Fronteras Abiertas - Cooperazione Italiana
Transcript
Fronteras Abiertas - Cooperazione Italiana
DGCS Ufficio IX Valutazione FRONTERAS ABIERTAS: RETE INTERREGIONALE PER LA COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA E L’INTEGRAZIONE LATINOAMERICANA 07.2012 VALUTAZIONE Il rapporto è stato redatto da: Gianfrancesco Costantini, Maurizio Floridi e Andrea Floridi di STEM-VCR s.r.l L’immagine in copertina rappresenta una parete del Centro di Arte e Artigianato “El arbol de dios” di San Salvador, dove sono esposte le opere del pittore Fernando Llort. L’attività di Llort si è svolta per un lungo periodo nel municipio frontaliero di La Palma, non lontano dal confine con l’Honduras (fotografia di Gianfrancesco Costantini). 2 INDICE ACRONIMI 5 SINTESI 7 1. QUADRO ISTITUZIONALE 17 2. QUADRO TEORICO E METODOLOGICO 18 2.1. Gli obiettivi della valutazione 18 2.2. I criteri della valutazione 18 2.3. Le difficoltà metodologiche incontrate 19 2.4. L’approccio e i principi metodologici adottati 20 2.5. Le fonti 21 3. IL PROGETTO“FRONTERAS ABIERTAS” 22 3.1. Il quadro istituzionale 22 3.2. Gli obiettivi, la metodologia e le attività previste 23 3.3. Il budget del progetto 27 3.4. Il dispositivo di attuazione del progetto 28 3.5. Le attività realizzate e i risultati prodotti nel corso del progetto 28 4. I RISULTATI DELLA VALUTAZIONE 38 4.1. Rilevanza/Pertinenza 39 4.2. Validità del quadro logico 44 4.3. Efficacia: risultati attesi e risultati inattesi 46 4.4. Efficienza 53 4.5. Sostenibilità 55 4.6. Impatto 57 4.7. Visibilità 59 4.8. Funzionalità del dispositivo di attuazione 60 5. LEZIONI APPRESE 63 6. RACCOMANDAZIONI 65 ALLEGATI 67 ALLEGATO 1 TERMINI DI RIFERIMENTO 68 ALLEGATO 2 QUADRO LOGICO 75 3 ALLEGATO 3 ELENCO DELLE PERSONE INCONTRATE 77 ALLEGATO 4 CALENDARIO DELLA MISSIONE IN AMERICA CENTRALE 80 ALLEGATO 5 ELENCO DEI DOCUMENTI CONSULTATI 82 ALLEGATO 6 ZONE DI INTERVENTO DEL PROGETTO 87 4 ACRONIMI ACOFAPE Asociación Coordinadora de Familiares de Peruanos Migrantes y Migrantes Retornados de Europa ACRA Cooperazione Rurale in Africa e America Latina ADEL Agencias de Desarrollo Económico Local ADESO Asociación para el Desarrollo Local AMOP Associação dos Municípios do Oeste do Paraná ASORECH Asociación Regional Campesina Ch’orti BID Banco Interamericano de Desarrollo BRIT Border Regions in Transitions CAF Corporación Andina de Fomento CAN Comunidad Andinas de las Naciones CENPROMYPE Centro para la Promoción de la Micro y Pequeña Empresa en Centroamérica CeSPI Centro Studi Politica Internazionale CEUTA Centro de Estudios Regionales (Universidad de Tarapacá. Arica- Chile) COPEI Coordinadora de Profesionales y Empresarios Peruanos DG RELEX Directorates-General External Relations ECUASIF Ecuatorianos Sin Fronteras FCCR Foro de Ciudades y Regiones del Mercosur IDELCA Instituto para el Desarrollo Local de Centroamérica IILA Istituto Italo-Latino Americano INA-FICT Istituto Nuova Africa - Federazione Italiana Comunità Terapeutiche INTE Instituto de Estudios Internacionales (Universidad Arturo Prat. Iquique, Chile) INTERREG Programma INTERREG di Cooperazione Regionale IReR Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia LAIF Latin American Investment Facility MAE Ministero degli Affari Esteri MERCOCIUDADES Rete di municipi del MERCOSUR MERCOSUR Mercado Común del Sur MTRL Mancomunidad Trinacional Fronteriza Rio Lempa OCO Oficina de Coordinación y Orientación 5 OICS Osservatorio Interregionale Cooperazione Sviluppo ONG Organizzazione Non Governativa PADIF Programa de Apoyo al Desarrollo e Integración Fronteriza PIDET Plan Integrado de Desarrollo Transfronterizo del Golfo de Fonseca PRESANCA Programa Regional de Seguridad Alimentaria y Nutricional para Centroamérica PRODERE Progetto di sviluppo in favore dei rifugiati in Centroamerica SEBRAE Serviço Brasileiro de Apoio às Micro e Pequenas Empresas SICA Sistema de la Integración Centroamericana UE Unione Europea UNDP United Nations Development Programme URB-AL EU Urbal Regional Aid Programme USAID United States Agency for International Development UTT Unidad Técnica Trinacional Plan Trifinio 6 SINTESI 1. Quadro istituzionale Nel luglio 2007, l’Istituto Italo-Latino Americano (IILA) ha lanciato in collaborazione con il Centro di Studi e Politica Internazionale (CeSPI), e grazie al finanziamento della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari esteri, il progetto “Fronteras Abiertas”. Tale progetto si è concluso nel 2011 e ha ricevuto un finanziamento complessivo di 1.500.000 Euro, suddivisi in tre annualità (600.000 Euro 1° Annualità, 2007; 600.000 Euro 2° Annualità, 2008; 300.000 Euro 3°annualità, suddivisa in due parti una relativa al 2009 e l’altra al 2010). Il progetto, formulato nel gennaio 2007, è stato basato su uno studio di fattibilità condotto nel 2006 dal CeSPI e dall’IILA, che ha permesso di analizzare i processi di dialogo transfrontaliero esistenti in America latina e che è risultato nella proposta di una “rete interregionale per la cooperazione transfrontaliera e l’integrazione latinoamericana”. Il finanziamento da parte del Ministero degli Esteri è avvenuto nell’ambito del contributo volontario 2007, del contributo volontario 2008, del contributo volontario 2009 e del contributo volontario 2010. L’IILA e il CeSPI hanno giocato ruoli differenti nella gestione del progetto: l’IILA oltre a mantenere le relazioni con il Ministero degli Esteri, principale soggetto sostenitore del progetto, ha curato le relazioni con le ambasciate dei paesi latino-americani in Italia e le relazioni con alcune ambasciate italiane in America latina, senza realizzare missioni sul campo nel quadro dell’implementazione del progetto; il CeSPI ha identificato e formulato le azioni del progetto e ne ha gestito tutte le attività, sia in Italia, sia nelle regioni latinoamericane interessate, realizzando studi, missioni sul campo, incontri con entità amministrative europee e latinoamericane, iniziative di formazione, ecc.; il CeSPI inoltre ha svolto le funzioni di monitoraggio e di formulazione dei rapporti periodici, che sono stati poi sottoposti all’IILA. Il MAE non ha assunto un ruolo diretto nell’accompagnamento del progetto, sebbene incontri con le ambasciate italiane siano avvenuti in diversi momenti, le ambasciate stesse abbiano partecipato ad alcune attività di carattere seminariale e ad alcuni eventi in America latina, siano state informate dell’andamento del progetto e abbiano – almeno in alcuni casi – svolto attività di accompagnamento nell’ambito del progetto. 2. I risultati della valutazione Nella valutazione del progetto si è osservata, rispetto ai vari criteri di valutazione adottati, una situazione molto diversificata. Tuttavia, al di là dei diversi elementi osservati, appare opportuno mettere in evidenza un carattere generale del progetto, che ne ha influenzato l’esecuzione: si tratta della mancanza di un vero obiettivo generale in grado di orientare la direzione del progetto dal punto di vista delle sue strategie generali e quindi delle sue finalità ultime. La mancanza di un vero obiettivo generale, e quindi di una visione a lungo termine esplicita, sia dei processi d’integrazione delle zone transfrontaliere e delle loro possibili evoluzioni, sia della “mission” del progetto in relazione a tali processi, rappresenta un vero e proprio “peccato originale” che ha profondamente influenzato non solo il resto della costruzione del quadro logico, ma anche della stessa possibilità di svolgere esercizi di valutazione dall’esterno se non a prezzo di un’operazione di ricostruzione logica di ciò che sta alla base del progetto. Nei fatti, senza un obiettivo generale di lungo termine, ogni azione del progetto rischia di essere autoreferenziale. 2.1. Rilevanza/pertinenza Dal punto di vista della rilevanza o pertinenza, il progetto presenta una situazione diversificata. Mentre è stato osservato un alto livello per la rilevanza tematica, per quanto riguarda la rilevanza delle azioni, degli attori identificati e dell’approccio metodologico adottato si è osservato un livello di pertinenza più basso. In effetti, l’identificazione della questione posta al centro del progetto, ovvero il processo d’integrazione nelle aree transfrontaliere, appare pertinente rispetto alle aree latinoamericane considerate, dal momento che in tali aree sono in corso importanti processi d’integrazione sociale ed economica transfrontaliera. Di conseguenza, anche la rilevanza della scelta dei territori in cui sono state svolte le azioni appare alta (l’area del Trifinio, tra Honduras, Guatemala e El Salvador; il Golfo di Fonseca, tra El Salvador, Honduras e Nicaragua; la frontiera tra Brasile, Paraguay, Argentina e Uruguay; la frontiera tra Cile, Perù e Bolivia; la frontiera tra Ecuador e Perù, la frontiera tra Bolivia, Perù e Argentina). La rilevanza del progetto viene però diminuita in misura importante dalla scelta di avere come interlocutori diretti – o come beneficiari – quasi esclusivamente le “amministrazioni intermedie”. Pur essendo stati spesso coinvolti in iniziative e attività di comunicazione (come le numerose riunioni e gli incontri realizzati nel contesto delle “missioni” e la partecipazione a seminari ed eventi pubblici) i governi nazionali sono stati 7 per lo più considerati dei referenti “esterni” rispetto alle iniziative di sviluppo transfrontaliero e ai processi d’integrazione transfrontaliera. Allo stesso modo, le entità internazionali impegnate nella promozione di forme d’integrazione regionale sono state coinvolte soprattutto come interlocutori indiretti, come possibili fonti di finanziamento o come interlocutori nelle attività di comunicazione, di riflessione teorica o nelle iniziative orientate a incidere sulle politiche internazionali. Una situazione simile riguarda le organizzazioni della società civile. Nonostante il fatto che proprio le organizzazioni dei cittadini e le associazioni dei produttori e delle imprese siano tra gli attori da più tempo impegnati in iniziative d’integrazione, questi solo sporadicamente sono stati coinvolti nelle azioni condotte nell’ambito del progetto. In questo modo, di fatto il progetto è intervenuto su attori la cui capacità di svolgere autonomamente iniziative efficaci di cooperazione transfrontaliera è limitata: le amministrazioni locali sono tenute a rispettare le leggi nazionali, ad agire sul territorio di propria giurisdizione e in alcuni casi non sono neanche in grado di mantenere “relazioni di collaborazione” con le amministrazioni locali oltre la frontiera. Una conseguenza di questo è stato il fatto che in alcuni casi (come quello del Golfo di Fonseca) le iniziative di cooperazione transfrontaliera si sono bloccate a causa di fattori come l’opposizione delle amministrazioni nazionali. Anche per quanto riguarda l’identificazione degli attori coinvolti in Italia e in Europa sembra che la rilevanza delle scelte del progetto sia stata relativamente bassa. Occorre aggiungere che il coinvolgimento delle regioni europee sembra aver generato più problemi che vantaggi, dal momento che tale coinvolgimento raramente si è tradotto in un impegno permanente. Inoltre, un ulteriore elemento problematico relativo al coinvolgimento delle regioni europee sembrerebbe essere stato la tendenza di alcune regioni ad avviare progetti di cooperazione basati sulle proprie esperienze e “buone pratiche”, senza tener conto della necessità di adattamento e delle difficoltà nel trasferimento delle pratiche in contesti e con attori diversi da quelli originali. Anche nell’individuazione e nella selezione delle singole iniziative attivate la rilevanza non appare sempre elevata in funzione del conseguimento degli obiettivi del progetto stesso. Almeno in alcuni casi, infatti, le attività svolte si sono rivelate non adeguate a sostenere gli attori locali, a favorirne il rafforzamento o a soddisfarne le domande, soprattutto a causa delle modalità di esecuzione scelte. In altri casi, la rilevanza delle iniziative rispetto agli obiettivi del progetto non è evidente. Un ulteriore ambito in cui la rilevanza del progetto presenta elementi critici è quello relativo alla capacità di tener conto della dimensione giuridica dei territori considerati. Nell’identificazione degli attori locali coinvolti, nella formulazione delle attività e nella loro attuazione, infatti, non sono state considerate le differenze esistenti tra i quadri legislativi nazionali e quelle relative allo statuto giuridico dei diversi attori. Questo ha comportato in alcuni casi l’impossibilità di rafforzare adeguatamente i soggetti della cooperazione transfrontaliera e in altri casi addirittura l’emergere di situazioni di conflitto. Dal punto di vista della rilevanza metodologica, nonostante che nel documento di progetto si parli di un adeguamento del progetto alle domande e alle caratteristiche locali, di fatto “Fronteras Abiertas” ha adottato un approccio basato sulla diffusione di un unico insieme di strumenti, prevalentemente incentrato sull’esperienza europea della cooperazione trans regionale. Questo insieme di strumenti non sempre appare pertinente rispetto alle realtà locali, sia per la mancanza in molti casi di situazioni giuridiche e organizzative assimilabili a quelle europee, sia per la mancanza in America latina di un quadro di riferimento politico e sociale unitario. In sintesi: si osserva che mentre la rilevanza del progetto dal punto di vista tematico e geografico è molto alta, la sua rilevanza per quanto riguarda i soggetti identificati come referenti principali, l’identificazione e la formulazione delle azioni, la dimensione giuridica e l’approccio metodologico presenta aspetti critici importanti. 2.2. Validità del quadro logico Il quadro logico del progetto “Fronteras Abiertas” è stato probabilmente formulato successivamente alla redazione del documento di progetto e in modo autonomo, sia in relazione a tale documento, sia rispetto ai documenti di finanziamento del progetto medesimo (le schede di ventilazione 2007, 2008, 2009 e 2010). Il fatto che il quadro logico sia focalizzato sulle attività comporta una sua scarsa utilità in quanto strumento per la guida e per il monitoraggio del progetto: gli obiettivi previsti e i risultati sperati sono identificati infatti con le attività. Si produce quindi una situazione di automatica rispondenza dell’attività realizzata rispetto al progetto: gli obiettivi sono conseguiti perché le attività sono realizzate. Per di più anche gli indicatori individuati in rapporto ad essi sono o tautologici o non misurabili. Questo comporta sia l’impossibilità di verificare il conseguimento dei risultati e degli obiettivi stessi, sia quella di verificare quale sia 8 effettivamente l’impatto delle attività. Allo stesso tempo questo porta di fatto a non considerare il rapporto tra le attività e i processi sociali, economici e politici in corso, rendendo l’attività di gestione stessa autoreferenziale. D’altra parte, la mancanza di attenzione alle condizioni esterne esistenti – come i rapporti tra stati nazionali, il quadro giuridico a cui le amministrazioni rispondono, la stabilità interna agli stati, l’interesse delle municipalità per lo sviluppo locale – è tra i fattori che hanno contribuito a diminuire la rilevanza del progetto rispetto al contesto in cui si è inserito. E’ da segnalare, inoltre, che nel quadro logico mancano completamente alcune attività che si sono rivelate importanti nella realizzazione del progetto, come quelle di studio e di ricerca. In sintesi: il quadro logico del progetto – forse a causa del fatto di essere stato formulato successivamente e in modo autonomo rispetto al progetto stesso – presenta forti carenze, tali da comportare conseguenze sulla sua gestione e da incidere, sia sulla sua rilevanza, sia sulla sua efficacia. 2.3. L’efficacia Andando al di là di una descrizione semplicemente quantitativa delle realizzazioni del progetto, comunque in linea con quanto programmato, si possono però osservare alcune situazioni problematiche. Per quanto riguarda la “costruzione di una rete di attori” latinoamericani ed europei, composta prevalentemente da amministrazioni locali e intermedie (provincie e regioni), di fatto sembrerebbe che al di là del coinvolgimento nel progetto dell’OICS, il numero delle amministrazioni locali e regionali europee coinvolte nelle iniziative di collaborazione transfrontaliera sia molto limitato. Inoltre, il coinvolgimento di queste amministrazioni non sembra poter essere definito propriamente con il termine “rete”. Sembrerebbe piuttosto trattarsi di forme di coinvolgimento puntuali, dovute a un intervento attivo di convocazione e di animazione da parte di un soggetto esterno piuttosto che dal fatto che “nella rete” si colgono opportunità interessanti, tanto di cooperazione e coordinamento rispetto a obiettivi comuni quanto di scambio di esperienze, informazioni e conoscenze. Inoltre, sembrerebbe che il coinvolgimento attivo delle amministrazioni europee nelle iniziative di cooperazione sia fortemente connesso alla possibilità di accedere a risorse economiche. Per quanto riguarda, invece, le amministrazioni locali latinoamericane, l’interesse a costruire e partecipare a una rete che superi la dimensione locale è sicuramente evidente ed è oggetto di una maggiore consapevolezza che per le amministrazioni europee. Tuttavia, anche tra le amministrazioni locali e intermedie latinoamericane la rete è ancora in una fase embrionale. Anche in questo caso non sembra ancora possibile parlare di una rete vera e propria. Ci si trova piuttosto di fronte a iniziative di cooperazione puntuali messe in contatto e in relazione attraverso l’attività di un attore esterno (il CeSPI). Sul versante delle azioni di formazione, Fronteras Abiertas ha realizzato due insiemi di attività formative: una serie di visite di studio in Italia, che hanno coinvolto 22 rappresentanti e operatori di amministrazioni latinoamericane; e due corsi online, cui hanno partecipato circa 300 allievi. Nel primo caso appare improprio parlare di stage, cioè del tipo di attività formativa prevista inizialmente nella definizione del progetto poiché è mancato l’elemento formativo più tipico degli stage, vale a dire la condivisione dell’attività lavorativa o di prestazione dei servizi svolta dalle entità visitate. Anche nel caso dei corsi online appare difficile fare riferimento alla modalità della “formazione a distanza”: sono mancati, infatti, sia il ricorso a supporti quali i tutor, sia il ricorso a forme d’interattività tra docenti e discenti e tra i discenti stessi. Una definizione carente delle attività e dei loro obiettivi ha influito probabilmente anche sull’efficacia delle azioni di costruzione di capacità e sulla possibilità di avviare iniziative di cooperazione Sud - Sud. Nei fatti, tanto nella costruzione dei progetti da proporre al finanziamento di organizzazioni internazionali, quanto nella formulazione delle iniziative di sviluppo locale finanziate direttamente dal progetto, un ruolo centrale – e qualche volta addirittura esclusivo – è stato assunto dagli attori europei coinvolti. Questo certamente non ha favorito la possibilità di sviluppo di capacità locali. In questo senso, piuttosto che il sostegno a iniziative di cooperazione “Sud - Sud” sembrerebbe che il progetto abbia sostenuto – alcune volte con successo, altre con effetti temporanei – iniziative di cooperazione Nord – Sud – Sud, nell’ambito delle quali le organizzazioni locali rischiano di assumere più il ruolo di beneficiari che non quello di attori protagonisti. 9 I limiti del progetto per quanto riguarda lo sviluppo di capacità tra gli attori coinvolti sono anche in una certa misura rivelati dal fatto che l’efficacia delle attività è stata fortemente condizionata dalle capacità che gli attori coinvolti nel progetto stesso già avevano in precedenza, segno di una certa difficoltà ad adattare il progetto alle condizioni locali. Sembrerebbe quindi che le attività di formazione realizzate abbiano avuto un’efficacia limitata. Una maggiore efficacia è stata osservata dai beneficiari per quanto riguarda le visite in Italia. Un elemento ulteriore che ha influito sull’efficacia del progetto è una situazione di relativa confusione istituzionale. Il legame tra le attività del progetto “Fronteras Abiertas” e le attività promosse o realizzate dagli enti esecutori nel contesto di altri progetti, infatti, non è sempre chiaro e definito e in alcuni casi le stesse persone coinvolte nel progetto hanno agito in momenti diversi all’interno di quadri istituzionali diversi. Il progetto senza dubbio ha avviato e svolto un’ampia azione di comunicazione nei confronti delle amministrazioni locali, dei governi e degli enti internazionali dell’America Latina, funzionale all’avvio di una riflessione sulle questioni dell’integrazione transfrontaliera. L’avvio della riflessione è in qualche modo testimoniato dal fatto che alcuni dei soggetti transnazionali coinvolti nelle azioni di comunicazione (come il SICA e la CAF) hanno promosso iniziative riguardanti la cooperazione transfrontaliera e il ruolo che le amministrazioni locali possono giocare nel processo d’integrazione regionale, spesso coinvolgendo in modo diretto o indiretto i soggetti impegnati nel progetto (in particolare il CeSPI). Tuttavia tale coinvolgimento, mentre da un lato potrebbe apparire come un risultato positivo del progetto, dall’altro potrebbe comportare situazioni non compatibili con il ruolo assunto dal CeSPI all’interno del progetto medesimo: la titolarità del progetto e delle sue azioni dovrebbe essere, infatti, riconosciuta all’IILA e di conseguenza la legittimità di un’azione che stabilisce una relazione diretta tra un’entità esterna e l’ente esecutore del progetto è per lo meno dubbia. E’ importante, infine, fare riferimento agli effetti inattesi. In effetti, proprio l’attività di comunicazione condotta nel progetto consente di mettere in luce un aspetto di Fronteras Abiertas che è poco evidente nel documento di progetto e nelle schede di ventilazione e del tutto assente nel quadro logico formulato. Si tratta, in particolare, della produzione e della diffusione di conoscenze circa i processi d’integrazione regionale e la cooperazione transfrontaliera. Le azioni di comunicazione e di networking con il SICA, con le altre organizzazioni regionali e con alcuni soggetti governativi hanno portato alla condivisione di una nuova visione delle frontiere e alla percezione della possibilità di processi d’integrazione dal basso. In sintesi: nonostante che nell’ambito del progetto siano state realizzate tutte le attività previste, dal punto di vista dell’efficacia il progetto presenta numerosi elementi critici. L’efficacia del progetto appare problematica in particolare per quanto riguarda la costruzione di una rete di amministrazioni intermedie e locali latinoamericane ed europee (ancora in una situazione iniziale), per quanto riguarda i progetti sostenuti (che non sempre sono pertinenti e non sempre hanno avuto risultati di rafforzamento delle capacità degli attori coinvolti) e per quanto riguarda le attività di formazione e di costruzione di capacità istituzionali (in gran parte si è trattato d’iniziative di trasferimento d’informazioni e conoscenze). Un aspetto particolarmente critico per l’efficacia del progetto è stato il prodursi di una situazione di confusione istituzionale: non è chiaro cosa sia “del progetto” e cosa appartenga ad “altri progetti”. Il progetto però presenta anche aspetti positivi, tra cui uno di particolare importanza è da catalogare come un risultato inatteso: si tratta della produzione di conoscenza sui processi d’integrazione transfrontaliera in America Latina. Proprio la produzione di conoscenza – che non era prevista nel quadro logico – ha consentito al progetto di incidere sulle politiche di alcuni soggetti latinoamericani, quali in particolare le organizzazioni d’integrazione regionale. 2.4. L’efficienza Il progetto ha dimostrato di possedere una grande capacità di leverage, dal momento che, attraverso le attività realizzate sono state generate – in modo diretto o indiretto – risorse per circa 11 milioni di Euro (con un investimento complessivo di circa 1,5 milioni di Euro). Nonostante tale capacità, dal punto di vista dell’uso delle risorse non si può fare a meno di osservare la presenza di alcuni aspetti problematici: l’alto costo delle spese generali centrali (il 13% del budget 2007; il 9,73% di quello 2008 e il 10,13% del budget 2009); l’alto costo di alcune attività (per esempio quelle di formazione, sia in Italia, sia onlineonline; pari in totale a circa 361.700 Euro), sia rispetto ai risultati ottenuti sia rispetto al numero di beneficiari effettivamente coinvolti; il fatto che in molti casi gli sforzi fatti e le risorse investite non hanno portato benefici percepiti come tali dagli attori locali; il fatto che le risorse impiegate nelle “azioni dirette” hanno generato a volte effetti che potrebbero essere definiti di ridondanza e comunque poco rilevanti per gli obiettivi del programma; il fatto che nonostante l’investimento complessivo, la rete costituita, soprattutto tra le organizzazioni europee, appare ancora piuttosto esigua e dotata di una scarsa iniziativa; il fatto che l’uso e la 10 gestione delle risorse dei progetti sono stati in alcuni casi un oggetto di conflitto tra i soggetti coinvolti nell’attività di Fronteras Abiertas. Al di là di tali problemi, appare necessario segnalare che probabilmente le modalità stesse di gestione di un progetto che è stato finanziato dal Ministero a un ente internazionale e poi è stato affidato quasi completamente in gestione a un soggetto terzo sono all’origine di alcuni dei problemi relativi all’efficienza delle azioni svolte. L’opportunità di questo “doppio” scalino dovrebbe essere riconsiderata, tenendo presenti i ruoli svolti dai diversi enti coinvolti. Inoltre, come dimostra anche il numero di pubblicazioni del CeSPI che sono poste in relazione con il progetto e le difficoltà che esistono nel determinare quali attività di studio e di ricerca siano da attribuire al Fronteras Abiertas e quali ad altri progetti, si potrebbe ipotizzare che il progetto medesimo si sia in una certa misura tradotto in una modalità di finanziamento per l’attività di ricerca del CeSPI, anche al di là degli obiettivi specifici del progetto. Le attività del progetto, inoltre, sono state utilizzate per mobilizzare finanziamenti per nuovi progetti dei quali partecipano e beneficiano non soltanto le associazioni di municipi e le amministrazioni intermedie delle zone transfrontaliere ma anche lo stesso CeSPI (che svolge di volta in volta attività di assistenza e monitoraggio ai progetti). Anche in questo caso, si potrebbe ipotizzare, quindi, che una percentuale non irrilevante delle risorse investite non sia stata destinata al rafforzamento degli attori impegnati in iniziative di cooperazione e integrazione transfrontaliera. In sintesi: l’aspetto più importante dal punto di vista dell’efficienza è stato la capacità del progetto di mobilitare nuove risorse per la cooperazione transfrontaliera. Tuttavia sono stati osservati alcuni aspetti problematici relativi all’uso delle risorse: alcuni problemi sono legati alla gestione delle attività del progetto; altri invece alle modalità del finanziamento e alla progettazione iniziale dell’iniziativa. 2.5. La sostenibilità Le attività del progetto appaiono in parte dipendenti dalla presenza e dall’iniziativa dei soggetti che sono stati promotori e che hanno gestito il progetto medesimo. Nei casi in cui questi attori hanno “lasciato” il terreno le attività si sono spesso interrotte. Nei casi in cui questi hanno mantenuto una continuità di presenza – anche limitata a specifiche funzioni e a specifiche attività – invece le attività sono continuate e si sono ulteriormente sviluppate. La sostenibilità delle iniziative avviate con il concorso del progetto appare migliore lì dove la presenza degli attori promotori di “Fronteras Abiertas” è stata minore e si è quasi limitata a mettere in contatto gli attori locali con quelli europei. In questi casi, una maggiore autonomia degli attori coinvolti come “beneficiari” ha consentito la generazione d’iniziative autonome e che stanno continuando. La continuità e la sostenibilità delle iniziative d’integrazione sono quindi in molti casi risultate evidenti in situazioni in cui le azioni del progetto si sono rivelate poco efficaci o poco presenti. Non si tratta di un fatto casuale: la scelta di non creare nuovi soggetti, ma di sostenere o accompagnare quelli già attivi ha comportato che anche nelle aree in cui Fronteras Abiertas non è riuscito a portare “nuove risorse” le dinamiche d’integrazione che il progetto ha cercato di rafforzare continuino, a volte con risorse locali altre continuando – anche senza l’appoggio del progetto – a svolgere attività di fund raising o grazie alle risorse già mobilizzate da altri attori internazionali. Un elemento che favorisce la continuità delle attività iniziate appare la mobilitazione di nuovi attori, come soggetti promotori d’iniziative di cooperazione transfrontaliera o come donatori: è il caso del SICA o di alcuni governi locali dell’America del Sud, o ancora dell’OICS che continua a svolgere un ruolo di mediazione tra le regioni italiane e quelle latinoamericane. In sintesi: dal punto di vista della sostenibilità, mentre si nota la dipendenza della continuità delle azioni dalla presenza e dall’intervento dei promotori del progetto, anche a causa di livelli diversi di continuità e coinvolgimento attivo degli attori locali, non si può non osservare come due delle strategie portanti del progetto, vale a dire quella di non creare nuovi enti ma di intervenire su processi in corso e quella di cercare di diffondere il tema della “integrazione transfrontaliera dal basso” tendano a consentire un mantenimento della continuità delle iniziative di cooperazione e di sviluppo nelle aree di frontiera. 2.6. L’impatto Piuttosto che una vera e propria valutazione d’impatto, l’esercizio valutativo ha provato a identificare e a esaminare alcune tendenze generali o orientamenti che si sono sviluppati in relazione con le azioni del progetto e che potrebbero offrire un’idea circa gli impatti che il progetto potrebbe avere nel medio e lungo periodo. In tal senso, un primo aspetto è legato al fatto che Fronteras Abiertas ha consentito di mobilitare – in modo diretto e indiretto – circa 11 milioni di Euro grazie a nuovi progetti. Un primo filone d’impatti è quindi da identificare negli 11 effetti che tali disponibilità di risorse avrà in ordine all’affermazione delle tematiche relative all’integrazione regionale transfrontaliera, nonché all’aumento delle capacità, grazie a tali risorse, degli attori locali. Un secondo non meno importante ambito d’impatto è rappresentato dall’aumento dell’attenzione prestata al tema della cooperazione transfrontaliera nell’ambito delle agende e delle politiche di sviluppo di una pluralità di soggetti internazionali impegnati in iniziative d’integrazione in America Latina, come il SICA, l’Unione Europea e l’UNDP. E’ possibile, però, in riferimento al programma parlare anche d’impatti mancati. In particolare, il progetto sembra non avere avuto la capacità di aggregazione di tutti i vari soggetti coinvolti nelle iniziative di sviluppo transfrontaliero su un insieme di strategie comuni. Di fatto, mentre un tentativo di creare consenso e forme di partecipazione attorno al programma è stato fatto nei confronti delle organizzazioni internazionali e – in misura minore delle amministrazioni centrali dei diversi stati, un tentativo del genere non è stato adeguatamente svolto nei confronti degli attori non governativi e delle cooperazioni bilaterali. Di conseguenza questi attori, pur promuovendo iniziative d’integrazione, spesso più forti e più rapide di quelle delle amministrazioni locali tendono a non aggregarsi secondo una prospettiva comune e ancora meno sulla base di quella proposta dal progetto (che è stato anzi percepito a volte come un concorrente, colto nel tentativo di “assumere la paternità” dei processi e delle iniziative in corso). In secondo luogo, il progetto non ha inciso nella creazione di un contesto per la riaggregazione, il “ri-ordinamento” e la ridefinizione di una strategia comune tra i numerosi progetti sostenuti dalla Cooperazione italiana nella regione latinoamericana: mentre il CeSPI è stato parte integrante di alcuni progetti dell’IILA nella regione, il progetto è rimasto separato dalla cooperazione italiana e dalle iniziative di sviluppo locale generate dalla cooperazione italiana nel passato. In sintesi: anche per quanto riguarda gli impatti il progetto Fronteras Abiertas presenta un quadro diversificato. Certamente il progetto ha avuto impatti importanti, sia per quanto riguarda la mobilitazione di nuove risorse, sia per quanto riguarda la diffusione di una visione della cooperazione transfrontaliera “dal basso”. Sono da notare, però, anche degli impatti mancati, in particolare, rispetto alla possibilità di aumentare l’integrazione tra gli interventi di cooperazione transfrontaliera e di influire sugli altri progetti della Cooperazione italiana. 2.7. La visibilità Considerando le risorse impiegate in quest’ambito, si potrebbe pensare che il progetto abbia avuto una grande visibilità, tanto a livello internazionale quanto a livello locale. Nell’ambito della valutazione si è osservata anche in quest’ambito la presenza di alcune situazioni problematiche, vale a dire: - Al di là dei soggetti locali direttamente coinvolti (le persone che hanno preso parte alle iniziative), la visibilità del progetto Fronteras Abiertas è stata molto limitata nelle aree d’intervento. - La visibilità del progetto è limitata anche tra i soggetti direttamente coinvolti. La visibilità dell’insieme di attori coinvolti nel progetto è stata limitata: mentre tutti gli attori coinvolti nel progetto sono consapevoli del ruolo del CeSPI, quasi nessuno è a conoscenza del coinvolgimento e del ruolo dell’IILA. La visibilità dell’IILA e della Cooperazione italiana si è ridotta per la maggior parte degli interlocutori del progetto alla presenza dei loro logo sulle pubblicazioni e sui documenti del progetto stesso. - La visibilità della Cooperazione italiana come attore coinvolto nella promozione di un nuovo approccio alla cooperazione transfrontaliera è quasi inesistente, soprattutto a livello locale: al di là della presenza dei simboli della cooperazione italiana sulle pubblicazioni, non è emersa in relazione al progetto alcuna politica visibile e percepibile dell’Italia sui processi di cooperazione e di sviluppo transfrontaliero nei paesi dell’America Latina. In sintesi: nonostante la quantità di risorse dedicata alle attività di comunicazione, la visibilità del progetto in quanto azione strategica della cooperazione italiana e dell’IILA è rimasta molto limitata. Il ruolo assunto dal CeSPI sul campo ha generato una certa confusione tra gli interlocutori del progetto. Fronteras Abiertas è infatti spesso stato identificato con l’ente che ne eseguiva le azioni, mentre il ruolo dell’IILA è stato molto raramente percepito. 