numero sei del febbraio 2005 bis
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numero sei del febbraio 2005 bis
La Girandola Periodico della Scuola del Sacro Cuore (Opera Sant’Alessandro) di Villa d’Adda (Bg) - nr. 6 febbraio 2006 Clinica ‘De Curtis’ Al termine della loro splendida esperienza di Teatro, i bambini di quinta ci hanno lasciato le loro opinioni, eccone alcune… - Quello che mi è piaciuto di più è stato recitare davanti ai miei genitori. Quando sono salito sul palco ero molto emozionato e il cuore mi batteva forte perché avevo molta paura di sbagliare! E’ andato tutto bene e i miei genitori si sono divertiti. Josè - La sensazione che mi è rimasta più impressa è la gioia di aver sconfitto la paura e la vergogna di salire sul palco. E’ andato tutto bene e mi resterà questo bel ricordo per tutta la vita! Federica - Siccome sono una bambina molto timida, il solo pensiero di salire sul palco mi impauriva. Ora, grazie ai consigli del maestro e a questa esperienza, non ho più paura. Beatrice - All’inizio delle lezioni di teatro, Enzo mi sembrava molto severo! Continuando questa esperienza, mi sono accorta che è una persona divertente e molto simpatica. Alexa - La sera della recita, quando sono salita sul palco, mi sono trovata a mio agio; vedendo i miei nonni e la mamma che ridevano, non ho più avuto paura.Vorrei tornare indietro nel tempo per rivivere quei momenti! Eleonora Attori si diventa In questo ultimo anno di Scuola Secondaria, per noi alunni di terza è stata riproposta l’ attività del teatro, una bell’ esperienza che si è conclusa con uno spettacolo, realizzato con l’aiuto dell’inarrestabile professoressa Castelli e della nostra regista Sara Valvassori, che ha ritoccato in modo assolutamente perfetto i copioni scritti da alcuni di noi. Con grande determinazione abbiamo preso sulle nostre spalle quest’ impegno, considerandolo una preziosa occasione per superare le nostre paure, oltre che per esprimerci in modo migliore. Il lavoro del teatro richiede g r a n d e attenzione e concentrazione: tutti devono r i m a n e r e energici e frizzanti, ad ognuno è richiesto di contribuire all’allestimento dello spettacolo con proposte pur stravaganti, ma davvero medi- tate. Anche se a volte ci siamo lasciati prendere da eccessiva euforia, abbiamo appreso che quest’attività è una vera arte, molto accattivante, soprattutto per chi, in un futuro, deciderà di seguire un indirizzo artistico e sogna di divenire un apprezzabile attore o attrice. Ho trovato interessante soprattutto la complessità della recitazione: nel mettere in scena un personaggio, l’attore deve ricordare che le espressioni del viso, i gesti e i movimenti del corpo devono essere in armonia tra loro e sono indissolubilmente vincolati all’ intonazione vocale: è un lavoro impegnativo! L’abbiamo appreso durante la preparazione dello spettacolo “La seconda in giallo”, che ci ha richiesto molte energie, ma ci ha dato anche una grande soddisfazione, considerando gli applausi con cui il pubblico ci ha salutati dopo la rappresentazione. Speriamo che anche negli anni della Scuola Secondaria di Secondo grado ognuno di noi abbia la possibilità di rivivere un’esperienza simile. Emanuela C. uscite scolastiche In biblioteca tra montagne di libri Alcune settimane prima di Natale gli alunni di prima e terza media hanno ricevuto dalla biblioteca di Villa d’ Adda l’invito alla mostra del libro che si tiene ogni anno in una sala della biblioteca comunale. La proposta ha stuzzicato soprattutto noi di prima: infatti rispetto alla nostra valanga di adesioni gli alunni di terza sembravano piccoli, insulsi fiocchi di neve. Forse questo significa che con il nostro arrivo nella Scuola Secondaria abbiamo portato una rinnovata voglia di cultura ? Se fosse così renderemmo pazza di felicità la Prof. Castelli! Dopo un breve tragitto al freddo, al gelo (tranne per i pigroni che si sono fatti accompagnare in macchina) siamo stati accolti dalla gentilissima bibliotecaria che ci ha spalancato le porte della sapienza … Montagne di libri di tutti i generi per tutti i gusti: romanzi gialli, d’avventura o di fantascienza, libri sulle auto o sul calcio, opere