Università degli Studi di Perugia
Transcript
Università degli Studi di Perugia
Università degli Studi di Perugia Facoltà di Farmacia Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco XV° CONGRESSO ITALO-LATINOAMERICANO DI ETNOMEDICINA “Ivano Morelli” ATTI-RESUMENES Perugia, 23-27 Settembre 2006 Roma, 28 Settembre 2006 Si ringraziano: Università degli Studi di Perugia Università degli Studi di Salerno Istituto Italo Latinoamericano di Roma Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco Università di Perugia Dipartimento di Scienze Farmaceutiche Università di Salerno Regione Umbria Comune di Perugia Provincia di Perugia Camera di Commercia di Perugia Eredi G. Loreti (Campello sul Clitumno, PG) Gas Tecnici Foligno (GTF) Steroglass Aboca Duemme Liomatic Azienda Speciale Farmacie (AFAS), Perugia Umbrafarma Federfarma Umbria Federfarma Terni Associazione Titolari di Farmacia (VV) ASCOFAR (Roma) Farmacia del Corso Pucci (Foligno, PG) Farmacia Cappuccini (VT) Farmacia Conti (TR) Farmacia Bruti (Acquasparta, TR) Comitato Internazionale Joaquín López Bárcena, Guadalupe Mejía Sibaja, Jorge Torres Molina (Messico), Armando Cáceres, Amarillis Saravia (Guatemala), Carolina Madariaga, Inés Ruiz (Honduras), Enrique Murillo, Mahabir Gupta (Panama), Mariano Chica Barrios (Costarica), Lionel Germosén-Robineau (Santo Domingo), Osmany Cuesta Rubio (Cuba), Ricardo Guerriero (Portorico), Rubén Torrenegra (Colombia), Jeannette Méndez, Maria Gualtieri de Altuve (Venezuela), Susana Abdo, Ximena Chiriboga (Ecuador), Fernando Quevedo (Perù), Marisa Piovano, Jose Luis Martinez (Cile), Luis Morales Escobar (Bolivia), Susana Leitão, Wagner Vilegas (Brasile), Teresita Di Bernardi, Aníbal Amat (Argentina), Amarillis Saravia (El Salvador), Mirìe Medina (Nicaragua), Patrick Mayna (Uruguay), Isabelle Basualdo (Paraguay), Paolo Cabras, Francesco De Simone, Tina De Tommasi (Italia). Comitato scientifico della SILAE Juan A. Garbarino (Cile), Fernando Cabienses (Perù), Plutarco Naranjo (Ecuador), Massayoshi Yoshida (Brasile), Marcello Nicoletti (Italia), Cosimo Pizza (Italia), Paola Vita Finzi (Italia), Víctor Alfonso Maldonado Moreleón (IILA). Comitato organizzatore Massimo Curini (Perugia), Giovanni Vidari (Pavia), Luca Rastrelli (Salerno), Maria Carla Marcotullio (Perugia), Luisa Pistelli (Pisa), Alessandro Menghini (Perugia), Tullio Seppilli (Perugia). Segreteria Organizzativa Francesco Epifano (Chieti), Ornelio Rosati (Perugia), Salvatore Genovese (Perugia), Luigi Menghini (Chieti). BENVENUTI A PERUGIA L’Università degli Studi di Perugia, tramite la mia persona, è lieta di porgere a tutti i partecipanti al XV Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Ivano Morelli”, un cordiale benvenuto ed un augurio di buona permanenza nella nostra Umbria. Il Congresso, che si inserisce nelle manifestazioni per il VII centenario della nostra Università, fa seguito ai convegni che fin dal 1992 vengono organizzati dal SILAE allo scopo di sviluppare e consolidare attraverso un interscambio di idee, i rapporti tra le comunità scientifiche italo-latinoamericane. I contributi ricevuti, sia sotto forma di comunicazioni orali che poster, evidenziano come lo “stato dell’arte” sia in crescita e le collaborazioni si avviano ad essere più estese e più complete. Perugia attende i Congressisti anche per offrire la visione della sua cultura che per ii trascorsi etruschi e romani è in grado di proporre una vasta gamma di musei, chiese, attività socio-culturali ecc. La sede congressuale è situata all’interno del complesso monumentale di San Pietro, antica abbazia benedettina del X sec., mentre i congressisti saranno ospitati nell’Hotel Sacro Cuore, immerso nel tipico paesaggio umbro, da dove è possibile scorgere Assisi, Trevi, Deruta nonché i campanili delle numerose chiese di Perugia. L’Umbria invece pone alla vostra attenzione alcune bellezze che la gita proposta nel periodo congressuale avrà modo di farvi ammirare. Il Comitato Organizzatore si augura che il Congresso possa svilupparsi in una atmosfera informale e possa quindi essere di stimolo per nuove ricerche e nuovi interscambi nello spirito di quanto si propone la nostra Società Italo Latinoamericana e più in generale la comunità scientifica cui essa fa riferimento. Massimo CURINI BIENVENIDOS A PERUGIA La Universidad de Estudios de Perugia, a través de mi persona, se complace en transmitirles a todos los participantes al XV Congreso Italo-Latinoamericano de Etnomedicina “Ivano Morelli”, una cordial bienvenida y les desea una feliz estancia en nuestra Umbría. El Congreso, que se inserta dentro de las celebraciones por el VII centenario de nuestra Universidad, constituye la continuación de los congresos que desde 1992 viene organizando la SILAE con el objetivo de desarrollar y consolidar, a través del intercambio de ideas, las relaciones dentro de la comunidad científica italo-latinoamericana. Los trabajos recibidos, ya sea en forma de comunicaciones orales o en carteles, evidencian que el “estado del arte” está en crecimiento y que los intercambios o colaboraciones serán más amplios y completos. Perugia también forma parte de este Congreso porque ofrece a los participantes su cultura que, desde los pasados etruscos y romanos, es capaz de proponer una vasta gama de museos, iglesias, actividades socio-culturales, etc. La sede del Congreso está situada en el interior del complejo monumental de San Pedro, antigua abadía benedictina del siglo X, mientras los congresistas estarán hospedados en el Hotel Sacro Cuore, inmerso dentro del típico paisaje umbrío, de donde es posible percibir Asís, Trevi, Deruta; así como las campanas de las numerosas iglesias de Perugia. Por otra parte, Umbría pone a vuestra disposición algunas bellezas que se podrán admirar durante las giras propuestas en el período del Congreso. El Comité Organizador desea que el Congreso pueda desarrollarse en una atmósfera informal y pueda por tanto servir de estímulo para nuevas investigaciones y nuevos intercambios dentro de los objetivos que se ha propuesto nuestra Sociedad ItaloLatinoamericana y en general a la comunidad científica a la cual pertenece. Massimo CURINI 15° Congresso “Ivano Morelli” della Società Italo-Latinoamericana di Etnomedicina (SILAE) Anche quest’anno ci ritroviamo insieme per il 15° Congresso della SILAE che si tiene, con la nota alternanza di Paesi, in Italia e nella bellissima città di Perugia. Come sempre il Congresso viene dedicato a uno studioso che si è interessato di almeno uno dei settori della Società Italo-Latino Americana di Etnomedicina e quest’anno viene dedicato ad un nostro Socio prematuramente scomparso che anche la maggior parte dei Colleghi latino-americani sicuramente ricorda per i suoi studi nel settore della Fitochimica e per le sue collaborazioni. Sulla base delle decisioni prese l’anno scorso a Città del Messico, quest’anno ho cercato di promuovere una maggior coesione all’interno dei diversi Paesi impegnandomi a raccogliere i dati personali e scientifici di coloro che si riconoscono come appartenenti a questa Società. In alcuni Paesi i rappresentanti si sono effettivamente attivati in modo da creare delle Sezioni nazionali. Questa iniziativa dovrebbe rafforzare la nostra Società, che inizialmente è nata con lo scopo di sostenere e favorire i rapporti di collaborazione tra i Paesi dell’America Latina e l’Italia nel settore dell’Etnomedicina e che ha svolto un importante ruolo per sviluppare i contatti e favorire le ricerche in quel settore. La più importante e sicuramente la più interessante attività della SILAE è sempre stata quella di organizzare ogni anno, a partire dal 1992, un Convegno che è tenuto ad anni alterni in Italia e in un Paese dell'America Latina: Salerno (1992), Lima, Perù (1993), Roma (1994), Quito, Ecuador (1995), Roma e Padula (1996), Antigua, Guatemala (1997), Salerno e Roma (1998), Valparaiso, Cile (1999), Urbino (2000) e Isla Margarita, Venezuela (2001), Pavia (2002), Rio de Janeiro, Brasile (2003), Salerno (2004) e Città del Messico (2005). E’ un impegno abbastanza gravoso che è possibile sostenere alternando Stati e città ma è sicuramente il mezzo migliore per fare incontrare e interagire i ricercatori di numerosi Paesi e di discutere tutti insieme i risultati delle ricerche. Come si può vedere dal programma e dal libro dei riassunti, sono molto numerosi i lavori che verranno presentati in forma orale o come poster e che rispecchiano la vivacità della ricerca nel settore dell’Etnomedicina che comprende svariate discipline fra cui l’Antropologia, la Botanica, la Scienza dell’alimentazione, la Fitochimica, la Farmacognosia. Coloro che hanno partecipato negli anni a questi Convegni hanno potuto certamente notare il grande sviluppo di queste ricerche sia internamente ai singoli Paesi sia sulla base di collaborazioni fra paesi e gruppi diversi. Il livello scientifico in questi quindici anni si è molto elevato così come anche sono migliorate le presentazioni dei lavori e questo non solo per l’avvento dell’informatica. Sono stati raggiunti dei risultati di ottimo livello anche da parte di Paesi economicamente più svantaggiati. Sono nate e continuate collaborazioni tra l’Italia e molti Paesi dell’America Latina. Va ricordato che l’Italia ha una grande tradizione a intrattenere rapporti di collaborazione scientifica con i Paesi latinoamericani in particolare a sostegno della ricerca nel settore dell’Etnomedicina, Desidero ringraziare il Presidente del Comitato Organizzatore Prof. Massimo Curini, la dott. Maria Carla Marcotullio insieme a tutti i Colleghi dell’Università di Perugia e di Salerno che si sono prestati con grande impegno a organizzare questo importante evento, i membri del Comitato Scientifico e del Comitato Internazionale e l’Istituto Italo Latino Americano che ha sempre seguito con interesse e partecipazione le iniziative svolte dalla SILAE. Un caloroso benvenuto a tutti i partecipanti del Congresso cui auguro un piacevole soggiorno a Perugia sia del punto di vista scientifico che personale. Buon lavoro! Paola VITA FINZI Presidente della SILAE XV Congreso de la Sociedad Italo-Latinoamericana de Etnomedicina “Ivano Morelli” Este año también nos re-encontramos para celebrar juntos el XV Congreso de la Sociedad Italo-Latinoamericana de Etnomedicina (SILAE) que tiene lugar, como ya es costumbre alternando los países, en Italia y en la bellísima ciudad de Perugia. Como siempre, el Congreso será dedicado a un estudioso que se ha interesado al menos por uno de los sectores de la SILAE. En este caso, está tributado a un Socio de nuestra sociedad desaparecido prematuramente y que también la mayor parte de los colegas latinoamericanos seguramente recordarán por sus colaboraciones y sus estudios en el sector de la Fitoquímica. Sobre la base de las decisiones tomadas el año pasado en la Ciudad de México, este año he tratado de promover una mayor cohesión interna en los diferentes países empeñándome en recoger los datos personales y científicos de aquellos que se reconocen como integrantes de esta Sociedad. En algunos países, sus representantes se han activado con mucho entusiasmo para crear las Secciones Nacionales. Esta iniciativa debe reforzar nuestra Sociedad, que surgió con el objetivo de sostener y favorecer las relaciones de colaboración entre los países de América Latina e Italia en el sector de la Etnomedicina y que ha desempeñado un papel importante para desarrollar los contactos y favorecer la investigación en ese sector. La actividad más importante de la SILAE, y seguramente la más interesante, siempre ha sido la de organizar cada año, a partir de 1992, un Congreso que se ha efectuado alternativamente en Italia y en un país de América Latina: Salerno (1992), Lima, Perú (1993), Roma (1994), Quito, Ecuador (1995), Roma y Padula (1996), Antigua, Guatemala (1997), Salerno y Roma (1998), Valparaíso, Chile (1999), Urbino (2000), Isla Margarita, Venezuela (2001), Pavia (2002), Río de Janeiro, Brasil (2003), Salerno (2004) y Ciudad de México (2005). Esta es una cita muy seria que ha sido posible mantener alternando los Estados y las Ciudades; pero es, seguramente, el mejor medio para encontrar e integrar a investigadores de numerosos países y de discutir todos juntos los resultados de las investigaciones. Como se puede apreciar en el programa y el libro de resúmenes, son numerosos los trabajos que se presentarán en forma de comunicación oral o en cartel. Estos reflejan la fortaleza en la investigación en el sector de la Etnomedicina que comprende varias disciplinas entre las que se encuentra la Antropología, la Botánica, la Ciencia de la Alimentación, la Fotoquímica, la Farmacognosia. Aquellos que han participado en los Congresos anteriores han podido notar el gran desarrollo de estas investigaciones ya sea al interno de un simple país como sobre la base de la colaboración entre diversos grupos y países. En estos 15 años el nivel científico se ha elevado considerablemente. También se han mejorado las presentaciones de los trabajos no sólo por el avance de la informática. Han sido alcanzados resultados de óptimo nivel hasta de los países económicamente menos desarrollados. Han nacido y crecido colaboraciones entre Italia y muchos países de América Latina. Es de destacar que Italia tiene una gran tradición en establecer relaciones de colaboración científica con los países latinoamericanos, en particular para sostener la investigación en el sector de la Etnomedicina. Deseo agradecer al Presidente del Comité Organizador Prof. Massimo Curini, la Dra. Maria Carla Marcotullio junto a todos los Colegas de la Universidad de Perugia y de Salerno que han trabajado con gran empeño para organizar este importante evento, los miembros del Comité Científico y del Comité Internacional y el Instituto Italo-Latino Americano que siempre ha seguido con interés y su participación la iniciativa llevada a cabo por la SILAE. Una calorosa bienvenida a todos los participantes del Congreso a los que le auguro una agradable estancia en Perugia ya sea desde el punto de vista científico que personal. Buen trabajo! Paola VITA FINZI Presidente de la SILAE PROGRAMMA Domenica 24 Settembre 8.30-9.30 Registrazione dei partecipanti 9.30-10.30 Apertura dei lavori Ricordo del Prof. Ivano Morelli da parte della Prof. Alessandra Braca 10.30-10.45 Coffee break 10.45-11.15 PL1- J. Blanco Méndez (Venezuela) Crisobalanáceas como eje integrador de Cooperación SESSIONE ETNOBOTANICA-ETNOMEDICINA Chairmen: A. Menghini, P. Naranjo 11.15-11.45 PL2- A. H. Ladio (Argentina) Uso y conservacion de plantas silvestres con órganos subterráneos alimenticios en comunidades Mapuche de la estepa de la Argentina 11.45-12.00 OR1- C. V. Nunez (Brasil) Etnoconocimiento de las plantas odontálgicas usadas en el asentamiento Tarumã-Mirim, Amazonas, Brasil. 12.00-12.15 OR2- G. Romussi (Italia) Una ricetta per l’Imperatore Tiberio. 12.15-12.45 PL3- F. Tammaro (Italia) Piante della tradizione curativa e liquoristica ed esperienze di coltivazione in ambiente montano abruzzese 12.45-13.00 OR3- M. F. Ibarguen (Perú) Síndromes culturales de la medicina tradicional peruana 13.00-14.30 Pranzo libero SESSIONE ETNOBOTANICA-ETNOMEDICINA Chairmen: A.H. Ladio, F. Tammaro 14.30-14.45 OR4- M. García Mesa (Cuba) Proyecto de investigación sobre plantas con posible utilidad para prevenir enfermedades vasculares: colaboración italo-latinoamericana 14.45-15.00 OR5- L. Menghini (Italia) Indagini fitochimiche su Verbascum spp. da popolamenti spontanei abruzzesi SESSIONE FARMACOLOGIA-FARMACOGNOSIA Chairmen: I. Ruíz, A. Russo 15.00-15.30 PL4- M. Perfumi (Italia) Effetto degli estratti di Hypericum perforatum L. sul consumo di alcool in ratti marchigiansardinian alcool-preferenti 15.30-15.45 OR6- M. T. Alvarez Ramírez (Mexico) Efecto de la infusión del pericarpio de naranja (Citrus sinensis L. Osbeck), en la densidad osea y parámetros bioquímicos de mujeres productivas con diabetes miellitus tipo II. 15.45-16.00 OR7- T. Di Bernardi (Argentina) Estudios antimicrobianos en fracciones vegetales (fv) obtenidas de Terminalia australis Camb. (Combretaceae). 16.00-16.15 OR8- Esther del Olmo (España) Búsqueda y evaluación de agentes naturales antituberculosos en plantas de Latinoamérica 16.15-16.30 OR9- M. Goleniowski (Argentina) Evaluación de la actividad antitumoral “in vitro” de extractos de plantas nativas de la región Central de Argentina. ore 16.30-17.00 Coffee break Chairmen: T. Di Bernardi, M. Nicoletti 17.00-17.30 PL5- A. Saravia Gómez (Guatemala) Validacion farmacologica y estudio fitoquimico de plantas medicinales de uso popular en Guatemala 17.30-17.45 OR10- A.S. Fernandes (Brasil) Antioxidant activity of Agaricus blazei 17.45-18.00 OR11- I. E. Ruiz (Honduras) Toxicidad aguda de algunas plantas medicinales de uso frequente en la zona caribeña 18.00-18.15 OR12- S. Abdo (Ecuador) Análisis FarmacognósTico de Valeriana decussata R&P 18.15-18.30 OR13- G. Méndez de Corao (Venezuela) Estudio dermotoxico del extracto del pericarpio de la Punica granatum en ratones. 18.30-18.45 OR14- M. Teresa Alvarez Ramírez (Mexico) Efecto de la combinación de infusiones del pericarpio de naranja (Citrus sinensis L. Osbeck) y de hojas de lima (Citrus limetta Risso) en la presión sanguinea y densidad osea, en mujeres hipertensas de la región del balsas, Mexico. 18.45-19.00 OR15- M. Gualtieri (Venezuela) Actividad antibacteriana de los extractos etanólicos de Azadirachta Indica A. Juss y elaboración de una crema antiséptica contra el acné 20.00 Cena di Inaugurazione Lunedì 25 Settembre SESSIONE FITOCHIMICA E CHIMICA DEI COMPOSTI NATURALI Chairmen: C. Pizza, G. Garrido Garrido 9.00-9.30 PL6- G. Vidari (Italia) Nuovi metaboliti bioattivi da funghi italiani 9.30-9.45 OR16- T.R. Calvo (W. Vilegas) (Brasil) Constituents from Indigofera truxillensis leaves methanolic extract 9.45-10.00 OR17- S. Genovese (Italia) Un nuovo profarmaco dell’acido 4’-geranilossi-ferulico, principio attivo antitumorale di Acronychia baueri Schott 10.00-10.15 OR18- I. Correa Ramos Leal (Brasil) Identification of bactericide fractions from Zizyphus joazeiro, a Brazilian medicinal plant 10.15-10.30 OR19- R. Batista (Brasil) Synthesis and trypanosomicidal activity of novel ent-kaurane glucosides 10.30-10.45 OR20- I. González Leonardi (Venezuela) Producción, recuperación y purificación parcial de antibióticos producidos por Pleurotus ostreatus. Escalamiento a 10 Litros. 