La Base - Associazione Casa Nostra
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La Base - Associazione Casa Nostra
1 LA BASE Comunità genitore-bambino Associazione Casa Nostra - C.so Casale n. 246 - Torino 2 Indice 1 Premessa……………………………………………………………………………………….4 2 La struttura……………………………………………………………………………………..5 2.1 2.2 2.3 Posizione geografica e territoriale La struttura interna Periodo di apertura 3 Tipologia di utenza…………………………………………………………………..………..7 4 Il modello relazionale………………………………………………………………………...8 5 Obiettivi specifici…………………………………………………………………..………....8 4.1 4.2 Obiettivi per la madre Obiettivi per il minore 6 Metodologia e strumenti……………………………………………………………………10 5.1 Strumenti e metodologia per il raggiungimento degli obiettivi riferiti alla madre 5.2 Strumenti e metodologie per il raggiungimento degli obiettivi riferiti al minore 7 Organizzazione del servizio…………………………………………………….………….16 7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 7.6 Organizzazione dell’equipe L’equipe educativa Il Responsabile di struttura Il coordinatore L’educatore Gli Operatori Socio Sanitari (O.S.S.) 8 Strumenti di lavoro………………………………………….………………………..……..20 8.1 Momenti di incontro 8.1.1 Riunione d’equipe 8.1.2 Supervisione 8.1.3 Incontri di rete 8..2 Strumenti tecnici 8.2.1 8.2.2 8.2.3 8.2.4 8.2.5 8.2.6 8.2.7 8.2.8 8.2.9 8.2.10 8.2.11 8.2.12 Cartella del nucleo mamma/bambino P.E.I.N. Aggiornamento del P.E.I.N. Relazioni Progetto quadro Agenda Diario di comunità Diario del nucleo mamma/bambino Rubrica Cartella medica dei bambini Scheda farmaci Quaderno farmaci 3 8.2.13 8.2.14 8.2.15 8.2.16 8.2.17 8.2.18 8.2.19 8.2.20 Fogli orari Verbale della riunione d’equipe Verbale con i Servizi Sociali Documenti richiesti dalla struttura ai Servizi al momento dell’inserimento Regolamento della struttura Scheda sanitaria per il minore Verbale della riunione per dimissioni Procedure 9 Modalità di presa in carico…………………………………………………………………26 9.1 9.2 9.3 9.4 La fase dell’inserimento in comunità La fase della permanenza in comunità Vita quotidiana: una giornata tipo La fase delle dimissioni dalla comunità 10 Servizi offerti………………………………………………………………………………..30 10.1 Vacanze estive a Viù 10.2 Vacanze estive al mare 10.3 Le attività proposte 10.3.1 Il teatro 10.3.2 Il nuoto 10.3.3 Gli animali 10.3.4 Il giardinaggio 10.4 Il volontariato e la formazione dei volontari 10.5 Sostegno educativo professionale alle famiglie affidatarie attraverso la formazione 10.6 Sostegno alle dimissioni 10.7 Il tirocinio 10.8 Formazione continua e diversificata anche all’interno della stessa equipe 10.9 Formazione alle mamme 11 Il rapporto con il territorio…….………………………………………………………36 11.1 11.2 11.3 11.4 11.5 11.6 11.7 11.8 La scuola Le circoscrizioni La ludoteca L’oratorio Il CAF Lo sport Avvocati volontari Il mondo del lavoro e la formazione 4 1. Premessa L’Associazione “Casa Nostra” si pone come obiettivo l’aiuto, il sostegno e la cura degli ospiti nelle sue Comunità in vista della realizzazione, nei tempi previsti, dei progetti elaborati in accordo con i Servizi Sociali. La comunità che accoglie i nuclei mammabambino è denominata “La Base” e ha focalizzato la sua attenzione su una serie di obiettivi atti ad aiutare il nucleo familiare a superare, nella maniera meno traumatica possibile, la difficile situazione che sta vivendo. Offre, in prima istanza, un’accoglienza serena e positiva che, dalle esperienze passate, risulta essere un punto di riferimento anche dopo le dimissioni dalla struttura. La Comunità, in collaborazione con i Servizi Sociali, ha come scopo far emergere e comprendere le varie problematiche che le ospiti con i loro bambini vivono, per cercare di essere d’aiuto e di supporto al loro superamento. La comunità “La Base” si propone di attuare, nella quotidianità e nelle varie attività della persona, una serie di strategie specifiche, sia al momento dell’inserimento della mamma con il figlio, sia durante la loro permanenza. Si offrono alla mamma degli imput finalizzati al cambiamento ed al recupero delle capacità genitoriali e vengono valutate le risposte date ed i loro tempi. Questa valutazione riguarda la relazione mamma/bambino e tutte le variabili che caratterizzano e contraddistinguono questo rapporto. L’esperienza pluridecennale che l’Associazione “Casa Nostra” ha maturato in campo educativo ha fatto emergere come realtà famigliari problematiche e disagiate originano e sono anche originate da difficili relazioni genitori/figli. Secondo la DGR n. 25-5079 del 18 dicembre 2012, la dicitura corrente non è più “relazione madre-bimbo” ma – correttamente- “genitore-figlio”. Per ora “La Base” non accoglie genitori di sesso maschile, non avendo locali atti ad ospitare le due componenti genitoriali (maschile e femminile). Non si esclude, in futuro, un’evoluzione in tal senso. 5 2. La struttura 2.1 Posizione geografica e territoriale La struttura è situata in Corso Casale 246, ai piedi della collina torinese, a pochi passi dal centro città, di fronte al parco “Michelotti”, dove mamme e bambini possono effettuare passeggiate all’aria aperta e intrattenersi nelle aree giochi attrezzate. Tale posizione, molto comoda ai mezzi pubblici (le cui linee più vicine sono: 61, 15, 30, 66, 68), consente di raggiungere ogni parte del territorio cittadino. L’Associazione inoltre dispone di un ampio parco privato, che consta di 4.472 mq di verde, in cui gli ospiti possono trovare svago e stare a contatto con la natura. Si cerca continuamente di far sì che l’ambiente interno ed esterno sia il più sano e semplice possibile. All’aperto si svolge attività di giardinaggio nel senso più ampio del termine: è presente personale addetto che si occupa della coltivazione e della raccolta di frutta e verdura e che, nello svolgere questa attività, coinvolge i bambini, con finalità educative. Si ritiene sia importante per il nucleo mamma/bambino vivere in un ambiente dove i ritmi di vita seguano quelli della natura. 6 2.2 La struttura interna Il servizio ospita sei nuclei mamma/bambino, ognuno in un mini-appartamento, dotato di angolo cottura, zona giorno/notte, bagno privato e balcone con vista sul parco. I mini-appartamento si trovano al primo piano e sono raggiungibili sia con le scale che con un ampio ascensore. Gli altri spazi sono: una sala comune nella quale gli ospiti possono incontrarsi, socializzare, guardare la TV, consumare talvolta un pasto insieme, e dove i bambini possono intrattenersi materiale giocando col preparato appositamente per loro; un salone adibito a sala giochi per i bambini, attrezzata con vari materiali e spazi ludici. In questo salone si effettuano anche attività laboratoriali per mamme e bambini; una sala per gli incontri con i parenti; una stanza-ufficio per gli educatori in turno; un bagno lavanderia e, su un altro piano, un ampio spazio dove poter stendere i panni uno spazio esterno nel verde, attrezzato con giochi per bambini. 7 Si ha la possibilità di far uso di una palestra (non facente parte dei locali della comunità “La Base”, ma dell’Associazione “Casa Nostra”) con materassi e attrezzature, per permettere ai bambini di svolgere attività finalizzate al corretto movimento e sviluppo psco-motorio. Qui vi è inoltre un palcoscenico in cui vengono messe in scena da bambini ed educatori rappresentazioni teatrali. Tale spazio, essendo molto ampio, è sfruttato anche per l’organizzazione di feste con amici, volontari, insegnanti e famigliari (quando permesso). 2.3 Periodo di apertura La struttura rimane a disposizione degli ospiti 365 giorni all’anno, aperta sempre, senza alcuna interruzione nel servizio. 8 3. Tipologia di utenza La comunità “La Base” accoglie nuclei di mamme (sia italiane che straniere) e bambini (di ambo i sessi, di età compresa tra 0 e 11 anni), provenienti dal territorio cittadino e non, con o senza provvedimento del Tribunale dei Minori, comunque inviati dai Servizi Sociali, che si trovano in stato di disagio e che hanno bisogno di assistenza, tutela, sostegno e che devono essere supportati nel loro disagio sociale. In particolare si ospitano nuclei di madri con figli (anche gestanti riconoscenti i figli): allontanati dalla famiglia con Provvedimenti emanati dal Tribunale dei Minori; inseriti d’urgenza in attesa di un Provvedimento del Tribunale; eventualmente inseriti in situazione di emergenza, su richiesta dei Servizi Sociali; provenienti da situazioni famigliari insostenibili come: grave conflittualità di coppia e di convivenza dei coniugi; problemi legati alla malattia mentale, alla tossicodipendenza, all’etilismo, alla devianza, alla criminalità, alla violenza. La capienza massima del presidio è di sei madri e sette minori, di cui sei di età inferiore a dieci anni ed uno da collocarsi in una camera ad un posto, nella quale si può aggiungere un minore di età inferiore a tre anni. Vi sono due vincoli che compromettono l’ingresso in struttura: - donne in evidente situazione di dipendenza da sostanze pesanti; - donne con evidenti l’equilibrio della Comunità. disturbi psichiatrici che possano compromettere 4. Il modello relazionale Il modello d’ intervento è di tipo relazionale, centrato sulla relazione mamma-bambino, supportato e sostenuto dall’intervento educativo, tenendo presente e rispettando l’unicità degli individui coinvolti, con le loro caratteristiche, le loro culture, i loro tempi, i loro bisogni, le loro attese, le loro evoluzioni e ricadute. 9 5. Obiettivi specifici La comunità “La Base”, in linea con tutte le comunità dell’Associazione “Casa Nostra”, si pone come obiettivo l’aiuto, il sostegno e la cura degli ospiti. Si offrono, alle mamme in difficoltà, accoglienza ed aiuto, accompagnamento e sostegno, per superare la situazione di disagio che stanno vivendo e per supportarle ai fini di un’autonomia per sé e per i figli, oltre che per il recupero delle capacità genitoriali. Di seguito vengono definiti gli obiettivi specifici per la mamma e per il bambino. 5.1 Obiettivi per la madre 1. Costruire con la mamma un ambiente sereno,accogliente e famigliare. 2. Preservare l’”intimità” della mamma e del bambino, rafforzando il legame col figlio. 3. Acquisire capacità e competenze genitoriali ed interiorizzare l’identità di madre. 4. Costruire un profilo anamnestico della coppia mamma/bambino. 5. Promuovere la salute psico-fisica ed il benessere generale della persona. L’esperienza ha portato gli operatori alla convinzione che il recupero del benessere fisico sia la base per aiutare mamma e bambino a raggiungere sicurezza e padronanza del proprio io, permettendo loro di sviluppare le proprie potenzialità. 6. Incoraggiare e ricostruire i legami di fiducia negli altri e di amicizia. 7. Rivalutare se stessa come persona che possiede un valore intrinseco ed ineliminabile. 8. Supportare le mamme allo studio, intervenendo relativamente ai percorsi scolastici interrotti e a quelli che si vogliono proseguire. 