Carlo M. TRAVAGLINI - Università di Tor Vergata

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Carlo M. TRAVAGLINI - Università di Tor Vergata
Carlo M. Travaglini
UOMINI E SPAZI, STORIE E RAPPRESENTAZIONI
1. Alcuni contributi presenti all’interno di questo volume 1 sono il frutto di
discussioni seminariali e di indagini promosse dal Centro di Ateneo per lo
studio di Roma dell’Università Roma Tre (CROMA) nell’ambito del progetto
di ricerca relativo alla produzione di materiali per la redazione di un Atlante
di Roma tra XVIII e XIX secolo 2. In realtà più che di un progetto si tratta di un
cantiere di ricerca sia per la dimensione e la straordinaria complessità dell’oggetto di studio, sia per il carattere sperimentale di vero e proprio laboratorio che ha assunto l’insieme delle attività 3. Il termine “laboratorio” può apparire inappropriato per ricerche che fanno corposamente riferimento all’area delle scienze umane e sociali, ma può correttamente rappresentare un
luogo di produzione di studi che si è orientato su almeno due sperimentazioni metodologiche: a) il confronto multidisciplinare quale terreno privilegiato
per la ricostruzione della storia urbana; b) il collegamento tra cartografia storica vettorializzata e banche dati quale nuovo strumento di analisi del rapporto tra uomini e spazi.
Si tratta dei saggi di Laura Giustini, Sabrina Gremoli e Claudio Procaccia, Francesco
Jamonte, Keti Lelo, Carla Mazzarelli, Susanna Passigli, Chiara Stefani.
2
Desidero ringraziare l’Assessorato alle politiche culturali del Comune di Roma e, in particolare, Paola Pavan, dirigente dell’Archivio Storico Capitolino, per il sostegno dato al progetto,
rendendone possibile l’avvio; importante è stata altresì la collaborazione con l’École française
de Rome, luogo – anche fisico – di tanti momenti di confronto e di riflessione, nonché quella
con l’Archivio di Stato di Roma, anche come compartecipe di sezioni della ricerca. Per alcune
prime riflessioni sulle linee originarie del progetto Atlante si veda F. PALAZZO-C.M. TRAVAGLINI,
Per un atlante storico-ambientale di Roma tra XVIII e XX secolo, «Roma moderna e contemporanea», VI, 1998, 1-2, pp. 219-228; F. PALAZZO-C.M. TRAVAGLINI, Towards a Historical and Environmental Atlas of Rome between the 18th and 20th centuries, in Développement soutenable du
milieu urbain. Rencontre entre science, culture et innovation, actes de la conference (Bruxelles,
Parlement Européen, 27 mai 1999), Bruxelles, 1999, pp. 107-116; K. LELO-C.M. TRAVAGLINI, Un
sistema informativo geografico per l’atlante storico-ambientale di Roma tra XVIII e XX secolo,
in Informazione Geografica: innovazione e formazione, atti IV Conferenza Nazionale ASITA
(Genova, 3-6 ottobre 2000), 2 voll., II, pp. 1333-1334, Daverio (VA), 2000.
3
I lavori avviati su Roma hanno sollecitato una sperimentazione delle metodologie progressivamente messe a punto con riferimento a due importanti comunità della fascia costiera
meridionale della provincia di Roma: Anzio e Nettuno, per le quali è attualmente in corso di
redazione un prototipo di atlante storico-ambientale nell’ambito di una collaborazione con
l’Ufficio studi della Provincia e con i Comuni interessati.
1
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In una prospettiva di questo tipo, l’Atlante di Roma tra Sette ed Ottocento
travalica la dimensione di un ambizioso piano editoriale, che potrebbe colmare – sia pure in modo parziale dal punto di vista diacronico – una grave
lacuna nella letteratura disponibile su Roma, per trasformarsi in un programma stabile, di lunga prospettiva, aperto all’innovazione, una sorta di laboratorio permanente per lo studio della città.