10.45-11.00 OR21- D. Vargas-Álvarez (Mexico) Analisis fitoquimico de 12 plantas utilizadas en la medicina popular del Estado de Guerrero ore 11.00-11.15 Coffee break Chairmen: M. Goleniowki, M. Curini 11.15-11.45 PL7- J. Garbarino (Chile) Bioactividad, estructura y actividad biológica de metabolitos naturales de Latinoamérica 11.45-12.00 OR22- A. Benavides (Italia) Fatty acids in Dracontium loretense Engl. 12.00-12.15 OR23- N. Waksman de Torres (Mexico) Cuál es la calidad de los productos herbales consumidos por nuestra población? 12.15-12.30 OR24- J. A. González-Lavaut (Cuba) Plantas medicinales para el tratamiento de procesos vírales. 12.30-12.45 OR25- J. A. Severi (Brasil) Triglycoside flavonoids from Guapira noxia (Nyctaginaceae) 13.00-14.00 Pranzo libero 14.00-15.00 Sessione poster (P1-P67) SESSIONE ANTROPOLOGIA Sessione organizzata insieme a: Fondazione Angelo Celli per una Cultura della Salute (Perugia), Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” (Perugia) e Società Italiana di Antropologia Medica [SIAM] 15.00 - 15.15 T. Seppilli (Italia) Introduzione alla Sessione 15.15 - 15.55 PL8- G. Samorini (Italia) Sostanze psicoattive e forme rituali tra le popolazioni dell’America Latina 15.55-16.10 OR26- R. Santoni (Italia) I saperi dei popoli indigeni americani e i meccanismi della proprietà intellettuale 16.10-16.25 OR27- C. Avitabile (Italia) Salute di base e prevenzione in un contesto rurale messicano. 16.25-16.40 OR28- P. Naranjo (Ecuador) Antropologia del mani (peanut, noccioline americane) 16.40-16.55 OR29- R. Corrêa Costa (Brasil) Saber ambiental, economía moral y formaciones territoriales en la Amazonia brasileña. 16.55-17.15 Coffee break 17.15-18.00 Dibattito 18.00 Proiezione del documentario O Santo Daime (Le don sacré), realizzato da Patrick Deshayes (Francia, 1992) sull’uso rituale dell’ayahuasca nel culto del Santo Daime, nato nell’area alto amazzonica intorno al 1920 (documentario gentilmente reso disponibile dal Festival dei Popoli, Firenze). 20.00 Cena Martedì 26 Settembre SESSIONE ALIMENTI Chairmen: R. Torrenegra, P. Damiani 9.00-9.30 PL9- O. Cuesta Rubio (Cuba) Composición química de propóleos cubanos: Desarrollo y evolución de un tema de investigación. 9.30-9.45 OR30- F. Blasi (Italia) Biocatalyzed synthesis of diacylglycerol oil [DAGO] from vegetable oils for healthiness purposes 9.45-10.00 OR31- T. Di Bernardi (M. C. Rivas) (Argentina) Elementos botánicos de diagnóstico, fisiología de la reproducción, y composición de ácidos grasos en Oenothera affinis Cambess. (flor de la oración) 10.00-10.15 OR32- D. Montesano (Italia) Evaluation of new extraction procedure for obtaining pure lycopene from tomato (Lycopersicon esculentum Mill.) 10.15-10.45 PL10- L. Cossignani (Italia) Structured lipids: synthesis and applications. 10.45-11.00 OR33- F. Galiano (Italia) Il cedro (Citrus medica L), frutto biblico del mediterraneo, sacro alle comunità ebraiche, agrume sorprendente tutto da scoprire 11.00-11.15 Coffee break SESSIONE FITOCHIMICA E CHIMICA DEI PRODOTTI NATURALI E FARMACOLOGIA E FARMACOGNOSIA Chairmen: A. Saravia, L. Rastrelli 11.15-11.45 PL11- R. Torrenegra (Colombia) Microflora de paramos colombianos, metabolitos producidos por cepas nativas de hongos y su actividad biológica 11.45-12.00 OR34- R. Salgado Garciglia (Mexico) Micropropagación, conservación in vitro y determinación de las propiedades antimicrobianas de tres orquídeas mexicanas. 12.00-12.15 OR35- F. Cabezas (Colombia) Presencia de alcaloides en Eucharis amazonica, E. grandiflora, Caliphruria subedentata y Ccrinum kunthianum, especies colombiana de Amaryllidaceae y su actividad biologica 12.15-12.30 OR36- - R. Batista (Brasil) Synthesis and cytotoxic activity of new ent-kaurane derivatives 12.30-12.45 OR37 D. Vargas Alvarez (Mexico) Análisis preliminar de metabolitos secundarios de Mil hojas (Phyllonoma laticuspis) 12.45-13.00 OR38- I. Ramírez (Venezuela) Actividad antibacteriana e hipoglicemiante de los extractos de diclorometano y metanol del Phyllanthus salviaefolius H. B. K. 13.00-14.00 Pranzo 14.00-15.00 Sessione Poster (P68-P132) SESSIONE FITOCHIMICA E CHIMICA DEI PRODOTTI NATURALI E FARMACOLOGIA E FARMACOGNOSIA Chairmen: W. Vilegas, G. Vidari 15.00-15.30 PL12- Quevedo titolo 15.30-15.45 OR39-. N. Fucito (Italia) Criteri di sicurezza nel laboratorio universitario chimico-biologico: dalla evoluzione normativa alla buona prassi. 15.45-16.00 OR40- M.García Mesa (Cuba) Espectro antiagregante plaquetario “in vitro” de un extracto de Wendita calysina (Verbach) en plasma humano 16.00-16.15 OR41- C. Ciangherotti (Venezuela) Actividad hipoglicemiante y antihiperglicemiante aguda de extracto acquoso de la raíz de Ruellia tuberosa L. en ratas 16.15-16.30 OR42- R. Arencibia Figueroa (Cuba) Especializado en historia, agrotecnologias y marketing de las plantas medicinales en cuba y el mundo. 16.30-16.45 OR43- M. Barrios Chica (Costa Rica) Efecto de extractos de chayote sobre suero humano con control conocido de colesterol total y triglicéridos 16.45-17.15 Coffee break 17.15 Assemblea 21.00 Cena sociale LETTURE PLENARIE RICORDO DEL PROF. IVANO MORELLI Alessandra Braca Il Prof. Ivano Morelli era nato a Pisa l’11 marzo 1940. Laureato in Chimica (Università di Pisa) e in Farmacia (Università di Urbino), ha sviluppato la sua carriera nella Facoltà di Farmacia dell'Università di Pisa prima come Assistente Ordinario alla Cattedra di Chimica Organica dal 1966 al 1980, poi come Professore Incaricato di Fitochimica dal 1968 al 1980 e infine come Professore Straordinario di Fitochimica dal Novembre 1980 e Ordinario della stessa disciplina dal Novembre 1983. Fra i numerosi incarichi di prestigio che ha ricoperto nel corso della sua carriera accademica, svolgendo questa attività con sincera passione e sempre crescente competenza, ricordiamo la Direzione per due decenni dell’Istituto di Chimica Organica prima e Dipartimento di Chimica Bioorganica e Biofarmacia dopo, dove ha costituito un impareggiabile punto di riferimento e sicurezza per il buon andamento della sopra citata struttura; la Direzione della Scuola di Specializzazione in "Scienza e Tecnica delle Piante Medicinali" dal 1978 al 2005; la Coordinazione del Dottorato di Ricerca in "Scienza e Tecnologia delle Piante Officinali" dalla sua attivazione e fino al XIV ciclo e quindi quella del Dottorato di Ricerca in "Chimica e Tecnologia del Farmaco e delle Sostanze Bioattive ", attivato dal 2000; la fondazione del Corso di Laurea in Tecniche Erboristiche nell’Università di Pisa. Ultimamente era diventato membro del Senato Accademico dell’Università di Pisa e Presidente della Società Italiana di Fitochimica, di cui era stato uno dei soci fondatori e già Presidente nel triennio 1986-1988. La sua attività di ricerca era rivolta prevalentemente allo studio dei metaboliti secondari provenienti da piante medicinali della flora mediterranea e dei paesi in via di sviluppo, costruendo intorno a sé un laboratorio ben attrezzato e un affiatato gruppo di ricerca. Nel corso degli anni ha pubblicato oltre 250 lavori di Fitochimica su piante della medicina tradizionale Europea, Africana e SudAmericana. La concretezza e disponibilità della sua natura umana l’aveva portato ad essere oltre ad un competente amministratore, anche un apprezzato ricercatore, un grande studioso, appassionato della sua materia, aperto a tutte le esperienze: perciò amava definirsi “sperimentatore delle attività umane”. Ai suoi studenti ripeteva spesso “siate curiosi, perchè la curiosità è intelligenza e induce alla conoscenza e alla scoperta”. Si dimostrava quotidianamente disponibile verso tutti, dai colleghi e collaboratori, ai suoi studenti e allievi, sia italiani che stranieri. Il suo più grande insegnamento è stato quello di aprirsi alle più disparate collaborazioni, sia in ambito locale che internazionale, di ospitare e accettare idee e uomini. La parola “coraggio” che ripeteva a tutti, costituiva una sorta di incoraggiamento a superare i piccoli e i grandi ostacoli quotidiani ed è stata senz’altro il “leit-motiv” di tutta la sua vita, utile anche a lui stesso per affrontare in maniera più determinata il corso della sua breve malattia. Spesso ripeteva che il difficile non è il vivere ma il vivere da uomini. Con la sua scomparsa la comunità scientifica e il mondo accademico hanno perso un valido studioso e scienziato, e in più una vera guida, un uomo tenace, schietto, concreto, come sono gli uomini della campagna toscana, di cui lui era fortemente orgoglioso di essere originario. PL1 Crisobalanáceas como eje integrador de Cooperación 1 2 3 J. Méndez, * A. Braca, A. R. Bilia. 1 Universidad Central de Venezuela. Facultad de Ciencias, Caracas-Venezuela. 2 Dipartimento di Chimica Bioorganica e Biofarmacia, Universita di Pisa. 3 Dipartimento di Chimica. Universita di Firenze. *[email protected] Desde el año 1992, se inició una cooperación con el, para ese entonces, Departamento de Química Bioorgánica de la Universidad de Pisa, que se basó, en sus comienzos, en el estudio de plantas pertenecientes a la familia de las Crisobalanáceas, una Familia Pan Tropical, que de acuerdo a la quimiotaxonomía, tiene su homólogo en la Familia Rosácea, la cual para la fecha en referencia había sido motivo de estudio en el laboratorio de las Sustancias Naturales, coordinado por el profesor Ivano Morelli en el Departamento mencionado, de la Universidad de Pisa. La cooperación, de manera ininterrumpida, ha dado como fruto: el estudio de 20 plantas, 30 presentaciones a Congresos, 20 publicaciones, formación de recursos humanos y lo mas importante, una sólida relación de amistad, que involucró, no sólo personas del Departamento, sino que asoció, con un componente de investigación, a otros colegas de la Universidad de Salerno. El estudio químico y biológico en cuestión, arrojó como resultados, que las Crisobalanáceas, están constituidas, principalmente por compuestos de tipo flavonoides y terpenos, en donde abundan los triterpenos con esqueletos de ursano, lupano y oleano. En relación a la actividad biológica, al igual que las plantas pertenecientes a las Rosáceas, es muy variada: antiviral, antibacteriana, cardiovascular y antitumoral, entre otras. Se presenta un resumen del trabajo químico y biológico de las plantas de la Familia Crisobalanácea, las cuales sin duda, han cumplido un papel integrador en un pequeña parte de la relación bilateral Italia-Venezuela. PL2 USO Y CONSERVACIÓN DE PLANTAS SILVESTRES CON ÓRGANOS SUBTERRÁNEOS ALIMENTICIOS EN COMUNIDADES MAPUCHE DE LA ESTEPA PATAGÓNICA DE LA ARGENTINA A. H. Ladio Universidad Nacional del Comahue. Laboratorio Ecotono. CONICET. Quintral 1250-8400San Carlos de Bariloche, Río Negro-Argentina. [email protected] El uso de plantas con órganos subterráneos comestibles tiene una larga historia de uso en las zonas áridas de la Patagonia. Sin embargo, poco se sabe sobre la significancia cultural de estos recursos en las poblaciones rurales del presente. Se indagó el conocimiento, uso actual y conservación de plantas silvestres con órganos subterráneos comestibles en tres comunidades Mapuche (Paineo, Rams y Cayulef) localizadas en la estepa patagónica del SO de la provincia de Neuquén. Se realizaron entrevistas semi-estructuradas y relevamientos florísticos en el área con ayuda de los informantes (N = 98). Las comunidades citaron una riqueza de 12 especies, todas de origen nativo de la estepa patagónica. El 70% de los entrevistados consume órganos subterráneos en forma esporádica durante la primavera. Sin embargo, las especies citadas en cada comunidad tienen una similitud baja con las que efectivamente consumen, mostrando una tendencia marcada hacia la pérdida de la práctica de recolección. Por otra parte, el 100% de los campesinos advirtió que cada vez hay menos plantas en sus tierras debido al sobrepastoreo del ganado doméstico. Se discuten las implicancias de estos resultados desde el punto de vista de la conservación cultural y biológica. Futuros estudios sobre estos recursos de ambientes áridos deberán ser realizados con el fin de promover el mantenimiento de tradiciones que no sólo redundarán en un mejoramiento de la autosuficiencia alimentaria de los habitantes patagónicos, sino también en una mayor conservación de las especies. PL3 PIANTE DELLA TRADIZIONE CURATIVA E LIQUORISTICA ED ESPERIENZE DI COLTIVAZIONE IN AMBIENTE MONTANO ABRUZZESE. F. Tammaro Corso di laurea in Scienze e tecniche erboristiche, Università L’Aquila; inc. di Botanica Farmaceutica Università G.D’Annunzio Chieti-Pescara [email protected] I principali usi etnobotanici e fitoterapici (curativi sia umani che veterinari) di molti territori italiani, ed in particolare dell’Abruzzo sono stati in questi ultimi decenni oggetto di studio da parte di numerosi autori.1,2,3,4,5 Il rinnovato interesse per le erbe officinali deriva probabilmente da più ordini di fattori, fra i quali la richiamata attenzione dell’O.M.S. circa lo studio delle medicine tradizionali dei Paesi del terzo mondo, che può risultare interessante anche per il nostro Paese per la variegata complessità e ricchezza della Farmacopea Popolare regionale italiana, che si caratterizza per la varietà di usi tradizionali curativi riscontrabili a ciascun territorio. Inoltre per ormai numerose specie gli antichi usi di fitomedicina sono sottoposti a verifica dalla ricerca scientifica, in non pochi casi ricavandone risultati confortanti. Tra gli antichi usi curativi, nell’Italia Centrale appaiono di più particolare interesse quelli dei paesi di montagna, dove si sono conservati utilizzazioni di piante e rimedi singolari e specifici per i vari territori. Ad esempio nella zona di Cortino, in Provincia di Teramo le resine di Pinacee (soprattutto Pinus nigra) sono applicate su contusioni e protette da strisce di pelli di pecore prive di lana e le cime di rovo (Rubus fruticosus gr.) sono racchiuse in una bottiglia con qualche goccia di olio; poste al sole producono un liquido che fa da unguento per le ferite. Nelle zone montane del Reatino (Petrella Salto, Borbona) davanti all’uscio pendono ad asciugare mazzetti di una piccola genzianacea spontanea, la centaurea minore (Erytrhraea centaurium), che disseccati si adoperano per decotti ipotensivi. Sui M. Simbruini (versante laziale ed abruzzese) le radici di Scrophularia canina (Scrophulariacee) sono fatte bollire ed il decotto raffreddato. In esso è disciolto abbondante sale grosso da cucina. Viene applicato per uso veterinario quale antisettico e cicatrizzante per lavaggi di ferite di animali di grossa taglia (bovini ed equini). Le zone montane dell’Appennino (nella relazione ci si riferisce in particolare ai massicci del Gran Sasso, della Majella, dei Monti Simbruini (Valle Roveto o Alta valle del Liri)) hanno conservato numerosi usi di etnomedicina umana e veterinaria, ed anche utilizzazione di erbe aromatiche per la preparazione di liquori digestivi a base di prugnoli selvatici, rosa canina, angelica di montagna. Molto famoso è il nocino di S.Giovanni per il quale esistono alcune varianti, più o meno tenute segrete, in alcune con aggiunta di erba limona (Melittis melissophyllum, Labiatae). Si riferisce pertanto di alcune preparazioni liquoristiche dell’Abruzzo montano con l’utilizzo di piante aromatiche spontanee. Esperienze di coltivazione Sono illustrate infine le modalità colturali di 2 piante che costituiscono risorse genetiche regionali di particolare interesse: lo zafferano (Crocus sativus) e la genziana maggiore (Gentiana lutea) Lo zafferano infatti è coltivato da oltre 5 secoli nella Piana di Navelli (una delle rare località italiane); è di antica importazione, presumibilmente dalla penisola iberica, nel secolo XV. A tale specie sono state dedicate recentemente una monografia realizzata a 6 cura dell'Università di L'Aquila e dell’Accademia Italiana della Cucina (1990) ed una a 7 cura di M. Negbi (1999). Occorre tuttavia ricordare che la coltura è da alcuni decenni in forte crisi, con una produzione di zafferano intorno a 70 Kg annui di stimmi secchi. L’alto valore della droga (1 g di filamenti costa 16 euro) ha comunque stimolato in questi ultimi anni la formazione di 4 cooperative ed una diversificazione nella predisposizione merceologica dello zafferano (vasetti, bustine, liquori, ecc). Si riferisce delle tecniche colturali e di essiccazione e conservazione dello zafferano, sulla base delle esperienze tradizionali plurisecolari in atto nel Piano di Navelli (L’Aquila). Vengono infine illustrate le modalità colturali sperimentali quinquennali (con risultati alquanto positivi) della Genziana gialla (Gentiana lutea), importante pianta amaricante, specie protetta sia a livello nazionale che regionale. Il campo sperimentale è posto nel territorio di Palena (versante orientale della Majella), in una radura di faggeta a quota 1200 m circa. Tra le piante di nuova introduzione si riporta infine la sperimentazione in varie zone dell’Abruzzo collinare dal clima mediterraneo (Ofena, Pacentro, Atri) della spugna vegetale (Luffa aegytiaca, Cucurbitaceae), pianta di origine subtropicale i cui frutti essiccati,ricchi di fibre ligno-cellulosiche, trovano applicazioni sia in cosmetica quali spugne naturali sia in campo industriale (pannelli fonoassorbenti, filtri per motori, igiene domestica in sostituzione delle spugne gommose sintetiche). Specie montane per una filiera applicativa medicinale e cosmetica Tra i distretti di importanza farmacobotanica si accenna a quelli della Regione Abruzzo dove si rinviene: 1) Adonis vernalis (Ranuncolacee) noto in Italia solo per 2 località del Gran Sasso Aquilano, intorno a 1200-1300 m in habitat di pascolo arido del tipo xerobrometo; 2) Narcissus poeticus(Amaryllidacee), pianta delle praterie fresche di montagna, del tipo mesobrometi e arrenatereto diffuso soprattutto nell’Altopiano delle Rocche (territorio di Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio, Provincia de L’Aquila), i cui fiori annualmente raccolti per una tipica festa locale, e subito dopo gettati a bordo campi , assommano a circa 3-5 quintali. 