza zucchero, gelatina di mela, miele e burro.
alcolica (tra i 4 e i 7 gradi) ottenuta dalla spremitura
e dalla fermentazione del succo di mele deve il suo
successo alla freschezza e alla gradevolezza. La diversità di origini e i diversi metodi di preparazione ne fanno un prodotto poco standardizzato
che si trova sul mercato in forme diverse. È tradizionalmente secco e fermo, ma oggi hanno
successo anche sidri dolci e spumeggianti. Gli abbinamenti classici del sidro secco sono
i formaggi e le crêpes salate, mentre quello dolce frizzante è molto adatto a preparazioni
classiche come torte di mele, strudel e crostate di frutta. È base di numerosi cocktail, a
conferma della sua versatilità e della sua facilità di consumo. Una raccomandazione ovvia
ma necessaria: da bere consapevolmente, cioè con moderazione.
Per saperne di più: www.gustosidro.it.
n. 1 2013
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viaggi
Insolita Irlanda
Non solo Dublino: città e paesaggi poco noti
nel sud dell’Isola di Smeraldo
di Vanessa Bartoli
Un intero anno di festeggiamenti in cui si celebrerà l’Irlanda e tutto ciò che è irlandese: si chiama “The Gathering Ireland 2013” e coinvolgerà tutto il territorio dell’isola
con oltre 2500 eventi. Un’ottima scusa, se ce ne fosse bisogno, per visitare l’Isola di
Smeraldo. Magari sperimentando itinerari un po’ diversi: proprio come l’Italia non è
solo città d’arte, l’Irlanda non è infatti solo Dublino o Belfast.
Ecco allora che si può andare alla scoperta del sud del Paese partendo da Cork e dalla
sua contea, facilmente raggiungibili dall’Italia grazie a diversi voli diretti. Seconda città
della Repubblica d’Irlanda per numero di abitanti dopo Dublino, Cork si trova proprio
all’estremità meridionale dell’isola. Attraversata dal fiume Lee, è una città ricchissima
di iniziative culturali. Nel 2010 la guida “Lonely Planet” l’ha eletta una delle 10 città
da non perdere, e solo qualche anno prima, nel 2005, è stata Capitale Europea della
Cultura. E capitale lo è ancora, ma della gastronomia: d’obbligo una visita all’English
Market, il bellissimo mercato coperto vittoriano, dove si può trovare il meglio dei
prodotti regionali.
Sul ponte del Titanic
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n. 1 2013
Facilmente raggiungibile da Cork è la cittadina di Cobh. Si trova su un isolotto posto alla
foce del fiume Lee (ma non servono imbarcazioni per raggiungerla: è molto vicina alla
terraferma e ci sono una serie di ponti) ed è un luogo molto significativo per la storia
irlandese. Dal suo porto sono infatti partiti milioni
(più di tre, è stato calcolato, fra il 1815 e il 1970) di
Il monumento a Annie Moore
irlandesi in cerca di fortuna in altre terre, Stati Uniti
soprattutto. A ricordarli tutti, davanti al Cobh Heritage Center la statua di Annie Moore che, appena
quindicenne, salpò con i due fratelli più piccoli e fu
la prima nella storia ad arrivare, il 1° gennaio 1892,
al nuovo centro di accoglienza per gli immigrati di
Ellis Island a New York. Cobh è stata anche l’ultimo scalo del Titanic l’11 aprile del 1912, prima di
lasciare l’Europa e andare incontro al suo destino.
A ricordare questo avvenimento, c’è un piccolo ma
suggestivo museo che permette ai visitatori di rivivere
quel pezzo di storia, con la ricostruzione delle cabine
e della vita di bordo, dalla partenza fino al momento
della tragedia: all’ingresso vi sarà anche assegnato il
nome di uno dei passeggeri e alla fine del percorso
scoprirete se siete sopravvissuti o no al naufragio…
Il Titanic Experience a Cobh
Kinsale
Per tirarsi un po’ su di morale dopo questa
tragedia, anche se non siete appassionati di
whiskey (rigorosamente con la “e”: siamo in
Irlanda!) non potete perdere la visita guidata,
con degustazione finale alla storica e affascinate Old Jameson Distillery a Midleton; e poi
magari smaltire l’assaggio con una passeggiata
negli splendidi giardini di Fota House e visitando
la magnifica residenza in stile neoclassico.