2.8. Funzionalità del dispositivo di attuazione Nonostante il progetto sia molto complesso, il dispositivo di attuazione risulta poco strutturato e poco organizzato senza un adeguato sistema di gestione e di verifica in grado di coordinare, di gestire e a volte anche di mediare i numerosi interessi emergenti in relazione alle molte dimensioni del progetto. Sebbene il progetto sia stato finanziato dal MAE e abbia comportato un’azione in un’area territoriale in cui la presenza della cooperazione italiana ha una lunga storia, il Ministero degli affari esteri non sembra aver assunto più alcun ruolo nel monitoraggio e nel controllo dell’intervento, se non in maniera indiretta attraverso la gestione amministrativa del 12 contributo all’IILA, la comunicazione tra le ambasciate e i diplomatici italiani e l’IILA, la partecipazione a seminari ed eventi pubblici; alcuni incontri con lo staff del progetto, soprattutto a livello locale, e la realizzazione di piccole iniziative di comunicazione. Di fatto, nonostante la vastità delle relazioni create nel contesto del progetto, quest’ultimo non sembra essere mai stato oggetto di particolare attenzione, di un intervento volto a influire sulla sua gestione, o di una strategia specifica. Dal punto di visto della gestione, non è stato definito alcun comitato di direzione o di pilotaggio, non è stato determinato un sistema di monitoraggio formale, non c’è stata neanche una differenziazione formale tra i ruoli dei diversi attori coinvolti nell’organizzazione. Nonostante il fatto che il progetto abbia coinvolto numerosi soggetti, non è stata creata nessuna struttura di gestione all’interno della quale fosse possibile rendere partecipi tali soggetti in un processo collettivo e organizzato di comunicazione, interazione e assunzione delle decisioni. Insomma, la possibilità di identificare e risolvere i problemi che comunque emergono in un progetto della complessità di “Fronteras Abiertas” è stata lasciata all’iniziativa e alla capacità dei vari attori coinvolti nella sua realizzazione, senza che questi potessero disporre di una struttura che li sostenesse nel mediare tra le esigenze connesse alla gestione quotidiana delle numerose attività previste e quelle connesse all’analisi, alla valutazione e alla gestione delle numerose dinamiche generate dalle attività del progetto nel suo incontro con la realtà politica, sociale ed economica dei territori e degli attori coinvolti. Non stupisce quindi che a fronte di una forte pertinenza del tema affrontato dal progetto siano poi emersi, sia elementi di pertinenza minore relativi al suo “incontro con la realtà”, sia elementi problematici riguardanti l’efficacia e l’efficienza delle azioni. La mancanza di un sistema di monitoraggio efficace ha reso il dispositivo poco adatto rispetto a un progetto complesso come Fronteras Abiertas. La mancanza di definizione dei risultati attesi e di un sistema formalizzato di indicatori di risultato ha probabilmente influito fortemente sulla possibilità di svolgere un effettivo monitoraggio. Alle carenze del sistema di monitoraggio (sicuramente adatto a gestire attività “visibili” ai governi e alle ambasciate, ma meno a gestire attività non tangibili caratterizzate dal concorso di molti attori e dall’interazione di numerose dinamiche) si è affiancata la mancanza di un’attività di valutazione indipendente. Per quanto riguarda la funzione dell’IILA nell’ambito della realizzazione del progetto, essa è stata legata soprattutto ad alcune attività: la definizione di grandi linee strategiche, la gestione delle relazioni con i governi, l’accompagnamento nell’organizzazione di alcuni eventi seminariali. Le azioni sul campo del progetto sono state invece completamente curate e gestite dal CeSPI. Questo è risultato sia in una minore visibilità dell’IILA stesso, sia nel prodursi di un elevato grado di sovrapposizione tra le attività del progetto e quelle condotte anche in altri ambiti di attività dal CeSPI stesso. L’assunzione di un ruolo più attivo nella gestione delle attività da parte dell’IILA e di un’eventuale presenza sul campo avrebbe probabilmente consentito di mitigare i problemi relativi alla “confusione istituzionale”, alla visibilità e forse anche quelli relativi all’efficienza. Sul campo, la presenza del progetto si è concretizzata in gran parte nella realizzazione di missioni di breve durata, mentre soltanto in pochi casi ci si è avvalsi di “agenti” che avessero una presenza prolungata nei territori considerati o di agenti locali che accompagnassero le attività. In questi casi l’attività sul campo è comunque stata svolta senza avere un dispositivo adeguato di risorse e di strumenti tecnici. L’accentramento della gestione del progetto in Italia ha probabilmente influito sull’efficacia limitata del progetto dal punto di vista della costruzione di capacità locali e ha in ogni caso favorito che, nell’ambito dell’attuazione, emergessero problemi legati alla mancanza di visibilità del progetto stesso da parte di soggetti locali. In sintesi: Dal punto di vista del dispositivo di attuazione del progetto è necessario mettere in evidenza una condizione di inadeguatezza, soprattutto rispetto alla complessità del progetto stesso. In questo quadro elementi di particolare rilevanza sono da identificare nella mancanza di un sistema di gestione strutturato che coinvolgesse i diversi attori coinvolti nell’azione; nell’assenza del MAE, sia dal punto di vista strategico, sia nel controllo esterno dell’implementazione; nel ruolo secondario svolto dall’IILA; nella mancanza di un sistema adeguato di monitoraggio e di valutazione in corso d’opera, nella mancanza di un’adeguata presenza sul campo. 2.9. Visione d’insieme dei criteri di valutazione Nella tabella seguente è riportata la visione d’insieme dei risultati dell’esercizio di valutazione in funzione dei differenti criteri. 13 Criteri Rilevanza o pertinenza Soddisfacente - Carente Il tema del progetto Le aree geografiche identificate Quadro logico - Attività realizzate corrispondenti a quelle indicate nel progetto Attività di formazione in Italia reputate utili dai soggetti coinvolti L’identificazione degli attori di riferimento Le azioni La dimensione giuridica - Relazione tra risultati e attività (alcune attività non sono identificate) Formulazione degli obiettivi e dei risultati Gli indicatori sono tautologici rispetto ai processi che dovrebbero consentire di valutare - Il contenuto transfrontaliero è dubbio nei casi di alcuni progetti. Il legame tra il progetto e alcune attività non è evidente In alcuni casi non c’è un coinvolgimento di amministrazioni europee. Il numero delle organizzazioni locali e regionali europee coinvolte è molto limitato La cooperazione più che su una rete appare basata su relazioni puntuali Non è chiaro l’interesse per la rete da parte di molti attori, se non quello di acquisire risorse La rete latinoamericana è ancora in una situazione embrionale e dipende dagli attori esecutori del progetto I risultati delle attività di formazione non sono misurabili Il sito non funziona come piattaforma Uso analogico e impreciso dei concetti che definiscono le attività Confusione istituzionale Mancata considerazione delle dinamiche politiche e istituzionali Approccio indifferenziato agli attori I casi di cooperazione Sud - Sud sono ancora pochi Il progetto in alcuni casi non riesce a produrre un effettivo accrescimento delle capacità, si limita ad accompagnare chi ha già capacità elevate. Le attività di formazione sembrano avere un’efficacia limitata - Efficacia - Generazione di progetti per circa 11 milioni - - Il budget è stato definito di anno in anno. Non c’è corrispondenza tra il budget del progetto formulato nel documento di progetto e quello finale. Non è chiaro il modo nel quale il budget si è evoluto. Il costo di alcune attività appare molto alto rispetto ai risultati ottenuti (es. formazione in Italia) Non sempre le risorse investite hanno portato benefici percepiti dagli attori locali In alcuni casi le azioni dirette hanno generato effetti ridondanti o poco rilevanti per gli obiettivi del programma Il risultato più evidente del progetto (i nuovi progetti) appare indipendente da molte delle attività svolte Il meccanismo istituzionale è poco coerente con il ruolo di ognuno degli attori Il progetto appare orientato anche a finanziare l’attività del CeSPI piuttosto che semplicemente a favorire il sostegno del CeSPI agli attori locali Sono emersi conflitti sulle risorse tra gli attori coinvolti - Dipendenza dagli enti promotori del progetto di alcune iniziative di cooperazione Livelli diversi di continuità e coinvolgimento attivo dei soggetti locali - Efficienza Sostenibilità - - Mobilitazione di nuovi attori - Integrazione delle attività del progetto in processi già in atto 14 Criteri Soddisfacente Carente - Mobilitazione di nuove risorse - Processi di mutamento e di sviluppo che coinvolgono gli attori delle “frontiere” in cui sono state avviate iniziative - Processi di formulazione delle politiche regionali e internazionali, in particolare attraverso il rafforzamento della visione della cooperazione transfrontaliera “dal basso” - La mancata aggregazione in un contesto strategico condiviso dei numerosi soggetti coinvolti nelle iniziative di sviluppo transfrontaliero - La mancata creazione di un contesto per la riaggregazione della Cooperazione italiana in America Latina - Attività seminariali e pubblicazioni Visibilità - Il progetto è poco visibile nelle aree in cui è stato eseguito - Non c’è nella percezione degli attori locali nessuna differenza tra il CeSPI e il progetto - La presenza dell’IILA è percepita da un numero molto limitato di attori. L’attività svolta dall’IILA non è riconosciuta dagli attori locali - Il progetto non è visibile, né percepito come elemento di una strategia della cooperazione italiana Il dispositivo di attuazione - Impatto Mancanza di un dispositivo di gestione strutturato con la partecipazione di tutti gli attori coinvolti Mancanza di intervento del MAE sul piano strategico e nel controllo esterno Funzione poco centrale dell’IILA nella gestione delle attività Mancanza di un sistema di monitoraggio Mancanza di una valutazione in corso d’opera Presenza limitata sul campo 15 3. Le raccomandazioni La formulazione delle raccomandazioni presuppone che sia posta innanzitutto una pre-condizione. In effetti, la questione fondamentale, come spiegato nel corso dell’esercizio di valutazione, risiede nella natura del progetto: un eventuale nuovo progetto o un’eventuale nuova fase non potrà prescindere, non solo dalla chiarezza degli obiettivi di ciò che si vuole fare, ma soprattutto dal fatto che si definisca se si è nel contesto di una ricerca esplorativa o se si è invece in quello di un intervento di cooperazione allo sviluppo. Appare evidente che un compromesso tra le due possibili identità non può essere praticabile. Le raccomandazioni consistono in: i. Dare continuità all’iniziativa sui territori di frontiera e sull’integrazione dal basso nelle aree di frontiera, così da valorizzare l’investimento realizzato fino ad ora. ii. Definire il quadro strategico all’interno del quale l’iniziativa si situa, in particolare per quanto riguarda la Cooperazione Italiana e definire le relazioni tra l’iniziativa e le altre attività della Cooperazione italiana. iii. Adottare un quadro istituzionale all’interno del quale siano definiti ruoli ben definiti per ognuno degli attori, si evitino le sovrapposizioni, si eviti la possibilità di situazioni di “conflitto di interesse” e si garantisca lo svolgimento delle differenti funzioni, la possibilità di verifica e di controllo; e nel quale si preveda un sistema di governance del progetto cui possano partecipare in modo strutturato i vari soggetti coinvolti nella sua attuazione. iv. Adottare un dispositivo di attuazione strutturato e in grado di gestire un’azione complessa. v. Definire il budget del progetto in modo chiaro e determinato, evitando variazioni che prevedano spese aggiuntive ed evitando successive ri-formulazioni annuali – così da permettere un adeguato monitoraggio dell’efficienza. vi. Adottare una metodologia che preveda un effettivo accompagnamento degli attori coinvolti (latinoamericani ed europei), con un’adeguata presenza sul campo e un adeguato coinvolgimento di attori locali. vii. Prevedere all’interno del progetto attività di ricerca e di studio come strumento di accompagnamento definendone anche la metodologia e i risultati attesi in termini di generazione di nuova conoscenza e d’innovazione. viii. Focalizzare le azioni su un’area territoriale o su un numero limitato di aree territoriali, così riducendo il rischio di una dispersione di risorse e di un’eccessiva complessità di gestione. ix. Creare all’interno delle aree territoriali in cui il programma agisce dei meccanismi di governance locale che permettano di prendere parte alla gestione dell’iniziativa a tutti gli attori locali rilevanti. x. Focalizzare il progetto su insiemi di azioni definiti (componenti, volet), mantenendo forme di flessibilità, ma evitando la proliferazione di azioni e iniziative che rischiano di avere effetti di dispersione di risorse. xi. Evitare l’adozione di scelte esclusive per quanto riguarda gli attori locali da coinvolgere. xii. Adottare un approccio diversificato all’assistenza agli attori locali, fondato su un’effettiva analisi di tali attori che ne identifichi intenzionalità e orientamenti, fabbisogni di rafforzamento delle capacità. xiii. Adottare modalità di azione caratterizzate da trasparenza e visibilità (es. call for projects per l’individuazione delle iniziative locali da sostenere, adozione di criteri di selezione formalizzati, ecc.). 16 1. QUADRO ISTITUZIONALE Con incarico del 13.12.2011, repertorio n. 1518, l’ufficio IX della Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri ha affidato alla società STEM-VCR l’incarico di svolgere una valutazione in itinere del progetto “Fronteras Abiertas: rete interregionale per la cooperazione transfrontaliera e l’integrazione latinoamericana”. A tale scopo, la società STEM-VCR ha costituito un’équipe formata da tre esperti che si è attivata formalmente il 23 aprile 2012 in seguito alla comunicazione di inizio lavori da parte del MAE. Gli esperti incaricati della valutazione e autori del presente rapporto sono: - Gianfrancesco Costantini, esperto senior, socio economista, con una lunga esperienza di lavoro nel campo della cooperazione allo sviluppo, in particolare in America Centrale; - Maurizio Floridi, esperto senior, sociologo, con una lunga esperienza nella formulazione e nella valutazione di progetti di cooperazione allo sviluppo; - Andrea Floridi, assistente junior, economista dello sviluppo. L’esercizio di valutazione si è svolto in tre fasi distinte: a. Una fase preparatoria, dal 23/4/2012 al 5/5/2012 durante la quale, oltre al breefing iniziale presso il Ministero degli Affari Esteri con la partecipazione dei vari uffici interessati, sono stati acquisti e analizzati i documenti di base del progetto, sono stati intervistanti i rappresentanti dell’IILA e del CESPI oltre alla programmazione della missione sul campo in America Centrale; b. La fase di campo, dal 6/5/2012 al 20/5/2012 che ha visto gli esperti Gianfrancesco Costantini e Andrea Floridi impegnati in una serie di incontri con tutti gli attori coinvolti dal progetto in El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua e più in particolare nelle due zone in cui il progetto è intervenuto: il Trifinio (area di frontiera tra El Salvador, Guatemala e Honduras) e il Golfo di Fonseca (area di frontiera tra El Salvador, Guatemala e Honduras); c. La fase di redazione del rapporto finale durante la quale si sono verificate le informazioni raccolte sul campo attraverso incontri, interviste e contatti mirati con il Ministero degli Affari Esteri, il CESPI, l’IILA, la Regione Lombardia, l’OICS, con protagonisti dell’implementazione del progetto e informatori qualificati. Durante tali incontri e contatti l’équipe di esperti ha inoltre verificato le principali conclusioni dell’esercizio di valutazione anche al fine di verificarne il grado di condivisione con i vari attori istituzionali implicati nel progetto. 17 2. QUADRO TEORICO E METODOLOGICO 2.1. Gli obiettivi della valutazione Secondo i TdR, riportati all’allegato 1, la valutazione del progetto “Fronteras Abiertas” doveva: - esprimere un giudizio sulla rilevanza degli obiettivi e sul grado di raggiungimento degli stessi; - esprimere un giudizio su efficienza, efficacia, impatto e sostenibilità del progetto; - esaminare il progetto nella sua struttura e completezza, per identificare le buone pratiche e gli insegnamenti appresi, in modo da utilizzarli come base conoscitiva per sviluppare in avvenire eventuali programmi di assistenza tecnica; - analizzare le strategie e le modalità di realizzazione, come ad esempio fornire raccomandazioni per eventuali future iniziative nello stesso settore di intervento; - tenere in considerazione i fattori di sostenibilità e l’impatto che la realizzazione di tale progetto ha sui processi d’integrazione in atto nelle aree di frontiera interessate. La valutazione doveva inoltre esprimere considerazioni sui seguenti punti: - efficacia e impatto dell’assistenza tecnica e formazione fornita e degli strumenti utilizzati a tal fine; - efficacia e impatto de ruolo di “Fronteras Abiertas” come piattaforma per progetti di sviluppo territoriale; - efficacia, impatto e sostenibilità delle azioni di intervento dirette sul territorio. A tali obiettivi, l’équipe ha ritenuto utile, vista l’architettura istituzionale particolarmente articolata del dispositivo, di aggiungere l’aspetto della visibilità con particolare riferimento a quella del Ministero degli Esteri come principale donatore e a quella dell’IILA che è il beneficiario del finanziamento del MAE per la realizzazione del progetto. 2.2. I criteri della valutazione Per quanto riguarda i criteri della valutazione, in accordo con i TdR, essi sono stati definiti nella maniera seguente: - rilevanza o pertinenza, intesa come coerenza degli obiettivi del progetto con le necessità delle aree di frontiera beneficiarie nonché il grado di coinvolgimento degli attori locali; - validità del quadro logico, intesa come analisi delle logiche sottointese alla sua elaborazione e la rispondenza delle attività con i risultati e di questi ultimi con gli obiettivi che il progetto intendeva raggiungere; una particolare attenzione è stata accordata dall’équipe all’analisi degli indicatori proposti nel quadro logico; - efficienza, analizzata in relazione all’ottimizzazione delle risorse destinate al conseguimento degli obiettivi del progetto considerando in particolare: se i risultati sono stati raggiunti con i costi previsti; se sono stati raggiunti nei tempi previsti; e se i mezzi utilizzati sono stati i più efficienti possibile; - efficacia, intesa come misurazione del grado e dell’entità del raggiungimento degli obiettivi del progetto, in particolare prendendo in considerazione: in che misura l’obiettivo generale e gli obiettivi specifici del progetto siano stati conseguiti; se le attività realizzate risultino coerenti con l’obiettivo generale e gli obiettivi specifici; e l’analisi dei principali fattori che hanno influenzato il raggiungimento degli obiettivi; - impatto, inteso come analisi degli effetti del progetto sulle realtà locali; - sostenibilità, considerata come capacità del progetto di produrre e riprodurre benefici nel tempo. Come in parte già accennato, la valutazione ha preso in esame altri tre aspetti che sono stati isolati nella trattazione dell’esercizio vista la loro importanza. Si tratta, in particolare di: - l’analisi della visibilità dei soggetti istituzionali finanziatori o promotori del progetto, con un’attenzione particolare alla percezione del governo italiano (come donatore) e dell’IILA; 18 - l’analisi dei risultati inattesi e degli effetti indotti che pur non essendo stati previsti acquistano tuttavia un certo interesse anche alla luce di una possibile continuazione dell’impegno del governo italiano nell’area e nelle stesse tematiche al di là del progetto “Fronteras Abiertas”; - l’analisi della funzionalità del dispositivo di attuazione, caratterizzato come già accennato da un’articolazione piuttosto complessa. 2.3. Le difficoltà metodologiche incontrate Dal punto di vista metodologico, la missione di valutazione si è dovuta confrontare con una serie di difficoltà legate alla natura stessa del progetto e della sua implementazione che è opportuno riportare anche al fine di illustrare gli accorgimenti adottati per ovviare a tali difficoltà. a. La difficoltà di generalizzare per l’intero progetto le informazioni raccolte sul campo. In effetti, nonostante il progetto “Fronteras Abiertas” interessi l’intero continente latinoamericano, la valutazione ha riguardato tuttavia, anche per comprensibili ragioni di risorse disponibili, solo due zone, entrambe ubicate in America Centrale (il Trifinio e il Golfo di Fonseca) rispetto alla totalità di quelle interessate. Tale difficoltà non ha interessato tanto il funzionamento del dispositivo nel suo insieme, naturalmente lo stesso per tutto il progetto, ma le specificità dell’America Centrale rispetto ad altre zone frontaliere nel resto dell’America Latina soprattutto continentale. Se, quindi, le conclusioni sul modo di operare del progetto nelle due zone, e di conseguenza le raccomandazioni formulate, possono senz’altro avere una validità generale, per quelle che riguardano le azioni specifiche analizzate nei quattro paesi centroamericani occorre naturalmente relativizzare la loro portata generale. Per ovviare a tali difficoltà, i valutatori hanno accordato una forte attenzione all’analisi documentaria sull’intero progetto e non solo sulle aree centroamericane. Queste ultime possono quindi essere considerate dal punto di vista metodologico come paradigmatiche delle problematiche caratterizzanti il progetto nel suo insieme e quindi anche nelle altre aree, anche se con una valenza che non può essere assolutizzata per ciò che riguarda le informazioni tratte dalle azioni specifiche osservate durante la missione sul campo. b. L’indisponibilità di un quadro logico coerente, completo ed esaustivo. Al di là dei cambiamenti che gli obiettivi generale e specifici hanno subito nel corso del tempo - cosa che sicuramente non ha facilitato il lavoro non solo dei valutatori ma soprattutto di chi era responsabile dell’implementazione -, le differenti formulazioni presentano tutte un problema di fondo: la mancanza di un vero obiettivo generale in grado di orientare la direzione del progetto dal punto di vista delle sue strategie generali e quindi delle sue finalità ultime. Anche se l’analisi del quadro logico e della sua coerenza è oggetto di uno specifico paragrafo dedicato ai risultati della valutazione (vedi cap. 4), occorre inoltre mettere in evidenza la difficoltà di utilizzarlo come strumento rigoroso per comparare ciò che è stato realizzato rispetto a quello che era stato previsto, oltre naturalmente agli effetti osservabili del progetto. Il cambiamento degli obiettivi nel corso del tempo, la confusione logica tra i concetti di risultato, attività e indicatori, e più in generale la costruzione di un quadro logico “ex post” ha comportato una difficoltà oggettiva per i valutatori che, anche in mancanza di un sistema di monitoring, hanno dovuto necessariamente limitarsi a un’analisi qualitativa rinunciando a qualsiasi operazione di tipo quantitativo. c. L’indisponibilità di un quadro chiaro delle azioni svolte e del budget dapprima previsto e poi effettivamente utilizzato. Tale difficoltà ha rappresentato un forte ostacolo poiché, in mancanza di documenti sintetici (la programmazione annuale di fatto comportava di volta in volta il cambiamento, sia delle azioni programmate sia soprattutto del budget, questo ultimo non comparabile nelle sue differenti versioni annuali a causa delle voci contabili che di volta in volta assumevano denominazioni differenti) e soprattutto di un rapporto finale esaustivo, i valutatori sono stati costretti a un lavoro di ricostruzione e di reinterpretazione della realtà del progetto, operazione che potrebbe aver comportato qualche imprecisione. d. L’analisi dell’impatto di un progetto, come “Fronteras Abiertas”, che interviene su processi sociali e politicoistituzionali può essere efficace solo se condotta in una prospettiva di medio/lungo periodo. Essendo il progetto terminato da pochi mesi, i valutatori si sono trovati nella contraddizione, usuale in progetti di questo tipo, di dover analizzare l’impatto di azioni condotte da pochissimo tempo su processi che hanno invece dinamiche temporali molto più lunghe. Ammessa tuttavia l’utilità di un’analisi dell’impatto condotta nel breve termine, le conclusioni avranno una valenza che dovrà essere intesa in termini di orientamento o di tendenze generali di quello che sarà in realtà in futuro l’impatto su processi di lungo termine quale ad esempio l’integrazione transfrontaliera. 19 e. La difficoltà a distinguere tra dinamiche riconducibili ai processi in atto e quelle più proprie al progetto. Il progetto “Fronteras Abiertas” ha senza dubbio il merito di intervenire su processi e dinamiche già in atto (ciò che peraltro influisce positivamente sulla sua pertinenza) rinunciando a imporre a ingabbiare la realtà piegandola alle sue esigenze. Se tale aspetto rappresenta senza dubbio un forte interesse, è pur vero tuttavia che è spesso difficile distinguere tra le dinamiche e gli effetti propri ai processi in atto già molto tempo prima dell’avvio del progetto e quelli che invece sono legati direttamente a quest’ultimo. Per ovviare a tale difficoltà, i valutatori hanno considerato tutte le informazioni raccolte o i fenomeni osservati secondo una prospettiva e un’analisi diacroniche, utili tra l’altro a stabilire la direzione dei rapporti di reciproca influenza tra progetto e realtà processuale nel quale esso si colloca. 2.4. L’approccio e i principi metodologici adottati Data la natura del progetto, fondato soprattutto su elementi “soft” e alla relativa minore importanza di interventi di tipo “hard”, ad eccezione di alcune rare forme di azioni “dirette”, la valutazione ha adottato un approccio quasi esclusivamente qualitativo fondato quindi sull’analisi di processi e di dinamiche legate al tema dell’integrazione transfrontaliera. Tale approccio si è tradotto in un lavoro di verifica di ciò che il progetto “Fronteras Abiertas” ha rappresentato per le dinamiche in atto nelle due zone dell’America Centrale, vale a dire la zona del Trifinio e quella del Golfo di Fonseca, ai fini delle tematiche legate all’integrazione transfrontaliera a partire, innanzitutto, da una mappatura degli attori coinvolti dai processi in atto e, in secondo luogo, dall’analisi del ruolo degli attori coinvolti direttamente dal progetto. Più in particolare, l’approccio qualitativo si è concretizzato nell’adozione di tre principi metodologici: l’analisi del rapporto tra il progetto e il contesto (soprattutto per quanto riguardo il criterio della pertinenza); l’identificazione delle lezioni e degli insegnamenti appresi come elemento amplificatore del ruolo del progetto in ordine ai processi d’integrazione transfrontaliera (soprattutto per i criteri dell’efficacia, l’efficienza e l’impatto); e la gerarchizzazione delle tematiche (tematiche prioritarie ai fini valutativi). 2.4.1. L’analisi del rapporto tra progetto e contesto Tale analisi ha fatto riferimento a un modello fondato sul riconoscimento di due aree, quella del progetto medesimo e quella del contesto. Da un punto di vista teorico tale modello prevede che la coerenza tra il progetto e il contesto in cui si inserisce risultino in alti livelli di pertinenza, efficacia, efficienza, impatto e sostenibilità, i quali diminuiscono quanto maggiori sono le discrepanze tra le due aree. Le due aree, a loro volta possono essere articolate in una pluralità di dimensioni, che comprendono - da un lato – la formulazione del progetto e le politiche dei soggetti locali e – dall’altro – il sistema delle azioni, delle risorse, delle opportunità e dei problemi propri al progetto e al contesto locale in quanto insiemi di “condizioni e opportunità”. Il progetto Il contesto locale La formulazione del progetto Le politiche dei soggetti locali Le azioni dei soggetti promotori del progetto Le azioni dei soggetti locali Le risorse e le opportunità presenti Le risorse mobilitate dal progetto 2.4.2. I problemi esistenti L’individuazione delle lezioni e degli insegnamenti appresi Per l’individuazione delle lezioni e degli insegnamenti appresi si è fatto soprattutto riferimento a: a) l’identificazione dei fattori di ostacolo individuati nell’ambito della formulazione del progetto e di quelli effettivamente incontrati durante la sua implementazione e l’identificazione delle azioni e delle modalità per il superamento di tali ostacoli; b) le pratiche riconosciute e replicate da altri soggetti, sia nel contesto locale, sia in altri contesti (esempio quelli della Comunità andina); 20 c) l’individuazione dei fattori di ostacolo e degli elementi problematici emersi nel corso dell’implementazione del progetto (causa d’inefficacia delle azioni, d’inefficienze, d’impatti negativi inattesi, ecc.) e che è necessario considerare nella progettazione e nella gestione d’iniziative di cooperazione analoghe a quella analizzata. 2.4.3. La gerarchizzazione delle tematiche Considerando la natura del progetto, nell’ambito della valutazione sono state considerate le interazioni tra il progetto e: - le iniziative precedenti e presenti sostenute dalla Cooperazione italiana nella Regione (dal programma PRODERE, ai programmi di sviluppo locale; programmi di sostegno alle imprese femminili, programmi di gestione delle emergenze ambientali e di riduzione della vulnerabilità, iniziative di “cooperazione decentrata”, ecc.) - i processi politici d’integrazione regionale, sia a livello centroamericano, sia tra America Centrale e America del Sud; - i processi di gestione e di limitazione dei fattori e dei processi di rischio sociale presenti nei territori coinvolti; - i processi di aggregazione e di sviluppo delle imprese (e in particolare delle piccole e medie imprese); - i processi d’innovazione nelle amministrazioni pubbliche a livello locale; - i processi di creazione di partnership tra amministrazioni pubbliche e attori non statali (organizzazioni della società civile, imprese, ecc.); - le dinamiche d’innovazione nei processi economici locali. In particolare, in questo quadro, l’esercizio valutativo ha tentato di comprendere: in che misura il progetto è stato in grado di generare o di sostenere processi d’innovazione (sociale, politica, economica, tecnologica); in che misura è stato in grado di coinvolgere e mobilitare i soggetti locali e di metterli in contatto con soggetti esterni; in che misura è stato in grado di sostenere e generare lo sviluppo istituzionale dei soggetti coinvolti e la costruzione di sistemi di governance territoriale. 2.5. Le fonti La valutazione è stata condotta attraverso l’integrazione di diverse fonti d’informazione (fonti vive e documentarie) appartenenti a due grandi categorie: fonti di primo grado (o dirette) e di secondo grado (o indirette). La tabella seguente riporta le differenti fonti in funzione delle due categorie menzionate. FONTI DOCUMENTARIE FONTI DIRETTE (1° grado) FONTI INDIRETTE (2° grado) FONTI VIVE Documento di progetto Rappresentanti dell’unità di gestione del progetto Quadro Logico Rappresentanti dei beneficiari Budget preventivo Rappresentanti di altri soggetti direttamente coinvolti nelle attività del progetto Budget finale Attività del progetto in corso Rapporti del progetto Rappresentanti delle organizzazioni internazionali e delle ONG presenti nelle aree considerate Documenti riguardanti le reti transfrontaliere nella regione Rappresentanti dei governi nazionali Altri documenti di soggetti locali e di soggetti internazionali Rappresentanti delle amministrazioni locali delle aree considerate Altri informatori qualificati 21 3. IL PROGETTO“FRONTERAS ABIERTAS” Il presente capitolo presenta gli elementi di base del progetto, tanto sul versante delle azioni realizzate che su quello del budget richiesto e poi effettivamente impiegato. La sua redazione, come già menzionato nel paragrafo dedicato alle difficoltà metodologiche, ha comportato un paziente lavoro di ricostruzione degli aspetti del progetto legati, sia alle azioni svolte, sia alle risorse impiegate, dal momento che i documenti disponibili, compreso il rapporto finale, non riportavano un quadro esauriente e completo di tali informazioni. Anche se potrebbe contenere qualche inesattezza poiché realizzata a posteriori, i valutatori hanno tuttavia ritenuto fondamentale tale opera di ricostruzione di quanto fatto dal progetto al fine di poter disporre di una base oggettiva di dati e d’informazioni da poter in seguito analizzare nel corso dell’esercizio di valutazione i cui risultati sono presentati nel successivo capitolo 4. 3.1. Il quadro istituzionale Nel luglio 2007, l’Istituto Italo-Latino Americano (IILA) ha lanciato in collaborazione con il Centro di Studi e Politica Internazionale (CeSPI), e grazie al finanziamento della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari esteri, il progetto “Fronteras Abiertas”. Tale progetto si è concluso nel 2011 e ha ricevuto un finanziamento complessivo di 1.500.000 Euro, suddivisi in tre annualità (600.000 Euro 1° Annualità, 2007; 600.000 Euro 2° Annualità, 2008; 300.000 Euro 3° annualità, suddivisa in due parti una relativa al 2009 e l’altra al 2010). Il progetto, formulato nel gennaio 2007, è stato basato su uno studio di fattibilità, condotto nel 2006 dal CeSPI e dall’IILA, che ha permesso di analizzare i processi di dialogo transfrontaliero esistenti in America Latina e che è risultato nella proposta di una “rete interregionale per la cooperazione transfrontaliera e l’integrazione latinoamericana”1. Il finanziamento da parte del Ministero degli Esteri è avvenuto nell’ambito del contributo volontario 2007, del contributo volontario 2008, del contributo volontario 2009 e del contributo volontario 2010. In riferimento ad ognuno dei contributi richiesti è stata presentata una scheda di ventilazione: la scheda di ventilazione per il contributo volontario 2007, riguardante le annualità 2007 -2008 prevede interventi in sette aree geografiche dell’America Latina (Regione Aymara tra Cile, Bolivia e Perù; Regione transfrontaliera del nord-ovest argentino, sud-ovest del Paraguay e sud della Bolivia; Regione transfrontaliera amazzonica; Regione transfrontaliera ovest brasiliano, nord-est del Paraguay, sud-est della Bolivia; Regione transfrontaliera sud Ecuador, nord-ovest del Perù; Regione transfrontaliera est argentino, sud del Brasile, Uruguay; Regione transfrontaliera mesoamericana Messico - Guatemala - El Salvador Honduras; Frontiera Haiti, Repubblica Dominicana) e il coinvolgimento del CeSPI, di dodici regioni italiane (Lazio, Toscana, Marche, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Basilicata, Alto Adige, Campania, Lombardia, Valle d’Aosta) e delle regioni spagnole e latinoamericane; il budget totale previsto per il primo anno di attività del progetto ammonta a 750.000 Euro, di cui 600.000 Euro sono richiesti al MAE mentre altri 150.000 costituiscono il contributo delle regioni partecipanti; la scheda di ventilazione per il contributo volontario 2008, riguardante un progetto di durata triennale, prevede interventi in quattro aree geografiche dell’America Latina (Regione frontaliera tra Cile, Bolivia e Perù; Regione transfrontaliera tra Ecuador e Perù; Regione transfrontaliera tra Brasile, Argentina e Paraguay; Regione transfrontaliera tra El Salvador, Honduras e Nicaragua) e il coinvolgimento di sei tra regioni e province italiane e dell’OICS (Osservatorio Inter-regionale sulla cooperazione allo sviluppo); il budget totale previsto per il triennio è di 2.250.000 Euro, con un contributo del MAE di 1.800.000 Euro e un contributo delle regioni italiane di 450.000 Euro; il contributo annuale richiesto al MAE per il II anno di attività del progetto è di 600.000 Euro; la scheda di ventilazione per il contributo volontario 2009 prevede interventi in cinque aree geografiche dell’America Latina (Regione frontaliera tra Cile, Bolivia e Perù; Regione transfrontaliera tra Ecuador e Perù; 1 IILA – CeSPI, Progetto Fronteras abiertas. Rete interregionale per la cooperazione transfrontaliera e l’integrazione latinoamericana. Promozione della cooperazione delle regioni italiane ed europee con i governi sub-nazionali dell’America Latina e dei Caraibi, gennaio 2007 22 Regione transfrontaliera tra Brasile, Argentina e Paraguay; Regione transfrontaliera tra El Salvador, Honduras e Nicaragua e Regione transfrontaliera tra El Salvador, Honduras e Guatemala) e il coinvolgimento di sei tra regioni e province italiane e dell’OICS; il budget totale previsto per il triennio è di 1.850.000 Euro, con un contributo del MAE di 1.500.000 Euro e un contributo delle regioni italiane di 350.000 Euro; il contributo annuale richiesto al MAE per il III anno di attività del progetto 200.000 Euro, prevedendo la richiesta di ulteriori 100.000 Euro per l’anno successivo; la scheda di ventilazione per il contributo volontario 2010 – in continuità con quella dell’anno precedente prevede interventi in cinque aree geografiche dell’America Latina, il coinvolgimento di sei tra regioni e province italiane e dell’OICS; il contributo annuale richiesto al MAE è di 100.000 Euro. In sostanza, il finanziamento del MAE al progetto è stato di 1.500.000 € ripartiti nella maniera seguente: - 600.000 € I annualità (contributo volontario 2007) - 600.000 € II annualità (contributo volontario 2008) - 200.000 € III annualità (1° parte, contributo volontario 2009) - 100.000 € III annualità (2° parte, contributo volontario 2010) Un documento di progetto è stato elaborato nel gennaio 2007 dal CeSPI. Tale progetto riguarda un’azione della durata di due anni, condotta in modo congiunto dal CeSPI e dall’IILA, con il coinvolgimento e l’attiva partecipazione di Regioni italiane, europee e latinoamericane e il coinvolgimento istituzionale dell’OICS e dell’OLAGI (una associazione che raggruppa oltre duecento amministrazioni locali latinoamericane). 