HAPPY FAMILY® (11 Giugno)

Transcript

HAPPY FAMILY® (11 Giugno)
Happy Family®
Sceneggiatura
di
Alessandro Genovesi e Gabriele Salvatores
(Stesura definitiva)
11 Giugno 2009
SCHERMO NERO
TITOLI DI TESTA
1. INT. CASA DI EZIO - GIORNO
Su un foglietto attaccato a una lampada si legge la scritta:
“PREFERISCO LEGGERE O GUARDARE UN FILM CHE VIVERE… NELLA VITA
NON C’È UNA TRAMA”.
Groucho Marx
Primo piano di un UOMO sui trent'anni.
UOMO
(parla in mdp)
Essere al mondo e non avere niente
da fare penso sia la cosa più
brutta che ci sia. L'altra è
morire, ma non divaghiamo.
L'inquadratura si allarga. L'UOMO è seduto alla scrivania.
Indossa una camicia bianca (pulita ma non stirata) e un paio di
pantaloni blu. Davanti a lui un computer portatile di marca
Apple. Sulla scrivania numerosi libri. Alcuni aperti come
servissero a fare ricerche su ciò che sta scrivendo, altri
chiusi come fossero serviti a fare ricerche su ciò che già è
stato scritto. Una bottiglia di birra da 66 cl. di marca
italiana. Un posacenere stracolmo e tutto ciò che di probabile
e improbabile si può trovare sulla scrivania di una persona che
scrive. Davanti a lui una finestra, aperta, che guarda la
città. Sopra di lui un ventilatore a pale muove l'aria calda e
umida che sta attanagliando Milano da più di un mese. L'UOMO
sta fumando una sigaretta. Meglio sarebbe dire il filtro di una
sigaretta. La spegne.
UOMO
(parla in mdp)
Mi chiamo Ezio Colanzi, ho
trentasei anni e non ho mai fatto
niente in vita mia. Voglio scrivere
un film. Anzi un film d'autore che
però incassi. Anche non un cult,
basta che sia un bel film. Se non
hai niente da fare e sai scrivere,
scrivere è la cosa più bella del
mondo. E io ho tutto quello che mi
serve: un computer, la salute e la
solitudine. Mancherebbe l'idea, ma
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fa niente. Più o meno sette mesi
fa, Francesca mi ha lasciato e
insieme al mio amore per lei, si è
portata via tutto quello che
pensavo fosse anche mio.
Alle sue spalle passa UN CANE. Un setter inglese in giovane
età. Gioca con una calza.
EZIO
(continua)
Stamattina guardando tra le cose
che mi sono rimaste, ho trovato
questo disco.
Lo mostra. Nonostante la custodia sia usurata, si riescono a
vedere Simon & Garfunkel nel fiore dei loro anni. EZIO si alza
e va verso un giradischi.
EZIO
(continua)
Simon and Garfunkel…
E' musica che non ascolta più
nessuno. Me compreso. Però è
l'unica musica che ho. E scrivere
senza la musica, è come fare
l'amore col preservativo.
La puntina del giradischi gracchia un po’, poi si sentono Simon
& Garfunkel cantare uno dei loro pezzi migliori. EZIO si alza,
va
ALLA SCRIVANIA
e comincia a scrivere.
CUT TO:
2. EST./INT. STRADA - GIORNO - CONTINUA
Dall'alto, in una delle vie trafficate, vediamo un UOMO che
pedala tra le macchine: è EZIO. Il suo sguardo incrocia PERSONE
che escono dalla metropolitana, DONNE che escono da un
supermercato con le borse della spesa, una DONNA in carriera
scende le scale del tribunale, PERSONE stipate su un tram,
ADOLESCENTI che scherzano fuori dalla scuola, UNA MAMMA
PASSEGGIA con un BAMBINO sul passeggino, UN UOMO che litiga in
macchina col vivavoce, UN CLOCHARD che fruga in un cestino, UN
OBESO che mangia una pizzetta, dei PICCIONI che si alzano in
volo, UOMINI d’affari che parlano al telefonino e tutti quelli
che sono in strada in una tarda mattinata di inizio estate.
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Sono le undici del mattino. Il mese è giugno. Il sole è già
alto. Fa caldo. Fin troppo caldo per essere giugno. Il
riscaldamento del pianeta comincia a far sentire i suoi
effetti.
EZIO (V.O.)
Tutti noi viviamo con l'incubo
delle bombe. Del cancro. Delle
sostanze cancerogene. Delle
malattie. Della disoccupazione.
Dell'impotenza. Con la paura d'aver
paura. Con lo spettro dei bianchi.
Dei neri. Della polizia. Delle
bollette. Delle multe per divieto
di sosta. Di perdere i capelli. Di
ingrassare. Di essere stupidi. Di
essere timidi. Di come riparare
un'auto. Una bici. Di imparare a
suonare il piano. Paura di fallire.
Di arrivare in ritardo al lavoro.
Di non avere la pensione, la
sicurezza. Paura della vecchiaia.
Della morte. Della guerra. Di
rimanere feriti in un incidente.
Paura di rischiare. Paura di
nuotare. Di saltare. Di tuffarsi da
un trampolino.
2 A. EST. STRADA E PORTONE CASA EZIO - GIORNO
EZIO arriva. Lega la bici a un palo, va verso il portone di
Caterina, esita, poi entra nel suo portone.
