la prostata e le formiche

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la prostata e le formiche
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LA PROSTATA E LE FORMICHE
Di
Alphonse Doria
(Da: Fantasticherie – Siculiana 18 Marzo 2012)
Tra l’uomo e la donna vi è una sostanziale differenza: la donna
piscia comodamente seduta mentre l’uomo lo fa all’in piedi. Tra l’uomo
giovane e quello più anziano vi è un’altra sostanziale differenza: il giovane
va e fa, lunga e continua, l’anziano diventa più riflessivo, deve attendere
per poi esprimersi con un lento fiotto senza forza, per poi ritornare poco
dopo sollecitato dalla vescica per un altro fiotto. Io non mi posso più
ritenere nelle schiere dei giovani, così per sollecitare l’immediata uscita
immagino spesso una enorme cascata d’acqua scrosciante che parte da un
preciso punto in aria attraversa il mio corpo e sfocia finalmente nel mio
apposito organo. Ora basta che sposto la testa in quel punto immaginario
ed è come girare la manopola del rubinetto.
In una di queste mie visite al cesso noto ad un palmo del mio naso
una fila di formichette, ma di quelle piccolissime, che si davano da fare in
un va e viene lungo il solco delle mattonelle. Uscivano dal buco di una
scatola dell’impianto elettrico e tramite questo solco tra mattonella e
mattonella percorrevano un sentiero di novanta gradi per raggiungere il
tubo dello scarico, dove vi era un nastro plastico che guarniva, loro
prelevavano qualcosa, forse porzioni di quella colla e tornavano, insomma
indaffarati in questo andare e venire. Tornai un po’ dopo e quelle erano lì
sempre di corsa, considerando la loro dimensione, correvano e come. Così
pensavo che da quella scatola loro sicuramente percorrevano una galleria
dei tubi dell’impianto per giungere poi l’esterno, avranno coscienza di quel
mondo? Di me che le osservo? Della mia umanità che ha creato ogni cosa
dove loro si muovono?
Nelle mie osservazioni noto che una di quelle formiche sbagliò
strada, incominciando un nuovo percorso, così tagliò direttamente in
diagonale la mattonella accorciandolo. Io dalla mia umanità guardavo
dall’alto ed ero sapiente che quel nuovo cammino nato dall’errore sarà
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stato apportatore di benessere a tutta la loro società, accorciando le
distanze. Sicuramente quella formichetta avrà seminato i feromoni
comunicando a tutti la sua scoperta. Ma le altre continuavano
tranquillamente la via vecchia, tranne qualche altra. Quando, dopo qualche
ora, tornai ho visto che molte altre intrapresero il cammino rivoluzionario.
Qualcuna si sperdeva e tirava a lungo tanto da andare a finire nei pressi del
tetto dove vi era la morte sicura rimanendo impigliata nella ragnatela
intessuta da quel ragno in attesa della sua preda. Qualche altra formica,
cadeva giù, si anche loro, assoggettate dalla legge gravitazionale.
Insomma la grande scoperta scientifica in un certo senso si rivelava
pericolosa. Intanto quel cammino era matematicamente più giusto. Mentre
ormai vi erano due fazioni distinte: quelli del “novantesimo grado” e della
“diagonale”. Tornai dopo un po’ e osservai questa volta che solo in pochi
continuavano il vecchio cammino, aveva vinto il moderno, la genialità,
diciamo, la scienza.
Il giorno successivo, ancora non vi era nessuna di loro nel percorso,
quando una formica uscì dal buchetto e s’incamminò per il vecchio
percorso! Lentamente anche le altre presero l’antico cammino. Cancellato
il progresso! Questo mi indispettì. Per tutto il giorno non vi fu nessuna di
loro che si avventurò per la diagonale. Pensai, meschinamente da uomo,
che avranno tenuto concilio e discutendo le ragioni dell’uno e dell’altro
cammino avrà vinto la tradizione …
Perché “meschinamente”? Perché noi uomini non facciamo altro che
riportare secondo il nostro metro ogni cosa esistente, tutto viene codificato
a nostra misura a nostro modo di vedere. Una educazione filosofica e
teologica errata che sta portando alla fine della nostra specie. Per questo
quando vedo i poveri cagnolini umanizzati e quei pazzi della mia specie
che gli fanno tutte quelle moine mi inorridisco. Un cagnolino con il
cappottino è semplicemente orribile! Secondo me non è amare gli animali
ma odiarli a tal punto da negargli la loro bestialità e costringerli alla nostra
umanità. Semplice pazzia!
Tornando a quelle formiche nel loro daffare ho notato che
incontrandosi frontalmente tra loro incominciarono a spostarsi smorzando
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sempre più l’angolo verso l’interno creando pian piano una curva tendente
alla diagonale. Questa era l’evoluzione scientifica, mentre quella di prima
la rivoluzione. Penso che l’evoluzione è il frutto di qualche rivoluzione
anche se cancellata, negata per qualche ragione giusta o meno.
Ormai mi ritengo uno spudorato maniaco preso da questa storia, così
prendo un po’ di pasta inzuccherata e la pongo nei pressi del tubo della
vaschetta dello scarico. Le formiche accelerano il loro cammino sembrano
impazzite, un va e viene più velocizzato, riportandomi immaginariamente
alle loro dimensioni sembrano dei bolidi di formula uno, tanto che ormai la
mattonella è tagliata perfettamente in diagonale. Questo come lo possiamo
chiamare noi umani? Intervento divino? Loro lo chiameranno intervento
umano?
Il giorno successivo trovai piazza pulita, niente formiche. Era
successo che un altro, andando in bagno, vide quegli insetti e con una
spugnetta lavò distruggendo tutto. Il primo pensiero che mi è sorto se
quelle formiche avessero un distinguo tra me e l’altro uomo? Forse
avranno una visione unica, monoteistica: l’umanità che creò, progettò e
costruì le mattonelle e l’impianto elettrico, l’umanità che gli porse la pasta
zuccherata e l’umanità che le distrusse con acqua e spugnetta, il diluvio
universale. O monoteista o politeista il risultato non cambia affatto.
Quella mattonella ormai per loro era il deserto, la morte, tutte le
tracce erano state cancellate dall’odore del detersivo.
La storia non è finita lì perché dopo qualche giorno, rivedo le
formiche che da un buco vicino il tetto attraversano ben sei mattonelle
tutte in diagonale passando di sotto la vasca dello scarico e arrivando a
quel nastro isolante nel tubo. Un percorso sicuramente più nascosto,
scientificamente progredito, possibile? Questo è quello che è successo!
A questo punto non rimase altro da fare, così mi inzuccherai
l’indice e ho tratteggiato l’atavica diagonale nella mattonella. Dopo un po’
una di loro scoprì l’oasi in quel deserto e altre la seguirono, bastò poco e si
concentrarono in quella abbondanza, arrivavano e restavano lì a deliziarsi.
Il loro ordine sociale non era più seguito, le loro piccole larve potevano
aspettare invano che le buone formiche operaie tornassero, ormai erano
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nella perdizione totale. Ma tutto ciò non poteva durare a lungo, tanto che
l’altro che andò in bagno dopo di me, vedendo che erano tornate più
numerose di prima riprese la spugna l’acqua e il detersivo e ripulì il tutto,
non solo, con la bomboletta del DDT seminò la morte ovunque e per tanto
e tanto tempo.
Lo so, lo so, qualcuno pensa che dovrei andarmi a farmi visitare, ma
sicuramente farmi penetrare per cinque centimetri con un dito nella via
rettale non è un idea molto allettante e talaltro poco gratificante …