3.2. Gli obiettivi, la metodologia e le attività previste Nel presente paragrafo sono riportate le informazioni, così come risultano dall’analisi dei documenti di progetto. Come già illustrato, sia gli obiettivi, sia le attività previste hanno subito nel corso degli anni una serie di aggiustamenti che non sono mai riportati nel quadro logico originario. L’analisi della portata di tali cambiamenti, così come la mancanza di comunicazioni chiare e coerenti di tali cambiamenti al MAE, sono più ampiamente affrontate nel seguente capitolo 4. Gli obiettivi Al momento del finanziamento (scheda di ventilazione 2007) sono stati formalizzati i seguenti obiettivi del progetto. a) Obiettivo generale: “contribuire a rafforzare i processi d’integrazione regionale in atto tra i Paesi dell’America Latina. Il progetto si propone di costruire una Rete interregionale per la Cooperazione Transfrontaliera e l’Integrazione latinoamericana (Rete Fronteras Abiertas) sulla base di cinque tematiche prioritarie: (a) Programmazione territoriale; (b) Sviluppo economico locale; (c) Coesione sociale; (d) Gestione ambientale; (e) Rafforzamento istituzionale.” b) Obiettivo specifico: “la costituzione e l’attivazione di una rete che metta in relazione le amministrazioni intermedie latinoamericane con regioni italiane e spagnole impegnate in processi di dialogo e integrazione transfrontaliera, con effetti tangibili in termini di miglioramento della gestione integrata di problematiche transfrontaliere da parte delle istituzioni intermedie dei diversi paesi coinvolti”2. Tale obiettivo è stato in seguito riformulato, senza che il quadro logico fosse aggiornato e soprattutto senza alcuna comunicazione formale di tali cambiamenti. Nel rapporto finale del progetto si elencano dunque tre obiettivi specifici che si desume dovessero sostituire quello precedentemente formulato: 1) “Stimolare e contribuire a strutturare un sistematico dialogo transfrontaliero fra i diversi livelli istituzionali, 2 Nel documento di progetto (gennaio 2007) si parla invece di “regioni italiane ed europee” e c’è una maggiore specificazione circa gli effetti che vengono identificati nell’adozione di nuove leggi, piani strategici, nuovi sistemi di organizzazione e di gestione. 23 favorendo la creazione di una rete di istituzioni subnazionali delle aree di frontiera e il rafforzamento di istanze permanenti di coordinamento inter-istituzionale”. 2) “Appoggiare le politiche pubbliche di sviluppo e coesione sociale fra i territori frontalieri, con una particolare attenzione verso i temi della pianificazione territoriale, dello sviluppo economico locale, della lotta all’esclusione sociale, della cooperazione culturale e della preservazione dell’ambiente e delle risorse naturali”. 3) ”Aumentare e migliorare la capacità delle istituzioni subnazionali nel formulare e realizzare progetti di cooperazione e integrazione transfrontaliera, attraverso attività di assistenza tecnica, formazione e ricerca di opportunità di finanziamento dei progetti”. Nel quadro logico allegato al documento di progetto – che è in lingua spagnola, mentre il resto del documento è in Italiano – sono identificati un obiettivo generale e quattro obiettivi specifici parzialmente diversi da quelli presenti nel documento di progetto e nelle schede di ventilazione. L’obiettivo generale indicato nel quadro logico è definito come “Fortalecer la cooperación transfronteriza como modalidad estratégica de los procesos de integración regional entre los países de América latina”3. Gli obiettivi specifici sono: “1) Mejorar la capacidad de los gobiernos intermedios y locales para elaborar, formular y realizar proyectos de cooperación fronteriza; 2) Identificar proyectos para la coordinación transfronteriza de las políticas públicas de desarrollo entre territorios de frontera; 3) Impulsar las relaciones de los gobiernos intermedios y locales con los organismos multilaterales de cooperación internacional; 4) Favorecer un permanente dialogo transfronterizo sistemático multinivel, incluyendo la creación o el fortalecimiento de instancias permanentes de coordinación inter-institucional abiertas a universidades, mundo empresarial y sociedad civil”4. Al di là di tali cambiamenti, la questione fondamentale, come messo in evidenza nel capitolo sulla metodologia della valutazione, è la mancanza di un vero obiettivo generale in grado di orientare la direzione del progetto dal punto di vista delle sue strategie generali e quindi delle sue finalità ultime. La mancanza di un vero obiettivo generale, e quindi di una visione a lungo termine, sia dei processi d’integrazione delle zone transfrontaliere e delle loro possibili evoluzioni, sia della “mission” del progetto in relazione a tali processi, rappresenta un vero e proprio “peccato originale” che ha profondamente influenzato non solo il resto della costruzione del quadro logico – come peraltro illustrato qui di seguito e nel paragrafo 4.2 ma anche della stessa possibilità di svolgere esercizi di valutazione dall’esterno se non a prezzo di un’operazione di ricostruzione logica di ciò che sta alla base del progetto. Nei fatti, senza un obiettivo generale di lungo termine, ogni azione tende a essere autoreferenziale. Risultati attesi Nella scheda di ventilazione non sono definiti risultati attesi, anche se questi sono invece definiti all’interno del documento di progetto, distinguendo tra output e outcome. Gli output comprendono: - “un certo numero di operatori formati (a distanza e attraverso stage)”; - “fornitura di assistenza tecnica”; - “progetti di cooperazione transfrontaliera costruiti con l’accompagnamento di operatori internazionali”. 3 Rafforzare la cooperazione transfrontaliera come modalità strategica dei processi d’integrazione regionale tra i paesi dell’America latina. 4 1) Migliorare la capacità dei governi intermedi e locali per l’elaborazione, la formulazione e la realizzazione di progetti di cooperazione transfrontaliera; 2) Identificare progetti per la coordinazione transfrontaliera delle politiche pubbliche di sviluppo tra territori di frontiera; 3) Promuovere le relazioni dei governi intermedi e locali con le organizzazioni multilaterali di cooperazione internazionale; 4) Favorire un dialogo transfrontaliero sistematico multilivello permanente, compresa la creazione o il rafforzamento di istanze permanenti di coordinamento inter-istituzionale aperte a università, mondo delle imprese e società civile. 24 Gli outcome comprendono: - “la definizione di ipotesi d’innovazione nella gestione territoriale quali disegni di legge, bozze per piani strategici, modelli d’innovazione nelle relazioni transfrontaliere e nella gestione di specifici campi di collaborazione fra regioni di più paesi, progetti di riforma o di riorganizzazione istituzionale e funzionale”. Nel quadro logico già citato si identificano cinque risultati attesi, anche se la loro formulazione riguarda piuttosto le attività programmate (o al limite gli indicatori di risultato) e non i risultati del progetto. I risultati riportati sono in ogni caso i seguenti: - cinco acciones directas realizadas en áreas de fronteras; - cinco proyectos presentados a la cooperación internacional financiados e implementados en colaboración con otros tantos gobiernos subnacionales europeos; - 30 gobiernos intermedios y redes de gobiernos locales participando en formas de intercambio y coordinación sobre los temas de la integración transfronteriza; - 250 dirigentes, funcionarios y técnicos de gobiernos nacionales y subnacionales participan en dos cursos online; - seis eventos organizados en América Latina e Italia sobre integración transfronteriza con la participación de cuatrocientos delegados5. La metodologia del progetto La metodologia del progetto è definita nell’ambito della scheda di ventilazione 2007 nel paragrafo dedicato allo “schema operativo del progetto”. All’interno di tale schema è presentata come punto di partenza per la definizione di un piano di attività l’identificazione di quattro regioni latinoamericane all’interno delle quali esistono processi d’integrazione/sviluppo transfrontaliero, già contattate nel corso di uno studio realizzato da CeSPI e IILA nel 2006, e di sette regioni italiane che hanno aderito al progetto. In due delle regioni (frontiera Ecuador- Perù; frontiera Cile-Bolivia-Perù) si prevede l’avvio di attività di cooperazione comprendenti stage, consulenza specialistica, accompagnamento della progettazione, divulgazione di manuali tecnici sulla cooperazione transfrontaliera, formazione a distanza ed eventi pubblici. In altre due regioni (frontiera Brasile - Perù – Colombia; frontiera pampeana platense tra Brasile – Argentina – Uruguay) si prevede il rafforzamento delle iniziative di cooperazione decentrata già presenti sul territorio. Nella scheda di ventilazione presentata nel 2008, la descrizione del progetto contiene innovazioni importanti rispetto a quella dell’anno precedente. Nel 2008, infatti, si rende evidente l’intenzione di fare del progetto una “piattaforma per progetti di sviluppo territoriale, nelle cui attività di formulazione, fund raising e gestione, Fronteras Abiertas offre i suoi servizi formativi e di assistenza tecnica”. Inoltre, in questa scheda si precisa che i progetti sostenuti da Fronteras Abiertas si propongono come “progetti strutturanti del processo transfrontaliero”, cioè come progetti fondati su assi tematici in grado di strutturare l’insieme dello sviluppo territoriale, trattato nella sua valenza transfrontaliera6. Nel documento di progetto già citato esiste una definizione più completa della metodologia. Gli elementi di maggiore rilevanza della metodologia sono organizzati secondo un processo che prevede le tappe seguenti: - l’individuazione della domanda di rafforzamento istituzionale proveniente dai governi intermedi dell’America Latina; - l’individuazione di esperienze europee e latinoamericane con contenuti replicabili; 5 a) 5 azioni dirette realizzate in aree in aree di frontiera latinoamericane; b) 5 progetti di cooperazione transfrontaliera presentati alla cooperazione internazionale e implementati in collaborazione con altrettanti governi subnazionali europei; c) 30 governi intermedi e reti di governi locali coinvolti in forme di scambio e coordinazione sui temi dell’integrazione transfrontaliera; d) 250 dirigenti, funzionari e tecnici di governi nazionali e subnazionali coinvolti in due corsi online sulla cooperazione transfrontaliera; e) 6 eventi organizzati in America latina e in Italia sui temi dell’integrazione transfrontaliera, con la partecipazione di 400 delegati. 6 Cfr. CV 2008, Scheda Progetto Fronteras Abiertas, paragrafo “Descrizione e Obiettivi” 25 - la stipula di accordi di partenariato tra reti locali di governi intermedi latinoamericani coinvolti in una stessa regione transfrontaliera e le amministrazioni europee; - l’analisi dei punti di forza e di debolezza e degli attori rilevanti nei territori interessati, riguardo le tematiche individuate nel primo passaggio; - la costruzione del piano d’interscambio, attraverso una serie di strumenti comprendenti: stage di operatori presso istituzioni europee o latinoamericane protagoniste di esperienze di particolare interesse; visite di assistenza tecnica da parte di operatori regionali italiani, europei e latinoamericani presso le diverse aree transfrontaliere dell’America Latina; attività di formazione a distanza attraverso l’utilizzo di piattaforme informatiche telematiche; elaborazione e divulgazione di manualistica su cooperazione transfrontaliera e programmazione territoriale; attività di formazione e accompagnamento nella progettazione di nuove iniziative da proporre a organismi finanziatori internazionali; eventi pubblici su temi prioritari per lo sviluppo di regioni transfrontaliere7. Il processo è quindi descritto attraverso lo schema seguente. SELEZIONE DEI PROCESSI TRANSFRONTALIERI PER LA PROGRAMMAZIONE DELL’ANNUALITÀ processo 2 processo 3 processo 1 … processo n individuazione della domanda individuazione dell’offerta accordo di partenariato tra regioni latinoamericane e regioni europee assistenza tecnica formazione a distanza produzione divulgazione manuali accompagnamento alla progettazione eventi pubblici risultato A risultato B risultato C … risultato n effetto 1 effetto 2 effetto 3 … effetto X IMPATTO DI MEDIO PERIODO Fonte: IILA – CeSPI, Progetto Fronteras Abiertas Rete interregionale per la cooperazione transfrontaliera e l’integrazione latinoamericana. Promozione della cooperazione delle regioni italiane ed europee con i governi sub-nazionali dell’America Latina e dei Caraibi, gennaio 2007 (pag. 8) 7 IILA – CeSPI, Progetto “Fronteras Abiertas”, Gennaio 2007, pag. 9 26 Le attività previste Gli strumenti identificati sopra a proposito dell’ultimo elemento della metodologia corrispondono alle tipologie di attività previste per il progetto. Queste sono infatti: a) elaborazione e divulgazione di manualistica su cooperazione transfrontaliera e programmazione territoriale; b) attività di formazione a distanza attraverso l’utilizzo di piattaforme informatiche telematiche; c) eventi pubblici su temi prioritari per lo sviluppo di regioni transfrontaliere; d) stage di operatori presso istituzioni europee o latinoamericane protagoniste di esperienze di particolare interesse; e) visite di assistenza tecnica da parte di operatori regionali italiani, europei e latinoamericani presso le diverse aree transfrontaliere dell’America Latina; f) attività di formazione e accompagnamento nella progettazione di nuove iniziative da proporre a organismi finanziatori internazionali. 3.3. Il budget del progetto Prima del finanziamento del progetto non è stato elaborato un budget complessivo. Ognuna delle schede di ventilazione presentata al MAE è stata accompagnata da un budget annuale le cui voci, come già accennato, non sono completamente comparabili poiché cambiano a secondo dell’anno. Sulla base dei budget annuali presentati, i valutatori hanno ricostruito il budget complessivo riportato nella tabella seguente. Voci di spesa – Attività 2007 Direzione scientifica (a) Staff tecnico 56.000 2008 70.000 2009- 2010 45.000 131.000 Sostegno alle reti transfrontaliere (f) Consulenze specialistiche Formazione (b) TOTALE 171.000 131.000 169.000 53.700 222.700 50.000 54.600 104.600 124.000 26.700 150.700 Altro personale italiano 45.000 45.000 Personale in America Latina 34.500 34.500 180.000 180.000 92.000 92.000 Stage di personale latinoamericano Missioni Governance istituzionale (h) 39.000 39.000 Rete studiosi di frontiera (h) 13.000 13.000 Incontri ed eventi (c) 49.000 46.000 Fondo azioni dirette (d) 74.500 203.000 Documentazione (g) 10.000 Valutazione intermedia 95.000 96.000 373.500 9.000 19.000 15.000 Spese di gestione CeSPI 43.000 Spese di gestione IILA (e) 35.000 TOTALE Contributo MAE 15.000 21.000 64.000 73.000 17.000 125.000 750.000 750.000 375.000 1.875.000 600.000 600.000 300.000 1.500.000 (a) Nella prima annualità, la direzione scientifica comprende il direttore (CeSPI), un esperto dell’IILA e uno dell’OICS. (b) Nella seconda annualità si prevedono all’interno di questa cifra complessiva, una spesa di 22.000 Euro per la formazione, una spesa di 90.000 Euro per gli stage e una spesa di 12.000 Euro per il sito web. (c) Per quanto riguarda la seconda annualità sono state inserite nella voce “incontri ed eventi”, le spese relative a “seminari di formazione e interscambio” (21.000 Euro) e quelle relative a “evento pubblico fine secondo anno” (25.000 Euro) 27 (d) Per quanto riguarda la seconda annualità sono state inserite nel fondo le spese relative a “interventi pilota di sviluppo transfrontaliero”. (e) Nel budget relativo alla seconda annualità le spese generali non sono state ripartite tra CeSPI e IILA; di conseguenza in questa tabella sono state attribuite all’IILA in quanto titolare del progetto. (f) Nel budget relativo alla terza e alla quarta annualità non c’è una voce relativa al “sostegno alle reti transfrontaliere”, ma ne compare una relativa alla “formulazione progetti” che è stata inserita in questa voce. (g) Nel budget relativi alla terza e alla quarta annualità compare una voce “Comunicazione e diffusione”, con la specificazione sito; questa voce è stata ricondotta alle funzioni di documentazione. (h) Questa voce compare nei budget relativi alla terza e alla quarta annualità e non è presente in quelli precedenti. 3.4. Il dispositivo di attuazione del progetto Il progetto è stato condotto in modo congiunto dal CeSPI e dall’IILA. Nella prima scheda di ventilazione era prevista la costituzione di una direzione tripartita, composta da un direttore del CeSPI e da due esperti, uno del IILA e uno dell’OICS8. Tuttavia di tale direzione non si trova traccia nei documenti (rapporti annuali, ecc.), mentre nelle interviste realizzate nel corso della valutazione i rappresentanti dell’IILA e del CeSPI hanno riferito di una direzione congiunta messa in opera attraverso contatti informali tra la direzione del CeSPI e l’IILA ogni volta che ce n’era bisogno. L’IILA e il CeSPI hanno giocato ruoli differenti nella gestione del progetto: l’IILA oltre a curare le relazioni con il Ministero degli Esteri, principale soggetto sostenitore del progetto, ha mantenuto le relazioni con le ambasciate dei paesi latinoamericani in Italia – in quanto rappresentanti dei loro governi – facilitando l’individuazione delle aree geografiche prese in considerazione nell’ambito del progetto, l’individuazione di eventuali partner locali e la soluzione di problemi di carattere politico e soprattutto offrendo al progetto una legittimità politica e istituzionale; sebbene l’IILA abbia mantenuto anche relazioni con alcune ambasciate italiane in America Latina, esso non ha – nel contesto del progetto “Fronteras Abiertas” – realizzato missioni sul campo; il CeSPI ha identificato e formulato le azioni del progetto e ne ha gestite tutte le attività, sia in Italia, sia nelle regioni latinoamericane interessate, realizzando studi, missioni sul campo, incontri con entità amministrative europee e latinoamericane, iniziative di formazione, ecc.; il CeSPI inoltre ha svolto le funzioni di monitoraggio e di formulazione dei rapporti periodici, che sono stati poi sottoposti all’IILA. Il MAE non ha assunto un ruolo diretto nell’accompagnamento del progetto, sebbene incontri con le ambasciate italiane siano avvenuti in diversi momenti, le ambasciate stesse abbiano partecipato ad alcune attività di carattere seminariale e ad alcuni eventi in America Latina, siano state informate dell’andamento del progetto e abbiano – almeno in alcuni casi – svolto attività di accompagnamento9. Nel budget relativo al secondo anno di attività è stato previsto un importo per il finanziamento della valutazione intermedia del progetto. Tuttavia, non è stato reso disponibile il rapporto di tale valutazione, che non è stata mai menzionata nella documentazione riguardante il progetto (compresi i rapporti annuali e il rapporto finale). Apparentemente non è stato messo in opera nessun sistema formale di monitoraggio del progetto, né da parte dell’IILA, né da parte del CeSPI, come sarà meglio descritto nel capitolo 4. 3.5. Le attività realizzate e i risultati prodotti nel corso del progetto Attraverso l’analisi dei rapporti annuali e del rapporto finale del progetto è possibile ricostruire l’insieme delle attività realizzate, riorganizzate di seguito secondo lo schema definito nel documento di progetto. a) elaborazione e divulgazione di manualistica su cooperazione transfrontaliera e programmazione territoriale Pubblicazione del volume “Cooperación transfronteriza e integración en América Latina” (panoramica sulle attività del progetto e riflessioni sui processi d’integrazione in America Latina) – (Roma, 2009), di cui si presenta di seguito l’indice. 8 Cfr. budget annesso alla scheda di ventilazione 2007. Cfr. Nota tecnica trasmessa dall’Ambasciata d’Italia in Honduras all’IILA il 9 Febbraio 2009; Note dell’Ambasciata d’Italia a San Salvador del 18 e del 20 Febbraio 2008 e del 19 giugno dello stesso anno. 9 28 Cooperacion transfronteriza e integracion en América Latina. La experiencia del Proyecto Fronteras Abiertas José Luis Rhi-Sausi, Dario Conato (coordinadores) Índice Prefacio, Paolo Bruni 1. Fronteras y cooperación transfronteriza en América Latina: introducción al Proyecto Fronteras Abiertas (José Luis Rhi-Sausi y Nahuel Oddone) 2. La experiencia europea como marco general de referencia (Raffaella Coletti) 3. Fronteras e Integración Transfronteriza en el MERCOSUR ((José Luis Rhi-Sausi y Nahuel Oddone) 4. Fronteras de tierra y de mar: de áreas conflictivas e espacios de colaboracion e integración centroamericana (Dario Conato) 5. La integración fronteriza en la CAN: la frontera Ecuador-Perú (Raffaella Coletti, Dario Conato, Silvia Marteles Moreno y Juan Velasquez Quispe) 6. La cooperación transfronteriza en la Triple Frontera de Bolivia-Chile-Perù (Silvia Marteles Moreno) 7. Fronteras Abiertas: Lecciones aprendidas b) attività di formazione a distanza attraverso l’utilizzo di piattaforme informatiche telematiche Nell’ambito del progetto è stato aperto e mantenuto un sito web (http://www.fronterasabiertas.org ) attraverso il quale sono stati resi disponibili: Corso a distanza online “La frontera como área de desarrollo: introducción a la cooperación transfronteriza y acercamiento a la experiencia europea”, disponibile sul sito www.fronterasabiertas.org; il corso si compone di quattro moduli formativi rappresentati da testi integrati con riferimenti bibliografici, presentazioni e approfondimenti resi disponibili attraverso internet. Ogni modulo comprende anche una prova di autovalutazione. Corso a distanza online “Procesos de integración transfronteriza en America Latina”, disponibile sul sito www.fronterasabiertas.org; anche in questo caso, il corso si compone di moduli formativi rappresentati da testi integrati da riferimenti bibliografici, presentazioni, approfondimenti e una prova di autovalutazione. I moduli del corso riguardano: introduzione; l’esperienza europea come quadro metodologico di riferimento; i processi e i progetti di cooperazione transfrontaliera in America Latina, il progetto “Fronteras Abiertas” come esperienza concreta. Bibliografia di studi sulla frontiera (circa trenta pubblicazioni, documenti e papers on line) in un’apposita sezione del sito (http://www.fronterasabiertas.org/biblio/index.php?action=frontNoMenu). Collegamenti web con enti latinoamericani (centri di ricerca, stampa, istituzioni pubbliche nazionali, governi intermedi, enti di sviluppo, organizzazioni regionali) e con enti europei (enti di cooperazione decentrata, centri di ricerca, enti di sviluppo locale e d’integrazione regionale e transfrontaliera) in una specifica sezione del sito (http://www.fronterasabiertas.org/index.php?option=com_bookmarks&Itemid=36&mode=0&catid=73&nav start=0&search=* ). I corsi non prevedono una tutorship online, ma la possibilità di interagire con i soggetti responsabili del corso attraverso una specifica casella di posta elettronica. c) eventi pubblici su temi prioritari per lo sviluppo di regioni transfrontaliere Seminari di lavoro nell’area di frontiera tra Perù e Ecuador per la definizione di un accordo binazionale per un programma di turismo rurale sostenibile in collaborazione con le regioni Piemonte e Toscana, con la partecipazione di referenti del Piano Binazionale Ecuador - Perù, di quattro dipartimenti peruviani (Piura, Tumbes, Cajamarca, Lambayeque), di tre provincie ecuadoregne (El Oro, Zamora, Loja) e della regione Piemonte (ottobre 2008) e per il consolidamento della collaborazione (ottobre 2008, marzo, 2009); 29 Partecipazione della Regione Piemonte alla Conferenza “Perù –Italia” e presentazione del progetto Fronteras Abiertas (marzo 2009); Seminario internazionale a Tacna (Perù) sull’integrazione transfrontaliera tra Perù, Bolivia e Cile, con la partecipazione di referenti dei tre governi, di due governi regionali del Cile, di due governi regionali del Perù e di tre prefetture della Bolivia; e con la partecipazione di un’associazione tra enti locali della regione (Alianza Estrategica Aymaras Sin Fronteras), dell’OICS (Osservatorio Interregionale per la Cooperazione allo Sviluppo), della Regione Toscana e della Provincia autonoma di Bolzano (marzo 2008); Partecipazione del progetto Fronteras Abiertas10 al Congresso BRIT11 “Fronteras del Cono Sur de America y del Mundo (Arica, Cile; Tacna, Perù) (marzo 2009); Missioni, seminari di lavoro e seminario transfrontaliero nell’area di frontiera tra El Salvador – Honduras e Nicaragua (settembre 2007, novembre 2007, febbraio 2008, giugno 2008; novembre – dicembre 2009; febbraio 2009), comprendenti incontri con municipi, istituzioni governative ed enti internazionali (BCIE, BID, UE); la formulazione e l’approvazione di una dichiarazione per l’avvio di un lavoro di cooperazione decentrata tra territori del Golfo di Fonseca e Regione Lombardia, coordinato da Fronteras Abiertas, una missione tecnica della Regione Lombardia e l’approvazione da parte dei soggetti locali dello stato di avanzamento di uno studio di fattibilità sul piano di sviluppo integrato dell’area transfrontaliera del Golfo (PIDET12) realizzato dalla Regione Lombardia; Missioni nello stato di Paranà (Brasile) e nella Provincia di Misiones (Argentina), con la partecipazione della Regione Lombardia, del SEBRAE (Brasile) e del FOMIN-BID per la presentazione del progetto “Fronteras Abiertas” e la discussione di progetti transnazionali promossi dal SEBRAE (Fronteiras do Brasil) e dalla Provincia di Misiones; Organizzazione del I Forum di Cooperazione Transfrontaliera Argentina – Brasil – Paraguay (29 – 30 aprile 2009), con l’appoggio della Cooperazione Italiana, del Ministero degli Esteri del Paraguay, del Dipartimento dell’Alto Paranà (Paraguay) e della Municipalidad di Ciudad del Este (Paraguay), e con la partecipazione di oltre centocinquanta persone, rappresentanti di istituzioni nazionali, governi intermedi, e attori non statali dei tre paesi della regione; Organizzazione del seminario “Cooperazione transfrontaliera in America Latina: il contributo della cooperazione decentrata italiana” (Torino, luglio 2009), in collaborazione con la Regione Piemonte e la partecipazione di rappresentanti delle Regioni Lombardia, Umbria e Piemonte, degli ambasciatori in Italia di alcuni paesi latinoamericani (Paraguay, Bolivia, Nicaragua), di organizzazioni internazionali, di ricerca e di sviluppo (MERCOCIUDADES, IDELCA, SEBRAE) e di alcune amministrazioni locali (Provincia di El Oro, Ecuador; Municipio di Acora, Peru; Municipio di Canelones, Uruguay); Missione IILA – CeSPI a Bruxelles (febbraio 2010) e incontro con la Direzione generale RELEX per promuovere l’inserimento di misure di appoggio alla cooperazione transfrontaliera nell’ambito del fondo europeo LAIF (Latin American Investment Facility); Missioni a Buenos Aires, Foz de Iguaçu, La Paz (marzo 2010; aprile 2010) e nell’area della frontiera Paraguay - Argentina – Brasile, per a) partecipare al Foro sul programma “Fronteiras do Brasil” del SEBRAE (Brasile); b) incontrare il “Foro de Ciudades y Regiones del Mercosur” (FCCR) e i referenti istituzionali paraguaiani del progetto13; c) svolgere la progettazione della cooperazione culturale nelle città di frontiera; d) accompagnare l’avvio dell’iniziativa “Fronteras Musicales Abiertas”; 10 Il programma ha presentato nel congresso due relazioni: una sul rafforzamento della governance transfrontaliera in America latina e l’altra sull’esperienza europea di cooperazione transfrontaliera (http://www.fronterasabiertas.org/ index.php?option=com_content&task=view&id=166&Itemid=1) 11 Il BRIT (Border Regions in Transition) è una rete di ricercatori, docenti e studiosi di tutto il mondo impegnati nello studio delle regioni di frontiera. Creata nel 1994, la rete organizza circa ogni 18 mesi un congresso. Il Congresso 2009, realizzato in America latina, è stato organizzato dall’ Instituto de Estudios Internacionales INTE, Universidad Arturo Prat. Iquique, Chile, con la collaborazione del Centro de Estudios Regionales (CEUTA) Universidad de Tarapacá. Arica- Chile e della Universidad Privada de Tacna, Perú (http://www.uta.cl/prontus_uta/archivos/BRIT.pdf). 12 Plan integrado de Desarrollo Transfronterizo del Golfo de Fonseca, Fronteras Abiertas, la Unión, 19/02/2009 13 Durante la missione sono stati anche incontrati l’ambasciatore italiano a La Paz e il responsabile dell’UTC per i paesi andini. 30 Missione in collaborazione con il Corso di Alta Formazione IILA-SICA a San Salvador (settembre 2010), avviando un’iniziativa di collaborazione con la segreteria generale del SICA (Sistema de Integracion Centro Americana) riguardante la realizzazione di uno studio comprendente: l’analisi dello stato dell’arte della cooperazione transfrontaliera in Centroamerica; il bilancio e la sintesi degli sforzi di concettualizzazione sulla cooperazione transfrontaliera; la formulazione di proposte per includere l’integrazione transfrontaliera nell’agenda del SICA; nel corso della missione sono stati incontrati CENPROMYPE (Programma di promozione delle PMI del SICA) e PRESANCA (Programma di sicurezza alimentare del SICA); Seminario formativo sulle tematiche frontaliere con l’AMOP - Associazione dei municipi dell’Ovest dello Stato di Paranà, nell’ambito di un accordo di collaborazione stipulato tra “Fronteras Abiertas” e il SEBRAE Paranà (10 – 11 novembre 2010) e firma di un accordo di collaborazione tra AMOP e “Fronteras Abiertas”; Partecipazione alla Feria Internacional de Integracion Fronteriza, organizzata a Lima dal CAN (Comunidad Andinas de las Naciones) e dal governo peruviano (19 – 20 ottobre 2010); Partecipazione all’evento “Compromiso Centroamérica”, organizzato dal SICA e dal Centro Regional para América Latina y el Caribe del PNUD (Panama, 25 – 26 ottobre 2010), nel corso del quale “Fronteras Abiertas” è stata selezionata come una delle esperienze di promozione di creazione di reti per la gestione della sicurezza a livello locale, anche se le attività presentate non rientrano completamente tra le attività del progetto, ma comprendono quelle di un’altra iniziativa del CeSPI finanziata dall’IILA nell’ambito del progetto IILA – INAFICT14; Organizzazione presso l’IILA a Roma di una giornata conclusiva del programma, nel contesto della V Conferenza Italia – America Latina (7 ottobre 2011) con la partecipazione delle autorità del Ministero degli Esteri e dei governi e degli enti latinoamericani presenti a Roma. Vista la complessità e la quantità di attività relative agli eventi e le missioni realizzate nel quadro del progetto, la tabella seguente riporta in maniera sintetica l’insieme delle informazioni raccolte. 