EZIO (V.O.)
(continua)
Paura di un trasloco. Paura di
vendere. Paura di comprare.
2 B. INT. CASA DI EZIO - SCALE - GIORNO
EZIO sale le scale.
EZIO (V.O.)
(continua)
Paure ossessive di ragni. Armadi
scuri. Coltelli. Rapinatori. Paura
della gente. Delle feste. Della
folla. Delle persone intelligenti.
Infila le chiavi in una serratura ed entra.
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2 C. INT. CASA DI EZIO - INGRESSO E STUDIO - GIORNO
EZIO (V.O.)
(continua)
Paura di dire quel che si pensa.
Paura delle donne. Paura degli
uomini. Paura dell'ansia.
Si siede
ALLA SCRIVANIA
Sulla scrivania, tra le varie cose, c'è un computer portatile
di marca Apple. Lo apre.
EZIO
(parla in mdp)
Motivo per cui questo film, è
dedicato a chi ha paura.
3. INT. AULA DI LICEO - GIORNO
SUONA LA CAMPANELLA. Fine delle lezioni. TUTTI infilano in
grande fretta i libri negli zaini, si alzano ed escono dalla
classe. Solo FILIPPO rimane seduto, con calma mette a posto le
sue cose.
FILIPPO
(parla in mdp)
Mi chiamo Filippo. Ho quindici anni
e tra un mese mi sposo. Ci ho
pensato a lungo e sono arrivato a
questa conclusione. D'altronde se
trovi la ragazza giusta a cosa
serve aspettare? Aspettare poi
cosa? Che l'amore finisca? Che la
passione, il desiderio e la
contemplazione lascino spazio alla
noia, al fastidio e al tradimento?
Esce dalla classe.
3 A. INT. CORRIDOIO LICEO - GIORNO
Anche gli ALUNNI delle altre sezioni stanno uscendo, facendo il
tipico disordinato bordello che fanno gli alunni uscendo dal
liceo.
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FILIPPO
(continua)
No, no. Le cose importanti vanno
fatte di getto, senza star su
troppo a pensarci.
Scende le scale.
3 B. INT. SCALE LICEO - GIORNO
Gli ALTRI ALUNNI è come se non si accorgessero di lui. Come non
lo sentissero parlare.
FILIPPO
(continua)
Io la ragazza giusta l'ho trovata.
Lo so, direte che sono fortunato,
che c'è gente che passa una vita a
cercarla e non la trova. Cosa
volete che vi dica? Ho avuto culo.
Si potrà avere culo, no? Ecco, io
l'ho avuto.
4. EST. LICEO - GIORNO - CONTINUA
FILIPPO è su un motorino. Un HONDA SH 50 rosso, evidentemente
usato. Sulla sua testa un casco a scodella.
FILIPPO
(parla in mdp)
La mia futura moglie si chiama
Marta. Anche lei ha quindici anni.
Ci siamo conosciuti a scuola.
Frequentiamo tutti e due il liceo
classico Parini di Milano, ma siamo
in sezioni diverse. Lei la B. Io,
chiaramente, la A. Sono figlio di
genitori separati.
Parte seguito dalla nuvola di fumo del motorino.
5. INT. CASA DI MARTA - GIORNO
MARTA, MAMMA e PAPÀ sono in soggiorno. Uno di quei classici
salotti piccolo borghesi che siamo abituati a vedere nelle case
piccolo borghesi. E' in corso una discussione animata. MAMMA è
fuori dalla grazia di Dio. MARTA cammina per la stanza cercando
di sfuggire a MAMMA, che la segue costringendola a guardarla in
faccia. PAPÀ è steso sul divano e sta fumando uno spinello. E'
spettinato, indossa pantaloni della tuta, camicia hawaiana e
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zoccoli bucherellati.
MAMMA
Ma sei cretina?! Hai quindici anni,
Marta! Quindici! Non ci si sposa a
quindici anni!
PAPÀ
Dai non gridare che sentono i
vicini...
MAMMA
A quindici anni si va in discoteca!
Si vuole il motorino! Vuoi il
motorino? Eh? Dimmelo. Se vuoi il
motorino te lo compro! Ma non puoi
dirmi che vuoi sposarti!
(a Papà)
E dille qualcosa anche tu!
PAPÀ
Ma scusa, se vuole...
MAMMA
Ma sei deficiente?! Ma io non lo
so! Tua figlia vuole sposarsi?! Hai
capito?! Tua figlia Marta, quindici
anni, tra un mese si sposa! Hai
capito o no?!
PAPÀ
Sì, ma...
MAMMA
"Ma" che cosa? E spegni quella
canna che stiamo parlando!
La mdp stringe su PAPÀ che sta ancora fumando lo spinello.
MAMMA e MARTA, dietro di lui, continuano a litigare. Come non
sentissero quello che sta dicendo PAPÀ.
MAMMA
(alla figlia)
E poi lo conosci solo da tre mesi.
E se poi scopri che... non dirmi
che avete già avuto dei rapporti
sessuali!
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PAPÀ
(parla in mdp)
Secondo me se ha voglia è giusto
che lo faccia. Cosa c'entra l'età?
