Leggi il piano di Zona
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Consorzio Intercomunale Socio Assistenziale Comuni di: Rivoli – Rosta – Villarbasse PIANO DI ZONA ANNI 2010 - 2013 I N D I C E LIVELLI DI COORDINAMENTO, OBIETTIVI E PERCORSO DI LAVORO .......................................................................................................................................3 I LIVELLI DI COORDINAMENTO:........................................................................................3 Livello generale.........................................................................................................................3 Livello locale:.............................................................................................................................4 GLI OBIETTIVI DEL PIANO DI ZONA: ..............................................................................5 IL PERCORSO DI LAVORO:......................................................................................................5 ADEGUAMENTO DEI RIFERIMENTI CONCETTUALI..................................6 IL PROFILO DEL TERRITORIO ...........................................................................8 I DATI DEMOGRAFICI.............................................................................................................8 I DATI SOCIO- SANITARI ..................................................................................................12 DATI SOCIO- ECONOMICI ..................................................................................................15 LE AZIONI STRATEGICHE TRASVERSALI ..................................................19 POLITICHE PER LA CASA ......................................................................................................19 POLITICHE ATTIVE PER IL LAVORO.................................................................................27 IL RAPPORTO CON I PRIVATI .............................................................................................29 I PROBLEMI E LE PRIORITÀ EMERSE DAI TAVOLI................................. 30 TAVOLO ADULTI......................................................................................................................30 TAVOLO ANZIANI ..................................................................................................................33 TAVOLO MINORI E FAMIGLIA...........................................................................................37 TAVOLO DISABILI..................................................................................................................41 CONSIDERAZIONI FINALI.............................................................................. 45 I SERVIZI E LE INIZIATIVE DEL TERRITORIO ...................................... 47 AZIONI DI POTENZIAMENTO E INNOVAZIONE ......................................................47 AZIONI DI MANTENIMENTO.............................................................................................50 2 LIVELLI DI COORDINAMENTO, OBIETTIVI LAVORO E PERCORSO DI La legge 328/2000 (art. 19) e la legge regionale n. 1/2004 vedono nel Piano di Zona lo strumento obbligatorio per una efficace concertazione e programmazione delle politiche sociali e degli interventi che ne derivano. L’OMS, ormai da anni, ha chiarito il peso sulla mortalità e sull’incidenza di malattie dei determinanti di salute di tipo sociale, sia individuali (livello socio-economico, culturale, abitudini e stili di vita del singolo e del suo gruppo di appartenenza) che generali (caratteristiche ambientali e socio-economiche del territorio). Gli studi hanno accertato che questi fattori hanno sul benessere individuale e collettivo un’incidenza maggiore della presenza e della funzionalità stessa delle strutture sanitarie in senso stretto. Questa consapevolezza dovrebbe comportare, di conseguenza, un’attenzione particolare ai fattori sociali, ai problemi sociali presenti e agli interventi sociali necessari in tutti i livelli di governance. La programmazione concertata richiesta dal piano legislativo inizia dal buon coordinamento tra i livelli generali e quelli locali e dalla chiara consapevolezza delle caratteristiche e dei problemi che essi presentano. I LIVELLI DI COORDINAMENTO: Livello generale Regione: Mancanza di Piano Sociale Regionale Scarsa presenza degli aspetti sociali nel P.S.S.R. Assenza di leggi nazionali e regionali sulle prestazioni sociali Purtroppo il limite rappresentato dalla mancanza storica di un Piano delle politiche sociali della Regione Piemonte non è stata compensata da una buona presenza degli elementi di carattere sociale nel Piano Socio Sanitario Regionale (PSSR). Al di là delle intenzioni del titolo, i determinanti sociali non sono messi in rilievo né nell’analisi dei problemi né tanto meno nell’individuazione di strategie e di servizi che affrontino gli aspetti sociali dei bisogni di salute e, coerentemente, le risposte necessarie in fatto di interventi sociali, socio assistenziali e sociosanitari. È significativa a questo riguardo, purtroppo, la forte diminuzione delle risorse nazionali e regionali dedicate alle politiche sociali e sociosanitarie e la mancanza della definizione da parte dello Stato dei Livelli di Assistenza Sociale (LIVEAS). Provincia: Supporto metodologico e tecnico formativo Osservatorio provinciale sulle politiche sociali Importanza dell’impatto sulla salute di tutte le scelte amministrative Partner di vari progetti (es. bando provinciale volontariato) 3 Nell’affermazione della cultura e della logica dei Piani di Zona in questi anni, è stata determinante l’attenzione della Provincia di Torino agli aspetti sociali e al loro peso sui dati epidemiologici e, di conseguenza, l’insistenza posta sulla necessità di valutare l’impatto delle scelte di politica generale sul benessere della popolazione. Occuparsi di salute, predisporre analisi ed interventi efficaci in termini di promozione del benessere significa uscire dallo stretto contesto sanitario e anche da quello solo sociosanitario e valutare e programmare, in modo integrato, con le politiche più generali dello sviluppo economico e lavorativo, educativo e di assetto del territorio della zona in cui si vive. Questo approccio determina un vero e proprio cambio di assetto culturale perché modifica l’attenzione avuta finora su ciò che è necessario per raggiungere una maggiore efficacia rispetto al benessere della popolazione. Quando sarà assunto come metodo di lavoro abituale, si comincerà ad avere non solo una maggiore coerenza teorica tra le politiche, ma soprattutto maggiori risultati in termini di promozione della salute e di contenimento dei problemi sociosanitari. Oltre allo stimolo teorico e culturale, la partnership concreta della Provincia ha permesso, ad esempio attraverso il bando per i progetti del volontariato, la realizzazione concreta di alcuni progetti delle Associazioni in accordo con gli Enti Gestori dei servizi sociali. Livello locale: ASL: Conferenza Sindaci e Comitato Sindaci di distretto Comuni: Assemblea dei Sindaci del Consorzio Tavoli permanenti del Piano di Zona Anche i livelli di coordinamento locali mostrano problematicità che non è saggio nascondere se si vogliono superare. Il rapporto con le ASL mostra in modo generalizzato in Piemonte, e quindi anche nella nostra realtà, una certa abitudine delle Aziende Sanitarie a considerare le Conferenze dei Sindaci e i Comitati dei Sindaci di distretto come sedi formali di presa d’atto di decisioni già di fatto stabilite. Inoltre il Comitato dei Sindaci di distretto, attivo inizialmente in quasi tutti i distretti della nostra Asl, dal 2010 non è stato più riunito per concordare le priorità e le risorse finanziarie stanziate (PAT). L’Assemblea dei Sindaci del Consorzio è stata invece, nella nostra realtà, un momento frequente e reale di approfondimento e condivisione di analisi e decisioni con i tre Sindaci del territorio. Purtroppo, invece, tutti i tavoli tematici hanno sottolineato quanto sia ancora faticoso fuori dalla sede dell’Assemblea dei Sindaci, nel lavoro quotidiano degli uffici, il coordinamento tra gli Enti, anche tra Comune e Consorzio. Hanno messo in evidenza la necessità di fare del coordinamento un metodo di lavoro abituale e non un’affermazione solo teorica o uno spot pubblicitario. 4 La convocazione periodica dei Tavoli del PdZ può facilitare la realizzazione e la diffusione di un metodo di lavoro di confronto e concertazione e sarà responsabilità del Consorzio attuarla con regolarità. GLI OBIETTIVI DEL PIANO DI ZONA: Analisi dei cambiamenti nella situazione sociale del territorio attraverso i dati raccolti in modo mirato Definizione degli obbiettivi e degli interventi prioritari Conseguente definizione dei mutamenti necessari (attivazione di nuovi interventi e servizi e/o modifica degli esistenti) IL PERCORSO DI LAVORO: Il Tavolo Politico Istituzionale è stato deliberato dall’Assemblea Consortile il 5 febbraio 2010 e ha iniziato a riunirsi il primo marzo 2010, decidendo la costituzione di 4 tavoli tematici: - anziani - adulti - minori e famiglia - disabili Infatti pur essendo coscienti che il problema della disabilità è trasversale, si è ritenuto di darne rilievo in un tavolo specifico per l’importanza che storicamente questo tema ha avuto nel nostro territorio, il buon livello di realizzazione di servizi dedicati e la vitalità di alcune associazioni nel settore. L’Ufficio di Piano ha iniziato i lavori il 18 maggio 2010. Il 25 maggio 2010 si è avuta la riunione plenaria degli enti e delle associazioni partecipanti che ha ufficialmente dato l’avvio al lavoro di approfondimento dei tavoli tematici. Il tavolo adulti ha effettuato 4 incontri nel corso del 2010 a partire dal 16 giugno e tre successivi incontri nel corso del 2011. Nel 2012 vi sono stati due incontri di verifica dell’andamento dei progetti terminati il 14 maggio 2012. Il tavolo anziani ha effettuato 6 incontri nel corso 2010 a partire dal 10 giugno. Nell’aprile 2011 ha effettuato un incontro di verifica dei progetti e un incontro di verifica finale il 14 maggio 2012. Il tavolo disabili a partire dal 9 giugno ha effettuato 4 incontri nel 2010, 2 incontri di verifica nel 2011 e 2 incontri per la definizione di un nuovo progetto nel 2012; anche questo tavolo si è riunito il 14 maggio 2012 per una sintesi finale. 5 Il tavolo minori e famiglia ha effettuato 8 incontri nel 2010 a partire dal 15 giugno, 2 incontri nell’anno 2011 e altrettanti nel 2012 compreso l’incontro finale del 14 maggio 2012. L’ufficio di piano si è riunito per approvare la bozza della stesura del Piano e dell’Accordo di Programma il 7 maggio 2013 ADEGUAMENTO DEI RIFERIMENTI CONCETTUALI La riflessione sulla definizione del secondo Piano di Zona ha comportato la necessità di costruire e consolidare riferimenti culturali nuovi, più adeguati alla visione integrata di un mondo complesso, sempre più interdipendente e portatore di rapidi e significativi mutamenti negli assetti socioeconomici come quello in cui viviamo. Senza l’adeguamento del nostro apparato concettuale e l’assunzione di approcci nuovi e non settoriali, non sarà possibile capire davvero le caratteristiche della realtà attuale e tanto meno definire e realizzare interventi efficaci in termini di promozione del benessere e di contenimento dei problemi esistenti. I riferimenti concettuali su cui ci sembra essenziale riflettere sono: Superamento della dicotomia agio/disagio a favore del concetto di promozione del benessere sia negli interventi preventivi che in quelli riparativi Valutazione dell’impatto sul benessere delle scelte amministrative generali come metodo di lavoro di tutti gli Enti Necessità di interventi strutturali Equilibrio tra interventi di emergenza e prevenzione Potenziamento degli interventi di bassa soglia come prevenzione secondaria e come contenimento di costi sociali ed economici futuri Coordinamento tra i vari interlocutori per maggiori efficacia e efficienza e per potenziare le risorse reciproche L’investimento nel welfare: spesa efficace e fonte di sviluppo La dicotomia con cui spesso in passato si sono considerati gli interventi riferiti “all’agio” e quelli riferiti al “disagio” ha introdotto, forse senza volerlo, separazioni forzose e non realistiche, oltre a non aver favorito l’integrazione tra gli enti, con l’idea, del tutto teorica, che le politiche preventive fossero affidate ai Comuni e quelle riparative ai Consorzi, spesso in totale separazione. È evidente che nella realtà il confine tra le due politiche è labile e spesso inesistente: anche quando ci riferiamo a persone con problemi sanitari o sociali in atto, che necessitano quindi di chiari interventi riparativi, questi