N° 159 Ottobre 2014 - il sale - pluralismo, democrazia diretta
Transcript
N° 159 Ottobre 2014 - il sale - pluralismo, democrazia diretta
foglio pluralista, democratico e, quindi, rivoluzionario anno 14 – numero 159 – Ottobre 2014 “La crescita economica in Italia…..!” www.ilsale.net Facebook Il Sale e-mail: [email protected] 2 Sommario Pagine 4 e 5 Noi e l'Isis Pagina 6 e 7 Sulla controversa questione del "diritto di anonimato sul web" di Tonino D'Orazio di Lucio Garofalo Pagine 8 e 9 CONSIDERAZIONI VARIE di Glauco Pagine 10 e 11 Note autunnali Pagine 12 e 13 Rio de Janeiro: guida semiseria ai prossimi mondiali di calcio di Luciano Martocchia di Ersilia Verlinghieri e Federico Venturini Pagine 14 e 15 Il Royava: Un esempio da imitare! di Antonio Mucci Pagine 16 e 17 ABRUZZO "FORTE E GENTILE" (Ventesima Parte) Pagina 18 Honk Kong, sotto l'ombrello Pagina 19 I NOSTRI PRINCIPI di Crescenzio Sancilio di Manlio Dinucci de "Il Sale" 3 SENZA TITOLO Notte, lascia che il prigioniero finisca il suo canto: all’alba si libererà sulle ali / E l’impiccato penzolerà al vento: Notte, rallenta la tua marcia: lascia che io versi sopra di te il mio cuore: Forse tu hai dimenticato chi sono io / e quali siano i miei travagli. Purtroppo le mie ore son cadute / furtivamente giù dalle tue mani. Non pensare che io pianga di paura: le lacrime sono per la mia terra. E per i miei bambini affamati / A casa senza padre: Chi baderà a loro dopo la mia morte? / i miei due fratelli / prima di me salirono sul patibolo. E come passerà i giorni mia moglie / Desolata e in lacrime? Io non ho mai lasciato / un braccialetto attorno al suo polso / Quando la patria domandava armi. ANONIMO PALESTINESE (Assassinato dagli Inglesi nel 1936) 4 Noi e l’Isis Tonino D’Orazio, 10 ottobre ’14. Ha ragione Bergoglio e non solo. Siamo nella terza guerra mondiale. Il Nobel della pace Obama, in tono trionfante ci ha spiegato che di nuovo i nord americani sono in guerra alla testa di un’alleanza di ben 40 nazioni. Contro chi? Una creatura loro, l’Isis. Fantomatico gruppo che decapita, facendoci urlare alla vendetta, all’impiccagione, ed essere in realtà utilizzati per altri scopi. Intanto con questa scusa gli americani sono riusciti a distruggere i pozzi petroliferi della Siria e il gasdotto proveniente dall’Iran. Cosa pensavano i siriani, di essersela scampata? E tutti quei civili sfollati, cosa fuggono, le bombe intelligenti americane o la religione islamica? Lo strumento utile, in barba alla Russia tenuta all’angolo, questa volta è l’Isis, già etichettata con facilità come terrorista, manco fossero a casa loro. L’altra volta, per massacrare l’Iraq di Sadam ci furono le fantomatiche “armi di distruzione di massa”. Poi ci fu l’amico della famiglia Bush, Bin Laden, e l’altro fantomatico Al Qaida. Accusato della distruzione delle torri gemelle di New York, ormai messo severamente e scientificamente in dubbio anche dai “non complottisti”. Di Al Qaida, a ben riflettere, vi sono stati fuori area solo alcuni attentati, direi cinicamente, nel filo temporale dell’occupazione dei vari stati petroliferi. A meno che la vita dei bianchi occidentali valga mille, o dieci mila, di quelle arabe. Ma chi sono e cosa vogliono? Resistono all’occupazione e al depredamento del loro paese attaccando tutti, anche i “collaboratoristi”? Sfidano gli invasori? Strani ricordi. Sono utili ad un nuovo massacro dei curdi (i curdi del nord iracheno si sono dichiarati autonomi, con i loro pozzi petroliferi) aiutati dal silenzio storico dei turchi islamisti di Erdogan, quando si tratta di massacro di quella etnia, che mostrano solo i muscoli aspettando di invadere parte della Siria? Non lo sapremo mai, né dai notiziari televisivi né dai giornali, tutti allineati. Chi sono? Sono soltanto dei “cattivi” che scorazzano, decapitano uno o due persone per farci diventare forcaioli e sfottono gli americani facendole vestire di arancione, magari come i “prigionieri senza nome” torturati legalmente a Guantanamo. Adesso decapitano anche le donne. A quando i bambini? Sembra un film costruito a tappe con un crescendo tipico dei thriller. Non sapremo mai dove sono esattamente e quanti sono, anche se volessimo seguire localizzando i bombardamenti gratuiti. Sembra abbiano solo carri armati, in genere facili prede dell’aviazione sofisticata, eppure avanzano quasi senza resistenza, malgrado i “bombardamenti” americani mirati. Possibile? Eppure avanzano contro i curdi. Sembra incredibile che si nascondano dentro i pozzi di petrolio o sotto le tubature dei gasdotti. Certamente, 40 paesi alleati di uno che dirige e fa pagare dazio agli altri non sono mica poco. Solo Bergoglio inveisce contro la terza guerra mondiale in atto. E qualcuno dice ancora che i bombardieri F-35 non servono, invece ci saranno utili nel futuro prossimo. Come possiamo aiutare gli amici americani senza quegli aerei? Si sentono tutti minacciati da questi specialisti addestrati dai nord americani. Come dice la H. Clinton:”Sono nostri e ci sono sfuggiti di mano”. Credibile? Saranno mica ancora “nostri” e stanno svolgendo il compitino a loro affidato? Insomma i Talebani non servono più, Al Qaida nemmeno, nell’immaginario collettivo dei bianchi (o filo-occidentali) forcaioli e guerrafondai bisognava creare un altro nemico. Putin è ancora un osso duro. I musulmani sono ossa più tenere, basta anche metterli gli uni contro gli altri. Eccolo allora nasce la creatura Isis, da non confondere con una nuova tassa renziana nascosta dalla parola e dal gioco delle tre carte per impoverire i già poveri. Ma l’immaginario western non finisce qui. Sia Cameron (GB) per l’Iraq che Hollande (Fr) per l’Algeria, annunciano che daranno la caccia all’uomo fino a prendere “il” colpevole della decapitazione, perché, malgrado tutto, i loro servizi segreti li hanno riconosciuti. Avranno presto bisogno di un colpevole. 