Proseguendo il viaggio in questa insolita e poco
conosciuta parte dell’Irlanda, si può fare tappa
nella piccola ma vivacissima Kinsale e visitare
Charles Fort, il più grande forte militare del
Paese, protagonista di alcuni dei più significativi
eventi della storia irlandese. E poi dritti a ovest,
verso la contea di Kerry e la sua meta turistica
per eccellenza, Killarney, città circondata da uno
dei parchi nazionali più belli dell’intera isola;
e da lì lungo il Ring of Kerry, il lungo circuito
stradale ad anello che tocca spiagge incontaminate e coste scoscese, campi coltivati, prati
e boschi, zone remote e selvagge, montagne e
laghi, minuscoli villaggi e siti preistorici (quasi lo
stesso itinerario è percorribile a piedi lungo la
Kerry Way, con oltre 200 chilometri di sentieri
segnalati).
E nel corso di questo viaggio, soprattutto, lasciatevi coinvolgere (o travolgere, se preferite)
dallo spirito irlandese: accoglienza, calore,
allegria.
n. 1 2013
www.gatheringireland.com
www.irlanda.com
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ll Ring of Kerry
benessere
La ricetta
della bellezza
di Alessandro Zafarana
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n. 1 2013
La pelle del viso merita una cura speciale. Guida ai piccoli
e fondamentali gesti quotidiani
Se è vero che “gli occhi sono lo specchio
dell’anima”, il viso è l’immagine della salute e dell’umore. La pelle che lo ricopre è
costantemente esposta agli agenti esterni
come il vento, il sole, l’inquinamento e su di
essa traspaiono le nostre emozioni interiori
come l’allegria ma anche la tristezza e lo
stress: cose che tingono la vita di colori
ogni giorno diversi, ma che allo stesso
tempo lasciano il segno sul nostro volto.
Ecco perché la pelle del viso merita una
cura speciale. In questo articolo vi proponiamo alcuni consigli di bellezza su come
trattare al meglio questa parte del corpo,
prima e dopo il trucco.
La pulizia del viso
n. 1 2013
La pulizia del viso è un gesto d’amore quotidiano verso la propria pelle: una buona
pulizia rimuove le impurità della pelle e le
cellule morte e contribuisce a mantenere
un viso giovane e sano. Prendetela dunque
come un rito quotidiano, da compiere preferibilmente la sera prima di andare a letto.
I prodotti da utilizzare variano a seconda
del tipo di pelle, ma evitate i detergenti
che contengono alcol e il normale sapone
per le mani, perché sono troppo aggressivi.
Se avete la pelle secca, scegliete un detergente a base di erbe e oli nutrienti oppure eseguite un massaggio del viso a base di
olio d’oliva (un vero toccasana per la pelle). I detergenti per la pelle grassa devono
includere prodotti che riequilibrano il ph; in questo caso, il “rimedio della nonna”
suggerisce di tagliare una mela a fette con cui massaggiare il viso per 15 minuti.
Questo frutto ha la proprietà di assorbire il grasso in eccesso, donando vigore alla
pelle e rimuovendo le ostruzioni dei pori.
Qualunque prodotto decidiate di usare, applicatelo con la punta delle dita o con una
spugna morbida, compiendo dei movimenti circolari verso l’alto, senza strofinare
troppo forte: un massaggio delicato è sufficiente per eliminare le cellule morte e
contribuisce a migliorare la circolazione, mentre uno scrub troppo aggressivo tende
a irritare la pelle. Alla fine, risciacquate sempre il viso con acqua tiepida: l’acqua
calda secca troppo la pelle, e quella fredda deterge di meno. Non dimenticate di
risciacquare il detergente anche dal collo e dall’attaccatura dei capelli, perché i
residui possono ostruire i pori e trattenere lo sporco. Dopo il risciacquo, tamponate
delicatamente con un asciugamano morbido e, subito dopo la pulizia, passate sul
viso un tonico o una crema idratante.
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Il fondotinta
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n. 1 2013
Trovare il fondotinta adatto può essere molto difficile: capita infatti che quel
prodotto che sembrava perfetto al momento dell’acquisto, una volta applicato
sul viso dia risultati ben diversi da quelli sperati. La scelta dipende infatti dalle
caratteristiche della pelle.
