numero sei del febbraio 2005 bis

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numero sei del febbraio 2005 bis
La
Girandola
Periodico della Scuola del Sacro Cuore (Opera Sant’Alessandro) di Villa d’Adda (Bg) - nr. 6 febbraio 2006
Clinica ‘De Curtis’
Al termine della loro splendida
esperienza di Teatro, i bambini di
quinta ci hanno lasciato le loro
opinioni, eccone alcune…
- Quello che mi è piaciuto di più è
stato recitare davanti ai miei
genitori. Quando sono salito sul
palco ero molto emozionato e il
cuore mi batteva forte perché
avevo molta paura di sbagliare! E’
andato tutto bene e i miei genitori
si sono divertiti. Josè
- La sensazione che mi è rimasta
più impressa è la gioia di aver
sconfitto la paura e la vergogna di
salire sul palco. E’ andato tutto
bene e mi resterà questo bel
ricordo per tutta la vita! Federica
- Siccome sono una bambina
molto timida, il solo pensiero di
salire sul palco mi impauriva. Ora,
grazie ai consigli del maestro e a
questa esperienza, non ho più
paura. Beatrice
- All’inizio delle lezioni di teatro,
Enzo mi sembrava molto severo!
Continuando questa esperienza,
mi sono accorta che è una persona divertente e molto
simpatica. Alexa
- La sera della recita, quando sono
salita sul palco, mi sono trovata a
mio agio; vedendo i miei nonni e la
mamma che ridevano, non ho più
avuto paura.Vorrei tornare
indietro nel tempo per rivivere
quei momenti! Eleonora
Attori si diventa
In questo ultimo anno di Scuola
Secondaria, per noi alunni di
terza è stata riproposta l’
attività del teatro, una bell’
esperienza che si è conclusa con
uno spettacolo, realizzato con
l’aiuto
dell’inarrestabile
professoressa Castelli e della
nostra regista Sara Valvassori,
che ha ritoccato in modo
assolutamente perfetto i
copioni scritti da alcuni di noi.
Con grande determinazione
abbiamo preso sulle nostre
spalle
quest’
impegno,
considerandolo una preziosa
occasione per superare le nostre
paure, oltre che
per esprimerci in
modo migliore.
Il lavoro del
teatro richiede
g r a n d e
attenzione
e
concentrazione:
tutti
devono
r i m a n e r e
energici
e
frizzanti,
ad
ognuno
è
richiesto
di
contribuire
all’allestimento
dello spettacolo
con proposte pur
stravaganti, ma
davvero medi-
tate.
Anche se a volte ci siamo lasciati
prendere da eccessiva euforia,
abbiamo
appreso
che
quest’attività è una vera arte,
molto accattivante, soprattutto
per chi, in un futuro, deciderà di
seguire un indirizzo artistico e
sogna
di
divenire
un
apprezzabile attore o attrice.
Ho trovato interessante
soprattutto la complessità della
recitazione: nel mettere in scena
un personaggio, l’attore deve
ricordare che le espressioni del
viso, i gesti e i movimenti del
corpo devono essere in armonia
tra
loro
e
sono
indissolubilmente vincolati all’
intonazione vocale: è un lavoro
impegnativo!
L’abbiamo
appreso
durante
la
preparazione dello spettacolo
“La seconda in giallo”, che ci ha
richiesto molte energie, ma ci ha
dato anche una grande
soddisfazione, considerando gli
applausi con cui il pubblico ci ha
salutati
dopo
la
rappresentazione.
Speriamo che anche negli anni
della Scuola Secondaria di
Secondo grado ognuno di noi
abbia la possibilità di rivivere
un’esperienza simile.
Emanuela C.
uscite scolastiche
In biblioteca tra montagne di libri
Alcune settimane prima di Natale gli alunni di prima e terza media
hanno ricevuto dalla biblioteca di Villa d’ Adda l’invito alla mostra del
libro che si tiene ogni anno in una sala della biblioteca comunale.
La proposta ha stuzzicato soprattutto noi di prima: infatti rispetto
alla nostra valanga di adesioni gli alunni di terza sembravano piccoli,
insulsi fiocchi di neve.
Forse questo significa che con il nostro arrivo nella Scuola Secondaria
abbiamo portato una rinnovata voglia di cultura ?
Se fosse così renderemmo pazza di felicità la Prof. Castelli!
Dopo un breve tragitto al freddo, al gelo (tranne per i pigroni che si
sono fatti accompagnare in macchina) siamo stati accolti dalla
gentilissima bibliotecaria che ci ha spalancato le porte della sapienza
…
Montagne di libri di tutti i generi per tutti i gusti: romanzi gialli,
d’avventura o di fantascienza,
libri sulle auto o sul calcio, opere per adulti e testi particolari per i più
piccoli: alcuni in rima, altri con immagini tridimensionali, alcuni
addirittura erano arricchiti con vari materiali che riproducevano la
pelle degli animali e infine certi erano provvisti di figure in grado di
muoversi .