5 Ma dobbiamo tremare un po’ anche noi, viste le minacce di attentati profferite per le metropolitane, o i luoghi pubblici dei 40 paesi in guerra contro una tribù, anche se ben armata e con sofisticate armi certamente non di loro produzione. Cosa pensare di tutte queste minacce che durano ormai da più di 10 anni e in realtà mai avvenute? Sono bravi i servizi segreti oppure sono minacce fasulle alimentate per tenere buone e obbedienti le popolazioni? Perché preoccuparmi di disoccupazione e drammaticità sociale quando ho un “nemico” che vuole uccidermi? Sarò al posto giusto e al momento giusto fuori dall’eventuale attentato? Devo evitare metropolitane, bus e aeroporti? Sono drammatiche preoccupazioni virtuali, intrisi di una paura reale e ben costruita per esserla. Ma un’altra guerra, sottile e invadente sta venendo avanti. Di nuovo quella del petrolio. Un'eventuale caduta del barile a 60 $, sarebbe un evento devastante per parecchie economie recalcitranti. Qualche analista ipotizza che sia proprio Mosca il bersaglio principale di una strategia che l’Arabia Saudita potrebbe aver concordato con gli Stati Uniti. Così Putin dovrà venderci il gas al prezzo che diciamo noi e tenersi le sanzioni. Ma c’è anche il Venezuela nel mirino, oltre che l’Argentina (che non vuole pagare arretrati e tassi di interesse agli strozzini internazionali) e il Brasile (in fase pre-elettorale e partecipe della combriccola Brics recalcitrante all’impero), se non la stessa Nigeria. Perché poi gli stati uniti hanno scelto di raggiungere e superare l’Arabia Saudita a livello di esportazioni petrolifere? Sono rivali o diventati il gatto e la volpe contro tutti? E’ ipotizzabile la rapida e lucrosa costruzione di 1.000 petroliere per rifornire l’Europa, dopo aver impostato con i nazi-fascisti ucraini il “litigio” con Mosca? Siamo in grande amicizia, o servitù, con una piovra mostruosa convinta di volere e dovere imperare sul mondo. Ha capito che da sola non ce la può fare, deve aprire troppi fronti, allora tocca un po’, sotto l’egida dell’Onu o meno, dare una mano. Siamo felici e contenti di dargliela. Dio mi salvi dagli amici. 6 Sulla controversa questione del “diritto di anonimato sul web” Detesto la saccenteria, l’arroganza, la supponenza dei numerosi “soloni” della politica, sparsi a livello locale e nazionale. I quali pretendono di impartire lezioni dall’alto, predicando bene e razzolando male, in alcuni casi predicando male e razzolando peggio. Essi ignorano, tra le altre cose, che il diritto all’anonimato è una peculiarità caratteristica della comunicazione tramite il web, una prerogativa lecita ed intrinseca alla natura stessa di Internet, che è una rete virtuale indubbiamente anarcoide, ma è evidente che costoro non amano, né tollerano la libertà quando questa viene esercitata realmente. Anzi la temono e la osteggiano, viste anche le inclinazioni politiche di alcuni di essi, simpatie manifestate apertamente a favore di un partito ipocrita e rinnegato come il Pd, “democratico” solo di nome, ma autoritario ed antidemocratico nei fatti. Un partito che non è più inquadrabile nemmeno nell’area del “centro-sinistra”. Un tempo si sarebbe definito “socialdemocratico” in riferimento al PCI, ma era tutta un’altra storia. Costoro, i “soloni della democrazia”, esibiscono forse il “coraggio” di mettere nome e cognome per firmare i propri post e commenti, ma poi non hanno il coraggio che conta effettivamente, vale a dire l’onestà intellettuale di raccontare la verità nella sua interezza, mentre ne rappresentano solamente una frazione che, guarda caso, fornisce sempre la versione più comoda e conveniente rispetto al proprio interesse “particulare”. Personalmente non ho mai avuto problemi a metterci la faccia, non è mia abitudine ripararmi dietro l’anonimato. Oltretutto c’è chi si dissimula in modo abile anche dietro la propria immagine reale o dietro parole sottoscritte con il proprio nome e il cognome. Inoltre, la vita reale non è certamente meno fittizia o meno ipocrita di quella virtuale. Invece, a proposito di “verità”, si sa che la verità assoluta non appartiene a questo mondo, ma può esisterne solo un’interpretazione parziale e limitata, che è sempre una versione più o meno soggettiva e relativa. Eppure si preferisce raccontare soltanto la versione che conviene maggiormente ai propri scopi. L’onestà ed il coraggio intellettuale dovrebbero spingere ad aggiornare e completare il più possibile l’analisi, la conoscenza e la rappresentazione della realtà, a prescindere dagli interessi egoistici di una fazione. 7 Sarà probabilmente un mio limite personale, ma francamente non riesco a capire questo bisogno di conoscere l’identità di chi scrive, che a mio avviso esprime un falso problema. Che l’identità sia reale o virtuale poco importa, visto che in molti casi l’identità di una persona coincide con l’essere ugualmente fittizia e camuffata, anche quando appare autentica. Basti pensare al celebre romanzo di Luigi Pirandello, “Uno, nessuno e centomila”, in cui emerge la consapevolezza che l’identità di un uomo non è una, bensì molteplice, che la realtà non è oggettiva in quanto si perde nel relativismo. Dunque, il punto cruciale è ciò che uno dice, non chi lo dice. A tale riguardo mi viene in mente Pasquino, la famosa “statua parlante” di Roma, una figura caratteristica della città eterna. Nella Roma papalina, ai piedi della statua dell’imperatore Marco Aurelio, anonimi autori appendevano nottetempo dei foglietti contenenti versi satirici mordaci e dissacranti, rivolti contro i rappresentanti del potere dell’epoca. Questi epigrammi satirici erano le famose “pasquinate”, che interpretavano il malumore e l’avversione popolare contro la corruzione e l’arroganza del potere temporale dei papi. Dopo la caduta dello Stato Pontificio, avvenuta in seguito alla presa di Roma nel 1870, si estinse anche la produzione satirica contro il governo del papa-re. Ovviamente, la citazione della figura letteraria di Pasquino non è casuale, in quanto rappresenta tuttora il simbolo allegorico di un sentimento popolare beffardo e sarcastico che mette alla berlina ogni potere, uno spirito satireggiante ed anarchico che si esprime nei versi pungenti scritti da anonimi autori che incarnano il comune sentire del popolo di Roma. Sempre a proposito di citazioni letterarie mi viene in mente Trilussa, pseudonimo di Carlo Alberto Salustri, più esattamente l’anagramma del cognome. Gli esempi da citare in tal senso sarebbero numerosi, dal momento che la storia della letteratura è zeppa di autori che si sono avvalsi intenzionalmente di pseudonimi o nomi d’arte. Eppure, nessuno di questi grandi scrittori è ricordato per la sua vera identità, bensì per le opere. Lucio Garofalo 8 CONSIDERAZIONI VARIE 1= Situazione Brasiliana??? Visto che subito dopo il Campionato del Mondo di calcio tutto e’ tornato nella …normalita’… Perche’ ?? Il Governo non pensa piu’ ad eliminare le favelas, la malavita ha la sua fonte di approvvigionamento umano, i Brasiliani gente bravissima ed allegra torna a ballar la Samba e organizzare il suo Carnevale. Detto questo vanno avanti con il loro progresso economico/sociale .. appunto…. a ritmo Samba, ma sempre meglio che non in Italia. 