Leggi il piano di Zona

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Consorzio Intercomunale Socio Assistenziale
Comuni di: Rivoli – Rosta – Villarbasse
PIANO DI ZONA
ANNI 2010 - 2013
I N D I C E
LIVELLI DI COORDINAMENTO, OBIETTIVI E PERCORSO DI LAVORO
.......................................................................................................................................3
I LIVELLI DI COORDINAMENTO:........................................................................................3
Livello generale.........................................................................................................................3
Livello locale:.............................................................................................................................4
GLI OBIETTIVI DEL PIANO DI ZONA: ..............................................................................5
IL PERCORSO DI LAVORO:......................................................................................................5
ADEGUAMENTO DEI RIFERIMENTI CONCETTUALI..................................6
IL PROFILO DEL TERRITORIO ...........................................................................8
I DATI DEMOGRAFICI.............................................................................................................8
I DATI SOCIO- SANITARI ..................................................................................................12
DATI SOCIO- ECONOMICI ..................................................................................................15
LE AZIONI STRATEGICHE TRASVERSALI ..................................................19
POLITICHE PER LA CASA ......................................................................................................19
POLITICHE ATTIVE PER IL LAVORO.................................................................................27
IL RAPPORTO CON I PRIVATI .............................................................................................29
I PROBLEMI E LE PRIORITÀ EMERSE DAI TAVOLI................................. 30
TAVOLO ADULTI......................................................................................................................30
TAVOLO ANZIANI ..................................................................................................................33
TAVOLO MINORI E FAMIGLIA...........................................................................................37
TAVOLO DISABILI..................................................................................................................41
CONSIDERAZIONI FINALI.............................................................................. 45
I SERVIZI E LE INIZIATIVE DEL TERRITORIO ...................................... 47
AZIONI DI POTENZIAMENTO E INNOVAZIONE ......................................................47
AZIONI DI MANTENIMENTO.............................................................................................50
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LIVELLI DI COORDINAMENTO, OBIETTIVI
LAVORO
E PERCORSO DI
La legge 328/2000 (art. 19) e la legge regionale n. 1/2004 vedono nel Piano di Zona lo
strumento obbligatorio per una efficace concertazione e programmazione delle politiche
sociali e degli interventi che ne derivano.
L’OMS, ormai da anni, ha chiarito il peso sulla mortalità e sull’incidenza di malattie dei
determinanti di salute di tipo sociale, sia individuali (livello socio-economico, culturale,
abitudini e stili di vita del singolo e del suo gruppo di appartenenza) che generali
(caratteristiche ambientali e socio-economiche del territorio).
Gli studi hanno accertato che questi fattori hanno sul benessere individuale e collettivo
un’incidenza maggiore della presenza e della funzionalità stessa delle strutture sanitarie in
senso stretto.
Questa consapevolezza dovrebbe comportare, di conseguenza, un’attenzione particolare
ai fattori sociali, ai problemi sociali presenti e agli interventi sociali necessari in tutti i livelli
di governance.
La programmazione concertata richiesta dal piano legislativo inizia dal buon
coordinamento tra i livelli generali e quelli locali e dalla chiara consapevolezza delle
caratteristiche e dei problemi che essi presentano.
I LIVELLI DI COORDINAMENTO:
Livello generale
Regione:
Mancanza di Piano Sociale Regionale
Scarsa presenza degli aspetti sociali nel P.S.S.R.
Assenza di leggi nazionali e regionali sulle prestazioni sociali
Purtroppo il limite rappresentato dalla mancanza storica di un Piano delle politiche
sociali della Regione Piemonte non è stata compensata da una buona presenza degli elementi di
carattere sociale nel Piano Socio Sanitario Regionale (PSSR).
Al di là delle intenzioni del titolo, i determinanti sociali non sono messi in rilievo né
nell’analisi dei problemi né tanto meno nell’individuazione di strategie e di servizi che
affrontino gli aspetti sociali dei bisogni di salute e, coerentemente, le risposte necessarie in
fatto di interventi sociali, socio assistenziali e sociosanitari.
È significativa a questo riguardo, purtroppo, la forte diminuzione delle risorse nazionali
e regionali dedicate alle politiche sociali e sociosanitarie e la mancanza della definizione da
parte dello Stato dei Livelli di Assistenza Sociale (LIVEAS).
Provincia: Supporto metodologico e tecnico formativo
Osservatorio provinciale sulle politiche sociali
Importanza dell’impatto sulla salute di tutte le scelte amministrative
Partner di vari progetti (es. bando provinciale volontariato)
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Nell’affermazione della cultura e della logica dei Piani di Zona in questi anni, è stata
determinante l’attenzione della Provincia di Torino agli aspetti sociali e al loro peso sui dati
epidemiologici e, di conseguenza, l’insistenza posta sulla necessità di valutare l’impatto delle
scelte di politica generale sul benessere della popolazione.
Occuparsi di salute, predisporre analisi ed interventi efficaci in termini di promozione
del benessere significa uscire dallo stretto contesto sanitario e anche da quello solo
sociosanitario e valutare e programmare, in modo integrato, con le politiche più generali dello
sviluppo economico e lavorativo, educativo e di assetto del territorio della zona in cui si vive.
Questo approccio determina un vero e proprio cambio di assetto culturale perché
modifica l’attenzione avuta finora su ciò che è necessario per raggiungere una maggiore
efficacia rispetto al benessere della popolazione.
Quando sarà assunto come metodo di lavoro abituale, si comincerà ad avere non solo una
maggiore coerenza teorica tra le politiche, ma soprattutto maggiori risultati in termini di
promozione della salute e di contenimento dei problemi sociosanitari.
Oltre allo stimolo teorico e culturale, la partnership concreta della Provincia ha
permesso, ad esempio attraverso il bando per i progetti del volontariato, la realizzazione
concreta di alcuni progetti delle Associazioni in accordo con gli Enti Gestori dei servizi sociali.
Livello locale:
ASL: Conferenza Sindaci e Comitato Sindaci di distretto
Comuni: Assemblea dei Sindaci del Consorzio
Tavoli permanenti del Piano di Zona
Anche i livelli di coordinamento locali mostrano problematicità che non è saggio
nascondere se si vogliono superare.
Il rapporto con le ASL mostra in modo generalizzato in Piemonte, e quindi anche nella
nostra realtà, una certa abitudine delle Aziende Sanitarie a considerare le Conferenze dei
Sindaci e i Comitati dei Sindaci di distretto come sedi formali di presa d’atto di decisioni già
di fatto stabilite. Inoltre il Comitato dei Sindaci di distretto, attivo inizialmente in quasi tutti
i distretti della nostra Asl, dal 2010 non è stato più riunito per concordare le priorità e le
risorse finanziarie stanziate (PAT).
L’Assemblea dei Sindaci del Consorzio è stata invece, nella nostra realtà, un momento
frequente e reale di approfondimento e condivisione di analisi e decisioni con i tre Sindaci del
territorio.
Purtroppo, invece, tutti i tavoli tematici hanno sottolineato quanto sia ancora faticoso
fuori dalla sede dell’Assemblea dei Sindaci, nel lavoro quotidiano degli uffici, il coordinamento
tra gli Enti, anche tra Comune e Consorzio. Hanno messo in evidenza la necessità di fare del
coordinamento un metodo di lavoro abituale e non un’affermazione solo teorica o uno spot
pubblicitario.
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La convocazione periodica dei Tavoli del PdZ può facilitare la realizzazione e la
diffusione di un metodo di lavoro di confronto e concertazione e sarà responsabilità del
Consorzio attuarla con regolarità.
GLI OBIETTIVI DEL PIANO DI ZONA:
Analisi dei cambiamenti nella situazione sociale del territorio attraverso i dati
raccolti in modo mirato
Definizione degli obbiettivi e degli interventi prioritari
Conseguente definizione dei mutamenti necessari (attivazione di nuovi interventi e
servizi e/o modifica degli esistenti)
IL PERCORSO DI LAVORO:
Il Tavolo Politico Istituzionale è stato deliberato dall’Assemblea Consortile il 5 febbraio
2010 e ha iniziato a riunirsi il primo marzo 2010, decidendo la costituzione di 4 tavoli
tematici:
- anziani
- adulti
- minori e famiglia
- disabili
Infatti pur essendo coscienti che il problema della disabilità è trasversale, si è ritenuto
di darne rilievo in un tavolo specifico per l’importanza che storicamente questo tema ha avuto
nel nostro territorio, il buon livello di realizzazione di servizi dedicati e la vitalità di alcune
associazioni nel settore.
L’Ufficio di Piano ha iniziato i lavori il 18 maggio 2010.
Il 25 maggio 2010 si è avuta la riunione plenaria degli enti e delle associazioni partecipanti
che ha ufficialmente dato l’avvio al lavoro di approfondimento dei tavoli tematici.
Il tavolo adulti ha effettuato 4 incontri nel corso del 2010 a partire dal 16 giugno e tre
successivi incontri nel corso del 2011.
Nel 2012 vi sono stati due incontri di verifica dell’andamento dei progetti terminati il 14
maggio 2012.
Il tavolo anziani ha effettuato 6 incontri nel corso 2010 a partire dal 10 giugno.
Nell’aprile 2011 ha effettuato un incontro di verifica dei progetti e un incontro di verifica
finale il 14 maggio 2012.
Il tavolo disabili a partire dal 9 giugno ha effettuato 4 incontri nel 2010, 2 incontri di
verifica nel 2011 e 2 incontri per la definizione di un nuovo progetto nel 2012; anche questo
tavolo si è riunito il 14 maggio 2012 per una sintesi finale.
5
Il tavolo minori e famiglia ha effettuato 8 incontri nel 2010 a partire dal 15 giugno, 2
incontri nell’anno 2011 e altrettanti nel 2012 compreso l’incontro finale del 14 maggio 2012.
L’ufficio di piano si è riunito per approvare la bozza della stesura del Piano e dell’Accordo di
Programma il 7 maggio 2013
ADEGUAMENTO DEI RIFERIMENTI CONCETTUALI
La riflessione sulla definizione del secondo Piano di Zona ha comportato la necessità di
costruire e consolidare riferimenti culturali nuovi, più adeguati alla visione integrata di un
mondo complesso, sempre più interdipendente e portatore di rapidi e significativi mutamenti
negli assetti socioeconomici come quello in cui viviamo.
Senza l’adeguamento del nostro apparato concettuale e l’assunzione di approcci nuovi e
non settoriali, non sarà possibile capire davvero le caratteristiche della realtà attuale e
tanto meno definire e realizzare interventi efficaci in termini di promozione del benessere e
di contenimento dei problemi esistenti.
I riferimenti concettuali su cui ci sembra essenziale riflettere sono:
Superamento della dicotomia agio/disagio a favore del concetto di
promozione del benessere sia negli interventi preventivi che in quelli
riparativi
Valutazione dell’impatto sul benessere delle scelte amministrative
generali come metodo di lavoro di tutti gli Enti
Necessità di interventi strutturali
Equilibrio tra interventi di emergenza e prevenzione
Potenziamento degli
interventi di bassa soglia
come prevenzione
secondaria e come contenimento di costi sociali ed economici futuri
Coordinamento tra i vari interlocutori per maggiori efficacia e efficienza
e per potenziare le risorse reciproche
L’investimento nel welfare: spesa efficace e fonte di sviluppo
La dicotomia con cui spesso in passato si sono considerati gli interventi riferiti “all’agio”
e quelli riferiti al “disagio” ha introdotto, forse senza volerlo, separazioni forzose e non
realistiche, oltre a non aver favorito l’integrazione tra gli enti, con l’idea, del tutto teorica,
che le politiche preventive fossero affidate ai Comuni e quelle riparative ai Consorzi, spesso
in totale separazione.
È evidente che nella realtà il confine tra le due politiche è labile e spesso inesistente:
anche quando ci riferiamo a persone con problemi sanitari o sociali in atto, che necessitano
quindi di chiari interventi riparativi, questi stessi interventi hanno spesso una forte valenza
6
preventiva delle cronicizzazioni, dei peggioramenti delle condizioni individuali e del
deterioramento delle reti famigliari o sociali.
Il punto centrale è, invece, che tutti gli Enti incomincino a valutare l’impatto sul
benessere della popolazione delle loro politiche e delle loro iniziative, in qualunque settore
amministrativo e a qualunque categoria di cittadini o di gruppi sociali si rivolgano.
È inoltre oramai abbondantemente anacronistico ritenere, almeno nella nostra realtà,
che al Consorzio accedano solo le situazioni di emarginazione, non solo perché alcuni
importanti problemi sono trasversali a categorie di cittadini di condizioni socio-economiche
molto diverse (la buona cura delle persone non autosufficienti, le relazioni famigliari difficili, i
problemi educativi ecc…), ma anche perché da tempo si sono sviluppati interventi di
prevenzione primaria e secondaria all’interno dei servizi sociali e sociosanitari.
Infatti i dati di affluenza e le caratteristiche sociali dei cittadini evidenziano sempre
più che si presentano ai servizi persone di condizioni socioeconomiche e culturali molto
diverse.
Il rischio pericolosissimo è che in un periodo di difficoltà finanziarie come l’attuale si
pensi che è inevitabile concentrarsi solo sull’emergenza, tagliando tutti gli interventi di
prevenzione secondaria, anche di bassa soglia, che possono ritardare o proteggere
dall’aggravamento le situazioni e quindi ritardare o evitare la necessità di maggiori interventi
e di maggiori costi economici e sociali.
Pur con le attuali difficoltà di bilancio, nella nostra realtà si è scelto di continuare a
mantenere e a volte di potenziare gli interventi suddetti, come si vede dalle schede sui singoli
servizi.
È altrettanto forte la consapevolezza che, nell’integrazione delle azioni e nella
valutazione dell’impatto sulla promozione del benessere soprattutto dei cittadini più deboli, è
imprescindibile che le varie politiche realizzino interventi che siano i più strutturali
possibile.
Ciò toglie le scelte e le azioni dall’ambito puramente “assistenziale” e le rende fattori di
sviluppo dell’autonomia dei cittadini, delle famiglie e della comunità nel suo complesso.
Ritorna, quindi, la necessità della coerenza e dell’integrazione tra le politiche e le azioni
degli enti e di tutti gli attori di un territorio: istituzioni pubbliche e private, associazioni di
volontariato laiche e religiose, cooperazione sociale,
disponibili a coordinarsi per il
miglioramento della qualità della vita individuale e collettiva, pur nelle difficoltà che la vita
stessa presenta, potenziando l’efficacia degli interventi proprio grazie ad una maggiore
coerenza, finalizzazione e complementarietà.