9. Supportare all’orientamento ed all’eventuale inserimento nel mondo del lavoro. L’occupazione lavorativa è, infatti, un importante mezzo di realizzazione personale e di autonomia. A tal riguardo, la comunità “La Base” si sta molto impegnando per favorire tutte le occasioni possibili di ricerca-lavoro e realizzazione lavorativa. Attiva il “progetto al femminile”, con possibilità di frequenza scolastica retribuita. Ha intrecciato fattive collaborazioni con l’Ufficio Pio e talune aziende (L’Oreal e altre) che consentano alle mamme di lavorare ed ottenere eque retribuzioni. 10. Partecipare alla vita della comunità sociale ed utilizzare le opportunità ludiche, sociali, sportive, culturali esistenti sul territorio. 10 11. Prendere coscienza della propria situazione di vita, per progettare un percorso evolutivo attraverso colloqui educativi mirati e costanti, attraverso bilanci di competenze ed incontri valutativi e progettuali. 12. Sollecitare alla consapevolezza ed al cambiamento intenzionale del sé. Prendere coscienza delle proprie potenzialità e dei propri limiti, acquistando la fiducia nella capacità di diventare autonoma nella gestione della propria vita e di quella della famiglia in genere. 13. Sollecitare all’autonomia nel rispetto dell’igiene personale e del figlio. 14. Sollecitare all’autonomia nel gestire il denaro e la casa. 15. Sollecitare all’autonomia nella preparazione e somministrazione dei pasti. 16. Sollecitare all’autonomia nell’educazione del proprio figlio. 17. Sollecitare all’autonomia nel rispetto dei ritmi della giornata e della vita. 18. Offrire la possibilità di partecipare a gruppi sul tema della femminilità. La comunità La Base, da tempo, sta sperimentando, dopo una debita formazione degli operatori in qualità di conduttori di gruppo, l’attivazione di gruppi sulla femminilità, che aiutano le donne a consapevolizzare il proprio ruolo sessuato, il significato del rapporto con l’altro sesso, la cura della propria autostima, del proprio posto nel mondo, attraverso lo specifico apporto femminile. 19. Offrire la possibilità di partecipare a gruppi sul tema della genitorialità. La comunità La Base, da tempo, ha preparato le educatrici a promuovere percorsi in gruppo sul tema della genitorialità, per prendere consapevolezza del ruolo, del significato che assumono i figli, per abilitare alle capacità genitoriali essenziali, per conoscere le tappe evolutive della crescita dei bimbi e per rispondere in modo efficace ai vari differenziati bisogni che via via i bimbi richiedono ai genitori. Si utilizzano materiali di vario tipo ( descrittivo, narrativo, filmico, musicale) e metodologie interattive coinvolgenti. Si affrontano vari problemi propri delle mamme. 20. Offrire la possibilità di ideare e realizzare diverse attività laboratoriali ed eventi a tema. Obiettivi per il minore 1. Promuovere la salute psico-fisica ed il benessere generale del bambino, nella relazione genitoriale e con altri adulti di riferimento. 2. Incoraggiare il legame di fiducia con la mamma. 11 3. Incoraggiare i legami di interazione e amicizia.. 4. Sostenere la relazione mamma/bambino per sollecitare la consapevolezza e il cambiamento intenzionale del sé. 5. Stimolare la relazione mamma/bambino perché questa possa supportare allo studio il proprio figlio. 6. Offrire al nucleo mamma/bambino esperienze ambientali atte a promuovere il contatto con l’ambiente naturale che lo circonda. 7. Sostenere la madre affinché potenzi le capacità del bambino e viva una relazione affettiva significativa. 8. Supportare il nucleo mamma/bambino nella rielaborazione dei propri vissuti positivi e negativi. 9. Occuparsi del bambino quando la mamma lavora, relativamente a tutto ciò che comporta aiutarlo a crescere sereno e autonomo. 10.Curare la relazione con la scuola, per garantire al minore tutto il supporto necessario per un’efficace frequenza scolastica significativa. 11.Differenziare proposte ed interventi, in relazione alle diverse età dei bambini. 12.Collaborare saltuariamente con la scuola dell’infanzia attigua alla comunità. 13.Permettere ai bambini che non hanno ancora tre anni, di essere inseriti, in una scuola che collabora con Casa Nostra, alla sezione primavera rilanciandopoi comunque e sostenendo il rapporto con la mamma, nel temponel tempo non trascorso nella scuola. 14.prendersi cura dei bimbi in difficoltà, realizzando proficue sinergie con scuole, servizi sociali, servizi per bambini. 6 Metodologie e strumenti La comunità “La Base” dell’Associazione “Casa Nostra” ha sperimentato, in questi anni, una serie di attività e di metodologie educative con lo scopo di aiutare e sostenere madri e figli. Gli educatori si attivano per supportare, laddove è possibile il nucleo, al fine di sostenere le mamme nel proseguimento del cammino intrapreso e nel raggiungimento dell’autonomia di vita. Diventa fondamentale, per la buona riuscita del progetto, il regolare e proficuo incontro congiunto tra la madre accolta, i Servizi Sociali ed altri Servizi coinvolti (come ad esempio la psichiatria adulti, l’NPI, il Ser.T,…) e gli operatori della comunità. Questo permette di fare il 12 punto della situazione, porre eventuali modifiche , continuare le strategie intraprese ed, inoltre, di mantenere una comune linea educativa indispensabile per il buon esito del progetto. Di fondamentale importanza risulta essere la condivisione del progetto educativo formulato in accordo con la madre ed i Servizi Sociali, per il pieno coinvolgimento della donna nel percorso che intraprende e per una effettiva costante responsabilizzazione. Nella gestione quotidiana dei bambini è importante la presenza, in particolari momenti, dell’educatore della comunità, al fine di supportare, valutare e, quando necessario, intervenire con rimandi educativi e pratici, per far sì che le madri acquisiscano una maggior competenza educativa rispetto all’essenziale delle relazioni educative, conseguenti le regole da dare ai bambini e le modalità per farle rispettare. La madre è comunque incoraggiata ad occuparsi personalmente di ogni aspetto riguardante la vita del figlio, non solo per quanto riguarda l’accudimento dei bisogni primari, ma anche per l’interazione ludica e affettiva, che consente di sviluppare una relazione tra la mamma ed il bambino. E’ necessaria altresì, l’osservazione educativa diretta ed indiretta del nucleo, nelle varie fasi del percorso in comunità, e la relativa restituzione alla madre di quanto emerso tramite momenti di condivisione, dialogo e vicinanza quotidiana, da parte degli operatori. La metodologia educativa intrapresa tiene sempre conto della libertà dell’individuo e delle differenze educative e valoriali derivanti, ad esempio, dall’inserimento di persone di Paesi diversi, con religioni e culture differenti, purché non in conflitto con gli obiettivi preposti. In particolare, vengono descritte ora le metodologie di lavoro e gli strumenti utilizzati per ogni obiettivo per la madre ed il bambino precedentemente elencati. 6.1 Strumenti e metodologie per il raggiungimento degli obiettivi riferiti alla madre 1. Ad ogni nucleo viene messo a disposizione un mini alloggio, provvisto di angolo cottura, zona giorno/notte, bagno e balconcino. 2. L’avere uno spazio tutto per sé aiuta mamma e bambino a rispondere al bisogno primario di intimità e li aiuta a rafforzare il loro legame. 3. –Si aiuta a comprendere i bisogni affettivi e materiali del figlio. - Si sostiene l’importanza della maternità e la responsabilità nei confronti dei figli. - Si offrono alla mamma imput per il cambiamento e valutarne le risposte e le tempistiche. - Si osservano le caratteristiche non funzionali nella relazione mamma/bambino. 13 - Si aiuta a prendere coscienza dei problemi irrisolti con la famiglia d’origine, anche durante l’infanzia della mamma. - Si aiuta la mamma a diventare consapevole ed a riconoscere le carenze e la sofferenza subite dalla famiglia d’origine e nel rapporto con il patner. - Si valuta l’investimento che la mamma ha nei confronti del figlio. - Si osserva se la mamma riconosce i bisogni psicologici e di accudimento del bambino. - Si osserva la rigidità e la flessibilità negli interventi della mamma nei confronti del bambino. 4. - Si Ricostruisce, con la mamma, la storia pregressa. - Si Individuano le figure di attaccamento affettivo. 5. - Si Indirizza la mamma a delle visite periodiche per patologie riscontrate o per controllo, oppure al Consultorio per la prevenzione e per altri problemi sanitari. - SI aiuta la mamma a mantenere pulito il proprio mini alloggio, sollecitandola ed insegnandole a gestire il menage famigliare. - Si affianca la mamma nell’avere una particolare attenzione per la salute fisica del bimbo e per la cura delle patologie che presenta. - In caso di malattie dei minori, gli educatori supportano le mamme nella cura dei propri figli e nella somministrazione dei farmaci.Quando si riscontra un’inadeguatezza delle madri nello svolgere tali mansioni,gli educatori si sostituiscono a queste utilizzando le schede delle terapie, in cui segnano la modalità d’assunzione dei farmaci. - Si dà spazio ai momenti di ascolto e di dialogo. Gli educatori devono essere attenti agli stati d’animo della persona ed ai segnali di disagio. - Si invita la mamma a fumare in spazi esterni (il balcone, il cortile…)e non in presenza dei figli. - Si Aiuta la mamma ad avere un ritmo di vita che permetta una vita regolare sia per il bene dei propri figli, sia per la futura vita autonoma. Ci si riferisce ad esempio alla regolarità nell’assunzione del cibo, all’orario di rientro dal lavoro, all’ora di andare a dormire… 6. - Si parte, per il raggiungimento di tale obiettivo, dalla certezza che ogni persona ha delle potenzialità che devono essere messe in rilievo. Ci si interessa alla vita della mamma dandole delle possibilità di dialogo e scambio con i singoli educatori e specialmente con il suo referente. 14 - Si sostiene la mamma attraverso l’aiuto di collaboratori della comunità che creano attorno al nucleo una rete amicale, utile anche dopo le dimissioni dalla struttura. - Si festeggiano le feste insieme (ad esempio compleanni, Carnevale, Natale, Capodanno, Pasqua…) creando un clima sereno e famigliare. - Si organizzano con la mamma uscite ludiche, per creare un clima sereno. 7. Si sostiene la mamma con lo scopo di permetterle di riconoscere in se stessa quelle caratteristiche positive che la rendono adeguata e in grado di ottenere rispetto e amore da parte degli altri. Questo fa sì che la fiducia nelle proprie capacità diventi uno degli incentivi più importanti da utilizzare per amare e crescere il proprio figlio. 8. Si aiuta la mamma a ultimare la scuola dell’obbligo e gli studi intrapresi, seguendola nello studio proponendole anche ulteriori percorsi formativi e fornendole sostegni adeguati. 