Strumentazione Automatica di Misura e Sistemi ATE
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Strumentazione Automatica di Misura e Sistemi ATE
Strumentazione Automatica di Misura e Sistemi ATE Hardware e Software No comment 1 Sommario ¾ Introduzione ¾ Classificazione della strumentazione di misura ¾ Generalità sull’hardware dei sistemi ATE ¾ Principali standard industriali correnti: IEEE488 (o GPIB), VXI, PXI, IEEE1178, LXI ¾ Generalità sul software di controllo dei sistemi ATE: principali ambienti di sviluppo e tecnologie software disponibili ¾ Principali standard di riferimento per lo sviluppo software per sistemi ATE: SCPI, VISA, IVI No comment 2 Introduzione 9 La misura di grandezze fisiche di varia natura (pressione, temperatura, corrente elettrica, ecc.) è di fondamentale importanza nell’attuale realtà industriale e/o scientifica; 9 La misura può essere necessaria per i motivi più disparati: controllo automatico di qualità di prodotti nell’industria, verifica di ipotesi scientifiche, ecc. 9 La mole di dati da raccogliere ed elaborare è spesso di tale rilevanza da rendere indispensabile il ricorso a sistemi di misura automatizzati controllati da computer; No comment 3 Uno schema a blocchi della catena di misura misura Variabile trasdotta (tensione o corrente) Raccolta dati manuale dispositivo di misura Processo (strumento stand alone o da sistema) Trasduttore Raccolta dati su PC dotato di Variabile di processo (pressione, temperatura, spostamento, ecc.) • sistema DAQ o controller ATE + software per • datalogging, • elaborazione, • presentazione risultati, • ecc. La slide mostra la tipica catena di misura di una generica variabile di processo, ossia di una grandezza fisica coinvolta in un qualche processo (industriale o di altro tipo) che interessa monitorare, ad esempio per regolare un determinato parametro di sistema (temperatura, pressione, ecc.). Per rilevare (misurare...) il valore di una determinata variabile di processo è necessario ricorrere a qualche fenomeno fisico che sia da essa influenzato 4 strumentazione di misura una prima classificazione sommaria 9 stand-alone DMM palmari, strumentazione analogica da banco, ecc. in cabinet o benchtop (GPIB, RS232, …) 9 da sistema Instrument on A Card (PXI, VXI, VME, …) La strumentazione di misura oggi disponibile sul mercato può essere sommariamente divisa in due grandi categorie: stand-alone e da sistema. Uno strumento/apparecchio di misura è classificabile come stand-alone se esso è in grado di assolvere alla sua funzione autonomamente, ossia senza bisogno di apparecchiature di supporto; sono spesso dispositivi alimentati (o alimentabili) a batteria di peso e dimensioni ridotti, il che ne consente anche la facile trasportabilità. In questa classe rientrano, ad esempio, i multimetri palmari tanto diffusi nella realtà applicativa attuale. Viceversa uno strumento sarà classificato come "da sistema" se esso prevede la possibilità di essere integrato in un sistema più complesso nel quale possa agire in cooperazione con altri strumenti/dispositivi di misura per l'assolvimento di una determinata procedura sotto la supervisione di un controllore appositamente programmato. Quest'ultima classe di strumenti può essere ulteriormente divisa in due sottoclassi: strumentazione in cabinet (benchtop o da banco) e strumentazione su scheda (IAC, Instrument on A Card). I primi sono quegli strumenti che dispongono di un proprio sistema di alimentazione autonomo, di dispositivi di visualizzazione (display), di dispositivi di comando (ad esempio manopole e/o tastierini di immissione dati e comandi), ecc. e possono essere usati anche come strumenti standalone, anche se le loro dimensioni e il loro peso non consentono di classificarli come strumenti portatili. I secondi sono gli strumenti montati su schede a circuito stampato (PCB, Printed Circuit Board) e che possono operare solo se integrati in un cabinet che fornisca loro alimentazione elettrica e che li ponga in condizione di scambiare dati con un sistema centrale di supervisione. Ovviamente questa classificazione vuole essere solo indicativa e non è da considerarsi rigida e priva di deroghe; esistono infatti dispositivi che non trovano una collocazione chiara in una sola delle suddette categorie. Ad esempio, molto frequentemente, gli strumenti da sistema di tipo benchtop possono essere utilizzati anche come strumenti stand-alone proprio perché dispongono di un pannello frontale attuabile a mano da un operatore. Nelle prossime due diapositive vedremo pregi e difetti delle varie tipologie di strumenti. 