La ricetta
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La ricetta
n. 1/2013 Aria di primavera Torte salate, che bontà Nudo e crudo: il carpaccio Menu bambini: viva frutta e verdura! Cum clavis Certo che deve fare un certo effetto radunarsi e decidere sotto lo sguardo del Cristo del Giudizio Universale del Michelangelo e, soprattutto, sapendo quanta attesa c’è nel mondo riguardo a questa scelta! Ma quale scelta? Quella che qualche giorno fa sono stati portati ad effettuare i 115 porporati, il proprio motore cognitivo, a scapito, occorre ammetterlo, di una certa profondità. E quando, auto-eleggendoci vaticanisti ad honorem, tentiamo di fare pronostici, di stilare previsioni, di seguire finanche i bookmaker inglesi che si considerano infallibili, arriva sempre l’elemento sorpresa: il grande destabilizzatore, lo Spirito Santo che ci ha fatto un gran bel regalo. Quindi “buonasera a te, Francesco”. E grazie per avere accettato di essere il vescovo di Roma. Grazie per avere chinato il capo e chiesto la benedizione di Dio attraverso la preghiera dei fedeli. Grazie per essere venuto dalla fine del mondo per evitarci la fine del mondo. E grazie… allo Spirito per averci preso così sul serio. Ma, scusandomi dell’ardito accostamento, gentili lettori della nostra rivista e clienti dei nostri supermercati, anche noi ci siamo chiusi “cum clavis” per perfezionare il nostro progetto distributivo, da portare alla Vostra attenzione. Il progetto, ça va sans dire, si chiama Migross e consiste nel realizzare i migliori assortimenti scegliendo i migliori prodotti per ciascun comparto merceologico, per garantirvi elevata qualità a prezzi decisamente convenienti. Grazie a Voi, quindi, per la preferenza che ci accordate e che riservate ai nostri prodotti nelle Vostre case, sulle Vostre tavole. Giorgio Santambrogio 3 n. 1 2013 tualità e strane logiche e che attrae una società che ha fatto della curiosità editoriale Siamo onesti: un Conclave è un evento mediatico che mischia vecchie ri- editoriale chiusi appunto “cum clavis” nella Sistina, per scegliere il nuovo pontefice. Novità di primavera 6 Per tutte le stagioni Le torte salate sono irresistibili e indovinate in qualsiasi menu di Stefania Pianigiani sommario 11 Nudo e crudo Non solo carne per il versatile e gustoso carpaccio di Vanessa Bartoli 14 I migliori amici dei bambini 6 17 Fantasia e pazienza per invogliare i più piccoli a mangiare frutta e verdura di Chiara Brandi sommario 17 Una nazione tanti sapori La cucina della Croazia nasce dall’unione di molte tradizioni diverse di Giulia Christopher 26 Un profumo pungente La cannella: un aroma secco, quasi pepato, che si sposa benissimo col dolce e il salato di Alessia Soldati n. 1 2013 34 Lo spirito delle mele 4 Poco alcol, sapore allegro: ecco i segreti del successo del sidro di Sergio Lo Monte 34 39 36 Insolita Irlanda Non solo Dublino: città e paesaggi poco noti nel sud dell’Isola di Smeraldo di Vanessa Bartoli 39 La ricetta della bellezza La pelle del viso merita una cura speciale. Guida ai piccoli e fondamentali gesti quotidiani di Alessandro Zafarana 42 MSF in azione La onlus interviene in tutto il mondo in favore delle donne in difficoltà di Sabina Armani 45 Una casa a prova di benessere 45 Come e perché scegliere vernici e carte da parati ecologiche di Enrico Zoi Edizioni Libò, via Lorenzo il Magnifico 71 - 50129 Firenze Comitato di redazione: Giorgio Santambrogio, Gianluca Tositti, Mauro De Feudis, Andrea Crescenti Coordinamento editoriale: Gianluca Tositti Caporedattore: Lirio Mangalaviti Impaginazione: Lucrezia Lazzeri Coordinamento redazionale: Edi Ferrari Collaboratori: Sabina Armani, Vanessa Bartoli, Chiara Brandi, Giulia Christopher, Sergio Lo Monte, Alessia Soldati, Stefania Pianigiani, Alessandro Zafarana, Enrico Zoi. Foto: Marka, Tips. Le foto delle ricette e i piatti sono di Mario Genovesi; le foto a pag. 6, 11, 21-23 sono di Andrea Fantauzzo. Il cruciverba è di Enrico Zoi. Le Edizioni Libò sono disposte a negoziare il pagamento dei diritti per le immagini delle quali non è stato possibile chiedere preventivamente il permesso di pubblicazione. Per la pubblicità su queste pagine: Interdis S. Cons. p. A., Via Lomellina 10, 20133 Milano tel. 02/752961 Stampa: Abramo Printing & Logistics, Catanzaro - tel. 0961/900001 21 22 24 29 31 48 49 50 La ricetta filmata Le ricette gustose Scuola di cucina Vini bianchi Vini rossi Giochi Libri Musica 5 n. 1 2013 Direttore responsabile: Leonardo Romanelli Rubriche Registrazione del Tribunale di Firenze n. 4964 del 15/05/2000 n. 1 2013 6 i a tavola Per tutte le stagioni Per la maggioranza degli italiani, le torte salate sono l’immancabile complemento di un menu pasquale, di un compleanno casalingo, di un pranzo o una cena informale tra amici, anche se quelle più laboriose stanno pian piano prendendo posto nei pranzi importanti. Queste preparazioni vivono il loro momento di maggiore gloria praticamente in tutte le stagioni, in quanto fanno festa e oltre ad essere buone, sono allegre e colorate. La pasta sfoglia ad esempio, delicatissima e di grande raffinatezza, avvolge in uno strato sottile e friabile molte materie prime che acquistano così un nuovo gusto. Da quando è stata inventata e resa disponibile la pasta sfoglia surgelata, o quella già pronta nel banco frigo, anche le meno esperte sono in grado di preparare con questa pasta dei piatti di grande cucina, lo stesso vale per la pasta di pane e la pasta brisée. Anche se siete alle prime armi e risulta più sbrigativo l’uso di prodotti già pronti, preparare gli impasti in casa non è poi così difficile, basta seguire alcune regole generali. Le focacce sono fatte principalmente per riscoprire tutti i segreti della pasta del pane, per sbizzarrirsi e per imitare i panettieri più esperti, ed è così che vengono agghindate con pomodori, melanzane, cipolle e patate. Le torte salate, irresistibili e indovinate in qualsiasi menu, sfilano con una grandissima varietà di gusti con tutti i frutti dell’orto. A voi la scelta dell’ingrediente principale per la farcitura: che siano cavolfiore, zucchine o carciofi, tutto si sposa alla perfezione. Spesso si servono come “piatto di mezzo” dopo il primo piatto e prima della portata principale a base di carne. Se il secondo invece prevede pesce, la torta salata, si può servire anche dopo. Dalla Francia, da anni si sono fatte largo anche da noi Ingredienti (per 4 persone): 2 rotoli di pasta sfoglia, 100 g di prosciutto cotto, 2 zucchine, 1 mozzarella fiordilatte, 1 uovo, maggiorana, sale. olio extravergine di oliva, aglio Tempo di preparazione 20 minuti Tempo di cottura 30 minuti Difficoltà O PP Costo O PP Calorie O PP Vino consigliato Vermentino di Maremma Prendete un disco di pasta sfoglia, mettetelo insieme alla sua carta da forno sopra un tagliere, quindi stendeteci sopra uno strato di prosciutto cotto. Nel frattempo tagliate le zucchine a julienne e mettetele a cuocere in una padella con un pochino d’olio, uno spicchio d’aglio schiacciato e del sale. Quando saranno pronte, amalgamatele insieme ad un uovo sbattuto ed una mozzarella fatta a dadini, quindi aggiustate di sale e spolverizzate con la maggiorana. Chiudete il tutto con un altro disco di sfoglia, cercare di arrotolare il tutto formando una specie di salame e spennellate con tuorlo d’uovo sbattuto. Mettete il rotolo sopra una placca e infornate. Cuocete a 180 gradi per 25/30 minuti. 7 n. 1 2013 di Stefania Pianigiani Rotolo di sfoglia ripiena La ricetta Le torte salate sono irresistibili e indovinate in qualsiasi menu Ingredienti (per 4 persone): 1 confezione di pasta sfoglia, 300 g di gamberetti sgusciati, 100 g di cappelle di funghi champignon, 1 porro, prezzemolo tritato, 2 dl di latte, 2 cucchiai di farina, 25 gr di burro, sale, pepe, 1 stampo da 6-8 dolcetti Tempo di preparazione 30 minuti Tempo di cottura 12 minuti Difficoltà O OPCosto O OP Calorie O PP Vino consigliato Franciacorta Satèn Lavate il porro, asciugatelo con della carta assorbente e togliete via la parte verde. Tagliatelo a julienne, versatelo in una capace padella e cuocetelo per 5 minuti nel burro, quindi stemperatevi la farina e incorporate il latte. Cuocete ancora per qualche minuto. Incorporate alla salsa i funghi tagliati finemente, i gamberetti e cuocete ancora 5 minuti. Prendete la pasta sfoglia, con una tazza ricavate tanti dischi, quanti spazi ha il vostro stampo, e fate lo stesso con la carta da forno. Prendete la carta da forno e mettetela negli stampi, quindi posatevi sopra la pasta sfoglia bucherellata con una forchetta e formate delle “scodelle”, versatevi il composto mare e monti e infornate a 180 gradi per 10/12 minuti. Quando le quiche saranno cotte, cospargetele con del prezzemolo tritato. Ingredienti (per 4 persone): 1 rotolo di pasta brisée, 300 g di asparagi, 100 g di fontina, 100 g di mascarpone, 50 g di parmigiano grattugiato, 3 uova, limone, sale, pepe, burro Tempo di preparazione 15 minuti Tempo di cottura 25 minuti Difficoltà O PPCosto O PP Calorie O OP Vino consigliato Est Est Est di Montefiascone Prendete la pasta brisée e disponetela sopra uno stampo da crostata, con la sua carta da forno. Lessate gli asparagi, scolateli e disponeteli sulla pasta frolla, con il formaggio a pezzetti. Sbattete le uova con il mascarpone, il parmigiano, un po’ di succo di limone, sale e pepe. Amalgamate il tutto e versate sopra la pasta brisée. Cuocete per circa 20-25 minuti in forno a 200 gradi. I salatini e i vol-au-vent, sono tornati tremendamente di moda grazie al finger food: spesso si prepara un grosso vol-au-vent e si divide in tante porzioni, se il ripieno non è troppo ardimentoso, altrimenti è meglio fare quelli monodose. Stesso principio per i salatini: da un pezzo salato, se ne ricavano tanti più piccoli. Avrete capito che ciò che più conta in queste preparazioni è la fantasia e la manualità: non sono difficili le torte salate, basta che vi ricordiate che la pasta sfoglia prima di metterla in forno si bucherella con una forchetta, e che la pasta brisée spesso si mette in forno da sola con dei fagioli o altri legumi secchi per darle forma. E poi liberate l’immaginazione formando dischi, triangoli e tutte le geometrie che più vi piacciono: alla fine il risultato sarà bello e buono! 