Omelia - Rogazionisti Centro Nord
Transcript
Omelia - Rogazionisti Centro Nord
XIX Meeting E.R.A. – Lignamo Sabbiadoro 10 Agosto 2007- San Lorenzo M. OMELIA La parola di Dio mette al centro della conclusione del vostro cammino spirituale di questi giorni un verbo, un’azione, che è fondamentale per la vita di ogni uomo: “seminare”. Si tratta di un’azione che ricollega l’uomo all’opera incessante di Dio, iniziata con la creazione, quando Egli ha donato il seme dell’esistenza a tutti gli essere creati; ha fatto doni di vita a piante e animali e il dono della sua stessa vita eterna all’uomo. Dio è il buon seminatore che ha seminato davvero “con gioiosa larghezza”, facendo abbondare senza misura la sua grazia in mezzo agli uomini, fino a seminare nel ventre di una donna – la Vergine Maria – il suo stesso eterno Figlio, Gesù. Egli non solo ha “creato l’uomo a sua immagine e somiglianza”, ma gli ha anche affidato il compito di continuare la sua opera di “seminatore”, e per mezzo di Gesù gli ha insegnato anche l’arte del dare la vita. Ecco la grande missione dell’umanità, di ogni uomo: seminare perché il mondo porti sempre più frutto; dare la vita perché ci sia sempre più vita. La vita è un dono che per natura sua tende a diventare bene donato. Essa sgorga dall’amore di Dio e l’uomo non può appropriarsene. Tutte le volte che pensa di conservarlo per sé stesso e diventarne padrone la perde, ritrovandosi senza futuro, senza più un senso per vivere, se non quello di consumare, più o meno velocemente, la sua vita senza speranza e senza amore. La parabola del “seme” che abbiamo ascoltato nel brano del Vangelo appena letto è molto chiara: “se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, se invece muore, produce molto frutto”. Seminare è un morire per vivere; è un dare la vita perché ci sia più vita. E, perché non sbagliassimo strada, Gesù ha percorso per primo questa via della vita nella sua Pasqua di morte e di risurrezione. Oggi Egli dice a ciascuno di noi: “Se uno mi vuol servire mi segua e dove sono io la sarà anche il mio servo”. Come gli Apostoli, anche noi siamo chiamati ad entrare nel mistero della vita, crescendo sempre di più nella conoscenza di Gesù. Il desiderio più ardente di ciascuno di noi deve essere: "conoscere Lui e la potenza della sua risurrezione, ed essere messo a parte dei suoi patimenti" (Fil 3,10). Quando finalmente uno decide di seguire i passi di Gesù con un “sì” pieno e generoso, inizia ad usciere da sé, a “non vivere più per sé stesso, ma per Colui che per lui è morto ed è risorto”. Viene così introdotto in una situazione inattesa e nuova; una situazione nella quale valgono le leggi dell'umiltà, della pazienza, della vita come mistero di amore e di dono. Si passa da una ricerca che ha al centro il proprio essere, la propria autorealizzazione alla gioia di condividere con i fratelli il dono ricevuto, al sentirsi parte viva di un Regno dove ognuno può seminare generosamente il seme della propria vita per far nascere una sempre più abbondante messe di Figli di Dio. 1 Certamente in questa settimana avete sentito il fascino della persona di Gesù, della forza della sua Parola ed è nata in voi una profonda fiducia in Lui. Ora Egli vi parla con più chiarezza. Le sue parole sembrano estremamente dure, perché parla di morire per trovare la vita. Ma la via della vita e della felicità piena e duratura non conosce altri percorsi che questo. È davvero diffcile capire il mistero di Dio che viene rivelato nella passione, morte e risurrezione di Gesù... è una realtà e una verità molto difficile per il debole cuore dell’uomo. Ecco perché troppi cristiani per paura di questo passaggio si fermano ad una conoscenza esteriore ed emotiva di Gesù e non trovano il coraggio di entrare nel Regno di Dio, di sentirsi parte viva di esso, di farsi carico con Lui dell’annuncio e della diffusione della sua vita nuova tra gli uomini. Il fascino della logica del mondo dove ricchezze, potere e piaceri, anche se sono segnati profondamente da frutti di morte, imprigiona il cuore e la speranza di molti giovani che non trovano il coraggio della libertà dal possesso beni della terra; la forza di sottomettersi alla storia per seminarvi il seme dell’amore; la generosità di rinunciare ad abbracciare un proprio piccolo mondo, per poter avere le braccia e il cuore di Cristo così da raggiungere ogni uomo o donna della terra. Gesù oggi vi chiede di scegliere coraggiosamente una vita simile alla sua, perché vivere in questa o quella situazione di vita non dipende da voi, ma è dono e grazia. Dipende da voi, invece, scegliere una vita quanto piú possibile vicina al modo di vivere di Cristo tra gli uomini. Un esempio luminoso di questa scelta di vita ci è offerta dalla festa di san Lorenzo, martire, che oggi celebriamo. Nel 258 l’imperatore romano Valeriano ordinò di mettere a morte vescovi e preti cristiani. Così il vescovo Cipriano di Cartagine viene decapitato. La stessa sorte tocca ad altri vescovi e allo stesso papa Sisto II. Poi il prefetto imperiale fermò anche Lorenzo, Protodiacono della Chiesa di Roma e amministratore dei suoi beni, chiedendogli di consegnare “i tesori della Chiesa”. Lorenzo chiede solo un po’ di tempo e si affretta a distribuire ai poveri le offerte di cui è amministratore. Infine compare davanti al prefetto e gli mostra la turba dei malati, storpi ed emarginati che lo accompagna, dicendo: "Ecco, i tesori della Chiesa sono questi". Allora il Prefetto, sentendosi come beffato, lo condannò ad essere arso vivo su una graticola. Narra sant’Ambrogio che egli stando sulla graticola diceva rivolgendosi ai suoi aguzzini: arsum est, ... versa et manduca… sono cotto, rivoltami e mangia. Queste parole ci riportano direttamente al mistero della Pasqua di Gesù, quella che celebriamo nella santa Messa. Anche oggi, qui, Gesù, spinto dal fuoco del suo amore dice per bocca del Sacerdote: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo… “. Con la forza di questo cibo troverete il coraggio e la generosità di dire il vostro sì alla via della vita che Cristo ha preparato per voi. “Dio, infatti – come abbiamo ascoltato nella prima lettura – ha il potere di far sovrabbondare in voi ogni grazia, perché avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene”. Abbiate fiducia: Cristo ha vinto il mondo! Sia lodato Gesù Cristo. 2