2= ..continua.. considerazioni .. abbandono Euro. Voglio volutamente esagerare e fare il quadro piu’ “CATASTROFICO” possibile. Se abbandoniamo l’’EURO non c’e’ ragione di pensare che il cambio non sia quello con il quale siamo entrati nell’Euro e cioe’ circa 2000 . Il ns/ debito pubblico che attualmente e’ di circa Euro a 2,300,000,000,000 (Leggasi duemilatrecentomiliardi !!!!)diventerebbe di … (adesso provate a leggere o solo pensare cosa sarebbe con la liretta/liruccia/lirina) 4,600,000,000,000,000. Cifra destinata sicuramente al rialzo. Visto che gli Stati Europei non ci aiutano oggi, vi immaginate cosa farebbero il momento in cui uscissimo “unilatermente” dall’Euro??? Ma si rendono conto gli Italiani, soprattutto i vari Grillo, Salvini e compagni cosa significa avere un debito di questa portata?? Cosa significherebbe andare in default. Catastroficamente non avremmo soldi per comperare materie prime da trasformare con le nostre Industrie tornate competitive ah? ah? Catastroficamente non avremmo soldi per approvvigionarsi di energia ah? ah? Catastroficamente non avremmo la possibilita’ di riscaldare le ns/ case ah? ah? Catastroficamente nessuno ci presterebbe piu’ soldi ah? ah? Catastroficamente le mamme e i papa non avrebbero piu’ i soldi per comperare ai propri figli le centinaia di motorini allineati per la riviera di Pescara ah? ah? A questo punto qualcuno potrebbe dire… ma che c’entra questo MICRO CONCETTO SOCIO/ECONOMICO. C’entra ..c’entra… Perche’ i MACRO PROBLEMI SOCIO/ECONOMICI sono la risultanza di tanti MICRO concetti/comportamenti/ attitudini del popolo. Vedete l’ HIV o l”Ebola sono dei MICRO organismi, ma se non si affrontano/combattono/cambiano sfociano in letali MACRO epidemie. Ma questo potrebbe essere oggetto di un altro articolo. Precedentemente ho detto “UNILATERALMENTE” perche’ lo scenario potrebbe essere differente se l’EURO dovesse crollare e quindi ogni Nazione torna alla propria moneta. Sarebbe differente ”primo” perche’ il cambio iniziale di circa 2000, in questo caso ci avvantaggerebbe in quanto la nostra moneta partirebbe con una valutazione piu’ bassa rispetto alle altre, favorendo quindi le esportazioni e turismo da sempre nostri capisaldi “Secondo”. Stavolta esaltiamo le nostre qualita’, dicendo che gli Italiani hanno fantasia/tenacia/arte di arrangiarsi (purtroppo anche troppo). 3= Definizione spicciola e comprensibile a tutti di “anarchia”. Per natura lascio stare nelle mie lucubrazioni i grandi filosofi/pensatori/enunciatori di teorie. Non sono comprensibili ai piu’. Noi Italiani quanti Premier distruggiamo??. Parliamo dell’Ultimo ventennio reso ancora piu’ tragico dalla presenza di un particolare Soggetto (io che vivo all’estero l’ho particolarmente sofferto). 9 Elenchiamo : BERLUSCONI , PRODI, ariBERLUSCONI, DINI, ari PRODI, D’ALEMA, ari ari ari BERLUSCONI, MONTI , LETTA, RENZI (perche’ voi tutti sapete che non durera’ molto) ???? Ma vogliamo concedere a qualcuno il tempo di fare qualcosa?? Oggi come oggi mi verrebbe da dire che qualunque persona (nooo quella noooo??) sarebbe meglio dell’immobilizzo, del rifiuto atavico di cambiare. La Democrazia che io conosco e che ho vissuto all’estero, e’ quella che.. chi vince le elezioni decide fino a fine mandato e se ne prende la responsabilta’. Poi se non va bene si cambia. Tutto il resto e’ ANARCHIA. Concetto semplicistico ma per questo reale/razionale. Per me e’ penoso e mi diventa sempre piu’ incomprensibile vedere queste trasmissioni di Talk Show dove ci sono una decina di sindacalisti che si attaccano, contraddicono, argomentano. Poi chiudono la trasmissione tutti felici e contenti di non aver concluso nulla, anzi di aver confuso sempre piu’ il popolo. E’ OVVIO CHE GLI SVELTI E SPREGIUDICATI NE ABUSANO. Voglio concludere dicendo che spesso mi viene in mente che il Governo Italiano dovrebbe essere formato da ARMANI/ DOLCE E GABBANA/ GUCCI/MISSONI/PRADA/VERSACE/TODD/ MIU MIU etc etc perche’ l’italiano non ha ancora del tutto capito/accettato che la legge e’ uguale per tutti. Quindi con un governo del genere tutti i 60.000.000 potrebbero andare da loro e dire, senta io questa legge la vorrei cosi e cosi.. no qui e’ troppo stretto… qui per favore piu’ lungo… ma queste tasse mi stringono al collo ( attento perche’ se no non ti pago???)… no questo e’ un modello che ho gia’ visto dal mio vicino ?????!!! A QUESTO PUNTO VOI DIRETE, MA QUESTO E’ MATTO. No signori sotto il ridicolo si cela tanta verita’. Glauco 10 Note autunnali Luciano Martocchia Tenetevi il Renzi che vi meritate ! Matteo Renzi è una nuova figura affacciatasi prepotentemente sulla scena ormai in putrefazione da almeno vent’anni, da quando il cav. Banana, losco figuro, mafioso e ultra miliardario – in pieno conflitto d’interessi – è sceso in campo nel 1994. Questa considerazione ci porta dritto ad un paragone nefasto: la Repubblica di Weimar in Germania, dove , dopo uno stallo che perdurava da almeno un decennio , si affacciò un certo Hitler e sappiamo come finì. A Livorno del ’21 nacque il Partito Comunista d’Italia, legato alle figure storiche di Gramsci , Terracini, Ingrao, ecc. , poi la guerra, la Resistenza, la sinistra della classe operaia degli anni 50-70 e poi, almeno dal ’90 in poi, la Sinistra italiana ha abiurato alla sua missione, mi ha deluso profondamente, partendo proprio dai suoi massimi rappresentanti di allora : Occhetto con la svolta della Bolognina, D’Alema , Violante & C., i quali hanno permesso l’ascesa del cav. B. con il quale baffino d’Alema stava costruendo la riforma costituzionale, per fare opposizione oggi perché messo da parte e rottamato dalla scena politica italiana. Inoltre baffino ha permesso la distruzione della Olivetti , sponsorizzando la cordata Colaninno per l’acquisizione di Telecom, indebitandola e realizzando costoro plusvalenze miliardarie. La Sinistra ha permesso con la Legge Biagi l’avvento della figura del precariato votata soprattutto da questa sinistra residuale e confindustriale. Ma oggi , da quale pulpito viene la predica ? Tra Renzi e D’Alema, non certo è da preferire l’asse D’Alema/Violante. Poi il ruolo del Sindacato . Cosa ha fatto in questi anni? Poco ! E’ assente totalmente nelle nuove generazioni del precariato e dei disoccupati ( ormai una marea) Ha difeso i suoi interessi conservativi, cullandosi sugli allori: le quote tessere dei pensionati e dei dipendenti statali, inamovibili anche quando rubano o non lavorano. E’ in conflitto d’interessi perché si fa pagare dall’INPS le sue funzioni di Patronato ( se poi riesci a trovare persone competenti per sbrigare una pratica pensionistica , fatemelo sapere ) L’articolo 18 , a mio avviso, non deve essere soppresso , deve tutelare i lavoratori licenziati ingiustamente per discriminazione sociale, religiosa, ricatto sessuale, maternità sopraggiunta, ecc., e quindi non può essere indennizzato dal giudice il lavoratore ingiustamente licenziato , ma deve essere riassunto , questo Renzi lo deve capire. Nello stesso tempo però non bisogna permettere che ci si nasconda con l’art. 18 per fare il comodo proprio ( i lavoratori dell’aeroporto di Fiumicino che rubavano frugando nelle valigie furono licenziati, ma poi l’azienda che appaltava lo scarico bagagli fu costretta a riassumerli ) Però, se vi fosse una seria prospettiva di ricollocamento di lavoratori in altri settori, come avviene nei paesi scandinavi ad alto tasso di tutela sociale , si potrebbe arrivare al superamento dell’art. 18. In Italia c’è uno stallo, il Movimento 5* è inconcludente, peccato, poteva essere una risorsa per cambiare le cose ! La strategia di Grillo e Casaleggio è indecifrabile e a loro interno hanno molti esponenti nazi fascisti, fanno molta demagogia ed hanno fatto errori gravi. Libera Cannabis in libero Stato La legislazione mondiale sulla cannabis per uso ricreativo è molto varia e non si limita alla dicotomia legale/illegale, presentando molte variabili, dalla legalizzazione effettiva ad una tolleranza di fatto, fino ad arrivare all’estremo opposto della condanna a morte in Estremo Oriente e Arabia. La legislazione è complicata dalla distinzione fra vendita, trasporto, possesso e coltivazione. Mentre vendita e trasporto, reati legati più degli altri alle organizzazioni criminali, sono perseguiti con durezza in quasi tutto il mondo, il possesso è spesso tollerato o depenalizzato, e lo stesso vale per la coltivazione personale. La coltivazione è completamente legale in Iran e Spagna e lo è stata per alcuni 11 mesi nel 2002 in Svizzera (nei cantoni di Ginevra, Friburgo, Valais, Vaud, Neuchâtel, Bâle-Town e Ticino). A parte l’Iran, dove la cannabis è coltivata a scopo alimentare e industriale, la Spagna cerca di limitare il ricorso al mercato illegale con la libera coltivazione personale. L’unico Paese al mondo ad avere legalizzato l’intera filiera è l’Uruguay, dove il mercato della droga è interamente sotto il diretto controllo dello Stato; qui i consumatori, così come le farmacie, devono iscriversi ad un apposito registro e lo Stato controlla la coltivazione. Anche il Colorado e lo Stato di Washington hanno legalizzato l’intera filiera, in maniera anche più libera dell’Uruguay, non prevedendo un registro dei consumatori, ma si scontrano con la totale illegalità a livello federale, il che causa non pochi contrasti. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, in Giamaica la cannabis è totalmente illegale, anche se viene largamente tollerata, mentre l’Olanda, altro Paese della “cannabis libera” nell’immaginario europeo, in realtà è lontana dal livello raggiunto dagli Stati sopra citati. Soltanto il possesso è legale, mentre il resto rimane, almeno teoricamente, proibito al di fuori dei celebri “coffeeshop”, nei quali non si possono acquistare più di 5 grammi a persona e dove i minorenni non possono entrare. In Europa un caso particolare è quello del Portogallo, che ha depenalizzato tutte le droghe, anche quelle pesanti, iniziando a trattare chi ne fa uso esclusivamente dal punto di vista medico anziché giuridico. Il resto dell’Europa occidentale attua una progressiva depenalizzazione e tolleranza, soprattutto rispetto al possesso, con l’esclusione della Francia e dei Paesi scandinavi, che attuano la “tolleranza zero”. La legislazione mondiale sulla cannabis per uso terapeutico presenta paralleli con quella per uso ricreativo; gli Stati che tollerano o depenalizzano l’uso ricreativo sono solitamente più disponibili a consentire l’uso terapeutico, e viceversa le legislazioni più severe lo sono anche per la cannabis terapeutica. L’uso esclusivamente terapeutico è legale o regolamentato in Canada, Repubblica Ceca e 20 Stati degli USA, dove la cannabis, quando prescritta da un medico, è considerata un normale farmaco. Da razzista a neocomunista, il salto non è male … Il bello è che neppure i sessantottini del tempo che fu prendevano troppo sul serio la Corea: un po’ di culto della personalità per Mao ci poteva anche stare, con tutto quello che aveva fatto (solo di buono, si pensava), ma l’adorazione nei confronti dell’algido, pomposo Kim Il Sung, duce di una Corea che nei suoi stand alla Festa dell’Unità vendeva la grappa alla vipera e regalava ai visitatori la ponderosa opera omnia rilegata del suo duce era quantomeno imbarazzante. Da allora cos’è cambiato? Poco e in peggio: il potere è passato agli eredi come in una monarchia e in più siamo stati edotti delle orribili violazioni dei diritti umani e della miseria estrema che affliggono il Paese. Che nonostante questo (speriamo non a causa di questo) ha fatto improvvisamente innamorare i nostri neoliberisti. Apripista, si