Centonove 47-2014
Transcript
Centonove 47-2014
ANNO XXI Numero 47 11 DICEMBRE 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) EURO 1,50 Hamed Al Hamed SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA ARABI IN SICILIA SceiccoHotel DOPO LA PERLA JONICA DI CATANIA, IL RE DEL QATAR METTE LE MANI SUI QUATTRO PIÙ PRESTIGIOSI DELL’ISOLA. ECCO COSA C’È DIETRO LA SCALATA. FINO ALL’ALITALIA 11 Dicembre 2014 il punto EDITORIALE Corruzione alla siciliana ORA SI È ARRIVATI al paradosso di un Presidente della Regione che vanta il merito di avere evitato che in Sicilia dilagasse la corruzione politica come è successo a Roma. Abbiamo quindi un Parlamento siculo lindo, fatto di persone per bene. Che ora, grazie a Crocetta che ha catechizzato onorevoli e assessori al verbo dell’onestà, come prima faceva con i mafiosetti di Gela, non cadono più in tentazione. Peccato che quelli con i quali Crocetta lottava nel Pd ora sono seduti alla tolda di comando. E chi macina utili in Sicilia, senza tanto lifting, lo fa in nome dell’emergenza antimafia. Sui rifiiuti, sull’acqua, sugli impianti eolici. Perfino sulle trivelle. La corruzione che Crocetta sostiene di avere debellato ha solo cambiato volto. E’ stata sostituita da una mala amministrazione senza precedenti: cento milioni sono i fondi che la Sicilia ha perso per non avere avuto la capacità di gestire neppure un click-day per la formazione professionale. I lavoratori delle società che dovrebbero promuovere lavoro, come Sviluppo Italia, sono in sciopero; le imprese finanziate sono a rischio: l’incubatore di imprese a Catania, dove ci sono venti start-up, rischia la chiusura; a Messina neanche quella: lo scatolone di settemila metri quadrati di Papardo è sempre rimasto vuoto. Non parliano poi dell’Irfis: ha trecento milioni in cassa per le imprese siciliane e lì continua a tenerli. Ma in mezzo a questa desolazione si continua con le capriole linguistiche. Al procuratore aggiunto di Palermo Augueci che ha dichiarato di non avere digerito affatto la nomina del magistrato Contraffatto alla Regione, Crocetta ha risposto che sì, anche lui “ha ragione”. Ma forse il segreto di Crocetta è che, prima della Sicilia intera, prende in giro anche sé stesso. Non può essere diversamente. Giuseppe De Rita Nomina al Censis,un colpo ben assestato DI DOMENICO BARRILÀ È stata una settimana impegnativa su molti fronti, quella che ci lasciamo alle spalle, tanti gli avvenimenti gravi che si sono succeduti sulle prime pagine dei giornali. Dai parenticidi, che non risparmiano i bambini, alla colossale epopea del malaffare romano, che ci ricorda come la politica continui ad essere un’emergenza formidabile. Tuttavia non mi soffermerò sui temi appena accennati, ma rivolgerò la mia attenzione ad una vicenda particolarmente simbolica, che rischia di rimanere soffocata dal clamore delle altre. I colpi che affondano una nave in precario galleggiamento, qual è il nostro paese in questa lunga stagione di crisi, possono arrivare da ogni dove, tanto il bersaglio è fermo, ma vi sono alcune cannonate più letali di altre, quelle che arrivano da direzioni inattese. Una, micidiale, è stata assestata dal presidente del Censis Giuseppe De Rita, che in vista del suo pensionamento si è concesso il lusso tutto italiano di favorire la nomina del figlio Giorgio a segretario generale del medesimo Istituto di statistica, con funzioni di direttore generale, in attesa che gli succeda alla presidenza. Messo di fronte alla questione di opportunità, il padre se l’è cavata asserendo che il delfino avrebbe i titoli e sarebbe persona molto preparata. In fondo cosa c’è di male, mica si poteva perdere tempo in interminabili selezioni, col rischio di trovare davvero qualcuno capace! Il presidente conosce bene la materia del favoritismo, avendola più volte trattata e stigmatizzata pubblicamente, appena pochi giorni aveva ancora condannato proprio la mortificazione del talento dei giovani. Tuttavia, come sanno bene i cittadini, il nostro è un paese dove l’eccezione è parente stretta della regola, basterebbe rammentare che la grammatica italiana sovrabbonda di verbi irregolari, ossia di regole che fanno eccezione alla regola, ma non per questo cessano di essere regola. Lo so che è un poco complicato stare dietro a queste affermazioni così arzigogolate, ma se un verbo irregolare Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Enzo Basso Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 possiede sicura dignità, per estensione questo deve valere anche per alcuni favoritismi. In Italia si considerano favoritismi tutti i casi che violano il principio della contiguità, salvo, è ovvio, quelli che riguardano direttamente la nostra persona e le sue estensioni (quelle parentali, dico). Il ragionamento fila, dunque De Rita è perfettamente nelle regole, in fondo si tratta di suo figlio, dunque si può ammettere l’eccezione. Ci mancherebbe, sebbene i coatti potrebbero dire che costoro, padre e figlio, sono muniti di una faccia che somiglia ad un’altra parte anatomica decisamente poco assolata, analisi spicciola ma assai pertinente. Il padre consiglia di giudicare il figlio dopo il primo anno di lavoro. Ma i casi sono due, il presidente fa il finto tonto oppure pensa che i tonti siamo noi per davvero. Buttarla sulle qualità professionali è patetico, come tutta la vicenda, infatti non è questo il problema, visto che in Italia i cervelli non mancano e, quando non sono figli di padri nobili, come accade per Giorgio De Rita, finiscono per lasciare affetti e luoghi cari cercando fortuna all’estero. Mi chiedo come si farà da ora in avanti a prendere sul serio le denunce e i suggerimenti contenuti nei rapporti del Censis, se esso stesso diviene attore del malcostume che uccide il Paese, nonché la speranza dei suoi giovani. Ancora più patetico è il tentativo da parte di Giuseppe De Rita di giustificare il gravissimo scivolone, sostenendo che non c’è conflitto di interessi in quanto il Censis non sarebbe un ente pubblico. Ebbene, proprio nel sito dell’Istituto, alla voce “Chi siamo”, tutti possono leggere che il Censis “A partire dal 1973 è diventato una Fondazione riconosciuta con Dpr n. 712 dell'11 ottobre 1973, anche grazie alla partecipazione di grandi organismi pubblici e privati”. La verità è che questa vicenda fa male a tutti noi, perché ci ruba un pezzo importante del poco coraggio rimastoci, e ci lascia l’impressione che purtroppo ci sia poco da fare per l’Italia. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm. 3,5 x 4,5); Manchette prima pagina euro 206,58; Finestrella prima pagina euro 438,99; commerciali a mod. euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. euro 129,11; redazionali euro 77,47; una pagina interna euro 1.446,08; ultima pagina euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + euro 387,34. Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana 11 Dicembre 2014 riservato TOP SECRET SENTENZE. Dopo anni di battaglie l’avvocato messinese Dimitri Solonia la spunta. Il tesoriere dello Stato 16.344.306 euro per gli indennizzi Crack Sgarlata, arrivano i risarcimenti MESSINA. E’ il maggiore risarcimento per truffa riconosciuto dallo Stato. Alla fine l’avvocato messinese Dimitri Salonia l’ha spuntata: il tesoriere centrale dello Stato, presso la Banca d’Italia, Emmanuella Falcone, ha accantonato la somma di 16.344.306 euro per “indennizzare” le vittime del crack Luciano Sgarlata, il finanziere di Termini Imerese le cui fiduciarie fallirono nel 1985. Furono quasi un migliaio in Italia, molti anche a Messina, le vittime delle “sgr” del finanziere che operavano con l' autorizzazione del ministero dell' Industria, che videro i loro risparmi andare in fumo. A risarcirli, secondo una sentenza del 2012 del Tribunale di Roma, avrebbe dovuto essere il Ministero dello Sviluppo Economico, in sostituzione dell’ex ministero dell’Industria, allora diretto dal ministro liberale Renato Altissimo. Ma da via Molise, dove ha sede il ministero, hanno fatto orecchie di mercante: “Non si sono fondi a disposizione”. L’avvocato messinese, che è anche artista-mecenate, non si è perso d’animo UNIVERSITA’ MESSINA Indennità, Navarra tra i più parchi d’Italia MESSINA. Sono il rettore di Catania Giacomo Pignataro e quello di Messina Pietro Navarra, i due rettori più “parchi” d’Italia in merito alla carica di indennità. Il primo si accontenta di soli 13 mila euro, il secondo di 15 mila euro. Basta solo spostarsi a Catanzaro, dove l’Ateneo conta tremila iscritti meno di Messina, novemila in tutto, per scoprire che il rettore Aldo Quattrone, ha sestuplicato, il compenso di indennità: 87mila euro. Il record, va comunque al rettore di Roma Tre Mario Pannizza che anche se ha meno Iscritti di Bologna, che ne conta ottanta mila, si è assegnato una indennità di 100mila euro. Il rettore di Bologna Ivano Dionigi, si ferma a 16mila euro. CAMPIDOGLIO Zingaretti, stop alla gara per la messinese “Croce Amica” MESSINA. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a seguito della indagine sulle infiltrazioni mafiose al Campidoglio, ha sospeso la mega-gara di sessanta milioni di euro sul “Cup”, il centro di prenotazione sanitaria, provvisoriamente assegnata all’impresa messinese Hart Life-Croce Amica di Antonino Calderone, capofila di altre tre imprese, tra cui Formia-Soccorso e Croce Bianca Latina. Dimitri Salonia MESSINA e ha provveduto a sequestrare la somma a disposizione della Bnaca d’Italia”. Ma è solo il primo passo, si affretta a precisare Solonia- “Ho fatto recapitare un altro pignoramento da sei milioni di euro e appena avrò concluso gli elenchi recapiterò il terzo..”. In tutto il risarcimento arriverà a 35 milioni di euro, anziché i 29 milioni di euro previsti in sentenza. Solonia non esclude una possibile denuncia per danno erariale contro i funzionari dello Stato che finora si sono rifiutati di pagare. Della vicenda ora si sta occupando anche la trasmissione “Le Jene”. Che sta rintracciando le vittime del finanziere siciliano, morto a 48 anni, che operava in Italia, dopo avere fatto alcune scorribande in Svizzera, dove era stato arrestato. La scoperta di questa notizia ha fatto la fortuna dell’avvocatoartista Dimitri Salonia, che definisce quella del crack Sgarlata “la causa della sua vita”. SOMMARIO PRIMO PIANO 6/8. La seconda invasione araba Dopo la Perla Ionica di Acireale, altri quattro alberghi nel mirino di Hamed Al Hamed POLITICA 9. Messina, Scilipoti terzo incomodo La nomina del coordinamento provinciale di Fi si arena sul nome dell’ex dipietrista 10. Taoarte, Fondazione in vista Summit palermitano con l’assessore Cleo Li Calzi per discutere lo statuto da approvare 11. Piano revolution Messina accetta le modifiche 12. Milazzo, Pino contro tutti Pronto il sindaco uscente osteggiato dal suo stesso nuovo partito SICILIA 13. Elezioni, Ateneo col fiato sospeso I controricorsi al vaglio della Commissione 14/15. Autostrade groviera Gli ispettori della Regione bacchettano la gestione del Cas. Su questioni nodali 16/17. L’ultima lettera di Giulio E’ morto il professore Romano 18/19. L’unione Maurolico-La Farina L’allarme a Messina sull’accorpamento dei due storici licei 20. Mio nonno? Fa il vigile Presentato al Comune di Messina il progetto di “Stai con Noi” ECONOMIA 21. Chiudiamo in...Frette Il brand di biancheria dà l’addio alla Sicilia 22/23. Expo 2015, l’isola si prepara La Sicilia capofila dell’area biomediterranea. Ecco cosa comporterà 24. Moto, questa sì che è Bella Un macellaio si “fa” meccanico e monta i motori delle 500 sulle moto. Con questi successi 25. Camere con svista Il tentativo di “autoriforma” che porta da 9 a 3 gli enti camerali POSTER 28. Quel Leone di architetto Messina riscopre uno dei suoi figli più illustri a duecento anni dalla nascita 36. Com’è Tirante quella voce L’attrice svela il suo talento musicale nello spettacolo dedicato al compagno morto a 48 anni RUBRICHE 4-5. Settegiorni 26. Qui Europa / Consumatori 26. Consulenti 30/31. Libri/La Classifica 30.Lacerti di Letture 33/34/35. Mostre 37. Rubriche 38-39. Lettere e Commenti 38. Qui Scuola / Heritage / Ecologia 39. Eliodoro / 150 Parole da Palermo 39. Antibuddaci/ Animal House centonove pagina 3 Arbitrato Comune-Torno Consulente Angelo Balducci MESSINA. Che ci fa il “gendarme” del Vaticano, ex provveditore alle Opere Pubbliche di Roma, Angelo Balducci, campione di tangenti a Messina? E’ il Ctu, il consulente tecnico d’ufficio, del più grande arbitrato di Palazzo Zanca, quello che lo oppone alla impresa Torno, che chiede 120 milioni di euro. Nell’arbitrato figurano i nomi dell’avvocato Aldo Tigano, dell’avvocato Bonaventura Candido e di Gregorio Falzea. IMMIGRATI Cara di Mineo, si indaga sull’appalto a La Cascina CATANIA. Chi era il misterioso personaggio invitato da Giuseppe Castiglione per un pranzo con Luca Odevaine, il componente della commissione che ha aggiudicato a “La Cascina” per l’importo di cento milioni di euro, la gara di assistenza agli immigrati per il cara di Mineo? Del raggruppamento, che si è aggiudicato tutto con il ribasso dell’1%, fa parte anche il consorzio Sisifo, della lega-coop, e l’impresa locale Sol Calatino. Odevaine riceveva dal gruppo “tra dieci e ventimila euro al mese”. La Cascina, rappresentata da Benny Bonaffini, da tempo opera anche a Messina. 11 Dicembre 2014 settegiorni CHI SALE SOCIETÀ Chi sarò da grande? Piccoli e genitori si interrogano da Baba Jaga Antonino Mazzaglia MESSINA. Il funzionario dirigente dell’Ufficio provinciale del lavoro di Messina è stato nominato commissario ad acta dell’Ersu di Messina. Mazzaglia va a sostituire nell’incarico a titolo gratuito il precedente commissario dell’ente messinese David Bologna. Giovanni Pizzo MESSINA. L’assessore regionale alle Infrastrutture è una persona oculata. Per spostarsi da Palermo a Messina, infatti, Pizzo utilizza il treno come qualsiasi cittadino. Un risparmio che gli dà anche modo di verificare “sul campo” lo stato dei trasporti siciliani. Bruno Cilento MESSINA. Il politico-ristoratore dell’Udc sa unire l’utile al dilettevole. Per seguire in prima persona i lavori di ristrutturazione dell’ex Catalani, ritornato a chiamarsi “Noà”, Cilento è stato all’interno del locale quasi 24 ore su 24, ottenendo anche più risultati di una ferrea dieta: ha perso infatti tre chili in dieci giorni. Mario Bolognari MESSINA. Docente universitario ed ex sindaco di Taormina, è stato Direttore del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Ateneo di Messina, succedendo a Marianna Gensabella. Candidato unico, ha ricevuto 93 voti su 100 votanti, 6 schede bianche e 1 nulla. Laureatosi in Sociologia a Trento nel 1973, Bolognari è ordinario di Antropologia culturale. Bruno Mancuso MESSINA. Il senatore del Nuovo centro Destra è puntuale nel raccogliere gli appelli di Messina. L’ultimo, dell’assessore comunale all’Urbanistica Sergio De Cola, riguardava la perdita dei fondi Pac. Prontamente, Mancuso ha chiesto in Senato un intervento immediato per frenare la decisione del Governo di destinare i soldi non impegnati alla data del 30 settembre per finanziare sgravi fiscali. PROVINCIA DI MESSINA Uffici stampa, Romano chiede lumi sui requisiti per la nomina MESSINA. Un atto di interpello per individuare la figura di un addetto stampa, categoria “C” del contratto del personale non dirigente della pubblica amministrazione, è stato indetto dal commissario della Provincia di Messina, Filippo Romano. All’origine del provvedimento la quiescenza di Gino Mauro, effervescente addetto stampa di Palazzo dei Leoni. Nel suo atto di indirizzo, Romano rileva che per il nascente libero consorzio comunale, “l’informazione istituzionale ha assunto un’importanza strategica in funzione dei principi di trasparenza, pubblicità e diffusione dell’attività dell’ente”. La figura individuata dovrà garantire la cura dei rapporti con le testate, l’organizzazione delle conferenze stampa, la redazione di comunicati. Tra i dipendenti iscritti all’Ordine dei giornalisti, oltre Giuseppe Spanò che è stato già impegnato nell'ufficio stampa, anche Nino Scimone, responsabile dell’Urp, l’ufficio relazioni con il pubblico; Gerry Gambino, responsabile dell’ufficio promozione turistica e Giovanni Sciarrone. MESSINA. “Chi sarò da grande?”. E’ il tema che lo studio pedagogico Radici affronterà alla libreria Baba Jaga di Messina venerdì 12 dicembre alle 18. Prendendo spunto dalle pagine di un libro, grandi e piccini (fascia d’età 3/6 anni), avranno la possibilità di ascoltare, raccontare e raccontarsi, condividendo le proprie esperienze ed emozioni sul tema. Gli incontri verranno guidati da dalle pedagogiste Chiara Borgia e Francesca Liotta. Per info e prenotazioni: 090 2403280 349 7315218 “Liberamente Pasticciamo”, al via il laboratorio di cucina per bambini MESSINA. Far cucinare i bambini vivendo tutto come un momento di gioco. E’ questo lo scopo dell’iniziativa “Liberamente Pasticciamo”. Il laboratorio di cucina per i più piccoli a cura di Raffaella e Francesca Schirò. Per chi vorrà partecipare l’appuntamento è per oggi, giovedì 11 dicembre, alla libreria “La casa di Giulia” Via San G. Bosco, 33. Milazzo, seminario sulle biodiversità con mostra a Palazzo D’Amico MILAZZO. Il seminario su “Agrobiodiversità Born in Sicilly: conservare e coltivare”, si terrà venerdì 12 presso Palazzo D’Amico. Collateralmente sarà possibile visitare la mostra fotografica con circa 500 foto di antichi frutti di Sicilia oltre a circa cinquanta dipinti dell’artista Ignazio Camilleri. Messina, i premi dell’Accademia “Amici della Sapienza” onlus MESSINA. Nell’ambito della “Settimana della Solidarietà della Cultura, dell’Arte e del Turismo” è previsto per venerdì 19 dicembre, nell’aula magna dell’Università di Messina, la consegna di due premi letterari “Speciale Scuola” e “M. Giordano Bruno”. Durante la cerimonia, che avrà inizio alle 16,30, verranno assegnati vari riconoscimenti a benemeriti della Cultura, dell’Arte, del Turismo e della Solidarietà. L’iniziativa è promossa dall’Accademia Internazionale “Amici della Sapienza” Onlus. ROCCAVALDINA. Esperti a convegno sul rischio idrogeologico Giva inaugura la nuova sede comunale ROCCAVALDINA. Sabato 13 dicembre alle ore 10,30 il convegno su “Il ruolo dei Comuni nella prevenzione del rischio idrogeologico” farà da prologo all’inaugurazione della delegazione comunale roccese dell’associazione di volontariato Giva. Presso il salone di Casa Vermiglia sono annunciati gli interbenti del Presidente della Regione Rosario Crocetta, dell’assessore regionale al Territorio e ambiente Maurizio Croce, del Dirigente generale del Dipartimento Regionale di Protezione Civile Calogero Foti, del responsabile del servizio regionale per la provincia di Messina Bruno Manfrè, e del Capo del Genio Civile dei Messina Leonardo Santoro. MESSINA. Una media del 50 per cento in meno sugli affidamenti. Gli ultimi casi con l’impresa Aveni. E ad Acquedolci... Bandi di gara Iacp, quei ribassi “sospetti” MESSINA. Ma chi prepara i bandi di gara allo Iacp di Messina, se poi le gare vengono assegnate in media con il 50% di ribasso? Sono in tanti a chiederserlo dopo l’ultima infornata di appalti che hanno visto assegnare all’impresa di Antonino Aveni, i lavori di messa i lavori di messa in sicurezza delle terrazze delle palazzine “A” e “B” di Oliveri, con un ribasso del 48,21% su una base d’asta di 38.401 mila euro. Poi: ad Acquedolci la messa in sicurezza dei prospetti dell’edificio di via Galilei saranno curati dall’impresa di Vincenzo Nociforo Tiranno che ha offerto il ribasso del 49,8750 sull’importo di 48.375; a patti, il cottimo fiduciario per le indagini sulle armature e sul calcestruzzo delle tre palazzine di corso Matteotti saranno curati dalla tecno-Sud di Reggio Calabria che ha offerto un ribasso del 51,46%: ha offerto l’importo di 10,150,00 euro; la ditta di Basilio Buzzanca ha offerto poi un ribasso del 52,1969% sull’importo di 32.970 per mettere in sicurezza pensiline, cornicioni e parapetti L’ingresso dell’Istituto autonomo case popolari centonove pagina 4 della Palazzina Iacp di Mostazzo, nel Comune di Patti. Infine il ribasso “record” del 57,5556% sull’importo di 34.255,95% è stato offerto dalla Pegaso costruzioni di Brolo per i lavori di sistemazione e messa in sicurezza della Palazzina di contrada Salina del Comune di Piraino. Tutti gli interventi hanno avuto il coordinamento tecnico dell’ingegnere Achille D’Arrigo. Ma una domanda sorge spontanea: se si fa una base d’asta, tendendo conti i prezziari regionali, come si fa a offrire meno della metà per svolgere i lavori? Delle due l’una: o sono sbagliati “in eccesso” i calcoli, oppure la “fame” delle imprese, fa sì che si superi abbondantemente la soglia dell’offerta anomala, a scapito del rispetto dei contratti di lavoro applicati ai lavoratori, oppure la qualità dei materiali utilizzati che risulta scadente. Delle due, l’una: non si scappa. Ma così l’unico che ci può scappare…è il morto. settegiorni DIBATTITI. La proposta dell’assessore De Cola all’incontro sul Prg PARADOSSI Messina? Sviluppiamola in altezza Messina, se il guardarail “sequestra” la mostra MESSINA. Stop all’aggressione delle colline e Santoro per i torrenti, la città per espandersi paletti rigidi per le costruzioni a ridosso dei non avrebbe avuto altra possibilità. Come torrenti. Messina, allora, con quale modello si reagirà il sindaco Renato Accorinti alla nuova svilupperà? “In altezza”. E’ la stata la risposta prospettiva illustrata dal suo assessore De Cola? dell’assessore all’Urbanistica, Sergio De Cola, Il collega Triolo, durante il dibattito, ha intervenuto al dibattito organizzato da “Libera augurato all'assessore De Cola di rimanere al Messina” sul Piano regolatore generale. Ma c’è suo posto visto che aleggia lo “spettro” del suo di più. A precisa domanda sulla possibilità di possibile successore. Il dibattito di “Libera vedere spuntare in città i primi grattacieli, Messina” è servito per illustrare ai numerosi l’assessore ha risposto in maniera convinta. intervenuti lo stato dell’arte del Prg e “Certamente, non abbiamo nulla in contrario”. soprattutto comprendere le posizioni degli Con questo vuole dire che potranno essere ordini professionali. Giovanni Lazzari e rispolverati i progetti dei Franza? “Perché no”, Francesci Triolo hanno comunque espresso la risposta. I messinesi si preparino a a quella delle perplessità sull’opportunità di dotare la che potrebbe essere definita la “Rivoluzione città di un nuovo Piano regolatore generale e verso l’alto”, giacché la città potrebbe vedere chiesto allo stesso tempo una maggiore spuntare come funghi palazzoni a venti piani. condivisione delle scelte strategiche. Il dibattito Quanto emerso dal dibattito al quale hanno è stato preceduto dai saluti di Antonio Costa e partecipato il capo del Genio Civile, Leonardo Nello Caruso del comitato “Libera Messina”. Santoro, il presidente degli architetti, Giovanni Lazzari, e il tesoriere dell’ordine degli Ingegneri, Francesco Triolo, è qualcosa di rivoluzionario per una città in cui fino ad oggi si rischiava il processo penale per una sopraelevazione. D’altronde, considerato che le colline non si toccheranno nel disegno del nuovo Prg Un momento dell’incontro sul Prg di Messina e l’alt imposto da ORDINE MESSINA. Corsa al rinnovo. Ecco chi scende in campo Avvocati, Ciraolo con... sorpresa MESSINA. Per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine degli avvocati messinesi, entro gennaio si dovrebbero già conoscere i nomi di chi rappresenterà tutti i legali di Palazzo Piacentini. Ma i giochi sembrano già fatti. Il presidente uscente Franco Celona lascerà il campo al suo "delfino" Vincenzo Ciraolo che si porterà dietro una lista "carro armato" composta da quasi tutti gli uscenti. Faranno eccezione solo sei candidature perché passerà da 15 a 21 il numero dei rappresentanti dell'Ordine. I sei posti vacanti nella "lista degli uscenti" dovrebbero per lo più essere colmati da donne, anche alle luce del nuovo regolamento per il rinnovo del Consiglio, in cui si potrà anche esprimere il solo voto di lista che assegnerà la preferenza al candidato collegato e a tutti i componenti della lista. La vera "novità" sarà anche che almeno un terzo degli eletti dovrà appartenere al così detto "genere meno rappresentato". Nella lista degli uscenti, oltre a Laura Autru, per colmare le sei Vincenzo Ciraolo caselle "rosa" mancanti si fanno già i nomi Mara Carabba, Isabella Barone, Elena Florio, Raffaella Mastroeni e Isabella Celesti. Anche se, soprattutto, tra le donne non manca chi potrebbe decidere di scendere in campo, tra queste, ad esempio, Marianna Barbaro o Aurora Notarianni. Tra le liste che hanno già "scoperto le carte" c'è ad esempio "Passione forense" che ha come "animatori" Alessia Giorgianni e Antonello Garufi. E se soprattutto le donne potrebbero tuffarsi nell'agone del Consiglio forense, non è detto che uomini rimangano a guardare. Probabile anche che tutti gli outsider riescano a coalizzarsi in una lista di "rottura" capace di rimescolare la carte di una partita, all'apparenza, già vinta. MESSINA. “Messina tra due guerre”, la mostra inaugurata nell’ex sede dell’Umpa, sotto la Galleria del Boccetta, dove il comando militare e la Prefettura avevano istituito nel ’43 il rifugio antiaereo, scampa alle bombe ma non alla burocrazia del Consorzio Autostrade. L’area di accesso al museo, oggi meta di tante scolaresche che lì arrivano in pullman, sotto la guida del geometra Currò, è stata infatti sbarrata dal guard-rail che l’ente guidato da Rosario Faraci ha disposto fosse montato, “per motivi di sicurezza”. Lo stesso promotore del museo storico, Angelo Caristi, è stato bloccato con l’auto dentro la struttura, “murato” insieme ad un’altra auto di servizio. La decisione è stata presa, nonostante da giorni fosse stata convocata una conferenza di servizio, alla quale dovrebbero partecipare il Comune e la Provincia. E proprio l’incertezza sulla rappresentanza della Provincia, ha fatto sì che i tempi si dilatassero. Il provvedimento è stato disposto dopo che in un cantiere prospiciente il museo, le imprese di Enzo Vinciullo e Antonello Giostra, hanno disposto lavori di sistemazione dell’area. La patata bollente ora passa alla Provincia guidata dal commissario Filippo Romano, che dovrà mediare tra gli enti. ROSA E NERO Il regista Salvatore Arimatea e Francesca Barbera sposi MESSINA. Sboccia l’amore al Cam, il Centro Artistico Mediterraneo. Il presidente Francesca Barbera lunedì 8 dicembre ha spostato il regista messinese Salvatore Arimatea. La cerimonia si è svolta al Ristorante “Tenuta Torchio Antico” di San Pier Niceto dove numerosi invitati, tra cui volti noti del mondo dello spettacolo come Marina Suma e Mario Opinato, hanno festeggiato fino a tarda sera gli sposi. A Francesca, che è stata anche collaboratrice del nostro settimanale, e Salvatore gli auguri della redazione di Centonove. 180 anni della Focacceria San Francesco 9ALERMO. Con una pergamena consegnata nelle mani dell'amministratore Fabio Conticello, il sindaco Leoluca Orlando ha festeggiato i 180 anni dell'Antica Focacceria San Francesco, il locale storico della "meusa", "schietta o maritata". "La storia di questa focacceria - ha detto Orlando - rappresenta un esempio di come si possa coniugare tradizione ed innovazione, legame forte con le radici culturali e prospettiva di apertura al mondo. Allo stesso tempo, l'esperienza della famiglia Conticello dimostra come si possa e si debba coniugare legalità e impresa, rispetto per il diritto e i diritti con possibilità di sviluppo economico e sociale." Fabio Conticello ha donato ad Orlando una piccola riproduzione in scala della Focacceria. Di recente la Focacceria San Francesco è entrata a far parte dei circuito "food" delle librerie Feltrinelli. Patti, avvocatura a lutto per la morte di Carmelo Pirri PATTI. Avvocatura di Patti a lutto. Giovedì 4 si è spento all’età di 71 anni Carmelo Pirri. Nato a Falcone, iscritto all'Ordine nel 1972, è stato una figura di primo piano del Foro pattese, di cui fu consigliere per quasi venti anni, dal 1996, diventandone tesoriere, segretario e consigliere anziano. Più recentemente era stato eletto delegato Organismo unitario dell'Avvocatura. centonove pagina 5 11 Dicembre 2014 SCENDI Cleo Li Calzi PALERMO. L’assessore alla cultura sceglie Twitter per lanciare l’allarme su 5oo milioni di fondi Ue "a rischio": se non ci affrettiamo a spenderli ci penserà qualcun altro: saranno trasformati in credito di imposta nazionale. Ma non sarebbe meglio trasformarli in credito di imposta regionale? Si farebbe prima... Pietro Lo Monaco MESSINA. Il patron dell’Acr Messina è stato “bacchettato” dal prefetto Stefano Trotta, che accusa la società di non aver presentatato documentazione per garantire lo svolgimento in sicurezza della partita di calcio con il Benevento. Per “punizione”, Palazzo del Governo ha disposto che il match di veberdì 12 sarà disputato a porte chiuse, lasciando i tifosi fuori dallo stadio San Filippo. Alberto Acierno PALERMO. L'ex direttore della Fondazione Federico II è stato condannato dai giudici a sei anni e sei mesi di reclusione per essersi indebitamente appropriato di 150mila euro. E pensare che ora con la guida di Francesco Forgione i conti della Fondazione, tra book schop e mostre, sono tornati in utile. Tonino Perna MESSINA. Sembra quasi il titolo di un classico cinepanettone diretto da Neri Parenti, il cartellone delle manifestazione varato dall’assessore alla Cultura di Messina. La serie di manifestazioni, infatti, si chiama "Vacanze di Natale e oltre". E, considerato che il cognome dell’esperto alla Comunicazione del sindaco, non sorprenderebbe se la regia fosse di Neri Accorinti... Renato Accorinti MESSINA. Il sindaco di Messina non rinuncia ai suoi ideali nemmeno davanti ad una...manna dal cielo. Per venire incontro alle vuote casse del Comune, Confcommercio aveva offerto seimila euro per comprare e illuminare sei alberi per i sei quartieri. Accorinti, però, ha detto no. Perchè gli alberi l’associazione li avrebbe comprati veri, cosa che ad Accorinti non va per questioni ecologiche. 