La natura, sempre preveggente, aveva dotato l`ex

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La natura, sempre preveggente, aveva dotato l`ex
La natura, sempre preveggente, aveva dotato
l'ex ministro Brunetta, figlio dimentico di
povera gente, d'un corpo tale da potergli dare
riposato albergo in una cuccia.
I poveri arricchiti, però, perdono la testa e l'ex
ministro ha voluto tutta per sé una magione,
che è difficile chiamare casa.
E per la quale lamenta di non avere i soldi per
pagare l'Imu. Ben gli sta.
Ben scavato, vecchia talpa. A febbraio
chi avrà ancora voglia di andare a votare i soliti capi e i loro soliti proconsoli,
lo farà secondo il Porcellum, secondo,
cioè, la legge-lardo, che continua a fornire il condimento agli oligarchi di
destra e di sinistra.
Si dirà, e lo dico pure io, che il colpo
finale alla disperata speranza d’una
legge che consentisse, certamente solo
sul piano formale, la scelta di chi mandare al Parlamento, è stato dato dal
Cavaliere Nero con la decisione di
togliere il sostegno pdiellino al governo
Monti. Né c’è da meravigliarsi. I muli
tradirebbero la loro natura se non distribuissero calci.
DOMENICA
16 DICEMBRE 2012
LA RIVIERA
02
CONTROCOPERTINA
GRIGLIATE E RAGÙ - LA SFIDA ROMANA
UNA STORIA
La mucca Calabrese
fa muuh alla Piemontese
a Podolica (mucca calabra) ha fatto un
L
muuh intonato davanti un palcoscenico
di intenditori. Non stiamo parlando della
trattoria zeppole, ricotte e Amaro del Capo
tutto l’anno “da Ze Memma” a
Guardavalle, ma del presidio romano di
Eataly: il massimo. Con i gourmet della capitale nei tavoli e gli chef Massimo Sala
(Piemonte) e Pietro Lecce (Calabria) dietro
griglie e pentole, ha avuto inizio la sfida.
Razza Piemontese contro razza Calabrese.
L’allevamento di stalla contro quello allo
stato brado, trecentomila capi contro al massimo tremila, ricchi contro poveri, belli contro brutti. Non c’è stata partita. I palati
hanno sentenziato che bistecche e ragù di
Podolica possono andare a cena, senza complessi di inferiorità o soggezione, con le altre
straordinarie razze italiane. Chianina compresa. Il problema comunque è sempre lo
stesso. Ad ogni muuh di buon auspicio, la
politica asina regionale risponde sempre
come minimo con due i-oooo! i-oooo!
Nel presidio Eataly
della capitale, la Podolica
cucinata dallo chef
silano Pietro Lecce (foto)
ha onorato la Calabria
Ovvero, invece di sostenere gli allevatori di
una straordinaria fuoriclasse e quelli dei
pochi prodotti eccellenti, finanzia sagre e
spedizioni di prodotti dei compari d’urna in
Cina, Australia o qualsiasi Congo Belga.
Dove spesso, a spese nostre, figli e testimoni
di nozze di assessori, consiglieri e funzionari
istituzionali, ordinano controfiletti irlandesi
e lombate argentine. E neppure al sangue.
(em)
Il gruppo Burraco Ymca di Siderno per Telethon
Si è svolto ieri presso i locali dell’Ymca di Siderno un
torneo in beneficenza di Burraco a favore di Telethon.
Promotori insieme al gruppo BurracoYmca e a
Telethon, la Bnl agenzia di Siderno, L’UILDM sempre di
Siderno e il gruppo di Burraco FI.bur.
Quello che è l’antifacebook per eccellenza è riuscito ad
anadre oltre i tavoli da gioco. Ad alzarsi, a guardare e
vedere. E per l’ennesima volta il fatto concreto ha prevalso su quello virtuale. Registriamo con gioia e aprrezzamento la vicinanza a chi combatte la distrofia muscolare e le altre malattie genetiche. Un momento di assoluta civiltà che è nato da un gruppo che vive di sana evasione, ma sa stare insieme agli altri con esempi importanti. (lr)
Jaco Pastorius, un
pazzo a Pentimele
uemila persone,
D
sedute e in silenzio religioso, quasi
tutte in stile fighetto,
giacca e cravatta d’ordinanza manco fosse
una prima della Scala.
Invece sul palco che
avevano davanti arriva
un tizio in jeans strappati e gilet aperto sul
torso nudo, con una
valanga di ricci a
coprirgli un volto glabro, da adolescente,
scavato come di uno
che si fosse fumato
tutto il pakistano del
mondo.
Birelli
Lagrene, è ancora un
ragazzino, ma dopo
sarebbe diventato il
più grande virtuoso
della chitarra gipsy del
mondo.
Qualche
minuto ancora ed
entra un altro tizio, a
fare compagnia a
Lagrene. Più magro e
sconvolto del primo,
con di diverso i capelli
lisci, l’età e lo strumento, un basso elettrico.
Chi sei urla uno dei
fighetti del pubblico.
My name is Jaco
Pastorius. The number
one in the world.
Risponde quello, e
attacca. Le cravatte si
allentano e le giacche
DOMENICA
si tolgono. E una fredda sera di marzo
dell’86, nel palatenda
Pentimele di Reggio
Calabria, diventa una
torrida serata d’agosto.
C’è un pazzo che vorrebbe
portarti
in
Calabria, aveva detto il
suo agente qualche
mese prima a Jaco.
lui quel posto sembrò più sconosciuto del luogo più remoto dell’Amazzonia in
cui avesse vissuto una
tribù che non aveva
ancora conosciuto la
civiltà. Per questo ci
venne, e perché i pazzi
a lui piacevano.
Sei un pazzo gli aveva
detto Joe Zawinul
quando lui gli lasciò da
ascoltare una cassetta
dicendogli che era il
più grande bassista del
mondo e senza di lui i
Weather Report, primi
in classifica nel ‘77,
non erano nessuno. E,
sei un pazzo gli disse il
buttafuori che non lo
voleva far entrare nel
locale
di
Fort
Lauderdale, per questo si fece spaccare la
testa, per fargli vedere
che dentro c’era solo la
follia del genio.
Le Chevalier
A
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LA RIVIERA
03
Parlando
di...
LA SETTIMANA
SANTI E PECCATORI
TRENITALIA
Carabiniere e
prete indagati
Non c’è mai
fine al peggio
Don Salvatore Santaguida,
parroco di Stefanaconi, e l’ex
comandante della stazione
dei carabinieri di
Sant’Onofrio, maresciallo
Sebastiano Cannizzaro, sono
indagati per il reato di associazione per delinquere di
tipo mafioso. Mercoledì nella
perquisizione della casa del
prete sono stati rinvenuti sul
suo comodino della sua
camera da letto le copie dei
decreti di fermo emessi dalla
Dda di Catanzaro contro le
cosche della ‘ndrangheta del
vibonese.
Viaggi infiniti, stipati come
sardine in vecchi vagoni.
Collegamenti tra l’Est e
l’Ovest che implicano almeno un cambio, sempre se
non è necessario passare dal
trasporto a rotaie a quello
su ruote per raggiungere la
destinazione. Se con questi
presupposti non riusciamo
ad entrare nella top ten
delle 10 peggiori tratte ferroviarie italiane vuol dire
che c’è qualcuno messo peggio di noi? Eh no, significa
solo che non siamo statisticamente stati considerati.
Le notizie più lette della
settimana su larivieraonline.com
1 HASHISH E COCAINA A GIOIOSA MARINA: I NOMI
23 ARRESTATI NELL’OPERAZIONE “HAPPY HOUR»
2 LE IENE IN CALABRIA: UNA TELEFONATA DI
MINACCE IN DIRETTA
3 IL BARONE, EX SINDACO DI LOCRI, NON ACCETTA
DI DIRIGERE “LA RIVIERA”
4 CAULONIA: RAPINATO UN 37 ENNE
MORTO IN UN INCIDENTE STRADALE IL PRIMARIO
5 WALTER MALLAMACE
BANCHE, LA GRANDE RAPINA: AVVOLTOI NELLA
6 LOCRIDE
7 UNA STORIA: UN GENERALE IN SECONDA CLASSE
8 IMPRENDITORI SIDERENSI PREOCCUPATI: “IL PESO
ECCESSIVO DEI TRIBUTI NON È SOSTENIBILE”
Dati larivieraonline.com
Buon compleanno
ianluca Congiusta, la bella Siderno. Quella viva, fiduciosa, con stima di sé. Non c'è più.
E non c'è più il desiderio che la città divenga migliore, non
c'è ambizione, idee, comportamento. Non c'è la nuova
generazione. Gianluca Congiusta per noi de “la Riviera”
era il simbolo di tutto quello che non c’è più. Un giovane
che sapeva stare al mondo: sorrisi, boccoli, pin e bilanci a
raffiche. Mare. Il maggio nero del 2005 ha spento le candeline: Tra pochi giorni, il 19 dicembre (mercoledì) avrebbe
compiuto 39 anni. Buon compleanno. (lr)
G
inviata Rai Carmen
Lasorella, Alessandra
Comazzi (La Stampa), Luca
De Biase (Il Sole24Ore),
PREMIO TELETOPO
Antonio Sofi (Rai3),
Cn24.tv vince
Riccardo Staglianò (La
Repubblica), Maria Volpe
tra 200 web tv
(Corriere della Sera). Questi
Cn24.tv si è portata a casa il professionisti dell’informapremio “migliore web-tv di zione hanno premiato la
testata calabrese con il
informazione d'Italia”. Il
Teletopo, l’oscar delle web tv
portale di Crotone è stato
scelto tra 200 portali di tutta italiane che fa da contraltare
la Penisola. Tra i giurati l’ex al più celebre Telegatto.
NORDICI & SUDICI Gioacchiano Criaco
La nuova resistenza: più rischi, senza garanzie
erlusconi che torna per salvarci e
garantirci altri vent’anni di sogno e
B
sostituire Mora, Fede e le soubrette più
attempate con nuove proposte sfornate da
un qualche Grande Fratello. Bersani che è
in pista per vincere, mica son matti quelli
del PD solo a partecipare, e portare al
governo i volti sobri delle Bindi, Binotti e
Finocchiaro, con Vendola a reggere il velo
delle vergini di primo pelo. Casini e Fini
che sono in agguato, insieme al capitalista
dal volto di fanciullo Montezemolo, pronti
a sostenere un nuovo tecnico in caso di
necessità. Monti che torna in qualche
banca in attesa di un prossimo giro, con la
Fornero in lacrime e Clini in una nuvola di
polveri sottili. Grillo con un nugolo di neofiti della politica che a Roma già cercano
casa vista Colosseo. I nuovi briganti di
Aprile e De Magistris. Perché andarsene
da un tale guazzabuglio dovrebbe essere
una resa? Perché prendere la via dei monti,
quelli veri, lasciandosi alle spalle un paese
in rovina, dovrebbe essere fuga? Forse
quello che serve è una nuova resistenza.
Un’altra lotta partigiana, che il frutto della
prima è ormai marcio. Forse quello che
serve è mollarlo questo mondo in declino.
Perché se quel che si vuole non è un’uscita
dalla crisi che ci faccia rimettere ai piedi le
Hogan e in bocca i Big Mac, ma la costruzione di una società diversa, con altri
modelli di riferimento che non siano quelli
già visti. Se si vuole una società che faccia
leggermente meno schifo. Bè, se quello che
è in campo si è certi che non cambierà le
cose. Allora a questo gioco finto è inutile
partecipare. E anziché subirlo bisogna provare a giocarne uno diverso, più rischioso e
senza garanzie. Ecco, bisognerebbe prenderselo un maledetto chilometro quadrato
di libertà e fare da soli, rifondarla dal basso,
dal primo mattone questa società. E voi,
nordici e sudici non ci giocherete a un gioco
nuovo, occuperete sempre il solito posto
sul divano. E da Nord a Sud fingerete di
crederci a una nuova possibilità, perché
siete vecchi quanto chi vi rappresenta,
avete vecchie idee e bisogni antichi. Una
nuova resistenza è un concetto troppo
innovativo per voi. Direte di non avere gli
scarponi e in montagna non ci andrete mai.
SIDERNO - LIDO ACQUARIUS
Incendiata di nuovo la
struttura sul lungomare
Martedì alle dieci di mattina sul lungomare, a una
decina di metri dalla stazione, scoppia un incendio.
I vigili del fuoco accorrono per spegnere le fiamme
e subito dopo sul luogo arrivano i carabinieri per
cercare di capire cosa sia successo. Il fuoco è stato
appiccato al rimorchio di un autotreno parcheggiato
e carico di legname e materiale usato per la costruzione dello stabilimento balneare Acquarius.
Fiamme domate prontamente ma molti i danni provocati da quello che sembra essere stata una bravata. In ogni caso per il Lido Acquarius non c’è pace.
È la seconda volta, la prima qualche anno fa, che la
struttura subisce questo tipo di danno.
DOMENICA
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LA RIVIERA
04
la Riviera
CASO SCUOLABUS
IL DIAVOLO NERO
DITO NELL’OCCHIO
Tutto è bene quel
che finisce bene
La storia pentitistica
Rende. L’autista di uno scuolabus esasperato dal chiasso
dei piccoli viaggiatori perde
le staffe. Non ci pensa due
volte e dice a Francesco, 10
anni: “Tu comincia a scendere che non paghi nemmeno
il tesserino”. Il papà di
Francesco non ha saldato le
rate, non riceve lo stipendio
da mesi. Angelo, questo il
nome dell’autista ora sospeso dal servizio, si è scusato
con Francesco e
famiglia.Tuttuo si è risolto
davanti a un caffé. Ma non è
l’unica nota positiva di una
vicenda tutt’altro che piacevole. Un professionista di
Siderno colpito dalla notizia,
si è fatto spedire i bollettini e
ha pagato le rate garantendo
al bambino il servizio scuolabus per l’intero anno.
Di quel che è accaduto si
può scrivere la storia economica, sociale, religiosa,
militare, etico-politica. Ma
di quel che è accaduto, se
ancora vigesse un po’ di
pudore scientifico, non si
potrebbe davvero scrivere
la storia giudiziaria, che
sostituisce lo storico, che
non ha colpevoli da condannare, con il giudice,
che, invece, dei colpevoli,
veri o presunti, ha sempre
necessità. Si può, dunque,
dire che la storia giudiziaria vale scientificamente
zero. Siccome editorialmente vale più zero preceduti da uno, non sono
pochi i giudici che si sono
improvvisati storici e come
tali sono stati officiati dalla
La legge-Lardo e le
primarie di Bersani
stampa timorata della
nostra epoca. La quale ci
riserva un’altra sorpresa.
Questa.
Siccome i pentiti son divenuti linguisticamente collaboratori di giustizia, han
voluto conseguentemente
imitare chi amministra giu-
stizia, e si sono anch’essi
messi all’opera per scrivere
la storia - come dire? pentitistica della Calabria
nella morsa dei rapporti
‘ndrangheta-politica. Ciò
il Diavolo nero non lo
nega. Nega che questa storia possa essere storia
secondo i pentiti: più turnover che di turno. E che
ora vedono salire in cattedra - un po’ perché la merita e soprattutto perché
solo così diventa visibile - il
dotto Nino Lo Giudice. Il
quale ci erudisce, nel corso
del processo Meta, che gli
‘ndranghetisti
chiesero
voti, senza separare il
loglio dal grano, per
Alberto Sarra, che è uomo
di
destra,
e
per
Michelangelo Tripodi, che
è uomo di estrema sinistra.
Mai come in questo caso,
nel caso del Nano, risulta
che le bugie hanno le
gambe corte. E che la storia giudiziaria, attingendo
dalla storia pentitistica, è
uno pseudoconcetto.
OPERAZIONE HAPPY HOUR
23 arresti a M.na
di Gioiosa Jonica
Un’organizzazione dedita al
traffico di cocaina e hashish
attiva nel comprensorio di
Marina di Gioiosa Ionica e
con ramificazioni in altre
regioni, è stata sgominata
dalla squadra mobile di
Reggio Calabria e dal
Commissariato di Siderno
con l’esecuzione di 23 ordinanze di custodia cautelare
in carcere. Dalle indagini,
coordinate dalla Dda, è
emerso che la banda aveva
monopolizzato il mercato
della droga con proiezioni
nelle province di Crotone,
Catanzaro e Messina.
L’elenco con i nomi dei
23arrestati lo trovate sul
nostro sito.
CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò
L’Etna d’Inverno canta per lo Jonio
ccola finalmente con trini e merletti bianchi, vaporosa e sciantosa
e ancora più vicina, un tiro di schioppo e un balzo felino. Provocante e
maestosa avvolta di soffici e candidi
veli, il fuoco nascosto e lo sguardo
specchiato nel mare ai suoi piedi.
Come una divinità pagana, emerge
dal maltempo rivestita a nuovo,
mostrandosi vicina ma irraggiungibile,
familiare ma letale, tranquilla ma
potente. È la nostra cara Etna, signora dei tramonti sullo Stretto, nostra
messaggera dell’antichità, che ci
suona la canzone del breve inverno
dello Jonio. Bentornata.
E
RODERIGO DI CASTIGLIA
Ben scavato, vecchia talpa. A febbraio chi avrà
ancora voglia di andare a votare i soliti capi e i
loro soliti proconsoli, lo farà secondo il
Porcellum, secondo, cioè, la legge-lardo, che continua a fornire il condimento agli oligarchi di
destra e di sinistra. Si dirà, e lo dico pure io, che
il colpo finale alla disperata speranza d’una legge
che consentisse, certamente solo sul piano formale, la scelta di chi mandare al Parlamento, è
stato dato dal Cavaliere Nero con la decisione di
togliere il sostegno pdiellino al governo Monti.