Un sistema integrato di politiche e di interventi, che veda coerenza tra le azioni
pubbliche e quelle private e che abbia anche obbiettivi strutturali, è un fattore di sviluppo
sociale ed economico diretto ed indiretto di un territorio.
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IL PROFILO DEL TERRITORIO
I DATI DEMOGRAFICI
L’analisi è riferita ai residenti al 31/12/2012
Al 31 dicembre 2012 la popolazione residente sul territorio del Consorzio era pari a 57.173
abitanti.
La superficie territoriale dell’ambito consortile è di 48,94 Kmq, la densità di 1.168 Ab/Kmq.
GLI ABITANTI DEL CONSORZIO
CONSORZIO
2010
2011
2012
diff '11/12
residenti al 31/12
m
f
57548
27836
29712
57595
27820
29775
57173
27401
29535
-422
-419
-240
nuclei
comp per nucleo
26170
2,20
26227
2,20
25079
2,28
-1148
0,08
459
547
402
553
433
553
31
0
2047
1923
2042
1844
2655
2110
613
266
3304
3864
8538
7942
30179
13014
5720
3172
397
3317
3861
8551
7873
35519
13511
5931
3313
426
3282
3843
8576
7767
34797
13794
6129
3402
452
-35
-18
25
-106
-722
283
198
89
26
3
88
5
96
3
84
6
93
2
71
8
81
-1
-13
2
-12
397
1747
26
2170
403
1754
36
2193
887
3763
94
4744
484
2009
58
2551
nati
morti
immigrati
emigrati
fasce d' età
0/6
7/14
0/17
15/29
18/64
65 oltre
75 oltre
80 oltre
90 oltre
senza fissa dimora
minori
adulti
anziani
tot
Residenti stranieri
0/17
18/64
65 oltre
tot
8
GLI ABITANTI DI RIVOLI AL 31/12/2012
RIVOLI
2010
residenti al 31/12
2011
49.591
2012
m
f
23915
25676
23850
25673
23388 25381 -
nuclei
media comp per nucleo
22848
2,17
22849
2,17
21653 2,26
363
489
329
502
340
475 -
11
27
3,34%
-5,38%
1658
1694
1695
1590
600
270
35,40%
16,98%
-
12
45
15
109
760
258
194
105
31
% su pop.
5,43%
6,45%
14,40%
13,90%
61,10%
24,51%
11,12%
6,18%
0,83%
2
66 8
76 -
1
14
3
10
0,00%
0,13%
0,02%
0,16%
480
2.005
58
2.543
1,76%
7,49%
0,19%
9,44%
immigrati
emigrati
fasce d' età
0/6
7/14
0/17
15/29
18/64
65 oltre
75 oltre
80 oltre
90 oltre
senza fissa dimora
minori
adulti
anziani
tot
Residenti stranieri
0/17
18/64
65 oltre
tot
2712
3219
7095
6982
25344
11334
5079
2829
349
2672
3205
7071
6923
30701
11751
5257
2926
376
3
83
5
91
1
80
5
86
349
1552
23
1924
382
1667
36
2085
49.006 -
%
517
462
292
1.196
0,10
nati
morti
49.523
diff '11/12
2295
1860
2660
3160
7056
6814
29941
12009
5451
3031
407
862
3672
94
4628
9
-1,04%
-1,94%
-1,14%
-5,23%
4,42%
GLI ABITANTI DI ROSTA AL 31/12/2012
ROSTA
2010
2011
2012
diff '11/12
%
residenti al 31/12
4623
4722
4759
37
0,78%
m
f
2297
2326
2340
2382
2358
2401
18
19
0,77%
0,80%
nuclei
media comp per nucleo
1937
2,39
1967
2,40
2004
2,37
37
-0,03
1,88%
-1,08%
61
30
52
27
52
48
0
21
0,00%
77,78%
182
149
226
152
202
151
-24
-1
-10,62%
-0,66%
nati
morti
immigrati
emigrati
fasce d' età
0/6
7/14
0/17
15/29
18/64
65 oltre
75 oltre
80 oltre
90 oltre
senza fissa dimora
minori
adulti
anziani
tot
Residenti stranieri
0/17
18/64
65 oltre
tot
342
383
845
549
2818
961
372
208
28
355
394
872
551
2832
1004
385
213
27
365
403
881
550
2841
1031
406
214
26
10
9
9
-1
9
27
21
1
-1
% su pop.
7,67%
8,47%
18,51%
11,56%
59,70%
21,66%
8,53%
4,50%
0,55%
0
3
0
3
0
2
1
3
0
3
0
3
0
1
-1
0
0,00%
0,06%
0,00%
0,06%
2
9
1
12
1
8
0
9
0
18
0
18
-1
10
0
9
0,00%
0,38%
0,00%
0,38%
10
GLI ABITANTI DI VILLARBASSE AL 31/12/2012
VILLARBASSE
2010
2011
2012
diff '11/12
%
residenti al 31/12
3334
3350
3408
58
1,73%
m
f
1624
1710
1630
1720
1655
1753
25
33
1,53%
1,92%
nuclei
media comp per nucleo
1385
2,41
1412
2,37
1422
2,40
10
0,02
0,71%
1,02%
35
28
21
24
41
30
20
6
95,24%
25,00%
206
80
121
102
158
99
37
-3
30,58%
-2,94%
250
262
598
411
2017
719
269
135
20
250
262
608
399
1986
756
289
174
23
257
280
639
403
2015
754
272
157
19
7
18
31
4
29
-2
-17
-17
-4
% su pop.
7,54%
8,22%
18,75%
11,83%
59,13%
22,12%
7,98%
4,61%
0,56%
0
2
0
2
0
2
0
2
0
2
0
2
0
0
0
0
0,00%
0,06%
0,00%
0,06%
19
68
0
87
19
73
0
92
25
73
0
98
6
0
0
6
0,73%
2,14%
0,00%
2,88%
nati
morti
immigrati
emigrati
fasce d' età
0/6
7/14
0/17
15/29
18/64
65 oltre
75 oltre
80 oltre
90 oltre
senza fissa dimora
minori
adulti
anziani
tot
Residenti stranieri
0/17
18/64
65 oltre
tot
11
I DATI SOCIO- SANITARI
Nel nostro territorio non si è arrivati alla formulazione del Peps.
In attesa della sua definizione, ecco i dati relativi alle persone che hanno ricevuto
servizi dal CISA negli anni 2011 e 2012 e nei primi 6 mesi del 2013.
Per famiglie o persone seguite si intendono tutti quelli che, nel periodo considerato,
usufruiscono di un intervento o servizio.
Il numero delle famiglie seguite coincide con le "cartelle" aperte o chiuse dai vari
operatori.
Possono essere seguiti e ricevere servizi più componenti di una stessa famiglia, quindi il
numero delle persone è superiore a quello delle famiglie.
Le cartelle possono essere chiuse per vari motivi: fine, definitiva o anche temporanea,
dell’intervento, trasferimento, decesso (revisione annuale).
2011
2012
FAMIGLIE
2578
FAMIGLIE
2392
PERSONE
4992
PERSONE
4876
ANZIANI AUTOSUFFICIENTI
803
ANZIANI AUTOSUFFICIENTI
871
ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI
873
ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI
799
ADULTI
2143
ADULTI
2529
ADULTI DISABILI
230
ADULTI DISABILI
242
MINORI
645
MINORI
609
MINORI DISABILI
49
MINORI DISABILI
55
CARTELLE APERTE
362
CARTELLE APERTE
293
CARTELLE CHIUSE
260
CARTELLE CHIUSE
242
1° semestre 2013
PRIMO ASCOLTO
FAMIGLIE
2230
2011
454
PERSONE
4482
2012
320
1°semestre 2013
140
ANZIANI AUTOSUFFICIENTI
707
ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI
645
ADULTI
1842
ADULTI DISABILI
236
MINORI
593
MINORI DISABILI
57
CARTELLE APERTE
183
CARTELLE CHIUSE
87
12
Considerando il numero delle famiglie o delle persone che hanno usufruito di un servizio
tra 2011 e 2012 si registra un lieve calo, legato presumibilmente alla contrazione degli
interventi che il CISA ha limitato al massimo, ma che è stata imposta dal taglio dei
finanziamenti nazionali e regionali.
Nel primo semestre del 2013 si è notato però un considerevole aumento delle persone
seguite sia per la necessità di continuare degli interventi rivolti ai cittadini già presenti
(diminuiscono le cartelle chiuse) sia per l’inizio di interventi nuovi.
Cala leggermente il numero degli anziani non autosufficienti, presumibilmente
scoraggiati dall’affrontare le procedure dell’Uvg dalla consapevolezza delle lunghissime liste
d’attesa.
Si sottolinea, però, che il fenomeno della non domanda che di conseguenza diminuisce la
lista d’attesa (così come l’eventuale definizione di criteri di accesso più restrittivi) si
configura come un elemento pericoloso perché non elimina il bisogno, ma lo nasconde
solamente privando i decisori politici e i tecnici dell’unico elemento valido per la
programmazione e cioè i dati epidemiologici reali di un territorio.
Si registra in ogni caso un aumento dei nuovi accesi (115 nei primi 5 mesi del 2013 a
fronte dei 224 complessivi del 2012) e delle persone adulte seguite, ed è evidente la modifica
delle loro caratteristiche sociali e dei problemi da loro presentati.
Sono sempre più cittadini dell’ex “classe media”, cioè persone dotate di adeguate
risorse individuali, che hanno avuto finora una discreta o buona autonomia economica e sociale,
pesantemente messa in discussione, quando non interrotta, dalla crisi economica e
occupazionale degli ultimi anni: il 52% delle prese in carico nei 5 mesi del 2013 contro il 26%
del 2012.
Ciò comporta per loro non solo la comparsa di problemi economici di fronte ad impegni
finora onorati (mutuo, affitto, pagamento delle utenze, delle spese relative ai figli ecc.) ma
soprattutto la messa in crisi dell’immagine di sé e del ruolo svolto all’interno della famiglia.
totale accessi 2012 = 224
VILLARBASSE;
5
ROSTA; 8
RIVOLI; 211
13
Anno 2012
prese in carico: tipologia di problematiche
* cr i si eco no mica;
3 2 ; 2 5%
* event o t r aumat ico ;
16 ; 13 %
alt r o ; 78 ; 6 2 %
totale accessi 1 gen 31 mag 2013 = 215
* crisi economica: riduzione o perdita del
VILLARBASSE; 4
prese in carico: tipologia di problematica
ROSTA; 7
altro;
23; 27%
RIVOLI; 104
lavoro a causa della crisi negli ultimi due
anni
* evento traumatico: separazione, lutto,
malattia,altro evento improvviso e
inatteso
*evento
traumatico;
18;
21%
14
*crisi
economica;
45;
52%
DATI SOCIO- ECONOMICI
.
Dal Centro per l’Impiego di Rivoli :
DATI ISCRITTI IN MOBILITA' CENTRO PER L'IMPIEGO DI RIVOLI residenti nei
Comuni Rivoli, Rosta, Villarbasse (aggiornati al 18/07/2013) *
Conteggio di Comune di
residenza
Comune di residenza
RIVOLI
Classi età
Genere
Massimo grado istruzione
F
Diploma
Diploma extra-universitario
Diploma universitario
Istruzione professionale
Laurea (primo e secondo
livello)
Licenza elementare
Licenza media oppure obbligo
Nessun titolo
(vuoto)
F Totale
M
Diploma
Diploma universitario
Istruzione professionale
Laurea (primo e secondo
livello)
Licenza elementare
Licenza media oppure obbligo
Nessun titolo
(vuoto)
M Totale
1
2
3
8
1
3
15
F
Diploma
Istruzione professionale
Laurea (primo e secondo
livello)
Licenza media oppure obbligo
F Totale
M
1
1
Diploma
Laurea (primo e secondo
livello)
Licenza media oppure obbligo
M Totale
15
61
2
oltre
49
anni
Totale
55
30
2
11
2
9
9
2
81
5
165
28
1
19
101
3
4
169
43
6
10
16
22
233
4
10
465
98
2
24
6
9
58
2
109
2
47
95
3
8
208
12
57
218
6
9
426
225 274
377
891
4
1
16
2
7
12
RIVOLI Totale
ROSTA
15- 26- 4025
39
49
anni anni anni
6
1
49
1
1
128
19
2
7
4
1
62
1
1
97
147
2
4
27
6
5
1
1
2
9
1
3
9
18
4
5
10
5
4
16
38
10
1
1
3
2
3
9
5
10
3
9
22
ROSTA Totale
1
F
VILLARBASSE
Diploma
Istruzione professionale
Laurea (primo e secondo
livello)
Licenza elementare
Licenza media oppure obbligo
(vuoto)
F Totale
M
Diploma
Laurea (primo e secondo
livello)
Licenza media oppure obbligo
M Totale
VILLARBASSE
Totale
Totale complessivo mobilità Rivoli + Rosta +
Villarbasse
12
27
20
60
1
3
1
1
5
1
1
2
2
2
1
1
8
2
1
2
1
5
2
3
1
3
2
15
6
1
10
17
32
1
1
2
4
4
6
1
3
6
1
6
14
11
17
243 315
408
UTENTI ISCRITTI A LISTE DI MOBILITA' (N.B. : gia' compresi nello stock)
AL 07/2013
Conteggio di Comune di residenza
Comune di residenza
RIVOLI Totale
ROSTA Totale
VILLARBASSE Totale
Totale complessivo
Classi età
oltre
15-25 26-39 40-49
49
Totale
anni anni anni
anni
15 225
274 377
1
12
27
20
1
6
14
11
17 243
315 408
ISCRITTI AL COLLOCAMENTO MIRATO L. 68/99 AL
07/2013 (da aggiungere allo stock)
Conteggio di Comune di residenza
RIVOLI Totale
ROSTA Totale
VILLARBASSE Totale
Totale complessivo
Genere
F
M
140 174
9
8
3
5
152 187
ISCRITTI AL CENTRO PER L'IMPIEGO (coll.