9. - Si informa la mamma di annunci su giornali o su internet. - Si attivano progetti con l’ufficio Pio e con altri centri finanziatori. - Si stilano lettere di presentazione e referenze per la mamma. - Si stila con la mamma il Curriculum Vitae (formato europeo). - Si chiede ai volontari la disponibilità ad aiutare la mamma nella ricerca del lavoro. 10. – Si attivano rapporti di partnership con enti vari, si crea una rete amicale: attraverso la collaborazione di alcuni volontari, si aiutano le donne a creare una rete di amicizia che può supportarle anche dopo le dimissioni dalla struttura. - Si fa conoscere il territorio territorio: si fanno conoscere alla mamma le opportunità ludiche, culturali, sociali che esistono sul territorio (biblioteche, gruppi scout, ludoteche ,oratori, consultori…) - Si organizzano gite e feste a volte grazie al contributo di Fondazioni ed Associazioni private di volontariato. - Si cura il rapporto con la scuola: si accompagna e si stimola la mamma a partecipare alle riunioni scolastiche ed alle iniziative della scuola dei propri figli. 11. Si sostiene la mamma nell’accettare e nel superare le frustrazioni che scaturiscono dalle esperienze vissute, aiutandola a valutare in modo realistico ed equilibrato ciò che crede di poter fare e ciò che in realtà può fare, in una prospettiva di presa di coscienza della propria vita passata, presente e di un percorso personale futuro. 12. Si aiuta la mamma a raggiungere questi obiettivi attraverso i vari strumenti: 15 - Gruppi di formazione: periodicamente ed al bisogno, le mamme si riuniscono insieme agli educatori ed a relatori esterni, per discutere su qualche tematica proposta da loro o dagli educatori. Si attivano gruppi di femminilità e gruppi di genitorialità. - Attuazione di uno spazio ascolto con psicologi disponibili all’ascolto e al sostegno della mamma. - Gli educatori condividono con la mamma gli obiettivi per realizzare in tempi brevi il progetto di autonomia pensato per lei. - Momenti di dialogo con gli educatori sul rapporto con il figlio, sulla gestione dell’organizzazione famigliare, sui progetti futuri, sulla gestione del denaro, sull’organizzazione della quotidianità… - Si aiuta la mamma ad accettare il sostegno di risorse esterne (NPI, rete amicale, volontari…). - Si Crea una relazione di rispetto e collaborazione tra mamma ed educatori, oltre che tra le singole ospiti. - Si cerca di rendere la mamma autonoma, responsabilizzandola sotto vari aspetti (spesa, gestione dei figli, organizzazione della casa, ricerca e mantenimento di un’occupazione lavorative, risparmio,rapporto con l’ambiente…). 13.Si supporta la mamma nella cura della propria igiene personale e in quella del figlio . in modo da renderla autonoma. 14. – Si effettuano colloqui periodici tra l’educatore referente e la mamma. - Alla mamma viene data settimanalmente una somma di denaro per gestire la spesa. - Si controllano insieme le fatture per verificare il corretto utilizzo del denaro e l’acquisto di prodotti adeguati per se stessa e i figli. 15.Si affianca la mamma nella preparazione e somministrazione dei pasti, facendole capire l’importanza di una dieta adeguata ed equilibrata. 16.Si sostiene la mamma nell’educazione del figlio, aiutandola a porsi l’obiettivo che questo possa diventare autonomo ed indipendente,anche nelle piccole incombenze quotidiane,come la cura del proprio corpo e delle proprie cose,in rapporto alla sua età. 17. Si sostiene la mamma nel rispettare e far rispettare al figlio i ritmi equilibrati della giornata, senza i quali il bambino non ha la possibilità di avere le energie necessarie e sufficienti fisiche, psichiche ed emotive per crescere in armonia. 16 6.2 Strumenti e metodologia per il raggiungimento degli obiettivi riferiti al minore. 1. - Si propone e si aggiorna la cartella sanitaria che ha al suo interno: elenco vaccinazioni, certificato medico che dichiara l’idoneità all’ingresso in Comunità, scheda sanitaria, peso e altezza rilevati periodicamente, patologie e terapie seguite… - A volte si accompagna il bambino con la mamma a visite o controlli medici e si aiuta la madre a seguire le prescrizioni mediche. - Si utilizza una scheda di somministrazione dei farmaci, nel caso in cui vengano fatti assumere dall’educatore. - Si è attenti che la mamma segua un’ alimentazione sana ed equilibrata per se stessa e per il proprio figlio e somministri i pasti con regolarità. - Si supporta la mamma nel rispetto dell’igiene del bambino. - Si è attenti affinché la mamma vesta adeguatamente il figlio, in rapporto alla stagione. - Si aiuta la mamma a proporre al bambino sempre nuovi stimoli con interventi mirati e condivisi. 2. - E’ importante che l’educatore aiuti la mamma a mettersi in una posizione d’ascolto nei confronti del minore dal punto di vista dei bisogni, del disagio, degli stati d’animo, delle richieste, del linguaggio e della mimica. - Si aiuta la mamma a rispettare i tempi, la dignità, la specificità, i bisogni del bambino. - Perché si crei un legame di fiducia tra minore ed educatore è necessario anche che quest’ultimo costruisca un dialogo con il bambino, giochi con lui, abbia contatti fisici e agisca il contenimento quando necessario. 3. – Si aiuta il minore a relazionarsi in modo sereno con i coetanei, affinché impari ad intrecciare rapporti positivi con gli altri. - Si stimola al confronto ed accettazione dei coetanei, attraverso il rispetto dei giochi altrui, le attività comuni, la cooperazione, il gioco, la promozione del dialogo. 4. Tale obiettivo è raggiungibile attraverso: - il gioco: il bambino giunge ad avere fiducia nelle proprie capacità raggiungendo mete e risultati. Nel caso di difficoltà, viene incoraggiato dalla madre (a sua volta sostenuta dagli educatori) che mediano il gioco. - attività manuali: stimolano la concentrazione, aiutano il minore a responsabilizzarsi in piccoli incarichi e ad avere una buona coordinazione pensiero/azione. Inoltre al bambino porta gioia la realizzazione di un proprio prodotto. 17 - sollecitazioni verbali di incoraggiamento, riflessione sulle proprie azioni, valorizzazione degli aspetti positivi. - rispetto dei ritmi della giornata, per avere una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie esigenze in armonia con quanto il suo fisico richiede. - responsabilizzazione attraverso piccole attività in cui il bambino si sente protagonista (ad esempio il teatro) e nel rispetto delle cose comuni. - supporto alla mamma nel delicato equilibrio educativo di regole e sanzioni. 5. A tal fine gli educatori: - aiutano la mamma a seguire i propri figli nell’esecuzione dei compiti scolastici. - seguono, insieme alla mamma, l’andamento scolastico del bambino. - aiutano la mamma a tenere i rapporti con la scuola, sottolineandole l’importanza della sua presenza alle riunioni ed alle iniziative proposte dalle insegnanti. 6. – Si aiuta a conoscere il territorio circostante. – Si effettuano attività di giardinaggio/ orto biologico. 7. Si crea un ambiente in cui si possa favorire l’iniziativa del bambino, promuovere attività che potenzino le sue capacità creative (giochi, attività manuali…) e sviluppino la sua fantasia (laboratori ed eventi creativi di vario tipo, anche in collegamento con il territorio e la città). 8. Si stimola la madre a stabilire con il figlio un atteggiamento d’ascolto e di sostegno. - Creare all’interno della giornata dei momenti in cui il minore abbia la possibilità di esprimersi e comunicare i propri stati d’animo alla mamma e/o agli educatori. - E’ importante che il bambino si senta ascoltato e che sperimenti l’ascolto ed il rispetto che il mondo degli adulti può avere nei suoi confronti. 7 Organizzazione del servizio 7.1 Organizzazione dell’equipe L’organico della Comunità “La Base” è così composto: - 5 educatori a tempo pieno (di sesso maschile o femminile) - 1 coordinatore a tempo pieno, che è il responsabile della comunità La Base. - 1 operatore socio-sanitario a tempo pieno 18 Il coordinatore, gli educatori e le OSS prestano servizio secondo turni, in modo da dare continuità agli interventi educativi. Il contratto di lavoro applicato per i dipendenti dell’Associazione “Casa Nostra” è l’AGIDAE. 7.2 L’equipe educativa L’equipe educativa: esamina le richieste di ammissione di nuovi nuclei familiari tenendo conto di volta in volta degli equilibri all’interno della struttura; delinea le linee guida e individua percorsi differenziati per la progettazione individuale su ogni nucleo; progetta e verifica gli interventi educativi attraverso le riunioni settimanali; partecipa a due supervisioni con due professioniste del settore, a cadenza mensile: una supervisione è relativa all’analisi dei “casi”; l’altra alle relazioni tra educatori e ai processi lavorativi, gestionali, progettuali, valutativi. si confronta con i servizi coinvolti nel progetto sul nucleo familiare; individua per ogni nucleo degli obiettivi e valuta il loro raggiungimento volti all’autonomia ed al potenziamento del rapporto madre bambino. 7.3 Il coordinatore Il coordinatore è una figura professionale che ha la responsabilità dell’operato dell’équipe educativa, di cui fa parte a tutti gli effetti e del funzionamento della comunità. Il coordinatore inoltre: - si occupa dell’organizzazione dei turni di lavoro e incarica gli educatori di espletare i compiti necessari; - coordina con la referente i volontari; - è referente di ogni nucleo mamma-bambino, insieme ad un educatore per nucleo, ed interviene, pertanto, nella relazione con Servizi Sociali, Tribunale dei Minori ed istituzioni coinvolte nel caso; sempre insieme all’educatore referente. - Controlla e sottoscrive le relazioni scritte inviate ai Servizi. - Controlla e sottoscrive tutta la documentazione prodotta inerente ogni ospite - Effettua lavoro statistico- informatico richiesto dal suo compito 19 - Si occupa della progettazione inerente il percorso di ogni ospite - Si occupa della progettazione inerente il futuro della comunità - Progetta, organizza, coordina e gestisce le riunioni d’èquipe - È parte integrante del coordinamento dei coordinatori, che si riunisce quindicinalmente, per coordinare, verificare, progettare - Partecipa ai tavoli di rete del coordinamento mamma-bambino - Effettua colloqui di selezione del personale educativo e oss - È responsabile di tutta la parte di gestione economica della comunità 7.5 L’educatore L’educatore è una figura professionale che per preparazione e formazione fonda le sue attività sulla relazione e sul rapporto interpersonale. Accoglie e sostiene il nucleo mamma-bambino durante l’intero percorso in comunità, dal momento dell’inserimento a quello delle dimissioni. Interviene nell’ambito di un lavoro di rete tra Comunità, Servizi Sociali, Tribunale dei Minori, medici specialisti Neuropsichiatria, Mediatori culturali e Centri specializzati nel settore dell’immigrazione, Ser.T. e in