Tratto dal periodico Trimestrale Gennaio
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Tratto dal periodico Trimestrale Gennaio
Tratto dal periodico Trimestrale Gennaio-Marzo 2007 ” La Vetta” dell’O.F.S. di S. Bernardino - L’Aquila La leggenda di Pilato Quando nell'estate del 1944, una persona, rimasta ignota, appiccò il fuoco alla casa di mia madre, per fortuna disabitata, in S.Pio di Fontecchio, sentii, per la prima volta, che in quel piccolo villaggio o nei suoi dintorni avrebbe avuto i natali Ponzio Pilato. In attesa dell'arrivo dei pompieri, avvertiti da un giovane volenteroso con una corsa affannosa in bicicletta (1' occupazione tedesca era finita da pochi giorni e non esistevano altri mezzi di comunicazione e di locomozione), una piccola folla assisteva impotente al grande rogo, alimentato violentemente dall' incendio di un pagliaio sottostante l'abitazione. Tutti erano d'accordo che si trattava senz' altro di un fatto doloso, ma qualcuno aggiunse che la responsabilità di tale azione riprovevole, doveva essere attribuita a qualche discendente di Ponzio Pilato. Ma come era nata ed era stata alimentata questa leggenda relativa al luogo di nascita di questo personaggio? Tra le tante leggende, forse quella che meraviglia di più è quella scozzese. Nel marzo del 2000 una notizia proveniente da Londra ci ha fatto sapere che una equipe di scienziati ha provveduto alla clonazione di un tasso (1e piantine sono state poi inviate in diversi arboreti della Scozia), albero dell'età di più di duemila anni, sotto il quale, secondo una leggenda locale, giocava da piccolo Ponzio Pilato, nato, circa il l0 a.C., in un accampamento romano comandato da suo padre, che era stato inviato dall'imperatore Augusto a completare la conquista della Britannia. L'albero, forse il più vecchio d'Europa, si trova nel cortile di una chiesa nel villaggio di Fortingall, nell'alta Scozia. Strana e curiosa coincidenza: questo albero, botanicamente chiamato tasso, è detto anche "albero della morte" per le foglie e le bacche velenose In questi ultimi anni, riallacciandosi agli scritti sulla apocrifa "sentenza di Pilato", c'è stata una notevole fioritura di pubblicazioni relative al luogo di nascita di colui che viene ritenuto responsabile della condanna di Gesù. Facendo ricerche più ampie ed approfondite, siamo ora in grado di delineare un panorama di supposizioni più attendibili, anche se non possiamo giungere ad alcuna certezza. Le fonti storiche ci fanno sapere che fu Procuratore Romano della Giudea dal 26 al 36 d.C., con sede in Cesarea Marittima (attuale Tel Aviv). A Gerusalemme esercitava la giustizia romana dal palazzo di Erode, ove si recava ogni volta che gli avvenimenti lo richiedevano. Durante il suo mandato fece delle durissime repressioni nei confronti degli ebrei, insofferenti per il suo regime opprimente. Per questi motivi, oltre alla controversa vicenda al processo a Gesù, fu rimosso da Vitellio, legato in Siria, e rinviato a Roma al giudizio di Tiberio. Al suo ritorno l'imperatore Tiberio era già morto e da quell' epoca si perdono le sue tracce dal punto di vista storico. Soltanto nel Medioevo, dopo la completa diffusione del Cristianesimo, il suo nome viene evocato quotidianamente nel ricordo di Gesù ("patì sotto Ponzio Pilato"); ma, particolare importante, senza una precisa e completa accusa di responsabilità, tanto da essere etichettato come colui che "si lavò le mani". E sembra strano che un governatore così inflessibile e spietato nei confronti di un popolo sempre pronto a ribellarsi abbia ceduto alle pressioni del sommo sacerdote Caifa, dei Farisei e delle altre sette giudaiche. Per quanto riguarda il luogo di nascita di Pilato e della sua vita dopo la fine del mandato quale procuratore della Giudea non abbiamo alcun riferimento storico documentale. Da secoli ci si è sempre basati sugli "acta Pilati" facenti parte del Vangelo apocrifo di Nicodemo, sui tanti testi letterari fantasiosi pubblicati dal '500 in poi, sulla presunta "sentenza di Pilato", che si dice rinvenuta tra le rovine di Amiternum, e sulle tradizioni orali tramandate attraverso le varie generazioni. Oggi possiamo disporre di molte fonti epigrafiche che ci possono fare avvicinare ad una probabile verità storica. L'argomento più dibattuto e controverso riguarda i luoghi d'origine di Pilato e dei soldati crocifissori di Gesù. In base alle indicazioni di molti scrittori e alle risultanze dei racconti popolari, le sedi più accreditate per Pilato sono le seguenti: Siviglia (Spagna), Lione (Francia), Fortingall (Scozia), Chateau de Pilate in Val d'Aosta, Roma, Amelia, Amiterno, Pedicciano, S.Pio di Fontecchio e Secinaro. Sono state rinvenute in Abruzzo e Molise molte epigrafi relative alla "Gens Pontia"; tra le più importanti quelle del Sannio e quelle di Superaequum. Storicamente sappiamo che Ponzio Telesino (appartenente ad un numeroso nucleo della Gens Ponti a) fu il comandante dei Sanniti che fece passare sotto il giogo delle Forche Caudine i soldati romani. Nell' epigrafe di Secinaro sono incisi i nomi di Quinto Ponzio Felice e Tito Ponzio, amministratori della città di Superaequum, che fecero costruire la strada che portava a Paganica, passando per il cosiddetto Castellone di S.Pio dove, ancora oggi, sono visibili tracce di quella strada di epoca romana. Questo fatto avvalorerebbe l'ipotesi che Pilato, di origine subequana, fosse andato ad abitare, dopo l'esperienza palestinese, proprio nell' insediamento abitativo del Castellone, vicino al monte tanto rassomigliante al Calvario sul quale, in seguito, furono installate le tre croci. L'esistenza di detto insediamento ci viene confermata dalla bolla di Clemente III del 1188 che, nella descrizione della diocesi valvense, menziona la chiesa "Sanctae Agnesis in Summovico". L'origine sannita di Pilato è da considerarsi poco probabile perché i Romani, non dimentichi delle sconfitte subite a Caudio e dintorni, non avrebbero mai consentito ad un discendente di Ponzio Telesino di avviarlo ad una carriera politica così importante. Invece i Superequani avevano una relazione privilegiata con la corte imperiale romana e ciò è avvalorato dal fatto che il primo dei Peligni ad essere nominato senatore fu proprio uno di loro. Alla luce di quanto esposto può essere considerata la più attendibile l'ipotesi di Secinaro come luogo di nascita di Ponzio Pilato e Summovico come ultima sua residenza. I soldati crocifissori di Gesù, secondo la leggenda popolare ed i vari contributi letterari, non potevano non essere che conterranei del governatore della Giudea che, per ovvie ragioni, si circondava di persone a lui fedelissime. I loro luoghi di provenienza sarebbero quelli di Pietracamela, Capistrello, Lanciano e Collarmele. Particolare attenzione veniva riservata ai "Nchiovacriste de Collarmele" che, nelle rappresentazioni sacre in varie chiese della Marsica e di altre località, durante la settimana santa venivano additati come discendenti di quei soldati che presero parte al supplizio a Gesù. Da molto tempo queste sacre rappresentazioni sono state abolite, ma la tradizione popolare, relativa alla crocifissione, rimane ancora impressa nella memoria del popolo abruzzese e, soprattutto, di quello della Marsica. Giovanni Catignani