Né c’è da meravigliarsi. I muli tradirebbero la
loro natura se non distribuissero calci.
Ma sul Porcello, alle cui mammelle allattano porcellini neri e porcellini rosa, va detta tutta la
verità. Né solo il Pdl, ma anche il Pd ha fatto di
tutto, per tenerlo ancora vivo nella zimba, tergiversando, mettendo in croce la proporzionale,
negando la possibilità delle preferenze, pretendendo un premio di maggioranza, che faceva
impallidire persino la legge elettorale del fascista
Acerbo. Questi sono i fatti.
Il Pd, però, è un partito che non ha mai dimenticato la politica del doppio binario. Per cui, da una
parte, festeggia, tra le intime pareti della
Segreteria nazionale, il Porcello, e, dall’altra, per
tacitare l’onda tempestosa degli espropriati del
voto come misura dei candidati, fa il viso delle
armi al setoloso Figliol Prodigo ritornato, proponendo lo sbarramento delle primarie per la scelta, in fila indiana, dei candidati piddisti al
Parlamento. Un passo avanti, non vi pare?
Bersani, per non perdere il contatto con le retrovie, nel contempo ha fatto anche due passi indietro. Ossia, riserva a se stesso la nomina d’una
discreta pattuglia di parlamentari d’antico pelo
unitamente - mi dicono - a quella delle donne in
odore espansivo di antimafia. Per premiarle non
solo a merito della vita, che mettono notte e dì a
rischio per la salvezza della democrazia, ma
soprattutto a genuflesso riconoscimento della
loro capacità di promozione e infusione della più
ardita invenzione della nostra epoca: la vittoria,
sempre. Se vincono, vincono. Se perdono, è la
‘ndrangheta che le ha fatte perdere. E non vale.
Anzi, questo vale più della vittoria.
DOMENICA
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DOMENICA
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Progetto Locride:
A POCHI MESI DALLE ELZIONI POLITICHE IL NOSTRO TERRITORIO (CASA NOSTRA)
di ILARIO AMMENDOLIA
iamo a fine legislatura, credo
che la deputazione parlamentare calabrese abbia
molto risentito della mancanza di
un Progetto Calabria vivo e radicato tra la gente.
Senza un progetto la stessa capacità e l’intelligenza individuale dei
singoli parlamentari non è sufficiente.
Nella Locride è nato un primo
tentativo dal basso.
Nella primavera del 2011 i consigli comunali della Locride si riunirono a Siderno presso l’hotel
President. Accanto a loro il
mondo del’impresa, delle cooperative, le forze politiche e sociali,
la Chiesa.
Si è vissuto un momento molto
alto nella vita politica nel nostro
comprensorio.
Il tentativo è stato quello di superare un arcaico municipalismo
per mettere un decisivo mattone
nel “Progetto Locride”. Una
Terra trattata sempre nell’ottica
dell’emergenza criminale, recuperava per intero la propria
S
dignità e la propria voce, e poneva
il problema di uno sviluppo alternativo.
Il progetto d’urto della Locride
non voleva essere una panacea per
tutti i mali, ma solo indicare una
strada diversa per affrontare problemi storici del nostro comprensorio, in tempi rapidi e con metodi
nuovi.
È stato un momento di grande fermento e partecipazione che non si
è limitato a elencare i problemi.
Una Locride in piedi e con la testa
alta.
La reazione non s’è fatta attendere. Da noi la politica, quasi mai,
coincide con la realizzazione di un
Progetto, e il terreno, quasi mai, è
quello del confronto costruttivo.
Tutto si riduce a scontro personale,
umiliando la dialettica e derubricando la politica a insulti, sottile
maldicenza, demonizzazione dell’avversario.
Progetto è una parola che fa paura,
perché richiede idee, passione,
capacità, invece della ripetizione di
uno stanco rito con parole d’ordine
consunte con cui i piccoli politicanti di paese riescono a vivacchiare.
DOMENICA
Comunque per circa un biennio,
s’è operato un tentativo alto: liberare la Locride dalla ’ndrangheta
senza nulla concedere alle parate,
alla criminalizzazione di massa,
alla sospensione delle garanzie
costituzionali.
Antimafia intesa come lotta per
una società giusta, capace di prosciugare la fonte in cui la ’ndrangheta naviga e veleggia verso prosperi lidi.
Bisognerebbe rileggere il comunicato dell’associazione dei Comuni,
in occasione della riunione di Platì,
per capire il tentativo di coniugare
la lotta alla ’ndrangheta con una
politica di sviluppo e di bonifica
sociale.
La collocazione decisa e netta
accanto
al
sindaco
di
Monasterace, Maria Carmela
Lanzetta è stata l’occasione per
ribadire una scelta di campo. Cosa
che è stata fatta in sede istituzionale dinanzi al Ministro Cancellieri,
oppure a Gerace in occasione
della firma del protocollo per il
Pon sicurezza. In sede politica
dinanzi al segretario nazionale del
PD, Pier Luigi Bersani.
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Cercasi idea vincente
NON SA DOVE ANDARE. E-LETTORI DITE LA VOSTRA AI FUTURI PARLAMENTARI
La politica dell’accoglienza praticata da alcuni Comuni del comprensorio, ha fatto parlare della
Locride non come terra di criminalità ma come luogo di grande
civiltà.
I principali giornali nazionali ed
internazionali hanno portato alla
ribalta il “modello Riace”, ben sintetizzato da Wim Wenders nel cortometraggio Il Volo.
Da quanto abbiamo fugacemente
detto, ci sembra evidente che, tra
tutti i comprensori della Calabria,
la Locride è stata quella più ricca di
fermenti.
Le elezioni debbono e possono
essere il momento per rilanciare
con forza il Progetto Locride,
come parte di un più ampio progetto Calabria di cui le forze vive
della Regione dovranno dotarsi.
Esiste una specificità di questo
comprensorio, e questa deve trovare spazio anche nel Parlamento
della Repubblica.
Badate bene non penso che la cosa
si risolva eleggendo qualcuno della
Locride.
Noi invece dobbiamo chiedere di
più.
Dobbiamo chiedere che la politica
si faccia garante di una legislazione
che affronti la specificità calabrese
all’interno dello Stato italiano.
Chiediamo che accanto alle primarie dei candidati si svolgano le “primarie” delle idee.
Non è uno sforzo da poco.
La crisi può determinare lo sganciamento di fatto della vettura
calabrese e meridionale dal treno
europeo oppure, con una forte
inversione di marcia, fissare un
nuovo aggancio, facendo forza sul
ruolo strategico che il Sud potrebbe
avere
nell’area
del
Mediterraneo. Non più assistenza,
non solo opere pubbliche, non un
pacchetto per la tutela dell’ordine
costituito. Un progetto serio, non
demagogico che delinei un possibile sviluppo del nostro comprensorio.
La “questione meridionale” all’interno di cui bisogna collocare la
questione calabrese e la specificità
della Locride, è stata sempre un
terreno naturale per la Sinistra.
Il tempo è poco ed è tiranno.
Tuttavia un tentativo va fatto nel
solo interesse della Locride.
Primarie anche per scegliere gli elettori
FERNANDO SAGADO
Quale Locride ci propongono quelli che aspirano a da portare in parlamento, affidandola ai nuovi eletun seggio parlamentare, e quale Locride vogliono ti, ancora non si vede e forse non la si farà in tempo
gli elettori? Le primarie che si propongono a sinistra a vedere. E allora la verità che sempre più emerge è
sono una buona cosa, ma per fare cosa oltre a sce- che le primarie bisognerebbe farle su tutto. E sarebgliere le persone? Quali progetti hanno questi per la be bene farle per scegliere gli elettori che poi
specificità del nostro territorio? L’idea sui trasporti, dovranno scegliere i candidati. E’ un paradosso, lo
la viabilità, il lavoro, turismo, scuola, acqua? E la so. Ma affinché qualcosa di buono accada veramencoincidenza di queste idee col programma dello te, le proposte politiche andrebbero ideate e discusschieramento nel quale si presenteranno. Le elezio- se dalla base elettorale, affidate a chi si vuol candini nazionali sono a un tiro di schioppo, due o tre dare, scegliendo e poi votando chi le condivide e si
mesi, ma programmi legati al nostro territorio non impegna a realizzarle, per un nuovo e rivoluzionario
se ne vedono. E idee non ne producono né i candi- patto ad personam. Un territorio che esprime i suoi
dabili né i votanti. Un vuoto che satura la Locride e bisogni e li definisce in un progetto al quale chi si
che, come al solito, rischierà di produrre la stessa vuol candidare aderisce. Sarebbe bello, e non è
classe politica di sempre con solo, di nuovo, qualche impossibile se si tornasse nelle sezioni a parlare,
prestanome con dietro i soliti marpioni. E mentre la facendo si che il potere non fosse alienato ma semdestra tace fragorosamente e muove le solite leve plicemente delegato a chi poi sarà eletto, il quale
dei grandi elettori senza badare al popolo. A sinistra dovrebbe esercitarlo nel rispetto di un mandato prodella politica si strepita tanto senza trar fuori un pro- gettuale ricevuto. Non è colpa della politica se nulla
getto concreto. Il nuovo di Grillo è già impelagato in cambia. La colpa è nostra, che ci adattiamo ad adepolemiche vecchissime e si divide i seggi che ancora rire alle poche offerte progettuali fatte da altri. Non
dovrà conquistare. I sudici di De Magistris e Aprile, adempiamo a un dovere civico andando solo a votaper quanto dovrebbero rappresentare specificamen- re. Il dovere lo si assolve in pieno se si partecipa alla
te le istanze territoriali, sul territorio sono ancora produzione di un progetto politico, non se lo si
poco presenti. E la gente? Il popolo urla che così accetta, spesso, quale il modello meno peggiore.
non si può andare avanti, ma una proposta definita
DOMENICA
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LA RIVIERA
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PRIMO PIANO
CENSURE SUL WEB
Pane buono
di forno a legna
Oscurata la pagina “Briganti”
Facebook, la voce dei padroni
a rete è libertà, in essa circolano
le idee. Di questo tutti si riempiono la bocca. E invece basta
un click. Cala una tenda e le idee si
immobilizzano nel buio. Ah ce l’avessero avuta i nordisti questa possibilità,
invece di massacrare, stuprare, incendiare. La resistenza del sud l’avrebbero messa a tacere in un attimo, e io che
sono padano non mi appassiono più di
tanto riguardo a cosa fu veramente l’unità italiana, se una liberazione o
un’invasione. Certo, non penso che il
sud con i borbone fosse un paradiso né
che le condizioni dei meridionali siano
migliorate coi savoia. Tiranni gli uni e
gli altri, come sempre i padroni lo sono
col popolo. E non so bene cosa i nuovi
briganti vogliano, se verità o secessione. Certo debbono poter parlare, spie-
L
DEMOLITION DAY
12-12-12. STILO
Non so bene cosa i nuovi
briganti vogliano, se
verità o secessione. Certo
debbono poter parlare,
spiegare le loro ragioni
gare le loro ragioni, e chi ha oscurato
la loro pagina su facebook non ha reso
un buon servigio alla libertà, anzi ha
dimostrato che la rete, come la democrazia è pura finzione. La voce del
padrone: si è liberi fino a quando non
si disturbano i manovratori e quando
si da fastidio c’è sempre qualcuno, in
carne e ossa, o in forme di ologramma,
che ti mette
la mordacchia. I briganti oggi
fanno più
paura dei
loro epigoni
di un tempo,
fatti fuori
senza clamore. Quelli
che si dicono nuovi resistenti non
usano gli schioppi, studiano, parlano e
fanno partiti. Non essendoci una fenestrelle, si sceglie di nasconderne le
idee. Io non sono né pro né contro.
Penso che fra di loro ci sia gente seria
e qualcuno che ci marcia. Credo che
molti vogliano verità e non vendette, e
alcuni mirano semplicemente a un
seggio in parlamento. Farli parlare servirà a loro per dividere i buoni dai cattivi e a noi per capire. Io non ho un
social forum per ospitarli, scrivo solo
questa piccola cronaca. Gliela dedico
oggi e lo farò in futuro, che magari se
faranno la secessione non mi butteranno fuori da questa calda terra di sogno.
Soffro di artrite e l’umidità della padania, a questa età, non la potrei sopportare.
La caduta degli ecomostri dell’arragonza, ma
rimane la chiusura mentale dei passeri saputi
Marina di Stilo: al posto dei villini abusivi, la tartaruga. Passato e futuro: La
famiglia Ruga e la tartaruga, sfiorano
la rima, ma il ritmo rimane lento,
insabbiato. Cronaca del Quotidiano
della Calabria: Per oltre trent'anni quelle costruzioni (scheletriche) sono state
un monumento della speculazione edilizia. Simbolo di illegalità e di arroganza
per molti versi. Ora dopo una lunga battaglia giudiziaria gli ecomostri di Stilo, le
due villette costruite su un pezzo di spiaggia alla periferia sud di Monasterace,
nell'Alto Jonio reggino, sono state
distrutte. Una sorta di “demolition day”,
è stata scelta una data memorabile,
facendo coincidere, in qualche modo,
anche l'ora d'inizio dell'abbattimento:
ore 12 del 12-12-2012. L'abbattimento
delle due villette abusive sulla spiaggia è
scattato simbolicamente alle ore 12.
Questa la cronaca.
Ora- dicono quelli che sanno tuttodovrebbe partire la riqualificazione e
forse il ripopolamento delle tartarughe marine. Una costa ritenuta, con
una buona dose di pedanteria, a forte
vocazione turistica non può crescere
con pane e Caretta Caretta. I vacanzieri di mare chiedono il fronte mare.
L'impepata di cozze con i piedi sulla
sabbia. Pretendono villini e alberghi
senza alcun ostacolo tra loro e la schiuma marina. Così fan tutti quelli che
attraggono flussi turistici. Da Miami
Beach in giù.
Non possiamo pretendere di essere
competitivi offrendo pinne e maschera a Bivongi, per chi vuole tuffarsi nel
mare dei bronzi. Non possiamo sempre portare in fiera cervelli lenti. Da
tartaruga.(em)
DOMENICA
Scoperti nel palermitano i forni
usati qualche decennio fa per
bruciare i corpi delle vittime
che dovevano sparire. E così la
mafia siciliana usava i forni crematori. Chissà chi ha avuto per
primo l'idea, se Hitler o i siciliani. Però fa effetto pensare che
gli stessi forni in cui si 'affumicavano' i corpi dei nemici della
famiglia, venissero usati anche
per cuocere il pane. Dei normalissimi forni a legna. Pane destinato alla vendita. Pensate i consumatori, i clienti abituali,
quando hanno saputo la notizia… qualche volta nella crosta
del pane cotto a legna si trovano scaglie di carbone. E se non
si trattasse di carbone di legna?
La forza di questi tumori maligni, si chiamino mafia, camorra
o ndrangheta, che ci portiamo
addosso, sta, lo sappiamo tutti,
nella pigra accettazione di tutti:
“sono fatti loro, a noi non interessa”. La superficiale convinzione che, se se ne sta lontani,
quegli affari criminali non ci
riguardano, che questa gente,
se non disturbata, non reca
disturbo a nessuno. È falso. È
gente famelica, avida.
Tu li rispetti, li lasci arricchirsi,
ammazzare, fare i propri comodi accanto a casa tua, li saluti
gentile per strada e ti illudi che
loro ti rispettino perché tu li
lasci fare. E così, tranquillo, con
la tua schizofrenica buona
coscienza, mandi il tuo ragazzino a comprare il pane da loro.
Pane buono, di casa, di forno a
legna, un po' caro, però ne vale
la pena, è così profumato! Sarà
la legna che usano…
Daniele Mangiola
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DOMENICA
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LA COPERTINA
Alla faccia dei
morti di fame
PASQUINO CRUPI
no, come noi, uno come voi, la
mattina si alza, esce di casa,
acquista al massimo due quotidiani, uno locale e uno nazionale, e si concede anche il lusso d’offrire al bar il caffè
a persona amica. Non ha altre spesediciamo- extra. La sua spesa giornaliera
s’aggira attorno a 4 euro circa.
Sopportabili e sostenibili persino dai pensionati con meno di 500 euro mensili.
Pensate un deputato, pensate una deputata. Devono coltivare la loro mente,
nutrirla, fortificarla. Due quotidiani non
sono sufficienti. Ci vuole una mazzetta di
giornali non solo nazionali, ma anche
europei ed esteri. Come è universalmente noto, i nostri deputati e le nostre deputate sono poliglotti, e leggono di tutto, in
qualunque lingua. Una bella spesa.
Sul far dell’alba è l’Italia, è l’Europa, è il
mondo che li attende. Oltre che l’autista
privato e la scorta, se la deputata è la
minacciata Maria Grazia Laganà. La
scorta, anche quando è di gioiosa presenza matrimoni e lauree, la paga lo Stato,
cioè noi. L’autista pende dalle tasche del
deputato o deputata. Una altra bella
spesa. I viaggi costano. Costano le segreterie locali. Il portaborse è a cura finanziaria dello Stato, e, siccome non sempre i
parenti sono serpenti, non di rado in questo alto ruolo troviamo i congiunti degli
eletti del Porcello, che esiti non schifosi
non può generare. Ultima voce in questa
sorta di lista della lavandaia: le cene. Vi
immaginate un deputato, una deputata
che faccia pagare il conto ai suoi convitati pregni, cioè portatori di voti? Neppure
per sogno. Insomma, cessando di elencare, lo stipendio dell’eletto del Porcello- la
deputata Laganà ha più nobili, anche se
funeree, ascendenze- è di 16.000 euro
lordi. Che, ripuliti delle ritenute e delle
spese obbligate di mantenimento delle
guardie giurate, si declinano, con orizzontale solidarietà democratica, sul piano del
salario di un operaio metallurgico in cassa
integrazione: meno di mille euro, se i miei
conti sono esatti.
