I SENTIERI di RIO CROSIO: S 1 – S 2

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I SENTIERI di RIO CROSIO: S 1 – S 2
I SENTIERI di
RIO CROSIO:
S1–S2
Legenda
Sentiero S1
Sentiero S2
Sono stati realizzati dalla Città di Cherasco e dal Gruppo Civico di
volontari di Protezione Civile di Cherasco.
Sono percorsi particolarmente cari ai Cheraschesi in quanto strettamente legati alla storia della loro città: comunemente usati
fino a qualche decennio fa, sono stati da poco recuperati da
una situazione di impraticabilità che ne rendeva problematico
l’uso. Questi sentieri, una volta tracciati carrabili, sono nati per
permettere il collegamento fra la città e le frazioni della “Piana” e
dell’oltre Stura separate da Cherasco da un angusto e fresco fondovalle, inciso appunto dal Rio Crosio, teatro di battaglie, fughe,
ambientazioni di racconti più o meno reali. Percorribili solamente
a piedi hanno il comune punto di partenza in viale della Sibla: da
qui si scende per alcuni tornanti fino a raggiungere una biforcazione, seguendo l’indicazione S1 si raggiunge il fondovalle dove
scorre il Rio Crosio, lo si costeggia e si attraversa fino ad arrivare
ad un’antica ghiacciaia da tempo abbandonata. Successivamente
si percorre la vecchia strada per la Roncaglia per poi attraversare
l’asfalto della Salita Vecchia e risalire a cherasco attraverso il
“bosco Bonfante”. L’arrivo di questo primo sentiero è dietro il
Santuario della Madonna del Popolo.
Il secondo itinerario (indicato con i cartelli S2) permette, dopo essere scesi al Rio Crosio, di attraversarlo utilizzando l’antico ponte
in ferro e risalire sul versante opposto in “Piana Bassa” e volendo
la si può percorre per un tratto, poi giunti alla “Cascina Camera”
si ridiscende verso il fiume Stura, lo si costeggia per un tratto per
ricongiungersi con l’S1 in prossimità della ghiacciaia.
Arrivati al monumento dei Caduti, per il ritorno al punto di partenza,
si può optare per percorrere tutto il panoramico anello dei bastioni
oppure, più velocemente, tagliare attraverso il centro città.
informazioni:
ufficio del turimo di cherasco 0172 488552 - 489382
❖ Il Rio Crosio
Il Rio Crosio nasce da una piccola sorgente nei pressi della
cascina Montarotto e riceve le acque di altre sorgenti per tutto
il tratto della Piana. In corrispondenza della zona di S.Giacomo
confluiscono altri ruscelli che ne aumentano notevolmente la
portata, la vallata del Rio in questo punto si amplia e si approfondisce, raggiunge la sua maggiore ampiezza tra la cascina
Moretto e l’altopiano della Sibla. Tra il vallone di S.Margherita
e quello di S.Iffredo il rio rallenta il suo corso per la minor pendenza del terreno: attraversa la Roncaglia, il bosco della cascina
Camera, la strada vicinale per Cherasco e sfocia nello Stura.
Attorno al Rio Crosio si è svolta parte della storia di Cherasco:
narra la leggenda che i primi abitanti della nostra città provenienti dall’oltre Stura, attraversato il fiume nei pressi della
Roncaglia, si stabilirono nella profonda vallata percorsa dal Rio
Crosio.
Il Rio ricco di acqua e di pesci era fonte di vita, la sua valle offriva
legname per i più svariati usi, piante ed arbusti da frutto commestibili e selvaggina in abbondanza.
E’ stato teatro di molte battaglie, ricco di grotte e anfrattuosità
offriva la possibilità di nascondiglio ai perseguitati. Gli abitanti
trovavano aiuto e lavoro nei circostanti castelli: Villette, Varolfo,
S.Stefano, Castel Rosso.
❖ Inquadramento botanico
L’area in cui si snoda questo sentiero è caratterizzata da diverse
associazioni vegetali con caratteristiche ed esigenze diverse.
Potremo incontrare aree coltivate (con Pioppi, Noci…) in cui il sottobosco è generalmente assente per opera della ricorrente pulizia
e asportazione del legname.
