LA NEWSLETTER DI STAND UP FOR JAMAICA

Transcript

LA NEWSLETTER DI STAND UP FOR JAMAICA
LA NEWSLETTER DI STAND UP FOR
JAMAICA
Luglio 2013
In questo numero:
Notizie da Stand Up
Stand Up nel carcere di Fort Augusta
Approfondimenti
Road to freedom (part 1)
(Articolo del Jamaica Gleaner con traduzione in italiano)
Notizie da Stand Up
La prima nazionale di Songs of redemption
Stand Up nel carcere di Fort Augusta
Il penitenziario femminile di Fort Augusta ha una popolazione di circa 240
prigioniere. Si trova ad 1 km dall'uscita della superstrada per Portmore, a circa
20 min. da Kingston, dopo la zona del porto industriale. L'accesso all'istituzione
non è facile perchè non ci arriva nessun mezzo pubblico. E' un vecchio forte
coloniale con strutture fatiscenti e vecchissime. Ci sono delle torrette con le
guardie che controllano tentativi di evasione. All'interno c'è un grande cortile
molto spazioso e al termine del cortile ci sono le baracche che fungono da
dormitori. Ogni volta che piove il cortile si allaga completamente.
Tra le prigioniere ci sono circa 50 minorenni. Sono in prigione per i seguenti
motivi: sono state trovate per strada abbandonate dalle famiglie e si
prostituivano; sono state spedite in prigione con un ordine del giudice da case
per minori dove sono state giudicate incontrollabili; sono provenienti da retate
della polizia che non ha trovato nessuno disposto a prendersene cura.
Dallo screening effettuato un mese fa quasi tutte quarantuno sono state
violentate o molestate da un parente prossimo. Dimostrano comportamenti
fortemente disturbati,non sono in grado di controllare le reazioni emotive, sono
spesso violente, ma poi si succhiano il dito. Tredici di loro sono state abusate
sessualmente e fisicamente o dagli educatori delle case per minori o dalle
guardie carcerarie.
All'interno del carcere c'è una struttura che ospita la scuola ricavata dagli spazi
che costeggiano le mura del forte. Sono due stanze che contengono alcuni
banchi, una sola lavagna, dei poster sui muri, scaffali e un ventilatore per aula.
Le insegnanti sono o guardie oppure detenute maggiorenni che dimostrino una
discreta conoscenza delle materie fondamentali. Da quando abbiamo cominciato
a lavorare con loro abbiamo provveduto al materiale scolastico di base, ad un
insegnante di inglese, e abbiamo creato una biblioteca a cui possano avere
libero accesso.
Inoltre io ci lavoro tutti i venerdi tenendo workshop sul controllo dell'emotività e
dal 10 agosto avro una psicologa una volta alla settimana.
Le alunne sono divise in tre livelli, alfabetizzazione, elementare e medio. Dal
prossimo anno potremo fare sostenere alla classe della media l'esame di stato per
dare loro un diploma statale.
Attualmente ci sono 3 guardie, due carcerate e me ad insegnare. Piu Patrick che
offre delle ripetizioni di inglese per chi rimane indietro con il programma. Ogni sei
mesi sostengono dei test per vedere se possono passare da un livello all'altro, ma
la mancanza id materiali e, a volte, l'assenza delle guardie, scoraggiano una
frequenza regolare.
Oltre alla scuola esistono alcuni laboratori tipo la panetteria, la cosmesi, il coro , i
computer ma in genere le minori non hanno accesso ai laboratori perchè si
privilegiano le adulte.
Ogni venerdi, terminate le lezioni le minori fanno con me un corso di danza e un
seminario di 45 minuti su controllo dell 'emotività. Inoltre, nel tempo che trascorro
ocn le adulte, ho creato un team di prigioniere che sono disponibili a svolgere un
ruolo di semi-madri nei confronti di una minore che viene da loro assegnata o
spontaneamente scelta.
George ,sempre il venerdi, si occupa dei colloqui individuali per le piu disturbate e
segue le loro relazione con le famiglie e con i vari processi in corso contattando gli
avvocati o i parenti. Dal 1 settembre 2013 abbiamo assunto un altro operatore che
insegni educazione fisica e che organizzi tornei e campionati di pallavolo, calcio,
atletica. Con l'assistenza del Jet, (Jamaican ENvinmental Trust) da settembre
saranno organizzati 4 workshop l'anno su temi ambientalisti e le ragazze saranno
divise in squadre per lavorare sul ricilaggio della plastica, dei rifiuti e
per creare un orto utilizzando i rifiuti organici.
One Love
Maria Carla Gullotta
Luglio 2013
La strada verso la liberta
Prima parte di uno speciale che il Jamaica Gleaner dedica alla giornata
dell'”Emancipazione” che si festeggia il 1 Agosto in Jamaica.
Quest'anno ricorre il 175 ° anniversario dell' “Emancipazione”, la fine della schiavitù
africana o semplicemente della “piena liberta'”.
Prima dell'indipendenza della Giamaica nel 1962, l'Emancipation Day si celebrava
annualmente. Dopo l'indipendenza, questo giorno non è stato più riconosciuto.