Uno stipendio di parlamentare non
basta. È al limite dell’indigenza, come
ampiamente dimostra il caso dell’ex
ministro Brunetta, che non ha i soldi per
pagare l’Imu. Ci vogliono due stipendi
per poter campare la vita. Di che cosa,
perciò, dovremo fare carico alla deputata
Laganà , che ha percepito per un buon
lasso di tempo due stipendi: quello di par-
U
Le deputata Laganà
non lascia ma raddoppia
lamentare conquistato senza merito, e
quello di vicedirettore sanitario dell’ospedale di Locri, arrivato di soppiatto,
come una lucertola- avrebbe detto
Giustino Fortunato- sul suo conto bancario ? Il diritto alla vita viene prima d’ogni
altro diritto. Ma, anche se a scoppio ritardato, è la stessa deputata Laganà a sconvolgerci, dandoci lezione che il diritto
viene prima del diritto ad un’esistenza,
degna d’essere detta umana. Ella riconosce nella sua autodifesa, come leggiamo
su <<il Quotidiano>> del 9 dicembre,
pronto alla bisogna, che dei due stipendi
uno- quello di vicedirettore sanitario- era
anomalo , ovvero irregolare, indebito,
non dovuto. Né a Locri né a Reggio i
papaveri della burocrazia s’erano accorti
del misto stipendio. La “anomalia”, come
con sdrucciolo eufemismo la chiama la
deputata Laganà, venne a galla nel mese
di novembre, sul finire del mese di
novembre, quando i morti erano stati
abbondantemente compianti, e bisognava tornare alle opre usate. Diamo a Dio
quel che è di Dio e alla deputata Laganà
ciò che è della deputata Laganà il cui candore non è affatto revocato in dubbio dal
precedente giudiziario della condanna a
due anni e oltre per truffa. Tutta sua è la
scoperta della <<anomalia>>-lotteria.
Ed è tutta sua la rivelazione della scoperta. Come avvenne? Racconta la deputata Laganà al corrispondente de <<il
Quotidiano”, che ascolta devoto come se
DUE STIPENDI
Uno stipendio non basta
per campare la vita. E,
infatti, la Signora Maria
Grazia di stipendi ne
riscuoteva due: quello di
parlamentare,
conquistato senza merito,
e quello di vice direttore
sanitario dell’ospedale di
Locri, arrivato di
soppiatto, come una
lucertola, sul suo conto
bancario. Ma Francesco
Sorgiovanni, il corazziere,
vestito da giornalista
montano, anticipa, come
fanno i nababbi, che s’è
trattato di una “svista”.
la Signora recitasse un’ Ave Maria : “Non
sono solita controllare il mio conto in
banca. Sapevo che l’unica mia entrata è
quella derivante dalla mia carica in
Parlamento, sapevo delle mie uscite, e
non mi interessava controllare più di
tanto. Verso la fine di novembre, per
ragioni personali, ho dovuto per forza
fare una verifica finanziaria e ho subito
notato l’anomalia”.
Non c’è dubbio. La deputata Laganà è
ricca di famiglia, e, quando afferma che
non è “solita controllare il [suo] conto in
banca”, non c’è ragione per non crederle.
Non solitamente, cioè non abitualmente,
non significa, però, mai. Se vero è che le
parole sono in libera uscita, ma che la
ligua italiana non è un’opinione. E, difatti, la Signora deputata, come ci informa, “
per ragioni personali” ha fatto una verifica finanziaria del proprio conto sul finire del novembre 2012. E, prima del 23
novembre 2012, dal 18 dicembre 2008,
quando è stata convalidata la sua elezione
a deputata, fino alla scoperta dei giorni
novembrini, mai una volta, una volta sola,
la parlamentare, vittima della mafia, ha
posato gli occhi suoi tristi sul conto bancario a duplice trazione? Se ciascuno di
noi controlla il proprio conto bancario
ogni quattro anni, ciò vuol dire non già
che non lo faccia solitamente, ma che non
lo faccia quasi mai. Possibile? Per i comuni mortali no, ma la deputata Laganà
non è una comune mortale, e del suo
conto bancario poco le cale. Francesco
d’Assisi e Jacopone da Todi non avevano
conti bancari, ma appaiono quasi eguali
alla signora Laganà nella trascuranza del
peculio.
Una domanda a questo punto si impone
: uno stipendio è uno stipendio, somministrato dagli uffici amministrativi dell’ Asp,
o una cellula impazzita, che sfugge ad
ogni controllo del corpo… amministrativo? Nessuno sapeva lì, all’Asp, dello status di parlamentare della Laganà e quindi di dipendente ospedaliera in aspettativa non retribuita? E, se vittima delle
altrui distrazioni, perché la deputata
Laganà si mostra così remissiva nella
volontà dichiarata di restituire i plurimi
stipendi, indolentemente accumulatisi
sul suo conto bancario? Però, a piccole
rate. Come mi sembra concordi il direttore amministrativo dell’Asp, dr.
Francesco Tomaselli. Il quale- non c’è
proprio da dubitare- da perfetto padre di
famiglia si sarebbe comportato allo stesso
modo se la <<anomalia”>>, ossia i
soldi non dovuti, avesse riguardato un
semplice infermiere, residente ad Africo,
non a Locri.
Il caso è scoppiato grazie a un
P
.S.
meditato e coraggioso articolo di
Pasquale Violi, che lo ha raccontato su
<<il Quotidiano>> (8 dicembre). E al
quale- mi dispiace per Matteo Cosenzaviene strappata l’inchiesta, cadendo nel
disonore giornalistico. Infatti, l’indomani
a commento della dichiarazione, rilasciata dalla deputata Laganà, balza un
altro collaboratore del giornale,
Francesco Sorgiovanni , che, data la
possa della sua persona, fa da scudo
alla sfortunata deputata. Non anticipa,
vede tutto in anticipo Francesco
Sorgiovanni, il quale si rivela capace
d’una fantasia, che manco Tommaso
Campanella, inutilmente vissuto per il
corazziere della Laganà, vestito da giornalista montano. La fantasia è questa:
che le conclusioni vengono prima delle
indagini. Un tremito, comunque,
Sorgiovanni ce l’ha e, a carico della
Commissione d’indagine- ancora non
nominata- e a discarico suo, detta le
linee, la tabella e la direzione di marcia
per la Commissione che dovrà svolgere
l’indagine sulla <<anomalia>>. Ordina il
corazziere di Stilo, sceso a Locri : “
[Essa ] potrà chiarire ora che non si è
trattato niente più che di una svista e di
un grossolano errore”. Non so perché
mi viene voglia di cambiare mestiere e
coltivare cavoli per la merenda del grosso Francesco Sorgiovanni.
DOMENICA
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DOMENICA 16 DICEMBRE 2012
LA RIVIERA
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Polaroid
Strada panoramica
Gioiosa Marina
Migliaia di pellegrini
a Santa Domenica
l bollo auto si paga per questo!!!!!
Purtroppo siamo a Marina di
Gioiosa. Pago proprio perchè oggi
rischi di trovarti con il fermo auto
o che ti vengono a pignorare qualcosa a casa. Tanto loro non vogliono sentire ragione o scuse.
Messaggio di protesta di un cittadino
tratto da facebook
Solennità dell'Immacolata Concezione
della Beata Vergine Maria - 8
Dicembre 2012 - Arrivo Pellegrini.
Migliaia le persone che, come sempre,
affollavano la valle di Santa
Domenica, dove sorge l’opera mariana nota in tutto il mondo, le quali,
hanno ascoltato con attenzione le
esortazioni del Vescovo Morosini
Locride
EMERGENZA NORD AFRICA
Colpo mortale
all’accoglienza
Il 31 dicembre 2012 verrà inferto un colpo mortale al
sistema dell’accoglienza dei migranti. Chiuderanno i
progetti “Emergenza Nord Africa”. Le conseguenze
saranno devastanti: l’abbandono dei migranti (in
assenza di politiche nazionali per l’integrazione); la
disperazione di coloro ai quali sono stati negati i diritti costituzionali perché, a distanza di un anno, non
hanno ricevuto nessun documento né sono stati convocati dalla commissione territoriale; l’abbandono da
parte dello Stato finanche dei minorenni migranti
(barbarie!); il licenziamento dei lavoratori dell’accoglienza.
Lo Stato abdica al proprio ruolo mentre, guarda
caso, Lampedusa scoppia, è piena di migranti (com-
presi minorenni). Si chiudono i progetti di accoglienza virtuosi per fare cosa? Forse per dichiarare nuovamente l’emergenza e tirare nuovamente in ballo la
Protezione Civile? Forse per sperperare ancora
milioni di euro sistemando i migranti negli alberghi
senza nessun servizio sociale? Tutto questo mentre gli
operatori dell’accoglienza non ricevono lo stipendio
da giugno 2012, e così i fornitori dei progetti che non
vengono pagati.
In questo momento il governo è in crisi ma qui si
tratta di scelte politiche. Favorire soluzioni emergenziali e chiudere i sistemi “veri” di accoglienza è uno
scandalo.
Il 15 dicembre nel salone della biblioteca comunale
di Caulonia, alle ore 17:00, durante l’iniziativa organizzata dalla Rete dei Comuni Solidali (Re.Co.Sol.)
terremo una conferenza stampa per spiegare in dettaglio che cosa sta accadendo.
Giovanni Maiolo – Recosol Calabria
Rosario Rocca – Sindaco di Benestare
CORSECOM
Prove di rivoluzione
culturale a Siderno
Si è tenuta, presso la sala comunale di Siderno ,
l’annunciata conferenza stampa organizzata dal
Corsecom per illustrare programmi e obiettivi
del meeting della cooperazione che sotto il
tema “Insieme per una grande rivoluzione culturale” nel territorio della Locride si è tenuta sabato presso il
Centro Pastorale della Diocesi, a Locri. Dopo una breve cronistoria dell’attività del
Corsecom ( coordinamento delle organizzazioni sociali, culturali, economiche e operative della Riviera dei Gelsomini), nato nel 2007 per sostenere, affiancare, incoraggiare amministratori e politici per fare sistema e lavorare in sinergia per fronteggiare
le grandi emergenze del territorio. L’iniziativa si propone di far partire dalla Locride
una rivoluzione culturale della società civile, stimolando una partecipazione attiva
degli stessi cittadini e contro la latitanza degli organismi istituzionali. L’incontro di presentazione ha trovato da molte associazioni.
ENTE PARCO D’ASPROMONTE
Gambarie cambia
volto, ma è solo
il primo passo
EDUCAZIONE E LEGALITÀ
Parte il progetto
“Denunciare l’illegalità”
Presso l’Istituto Professionale per l’industria e l’artigianato di Siderno è stato avviato il progetto di
Educazione alla Legalità promosso dallo Sportello
Legale Antiviolenza del Comune di Siderno.
“Denunciare l’illegalità” è un’iniziativa itinerante
rivolta alle scuole secondarie. La sociologa Francesca
Barranca, che ha illustrato il progetto, che avrà la durata di circa 5 mesi, con cadenza di 2 incontri mensili, ai quali prenderanno parte rappresentanti delle Istituzioni ed
esperti in tematiche di natura legale, educativa e sociale. A seguire ha preso la parola
l’Avvocato Caterina Origlia, responsabile dello Sportello Antiviolenza, che ha spiegato
il ruolo da questo svolto sul territorio, al servizio delle fasce deboli, persone in difficoltà
e vittime di abusi. Un servizio gratuito che garantisce la massima tutela della privacy,
affinché gli studenti che ne avessero necessità vi si possano rivolgere senza timore. Il
Presidente della Corte Di Assise del Tribunale di Locri, Bruno Muscolo, ha catturato
l’attenzione dei ragazzi spiegando l’importanza del rispetto della norma e del prossimo
come regola di vita.
È stato firmato il 27 novembre l’incarico tra l’Ente Parco
Nazionale dell’Aspromonte e i vincitori del concorso per
la progettazione di riqualificazione dell’ex Piazzale Anas
di Gambarie. In questi giorni il Commissario straordinario dell’Ente, dr. Alvaro, il sindaco di Santo Stefano in
Aspromonte, dr. Zoccali, il Direttore dell’Ente, dr.
Tedesco, e i quattro progettisti vincitori del concorso,
hanno effettuato un sopralluogo presso il Piazzale.Il
rogetto sembra valido e ha messo tutti d’accordo. Il
nuovo piazzale sarà il nuovo volto di Gambarie. Grande
l’attenzione su Gambarie, quale centro di interesse e
luogo di punta su cui investire per lo sviluppo turistico
della zona.
Porto di Gioia Tauro
Prudenza alla guida
Oggi sottoscritto APQ
finalizzato alla promozione ed
allo sviliuppo del porto di
Gioia Tauro per un importo
di 8,5 milioni di Euro.
A Roccella Jonica si è tenuta la
Giornata per la sicurezza stradale.
La ss. 106 periodicamente si
trasforma in cimitero all’aperto e
questa giornata ha voluto far capire
l’importanza dell’essere prudenti
sulle strade per noi e per gli altri.
DOMENICA 16 DICEMBRE
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ATTUALITÀ
L’OPINIONE di Ilario Ammendolia
TERRUNCELLI DI CALABRIA
I giganti dell’ “IO”, Caulonia,
i Maya e la fine del mondo
Qui si muore di stato
L’umanità è stata sempre tormentata
dall’imminente
Apocalisse. La storia ci tramanda le cronache dell’anno
Mille quando turbe di poveracci giravano l’Europa predicando l’imminente catastrofe, chiedendo agli uomini
di pentirsi.
L’anno Mille è passato ma noi
siamo ancora qui.
Certo Berlusconi è molto più
insidioso della profezia dei
Maya.
Quelli compilavano un innocente
calendario,
l’ex
Presidente del consiglio
opera come chi si ritiene
immortale. Non lo è! Per noi
tutti funziona quello che
Renato Zero chiama “il carrozzone” su cui chi prima e
chi dopo saremo costretti a
salire
In attesa, un tentativo, certo
non facile, di spendere bene
la vita in armonia con gli altri
uomini e con la Natura non
sarebbe male. Alla fine
dovremmo dare un senso alla
nostra esistenza sulla terra e
non credo che la ricchezza
possa essere esaustiva.
Come s’è detto tante volte
Berlusconi è fuori di noi, contro di noi, dentro ognuno di
noi.
Io vorrei raccontare un’esperienza lontana nel tempo ma
sempre attuale. Negli anni ’60
le arance non si vendevano
più.
Fu lotta e lotta dura.
Io divenni “un dirigente e un
IN EVIDENZA
Non odio
Berlusconi ma
credo che faccia un
po’ paura. Se
avesse ragione Lui
la fine dell’umanità
sarà una logica
conseguenza
intellettuale” dei contadini
del mio paese. Non avevo
ancora vent’anni. I contadini
divennero i miei “professori”
trasmettendomi l’orgoglio e
la dignità di chi vuole essere
un uomo libero.
Quelle lotte mi proiettarono,
appena maggiorenne, in con-
siglio comunale. Volevano
che fossi il microfono di coloro che nella storia non avevano avuto mai voce.
Ero discretamente bravo a
parlare ma solo perché nelle
mie corde vocali confluiva la
voce di una moltitudine in
lotta.
Eravamo una sparuta minoranza, ma tessevamo un filo
che ci univa al mondo.
Partendo dalla lotta per le
arance ci aprivamo un varco
per collocarci accanto ai contadini del Vietnam , agli operai della Nuova Pignone, ai
combattenti contro i razzisti
in Africa.
Era l’ultimo giorno dell’anno.
Un clima di festa per il paese.
Non per i consiglieri comunali. La maggioranza aveva convocato il consiglio comunale.
Il bilancio era stato approvato in maniera sbagliata.
Bisognava rivotarlo e si
richiedeva la maggioranza
assoluta. Prendo la parola
attacco l’amministrazione
“espressione del governo, del
capitale del nord, filo atlantico”. I tantissimi contadini
presenti coprono la parte
finale del mio intervento con
i loro applausi. Sapevo che
saremmo passati al voto e
tutto sarebbe finito nelle fauci
del sonnolento conformismo.
Non fu così. Si alzò dalla
maggioranza un consigliere,
giovane muratore, rimasto
disoccupato.
Prese la parola e si disse convinto del mio intervento. Non
avrebbe votato il bilancio.
Fu il panico tra la maggioranza, ma il primo a esserne sorpreso fui io.
Incomincia a domandarmi
cosa mai avevo detto per
essere tanto convincente da
rompere il mastice del potere. Ci guardavamo increduli
con i contadini presenti. Quel
giorno della minoranza ero
presente solo io. Il sindaco
sospende la seduta.
Erano le undici del mattino.
Rientrarono in aula alle
diciotto. Era già buio!
Il consigliere dissidente era
rientrato nei ranghi. Avrebbe
votato il bilancio.
Non sapevo i termini del
compromesso.
Passa un mese, il consigliere
dissidente si dimette. Un atto
di orgoglio e di dignità?
Niente affatto, dopo pochi
giorni viene assunto al
Comune.
A un tratto la mia stupida
vanità era stata fatta a pezzi.
Il mio intervento probabilmente non l’aveva neanche
ascoltato. Fece scattare il suo
piano utilizzando la mia passione giovanile, la tensione
dei contadini, per dare uno
sbocco suo individuale .