per adulti e testi particolari per i più piccoli: alcuni in rima, altri con immagini tridimensionali, alcuni addirittura erano arricchiti con vari materiali che riproducevano la pelle degli animali e infine certi erano provvisti di figure in grado di muoversi . La Prof. Castelli ci ha rivelato che si è meravigliata del successo che hanno riscosso tra di noi i libri per i BAMBINI PICCOLI soprattutto tra gli alunni di terza media, mentre certi studenti di prima media si sfidavano nella lettura dei mattoni di ottocento pagine. E stato un bel pomeriggio culturale: abbiamo imparato che lo zapping tra i libri è meglio che un’ ora passata davanti alla TV. Gli alunni di prima media Babbo Natale e la strega Giovedì 15 dicembre 2005, alle ore 8.45, noi alunni di 2^B e 4^ siamo saliti sul pullman che ci ha portati a Bergamo, per assistere alla rappresentazione teatrale “Babbo Natale e la strega”. Una volta arrivati, prima di entrare in teatro, abbiamo consumato le merendine seduti sulle panchine e con le nostre briciole abbiamo attirato un nugolo di piccioni, poi in fila ci siamo avviati verso il teatro, stando attenti al traffico caotico della città. Seduti comodamente sulle poltrone di velluto rosso ci siamo gustati lo spettacolo: si sono spente le luci, si è aperto il sipario e si è illuminata la scena. Sul palcoscenico c’era il laboratorio di Babbo Natale: scaffali colmi di giochi, un banco da lavoro con nastri colorati, fiocchetti dorati, carta da regalo, caramelle e lucine colorate. La storia racconta di come le cattive sorellastre di Cenerentola sono diventate buone ed ora lavorano alle dipendenze di Babbo Natale: sono specializzate in fiocchetti per pacchi da regalo. Saranno proprio Genoveffa ed Anastasia a sventare il tentativo della strega di Hansel e Gretel di rovinare il Natale a tutti i bambini trasformandoli, con delle caramelle rosse, in maiali per poterseli mangiare. Tra pacchi e pacchettini, dolci e dolcetti, musiche natalizie e rock, la storia è stata molto divertente e coinvolgente. Classi 2^B e 4^ pag. 2 Conflitti e litigi Venerdì 2 dicembre la seconda classe della Scuola Secondaria si è recata a Calusco d’Adda a una mostra relativa ai conflitti e ai litigi nel mondo e tra gli adolescenti. Appena arrivati, i responsabili ci hanno accolto accompagnandoci in una ex chiesa molto antica dove ci hanno spiegato il motivo di questa uscita e le modalità di svolgimento delle attività pomeridiane. Subito dopo abbiamo ascoltato una storia le cui protagoniste erano due istrici: uno aveva l’hobby di leggere molti libri, mentre l’altro amava suonare la chitarra. L’ inverno giunse e si trovarono insieme a condividere la tana, così iniziarono dei litigi perché si pungevano con gli aculei e si disturbarono a vicenda. A questo punto pensarono ad una soluzione per non pungersi, capirono che abbracciandosi, gli aculei si sarebbero diretti all’esterno e così non si sarebbero dati fastidio. Il significato della storia ci è apparso subito chiaro: ogni litigio può essere risolto tramite il dialogo. Dopo aver ascoltato la favola, siamo stati divisi in due gruppi ed abbiamo analizzato dei cartelloni che rappresentavano diverse tipologie di conflitti e litigi. Ci ha sorpreso notare in quanti modi l’uomo possa far del male ad un suo simile! Dopo la conclusione della mostra, mi sono soffermato a riflettere e ho capito che i conflitti non sono la migliore soluzione dei problemi, perché causano dolore e sofferenza; al contrario non solo gli adulti, ma anche noi adolescenti, che spesso litighiamo per delle sciocchezze, dobbiamo imparare a dialogare con gli altri e a riflettere su ciò che facciamo, come i due istrici. Andrea PRODUZIONI didattiche Perché la giraffa ha il collo lungo? Molti anni fa la giraffa aveva il collo corto, ma … Un giorno un piccolo gattino gironzolava tranquillo, quando un brutto cagnaccio lo rincorse: lui scappò e per la prima volta salì su un albero. Il cane se ne andò e il gattino, incapace di scendere dall’albero, iniziò a miagolare. Un gruppetto di animali che passava da quelle parti, tra cui una giraffa, decise di aiutarlo. Gli animali si misero uno sopra l’altro e toccò alla