9 n. 1 2013 La ricetta Mini quiche mari e monti Torta salata di asparagi La ricetta le quiche: delicate e sfiziose, appena uscite dal forno sono davvero invitanti, ma anche tiepide o fredde, con il loro sapore di festa, accontentano proprio tutti. Portatele con voi nei pic-nic, risolverete egregiamente il problema di cosa preparare e mettere nel cestino. Le tartellette o barchette sono dei cestini di pasta brisée, che possono essere farcite con salse e ripieni dei più svariati, prendono il loro nome dalla forma datagli dagli stampini. di stagione Nudo e crudo Non solo carne per il versatile e gustoso carpaccio 11 n. 1 2013 di Vanessa Bartoli Semplice ma non scontato, e con tantissime possibili varianti: non è solo carne infatti l’ingrediente base per la preparazione del carpaccio, ma anche il pesce, la verdura e la frutta. Piatto veloce e che lascia anche spazio all’improvvisazione e alla fantasia, magari mettendo insieme all’ultimo momento qualche avanzo che langue in frigorifero o in dispensa. Un po’ di storia È giovane il carpaccio, o almeno lo è il nome, inventato dal fondatore del famoso Harry’s Bar. Era un giorno del 1963 quando Giuseppe Cipriani, saputo che un’amica, la contessa Amalia Nani Mocenigo, non poteva mangiare carne cotta poiché i medici gliela avevano vietata, le preparò quel piatto con la carne cruda che tutti conosciamo. Il nome nacque in onore del pittore Vittore Carpaccio perché a Cipriani il colore della carne cruda ricordava i colori dei quadri dell’artista, e proprio in quel periodo a Venezia si teneva una mostra a lui dedicata. Carpaccio di barbabietole La ricetta e arance Ingredienti (per 4 persone): 3 barbabietole rosse, 2 arance, prezzemolo o coriandolo, 1 cucchiaino di semi di cumino, 3 cucchiai di olio extravergine di oliva, sale, pepe Tempo di preparazione 20 minuti (più il tempo per raffreddare) Difficoltà OPP Costo OPP Calorie OPP Vino consigliato Bianco Colli Pesaresi n. 1 2013 Sbucciate le arance ed estraetene un po’ di succo, poi tagliatele a fette. Sbucciate e tagliate a fette sottili anche le barbabietole, e mettetele su un piatto alternandole alle fette di arance. In una padella antiaderente rosolate i semi di cumino. Aggiungete l’olio e fate soffriggere a fuoco lento per 5 minuti circa. Preparate la salsa vinaigrette con 2 cucchiai di succo d’arancia, sale e pepe, e con l’olio aromatizzato dai semi di cumino. Versate sulle fette di barbabietole e arance e cospargete di prezzemolo e coriandolo. Mettete in frigorifero e fate raffreddare prima di servire. 12 Buone regole Preparare un carpaccio vuol dire non mettersi ai fornelli o accendere il forno, e dunque risparmiare tempo. Ed è importante ricordare anche che un alimento non cotto conserva intatti tutti i suoi principi nutritivi (sali minerali, vitamine). D’altronde la mancanza di cottura significa anche, nel caso della carne, che alcune proteine più resistenti, come quelle del tessuto connettivo, restano intatte, mentre il calore le rende più facilmente e rapidamente digeribili. Insomma: più sapore e sostanze nutritive intatte, ma digestione più lunga (cosa che ha un lato positivo, perché ci porta a masticare molto e quindi a sentire prima il senso di sazietà). Se per carpaccio intendiamo quello di carne, la materia prima deve essere ovviamente freschissima: la carne cruda è infatti altamente deperibile e il consumo deve essere molto rapido. Le carni devono poi venire dai tagli cosiddetti di ‘prima qualità’, devono essere di animali piuttosto giovani (ormai per legge tutte le etichette riportano anche l’età dell’animale) e avere grana compatta e grasso. I tagli consigliati sono filetto o controfiletto, naturalmente tagliati molto sottili. Un piccolo consiglio se non volete acquistare quello già affettato ma fare da soli a casa: dopo aver pulito bene la carne e tolto tutte le tracce di grasso, mettetela nel freezer a raffreddare per un’oretta, così poi da poterla tagliare a fettine con un coltello molto affilato o con l’affettatrice. Torniamo di nuovo per un attimo sulla questione salubrità della materia prima: accertatevi sempre Né carne né pesce Le possibili varianti sono tantissime: frutta, verdura, formaggio, funghi naturalmente, sono gli ingredienti base di piatti veloci ma belli da vedere e che stuzzicano sempre l’appetito e la curiosità dei commensali. Se poi uno di questi è vegetariano, ecco che il problema di cosa preparargli è risolto: altro che una triste insalatina! Simile il discorso per la frutta, perché fra una normale macedonia e un bel piatto di ananas (o mele o pere, o quello che preferite) affettata sottilmente e proposta con un condimento che non sia solo zucchero (le spezie ci sono amiche in questo), è decisamente un’altra cosa. Largo allora alle sperimentazioni e agli accostamenti: dalle zucchine che si sposano con cetrioli e panna (o formaggio bianco), alle pere con il caramello e spolverizzate di mandorle tritate, sarà una gioia per il palato e per gli occhi. Carpaccio di carciofi al profumo di bottarga La ricetta che sia freschissima, perché il se mal conservato il cibo crudo può trasmettere infezioni come la salmonellosi o la toxoplasmosi, e non sarà certo una spruzzata di limone ad eliminare questi batteri. Il carpaccio a base di carne non è comunque indicato né per i bambini sotto i tre anni (a quell’età eventuali infiammazioni gastrointestinali sarebbero molto pericolose) né per le donne in gravidanza (sempre a causa della toxoplasmosi). Stesse regole se decidete per un carpaccio di pesce. Se decidete di cimentarvi con il taglio casalingo, prima congelate il pesce: non solo questo processo elimina eventuali parassiti, ma vi faciliterà anche nell’operazione dell’affettatura (basta togliere la pelle ed utilizzare un apposito coltello da sfiletto, ben affilato). Ingredienti (per 4 persone): 4 carciofi, bottarga di muggine o tonno grattugiata, limone, un mazzetto di rucola, olio extravergine di oliva, sale Tempo di preparazione 30 minuti Difficoltà OPP Costo OPP Calorie OPP Vino consigliato Fiano d’Avellino Lavate la rucola, sgocciolatela bene e disponetela su di un vassoio. Preparate i carciofi: eliminate le foglie esterne più dure, tagliate le punte (a circa metà altezza del carciofo), e pulite con cura l’interno eliminando la peluria. Man mano che li pulite sistemateli in un recipiente con acqua e limone per evitare che si anneriscano. Asciugateli bene, tagliateli a fette sottili e sistemateli sulla rucola. Conditeli con l’olio e spolverizzateli con abbondante bottarga grattugiata. Salate se necessario. Fate insaporire per qualche minuto prima di servire. Ingredienti (per 4 persone): 8 fettine di carpaccio di vitello, aceto di vino bianco, aceto balsamico, 1 limone, 1 cipolla rossa, pomodori pachino, parmigiano, olio extravergine d’oliva, sale, zucchero Tempo di preparazione 20 minuti (più il tempo per far riposare cuocere la carne) Difficoltà OPPCosto OPPCalorie OPP Vino consigliato Grignolino d’Asti Disponete in un piatto da portata le fettine di vitello. Preparate in una ciotola un’emulsione di olio d’oliva, aceto di vino e limone (in parti uguali) e aggiungete un pizzico di sale. Versatela sulla carne, fino a coprire interamente. Tagliate i pomodori a piccoli pezzi, affettate finemente la cipolla, e conditeli con olio d’oliva, aceto balsamico e un pizzico di zucchero. Dopo circa 40 minuti le fettine di vitello saranno più sode e più scure. Lavatele, mettetele di nuovo nel piatto da portata e copritele con i pomodori e le cipolle. Guarnite con scaglie di parmigiano. 13 n. 1 2013 La ricetta Carpaccio di vitello n. 1 2013 14 bambini di Chiara Brandi Siete tra quelle mamme che ogni giorno si destreggiano tra aeroplanini di banane e barchette di mela? O vi riconoscete di più nel papà che alla sera si trasforma in pirata per far terminare quel piatto di pisellini che proprio non vogliono andare giù? È cosa abbastanza nota che i bambini non siano così propensi a mangiare quelle due porzioni di frutta e verdura che sono consigliate per una dieta equilibrata ed una corretta crescita. Ovviamente, ciascun bambino ha le sue preferenze, e ci sono anche genitori fortunati che non si devono confrontare con questi piccoli problemi quotidiani. Per tutti gli altri, forse la maggioranza, occorre invece armarsi di tanta fantasia e molta pazienza. In alcuni casi bastano davvero alcuni piccoli trucchi per ovviare al problema, come ad esempio giocare con le forme ed i colori degli ortaggi. Le carote, ad esempio, possono facilmente diventare dei cuoricini: basta incidere una V per la loro lunghezza nella parte superiore e rifilarle a forma di punta in quella inferiore. Ricavatene poi delle piccole rondelle e cuocetele normalmente, al vapore o bollite: avrete La ricetta Aeroplanino ciocco-banana Ingredienti per 1 bambino: una banana, della salsa al cioccolato Tempo di preparazione 10 minuti Difficoltà OPP Costo OPP Calorie OPP Sbucciate la banana e dividetela in due. Adagiate una parte su un piatto e dividete in due per la lunghezza l’altra parte. Disponete queste due metà ai lati della banana nel piatto, inclinate come a formare le ali di un aereo. Con il cioccolato, disegnate dei puntini sui lati della banana come i finestrini e qualche nuvola sul piatto. È una merenda semplice e completa, il cioccolato sicuramente renderà più golosa la frutta ed invoglierà a mangiarla senza troppi capricci. Ingredienti per 4 persone: 4 pomodori rotondi, 4 pugni di riso bollito, 1 scatoletta di tonno sott’olio o al naturale da 250 g, olive nere, capperi sotto sale, sale, olio extravergine, maionese e prezzemolo per decorare Tempo di preparazione 30 minuti Tempo di cottura 15 minuti Difficoltà OPP Costo OPPCalorie OPP Svuotate i pomodori: togliete prima la calotta superiore e tenetele da parte. Poi, aiutandovi con un cucchiaino, rimuovete delicatamente la polpa. Salate l’interno e lasciateli su un piatto capovolti in modo che possano spurgare tutta l’acqua. Nel frattempo, preparate il ripieno mescolando insieme il riso bianco, il tonno, i capperi che avrete precedentemente dissalato e le olive tagliate a rondelle (tenetene 6 da parte per decorare il pomodoro). Regolate di sale e condite con olio extra vergine. Riempite i pomodori con una cucchiaiata di riso, adagiate un ciuffo di prezzemolo sopra il riso e chiudete con le calotte del pomodoro. Decorate con due rondelle di olive nere come occhi e con la maionese disegnando un sorriso. ottenuto così un piatto che certamente incuriosirà i vostri piccoli. Oppure, usate dei piselli per fare un piccolo bruco nel piatto: basta allineare un po’ di pisellini uno accanto all’altro, usare qualche goccio di maionese per fare i piedini e gli occhi, completare con due ciuffi di erba cipollina come antenne ed il gioco è fatto! Arrivati in fondo al pasto, l’ultimo scoglio da superare è la porzione di frutta: anche in questo caso, bastano pochi piccoli gesti per rendere anche il più banale frutto un simpatico giocattolo. Ad esempio, una semplice banana si può trasformare in un aeroplanino: basta dividerla a metà per la lunghezza e tagliare in due una delle due parti: la parte ancora rotonda sarà la carlinga, mentre le due metà le ali. Alla fine, le regole sono semplici: usate la vostra fantasia, giocate con i colori degli ortaggi e coinvolgete i vostri bambini nella realizzazione del loro piatto. Vedrete che pian piano impareranno ad amare la frutta e la verdura! 