La Prof. Castelli ci ha rivelato che si è meravigliata del successo che
hanno riscosso tra di noi i libri per i BAMBINI PICCOLI soprattutto
tra gli alunni di terza media, mentre certi studenti di prima media si
sfidavano nella lettura dei mattoni di ottocento pagine.
E stato un bel pomeriggio culturale: abbiamo imparato che lo zapping tra i libri è meglio che un’ ora passata davanti alla TV.
Gli alunni di prima media
Babbo Natale e la strega
Giovedì 15 dicembre 2005,
alle ore 8.45, noi alunni di
2^B e 4^ siamo saliti sul pullman che ci ha portati a
Bergamo, per assistere alla
rappresentazione teatrale
“Babbo Natale e la strega”.
Una volta arrivati, prima di
entrare in teatro, abbiamo
consumato le merendine
seduti sulle panchine e con le
nostre briciole abbiamo
attirato un nugolo di
piccioni, poi in fila ci siamo
avviati verso il teatro, stando
attenti al traffico caotico
della città.
Seduti comodamente sulle
poltrone di velluto rosso ci
siamo gustati lo spettacolo: si
sono spente le luci, si è aperto
il sipario e si è illuminata la
scena.
Sul palcoscenico c’era il
laboratorio di Babbo Natale:
scaffali colmi di giochi, un
banco da lavoro con nastri
colorati, fiocchetti dorati,
carta da regalo, caramelle e
lucine colorate.
La storia racconta di come le
cattive
sorellastre
di
Cenerentola sono diventate
buone ed ora lavorano alle
dipendenze di Babbo Natale:
sono
specializzate
in
fiocchetti per pacchi da
regalo.
Saranno proprio Genoveffa
ed Anastasia a sventare il
tentativo della strega di Hansel e Gretel di rovinare il
Natale a tutti i bambini
trasformandoli, con delle
caramelle rosse, in maiali per
poterseli mangiare.
Tra pacchi e pacchettini, dolci
e dolcetti, musiche natalizie e
rock, la storia è stata molto
divertente e coinvolgente.
Classi 2^B e 4^
pag. 2
Conflitti
e litigi
Venerdì 2 dicembre la seconda
classe della Scuola Secondaria si
è recata a Calusco d’Adda a una
mostra relativa ai conflitti e ai
litigi nel mondo e tra gli
adolescenti.
Appena arrivati, i responsabili ci
hanno accolto accompagnandoci in una ex chiesa molto
antica dove ci hanno spiegato il
motivo di questa uscita e le
modalità di svolgimento delle
attività pomeridiane.
Subito dopo abbiamo ascoltato
una storia le cui protagoniste
erano due istrici: uno aveva
l’hobby di leggere molti libri,
mentre l’altro amava suonare la
chitarra.
L’ inverno giunse e si trovarono
insieme a condividere la tana,
così iniziarono dei litigi perché si
pungevano con gli aculei e si
disturbarono a vicenda.
A questo punto pensarono ad
una soluzione per non pungersi,
capirono che abbracciandosi, gli
aculei si sarebbero diretti
all’esterno e così non si
sarebbero dati fastidio.
Il significato della storia ci è
apparso subito chiaro: ogni
litigio può essere risolto tramite
il dialogo.
Dopo aver ascoltato la favola,
siamo stati divisi in due gruppi
ed abbiamo analizzato dei
cartelloni che rappresentavano
diverse tipologie di conflitti e
litigi.
Ci ha sorpreso notare in quanti
modi l’uomo possa far del male
ad un suo simile!
Dopo la conclusione della
mostra, mi sono soffermato a
riflettere e ho capito che i
conflitti non sono la migliore
soluzione dei problemi, perché
causano dolore e sofferenza; al
contrario non solo gli adulti, ma
anche noi adolescenti, che
spesso litighiamo per delle
sciocchezze,
dobbiamo
imparare a dialogare con gli
altri e a riflettere su ciò che
facciamo, come i due istrici.
Andrea
PRODUZIONI didattiche
Perché la giraffa ha il collo lungo?
Molti anni fa la giraffa aveva il collo corto, ma …
Un giorno un piccolo gattino gironzolava tranquillo,
quando un brutto cagnaccio lo rincorse: lui scappò e per
la prima volta salì su un albero. Il cane se ne andò e il
gattino, incapace di scendere dall’albero, iniziò a
miagolare.
Un gruppetto di animali che passava da quelle parti, tra
cui una giraffa, decise di aiutarlo. Gli animali si misero
uno sopra l’altro e toccò alla giraffa salire per ultima, il
gattino si sarebbe messo sulla sua schiena e la giraffa
l’avrebbe portata a terra.