Nel delineare il nostro percorso di ricerca un punto di partenza significativo è stato rappresentato dal progetto di un Atlante storico italiano dell’età
moderna, fortemente sostenuto in anni ormai lontani da Marino Berengo 4, e
al dibattito cui esso ha dato luogo anche in seguito 5. Inoltre, si è cercato di
tener conto delle importanti esperienze maturate a livello nazionale ed internazionale. Nell’ultimo decennio, infatti, si sono manifestati una significativa
ripresa e uno sviluppo, anche sotto il profilo metodologico, degli studi e della produzione di atlanti storici delle città. Tale crescita si è determinata sia
grazie ad un’opera di promozione e coordinamento svolta dalla “Commission Internationale pour l’histoire des Villes” 6, il cui prodotto più recente è
l’edizione del primo volume dell’atlante storico di Dublino 7, sia in collegamento ad importanti e suggestive iniziative editoriali di particolari istituzioni
scientifiche, come, ad esempio, nel caso della pubblicazione di Madrid. Atlas
Historico de la Ciudad. Siglos IX-XIX, a cura di Virgilio Pinto Crespo e Santos
Madrazo Madrazo 8, e del successivo volume Madrid. Atlas Historico de la
Ciudad 1850-1939, recentemente uscito a cura di Virgilio Pinto Crespo 9, nell’ambito delle attività del “Centro de Documentacion y estudios para la historia de Madrid” dell’Università Autonoma di Madrid, e come pure nel caso
Problemi e ricerche per l’atlante storico italiano dell’età moderna. Atti del Convegno di
Gragnano, 27-29 settembre 1968, a cura di M. Berengo, Firenze, Sansoni, 1971.
5
Vanno in particolare segnalate le note di Lucio Gambi (Un atlante da 7 miliardi, «Quaderni storici», XIII, 1978, 2, pp. 732-747) e Alberto Caracciolo (Il grande atlante storico che
non si fece mai, «Quaderni storici», XXX, 1995, 1, pp. 253-260).
6
Cfr. A. SIMMS-F. OPLL, Historic Towns Atlases, Brussels, 1995, e, a cura degli stessi autori,
List of the European Atlases of Historic Towns, Brussels, 1998. La Commissione si è preoccupata
di mettere a punto alcuni standard che dovrebbero caratterizzare la produzione di atlanti storici di
città, in modo da agevolare le analisi comparative. Questi elementi essenziali si riferiscono alla
necessità di prevedere: a) una mappa catastale di inizi Ottocento – preferibilmente a colori – in
scala 1:2.500, con evidenziazione delle particelle; una mappa, all’incirca della stessa epoca, in
una scala compresa tra 1:25.000 e 1:100.000, per rappresentare l’intera area comunale; una mappa della città contemporanea in scala 1:5.000; una mappa interpretativa delle trasformazioni della
città in scala 1:2.500 oppure 1:5.000 (cfr. A. SIMMS-F. OPLL, List of the European Atlases, cit., pp.
7-8). Si veda pure il sito internet: http://www.magwien.gv.at/english/historictowns/en_leit.htm.
7
H.B. CLARKE, Dublin, Part I, to 1610, Irish Historic Towns Atlas, no. 11, Dublin, Royal
Irish Academy, 2002.
8
Madrid, Centro de Documentacion y estudios para la historia de Madrid, 1995.
9
Madrid, Fundation Caja Madrid y Lunwerg Editores, 2001.
4
Uomini e spazi, storie e rappresentazioni 25
dell’edizione dell’Atlas historique des villes de France, a cura di Jean-Luc
Pinol 10, oppure del volume dedicato a Paris, a cura di Émile Ducoudray,
Raymonde Monnier e Daniel Roche 11, nell’ambito della collana Atlas de la
Révolution française 12, o, infine, della pubblicazione promossa dal “Centre
for Metropolitan History” dell’Università di Londra dedicata a London in the
1690s: a Social Atlas, a cura di Craig Spence 13.
Per gli anni più recenti vanno segnalate anche pubblicazioni realizzate
esclusivamente su supporto elettronico come il cd-rom Madrid en 1898.
Guia Urbana de la ciudad a finales del siglo XIX 14 e i due cd-rom, rispettivamente dedicati a Paris et l’Ile-de-France e a Naples le Vésuve et Pompéi,
pubblicati dalla casa editrice Belin in una nuova collana 15, che ospiterà altre
ricostruzioni di storie di città, avvalendosi non solo di sperimentati sistemi
ipertestuali e di una ricca cartografia storica e contemporanea – fino ad immagini satellitari –, ma anche di presentazioni delle trasformazioni della
morfologia urbana a livello tridimensionale.