3) Salvia officinalis var. angustifolia , endemica dell’Italia centrale (Abruzzo e Lazio) arbusto delle pietraie assolate calcaree di M.Salviano (Avezzano) e dei Monti Simbruini della Valle Roveto (da Capistrello a Civitella Roveto), settore di notevole interesse farmacobotanico.8 Sulle predette piante (Salvia officinalis var. angustifol, Adonis vernalis e Narcissus poeticus) sono in corso studi promossi da enti pubblici territoriali per la realizzazione di una filiera applicativa. Bibliografia 1. Guarrera, 2003- Piante medicinali e medicine alimentari. Un confronto fra tradizioni alpine ed appenniniche. In Museo e costumi Gente Trentina 16:157-176. 2. Guarrera, 2005- Traditional phytotherapy in Central Italy (Marche, Abruzzo and Latium). In Fitoterapia 76:1-25. Elsevier ed. 3. Manzi A:, 2001- Flora Popolare d’Abruzzo.pp.186. Ed.Carabba Lanciano 4. Tammaro 1984- Flora officinale d’Abruzzo. A cura della Giunta Regionale Abruzzo, settore sanità ed Igiene, Agricoltura e Foresta. pp.296. Fabiani ed.Pescara 5. D’Andrea 1982- Le piante officinali del Parco Nazionale d’Abruzzo.Riv.Abruzzese 35:155-176. 6. AA.VV., 1990- Atti del Convegno Internazionale sullo zafferano. L’Aquila 27-29 ottobre 1989. a cura dell’ Università di L'Aquila e dell’ Accademia Italiana della Cucina. 7. Negbi M:, 1999-Saffron Crocus( Crocus sativus L.). Elsevier ed. 8. Tammaro F. e Menghini L., 2004- Risorse farmacobotaniche della valle Roveto e potenziale filiera di applicazione(con carta della distribuzione delle principali specie officinali,liquoristico-cosmetiche e coloranti). A cura della Camera di Commercio di L’Aquila. pp.95 PL4 EFFETTO DEGLI ESTRATTI DI HYPERICUM PERFORATUM L. SUL CONSUMO DI ALCOOL IN RATTI MARCHIGIAN-SARDINIAN ALCOOLPREFERENTI M. Perfumi Dpt. Medicina Sperimentale e Sanità Pubblica – Università degli Studi di Camerino- 62032 Camerino (MC) [email protected] Quale esempio della validità e dell’incredibile potenzialità terapeutiche delle piante medicinali, purché rigorosamente studiate, viene presentato il lungo lavoro inteso a valutare l'effetto sull'assunzione di alcool indotto da Hypericum perforatum L., specie largamente utilizzata in passato nella medicina popolare con le indicazioni più diverse, a cui oggi, dopo un'intensa sperimentazione e numerosissimi studi clinici, viene attribuito un notevole e convalidato effetto antidepressivo. Diverse le considerazioni alla base dello studio: tra la depressione e l'alcolismo esiste una notevole comorbidità; entrambe le patologie possono essere sostenute da simili alterazioni nella regolazione di alcuni neurotrasmettitori centrali; sostanze ad azione antidepressiva riducono il consumo di alcool. Quindi l’effetto sull’assunzione di una soluzione alcolica al 10% di diversi estratti, ottenuti dalle sommità fiorite della pianta e forniti dalla ditta INDENA (Milano), è stato saggiato su ratti alcool-preferenti geneticamente selezionati, che rappresentano un modello animale molto predittivo per questo tipo di studi. I ratti utilizzati sono stati allevati e selezionati nel Dipartimento a partire da ratti alcool-preferenti del ceppo Sardinian, di cui mantengono tutte le caratteristiche consumatorie e per questo vengono denominati “marchigian-sardinian preferring” o msP rats.. I dati presentati dimostrano che gli estratti di iperico riducono marcatamente l’ assunzione di alcool sia dopo somministrazione acuta e cronica in condizioni di libera scelta tra acqua e soluzione alcolica al 10%, che in condizioni di autosomministrazione, condizione sperimentale in cui l’animale impara a premere una leva, quindi a compiere una lavoro, per ottenere l’alcool. L'effetto in tutte le diverse condizioni sperimentali è inoltre selettivo dal punto di vista comportamentale. Soprattutto non viene influenzato il consumo di cibo, che è spesso un effetto collaterale di diversi farmaci utilizzati nel controllo dell'alcolismo. Inoltre l'inibizione dell'assunzione non è dovuta ad una interferenza con il metabolismo dell'alcool e 1,2 quindi non si può parlare per la droga di un effetto “disulfiram” simile. Ulteriori significativi risultati3 mostrano un’azione sinergistica tra gli antagonisti oppioidi e l’iperico nell’indurre una ancor più pronunciata soppressione del consumo di alcool senza modificare altri aspetti comportamentali. Questo dato e quelli ottenuti in condizioni di autosomministrazione, indicano la capacità della droga di interferire con gli aspetti motivazionali implicati nell’assunzione di alcool.4 A conclusione viene indicata la necessità di studi clinici a conferma di quanto osservato nell’animale per potersi valere dell’iperico anche nel difficile trattamento dell’alcolismo. Bibliografia 1. Perfumi M, et al. Alcohol Alcohol 2001, 36, 199. 2. Rezvani et al., (2003) Pharmacol Biochem Behav 2003, 75, 593. 3. Perfumi, M. et al., Alcohol. Clin. Exp. Res., 2003, 27, 1554. 4. Perfumi M. et al., Alcohol Alcohol 2005, 40, 291. PL5 VALIDACION FARMACOLOGICA Y ESTUDIO FITOQUIMICO DE PLANTAS MEDICINALES DE USO POPULAR EN GUATEMALA A. Saravia Gómez et al. Depto. de Farmacología, Fisiología, Laboratorio de Productos Naturales –LIPRONAT- y Bioterio. Facultad de CCQQ y Farmacia. Universidad de San Carlos de Guatemala. [email protected] Guatemala es un país con una exuberante flora y fauna, y desde nuestros antepasados los mayas, llevamos una cultura sobre plantas medicinales, utilizadas desde esas épocas hasta el día de hoy. En el departamento de Farmacología y como parte de él, tenemos el laboratorio de productos naturales –LIPRONAT- y un Bioterio en el cuál aplicamos las mejores condiciones internacionales para el manejo, uso y cuidado de animales de laboratorio; hemos estudiado las plantas medicinales desde el año 1980 hasta el día de hoy experimentalmente, validando ese uso popular tradicional, que indica el pueblo guatemalteco. Para esto empleamos diferentes tests estandarizados en el mundo, los cuales son: test para el SNC: sedantes-hipnóticos: (placa agujereada, rota rod y chimenea, así como la potencialización del sueño), para la diuresis, los AINES, el estudio de plantas antiespasmódicas, e hipoglicemiantes1 Cuando las plantas medicinales han dado una actividad positiva a dosis internacionales empleadas (750 y 1000 mg/kg de peso corporal del animal en estos casos, ratas y ratones), trabajamos la toxicidad aguda, (DL50), y continuamos con la Fase II que es el estudio fitoquímico de la planta medicinal, haciendo extractos de la siguiente forma: hexánico, cloroformo, acetato de etilo, etanol y agua. A cada extracto obtenido, se le hace el estudio farmacológico correspondiente, en diferentes dosis (5, 10, 25, 50,100 y 200 mg/kg de peso corporal por animal empleado, rata o ratón) para comprobar en qué solvente está el mayor efecto farmacológico; de la respuesta que se obtenga, si es positivo el efecto, trabajamos nuevamente a los extractos con actividad terapéutica, la toxicidad aguda (DL50). A continuación se muestra un listado de las plantas medicinales que han dado resultados experimentales positivos: 1 2 3 4 5 6 7 AINES 12 Acalypha guatemalensis 13 Ageratum corimbosum 14 Arnica montana 15 Catopheria chiapensis 16 Cecropia peltata Cheonopodium 17 ambrosioides L Crescentia alatia 8 Gnaphalium straminium 9 Lepidium virginicum 10 Linun usitatissimum Moringa oleifera Lam. Petiveria alliaceae L. Punica grantum L. Piper auritum Plantago major Sambucus mexicana Sansiveria hyacinthoides 19 Solanum nigrescens 20 Tamarindus indica 21 Tridax procumbens 18 12 Matricaria courruntiana Verbena litorales HBK 23 Wiganda areas var. SEDANTES HIPNOTICOS 1 Crotalaria guatemalensis 5 11 Lippia alba 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 22 Passiflora edulis Tersntroemia 6 Erythrina berteroana tepezapote 7 Anetum graveolens Daucus carota 8 Valeriana prionophyla Achillea mille follium HIPOGLICEMIANTES 5 Zebrina pendula Prunas amygdalus Euphatorium 6 Rhoco spathacea Semialatum 7 Croton guatemalensis Biaxa orellana Terminalia catappa ANTIESPASMODICOS 41 Psidium guajava Agastache rugosa Rosmarinus Ageratum corumbosum 42 officinalis Angelica archangelica 43 Ruta chapelensis L. 44 Solanum nigrescens Annona muricata Tanacetum 45 Artemisa mexicana L. phartenium Taraxacum 46 Artemisia vulgaris officinale 47 Tecoma stands Buddelleia amaricana 48 Tegetes lucida Cariandrum atiyum Cecropia obtusifolia Chiranthodendron pentadactylon Chonopodium ambrosioides Chysantherum parthenuim Cinnamomum zeylanicum Citrus aurantifolia 49 Tegetes recta 50 Thymus vulgaris 51 Tridax procumbens 52 Verbena litorales HBK 53 Vernonia leicocarpa 54 Viola odorata 15 Citrus maxima 16 Cuminum cyminum L. 55 Zingiber officinale DIURETICOS 17 Datura candida 1 Achillea mille folium 18 Foeniculum vulgare L. 2 Amarathus hybricus L. 19 Gnhalium straminium 3 20 Gomphrena globosa L. Hybiscus rosa sinensis 21 L. Hyptis sinuata pohl. Ex. 22 Benth. Junglans 23 guatemalensis 4 Arthrostemma ciliatum Bixa Orellana 5 Buddellia amaricana 6 Chiranthodendron pentadactylon 7 Daucus carota 24 Linum usitatissimum 8 25 Lippia citrodora 9 26 Luffa operculata 10 27 28 29 30 31 32 11 12 13 14 15 16 Malva sylvestris L. Matricaria courruntiana Medicargo sativa Melissa officinalis Mentha pulegium Mentingia calabra C. 33 Nuerolena lobata 17 34 Ocimum basilicum 18 35 Ocimum basilicum L. 19 36 Origanum vulgare 20 37 38 39 40 21 22 23 24 Pelargonium V. Peumus boldus Phylodendron pertusus Pimpinalla anisum L. Equisetum gigamteum Eupatorium semialatum Guazuma ulmifolia Lam. Hibricus sabdariffa Lippia dulces Persea amareicana Ruta chapelensis Smilax lundellii Smilax regelli Spondias purpurea L. Stenotaphrum secendatum Tamarindus indica Taraxacum officinalis Tecoma Stans Teloxys grayeolens Zea maiz Zingiber officinalis Bibliografía: 1. Saravia A. Manual de ensayos toxicológicos y farmacológicos experimentales in vivo e in vitro. Ed. Univ. USAC. 2005 PL6 NUOVI METABOLITI BIOATTIVI DA FUNGHI ITALIANI G. Gilardoni, O. Malagòn, R. Negri, M. Clericuzio, P. Vita Finzi, G. Vidari* Dipartimento di Chimica Organica, Università di Pavia, Via Taramelli 10, 27100 Pavia *[email protected] Da anni vengono condotti nei nostri laboratori ricerche sui metaboliti secondari isolati da funghi superiori (Basidiomiceti); esse ci hanno portato all’isolamento di molti composti, di differente derivazione biogenetica, con insolite strutture molecolari e dotati di interessanti attività biologiche. In questa comunicazione verranno riportati i risultati ottenuti negli ultimi due anni dallo studio di specie fungine raccolte in boschi italiani: Russula mairei, Russula sanguinea, Lactarius ichoratus, Lactarius subdulcis, Lyophyllum transforme, Leucopaxillus amarus. Le strutture dei composti, ad esempio 1-3, sono state determinate prevalentemente con metodi spettroscopici. Verranno illustrati alcuni dati preliminari dell’attività biologica (antitumorale in vitro, di inibizione specifica dell’enzima topoisomerasi I, antifungina, antibatterica) dei composti isolati, così come i risultati di alcuni derivati sintetici 2-acil-ciclopentene-1,3-dioni, analoghi di alcuni metaboliti trichetonici del fungo Hygrophorus chrysodon. Verrà discusso inoltre un interessante sistema di deterrenza chimica, presente nei carpofori di Lattari e Russule, e basato su alcuni composti sesquiterpenici, che protegge i funghi contro parassiti e predatori. HO H H OAc O HO Me O H HO O H HO O O H O 1 2 HO H OH O OH Me H 3 PL7 BIODIVERSIDAD, ESTRUCTURAS Y ACTIVIDAD BIOLOGICA DE METABOLITOS NATURALES DE LATINOAMERICA J. A. Garbarino Depto. Quimica, Universidad T.F.Santa Maria-Casilla 110-V, Valparaíso [email protected] Las tres investigaciones que se presentan constituyen valiosos aportes de la rica biodiversidad del continente latinoamericano, en la innegable conjunción entre la investigación básica y aplicada, y su interrelación con el sector productivo. Los estudios de investigadores del NIH sobre la química y biología de los alcaloides aislados de pieles de ranas del Centro y Sudamérica se remontan al decenio de 1960. A partir de 1974, el estudio de trazas de alcaloides extraídos de la piel de ranas Epipedobates tricolor, cuyo habitat se encuentra en la zona limítrofe de Ecuador y Perú, presentaron una acción analgésica mayor que la morfina. Entre estos alcaloides se estableció la estructura, logró la síntesis y la comercialización de la Epibatidina. Una amplia variedad de serpientes, especialmente venenosas, se encuentran en zonas tropicales y subtropicales del planeta y se han constituídos en un amplio campo de estudios químicos y biológicos. En la presión sanguínea juegan un papel trascendente la angiotensina (hipertensor) y la bradicinina (hipotensor). Del veneno de Bathrops jararaca (“jararaca”), especie endémica del Brasil, se aisló el capotén, un péptido que reduce la presión arterial. Así, el veneno de la “jararaca” potencia la acción de la bradicinina y resulta el colapso circulatorio brusco y mortal cuando un ser resulta mordido. El fármaco Captopril® es fruto de las investigaciones realizadas por científicos brasileros y argentinos, y utilizado para afecciones de hipertensión y cardíacas. Recientes estudios realizados en el Centro de Biotecnología de nuestra Universidad sobre la biotransformación de hormonas vegetales, generó 6 nuevas estructuras químicas con actividad biológica, no reportadas anteriormente. Entre los compuestos producidos se encuentran derivados de hidroxilación, reducción, epimerización de uno de los centros quirales de la molécula original y compuestos generados por la introducción de cadenas alifáticas laterales. Síntesis química y análisis de RMN definen la estereoquímica de cada derivado. Ensayos de actividad revelan que 4 de los compuestos poseen una alta capacidad de inhibición del crecimiento de un hongo fitopatógeno a más bajas concentraciones que las observadas con la molécula original y con el control positivo de inhibición.. Esta investigación permitió establecer un método eficaz de biotransformación para la producción de nuevas moléculas con un incremento en sus propiedades bioactivas, dirigido principalmente a su aplicación en agroindustria. PL8 SOSTANZE PSICOATLIVE FORME RITUALI TRA LE POPOLAZIONI DELL’AMERICA LATINA G. Samorini direttore della rivista “Eleusis. Piante e composti psicoattivi” Museo civico di Rovereto [email protected] L’utilizzo di vegetali allucinogeni per facilitare l’induzione di modificazioni dello stato di coscienza e attraverso queste operare in un senso terapeutico su se medesimi e sugli altri individui, è stato e continua ad essere una pratica diffusa fra le popolazioni latinoamericane. Dalle velada mazateche del Messico centrale — rito di cura guidato da un curandero e supportato dall’assunzione di funghi allucinogeni — alle mesada delle Ande del Perù settentrionale - a base del cactus San Pedro — ai riti amazzonici con l’ayahuasca, questi interventi terapeutici sono profondamente inseriti nei sistemi di cura tradizionali e in diversi casi ne influiscono le basi teoriche mediante precise codifiche delle esperienze visionarie indotte dai vegetali psicoattivi. Di particolare interesse è la bevanda visionaria ayahuasca, considerata da diverse tribù amazzoniche una planta maestro, cioè una pianta in grado di “svelare” le proprietà alimentari, medicinali, tossiche o psicoattive delle altre piante della foresta, attraverso un procedimento e una lettura delle visioni indotte dalla bevanda da parte dello sciamano ayahuasquero. Oggigiorno questi riti si sono sincretizzati in maniera vivace e articolata con le religioni e in alcuni casi con le terapie occidentali. PL9 COMPOSICIÓN QUÍMICA DE PROPÓLEOS CUBANOS: DESARROLLO Y EVOLUCIÓN DE UN TEMA DE INVESTIGACIÓN. O. Cuesta Rubio,* A. L. Piccinelli, L. Rastrelli, F. De Simone. Instituto de Farmacia y Alimentos (IFAL), Universidad de La Habana, Ave. 23 No. 21425, Lisa, La Habana, Cuba. CP. 13600. *[email protected] Los estudios sobre la composición química de propóleos cubanos han permitido establecer diferencias con respecto a aquellos propóleos que se producen en zonas templadas. La presencia de benzofenonas preniladas e isoflavonoides distingue a los propóleos cubanos y les confiere un carácter particular. La aplicación de técnicas cromatográficas y espectroscópicas modernas ha permitido el aislamiento y caracterización estructural de 8 benzofenonas preniladas y 13 flavonoides por primera vez desde propóleos de zonas tropicales. El estudio estructural de estos compuestos ha permitido realizar evaluaciones biogenéticas, estereoquímicas, espectroscópicas e incluso botánicas que han favorecido el esclarecimiento de un conjunto de interrogantes sobre la química de los compuestos aislados desde propóleos. Sobre la base de los resultados obtenidos desde propóleos cubanos se realiza una valoración químico-estructural de los metabolitos aislados de propóleos y se presentan los resultados más novedosos y las perspectivas futuras del tema de investigación. PL10 STRUCTURED LIPIDS: SYNTHESIS AND APPLICATIONS. L. Cossignani,* P. Damiani Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Farmacia, Dip. Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti, Sez. Chimica Bromatologica *[email protected] Lipid modification enhances the role fats and oils play in food, nutrition, and health applications. Structured lipids are triacylglycerols that have been modified to change the fatty acid composition and/or their positional distribution in glycerol backbone by chemically and/or enzymatically catalyzed reactions and/or genetic engineering. Molecular structure of triacylglycerols influences their metabolic fate in organisms i.e. digestion and absorption as well as their physical characteristics. Although chemical interesterification catalyzed by metal alkoxides is simple and inexpensive, it is not capable of modifying specific positions due to the random nature of the reactions. Lipase catalyzed interesterification reactions offer the advantage of greater control over the positional distribution of fatty acids in the final product, due to lipase fatty acid selectivity and regiospecificity. Technology is evolving to create structured lipids with a selected fatty acid in the glycerol sn2- position. For instance, incorporating linoleic, arachidonic, or eicosapentaenoic acid at the sn-2- position is being evaluated for the specific objective of modulating serum cholesterol concentrations and essential fatty acid absorption. In this comunication a critical evaluation of the reaction schemes, side reactions and byproducts, sources of the substrate and acyl donors used in the structured lipids production will be presented. Some medical and nutraceutical applications of structured lipids, as infant formulas, products for enteral and parenteral nutrition and reduced calorie fats will be reported together with some functional structured lipids as plastic fats, cocoa butter alternatives and others. Moreover the suitable analytical methods, of great importance in order to monitor the reactions and to confirm the structure of the obtained products, will be discussed. PL11 MICROFLORA DE PARAMOS COLOMBIANOS, METABOLITOS PRODUCIDOS POR CEPAS NATIVAS DE HONGOS Y SU ACTIVIDAD BIOLÓGICA R. D. Torrenegra Pontificia Universidad Javeriana Bogotá, Colombia [email protected] RESUMEN Se ha identificado la microflora de hongos filamentosos originarios de los páramos de Guasca y El Tablazo, presentes en muestras del suelo y en las hojas de las plantas Espeletia barclayana y Espeletia killipii. Los hongos del fitoplano de dichas plantas se aislaron por las técnicas de implante y lavado; los del suelo por técnicas de dilución en placa, implante y lavado. Se aislaron cepas pertenecientes a los géneros Absidia, Acremonium, Alternaria, Aspergillus, Bartalinia, Circinella, Cladosporium, Cuninghamella, Curvularia, Emericella, Epicoccum, Fusarium, Geotrichum, Gliocadium, Metarhizium, Monilliella, Mortierella, Mucor, Nannizia, Paecilomyces, Penicillium, Phitomyces, Phoma, Rhizopus, Scopulariopsis, Stachybotris, Syncephalastrum, Trichoderma, Trichotecium, y un gran número de micelios estériles. Algunas cepas fueron clasificadas según su especie y otras no presentan características similares a las especies conocidas actualmente. Dentro de las especies aisladas, se consideraron típicas del ecosistema de páramo las pertenecientes a Fusarium, Penicillium y algunos mucorales, especialmente Mortierella sp., por ser las más predominantes en este estudio y de acuerdo con reportes anteriores. El ácido micofenólico, ácido fusárico, salicilato del ácido láctico, ácido tetrametil benzoico y un nuevo compuesto de estructura molecular desconocida han sido aislado de Penicillium verrucosum, Penicillium purpurógeno, Acremonium crotocinigenum, Penicillium chrysogenum respectivamente Este Trabajo se realizó con el apoyo financiero de la Universidad Javeriana y el Instituto colombiano para el Desarrollo de la Ciencia y la Tecnología “Francisco José de Caldas”, Colciencias; proyecto 1203-12-10104 QUIMICA DE ALGUNAS CEPAS ESTUDIADAS De los fermentados de las cepas seleccionadas se aislaron e identificaron con base a sus 1 13 datos de MS, RMN- H y C los compuestos mayoritarios: O H3C CH3 CH3 O O OH HO O O O H3C O OH CH3 H3C OH CH3 CH3 Acido micofenólico, Penicillium verrucosum OH ácido tetrametil rubrum benzoico, O H Penicillium O COOH O OH N ácidosalicil láctico,Penicillium purpurógeno O CH3 Acido fusárico, Acremonium chrysogenum OH O H3C CH3 O O O O Bikaverina, Acremonium chrysogenum PL12 quevedo COMUNICAZIONI ORALI OR1 ETNOCONOCIMIENTO DE LAS PLANTAS ODONTÁLGICAS USADAS EN EL ASENTAMIENTO TARUMÃ-MIRIM, AMAZONAS, BRASIL. J. M. S. Lima, M. F. Silva, C. C. S. Pinheiro, R. Corrêa Costa, C. V. Nunez* Coordenação de Pesquisas em Produtos Naturais – CPPN Instituto Nacional de Pesquisas da Amazônia – INPA Av. André Araújo, 2936, Aleixo, Manaus, AM CEP 69060-001 *[email protected] El uso de plantas en la odontología es poco relatado en la literatura, sin embargo hay relatos del uso de especies de la familia Piperaceae para fines odontológicos por la tribu indígena Urabá, en Colombia, donde los indios masticaban fragmentos de gallos para limpiar los dientes, destacando el aspecto saludable de su arcadia dentaria. Visando analizar informaciones sobre el etnoconocimiento a respecto de las plantas usadas como odontálgicas, fue realizado un levantamiento en el Asentamiento Tarumã-Mirim, cerca de Manaus (AM), Brasil. Para la obtención de las informaciones usamos como técnica de investigación la aplicación de un cuestionario respondido por los residentes más viejos cuanto al uso de plantas odontálgicas en las 11 comunidades visitadas, seguido de la colecta del material botánico, para posterior identificación. El asentamiento es formado por personas de varias regiones del Brasil, contribuyendo para la formación de un saber popular sui generis en respecto del uso de plantas medicinales que utilizan, sea de plantas propias del área así como de otras regiones del País, por eso la importancia del etnoconocimiento. Por otro lado percibimos que la principal contribución en las informaciones en respecto del uso de plantas odontálgicas, fue de las personas del interior de los Estados, donde prácticamente cada entrevistado usa una planta en su cotidiano. Las 49 especies encontradas pertenecen a 30 familias, las más citadas fueron: Anacardiaceae (16), Arecaceae (6), Asteraceae (9), Bignoniaceae (8), Euphorbiaceae (10), Lamiaceae (17), Piperaceae (11), Zingiberaceae (7). De estas, las especies más significativas debido a sus usos tradicionales, fueron: caju - Anacardium occidentale L. (Anacadiaceae), cibalena o anador - Marsypianthes sp. (Lamiaceae), coco - Cocos nucifera L. (Arecaceae), cuia - Crescentia cujete L. (Bignoniaceae), jambú - Spilanthes acmella (L.) Murray (Asteraceae), mangarataia - Zingiber officinale Roscoe (Zingiberaceae), piãobranco - Jatropha curcas L. (Euphorbiaceae) e taperebá Spondias lutea L. (Anacardiaceae). OR2 UNA RICETTA PER L’IMPERATORE TIBERIO. G. Romussi Dipartimento di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Alimentari, Università di Genova [email protected] Nelle Compositiones di Scribolnio Largo, una raccolta di ricette basate principalmente sulle conoscenze della fitoterapia del I sec. d. C. si legge una interessante preparazione per l’imperatore Tiberio, attribuita al medico Cassio. Si tratta di una colice cioè di formulazione farmaceutica utilizzata ad coli inflationem. La colice Cassi fu citata in precedenza nel De Medicina del famoso esperto nell’arte medica, Aulo Cornelio Celso, e venne poi ripresa, circa quattro secoli dopo, da Marcello medico empirico. Le formulazioni riportate dai tre autori sono sostanzialmente eguali, pur presentando alcune varianti, per quanto riguarda la composizione quali- e quantitativa, la tecnica farmaceutica, la posologia ed il modo di somministrazione. Dall’analisi dei singoli costituenti si può notare come nella maggior parte dei casi si tratta di droghe con attività carminativa (sedano, anice, castoreo, nardo, zafferano, prezzemolo), antispasmodica, analgesica (oppio, zafferano, mirra) e quindi particolarmente utili per la cura delle inflationes dolorose del colon. Alcune droghe, viceversa, possono essere considerate solamente eccipienti aromatizzanti (pepe). La modalità utilizzata nella preparazione risulta abbastanza coerente con la tecnica farmaceutica moderna ed egualmente valida è la metodologia della somministrazione. La formulazione della colice Cassii può considerarsi razionale ed efficace dal punto di vista della farmacognosia moderna e ciò spiega la fortuna e la trasmissione nell’antichità ed il suo utilizzo da parte della persona più importante dell’Impero romano e cioè l’imperatore stesso sofferente di colum (Plin. n. h. 26, 9). OR3 SÍNDROMES CULTURALES DE LA MEDICINA TRADICIONAL PERUANA M. F. Ibarguen CIMT [email protected] La Medicina Tradicional Peruana es considerada como una de las más ricas del mundo porque tiene diferentes raíces, es pluricultural, es plurilingüe y multiétnica. En este trabajo trataré de exponer sobre los síndromes culturales de la Medicina Tradicional Peruana, que vienen desde nuestros antepasados denominados como “el Susto, el Ojeo, el chucaqui, EL Tullupisco” que pertenecen a las culturas de los Andes Peruanos y otros síndromes como “El Tunchi” El Chullanchaqui” que pertenecen a la Selva Amazónica Peruana donde veremos las metodologías del diagnostico y del tratamientos de estas enfermedades. El susto. Es una afección de sintomatología diversa que se origina por una emoción, accidente o situación de terror que experimenta una persona y que se manifiesta como una afección real inmediatamente después de ocurridos los hechos o luego de transcurrido cierto tiempo. También se le reconoce con el nombre de mal de espanto “manchariska” tanto la concepción etiológica y patológica del susto así como los diversos procedimientos de diagnostico y terapéuticas, varían en las diversas regiones del Perú. La concepción fundamental de esta enfermedad consiste en que “se ha producido el robo del alma, la separación del alma del cuerpo” causado por fenómenos de la naturaleza, como también por una fuerte emoción o espanto por lo tanto la persona estará enferma hasta que se le devuelva el alma al cuerpo; el tratamiento tradicional consiste en la frotación del cuy al cuerpo del enfermo como veremos. El Ojeo Es otro síndrome cultural de los Andes del Perú que afecta generalmente a los niños y también a los animales y plantas, tiene carácter universal. El síndrome se origina cuando un niño ha sido mirado por un adulto que tenga mirada “fuerte” puede ocurrir sin mala intención; el ojeo se caracteriza por fiebre ligera, náuseas, vómitos, diarreas, perdida de apetito, intranquilidad, llanto frecuente. El Diagnostico: se hace con la soba con huevo y el tratamiento también haciendo la limpia, haciendo santiguar al niño y como prevención se usa hilos de color rojo en la muñeca del niño. OR4 PROYECTO DE INVESTIGACIÓN SOBRE PLANTAS CON POSIBLE UTILIDAD PARA PREVENIR ENFERMEDADES VASCULARES: COLABORACIÓN ITALOLATINOAMERICANA M. García Mesa Instituto de Angiología y Cirugía Vascular, Ciudad de la Habana, Cuba [email protected] Las enfermedades aterotrombóticas y la insuficiencia venosa crónica constituyen problemas de salud a nivel mundial por sus secuelas de muerte, discapacidad y deterioro de la calidad de vida de quienes las padecen. Los fármacos antiagregantes plaquetarios se utilizan para la prevención de eventos aterotrombóticos (infarto del miocardio, infarto cerebral, trombosis arterial de miembros inferiores), mientras los flebotónicos se emplean en el tratamiento de la insuficiencia venosa crónica. Las opciones terapéuticas disponibles no satisfacen todas las expectativas, en algunos casos por sus efectos indeseables y en otros por sus elevados precios. Algunas plantas que suelen ser utilizadas para preparar infusiones, así como frutas , vegetales y condimentos, poseen principios activos con propiedades antiagregantes plaquetarios, flebotónicos y otros. Esto sugiere la conveniencia de investigar los extractos de estas plantas desde los puntos de vista químico, farmacológico y toxicológico . Esto requiere de un enfoque multidisciplinario que aproveche la experiencia de diversos especialistas en el empleo de técnicas de Análisis químico, Farmacología y Toxicología. A partir de lo antes expuesto hemos elaborado una estrategia, que mostraremos para la investigación de extractos de plantas de interés con la participación de especialistas de la Escuela de Farmacia de la Universidad de Salerno, Italia, encargados del Análisis químico y del Instituto Nacional de Angiología y Cirugía Vascular de Cuba, encargados de la evaluación farmacológica y toxicológica. Esta colaboración ha comenzado a dar sus frutos en los resultados obtenidos hasta el momento en la evaluación farmacológica de un extracto de Wendita calysina producido en Departamento de Ciencias Farmacéuticas, Universidad de Salerno, Italia y en la caracterización química y farmacológica de extractos de Citrus aurantium Ch. elaborados en el Instituto Nacional de Angiología. La integración de otros grupos de investigadores Latinoamericanos e Italianos ampliaría el espectro de resultados en este campo, los cuales pueden tener un impacto importante en el conocimiento de la utilidad de nuestras plantas para reducir la prevalencia de enfermedades vasculares en nuestros países. OR5 INDAGINI FITOCHIMICHE SU VERBASCUM SPP. DA POPOLAMENTI SPONTANEI ABRUZZESI L. Menghini,1* F. Epifano,1 F. Tammaro,2 B. Tirillini,3 C. Campestre.1 1 2 Dipartimento di Scienze del Farmaco, Via dei Vestini 31, 66013 Chieti Scalo (CH), Italia Dipartimento di Architettura e Urbanistica, Piazzale Ernesto Pontieri 2, 67040 Monteluco di Roio (AQ), Italia 3Istituto di Botanica, Via Bramante 28, 61029 Urbino *[email protected] Il territorio abruzzese presenta, per le sue caratteristiche geografiche e orografiche, un numero elevato di areali ecologici che ne fanno un territorio unico per la ricchezza del patrimonio floristico. Negli ultimi anni è stato avviato un progetto di rivalutazione e recupero della flora officinale spontanea e, nell’ambito di questo progetto, sono stati intrapresi approfondimenti fitochimici su specie del genere Verbascum. In primo luogo sono stati presi in considerazione V. thapsus, già noto alla medicina popolare con il nome di “tasso barbasso” e V. mallophorum, specie a distribuzione ristretta all’area appenninica dell’Italia centro-meridionale. Il genere Verbascum si caratterizza per l’abbondante presenza di 1 derivati glicosidati dell’acido caffeico come il verbascoside (1), e mucillagini che ne OH giustificano l’uso nella tradizione etnobotanica HO Abruzzese come anti-infiammatori e lenitivi.2 O Lo studio consiste in un confronto fitochimico tra diverse specie, raccolte in diverse stazioni spontanee OH OH CH3 nei diversi momenti fenologici, finalizzato ad O OH HO O evidenziare differenze fitochimiche tra le specie, chiarire le dinamiche di produzione ed accumulo dei O O HO H OH OH principi a struttura polifenolica e verificare l’effetto delle diverse condizioni ambientali sul metabolismo 1 secondario. Il materiale vegetale essiccato è stato estratto, per macerazione, con metanolo, ed analizzato mediante HPLC in scala analitica e semi-preparativa su colonna a fase inversa C18. Nelle analisi cromatografiche è stato utilizzato un rivelatore a matrice di diodi utilizzando come riferimento i profili cromatografici a =340 nm, per isolare e quantificare il verbascoside (1) e gli altri derivati dell’acido caffeico. Il contenuto di questo tipo di metaboliti secondari si è dimostrato elevato in entrambe le specie di Verbascum. Il verbascoside è stato isolato con un ottimo grado di purezza dopo cromatografia semi-preparativa ed identificato mediante spettroscopia NMR per confronto con i dati presenti in letteratura.3 (1) e gli altri derivati dell’acido caffeico sono stati testati quali agenti antimicrobici ed anti-ossidanti. Bibliografia 1. Turker, A.U.; Gurel, E. Phytotherapy Res. 2006, 19, 733. 2. Manzi, A. in Piante sacre e magiche in Abruzzo, Casa Editrice Rocco Carabba, Lanciano (CH), 2003, p.63. 3. Warashina, T.; Miyase, T.; Ueno, A. Phytochemistry 1992, 31, 961. OR6 EFECTO DE LA INFUSIÓN DEL PERICARPIO DE NARANJA (CITRUS SINENSIS L. OSBECK), EN LA DENSIDAD OSEA Y PARÁMETROS BIOQUÍMICOS DE MUJERES PRODUCTIVAS CON DIABETES MIELLITUS TIPO II. M. T. Alvarez Ramírez Univ. Michoacana de San Nicolás de Hidalgo (Fac. de Biología) [email protected] América latina presenta una incidencia considerable de la diabetes, la más predominante es la tipo II, causada por hábitos alimenticios inadecuados, por lo que la insulina se vuelve menos eficaz para la captación de glucosa por los tejidos, desencadenando una morbilidad metabólica en la persona. Los flavonoides son metabolitos presentes en los cítricos y se conoce que pueden contribuir en la regulación de este proceso. El objetivo de este trabajo fue valorar los efectos de la infusión del epicarpio de Citrus sinensis (L.) Osbeck, en mujeres productivas con diabetes tipo II, en su densidad ósea y parámetros bioquímicos. Se formaron tres grupos de 35 personas: grupo 1, sin diabetes y sin osteopenia; grupo 2, sin diabetes con osteopenia; y grupo 3, con diabetes y con osteopenia. Cada tres meses se determinaron los parámetros: la densidad ósea por ultrasonido; la glucosa, acido úrico, urea y creatinina por espectrocolorimetría. Los resultados mostraron efectos de la infusión en una mejora en su densidad en los tres grupos (P<0.05), los grupos dos y tres recuperaron sus valores de densidad (T= 0.1a1.5 y Z = 0) y el grupo tres presentó recuperación más lenta. Los parámetros bioquímicos se mantuvieron en los rangos normales en el grupo 1 y el grupo 2, en el grupos 3 los valores de glucosa al inicio fueron de 150-260 mg/dl, al final de los tratamientos decreció hasta 90-120 mg/dl. Los valores de las otras variables se estabilizaron. Se concluye que los flavonoides presentes en la infusión de naranja, posiblemente son los responsables de esta respuesta en la densidad ósea y parámetros bioquímicos, que contribuyó en la regulación de absorción de nutrimentos, agua, minerales y glucosa en el intestino. OR7 ESTUDIOS ANTIMICROBIANOS EN FRACCIONES VEGETALES (FV) OBTENIDAS DE TERMINALIA AUSTRALIS CAMB. (COMBRETACEAE). T. Di Bernardi,1* M. Demo,2 P. Cordero Gabrielli,2 N. Gallucci,2 M. Traut,1 L. Sabini,2 L.B. 1 Blanch. 