giraffa salire per ultima, il gattino si sarebbe messo sulla sua schiena e la giraffa l’avrebbe portata a terra. Quando la giraffa arrivò al ramo su cui stava il gattino, ci mise il muso sopra, ma qualcosa spaventò l’elefante alla base, che scappò via e fece cadere tutti gli altri animali. La giraffa era rimasta con il muso sul ramo e dato che l’elefante voleva aiutarla, con la bocca le prese la zampa e la tirò, la tirò la tirò così tanto che le diventò il collo lunghissimo. Tutte le altre giraffe fecero lo stesso perchè la moda dell’anno era il collo lungo. Da allora la giraffa ha sempre avuto il collo lungo. Linda Gli animali possono essere intelligenti quasi quanto l’uomo. Per iniziare bisogna ricordare che anche l’uomo è un animale e quindi non è tanto diverso dalle altre specie. Gli animali, soprattutto i mammiferi, sono intelligenti quasi quanto l’uomo. Come noi, sono in grado di comunicare tra loro, sanno avvertire i loro simili del pericolo, si sanno chiamare e sanno manifestare il loro umore, per esempio esiste una specie di rana che comunica attraverso le vibrazioni del terreno provocate dal battito delle sue zampe posteriori sulla terra. Queste vibrazioni possono essere captate fino ad un miglio di distanza; i delfini, invece, comunicano tramite speciali suoni che si diffondono nell’acqua e possono essere uditi a distanze notevoli. Alcuni animali per ottenere i risultati sperati si muovonoi in gruppo secondo formazioni molto precise ed efficaci. È il caso dei leoni che, non essendo abili corridori, accerchiano la sfortunata preda non lasciandole vie di fuga. Alcuni uccelli, invece, fanno il contrario: se vengono attaccati da un rapace,non fuggono, ma gli si buttano addosso mettendolo in fuga. Anche le giraffe sono molto furbe: quando devono abbeverarsi sono ostacolate dal collo lungo e sono costrette a divaricare le zampe anteriori, tuttavia alcune di loro restano in piedi, come sentinelle, così, sfruttando l’altezza, vedono i predatori anche da notevoli distanze ed avvertono le giraffe assetate dando loro il tempo di rimettersi in sesto. Anche per gli animali “L’unione fa la forza!” A differenza dell’uomo, gli altri animali, sanno sfruttare i sensi “forti” per compensare quelli “deboli” e sopravvivere. Gli esempi sono molteplici: il pipistrello, essendo quasi cieco, possiede un udito molto sviluppato ed emette ultrasuoni con cui riesce a localizzare gli oggetti. I rapaci sfruttano la vista per osservare prede fino a tre chilometri di distanza e sono capaci di vedere anche i raggi ultravioletti del sole. L’esempio più significativo è il cane che si orienta con l’olfatto. L’uomo con il suo indispensabile aiuto può trovare sostanze illegali, persone scomparse o sepolte dalle macerie; inoltre da un recente studio è risultato che i cani, annusando l’urina dell’uomo, possono riscontrare la presenza di eventuali malattie tumorali. Gli animali domestici, per finire, passano il loro tempo a studiare l’uomo e riescono a capirne l’umore. Chi possiede un cane avrà certamente notato che, quando il padrone è arrabbiato, il cane sta piuttosto alla larga, mentre quando è felice, il cane gli sta vicino e fa di tutto per essere accarezzato. Questi esseri fedeli hanno una buona memoria tanto che riconoscono il proprio nome e quello degli oggetti che li riguardano, come la pallina, l’osso, la cuccia e spesso anche il nome dei padroni e dei luoghi. Per esempio i cani addestrati hanno un vocabolario ricco quasi quanto un bambino di tre anni. Gli animali, a loro modo, sono in grado di agire come agisce l’uomo, perciò sono creature intelligenti che vanno trattate con rispetto. Michele Perché il canguro ha il marsupio Una mamma canguro viveva in una regione desertica e si cibava di farfalle. Purtroppo spesso capitava che tornando dalla caccia trovasse i piccoli avvelenati dal cattivo scorpione. Pensò e ripensò più volte a come risolvere il problema finché un giorno incontrò il saggio serpente che le disse: -Perché piangi?E lei rispose: -Sono disperata! Quei brutti scorpioni continuano ad avvelenare i miei piccoli e non so proprio come risolvere il problema: se rimango nella tana con loro moriremo di fame ,se esco li uccidono. Il vecchio serpente le disse che la poteva aiutare, ma in cambio avrebbe dovuto rinunciare a qualche cosa. -Pensaci e quando ti sarai convinta mi troverai nella caverna tenebrosa.Pensa e ripensa prese la decisione e andò dal serpente. -Sono convinta- gli disse- dimmi cosa devo fare per risolvere il mio problema.