ricorderà, fu l’ineffabile Antonio Razzi, che paragonò la Corea alla Svizzera per la pulizia delle strade, un argomento forte anche dei nostri recenti visitatori, i più entusiasti dei quali sembrano essere il leghista Salvini e il berlusconiano Giacomo Bezzi, mentre Razzi aveva già detto tutto il possibile dopo la sua precedente missione, e il neo presidente della Camera di Commercio Gianni Bort si è limitato (si fa per dire) a commentare, prima della partenza: “Non so se la Corea del Nord sia come la Svizzera come ha sostenuto Razzi, ma mi premurerò di appurarlo”. Principale scopo del viaggio, dicono più o meno tutti (attendiamo notizie dai deputati di Sel e M5S, partecipi dell’impresa), era quello di avviare degli scambi economici; con un Paese, peraltro, sotto embargo. E fin qui potrebbe anche andare. Ma i nostri, per non essere tacciati di cinismo, ignorano tranquillamente tutto quanto si sa delle condizioni della Corea e concordemente spiegano che volevano vedere coi loro occhi, senza pregiudizi. E cos’hanno visto? Le mille meraviglie. Salvini: “Un senso di comunità splendido. Tantissimi bambini che giocano in strada e non con la playstation, un grande rispetto per gli anziani, cose che ormai in Italia non ci sono più”. Sì, non hanno l’automobile, “ma nemmeno criminalità e prostituzione, se è per questo”. Culto del Capo? “Sì, lì non fanno altro che parlare del “Grande Maresciallo, il leader Kim Jong-un, ma da noi non si cantano le lodi a Renzi tutti i santi giorni?”. 12 Domenica, 30 Marzo 2014 Rio de Janeiro: guida semiseria ai prossimi mondiali di calcio idi Ersilia Verlinghieri e Federico Venturini (…continua dal numero precedente) Allo stesso tempo, il movimento comincia ad attuare non solo nelle strade, ma a scoprire il potente mezzo delle assemblee popolari, che arrivano ad accogliere fino a 3mila persone nel largo São Francisco de Paula nel giugno del 2013. Dallo scorso anno, in tutta la società si comincia a respirare un clima di cambiamento: i discorsi finalmente si concentrano nel capire l'origine della violenza delle favelas, si iniziano ad analizzare le carenze strutturali dell'educazione, della salute, le ragioni della precarietà; sorgono assemblee settimanali di quartiere, si organizzano nuovi collettivi in ogni dove. La Camara, sede delle istituzioni locali, nel cuore della città, diventa il luogo centrale del conflitto: luogo di assemblee popolari continue, accampamenti stile occupy e innumerevoli scontri con la polizia. In agosto, alle proteste si aggiungono numerosi gli insegnanti, che entrano in sciopero per due mesi, a criticare un nuovo modello di educazione privatizzata e controllata e sono fortemente supportati dal movimento. In ottobre, durante un'altra manifestazione oceanica, proprio davanti allaCamara, i manifestanti vengono nuovamente attaccati dalla polizia; più di 200 persone vengono arrestate senza alcuna ragione. Alcuni di loro rimarranno in cella per mesi con accuse ridicole o false che cadranno nei processi seguenti. Del resto, le pratiche violente della polizia non sono nuove, per un corpo militare addestrato ancora ad uccidere ed a far sparire i corpi impuemente nella favelas (vedi per esempio il caso dell'Amarildo). La tattica della repressione, iniziata con il più brutale uso di gas lacrimogeni, pallottole di gomma (e non solo), getti d'acqua e laser, nel tempo si è affinata, diventando meno scenica, ma più sottile: arresti, infiltrazioni e falsificazione delle prove sono all'ordine del giorno. Insieme a questo la polizia lavora fianco a fianco con i media 'di regime', nella corsa contro il tempo per delegittimare la protesta, dividendo buoni e cattivi, giusto e sbagliato, vandali e buoni manifestanti. Tuttavia, se tale lavoro sta pian piano riuscendo ad allontanare dalle strade parte della classe media ben pensante, il popolo più povero, abituato a subire la violenza dello stato quotidianamente, rimane sempre più spesso dalla parte delle proteste. Inoltre la controinformazione di movimento ha giocato un ruolo fondamentale fin di primi giorni: una rete fitta di giornalisti e fotografi, con una visione diretta da dentro il movimento testimonia soprattutto sui social media quello che succede nelle strade, con un tono spesso satirico, incredibilmente efficace e diretto. 13 Souvenir consigliati e qualche conclusione. Come abbiamo visto, dopo il luglio del 2013, le proteste sono calate di intensità, macontinuano quasi su base settimanale, pronte ad esplodere in qualsiasi momento: enormi manifestazioni, scontri con la polizia, occupazioni permanenti di fronte agli edifici pubblici strategici e scioperi di categoria (i netturbini per esempio hanno paralizzato la città per 8 giorni durante il carnevale) sono andati avanti per mesi sino ad ora. Tutto è sintomo di continuità per un movimento capace di abbracciare le più variegate lotte e metterle finalmente insieme, riconoscendone una matrice comune nella critica al sistema capitalistico a al corrente modello di sviluppo. Allo stesso tempo, godendo di un forte supporto popolare, con la sua forte critica ai partiti politici, la totale orizzontalità e la sua strategica assenza di leader, ha potuto sperimentare nella pratica nuove forme di autogestione e cambiamento sociale. In un paese dove da anni non si vedeva una mobilitazione sociale per le strade, narcotizzato dal supposto governo di sinistra, milioni di persone sono scese per le strade e ci sono rimaste per quasi un anno. Tutto ciò è reso possibile da un minuzioso lavoro di base costruito negli anni da collettivi, associazioni, sindacati, che giorno dopo giorno affiancano la lotta del più debole. La sinistra vera non è solo una voce critica che si leva ogni tanto, ma è fortemente presente all'interno del tessuto sociale, dove è capace di costruire un'alternativa concreta e visibile al sistema dominante. Lo è nelle occupazioni abitative Sem-Teto, nelle occupazioni di terre Sem-Terra, nei gruppi di supporto nelle favela, nei gruppi di educazione popolare, nei sindacati (veri) in tutti i posti di lavoro, nei centri sociali a servizio dei quartieri, nelle reti di solidarietà, negli svariati gruppi studenteschi, ... Quello