11 Dicembre 2014 primopiano Il Governatore Rosario Crocetta ed il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone a Doha a novembre (foto Livesicilia) INCHIESTA. Dopo la Perla Ionica di Acireale, altri quattro alberghi nel mirino di Hamed Al Hamed La seconda invasione araba La Sicilia fa gola ad emiri, sceicchi ed imprenditori del Medioriente. I settori caldi? Il turismo e l’agroalimentare, ma anche il manufatturiero e le infrastrutture. Ecco quali. E cosa fa la politica DI ALESSIO CASPANELLO PALERMO. Sono arrivati in Sicilia mille anni fa, e si sono imposti a colpi di scimitarra. Oggi, gli arabi arrivano di nuovo in Sicilia, e sono decisi a non fare prigionieri. Senza spade, mai coi petroldollari. Iniziando dal turismo, facendo incetta di alberghi storici. Ma con lo sguardo rivolto ad altri settori. ALBERGHI E MEZZELUNE. La “testa di ponte” degli affari mediorientali nell’isola è stata l’acquisizione, da parte sceicco Hamed Al Hamed dell’albergo La Perla Ionica di Acireale. L’esponente della famiglia reale di Abu Dhabi negli Emirati arabi, ha messo sul piatto 130 milioni di euro per l’operazione: 35 milioni per l’acquisto, altri cinquanta per la ristrutturazione e il resto per il rilancio della struttura. Metà dei cinquanta milioni necessari al ripristino totale dell’albergo arriveranno grazie ad un cofinanziamento europeo e ministeriale: 24 milioni di euro ai quali attingere fondi europei per l’industria e il turismo. Ma Hamed Al Hamed non si è fermato qui. Perchè tramite la “Item Holding”, l’appetito gli è venuto...mangiando. POKER D’HOTEL. L’esponente della famiglia reale di Abu Dhabi, infatti, sta tentando la “scalata” al turismo dell’isola, intessendo contatti con la curatela della Acquamarcia (società sotto concordato fallimentare del finanziare Francesco Bellavista Caltagirone) la disponibilità a vendere l’Excelsior di Catania, il San Domenico di taormina, Villa Igiea e Le Palme di Palermo. Quattro dei più prestigiosi hotel dell’isola, ciascuno con una storia alle spalle, per i quali la Item Holding avrebbe offerto cento milioni di euro. Che destino avrebbero gli storici hotel? TRIBUNALI E VACANZE. L’Excelsior di Catania, quattro stelle in pieno centro, andrebbe al ministero della Giustizia per essere adibito a secondo tribunale: il palazzo di giustizia attuale e l’Excelsior sono l’uno di fronte all’altro, separati solo da piazza Giovanni Verga, quindi l’affare sarebbe combinato. Viceversa, gli alberghi di Taormina e Palermo, una volta ristrutturati, potrebbero essere ceduti al gruppo Hilton, attraverso la controllata Waldorf Astoria, che del marchio principale rappresenta la branca di lusso, quella che garantisce i più alti standard si strutture e servizi. Una mossa, questa, che potrebbe pestare i piedi alla RussottiFinance di Messina, guidata da Sebastiano Russotti, che a Giardini Naxos possiede e gestisce un hotel con un franchising da parte di Hilton stessa firmato nel 2010. La catena americana, tra l’altro, ha posseduto, tra il 2003 ed il 2010, un albergo a Portorosa, ceduto poi all’italiana Blu hotel. Questo è quello che andrà in porto. Poi ci sono gli “avvicinamenti”. GLI INTERESSI RICAMBIATI. Se gli arabi sono interessati alla Sicilia, ai siciliani il medioriente fa proprio gola. Il presidente della Regione Rosario Crocetta ha già ampiamente spiegato come quella coi paesi (e gli sceicchi) arabi non sia solo un’infatuazione, ma piuttosto un orizzonte di scambi commerciali duraturo. E per supportare le aziende siciliane, Crocetta ha fatto le cose in grande, spendendo settecentomila euro per una tre giorni a Doha, capitale del Qatar, all’inaugurazione del lo spazio Brand PERSONAGGI CHIAVE/1 Al Emadi, immobiliarista amico AMA LO STILE EUROPEO MA RICERCA LA SICILIANITÀ. IL RITRATTO DELL’UOMO D’AFFARI DI DOHA. CHE ROSARIO CROCETTA VORREBBE FAR INVESTIRE NELLE ATTIVITÀ ISOLANE PALERMO. Ha accolto a braccia Mohammed Al Emadi aperte il presidente della regione Sicilia Rosario Crocetta un mese e qualche giorno fa, quando una delegazione isolana si è recata a Doha per l’inaugurazione dell’ala dedicata all’Italia del megacentro commerciale, ma Mohammed Al Emadi, lo sceicco che lo ha finanziato, alla Sicilia come partner commerciale guarda già da un po’ di tempo. Da un anno e mezzo almeno, cioè da quando è arrivato in Sicilia in pompa magna, ricevuto all’Ars con centonove pagina 6 tutti gli onori del caso, e s’è fatto un nutrito giro nel palermitano, toccando con mano la realtà produttiva locale e invitando l’amministrazione Crocetta a Doha per l’inaugurazione del centro commerciale, 55mila metri quadrati in pieno deserto. A maggio del 2013, il giro era iniziato ad Aspra, per visitare lo stabilimento “Flott”, l'azienda conserviera di acciughe e sarde sott'olio, ed era terminato a Castelbuono, prima nello stabilimento dolciario della ditta primopiano 11 Dicembre 2014 PERSONAGGI CHIAVE/2 Italy all’interno dell’immenso centro commerciale sorto nel deserto. Soldi ben spesi, a sentire i dati del governatore, secondo il quale “su 240 imprese ben 120 erano siciliane”, e “stati siglati numerosi contratti”. Quali? “24 contratti di fornitura di formaggi, 15 per il pastificio Gallo, altri cinque dall' olio Centonze, persino la Ferrara ascensori ha chiuso due contratti. E ancora per Contorno, Faro e Fiasconaro è stato un successo”. Parola di Governatore. OCCHIO AL PORTO. A Doha, tra gli altri, c’era anche Francesco Re, sindaco di santo Stefano di Camastra, paesino i cui abitanti a giorni riceveranno visita da una delegazione qatariana con tuniche e turbanti per aggirarsi nel porto di Barche Grosse. Lì, in piena costa tirrenica, sembra che gli arabi abbiano mostrato interesse per il bando di project financing per la realizzazione del porto turistico. E poi? Si era parlato di un appetito da parte di Etihad, entrata a far parte di Alitalia, per l’aeroporto di Comiso, ma l’interesse è stato smentito. Ma non ci sono solo i grandi centri: Custonaci è un nome che a otto siciliani su dieci dirà poco, ma non alla delegazione di operatori russi e dei Paesi arabi che il mese scorso ha visitato alcune aziende del comparto marmifero del paesino nel trapanese. Solo miraggi e illusioni di grandezza? Forse, ma la strada è quella: secondo Confindustria Sicilia, i mercati di riferimento per le esportazioni siciliane sono lì, dall’altra sponda del Mediterraneo: Turchia, che da sola assorbe il 12,5% dell' export totale, poi Libia, Egitto, Algeria, Tunisia, e solo in fondo, per adesso, Emirati Arabi e Arabia Saudita. E la politica? Fa del suo, quando e come può: come Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, che vola a Roma per incontrare gli ambasciatori del Kuwait, Emirati arabi e Oman. “La riunione conferma e auspica forti relazioni per Palermo e i comuni siciliani”, ha poi twittato il sindaco. Proprio a Palermo, per un pelo, non sono piovuti due miliardi di dollari. Era il 2008, il primo tentativo da parte del mondo arabo di investire pesantemente in Sicilia. Sfumato. MILIARDI DAL MEDIORIENTE. Due miliardi di dollari era la cifra che la Limitless di Dubai, società realizzatrice dell’arcipelago artificiale Palm Jumeirah, al largo di Dubai, era pronta nel 2008 a investire su Palermo per un progetto di riqualificazione del centro storico, progettazione del waterfront, alberghi ed alloggi di lusso. Partner e “oliatori” dell’impresa? San Paolo Imi e Banco di Sicilia. Il progetto sarebbe andato in porto se il Comune avesse costituito una società di trasformazione urbana. Manco a dirlo, è sfumato tutto. LE QUATTRO MOSCHEE. Non è solo questione d’affari, perchè gli stati arabi stanno investendo in Sicilia anche per garantire a chi professa l’Islam un luogo di culto adeguato. E infatti, tramite l’associazione Qatar Charity Foundation, nell’isola sono stati stanziati quasi due milioni e mezzo di euro: 256mila euro per il centro islamico di Ispica a Ragusa, poco meno di mezzo milione per quello di Catania, ottocentomila euro per la moschea di Comiso, anche questa in provincia di Ragusa, e ben 879mila euro per il centro islamico di Messina. Si tratta di fondi presenti in un piano d’investimenti stanziati nel 2013 e già approvati. Non ancora stanziati, ma “nelle intenzioni”, ci sarebbero altri tre milioni e 600mila euro per centri di culto islamico a Mazara del Vallo, Palermo e Barcellona Pozzo di Gotto. E, a conferma della predilezione araba per Ragusa, in previsione ci sarebbero progetti per moschee anche per Vittoria, Donnalucata, Modica e Scicli. Fiasconaro e poi a pranzo, nel salone delle feste di palazzo Turrisi-Colonna. Di cosa ha parlato Mohammed Al Emadi in Sicilia? Intanto di come arrivarci: è stato solo uno scambio di battute, ma tra Crocetta e lo sceicco si è parlato di prevedere l’inaugurazione di una rotta aerea Palermo-Doha durante i finesettimana. Un interesse ricambiato, quello tra lo sceicco e gli imprenditori siciliani, che si è tradotto, qualche mese dopo, nella trasferta a Doha del presidente del Distretto produttivo della pesca di Mazara del Vallo, Giovanni Tumbiolo. Pesca, alimentari, trasporti aerei, centri commerciali: ma di cosa si occupa in realtà Mohammed Al Emadi? Di nulla che abbia a che fare col petrolio. La sua Al Emadi enterprises fa affari con le proprietà, col “real estate” sia residenziale che commerciale. L’impresa “di famiglia” (Mohammed Al Emadi è presidente e fondatore, all’inizio degli anni ‘90) si è allargata talmente tanto da aver ramificato in AL Emadi Solar che si occupa di energie rinnovabili, AL Emadi Stone (decorazioni artistiche in roccia), AL Emadi Hospitality e Al Hazm, marchio sotto il quale è stato inaugurato il centro commerciale di beni di lusso, differenziando i settori di business. E la Sicilia? Cosa c’entra? Lo spiegano i siti delle sue aziende: innamorato dello stile europeo, lo sceicco, all’interno dell’”esotico” continentale, è andato a cercare qualcosa che potesse unire Europa e Medioriente: la Sicilia. (A.C.) Sami, il tunisino all’Ars EX CONSOLE, QUATTRO LINGUE, DOPPIO PASSAPORTO E L’AMICIZIA CON GIANPIERO D’ALIA (UDC), RITRATTO DELL’UOMO DEI RAPPORTI NEL MEDITERRANEO PALERMO. A Palermo gestisce un'agenzia di viaggi verso il nord dell’Africa, ma non è per quello che Sami Ben Abdelaali è diventato il tramite tra la Sicilia ed il mondo arabo. In Italia da vent’anni, prima da dirigente del consolato generale tunisino (incarico dal quale è stato sollevato nel 2012, mesi dopo i fatti della “primavera tunisina”) e dal 2012 all’aprile del 2013 come “dirigente della cooperazione con i paesi del Mediterraneo, Africa e mondo Arabo” (incarico rinnovato, come esperto, a settembre del 2014) per conto della Regione, è a lui che si deve la rinnovata liaison tra Sicilia e Medioriente. Sami Ben Abdelaali risultava nell’organico dell’assessore Dario Cartabellotta, e per conto dell’assessorato ad Agricoltura e pesca ha gestito l’iter che ha portato la Sicilia ad essere la prima delle regioni partner dell’Expò 2015 di Milano, e a postare in Sicilia lo sceicco del Qatar: “cortesia” che il presidente della regione Rosario Crocetta (ma anche il senatore Beppe Lumia ed il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone) ha ricambiato portando la Regione a Doha, capitale del Quatar, per l’inaugurazione dello spazio Italia all’interno del ciclopico centro commerciale. A volerlo alla regione, ha spiegato lui stesso, sono stati lo stesso Crocetta e Gianpiero D’Alia, ex ministro e presidente dell’Udc. Per ricoprire il ruolo di “Assistenza all'Organo Politico nelle relazioni con i Paesi del Mediterraneo, Africa e Mondo Arabo e approfondimento Sami Ben Abdelaali centonove pagina 7 delle problematiche afferenti all'immigrazione” dalla fine di agosto al 31 dicembre 2014, Sami percepirà un compenso lordo di quindicimila euro. Una nomina, la sua, che ha fatto storcere il muso a molti, perchè in patria, il tunisino è stato molto vicino al dittatore deposto Ben Alì e senatore del partito che lo sosteneva, il Raggruppamento costituzionale democratico. Dettagli che non hanno ostacolato il suo percorso all’interno della regione Sicilia. Perchè, prima dell’inserimento nei ranghi da parte di Crocetta, Sami aveva fatto da consulente per conto dell’Ars (dal 2010 al 2011), e a febbraio del 2012 era stato relatore alla “Winter school Sicilia” sui temi di immigrazione, integrazione, libertà religiosa e cooperazione internazionale e mediterranea organizzata dall’Udc, partito col quale in qualche modo sembra avere un ottimo feeling. Ancora prima, nel 2008, è stato membro del comitato tecnico del progetto Dedalo, promosso anche questo dalla Regione. La sua prima apparizione in Sicilia risale al 2000, come rappresentante del governo tunisino nella conferenza internazionale sul crimine organizzato a palazzo dei Normanni. Sulle sue competenze, in pochi sembrano avere dubbi, specie nel ruolo che Crocetta gli ha riservato, quello da tramite tra la Sicilia ed il mondo arabo: il suo curriculum dice di quattro lingue parlate correttamente (la madrelingua, che declina nei dialetti egiziano, marocchino, algerino, siriano, qatarino ed iraniano, poi italiano, inglese e francese), laurea in lettere, master in letteratura francese all’università Saint Louis di Parigi, quindi formazione postuniversitaria all’accademia politica di Tunisi. L’uomo giusto al posto giusto, se non fosse per la “macchia” del sostegno a ben Alì. Del quale, alla fine, non sembra importare poi a molti, dato che una laurea Honoris causa, l’università di Messina la stava per concedere allo stesso Ben Alì poco prima che il dittatore fosse defenestrato. La delibera, infatti, è stata ritirata in tutta fretta dopo i fatti della “primavera araba”. Un tipo da non far innervosire troppo, Sami, che si diletta con le arti marziali: è infatti cintura nera e istruttore di karate (5°dan) e kick boxing (3° dan). (A.C.) 11 Dicembre 2014 primopiano Audrey Hepburn ed Antony Perkins all’ingresso dell’hotel San Domenico di taormina SCHEDE. Ecco l’identikit degli alberghi ex “Sgas” al centro di molti appetiti. Non solo turistici Grand Hotel Sicilia Dal san Domenico di Taormina, rifugio dei divi, al Delle palme di Palermo, sede dei summit della mafia italo-americana, si snoda un filo lungo un secolo. Che passa dall’ex Banco di Sicilia PALERMO. Per i difensori della “sicilianità” a tutti i costi, la vendita dei quattro alberghi rappresenterà un colpo al cuore. Perchè Excelsior a Catania, Villa Igiea e Le Palme a Palermo e San Domenico a Taormina, sono hotel con una lunga storia alle spalle. Soprattutto gli ultimi due. MEETING CON LUCKY LUCIANO. Tra il 12 ed il 16 ottobre del 1967, il gangster americano Joe Bonanno si mise in testa di organizzare una serie di meeting tra le più importanti famiglie mafiose italiane ed americane, riuscendo a far sedere allo stesso tavolo Lucky Luciano e Salvatore Greco, mettendo le basi per una ritrovata alleanza nel nome dell’eroina, che nei decenni successivi arricchirà le famiglie di entrambe le sponde dell’Atlantico. L’episodio è avvolto nella leggenda, perchè nessuno dei partecipanti ne ha mai realmente parlato, ma è significativo il fatto che ad ospitarlo sia stato l’hotel Delle palme, il più bello, lussuoso e sfarzoso di tutta Palermo. METTI UNA SERA A CENA... Accanto al lato oscuro, negli alberghi che parleranno arabo c’è anche quello glamour. Il san Domenico di Taormina, infatti, per decenni è stato l’albergo elettivo dei divi che si affacciavano sulla perla dello Ionio. E’ famosissima la foto che ritrae Audrey Hepburn e Anthony Perkins all’ingresso dell’hotel, circondati da un nugolo di ammiratori compostissimi e un po’ intimiditi dalla magnificenza dei due. In quell’occasione, la Hepburn fu premiata col David di Donatello come miglior attrice straniera nel film Colazione da Tiffany. Ricavato da un antico convento domenicano risalente addirittura al 1432, di cui conserva intatta l'originaria struttura, il San Domenico Palace fu trasformato in albergo nel 1896 per volere del Principe Cerami, un nobile catanese. Ristrutturato nel 2001, il cinque stelle lusso di piazza san Domenico. ma per quattro alberghi che sono “in predicato di”, Hamed El Hamed ne ha già acquistato uno, la Perla Ionica. IL QUINTO FRATELLO. Nel novero degli alberghi che da AcquaMarcia potrebbero passare sotto l’araba Item Holding c’era un altro Excelsior oltre quello catanese. E stava a Palermo. La sua costruzione risale al 1891, anno in cui si svolse a Palermo la grande Esposizione Nazionale che ebbe luogo tra il 15 novembre 1891 e il 7 giugno 1892. Nel dopoguerra passò al Banco di Sicilia, che con una controversa operazione lo vendette alla AcquaMarcia Turismo Sud (Amt) che qualche anno fa lo “girò” alla Hilton. (A.C.) ZOOM Che Bellavista... ECCO COME L’IMPRENDITORE DI “ACQUAMARCIA” AVEVA COLONIZZATO L’ISOLA. DAL PORTO DI SIRACUSA AL LUNGOMARE LA PLAYA DI CATANIA Francesco Bellavista Caltagirone PALERMO. La storia dei quattro alberghi nell’obiettivo degli investitori arabi hanno una storia che li lega e che arriva fino ad Imperia. Perchè Excelsior, San Domenico, Villa Igiea e Le Palme, facevano parte della catena Sgas (società grandi alberghi siciliani), di proprietà del banco di Sicilia, che firmò allora con AcquaMarcia, società dell’immobiliarista Francesco Bellavista Caltagirone, un'operazione economica da 280 miliardi di lire, con un mutuo, concesso dallo stesso banco di Sicilia, di cinquantotto miliardi e seicentosessanta milioni. Acquamarcia, una volta acquisita la proprietà dei quattro gioielli, non ritenne di doverli gestire, delegando il tutto alla società piemontese Thi (Turin hotel international) della Turin International di Amato Lorenzo Ramondetti. Il 31 gennaio 2004, con tre anni d' anticipo sulle scadenze, era stato interrotto il contratto di 9 anni che legava la proprietària AcquaMarcia con la Thi. Oggi, sul sito di Amt Hotels, acronimo di AcquaMarcia Turismo, si legge centonove pagina 8 “Acqua Marcia Turismo S.p.A. in liquidazione e in concordato preventivo n.43/2012 Omologato – Tribunale di Roma”. Cosa lega Bellavista Caltagirone con la Sicilia? A parte le origini (la famiglia aveva natali palermitani), un’impresa che a Francesco Caltagirone è costata anche la galera (con successiva assoluzione perchè “il fatto non sussiste”): il porto di Imperia. Con la società Acquamare srl, Caltagirone Bellavista era azionista al 33 per cento. A presiedere la società era stato chiamato, nel 2011, il commercialista messinese (ma con studi a Milano) Nino Parisi. Secondo la procura di Imperia, Acquamare avrebbe cagionato provocato un danno patrimoniale da oltre 100 milioni alla Porto di Imperia spa, io cui azionista, per un altro terzo, era il comune ligure. La presidenza, Parisi l’ha tenuta per un anno prima di dimettersi. Il tempo di entrare (e uscirne con proscioglimento da tutte le accuse) nell’inchiesta. Poi c’è Catania. A sud della città, tra il porto e i lidi della Playa, AcquaMarcia avrebbe dovuto costruire un porticciolo turistico. La società di Caltagirone, infatti, secondo il Cga è l’"unica legittimata a presentare il progetto definitivo” e unica "titolare della concessione demaniale marittima per la realizzazione e gestione della struttura". Non se ne è fatto nulla, esattamente come il porticciolo di Siracusa. (A.C.) 11 Dicembre 2014 politica Bernadette Grasso Domenico Scilipoti LO SCONTRO. La nomina del coordinamento provinciale di Forza Italia si arena sul nome dell’ex dipietrista Messina, Scilipoti terzo incomodo Secondo le indicazioni del coordinatore Gibiino, i designati dovrebbero essere solo Bernadette Grasso e Santi Formica, ma pressioni romane puntano sul medico eletto in Calabria. Paralizzando la rinascita azzurra MESSINA. Forza Italia si riorganizza nel segno di Gianfranco Miccichè, che ammonisce sulla possibile portata elettorale di Roberto Salvini della Lega, il Nuovo Centrodestra contratta la leadership in Sicilia con l’Udc (ma valuta anche altre alleanze per le amministrative), il Pd si gode la ritrovata (e apparente) pace interna dopo il rimpasto di governo) mentre i Cinque Stelle sembrano ignorare tutto ciò che accade oltre lo Stretto, con l’unica anima critica del deputato nazionale, Tommaso Currò. In Sicilia, la politica è in fermento, anche s in alcune aree, come Messina, la situazione appare di stallo. FORZA ITALIA. Al cinema Arlecchino di Palermo, il coordinatore Vincenzo Gibiino e l’ex viceministro hanno riunito gli azzurri per annunciare la riorganizzazione dei 1.600 club Forza Silvio destinati a confluire nel partito. Sul palco e in sala, deputati regionali, consiglieri comunali, eletti in altre regioni seppur siciliani (Domenico Scilipoti), tutti insieme per ritrovare, come promette Miccichè, al 30% dei voti, complice anche il futuro ritorno nelle piazze di Silvio Berlusconi. Ci sono però capoluoghi dove la definizione degli assetti del partito, nonostante le amministrative alle porte, è ancora lontana. Ad esempio Messina. EFFETTO SCILIPOTI. Dopo il direttorio nato per le europee e morto subito dopo, Gibiino avrebbe dovuto nominare i coordinatori provinciali, seguendo lo schema adottato per le altre città, ovvero affidare tutto, fino alla celebrazione dei congressi, ai deputati eletti. In pole position, per guidare Messina e Provincia, ci sarebbero Bernadette Grasso e Santi Formica (che raccoglie l’eredità della ex Alleanza nazionale), non fosse che tutto si è bloccato per pressioni romane che non si riescono a contenere. Quali? Da Palazzo Grazioli si punta a far diventare coordinatore anche Scilipoti, e questo sta creando non poche resistenze all’interno dei messinesi. Fa il punto della situazione, Bernadette Grasso: «La nostra proposta, tanto a livello cittadino che provinciale era la creazione di due coordinamenti allargati, tenendo conto anche del territorio e in nome di un partito che deve essere inclusivo. In città, dovrebbero essere coinvolti i consiglieri comunali e altri attivisti, in provincia anche esponenti della amministrazioni locali. Allo stato attuale, però, su Messina non è stato ancora deciso niente. Posso solo dire che i due dovremmo essere io e Formica». Nel frattempo, Bernadette Grasso pensa già alle amministrative di Milazzo: «Sono impegnata, insieme a Lorenzo Italiano, alla creazione delle liste, e auspichiamo che si possa arrivare a primarie di coalizione di centrodestra». Quando parla di coalizione, il deputato all’Ars intende anche il Nuovo Centrodestra e Fratelli d’Italia. UDC-NCD. Milazzo sarà un importante banco di prova per valutare l’asse centrista, chiamata a decidere da che parte stare. Una questione non di poco conto, se si considera che a Messina e provincia risiedono tra i maggiori leader delle due formazioni: Giampiero D’Alia e Giovanni Ardizzone (per l’Udc) e Nino Germanà, Vincenzo Garofalo e Bruno Mancuso (per Ncd). Ma è proprio in casa Nuovo Centro Destra che si registra qualche possibile fuga in avanti. A testimoniarla, la decisione di Germanà di disdire l’affitto della sede del partito in via Primo Settembre per far convergere l’attività sulla sua nuova segreteria di via Fossata. Il motivo ufficiale? A quanto sembra Garofalo e Mancuso non davano da tempo il loro contributo per le spese di gestione (affitto e utenze). In realta, Germanà si sta guardando intorno, tentando di diventare polo d’attrazione sia per gli azzurri che per possibili formazioni para-renziane. QUI CINQUE STELLE. Dove invece non si avvertono scossoni, è nel Movimento di Grillo. In Sicilia, dai siti ufficiali a Facebook, passando per gli interventi sulla stampa, le espulsioni e la ribellione del sindaco di Parma (con tanto di convention), Federico Pizzarotti, sembrano lontane, inesistenti. Però, a portare la bandiera dei dissidenti, in Italia, è proprio un siciliano, il milazzese trapiantato a Catania Tommaso Currò, che, confermando le posizioni critiche del passato, non è andato alla riunione con Casaleggio e il direttorio in cui si doveva discutere dei nuovi assetti del partito. Daniele De Joannon DEMOCRATICI Genovese, la copertura EMILIO FRAGALE SCRIVE UNA LETTERA A COMPAGNI E AMICI, PUNTANDO IL DITO CONTRO UN PD DEFICITARIO MESSINA. Una lettera alle “care compagne e amiche” e ai “cari amici e compagni” per fare il punto sul Pd messinese e giungere a una conclusione: “Francantonio Genovese ha ‘coperto’ la deficitarietà strutturale di un Partito intrisa ‘alla bisogna’ di spinte ideali, valoriali, progettuali solo per mascherare velleità di persone e componenti, di eletti e noneletti, di feudatari e cortigiani”. A scriverla, Emilio Fragale, già direttore generale del Comune di Messina, per fare il punto, criticamente, su un “un partito astrattamente in condizione di esaltare la cosiddetta iniziativa politica in città e nei territori di Messina” dove però “si registra una quiete al limite dell’inverosimile nonostante proclami, annunci, promesse”: “Il Pd da qualche settimana si è dotato di una simil dirigenza comunale e provinciale. Sembra un passo in avanti ma è probabile che sia un risultato, il risultato celebrativo del dopo Francantonio Genovese che va dimostrando che la mancanza di discussione, confronto e elaborazione, quella che si usava definire come mancanza di agibilità, non era de-merito suo”. Fragale punta il dito su “sporadici interventi, sparute comparsate, episodiche convention pubbliche di aree, centri studi, laboratori” che non assolvono. Scrive: “Entro la fine dell’anno avremmo dovuto distinguerci dal piattume generale con una piattaforma programmatica frutto centonove pagina 9 di conferenze tematiche... La responsabilità a cui è chiamato il Pd mal si concilia con riti stantii, frasi di circostanza, azioni schizofreniche. Restare chiusi nelle cerchie di ‘addetti ai lavori’ che si accontentano di cottimi fiduciari per occupare qualche sediolina negli organismi non aiuta a ricostruire dalle fondamenta il partito, non genera consenso, non ci consente di incidere positivamente nella società e nelle Istituzioni” Dopo aver citato Popper (““La democrazia è la volontà di non arrendersi di fronte a qualsiasi forza, a qualsiasi potere che pretende di essere irresistibile”), Fragale sferra l’ultimo affondo: “Questa forza oggi sembra potersi definire nel nulla. Nel 2014, nonostante il generoso tentativo dei giovani che hanno fortemente voluto la festa della Unità, tutti allineati e coperti nel nulla della prima, seconda, terza e ennesima ora. E nel 2015?”. 11 Dicembre 2014 politica PALERMO. Summit palermitano con l’assessore Cleo Li Calzi per discutere lo statuto da approvare Taoarte, Fondazione in vista Tra i nodi da sciogliere, i beni da conferire all’organismo che sostituirà il vecchio Comitato: la Provincia è pronta a dare il “Panorama di Sicilia” di Castelmola, Taormina è indecisa sul Palacongressi mentre Messina... MESSINA. La Fondazione Taormina Arte potrebbe finalmente vedere la luce. L’unico “scoglio” da superare era l’opinione del nuovo assessore regionale al Turismo, Cleo Li Calzi, che avrebbe potuto dire la sua sulla bozza di Statuto già predisposta dai Comuni di Taormina e di Messina, insieme alla Provincia, sotto la supervisione del precedente delegato del governo, Michela Stancheris. MISSIONE A PALERMO. Mercoledì 10, però, è stato rotto il ghiaccio tra i componenti del “vecchio” Comitato Taormina Arte e l’assessore, che ha detto “sì” alla bozza di Statuto (basata sulla legge regionale che prevedeva la trasformazione degli enti litici e non solo in Fondazioni). Una bozza che vede il seguente organigramma: presidenza a Taormina, un posto in consiglio a testa a Messina e alla Provincia e due alla Regione. Altri due, infine, potrebbero andare ai privati che dovessero decidere di entrare nella Fondazione. BENI E CONFERIMENTI. Ma, per costituire il nuovo soggetto, i quattro enti coinvolti cosa sono disposti a fare? Prima dell’estate, il sindaco di Messina, Renato Accorinti, aveva annunciato una ricognizione dei propri beni per vedere cosa conferire: allo stato, però, ancora nulla sotto il sole. Per quanto riguarda il Comune di Taormina, vi sono due scuole di pensiero: una riguarda il conferimento del Palacongressi, la sceonda un altro immobile. Un tempo, quando era sindaco il definto Aurelio Turiano, si era parlato dell’ex Casa del Viaggiatore; più recentemente, invece, della ex Pretura, che però ha ricevuto un finanziamento ad hoc per essere ristrutturata e diventare Museo del Cinema sempre nell’ambito di Taormina Arte. E mentrela Provincia regionale punta le sue fiches sul “Panorama di Sicilia” di Castelmola, la Regione, prima del rimpasto, era pronta a destinare alla Fondazione Palazzo Ciampoli, non fosse che l’edificio, vincolato, appartiene al patrimonio indisponibile, e quindi non può essere ceduto a dispetto di quanto sostenuto dall’ex assessore Michela Stancheris. Palermo, però, potrebbe decidere di intervenire anche economicamente CREDITI E DEBITI. Quello dei soldi non è un problema secondario. Finanziamenti, ad esempio, potrebbero venire dai privati che dovessero decidere di aderire alla Fondazione che, per una norma contenuta nella bozza di Statuto elaborata, erediterà crediti, debiti e personale del vecchio Comitato Taormina Arte. La Fondazione, una volta nata, potrebbe però accedere al fondo straordinario di riserva predisposto dall’ultima legge di stabilità regionale che ha messo a disposizione 15 milioni di euro per avviare percorsi di risanamento economico. COSI’ LA LEGGE. Tutto comincia nel 2002, con lʼarticolo 35 della legge 2: “Gli enti autonomi lirici e sinfonici regionali ed il comitato Taormina arte sono trasformati in fondazioni e acquisiscono la personalità giuridica di diritto privato alla data di entrata in vigore della presente legge». In aggiunta, si legge che “le amministrazioni cui compete la vigilanza e la tutela degli enti autonomi lirici e sinfonici regionali procedono a dare attuazione alla presente disposizione mediante nomina di commissari ad acta”. Vista lʼimpossibilità di procedere speditamente, a novembre dello stesso anno, con la legge 20, sempre allʼarticolo 35, gli enti “sono trasformati in fondazioni e acquisiscono la personalità giuridica di diritto privato all'atto dell'approvazione, da parte degli amministratori cui compete la vigilanza e la tutela degli stessi enti, della deliberazione di trasformazione assunta dai commissari ad acta”. Ovvero degli atti elaborati dall’unico commissario mai nominato, Dora Piazza. Nel 2007, infine, con la legge 11, articolo 7, si stabilisce che “per la partecipazione della Regione siciliana alla costituenda Fondazione Taormina Arte è autorizzato il conferimento straordinario della somma di euro 250.000 a titolo di concorso alla formazione del patrimonio dell'Ente” (D.D.J.) SOTTO LA LENTE Ecco chi ha sborsato di più UNA LETTERA DEL COMMISSARIO DI PALAZZO DEI LEONI, FILIPPO ROMANO, RIVELA LE CIFRE EROGATE NEL CORSO DI 31 ANNI Filippo Romano MESSINA. “Non ci si può esimere dall’osservare che, nel corso dei 31 anni di esistenza del Comitato, l’onere finanziario delle sue attività è stato sostenuto per circa novanta milioni di euro complessivi dalla Regione Siciliana, per circa cinque milioni dalla Provincia regionale di Messina, per circa 2,7 dal Comune di Messina e per circa 165 mila euro dal Comune di Taormina”. Così scrive nel settembre scorso Filippo Romano, commissario straordinario di Palazzo dei leoni, ai sindaci di Messina e Taormina, e al segretario generale di Taormina Arte, Ninni Panzera, in risposta a uno scambio di lettere in merito a una centonove pagina 10 richiesta di contributo per le attività di Taoarte. Tanto basterebbe per comprendere chi, nel corso degli anni, ha dato di più dopo la Regione. Sempre nella lettera, Romano ricorda due contenziosi che hanno visto prevalere la Provincia e condannati i due Comuni a restituire 1.822.245 euro (Messina) e 781.746 (Taormina) a titolo di rimborso per somme erogate a copertura dei mancati versamenti effettuati. All’atto di costituzione, nel 1983, era stato stabilito che i tre membri avrebbero versato annualmente queste somme: Comune di Messina 100 milioni di lire, Comune Provincia 50 milioni, Comune di Taormina 20 milioni. “Nel corso di vigenza dell’accordo - scrive Romano - la Provincia ha complessivamente erogati 9.651.209.816, metà di questa somma è stata data dal Comune di Messina e 330 milioni da quello di Taormina”. Va precisato, comunque, che da circa il 1995 sia Palazzo Zanca che Palazzo dei leoni non hanno più dato nulla. politica SERVIZI SOCIALI. Messina accetta le modifiche Piano revolution La programmazione legata alla legge 328 vedrà uno stravolgimento dell’Azione targata Giunta DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. Un’azione sarà rimodulata e una seconda sarà incorporata per ottimizzare le risorse: è questo l’esito più rilevanedel vertice tra l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Messina, Nino Mantineo, e il direttore dell’ufficio coordinamento Distretti Socio-Sanitari dell’assessorato regionale alla Famiglia, Felicia Guastella, che sovrintende ai piani di zona finanziati con la legge 328 del 2010. In ballo, il piano di zona del Distretto D26 di cui Palazzo Zanca è capofila e che comprende undici priorità e dieci azioni (quattro delle quali colpite dai rilievi della Regione) per un totale di 30.60.065 euro, di cui 2.610.000 provenienti dal Fondo nazionale previdenza sociale. COSI’ GUASTELLA. «Abbiamo chiarito con l’assessore Mantineo i punti controversi, e lui ha accolto le argomentazioni, assicurando che il Piano sarà rimodulato sulla base delle osservazioni. Posso solo anticipare che l’Azione 10 sarà stravolta, in quanto deve essere centrata su interventi finalizzati. La 2, invece, sarà riportata come attività all’interno di un’altra». LE AZIONI CONTESTATE. In tutto, la Regione voleva chiarimenti su quattro Azioni. La prima è la 2, “Indagine sui Nino Mantineo bisogni”. che ha come scopo, innanzi tutto, quello di migliorare la programmazione e la gestione dei servizi sociali territoriali. Questi i costi della triennalità: 60 mila euro per il responsabile, 45 in due per i rilevatori, 6000 di cancelleria, 4440 di Iva per un totale di 115.440. La seconda è la 3, “Anni d’Agento, che mette lo sport al centro della prevenzione attraverso percorsi di attivazione psicofisica per anziani abili e che vedrà impiegati 4 instruttori sportivi pagati a prestazione professionale (spesa prevista nel triennio 24.960 euro). Così gli altri costui: 54.000 (utilizzazione Cittadella), 2.250 (iscrizione ai corsi), 39.000 (trasporto alla Cittadella), 8.580 (Iva sul Trasporto), per un totale di 128.790 euro. La terza è “mettiamoci in gioco” e la quarta è “Sviluppo è Coesione in cofinanziamento con la Gaetano Giunta PRECISAZIONI L’esclusione di “Spazio-Verde” IN MERITO ALL’ARTICOLO intitolato “Quel giardino cassato”, pubblicato a pagina 10 del numero 46 di Centonove, è stata erroneamente riportata la notizia che il progetto “Spazio VerdeSalute Mentale: integrazione comunitaria solidale contro lo stigma”, già inserito nella precedente programmazione della 328 non era stata più prevista nel nuovo piano del Distretto Socio Sanitari D28, che ha come comune capofila Mistretta. La circostanza, per una svista del redattore, non risponde al vero. La notizia, invece, è che il format del Progetto era stato proposto anche per il Distretto di Messina come secondo Laboratorio del Progetto Spazio Verde Salute Mentale da creare all’interno del Centro Diurno Camelot con la denominazione “Giardino delle Connessioni Naturali e Bosco di Camelot”. A Messina, però, l’idea non è stata considerata e quindi è attualmente esclusa dalla programmazione del Piano di Zona. centonove pagina 11 11 Dicembre 2014 Fondazione di Comunità di Messina di Gaetano Giunta (indispettito per le contestazioni degli uffici), che propone progetti personalizzati centrati sulla relazione personaambiente e “finalizzati a potenziare le capacitazioni dei soggetti deboli” su queste aree dei funzionamenti umani: materiali, affettivi, conoscenza, partecipazione. Totale più iva, 900.000 (450 mila euro a testa). Per quanto riguarda i rilievi all’azione 2, la questione ruota intorno all’analisi del bisogno, che gli uffici sostengono possa essere fatta attraverso il servizio di segretariato sociale del Comune. Per la dieci, infine, uno dei nodi era l’assenza di evidenza pubblica. COSI’ MANTINEO. È ottimista, l’assessore Mantineo. Che spiega: «Due azioni, relative al sistema informatico e all’analisi dei bisogni, diventeranno una. Per quanto riguarda la 10, chieriremo il ruolo del Comune per quanto riguarda l’inclusione sociale mentre le attività supplementari verranno svolte o dalla Fondazione di Comunità o dal privato che vincerà l’evidenza pubblica. Infine, per quanto concerne i giovani e il lavoro, previsti nell’azione, la Regione ha assegnato a noi il compito di seguirli». 