5 Strumentazione stand alone (DMM palmari, strumentazione analogica da banco, ecc.) pregi 9 economicità d'acquisto e d'esercizio; 9 semplicità d'uso; 9 dimensioni e peso ridotti ⇒ portatilità; difetti 9 scarse (o nessuna) possibilità di connessione a unità esterne per controllo remoto dell’operatività; 9 raccolta dati manuale ⇒ lentezza delle operazioni di misura; 9 possibili errori di interpretazione delle letture; La strumentazione stand alone ha dei pregi innegabili quali l'economicità d'acquisto, la semplicità d'uso e la portatilità. Tuttavia il rovescio della medaglia è quello di essere dispositivi quasi sempre sprovvisti di qualsiasi opzione di connettività a unità di supervisione remota, il che costringe all'esecuzione di misure manuali (carta e matita...) con tutte le conseguenze che ciò può comportare (lentezza delle operazioni di misura ripetitive, possibili errori di interpretazione delle letture e/o di trascrizione delle stesse). Ovviamente negli ultimi anni l'evoluzione delle tecnologie elettroniche ha consentito di dotare anche i dispositivi alimentati a batteria di interfacciamento con il mondo esterno; oggi il mercato offre (anche a prezzi tutto sommato contenuti) strumenti palmari dotati di interfacciamento seriale (tipo RS232 o infrarossi). 6 Strumentazione da sistema (GPIB, VXI, PXI, …) pregi 9 programmabilità delle procedure di misura; 9 funzionamento in modo totalmente automatico; 9 raccolta dati centralizzabile su calcolatore (a fini di post- elaborazione, archiviazione, reporting, ecc.). difetti 9 costi iniziali piuttosto elevati; 9 necessità di sofisticati software di supporto; 9 complessità di manutenzione ed aggiornamento. La strumentazione da sistema prevede la possibilità di integrazione in complessi sistemi di misura e controllo automatici. Strumenti di questo tipo sono dotati di un apposito interfacciamento con l'esterno e contengono complessi stadi in logica programmata governati da microprocessori o microcontrollori in grado di gestire tanto le funzionalità di interfaccia operatore (se disponibili...) quanto le funzionalità di interfacciamento al bus per il funzionamento automatico. La foto in alto a destra mostra un multimetro di tipo IAC (Instrument on A Card) destinato ad un sistema PXI (PCI eXtension for Instrumentation), uno degli standard correnti per i sistemi ATE (Automatic Test Equipment) che vedremo nel seguito. Notate come lo strumento disponga frontalmente delle sole boccole di connessione dei puntali di misura; non c'è traccia, invece, di alcun dispositivo di interfaccia operatore (niente manopole, display, tastierini, ecc.), quindi questo è uno strumento specificamente studiato per il funzionamento in automatico. La foto in basso mostra invece un generatore di funzioni a sintesi digitale che dispone (sul retro) di un apposito connettore per il controllo in remoto. Si noti che, a differenza del multimetro in alto, questo apparecchio dispone di un display, di un tastierino e di una manopola che rendono possibile l'uso in manuale da parte di un operatore umano; è questo un esempio di strumento in cabinet. 7 Generalità sui Sistemi ATE Un Sistema ATE (Automatic Test Equipment) è costituito da un insieme di strumenti di misura (oscilloscopi, analizzatori di spettro, multimetri, ecc.) e/o apparecchi ausiliari (generatori di funzioni, matrici di switch, alimentatori, ecc.) opportunamente connessi tra loro e con un dispositivo supervisore. Stabilite le connessioni con i punti di misura/attuazione (variabili di campo) un sistema ATE può operare anche in modo totalmente automatico sotto il controllo di un programma di supervisione in esecuzione sul dispositivo supervisore (normalmente un computer opportunamente programmato e interfacciato agli strumenti). No comment 8 Un sistema ATE può comprendere anche sofisticati dispositivi di acquisizione dati (DAQ) e dispositivi modulari per il condizionamento dei segnali provenienti dai sensori e/o diretti agli attuatori sul campo. In questo caso in uno stesso sistema ATE si possono avere più bus di comunicazione distinti per le varie tipologie di dispositivi di misura presenti. Per applicazioni industriali i sistemi ATE costituiscono spesso il solo front-end di misura di più complessi sistemi di automazione distribuita comprendenti elementi quali PLC e PC industriali oltre che sistemi di supervisione integrata (sistemi SCADA/HMI). Per applicazioni scientifiche i sistemi ATE sono invece spesso sistemi a se stanti utilizzati per la raccolta e la successiva elaborazione di dati utili al rilievo delle caratteristiche o alla validazione di modelli matematici di dispositivi fisici. No comment 9 I principali elementi costitutivi di un sistema ATE Controller Ha funzioni di supervisione e controllo: trasmette i comandi ai dispositivi e riceve da questi i dati di misura attraverso il (o i) bus di comunicazione. E' normalmente un calcolatore opportunamente interfacciato al (o ai) bus di comunicazione e