Ordinario + coll. mirato)
Totale
314
17
8
339
5186
* Fonte dei dati: SILP ( Sistema Informativo del Lavoro della Regione Piemonte)
16
891
60
32
983
983
Servizio Mediazione Lavoro
Nel 2010 si è interrotta la gestione intercomunale del Servizio Intercomunale
Inserimenti Lavorativi per l’accompagnamento al lavoro di persone invalide civili.
Nel 2010 il Cisa ha deciso di assumere in proprio la gestione del servizio attraverso la
specifica convenzione con la Provincia e si è creato il Servizio Mediazione Lavoro
(vedi
scheda)
Il numero delle persone prese in carico è conteggiato in quello dei cittadini che
usufruiscono servizi del Cisa.
Si riportano qui i dati specifici vista la rilevanza del problema,
dell’autonomia delle persone.
in funzione
TIROCINI 2012:
ACCOMPAGNAMENTO AL LAVORO *: 13
COLLOCAMENTO MIRATO *: 17
ASSUNZIONI 2012: 5
TIROCINI 1° SEMESTRE 2013:
ACCOMPAGNAMENTO AL LAVORO *: 4
COLLOCAMENTO MIRATO: 8
ASSUNZIONI 1° SEMESTRE 2013: 4
PERSONE IN ATTESA DI RISORSA PER TIROCINIO: 22
* l’accompagnamento al lavoro è il percorso rivolto a persone non immediatamente occupabili che
necessitano di interventi preparatori.
* il collocamento mitrato è la somma di interventi immediatamente finalizzati all’assunzione
17
Aziende che hanno chiesto la CIGS o la CIGD ad aprile 2013 del territorio CpI Rivoli
lavoratori in CIGS O CIGD AD APRILE 2013 NEL TERRITORIO DEL CPI DI RIVOLI 3567
lavoratori in mobiltà indennizzata (lg 223/91): 450
lavoratori in mobilità giuridica (lg 236/93) : 856
X
X
X
X
X
X
X
X
Cau
sale
30
Dero
ga
Mini
st.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
Data inizio
METALMECCANICO
METALMECCANICO
EDILIZIA
MENSE
EDITORIA
METALMECCANICO
COMMERCIO
METALMECCANICO
TESSILE
METALMECCANICO
EDILIZIA
METALMECCANICO
EDILIZIA
METALMECCANICO
METALMECCANICO
METALMECCANICO
COMUNICAZIONI
COMMERCIO
METALMECCANICO
COMMERCIO
METALMECCANICO
METALMECCANICO
METALMECCANICO
MENSE
METALMECCANICO
METALMECCANICO
METALMECCANICO
EDILIZIA
METALMECCANICO
RIVOLI
GRUGLIASCO
GRUGLIASCO
GRUGLIASCO
GRUGLIASCO
GRUGLIASCO
GRUGLIASCO
RIVOLI
ROSTA
GRUGLIASCO
RIVOLI
RIVOLI
GRUGLIASCO
GRUGLIASCO
GRUGLIASCO
GRUGLIASCO
ROSTA
RIVOLI
RIVOLI
GRUGLIASCO
RIVOLI
RIVOLI
GRUGLIASCO
RIVOLI
GRUGLIASCO
GRUGLIASCO
GRUGLIASCO
RIVOLI
RIVOLI
4
4
3
3
4
2
1
1
1
3
2
2
3
3
4
3
3
3
3
1
2
3
4
3
3
3
3
3
1
28/06/2011
06/04/2013
29/10/2012
01/02/2013
01/06/2011
05/07/2012
18/02/2013
04/03/2013
13/06/2011
22/04/2013
08/11/2012
04/02/2013
25/02/2013
21/01/2013
05/07/2012
01/10/2012
12/11/2012
02/07/2012
12/09/2012
01/09/2012
11/12/2012
12/11/2012
19/11/2012
21/01/2013
28/05/2012
14/01/2013
25/07/2012
04/02/2013
03/09/2012
27/06/2013
05/04/2014
28/10/2013
30/09/2013
31/05/2013
04/07/2013
17/02/2014
03/03/2014
12/06/2013
21/04/2014
07/05/2013
30/06/2013
24/02/2014
20/07/2013
04/07/2013
30/09/2013
11/11/2013
01/07/2013
11/09/2013
31/08/2013
10/06/2013
11/11/2013
18/11/2013
11/09/2013
27/05/2013
13/01/2014
24/07/2013
03/02/2014
02/09/2013
57
120
29
6
19
899
5
21
47
17
6
24
23
151
430
171
15
5
293
9
78
76
676
4
101
112
95
10
33
TESSILE
ROSTA
3
15/10/2012 14/10/2013
35
CCNL
18
Sede unità
produttiva
Data fine
Nr. Lav. in
CIGS-CIGD
LE AZIONI STRATEGICHE TRASVERSALI
Gli interventi per la casa, il lavoro e il rapporto con i privati ( associazioni di
volontariato, cooperazione sociale, fondazioni e anche categorie o singoli cittadini) sono
trasversali ai temi trattati dal Piano, possono e devono porsi come modalità strutturali per
migliorare il benessere sociale del territorio attraverso interventi sia preventivi che
riparativi.
POLITICHE PER LA CASA
(dall’Assessorato alla Pianificazione territoriale)
Il nostro territorio, soprattutto la città di Rivoli, è caratterizzato dall’ alto costo delle
abitazioni sia relativamente all’acquisto che alla locazione.
Questo rischia di provocare il progressivo allontanamento dei cittadini che per le loro
caratteristiche anagrafiche o socioeconomiche sono in difficoltà a rispondere a queste
condizioni di mercato: giovani coppie, giovani lavoratori precari, famiglie e anziani di reddito
medio basso.
Molti giovani che decidono di lasciare la famiglia per abitare autonomamente e molte
giovani coppie non si fermano nella nostra città, ma trovano soluzione nei comuni vicini o a
Torino: vi è quindi un calo demografico, ma soprattutto viene snaturato e impoverito il tessuto
sociale della città.
È necessario affrontare questo problema in modo strutturale, all’interno di scelte che
difendano la qualità urbanistica della città, ma con attenzione ai cittadini di ceto medio, alle
giovani coppie e ai single con reddito basso, realizzando, inoltre, anche iniziative di social
housing che aumentino e completino le esperienze già in atto di alloggi in convivenza o di
alloggi protetti transitori per persone in difficoltà,
realizzate dal CISA anche in
collaborazione con il Comune (vedi schede)
Il patrimonio abitativo pubblico
Analizzando la consistenza del Patrimonio Abitativo di edilizia pubblica del Comune di
Rivoli, si evidenzia una grande maggioranza di alloggi in locazione gestiti dall’Agenzia
Territoriale per la Casa di Torino (circa 87,6%), seguiti da una quota di alloggi in locazione
gestiti dal Comune. Dai dati depositati tutti gli alloggi sono attualmente occupati e risultano,
in quanto costruiti in periodi storici diversi, inadeguati per dimensione alle nuove necessità di
persone rimaste sole o single, coppie senza figli e anziani che necessitano di cellule abitative
di dimensioni più ridotte.
19
Tipologia Alloggio
Alloggi ERP – Proprietà e Gestione ATC Torino
Alloggi ERP – Proprietà Comune Rivoli e Gestione ATC Torino
Alloggi ERP – Proprietà e Gestione Comune Rivoli
Alloggi da Convenzioni Edilizie tra Comune Rivoli e Imprese
Alloggi ATC in Locaz. al Comune di Rivoli per Emergenza
Abitativa
Totale
Numero
599
14
51
16
4
%
87,6
2,1
7,5
2,2
0,6
684
100
Domande Alloggi E.R.P.:
Bando 2007 - 2012
Bando in corso (2011)
In graduatoria 221
Rich. Soddisfatte 33
Numero Richieste 312
Richieste ammesse 248
Rich. Soddisfatte 8
Rinunce 10
Situazione degli sfratti:
Anno
N. Sfratti
N. Assegnazioni
Spese sistem. €
Contributi €
2009
9
16
50.639
8.520
2010
14
15
59.214
13.005
2011
24
41
90.282
11.661
2012
6
11
54.271
9.467
Se si confrontano i dati delle Tabelle precedenti, emerge un quadro chiaro, secondo il
quale ad una stazionarietà relativa al Sostegno alla Locazione, fa da contropartita una
situazione di disagio rispetto alle richieste di alloggi ERP, sintomatica della debolezza di una
certa fascia sociale alla quale non risulta sufficiente il semplice contributo/sostegno.
L’obiettivo da porsi sarà, quindi, quello di differenziare l’offerta del mercato
immobiliare abitativo (acquisto e/o locazione) in modo tale da soddisfare la domanda di
abitazioni ad un costo adeguato alla capacità di spesa di ogni singola categoria o nucleo
familiare.
Le azioni pubbliche intraprese sono state fortemente limitate da alcuni fattori: le
difficoltà di bilancio del Comune e della Regione, che impediscono anche l'avvio di azioni già
programmate, la indisponibilità di aree su cui avviare la realizzazione di nuovi alloggi.
L’Immobiliare sociale comunale (LO.C.A.RE.)
La Città di Rivoli ha aderito, anche per il corrente anno, al progetto LO.C.A.RE.
(Locazioni convenzionate, assistite, residenziali) che, operando come immobiliare pubblica,
cerca di favorire l'incontro tra domanda ed offerta sul mercato privato della locazione.
20
I risultati sin qui conseguiti sono però ad oggi molto limitati, infatti solo poche
famiglie in condizioni di emergenza abitativa hanno trovato casa attraverso LO.C.A.RE.
L’incremento del patrimonio di erps
In considerazione dell'ormai esaurito numero di aree di proprietà pubblica che il PRGC
di Rivoli destina a insediamenti di edilizia agevolata e sovvenzionata, l’Amministrazione ha
lanciato un bando per l’acquisto, nel mese di febbraio 2012, per un importo di 400.000 Euro,
che però è andato deserto.
L'amministrazione inoltre sta individuando alcune aree di proprietà, destinate a servizi,
passibili di accogliere insediamenti, di dimensione contenute, di edilizia residenziale pubblica.
Per quanto riguarda gli interventi ATC, nel 2012 sono stati assegnati 27 alloggi costruiti
in via Orbassano e sono in via di completamento i 20 alloggi di via Pasubio.
I “condomini solidali”
In passato l’Amministrazione di Rivoli ha cercato di affrontare le necessità specifiche
dei cittadini anziani anche dal punto di vista abitativo per non incrementare forzosamente le
domande di trasferimento in residenze protette o R.S.A., quando non volute o non necessarie.
E' stato individuato un complesso edilizio di proprietà comunale, fortemente degradato
ed in stato di abbandono, in corrispondenza dei vecchi magazzini comunali, in via Orsiera,
finanziato con le risorse del secondo biennio del Programma Casa Regionale per un totale di n.
23 alloggi e attuato da ATC. Il progetto è stato approvato dagli uffici comunali, si è
proceduto alla firma della convenzione per l’assegnazione dell’area con ATC che è però ancora
in attesa del finanziamento regionale.
Si intende realizzare un piccolo condominio, prevalentemente dedicato ad anziani, che
veda la possibilità di fornire servizi domiciliari differenziati a seconda dei bisogni, attraverso
la modalità del ”buon vicinato” da parte di adulti, madri single, uomini separati o giovani che
possono risiedere nel condominio stesso.
Tale intervento sarà, tra l'altro, sinergico all'articolato programma di riqualificazione
dell'intera zona, che la Città ha da tempo promosso, attraverso il Piano-programma 10.000
alloggi per il 2012.
Interventi di edilizia residenziale convenzionata
Negli ultimi anni hanno riguardato i finanziamenti relativi ai bandi dell'8° Programma di
Edilizia Agevolata, delle economie dell'8° Programma di Edilizia Agevolata, del Programma
Ministeriale "20.000 alloggi in affitto" e dei programmi di cui all'art. 9 della Legge 493/93,
del Programma Casa Regionale "10.000 alloggi entro il 2012".
La situazione degli ultimi anni è la seguente:
Risultano completati 18 alloggi della coop. Di Vittorio in strada Maiasco, 3 alloggi della
coop. San Pancrazio sempre in strada Maiasco, mentre è stato approvato il PEC per la
realizzazione di altri 56 alloggi della stessa coop. San Pancrazio.
Le Forze dell'Ordine hanno ottenuto l'assegnazione del lotto di via Orsiera, per la
21
realizzazione di 25 alloggi.
Promozione di progetti di Housing sociale
E' necessaria la promozione di iniziative immobiliari ove, a fronte di un parziale apporto
di equity di origine pubblica, convergano apporti finanziari e gestionali di soggetti privati,
prevedendo a favore degli stessi la necessaria e congrua remunerazione.
Il problema che viene posto alla discussione della revisione del PRG del Comune di Rivoli
è l’individuazione e il reperimento di nuove aree da destinare.
Si sta procedendo in tal senso, procedendo contestualmente alla aggregazione di lotti
che di volta in volta vengono dismessi da operatori privati per l’attuazione di piani esecutivi
convenzionati.
Nel corso del 2013 verranno avviate le procedure di bando per alcune delle aree
individuate, e di immobili attualmente in disuso (sede ex coop, Oltre).
L’obbiettivo è fornire abitazioni adeguate alle categorie di cittadini particolarmente
fragili di fronte al mercato immobiliare specifico della nostra città: giovani coppie, adulti
single con figli ecc.
Residenze collettive di carattere sociale , convivenze temporanee, servizi di prima
accoglienza.
Il Comune di Rivoli sta valutando la possibilità di ristrutturare l’immobile ex mensa
Elcat, situato accanto al Palazzo Civico.
La ristrutturazione consentirebbe di dare un’adeguata sistemazione a servizi di bassa
soglia: la mensa sociale, gestita da un’associazione di volontariato del territorio, attualmente
in locali comunali insufficienti al suo sviluppo e non dotati di cucina e di spazi di socializzazione
(vedi scheda relativa), le docce e un servizio di lavanderia.
Potrebbe essere previsto anche un piccolo dormitorio ( 8-12 posti massimo sono
sufficienti per la nostra città), anch’esso da gestire in collaborazione con il volontariato
cittadino.
Da qualche anno il CISA ha iniziato a proporre, in alloggi reperiti nel mercato privato,
esperienze di convivenza di uomini in condizione di difficoltà socioeconomica e famigliare,
privi di abitazione stabile, conosciuti dai servizi sociali che sono in grado, quindi, di valutare la
loro compatibilità ad una convivenza: alle persone viene chiesto di provvedere con autonomia
alla gestione della casa, di versare un contributo per le spese in proporzione al reddito, in un
percorso di autonomia di vita concordato con i servizi.