Nel 1997, l'Emancipation Day è stato reistituito dall'allora primo ministro PJ
Patterson come festa nazionale celebrata l'1 Agosto. Il 6 Agosto si festeggia anche
l'Independence Day. In questo periodo dell'anno, riflettiamo sui sacrifici fatti dai
nostri antenati nella lotta per la piena libertà.
La riduzione in schiavitù è generalmente associata con l'occupazione britannica
dell'isola (1655-1962). Tuttavia la schiavitù è stata promossa dai vari colonizzatori
europei della regione, Spagna, Olanda, Francia, Inghilterra. Inoltre la schiavitù non
era limitata agli africani.
Le prime culture ad essere resi schiavi erano le popolazioni indigene tra cui i
Ta'nos che abitavano l'isola sin dal 650 DC.
L'ascesa degli spagnoli
In Giamaica, la colonizzazione spagnola iniziò nel maggio 1494 con l'arrivo di
Cristoforo Colombo. Gli spagnoli pero' si sono insediati nel 1509, quando don Diego
Colombo, figlio di Cristoforo Colombo ordinò a Juan de Esquivel di stabilire la città
di Sevilla La Nueva.
Lo Spagna sperava che la Giamaica sarebbe diventata un centro per l'estrazione
dell'oro. Nel 1512, si rese conto che non c'era oro sull'isola. Cosi' la maggior parte
dei coloni si trasferirono sulla terraferma. L'isola è rimasta sotto il dominio spagnolo
come centro agricolo per la fornitura di cibo e altri prodotti Ta'nan al continente
americano e a Cuba, dove veniva estratto l'oro.
Tra questi yuca (manioca), casabi (pane di manioca), maiz (mais), pimienta
(pimento) e sale con hamaca (amache), e tabacu '(tabacco).
Il popolo Ta'no, che Colombo aveva descritto mite e incline al cristianesimo, non era
lasciato libero, ma reso praticamente schiavo dal sistema dei “repartimientos” in
seguito noto come “encomienda”. Il sistema Encomienda stabiliva che i Ta'nos
dovevano essere divisi per gruppi, sotto il controllo di un supervisore che faceva
riferimento alla nazione colonizzatrice.
Il Sistema Encomienda era stato creato per escercitare il controllo sui Ta'nos. Gli
spagoli asserivano che gli encomenderos che erano spagnoli avrebbero dovuto
proteggere e cristianizzare i Ta'nos, ma in verita' era un modo efficace per
schiavizzare gli indigeni nei campi, nelle miniere, e nella vita quotidiana.
Sfruttamento e abusi
I Ta'nos erano sfruttai, maltrattati, malnutriti e le loro terre rubate. Ciò ha contribuito
alla quasi totale scomparsa della popolazione Ta'nos 50 anni dopo l'arrivo degli
spagnoli. Altri sono morti perché non erano immuni da malattie europee come il
vaiolo e alcuni sono stati brutalmente uccisi dagli spagnoli.
A causa delle dure condizioni a cui erano sottoposti, molti indigeni si sono tolti la
vita. Altri migrarono verso l'interno montuoso e stabilirono colonie libere e le prime
bande dei maroons giamaicani.
Per placare la fame di manodopera, gli spagnoli cominciarono a importare schiavi
africani dall'Africa occidentale. I primi sono arrivati nel 1513 dalla Spagna e dal
Portogallo. Questa regione, chiamata la penisola iberica, è separata dall'Africa dal
Mar Mediterraneo. I mori dalla pelle nera, che erano musulmani, sono stati
acquistati dai mercanti di schiavi che battevano la costa africana o sono stati presi
prigionieri in uno dei frequenti scontri militari tra Spagna e Marocco. Quest'anno
ricorre il 500 ° anniversario dell'arrivo dei primi schiavi africani.
La dominazione inglese
La Giamaica rimase sotto il dominio spagnolo per 161 anni. Gli inglesi occuparono
l'isola nel 1655, rendendo la riduzione in schiavitù degli africani più degradante. Tra
il 1655 e il 1658, gli spagnoli liberarono molti africani al fine di ottenere il sostegno
nella battaglia contro gli inglesi. Alcuni si unirono con gli spagnoli, altri, fuggiti sulle
montagne, incontrarono i rimanenti Ta'nos e resistettero gli inglesi per molti anni.
Essi divennero noti come “Maroons”. La parola 'Maroon' deriva dalla cimarrón
parola spagnola che significa 'cavallo selvaggio, in fuga o latitante.'
I Maroons sono i primi africani 'emancipati' nella regione. Hanno combattuto per
secoli per preservare la loro libertà e la cultura. Due trattati di pace sono stati firmati
tra gli inglesi ei fuggiaschi, nel 1739 e 1740. Il primo è stato firmato da Cudjoe per
conto dei maroon Leeward e dal colonnello John Guthrie e il capitano Sadler per
conto del governo britannico. Un secondo trattato è stato firmato dal colonnello
Robert Bennet per conto del governo britannico con i maroon Windward.