11 Dicembre 2014 politica MILAZZO. Chi è pronto il primo cittadino uscente, osteggiato dal suo stesso “nuovo” partito Pino contro tutti Fresco di iscrizione al Pd, trova l’opposizione dei cuperliani. Ecco tutti gli sfidanti, da Giovanni Formica a Lorenzo Italiano MILAZZO. Sarà lungo il travaglio che consegnerà il nuovo sindaco a Milazzo, ma se è ancora troppo presto per parlare di doglie, non lo è per parlare di dolori, quelli determinati dai colpi, soprattutto quelli bassi, che i candidati si incominciano a scambiare in questo clima pre natalizio col sorriso sulle labbra. Considerato che il duello più interessante è quello tra il sindaco Carmelo Pino e lo sfidante Giovanni Formica, c’è da dire che le ostilità le ha iniziate proprio il primo cittadino che, eletto a suo tempo con lista civica, ha fatto sapere di voler aderire al Pd. L’eventuale accoglimento della sua richesta, secondo gli amici più sospettosi dell’avvocato Formica, avrebbe comportato la sua automatica ricandidatura, quale sindaco uscente, col simbolo del Pd. Una furbata pazzesca che richiedeva contromisure adeguate: una riunione congiunta dei circoli milazzesi del Pd alla presenza del Segretario organizzativo regionale, il cuperliano Antonio Rubino, e l’allora semi-scongelato segretario provinciale, Basilio Ridolfo, per approvare un documento predefinito che conteneva tre punti: scelta delle primarie come strumento irrinunciabile per la selezione delle candidature;presa di distanza dall’amministrazione comunale; incandidadibilatà per i respansabili della conduzione della disasostrosa gestione comunale. Il documento fu approvato all’unanimità (i favorevoli a Pino abbandonarono la seduta) perché, all’interno del Circolo 2, diversi amici dell’Assessore Stefania Scolaro si erano schierati con Formica. Ma il Sindaco di Milazzo, che è un uomo tenace, non si è perso d’animo ed ha ripreso la sua marcia attuando diverse contromosse. Comizietti in ogni dove, sempre esordendendo col dire: «Questo non è un comizio», ma poi andando giù duro contro i guasti delle precedenti amministrazioni, di Nino Nastasi in particolare, ritenuto il padre spirituale di Formica. Poi ha incontrato segretamente l’ex-Segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo che, in provincia di Messina, sta cercando di mettere insieme una sottocorrente dell’Area Dem, indipendente da quella storica che fa capo a Franco Rinaldi. Lupo lo ha tranquillizzato dicendogli che pare che i tempi per la definizione della vicenda milazzese siano piuttosto lunghi. Intanto l’area cuperliana organizzerebbe un incontro per parlare di “Turismo a Milazzo”, con l’Assessore regionale al ramo Cleo Li Calzi (in quota Cracolici) e con Fausto Raciti, la cui presenza avallerebbe implicitamente il percorso sin qui seguito dai circoli milazzesi. Grande confusione nell’area del centro-destra, dove tuttavia tutti riconoscono che il candidato più forte resta l’ex-sindaco Lorenzo Italiano. L’Udc sembra intenzionato a scendere in campo con una propria lista e di rimandare la scelta definitiva al ballottaggio, mentre gli amici di Beppe Picciolo, leader dei Dr, premono perché il partito si schieri già al primo turno con Formica. Gianfilippo Muscianisi, presidente del Civis-Milazzo, un’associazione di area liberal che raccoglie una buona fetta della borghesia cittadina, non ha ancora deciso se predisprre una propria lista o se scendere in campo a sostegno di qualcuno che sia vicino ai programmi che ha presentato recentemente in due convegni. Il consigliere comunale uscente Nino Abramo sta discutendo con i grllini nel tentativo di comporre una lista unitaria, mentre il consigliere Giuseppe Marano ha già lanciato la sua candidatura a sindaco capeggiando una lista ambientalista. I socialisti, che recentemente hanno fatto un convegno a Palazzo D’Amico alla presenza del Segretario provinciale Maurizio Ballistreri, potrebbero coalizzarsi con una formazione locale per fare una lista di centrosinistra. Il 27 dicembre tornano al Paladiana i “Popolari in Movimento” rappresentati a Milazzo dal consigliere comunale Franco Scicolone. R.C. PUNTINI SULLE “I” A proposito di Foti... CINQUE NUOVI AVVISI di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sulla discarica di Mazzarrà. Destinatari, : Sebastiano Giambò e Francesco Cannone (ex presidenti della TirrenoAmbiente), il funzionario regionale Gianfranco Cannova, Vincenzo Sansone (dirigente generale del dipartimento regionale tecnico) e il funzionario della provincia di Messina, Armando Cappadonia. Sempre sul fronte Mazzarrà, pubblichiamo una lettera di Armando Lopes, ex assessore della Provincia, in merito alle dichiarazioni rilasciate a “Centonove” dal sindaco di Furnari Mario Foti: “A proposito della denuncia del 2003 alla Procura sulla discarica di Mazzarrà, era stata firmata con il nome Armando Lopes, così come tutti mi conoscono, trattandosi di una enunciazione sui dubbi che avevamo allora sull’impianto. Per quanto attiene le interrogazioni alla Provincia, a proposito dell’abbattiamento del costo della tassa sulla spazzatura e poi sul rischio di inquinamento delle falde acquifere-continua Lopesl’avvocato Foti mente sapendo di mentire. Queste false informazioni documentano solo la mancanza di fatti probanti: nessuno cerca la primogenitura… Foti ha preso incarichi dal Comune di Mazzarrà prima, durante e dopo la nascita della discarica ed egli stesso era già esperto del sindaco Nello Giambò a due milioni e mezzo di lire nell’anno 2000. Per quanto attiene-aggiunge ancora Lopes-per i ricorsi al Tar e al Cga, l’avvocato Foti sa che debbono essere necessariamente firmati con il primo nome esistente all’anagrafe: io mi chiamo Franco Armando Lopes. E nel codice fiscale esce solo il nome Franco”. A proposito, poi, della mancanza di legittimità ad agire, tengo a precisare che il ricorso in questione è stato fatto a nostre spese, da cittadini : se fosse stato convinto della mancanza di lettimità ad agire, non si capisce perché lo stesso abbia affidato un incarico legale per diecimila euro a un noto professionista, Aloioso, che ha raggiunto compensi poi per 80mila euro in 24mesi. La coerenza di Foti è testimoniata dal fatto che lui dal 1978 parte nei movimenti di destra, passa poi ai socialisti-garantisti e poi sfocia nel movimento di Raffaele Lombardo. Come dire, non si è fatto mancare nulla, neanche i rapporti con la mafia, se è vero quello che sostengono alcuni pentiti su noti rapporti da lui intrattenuti con la mafia locale”. PATTI Aquino nomina il successore di Pipitò: è Fabio Longo PATTI - A più di due mesi di distanza dalle dimissioni di Gioacchino Pipitò, il sindaco Mauro Aquino finalmente nomina il nuovo assessore. Dopo aver consultato tutti i suoi alleati politici, alla fine ha individuato nel giovane Fabio Longo il nuovo membro dell’esecutivo. Si tratta di una new entry nel mondo della politica e molto vicino ai giovani vista la sua attività commerciale a Patti Marina. Ma se Fabio non ha mai avuto a che fare con il mondo della politica, non si può dire la stesso della sua famiglia. Il fratello Roberto, infatti, in occasione delle comunali era candidato in una delle liste a sostegno di Luigi Gullo ed è, inoltre, genero di Umbertino Indelicati, ex componente del nucleo di valutazione del comune di Patti. Pamela Arena centonove pagina 12 sicilia Antonio Iacopino Santi Enrico Bruno MESSINA. I controricorsi di Antonio Iacopino e di Nettuno-Figli di Ippocrate al vaglio della Commissione Elezioni, Ateneo col fiato sospeso Eletto all’Ersu, si è visto spodestato su richiesta del candidato Orum Francesco Armone, che ha ottenuto l’annullamento di tutte le preferenze per incandidabilità, conquistando il Senato. Ecco gli scenari possibili MESSINA. Un ricorso vinto, due controricorsi sul tavolo e un altro in partenza per il Tar di catania: in ballo, gli assetti del Senato accademico, dell’Ersu e dello Csasu dell’Ateneo di Messina. E, soprattutto, una possibile guerra tra una componente studentesca, quella che fa riferimento a Nettuno-Figli di Ippocrate, che, pur avendo ottenuto 1100 voti alle ultime elezioni, rischia di trovarsi fuori dagli organi di governo più importanti. A trattare i due controricorsi, il primo presentato da Antonio Iacopino, eletto all’Ersu, e il secondo dalla coalizione delle associazioni, sarà la Commissione elettorale presieduta da Franco Astone, che dopo la fumata grigia di mercoledì 10 ha aggiornato i lavori a lunedì 15. LA VICENDA. Mercoledì 3, l’organismo aveva detto sì a un ricorso presentato da Francesco Armone, già in corsa per il Senato con Orum in quota Morgana (il suo seggio non era scattato per 18 voti di lista), e firmato dall’avvocato Pier Paolo Gemelli che puntava il dito sull’incandidabilità di Iacopino (risultato eletto all’Ersu come Nettuno-Figli di Ippocrate e in corsa anche al Senato, dove aveva preso 27 voti) in quanto lo stesso non avrebbe avuto i requisiti previsti dall’articolo 4 del regolamento, che fissa l’elettorato passivo per una fascia di studenti che vanno dall’immatricolazione per la prima volta al primo anno fuori corso. Iacopino, infatti, si è iscritto inizialmente nel 2005, per poi procedere con la rinuncia agli studi e immatricolarsi nuovamente. L’avvocato Gemelli, però, aveva chiesto che l’incandidabilità di Iacopino venisse sanzionata con la sottrazione dei corrispondenti voti alla lista Nettuto, circostanza che al Senato deteminerebbe la conquista del terzo seggio all’Orum, e quindi a Francesco Armone. Inoltre, a ricorso accolto, la poltrona vinta all’Ersu dovrebbe andare a Paola Zagami di Atreju Crono. INIZIATIVE Orientarsi con Welcome University MESSINA. Un dicembre nel segno dell’orientamento per l’Università di Messina. A partire da giovedì 11, infatti, si svolgerà Welcome University. Obiettivo dell’evento, aiutare i giovani a progettare in maniera coerente e consapevole il proprio percorso di studi e di carriera, agevolandoli nel contatto diretto con l’Università, in funzione delle scelte formative professionali. Nel corso delle giornate previste dal programma, i Dipartimenti e le strutture afferenti saranno a disposizione degli studenti delle ultime classi delle scuole medie superiori. Saranno illustrati gli ordinamenti didattici del Corsi di Laurea ed i relativi sbocchi occupazionali, verranno simulate attività didattiche e ci sarà la possibilità di effettuare visite guidate nei Centri di ricerca, laboratori e biblioteche. Si terranno, inoltre, appositi seminari e lezioni. Gli Istituti interessati possono prenotare le proprie partecipazioni sul sito unime.it dove è anche possibile consultare il programma degli incontri, in costantemente aggiornamento. L’Università di Messina centonove pagina 13 11 Dicembre 2014 LE RAGIONI DI IACOPINO. «Loro sostengono che sarei stato incandidabile perché ho fatto la rinuncia e poi mi sono immatricolato nuovamente. Ma il requisito dell’iscrizione per la prima volta è di interpretazione libera e anche controversa. Precludere la possibilità di candidarsi - spiega - non è giusto, soprattutto per me che ero sceso in campo per la prima volta». Il soccombente ha anche qualcosa da ridire sull’accoglimento più duro da digerire: «Riguardo ai voti di lista sottratti in seguito alla mia incandidabilità, la trovo una decisione abnorme perché un elettore mio era anche un elettore della lista». Ma come si struttura il controricorso firmato dall’avvocato Gatto? Così il legale: «Noi sosteniamo due tesi: la prima è che l’ufficio elettorale avrebbe dovuto fare le verifiche a monte, controllando i requisiti di ammissibilità ed, eventualmente, dando all’escluso la possibilità di controdedurre come è accaduto per Massimo Parisi (oggetto di un ricorso presentato da Daniele Travisano di Atreju Crono, approvato dalla Commissione elettorale ma ignorato dall’Ufficio); la seconda tesi punta sull’articolo 4, che l’avvocato Gemelli ritiene fondamentale ma a cui va data una interpretazione in chiave di accessibilità, visto che il io assistito ha modificato corso di studi, circostanza che può capitare nella vita di chiunque, e aveva avuto accesso per la prima volta alle competizioni elettorali». Gatto ha anche presentato controricorsi per tutelare Laura Gallizzi e Lucia Guerrisi, elette al Sus, «che non sono fuori corso come sostenuto nel ricorso accettato a loro danno». GLI SCENARI. Sono tre in tutto: o quello sancito dall’accetazione del ricorso (che poi trascinerebbe la questione al Tar), o uno che vede riportata la situazione come come determinata dall’esito delle consultazioni, oppure, nel caso in cui Iacopino dovesse essere confermato incandidabile ma fossero salvati i voti, con i medesimi risultati al Senato (alcun seggio per Armone) e l’elezione del primo dei non eletti all’Ersu di Santi Enrico Bruno. (D.D.J.) 11 Dicembre 2014 sicilia INCHIESTA. Gli ispettori della Regione bacchettano la gestione del Cas... Su questioni nodali Le autostrade groviera Non si utilizza per la manutenzione l’asfalto drenante, guard-rail fuori dalle norme, segnaletica abbandonata in corsia anche dopo la fine dei lavori. Ecco la radiografia di un ente, ora nel mirino degli inquirenti DI ENZO BASSO MESSINA. “Qui? E’ tutta 'na Gazzara…” Il nome del vicepresidente-ombra del Cas, quello dell’avvocato messinese Nino Gazzara, gira a mò di battuta a tra i dipendenti di Contrada Scoppo. Qui, in un edificio metallico dall’impronta metafisica, quasi staccato dal cuore pulsante della città, ha sede il Consorzio delle Autostrade siciliane. Costruito negli anni Settanta, acquattato sotto i piloni dell’autostrada, è il simbolo silente dell’ultimo avamposto di potere politico distaccato a Messina. Ma anche di tante “ombre”. Per anni, questo è stato il regno di Vincenzo Ardizzone, andreottiano di ferro, già alla guida di Palazzo dei Leoni. E nelle due diramazioni, quasi in contrappasso, sedevano due direttori generali, uno in direzione Palermo, l’altro in direzione Catania, Eraldo e Ubaldo Luxi, e viceversa, due fratelli con una capacità “riconosciuta”: fare da equilibristi al potere gullottiano prima e poi, in discendenza, a quello astoniano dopo. Dal ministro Nino Gullotti, al “delfino” Giuseppe Astone, Dc, una linea ascendente diretta, carsicamente concordata con i socialisti di Capria e i “pancrazisti” di De Pasquale, Pci. Se per i 1500 chilometri dell’Autostrada del Sole si impiegarono negli Anni Sessanta meno di dieci anni, al Consorzio Autostrade siciliane, nato nel 1965, smembrato allora in tre tronconi, non è bastato mezzo secolo per completare l’anello Siracusa-Gela: i lavori da 360 milioni, appaltati tra tanti misteri sei mesi fa, sono stati assegnati alla Condotte Spa, in raggruppamento con la Cosedil, la società del geometra antiracket Angelo Vecchio, uno che, per i casi della vita, nel periodo della progettazione della gara si è ritrovato a fare l’assessore regionale alle Infrastrutture, nonostante vantasse qualche piccolo neo: un contenzioso da 12 milioni di euro con il Cas. Ma che si vuole, anche questi fatti sono…da una galleria all'altra, “Cas che capitano”. IN PRINCIPIO FU DIVIETO. Era il 1965 quando il ministro dei lavori pubblici Ferrari Agradi, a Messina per l’inaugurazione del primo tratto di svincolo a Divieto, prometteva a breve il completamento della Messina-Palermo. Mai avrebbe sospettato che l’onore del taglio del nastro sarebbe stato riservato, quarantacinque anni dopo, al presidente del consiglio Silvio Berlusconi, accompagnato dal fido Gianfranco Miccichè, sottosegretario al Cipe. Ma se la questione del casello di Villafranca, se illegale o no visto che si trova dentro il perimetro della città di Messina, non è stata ancora risolta, una certezza chilometrica cinquant’anni dopo è arrivata: l’euro e venti che si paga da Boccetta a Divieto è in proporzione il tratto autostradale più caro d’Europa. Ma quale è oggi lo stato di salute del Consorzio autostrade, dopo la bufera giudiziaria, che ha portato all’arresto un gruppo di imprenditori “pizzo-facenti”, che dopo avere pagato si sono fatti soffiare la gara, colpa dei decimali conteggiati male dal funzionario Lelio Frisone? Cancellata la leadership “messinese” alla guida del consorzio, è cominciata la ruzzolata dei “commissari” ad acta. Un gruppo di personaggi d’un pezzo, alla Tuzzolino, alla Dragotta, seguiti a ruota da una serie di funzionari regionali, burocrati coi tacchi, Patrizia Valenti, Anna Rosa Corsello. L’eredità di queste gestioni ora ricade sul presidente Rosario Faraci, plumbeo commercialista che tra i titoli professionali vanta quello di essere nato a Gela. Così il nuovo corso “rivoluzionario” che il presidente Crocetta aveva annunciato in pompa-magna non si vede. Più che la pompa, si vede “la magna” in questo telefilm “noir” dell’asfalto. E il compito di sparigliare sembra essere stato girato dal Procuratore capo di Messina, Guido Lo Forte all’aggiunto Sebastiano Ardita. Sotto il ciak delle telecamere hanno fatto intendere che l’inchiesta sull’appalto “Iacolino-Giordano” è solo un antipasto di un crocevia giudiziario che sta per abbattersi sull’ente. ANOMALIE IN PROCURA. La Procura L’autostrada Catania Siracusa indaga per le anomalie dello svincolo di Ritiro, decine di milioni di euro che si intersecano tra una riserva e l’altra; indaga la Dia, la direzione investigativa antimafia, tra Catania e Palermo su progettazioni di opere da decenni “appaltate”, “a divinis” al Technital, dove svolazza l’ingegnere palermitano Nino Bevilacqua, uno che, secondo Report, “gira sui cantieri in elicottero”. Indagano poi anche la Guardia di Finanza, perché anche gli incassi da Telepass tardano ad arrivare nelle casse, e l’Ispettorato del lavoro per gli eccessi di straordinario: le indennità notturne riconosciute alla categoria dei casellanti hanno portato molti a guadagnare 2900 euro al mese. Nulla rispetto allo stipendio-record da 170mila euro del direttore generale Maurizio Trainiti, gelese anche lui di nascita, catanese di adozione, targa politica Mpa, partito per il quale ha fatto anche l’assessore sotto il Vulcano. Dopo l’appalto della Siracusa-Gela, Traianiti ora ha presentato la lettera di dimissioni. Missione compiuta. Al suo posto, accanto al nuovo componente di Ragusa, in quota Udc, del consiglio di amministrazione, Nitto Rosso, dovrebbe arrivare il nuovo direttore generale, l’ex capo del Genio civile di Trapani, Pirrone. Proprio il consiglio di amministrazione, secondo la legge 11 del 2010 del governo DILEMMI La natura dell’ente? Chiediamola ai giudici MESSINA. Quale è la natura giuridica del Consorzio Autostrade siciliane? Oggi per definirla, politici e sindacati ricorrono ai giudici amministrativi, in merito al contratto da applicare ai quasi 380 dipendenti, ma basterebbe leggere storia e statuto dell’ente per rendersi conto che il Cas “è riconosciuto come ente pubblico non economico sottoposto a controllo e vigilanza della Regione Sicilia, che detiene il 91% del capitale”. Nello statuto dell’ente: il completamento dei lavori non ancora realizzati e la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’intera rete autostradale siciliana, della quale la concessione, riconosciuta con decreto interministeriale del 28 maggio 2001, scadrà nel 2030. centonove pagina 14 11 Dicembre 2014 sicilia Lombardo, dovrebbe essere composto da tre componenti, non quattro quanti sono oggi: una giusta cura dimagrante se si pensa agli undici componenti di qualche anno fa, dove faceva capolino anche l’onorevole Angelo Paffumi da Fondachelli. Uno più, uno meno. Che volete che sia? L’INCERTO FUTURO. All’assessorato alle Infrastrutture mostrano molta preoccupazione per le sorti dell’Ente. Già una volta l’Anas voleva sottrarre la concessione per inadempimenti: il salvagente l’ha ancora una volta dato il Tar. Non sembra averne preoccupazioni economiche invece il consiglio di amministrazione in carica. Che, appena insediato, ha trovato subito il tempo di ritoccare in sù gli emolumenti per i componenti il Cda, Marino e Gazzara, portati a 40mila euro, e i rimborsi chilometrici con la tariffa Aci “corporate”, che fanno svettare all’insù quelli del presidente, quasi alla vetta dei sui emolumenti: 50mila euro. Un modo di procedere non in linea con la relazione riservata del servizio di vigilanza dell’Assessorato alle Infrastrutture, recapitata il sei giugno scorso e inviata “per opportuna conoscenza” anche al Presidente della Regione, Rosario Crocetta, nella quale si raccomandava di seguire tutte le opportune politiche di “spending rewiev”. I risultati sembrano opposti: più “spending” meno “rewiev”. BACCHETTATE E ISPEZIONI. Giovanni Arnone, capo del servizio di Ispettorato della Regione è paziente: “Stiamo aspettando ancora le risposte”. Come dire, fatti, non parole attendiste come quelle finora girate per raccomandate: "Vedremo, faremo..." Sempre "nelle more". La prima bacchettata gli ispettori la riservano sul piano della sicurezza : i cartelli segnaletici, risultano “dimenticati nelle corsie di emergenza”. E aggiungono: “La quasi totalità del percorso autostradale in concessione ha il guard-rail- che non rispetta il livello di sicurezza adeguato alla strada e non è conforme alla norma europea…”. Stoccata-bis: “A volte mancano perfino la segnaletica orizzontale e verticale adeguata…”. Ma gli ispettori, sottolineano “come questi fatti si tradiucano in disagi costanti per gli utenti che pagano il pedaggio” e vanno oltre. Si fermano a guardare le colonnine “Sos” e le trovano in molti casi “non funzionanti”. Come trovano spenti gli aereatori nelle gallerie più lunghe. Un fatto che “crea scarsa visibilità dovuta ai gas di scarico non smaltiti dalle autovetture”, “alte concentrazioni di idrogeno solforato, che rendono il passaggio pericoloso per la salute degli utenti”. Non è finita: “In alcune gallerie si deve segnalare la totale mancanza di illuminazione che nelle ore diurne crea non poche difficoltà di adattamento visivo”. MANUTENZIONI “RISCHIOSE”. Ma come mai questi fenomeni così pericolosi per gli automobilisti non trovano mai una compiuta soluzione? Alla manutenzione il Consorzio autostrade dovrebbe garantire il 34% dei fondi incassati, settanta milioni di euro più Iva. E nei piani di investimento previsti per l’adeguamento e la manutenzione, dovrebbe investire 180 milioni, dei quali 54 garantiti dal Cipe. Una montagna di denaro sul quale le ombre di gestione si fanno più dense. Rinvii, distrazioni, temporeggiamenti. Gli ispettori della Regione sono impietosi sui ritardi: “La mancata approvazione dei bilanci consuntivi relativi agli anni 2012 e 2013 e la mancata redazione del bilancio di previsione 2014, ha causato problemi finanziari: a tutt’oggi non possono essere utilizzati gli avanzi di amministrazione; somme che potevano essere impegnate nelle opere manutentive, compresi i lavori a Ritiro, come l’eliminazione dei pericoli di crollo nelle gallerie di capo d’Orlando e Tindari, sui quali si è registrato un sequestro della Procura di Patti”. E ammoniscono: “Il servizio “9” ha comunicato che i lavori in questione non sono ancora cantierabili e si registra il rischio serio di perdita di finanziamenti statali, come è noto regolati da precisa tempistica”. INCIDENTI A GO-GO. Un quadro desolante, se si pensa che solo negli anni scorsi sono stati risarciti, pronta cassa, 1500 sinistri ad automobilisti vittime di incidenti, anche si lieve entità, determinata soprattutto dalle cattive condizioni del manto autostradale. Il servizio di vigilanza della Regione così si esprime: “La deformazione dello stesso è presente in tutti i punti in cui non si registrano interventi manutentivi recenti. Occorre “porre in opera asfalto drenante”, che per le proprie caratteristiche, oltre ad avere notevole resistenza all’usura, aumenta il livello di sicurezza della strada, e ha tra le altre cose, proprietà fonoassorbenti; riduce il riverbero dei fari; dura il 30% in più rispetto ai manti finora utilizzati e , in unione ad uno strato impermiabile, allontana il rischio di acquaplaning”. Altra legnata, è il caso di dire, il verde: nonostante una convenzione triennale firmata con la Forestale in data 26 luglio 2013, in molti punti si nota una carente manutenzione. Come mai? Dopo la denuncia del presidente Crocetta, sulla presunta “mafiosità”, scoperta da una interdittiva prefettizia per i lavori all’Expo dell’impresa Ventura di Furnari, che aveva in appalto i lavori, sembra davvero che poco sia cambiato: solo le gare sono state “spacchettate”. Gli ispettori della Regione rammnetano che “Il Consorzio autostrade opera in totale autonomia amministrativa”, e consigliano, per risparmiare, di internalizzare il servizio di assistenza al traffico; il Cas-ricordano- è stato autorizzato a chiedere alle Province o ad altre amministrazioni 85 operai in mobilità da destinare al servizio”. Ultime “frustate”: non risulta ancora versato all’autorità di regolazione dei trasporti, l’aliquota dello 0,4 per mille del fatturato da ultimo bilancio”. Da otto anni, da quando è cominciato il valzer palermitano dei commissari, il Cas non aggiorna il canone di affitto ai gestori CLASSIFICHE Telecontrollo cento milioni al vento MESSINA. Un centro di telecontrollo del traffico sulle autostrade siciliane da cento milioni di euro, finanziato dalla Ue, finito nel nulla. E’ la storia di del centro di monitoraggio telematico della rete previsto a Santo Stefano Camastra, rimasto in funzione fino al 2008, e del quale non si è più saputo nulla, da quando l’ex pm di Mistretta Luigi Patronaggio emise quattro avvisi di garanzia per i dirigenti del Cas. Il servizio fu sospeso, per il mancato rinnovo del contratto all’azienda che curava la manutenzione del esercizio nell’agosto del 2008. A cosa serviva? In caso di incidente, gli addetti alla sorveglianza, azionavano una serie di teleallarmi, anche con segnaletica luminosa, per evitare nel tratto della A20, quello tra Cefalù e Castelbuono, le auto potessero entrare in velocità nelle gallerie interessate agli incidenti. Nel mese scorso, a seguito di un grave incidente proprio in questo pezzo di arteria, hanno perso la vita quattro persone. Se ci fosse stato in azione il sistema, sarebbero disponibili anche le immagini del sinistro. Ma oggi, prima ancora che i sistemi di telecontrollo, andati in fumo, gli interventi andrebbero eseguiti sul manto autostradale, che rappresenta, in più punti, un vero e proprio pericolo per gli automobilisti. delle aree di servizio, compagnie petrolifere distratte che “ritardano” l’installazione di pompe per il gas metano, obbligatorie per legge, di cui non v’è traccia in tutta l’autostrada. Chi da Tindari viaggia verso Palermo, per fare benzina, deve superare Termini Imerese, più di cento chilometri con il rischio di rimanere a secco, senza la possibilità neanche di fare pipì. Serbatoi vuoti e vescica piena. Tanto, “qui”, dicono al Cas, è tutta ‘na Gazzara. Come dire: il Consorzio Autostrade viaggia da solo. Guida senza patente. Per andare dove? INDAGINI Arresti per l’appalto di sorveglianza Ma la concussione è solo... tentata Nino Gazzara MESSINA. Si è di molto ridimensionato il quadro accusatorio per l’appalto di “sorveglianza attrezzata e per interventi urgenti e assistenza del traffico” del Consorzio autostrade, che ha portato in carcere Salvatore Iacolino, l’imprenditore agrigentino che si è aggiudicato la gara, e i messinesi Nino Giordano e Francesco Duca. Il Tribunale della Libertà, presieduto da Maria Militello, il sei dicembre scorso ha modificato l’imputazione da concussione, in “tentata” concussione, reato per il quale non è prevista la misura cautelare in carcere. Il quadro che è venuto fuori dopo gli interrogatori è quello di un “pasticcio”: gli imprenditori che avevano tentato un accordo, centonove pagina 15 lo avevano poi “modificato” dopo l’aggiudicazione avvenuta a favore dell’impresa agrigentina. Resta invece in carcere Lelio Frisone, l’architetto dell’ufficio contratti accusato di avere incassato tangenti: Nino Giordano ha documentato che i soli rapporti con l’architetto Frisone erano dovuti all’incarico a questi assegnato di direzione lavori per il “parnaso due”, dove l’imprenditore è stato impegnato. Giordano ha poi smentito parte delle accuse che gli venivano mosse dimostrando che nella data in cui si facevano risalire le interlocuzioni, lui si trovava fisicamente a Milano e non avrebbe potuto partecipare ad alcun incontro con “il sodalizio”, contestato dai giudici. Gli accordi “tentati” con la sua impresa, che è arrivata “terza”, erano quelli di partnership, relativa alla fornitura di personale “qualificato” per i lavori da svolgere nelle arterie autostradali. 