15 n. 1 2013 Fantasia e pazienza per invogliare i più piccoli a mangiare frutta e verdura La ricetta I migliori amici dei bambini Pomodori ripieni c[dWXe$Yec Loriana è la piadina con la Romagna dentro! Gustosa, soffice e pronta in un minuto, è l’ideale non solo per uno spuntino, ma anche per una cena sana, veloce e ricca di gusto! Prodotto testato ed approvato dai consumatori. Per informazioni consulta il sito: www.saporedellanno.com www.decoindustrie.it internazionale Una nazione tanti sapori di Giulia Christopher 17 n. 1 2013 La cucina della Croazia nasce dall’unione di molte tradizioni diverse n. 1 2013 La ricetta Di mare ma anche di terra e, con influenze turche e ungheresi, viennesi e italiane (veneziane in particolare) e greche. Chi crede infatti che la cucina croata sia incentrata su piatti a base di pesce – facile in fondo pensarlo, visto i suoi quasi 1800 chilometri di costa e le sue ben 1185 fra isole, isolette e faraglioni – deve ricredersi, ma non per questo resterà deluso. Già gli antipasti rendono l’idea della mescolanza di sapori e tradizioni, alternando il tradizionale prosciutto dalmata affumicato e stagionato dalla bora (dalmatinski pršut) a piatti di olive e freschissime sardine Scampi alla busara (slane sardele) al tipico paški sir, saporito formaggio di pecora dell’isola di Pag. Principalmente a base di pesce sono invece i primi: risotti soprattutto (da quello al nero di seppia a quello con i frutti di mare), ma anche le zuppe come il brodet, fatto, nella ricetta tradizionale con gli scarti di pesce della cucina. Evidente, nelle ricette ma anche nei nomi, la secolare influenza della Repubblica di Venezia. Sapori decisamente più orientali sono quelli che si possono sentire avvicinandosi ai secondi di carne, come nel caso della sarma, piatto di origini turche preIngredienti (per 4 persone): 1 kg di scampi, 3 spicchi d’aglio, parato con foglie di cavolo arrotolate e 1 ciuffo di prezzemolo, 2 cucchiai di passata di pomodoro ripiene di carne macinata, riso e spezie. (facoltativo), 1 manciata di pangrattato, 1/4 di litro di vino bianco Ovunque e a qualsiasi ora troverete poi secco, 1 bicchiere di olio extravergine di oliva, sale, paprica dolce – specie d’estate – un maialino da latte (odojak) che gira sullo spiedo: l’acquolina Tempo di preparazione 15 minuti in bocca è assicurata! Tempo di cottura 10 minuti Altri piatti di carne tipici della Croazia Difficoltà OPPCosto OOPCalorie OPP sono la pastiþada, uno spezzatino di Vino consigliato Grave Chardonnay carne di manzo cotto lentamente con la Pulite gli spicchi d’aglio e soffriggeteli nell’olio, in una padella o cipolla e le spezie, e che viene di solito un tegame piuttosto capaci. Eliminateli non appena cominciano servito con gli gnocchi (njoki); i üevapþiüi a scurirsi. Mettete quindi nell’olio bollente gli scampi, che (polpettine di carne di manzo, maiale e avevate precedentemente pulito, lavato e asciugato. Cercate di spezie) e i raznici (spiedini di carne di posizionarli uno accanto all’altro. Aggiungete il vino e, se volete, maiale cotti alla griglia), in genere serviti la passata di pomodoro, e fate evaporare. Girateli una volta. con cipolla cruda e ajvar, una salsa rossa Salate, spolverate con la paprica e, a fine cottura, cospargete piccante a base di peperoni. con un misto di pangrattato e prezzemolo tritato. Potete È la griglia uno dei metodi di cottura più utilizzare anche scampi surgelati (o gamberoni), e il piatto sarà diffusi, per la carne come per il pesce comunque buonissimo (e decisamente più economico). È una (ma anche tante verdure). A unire questi ricetta molto semplice che richiede due uniche accortezze: non due alimenti base c’è anche un altro fare cuocere troppo gli scampi o i gamberoni, perché diventano metodo di cottura, tipicamente croato: stopposi (dovere regolarvi anche in base alla loro pezzatura); e fare attenzione che il sughetto non si asciughi troppo: non solo è la peka, ossia un recipiente chiuso perché è buono ma perché potete utilizzarlo per condire un bel da un coperchio a campana e posto piatto di spaghetti. Se tende ad asciugarsi aggiungete un altro sotto la brace. Da assaggiare la peka po’ di vino bianco. di agnello e patate e la peka di polpo e patate. Ed eccoci dunque ai secondi 18 di mare. Si trovano praticamente ovunque spigole e orate, in genere alla griglia, ma il piatto principe della cucina croata sono gli scampi alla buzara: nel lessico veneziano arcaico “busara”, o “buzara”, significava “viluppo”, “intruglio”. Secondo alcuni, il termine indicherebbe anche il recipiente coperto in cui la gente di mare cuoceva il pesce a bordo delle barche, mentre Predrag Matvejevic nei suo Breviario Mediterraneo lo fa derivare dalla voce dialettale italiana “buzzo”, ossia “stomaco”. Sia come sia, è un piatto da assaggiare assolutamente, assieme alle sardele (alici) fritte e alle dagnje (cozze) che vengono preparate nelle due versioni in bianco o in rosso con l’aggiunta di pomodoro. Come terminare degnamente questo pasto? Che si tratti di una konoba (trattoria) o di un restoran (ristorante), ma anche di un più semplice buffet o bistrot, impossibile non assaggiare una palaþinka, una specie di crêpes farcita con cioccolato, marmellata oppure gelato, anche se quella tradizionale è ripiena di noci. Ad accompagnare il tutto una bella pivo (birra), la bevanda più amata e diffusa nel Paese. Ma se si preferisce il vino ecco la Malvazja e, per terminare, un Prošec (vino da meditazione, marsalato, che non va confuso con il nostro prosecco) o un Maraschino, liquore a base di ciliegie amare. La ricetta evapēiđi Ingredienti (per 4 persone): carne di manzo tritata 200 g, carne di maiale tritata 200 g, farina di tipo 00 100 g, 1 cipolla, 1 cucchiaino di paprica dolce, sale, pepe Tempo di preparazione 20 minuti (più il tempo per far riposare la carne) Tempo di cottura 10 minuti Difficoltà OPP Costo OPP Calorie OOP Vino consigliato Barbera Vivace Sbucciate e tritate finemente la cipolla. Mettetela in un recipiente insieme alle carni, salate, pepate e aggiungete anche la paprica. Mescolate e lavorate l’impasto per alcuni minuti. Fate poi delle polpette cilindriche del diametro di circa 2 cm e lunghe circa 8 cm. Infarinatele leggermente e lasciatele riposare per almeno due ore in frigorifero, coperte da pellicola, così che la carne si compatti e si insaporisca. Scaldate una griglia e cuocete le polpette fino a quando saranno ben dorate. Servitele calde magari su un letto di cipolle affettate finemente e accompagnate da salsa ajvar (che si ottiene frullando 2 peperoni, 1 spicchio d’aglio, 1 piccola melanzana, erbe e spezie) o altra salsa piccante. Ottimo anche l’abbinamento con la birra al posto del vino. Ingredienti (per 4 persone): 100 g di farina, 1 uovo, 2 dl di latte, sale, burro Tempo di preparazione 15 minuti (più il tempo per far riposare il composto) Tempo di cottura 5 minuti DifficoltàOPPCosto OPPCalorieOPP Vino consigliato Passito In un recipiente sbattete l’uovo assieme a una presina di sale. In un altro recipiente diluite la farina con il latte facendo attenzione che non si creino grumi, e ottenete un composto abbastanza fluido. Unite i due preparati, mescolateli bene e lasciate poi riposare il composto per trenta minuti in un luogo tiepido. Ungete una padella con poco burro e scaldatela. Versate la pastella e distribuitela sul fondo della padella, facendo attenzione che resti sottilissima. Fate dorare le palaēinke su entrambi i lati e poi farcitele a piacere (marmellata, cioccolato, noci tritate, crema, eccetera). Prima di servirle piegatele a triangolo. 19 n. 1 2013 La ricetta Palaēinke SCOPRI L’INNOVAZIONE DI I trattamenti dei parrucchieri, come la colorazione, la permanente o anche la semplice messa in piega, rendono i capelli più belli ma allo stesso tempo possono danneggiarli. Questo perché tendono a distruggere parte delle molecole di keratina, la materia principale di cui è composta la fibra capillare. Per questo Sunsilk ha creato Keratinology, la prima linea con Keratin Micro Technology, che penetra all’interno delle fibre capillari e le ripara reintegrando le molecole di keratina perse, prolungando così l’effetto dei trattamenti dei parrucchieri sul look. PROLUNGA LA BELLEZZA DEI TRATTAMENTI DEI PARRUCCHIERI la ricetta filmata Foto 1 Foto 2 Pizza verde con spinaci e pomodori Ingredienti (per 4 persone): per l’impasto: 500 g di farina bianca, 30 g di lievito di birra, 15 g di sale fine, 2 cucchiai d’olio, 200 g di spinaci (o erbette); per il condimento: 400 g di alici, 6-8 pomodori maturi, scaglie di parmigiano, olio. Foto 4 Pulite accuratamente gli spinaci o le erbette, lessate in acqua bollente salata per 10 minuti. Scolate, strizzate bene, frullateli nel mixer (Foto 1). Mettete la farina a cratere su di un ripiano. Sciogliete il lievito in un bicchiere di acqua tiepida e versatelo nell’incavo. Aggiungete gli spinaci tritati finemente, l’olio e un pizzico di sale (Foto 2). Lavorate l’impasto fino a ottenere una pasta solida ed elastica. Fatene una palla e lasciatela lievitare coperta da un panno in un luogo temperato per 1 ora. Dividetela poi nelle quantità desiderate (che dipendono dalla grandezza e dal numero delle teglie). Pulite con cura le alici, togliendo la testa e le interiora. Apritele a libro, togliete la lisca e tagliatele lungo la linea dorsale per ottenere i filetti (Foto 3). Lavate i pomodori e tagliateli a spicchi. Stendete la pasta della pizza in una teglia appena unta d’olio e guarnitela con gli spicchi di pomodoro, poi i filetti di alici, e terminate con scaglie di parmigiano (Foto 4). Terminate con un pizzico di sale e un filo d’olio. Mettete in forno a 200° per 30 minuti circa. 