14 In particolare, lo studio “Cohesión social y seguridad democrática en las ciudades-puerto” realizzato nel quadro del progetto IILA – INAFICT, Sistema para la inclusión social de grupos marginales en Centroamérica y Caribe (2005 – 2010) 31 Anno Attività Anno I Seminari di lavoro Anno II Seminari di lavoro Frontiera di riferimento Risultati Accordo per un programma di sviluppo rurale sostenibile Amministrazioni locali latinoamericane 4 Dipartimenti del Perù (Lambayeqye, Piura, Tumbes, Cajamarca) Amministrazioni locali europee Regione Piemonte Altri attori Comunità Montana Valle Grana Parco Alpi Marittime 3 Provincie dell’Ecuador (El Oro, Zamora Chinchipe, Loja) Anno II Partecipazione alla Conferenza Perù – Italia Anno III Partecipazione alla Feria Internacional de Integración Fronteriza Anno I Seminario internazionale Perù - Ecuador Regione Piemonte CAN Gov. Perù Perù, Bolivia e Cile Creazione di un comitato di collegamento tra i soggetti locali e nazionali 2 governi regionali Cile Regione Toscana Governi nazionali 2 governi regionali Perù Provincia Autonoma di Bolzano Alianza Estrategica Aymaras Sin Fronteras 3 Prefetture Bolivia OICS Anno I e Anno II Anno III Missioni, Seminari di lavoro, Seminari Transfrontalieri Missione in collaborazione con il corso di alta formazione IILA – SICA Cooperazione tra Regione Lombardia e Golfo di Fonseca El Salvador – Honduras e Nicaragua 4 Mancomunidades Honduras 3 Associazioni di municipi El Salvador 2 Associazioni di municipi Nicaragua Collaborazione con il SICA Regione Lombardia Incontri con enti internazionali e regionali tra cui BID, SICA, EU, BCIE, CCAD, e alcuni Ministeri di Salvador, Honduras e Nicaragua Enti di ricerca come IDELCA e UCA SG – SICA PRESANCA CENPROMYPE 32 Anno Anno I Attività Frontiera di riferimento Risultati Partecipazione a “Compromiso Centroamérica” Inserimento di Fronteras Abiertas tra le buone pratiche Missioni Collaborazione tra “Fronteras Abiertas” e il SEBRAE Amministrazioni locali latinoamericane Amministrazioni locali europee Altri attori PNUD SICA Estado Paranà (Brasile) Regione Friuli Venezia Giulia SEBRAE MERCOSUR Regione Lombardia i governi dei 3 paesi OICS Anno II Forum di cooperazione transfrontaliera Argentina – Brasil Paraguay Tavolo di lavoro tra i parlamentari di frontiera Brasile – Argentina – Paraguay Anno II Seminario “Cooperazione transfrontaliera in America Latina: il contributo della cooperazione decentrata italiana” Anno III Missioni a Buenos Aires, Foz de Iguaçu, La Paz Provincie di Corrientes, Formosa, Misiones (AR) Stati di Mato Grosso do Sul e Parana (BRA) Municipi delle città di frontiera Associazione Municipi Mato Grosso do Sul (BRA) Dip. Alto Paranà, Alto Paraguay, Canindeyù, Concepcion, Itapua, Municipi città di frontiera (PAR) Regione Umbria, Regione Lombardia, Regione Marche MERCOSUR Mercociudades PARLIM Parlamento Internazionale Municipale J. Caballero, Forum Consultivo dei Municipi FCCR Governo Argentino Governo Brasiliano Governo del Paraguay SEBRAE Provincia di El Oro (EQ) Municipio di Canelones (UR) Municipio di Acora (Perù) Regione Lombardia, Regione Umbria, Regione Piemonte SEBRAE Paranà Mercociudades Ambasciata del Paraguay Ambasciata della Bolivia Ambasciata del Nicaragua IDELCA Collaborazione con il programma “Fronteiras do Brasil” (SEBRE) Collaborazione con il FCCR SEBRAE FCCR Entità accademiche della regione 33 Anno Attività Frontiera di riferimento Risultati Amministrazioni locali latinoamericane Amministrazioni locali europee Altri attori Avvio “Fronteras Musicales Abiertas” Seminario formativo AMOP – SEBRAE Accordo di collaborazione con AMOP Municipi dello Stato di Paranà (BR) AMOP SEBRAE Anno III Missione a Bruxelles EU – DG Relex Anno III Giornata conclusiva del programma – V Conferenza Italia America Latina MAE Italia, Ambasciate latinoamericane in Italia 34 d) stage di operatori presso istituzioni europee o latinoamericane protagoniste di esperienze di particolare interesse Nel corso del primo anno di progetto (luglio 2007 – luglio 2008) sono stati realizzati viaggi di studio per tre delle quattro aree di frontiera coinvolte nel progetto. In particolare: Per l’area di frontiera Ecuador - Perù è stato realizzato un viaggio di studio in Italia della durata di 25 giorni (31 marzo – 24 aprile 2008) cui hanno partecipato due dirigenti e consulenti di governi provinciali dell’Ecuador e quattro dirigenti di governi regionali del Perù. Il viaggio è stato focalizzato sul “turismo responsabile come asse di sviluppo economico locale” ed è stato svolto a Roma (sei giorni), in Toscana (sei giorni) e in Piemonte (otto giorni). Oltre a un corso introduttivo riguardante il quadro istituzionale italiano, la cooperazione decentrata, il turismo in Italia e la cooperazione transfrontaliera in Europa (con particolare riferimento al programma INTERREG), il viaggio ha previsto la realizzazione di visite a soggetti impegnati nella promozione o nella realizzazione d’iniziative di turismo in Piemonte e in Toscana (ogni visita ha riguardato un tema: dagli strumenti di programmazione regionale alle tecniche e alle tipologie di promozione del turismo a singoli progetti15). Per l’area di frontiera Bolivia-Cile-Perù è stato realizzato un viaggio di studio di 21 giorni (3 giugno – 24 giugno 2008) con la partecipazione di tre funzionari di governi regionali cileni, tre funzionari di governi regionali, municipi e associazioni intermunicipali peruviani e due tecnici di amministrazioni locali boliviane. Il viaggio ha avuto lo stesso tema e le stesse caratteristiche di quello organizzato per l’area Ecuador – Perù e si è svolto a Roma, nella Provincia autonoma di Bolzano e in Toscana (le visite sono state almeno in parte diverse da quelle del viaggio svolto in aprile). Per l’area di frontiera El Salvador – Honduras - Nicaragua è stato realizzato un viaggio di studio di 21 giorni (21 giugno – 11 luglio 2008) con la partecipazione di tre funzionari di municipi e associazioni intermunicipali del Nicaragua, due funzionari di associazioni intermunicipali di El Salvador, e due tecnici di amministrazioni locali dell’Honduras. Il viaggio è stato focalizzato sulla gestione e il trattamento dei rifiuti. Dopo un corso introduttivo a Roma sono state realizzate visite all’IreR (Istituto di ricerca della Regione Lombardia) e a quattro impianti di gestione e smaltimento dei rifiuti nella Regione Lombardia. I numeri delle visite di studio realizzate Anno Tema Durata (giorni) Regioni frontaliere Regioni Italiane N. beneficiari 2008 Turismo 25 Ecuador – Perù Piemonte - Toscana 6 2008 Turismo 21 Bolivia – Cile - Perù Bolzano - Toscana 8 2008 Rifiuti 21 El Salvador – Honduras – Nicaragua Lombardia 7 e) visite di assistenza tecnica da parte di operatori regionali italiani, europei e latinoamericani presso le diverse aree transfrontaliere dell’America Latina; Le visite di assistenza tecnica sono state riportate come “missioni” tra gli eventi riportati al punto c). L’attività di assistenza si sovrappone a quella di formazione e accompagnamento nella progettazione di nuove iniziative (punto f). f) attività di formazione e accompagnamento nella progettazione di nuove iniziative da proporre a organismi finanziatori internazionali. Le attività di accompagnamento alla progettazione d’iniziative di sviluppo sono state articolate in due insiemi diversi di azioni: la collaborazione alla progettazione d’iniziative da proporre a enti internazionali; la collaborazione alla progettazione d’iniziative finanziate direttamente dal progetto “Fronteras Abiertas” (denominate “azioni dirette”). 15 Cfr. Rapporto Progetto IILA-CeSPI Fronteras Abiertas. Rapporto del primo anno di attività (luglio 2007 – luglio 2008) 35 Azioni di accompagnamento alla progettazione Identificazione di opportunità per il turismo sostenibile nell’area di frontiera Ecuador – Perù; avvio di contatti con le associazioni di migranti presenti in Italia - COPEI (Asociación de profesionales Peruanos en Italia), ECUASIF (Asociación de Inmigrantes Ecuatorianos Sin Fronteras), ACOFAPE (Asociación Coordinadora de Familiares de Inmigrantes Peruanos en Europa); realizzazione di seminari di formazione nella città di Huaquillas, Ecuador (maggio 2009); identificazione di un’ipotesi di progetto di sostegno al turismo nell’area del fiume Tumbes – Puyango con la partecipazione del consorzio tra COPEI, ACOFAPE e alcuni governi municipali; facilitazione del rapporto con la Regione Piemonte per il finanziamento della catena produttiva del formaggio organico nella comunità indigena dei Saraguro; collaborazione all’identificazione e formulazione del progetto “Recuperación, Fomento y Puesta en Valor del Patrimonio Cultural y Natural Aymara”, finanziato dal BID (Frontiera Bolivia – Cile - Perù) (500.000 USD – circa 400.000 Euro); collaborazione alla formulazione del progetto “Turismo senza frontiere”, proposto al finanziamento del programma europeo URBAL, da parte della ONG locale ADESO (Asociación para el Desarrollo Local) in partnership con la Provincia di Frosinone e con la partecipazione dell’OICS (il progetto è poi stato approvato e ha un budget di 3 milioni di Euro); assistenza allo studio dell’IRER per la formulazione di un piano di sviluppo dell’area del Golfo di Fonseca (PIDET)16; collaborazione alla presentazione di una proposta di progetto riguardante l’area del Trifinio alla UE nell’ambito del Programma URBAL (Coesione Sociale e integrazione territoriale di municipi frontalieri del Trifinio), con la partecipazione di alcune mancomunidades locali, della Regione Lombardia, Diputación Provincial de Huelva (Spagna), di CeSPI e dell’OICS (4 Milioni Euro); tale progetto è stato approvato e avviato nel gennaio 200917; il CeSPI svolge all’interno del progetto attività di monitoraggio e di animazione della riflessione sui processi di sviluppo transfrontaliero; collaborazione alla presentazione del progetto “Ciudades limpias” al finanziamento della UE (Programma “Environment”), attraverso un consorzio comprendente UCODEP (ora Oxfam Italia), la Mancomunidad Trinacional Fronteriza Rio Lempa (MTRL), tre mancomunidades situate nelle aree di frontiera di Guatemala, El Salvador e Honduras e lo stesso CeSPI, che svolge attività di monitoraggio dell’iniziativa; il progetto ha un budget di circa 1.200.000 Euro ed è stato approvato nel 2010; realizzazione di uno studio diagnostico nell’area di frontiera Argentina-Brasile-Paraguay e identificazione di una serie di micro-progetti culturali transfrontalieri (scuole di danza e musica, biblioteche di frontiera, rete di musei di frontiera, festival di letteratura, fiere tipiche locali, gare sportive transfrontaliere) da sostenere con il finanziamento diretto di “Fronteras Abiertas”18; collaborazione alla formulazione del progetto di un Centro per l’integrazione produttiva di piccole e medie imprese lungo le frontiere del Brasile, da parte del SEBRAE; promozione di un rapporto di collaborazione tra il Viceministero del lavoro del Paraguay e Italia Lavoro (agenzia tecnica del Ministero del lavoro e delle politiche sociali), con il fine di replicare il progetto di politiche attive che Italia Lavoro ha realizzato in Argentina e Uruguay (in questo quadro un tecnico di Italia Lavoro ha svolto una missione nella zona frontaliera con il Brasile). 16 Lo studio è stato presentato ai municipi, alle associazioni dei municipi e ai rappresentanti dei governi e delle organizzazioni internazionali dopo circa 1 anno di lavoro. Tuttavia non ha portato all’ottenimento di finanziamenti. La Regione Lombardia, successivamente all’esperienza dell’elaborazione del PIDET, ha però avviato una iniziativa di progettazione in collaborazione con la ONG italiana ACRA, ottenendo successivamente il finanziamento di un progetto riguardante la gestione dei rifiuti nei municipi di frontiera del Nicaragua. 17 Il progetto è stato proposto da un consorzio guidato dalla Mancomunidad Trinacional Fronteriza Rio Lempa (MTRL) e comprendente 6 mandomunidades dei 3 paesi, la Regione Lombardia, la Provincia di Huelva, l’OICS e il CeSPI. Nelle attività del progetto sono coinvolti anche alcune entità governative dei tre paesi, alcune organizzazioni regionali (SICA, CCAD) e enti di ricerca come l’IDELCA. Al momento della valutazione, l’IDELCA ha interrotto la sua attività e la Regione Lombardia ha abbandonato il progetto. Il progetto ruota intorno a tre componenti principali: l’aumento delle capacità di pianificazione territoriale delle associazioni di municipi; l’istituzionalizzazione di spazi municipali, regionali e trinazionali per la gestione territoriale e lo sviluppo sostenibile transfrontaliero; la formulazione di politiche pubbliche di gestione territoriale. 18 Quest’attività ha avuto come prodotto il finanziamento del progetto “Fronteras musicales abiertas”. 36 Azioni dirette Formulazione e finanziamento diretto di un’iniziativa di ampliamento del Centro di Salute nella Provincia di Cajamarca (Perù), utilizzato anche da utenti dell’Ecuador (Frontiera Ecuador – Perù) (fornitura di attrezzature – 41.000 USD); finanziamento diretto del progetto “Fortalecimiento de la red Ganadera de la Región Trifronteriza Bolivia – Chile – Perú” di miglioramento della lavorazione del cuoio di lama e alpaca attraverso attività di assistenza tecnica e formazione itinerante per circa cento allevatori (Frontiera Bolivia – Cile – Perù) (61.000 Euro); installazione di computer e di una rete internet in sette mancomunidades e associazioni municipali del golfo di Fonseca (El Salvador – Honduras – Nicaragua) (30.000 Euro); finanziamento del progetto “Città gemelle” tra i municipi di frontiera del Brasile e del Paraguay (57.000 Euro); identificazione e finanziamento identificazione del progetto “Pequeña Spondylus”, valorizzazione turistica attraverso il miglioramento della segnaletica nel circuito “Spondylus” tra Ecuador e Perù (70.000 Euro); finanziamento del progetto di alta formazione artistica in musica barocca “Fronteras Musicales Abiertas” con l’obiettivo di promuovere la cooperazione transfrontaliera tra Paraguay – Argentina e Brasile a partire dalla comune eredità musicale nell’area delle Reducciones Jesuiticas (37.687 Euro), in collaborazione con l’Universidad Católica de Nuestra Señora de Asunción (San Ignacio Guazú), Escuela de Música “El Principito” (Encarnación) y el FCCR (Foro Consultivo de las ciudades y regiones del Mercosur). g) Altre attività Nell’ambito del progetto sono state inoltre realizzate alcune attività identificate nel corso dell’implementazione ed esterne ai gruppi di attività definiti sopra, in particolare: la cooperazione con l’Ufficio di Coordinamento e Orientamento (OCO – Oficina de coordinación y orientación) del Programma europeo URBAL, del quale il CeSPI è un ente collaboratore, in particolare per quanto riguarda la capitalizzazione e l’interscambio delle buone pratiche tra i territori che partecipano ai programmi finanziati da URBAL; la cooperazione con il SICA nell’ambito della quale il CeSPI (nel quadro di Fronteras Abiertas) ha realizzato uno studio e ha redatto un rapporto sulla cooperazione transfrontaliera in America Centrale; pubblicazione di volumi sulla cooperazione transfrontaliera da parte del CeSPI (in spagnolo e in Italiano) – cfr. allegati al rapporto finale. 37 4. I RISULTATI DELLA VALUTAZIONE Come accennato, l’assenza di veri obiettivi generali e specifici, la presenza di un quadro logico incompleto e incoerente, per di più elaborato ex-post, l’assenza d’informazioni comparabili in funzione di ciascun anno di vita del progetto, hanno reso l’esercizio di valutazione particolarmente complicato. Inoltre, quello che abbiamo definito come “peccato originale” (la mancanza di obiettivi in grado di orientare e guidare l’azione del progetto) ha comportato una forte “criticità logica” in relazione almeno ad altre due questioni, tanto sul piano della concezione delle attività che su quello della loro implementazione. La prima criticità riguarda quella che potremmo definire la “tautologia di partenza”. In effetti, radicalizzando la logica dell’obiettivo generale arriveremmo al paradosso che “occorre rafforzare i processi d’integrazione transfrontaliera al fine di rafforzare la cooperazione transfrontaliera”. In altre parole, mancando in tutte le varie formulazioni il motivo o le finalità per le quali occorre rafforzare tali processi d’integrazione, non solo l’obiettivo generale ma il senso stesso del progetto diventa il “rafforzare per rafforzare”. Che tale aspetto sia un fattore di forte criticità è dimostrato dal fatto che l’azione del rafforzare, e quindi l’attività, rimane non solo l’unico elemento portante del quadro logico, ma diventa il criterio di identità tra obiettivi, risultati e attività (e anche indicatori), come sarà riportato nelle prossime pagine. In sostanza, ciò che è definito come obiettivo del progetto manca della sua parte più importante, che ne giustifichi l’esistenza e l’azione all’interno del contesto dato dai processi d’integrazione in atto nelle aree transfrontaliere dell’America Latina. In effetti, il rafforzamento di qualche cosa deve sempre avere una finalità chiara, altrimenti il rischio è la tautologia o la logica circolare dell’azione che giustifica se stessa. La seconda criticità è legata al fatto che l’obiettivo generale (ma lo stesso vale anche per gli obiettivi specifici) così come formulato non permette una seria verifica del contributo del progetto rispetto ai processi d’integrazione regionale in atto nelle regioni transfrontaliere dell’America Latina. In effetti, essendo le attività slegate da obiettivi generale e specifici, gli esercizi di valutazione e monitoraggio interni o di valutazione esterna per misurarne il loro impatto (sia pure pensando solo agli impatti immediati), rischiano di essere obbligati a prendere in considerazione tali attività all’interno di un contesto che è frutto più d’interpretazioni soggettive che di un quadro oggettivo chiaro e dichiarato fin dall’inizio. Anche in questo caso, quindi, sembrerebbe mancare l’elemento fondamentale in base al quale misurare l’impatto, tanto nel breve termine che nel medio e lungo termine. A ciò si aggiunge il fatto che in realtà, come si osserva nelle pagine seguenti, il progetto ha più una caratteristica di “ricerca” piuttosto che d’intervento. In effetti, l’idea stessa del progetto, la sua implementazione di tipo aperto, le stesse modalità d’implementazione, seguono più le regole di una ricerca esplorativa sulla tematica dell’integrazione delle regioni transfrontaliere i cui obiettivi sono legati all’affermazione di tale tematica a livello delle organizzazioni nazionali, sovranazionali e internazionali, che a quelle di un intervento di cooperazione allo sviluppo in tali aree. Naturalmente, la questione fondamentale è quella di sapere in quale dei due contesti ci troviamo, poiché i criteri di valutazione hanno un’applicazione molto differente nei due casi citati. Se, ad esempio, il contesto e le stesse regole finali e costitutive dell’azione di “Fronteras Abiertas” sono quelli di una ricerca esplorativa sulla tematica dell’integrazione transfrontaliera in America Latina, allora il risultato finale e gli stessi criteri di valutazione devono essere applicati a un’azione che non vuole cambiare la realtà ma soltanto influenzare le agende dei policy makers in ordine a tale questione. Se, invece, consideriamo “Fronteras Abiertas” come un intervento di cooperazione allo sviluppo seppur nell’ambito di una tematica particolare e relativamente innovativa, allora, come già messo in evidenza precedentemente, il “peccato originale” della mancanza di un vero obiettivo generale e di un quadro logico molto incompleto rischia di schiacciare il progetto su alcune attività che sembrano slegate tra loro e comunque con un impatto molto difficile da valutare proprio per la mancanza di punti di riferimento sulla vera intenzionalità dell’azione. 38 In realtà, pur essendo per sua natura un progetto, peraltro molto interessante, di ricerca – cosa del tutto ovvia vista la natura dell’attore che di fatto l’ha concepito e realizzato in relativa autonomia, ovvero il CeSPI -, di fatto si comporta come un intervento di cooperazione allo sviluppo adottandone, in maniera parziale e incompleta, le modalità operative d’implementazione. In altre parole, il progetto “Fronteras Abiertas” è caratterizzato da un’identità non perfettamente chiara e da un’ambiguità di fondo, almeno da un punto di vista logico se si adottano le categorie abitualmente utilizzate nel quadro della cooperazione internazionale allo sviluppo. Dal punto di vista della presente valutazione, la scelta operata è stata quella di procedere nell’applicazione dei vari criteri alla realtà del progetto considerandolo nella sua natura d’intervento di cooperazione allo sviluppo, anche se un’altra possibile opzione sarebbe potuta essere quella di soffermarsi in maniera approfondita sulle contraddizioni logiche e concettuali, limitandosi a passare rapidamente in rivista le azioni principali. E’ con questo contesto particolarmente delicato e per certi versi critico che l’esercizio di valutazione, i cui risultati sono riportati nel presente capitolo, ha dovuto confrontarsi. 4.1. Rilevanza/Pertinenza La prima categoria adottata nella valutazione del progetto “Fronteras Abiertas” è quella riguardante la rilevanza o pertinenza, definita come la misura del modo in cui il progetto ha risposto ai problemi e alle questioni presenti nel territorio considerato. Come illustrato nei paragrafi seguenti, dal punto di vista della rilevanza, il progetto presenta una situazione diversificata. In particolare, mentre è stato osservato un alto livello per la rilevanza tematica, per quanto riguarda la rilevanza delle azioni, degli attori identificati e dell’approccio metodologico adottato si è osservato un livello di pertinenza più basso. Rilevanza tematica L’identificazione della questione posta al centro del progetto, ovvero il processo d’integrazione nelle aree transfrontaliere, appare pertinente rispetto alle aree latinoamericane considerate. In tali aree – sia in quelle nelle quali sono state direttamente svolte delle azioni, sia in quelle che sono state considerate soltanto come casi di analisi - sono infatti in corso processi d’integrazione sociale ed economica transfrontaliera, ai quali corrispondono dinamiche politiche e istituzionali spesso contraddittorie. In alcuni casi, come per esempio, quello delle due regioni considerate in America Centrale – l’area del Trifinio, tra Honduras, El Salvador e Guatemala, e l’area del Golfo di Fonseca, tra El Salvador, Honduras e Nicaragua – si è potuta osservare una situazione caratterizzata da: - processi di forte integrazione economica, consistenti nella presenza di rilevanti flussi commerciali tra le regioni transfrontaliere e di attività economiche condotte spesso senza tener conto della separazione tra stati: è frequente che i cittadini di uno stato siano proprietari di terreni oltre frontiera e oltre frontiera svolgano la loro attività lavorativa, che i prodotti di una regione frontaliera abbiano il loro principale sbocco commerciale in mercati oltre la frontiera, che la moneta di uno stato sia accettata correntemente in transazioni che hanno luogo nello stato vicino, che esista un’elevata mobilità della forza lavoro tra le diverse regioni frontaliere (nel senso che la manodopera va ad allocarsi nei mercati del lavoro nelle regioni nelle aree oltre confine), che le imprese e i soggetti economici di un paese svolgano attività anche nell’altro o in cooperazione con i gruppi economici del paese vicino, ecc.; - processi di forte integrazione sociale, rivelati dalla presenza di situazioni di continuità tra le famiglie appartenenti a un paese o all’altro, dalla continuità nella distribuzione territoriale dei gruppi etnici presenti, dalla presenza di scambi culturali e di attività sociali comuni (i gruppi musicali di un paese partecipano alle fiere e alle feste popolari dell’altro, i matrimoni misti sono frequenti, ecc.) e dalla presenza di forme di continuità nell’uso dei servizi sociali e sanitari (le popolazioni di un paese utilizzano quelle dell’altro); - processi di collaborazione tra le amministrazioni locali e tra i governi dei diversi paesi nella gestione di alcune risorse (es. le risorse e i bacini idrici); - la presenza d’iniziative di cooperazione internazionale che attraversano la frontiera o che riguardano le aree frontaliere dei paesi coinvolti (nel caso del Trifinio, dall’inizio degli anni ’90 sono state attivate, con il 39 sostegno dell’Unione Europea e del SICA e in seguito di altri enti internazionali, azioni di sviluppo locale e di salvaguardia dell’ambiente; nel caso del Golfo di Fonseca sono in atto alcuni progetti di tutela dell’ambiente, finanziati dalla cooperazione spagnola, dall’US Aid, dal SICA e da alcuni enti internazionali); - la presenza di situazioni di conflitto potenziale, riguardanti l’uso di alcune risorse e il mantenimento di una piena sovranità nazionale sul territorio (per esempio, il rafforzamento dei controlli di frontiera o lo schieramento degli eserciti alla frontiera, come strumenti per il controllo del territorio e la lotta ai traffici illegali). Situazioni simili, nelle quali si presenta uno scarto tra i processi d’integrazione sul territorio e le politiche di sviluppo definite e messe in atto dai diversi attori, appaiono presenti anche nelle altre zone frontaliere considerate dal programma. In tali zone, promuovere una maggiore coerenza tra le politiche, le iniziative di sviluppo e i processi d’integrazione sociale ed economica in corso appare particolarmente rilevante e può richiedere, come hanno anche mostrato le esperienze e gli studi condotti nel quadro di “Fronteras Abiertas”: a) il riconoscimento delle specificità delle aree di frontiera e delle dinamiche a loro proprie; b) la formulazione di politiche e iniziative di sviluppo specifiche relative ai territori di frontiera; c) il sostegno alle azioni di advocacy e di mobilitazione che i soggetti coinvolti nelle dinamiche di frontiera svolgono nei confronti dei governi centrali, anche attraverso la creazione d’iniziative di rete che aumentino la visibilità delle aree di frontiera, tanto a livello nazionale, quanto a quello internazionale; d) il rafforzamento degli attori locali coinvolti nei processi d’integrazione, rispetto a quelli portatori d’istanze d’isolamento o di rafforzamento delle frontiere (questi attori comprendono, sia alcuni municipi, che si vedono minacciati dalle forme di associazione tra autorità diverse, le quali in qualche modo tendono a sottrarre loro risorse; sia le amministrazioni nazionali, che in alcuni casi vedono nella cooperazione transfrontaliera tra le amministrazioni locali tanto una minaccia alla sovranità nazionale quanto una tendenza all’aumento dell’autonomia delle amministrazioni locali dall’autorità centrale dello stato). Rilevanza territoriale Alla rilevanza della scelta delle questioni attorno alle quali si è strutturato il progetto, corrisponde anche un’elevata rilevanza della scelta dei territori all’interno dei quali sono state svolte le azioni: l’area del Trifinio, tra Honduras, Guatemala e El Salvador; il Golfo di Fonseca, tra El Salvador, Honduras e Nicaragua; la frontiera tra Brasile, Paraguay, Argentina e Uruguay; la frontiera tra Cile, Perù e Bolivia; la frontiera tra Ecuador e Perù, la frontiera tra Bolivia, Perù e Argentina. In tutte le aree considerate sono infatti presenti, sia processi d’integrazione di carattere economico e sociale, sia processi di formazione di entità di carattere transnazionale, come “mancomunidades” e associazioni di municipi, associazioni tra i produttori e gli attori economici, coalizioni di organizzazioni dei cittadini, unità di gestione di progetti multinazionali, ecc... Di fatto, la scelta delle aree è avvenuta progressivamente nel corso dell’implementazione: alcune aree identificate al momento dell’avvio del progetto sono state sostituite da altre, dove la possibilità di sostenere i processi d’integrazione è apparsa maggiore, così come – sempre sulla base della presenza di processi d’integrazione sui quali fosse possibile intervenire - sono state aggiunte nuove aree a quelle identificate originariamente. Nella scelta delle aree hanno influito, sia la capacità del progetto di intercettare le domande locali (è per esempio il caso dell’area del Trifinio, nella quale il progetto si è inserito rispondendo alla domanda di assistenza proveniente dalla “Mancomunidad trinacional” del Rio Lempa), sia l’attività di comunicazione facilitata dall’IILA (grazie al rapporto con gli ambasciatori latinoamericani in Italia sono state scartate alcune aree, come quella frontaliera tra il Guatemala e il Messico, che era stata in origine inserita tra quelle considerate nel progetto). Rilevanza degli interlocutori e dei referenti nelle aree di frontiera La rilevanza del progetto viene diminuita in misura importante dalla scelta di avere come interlocutori diretti – o come beneficiari – quasi esclusivamente le “amministrazioni intermedie”, rappresentate nei diversi paesi da diversi tipi di entità, quali: 40 - gli stati, le regioni, i dipartimenti e le “prefetture” in America del Sud; - le associazioni di municipi, le “mancomunidades” e in qualche caso i municipi stessi in America Centrale19. Pur essendo stati spesso coinvolti in iniziative e attività di comunicazione (come le numerose riunioni e gli incontri realizzati nel contesto delle “missioni” e la partecipazione a seminari ed eventi pubblici) i governi nazionali sono stati per lo più considerati dei referenti “esterni” rispetto alle iniziative di sviluppo transfrontaliero e ai processi d’integrazione transfrontaliera. Allo stesso modo, pur riconoscendone l’importanza, le entità internazionali impegnate nella promozione di forme d’integrazione regionale (come il SICA in America Centrale) sono state coinvolte soprattutto come interlocutori indiretti, come possibili fonti di finanziamento o come interlocutori nelle attività di comunicazione, di riflessione teorica o nelle iniziative orientate a incidere sulle politiche internazionali. Una situazione simile – con l’eccezione delle organizzazioni di migranti e delle entità di carattere accademico coinvolte in alcune iniziative nell’America del Sud - si può osservare per quanto riguarda le organizzazioni della società civile. Nonostante il fatto che proprio le organizzazioni dei cittadini e le associazioni dei produttori e delle imprese siano in aree territoriali come il Golfo di Fonseca o come la regione del Trifinio tra gli attori da più tempo impegnati in iniziative d’integrazione, questi non sono stati coinvolti nelle azioni condotte nell’ambito del progetto. In questo modo, di fatto il progetto è intervenuto su attori la cui capacità di svolgere autonomamente iniziative efficaci di cooperazione transfrontaliera è limitata: le amministrazioni locali sono tenute a rispettare le leggi nazionali, ad agire sul territorio di propria giurisdizione e in alcuni casi non sono neanche in grado di mantenere “relazioni di collaborazione” con le amministrazioni locali oltre la frontiera. Una conseguenza di questo è stato il fatto che in alcuni casi (come quello del Golfo di Fonseca) le iniziative di cooperazione transfrontaliera si sono bloccate a causa di fattori come l’opposizione delle amministrazioni nazionali20. Le stesse organizzazioni internazionali considerate come interlocutori privilegiati dal progetto – come il SICA hanno un’influenza limitata sui governi e sulle amministrazioni – se non nell’ambito di specifici trattati intergovernativi (come nel caso del Plan Trifinio). A differenza dell’Unione Europea, infatti, gli enti d’integrazione regionale latinoamericani hanno una scarsa influenza sui governi nazionali e – in alcuni casi – rischiano di rispondere più alle entità internazionali che le sostengono finanziariamente che non ai paesi che ne fanno parte. Al contrario, proprio quegli attori considerati periferici nel contesto del progetto “Fronteras Abiertas” – come le associazioni di imprese e di produttori e le organizzazioni della società civile - sono invece spesso coinvolti in iniziative di cooperazione transfrontaliera nelle aree considerate e godono di una notevole autonomia per quanto riguarda la possibilità di assumere l’iniziativa e di gestire iniziative di cooperazione transfrontaliera. Come dimostrano alcune delle iniziative condotte a partire dalle relazioni create dello stesso progetto Fronteras Abiertas (quali per esempio quelle tra Cile, Perù e Bolivia), proprio il coinvolgimento di questi attori avrebbe potuto in molti casi facilitare la realizzazione d’iniziative transfrontaliere, magari anche facilitando il coinvolgimento delle amministrazioni locali21. Nell’area di frontiera tra El Salvador, Honduras e Nicaragua per esempio – nonostante le difficoltà esistenti nella cooperazione diretta tra municipi e associazioni di municipi – numerose iniziative di cooperazione sono in atto, promosse da alcune ONG (in particolare nella gestione delle risorse ambientali)22 e dalle ADEL (Agencias de Desarrollo Local). 19 Sebbene nei paesi dell’ America centrale esistano istituzioni “intermedie” come i dipartimenti, questi sono organi decentralizzati che rappresentano i governi centrali. Proprio a livello di dipartimento o di regione, però, in molti casi esistono “consigli” e istanze partecipative, per lo più con compiti relativi alla definizione di piani di sviluppo e di investimento. 20 Nel Golfo di Fonseca, nonostante siano presenti e siano continuate nel tempo alcune iniziative di cooperazione transfrontaliera di organizzazioni della società civile, la cooperazione tra municipi e associazioni di municipi è stata bloccata una prima volta in seguito al golpe avvenuto in Honduras nel 2009 (a cui è seguito un congelamento delle relazioni tra Nicaragua e Honduras) e poi a causa del richiamo del governo ai municipi volto a evitare che questi firmassero accordi transfrontalieri non approvati in precedenza dal governo stesso. 21 Si veda, tra gli altri il progetto “Fronteras turisticas”. 22 Tra gli altri, possono essere citati il caso del Proyecto “Corredor del Mangle”, a cui partecipano oltre ad alcune ONG anche le organizzazioni di produttori e le associazioni di municipi del Golfo di Fonseca e il caso della cooperazione della ADEL Morazan (El Salvador) con la ADEL del Valle (Honduras). 41 Anche per quanto riguarda l’identificazione dei soggetti coinvolti in Italia e in Europa sembra che la rilevanza delle scelte del progetto sia stata relativamente bassa. Di fatto, nonostante l’obiettivo centrale del progetto fosse quello di creare una rete tra amministrazioni intermedie latinoamericane e amministrazioni italiane ed europee, alle iniziative del progetto hanno attivamente partecipato soltanto poche amministrazioni europee: la Diputación Provincial de Huelva (Spagna), la Regione Lombardia, la Provincie di Frosinone e la Provincia autonoma di Bolzano, la Regione Piemonte e – limitando il suo impegno a facilitare le visite di tecnici stranieri in Italia – la Regione Toscana. Per di più, da un lato - in alcuni casi - il coinvolgimento delle regioni europee sembra aver generato più problemi che vantaggi23, dall’altro il coinvolgimento delle regioni europee raramente si è tradotto in un impegno permanente, sia relativo allo scambio e allo sviluppo di esperienze di cooperazione transfrontaliera, sia relativo al sostegno politico alle regioni latinoamericane nella formulazione di politiche pubbliche e nell’azione di advocacy nei confronti degli stati nazionali. In questo senso appare difficile poter parlare di una rete di amministrazioni. Un elemento problematico relativo al coinvolgimento delle regioni europee sembrerebbe essere stato la tendenza di alcune regioni ad avviare progetti di cooperazione basati sulle proprie esperienze e “buone pratiche”, senza tener conto della necessità di adattamento e delle difficoltà nel trasferimento delle pratiche in contesti e con attori diversi da quelli originali24. Non si può fare a meno di osservare in questo contesto che, mentre per le amministrazioni latinoamericane l’interesse della partecipazione a una rete che abbia al centro la questione delle frontiere come aree di sviluppo è abbastanza chiaro (una rete tra amministrazioni può infatti, sia contribuire ad aumentare la visibilità delle aree di frontiera come aree caratterizzate da interessi e problemi specifici, sia contribuire a mobilitare risorse per lo sviluppo di territori normalmente considerati come periferici), l’interesse della partecipazione a una rete di questo genere è meno chiaro per le amministrazioni europee25 (le quali per di più hanno già le loro “reti europee”). Rilevanza delle azioni e delle attività Anche per quanto riguarda l’individuazione e la selezione delle singole iniziative attivate la rilevanza non appare sempre elevata in funzione del conseguimento degli obiettivi del progetto stesso. Almeno in alcuni casi, infatti, le attività svolte si sono rivelate non adeguate a sostenere gli attori locali, a favorirne il rafforzamento o a soddisfarne le domande, soprattutto a causa delle modalità di esecuzione scelte. E’ il caso, sia di alcune “azioni dirette” - come la fornitura di attrezzature alle associazioni di municipi e alle mancomunidades del Golfo di Fonseca, che in alcuni casi è risultata “ridondante” (le organizzazioni già disponevano delle attrezzature donate) e in altri poco efficace (almeno in un caso, le attrezzature dopo due anni non sono più disponibili) –, sia di alcune azioni “indirette” – come la formulazione del PIDET di cui si è già parlato, che di fatto non ha generato nessuna iniziativa successiva – e di alcune attività direttamente gestite dal progetto, come quelle di formazione a distanza. Queste ultime sono state seguite con difficoltà da alcuni partecipanti, a causa della mancanza della figura del tutor e dell’assenza di attività di carattere pratico e persino 23 Per esempio, l’intervento della Regione Lombardia è stato oggetto di polemica, sia nell’ambito del progetto URBAL ”Coesione sociale e integrazione territoriale” avviato nell’area del Trifinio (di fatto la Regione è uscita dalla partnership che realizza il progetto), sia nel contesto dell’elaborazione del Piano di sviluppo del Golfo di Fonseca (che secondo alcuni attori locali ha sollevato aspettative a cui non si è poi data nessuna risposta). 