stessi interventi hanno spesso una forte valenza 6 preventiva delle cronicizzazioni, dei peggioramenti delle condizioni individuali e del deterioramento delle reti famigliari o sociali. Il punto centrale è, invece, che tutti gli Enti incomincino a valutare l’impatto sul benessere della popolazione delle loro politiche e delle loro iniziative, in qualunque settore amministrativo e a qualunque categoria di cittadini o di gruppi sociali si rivolgano. È inoltre oramai abbondantemente anacronistico ritenere, almeno nella nostra realtà, che al Consorzio accedano solo le situazioni di emarginazione, non solo perché alcuni importanti problemi sono trasversali a categorie di cittadini di condizioni socio-economiche molto diverse (la buona cura delle persone non autosufficienti, le relazioni famigliari difficili, i problemi educativi ecc…), ma anche perché da tempo si sono sviluppati interventi di prevenzione primaria e secondaria all’interno dei servizi sociali e sociosanitari. Infatti i dati di affluenza e le caratteristiche sociali dei cittadini evidenziano sempre più che si presentano ai servizi persone di condizioni socioeconomiche e culturali molto diverse. Il rischio pericolosissimo è che in un periodo di difficoltà finanziarie come l’attuale si pensi che è inevitabile concentrarsi solo sull’emergenza, tagliando tutti gli interventi di prevenzione secondaria, anche di bassa soglia, che possono ritardare o proteggere dall’aggravamento le situazioni e quindi ritardare o evitare la necessità di maggiori interventi e di maggiori costi economici e sociali. Pur con le attuali difficoltà di bilancio, nella nostra realtà si è scelto di continuare a mantenere e a volte di potenziare gli interventi suddetti, come si vede dalle schede sui singoli servizi. È altrettanto forte la consapevolezza che, nell’integrazione delle azioni e nella valutazione dell’impatto sulla promozione del benessere soprattutto dei cittadini più deboli, è imprescindibile che le varie politiche realizzino interventi che siano i più strutturali possibile. Ciò toglie le scelte e le azioni dall’ambito puramente “assistenziale” e le rende fattori di sviluppo dell’autonomia dei cittadini, delle famiglie e della comunità nel suo complesso. Ritorna, quindi, la necessità della coerenza e dell’integrazione tra le politiche e le azioni degli enti e di tutti gli attori di un territorio: istituzioni pubbliche e private, associazioni di volontariato laiche e religiose, cooperazione sociale, disponibili a coordinarsi per il miglioramento della qualità della vita individuale e collettiva, pur nelle difficoltà che la vita stessa presenta, potenziando l’efficacia degli interventi proprio grazie ad una maggiore coerenza, finalizzazione e complementarietà. Un sistema integrato di politiche e di interventi, che veda coerenza tra le azioni pubbliche e quelle private e che abbia anche obbiettivi strutturali, è un fattore di sviluppo sociale ed economico diretto ed indiretto di un territorio. 7 IL PROFILO DEL TERRITORIO I DATI DEMOGRAFICI L’analisi è riferita ai residenti al 31/12/2012 Al 31 dicembre 2012 la popolazione residente sul territorio del Consorzio era pari a 57.173 abitanti. La superficie territoriale dell’ambito consortile è di 48,94 Kmq, la densità di 1.168 Ab/Kmq. GLI ABITANTI DEL CONSORZIO CONSORZIO 2010 2011 2012 diff '11/12 residenti al 31/12 m f 57548 27836 29712 57595 27820 29775 57173 27401 29535 -422 -419 -240 nuclei comp per nucleo 26170 2,20 26227 2,20 25079 2,28 -1148 0,08 459 547 402 553 433 553 31 0 2047 1923 2042 1844 2655 2110 613 266 3304 3864 8538 7942 30179 13014 5720 3172 397 3317 3861 8551 7873 35519 13511 5931 3313 426 3282 3843 8576 7767 34797 13794 6129 3402 452 -35 -18 25 -106 -722 283 198 89 26 3 88 5 96 3 84 6 93 2 71 8 81 -1 -13 2 -12 397 1747 26 2170 403 1754 36 2193 887 3763 94 4744 484 2009 58 2551 nati morti immigrati emigrati fasce d' età 0/6 7/14 0/17 15/29 18/64 65 oltre 75 oltre 80 oltre 90 oltre senza fissa dimora minori adulti anziani tot Residenti stranieri 0/17 18/64 65 oltre tot 8 GLI ABITANTI DI RIVOLI AL 31/12/2012 RIVOLI 2010 residenti al 31/12 2011 49.591 2012 m f 23915 25676 23850 25673 23388 25381 - nuclei media comp per nucleo 22848 2,17 22849 2,17 21653 2,26 363 489 329 502 340 475 - 11 27 3,34% -5,38% 1658 1694 1695 1590 600 270 35,40% 16,98% - 12 45 15 109 760 258 194 105 31 % su pop. 5,43% 6,45% 14,40% 13,90% 61,10% 24,51% 11,12% 6,18% 0,83% 2 66 8 76 - 1 14 3 10 0,00% 0,13% 0,02% 0,16% 480 2.005 58 2.543 1,76% 7,49% 0,19% 9,44% immigrati emigrati fasce d' età 0/6 7/14 0/17 15/29 18/64 65 oltre 75 oltre 80 oltre 90 oltre senza fissa dimora minori adulti anziani tot Residenti stranieri 0/17 18/64 65 oltre tot 2712 3219 7095 6982 25344 11334 5079 2829 349 2672 3205 7071 6923 30701 11751 5257 2926 376 3 83 5 91 1 80 5 86 349 1552 23 1924 382 1667 36 2085 49.006 - % 517 462 292 1.196 0,10 nati morti 49.523 diff '11/12 2295 1860 2660 3160 7056 6814 29941 12009 5451 3031 407 862 3672 94 4628 9 -1,04% -1,94% -1,14% -5,23% 4,42% GLI ABITANTI DI ROSTA AL 31/12/2012 ROSTA 2010 2011 2012 diff '11/12 % residenti al 31/12 4623 4722 4759 37 0,78% m f 2297 2326 2340 2382 2358 2401 18 19 0,77% 0,80% nuclei media comp per nucleo 1937 2,39 1967 2,40 2004 2,37 37 -0,03 1,88% -1,08% 61 30 52 27 52 48 0 21 0,00% 77,78% 182 149 226 152 202 151 -24 -1 -10,62% -0,66% nati morti immigrati emigrati fasce d' età 0/6 7/14 0/17 15/29 18/64 65 oltre 75 oltre 80 oltre 90 oltre senza fissa dimora minori adulti anziani tot Residenti stranieri 0/17 18/64 65 oltre tot 342 383 845 549 2818 961 372 208 28 355 394 872 551 2832 1004 385 213 27 365 403 881 550 2841 1031 406 214 26 10 9 9 -1 9 27 21 1 -1 % su pop. 7,67% 8,47% 18,51% 11,56% 59,70% 21,66% 8,53% 4,50% 0,55% 0 3 0 3 0 2 1 3 0 3 0 3 0 1 -1 0 0,00% 0,06% 0,00% 0,06% 2 9 1 12 1 8 0 9 0 18 0 18 -1 10 0 9 0,00% 0,38% 0,00% 0,38% 10 GLI ABITANTI DI VILLARBASSE AL 31/12/2012 VILLARBASSE 2010 2011 2012 diff '11/12 % residenti al 31/12 3334 3350 3408 58 1,73% m f 1624 1710 1630 1720 1655 1753 25 33 1,53% 1,92% nuclei media comp per nucleo 1385 2,41 1412 2,37 1422 2,40 10 0,02 0,71% 1,02% 35 28 21 24 41 30 20 6 95,24% 25,00% 206 80 121 102 158 99 37 -3 30,58% -2,94% 250 262 598 411 2017 719 269 135 20 250 262 608 399 1986 756 289 174 23 257 280 639 403 2015 754 272 157 19 7 18 31 4 29 -2 -17 -17 -4 % su pop. 7,54% 8,22% 18,75% 11,83% 59,13% 22,12% 7,98% 4,61% 0,56% 0 2 0 2 0 2 0 2 0 2 0 2 0 0 0 0 0,00% 0,06% 0,00% 0,06% 19 68 0 87 19 73 0 92 25 73 0 98 6 0 0 6 0,73% 2,14% 0,00% 2,88% nati morti immigrati emigrati fasce d' età 0/6 7/14 0/17 15/29 18/64 65 oltre 75 oltre 80 oltre 90 oltre senza fissa dimora minori adulti anziani tot Residenti stranieri 0/17 18/64 65 oltre tot 11 I DATI SOCIO- SANITARI Nel nostro territorio non si è arrivati alla formulazione del Peps. In attesa della sua definizione, ecco i dati relativi alle persone che hanno ricevuto servizi dal CISA negli anni 2011 e 2012 e nei primi 6 mesi del 2013. Per famiglie o persone seguite si intendono tutti quelli che, nel periodo considerato, usufruiscono di un intervento o servizio. Il numero delle famiglie seguite coincide con le "cartelle" aperte o chiuse dai vari operatori. Possono essere seguiti e ricevere servizi più componenti di una stessa famiglia, quindi il numero delle persone è superiore a quello delle famiglie. Le cartelle possono essere chiuse per vari motivi: fine, definitiva o anche temporanea, dell’intervento, trasferimento, decesso (revisione annuale). 2011 2012 FAMIGLIE 2578 FAMIGLIE 2392 PERSONE 4992 PERSONE 4876 ANZIANI AUTOSUFFICIENTI 803 ANZIANI AUTOSUFFICIENTI 871 ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI 873 ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI 799 ADULTI 2143 ADULTI 2529 ADULTI DISABILI 230 ADULTI DISABILI 242 MINORI 645 MINORI 609 MINORI DISABILI 49 MINORI DISABILI 55 CARTELLE APERTE 362 CARTELLE APERTE 293 CARTELLE CHIUSE 260 CARTELLE CHIUSE 242 1° semestre 2013 PRIMO ASCOLTO FAMIGLIE 2230 2011 454 PERSONE 4482 2012 320 1°semestre 2013 140 ANZIANI AUTOSUFFICIENTI 707 ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI 645 ADULTI 1842 ADULTI DISABILI 236 MINORI 593 MINORI DISABILI 57 CARTELLE APERTE 183 CARTELLE CHIUSE 87 12 Considerando il numero delle famiglie o delle persone che hanno usufruito di un servizio tra 2011 e 2012 si registra un lieve calo, legato presumibilmente alla contrazione degli interventi che il CISA ha limitato al massimo, ma che è stata imposta dal taglio dei finanziamenti nazionali e regionali. Nel primo semestre del 2013 si è notato però un considerevole aumento delle persone seguite sia per la necessità di continuare degli interventi rivolti ai cittadini già presenti (diminuiscono le cartelle chiuse) sia per l’inizio di interventi nuovi. Cala leggermente il numero degli anziani non autosufficienti, presumibilmente scoraggiati dall’affrontare le procedure dell’Uvg dalla consapevolezza delle lunghissime liste d’attesa. Si sottolinea, però, che il fenomeno della non domanda che di conseguenza diminuisce la lista d’attesa (così come l’eventuale definizione di criteri di accesso più restrittivi) si configura come un elemento pericoloso perché non elimina il bisogno, ma lo nasconde solamente privando i decisori politici e i tecnici dell’unico elemento valido per la programmazione e cioè i dati epidemiologici reali di un territorio. Si registra in ogni caso un aumento dei nuovi accesi (115 nei primi 5 mesi del 2013 a fronte dei 224 complessivi del 2012) e delle persone adulte seguite, ed è evidente la modifica delle loro caratteristiche sociali e dei problemi da loro presentati. Sono sempre più cittadini dell’ex “classe media”, cioè persone dotate di adeguate risorse individuali, che hanno avuto finora una discreta o buona autonomia economica e sociale, pesantemente messa in discussione, quando non interrotta, dalla crisi economica e occupazionale degli ultimi anni: il 52% delle prese in carico nei 5 mesi del 2013 contro il 26% del 2012. Ciò comporta per loro non solo la comparsa di problemi economici di fronte ad impegni finora onorati (mutuo, affitto, pagamento delle utenze, delle spese relative ai figli ecc.) ma soprattutto la messa in crisi dell’immagine di sé e del ruolo svolto all’interno della famiglia. totale accessi 2012 = 224 VILLARBASSE; 5 ROSTA; 8 RIVOLI; 211 13 Anno 2012 prese in carico: tipologia di problematiche * cr i si eco no mica; 3 2 ; 2 5% * event o t r aumat ico ; 16 ; 13 % alt r o ; 78 ; 6 2 % totale accessi 1 gen 31 mag 2013 = 215 * crisi economica: riduzione o perdita del VILLARBASSE; 4 prese in carico: tipologia di problematica ROSTA; 7 altro; 23; 27% RIVOLI; 104 lavoro a causa della crisi negli ultimi due anni * evento traumatico: separazione, lutto, malattia,altro evento improvviso e inatteso *evento traumatico; 18; 21% 14 *crisi economica; 45; 52% DATI SOCIO- ECONOMICI . Dal Centro per l’Impiego di Rivoli : DATI ISCRITTI IN MOBILITA' CENTRO PER L'IMPIEGO DI RIVOLI residenti nei Comuni Rivoli, Rosta, Villarbasse (aggiornati al 18/07/2013) * Conteggio di Comune di residenza Comune di residenza RIVOLI Classi età Genere Massimo grado istruzione F Diploma Diploma extra-universitario Diploma universitario Istruzione professionale Laurea (primo e secondo livello) Licenza elementare Licenza media oppure obbligo Nessun titolo (vuoto) F Totale M Diploma Diploma universitario Istruzione professionale Laurea (primo e secondo livello) Licenza elementare Licenza media oppure obbligo Nessun titolo (vuoto) M Totale 1 2 3 8 1 3 15 F Diploma Istruzione professionale Laurea (primo e secondo livello) Licenza media oppure obbligo F Totale M 1 1 Diploma Laurea (primo e secondo livello) Licenza media oppure obbligo M Totale 15 61 2 oltre 49 anni Totale 55 30 2 11 2 9 9 2 81 5 165 28 1 19 101 3 4 169 43 6 10 16 22 233 4 10 465 98 2 24 6 9 58 2 109 2 47 95 3 8 208 12 57 218 6 9 426 225 274 377 891 4 1 16 2 7 12 RIVOLI Totale ROSTA 15- 26- 4025 39 49 anni anni anni 6 1 49 1 1 128 19 2 7 4 1 62 1 1 97 147 2 4 27 6 5 1 1 2 9 1 3 9 18 4 5 10 5 4 16 38 10 1 1 3 2 3 9 5 10 3 9 22 ROSTA Totale 1 F VILLARBASSE Diploma Istruzione professionale Laurea (primo e secondo livello) Licenza elementare Licenza media oppure obbligo (vuoto) F Totale M Diploma Laurea (primo e secondo livello) Licenza media oppure obbligo M Totale VILLARBASSE Totale Totale complessivo mobilità Rivoli + Rosta + Villarbasse 12 27 20 60 1 3 1 1 5 1 1 2 2 2 1 1 8 2 1 2 1 5 2 3 1 3 2 15 6 1 10 17 32 1 1 2 4 4 6 1 3 6 1 6 14 11 17 243 315 408 UTENTI ISCRITTI A LISTE DI MOBILITA' (N.B. : gia' compresi nello stock) AL 07/2013 Conteggio di Comune di residenza Comune di residenza RIVOLI Totale ROSTA Totale VILLARBASSE Totale Totale complessivo Classi età oltre 15-25 26-39 40-49 49 Totale anni anni anni anni 15 225 274 377 1 12 27 20 1 6 14 11 17 243 315 408 ISCRITTI AL COLLOCAMENTO MIRATO L. 68/99 AL 07/2013 (da aggiungere allo stock) Conteggio di Comune di residenza RIVOLI Totale ROSTA Totale VILLARBASSE Totale Totale complessivo Genere F M 140 174 9 8 3 5 152 187 ISCRITTI AL CENTRO PER L'IMPIEGO (coll. Ordinario + coll. mirato) Totale 314 17 8 339 5186 * Fonte dei dati: SILP ( Sistema Informativo del Lavoro della Regione Piemonte) 16 891 60 32 983 983 Servizio Mediazione Lavoro Nel 2010 si è interrotta la gestione intercomunale del Servizio Intercomunale Inserimenti Lavorativi per l’accompagnamento al lavoro di persone invalide civili. Nel 2010 il Cisa ha deciso di assumere in proprio la gestione del servizio attraverso la specifica convenzione con la Provincia e si è creato il Servizio Mediazione Lavoro (vedi scheda) Il numero delle persone prese in carico è conteggiato in quello dei cittadini che usufruiscono servizi del Cisa. Si riportano qui i dati specifici vista la rilevanza del problema, dell’autonomia delle persone. in funzione TIROCINI 2012: ACCOMPAGNAMENTO AL LAVORO *: 13 COLLOCAMENTO MIRATO *: 17 ASSUNZIONI 2012: 5 TIROCINI 1° SEMESTRE 2013: ACCOMPAGNAMENTO AL LAVORO *: 4 COLLOCAMENTO MIRATO: 8 ASSUNZIONI 1° SEMESTRE 2013: 4 PERSONE IN ATTESA DI RISORSA PER TIROCINIO: 22 * l’accompagnamento al lavoro è il percorso rivolto a persone non immediatamente occupabili che necessitano di interventi preparatori. * il collocamento mitrato è la somma di interventi immediatamente finalizzati all’assunzione 17 Aziende che hanno chiesto la CIGS o la CIGD ad aprile 2013 del territorio CpI Rivoli lavoratori in CIGS O CIGD AD APRILE 2013 NEL TERRITORIO DEL CPI DI RIVOLI 3567 lavoratori in mobiltà indennizzata (lg 223/91): 450 lavoratori in mobilità giuridica (lg 236/93) : 856 X X X X X X X X Cau sale 30 Dero ga Mini st. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 Data inizio METALMECCANICO METALMECCANICO EDILIZIA MENSE EDITORIA METALMECCANICO COMMERCIO METALMECCANICO TESSILE METALMECCANICO EDILIZIA METALMECCANICO EDILIZIA METALMECCANICO METALMECCANICO METALMECCANICO COMUNICAZIONI COMMERCIO METALMECCANICO COMMERCIO METALMECCANICO METALMECCANICO METALMECCANICO MENSE METALMECCANICO METALMECCANICO METALMECCANICO EDILIZIA METALMECCANICO RIVOLI GRUGLIASCO GRUGLIASCO GRUGLIASCO GRUGLIASCO GRUGLIASCO GRUGLIASCO RIVOLI ROSTA GRUGLIASCO RIVOLI RIVOLI GRUGLIASCO GRUGLIASCO GRUGLIASCO GRUGLIASCO ROSTA RIVOLI RIVOLI GRUGLIASCO RIVOLI RIVOLI GRUGLIASCO RIVOLI GRUGLIASCO GRUGLIASCO GRUGLIASCO RIVOLI RIVOLI 4 4 3 3 4 2 1 1 1 3 2 2 3 3 4 3 3 3 3 1 2 3 4 3 3 3 3 3 1 28/06/2011 06/04/2013 29/10/2012 01/02/2013 01/06/2011 05/07/2012 18/02/2013 04/03/2013 13/06/2011 22/04/2013 08/11/2012 04/02/2013 25/02/2013 21/01/2013 05/07/2012 01/10/2012 12/11/2012 02/07/2012 12/09/2012 01/09/2012 11/12/2012 12/11/2012 19/11/2012 21/01/2013 28/05/2012 14/01/2013 25/07/2012 04/02/2013 03/09/2012 27/06/2013 05/04/2014 28/10/2013 30/09/2013 31/05/2013 04/07/2013 17/02/2014 03/03/2014 12/06/2013 21/04/2014 07/05/2013 30/06/2013 24/02/2014 20/07/2013 04/07/2013 30/09/2013 11/11/2013 01/07/2013 11/09/2013 31/08/2013 10/06/2013 11/11/2013 18/11/2013 11/09/2013 27/05/2013 13/01/2014 24/07/2013 03/02/2014 02/09/2013 57 120 29 6 19 899 5 21 47 17 6 24 23 151 430 171 15 5 293 9 78 76 676 4 101 112 95 10 33 TESSILE ROSTA 3 15/10/2012 14/10/2013 35 CCNL 18 Sede unità produttiva Data fine Nr. Lav. in CIGS-CIGD LE AZIONI STRATEGICHE TRASVERSALI Gli interventi per la casa, il lavoro e il rapporto con i privati ( associazioni di volontariato, cooperazione sociale, fondazioni e anche categorie o singoli cittadini) sono trasversali ai temi trattati dal Piano, possono e devono porsi come modalità strutturali per migliorare il benessere sociale del territorio attraverso interventi sia preventivi che riparativi. POLITICHE PER LA CASA (dall’Assessorato alla Pianificazione territoriale) Il nostro territorio, soprattutto la città di Rivoli, è caratterizzato dall’ alto costo delle abitazioni sia relativamente all’acquisto che alla locazione. Questo rischia di provocare il progressivo allontanamento dei cittadini che per le loro caratteristiche anagrafiche o socioeconomiche sono in difficoltà a rispondere a queste condizioni di mercato: giovani coppie, giovani lavoratori precari, famiglie e anziani di reddito medio basso. Molti giovani che decidono di lasciare la famiglia per abitare autonomamente e molte giovani coppie non si fermano nella nostra città, ma trovano soluzione nei comuni vicini o a Torino: vi è quindi un calo demografico, ma soprattutto viene snaturato e impoverito il tessuto sociale della città. È necessario affrontare questo problema in modo strutturale, all’interno di scelte che difendano la qualità urbanistica della città, ma con attenzione ai cittadini di ceto medio, alle giovani coppie e ai single con reddito basso, realizzando, inoltre, anche iniziative di social housing che aumentino e completino le esperienze già in atto di alloggi in convivenza o di alloggi protetti transitori per persone in difficoltà, realizzate dal CISA anche in collaborazione con il Comune (vedi schede) Il patrimonio abitativo pubblico Analizzando la consistenza del Patrimonio Abitativo di edilizia pubblica del Comune di Rivoli, si evidenzia una grande maggioranza di alloggi in locazione gestiti dall’Agenzia Territoriale per la Casa di Torino (circa 87,6%), seguiti da una quota di alloggi in locazione gestiti dal Comune. Dai dati depositati tutti gli alloggi sono attualmente occupati e risultano, in quanto costruiti in periodi storici diversi, inadeguati per dimensione alle nuove necessità di persone rimaste sole o single, coppie senza figli e anziani che necessitano di cellule abitative di dimensioni più ridotte. 19 Tipologia Alloggio Alloggi ERP – Proprietà e Gestione ATC Torino Alloggi ERP – Proprietà Comune Rivoli e Gestione ATC Torino Alloggi ERP – Proprietà e Gestione Comune Rivoli Alloggi da Convenzioni Edilizie tra Comune Rivoli e Imprese Alloggi ATC in Locaz. al Comune di Rivoli per Emergenza Abitativa Totale Numero 599 14 51 16 4 % 87,6 2,1 7,5 2,2 0,6 684 100 Domande Alloggi E.R.P.: Bando 2007 - 2012 Bando in corso (2011) In graduatoria 221 Rich. Soddisfatte 33 Numero Richieste 312 Richieste ammesse 248 Rich. Soddisfatte 8 Rinunce 10 Situazione degli sfratti: Anno N. Sfratti N. Assegnazioni Spese sistem. € Contributi € 2009 9 16 50.639 8.520 2010 14 15 59.214 13.005 2011 24 41 90.282 11.661 2012 6 11 54.271 9.467 Se si confrontano i dati delle Tabelle precedenti, emerge un quadro chiaro, secondo il quale ad una stazionarietà relativa al Sostegno alla Locazione, fa da contropartita una situazione di disagio rispetto alle richieste di alloggi ERP, sintomatica della debolezza di una certa fascia sociale alla quale non risulta sufficiente il semplice contributo/sostegno. L’obiettivo da porsi sarà, quindi, quello di differenziare l’offerta del mercato immobiliare abitativo (acquisto e/o locazione) in modo tale da soddisfare la domanda di abitazioni ad un costo adeguato alla capacità di spesa di ogni singola categoria o nucleo familiare. Le azioni pubbliche intraprese sono state fortemente limitate da alcuni fattori: le difficoltà di bilancio del Comune e della Regione, che impediscono anche l'avvio di azioni già programmate, la indisponibilità di aree su cui avviare la realizzazione di nuovi alloggi. L’Immobiliare sociale comunale (LO.C.A.RE.) La Città di Rivoli ha aderito, anche per il corrente anno, al progetto LO.C.A.RE. (Locazioni convenzionate, assistite, residenziali) che, operando come immobiliare pubblica, cerca di favorire l'incontro tra domanda ed offerta sul mercato privato della locazione. 20 I risultati sin qui conseguiti sono però ad oggi molto limitati, infatti solo poche famiglie in condizioni di emergenza abitativa hanno trovato casa attraverso LO.C.A.RE. L’incremento del patrimonio di erps In considerazione dell'ormai esaurito numero di aree di proprietà pubblica che il PRGC di Rivoli destina a insediamenti di edilizia agevolata e sovvenzionata, l’Amministrazione ha lanciato un bando per l’acquisto, nel mese di febbraio 2012, per un importo di 400.000 Euro, che però è andato deserto. L'amministrazione inoltre sta individuando alcune aree di proprietà, destinate a servizi, passibili di accogliere insediamenti, di dimensione contenute, di edilizia residenziale pubblica. Per quanto riguarda gli interventi ATC, nel 2012 sono stati assegnati 27 alloggi costruiti in via Orbassano e sono in via di completamento i 20 alloggi di via Pasubio. I “condomini solidali” In passato l’Amministrazione di Rivoli ha cercato di affrontare le necessità specifiche dei cittadini anziani anche dal punto di vista abitativo per non incrementare forzosamente le domande di trasferimento in residenze protette o R.S.A., quando non volute o non necessarie. E' stato individuato un complesso edilizio di proprietà comunale, fortemente degradato ed in stato di abbandono, in corrispondenza dei vecchi magazzini comunali, in via Orsiera, finanziato con le risorse del secondo biennio del Programma Casa Regionale per un totale di n. 23 alloggi e attuato da ATC. Il progetto è stato approvato dagli uffici comunali, si è proceduto alla firma della convenzione per l’assegnazione dell’area con ATC che è però ancora in attesa del finanziamento regionale. Si intende realizzare un piccolo condominio, prevalentemente dedicato ad anziani, che veda la possibilità di fornire servizi domiciliari differenziati a seconda dei bisogni, attraverso la modalità del ”buon vicinato” da parte di adulti, madri single, uomini separati o giovani che possono risiedere nel condominio stesso. Tale intervento sarà, tra l'altro, sinergico all'articolato programma di riqualificazione dell'intera zona, che la Città ha da tempo promosso, attraverso il Piano-programma 10.000 alloggi per il 2012. Interventi di edilizia residenziale convenzionata Negli ultimi anni hanno riguardato i finanziamenti relativi ai bandi dell'8° Programma di Edilizia Agevolata, delle economie dell'8° Programma di Edilizia Agevolata, del Programma Ministeriale "20.000 alloggi in affitto" e dei programmi di cui all'art. 9 della Legge 493/93, del Programma Casa Regionale "10.000 alloggi entro il 2012". La situazione degli ultimi anni è la seguente: Risultano completati 18 alloggi della coop. Di Vittorio in strada Maiasco, 3 alloggi della coop. San Pancrazio sempre in strada Maiasco, mentre è stato approvato il PEC per la realizzazione di altri 56 alloggi della stessa coop. San Pancrazio. Le Forze dell'Ordine hanno ottenuto l'assegnazione del lotto di via Orsiera, per la 21 realizzazione di 25 alloggi. Promozione di progetti di Housing sociale E' necessaria la promozione di iniziative immobiliari ove, a fronte di un parziale apporto di equity di origine pubblica, convergano apporti finanziari e gestionali di soggetti privati, prevedendo a favore degli stessi la necessaria e congrua remunerazione. Il problema che viene posto alla discussione della revisione del PRG del Comune di Rivoli è l’individuazione e il reperimento di nuove aree da destinare. Si sta procedendo in tal senso, procedendo contestualmente alla aggregazione di lotti che di volta in volta vengono dismessi da operatori privati per l’attuazione di piani esecutivi convenzionati. Nel corso del 2013 verranno avviate le procedure di bando per alcune delle aree individuate, e di immobili attualmente in disuso (sede ex coop, Oltre). L’obbiettivo è fornire abitazioni adeguate alle categorie di cittadini particolarmente fragili di fronte al mercato immobiliare specifico della nostra città: giovani coppie, adulti single con figli ecc. Residenze collettive di carattere sociale , convivenze temporanee, servizi di prima accoglienza. Il Comune di Rivoli sta valutando la possibilità di ristrutturare l’immobile ex mensa Elcat, situato accanto al Palazzo Civico. La ristrutturazione consentirebbe di dare un’adeguata sistemazione a servizi di bassa soglia: la mensa sociale, gestita da un’associazione di volontariato del territorio, attualmente in locali comunali insufficienti al suo sviluppo e non dotati di cucina e di spazi di socializzazione (vedi scheda relativa), le docce e un servizio di lavanderia. Potrebbe essere previsto anche un piccolo dormitorio ( 8-12 posti massimo sono sufficienti per la nostra città), anch’esso da gestire in collaborazione con il volontariato cittadino. Da qualche anno il CISA ha iniziato a proporre, in alloggi reperiti nel mercato privato, esperienze di convivenza di uomini in condizione di difficoltà socioeconomica e famigliare, privi di abitazione stabile, conosciuti dai servizi sociali che sono in grado, quindi, di valutare la loro compatibilità ad una convivenza: alle persone viene chiesto di provvedere con autonomia alla gestione della casa, di versare un contributo per le spese in proporzione al reddito, in un percorso di autonomia di vita concordato con i servizi. Le due esperienze finora realizzate proseguono con buoni risultati e con totale autonomia delle persone residenti, una da più di 4 anni, la seconda da più di 1 anno (vedi schede). In una struttura pubblica, recentemente riconvertita, si sono invece ricavate 4 camere, ciascuna con bagno, e con cucina e soggiorno comuni, come residenza temporanea di famiglie con figli in situazioni di difficoltà o di emergenza abitativa. 