La mutazione Jaspe - Stefano Giannetti

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La mutazione Jaspe - Stefano Giannetti
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CANARINI di COLORE
Nero Jaspe rosso mosaico s.f.
Nuove mutazioni La nuova frontiera della canaricoltura
di colore: la mutazione Jaspe
di Giovanni Nunziata - foto S. Giannetti
Nel corso del 62°campionato mondiale di ornitologia svoltosi a Bari lo scorso gennaio, una speciale commissione composta
da giudici di più nazioni, sotto la direzione del responsabile della Sezione D dell’O.M.J., Roberto Rossi, ha espletato l’ultimo
atto della procedura con cui è stata riconosciuta la mutazione Jaspe, nei tipi base Nero, Bruno e Agata. Per l’Isabella non è
stata avanzata alcuna richiesta in quanto tale mutazione non sortisce effetti apprezzabili sulla livrea di questo tipo base. La
nazione proponente è la Spagna che è stata più solerte nella selezione dello Jaspe e nell’attivarsi al fine di ottenerne il
riconoscimento.
Si è trattato di un percorso lungo, che aveva subito una battuta di arresto, ma alla fine si è giunti al sospirato traguardo, per
la gioia degli estimatori di questa nuova versione fenotipica che si va ad aggiungere al già nutrito numero di categorie a
concorso. È ovvio che trattandosi di una decisione presa dalla O.M.J., da quest’anno avremo le nuove categorie a concorso
solo in mostre C.O.M. e quindi alle mostre internazionali ed al prossimo campionato mondiale. Per le mostre nazionali,
disciplinate dalla F.O.I., sarà necessario attendere che la Commissione Tecnica Nazionale avanzi proposta di riconoscimento
al Consiglio Direttivo Federale che dovrà approvare, come da regolamento. Per cui, per vedere esposti gli Jaspe al campionato
italiano ed alle altre mostre nazionali bisognerà pazientare ancora un pò. Prima che venga diffuso lo standard O.M.J. che è
stato già predisposto per ciascuno dei nuovi tipi riconosciuti, provo a tracciare gli aspetti salienti della mutazione anche al
fine di fornire qualche utile indicazione per chi ha intenzione di intraprendere la selezione dello Jaspe.
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CANARINI di COLORE
Per certi versi la diffusione di questa mutazione è stata da
un lato resa difficoltosa e dall’altro facilitata. La difficoltà è
stata soprattutto iniziale, perche la mutazione non è
apparsa nel Canarino di colore, ma nel Cardinalino del
Venezuela.
Per trasferirla al Canarino è stata necessaria la traslazione
dal Cardinalino del Venezuela al Lucherino europeo e da
quest’ultimo al Canarino, con tutte le difficoltà che ciò
comporta per la scarsa fecondità degli ibridi e per i
“residui” genetici ereditati dall’ibridazione che possono
gravare per più di una generazione sul canarino di colore.
Le modalità di trasmissione del gene mutato ha invece
agevolato la diffusione della nuova mutazione, in quanto
essa è autosomica dominante a mezzo fattore.
Questo vuol dire che basta che un solo gene mutato sia
presente sulla coppia di cromosomi che definiscono il
nuovo embrione (in questo caso non si tratta di cromosomi
sessuali, ma di quelli autosomici) affinché si manifestino i
suoi effetti sulle melanine del piumaggio. Se entrambi i
Nero Jaspe giallo intenso s.f.
più vicino alla rachide, costituisce una sorta di zona di
resistenza, in cui il disegno persiste e appare più sottile,
ma con ai suoi margini la melanina in diffusione che si
estende verso l’esterno. Nell’Agata non si nota questa
persistenza (o si nota molto meno) e si ha come
l’impressione che il disegno si allarghi, ma il processo di
distribuzione delle melanine è lo stesso che è visibile sugli
ossidati.