24 Una differenza in grado di generare difficoltà è per esempio il fatto che spesso non esistono livelli amministrativi intermedi tra quello locale (municipale) e quello regionale o statale e non esistono dunque soggetti con punti di vista relativi alle dinamiche di aree più ampie rispetto a quelle dei municipi, ma meno rispetto a quelle delle regioni. A volte rispetto a problemi relativi ad aree di questo genere si formano “mancomunidades”, associazioni o consorzi di municipi, ma questi hanno spesso funzioni operative (es. di gestione di infrastrutture comuni) e non di governo. 25 Nel caso specifico delle regioni europee coinvolte nel progetto è possibile identificare diversi tipi di interessi, a volte mai formalizzati. Oltre a quello generico per la cooperazione o la solidarietà internazionale, sono emersi interessi riguardanti: la valorizzazione del contributo delle comunità immigrate allo sviluppo dei paesi di origine come uno strumento per migliorare l’integrazione nei paesi ospiti (es. in Piemonte e in Toscana); la valorizzazione delle relazioni internazionali con il fine di aumentare il sostegno internazionale a iniziative e politiche delle amministrazioni regionali stesse (è probabilmente il caso della Lombardia, per la quale uno degli obiettivi della cooperazione era ottenere sostegno alla propria candidatura per l’esposizione universale); la valorizzazione delle relazioni internazionali come strumento per accedere a finanziamenti internazionali (è probabilmente il caso di alcuni enti che hanno accettato di partecipare ai progetti europei). 42 di alcuni dei viaggi di studio in Italia, in cui le modalità di selezione dei partecipanti si sono in qualche caso rivelate inadeguate a favorire un effettivo trasferimento di conoscenze alle amministrazioni locali latinoamericane (alcuni dei partecipanti ai viaggi in Italia hanno lasciato le loro amministrazioni, o per entrare a far parte di enti governativi – nei quali però non utilizzano le conoscenze acquisite nell’ambito del progetto – o addirittura per emigrare all’estero). In altri casi, la rilevanza delle iniziative rispetto agli obiettivi del progetto non è evidente. E’ per esempio il caso dell’ultima iniziativa direttamente sostenuta da “Fronteras Abiertas”, il progetto “Fronteras Musicales Abiertas”. Tale iniziativa - che ha previsto la realizzazione di attività di insegnamento, la fornitura di strumenti musicali e un ciclo di concerti di musica barocca nella regione di Misiones - sicuramente rafforza la cooperazione tra istituzioni accademiche di una regione transfrontaliera26 e rafforza la consapevolezza circa l’esistenza di un patrimonio culturale “colto” comune, ma non è chiaro in che modo rafforzi la cooperazione tra amministrazioni locali (in particolare tra amministrazioni intermedie – anche se all’iniziativa partecipa il FCCR - Foro Consultivo de las ciudades y regiones del Mercosur), né in che modo risponda alla domanda di progetti culturali transfrontalieri - come scuole di danza e musica, biblioteche di frontiera, rete di musei di frontiera, festival di letteratura, fiere tipiche locali, gare sportive transfrontaliere – rilevata sul campo. Andrebbe rilevato, peraltro, anche se si tratta di un’osservazione secondaria rispetto all’obiezione di una dubbia rilevanza dell’azione, che, mentre questi progetti appaiono soprattutto orientati a favorire l’emergere di una realtà comune a livello della cultura popolare (dove spesso le distinzioni e le differenze vengono estremizzate, anche al fine di generare identità), il progetto attivato ha al suo centro un’iniziativa di “alta cultura” e il riferimento a un contesto culturale – quello della musica barocca - di cui è evidente la dimensione transnazionale e di cui la fruizione coinvolge soprattutto un pubblico per il quale l’esistenza di un patrimonio culturale comune tra i paesi latinoamericani è un fatto noto. La rilevanza rispetto alla prospettiva di attivare una rete tra le amministrazioni intermedie è poco evidente anche in altri casi, come per esempio quello del progetto SEBRAE (in cui c’è un attore nazionale che svolge un’azione nei confronti degli attori di altri paesi) o quelle condotte all’interno di un solo paese, anche se in area di frontiera (come il progetto sui rifiuti nella provincia di Chinandega, realizzato dalla ONG italiana ACRA in collaborazione con alcuni municipi) o ancora come nel sostegno alla rete dei ricercatori sulle aree di frontiera e nella partecipazione al congresso del BRIT. Certamente, ci sono anche numerose iniziative la cui rilevanza per i fini del progetto è evidente, come lo stesso programma URBAL “Coesione sociale e integrazione territoriale” nell’area del Trifinio o come il progetto “Fronteras Turisticas” nell’area di frontiera tra Bolivia, Perù e Argentina, con il finanziamento europeo e il coinvolgimento di amministrazioni e associazioni dei tre paesi e di amministrazioni italiane (Provincia di Frosinone, Provincia autonoma di Bolzano e OICS). Rilevanza del quadro giuridico e istituzionale Un ulteriore ambito in cui la rilevanza del progetto presenta elementi critici è quello relativo alla capacità di tener conto della dimensione giuridica dei territori considerati. Nell’identificazione degli attori locali coinvolti, nella formulazione delle attività e nella loro attuazione non sono state infatti considerate le differenze esistenti tra i quadri legislativi nazionali e quelle relative allo statuto giuridico dei diversi attori. Questo ha comportato in alcuni casi l’impossibilità di rafforzare adeguatamente i soggetti della cooperazione transfrontaliera (in America Centrale per esempio al momento le mancomunidad non sono registrate come enti “internazionali” e quindi hanno forti limitazioni nella loro capacità di acquisire e utilizzare risorse) e in altri casi addirittura l’emergere di situazioni di conflitto (è il caso per esempio delle iniziative svolte nel Golfo di Fonseca, che hanno comportato l’emergere di un conflitto tra amministrazioni locali nicaraguensi e l’amministrazione centrale dello stato). Rilevanza metodologica Nonostante che nel documento di progetto si parli di un adeguamento del progetto alle domande e alle caratteristiche locali, di fatto “Fronteras Abiertas” ha adottato un approccio basato sulla diffusione di un unico insieme di strumenti, prevalentemente fondato sull’esperienza europea della cooperazione trans regionale. Questo insieme di strumenti non sempre appare pertinente rispetto alle realtà locali, sia per la mancanza in 26 Universidad Católica de Nuestra Señora de Asunción (San Ignacio Guazú), Escuela de Música “El Principito” (Encarnación), ecc. 43 molti casi di situazioni giuridiche e organizzative assimilabili a quelle europee, sia per la mancanza in America Latina di un quadro di riferimento politico e sociale unitario. Come nei fatti rivela la stessa esperienza dei progetti sostenuti da Fronteras Abiertas27, probabilmente un approccio diversificato alle diverse realtà locali avrebbe facilitato la realizzazione di azioni d’integrazione. In sintesi: si osserva che mentre la rilevanza del progetto dal punto di vista tematico e geografico è molto alta, la sua rilevanza per quanto riguarda i soggetti identificati come referenti principali, l’identificazione e la formulazione delle azioni, la dimensione giuridica e l’approccio metodologico presenta aspetti critici importanti. Ciò è perfettamente in linea con le osservazioni circa l’identità non chiara del progetto (ricerca esplorativa vs intervento di cooperazione allo sviluppo) e da alcune ambiguità di fondo. Soddisfacente Rilevanza o pertinenza - Carente il tema del progetto le aree geografiche identificate - l’identificazione degli attori di riferimento le azioni la dimensione giuridica 4.2. Validità del quadro logico Il secondo aspetto del progetto preso in considerazione nell’ambito della valutazione è relativo alla validità del quadro logico. In questo ambito sono stati considerati: a) la relazione tra obiettivi, risultati e azioni previste; b) la capacità degli indicatori identificati di offrire le informazioni necessarie alla misurazione del grado di conseguimento degli obiettivi e dei risultati attesi; e c) le modalità dell’identificazione dei fattori esterni che possono influenzare l’esecuzione del progetto. L’inadeguatezza di questi elementi comporta una condizione di rischio per il progetto, riguardante sia le sue conseguenze e i suoi effetti, sia la gestione delle risorse investite. Un quadro logico slegato dalla progettazione Come già si è accennato, nel caso del progetto “Fronteras Abiertas” il quadro logico è stato formulato successivamente alla redazione del documento di progetto e in modo autonomo, sia rispetto a tale documento, sia rispetto ai documenti relativi al finanziamento del progetto medesimo (le schede di ventilazione 2007, 2008, 2009 e 2010). Per di più, mentre nel documento di progetto si fa riferimento all’esigenza di accompagnare i processi d’integrazione e sviluppo transfrontaliero in corso e l’azione dei soggetti coinvolti in tali processi, nel quadro logico il progetto è rappresentato semplicemente come un insieme di attività: - rafforzare la cooperazione transfrontaliera (Obiettivo generale); - migliorare la capacità dei governi intermedi…; identificare progetti…; promuovere le relazioni… favorire un dialogo … (Obiettivi specifici). Questa situazione ha comportato che nella realizzazione del progetto si sia corso continuamente il rischio di uno sganciamento tra l’attività di riflessione strategica sulla cooperazione e l’integrazione transfrontaliera e le azioni di rafforzamento effettivamente svolte. Inoltre questo ha probabilmente comportato una perdita almeno parziale del cuore del progetto, rappresentato in origine dallo sviluppo di una rete tra le amministrazioni intermedie latinoamericane ed europee, in favore di una maggiore centralità della implementazione delle attività. 27 Nonostante il fatto che si dichiari che i progetti coinvolgono le amministrazioni intermedie, spesso essi sono gestiti e guidati da organizzazioni di altro tipo: ONG, enti accademici, “consorzi” di carattere operativo, amministrazioni municipali, ecc.. 44 La focalizzazione del quadro logico sulle attività comporta anche una sua scarsa utilità in quanto strumento per la guida e per il monitoraggio del progetto: gli obiettivi previsti e i risultati sperati sono identificati infatti con le attività in corso di realizzazione. Si produce quindi una situazione di automatica rispondenza dell’attività realizzata rispetto al progetto: gli obiettivi sono conseguiti perché le attività sono realizzate. Le condizioni esterne Le condizioni esterne del progetto appaiono in gran parte riconducibili agli obiettivi del progetto e quindi una conseguenza delle attività, piuttosto che una condizione perché tali attività possano consentire il conseguimento di risultati: la priorità attribuita dalle istituzioni regionali e dai governi nazionali all’integrazione regionale; il riconoscimento del ruolo delle istituzioni intermedie e locali nell’integrazione; il riconoscimento della cooperazione transfrontaliera come componente strategica dei processi d’integrazione sono tra gli scopi delle attività del progetto (non è un caso che una grande quantità di risorse sia stata impiegata per missioni, seminari, pubblicazioni e corsi aventi questi tre aspetti come il loro oggetto principale). Lo stesso si può dire per quanto riguarda la “capacità d’iniziativa autonoma dei governi intermedi e locali”, la “sensibilità della cooperazione decentralizzata europea”, la “disponibilità al dialogo dei governi nazionali, intermedi e locali”. Quasi soltanto il riferimento alla “stabilità politica” può essere effettivamente riconosciuto come una condizione esterna. D’altra parte proprio la mancanza di attenzione alle condizioni esterne esistenti – come i rapporti tra stati nazionali, il quadro giuridico a cui le amministrazioni rispondono, la stabilità interna agli stati, l’interesse delle municipalità per lo sviluppo locale (invece che per la semplice costruzione di opere) – sono tra i fattori che hanno contribuito a diminuire la rilevanza del progetto rispetto al contesto in cui si è inserito. Paradossalmente, le condizioni esterne definite per quanto riguarda le attività – che sono effettivamente esterne, visto che si tratta della “continuità della politica nei governi intermedi e locali” – non hanno nessuna relazione con le attività stesse, definite come un insieme di input che dipende da un unico attore, rappresentato dal progetto medesimo. Attività, risultati, obiettivi Come si è detto, i risultati e gli obiettivi sono definiti all’interno del quadro logico in termini di attività. Per di più anche gli indicatori individuati in rapporto ad essi sono o tautologici (es. l’indicatore relativo al risultato “cinque azioni dirette realizzate in aree di frontiera” è il “numero di azioni dirette realizzate”) o non misurabili (es. l’indicatore relativo all’obiettivo “identificare progetti per il coordinamento transfrontaliero delle politiche pubbliche” è definito come il “livello di coordinamenento transfrontaliero delle politiche pubbliche”). Questo comporta sia l’impossibilità di verificare il conseguimento dei risultati e degli obiettivi stessi, sia quella di verificare quale sia effettivamente l’impatto delle attività. Allo stesso tempo questo porta di fatto a non considerare il rapporto tra le attività e i processi sociali, economici e politici in corso, rendendo l’attività di gestione stessa autoreferenziale. La relazione tra obiettivi e risultati Un ulteriore aspetto del quadro logico è la mancanza di relazione tra obiettivi e risultati. Non c’è alcuna relazione di implicazione tra i primi - 1) “miglioramento delle capacità dei governi locali e intermedi di elaborare, formulare e realizzare progetti di cooperazione transfrontaliera”; 2) “identificazione di progetti di coordinamento transfrontaliero delle politiche pubbliche”; 3) “impulso alle relazioni tra governi intermedi e locali con gli organismi multilaterali di cooperazione”; 4) “facilitazione di un dialogo permanente multilivello transfrontaliero” – e i secondi – 1) cinque azioni dirette realizzate in aree di frontiera; 2) cinque progetti presentati alla cooperazione internazionale finanziati e implementati; 3) trenta governi intermedi e reti di governi locali partecipanti in reti di scambio sui temi dell’integrazione transfrontaliera; 4) duecentocinquanta operatori di governi partecipanti in corsi di formazione online; 5) sei eventi organizzati sull’integrazione transfrontaliera. Alcuni dei risultati corrispondono ad attività funzionali ad alcuni degli obiettivi ma non c’è né un rapporto di necessità, né un rapporto di univocità tra di essi. Piuttosto che di “risultati” connessi agli obiettivi definiti si tratta di attività di cui è prevista la realizzazione nel quadro del progetto. 45 La corrispondenza tra risultati e le azioni Il fatto che i risultati siano definiti in termini di attività paradossalmente non risulta in una maggiore corrispondenza tra i primi e le seconde. Infatti, le attività sono definite come input. E’ come se nel quadro logico si verificasse una sorta di slittamento semantico verso il basso: invece di mettere in luce il rapporto tra il progetto e la realtà esterna, così da rendere controllabili e verificabili gli effetti (attesi e inattesi) del progetto, ci si limita a elencare le componenti del progetto. Mancano completamente poi nel quadro logico alcune attività che si sono rivelate importanti nella realizzazione del progetto, come quelle di studio e di ricerca. Di conseguenza, da un lato, gli eventi e i processi esterni che possono influire sul progetto sono poco controllabili e, dall’altro, la stessa efficacia delle azioni realizzate diventa non verificabile. In sintesi: il quadro logico del progetto – forse a causa del fatto di essere stato formulato successivamente e in modo autonomo rispetto al progetto stesso – presenta forti carenze, tali da comportare conseguenze sulla sua gestione e da incidere, sia sulla sua rilevanza, sia sulla sua efficacia. Soddisfacente Carente Quadro logico - relazione tra risultati e attività (alcune attività non sono identificate) formulazione degli obiettivi e dei risultati gli indicatori sono tautologici rispetto ai processi che dovrebbero consentire di valutare 4.3. Efficacia: risultati attesi e risultati inattesi Gli output diretti del progetto Come è prevedibile, dal punto di vista quantitativo, le attività realizzate sono coerenti con il progetto formulato, anzi – come si può osservare nella tabella seguente - il progetto ha avuto la capacità di produrre output diretti maggiori rispetto a quelli previsti. Output previsti Output effettivi 5 progetti presentati alla cooperazione internazionale finanziati e implementati 6 progetti avviati nelle aree transfrontaliere con il finanziamento di enti internazionali e il coinvolgimento di enti regionali europei e/o locali 5 azioni dirette realizzate in aree di frontiera 6 iniziative sostenute direttamente dal progetto 250 operatori di governi partecipanti in corsi di formazione online 300 operatori pubblici hanno preso parte ai 2 corsi a distanza 30 governi intermedi e reti di governi locali partecipanti in reti di scambio sui temi dell’integrazione transfrontaliera 22 operatori hanno preso parte alle iniziative di formazione in Italia sono state avviate relazioni con alcune organizzazioni d’integrazione regionale (CAN, Mercosur, SICA) e con i governi di 16 paesi latinoamericani sono state avviate relazioni di cooperazione con alcuni enti regionali e locali europei, quali la Regione Toscana, la Regione Lombardia, la Regione Piemonte, la Provincia di Bolzano e la Provincia di Huelga (Spagna) sono state avviate attività di collaborazione con 20 enti di ricerca e circa 100 esperti e accademici latinoamericani 46 Output previsti Sei eventi organizzati sull’integrazione transfrontaliera Output effettivi Sei eventi internazionali più numerosi eventi di carattere regionale e locale I progetti avviati nelle aree transfrontaliere Andando al di là di una descrizione semplicemente quantitativa delle realizzazioni del progetto si possono però osservare alcune situazioni più problematiche. Per quanto riguarda i progetti avviati nelle aree transfrontaliere, come già si è osservato nei paragrafi precedenti: - i progetti avviati con il finanziamento di enti internazionali non sempre hanno un “contenuto” effettivamente transfrontaliero: in alcuni casi si tratta di progetti di sviluppo delle infrastrutture locali in aree di frontiera, ma che coinvolgono soltanto le amministrazioni di un paese (è il caso del progetto di Chinandega sulla gestione dei rifiuti); - in alcuni casi il legame tra le iniziative di sviluppo in corso e il progetto Fronteras Abiertas non è evidente (nell’area di Chinandega è la Regione Lombardia ad aver avviato il progetto, assieme alla ONG ACRA, dopo la conclusione delle attività di Fronteras Abiertas; nel Golfo di Fonseca il consolidamento della “mancomunidad trinacional” attualmente in corso appare autonomo rispetto al progetto e legato ad altre iniziative svolte nell’area; nell’area tra Perù, Bolivia e Argentina il progetto “Fronteras Turisticas” è stato formulato e avviato senza il concorso del progetto); - in alcuni casi il coinvolgimento delle amministrazioni europee è assente o presenta forti carenze (nel Trifinio, nel progetto “Ciudad limpia” sono coinvolte soltanto associazioni intermunicipali locali e una ONG italiana; nel progetto “Coesione sociale e integrazione territoriale dei municipi frontalieri del Trifinio” finanziato nel contesto del programma URBAL-, la Regione Lombardia di fatto è uscita dalla partnership all’inizio delle attività - sembra, secondo le informazioni raccolte, a causa di conflitti sulle risorse e sulla possibilità di adottare in Centro America il modello di pianificazione sperimentato sul territorio lombardo – nello stesso progetto è anche previsto il coinvolgimento dell’OICS, di cui però non è chiaro il ruolo). L’efficacia di alcune azioni realizzate è stata diminuita in misura rilevante dalla mancata considerazione di alcune dinamiche politiche e istituzionali e dall’adozione di un approccio che non tiene conto delle differenze tra gli attori. E’ il caso in particolare dell’appoggio alle mancomunidades del Golfo di Fonseca, che non ha potuto comportare nessuna successiva iniziativa di cooperazione transfrontaliera tri-nazionale a causa della scarsa considerazione delle dinamiche e del quadro istituzionale dei diversi paesi (in particolare in Nicaragua l’autonomia di azione – soprattutto a livello internazionale delle municipalità – è limitata; anche se le alcaldi sono considerate come trait d’union tra i cittadini e il governo nazionale). La possibilità di accedere ai finanziamenti internazionali è in gran parte legata alla presenza di una “personalità giuridica” adeguata. Tranne in pochi casi, in generale le mancomunidades non avendo uno statuto transnazionale, sono impossibilitate ad accedere ai fondi se non attraverso i municipi. Le reti di attori: le amministrazioni locali e regionali europee Come si è già notato, un aspetto centrale del progetto era rappresentato dalla “costruzione di una rete di attori” latinoamericani ed europei, composta prevalentemente da amministrazioni locali e intermedie (provincie e regioni). Di fatto sembrerebbe che al di là del coinvolgimento nel progetto dell’OICS –agenzia strumentale delle regioni italiane, che gode di autonomia rispetto alle regioni e alle loro politiche e che ha avuto un ruolo di facilitazione nei contatti con le amministrazioni regionali italiane - il numero delle amministrazioni locali e regionali europee coinvolte nelle iniziative di collaborazione transfrontaliera sia molto limitato. Inoltre, il coinvolgimento di queste amministrazioni non sembra poter essere definito propriamente con il termine “rete”. Sembrerebbe piuttosto trattarsi di forme di coinvolgimento puntuali, dovute a un intervento attivo di convocazione e di animazione da parte di un soggetto esterno (qual è stato di fatto il progetto stesso, direttamente o attraverso il coinvolgimento dell’OICS) piuttosto che dal fatto che “nella rete” si colgano opportunità interessanti, tanto di cooperazione e coordinamento rispetto a obiettivi comuni (come quello di 47 influire sulle agende degli stati nazionali delle agenzie internazionali, o della stessa opinione pubblica), quanto di scambio di esperienze, informazioni e conoscenze. Inoltre, sembrerebbe che il coinvolgimento attivo delle amministrazioni europee nelle iniziative di cooperazione sia fortemente connesso alla possibilità di accedere a risorse economiche: le iniziative di cooperazione di maggiore rilevanza sono sostenute finanziariamente da programmi dell’Unione Europea, che non finanziano soltanto le “azioni di sviluppo” a livello locale, ma anche le attività prestate dalle amministrazioni europee. Anche se si può osservare che alcune amministrazioni (come la Provincia autonoma di Bolzano) hanno mantenuto relazioni costanti di cooperazione con le loro controparti latinoamericane anche quando non erano disponibili risorse finanziarie esterne, in più di un caso, la mancanza di tale finanziamento esterno ha fatto cadere il legame di cooperazione - un esempio è il mancato finanziamento da parte del fondo fiduciario italiano presso la BCIE delle azioni di sviluppo nel Golfo di Fonseca. La stessa “dimensione” dell’impegno e del coinvolgimento delle regioni europee sembra limitata: a partecipare attivamente a iniziative di sviluppo sono stati soltanto la Regione Piemonte, la Regione Lombardia, la Provincia di Frosinone, la Provincia Autonoma di Bolzano e la Diputacion provincial de Huelva. Le altre regioni coinvolte nel progetto hanno soprattutto ospitato attività di formazione o visite di studio (es. Toscana). Le reti di attori: le amministrazioni locali latinoamericane Per molte amministrazioni locali e intermedie latinoamericane l’interesse a costruire e partecipare a una rete che superi la dimensione locale è sicuramente evidente ed è oggetto di una maggiore consapevolezza che per le amministrazioni europee. Per esempio, alcuni degli informatori intervistati hanno definito con precisione l’interesse a creare reti che consentano di aumentare la visibilità delle singole amministrazioni e delle domande che consentano di accedere, sia a livello nazionale, sia a livello internazionale, favorendo lo scambio d’informazioni, di pratiche e di esperienze e permettendo la costruzione di agende comuni e la capacità di incidere sulle agende delle “controparti”. Tuttavia, anche tra le amministrazioni locali e intermedie latinoamericane la rete è ancora in una fase embrionale. Il suo consolidamento sta avvenendo – con un intervento diretto svolto dal CeSPI – soprattutto nel contesto del programma URBAL, in particolare nel progetto “Coesione sociale e integrazione territoriale dei municipi frontalieri del Trifinio” (nello svolgimento del quale si è tenuta a fine maggio 2012 una conferenza cui hanno preso parte molte delle amministrazioni locali coinvolte nel progetto “Fronteras Abiertas”, sia dell’America Centrale, sia dell’America del Sud). Anche in questo caso non sembra ancora possibile parlare di una rete vera e propria. Ci si trova piuttosto di fronte a iniziative di cooperazione puntuali messe in contatto e in relazione attraverso l’attività di un attore esterno (il CeSPI). Di fatto, non sembra che la rete delle amministrazioni locali latinoamericane abbia la capacità di continuare la sua attività senza la presenza di un attore esterno che svolga, sia un’azione di sostegno, sia un’azione di stimolo (non è un caso che lo stesso sito web “Fronteras Abiertas” che avrebbe dovuto costituire una piattaforma informatica per la rete sia rimasto essenzialmente uno strumento di comunicazione del progetto). Tra i fattori che rendono difficile la funzionalità della rete sono da mettere in evidenza le disomogeneità e le asimmetrie tra i diversi attori coinvolti: in alcuni casi si tratta di municipi (i cui interessi sono spesso abbastanza immediati – anche in considerazione dell’esigenza di produrre consenso nella cittadinanza da parte degli alcalde), in altri si tratta di “mancomunidades” o di “associazioni” di municipi (che non solo hanno statuti giuridici diversi, ma spesso anche interessi di carattere differente: a volte sono organizzazioni dotate di una vera e propria “soggettività” e di una vera e propria intenzionalità strategica o politica – un esempio è il caso della Mancomunidad Trinacional del Rio Lempa – altre sono attori più interessati a trovare soluzioni ai problemi puntuali che devono gestire), in altri casi ancora si tratta di governi provinciali, regionali o addirittura statali che sono chiamati a svolgere una funzione di governance nelle regioni di frontiera. La formazione Come si è visto, Fronteras Abiertas ha realizzato due insiemi di attività di formazione: una serie di visite di studio in Italia, che hanno coinvolto 22 rappresentanti e operatori di amministrazioni latinoamericane, e due corsi online, cui hanno partecipato circa 300 allievi. 48 Nel primo caso appare improprio parlare di stage, cioè del tipo di attività formativa prevista inizialmente nella definizione del progetto. Infatti, come si è visto le visite in Italia hanno avuto una durata limitata e sono state strutturate in alcuni seminari e in una serie di visite a esperienze concrete. E’ mancato dunque l’elemento formativo più tipico degli stage, vale a dire l’elemento della condivisione dell’attività lavorativa o di prestazione dei servizi svolta dalle entità visitate. In mancanza di questo elemento è difficile parlare di forme di apprendimento esperienziale quali sarebbero quelle degli stage. Nel caso del secondo insieme di attività, vale a dire i corsi online, appare difficile invece fare riferimento alla modalità della “formazione a distanza”: sono stati messi a disposizione dei partecipanti alcuni testi, alcuni materiali bibliografici e dei test di auto-valutazione, ma sono mancati gli elementi che consentono a un processo di apprendimento e soprattutto a un processo di formazione – che dovrebbe non soltanto influire sulle conoscenze disponibili, ma anche sulla capacità di applicarle e sulla capacità di interpretare la realtà – di aver luogo. Sono mancati, infatti, sia il ricorso a supporti quali i tutor, sia il ricorso a forme di interattività tra docenti e discenti e tra i discenti stessi. Si potrebbe osservare, quindi, che nella definizione del progetto i concetti relativi alle attività siano stati utilizzati prevalentemente in modo analogico. Questo ha comportato un certo livello di confusione nella progettazione, nell’implementazione e nella fruizione delle attività (con la conseguenza di aspettative non soddisfatte e dell’emergere di prospettive e percezioni non condivise tra i diversi attori coinvolti) e comporta una maggiore difficoltà nella valutazione dell’efficacia (non è chiaro infatti l’efficacia rispetto a quale obiettivo dovrebbe essere misurata). Al di là della definizione formale e delle metodologie utilizzate nelle attività di formazione, non si può fare a meno di osservare che: - i risultati effettivi conseguiti attraverso la realizzazione delle attività di formazione a distanza non appaiono misurabili: non sono disponibili infatti informazioni circa l’acquisizione e soprattutto circa l’uso effettivo delle conoscenze oggetto dei corsi; alla fine del corso sono state svolte prove di auto-valutazione, che tuttavia non consentono di capire l’impatto del corso medesimo; in Centro America soltanto poche persone hanno preso parte alle attività e non le considerano rilevanti; - sebbene il progetto abbia un sito web, che è stato utilizzato per le attività di formazione a distanza, la sua funzionalità come “piattaforma” per la cooperazione transfrontaliera e per la creazione di una rete tra le organizzazioni coinvolte in iniziative transfrontaliere è stata messa in dubbio da alcuni operatori, che non sono riusciti a entrare nella rete stessa per problemi di carattere tecnico; - apparentemente, le visite in Italia hanno conseguito risultati di sensibilizzazione piuttosto che di vero e proprio trasferimento o sviluppo di competenze; d’altra parte, da visite di breve durata a impianti ed esperienze sarebbe difficile pretendere un trasferimento di conoscenze di maggiore complessità; ciononostante le visite sono state ritenute utili da parte dei partecipanti e in alcuni casi è stato possibile verificare la loro effettiva utilità ai fini del progetto (è il caso per esempio dell’alcaldia di Marcovia in Honduras, nella quale è stata avviata la progettazione di un impianto di gestione e trattamento dei rifiuti anche sulla base delle informazioni acquisite durante la visita agli impianti italiani); - la selezione dei partecipanti alle attività di formazione realizzate non sempre è stata efficace: in alcuni casi le persone che hanno partecipato a queste attività hanno lasciato i loro luoghi di lavoro; in altri – più numerosi – la possibilità di utilizzare le informazioni acquisite si è dimostrata molto limitata; in questo senso è possibile segnalare tra le caratteristiche delle attività di formazione condotte la mancanza di attenzione alle dinamiche e ai processi di gestione della conoscenza nelle organizzazioni; piuttosto che a un’effettiva costruzione delle capacità dei governi locali o delle entità intermedie le attività sono state orientate al trasferimento d’informazioni a singoli individui. Costruzione di capacità e cooperazione Sud - Sud Una definizione carente delle attività e dei loro obiettivi ha influito probabilmente anche sull’efficacia delle azioni di costruzione di capacità e sulla possibilità di avviare iniziative di cooperazione Sud - Sud. Nei fatti, tanto nella costruzione dei progetti da proporre al finanziamento di organizzazioni internazionali, quanto nella formulazione delle iniziative di sviluppo locale finanziate direttamente dal progetto un ruolo 49 centrale – e qualche volta addirittura esclusivo – è stato assunto dagli attori europei coinvolti. Questo certamente non ha favorito la possibilità di sviluppo di capacità locali (non è un caso che almeno in alcuni casi al progetto non abbiano fatto seguito iniziative locali e autonome di sviluppo e cooperazione transfrontaliera e che nei casi in cui queste iniziative appaiono di maggior successo – come nel caso dei progetti URBAL - continui una presenza europea “importante”). In questo senso, piuttosto che il sostegno a iniziative di cooperazione “Sud - Sud” sembrerebbe che il progetto abbia sostenuto – alcune volte con successo, altre con effetti temporanei – iniziative di cooperazione Nord – Sud – Sud, nell’ambito delle quali le organizzazioni locali rischiano di assumere più il ruolo di beneficiari che non quello di attori protagonisti. Questa situazione potrebbe anche essere legata ad alcune carenze nella rilevanza della scelta degli attori (di fatto, la “soggettività” delle amministrazioni locali a volte si esprime più nel cogliere opportunità di miglioramento delle condizioni locali che nell’avviare iniziative “politiche” e strategiche rivolte all’esterno), sia nell’identificazione delle azioni (queste a volte sono state “condotte” dagli attori europei, più interessati a diffondere le proprie “buone pratiche” e a valorizzare le proprie capacità che non a confrontarle con le pratiche e le capacità locali). In generale, in questo quadro si può osservare che sebbene la cooperazione Sud – Sud rappresenti un elemento fondamentale del progetto FA, i casi effettivi di cooperazione Sud – Sud comprendenti lo scambio d’informazioni, competenze e risorse, il trasferimento di tecnologie o il sostegno nella promozione di politiche e di nuove iniziative di sviluppo transfrontaliero, sono ancora molto pochi. Soprattutto, se si considerano le relazioni tra soggetti di regioni diverse. Ciò non vuol dire che i soggetti latinoamericani coinvolti nel progetto non abbiano relazioni con quelli di altre regioni latino-americane; tuttavia, in molti casi queste relazioni sono più legate a occasioni offerte da altri programmi che all’attività di Fronteras Abiertas (esempi di questo genere sono, tra gli altri, le visite in Colombia degli esperti centroamericani di rifiuti, realizzate in contesti legati alla cooperazione bilaterale e multilaterale Sud – Sud e la stessa collaborazione che è stata avviata tra le mancomunidades dell’area del Trifinio e quelle dell’area del Golfo di Fonseca, che è stata soprattutto sostenuta da entità regionali come il progetto PRESANCA e il progetto CENPROMYPE – che hanno comunque potuto avvantaggiarsi della conoscenza prodotta da Fronteras Abiertas). I limiti del progetto per quanto riguarda lo sviluppo di capacità tra gli attori coinvolti sono anche in una certa misura rivelati dal fatto che l’efficacia delle attività (es. avvio d’iniziative di sviluppo transfrontaliero, partecipazione alla rete, uso delle conoscenze, ecc.) è stata fortemente condizionata dalle capacità di cui gli attori coinvolti nel progetto stesso già avevano in precedenza: nel caso in cui a essere coinvolte erano autorità locali o mancomunidades “forti” e “strutturate” le attività appaiono caratterizzate da una maggiore rilevanza strategica e da una maggiore sostenibilità; nel caso in cui sono state coinvolte autorità o mancomunidades più deboli – e quindi anche più dipendenti dalle dinamiche politiche esistenti a livello locale o dalle relazioni con i governi nazionali - i risultati sono stati meno rilevanti e in molti casi anche meno riconosciuti dai soggetti stessi. Per esempio, nell’area del Golfo di Fonseca, l’utilizzazione di “piani di sviluppo” fondati sull’analisi delle domande e sulla rilevazione dei progetti in corso e di quelli in fase di formulazione, è stata accolta con interesse dove le mancomunidades erano più strutturate (come nel Nord del Dipartimento della Union) e con scetticismo o sospetto nei casi in cui le mancomunidades erano più deboli (come in Nicaragua). A questo proposito si potrebbe notare – nonostante il fatto che in più di un caso il progetto sia “atterrato” in un luogo sulla base di richieste locali - una certa difficoltà ad adattare il progetto alle condizioni locali. Considerando il processo di rafforzamento delle capacità degli attori locali, questo appare più importante dove tali attori erano già in origine dotati di maggiore capacità. Tuttavia – forse con l’eccezione della Mancomunidad transnacional del Trifinio – si osserva che i progetti che hanno ottenuto finanziamenti sono stati tutti formulati con una forte collaborazione con il CeSPI. Sembrerebbe quindi che le attività di formazione realizzate abbiano avuto un’efficacia limitata. Per quanto riguarda le attività di formazione, una maggiore efficacia è stata osservata dai beneficiari per quanto riguarda le visite in Italia. Confusione istituzionale Un elemento ulteriore che ha influito sull’efficacia del progetto è una situazione di relativa confusione istituzionale. 