22 La convivenza temporanea è attiva dal novembre 2012: è da notare che due delle situazioni finora ospitate sono di famiglie che lavorano, una delle quali ha dovuto vendere l’ alloggio in cui abitava perché, per una grave crisi lavorativa, non era più in grado di sostenere i costi del mutuo. Fondo immobiliare etico di tipo chiuso riservato ad investitori qualificati Nell'ambito della sperimentazione di innovative modalità di realizzazione dell'housing sociale, è cosa opportuna avviare una verifica, con Fondazioni bancarie e grandi investitori istituzionali e non, sulla sussistenza delle condizioni per aderire ad un fondo immobiliare etico di tipo chiuso, riservato a investitori qualificati. Nel caso di costituzione di detto fondo, alle quote sottoscritte da investitori qualificati, si potrebbe assommare l'apporto, da parte del Comune, delle aree a verde pubblico ed a servizi pubblici, acquisite o di prossima acquisizione al patrimonio pubblico e nelle quali sia ipotizzabile la realizzazione di edilizia sociale Gli alloggi realizzati dovrebbero essere destinati alla locazione permanente a canone convenzionato ed il rendimento conseguito dovrebbe essere competitivo con gli investimenti a basso rischio. Linee-guida per la revisione del PRG per l'individuazione di aree per interventi di edilizia sociale: Vengono sinteticamente ripresi i punti emersi in sede di discussione delle linee-guida della pianificazione urbanistica che l'Amministrazione di Rivoli intende adottare: • Individuare nuove aree da destinare all’Edilizia Sovvenzionata/Convenzionata ed all’ERP; • -Integrare le previsioni di Edilizia Sovvenzionata/Convenzionata ed eventualmente ERP all’interno dei più rilevanti interventi Edilizi di iniziativa del Privato; • -Individuare previsioni normative, che all’interno degli interventi di Edilizia Sovvenzionata, Convenzionata ed ERP, privilegino la realizzazione di cellule abitative di “piccole dimensioni”, che conseguentemente hanno costi più accessibili . Rendere disponibili immobili in disuso o lotti destinati a servizi, ad interventi di ERP , di Housing Sociale e per convivenze a carattere sociale e per differenziare l’offerta di soluzioni abitative per disabili in situazione di parziale autonomia, ad ampliamento di quanto già realizzato (vedi schede). Emergenza abitativa (dall’Assessorato alla Casa) Il 4 gennaio 2012, a seguito approvazione con D.P.G.R. 4/10/2011 dei relativi regolamenti di attuazione, è entrata in vigore la legge regionale 17/02/2010 n.3 “Norme in materia di edilizia sociale” 23 Tale aggiornamento normativo ha comportato l’approvazione del nuovo “Regolamento per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica e per la concessione di benefici alternativi e temporanei a nuclei familiari in situazione di emergenza abitativa” (D.C.C. n. 54 del 31/05/2012) per renderlo conforme alle nuove disposizioni regionali. Commissione Emergenza Abitativa : La Commissione (composta da un rappresentante delle associazioni di volontariato, un rappresentante dei sindacati inquilini, un rappresentante del CISA e dalla Dirigente della Direzione Servizi alla Persona) si è riunisce periodicamente – sulla base delle domande di Emergenza Abitativa presentate e sulla programmazione degli sfratti per discutere casi di emergenza abitativa (mediamente 4/6 casi per seduta); nell’anno 2012 la Commissione si è riunita 4 volte. La valutazione collegiale permette di verificare la corrispondenza dei requisiti previsti dal Regolamento Emergenza Abitativa con le specifiche situazioni presentate dai richiedenti e proporre quindi soluzioni in ordine ad assegnazione di alloggi di risulta resisi disponibili, ad eventuali sistemazioni di nuclei presso strutture recettizie in attesa dell’assegnazione o ad erogazione di contributi con la finalità di sospendere l’esecuzione degli sfratti in attesa di risorse disponibili. Di ogni riunione viene redatto verbale delle decisioni. Assegnazioni: Dal 4 aprile 2012 è vigente la graduatoria definitiva del Bando di concorso per l’assegnazione di alloggi edilizia residenziale pubblica di risulta e di eventuale nuova costruzione emesso il 27/04/2011. Al 31/12/12, gli alloggi assegnati a nuclei inseriti nella graduatoria del Bando sono 8. Pur con il costante monitoraggio delle assegnazioni sopra descritte, non è stato possibile - per poter far fronte alle situazioni più gravi da emergenza abitativa rispettare la percentuale obbligatoria prevista dalla Legge Regionale, suddivisa fra casi di emergenza abitativa (50%) e casi da graduatoria (50%); vi è un divario di 2 assegnazioni in più all’emergenza abitativa; tale differenza dovrà essere recuperata durante l’anno 2013. Censimento: Dal mese di giugno è stato avviato il censimento della condizione socio-economica – ai sensi della L.R. dei nuclei occupanti i 52 alloggi di Edilizia Sociale di proprietà comunale; nonché la rilevazione delle caratteristiche tecniche degli alloggi per verificare la permanenza o meno dei requisiti per la prosecuzione dell’assegnazione e 24 l’aggiornamento del canone rispetto alle eventuali variazioni di reddito/composizione del nucleo e rispetto alle caratteristiche degli alloggi così come definite dalla nuova normativa regionale. Attualmente il canone di affitto medio mensile è pari ad 82 euro. Si è rilevato che 47 dei 52 nuclei hanno il requisito di permanenza nell’abitazione poiché possessori di ISEE inferiore a 40.000 euro (il doppio del limite di accesso all’Edilizia Sociale); i nuclei mancanti sono oggetto di accertamenti per irreperibilità. Ricevimento pubblico e data base: A partire da quest’anno si è istituito ed è in continuo aggiornamento un data base in cui viene inserita ogni persona che si rivolga all’ufficio per la prima volta (segnalazione di difficoltà o richiesta di informazioni ) o che sia interessata da un procedimento in corso (censimento socio-economico, sfratto, assegnazione, bandi vari, convocazione per pratiche ATC, ecc….); tale raccolta dati consente di avere un quadro completo di conoscenza sull’utenza e sui procedimenti che li riguardano, oltre alla possibilità d’essere confrontato con raccolte dati dell’ufficio lavoro e dell’ufficio istruzione per monitorare le situazioni di difficoltà dichiarate. Attualmente le persone inserite in data base (che quindi nell’ultimo anno sono state interessate da qualche procedimento o primo contatto) sono 220. E’ da tenere presente che il numero delle persone inserite non è rappresentativo del numero di contatti che ogni persona ha con l’ufficio (ad es., per una pratica di emergenza abitativa che si chiude con l’assegnazione, la persona si presenta in ufficio almeno 4/5 volte; per una pratica di censimento socio-economico o convocazione ATC, almeno 2 volte; ecc.). Quindi, al fine di quantificare il numero di contatti, nel mese di luglio sono stati sistematicamente rilevati e l’esito è che tutte le settimane 12/15 persone si rivolgono all’ufficio. Sostegno alla locazione: Sono stati liquidati i contributi per il sostegno alla locazione relativo al bando emesso il 1° febbraio 2012 per gli affitti pagati nell’anno 2010. La Regione Piemonte ha inviato il 39,34% del fabbisogno richiesto di euro 508.693,68, quindi Euro 200.148,69. Spese per sistemazioni temporanee: L’Amministrazione Comunale sta ampliando le proprie azioni nei confronti dei proprietari proponendo il rinvio dell’esecuzione degli sfratti e sostenendo i cittadini soprattutto in situazioni di morosità incolpevole per attendere la disponibilità di alloggi di Edilizia Sociale senza dover ricorrere a strutture alberghiere dove ospitare le famiglie, evitando così costi maggiori per l’Amministrazione e disagi alle famiglie in maggiori difficoltà. 25 Nella tabella il consuntivo delle spese affrontate dal Comune di Rivoli, a titolo vario, nel settore. Spese per Emergenza Abitativa : consuntivi ultimi 5 anni per richiesta Assessore Sozza consunt. 2008 spese sistemazioni temporanee sfrattati pubblicità Locare trasferimento ATC morosità incolpevole trasferimento ATC morosità colpevole incentivi accesso locazione fondo garanzia sostegno locazione rimborso comune torino Locare consunt. consunt. consunt. consunt. Note 2009 2010 2011 2012 59.961 50.638 59.213 90.282 0 0 0 500 25.000 27.900 0 45.316 133 Nota: la competenza 2012 è pari solo ad Euro 44,460. La restante somma (€ 125.865 81,405) si riferisce ad annualità precedenti (2009 2010) 14.694 29.070 29.070 24.070 20.070 20.070 1.454 1.454 5.310 1.500 1.500 1.000 1.000 1.000 1.000 1.000 Tale importo comprende sia le spese riconosciute ad ATC per la gestione che le morosità canoni ed 21.141 utenze degli assegnatari. Tale importo rappresenta il saldo delle gestioni 20092010-2011. trasferimento ATC convenz. Via Montelimar contributi sostegno locazione e morosità incolpevole Nel 2011 hanno rappresentato una spesa ingente poiché è stata più volte prorogata la data di 54.271 consegna degli alloggi di Via Orbassano e molti nuclei sono stati oggetto di ospitalità temporanee per molto tempo. 1.600 8.520 13.005 11.661 118.085 118.582 102.598 170.329 26 Tali contributi si riferiscono alle proroghe degli sfratti che richiediamo ai proprietari al fine di lasciare le persone nelle 22.719 loro case, risparmiando cosi' risorse per ospitalità alberghiere, in attesa di assegnazione alloggi Edilizia Sociale. 261.393 POLITICHE ATTIVE PER IL LAVORO La gravità della recessione economica, che ha investito il nostro territorio a partire dal 2008, ha determinato fenomeni di progressive chiusure aziendali, nel caso di piccole e medie imprese, e di avvio di procedure di mobilità e cassa integrazione, nel caso di aziende più grandi, con il conseguente rapido incremento del numero di persone disoccupate e immediatamente disponibili al lavoro; tali lavoratori, in molti casi in possesso di un’esperienza pluriennale all’interno di una stessa azienda, si sono ritrovati di fatto con un reddito significativamente diminuito, al punto tale da non poter più mantenere il tenore di vita precedente alla perdita del lavoro, rischio particolarmente grave in presenza di carichi familiari. Particolarmente problematica, in questo contesto, è diventata la situazione dei giovani che faticano sempre di più ad inserirsi nel mercato del lavoro: il fenomeno della precarietà giovanile, caratterizzato spesso da carriere lavorative discontinue, con conseguente discontinuità di reddito, determina l’esigenza di una permanenza prolungata (42% dei giovani tra i 25 e i 34 anni) nella famiglia d’origine, che si trova a dover sostenere anche economicamente questa difficile transizione scuola-lavoro. Il perdurare di tale crisi e la difficoltà di una reale ripresa economica impediscono inoltre il riassorbimento nel mercato del lavoro di coloro che ne sono fuoriusciti, amplificando il fenomeno della disoccupazione di lunga durata; oltre ad una perdita di qualificazione delle competenze acquisite dal lavoratore, vi è anche in questi casi un progressivo allontanamento dalle più attuali esigenze del mercato del lavoro e una crescente esposizione al rischio di esclusione sociale, legato anche alla perdita di motivazione e al rischio di cadere in depressione. La povertà che in molti casi si associa a tali situazioni in cui non vengono percepiti redditi e non si ha più accesso agli ammortizzatori sociali, determina spesso l’esigenza di rivolgersi ai Servizi Sociali e all’Ufficio Casa del Comune a causa di sfratti dovuti a morosità. In tale contesto, e nella costante ricerca di strumenti che si adattino al mutare della situazione socio-economica, a partire dal 2007-2008, le politiche attive del lavoro del Comune di Rivoli sono state volte a promuovere diversi progetti (Over45-Job Club, Giovani&Lavoro Job Club per Cantieri di Lavoro, Ricerco&Lavoro) caratterizzati dalla metodologia del job club, quale strumento di counseling orientativo di gruppo per promuovere la ricerca attiva del lavoro, favorire una maggiore consapevolezza professionale rispetto alle esigenze del mercato produttivo, fornire strategie e strumenti mirati alla realizzazione di un proprio progetto professionale. A partire dal 2011 tali esperienze sono state poi riunite nel progetto “Rivoli&Lavoro”, nel tentativo di superare la logica di progettazioni rivolte a specifici target di disoccupati (giovani 18-25enni, over45, ex-cantieristi, ecc.), per cercare di dare una risposta più diffusa e più estesa, a fronte dell’ingresso nello stato di disoccupazione di persone che in un diverso contesto socio-economico erano in possesso di adeguati strumenti (e/o di un’efficiente rete informale) per la ricerca di nuove opportunità lavorative. 