generale tutti i soggetti coinvolti nel lavoro sul nucleo mamma-bambino. Tra gli educatori viene identificato un referente per ogni nucleo. In particolare l’educatore: osserva ciascun ospite della comunità, sia come soggetto a sé che come soggetto coinvolto nella relazione mamma-bambino, impegnandosi in una valutazione delle capacità genitoriali; attua dei piani di intervento sull’osservazione dell’ospite e sulle cause dei conflitti; definisce e provvede alla stesura del Progetto Educativo Individualizzato del Nucleo (PEIN); si occupa della stesura delle relazioni sul nucleo, da inviare ai Servizi Sociali; condivide con le ospiti la quotidianità, accompagnandole individualmente nel loro percorso di vita e le aiuta a ristabilire delle regolari abitudini come, ad esempio, fare la spesa, cucinare, occuparsi dell’igiene personale,del bucato,della pulizia dell’ambiente in cui vivono e degli spazi in comune con le altre, regolare i ritmi naturali dei pasti, del riposo e dei giochi per i figli; 20 si occupa dei minori nel caso in cui le madri siano impegnate nella loro attività scolastica, formativa, lavorativa e qualora non siano presenti in comunità per vari motivi; ricerca risorse disponibili attraverso un lavoro di rete finalizzato al raggiungimento degli obiettivi; reperisce corsi professionali e borse lavoro, cercano di inserirvi le ospiti, rispettando le loro attitudini personali; monitora e media i rapporti tra le ospiti; collabora con i volontari e li indirizza nella relazione con gli ospiti. L’educatore si affianca alle ospiti e le accompagna ai fini di una completa autonomia, agevolandone le capacità di cambiamento, intervenendo relativamente alle seguenti aree: - Capacità genitoriali: la mamma viene sostenuta nell’educazione del bambino, viene valutato il suo grado di autonomia e la capacità di riconoscere i bisogni primari di quest’ultimo; vengono osservate le sue modalità di preparazione e somministrazione dei pasti ed il rispetto dei ritmi sonno/veglia del bambino. Suggerisce, se necessario, le modalità di relazione più adeguate da adottare con i figli. Periodicamente viene aggiornato il Servizio Sociale rispetto a punti di criticità e progressi fatti dal nucleo. - Cura della propria persona: ogni mamma viene sollecitata alla consapevolezza e aiutata a rivalutare se stessa come persona che possiede delle risorse, ad accettare e superare le frustrazioni e progettare il proprio cambiamento intenzionale, stabilendo di comune accordo (educatore/mamma) i piani di sostegno, che vengono concretizzati in un Progetto Educativo Individualizzato per il Nucleo (PEIN), che la donna sottoscrive. - Cura dello stato di salute psico-fisica: ogni mamma viene aiutata nella cura dello stato di salute proprio e di quello del proprio figlio, controllando e curando eventuali problemi sanitari. Per se stessa e per i figli. Sono importanti la salute psico-fisica ed il ben-essere generale dell’individuo. - Ricerca di un’occupazione lavorativa ed, in alternativa, di una borsa lavoro. 21 - Formazione: sostiene le ospiti affinché possano completare il percorso scolastico, e a seguire corsi professionali. - Gestione delle relazioni interpersonali: sostiene le mamme nelle relazioni esterne, come ad esempio con il partner, i parenti, le amicizie, le amicizie del figlio,volontari… - Gestione del denaro e delle spese: ogni settimana l’educatore dà ad ogni mamma una somma in denaro da spendere per la spesa per sé e per il proprio figlio, indirizzandola ad acquisti adeguati. - Gestione della casa e del tempo libero: aiuta la mamma in tale gestione - Rapporti con i Servizi Sociali; aiuta la mamma in questa rete di rapporti - Rapporti con le istituzioni scolastiche: accompagna le mamme nel rapportarsi adeguatamente con le istituzioni scolastiche che si occupano dei figli. - Espleta pratiche burocratiche di vario genere (compilazione di moduli statistici, richiesta di assegni familiari, iscrizioni dei bambini a scuola, griglie compilative, osservative, valutative, raccolta dati, relazioni scritte rendicontate). - Ricerca di una abitazione autonoma: affianca le ospiti nel momento in cui si avvicinano le dimissioni, aiutandole nella ricerca di una casa,rivolgendosi all’associazione “insieme per la casa” che offre loro sostegno economico ed individuando altri interlocutori nel territorio torinese in rapporto a specifiche esigenze. 7.6 Gli Operatori Socio Sanitari (O.S.S.) L’OSS è una figura professionale facente parte dell’equipe. Si occupa principalmente del governo degli spazi comuni utilizzati da mamme e bambini. Supporta le ospiti durante le attività di governo dei loro spazi e delle loro cose (ad esempio nell’igiene della casa, della biancheria, dei materassi,dei giochi…). Rientra nella turnazione giornaliera degli educatori, affiancandoli nella gestione della quotidianità. 22 8 Strumenti di lavoro L’equipe educativa, per svolgere al meglio il proprio lavoro, utilizza diversi strumenti, come i momenti di incontro e il cartaceo. 8.1 Momenti di incontro 8.1.1 Riunione d’équipe L’equipe educativa si incontra una volta a settimana, per la durata di tre ore. Nella riunione d’equipe viene programmata la settimana, si discute dei casi, si prendono decisioni, si progettano gli interventi educativi. Vengono analizzati alcuni aspetti riguardanti ogni nucleo e definiti micro-obiettivi. In questa circostanza si condividono relazioni sul nucleo e P.E.I.N. Gli argomenti discussi vengono verbalizzati e ripresi nella riunione seguente. 8.1.2 Supervisione L’equipe educativa s’incontra in supervisione una volta al mese per la durata di due ore circa, alla presenza di uno psicoterapeuta esperto nella discussione sui “casi” ospiti e poi di una psicopedagogista, che cura la riflessione sulla relazione tra colleghi e sul processo lavorativo. La supervisione è uno strumento fondamentale di riflessione e di sostegno, di utilizzo di uno sguardo altro per entrare nel profondo del lavoro e renderlo sempre più significativo. 8.1.3 Incontri di rete Avvengono periodicamente, alla presenza del coordinatore, dell’educatore referente del caso, dell’Assistente Sociale, degli specialisti che sono coinvolti nel caso. L’incontro viene diviso in due fasi:nella prima s’incontrano gli operatori,nella seconda partecipa anche la mamma per fare con lei il punto della situazione, verificando i progressi da lei compiuti e gli obiettivi ancora da raggiungere. 23 8.2 Strumenti tecnici 8.2.1 Cartella del nucleo mamma/bambino E’ la cartella in cui sono raccolti tutti i documenti del nucleo mamma/bambino a disposizione della struttura (esclusi quelli sanitari del minore). E’ divisa, al suo interno, in tre parti: - Cartella sociale: contiene tutti i documenti e comunicazioni sociali del caso, come ad esempio i Provvedimenti emanati dal Tribunale dei Minori, le relazioni dei servizi sociali, gli aggiornamenti, le comunicazioni scritte dei Servizi Sociali… - Cartella “Casa Nostra”: contiene tutte le documentazioni prodotte dalla struttura, come i P.E.I.N., le relazioni, i verbali degli incontri con i Servizi Sociali… - Cartella personale: contiene tutte le copie dei documenti della mamma e il cartaceo che riguarda il nucleo (copia dei documenti di riconoscimento,studi o lavoro della mamma, documenti scolastici del minore….). Tutta la documentazione rispetta i criteri della legge sulla privacy. 8.2.2 P.E.I.N. E’ IL Progetto Educativo Individualizzato del Nucleo. Viene condiviso dagli educatori con la mamma in un colloquio. Vengono riportati: - i bisogni e gli obiettivi esplicitati dalla mamma al momento dell’ingresso in comunità; - gli obiettivi per la mamma e per il bambino e i rispettivi tempi d’attuazione e verifica. Per il minore gli obiettivi riguardano le seguenti aree: -il rapporto con la mamma - l’autonomia; - il rapporto con se stesso e con gli altri; - il rapporto con le varie attività. Per la mamma gli obiettivi riguardano le seguenti aree: - competenze genitoriali; - casa, lavoro, percorso di studi, formazione; - gestione della quotidianità; - obiettivi condivisi con i Servizi Sociali. 24 8.2.3 Aggiornamento del P.E.I.N. E’ l’aggiornamento del Progetto Educativo Individualizzato del Nucleo. Viene condiviso dagli educatori con la mamma in un colloquio. L’operatore legge alla mamma le osservazioni riportate e vengono verificati gli obiettivi esplicitati nel P.E.I.N. o nel precedente aggiornamento. Vengono definiti - nuovi obiettivi, insieme a quelli non raggiunti; - metodologie per attuare gli obiettivi; - risorse e vincoli per l’attuazione; - tempi di attuazione e verifica. 8.2.4 Relazioni scritte L’equipe educativa relaziona periodicamente sul nucleo mamma-bambino. Gli argomenti riguardanti la mamma sono i seguenti: Osservazioni sui primi giorni dopo l’inserimento riguardo a: - Rapporto con il figlio/figli - stato di salute e di igiene; - osservazioni sul comportamento; - richieste fatte al momento dell’inserimento; - rapporto con gli educatori e con la struttura; - organizzazione dei suoi spazi e del suo tempo; Osservazioni sulla vita quotidiana rispetto a: - rapporto con il figlio/figli; - cura della propria persona e delle proprie cose; - cura della propria salute e di quella dei figli; - gestione della casa; - gestione del denaro; - rapporto con il cibo (per sé e per i figli); - come fà la spesa; - osservazioni sulla fiducia in se stesso; - reazioni davanti all’insuccesso; - descrizione delle reazioni emotive; - organizzazione del tempo libero e delle attività giornaliere; 25 - gestione dei rapporti con la scuola e le attività extrascolastiche del figlio/i; - rapporto con le regole comunitarie; - rapporto con gli educatori; - rapporto con le altre ospiti; - rapporto con il mondo lavorativo; - rapporto con i Servizi Sociali; - rapporto con i parenti o con eventuali partner; Gli argomenti riguardanti il minore sono i seguenti: Osservazioni sui primi giorni dopo l’inserimento riguardo a : - primi momenti dopo l’entrata in comunità; - comportamento; - rilevazioni sullo stato di salute e igiene; - richieste; - rapporto con la madre - rapporto con gli educatori e con gli altri bambini; - rapporto con il cibo; - osservazioni sul sonno, enuresi o encopresi, uso del ciuccio;… Osservazioni sulla vita quotidiana rispetto a: - sonno; - enuresi ed encopresi; - cura della propria persona e delle proprie cose; - rapporto con il cibo; - comportamento a tavola; - osservazioni sulla fiducia in se stesso; - reazioni davanti all’insuccesso e alla frustrazione; - rapporto con le regole comunitarie; - rapporto con le figure adulte (educatori e volontari); - rapporto con la mamma e con i parenti (e con i fratelli, se presenti in comunità); - rapporto con le maestre e con i compagni; - giochi preferiti; - comportamento durante il gioco individuale e di gruppo; - rapporto con l’attività fisica; 26 - concentrazione e logica nelle varie attività; - rapporto con le attività che coinvolgono le aree della fantasia e della creatività; - linguaggio; - mobilità ed orientamento; - aspettative riguardo al suo futuro 8.2.5 Agenda L’agenda è uno strumento necessario, in cui vengono segnati gli appuntamenti degli educatori e degli ospiti, sia nel caso in cui questi vi si rechino in autonomia, sia nel caso in cui debbano essere accompagnati dall’educatore. 