Nei luoghi più aperti ove l’opera dell’uomo è andata via via diminuendo fino a cessare, il bosco degrada in una vegetazione
meno pura e più intricata di cui la Robina o Gaggia (Robinia
pseudoacacia L) è la maggiore rappresentante. Ormai sostituitasi
a buona parte dell’originario bosco locale, la Gaggia, grazie alle
sue indiscusse virtù sembra non voler arrestare la sua espansione.
Insieme alla Robinia troviamo spesso un sottobosco composto
da una fitta ragnatela di Rovi (Rubus sp.p) e Rose (Rosa canina
L., Rosa gallica L.) ricche di spine. Frequente è la presenza del
Sambuco (Sambucus nigra L.) e del Prugnolo (Prunus spinosa L.)
nei luoghi più aperti, come pure si incontrano spesso ai margini
dei sentieri numerosi arbusti di Biancospino (Crategus monogyna
Jacq.) che regalano una precoce e abbondante bianca fioritura.
Anche l’Edera (Hedera helix L.) prospera sviluppandosi ricoprendo
completamente molte piante (spesso le più debilitate) che verranno progressivamente soffocate. Sempre al margine dei sentieri
sono spesso visibili numerosi fiori dai nomi volgari a volte caratteristici: il Latte di gallina (Ornithogallum umbellatum L.), il Dente
di cane (Echium vulgare L.), Viole (Viola sp. p.), Primula (Primula
sp.p), Ranuncoli (Ranunculus sp.p), colorate distese di Euforbie
(Euforbia sp.p.), fragoline di bosco (Fragaria vesca L.), di Centocchio (Stellaria media L.), di Potentille (Potentilla sp.p.). pure
visibili sono numerosi ciliegi (Prunus avium L.), osservabili a volte
anche in annosi esemplari nel fitto bosco.
Avremo modo, durante il percorso, di attraversare frequenti zone
ove la vicinanza con il rio permette ristagni d’acqua: qui incontreremo una vegetazione tipica amante dell’acqua. Sono in queste
zone numerosi Salici (Salix alba L., Salix caprea L., Salix purpurea L.,
Salix triandra L.), i Pioppi con esemplari di Pioppo bianco (Populus
alba L.) e Pioppo nero (Populus nigra L.), gli Ontani (Alnus glutinosa L.) aventi un apparato di radici con morfologia tale da essere
molto adatti al consolidamento della sponda a diretto contatto con
l’acqua.
Spesso sono associati ad essi i Noccioli (Corylus avellana L.) e i
Carpini (Carpinus excelsior L.), rari Olmi (Ulmus minor Miller) ma
anche la Robinia è presente in discreta quantità.
Non mancano nelle posizioni più aperte le Noci (Juglans regia L.)
e le Farnie (Quercus robur L.) che tra le appartenenti al genere
Quercus, amano maggiornamente l’umidità del terreno.
Sono spesso presenti colonie di Cannuccia palustre (Phragmites
palustris Trin.), di Typha (Thypa latifoglia L.) e di Angelica (Angelica sylvestris L.), mentre nelle zone di acqua stagnante prospera la
lenticchia d’acqua (Lemna minor L.).
Sempre nelle vicinanze del Rio è osservabile la bella fioritura di
colonie di “palla di neve” (Viburnum opulus L.) che ben si adatta
a queste zone umide, o le ondeggianti Salcerelle (Lythrum salicaria L.) o ancora il precoce “piè d’asino” (Tussilago fanfara L.),
numerosi gruppi di Corydalis (Corydalis cava L.), i candidi Asfodeli
(Asfhodelus albus Miller) oppure l’erba paris (Paris quadrifogli L.)
chiamata anche uva di volpe.
Una stranezza del S1 è la presenza di un bosco di bambù (bambuseto) che ha qui trovato le condizioni ideali per svilupparsi in
una fitta macchia il cui attraversamento porta l’immaginazione a
luoghi lontani ed esotici.
SI RACCOMANDA per la corretta fruizione dei sentieri
di percorrerli esclusivamente a piedi (no bicicletta, cavalli,
ecc.) l’uso di calzature adatte (scarponcini) e un atteggiamento
rispettoso e civile verso la natura e gli ambienti attraversati.