che noi ci siamo portati a casa dal Brasile è il vedere, nonostante il tasso di violenza, disuguaglianza e ingiustizia al di fuori del nostro immaginario, la volontà ferrea di cambiamento da parte soprattutto dei più giovani e il supporto costante di buona parte della popolazione. Abituati ad un paese vecchio, stanco, ossessionato dalla paura della crisi e di cambiare, l'energia sprigionata dai nostri coetanei, in un contesto ben più difficile, ci ha ridato tanta voglia di lottare ogni giorno e la speranza che un altro mondo è veramente possibile. Nonostante anche loro sperimentino ogni giorno forme di sfruttamento e precarietà, non sono complici di un immobilismo sociale e culturale che sta strozzando l'Italia. Insieme a questo c'è il pensiero di come il nostro modello di sviluppo, esportato come vincente in ogni angolo di mondo, stia ancora lentamente distruggendo tanti modi diversi di vivere che forse meritano ancora la pena di essere scoperti e salvati. E forse, invece di guardare asettici i prossimi mondiali, potremmo continuare a chiederci quanta sofferenza e ingiustizia si nasconde dietro il prossimo campionato. Per noi, quest'estate, não vai ter Copa! Ersilia Verlinghieri e Federico Venturini 14 L’eroica lotta di Kobane Il Rojava: Un esempio da imitare! Antonio Mucci (16-10-14) In mezzo a tanta barbarie e oscurantismo morale e ideale del Medio Oriente, emerge alla luce l’Autogoverno del Rojava, cioè il Kurdistan occidentale, situato nella parte nord della Siria. Questa situazione è venuta alla ribalta per la resistenza eroica della popolazione della città di Kobane all’aggressione delle truppe dell’ISIS. I mass media hanno sempre mantenuto nascosto, e continuano a farlo, il processo rivoluzionario in atto in questa regione. Ciò dimostra, anche se non ce ne sarebbe bisogno, che lo scontro in atto in tutto il Medio Oriente non è per motivi religiosi o etnici ma per imporre il volere e gli interessi dell’imperialismo americano e israeliano in tutta la regione, spezzettando e disintegrando gli stati-nazione, per indebolirli e sottometterli. In questo modo aprono le porte all’espansionismo israeliano che può realizzare il suo progetto sionista. Attualmente per realizzare questo piano si servono dell’ISIS (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante), finanziato, armato, addestrato da loro stessi, sia direttamente che indirettamente; sono i guerriglieri meglio pagati di tutta la zona, veri mercenari, moltissimi stranieri, tra cui sicuramente molti agenti della CIA, particolarmente tra quelli provenienti dall’Occidente. Indubbiamente ci saranno persone in buona fede, anche se fanatiche, mosse dal rifiuto della decadenza dei costumi e della morale nell’Occidente. Il loro fondamentalismo religioso li porta a creare un Sultanato ed a propiziare una società di tipo medioevale. Il loro capo Abu Bakr al-Baghdadi è un uomo addestrato dalla CIA, è su tutti i giornali e, penso, anche i quadri dirigenti del movimento. Per questi motivi i governanti americani se ne potranno disfare molto facilmente, quando non ne avranno più bisogno. In mezzo a tanto squallore e degrado umano, con uomini che tagliano le teste ad altri uomini, con mass media mondiali, tra cui l’italiano, che diffondono con piacere tanta bruttura su tutto il pianeta, si è sviluppata la lotta per la difesa e l’affermazione della dignità umana. Questo è ciò che stanno difendendo i guerriglieri curdi di Kobane e del Rojava. Nel 2012, con il crearsi della guerra civile in Siria, gli abitanti di questo territorio hanno proclamato la loro autonomia da Assad e dallo Stato siriano. Quindi hanno iniziato un processo di auto-amministrazione e, nel novembre 2013, si sono dati una Costituzione che sicuramente è all’avanguardia nel mondo di oggi. Voglio citarne alcune parti significative: “Le aree autonome dell’autogoverno democratico non riconoscono il concetto di stato nazione e lo stato basato sul potere militare, la religione ed il centralismo…..Noi, popoli delle Regioni Autonome, ci uniamo attraverso la Carta in uno spirito di riconciliazione, pluralismo e partecipazione democratica, per garantire a tutti di esercitare la propria libertà di espressione…..Costruendo una società libera dall’autoritarismo, dal militarismo, dal centralismo e dall’intervento delle autorità religiose nella vita pubblica, la Carta riconosce l’integrità territoriale della Siria con l’auspicio di mantenere la pace al suo interno e a livello internazionale”. Inoltre viene affermata l’uguaglianza di uomini e donne, l’eliminazione della discriminazione di genere, il diritto all’istruzione, al lavoro, alla salute, a una abitazione adeguata, e inoltre si garantisce un sistema economico diretto ad assicurare le esigenze quotidiane delle persone e una vita dignitosa. Nel 2012, quando gli apparati governativi siriani hanno abbandonato il territorio kurdo, la popolazione si è autorganizzata in 3 Cantoni ed ha istituito la Confederazione del Kurdistan Rojava. La popolazione era composta da varie etnie che non hanno avuto nessun problema a confederarsi: Curdi, Assiri, Turcomanni, Siriani, Arabi, Armeni. Si sono formate delle Comunità di villaggio in cui la 15 popolazione autogestisce la vita economica-sociale e politica, inoltre elegge i propri candidati che partecipano alla vita politica e alle decisioni del Cantone. In questo modo si è creata “la democrazia cantonale dal basso”. I promotori di questo processo di cambiamento all’interno del popolo curdo sono i comunisti del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), cioè il partito comunista curdo. Particolarmente il suo segretario Abdullah Ocalan, incarcerato dal governo turco, ha attraversato una fase di ripensamento e riflessione sulle esperienze politiche del passato e, a differenza dei dirigenti del Partito Comunista Italiano, è rimasto nel campo proletario ed ha abbracciato le idee dell’Autogestione, della Democrazia Diretta e della democrazia di base. Una evoluzione in senso rivoluzionario-socialista non liberale-borghese. Queste idee sono state prese e fatte proprie da tutto il partito e lo hanno portato a concepire l’obiettivo programmatico del