È forse interessante rilevare che mentre nell’esperienza europea vi è stata
un’attenzione alle varie tipologie di centri urbani, prendendo in considerazione anche città di grandi dimensioni o, comunque, città complesse, quali sono
generalmente le città capitali, in Italia la produzione editoriale – probabilmente anche per l’impegno dei progetti scientifici e gli elevati costi di stampa delle pubblicazioni di questo tipo – si è prevalentemente orientata verso centri di
piccola e media dimensione (ad esempio, Cerveteri, Latina, Bassano del
Grappa, Carpi) 16, con la sola interessante eccezione di Bologna 17.
Due osservazioni meritano di essere formulate su questa ricca letteratura
italiana e straniera che ha offerto nell’insieme un’importante sollecitazione,
anche di tipo metodologico, agli studi di storia urbana. La prima concerne
l’utilizzazione dello strumento informatico, che, nonostante alcune più recenti esperienze – soprattutto quella di Vienna, una delle iniziative più con-
Paris, Hachette, 1996.
Paris, École des Hautes Études en Sciences Sociales, 2000.
12
La collana, diretta da Serge Bonin e Claude Langlois, comprende 11 volumi, ognuno
dei quali presenta una specifica area tematica ad eccezione dell’ultimo che è stato dedicato a
Parigi.
13
London, Institute of Historical Research, University of London, 2000.
14
Madrid, Dayfisa – Fundactiòn General de la Universidad Autonoma de Madrid.
15
«Collection Terre des villes», a cura di J.-F. Coulais e P. Gentelle, Paris, 2002.
16
Per l’area laziale vanno pure ricordati i volumi promossi dal Centro regionale per la documentazione dei beni culturali e ambientali della Regione Lazio: Capena e il suo territorio,
Bari, Dedalo, 1995; Filacciano e il suo territorio, Bari, Dedalo, 1995; Monterotondo e il suo
territorio, Bari, Dedalo, 1995.
17
Atlante storico di Bologna, a cura di Francesca Bocchi, 4 voll., Bologna, Grafis, 19951998.
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solidate e più legate alla gestione della città 18–, risulta ancora troppo modesta
ed inadeguata rispetto allo sviluppo della tecnologia.
La seconda osservazione riguarda l’opportunità di valorizzare, proprio
attraverso uno strumento come l’atlante, tutte le potenzialità di una ricostruzione storica che si fondi su un fertile interscambio di contributi di analisi da parte di molteplici aree disciplinari, recuperando tutta la straordinaria, potenziale ricchezza della storia urbana, evitando il rischio di impostazioni monodirezionali, spesso orientate in modo assolutamente prevalente
sulla storia dell’architettura e dell’urbanistica. In questo rapido accenno è
evidente il riferimento alla tradizionale dicotomia tra città degli uomini e
città delle pietre. La riflessione, tuttavia, non può non estendersi alla categoria di spazio, non riducibile all’idea di “costruito/non costruito” e da
considerare anche in rapporto agli scenari ambientali, nel sempre mutevole
rapporto tra città e territorio nelle sue varie implicazioni interne ed esterne
ai limiti fisici della città costruita.
Infine va sottolineato che lo sviluppo nella produzione di atlanti di città si
inserisce nel quadro di un rinnovato interesse per la storia urbana, testimoniato dalla creazione di specifiche società scientifiche in vari paesi – tra cui
recentemente anche in Italia 19 –, di una European Association of Urban History (EAUH) 20, di riviste 21 e collane specializzate 22.
2. In questa ripresa degli studi sulla città, fondamentale chiave di lettura
delle trasformazioni europee e dell’area del Mediterraneo, Roma è chiamata
a svolgere un ruolo assolutamente primario, come paradigma della città moderna e forse anche, potremmo dire, mutuando una terminologia oggi in voga, della “città sostenibile”, almeno per il periodo che si intende prendere in
considerazione.
Su Roma moderna esiste una ricca documentazione cartografica, come te-
18
Per alcune prime informazioni si consultino pure il sito internet www.magwien.gv.at/english/historictowns/a_eng.htm ed il correlato sito internet www.magwien.gv.at/english/digitalmap/.