1 2 Facultad de Ciencias Exactas, Universidad Nacional de La Plata, Argentina. Facultad de Ciencias Exactas y Naturales, Universidad Nacional de Rio Cuarto, Argentina. *[email protected] El género Terminalia ha recuperado denotado interés por su variada actividad biológica. Las diferentes especies en estudio se extienden a través de distintos continentes. El interés radica en especies como T. macroptera, T. chebula, T. catappa, T. arjuna, T. ferdinandina, T. triflora, etc. Continuando con la búsqueda de antimicrobianos, provenientes de Termimalia australis Camb., un árbol que crece desde el sur de Brasil, noreste Argentino hasta provincia de Buenos Aires y Uruguay; se evaluaron distintas FV obtenidas de HPLC, teniendo como antecedente la acción antibacteriana y antimicótica en trabajos preliminares. Se utilizaron partes aéreas de la especie Terminalia australis Camb., recolectada en La Plata, Buenos Aires, Argentina. Las FV (5% del material inicial) se obtuvieron por HPLC y se conservaron a -20°C hasta su uso. En este estudio se evaluaron las FV 3, 14 y 47, de las 54 fracciones obtenidas. Cada FV fue realizada por HPLC, 1H NMR y 13C NMR. Se evaluó la actividad antimicrobiana de las FV sobre las cepas bacterianas, como también se hicieron Ensayos de actividad antimicrobiana, determinación de la Concentración Inhibitoria Mínima (CIM), Concentración Bactericida Mínima (CBM) y Fungicida Mínima (CFM) de los fracciones vegetales activas. Conclusiones En relación a una de las FV se indica que ejerció acción antifúngica importante sobre Candida albicans aislada de una paciente con antecedentes de vulvovaginitis a repetición y con una historia clínica de tratamientos antimicrobianos previos reiterados. Los halos de inhibición del desarrollo fúngico fueron similares en promedio (13 mm de diametro) a los ejercidos por el antifungico de referencia, Anfotericina B, (16 mm) incluido como testigo positivo del ensayo, El resultado es promisorio si se consideran los antecedentes clínicos de la paciente ya que indicarían la posible aplicación de esta FV como alternativa terapéutica en casos de infección fúngica reiterada y resistente a los antimicrobianos convencionales aplicados. Por todo lo explicado, se deduce que la Terminalia australis Camb. convalida su potencial etnobotánico al demostrarse que una de sus FV ejerce in vitro acción antifúngica evidente aun muy diluida. Estos ensayos previos sugieren profundizar el estudio de la especie vegetal evaluando su potencial citotóxico sobre células eucariotas para definir índice terapéutico, excluir el riego toxico celular y definir su aplicabilidad como Fitofármaco. Se corrobora una vez más que en muchos fármacos provenientes de Plantas, la acción más evidente la ejerce todo el extracto. Referencias J. Muñoz, P. Ross, P. Cracco, Flora Indigena del Uruguay, 1993, Ed. Hemiferio Azul. M. Toursarkissian, Plantas Medicinales de la Argentina, 1980, Ed. Hemisferio Sur S.A., 24. C. Jürgen, V. Bernhard, I. Klaiber, G. Roos, U. Walter, W. Kraus Phytochemistry 1998, 48, 647. S. Lee, Pharmaceutical Society of Korea 1995g, 18, 118. N.N. Rege, U.M. Thatte Phytother Res, 1999, 13, 275. C.C Lin, Y. Hsu, F. Taiwan J Pharm pharmacol, 1998, 50,789. H.P. Shaila, S. Udupa Internat.J. Pharmacog 1997, 35, 126. R. Perumal Samy, S.J. Ignacimuthu Ethnoph., 1998, 62, 173. E. Canton Lacasa, E. Martín Mazuelos, Rev. Iberoamericana de Micología 2001, 15 15.115.13. www.guia.reviberoammicol.com. H.L. De Pooter, E. A. Aboutabl, O. A. El-Shabrawy, Flavour and fragrance Journal. 1995, 10, 63. C.M. Mann, J.L.Markham Journal Applied Microbiology 1997, 84, 538. M.G. Escalante, S. Carpano Rev. Farmacéutica1997, 10, 109. OR8 ESPECTRO ANTIAGREGANTE PLAQUETARIO “IN VITRO” DE UN EXTRACTO DE WENDITA CALYSINA (VERBACH) EN PLASMA HUMANO M. García Mesa,1* M. A. Alfonso Valiente,1 A. L. Piccinelli,2 F. De Simone,2 L. Rastrelli.2 1 2 Instituto de Angiología y Cirugía Vascular, Ciudad de la Habana, Cuba Departamento de Ciencias Farmacéuticas, Universidad de Salerno, Italia. *[email protected] ANTECEDENTES: El extracto hidrosoluble de Wendita calysina (Verbach) posee acción antioxidante “in vitro”. Diferentes reacciones oxidativas están implicadas en los mecanismos de activación y agregación plaquetaria. El objetivo de este trabajo fue evaluar el efecto “in vitro” del Verbach sobre la agregación plaquetaria inducida en el plasma humano por diferentes estímulos. MÉTODOS: La agregación plaquetaria fue evaluada en plasmas ricos en plaquetas (PRP) preparados a partir de muestras de sangre de sujetos voluntarios sanos. El adenosin difosfato (ADP) y el colágeno fueron utilizados como estímulos. El efecto antiagregante del extracto se evaluó mediante su adición al PRP para obtener concentraciones de 0,33; 0,66 y 1,32 mg/mL de en el medio de incubación. La agregación plaquetaria fue inducida mediante la adición de ADP, colágeno, epinefrina o ácido araquidónico al PRP después de dos minutos de incubación con el extracto. RESULTADOS: El extracto inhibió significativamente la agregación inducida `por ADP y por epinefrina y no la inducida por colágeno o ácido araquidónico, lo que sugiere que no influye sobre el metabolismo del ácido araquidónico en las plaquetas. CONCLUSIÒN: El Verbach influye “in vitro” sobre la agregación plaquetaria en plasma humano de manera diferencial en dependencia del estímulo. OR9 EVALUACION DE LA ACTIVIDAD ANTITUMORAL “IN VITRO” DE EXTRACTOS DE PLANTAS NATIVAS DE LA REGION CENTRAL DE ARGENTINA. G. Bongiovanni, M. Goleniowski* Agencia Córdoba Ciencia, Unidad CEPROCOR. Arenales 230, B. Juniors, (CP X5004 AAP) Córdoba Argentina. *[email protected] Muchos pacientes de cáncer reciben durante el curso de su enfermedad agentes quimioterapeúticos, tratamiento basado en el potencial de destrucción de las células por interrupción del crecimiento. Dentro de este grupo de compuesto las plantas han sido utilizadas ampliamente en el tratamiento de estas enfermedades malignas. Muchas de las drogas fueron extraídas de plantas. Cabe citar como ejemplo el uso de vinblastina, vincristina, podofilotoxina, taxol. Este último es un potente anticancerígeno extraído de la especie Taxus, constituyendo el agente antineoplásico más empleado en la actualidad. Estas drogas que actualmente forman parte de productos de la farmacopea internacional surgieron de screening realizados por el Instituto Nacional de Cáncer (USA) y diversos laboratorios farmacéuticos, entre ellos .los laboratorios Lilly y Bristol-Mayers Squibb Las plantas medicinales de la región central de Argentina usadas en la medicina domestica fueron estudiadas mediante un test “in vitro” que permitió seleccionar rápidamente los extractos que inhibían la proliferación de células tumorales. Se utilizaron las siguientes especies: Aspidosperma quebracho-blanco, Mandevilla laxa, Mandevilla pentladiana (Apocynaceae); Aristolochia stuckertii Speg (Aristolochiaceae); Eupatorium buniifolium Hook. & Arn. var. buniifolium, Baccharis , Gaillardia megapotamica (Spreng.) Baker var. megapotamica, Thelesperma megapotamicum (Spreng.) Kuntze, Zexmenia bupthalmiflora, Hetheroteca latifolia (Asteraceae); Acalypha cordobensis, Sebastiania commersoniana (Baill.) L.B. Sm. & Downs (Euphorbiaceae); Oxalis erythrorhiza Gillies ex Hook. & Arn (Oxalidaceae); Lantana grisebachii (Verbenaceae); Larrea nítida, Larrea divaricata (Zygophyllaceae); Monnina dictyocarpa Griseb (Polygalaceae). Se prepararon extractos en etanol, éter de petróleo o diclorometano y se realizaron un test in vitro de viabilidad con células proveniente de cáncer de mama humana. Los extractos de T. megapotamicum, O. erythrorhiza, L. divaricata mostraron mayor actividad inhibitoria. De las especiesestudiadas, sólo Aspidosperma quebracho-blanco y Larrea divaricata fueron previamente estudiadas como antitumorales. OR10 ANTIOXIDANT ACTIVITY OF AGARICUS BLAZEI A.S. Fernandes,* W. Buffa-Filho, R.A. Hakime-Silva, J.C.R. Vellosa, M. Furlan, I.L. Brunetti, O.M.M.F. Oliveira.** Instituto de Química – UNESP *[email protected]; **[email protected] In aerobic living organisms, physiologic processes produce reactive oxygen species (ROS) as by-products or to fight against microorganisms. This species have being studied, whereas promotes DNA mutation, aging process and several pathologies. Antioxidants in diets are protector agent to the human body in removal of free radicals. Thus, that work had for objective the organic partition and validation of the mushroom extracts as antioxidant products. It was made ethanolic extraction of the Agaricus blazei Murril. The ethanolic extract was submitted to liquid-liquid partition, resulting in more three fractions: hexanic, ethil acetate and hydroalchoolic. HPLC-DAD analyses showed seven picks of metabolics, these picks were present in all the fractions, except hexanic that didn't show picks. HPLC-ECD showed the presence of four picks with promising electroactivity in all fractions. The evaluated fractions showed antioxidant activity similar to the patterns (trolox and uric acid) in removal of ABTS radical and DPPH radical, except for the hexanic fraction. In the TNB/HOCl system, the samples presented small activity (it wasn’t possible to determine IC50), and your activities were very inferior to the patterns. In the TNB/H2O2 system, the samples didn’t presented activity to kidnap H2O2. In the superoxide system, the samples weren’t able to promote the kidnapping of the radical O2·, in this system prooxidizer activity was observed. Supported by: Capes and Fapesp/Biota OR11 ACTIVIDAD HIPOGLICEMIANTE Y ANTIHIPERGLICEMIANTE AGUDA DEL EXTRACTO ACUOSO DE LA RAÍZ DE RUELLIA TUBEROSA L. EN RATAS. C. Ciangherotti,1* J. Guerrero,2 A. Usubillaga,3 J. Cegarra,4 R. Mata,2 A. Stern.1 1 Laboratorio de Neuropéptidos, Facultad de Farmacia, Universidad Central de Venezuela, 2 Caracas, Venezuela. Departamento de Farmacia, Facultad de Química, Universidad Nacional Autónoma de México, Ciudad de México, México. 3Instituto de Investigaciones, 4 Facultad de Farmacia, Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela. Herbario (MER), Facultad de Ciencias Forestales y Ambientales, Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela. * [email protected] La Ruellia tuberosa L (ACANTHACEAE) es conocida en Venezuela como Escopetera o Yuquilla. Esta especie es utilizada popularmente para el tratamiento de la diabetes (decocción de la raíz) en algunas zonas del occidente del país. Con el propósito de evaluar el potencial antidiabético del extracto acuoso de la R. tuberosa L. fueron realizados dos ensayos in vivo utilizando ratas Wistar. Para estudiar la actividad hipoglicemiante fueron utilizados 6 grupos de 6 animales cada uno (n=6) con el siguiente esquema de tratamientos: Extracto 10, 30, 100 y 300 mg/kg; Glibenclamida (hipoglicemiante de referencia) y vehículo (control). Los animales fueron sometidos a ayuno 12 horas previas al experimento, los niveles de glicemia fueron medidos (método de la glucosa oxidasa) al inicio, a las 1,5; 3; 5; 7 y 9 horas post-administración de los tratamientos. A otros 6 grupos (n=6) le fue inducida diabetes por inyección intraperitoneal de 70 mg/kg de Estreptozotocina 5 días previos al experimento, luego se procedió de la misma manera que en le ensayo de actividad hipoglicemiante. El extracto mostró actividad hipoglicemiante, principalmente a la dosis de 300 mg/kg con porcentajes de variación de la glicemia de -22,32 ± 2,21; -31,07 ± 2,37; 36,60 ± 2,95 y -35,49 ± 3,36 % a las 3, 5, 7 y 9 horas respectivamente. Asimismo, todas las dosis ensayadas presentaron actividad antihiperglicemiante en ratas con diabetes inducida con estreptozotocina, con porcentajes de variación de la glicemia alrededor del -35 %. La R tuberosa L. mostró una respuesta antihiperglicemiante parecida a la Glibenclamida, así como también un efecto hipoglicemiante similar a la dosis de 300 mg/kg, lo cual es un aporte para la validación de esta especie para su uso tradicional. OR12 EFECTO DE EXTRACTOS DE CHAYOTE SOBRE SUERO HUMANO CON CONTROL CONOCIDO DE COLESTEROL TOTAL Y TRIGLICERIDOS. M. Barrios Chica,* F. Barboza González Escuela de Química Abdenago Brenes Hine, Orlando Varela Escuela de Ciencias Agrarias Universidad Nacional de Costa Rica *[email protected] Motivado por el origen mesoamericano del chayote (Sechium edule) y por su importancia socioeconómica para Costa Rica, se ha venido trabajando por varios años en la conservación y caracterización de los recursos genéticos de este cultivo. Como producto de este estudio se ha podido obtener una colección de germoplasma con materiales procedentes de toda Costa Rica. Estos recursos se han venido estudiando con el objeto de encontrar los tipos promisorios que nos proporcionen metabolitos importantes para el mejoramiento de la salud humana, y para la formación y empleo de clones valiosos por los contenidos de sustancias que puedan albergar en su interior. El presente artículo tiene como finalidad mostrar una parte del estudio que se está llevando a cabo, al dar a conocer los resultados obtenidos en el análisis bioquímico de veinte clones de Sechium edule que servirá de base para proceder con la determinación química de sus metabolitos, la micropropagación de los clones promisorios, la caracterización mediante descriptores morfológicos, agronómicos y moleculares, con el objeto de conceptuar esta hortaliza como un alimento funcional o nutracéutico. El estudio bioquímico nos revela la capacidad que tienen algunos clones de interactuar con suero humano con control conocido de colesterol total y triglicéridos, y obtener resultados que nos llevan a observar resultados de interés en la disminución de los lípidos presentes en el suero. Este estudio nos entrega un primer acercamiento de la acción de los metabolitos sobre dos tipos de compuestos que se manifiestan como factores de riesgo para nuestra salud. Utilizando el equipo Vitros DT60II (química seca) semi automatizado, cuyos resultados se obtienen directamente en concentraciones (mg/dl), se pudieron evaluar las veinte muestras correspondientes a diferentes tipos de clones de Sechium edule, cuyos resultados se presentan en la tabla adjunta. En esta tabla se presentan lecturas por triplicado de dos tipos de suero control para el colesterol y triglicéridos, y el promedio de dichas lecturas para ser comparadas con los resultados obtenidos después de haber reaccionados los metabolitos de los diferentes clones con dicho suero. #3 promedio 240 252 330 340 242 237 252 329 238 248 333 239 125 119.3 137.6 115.1 146.3 139.1 132.6 118.2 123 113.5 133.6 119.1 150.2 129.8 129.7 120.2 85 83.6 197.2 99.5 116.8 355.3 451 118.3 80 85.6 199 95.4 113.3 347.4 446.1 114 85 84.8 198.1 98.3 115.7 351.9 448.7 112.5 136 130 124 130.8 120.6 118.9 133.6 126.2 121.8 118 99.3 218 116 93 221 114.0 90.8 216.8 126.3 125 122.5 124.6 170 173 169.6 792 123 121 124.7 122.9 165 168 166.6 806 125 123.1 126.9 125.1 146 137 144.1 834 835 758 771 119.5 120 118 121 122.3 12.5 123 117 118.8 116.6 121 119 120.2 119.7 121 119 90 85 200 100 117 353 449 105. 2 108 86.4 211. 5 165. 8 166. 5 149. 3 149 184 85 160 141.7 187 98 175 152.7 177 92 170 147.8 182.6 90 172 241 239 243 241 235 228 215 239 225 210 231 216 202 31/11/2005 Controles 643 760 762 765 769 774 776 128 109.3 130.2 130 163 139 135 122 116 112 133 112.2 141.3 11.3 121.5 120.4 779 781 787 134 128 122.5 788 #2 #1 235 223 209 promedio 159 #3 156 #2 159 162 #1 TRIGLICÉ RIDO mg/dl COLESTE ROL TOTAL mg/dl Suero control Suero control Nº Estractos de chayote 25/11/2005 787 792 806 OR13 ESTUDIO DERMOTOXICO DEL EXTRACTO DEL PERICARPIO DE LA PUNICA GRANATUM EN RATONES. (DERMOTOXIC STUDY OF THE PERICARP EXTRACT FROM PUNICA GRANATUM IN MICE) G. Méndez de Corao,1* M. Garcia,2 M. Rondon,2 J. A. Cova.2 1 Laboratorio de cultivos celulares. Facultad de Farmacia. 2 Instituto de Inmunología Clínica. ULA * [email protected] Al fruto del granado (Punica granatum L.) de la familia Punicáceas, se le atribuyen efectos tales como antimicrobiano, antioxidante y antiviral, con especial acción sobre el herpes virus. A pesar de esta extensa información terapéutica, son pocos los estudios que han evaluado la toxicidad de este fruto y el conocimiento de este aspecto, es de gran importancia previo a su uso masivo en humanos. El objetivo de este estudio, de tipo experimental, fue evaluar el grado de modificaciones tisulares, en la piel de ratones que recibieron la administración tópica del extracto del pericarpio de la Punica granatum (PRE) solo o en combinación con sulfato ferroso (SF), usado para la reacción de Fenton (potenciadora del efecto del compuesto). Se incluyeron en el estudio 12 ratones, formando 4 grupos (3 ratones por cada grupo). Se rasuró el dorso del animal, los grupos recibieron una aplicación diaria (2 gotas) de: solución fisiológica (Grupo control), solución PRE (Grupo PRE), solución de PRE y SF (Grupo PRE+SF) y solución de SF (Grupo SF), durante 3 días. Transcurridos 24 horas y 8 días de la aplicación, se les realizó una biopsia de piel, fijadas con formol tamponado en bloques de parafina y coloreados con Hematoxilina-Eosina. Los resultados fueron: Parámetros (dia 1 y 8) Control PRE Edema Infiltrado celular Tumefacción Hemorragia Necrosis ausente, + leve, ++ moderado, +++ severo - PRE+SF ++ ++ + - SF + - - Los efectos adversos se presentaron en el grupo PRE+SF, pero fueron leves y temporales, ya que a los 8 días desaparecieron. OR14 EFECTO DE LA COMBINACIÓN DE INFUSIONES DEL PERICARPIO DE NARANJA (CITRUS SINENSIS L. OSBECK) Y DE HOJAS DE LIMA (CITRUS LIMETTA RISSO) EN LA PRESIÓN SANGUINEA Y DENSIDAD OSEA, EN MUJERES HIPERTENSAS DE LA REGIÓN DEL BALSAS, MEXICO. M. T. Alvarez Ramírez,* R. Salgado-Garciglia.** Univ. Michoacana de San Nicolás de Hidalgo (Fac. de Biología) *[email protected]; ** [email protected] La incidencia de hipertensión en mujeres, en la región del Balsas, México, es del 45% y es causada por dislipidemias tipo IV y V, debido a incorrectos hábitos de vida incorrectos, que desencadenan una morbilidad vascular considerable en mujeres productivas. Los bioflavonoides de cítricos son potencialmente efectivos contra este tipo de enfermedades. El objetivo de este trabajo fue valorar los efectos de la combinación de la infusión del epicarpio de Citrus sinensis (L.) Osbck y de las hojas de C. limetta Risso, en personas hipertensas, determinando la presión sanguínea, densidad ósea, colesterol y triglicéridos. Se formaron tres grupos de 52 personas: grupo 1, normotensa y sin osteoporosis; grupo 2, normotensas con osteoporosis; y grupo tres, hipertensas con osteoporosis. Cada tres meses se determinaron los parámetros a evaluar: la densidad ósea por ultrasonido, presión sanguínea con 3 baumanómetros, colesterol y triglicéridos por espectrocolorimetría. Los resultados mostraron una mejoría en los 3 grupos en su densidad ósea (P<0.01). Los grupos 2 y 3 recuperaron sus valores de densidad, (T= 0, Z = 0), hasta la séptima determinación en un 75%. La hipertensión disminuyó lentamente con el tiempo de 160/140 mmHg a 120/90 mmHg, también el colesterol total, LDH, triglicéridos, pero HDL aumentó, que indica una respuesta sostenida positiva. Se concluye que los flavonoides presentes en la infusión en combinación de estos dos cítricos contribuyeron a mejorar la presión sanguínea, densidad ósea y colesterol, posiblemente por la regulación vascular, en la fluidez de la circulación, así como distribución de los nutrimentos, agua y minerales. Se observó que el efecto es un proceso lento pero se mantiene la respuesta con perseverancia. OR15 ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA DE LOS EXTRACTOS ETANÓLICOS DE AZADIRACHTA INDICA A. JUSS Y ELABORACIÓN DE UNA CREMA ANTISÉPTICA CONTRA EL ACNÉ M. Gualtieri,1* M. C. González,2 K. Contreras,2 M. Noguera,2 E. Uzcátegui,2 J. Carmona,1 S. 1 1 1 Villasmil, C. Villalta, M. Alarcón. 