50 Il legame tra le attività del progetto “Fronteras Abiertas” e le attività promosse o realizzate dagli enti esecutori nel contesto di altri progetti non è sempre chiaro e definito e in alcuni casi le stesse persone coinvolte nel progetto hanno agito in momenti diversi all’interno di quadri istituzionali diversi: ancora una volta questo ha reso più difficile gestire in modo adeguato alcune attività riducendone l’efficacia (un caso esemplificativo è quello delle azioni in Centroamerica, in cui gli approcci proposti dai diversi soggetti coinvolti si sono a volte scontrati senza riuscire a trovare forme di azione efficace nel sostegno agli attori locali). In alcuni casi, le attività dell’ente maggiormente coinvolto nell’esecuzione del progetto (il CeSPI) sono state condotte all’interno di progetti e nel quadro di finanziamenti diversi senza che fossero chiare le differenze tra le attività e le loro relazioni (comprese le potenziali sinergie e le forme di potenziamento reciproco): è il caso del già menzionato studio sulle città porto (condotto con le risorse del progetto IILA - INAFICT); è il caso inoltre della cooperazione con il SICA (avviata alla conclusione del progetto e che è risultata in un accordo tra SICA e CeSPI, ma realizzata con fondi di Fronteras Abiertas); è il caso, infine, dell’elaborazione dei progetti proposti al finanziamento dell’Unione Europea, nei quali lo stesso CeSPI è coinvolto non soltanto dall’esterno – come soggetto facilitatore – ma anche all’interno, utilizzando quindi le risorse dei progetti stessi in una situazione di potenziale conflitto di interessi o comunque di mancanza di chiarezza istituzionale. Seminari, comunicazione Il progetto senza dubbio ha avviato e svolto un’ampia azione di comunicazione nei confronti delle amministrazioni locali, dei governi e degli enti internazionali dell’America Latina. I governi centroamericani e dell’America Meridionale hanno partecipato con i rappresentanti dei livelli più alti (uffici dei presidenti, ministeri della pianificazione e dell’interno, ministero degli esteri) alle iniziative promosse da Fronteras Abiertas. Attraverso i seminari e gli incontri bilaterali condotti nel corso delle missioni realizzate dallo staff del progetto – spesso in compagnia dei rappresentanti delle regioni italiane – si è prodotto un insieme di effetti: - lo sviluppo di un contesto favorevole (almeno in teoria) all’avvio e al sostegno d’iniziative di cooperazione transfrontaliera che abbiano come soggetti principali le autorità locali; - il rafforzamento dell’importanza attribuita alla questione dei territori di frontiera, tanto a livello dei singoli paesi, quanto a livello delle organizzazioni d’integrazione regionale; - l’avvio di una riflessione – che coinvolge sia i governi, sia le amministrazioni locali, sia le organizzazioni internazionali – sui processi di “costruzione dal basso” dell’integrazione frontaliera e dell’integrazione regionale. L’avvio della riflessione è in qualche modo testimoniato dal fatto che alcuni dei soggetti transnazionali coinvolti nelle azioni di comunicazione (come il SICA e la CAF) hanno promosso iniziative riguardanti la cooperazione transfrontaliera e riguardanti il ruolo che le amministrazioni locali possono giocare nel processo d’integrazione regionale, spesso coinvolgendo in modo diretto o indiretto i soggetti impegnati nel progetto. Il SICA per esempio, oltre ad avviare un’iniziativa regionale per la formulazione di una “Carta Centroamericana de la Autonomia Municipal”, ha siglato un protocollo di intesa con il CeSPI per attività di ricerca e di riflessione sullo sviluppo transfrontaliero28 e sta finanziando l’apertura di una pagina riguardante le amministrazioni locali nel sito-web del progetto di formazione SICA – IILA. Come si approfondirà successivamente, mentre da un lato i protocolli tra il SICA e il CeSPI potrebbero apparire come risultati positivi del progetto, dall’altro essi potrebbero comportare situazioni non compatibili con il ruolo assunto dal CeSPI all’interno del progetto medesimo: la titolarità del progetto e delle sue azioni dovrebbero essere infatti riconosciute all’IILA e di conseguenza la legittimità di un’azione che stabilisce una relazione diretta tra un’entità esterna e l’ente esecutore del progetto è per lo meno dubbia. 28 Tra il CeSPI e il SICA è stato firmato un accordo di collaborazione. Il CeSPI inoltre ha realizzato con fondi appartenenti al progetto FA uno studio per il SICA, che ha avuto come prodotto principale il documento di riflessione “Conceptualización de la Cooperación Fronteriza en el Sistema de la Integración Centroamericana”: il documento – che sarà fatto proprio e pubblicato dal SICA - è presentato come frutto della collaborazione tra CeSPI e SICA. Anche in questo caso non si può fare a meno di osservare la presenza di una situazione di dubbia legittimità e in una certa misura di conflitto di interessi, tra il ruolo di gestione del progetto, l’assunzione di titolarità circa l’iniziativa e l’uso delle risorse del progetto per fini almeno parzialmente diversi da quelli originari. 51 Effetti inattesi: incidenza sulle politiche e conoscenza Quanto è stato appena osservato sull’attività di comunicazione condotta nel progetto consente di mettere in luce un aspetto di Fronteras Abiertas che è poco evidente nel documento di progetto e nelle schede di ventilazione e del tutto assente nel quadro logico formulato. Si tratta, in particolare, della produzione e della diffusione di conoscenze circa i processi d’integrazione regionale e la cooperazione transfrontaliera. Di fatto, probabilmente anche a causa delle principali modalità di azione del progetto – che si è basato soprattutto sulla realizzazione di brevi missioni, anche se in alcuni casi si è fatto ricorso anche alla presenza di personale in loco per periodi relativamente lunghi – la produzione di conoscenze e la loro diffusione è una delle aree in cui l’efficacia del progetto è stata maggiore: oltre al già citato volume “Cooperación transfronteriza e integración en América Latina” nel contesto del progetto sono state realizzate altre pubblicazioni, rapporti di ricerca e relazioni presentate in eventi di carattere politico e di carattere accademico. Le azioni di comunicazione e di networking con il SICA, con le altre organizzazioni regionali (es. PRESANCA, CEMPROMYPE) e alcuni soggetti governativi in Centroamerica hanno portato alla condivisione di una visione delle frontiere e alla percezione della possibilità di processi d’integrazione dal basso, mentre - di fatto - fino al progetto Fronteras Abiertas, le poche iniziative di sviluppo transfrontaliero erano state quasi sempre basate su accordi tra stati e su processi politici di vertice (tuttora la possibilità d’iniziative d’integrazione regionale dal basso è percepita come problematica da alcuni governi, che comunque identificano nei trattati e nelle relazioni di alto livello la “via principale” per l’integrazione29). Lo stesso processo è avvenuto anche in America del Sud, sia attraverso la realizzazione di incontri con i rappresentanti di governi ed enti internazionali, sia attraverso la partecipazione a reti accademiche e a iniziative seminariali. L’incidenza sulle politiche pubbliche ha avuto comunque diversi livelli di efficacia: mentre si può osservare un’efficacia alta sugli uffici locali delle Nazioni Unite e sulle organizzazioni per la cooperazione regionale (che si stanno impegnando in una misura sempre maggiore nel sostenere le iniziative di “integrazione dal basso” – anche con il sostegno ad attori della società civile), l’efficacia nei confronti degli stati e sui governi è ancora relativamente bassa: al di là delle dichiarazioni e dei discorsi il sostegno reale ai processi d’integrazione dal basso si scontra infatti con gli interessi esistenti per il mantenimento della sovranità territoriale. In particolare, il discorso sulla sicurezza, la necessità di controllare i traffici illegali e la sovranità delle frontiere ha comportato la sospensione dell’accordo C4, che consentiva una circolazione agevolata dei cittadini tra Salvador, Honduras, Nicaragua e Guatemala; un aggravio delle procedure di frontiera sia da parte dell’Honduras, che del Nicaragua e lo schieramento dell’esercito del Salvador lungo le frontiere, con un forte pregiudizio per le popolazioni di tali aree. Un altro contesto in cui le conoscenze e le informazioni generate attraverso Fronteras Abiertas sembrano aver inciso sulle politiche di enti internazionali è quello dell’Ufficio di coordinamento e orientamento (OCO) del Programma URBAL della Commissione Europea. In effetti, sembra possibile osservare in questo caso una situazione di una consonanza tra il progetto Fronteras Abiertas e il programma URBAL, che si è tradotta anche nel fatto che nel quadro di URBAL sono stati selezionati e finanziati alcuni progetti nati a partire dall’esperienza di Fronteras Abiertas o dalle relazioni che nell’ambito di tale progetto sono state sviluppate. In sintesi: nonostante che nell’ambito del progetto siano state realizzate tutte le attività previste, dal punto di vista dell’efficacia il progetto presenta numerosi elementi critici. L’efficacia del progetto appare problematica in particolare per quanto riguarda la costruzione di una rete di amministrazioni intermedie e locali latinoamericane ed europee (ancora in una situazione iniziale), per quanto riguarda i progetti sostenuti (che non sempre sono pertinenti e non sempre hanno avuto risultati di rafforzamento delle capacità degli attori coinvolti), per quanto riguarda le attività di formazione e di costruzione di capacità istituzionali (in gran parte si è trattato d’iniziative di trasferimento d’informazioni e conoscenze). Un aspetto particolarmente critico per l’efficacia del progetto è stato il prodursi di una situazione di 29 Non è un caso che i processi di cooperazione in atto nell’area del Trifinio, anche tra le amministrazioni locali, siano stati legittimati dalla presenza del trattato che ha costituito il “Plan Trifinio”, stipulato nel quadro del processo di pace degli anni ’90. Allo stesso modo, la cooperazione tra i municipi del Golfo di Fonseca è stata frenata dalla mancanza di un trattato di collaborazione tra gli stati e ora probabilmente sarà rilanciata grazie alla recente firma di un accordo tra i presidenti di Honduras, El Salvador e Nicaragua. 52 confusione istituzionale: non è chiaro cosa sia “del progetto” e cosa appartenga a “altri progetti”. Il progetto però presenta anche aspetti positivi, tra cui uno di particolare importanza è da catalogare come un risultato inatteso: si tratta della produzione di conoscenza sui processi d’integrazione transfrontaliera in America Latina. Proprio la produzione di conoscenza – che non era prevista nel quadro logico – ha consentito al progetto di incidere sulle politiche di alcuni soggetti latinoamericani, quali in particolare le organizzazioni d’integrazione regionale. Soddisfacente Efficacia - Carente Attività realizzate corrispondenti a quelle indicate nel progetto Attività di formazione in Italia reputate utili dai soggetti coinvolti - - - Il contenuto transfrontaliero è dubbio nei casi di alcuni progetti. Il legame tra il progetto e alcune attività non è evidente In alcuni casi non c’è un coinvolgimento di amministrazioni europee. Il numero delle organizzazioni locali e regionali europee coinvolte è molto limitato La cooperazione più che su una rete appare basata su relazioni puntuali Non è chiaro l’interesse per la rete da parte di molti attori, se non quello di acquisire risorse La rete latinoamericana è ancora in una situazione embrionale e dipende dagli attori esecutori del progetto I risultati delle attività di formazione non sono misurabili Il sito non funziona come piattaforma Uso analogico e impreciso dei concetti che definiscono le attività Confusione istituzionale Mancata considerazione delle dinamiche politiche e istituzionali Approccio indifferenziato agli attori I casi di cooperazione Sud – Sud sono ancora pochi Il progetto in alcuni casi non riesce a produrre un effettivo accrescimento delle capacità, si limita ad accompagnare chi ha già capacità elevate. Le attività di formazione sembrano avere un’efficacia limitata 4.4. Efficienza L’efficienza è stata valutata considerando il rapporto tra le risorse utilizzate e le attività svolte. Un ostacolo ai fini di un’adeguata analisi dell’efficienza è rappresentato dalla mancanza di un unico budget: il budget del progetto è stato sviluppato ed è variato nel corso della sua implementazione, così come la durata del progetto stesso. Alla sua conclusione le risorse messe a disposizione dal Ministero degli Affari esteri sono state spese quasi completamente (sul finanziamento complessivo soltanto 15.000 Euro, attribuiti alla realizzazione di un’attività di valutazione in itinere, non sono stati spesi in quanto tale attività non è stata realizzata). La capacità di moltiplicazione delle risorse Come si fa notare nel rapporto finale del progetto, attraverso le attività realizzate sono state generate – in modo diretto o indiretto – risorse per circa 11 milioni di Euro (con un investimento complessivo di circa 1,5 milioni). In particolare, le risorse generate comprendono: - alcuni progetti finanziati dall’Unione Europea (alcuni formulati nel quadro di Fronteras Abiertas, altri formulati e proposti da soggetti che sono venuti in contatto tra loro grazie alle attività del progetto); - iniziative delle amministrazioni locali italiane svolte nel quadro del progetto (a volte però con esiti dubbi, come nel caso del PIDET finanziato dalla Regione Lombardia); 53 - iniziative e risorse mobilitate direttamente dai soggetti latinoamericani coinvolti nel progetto. Gli aspetti problematici nell’esecuzione del progetto Nonostante questa grande capacità di leverage, dal punto di vista dell’uso delle risorse non si può fare a meno di osservare la presenza di alcuni aspetti problematici: sebbene le spese generali previste per ognuno dei partner siano vicine al 5% le spese generali complessive ammontano al: 13 % (budget 2007); 9,73 % (budget 2008); 10,13 % (budget 2009). In ogni caso si tratta di percentuali notevolmente più alte di quelle normalmente ammesse dalla maggior parte degli enti internazionali (7 % per la UE, 9 % per le Nazioni Unite); il costo di alcune attività (per esempio quelle di formazione, sia in Italia, sia online; pari in totale a circa 361.700 Euro30) appare molto alto sia rispetto ai risultati ottenuti (acquisizione di conoscenze generali circa la cooperazione transfrontaliera; acquisizione di conoscenze generali su attività di gestione dei rifiuti e sviluppo locale), sia rispetto al numero di beneficiari effettivamente coinvolti; in alcuni casi (es. l’attività di pianificazione nel Golfo di Fonseca) gli sforzi fatti e le risorse investite non hanno portato benefici percepiti come tali dagli attori locali; anzi, al contrario sembrano aver comportato la crescita di aspettative che poi non sono state soddisfatte con un conseguente disamoramento da parte di alcuni attori locali rispetto al tema della “cooperazione transfrontaliera”; in qualche caso le risorse impiegate nelle “azioni dirette” hanno generato effetti che potrebbero essere definiti di ridondanza e comunque poco rilevanti per gli obiettivi del programma (come l’offerta di computer a municipi che già avevano una dotazione informatica adeguata); nonostante l’investimento complessivo, la rete costituita, soprattutto tra le organizzazioni europee, appare ancora piuttosto esigua e dotata di una scarsa iniziativa; l’uso e la gestione delle risorse dei progetti sono stati in alcuni casi un oggetto di conflitto tra i soggetti coinvolti nell’attività di Fronteras Abiertas. In particolare, l’abbandono del progetto URBAL da parte della regione Lombardia appare connesso a discussioni relative all’uso delle risorse. L’emergere di conflitti sulle risorse potrebbe essere considerato come un indicatore relativo alla presenza di ostacoli organizzativi non adeguatamente gestiti e comunque di una situazione in cui una parte delle risorse del progetto – quella concernente la creazione della rete – ha dato frutti minori di quelli attesi. il risultato più evidente del progetto, vale a dire la formulazione e il finanziamento di nuovi progetti nelle aree transfrontaliere, appare indipendente da molte delle attività svolte; in particolare per quanto riguarda i progetti proposti al finanziamento di URBAL, probabilmente, sarebbe stato sufficiente mettere in contatto gli attori che poi se ne sono fatti promotori (inoltre, non si può per di più fare a meno di osservare che per la sola “formulazione” di progetti sono stati impiegati circa 103.700 Euro, a cui ne sono stati aggiunti altrettanti per “missioni tecniche specialistiche”: si tratta di una cifra alta, se si considera che i progetti “generati” da Fronteras Abiertas sono in tutto quindici31). Alcuni aspetti problematici legati alla natura del progetto Al di là di questi problemi appare necessario segnalare che probabilmente le modalità stesse di gestione di un progetto, che è stato finanziato dal Ministero a un ente internazionale e poi è stato affidato quasi completamente in gestione a un soggetto terzo, sono all’origine di alcuni dei problemi riguardanti l’efficienza delle azioni svolte. L’opportunità di questo “doppio” scalino dovrebbe essere riconsiderata, tenendo presenti i ruoli svolti dai diversi enti coinvolti – l’IILA ha svolto un ruolo di facilitazione nelle relazioni con alcuni paesi, soprattutto 30 All’interno di questa cifra complessiva sono stati considerati: la spesa per gli stage di personale latinoamericano e la spesa per i docenti per la formazione a distanza, previste nel budget 2007;le spese per la formazione previste nel budget 2008; le spese per la formazione previste nel budget 2009. 31 Si dovrebbe considerare anche il fatto che nella formulazione di alcuni di questi progetti – come “Fonteras Turisticas” o il progetto della ONG ACRA nel dipartimento di Chinandega – il progetto non ha giocato un ruolo diretto. Se comunque si considerasse il valore totale dei progetti “generati” (stimato nei rapporti del programma in 11.515.000 Euro – di cui 315.000 corrispondenti ai progetti finanziati direttamente da Fronteras abiertas) si otterrebbe un valore della progettazione pari a circa il 9%. Senza dubbio piuttosto alto. 54 attraverso la comunicazione con le ambasciate latinoamericane a Roma; il CeSPI ha identificato, elaborato e implementato l’intero progetto, svolgendo tutto il lavoro sul campo. Inoltre, come dimostra anche il numero di pubblicazioni del CeSPI che sono poste in relazione con il progetto e le difficoltà che esistono nel determinare quali attività di studio e di ricerca siano da attribuire al Fronteras Abiertas e quali ad altri progetti, si potrebbe ipotizzare che il progetto medesimo si sia in una certa misura tradotto in una modalità di finanziamento per l’attività di ricerca del CeSPI, anche al di là degli obiettivi specifici del progetto. Le attività del progetto, inoltre, sono state utilizzate per mobilizzare finanziamenti per nuovi progetti dei quali partecipano e beneficiano non soltanto le associazioni di municipi e le amministrazioni intermedie delle zone transfrontaliere ma anche lo stesso CeSPI (che svolge di volta in volta attività di assistenza e monitoraggio ai progetti)32. Anche in questo caso, si potrebbe ipotizzare, quindi, che una percentuale non irrilevante delle risorse investite non sia stata destinata al rafforzamento degli attori impegnati in iniziative di cooperazione e integrazione transfrontaliera. In sintesi: come si è visto l’aspetto più importante dal punto di vista dell’efficienza è stata la capacità del progetto di mobilitare nuove risorse per la cooperazione transfrontaliera. Tuttavia sono stati osservati alcuni aspetti problematici relativi all’uso delle risorse: alcuni problemi sono legati alla gestione delle attività del progetto; altri invece alle modalità del finanziamento e alla progettazione iniziale dell’iniziativa. Soddisfacente Efficienza Carente Generazione di progetti per circa 11 milioni - - - - - - Il budget è stato definito di anno in anno. Non c’è corrispondenza tra il budget del progetto formulato nel documento di progetto e quello finale. Non è chiaro il modo nel quale il budget si è evoluto. Il costo di alcune attività appare molto alto rispetto ai risultati ottenuti (es. formazione in Italia) Non sempre le risorse investite hanno portato benefici percepiti dagli attori locali In alcuni casi le azioni dirette hanno generato effetti ridondanti o poco rilevanti per gli obiettivi del programma Il risultato più evidente del progetto (i nuovi progetti) appare indipendente da molte delle attività svolte Il meccanismo istituzionale è poco coerente con il ruolo di ognuno degli attori Il progetto appare orientato anche a finanziare l’attività del CeSPI piuttosto che semplicemente a favorire il sostegno del CeSPI agli attori locali Sono emersi conflitti sulle risorse tra gli attori coinvolti 4.5. Sostenibilità Ancora un criterio utilizzato nella valutazione è quello relativo alla sostenibilità, definita come la capacità che hanno le attività e i risultati generati dal progetto di mantenere una permanenza nel tempo. 32 In un caso la partecipazione del CESPI al progetto URBAL è stata definita da uno dei partner di maggiore importanza come una sorta di restituzione di un “debito” legato all’ottenimento del finanziamento. 55 La dipendenza dagli attori promotori Come si è notato le attività del progetto appaiono in parte dipendenti dalla presenza e dall’iniziativa dei soggetti che sono stati promotori e che hanno gestito il progetto medesimo. Nei casi in cui questi attori hanno “lasciato” il terreno le attività si sono spesso interrotte. Nei casi in cui questi hanno mantenuto una continuità di presenza – anche limitata a specifiche funzioni e a specifiche attività – invece le attività sono continuate e si sono ulteriormente sviluppate. E’ quanto è avvenuto, per esempio, nel Trifinio nell’ambito di due progetti finanziati dall’Unione Europea. Di fatto, la modalità di azione del progetto – che è stata caratterizzata da un approccio in una certa misura uniforme tra le diverse zone – è risultata in un diverso grado di partecipazione e attivazione degli attori locali: in molti casi le iniziative avviate sono state formulate e realizzate principalmente dagli attori promotori di Fronteras Abiertas (come nel caso del PIDET in cui il piano è stato di fatto discusso “ex post” con gli attori locali che avevano solo fornito le informazioni necessarie alla formulazione). Lo stesso si potrebbe osservare per quanto riguarda le attività di trasferimento di conoscenze e competenze, che raramente hanno generato dei processi di diffusione a livello locale. L’integrazione delle azioni del programma all’interno di processi già in atto Di fatto – forse anche un po’ paradossalmente - la sostenibilità delle iniziative avviate con il concorso del progetto appare migliore lì dove la presenza degli attori promotori di “Fronteras Abiertas” è stata minore e si è quasi limitata a mettere in contatto gli attori locali con quelli europei. In questi casi, una maggiore autonomia degli attori coinvolti come “beneficiari” ha consentito la generazione d’iniziative autonome e che stanno continuando (come nel caso del progetto “Fronteras Turisticas”). La continuità e la sostenibilità delle iniziative d’integrazione sono quindi in molti casi risultate evidenti in situazioni in cui le azioni del progetto si sono rivelate poco efficaci o poco presenti. Non si tratta di un fatto casuale: la scelta di non creare nuovi soggetti, ma di sostenerne o accompagnarne di già attivi ha comportato che anche nelle aree in cui Fronteras Abiertas non è riuscito a portare “nuove risorse” le dinamiche d’integrazione che il progetto ha cercato di rafforzare continuino, a volte con risorse locali altre– anche senza l’appoggio del progetto – a svolgere attività di fund raising o grazie alle risorse già mobilizzate da altri attori internazionali. Nel Golfo di Fonseca per esempio il processo di istituzionalizzazione delle iniziative d’integrazione – che aveva avuto una battuta d’arresto in seguito al colpo di stato avvenuto in Honduras nel giugno 2009 – è stato rilanciato attraverso un nuovo accordo tra i presidenti degli stati interessati ed è un polo di attrazione di risorse dell’USAID, della Cooperazione spagnola, del BID e della Commissione Europea. La mobilitazione di nuovi attori Un elemento che favorisce la continuità delle attività iniziate appare la mobilitazione di nuovi attori, come soggetti promotori d’iniziative di cooperazione transfrontaliera o come donatori: è il caso del SICA (in particolare attraverso i programmi CEMPROMIPE e PRESANCA) o di alcuni governi locali dell’America del Sud, o ancora della OICS che continua a svolgere un ruolo di mediazione tra le regioni italiane e quelle latinoamericane. In sintesi: dal punto di vista della sostenibilità, mentre si nota la dipendenza della continuità delle azioni dalla presenza e dall’intervento dei promotori del progetto, anche a causa di livelli diversi di continuità e coinvolgimento attivo degli attori locali, non si può non osservare come due delle strategie portanti del progetto, vale a dire quella di non creare nuovi enti ma di intervenire su processi in corso e quella di cercare di diffondere il tema della “integrazione transfrontaliera dal basso” tendano a consentire un mantenimento della continuità delle iniziative di cooperazione e di sviluppo nelle aree di frontiera. 56 Soddisfacente Sostenibilità Carente - Mobilitazione di nuovi attori - Integrazione delle attività del progetto in processi già in atto - Dipendenza dagli enti promotori del progetto di alcune iniziative di cooperazione Livelli diversi di continuità e coinvolgimento attivo dei soggetti locali 4.6. Impatto Come si è già accennato nei paragrafi relativi alla metodologia, l’analisi dell’impatto di un progetto che interviene su processi sociali e politico-istituzionali richiede una prospettiva di medio o lungo periodo. Assumere effettivamente una prospettiva di questo genere non appare possibile rispetto alle attività di “Fronteras Abiertas”, che si sono concluse in alcuni casi soltanto pochi mesi fa. Una vera e propria valutazione d’impatto inoltre richiederebbe anche di riuscire a identificare i fattori che hanno effettivamente influito sui processi in corso, attività particolarmente delicata quando si valuta un’azione prevalentemente “immateriale” quale è stata quella di “Fronteras Abiertas”, condotta in un periodo relativamente breve e riguardante processi invece particolarmente complessi, lunghi e caratterizzati dall’interazione di un vasto insieme di attori. A ciò si aggiunge la problematica della difficoltà a rilevare l’impatto in un quadro dove gli obiettivi sono espressi solo in termini di attività da realizzare e non di realtà da cambiare. In questo quadro, piuttosto che una vera e propria valutazione d’impatto, nei paragrafi seguenti si è scelto di provare a identificare e a esaminare alcune tendenze generali o orientamenti che si sono sviluppati in relazione con le azioni del progetto e che potrebbero offrire un’idea circa gli impatti che il progetto potrebbe avere nel medio e lungo periodo. Integrazione territoriale e aumento delle capacità dei soggetti locali attraverso la mobilitazione di nuove risorse Come si è detto Fronteras Abiertas ha consentito di mobilitare – in modo diretto e indiretto – circa 11 milioni di Euro grazie a nuovi progetti. Un primo filone d’impatti è quindi da identificare negli effetti che è presumibile questi progetti abbiano. Questi potranno riguardare: - i processi di “integrazione territoriale”, attraverso l’elaborazione di piani e iniziative di sviluppo, la gestione di crisi ambientali e sociali, l’aumento delle relazioni culturali, l’avvio di nuove attività imprenditoriali, ecc.; - l’aumento della disponibilità dei servizi nelle zone di frontiera dell’America Latina; - lo sviluppo delle capacità dei soggetti coinvolti, in primo luogo governi locali, municipi e associazioni di amministrazioni locali; - lo sviluppo di nuovi quadri giuridici, a livello locale (attraverso gli atti amministrativi delle autorità locali), sia a livello nazionale e regionale (come per esempio la “Carta Centroamericana de la Autonomia Municipal” che è stata formulata anche grazie al confronto degli esperti del SICA con quelli del progetto); - l’emergere di nuovi attori a livello locale e internazionale, sia nel contesto delle amministrazioni intermedie (come nel caso dello sviluppo attualmente in corso di alcune nuove “associazioni di municipalità”), sia attraverso la mobilitazione di un insieme più vasto di attori (come nel caso dei “comitati di frontiera” ormai attivi tra Cile, Perù e Bolivia). L’aumento dell’attenzione sul tema della cooperazione transfrontaliera Un secondo non meno importante ambito d’impatto è rappresentato dall’aumento dell’attenzione prestata al tema della cooperazione transfrontaliera nell’ambito delle agende e delle politiche di sviluppo di una pluralità di soggetti internazionali impegnati in iniziative d’integrazione in America Latina, come il SICA, l’Unione Europea e l’UNDP. Lo spazio che queste organizzazioni stanno attribuendo a questo tema sicuramente non è solo frutto delle attività del progetto, tuttavia per mezzo dell’attività del progetto sono state inserite all’interno delle agende internazionali alcune modalità per trattare la questione, in particolare: - la definizione di una prospettiva dal basso per la cooperazione e l’integrazione transfrontaliera; - l’identificazione delle aree di frontiera come prioritarie all’interno dei processi d’integrazione regionale; 57 - l’identificazione delle amministrazioni locali e delle loro forme di aggregazione come “attori chiave” (a differenza di approcci che identificavano gli attori chiave nelle amministrazioni centrali dello stato e nelle cancellerie); - l’idea di un sistema di governance a più livelli, in cui il livello basso (i municipi) e quello alto (gli stati) possono trovare proprio nella creazione d’iniziative di cooperazione transfrontaliera un livello intermedio d’incontro; - la determinazione di “micro regioni” transfrontaliere in Centro e Sud America e di criteri per la definizione delle regioni frontaliere; - la determinazione di “temi-chiave” per lo sviluppo transfrontaliero (sicurezza e democrazia; gestione dell’ambiente e delle risorse naturali; integrazione economica; inclusione economica e coesione sociale; rafforzamento istituzionale); - l’identificazione di progetti di sviluppo locale come struttura per la promozione dell’integrazione transfrontaliera. Impatti mancati E’ possibile, però, in riferimento al programma parlare anche d’impatti mancati. In particolare ne possono essere individuati due: - l’aggregazione di tutti i vari soggetti coinvolti nelle iniziative di sviluppo transfrontaliero su un insieme di strategie comuni (quelle che fanno riferimento alla prospettiva brevemente descritta sopra); di fatto, mentre un tentativo di creare consenso e forme di partecipazione attorno al programma è stato fatto nei confronti delle organizzazioni internazionali e – in misura minore delle amministrazioni centrali dei diversi stati -, un tentativo del genere non è stato adeguatamente svolto nei confronti degli attori non governativi e delle cooperazioni bilaterali; di conseguenza questi attori pur promuovendo iniziative d’integrazione spesso più forti e più rapide di quelle delle amministrazioni locali tendono a non aggregarsi secondo una prospettiva comune e ancora meno sulla base di quella proposta dal progetto (il progetto è stato anzi percepito a volte come un concorrente, colto nel tentativo di “assumere la paternità” dei processi e delle iniziative in corso); - la creazione di un contesto per la riaggregazione, il “ri-ordinamento” e la ridefinizione di una strategia comune tra i numerosi progetti sostenuti dalla Cooperazione italiana nella regione latinoamericana: mentre il CeSPI è stato parte integrante di alcuni progetti dell’IILA nella regione (come il programma “Inclusión Social de grupos marginales en Centro América y el Caribe” o il corso dell’IILA per i funzionari dei governi centroamericani), il progetto è rimasto separato dalla cooperazione italiana e dalle iniziative di sviluppo locale generate dalla cooperazione italiana nel passato (es. le ADEL). Un’eccezione in questo contesto è stata costituita da due iniziative: la pubblicazione di un folder - per iniziativa del SICA, dell’Ufficio regionale della Cooperazione e dell’Ufficio della Cooperazione a San Salvador - riguardante “La cooperación italiana en Centro América contribuye a la integración regional” e la partecipazione all’iniziativa del PNUD, SICA e Cooperazione spagnola “Compromiso Centroamérica. Feria de conocimiento” (Panama, 2010). In quest’ultima, il progetto Fronteras Abiertas è stato selezionato come buona pratica sulla “gestione della sicurezza dal locale” malgrado che tale esperienza non avesse nulla a che vedere con il progetto (nella presentazione del progetto è stata introdotta tra le attività una ricerca realizzata dal CESPI nel contesto di un altro programma sostenuto dall’IILA). In sintesi: anche per quanto riguarda gli impatti, il progetto Fronteras Abiertas presenta un quadro diversificato. Certamente il progetto ha impatti importanti, sia per quanto riguarda la mobilitazione di nuove risorse, sia per quanto riguarda la diffusione di una visione della cooperazione transfrontaliera “dal basso”. Sono da notare però anche degli impatti mancati, in particolare, rispetto alla possibilità di aumentare l’integrazione tra gli interventi di cooperazione transfrontaliera e di influire sugli altri progetti della Cooperazione italiana. 