19
Si tratta dell’Associazione italiana di storia urbana (AISU), costituita a Roma nell’estate
del 2001.
20
A partire dal 1992, l’associazione ha promosso ogni due anni congressi internazionali
che si sono svolti presso varie università europee (Amsterdam, Strasburgo, Budapest, Venezia,
Berlino e, nel 2002, Edimburgo).
21
Si ricordano, in particolare, l’inglese «Urban History», la francese «Histoire urbaine» e
l’italiana «Storia urbana»; senza contare, specie per il caso italiano, la straordinaria ricchezza
di riviste storiche a livello territoriale, anche a prescindere, naturalmente, dal caso romano,
che costituisce un problema e un fatto culturale del tutto atipico pure rispetto ad altre importanti città capitali italiane e straniere.
22
Meritano di essere segnalate, tra le altre, quelle promosse dalle case editrici Laterza,
Marsilio e Franco Angeli.
Uomini e spazi, storie e rappresentazioni 27
stimoniato dai lavori di C. Huelsen 23 e A. P. Frutaz 24, e in campo geologico è
stato offerto un fondamentale apporto all’analisi del centro storico della città,
con un ricco apparato di carte tematiche, con la pubblicazione degli studi coordinati da Renato Funiciello 25. In anni recenti utili contributi ad una conoscenza aggiornata della Roma contemporanea sono venuti dalla pubblicazione del fotopiano del centro storico 26 e dalla realizzazione di una nuova cartografia ufficiale di Roma in scala 1:2.000 realizzata da Cartesia S.p.A. nell’ambito di una convenzione con il Comune di Roma 27.
È tuttavia finora mancato un tentativo di analisi dei caratteri e delle trasformazioni della città che si avvalesse in modo sistematico della rappresentazione cartografica ed è altresì carente il collegamento tra fenomeni ed
eventi e la loro collocazione nello spazio della città 28.
Lo spazio è raramente una variabile accidentale e si tratta di recuperarne,
anche attraverso la sua rappresentazione, tutta la valenza interpretativa 29. La
storia urbana si gioca in gran parte nel rapporto tra uomini e spazi. Gli uomini sono i veri protagonisti, ma sono spesso più gli spazi e le loro rappresentazioni che mostrano fatti e documenti e suggeriscono storie. Lo spazio non è
un semplice scenario, un contesto, è un oggetto di studio, e studiare l’organizzazione degli spazi significa cercare di afferrare un possibile ordine delle
cose attraverso le forme, attraverso segni, oggetti che evocano sedimentazioni e la profondità storica delle testimonianze del passato. Spazi vuoti e spazi
edificati, destinazioni d’uso, modi ed intensità di utilizzazione raccontano di
logiche di valorizzazione dello spazio che riflettono vincoli od opportunità
23
Saggio di bibliografia ragionata delle piante iconografiche e prospettiche di Roma dal
1551 al 1748, Firenze, 1933.
24
Le piante di Roma, 3 voll., Roma, Istituto di Studi Romani, 1962; importante per una
contestualizzazione dell’analisi urbana sotto il profilo territoriale anche la successiva raccolta,
a cura dello stesso Frutaz, Le piante del Lazio, 3 voll., Roma, Istituto di Studi Romani, 1972.
25
La geologia di Roma. Il centro storico, «Memorie descrittive della Carta Geologica d’Italia», L, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1995.
26
Comune di Roma, Atlante di Roma. La forma del centro storico in scala 1:1000 nel fotopiano e nella carta numerica, Venezia, Marsilio, 1991 (4a ed. 1996).
27
La cartografia informatizzata è stata realizzata sulla base di un volo compiuto nel giugno 1998 ed è purtroppo ancora in corso di certificazione.
28
Non è questo, ovviamente, un problema solo romano ed è anche legato – nel caso italiano a differenza di quanto avvenuto in alcuni altri paesi e, in particolar modo, in Francia – ad
uno scarso dialogo tra geografia e storia, e potremmo anche dire ad un’insufficiente attenzione alla fonte cartografica da parte degli storici. A quest’ultimo proposito merita invece di essere segnalato, come testimonianza di un nuovo interesse, il recente volume: Le mappe della
storia. Proposte per una cartografia del mezzogiorno e della Sicilia in età moderna, a cura di
G. Giarrizzo e E. Iachello, Milano, Angeli, 2002.
29
Cfr. B. GAUTHIEZ, La logique de l’espace urbain, formation et évolution: le cas de
Rouen, Paris, thèse EHESS, 1991.