1 Laboratorio de Investigación de Medicamentos Orgánicos, Departamento de Farmacognosia y Medicamentos Orgánicos. Facultad de Farmacia y Bionálisis. Universidad de Los Andes. Mérida 5101-A. Venezuela. 2 U.E. Colegio La Presentación. Mérida, Venezuela. *[email protected] El acné es una de las enfermedades de la piel más comunes, observada principalmente en adolescentes. Generalmente los dermatólogos recomiendan cremas, geles o lociones, todos con principios activos sintéticos que pueden provocar algunos efectos secundarios, además de que en algunos casos resultan poco accesibles para toda la población. Debido a la gran problemática que se presenta por los altos costos del tratamiento para esta patología, en los últimos años se han tratado de buscar nuevas alternativas terapéuticas a base de productos naturales que demuestren alta efectividad equivales a los patentados comerciales.1 Los numerosos reportes de la actividad antimicrobiana, antiviral,1 actividad 3 4 5 insecticida, actividad moluscicida, actividad contra el parasito de la malaria, inhibición del 6 virus del dengue, nos permitieron evaluar la actividad antibacteriana de los extractos etanólicos de las hojas de Azadirachta indica A. Juss (Neem), y elaborar una crema antiséptica que permita combatir el acné juvenil. La especie vegetal fue recolectada en Carora, estado Lara, Venezuela, la cual fue identificada botánicamente por el Ingº Forestal Juan Carmona del Herbario MERF de la Facultad de Farmacia, Universidad de Los Andes. Las partes aéreas de la especie Azadirachta indica A. Juss, fue secada, molida y sometida a extracción con etanol de 98% en un equipo de Soxhlet a 65°C durante 4 horas. Seguidamente se filtró y el extracto se llevó a un rotaevapor a 50°C al vacio hasta sequedad, con un rendimiento de 5.79%. Para la preparación de los distintas diluciones se procedió a preparar un patrón en una concentración 1:1, y diluciones (1:10 y 1:100). La evaluación de la actividad antibacteriana se realizó por el Método de Difusión del Agar, se impregnaron discos de papel filtro (3M) de 4 mm de diámetro con 20 μl del concentrado y diluido, del mismo modo se impregnaron discos con el solvente utilizado (etanol al 98%), el cual fue el control negativo. El control positivo estuvo representado por un disco de antibiótico comercial que inhibe el crecimiento bacteriano de las cepas ensayadas: Disco de Vancomicina (Oxoid) de 30 μg para las bacterias Gram positivas y Disco de Ciprofloxacina (Oxoid) de 5 μg para las bacterias Gram negativas.1,7 La crema antiacné se formuló con el extracto etanólico de Azadirachta indica (Neem) y con cantidad suficiente de base hidrófila. Resultados y Discusión La tabla Nº1 muestra la actividad antibacteriana de los extractos etanólicos de las hojas de Azadirachta indica A. Juss, observándose que el Staphylococcus aureus presentó la mayor sensibilidad con una zona de inhibición de 15 mm. con la dilución 1/10; E. faecalis, con una sensibilidad de 7 mm., tanto en las diluciones 1/10 y 1/100; K. pneumoniae con una zona de inhibición de 8 mm. y E. coli, mostró ser resistente a todas las diluciones ensayadas. Los ensayos antibacterianos determinaron que la actividad inhibitoria contra las cepas estudiadas fueron especies dependientes. Diluciones iguales a 1/100 demostraron poder inhibitorio sobre todas las bacterias excepto E. coli. Así mismo, E. feacalis y K. pneumoniae, fueron sensibles al extracto independientemente de la concentración del extracto. Por el contrario, S. aureus y P. aureoginosa, demostraron incremento de la sensibilidad a medida que la concentración disminuía. Tabla 1. Actividad antibacteriana de los extractos etanólicos de Azadirachta indica A. Juss Diluciones del Control extracto Cepas bacterianas 1:1 1:10 1:100 Grampositivas Vancomicina (30 μg) 9 15 10 26 Staphylococcus aureus 7 7 20 Enterococcus faecalis Gramnegativas Ciprofloxacina (5 μg) 27 Escherichia coli 8 8 8 25 Klebsiella pneumoniaea 7 10 12 27 Pseudomona aeruginosa a Zona de inhibición, incluyendo el diámetro del disco (4 mm); valor promedio de tres b experimentos independientes. Volumen usado del extracto hexanoico 20μl. El extracto etanólico mostró actividad antibacterial contra importantes patógenos como Staphylococcus aureus, Enterococcus feacalis, Klesiella pneumoniae, Pseudomona aureoginosa. Este poder inhibitorio fue observado con las diluciones 1:1, 1:10 y 1:100, del extracto etanolico. Sin embargo, el extracto etanolico no mostró ninguna actividad inhibitoria contra Escherichia coli (tabla 1). Esta búsqueda sugiere que los principios activos extraídos con etanol de las hojas, pueden jugar un rol significativo en la acción inhibitoria contra bacterias clínicamente importantes. En base a los resultados obtenidos en la actividad antibacteriana de los extractos de las hojas de Azadirachta indica, la dilución 1/10 resultó ser la más eficiente para inhibir el crecimiento de Staphylococcus aureus, La dilución 1/100 también resultó ser eficiente para inhibir Klesiella pneumoniae y Pseudomona aureoginosa; en consecuencia, se preparó una crema con propiedades antisépticas al 5%. Los resultados obtenidos de esta investigación se correlacionaron con estudios realizados por (SaiRam et al., 2000) donde los extractos de la semilla del Neem mostraron actividad antimicrobiana contra E. coli, S. Typhi, S. dysenteroides, P. vulgaris, P. aeruginosa, S. faecalis, S. aureus. Conclusión: El extracto tiene actividad inhibitoria selectiva sobre los microorganismos probados. Las diluciones 1/10 y1/100 mostraron actividad antibacteriana contra las cepas de Staphylococcus aureus, Enterococcus feacalis, Klesiella pneumoniae, Pseudomona aureoginosa, en consecuencia se preparó una crema antiséptica con el extracto etanólico de las hojas, contra el acné. Las características organolépticas fueron: Olor; característico a Neem, color; beige claro, aspecto; homogéneo, penetrabilidad; si penetra en la piel y las pruebas de estabilidad; serán realizadas posteriormente. Bibliografía 1. Arteaga, M. Revista Colombiana de Ciencias Químico-Farmacéuticas, 1992, 20, 55. 2. SaiRam M, Ilavazhagan G, Sharma S.K, Dhanraj S.A, Suresh B, Parida M.M, Jana A.M, Devendra K, Selvamurthy W. Journal of Ethnopharmacology, 2000, 71, 377-382. 3. Shaheen Bina, Afshan Farhana, Gulzar Tahsin, Sultana Razia, Naeemul-Hassan Syed, Mohammad Rajput. Chem. Pharm. Bull., 2003, 51, 415. 4. Singh Keshav, Singh Ajay, Singh D.K. Journal of Ethnopharmacology, 1996, 52, 35-40. 5. Dhar Ravi, Kunyan Zhang, Talwar G.P, Garg Sanjay, Kumar Nirbhay. Journal of Ethnopharmacology, 1998, 61, 31-39. 6. Parida M.M, Upadhyay C, Pandya G, Jana A.M. Journal of Ethnopharmacology, 2002, 79, 273-278. 7. Dimayuga; R. y García, S. Journal of Ethnopharmacology, 1991, 31,181. OR16 CONSTITUENTS FROM INDIGOFERA TRUXILLENSIS LEAVES METHANOLIC EXTRACT T. R. Calvo,1* A. C. S. Moura,1 M. Cola Miranda,2 A.R.M. Souza Brito,2 W. Vilegas.1** 1 Departamento de Química Orgânica, Instituto de Química, UNESP, Araraquara, SP, Brasil. 2 Departamento de Fisiologia e Biofísica, Instituto de Biologia, UNICAMP, Campinas, SP, Brasil. *[email protected]; **[email protected] The genus Indigofera (Fabaceae) comprises approximately 700 species distributed throughout the tropical and subtropical regions of the world and it has intensive popular use as analgesic and antiulcerogenic. Indigofera truxillensis Kunt, commonly known as “indigo” and “anileira” occurs naturally in the Brazil. In previous studies (Calvo et al., Silae 2004 and Cola-Miranda et al., Silae 2004) we described the isolation of three flavonoids of this specie: kaempferol-3-O-α-L-rhamnopyranoside, kaempferol-3,7-di-O-α-L-rhamnopyranoside and kaempferol-3-O-α-L-arabinopyranosyl-(2→1)-α-L-apyopyranosyl-7-O-α-Lrhamnopyranoside. In continuation of our studies, we now report on the isolation of other five substances from Indigofera truxillensis leaves collected in São Paulo, Brazil. The dry, powdered aerial parts of the plant were successively extracted with chloroform and methanol. The methanolic extract was fractionated by gel permeation chromatography column (Sephadex LH-20) eluted with methanol. The fractions were collected and checked by TLC [Si gel plates, using solvent system (BAW n-BuOH/HOAc/H2O, 4:1:2 v/v/v)]. Further chromatographic purifications of the fractions by polyvinylpolypyrrolidone column and HPLC afforded kaempferol-3-O-α-L-apiofuranoside, kaempferol-3-O-α-L-arabinopyranosyl-7-O-αL-rhamnopyranoside, stigma-5-en-3-O-β-D-glucopyranoside, indigotin and indirubin. The compounds isolated were determined by their spectral analysis (NMR, MS and UV experiments). Miranda and collaborators (Silae, 2004) proved the activities of the plant indicated by folk medicine. To continue this work we will accomplish the evaluation of all of the isolated substances of the plant verifying the responsible for the antiulcerogenic and analgesic activities. OR17 UN NUOVO PROFARMACO DELL’ACIDO 4’-GERANILOSSI-FERULICO, PRINCIPIO ATTIVO ANTITUMORALE DI ACRONYCHIA BAUERI SCHOTT S. Genovese,1* M. Curini,1** F. Epifano,2 L. Menghini,2 T. Tanaka.3 1 Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco, Sezione di Chimica Organica, Via del Liceo, 06123 Perugia, Italia 2 Dipartimento di Scienze del Farmaco, Via dei Vestini 31, 66013 Chieti Scalo (CH), Italia 3 Department of Oncologic Pathology, Kanazawa Medical University, 1-1 Daigaku, Uchinada, Ishikawa 920-0293, Giappone *[email protected]; **[email protected] L’acido 4’geranilossi-ferulico (1) è un acido prenilossi-cinnamico isolato nel 1966 dalla corteccia di Acronychia baveri Schott, un piccolo albero australiano appartenente alla famiglia delle Rutacee.1 COOH O OCH3 1 Sebbene noto da più di 40 anni, solo negli ultimi cinque anni questo composto naturale e alcuni suoi derivati sono stati oggetto di studi che hanno mostrato interessanti proprietà antitumorali ed antinfiammatorie. In particolare l’estere etilico di (1) si è visto essere un efficace agente chemopreventivo delle forme tumorali del colon nel ratto dopo 2,3 somministrazione con la dieta per 30 settimane. La natura chimica di (1) e dei suoi derivati esterei fa però facilmente ipotizzare come, una volta somministrati per via orale, gli stessi possano essere largamente assorbiti a livello gastrico e nella parte superiore dell’intestino, raggiungendo così il colon con una bassa biodisponibilità. Abbiamo così realizzato la sintesi di un nuovo profarmaco di (1), la cui struttura è basata sull’incorporazione dello stesso, tramite un legame amidico, al dipeptide Ala-Pro-COOH (2). O N N H O OCH3 2 O COOH Così strutturato il profarmaco è destinato ad essere substrato dell’angiotensin-converting enzyme intestinale (ACE), localizzato nella parte distale dell’intestino tenue, in grado di idrolizzare l’ultimo legame peptidico di tripeptidi di formula generale X-Ala-Pro-COOH. Così (1) è in grado di raggiungere il colon con la massima biodisponibilità. La sintesi di (2) è stata realizzata con una resa globale del 56.6% in 7 passaggi a partire dall’acido ferulico. Prove farmacologiche preliminari hanno dimostrato come (2), somministrato nella dieta dei ratti per 20 settimane al dosaggio di 0.01 e 0.05% sia in grado di portare a remissione l’adenocarcinoma del colon, chimicamente indotto per trattamento con azossimetano e sodio destran solfato, in percentuali rispettivamente del 51.9% e 76.6%. Bibliografia 1. Prager, R.H.; Thregold, H.M. Aust. J. Chem. 1966, 19, 451. 2. Han, B.S. et al. Jpn. J. Cancer Res. 2001, 92, 404. 3. Tanaka, T. et al. Oncology 2003, 64, 166 e referenze ivi citate. OR18 IDENTIFICATION OF BACTERICIDE FRACTIONS FROM ZIZYPHUS JOAZEIRO, A BRAZILIAN MEDICINAL PLANT I. Correa Ramos Leal,* R. Machado Kuster, K. R. Netto dos Santos, I. Itabaiana Júnior, N. Arnold, L. Wessjohann. Rua Felipe Camarão. 146. / Apt. 201 Maracanã. Rio de Janeiro / RJ Brasil. CEP:20511-010 *[email protected] Zizyphus joazeiro is a tree widely distributed in north-eastern Brazil and is used traditionally by the folk medicine. The stem bark extract of this specie is a potential medicine for fever, respiratory tract infections, chronic bronchitis, dental plaque and other. As a continuation of our search for compounds with antibacterial activity, the aim of this study is to identify the bioactive fraction from Z.joazeiro against Staphylococcus aureus strains isolated from patients with hospital infection diseases and, establish the minimum inhibitory concentration (MIC) from this fraction. The ethanolic extract was submitted to a liquid-liquid partition with different polarity solvents and, the fractions obtained were essayed against 17 strains, including oxacillin resistant S. aureus (ORSA) and oxacillin sensitive S.aureus (OSSA). The active dichloromethane fraction was submitted to a Sephadex LH-20 column using isocratic methanol as the mobile phase. There were afforded 10 main fractions which presented different MICs against ORSA e OSSA - ATCC (American type culture collection) strains. The most active fractions (MIC=128μg/mL) were selected and further experiments analyzed such as the bactericide profile. It was proved that some of them cause the death of the ATCC strains at 512μg/mL not submitting them to a latent condition only. The GC-MS analysis of the methylated active fractions showed the presence of the methylic ester from betulinic acid and other terpenes as the majority compounds. One of these fractions was purified by HPLC preparative using a gradient system as mobile phase. Some compounds were purified and spectroscopy measurements, including: high resolution mass spectrometry and LC-MS are in process. To sum up, it was possible to prove that the active fraction has a bactericide effect against ATCC strains and, probably, this fraction is composed by new constituents, since the MS observed are different from the constituents already isolated from this specie. OR19 ANALISIS PRELIMINAR DE METABOLITOS SECUNDARIOS DE MIL HOJAS (PHYLLONOMA LATICUSPIS) D. Vargas Álvarez Universidad Autónoma de Guerrero; Facultad de Ciencias Químico-Biológicas; Avenida Lázaro cárdenas S/N Chilpancingo, Guerrero, México. [email protected]; [email protected] Las plantas presentan actividad biológica sobre algún órgano o sistema del cuerpo humano y dicha acción biológica es llevada acabo por los metabolitos que contienen las plantas. Estos metabolitos pueden ser los flavonoides, terpenos, taninos, aceites esenciales, saponinas y alcaloides. Dentro de las plantas que se utilizan para el tratamiento de enfermedades se encuentra Mil Hojas (Phyllonoma laticuspis) esta es una planta que se localiza en el Filo Mayor de la Sierra Madre del Sur del estado de Guerrero. En una vegetación de pino-encino, a una altura de 2000 msnm. “Mil Hojas” presenta propiedades curativas reconocidas por los nativos de este lugar ya que la utilizan para problemas cardiovasculares, renales y gastrointestinales. Debido a la escasa información reportada en este trabajo se determinó la presencia de metabolitos asociados con el tratamiento de enfermedades renales, gastrointestinales y cardiovasculares, propiedades que se atribuyen a Phyllonoma laticuspis. El material vegetal fue analizado a través de cromatografía de líquidos y UV visible cuyos resultados preliminares indican la presencia de flavonoides y saponinas. OR20 SYNTHESIS AND TRYPANOSOMICIDAL ACTIVITY OF NOVEL ENT-KAURANE GLUCOSIDES R. Batista, 1* J. L. Humberto, 2 A. Braga de Oliveira 3 1 Universidade Estadual do Sudoeste da Bahia, Itapetinga, Brazil. 2 Universidade Federal de Ouro Preto, Ouro Preto, Brazil. 3 Universidade Federal de Minas Gerais, Belo Horizonte, Brazil. *[email protected] Ent-kaur-16-en-19-oic acid (kaurenoic acid) (1) is a naturally occurring kaurane diterpene found abundantly in some Brazilian species as Wedelia paludosa D.C. (Asteraceae), Xylopia frutescens and Annona glabra (Annonaceae)1. Several biological activities including antiviral, antimicrobial, trypanosomicidal, antiinflamatory, anti-hypertensive, miracidicidal and growth hormonal effects, among others, have been reported for this acid and related compounds1,2. Some natural kaurane glycosides as wedeloside, atractyloside and carboxyatractyloside 2,3 showed specific inhibition of ADP-ATP transport through mitochondrial membrane . Aiming to synthetise new kaurane glycosides, we prepared the alchools ent-kaur-16-en-19-ol (2) and methyl ent-17-hidroxi-16 -kauran-19-oate (3) by reduction and hydroboration-oxidation of the methyl kaurenoate ester, respectively. Alcohols 2 and 3 were glucosilated with acetobromoglucose in usual conditions [Hg(CN)2, molecular sieves (4 Å), toluene] affording novel O-glucosyl derivatives which were characterized by spectroscopic methods (1HNMR, 13 CNMR, MS) and assayed in vitro against trypomastigote forms of Trypanosoma cruzi, the causative agent of Chagas disease. Acknowledgements: CAPES, UESB, UFMG. 1 R' = COOH; R'' = CH2 R'' 2 R' = CH2OH; R'' = CH2 3 R' = CO2CH3 ; R'' = αH, βCH2OH R' Bibliografia 1. Batista, R.; Braga, F.C.; Oliveira, A.B.; Rev. Bras. Farmacognosia 2005,15, 119. 2. Ghisalberti, E.L.; Fitoterapia 1997, 68, 303. 3. Stewart, M. J.; Steenkamp, V.; Ther. Drug Monit. 2000, 22, 641. OR21 PRODUCCIÓN, RECUPERACIÓN Y PURIFICACIÓN PARCIAL DE ANTIBIÓTICOS PRODUCIDOS POR PLEUROTUS OSTREATUS. ESCALAMIENTO A 10 LITROS. I. González Leonardi Facultad de Farmacia. Universidad de los Andes. Mérida. Venezuela. [email protected] En Venezuela no se produce ningún antibiótico. La facilidad de importación y los intereses de los grandes monopolios farmacéuticos son las causas fundamentales de nuestra dependencia. Además de este problema existe la necesidad de descubrir y probar otros microorganismos productores de antibióticos en vista de la resistencia cada vez mayor de las bacterias a los agentes antibacterianos convencionales. El hongo comestible Pleurotus ostreatus es capaz de crecer en cualquier substrato y tiene la capacidad de producir antibióticos. Se realizó un estudio a nivel de fiolas en medio nutritivo M-200, haciendo escalamiento a nivel de 10 Litros. Cada preinoculo se enriqueció con sulfato de amonio al 0.1 % y fosfato de amonio al 0.2 %, ajustando el pH a 5.5, con agitación y aireación de 1.5 vvm. Se esterilizó a 121 ºC durante 20 min. Se tomaron muestras cada 24 horas para determinar el crecimiento celular por peso seco, y producción de antibióticos mediante el método de difusión en agar, utilizando microorganismos de prueba gram positivos y gram negativos. Se encontraron halos de inhibición para C. glutamicum, E coli y S. aureus a partir del tercer día de crecimiento, obteniéndose una mayor producción entre el sexto y séptimo día. Estos resultados demostraron que Pleurotas ostreatus es un productor de antibióticos de amplio espectro. OR22 PLANTAS MEDICINALES PARA EL TRATAMIENTO DE PROCESOS VIRALES. J. A. González-Lavaut,1* S. Prieto-González,1 G. Garrido-Garrido,1 J. L. González-Guevara,1 M. García,2 K. González,2 O. A. Echemendia,2 O. Gordo,1 R. Oviedo,3 A. Alvarez.1 1 Centro de Química Farmacéutica, Calle 200 y Ave. 21, Atabey, Playa, Ciudad de la Habana, Cuba. Teléfono: 271-5013 2 Instituto Finlay, Consejo de Estado. 