Uno può essere maturo anche a
quindici anni. Cosa vuol dire. C'è
gente che anche a sessant'anni non
ha capito niente. Quindi, magari,
uno a quindici può aver capito. Poi
se non va... oh, pazienza. Anzi, è
meglio. Così se poi ci ripensa ha
un sacco di tempo davanti per
rifarsi una vita. Tra l'altro
Filippo mi è simpatico. Mi sembra
un bravo ragazzo. Voglio dire, uno
che a quindici anni decide di fare
una cosa così, secondo me ha
carattere.
VARI INSERTI: PAPÀ E I SUOI QUINDICI ANNI
5 A. INT. CAMERA DA LETTO – GIORNO
PAPÀ, a quindici anni, nel suo letto si masturba sotto le
lenzuola.
PAPÀ (V.O.)
Io alla sua età mi facevo un sacco
di seghe e basta...
5 B. EST. PRATO – GIORNO
PAPÀ, a quindici anni, seduto su un prato, fuma uno spinello
con ALTRI FRIKKETTONI come lui.
PAPÀ (V.O.)
(continua)
Fumavo spinelli...
5 C. EST. STRADE MILANO E VESPA (MOVING)-GIORNO
PAPÀ, a quindici anni, gira per Milano in VESPA.
PAPÀ (V.O.)
(continua)
e andavo in giro in Vespa.
FINE INSERTI
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(SEGUE SC.5)
PAPÀ
(parla in mdp)
Basta. Finita lì la mia vita a
quindici anni. Canne seghe e Vespa.
Questo qui invece pensa a sposarsi.
Voglio dire, non è un cretino.
(guardando Mamma)
E' che se dico che son d'accordo
mia moglie mi urla e io non ho
voglia di sentirla urlare. Poi mi
viene il mal di testa e devo
prendere le medicine. Le medicine
fanno male,
(dando una boccata allo
spinello)
intossicano. Cosa faccio? Difendo
la mia posizione e la sento urlare
o le do ragione almeno la finisce?
Io ho cinquanta tre anni! Eh già...
ho cinquanta tre anni. Vado in
ufficio in Vespa, fumo le canne e
mi faccio le seghe davanti al
computer.
Fa per dare un'altra boccata allo spinello, ma si accorge che
si è spento. Si alza per cercare un accendino.
PAPA'
Chi ha preso l'accendino?!
MARTA
E' qui!
Prende un accendino dal tavolo e lo porta al padre.
PAPA'
(a Marta)
Grazie. Senti, ma Filippo ha già
deciso cosa vuol fare? Come
attività lavorativa intendo...
La mdp inquadra MAMMA. Dietro di lei vediamo MARTA e PAPA' che
parlano, seduti sul divano.
MAMMA
(parla in mdp)
Io non ho parole! Ma come si fa?!
Questa qui vuole sposarsi!
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Sposarsi! Non le sono venute
neanche le sue cose, a momenti e
vuole sposarsi. Insomma, voglio
dire, stanno insieme da tre
settimane, non hanno mai avuto
altre storie, come cazzo si fa a
dire mi sposo?! Che poi Filippo,
io, non lo sopporto. E' un
deficiente. Sembra un cinquantenne
nel corpo di un adolescente coi
brufoli. E' brutto. Sa tutto lui.
Con sta voce che...
MARTA si alza dal divano ed esce dalla stanza.
MAMMA
(continua)
Mio marito si sta confermando
l'imbecille che è. Sta lì, fuma le
canne e non dice niente. Anzi,
almeno stesse zitto! Invece no!
Parla, il pirla!
Si dirige verso il marito. Gli si piazza davanti.
MAMMA
Tu sei il padre di tua figlia, hai
capito?! Ti devi prendere una volta
nella vita delle responsabilità...
La mdp inquadra la porta del bagno. La porta si apre e MARTA
entra nella stanza. Dietro di lei vediamo PAPA' e MAMMA che
discutono.
MARTA
(parla in mdp)
Lo sapevo. Avrei dovuto farlo e
basta. Dirglielo dopo. Mamma, papà,
sapete che c’è? C’è che mi sono
sposata. Ecco, così avrei dovuto
fare. E invece no, cretina che
sono, gliel'ho detto. E' che mi
sembrava una cosa bella. Credevo si
sarebbero emozionati. Soprattutto
"la stronza".
(guardando Papà)
Meno male che c'è "il merda" che
sta dalla mia parte. Più che altro
non sta da nessuna parte. L'unica
cosa che sa fare è stare lì sul
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divano a fumare le canne. Che
Fallito! Ci credo che "la stronza"
è diventata così stronza. Con un
demente così come marito. Non
scopano neanche. Li sentirei. La
mia camera è attaccata alla loro.
5 D. INT. PENSIONE CALABRIA - CAMERA DA LETTO MARTA - NOTTE
MARTA, a dieci anni, sente dalla sua camera MAMMA e PAPÀ fare
l'amore.
MARTA (V.O.)
E' dalla vacanza in Calabria che
non li sento più.
FINE INSERTO
(SEGUE SC. 5)
MARTA
(parla in mdp)
Avevo dieci anni.
6. INT. CASA DI VINCENZO - GIORNO
VINCENZO è in cucina. Seduto al tavolo. Sul tavolo c'è una
busta gialla di quelle che contengono una radiografia. Guarda,
alla tv, un programma di ricette gastronomiche. Il sole è già
molto caldo. VINCENZO spegne la televisione.