28 Carlo M. Travaglini
ambientali, fattori economici, andamenti demografici, influenze politiche e
culturali. Così gli spazi possono essere letti in tanti modi: come affermazioni
di diritti e di poteri, come funzioni, come appartenenza e come limiti; come
luoghi di comunicazione, di contrattazione, di conflitti.
Non tutto è in chiaro, molte pagine sono state strappate o riscritte – anche
più volte –, altre contengono tranelli ed ambiguità; altre volte l’attenta lettura
di una mappa, l’analisi della trama urbana offrirà facili ed evidenti risposte o
suggerirà ipotesi di lavoro da verificare ed approfondire.
L’Atlante, seguendo un approccio del tipo che si è cercato di indicare, potrà dare un contributo e costituire una sollecitazione ad un più largo impiego
della cartografia nelle ricostruzioni storiche ed altresì verso un uso più incisivo dello strumento informatico nella ricerca storica. Le tecnologie informatiche hanno compiuto grandi progressi negli ultimi anni nella gestione della
cartografia digitale vettorializzata, specie agevolando il collegamento tra
questa e immagini, fonti documentarie, banche dati. Su questo terreno si
aprono quindi nuove e interessanti prospettive di ricerca per lo storico, che
Figura 1. Sezione del rione Campitelli secondo il Catasto Pio-Gregoriano, ASR, Presidenza
Generale del Censo, Catasto urbano. Roma, Mappe, Rione Campitelli, foglio I.
Uomini e spazi, storie e rappresentazioni 29
Figura 2. Sezione del rione Campitelli rappresentata in formato vettoriale ed espressa in
coordinate geografiche (sistema coordinativo nazionale Gauss-Boaga), CROMA – Università
Roma Tre, Progetto Atlante di Roma moderna e contemporanea.
potranno essere arricchite dalla capacità di intrecciare e leggere congiuntamente fonti di diversa origine ed anche di diversa tipologia. Si tratta, comunque, di strumenti e metodi che necessitano di sperimentazione e di continuo
affinamento, che, per certi versi, enfatizzano la necessità di un’attenta critica
delle fonti e sollecitano l’enunciazione a priori delle problematiche su cui il
ricercatore intende riflettere. Ancor più decisivo è il ruolo dello storico con i
suoi dubbi, le sue curiosità, il suo mestiere.
3. Il programma per la realizzazione dell’Atlante si trova attualmente in
fase di elaborazione 30 e sono in via di completamento i lavori per la messa a
30
L’Atlante dovrà costituire un’opera di sintesi e un utile strumento di riferimento, corredato da un’aggiornata bibliografia e da ampie indicazioni sulle fonti atte ad orientare in modo
efficace ulteriori approfondimenti. Per la sua stessa natura si fonderà in parte su ricerche sistematiche del tutto nuove – soprattutto per ciò che concerne l’elaborazione cartografica e lo
30 Carlo M. Travaglini
punto della cartografia di base e le attività di raccolta e verifica di importanti
banche dati, in particolare quella relativa al Catasto urbano Pio-Gregoriano di
primo impianto. Va precisato che proprio le considerazioni relative alla cartografia ed alle fonti disponibili hanno orientato la scelta della periodizzazione
– XVIII-XIX secolo, con un termine ad quem fissato alla fine del governo pontificio – che è legata alla possibilità di poter disporre per il Settecento della prima vera cartografia prodotta secondo criteri scientifici di elevata affidabilità,
la pianta di Giovambattista Nolli 31, nonché di una serie di informazioni documentarie riconducibili a tale cartografia e, successivamente, per gli anni Venti
e per gli anni Sessanta dell’Ottocento, alle mappe catastali ed alla varia documentazione topografica prodotta dalla Presidenza del Censo. In via di prima
approssimazione è ipotizzabile un’articolazione dell’Atlante in cinque capitoli
(ambiente e territorio, struttura della città, forme e luoghi del potere, società
ed economia, religione e cultura) e in un’appendice di strumenti 32.