11 Dicembre 2014 sicilia PROTAGONISTI. E’ morto il professore Romano L’ultima lettera di Giulio Addio ad un architello capace di coniugare cultura ed estetica con talento e ironia. Come testimonia lo scritto post-mortem con cui ha salutato amici e parenti. Eccolo DI ATTILIO RAIMONDI MESSINA. Si sono svolti martedì otto dicembre al Duomo di Messina i funerali di Giulio Romano, 83 anni. Era un bravo architetto, ma non lo diceva a nessuno. Per decenni è stato docente di Storia dell'arte, e tutti gli alunni lo amavano. E' stato protagonista della vita giovanile ed universitaria messinese. Ha scritto libri su Messina, la sua città, che resteranno riferimenti storici, architettonici e culturali per la città dello Stretto e non solo. Ha avuto rapporti di infinita amicizia con diverse generazioni di messinesi che lo hanno voluto bene per la sua cultura, per la sua ironia ed il grande sarcasmo. Voleva fare un Museo del Mare galleggiante ed itinerante tra le sponde dello Stretto con la nave traghetto "Cariddi" che tante angustie ed amarezze gli hanno procurato. Se ne è andato in punta di piede lasciando un dolce ricordo a tutti coloro che lo hanno conosciuto e voluto bene. Era un" personaggio" Giulio Romano che tutti i suoi amici chiamavano con affetto Lilli, zio Lilli. E se ne è andato con le sue tradizionali battute, con le sue profonde riflessioni estrose, particolari, satiriche, ironiche, con uno scritto postmortem che è stato letto durante la cerimonia funebre. Fino all'ultimo ha continuato la sua vita a modo suo. Con il solito sarcasmo ha scherzato e salutato tutti i suoi amici. Per l'ultima volta. In fondo, per Giulio Romano, zio Lilli, è stata questa l'essenza ed il suo modo di vivere. così me ne sono andato, doveva pur succedere... e allora? Non è da tutti poter parlare al proprio funerale ma, grazi "... ai potenti mezzi del progresso", questo può accadere: e sta accadendo... Me ne sono andato, dicevo, ho assistito a molte di queste funzioni, ma non da protagonista. Devo dire però, che dà un certo piacere essere l'oggetto della cerimonia... Via, diciamolo pure: certe cose danno soddisfazione... Vedo gente commossa, è E la regola, forse il meno commosso sono io... Vi devo dire una cosa: dove mi trovo, è un posto bellissimo... un Paradiso, e bisogna riconoscere che è interessante anche 1'ambiente. Mi ci sono trovato all'improvviso: è una pianura immensa, infinita che non si riesce a capire dove comincia e dove finisce (del resto, se cominciasse e finisse che infinito sarebbe), piena zeppa di gente in attesa di essere giudicata. C'è un buon ambiente, soprattutto buona Giulio Romano gente, anzi gente buona... Qui il tempo non conta, lo spazio non conta, anche il valore del denaro non conta. Ad esempio un euro vale un miliardo di euro, e un minuto è uguale a un miliardo di secoli. Ho ascoltato un dialogo tra due anime. Una, credendosi furba, chiede a un'altra: - Senti mi daresti un euro? -. E quella: Certamente, ma aspetta un minuto. Qui sappiamo tutto in anticipo e possiamo rivedere tutto il passato e, come in un replay, tutta la "telenovela" della nostra vita: rivedere tutte le nostre azioni sia quelle belle e sia quelle meno edificanti. Le prime per cercare di ricavarne qualche premio agli occhi del buon Dio, e le seconde per riuscire ad avere la possibilità di poterci pentire e ancora: vedere anche ciò che avremmo potuto fare, se avessimo avuto più tempo... Io avrei voluto avere la possibilità di chiedere scusa a chi, anche se involontariamente, avrei recato offesa. Avrei voluto regalare un sorriso a chi era IL RICORDO di Giuseppe Ruggeri Addio Zio Lili, baluardo contro la degenerazione urbana MESSINA. L’ultima volta che l’ho sentito, per telefono, mi ha raccomandato di richiedere all’editore Di Nicolò la copia del suo ultimo libro – “200” – ponderoso saggio sulla storia dell’architettura messinese presentato con successo qualche mese fa nella Chiesa S. Maria Alemanna - perché in quella circostanza non ero riuscito ad esserci per applaudirlo. Ci teneva che l’avessi. Gli risposi che sì, l’avrei fatto subito. Non fu così, invece. Risucchiato dalla solita valanga d’incombenze quotidiane, quel pensiero mi scivolò di mente come la corda sul sapone. Me ne ricordo soltanto adesso, apprendendo del suo passaggio ad altra (e credo migliore) vita, in quella dimensione che un altro dei miei grandi amici e maestri – Bent Parodi – definiva propria dei “palesi”. Una dimensione che, io almeno, vedo come un’interminabile passeggiata nei luminosi campi Elisi ai quali il buon Dio destina quanti hanno temperato l’elevatezza dell’ingegno con la semplicità e l’arguzia del vivere. Da ragazzino, conoscevo Giulio Romano solo di vista. Nel cortile affollato della scuola media “Mazzini”, in attesa d’entrare, lo vedevo infilare il portone aperto con quel suo fare rapido, dinamico, mentre chiacchierava con qualche collega. Saliva le scale, dirigendosi verso le aule dove insegnava disegno. Io invece scendevo giù, nella mia classe, sezione “B” se non ricordo male. Non l’ebbi mai come docente, neanche per qualche ora di supplenza. L’avrei gradito tantissimo. Lo ritrovai dopo molti anni durante uno di quegli eventi culturali cittadini ai quali partecipava sempre con la verve di un giovanotto. E giovane lo era, eccome, anche nel fisico che manteneva snello, solo lievemente rallentato nei movimenti come peraltro si addiceva a un ultrasettantenne con comprensibili problemi articolari. A me, che rispettosamente gli davo il “lei”, impose da subito di passare al “tu”, e debbo dire che mi ci trovai presto benissimo. Con “zio Lili” (come lo chiamavano i parenti e gli amici più giovani) era così e non poteva centonove pagina 16 essere altrimenti. La comune amicizia con Peppino Cavarra ci fece incontrare ancora, nel segno di una passione – quella per la nostra città – che coniugava cultura ed estetica, intelletto ed arte. Una passione che ha reso Giulio Romano protagonista a Messina nella sua specialità – la storia dell’architettura – da lui intesa come baluardo contro la crescente degenerazione urbana. Non è possibile non soffermarsi rapiti, dinanzi al progetto dell’architetto Piacentini, autore dell’odierno palazzo di giustizia, che illustra la grandiosa scalinata destinata a collegare Cristo Re al corso Cavour. Quel progetto pubblicato in “200”, testamento spirituale di Giulio Romano – è sufficiente, da solo, a dare un’idea di quella mirabile città “ascensionale”, già ritratta da Antonello da Messina, dove il mare si sposa alle colline unendo mito e religione, arte e trascendenza. Un tassello in più, insomma, da aggiungere al mosaico del nostro complessivo ‘genius loci’ che Giulio Romano ha contribuito come pochi ad assemblare, nella convinzione, condivisa con Federico Zeri, che “l’identità di una città stia nella sua architettura”. Ciao Lili, mi mancherai. Mancherai a noi tutti. sicilia dipingere un tramonto verde, perché tramonti verdi non se ne sono mai visti, e lo voglio fare d'estate tra Lipari e Vulcano, e se un giorno vedrete un tramonto verde, vuol dire che sono riuscito ad avere il permesso di farlo... e capirete. Mi hanno raccontato di un clown che aveva scommesso con se stesso che, una volta in Paradiso, sarebbe riuscito a fare un numero eccezionale: il giro dell'arcobaleno, in sella al suo monociclo. Adesso anche lui è qui, ma ancora non gliel'hanno fatto "eseguire". Ogni tanto però, di nascosto si esercita specie di notte e la gente, lo vede... qualcuno lo chiama: Ufo. E' indubbio che ci riuscirà. E, finalmente, arriva il gran giorno. La pioggia ha smesso: è un pomeriggio luminoso, bellissimo. La scenografia è oltremodo curata. Il programma dice: Per le nuvole, i cumuli sono modellati da Gian Lorenzo Bernini. I cirri sono dipinti da Andrea Mantenga. Musiche di Nino Rota. Regia... e qui ci sarà un tuono... di Federico Fellini... Apparirà allora un piccolo, buffo omino col naso rosso a pallina, la palandrana colorata, in sella al suo sgangherato monociclo... comincerà a pedalare salendo sull'arcobaleno e, una volta nel punto piu alto, agiterà il suo cappello con un fiore di carta infilato nel nastro... Poi ridiscenderà sempre più veloce fino tuffarsi nella pentola piena di monete d'oro che segna la fine dell'arcobaleno... E' felice: è riuscito a fare il suo numero... Forse... non tutti riusciranno a vederlo.-triste, una parola a chi era solo, una oertamente lo vedranno i bambini che certezza a chi era senza speranza... guardano sempre in su. Qui noi possiamo spostarci in ogni I "grandi" no... loro tengono la testa direzione, andare in posti che abbiamo bassa dimenticando il Cielo... già conosciuto e, qualche volta, anche Gli attori, in Paradiso lavorano sempre. restarci: altrimenti come ci sarebbero i E' noto che attrici come Eleonora Duse, fantasmi. abbiano avuto delle parti di straordinaria Non sapete quante persone ritornano tra importanza, magari cominciano con noi, pardon, tra voi senza che le particine come quella classica della riconosciate: magari sono stranieri che caduta della foglia. amavano venire qua e che possono Quando, come provino, toccò alla Duse passare facilmente per turisti in visita. di interpretare la morte di una foglia, si Non è molto facile, però, che racconta che la foglia di un Mi mancherà si possa tornare indietro platano, rimase in aria per dopo aver passato i cancelli, il giorno di Natale, quasi un minuto, girandosi, potrebbe innescare chissà il rumore del mare, sfarfallando facendosi cullare quale confisione. dal vento, turbinando a il sorriso Eppure, ogni tanto, ce lo spirale fino a toccare terra. di un bimbo, la voce Uno spazzino, che assistette fanno fare. Io, penso che andrò a Vienna: mi piace, mi di mia moglie che, alla scena, giurò, rischiando è sempre piaciuta Incontrerò di farsi prendere per matto, in macchina mi tanta gente che mi crederà che sentì perfino un profondo diceva: Vai piano un turista forse anche sospiro uscire da quella qualche messinese che, foglia... Che interpretazione... tornando dirà: - Sapete che a Vienna ho O come Vittorio Gassmann che spesso, incontrato uno che assomigliava... con la sua voce, "doppia" il temporale, e Lo sapevate che qui in Paradiso ci sono certe volte, se non lo fermano, è capace un sacco d"artisti? di creare qualche nubifragio... Tutti gli artisti vanno in Paradiso! Ogni attore quassù ha la sua specialita. Il Paradiso ne è pieno ne è pieno, di tutte Si dice che Loie Fuller, la famosa le specie: pittori, scultori, attori, danzatrice francese dei primi anni del musicisti ed anche clown e giocolieri... è secolo scorso, celebre per le sue danze vero, dovete credermi, è proprio così! piene di veli svolazzanti, abbia avuto Lo sanno tutti, per esempio, che i pittori, spesso l’incarico di eseguire la schiuma in Paradiso, sono utilizzati per dipingere del mare in tempesta della Bretagna... la natura, chessò io, fiori frutta o foglie. Prevert lo sapeva benissimo: "Barbara, Io voglio mettermi in nota per colorare ricordi il mare di Brest, con le onde un tramonto, ma non uno di quei cattive come il mare, quando il mare è tramonti che possono dipingere tutti: cattivo...". tramonti rossi, arancione, io vorrei Siete più distesi? Spero che tutto quello che vi abbia detto sia servito a distrarvi da questa "triste cerimonia". Smettiamola, però, con questi luoghi comuni: in questo triste giorno, il nostro caro estinto, l'anima benedetta, e cose del genere... mettetevi bene in testa, ve l'ho detto, che qui si sta benissimo. E' un posto bellissimo, si arriva subito, non abbiamo bagagli, ci serve solo una camicia lunga che ci dura una vita... che dico: un'eternità! Beh! Certo che andar via dispiace, ma guardiamo il lato positivo; qualcuno cui non ero simpatico dirà: - Finalmente! -. Qualche altro che, ad esempio, mi doveva dare dei soldi dirà: - Meno male. Non parliamo poi dei vari: Poveraccio, prò, in fondo era vecchio, è la vita, che ci possiamo fare, tutto sommato ha fatto una vita.... Alt!.. Questo lo devo dire io. Ho avuto una vita vissuta intensamente. Non mi sono mai fermato, ho fatto un sacco di cose, ma soprattutto ho voluto bene e cercato di dare qualcosa a tutti, non ho odiato nessuno e, tantomeno, ho serbato rancore. Preferisco essere rioordato come un "babbazzu" che come un vendicativo. Ho subìto ingiustizie e angherie, alle quali ho risposto con un sorriso perdonando tutti (e questo lo sapete). Se avessi, anche non volendo, fatto del male a qualcuno, chiedo umilmente scusa. Ora non mi resta altro che correre per i "pascoli del Cielo". Questa figura retorica, è spesso usata per descrivere tutto quello che in questo momento ho attorno a me... Fra poco sarò chiamato all'appello Celeste. Ma sapete che vi dico, credo che “ ” centonove pagina 17 11 Dicembre 2014 non mi presenterò subito, dirò che non ho sentito, così mi godrò ancora un po' di questo "pre Paradiso", cercando di farla franca e poter fare così un salto fin laggiù... a meno che il solito qualcuno, incontrandomi, dicesse: - Ma chistu da capu cca è?... non avia murutu? -. Adesso devo andar via. Della terra mi mancherà l'aurora, il giorno di Natale, i primi giorni di Giugno con il profumo dei tigli, il rumore del mare, il sorriso di un bimbo, l'abbaiare lontano di un cane nella notte, la voce di mia moglie che, in macchina mi diceva Sempre: - Vai piano, non correre, guarda a destra, metti la freccia... hai chiuso il gas, e la porta di casa?... con quante mandate?...-. Mi mancheranno i miei figli, i miei nipoti e infine: voi, i miei amici che ho amato e incontrato sempre con gioia e ai quali ogni volta ho cercato di strappare un sorriso con una battuta... A proposito. Due frigoriferi s'incontrano e uno, che ha fretta fa all'altro: - Dai, sbrinati Ora devo proprio andare, stanno per chiamarmi: non si possono raccontare tante bugie in Paradiso... Ciao a tutti... vi voglio bene... E' stato detto: "Non puoi morire fino a quondo avrai una bella storia da raccontare, e ci sarà qualcuno che ti ascolta”... Io oggi, la mia piccola storia, l'ho raccontata a Voi... così, posso continuare a vivere... e ad amarvi!.. Scusate, dimenticavo, ma venendo qui l’avete chiuso il gas? e la porta di casa? con quante mandate?... Ciaoooo... 11 Dicembre 2014 sicilia SCUOLE. L’allarme a Messina sull’accorpamento dei due licei. Ma i numeri non consentono l’unione. Tanto che... Maurolico-La Farina il matrimonio non s’ha da fare Mentre si aspetta l’ispezione regionale per i contrasti tra studenti e preside, occorre avviare le richieste alla Regione per ottenere i nuovi “indirizzi” scientifico e linguistico. Da qui passa la salvezza di un istituto glorioso che ha toccato il minimo storico di prime classi. Ma i tempi sono contati DI ANDREA SMITH MESSINA. Da sempre diminuzione o incremento delle iscrizioni scolastiche è stata anche una questione di “moda”, oltreché la conseguenza della situazione economica-occupazionale del paese. C’è stata la riduzione della domanda nei licei a favore degli istituti tecnici nel periodo in cui sono entrati in ordinamento gli indirizzi per l’informatica e i licei hanno recuperato grazie all’avvio e al proliferarsi delle sperimentazioni del “Piano Nazionale per l’Informatica”. EXPLOIT TURISTICO. Nell’istruzione professionale, mentre la stragrande maggioranza degli indirizzi riusciva a stento a “tenersi a galla”, gli istituti alberghieri hanno avuto costanti incrementi, ben sopra le aspettative. Le oscillazioni delle iscrizioni hanno effetto sugli organici, con disagevoli operazioni di mobilità d’ufficio per docenti e personale di segreteria, da un lato, e disponibilità di posti per le immissioni in ruolo, dall’altro. Dal 2001, però, con il riconoscimento dell’autonomia scolastica – l’archiviazione della figura del preside e del segretario e l’istituzione del dirigente scolastico e del Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi, l’attribuzione della personalità giuridica a tutte le scuole, anche Dirigente e Direttore rischiano perché le scuole con meno di 600 alunni non possono avere un dirigente titolare e non possono avere in esclusiva un Dsga. Le scuole perdono l’autonomia e vengono coinvolte nel piano regionale di dimensionamento con operazioni di accorpamento ad altri istituti, fusioni o riorganizzazione delle sedi associate. LICEI E CONTESTAZIONI. E forse per la sussurrata possibilità di accorpamento al vicino liceo classico “La Farina” che gli studenti del liceo classico “Maurolico” di Messina hanno messo in atto una contestazione, sfociata poi nell’occupazione della scuola, nei confronti della dirigente alla quale addebitano, tra le cause della riduzione delle iscrizioni, l’assenza di una metodologia di incentivo alle iscrizioni e della veicolazione all’esterno della qualità progettuale della scuola. Al problema iscrizioni i ragazzi, che escludono si sia trattato della solita occupazione pre-natalizia, aggiungono anche altre importanti motivazioni, quali mancanza di un dialogo con la dirigenza e la possibilità di gestire attività condivise aggiuntive a quelle curriculari - per i quali, ottenuto dalla dirigente Crieleison la sottoscrizione del documento predisposto, hanno posto fine all’occupazione – e la presenza a scuola del dirigente. Su questi e altri rilievi si attende l’esito della richiesta di ispezione avanzata dalla FLCgil al direttore regionale Luisa Altomonte. AUTONOMIA VO’ CERCANDO. È il caso però di attenzionare la reazione degli studenti volta alla difesa, al rilancio e al mantenimento dell’autonomia di uno dei più prestigiosi licei di Messina. È da apprezzare per l’attaccamento all’istituto, ma non può essere spiegata sotto il profilo dell’attendibilità, visto che la possibilità reale a breve scadenza di un accorpamento col vicino liceo classico “La Farina” non è prevedibile. Per diversi motivi. Al momento non risulta attivato nessun tavolo tecnico regionale o provinciale da parte dell’Assessorato regionale per dar luogo alle operazioni preparatorie di un piano di dimensionamento. Pertanto, tenuto conto dei tempi tecnici necessari per il completamento della procedura e delle scadenze correlate a quella della mobilità per la quale a livello centrale è già stata sottoscritta con le organizzazioni sindacali la pre-intesa -, per il 2015-2016 non ci sarebbero gli spazi per un nuovo piano di razionalizzazione della rete scolastica. Il liceo “La Farina” è una sede associata dell’Istituto di Istruzione Superiore (IIS) “La Farina-Basile”, che ha come altra sede associata l’istituto d’arte “Basile” di Messina e totalizza nel complesso 1.003 studenti (dato ufficiale dalla tabella dell’Usr per la complessità delle fasce di appartenenza). ASSOCIATI CON SPADAFORA. Il liceo “Maurolico” non è una scuola autonoma bensì una sede associata dell’Iis “Maurolico”, che ha come altra sede associata il liceo scientifico “Galilei” di Spadafora e accoglie complessivamente 907 studenti. Un numero superiore del 50% rispetto a quello minimo di 600 alunni per il mantenimento dell’autonomia e l’assegnazione di un dirigente scolastico e DSGA titolari. Quindi, considerato che il numero ottimale oltre il quale è opportuno lo sdoppiamento è di 1.500 studenti, non appare possibile la fusione o l’accorpamento tra i due Istituti. Analogamente impercorribile appare l’ipotesi di una fusione tra i due licei classici cittadini, dando luogo ad una nuova entità scolastica, perché tra le restanti appendici dei due IIS, scientifico “Galilei e arte “Basile”, nessuno ha i requisiti per ottenere la personalità giuridica e l’autonomia. Si dovrebbe effettuare un ulteriore intervento riorganizzativo. “Cui protest?” Manca un reale motivo per razionalizzare un istituto che ha i requisiti per mantenere L’ingresso del liceo Maurolico l’autonomia ed è inserito nella seconda delle fasce di complessità delle funzioni dirigenziali, così come l’IIS “La FarinaBasile”, il liceo “Seguenza”, l’ITE “Jaci o il liceo scientifico “Archimede” di Messina. Certo non ci si può cullare e non è possibile stare con le mani in mano, perché se continua questo trend di iscrizioni è logico che il liceo “Maurolico” tra quattro anni rischia di chiusure. NON PASSA LO STRANIERO. Al momento l’unico rischio concreto che PROGETTI E M5Stelle pensa ai corsi di specializzazione PALERMO. Una mozione parlamentare che impegni il governo regionale a stipulare convenzioni con le scuole di secondo grado per realizzare corsi di specializzazione. Questa una delle proposte al vaglio del gruppo parlamentare all’Ars del Movimento 5 Stelle, che attende di essere tradotta in un concreto impegno da sottoporre a Parlamento ed esecutivo regionale. Un modo per sfruttare strutture e servizi di cui le scuole secondarie sono provviste, per effettuare attività didattiche e laboratoriali. La situazione economica attuale scoraggia l’investimento da parte delle famiglie in corsi di specializzazione a pagamento (nonostante sia proprio l’istruzione specialistica quella che ci può aiutare a superare la crisi economica attuale). Si potrebbe creare una sinergia virtuosa, ed i corsi possono essere inseriti nel Pof della scuola e frequentati anche da studenti dell’istituto ospitante. centonove pagina 18 sicilia PATTI. Si celebra l’anniversario del ginnasio 11 Dicembre 2014 portò alla sua costituzione, soprattutto per ragioni economiche, del quale resta traccia nella lettera che il Provveditore agli studi Pisanò inviò, nell’Agosto del 1935, al Podestà di Patti :”E’ intenzione dell’On. Ministro corre è quello di dovere ospitare il dell’Educazione Nazionale di procedere prossimo anno scolastico – vista la alla creazione di un R. Liceo classico in disponibilità di locali inutilizzati e non cotesto Comune a decorrere dal 16 sarebbe una novità-, magari nell’ala che fu Ospitato fin dagli anni ‘50 nel convento San Francesco, Settembre p.v. che unito al R. Ginnasio la sede dell’IPC “Antonello” e che è servita divenne meta agognata durante il fascismo. La sua storia già esistente costituirà unico istituto. Il anche per le necessità dell’istituto provvedimento è “Bisazza”, classi del liceo scientifico DI BENITO BISAGNI condizionato all’assunzione “Seguenza” che non trovano capienza da parte di cotesto Comune nella sede di Via Sant’ Agostino. Questa degli oneri stabiliti dalle PATTI. E’ un “giovanotto” che ha quasi possibilità è riconducibile al piano di normali disposizioni di legge, la stessa età dell’Italia unita e continua risparmi del commissario della provincia a riguardo dei locali e ad impartire, da ben 150 anni, le prime Filippo Romano per fitti di locali privati ad dell’arredamento. Voglia la sudate nozioni di grammatica greca e uso aule scolastiche. E qui è legittima la S.V. comunicarmi, a giro di latina ad imberbi studenti intimoriti e domanda: perché classi di liceo scientifico posta, se è disposta ad talvolta frastornati dall’approccio con del “Seguenza” devono funzionare nei assumere gli oneri suddetti”. nuove lingue portatrici di valori classici locali del “Maurolico”, quando poteva Il resto è storia più recente e mai tramontati. Il Ginnasio di Patti, per essere opportuno l’accoglimento a livello maggiormente nota: il l’appunto, spegne nel 2014 regionale della richiesta del “Maurolico” trasferimento negli attuali centocinquanta candeline, da quando dell’istituzione nella sede del classico locali di Via Trieste, fu istituito nel lontano 1864, dopo che dell’indirizzo scientifico? Ma di richiesta l’istituzione e il successivo il Regno d’Italia, per evidenti motivi negata ce n’è stata un’altra, quella del accorpamento in un unico politico-istituzionali, non intese linguistico. Due opportunità, dunque, che istituto del Liceo Scientifico al riconoscere gli studi del Seminario probabilmente verificate sul campo Liceo Classico, l’ormai vescovile e avviò, di contro, un avrebbero potuto offrire nuove tradizionale appuntamento di massiccio programma di fondazione di opportunità di sviluppo. “Tindari teatro giovani”, scuole ginnasiali e liceali di indirizzo CIRCOLARE DELLA REGIONE. Ma tutto “competizione teatrale” che laico. Queste avrebbero dovuto non è perso perché il 6 novembre scorso la richiama scuole ed artisti di costituire l’ossatura del nuovo direzione regionale ha rimesso alle scuole tutto il Meridione e non solo. impianto nel settore dell’istruzione siciliane la circolare dell’Assessorato Com’è naturale pensare, il dello Stato italiano, ancora in via di regionale dell’Istruzione e della prestigio di questa grande formazione e strutturazione, dopo la Formazione Professionale, n.22 del 5 Il Regio Decreto, sempre del 1935, con cui viene scuola non deriva certo da proclamazione dell’Unità d’Italia del novembre 2014, che riguarda nuove istituito il Liceo classico. questioni “anagrafiche”. 1861. istituzioni di indirizzi di studio. Il dirigente Nell’arco di questi Il Regio Ginnasio, ospitato fino agli del Maurolico, se non l’ha già fatto, può centocinquant’anni di storia che si anni ’50 presso il Convento San lo stesso Ginnasio pattese ospitò alcuni rinnovare e aggiornare le richieste di pongono nei più ampi scenari di Francesco, divenne rapidamente, un studenti provenienti dal capoluogo e istituzione di nuovi indirizzi, tenendo epoche pullulanti alternativamente di punto nevralgico per gli studenti del rimasti privi delle proprie scuole di conto che nella circolare firmata dal eventi avversi e drammatici e di territorio circostante. Nel frattempo, appartenenza; nemmeno il primo girigente generale Gianni Silvia viene momenti di rinascita e fermento, il l’ascesa delle istituzioni ginnasiali in conflitto mondiale impedì un precisato, tra l’altro, che “le richieste Ginnasio ed il Liceo classico di Patti tutta la Penisola fu progressiva; a pressoché regolare svolgimento delle dovranno rispettare vocazioni culturali, hanno visto avvicendarsi illustri macchia d’olio sorsero Regi Ginnasi che attività scolastiche. produttive, formative ed occupazionali docenti, umanisti di prim’ordine e seppero resistere all’avanzata delle Fu durante il Fascismo che il Regio espresse dal territorio di riferimento delle studenti che, anche grazie alle basi correnti positivistiche che ponevano a Ginnasio di Patti iniziò ad accrescere la scuole e al contempo garantire l’esercizio culturali e valoriali fornite da questa loro fulcro il sapere scientifico, propria fama di scuola di prestigio e fu del diritto di scelta degli studenti e delle ormai storica istituzione, hanno relegando generalmente in secondo eletta a meta agognata da tanti famiglie”. Ma bisogna agire con urgenza in raggiunto traguardi altissimi in svariati piano la cultura di stampo umanistico. giovani desiderosi di confrontarsi con quanto le richieste documentate dei settori, nomi e storie di cui la scuola e Il Regio Ginnasio di Patti beneficiò in Omero, con gli storici Tucidide ed dirigenti scolastici, dopo l’acquisizione del chi l’ha resa grande giustamente e quegli anni di una vigorosa espansione Erodoto, con i retori latini Catone e parere del Consiglio Scolastico Provinciale senza eccessive vanterie si fregiano. didattica e numerica in termini di Cicerone, con i versi e le rime dei e l’apposizione di quello del dirigente Per questo e tanti altri motivi hanno alunni, incrementando la propria grandi autori italiani, con i maggiori dell’ufficio Territoriale verranno inviate da avuto inizio, il 6 Dicembre scorso, le sostanziale centralità dopo che Messina filosofi della scena europea. La Riforma questi al Dipartimento Istruzione e celebrazioni per questo così fu investita dal tragico evento del Gentile, favorevole all’istruzione di Formazione di Palermo entro il 19 importante anniversario e che si terremoto del 1908, a seguito del quale natura classica ed umanistica e frutto, novembre prossimo. protrarranno, sotto la guida della tra le altre cose, dell’avversione Sig.ra Preside Grazia Gullotti Scalisi, per ideologica verso le correnti tutto l’anno scolastico, coinvolgendo positivistiche nutrita dal suo ispiratore, ANOMALIE ex alunni, docenti che si sono mano a il Ministro e filosofo Giovanni Gentile mano succeduti dietro le cattedre del (che condivideva tale visione con Ginnasio e Liceo pattesi, e varie Benedetto Croce) certamente fu personalità del mondo culturale per decisiva in tal senso anche per il festeggiare degnamente questo Ginnasio pattese, che nell’anno PALERMO. Quindici scuole occupate in Emilia Romagna, Lazio e Puglia. Dieci in “ragazzo” ancora così pronto ad scolastico 1932/33 fu intitolato, anche Calabria, nella sola città di Reggio. La Sicilia è decisamente in coda, o quasi: ospitare, sui propri banchi, giovani leve per esigenze dai sentori tipicamente appena dieci le scuole occupate, in egual misura Palermo e Catania, con cinque alle prese con l’alfa e l’omega, con il propagandistici e fortemente, si occupazioni ciascuna. La Regione più popolosa di studenti, la Lombardia, mondo latino, con i grandi sistemi potrebbe dire, patriottici, all’allora Re “vanta” appena quattro istituti occupati. Ed il Piemonte solo tre occupazioni. filosofici e i grandi sforzi da compiere d’Italia in carica, Vittorio Emanuele III L’Abruzzo svetta, ben otto, un numero alto se si tiene conto della popolazione per misurarsi con i giganti della cultura (al quale ancora oggi rimane studentesca. La Puglia come la Sicilia, ospita in due città, Bari e Brindisi, le umanistica. intitolato). “rivolte” studentesche. Reggio Calabria sopravanza qualunque altra grande La svolta vera e propria si ebbe nel città italiana con le sue dici scuole occupato. Ciò che emerge con chiarezza, in 1935, anno in cui fu istituito il Regio Sicilia ed altrove, è che le proteste più virulente nascono, e si mantengono, nelle Liceo Classico con un Regio Decreto del grandi città: Palermo e Catania, nell’Isola, non altrove. L’eccezione è Messina. 