che esegue il programma di supervisione. Strumento o Dispositivo Riceve, interpreta ed esegue i comandi provenienti dal controller: imposta la modalità di acquisizione, fornisce le eventuali risposte (risultati di una misura, messaggi di stato, ecc.). Bus di comunicazione Costituisce il "canale di comunicazione" tra strumenti e controller. Risponde sempre a precise disposizioni normative (meccaniche ed elettriche). L'elemento distintivo di un sistema ATE è senza alcun dubbio il bus di comunicazione ossia la connessione fisica esistente tra gli strumenti/apparecchi che lo costituiscono e l'unità di supervisione. Quella a bus è di gran lunga l'architettura di connessione più ampiamente diffusa in ambito ATE; essa prevede l'uso di un unico canale di comunicazione al quale si connettono tutte le periferiche costituenti il sistema di misura. Tuttavia i vari standard ATE oggi disponibili implementano questa architettura in vari modi, quasi sempre incompatibili tra loro; questo significa che uno strumento dotato di un interfacciamento GPIB (General Purpose Interface Bus) non potrà essere integrato in un sistema PXI e viceversa (a meno che non si disponga di un qualche dispositivo "bridge", in grado di eseguire una conversione bidirezionale di protocollo tra i due standard). 10 Le principali architetture dei sistemi ATE (1/4) Controller bus di comunicazione strumento 1 strumento 2 strumento N intra-instrument (GPIB, HP-IL, …) I sistemi ATE con bus di tipo intra-instrument sono quelli destinati all'integrazione di strumenti da sistema di tipo benchtop. La slide mostra la connessione secondo la topologia in linea di un oscilloscopio, un generatore di funzioni e un multimetro in un sistema GPIB. Notate che il controller è costituito da un comune personal computer desktop dotato di un apposito dispositivo di interfacciamento al bus GPIB; si tratta, in particolare, di un convertitore di protocollo PCI-GPIB. Lo sviluppo di un apposito software di controllo consente di implementare qualsiasi tipo di procedura automatica di misura (a patto di avere tutti gli strumenti/apparecchi necessari e che ciascuno di essi sia interfacciato al bus ATE). 11 Le principali architetture dei sistemi ATE (2/4) Controller strumento 1 Strumento 2 Strumento N controller to instrument (RS232, USB, …) La topologia controller to instrument è molto diffusa nell'ambito dei sistemi ATE di fascia mediobassa in quanto consente di realizzare sistemi automatici con investimenti relativamente contenuti; una delle interfacce più ampiamente utilizzata è la RS232 (la comune porta seriale dei personal computer). Il rovescio della medaglia è rappresentato dalla necessità di disporre sul controller di una porta dedicata per ogni singolo strumento connesso (connessione tipo punto a punto o peer to peer); questo può limitare in modo consistente l'espandibilità del sistema. Si noti che un comune personal computer è normalmente dotato al massimo di due porte seriali RS232; con una spesa relativamente bassa si può però aumentare il numero di porte seriali disponibili. Sono commercialmente disponibili espansioni fino a 16 porte seriali. Connessioni seriali di più recente introduzione come la USB (Universal Serial Bus) sono senz'altro interessanti nell'ambito dei sistemi ATE di questo tipo perché la connessione, pur essendo ancora di tipo peer-to-peer (una porta per ogni dispositivo), consente una semplice e rapida espansione del numero di porte; purtroppo questo tipo di connessione è ancora di diffusione piuttosto limitata in ambito ATE. 12 Le principali architetture dei sistemi ATE (3/4) intra-board/intra-cabinet (VME, VXI, PXI, …) I bus di tipo intra-board/intra-cabinet sono quelli destinati all'integrazione di strumenti su scheda (IAC) e sono generalmente costituiti da uno chassis dotato all'interno di appositi stadi di alimentazione e raffreddamento centralizzati oltre che di un PCB (backplane) destinato a realizzare le connessioni elettriche tra i vari moduli (strumenti) inseriti. Lo chassis risponde sempre a precise e rigide normative standard in quanto a dimensioni, potenza elettrica erogabile, capacità di smaltimento di calore, schermatura EMI, ecc; altrettanto rigide sono, ovviamente, le specifiche inerenti il funzionamento del bus di comunicazione. La foto mostra in particolare uno chassis VXI (VMEbus eXtension for Instruments, a sinistra) e uno chassis PXI (PCI eXtension for Instruments), due standard ATE di fascia alta; notate in particolare l'organizzazione a slot che rende il sistema del tutto modulare ed espandibile. Ambedue gli standard prevedono uno slot riservato al controller di sistema, un vero e proprio computer su scheda; per il sistema VXI è lo slot più a destra, mentre per il sistema PXI è quello più a sinistra. Ambedue gli chassis della slide sono privi di un controller integrato; la funzione di controller è affidata ad un comune PC remoto; lo chassis VXI è controllato mediante una porta GPIB (il primo modulo a sinistra), mentre lo chassis PXI è controllato mediante una porta MXI-3 (una connessione seriale ad alta velocità). 