Le due esperienze finora realizzate proseguono con buoni risultati e con totale
autonomia delle persone residenti, una da più di 4 anni, la seconda da più di 1 anno (vedi
schede).
In una struttura pubblica, recentemente riconvertita, si sono invece ricavate 4 camere,
ciascuna con bagno, e con cucina e soggiorno comuni, come residenza temporanea di famiglie
con figli in situazioni di difficoltà o di emergenza abitativa.
22
La convivenza temporanea è attiva dal novembre 2012: è da notare che due delle
situazioni finora ospitate sono di famiglie che lavorano, una delle quali ha dovuto vendere l’
alloggio in cui abitava perché, per una grave crisi lavorativa, non era più in grado di sostenere i
costi del mutuo.
Fondo immobiliare etico di tipo chiuso riservato ad investitori qualificati
Nell'ambito della sperimentazione di innovative modalità di realizzazione dell'housing
sociale, è cosa opportuna avviare una verifica, con Fondazioni bancarie e grandi investitori
istituzionali e non, sulla sussistenza delle condizioni per aderire ad un fondo immobiliare etico
di tipo chiuso, riservato a investitori qualificati.
Nel caso di costituzione di detto fondo, alle quote sottoscritte da investitori qualificati,
si potrebbe assommare l'apporto, da parte del Comune, delle aree a verde pubblico ed a
servizi pubblici, acquisite o di prossima acquisizione al patrimonio pubblico e nelle quali sia
ipotizzabile la realizzazione di edilizia sociale
Gli alloggi realizzati dovrebbero essere destinati alla locazione permanente a canone
convenzionato ed il rendimento conseguito dovrebbe essere competitivo con gli investimenti a
basso rischio.
Linee-guida per la revisione del PRG per l'individuazione di aree per interventi di edilizia
sociale:
Vengono sinteticamente ripresi i punti emersi in sede di discussione delle linee-guida
della pianificazione urbanistica che l'Amministrazione di Rivoli intende adottare:
•
Individuare nuove aree da destinare all’Edilizia Sovvenzionata/Convenzionata ed
all’ERP;
•
-Integrare le previsioni di Edilizia Sovvenzionata/Convenzionata ed eventualmente
ERP all’interno dei più rilevanti interventi Edilizi di iniziativa del Privato;
• -Individuare previsioni normative, che all’interno degli interventi di Edilizia
Sovvenzionata, Convenzionata ed ERP, privilegino la realizzazione di cellule abitative
di “piccole dimensioni”, che conseguentemente hanno costi più accessibili .
Rendere disponibili immobili in disuso o lotti destinati a servizi, ad interventi di ERP , di
Housing Sociale e per convivenze a carattere sociale e per differenziare l’offerta di soluzioni
abitative per disabili in situazione di parziale autonomia, ad ampliamento di quanto già
realizzato (vedi schede).
Emergenza abitativa
(dall’Assessorato alla Casa)
Il 4 gennaio 2012, a seguito approvazione con D.P.G.R. 4/10/2011 dei relativi
regolamenti di attuazione, è entrata in vigore la legge regionale 17/02/2010 n.3
“Norme in materia di edilizia sociale”
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Tale aggiornamento normativo ha comportato l’approvazione del nuovo “Regolamento
per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica e per la concessione di
benefici alternativi e temporanei a nuclei familiari in situazione di emergenza
abitativa” (D.C.C. n. 54 del 31/05/2012) per renderlo conforme alle nuove disposizioni
regionali.
Commissione Emergenza Abitativa :
La Commissione (composta da un rappresentante delle associazioni di volontariato, un
rappresentante dei sindacati inquilini, un rappresentante del CISA e dalla Dirigente
della Direzione Servizi alla Persona) si è riunisce periodicamente – sulla base delle
domande di Emergenza Abitativa presentate e sulla programmazione degli sfratti per discutere casi di emergenza abitativa (mediamente 4/6 casi per seduta); nell’anno
2012 la Commissione si è riunita 4 volte.
La valutazione collegiale permette di verificare la corrispondenza dei requisiti previsti
dal Regolamento Emergenza Abitativa con le specifiche situazioni presentate dai
richiedenti e proporre quindi soluzioni in ordine ad assegnazione di alloggi di risulta
resisi disponibili, ad eventuali sistemazioni di nuclei presso strutture recettizie in
attesa dell’assegnazione o ad erogazione di contributi con la finalità di sospendere
l’esecuzione degli sfratti in attesa di risorse disponibili. Di ogni riunione viene
redatto verbale delle decisioni.
Assegnazioni:
Dal 4 aprile 2012 è vigente la graduatoria definitiva del Bando di concorso per
l’assegnazione di alloggi edilizia residenziale pubblica di risulta e di eventuale nuova
costruzione emesso il 27/04/2011. Al 31/12/12, gli alloggi assegnati a nuclei inseriti
nella graduatoria del Bando sono 8.
Pur con il costante monitoraggio delle assegnazioni sopra descritte, non è stato
possibile - per poter far fronte alle situazioni più gravi da emergenza abitativa rispettare la percentuale obbligatoria prevista dalla Legge Regionale, suddivisa fra
casi di emergenza abitativa (50%) e casi da graduatoria (50%); vi è un divario di 2
assegnazioni in più all’emergenza abitativa; tale differenza dovrà essere recuperata
durante l’anno 2013.
Censimento:
Dal mese di giugno è stato avviato il censimento della condizione socio-economica – ai
sensi della L.R. dei nuclei occupanti i 52 alloggi di Edilizia Sociale di proprietà
comunale; nonché la rilevazione delle caratteristiche tecniche degli alloggi per
verificare la permanenza o meno dei requisiti per la prosecuzione dell’assegnazione e
24
l’aggiornamento del canone rispetto alle eventuali variazioni di reddito/composizione
del nucleo e rispetto alle caratteristiche degli alloggi così come definite dalla nuova
normativa regionale. Attualmente il canone di affitto medio mensile è pari ad 82 euro.
Si è rilevato che 47 dei 52 nuclei hanno il requisito di permanenza nell’abitazione
poiché possessori di ISEE inferiore a 40.000 euro (il doppio del limite di accesso
all’Edilizia Sociale); i nuclei mancanti sono oggetto di accertamenti per irreperibilità.
Ricevimento pubblico e data base:
A partire da quest’anno si è istituito ed è in continuo aggiornamento un data base in
cui viene inserita ogni persona che si rivolga all’ufficio per la prima volta (segnalazione
di difficoltà o richiesta di informazioni ) o che sia interessata da un procedimento in
corso (censimento socio-economico, sfratto, assegnazione, bandi vari, convocazione
per pratiche ATC, ecc….); tale raccolta dati consente di avere un quadro completo di
conoscenza sull’utenza e sui procedimenti che li riguardano, oltre alla possibilità
d’essere confrontato con raccolte dati dell’ufficio lavoro e dell’ufficio istruzione per
monitorare le situazioni di difficoltà dichiarate.
Attualmente le persone inserite in data base (che quindi nell’ultimo anno sono state
interessate da qualche procedimento o primo contatto) sono 220. E’ da tenere
presente che il numero delle persone inserite non è rappresentativo del numero di
contatti che ogni persona ha con l’ufficio (ad es., per una pratica di emergenza
abitativa che si chiude con l’assegnazione, la persona si presenta in ufficio almeno 4/5
volte; per una pratica di censimento socio-economico o convocazione ATC, almeno 2
volte; ecc.). Quindi, al fine di quantificare il numero di contatti, nel mese di luglio sono
stati sistematicamente rilevati e l’esito è che tutte le settimane 12/15 persone si
rivolgono all’ufficio.
Sostegno alla locazione:
Sono stati liquidati i contributi per il sostegno alla locazione relativo al bando emesso
il 1° febbraio 2012 per gli affitti pagati nell’anno 2010. La Regione Piemonte ha inviato
il 39,34% del fabbisogno richiesto di euro 508.693,68, quindi Euro 200.148,69.
Spese per sistemazioni temporanee:
L’Amministrazione Comunale sta ampliando le proprie azioni nei confronti dei
proprietari proponendo il rinvio dell’esecuzione degli sfratti e sostenendo i cittadini
soprattutto in situazioni di morosità incolpevole per attendere la disponibilità di
alloggi di Edilizia Sociale senza dover ricorrere a strutture alberghiere dove ospitare
le famiglie, evitando così costi maggiori per l’Amministrazione e disagi alle famiglie in
maggiori difficoltà.
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Nella tabella il consuntivo delle spese affrontate dal Comune di Rivoli, a titolo vario,
nel settore.
Spese per Emergenza Abitativa : consuntivi ultimi 5 anni per richiesta Assessore Sozza
consunt.
2008
spese sistemazioni
temporanee sfrattati
pubblicità Locare
trasferimento ATC
morosità incolpevole
trasferimento ATC
morosità colpevole
incentivi accesso
locazione
fondo garanzia
sostegno locazione
rimborso comune
torino Locare
consunt. consunt. consunt. consunt.
Note
2009
2010
2011
2012
59.961
50.638
59.213
90.282
0
0
0
500
25.000
27.900
0
45.316
133
Nota: la competenza 2012
è pari solo ad Euro 44,460.
La restante somma (€
125.865
81,405) si riferisce ad
annualità precedenti (2009
2010)
14.694
29.070
29.070
24.070
20.070
20.070
1.454
1.454
5.310
1.500
1.500
1.000
1.000
1.000
1.000
1.000
Tale importo comprende
sia le spese riconosciute
ad ATC per la gestione
che le morosità canoni ed
21.141
utenze degli assegnatari.
Tale importo rappresenta il
saldo delle gestioni 20092010-2011.
trasferimento ATC
convenz. Via
Montelimar
contributi sostegno
locazione e morosità
incolpevole
Nel 2011 hanno
rappresentato una spesa
ingente poiché è stata più
volte prorogata la data di
54.271 consegna degli alloggi di
Via Orbassano e molti
nuclei sono stati oggetto di
ospitalità temporanee per
molto tempo.
1.600
8.520
13.005
11.661
118.085
118.582
102.598
170.329
26
Tali contributi si riferiscono
alle proroghe degli sfratti
che richiediamo ai
proprietari al fine di
lasciare le persone nelle
22.719
loro case, risparmiando
cosi' risorse per ospitalità
alberghiere, in attesa di
assegnazione alloggi
Edilizia Sociale.
261.393
POLITICHE ATTIVE PER IL LAVORO
La gravità della recessione economica, che ha investito il nostro territorio a partire dal
2008, ha determinato fenomeni di progressive chiusure aziendali, nel caso di piccole e medie
imprese, e di avvio di procedure di mobilità e cassa integrazione, nel caso di aziende più
grandi, con il conseguente rapido incremento del numero di persone disoccupate e
immediatamente disponibili al lavoro; tali lavoratori, in molti casi in possesso di un’esperienza
pluriennale all’interno di una stessa azienda, si sono ritrovati di fatto con un reddito
significativamente diminuito, al punto tale da non poter più mantenere il tenore di vita
precedente alla perdita del lavoro, rischio particolarmente grave in presenza di carichi
familiari.
Particolarmente problematica, in questo contesto, è diventata la situazione dei giovani
che faticano sempre di più ad inserirsi nel mercato del lavoro: il fenomeno della precarietà
giovanile, caratterizzato spesso da carriere lavorative discontinue, con conseguente
discontinuità di reddito, determina l’esigenza di una permanenza prolungata (42% dei giovani
tra i 25 e i 34 anni) nella famiglia d’origine, che si trova a dover sostenere anche
economicamente questa difficile transizione scuola-lavoro.
Il perdurare di tale crisi e la difficoltà di una reale ripresa economica impediscono
inoltre il riassorbimento nel mercato del lavoro di coloro che ne sono fuoriusciti, amplificando
il fenomeno della disoccupazione di lunga durata; oltre ad una perdita di qualificazione delle
competenze acquisite dal lavoratore, vi è anche in questi casi un progressivo allontanamento
dalle più attuali esigenze del mercato del lavoro e una crescente esposizione al rischio di
esclusione sociale, legato anche alla perdita di motivazione e al rischio di cadere in
depressione. La povertà che in molti casi si associa a tali situazioni in cui non vengono
percepiti redditi e non si ha più accesso agli ammortizzatori sociali, determina spesso
l’esigenza di rivolgersi ai Servizi Sociali e all’Ufficio Casa del Comune a causa di sfratti dovuti
a morosità.
In tale contesto, e nella costante ricerca di strumenti che si adattino al mutare della
situazione socio-economica, a partire dal 2007-2008, le politiche attive del lavoro del Comune
di Rivoli sono state volte a promuovere diversi progetti (Over45-Job Club, Giovani&Lavoro
Job Club per Cantieri di Lavoro, Ricerco&Lavoro) caratterizzati dalla metodologia del job
club, quale strumento di counseling orientativo di gruppo per promuovere la ricerca attiva del
lavoro, favorire una maggiore consapevolezza professionale rispetto alle esigenze del mercato
produttivo, fornire strategie e strumenti mirati alla realizzazione di un proprio progetto
professionale.
A partire dal 2011 tali esperienze sono state poi riunite nel progetto “Rivoli&Lavoro”, nel
tentativo di superare la logica di progettazioni rivolte a specifici target di disoccupati (giovani
18-25enni, over45, ex-cantieristi, ecc.), per cercare di dare una risposta più diffusa e più
estesa, a fronte dell’ingresso nello stato di disoccupazione di persone che in un diverso
contesto socio-economico erano in possesso di adeguati strumenti (e/o di un’efficiente rete
informale) per la ricerca di nuove opportunità lavorative.
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Nel limite delle risorse di anno in anno stanziate dal Comune di Rivoli è possibile inoltre
prevedere, in alcuni casi, anche un eventuale sbocco in tirocinio finanziato con una borsa
lavoro di 400 euro al mese per 3 mesi, per favorire il reinserimento nel mercato del lavoro di
persone adulte che ne sono fuoriuscite da tempo o che intendono provare a sperimentarsi in
un nuovo settore professionale o che, non sono in grado, da sole, a crearsi reali opportunità
lavorative.
Per i giovani, nella fascia di età 18 – 27 anni, vengono attivati, invece, specifici moduli: i
ragazzi vengono coinvolti in un percorso di costruzione del proprio progetto
formativo/professionale attraverso un primo momento di formazione e valutazione delle
caratteristiche e propensioni personali e un secondo momento dedicato all’individuazione del
percorso di tirocinio e/o di formazione più adeguato alle proprie aspettative.