3 Instituto de Ecología y sistemática, CITMA. *[email protected] La medicina herbolaria ha desempeñado un papel importante en el tratamiento de diversas enfermedades teniendo como primicia el uso popular de las plantas medicinales. Si bien los productos de origen vegetal, particularmente las plantas y los diversos extractos, pasaron de ocupar un lugar importante a un plano de menor interés, en las últimas décadas han vuelto a alcanzar un plano más elevado. Este retorno ha sido propiciado por el regreso hacia lo natural y por el desarrollo científico de los fitomedicamentos y al mayor conocimiento del riesgo-beneficio de los fármacos sintéticos. Esto ha provocado una tendencia actual en la búsqueda de fármacos de origen natural, en particular de especies vegetales. El desarrollo científico ha propiciado el interés por las plantas medicinales y las sustancias naturales bioactivas. Una gran variedad de plantas en todo el planeta y sus extractos respectivos contienen diferentes compuestos químicos con actividad biológica, que pueden producir efectos terapéuticos variados; y se trabaja en validar la evidencia científica sobre el uso popular que los productos naturales han tenido por diversas culturas de la humanidad. En Cuba se han encontrado especies de uso popular para el tratamiento de enfermedades relacionadas con procesos vírales. En este trabajo se exponen los resultados sobre como dirigir las investigaciones con especies vegetales para la búsqueda de agentes antivirales, teniendo en cuenta que los conocimientos etnomédicos constituyen un instrumento de información muy potente que ha permitido y permite guiar, con cierta discriminación, las investigaciones científicas actuales en la búsqueda de nuevas terapias, ante una elevada diversidad de plantas superiores por explorar. Así como, mostrar algunos resultados del colectivo de investigación. OR23 FATTY ACIDS IN DRACONTIUM LORETENSE ENGL. A. Benavides,* C. Bassarello, A. Napolitano, S. Piacente, C. Pizza Universita degli Studi di Salerno * [email protected], [email protected] Dracontium loretense Engl. (Araceae) is a plant widely distributed in the Peruvian Amazon where it is known as "jergon sacha". The corms are used to treat cancerous tumors, gastrointestinal problems and to enhance immune function.1 D. Loretense has been screened for antimicrobial activity against a number of bacterial 2 strains without showing any promising antibacterial property. A patented biological study of the plant reported it as a remedy for autoimmune diseases containing proanthocyanidin oligomers or proanthocyanidin.3 Furthermore another biological study reported that the plant ameliorates experimental autoimmune encephalomyelitis via suppression of Th1 immunity. This activity was attributed to the purified active compounds which are likely to be polyphenols that are absorbable by polyvinylpolypyrrolidone.4 In the present study we isolated some unusual fatty acids as the main components and a small quantity of some flavonoids. The structural characterization of these compounds is being carried out via mono and bidimensional spectroscopic NMR experiments in combination with GC-mass spectrometry. Manipulation of dietary lipids (enteral or parenteral) can affect and modulate the response to 5 the disease, attack or infection by improving or impairing the different immune functions. As a follow up we will test the isolated fatty acids in the autoimmune diseases. References: 1. A. Brack Egg, Diccionario Enciclopedico de Plantas utiles del Perú, CBC, Centro de Estudios Regionales Andinos "Bartolome de las Casas" 1999, 187. 2. P. Kloucek, Z. Polesny, B. Svobodova, E. Vlkova, L. Kokoska J. Ethnopharmacol. 2005, 99, 309. 3. M. Kobayashi, H. Odai, D. Fujiwara, K. Sasaki Kirin Beer Kabushiki Kaisha 2005, patent. 4. M. Miyake, K. Sasaki, K.. Ide, Y. Matsukura, K. Shijima, D. Fujiwara J. Immunol. 2006, 176(10). 5. A. Garcia de Lorenzo, J.M. Culebras, Nutricion hospitalaria : organo oficial de la Sociedad Espanola de Nutricion Parenteral y Enteral 1992, 7, 377. OR24 CUAL ES LA CALIDAD DE LOS PRODUCTOS HERBALES CONSUMIDOS POR NUESTRA POBLACION? N. Waksman de Torres,* R. Rampirez Durón, L. Ceniceros Almaguer, R. Salazar Aranda, M. de la Luz Salazar Cavazos, A. Garza Juárez, A. Caballero Quintero Jefa de Departamento de Química Analítica Facultad de Medicina, U.A.N.L. * [email protected] Mientras que en la Unión Europea, el procedimiento de registro de productos herbales implica un estricto control de calidad, en países como México, la venta de estos productos se realiza libremente, sin exigir que se someta a algún tipo de análisis que como mínimo aseguren la autenticidad de la planta. Aunque hay muchos métodos desarrollados para realizar el control de calidad de productos herboláreos, la cromatografía de capa fina ha sido la técnica de selección y es aún usada con mucha frecuencia. Las principales ventajas de esta técnica son su sencillez, rapidez y versatilidad, además de que permite analizar muchas muestras a la vez. En base a lo anteriormente expuesto, nuestro grupo de trabajo consideró importante investigar cuáles son los productos herbolarios más consumidos en nuestra región y desarrollar procedimientos analíticos para evaluar su calidad. Después de la aplicación de encuestas a la población y visitas a establecimientos comerciales, se obtuvo un listado de dichos productos. Posteriormente, se desarrollaron los métodos analíticos necesarios a través de CCF empleando extractos estandarizados y/o marcadores para el control de calidad de 20 de esas plantas. Cabe resaltar que, como esto surgió de una encuesta de uso poblacional, no todas las plantas incluidas son de origen mexicano. Para poder alcanzar resultados válidos, confiables y reproducibles, se estandarizó la metodología y se estableció su selectividad y reproducibilidad. Simultáneamente se revisó la presencia de posibles contaminantes como son metales pesados, plaguicidas y microorganismos. Observamos que sólo el 30 % de los productos comerciales analizados cumplieron con los criterios de calidad cromatográfica. Como resultado de este primer rastreo, concluimos que la ccf es un excelente método para realizar un control de calidad inicial y rápido de los productos herbales; sin embargo, en algunos casos es necesario el desarrollo de otros métodos analíticos más robustos y poderosos para evaluar la calidad de los extractos herbáceos, sobre todo de plantas mexicanas para las cuales hay poca metodología desarrollada. Para ello proponemos el uso de los perfiles cromatográficos 1 (HPLC) y espectroscópicos ( HRMN) y posterior tratamiento quimiométrico de los datos obtenidos. Proyecto apoyado por SSA-IMSS-ISSSTE-CONACYT 2002, C01-7274 OR25 TRIGLYCOSIDE FLAVONOIDS FROM GUAPIRA NOXIA (NYCTAGINACEAE) J. A. Severi, 1,2* L. P. Mazzolin,3 C. A. Hiruma-Lima,3 A. R. M. Souza Brito,4 W. Vilegas.2 1 Departamento de Fármacos e Medicamentos, Faculdade de Ciências Farmacêuticas, UNESP, Araraquara, SP, Brasil. 2 Departamento de Química Orgânica, Instituto de Química, UNESP, Araraquara, SP, Brasil. 3 Departamento de Fisiologia, Instituto de Biociências, UNESP, Botucatu, SP, Brasil. 4 Departamento de Fisiologia e Biofísica, Instituto de Biologia, UNICAMP, Campinas, SP, Brasil. * [email protected] Guapira noxia (Nyctaginaceae) is popularly known in Brazil as “Capa-rosa” or “Maria–mole” and employed in brazilian folk medicine for gastric and intestinal disturbances. Although the folk use, there’s no datas about chemical and pharmacological studies of this species. In our previous studies we reported for the first time the antioxidant potential and antiulcerogenic effect of the methanolic extract of leaves and the three isolated flavonoids of this specie: rutine, isorhamnetin-3-O-rutinoside, isorhamnetin-3-O-(6’’-β-Dgalactopyranosyl)-α-L-rhamnopyranoside. To continue our studies, the present work reports the isolation and identification of other two activity compounds from this extract. The air-dried and powdered leaves of G. noxia were extracted exhaustively with chloroform, methanol and 70% methanol, successively at room temperature (48 h for each solvent). Solvents were evaporated at 60 ºC under reduced pressure to afford the CHCl3, MeOH and 80% MeOH extracts. Some 10.0 g of the MeOH extract was partioned into hexane, nbutanol and water layers by solvent extraction. The n-butanol layer was further permeated on a Sephadex LH-20 column (100 × 5 cm), eluted with MeOH. Fractions (8 ml) were collected and checked by TLC on Si gel eluted with CHCl3/MeOH/n-ProOH/H2O (5:6:1:4, organic phase) and revealed either with NP/PEG (diphenylaminoborate/ polyethyleneglycol) reagent or anisaldehyde/sulfuric acid solution. Fractions 92–104 were purified on a reversed phase C18 column (10 x 5 cm) using a MeOH/H2O gradient system as eluent afforded quercetin 3-O-(2’’,6’’-O-α-L-dirhamnopyranosyl)-β-D-glucopyranoside, quercetin 3-O-(2’’,6’’O-α-L-dirhamnopyranosyl)-β-D-galactopyranoside, quercetin 3-O-(2’’-O-β-D-apiofuranoside6’’-Oα-L-rhamnopyranosyl)-β-D-glucopyranoside, and quercetin 3-O-(2’’-O-β-Dapiofuranoside-6’’-O-α-L-rhamnopyranosyl)- β-D-galactopyranoside. The compounds isolated were determined by their spectral analysis. There are many studies related to the antiulcerogenic properties of flavonoids because they also may be involved in the scavenging of the reactive oxygen species on the surface of gastric mucosa, thus protecting cells from gastric injury. The presence of these compounds may probably explain the antiulcerogenic effect of the polar extract of G. noxia and their use in folk medicine. Support: FAPESP, CNPq OR26 I POPOLI INDIGENI E I MECCANISMI DELLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE R. Santoni Centro Studi Americanistica “Circolo Amerindiano”- Perugia Università degli Studi di Salerno [email protected] Esito storico culturale di un percorso millenario sul continente che gli Europei hanno chiamato Nuovo Mondo, i popoli indigeni delle Americhe, nonostante il devastante impatto con la cultura occidentale, sono in possesso di saperi e i territori dove sono stati relegati hanno risorse che il mondo occidentale, le sue grandi industrie, considerano campo di libera appropriazione. Tuttavia, l'espansione della sfera dei diritti mette a repentaglio - almeno in linea teorica - tale accesso privo di regole. In particolare, da diversi anni si tenta di applicare la tematica dei diritti di proprietà intellettuale ai saperi collettivi (ereditati, tramandati e in tanti casi a rischio) propri di popolazioni minoritarie o comunque non dominanti. In questo intervento ci chiediamo se la tematica in generale sia in grado di apportare qualcosa ai popoli indigeni. Cioè se, da un lato, la politica di richiedere brevetti possa esser volta a vantaggio proprio di queste entità umane; dall'altro, se la proprietà intellettuale possa (e fino a che punto) esser forzata a tutelare collettività di persone e non già solo individui, senza con la sua stessa applicazione recare danno, imprevisto, a qualcun altro. Ancora, come ci si chiederà come si possa concretamente implementare una difesa per via giuridica dello stato delle relazioni fra i popoli indigeni e i territori, le risorse e le autonomie, favorendo la loro tutela e le prospettive future. Queste domande verranno poste a quanto viene elaborando la WIPO, l'agenzia specializzata del sistema delle Nazioni unite preposta a occuparsi anche delle risorse tradizionali (genetiche e culturali) ormai sul mercato della globalizzazione; la quale organizzazione si è dotata di uno specifico comitato intergovernativo. Ci varremo, a tale scopo, dei punti di vista di alcuni soggetti che si presentano singolarmente idonei a farlo, cioè organizzazioni di parte indigena che si occupano (anche) della difesa dei patrimoni biologici e culturali tradizionali, come INBRAPI in Brasile e Tebtebba Foundation nelle Filippine. OR27 SALUTE DI BASE E PREVENZIONE IN UN CONTESTO RURALE MESSICANO. C. Avitabile Università degli Studi di Perugia - Centro Studi Americanistici "Circolo Amerindiano" [email protected] In un ospedale rurale pubblico dello Yucatan, Messico, si gestisce il ProgresaOportunidades, piano sanitario nazionale, che è particolarmente focalizzato su prevenzione e salute di base. L'azione è articolata in tre linee guida: Alimentazione, Salute ed Educazione. La peculiarità di tale programma è l'appoggio finanziario che viene corrisposto dal Comune, formalmente, per l'alimentazione della famiglia. Le donne sono le principali attrici sociale e le responsabili individuate dalla programmazione. La ricerca antropologica che viene presentata ha analizzato l'impatto culturale che deriva dalle numerose attività che comporta il Progresa e l'analisi è declinata specialmente rispetto all'identità di genere, alla relazione inter-familiare e generazionale, alla qualità della vita, all'autostima, all'indigenismo, al concetto di nutrizione e denutrizione ed al rapporto con le altre medicine e gli altri operatori di salute presenti nel contesto - yerbateros, parteras, sobadoras. Dal lavoro emerge che il sussidio economico per l'alimentazione diventa quasi il pagamento per l'aver accettato vaccinazioni, visite e formazione sanitaria e, come rilevato dalle interviste rivolte alle "Titolari", si presenta una identificazione totale tra Progresa e compenso monetario. Ma stando così le cose, quale stabilità si può prospettare che avranno i risultati ottenuti con grande impegno lavorativo e finanziario? se un giorno dovesse terminare il piano sanitario a livello nazionale o della singola famiglia, i benefici ottenuti sarebbero temporanei o avrebbero portato un miglioramento strutturato, avrebbero "integrato la popolazione molto marginalizzata alla vita del Paese"? Ed infine, la qualità percepita dagli utenti non è rilevata in nessun rapporto ufficiale. Quale valutazione danno le famiglie inserite nel Progresa delle lezioni, delle visite, delle vaccinazioni e della quota bimestrale di pesos ricevuti? OR28 ANTROPOLOGIA DEL MANI (PEANUT, NOCCIOLINE AMERICANE) P. Naranjo Universidad Andina “Simón Bolívar”, Quito. [email protected] El maní o cacahuate es un alimento de origen americano y de consumo mundial. Botánicamente es la Arachis hypogaea de la familia de las Leguminosas. Al momento de la conquista española el maní se consumía desde Mesoamérica hasta el territorio de los incas y la Amazonía. Los españoles introdujeron la planta y el consumo en España, desde donde se difundió a Europa. Los portugueses introdujeron en el Africa, la India y China, donde se convirtió en un alimento básico. Asia es el continente que registra la mayor producción mundial y su uso es principalmente como fuente de aceite comestible. En EE.UU. hasta comienzos del siglo XX se le utilizó como alimento animal y posteriormente como grano tostado y salado y sobre todo en forma de mantequilla. El maní tiene un contenido de 25 a 26% de proteínas; 44 al 47% de grasa, 2 a 3% de hidratos de carbono y su valor energético es de 550 calorías. Valor nutritivo de las proteínas El contenido en proteínas es, relativamente, alto pero hay deficiencia de tres aminoácidos esenciales: metionina, lisina y triptófano, hecho que determina un menor valor nutritivo. La importancia del maní no reside tanto en su contenido proteico. Su empleo como alimento proteico es limitado, ya sea como grano tostado y salado o más como mantequilla. En EE. UU. y otros países, para mejorar el valor nutritivo de la mantequilla, le agregan otros productos ricos en los mencionados aminácidos y también se disminuye el alto contenido en grasa, para disminuir el exceso de calorías. Importancia del aceite A diferencia de lo que sucede en los EE.UU., en Africa y sobre todo en India y China, el mayor consumo es como aceite comestible. El aceite de maní tiene una baja concentración de ácidos grasos saturados, equivalente al 17%, una alta concentración de ácidos monoinsaturados (46%) y una mediana concentración de poliinsaturados (32%). El aceite de soya tiene solo el 23% de ácidos monoinsaturados y un exceso de poliinsaturados (58%); en cambio el aceite de oliva tiene la más alta concentración de ácidos monoinsaturados (74%) y una muy baja de poliinsaturados (8%). Los aceite monoinsaturados tienen especial importancia en la alimentación porque, entre otros efectos, producen un desplazamiento del llamado colesterol “malo” de la sangre y un aumento del colesterol “bueno”. También producen disminución de los triglicéridos. Estos efectos determinan el bajo riesgo de las afecciones cardio y cerebro-vasculares, tan en boga, en la actualidad. Los aceites monoinsaturados favorecen el metabolismo de la glucosa y contribuyen a disminuir la concentración del azúcar en la sangre y por consiguiente, mejoran la diabetes tipo II. Si los aceites ricos en aceites monoinsaturados se utilizan con los propósitos antes enunciados, tienen un amplio campo de consumo. Si se buscan otros efectos adicionales, como los efectos favorables de los aceites omega-3, que son escasos en los aceites indicados y más en el de oliva, aunque el contenido en omega-6 es alto y hasta excesivo es necesario equilibrar la concentración de los diversos aceites esenciales, con mezcla con aquellos ricos en los omega-3. OR29 SABER AMBIENTAL, ECONOMÍA MORAL Y FORMACIONES TERRITORIALES EN LA AMAZONIA BRASILEÑA. R. Corrêa Costa,* C. V. Nunez