13 Le principali architetture dei sistemi ATE (4/4) Controller LAN WAN strumento 1 strumento 2 strumento N Architettura distribuita su rete LAN/WAN (LXI) La topologia controller to instrument è molto diffusa nell'ambito dei sistemi ATE di fascia mediobassa in quanto consente di realizzare sistemi automatici con investimenti relativamente contenuti; una delle interfacce più ampiamente utilizzata è la RS232 (la comune porta seriale dei personal computer). Il rovescio della medaglia è rappresentato dalla necessità di disporre sul controller di una porta dedicata per ogni singolo strumento connesso (connessione tipo punto a punto o peer to peer); questo può limitare in modo consistente l'espandibilità del sistema. Si noti che un comune personal computer è normalmente dotato al massimo di due porte seriali RS232; con una spesa relativamente bassa si può però aumentare il numero di porte seriali disponibili. Sono commercialmente disponibili espansioni fino a 16 porte seriali. Connessioni seriali di più recente introduzione come la USB (Universal Serial Bus) sono senz'altro interessanti nell'ambito dei sistemi ATE di questo tipo perché la connessione, pur essendo ancora di tipo peer-to-peer (una porta per ogni dispositivo), consente una semplice e rapida espansione del numero di porte; purtroppo questo tipo di connessione è ancora di diffusione piuttosto limitata in ambito ATE. 14 Standard industriali correnti per l’hardware dei Sistemi ATE 9 IEEE488 (GPIB) 9 VXI 9 PXI 9 IEEE1178, IEEE1394, IEEE802.3 9 LXI No comment 15 Introduzione 9 I primi sistemi di test e misura automatici sono stati introdotti nei lontani anni '60. 9 L’assenza di precisi standard di riferimento per l’hardware e per il software di questi dispositivi rendeva all’epoca molto complessa l’integrazione di strumenti di produttori diversi in uno stesso sistema ATE. 9 Il primo standard ATE ad apparire sul mercato è stato il GPIB (General Purpose Interface Bus), inizialmente proposto da HewlettPackard (1965) e successivamente standardizzato (1975) dallo IEEE. Oggi è noto con il nome di ANSI/IEEE488 (USA) o IEC 625 (CE). Già nei lontani anni '60 la maggior parte degli strumenti di fascia alta disponeva (di serie o in opzione) di una connessione hardware e di un apposito firmware (gestore del protocollo di comunicazione, interprete di un proprio set di istruzioni, istruzioni ecc.) che ne permettevano l'integrazione in un sistema di misura automatico con possibilità di controllo remoto. La presenza di decine di dispositivi forniti dalle diverse case costruttrici creava serie difficoltà agli amministratori di sistemi ATE in quanto risultava difficilissimo (se non impossibile) rendere interoperanti dispositivi dotati di interfacce di controllo proprietarie. Su proposta iniziale della Hewlett-Packard (1965) e dopo un lungo processo di standardizzazione intrapreso dallo IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers) a partire dal 1972 si è ottenuto uno standard internazionale per il controllo remoto di dispositivi e strumenti di misura; esso è noto come HPHP-IB, IB GPIB, GPIB ANSI/IEEE 488 (USA) o IEC 625 (CE). 16 cronistoria dello standard GPIB 1965: La Hewlett-Packard introduce il sistema HPHP-IB per il controllo remoto della propria linea di strumenti di misura programmabili 1972: Lo IEEE inizia l'iter di standardizzazione del bus HP-IB 1975: Il sistema HP-IB diviene lo standard IEEE 488.1 (specifiche elettriche e meccaniche) 1987: Revisione IEEE 488.2488.2-1987 (trattamento unificato di stato ed eventi) 1990: Introduzione dello SCPI per la strumentazione programmabile 1992: Estensione IEEE 488.2488.2-1992 (definizione del formato dei dati) 1993: Presentazione del protocollo HS488 (NI e CEC) La storia dello standard GPIB, a tutt'oggi lo standard più longevo in ambito ATE, inizia nel 1965 grazie alla proposta di un bus proprietario avanzata dall'allora HP (Hewlett-Packard, oggi Agilent Technologies). A fare la fortuna di questo standard è stata la sua intrinseca robustezza e la sicurezza garantita nello scambio dati tra gli elementi costituenti del sistema; praticamente tutti gli strumenti benchtop da sistema oggi in vendita prevedono la connettività GPIB di serie o in opzione con moduli aggiuntivi. Lo IEEE (Institute of Electrical and Electronic Engineers, l'Istituto nord-americano che emana la maggior parte dei documenti normativi in ambito elettrico ed elettronico) inizia il lungo iter di standardizzazione del bus GPIB nel 1972; lo standard, universalmente noto anche come IEEE488 dal nome del documento ufficiale dello IEEE, giunge a piena maturità solo nel 1992 con l'emanazione della revisione 488.2-'92, ma è ancora oggi oggetto di migliorie e aggiustamenti di vario tipo. Il tentativo di modificare la tipologia di handshake utilizzato per la sincronizzazione tra trasmettitore e ricevitore/i (da interlacciato ad asincrono) proposta nel 1993 da alcune aziende non è ancora stato recepito dallo IEEE in quanto non garantisce la piena compatibilità tra gli strumenti più vecchi e quelli più nuovi. 