Nel 2012 sono stati attivati 20 tirocini per gli adulti e 16 per i giovani.
Costante è l’impegno del Comune di Rivoli nella promozione dei “Cantieri di Lavoro”, ai
sensi della Legge Regionale n. 34/2008 – art 32 – del 22/12/08, utilizzando, a partire
dall’anno 2011, unicamente la formula part-time (25 ore settimanali per 10 - 11 mesi) al fine di
dare una risposta prolungata nel tempo alle persone maggiormente in difficoltà a reinserirsi
nel mondo del lavoro, coinvolgendo n. 23 persone nell’annualità 2011-2012 e n. 9 nell’annualità
2012-2013.
Accanto a tali iniziative di politica attiva del lavoro il Comune di Rivoli ha anche aderito
a progetti di sostegno al reddito in collaborazione con altri enti:
- all’interno del programma “Azioni di contrasto alla crisi del Mercato del lavoro” co–
finanziato dalla provincia di Torino “1 Euro per Abitante”-“Pratico” sono state prese in carico,
n. 46 persone residenti a Rivoli nell’anno 2011 e n. 48 nell’anno 2012, che hanno partecipato, a
seguito di colloquio individuale allo sportello di accoglienza del progetto “Rivoli&Lavoro”, ad
azioni di job club presso il Patto Territoriale Zona Ovest e hanno ricevuto un sostegno al
reddito di 530 euro per 3 mesi;
- a seguito del finanziamento erogato da Compagnia di San Paolo nell’ambito del progetto
“Reciproca Solidarietà e Lavoro Accessorio” finalizzato a coinvolgere i cittadini colpiti dalla
crisi in attività retribuite promosse da enti senza fini di lucro attraverso lo strumento del
voucher per il lavoro accessorio, a seguito dell’approvazione, da parte del Comune di Rivoli, dei
progetti proposti dalle associazioni del territorio, sono stati coinvolti n. 31 lavoratori nel 2011
e n. 43 nel 2012, quali prestatori di lavoro accessorio nell’ambito di tali progetti.
Nell’anno 2012, inoltre, lo stesso Comune di Rivoli, stanziando ulteriori fondi, si è servito
dello strumento del voucher, destinandolo a n. 16 disoccupati, disponibili a prestare lavoro
occasionale di tipo accessorio presso i servizi comunali per un periodo circa tre mesi.
A questi interventi vanno aggiunti i tirocini attivati dal CISA per le persone adulte in
difficoltà, tirocini che sono stati 13 nel 2010 e che hanno dato origine a 4 assunzioni, 12 nel
2011 con 6 assunzioni e 5 nel 2012 con 2 assunzioni.
Il CISA ha inoltre utilizzato i vuocher per il lavoro accessorio, sia all’interno del
progetto della Compagnia di S. Paolo che con fondi propri per sostenere l’autonomia economica
delle persone attraverso progetti di utilità sociale: 1 progetto nel 2010, 12 progetti nel
2011 e 14 progetti nel 2012 (vedi schede).
28
IL RAPPORTO CON I PRIVATI
Si sta consolidando l’abitudine ad una buona collaborazione soprattutto tra il CISA e le
realtà associative più attente ai problemi sociali dei tre Comuni, sia nella collaborazione nei
confronti delle singole persone seguite, sia soprattutto nella definizione di progetti comuni
e nella collaborazione a progetti di iniziativa dei singoli Enti.
Il bando della Provincia che finanzia i progetti delle associazioni di volontariato è stato
un ottimo banco di prova per testare questa capacità collettiva.
Il coordinamento richiesto al CISA ha permesso di verificare non solo che i progetti
raccoglievano problemi e priorità emerse nei tavoli tematici, ma che anche la scelta dei
beneficiari dei progetti era occasione di scambio di informazioni e di confronto perché non ci
fossero sovrapposizioni o al contrario venissero trascurate situazioni particolarmente isolate.
Per coerenza con il valore attribuito ai progetti presentati, ma soprattutto alla
collaborazione concreta con le associazioni di volontariato, poiché nel 2012 il contributo
della Provincia non riusciva a coprire tutto il budget necessario, il Consorzio ha scelto di
effettuare alcune variazioni di bilancio per finanziare con risorse proprie la parte mancante
alla completa realizzazione dei progetti.
In questi anni è anche aumentata la partecipazione a bandi per il finanziamento di
progetti di carattere sociale da parte di Fondazioni private, sia da parte del Comune di Rivoli
che da parte del CISA e la partnership del CISA a progetti presentati da varie associazioni.
Oltre al bando della Compagnia S. Paolo per il sostegno al reddito attraverso il progetto
“Reciproca solidarietà e lavoro accessorio”, ricordiamo, per la sua rilevanza, l’approvazione del
progetto del CISA relativo all’apertura del Centro per le famiglie da parte della Compagnia S.
Paolo che ha finanziato interamente i lavori di ristrutturazione dei locali comunali concessi a
questo scopo.
La capacità di coinvolgere i privati, di intercettare risorse con progetti chiaramente
finalizzati, documentati e credibili è fondamentale per consentire lo sviluppo degli interventi
anche in momenti di contenimento delle risorse come quello attuale e va quindi ulteriormente
incentivata, anche attraverso piccole iniziative che oltre al contributo economico diventano
anche occasioni di sensibilizzazione sociale (es: i concerti offerti da due associazioni per
finanziare l’ adeguamento dei locali per l’emergenza abitativa di famiglie con bambini a “Casa
Capello”).
Così come va migliorata e consolidata l’esperienza del CISA di coinvolgere singoli
cittadini che non fanno capo ad associazioni specifiche, ma sono disponibili a mettere a
disposizione le loro esperienze e capacità in varie attività di volontariato a sostegno di servizi
e iniziative sociali (es. i volontari “qualificati” che si occupano dell’accoglienza, della segreteria
e di alcuni servizi del Centro per le famiglie, che gestiscono alcuni laboratori del progetto
“Sbocciati”, che hanno collaborato al corso di formazione-informazione sull’ Alzheimer ecc..).
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I PROBLEMI E LE PRIORITÀ EMERSE DAI TAVOLI
TAVOLO ADULTI
Partecipanti
Maseri Raffaella coordinatore tavolo
Nino Flesia
Suor Pavanello Teresita
Sabrina Gargioli
Fulvia Gallo
Baricco Giulio
Maria Teresa Barotto
Maria Pia Barro
Don Giovanni Isonni
Guido Allice
Gruppo di volontariato Vicenziano
Meotto Margherita
Costa Amelia
Luciana Monte
Daniela Paternostro
COMUNE DI RIVOLI
Ser.T ASL TO 3
SALOTTO & FIORITO
CISA
CPI di RIVOLI
COOP. IL SOLE CHE RIDE
CAV MOVIMENTO PER LA VITA
G.V.V.S. San Martino - S.M. della Stella
Parrocchia S.Martino- S.Maria della Stella
CENTRO D'ASCOLTO
CISA
COMUNE DI RIVOLI
ASL TO 3 SERT
COMUNE DI RIVOLI
Le priorità individuate rappresentano bene la sintesi del lavoro fatto dal Tavolo adulti
nel periodo dal giugno 2010 ad oggi.
Durante i lavori abbiamo avuto modo di notare, con stupore, come la crisi che il paese
vive maggiormente adesso, ma che già era presente e avvertibile all’inizio del lavoro, non abbia
stravolto le considerazioni emerse nel tavolo. Certo ha, per esempio, reso più importante la
necessità di un aumento del numero di alloggi di edilizia pubblica, non ha però aggiunto nuovi
bisogni. Semmai, la crisi ha ampliato il bacino degli aventi bisogno, inglobando in questo anche
le persone fino ad allora considerate appartenenti al “ceto medio” e che, con la crisi, si
distanziano sempre meno, o spesso per nulla, dai bisogni di chi era considerato “povero”.
Nel precedente Piano di zona, i bisogni relativi al lavoro e alla casa, rappresentavano la
“base” delle priorità sulle quali i partecipanti ritenevano appunto necessario e prioritario
intervenire.
Si citavano già la precarietà dei giovani e le difficoltà del sistema imprese che in un
mercato sempre più competitivo incontravano grosse difficoltà, come due dei problemi ai quali
bisognava far fronte.
Se già in passato si iniziava ad intravedere il fenomeno delle “nuove povertà”, negli ultimi
anni nel nostro territorio, caratterizzato da un tessuto produttivo di aziende medio-piccole
dell’indotto auto, la crisi è intervenuta con durezza ed è peggiorata la situazione socio
occupazionale ed economica anche di quella fascia di cittadini prima garantita, come
dimostrano unanimemente i dati relativi alle caratteristiche dei cittadini che si presentano ai
servizi pubblici e alle associazioni di volontariato.
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Una richiesta forte che proveniva dai partecipanti e che peraltro continua ad essere
messa in primo piano da tutti i gruppi di lavoro, indipendentemente dalla categoria di persone
cui fanno riferimento, è quella di avere un maggiore coordinamento tra gli Enti.
Ritengo che il pensiero che sottostà a questa richiesta sia la percezione dei componenti
il gruppo, di una notevole difficoltà che gli Enti hanno avuto nel dialogare e collaborare tra
loro. Talvolta questa sensazione è stata esplicitata dai componenti le associazioni di
volontariato, dai rappresentanti delle Parrocchie. Spesso infatti, si sono anche “candidati” a
far da “mediatori” in particolare nelle relazioni con la sanità, talvolta vissuta, a loro stesso
dire, come assente e/o non collaborante.
Quanto detto e l’’input dato al gruppo di lavoro sempre più rivolto a pensare, inventare e
sperimentare progetti/risposte a costo zero o quasi, ha probabilmente favorito la riconferma
della necessità/richiesta di creare un tavolo di confronto e coordinamento permanente.
Penso che il gruppo di lavoro veda nel coordinarsi e confrontarsi in modo continuativo di
tutti gli operatori/enti interessati, non quindi con modalità “a spot” o “all’occorrenza per
qualche emergenza”, la possibilità reale di programmare interventi coordinati anche con il
volontariato dove ognuno mette la propria specificità sia essa competenza, professionalità,
disponibilità, tempo…
Nessuno dei componenti il tavolo di lavoro, forse anche a fronte dell’esperienza fatta,
vede la formalizzazione di un tavolo permanente come una perdita di tempo e/o di senso
oppure –seppur necessario e importante- un mero momento di scambio informazioni.
Il gruppo immagina il tavolo permanente con la presenza, anch’essa costante, del/dei
politici di riferimento affinchè condividano e quindi meglio possano comprendere il percorso
compiuto dal gruppo di lavoro stesso e possano, da subito, mettere la loro visione, la loro
parte di sfaccettatura al fine di avere una immagine il più completa possibile dei diversi punti
di vista.
In questa richiesta, personalmente, individuo contemporaneamente un punto di forza e
una criticità. Molta attenzione dovrà, a parer mio, essere posta nel limitare il più possibile
(meglio se del tutto) la parte rivendicativa che, fisiologicamente, può emergere nei confronti
di un decisore.
Credo inoltre sia importante la “teoria” che farà da sfondo a questi gruppi, se
nasceranno.
La mia esperienza mi porta a immaginare gruppi di lavoro che per tipologia di
partecipanti, diversità di ruoli, diversità di linguaggi ma anche e soprattutto per obiettivi
comuni, potrebbero collocarsi a “scavalco” dei gruppi di progettazione partecipata e della open
space technology (per questo importante la presenza del decisore)
Molto importante risulterà essere la capacità di fare autovalutazione delle azioni che
spesso sono attuate direttamente dai componenti il tavolo. Senza questo, a parer mio
necessario passaggio, diventerebbe ancor più difficile, prima ancora di pensare ad
azioni/progetti nuovi, sapere/capire quali azioni vale la pena di riproporre perché rivelatesi
efficaci.
31
SINTESI DELLE PRIORITA’ DEL TAVOLO
Legenda:
Sono scritti in rosso i problemi
per cui è necessario ancora predisporre soluzioni
significative
Sono scritti in blu gli interventi per cui sono già in atto servizi e progetti ( è annotata
l’eventuale necessità di un ulteriore potenziamento)
Bando P.V. : Progetti finanziati parzialmente attraverso il Bando Provinciale sul Volontariato
Maggior coordinamento tra gli Enti.
Forte incidenza dei costi relativi all’abitazione nel comune di rivoli: necessita’ di interventi
strutturali per aumentare gli alloggi di edilizia pubblica o privata accessibili anche a giovani
coppie e famiglie con redditi medio/bassi.
Necessità di soluzioni differenziate per l’emergenza abitativa.
Interventi integrati sulle “nuove povertà”. Bando P.V.
Soluzione definitiva e idonea per i servizi di prima accoglienza, soprattutto per la mensa
sociale.
In atto parzialmente, da migliorare. Bando P.V.
Maggior coordinamento degli interventi relativi al settore lavoro.
Raccolta sistematica dei dati e successiva riflessione integrata rispetto ai problemi della casa
e del lavoro.
Tavolo permanente di confronto e coordinamento.
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TAVOLO ANZIANI
Partecipanti
Dominici Lucia coordinatore tavolo
Serafina Noto
Silvia Matera
Sabrina Gargioli
Anna Maria Frattaroli
Catia Lomopo Marina Manenti
Anna Adamante
Giulio Baricco
Marco Miscioscia Magda Giolitti
Simonetta Massola
M.Antonia Dall'Anese
Giulio Imperiali Maria Chiatto
Giovanni Santarelli
Antonio Bolognesi
Gilberto Mori
Carlo Mianulli
Giiulio Mibelli
Maresa Tosco
Michele Ciminale
Teodoro De Angelis
SALOTTO & FIORITO
AUSER
CISA
CPI di RIVOLI
A.M.A.
C.S.D.A
RICOMINCIARE INSIEME
EASYHOME.IT
RIABILITA'
VOL. VINCENZIANO S.BERNARDO
SEA
AVULSS
SPI CGIL
FNP CISL
UILP Rivoli
SPI CGIL
COOPERATIVA IDEA
ASL TO3
COOP IL MARGINE
Il Tavolo Anziani si è riunito con puntualità e partecipazione: molti componenti del Tavolo
avevano già partecipato ai lavori precedenti e tutti hanno concordemente sottolineato
l’importanza del modello partecipativo e del lavoro di rete, auspicando che le proposte emerse
si potessero poi concretizzare in interventi operativi.