In generale, i fondotinta fluidi sono indicati per pelli normali, miste e grasse,
quelli in crema sono più idonei per le pelli secche, mentre i compatti vanno bene
per tutti i tipi di pelle. Ricordate inoltre che l’effetto coprente è direttamente
proporzionale alla densità: se volete un trucco naturale, usate una formulazione
fluida; per mascherare le imperfezioni, meglio uno compatto o in crema.
Ma la vera nota dolente è la scelta del colore giusto. Attenzione: il fondotinta
non serve affatto a dare un colorito più roseo al viso o a far apparire la pelle più
abbronzata! La sua funzione è far apparire l’incarnato più uniforme possibile,
esaltandone la luminosità naturale. Per testare il colore prima dell’acquisto,
applicate una piccola quantità di fondotinta nella zona tra mascella e collo e
sfumate picchiettando con il polpastrello. Se il colore si fonde perfettamente con
la pelle avete trovato quello giusto, se invece continuate a vedere la macchia
dovrete cambiare tonalità.
Prima del trucco, pulite bene il viso e applicate la crema da giorno, quindi versate
una piccola quantità di fondotinta sul dorso della mano per riscaldarlo. Stendete
il prodotto con la spugnetta o i polpastrelli, facendo attenzione ai punti in cui
tende ad accumularsi, come i lati del naso o il collo. Per facilitare la stesura e
migliorare la tenuta del trucco, imbevete la spugnetta con un po’ di tonico o
semplicemente con acqua.
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solidarietà
MSF in azione
La onlus interviene in tutto il mondo in favore
delle donne in difficoltà
di Sabina Armani
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n. 1 2013
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel
mondo almeno il 15 per cento delle donne incinte
incontra una complicazione che le espone al pericolo
di vita. Si chiama mortalità materna, e ogni giorno
uccide nel mondo circa mille donne per cause, facilmente prevenibili, collegate alla gravidanza e al parto.
Medici Senza Frontiere Onlus
Specie nelle situazioni di crisi umanitaria, nelle quali i
via Volturno 58, 00185 Roma
servizi sanitari sono inadeguati o addirittura inesistenti,
Tel 06 88806000
le donne in gravidanza rappresentano la fascia più
www.medicisenzafrontiere.it
vulnerabile della popolazione. Ma la morte materna
[email protected]
è una crisi che si può evitare. Perché tutte le donne
incinte, in tutto il mondo, di fronte a una complicanza
hanno bisogno dello stesso aiuto: accesso ad un’adeguata assistenza medica –
personale medico qualificato, farmaci e attrezzature - per salvare la propria vita e
quella del bambino.
È questo uno dei settori di intervento di Medici Senza Frontiere (MSF): nel 2011
l’organizzazione medico-umanitaria ha assistito circa 192 mila donne durante il
parto, e i suoi operatori e volontari hanno effettuato oltre 22 mila parti cesarei e
più di 900 mila consultazioni pre e post natali. Dall’Afghanistan allo Yemen, MSF
fornisce cure ostetriche in circa 30 Paesi, intervenendo con metodi e strutture diversi
a seconda del tipo di crisi che vive il Paese (guerra, spostamento della popolazione,
sistemi sanitari deboli, calamità naturali, emergenza sanitaria).
Prendiamo ad esempio il terremoto che ha devastato Haiti il 12 gennaio 2010. Anche
prima del terremoto le donne incinte erano a rischio (il Paese ha il più alto tasso di
mortalità materna dell’emisfero occidentale): un’emergenza che è continuata fra le
macerie. Nei 12 mesi successivi al sisma, più di 15 mila donne hanno partorito nelle
cliniche e negli ospedali di MSF: e, in alcune strutture, gli interventi operatori di tipo
ostetrico hanno rappresentato il 60 per cento di tutta l’attività chirurgica.
Roseline, 34 anni, era incinta di cinque mesi quando c’è stato il terremoto. Ha partorito il suo primogenito all’ospedale Isaïe Jeanty quattro mesi dopo. “Quando c’è
stato il terremoto – racconta – mentre correvo fuori casa avevo paura di perdere il
bambino. Dopo, gli ho parlato dentro di me e gli ho spiegato quello che era successo.
La gravidanza è andata bene ma il parto è stato un po’ difficile. Sapevo che i servizi
offerti da MSF erano gratuiti per questo sono andata al loro ospedale per partorire.