12 Settembre. Non del tutto privo di Nesun contagio reggino nella città dello Stretto. ostacoli deve essere stato l’iter che 150 anni e non sentirli Scuole occupate solo nelle grandi città centonove pagina 19 11 Dicembre 2014 sicilia Conferenza stampa presentazione Vigile Civico (da sinistra Libero Gioveni Daniele, Santi Zuccarello, Calogero Ferlisi, Marco Bellantone, Fabio Puglisi e Cristina Puglisi Rossitto INIZIATIVE. Presentato al Comune di Messina il progetto di "Stai con noi" Mio nonno? Fa il vigile Rivolto ai pensionati tra i 60 e i 75 anni per la sicurezza davanti alle scuole l'idea della neonata associazione di volontari. Che punta al "bello" della città, passando dall'educazione civica DI MARIA TIZIANA SIDOTI MESSINA. All'uscita da scuola tra i genitori in attesa e l'entusiasmo dei bimbi in corsa alla fine di una giornata di lezioni, gli alunni vedranno un'altra figura nella città di Messina: è quella del vigile civico. Che con segnali e palette contribuirà alla sicurezza dei piccoli cittadini in grembiule e cartella. È la nuova iniziativa, presentata il 5 dicembre scorso nella Sala Ovale di Palazzo Zanca, dalla neonata associazione messinese "Stai con noi" con il presidente Cristina Puglisi Rossitto, il portavoce Fabio Puglisi, e con Marco Bellantone, in conferenza stampa alla presenza di Calogero Ferlisi, comandante della Polizia Municipale, e dei consiglieri comunali Daniele Santi Zuccarello, Libero Gioveni e Daniela Faranda che hanno sposato il progetto al pari del presidente di IV Circoscrizione Francesco Palano Quero, assente alla presentazione. «La nostra è un'associazione di volontariato sociale e civico senza scopo di lucro: la distinzione è importante, perchè quando si parla di volontariato in genere si pensa ai bisognosi, mentre noi intendiamo anche curare l'aspetto civico, perchè per migliorare la vivibilità di una città, bisogna passare dall'educazione civica», spiega, reduce dalla conferenza la presidente di "Stai con noi", Cristina Puglisi Rossitto. Che seguita: «Abbiamo organizzato diverse iniziative come la "multa civica" e da questa, da un fogliettino sul parabrezza delle macchine, siamo arrivati al "vigile civico", strettamente collegato, perchè è importante manifestare il nostro disappunto, però il fogliettino della multa civica può essere anche gettato via e buttato a terra dal destinatario, innescando un altro comportamento non civico, mentre il vigile civico ha portato ad un protocollo d'intesa con il Comune». Ci sarà un corso di formazione tenuto dal Comando di Polizia Municipale che poi organizzerà anche il servizio davanti alle scuole, preceduto da una prova di selezione psico-attitudinale con un test. «Il vigile civico non solo dovrà essere in buona forma fisica ma ci sarà un colloquio con un tecnico-psicologo: è una figura importantissima, perchè avrà a che fare con i minori. L'associazione provvederà a farsi carico dell'assicurazione per il vigile civico per eventuali danni a terzi», riprende la presidente. Che dice: «Il nostro intento principale è quello di rivolgerci agli anziani tra i 60 e i 75 anni: un tempo il pensionato era fonte di saggezza, ora non è più considerato. Sarebbe bello riscoprire così i vecchi rapporti sociali, e coinvolgere i pensionati in un'attività che li reinserirebbe nel sociale. Già ci sono i primi 2 volontari, 2 ex carabinieri ma noi puntiamo a coinvolgere soprattutto chi non lo faceva già di mestiere per coinvolgere tutti nel contributo all'educazione civica. Ci si può candidare, scrivendo a [email protected]. In realtà non lo abbiamo inventato noi: in Italia c'è il nonno vigile ma ci piace il nome civico per rimarchiare questo aspetto. Il progetto partirà ad anno nuovo, per i tempi di selezione dipende dalla risposta». Ed anticipa: «Abbiamo un gruppo di genitori anche per un prossimo obiettivo per le deiezioni canine: il senso del tutto è che ognuno deve fare la sua parte, fermo restando che stiamo progettando inziative anche più complesse, come la proposta di un'isola pedonale o di un piano regolatore, che richiedono studio e per questo abbiamo competenze, ingegneri, architetti che se ne sono occupati. A noi non interessa cosa non funziona ma studiamo per proporre, cercando di trovare il modo di sapersi proporre, senza pregiudizi nè critiche inutili. Le inziative come "multa civica" o "vigile civico" sono più leggere per portare un messaggio socio-civico, abbracciando tutta la cittadinanza, anche chi non si occupa di viabilità o commercio». E tra i progetti di "Stai con noi", associazione nata dagli stessi fondatori de "Gli invisibili", lo "Shopping Tour", attivo fino al 31 dicembre. Ed ancora interventi di pulizia. «Se abitui il cittadino al pulito, il cittadino non butterà il rifiuto a terra, certo ci sarà sempre l'incivile. È al contrario, se vive in un posto brutto. Il nostro obiettivo è portare il bello che c'è in città», conclude la Puglisi Rossitto. OCCASIONI SPRECATE Volontariato per shopping UN BUS GRATIS PER GLI ACQUISTI DEI CROCERISTI. FINO AL 31 DICEMBRE MESSINA. Nonostante sia appena nata l'associazione "Stai con noi", ha già lanciato diverse iniziative. Tra queste "Shopping Tour" per i croceristi in aiuto ai commercianti messinesi. «All'uscita del teminal croceristico con un nostro operatore c'è anche un bus "Puleo Viaggi": il turista paga il biglietto per fare il giro turistico, poi lo stesso bus lo porta gratuitamente per lo shopping a piazza Cairoli, e poi lo riprende per riportarlo al terminal. C'è una hostess che accoglie il turista: ci informiamo sulle lingue a bordo delle navi. L'obiettivo è far crescere nel turista l'idea "dove posso andare per lo shopping?"», spiega la presidente dell'associazione Cristina Puglisi Rossitto. Che precisa: «Nasce da uno studio del direttore del terminal Luca Blandina che ha ideato il progetto: diminuendo il budget, il turista concentra le escursioni per le grandi città, ed è così aumentato dal 20% al 60% chi, sceso dalla nave, resta in città a Messina con un budget di spesa di 60-100 euro per lo shopping. Abbiamo trovato massima disponibilità nei commercianti, forse perchè non rappresentiamo nessuno in particolare e non intendiamo favorire qualcuno in particolare. Sarà attivo fino al 31 dicembre, poi saranno i commercianti a continuare. (M.T.S.) centonove pagina 20 Il presidente Cristina Puglisi Rossitto e il portavoce Fabio Puglisi economia VERTENZE. Lo storico brand di biancheria per la casa di lusso dà l’addio alla Sicilia Chiudiamo in... Frette La nuova politica commerciale taglia oltre venti punti vendita. L’isola colpita duramente. L’amarezza di un lavoratore: «Natale in cassa integrazione o mobilità. Triste dopo 37 anni finire così...» DI MARIA TIZIANA SIDOTI PALERMO. I numeri già in principio erano da far tremare i polsi: 5 su 5 in Sicilia, 24 su oltre 30 in Italia ossia punti vendita da chiudere. 17 lavoratori nell'isola, 84 su 220 in tutto il Paese in esubero in licenziamento collettivo da mandare a casa. Queste le cifre calcolate per la sua nuova strategia aziendale di rimodulazione e dimensionamento nel Bel Paese dalla Frette Srl, dal 1860 marchio storico con quartier generale a Monza nella produzione e commercializzazione della biancheria per la casa di lusso con 9 negozi negli USA, 25 in Asia e numerosissimi in tutto il mondo. Che pare puntare a fronte della crisi e di un trend negativo verso un mercato di clienti dallo shopping "luxury", abbandonando il maggior numero delle "piazze" d'Italia, e tra queste la Sicilia, per concentrarsi in pochi store esclusivi e l'e-commerce. Un nuovo piano che ha aperto da ottobre un tavolo di confronto con le segreterie sindacali nazionali di categoria. I NEGOZI SICILIANI. Nell'isola Frette, che tra i primi clienti ebbe la regina Margherita di Savoia ed oltre 500 dinastie nobili d'Europa, fu prima azienda tessile ad aprire negozi di proprietà e a lanciare cataloghi di vendita per corrispondenza, ha attualmente 5 punti vendita: un outlet ad Agira nell'ennese in Contrada Mandre Bianche, ed un altro a Carini nel palermitano sulla Statale 113, un Frette At Home a Messina, e 2 a Palermo, mentre quello a San Giovanni La Punta nel catanese in via Cristoforo Colombo è già chiuso. QUI PALERMO. Nel capoluogo siciliano i negozi sono in via Ruggero Settimo, non lontano dal Teatro Massimo, ed in via della Libertà, oltre all'outlet di Carini. «La vertenza è nazionale e viene seguita dalle varie strutture territoriali, coordinate per la Uno dei tanti negozie di Frette sparsi in tutta Italia Sicilia dal segretario generale Filcams Cgil Sicilia, Salvo Leonardi - spiega Giovanni Amato, membro nel coordinamento provinciale segreteria Filcams Cgil Palermo - Sono stato io ad informare i lavoratori a Palermo che non avevano ricevuto ancora la comunicazione dall'azienda: confermo che in esubero sono 5 più 3 nei due negozi di Palermo, oltre a quelli di Carini». «Un altro duro colpo per la città». QUI MESSINA. «Sono responsabile del negozio di Messina da 22 anni e da 37 anni lavoro per Frette. E dopo 37 anni finisce così», parla senza nascondere l'amarezza Raffaele Acunzo, direttore del Frette At Home di via Garibaldi. Che racconta: «Il negozio qui c'è dal 1950: un palazzo storico con le cariatidi rimodificato in un palazzo "moderno", dove la filiale è stata ricollocata da Frette, che, già prima proprietaria, poi ha stabilito di vendere come tutti gli immobili degli altri negozi». E Acunzo, mentre continua a lavorare con garbo e professionalità insieme alle 2 collaboratrici, seguita: «Non ce l'aspettavamo: abbiamo avuto notizie certe dall'uscita di un articolo l'8 ottobre 2014. L'azienda non ci aveva dato nessuna comunicazione, solo ai sindacati lo aveva comunicato». La Frette, dal 1999 non più in mano agli eredi dei fondatori, ceduta prima alla società finanziaria Fin. Part, e nel 2006 venduta a JH Partners, un fondo d'investimento di San Francisco, specializzato in investimenti in aziende di prodotti di consumo e servizi, che nel luglio 2014 ha lasciato la quota di AMARCORD Quando c’erano i magazzini Piccolo MESSINA. Mentre il Frette da sempre in via Garibaldi a Messina ha puntato sulla vendita di biancheria di lusso per acquirenti con un budget alto nello spirito dei fondatori, Edmond Frette, Alexandre Payre e Charles Chabou, per articoli più alla portata di tasca c'erano i magazzini Piccolo. Che nei 2 store di piazza della Repubblica alla Stazione Centrale e del viale S. Martino quasi di fronte la Dogana, oltre ad abbigliamento e confezioni, vendevano biancheria intima e per la casa e corredi. Ma hanno da tempo abbassato le saracinesche per riaprirle l'uno come Bingo e Sala Giochi della R. & S. Srl, l'altro come "Athena Gallery", 20 negozi con anche intimo, biancheria-casa e complementi d'arredo, che però dopo il lancio di selezione per 80 nel 2012 e l'apertura ha già chiuso i battenti. Poi con settori dedicati c'erano anche i magazzini Upim sul viale San Martino e la Standa a piazza Cairoli, entrambi di fascia media, che hanno seguito le sorti delle aziende omonime: l'Upim, per 80 anni nell'orbita de "La Rinascente, dal 2010 è del Gruppo Coin, che tra OVS e Coin al negozio di Messina dà l'insegna Coin; anche la Standa nella parte non alimentare dal 1998 passa al Gruppo Coin che per lo store messinese sceglie l'insegna OVS. Mentre resistono alcuni come Sergi-Ricami Corredi, anche a Reggio, oltre che a Messina, nel tempo a chiudere altri "storici" messinesi dell'abbigliamento Rotino, Carifi, Rinciari, Siracusano, Casa del Ricamo Briguglio... (M.T.S.) centonove pagina 21 11 Dicembre 2014 maggioranza di Frette a Change Capital Partners, nel 2013 ha lanciato Frette At Home. «Frette At Home ci ha rovinato: gli investimenti sono stati fallimentari», dice Acunzo con la sua esperienza di quasi 40 anni. E rivela il direttore del punto messinese: «La vertenza ha coinvolto i sindacati in varie riunioni con l'azienda tra ottobre e novembre. Nell'ultima del 24 novembre le decisioni finali: chiedere di scegliere tra mobilità esterna con alcuna possibilità di alternarsi del personale sospeso, e cassa integrazione speciale, ai lavoratori che devono decidere entro il 10 dicembre». «Grazie alla signora Fornero devo aspettare altri 5 anni per la pensione: prima della riforma ci sarei andato a marzo 2015, ora a marzo 2020. Significa che dovrò coprire da solo 5 anni di contributi: alla mia età non c'è possibilità di ricollocazione, l'esperienza di 37 anni non conta. Ma il problema è anche per i più giovani», seguita amareggiato Acunzo. Che conclude: «La motivazione principale? L'azienda vuole cambiare politica commerciale a fronte dei risultati negativi negli ultimi 3 anni: un calo di fatturato comunicato ai sindacati. Nell'ultima riunione del 24 si è decisa la chiusura non più di 24 ma di 21 negozi su 30: ossia di quei 24 iniziali a fine anno chiuderanno 21, tra cui Messina, Palermo e Carini, mentre restano aperti 3 outlet, Agira in Sicilia, Marcianise e Noventa di Piave per smaltire la merce che resterà, l'At Home San Giovanni La Punta catanese ha chiuso già a giugno 2014». 11 Dicembre 2014 economia Panoramica dell’area dell’Expo 2015 di Milano. La freccia indica lo spazio dedicato al “cluster biomediterraneo” capeggiato dalla Sicilia INCHIESTA. La Sicilia capofila dell’area biomediterranea. Ecco cosa comporterà Expo 2015, l’isola si prepara Tre milioni di euro per la partecipazione come prima regione partner ufficiale della manifestazione di Milano che partirà a maggio. Mille adesioni al vaglio di una commissione. Per fare “vetrina” DI ALESSIO CASPANELLO PALERMO. E’ stata la prima regione italiana ad essere partner ufficiale di Expo Milano 2015 e guiderà il Cluster Bio-Mediterraneo, una vasta area dedicata interamente al tema della biodiversità e quindi alla Dieta Mediterranea che accomunerà 12 Paesi. La Sicilia vuole scommettere forte sull’esposizione mondiale meneghina che inizierà a maggio (e si concluderà il 31 ottobre 2015): a fine settembre è stata siglata la convenzione tra la Regione ed Expo con la quale la Sicilia coordinerà le attività dell’area comune del Cluster Bio-Mediterraneo - Salute, bellezza e armonia e il calendario di eventi del Cluster per il semestre dell’evento. Presenti alla firma Nino Caleca, assessore all’Agricoltura di Regione Sicilia, Stefano Gatti, responsabile del progetto Cluster per Expo Milano 2015 e Dario Cartabellotta, responsabile del Cluster BioMediterraneo per la Regione Sicilia e Dirigente Generale del Dipartimento Regionale della Pesca Mediterranea della Regione Sicilia. Cosa ci sarà all’interno del padiglione? SICILIA IN BELLA VISTA. L’area del Cluster è 7.304 mq di cui 2.625 mq per i padiglioni dei paesi mediterranei e 4.679 per le attività comuni coordinate dalla Sicilia, all’interno della quale sono presenti 2 aree ristorazione con complessivi 260 posti a sedere, 1 winebar, 1 forno e 1 palco con megaschermo (5.76 m x 3.36 m). Chi andrà a rappresentare la Sicilia a Milano? L’Assessorato all’Agricoltura ha pubblicato, il 6 novembre, un avviso pubblico per la presentazione di adesioni e progetti, completo di tariffario. Il 28 novembre è stata pubblicata la proroga, fino al 15 dicembre, dei termini di presentazione della adesione alla manifestazione di interesse “per collaborare alla realizzazione del cluster biomediterraneo”, che era stato originariamente pubblicato ad inizio novembre e la cui scadenza era prevista per il 30 novembre. LA CARICA DEI MILLE. le graduatorie non sono ancora state approvate, se ne parlerà dopo il 15, alla scadenza del bando, e dopo l’esame dei requisiti da parte della commissione”, informano dall’assessorato all’Agricoltura. Quello che è trapelato, però, è che l’occasione è ghiotta per parecchi degli addetti al settore: ad una settimana dalla chiusura delle domande, all’assessorato pare siano arrivate un migliaio circa di richieste da parte di imprese, ma anche comuni, scuole e Gal. Da parte di chi? “Dopo la pubblicazioni delle graduatorie”, è la risposta. Perchè le indicazioni di Cartabellotta sono chiare: prima di portare qualcuno a Milano, una commissione dovrà valutare la tracciabilità dei flussi finanziari, la rispondenza alla guida per i controlli antimafia ed il rispetto del protocollo di legalità sottoscritto a febbraio del 2012 tra Expo 2015 e la Prefettura di Milano. MESSINA SI ATTREZZA. CHi farà sicuramente parte della spedizione meneghina sarà l’istituto alberghiero Antonello. Per quanto tempo e con che programmi? “Dipende dai finanziamenti e dalle possibilità - ZOOM Da Messina con furore QUALI SARANNO I PRODOTTI LOCALI IN MOSTRA, IN VENDITA E SULLA TAVOLA CHE VERRANNO DA CITTÀ E PROVINCIA MESSINA. Quali sono i prodotti tipici provenienti da Messina che potrebbero essere esposti a Milano? Non molti: di strettamente “messinesi”, la regione Sicilia indica solo il vino Faro Doc, il cui vitigno è coltivato, a dispetto del nome, in zona sud, a santo Stefano, e la cui massima espressione è il pregiato vino dell’azienda vinicola Palari. Poi? Entra in gioco la provincia, che al contrario della città è ricca di prodotti enogastronomici che la Regione ritiene possa “far gola” al milione di visitatori previsti per l’Expo. nelle categorie vini e viti, si fanno largo i Doc Mamertino e Malvasia delle Lipari e le piantagioni Igt di Salina. Tra gli ortaggi, la Regione ha selezionato capperi e cucunci delle isole Eolie, ma anche la patata novella di Messina. Tra i centonove pagina 22 frutti che saranno serviti a tavola nello spazio riservato alla Sicilia si fa largo il limone Interdonato Igp, ma anche le nocciole dei Nebrodi, che i “buyers” internazionali hanno già avuto modi di apprezzare durante l’esposizione di Parigi di maggio scorso, all’interno della quale il prodotto faceva bella mostra nello stand allestito dalla Regione. E derivata dalla nocciola ci sarà anche, nel settore dedicato ai dolciumi, la pasta di nocciola che si produce sui Nebrodi tra Tortorici e Sinagra, affiancata dalla pignolata di Messina, dolce selezionato dall’assessorato all’Agricoltura perchè unica nella Sicilia (e quindi al mondo) così come le “piparelle”, anch’esse presenti nell’elenco. Dove la provincia fa la voce grossa è nei formaggi. Andranno a Milano, infatti, il maiorchino di Novara e la provola dei Nebrodi, e nei salumi, col salame sant’Angelo ed il suino nero dei Nebrodi. Due, infine, le piantagioni che serviranno per il progetto di valorizzazione delle identità dell’ovicoltura siciliana: Ogliarola e nocellara messinese. (A.C.) economia 11 Dicembre 2014 FOCUS spiega il dirigente scolastico Maria Muscherà - anche perchè abbiamo inoltrato la richiesta, ma ancora non sappiamo se il progetto sarà approvato e quale sarà il finanziamento per garantire la permanenza”. Anche sul progetto presentato la preside non si sbilancia più di tanto: “Il progetto si occupa della promozione del territorio, della nostra cultura e tutto ciò che ci connota da un punto di vista alimentare”. L’istituto si presenterà da solo? “Siamo in fase di trattativa con alcuni privati, ma al momento non posso dire di più”. Anche il comune di Messina si sta muovendo: di coordinare gli stand messinesi è stato incaricato il direttore generale Antonio Le Donne, coadiuvato dall’esperto al Turismo Filippo Grasso, nominato esattamente il giorno dopo del conferimento a Le Donne dell’incarico. Non solo: il Cl Cesv Messina ha aderito al programma nazionale a cura di Csvnet, Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, per la selezione di volontari per la manifestazione. Referenti Ennio Marino (componente del Direttivo) e Maria Angela Filocamo. Antonio Le Donne TRE MILIONI DALLA REGIONE. Quanto costerà la manifestazione alla Regione Sicilia? Parecchio. nella convenzione firmata tra la Regione e Expo, l’assessorato all’Agricoltura dichiarava il proprio impegno a riconoscere “nell’ambito del futuro accordo con Expo 2015”, un contributo minimo di tre milioni di euro, nonchè “l’assunzione dell’impegno di spesa secondo le modalità e i termini, e nel rispetto della procedura contabile prevista dalla regione Siciliana”. Tre milioni che, dopo una negoziazione tra l’amministratore delegato di Expo Giuseppe Sala e la Regione, venivano ridotti di centomila euro: da Palermo alle casse della manifestazione transiteranno 2 milioni e 900mila euro. Iva esclusa. E i centomila euro? Sono rientrati dalla finestra: “Per l’acquisizione dei diritti di visibilità del proprio logo istituzionale, di utilizzo del logo/brand Expo 2015, nonchè della presenza e visibilità, fisica e virtuale, nel sito espositivo di Expo Milano 2015, le parti convengono che l’assessorato regionale corrisponda a Expo 2015 l’importo di centomila euro a titolo di corrispettivo”. LE ATTIVITA’. Cosa farà in concreto la Regione? Realizzerà e gestirà l’area mostra del CLuster adibita a mostra, e quella destinata a ristorazione e market. Dovrà poi definire e supervisionare il palinsesto degli eventi che si svolgeranno all’interno dell’area e tirare sù materialmente quattro strutture attrezzate: tre cucine ed una struttura per la vendita al pubblico di prodotti alimentari. TABELLE Stand e progetti, ecco i “contributi di adesione” MESSINA. Nel bando è indicato quale “contributo di adesione”, ed è diviso per categoria. Il tariffario per le aziende che, per esempio, si occupano di produzioni agricole, ittiche ed agroalimentari, comprende una somma, iva esclusa, che va dai 250 euro per le start-up o le imprese con fatturato (media 2012 e 2013) inferiore ai diecimila euro, che raddoppiano arrivando a 500 euro se il fatturato è compreso tra 10mila e centomila euro, e poi via per arrivare ad un contributo da duemila euro per le aziende di fatturato superiore al milione e di 1500 per consorzi di tutela e distretti produttivi. Contributo di adesione anche da parte dei comuni: 1500 euro per quelli con meno di cinquemila abitanti, 2500 euro fino a ventimila abitanti, 5000 euro fino a 40mila , “forfettario” di 7500 euro per tutti gli altri con popolazione superiore ai 40mila. Poi c’è il tariffario per gli operatori turistici, per i ristoratori e per i vettori di trasporto: 250 euro per start-up e fatturati inferiori ai diecimila euro, di mille euro per quelli maggiori di centomila. Per i Gal e Gac (gruppi d’azione locale o costiera), invece, La quota di partecipazione sarà definita in funzione del progetto e del tempo di permanenza nell’area del Cluster. Restano fuori dal tariffario le scuole, gli enti strumentali dell’assessorato all’Agricoltura e tutti i dipartimenti ed enti regionali la cui attività abbia attinenza con l’argomento del cluster, le università e gli enti di ricerca, ma anche chef e cuochi (le cui ricette proposte insieme a quelle proposte da chef e cuochi degli altri paesi partecipanti verranno raccolte in un libro internazionale in italiano ed inglese), e poi “associazioni, fondazioni, persone fisiche e giuridiche, banche”, a patto che la collaborazione riguardi “valorizzazione delle identità territoriali dei prodotti di Sicilia, il circuito di conoscenza del Mediterraneo, supporto scientifico e culturale” e in genere qualsiasi materia abbia attinenza al Cluster. (A.C.) centonove pagina 23 Il Cluster s’affaccia sul Mare nostrum PALERMO. Del Cluster “BioMediterraneo”, oltre alla Sicilia, faranno parte Albania, Algeria, Croazia, Egitto, Grecia, Libano, Libia, Malta, Montenegro, San Marino, Serbia e Tunisia. Si tratta di uno spazio di 7.330 metri quadrati, di cui 1.900 dedicati all’area comune. Il progetto prevede la gestione dell’area ristorazione, delle mostre e del market dei prodotti all’interno dell’area comune. La ristorazione verrà preparata con materie prime siciliane: vino, olio extravergine di oliva, arance rosse, pomodoro Pachino, formaggi, carni, pesce, pane e dolci troneggeranno sulle tavole, ma anche nelle operazioni dei “buyers” internazionali. Perchè un “cluster” sarà capeggiato proprio dalla Sicilia Per la celebrazione della dieta mediterranea, specificità territoriale entrata a far parte della tutela dell’Unesco che le ha riservato il riconoscimento di Patrimonio Immateriale dell’Umanità. 11 Dicembre 2014 economia Francesco Bella LA STORIA. Un macellaio si “fa” meccanico e monta i motori delle 500 sulle moto. Con questi successi Moto, questa sì che è Bella Una passione e tanti riconoscimenti a cominciare dal premio in Germania per il Custombike show. Ora la sua piccola officina di Santa Lucia del Mela si prepara a diventare una vera impresa DI CHIARA VENUTO SANTA LUCIA DEL MELA. L'ultimo successo in ordine di tempo: la giuria del “Custombike-Show 2014”, un evento che si svolge in Germania e ospita costruttori di motociclette provenienti da tutto il mondo, gli ha assegnato, domenica scorsa, il premio per la Best Engineering. 300 costruttori, 800 moto esposte, un giro d'affari da paura, i complimenti arrivati su Facebook da tutto il mondo. Eppure questo ennesimo attestato di bravura e capacità ingegneristica è sembrato nulla rispetto al terzo posto ottenuto a Colonia, sempre in Particolare di una moto Germania, meno di due mesi fa, all'“AMD World Championship of Custom Bike Building”. Sono le ultime conferme professionali per un uomo di cinquantaquattro anni nato e vissuto da sempre a Santa Lucia del Mela. Si chiama Francesco Bella. E Bella è un cognome ben noto in paese perché il suo mestiere, in principio, era rappresentato dalla serena continuità dell'attività familiare: Francesco Bella è infatti un macellaio; o meglio, lo era sino a quando ha dato una prima svolta alla sua vita. Ha iniziato così a maneggiare arnesi da meccanico e sagomatrici per la lamiera quando ha deciso di costruire macchine tritacarni per l'industria alimentare nella sua piccola officina di Santa Lucia del Mela. Poi, un paio di anni fa, quasi per una scommessa, inizia a modificare vecchie moto trasformandole in “Chopper,” “Cafè Racer” e “Special”. Le sue realizzazioni piacciono e probabilmente sino ad un certo punto non portano nulla di nuovo nel panorama motociclistico, anche se tra le prime realizzazioni ce n'è una davvero curiosa: “Un mio amico mi ha portato il motore di un motocarro della Guzzi – racconta Bella – il mitico Ercole che tutti conoscono. La sfida era quella di costruirgli intorno un telaio, un serbatoio, un sellino, insomma trasformare un mulo in un cavallo purosangue. L'ho fatto anche se al momento di testarlo su strada ci siamo accorti che il motore girava al contrario rispetto ai propulsori nati per le motociclette. Un disastro al quale siamo però riusciti a far fronte brillantemente con alcune modifiche tecniche”. Probabilmente è in questa fase che Francesco Bella comprende l'importanza di dare un taglio diverso alla sua nuova attività, avviando “progetti impossibili”. Uno di questi è quello presentato con successo in Germania negli ultimi mesi (la foto della moto è su tutte le riviste specializzate del mondo): si tratta di Fiat 500 abarth premiata domenica scorsa centonove pagina 24 una motocicletta costruita attorno al motore della vecchia Fiat 500 del padre, scomparso poco tempo fa. “Volevo ricordare mio padre, che era stato in gioventù motociclista – continua Francesco Bella – il motore della sua automobile, un bicilindrico raffreddato ad aria, mi è sembrato bellissimo. La ciclistica e gli elementi che gli ho costruito intorno, e che stupiscono gli esperti del settore, sono stati immaginati e realizzati senza uno straccio di disegno, usciti direttamente dalla mia testa”. E siccome è così che lavora Bella, realizzando solo sagome di cartone, che gli servono come guida per modellare il metallo, è facile pensare che quest'uomo, ad un certo punto della sua vita, abbia dato corpo ai suoi sogni e alle sue suggestioni, anche di tipo letterario: la sua moto dal gusto retrò, che ha ricevuto apprezzamenti a livello mondiale, per il design e per le raffinate soluzioni adottate, si chiama “Barunissa”. Dedicata alla storia de “La Baronessa di Carini”, l'omonimo libro che era la sua lettura giovanile preferita, pur considerando che la sua carriera scolastica si è interrotta alle scuole medie per entrare velocemente nel mondo del lavoro familiare. I sogni però prima o poi devono essere monetizzati (i numerosi prototipi realizzati in pochissimi anni sono tutti nel garage di casa) e quindi, nel frattempo, è nata “North Coast Custom”, un'azienda che potrebbe ben presto trasformarsi in qualcosa di molto più corposo di una piccola officina di paese. Del resto Francesco Bella ormai gira il mondo per mostrare i suoi sogni e ha già ricevuto diverse proposte di collaborazione e di lavoro da parte di aziende europee e nordamericane. Ma questa è un'altra storia che probabilmente tra qualche tempo racconteremo, sempre da qui, all'ombra di un antico castello con le torri circolari. economia SVOLTE E RISVOLTI. Il tentativo di “autoriforma” che porta da 9 a 3 gli enti camerali Camere con svista Favorevoli e contrari ad una sforbiciata presentata come un “contributo” siciliano alla spending review che nasconde molte insidie. Conoscerle può farne capire le ragioni DI VINCENZO LOMBARDO MESSINA. Le Camere di Commercio siciliane passeranno da 9 a 3. A deciderlo è stata la Giunta di Unioncamere Sicilia (composta dai vertici dei nove Enti camerali dell’Isola) che, a luglio, ha approvato all’unanimità l’atto di indirizzo che prevede la riorganizzazione delle sedi territoriali. Le funzioni della sede di Messina saranno aggregate a quella di Catania. Secondo Antonello Montante, presidente di Unioncamere Sicilia, la razionalizzazione varata è il contributo siciliano alla “Spending review nazionale”. Il tentativo di autoriforma tende a scongiurare il ben più radicale disegno di eliminazione tout court delle Camere di Commercio in tutto il territorio nazionale avanzato dal premier Renzi. Al primo strepitio di forbici si levano alti e forti le urla di quelli “che tagliare non si può”. “Ci opporremo con tutte le nostre forze per impedire l’ennesimo scippo” afferma il deputato regionale Giuseppe Picciolo. E a seguire sulla stessa lunghezza d’onda tutti i rappresentanti delle categorie che siedono, a vario titolo, nei posti di comando dell’Ente. Non proprio disinteressate le loro grida. Ma cosa sono le Camere di commercio? Secondo l’art. 1 della legge di riordino n°580/93 esse sono un “ente autonomo di diritto pubblico che svolge, nell'ambito della circoscrizione territoriale di competenza, funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese curandone lo sviluppo nell'ambito delle economie locali". Secondo il Presidente del Consiglio sono “un ennesimo inutile carrozzone per sistemare amici e politici trombati”. Basta chiedere a un qualunque imprenditore della città cosa abbia fatto per lo sviluppo del suo lavoro la Camera di commercio per capire quale delle due definizioni sia quella più prossima al suo pensato. A Messina si può star certi che la Camera di Commercio ha fatto molto male. Prova ne è che essa è stata oggetto di inchieste giudiziarie, di perniciosi infeudamenti politici, e base operativa dell’uragano Ascom che ne ha terremotato le stesse fondamenta. Le approfondite ispezioni regionali che hanno fatto seguito ai fatti delittuosi che hanno toccato i gangli dell’Ente non sono servite a ripristinare una situazione di serenità, tant’è che la gestione commissariale è stata sin qui riconfermata. Le competenze delle camere di Camera di Commercio di Messina commercio si riducono sostanzialmente alla tenuta ed all'aggiornamento del registro imprese. Questa attività risulta essere una inutile duplicazione rispetto a quanto già fanno istituzioni come i Comuni e l'Agenzia delle Entrate. Le altre attività (residuali) che le camere di commercio svolgono potrebbero essere affidate ai Comuni, alle Asl, alle Prefetture ed alla stessa Agenzia delle Entrate che possiede già un corposo volume di informazioni riguardanti le aziende, i loro bilanci, i soci delle società e relative variazioni ed ogni altra informazione utile per tutti gli operatori economici. Ciò permetterebbe un risparmio di spesa pubblica molto consistente ed una drastica riduzione degli oneri a carico delle aziende. La principale attività delle Camere di Commercio è quella di drenare contributi alle imprese. Si parte dagli 88 euro annui che sono richiesti alle ditte individuali fino ad arrivare a 40.000 euro che è il massimo contributo, sulla base del fatturato, che viene pagato dalle imprese. E con questi soldi che cosa si fa? Si mantengono schiere di dipendenti per cui la parola produttività è davvero sconosciuta, si pagano sontuose prebende a organi di controllo e di indirizzo, si sprecano i soldi nella maniera più creativa possibile. Secondo gli ultimi dati disponibili, il segretario generale guadagna 120mila euro l’anno; il presidente e il suo vice rispettivamente 3mila246 e 2mila434 euro al mese; i sei componenti della centonove pagina 25 11 Dicembre 2014 giunta 2mila110 euro mensili; per i consiglieri federali solo un gettone per seduta pari a 298 euro; il presidente del collegio dei revisori 1.623 euro, i componenti il collegio 1.136. La razionalizzazione del sistema non fa bene a quanti ci campano su di esso, ma di sicuro fa bene alle imprese che risparmieranno il 50% del contributo annuale. Il vantaggio non sarà uguale per tutti ma direttamente proporzionale all’entità della quota pagata. Ora che il rubinetto dei fondi si chiude, le camere di commercio razionalizzate devono capire in fretta come ristrutturarsi e cosa tagliare. Tra le altre cose, le Camere finanziano anche i confidi che servono alle imprese ad ottenere credito in modo più agevole (l’anno scorso il sistema camerale ha versato ai confidi 85 milioni). Un caso particolare è quello della Sicilia. Qui, in base a una legge regionale, le Camere di commercio pagano anche le pensioni degli ex dipendenti. Che ci azzecca tutto ciò con la promozione e lo sviluppo delle imprese? Niente. Se ci sono delle idee nuove per mantenerle in vita bene. Altrimenti le si chiuda e tanti saluti ai tanti interessati a mantenere un posticino, ben retribuito, di sottogoverno nella governance dell’Ente di Piazza Cavallotti. v.lombar@tiscali .it 11 Dicembre 2014 economia QUI EUROPA. Il progetto Ue antisprechi Grazie ad una nuova app per smartphone Cibo, arriva FoodLoop DI SALVATORE CIFALÀ MESSINA. Limitare gli sprechi di cibo e permettere ai consumatori di acquistare prodotti alimentari al migliore prezzo. Questi gli scopi del progetto FoodLoop, promosso dall'Unione europea. Il progetto gira intorno a una nuova app per smartphone, chiamata appunto FoodLoop. Una volta scaricata, il nostro telefonino ci informerà quando un prodotto è stato messo in promozione dai supermercati della nostra zona perché la data di scadenza si avvicina. Grazie a FoodLoop questi prodotti potranno avere dei nuovi codici a barre "Offerta speciale" e i consumatori saranno avvertiti in tempo reale. L'applicazione FoodLoop sarà lanciata inizialmente in due supermercati biologici e in una panetteria vicino a Bonn, in Germania. I creatori di FoodLoop hanno utilizzato degli strumenti forniti da FIWARE, una infrastruttura basata sull'open cloud per creare nuove applicazioni e servizi, la quale si inscrive nel quadro del Partenariato Pubblico-Privato Ue sull'Internet del Futuro (FI-PPP ) progettato per aiutare le start-up a svilupparsi in CONSUMATORI Europa. FoodLoop permette