Alcuni temi trattati hanno evidenziato l’analogia con le problematiche di altri tavoli
come ad esempio la scarsa fruibilità del territorio e degli spazi di vita (vedi tavolo disabili) e
si è accolta molto favorevolmente la disponibilità da parte di professionisti a titolo volontario
di fornire consulenze per l’organizzazione della casa e l’uso degli ausili di fronte ad un calo
nell’autonomia degli anziani.
Inoltre è stata molto apprezzata la disponibilità da parte dell’ASL di analizzare le
procedure burocratiche di accesso ai servizi per semplificarle, anche se le procedure sono in
genere determinate da provvedimenti regionali che non sembrano, purtroppo, andare verso
questa direzione.
Sono emersi come particolarmente significativi i seguenti punti di discussione e ipotesi
di lavoro:
33
SPORTELLO UNICO (PUA Punto Unico di Accesso):
-
-
-
renderlo un punto riconosciuto da tutti (enti, professionisti, volontari, utenti, )
ampliarne l’attività e le competenze perchè diventi un punto di riferimento per la
circolazione delle informazioni ed eviti davvero che i cittadini debbano rivolgersi a
varie sedi ed uffici per l’espletamento di procedure anche collegate ( es: invalidità
civile e richiesta UVG)
garantire il passaggio in tempo reale tra l’ASL e il PUA delle informazioni soprattutto
relative alle liste di attesa per poter fornire ai cittadini risposte aggiornate sulla loro
situazione
elaborare, anche attraverso la partecipazione dei vari componenti il Tavolo, un
vademecum che riassuma i servizi forniti dagli Enti e dalle associazioni di
volontariato con indirizzi e procedure, da distribuire ai fruitori dello sportello e a
quanti interessati
RESIDENZIALITA’:
-
-
-
proposta di un unico budget di distretto per la non autosufficienza da utilizzare in
base alle esigenze e priorità locali senza distinzione d’uso tra residenzialità e
domiciliarità
valutare la reale domanda di residenzialità, gli standard regionali e la disponibilità al
convenzionamento da parte dell’Asl prima di pensare ad ampliare il numero di posti
letto con la costruzione di nuove strutture
rendere disponibili nel nostro territorio un numero maggiore di posti per la continuità
assistenziale, anche attraverso la riconversione a questo scopo di posti esistenti in
alcuni piccoli presidi ospedalieri
TEMATICHE LEGATE ALL’ALZHEIMER:
-
-
-
valorizzare e far conoscere l’attività dell’associazione nata nel territorio per
l’informazione, il sostegno e l’auto mutuo aiuto dei familiari delle persone con
Alzheimer (A.M.A.)
continuare l’esperienza dei corsi di formazione – informazione per care giver promossi
dal CISA e dall’Associazione in collaborazione con altri enti o strutture del territorio
(vedi scheda)
sostenere l’iniziativa dell’Alzheimer Cafè, gestito dall’associazione in collaborazione
con il CISA già dal 2010 (vedi scheda)
favorire la creazione di un centro diurno in zona (ora presente solo a Grugliasco e
Buttigliera) con possibilità di rendere fruibile alcuni servizi anche ai non frequentanti:
(attività infermieristiche, bagno assistito, supporto psicologico ai famigliari, attività di
formazione e aggiornamento per le badanti).
Il problema dell’Alzheimer è stato spesso al centro dell’attenzione del Tavolo per
l’impatto che ha sull’equilibrio della famiglia e sulle difficoltà di gestione dei malati stessi,
oltre che per le conseguenze gravi nella vita delle persone colpite.
34
DOMICILIARITA’ :
-
-
-
-
il consolidamento di una rete articolata di interventi e di servizi domiciliati è stata
considerato la scelta prioritaria per garantire il maggior benessere psico – fisico degli
anziani che preferiscono essere assistiti nel loro contesto di vita
la riduzione delle risorse dedicate agli anziani non autosufficienti a fronte di un
aumento del loro numero, comporta un grave aumento delle liste d’attesa: il Tavolo ha
considerato indispensabile il ripristino del Fondo Nazionale per la non autosufficienza,
la certezza di analoghi fondi regionali, come avviene in altre regioni italiane, nonché la
presenza di fondi sanitari specifici a copertura delle quote sanitarie
è necessario potenziare gli interventi di bassa soglia per le persone a media e bassa
intensità assistenziale e per le persone parzialmente autosufficienti non ancora
valutate dall’UVG, per prevenire il deterioramento delle condizioni individuali e la crisi
della rete familiare di assistenza con l’obbiettivo di evitare o allontanare interventi
più costosi, in situazioni ormai gravemente compromesse
è necessario ridurre l’aumento delle domande di residenzialità non desiderate, ma
causate dal grave affaticamento dei famigliari non sostenuti adeguatamente, in
assenza di interventi domiciliari
Il Tavolo ha sottolineato che il calo degli interventi domiciliari motivato dalla
diminuzione dei fondi nazionali e regionali e dai piani di rientro delle Asl (vedi dati), si
dimostra una misura miope anche dal punto di vista economico, perché la scarsa assistenza
induce o affretta il peggioramento delle condizioni cliniche e appesantisce le difficoltà dei
care giver, imponendo successivamente interventi più onerosi anche per i servizi pubblici.
Contenere la spesa sanitaria è possibile non solo con una maggiore appropriatezza degli
interventi sanitari stessi, ma soprattutto investendo maggiori risorse sugli interventi
domiciliari per evitare o dilazionare il più possibile i ricoveri, ben più costosi.
Ulteriore grave problema evidenziato è quello relativo alle liste d’attesa che per quel
che riguarda la domiciliarità ha raggiunto nel nostro territorio livelli inaccettabili.
RICOVERI DI PERSONE ANZIANE NON AUTOSUFFICIENTI
2009
2010
2011
2012
ricoveri effettivi
ricoveri teorici (PSSR) 2%
lista di attesa
187
256
56
1,46%
187
270
41
1,38%
175
276
69
1,27%
SERVIZI PER LA DOMICILIARITA'
2009
2010
2011
contributi per la domiciliarità
91
101
89
interventi domiciliari
132
83
53
lista di attesa
300
363
388
2012
72
29
390
35
192
260
32
1,48%
SINTESI DELLE PRIORITA’ DEL TAVOLO
Legenda:
Sono scritti in rosso i problemi per cui è necessario ancora predisporre soluzioni
significative
Sono scritti in blu gli interventi per cui sono già in atto servizi e progetti ( è annotata
l’eventuale necessità di un ulteriore potenziamento)
Bando P.V. : Progetti finanziati parzialmente attraverso il Bando Provinciale sul Volontariato
Maggior coordinamento tra gli Enti.
Privilegiare gli interventi di domiciliarita’. parzialmente in atto, da ampliare
Necessità di almeno un centro diurno per persone con Alzheimer e potenziamento delle
informazioni e del sostegno alle famiglie. Bando P.V.
Potenziamento degli interventi di bassa soglia, anche diretti ad anziani autosufficienti o
parzialmente autosufficienti.
Parzialmente in atto, da potenziare. - bando p.v.
Aumento posti letto per la continuità assistenziale.
Miglior funzionamento del PUA come punto informativo (accoglienza e materiale illustrativo).
In atto, da migliorare.
Tavolo permanente di confronto e coordinamento.
36
TAVOLO MINORI E FAMIGLIA
Partecipanti
Bongiovanni Pierfranca Coordinatore Tavolo
Maseri Raffaella
Amisano Giuliana Dirigente Scolastico
Ruffinatto Luca
Galante Donatella
Butano Concettina
Nino Flesia
Troglia Giovanna
Anselmi Carlo
Manuela Barale
Vignolo Elisa
Cristiana Bellan
Suor Pavanello Teresita
Boeti
IV Circolo Rivoli
COMUNE DI RIVOLI
I.C. MATTEOTTI E LEVI
COOP ATYPICA
COOP. E.T.
ASL TO3
Ser.T ASL TO
ISTITUTO ROMERO
CISA
COOP. ORSO
ENAIP
CISA
SALOTTO & FIORITO
ISTITUTO NATTA
I bisogni e le tendenze rilevate nel lavoro del 2006 non sono mutate in modo
significativo perchè i processi iniziati allora sono ancora in pieno svolgimento e, anzi, i loro
effetti sono sempre più evidenti: la crisi economica e occupazionale ha coinvolto molte
imprese del territorio aumentando il numero di famiglie in forti difficoltà economiche, cresce
il numero dei giovani in cerca di prima occupazione e aumentano i problemi relativi alla
conciliazione dei tempi di vita e di lavoro specie per le donne occupate.
È sempre più evidente dalle testimonianze degli stakeholders e anche dai media
nazionali, che questa difficile situazione economica si accompagna alla progressiva lacerazione
e degenerazione delle relazioni intrafamiliari e alla crescente tensione in quelle tra i genitori
e ogni interlocutore adulto che abbia a che fare con i loro figli: maestre, insegnanti, allenatori
sportivi, educatori, animatori ecc.
La conflittualità intrafamiliare è inoltre una preoccupazione che anima anche i bambini,
che spesso la vivono come l’elemento di vita che più vorrebbero cambiare nella loro
quotidianità.
Dal confronto tra i rappresentanti dei diversi enti e agenzie che hanno partecipato al
Tavolo minori, per quanto riguarda le azioni e i progetti da sviluppare per il prossimo periodo
sono emersi alcuni temi prioritari:
1) Sviluppare
e
promuovere
un’offerta
informativa/formativa
indirizzata
prevalentemente ai neo genitori, che raramente usufruiscono di servizi di sostegno e di
auto-mutuo-aiuto e al massimo accedono a piccoli sostegni economici.
Si ritiene che la fase da “neo genitore ” sia la più indicata a offrire nuovi stimoli anche
con l’obiettivo di prevenire la diffidenza che, spesso per vergogna o paura di mettere
37
in moto meccanismi perversi e disumanizzanti, porta alla decisione di non rivolgersi ai
professionisti pubblici in grado di offrire forme di sostegno e aiuto.
I primi periodi della genitorialità segnano un tempo in cui è presente una maggiore
propensione a partecipare a iniziative formative purchè siano mirate a offrire strumenti
concreti e spazi di confronto sulle difficoltà e gli aspetti critici della genitorialità.
In questa dimensione l’apertura a Rivoli del Centro per le Famiglie offre uno spazio
dedicato che per sua ispirazione si propone aperto alla collaborazione con tutte le realtà del
territorio che si occupano di educazione e famiglia (vedi scheda)
2) La seconda proposta emersa unitariamente dal dibattito è quella di ripristinare uno
spazio di confronto/incontro tra i rappresentanti delle realtà territoriali che si
occupano di minori e famiglie attraverso la costituzione di un “ Tavolo operativo
permanente per le famiglie” per avere uno spazio di confronto e incontro per tutti gli
operatori che possa diventare:
• un punto di riferimento locale per operatori e agenzie,
• uno spazio per la riflessione su eventi e criticità che si presentano nel territorio,
• uno strumento per la rilevazione dei bisogni,
• un aiuto a definire nuovi progetti, anche entrando concretamente in merito alla
destinazione delle risorse locali a favore della famiglia e dei minori.
Il termine “operativo” è stato scelto appositamente per sottolineare che si vuole avere
uno strumento locale per organizzare, coordinare, progettare gli interventi e le azioni, per far
si che le scarse risorse disponibili vengano utilizzate nella maniera migliore: non c’è interesse
da parte degli operatori a discussioni teoriche o valoriali e la ricerca è della massima
concretezza.
Operativo anche perché si ritiene che il bisogno sia di far incontrare gli operatori,
ovvero le persone direttamente impegnate nella gestione dei progetti e dei servizi, piuttosto
che decisori o funzionari che poi hanno scarsi momenti di contatto con le esperienze in corso
vere e proprie.
Per mantenere tali impegni è discriminante che la partecipazione a suddetto tavolo sia
effettivamente rappresentativa delle principali agenzie e realtà del territorio. A tal fine si
può ipotizzare un percorso che partendo dall’adesione delle agenzie che sono state presenti in
questi mesi alla discussione per il PdZ si ponga l’obiettivo di allargare la rappresentanza specie
alle scuole che sono state presenti solo parzialmente.
3) Sostegno alla buona riuscita scolastica e consulenza educativa
Investire sul successo scolastico per contrastare l’abbandono e la dispersione scolastica
attraverso laboratori di potenziamento delle capacità e attività di sostegno extrascolastiche,
anche utilizzando locali adatti in alcune scuole o altri locali pubblici dedicati a ciò. (vedi
scheda)
I progetti, interventi e servizi dedicati ai minori possono ottenere una qualche efficacia
solo se muovono una capacità di riflessione degli adulti sul loro modello educativo, sul tipo di
relazione e sulle modalità di vita che essi propongono implicitamente od esplicitamente ai
38
ragazzi: per questo motivo si è pensato di attivare momenti di consulenza specificatamente
dedicati ai genitori e agli insegnanti (vedi scheda).
Soprattutto sarebbe necessario, pur salvaguardando le specifiche responsabilità,
discutere, trovare occasioni di confronto, e anche di sostegno, alle modalità di insegnamento
di una scuola che, sempre più decurtata di risorse, spesso è in difficoltà a seguire i ragazzi più
isolati, senza stimoli culturali, perdendo quindi il suo compito Costituzionale di dare pari
opportunità a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni di origine.
L’orientamento emerso è quindi di incentrare gli sforzi dove possono avere maggiore
impatto e efficacia, evitando ogni doppione e sovrapposizione di interventi tra agenzie
diverse.
Investire energie soprattutto sulle nuove famiglie e sui minori, quando ancora sono
disponibili ad essere coinvolti e a partecipare anche ad attività e iniziative strutturate quale
che sia l’agenzia titolare (scuola, parrocchia, comune, società sportiva, servizi sociali, ecc.).
Per quanto riguarda le azioni e i progetti rivolti alla popolazione giovanile con più di 14
anni, coerentemente a quanto sopra scritto, si ritiene importante convergere nel sostegno e
nella promozione del Piano Locale Giovani (risorsa che permette di sviluppare interventi per
favorire il coinvolgimento e l’iniziativa dei ragazzi dai 15 ai 29 anni realizzata dai Comuni di
Rivoli, Rosta e Villarbasse) ormai attivo da alcuni anni che raccoglie progetti rivolti ad ambiti
diversi come lavoro, cultura, arte, partecipazione sociale.