Confederalismo Democratico. Su questa base hanno rinunciato alla creazione di uno Stato Kurdo indipendente, hanno superato il principio dei confini di Stato e mirano a una Federazione di popoli, di qualsiasi religione e razza, che si uniscono sulla base della Confederazione Democratica. Io mi auguro tantissimo la vittoria dei curdi di Kobane ma, anche se non avvenisse, ciò che loro hanno realizzato è indistruttibile perché non è soltanto materiale ma ideale e spirituale. Hanno concepito e messo in pratica un tipo di vita economico-socialepolitico che è la negazione del neoliberismo e dell’intero sistema capitalista. E’ proprio vero che le risorse umane sono infinite e vengono fuori nei momenti peggiori della vita e della storia: quando sembra tutto perso e senza speranza, l’essere umano risorge. Non a caso si è inventato il concetto della Resurrezione che non fa parte soltanto della religione ma della vita personale e sociale. Kobane è un incoraggiamento per tutti i paesi del mondo e quindi anche per l’Italia. Gli scettici italiani, che pensano sempre che ogni ribellione è impossibile, dovrebbero trarne insegnamento per capire che Kobane e l’Autogoverno del Rojava arriveranno anche in Italia. Gli Italiani hanno scritto tante belle pagine nella Storia e ne scriveranno ancora. L’esempio di Kobane e del Rojava passerà alla Storia come la Comune di Parigi, che aveva perso ma aveva vinto. E’ la risposta alla Barbarie dilagante dello Stato Islamico e la soluzione per la Siria-Iraq-Palestina-Medio Oriente e il mondo intero. E’ la soluzione per tutti gli sfruttati del mondo in quanto la proprietà tende a passare da privata a sociale poiché la sua gestione non è più portata avanti da poche persone ma da tutti. Questo è l’unico modo per realizzare la ripartizione della ricchezza. In modo spontaneo e pacifico non avverrà mai. L’alternativa a questa oligarchia mondiale è l’autogoverno dei popoli, dal potere di pochi al potere di tutti. Non ci sono più classi intermedie che possono prendere il posto dei capitalisti. La borghesia è l’ultima classe di potere nella Storia. I bolscevichi russi con la rivoluzione del 1917 hanno cercato di fare uno Stato Operaio di transizione al socialismo con la classe proletaria al potere, ma questo si è dimostrato impossibile in quanto lo Stato o è o non è, non esiste una forma di transizione, anche nella forma minima rimane sempre STATO, cioè uno strumento di repressione e tirannia. 16 CORREVA L’ANNO 1919 ABRUZZO “FORTE E GENTILE” (Ventesima Parte) A monte di Scanno, si coltiva il frumento a 1800 metri di altezza: forse la massima altezza della coltura granaria italiana. IL LAGO DI SCANNO Presso Scanno, separato dal paese per la collina di S. Egidio, su cui erge una piccola chiesetta, è il lago di Scanno, a più di 900 metri, con un bacino ampio circa un chilometro quadrato. Una enorme frana, in antichi tempi, ha ridotto a lago questo che era tratto di valle. Le sue rive presentano i panorami più variati e pittoreschi: recessi oscuri e brevi, spiagge aperte, filari di alberi cupi e cespugli di ginestre. Si specchia nelle acque il santuario della Madonna del Lago, ombreggiato da querce gigantesche. Le acque azzurre e limpide si colorano all’alba e al tramonto di riflessi e di colori fantastici. Non soltanto gli appassionati delle bellezze naturali amano mettersi sulle rive del lago di Scanno: esso è frequentato anche dai pescatori di trote, perché il lago va famoso per una squisita qualità di questo pesce. DA SULMONA A CASTELLAMARE ADRIATICO La ferrovia da Sulmona fa un largo angolo in direzione nord per raggiungere la valle della Pescara che seguirà fino al mare. Lungo quest’arco noi incontriamo: Pratola Peligna – grosso borgo , che possiede un famoso santuario della Madonna della Libera, a cui concorrono ogni anno, la prima domenica di maggio, molte migliaia di pellegrini. Popoli – presso questo paese confluiscono insieme l’Aterno e il Sangro. Popoli è ricco di mirabili bellezze naturali. Lo sovrasta un antico diruto castello dei duchi Cantelmo. Notevole è la facciata della chiesa di San Francesco e il palazzo Taverna Ducale. Si trova a Popoli una sorgente di acqua sulfurea con un piccolo stabilimento balneare. Bussi – possiede stabilimenti industriali, per la lavorazione dell’alluminio, della soda, del cloro, del carburo, ecc.. 17 Il treno, oltrepassa le lunghe gole di Tremonti e imboccata la valle della Pescara, ridente e ubertosa, fiorente di ricchezze agricole e di opere industriali, scende rapido verso Chieti. Chieti – Fra l’Alento e la Pescara, sopra una stretta collina, a 340 metri sul livello del mare, sorge Chieti davanti ad un superbo ed esteso panorama. L’antica Theate fu capitale dei Marrucini molti anni prima della fondazione di Roma. Distrutta dai Visigoti, restaurata da Teodorico il Grande, incendiata da Pipino, Chieti risorse sotto i principi Longobardi e Roberto Guiscardo la proclamò capitale degli Abruzzi. Fu patria di Gaio Asinio Pollione. Pochi ricordi restano della sua antichità, i ruderi di un anfiteatro, la chiesa di S. Maria in Tricalle, la statua di San Giustino, opera di Nicola da Guardiagrele, e la Cripta, vecchia cattedrale. Di moderno si ammira il monumento ai caduti, pregevole opera dello scultore comm. Pietro Canonica. Pietro Caraffa che fu papa nel 1555 col nome di Paolo IV vi fondò l’ordine dei Chierici Teatini. Città industriosa e commerciale ha attivi manifatturieri ed abili fabbricanti di funi, di corde armoniche, di paste, di liquori e di confetture. Il clima è salubre, ma freddo ed esposto ai venti. Da Chieti il treno ci porta verso il mare a: Pescara. Pescara – L’antica Aterno è oggi la più fiorente città d’Abruzzo. E’ la patria del grandissimo poeta Gabriele d’Annunzio. Situata alla destra del fiume omonimo, il territorio di Pescara, feracissimo, produce gran quantità di cereali, ortaglie, frutta, oli e vini squisiti. L’industria ed il commercio sono attivissimi. Vi sono importanti e rinomate fabbriche di liquori, di acque gassose, di mobili, di paste alimentari, librerie, tipografie ecc.ecc.. Abbondante e squisita la pesca. Annovera un porto che è fra i migliori d’Abruzzo. Nei dintorni, è