di trovare le offerte più recenti per il prodotto scelto; si può creare la lista della spesa contenente i prodotti che si acquistano regolarmente ed essere informati delle offerte speciali vicino a sé. Se un prodotto della lista è in promozione, si riceve immediatamente un avviso. Ogni supermercato getta ogni giorno l'equivalente di due camion pieni di derrate alimentari consumabili, che rappresentano circa 150 000 euro all'anno per magazzino. Ogni anno nell'Unione europea finiscono nella spazzatura 90 milioni di tonnellate di alimenti ancora commestibili. Le ragioni all'origine di questo spreco sono diverse: se il prezzo è lo stesso, perché acquistare un prodotto che si conserverà meno piuttosto che un altro più recente che possiamo conservare di più? Occorre avere un prezzo incitativo per incoraggiarci a farlo. L'obiettivo è che da qui al 2025 tutti i supermercati siano equipaggiati dell'applicazione FoodLoop, una soluzione valida e complementare al banco alimentare. In settembre, 80 milioni d'euro de fondi dell'Ue saranno messi a disposizione di circa 1300 piccole imprese e imprenditori del web che utilizzano gli strumenti di FI-WARE. SALDI INVERNALI La revoca dell’amministratore Anticipo al 3 gennaio La revoca dell’amministratore di condominio può essere decisa dall'assemblea con la stessa maggioranza necessaria per la nomina. Inoltre l’amministratore, se non rende il conto della gestione ovvero in caso di gravi irregolarità, può essere revocato dall’incarico su disposizione dell'Autorità Giudiziaria a cui può rivolgersi ciascun condomino. Il codice civile indica, quali ipotesi di gravi irregolarità, l'omessa convocazione dell'assemblea per l'approvazione del rendiconto condominiale, il ripetuto rifiuto di convocare l'assemblea per la revoca e per la nomina del nuovo amministratore o negli altri casi previsti dalla legge, la mancata esecuzione di provvedimenti giudiziari e amministrativi, nonché di deliberazioni dell'assemblea, la mancata apertura ed utilizzazione di un conto corrente, la gestione secondo modalità che possono generare possibilità di confusione tra il patrimonio del condominio e il patrimonio personale dell'amministratore o di altri condomini; ecc. In caso di revoca da parte dell'autorità giudiziaria, l'assemblea non può nominare nuovamente l'amministratore revocato. Avv. Francesco Suria PALERMO. Si va verso l'anticipo al 3 gennaio dell'inizio dei saldi invernali in Sicilia. Anche se il decreto dell'assessorato regionale alle Attività produttive a firma dell'assessore Linda Vancheri stabilisce che il via libera ai saldi è fissato per il 4 gennaio, la Confcommercio regionale ha chiesto di anticipare di appena un giorno la stagione. L'associazione dei commercianti ha fatto notare che il 4 gennaio cade di domenica, mentre notoriamente i saldi partono il sabato, ritenuto un giorno molto proficuo per le vendite. Dall'assessorato regionale fanno sapere che «la tendenza è quella di concedere l'anticipo, tenuto conto soprattutto del periodo di crisi che sta attraversando il comparto del commercio e della necessità di agevolare le vendite». Vendite scontate che in un certo modo sono già cominciate sottobanco, o con metodi più o meno legali. Anche adesso è possibile ottenere sconti alla cassa, basta solo chiederli. E per i clienti fidelizzati c'è sempre la tecnica dell'invito, dell'sms. MESSINA Confcommercio accende il Natale MESSINA. La città dello Stretto avrà il suo cartellone natalizio e respirerà aria di festa grazie alla Confcommercio e alla collaborazione di alcuni privati (Caronte&Tourist in primis ha conferito un contributo economico importante), e degli Ordini professionali (praticamente tutti pronti a sostenere le iniziative in programma). Anche l’amministrazione comunale farà la sua parte grazie al sostegno e alla collaborazione dell’assessore alla Cultura Tonino Perna. Si annuncia un cartellone degli appuntamenti di Natale molto articolato con occasioni di socializzazione per tutti fino all’Epifania, ma il clou iniziale si avrà già sabato 13 dicembre, a piazza Cairoli, con la festa dell’Accensione. Proprio nel giorno in cui la Chiesa celebra Santa Lucia, Confcommercio ha deciso di organizzare l’avvio dei festeggiamenti in tutta la città. In simultanea, infatti, saranno illuminati gli alberi di Natale collocati nei quartieri cittadini, e le manifestazioni ricreative si terranno a piazza Cairoli, dove a partire dalla 18 ci saranno spettacoli e intrattenimenti per tutti. Alle 20, alla presenza tra gli altri della bella peloritana Giulia Arena, Miss Italia 2013, si darà il via all’accensione degli alberi natalizi. “Abbiamo voluto dimostrare – ha sottolineato Carmelo Picciotto a margine della conferenza di presentazione – che è possibile fare rete e che si possono fare cose straordinarie con la collaborazione di tutti. Ringrazio in modo particolare la famiglia Franza perché ha subito risposto alla mia richiesta. E ringrazio ancora gli Ordini professionali, oltre a tutti coloro i quali hanno dato un contributo a questi eventi”. Perna e Picciotto alla conferenza NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Tredicesima mensilità, calcoli e tassazione La tredicesima mensilità e la gratifica natalizia vanno corrisposte prima del 25 dicembre ovvero, se precedente, al momento della risoluzione del rapporto di lavoro in relazione alle quote maturate a tale data. Il periodo di maturazione coincide con l’anno solare e la retribuzione da tenere a base di riferimento per il calcolo è quella da erogare al 31 dicembre di ogni anno, ovvero all’ultimo giorno di servizio. Qualora il rapporto di lavoro sia cominciato o cessato nel corso del periodo di riferimento, l'ammontare sarà riproporzionato con riferimento alla data di assunzione, considerando mese intero la frazione pari o superiore a 15 giorni di calendario. Va ricordato che, qualora si tratti di lavoratori retribuiti in tutto o in parte con provvigioni o a percentuale (es. in caso di cottimo), il calcolo dell'importo della tredicesima viene effettuato sulla base della media degli elementi fissi e variabili della retribuzione percepita nei 12 mesi precedenti la maturazione del diritto, fatte salve diverse disposizioni contrattuali. La tredicesima matura anche durante il periodo di prova, di preavviso ed in caso di assenze retribuite totalmente a carico del datore di lavoro, quali ad esempio i periodi di carenza per malattia, ferie, festività e di fruizione dei permessi retribuiti. Quando, invece, le assenze derivino da un’astensione obbligatoria per maternità, malattia o infortunio, il diritto alla mensilità aggiuntiva matura, ma resta a carico degli istituti previdenziali e assistenziali che erogano le competenze a loro carico. Qualora poi il datore di lavoro sia obbligato dal contratto collettivo ad integrare quanto anticipato per conto degli istituti previdenziali o assistenziali, la mensilità aggiuntiva va corrisposta fino a garantire la retribuzione netta che sarebbe spettata in caso di effettiva prestazione di lavoro. Nel caso di assenze da lavoro non retribuite, come la malattia o l’infortunio oltre il periodo di comporto, la malattia del figlio, l’astensione facoltativa o gli scioperi, la maturazione della quattordicesima non avviene e sarà dunque necessario detrarre l’importo non maturato in ore sulla base del periodo non retribuito per l’assenza. Ai lavoratori part-time spetta la tredicesima per un importo che va riproporzionato in base all’orario di lavoro ridotto effettivamente prestato. centonove pagina 26 poster 11 Dicembre 2014 MURALES DI UMANITÀ VARIA ANNIVERSARI. Centocinquant’anni fa nasceva Edoardo Gioacomo Boner Ehi, ti ricordi Peppe l’accattone Poeta, poliglotta e critico ha lasciato una novellistica da riscoprire. Come quella sui personaggi di una Messina non troppo lontana DI FELICE IRRERA MESSINA. “ (…) Una bimbetta, figlia di un’agiata signora, abitante vicino casa nostra, sognò del povero Giacomo, il quale premurosamente e caldamente la pressò a farmi sapere che egli ancora trovavasi sotto le macerie (…). Ora avrà una decente sepoltura nel nostro cimitero”. Così Giulia Boner, sorella di Giacomo, perito nel terremoto messinese del 1908, scriveva al cugino Giorgio Boner in Svizzera l’1 giugno 1910, dandogli la notizia del ritrovamento “Quasi per prodigio” (questo è anche il titolo di un volumetto dedicato allo scrittore nel 2007 da mons. Gaetano Carbone) del corpo di quel professore della “Sapienza” di Roma, tornato nella sua città per sposarsi e morto in seguito al sisma: si disse allora che questo era il segno che egli avrebbe voluto continuare a vivere nella memoria dei suoi concittadini e i suoi resti mortali furono posti nel Gran Camposanto. I Messinesi, però, dimenticarono per molto tempo quest’uomo che tanto aveva amato la sua città, immortalandola in tante sue pagine fino alla prematura scomparsa a soli 44 anni. Nato a Messina il 29 marzo 1864 da Federico, un commerciante svizzero, e da Anna Larini, Boner aveva viaggiato a lungo, come rappresentante di commercio, per sostenere la famiglia travolta dal tracollo economico del padre, riuscendo anche ad intraprendere studi universitari a Messina, Palermo, Berlino e Lipsia. Eccolo così, nel 1883, insegnare tedesco all’Istituto Tecnico “Jaci” di Messina e poi presso altre scuole della Sicilia; nel 1894, lettore di tedesco nell’Università di Catania; e finalmente professore di letteratura italiana, dal 1903 al 1906, al Liceo “Maurolico” di Messina, dove aveva già insegnato (1898) e dove ebbe come collega e fraterno amico quel Concetto Marchesi che, alla notizia della sua morte, avrebbe scritto: “Se i casi della vita e della fortuna glielo avessero consentito E. G. Boner sarebbe stato un grande”. Mentre rimaneva, pur nella lontananza, sempre legato alla famiglia, Boner intratteneva relazioni con illustri letterati del tempo, come Mario Rapisardi, Sabatino Lopez e Luigi Pirandello; conosceva anche Capuana, Verga e Pitrè, che collaborarono con lui alla rivista “Il Momento”, uscita a Palermo dal 1883 al 1885; ed era amico di Federico De Roberto. Monumento a Boner nel Gran Camposanto di Messina con la rievocazione dell'episodio del ritrovamento Nonostante scorresse nelle sue vene il sangue nordico del padre, era di indole sentimentale. Scrisse molto, sempre con delicata sensibilità e fine senso critico. In campo poetico ricordiamo: “Novilunio” (1885), “Plenilunio” (1889), “Versi” (1893), che rifonde le prime due, “Musa crociata” (1897); “Le Siciliane” (1900): si tratta di liriche d’ispirazione tradizionale e antidecadente. Oltre a scrivere due opere teatrali (“A Palermo” e “Bellini”), intensa fu pure la sua attività di saggista: “L’Italia nell’antica letteratura tedesca” (1887); “Saggi di letterature straniere” (1896); “La poesia del cielo negli antichi” (1897); “La toponomastica italiana negli antichi scrittori tedeschi” (1900); “La poesia del cielo da Guittone al Petrarca” (1904). Ma molto più fruibile per noi oggi è la sua attività di novelliere: “Leggende boreali” (1886), “Racconti peloritani” (1890), “Sul Bosforo d’Italia” (1899) sono raccolte che si collocano tra verismo e classicismo tradizionale. Nel 1906 si trasferì a Roma, avendo vinto all’Università la cattedra di lingua e letteratura tedesca. Poi la fine e il nitido ritratto, anche dell’uomo, tracciato da Cesare De Lollis, suo collega a Roma, in un Annuario di quell’Università successivo alla tragedia di Messina, che sottolinea come in lui “a una certa ingenuità nordica s’accoppiava una quasi smisurata espansività meridionale”. Nella sua città, gli è stata intitolata la via che da piazza Vittoria conduce al viale Giostra, ma per lungo tempo la sua figura e la sua opera che, pur non avendo egli certo la statura di Verga, non meritava di essere dimenticata, è stata ignorata dai Messinesi, che da qualche anno non hanno però per giustificare quest’atteggiamento nemmeno l’alibi della dimenticanza delle istituzioni accademiche e della scarsa presenza nella pubblicistica e negli studiosi locali, che hanno impedito non il ritrovamento del corpo, ma quello dell’anima di Boner. Nel primo campo, molto si deve, all’interesse a lui riservato da Giuseppe Rando, titolare della cattedra di Letteratura italiana nell’Università peloritana. A partire dal 2000 (“Il novelliere Boner”, Lineaerre 2000), sono seguiti, infatti, in rapida successione, il suo saggio critico “La narrativa di Edoardo Giacomo Boner” (Edas, 2002), che riprende ed amplia il precedente, e due ACCADDE A MESSINA APPUNTAMENTI Tre esperti in Biblioteca MESSINA. Oggi, alle ore 16.30, organizzato dall’Archivio Storico “Nitto Scaglione” e dalla Biblioteca Comunale “Tommaso Cannizzaro, per celebrare i 150 anni dalla nascita di Edoardo Giacomo Boner, si terrà al Palazzo della Cultura “Antonello da Messina” un incontro culturale che vedrà la partecipazione di Giuseppe Rando dell’Università di Messina, Sergio di Giacomo, giornalista, Giovanni Molonia, cultore di storia patria, che ha curato pure una mostra di scritti di Boner. Nel corso della manifestazione, saranno lette da Giovanna Battaglia alcune pagine delle opere dell’artista. densi volumi, “Racconti peloritani” (Intilla, 2003) e “Sul Bosforo d’Italia” (Intilla, 2003), che rimettono a disposizione del pubblico quella produzione novellistica di Boner che era ormai difficilmente reperibile. In effetti, se i versi dello sfortunato professore, che forse non ebbe il tempo di una completa maturazione artistica, appaiono irrimediabilmente datati, le due raccolte di racconti ora disponibili non solo interessano la critica per la loro collocazione nel clima culturale italiano di fine secolo, tra positivismo e nuovo spiritualismo, ma si fanno leggere piacevolmente anche dai non addetti ai lavori, dandoci, per esempio (“Racconti Peloritani”) anche un ritratto della Messina di fine-secolo nei suoi diversi strati sociali ed evocando costumi e tradizioni in gran parte scomparsi dopo il terremoto: al di là di uno stile che mescola il registro aulico di D’Annunzio a quello popolare del Verismo, si tratta pur sempre, come scrive, appunto, Rando, di narrazioni “di uomini e cose della città dello Stretto, colti perlopiù dentro lo scenario ineguagliabile della “riviera del Faro”: pregevole (ma del tutto ignorato) documento letterario di una città priva – o privata – di memorie”. Anche l’altra raccolta (“Sul Bosforo d’Italia”), popolata com’è di personaggi messinesi, alcuni dei quali recuperati così alla memoria storica, come Capitan Burgio o Peppe l’accattone, o come il celeberrimo Cammaroto, può attirare il lettore locale interessato al passato non lontanissimo della sua città. a cura di Felice Irrera 1295, la Corona di Sicilia offerta a Federico MESSINA. L’11 dicembre 1295 il Parlamento siciliano, dopo l’accordo di Anagni tra il papa Bonifacio VIII e re Giacomo d’Aragona, viene convocato a Milazzo e prende la decisione di offrire la Corona di Sicilia a Federico, fratello di Giacomo (S. Greco, Messina medievale e moderna. Dai Normanni ai Borboni, Armando Siciliano Editore, Messina 1998). centonove pagina 27 11 Dicembre 2014 posteriniziative PROTAGONISTI. Messina riscopre uno dei suoi figli più illustri a duecento anni dalla nascita Quel Leone di architetto Le iniziative per celebrare Savoja, stella nel firmamento dell’architettura europea dell’800. Dalla commemorazione al Gran Camposanto al convegno dell’Università. Che lo vide preside alla facoltà di Scienze fisiche e matematiche DI GIOVANNI FRAZZICA primo trimestre del 2015 con una ampia MESSINA. Ricorre proprio quest’anno partecipazione del il duecentesimo anniversario della mondo accademico e di nascita di Leone Savoja, stella di studiosi provenienti da primo piano nel firmamento diversi atenei”. Della dell’architettura europea dell’800. Un poliedrica e dinamica coordinamento formato da esponenti attività del grande della Facoltà di Ingegneria architetto messinese si del’Università di Messina, trovano ampi riscontri rappresentanti dell’Amministrazione nelle sue note comunale e discendenti dell’illustre biografiche: a 30 anni architetto, darà vita domenica 14 vinse il concorso per la dicembre, giorno esatto del 200° cattedra di architettura anniversario della nascita, ad una dell'Ateneo di Messina, cerimonia commemorativa all’interno fu ingegnere capo del del Gran Camposanto, propedeutica Genio civile, preside ad altre manifestazioni tra cui la posa dell'Istituto tecnico di una targa e la intitolazione dello nautico per dieci anni, slargo antistante l’ingresso principale preside della Facoltà di del cimitero monumentale. Inoltre Scienze Fisiche e Nino D’Andrea, direttore del Matematiche, membro di Dipartimento di Ingegneria Civile diverse Commissioni e dell’Università di Messina, interviene e Consigliere di Società e dice: “Una figura insigne come quella Comitati tecnicodell’architetto Leone Savoja va scientifici nazionali ed Il rettore Pietro Navarra celebrata dalla Città e dall’Ateneo, di internazionali. La sua cui è stato docente nonchè preside figura veniva descritta Francesco Paolo Perez. Raggiunta la dell’allora Facoltà di Scienze Fisiche e come persona di grande fascino, anche tranquillità economica, sostenne, con Matematiche, in maniera se uomo riservato e di poche parole, mezzi propri, assolutamente adeguata rispetto alla piccolo di statura, magro e oltremodo giovani e promettenti artisti di sua statura, al suo spessore dinamico. modeste origini, come lo scultore culturale ed alle tracce che ha Appariva poco incline al facile Giovanni Scarfì, l’ingegnere Gregorio lasciato sul territorio e sorriso ed il suo sguardo Bottari, l’incisore Antonino Saccà e nella letteratura profondo incuteva l’architetto Pietro De Domenico. Li scientifica. soggezione agli accolse presso la propria dimora e Conosciamo già interlocutori. La sua garantì loro adeguate possibilità per l’ampia casa di via S. andare avanti rimanendo a Messina, disponibilità del Giacomo (zona fornendo loro mezzi di sostentamento rettore Navarra Duomo) era per la vita privata ed aiuti per quella ed alcuni corredata da professionale. Il suo forte senso colleghi sono foto, busti e morale lo portò a scagliarsi contro gli già al lavoro medaglioni in appaltatori rapaci, i politici corrotti ed per preparare marmo i suoi colleghi poco votati al rispetto un evento riproducenti le delle belle arti, allora come ora. E’ che, a mio persone a lui noto che rifiutò l’incarico di Direttore avviso, più care: dei lavori presso il Teatro Massimo di potrebbe aver Giuseppe e Palermo per solidarietà nei confronti luogo nel Silvestro La dell’architetto titolare, il dimissionario Farina, Pietro Giovan Battista Filippo Basile, gesto Cuppari, il che rese eidente la grande nobiltà medico d’animo del maestro messinese che Domenico tuttavia, a sua volta, fu vittima delle Pispisa, l’incisore invidie dei suoi colleghi e dei suoi Tommaso Aloysio concittadini. Leone Savoja ebbe anche Juvara, l’architetto delle esperienze di politica e di Pietro Valenti, il prof. massoneria e, forse, a quei tempi e per Maddem di Catania, il il ceto sociale a cui apparteneva, era naturalista Benoit, il Ritratto di Leone Savoja naturale che così fosse. Negli anni chimico Saya, il letterato centonove pagina 28 Una immagine del Gran Camposanto di Messina 1851-54 fece parte della “Società Nazionale” diretta dal messinese Giuseppe La Farina e riuscì a proteggere diversi patrioti perseguitati, ospitandoli presso le proprie dimore di Messina e di Francavilla. Finanziò la Società fino alla sua chiusura, avvenuta nel 1862. Finita questa fase decise di uscire definitivamente dalla vita politica e posteriniziative preferì non schierarsi con nessuna delle fazioni allora in competizione, anche se continuò ad avere numerosi avversari, invidiosi più che altro del suo successo professionale. Ciò non gli impedì tuttavia di essere insignito della Croce di cavaliere dell’Areopago di Francia e dell’ordine dei Cavalieri Ospitalieri di Spagna., inoltre divenne anche socio emerito dell’Artistica Congregazione dei virtuosi al Pantheon. Le cronache del tempo lo descrivono come un uomo estremamente ospitale e un gran cerimoniere: gli ospiti non mancavano mai di elogiare i suoi lauti banchetti, impreziositi da argenterie, porcellane, cristalli e decorazioni floreali. L’arch. Savoja, anche se per motivi professionali compì numerosi viaggi e soggiornò a lungo all’estero, soprattutto in Germania, rimase sempre legato a Messina e indubbiamente l’opera che lega maggiormente il suo nome alla Città è il Gran Camposanto inaugurato il 6 aprile 1872, realizzato su suo progetto. Dopo quello di Staglieno (Genova), è il più grande cimitero monumentale d’Italia. Savoja preferì la soluzione monumentale, ubicandolo su una collina dall’ampia visuale sul mare per valorizzare un impianto architettonico di grande respiro caratterizzato da perfette simmetrie da un equilibrio nella distribuzione dei volumi delle parti costruite, ma a ciò va aggiuto l’impianto del verde. Il Gran Camposanto infatti, anche per questo, sembra più che il luogo delle tristezze, un luogo della consolazione e delle nostalgie, immerso com’è nella ben distribuita vegetazione, ricorda grandi ville e giardini di stile neo romantico, simili alle lussureggianti residenze Copertina del libro di Caminiti L’Ingegnere Nino D’Andrea exta-uburbane che sorgevano nei pressi di Catania. I suoi viali erano fiancheggiati, così come lo descrivono i numerosi autori che del Cimitero di Messina si sono occupati, da siepi, salici, cipressi funerei e aiuole artisticamente disposte, con margherite, amaranti e viole del pensiero. “Il grande Camposanto di Messina, ammirato da tutti gli stranieri e ultimamente richiesti con 11 Dicembre 2014 insistenza i disegni dal professore Moritz Schulz della Scuola di Belle Arti a Berlino per essere inseriti in quella famosa pubblicazione periodica illustrata di Architettura, come uno fra i più bei monumenti moderni degni di studio, attesta incontestabilmente il merito artistico del Savoja. È questo nostro Camposanto l’espressione di un concetto spirituale di una grande Necropoli con linee purissime di architettura classica, perché il gotico è confinato con la sua guglia che tende al cielo in un piccolo edificio staccato sul vertice della collina: architettura classica che vi fa ricordare da lontano il Partenone sull’Acropoli di Atene, che non atterrisce l’uomo col peso di una massa tetra di colonne e di arcate, ma che l’invita a passeggiare nell’elegantissimo portico, a guardare con piacere le tombe; e poi i fiori e il mare ceruleo, e i monti e l’orizzonte lontani, e a riflettere senza terrore sull’ultimo destino che ci aspetta”. Dalla “Commemorazione” di Leone Savoja, arch. Michele Basile, giugno del 1885. Recinti sacri, un lavoro dell’arch. Maria Anna Caminiti analizza e riscopre l’opera del Maestro. Il 20 giugno nella chiesa di Santa Maria Alemanna è stato presentato l’ultimo lavoro della prof. Maria Anna Caminiti, un corposo volume di 400 pagine, dal titolo “Recinti Sacri” frutto di una straordinaria collaborazione con giovani ricercatori che hanno offerto la loro angolazione ed il loro contributo per la loro visione anche del cimitero monumentale di Messina. In effetti l’opera dell’Architetto offre ad Anna Maria Caminiti ed al suo team innumerevoli spunti storici, antropologici e, soprattutto, storicoartistici e architettonici. LA TESTIMONIANZA Io, nell’eremo dell’Alcantara NELLA VILLA COSTRUITA DA MIO ZIO, TRA VIGNE E VECCHI RITRATTI, RESPIRO L’ATMOSFERA DI UN TEMPO DI Gino Saoja GINO SAVOJA MESSINA. Il ricordo di Leone Savoja mi coinvolge quotidianamente. Infatti “zio Leone”, tra mille cose, subito dopo l’unità d’Italia, quando suo fratello Giovanni, avvocato dello Stato, mio bisnonno, fu nominato regio delegato straordinaro per ricomporre il Consiglio comunale di Francavilla Sicula, progettò e realizzò, assieme ai fratelli, Villa Savoja, all’interno di un grande vigneto alle Gole dell’Alcantara, dove vado spesso per riposarmi dalle fatiche centonove pagina 29 quotidiane della città, come facevano a metà dell’ottocento i fratelli Savoja. Lì campeggia nel saloncino una grande foto di Leone dal volto accigliato. Una vecchia e bella libreria (mio padre mi diceva che era l’unica delle tre che c’erano, che si è salvata dal terremoto del 1908) facente parte dello studio che assieme i fratelli Savoja avevano in Strada San Giacomo al n° 25 è oggi nel mio salone della casa di Messina. Un disegno di Leone ad inchiostro di china, fatto da mio nonno Giuseppe, che era ingegnere, sta nello studio di casa a Messina assieme a libri, disegni e foto di famiglia. Nella mia stanza da letto vi è appeso un quadretto di San Francesco di Paola di fine settecento, che stava allora in casa dei fratelli Savoja. Zio Leone infatti non era sposato ed abitava con il fratello Giovanni. Dulcis in fundo il cimitero di Francavilla da Leone progettato e realizzato, dove riposano molti dei miei e dove, tra non molto tempo, andrò ad “abitare” anch’io. 11 Dicembre 2014 posterlibri NOVITA’. Documento sulla nostra ordinaria brutalità del docente messinese Pierandrea Amato Abu Ghraib la banalità del male Istantanee del carcere irakeno con i torturatori statunitensi in posa fotografica al fianco dei torturati. Ecco come le immagini diventano traccia preziosa dello smarrimento mondiale DI MARCO OLIVIERI MESSINA. “Un documento della nostra ordinaria e banale brutalità (estetica) come indice fondamentale della guerra contemporanea combattuta in nome dei valori democratici”. Per il docente di Filosofia (Università di Messina) Pierandrea Amato, autore del libro “In posa. Abu Ghraib 10 anni dopo” (Cronopio 2014, 74 pagine, 8 euro), le istantanee del carcere irakeno, con i torturatori statunitensi in posa fotografica al fianco dei torturati, giungono “oggi alla piena decifrazione esibendo, secondo un’idea di Walter Benjamin, ciò che ci permette di riconoscerle per quello che esse realmente sono”. L’agile volume colpisce sin dalla scelta dei titoli dei capitoli: Soglia, Inquadratura, Scena, Immagine, Fuori Fuoco, con un’introduzione dal titolo “Sequenze dalla fine di un mondo”, che rivelano un legame semantico con il cinema e il suo linguaggio. Sin dalla meticolosa descrizione di ciò che ha visto, l’autore rileva che «la fotografia e la guerra condividono una tendenza fondamentale: aboliscono il tempo, concepiscono una relazione essenziale con la morte». Dalla scrittura secca di Amato deriva una riflessione coinvolgente e aperta a nuovi stimoli, dove l’uso della fotografia digitale, LACERTI DI LETTURE con questi selfie ante litteram, assume centralità nel segno del “sapore rancido della reiterazione” e in una combinazione efficace “tra il mostruoso e la routine, fino a non distinguere più essere ed esistenza”. Emerge la forza disturbante di questi scatti amatoriali, inquietanti ed epocali nella loro anonima bruttezza. Un’archeologia dell’orrore scandita da un pensiero, quello di Pierandrea Amato, che ci costringe a riflettere senza edulcorazioni sull’oggi, sull’Occidente e le sue torture quotidiane, a partire da quelle immagini, quelle fotografie, con i torturatori che sorridono accanto ai prigionieri o li tengono al guinzaglio come cani. Secondo l’autore, solo ora può affiorare, può emergere ciò che si celava nelle immagini, ciò che non siamo riusciti a vedere immediatamente, come «traccia preziosa per definire la natura della catastrofe che abitualmente abitiamo. (…) lo smarrimento di una misura comune, mondiale, per evadere dalla tessitura esclusivamente privata delle nostre esistenze”. Tutto questo “nasce dall’incapacità di concepire un’ipotesi efficace e senza precedenti in grado di trasformare un universo in cui chi non ha, se resiste contro chi ha tutto, è considerato un ingrato, un clandestino. Abu Ghraib è l’immagine riflessa di questa miseria. Gli scatti di Abu Ghraib, allora, non testimoniano soltanto un disastro militare e culturale collocato alle nostre spalle, ma ritraggono e condensano l’immagine e il presente della (nostra) catastrofe”. Inoltre, dato che l'autore ricorda l’insegnamento di Michel Foucault – “per decifrare la vera natura di un potere è necessario appurare in quale maniera si applica concretamente sui corpi” – viene in mente la lezione di Stanley Kubrick nel film “Full Metal Jacket". Una lezione di demitizzazione, con in primo piano la volontà di spogliare di ogni retorica rappresentativa il racconto per immagini della guerra. Domina in Kubrick la volontà di ritornare all’essenza, alla natura umana, e il racconto LA CLASSIFICA DI FELICE IRRERA La saggista indaga sulla seconda raccolta poetica di Lucio Piccolo, pubblicata nel 1960, “Gioco a nascondere”, che costituisce un momento importante nella produzione piccoliana. Ella mostra come, a partire da raffinate trame metaforiche, il poeta si interroghi sull’esistenza, sul mistero dell’oltre-vita, sugli arcani di una natura favolosa e ancestrale. Oltre all’analisi della raccolta non manca la messa a fuoco di altre parti dell’officina di Piccolo. . Alba Castello, Tra testo e officina - Il gioco a nascondere di Lucio Piccolo, Pungitopo 2014, pp. 168, € 17,00 Casati Modigliani Dan Brown 1Sveva La moglie magica - Sperling & Kupfer 4 Inferno - Mondadori Markus Zusak Stefano Benni 2Storia di una ladra di libri - Frassinelli 5 Pantera - Feltrinelli Tiziano Tersani Massimo Gramellini - La magia di 3straordinaria Un' idea di destino. Diari di una vita 6 un buongiorno - Longanesi Longaneri www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) Manca il futuro Quando si capisce tutto sin da giovani, il resto della vita è un inferno. “Avevamo letto troppo e troppo presto.” Alla noia dell’ordine e meglio la creatività del caos. “La Svizzera ci sembrava, come a tutti, naturalmente noiosa, c’era un’imbarazzante mancanza di polvere.” I vecchi invidiano ai giovani più che la bellezza e la salute, la prospettiva di vita. “I ragazzi mi fanno tenerezza. Poiché so che i loro progetti, le loro speranze, i loro sogni non son che illusioni. Loro le hanno, io non più. E li invidio.” La morte si avvale sempre di un pretesto: sempre eroico per i giovani e sempre banale per i vecchi. “La morte del vecchio è sterile. Non si è morti per qualcosa, ma semplicemente perché si doveva morire.” Vi sono atmosfere e momenti così intensi di emozioni, in cui ci si sente eterni, in cui si vince il tempo. “Il bagno, in una certa baia lo faccio alle otto di sera, l’ora che <ai naviganti intenerisce il core>. L’aria è immobile, la natura si riposa. Il tempo sembra essersi fermato, la condanna momentaneamente sospesa.” Quando si finisce di progettare, pur se si è in vita, si è morti. “L’aspetto più drammatico della vecchiaia non è tuttavia la decadenza fisica, ma l’impossibilità di un progetto di vita. Esistenziale, sentimentale, professionale. Manca il tempo, manca il futuro. Manca la speranza. Sorella morte ha già alzato la falce.” Il rapporto con la morte non è mai ottimo, soprattutto se ossessionato dall’opprimente idea di un buio eterno. “<Hai paura della morte?