8.2.6 Quaderno di comunità Il diario di comunità è un documento ed uno strumento fondamentale per la comunicazione fra educatori. Spesso non è possibile scambiarsi tutte le consegne personalmente, quindi, tramite il diario, tutti gli educatori (che ne prendono visione non appena entrati in turno) vengono a conoscenza di fatti e consegne forniti dagli altri educatori e di comunicazioni di qualunque tipo. 8.2.7 Diario del nucleo mamma/bambino Giornalmente viene compilato,datandolo e sottoscrivendolo, un diario (uno per ogni nucleo mamma/bambino) in cui vengono scritti i principali avvenimenti vissuti dal nucleo della giornata e le osservazioni conseguenti. 8.2.8 Rubrica Sulla rubrica sono annotati i principali numeri telefonici utili all’équipe (ad esempio di Assistenti Sociali, Neuropsichiatri, Tribunale dei Minori, mamme ospiti della comunità, volontari, scuole, uffici vari…) 8.2.9 Cartella documentativa sanitaria dei bambini Nella cartella vengono raccolti tutti i documenti sanitari disponibili dei bambini, come: tessera sanitaria, esenzione ticket, certificato di vaccinazioni, richieste di prestazioni, esiti di esami, visite mediche…Alla mamma viene consegnata copia di tutti i documenti sanitari del figlio. 27 8.2.10 Scheda farmaci Mod. ST Vengono annotati i farmaci somministrati ai minori e alle mamme. In caso sia l’educatore a somministrare il farmaco, deve compilare la scheda, segnando nome del farmaco, orario, dosi, e apporvi la firma. Se la mamma è in grado, autonomamente somministra i farmaci al figlio e a se stessa. 8.2.11 Fogli orari L’equipe ha a disposizione due tipi di fogli orari: uno per il preventivo e l’organizzazione della settimana, l’altro dove ogni educatore appone giornalmente l’ora di inizio e fine turno effettivi. 8.2.12 Verbale della riunione d’equipe ModVE-01/06 Viene compilato in ogni riunione d’équipe da un educatore a turno. 8.2.13 Verbale con i Servizi Sociali Viene utilizzato per verbalizzare ogni incontro con gli Assistenti Sociali. 8.2.14 Documenti richiesti dalla struttura ai Servizi al momento dell’inserimento 8.2.15 Regolamento della struttura Viene firmato dalle mamme per accettazione, nel momento in cui entrano in comunità. 8.2.16 Registro telefonate Vengono registrate su apposito quaderno tutte le chiamate in entrata e in uscita, apponendo data, ora, il mittente e il destinatario e se la chiamata è avvenuta dal numero fisso della comunità o dal cellulare di servizio. 8.2.17 Procedure Sono state stilate le procedure per: - pulizie alloggi mamme; 28 - pulizie ambienti comuni; - disinfestazione ambienti e spazi esterni; - sanificazione giocattoli (alloggi); - sanificazione giocattoli (spazi comuni); - sanificazione materassi e cuscini; - sanificazione lettini, fasciatoi e seggioloni; - gestione biancheria sporca e pulita; - somministrazione e gestione farmaci; - igiene degli ospiti. 9 Modalità di presa in carico 9.1 La fase dell’inserimento in comunità La modalità di presa in carico del nucleo contempla l’elaborazione di un progetto in cui vengono coinvolti gli operatori della comunità, i Servizi Sociali del territorio e, in alcuni casi, il Tribunale dei Minori ed altri servizi specialistici. In particolare, essendo l’inserimento in comunità un momento molto delicato, la presa in carico prevede la presentazione del caso da parte dei Servizi Sociali proponenti. L’inserimento avviene attraverso i seguenti “step funzionali”: 1. Segnalazione del caso: I Servizi segnalano il caso alla comunità telefonicamente e viene fissato un appuntamento per la presentazione dello stesso. 2. Invio informazioni: I Servizi forniscono all’equipe una relazione informativa del caso. 3. Lettura congiunta della relazione durante la riunione d’équipe. 4. Riunione per la presentazione del caso: la riunione congiunta in cui l’Assistente Sociale presenta il caso alla struttura avviene in comunità. 5. Valutazione dell’inserimento: è all’interno della riunione d’equipe che si decide l’opportunità pedagogica dell’inserimento e la capacità di risposta della struttura. 6. Risposta della struttura: viene data una risposta ai Servizi riguardo all’inserimento; se questa è positiva, viene concordato un giorno in cui la mamma può far visita alla struttura. 29 7. Visita della struttura: la mamma viene accompagnata dall’Assistente Sociale per conoscere la comunità,i ritmi e le abitudini,visitare il mini-alloggio a lei assegnato,leggere il regolamento. 8. In un secondo tempo l’Assistente Sociale concorda con la Comunità il giorno e le modalità di ingresso. 9. Preparazione del mini-alloggio per l’accoglienza: l’alloggio viene preparato in modo che sia accogliente e funzionale. La cucina viene dotata di tutte le stoviglie necessarie; si forniscono alimenti e prodotti per la casa. La preparazione meticolosa del mini-alloggio secondo le esigenze del nucleo, permette agli educatori di far sentire la mamma e bimbi accolti e accettati. 10. Inserimento del nucleo mamma-bambino: l’equipe si preoccupa di rendere tale delicato momento il più sereno ed accogliente possibile. I nuovi ospiti conoscono il coordinatore, l’educatore referente e tutti gli altri membri dell’equipe. Viene fatto firmare alla mamma il regolamento della comunità e vengono richiesti una serie di documenti. L’ammissione in comunità di “un’ospite”, è un momento delicato e difficile, carico di diversi stati d’animo. La madre e il bambino vengono a contatto con una realtà sconosciuta; è quindi importante creare un clima d’accoglienza, accettazione, sensibilità alla sofferenza, empatia.Il primo giorno d’ingresso in Comunità la mamma e il bambino vengono invitati a pranzare con l’educatore e in prima serata viene organizzato un momento di convivialità per presentare il nuovo nucleo alle altre mamme.In quest’occasione si accolgono i nuovi arrivati con un regalo simbolico. In questa fase l’équipe educativa effettua un’attenta osservazione per individuare lo stato iniziale del nucleo mamma/bambino sotto diversi punti di vista. Individuati i problemi e le difficoltà, stabilisce la linea comune per definire gli interventi educativi necessari per migliorare la situazione del nucleo. Tutto ciò con il confronto continuo ed in accordo con il Servizio Sociale inviante. Gli educatori diventano per l’ospite delle figure di riferimento che cercano di supportarlo nei momenti di difficoltà. Gli educatori illustrano inoltre le regole e la modalità di gestione della comunità, gli obiettivi generali e specifici su cui s’intende lavorare. Nel periodo di permanenza in comunità, la madre dovrà essere coinvolta, informata e responsabilizzata riguardo al progetto educativo che è stato pensato per lei, nella misura 30 in cui la sua situazione psico-intellettiva e la sua situazione giuridica lo permettano. Il Progetto Educativo Individualizzato del Nucleo e i suoi successivi aggiornamenti sono condivisi con la mamma in appositi colloqui. La mamma è quindi coinvolta nella definizione degli obiettivi che andranno raggiunti per sé e per il figlio. E’ importante inoltre che il lavoro con le agenzie quali la scuola, il servizio di N.P.I, etc. sia concordato dall’equipe degli educatori e dal Servizio Sociale di appartenenza, in modo che si seguano linee educative comuni per il bene dell’ospite e per il suo futuro. 9.2 La fase della permanenza in comunità Dopo il primo periodo di conoscenza reciproca, l’équipe educativa lavora sull’individuazione delle risorse e delle capacità personali della nuova ospite, sulla base dei colloqui individuali e dei continui confronti della madre con gli educatori di riferimento nella condivisione della quotidianità. Gli educatori supportano costantemente la madre nei rapporti con se stessa e con il figlio, tenendo sempre presenti i vissuti e le esperienze che l’hanno condotta alla situazione attuale. La visione complessiva dell’individuo nella sua interezza, costellata sovente di vissuti multiproblematici di varia natura, consente all’équipe educativa di progettare interventi mirati ed individualizzati per ogni nucleo, al fine di sostenere ed autonomizzare progressivamente la madre nell’accudimento di se stessa e del suo bambino. L’équipe si avvale, nel perseguimento di questi obiettivi, anche di personale con una specifica formazione pedagogica e psicologica che possa coadiuvare il lavoro degli operatori, sostenendoli e supervisionando gli interventi attuati. 9.3 Vita quotidiana: una giornata tipo Mattino: Dopo il risveglio, ogni mamma si occupa dell’igiene personale e della colazione del proprio figlio, supportata dall’educatore se necessario. Nel caso in cui la mamma sia già uscita dalla Comunità per impegni lavorativi o di altro tipo è l’educatore a svolgere questa mansione. I bambini vengono poi accompagnati dall’ educatore e, se presente, dalla mamma, nei vari asili e scuole. La maggior parte dei bambini pranza a scuola, negli altri casi 31 è la mamma a preparare e a somministrare nel proprio mini-alloggio il pranzo. Quando la mamma non è presente, l’educatore somministra al bambino, nel proprio mini-alloggio, il pranzo precedentemente preparato dalla mamma.Terminata la scuola, l’educatore con la mamma, quando presente, vanno a prendere il bambino. Pomeriggio: Al rientro in Comunità ogni bambino mangia merenda nel proprio mini-alloggio con la mamma se presente,altrimenti con l’educatore. I bambini in età scolare svolgono i loro compiti aiutati dalle mamme, e se necessario dall’educatore.In alcuni giorni della settimana sono presenti in Comunità volontari (anche insegnanti) che supportano i bambini nello svolgimento dei compiti. Ogni bambino in età scolare svolge un ‘attività sportiva, scelta nel rispetto delle proprie inclinazioni personali, che svolge accompagnato dall’educatore e dalla mamma quando presente.Quando è possibile, i bambini,le mamme e gli educatori escono per una passeggiata nei parchi vicino alla Comunità.Se ciò non è possibile per motivi vari, ci si reca tutti insieme nella palestra della Comunità attrezzata di giochi vari. In alcuni giorni della settimana prefissati, i bambini e le mamme presenti svolgono attività organizzate all’interno della Comunità anche con l’aiuto di volontari (come ad esempio l’attività di canto, attività di tecniche di rilassamento, educazione corporea, laboratori manuali creativi) Sera: Ogni mamma prepara e somministra al suo bambino la cena nel mini-alloggio, supportata quando necessario dall’ educatore. Quando le mamme tardano per motivi lavorativi, è l’educatore a somministrare la cena al bambino precedentemente preparata dalla mamma. Dopo cena i bambini e le mamme possono trascorrere un po’ di tempo insieme in salotto, guardando la televisione o svolgendo qualche gioco insieme. In questa fascia oraria avvengono anche i gruppi di femminilità e genitorialità. La spesa: gli educatori supportano la mamma nel stilare una lista della spesa e quando necessario la accompagnano al supermercato per indirizzarla ad acquisti adeguati. Incontri periodici: una volta a settimana ogni mamma ha un colloquio individuale con il suo educatore di riferimento per verificare il raggiungimento degli obiettivi educativi e fare il punto della situazione. Una volta al mese gli educatori, organizzano incontri di formazione per le mamme su tematiche da loro proposte. 