Quando la giraffa arrivò al ramo su cui stava il gattino, ci
mise il muso sopra, ma qualcosa spaventò l’elefante alla
base, che scappò via e fece cadere tutti gli altri animali.
La giraffa era rimasta con il muso sul ramo e dato che
l’elefante voleva aiutarla, con la bocca le prese la zampa e
la tirò, la tirò la tirò così tanto che le diventò il collo
lunghissimo.
Tutte le altre giraffe fecero lo stesso perchè la moda
dell’anno era il collo lungo.
Da allora la giraffa ha sempre avuto il collo lungo.
Linda
Gli
animali
possono
essere
intelligenti quasi quanto l’uomo.
Per iniziare bisogna ricordare che anche l’uomo è un
animale e quindi non è tanto diverso dalle altre specie.
Gli animali, soprattutto i mammiferi, sono intelligenti
quasi quanto l’uomo.
Come noi, sono in grado di comunicare tra loro, sanno
avvertire i loro simili del pericolo, si sanno chiamare e
sanno manifestare il loro umore, per esempio esiste una
specie di rana che comunica attraverso le vibrazioni del
terreno provocate dal battito delle sue zampe posteriori
sulla terra. Queste vibrazioni possono essere captate fino
ad un miglio di distanza; i delfini, invece, comunicano
tramite speciali suoni che si diffondono nell’acqua e
possono essere uditi a distanze notevoli.
Alcuni animali per ottenere i risultati sperati si muovonoi
in gruppo secondo formazioni molto precise ed efficaci. È
il caso dei leoni che, non essendo abili corridori,
accerchiano la sfortunata preda non lasciandole vie di
fuga. Alcuni uccelli, invece, fanno il contrario: se vengono
attaccati da un rapace,non fuggono, ma gli si buttano
addosso mettendolo in fuga. Anche le giraffe sono molto
furbe: quando devono abbeverarsi sono ostacolate dal
collo lungo e sono costrette a divaricare le zampe
anteriori, tuttavia alcune di loro restano in piedi, come
sentinelle, così, sfruttando l’altezza, vedono i predatori
anche da notevoli distanze ed avvertono le giraffe
assetate dando loro il tempo di rimettersi in sesto. Anche
per gli animali “L’unione fa la forza!”
A differenza dell’uomo, gli altri animali, sanno sfruttare i
sensi “forti” per compensare quelli “deboli” e
sopravvivere. Gli esempi sono molteplici: il pipistrello,
essendo quasi cieco, possiede un udito molto sviluppato
ed emette ultrasuoni con cui riesce a localizzare gli
oggetti. I rapaci sfruttano la vista per osservare prede
fino a tre chilometri di distanza e sono capaci di vedere
anche i raggi ultravioletti del sole. L’esempio più
significativo è il cane che si orienta con l’olfatto. L’uomo
con il suo indispensabile aiuto può trovare sostanze
illegali, persone scomparse o sepolte dalle macerie; inoltre
da un recente studio è risultato che i cani, annusando
l’urina dell’uomo, possono riscontrare la presenza di
eventuali malattie tumorali.
Gli animali domestici, per finire, passano il loro tempo a
studiare l’uomo e riescono a capirne l’umore. Chi possiede
un cane avrà certamente notato che, quando il padrone è
arrabbiato, il cane sta piuttosto alla larga, mentre quando
è felice, il cane gli sta vicino e fa di tutto per essere
accarezzato. Questi esseri fedeli hanno una buona
memoria tanto che riconoscono il proprio nome e quello
degli oggetti che li riguardano, come la pallina, l’osso, la
cuccia e spesso anche il nome dei padroni e dei luoghi. Per
esempio i cani addestrati hanno un vocabolario ricco
quasi quanto un bambino di tre anni.
Gli animali, a loro modo, sono in grado di agire come
agisce l’uomo, perciò sono creature intelligenti che vanno
trattate con rispetto.
Michele
Perché il canguro ha il marsupio
Una mamma canguro viveva in una regione desertica e si
cibava di farfalle.
Purtroppo spesso capitava che tornando dalla caccia
trovasse i piccoli avvelenati dal cattivo scorpione.
Pensò e ripensò più volte a come risolvere il problema
finché un giorno incontrò il saggio serpente che le disse:
-Perché piangi?E lei rispose:
-Sono disperata! Quei brutti scorpioni continuano ad
avvelenare i miei piccoli e non so proprio come risolvere il
problema: se rimango nella tana con loro moriremo di
fame ,se esco li uccidono.
Il vecchio serpente le disse che la poteva aiutare, ma in
cambio avrebbe dovuto rinunciare a qualche cosa.