17 caratteristiche essenziali del bus GPIB 9 Bus di tipo intraintra-instrument, instrument parallelo a 8 bit con 5 linee di gestione generale dell'interfaccia e 3 di sincronismo (handshake); 9 architettura tipo partyparty-line (linee omonime di tutti gli apparecchi connesse in parallelo); 9 handshake interlacciato per garantire la corretta ricezione dei dati anche da parte dei dispositivi più lenti; 9 14 dispositivi max contemporaneamente attivi sullo stesso segmento di bus (lunghezza max 20 m); 9 1 MByte/s di transfer rate massimo (8 MByte/s con handshake HS488); No comment 18 Il connettore lato femmina per la connessione in partenza verso altri strumenti lato maschio per la connessione in arrivo allo strumento Ecco una foto ed uno schema dettagliato del connettore previsto dallo standard GPIB (Microribbon 57). Si noti la particolare struttura meccanica a "doppia faccia" che consente la sovrapponibilità di due o più connettori per la realizzazione di connessioni in linea o a stella (vedi seguito). 19 Il bus GPIB è oggi una delle più diffuse interfacce nell'ambito della strumentazione da sistema di tipo benchtop. La maggior parte degli strumenti di questo tipo sul mercato sono (o possono essere) equipaggiati con moduli di connessione al bus GPIB. connettore GPIB connettore RS232 esempio di strumento dotato di interfacciamento GPIB (+ RS232) di serie (Generatore di funzioni Agilent 33120A) La foto mostra un generatore di funzioni Agilent 33120A dotato di serie (sul retro, particolare a sinistra) del connettore che ne rende possibile l'integrazione in un sistema ATE GPIB; notate nella stessa foto la presenza di una connessione RS232. 20 Esempi di controller GPIB (1/3) (convertitori di protocollo) plug-in per bus PCI E’ questa la soluzione ideale per la connessione di un sistema ATE GPIB ad un PC desktop dotato di uno slot PCI (Peripheral Component Interconnect) libero. In particolare il dispositivo di figura (National Instruments PCI-GPIB+) integra anche potenti funzioni di analisi della funzionalità del bus GPIB. 21 Esempi di controller GPIB (2/3) (convertitori di protocollo) per bus USB Questo tipo di apparecchio consente di accedere ad un sistema ATE GPIB da un comune PC portatile (ma anche da un PC desktop) dotato di una porta USB (Universal Serial Bus). Per i PC portatili esistono anche convertitori di protocollo per bus PCMCIA. 22 Esempi di controller GPIB (3/3) (convertitori di protocollo) per rete Ethernet Questo tipo di apparecchio consente di connettere una catena di strumenti GPIB ad una comune LAN Ethernet aziendale a 10/100 Mbit/s e basata su protocollo TCP/IP. Esso deve essere preventivamente configurato con un proprio indirizzo IP (un numero intero a 32 bit) che lo individui univocamente sulla rete. Se la LAN dispone di un gateway verso la rete Internet è possibile controllare gli strumenti GPIB anche a chilometri di distanza. 23 I perché della revisione IEEE 488.2 9 Lo Standard IEEE 488.1 definisce le sole specifiche meccaniche, ed elettriche del protocollo per strumentazione e dispositivi programmabili ma non definisce il formato dei dati, i comandi di configurazione, ecc. 9 La disomogeneità nei set di comandi di strumenti di diversa origine comportava serie difficoltà ed elevati costi di manutenzione per il software di supervisione dei sistemi automatici di misura. 9 Se in un sistema ATE già operativo si presentava la necessità di sostituire anche un solo strumento con un altro di diversa origine, era sempre necessario apportare modifiche anche significative al software di controllo. No comment 24 Quello che la revisione IEEE488.2 IEEE488.2 definisce… definisce… 9 I formati di dati da utilizzarsi per lo scambio di informazioni tra i vari dispositivi 9 le proprietà di comunicazione fra controller e dispositivo (comandi e interrogazioni) 9 classifica tutti i diversi eventi che possono verificarsi durante il funzionamento di un dispositivo e definisce una struttura a registri programmabile per la segnalazione di questi ultimi al controller … e quello che non definisce 9 la semantica dei comandi 9 un set di istruzioni univoco da utilizzarsi per le diverse tipologie di strumenti No comment 25 Standard VXI (VMEbus eXtension for Instruments) (intra-board/intra-cabinet) No comment 26 9 Consente l’uso di moduli di diverse case costruttrici senza problemi di conflittualità meccaniche o elettriche. 