L’effetto di diffusione delle melanine è maggiormente
evidente nello Jaspe doppio fattore. Gli ossidati che sono
interessati da presenza doppia del gene mutato hanno la
livrea interamente cosparsa di eumelanina, creando
un’espressione simile a quella del bruno pastello o
dell’isabella pastello, ma con tonalità delle melanine
diverse.
Per i diluiti sembra non si abbiano manifestazioni
fenotipiche degne di nota.
Tornando allo Jaspe singolo fattore, sono stati notati dei
difetti ricorrenti che dovrebbero essere oggetto di
Bruno Jaspe rosso mosaico femmina s.f.
cromosomi hanno il gene mutato gli effetti fenotipici sono
maggiori (si parla rispettivamente di singolo o doppio
fattore). Al momento l’O.M.J. ha preso in considerazione
solo il singolo fattore. Di questa mutazione si sa che non
agisce sulla feomelanina, la quale resta immutata, e non
interviene nel processo ossidativo di becco, zampe e
unghie.
Ad essere interessate sono le eumelanine della livrea che
appaiono con modalità simili a quelle che si osservano sui
Nero Ali grigie.
Osservando meglio gli esemplari che sono oggi in
circolazione, i migliori esibiscono un disegno che definirei
“vaporoso”, creato dalla diffusione delle melanine nella
penna.
È come se le melanine che compongono il disegno
migrassero dal centro di convergenza verso l’esterno della
penna e per questo il disegno stesso appare molto meno
marcato, vaporoso appunto, e di larghezza maggiorata.
Nei neri e nei bruni il nucleo centrale del disegno, quello
Agata Jaspe rosso mosaico maschio s.f.
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CANARINI di COLORE
penalizzazione nel tipo: la presenza di
zone più o meno ampie in cui le
melanine appaiono ossidate ad un
livello che indica che il gene mutato
non ha compiuto l’azione di riduzione
e la presenza di schiarite che denotano
l’assenza di melanina. In entrambi i casi
si dovrebbe penalizzare il tipo. In attesa
di conoscere le scelte dei tecnici
preposti a stilare gli standard, ipotizzo
una valutazione di insufficienza,
specialmente quanto il difetto trattato
è molto evidente.
Lo Jaspe ha anche una sua particolare
caratteristica, costituita dalla presenza
di banda alare evidente su le remiganti
e di soffusione nelle timoniere. Ricordo
di aver letto che si era ipotizzato che
questa manifestazione di assenza di
eumelanina era dovuta a geni ereditati
dal Lucherino europeo utilizzato per
trasferire la mutazione Jaspe al
canarino di colore, ma da osservazioni
fatte da Giovanni Canali ho appreso
che così non è.
Per cui queste soffusioni diventano un
fattore distintivo della mutazione che
dovrebbe interessare la parte centrale
ed esterna della penna, mentre la parte
iniziale e terminale dovrebbero essere
interessate dall’eumelanina.
Sono certo che nel volgere di breve
tempo gli allevatori, spinti anche dalla
possibilità di esporre il risultato dei loro
sforzi, riusciranno a selezionare
soggetti tipici, migliorando molto quelle
espressioni che oggi appaiono solo
potenzialmente. Il miglioramento non
potrà che ottenersi impiegando il tipo
base molto tipico.
Non voglio sbilanciarmi ulteriormente nel
fare previsioni, ma ritengo che in tre,
quattro anni si potranno ammirare
esemplari con espressione diversa da
quella attuale e che questa mutazione
potrà offrire un fenotipo con sue
caratteristiche peculiari, non confondibili
con altre mutazioni, come sta avvenendo
nell’agata tra mutazione topazio ed
eumo.
Auspico che a breve anche la
Commissione Tecnica Nazionale possa
interessarsi allo Jaspe, proponendone
il riconoscimento anche in Italia.
E mentre si apre una nuova frontiera,
altre mutazioni sopraggiungono. Già si
parla di Mogano e Quarzo.
Il bello di questa affascinante passione
e che le sorprese non finiscono mai.
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