-Pensaci e quando ti sarai convinta mi troverai nella
caverna tenebrosa.Pensa e ripensa prese la decisione e andò dal serpente.
-Sono convinta- gli disse- dimmi cosa devo fare per
risolvere il mio problema.-Dovrai coprirti ,questa notte,con questa pelle magica, ma
ti avverto domattina non
sarai più in grado di correre-.
La mamma canguro fece tutto ciò che le aveva suggerito il
serpente e al suo risveglio si
accorse che la pelle magica
era diventata un tuttuno con
il corpo e le zampe anteriori
le si erano accorciate.
Da allora poté cacciare con i
piccoli nel marsupio, ma solo
saltando.
Arianna
pag. 3
Esperienze non solo didattiche
L’ANGOLO DEI POETI
Le stelle stavano
sempre sopra il Sole,
seminando sogni
su Saturno.
Le sorelle sono solari
e splendenti,
sparavano ai secchi sverniciati
sotto le scale
su cui saltavano
le salamandre.
Michaela, Sara e Martina
Sotto il sole
secchi stracolmi di stelle
stanno splendendo.
Seminarono semi smaglianti
e sgargianti come il sole
Alberto, Andrea e Erika
Le stelle splendono nei secchi
se seminare sogni saprai
in secche steppe.
Margherita, Gaia e Stefano
Moda
In una società consumistica, come la nostra, si è molto
condizionati negli acquisti di ogni genere, dai prodotti
alimentari al vestiario.
I mass-media bombardano noi consumatori con ogni
sorta di pubblicità, anche occulta; il nostro è ormai un
mondo “di immagini” e per adeguarsi ad esso, spesso i
giovani prendono le immagini stereotipate come unico
modello da seguire.
Il vestito e gli accessori firmati che troviamo sui
cartelloni pubblicitari, sulle riviste e che vengono
proposti quotidianamente alla televisione, possono
condizionare le nostre scelte o meglio quelle di chi non
si sente abbastanza sicuro di sé e incapace di dire: “No,
non ne ho bisogno!!!”.
Entrare a far parte di un gruppo non è semplice, ma
quello di cui necessitiamo per avere veri e buoni amici
va ben oltre i jeans “Roberto Cavalli”.
Abbiamo molto più bisogno di mostrarci agli altri per
quello che siamo o saremo anche senza un “Ferré” o un
“Armani”.
I veri amici non guardano quello che indossi, ma ciò che
porti dentro.
Con questo non intendo dire che non dobbiamo
fermarci a guardare una vetrina in via Monte
Napoleone a Milano o che è meglio evitare di comprare
un vestito firmato, ma che questo poi non deve
diventare una regola e un’ abitudine irrinunciabile.
All’ interno di un gruppo ci possono essere persone che
non possono permettersi quell’indumento esclusivo, è
segno di maturità non metterle in imbarazzo,
comprendendo che sono altri i valori ai quali dobbiamo
dare rilevanza.
Non trovo strano indossare un capo privo di
sfolgoranti etichette, ma riconosco che il rischio è
sicuramente di fronte a noi: non dobbiamo lasciarci
schiavizzare dalla moda, altrimenti potremmo non
essere più capaci di manifestare la nostra personalità, i
nostri gusti e interessi liberamente.
Ilaria C.
Un somaro, seduto su secchi,
con uno sguardo alle stelle,
stava per seminare
con il samaritano, del semolino,
stanco e sfinito si sdraiò sudato,
su uno sdraio,
con il sole, alle spalle,
che
stava
per
sorgere
splendente,
con un sorriso smagliante.
Alberto, Nicolò e Giada
squadra ad Eastern Creek, appena al di fuori di Sydney.
Visto che da parecchio tempo volevo recarmi in questo
territorio per me sconosciuto, mio padre ha deciso di
portare me e mia madre 10 giorni prima della
competizione.
In questo periodo abbiamo alloggiato in un albergo a
Sydney accanto a “Cina town” che abbiamo visitato
una delle prime sere cenando in un ristorante cinese e
passando per tutte le bancarelle.
Nei primi sei giorni la famiglia è stata unita, ci siamo
recati allo zoo dove abbiamo quasi perso la nuovissima
macchina fotografica digitale, all’acquario in cui
abbiamo discusso se l’alligatore fosse vero o finto (era
vero, ve lo assicuro), al Sydney Opera House: qui siamo
rimasti solo per 5 minuti e abbiamo compiuto un
viaggio in barca passando sotto l’Harbour Bridge.
Nelle giornate in cui eravamo sole mia madre ed io ci
siamo dedicate ad una semplice attività: lo shopping. La
visita che mi ha lasciato il ricordo più piacevole è stata
la giornata allo zoo in cui si poteva dare da mangiare ai
canguri e ai wallaby, è stata una esperienza che
ripeterei con piacere!