VINCENZO
(parla in mdp)
Mi chiamo Vincenzo ho cinquantadue
anni e sto per morire. Me lo hanno
detto oggi. Ho un tumore. Maligno,
chiaramente.
Prende la lastra che sta sul tavolo e la mostra.
VINCENZO
(continua)
Questa è la lastra che sono andato
a ritirare stamattina.
7. FLASHBACK - INT. LABORATORIO ANALISI - SALA D’ASPETTO E
SPORTELLO - GIORNO
VINCENZO è allo sportello. Parla con UN'INFERMIERA. Nell'enorme
sala illuminata a neon, ci sono MOLTE PERSONE che aspettano il
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loro turno.
INFERMIERA
(a Vincenzo)
Sono trentacinque euro e venti di
ticket.
VINCENZO mette una banconota sul ripiano dello sportello.
INFERMIERA
Non ha i venti?
VINCENZO si fruga nelle tasche.
8. EST./INT. STRADA LAB. ANALISI E AUTO VINCENZO - GIORNO CONTINUA
VINCENZO entra
IN MACCHINA
Estrae la lastra dalla busta gialla e la guarda in controluce.
Dal vetro della macchina. La radiografia è difficilmente
decifrabile: una serie di macchie chiare e scure...
VINCENZO
(tra sé)
Io non vedo niente...
Proprio in quel momento, una cagata di piccione cade sul vetro
della macchina, esattamente nel centro della radiografia.
VINCENZO si sporge dal finestrino e vede il piccione volare
via. Sguardo in mdp (tipo Stanlio e Ollio).
FINE FLASHBACK
(SEGUE SC.6)
VINCENZO è sempre seduto al tavolo. Appoggia la lastra. Passa
UNA RAGAZZA. Bellissima. Indossa solo un paio di mutandine a
fiorellini e una canottiera da uomo bianca. Si è evidentemente
appena svegliata. Fuma una sigaretta. Apre la porta finestra e
va sull'enorme terrazzo.
VINCENZO
(parla in mdp)
Ho una figlia, Caterina, che ha
ventotto anni. Avuta con la mia
prima moglie, Anna…
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9. FLASHBACK - INT./EST. MACCHINA DI VINCENZO E STRADA- GIORNO
ANNA, la ex moglie di VINCENZO, è in macchina. Accanto a lei
c'è VINCENZO. Si salutano baciandosi. ANNA apre la portiera. Un
autobus sta passando in quel momento. Trancia la portiera
portandosi via ANNA quasi fosse un manichino.
VINCENZO (V.O.)
(continua)
… morta in un incidente stradale
dieci anni fa.
FINE FLASHBACK
(SEGUE SC.6)
Entra ANNA. Saluta con un bacio VINCENZO ed esce.
VINCENZO
(parla in mdp)
Questa è Anna, la mia seconda
moglie. Siamo sposati da otto Anni.
La amo.
VINCENZO è sempre seduto al tavolo in cucina.
VINCENZO
Poi c'è Filippo, quindici anni.
Figlio di Anna, la mia seconda
moglie. Un ragazzo... particolare.
Entra NONNA ANNA. Apre il frigo, prende un pollo già spennato e
va verso il lavandino. Si accorge di VINCENZO. Gli si avvicina
e lo guarda.
VINCENZO
(continua)
In casa con noi vive anche mia
madre. Si chiama Anna, ovviamente.
Ha ottant'anni. Tutti la chiamano
Nonna Anna. Ha il morbo di
Alzheimer ed è totalmente
rincoglionita. Tu le parli, le
racconti le cose e lei alla fine
del discorso ti dice…
NONNA ANNA
(a Vincenzo)
Ma tu chi sei?
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VINCENZO
Sono Vincenzo, mamma, tuo figlio.
NONNA ANNA
Ah…
NONNA ANNA torna al lavandino. Poggia il pollo su un tagliere.
Prende un coltello da un cassetto. VINCENZO riaccende la
televisione e si siede al tavolo.
NONNA ANNA
(parla in mdp)
A me piace cucinare. I primi, i
secondi, i contorni. I Dolci no. I
dolci non mi piace cucinarli. Non
mi vengono. Invece i primi, i
secondi, i contorni… quelli sì.
Quelli mi vengono bene.
Con un gesto deciso, quasi fosse un macellaio, taglia la testa
al pollo.
9 A. INT. CASA DI VINCENZO, BAGNO - GIORNO - NELLO STESSO
MOMENTO
Caterina è nella vasca da bagno. Si depila le gambe fumando una
sigaretta. Un bagno antico. Uno di quei vecchi bagni che ancora
si trovano nelle case milanesi.
CATERINA
(parla in mdp)
Sono Caterina. Ventotto anni. In
questo momento non ho molto da
dire. Vivo con i miei. Ho i capelli
rossi. Sono alta uno e settanta tre
e ho la depressione. Almeno credo.
Mi dicono tutti che sono
bellissima. Che ho una pelle
meravigliosa. Ho un problema:
puzzo. Si dice che le rosse
puzzino, no? Io sono rossa e lo
posso dire: è vero. Lo sento. Il
mio odore è diverso dalle altre.
Ognuno ha il suo odore personale.