32 Weekend: Durante il weekend la normale routine settimanale viene alterata non essendoci impegni scolastici e lavorativi (per la maggior parte delle mamme). Al mattino molte mamme utilizzano il tempo a disposizione per pulire il loro mini-alloggio, per fare le lavatrici o per stirare la biancheria. Al pomeriggio gli educatori con le mamme organizzano uscite ludicoricreative di gruppo a cui quasi tutti partecipano tranne chi ha, secondo indicazione dei Servizi Sociali, rientri a casa o uscite individuali. La sera, le mamme e i bambini possono cenare insieme nel salotto mangiando una pizza, o cibi preparati da loro. Dopo cena a volte si guarda tutti insieme un dvd oppure gli educatori propongono attività ricreative varie. Si partecipano ad eventi sul territorio e sulla città di Torino. 9.4 La fase delle dimissioni dalla comunità Le dimissioni dalla comunità possono avvenire secondo cinque tipologie: 1- Raggiungimento degli obiettivi definiti nel P.E.I.N. e conseguente conclusione del progetto. Sono; l’équipe e l’Assistente Sociale che fanno il punto della situazione sul caso e verificano che sussistano le condizioni affinché il nucleo venga dimesso. L’Assistente Sociale informa il Tribunale del raggiungimento degli obiettivi definiti nel PEIN. 2- Dimissioni della madre da sola. In questo caso per prescrizione del Tribunale dei Minori la donna viene dimessa e il minore viene inserito in un’altra struttura. Con l’Assistente Sociale vengono concordati le modalità ed i tempi delle dimissioni della madre e quelli di inserimento del figlio nella nuova struttura; solitamente si fanno coincidere. 3- Allontanamento arbitrario della donna con i figli. Quando gli educatori constatano che la madre si è allontanata arbitrariamente con i figli, vengono avvisati gli uffici competenti del caso. 4- Allontanamento arbitrario della donna da sola. Quando gli educatori constatano che la madre si è allontanata da sola, lasciando i figli nella struttura, vengono avvisate le Forze dell’Ordine e gli uffici referenti del caso e con l’Assistente Sociale si concordano in questa sede i tempi e le modalità di inserimento del bambino in una struttura adeguata. 33 5- Dimissioni per trasferimento del nucleo in un’altra struttura. Se l’équipe e l’Assistente Sociale lo ritengono opportuno, viene prospettato il trasferimento in un gruppo appartamento o in una comunità con caratteristiche adeguate. Si concordano le modalità ed i tempi di dimissioni, coinvolgendo anche la mamma. Le dimissioni del nucleo familiare dalla Comunità vanno concordate con i Servizi. Esse prevedono tempistiche diverse secondo ogni caso e vanno preparate adeguatamente. La Comunità, insieme con i Servizi Sociali, cercherà di collaborare nella ricerca e allestimento di un’abitazione,(sia di edilizia popolare,sia di libero mercato),al fine del completamento dell’autonomia della madre.La Comunità segnalerà sia all’associazione”Insieme per la casa” che ad altre il nucleo, affinché possa ottenere un sostegno economico ai fini abitativi. Qualora l’utente non riesca a raggiungere una piena autonomia, si lavorerà con i Servizi Sociali per l’elaborazione di altre soluzioni, con progetti di sostegno alla genitorialità (quali accudire i bambini in orario extrascolastico e altro). Rispetto alle post-dimissioni, l’èquipe della Base sta lavorando per consentire una personalizzazione degli interventi e ad ogni mamma ospite di poter esser davvero supportata secondo i suoi specifici bisogni. Per questo l’èquipe si è resa e si rende disponibile a fornire un monte ore domiciliare, perché l’educatore di riferimento possa seguire la donna nell’attuazione concreta del progetto di vita autonoma, concordando modalità, tempi e procedure con i Servizi Sociali 10 Servizi offerti 10.1 Vacanze estive a Viù L’Associazione “Casa Nostra” dispone di una casa-vacanze a Viù nelle valli di Lanzo che mette a disposizione delle varie Comunità. Nel periodo di vacanza estiva (quindici giorni circa), quando le mamme possono usufruire di un periodo di ferie dall’attività lavorativa, loro ed i loro figli vengono ospitati nella sede di Viù dove sono presenti anche gli educatori. Qui i bambini e le mamme hanno la possibilità di essere coinvolti in diverse attività, quali: le escursioni in 34 montagna, il giardinaggio, il nuoto (la casa-vacanze dispone di una piscina interna), l’arte culinaria, il teatro, ecc. Le mamme che non possono usufruire di vacanze lavorative raggiungono i loro figli la sera, coloro a cui ciò non è possibile restano nella sede di Torino e li raggiungono nei loro giorno liberi. La presenza di grandi spazi aperti, in cui il minore e la mamma sono a diretto contatto con la natura, permette di creare momenti di svago e di condivisione. Si tratta quindi di far vivere al nucleo un certo numero di esperienze centrate sulla conoscenza diretta della montagna, del bosco, dei torrenti e dei vari ecosistemi ad essi collegati. I bambini e le mamme, vengono guidati in questo viaggio all’interno della natura, partendo dall’esperienza diretta delle bellezze naturali. 10.2 Vacanze estive al mare Oltre al periodo da trascorrere in montagna, si intende offrire alle mamme con i loro figli, anche un soggiorno al mare. Le mamme e i bambini hanno la possibilità di usufruire di una vacanza diversa, insieme agli altri ospiti della comunità. 10.3 Le attività proposte 10.3.1 Il teatro L’attività teatrale, che comprende la danza, la recitazione, l’improvvisazione, l’allestimento delle scenografie tramite l’attività di pittura e di creatività, viene gestita da un esperto di animazione teatrale, con l’aiuto degli educatori.(Vedi allegato) 10.3.2 Il nuoto La piscina presente nella struttura della casa-vacanze di Viù permette ai bambini di sperimentare e potenziare, attraverso tecniche di acquaticità, le proprie capacità motorie e di coordinazione. 35 Permette inoltre alle mamme di creare un rapporto di fiducia ancora più forte con i propri figli, nonché un piacevole momento di relax. Inoltre per le mamme vengono organizzati corsi serali di acqua gym che favoriscono momenti piacevoli di svago e di condivisione tra donne. Molti degli educatori possiedono il brevetto di “Assistente Bagnanti”, inoltre ci sono anche Istruttori di nuoto. 10.3.3 Il giardinaggio La struttura, disponendo di molto terreno, ha tra il suo personale anche degli addetti al giardinaggio. Essi, oltre ad occuparsi della raccolta di frutta e verdura, coinvolgono i minori con finalità educative. Per i bambini, la cura dell’orto stimola la presa di coscienza del cambiamento. E’ costruttivo vedere come l’attività dell’uomo abbia effetti sulla natura. E’ un’esperienza importante ed esclusiva veder ad esempio come, dopo la potatura di una vite, si veda in estate nascere ed in inverno maturare l’uva. I bambini e le mamme vengono resi partecipi alla vendemmia ed alla pigiatura delle uve. Per i bambini è spettacolare assaggiare il mosto e vedere come si trasforma. Tutto ciò ha la finalità educativa di far sì che i bambini e le mamme interiorizzino i ritmi ed i tempi della natura. 10.3.4 Danzaterapia e psicomotricità Laboratorio “Alla scoperta del cinque sensi” 10.4 Il volontariato e la formazione per i volontari “Casa Nostra” ha organizzato, in questi anni, percorsi di formazione per volontari singoli o coppie, che hanno scelto di avvicinarsi alle problematiche delle madri in difficoltà, e dei loro figli. Il percorso si propone di fare opera di sensibilizzazione nei riguardi di quest’area di disagio, affiancare alcuni volontari alle mamme con lo scopo di creare legami d’amicizia con persone che le possono sostenere, essere di aiuto sia nei rapporti con i figli, sia nelle loro scelte di vita quotidiana. I volontari mettono a disposizione regolarmente parte del loro tempo diventando un valido aiuto per gli operatori della comunità. Essi agiscono ed intervengono in accordo con l’équipe educativa. Non si sostituiscono mai agli educatori, ma li affiancano. Sono 36 frequenti momenti di scambio e di confronto fra operatori e volontari, così che le risorse messe a disposizione da queste persone siano sfruttate al meglio. In questi anni, si è riscontrato che i legami tra le ospiti ed i volontari sono continuati nel tempo anche dopo le dimissioni delle mamme, con esiti positivi. Sapendo di poter contare sul sostegno e sull’affetto di persone che offrono il loro aiuto, le mamme sono più serene e meno timorose nell’affrontare la loro vita in autonomia, una volta concluso il percorso comunitario. In particolare quest’opera di sensibilizzazione che la comunità “La Base” svolge, ha due finalità specifiche: - appoggiare e sostenere il nucleo familiare durante la permanenza in comunità, ad esempio trascorrendo dei momenti assieme dentro e fuori dalla struttura (uscite, gite, feste varie…); - individuare tra queste famiglie alcune per un eventuale sostegno successivo alle dimissioni dalla struttura, con un affidamento “da famiglia a famiglia”. Questo progetto viene costantemente monitorato e verificato dall’équipe della comunità, che provvede a suggerire eventuali variazioni o percorsi alternativi in supporto alla madre. Esiste la figura dell’operatore referente dei volontari, che pone come obiettivo aiutare i volontari a consapevolizzare i punti cardine del servizio del volontariato a Casa Nostra. 10.5 Sostegno educativo professionale alle famiglie affidatarie attraverso la formazione “Casa Nostra” organizza momenti di formazione indirizzati alle future famiglie affidatarie e a coloro che hanno già minori in affidamento. Questo per far sì che l’inserimento di un minore in famiglia sia gestito nel modo più sereno e professionale possibile. I percorsi sono tenuti dagli educatori, psicologi, formatori professionali., psicopedagogisti. 