9 Consente trasferimenti dati a 8, 16 e 32 bit ma con transfer rate massimo limitato a circa 80 MByte/s; 9 Non si basa sulla tecnologia dei Personal Computer quindi non può trarre vantaggio dai suoi progressi; 9 E' in assoluto la piattaforma ATE più costosa sul mercato; fino a pochi anni fa era anche la più performante; 9 E' ancora molto utilizzata (soprattutto in applicazioni di fascia alta) dati la grande diffusione avuta in passato (prima dell'introduzione delle architetture ATE più recenti) e l'elevato costo; No comment 27 Standard PXI (PCI eXtension for Instruments) nstruments) (intra-board/intra-cabinet) No comment 28 9 Consente l'uso di moduli di produttori diversi 9 Si basa sullo standard CompactPCI (PCI = Peripheral Component Interconnect) molto diffuso in ambito industriale; 9 Usa il meglio della tecnologia dei Personal Computer (hardware e software) man mano che si rende disponibile (Open Standard); 9 Consente trasferimenti di dati a 8, 16, 32 e 64 bit con transfer rate fino a 264 MByte/s (previste estensioni fino a diversi gigabyte/s); 9 Le sue rigide specifiche meccaniche ed EMC ne fanno un ottimo candidato per applicazioni industriali e di test e misura di fascia alta; 9 E' relativamente poco costosa (costi intermedi ai sistemi basati su PC ed a quelli basati su piattaforma VXI); No comment 29 Standard IEEE1174 (controller to instrument) No comment 30 9 Basato sulla specifica RS232, RS232 da decenni standard sui PC ma da qualche tempo in declino nel mercato consumer; 9 insieme con le sue varianti RS422 e RS485 è una delle l’interfacce seriali riconosciute a livello internazionale ed è presente in molti strumenti e dispositivi usati in ambito industriale (soprattutto su quelli portatili); 9 Consente transfer rate massimi di 384 kbit/s ma su corte distanze (pochi metri); le varianti RS422 e RS485 consentono velocità superiori (> 10 Mbit/s) su distanze dell’ordine del kilometro ma non sono molto utilizzate negli strumenti di misura; 9 E' una connessione di tipo "punto-punto" (una porta di comunicazione sul controller per ogni strumento); la RS485 consente invece la connessione di 32 dispositivi sullo stesso bus 9 La recentissima standardizzazione dello IEEE ha permesso di armonizzarne definitivamente l’uso nell'ambito della strumentazione programmabile; No comment 31 architettura distribuita su rete LAN/WAN No comment 32 Altri bus di recente standardizzazione per i sistemi ATE 9 USB (Universal Serial Bus) che raggiunge velocità di picco dell’ordine di 400 Mbit/s (USB 2.0) con la possibilità di connettere fino a 127 dispositivi; 9 IEEE1394 (FireWire (FireWire)) che consente velocità di picco di oltre 3 Gbit/s (su fibra ottica); 9 Ethernet (o IEEE802.3 IEEE802.3)) che oggi consente velocità di picco di 1 Gbit/s (ma sono previste estensioni a 10 Gbit/s); molto spesso è disponibile in opzione solo su strumenti di fascia alta; No comment 33 Il software di controllo dei sistemi ATE No comment 34 L'hardware di misura non è tutto! 9 Ogni sistema ATE è gestito da un apposito programma di supervisione e controllo che, nella maggior parte dei casi, è sviluppato ad hoc per la specifica applicazione; i compiti di quest'ultimo sono: • controllo e coordinamento delle operazioni di misura (dire agli strumenti cosa fare, come e quando), • raccolta dati dal lato controller, controller • elaborazione dei dati di misura per estrazione delle informazioni di interesse, • presentazione dei risultati (in forma di tabelle, grafici, ecc.) • archiviazione su dispositivi di memoria di massa. 9 un sistema ATE privo di un simile supporto software sarebbe del tutto inoperativo o potrebbe essere utilizzato solo in modo manuale (solo strumenti benchtop…) No comment 35 9 il programma di supervisione può "dialogare" con la strumentazione (trasmettendogli i comandi ed aspettando le eventuali risposte) grazie al software di supporto fornito dal costruttore del controller o da terze parti. Fondamentalmente esso è costituito da tre parti distinte: • il driver di basso livello per il sistema operativo in uso; • la libreria API (Application (Application Programming Interface) ; • dei moduli di interfacciamento verso uno o più ambienti di sviluppo supportati; • Una o più utility; utility 9 L'interazione di un eventuale operatore umano con l'hardware di misura è garantito da un'apposita interfaccia utente grafica interattiva (strumento strumento virtuale) virtuale No comment 36 il driver consente di realizzare l’interfacciamento tra il controller ed il sistema operativo del calcolatore al quale quest'ultimo è