C'è chi sa di borotalco, chi di
bambino, chi di contadino. Io so di
sottaceti. E in estate è ancora
peggio. Ho provato tutti i
bagnoschiuma, tutti gli
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ammorbidenti, i detersivi per i
panni, tutte le marche di
deodoranti, a tingermi i capelli, a
depilarmi il pube. Niente. Le
ghiandole non ci cascano. Non mi
sembra un motivo sufficiente per
suicidarmi, infatti non ho mai
provato a farlo.
ANNA entra in bagno, si guarda allo specchio e si aggiusta i
capelli.
CATERINA
(continua)
Con noi vive anche Anna, la moglie
di mio padre. E' una donna
bellissima.
ANNA
(a Caterina)
Io esco. Ciao.
CATERINA
Ciao.
CATERINA
(parla in mdp)
Anna ha un figlio di quindici anni,
Filippo. Un ragazzo… particolare.
Se penso a cosa potrebbe diventare
il mio corpo con un figlio in
pancia divento pazza. Se nasce
rosso? Se puzza anche lui? Se mi
devono fare il taglio cesareo?
10. INT. METROPOLITANA, VAGONE (MOVING) - GIORNO - POCO DOPO
Una serie di PPP: UN FILIPPINO legge notizie su un quotidiano
gratuito. UNA STUDENTESSA ascolta musica con l'Ipod. UN UOMO di
mezza età la guarda fisso. UN TUNISINO legge un volantino di un
supermercato con le offerte della settimana, DUE GIAPPONESI
pieni di sacchetti griffati parlano tra loro in giapponese. UN
GIOVANE MANAGER vestito Prada, con la barba lunga e la cravatta
allentata, dorme. ALCUNI guardano quelli che hanno di fronte.
ALTRI, sentendosi osservati da quelli che hanno di fronte, si
guardano in giro. Tutti sono leggermente scossi da un movimento
ondulatorio. In piedi vicino alla porta c'è ANNA. E' tesa. Una
musica malinconica, di fisarmonica.
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ANNA
(parla in mdp)
Mi chiamo Anna. Ho quaranta due
anni. Sono sposata con Vincenzo e
ho un figlio, Filippo, di quindici
anni. Con noi vive anche Caterina,
(le si inumidiscono gli occhi)
ventotto anni, figlia di Vincenzo.
Avuta con la sua prima moglie,
Anna...
ANNA scoppia a piangere, ma il resto dei passeggeri non sembra
accorgesi di nulla. Come se fosse invisibile. Come se quello
che sta dicendo e facendo non appartenesse al mondo reale.
ANNA
(continua)
Scusate… scusate. In genere non
sono così nervosa. Oggi non lo so
che cos’ho, scusate…
ANNA infila la meno nella borsa e tira fuori un fazzoletto.
ANNA
(continua)
E’ che… con oggi sono quattro mesi
che non faccio l’amore con mio
marito. E il brutto è che non me ne
frega niente. Lui non mi cerca e io
non lo cerco. E’ come se… come se
mi ci stessi abituando.
La mdp fa una panoramica e scopriamo che la MUSICA della
FISARMONICA viene, appunto, dalla fisarmonica suonata da un
ragazzino romeno.
RAGAZZINO ROMENO
Sono una famiglia molto povera...
Niente casa... Niente da
mangiare...
11. INT. CASA DI EZIO - CAMERA DA LETTO - GIORNO
EZIO si alza dal letto. Visibilmente assonnato. Indossa una
CAMICIA BIANCA e UN PAIO DI BOXER.
EZIO (V.O.)
Stamattina mi sono alzato,
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11 A. INT. CASA DI EZIO - CUCINA - GIORNO
EZIO, sempre assonnato, beve il caffè. Sul tavolo della cucina
c’è anche il computer. EZIO lo apre e comincia a scrivere.
EZIO (V.O.)
(continua)
ho bevuto il caffè e sono uscito.
11 B. EST. STRADA ED EDICOLA – GIORNO
ALCUNE PERSONE camminano in tutta fretta. Col tipico passo
spedito che hanno le persone la mattina a Milano. Ciò che
differenzia EZIO da TUTTI GLI ALTRI, oltre al passo, è il suo
abbigliamento. La camicia, bianca, che indossa è evidentemente
la stessa con cui ha dormito. Stropicciata come la sua faccia e
il resto dei vestiti.
EZIO (V.O.)
(continua)
In edicola ho comperato il mio
quotidiano preferito.
EZIO cammina sfogliando il giornale. E' UN GIORNALE DI ANNUNCI.
Si blocca. Ha trovato un annuncio che lo interessa
particolarmente. E' assorto. Come se tutti quelli che sono
obbligati a scansarlo per non urtarlo, non costituissero per
lui un problema.
EZIO (V.O.)
(continua)
Ho visto un annuncio che diceva:
"Massaggi Cinesi prolungati.
Ambiente riservato. 347, etc...
12. INT. CASA DI EZIO - SOGGIORNO - GIORNO - PIÙ TARDI
EZIO è al computer. Sta scrivendo. In mutande. Accanto a lui,
una limonata. Sopra di lui il ventilatore gira. Ma il caldo è
insopportabile. Secondamano è aperto ai suoi piedi.
EZIO (V.O.)
(continua)
Ho aspettato che il caldo si
calmasse...