58 Soddisfacente Impatto Carente - mobilitazione di nuove risorse - processi di mutamento e di sviluppo che coinvolgono gli attori delle “frontiere” in cui sono state avviate iniziative - processi di formulazione delle politiche regionali e internazionali, in particolare attraverso il rafforzamento della visione della cooperazione transfrontaliera “dal basso” - la mancata aggregazione in un contesto strategico condiviso dei numerosi soggetti coinvolti nelle iniziative di sviluppo transfrontaliero - la mancata creazione di un contesto per la riaggregazione della Cooperazione italiana in America Latina - l’impossibilità di valutare l’impatto a medio e lungo termine vista la mancanza di veri obiettivi come termine di riferimento logico 4.7. Visibilità Un aspetto importante oggetto della valutazione è quello relativo alla visibilità del progetto. Questa è stata favorita e promossa attraverso incontri bilaterali, attività seminariali e pubblicazioni. Considerando le risorse impiegate in questo ambito si potrebbe pensare quindi che il progetto abbia avuto una grande visibilità, tanto a livello internazionale quanto a livello locale. Nell’ambito della valutazione si è osservata la presenza di alcune situazioni problematiche, vale a dire: - Al di là dei soggetti locali direttamente coinvolti (le persone che hanno preso parte alle iniziative), la visibilità del progetto Fronteras Abiertas è stata molto limitata nelle aree d’intervento: soltanto le persone direttamente incontrate o direttamente coinvolte nel progetto si sono mostrate in grado di parlarne. Gli stessi strumenti di comunicazione utilizzati (Internet, le pubblicazioni rivolte a un pubblico specializzato, il riferimento a una comunità composta da diplomatici e da accademici, ecc.) non hanno consentito di allargare al pubblico locale la comunicazione. - La visibilità del progetto è limitata anche tra i soggetti direttamente coinvolti. Molti tra gli intervistati in Centro America, per esempio, sono stati in grado di parlare del contributo dato all’attività delle loro amministrazioni di appartenenza dal principale attore coinvolto nell’implementazione di Fronteras Abiertas (il CeSPI) ma non del progetto nel suo insieme. - La visibilità dell’insieme di attori coinvolti nel progetto è stata limitata: mentre tutti gli attori coinvolti nel progetto sono consapevoli del ruolo del CeSPI, quasi nessuno è a conoscenza del coinvolgimento e del ruolo dell’IILA (di fatto soltanto quelli che hanno partecipato alle visite in Italia e quelli che hanno partecipato ad altre attività dell’IILA, come i funzionari del SICA). La visibilità dell’IILA e della Cooperazione italiana si è ridotta per la maggior parte degli interlocutori del progetto alla presenza dei loro logo sulle pubblicazioni e sui documenti del progetto stesso. Non è un caso che il progetto abbia generato nuove opportunità di collaborazione con gli enti locali soprattutto per l’organizzazione maggiormente coinvolta nella sua attuazione, vale a dire il CeSPI. - La visibilità della Cooperazione italiana come attore coinvolto nella promozione di un nuovo approccio alla cooperazione transfrontaliera è quasi inesistente, soprattutto a livello locale: al di là della presenza dei simboli della cooperazione italiana e di poche citazioni del contributo italiano nelle pubblicazioni, dell’inserimento del progetto tra quelli identificati nel depliant già menzionato sui progetti italiani in America Latina, non è emersa riguardo al progetto alcuna politica visibile e percepibile dell’Italia in relazione ai processi di cooperazione e di sviluppo transfrontaliero nei paesi dell’America Latina (non è un caso che nessuno dei soggetti consultati – compreso l’ufficio cooperazione dell’Ambasciata italiana in El Salvador – abbia parlato del progetto come di un’azione corrispondente a una strategia più vasta della cooperazione italiana). In sintesi: nonostante la quantità di risorse dedicata alle attività di comunicazione, la visibilità del progetto in quanto azione strategica della cooperazione italiana e dell’IILA è rimasta molto limitata. Il ruolo assunto dal CeSPI sul campo ha generato una certa confusione tra gli interlocutori del progetto. Fronteras Abiertas è infatti spesso stato identificato con l’ente che ne eseguiva le azioni, mentre il ruolo dell’IILA è stato raramente percepito. 59 Soddisfacente Visibilità Carente - Attività seminariali e pubblicazioni - Il progetto è poco visibile nelle aree in cui è stato eseguito - Non c’è nella percezione degli attori locali nessuna differenza tra il CeSPI e il progetto - La presenza dell’IILA è percepita da un numero molto limitato di attori. L’attività svolta dall’IILA non è riconosciuta dagli attori locali - Il progetto non è visibile, né percepito come elemento di una strategia della cooperazione italiana 4.8. Funzionalità del dispositivo di attuazione Un ulteriore elemento considerato nella valutazione è rappresentato dal dispositivo di attuazione. In effetti, nonostante un budget relativamente basso, il progetto “Fronteras Abiertas” è stato caratterizzato da un alto livello di complessità, tale da richiedere un apparato di gestione in grado di misurarsi e in qualche modo rendere controllabili le dinamiche del progetto medesimo, sia per quanto riguarda gli aspetti “interni” (di organizzazione ed esecuzione delle attività previste), sia per quanto riguarda gli aspetti connessi alle relazioni con la realtà esterna (l’interazione con gli attori presenti sui territori, ecc.). Per rendere meglio l’idea del grado di complessità che il dispositivo di attuazione del progetto si è trovato di fronte, vale la pena ricordare le diverse dimensioni e i diversi aspetti considerati in Fronteras Abiertas. Senza cercare di essere esaustivi è possibile menzionare i seguenti: - la dimensione geografica (le azioni del progetto hanno riguardato non solo tutta l’America del Sud e l’America Centrale, aree in cui sono stati coinvolti direttamente quattordici paesi, ma anche l’Europa e l’Italia); - l’articolazione in un ampio insieme di attività (ricerca, formazione, assistenza tecnica, comunicazioni, realizzazione di progetti pilota, finanziamento d’iniziative locali, ecc.) - l’intervento su diversi livelli territoriali e amministrativi (locale, regionale, nazionale, transnazionale, internazionale); - l’azione riguardante numerose dimensioni: politica, economica, sociale, culturale, ecc.; - la necessità di misurarsi con una pluralità di contesti giuridici (diversi sia tra nazioni sia tra livelli amministrativi); - la necessità di misurarsi con una pluralità di attori, appartenenti a diverse categorie (le amministrazioni municipali; le “associazioni” di municipi e le “mancomunidad”; le amministrazioni intermedie, come regioni, provincie, stati e “prefeituras”; le amministrazioni centrali degli stati; le organizzazioni regionali e internazionali; le organizzazioni della società civile e delle diverse famiglie di attori non statali; il mondo della ricerca); - la necessità di lavorare su aspetti prevalentemente non tangibili (quali le relazioni tra attori). Di fronte a un progetto così complesso, nel corso della valutazione si è trovato un dispositivo di attuazione poco strutturato e poco organizzato. In qualche modo, è parso quasi di trovare un ente esecutore lasciato da solo a gestire una situazione che avrebbe richiesto non soltanto una direzione politica generale – quale quella offerta dall’IILA attraverso l’interazione diretta con il CeSPI e lo svolgimento di un’attività di mediazione e di comunicazione con i governi dei paesi latinoamericani e con il Ministero degli esteri italiano – ma anche un sistema di gestione e di verifica in grado di coordinare, di gestire e a volte anche di mediare i numerosi interessi emergenti in relazione alle molte dimensioni del progetto. Assenza del MAE Sebbene il progetto sia stato finanziato dal MAE e abbia comportato un’azione in un’area territoriale in cui la presenza della cooperazione italiana ha una lunga storia, nonché l’interazione tra numerosi attori coinvolti –ai diversi livelli – nella presenza dell’Italia all’estero, una volta deciso il finanziamento il Ministero degli affari esteri 60 non sembra aver assunto più alcun ruolo nel controllo esterno e nel monitoraggio dell’intervento, se non attraverso: - la gestione amministrativa del contributo all’IILA; - la comunicazione tra le ambasciate e i diplomatici italiani e l’IILA; - la partecipazione a seminari ed eventi pubblici; - alcuni incontri con lo staff del progetto, soprattutto a livello locale (tali incontri volti a verificare l’attività in corso sono stati in genere compiuti dai funzionari delle ambasciate e non da personale specializzato, in grado di comprendere e valutare la complessità del progetto medesimo); - la realizzazione di piccole iniziative di comunicazione (come il depliant già menzionato realizzato dalla UTL in Guatemala in collaborazione con l’ambasciata in El Salvador). Di fatto, nonostante la vastità delle relazioni create nel contesto del progetto, quest’ultimo non sembra essere mai stato oggetto di particolare attenzione, di un intervento volto a influire sulla sua gestione, o di una strategia specifica. Un sistema di gestione non strutturato e non formalizzato Come si è detto il dispositivo di attuazione non è stato strutturato in modo formale: non è stato definito alcun comitato di direzione o di pilotaggio, non è stato determinato un sistema di monitoraggio formale, non c’è stata neanche una differenziazione formale tra i ruoli dei diversi attori coinvolti nell’organizzazione. Nonostante che il progetto abbia coinvolto numerosi soggetti (l’IILA e il CeSPI, ma anche l’OICS che ha mediato le relazioni con alcune regioni, e potenzialmente la cooperazione italiana), non è stata creata nessuna struttura di gestione all’interno della quale fosse possibile rendere partecipi tali soggetti in un processo collettivo e organizzato di comunicazione, interazione e assunzione delle decisioni. La possibilità di identificare e risolvere i problemi che comunque emergono in un progetto della complessità di “Fronteras Abiertas” è stata lasciata all’iniziativa e alla capacità dei vari attori coinvolti nella sua realizzazione, senza che questi potessero disporre di una struttura che li sostenesse nel mediare tra le esigenze connesse alla gestione quotidiana delle numerose attività previste e quelle connesse all’analisi, alla valutazione e alla gestione delle numerose dinamiche generate dalle attività del progetto nel suo incontro con la realtà politica, sociale ed economica dei territori e degli attori coinvolti. Non stupisce quindi che a fronte di una forte pertinenza del tema affrontato dal progetto siano poi emersi sia elementi di pertinenza minore relativi al suo “incontro con la realtà”, sia elementi problematici riguardanti l’efficacia e l’efficienza delle azioni. Il monitoraggio Il monitoraggio del progetto da parte dell’IILA è avvenuto soprattutto attraverso due insiemi di azioni: la raccolta di feedback dalla rete diplomatica italiana all’estero e la raccolta di feedback attraverso la rete diplomatica dei paesi latinoamericani in Italia. In entrambi i casi i feedback sono stati sempre molto positivi e quindi si è evitato di avviare iniziative ulteriori volte a verificare l’attività del progetto e i suoi risultati. Inoltre, alcuni risultati del progetto sono stati resi visibili attraverso i seminari e le pubblicazioni. Di fatto un sistema di monitoraggio di questo genere si è rivelato poco adatto a un progetto complesso come Fronteras Abiertas. La mancanza di definizione dei risultati attesi e di un sistema formalizzato di indicatori di risultato ha probabilmente influito fortemente sulla possibilità di svolgere un effettivo monitoraggio. Mancanza di valutazione in corso d’opera indipendente Alle carenze del sistema di monitoraggio (sicuramente adatto a gestire attività “visibili” ai governi e alle ambasciate, ma meno a gestire attività non tangibili caratterizzate dal concorso di molti attori e dall’interazione di numerose dinamiche) si è affiancata la mancanza di un’attività di valutazione indipendente. Pur essendo prevista, la valutazione in corso d’opera non è stata svolta, perché non considerata necessaria visti i tempi del progetto. Probabilmente una valutazione in corso d’opera, soprattutto se svolta da attori esterni alla gestione 61 del programma, avrebbe consentito di migliorarne i livelli di efficacia e di efficienza e di individuare alcuni problemi emergenti, così da permetterne la soluzione. La funzione dell’IILA La funzione dell’IILA nell’ambito della realizzazione del progetto è stata legata soprattutto ad alcune attività: la definizione di grandi linee strategiche, la gestione delle relazioni con i governi, l’accompagnamento nell’organizzazione di alcuni eventi seminariali. Le azioni sul campo del progetto sono state invece completamente curate e gestite dal CeSPI. Questo è risultato sia in una minore visibilità dell’IILA stesso, sia nel prodursi di un elevato grado di sovrapposizione tra le attività del progetto e quelle condotte anche in altri ambiti di attività dal CeSPI stesso. L’assunzione di un ruolo più attivo nella gestione delle attività da parte dell’IILA e di una eventuale presenza sul campo avrebbe probabilmente consentito di mitigare i problemi relativi alla “confusione istituzionale”, alla visibilità e forse anche all’efficienza. La presenza e le risorse sul campo Sul campo, la presenza del progetto si è concretizzata in gran parte nella realizzazione di missioni di breve durata (pochi giorni in un’intera regione frontaliera, comprese le visite e gli incontri nelle capitali), realizzate dallo staff del progetto a volte accompagnato dai rappresentanti delle amministrazioni locali e intermedie italiane o europee (sia direttamente, sia attraverso la funzione di rappresentanza svolta dall’OICS). Soltanto in pochi casi il progetto si è avvalso di “agenti” che avessero una presenza prolungata nei territori considerati (per esempio, nel Golfo di Fonseca) o di agenti locali che accompagnassero le attività. In questi casi l’attività sul campo è comunque stata svolta senza il sostegno di un dispositivo adeguato di risorse e di strumenti tecnici (nell’area del Golfo di Fonseca, il lavoro di accompagnamento alla formulazione del PIDET, che ha richiesto di visitare oltre quaranta municipi raccogliendo informazioni sulle priorità di intervento in ciascuno di essi, è avvenuto senza avere neanche la disponibilità di un automezzo). L’accentramento della gestione del progetto in Italia ha probabilmente influito sull’efficacia limitata del progetto dal punto di vista della costruzione di capacità locali e ha in ogni caso favorito che, nell’ambito dell’attuazione, emergessero problemi legati alla mancanza di visibilità del progetto stesso da parte dei soggetti locali. In sintesi: dal punto di vista del dispositivo di attuazione del progetto è necessario mettere in evidenza una condizione di inadeguatezza, soprattutto rispetto alla complessità del progetto stesso. In questo quadro elementi di particolare rilevanza sono da identificare nella mancanza di un sistema di gestione strutturato che coinvolgesse i diversi attori coinvolti nell’azione; nell’assenza del MAE, sia sul piano strategico, sia nel controllo esterno; nel ruolo secondario svolto dall’IILA; nella mancanza di un sistema adeguato di monitoraggio e di valutazione in corso d’opera, nella mancanza di una adeguata presenza sul campo. Soddisfacente Carente - Mancanza di un dispositivo di gestione strutturato con la partecipazione di tutti gli attori coinvolti - Mancanza di intervento del MAE sul piano strategico e nel controllo esterno - Funzione poco centrale dell’IILA nella gestione delle attività - Mancanza di un sistema di monitoraggio - Mancanza di una valutazione in corso d’opera - Presenza limitata sul campo Il dispositivo di attuazione 62 5. LEZIONI APPRESE Per quanto riguarda le lezioni apprese, il progetto “Fronteras Abiertas”, malgrado le criticità rilevate, presenta molti spunti di riflessione grazie, sia alle tematiche innovative che ha affrontato, sia al suo carattere altamente sperimentale. In tal senso, i risultati dell’esercizio di valutazione hanno permesso di identificare i seguenti aspetti che meriterebbero di essere capitalizzati per l’importanza della loro portata teorica e metodologica, anche in vista di una eventuale seconda fase del progetto. i) L’esplorazione di nuove piste di lavoro sul tema dell’integrazione regionale transfrontaliera in America Latina: l’identificazione delle specificità delle aree di frontiera e la loro rilevanza sia politica, sia economica e sociale aprono la strada alla definizione di nuove strategie di cooperazione con paesi che hanno ormai raggiunto livelli di sviluppo sociale ed economico relativamente alti, ma nei quali permangono sacche di povertà e di esclusione sociale importanti. ii) L’inserimento della tematica dell’”integrazione dal basso” nella questione dell’integrazione delle regioni transfrontaliere: l’individuazione di un’area politica, sociale ed economica a livello di base – delle amministrazioni locali, delle organizzazioni della società civile e degli attori economici – permette di identificare nuovi percorsi per la gestione di situazioni di tensione politica ed economica; all’interno di questa nuova “area” basso-istituzionale di fatto sembrano già esistere sia pratiche, sia attori che possono essere messi al centro di nuove strategie riguardanti non soltanto lo “sviluppo locale”, ma anche lo sviluppo di nuove forme di relazione tra paesi e lo sviluppo di modalità più avanzate di esercizio della democrazia. iii) Il carattere sperimentale del progetto volto alla produzione di nuova conoscenza: il progetto ha mostrato come l’attuazione d’iniziative di sviluppo (e di azioni sul territorio) possa consentire, soprattutto quando esistono possibilità di comparazione, uno strumento importante per la produzione di nuova conoscenza e quindi per la generazione di innovazioni, riguardanti sia la dimensione politica, sia la dimensione sociale, quella economica e quella ambientale. iv) La produzione di conoscenza come strumento per incidere sulle politiche: la capacità di incidere sulle politiche di una pluralità di attori, sia internazionali, sia di carattere locale, promuovendo e facilitando la formulazione di nuove strategie e di nuove politiche rende evidente come – anche in presenza di un’azione che presenta carenze – la stessa produzione e diffusione di conoscenza abbia un impatto. v) La fertilità istituzionale della scelta di far incontrare gli attori locali che hanno interessi convergenti anche se in contesti molto diversi: la generazione di un grande numero di nuove iniziative di sviluppo, non soltanto attraverso l’attività diretta di facilitazione, di assistenza tecnica o di finanziamento, ma anche autonomamente da parte dei soggetti che grazie al progetto sono entrati in contatto tra loro, mostra la fertilità di un approccio indiretto alla promozione delle iniziative di sviluppo; vi) La consapevolezza dell’importanza di non “inventare” nuovi processi ma di accompagnare quelli in atto: nonostante le carenze del progetto, in tutte le aree i processi d’integrazione e di cooperazione identificati e in parte sostenuti continuano – a volte utilizzando e valorizzando anche i contributi offerti attraverso il progetto. Questo mostra come la scelta di non creare o avviare nuovi processi, limitandosi a sostenere gli attori già attivi e facilitandone l’accesso a nuove risorse di conoscenza, competenza e capitale sociale, tenda a produrre situazioni di sostenibilità delle iniziative di sviluppo. vii) L’importanza della legittimazione istituzionale (legata, sia al ruolo dell’IILA, sia a quello delle altre organizzazioni latinoamericane a carattere sovranazionale) per agire in un contesto complesso quale quello delle tematiche dell’integrazione delle regioni transfrontaliere; viii) La funzione di “leverage” come strumento di amplificazione e moltiplicazione dell’impatto di risorse tutto sommato modeste e di azioni a volte molto piccole. Sul piano delle informazioni, invece, su come correggere il tiro in una eventuale seconda fase del progetto, di seguito sono riportati alcuni spunti di riflessione nella consapevolezza di due aspetti costitutivi di “Fronteras Abiertas”: la sua complessità e la sua capacità di coinvolgere un numero importante di attori appartenenti a diverse categorie anche molto differenti tra loro (amministrazioni locali, governi nazionali, organizzazioni internazionali, regioni e amministrazioni europee, ecc.). Le questioni qui di seguito riportare non sono intese come aspetti da evitare in un eventuale seconda fase, quanto piuttosto elementi che dovranno essere 63 tematizzati o trattati in modo differente di come lo siano stati nel corso dell’implementazione del progetto. In tale senso si tratterà di: a. assumere un punto di vista strategico. Occorre identificare un punto di vista, determinare obiettivi a medio termine e prospettive a lungo termine, rispetto ai quali poi determinare le necessità e le domande esistenti e quindi il tipo di azioni da promuovere nella consapevolezza che una tematica in sé non può essere anche una strategia; b. applicare seriamente il quadro logico come strumento di progettazione, non come complemento nella formulazione di un progetto o come strumento retorico per la sua realizzazione; in tal senso, occorre evitare di definire obiettivi e risultati a partire dalle attività, mantenendo la logica interna e identificando le condizioni esterne e i fattori di rischio cui il progetto è sottoposto; c. determinare l’ambito e le attività del progetto a partire dalla definizione del punto di vista strategico; d. definire la dimensione del progetto in modo coerente con le risorse; e. evitare attività non connesse alla strategia definita e agli obiettivi determinati; f. definire il dispositivo di attuazione in modo coerente rispetto al progetto, evitando situazioni di “informalità”; g. coinvolgere gli attori locali e valorizzare le risorse e le esperienze locali; h. nella costruzione delle reti, partire dall’individuazione degli interessi e delle caratteristiche dei soggetti potenzialmente coinvolti; i. adottare un approccio diversificato, che tenga conto della situazione e delle caratteristiche delle differenti tipologie di attori; j. determinare una strategia per la comunicazione, identificando i bisogni comunicativi e definendone i risultati attesi oltre che le azioni e i destinatari. 64 6. RACCOMANDAZIONI La formulazione delle raccomandazioni pratiche e concrete è in genere un esercizio funzionale a valorizzare gli aspetti positivi che hanno caratterizzato un progetto e per non ripetere gli eventuali errori. Nel caso di “Fronteras Abiertas”, il compito risulta di difficile realizzazione se non si affrontano le questioni - o le contraddizioni - che sono alla base del progetto stesso. In altre parole, prima di riportare quelle che sono a nostro avviso le raccomandazioni concrete occorre chiarire quale sia la “pre—condizione” di tali raccomandazioni. Questo è tanto più importante poiché una delle domande fondamentali della valutazione è se il progetto analizzato possa avere un futuro o un seguito. La questione fondamentale, come spiegato nel corso dell’esercizio di valutazione, risiede nella natura del progetto: un eventuale nuovo progetto o una eventuale nuova fase non potrà prescindere, non solo dalla chiarezza degli obiettivi di ciò che si vuole fare, ma soprattutto dal fatto che si definisca se si è nel contesto di una ricerca esplorativa o se si è invece in quello di un intervento di cooperazione allo sviluppo. Naturalmente, pur essendo la funzione della ricerca fondamentale come strumento di conoscenza e di accompagnamento di un intervento in quanto fornisce informazioni preziose sulle strategie da adottare per il raggiungimento degli obiettivi, cosa differente è porsi in un contesto di ricerca esplorativa dove le azioni – ad es. quelle cosiddette “dirette” di Fronteras Abiertas” - non sono guidate da una strategia chiara ma rispondono solo a una logica legata alle esigenze immediate via via emergenti in funzione della generazione di conoscenze. Appare evidente che un compromesso tra le due possibili identità (ricerca esplorativa o intervento di sviluppo) non solo non può essere praticabile, ma comporterebbe almeno tre tipi di rischio: - sul piano dell’efficienza delle azioni, con il rischio di uno spreco di risorse; - sul piano dell’efficacia delle azioni, con il rischio di non rispondere alle attese; - sul piano degli impatti, con il rischio di azioni che potrebbero essere addirittura nocive (secondo una fenomenologia tipica dell’”apprendista stregone”). Una volta soddisfatta tale questione di fondo o pre-condizione, è possibile formulare le raccomandazioni qui di seguito riportate: i. Dare continuità all’iniziativa sui territori di frontiera e sull’integrazione dal basso nelle aree di frontiera, così da valorizzare l’investimento realizzato fino ad ora. In particolare si dovrebbe dare continuità a: - un’iniziativa di sostegno di forme di cooperazione decentrata nelle aree di frontiera; alla costruzione di una rete tra gli attori coinvolti nelle iniziative, ai diversi livelli; all’attività di studio, ricerca e “advocacy” sull’integrazione transfrontaliera. ii. Definire il quadro strategico all’interno del quale l’iniziativa si situa, in particolare per quanto riguarda la Cooperazione Italiana e definire le relazioni tra l’iniziativa e le altre attività della Cooperazione italiana. iii. Adottare un quadro istituzionale all’interno del quale siano definiti ruoli ben definiti per ognuno degli attori, si evitino le sovrapposizioni e la possibilità di situazioni di “conflitto d’interesse” e si garantisca lo svolgimento delle differenti funzioni, la possibilità di verifica e di controllo; e nel quale si preveda un sistema di governance del progetto a cui possano partecipare in modo strutturato i vari soggetti coinvolti nella sua attuazione. iv. Adottare un dispositivo di attuazione strutturato e in grado di gestire un’azione complessa, comprendente tra l’altro: - la definizione di un quadro logico in cui siano identificati in modo chiaro gli obiettivi, i risultati e le attività connesse e siano determinati gli indicatori per la verifica; - la definizione e i tempi di un sistema di monitoraggio e valutazione e di un eventuale sistema di ricerche e studi di accompagnamento – in questo ambito dovrebbe essere messa sotto controllo anche la “qualità” delle azioni svolte; - la definizione delle modalità operative e delle metodologie utilizzate (che possano essere utilizzate per un monitoraggio qualitativo delle attività); - la definizione di una strategia definita di rapporto con gli attori locali (latinoamericani ed europei); - la definizione di una strategia definita di comunicazione e di visibilità. 65 v. Definire il budget del progetto in modo chiaro e determinato, evitando variazioni che prevedano spese aggiuntive ed evitando successive ri-formulazioni annuali – così da permettere un adeguato monitoraggio dell’efficienza. vi. Adottare una metodologia che preveda un effettivo accompagnamento degli attori coinvolti (latinoamericani ed europei), con una adeguata presenza sul campo e un adeguato coinvolgimento di attori locali, nonché riducendo l’uso di modalità di intervento “mordi e fuggi” (es. missioni brevi non seguite da una presenza costante). vii. Prevedere all’interno del progetto attività di ricerca e di studio come strumento di accompagnamento definendone anche la metodologia e i risultati attesi in termini di generazione di nuova conoscenza e d’innovazione. viii. Focalizzare le azioni su un’area territoriale o su un numero limitato di aree territoriali, evitando una “migrazione” del progetto verso altre aree, così riducendo il rischio di una dispersione delle risorse e di una eccessiva complessità della gestione. ix. Creare all’interno delle aree territoriali in cui il programma agisce dei meccanismi di governance locale che permettano di prendere parte alla gestione dell’iniziativa a tutti gli attori locali rilevanti. x. Focalizzare il progetto su insiemi di azioni definiti (componenti, volet), mantenendo forme di flessibilità, ma evitando la proliferazione di azioni e iniziative che rischiano di avere effetti di dispersione delle risorse. xi. Evitare l’adozione di scelte esclusive per quanto riguarda gli attori locali da coinvolgere - sia nella rete a livello internazionale, sia nell’avvio d’iniziative locali - utilizzando nell’identificazione degli attori criteri relativi anche alla sostenibilità (sociale, economica, politica e giuridica) delle azioni avviate e alla identificazione degli interessi che tali attori possono avere nel prendere parte alle azioni. xii. Adottare un approccio diversificato all’assistenza agli attori locali, fondato su un’effettiva analisi di tali attori che ne identifichi intenzionalità e orientamenti, fabbisogni di rafforzamento delle capacità, ecc. e che sia seguito dalla identificazione e dall’attuazione di specifici piani di attività o di sviluppo. xiii. Adottare modalità di azione caratterizzate dalla trasparenza e dalla visibilità (es. call for projects per l’individuazione delle iniziative locali da sostenere, adozione di criteri di selezione formalizzati, ecc.). 66 ALLEGATI 67 ALLEGATO 1 TERMINI DI RIFERIMENTO MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI DIREZIONE GENERALE PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO Ufficio IX Sezione Valutazione TERMINI DI RIFERIMENTO PER LA VALUTAZIONE INDIPENDENTE “PROGETTO FRONTERAS ABIERTAS: RETE INTERREGIONALE PER LA COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA E L’INTEGRAZIONE LATINOAMERICANA” 68 MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI DIREZIONE GENERALE PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO TITOLO DEL PROGETTO: “Fronteras Abiertas: rete interregionale per la cooperazione transfrontaliera e l’integrazione latinoamericana” LUOGHI DEL PROGETTO (selezionati per la valutazione): area di frontiera tra El Salvador, Honduras e Nicaragua (Golfo di Fonseca); area di frontiera tra El Salvador, Guatemala e Honduras (Trifinio). LINGUA DEL PROGETO: italiano e spagnolo AGENZIA ESECUTRICE: Centro Stidi di Politica Internazionale (CeSPI) DURATA PREVISTA: 3 anni (data inizio progetto: 2007) DURATA EFFETTIVA: 4 anni (data fine progetto: 2011) BUDGET: 600.000 EURO I annualità (c.v. 2007) 600.000 EURO II annualità (c.v. 2008) 200.000 EURO III annualità (I partec.v. 2009) 100.000 EURO III annualità (II partec.v. 2010) DONATORE: DGCS attraverso IILA 69 1. Obiettivi del progetto Il progetto “Fronteras Abiertas: rete interregionale per la cooperazione transfrontaliera e l’integrazione latinoamericana” è stato finanziato dalla DGCS del Ministero degli Affari Esteri attraverso l’IILA e realizzato dal CeSPI. L’obiettivo del progetto è quello di rafforzare i processi d’integrazione regionale in atto tra i Paesi dell’America Latina, in particolare mettendo in relazione le amministrazioni intermedie latinoamericane attive in processi di dialogo regionale, con amministrazioni italiane ed europee aventi specifiche esperienze sui temi inerenti alle problematiche della integrazione transfrontaliera. In questo senso, il progetto sostiene processi d’integrazione transfrontaliera che i partner latinoamericani sentono il bisogno di avviare, approfondire e consolidare, ma di cui hanno scarsa o nulla esperienza riguardo alle metodologie e agli strumenti operativi. Nello specifico, il progetto “Fronteras Abierats” si articola in: 1. formazione e assistenza tecnica specialistica allo scopo di rafforzare le istituzioni subnazionali e promuovere una governance del processo sia in termini verticali (locale-nazionale-internazionale) che orizzontali (istituzioni locali e attori operanti nel territorio). La formazione si realizza sia attraverso la messa in rete di un corso a distanza, sia attraverso attività formative nei Paesi destinatari e in Italia; 2. creazione di una piattaforma per progetti di sviluppo territoriale, nelle cui attività di formulazione, fund raising e gestione, “Fronteras Abierats” offre i suoi servizi formativi e di assistenza tecnica. I progetti così concepiti sono poi presentati ai partner latinoamericani per la loro approvazione e co-finanziamento agli organismi regionali e comunitari di cooperazione allo sviluppo. In termini metodologici, queste iniziative si propongono come progetti qualificati a sostenere organicamente il processo transfrontaliero. Ciò significa che i progetti debbono fondarsi su assi tematici capaci di fornire una struttura organica all’insieme dello sviluppo territoriale e questo ultimo deve essere trattato e organizzato nella sua valenza transfrontaliera; 3. azioni dirette nelle aree di frontiera le quali possono essere destinate sia a piccole realizzazioni d’impatto immediato, sia a cofinanziare progetti di maggiori dimensioni; 4. creazione di un sito Internet, articolato in un insieme di pagine web correlate, ovvero una struttura ipertestuale di documenti facilmente accessibili agli utenti. Il progetto è stato avviato nel luglio 2007 ed è stato finanziato in tre annialità per un valore totale di euro 1.500.000. La terza annualità è stata erogata in due tranches su un arco temporale di due anni, motivo per il quale la durata complessiva del progetto è stata estesa a 4 anni. 2. Scopo della valutazione La valutazione dovrà: esprimere un giudizio sulla rilevanza degli obiettivi e sul grado di raggiungimento degli stessi; esprimere un giudizio su efficienza, efficacia, impatto e sostenibilità del progetto; esaminare il progetto nella sua struttura e completezza, per identificare le buone pratiche e gli insegnamenti appresi, in modo da utilizzarli come base conoscitiva per sviluppare in avvenire eventuali programmi d’assistenza tecnica; analizzare le strategie e le modalità di realizzazione, come ad esempio fornire raccomandazioni per eventuali future iniziative nello stesso settore d’intervento; tenere in considerazione i fattori di sostenibilità e l’impatto che la realizzazione di tale progetto ha sui processi d’integrazione in atto nelle aree di frontiera interessate. Infine la valutazione dovrà esprimere considerazioni sui seguenti punti: efficacia ed impatto dell’assistenza tecnica, della formazione fornita e degli strumenti utilizzati a tal fine; efficacia ed impatto del ruolo di “Fronteras Abiertas” come piattaforma per progetti di sviluppo territoriale; 70 efficacia, impatto e sostenibilità delle azioni di intervento dirette sul territorio. 3. Quadro analitico suggerito Il valutatore potrà includere altri aspetti in conformità con le finalità della valutazione. La valutazione ruota attorno ai seguenti aspetti: Rilevanza: il valutatore dovrà specificare il grado d’importanza del progetto tenendo in debito conto le realtà locali. La valutazione dovrà riesaminare in quale misura gli obiettivi del Progetto sono coerenti con le necessità delle aree di frontiera beneficiarie e il grado di coinvolgimento degli attori locali. Validità del Quadro Logico del progetto: la valutazione esaminerà le logiche che sottendono l’elaborazione del QL e la rispondenza delle attività con i risultati e di questi ultimi con gli obiettivi che il Progetto intende raggiungere. Efficienza: analisi dell’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse per conseguire i risultati del Progetto. Nel valutare l’efficienza sarà utile considerare: i. se i risultati sono stati raggiunti con i costi previsti; ii. se i risultati sono stati raggiunti nei tempi previsti; iii. se i mezzi utilizzati sono stati i più efficienti (minori costi o minori tempi) possibile. La valutazione indicherà come e in quale misura le interdipendenze settoriali sono state convertite in risultati. Efficacia: la valutazione misurerà il grado e l’entità di raggiungimento degli obiettivi del progetto. Nel valutare l’efficacia del progetto sarà utile considerare: i. in che misura l’obiettivo generale e gli obiettivi specifici del progetto siano stati conseguiti; ii. se le attività realizzate risultino coerenti con l’obiettivo generale e gli obiettivi specifici; iii. l’analisi dei principali fattori che hanno influenzato il raggiungimento degli obiettivi. Impatto: la valutazione misurerà gli effetti del progetto sulle realtà locali (globalmente intese). Sostenibilità: Si valuterà la capacità del progetto di produrre e riprodurre benefici nel tempo. Nel valutare la sostenibilità del progetto sarà utile considerare in che misura i benefici del progetto continueranno successivamente al termine del progetto e qualora si verificassero contingenze tali da influenzare il raggiungimento o il non raggiungimento della sostenibilità del progetto stesso. 