connesso. la libreria API consente di realizzare l’interfacciamento tra il driver di basso livello e le applicazioni utente. Il sistema operativo fornisce supporto alle operazioni di scambio dati a questo livello. Per ragioni di copyright sono sempre in forma compilata e non modificabile dall'utente. i moduli di interfacciamento agli ambienti di sviluppo sono dei moduli software dati spesso in forma sorgente che consentono l'accesso alle varie funzioni della libreria API dai vari ambienti supportati. utility sono dei programmi che consentono di eseguire semplici operazioni di verifica e debug dello stato del sistema ATE. Generalmente sono forniti in forma compilata e non modificabile. No comment 37 No comment 38 Lo sviluppo e la manutenzione del software di supervisione e controllo di un sistema ATE richiede approfondite conoscenze tanto delle varie tecnologie software disponibili quanto delle caratteristiche della strumentazione che si intende controllare. In questo ambito si è avuto un notevole impulso positivo dall'introduzione dei nuovi ambienti di programmazione "visuale" (NI LabVIEW®, Microsoft® Visual Basic® /Visual C++®, Borland Delphi®, ecc.) e delle nuove tecnologie software (COM, COM, DCOM, ActiveX, ActiveX, .NET) .NET No comment 39 Quale ambiente di sviluppo per il software di supervisione dei Sistemi ATE? LabVI EW TestPoint VEE La selezione dell'ambiente di sviluppo del software di supervisione: primo e più importante problema da risolvere M AT L AB Math CAD breve panoramica e confronto tra le principali alternative oggi disponibili No comment 40 Le possibili alternative: 9 Ambienti specifici per il controllo di strumentazione numerica e hardware DAQ 9 Ambienti specifici per l'elaborazione di dati scientifici 9 Ambienti di tipo "RAD“ generici 9 Soluzioni "ibride" No comment 41 Ambienti specifici per il controllo di strumentazione numerica e dispositivi DAQ (LabVIEW®, CVI®, HP VEE®, TestPoint®, ecc.) Pregi: LabVI EW TestPoint VEE M AT L AB Math CAD 9 Grande flessibilità nell'interfacciamento alla strumentazione di misura ed ai dispositivi DAQ; 9 Flessibilità nella creazione dell'interfaccia utente; 9 Programmazione semplice e veloce per algoritmi di bassa/media complessità. Difetti: 9 Non dispongono di funzionalità avanzate per l'elaborazione di dati numerici; 9 Difficile implementazione di algoritmi complessi; 9 Elaborazione lenta per grandi moli di dati e/o per algoritmi computazionalmente impegnativi. No comment 42 Esempio: un programma (strumento virtuale) sviluppato in LabVIEW® No comment 43 Ambienti di tipo "RAD" (Rapid Application Development) (MS Visual Basic®/C++, Borland Delphi® e simili) Pregi: LabVI EW TestPoint VEE M AT L AB Math CAD 9 Creazione dell'interfaccia utente in modo semplice e veloce; 9 Programmazione avanzata di tipo eventevent-driven; driven 9 Interfacciabilità (relativamente) semplice alla strumentazione di misura; 9 Disponibilità di tecnologie avanzate come MS COM/DCOM, COM/DCOM, ActiveX e .NET per la rapida ed efficace integrazione di componenti software di terze parti anche molto sofisticati; Difetti: 9 Mancanza o scarsità di avanzate funzionalità di elaborazione numerica; 9 Sono richieste conoscenze di programmazione anche piuttosto avanzate; No comment 44 Modalità di lavoro in un tipico ambiente RAD: Borland Delphi® (Inprise Corp.) No comment 45 Ambienti specifici per l'elaborazione di dati scientifici (MATLAB®, Mathematica®, ecc.) LabVI EW TestPoint VEE M AT L AB Math CAD Pregi: 9 Programmazione semplice; 9 Dispongono di librerie complete per la soluzione di ogni tipo di problema scientifico; Difetti: 9 Scarsa interattività nella creazione dell'interfaccia utente; 9 Accesso difficoltoso ai dispositivi DAQ o alla strumentazione di misura con controllo centralizzato da PC. No comment 46 Soluzioni "ibride" (più ambienti specializzati tra loro cooperanti) LabVI EW TestPoint VEE M AT L AB Math CAD Pregi: 9 (quasi) tutti quelli dei singoli ambienti utilizzati. Difetti: 9 Programmazione complessa (sono spesso necessarie conoscenze avanzate); 9 Costi iniziali elevati (richiedono più pacchetti software); 9 Possibili problemi nel “dialogo” tra i vari ambienti; 9 Scarsa efficienza computazionale. No comment 47 una soluzione “fatta in casa” Due toolbox che aggiungono a MATLAB avanzate funzionalità di accesso alla strumentazione GPIB e DAQ: GPIB4Matlab e NIDAQ4Matlab Pregi: 9 Struttura semplice ed efficiente; 9 Dialogo immediato e interattivo con la strumentazione di misura; 9 Operano correttamente con qualsiasi versione a 32 bit di 9 9 9 9 MATLAB; Report chiaro e completo dello stato delle operazioni di I/O; Non richiedono particolari conoscenze di programmazione; Estendibilità delle funzionalità correntemente implementate; Convertibilità in un progetto