21 n. 1 2013 Foto 3 Tempo di preparazione 40 minuti più la lievitazione Tempo di cottura 30 minuti Difficoltà OOPCosto OOP Calorie OOP Vino consigliato Montescudaio Bianco le ricette gustose Avocado al salmone Ingredienti (per 4 persone): 2 avocado, 40 g di maionese, 40 g di salmone affumicato, 20 g di paté di salmone affumicato, 2 cucchiai di panna montata, 1 cucchiaino di succo di limone, salsa Worcester, salsa di senape Tempo di preparazione 30 minuti (più il tempo per raffreddare) Difficoltà OPP Costo OOP Calorie OOP Vino consigliato Traminer aromatico Lavate gli avocado e tagliateli in due nel senso della lunghezza. Eliminate i noccioli e scavate delicatamente l’interno per estrarre la polpa. In una ciotola mettete il paté di salmone affumicato, il succo di limone, 1 cucchiaino di salsa Worcester e mezzo di salsa di senape. Amalgamate fino a formare un composto omogeneo. Aggiungete la maionese e la panna montata e mescolate con delicatezza. Quando sarà pronto, mettete il composto in frigorifero. Tagliate il salmone a striscioline e mettetelo nelle quattro metà degli avocado. Quando la crema sarà ben fredda riempite i frutti e servite. Spaghettini al peperone Ingredienti (per 4 persone): 500 g di peperoni rossi e gialli, 400 g di spaghettini, olio extravergine d’oliva, 1 spicchio d’aglio, prezzemolo, sale e pepe 22 Lavate i peperoni e asciugateli, poi rigirateli velocemente, servendovi di una forchetta, sulla fiamma dei fornelli facendo bruciacchiare la pelle. Immergeteli poi in acqua fredda e spellateli. Apriteli a metà, togliete i semi e tagliateli a listerelle. In un tegame scaldate l’olio e soffriggete i peperoni a fuoco vivace, facendo attenzione che non si spappolino. Salate, pepate e aggiungete un trito di aglio e prezzemolo. Nel frattempo cuocete gli spaghettini e, quando saranno pronti, conditeli con il sugo di peperoni. n. 1 2013 Tempo di preparazione 20 minuti Tempo di cottura 20 minuti Difficoltà OPP Costo OPP Calorie OPP Vino consigliato Verdicchio dei Castelli di Jesi Ingredienti (per 4 persone): 1 petto di tacchino intero, 3 peperoni (1 rosso e 2 gialli), 1 cipolla, 1 carota, 1 bicchiere di vino bianco, olio extravergine di oliva, salvia, rosmarino, sale, pepe Tempo di preparazione 20 minuti Tempo di cottura 70 minuti Difficoltà OPP Costo OPP Calorie OPP Vino consigliato Chianti Colli Senesi Lavate e pulite i peperoni, tagliateli a piccoli pezzi. Preparate un battuto con la carota e la cipolla, scaldate l’olio in un tegame e fate appassire il battuto. Aggiungete i peperoni, fate prendere temperatura, salate, pepate e aggiungete mezzo bicchiere di vino bianco. Fate cuocere per una ventina di minuti, poi aggiungete il tacchino tagliato a tocchetti, una manciata di trito di salvia e Budino alla menta rosmarino e il resto del vino. Fate cuocere a fuoco lento (circa 40 minuti), aggiustate di sale e pepe e se si asciuga troppo aggiungete un po’ d’acqua o brodo. Al termine della cottura mettete da parte il pollo e con un mixer a immersione frullate i peperoni, fino a ottenere una purea densa e omogenea. Servite il tacchino accompagnato dalla purea di peperoni. le ricette gustose Tacchino brasato Ingredienti (per 4 persone): 4 cucchiai di sciroppo di menta, 6 tuorli, 200 g di zucchero, 6 dl di latte, 20 g di farina 00, vanillina Mettete il latte in una casseruola e portate a ebollizione. Non appena prende il bollore togliete la casseruola dal fuoco, aggiungete la vanillina, mescolate e lasciate riposare per qualche minuto. Versate poi lo sciroppo di menta nel latte e mescolate. In un altro recipiente sbattete i tuorli con lo zucchero fino a quando saranno spumosi, aggiungete poi la farina e il latte. Rimettete il tutto nella casseruola e cuocete per qualche minuto continuando a mescolare e facendo attenzione che non bolla. Fate raffreddare un po’ e versate la crema nelle coppette da portata. Mettete in frigorifero per almeno 4-5 ore. 23 n. 1 2013 Tempo di preparazione 30 minuti (più il tempo per raffreddare) Tempo di cottura 5 minuti Difficoltà OPP Costo OPP Calorie OOP Vino consigliato Müller Thurgau scuola di cucina Amico vapore Un modo di cucinare sano, dietetico, gustoso e veloce di Giulia Christopher Ha moltissime qualità ma è ancora poco diffusa, soprattutto in Italia, e soffre di qualche pregiudizio, ossia che i cibi risultino essere poco saporiti e che sia di non tanto facile esecuzione. Niente di più sbagliato, perché la cucina a vapore conserva integri non solo i principi nutrizionali dei cibi (vitamine e minerali), ma anche quelli organolettici; e quanto all’esecuzione, basta fare, come d’altronde ai fornelli, un po’ d’attenzione. Tutti i vantaggi A quelli già elencati possiamo aggiungere che la cucina a vapore ci dà cibi leggeri e dietetici; che l’acqua restituita dagli alimenti è un concentrato di vitamine e può essere utilizzata per depurare e purificare l’organismo; che è economica, perché ci consente di cucinare più alimenti contemporaneamente (naturalmente se i tempi di cottura sono compatibili); che ci aiuta a mantenere la cucina più pulita e a utilizzare meno detersivi; e, infine, che non correremo mai il rischio di bruciare qualcosa, al limite lo avremo cotto troppo! Cosa serve 24 n. 1 2013 Ci sono molti modi per cucinare a vapore. Si può utilizzare la pentola a pressione (basta mettere pochissima acqua sul fondo e poi disporre i cibi nell’apposito ce- stello), la vaporiera elettrica (apparecchiatura in genere composta da due o tre contenitori sovrapposti su una base da riempire d’acqua), i cestelli in bambù tipici della cucina orientale - che sono anche belli da vedere e possono essere portati in tavola – da sovrapporre uno sull’altro all’interno di una pentola. Cosa cucinare Ortaggi, pesci e crostacei soprattutto; ma anche couscous, riso e pollame. Per le altre carni bianche e per quelle rosse meglio la cottura tradizionale, così come per le ricette a base di formaggio e torte salate (l’umidità non farebbe certo bene alla ‘croccantezza’). La cottura a vapore vi restituirà poi frutta morbida e saporita (mele, pere, pesche e altro), e vi permetterà di risparmiare tempo mettendo direttamente in cottura anche cibi surgelati (pesce e verdure). Qualche consiglio 25 n. 1 2013 Attenzione che i cibi non vengano mai a contatto con l’acqua, perché il risultato sarebbe quello di una sgradevole cottura in ammollo; controllate poi sempre il livello dell’acqua e, man mano che evapora, aggiungetene poca alla volta e sempre calda. Ricordate anche che, nel caso utilizziate una pentola, dovete aspettare che si sia formata una sufficiente quantità di vapore prima di inserire il cestello (o i cestelli) con gli alimenti; e fate molta attenzione quando, a cottura ultimata, estraete i cibi (per evitare il rischio di scottature è meglio aspettare che prima fuoriesca tutto il vapore). All’acqua di cottura – ma anche direttamente sotto i cibi – possono essere aggiunti spezie e erbe fresche: un gradevolissimo e delicato aroma avvolgerà così la vostra preparazione. E veniamo ai tempi di cottura. Naturalmente dipendono dal tipo, quantità e spessore degli alimenti. Facciamo qualche esempio facendo conto di utilizzare una vaporiera elettrica: per le zucchine servono all’incirca 15 minuti, mentre per le patate quasi 30; pochi minuti, in genere dai 3 ai 7, per cuocere dei gamberetti e una ventina per un petto di pollo intero di circa 450 grammi; per il couscous sono sufficienti 10-11 minuti, mentre per dell’ottimo riso basmati si arriva a 27-32 minuti; e se poi volete un uovo alla coque dovrete attendere 16 minuti. Un ultimo suggerimento è quello di non far cuocere troppo le verdure: zucchine, carote, peperoni o anche cipolle danno il meglio di sé se restano un po’ ‘croccantine’. n. 1 2013 26 spezie Un profumo pungente di Alessia Soldati Torta di mele alla cannella La ricetta La cannella: un aroma secco, quasi pepato, che si sposa benissimo col dolce e il salato 27 n. 1 2013 Cosa sarebbe la cucina senza le spezie? Un amore senza baci, un fiore senza profumo, un giorno d’estate Ingredienti (per 4 persone): 4 mele renette, 400 g di farina, senza sole. Le spezie accompagnano i sapori degli 400 g di zucchero integrale di canna, 4 uova, 50 g di burro fuso, 1 bicchiere di latte, ½ bustina di lievito per dolci, un alimenti, li sottolineano e, impiegate con sapienza, pizzico di sale, cannella in bastoncini aiutano a limitare l’uso del sale. Inoltre le spezie sono dotate di proprietà salutari (digestive, antiossidanti, Tempo di preparazione 30 minuti disinfettanti) che dovrebbero solo incoraggiarci a farne Tempo di cottura 60 minuti un uso costante e oculato. Difficoltà OPP Costo OPP Calorie OOP Vino consigliato Recioto di Gambellara Iniziamo la nostra carrellata di spezie dalla cannella, un tempo detta anche “cinnamomo”. Il nome canSbucciate le mele, eliminate il torsolo, tagliatele a tocchetti nella viene in realtà attribuito a spezie ricavate da regolari e mettetele da parte. Miscelate e setacciate la farina, almeno due piante diverse: la cannella propriamente 300 g di zucchero, il lievito e il sale; mescolando con cura senza sbattere, incorporate agli ingredienti secchi il burro detta, la più aromatica e di migliore qualità, si estrae fuso, il latte e le uova una alla volta. Quando l’impasto sarà dal Cinnamomum zeylanicum o Cinnamomum verum, omogeneo versatene i due terzi in una tortiera imburrata e