-Dovrai coprirti ,questa notte,con questa pelle magica, ma ti avverto domattina non sarai più in grado di correre-. La mamma canguro fece tutto ciò che le aveva suggerito il serpente e al suo risveglio si accorse che la pelle magica era diventata un tuttuno con il corpo e le zampe anteriori le si erano accorciate. Da allora poté cacciare con i piccoli nel marsupio, ma solo saltando. Arianna pag. 3 Esperienze non solo didattiche L’ANGOLO DEI POETI Le stelle stavano sempre sopra il Sole, seminando sogni su Saturno. Le sorelle sono solari e splendenti, sparavano ai secchi sverniciati sotto le scale su cui saltavano le salamandre. Michaela, Sara e Martina Sotto il sole secchi stracolmi di stelle stanno splendendo. Seminarono semi smaglianti e sgargianti come il sole Alberto, Andrea e Erika Le stelle splendono nei secchi se seminare sogni saprai in secche steppe. Margherita, Gaia e Stefano Moda In una società consumistica, come la nostra, si è molto condizionati negli acquisti di ogni genere, dai prodotti alimentari al vestiario. I mass-media bombardano noi consumatori con ogni sorta di pubblicità, anche occulta; il nostro è ormai un mondo “di immagini” e per adeguarsi ad esso, spesso i giovani prendono le immagini stereotipate come unico modello da seguire. Il vestito e gli accessori firmati che troviamo sui cartelloni pubblicitari, sulle riviste e che vengono proposti quotidianamente alla televisione, possono condizionare le nostre scelte o meglio quelle di chi non si sente abbastanza sicuro di sé e incapace di dire: “No, non ne ho bisogno!!!”. Entrare a far parte di un gruppo non è semplice, ma quello di cui necessitiamo per avere veri e buoni amici va ben oltre i jeans “Roberto Cavalli”. Abbiamo molto più bisogno di mostrarci agli altri per quello che siamo o saremo anche senza un “Ferré” o un “Armani”. I veri amici non guardano quello che indossi, ma ciò che porti dentro. Con questo non intendo dire che non dobbiamo fermarci a guardare una vetrina in via Monte Napoleone a Milano o che è meglio evitare di comprare un vestito firmato, ma che questo poi non deve diventare una regola e un’ abitudine irrinunciabile. All’ interno di un gruppo ci possono essere persone che non possono permettersi quell’indumento esclusivo, è segno di maturità non metterle in imbarazzo, comprendendo che sono altri i valori ai quali dobbiamo dare rilevanza. Non trovo strano indossare un capo privo di sfolgoranti etichette, ma riconosco che il rischio è sicuramente di fronte a noi: non dobbiamo lasciarci schiavizzare dalla moda, altrimenti potremmo non essere più capaci di manifestare la nostra personalità, i nostri gusti e interessi liberamente. Ilaria C. Un somaro, seduto su secchi, con uno sguardo alle stelle, stava per seminare con il samaritano, del semolino, stanco e sfinito si sdraiò sudato, su uno sdraio, con il sole, alle spalle, che stava per sorgere splendente, con un sorriso smagliante. Alberto, Nicolò e Giada squadra ad Eastern Creek, appena al di fuori di Sydney. Visto che da parecchio tempo volevo recarmi in questo territorio per me sconosciuto, mio padre ha deciso di portare me e mia madre 10 giorni prima della competizione. In questo periodo abbiamo alloggiato in un albergo a Sydney accanto a “Cina town” che abbiamo visitato una delle prime sere cenando in un ristorante cinese e passando per tutte le bancarelle. Nei primi sei giorni la famiglia è stata unita, ci siamo recati allo zoo dove abbiamo quasi perso la nuovissima macchina fotografica digitale, all’acquario in cui abbiamo discusso se l’alligatore fosse vero o finto (era vero, ve lo assicuro), al Sydney Opera House: qui siamo rimasti solo per 5 minuti e abbiamo compiuto un viaggio in barca passando sotto l’Harbour Bridge. Nelle giornate in cui eravamo sole mia madre ed io ci siamo dedicate ad una semplice