27 Nel limite delle risorse di anno in anno stanziate dal Comune di Rivoli è possibile inoltre prevedere, in alcuni casi, anche un eventuale sbocco in tirocinio finanziato con una borsa lavoro di 400 euro al mese per 3 mesi, per favorire il reinserimento nel mercato del lavoro di persone adulte che ne sono fuoriuscite da tempo o che intendono provare a sperimentarsi in un nuovo settore professionale o che, non sono in grado, da sole, a crearsi reali opportunità lavorative. Per i giovani, nella fascia di età 18 – 27 anni, vengono attivati, invece, specifici moduli: i ragazzi vengono coinvolti in un percorso di costruzione del proprio progetto formativo/professionale attraverso un primo momento di formazione e valutazione delle caratteristiche e propensioni personali e un secondo momento dedicato all’individuazione del percorso di tirocinio e/o di formazione più adeguato alle proprie aspettative. Nel 2012 sono stati attivati 20 tirocini per gli adulti e 16 per i giovani. Costante è l’impegno del Comune di Rivoli nella promozione dei “Cantieri di Lavoro”, ai sensi della Legge Regionale n. 34/2008 – art 32 – del 22/12/08, utilizzando, a partire dall’anno 2011, unicamente la formula part-time (25 ore settimanali per 10 - 11 mesi) al fine di dare una risposta prolungata nel tempo alle persone maggiormente in difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro, coinvolgendo n. 23 persone nell’annualità 2011-2012 e n. 9 nell’annualità 2012-2013. Accanto a tali iniziative di politica attiva del lavoro il Comune di Rivoli ha anche aderito a progetti di sostegno al reddito in collaborazione con altri enti: - all’interno del programma “Azioni di contrasto alla crisi del Mercato del lavoro” co– finanziato dalla provincia di Torino “1 Euro per Abitante”-“Pratico” sono state prese in carico, n. 46 persone residenti a Rivoli nell’anno 2011 e n. 48 nell’anno 2012, che hanno partecipato, a seguito di colloquio individuale allo sportello di accoglienza del progetto “Rivoli&Lavoro”, ad azioni di job club presso il Patto Territoriale Zona Ovest e hanno ricevuto un sostegno al reddito di 530 euro per 3 mesi; - a seguito del finanziamento erogato da Compagnia di San Paolo nell’ambito del progetto “Reciproca Solidarietà e Lavoro Accessorio” finalizzato a coinvolgere i cittadini colpiti dalla crisi in attività retribuite promosse da enti senza fini di lucro attraverso lo strumento del voucher per il lavoro accessorio, a seguito dell’approvazione, da parte del Comune di Rivoli, dei progetti proposti dalle associazioni del territorio, sono stati coinvolti n. 31 lavoratori nel 2011 e n. 43 nel 2012, quali prestatori di lavoro accessorio nell’ambito di tali progetti. Nell’anno 2012, inoltre, lo stesso Comune di Rivoli, stanziando ulteriori fondi, si è servito dello strumento del voucher, destinandolo a n. 16 disoccupati, disponibili a prestare lavoro occasionale di tipo accessorio presso i servizi comunali per un periodo circa tre mesi. A questi interventi vanno aggiunti i tirocini attivati dal CISA per le persone adulte in difficoltà, tirocini che sono stati 13 nel 2010 e che hanno dato origine a 4 assunzioni, 12 nel 2011 con 6 assunzioni e 5 nel 2012 con 2 assunzioni. Il CISA ha inoltre utilizzato i vuocher per il lavoro accessorio, sia all’interno del progetto della Compagnia di S. Paolo che con fondi propri per sostenere l’autonomia economica delle persone attraverso progetti di utilità sociale: 1 progetto nel 2010, 12 progetti nel 2011 e 14 progetti nel 2012 (vedi schede). 28 IL RAPPORTO CON I PRIVATI Si sta consolidando l’abitudine ad una buona collaborazione soprattutto tra il CISA e le realtà associative più attente ai problemi sociali dei tre Comuni, sia nella collaborazione nei confronti delle singole persone seguite, sia soprattutto nella definizione di progetti comuni e nella collaborazione a progetti di iniziativa dei singoli Enti. Il bando della Provincia che finanzia i progetti delle associazioni di volontariato è stato un ottimo banco di prova per testare questa capacità collettiva. Il coordinamento richiesto al CISA ha permesso di verificare non solo che i progetti raccoglievano problemi e priorità emerse nei tavoli tematici, ma che anche la scelta dei beneficiari dei progetti era occasione di scambio di informazioni e di confronto perché non ci fossero sovrapposizioni o al contrario venissero trascurate situazioni particolarmente isolate. Per coerenza con il valore attribuito ai progetti presentati, ma soprattutto alla collaborazione concreta con le associazioni di volontariato, poiché nel 2012 il contributo della Provincia non riusciva a coprire tutto il budget necessario, il Consorzio ha scelto di effettuare alcune variazioni di bilancio per finanziare con risorse proprie la parte mancante alla completa realizzazione dei progetti. In questi anni è anche aumentata la partecipazione a bandi per il finanziamento di progetti di carattere sociale da parte di Fondazioni private, sia da parte del Comune di Rivoli che da parte del CISA e la partnership del CISA a progetti presentati da varie associazioni. Oltre al bando della Compagnia S. Paolo per il sostegno al reddito attraverso il progetto “Reciproca solidarietà e lavoro accessorio”, ricordiamo, per la sua rilevanza, l’approvazione del progetto del CISA relativo all’apertura del Centro per le famiglie da parte della Compagnia S. Paolo che ha finanziato interamente i lavori di ristrutturazione dei locali comunali concessi a questo scopo. La capacità di coinvolgere i privati, di intercettare risorse con progetti chiaramente finalizzati, documentati e credibili è fondamentale per consentire lo sviluppo degli interventi anche in momenti di contenimento delle risorse come quello attuale e va quindi ulteriormente incentivata, anche attraverso piccole iniziative che oltre al contributo economico diventano anche occasioni di sensibilizzazione sociale (es: i concerti offerti da due associazioni per finanziare l’ adeguamento dei locali per l’emergenza abitativa di famiglie con bambini a “Casa Capello”). Così come va migliorata e consolidata l’esperienza del CISA di coinvolgere singoli cittadini che non fanno capo ad associazioni specifiche, ma sono disponibili a mettere a disposizione le loro esperienze e capacità in varie attività di volontariato a sostegno di servizi e iniziative sociali (es. i volontari “qualificati” che si occupano dell’accoglienza, della segreteria e di alcuni servizi del Centro per le famiglie, che gestiscono alcuni laboratori del progetto “Sbocciati”, che hanno collaborato al corso di formazione-informazione sull’ Alzheimer ecc..). 29 I PROBLEMI E LE PRIORITÀ EMERSE DAI TAVOLI TAVOLO ADULTI Partecipanti Maseri Raffaella coordinatore tavolo Nino Flesia Suor Pavanello Teresita Sabrina Gargioli Fulvia Gallo Baricco Giulio Maria Teresa Barotto Maria Pia Barro Don Giovanni Isonni Guido Allice Gruppo di volontariato Vicenziano Meotto Margherita Costa Amelia Luciana Monte Daniela Paternostro COMUNE DI RIVOLI Ser.T ASL TO 3 SALOTTO & FIORITO CISA CPI di RIVOLI COOP. IL SOLE CHE RIDE CAV MOVIMENTO PER LA VITA G.V.V.S. San Martino - S.M. della Stella Parrocchia S.Martino- S.Maria della Stella CENTRO D'ASCOLTO CISA COMUNE DI RIVOLI ASL TO 3 SERT COMUNE DI RIVOLI Le priorità individuate rappresentano bene la sintesi del lavoro fatto dal Tavolo adulti nel periodo dal giugno 2010 ad oggi. Durante i lavori abbiamo avuto modo di notare, con stupore, come la crisi che il paese vive maggiormente adesso, ma che già era presente e avvertibile all’inizio del lavoro, non abbia stravolto le considerazioni emerse nel tavolo. Certo ha, per esempio, reso più importante la necessità di un aumento del numero di alloggi di edilizia pubblica, non ha però aggiunto nuovi bisogni. Semmai, la crisi ha ampliato il bacino degli aventi bisogno, inglobando in questo anche le persone fino ad allora considerate appartenenti al “ceto medio” e che, con la crisi, si distanziano sempre meno, o spesso per nulla, dai bisogni di chi era considerato “povero”. Nel precedente Piano di zona, i bisogni relativi al lavoro e alla casa, rappresentavano la “base” delle priorità sulle quali i partecipanti ritenevano appunto necessario e prioritario intervenire. Si citavano già la precarietà dei giovani e le difficoltà del sistema imprese che in un mercato sempre più competitivo incontravano grosse difficoltà, come due dei problemi ai quali bisognava far fronte. Se già in passato si iniziava ad intravedere il fenomeno delle “nuove povertà”, negli ultimi anni nel nostro territorio, caratterizzato da un tessuto produttivo di aziende medio-piccole dell’indotto auto, la crisi è intervenuta con durezza ed è peggiorata la situazione socio occupazionale ed economica anche di quella fascia di cittadini prima garantita, come dimostrano unanimemente i dati relativi alle caratteristiche dei cittadini che si presentano ai servizi pubblici e alle associazioni di volontariato. 30 Una richiesta forte che proveniva dai partecipanti e che peraltro continua ad essere messa in primo piano da tutti i gruppi di lavoro, indipendentemente dalla categoria di persone cui fanno riferimento, è quella di avere un maggiore coordinamento tra gli Enti. Ritengo che il pensiero che sottostà a questa richiesta sia la percezione dei componenti il gruppo, di una notevole difficoltà che gli Enti hanno avuto nel dialogare e collaborare tra loro. Talvolta questa sensazione è stata esplicitata dai componenti le associazioni di volontariato, dai rappresentanti delle Parrocchie. Spesso infatti, si sono anche “candidati” a far da “mediatori” in particolare nelle relazioni con la sanità, talvolta vissuta, a loro stesso dire, come assente e/o non collaborante. Quanto detto e l’’input dato al gruppo di lavoro sempre più rivolto a pensare, inventare e sperimentare progetti/risposte a costo zero o quasi, ha probabilmente favorito la riconferma della necessità/richiesta di creare un tavolo di confronto e coordinamento permanente. Penso che il gruppo di lavoro veda nel coordinarsi e confrontarsi in modo continuativo di tutti gli operatori/enti interessati, non quindi con modalità “a spot” o “all’occorrenza per qualche emergenza”, la possibilità reale di programmare interventi coordinati anche con il volontariato dove ognuno mette la propria specificità sia essa competenza, professionalità, disponibilità, tempo… Nessuno dei componenti il tavolo di lavoro, forse anche a fronte dell’esperienza fatta, vede la formalizzazione di un tavolo permanente come una perdita di tempo e/o di senso oppure –seppur necessario e importante- un mero momento di scambio informazioni. Il gruppo immagina il tavolo permanente con la presenza, anch’essa costante, del/dei politici di riferimento affinchè condividano e quindi meglio possano comprendere il percorso compiuto dal gruppo di lavoro stesso e possano, da subito, mettere la loro visione, la loro parte di sfaccettatura al fine di avere una immagine il più completa possibile dei diversi punti di vista. In questa richiesta, personalmente, individuo contemporaneamente un punto di forza e una criticità. Molta attenzione dovrà, a parer mio, essere posta nel limitare il più possibile (meglio se del tutto) la parte rivendicativa che, fisiologicamente, può emergere nei confronti di un decisore. Credo inoltre sia importante la “teoria” che farà da sfondo a questi gruppi, se nasceranno. La mia esperienza mi porta a immaginare gruppi di lavoro che per tipologia di partecipanti, diversità di ruoli, diversità di linguaggi ma anche e soprattutto per obiettivi comuni, potrebbero collocarsi a “scavalco” dei gruppi di progettazione partecipata e della open space technology (per questo importante la presenza del decisore) Molto importante risulterà essere la capacità di fare autovalutazione delle azioni che spesso sono attuate direttamente dai componenti il tavolo. Senza questo, a parer mio necessario passaggio, diventerebbe ancor più difficile, prima ancora di pensare ad azioni/progetti nuovi, sapere/capire quali azioni vale la pena di riproporre perché rivelatesi efficaci. 