13. INT. CASA DI EZIO SOGGIORNO - GIORNO - PIÙ TARDI
EZIO è sempre alla scrivania. Il telefono in mano e Secondamano
ai suoi piedi.
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EZIO (V.O.)
(continua)
e ho chiamato...
ALTERNATO A:
14. INT. CASA DI YOKO - SALA MASSAGGI - GIORNO
Casa di YOKO. Penombra. YOKO è una ragazza cinese di circa
ventitre anni. E' seduta sui glutei di un UOMO nudo sdraiato
sul letto. Gli sta massaggiando la schiena. SQUILLA UN
TELEFONINO. YOKO smette di massaggiare la schiena dell'UOMO,
prende il telefono e risponde.
YOKO
Colinibetuno, colinibetuno.
Citopono tle.
EZIO
Pronto?
YOKO
Colinibetuno, colinibetuno.
Citopono tle.
EZIO
La via... volevo sapere in che via
è...
YOKO
Colinibetuno, colinibetuno. Zonà
Paolo Salpi.
EZIO
E' in via Paolo Sarpi?
YOKO
Apetti signole...
Dal telefono si sente una VOCE DI UN UOMO che parla un italiano
perfetto.
VOCE DI UOMO
(al telefono)
Pronto?
Scopriamo che l'uomo steso sul lettino col telefono in mano è
PAPA'
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EZIO
Sì?
PAPA'
(al telefono)
E' in via Niccolini ventuno. Devi
citofonare al numero tre.
EZIO
Sì, ma posso venire adesso?
PAPA'
Eh no, cazzo. Adesso ci sono io!
Passa il telefono a YOKO
YOKO
Pino tette tetela.
EZIO
Pronto?! Pronto!?
(parla in mdp)
Ha riattaccato.
15. EST. STRADE MILANO - GIORNO - POCO DOPO
EZIO è in bicicletta tra le vie trafficate di Milano. La
pedalata è decisa, lo sguardo pensieroso.
EZIO (V.O.)
(continua)
"Pino tette tetela". Che cosa
significa…? Piano terra! Ah, ecco!
Al piano terra! "Pino", stava per
piano e " tette tetela", stava per
tette teterra... sarà mica
balbuziente?! Cinese e
balbuziente?! Come faremo a
capirci?
16. EST. PORTONE CASA DI YOKO - GIORNO - POCO DOPO
EZIO è davanti ai citofoni di via Niccolini 21. Cerca il numero
3, lo trova e suona.
YOKO
(al citofono)
Telzo piano.
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EZIO
Terzo piano?
YOKO
(al citofono)
Telzo piano.
EZIO
Telzo piano?
YOKO
Sì.
16 A. EST. PORTONE CASA DI YOKO - GIORNO - POCO DOPO
EZIO, entrando nel cortile, si ritrova in una piccola China
Town
17. INT. PIANEROTTOLO CASA DI YOKO - GIORNO - CONTINUA
EZIO è al terzo piano. Davanti a lui due porte. Non sa a quale
suonare. Sta per suonare a quella di destra, quando si apre
quella di sinistra dalla quale spunta una mano che gli fa cenno
di entrare.
YOKO (F.C)
Qui. Qui.
EZIO
Sì.
18. INT. CASA DI YOKO - SALA MASSAGGI - CONTINUA
EZIO è entrato in casa. Penombra. E' una stanza molto piccola.
Al centro della stanza un letto singolo coperto da asciugamani
di spugna. Sul letto un cuscino. C'è anche una finestra.
Chiusa, ma che lascia filtrare la luce del sole. Si Sta bene.
C'è un bel freschino.
YOKO
Plego...
EZIO
(non sapendo che fare)
Mi spoglio?
YOKO
...
20
EZIO si rende conto di avere fatto una domanda inutile. Inizia
a spogliarsi.
EZIO
Tutto?
YOKO
Sì, sì. Sdlaia su pancia.
EZIO si toglie le mutande e si sdraia sul lettino.
YOKO
Masagio nolmale?
EZIO
(non sapendo cosa rispondere)
Sì, normale.
YOKO
Tlenta eulo.
EZIO
Adesso?
YOKO
Si.
EZIO si alza e va a prendere il portamonete nei pantaloni. Ha
solo cinquanta euro e glieli mostra.
EZIO
Hai il resto?
YOKO
(prendendo i soldi e
mettendoseli nel reggipetto)
Dopo, dopo.
YOKO comincia a massaggiare la schiena di EZIO. Dai movimenti
si capisce che non è una massaggiatrice professionista. SQUILLA
IL TELEFONINO di YOKO che smette di massaggiare e risponde.
YOKO
Colinibetuno, colinibetuno.
Citopono tle...
Si sentono parole confuse provenire dal telefono.
YOKO
Colinibetuno colinibetuno. Zonà
21
Paolo Salpi....
Si sentono parole confuse provenire dal telefono.
YOKO
Apetti signole.
YOKO porge a EZIO il telefono. EZIO prende il telefono e lo
accosta all'orecchio.
EZIO
(imbarazzato)
Pronto? Ehm... è in via Niccolini
ventuno... sì. Devi citofonare al
numero tre... prego, prego.
EZIO ridà il telefono a YOKO.
YOKO
Pino tette tetela... pino tette
tetela!
YOKO riattacca.
YOKO
(a EZIO)
Glazie.