attività: lo shopping. La visita che mi ha lasciato il ricordo più piacevole è stata la giornata allo zoo in cui si poteva dare da mangiare ai canguri e ai wallaby, è stata una esperienza che ripeterei con piacere! L’unico fatto negativo di questo viaggio è che sono ritornata con tutti i compiti da recuperare! Giordana Cronaca di un viaggio Un luogo dalla terra rossa, un luogo dal sole cocente, un luogo con gli animali più curiosi, un luogo dall’altro capo del mondo...l’Australia. Sono partita per questa magnifica terra, (vi risparmio il racconto delle insopportabili 28 ore di viaggio per arrivarci), il 26 ottobre e sono ritornata esausta l’8 novembre; il motivo di questo viaggio era che mio padre doveva fare una gara automobilistica con la sua Congratualzioni alla famiglia Posa che ha accolto Andrea accanto ai loro quattro figli. pag.4 Dalla scuola dell’infanzia RICORDANDO NATALE... Già dal mese di novembre i bambini hanno cominciato a portare a scuola gli echi di quanto vedevano nei negozi e per le strade: illuminazioni, regali, dolciumi. Intanto per noi a scuola si avvicinava il periodo dell’Avvento, così abbiamo proposto una serie di iniziative per la preparazione ad un Natale più vero. Chiara ci ha disegnato un bellissimo cartellone con la Natività e quattro strade corrispondenti alle settimane d’Avvento, che si è rivelato molto utile, infatti abbiamo invitato i bambini a compiere atti di bontà: ogni giorno all’ora della preghiera i bimbi comunicavano agli altri l’atto compiuto e noi docenti segnavamo il nome del bambino sulla strada corrispondente a quella settimana. Ogni giorno inoltre veniva accesa la luce alla Corona delle 4 settimane per indicare lo scorrere del tempo di preparazione alla Nascita di Gesù. Contemporaneamente du- rante le attività di educazione religiosa ci siamo soffermati sulla figura di Maria, amata dai bambini in quanto mamma di Gesù: i piccoli hanno potuto seguire dei filmini relativi all’Annunciazione, alla Visita ad Elisabetta , al cammino verso Betlemme, alla Nascita di Gesù. Il 6 dicembre con un magnifico mazzo di fiori bianchi i bambini hanno reso omaggio a Maria Immacolata in chiesa con l’animazione di Don Giovanni Facchetti. Poi finalmente è giunto il momento tanto atteso: il giorno 7 tutta la scuola dell’infanzia è partita con il treno, accompagnata dal nostro Sindaco di Villa d’Adda e da due vigili: destinazione la chiesa di Santa Lucia in Bergamo, dove ogni bambino ha depositato la propria letterina. È stata una giornata splendida: al ritorno erano stanchi, ma felici. L’ultima tappa del cammino si è tenuta sabato 17 quando gli alunni hanno offerto ai genitori la rappresentazione di uno spettacolo in chiave natalizia, che si è concluso con l’entrata di un corteo guidato dal prof. Cordini, il quale suonava la zampogna ed era accompagnato da S. Lucia con i doni per tutti i piccoli. È stata la conclusione gioiosa di un percorso di preparazione al Natale grazie al quale i bambini, accompagnati dalle loro docenti, sono divenuti più maturi. Madre Gemma pag. 5 sondaggi Come studi? Quanto studi? Ho 13 anni e come tutti i ragazzi della mia età frequento la III media. Quest’anno scolastico è ritenuto da gran parte di noi abbastanza impegnativo anche perchè a giugno verremo sottoposti ad un esame finale. Per raggiungere una buona preparazione ed ottenere risultati soddisfacenti bisognerebbe studiare almeno due ore al giorno, così dicono i profe, ma non tutti sono disposti a rinunciare a svaghi o impegni sportivi, per lasciare posto allo studio. In questo periodo inoltre, alcuni di noi si devono abituare anche a cambiamenti fisici ed emotivi dovuti all’età, che parecchie volte interferiscono sul rendimento scolastico. Studiare 2 ore al giorno a mio parere è troppo soffocante, non riesco a mantenere la concentrazione e finisco per perdere molto tempo realizzando molto poco. Per ottenere migliori risultati proporrei di lavorare di più in classe, magari frequentando la scuola anche al sabato (ma solo per svolgere i compiti) e diminuirei i compiti a casa. Io ammiro chi studia 2 ore al giorno, ottenendo sicuramente ottimi risultati, ma credo che con una buona