Un atto isolato ?
No ! Una lezione ancora oggi
attuale. Non ho mai espresso
un giudizio morale da quell’episodio lontano ma emblematico, ho tentato invece di
capirlo, di trarre una lezione,
senza demonizzare la persona interessata.
C’è chi ancora si illude di
cambiare il mondo.
C’è chi ritiene che il mondo
sia irriformabile e come dice
la “filanda”... c’è sempre chi
comanda e chi ubbidirà”
Quante volte ho pensato di
non aver capito questo
mondo. Qualche volta ho
pensato anche di adeguarmi
…ma è stato un disastro.
Ognuno nasce con la propria
stella.
Non odio Berlusconi ma
credo che faccia un po’
paura. Rappresenta l’Io elevato alla miliardesima potenza. Se avesse ragione Lui la
fine dell’umanità sarà una
logica conseguenza. I “giganti dell’io” trasformeranno il
mondo in un campo di battaglia ed i poveri Maya avranno
solo sbagliato la data ma non
la profezia.
Purtroppo la Calabria che
oggi viviamo è solo un abbozzo di promesse disattese che
la fanno somigliare più a un
aborto che a una regione
moderna. I calabresi sceglieranno di autodeterminarsi e
rendersi autonomi da ogni
forma di cattiva condotta
quando sarà concesso loro un
lavoro. Quest’ultimo è la sorgente primaria del benessere
e la fonte da cui attingere il
progresso. Sia chiaro: in Cina
di possibilità lavorative ce ne
sono fin troppe eppure niente
benessere e scarsa evoluzione
sociale. Perciò è indispensabile l’autodeterminazione, e
anche il supporto “concreto”
di un vero governante.
Figli del caos e delle prove
tecniche risorgimentali di
alcuni romantici dabbene, i
calabresi vivacchiano nel
recinto riservato agli ultimi e
ai perseguitati, una sorta di
“lager” democratico, soggiogati a una strana logica dell’emigrazione e del vittimismo
nei confronti di uno “Stato”,
più utopico che costituito.
Esiste in terra calabra, arsa e
riarsa dal sole, contaminata
da ingiustizie centenarie,
un’associazione che evoca i
trascorsi “industriali” di questo luogo. Come riporta
Wikipedia, L’Associazione
Calabrese Archeologia
Industriale si è costituita col
proposito di promuovere,
conservare e studiare ciò che
resta del “passato industriale”.
Una sorta di revival ottocentesco, creato da calabresi
onesti e speranzosi per
ottemperare alla coscienza di
DOMENICA
un Popolo che proprio non ci
sta a sentirsi e dichiararsi
“storicamente inferiore”. E lo
Stato approva. Loda e si
complimenta. E poi? E poi
niente.
Seguendo il filo logico tramato ormai da un secolo dal
governo di Roma, a un filo’ndranghetista e becero calabrese non resta che rifarsi alla
sua storia, e a limite creare
un museo che ricordi quel
che è stato. Perché, perdonatemi l’estremo giudizio, a noi
Terruncelli lo Stato ci si manifesta solo due volte l’anno:
dopo qualche folgorante
evento di cronaca (cui non
possono esimersi dall’elargirci
la loro stretta di mano), e al
21 del mese.
Così funziona: ‘ndrangheta =
Calabria = popolino, equazione semplice e icastica per
tutti quei meravigliosi media
che da fuori, dalle ultime file,
esportano e vendono questo
fenomeno da baraccone al
resto dei presunti “italiani”.
Tutto ciò non sarebbe scioccante se non ci fosse l’intima
adesione dello stesso popolo
messo in croce.
Ai calabresi: i riflettori sempre e solo sulla ‘ndrangheta
spesse volte hanno come
unico effetto l’isolamento e la
convinzione da parte degli
altri che qui non ci sia
nient’altro che lacrime e
cemento.
Autodeterminiamoci e
soprattutto non concediamo
la critica e il giudizio a dei
“turisti” di passaggio che scrivono e divulgano.
Bruno Strangio
16 DICEMBRE 2012
LA RIVIERA
19
La
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la Riviera
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Locri (RC)
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Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica
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Rosario Vladimir Condarcuri
Nordici e sudici di Gioacchino Criaco
Brizzolato di Ruggero Brizzi,
Cronache dal nord di Vincenzo Carrozza
Loqui e sproloqui di Filomena Cataldo,
COLLABORATORI
Anna Laura Tringali, Mara Rechichi,
Benjamin Boson, Nik Spatari, Angelo
Letizia, Marilene Bonavita, Franco
Crinò, Isabella Galimi ,Maria Teresa
D’Agostino.
Direttore responsabile: PASQUINO CRUPI
In redazione: ERCOLE MACRÌ, ELEONORA ARAGONA,
DOMENICO MACRÌ, NINO SIGILLI, ILARIO
AMMENDOLIA, GIOVANNI LAROSA, ANTONIO
TASSONE(SPORT), MASSIMO PETRUNGARO.
Editorialista: GIOACCHINO CRIACO
Art Director: PAOLA D’ORSA
Impaginazione: EUGENIO FIMOGNARI
Note e schermaglie
RISPONDE il direttore
CASIGNANA
L’ignobile anonimo, la nobile
stampa e il Governatore olimpico
Tale il comunicato in data 11
dicembre
2012
dell'Amministrazione comunale
di Casignana dopo la denunzia
anonima sulle “infestazioni” della
discarica e la riavviata campagna di
stampa:
L'Amministrazione
Comunale, con il senso di responsabilità istituzionale che deve essere presente in un Ente Pubblico,
ritiene che la notizia più importante sia che la discarica ubicata a
Casignana permetta di conferire i
rifiuti solidi urbani dei Comuni
della Locride e, pur non essendo
preventivato, di molti comuni della
Piana e, frequentemente, della
città di Reggio Calabria, evitando
situazioni di degrado ambientale e
di pericolo per la salute dei cittadini. Pensiamo, inoltre, che l'altra
notizia da far conoscere è che vengono smaltiti, secondo le regole,
ogni settimana 200/300 mc di percolato, cosa che bisognerebbe verificare avvenga nelle altre discariche in attività e in quelle che hanno
chiuso la gestione.
Sulla totale idoneità del sito di
Casignana a svolgere la funzione
deputata è abbondantemente noto
che, come voluto dalle linee guida
in materia, esso si trova distante
dai centri abitati e non minaccia
assolutamente colture e falde
acquifere. Altrettanto risaputo è il
fatto che bisogna mettere una
grande attenzione - lo abbiamo
sempre sottolineato - per lo smaltimento del percolato, conservando
così un contesto di garanzia rispet-
to ai rischi ambientali. Chi sostiene, invece, che si possa dominare
la natura e fronteggiarne le crudeli
avversità, come le alluvioni e le
piogge eccezionali, o ignora le
inclinazioni dei terreni, non aiuta
minimamente la verità, strumentalizza e non rispetta il dovere morale, che è in capo ad ogni cittadino,
nelle mansioni che svolge (tecniche, istituzionali, di comunicazione, ecc.) e non rende pubblica la
verità, con il risultato di giungere a
valutazioni sbagliate e talvolta precostituite, cosa, per la verità, che
non ha mai fatto l'ARPACAL, con
i suoi costanti controlli. In attesa
delle verità processuali su aspetti
che sono in discussione e a cui tutti
puntiamo, vogliamo denunciare la
irresponsabilità di chi veramente
non fa la propria parte, perché una
questione tanto decisiva come la
vivibilità dei nostri comuni e la
tutela della salute dei cittadini pretenderebbe un impegno e una trasparenza pari a quello che ci mettiamo come Amministrazione
comunale di Casignana.
Chi punta a destabilizzare ulteriormente contesti che ci risolvono
enormi problemi sul territorio,
come oggi abbiamo avuto modo di
leggere, sarebbe bene che tenesse
la testa di fuori, in modo da poter
usare gli occhi per guardare le
situazioni reali per comprendere
quale sforzo, quotidianamente,
questa
Amministrazione
Comunale mette in opera per fare
correttamente ciò che fa.
BOTTA E RISPOSTA
Quando l’ignoranza
dipinge mostri inesistenti
In riferimento all'articolo pubblicato domenica 9 dicembre 2012 dal
titolo "352 consulenze in difesa
della Patria", faccio presente che le
notizie riportate sul settimanale "la
Riviera" a pagina 12, a firma di
Franz Foti, appaiono fuorvianti
perchè forse estrapolate da erronee
valutazioni fatte da altre testate
giornalistiche.
Pertanto, allego replica relativa al
concorso "Artisti a difesa della
Patria", erroneamente citato nel
pezzo pubblicato dalla Vostra
testata e invio scheda tecnica delle
attività svolte dalla Fondazione da
me presieduta.
Preciso, inoltre, quanto segue:
1. gli 8,7 milioni di ricavi rappresentano i trasferimenti regionali e/o
comunitari per l'esercizio delle attività riportate nella scheda allegata;
2. la Fondazione da me presieduta
chiude il proprio bilancio in pareg-
LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo
Ridateci il cavaliere
SIENA. (almeno) perché il cavallo
è da quel dì che l’abbiamo perso.
Illusi che lo pread fosse la causa
d’ogni male. Poveri e smunti, smagriti da una dieta al cardiopalma.
Fitti, fitti per cercare al lanternino
l’ultimo euro rimasto. E dopo
averlo scovato nelle tette della
nonna, perché solo lì lo possiamo
ancora trovare, eccolo riversato di
furia nella cassettina al Quirinale
“aiutate l’Italia pii uomini e pie
donne”. Il dictat proviene da una
squadra di omini novi che si è
presa carico di un’Italia senza
cavallo né cavaliere. E vorrebbe
ridarci il cavallo. Grazie tante, pre-
La canea contro la discarica di Casignana è stata riavviata dalla
denuncia d'un anonimo, che, con ogni evidenza, è così poco persuaso della sua verità da temere di poterla dibattere alla luce del sole. Un
tempo, il cestino sarebbe stato il luogo di destinazione della prodigiosa lettera. Si cambia, e basta un foglio, sporcato dalla malafede, perché le forze dell'ordine intervengano e la nobile stampa dia risalto.
Quel risalto che non dà alla replica degli “accusati”. Siamo a livello
di basso impero. Confidenti, pentiti, anonimisti regolano la nostra
vita, sono- quel che è peggio- la misura della nostra vita. E intanto i
veri lurchi, ossia i divoratori immondi, fan Pasqua nelle loro tane,
mentre, come fa, il Governatore, che ha salvato Reggio e parte dei
comuni reggini dall'immondizia grazie al coraggio onesto del sindaco
Pietro Crinò, ancora nelle vesti inverosimili di imputato, sta al di sopra
di tutto, olimpico, imperturbabile, con la testa a Roma.
MESSAGGI NEL TEMPO di Daniela Ferraro
Nel ricordo
delle gelsominaie
È il mese di Ottobre.
Si arriva stipate sopra dei grossi camion alla destinazione ubicata lungo la costa jonico-reggina, terra del gelsomino e sono
appena le 2.00 del mattino. Ma
il gelsomino vive di notte e
deve essere raccolto prima che
il sole sia alto nel cielo. Gli sterminati filari si accavallano ininterrotti per fasce parallele per
poi cancellarsi, gradatamente,
all'interno delle umide brume
che inghiottono tutto l'orizzon-
gio nella gestione caratteristica e
con un avanzo di amministrazione
nel risultato totale;
3. la Fondazione da me presieduta
non ha debiti nè verso fornitori, nè
verso collaboratori, nè verso l'erario e/o Istituti previdenziali;
4. la Fondazione da me presieduta
nelle rendicontazioni dei progetti
non ha mai avuto problemi sui
controlli di qualsiasi livello;
5. la mia retribuzione netta annua
è pari ad Euro 61.257,96;
6. che precedentemente alla mia
gestione la Fondazione non era
Ente in house, in quanto ha avuto
tale riconoscimento nel dicembre
2010.
AugurandoLe buon lavoro, restiamo a disposizione per eventuali
chiarimenti.
“Viviamo nel secolo” in cui il
Servizio Civile Nazionale, istituito con la legge 6 marzo 2001 n°
te e assente è l'incontro col
cielo: tra il verde brunito delle
foglie s'intravede appena, all'inizio, anche l'immobile pallore
del fiore. Quando piove è un
problema: i piedi scalzi
sprofondano nell'acqua, la fanghiglia sale fin sopra le cosce, ti
senti imprigionata come dentro le sabbie mobili ma bisogna
resistere, egualmente, fino alle
10.00. Otto ore di lavoro continuo, qualche breve intervallo
per sollevare la schiena dolorante, si riprende il lavoro. Si è
stanche ma la voce non viene
mai meno : le note della
“Calabresella” si espandono
nell'aria, si fondono all'odore
pungente del gelsomino. Il
canto aiuta a ritemprare le
forze, tiene su il morale mentre le mani lavorano alacremente, immerse con delicata
precisione nel cespuglio fremente…
E le incontravi al ritorno, sempre ammucchiate sui grossi
camion, le vesti malmesse, i
capelli scomposti, il viso segnato da qualche ruga precoce.
Figlie di un dio minore?
Figgevano nei tuoi occhi uno
sguardo così fiero e profondo
che non potevi non avvertire
un riverente tremore.
64, - che dal 1° gennaio 2005 si
svolge su base esclusivamente
volontaria - è un modo di difendere la Patria in maniera non
armata e non violenta, il cui
"dovere" è sancito dall'articolo 52
della Costituzione; una difesa
che non deve essere riferita al
territorio dello Stato e alla tutela
dei suoi confini esterni, quanto
alla condivisione di valori comuni e fondanti l'ordinamento
democratico.
E' la opportunità messa a disposizione dei giovani dai 18 ai 28
anni di dedicare un anno della
propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come
impegno per il bene di tutti e di
ciascuno e quindi come valore di
coesione sociale, che ha visti
coinvolti, nello scorso anno e
solo in Calabria, 355 volontari
presso gli Enti accreditati. L'UN-
SC (ufficio nazionale per il servizio civile) è stato istituito nell'ambito della Presidenza del
Consiglio dei Ministri mentre gli
Uffici regionali dislocati presso i
diversi Assessorati alle Politiche
sociali.
Tra le prerogative
dell'Ufficio centrale e di quelli
periferici primeggia la promozione dei valori fondanti della non
violenza e della cittadinanza attiva nonché la realizzazione di
campagne di sensibilizzazione. In
ossequio a dette prerogative vi è
la pregevole attività svolta
dall'Ufficio del Servizio Civile
presso la Fondazione Calabria
Etica con l'indizione del
Concorso “Artisti a difesa della
Patria!”. L'ideazione, la promozione e la gestione tutta ha visto
coinvolto il solo personale normalmente addetto alla attività
ordinarie dell'Ufficio e per un
feriamo il Cavaliere. Vogliamo
qualcuno che ci dica che lo
spread è un imbroglio. (Questa ci
voleva!) Che abbiamo pagato un
monte di soldi per mero vezzo
narcisista. Magro è bello. Più
bello. Meno ciccia per tutti noi.
Tanta ciccia per gli altri. I quali
altri, altro non sono, che la casta
incastonata in un medaglione di
bronzo. Tante facce di bronzo.
Una dietro l’altra. Ognuna diversa, tutti uniti ed uguali nell’ideale
dell’ostrica. Rimanere attaccati,
avvinti allo scoglio. Ovvia, sarà
mai possibile? Quante tette di
nonna ci saranno poi al
Quirinale? Tante, davvero tante,
se chi ci mette piede da santino
diventa santone. E’ proprio vero
che il potere rende tutti millantatori, da omini novi di buoni propositi, dopo aver poggiato le
sacre chiappe su una calda comoda poltrona si diventa di colpo dei
gran pezzi di cavaliere. Bhe, da
dire c’è poco. Davvero poco, se
non fosse che un sogno m’arrovella la mente: e se ci governasse
un pover’uomo e pover’uomo lo
rimanesse sempre, pur divenendo
presidente, iperpresidente, pluripresidente. Ed avesse sempre gli
stessi bisogni di tutti noi. Avesse
sempre fame, sete, sogni, ideali.
Non fosse mai sazio, godereccio,
lercio di lussi e denari. Chissà, ma
infondo che ci frega. Di questi
tempi quello di cui abbiamo bisogno è solo qualcuno che ci racconti una bella storia prima di
andare a letto. Se anche fosse
quella del “Grande Imbroglio”,
poco importa, purché abbia un
lieto fine. E si sa tutti, ormai, chi
ne racconta di bellissime.
LA NOTA
Comune di Marina di Gioiosa:
da il servizio in concessione
gestione, accertamento e
riscossione tributi ed entrate
comunali ad una ditta esterna,
la So.g.et. s.p.a. Questo lavoro
non lo potrebbe fare lo stesso
ufficio ragioneria con i tanti
dipendenti comunali
risparmiando denaro pubblico
ed evitando ulteriori costi ai
cittadini!!!!
DOMENICA
16 DICEMBRE 2012
LA RIVIERA
20
HANNO COLLABORATO
Francesco Laddarina,
Giuseppe Patamia, ,Bruno
Gemelli, Carmelo Carabetta,
Antonio Cormaci, Giulio
Romeo, Sara Caccamo,
Giuseppe Fiorenza, Daniele
Mangiola.
COPERTINE
Dal 2003 a cura
di Paola D’Orsa
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la Riviera
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DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J.
ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane
RISPOSTA
importo complessivo di 2000
relativi ai 4 premi destinati ai vincitori per singola sezione ( 500
per premio). Considerate inoltre
le 2024 registrazioni avvenute sul
portale dedicato per la votazione
delle opere in concorso, è facile
intuire come lo stesso sia stato un
successo di cui “proprio i ragazzini hanno capito le finalità e gli
scopi”!
Fortemente etico ed economicamente sostenibile, detto concorso ha favorito nei giovani l'espressione del loro talento artistico nonché percorsi di valorizzazione personale e professionale
legati alla musica, allo spettacolo
ed alla comunicazione, concretizzando una sfida educativa
volta alla creazione di una citta-
dinanza attiva nella società che
cambia.
Il mondo del Servizio Civile è un
mondo nuovo, fatto di sensibilità
e valori edificanti; di coinvolgimenti proficui e di risultati di
assistenza, non legato a trasferimenti economici importanti ed
eclatanti. Al tempo stesso, e proprio per questo suo agire sottotono, è un mondo sconosciuto ai
più che però in nessun modo
autorizza coloro che lo ignorano
(se è vero che ignorante dal latino significa “colui che ignora”) a
banalizzarlo con considerazioni
poco appropriate!
Cordiali saluti.
Il Presidente di Fondazione
Calabria Etica
Pasqualino Ruberto.
Egregio Signor....
Il Sole24Ore ha condotto
una rigorosa indagine
sule
nomine
della
Regione Calabria dal
2010 al 2012 :ben 352 per
un costo di 58 milioni di
euro. Un conto salato!
Il collega giornalista ha
esposto dati oggettivi e ne
ha tratto motivo per
esprimere le sue opinioni
indipendentemente da
qualsiasi versione dei
fatti, compresa la sua.
Libertà d'informare e
altrettanta libertà a criticare e difendere il proprio
operato.
Ora io non so quanta produttività sociale e culturale abbia reso la sua opera,
presa singolarmente.
Mi impensierisce il suo
attivo di bilancio e mi
chiedo chissà quale volume d'iniziative avrà svolto. Spero che non abbia
attinto a ulteriori fondi
pubblici. Intanto registro
che gode, beato lei, di uno
stipendio mensile che
supera cinque volte quello di un operaio, posto
che costui abbia la fortuna di ricoprire un posto di
lavoro. Imaggino che i
benefici che la società ne
trae dalla sua prestazione
siano profondi e diffusi.
C'è però una cosa che mi
impensierisce ancora di
più: l'applicazione dell'etica. Spero che nel suo
lavoro si possano creare
gli spazi per sostenere
grandi processi educativi
verso i prossimi rappresentanti del comune di
Reggio Calabria e dei
comuni, numerosi in
verità, che sono stati sciolti e commisariati sia per
motivi
d'infiltrazione
mafiosa sia per timore di
bancarotta.
Auspico che la sua opera
risalti e venga ricordata
per aver suggerito all'autorità politica regionale di
diminuire il volume di
spesa tesa a finaziare
Enti,
Fondazioni,
Associazioni
d'utilità
sociale pari a zero e ben
presente fra i cittadini
calabresi che patiscono
un tasso di disoccuoazione giovanile che supera di
fatto 50%, marcando un
record nazionale tristemente negativo. Le auguro buon lavoro e un
nuovo anno "etico".
Franz Foti
LA LEGGE GRASSA
NICOLA CARNOVALE *
La legge elettorale? Ha seguito la scia
propria delle riforme della seconda
repubblica secondo lo schema 'parlarne
tanto, per non farne nulla'.
L'epilogo assai scontato e prevedibile
non lasciava già da tempo alcun margine di possibilità per una riforma seria
che rispettasse i principi di legalità
democratica e costituzionale. secondo
quanto più volte ribadito dagli organi di
giustizia comunitari.
Poiché questo sarà un tema oggetto di
scontro e di propaganda nel corso di
tutta la campagna elettorale va detto
con chiarezza che per affermare una
nuova tendenza che segni l'avvio di una
stagione di rinnovamento che ponga
fine alla logica dello scambio ed al familismo imperante, in cui i meriti e le
competenze siano la bussola per la selezione della classe dirigente, non vi è un
bisogno aprioristico di una nuova legge
elettorale, che senza buon senso, coraggio e rappresentatività, risulterebbe
vana a priori. Potrebbe essere questa
una risposta dopo il bluff della riforma
elettorale, seppur parziale e flebile, alle
parlamentarie grilline in cui la nuova
politica ha mutuato tutti i difetti della
vecchia in pieno stile gattopardesco con
parenti, amici e fidanzate tutti in lista ed
in pole position.
*Segreteria nazionale
'Riformisti Italiani
DOMENICA 16 DICEMBRE
2012
LA RIVIERA
21
DOMENICA 16 DICEMBRE 2012
LA RIVIERA
22
Una manifestazione imponente e suggestiva, tenutasi aTrapani
Rai sport+
nei giorni 9, 10 e 11 novembre, con la partecipazione di numeroatleti e Campioni provenienti da più parti del mondo,
trasmetterà il dominio sissimi
organizzato dalla World Martial Kombat Federation con il
Patrocinio del Ministero della Gioventu', della Regione Sicilia,
del Centro Studi
della Provincia di Trapani e del Comune di Trapani e seguita da
gran numero di spettatori oltre che da numerose Tv tra le
Karate ai campionati un
quali RAI SPORT+ ed una emittente nazionale tunisina.
Non ha disatteso le aspettative il CENTRO STUDI KARATE
del mondo
del M° Vincenzo URSINO che ha conquistato titoli iridati nelle
specialità Interstyle Forms, Creative Forms, Interstyle Weapons,
di Arti Marziali
Combattimenti e Self Defence.
Mattatore dell'evento è stato senza alcun dubbio il sidernese
Vincenzo FIGLIOMENI con 3 titoli iridati e 2 medaglie
Sport / responsabile Antonio Tassone
d'Argento; ma si sono imposti prepotentemente anche Vincent
Figliomeni con 3 titoli e 1 Argento e Vincenzo Scruci con 3 Ori.
Fragorosi applausi per il trio dei giovanissimi Vincenzo Guttà Luca Figliomeni e Manuel Urzino nella specialità della Self
Defence, i quali, oltre ad aver vinto il titolo iridato sono stati scelti per esibirsi nell'apertura dell'ultima giornata di gare. Da segnalare inoltri i titoli conquistati da Daniele Urzino e Domenico
Macri'.
Raggiante il M° Ursino che con il suo impegno e le indiscutibili
capacità ha portato il CENTRO STUDI KARATE ai massimi
livelli Mondiali riscuotendo successi e consensi da parte di tutti
gli addetti ai lavori e non ma soprattutto contribuisce a dare visibilità ed una immagine positiva alla Calabria, una terra nota ai
più per tristi fatti di cronaca.
Gli atleti del
M°Vincenzo
Ursino
conquistano 14
titoli iridati, 8
medaglie d'argento
e 1 di bronzo
Serie A
16° TURNO SERIE A
Colomba: "Il sostegno
del club è fondamentale"
ontinua il nostro viaggio, all'interno del
mondo degli allenatori. Dopo Gianluca Atzori,
questo 'backstage' della panchina vede protagonista
Franco Colomba. Quattro
anni e mezzo in riva allo
Stretto, contrassegnati sia da
splendidi trionfi che da grandi amarezze. Di sicuro, quello di Colomba è un nome che
entra di diritto nella storia
del calcio nostrano...
Mister, quanto è difficile oggi
come oggi preparare un campionato, dal momento che il
ritiro somiglia sempre più ad
un albergo in cui si succedono vari turisti?
Ci sono cose riguardo le quali
dobbiamo farci una ragione:
il calciomercato, che finisce a
campionato in corso, è una di
queste. Spesso, dopo due
mesi di precampionato con
un gruppo, basta un passo
falso alla prima giornata, per
sconvolgere le cose e far
cambiare le strategie...
Non crede che le società
dovrebbero cambiare questo
modo di fare troppo frenetico?
E' giusto che ci sia una via di
fuga o di salvataggio da parte
dei dirigenti, qualota gli stessi notino che c'è qualcosa che
non va: gli errori di valutazio-
C
la Riviera
ne, vanno corretti in corsa.
Di sicuro, per un allenatore
non è certo l'ideale, lavorare
con una rosa incompleta o al
contrario in esubero. Pensare
che fino all’ultimo può uscire
dalla rosa un giocatore con
cui hai impostato tanto lavoro, certamente non aiuta.
Nonostante un quadro di
questo tipo, ci sono quei presidenti che pretendono tutto
e subito: altrimenti, paga il
mister...
I tifosi, i media e la dirigenza,
chiedono subito gli automatismi, la fluidità, la sintonia tra
i reparti e, non ultimi, i risultati. Se le cose non vanno
subito bene, l'allenatore si
trova tra l'incudine ed il martello. Se giustifica una iniziale mancanza di gioco o risultati viene etichettato come
aziendalista, mentre in caso
contrario passa per ribelle,
inimicandosi il direttore
sportivo o il presidente.
L'unica cosa che si puo fare,
in questi casi, è far valere le
proprie idee e lavorare nel
miglior modo possibile, dialogando a 360 gradi sia con i
calciatori che con la società.
Su che fattore incide maggiormente, il cambio in corsa
di calciatori durante l'estate?
Nel periodo pre-campionato
si deve impostare un assetto
CATANIA-SAMPDORIA
CHIEVO-ROMA
GENOA-TORINO
JUVENTUS-ATALANTA
MILAN-PESCARA
PARMA-CAGLIARI
20-10-2012
13 gol: El Shaarawy
(Milan)
11 gol: Cavani (Napoli)
9 gol: Klose (Lazio), Di
Natale (Udinese)
8 reti: Osvaldo e
Lamela (Roma) , Milito
(Inter)
7 gol: Hamsik (Napoli)
6 gol: Denis (Atalanta),
Gilardino (Bologna),
Jovetic (Fiorentina),
Quagliarella (Juventus)
Hernanes (Lazio)
CLASSIFICA
JUVENTUS
INTER
38
34
NAPOLI
33
LAZIO
30
ROMA
29
FIORENTINA 2 9
MILAN
24
CATANIA
22
UDINESE
22
ATALANTA -2 2 1
tattico, si devono trasmettere
dei valori importanti e proporre delle regole. Insomma,
bisogna gettare le basi per un
campionato che in Italia, si
tratti di A, B o C, non
ammette passi falsi e non
perdona nulla . Se si ha una
rosa abbondante ma non
qualitativa, e si cerca di dare
ed offrire attenzione a tutti,
spesso si disperdono energie
su giocatori che si sa già non
resteranno in squadra, peggiorando la qualità complessiva del lavoro. Se il tecnico
cerca invece di puntare
espressamente solo su di un
gruppo di giocatori in cui
crede, trascurando forzatamente qualcuno, si crea una
situazione equivoca, in cui è
essenziale la condivisione
con la società. Se il club per
cui lavori mostra perplessità
sulle tue scelte si crea una
frattura tra il gruppo di calciatori emarginati ed il tecnico, con la conseguenza inevitabile che i giocatori si schierano palesemente dalla parte
del più forte ,che non è sicu-
Calcio
Il mercat(in)o di Natale
Tra un paio di settimane apre ufficialmente la sessione invernale di
calciomercato. Ufficialmente, perché oramai in verità c’è un continuum con quello estivo e viceversa.
Le trattative durano dodici mesi
all’anno e solitamente nei mesi
estivi c’è, per quanto possibile, una
maggior circolazione di denaro; di
contro, a gennaio, solitamente si
lavora sui prestiti, o comunque sui
cosiddetti affari, tipo prendere un
giocatore ai margini o sfruttare chi,
per una ragione o per un’altra non
ha trovato continuità nei primi
mesi di campionato. Ne consegue
che anche questa finestra invernale
LAZIO-INTER IERI
UDINESE-PALERMO IERI
FIORENTINA-SIENA 12,30
NAPOLI-BOLOGNA 20,45
di trattative risponderà a quanto
scritto. È il cosiddetto mercato di
riparazione, che serve per l’appunto a porre rimedio a delle rose
costruite in malo modo in estate.
Funziona sempre? Sempre no, ma
spesso sì.
Solo per restare agli ultimi anni,
l’Inter a gennaio ha preso Pazzini,
Nagatomo e Guarin, la Juventus
Matri, il Milan Cassano, insomma
chi cerca trova.
E quest’anno quali affari si profilano all’orizzonte? Come al solito
sono le grandi a calamitare l’attenzione. Due sono i nomi sulla bocca
di tutti: Wesley Sneijder e Didier
Drogba. Dell’olandese abbiamo già
trattato la scorsa settimana. In sette
giorni è cambiato poco. Oramai è
un muro contro muro, le parti sono
distanti anni luce. Da che parte
sto? Sarò diplomatico ma sto con
tutti e due e con nessuno dei due.
Nel senso che forse hanno ragione
entrambi, ma la vicenda è stata ed
è gestita malissimo, da ambo le
parti. L’olandese non vuol giocare
più nell’Inter – e avrà le sue buone
ragioni - , i nerazzurri non vogliono
disfarsi così di un capitale, che onestamente è ai minimi storici. La
matassa è quanto mai ingarbugliata. Il filo l’ho spiegato settimana
ramente il tecnico.
La soluzione quale è?
Bisogna cercare di farsi valere ed essere accontentati in
chiave di mercato di riparazione, con l'arrivo di giocatori richiesti espressamente,
per ricoprire in modo rapido
i ruoli che servono e per
accelerare il processo di inserimento, allo scopo
di
garantire quel rendimento
utile a raggiungere gli obiettivi.
Domenico Durante
-reggionelpallone.it
scorsa. Ma per chi non avesse letto,
riassumo in poche parole: Sneijder
vuol giocare per mettersi in vista
sulla bancarella degli acquirenti, la
società non glielo consente finché
non firma il contratto a cifre inferiori rispetto a quello attuale. Ne
verremo fuori? Intanto come tanti
avvoltoi che volano sulla carcassa,
attendono i due Manchester, il
PSG, e il Milan. Dove andrà l’
orange? L’ipotesi più suggestiva è
senz’altro la pista rossonera, magari in un altro fantascambio che
potrebbe riguardare uno tra Pato e
Boateng.
Quella più percorribile porta
Wesley tra le braccia di Ancelotti,
con l’argentino Pastore a fare il
percorso inverso.
I diretti interessati hanno prontamente smentito, d’altronde, avete
mai sentito in precedenti occasioni
“Sì, è tutto vero!”? A memoria
d’uomo non lo ricordo.
PARMA
20
18
SAMPDORIA-11 7
CAGLIARI
16
CHIEVO
TORINO -1
BOLOGNA
PALERMO
PESCARA
GENOA
SIENA -6
15
15
14
14
12
11
Bisogna gettare le basi
per un campionato che in
Italia, si tratti di A, B o C, non
ammette passi falsi e non
perdona nulla . Se si ha una
rosa abbondante ma non
qualitativa, e si cerca di dare ed
offrire attenzione a tutti, spesso
si disperdono energie su
giocatori che si sa già non
resteranno in squadra,
peggiorando la qualità
complessiva del lavoro
Per prestigio Snejider si accaserebbe volentieri allo United, andando
a celebrare un matrimonio con
qualche anno di ritardo.
Nel frattempo, anche noi della
stampa, vediamo come si evolve la
situazione, o se preferite, il tormentone.
Sempre in tema Inter si continua a
cercare un vice Milito: ai soliti
nomi di Floccari e Pinilla, si sono
aggiunti quelli di Rolando Bianchi
e del polacco del Borussia
Dortmund Lewandowski.
Per quanto mi riguarda, quest’ultimo più che vice Milito sarebbe
l’uomo giusto su cui costruire l’attacco del futuro, visto che la carta
d’identità del Principe inizia a farsi
sentire. Meno problematica, almeno sulla carta, la vicenda legata a
Drogba.
La Juve da tempo è alla ricerca di
un top pIayer e ha individuato nell’ex Chelsea l’uomo giusto.
DOMENICA
I due si cercano, e se dipendesse
solo dalla loro volontà, Drogba già
ai primi di gennaio sarebbe bianconero. Ma la formazione cinese in
cui milita, non è convinta dell’operazione, cioè di un prestito di tre
mesi.
Oltretutto secondo regolamento,
servirebbe una sorta di deroga da
parte della Fifa per poter permettere il trasferimento dell’ivoriano
alla corte di Antonio Conte. In
ogni caso resta sempre calda la
pista che vuole la Juventus vicinissima all’attaccante basco Llorente
per giugno ad una cifra nettamente
inferiore rispetto ai trentacinque
milioni di questa estate.
Queste sono le voci più o meno
fondate, poi ci sono le classiche
boutade, tipo un ritorno di Maicon
all’Inter, De Rossi al Milan. Più che
mercato, in questo caso si parlerebbe di mercatino di Natale.
Massimo Petrungaro
16 DICEMBRE 2012
LA RIVIERA
23
Parlando
di...