Per gli adolescenti è da segnalare da ottobre 2010 il potenziamento dell’esperienza del
Consultorio adolescenti, con l’apertura da parte del CISA e dell’Asl del Consultorio Giovani
(nella stessa sede di quello di Collegno) il venerdì pomeriggio con la costituzione di una équipe
multi professionale composta da ginecologa, psicologa e 2 educatori professionali. Nel 2012 si
è concordato con l’Asl il trasferimento del servizio in alcuni locali della sede di Rivoli, per
facilitare l’accesso al Consultorio delle ragazze e dei ragazzi rivolesi, iniziativa che si è
realizzata nel 2013 con locali ottimali come collocazione, dimensioni e arredi.
SINTESI DELLE PRIORITA’ DEL TAVOLO
Legenda:
sono scritti in rosso i problemi per cui è necessario ancora predisporre soluzioni significative
Sono scritti in blu gli interventi per cui sono già in atto servizi e progetti ( è annotata l’eventuale
necessità di un ulteriore potenziamento)
Bando P.V. : Progetti finanziati parzialmente attraverso il Bando Provinciale sul Volontariato
Maggior coordinamento tra gli Enti.
Interventi informativi/formativi indirizzati specificamente ai neo genitori.
Iniziative di supporto alla conciliazione dei tempi di lavoro e di vita famigliare per madri sole.
39
Parzialmente in atto, necessità di ampliamento.
Iniziative di riflessione e sostegno sul “ruolo adulto” dei genitori.
In atto, progetti di ampliamento.
Interventi di sostegno e promozione al successo scolastico in collaborazione con le scuole.
In atto, progetti per ampliamento.
Tavolo permanente di confronto e coordinamento.
40
TAVOLO DISABILI
Partecipanti
Tiziana Susigan coordinatrice tavolo CISA
Milena Gargioli
CISA
Sabrina Gargioli
CISA
Giovanna Troglia
I.I.S.S. ROMERO
Debora Ollero
COOPERATIVA CHRONOS
Marco Miscioscia
EASYHOME.IT
Simonetta Massola
RIABILITA'
Teodoro De Angelis
COOPERATIVA IL MARGINE
Gianna Moriondo
PROGETTO DAVIDE
Raffaella Oneglio
ASSOC. VIVERE INSIEME
Odile Graglia
ASL TO 3
Brigida Perugini
C.S.D.A.
M.Antonia D'Allanese
VOL. VINC. S.BERNARDO
Il Tavolo è partito dal prendere visione delle aree problematiche individuate dal
precedente Piano, riconoscendo che alcune di esse sono ancora molto attuali.
Le nostre riflessioni si sono mosse su un filo conduttore che ha toccato
trasversalmente la mancanza di cultura sulla disabilità, la carenza di informazione, la scarsa
fruibilità del territorio, in particolare le carenze nel sistema dei trasporti e, più in generale,
l’assetto complessivo della città che può portare problemi a tutti in momenti critici, non
necessariamente per patologia, della vita: donne gravide, persone con bimbi nel passeggino,
anziani ecc. Questo ci conferma la trasversalità del tema della disabilità e il principio
semplice, ma spesso trascurato, che agevolare la vita ad una persona disabile vuol dire in
realtà agevolare e contribuire a facilitarla a tutti i cittadini.
Il nostro territorio ha una lunga tradizione di interventi per le persone disabili, ha una
gamma di servizi varia e articolata (vedi schede relative) anche se, negli ultimi anni, contenuta
per le difficoltà finanziarie degli Enti.
Tutti i minorenni disabili vivono presso la famiglia, sono inseriti a scuola anche in
situazioni di gravità con l’aiuto di personale gestito dal Cisa attraverso un finanziamento
specifico dei Comuni, vengono effettuati interventi differenziati per giovani e adulti per
sostenere e aumentare la loro autonomia il massimo possibile, attraverso esperienze in
contesti diversi anche per svolgere attività occupazionali di utilità sociale (vedi schede).
L’inserimento in strutture, quando necessario, è inteso in ogni caso come un passo il più
possibile evolutivo o almeno di mantenimento delle capacità individuali, privilegiando sempre
comunità piccole (comunità di 10-15 utenti al massimo, gruppi appartamento) e individuandole a
seconda delle caratteristiche e delle necessità delle singole persone interessate.
41
Il Tavolo ha valorizzato molto questo tentativo costante di individualizzazione dei
progetti, la necessità di aumentare interventi anche di bassa soglia ma il più possibile
tempestivi, e il fatto che si sia continuato il fondamentale servizio di accompagnamento al
lavoro delle persone disabili attraverso una convenzione del Cisa con la provincia e la creazione
del Servizio mediazione lavoro (SML , vedi scheda)
A livello generale sono state evidenziate i seguenti filoni di lavoro:
FAR CRESCERE LA CULTURA SULLA DISABILITA’
-
-
-
Sostenere la promozione di un tavolo permanente, composto da tecnici e persone
portatrici di specifici interessi connessi, che sia consultato dalle amministrazioni sulle
scelte inerenti la fruibilità e la vivibilità del territorio ( ricordiamo la “vecchia”
commissione sulle barriere architettoniche ampliata e rinforzata anche da tecnici
volontari).
Promuovere iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza che aiutino a vedere cose o
situazioni dal punto di vista di chi ha un problema, con l’apporto delle diverse
competenze presenti al tavolo, partendo dai ragazzi della scuola.
Sostenere le associazioni del territorio che si occupano della disabilità e collaborano
ormai stabilmente con il Cisa, facilitandole anche attraverso la concessione di locali
idonei allo svolgimento delle attività dirette alle famiglie e alle persone disabili.
COSTRUIRE UN CIRCOLO VIRTUOSO DELLA COMUNICAZIONE
-
-
-
Costruire una proposta di formazione comune tra operatori sociali, sanitari e terzo
settore (cooperative, volontariato, gruppi di partecipazione sociale attiva) per
migliorare l’informazione sui servizi e sulle iniziative presenti e per fornire strumenti
per accompagnare e orientare le persone con disabilità ad esigere i diritti e ad
usufruire delle opportunità presenti.
Ipotesi di lavoro improntata agli stessi scopi, eventualmente alternativa a quella
precedente, la strutturazione di work shop sulle tematiche di maggiore interesse (casa
e barriere architettoniche, lavoro, servizi socio – sanitari, prestazioni previdenziali),
utilizzando le competenze presenti sul territorio, aperti a gruppi professionali o di
interesse che possano utilizzare e /o diffondere le conoscenze
Realizzare semplice materiale informativo divulgativo sulle tematiche di cui sopra con
specifici riferimenti alle opportunità del territorio.
SOSTENERE LE PERSONE E LE FAMIGLIE NELLA SOLUZIONE DEI PROBLEMI
-
Attraverso il coinvolgimento di volontari “qualificati” messi a disposizione dal CISA,
offrire una sportello di consulenza a richiesta sulle soluzioni inerenti l’organizzazione
dello spazio domestico e la fruibilità degli ausili di fronte al problema della
diminuzione o della mancanza di autonomia fisica, per sostenere e mantenere la
massima autonomia possibile nella vita quotidiana.
42
AUMENTARE
ADULTE
LE SOLUZIONI RESIDENZIALI DIFFRENZIATE PER PERSONE DISABILI
L’efficacia di un intervento è strettamente legata alla sua personalizzazione. Le
caratteristiche e le situazioni anagrafiche, cliniche e sociali delle persone con disabilità sono
molto più differenziate che in passato ed esigono quindi, più che in passato, soluzioni
diversificate anche relativamente alle soluzioni abitative e di vita, sia autonoma che tutelata.
Inoltre la differenziazione delle soluzioni, oltre che rispettare i livelli diversi di
autonomia e le diverse possibilità delle persone, permette di differenziare i costi e quindi
anche di contenerli, criterio importante per permettere un’estensione degli interventi
nonostante la diminuzione delle risorse.
È necessario, quindi, ipotizzare soluzioni residenziali diverse oltre alle comunità tutelate
tradizionali. Il tavolo ha subito sostenuto il progetto del CISA di un alloggio per la convivenza
di un gruppo di giovani adulti maschi con disabilità lieve, inizialmente supportato ma
successivamente in grado di vivere in modo autonomo, realizzato infatti nel 2012 (vedi
scheda) e ha chiesto l’estensione di questa esperienza.
Così come è stata sottolineata l’opportunità di sperimentare esperienze di alloggi
attrezzati con le soluzioni rese possibili oggi dalla domotica per persone con disabilità fisica.
Sempre nell’ottica della differenziazione delle soluzioni, si è colta l’occasione del rinnovo
della concessione per la gestione della RSA per persone non autosufficienti a Rivoli, per
ricavare un piccolo nucleo di 10-12 posti per persone disabili adulte in condizione di gravità
che necessitano di assistenza prevalentemente socio-sanitaria che è stato realizzato all’inizio
del 2012 presso quella struttura , permettendo una migliore assistenza di persone residenti a
Rivoli e rendendo possibile il ritorno di persone ricoverate in strutture fuori territorio (vedi
scheda).
AUMENTARE I WEEKEND E I SOGGIORNI DI SOLLIEVO
Hanno il duplice obbiettivo di offrire un sollievo alle famiglie soprattutto delle persone
con disabilità più grave, ma anche di dare la possibilità sia alla famiglia che alla persona
disabile di affrontare il distacco offrendo importanti occasioni per sperimentare
gradualmente una maggiore autonomia relazionale e di vita.
Il Tavolo ne ha sottolineato l’importanza in tutte queste eccezioni, sottolineando come,
in realtà, questi interventi siano diminuiti in questi ultimi anni per i vincoli alla spesa posti
dall’Asl.
In effetti ultimamente sono stati limitati a situazioni di grave difficoltà o di
impossibilità della famiglia ad occuparsi temporaneamente del congiunto disabile per un
proprio ricovero in ospedale o per malattie gravi. Sono stati intesi soprattutto come soluzioni
di emergenza, non cogliendo o rinunciando all’elemento fondamentale della necessità di
momenti di sollievo periodici e sicuri che permettano alla famiglia di mantenere le forze
necessarie ad una buona assistenza e ancor più trascurando l’obbiettivo di sperimentazione
del distacco e dell’autonomia.
43
Il Tavolo ha sottolineato che solo aumentare le esperienze di sostegno all’autonomia
permette alle persone disabili di raggiungere la massima valorizzazione di sè possibile, a
seconda delle caratteristiche di ciascuno.
Questo è un obbiettivo irrinunciabile, perché facilita una vera integrazione sociale e la
permanenza di relazioni positive. Diminuisce quindi la dipendenza dall’assistenza e comporta
anche una maggiore efficacia della spesa nel settore.
SINTESI DELLE PRIORITA’ DEL TAVOLO
Legenda:
Sono scritti in rosso i problemi per cui è necessario ancora predisporre soluzioni significative
Sono scritti in blu gli interventi per cui sono già in atto servizi e progetti ( è annotata l’eventuale
necessità di un ulteriore potenziamento)
Bando P.V. : Progetti finanziati parzialmente attraverso il Bando Provinciale sul Volontariato
Maggior coordinamento tra gli Enti.
Promozione di un circolo virtuoso di comunicazione sulla cultura dell’accettazione della
diversità (workshop tematici, informazioni su iniziative e servizi del territorio ecc.) da
ampliare
Miglioramento della fruibilita’ del territorio e degli spazi di vita.
Solo parzialmente in atto, da ampliare.
Ripristino della commissione sulle barriere architettoniche come interlocutore permanente
delle amministrazioni nella progettazione degli interventi.
Opportunità residenziali differenziate per disabili adulti.
Parzialmente in atto, progetti per ampliamento.
Incremento dei week end o periodi di vacanza sia come sollievo per le famiglie che
incentivare percorsi di autonomia.
Progetti per ampliamento. Bando P.V.
per
Servizio di consulenza sull’ adattamento della casa e l’utilizzo di ausili che facilitino
l’autonomia quotidiana.
Tavolo permanente di confronto e coordinamento.
44
CONSIDERAZIONI FINALI
I temi emersi dai vari Tavoli e sintetizzati nelle priorità sono stati discussi,
riconosciuti e assunti come priorità dal Tavolo Politico Istituzionale nella seduta del 20 luglio
2011.
E’ significativo, purtroppo, che tutti i Tavoli abbiano segnalato il medesimo problema: lo
scarso coordinamento tra gli Enti.
E’ singolare che, in effetti, si verifichi attualmente una maggiore abitudine al confronto
e al coordinamento tra Consorzio e Associazioni di volontariato, di quanto sia tra Consorzio e
Comune, o tra Consorzio e Asl.
Il Tavolo Politico Istituzionale ha sottolineato come questo problema causi una minore
efficacia degli interventi e una minore efficienza e si è impegnato, per lo meno per quel che
riguarda l’indirizzo politico delle tre Amministrazioni comunali e del Consorzio ad un costante
confronto sui dati, sugli obbiettivi degli interventi e sulle azioni da intraprendere,
richiedendolo con forza a tutti gli operatori.
È chiara, inoltre, la consapevolezza della necessità di interventi il più possibile
preventivi e tempestivi per evitare l’aggravarsi e il cronicizzarsi dei problemi e per sostenere
l’autonomia dei cittadini e delle famiglie, qualunque sia l’aspetto della vita considerato: dal
costo dell’abitazione e al sostegno economico nella morosità incolpevole per evitare gli sfratti,
agli interventi per le persone non autosufficienti, alle difficoltà educative e di relazione
famigliare.
Autonomia che, è evidente, si concretizza in livelli e modalità diversissime a seconda
delle possibilità di ognuno, che deve prendere atto dei limiti e dei tempi di ciascuno, ma che
deve sempre essere mantenuta come obbiettivo.
La convocazione periodica, trimestrale, dei Tavoli può essere un momento permanente
di confronto, di monitoraggio e verifica dei progetti in corso, dei problemi eventualmente
emergenti, per il coordinamento delle iniziative e per arrivare ad un metodo di lavoro
realmente integrato.
Un ulteriore grave elemento di stallo nelle azioni individuate come prioritarie è il totale
blocco degli interventi sociosanitari integrati con l’Asl, per i piani di rientro a cui l’Asl è
sottoposta.