attenzione in classe e uno svolgimento costante dei compiti a casa, si potrebbero raggiungere comunque buoni livelli anche con meno di 2 ore di studio tutti i giorni. Nicholas Meno di 2 ore 2 ore Più di 2 ore Nel grafico il sondaggio sullo studio eseguito nella scuola secondaria. A SCUOLA… CON LA MAMMA Tutti noi pensiamo sempre che le nostre mamme quando erano alunne, fossero ordinatissime, precisissime e che nelle interrogazioni fossero preparatissime, ma facendo corsi con i vostri genitori potreste scoprire che non è così… Io ho da poco iniziato un corso per imparare l’Arabo insieme a mia mamma ed ho scoperto che è molto timida quando si tratta di ripetere le cose o di dialogare in un’altra lingua, cosa che non avrei mai capito stando a casa; inoltre, mentre ascolta la lezione, scarabocchia agli angoli delle pagine: come me, disegna animali stilizzati e cornicette tra gli spazi vuoti! Il suo quaderno di arabo è IDENTICO al mio, disordinato allo stesso modo (cosa molto difficile, come sa chiunque mi conosce)! Inoltre ho scoperto che mio papà si distrae disegnando un cubo sopra l’altro e facendo caricature… Non si finisce mai di scoprire qualcosa sui propri CARI… Ginevra pag. 6 I ragazzi d’oggi pensano che leggendo qualche volta le pagine assegnate lo studio si possa considerare completo. È proprio per questo che i compiti si svolgono in meno di un’oretta senza che vengano ricontrollati. I ragazzi d’oggi sono abituati a svolgere le attività quotidiane in modo frenetico quando si tratta di compiti, mentre si dedicano con gran calma e tranquillità alla tv e alla playstation. In realtà bisognerebbe riservare più spazio all’esercizio scolastico, infatti molti alunni a causa dello studio svolto in pochissimo tempo non riescono ad esprimersi con adeguata proprietà di linguaggio, mentre per raggiungere buoni risultati è fondamentale dedicare tempo alla costruzione di un discorso comprensibile e corretto. Certo non bisogna sempre starsene rinchiusi in casa a studiare, anche perché una bella boccata d’aria nono fa mai male. Quindi sono certa che studiando almeno due ore al giorno e concedendosi qualche pausa ogni tanto, ci si può ritenere ben preparati. Certo, ognuno ha le proprie preferenze non solo negli argomenti, ma anche nel metodo: alcuni realizzano mappe o schemi riassuntivi da usare in particolare per il ripasso, altri preferiscono riempire il libro di colori diversi sottolineando in particolare elementi che si dimenticano con facilità come le date o i nomi, altri ancora trascrivono ciò che hanno studiato, per chi si annoia con facilità invece il computer può essere un ottimo rimedio. In conclusione direi che lo studio non va né trascurato né considerato come un incubo che ogni giorno ci tocca affrontare; non va praticato né per troppe ore al giorno né per pochi minuti all’ora. È necessario essere equilibrati e adottare un metodo adatto alle proprie caratteristiche. Ilaria T. educazioni Educazione alimentare Cosa mangiamo? Che percorso fa il cibo prima di arrivare sulla tavola? Alcuni bambini, che per lo più provengono da una famiglia a tradizione agricola, sanno rispondere a queste domande; altri, troppo abituati a vedere il cibo confezionato al supermercato, non sanno la sua reale provenienza. Ci accorgiamo, facendo loro delle domande, che essi per assurdo conoscono maggiormente il mondo tecnologico rispetto alla realtà contadina da dove proviene il cibo di cui si nutrono quotidianamente. Per questo motivo è importante che essi ricevano un’ educazione alimentare: a tal fine il nostro Istituto ha aderito al progetto della provincia di Bergamo:"A scuola con gusto". Le classi seconda a e b della Scuola Primaria lo hanno accolto con entusiasmo, apprendendo nozioni fondamentali in merito ai principi nutritivi, alla differenza tra i cibi freschi e quelli conservati,alla lettura ed delle etichette approfondendo la conoscenza dei prodotti tipici del loro territorio. Classi seconde della primaria Educazione ambientale Dopo aver lavorato in classe con la maestra Daniela, che ci ha spiegato cosa sono i licheni e qual è la loro f u n z i o n e , mercoledì 31 novembre è venuta nella nostra aula