bella la foce della Pescara, dove si ancorano le barche adriatiche a grandi vele rosse e gialle, e molto poetica è la pineta costeggiante la spiaggia. Un magnifico ponte in ferro ad una sola travata, lungo 64 metri, la congiunge al comune di Castellamare. Non sarà lontano il giorno in cui Castellamare e Pescara si uniranno per formare una sola città. Crescenzio Sancilio, memorie, 16-12-12) …continua nel prossimo numero 18 Hong Kong, sotto l'ombrello Di fronte alla «Umbrella Revolution» (definizione made in Usa), il governo britannico si dice «preoccupato» che a Hong Kong siano garantiti «i fondamentali diritti e le fondamentali libertà». Londra su questo può dare lezione. Nell'Ottocento gli inglesi, per penetrare in Cina, ricorrono allo smercio di oppio che portano dall'India, provocando enormi danni economici e sociali. Quando le autorità cinesi confiscano e bruciano a Canton l'oppio immagazzinato, intervengono le truppe inglesi costringendo il governo a firmare nel 1842 il Trattato di Nanchino, che impone tra l'altro la cessione di Hong Kong alla Gran Bretagna. Da allora fino al 1997 Hong Kong è colonia britannica, sotto un governatore inviato da Londra. I cinesi sono sfruttati dai monopoli britannici e segregati, esclusi anche dai quartieri abitati da britannici. Scioperi e ribellioni vengono duramente repressi. Dopo la nascita della Repubblica popolare nel 1949, Pechino, pur rivendicando la sovranità su Hong Kong, la usa come porta commerciale, favorendone lo sviluppo. La Hong Kong riannessa alla Cina quale regione amministrativa speciale, con 7,3 milioni di abitanti su quasi 1,4 miliardi della Cina, ha oggi un reddito pro-capite di 38420 dollari annui, più alto di quello italiano, quasi il sestuplo di quello della Cina. Ciò perché Hong Kong, quale porta commerciale della Cina, è il 10° esportatore mondiale di merci e l'11° di servizi commerciali. Inoltre, essa viene visitata ogni anno da oltre 50 milioni di turisti, dei quali 35 milioni cinesi. La crescita economica, pur inegualmenrte distribuita (v. il sottoproletariato locale e straniero che campa con «l'arte di arrangiarsi»), ha portato a un generale miglioramento delle condizioni di vita, confermato dal fatto che la durata media della vita è salita a 84 anni (rispetto a 75 nell'intera Cina). Il movimento studentesco nato a Hong Kong per chiedere che l'elezione del capo di governo sia diretta e non condizionata da Pechino, è formato da giovani appartenenti in genere agli strati sociali avvantaggiati dalla crescita economica. Su questo sfondo si pone la domanda: perché, mentre si ignorano centinaia di milioni di persone che in tutto il mondo lottano ogni giorno per i più elementari diritti umani in condizioni ben peggiori, si trasformano alcune migliaia di studenti di Hong Kong, al di là delle loro stesse rivendicazioni, in icona globale di lotta per la democrazia? La risposta va cercata a Washington. Gli ispiratori e i capi di quello che viene definito «un movimento senza leader» – dimostra un'ampia documentazione – sono collegati al Dipartimento di stato e a sue emanazioni sotto forma di «organizzazioni non-governative», in particolare la «Donazione nazionale per la democrazia» (Ned) e l'«Istituto democratico nazionale» (Ndi) che, dotate di ingenti fondi, sostengono «gruppi democratici non-governativi» in un centinaio di paesi. Due esempi fra i tanti. Benny Tai, il docente di Hong Kong che ha lanciato il movimento «Occupy Central» (v. il South China Morning Post del 27 settembre), è divenuto influente grazie a una serie di forum finanziati da queste «ong». Martin Lee, fondatore del «Partito democratico» di Hong Kong, è stato invitato a Washington dalla Ned e, dopo un briefing teletrasmesso (2 aprile), è stato ricevuto alla Casa Bianca il 7 aprile dal vice-presidente Biden. Da questi e altri fatti emerge una strategia, analoga a quella delle «rivoluzioni colorate» nell'Est europeo, che, strumentalizzando il movimento studentesco, mira a rendere Hong Kong ingovernabile e a creare movimenti analoghi in altre zone della Cina abitate da minoranze nazionali. Manlio Dinucci Il manifesto 06/10/2014 . 19 I NOSTRI PRINCIPI 1) Questo “Foglio” si autofinanzia e si autogestisce in tutto e per tutto, dalle piccole alle grandi cose, in base al principio dell’AUTOGESTIONE! 2) Il principio della DEMOCRAZIA DIRETTA è alla base del nostro funzionamento! Non c’è Comitato di Redazione né Direttore Responsabile! L’Assemblea è sovrana, cioè decide tutto! 3) Parità di tempo e di spazio per tutti, nelle riunioni e nella pubblicazione degli articoli (2 pagine di spazio per ognuno). Tutto ciò in nome della PARI DIGNITA’ DELLE IDEE!. 4) Il Coordinatore nelle riunioni viene effettuato a rotazione da tutti, in base al principio della ROTAZIONE DELLE CARICHE! 5) Si applica la formula “Articolo presentato da.....” per permettere ad ognuno di pubblicare idee ed analisi scritte da altri, però da lui condivise. Questo in nome del principio della PARTECIPAZIONE! 6) E’ necessario essere presenti nelle ultime 3 riunioni per avere il diritto di voto alla quarta. Principio apparentemente contraddittorio con la sovranità assoluta dell’assemblea ma funzionale ai fini organizzativi. Il nuovo arrivato deve avere il tempo di capire il funzionamento e lo spirito del giornale! 7) Il motto “Una penna per tutti!” è in funzione della MASSIMA APERTURA DEMOCRATICA! 8) Questo “Foglio” NON HA FINI DI PROPAGANDA E DI LUCRO, pertanto rifiuta ogni forma pubblicitaria personale, a pagamento o gratuita! 9) “A tutti gli uomini è riconosciuto il diritto alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità!” 10) L’ultimo principio non si può scrivere perché non esiste all’esterno, ma soltanto dentro di noi e si chiama “Coscienza”. Questo principio lo mettiamo per ultimo perché è il più difficile da capire in quanto generalmente viene considerato “astratto”. In realtà è il primo principio perché senza la coscienza-convinzione che questi principi-regole sono fondamentali per realizzare la libertà e la democrazia nel gruppo, si decade nell’autoritarismo. L’esserne consapevoli significa essere coscienti. Questo è il principio della COSCIENZA! “IL SALE