L’unico fatto negativo di questo viaggio è che sono
ritornata con tutti i compiti da recuperare!
Giordana
Cronaca di un viaggio
Un luogo dalla terra rossa, un luogo dal sole cocente, un
luogo con gli animali più curiosi, un luogo dall’altro
capo del mondo...l’Australia.
Sono partita per questa magnifica terra, (vi risparmio il
racconto delle insopportabili 28 ore di viaggio per
arrivarci), il 26 ottobre e sono ritornata esausta l’8
novembre; il motivo di questo viaggio era che mio padre doveva fare una gara automobilistica con la sua
Congratualzioni alla famiglia Posa che ha
accolto Andrea accanto ai loro quattro figli.
pag.4
Dalla scuola dell’infanzia
RICORDANDO NATALE...
Già dal mese di novembre i
bambini hanno cominciato a
portare a scuola gli echi di
quanto vedevano nei negozi e
per le strade: illuminazioni,
regali, dolciumi.
Intanto per noi a scuola si
avvicinava
il
periodo
dell’Avvento, così abbiamo
proposto una serie di
iniziative per la preparazione
ad un Natale più vero.
Chiara ci ha disegnato un
bellissimo cartellone con la
Natività e quattro strade
corrispondenti alle settimane
d’Avvento, che si è rivelato
molto utile, infatti abbiamo
invitato i bambini a compiere
atti di bontà: ogni giorno
all’ora della preghiera i bimbi
comunicavano agli altri l’atto
compiuto e noi docenti
segnavamo il nome del
bambino
sulla
strada
corrispondente a quella
settimana.
Ogni giorno inoltre veniva
accesa la luce alla Corona
delle 4 settimane per indicare
lo scorrere del tempo di
preparazione alla Nascita di
Gesù.
Contemporaneamente du-
rante le attività di educazione
religiosa ci siamo soffermati
sulla figura di Maria, amata
dai bambini in quanto
mamma di Gesù: i piccoli
hanno potuto seguire dei
filmini
relativi
all’Annunciazione, alla Visita
ad Elisabetta , al cammino
verso Betlemme, alla Nascita
di Gesù.
Il 6 dicembre con un
magnifico mazzo di fiori
bianchi i bambini hanno reso
omaggio a Maria Immacolata
in chiesa con l’animazione di
Don Giovanni Facchetti.
Poi finalmente è giunto il
momento tanto atteso: il
giorno 7 tutta la scuola
dell’infanzia è partita con il
treno, accompagnata dal nostro Sindaco di Villa d’Adda e
da due vigili: destinazione la
chiesa di Santa Lucia in
Bergamo, dove ogni bambino
ha depositato la propria
letterina. È stata una
giornata splendida: al ritorno
erano stanchi, ma felici.
L’ultima tappa del cammino
si è tenuta sabato 17 quando
gli alunni hanno offerto ai
genitori la rappresentazione
di uno spettacolo in chiave
natalizia, che si è concluso
con l’entrata di un corteo
guidato dal prof. Cordini, il
quale suonava la zampogna
ed era accompagnato da S.
Lucia con i doni per tutti i
piccoli. È stata la conclusione
gioiosa di un percorso di
preparazione al Natale grazie
al
quale
i
bambini,
accompagnati dalle loro
docenti, sono divenuti più
maturi.
Madre Gemma
pag. 5
sondaggi
Come studi?
Quanto studi?
Ho 13 anni e come tutti i ragazzi
della mia età frequento la III
media. Quest’anno scolastico è
ritenuto da gran parte di noi
abbastanza impegnativo anche
perchè a giugno verremo
sottoposti ad un esame finale.
Per raggiungere una buona
preparazione ed ottenere
risultati
soddisfacenti
bisognerebbe studiare almeno
due ore al giorno, così dicono i
profe, ma non tutti sono
disposti a rinunciare a svaghi o
impegni sportivi, per lasciare
posto allo studio.
In questo periodo inoltre, alcuni
di noi si devono abituare anche a
cambiamenti fisici ed emotivi
dovuti all’età, che parecchie
volte interferiscono sul
rendimento scolastico.
Studiare 2 ore al giorno a mio
parere è troppo soffocante, non
riesco a mantenere la
concentrazione e finisco per
perdere
molto
tempo
realizzando molto poco.
Per ottenere migliori risultati
proporrei di lavorare di più in
classe, magari frequentando la
scuola anche al sabato (ma solo
per svolgere i compiti) e
diminuirei i compiti a casa.
Io ammiro chi studia 2 ore al
giorno, ottenendo sicuramente
ottimi risultati, ma credo che
con una buona attenzione in
classe e uno svolgimento
costante dei compiti a casa, si
potrebbero
raggiungere
comunque buoni
livelli anche con
meno di 2 ore di
studio tutti i
giorni.