EZIO
Plego.
YOKO sorride e riprende il massaggio. La mdp si muove sulle
parole di EZIO.
EZIO (V.O.)
Sorride e ricomincia a
massaggiarmi. Ora, però, mentre mi
impasta le chiappe (che è uno dei
miei punti preferiti), così, en
passant, mi sfiora lo sfintere, che
vista la posizione in cui mi trovo
è lì in bella mostra. Ora, tutti,
anche le donne, sanno la reazione
che il passaggio di una mano
femminile, seppur cinese, provoca
in quel punto lì ad un uomo. Beh,
quest'azione viene ripetuta più e
più volte, anche quando il
massaggio passa alle gambe. Qui
Yoko mi chiede di girarmi.
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YOKO
Gila, gila.
EZIO (V.O.)
Mi giro. Ho un cazzo che sembra il
clarinetto di Benny Goodmann.
YOKO si alza e va verso un armadietto. Lo apre. Prende dei
tovaglioli di carta e torna da EZIO. Nota la sua evidente
eccitazione e sorridendo dice:
YOKO
Sei sù di minchia!
EZIO sorride imbarazzato. YOKO torna a sedersi sul letto.
EZIO (V.O.)
Ha iniziato a massaggiarmi i
pettorali, per poi scendere agli
addominali, fino a prendermi
l'uccello in mano e a farmi una
delle seghe più belle che abbia mai
ricevuto. Sono venuto in
quattordici secondi netti.
19. INT. CASA DI YOKO - INGRESSO - POCO DOPO
EZIO si è rivestito e sta per uscire.
YOKO
Potele dale dieci eulo pel me?
Tlenta sono pel padlona.
EZIO
No, guarda mi dispiace. Ciao.
EZIO esce e chiude la porta.
YOKO
(tirando fuori i cinquanta
euro dal reggipetto)
Fanculo!
20. EST. STRADA PORTONE CASA DI YOKO - GIORNO - CONTINUA
EZIO è sotto la casa di YOKO. Slega la bici dal palo e comincia
a pedalare per la città. CINESI con i loro carrettini portano
scatole piene di non si sa cosa.
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EZIO
(parla in mdp)
Che sega! quasi meglio di quelle
che mi organizzo da solo.
Il sole è una palla arancione che colora di rosa i palazzi di
solito grigi. Una stella che sembra turca tanto è bella,
compare nel cielo che è blu dipinto di blu.
Il suo sguardo corre verso uno degli orologi che sono sparsi
per Milano.
EZIO (V.O.)
L'orologio del comune segna le
otto. Sono in bici come i cinesi e
beato come un cinese, me ne sto
tornando a casa con le palle vuote.
Sto bene. Sto veramente bene. Però…
però…
EZIO alza lo sguardo e vede UN GABBIANO volare nel cielo
EZIO (V.O.)
… però, che cazzo ci fa un gabbiano
in una città senza il mare?
20 A. EST. MILANO - INSERTI VARI - GIORNO
Si è alzato uno strano vento, quasi stesse per arrivare un
temporale. E’ estate e d’estate succede. Soprattutto se di
giorno ha fatto molto caldo. EZIO pedala più forte, il suo
sguardo incrocia DUE DONNE che, sorprese dal vento, cercano di
tenere basse le loro gonne. TRE SENEGALESI smontano il loro
banchetti per non farli volar via. QUATTRO PASSANTI
attraversano la strada, a uno di loro vola il cappello. RAGAZZI
che chiacchierano e bevono fuori da un bar, UN FOTOGRAFO che
fotografa DUE SPOSI, UNA DONNA ARABA con il velo. EZIO continua
a pedalare.
21. INT. CASA DI EZIO – INGRESSO, CUCINA E STUDIO- GIORNO POCO DOPO
EZIO entra in casa. Va in cucina, apre il frigo e prende una
bottiglia di birra di marca italiana da 66cl. La stappa ne beve
un sorso e se la porta alla scrivania. Si siede. Accende il
computer e aspetta che si avvii. Fuori il cielo minaccia
tempesta. La stanza è illuminata da una luce irreale. Il vento
s’infila dalla finestra, muove le carte sul tavolo. Il cane di
EZIO è preoccupato, si guarda intorno. All'improvviso il vento
cessa di colpo e cala un silenzio totale. Il cane, ora, è molto
agitato.
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EZIO
(al cane)
Gianni, cosa c'è?
Il cane, GIANNI, mugola e si guarda intorno preoccupato.
All'improvviso un suono, un "Plin!" elettronico, fa sobbalzare
EZIO. E' solo il computer che è pronto. EZIO guarda lo schermo,
poi apre il file del film che sta scrivendo. Legge le ultime
righe e poi comincia a battere le dita sui tasti, ma non
succede niente. Il computer sembra in tilt…
EZIO
Ma che cazz...
Prova a digitare qualcosa.
EZIO
Niente...
Lentamente il fondo luminoso dello schermo diventa nero e le
parole scritte in nero diventano bianche, come in una
fotografia al negativo. Dopo qualche secondo, sullo schermo a
sinistra, dietro le parole scritte in bianco, si affaccia
timidamente una ragazza coi capelli rossi. E'...
CATERINA
(a Ezio)
Ciao.
EZIO
(stupito)
Ciao.