Sport
Mammola
Si dimette
Totò
Logozzo
Toto' Logozzo getta la spugna. L'allenatore del
Mammola calcio che milita in seconda categoria
ha rassegnato le dimissioni dopo un lungo faccia
a faccia con la società guidata dal presidente Pino
Neve. Toto' Logozzo ex calciatore di serie A ,
molto conosciuto negl'i ambienti sportivi era stato
chiamato in estate alla guida della compagine
viola dopo l'amara retrocessione del Mammola
dello scorso anno in prima categoria. In questo
avvio di stagione il Mammola era partito molto
bene rimanendo in testa alla classifica per alcune
giornate. Da diverse settimane la squadra aveva
accusato un calo di rendimento dovuto anche alle
troppe assenze per infortunio. La sconfitta pesan-
L’esordio di mister Ranieri
L'Eccellenza
calabrese quotata
dalla Leaderbt
Quello disputatosi domenica scorsa non è
stato un turno del campionato di Eccellenza
come tutti gli altri in Calabria. Ben tre partite, Brancaleone-Castrovillari, Silana 1947Soverato e Rende-Acri, sono finite infatti nel
palinsesto del bookmaker Leaderbet. La società di scommesse maltese è la prima in assoluto a quotare i campionati di Eccellenza di
varie regioni (Basilicata, Calabria, Puglia e
Sicilia), oltre a offrire nel proprio palinsesto
numerose partite di Serie D (domenica scorsa per Cosenza-Messina si è quotato anche
l’Over/Under). L’innovativa e coraggiosa
scelta di Leaderbet permette a migliaia di
tifosi e appassionati, vere anime delle partite
della provincia italiana, di poter scommettere
anche sulla squadra della propria città, oltre
che sulle blasonate squadre di Serie A, Liga,
Premier e Champions.
(tratto da strill.it)
M.Gioiosa J.
CLASSIFICA
SIDERNO/ Insidiosa trasferta sul campo di Soverato
La Società A.C.D. Siderno 1911
comunica di aver affidato la guida
tecnica della prima squadra del
Siderno
calcio
all’allenatore
Alessandro Ranieri il quale vanta un
curriculum di tutto rispetto. Inizia da
calciatore nel settore giovanile del
San Lorenzo (serie A argentina) dove
rimane dal 1971 al 1976, successivamente dal 1976 al 1981 passa all’All
Boys (serie A argentina) dove collezione 40 presenze e 2 gol. Nel 1981
arriva in Italia e si accasa al
Catanzaro allora in serie A. Ora il suo
arrivo a Siderno, a guidare una squadra blasonata sorretta da una dirigenza, d’ora in avanti, motivata a fare
bene. Il suo compito sarà migliorare
la classifica del Siderno calcio e condurlo in posizioni nettamente migliori.
Altresì, la società comunica di aver
perfezionato i seguenti accordi:
ingaggio delle prestazioni sportive del
calciatore Claudio Raucci , attaccante classe 1990 proveniente dalla
Casertana e del calciatore Iannitti
Marco esterno basso classe 1991 cresciuto nelle giovanili del Grosseto e di
proprietà dell’Aversa Normanna.
te di domenica scorsa contro la Vazzanese per 4-0
ha fatto precipitare la situazione. E' venuto meno
il progetto iniziale - sostiene mister Logozzo - ed io
ho deciso di farmi da parte con la speranza che
questa decisione serva a rilanciare la squadra e a
rivitalizzare tutto l'ambiente.”. Il presidente Pino
Neve ringrazia Logozzo per il lavoro svolto e
augura migliore fortune all'ex tecnico. Noi andiamo avanti e domani comunicheremo il nome del
sostituto di Logozzo La società è sana e continua
a lottare per raggiungere l'obiettivo che ci siamo
prefissati ad avvio di stagione quello della promozione in prima categoria.”
N. B.
BOCALE
17
N.GIOIESE
35
RENDE
3 0 SOVERATO
16
GUARDAVALLE 2 9 CASTROVILLARI 1 4
ACRI
26
SILANA
13
SAN LUCIDO 1 1
ROCCELLA
22
PAOLANA
2 1 SIDERNO
7
ISOLA C.R.
20
BRANCALEONE 6
SERSALE
17
CATONA
17
QUINDICESIMA GIORNATA H.14,30
ISOLA C.R.- RENDE IERI
ACRI-ROCCELLA
BOCALE-SAN LUCIDO
CASTROVILLARI-GUARDAVALLE
N.GIOIESE-CATONA
PAOLANA-BRANCALEONE
SERSALE-SILANA
SOVERATO-SIDERNO
Quest’ultimo nelle ultime stagioni ha
vestito la maglia di Agnonese,
Campobasso e Casertana collezionando
circa 60 presenze da titolare. I suddetti
calciatori si aggiungono all’acquisto precedente, da circa 20 giorni, di Marco Peta
, attaccante classe 93 ex primavera del
Crotone, dove lo scorso anno ha disputato un ottimo campionato primavera.
La società rimarrà attenta e vigile sul
mercato con lo scopo di ingaggiare altri
calciatori che andranno ad irrobustire
ulteriormente, soprattutto qualitativamente, la rosa da qui alla fine del campionato
I giallorossi si coccolano il neo
arrivato Luca Mammolenti
na sconfitta immeritata quella del Marina di Gioiosa di Gianni
Scigliano che a Gallico nell'anticipo di sabato scorso ha giocato la
partita più bella di questo avvio di stagione. Carbone e compagni
si sono dimostrati determinati e capaci di mettere i brividi alla capolista uscendo a testa alta e tra gli applausi . La sconfitta è stata rimediata
solo nella ripresa ma i giallorossi per quello che si è visto in campo
avrebbero meritato un risultato positivo. Matteo Carbone con una grande giocata aveva portato in vantaggio la sua squadra nel primo tempo a
coronamento di una prova maiuscola che ha confermato come la compagine del presidente Vincenzo Tavernese sia in buona salute. Nella
ripresa la capolista è riuscita a ribaltare il risultato complice anche qualche errore della terna arbitrale che ha penalizzato ancora una volta la
squadra giallorossa. Gianni Scigliano non fa drammi e pensa al derby di
oggi pomeriggio contro la Bovalinese di mister Panarello che conclude
un girone di andata finora molto positivo:” A Gallico ho visto la mia
squadra giocare a grandi livelli peccato per il risultato che ci penalizza
dopo aver comandato la gara. Ancora una volta l'arbitraggio ci ha penalizzato non voglio fare polemiche ma credo che la mia squadra meriti
più rispetto. Non capisco il mio allontanamento dalla panchina da parte
del direttore di gara credo che ci siano direttori di gara molto prevenuti
sono molto dispiaciuto perché facciamo tanti sacrifici in settimana che
poi vengono vanificati da errori veramente madornali. L'approccio perfetto alla gara ci ha permesso di sbloccare la partita , tutta la mia squadra però si è espressa al massimo delle proprie possibilità. La marcia
delle prime in classifica prosegue spedita, noi stiamo facendo tutto il
possibile per accorciare le distanze ma per noi la classifica già ci sorride.
Sono sempre più convinto che questa squadra abbia le carte in regola
per disputare un campionato tranquillo poi quello che verrà prenderemo senza assillarci più di tanto”. In questi giorni si è parlato tantissimo
anche di mercato voci non confermate dalla società danno per certo l'arrivo nei prossimi giorni del forte attaccante Frammartino, mentre
dovrebbe partire Andrea Maida destinazione Chiaravalle l'ex Roccella
sta trovando poco spazio in questa stagione. Nel frattempo Gianni
Scigliano si coccola i nuovi arrivati in casa giallorossa Quaranta e Luca
Mammolenti quest'ultimo proveniente dal Bianco ha già esordito sabato a Gallico e oggi potrebbe giocare dal primo minuto. Luca
Mammolenti è un vero lusso per questa categoria insieme ai fratelli
Carbone potrebbe essere la vera ciliegina sulla torta per il Marina di
Gioiosa per disputare un campionato da vertice.
n.b
U
Il Gioiosa Jonica adesso punta
direttamente al traguardo play-off
Giusto pareggio a reti bianche
tra Gioiosa Jonica e Bianco
domenica scorsa al comunale
al termine di un derby equilibrato, nel corso del quale
entrambe le formazioni provano a costruire azioni di gioco
palla a terra pur nei limiti del
terreno di gioco reso viscido
dalla pioggia costante, senza
peraltro creare davvero numerose nitide palle goal.
Da applausi, per entrambe le
formazioni, le difese, che concedono
davvero
poco.
Monumentali i centrali del
Gioiosa Jonica, che - anche
quando cedono qualcosa sul
piano della velocità agli attaccanti avversari - sanno prontamente riposizionarsi, aiutandosi con l'esperienza e con il fisico.
Equilibrato, infine, il duello a
centrocampo,
che
vede
entrambe le compagini tentare,
per lo più senza fortuna, gli
inserimenti da dietro per creare
una superiorità decisiva. Alla
fine il pareggio accontenta di
più il Bianco di Gigi Caridi che
malgrado abbia giocato quasi
32 minuti con un uomo in più (
espulso Denaro ) accetta ben
volentieri questo risultato positivo in un terreno difficile come
quello di Gioiosa dove nessuna
squadra è riuscita a violare in
questo girone di andata merito
si Silvano che sta riuscendo a
mettere in campo un formazione equilibrata e determinata.
Archiviato l'addio di Diego
Giovinazzo tecnico e società
pensano alla sfida di Villa San
Giovanni di oggi pomeriggio
contro la Villese una sfida
importante ai fini della classifica per entrambe le compagini
che vogliono chiudere bene il
girone di andata che si completa
oggi.
Il bilancio in casa Gioiosa è
positivo Cosimo Silvano afferma : “ Abbiamo fatto molto
bene come mi aspettavo, il
campionato non è facile le
squadre si sono tutte rinforzate
i miei ragazzi si sono impegnati tantissimo raggiungendo una
buona condizione fisica che ci
ha permesso di conseguire una
serie di risultati positivi per raggiungere una posizione di classifica invidiabile. Bisogna proseguire su questa strada e alla
fine tireremo le somme”.
Oggi a Villa San Giovanni
mancherà Peppe Denaro faro
del centrocampo biancorosso
in quanto squalificato Silvano
potrebbe inserire dal primo
minuto Mimmo Libri con relativo spostamento di Barbaro
nella linea della trequarti. In
avanti fiducia al duo Siclari
Panetta con Lorenzo Mazzone
pronto a dare manforte all'azione offensiva dei biancorossi.
Niodemo Barillaro
CLASSIFICA
GALLICESE
TAURIANOVA
REGGIOM.
PALMESE
GIOIOSA J.
BIANCO
M.GIOIOSA
GIMIGLIANO
DAVOLI
34
32
29
27
24
23
21
17
16
RIZZICONI
VILLESE
BOVALINESE
MONTEPAONE
S.CALOGERO
POLISTENA
R. CATANZARO
16
16
16
13
13
12
3
QUINDICESIMA GIORNATA
BIANCO-REGGIOMED. IERI
DAVOLI-MONTEPAONE IERI
GIMIGLIANO-RIZZICONI
M.GIOIOSA-BOVALINESE
POLISTENA-GALLICESE
SAN CALOGERO-PALMESE
TAURIANOVESE-REAL CZ
VILLESE-GIOIOSA J.
DOMENICA
16 DICEMBRE 2012
LA RIVIERA
24
DOMENICA
16 DICEMBRE 2012
LA RIVIERA
25
DOMENICA
16 DICEMBRE 2012
LA RIVIERA
26
Biblioteca Meridionalista
BRUNO PALAMARA
“Casalnuovo d’Africo chi sei?” È una
di quelle domande che, come dice
Marzullo, sorge spontanea, quando
questo paese viene proposto all’attenzione di qualcuno. Succede questo
perché esso è poco conosciuto se non
fra gli addetti ai lavori, oscurato da
quello che per un secolo e mezzo è
stato il suo capoluogo, Africo, di cui,
invece, l’opinione pubblica, non solo
locale, ha conoscenza e memoria
approfondita. Conoscere Africo,
però, significa conoscere anche l’altra
metà del suo cielo, una metà chiamata Casalnuovo d’Africo, una metà che
mediaticamente e nella memoria collettiva è quasi del tutto scomparsa.
Ecco, perché parlare oggi di
Casalnuovo d’Africo, che ad alcuni
potrebbe sembrare anacronistico,
superato, vecchio, è, a nostro parere,
qualcosa di attuale, perché, in un
periodo e in un mondo che va perdendo la sua identità a vantaggio di
una presunta mondializzazione della
realtà storica, riesumare Casalnuovo
significa recuperare una identità di
popolo utile alla memoria storica collettiva del comprensorio locrideo, per
non dire dell’intera regione. Questo
perchè perdere una sola memoria
storica di un qualsiasi centro della
nostra Regione significa smarrire una
parte della nostra calabresità.
Casalnuovo è andato perduto,
distrutto da un destino crudele e da
una natura matrigna; grande, però,
sarà la nostra colpa se non ci adopereremo, affinchè non cada nell’oblio più
misero la storia, la memoria storica, il
ricordo di un paese di così lunga durata.
Casalnuovo, a dispetto della mancata
notorietà, ha una sua autonoma storia multisecolare, essendo la sua
nascita datata subito dopo l’anno
Mille, una storia avvincente, dipanatasi parallela a quella di Africo, mai,
però, confondendosi con quest’ultima. L’alluvione del ’51 ha distrutto
Casalnuovo, ma non ha potuto cancellare la sua lunga storia dignitosa. È
necessario solo rispolverarla, riproporla all’attenzione dell’opinione
pubblica, non solo locale, per darle
quel lustro che giustamente merita e
farla conoscere anche e, soprattutto,
alle nuove generazioni dell’attuale
Africo che, non per propria colpa,
non ne sono per niente consapevoli.
In effetti, si tende a trascurare
Casalnuovo, perché, erroneamente,
si pensa che nell’ “Africo” è inglobato
e racchiuso anche “Casalnuovo”,
esaurendo nella storia del capoluogo
anche quella della sua frazione.
Questo grossolano errore avviene
perchè non si ha chiara consapevolezza che Africo non è costituito da una
sola entità, ma è l’insieme di due
gruppi etnici, che hanno avuto ognuno una propria origine, hanno sviluppato ognuno una propria storia,
hanno vissuto ognuno un proprio
“mondo”, se si esclude l’ultimo cinquantennio che li ha visti vivere insieme ad Africo Nuovo.
La frazione rappresenta sempre una
“costola” del paese capoluogo, una
sua derivazione, è, cioè, una parte di
popolazione che si distacca dal nucleo
centrale, per andare a vivere in un sito
Casalinuovo d’Africo
paese perduto e dimenticato
Conoscere Africo, però, significa conoscere anche l’altra metà del suo
cielo, una metà chiamata Casalnuovo d’Africo, una metà che mediaticamente e nella memoria collettiva è quasi del tutto scomparsa.
non molto lontano all’interno dello
stesso comune, mantenendo tutte le
caratteristiche di quel nucleo.
Casalnuovo non è stato mai una
“costola” di Africo, avendo avuto una
sua origine autonoma.
Fino al 1815, anno in cui la “longa
manus” statale accomunò questi due
mondi così lontani tra loro, portando
Casalnuovo, che fino ad allora era
“terra” di Bruzzano, sotto la giurisdizione di Africo con la qualifica di frazione, nessun legame riuscì mai a
tenere uniti i due paesi. E, in effetti,
un legame tra loro era proprio difficile da ottenere, perchè di per sé differenti e antitetici in tutto. Separati in
linea d’aria da una minima distanza di
qualche chilometro, posizionati su
due rilievi contrapposti che s’intravedevano da lontano, i due paesi hanno
sempre vissuto in cagnesco tra di loro.
La loro divisione si estendeva anche,
e perfino, nel campo ecclesiale, perché capoluogo e frazione detenevano
due parrocchie diverse, facenti parte
di due Diocesi differenti. Casalnuovo,
infatti, era titolare della “parrocchia
San Salvatore”, appartenente alla
Diocesi di Locri-Gerace, Africo deteneva la “parrocchia di San Francesco”,
ricadente sotto la giurisdizione della
Diocesi di Bova. E, naturalmente,
avevano anche due patroni diversi:
San Leo era il santo protettore degli
“africoti”, San Salvatore era il santo
patrono dei “tignanisi”. E ognuno dei
due centri aspromontani celebrava al
meglio il proprio Santo con una festa
patronale in cui ciascuno cercava di
superare l’altro.
Anche il linguaggio testimonia la
diversità d’origine e di etnia, palesando un dualismo linguistico, la cosiddetta “sinecia linguistica”, che è ancora attuale, pur dopo più di mezzo
secolo di coabitazione nello stesso
paese di Africo Nuovo. Ci riferiamo,
per fare un esempio, alla pronuncia di
“kiddu” e “kil’l’u”, ben riconoscibile
quando si ha l’occasione di ascoltare
gli africesi. E chi per la prima volta
visita i posti dove si è dipanata la storia dei due paesi non può fare a meno
di chiedersi come si potesse vivere in
luoghi così difficilmente raggiungibili,
praticamente isolati dal resto del
mondo. Le prime sconcertanti immagini di questa amara realtà di Africo e
di Casalnuovo furono quelle regalate
al mondo dagli scatti del fotografo
Tino Petrelli, pubblicate su
“L’Europeo” nel 1948, fotogrammi e
scorci di una vita vissuta al limite del
verosimile, una vita di sofferenze e di
duro lavoro, una vita per molti versi
oggi inimmaginabile.
Non è che gli altri paesi del circondario vivessero meglio, più o meno avevano la sua stessa misera condizione
di vita, ma il tutto a Casalnuovo, come
ad Africo stesso, era esasperato dalla
sua stessa sfortunata collocazione che
l’ha portata a vivere in un posto tanto
difficilmente raggiungibile. E, allora,
ci si domanda perché questa gente è
andata a costruire il proprio paese su
una rupe, alla destra del torrente
Aposcipo, a 737 metri sul livello del
mare, lontano più di quindici chilometri da Bova e così vicino ad Africo,
pur essendo così distante e diverso
per modo di essere e di pensare.