Il progetto Atlante potrà anche avvalersi di un’utile interrelazione con il
progetto “Bibliografia Romana”, promosso dal CROMA fin dal 1994 in collaborazione con qualificate istituzioni con sede in Roma 33. Inoltre, per la misfruttamento delle fonti catastali – e in parte su contributi di rilettura, aggiornamento ed integrazione della produzione scientifica esistente. In ogni caso ogni contributo comporterà sempre un notevole valore aggiunto sia per l’originalità del progetto nel quale dovrà coordinarsi
sia per il supporto cartografico di cui dovrà avvalersi. Il volume dovrà essere di grande formato, con parti in quadricromia, e sarà corredato da un ricco apparato di carte tematiche e di documentazione iconografica (riproduzioni di incisioni, quadri, disegni, mappe, foto d’epoca, riproduzioni dello stato attuale attraverso una campagna fotografica ad hoc) come parte essenziale dell’opera. La pubblicazione a stampa dovrà essere integrata da uno o più DVD nei quali
più utilmente potranno trovare spazio approfondimenti cartografici, banche dati e documentazione iconografica; il DVD non costituirà quindi un mero corredo integrativo, ma un fondamentale strumento di interrogazione ed acquisizione di informazioni.
31
Cfr. K. LELO-V. BAIOCCHI, Georeferenziazione di cartografie storiche in ambiente GIS e
loro verifica mediante rilievi GPS, atti della V Conferenza nazionale ASITA, Rimini, 14-16 ottobre 2001; K. LELO-V. BAIOCCHI, Confronto di cartografie storiche con cartografie attuali per
l’area del centro storico di Roma, atti della VI Conferenza nazionale ASITA, Perugia, 5-8 novembre 2002; per una riflessione generale sulla pianta del Nolli, cfr. M. BEVILACQUA, Roma
nel secolo dei lumi: architettura erudizione scienza nella Pianta di G.B. Nolli “celebre geometra”, Napoli, Electa, 1998.
32
Cronologia; Autorità; Catasto urbano Pio-Gregoriano per rioni; Toponomastica; Confini
dei rioni e delle parrocchie; Emergenze ed aree soggette a vincolo; Luoghi della memoria
(schede); Progettisti, architetti, artisti (schede); Antologia di fonti; Glossario.
33
Si tratta di: Archivio di Stato di Roma, Archivio Storico Capitolino, Biblioteca di archeologia e storia dell’arte, Biblioteca della Fondazione Marco Besso, Biblioteca Nazionale
Centrale di Roma, Biblioteca di storia moderna e contemporanea, Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da G. Treccani – Biblioteca, Istituto storico italiano per il Medioevo.
Sono state finora pubblicate le informazioni relative agli anni dal 1994 al 1998: Bibliografia
Romana 1994, suppl. di «Roma ricerca e formazione», 1997, 1-2; Bibliografia Romana 1995,
suppl. di «Roma ricerca e formazione», 1997, 8-12; Bibliografia Romana 1996, suppl. di
Uomini e spazi, storie e rappresentazioni 31
gliore realizzazione del progetto Atlante sarà fondamentale arricchire la già
ampia rete di collaborazione con tutte le grandi istituzioni culturali romane –
sia nazionali sia straniere – per valorizzare le competenze specialistiche ed
ottimizzare la raccolta della documentazione; sotto quest’ultimo profilo importante sarà anche la promozione di un coinvolgimento degli Enti territoriali e degli organi dell’amministrazione pubblica votati alle azioni di conservazione e tutela del patrimonio culturale ed ambientale. In sostanza sarà essenziale mettere in gioco e in circuito i tanti saperi che si sono accumulati nella
documentazione e nello studio su questa straordinaria città.
4. Contemporaneamente alla realizzazione dell’Atlante di Roma tra XVIII
e XIX secolo, è possibile immaginare due ulteriori linee di sviluppo della ricerca, parallele o convergenti con l’Atlante, e, comunque, strettamente interdipendenti.