un albero tropicale sempreverde originario dello Sri infarinata di circa 24 cm di diametro; ricoprite con tutte le Lanka e coltivato anche in altri Paesi del sudest mele e metà della cannella finemente sbriciolata e completate asiatico, nelle Antille, in Brasile e in Madagascar. La con il resto dell’impasto. Cospargete la superficie con lo cannella è una spezia atipica in quanto, a differenza zucchero e la cannella rimasti e informate in forno già caldo a delle altre, non viene ricavata dai semi o dai frutti di 180 gradi per circa un’ora. A cottura ultimata lasciate riposare una pianta, bensì dal fusto e dai rami che, una volta la torta nello stampo per un quarto d’ora, poi sformatela. Servitela tiepida o fredda. privati della scorza esterna ed essiccati, assumono un aspetto che ricorda dei piccoli rotoli di pergamena. La cannella che si ricava dal Cinnamomum zeylanicum è estremamente fragrante, con aroma secco e pungente, quasi pepato. I bastoncini sono lisci e di colore chiaro. La cannella estratta da un’altra essenza arborea, il Cinnamomum aromaticum o Nees, ha invece una potenza aromatica inferiore e un aspetto più scuro e rugoso: è nota anche con il nome di “cassia” e, essendo meno pregiata, viene in genere ridotta in polvere e così venduta. La cannella è una spezia nota da tempi antichissimi: veniva usata dagli Egizi per le procedure rituali di imbalsamazione dei cadaveri e la si trova citata in vari testi, dalla Bibbia ai classici greci e latini. Il suo uso in cucina è vario: la tradizione europea la impiega esclusivamente in pasticceria per dolci a base di frutta (soprattutto le mele, con le quali la cannella si sposa alla perfezione), nel gelato e per aromatizzare creme, meringhe e panna montata, nella lavorazione di cioccolato, praline e confetteria varia e anche in qualche liquore; mentre la tradizione orientale e quella creola la inseriscono anche in piatti salati a base di carne. Viene inoltre usata come aromatizzante del tè e di infusi vari. I bastoncini di cannella si conservano al meglio tenendoli ben chiusi in barattoli di vetro, lontani da luce e calore, sbriciolandone solo la quantità da usare di volta in volta. La polvere di cannella si conserva allo stesso modo, ma tende a perdere velocemente profumo e caratteristiche organolettiche. Abbina le ricariche a qualsiasi diffusore Discreet Crea la tua... combinazione perfetta! bianchi Un vino da mare di Alessia Soldati 29 n. 1 2013 Il vermentino è un vitigno diffuso in tutte le terre affacciate sull’alto mar Tirreno: la Liguria, la Corsica, la Sardegna e la Toscana La storia del vermentino passa dal mare. Arriverebbe addirittura dall’isola atlantica di Madera; o forse, più probabilmente, ha origini spagnole o portoghesi; comunque poi dalla penisola iberica il vermentino si diffuse in Francia e in Liguria, di seguito in Corsica e da lì in Gallura, nel nord della Sardegna, e in Toscana. Un vitigno bianco aromatico, impiegato per la produzione di numerosi vini di qualità, che risultano secchi e insieme morbidi, dal colore giallo paglierino a volte con tenui riflessi verdognoli, e intensi profumi erbacei, di fiori di campo e di frutta (tipicamente la pesca gialla). Gli abbinamenti gastronomici più tradizionali e riusciti dei vini a base di vermentino sono con piatti a base di pesce fresco, crostacei e molluschi, come per esempio gli antipasti di mare senza salse, le ostriche e le altre conchiglie, gli spaghetti alle vongole o alla pescatora in bianco, l’aragosta e l’astice alla catalana, il pesce alla griglia o arrosto, il polpo; il vermentino si sposa comunque molto bene anche con i piatti tipici liguri a base di verdure e frutta secca, come i pansoti alle noci e le trofie al pesto, con le torte di riso e di verdure caratteristiche della Lunigiana e della Garfagnana, con il pecorino sardo dolce e con il lardo di Colonnata. n. 1 2013 Dall’aperitivo in su 30 Fra i vini di qualità più noti a base di vermentino ci sono, in Sardegna, il Vermentino di Gallura docg, molto strutturato e dal tenore alcolico di tutto rispetto; l’Alghero Vermentino doc frizzante e il Vermentino di Sardegna doc, che è declinato in varie tipologie: dai vini molto freschi adatti da aperitivo a vini più strutturati e importanti. I vini liguri a base di vermentino, prodotti per lo più in riviera di Ponente, sono più eleganti e meno strutturati di quelli sardi; vale la pena di ricordare, e assaggiare, le doc Riviera Ligure di Ponente, Val Polcevera, Golfo del Tigullio e Colli di Luni. In Toscana le doc a base di Vermentino più apprezzate sono Candia dei Colli Apuani, Vermentino delle Colline Lucchesi, Montecarlo, Vermentino di Bolgheri. In Corsica il vermentino, detto anche malvoisie de Corse, è il vitigno bianco principe, alla base di tutti i vini bianchi aoc (appellation d’origine côntrolée, corrispondente alla doc italiana) dell’isola, fra cui vale la pena di ricordare i vini del Capo Corso, in genere freschi e di pronta beva. vini rossi Lungo le pendici del vulcano più grande e inquieto d’Europa cresce l’uva di un vino che diventa sempre migliore: l’Etna Rosso di Lirio Mangalaviti 31 n. 1 2013 Il gigante e le sue vigne n. 1 2013 Come si vive a due passi da un vulcano attivo, molto attivo? Se lo chiedete ai siciliani dei paesi che sorgono lungo i fianchi della montagna che sbuffa, vi risponderanno: “Non male… basta avere rispetto e pazienza”. Ed essere pronti, si dovrebbe aggiungere, perché l’Etna non incombe silenzioso e possente come altri vulcani da secoli assopiti. L’Etna è vivo, rumoreggia, ogni tanto sputa fumo e cenere, fuoco e lava. L’ultima importante eruzione è di poco più di dieci anni fa; iniziò nell’ottobre del 2002 e si protrasse per alcuni mesi. La lava arrivò a lambire alcune case, e il sisma che accompagnò i fenomeni vulcanici ne mise fuori uso più di mille. Non molto, rispetto a quanto accaduto nei secoli precedenti: colate di lava che hanno distrutto interi paesi fino ad arrivare a Catania e al mare (siamo nel 1669) e fenomeni rilevanti che hanno messo a dura prova la forza degli abitanti. Che con il vulcano convivono: lo temono, lo rispettano, immersi in un paesaggio segnato dalla sua presenza. I colori delle piante, dei fiori, del cielo stesso, del mare e della neve contrastano col nero della pietra lavica, costruiscono cromatismi unici che attraggono visitatori da tutto il mondo. Ma il turismo non è la sola ricchezza generata dal vulcano. Ce n’è un’altra che forse ancor di più spiega perché, al di là del legame che si conserva con la terra natia, gli abitanti della zona si ostinino a vivere in paesi ad alto rischio sismico e lavico. Quasi a compensare coloro che resistono alla paura, l’Etna ha reso fertilissimi i terreni che la circondano, che si prestano a una vasta gamma di colture. Formata dalla disintegrazione di vari tipi di lava e da cenere e sabbia, tutte di epoche diverse, la terra è molto ricca di minerali nutrienti come ferro, rame, fosforo, magnesio e altri. Gli oliveti, i noccioleti, i castagneti, gli ortaggi, le fragole, le mele, i famosi pistacchi di Bronte da secoli, dai tempi cioè dei primi grandi riformatori agricoli, gli arabi, avvolgono i fianchi della montagna e ne caratterizzano le zone, a seconda della vocazione agricola, dell’altitudine, dell’esposizione. La vite sull’Etna è presente fin dalla più remota antichità; è coltivata dai Siculi, ma sono i Greci a svilupparne la produzione, migliorando le tecniche agricole. I vini etnei sono apprezzati in epoca romana nella capitale e in tutta l’area mediterranea. Col passare dei secoli diventano protagonisti di scambi commerciali e in epoca moderna vengono imbarcati al porto di Riposto alla volta della Francia, destinati a tagliare e 32 dare corpo ai vini francesi. Il successo del comparto vitivinicolo (dovuto anche alla riforma agraria del 1812) spinge i contadini ad ampliare la superficie vitata che, così, si innalza di quota. I terreni pietrosi e scoscesi del vulcano impongono una diffusa opera di dissodamento e di costruzione dei muretti a secco di pietra lavica, che contribuiscono a formare monumentali terrazzamenti per i vigneti. Vigne d’altura 33 n. 1 2013 Su tre versanti del vulcano (tutti quindi, tranne quello occidentale che guarda il resto della Sicilia) crescono oggi rigogliose le vigne. A poterle guardare dall’alto, si noterebbe questa sorta di “C” rovesciata, che formano cingendo il nord, l’est e il sud della montagna, a un’altitudine compresa tra i 400 e i 1100 metri. Vigne d’altura quindi dalle quali si producono diversi tipi di vino; il più conosciuto, vinificando uve di nerello mascalese e di nerello cappuccio, nelle percentuali le prime dell’80% e le seconde del 20%, è l’Etna Rosso. È stato il primo vino in Sicilia ad ottenere nel 1968 la doc (denominazione di origine controllata) ed ha caratteristiche peculiari che lo differenziano dagli altri rossi siciliani, dovute essenzialmente al clima ed alle precipitazioni che intorno al vulcano sono diversi rispetto al resto dell’isola. Ma anche tra un Etna Rosso di un produttore e un Etna Rosso di un altro produttore si possono percepire particolarità dovute a microclimi che cambiano a seconda della zona, dell’esposizione o, ad esempio, dalla lontananza o meno dal mare. Insomma un vino complesso ma facile da apprezzare, di elevata gradazione alcolica (12,5 minimo), di colore rosso rubino che invecchiando presenta leggeri riflessi di granato, o meno spesso di colore rosato tendente al rubino. L’odore è vinoso, con profumo intenso, caratteristico, mentre il sapore è secco, caldo, robusto, pieno, armonico. Va servito a temperature di 16-18 °C, accostandolo a carni rosse, formaggi stagionati e salse di tipo strutturato. n. 1 2013 34 sidro Lo spirito delle mele di Sergio Lo Monte Frittelle di sidro La ricetta Poco alcol, sapore allegro: ecco i segreti del successo del sidro 35 n. 1 2013 Pare piacesse anche a Giulio Cesare, che lo scoprì nell’allora Britannia e ne divenne un estimatore e un divulgatore. Ma prima di lui anche gli Assiro Babilonesi e gli Egizi si divertivano a preparare e bere il succo di mele che, dopo accurata fermentazione, diventa Ingredienti (per 4 persone): 160 g di farina, 200 ml