il pianeta delle scimmie

Transcript

il pianeta delle scimmie
Oscar 1969 a John Chambers per il trucco
IL PIANETA
DELLE SCIMMIE
Regia: Franklin J. Schaffner
Trucco: John Chambers
Anno: 1968
Attori: Charlton Heston è il Colonnello George Taylor
TRAMA :
Il film si apre con l'atterraggio forzato dell'astronave del colonnello Taylor (Charlton Heston), partita
dalla Terra nel 1971. Prima della distruzione dell'astronave l'ufficiale riesce ad osservare il cronometro di bordo che
segna l'anno 3977. I tre superstiti, convinti di essere giunti a destinazione, cioè nei pressi della costellazione di
Orione, iniziano ad esplorare il luogo in cerca di forme di vita. Gli unici esseri umani che incontrano sono uomini
primitivi, incapaci perfino di proferire parola. In realtà i veri padroni del pianeta sono delle scimmie evolute, in
grado di muoversi agilmente e di parlare in tutta naturalezza. Catturati durante una battuta di caccia, due astronauti
della spedizione vengono uccisi, lasciando il colonnello Taylor da solo nelle grinfie delle scimmie e del loro governo
ottuso e totalitario. Con l'aiuto di due scienziati scimpanzè, Cornelius e Zira, Taylor riesce a sfuggire al laboratorio
di vivisezione, ed insieme ad una femmina umana "Nova" si dirige verso le rovine della Zona Proibita, un luogo desolato
dove a nessuna scimmia è consentito accedere. Nel finale drammatico della pellicola i due scoprono...
"Guardati dalla bestia uomo poiché egli è l'artiglio del demonio.
Egli è il solo fra i primati di Dio che uccida per passatempo, o
lussuria, o avidità. Sì, egli uccide il suo fratello per possedere la
terra del suo fratello. Non permettere che egli si moltiplichi,
perché egli farà il deserto della tua casa. Sfuggilo, ricaccialo
nella sua tana nella foresta, perché egli è il messaggero della
morte."
Il Legislatore, XXIX Pergamena, 6° versetto.
Gli anni '60 e '70 sono stati caratterizzati dalla paura della fine del mondo, era un'epoca in cui la guerra fredda faceva presagire scenari post-atomici
poco rassicuranti e il cinema mondiale riversava questi timori in pellicole dove i temi principali erano la minaccia dallo spazio (extraterrestri ed alieni)
o i pericoli provenienti dalla Terra stessa (mutazioni genetiche, nascita di mostri).
"Il pianeta delle scimmie" non descrive sconvolgimenti, catastrofi o forze sovrannaturali incontrollabili ma è tremendamente
inquietante nella sua semplicità. L'uomo deriva dalla scimmia ed ha impiegato millenni per raggiungere il grado che lo
contraddistingue da essa ma l'orgoglio e la sete di potere sono pari alla sua stupidità e non ha saputo sfruttare le capacità che
gli sono state donate dalla natura, peggio ancora le ha usate male causando stravolgimenti tali da farlo regredire allo stato
primario. Al contrario le scimmie sono rimaste aggrappate al patrimonio genetico dell'uomo sfruttandolo per ripercorrere il
cammino fatto migliaia di anni prima dall'uomo stesso.
Difficile non rimanere colpiti dalla bravura di John Chambers nel realizzare le maschere
della scimmie, oscar meritatissimo; ottime la musica e la scenografia, eccellente la
sceneggiatura di Rod Serling, un genio.
La pellicola non si è sottratta alla maledizione dei sequel, tra il 1970 ed il 1973 ne
uscirono ben 4, che pur se dignitosi non hanno aggiunto nulla a quanto di buono è stato
fatto nel 1968; completamente inutile il remake di Tim Burton del 2001.
Ogni film non facente parte della nutrita schiera dei mediocri, utili soltanto ad alleggerire le
tasche degli spettatori, invita ad una riflessione: cosa lascia di indelebile nella memoria "Il
pianeta delle scimmie"?, Taylor inginocchiato di fronte al risultato della stupidità umana in
uno dei più celebri finali a sorpresa? La risata cinica e sprezzante rivolta alla piccola bandiera
statunitense piantata al suolo dal suo compagno
di viaggio? Il tribunale composto da oranghi
che giudicano l'uomo? I ciechi meccanismi di
potere che rifiutano la conoscenza sfruttando
un credo religioso? L'agghiacciante ipotesi
della fine della nostra civiltà?
Sicuramente lascia un enorme senso di impotenza, qualcosa che fa riflettere sui misteri del tempo, se
esista qualcosa prima e senza di esso, se sia cominciato con l'universo e con la fine dell'universo cessi di essere.
Cosa significa "Infinito"? : Quanto è piccolo l'uomo!