Open Source. Difetti: 9 Documentazione attualmente disponibile solo in linea; 9 Attualmente è supportato solo HW DAQ e controller GPIB di produzione National Instruments. No comment 48 GPIB4Matlab: schema a blocchi No comment 49 Esempio: un programma di controllo di un oscilloscopio digitale sviluppato in MATLAB® grazie a GPIB4Matlab No comment 50 Standard software per i sistemi ATE SCPI: Standard Commands for Programmable Instruments VISA: Virtual Instruments Software Architecture IVI: Interchangeable Virtual Instruments No comment 51 SCPI i perché di un set di istruzioni standard Dalla prima comparsa della strumentazione di misura programmabile e fino a pochi anni fa le diverse case costruttrici normalmente implementavano per i propri strumenti set di comandi proprietari. Identici comandi potevano avere differenti significati per strumenti di diversi produttori o (più frequentemente) identiche funzioni su strumenti diversi (anche se dello stesso produttore…) richiedevano comandi completamente differenti. Sotto la guida dello SCPI Consortium UK (un’associazione dei maggiori produttori di strumenti programmabili) si è ottenuto uno standard noto come SCPI (Standard Commands for Programmable Instruments), che introduce un modello unico per gli strumenti di misura programmabili e incoraggia l'uso di un set univoco di istruzioni per il loro controllo remoto. No comment 52 Il modello di un generico strumento/dispositivo di misura elaborato elaborato dallo SCPI Consortium UK Funzione di misura Signal Routing INPut SENSe CALCulate FORMat TRIGer MEMory DISPlay SOURce CALCulate FORMat data bus Signal Routing OUTput Funzione di generazione di segnali No comment 53 I pregi dello SCPI 9 Introduce e standardizza le regole per la composizione dei comandi della strumentazione programmabile; 9 E' un’estensione dello standard IEEE488.2, quindi è con esso pienamente compatibile; 9 E’ indipendente dal particolare standard hardware ⇒ può essere adottato anche su strumentazione programmabile non GPIB; 9 Riduce nettamente i tempi di adattamento del software di supervisione di un sistema ATE quando è necessario sostituire uno strumento con uno di diversa origine (purché entrambi conformi alle direttive SCPI…); 9 Riduce considerevolmente il tempo di addestramento degli amministratori di sistema e degli sviluppatori del software di supervisione; esempio di comando SCPI per un multimetro: :MEASURE:VOLTAGE:AC? 20, 0.001 invece dei vari: ACVOLT 20, 0.001, oppure VOLTAC 20, 0.001, oppure FUNCTION ACVOLT 20, ecc. No comment 54 VISA (Virtual Instrument Software Architecture) 9 Uno standard aperto per il controllo di strumentazione automatica indipendente dal bus di sistema (GPIB, Seriale, VXI, PXI, USB, …) 9 E’ una libreria API (Application Programming Interface) di formato standard (nomi delle funzioni con ordine, tipo e significato degli argomenti fissi e non modificabili) 9 Supportato da VXIPlug&Play System Alliance (un’associazione di produttori di hardware di misura come NI, LeCroy, Agilent, ecc.); 9 Semplifica notevolmente lo sviluppo del software di controllo ma non consente di raggiungere la totale intercambiabilità dell’hardware. No comment 55 Un esempio d’uso di VISA accesso ad uno strumento seriale in LabVIEW No comment 56 IVI (Interchangeable Virtual Instruments) 9 Uno standard aperto per il controllo di strumentazione automatica indipendentemente dal set di istruzioni dello strumento; 9 Supportato da IVI Foundation, un consorzio costituito dai maggiori produttori mondiali di strumentazione programmabile; 9 Come VISA è una libreria API di formato standard (nomi delle funzioni con ordine, tipo e significato degli argomenti fissi e non modificabili); 9 Si propone come estensione e completamento di VISA ⇒ richiede l’installazione di una libreria VISA standard; 9 Richiede l’installazione di driver IVI specifici per ogni strumento (IVI instrument driver); 9 Consente un “controllo fine” dello stato degli strumenti riducendo al minimo il traffico dati sul bus; 9 Consente di raggiungere la totale intercambiabilità dell’hardware di misura. No comment 57 Conclusioni 9 La strumentazione di misura programmabile riveste un ruolo di primo piano in moltissimi settori, dalla ricerca di base e applicata all’automazione industriale; 9 Esistono numerosi standard internazionali sia per l’hardware che per il software di controllo dei sistemi ATE; 9 Gli standard hardware (IEEE488, VXI, PXI, ecc.) consentono di realizzare sistemi ATE integrando strumenti di diversi produttori; 9 Gli standard software (SCPI, VISA, IVI) e le moderne tecnologie di programmazione modulare (COM, DCOM, ActiveX, .NET) consentono di semplificare enormemente lo sviluppo e la manutenzione dell’indispensabile software di supervisione; No comment 58