><Si> onesta risposta. E non potrebbe essere diversamente. E’ l’orrore del Nulla. Tutto ciò che hai vissuto, amato, conosciuto, visto, ascoltato, letto, pensato, è cancellato di colpo, immerso in un buio senza tempo e senza risveglio.” Meglio morti che sopravvissuti, si evita di restare soli centonove pagina 30 nell’angoscia di ricordi e nostalgie. “Il mondo dei vecchi è un mondo di ombre, le ombre degli amici morti.” Quando non ci si riconosce più nel presente è finita, meglio morire in tempo che vivere obsoleti a ciò che ci riesce difficile da comprendere ed accettare. “Tutto è mutato. Solo i tuoi coetanei, sempre più simili a te, ti sono famigliari, e riconoscibili, ma eviti di guardarli per non specchiarti in loro.” Quando il distacco tra pensiero ed azione diviene incolmabile, si comincia a vivere dentro una gabbia dolente. “Da vecchi si diventa estremamente fragili. Quel corpo di cui fino a poco prima avevamo disposto a nostro piacimento, di cui avevamo fatto uso e anche abuso, comincia a non rispondere ai comandi.” In vecchiaia tutto fa male, soprattutto i ricordi. “Doloroso il ricordo del passato, noioso il presente, cupo il futuro.” Lacerti tratti da: “Ragazzo ” - 2007 - Massimo Fini 11 Dicembre 2014 posterlibri CAPO D’ORLANDO LA SCHEDA Un centro di tortura LA PRIGIONE DI Abu Ghraib è diventata tristemente nota in tutto il mondo per gli abusi sui prigionieri compiuti dai soldati americani, dopo essere stata un centro di tortura durante il regime di Saddam Hussein. Dopo un periodo di chiusura, nel tentativo di non rievocare più tristi ricordi nella memoria degli iracheni, l'istituto penitenziario è stato ribattezzato in Carcere centrale di Baghdad ed è stato ristrutturato. Può ospitare tremila detenuti. Al suo interno sono state previste aree di studio e di lavoro ed è stata aperta una biblioteca, ha spiegato il direttore della struttura Abdul-Mutalb Jassim. Quando i lavori di ammodernamento saranno terminati, il carcere potrà ospitare fino a 12 mila detenuti. cinematografico, prima ancora di quello del Vietnam, della preparazione militare alla violenza risulta ancora più profondo perché svuotato di ogni retorica. Ecco che emerge l’impossibilità di rappresentare in maniera diretta, evidente, quasi pornografica, ciò che veramente destabilizza e annienta interiormente, come l’orrore in guerra e la tortura, se ciò non è accompagnato, come avviene nel grande cinema, da una forza evocativa, simbolica e profonda, insita nelle immagini scelte dal regista. Le fotografie analizzate nel libro di Amato, invece, mancano di questa dimensione artistica e diventano simboliche perché paradigmatiche di un disastro di civiltà. Fotografie analizzate nella loro indifferenza etica e che, prendendo spunto da Benjamin, "esprimono una figura iperbolica di normalità in grado di testimoniare che anche le forme di violenza più inaudite, nella civiltà dell’ipertrofia dell’immagine, diventano spettacolari; cioè anonime”, mettendo in luce “le condotte di vita in nome delle quali la democrazia occidentale va alla guerra”. Nel complesso, le immagini di Abu Ghraib ci interrogano nel profondo, e in chiave individuale, come esponenti di questo “Occidente democratico”. Ci costringono a confrontarci con il nostro inconscio, con il nostro interlocutore segreto, come osserverebbe lo psicoanalista Pierre Kaufmann. Allora, imparare a guardare, a vedere queste fotografie potrebbe essere il pretesto per soffermarci sulla percezione di noi stessi. Il tutto grazie a fotografie perturbanti e banali che si impongono al nostro sguardo. Immagini che continuano a interpellarci come esseri umani, lontano dalla retorica di "noi, buoni e democratici”, collocati dalla parte giusta del mondo. Canepa, il delitto in Sicilia La presentazione del libro di Salvatore grillo Morassutti CAPO D’ORLANDO. E’ stato presentato sabato 6 dicembre, a Villa Piccolo, "Il delitto Sicilia", romanzo di Salvatore Grillo Morassutti (Bonfirraro Editore). La famiglia Monterosa e i suoi collaboratori, protagonisti di questa storia, sono personaggi nati dalla fantasia che l’autore fa muovere in uno scenario assolutamente autentico, dove incontrano persone esistenti, affrontando problematiche reali e riportando dati certi. La Sicilia che viene raccontata è quella che l’autore ha effettivamente incontrato: le persone, le città, le chiese e le campagne. Ed è in mezzo a tutto questo, descritto con voluta ricerca di precisione, che agiscono i personaggi di questa storia, riportando fatti e dati autentici. Il racconto del viaggio in treno tra Catania e Roma e dell’uragano che lo ha causato corrispondono a quanto è effettivamente avvenuto quel giorno ed è su quella tratta ferroviaria e in quelle ore che questa “storia” ha visto la luce e non è stata più modificata. A questa MODICA Antologia per ricordare il poeta Candiano MODICA. A vent'anni dalla scomparsa, la Fondazione Giovan Pietro Grimaldi ricorda il poeta e scrittore modicano Giorgio Candiano (19211994) con la presentazione di un'antologia che ne raccoglie alcuni scritti. Il volume “Il Mondo. Antologia di Poesie” curato dalla figlia Maria Candiano e stampato dalle Grafiche Cannizzaro, sarà presentato sabato 13 dicembre alle ore 17,30 nella Pinacoteca di Palazzo Grimaldi di Modica nel corso di una serata dedicata alla figura e all'opera del prolifico poeta e scrittore. Lo storico Giuseppe Barone, presidente della Fondazione Grimaldi, traccerà un profilo biografico di Giorgio Candiano nel contesto della cultura dell'epoca, mentre Antonio Sichera, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea nell'Università di Catania, ripercorrerà la sua produzione poetica e letteraria. Nel corso della serata l'attore Carlo Cartier e Marcella Burderi leggeranno alcune poesie tratte da “Il Mondo”. Le note del violino di Daniele Ricca, infine, allieteranno la serata. centonove pagina 31 scelta vanno attribuite le eventuali differenze tra gli ambienti e le persone descritte alla data del 10 marzo 2012, rispetto a quanto riscontrabile nella realtà esistente alla data nella quale il libro è stato data alle stampe. Il 30 dicembre del 1945, a Monte San Mauro, è veramente avvenuto lo scontro a fuoco tra l’Esercito Italiano e l’EVIS, l’esercito volontari indipendentisti siciliani, con morti e feriti. Il prof. Antonio Canepa è stato realmente ucciso dai carabinieri all’alba del 17 giugno del 1945 nelle campagne di Randazzo; risponde al vero il fatto che tutto quello che concerneva questo tragico avvenimento venne secretato. Quando è venuto meno il vincolo del segreto di Stato, nel fascicolo non si è trovato nulla. Antonio Pallante, di Randazzo, ha effettivamente attentato, il 14 luglio del 1948, alla vita di Palmiro Togliatti e alla data del 10 marzo 2012 aveva 94 anni. Aveva frequentato la facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo di Catania dove insegnava Canepa. 11 Dicembre 2014 posterattualità MESSINA DIBATTITI IN CORSO. Dall’articolo di Carcogni sul primo numero dell’Espresso ai giorni nostri Capitale corrotta, nazione infetta Il celebre titolo di una inchiesta pubblicata nel ‘55 da riproporre per il nuovo “Romanzo criminale” esploso a Roma. Dove l’ideologia non c’entra. La politica sì DI MAURIZIO BALLISTRERI MESSINA. "Capitale corrotta, nazione infetta" è il celebre titolo di una bellissima inchiesta de “l’Espresso” apparsa sul primo numero, l'11 dicembre 1955. L'articolo firmato da Manlio Cancogni, grande letterato e giornalista, documentava gli illeciti negli appalti immobiliari di Roma, che coinvolgevano anche una società immobiliare del Vaticano. Si originò uno "scandalo" che contribuì alla crisi delle formule politiche centriste, nonché ai continui ammiccamenti democristiani alle forze neofasciste e monarchiche. A quasi 60 anni di distanza un nuovo scandalo è scoppiato nella capitale d’Italia, grazie alle indagini coraggiose della Procura di Roma diretta da Giuseppe Pignatone, noto in Sicilia e in Calabria per l’impegno contro la mafia, e delle forze dell’ordine. Il quadro che è emerso appare di una gravità inaudita, con un intreccio terribile tra una sorta di organizzazione mafiosa “autoctona” di rito romano (indipendente da quelle “storiche”, cosa nostra, ‘ndrangheta, sacra corona unita, ma in rapporti di mutualità), con alla base schegge del vecchio terrorismo neofascista e pezzi del centrosinistra capitolino. Al riguardo si è parlato di trasversalismo “nero-rosso”, riecheggiando forse le teorie di Ernst Nolte sulla specularità tra la rivoluzione bolscevica e il nazismo, ma si tratta di richiami impropri, come quelli al nazionalboscevismo, una teoria nata in una certa cultura dell’estremismo della destra sociale estremista francese e affermatasi nel blocco nazionalpatriottico rossobruno in Russia dopo il crollo dell’Unione Sovietica, analizzata dallo storico Walter Laquer in un suo saggio dedicato proprio ai totalitarismi del futuro. No, a Roma l’ideologia non c’entra, si tratta di un nuovo “Romanzo criminale”, che vede organizzazioni di stampo mafioso, managers pubblici ed esponenti politici dei due schieramenti accumunati dalla logica del business is business delittuoso. E a poco servono le cortine fumogene, al limite del tartufesco (sì, proprio l’ipocrisia descritta da Moliére!) sulle responsabilità del centrosinistra, non solo per la presenza di autorevoli esponenti del Pd ma anche, forse è il caso di dire soprattutto, per il ruolo di un’impresa cooperativa importantissima nel sistema della Lega Coop, l’organizzazione che Togliatti definiva le “salmerie” del partito comunista e che storicamente ha sempre avuto un rapporto organico con il Pci-Pds-Ds-Democratici. Ovviamente senza generalizzazioni, poiché la responsabilità penale è individuale, ma in questo caso non si può non individuare una responsabilità politica diversa dalla commissione di reati, quanto meno in vigilando. Gaetano Silvestri Giudici tra prova e coscienza Il prof Silvestri torna in cattedra per una lectio magistralis DI Diciamolo pure: la corruzione è rivolta sempre ad alterare le norme sulla corretta concorrenza imprenditoriale, ma finanzia anche “bande” politiche e lobby, con sensibili arricchimenti personali, soprattutto a causa della destrutturazione dei partiti in comitati elettorali. E’ del tutto evidente l’importanza, ai fini della prevenzione della corruzione, del tema dei controlli amministrativi, tra i cui fini vi è ovviamente quello del rispetto della legalità e del corretto uso delle risorse pubbliche. Si tratta di un settore che andrebbe del tutto riesplorato dopo i discutibili interventi, che negli enti locali hanno quasi completamente eliminato i controlli di legittimità con la conseguenza che l’autonomia di questi enti può essere usata per porre in essere comportamenti illegali. Quando al tema della opacità dei finanziamenti alla politica, esso potrebbe essere risolto con una severa legislazione sulla trasparenza dei contributi a uomini politici e partiti. PIETRO FRAZZICA MESSINA. “Prova scientifica, prova tradizionale e coscienza del giudice”. E’ il titolo della lectio magistralis tenuta dal professore Gaetano Silvestri, presidente emerito della Corte Costituzionale, docente di Diritto Costituzionale e rettore dell’Ateneo di Messina dal 1998 al 2004. L’incontro a seguito alla conclusione del terzo ciclo del Master di II livello in Scienze Forensi, coordinato congiuntamente dal Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Messina e dal Reparto Indagini Scientifiche dell’Arma dei Carabinieri, il 5 dicembre, presso l’Aula Magna “Vittorio Ricevuto” della Facoltà di Scienze e Tecnologie. Dopo una breve introduzione da parte del professore Silvio Sammartano, emerito di Chimica Analitica presso il dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Messina e direttore del Master, Silvestri ha edotto gli auditori circa l’importanza della prova scientifica in ambito processuale al cui proposito è tuttora oggetto di dibattito tra i processualisti se essa debba essere o meno considerata prova atipica. DOCUFILM Beni comuni, una Re... Azione per Messina e Reggio MESSINA. “Il Laboratorio per i Beni Comuni e le istituzioni partecipate Messina presenta un progetto in corso a Reggio Calabria e vuole discutere di città, azioni e tattiche per il rafforzamento delle comunità con uno sguardo allargato al Territorio dello Stretto. Rendere Comuni e connettere le buone pratiche e i buoni progetti è una delle azioni del Laboratorio. Giovedì 11 ore 16,30 al Palacultura invitiamo l'arch. Consuelo Nava con l'Associazione Pensando Meridiano a presentare Re Action Reggio, un progetto culturale per la città metropolitana di Reggio Calabria ideato da Consuelo Nava e Fabio Mollo e realizzato da 30 urban Makers e 12 social Makers. Il paradigma del progetto è Re_Action, come Reazione e come Azione, sociale e filmica, urbana e collettiva. Si proietterà il docufilm ReActionCity per la disseminazione in corso SharingCommunity che ne racconta l’esperienza. centonove pagina 32 Nell’accertamento della verità processuale si applica la logica abduttiva: si risale a una causa sconosciuta partendo da una conseguenza nota mediante un ragionamento probabilistico la cui validità deve essere confermata empiricamente. In tal senso è di fondamentale importanza la disamina delle prove sia singolarmente che nel loro insieme, poiché la singola prova non fornisce la certezza dell’accadimento di un fatto, piuttosto un’indicazione del livello di probabilità del fatto stesso. Nel procedimento penale il sistema accusatorio consente di dibattere dapprima l’ammissibilità e, successivamente, la validità delle prove nel contraddittorio. La prova scientifica si distingue dalla prova tradizionale poiché pone delle problematiche specifiche. Essa viene considerata valida se all’interno della comunità scientifica la sua validità è generalmente riconosciuta. La metodica su cui si basa deve essere oggetto di pubblicazioni soggette a revisione paritaria. Un buon giudice deve avere l’accortezza di invocare le conoscenze scientifiche più idonee al corretto svolgimento del processo e deve vigilare sulla corretta applicazione del metodo da parte degli scienziati interpellati. La Giurisprudenza deve tenere costantemente conto dei progressi in ambito scientifico e del loro impatto sulla ratio alla base della validità di una prova. Il prof. Silvestri ha infine ribadito l’importanza dell’indipendenza della Magistratura e l’insostituibilità del libero convincimento del giudice nell’emettere una motivata sentenza dopo avere ponderato le argomentazioni delle parti in causa. postermostre 11 Dicembre 2014 PALERMO. Giornata di studi internazionale con relatori da tutto il mondo, promosso dalla Fondazione Federico II Gesuiti siciliani in Estremo Oriente Presentata una mostra e un volume che mettono in luce il patrimonio custodito a Casa Professa. Tamburello: «Una esperienza che deve aiutarci a interagire con altri popoli, a partire dai cinesi» PALERMO. Si è svolta nella Sala Gialla di Palazzo Reale una giornata di studi di carattere internazionale, con studiosi da tutto il mondo, sui “Gesuiti siciliani del ‘600 in Estremo Oriente. Nel corso della giornata è stato anche presentato il volume “Gesuiti siciliani del ‘600 nel Celeste Impero. Relazioni di lunga data tra Sicilia e Cina” con la collaborazione del professore Ninni Giuffrida dell’Università di Palermo ed è stata inaugurata la mostra dal titolo “L’Estremo oriente nella Casa Professa di Palermo e i Gesuiti nella Città Proibita di Pechino nel XVII secolo”, esposizione di volumi provenienti dall’Archivio di Casa Professa a Palermo e di fotografie di oggetti conservati nel Museo della Città Proibita di Pechino. Il tema, tanto attuale, dell’incontro e dei rapporti fra culture lontane ha un precedente storico nelle vicende dei primi visitatori europei in Cina, fra i quali si distinsero particolarmente, nel XVI e nel XVII secolo, i padri gesuiti. Hanno preso parte al convegno il direttore generale della Fondazione Federico II Francesco Forgione, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, Girolamo Cusimano dell’Università di Palermo, il direttore della Fondazione Prospero Intorcetta, Giuseppe Portogallo. I lavori sono stati coordinati da Giusi Tamburello dell’Università di Palermo e consulente per la Cina per il Comune di Palermo. Il convegno è stato promosso dall’Assemblea regionale siciliana, dalla Fondazione Federico II e dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali con la collaborazione del Comune di Palermo e dell’Università degli Studi di Palermo. Tra i relatori Sun Yat – Sen di Guangzhou; professore Li Shenven dell’Università Laval del Quebec; professore Aldo Tollini dell’Università Ca’Foscari di Venezia; Filippo Mignini dell’Università degli Studi di Macerata. “Questo prestigioso convegno – ha detto Francesco Forgione, direttore della Fondazione Federico II aprendo i lavori - è promosso dalla Fondazione Federico II e si fa carico di una riflessione storica, ma con tracce di attualità, sul ruolo che la Sicilia, attraverso i gesuiti, ha avuto nell’Estremo Oriente. Io credo che la Fondazione Federico II non debba svolgere solo i servizi turistici ma deve avere anche un ruolo di promozione delle attività culturali e dell’identità siciliana, che è fatta di contaminazioni culturali e religiose. Stiamo inoltre costruendo un’offerta turistica diversa attraverso percorsi alternativi e siamo orgogliosi di ospitare turisti di tutto il mondo a Palazzo Reale di Palermo con video-guide in 6 lingue, a breve aggiungeremo anche russo e cinese”. Forgione infine ha portato il saluto del Presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II Giovanni Ardizzone, impegnato a Roma nella conferenza Stato-Regioni”. Il Casa Professa a Palermo sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che è anche cittadino onorario di Chengdu, la metropoli cinese nella regione di Sichuan, ha evidenziato come il Seicento sia stato influenzato dal 1492, anno della scoperta dell’America, che diede inizio ad un profondo declino dell’Italia e del Mediterraneo e ha affermato come “la presenza nel Seicento di Gesuiti siciliani dalla parte opposta rispetto a Cristoforo Colombo rappresenta la straordinaria visione di un mondo che può cambiare. In un’epoca di crisi e declino come quella dei giorni nostri è nostro compito dare seguito alla visione dei gesuiti siciliani che nel Seicento andavano in Estremo Oriente per arrestare il declino oppure viverlo con animo sereno. Così come noi dobbiamo fare oggi”. “Questa iniziativa – ha concluso il primo cittadino di Palermo - segue quella organizzata l’anno scorso dal Comune sullo stesso tema. Mi auspico la continuazione di rapporti intensi tra la città di Palermo, i comuni siciliani e la Fondazione Federico II, che sta vivendo una seconda fase dal punto di vista finanziario della qualità offerta e di conseguenza sotto il profilo finanziario”. Partiti con l’intenzione di portare il Vangelo nel Celeste Impero, i gesuiti svolsero un’importante funzione di mediazione tra cultura orientale e occidentale, introducendo in Asia nozioni scientifiche, astronomiche e tecniche europee, da un lato, e traducendo e proponendo in Europa le opere di Confucio dall’altro. Non a caso la coordinatrice dei lavori, Giusi Tamburello dell’Università di Palermo, consulente del Comune per la Cina ha affermato che “in centonove pagina 33 Sicilia abbiamo un patrimonio grandissimo grazie all’esperienza dei Gesuiti in Estremo Oriente. Conoscere il modo in cui si sono confrontati coi cinesi è preziosi per relazionarci oggi, ed è vantaggioso sia per noi che per i cinesi. Se non capiamo questo ci troveremo sprovvisti di strumenti per interagire con loro. I gesuiti impararono presto la lingua cinese e ciò consentì loro di interloquire con l’imperatore. I gesuiti capirono che anche dal punto di vista religioso era necessario proporre argomenti interessanti. Non dimentichiamo che i gesuiti aiutarono i cinesi a comprendere i terremoti e la misurazione movimento dei corpi celesti. Dobbiamo riscoprire il patrimonio dell’epoca, custodito ancora oggi nelle nostre biblioteche come quella di Casa Professa”. E’ intervenuto tra gli altri anche Padre Francesco Tata, Padre Rettore dell’Istituto Ignaziano di Palermo: “la forza dei Gesuiti – ha detto - è quello di mettersi nei panni degli altri e rappresentano i primi contaminatori di un mondo plurale, a partire da san Francesco Saverio e Matteo Ricci. Oggi i nostri studenti del Cei hanno pubblicato l’ultimo numero dell’house organ e hanno dedicato alla Cina la copertina con idiomi cinesi”. 11 Dicembre 2014 postermostre EVENTI. Una mostra didattica commemora tutti i caduti di Messina nel centenario del Primo conflitto mondiale 1408 piccoli grandi eroi Più di duecento immagini e documenti scovati negli archivi della Provincia. Previti: «Ricordiamo la guerra per celebrare la pace» DI RAFFAELLA SCHIRÒ MESSINA. 1408 i caduti messinesi tra Esercito, Marina, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza distinti per grado e generalità, ricordati a cento anni dalla loro scomparsa con una mostra didattica che celebra il centenario della Prima Guerra Mondiale. “La grande guerra attraverso le copertine dei giornali e negli archivi della Provincia”. Con queste parole e più di duecento immagini e documenti dell’epoca, si è inaugurata lo scorso 29 novembre la mostra che celebra il centenario della Grande Guerra, allestita a Palazzo dei Leoni a cura dell’Unità Progetto Intersettoriale “Riorganizzazione e Conservazione degli Archivi dell’Ente”. Una carrellata di sezioni specifiche dedicate all’arma dei Carabinieri, alla Brigata Aosta, alla propaganda, con particolari di satira e pubblicità, alle divise d’epoca, alle riproduzioni di foto in bianco e nero che conducono il visitatore in una passeggiata indietro nel tempo. Un condensato di notizie, con immagini relative alle copertine dei giornali dell’epoca, in particolare della Domenica del Corriere, che illustrano le diverse fasi del conflitto combattuto per mare, per terra e per aria cui sono dedicate tre sezioni. Una sezione a parte espone del materiale bellico della Prima guerra Mondiale, con esemplari di elmetti, telefono a telegrafo da campo, tromba di truppe d’assalto, fucile, mitragliatrice e bandiere sabaude. Imperdibile per gli appassionati, la mostra, che chiuderà i battenti il 30 di questo mese offre uno spunto per riflettere ripercorrendo eventi sanguinosi che hanno visto protagonista il nostro territorio. “Ricordare la guerra per celebrare la pace” racconta Giuseppe Previti, responsabile della mostra mentre Un momento dell’inaugurazione della mostra spiega con entusiasmo il clima di serenità e collaborazione che ha accompagnato il progetto in tutte le sue fasi. “Gestito in economia” commenta soddisfatto “grazie al supporto di collezionisti privati come Gaetano Saitta che ha generosamente concesso alcuni pezzi rari”. L’evento che si è aperto con un convegno che ha preceduto l’inaugurazione della mostra didattica, si è avvalso della partecipazione di rappresentanti dell’Esercito Italiano, come il Generale Salvatore Rampuglia, della Marina con la presenza del C.V. Santo Legrottaglie e del mondo accademico con l’intervento di Rosario Battaglia, professore di Storia Contemporanea dell’Università di Messina. E’ intervenuto inoltre Andrea Nicita, esponente della comunità di S.Egidio, arricchendo l’incontro con la testimonianza dell’esperienza maturata come “mediatore di pace” in particolar modo nel continente africano. A seguire, gli interventi di Vincenzo Caruso, professore, storico e direttore del Museo Storico di Forte Cavalli e dello storico Paolo Ullo. La proiezione di diversi filmati relativi al primo conflitto ha concluso il convegno. “Si smonta il 30” conclude Giuseppe Previti indicando la carrellata di cavalletti che espone con rigore certosino un evento così complesso della storia italiana. “Ma non escludiamo una proroga fino all’Epifania, per dare possibilità alle scuole e a chiunque lo desideri di venire a visitarci”. Tutti gli Istituti Scolastici d’istruzione secondaria superiore e quelli di primo grado saranno invitati a visitare l’esposizione didattica, che sarà supportata da una guida interna dell’ente. La mostra resterà aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 13 alle ore 19. Il sabato dalle ore 9 alle ore 13. La domenica solo su prenotazione telefonando allo 090\7761473. PALERMO Nina, i gatti e le fiabe appese al muro TORNANO NEL CAPOLUOGO SICILIANO I QUADRI DI TESSARI CHE DÀ VITA AI MURI CON L’AEROSOL ART Una delle opere di tessari in mostra PALERMO. “Nina è una bambina molto vivace, tanto vivace che si caccia sempre nei guai. Oggi ha inseguito un gatto fino al giardinetto poco lontano da casa sua e proprio mentre lo stava raggiungendo...”. Comincia così la fiaba di Vinny Scorsone “Nina e il Natale dei Gatti” (Fiabe al muro - Ed. Amici di Plumelia) presentata nei giorni scorsi presso la galleria Studio 71 di Palermo. Nel corso della serata è stata inaugurata anche la mostra “Fiabe al muro”, 18 dipinti realizzati da Gianni Maria Tessari per interpretare la favola di centonove pagina 34 Vinny Scorsone “Nina e il Natale dei gatti.” La mostra itinerante “Fiabe al muro” ha iniziato il suo percorso nel 2007. Oggi, a distanza di cinque anni dall’ultimo appuntamento, ritorna nel capoluogo siciliano, valorizzata, questa volta, da un libro-catalogo. L’idea di fare interpretare pittoricamente la storia ad un artista come Gianni Maria Tessari è nata dall’esigenza di rendere la fiaba stessa atemporale e libera dai canoni illustrativi che prevalentemente si riscontrano nei libri di questo genere. Nei quadri di Tessari è molto evidente che i muri, i cartelloni stradali, animati con la tecnica dell’aerosol art, prendono vita diventando frammenti di un arcobaleno interiore che, oggi più di ieri, va sempre più sbiadendosi. La mostra rimarrà aperta tutti i giorni, dalle 16:30 alle 19:30 (escluso i festivi), fino al 10 gennaio 2015. postermostre 11 Dicembre 2014 CASTELBUONO “Lipadusa”, storie di vita e mare in un clic PERSONALE FOTOGRAFICA DI CALOGERO CAMMALLERI Particolare di una delle opere in mostra fino al 22 febbraio PALERMO. Inauguratauna mostra di scenografie per l’Opera dei pupi di Mimmo Cuticchio Scene nuove per un teatro antico DI PAOLO RANDAZZO PALERMO. Quando inizia uno spettacolo dell’Opera dei Pupi, quando parte uno spettacolo di Mimmo Cuticchio e della sua compagnia, tutto è risucchiato nella potenza dell’accadimento teatrale: le voci, la narrazione, il clamore, i movimenti dei paladini attuati dagli opranti, le musiche, gli scontri, i colori delle armature, le scene che perdono d’un tratto il loro aspetto simbolico per diventare vive e perfettamente in grado di accogliere gli eventi, tutto. È uno spettacolo la cui densità è emozionante e la nostra terra, non dovrebbe mai smettere di ringraziare Mimmo Cuticchio e gli artisti che gli stanno accanto per essere riusciti a salvare questo patrimonio d’arte di cultura e non aver permesso che si trasformasse in banalissimo folklore. Mimmo Cuticchio già da un paio d’anni oltre al suo laboratorio e al teatrino di Via Bara Dell’Olivella, gestisce uno spazio nuovo sempre a Palermo, l’Ex chiesa di San Mattia in Via Torremuzza: si tratta, finalmente, di uno spazio in cui l’artista può esprime con un agio adeguato al suo livello e ordinatamente in ogni suo segmento tutta la ricchezza di quest’arte antichissima. E, come abbiamo raccontato diverse volte su queste pagine, non si tratta solo di mettere in scena gli spettacoli dei pupi ma di continuare a muoversi, a sperimentare, a collaborare con altri artisti, a formare nuovi e giovani talenti per mezzo di laboratori e workshop, a fare insomma un’autentica ricerca teatrale studiando l’antico senza stancarsi di guardare al futuro. Questa volta parliamo delle scenografie dell’Opera dei Pupi, delle meravigliose pitture che hanno accompagnato la sua arte in mezzo secolo di spettacoli e tournee in giro per il mondo: si tratta di una mostra (visitabile fino al 22 febbraio 2015, appunto a San Mattia) delle grandi scenografie dei suoi lavori appositamente create da artisti di tradizione che lui stesso è andato a scovare per le strade e i vicoli di Palermo, che ha incontrato nel fervido commercio intellettuale dei suoi spettacoli (Francesco Rinaldi, Otello Tiberi, Carlo Curaci, Giovanni Salerno, Fabrizio Lupo, Alfredo Troisi, Marco Incardona, Toti Garraffa, Pippo Miraudo, Calogero Guddemi in arte Calì) e che, soprattutto, gli sono stati accanto negli anni e quindi anzitutto sua madre, Pina Patti Cuticchio (venuta a mancare appena l’anno scorso) e la fedelissima e talentuosa Tania Giordano che, negli anni, è diventata una delle colonne portanti di questa straordinaria avventura d’arte. CEFALU’ Le lettere inedite del barone Enrico ESPOSIZIONE AL MANDRALISCA CHE RACCONTA LA STORIA ATTRAVERSO APPUNTI DI VIAGGIO CEFALU’ Riaffiorano dagli archivi 35 lettere, in gran parte inedite, di Enrico Pirajno di Mandralisca. Compongono il diario di un viaggio compiuto dal barone tra giugno e ottobre 1861 in occasione delle sedute inaugurali del Parlamento dell’Italia unita. Il materiale, con il corredo di foto e giornali d’epoca, in mostra dal 5 dicembre, nelle sale del museo Mandralisca di Cefalù. Si riapre una pagina di storia attraverso i resoconti precisi e stimolanti di uno dei protagonisti della vicenda risorgimentale. Mandralisca non era solo un collezionista di opere d’arte, un archeologo e un naturalista di riconosciuta competenza. Era anche una figura pubblica: nel 1861 era stato eletto deputato proprio nel collegio di Cefalù. Mandralisca fece con la moglie Maria Francesca Parisi, e servitù al seguito, il viaggio che lo portò a Livorno, Genova, Torino, Milano, Pavia, Bologna, Parma e Firenze. Le esperienze legate a quel tour sono raccontate dal barone e dalla moglie nelle lettere inviate a parenti e amici mondo artistico e culturale del tempo. centonove pagina 35 PALERMO. E’ stata inaugurata domenica 7 dicembre, al Museo Civico di Castelbuono, la mostra fotografica Lipadusa, storie di vita e di mare, personale di Calogero Cammalleri, realizzata in collaborazione con Fabrica, centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton Group. La mostra, che resterà aperta fino all'8 marzo, presenta una selezione di fotografie tratte dal libro Lipadusa, pubblicato da Fabrica lo scorso settembre, dopo una residenza di Calogero Cammalleri a Lampedusa durata otto mesi. L'esposizione rientra nell'ambito del programma del Museo Civico come "osservatorio" sul Mediterraneo. Lipadusa è un progetto sull'identità di Lampedusa. Divenuta suo malgrado sinonimo di migrazione, di tragedie in mare, di disperazione e miseria, Lampedusa si presenta in questa mostra nella sua veste più autentica e profonda. Le fotografie di Calogero Cammalleri, studente a Fabrica, e il testo della giornalista Silvia Giralucci raccontano l'unicità di Lampedusa: geograficamente già Africa, ma politicamente ancora Italia. Le fotografie esposte ritraggono lo scorrere della vita di pescatori, bambini e animali di Lampedusa, impressioni oniriche, attimi colti in bianco e nero, sfocati nella trasfigurazione di una realtà senza tempo. Diventato una presenza familiare per gli isolani, Cammalleri è riuscito a superare l'iniziale diffidenza di chi ha visto troppe telecamere e macchine fotografiche alla ricerca di uno scoop. Calogero è lui stesso un migrante di ritorno: partito a tre anni con la sua famiglia dalla Sicilia per la Germania, torna nella sua terra dopo diciassette anni a cercare le sue origini. 