Nicholas
Meno di 2 ore
2 ore
Più di 2 ore
Nel grafico il
sondaggio
sullo studio
eseguito
nella scuola
secondaria.
A SCUOLA… CON LA MAMMA
Tutti noi pensiamo sempre che le nostre mamme quando erano
alunne, fossero ordinatissime, precisissime e che nelle
interrogazioni fossero preparatissime, ma facendo corsi con i
vostri genitori potreste scoprire che non è così…
Io ho da poco iniziato un corso per imparare l’Arabo insieme a mia
mamma ed ho scoperto che è molto timida quando si tratta di
ripetere le cose o di dialogare in un’altra lingua, cosa che non avrei
mai capito stando a casa; inoltre, mentre ascolta la lezione,
scarabocchia agli angoli delle pagine: come me, disegna animali
stilizzati e cornicette tra gli spazi vuoti!
Il suo quaderno di arabo è IDENTICO al mio, disordinato allo stesso
modo (cosa molto difficile, come sa chiunque mi conosce)!
Inoltre ho scoperto che mio papà si distrae disegnando un cubo
sopra l’altro e facendo caricature…
Non si finisce mai di scoprire qualcosa sui propri CARI…
Ginevra
pag. 6
I ragazzi d’oggi pensano che
leggendo qualche volta le
pagine assegnate lo studio si
possa considerare completo. È
proprio per questo che i compiti
si svolgono
in meno di
un’oretta senza che vengano
ricontrollati.
I ragazzi d’oggi sono abituati a
svolgere le attività quotidiane in
modo frenetico quando si tratta
di compiti, mentre si dedicano
con gran calma e tranquillità
alla tv e alla playstation.
In realtà bisognerebbe riservare
più
spazio
all’esercizio
scolastico, infatti molti alunni a
causa dello studio svolto in
pochissimo tempo non riescono
ad esprimersi con adeguata
proprietà di linguaggio, mentre
per raggiungere buoni risultati
è fondamentale dedicare tempo
alla costruzione di un discorso
comprensibile e corretto. Certo
non bisogna sempre starsene
rinchiusi in casa a studiare,
anche perché una bella boccata
d’aria nono fa mai male. Quindi
sono certa che studiando
almeno due ore al giorno e
concedendosi qualche pausa
ogni tanto, ci si può ritenere ben
preparati.
Certo, ognuno ha le proprie
preferenze non solo negli
argomenti, ma anche nel
metodo: alcuni realizzano
mappe o schemi riassuntivi da
usare in particolare per il
ripasso, altri preferiscono
riempire il libro di colori diversi
sottolineando in particolare
elementi che si dimenticano con
facilità come le date o i nomi,
altri ancora trascrivono ciò che
hanno studiato, per chi si
annoia con facilità invece il computer può essere un ottimo
rimedio.
In conclusione direi che lo studio non va né trascurato né
considerato come un incubo che
ogni giorno ci tocca affrontare;
non va praticato né per troppe
ore al giorno né per pochi
minuti all’ora. È necessario
essere equilibrati e adottare un
metodo adatto alle proprie
caratteristiche.
Ilaria T.
educazioni
Educazione alimentare
Cosa mangiamo? Che percorso
fa il cibo prima di arrivare sulla
tavola?
Alcuni bambini, che per lo più
provengono da una famiglia a
tradizione agricola, sanno
rispondere a queste domande;
altri, troppo abituati a vedere il
cibo
confezionato
al
supermercato, non sanno la sua
reale
provenienza.
Ci
accorgiamo, facendo loro delle
domande, che essi per assurdo
conoscono maggiormente il
mondo tecnologico rispetto alla
realtà contadina da dove
proviene il cibo di cui si nutrono
quotidianamente.
Per questo motivo è importante
che essi ricevano un’ educazione
alimentare: a tal fine il nostro
Istituto ha aderito al progetto
della provincia di Bergamo:"A
scuola con gusto". Le classi
seconda a e b della Scuola
Primaria lo hanno accolto con
entusiasmo, apprendendo
nozioni fondamentali in merito
ai principi nutritivi, alla
differenza tra i cibi freschi e
quelli conservati,alla lettura
ed
delle
etichette
approfondendo la conoscenza
dei prodotti tipici del loro
territorio.
Classi seconde della primaria
Educazione ambientale
Dopo aver lavorato in classe con
la maestra Daniela, che ci ha
spiegato cosa
sono i licheni e
qual è la loro
f u n z i o n e ,
mercoledì 31
novembre
è
venuta nella nostra aula Lisa,
un’educatrice di
“Legambiente”,
che ci ha chiesto
cosa sapevamo
sull’argomento
“Licheni”. Noi,
pronti perchè
a v e v a m o
studiato bene per
la verifica di
qualche giorno
prima, abbiamo stupito l’esperta,
che si è complimentata per la
proprietà di linguaggio con cui ci
esprimevamo.