Sono molto orgogliosa di essere finalmente madre. Pensavamo che la vita fosse
finita. Invece no, ce la stiamo riprendendo, passo dopo passo”.
Passo dopo passo, proprio come fa MSF per opporsi a crisi che si possono evitare.
RICARICHE MIL MIL.
UNA BUONA SCORTA
DI QUALITÀ ED ECOLOGIA.
Abbiamo le idee chiare. Sappiamo che creare un prodotto di ottima qualità, non basta. Serve avere
uno sguardo più lungimirante, che sappia arrivare al futuro. Per questo realizziamo le ricariche
per moltissime delle nostre linee. Per ottimizzare i costi al consumatore e ridurre drasticamente
numero e volume delle confezioni in plastica che produciamo, e che dobbiamo smaltire. Per dare una
mano al mondo di domani. Mil Mil. Sosteniamo l’ecologia!
NOVITÁ
Mil Mil. Il piacere di avere un buon prodotto semplicemente.
verdi
Come e perché scegliere vernici
e carte da parati ecologiche
di Enrico Zoi
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Una casa a prova
di benessere
Dipingere o ridipingere casa usando vernici ecologiche, bandendo quanto di tossico può essere contenuto nelle vernici cosiddette tradizionali: oggi si può fare,
andando oltre al benessere terapeutico proveniente dai colori, da anni teorizzato
nella cromoterapia, medicina alternativa che proprio dai colori parte per curare le
persone, aiutando corpo e psiche a ritrovare il proprio equilibrio naturale. Infatti,
se, sulle pareti, oltre a tinte e tonalità giuste, depositiamo anche materiali non
tossici, le cose magari vanno anche meglio, giusto?
Solventi buoni e cattivi
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In questo ci soccorre un’altra recente disciplina, l’architettura bioecologica, che
vede nella casa una sorta di organismo vivente che non deve rilasciare nell’ambiente sostanze nocive per i suoi residenti. Da qui il crescente impiego di pitture
appunto ecologiche, idonee alle camere da letto, particolarmente alle stanze
dei più piccoli.
Proviamo a comporre una sorta di carta d’identità delle vernici alternative. Intanto,
esse non contengono solventi tossici quali xilolo o diclorometano, quest’ultimo
deleterio per il sistema nervoso, ma si compongono di solventi di origine animale
o vegetale, cercando nella natura la materia per vivere meglio. Quasi l’uovo di
Colombo!
E quali sono i solventi che non fanno male? Ad esempio, l’acido grasso dell’olio
di lino, il carbonato di calcio naturale, la cocciniglia delle Canarie e, insospettata,
la caseina del latte.
Il solito avvocato del diavolo potrà pensare che, come la cucina macrobiotica farà
anche bene ma è cattiva, pure la pittura ecologica sarà meno efficace e resistente
di quella tradizionale. Non è così: le vernici naturali sono facili da applicare per
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tutti: a pennello, a rullo o a spruzzo. Sono inodore e non accumulano cariche
elettrostatiche. Quelle con sali di boro funzionano contro la muffa, mentre la
presenza in esse di resine nobili è utile per resistere alle abrasioni. C’è da dire
che le pitture ecologiche costano un po’ di più e danno un rendimento inferiore.
Un po’ più complessa, ma c’era da aspettarselo, è poi la conservazione: la lattina aperta garantisce il prodotto al massimo per un anno ma, per l’assenza di
conservanti chimici, bisogna ricoprire il tutto con un diluente balsamico vegetale.
Di solito, infine, la pittura ecologica non è lavabile né smacchiabile.
D’altronde, non si può avere tutto dalla vita. E se è vero che ogni cosa ha un
prezzo, è altrettanto sicuro che la salute, no, un prezzo proprio non ce l’ha! Anche
perché l’opzione ecologica in materia di vernici porta ad un’altra conseguenza
positiva: basta ricordare che ammonta a un milione di tonnellate la mole fisica
di vernici e prodotti simili smaltita ogni anno nel nostro Paese. Mica poco! Così,
se scegliamo materiali atossici e non inquinanti, oltre a far del bene a noi stessi,
diamo anche il nostro contributo all’ambiente riducendo questo tipo di rifiuti. È
una goccia nel mare, si obietterà, ma il mare è pur sempre fatto di gocce e più
sono quelle pulite meglio è. Per tutti.
Viva la carta!