31 SINTESI DELLE PRIORITA’ DEL TAVOLO Legenda: Sono scritti in rosso i problemi per cui è necessario ancora predisporre soluzioni significative Sono scritti in blu gli interventi per cui sono già in atto servizi e progetti ( è annotata l’eventuale necessità di un ulteriore potenziamento) Bando P.V. : Progetti finanziati parzialmente attraverso il Bando Provinciale sul Volontariato Maggior coordinamento tra gli Enti. Forte incidenza dei costi relativi all’abitazione nel comune di rivoli: necessita’ di interventi strutturali per aumentare gli alloggi di edilizia pubblica o privata accessibili anche a giovani coppie e famiglie con redditi medio/bassi. Necessità di soluzioni differenziate per l’emergenza abitativa. Interventi integrati sulle “nuove povertà”. Bando P.V. Soluzione definitiva e idonea per i servizi di prima accoglienza, soprattutto per la mensa sociale. In atto parzialmente, da migliorare. Bando P.V. Maggior coordinamento degli interventi relativi al settore lavoro. Raccolta sistematica dei dati e successiva riflessione integrata rispetto ai problemi della casa e del lavoro. Tavolo permanente di confronto e coordinamento. 32 TAVOLO ANZIANI Partecipanti Dominici Lucia coordinatore tavolo Serafina Noto Silvia Matera Sabrina Gargioli Anna Maria Frattaroli Catia Lomopo Marina Manenti Anna Adamante Giulio Baricco Marco Miscioscia Magda Giolitti Simonetta Massola M.Antonia Dall'Anese Giulio Imperiali Maria Chiatto Giovanni Santarelli Antonio Bolognesi Gilberto Mori Carlo Mianulli Giiulio Mibelli Maresa Tosco Michele Ciminale Teodoro De Angelis SALOTTO & FIORITO AUSER CISA CPI di RIVOLI A.M.A. C.S.D.A RICOMINCIARE INSIEME EASYHOME.IT RIABILITA' VOL. VINCENZIANO S.BERNARDO SEA AVULSS SPI CGIL FNP CISL UILP Rivoli SPI CGIL COOPERATIVA IDEA ASL TO3 COOP IL MARGINE Il Tavolo Anziani si è riunito con puntualità e partecipazione: molti componenti del Tavolo avevano già partecipato ai lavori precedenti e tutti hanno concordemente sottolineato l’importanza del modello partecipativo e del lavoro di rete, auspicando che le proposte emerse si potessero poi concretizzare in interventi operativi. Alcuni temi trattati hanno evidenziato l’analogia con le problematiche di altri tavoli come ad esempio la scarsa fruibilità del territorio e degli spazi di vita (vedi tavolo disabili) e si è accolta molto favorevolmente la disponibilità da parte di professionisti a titolo volontario di fornire consulenze per l’organizzazione della casa e l’uso degli ausili di fronte ad un calo nell’autonomia degli anziani. Inoltre è stata molto apprezzata la disponibilità da parte dell’ASL di analizzare le procedure burocratiche di accesso ai servizi per semplificarle, anche se le procedure sono in genere determinate da provvedimenti regionali che non sembrano, purtroppo, andare verso questa direzione. Sono emersi come particolarmente significativi i seguenti punti di discussione e ipotesi di lavoro: 33 SPORTELLO UNICO (PUA Punto Unico di Accesso): - - - renderlo un punto riconosciuto da tutti (enti, professionisti, volontari, utenti, ) ampliarne l’attività e le competenze perchè diventi un punto di riferimento per la circolazione delle informazioni ed eviti davvero che i cittadini debbano rivolgersi a varie sedi ed uffici per l’espletamento di procedure anche collegate ( es: invalidità civile e richiesta UVG) garantire il passaggio in tempo reale tra l’ASL e il PUA delle informazioni soprattutto relative alle liste di attesa per poter fornire ai cittadini risposte aggiornate sulla loro situazione elaborare, anche attraverso la partecipazione dei vari componenti il Tavolo, un vademecum che riassuma i servizi forniti dagli Enti e dalle associazioni di volontariato con indirizzi e procedure, da distribuire ai fruitori dello sportello e a quanti interessati RESIDENZIALITA’: - - - proposta di un unico budget di distretto per la non autosufficienza da utilizzare in base alle esigenze e priorità locali senza distinzione d’uso tra residenzialità e domiciliarità valutare la reale domanda di residenzialità, gli standard regionali e la disponibilità al convenzionamento da parte dell’Asl prima di pensare ad ampliare il numero di posti letto con la costruzione di nuove strutture rendere disponibili nel nostro territorio un numero maggiore di posti per la continuità assistenziale, anche attraverso la riconversione a questo scopo di posti esistenti in alcuni piccoli presidi ospedalieri TEMATICHE LEGATE ALL’ALZHEIMER: - - - valorizzare e far conoscere l’attività dell’associazione nata nel territorio per l’informazione, il sostegno e l’auto mutuo aiuto dei familiari delle persone con Alzheimer (A.M.A.) continuare l’esperienza dei corsi di formazione – informazione per care giver promossi dal CISA e dall’Associazione in collaborazione con altri enti o strutture del territorio (vedi scheda) sostenere l’iniziativa dell’Alzheimer Cafè, gestito dall’associazione in collaborazione con il CISA già dal 2010 (vedi scheda) favorire la creazione di un centro diurno in zona (ora presente solo a Grugliasco e Buttigliera) con possibilità di rendere fruibile alcuni servizi anche ai non frequentanti: (attività infermieristiche, bagno assistito, supporto psicologico ai famigliari, attività di formazione e aggiornamento per le badanti). Il problema dell’Alzheimer è stato spesso al centro dell’attenzione del Tavolo per l’impatto che ha sull’equilibrio della famiglia e sulle difficoltà di gestione dei malati stessi, oltre che per le conseguenze gravi nella vita delle persone colpite. 34 DOMICILIARITA’ : - - - - il consolidamento di una rete articolata di interventi e di servizi domiciliati è stata considerato la scelta prioritaria per garantire il maggior benessere psico – fisico degli anziani che preferiscono essere assistiti nel loro contesto di vita la riduzione delle risorse dedicate agli anziani non autosufficienti a fronte di un aumento del loro numero, comporta un grave aumento delle liste d’attesa: il Tavolo ha considerato indispensabile il ripristino del Fondo Nazionale per la non autosufficienza, la certezza di analoghi fondi regionali, come avviene in altre regioni italiane, nonché la presenza di fondi sanitari specifici a copertura delle quote sanitarie è necessario potenziare gli interventi di bassa soglia per le persone a media e bassa intensità assistenziale e per le persone parzialmente autosufficienti non ancora valutate dall’UVG, per prevenire il deterioramento delle condizioni individuali e la crisi della rete familiare di assistenza con l’obbiettivo di evitare o allontanare interventi più costosi, in situazioni ormai gravemente compromesse è necessario ridurre l’aumento delle domande di residenzialità non desiderate, ma causate dal grave affaticamento dei famigliari non sostenuti adeguatamente, in assenza di interventi domiciliari Il Tavolo ha sottolineato che il calo degli interventi domiciliari motivato dalla diminuzione dei fondi nazionali e regionali e dai piani di rientro delle Asl (vedi dati), si dimostra una misura miope anche dal punto di vista economico, perché la scarsa assistenza induce o affretta il peggioramento delle condizioni cliniche e appesantisce le difficoltà dei care giver, imponendo successivamente interventi più onerosi anche per i servizi pubblici. Contenere la spesa sanitaria è possibile non solo con una maggiore appropriatezza degli interventi sanitari stessi, ma soprattutto investendo maggiori risorse sugli interventi domiciliari per evitare o dilazionare il più possibile i ricoveri, ben più costosi. Ulteriore grave problema evidenziato è quello relativo alle liste d’attesa che per quel che riguarda la domiciliarità ha raggiunto nel nostro territorio livelli inaccettabili. RICOVERI DI PERSONE ANZIANE NON AUTOSUFFICIENTI 2009 2010 2011 2012 ricoveri effettivi ricoveri teorici (PSSR) 2% lista di attesa 187 256 56 1,46% 187 270 41 1,38% 175 276 69 1,27% SERVIZI PER LA DOMICILIARITA' 2009 2010 2011 contributi per la domiciliarità 91 101 89 interventi domiciliari 132 83 53 lista di attesa 300 363 388 2012 72 29 390 35 192 260 32 1,48% SINTESI DELLE PRIORITA’ DEL TAVOLO Legenda: Sono scritti in rosso i problemi per cui è necessario ancora predisporre soluzioni significative Sono scritti in blu gli interventi per cui sono già in atto servizi e progetti ( è annotata l’eventuale necessità di un ulteriore potenziamento) Bando P.V. : Progetti finanziati parzialmente attraverso il Bando Provinciale sul Volontariato Maggior coordinamento tra gli Enti. Privilegiare gli interventi di domiciliarita’. parzialmente in atto, da ampliare Necessità di almeno un centro diurno per persone con Alzheimer e potenziamento delle informazioni e del sostegno alle famiglie. Bando P.V. Potenziamento degli interventi di bassa soglia, anche diretti ad anziani autosufficienti o parzialmente autosufficienti. Parzialmente in atto, da potenziare. - bando p.v. Aumento posti letto per la continuità assistenziale. Miglior funzionamento del PUA come punto informativo (accoglienza e materiale illustrativo). In atto, da migliorare. Tavolo permanente di confronto e coordinamento. 36 TAVOLO MINORI E FAMIGLIA Partecipanti Bongiovanni Pierfranca Coordinatore Tavolo Maseri Raffaella Amisano Giuliana Dirigente Scolastico Ruffinatto Luca Galante Donatella Butano Concettina Nino Flesia Troglia Giovanna Anselmi Carlo Manuela Barale Vignolo Elisa Cristiana Bellan Suor Pavanello Teresita Boeti IV Circolo Rivoli COMUNE DI RIVOLI I.C. MATTEOTTI E LEVI COOP ATYPICA COOP. E.T. ASL TO3 Ser.T ASL TO ISTITUTO ROMERO CISA COOP. ORSO ENAIP CISA SALOTTO & FIORITO ISTITUTO NATTA I bisogni e le tendenze rilevate nel lavoro del 2006 non sono mutate in modo significativo perchè i processi iniziati allora sono ancora in pieno svolgimento e, anzi, i loro effetti sono sempre più evidenti: la crisi economica e occupazionale ha coinvolto molte imprese del territorio aumentando il numero di famiglie in forti difficoltà economiche, cresce il numero dei giovani in cerca di prima occupazione e aumentano i problemi relativi alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro specie per le donne occupate. È sempre più evidente dalle testimonianze degli stakeholders e anche dai media nazionali, che questa difficile situazione economica si accompagna alla progressiva lacerazione e degenerazione delle relazioni intrafamiliari e alla crescente tensione in quelle tra i genitori e ogni interlocutore adulto che abbia a che fare con i loro figli: maestre, insegnanti, allenatori sportivi, educatori, animatori ecc. La conflittualità intrafamiliare è inoltre una preoccupazione che anima anche i bambini, che spesso la vivono come l’elemento di vita che più vorrebbero cambiare nella loro quotidianità. Dal confronto tra i rappresentanti dei diversi enti e agenzie che hanno partecipato al Tavolo minori, per quanto riguarda le azioni e i progetti da sviluppare per il prossimo periodo sono emersi alcuni temi prioritari: 1) Sviluppare e promuovere un’offerta informativa/formativa indirizzata prevalentemente ai neo genitori, che raramente usufruiscono di servizi di sostegno e di auto-mutuo-aiuto e al massimo accedono a piccoli sostegni economici. Si ritiene che la fase da “neo genitore ” sia la più indicata a offrire nuovi stimoli anche con l’obiettivo di prevenire la diffidenza che, spesso per vergogna o paura di mettere 37 in moto meccanismi perversi e disumanizzanti, porta alla decisione di non rivolgersi ai professionisti pubblici in grado di offrire forme di sostegno e aiuto. I primi periodi della genitorialità segnano un tempo in cui è presente una maggiore propensione a partecipare a iniziative formative purchè siano mirate a offrire strumenti concreti e spazi di confronto sulle difficoltà e gli aspetti critici della genitorialità. In questa dimensione l’apertura a Rivoli del Centro per le Famiglie offre uno spazio dedicato che per sua ispirazione si propone aperto alla collaborazione con tutte le realtà del territorio che si occupano di educazione e famiglia (vedi scheda) 2) La seconda proposta emersa unitariamente dal dibattito è quella di ripristinare uno spazio di confronto/incontro tra i rappresentanti delle realtà territoriali che si occupano di minori e famiglie attraverso la costituzione di un “ Tavolo operativo permanente per le famiglie” per avere uno spazio di confronto e incontro per tutti gli operatori che possa diventare: • un punto di riferimento locale per operatori e agenzie, • uno spazio per la riflessione su eventi e criticità che si presentano nel territorio, • uno strumento per la rilevazione dei bisogni, • un aiuto a definire nuovi progetti, anche entrando concretamente in merito alla destinazione delle risorse locali a favore della famiglia e dei minori. Il termine “operativo” è stato scelto appositamente per sottolineare che si vuole avere uno strumento locale per organizzare, coordinare, progettare gli interventi e le azioni, per far si che le scarse risorse disponibili vengano utilizzate nella maniera migliore: non c’è interesse da parte degli operatori a discussioni teoriche o valoriali e la ricerca è della massima concretezza. Operativo anche perché si ritiene che il bisogno sia di far incontrare gli operatori, ovvero le persone direttamente impegnate nella gestione dei progetti e dei servizi, piuttosto che decisori o funzionari che poi hanno scarsi momenti di contatto con le esperienze in corso vere e proprie. Per mantenere tali impegni è discriminante che la partecipazione a suddetto tavolo sia effettivamente rappresentativa delle principali agenzie e realtà del territorio. A tal fine si può ipotizzare un percorso che partendo dall’adesione delle agenzie che sono state presenti in questi mesi alla discussione per il PdZ si ponga l’obiettivo di allargare la rappresentanza specie alle scuole che sono state presenti solo parzialmente. 