4. Risultati I risultati attesi dall’esercizio di valutazione saranno: Un rapporto finale in spagnolo ed italiano con i risultati e le raccomandazioni utili per eventuali altri interventi in tale settore d’intervento. Due pagine di sommario del Rapporto di Valutazione del Progetto. 5. Metodologia La valutazione sarà effettuata attraverso analisi di varie fonti informative. Inoltre saranno utilizzate interviste con le controparti governative, con i co-attori del progetto, con i beneficiari diretti, ovvero con la popolazione delle suddette zone, con i gestori e con il personale responsabile del progetto e le agenzie partner. 6. Disposizioni gestionali, piano di lavoro e quadro temporale 1. Ufficio 2. Interviste Revisione dei documenti chiave del progetto (documenti di progetto, rapporti annuali, rapporti di missione, pubblicazioni e pagine internet (web)) Il valutatore intervista le parti interessate, i beneficiari e raccoglie informazioni supplementari. 71 7 giorni lavorativi X giorni lavorativi (1) 3. Rapporto di valutazione 4. Commenti e risposte delle parti interessate Bozza di valutazione. 7 giorni lavorativi La relazione abbozzata viene trasmessa alle parti 7 giorni lavorativi interessate per commenti e eventuali integrazioni. Queste quindi sono inglobate e coordinate e successivamente, inviate al valutatore. 5. Seminario ??? Seminario sulla presentazione della bozza della 3 giorni lavorativi relazione. 6. Relazione finale Il valutatore predispone la relazione incorporando 5 giorni organicamente i commenti. lavorativi (1) La tempistica varia in funzione del numero di Paesi oggetto della valutazione e, quindi, degli attori intervistati. È previsto che il valutatore dovrà condurre consultazioni ed incontri con i rappresentanti delle numerose istituzioni regionali, nazionali e locali che – a vario titolo – hanno preso parte al progetto. Si indicano qui di seguito le Ambasciate italiane competenti in loco, nonché i dirigenti e funzionari che hanno seguito in modo costante e sistematico le molteplici iniziative realizzate. Ambasciate italiane in: San Salvador, Tegucigalpa, Managua e Città del Guatemala Sistema dell’Integrazione Centroamericana (SICA) Segreteria Generale del SICA Edgar Chamorro, Direttore Esecutivo della Segreteria Generale del SICA Presidenza della Repubblica di El Salvador Roberto Turcios, consigliere presidenziale Istituto Nicaraguense de Fomento Municipal INIFOM Rafael Urbina, Direzione Cooperazione Internazionale Mancomunidad trinacional Fronteriza Rio Lempa Héctor Aguirre, Direttore Mancomunidad ASIGOLFO (Golfo de Fonseca – El Salvador) Membri del consiglio direttivo Mancomunidad NASMAR (Golfo de Fonseca – Honduras) Membri del consiglio direttivo CENPROMYPE Ingrid Figueroa, Direttore Esecutivo Programa PRESANCA Patricia Palma, Direttore Mercosur: Foro Consultivo de città e regioni (FCCR) di Mercosur Celso Santiago Riquelme, Coordinatore aggiunto FCCR, MAE, Paraguay SEBRAE Panamá, Brasile Luiz Rolim de Moura, Direttore del Progetto Transfrontaliero CDT – AL de SEBRAE Paraná Municipalità della triplice frontiera Argentina – Brasile – Uruguay Eduardo Leonel Galantini, Intendente di Monte Caseros, Corrientes, Argentina Associazione delle municipalità dell’ovest dello Stato di Paraná (AMOP), Brasile Aprecido José Weiller Junior, Presidente dell’AMOP 72 Comunità andina di nazioni (CAN): Comisión Bi-nacional Perú – Ecuador Armando Martin Ludeña, Direción Nacional de Desarrollo Fronterizo, MAE, Perú Consorzio di comuni della frontiera Perú – Bolivia Mario Edgar Mamani Cariapaza, Alcalde della municipalità distrettualePlatería, Puno, Perú Consorzio di municipalità della frontiera Perú – Ecuador Marjorie Jmenéz González, Municipalidad Provincial de Tumbes, Perú Organismi internazionali: IOM Perú Dolores Cortez, Seguridad fronteriza PADIF – CAF Hernando Arciniegas, Coordinatore integrazione delle aree di frontiera Juan Pablo Rodríguez, Coordinatore integrazione delle aree di frontiera Università e istituzioni accademiche: Università Cattolica, sede San Ignacio Guazú, Paraguay Prof.ssa Maria Esperanza del Puerto, Direttore FLACSO Francisco Rojas, Segretario Generale Profilo del valutatore Ottima conoscenza nel settore della valutazione di progetto di cooperazione allo sviluppo. Laurea magistrale. Eccellenti capacità di analisi e di sintesi. Eccellenti capacità comunicative e di scrittura. Eccellente padronanza della lingua spagnola parlata e scritta. FORMATO SUGGRITO DEL RAPPORTO DI VALUTAZIONE Copertina 1. Riassunto 2. Breve contesto del progetto e della sua logica 3. Obiettivo 4. Metodologia Riassume i dati chiave del Progetto (Titolo e numero del progetto, donatore, data d’inizio e di completamento, budget, area tecnica, amministratore dell’unità della DGCS, reportage geografico) e i dati chiave della valutazione (tipo di valutazione, data di inizio e completamento della missione valutativa, data di presentazione e nome del valutatore autore del rapporto valutativo). Massimo di 3-5 pagine. Dovrebbe mettere a fuoco i risultati chiave e le raccomandazioni. Nel preparare il riassunto si dovrebbe tenere presente che ciò comparirà nel database di valutazione, accessibile sull’intranet della DGCS e sul sito web pubblico. - Breve descrizione delle necessità che il Progetto Integrato ha inteso soddisfare. - Analisi del QL del progetto. - Stato di realizzazione delle attività e stima dei tempi di completamento del progetto. - Tipo di valutazione - Breve descrizione dello scopo della valutazione - Breve descrizione della metodologia applicata. 73 5. Revisione della realizzazione 6. Presentazione dei risultati 7. Conclusioni 8. Raccomandazioni 9. Insegnamenti appresi 10. Allegati - Fonti informative, inclusi commenti sulle divergenze e sulle limitazioni - Commenti sui limiti della metodologia e dei problemi incontrati nella raccolta e nell’analisi dei dati Breve revisione dei principali stadi di realizzazione del progetto evidenziando le pietre miliari e sfide più rilevanti. Basata su domande chiave da parte del valutatore. Concludere la valutazione facendola derivare dai risultati e dalle comunicazioni principali. Le raccomandazioni dovrebbero essere volte al miglioramento dei progetti futuri e delle strategie generali della DGCS e dovrebbero essere presentate in modo conciso e operativo. Osservazioni, intuizioni e pratiche estratte dalla valutazione che sono di interesse generale al di là della sfera del progetto e che possano fornire al contempo suggerimenti validi per la predisposizione di una eventuale successiva fase del Progetto. Dovrebbero includere i Termini di Riferimento e la lista delle persone contattate come qualsiasi altra informazione rilevante. 74 ALLEGATO 2 QUADRO LOGICO Resultados esperados Objetivos específicos Objetivo general Gerarquía de objetivos (strategia) Indicadores Fuentes de verificación Fortalecer la cooperación transfronteriza como modalidad estratégica de los procesos de integración regional entre los países de América latina. Firmas de convenios y declaraciones Número de procesos de integración Proyectos de fronteriza activados y/o fortalecidos cooperación en distintas regiones de América latina transfronteriza activados 1) Mejorar la capacidad de los gobiernos intermedios y locales para elaborar, formular y realizar proyectos de cooperación fronteriza. Nro. y dimensión de proyectos transfronterizos financiados por la cooperación internacional Información oficial 2) Identificar proyectos para la coordinación transfronterizade las políticas públicas de desarrollo entre territorios de frontera Nivel de coordinación transfronteriza de políticas públicas Entrevistas Acuerdos interinstitucionales Medios de comunicación 3) Impulsar las relaciones de los gobiernos intermedios y locales con los organismos multilaterales de cooperación internacional Calidad de las relaciones establecidas Entrevistas 4) Favorecer un permanente diálogo transfronterizo sistemático multinivel, incluyendo la creación o el fortalecimiento de instancias permanentes de coordinación inter-institucional abiertas a universidades, mundo empresarial y sociedad civil Número de instancias de coordinación inter-institucional activas Convenios entre actores de las fronteras Cinco acciones directas realizadas en áreas de fronteras Número acciones directas realizadas Informes proyecto Entrevistas Cinco proyectos presentados a la cooperación internacional financiados e implementados en colaboración con otros tantos gobiernos subnacionales europeos Número proyectos presentados y en ejcución Alianzas territoriales en los proyectos Informes proyecto Entrevistas 75 Condiciones externas --- Prioridad asignada por las instituciones regionales y los gobiernos nacionales a la integración regional Reconocimiento del rol de las instituciones intermedias y locales en la integración Reconocimiento de la cooperación transfronteriza como componente estratégica de los procesos de integración Estabilidad política Capacidad de iniciativa autónoma de los gobiernos intermedios y locales Sensibilidad de la cooperación descentralizada europea Disposición de los gobiernos 30 gobiernos intermedios y redes de gobiernos locales partecipando en formas de intercambio y coordinación sobre los temas de la integración transfronteriza Número gobiernos intermedios y locales y redes integrados en las actividades de intercambio promovidas por el proyecto Informes proyecto Entrevistas 250 dirigentes, funcionarios y tecnicos de gobiernos nacionales y sub-nacionales participan en dos cursos online N.ro de personas que han participado en los cursos Informe proyecto Seis eventos organizados en América Latina e Italia sobre integración transfronterizxa con la participación de cuatrocientos delegados N.ro eventos realizados Informe proyecto nacionales, intermedios y locales al diálogo multinivel Actividades Asistencia técnica en diseño de proyectos transfronterizos Formación in situ y on line de funcionarios y técnicos de gobiernos intermedios y locales en regiones fronterizas Asistencia técnica en establecer relaciones con socios internacionales e intercambio de buenas prácticas Promoción de eventos de reflexión estratégica sobre integración regional y cooperación transfronteriza Financiamiento de acciones-piloto (acciones directas) de integración transfronteriza Página web 76 Continuidad de políticas en los gobiernos intermedios y locales ALLEGATO 3 ELENCO DELLE PERSONE INCONTRATE 1. Nome e cognome Héctor Alonso Aguirre Qualifica Gerente Generalde Ente Mancomunidad Trinacional Fronteriza Río Lempa Guatemala – Honduras – El Salvador 2. Kelin Prado Arce HAMUNORCHI 3. Annalisa Bracaglia OICS Osservatorio Interregionale Cooperazione Sviluppo 4. Alejandro Bravo Consultor 5. 6. Annarita Caselli Claudia Castro Coordinadora 7. Simonetta Cavalieri Direttore Generale IILA – Istituto ItaloLatino Americano 8. Patricia Palma de Fulladolsa Directora 9. 10. Giancarlo Del Grosso Hedi Deman Coordinadora 11. Marlon Enamorado Coordinador general PRESANCA II – Programa Regional de Seguridad Alimentaria y Nutricional para Centroamérica MAE – DGCS Ufficio II PRESANCA II – Programa Regional de Seguridad Alimentaria y Nutricional para Centroamérica ASORECH 12. Hector Estrada 13. 14. Mara Frigo Mario Gay S.G. SICA MAE – DGCS Ufficio IX Proyecto de Seguridad SICA/PNUD Unidad de Seguridad Democratica ASORECH Vice direttore MAE – DGCS Ufficio IX OICS Osservatorio Interregionale Cooperazione Sviluppo 77 Recapito a a Barrio San Andrés, 3 . Avenida y 3 . calle Suroeste, cuadra y media de la Parroquia San José; Ocotepeque, Honduras Tel (504) 2653-2324 (oficina) [email protected] Somotillo, Nicaragua [email protected] Via del Serafico, 127 00142 Roma, Italia Tel +39( 06) 5140504 [email protected] Final Bulevar Cancillería, Distrito El Espino, Ciudad Merliot, Antiguo Cuscatlán La Libertad,San Salvador Tel. (503) 2248-8800 Boulevard de Orden de Malta, er Edificio Eben Ezer, 3 Nivel Santa Elena, Antiguo Cuscatlán, La Libertad, El Salvador Tel (503) 2248-6915 [email protected] [email protected] Via Giovanni Paisiello, 24 00198 Roma, Italia Tel +39 (06) 6849-2202 [email protected] Boulevard del Hipódromo, 523, Colonia San Benito, San Salvador, El Salvador Tel (503) 2527-9200 [email protected] Boulevard del Hipódromo, 523, Colonia San Benito, San Salvador, El Salvador Tel (503) 2527-9200 [email protected] Colonia Santa Filomena, Quezaltepeque, Chiquimula, Guatemale Tel: 7944-0341; 7944-0348 Colonia Santa Filomena, Quezaltepeque, Chiquimula, Guatemale Tel: 7944-0341; 7944-0348 Via del Serafico, 127 00142 Roma, Italia Tel (+39 06) 5140504 [email protected] 15. Nome e cognome Hugo Alexander Guerrero Guerrero Qualifica Gerente Tecnico Unidad Técnica Institucional Mancomunidad 16. Edgar Herrera Scott Coordinador 17. Miriam Hirezi Directora Ejecutiva Nacional del Plan Trifinio 18. 19. 20. Simone Levolella Mauro Massoni Massimo Meccheri 21. Andrea Monaco 22. Carolina Mónico Delgado Coordinadora de Proyecto 23. Juan Carlos Montufar Celada GerenteTécnico Unidad Técnica Trinacional 24. 25. 26. Michele Morana Dina E. Morel Marco Antonio Peña capo-progetto Ciudad Limpia Guatemala – El Salvador – Honduras Servizio per la Cooperazione Alcalde Ente ASINORLU – Asociación de Municipios del Norte de la Unión Republica de El Salvador Proyecto Corredor del Mangle Golfo de Fonseca Vicepresidencia de la República MAE – DGCS Ufficio II MAE – DGCS Ufficio II Oxfam Italia IILA – Istituto ItaloLatino Americano CENPROMYPE – Centro Regíonal de Promoción de la MIPMYPE Plan Trifinio MAE – DGCS Ufficio IX CODEFFAGOLFE Municipio de Sinuapa 27. Giuliano Perseu Gestor de Proyectos Delegación de la Unión Europea en El Salvador 28. Luigi Pierleoni Coordinatore Programma di Emergenza della Cooperazione Italiana in Guatemala 29. Edgardo Arita Pinto 30. Marco Rago CENOC Capo del servizio cooperazione IILA – Istituto ItaloLatino Americano 78 Recapito Avenida Principal Barrio El Centro Ciudad de Anamorós Tel (503) 26470692, [email protected] Carretera Conchagua, Colonia Lomas de Bellas Vista, Poligono 36, Casa No. 5, La Uniion, El Salvador Tel. (503) 2605-2255, [email protected] Calle Poniente, 5147, Block 122, Colonia Escalón, San Salvador, El Salvador Tel (503) 2263-9870 [email protected] Tel (504) 2653-2324 [email protected] Via Giovanni Paisiello, 24 00198 Roma, Italia Tel +39 (06) 6849-2253 [email protected] Colonia San Benito, Calle Circunvalación, 294, San Salvador Tel (503) 2264-5207 ext. 121 [email protected], 1ª. Avenida 7-01 Zona 5 Colonia San José Obrero, Esquipulas Guatemala Tel (502) 7943- 1548, directo (502) 7943-1577 Fax Trabajo:(502) 7943-1554 [email protected] San Lorenzo, Honduras Sinuapa, Honduras [email protected] Calle Cortez Blanco Poniente y Calle Holcim, 2 Urbanización Madreselva III etapa, Antiguo Cuscatlán, La Libertad, El Salvador Tel (503) 2243-2424 [email protected] av. 6-54, zona 14, colonia el Campo, Città del Guatemala, Guatemala Tel (502) 2366-8809 [email protected], [email protected] Tel (504) 2653-1353 [email protected] Via Giovanni Paisiello, 24 00198 Roma, Italia Tel +39 (06) 6849-248 Nome e cognome Qualifica Ente 31. Horatio Lanzas Reyes Gerente HAMUNORCHI 32. 33. Roger Reyes Wendy Patricia Reyes P. Coordinadora Unidad Tecnica 34. Julio Edgardo Santos 35. Dina Sagastume Cerón Vice-gerente 36. José Luis Rhi-Sausi Direttore 37. Gianantonio Ricci Melli 38. Giovanna Rizzi Coordinador y Representante para Centroamerica Asesora técnica de la ACRA – Asociación de Cooperación Rural en Africa y America Latina Unidad Seguridad Democrática SG-SICA, 39. Ketty Tedeschi Agregada de Cooperación Italiana Embajada de Italia El Salvador 40. 41. Ida Tesone Roberto Turcios Asesor 42. Ronny Umansor Coordenador 43. Rafael Urbina responsable cooperación esterna 44. Alejandro Benítez Vásquez Gerente ADEL MORAZAN – Fundación Agencia de Desarrollo Ecónomico Local de Morazán 45. Mario Garnier Vásquez Analista de Proyecto ACRA – Asociación de Cooperación Rural en Africa y America Latina CODEFFAGOLFE Mancomunidad de Municipios del Sur NASMAR Honduras CENOC Mancomunidad Trinacional Fronteriza Río Lempa, CeSPI – Centro Studi di Politica Internazionale MAE – DGCS Ufficio IX Secretaría Técnica de la Presidencia de la República de El Salvador Unidad Medio Ambiente Municipalidad de Marcovia Instituto Nicaragüense de Fomento Municipal INIFOM 79 Recapito [email protected] Somotillo, Nicaragua [email protected] San Lorenzo, Honduras Nacaome, Honduras Tel (00504) 787-4060/ 3358-5915; [email protected] Tel (504) 9903-3831 [email protected] Tel (504) 2653-2324 (oficina), [email protected] Piazza Margana, 39, 00186 Roma, Italia Tel +39 (06) 6990-630 [email protected] Tel 227-4676 227-4888 [email protected] Final Bulevar Cancillería, Distrito El Espino, Ciudad Merliot, Antiguo Cuscatlán La Libertad,San Salvador Tel. (503) 2248-8800, cel. (503) 78705742 Calle la Reforma, 158 Col. San Benito, San Salvador Tel 2298-4470 2279-3754 [email protected] Avenida Dr. Manuel Enrique Araujo n. 5500, Tel. (503) 2248.9000 Marcovia, Honduras Entrada Principal al Reparto Los Arcos.Carretera a la Refinería. Managua Tel (00505) 2266-6050 ext. 154, [email protected] Km. 165, Carretera a San Francisco Gotera, Cantón El Triunfo, Caserío Los López, Morazán, El Salvador Tel. (503) 2654-0582 [email protected] [email protected] Tel 227-4676 227-4888 [email protected] ALLEGATO 4 CALENDARIO DELLA MISSIONE IN AMERICA CENTRALE Data Luogo 6 maggio 7 maggio Descrizione Viaggio Roma – San Salvador San Salvador (El Salvador) Lavoro di organizzazione della missione Incontro con l’Ambasciata italiana a San Salvador Incontro con CEMPROMYPE 8 maggio San Salvador (El Salvador) Incontro con CT Plan Trifinio Incontro con MTFRL Incontro con la delegazione della Unione Europea Incontro con PRESANCA Contatti con SICA, BID, BM, PNUD ecc. 9 maggio San Salvador (El Salvador) Analisi di documenti Visita alla esposizione sui progetti di cooperazione finanziati dalla UE e dai Paesi europei in El Salvador Ocotepeque (Honduras) 10 maggio Sinuapa (Honduras) 11 maggio 12 maggio Incontri e visita agli uffici della MTFRL Incontro con il Proyecto “Ciudad Limpia” Visita al CENOC Incontro con l’Alcalde di Sinuapa Esquipulas (Guatemala) Visita e incontri alla UTT del Plan Trifinio Quetzaltepeque (Guatemala) Visita e incontri a ASORECH Ocotepeque (Honduras) Visita all’Alcaldia di Ocotepeque San Salvador (El Salvador) Incontro con il SICA Analisi di documenti Trasferimento al Golfo di Fonseca 13 maggio 14 maggio La Union (El Salvador) Lavoro di organizzazione della missione nel Golfo di Fonseca Visita al Porto della Union Nicaome (Honduras) Visita e incontri presso la Mancomunidad NASCAR San Lorenzo (Honduras) Visita e incontri presso la CODEFFAGOLFE Marcovia (Honduras) Visita e incontri alla Municipalidad di Marcovia Incontro con INIFOM 15 maggio Managua (Nicaragua) 16 maggio Somotillo (Nicaragua) Visita e incontri presso AMUNORCHI (Proyecto en la Provincia de Chinandega) La Union (El Salvador) Visita al proyecto “Corredor del Mangue” CCAD Anamoros (El Salvador) Visita e incontri con ASINORLU San Francisco Gotera (El Salvador) Visita e incontri con ADEL Morazan San Miguel (El Salvador) Incontro con il coordinatore del Proyecto Corredor del Mangue 17 maggio Visita e incontri presso ACRA (Proyecto en la Provincia de Chinandega) 80 Data Luogo Descrizione 18 maggio San Salvador (El Salvador) 19 maggio San Salvador (El Salvador) Lavoro documentario – Partenza per l’Italia 20 maggio Viaggio Arrivo a Roma Incontro con l’ufficio della Presidenza della Repubblica de El Salvador Incontri con il SICA 81 ALLEGATO 5 ELENCO DEI DOCUMENTI CONSULTATI Accion Directa Fronteras Abiertas (2011). Migrantes promueven el turismo vivencial en los bosques de las cuencas transfronterizas de los ríos Puyango -Tumbes y Zarumilla. Proyecto de codesarrollo y cooperación transfronteriza en el área fronteriza Puyango – Tumbes – Zarumilla (Perú – Ecuador) ACRA (2009). Información de las Mancomunidades ACRA (2009). Informe final mapeo rapido de intervenciones en el Golfo de Foseca ACRA (2009). Mapeo rápido de programas y proyectos en el área del Golfo de Fonseca ACRA (2009). Municipios ACRA (2009a). Matriz de proyectos en el Golfo ACRA (2009b). Matriz de proyectos en el Golfo ACRA (2011). Proyecto Manejo integral sostenible de los residuos sólidos urbanos en seis municipios del Norte de Chinandega. Avances de Proyecto Acuerdo tecnico propuesta de homologacion de vedas, artes y metodos de pesca en el Golfo de Fonseca. 6 de Abril del 2011 Agencia de Desarrollo de las Comumas Rurales y Étnicas de Tarapacà – CeSPI (2009). Fortalecimiento de la red ganadera de la region trifronteriza bolivia-Chile-Perù Alcaldes impulsan mancomunidad trinacional en Golfo de Fonseca. LA PRENSA.COM.NI, 26 julio 2011. http://www.laprensa.com.ni/2011/07/26/nacionales/67947#.Tjr8nV0RB84 Aravena F.R. (207). La integración regional: un proyecto político estratégico. FLACSO Argentina, Brasile, Paraguay: continua il programma Fronteras Musicales Abiertas. UTL La Paz Servizio Stampa 7/9/2011 Asociación Salvadoreñ para la Promoción de la Ciencias Sociales y Administración – ASCIA. Desarrollo economico local. Fundación DEMUCA Cardona R. La integración centroamericana desde lo local: La Mancomunidad Trinacional Fronteriza Río Lempa Centro Agronomico Tropical de Investigacion y Enseñanza – CATIE, Unión Mundial para la Naturaleza – UICN (2009). Validacion de una metodologia de monitoreo y evaluacion para fortalecer la estrategia participativa de ordenamiento de los recursos naturales del Estero Real, Nicaragua Centroamerica: il contributo di Fronteras Abiertas a processi in corso CeSPI (2011). Attività 2010 CeSPI (2011). Conceptualización de la cooperación fronteriza en el sistema de la integración centroamericana. Ideas y prácticas para la contrucción de las microregiones de integración. Documento de Reflexión Comisión Centroamericana de Ambiente y Desarrollo – CCAD (2004). Proyecto conservación de los ecosistemas costeros en el Golfo de Fonseca – PROGOLFO Comisión Centroamericana de Ambiente y Desarrollo – CCAD (2005). Proyecto conservación de los ecosistemas costeros en el Golfo de Fonseca – PROGOLFO. Documentos del proyecto Comisión Centroamericana de Ambiente y Desarrollo – CCAD (2006). Documentos Comisión Centroamericana de Ambiente y Desarrollo – CCAD. Proyecto conservación de los ecosistemas costeros en el Golfo de Fonseca – PROGOLFO. Ficha del proyecto Comisión Europea (2009). Programa temático para el medio ambiente y la gestión sostenible de los recursos naturales, incluida la energía. Formulario de solicitud de subvención (Partes A y B) Comisión Europea (2009). Programa temático para el medio ambiente y la gestión sostenible de los recursos naturales, incluida la energía. MarcoLogico (Parte C) Comisión Trinacional del Plan Trifinio (2011). El Salvador. Plan estrategico de la region del Trifinio 2010 – 2020 Contracto de subvención – Ayudas exteriores de la Comunidad Europea – entre la Comunidad Europea y la Mancomunidad Trinacional Fronteriza Rio Lempa 82 Convenio CeSPI – FUNCESSP par a la ejecución del proyecto “Musicalização Cidades Gêmeas” Convenio CeSPI – Prefeitura Municipal de Bela Vista para la ejecución del proyecto “Musicalização Cidades Gêmeas” Convenio CeSPI Prefeitura Municipal de Coronel Sapucaia para la ejecución proyecto PIM – Programa de Integração Musical Convenio de cooperación tecnica y finanziera entre la Mancomunidad Trinacional Fronteriza Rio Lempa y Oxfam Italia, para la ejecucion de las acciones del proyecto “Ciudad limpia: manejo integral de residuos sólidos urbanos en el Trifinio Centroamericano”. 7 junio 2011 Cutugno T., Contardi M., Conato D., Pierleoni L., Lussignoli F. (2008). Analisi delle criticità e linee guida strategiche per la gestione dei rifiuti solidi urbani nell’area del Golfo di Fonseca. I rifiuti riciclati nel mondo Declaracion de León sobre Golfo de Fonseca como reserva de biosfera. 26 julio 2011 Declaracion De León. 26 julio 2011 Di Santo D. (2011). Speciale V conferenza Italia – America Latina. Almanacco Latinoamericano, III Éuropolis Lombardia, Regione Lombardia, ACRA (2011). Plan integrato de desarrollo transfronterizo del Golfo de Fonseca. Seminario de Cierre. Choluteca, Honduras 21 y 22 de septiembre de 2011 Ficha de Proyecto Programa Urbal III FORCUENCAS. Revista informativa sobre proyectos y actividadesbque realiza la Municipal de Marcovia Fronteras Abiertas. Gestione integrata e sostenibile dei rifiuti solidi urbani in sei municipi della zona nord di Chinandega Fronteras Abiertas. Microproyecto Transfronterizo “El Dorado” Fundación DEMUCA (2011). Territorialización de políticas públicas. Coordinación interinstitucional en Centroamérica y República Dominicana. Fundación DEMUCA, San José Grigolo F., Rhi-Sausi J.L. (2012). Fronteras Musicales Abiertas. Una experiencia de cooperación cultural transfronteriza IILA, CESPI (2011). Percorso preparatorio. Il Sistema-Italia e l'America latina: un cammino comune. V Conferenza nazionale Italia – America latina e Caraibi IILA-SICA (2010). Corso di alta formazione La integración construida desde abajo. Cooperación transfronteriza en los países del SICA. Iniciativas Locales para el Desarrollo Local (ILDs). Memoria de Labores 2008 IRER (2009). Fronteras Abiertas - Área del Golfo de Fonseca. Análisis de las criticidades y líneas estratégicas para la gestión de los residuos sólidos municipales en el área del Golfo de Fonseca IRER (2009). Plan integrado de desarrollo transfronterizo del Golfo de Fonseca. Fronteras Abiertas IRER (2009). Supporto allo sviluppo della cooperazione transfrontaliera e alla definizione del piano di sviluppo integrato dell’area del Golfo di Fonseca. Rapporto Finale Mancomunidad Trinacional Fronteriza Río Lempa (2008). Cohesión social e integración regional territorial de municipios fronterizos del Trifinio Centroamericano. Documento de sintesi Mancomunidad Trinacional Fronteriza Río Lempa El Salvador – Guatemala – Honduras (2010). Informe descriptivo intermedio Mancomunidad Trinacional Fronteriza Rio Lempa El Salvador, Guatemala, Honduras - Centro America. Proyecto: Cohesión social e integración regional territorial de municipios fronterizos del Trifinio Centroamericano. Marco Logico de intervencion Mancomunidad Trinacional Fronteriza Río Lempa. Cohesión social e integración regional territorial de municipios fronterizos del Trifinio Centroamericano. Marco Logico Manconunidad Trinacional Región Trifinio (2008). Fomento de la cohesión social e integración regional territorial de municipios fronterizos del Trifinio Centroamericano Marteles S., Rhi-Sausi L., Conato D., Velásquez J., Apollo S. (2011). Fortalecimiento de la gobernanza transfronteriza en América Latina a través de la cooperación descentralizada: La experiencia del programa Fronteras Abiertas. CeSPI 83 Minuta proyecto BID – Sernatur Título del proyecto: Programa de Fomento al Turismo Número del proyecto: CH-L1023 PAIRCA II – Segundo Programa de Apoyo a la Integración Regional Centroamericana. Scheda di presentazione PNUD, SICA, AECID (2010). Feria de conocimiento compromiso Centroamerica Panama 2010. CPI Impresiones Creativas, Ciudad de Panamá PNUD, SICA, AECID (2010). Feria de conocimiento compromiso Centroamerica Panama 2010. Documento de sistematización Prefeitura de Bela Vista (2009). Proyecto Musicalização Cidades Gêmeas Prefeitura de Coronel Sapucaia Estado de Mato Grosso do Sul. Encaminhamento PIM Prefeitura de Coronel Sapucaia Estado de Mato Grosso do Sul. PIM – Programa de Integração Musical Prefeitura de Coronel Sapucaia. Proyecto PIM – Programa De Integração Musical Presidente Lobo Sosa se reúne con alcaldes de mancomunidad del Golfo de Fonseca. Escrito por D.I.P, 27 de Marzo de 2012 PRESISAN – Programa Regional de Sistemas de Información en Seguridad Alimentaria y Nutricional, PRESANCA II – Programa Regional de Seguridad Alimentaria y Nutricional para Centroamerica. Scheda di presentazione Progetto Fronteras Abiertas. Accordi e convenzioni Progetto Fronteras Abiertas. Adesioni e lettere di riconoscimento per il lavoro svolto Programa Fronteras Abiertas (2012). Lombardía presenta en la Unión propuesta de base para Plan Integrado de Desarrollo Transfronterizo Projeto Sebrae Cdt Al Cooperação Técnica Brasil / América Latina Plano de trabalho sintético 2011 Proyecto "Cultura e Identidad en una pequeña comunidad fronteriza del MERCOSUR" Apoyo a los programas culturales del Colegio Nacional “Capitán Marcial Ramírez” y de la Radio Comunitaria “Joven” (96.1) del Municipio de Carmelo Peralta, Paraguay Proyecto “Reducción de la vulnerabilidad de las familias pobres en el Golfo de Fonseca” (Nicaragua-Honduras-El Salvador). Cronograma general Proyecto “Reducción de la vulnerabilidad de las familias pobres en el Golfo de Fonseca” (Nicaragua-Honduras-El Salvador). Quiene somos Proyecto “Reducción de la vulnerabilidad de las familias pobres en el Golfo de Fonseca” (Nicaragua-Honduras-El Salvador). Primer Informe Enero 2005 – Abril 2006 Proyecto “Reducción de la vulnerabilidad de las familias pobres en el Golfo de Fonseca” (Nicaragua-Honduras-El Salvador). Marco Lógico – Creación Página Web Proyecto “Reducción de la vulnerabilidad de las familias pobres en el Golfo de Fonseca” (Nicaragua-Honduras-El Salvador). Marco Lógico – Forums Anuales 2005-2006-2007 Proyecto “Reducción de la vulnerabilidad de las familias pobres en el Golfo de Fonseca” (Nicaragua-Honduras-El Salvador). Marco Lógico General Proyecto “Reducción de la vulnerabilidad de las familias pobres en el Golfo de Fonseca” (Nicaragua-Honduras-El Salvador). Marco Lógico – Sistematización Acciones piloto Proyecto “Reducción de la vulnerabilidad de las familias pobres en el Golfo de Fonseca” (Nicaragua-Honduras-El Salvador). Plan Operativo General Proyecto “Reducción de la vulnerabilidad de las familias pobres en el Golfo de Fonseca” (Nicaragua-Honduras-El Salvador). (2006). Memoria. I Foro Anual “Intercambio de experiencias sobre alternativas de reducción de la vulnerabilidad de las familias del Golfo de Fonseca” Proyecto “Reducción de la vulnerabilidad de las familias pobres en el Golfo de Fonseca” (Nicaragua-Honduras-El Salvador). Presentación Proyecto OIKOS Proyecto “Reducción de la vulnerabilidad de las familias pobres en el Golfo de Fonseca” (Nicaragua-Honduras-El Salvador). Sub Proyecto en Comunidades El Salvador 84 Proyecto ASINORLU Proyecto Conservación de los Ecosistemas Costeros en el Golfo de Fonseca – PROGOLFO (2009). Informe Técnico “Estrategia regional para el manejo integrado de los recursos naturales costero marinos en el Golfo de Fonseca, El Salvador, Honduras y Nicaragua” Proyecto Conservación de los Ecosistemas Costeros en el Golfo de Fonseca – PROGOLFO (2009). Informe técnico “Estudio socio-económico del área natural protegida Cerro Conchagua, El Salvador” Proyecto Conservación de los Ecosistemas Costeros en el Golfo de Fonseca – PROGOLFO (2009). Hacia un manejo costero integrado de los ecosistemas costeros: PROGOLFO Proyecto Conservación de los Ecosistemas Costeros en el Golfo de Fonseca – PROGOLFO (2009). Informe técnico “ Clasificación digital de imágenes de satélite y elaboración de la base de datos del área de PROGOLFO, El Salvador, Honduras y Nicaragua” Proyecto Conservación de los Ecosistemas Costeros en el Golfo de Fonseca – PROGOLFO (2009). Informe Técnico “Perfil para el fortalecimiento municipal del la gestión ambiental en el Golfo de Fonseca, El Salvador, Honduras y Nicaragua” Proyecto Conservación de los Ecosistemas Costeros en el Golfo de Fonseca Informe de Avance, Año Uno Febrero 1999 Enero 2000 Proyecto Fomento de la Cohesión Social e Integración Regional Territorial de Municipios Fronterizos del Trifinio Centroamericano. Informe de Auditoría por el período comprendido del 30 de diciembre de 2008 al 31 de marzo de 2010 Proyecto municipal identificacion del proyecto: “Conservando valores culturales en Fronteras Abiertas” Proyecto Trinacional corredor del Mangle Golfo de Fonseca (2010). Selección de areas criticas en el corredor del Mangle para impulsar acciones de conservación y recuperación del ecosistema Proyecto Trinacional corredor del Mangle Golfo de Fonseca (2010). Diagnóstico de asimetrías entre ordenanzas municipales y otros instrumentos de regulación a nivel trinacional Proyecto Trinacional corredor del Mangle Golfo de Fonseca (2010). Línea base del proyecto corredor Trinacional del Mangle, Golfo de Fonseca Proyecto Trinacional corredor del Mangle Golfo de Fonseca (2010). Manual trinacional de instrumentos legales y normativos del Golfo de Fonseca en materia ambiental Proyecto Trinacional corredor del Mangle Golfo de Fonseca (2010). Mapa de actores en desarrollo humano y medio ambiente en el Golfo de Fonseca Proyecto Trinacional corredor del Mangle Golfo de Fonseca (2010). Monitoreo del proyecto corredor del Mangle Radio Comunitaria, Joven FM, de Carmelo Peralta, Paraguay Rhi-Sausi J.L., Coletti R. Cross-border regional integration and cooperation in Latin America: experiences and perspectives Rhi-Sausi J.L., Conato D. (2008). Cooperación descentralizada Unión Europea-América Latina y desarrollo económico local. Colección de Estudios de Investigación / Número 6. Barcelona Rhi-Sausi J.L., Conato D. (coord) (2009).Cooperación transfronteriza e integración en América Latina. CeSPI, Roma Sanna V.S. (2011). Estudio comparado sobre la legislación e institucionalidad del ordenamiento y desarrollo territorial de los países que conforman el sistema de la integración Centroamericana (SICA) y la Unión Europea. CeSPI Mancomunidad Trinacional Fronteriza Río Lempa SEBRAE – CDT AL (2011). Plan de trabalho sintético 2011. SEBRAE – CDT AL. Cooperação e integração transfronteiriça. Sebrae Cdt Al . Seminário A presentação Da Metodologia De Apoio Ao Relacionamento E Cooperação Transfronteiriça Sebrae Cdt Al Na América Latina SEFRO – Programa Regional de Seguridad Fronteriza en America Central. Scheda di presentazione 85 Sistema de la Integración Centroamericana – SICA. (2011). Consulta Regional de la Carta Centroamericana de la Autonomía Municipal. Documento de Trabajo Sistema de la Integración Centroamericana – SICA. (2011). Consulta Regional de la Carta Centroamericana de la Autonomía Municipal. Borrador Consolidado Sistema de la Integración Centroamericana – SICA. Scheda di presentazione Task Team on South-South Cooperation (2011). Cooperación en la Región del Trifinio: un caso de cooperación transfronteriza Sur-Sur. Estudio de caso Términos de Referencia Para la contratación de Servicio de Consultoría Internacional en: Desarrollo Turistico Umanzor J.R., Reina J.Z., Aguilar V. Sistematización de la experiencia proyecto FORCUENCAS fase II Alcaldía Municipal de Marcovia UNESCO – MAB (2010). Reserva de la Biósfera Trifinio Fraternidad URB-AL III . Proyecto: Fomento de la cohesion social e integracion regional territorial de municipios fronterizos del Trifinio Centroamericano. Informe de seguimiento semestral enero – diciembre 2009 URB-AL III. Cohesión, inclusión y desarrollo social a través del turismo sostenible. Fronteras Turísticas.Formulario de solicitud de subvención URB-AL III. Cohesión, inclusión y desarrollo social a través del turismo sostenible. Fronteras Turísticas. Marco Logico URB-AL III. Fronteras Turísticas Perù-Bolivia-Argentina-Italia.Cohesión, inclusión y desarrollo social a través del turismo sostenible. Evaluación de Impacto. 86 ALLEGATO 6 ZONE DI INTERVENTO DEL PROGETTO 87