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Infine, non sarà male rammentare come vi sia pure un’alternativa all’alternativa,
se così si può dire: infatti, un modo per decorare, arredare, abbellire le pareti
delle nostre abitazioni può essere l’impiego della carta da parati, che permette
il contenimento dei consumi
energetici, poiché mantiene
costante la temperatura dell’ambiente. Anche in questo caso vi
è un’ampia scelta, poiché essa
può essere formata da cellulosa
o da materie plastiche, da fibre
naturali o sintetiche. Dal nostro
punto di vista, è bene andare
sulla carta da parati in cellulosa,
non plastificata e riverniciata con
tinta alla caseina.
Una riflessione per concludere: il
nostro breve itinerario in forma di
appunti su vernici e carte da parati ecologiche conferma quanto
siano importanti, per l’ambiente
(ma anche per il vivere comune,
il rispetto reciproco, la legalità)
la responsabilità e la consapevolezza di ognuno di noi. Noi,
che dobbiamo sempre essere in
grado di scegliere, e di scegliere
il meglio.
giochi
Cruciverba
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ORIZZONTALI
1. Un’associazione virtuosa di verdure!
10. La Fondazione degli agenti e dei
rappresentanti di commercio.
11. Caserta.
12. Piccolo comune lucano noto
per l’artigianato in legno e in rame.
13. Breve messaggio pubblicitario.
15. C’è, purtroppo, anche quella fiscale.
18. La fanno a volte i tifosi allo stadio.
19. Società Italiana di Storia
Internazionale.
20. Piccola, ma storica località irlandese.
22. Tutto, ma senza vocali!
23. Acquistare una leggerezza tale da
sollevarsi nell’aria rimanendovi sospeso.
24. Rifiuti da Apparecchiature Elettriche
ed Elettroniche.
26. Fiume dell’Italia del Nord... rapìta!
27. Enzo Biagi.
28. Tomografia Assiale Computerizzata.
30. Il codice dell’aeroporto di
Orlando (Florida, Stati Uniti).
31. In Italia il 25 aprile si celebra
la sua festa.
34. Laura Lattuada.
35. Gaetano o Gattuso, sempre… è!
36. Silvano Tranquilli.
38. Ovest senza consonanti.
39. Ha ancora tanto da imparare.
41. La nota... levante!
42. La Ford di... Ernest Hemingway!
VERTICALI
1. Bob Dylan è quello del rock.
2. Ineludibile.
3. Tipico saluto indiano.
4. Avari, gretti.
5. A volte sono con i... tabacchi!
6. Gruppo canoro famoso in Italia
tra il 1936 e il 1943
7. Reggio Calabria.
8. Le due periferie di Oslo...
9. Un particolare tipo di tessuto.
11. Ravvivare mediante l’uso dei colori.
14. La nativa americana che si innamorò
dell’inglese John Smith
16. Va in un noto film di Federico Fellini.
17. Il Clapton chitarrista.
21. Àmbito Territoriale di Caccia.
25. Perenne, senza inizio né fine.
29. Personaggio della Tempesta
di William Shakespeare.
32. Dino, ex portiere della Nazionale
di calcio.
33. Mai fare i conti senza di lui.
37. Irish Republican Army.
40. Secondo... a Roma!
Scene di vita privata, professionale,
familiare di un grande scrittore e giornalista,
Carlo Fruttero, che per mezzo secolo
lavorò a quattro mani con un altro grande,
Franco Lucentini, dando vita a articoli,
saggi, antologie e a grandi romanzi come La donna della domenica e
A che punto è la notte. Ironia, dolore, allegria e fatica raccontate dalla
figlia Carlotta seguendo un filo narrativo che si dipana tra Piemonte
e Toscana e porta a conoscere la pienezza di una vita scanzonata e
serissima come poche altre.
ROMANZO
Le bambine che cercavano
conchiglie
Hannah Richell
Garzanti
416 pp
18,60 euro
Su una scogliera delle coste
frastagliate del Dorset, si erge una
bianca colonica che una volta Dora
chiamava casa. Da dietro le ampie
finestre le sembra ancora di sentire risuonare le risa di sua sorella
Cassie, il rumore delle loro corse di bambine. Dora è fuggita da tutto
questo, schiacciata dal peso della colpa che non le fa dimenticare
quella lunga e calda giornata d’estate di tanti anni prima. I giochi alla
ricerca di conchiglie, i nascondigli tra le rocce e quella distrazione che
ha distrutto un’intera famiglia. Da allora Cassie non le vuole più parlare
e le due sorelle si sono allontanate irrimediabilmente. Ma oggi Dora
non può più fuggire, il soffio di una nuova vita respira dentro di lei e
per amore del suo bambino deve ritrovare i pezzi perduti della sua vita.