Successivamente ci ha delucidato
su alcune perplessità che ci erano
rimaste e ci ha detto che
l’indomani saremmo diventati
dei piccoli esperti dell’ambiente:
dovevamo arrivare muniti di
zainetto con calze e scarpe di
ricambio, lente d’ingrandimento,
bussola e taglierino, oltre a una
piccola merendina per saziare la
fame, che si fa sempre sentire. Il
giorno seguente, alle 9:30,
eravamo tutti pronti in fila con il
nostro materiale: prima abbiamo
analizzato i tigli del parco della
scuola, dove c’erano pochissimi
licheni e morti,
poi ci siamo recati nel parcheggio
di Carvico, dove i licheni erano
parecchi e tutti diversi per forma,
colore e dimensione.
Una volta tornati in classe li
abbiamo analizzati con lo
steroscopio, uno strumento
molto simile al microscopio ma
più preciso e uno alla volta
abbiamo
detto
a
cosa
assomigliavano, il colore e
abbiamo inventato un nome che
gli si addicesse (ne sono uscite
delle belle!). Per finire, lunedì 5
dicembre, abbiamo fatto il punto
della situazione: sui tigli del nostro parco ci sono pochi licheni
perchè si trovano all’ombra, c’è
molto muschio e parecchio
inquinamento. Meno inquinato è
il paese di Carvico, dove i tigli si
trovano al sole e non presentano
muschio. E’ stata proprio una
bella esperienza che ci ha
insegnato qualcosa di nuovo.
Classe 3^B
Scrittori in erba
La redazione è molto lieta di
presentare il primo contributo
dei
bambini
di
prima
elementare che hanno voluto
offrire la loro adesione alla
stesura del giornalino. Cari
lettori, prestate attenzione
perché tra di loro potrebbe
celarsi un futuro grande
scrittore.
- L’ultimo dell’anno ho fatto una
festa a casa mia e poi siamo
andati fuori a “sparare” i fuochi.
Sono stato felice. Luca
- Ero in montagna a Foppolo. Un
giorno mentre stavo sciando ho
sorpassato una bambina e poi
sono caduto. Tutti e due ci siamo
messi a ridere. Poi ho cambiato
gli scarponi e sono salito sul bob.
Sono stato molto contento.
Alessandro C.
- Io sono andata al mare a
Fuerte Ventura. Sono andata
alla festa dell’anno nuovo.
Abbiamo preso le trombette, ci
siamo messi il naso con i baffi e il
cappellino. Tutti suonavano le
trombette e si divertivano felici.
Ilaria
- Io sono andato a sciare con il
papà e il nonno,a Bobbio. Sono
stato felice con loro perché sono
sceso veloce dalla piste e mi sono
divertito. Edoardo
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- A Capodanno a casa mia è
venuta la mia amica Arianna e
abbiamo giocato con il pongo. Mi
sono divertita molto a ballare
con la musica della danza e
abbiamo suonato la pianola. Ero
molto felice. Giulia V.
- La sera dell’ ultimo giorno dell’
anno é stata bellissima. Mi sono
divertita giocando con mio
fratello Nicholas e con il mio
amico Andrea. A mezzanotte
siamo usciti tutti a vedere i
fuochi d’artificio colorati e
abbiamo fatto scoppiare i
petardi. E’ stato bellissimo! Mi
sono divertita tantissimo perché
c’era anche la mia amica Giulia di
quattro anni. Nora Grace
Per finire
Scuola e Mousiké
I greci, anche nella Sparta dei
guerrieri, consideravano la
“Mousiké”
seconda
per
importanza tra le materie di studio, dopo la Filosofia. E oggi? Che
ruolo ha la Musica nella scuola
italiana?
Tradizionalmente è un momento
di distensione dopo una lunga
serie di espressioni e prima di una
verifica di Geografia, o, ben che
vada, una cinquantina di minuti in
cui canticchiare, senza troppe
pretese, una canzone di Vasco o delle
Vibrazioni... In realtà, secondo i
programmi (vecchi e nuovi!) del
Ministero dell’Istruzione, le due ore
settimanali a disposizione durante il
triennio dovrebbero portare i
ragazzi dall’analfabetismo musicale
al saper leggere e scrivere
utilizzando il codice di scrittura musicale, saper cantare e suonare in
autonomia leggendo uno spartito,
ascoltare in modo critico per poter
contestualizzare un brano dopo
averne analizzata la partitura ed
infine conoscere la storia della
musica e le varie tecniche
compositive!