11 Dicembre 2014 posterprotagonisti Adele Tirante MESSINA. L’attrice svela il suo talento musicale nello spettacolo dedicato al compagno morto a 48 anni Com’è Tirante quella voce Il racconto di una carriera cominciata recitando dalle suore di Alì Terme. Il grande salto da professionista dopo l’incontro con Castellaneta. Il ritorno alla Laudamo tra rose rosse e l’ugola d’oro DI GIGI GIACOBBE MESSINA. Con quei suoi grandi occhi tutti luccicori e quel suo viso da attrice del cinema muto sembra d’avere di fronte la marchesa Luisa Casati in un ritratto di Giovanni Boldini del 1908. Del resto anche la sua tesi di laurea in “Tecnologia dell’istruzione e della comunicazione” alla facoltà di Scienze della Formazione di Messina era incentrata sulla “Recitazione negli anni del Cinema muto”, come dire che il destino di Adele Tirante cantante attrice nata a Roma ma vissuta per lunghi anni a Nizza di Sicilia era già scritto nel suo mantra. « Per me il Teatro - dice quasi tornando indietro nel tempo - è stato ed è come stare a casa mia, già da quando bambina recitavo dalle suore ad Alì Terme e dietro le quinte avvertivo un senso di benessere e pensavo che potesse succedere sempre qualcosa di nuovo». Andiamo per ordine. Com’è che ti trovi a vivere per parecchi anni a Nizza di Sicilia? «Mia madre, Nina Carella, è sudamericana figlia di emigranti a Lima (Perù). Mio nonno, grande patriota, ad un tratto vende tutto e torna a Roma. Mio padre, originario di Nizza, commerciante di tappeti e articoli orientali, incontra mia madre, si sposano e nasciamo io e mia sorella Nella che fa pure l’attrice e ancora bambinette ci trasferiamo tutti a Nizza di Sicilia. Qui completiamo le elementari, frequentiamo il liceo scientifico di Santa Teresa e poi l’università a Messina». Quando cominci a fare Teatro? «Sin da ragazzine io e mia sorella eravamo attratte dal Teatro e all’inizio lo abbiamo fatto per gioco in vari paesi della costa ionica con Carlo Barbera, Tino Caspanello e alla Masseria di Re Enzo (Pugliatti) in quel progetto denominato Kalonerò a Santa Teresa, un luogo a me caro perché tramite la moglie di Michele Cannavò ho conosciuto Jorge Luis Borges che mi ha regalato il suo libro “Aleph” incentrato sul racconto del minotauro Asterione e che mi ha aperto il mondo su altre tematiche quali l'immortalità, il labirinto, l'idea del tempo infinito ». Quando hai capito che il Teatro era ciò che volevi fare nella vita? «Una decina d’anni fa durante il laboratorio teatrale al Vittorio Emanuele tenuto da Marchetti e in particolare da Pupetto Castellaneta, che mi ha dato il contatto con la cultura vera, non l’erudizione. Un rapporto d’amicizia proseguito poi quando andavo a trovarlo nella sua casa di Roma e vedevamo video e progettavamo spettacoli». Fu proprio Pupetto Castellaneta che firmò il coordinamento artistico di Scantu, spettacolo scritto da te e recitato accanto a tua sorella e altri giovani attori alla Laudamo nell’aprile del 2009 che ebbe tanto successo. « Sì proprio così, uno spettacolo il cui testo era entrato in finale al Premio Riccione del 2005 e che io ho sentito la necessità di scrivere a Nizza in tre giorni e tre notti senza uscire dalla mia stanza facendo preoccupare non poco mia madre. Un testo che aveva a che fare con la trasfigurazione d’una mia esperienza in un periodo buio della mia vita, quando m’interessavo degli scritti dall’antropologo Ernesto De Martino e leggevo libri come “La magia in Sicilia” in cui si scontravano cultura religiosa e popolare, come dire sacro e profano, tant’è che lo spettacolo in questione aveva il suo culmine in una sorta di rito volto a togliere lo spavento, ‘u scantu appunto, dal proprio corpo ». Nel primo decennio del terzo millennio frequenti laboratori teatrali tenuti da Davide Enia, Emma Dante, Vincenzo Pirrotta, Franco Scaldati, Giancarlo Sepe, forse altri ancora. Cosa ti hanno dato questi registi e drammaturghi della nuova scena italiana? «Di Enia mi è rimasta una bambola con una doppia faccia, quella della cantante Nina Simona e di mia madre Nina Carella. Emma Dante con le sue “Pulle” mi ha lasciato tantissimo, un modo di lavorare attraverso il corpo, parlare e trasmettere l’essenza della Sicilia attraverso immagini archetipiche, un po’ quello che hanno fatto Pina Bausch e Tadeusz Kantor. Pirrotta la musicalità del verso. Scaldati la magia del teatro, lui era un grande poeta. Sepe la scomposizione del corpo nella musica ». Io, come altri credo, non conoscevamo le tue doti di cantante. Dove hai affinato la tua voce canaille, tremula a volte, con ottimi accenti francesi? «Credo sia una dote naturale, anche se ho fatto un po’ di scuola da Rosalba Bentivoglio cantante jazz di Catania ». Lo spettacolo “Padam Padam” presentato venerdi e sabato scorsi in una Sala Laudamo agghindata tutta di rose rosse, plastificate perché vere ti sarebbe costato parecchio, era incentrato su una serie di canzoni d’amore che hanno reso celebre Edith Piaf accanto a dei pezzi di Prevert e Cocteau accompagnati alla fisarmonica e al pianoforte da Mirko Dettori. Perché hai scelto questo titolo? «Questo spettacolo è dedicato a Felice Romeo, il mio compagno morto a 48 anni, ma è anche il titolo d’una canzone cantata dalla Piaf, il passerotto dall’ugola d’oro, che esprime la vorticosa e ossessiva commedia dell’amore, che come il suono di un’orchestra imprigionato nella memoria, prima o poi la farà impazzire. In questo spettacolo ho voluto affrontare il tema dell’amore, quello che l’infelice cantante sviscera in tutte le sue sfumature, inserendovi un monologo di Cocteau titolato “La belle indifferente”, e cantare l’amore come assenza, perdita, come une “vie en rose”, un tappeto sotto i piedi dell’amato. Non è uno spettacolo filologico ma vuole rendere omaggio ad una grande artista che interpreto e studio da tempo». Tornerai a Roma e cosa farai? «Sarò protagonista assieme ad altri 20 compagni di lavoro dello spettacolo che da 7 anni va in giro per l’Italia che s’intitola “Dignità autonome di prostituzione” a cura di Luciano Melchionne e Betta Cianchini che nasce come polemica di vendere la propria arte al pubblico e inizia simpaticamente con delle attrici-maitresses all’entrata che danno dei dollari agli spettatori per poter comprare pillole di Teatro ». LA SCHEDA La doppia vittoria ai “Teatri del Sacro” ADELE TIRANTE nasce a Roma il 9 febbraio 1979. Da bambina si trasferisce con la famiglia a Nizza di Sicilia. Completa gli studi all’Università di Messina e inizia a recitare e cantare sin da ragazzina frequentando laboratori teatrali in varie città italiane. Ha recitato più volte al V.Emanuele e alla Laudamo prendendo parte a vari spettacoli, quali “Agata” (2005) di Rocco Familiari regia di Walter Manfrè, “Il vitalizio” (2006) di Luigi Pirandello adattato da Andrea Camilleri e regia di Walter Manfrè, “Picasso e la ragazza” (2011) di Dacia Maraini regia di Antonio Calenda, “Patri ‘ì famigghia”(2011) di Dario Tomasello regia Roberto Bonaventura, “L’ufficio” (2012) di Ciarrapico-Torre regia di Ninni Bruschetta. E’ fra le protagoniste del film “Baaria” di Giuseppe Tornatore e del “corto” “Lungo le rive della morte” di Ugo Gregoretti. E’ orgogliosa come drammaturga d’aver vinto a Lucca per due volte i “Teatri del Sacro” con “Euforia” che ruota attorno ad un parricidio e “Hermanos/Fratelli” una rielaborazione del racconto biblico “Marta Maria e Lazzaro” in chiave sudamericana. centonove pagina 36 posterrubriche NUOVE VISIONI INIZIATIVE MUSICA DI MARCO OLIVIERI DI CESARE NATOLI La vita secondo Woody Allen Buon vecchio Woody Allen. Il suo nuovo film, puntuale come ogni anno, “Magic in the Moonlight”, ripropone, in una chiave gradevole, lontano dalle vette artistiche di altri titoli (da “Io e Annie”, “Manhattan” e “Zelig” a “Broadway Danny Rose”, “Hannah e le sue sorelle” e “Match Point”), i temi del suo cinema. La sua visione dell’esistenza, il perenne conflitto tra il pessimismo tragico della razionalità e la necessità di ancorarsi a una magnifica illusione (il sogno del cinema, la magia dell’amore, la bellezza della musica), complice il tema ricorrente dell’illusionismo (da “Stardust Memories” a “La maledizione dello scorpione di Giada” e “Scoop”), per poter continuare a vivere. In questo quadro, “Magic in the Moonlight” risulta garbato e scorrevole, impreziosito da un buon cast: in primo piano Colin Firth (al quale Allen affida il suo umorismo tragico), Emma Stone (graziosa e dagli occhi magnetici) ed Eileen Atkins (la zia, acuta e intuitiva, del protagonista). Girato nel sud della Francia, il film non a caso inizia su un palcoscenico della Berlino del 1928, dove si esibisce il mago inglese Stanley (in arte Wei Ling Soo), facendo intuire uno sfondo drammatico (l’imminente ascesa del nazismo, l’orrore della vita) che rimane fuori campo. Sottinteso tragico – il mondo prima della catastrofe bellica – nascosto per scelta, in modo da alimentare l’illusione salvifica della commedia e del cinema. Quell’immaginario sempre affascinante dove il cinico miscredente sposa l’adorabile bugiarda e il mistero dell’universo smette, per un istante, di inquietare. ENNA Core al Teatro Garibaldi ENNA. Un gruppo di danzatori, una scenografia fatta di immagini, una statua parlante, la divinità come simbolo del potere che distrugge e crea un nuovo volto, quello di una città. Con lo spettacolo Core (Demetra 2.0) della coreografa palermitana Giovanna Velardi si apre, domenica 7 dicembre alle ore 20.30, la sessione dedicata alla danza della stagione del Teatro Garibaldi di Enna, che dopo 14 anni è tornato a vivere grazie alla sinergia del Comune di Enna con l’Università Kore, e che si pregia della direzione artistica del cantautore Mario Incudine. Lo spettacolo di Giovanna Velardi, che associa la coreografia alla scenografia elettronica firmata da Dominik Barbier e Anne Van Den Steen, si interroga sull’apparenza del potere, prendendo spunto dal mito greco di Demetra e di sua figlia Persefone (in greco Core). 11 Dicembre 2014 Tempi da marketing Paolo Andrè Gualdi Il "pianista sotto l'oceano" sbarca a Milazzo Venerdì 12 al Teatro Trifiletti il concerto benefico di Paolo Andrè Gualdi per Nemo Sud MILAZZO. Un pianista ma anche un sub, amante della musica classica come del mare: Paolo Andrè Gualdi sarà il protagonista dell'evento “Mylae Classic”, concerto per pianoforte promosso dal Leo Club di Milazzo venerdì 12 dicembre alle ore 21 al Teatro Trifiletti. Una serata all’insegna di grandi opere firmate da Liszt e Chopin e riproposte dal talentuoso musicista italiano, di "adozione" americana, che sbarca in Sicilia direttamente dal Brasile, dove ha tenuto nei giorni scorsi una master class e un recital. Originario di Roma, figlio d'arte, da più di dieci anni vive a Florence nel Sud Carolina, dove oltre al ruolo di insegnante di piano presso la prestigiosa Francis Marion University, svolge un'intensa attività come direttore artistico del South Carolina Chamber Music Festival. Il connubio musica e mare è per lui una grande fonte d'ispirazione: il "pianista sotto l'oceano" renderà omaggio ai milazzesi con l'esecuzione di un brano di Liszt ispirato alla traversata nello Stretto di Messina di San Francesco di Paola, compatrono di Milazzo. Andrè Gualdi è sub professionista e fa immersioni in apnea fino a 25 metri e con bombole fino a 45 metri e vanta tra gli amici, Simone Arrigoni, pluriprimatista mondiale di apnea (456 metri "foot push"). "Il silenzio dell'oceano è una musica unica" si legge in una sua recente intervista. Lo spettacolo "Mylae Classic", patrocinato dal Comune di Milazzo e organizzato in collaborazione con l’associazione culturale Darshàn, Image ed Europa Due Media & Congress, sarà presentato dal giornalista Massimiliano Cavaleri e da Pierpaolo Ruello; il ricavato è destinato al Centro Clinico Nemo Sud di Messina per l’assistenza alle persone affette da malattie neuro-muscolari, di cui è madrina l'attrice Maria Grazia Cucinotta. Durante lo show, di circa un'ora, sarà sorteggiato un esclusivo gioiello firmato dal grande maestro orafo Gerardo Sacco dalla collezione "Teste di moro", realizzato in argento e ceramica smaltata a mano: sarà lui stesso a consegnare l'omaggio al fortunato vincitore. Per info e biglietti (costo 10 euro) tel 340.9363006. Hai talento e sensibilità? Nell’era del marketing, se vuoi fare il musicista, non sono sufficienti. Dice: ma è sempre stato così, ci vuole fortuna, qualche amicizia giusta e così via. Certo, ma oggi c’è dell’altro. Il mondo della musica, infatti, sembra riassumere tutte le ansie dell’ipermoderno e di una rivoluzione tecnologica che se da un lato rende tutto più veloce, fruibile e disponibile, dall'altro sembra spesso non essere in grado di offrire una direzione migliore di quella, asettica e spietata, del mercato. Vedere in televisione Luciano Ligabue e Francesco De Gregori cantare insieme 'Alice' a 'Che tempo che fa', ad esempio, una volta sarebbe stata una cosa dell’altro mondo. Ora invece tutto diventa normale, come normale sentire De Gregori dire che l'andare in giro a promuovere un disco o un tour una volta lo considerava odioso, quasi contrario alla sua etica, mentre oggi quasi si diverte: '...e poi lo fanno tutti'. Il dubbio è che senza la promozione, ossia una delle ‘quattro’ P del marketing, oggi non si vada davvero da nessuna parte. D’altronde è noto come nell'era dello streaming molti artisti non se la passino bene, specie gli indipendenti e i piccoli. Siamo quindi al punto che oggi un artista più che essere un musicista di talento deve essere un esperto di social media e comprendere il modo in cui attrarre i fans. Facebook, Twitter, Instagram e un altro stuolo di servizi sono lì apposta a richiedere tempo e attenzioni per dare attenzione e qualche click in più, che alla fine sono quelli che fanno guadagnare. Insomma, il lavoro dell'artista è destinato a cambiare e non poco. De Gregori e Ligabue lo hanno già capito. DE GUSTIBUS Cva di Canicattì, la “filosofia” del vino CI SIAMO OCCUPATI spesso in queste pagine della Cva Canicattì per parlare dei loro ottimi vini tra i migliori in Sicilia per rapporto qualità prezzo. Stavolta invece, non tralasciando di fare i complimenti per i loro vini che continuano ad ottenere tanti premi nei concorsi internazionali e nelle guide più importanti d’Italia, ci vogliamo congratulare con loro perchè la Camera di Commercio di Agrigento li premia con il riconoscimento “Progresso Economico e Legalità” il percorso produttivo realizzato in questi anni da Cva Canicattì, una cantina sociale di successo, che ha investito sulla qualità e sul tessuto agricolo di tradizione espresso dal territorio di Agrigento. Giunto alla quinta edizione, il premio “Progresso Economico e Legalità”, anche per quest’anno ha goduto del patrocinio del Ministero delle Sviluppo Economico. Il centonove pagina 37 Premio viene attribuito a quelle aziende che si sono distinte sul versante della tradizione, del valore sociale, dell’internazionalizzazione e della competitività, realizzando un modello imprenditoriale di valore, aperto all'innovazione e al confronto con rispetto le attuali dinamiche di mercato. Un riconoscimento che intende elogiare quelle realtà produttive del territorio che fanno della legalità un principio base del proprio operato, in grado di valorizzare quanto di positivo è presente nel territorio. La filosofia produttiva di Cva Canicattì è stata sempre centrata sul binomio qualità /territorio. Una filosofia produttiva che ha reso i vini di Cva Canicattì riconoscibili e identitari di una specifica area territoriale. Una produzione di qualità mirata a salvaguardare l’autenticità varietale delle uve e ad esaltare gli aspetti agricoli e storici di una delle area vitivinicole più vocate della Sicilia. Le terre del Nero d'Avola, del Grillo e dei vitigni che hanno fatto la storia del vinbo siciliano di qualità. 11 Dicembre 2014 posterlettere QUI SCUOLA GUI HERITAGE DI ANDREA SMITH DI SERGIO BERTOLAMI Pensionamenti, domande entro il 15 gennaio Non è uno spettacolo SIn attesa dell’annuale circolare operativa, che recepirà anche le novità pensionistiche inserite nella legge di stabilità in via di approvazione, il MIUR ha pubblicato il decreto ministeriale 866 con il quale stabilisce per il personale della scuola il 15 gennaio 2015 quale scadenza della domanda di: dimissioni dal servizio per aver raggiunto il limite massimo di servizio; richiesta del trattenimento in servizio per arrivare al minimo di contribuzione (20 anni); trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale con contestuale trattamento pensionistico. Entro la medesima data, potranno essere ritirate le dimissioni. Possono presentare la domanda: le donne che hanno una età contributiva di 41 anni e 2 mesi entro il 31/08/2015 e gli uomini che, alla stessa data, posseggono 42 anni e 2 mesi di contribuzione; coloro che compiranno 66 anni e 3 mesi entro il 31/1/2015 e possono far valere minimo 20 anni di contribuzione; le donne che, al 31/1/2014, hanno età anagrafica di 57 anni e 3 mesi, contribuzione minima di 35 anni, che optano per il calcolo contributivo. Verranno collocati d’ufficio in pensione, invece, le donne che compiranno 65 anni entro il 31.08.2015 e possedevano al 31.12.2011 minimo 20 anni di contribuzione. Analogamente verranno collocati in pensione coloro che al 31/12/2011 hanno maturato la quota ’96 (mix tra età anagrafica e contributiva partendo da età minima 60 anni e contributiva 35) e compiranno 65 anni entro il 31/8/2015. Con la legge Fornero andranno in pensione quelli che compiranno 66 anni e tre mesi entro il 31/8/2015 ed hanno un minimo di 20 anni di contribuzione e coloro che, pur non possedendo il minimo di contribuzione a tale data e rimanendo in servizio fino a 70 anni, non raggiungerebbero il minimo contributivo dei 20 anni. ECOLOGIA&AMBIENTE A PUNTATE Condominio a Parigi, gli aggiornamenti Il 24 ottobre 2014, sul numero 40 di Centonove, è apparso l’articolo intitolato “Pacco targato Parigi” relativo alle disavventure dei soci di un condominio in multiproprietà Le relais de Noisy. Dopo un mese, la vicenda ha subito aggiornamenti. Robert di Nigro (amministratore del condominio, ndr) viene condannato (con ricorso in Cassazione da discutere ad aprile 2015) ad un risarcimento di 766mila euro e sei mesi di galera. Il liquidatore della società non concedeva nessun incontro per una bonaria risoluzione, ma ha addirittura intentato una procedura di sfratto vinta in primo grado che sarà discussa il 14 febbraio 2015. Va fatto presente che nel 2011 il tribunale di Bobigny aveva riconosciuto con sentenza definitiva opponibile, il titolo di godimento ai soci del residence. Nonostante ciò, il 3 settembre 2014, alcuni multiproprietari che usufruivano della loro settimana di godimento, venivano invitati dalle forze dell’ordine a lasciare il residence. Tra gli sfrattati (soci italiani e francesi della multiproprietà), venivano privati dell’alloggio anche il custode con moglie e figlio piccolo. Che oggi sono senza lavoro e senza casa. Gaetano Manganaro Notizia del giorno: la Grecia vorrebbe che i marmi del Partenone, al British Museum di Londra dal 1816, tornassero in patria. Notizia ad effetto: Amal Alamuddin, avvocato di grido e neosposa di George Clooney, nominata consulente legale del governo greco, ha ricevuto mandato di dirimere lo spinoso contrasto avviato nel 1993 dal ministro Melina Mercouri. I marmi furono asportati ad inizio Ottocento da Lord Elgin – ambasciatore britannico a Costantinopoli che al tempo controllava Atene – e acquistati (o trafugati) per arricchire il museo britannico. Mi chiedo se l’incarico ad una celebrity da rotocalco non sia finalizzata alla "global audience" piuttosto che alla reale soluzione della controversia. Idea non peregrina se, per contro, il museo londinese, che ha sempre sostenuto l’inamovibilità delle opere, ne ha concessa una in esposizione all’Ermitage di Mosca. Mossa diplomatica in un momento di rapporti tesi tra Gran Bretagna e Russia per via della guerra ai confini dell’Ucraina. Come si vede, gli interessi culturali (collocazione delle opere nei contesti originari) e scientifici (salvaguardia e trasferimenti) sono l’ultima delle problematiche. Il fatto che il clamore sia preferito alla sostanza è frutto di strategie mediatiche cui spesso anche personalità di richiamo internazionale danno manforte. È un teatrino già visto: in cartellone da anni. Basta! Vorremmo che la vita non fosse uno spettacolo legato a show ed onorificenze. Vorremmo impegnate nei beni culturali persone competenti in grado di generare frutti. E in Sicilia? E a Messina? «È di te che si parla in questa favola» (Orazio, Satire). DI ANNA GIORDANO Non toccate le fiumare SE GLI ELEFANTI hanno, si dice, la memoria lunga, gli umani, ed in particolare i messinesi, ce l’hanno invece cortissima e non sono avvezzi a ricordare cosa succede quando si compiono determinate scelte e, a seguire, a subire i loro effetti. Mentre l’Italia scopre che tombinare (coprire) le fiumare è foriero di guai senza limiti, come del resto si era appreso anche qui a suo tempo, spuntano invece come funghi, progetti “urgenti” per coprire nuove fiumare. Grandioso, geniale, e manco a dirlo, dannosissimo sotto ogni punto di vista. La pioggia (ad oggi) ci ha graziato, le abbondantissime piogge si sono scatenate altrove, non c’è stato un 2009 che ha visto la pioggia iniziare ai primi di settembre e non finire più. No, sole, gente al mare, erba secca, criminali con il cerino scatenati, pendii rasi al suolo e poi, quando la pioggia si scatenerà, vai con le frane, tanto che importa ! vai a capire responsabilità, mancato censimento dei territori bruciati ecc. Con tutto quel che ci sarebbe da fare a Messina e non solo, in termini di prevenzione e messa in sicurezza, si predilige la copertura di diverse fiumare, una delle quali per poter meglio poi lottizzare dove già peraltro si è lottizzato e non poco. Prima si costruisce, poi ci si pone il problema di come arrivarci, anzi, di come arrivarci più comodamente. Che poi alla pioggia che cade le si debba dire che il suo letto antico non esiste più, che quindi, anziché rimpinguare la falda se ne deve andare verso il mare scivolando sull’asfalto, acquisendo velocità supersonica e magari travolgendo tutto e qualcuno, beh, sarà un problema di chi ci sarà quando accadrà, non dei tanti soggetti che per loro mera dimenticanza, chiamiamola così, han perseverato in scelte folli. Che poi si sia in ZPS a chi vuoi che gliene freghi. La multa di 40 milioni di euro comminata dalla UE all’Italia proprio centonove pagina 38 in materia di rifiuti mica la pagano i vari responsabili che ci hanno portato, qui come altrove, a subire processi in quel di Bruxelles e a seguire, multe stratosferiche che pagheremo tutti, sotto forma di nuove tasse, nuove accise, non loro. Bisognerebbe cambiare le norme, far si che a pagare siano, di tasca loro, i singoli soggetti responsabili. Di chi non ha voluto leggersi le carte, di chi ha sbeffeggiato quei pirla degli ambientalisti (me per prima), di chi ha dimenticato cosa sia una fiumara e cosa sia la pioggia, perseverando su strade che dire sbagliate è dire poco. Anche per la discarica a Pace fioccheranno le multe e si vogliono tombinare le fiumare. Ah, dimenticavo, auguri a tutti quando Messina diventerà discarica emergenziale per mezza isola. Volevate i tir fuori dalla città? avrete, se non si fermerà in tempo questa previsione pericolosissima, i tir con la monnezza e percolato a go go, che verranno da ovunque. Svegliatevi, adesso tocca a voi, noi quel che potevamo e pure più, l’abbiamo fatto. postercommenti 11 Dicembre 2014 DIBATTITI di Achille Baratta* Opere pubbliche, il deserto Messina MESSINA. Vi siete mai chiesti quanto ci costa il porto di Tremestieri all’anno? Perché abbiamo pagato quattro svincoli da acrobati e ne utilizziamo due, e ancora, il nuovo tribunale dove lo mettiamo? Ecco il vero interrogativo in Europa, ci riconoscono l’eccellenza concedendoci risorse, ma noi non lo sappiamo spendere. Il mondo degli appalti annulla qualsiasi programma e qualsiasi progetto. Mancano i progetti. E i progettisti chiudono gli studi, all’ordine degli ingegneri e architetti l’approvazione delle parcelle è una chimera. Manca soprattutto il fare. Ricerca e sviluppo ruotano attorno a competitività, redditività, nel segno di strategia più efficienti, per produrre crescita occorre utilizzare il potenziale tesoro come lo stretto di Messina ma non lo sappiamo o meglio lo vogliamo conoscere. Gli investimenti ad alto reddito per noi non possono posare alla base e dalla ricerca industriale ma sono solo un indirizzo turismo nautico. I progetti di ricerca di interesse normale e internazionale passano dal territorio perché strettamente connesso con esso in un’ottica interdisciplinare e multidisciplinare. Gli errori del passato non possono più ripetersi, occorre venire fuori con l’alto livello e l’eccellenza della ricerca che passa dalla passione e anche dall’amore per la nostra terra, fuori dagli interessi di bottega di partito, e ancor di più di mafia. Basta una sbirciata veloce sul territorio, per accorgersi che vogliamo chiudere un ospedale al centro, come l’ospedale Piemonte, dove fino a ieri sono stati spesi miliardi, che hanno chiuso l’ospedale Margherita e che la fiera di Messina si è trasformata in un deserto, l’area del gasometro parcheggio stabile delle seconde macchine di chi occupa i palazzi e di mezzi arrugginiti inattivi, l’albergo riviera non si vede, ma chi l’ha comprato? Di fronte gli hanno piazzato l’edificio 150 PAROLE DA PALERMO La stele? E’ cosa nostra DI MARIA D’ASARO In Sicilia, il rapporto del cittadino col territorio è più complesso che nel resto d’Italia. Da un lato, infatti, c’è la mafia che contende il controllo del territorio ai rappresentanti dello stato, spesso incapaci di far sentire la propria presenza e di promuoverne l’ordinata gestione; dall’altro, ci sono tanti siciliani distratti, che spesso non sentono “cosa propria” ciò che si trova fuori dalla loro casa. In questo contesto, pur se solo simboliche, sono davvero encomiabili le azioni dei cittadini che mostrano un interesse attivo per gli spazi esterni e ne combattono il degrado. Un grazie allora al gruppetto di persone che, qualche settimana fa, provvisti di vernice coprente, hanno cancellato scritte del tipo: “Non ti lascio piccola mia” “Mi manchi tanto” che imbrattavano la base della stele dedicata in autostrada, sul luogo della strage, al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca e agli agenti di scorta Vito, Rocco e Antonino. fasciato per simboleggiare un pronto soccorso che non c’è, qui si muore direttamente dal vivo. L’aereoporto dello Stretto è diventato inaccessibile sia per i prezzi dell’Alitalia che per la mancata accessibilità, volevano fare un ponte e non hanno saputo fare una passerella per l’attracco dei viaggiatori che vengono da Messina, si parla di conurbazione, ma quale? Nei programmi e nei progetti del comune di Messina si scrive d’altro; ma il territorio dov’è? Eppure basta esaminare le vecchie carte topografiche per capire che la via san Cosimo in progetto attraversa un vecchio cimitero, che si potrebbe realizzare senza spese un eliporto e un porto all’interno dell’ex fiera di Messina, rilanciando la città: con una semplice convenzione. Sono finiti i tempi dei saccheggi, non perché mancano i saccheggiatori, ma perché manca il malloppo da rubare, in poche parole mancano le risorse. Apriamo le porte al lavoro, ai collegamenti e più semplicemente agli altri, con metodi nuovi. Appropriamoci del nostro, all’interno del programma operativo nazionale con il quale l’Italia contribuisce allo sviluppo della politica di comunione dell’Unione Europea a favore delle proprie aree territoriali più svantaggiate. Diversi progetti finanziati, portati avanti da imprese, università, organizzazioni di ricerca, enti pubblici ed altre realtà, con elevato apporto innovativo e know – how. I risultati finora prodotti certamente non soddisfano sempre nello specifico, l’Ue e l’Italia hanno approvato che una consistente quota delle risorse dei fondi strutturali europei fosse destinata al sostegno delle attività di ricerca e innovazione nelle quattro regioni dell’Obiettivo Convergenza, vale a dire, Puglia, Calabria, Sicilia e Campania, per fare motori di sviluppo sociale ed economico. In questo quadro il Ministero dell’Istruzione insieme al ministero dello sviluppo economico, ha destinato e realizzato una serie di interventi programmati ed attuati in modo organico, nell’intento di produrre ricadute positive nella vita dei cittadini. Ma di tutto questo non si è fatto, il vento di scirocco ci taglia anche la speranza, resta soltanto l’alito della morte e dei becchini e l’ombra del dissesto economico. A Reggio Calabria si può andare anche in elicottero e dal porto turistico in tutto il Mondo. * Ingegnere Progettista ANIMAL HOUSE ELIODORO L'ignoranza deve essere uguale per tutti CATANIA - Subordinare la validità dell'elezione del consigliere aggiunto, appena eletto a Catania, alla conoscenza della Costituzione italiana e dello Statuto siciliano, è discriminatorio. Lo dichiarano alcuni consiglieri comunali di Catania che prendono le difese, non richieste, del cittadino di origine cingalese di 31 anni, residente in città dal 1998, che dovrà sostenere un esame. Chiedere, infatti, la conoscenza della Carta costituzionale e del nostro Statuto speciale sarebbe, più o meno, un atto di razzismo. E, in effetti, forse è così: l'ignoranza è consentita solo ai nativi "made in Liotru". ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE Il presepe oltre il consumismo MESSINA. Da qualche anno si avverte una forte e sensibile ripresa della tradizione del presepe che in passato, probabilmente, aveva subito un certo ridimensionamento a favore, soprattutto, dell'albero di Natale di origine nordeuropea. Due diverse tradizioni che possono convivere perfettamente, senza alcun tipo di conflitto, e che quindi sarebbe sbagliato contrapporre dal punto di vista simbolico e religioso. Non a caso, almeno a partire dal pontificato di Giovanni Paolo II, l'albero viene allestito anche a piazza San Pietro, insieme con il più tradizionale, dal punto di vista cattolico s'intende, presepe. L'origine pagana dell'albero, infatti, non ha impedito di cogliere, oltre il significato mitologico, anche la valenza cristiana come albero della vita e albero della croce. Negli addobbi natalizi, quindi, è sempre più comune ammirare due diverse composizioni artistiche, che sarebbe superficiale ridurre a banale consumismo. Anche nelle case più umili e povere l'attaccamento alla tradizione è così forte, da non temere di perdere la sua dimensione spirituale più profonda che significa, innanzitutto, apertura all'altro e al futuro che viene. Nessuna spinta consumistica sembra capace di svuotare il lungo periodo natalizio che, liturgicamente, coincide con il tempo di Avvento. Non ha senso, quindi, come fanno per esempio i leghisti, esibire strumentalmente il presepe, simbolo di mitezza e accoglienza, per contrapporlo ad altre tradizioni. Il presepe si propone, non si impone come una clava contro qualcuno. Le tante mostre di arte presepiale (a Messina nel chiostro del Palazzo arcivescovile e nella chiesa S. Maria dei Miracoli di Sperone) sono un segno ulteriore di questa rinascita e vitalità del presepe, anche nella sua valenza pubblica e cittadina. Oltre il consumismo, che nella crisi attuale sembra produrre comunque ben pochi sfarzi, prepararsi al Natale significa, soprattutto, credere e praticare grandi valori umanizzanti. [email protected] DI ROBERTO SALZANO Un clic per gli amici a quattrozampe Si avvicina il Natale: ecco il momento giusto in cui fare qualcosa di gradito per gli altri. Se si tratta di creature in difficoltà ancora meglio. Ad esempio gli ospiti di canili e gattili, sempre in attesa di una mano generosa che faccia qualcosa per aiutare i volontari che quotidianamente si impegnano nella causa animalista. Non poche sono a Messina le realtà che hanno a cuore le sorti di un gran numero di amici a quattro zampe e lottano per migliorare le loro condizioni di vita: tanti sono gli amanti degli animali che, in un modo o nell’altro, richiamano l’attenzione sul tema dell’assistenza ai randagi e tante sono le iniziative organizzate. Il rifugio di via Don Blasco sarà presente per l'intera giornata di sabato 20 dicembre in via Marco Polo a Contesse in occasione di un evento nato con l’intento di ottenere un aiuto concreto da chiunque voglia e centonove pagina 39 possa fare qualcosa per regalare affetto a tutti quegli esemplari che non hanno la fortuna di vivere con una famiglia che si prenda esclusivamente cura di loro. Per fronteggiare al meglio le esigenze dei numerosi ospiti del ricovero, vi è la necessità di contare sulla partecipazione attiva di persone sensibili. Così, in occasione delle festività natalizie, verrà allestito un banchetto di raccolta per i quattrozampe dell'ex Macello, per dare un punto di riferimento a quanti disposti a donare articoli destinati ad incrementare le risorse a disposizione. A nessuno sarà negata la possibilità di contribuire in qualche modo, perché un aiuto in buona fede è sempre provvidenziale. Banchetti solidali, simpatici gadgets perfetti per il Natale ormai alle porte, con cui verranno ringraziati coloro che avranno donato anche una piccola cifra simbolica: il ricavato sarà destinato per intero ai quattrozampe. Basterà qualche rapido clic sulla pagina Facebook BAU mercatino e coloro che vorranno potranno trovare la maniera di prendere parte nel loro piccolo alla missione davvero speciale dei volontari.