di sidro, 3 alcolico e quindi sidro. E poi gli Arabi, protagonisti di uova, 2 cucchiaini scarsi di cannella macinata, sale, olio, 80 g di importanti migliorie agricole e dell’aumento della colburro, 100 g di zucchero semolato, 500 g di mele sbucciate e tura delle mele in tutto il mondo, Asturie comprese. affettate sottilmente, zucchero a velo Da qui, dal settentrione atlantico della Spagna, ha preso il via la diffusione di questa bevanda, prima Tempo di preparazione 30 minuti Tempo di cottura 15 minuti attraverso gli scambi, riportati nei libri contabili, di Difficoltà OPP Costo OPP Calorie OOO abbazie e conventi, dove veniva anche prodotta; poi Vino consigliato Sidro dolce grazie ai viaggi dei marinai dei vicini Paesi Baschi. Insomma il sidro si beve soprattutto nella Francia Frullate insieme farina, uova, sidro, cannella, sale fino a quando settentrionale e in tutta la Gran Bretagna, in cui ai il composto è liscio e senza grumi. Scaldate una padella giorni nostri contende a volte alla ben più famosa antiaderente di 20 cm di diametro e versatevi un filo di olio al birra il primato delle preferenze e dei consumi. Negli centro per ungere il fondo e le pareti. Con un mestolo di pastella altri paesi (gli Stati Uniti, l’Italia e il resto d’Europa) il copritene poi il fondo allargando la frittella per renderla sottile successo è più limitato, anche se negli ultimi tempi e uniforme. Cuocete per circa 2 minuti, fino a quando la parte nuovi interessi e segnali positivi si muovono intorno superiore diventa dorata, quindi giratela e lasciatela dall’altra parte al “vino di mele”. Sarà perché si è saputo che Dom per un altro minuto, finché anche questa assume un aspetto Perignon, inventore dello champagne, si ispirò alle dorato. Mettete la frittella in un piatto e ricopritela con un foglio di carta da forno. Procedete alla realizzazione delle altre frittelle. tecniche di produzione del sidro per migliorare la sua Poi sciogliete il burro nella padella, aggiungete lo zucchero e celebre bevanda? O perché è venuta fuori la notizia cuocetelo a fuoco medio-basso fino a quando inizia a caramellare. sul vicario di un piccolo centro nello Herefordshire Aggiungete le mele. Continuate la cottura rimescolando per inglese? Nella seconda metà del 1600 testimoniò ancora 3-4 minuti, fino a quando le mele sono diventate tenere che i suoi parrocchiani, passati a miglior vita fra i 90 e si sono rivestite di caramello. Cospargete quanto ottenuto e i 114 anni, bevevano solo sidro. sopra ogni frittella e piegatela in quattro quarti. Spolverizzare con Virtù terapeutiche a parte, intorno alle quali cozucchero a velo. Si può servire anche con l’aggiunta di panna munque molti concordano, la bevanda leggermente senza zucchero, gelatina di mela, miele e burro. alcolica (tra i 4 e i 7 gradi) ottenuta dalla spremitura e dalla fermentazione del succo di mele deve il suo successo alla freschezza e alla gradevolezza. La diversità di origini e i diversi metodi di preparazione ne fanno un prodotto poco standardizzato che si trova sul mercato in forme diverse. È tradizionalmente secco e fermo, ma oggi hanno successo anche sidri dolci e spumeggianti. Gli abbinamenti classici del sidro secco sono i formaggi e le crêpes salate, mentre quello dolce frizzante è molto adatto a preparazioni classiche come torte di mele, strudel e crostate di frutta. È base di numerosi cocktail, a conferma della sua versatilità e della sua facilità di consumo. Una raccomandazione ovvia ma necessaria: da bere consapevolmente, cioè con moderazione. Per saperne di più: www.gustosidro.it. n. 1 2013 36 viaggi Insolita Irlanda Non solo Dublino: città e paesaggi poco noti nel sud dell’Isola di Smeraldo di Vanessa Bartoli Un intero anno di festeggiamenti in cui si celebrerà l’Irlanda e tutto ciò che è irlandese: si chiama “The Gathering Ireland 2013” e coinvolgerà tutto il territorio dell’isola con oltre 2500 eventi. Un’ottima scusa, se ce ne fosse bisogno, per visitare l’Isola di Smeraldo. Magari sperimentando itinerari un po’ diversi: proprio come l’Italia non è solo città d’arte, l’Irlanda non è infatti solo Dublino o Belfast. Ecco allora che si può andare alla scoperta del sud del Paese partendo da Cork e dalla sua contea, facilmente raggiungibili dall’Italia grazie a diversi voli diretti. Seconda città della Repubblica d’Irlanda per numero di abitanti dopo Dublino, Cork si trova proprio all’estremità meridionale dell’isola. Attraversata dal fiume Lee, è una città ricchissima di iniziative culturali. Nel 2010 la guida “Lonely Planet” l’ha eletta una delle 10 città da non perdere, e solo qualche anno prima, nel 2005, è stata Capitale Europea della Cultura. E capitale lo è ancora, ma della gastronomia: d’obbligo una visita all’English Market, il bellissimo mercato coperto vittoriano, dove si può trovare il meglio dei prodotti regionali. Sul ponte del Titanic 37 n. 1 2013 Facilmente raggiungibile da Cork è la cittadina di Cobh. Si trova su un isolotto posto alla foce del fiume Lee (ma non servono imbarcazioni per raggiungerla: è molto vicina alla terraferma e ci sono una serie di ponti) ed è un luogo molto significativo per la storia irlandese. Dal suo porto sono infatti partiti milioni (più di tre, è stato calcolato, fra il 1815 e il 1970) di Il monumento a Annie Moore irlandesi in cerca di fortuna in altre terre, Stati Uniti soprattutto. A ricordarli tutti, davanti al Cobh Heritage Center la statua di Annie Moore che, appena quindicenne, salpò con i due fratelli più piccoli e fu la prima nella storia ad arrivare, il 1° gennaio 1892, al nuovo centro di accoglienza per gli immigrati di Ellis Island a New York. Cobh è stata anche l’ultimo scalo del Titanic l’11 aprile del 1912, prima di lasciare l’Europa e andare incontro al suo destino. A ricordare questo avvenimento, c’è un piccolo ma suggestivo museo che permette ai visitatori di rivivere quel pezzo di storia, con la ricostruzione delle cabine e della vita di bordo, dalla partenza fino al momento della tragedia: all’ingresso vi sarà anche assegnato il nome di uno dei passeggeri e alla fine del percorso scoprirete se siete sopravvissuti o no al naufragio… Il Titanic Experience a Cobh Kinsale Per tirarsi un po’ su di morale dopo questa tragedia, anche se non siete appassionati di whiskey (rigorosamente con la “e”: siamo in Irlanda!) non potete perdere la visita guidata, con degustazione finale alla storica e affascinate Old Jameson Distillery a Midleton; e poi magari smaltire l’assaggio con una passeggiata negli splendidi giardini di Fota House e visitando la magnifica residenza in stile neoclassico. Proseguendo il viaggio in questa insolita e poco conosciuta parte dell’Irlanda, si può fare tappa nella piccola ma vivacissima Kinsale e visitare Charles Fort, il più grande forte militare del Paese, protagonista di alcuni dei più significativi eventi della storia irlandese. E poi dritti a ovest, verso la contea di Kerry e la sua meta turistica per eccellenza, Killarney, città circondata da uno dei parchi nazionali più belli dell’intera isola; e da lì lungo il Ring of Kerry, il lungo circuito stradale ad anello che tocca spiagge incontaminate e coste scoscese, campi coltivati, prati e boschi, zone remote e selvagge, montagne e laghi, minuscoli villaggi e siti preistorici (quasi lo stesso itinerario è percorribile a piedi lungo la Kerry Way, con oltre 200 chilometri di sentieri segnalati). E nel corso di questo viaggio, soprattutto, lasciatevi coinvolgere (o travolgere, se preferite) dallo spirito irlandese: accoglienza, calore, allegria. n. 1 2013 www.gatheringireland.com www.irlanda.com 38 ll Ring of Kerry benessere La ricetta della bellezza di Alessandro Zafarana 39 n. 1 2013 La pelle del viso merita una cura speciale. Guida ai piccoli e fondamentali gesti quotidiani Se è vero che “gli occhi sono lo specchio dell’anima”, il viso è l’immagine della salute e dell’umore. La pelle che lo ricopre è costantemente esposta agli agenti esterni come il vento, il sole, l’inquinamento e su di essa traspaiono le nostre emozioni interiori come l’allegria ma anche la tristezza e lo stress: cose che tingono la vita di colori ogni giorno diversi, ma che allo stesso tempo lasciano il segno sul nostro volto. Ecco perché la pelle del viso merita una cura speciale. In questo articolo vi proponiamo alcuni consigli di bellezza su come trattare al meglio questa parte del corpo, prima e dopo il trucco. La pulizia del viso n. 1 2013 La pulizia del viso è un gesto d’amore quotidiano verso la propria pelle: una buona pulizia rimuove le impurità della pelle e le cellule morte e contribuisce a mantenere un viso giovane e sano. Prendetela dunque come un rito quotidiano, da compiere preferibilmente la sera prima di andare a letto. I prodotti da utilizzare variano a seconda del tipo di pelle, ma evitate i detergenti che contengono alcol e il normale sapone per le mani, perché sono troppo aggressivi. Se avete la pelle secca, scegliete un detergente a base di erbe e oli nutrienti oppure eseguite un massaggio del viso a base di olio d’oliva (un vero toccasana per la pelle). I detergenti per la pelle grassa devono includere prodotti che riequilibrano il ph; in questo caso, il “rimedio della nonna” suggerisce di tagliare una mela a fette con cui massaggiare il viso per 15 minuti. Questo frutto ha la proprietà di assorbire il grasso in eccesso, donando vigore alla pelle e rimuovendo le ostruzioni dei pori. Qualunque prodotto decidiate di usare, applicatelo con la punta delle dita o con una spugna morbida, compiendo dei movimenti circolari verso l’alto, senza strofinare troppo forte: un massaggio delicato è sufficiente per eliminare le cellule morte e contribuisce a migliorare la circolazione, mentre uno scrub troppo aggressivo tende a irritare la pelle. Alla fine, risciacquate sempre il viso con acqua tiepida: l’acqua calda secca troppo la pelle, e quella fredda deterge di meno. Non dimenticate di risciacquare il detergente anche dal collo e dall’attaccatura dei capelli, perché i residui possono ostruire i pori e trattenere lo sporco. Dopo il risciacquo, tamponate delicatamente con un asciugamano morbido e, subito dopo la pulizia, passate sul viso un tonico o una crema idratante. 