Io credo che, come al solito, “in
medio stat virtus”!
Sicuramente
i
programmi
ministeriali sono molto ottimistici,
ma la musica può avere un ruolo
importante nella formazione dei
nostri ragazzi, a maggior ragione in
questa
società
del
Mega-Global-Market, che propone il
disimpegno come modello di vita e
l’astensione come criterio di scelta.
Se da un lato è innegabile il piacere
di suonare o cantare una canzone,
che sia di Mozart o di Vasco Rossi,
dall’altro è certo che farlo con
sicurezza e precisione richiede una
conoscenza molto solida, benché
semplificata, della scrittura musicale
ed un esercizio costante.
Fare musica prevalentemente in
modo laboratoriale, cioè facendo
musica, può coniugare il desiderio di
svago e la necessità di acquisire
conoscenze e competenze,
ottenendo anche, di riflesso,
quell’abitudine alla costanza
nell’impegno, che è obiettivo
fondamentale della Scuola.
Risulta inoltre di grande rilevanza
abbinare all’abilità individuale dei
ragazzi la capacità di collaborare,
indispensabile per la concertazione
nella musica d’insieme.
Infatti il suonare in un gruppo
richiede senz’altro una maggiore
responsabilizzazione di sè e la
tolleranza dell’errore dei compagni,
necessari in qualsiasi lavoro
d’équipe.
Concludendo potremmo riassumere
il tutto in tre parole: impegno,
collaborazione e piacere.
L’impegno per eseguire al meglio la
propria parte, la collaborazione per
concertare il brano ed il piacere di
eseguirlo in modo appropriato!
Prof. Stefano Rossi
Recensioni
Il libro
RAGAZZO NERO (1945)
TITOLO ORIGINALE: Black boy
AUTORE: Richard Wright, Stati Uniti
CASA EDITRICE: Mondadori
Richard è un giovane ragazzo nero che vive nel sud
degli Stati Uniti, là dove l’odio razziale divide i
bianchi dai neri; fin da piccolo Richard è stato
sconvolto da molti fatti quali l’abbandono del padre che ha lasciato lui, i suoi fratelli e sua madre da
soli, ed è stato oppresso dalla nonna estremamente
religiosa e dalla zia isterica.
Ma l’evento che lo sconvolge maggiormente è la
malattia della madre che rimane paralizzata e per
anni trascina un’esistenza dolorosa.
Diventato ragazzo Richard emigra al
Nord…riuscirà, almeno lì, a vivere una vita
tranquilla?
Scopritelo leggendo questo romanzo fortemente
autobiografico, ambientato in un’America razzista
e ingiusta nei confronti dei neri... Buona lettura!
Lucrezia
Il film
A SPASSO CON DAISY (1998)
TITOLO ORIGINALE: Travelling Daisy
REGIA: Bruce Beresford
Distribuzione: Life International (1990) - 20th
Century Fox Home Entertainment
Noi alunni di terza media stiamo trattando in
inglese un tema importante come il razzismo che,
negli anni del secondo dopo guerra, portò alla
discriminazione del popolo nero . Proprio per
questo motivo la prof. Brembilla ha scelto il film “A
spasso con Daisy”.
Si narra la vita di un’anziana vedova ebrea, attiva e
intraprendente, ma che a volte è intrattabile a
causa delle sue fissazioni e pregiudizi verso gli
estranei, soprattutto se questi sono neri.
Un giorno perde il controllo della propria auto, che
finisce sfasciata in un groviglio di cespugli del
parco, lasciando Daisy miracolosamente illesa.
Affinché non corra più rischi, il figlio Boolie decide
di assegnarle, a proprie spese, un autista. Viene
scelto un cinquantenne di colore, Hoke, messo
opportunamente sull’avviso da Boolie, perchè si
prepari a incassare senza reagire i prevedibili
malumori della vecchia signora. Hoke ha bisogno di
quel lavoro per sopravvivere, quindi si affianca
senza obiezioni alla governante, pure di colore,
Idella, la tuttofare di Daisy, nel sopportare con
pazienza l’incontentabile padrona, che lo rifiuta e
cerca continuamente pretesti per liberarsi di lui. Il
tempo, l’incredibile capacità di sopportazione di
Hoke, e la morte improvvisa di Idella, rendono
Daisy più cordiale nei confronti del fedele autista,
che s’improvvisa giardiniere, cuoco, cameriere e
tuttofare. Ormai novantaquattrenne, miss Daisy
entra in uno stato confusionale e crede di essere
tornata indietro nel tempo e di essere di nuovo a
scuola ad insegnare: Hoke, che non l’ha mai
abbandonata, le tiene compagnia e la imbocca
perfino. Per Daisy ora Hoke è il suo migliore amico.
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Marta