Lisa, un’educatrice di “Legambiente”, che ci ha chiesto cosa sapevamo sull’argomento “Licheni”. Noi, pronti perchè a v e v a m o studiato bene per la verifica di qualche giorno prima, abbiamo stupito l’esperta, che si è complimentata per la proprietà di linguaggio con cui ci esprimevamo. Successivamente ci ha delucidato su alcune perplessità che ci erano rimaste e ci ha detto che l’indomani saremmo diventati dei piccoli esperti dell’ambiente: dovevamo arrivare muniti di zainetto con calze e scarpe di ricambio, lente d’ingrandimento, bussola e taglierino, oltre a una piccola merendina per saziare la fame, che si fa sempre sentire. Il giorno seguente, alle 9:30, eravamo tutti pronti in fila con il nostro materiale: prima abbiamo analizzato i tigli del parco della scuola, dove c’erano pochissimi licheni e morti, poi ci siamo recati nel parcheggio di Carvico, dove i licheni erano parecchi e tutti diversi per forma, colore e dimensione. Una volta tornati in classe li abbiamo analizzati con lo steroscopio, uno strumento molto simile al microscopio ma più preciso e uno alla volta abbiamo detto a cosa assomigliavano, il colore e abbiamo inventato un nome che gli si addicesse (ne sono uscite delle belle!). Per finire, lunedì 5 dicembre, abbiamo fatto il punto della situazione: sui tigli del nostro parco ci sono pochi licheni perchè si trovano all’ombra, c’è molto muschio e parecchio inquinamento. Meno inquinato è il paese di Carvico, dove i tigli si trovano al sole e non presentano muschio. E’ stata proprio una bella esperienza che ci ha insegnato qualcosa di nuovo. Classe 3^B Scrittori in erba La redazione è molto lieta di presentare il primo contributo dei bambini di prima elementare che hanno voluto offrire la loro adesione alla stesura del giornalino. Cari lettori, prestate attenzione perché tra di loro potrebbe celarsi un futuro grande scrittore. - L’ultimo dell’anno ho fatto una festa a casa mia e poi siamo andati fuori a “sparare” i fuochi. Sono stato felice. Luca - Ero in montagna a Foppolo. Un giorno mentre stavo sciando ho sorpassato una bambina e poi sono caduto. Tutti e due ci siamo messi a ridere. Poi ho cambiato gli scarponi e sono salito sul bob. Sono stato molto contento. Alessandro C. - Io sono andata al mare a Fuerte Ventura. Sono andata alla festa dell’anno nuovo. Abbiamo preso le trombette, ci siamo messi il naso con i baffi e il cappellino. Tutti suonavano le trombette e si divertivano felici. Ilaria - Io sono andato a sciare con il papà e il nonno,a Bobbio. Sono stato felice con loro perché sono sceso veloce dalla piste e mi sono divertito. Edoardo Pag. 7 - A Capodanno a casa mia è venuta la mia amica Arianna e abbiamo giocato con il pongo. Mi sono divertita molto a ballare con la musica della danza e abbiamo suonato la pianola. Ero molto felice. Giulia V. - La sera dell’ ultimo giorno dell’ anno é stata bellissima. Mi sono divertita giocando con mio fratello Nicholas e con il mio amico Andrea. A mezzanotte siamo usciti tutti a vedere i fuochi d’artificio colorati e abbiamo fatto scoppiare i petardi. E’ stato bellissimo! Mi sono divertita tantissimo perché c’era anche la mia amica Giulia di quattro anni. Nora Grace Per finire Scuola e Mousiké I greci, anche nella Sparta dei guerrieri, consideravano la “Mousiké” seconda per importanza tra le materie di studio, dopo la Filosofia. E oggi? Che ruolo ha la Musica nella scuola italiana? Tradizionalmente è un momento di distensione dopo una lunga serie di espressioni e prima di una verifica di Geografia, o, ben che vada, una cinquantina di minuti in cui canticchiare, senza troppe pretese, una canzone di Vasco o delle Vibrazioni... In realtà, secondo i programmi (vecchi e nuovi!) del Ministero dell’Istruzione, le due ore settimanali a disposizione durante il triennio dovrebbero portare i ragazzi dall’analfabetismo musicale al saper leggere e scrivere utilizzando il codice di scrittura musicale, saper cantare e suonare in autonomia leggendo uno spartito, ascoltare in modo critico per poter contestualizzare un brano dopo averne analizzata la partitura ed infine conoscere la storia della musica e le varie tecniche compositive! Io credo