3) Sostegno alla buona riuscita scolastica e consulenza educativa Investire sul successo scolastico per contrastare l’abbandono e la dispersione scolastica attraverso laboratori di potenziamento delle capacità e attività di sostegno extrascolastiche, anche utilizzando locali adatti in alcune scuole o altri locali pubblici dedicati a ciò. (vedi scheda) I progetti, interventi e servizi dedicati ai minori possono ottenere una qualche efficacia solo se muovono una capacità di riflessione degli adulti sul loro modello educativo, sul tipo di relazione e sulle modalità di vita che essi propongono implicitamente od esplicitamente ai 38 ragazzi: per questo motivo si è pensato di attivare momenti di consulenza specificatamente dedicati ai genitori e agli insegnanti (vedi scheda). Soprattutto sarebbe necessario, pur salvaguardando le specifiche responsabilità, discutere, trovare occasioni di confronto, e anche di sostegno, alle modalità di insegnamento di una scuola che, sempre più decurtata di risorse, spesso è in difficoltà a seguire i ragazzi più isolati, senza stimoli culturali, perdendo quindi il suo compito Costituzionale di dare pari opportunità a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni di origine. L’orientamento emerso è quindi di incentrare gli sforzi dove possono avere maggiore impatto e efficacia, evitando ogni doppione e sovrapposizione di interventi tra agenzie diverse. Investire energie soprattutto sulle nuove famiglie e sui minori, quando ancora sono disponibili ad essere coinvolti e a partecipare anche ad attività e iniziative strutturate quale che sia l’agenzia titolare (scuola, parrocchia, comune, società sportiva, servizi sociali, ecc.). Per quanto riguarda le azioni e i progetti rivolti alla popolazione giovanile con più di 14 anni, coerentemente a quanto sopra scritto, si ritiene importante convergere nel sostegno e nella promozione del Piano Locale Giovani (risorsa che permette di sviluppare interventi per favorire il coinvolgimento e l’iniziativa dei ragazzi dai 15 ai 29 anni realizzata dai Comuni di Rivoli, Rosta e Villarbasse) ormai attivo da alcuni anni che raccoglie progetti rivolti ad ambiti diversi come lavoro, cultura, arte, partecipazione sociale. Per gli adolescenti è da segnalare da ottobre 2010 il potenziamento dell’esperienza del Consultorio adolescenti, con l’apertura da parte del CISA e dell’Asl del Consultorio Giovani (nella stessa sede di quello di Collegno) il venerdì pomeriggio con la costituzione di una équipe multi professionale composta da ginecologa, psicologa e 2 educatori professionali. Nel 2012 si è concordato con l’Asl il trasferimento del servizio in alcuni locali della sede di Rivoli, per facilitare l’accesso al Consultorio delle ragazze e dei ragazzi rivolesi, iniziativa che si è realizzata nel 2013 con locali ottimali come collocazione, dimensioni e arredi. SINTESI DELLE PRIORITA’ DEL TAVOLO Legenda: sono scritti in rosso i problemi per cui è necessario ancora predisporre soluzioni significative Sono scritti in blu gli interventi per cui sono già in atto servizi e progetti ( è annotata l’eventuale necessità di un ulteriore potenziamento) Bando P.V. : Progetti finanziati parzialmente attraverso il Bando Provinciale sul Volontariato Maggior coordinamento tra gli Enti. Interventi informativi/formativi indirizzati specificamente ai neo genitori. Iniziative di supporto alla conciliazione dei tempi di lavoro e di vita famigliare per madri sole. 39 Parzialmente in atto, necessità di ampliamento. Iniziative di riflessione e sostegno sul “ruolo adulto” dei genitori. In atto, progetti di ampliamento. Interventi di sostegno e promozione al successo scolastico in collaborazione con le scuole. In atto, progetti per ampliamento. Tavolo permanente di confronto e coordinamento. 40 TAVOLO DISABILI Partecipanti Tiziana Susigan coordinatrice tavolo CISA Milena Gargioli CISA Sabrina Gargioli CISA Giovanna Troglia I.I.S.S. ROMERO Debora Ollero COOPERATIVA CHRONOS Marco Miscioscia EASYHOME.IT Simonetta Massola RIABILITA' Teodoro De Angelis COOPERATIVA IL MARGINE Gianna Moriondo PROGETTO DAVIDE Raffaella Oneglio ASSOC. VIVERE INSIEME Odile Graglia ASL TO 3 Brigida Perugini C.S.D.A. M.Antonia D'Allanese VOL. VINC. S.BERNARDO Il Tavolo è partito dal prendere visione delle aree problematiche individuate dal precedente Piano, riconoscendo che alcune di esse sono ancora molto attuali. Le nostre riflessioni si sono mosse su un filo conduttore che ha toccato trasversalmente la mancanza di cultura sulla disabilità, la carenza di informazione, la scarsa fruibilità del territorio, in particolare le carenze nel sistema dei trasporti e, più in generale, l’assetto complessivo della città che può portare problemi a tutti in momenti critici, non necessariamente per patologia, della vita: donne gravide, persone con bimbi nel passeggino, anziani ecc. Questo ci conferma la trasversalità del tema della disabilità e il principio semplice, ma spesso trascurato, che agevolare la vita ad una persona disabile vuol dire in realtà agevolare e contribuire a facilitarla a tutti i cittadini. Il nostro territorio ha una lunga tradizione di interventi per le persone disabili, ha una gamma di servizi varia e articolata (vedi schede relative) anche se, negli ultimi anni, contenuta per le difficoltà finanziarie degli Enti. Tutti i minorenni disabili vivono presso la famiglia, sono inseriti a scuola anche in situazioni di gravità con l’aiuto di personale gestito dal Cisa attraverso un finanziamento specifico dei Comuni, vengono effettuati interventi differenziati per giovani e adulti per sostenere e aumentare la loro autonomia il massimo possibile, attraverso esperienze in contesti diversi anche per svolgere attività occupazionali di utilità sociale (vedi schede). L’inserimento in strutture, quando necessario, è inteso in ogni caso come un passo il più possibile evolutivo o almeno di mantenimento delle capacità individuali, privilegiando sempre comunità piccole (comunità di 10-15 utenti al massimo, gruppi appartamento) e individuandole a seconda delle caratteristiche e delle necessità delle singole persone interessate. 41 Il Tavolo ha valorizzato molto questo tentativo costante di individualizzazione dei progetti, la necessità di aumentare interventi anche di bassa soglia ma il più possibile tempestivi, e il fatto che si sia continuato il fondamentale servizio di accompagnamento al lavoro delle persone disabili attraverso una convenzione del Cisa con la provincia e la creazione del Servizio mediazione lavoro (SML , vedi scheda) A livello generale sono state evidenziate i seguenti filoni di lavoro: FAR CRESCERE LA CULTURA SULLA DISABILITA’ - - - Sostenere la promozione di un tavolo permanente, composto da tecnici e persone portatrici di specifici interessi connessi, che sia consultato dalle amministrazioni sulle scelte inerenti la fruibilità e la vivibilità del territorio ( ricordiamo la “vecchia” commissione sulle barriere architettoniche ampliata e rinforzata anche da tecnici volontari). Promuovere iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza che aiutino a vedere cose o situazioni dal punto di vista di chi ha un problema, con l’apporto delle diverse competenze presenti al tavolo, partendo dai ragazzi della scuola. Sostenere le associazioni del territorio che si occupano della disabilità e collaborano ormai stabilmente con il Cisa, facilitandole anche attraverso la concessione di locali idonei allo svolgimento delle attività dirette alle famiglie e alle persone disabili. COSTRUIRE UN CIRCOLO VIRTUOSO DELLA COMUNICAZIONE - - - Costruire una proposta di formazione comune tra operatori sociali, sanitari e terzo settore (cooperative, volontariato, gruppi di partecipazione sociale attiva) per migliorare l’informazione sui servizi e sulle iniziative presenti e per fornire strumenti per accompagnare e orientare le persone con disabilità ad esigere i diritti e ad usufruire delle opportunità presenti. Ipotesi di lavoro improntata agli stessi scopi, eventualmente alternativa a quella precedente, la strutturazione di work shop sulle tematiche di maggiore interesse (casa e barriere architettoniche, lavoro, servizi socio – sanitari, prestazioni previdenziali), utilizzando le competenze presenti sul territorio, aperti a gruppi professionali o di interesse che possano utilizzare e /o diffondere le conoscenze Realizzare semplice materiale informativo divulgativo sulle tematiche di cui sopra con specifici riferimenti alle opportunità del territorio. SOSTENERE LE PERSONE E LE FAMIGLIE NELLA SOLUZIONE DEI PROBLEMI - Attraverso il coinvolgimento di volontari “qualificati” messi a disposizione dal CISA, offrire una sportello di consulenza a richiesta sulle soluzioni inerenti l’organizzazione dello spazio domestico e la fruibilità degli ausili di fronte al problema della diminuzione o della mancanza di autonomia fisica, per sostenere e mantenere la massima autonomia possibile nella vita quotidiana. 42 AUMENTARE ADULTE LE SOLUZIONI RESIDENZIALI DIFFRENZIATE PER PERSONE DISABILI L’efficacia di un intervento è strettamente legata alla sua personalizzazione. Le caratteristiche e le situazioni anagrafiche, cliniche e sociali delle persone con disabilità sono molto più differenziate che in passato ed esigono quindi, più che in passato, soluzioni diversificate anche relativamente alle soluzioni abitative e di vita, sia autonoma che tutelata. Inoltre la differenziazione delle soluzioni, oltre che rispettare i livelli diversi di autonomia e le diverse possibilità delle persone, permette di differenziare i costi e quindi anche di contenerli, criterio importante per permettere un’estensione degli interventi nonostante la diminuzione delle risorse. È necessario, quindi, ipotizzare soluzioni residenziali diverse oltre alle comunità tutelate tradizionali. Il tavolo ha subito sostenuto il progetto del CISA di un alloggio per la convivenza di un gruppo di giovani adulti maschi con disabilità lieve, inizialmente supportato ma successivamente in grado di vivere in modo autonomo, realizzato infatti nel 2012 (vedi scheda) e ha chiesto l’estensione di questa esperienza. Così come è stata sottolineata l’opportunità di sperimentare esperienze di alloggi attrezzati con le soluzioni rese possibili oggi dalla domotica per persone con disabilità fisica. Sempre nell’ottica della differenziazione delle soluzioni, si è colta l’occasione del rinnovo della concessione per la gestione della RSA per persone non autosufficienti a Rivoli, per ricavare un piccolo nucleo di 10-12 posti per persone disabili adulte in condizione di gravità che necessitano di assistenza prevalentemente socio-sanitaria che è stato realizzato all’inizio del 2012 presso quella struttura , permettendo una migliore assistenza di persone residenti a Rivoli e rendendo possibile il ritorno di persone ricoverate in strutture fuori territorio (vedi scheda). AUMENTARE I WEEKEND E I SOGGIORNI DI SOLLIEVO Hanno il duplice obbiettivo di offrire un sollievo alle famiglie soprattutto delle persone con disabilità più grave, ma anche di dare la possibilità sia alla famiglia che alla persona disabile di affrontare il distacco offrendo importanti occasioni per sperimentare gradualmente una maggiore autonomia relazionale e di vita. Il Tavolo ne ha sottolineato l’importanza in tutte queste eccezioni, sottolineando come, in realtà, questi interventi siano diminuiti in questi ultimi anni per i vincoli alla spesa posti dall’Asl. In effetti ultimamente sono stati limitati a situazioni di grave difficoltà o di impossibilità della famiglia ad occuparsi temporaneamente del congiunto disabile per un proprio ricovero in ospedale o per malattie gravi. Sono stati intesi soprattutto come soluzioni di emergenza, non cogliendo o rinunciando all’elemento fondamentale della necessità di momenti di sollievo periodici e sicuri che permettano alla famiglia di mantenere le forze necessarie ad una buona assistenza e ancor più trascurando l’obbiettivo di sperimentazione del distacco e dell’autonomia. 