Una prima prospettiva è quella di un approfondimento delle ricerche secondo chiavi di lettura tematiche – solo a titolo di esempio si può indicare quella
di una geografia del lavoro e delle attività produttive –, potendo assumere
scansioni cronologiche diverse, funzionali alle problematiche di volta in volta
affrontate ed alla documentazione disponibile; un approfondimento capace di
offrire, anche sotto il profilo metodologico dell’utilizzazione delle fonti e del
collegamento tra fonti e cartografia, un elevato contenuto innovativo.
Un secondo campo di indagine è sicuramente riconducibile ad approfondimenti di tipo spaziale e potrebbe riguardare l’analisi di dettaglio di vari rioni
di Roma, innovando significative esperienze fin qui maturate con vari orientamenti e finalità 34, o di quartieri ed aree territoriali esterni alle Mura Aureliane,
come, ad esempio, l’area dell’Ostiense. In questo caso, si tratterebbe di promuovere una serie di ricerche mirate e di utilizzare le varie tipologie di fonti
in modo da ricostruire un quadro esaustivo delle trasformazioni urbane – e
delle singole emergenze – nel lungo periodo 35. Un tema di sicuro interesse appare quello della ricostruzione di una mappatura integrata dei beni soggetti a
vincolo, terreno sul quale dovrebbe essere possibile creare – nel pieno rispetto
delle specifiche competenze e responsabilità – un’attiva collaborazione tra
«Roma ricerca e formazione», 1998, 5-6; Bibliografia Romana aggiornamento (1994-1996),
suppl. di «Roma ricerca e formazione», 1998, 9-10; Bibliografia Romana 1997, suppl. di
«Roma ricerca e formazione», 1998, 11-12; Bibliografia Romana 1998, suppl. di «Roma ricerca e formazione», 2000, 11-12.
34
Cfr., ad esempio, Il Ghetto, a cura di Carla Benocci e Enrico Guidoni, Roma, Bonsignori, 1993, e la collana delle «Guide rionali di Roma», già diretta da Carlo Pietrangeli.
35
Un’esperienza interessante su questo terreno è maturata in riferimento al “Museo aperto
del Tridente”, cfr. MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI - SOPRINTENDENZA PER I BENI
ARTISTICI E STORICI DI ROMA, Archivio storico del Tridente, Roma, Pool Grafica, 2001.
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università, istituzioni di ricerca e soprintendenze. Tuttavia, se il discorso relativo ai vincoli e, quindi, in definitiva, alle emergenze deve costituire un fondamentale aspetto di indagine, il lavoro di approfondimento e di costruzione
di banche dati da collegare anche alla cartografia, o da utilizzare per riferimenti ipertestuali, risulta di gran lunga più impegnativo. Importante risulterà
anche una raccolta su ampia scala della documentazione iconografica.
La straordinaria ricchezza degli archivi romani – nonostante molte perdite
e scarti dissennati – da un lato, gli intrecci di competenze o la sovrapposizione di ruoli, dall’altro, possono porre dei problemi allo storico ma in definitiva ne sollecitano il lavoro che può trovare utili risultati in più sedi: dall’archivio dell’amministrazione centrale, a quello dell’ente locale, dall’archivio
ecclesiastico a quello gentilizio.
Solo a titolo di esempio si possono qui segnalare alcune serie archivistiche che possono dar luogo a più indagini sistematiche, aperte, talvolta, a possibili interrelazioni: “Assegne dei beni”, Presidenza e Cancelleria del censo,
Direzione generale di polizia, Miscellanea di statistica, Catasto UTE, Inventari ed atti notarili, Lettere patenti ed altre serie della Presidenza delle strade,
Stati delle anime, “Titolo 54” e Ispettorato edilizio, Genio civile, Visite apostoliche.
Rapidamente delineata la nostra ipotesi progettuale desideriamo sottolineare che un tale indirizzo di lavoro potrà offrire la base per uno sviluppo significativo della ricerca e per la diffusione dei saperi, ma potrà anche essere
di grande aiuto concreto per Roma, perché una più documentata conoscenza
della città nella sua affascinante complessità è la più valida premessa per la
conservazione, tutela e valorizzazione del suo patrimonio storico, artistico e
monumentale e per una corretta programmazione del suo sviluppo. Desideriamo ribadire la necessità di un laboratorio permanente di storia urbana, perché
studiare la città – stratificazioni, continuità, rotture – significa sempre misurarsi con un corpo vivo, con il cambiamento e, spesso, con l’innovazione.