Perché dietro il massiccio portone della sua vecchia casa ci sono due
occhi pieni di accuse e segreti ad attenderla, gli occhi di sua madre.
Dora deve trovare il coraggio di affrontarli prima che il segreto che le
ha spezzate le travolga definitivamente. Venduto in venti paesi, adorato
dalla critica e premiato dai librai, Le bambine che cercavano conchiglie
è un esordio indimenticabile. La storia di due sorelle e di una colpa. La
storia di una madre e di un amore che niente potrà spezzare. La storia
di tre donne fragili, che solo la forza del perdono potrà riunire.
GIALLO
La bella di Buenos Aires
Manuel Vasquez Montalban
Feltrinelli
264 pp
10 euro
tempo libero
BIOGRAFIA
La mia vita
con papà
Maria Carla Fruttero
Mondadori
264 pp
18 euro
Una ragazza di Buenos Aires, bellissima,
destinata a diventare una diva, fugge in
Spagna inseguita dai militari. Anni dopo,
il cadavere di una barbona assassinata
viene ritrovato a Barcellona. Pepe
Carvalho, l’investigatore creato dalla
penna di Manuel Vázquez Montalbán,
insieme al fidato Biscuter, dovrà chiarire
inquietanti i misteri che coinvolgono
giudici, polizia, emarginati, nuove
democrazie e morte dittature che
lasciano ancora una scia di sangue. La
Barcellona decadente del Barrio Chino
sta ormai diventando la città del design
mentre, un po’ dappertutto, i cadaveri
spuntano qua e là come funghi velenosi.
E, sempre presente, il tango. A dieci
anni dalla sua scomparsa, torna Manuel
Vázquez Montalbán con un romanzo
inedito della serie Carvalho, pubblicato
a suo tempo in Spagna a puntate sul
quotidiano El Pais. Si ritrovano qui
personaggi, stile e temi ricorrenti in
tutti i suoi libri, come la buona cucina,
la figura di Pepe antieroe crepuscolare,
o il Biscuter consigliere-intellettualemodernizzatore; con una forza narrativa
che alterna tratti da vero giallo a
momenti di grande letteratura.
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Libri
tempo libero
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Musica
CD
Andrea Bocelli
Passione
Il nuovo album di Andrea Bocelli arriva a
distanza di oltre tre anni da My Christmas;
contiene un repertorio di capolavori che
appartengono alla storia della musica che
non tramonta mai, tutti legati dal filo rosso
dell’amore. Composto da diciotto brani che Bocelli canta in sei lingue diverse,
l’album è ricco di collaborazioni internazionali eccellenti: il produttore David
Fosteri, il trombettista Chris Botti e le superstar Jennifer Lopez e Nelly Furtado.
Ma la vera sorpresa del disco è il duetto con Edith Piaf, la più grande interprete
francese di tutti i tempi, sulle note di La vie en rose. Avendo saputo rendere
musicalmente e acusticamente omogenea la voce di Bocelli con quella di una
cantante scomparsa esattamente mezzo secolo fa, il duetto rappresenta per
Andrea Bocelli “il vero colpo di scena del disco. È come se lei fosse tornata con
noi”. Con ottanta milioni di dischi venduti in tutto il mondo, la stella sulla “Walk of
fame” di Hollywood, il concerto a Central Park nel 2011, l’›onore di essersi esibito
dal vivo davanti a tre presidenti degli Stati Uniti, due Pontefici, e alle famiglie reali
di tutto il mondo, Andrea Bocelli è l’artista italiano che più di ogni altro ha legato il
nome ad una serie innumerevole di successi nazionali ed internazionali.