Il taglio ai servizi distrettuali ha provocato un preoccupante calo degli interventi negli
ultimi anni, tanto più inaccettabile per la consistenza delle lista d’attesa, soprattutto riferite
agli interventi domiciliari.
Anche il Tavolo politico-istituzionale ha affermato che solo la presenza di una buona
rete di servizi domiciliari per anziani e disabili ritarda o impedisce i ricoveri impropri e
l’inserimento definitivo in strutture residenziali con costi economici ben maggiori.
Quindi sviluppare adeguati servizi socioassistenziali e sociosanitari domiciliari è uno dei
modi più efficaci anche per contenere la spesa sanitaria.
45
Ha preoccupato inoltre che siano venute meno le modalità di confronto stabilite dalla
legge tra Sindaci e ASL per l’assunzione di decisioni e che la sede della Conferenza dei
Sindaci abbia spesso un contenuto formale, più che sostanziale.
I Sindaci del nostro territorio hanno quindi ripetutamente sollecitato le Direzioni
Generali che si sono alternate in questi anni alla guida dell’ASL, perchè mettano in atto
confronti nel merito e preventivi delle decisioni e per affermare i principi e le priorità
emerse anche dai lavori del Piano di Zona, a tutela del benessere dei cittadini, dei loro diritti
e per una maggiore finalizzazione e correttezza della spesa pubblica.
46
I SERVIZI E LE INIZIATIVE DEL TERRITORIO
AZIONI DI POTENZIAMENTO E INNOVAZIONE
Servizi e iniziative nuove o potenziate previste nel Piano di Zona 2010– 2013
Tutte le azioni sono iniziate ed in fase di attuazione
In allegato le singole schede descrittive
ANZIANI
AZIONE
PASTO A DOMICLIO PER NON
AUTOSUFFICIENTI
PASTO A DOMICILIO PER PARZIALMENTE
AUTOSUFFICIENTI
SERVIZIO “BUON VICINATO
“ALZHEIMER CAFE’”
CORSO PER FAMILIARI PERSONE CON
ALZHEIMER
CONSULENZA FAMIGLIE PERSONE CON
ALZHEIMER
ACCOMPAGNAMENTO ANZIANI
R.S.A. ANZIANI
NON AUTOSUFFICIENTI (V.QUERRO)
AFRIPRO
CHIAMI TU, CHIAMO IO? TELEFONATE DI
COMPAGNIA
SOGGETTO COINVOLTO
CISA – ASL
CISA
CISA
ASS. A.M.A. – CISA - PROVINCIA
ASS. A.M.A. – CISA - PROVINCIA
ASS. A.M.A.
CISA – C.D.A. – SEA – AUSER . DON
BOSCO
CISA - ASL
PROVINCIA – CPI DI RIVOLI – CISA –
COMUNE DI RIVOLI
ASS. TELEHELP – CISA - PROVINCIA
DISABILI
AZIONE
CONVIVENZA IN AUTONOMIA PER
DISABILI ADULTI
PROGETTO “POLLICINO”
ASSISTENZA PERSONALE E PROGETTO
SPECIALISTICO ALUNNI DISABILI
WEEKEND DI SOLLIEVO (DOPO DI NOI)
SOGGETTO COINVOLTO
CISA
CISA
COMUNE DI RIVOLI – CISA- SCUOLE
ASL - CISA
47
CISA - PROVINCIA
CISA
SERVIZIO MEDIAZIONE LAVORO (SML)
“PERCORSI DI AUTONOMIA” (AFFIDO
DUIRNO DISABILI ADULTI)
ASSEGNO DI SERVIZIO PER DISABILI
GRAVI
ASL -CISA
ASS. PROGETTO DAVIDE –CISA
COMUNE VILLARBASSE
“VERDI ORIZZONTI” TIROCINI IN
LABORATORIO DI CURA DEL VERDE,
FALEGNAMERIA, RESTAURO
“COSA BOLLE IN PENTOLA” LABORATORI
DI AUTONOMIA E ABILITA’ LAVORATIVE
LABORATORI CREATIVI E ATTIVITA’ DI
SOCIALIZZAZIONE PER DISABILI ADULTI
PROGETTO “VADO VIA”
ASS. PROGETTO DAVIDE –CISA
COMUNE VILLARBASSE
ASS.VIVERE INSIEME -CISA
ASS.VIVERE INSIEME - CISAPROVINCIA
CISA
GRUPPI AUTO AIUTO GUIDATO PER
GIOVANI DISABILI
TRASPORTO DISABILI ADULTI
COMUNITA’ PER DISABILI GRAVI
(V.QUERRO)
SPORTELLO CONSULENZA AUSILI
SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO
“ORIENTAMENTO SCUOLA E CITTA’” PER
DISABILI ADOLESCENTI
COMUNE DI RIVOLI - CISA
ASL -CISA
CISA
CISA- REGIONE
CISA
ADULTI
AZIONE
MENSA SOCIALE
SOGGETTO COINVOLTO
ALLOGGI DI CONVIVENZA PER ADULTI IN
DIFFICOLTA’
INTEGRAZIONE REDDITO ATTRAVERSO
LAVORI DI UTILITA’ SOCIALE
PROGETTI DI LAVORO ACCESSORIO E
UTILITA’ SOCIALE
PROGETTO “CONTRO LA POVERTA’ AGIRE
INSIEME”
PROGETTO “CONTRO LA POVERTA’ AGIRE
INSIEME
48
ASS. C.D.A. – CISA – PROVINCIA –
COMUNE DI RIVOLI
CISA
CISA – ASS. C.D.A.
COMUNE DI RIVOLI –CISA UFFICIO PIO
S. PAOLO– ASSOCIAZIONI VARIE QUARTIERI
CARITAS ZONALE DON BOSCO –
PROVINCIA - CISA
CARITAS ZONALE S.BERNARDO –
PROVINCIA - CISA
PROGETTO “CONTRO LA POVERTA’ AGIRE
INSIEME”
ASCOLTO E SOSTEGNO CONTRO LA
POVERTA’
CARITAS ZONALE S.MARTINO –
PROVINCIA CISA
PARROCCHIE
CONSULENZA FINAZIARIA E RIENTRO
DAL DEBITO
ASSETT BUILDING
MICROCREDITO PER LE FAMIGLIE E
SINGOLI
MICROCREDITO PER NUOVE IMPRESE
CISA
CISA - PROVINCIA
CISA
COMUNE DI RIVOLI – FONDAZIONE
MARIO OPERTI
COMUNE DI RIVOLI
PROGETTI GIOVANI E ADULTI PER IL
LAVORO
M.I.P. METTERSI IN PROPRIO
PROVINCIA – REGIONE – MINISTERO
DEL LAVORO- UNIONE EUROPEACOMUNE DI RIVOLI
COMUNE DI RIVOLI – PROVINCIA DI
TORINO
RIVOLI DI CREATIVITA’
MINORI E FAMIGLIA
AZIONE
FAMIGLIA MULTI AFFIDO
ENTE COINVOLTO
CISA
CISA - SCUOLE
ASL - CISA
CISA
CISA
CISA – COMUNE DI RIVOLI
PROGETTO “SBOCCIATI
CONSULTORIO GIOVANI
SERVIZIO “PARLIAMIONE”
“ MEDIAZIONE FAMILIARE
ACCOGLIENZA TEMPORANEA PER
EMERGENZA ABITATIVA
“PRENDIAMOCI CURA DELLA CITTA’”
SOLIDARIETA’ A MINORI IN DIFFICOLTA’
CENTRO PER LE FAMIGLIE
LUOGO NEUTRO
49
CISA -UFFICIO PIO S.PAOLO- CENTRO
PER LE FAMIGLIE
CISA -UFFICIO PIO S.PAOLO- CENTRO
PER LE FAMIGLIE
CISA
CISA
AZIONI DI MANTENIMENTO
Iniziative e Servizi esistenti dal primo piano di zona e mantenuti senza particolari
modifiche quantitative o qualitative nel periodo 2010-2013
(solo elencati senza schede individuali, come da linee guida regionali)
ANZIANI
AZIONE
SPORTELLO UNIFICATO ANZIANI
ASSEGNI DI CURA
AFFIDAMENTI INTRAFAMILIARI
ASSISTENZA DOMICILIARE PER NON
AUTOSUFFICIENTI
ASSISTENZA RESIDENZIALE ANZIANI
NON AUTOSUFFICIENTI
TELESOCCORSO
AFFIDO A TERZI PER NON
AUTOSUFFICIENTI
AFFIDO A TERZI PER PERSONE
AUTOSUFFICIENTI O PARZIALMENTE
AUTOSUFFICIENTI
SERVIZI SOCIALI DOMICILIARI PER
ANZIANI
SOSTEGNO ECONOMICO PER I
SOGGIORNI ANZIANI
TELEHELP
SERVIZIO TRASPORTO CROCE ROSSA
PROGETTO TELEFONATE DI COMPAGNIA
SOGGETTO COINVOLTO
ASL – CISA
ASL – CISA
ASL – CISA
ASL - CISA
ASL - CISA
ASL - CISA
ASL - CISA
CISA
CISA
COMUNE DI RIVOLI
COMUNE DI ROSTA
COMUNE DI ROSTA
CISA
50
DISABILI
AZIONE
SOGGETTO COINVOLTO
INSERIMENTI RESIDENZIALI
CURE DOMICILIARI PER DISABILI
ATTIVITA’ DIURNE PER DISABILI
(PROGETTO ONDA)
S.A.O. SERVIZIO ATTIVITA’ E
OCCUPAZIONE
TIROCINIO OSSERVATIVO - FORMATIVI
INSERIMENTI SOCIO -OCCUPAZIONALI
CONTRIBUTO PER IL TRASPORTO AL
LAVORO PER DISABILI ADULTI
PROGETTO ”VITA INDIPENDENTE”
ATTIVITA’ DI TEMPO LIBERO A FAVORE
GIOVANI DISABILI
SOGGIORNI PER DISABILI
ACCOMPAGNAMENTO DISABILI
TRASPORTO SCOLASTICO DISABILI
SOSTEGNO AI MINORI DISABILI NEI
CENTRI ESTIVI
ACQUISTI LIBRI INTEGRATIVI PER
PORTATORI DI HANDICAP
CON LA SCUOLA PER IL PAESE
GIARDINO D’INVERNO UNA
PROFESSIONALITA’ DIVERSA
ASL - CISA
ASL - CISA
ASL - CISA
ASL - CISA
CISA
CISA
COMUNE DI RIVOLI - CISA
CISA - REGIONE
CISA
CISA
CISA
COMUNE DI RIVOLI
CISA - COMUNE DI RIVOLI
COMUNE DI ROSTA
ASS. PROGETTO DAVIDE – SCUOLE
VILLARBASSE – CISA – CAI -COMUNE DI
VILLARBASSSE
ASS. PROGETTO DAVIDE – CISACOMUNE E SCUOLE DI VILLARBASSE
ADULTI
AZIONE
SPORTELLO INFORMATIVO IMMIGRATI E
PROGETTO DONNE ORIENTAMENTO AL
LAVORO
PROGETTO ADULTI IN DIFFICOLTA’
ANTICIPO CICGS
ESENZIONE TARIFFE MENSE
51
SOGGETTO COINVOLTO
PROVINCIA - CISA- COMUNE DI RIVOLI
– ASSOCIAZIONE DACIA
CISA- COMUNE DI RIVOLI
COMUNE DI RIVOLI
COMUNE DI RIVOLI
SCOLASTICHE E ASILI NIDO
SPORTELLO INFORMATIVO UFFICIO
LAVORO
CANTIERI DI LAVORO
CONTRIBUTI PER LA LOCAZIONE
COLLOCAZIONE TEMPORANEA PER
EMERGENZA ABITATIVA
SABATO AL NIDO
PRESTITI SULL’ONORE
SPORTELLO LEGALE SUL DIRITTO DI
FAMIGLIA
SERVIZI DOCCIA PER ADULTI IN
DIFFICOLTA’
DISTRIBUZIONE VESTIARIO FAMIGLIE
IN DIFFICOLTA’
DISTRIBUZIONE VIVERI FAMIGLIE IN
DIFFICOLTA’
SERVIZIO ASCOLTO E PROEGTTI
INDIVIDUALI ADULTI IN DIFFICOLTA’
SERVIZIO ACCOMPAGNAMENTO PERSONE
IN DIFFICOLTA’
TELEFONO AMICO
COMUNE DI RIVOLI
PROVINCIA – COMUNE DI RIVOLI
COMUNE DI RIVOLI
COMUNE DI RIVOLI - CISA
COMUNE DI RIVOLI
CISA
CISA
ASS. C.D.A.
ASS. C.D.A.
ASS. C.D.A.
ASS. C.D.A. - CISA
ASS. C.D.A. - CISA
ASS. TELEFONO AMICO
MINORI
AZIONE
TAVOLO CONFRONTO ED ELABORAZIONE
POLITICHE PER I GIOVANI
ADOZIONE NAZIONALE E
INTERNAZIONALE
AFFIDAMENTO FAMILIARE
INSERIMENTO DI MINORI IN COMUNITA’
RILEVAZIONE PRECOCE SU DISTURBI
RELAZIONALI GENITORE/BAMBINO
0 – 3 ANNI
CENTRO DIURNO AGGREGATIVO PER
MINORI (anni 2009 – 2010 – 2011)
EDUCATIVA TERRITORIALE MINORI
PROGETTO ”SONO CON UN AMICO
GRANDE”
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SOGGETTO COINVOLTO
COMUNI DI RIVOLI – ROSTA VILLARBASSE - ASL – CISA- CPI
CISA - ASL
CISA - ASL
CISA - ASL
ASL - CISA
CISA
CISA
CISA
ALLOGGIO PROTETTO
ICANDO – EDUCATIVA DI STRADA E
CENTRO GIOVANI
PROGETTO “CRISALIDE “
“LA TANA DEI FOLLETTI” E “LA
CONCHIGLIA MAGICA” BIBLIOTECHE PER
BAMBINI PRESSO GLI ASILI NIDO
“ESTATE MEGLIO” CENTRI ESTIVI
SERVIZIO DI PRE E POST SCUOLA
CONSIGLIO COMUNALE RAGAZZI
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53
CISA
COMUNE DI RIVOLI
COMUNE DI RIVOLI
COMUNE DI RIVOLI
COMUNE DI RIVOLI
COMUNE DI RIVOLI
COMUNE DI RVOLI