10.6 Sostegno alle dimissioni Il sostegno alle dimissioni è necessario per far sì che esse siano agevoli ed efficaci. Si riportano le principali fonti di sostegno alla mamma, che la Comunità “la Base” contatta ogni volta lo ritenga utile: 37 - Volontari: sono un’utile fonte di sostegno, in quanto possono aiutare la mamma ai fini del reinserimento. Possono affiancarla nella ricerca di una nuova occupazione o di una casa; oppure aiutarla nella gestione dei figli e della casa nel caso in cui la mamma lavori e non abbia molto tempo libero a disposizione. Va inoltre tenuto presente che è importante che l’affetto di una persona che il nucleo mamma/bambino frequentava all’interno della struttura, non venga a mancare al momento delle dimissioni. Sostenere una persona in difficoltà, infatti, non è solamente aiutarla dal punto di vista materiale, ma anche e soprattutto offrirle un appoggio emotivo e la consapevolezza di aver qualcuno su cui contare. - Associazione “Insieme per la casa”: ci si rivolge a questa associazione per ottenere un aiuto economico, per quanto riguarda la nuova abitazione. - “Fondazione Don Mario Operti”: è utile nella ricerca di un lavoro (attraverso l’erogazione di borse-lavoro). - “Ufficio Pio”: è utile nella ricerca di un lavoro (attraverso l’erogazione di borse-lavoro) o di attività di formazione. Offre un sostegno economico al momento delle dimissioni. 10.7 Il tirocinio Il tirocinio costituisce un raccordo valido tra il mondo degli studi e quello del lavoro. Da qualche anno, la Comunità collabora con l’Università, permettendo a studenti universitari iscritti a corsi di Laurea attinenti alla sfera educativa di entrare in comunità ed interagire con gli ospiti. Si offre a questi giovani la possibilità di entrare a contatto con la vita vera della comunità e di maturare un’esperienza che farà sempre parte del loro bagaglio culturale e formativo. Tutti i tirocinanti sono seguiti da un tutor, individuato tra gli educatori dell’equipe. Il tutor stabilisce, in accordo con il tutor didattico dell’Università e con lo studente gli obiettivi e le modalità dello svolgimento del tirocinio. Egli rappresenta il punto di riferimento per lo studente. 10.8 Formazione continua e diversificata anche all’interno della stessa equipe L’educatore è una figura professionale che, per preparazione e formazione, fonda le sue attività sulla relazione e sul rapporto interpersonale. 38 E’ necessario che l’educatore continui il suo percorso di formazione anche dopo la laurea, nel cammino del mondo del lavoro. L’educatore deve, infatti, avere una formazione in divenire, data sia dall’attività sul campo, sia da incontri con professionisti. Questo per poter avere continui spunti di riflessione e di arricchimento. La formazione professionale può essere diversificata anche all’interno della stessa équipe. Ad esempio, si può pensare che alcuni educatori si specializzino nell’accoglienza, altri nelle dimissioni, e così via. Ogni educatore attua, annualmente, percorsi formativi debitamente documentati, interni ed esterni a Casa Nostra. 10.9 Formazione alle mamme Si ritiene che siano utili dei momenti formativi indirizzati alle mamme. Si tratta di incontri su tematiche proposte dalle mamme o dagli educatori, e gestite da un componente dell’équipe (si è già fatto accenno ai gruppi di femminilità e genitorialità). 11 Il rapporto con il territorio La comunità “La Base” mantiene e favorisce i rapporti con il territorio cittadino, per aiutare le donne ed i bambini che ospita a reinserirsi nella realtà sociale mettendo in pratica azioni concrete per costruire nuove relazioni sociali. E’ molto importante che sia la mamma, sia il bambino non si sentano emarginati dal resto della società che li circonda. Per questo si propongono a tutti gli ospiti attività socializzanti che diano la possibilità di stabilire relazioni positive. Si elencano di seguito alcune realtà con cui la Comunità ha cercato negli anni di stabilire una rete positiva per i nuclei. 11.1 La scuola La scuola frequentata dai bambini viene scelta nelle vicinanze della Comunità,questo per permettere loro di creare legami di amicizia con compagni che poi incontreranno anche all’oratorio,in ludoteca,durante le attività sportive…Le mamme vengono stimolate 39 e supportate dagli educatori a partecipare alla vita scolastica dei figli. Quando le mamme devono completare il proprio percorso di studi e/o formativo,gli educatori sono disponibili ad aiutarle nell’attività scolastica e quando necessario nella relazione con i docenti. 11.2 “I quartieri” La comunità è attenta a mantenere i rapporti con la realtà cittadina, aderendo, quando è possibile, alle iniziative che i quartieri offrono. È importante far sentire al nucleo di essere parte di una realtà più grande, includente una collegialità che si sforza a cooperare per il raggiungimento di un sereno vivere. Spesso quindi le mamme e i figli sono invitati a partecipare ad iniziative proposte dai territori e nei territori cicoscrizionali. 11.3 La ludoteca Ottimo ambiente per coinvolgere insieme madre e figlio in attività ludiche. La mamma, che spesso non è abituata a giocare con il proprio figlio, può appropriasi qui di strumenti e modi di fare da utilizzare nel gioco col proprio figlio. Attraverso quest’attività ricreativa, la mamma può creare un legame ancora più forte col figlio. 11.4 L’oratorio Qui i bambini possono trovare nuovi amici con cui divertirsi, passare il tempo, cantare, giocare… 11.5 Il CAF Si occupa di Modello 730, Modello Unico PF, Dichiarazione ICI, Bollettini, Modelli RED, Modelli ISEE, Trasmissioni telematiche, Pratiche di successione, Visure catastali, Pratiche pensionistiche… L’Associazione “Casa Nostra” invita le mamme a rivolgersi al CAF nel caso in cui necessitino di supporto nell’espletare tali pratiche. 40 11.6 Lo sport E’ risaputo quanto lo sport sia proficuo per il benessere psicofisico dell’individuo. I bambini ospiti della comunità vengono iscritti ad attività sportive (quali la danza, il judo, il calcio, il nuoto…), rispettando le loro naturali inclinazioni e preferenze. Lo sport è un’attività educativa e socializzante; è utile nell’interiorizzazione di regole e modelli di comportamento; aiuta i bambini a socializzare ed a rapportarsi positivamente con i coetanei. Stimola inoltre lo sviluppo della competitività costruttiva, infondendogli stima e fiducia in se stesso e nelle proprie potenzialità. La mamma viene sollecitata dagli educatori a seguire il proprio figlio nell’attività sportiva ed anche a svolgerlo in prima persona, laddove sia possibile. 11.7 Avvocati volontari Quando le mamme necessitano di aiuto o di un parere legale, la Comunità contatta degli Avvocati volontari che mettono a disposizione la propria professionalità e le proprie conoscenze. 11.8 Il mondo del lavoro e della formazione La Comunità si impegna a sensibilizzare Enti (come ad esempio “Fondazione don Mario Operti” ed “Ufficio Pio”) e persone singole al fine di aiutare le madri ad inserirsi nel mondo del lavoro, agevolandole attraverso borse-lavoro, corsi di formazione e stage. Inoltre ci si rende disponibili a seguire le mamme nella formazione al lavoro in modo da far si che siano facilitate ad avere delle referenze per possibili impieghi futuri. “Fondazione Don Mario Operti”: non ha fini di lucro, ma di solidarietà sociale, ispirandosi all’ottica di sussidiarietà. “Ufficio Pio”: E’ un ente strumentale della Compagnia di San Paolo, e si avvale dell’opera di delegati volontari ed operatori. Agisce in favore di persone singole o di famiglie in situazione di difficoltà, anche erogando (direttamente o indirettamente) sussidi economici, assistenziali e servizi socio sanitari. 41 11.9 Visite protette La comunità La Base offre spazi adeguati e personale (educatori professionali), debitamente formati per effettuare visite protette di minori ospiti e i propri familiari. Ogni visita viene relazionata ai servizi competenti. Il locale è dato a disposizione per altre visite protette gestite dai servizi. 42 "TEATRO EDUCATIVO E SOCIALE" Laboratorio espressivo Il teatro educativo e sociale: uno strumento. Il teatro è un’esperienza significativa del processo di formazione dell’individuo, poiché mette n moto processi quali l’autocontrollo, la capacità comunicativa e di relazione e il riconoscimento di risorse personali. In questo senso il teatro educativo e sociale mira non solo ad un sostentamento fisico del bambino e della mamma, ma anche psicologico, affettivo, relazionale, promuovendo processi di empowerment individuali e collettivi, e favorendo la costruzione e la comunicazione di identità. Attraverso una conduzione mirata, un setting protetto, linguaggi ludici e ricreativi, discussioni, si forma un gruppo di lavoro coeso, e si sviluppano temi condivisi inerenti a problematiche o vissuti traumatici. L’elaborazione successiva offre ai bambini e agli adulti una possibilità di superamento, di impiego positivo di sé. Il laboratorio La proposta di laboratorio teatrale non si costituisce al di fuori del contesto, al contrario, si colloca a cavallo tra il progetto individuale di ciascun nucleo e il progetto del servizio, creando opportunità di sviluppo del singolo nucleo, e del gruppo in cui è inserito. In questo tipo di lavoro al bambino e alla mamma non viene più richiesto di recitare una parte che altri hanno stabilito per loro, ma sono chiamati ad un investimento emozionale e intellettivo, e ad un processo di apertura verso gli altri. Il linguaggio prevalente è quello dell’improvvisazione, come “autentico spazio dal gesto infantile che aiuta gli individui a diventare liberi” Tempi Al fine di garantire una presenza continuativa e stabile dei partecipanti, la durata prevista per un laboratorio di teatro educativo sociale all’interno dell’Associazione “Casa Nostra” è di circa 4 mesi. Il laboratorio si articola in diverse fasi: I fase: interazione. Questo passaggio comprende la formazione coesa di un gruppo di lavoro che conosca, rispetti e accolga l’altro. In questa prima parte si acquisisce la percezione positiva dei rapporti interpersonali e della comunicazione nel gruppo, l’affetto, la solidarietà tra i vari componenti, il supermento delle rivalità. I bambini e le loro mamme possono così sperimentare un nuovo modo di vivere la relazione e di stare insieme. 