40 Il fondotinta 41 n. 1 2013 Trovare il fondotinta adatto può essere molto difficile: capita infatti che quel prodotto che sembrava perfetto al momento dell’acquisto, una volta applicato sul viso dia risultati ben diversi da quelli sperati. La scelta dipende infatti dalle caratteristiche della pelle. In generale, i fondotinta fluidi sono indicati per pelli normali, miste e grasse, quelli in crema sono più idonei per le pelli secche, mentre i compatti vanno bene per tutti i tipi di pelle. Ricordate inoltre che l’effetto coprente è direttamente proporzionale alla densità: se volete un trucco naturale, usate una formulazione fluida; per mascherare le imperfezioni, meglio uno compatto o in crema. Ma la vera nota dolente è la scelta del colore giusto. Attenzione: il fondotinta non serve affatto a dare un colorito più roseo al viso o a far apparire la pelle più abbronzata! La sua funzione è far apparire l’incarnato più uniforme possibile, esaltandone la luminosità naturale. Per testare il colore prima dell’acquisto, applicate una piccola quantità di fondotinta nella zona tra mascella e collo e sfumate picchiettando con il polpastrello. Se il colore si fonde perfettamente con la pelle avete trovato quello giusto, se invece continuate a vedere la macchia dovrete cambiare tonalità. Prima del trucco, pulite bene il viso e applicate la crema da giorno, quindi versate una piccola quantità di fondotinta sul dorso della mano per riscaldarlo. Stendete il prodotto con la spugnetta o i polpastrelli, facendo attenzione ai punti in cui tende ad accumularsi, come i lati del naso o il collo. Per facilitare la stesura e migliorare la tenuta del trucco, imbevete la spugnetta con un po’ di tonico o semplicemente con acqua. n. 1 2013 42 solidarietà MSF in azione La onlus interviene in tutto il mondo in favore delle donne in difficoltà di Sabina Armani 43 n. 1 2013 Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel mondo almeno il 15 per cento delle donne incinte incontra una complicazione che le espone al pericolo di vita. Si chiama mortalità materna, e ogni giorno uccide nel mondo circa mille donne per cause, facilmente prevenibili, collegate alla gravidanza e al parto. Medici Senza Frontiere Onlus Specie nelle situazioni di crisi umanitaria, nelle quali i via Volturno 58, 00185 Roma servizi sanitari sono inadeguati o addirittura inesistenti, Tel 06 88806000 le donne in gravidanza rappresentano la fascia più www.medicisenzafrontiere.it vulnerabile della popolazione. Ma la morte materna [email protected] è una crisi che si può evitare. Perché tutte le donne incinte, in tutto il mondo, di fronte a una complicanza hanno bisogno dello stesso aiuto: accesso ad un’adeguata assistenza medica – personale medico qualificato, farmaci e attrezzature - per salvare la propria vita e quella del bambino. È questo uno dei settori di intervento di Medici Senza Frontiere (MSF): nel 2011 l’organizzazione medico-umanitaria ha assistito circa 192 mila donne durante il parto, e i suoi operatori e volontari hanno effettuato oltre 22 mila parti cesarei e più di 900 mila consultazioni pre e post natali. Dall’Afghanistan allo Yemen, MSF fornisce cure ostetriche in circa 30 Paesi, intervenendo con metodi e strutture diversi a seconda del tipo di crisi che vive il Paese (guerra, spostamento della popolazione, sistemi sanitari deboli, calamità naturali, emergenza sanitaria). Prendiamo ad esempio il terremoto che ha devastato Haiti il 12 gennaio 2010. Anche prima del terremoto le donne incinte erano a rischio (il Paese ha il più alto tasso di mortalità materna dell’emisfero occidentale): un’emergenza che è continuata fra le macerie. Nei 12 mesi successivi al sisma, più di 15 mila donne hanno partorito nelle cliniche e negli ospedali di MSF: e, in alcune strutture, gli interventi operatori di tipo ostetrico hanno rappresentato il 60 per cento di tutta l’attività chirurgica. Roseline, 34 anni, era incinta di cinque mesi quando c’è stato il terremoto. Ha partorito il suo primogenito all’ospedale Isaïe Jeanty quattro mesi dopo. “Quando c’è stato il terremoto – racconta – mentre correvo fuori casa avevo paura di perdere il bambino. Dopo, gli ho parlato dentro di me e gli ho spiegato quello che era successo. La gravidanza è andata bene ma il parto è stato un po’ difficile. Sapevo che i servizi offerti da MSF erano gratuiti per questo sono andata al loro ospedale per partorire. Sono molto orgogliosa di essere finalmente madre. Pensavamo che la vita fosse finita. Invece no, ce la stiamo riprendendo, passo dopo passo”. Passo dopo passo, proprio come fa MSF per opporsi a crisi che si possono evitare. RICARICHE MIL MIL. UNA BUONA SCORTA DI QUALITÀ ED ECOLOGIA. Abbiamo le idee chiare. Sappiamo che creare un prodotto di ottima qualità, non basta. Serve avere uno sguardo più lungimirante, che sappia arrivare al futuro. Per questo realizziamo le ricariche per moltissime delle nostre linee. Per ottimizzare i costi al consumatore e ridurre drasticamente numero e volume delle confezioni in plastica che produciamo, e che dobbiamo smaltire. Per dare una mano al mondo di domani. Mil Mil. Sosteniamo l’ecologia! NOVITÁ Mil Mil. Il piacere di avere un buon prodotto semplicemente. verdi Come e perché scegliere vernici e carte da parati ecologiche di Enrico Zoi 45 n. 1 2013 Una casa a prova di benessere Dipingere o ridipingere casa usando vernici ecologiche, bandendo quanto di tossico può essere contenuto nelle vernici cosiddette tradizionali: oggi si può fare, andando oltre al benessere terapeutico proveniente dai colori, da anni teorizzato nella cromoterapia, medicina alternativa che proprio dai colori parte per curare le persone, aiutando corpo e psiche a ritrovare il proprio equilibrio naturale. Infatti, se, sulle pareti, oltre a tinte e tonalità giuste, depositiamo anche materiali non tossici, le cose magari vanno anche meglio, giusto? Solventi buoni e cattivi n. 1 2013 In questo ci soccorre un’altra recente disciplina, l’architettura bioecologica, che vede nella casa una sorta di organismo vivente che non deve rilasciare nell’ambiente sostanze nocive per i suoi residenti. Da qui il crescente impiego di pitture appunto ecologiche, idonee alle camere da letto, particolarmente alle stanze dei più piccoli. Proviamo a comporre una sorta di carta d’identità delle vernici alternative. Intanto, esse non contengono solventi tossici quali xilolo o diclorometano, quest’ultimo deleterio per il sistema nervoso, ma si compongono di solventi di origine animale o vegetale, cercando nella natura la materia per vivere meglio. Quasi l’uovo di Colombo! E quali sono i solventi che non fanno male? Ad esempio, l’acido grasso dell’olio di lino, il carbonato di calcio naturale, la cocciniglia delle Canarie e, insospettata, la caseina del latte. Il solito avvocato del diavolo potrà pensare che, come la cucina macrobiotica farà anche bene ma è cattiva, pure la pittura ecologica sarà meno efficace e resistente di quella tradizionale. Non è così: le vernici naturali sono facili da applicare per 46 tutti: a pennello, a rullo o a spruzzo. Sono inodore e non accumulano cariche elettrostatiche. Quelle con sali di boro funzionano contro la muffa, mentre la presenza in esse di resine nobili è utile per resistere alle abrasioni. C’è da dire che le pitture ecologiche costano un po’ di più e danno un rendimento inferiore. Un po’ più complessa, ma c’era da aspettarselo, è poi la conservazione: la lattina aperta garantisce il prodotto al massimo per un anno ma, per l’assenza di conservanti chimici, bisogna ricoprire il tutto con un diluente balsamico vegetale. Di solito, infine, la pittura ecologica non è lavabile né smacchiabile. D’altronde, non si può avere tutto dalla vita. E se è vero che ogni cosa ha un prezzo, è altrettanto sicuro che la salute, no, un prezzo proprio non ce l’ha! Anche perché l’opzione ecologica in materia di vernici porta ad un’altra conseguenza positiva: basta ricordare che ammonta a un milione di tonnellate la mole fisica di vernici e prodotti simili smaltita ogni anno nel nostro Paese. Mica poco! Così, se scegliamo materiali atossici e non inquinanti, oltre a far del bene a noi stessi, diamo anche il nostro contributo all’ambiente riducendo questo tipo di rifiuti. È una goccia nel mare, si obietterà, ma il mare è pur sempre fatto di gocce e più sono quelle pulite meglio è. Per tutti. Viva la carta! 47 n. 1 2013 Infine, non sarà male rammentare come vi sia pure un’alternativa all’alternativa, se così si può dire: infatti, un modo per decorare, arredare, abbellire le pareti delle nostre abitazioni può essere l’impiego della carta da parati, che permette il contenimento dei consumi energetici, poiché mantiene costante la temperatura dell’ambiente. Anche in questo caso vi è un’ampia scelta, poiché essa può essere formata da cellulosa o da materie plastiche, da fibre naturali o sintetiche. Dal nostro punto di vista, è bene andare sulla carta da parati in cellulosa, non plastificata e riverniciata con tinta alla caseina. Una riflessione per concludere: il nostro breve itinerario in forma di appunti su vernici e carte da parati ecologiche conferma quanto siano importanti, per l’ambiente (ma anche per il vivere comune, il rispetto reciproco, la legalità) la responsabilità e la consapevolezza di ognuno di noi. Noi, che dobbiamo sempre essere in grado di scegliere, e di scegliere il meglio. giochi Cruciverba 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 15 16 19 17 20 22 14 18 21 23 24 25 27 28 26 29 30 31 32 34 35 38 39 33 36 37 40 41 42 Sudoku 6 9 3 7 7 2 8 6 4 3 2 5 9 6 4 1 6 8 5 2 7 1 8 n. 1 2013 3 3 5 48 3 7 9 6 1 ORIZZONTALI 1. Un’associazione virtuosa di verdure! 10. La Fondazione degli agenti e dei rappresentanti di commercio. 11. Caserta. 12. Piccolo comune lucano noto per l’artigianato in legno e in rame. 13. Breve messaggio pubblicitario. 15. C’è, purtroppo, anche quella fiscale. 18. La fanno a volte i tifosi allo stadio. 19. Società Italiana di Storia Internazionale. 20. Piccola, ma storica località irlandese. 22. Tutto, ma senza vocali! 23. Acquistare una leggerezza tale da sollevarsi nell’aria rimanendovi sospeso. 24. Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. 26. Fiume dell’Italia del Nord... rapìta! 27. Enzo Biagi. 28. Tomografia Assiale Computerizzata. 30. Il codice dell’aeroporto di Orlando (Florida, Stati Uniti). 31. In Italia il 25 aprile si celebra la sua festa. 34. Laura Lattuada. 35. Gaetano o Gattuso, sempre… è! 36. Silvano Tranquilli. 38. Ovest senza consonanti. 39. Ha ancora tanto da imparare. 41. La nota... levante! 42. La Ford di... Ernest Hemingway! VERTICALI 1. Bob Dylan è quello del rock. 2. Ineludibile. 3. Tipico saluto indiano. 4. Avari, gretti. 5. A volte sono con i... tabacchi! 6. Gruppo canoro famoso in Italia tra il 1936 e il 1943 7. Reggio Calabria. 8. Le due periferie di Oslo... 9. Un particolare tipo di tessuto. 11. Ravvivare mediante l’uso dei colori. 14. La nativa americana che si innamorò dell’inglese John Smith 16. Va in un noto film di Federico Fellini. 17. Il Clapton chitarrista. 21. Àmbito Territoriale di Caccia. 25. Perenne, senza inizio né fine. 29. Personaggio della Tempesta di William Shakespeare. 32. Dino, ex portiere della Nazionale di calcio. 33. Mai fare i conti senza di lui. 37. Irish Republican Army. 40. Secondo... a Roma! Scene di vita privata, professionale, familiare di un grande scrittore e giornalista, Carlo Fruttero, che per mezzo secolo lavorò a quattro mani con un altro grande, Franco Lucentini, dando vita a articoli, saggi, antologie e a grandi romanzi come La donna della domenica e A che punto è la notte. Ironia, dolore, allegria e fatica raccontate dalla figlia Carlotta seguendo un filo narrativo che si dipana tra Piemonte e Toscana e porta a conoscere la pienezza di una vita scanzonata e serissima come poche altre. ROMANZO Le bambine che cercavano conchiglie Hannah Richell Garzanti 416 pp 18,60 euro Su una scogliera delle coste frastagliate del Dorset, si erge una bianca colonica che una volta Dora chiamava casa. Da dietro le ampie finestre le sembra ancora di sentire risuonare le risa di sua sorella Cassie, il rumore delle loro corse di bambine. Dora è fuggita da tutto questo, schiacciata dal peso della colpa che non le fa dimenticare quella lunga e calda giornata d’estate di tanti anni prima. I giochi alla ricerca di conchiglie, i nascondigli tra le rocce e quella distrazione che ha distrutto un’intera famiglia. Da allora Cassie non le vuole più parlare e le due sorelle si sono allontanate irrimediabilmente. Ma oggi Dora non può più fuggire, il soffio di una nuova vita respira dentro di lei e per amore del suo bambino deve ritrovare i pezzi perduti della sua vita. Perché dietro il massiccio portone della sua vecchia casa ci sono due occhi pieni di accuse e segreti ad attenderla, gli occhi di sua madre. Dora deve trovare il coraggio di affrontarli prima che il segreto che le ha spezzate le travolga definitivamente. Venduto in venti paesi, adorato dalla critica e premiato dai librai, Le bambine che cercavano conchiglie è un esordio indimenticabile. La storia di due sorelle e di una colpa. La storia di una madre e di un amore che niente potrà spezzare. La storia di tre donne fragili, che solo la forza del perdono potrà riunire. GIALLO La bella di Buenos Aires Manuel Vasquez Montalban Feltrinelli 264 pp 10 euro tempo libero BIOGRAFIA La mia vita con papà Maria Carla Fruttero Mondadori 264 pp 18 euro Una ragazza di Buenos Aires, bellissima, destinata a diventare una diva, fugge in Spagna inseguita dai militari. Anni dopo, il cadavere di una barbona assassinata viene ritrovato a Barcellona. Pepe Carvalho, l’investigatore creato dalla penna di Manuel Vázquez Montalbán, insieme al fidato Biscuter, dovrà chiarire inquietanti i misteri che coinvolgono giudici, polizia, emarginati, nuove democrazie e morte dittature che lasciano ancora una scia di sangue. La Barcellona decadente del Barrio Chino sta ormai diventando la città del design mentre, un po’ dappertutto, i cadaveri spuntano qua e là come funghi velenosi. E, sempre presente, il tango. A dieci anni dalla sua scomparsa, torna Manuel Vázquez Montalbán con un romanzo inedito della serie Carvalho, pubblicato a suo tempo in Spagna a puntate sul quotidiano El Pais. Si ritrovano qui personaggi, stile e temi ricorrenti in tutti i suoi libri, come la buona cucina, la figura di Pepe antieroe crepuscolare, o il Biscuter consigliere-intellettualemodernizzatore; con una forza narrativa che alterna tratti da vero giallo a momenti di grande letteratura. 49 n. 1 2013 Libri tempo libero n. 1 2013 50 Musica CD Andrea Bocelli Passione Il nuovo album di Andrea Bocelli arriva a distanza di oltre tre anni da My Christmas; contiene un repertorio di capolavori che appartengono alla storia della musica che non tramonta mai, tutti legati dal filo rosso dell’amore. Composto da diciotto brani che Bocelli canta in sei lingue diverse, l’album è ricco di collaborazioni internazionali eccellenti: il produttore David Fosteri, il trombettista Chris Botti e le superstar Jennifer Lopez e Nelly Furtado. Ma la vera sorpresa del disco è il duetto con Edith Piaf, la più grande interprete francese di tutti i tempi, sulle note di La vie en rose. Avendo saputo rendere musicalmente e acusticamente omogenea la voce di Bocelli con quella di una cantante scomparsa esattamente mezzo secolo fa, il duetto rappresenta per Andrea Bocelli “il vero colpo di scena del disco. È come se lei fosse tornata con noi”. Con ottanta milioni di dischi venduti in tutto il mondo, la stella sulla “Walk of fame” di Hollywood, il concerto a Central Park nel 2011, l’›onore di essersi esibito dal vivo davanti a tre presidenti degli Stati Uniti, due Pontefici, e alle famiglie reali di tutto il mondo, Andrea Bocelli è l’artista italiano che più di ogni altro ha legato il nome ad una serie innumerevole di successi nazionali ed internazionali. CD Mario Biondi Sun A distanza di due anni dal suo ultimo album, torna l’inconfondibile voce soul di Mario Biondi. Per registrare questo nuovo lavoro, il cantante catanese ha girato tra Milano, Los Angeles, New York e Londra, collaborando con diversi ospiti d’eccezione come il leader degli Incognito Jean Paul Maunick (che ha co-prodotto il disco), la storica vocalist funk-soul americana Chaka Khan (che duetta con Biondi in Lowdown di Boz Scaggs), Jan Kincaid dei Brand New Heavies (che ha scritto con Biondi e Massimo Greco il pezzo Shine on); e ancora un duetto con il grande Al Jarreau su Light to the world (un pezzo nato in casa dello stesso Al a Los Angeles) e con un’altra leggenda come il cantante soul Leon Ware in Catch the sunshine. Per la prima volta Mario Biondi ha deciso di inserire nella tracklist un brano in italiano – rimasto nel cassetto per ben tredici anni – intitolato La voglia, la pazzia, l’idea: la canzone avrebbe dovuto essere presentata al Festival di Sanremo nel caso il cantante siciliano avesse partecipato alla competizione. In merito al suo nuovo lavoro Mario ha affermato: “È un disco che celebra la vita, che mette il sole al centro di tutto, che cerca di dare una prospettiva felice soprattutto in questi tempi. Io credo che l’arte musicale debba anche far divertire e lasciare spensierati”. CD Depeche Mode Delta Machine Anticipato dal singolo Heaven, esce a fine marzo il tredicesimo album dei Depeche Mode. Registrato lo scorso anno tra Santa Barbara e New York, l’album è disponibile oltre che in versione standard anche in edizione deluxe, un doppio cd con quattro brani aggiuntivi e un libro con copertina rigida di 28 pagine, contenente scatti firmati dall’artista Anton Corbijn. Dopo la pubblicazione del nuovo album, i Depeche Mode partiranno per un tour europeo, anticipato da una data all’Hayarkon Park di Tel Aviv il 7 maggio. Terranno 34 concerti in 25 paesi europei e si esibiranno allo Stadio San Siro di Milano il 18 luglio e allo Stadio Olimpico di Roma il 20 luglio, allo Stade De France di Parigi e al Locomotive Stadium di Mosca, prima di concludere la tournée europea a Minsk, in Bielorussia, il 29 luglio. Seguirà un tour in Nord America, di cui saranno presto annunciati i dettagli. Le soluzioni dei giochi di pag. 48 1 10 12 15 M 2 I 3 N 4 E 6 T N A S A R N E M O L I V A S S I S I 22 T T T 24 R A E 27 E B 31 L I 34 L L O E 38 S E E 19 5 25 B 35 39 S L N A R I N N E O S 17 14 P 18 Z F F O T 6 9 8 3 4 5 1 7 2 3 5 7 9 1 2 6 8 4 O L A 2 4 1 7 8 6 3 9 5 O R 8 1 2 5 9 7 4 3 6 I T A R E C C H I A 5 7 4 6 3 1 9 2 8 L 9 3 6 8 2 4 5 1 7 1 6 5 2 7 3 8 4 9 4 2 9 1 6 8 7 5 3 7 8 3 4 5 9 2 6 1 O R 33 O N E 36 S T I T A I E S I O 42 E C 21 30 32 S C A E E C 9 E 11 13 16 V R N O E A L O R E O C 8 A S 29 R L 26 E T O 20 23 28 41 I 7 40 37 I R T A NELL’ARIA SI RESPIRA PROFUMO D’ITALIA PROVA LA NUOVA LINEA SOLE AMMORBIDENTE CONCENTRATO Italia, terra di meraviglie e profumi unici, come quelli delle nuove fragranze di Sole Ammorbidente Concentrato. Brezza Mediterranea, fresca e pulita, Violetta di Parma, delicata e floreale, Fiori D’arancio di Sorrento, piena di energia e fascino, Mandorla di Sicilia, dolce e avvolgente. Quattro fragranze che ti trasporteranno nelle terre più belle d’Italia. Grazie agli Olii Essenziali, lasciati avvolgere dalle sensazioni uniche di capi profumati a lungo. www.soledetersivo.it 4 NUOVE FRAGRANZE D’ITALIA I Padri Stimmatini hanno potuto realizzare tutti i progetti di solidarietà a favore di alcuni tra i villaggi più bisognosi della Tanzania. Hanno portato l’acqua potabile a Msange, contribuito all’ampliamento dell’ospedale e di un piccolo dispensario farmaceutico per il villaggio. Hanno inoltre, potuto donare un’ambulanza per il centro sanitario situato nella valle del fiume Yovi e un pulmino per il trasporto scolastico dei bambini di tutta la comunità, ristrutturato e ampliato la linea idrica presso il complesso scolastico di Msolwa. La solidarietà continua! Nel 2012 l’obiettivo è la ristrutturazione del centro di accoglienza della missione di Msange. Appoggi bancari per i versamenti a favore di progetti o di adozioni a distanza: UNICREDIT BANCA SPA Ag. Verona Ponte Crencano IBAN IT 35 Q 02008 11713 000003893727 BANCO POPOLARE Agenzia di Porta San Giorgio “U” Verona IBAN IT 81 B 05034 11716 000000006000 C/C POSTALE 19095371 IBAN BANCO POSTA IT 59 J 07601 11700 000019095371