43 Il Tavolo ha sottolineato che solo aumentare le esperienze di sostegno all’autonomia permette alle persone disabili di raggiungere la massima valorizzazione di sè possibile, a seconda delle caratteristiche di ciascuno. Questo è un obbiettivo irrinunciabile, perché facilita una vera integrazione sociale e la permanenza di relazioni positive. Diminuisce quindi la dipendenza dall’assistenza e comporta anche una maggiore efficacia della spesa nel settore. SINTESI DELLE PRIORITA’ DEL TAVOLO Legenda: Sono scritti in rosso i problemi per cui è necessario ancora predisporre soluzioni significative Sono scritti in blu gli interventi per cui sono già in atto servizi e progetti ( è annotata l’eventuale necessità di un ulteriore potenziamento) Bando P.V. : Progetti finanziati parzialmente attraverso il Bando Provinciale sul Volontariato Maggior coordinamento tra gli Enti. Promozione di un circolo virtuoso di comunicazione sulla cultura dell’accettazione della diversità (workshop tematici, informazioni su iniziative e servizi del territorio ecc.) da ampliare Miglioramento della fruibilita’ del territorio e degli spazi di vita. Solo parzialmente in atto, da ampliare. Ripristino della commissione sulle barriere architettoniche come interlocutore permanente delle amministrazioni nella progettazione degli interventi. Opportunità residenziali differenziate per disabili adulti. Parzialmente in atto, progetti per ampliamento. Incremento dei week end o periodi di vacanza sia come sollievo per le famiglie che incentivare percorsi di autonomia. Progetti per ampliamento. Bando P.V. per Servizio di consulenza sull’ adattamento della casa e l’utilizzo di ausili che facilitino l’autonomia quotidiana. Tavolo permanente di confronto e coordinamento. 44 CONSIDERAZIONI FINALI I temi emersi dai vari Tavoli e sintetizzati nelle priorità sono stati discussi, riconosciuti e assunti come priorità dal Tavolo Politico Istituzionale nella seduta del 20 luglio 2011. E’ significativo, purtroppo, che tutti i Tavoli abbiano segnalato il medesimo problema: lo scarso coordinamento tra gli Enti. E’ singolare che, in effetti, si verifichi attualmente una maggiore abitudine al confronto e al coordinamento tra Consorzio e Associazioni di volontariato, di quanto sia tra Consorzio e Comune, o tra Consorzio e Asl. Il Tavolo Politico Istituzionale ha sottolineato come questo problema causi una minore efficacia degli interventi e una minore efficienza e si è impegnato, per lo meno per quel che riguarda l’indirizzo politico delle tre Amministrazioni comunali e del Consorzio ad un costante confronto sui dati, sugli obbiettivi degli interventi e sulle azioni da intraprendere, richiedendolo con forza a tutti gli operatori. È chiara, inoltre, la consapevolezza della necessità di interventi il più possibile preventivi e tempestivi per evitare l’aggravarsi e il cronicizzarsi dei problemi e per sostenere l’autonomia dei cittadini e delle famiglie, qualunque sia l’aspetto della vita considerato: dal costo dell’abitazione e al sostegno economico nella morosità incolpevole per evitare gli sfratti, agli interventi per le persone non autosufficienti, alle difficoltà educative e di relazione famigliare. Autonomia che, è evidente, si concretizza in livelli e modalità diversissime a seconda delle possibilità di ognuno, che deve prendere atto dei limiti e dei tempi di ciascuno, ma che deve sempre essere mantenuta come obbiettivo. La convocazione periodica, trimestrale, dei Tavoli può essere un momento permanente di confronto, di monitoraggio e verifica dei progetti in corso, dei problemi eventualmente emergenti, per il coordinamento delle iniziative e per arrivare ad un metodo di lavoro realmente integrato. Un ulteriore grave elemento di stallo nelle azioni individuate come prioritarie è il totale blocco degli interventi sociosanitari integrati con l’Asl, per i piani di rientro a cui l’Asl è sottoposta. Il taglio ai servizi distrettuali ha provocato un preoccupante calo degli interventi negli ultimi anni, tanto più inaccettabile per la consistenza delle lista d’attesa, soprattutto riferite agli interventi domiciliari. Anche il Tavolo politico-istituzionale ha affermato che solo la presenza di una buona rete di servizi domiciliari per anziani e disabili ritarda o impedisce i ricoveri impropri e l’inserimento definitivo in strutture residenziali con costi economici ben maggiori. Quindi sviluppare adeguati servizi socioassistenziali e sociosanitari domiciliari è uno dei modi più efficaci anche per contenere la spesa sanitaria. 45 Ha preoccupato inoltre che siano venute meno le modalità di confronto stabilite dalla legge tra Sindaci e ASL per l’assunzione di decisioni e che la sede della Conferenza dei Sindaci abbia spesso un contenuto formale, più che sostanziale. I Sindaci del nostro territorio hanno quindi ripetutamente sollecitato le Direzioni Generali che si sono alternate in questi anni alla guida dell’ASL, perchè mettano in atto confronti nel merito e preventivi delle decisioni e per affermare i principi e le priorità emerse anche dai lavori del Piano di Zona, a tutela del benessere dei cittadini, dei loro diritti e per una maggiore finalizzazione e correttezza della spesa pubblica. 46 I SERVIZI E LE INIZIATIVE DEL TERRITORIO AZIONI DI POTENZIAMENTO E INNOVAZIONE Servizi e iniziative nuove o potenziate previste nel Piano di Zona 2010– 2013 Tutte le azioni sono iniziate ed in fase di attuazione In allegato le singole schede descrittive ANZIANI AZIONE PASTO A DOMICLIO PER NON AUTOSUFFICIENTI PASTO A DOMICILIO PER PARZIALMENTE AUTOSUFFICIENTI SERVIZIO “BUON VICINATO “ALZHEIMER CAFE’” CORSO PER FAMILIARI PERSONE CON ALZHEIMER CONSULENZA FAMIGLIE PERSONE CON ALZHEIMER ACCOMPAGNAMENTO ANZIANI R.S.A. ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI (V.QUERRO) AFRIPRO CHIAMI TU, CHIAMO IO? TELEFONATE DI COMPAGNIA SOGGETTO COINVOLTO CISA – ASL CISA CISA ASS. A.M.A. – CISA - PROVINCIA ASS. A.M.A. – CISA - PROVINCIA ASS. A.M.A. CISA – C.D.A. – SEA – AUSER . DON BOSCO CISA - ASL PROVINCIA – CPI DI RIVOLI – CISA – COMUNE DI RIVOLI ASS. TELEHELP – CISA - PROVINCIA DISABILI AZIONE CONVIVENZA IN AUTONOMIA PER DISABILI ADULTI PROGETTO “POLLICINO” ASSISTENZA PERSONALE E PROGETTO SPECIALISTICO ALUNNI DISABILI WEEKEND DI SOLLIEVO (DOPO DI NOI) SOGGETTO COINVOLTO CISA CISA COMUNE DI RIVOLI – CISA- SCUOLE ASL - CISA 47 CISA - PROVINCIA CISA SERVIZIO MEDIAZIONE LAVORO (SML) “PERCORSI DI AUTONOMIA” (AFFIDO DUIRNO DISABILI ADULTI) ASSEGNO DI SERVIZIO PER DISABILI GRAVI ASL -CISA ASS. PROGETTO DAVIDE –CISA COMUNE VILLARBASSE “VERDI ORIZZONTI” TIROCINI IN LABORATORIO DI CURA DEL VERDE, FALEGNAMERIA, RESTAURO “COSA BOLLE IN PENTOLA” LABORATORI DI AUTONOMIA E ABILITA’ LAVORATIVE LABORATORI CREATIVI E ATTIVITA’ DI SOCIALIZZAZIONE PER DISABILI ADULTI PROGETTO “VADO VIA” ASS. PROGETTO DAVIDE –CISA COMUNE VILLARBASSE ASS.VIVERE INSIEME -CISA ASS.VIVERE INSIEME - CISAPROVINCIA CISA GRUPPI AUTO AIUTO GUIDATO PER GIOVANI DISABILI TRASPORTO DISABILI ADULTI COMUNITA’ PER DISABILI GRAVI (V.QUERRO) SPORTELLO CONSULENZA AUSILI SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO “ORIENTAMENTO SCUOLA E CITTA’” PER DISABILI ADOLESCENTI COMUNE DI RIVOLI - CISA ASL -CISA CISA CISA- REGIONE CISA ADULTI AZIONE MENSA SOCIALE SOGGETTO COINVOLTO ALLOGGI DI CONVIVENZA PER ADULTI IN DIFFICOLTA’ INTEGRAZIONE REDDITO ATTRAVERSO LAVORI DI UTILITA’ SOCIALE PROGETTI DI LAVORO ACCESSORIO E UTILITA’ SOCIALE PROGETTO “CONTRO LA POVERTA’ AGIRE INSIEME” PROGETTO “CONTRO LA POVERTA’ AGIRE INSIEME 48 ASS. C.D.A. – CISA – PROVINCIA – COMUNE DI RIVOLI CISA CISA – ASS. C.D.A. COMUNE DI RIVOLI –CISA UFFICIO PIO S. PAOLO– ASSOCIAZIONI VARIE QUARTIERI CARITAS ZONALE DON BOSCO – PROVINCIA - CISA CARITAS ZONALE S.BERNARDO – PROVINCIA - CISA PROGETTO “CONTRO LA POVERTA’ AGIRE INSIEME” ASCOLTO E SOSTEGNO CONTRO LA POVERTA’ CARITAS ZONALE S.MARTINO – PROVINCIA CISA PARROCCHIE CONSULENZA FINAZIARIA E RIENTRO DAL DEBITO ASSETT BUILDING MICROCREDITO PER LE FAMIGLIE E SINGOLI MICROCREDITO PER NUOVE IMPRESE CISA CISA - PROVINCIA CISA COMUNE DI RIVOLI – FONDAZIONE MARIO OPERTI COMUNE DI RIVOLI PROGETTI GIOVANI E ADULTI PER IL LAVORO M.I.P. METTERSI IN PROPRIO PROVINCIA – REGIONE – MINISTERO DEL LAVORO- UNIONE EUROPEACOMUNE DI RIVOLI COMUNE DI RIVOLI – PROVINCIA DI TORINO RIVOLI DI CREATIVITA’ MINORI E FAMIGLIA AZIONE FAMIGLIA MULTI AFFIDO ENTE COINVOLTO CISA CISA - SCUOLE ASL - CISA CISA CISA CISA – COMUNE DI RIVOLI PROGETTO “SBOCCIATI CONSULTORIO GIOVANI SERVIZIO “PARLIAMIONE” “ MEDIAZIONE FAMILIARE ACCOGLIENZA TEMPORANEA PER EMERGENZA ABITATIVA “PRENDIAMOCI CURA DELLA CITTA’” SOLIDARIETA’ A MINORI IN DIFFICOLTA’ CENTRO PER LE FAMIGLIE LUOGO NEUTRO 49 CISA -UFFICIO PIO S.PAOLO- CENTRO PER LE FAMIGLIE CISA -UFFICIO PIO S.PAOLO- CENTRO PER LE FAMIGLIE CISA CISA AZIONI DI MANTENIMENTO Iniziative e Servizi esistenti dal primo piano di zona e mantenuti senza particolari modifiche quantitative o qualitative nel periodo 2010-2013 (solo elencati senza schede individuali, come da linee guida regionali) ANZIANI AZIONE SPORTELLO UNIFICATO ANZIANI ASSEGNI DI CURA AFFIDAMENTI INTRAFAMILIARI ASSISTENZA DOMICILIARE PER NON AUTOSUFFICIENTI ASSISTENZA RESIDENZIALE ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI TELESOCCORSO AFFIDO A TERZI PER NON AUTOSUFFICIENTI AFFIDO A TERZI PER PERSONE AUTOSUFFICIENTI O PARZIALMENTE AUTOSUFFICIENTI SERVIZI SOCIALI DOMICILIARI PER ANZIANI SOSTEGNO ECONOMICO PER I SOGGIORNI ANZIANI TELEHELP SERVIZIO TRASPORTO CROCE ROSSA PROGETTO TELEFONATE DI COMPAGNIA SOGGETTO COINVOLTO ASL – CISA ASL – CISA ASL – CISA ASL - CISA ASL - CISA ASL - CISA ASL - CISA CISA CISA COMUNE DI RIVOLI COMUNE DI ROSTA COMUNE DI ROSTA CISA 50 DISABILI AZIONE SOGGETTO COINVOLTO INSERIMENTI RESIDENZIALI CURE DOMICILIARI PER DISABILI ATTIVITA’ DIURNE PER DISABILI (PROGETTO ONDA) S.A.O. SERVIZIO ATTIVITA’ E OCCUPAZIONE TIROCINIO OSSERVATIVO - FORMATIVI INSERIMENTI SOCIO -OCCUPAZIONALI CONTRIBUTO PER IL TRASPORTO AL LAVORO PER DISABILI ADULTI PROGETTO ”VITA INDIPENDENTE” ATTIVITA’ DI TEMPO LIBERO A FAVORE GIOVANI DISABILI SOGGIORNI PER DISABILI ACCOMPAGNAMENTO DISABILI TRASPORTO SCOLASTICO DISABILI SOSTEGNO AI MINORI DISABILI NEI CENTRI ESTIVI ACQUISTI LIBRI INTEGRATIVI PER PORTATORI DI HANDICAP CON LA SCUOLA PER IL PAESE GIARDINO D’INVERNO UNA PROFESSIONALITA’ DIVERSA ASL - CISA ASL - CISA ASL - CISA ASL - CISA CISA CISA COMUNE DI RIVOLI - CISA CISA - REGIONE CISA CISA CISA COMUNE DI RIVOLI CISA - COMUNE DI RIVOLI COMUNE DI ROSTA ASS. PROGETTO DAVIDE – SCUOLE VILLARBASSE – CISA – CAI -COMUNE DI VILLARBASSSE ASS. PROGETTO DAVIDE – CISACOMUNE E SCUOLE DI VILLARBASSE ADULTI AZIONE SPORTELLO INFORMATIVO IMMIGRATI E PROGETTO DONNE ORIENTAMENTO AL LAVORO PROGETTO ADULTI IN DIFFICOLTA’ ANTICIPO CICGS ESENZIONE TARIFFE MENSE 51 SOGGETTO COINVOLTO PROVINCIA - CISA- COMUNE DI RIVOLI – ASSOCIAZIONE DACIA CISA- COMUNE DI RIVOLI COMUNE DI RIVOLI COMUNE DI RIVOLI SCOLASTICHE E ASILI NIDO SPORTELLO INFORMATIVO UFFICIO LAVORO CANTIERI DI LAVORO CONTRIBUTI PER LA LOCAZIONE COLLOCAZIONE TEMPORANEA PER EMERGENZA ABITATIVA SABATO AL NIDO PRESTITI SULL’ONORE SPORTELLO LEGALE SUL DIRITTO DI FAMIGLIA SERVIZI DOCCIA PER ADULTI IN DIFFICOLTA’ DISTRIBUZIONE VESTIARIO FAMIGLIE IN DIFFICOLTA’ DISTRIBUZIONE VIVERI FAMIGLIE IN DIFFICOLTA’ SERVIZIO ASCOLTO E PROEGTTI INDIVIDUALI ADULTI IN DIFFICOLTA’ SERVIZIO ACCOMPAGNAMENTO PERSONE IN DIFFICOLTA’ TELEFONO AMICO COMUNE DI RIVOLI PROVINCIA – COMUNE DI RIVOLI COMUNE DI RIVOLI COMUNE DI RIVOLI - CISA COMUNE DI RIVOLI CISA CISA ASS. C.D.A. ASS. C.D.A. ASS. C.D.A. ASS. C.D.A. - CISA ASS. C.D.A. - CISA ASS. TELEFONO AMICO MINORI AZIONE TAVOLO CONFRONTO ED ELABORAZIONE POLITICHE PER I GIOVANI ADOZIONE NAZIONALE E INTERNAZIONALE AFFIDAMENTO FAMILIARE INSERIMENTO DI MINORI IN COMUNITA’ RILEVAZIONE PRECOCE SU DISTURBI RELAZIONALI GENITORE/BAMBINO 0 – 3 ANNI CENTRO DIURNO AGGREGATIVO PER MINORI (anni 2009 – 2010 – 2011) EDUCATIVA TERRITORIALE MINORI PROGETTO ”SONO CON UN AMICO GRANDE” 52 SOGGETTO COINVOLTO COMUNI DI RIVOLI – ROSTA VILLARBASSE - ASL – CISA- CPI CISA - ASL CISA - ASL CISA - ASL ASL - CISA CISA CISA CISA ALLOGGIO PROTETTO ICANDO – EDUCATIVA DI STRADA E CENTRO GIOVANI PROGETTO “CRISALIDE “ “LA TANA DEI FOLLETTI” E “LA CONCHIGLIA MAGICA” BIBLIOTECHE PER BAMBINI PRESSO GLI ASILI NIDO “ESTATE MEGLIO” CENTRI ESTIVI SERVIZIO DI PRE E POST SCUOLA CONSIGLIO COMUNALE RAGAZZI §§§§§§§§§§§§§§§ 53 CISA COMUNE DI RIVOLI COMUNE DI RIVOLI COMUNE DI RIVOLI COMUNE DI RIVOLI COMUNE DI RIVOLI COMUNE DI RVOLI