GFDS 19 - Dynavector
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GFDS 19 - Dynavector
Valutare di Bebo Moroni Fonorivelatore DYNAVECTOR DV XX II MK 2 Quando il meglio non ha mai fine Dynavector è un marchio che non dovrebbe aver bisogno di presentazioni. La casa giapponese, da sempre nella realizzazione di pick up fonografici a bobina mobile di classe (anche se nel corso della sua ultraquarantennale storia si è cimentata più volte, e con notevoli risultati, nella realizzazione di elettroniche di preamplificazione e di amplificazione), è una delle poche “iper-specializzate” in campo analogico a non esser stata travolta dall’onda lunga del digitale. Se n’è rimasta per un po’ in sordina, continuando a produrre per il mercato interno le famose Karat DV 17D (con cantilever in diamante sintetico) e Karat DV23R (con cantilever in rubino sintetico) ed anche i modelli di costo inferiore (DV50X, etc.) una volta facenti parte della serie “Ultimo”. Poi, a metà circa degli anni ’90, è tornata prepotentemente alla ribalta grazie a due testine, la DV XX, e la DV XV. Due testine che hanno letteralmente sorpreso il mondo audiofilo, pubblico e stampa, in virtù delle loro strepitose doti musicali. Ed è della DV XX giunta alla sua terza generazione (DV XX II MKII) che ci occupiamo in questo articolo. La DV XX-1° versione fu la prima testina al mondo ad impiegare uno smorzatore di flusso magnetico (magnetic flux camper, brevettato) e di un processo di “alleggerimento” del magnetismo (softened magnetism- brevettato) atto ad eliminare le fluttuazioni magnetiche che possono costituire un serio ostacolo all’ottenimento delle migliori prestazioni possibili in una testina a bobina mobile. La DV XX-2 mantiene intatti i benefici introdotti nella prima serie mediante i suddetti dispositivi e processi, usufruendo in più di un potente magnete in AlNiCo5. I magneti in AlNiCo, com’è noto (soprattutto a progettisti ed appassionati di diffusori ad alta efficienza) uniscono un’altissina densità di flusso magnetico con una resistenza magnetica a bassa coercitività. La resistenza è dunque inferiore a quella di altri materiali magnetici largamente impiegati, come le terre rare e la ferrite, ed è questo, secondo quanto dichiara la casa (ma il discorso è tecnicamente ineccepibile, quindi altamente credibile), il motivo di un’eccezionale stabilità di questa testina nella tensione d’uscita. Inoltre le basse resistenze elettrica e magnetica comportano il vantaggio di fornire al dispositivo di lettura ulteriore trasparenza e intelligibilità. LA XX-2 La XX-2 dispone di un cantilever in boro massiccio da 6 mm su cui è montato uno a taglio Pathfinder Line Contact stylus. Per gli avvolgimenti delle bobine viene usato rame a massima purezza PCOCC (pure copper ohno continuous casting process). L’uscita di 0.23mV a 5cm/sec e l’impedenza interna di 6 ohms consentono di amplificarla agevolmente con un gran numero di stadi phono MC e di trasformatori. Il corpo è interamente in alluminio, per la massima rigidità possibile del dispositivo, e differisce da quello della XX II MKI per una maggior protezione del cantilever, nella zona “denudata” . Nonostante questo particolare, il peso della testina è rimasto estreamente contenuto, 8g. che ne consente il bilanciamento con la gran parte dei bracci di lettura. LA PRECISIONE SI FA DELICATEZZA Ho posseduto (ancora possiedo) la XX originale, l’ho apprezzata moltissimo (ancora la apprezzo moltissimo, anche se tra poco avrà bisogno di una ristilatura) e dunque non mi è difficile fare un raffronto tra quella testina che qualche anno fa era ai primissimi posti della mia personale classifica e l’attuale. Things are changed, ma per fortuna non poi così tanto, e Le guide di FDS 35 Valutare soprattutto quelle che sono cambiate sono cambiate ancora in meglio (il che è stupefacente per una testina che già offriva tanta qualità e che non costa come una Mercedes Classe A). Montata (senza difficoltà di bilanciamento, ma di questo ero ovviamente sicuro) la XX II MKII su un braccio Saec WE 408 L da 12”, a sua