CD
Mario Biondi
Sun
A distanza di due anni dal suo
ultimo album, torna l’inconfondibile
voce soul di Mario Biondi. Per
registrare questo nuovo lavoro, il
cantante catanese ha girato tra
Milano, Los Angeles, New York e
Londra, collaborando con diversi
ospiti d’eccezione come il leader
degli Incognito Jean Paul Maunick
(che ha co-prodotto il disco), la
storica vocalist funk-soul americana
Chaka Khan (che duetta con Biondi
in Lowdown di Boz Scaggs), Jan
Kincaid dei Brand New Heavies (che
ha scritto con Biondi e Massimo
Greco il pezzo Shine on); e ancora
un duetto con il grande Al Jarreau
su Light to the world (un pezzo
nato in casa dello stesso Al a Los
Angeles) e con un’altra leggenda
come il cantante soul Leon Ware
in Catch the sunshine. Per la prima
volta Mario Biondi ha deciso di
inserire nella tracklist un brano
in italiano – rimasto nel cassetto
per ben tredici anni – intitolato La
voglia, la pazzia, l’idea: la canzone
avrebbe dovuto essere presentata
al Festival di Sanremo nel caso il
cantante siciliano avesse partecipato
alla competizione. In merito al suo
nuovo lavoro Mario ha affermato:
“È un disco che celebra la vita, che
mette il sole al centro di tutto, che
cerca di dare una prospettiva felice
soprattutto in questi tempi. Io credo
che l’arte musicale debba anche far
divertire e lasciare spensierati”.
CD
Depeche Mode
Delta Machine
Anticipato dal singolo Heaven, esce a fine marzo il
tredicesimo album dei Depeche Mode. Registrato
lo scorso anno tra Santa Barbara e New York,
l’album è disponibile oltre che in versione standard
anche in edizione deluxe, un doppio cd con quattro
brani aggiuntivi e un libro con copertina rigida di 28
pagine, contenente scatti firmati dall’artista Anton Corbijn. Dopo la pubblicazione
del nuovo album, i Depeche Mode partiranno per un tour europeo, anticipato
da una data all’Hayarkon Park di Tel Aviv il 7 maggio. Terranno 34 concerti
in 25 paesi europei e si esibiranno allo Stadio San Siro di Milano il 18 luglio
e allo Stadio Olimpico di Roma il 20 luglio, allo Stade De France di Parigi e al
Locomotive Stadium di Mosca, prima di concludere la tournée europea a Minsk,
in Bielorussia, il 29 luglio. Seguirà un tour in Nord America, di cui saranno presto
annunciati i dettagli.
Le soluzioni dei giochi di pag. 48
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NELL’ARIA SI RESPIRA
PROFUMO D’ITALIA
PROVA LA NUOVA LINEA SOLE AMMORBIDENTE CONCENTRATO
Italia, terra di meraviglie e profumi unici, come quelli delle nuove fragranze di Sole Ammorbidente
Concentrato. Brezza Mediterranea, fresca e pulita, Violetta di Parma, delicata e floreale, Fiori D’arancio
di Sorrento, piena di energia e fascino, Mandorla di Sicilia, dolce e avvolgente. Quattro fragranze che
ti trasporteranno nelle terre più belle d’Italia. Grazie agli Olii Essenziali, lasciati avvolgere dalle
sensazioni uniche di capi profumati a lungo.
www.soledetersivo.it
4 NUOVE
FRAGRANZE
D’ITALIA
I Padri Stimmatini hanno potuto realizzare tutti i progetti di solidarietà a favore di alcuni tra
i villaggi più bisognosi della Tanzania. Hanno portato l’acqua potabile a Msange, contribuito
all’ampliamento dell’ospedale e di un piccolo dispensario farmaceutico per il villaggio.
Hanno inoltre, potuto donare un’ambulanza per il centro sanitario situato nella valle del fiume
Yovi e un pulmino per il trasporto scolastico dei bambini di tutta la comunità, ristrutturato e
ampliato la linea idrica presso il complesso scolastico di Msolwa.
La solidarietà continua!
Nel 2012 l’obiettivo è la ristrutturazione del centro di accoglienza della missione di Msange.
Appoggi bancari per i versamenti a favore di progetti o di adozioni a distanza:
UNICREDIT BANCA SPA
Ag. Verona Ponte Crencano
IBAN IT 35 Q 02008 11713 000003893727
BANCO POPOLARE
Agenzia di Porta San Giorgio “U” Verona
IBAN IT 81 B 05034 11716 000000006000
C/C POSTALE 19095371
IBAN BANCO POSTA IT 59 J 07601 11700 000019095371