Sani e in forma alla fine della CURA
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Sani e in forma alla fine della CURA
Corbis A L I M E N TA Z I O N E E S A L U T E Sani e in forma alla fine della CURA di Livia Romano Durante le terapie antitumorali, l’appetito può essere compromesso. Ecco i consigli degli esperti per superare il momento critico ifficile aver voglia di un ga Roberta Buosi, oncologa buon pasto quando ci si presso l’ospedale Maggiore sottopone a una chemio- della Carità di Novara, dove si terapia per curare un cancro. studia l’argomento da diversi Eppure il cibo gioca un ruolo anni e dove un gruppo di spefondamentale nel recupero cialisti ha prodotto materiale della salute proprio nei informativo per i pazienti. “La momenti in cui meno si desi- ricerca scientifica non è ancora riuscita a spiegare dera mangiare: del tutto le ragioni ben lo sanno gli Se la fame oncologi, che latita bisogna di questo disturbo, che peraltro si prehanno studiato e valutato gli effetti scegliere bene senta in modo i cibi adatti diverso a seconda della malnutriziodell’organo colpito ne durante la cura di un tumore e che sono in dalla malattia. È possibile, grado di suggerire alcune stra- però, che il tumore stesso tegie per ovviare alle difficoltà a metta in circolo sostanze ‘tossiche’ per l’organismo, come cui i pazienti vanno incontro. “Molti pazienti con un l’interleuchina 1 o il fattore di tumore già diagnosticato e che necrosi tumorale, che interferiintraprendono una chemiote- scono con l’assorbimento delle rapia o una radioterapia sono sostanze nutritizie e con il affetti dalla cosiddetta malnu- senso dell’appetito”. Le cure stesse possono pegtrizione proteico-calorica” spie- D giorare la situazione, alterando il senso del gusto o rendendo faticoso o doloroso l’alimentarsi (vedi la tabella a pagina 13). Si tratta in genere di disturbi transitori, che scompaiono rapidamente al termine della cura, ma è bene mettere in atto alcuni accorgimenti per non arrivare troppo provati e dimagriti al tanto sospirato momento della ripresa. DALLA TEORIA ALLA PRATICA “La chemioterapia agisce uccidendo le cellule a rapida replicazione” spiega Buosi “e purtroppo fanno parte di questa categoria anche quelle che compongono le mucose della bocca, dell’esofago, dello stomaco e dell’intestino. Anche le papille gustative sono ricoperte da un epitelio che cambia rapi- damente. Per questo il senso del gusto viene alterato: in genere si sentono di più i sapori amari (come quello della carne, che molti pazienti non riescono proprio più a mangiare), di meno il salato e l’acido”. Tutto ciò, sommato alla stanchezza e al più che comprensibile stress, può portare a nutrirsi poco e male, mentre invece il corpo ha bisogno di sostegno. La prima regola è però quella di non avere regole, o per lo meno di non avere regole troppo rigide: pensare ossessivamente al cibo non è una buona idea, perché non aiuta certo l’appetito. Inoltre bisogna trovare il giusto compromesso alimentare tra alterazioni del gusto, alle quali si potrebbe ovviare con un cibo più saporiFondamentale dicembre 2006 11 A L I M E N TA Z I O N E E S A L U T E LA RICERCA CONTINUA Gli effetti delle cure sull’alimentazione to e speziato, e i disturbi dovu- di lesioni dolorose. Proprio le alterazioni delle ti alle lesioni della mucosa del sistema digerente, che possono bocca e le infezioni che ne posrendere doloroso o fastidioso sono conseguire (come le canmettere in bocca anche il sem- didosi) interferiscono pesantemente sull’alimentazione. Un plice sugo al pomodoro. Il National Cancer Institute consiglio sempre utile è quello di Bethesda, negli Stati Uniti, di fare frequenti risciacqui con acqua e bicarboha pubblicato un piccolo manuale Tanti spuntini nato di sodio (circa mezzo cucper aiutare i significano