Per Costantino Romeo “una squadra
di pastori fondò molti secoli fa vicino ad
Africo un paesello di nome Tignano,
anzi gli anziani dicevano che combatterono contro gli arabi”. Dal nome
Tignano nacque, secondo il Romeo, il
termine “tignanisi”, appellativo che
ancora oggi si usa ad Africo per indicare gli abitanti provenienti da
Casalnuovo. Noi siamo, invece, convinti che Casalnuovo sia nato al
tempo delle incursioni saracene e
abbia avuto la stessa origine degli altri
casali di Bruzzano, quali Motticella,
un tempo chiamato Motta Bruzzano,
e Ferruzzano, tutti sorti dal tentativo
di sfuggire all’incubo rappresentato
dai saraceni. Una parte di questa
popolazione cercò luoghi più riparati
e sicuri e, così, oltrepassò il Monte
Scapparrone, andando a costruire un
nuovo paese, proprio Casalnuovo,
per qualche tempo chiamato anche
“Il Salvatore”. Non si sa per quale
motivo essa sia andata a posizionarsi
così vicino ad Africo. Tutto è nato in
modo casuale, forse gli abitanti si
saranno accorti solo in seguito della
RICORDANTO
Ciao nonnino, Continuerò a vivere
nel ricordo dei tuoi insegnamenti e
nel segno dei tuoi valori.
I tuoi nipoti
sua inopportunità e, probabilmente,
si saranno anche pentiti di essere
andati a costruire un nuovo paese
proprio lì a due-tre chilometri d’aria
dal punto dove sorgeva già Africo,
che diventerà nel tempo il paese-rivale, fino alla distruzione di entrambi
con la tragica alluvione dell’ottobre
1951.
Dell’esistenza di Casalnuovo si ha
notizia già sin dal XIII secolo, come ci
informano le “Disposizioni” di
Federico II con le quali si disponeva,
tra l’altro, che alla riparazione del
Castello di Seminara doveva provvedere anche la popolazione di
Bruzzano e dei suoi casali Motticella,
San
Salvatore
(Casalnuovo),
Precacore, Ferruzzano.
Casalnuovo, come gli altri casali,
segue, quindi, le sorti di Bruzzano,
centro che ha avuto sempre un’importanza strategica sin dalla metà del
secolo XIII, quando era Baronia degli
Appard, per passare poi nel corso dei
secoli ai Rufo, agli Stayti e ai Carafa,
principi di Roccella, che nel 1621
ebbero il titolo di Duchi di Bruzzano,
tenendolo fino all’eversione della feudalità, avvenuta nel 1806. Noi non
descriveremo qui tutta la storia di
Casalnuovo, l’abbiamo già raccontata. Ci permettiamo solamente di citare alcuni episodi o fatti che possono
rappresentare i tratti distintivi di questo antico popolo, sottolineando che
Casalnuovo si è sempre caratterizzato
nella difesa del proprio territorio con
atti e comportamenti degni di nota.
Nel 1807 Casalnuovo si distingue per
un atto di altruismo nei confronti di
Africo: in un periodo storico in cui il
proprio paese appartiene ancora alla
terra di Bruzzano, i casalinoviti portano un valido e decisivo aiuto ai vicini
africesi, impegnati nella difesa del
proprio territorio, occupato e messo a
saccheggio da due compagnie di volteggiatori francesi che sono costrette
ad una veloce e sanguinosa ritirata.
È l’abolizione del regime feudale,
avvenuta nel 1806, che porta ad unificare i destini di Africo e Casalnuovo.
Infatti, è in questo periodo che il regime napoleonico in Italia si dà nuove
regole burocratiche, facendo così
nascere i comuni. Casalnuovo viene
staccato dalla terra di Bruzzano e
aggregato, senza la sua volontà, a parDOMENICA
tire dal 1815, come frazione al comune di Africo. In verità, c’è un disperato tentativo da parte di Casalnuovo di
opporsi a tale decisione, facendo
intervenire nel 1830, come ci ricorda
A. Oppedisano, il Vescovo di Gerace
al fine di far elevare Casalnuovo a
comune autonomo: la richiesta non
viene, però, accolta perché la popolazione della frazione non superava le
1000 anime, facendolo così rimanere
per sempre sottocomune di Africo. I
terremoti del 1905 e del 1908 danneggiano gravemente Casalnuovo.
Anche la chiesa di San Salvatore subisce danni irreparabili e sarà rifatta a
spese dello Stato.
Di Casalnuovo si è interessato anche
Saverio Strati, che, prima di intraprendere la carriera di scrittore, ha
lavorato negli anni trenta come giovane muratore presso Africo e
Casalnuovo. E proprio a Casalnuovo
ha ambientato i suoi primi due
romanzi, “La Marchesina” e “La
Teda”, dove descrive l’ambiente della
Casalnuovo del tempo rendendo
immortali alcuni personaggi come
Betta, la “marchesina”, che, in realtà,
si chiamava Vittoria Palamara, una
donna energica che sapeva gestire
insieme al marito la piccola bottega
paesana, “a putigha” di una volta, e
che si faceva rispettare a dovere in un
ambiente chiuso e maschilista, o
come “don Giannandria”, il macellaio, che, pur cieco per un incidente,
riusciva a sgozzare le capre, a vendere
la carne e a contare i soldi, a camminare solo per le strade e salutare, riconoscendo le persone dal contatto o
solo dalla vicinanza. In sostanza,
“vedeva” meglio lui di chi gli occhi ce
li aveva e non andava oltre il palmo
della
propria
mano.
Come per Africo, anche per
Casalnuovo è l’alluvione dell’ottobre
del 1951 il punto nevralgico della propria storia: e proprio in questa occasione il destino è sembrato volersi
fare beffa di questo paese. È il 5 agosto 1951: la gente è riunita in piazza
ad accogliere, festosa, l’arrivo trionfale della prima corriera che giunge a
Casalnuovo, inaugurando una strada,
simbolo di un progresso che stava raggiungendo anche questa località. È il
segnale che anche Casalnuovo è finalmente collegato col mondo, ignaro
del destino avverso che solo tre mesi
dopo (15 ottobre) scatenerà i suoi fulmini, cancellandolo dalla geografia
del territorio. Sono più note le vicende che interessano l’alluvione e il
lungo esodo di Casalnuovo verso la
definitiva sistemazione del paese, una
diaspora durata quasi dieci anni, trascorsi quasi interamente nel centroprofughi del “seminario” di Bova
Marina, periodo in cui il popolo casalinovita ha lottato per la conservazione della propria dignità e della propria autonomia etnica e che ha trovato finale collocazione nei pressi di
Capo Bruzzano proprio vicino alla
foce del fiume La Verde, il fiume che
con l’Aposcipo, la fiumara di Africo,
nasce nel territorio dove si è dipanata
per una decina di secoli la storia di
questi due amati e amabili paesi. Oggi
di Casalnuovo, come di Africo, si possono rinvenire solo ruderi, resti di un
passato che non può e non deve
scomparire.
16 DICEMBRE 2012
LA RIVIERA
27
Parlando
di...
TROPEA LEGGERE&SCRIVERE
Le sorelle Bice e
Carla Biagi parlano di giornalismo
Il pomeriggio del 12 dicembre al
TropeaFestival Leggere&Scrivere si Ë
svolto all’insegna del giornalismo e del
ricordo. Le sorelle Bice e Carla Biagi
hanno allietato il Sistema Bibliotecario
Vibonese raccontando dell’indimenticabile papà Enzo da una prospettiva
diversa da quella che conosciamo,
quella televisiva, giornalistica, mediatica: il ritratto di «un uomo per bene che
ha fatto anche il giornalista», un personaggio, cioè, che ha segnato un cinquantennio di storia italiana con i suoi
reportage, i suoi incontri con i migliori
personaggi del ’900, le sue inchieste,
che ha narrato ogni aspetto politicosociale dellíItalia di questo secolo da
una prospettiva del tutto familiare e
intima.
Il libro Casa Biagi. Una storia familiare
(edito da Rizzoli), che è stato presentato all’incontro, è infatti il racconto di
pi˘ generazioni, dal punto di vista di
due adolescenti che guardavano il
padre con amore e timore, poi divenute donne di inscalfibile moralità capaci
di raccontare con pungente ironia e la
medesima capacità di coinvolgimento
CULTURA E SOCIETÀ
ELEONORA ARAGONA
na ragazza solare e semplice.
Si presenta con una decisa
stretta di mano ed un ampio
sorriso. È come quei personaggi dalla
doppia vita. Barista di giorno e pittrice di notte. Nadia Martelli è uno dei
giovani artisti emergenti della
Locride cui abbiamo dedicato la
copertina ad agosto. È una dei figli
del Gigante. Sin da piccola ha sentito
un’attrazione verso le forme e i colori. Come tutti i bambini disegnava, già
allora quelle linee erano per lei qualcosa di più. «Ho capito che sarei voluta diventare un'artista guardando le
nuvole. Le forme delle nuvole mi
hanno subito ispirata». La sua passione la porta a frequentare il liceo artistico ma, come spesso accade, l'esperienza scolastica non le dà quello che
sognava. Voleva imparare a dipingere
e nessuno glielo ha insegnato. L'unica
tela che ha realizzato è stata quella
per il diploma. Si scoraggia un po’,
perde un attimo di vista il suo sogno.
Si lascia abbattere dalle difficoltà:
vorrebbe proseguire gli studi, iscriversi all'Accademia, ma non può e inizia
a lavorare. E un giorno ecco che dei
ragazzi si presentano nel bar in cui
lavora e le riportando quell'unica tela
che aveva dipinto. «Dopo un certo
numero di anni i vecchi lavori vengo-
U
SIDERNO SUPERIORE
La mostra “La
Magia del presepe”
di Tecla Giannini
Sabato 22 dicembre alle ore 16,00
al Palazzo de Mojà di Siderno
Superiore, alla presenza del preside Vito Pirruccio dell’Istituto
Comprensivo Siderno Agnana, di
S.E. Mons. Fiorini Morosini, del
commissario Luca Rotondi e della
dott.ssa Chiara Staltari si inaugurerà la prima rassegna di arte presepiale, “La Magia del presepe”
per rimanere aperta al pubblico
fino al 30 dicembre dalle ore 9,00
alle 12,00 e dalle ore 16,00 alle
18,00. Interverranno il presidente
del consiglio di Istituto Elio
L’INTERVISTA a Nadia Martelli
La semplicità di
una giovane artista
no mandati al macero. Loro avevano
visto il mio quadro e gli era piaciuto
così tanto da averlo voluto salvare.
Hanno fatto qualche ricerca e mi
hanno trovata». È molto emozionata
Nadia mentre mi racconta questo
episodio. È stato in quel momento
che la sua passione sopita, accantonata un attimo si è risvegliata. Con
nuovo slancio si rituffa nella pittura,
stavolta non si farà demoralizzare
dalle avversità. Sarà più forte e testarda. Impara a dipingere da autodidatta, studia e dipinge di notte, dopo il
lavoro. I suoi sforzi, le sue nottate
vengono ripagati. Inizia ad esporre le
sue opere. Le mostra ad amici e
parenti. Le appende nel suo bar.
Pezzano, Don Giuseppe Alfano e il
presidente della Pro Loco
Agostino Santacroce. L’iniziativa
partita due mesi fa è inserita nell’ambito di un percorso progettuale
di gemellaggio, sulla conoscenza
del
territorio,
dell’Istituto
Comprensivo di Siderno con l’
Istituto Pluricomprensivo di Laives
(Bz). “Uno scambio culturale come riporta il quotidiano L’Alto
Adige - finalizzato alla conoscenza
reciproca, per sviluppare la consapevolezza dell’ identità, delle origini ma anche dei comuni aspetti di
vita”. Nel corso della serata è previsto un collegamento via skype
con L’Istituto Pluricomprensivo di
Laives per cui gli alunni della IVA
e IV B del plesso “M.Bello” di
Siderno avranno modo di conoscere i gemelli della terza B a tempo
pieno dell’elementare Gandhi di
Laives i quali, per l’occasione.
hanno allestito un presepe che
richiama il territorio di origine.
Numerose le adesioni pervenute,
tante le tipologie di presepi che si
potranno vedere in mostra fatti dai
materiali più classici ai più fantasiosi, tutti però hanno un unico denominatore, rappresentare con semplicità e fantasia la natività di Gesù
Cristo “Dal mare alla montagna
tra cultura, riti sacri e antiche tradizioni”. Lo scopo della manifestazione è quello di proporre una
rassegna presepistica di qualità,
contribuendo a mantenere alto il
valore della tradizione e sostenere
la diffusione del presepio.
Da giorno 15d icembre la mostra
rimarrà aperta per le scuole dalle
ore 9,00 alle 12,00.
FESTIVAL LETTERARIO
Due ospiti illustri:
Criaco e Gangemi
Una raccolta di racconti sulla
Reggio araba del 1000, la collaborazione con le Accademie di Belle
Arti, lo stretto delle Sirene, la
Casa del Mediterraneo, il recupero della storia negata. Sono questi
i primi progetti emersi dagli
incontri, i dibattiti, i workshop dei
primi giorni del Mediterranean
Experiences
Festival.
Tra
Roccella e Palmi, corrono le proposte del primo festival intitolato
alla città metropolitana. Due
grandi scrittori reggini si confrontano con il noir, lo sviluppo dei
personaggi, il confronto con le
boli che ho usato sono stati il Sole,
che è anche la mia firma, perché il
mio motto artistico è “Guarda sempre verso il sole”. Per me esprime la
positività. Ma ho anche inserito la
Luna che rappresenta i momenti di
riposo. Con la scala invece ho voluto
sottolineare che la vita è in salita. La
chitarra è un omaggio alla musica che
mi trascina e mi ispira quando lavoro.
Il bicchiere e la bottiglia mezzi pieni
perché non mi sento una persona
ancora completa. Ed infine il libro
rappresenta l'altra mia passione, la
scrittura».
Realizza ciò che sognava. Una prima
galleria nota i suoi lavori, la
Mediterraneamente.com, e poi
anche la gallerista Lina Marando
rimane colpita da alcuni suoi dipinti e
le chiede di far parte del suo parco
artisti. Ciascun artista ha un quadro e
uno stile che lo rappresentano, in cui
riescono a esprimersi per Nadia sono
i dipinti astratti a permetterle di farla
apparire su tela. Il quadro che non
venderà mai e in cui, per adesso, si
sente è L'informale personale (v.
foto). Le abbiamo chiesto di descrivercelo in chiusura d’intervista così da
cercare di capire chi è veramente
questa artista emergente. «In questo
quadro ho espresso me stessa. I sim-
grandi case editrici. Gioacchino
Criaco affronta in modo assolutamente moderno l’identità reggina
nella scrittura nella tradizione, un
investimento importante per una
città che riacquisti i suoi gradi di
nobiltà. Da La canzone
d’Aspromonte alle chiese di
Africo, dalla Reggio Murattiana,
quella stessa che ha progettato il
Real Teatro Borbonio e il liceo
classico Campanella, Criaco ha
parlato al convento dei Minimi di
Roccella di scrittura e contenuti,
alla ricerca di personaggi dimenticati della nostra storia. Mimmo
Gangemi, che si ribella contro le
lobby editoriali, dopo averle incalzate, passa alla Garzanti, racconta
storie di emigrazione positive, di
reggini
che
conquistano
DOMENICA
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LA RIVIERA
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del loro padre molti aneddoti della loro
vita di bambine prima, di giovani donne
poi, mettendo in evidenza la figura di un
uomo rigoroso quanto affettuoso, anche
se «uno scapolo con famiglia» a causa
del suo lavoro, la più grande passione
della sua vita.
E del suo lavoro è stato inevitabile
discutere durante l’incontro al
Complesso Santa Chiara, moderato
dalla giornalista Rai Karen Sarlo:
rispondendo alle domande dellíintervistatrice e del pubblico, in uníatmosfera
piuttosto intima e delicata, Bice e Carla
Biagi hanno raccontato della “ruvidezza
appenninica” del padre, una consapevolezza che accompagnava Enzo e cosÏ
anche la sua famiglia, del suo amore per
la Calabria, per i calabresi e la loro letteratura (in particolare Corrado
Alvaro), del particolare conflitto generazionale con Carla, fra le due quella
più impegnata politicamente nelle proteste del ’68.
Alla domanda classica sulle assenze frequenti del padre e sulle conseguenze di
questo in famiglia, le sorelle Biagi
hanno risposto con la consapevolezza di
L’INTERVISTA a Cinzia Saraco
Tornando da
Uomini e donne
Dopo la partecipazione ad Uomini
e Donne e vista la curiosità che la
notizia ha suscitato nei nostri lettori
abbiamo intervistato Cinzia Saraco.
Segui sempre il programma?
Sì, da quando sono ragazzina.
Come ti hanno selezionata?
Ho mandato una mail, così per
gioco. Non pensavo mi chiamassero.
Mi aveva colpito questo ragazzo che
partecipava e ci ho provato. Mi sono
stupita della velocità con cui mi
hanno subito ricontattata. Abbiamo
fatto un provino telefonico e mi
hanno fatto andare a Roma dove
abbiamo registrato.
E una volta lì? Come erano organizzati?
Nel giro di una settimana sono
andata due volte a Roma.
l’America. E a breve scadenza
avremo altri due romanzi in libreria. Mai Reggio aveva avuto per
evento, due grandi scrittori, che
progettano un futuro. E i poeti
dialettali come Stefano Mangione
che si è posto il problema di una
lingua, il Reggino, che in città soffre perché non rappresenta la
società rurale come il Reggino
delle campagne. Da qui un progetto e un dibattito che passa
attraverso la conservazione del
dialetto e lo sviluppo della sua
forma, lo strambotto dei cuntruvadori del Duecento. Fiori e
Rispetti, Laudi, forme drammatizzate alla maniera della laudi, i
poeti reggini rincorrono le forme
della lirica medievale,a lal ricerca
di una identità contemporanea.