che, come al solito, “in medio stat virtus”! Sicuramente i programmi ministeriali sono molto ottimistici, ma la musica può avere un ruolo importante nella formazione dei nostri ragazzi, a maggior ragione in questa società del Mega-Global-Market, che propone il disimpegno come modello di vita e l’astensione come criterio di scelta. Se da un lato è innegabile il piacere di suonare o cantare una canzone, che sia di Mozart o di Vasco Rossi, dall’altro è certo che farlo con sicurezza e precisione richiede una conoscenza molto solida, benché semplificata, della scrittura musicale ed un esercizio costante. Fare musica prevalentemente in modo laboratoriale, cioè facendo musica, può coniugare il desiderio di svago e la necessità di acquisire conoscenze e competenze, ottenendo anche, di riflesso, quell’abitudine alla costanza nell’impegno, che è obiettivo fondamentale della Scuola. Risulta inoltre di grande rilevanza abbinare all’abilità individuale dei ragazzi la capacità di collaborare, indispensabile per la concertazione nella musica d’insieme. Infatti il suonare in un gruppo richiede senz’altro una maggiore responsabilizzazione di sè e la tolleranza dell’errore dei compagni, necessari in qualsiasi lavoro d’équipe. Concludendo potremmo riassumere il tutto in tre parole: impegno, collaborazione e piacere. L’impegno per eseguire al meglio la propria parte, la collaborazione per concertare il brano ed il piacere di eseguirlo in modo appropriato! Prof. Stefano Rossi Recensioni Il libro RAGAZZO NERO (1945) TITOLO ORIGINALE: Black boy AUTORE: Richard Wright, Stati Uniti CASA EDITRICE: Mondadori Richard è un giovane ragazzo nero che vive nel sud degli Stati Uniti, là dove l’odio razziale divide i bianchi dai neri; fin da piccolo Richard è stato sconvolto da molti fatti quali l’abbandono del padre che ha lasciato lui, i suoi fratelli e sua madre da soli, ed è stato oppresso dalla nonna estremamente religiosa e dalla zia isterica. Ma l’evento che lo sconvolge maggiormente è la malattia della madre che rimane paralizzata e per anni trascina un’esistenza dolorosa. Diventato ragazzo Richard emigra al Nord…riuscirà, almeno lì, a vivere una vita tranquilla? Scopritelo leggendo questo romanzo fortemente autobiografico, ambientato in un’America razzista e ingiusta nei confronti dei neri... Buona lettura! Lucrezia Il film A SPASSO CON DAISY (1998) TITOLO ORIGINALE: Travelling Daisy REGIA: Bruce Beresford Distribuzione: Life International (1990) - 20th Century Fox Home Entertainment Noi alunni di terza media stiamo trattando in inglese un tema importante come il razzismo che, negli anni del secondo dopo guerra, portò alla discriminazione del popolo nero . Proprio per questo motivo la prof. Brembilla ha scelto il film “A spasso con Daisy”. Si narra la vita di un’anziana vedova ebrea, attiva e intraprendente, ma che a volte è intrattabile a causa delle sue fissazioni e pregiudizi verso gli estranei, soprattutto se questi sono neri. Un giorno perde il controllo della propria auto, che finisce sfasciata in un groviglio di cespugli del parco, lasciando Daisy miracolosamente illesa. Affinché non corra più rischi, il figlio Boolie decide di assegnarle, a proprie spese, un autista. Viene scelto un cinquantenne di colore, Hoke, messo opportunamente sull’avviso da Boolie, perchè si prepari a incassare senza reagire i prevedibili malumori della vecchia signora. Hoke ha bisogno di quel lavoro per sopravvivere, quindi si affianca senza obiezioni alla governante, pure di colore, Idella, la tuttofare di Daisy, nel sopportare con pazienza l’incontentabile padrona, che lo rifiuta e cerca continuamente pretesti per liberarsi di lui. Il tempo, l’incredibile capacità di sopportazione di Hoke, e la morte improvvisa di Idella, rendono Daisy più cordiale nei confronti del fedele autista, che s’improvvisa giardiniere, cuoco, cameriere e tuttofare. Ormai novantaquattrenne, miss Daisy entra in uno stato confusionale e crede di essere tornata indietro nel tempo e di essere di nuovo a scuola ad insegnare: Hoke, che non l’ha mai abbandonata, le tiene compagnia e la imbocca perfino. Per Daisy ora Hoke è il suo migliore amico. pag.8 Marta