volta montato su una base Utopia che ospita un motore Denon DP 6000, e collegato il tutto al preamplificatore Harman Kardon Citation XX P, con l’interposizione di un trasformatore Euterpe Audio, fatto scaldare ben bene il finale di potenza II XX V Harman Kardon Citation D or vect XX e controllato (no, yna D ma si fa per non ripetersi) i cavi tra questo e le JBL L300 Summit, ho iniziato a godermi le bellezze di questa testina. Il periodo di “rodaggio” necessario affinché il cantilever, rimasto inscatolato al freddo (o al caldo) per tanto tempo, ritrovi il suo coefficiente elastico ideale, non è molto. Dopo un paio d’ore di scivolamento sui solchi, la Dynavector XX II MK2 è già pronta ad offrire il meglio di se, e il meglio di se è uno dei suoni più concreti e affascinanti che un pick up odierno possa offrire. La Dyna XX II MK2 è un vero e proprio concentrato di doti, che solitamente dovrebbero essere “o, o”. Mi spiego meglio: siamo abituati, specie con i pick up a pretendere il massimo su talune prestazioni e a chiudere un occhio su altre. Solitamente se abbiamo tanta dinamica non avremo altrettanta trasparenza, se abbiamo dettaglio fine avremo minor musicalità generale e via dicendo. Un pick up così magnificamente trasparente, dovrebbe di logica anche essere leggermente affaticante. E invece la gamma acuta della nostra Dyna è un vero e proprio miracolo di delicatezza e ariosità. Micro e macro dettaglio vanno perfettamente d’accordo, proponendo una risoluzione di straordinaria finezza, la dinamica è amplissima, e gli interventi negli intervalli molto ampli appaiono esplosivi. Notevole è anche la capacità di tracciamento, le odiose cannonate della 1812 Telarc (utili solo per verificare i mistraking con le testine) vengono superate con una scioltezza che fa pensare più ad una Shure V15IV che a una canonica bobina mobile. E questo fa parte del patrimonio dei progressi della tecnologia, e della meccanica in particolare. Mentre assolutamente inattesa, anche in 36 Le guide di FDS confronto a quella pur eccellente della XX originale, è la prestazione in basso. Un basso profondo lineare e che posso tranquillamente ipotizzare con la stessa linearità vada ben oltre le possibilità dei pur grandi woofer dei diffusori, e quelle stesse delle nostre facoltà uditive, ed una zona “del calore” potente e composta. Un basso pastoso, rotondo, elastico eppure ottimamente frenato, che non soffre il complesso da “meglio corto che lungo” di moltissime pur blasonate MC. Il che si traduce in tempi di decadimento credibili e naturali. Un basso presente e potente che pure non deborda mai, non provoca mai alcun mascheramento sulla zona inferiore della gamma media. Gamma media che andrebbe assolutamente ascoltata per comprendere cosa possa una testina di questo livello (e che somiglia per chiarezza, trasparenza e insieme giusta morbidezza a quella di uno dei pick up a magnete mobile che più ho amato, la ADC XLM, che però non può competere sui restanti parametri). E’ molto, molto difficile ascoltare voci più naturali di quelle proposte dalla Dyna XX II MK2, difficile da altri pick up, impossibile da qualsivoglia macchina digitale. La gamma acuta, l’ho già sommariamente descritta: estesissima, e al contempo dolce, naturale, ariosa. A tutte queste considerazioni, dobbiamo aggiungere una scena ancor più ampia e coerente di quella della XX originale, il che significa automaticamente una delle ricostruzioni 3D più credibili oggi ottenibili da un fonorivelatore, con una profondità che sembra estesa a dismisura verso un punto di fuga posto su una linea dell’orizzonte tanto lontana da essere solo ipotizzabile. Calcolando che il prezzo italiano è allineato a quello giapponese e a quello americano, e sintetizzando in “magnifiche” il complesso delle prestazioni di cui è capace questa testina, spero che non consideriate scandaloso che io affermi che un oggettino così piccolo a 1700 e rotti EU, vada considerato come estremamente competitivo. INFORMAZIONI Distributore: Sound and Music – Tel. 0583 58.13.27 Web: www.soundandmusic.com