CATERINA
Lo sai chi sono, vero?
EZIO
Direi di sì…
CATERINA
(a Ezio)
Posso dirti una cosa?
EZIO
Direi di sì…
CATERINA
Mi era sembrato di capire che ero
io la protagonista femminile…
carina, un po’ complessata, che mi
sarei innamorata di qualcuno… E poi
scusa, ma la storia della cinese,
25
che c'entra? Non è una lamentela la
mia, intendiamoci. Ma mi sembra un
po'... come dire...? Masturbatorio.
EZIO
(tra se)
In effetti...
(a Caterina)
Hai ragione, Caterina, però sono
ancora all'introduzione. Devo
creare i presupposti. Sto
disegnando i personaggi e...
CATERINA
(a Ezio)
Sì, ma è da un casino che non si
parla di me!
FILIPPO
(entrando nello schermo)
Sì. Confermo. Sta scena della
cinese, mi sembra proprio messa lì
per strappare una risata. Meno male
che voleva fare un film d’autore.
Poi non vorrei essere pesante, ma
anche io è da un po' che non parlo.
MARTA
(scansando gli altri per
entrare in campo)
Perché io allora?! Ho detto due
robine all'inizio e poi stop,
finita lì!
MAMMA
(facendosi spazio)
Concordiamo anche noi. D'accordo
che siamo personaggi di secondo
piano,
(a Ezio allusiva)
senza nemmeno un nome, ma un minimo
di sviluppo potremmo averlo, no?
(a Papà che è fuori campo)
E dì qualcosa anche tu!
PAPÀ entra in campo. Sta fumando uno spinello. Tutti tossiscono
e si scansano per il fumo.
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PAPÀ
Sì... cioè... secondo me... voglio
dire...
MAMMA
(spingendolo fuori dallo
schermo)
Fuma, fuma! Non riesci più neanche
a parlare! Imbecille!
EZIO
Scusate posso dire una cos...
ANNA
Ezio, hanno ragione! Stai parlando
solo di te! Anche io, insomma, alla
fine sono la mamma di Filippo e la
matrigna di Caterina, che è la
protagonista!
CATERINA
(entrando in campo)
Infatti!
ANNA
(spingendo Caterina fuori
campo)
Zitta tu!
ANNA
(a Ezio)
Mi sembra che il mio ruolo dovrebbe
essere un po' più grande di quello
che è stato finora. Non ti pare?!
EZIO
Sì, Anna, hai ragione però...
VINCENZO
Ma lasciatelo lavorare, cazzo! E’
un artista, ha bisogno della sua
tranquillità. Ma io non lo so!
(avanzando)
E' vero o no, Ezio?
EZIO
Grazie, Vincenzo...
VINCENZO
Prego, Ezio, figurati.
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EZIO
E' che sto ancora cercando lo
stile, le immagini, le parole
adatte...
VINCENZO
Infatti! A proposito... non
potresti darmi qualche battutina in
più? No, la storia del tumore, non
è male, ma è un po' ferma lì. Cosa
faccio muoio tra un po'? Una bella
morte lunga? Tutti intorno al mio
capezzale...
NONNA ANNA
(entrando in campo)
Posso fare una domanda?
TUTTI
Sì.
NONNA ANNA
Ma Ezio, chi è?
EZIO
(sbottando)
Sono l’autore, cazzo! Sono io che
sto scrivendo questo film! E sono
io che decido, se non vi dispiace!
CATERINA
(a Ezio)
Sì, ma hai delle responsabilità! Io
voglio innamorarmi, non voglio
rimanere da sola.
EZIO
Va bene. Ma ricordati che sei stata
tu a chiedermelo.
C'è un lungo silenzio mentre EZIO e i suoi PERSONAGGI si
guardano negli occhi.
PAPÀ
… quindi?
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EZIO
Sapete cosa facciamo?
EZIO sorride, poi si volta come se qualcuno lo avesse chiamato.
22. INT. CASA DI YOKO, INGRESSO - GIORNO
Siamo tornati alla scena precedente, nella casa della
massaggiatrice cinese. EZIO si è rivestito e sta per uscire.
YOKO
Potele dale dieci eulo pel me?
Tlenta sono pel padlona.
EZIO
No, guarda mi dispiace. Ciao.
EZIO esce e chiude la porta.
YOKO
(tirando fuori i cinquanta
euro dal reggipetto)
Fanculo!
23. EST. STRADA E PORTONE CASA DI YOKO - GIORNO - CONTINUA
EZIO è sotto la casa di YOKO. Slega la bici dal palo e comincia
a pedalare per la città. CINESI con i loro carrettini portano
scatole piene di non si sa cosa.
EZIO
(parla in mdp)
Che sega! quasi meglio di quelle
che mi organizzo da solo.
Il sole è una palla arancione che colora di rosa i palazzi di
solito grigi. Una stella che sembra turca tanto è bella,
compare nel cielo che è blu dipinto di blu.
Il suo sguardo corre verso uno degli orologi che sono sparsi
per Milano. Il suo sguardo corre verso uno degli orologi che
sono sparsi per Milano.
EZIO
(continua)
L'orologio del comune segna le
otto. Sono in bici come i cinesi e
beato come un cinese me ne sto
tornando a casa con le palle vuote.
Sto bene, sto veramente bene. Però…
però… però che cazz…!
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