43 II fase: sviluppo di temi utili per un specifico gruppo di lavoro. III Fase: la creazione scenica, ossia il momento in cui si inventa, si allestisce, si discute, si sperimenta una scrittura scenica. IV Fase: l’elaborazione del vissuto all’interno del setting. Domande quali: Come vi siete sentiti? Che cosa vorreste tenere? Che cosa vorreste lasciare?, oltre a creare una memoria collettiva, si trasformano in esperienza. La performance è opzionale, un’occasione di passaggio che può essere colta. Uno spettacolo finale può aiutare l’individuo a sentirsi protagonista, assumendosi e gestendo piccole responsabilità, ma non costituisce l’obiettivo finale del percorso di laboratorio di teatro educativo e sociale. Risultati attesi Facilità di inserimento all’interno dei nuclei familiari. Più in generale: attivazione di risorse interne, empowerment, padronanza e consapevolezza delle risorse\limiti del proprio corpo e acquisizione di nuovi strumenti e strategie individuali, utili nella relazione con il prossimo. Favorire la comunicazione, il confronto e la collaborazione tra mamma e bambino/a. Aiutare la comprensione e la conoscenza di se. Sostenibilità "Lo sviluppo sostenibile è quello che soddisfa le necessità delle attuali generazioni senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare le proprie" (Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo dell'ONU, 1987). Come sostiene Edgar Morin tutto ciò che facciamo - ogni nostra azione, atteggiamento o scelta - è come un boomerang: ossia si ripercuote sulla nostra vita più o meno indirettamente e quando meno ce lo aspettiamo. In questo seno un teatro sostenibile è efficace sotto molti punti di vista: Trasmette alle nuove generazione, attraverso il linguaggio teatrale l’importanza dei temi della sostenibilità Favorisce un risparmio energetico Favorisce un risparmio economico, avvalendosi di pochi essenziali materiali: stoffe di recupero, imballaggi di cartone, materiali di uso comune… Promuove valori quali rispetto reciproco, l’uguaglianza, focalizzandosi su ciò che si ha a disposizione, sulle risorse interne del gruppo, anziché su ciò che si potrebbe avere se. Sviluppa nelle nuove generazioni l’idea di appartenere ad un unico pianeta, la cittadinanza terrestre, di rilevante importanza in un’epoca fortemente globalizzata come quella in cui viviamo. 44 Titolo del progetto Tipo di attività Ambito tematico SEMINO E COLTIVO IO! Laboratorio di giardinaggio e coltivazione della terra EDUCARSI ALLA SOSTENIBILITA’ Percorso di conoscenza e di educazione alla cura e al rispetto della terra DESCRIZIONE DEL PROGETTO Mamme e bambini ospiti della Comunità Destinatari Altri soggetti coinvolti La Base Membri dell’associazione Casa Nostra, volontari, amici, enti locali 45 Metodologia e procedure Ogni mamma e bambino/a coinvolto, sotto la guida di un esperto, avrà la possibilità di realizzare un vero e proprio percorso di coltivazione di alcuni ortaggi. Dovrà scegliere tra ortaggi che crescono sotto terra: cipolla, patata, carota, rapa.. . ortaggi che crescono in superficie con fiori e frutto: pomodoro, zucchino, melanzana … ortaggi che crescono in superficie con foglie da taglio: costina, cicoria, radicchio, insalata … Contenuti Fasi di realizzazione (Marzo-Novembre 2011) Aspetti da segnalare le piante e la loro vita: nascita, nutrimento, crescita, funzione clorofilliana … la semina: in serra, all’aperto, profondità dei semi, distanza tra un seme e l’altro il tempo della semina e la scelta del periodo in cui effettuarla le fasi lunari: luna calante, luna crescente … l’esposizione alla luce del sole la preparazione del terreno: la concimazione biologica e la preparazione della terra (il letame) caratteristiche delle piante e tempi di crescita tecnica e modalità di trapianto della piantine diradamento e sfoltimento come sostenere le piante rampicanti importanza dell’irrigazione: tempi e tecniche uso di eventuali insetticidi biologici come riconoscere un frutto maturo e come consumarlo per gustarlo in modo ottimale come liberare il terreno dopo la coltivazione e come preparare il terreno per un nuovo ciclo Condivisione del progetto Suddivisione dei ruoli Semina Cura Coltivazione Raccolta Consumo L’orto viene diviso in settori e ognuno di questi verrà assegnato ad un nucleo mamma/bambino affinché possa prendersene cura. Verranno collocati dei cartelli con la specie seminata e la data. Ogni nucleo terrà un diario di bordo con le osservazioni personali e quelle di gruppo. La rappresentazione finale consentirà alle mamme e ai bambini di mettersi in gioco attraverso la realizzazione di una prestazione autentica. Consentirà di manifestare le conoscenze, le abilità e le competenze acquisite; inoltre sarà un’occasione per realizzare e praticare la cittadinanza attiva attraverso la realizzazione di un “prodotto” fruibile da tutta la popolazione. 46 RISULTATI E VALUTAZIONE Risultati attesi Criteri di valutazione Miglioramento della qualità della vita Coinvolgimento di tutte le mamme e i bambini ospiti della comunità, dei volontari, di eventuali parenti e degli amici Costituzione di una comunicazione attiva tra la scuola e il territorio Condivisione di una mission educativa tra i diversi soggetti coinvolti Creazione di una comunità di pratica e di apprendimento. Monitoraggio delle diverse fasi di realizzazione del progetto, indicatori di gradimento, feedback dalle attività, analisi dei processi attivati e del prodotto realizzato, rubriche di valutazione. TEMPI Data di avvio e di Marzo 2011 – Ottobre, novembre 2011 conclusione ESIGENZE TECNICHE Spazi Attrezzature e materiali Orto nelle vicinanze della casa in cui alloggia la comunità. Serra con vivaio. Cortile e aula didattica per le osservazioni Attrezzi agricoli: zappe, vanghe, rastrelli, paletti di sostegno, secchi, vasetti, concime biologico, sementi, reti … 47 LABORATORIO DI CANTO Note sull’attività Dall’inizio del 2008 è stato proposto a tutti gli ospiti delle comunità un laboratorio di Canto. Tale progetto è stato elaborato con l’intento di rendere l’attività musicale accessibile a tutti gli ospiti delle varie comunità dell’Associazione Casa Nostra. Il gioco è l’elemento principale che si vuole riportare nel percorso musicale, attraverso il quale si sviluppano le capacità sensoriali, motorie-espressive, socio-affettive. Tale laboratorio musicale offre, inoltre, la possibilità di vivere la musica da vicino, inserita continuamente in tutti i contesti del mondo circostante. Finalità educative - creazione di un clima gioioso e allegro mediante l'utilizzo della melodia - creazione di un momento ludico condiviso tra mamma e bambino/a - la socializzazione, lo sviluppo di concentrazione e memoria; - sviluppo di senso ritmico e coordinazione; - uso corretto della voce; - preparazione di una performance musicale Contenuti La sperimentazione è necessariamente di carattere ludico: 1) approccio tramite varie melodie musicali che permettano di mostrare attitudini e interessi; 2) formazione canora; 3) performance finale. Questo modo di operare offre la possibilità di stabilire un contatto con i bambini e le mamme e tra di loro, rendendo consapevoli della relazione tra percorso musicale e prodotto. Luogo Il laboratorio si tiene all'interno della struttura della comunità. Durata delle sessioni: L’attività di canto viene proposta una volta la settimana per un'ora e mezza 48 Operatori impegnati Il laboratorio musicale viene gestito da un volontario e da un educatore professionale presente in struttura, entrambi con competenze musicali, inoltre sono presenti gli educatori di ogni singola comunità. 49 A ssociazione Casa N ostra Progetto Spazi acqua autogestiti sede legale: C.so Casale 246, T orino 10132 - tel. 0118980565 - fax 0118980834 e-mail [email protected] 50 Pprogetto spazi acqua autogestiti Obiettivi Attraverso l’attività sportiva ed in particolare nel nostro caso, il nuoto, cerchiamo di offrire alla mamma e al suo bambino un’opportunità, un momento per vivere un’esperienza diversa, insieme. Ogni nucleo ne usufruirà in modo soggettivo, e ne trarrà dei benefici, che si ripercuoteranno nella vita quotidiana e arricchiranno ciascuno di maggiori capacità. Lo sport può essere “uno strumento” utile per educare ed aiutare a crescere, considerando il fatto che ogni persona ha un bisogno primario e cioè quello di fare del movimento uno strumento attraverso il quale è possibile la conoscenza e la vita di relazione. Nell’attività sportiva è perciò possibile individuare una molteplicità di scopi che gratificano, in maniera più o meno consapevole, i fondamentali bisogni dei nostri ospiti, bambini e adulti. Obiettivi generali Alcuni degli obiettivi che ci “prefiggiamo” per il nucleo mamma/bambino, attraverso l’ambiente della piscina ed il nuoto, sono: 1. l’interagire con l’ambiente acqua, superando insieme “alcuni limiti” e la paura di relazionarsi positivamente rispetto ad essa; 2. l’aumentare la conoscenza e la consapevolezza del proprio corpo e dell’altro, cercando di apprendere l’attività specifica del nuoto, collaborando insieme; 3. il dare l’opportunità di giocare e far movimento in un ambiente diverso, che favorisce nuove forme di socializzazione e comunicazione per la mamma e il suo bambino; Obiettivi specifici per il nucleo accolto nella struttura 1. Rafforzare il rapporto mamma bambino. 2. Permettere al bambino di scoprire l’ambiente acquatico, attraverso la relazione con la mamma e favorire nella mamma una maggiore confidenza con l’acqua, se non ne avesse ancora fatto esperienza, in precedenza. 3. Migliorare il benessere psicologico della mamma e del bambino, in modo da gestire lo stress, riducendo l’ansia e promuovendo una sana regolazione del sonno. 4. Permettere a mamma e bambino di vivere piacevoli esperienze insieme. 5. Facilitare per entrambi lo sviluppo motorio. 6. Migliorare il processo di socializzazione tra la mamma e il bambino e del nucleo col gruppo. 7. Offrire un momento di calma alla mamma e al bambino, attraverso il massaggio esercitato dall’acqua calda e dal contatto con il corpo. 8. Far acquisire sicurezza alla mamma e al bambino, che vede crescere le sue capacità anche grazie all’approvazione degli altri. 9. Educare mamma e bambino ad una vita attiva, contrastando gli effetti della sedentarietà 10. Infine, lo sport può assolvere l’importante ruolo di canalizzatore dell’aggressività. Questa può produttivamente essere liberata, senza il bisogno di inibirla, canalizzata a scopi funzionali per la mamma e il bambino, anziché dispersa o utilizzata con finalità auto o etero lesive. 51 modalità Tempi Un’ora alla settimana. Preferibilmente in un giorno infrasettimanale dalle ore 16.00 alle ore 17.00 oppure dalle ore 15.00 alle ore 16.00. Operatori coinvolti Istruttore di nuoto con brevetto – educatori professionali Nella scelta dei professionisti coinvolti, l’Associazione ritiene importante che la figura dell’istruttore coincida con quella dell’educatore in quanto, oltre ad avere le conoscenze tecniche necessarie, utilizza le sue capacità interattive e abilità interpersonali che possono accogliere maggiormente le problematiche portate dalle mamme con i loro bambini. Periodo di riferimento Da ottobre a giugno (con la fine della scuola) tipologia dell’utenza coinvolta Età: Numero di ospiti coinvolti: Tipologia utenza: nuclei di mamme con i loro bambini, che necessitano di inserimento in comunità alloggio a causa di diverse problematiche quali: maltrattamenti (fisici e psicologici) da parte del coniuge, trascuratezza del minore rispetto al soddisfacimento dei bisogni primari ed evolutivi, carenza nelle capacità genitoriali. I nuclei inseriti sono segnalati e seguiti dai Servizi Sociali di territorio, dalla Neuropsichiatria Infantile, oltre che da Tribunale per i Minorenni.