Riflessioni su strutture e linguaggio, racconto della regginità, recupero della Storia attraverso i
Personaggi, sono questi i rimi
risultati del festival fluido, il
Mediterranean
Experiences
Festival che quest’anno ha per
sottotiolo “Stretti dalle Sirene”, e
venerdì uno scrittore catanese
Emanuele Coco presentando il
suo libro è pronto a lanciare lo
Stretto delle Sirene. E poi la sera
spettacolo, dopo le 19, all’auditorium del Cipresseto, con lo spettacolo teatrale di Orazio Condorelli
e un forum con gli artisti presenti
sulle arti nel Mediterraneo, da
Malta alla Croazia, alla Spagna
alla Tunisia.
chi è cresciuto alla luce di una figura
straordinaria, la cui professione era
parte integrante del suo carattere, sebbene mantenuta lontana dallíintimit‡
familiare, un uomo ìpresente anche
quando non cíeraî per via della sua forza
caratteriale immensa e contagiosa. In
un clima di regole rigorosissime ma educative, sereno e protetto dagli sconvolgimenti del mondo che pure Enzo Biagi
raccontava ogni giorno, sono cresciute
Bice e Carla, che ora lo ricordano con
molta commozione ma senza mai
abbandonarsi al sentimentalismo.
la Riviera
SCULTURA
Giovanni
Longo al
salone
Eurasia
L’organizzazione è fantastica. Sono
tutti gentili e professionali. Ti coccolano, ti trattano benissimo. Mi sono
sentita come in famiglia. E per me è
stato importante perché non sono
abituata ad andare fuori e stare da
sola.
Vedendo il programma si ha l’impressione che sia tutto costruito…
No, è stato tutto vero e improvvisato.
La De Filippi che impressione ti ha
fatto?
Lei è splendida. È il mio idolo televisivo ed è valsa la pena di fare quest’esperienza anche solo per conoscerla.
Pensi di riproporti?
Se ci sarà qualche altro tronista che
mi piacerà sì, sicuramente.
Sculture ecosostenibili che
partono dalla Locride alla
volta del salone Eurasia in
Cina. Giovanni Longo,
locrese di ventisette anni,
con il progetto Trentadue
denti , creato insieme a
Claudia Capogreco, ha partecipato a un workshop
che si è svolto dal 22 al 29
ottobre a Shanghai. Il
materiale preferito da
Giovanni per realizzare le
sue opere è il legno di
recupero che si trova sulle
spiagge.
foto NOTIZIE
Più libri, più liberi ha ospitato
anche Lina Furfaro. Presso
Palazzo Dei Congressi la scrittrice
originaria di Locri ha presentato il
suo ultimo lavoro. Il salone della
piccola e media editoria è ormai
uno degli appuntamenti obbligati
per autori e lettori
SLENDIDI E SPLENDENTI A SCUOLA
Gli specialisti incontrano gli studenti
“L'Azienda è un'organizzazione che persegue
anche finalità sociali prima che economiche e
produttive”: questo il valore portante per l'iniziativa che il gruppo “Splendidi e
Splendenti” nell'ambito delle
proprie attività sociali, ha deciso agli albori dell'anno che si
sta concludendo, di comunicare agli studenti della Locride,
investendo in eventi di formazione gratuiti presso le Scuole
su tematiche “cruciali” per il
loro sviluppo professionale e
personale, quali la conoscenza
dell'attuale mercato del lavoro e delle attività di
marketing. Le due giornate di formazione si sono
tenute il 5 dicembre 2012 presso il Liceo Classico
di Locri per le quarte e quinte classi di alcuni istituti superiori della Città e il 6 dicembre 2012
presso l'Istituto Tecnico Commerciale “G.
Marconi” di Siderno alla presenza di alcune centinaia di studenti del comprensorio. Sulle tematiche relative al Marketing sono
intervenuti la dott.ssa Rosaria
Carresi, resp. del Marketing
strategico del gruppo, e il dott.
Francesco Multari, resp. della
Formazione del Personale.
Durante le ore di incontro i formatori sono riusciti ad attirare
l'interesse degli studenti e la loro curiosità su
tematiche oggi quanto mai percepite come
importanti.
DOMENICA
Una delegazione del comune portoghese di Cuba si trova a Reggio per l'avvio del progetto internazionale
“WeBook”, obiettivo è stimolare l'abitudine alla lettura da parte dei giovani.
Coinvolti l'Associazione Pronexus,
l'Istituto Tecnico Industriale “Panella”
di
Reggio
Calabria,
(AFI),
l'Amministrazione provinciale.
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Parlando
di...
La verità dell’Iride
di Benjamin Bowson
Le sentenze solo
i poveri le
devono accettare
o mi sono beccato trent'anni di galera
e avrei dovuto stare zitto. Chiamatemi
birbante, avevo un gruzzolo da parte
talmente consistente che mi ha permesso
di corrompere mezzo mondo e organizzare un'evasione spettacolare. Mi sono
detto, ma perché potenti e magistrati,
quando sono contro di loro, le sentenze le
criticano a spron battuto e la massa dei
condannati dovrebbe farsi mettere ai
piedi i ceppi, senza neppure poter parlare.
In Italia, a esempio. Lasciando stare il berlusca che lui non fa testo e portarlo a
esempio nuocerebbe soltanto alla mia
causa. Se arrestano Tortora, si criticano
giudici e gendarmi, così per Sofri. Se alla
Diaz i poliziotti sono i cattivi. Se a Reggio
la toga migliore ha la rogna? Perché basta
poi che ti bollino come mafioso o spacciatore, perché tutti applaudano fino a spellarsi le mani? Mettete i rivoluzionari, al
nord sono contro toghe e divise, al sud
sono al fianco dei pubblici ministeri e dei
poliziotti. Vi sembra logico? Perché un
poliziotto se dice di combattere la mafia,
non sbaglia mai e se controlla la piazza
sbaglia sempre? Questo lo dico alle
migliaia di rivoluzionari della rete, che
combattono il sistema nel resto del
mondo e quando si parla di Calabria e
Sicilia le loro stelle polari sono gli uomini
in toga nera e in divisa azzurra? Toghe e
divise sono sempre uguali a ogni latitudine. Servono sempre l'ordine costituito e,
in via di principio, il loro agire è opinabile,
prescindendo da chi dicono di combattere. E un uomo in catene, sia accusato di
mafia o sia uno studente, può sempre
essere innocente. E chiunque sia condannato non può essere costretto ad accettare la sentenza solo perché è un poveraccio. Tutti avrebbero diritto a sentenze giuste. A me la droga sulla barca l'avevano
messo i poliziotti, per questo sono evaso,
trent'anni mi sembravano troppi per fare
l'ipocrita e celebrare il trionfo della giustizia.
I
BRIGANTI
Il brizzolato
10 cose
che
...
un
terrone
deve
x
sapere prima di trasferirsi al nord
By lafilosofiareggina
Girando su internet ci siamo imbattuti sull’articolo che riportiamo qui di seguito (e che trovate
a questo link)….troppo esilarante, troppo vero!
Non potevamo non riportarlo sul nostro blog, la
firma è di “La ragazza col tacco 12…rotto”.
Buona lettura!
Eccoci cari conterroni! Sette anni a Bologna e
mi sento di dovervi dare dei consigli: prima
che decidiate di trasferirvi al nord ci sono un
po’ di cose che dovete sapere…
1)
La gente del nord è convinta di essere del centro. Abito a Bologna non a Roma
eppure qua sono tutti convinti di essere del
centro massimo centro nord…ma io mi
domando: ce l’avete una cartina geografica a
Bologna? Vi rendete conto che se i miei genitori abitano a ben 645 Km di autostrada non
potete essere del centro? No, loro possono
abitare anche a Udine e ti diranno “Nord?
Ma quale nord?! Allora quelli delle Alpi che
sono?”
2)
Gli uomini del nord non offrono.
Questo lo dico a voi donne del sud abituate
all’uomo che vi viene a prendere, vi porta a
cena e paga…dimenticate. L’uomo del nord
non offre e non solo. Sarebbe già un qualcosa
pagare alla romana…ma, evidentemente, si
chiama alla romana perché vale fino a Roma!
Più su della capitale controllano sul menù
quello che avete preso e ognuno paga quello
che ha mangiato. E voi dovrete resistere alla
voglia di alzarvi, buttargli i soldi della cena in
faccia e dirgli “Non chiamare mai più.”
Fingerete indifferenza, pagherete e andrete
via. E tranquille, l’uomo del nord non vi
bacerà…TRANQUILLISSIME.
3)
Il mare non c’è. Non vi sto dicendo
un’ovvietà, attenzione. Soprattutto in Emilia
Romagna, sosterranno di avere il mare vicino.
Chiamarla pozza d’acqua, o anche brodo
vegetale, è già abbastanza. Altra cosa di cui
dovete essere avvertiti sul mare è che il loro
concetto di andare a mare non equivale al
Suerte di Mario Leo Bruzzaniti
«Che l’amore vi
spacchi il cuore»
nostro: non si sdraiano a quattro di bastoni e
leggono un buon libro rosolandosi e non
facendo una beata mazza. NO. In spiaggia si
gioca a racchettoni (e hanno le regole, non
intendono i nostri palleggi…hanno un
campo, le battute, i giocatori!), in spiaggia si fa
aperitivo e si balla, ci si muove, ci si
diverte…Per me è uno stress, non lo nego,
uno stress infinito. Non so se è peggio fare
tutta st’attività in spiaggia o non poter fare il
bagno!
4)
Dovrete rifarvi il guardaroba. Il freddo di qua è inarrivabile, non è un freddo normale e, soprattutto, non è un freddo a cui siete
abituati. E quando vostra madre vi chiamerà
lamentandosi degli 8 gradi che ci sono a casa
sua voi avrete voglia di prendere un bazooka
e distruggerla a distanza. Il vostro cappottino
carino andrà nell’armadio della roba che non
usate, i jeans saranno troppo caldi per l’estate
e troppo freddi per l’inverno, andrete in giro
imbottiti come l’omino della Michelin tremando e sentirete gli autoctoni dire “Che
bella giornata!” e dovrete trattenervi dalla
voglia di spezzargli il collo con una mossa di
Kung Fu!
5)
La strana vicenda dei compleanni.
Belli i compleanni del sud…mamma ti preparava la torta, zia ti faceva due tartine e papà
comprava chili di patatine e pop corn, poi loro
uscivano e tu saccheggiavi la cantina in cui
c’era dell’ottimo vino fatto in casa. Al nord la
gente ti invita al compleanno e tu ti devi pagare la cena. No, non sto scherzando e non è un
bluff! Cioè loro decidono dove festeggiare, tu
vai e ti paghi la cena e loro….offrono la torta!
Quindi io vengo al tuo compleanno, pago la
cena e ti faccio il regalo…per noi è assolutamente inconcepibile!
6)
Nessuno in casa ha le fruste elettriche. Andare dalla vicina di casa a chiedere se
ha una frusta equivale a sentirsi osservati
come una maniaca sessuale! No, al nord non
fanno i dolci fatti in casa, si comprano in
pasticceria. Ecco spiegato perché ai com-
Che l’amore vi sbatta su un trabiccolo
puzzolente per chilometri e chilometri,
di quelli che ad arrivare ci impiegano
una esistenza, ma a rientrare sono
veloci come un fulmine.
Vi trascini l’anima in un entusiasmo
spropositato davanti al più semplice dei
gesti.
Possiate voi provare una commozione
pleanni offrono la torta…con quello che costa
una torta della pasticceria…e quando dite che
fate dolci vi guarderanno come alieni e vi
diranno “Oh anche mia nonna li faceva!”
respirate a fondo e non rispondete!
7)
Pranzo o cena?! Vi invitano a pranzo? Non pensate che abbiate tutta la mattina
libera…qui si mangia ad orari da ospedale…12.30 si fa pranzo, 20.00 si fa cena e, mi
raccomando, non si pranza e cena in casa,
solo al ristorante. Niente pranzi della domenica alle 14.30 tutti a casa di….no, ci si vede il
venerdì sera alle 18.30 per l’ape…aperitivo
prima di mangiare. Sì, al nord la ricchezza si
vede e dovrete inventarvi delle scuse per non
andare, non si può dire non ho soldi! Non si
parla di soldi mai con quelli del nord!
8)
Passare a casa. Sei sotto casa di un
tuo amico e vuoi bussare? No, errore! Non si
può. Al nord bisogna telefonare e chiedere se
si è a casa e se non disturbi! Hanno un senso
di educazione incredibile e gli sembra maleducato passare da casa senza chiedere se si
disturba. Per noi è inconcepibile, se sono sotto
casa di qualcuno…un caffè non si nega a nessuno. Non fatelo MAI!
9)
Il mercato. Al mercato al nord non si
urla, non si tratta sul prezzo e i prezzi sono gli
stessi di un negozio. Non vi aspettate i nostri
mercati chiassosi, la gente che ti chiede sconti, trattare con la gente e dire “Se non me lo
dai a di meno vado da un altro.” Altrimenti vi
guarderanno come dei folli e vi diranno “Be
vai pure!”
10) Uscire. Qui al nord si decide prima
dove andare e c’è un motivo serio e ragionabile: fa un freddo porco! Non potete uscire
per strada a passeggio e poi decidere cosa
fare, morireste nel tentativo! Ci si mette d’accordo una settimana prima e si sa già in quale
locale si va.
Bene, adesso siete psicologicamente pronti a
trasferirvi al nord e ad evitare brutte figure!
Siete ancora sicuri di volervi trasferire?
violenta, ancor prima di una primordiale emozione, davanti alla bellezza
contemplativa di certe donne.
Vi soffochi l’ingordigia mentre
ascoltate tutti, guardate tutti, costruite
la vita di tutti.
Che scorra dentro di voi tanto vino
quanto un inconsueto senso di armonia.
Vi travolga la sincera emozione di un
abbraccio.
Per un intero giorno, vi muovano i passi
sulle risate, vi riesca impossibile
aggrottare la fronte, pesassero come
mani di bambini i dolori.
Ai suoi insegnamenti, All’uomo, prima
che professore; F. Giordano.
DOMENICA
di Ruggero Brizzi
La pazienza
di Leonardo
Il tempo non ha più molto senso. I
minuti sono diventati gratis, come se
si dovessero pagare, e le offerte mensili ti permettono di avere più ore.
Non era così.
Non doveva essere così per Leonardo
di Cutro nel 1573 quando insieme al
suo servitore intraprese un viaggio
sino a Madrid per sfidare il sacerdote
spagnolo Ruy Lopez, per dare un
senso alla propria vita.
Leonardo era un giovincello cutrese
che studiava legge e che a Napoli si
appassionò, grazie allo zio, al gioco
che gli segnò la vita e lo rese glorioso
in patria: gli scacchi.
Partì due anni prima da Cutro alla
volta del gran giocatore spagnolo Ruy
Lopez. Partì da sconosciuto e con una
grand dose di incoscienza. Fece tappa
a Genova dove fu ospite in una casa
privata e si fidanzò con la figlia del
proprietario. Lasciò l'amico nella città
ligure e continuò il viaggio da solo
sino a Barcellona dove conobbe
Tommaso Caputo, con cui continuò il
viaggio a cui si unì un altro scacchista:
Giovanni Rodriguez.
Strada facendo i tre amici fecero una
burla a un locandiere chiamato el
Muchacho: Leonardo, fingendosi un
dilettante gli vinse 700 scudi, somma
che gli restituirono al ritorno, con
animo e garbo di altri benedetti
tempi.
Nell'estate del 1575, arrivarono a
destinazione al termine di un estenuante viaggio in carro. Leonardo frequentò il locale dove era solito giocare Ruy Lopez e ci giocò a 50 scudi a
partita.
Venuto a sapere degli incontri e che
un giovane cutrese teneva testa a Ruy
Lopez, il re di Spagna, Filippo II, si
interessò dell'evento e volle che i due
si sfidassero a corte in sua presenza
sulla distanza di tre vittorie.
Leonardo sconfisse il confessore del
re, monsignor Lopez, per 3 a 2, con
sommo sbigottimento da parte di tutti
i commensali. Filippo II lo riempì di
doni, ma il buon Leonardo, d'animo e
indole superiore, li rifiutò e volle qualcosa di più nobile. Al posto di un grosso premio in denaro il sorprendente
scacchista chiese che il suo paese,
Cutro, fosse proclamato "Città" e i
suoi abitanti esentati dal pagamento
delle tasse per un periodo di vent'anni.
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la Riviera
IL NUOVO COMANDANTE DEI VIGILI DI
GIOIOSA MARINA CON ALCUNI COLLEGHI
Da Calabriamatik si lavora sempre
sotto le direttive di Alfonzo
Quelli che nonostante
tutto...Forza Siderno
Blob of
the week
Una bella famiglia !!!
Un brigante cerca sempre consiglio ad un grande meridionalista
Alessandro, Giuseppe, Cosimo,
Vincenzo, Carlo e Rocco.
Riunione di fine anno
Ciccio
il mago del fantacalcio
C’è chi lava i piatti...
..e c’è chi mangerebbe
anche il vicino di posto
Occhio ragazzi !!!
Tomás Milián
alla corte del Castoro
Babbo Natale è già in viaggio
Ninni e Dino di Gamestime,
le regole del “gioco” le fanno loro
La Tigre di Portigliola
(fotografato in Piazza
Affari) saluta gli amici
dell' Oasi Tamoil
Vittorio Lucchese e Luca Sardella
separati alla nascita
Tonino e il porcino
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