chiaino in un bicpazienti con conpiù calorie chiere): pulisce la sigli pratici. Pubblicazioni analo- per l’organismo bocca, ha una blanda azione dighe, più o meno approfondite, si possono repe- sinfettante e mantiene umide rire presso tutti i maggiori le mucose. In caso di bocca secca sono utili anche le caraospedali oncologici italiani. Per aumentare l’apporto melle e le cicche, che aiutano a calorico, per esempio, tutti produrre saliva. Se si deve cucinare da sé i consigliano di frazionare i pasti e di non badare troppo all’oro- pasti, è bene evitare odori che logio: tanti spuntini ben stu- si percepiscono sgradevoli. diati possono portare quel sur- Alcuni non riescono più a plus di calorie necessario a sopportare l’odore della combattere la malnutrizione carne grigliata o persino del senza pesare troppo sullo sto- pollo arrosto: in tal caso è maco e senza provocare nausee bene evitare di cucinare queo disturbi intestinali. Poiché ste pietanze per il resto della molti pazienti affermano di famiglia, o posticipare la cotavere più appetito la mattina, è tura dopo il proprio pasto. In caso di nausea, sono effibene fare della colazione il pasto più importante della caci i cibi secchi e salati (cracgiornata, abbandonando la kers, grissini), le patate bollite convenzione ‘brioche e cap- e la crema di riso. Se la nausea puccino’ a favore di un pasto diventa vomito, è meglio astepiù sostanzioso. Fondamentale nersi dal cibo, assumere i farè l’apporto di liquidi: bisogna maci consigliati dal medico bere molto e privilegiare, se e solo dopo che il vomito possibile, bevande sostanziose, è tornato sotto come i succhi di frutta. Non controltutti, invece, tollerano il latte e i suoi derivati: le alterazioni della mucosa intestinale possono provocare una transitoria intolleranza al lattosio e talvolta persino al glutine, come accade nel morbo celiaco. Per favorire l’appetito, si possono anche privilegiare i cibi freddi, come gli yogurt o i gelati, che tra l’altro hanno un effetto anestetizzante sulla bocca, in caso 12 Fondamentale dicembre 2006 lo riprendere l’alimentazione con una bevanda come tè o brodo chiarificato. Infine, se i disturbi sono principalmente a carico dell’intestino, è utile evitare la carne rossa (che fermenta, aumentando il fastidio) e i latticini. Per non rischiare di mancare di proteine, è bene sostituirle con yogurt, uova, carni bianche bollite e soprattutto pesce. Il ricorso a integratori alimenari o a pasti iperproteici in busta è riservato a casi particolari che solo il medico curante può valutare. UNO STUDIO PER LA MAMMELLA Chi ha avuto un tumore della mammella può trovarsi a fronteggiare il problema opposto: in genere le donne che sono state operate per questo tipo di malattia tendono a ingrassare, benché, durante la chemioterapia, soffrano di tutti i disturbi comuni a chi si sottopone a questo trattamento. “Durante la terapia adiuvante le donne tendono ad aumentare di peso” spiega Anna Villarini, cooordinatrice del progetto StuDiA (Studio di dieta adiuvante) presso l’Unità di epidemiologia eziologica e prevenzione dell’Istituto nazionale tumori Tipo di cura Effetti sul sistema digerente Altre conseguenze Chirurgia Può rallentare la digestione o rendere faticosa la masticazione o la deglutizione; se viene toccato l’intestino, può esserci malassorbimento In alcuni casi è difficile alimentarsi per bocca, quindi può essere prescritto un periodo di alimentazione attraverso sondino o endovena Radioterapia Distrugge i tessuti colpiti dai raggi, quindi anche quelli adiacenti al tumore Se si irradiano bocca, collo, torace o mammella si possono manifestare: bocca secca o dolorante, difficoltà di deglutizione, alterazioni del senso del gusto, problemi dentali. Se si irradiano l’addome o la pelvi può manifestarsi: nausea, vomito, diarrea o crampi Chemioterapia Poiché interferisce con le cellule a rapida replicazione, danneggia anche le mucose del sistema digerente Nausea, vomito, perdita di appetito, diarrea o stipsi, bocca secca o dolorante, perdita o aumento di peso, alterazioni del senso del gusto Terapie biologiche, immunoterapie Poiché stimolano il sistema immunitario a combattere le cellule tumorali, possono compromettere l’appetito Nausea e vomito (più rare che con la chemioterapia), diarrea, perdita di peso, dolori muscolari, febbre, alterazioni del senso del gusto Terapie ormonali Alcuni ormoni possono stimolare l’appetito, altri ridurlo; altri causano ritenzione di liquidi Cambiamenti nell’appetito, ritenzione di liquidi e senso di gonfiore di Milano. “Diversi studi epidemiologici hanno dimostrato che questo incremento di peso si associa a una prognosi peggiore: per questo presso la nostra unità stiamo sperimentando una dieta particolare, che utilizza alcune preparazioni tipiche della dieta mediterranea e della dieta orientale per aiutare le pazienti a evitare i disturbi legati alla chemioterapia senza ingrassare”. Lo studio è ancora in corso, ma le premesse sono buone: “La dieta che suggeriamo mantiene basso il livello di insulina nell’organismo, utilizzando cibo a basso indice glicemico, ovvero contenente zuccheri che non facilitano la trasformazione delle calorie in grassi. Durante la cura monitoriamo alcuni parametri del sangue, perché siamo convinti che mangiare correttamente possa facilitare l’effetto dei farmaci e favorire una buona qualità di vita”. Tra le indicazioni generali, quelle di evitare cibi integrali cotti al forno (che irritano le pareti intestinali), evitare le proteine animali, che favoriscono l’infiammazione e privilegiare il pesce che è naturalmente antinfiammatorio (in particolare quello azzurro); consumare cereali e legumi sotto forma di creme, per evitare le fibre contenute nelle bucce; in caso di intolleranza al glutine limitarsi al riso e al miglio, consumare proteine vegetali come quelle contenute in alcune preparazioni orientali come il miso, che si usa al posto del dado; evitare gli zuccheri raffinati, e utilizzare, per dolcificare, i derivati del malto (maltodestrine). I suggerimenti di StuDiA Questi consigli sono stati pensati per le donne che si sottopongono a una chemioterapia adiuvante per un tumore della mammella, ma possono essere utili per tutti i pazienti: • Per ridurre il senso di nausea dopo una chemio, si può fare un decotto di kuzu (un amido utilizzato nella cucina orientale) e umeboshi (prugne sotto sale, giapponesi): si scioglie un cucchiaino di kuzu in una tazzina da caffè di acqua fredda, si mette sul fuoco basso, si aggiunge la punta di un cucchiaino di umeboshi e si fa bollire qualche minuto. Si beve tiepido. • Il giorno della chemio si può mangiare una crema di cereali. Va molto bene il riso integrale cotto molto a lungo fino a ottenere una crema di riso (si passa al setaccio). La dose per una porzione è una tazza di riso in sette tazze d’acqua, con un pizzico di sale. Se si preferisce dolce, si può aggiungere una mela cotta. • Se la terapia dà stitichezza, si può utilizzare una bevanda a base di mela e agar agar (un’alga addensante che si acquista nei negozi biologici). • Per favorire la digestione e aumentare l’apporto di proteine, si può far precedere tutti i pasti da una zuppa di miso. Il miso è una crema salata fatta con cereali fermentati, che si acquista nei negozi orientali e biologici. Va aggiunto alla zuppa, o come condimento ai cibi, dopo la cottura, altrimenti si uccidono i fermenti che contiene. • Invece dell’acqua, è utile bere del tè bancha tiepido. È un tè verde a bassissimo contenuto di teina e ha un’azione depurativa. Fonte: Franco Berrino, Anna Villarini – Progetto StuDiA