Coordenação de Pesquisas em Produtos Naturais – CPPN Instituto Nacional de Pesquisas da Amazônia – INPA Av. André Araújo, 2936, Aleixo, Manaus, AM CEP 69060-001 *[email protected] La lógica del trabajo campesino e indígena es de la preservación y no de la destrucción, buscan un equilibrio con base en el etnoconocimiento, específicamente etnoecológico, el trabajo sustenta la familia que respeta las matas, los cursos de agua; hacen eso como elemento de su universo cultural proviniendo de una lógica moral, eso incluye su religiosidad, en lo que dice respecto a un Dios(es) criador(es) de la naturaleza. Esa ética del modo de vida ve en el trabajo, la lógica del uso de la tierra como extensión de su cuerpo cultural, luego es tierra de vida y no de especulación o reserva de valor. Por eso esas formaciones territoriales basadas en el saber tradicional y en la economía moral son solidarias a su igual, por eso en esas culturas las “farmacias” caseras no son escondidas, los “remedios” no son vendidos. Ese procedimiento es el opuesto de la lógica del mercado que defiende la propiedad de las patentes con el intuito de garantizar para las industrias farmacéuticas - y derivadas como la biotecnología - que la naturaleza sea solamente matriz de recurso natural y sin reconocer que las informaciones oriundas del etnoconocimiento fueran la base para la producción de nuevos medicamentos entre otros. Las prácticas de cultivo agroecológica son la forma como los conocimientos al respecto de aquello que es alimento, condimento, o “remedio” (medicina popular), principalmente en los cultivos al rededor de la casa - sitio- revelan las necesidades de cada grupo social (individual o colectivo familiar) cultivador de las plantas, sean necesidades típicas de los niños, adultos o ancianos. Eso exige un conocimiento acumulado y prácticas específicas de cultivo y aplicación. La constitución de ese saber ambiental regulado por la economía moral en las formaciones territoriales en los espacios heredados de la naturaleza o producido socialmente, es el centro de nuestras cuestiones. OR30 BIOCATALYZED SYNTHESIS OF DIACYLGLYCEROL OIL [DAGO] FROM VEGETABLE OILS FOR HEALTHINESS PURPOSES F. Blasi,** L. Cossignani, M.S. Simonetti, P. Damiani* Section of Food Chemistry and Analysis, Department of Economic Science and Food Sciences (D.S.E.E.A.), University of Perugia, Via S. Costanzo 06126, Italy * [email protected]; ** [email protected] Regioisomerically pure sn-1,3-diacylglycerols (sn-1,3-DAG) are potentially attractive starting materials for numerous synthetic applications, such as the preparation of phospholipids, 1 glycolipids, lipoproteins, prodrugs and many others. Dietary DAG oil is an edible oil enriched in sn-1,3-DAG (more than 80%), that may have beneficial effects on the prevention and management of obesity. Heated or unheated DAG 2 oil did not show any genotoxic effect. Several chemical and biotechnological methods for their synthesis have been reported; 3 4 enzymatic esterification of glycerol with free fatty acids or a variety of acyl donators, glycerolysis of a fat and glycerol5 or selective hydrolysis.6 We investigated the enzymatic synthesis of sn-1,3-DAG by two steps, using as starting material the extra virgin olive oil. The first step was the ethanolysis of triacylglycerols by using immobilized positionally nonspecific Candida antartica lipase, with production of glycerol and fatty acids ethyl esters; the second step was the esterification catalyzed from a sn-1-(3) specific lipase, in a solvent or solvent-free system, for 96 h, at different temperatures. References 1. S. K. Lo, S. B. Baharin, C. P. Tan, O. M. Lai European Journal of Lipid Science and Technology, 2004, 106, 218-224 2. T. Kasamatsu, R. Ogura, N. Ikeda, O. Morita, K. Saigo, H. Watabe, Y. Saito, H. Suzuki. Food and Chemical Toxicology, 2005, 43, 253-260 3. E. Pastor, C. Otero, A. Ballesteros Biocatalysis and Biotransformation, 1995, 12147-157 4. M. Berger, K. Lumen, M.P. Schneider Journal of American Oil Chemical Society, 1992, 69, 955-960 5. N. Weber, K.D. Mukherjee Journal of Agricultural and Food Chemistry 2004, 52, 53475353 6. F.J. Plou, M. Barandiarán, M.V. Calvo, A. Ballesteros, E. Pasto Enzyme and Microbial Technology 1996, 18, 66-71 OR31 ELEMENTOS BOTANICOS DE DIAGNOSTICO, FISIOLOGIA DE LA REPRODUCCION, Y COMPOSICION DE ACIDOS GRASOS EN OENOTHERA AFFINIS CAMBESS. (FLOR DE LA ORACIÓN) M. C. Rivas INFIVE. CEPROVE. Facultad de Ciencias Agrarias y Forestales. Universidad Nacional de La Plata. Diag 113 Nº495. (CP: 1900) [email protected] El género Oenothera, de amplia distribución geográfica, ha sido estudiado desde el punto de vista alimenticio y farmacológico. En este aspecto se han estudiado principalmente por su uso en el tratamiento de afecciones de las vías respiratorias, como antiflogístico, desinfectante, emoliente, en caso de contusiones o golpes y en las inflamaciones de la matriz y ovarios. En la actualidad muchas especies del género Oenothera del hemisferio norte, en particular Oenothera biennis, se utilizan para la extracción de “aceite de onagra” o “aceite de primrose” rico en ácidos grasos poliinsaturados, de comprobado efecto benéfico en enfermedades cardiovasculares, síndrome premenstrual y esclerosis múltiple. En este trabajo se plantea el uso alternativo de una especie nativa del género Oenothera, Oenothera affinis Cambess. “flor de la oración”, para la obtención de ácidos grasos esenciales. Este estudio incluye los aspectos morfológicos y micrográficos (exo y endomorfología) determinantes de las características diagnósticas para la especie, aspectos fitoquímicos como el contenido de ácidos grasos esenciales en semillas; así como el conocimiento de sus características reproductivas, como la germinación y la micropropagación in vitro con el objeto de lograr su domesticación y cultivo. OR32 EVALUATION OF NEW EXTRACTION PROCEDURE FOR OBTAINING PURE LYCOPENE FROM TOMATO (LYCOPERSICON ESCULENTUM MILL.) D. Montesano,1** L. Cossignani,1 M. S. Simonetti,1 F. Fallarono,2 P. Damiani.1* 1 2 Dip. Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti – Università di Perugia Dip. Medicina Sperimentale e Scienze Biochimiche – Università di Perugia *[email protected]; ** [email protected] Lycopene is the pigment principally responsible for the characteristic deep-red colour of ripe tomato fruits and tomato products. It has attracted attention due to its biological and physicochemical properties, especially related to its effects as a natural antioxidant.1 General trend of recent scientific literature2-3 proposes new evidences related to the role of each single carotenoid, for this reason it is important to define a procedure for the extraction of individual carotenoids from the matrix. Since the lycopene results the molecule with the 4-5 many highest biological/pharmacological value respect to the other carotenoids, researchers have proposed various methods for its extraction.6-7 In this paper we propose a new rapid method for lycopene extraction from tomato to produce pure lycopene using a low-cost procedure and in order to define the strict relation between the effectiveness of this method, then the purity of the extracted molecule and its biological properties, we have assayed its capacity to inhibit proliferation in T-lymphocyte jurkat J32 cells in comparison with a geometrical isomer, β-carotene. In this way we have evaluated the effect of different combined treatments on an important biological lycopene property assessing that this new extraction procedure didn’t affect the relevant biological role of lycopene. References 1. Z. Yaping, Q. Suping, Y. Wenli, X. Zheng, S. Hong, Y. Side, W. Dapu Food Chem. 2002, 77, 209-212. 2. H. Tapiero, Townsend, K.D. Tew Biomedicine & Pharmacotherapy, 2004, 58, 100-110 3. K.R. Martin, D. Wu, M. Meydani Atherosclerosis, 2000, 150, 265-274 4. J. Levy, E. Bosin, B. Feldman, Y. Giat, A. Miinster, M. Danilenko, Y. Sharoni Nutr Cancer 1995, 24, 257-66 5. T. Narisawa, Y. Fukaura, M. Hasebe, M. Ito, R. Aizawa, M. Murakoshi, S. Uemura, F. Khachik, H. Nishino Cancer letters, 1996, 107,137-142 6. J. P´ola, T. Hy¨otyl¨ainena, O. Ranta-Ahoa, M.L. Riekkolaa J. Chromatogr A 2004, 1052, 25-31 7. G. Vasapollo, L. Longo, L. Rescio, L. Ciurlia J. Supercritical Fluids 2004, 29, 87-96 OR33 IL CEDRO (CITRUS MEDICA L), FRUTTO BIBLICO DEL MEDITERRANEO, SACRO ALLE COMUNITÀ EBRAICHE, AGRUME SORPRENDENTE TUTTO DA SCOPRIRE F. Galiano Accademia Internazionale del Cedro, Calabria, Italia [email protected] Il Cedro, frutto antichissimo, con cui gli Ebrei celebrano tutt’oggi la festa biblica del Sukkoth, diffuso ai tempi degli antichi romani, che ne apprezzavano già le doti curative, un po’ dimenticato nel secolo scorso, oggi sta riconquistando un ruolo di primo piano, grazie a recenti studi e ricerche, nel campo medico, farmacologico, gastronomico e della cosmesi. Il Cedro che appartiene alla famiglia degli agrumi viene allevato soprattutto in Calabria: è un albero tenuto basso, con rami spinosi, foglie oblunghe e fiori profumatissimi specialmente, lungo i fiumi, al tramonto: è ricco di sali minerali e vitamine C, K, P, PP, con zuccheri in quantità media, privo di grassi e proteine, con circa 32 calorie ogni 100 g. Le sue proprietà organolettiche offrono numerosi vantaggi alla salute e alla giovinezza di tutto l’organismo (cura antiaging) ed i suoi principi attivi trovano applicazione, maggiormente, in gastronomia, in profumeria e in fitocosmesi (in quest’ultima viene impiegata l’ essenza di cedro ottenuta per spremitura e distillazione della scorza e delle foglie). Molte ricerche promosse dall’Accademia del Cedro e condotte da università italiane, hanno dimostrato che tale agrume è un concentrato di virtù, tanto da esplicare i suoi principali benefici nella coagulazione del sangue, nel proteggere i capillari, nel combattere la dissenteria, nel purificare l’alito (attività benefica questa conosciuta già presso gli antichi romani), nel contrastare l’infiammazione al colon (azione della pectina), l’aerofagia e nel ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. Consumato in decotto, succo, infuso, tisana, il cedro aiuta il buon funzionamento del fegato e dei reni. Ricerche in corso, inoltre, stanno evidenziando che le sostanze antiossidanti contenute dall’agrume proteggono l’organismo dai radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento e possono essere utili nell’ambito della cura oncologica. OR34 MICROPROPAGACIÓN, CONSERVACIÓN IN VITRO Y DETERMINACIÓN DE LAS PROPIEDADES ANTIMICROBIANAS DE TRES ORQUÍDEAS MEXICANAS. L. Ma. Malagón Quintana, L. Ma. Suárez Rodríguez, A. Hernández García, R. Salgado Garciglia.* Univ. Michoacana de San Nicolás de Hidalgo (Inst. de Inv. Químico Biológicas) * [email protected] En el presente estudio se establecieron técnicas de cultivos in vitro para conseguir la micropropagación y conservación in vitro, así como sus propiedades antimicrobianas, de tres orquídeas mexicanas (Laelia speciosa ‘HBK’ Schlechter, Oncidium cavendishianum Batem. y Euchile citrina ‘La Llave y Lex.’ Dress.). El establecimiento se obtuvo por la siembra de semillas provenientes de cápsulas inmaduras y a partir de las plántulas formadas se realizaron los trabajos de micropropagación y conservación. En general, pudieron establecerse las condiciones de cultivo óptimas para la germinación, formación y proliferación de protocormos, regeneración de plántulas, conservación, transplante y aclimatación, de las tres orquídeas. Se logró más del 90% de germinación en MS con 0.05 mg/l BA; una óptima proliferación de protocormos (> 50/g tejido, peso fresco) en MS con diferentes dosis y tipos de los reguladores; un 100% de formación de plántulas en MS con 0.05 mg/l de BA en las tres orquídeas; y, un 70% de sobrevivencia después del transplante y aclimatación. La conservación de las tres orquídeas se ha conseguido al cultivarlas en un medio de mínimo crecimiento a 10°C, donde pueden permanecer hasta un 70% viables por 24 meses de cultivo. Con el interés de probar el efecto antimicrobiano de estas orquídeas, extractos acuosos y etanólicos de raíces, pseudobulbos, hojas y flores de plantas adultas, fueron utilizados en bioensayos in vitro contra 5 bacterias (E. coli, P. aeruginosa, K. pneumoniae, Streptococcus sp. y Staphylococcus aureus) y tres hongos (M. circinelloides, C. albicans y Sporotrix schenkii). Solamente los extractos etanólicos derivados O. cavendishianum fueron efectivos con 100% de inhibición en todas las bacterias y entre 50100% contra los hongos; los etanólicos derivados de flores de E. citrina presentaron entre 50-80% de inhibición contra los tres hongos ensayados; Los de L. speciosa no mostraron efecto alguno antimicrobiano. OR35 PRESENCIA DE ALCALOIDES EN EUCHARIS AMAZONICA, E. GRANDIFLORA, CALIPHRURIA SUBEDENTATA Y CRINUM KUNTHIANUM, ESPECIES COLOMBIANAS DE AMARYLLIDACEAE Y SU ACTIVIDAD BIOLOGICA F. Cabezas,1* J. Argoti,1 S. Martínez,2 C. Codina,3 J. Bastida,3 F. Viladomat.3 1 Departamento de Química. Universidad del Cauca. Grupo: Química de Compuestos Bioactivos. 2 Departamento de Agroindustria. Universidad del Cauca. Grupo: Química de Compuestos Bioactivos. 3 Departamento de Productos Naturales, Fisiología Vegetal y Edafología. Facultad de Farmacia. Universidad de Barcelona (España). *[email protected] Colombia, por su ubicación geográfica en el trópico ecuatorial, presenta una de las biodiversidades más abundantes y variadas en el mundo siendo su riqueza florística un verdadero potencial fitoterapéutico y económico. Entre las familias botánicas de interés son particularmente importantes las diferentes especies de Amaryllidaceae presentes en la región suroccidental y central del País, algunas de ellas introducidas desde Europa y África y otras con carácter endémico. La etnofarmacología recoge, desde la más remota antigüedad, el uso de especies de esta familia el uso en forma de extractos, emplastos, infusiones, aplicaciones externas como: febrífugos, antiulcerativos, antiasmáticos, diuréticos, antitumorales, purgantes, emenagogos, para contarrestar la mordedura de serpientes, para facilitar el parto de la mujer, para calmar dolores de garganta, en fin, son muy amplios los usos por parte de las comunidades indígenas y campesinas. En nuestros estudios fitoquímicos, utilizando los protocolos estandarizados para el efecto, hemos aislado e identificado alcaloides con diferente tipo de esqueleto carbonado, derivados biogenéticamente del acople Fenilalanina-Tirosina, los cuales han sido caracterizado por 1 13 técnicas espectroscópicas a saber: RMN H, RMN C, COSY, ROESY, HMBC Y HMQC. Entre otros se reportan: Licorina, hemantamina, ismina, trisferidina, vitatina, undulatina, tazetina, galantamina, 7-metoxiosoassoanina, 6-O-metilpretazetina y apohemantamina, los tres últimos reportados por primera vez de fuente natural. De especial interés es la presencia del alcaloide galantamina, metabolito utilizado para el tratamiento de la enfermedad de Alzheimer. Se presentan las estructuras de los compuestos identificados y su respectiva actividad biológica. OR36 ANALISIS FITOQUIMICO DE 12 PLANTAS UTILIZADAS EN LA MEDICINA POPULAR DEL ESTADO DE GUERRERO D. Vargas-Álvarez,* M. Soto-Hernández, B. N. Hernández-Pineda, L. A. Ramos-Chávez, Y. Escalante-Estrada, J. Parra-Mijangos. Universidad Autónoma de Guerrero; Facultad de Ciencias Químico-Biológicas; Avenida Lázaro cárdenas S/N Chilpancingo, Guerrero, México. * [email protected]; [email protected] Las plantas medicinales de uso regional en Guerrero, son de gran importancia por su actividad biológica en la salud de individuos y comunidades. El valor medicinal de estas plantas recae en algunas sustancias químicas que producen una acción fisiológica definida en el cuerpo humano. Los más importantes de estos componentes activos de las plantas son flavonoides y saponinas de extractos crudos e hidrolizados. Los objetivos de este trabajo fue realizar un análisis preliminar en 12 plantas medicinales; donde se obtuvieron abundantes saponinas y flavonoides en Cheiratodendron pentadactylon y Prunella vulgaris, las plantas que presentaron menor proporción fueron Taraxacum officinale y Hintonia latinflora, la mayoría de los componentes de los extractos tanto crudos como hidrolizados presentaron diferentes máximos de absorción en los espectro arrojados, por dicho resultado, se asume, que son diferentes cada uno de los flavonoides conjugados y no conjugados. OR37 SYNTHESIS AND CYTOTOXIC ACTIVITY OF NEW ENT-KAURANE DERIVATIVES R. Batista,1* P. A. García, 2 M. A. Castro, 2 J. M. Miguel Del Corral, 2 A. San Feliciano, 2 A. 3 Braga de Oliveira 1 Universidade Estadual do Sudoeste da Bahia, Itapetinga, Brazil. 2 Universidad de Salamanca, Salamanca, Spain. 3 Universidade Federal de Minas Gerais, Belo Horizonte, Brazil. * [email protected] Kauranes are an important class of diterpenes containing a rigid tetracyclic skeleton exhibiting a wide variety of biological activities such as antitumor, anti-HIV, trypanocidal and antimicrobial, among others1,2. Kaurenoic acid (ent-kaur-15-en-19-oic acid, 1) is an intermediate in the biosynthesis of a number of plant and fungal metabolites, including gibberellins and other phytohormones involved in the regulation of growth and development of higher plants, and occurs abundantly in some Brazilian species as Wedelia paludosa D.C. 2 (Asteraceae), Xylopia frutescens and Annona glabra (Annonaceae) . Aiming to synthetise novel ent-kaurane derivatives with potential cytotoxic activity, ent-kaurane diterpenes were isolated from ethanol extract of Wedelia paludosa3 and, under usual reaction conditions for estherification, epoxidation, hydroboration, oxidation, reduction and rearrangement, novel compounds were obtained from kaurenoic acid (1), ent-kaura-9(11),16-dien-19-oic acid (grandiflorenic acid) (3) and a mixture of these kauranes (1+3) with ent-kaur-15-en-19-oic acid (iso-kaurenoic acid) (2). Most of these products were evaluated in vitro against several human neoplasic cells. All derivatives were characterized by usual spectroscopy (1HNMR, 13 CNMR, MS). Acknowledgements: CAPES, UESB, UFMG, CYTED (sub-programa X). 11 1 16:17 2 15:16 3 9:11,16:17 9 16 17 15 COOH Bibliografia 1. Ghisalberti, E.L.; Fitoterapia 1997, 68, 303. 2. Batista, R.; Braga, F.C.; Oliveira, A.B.; Rev. Bras. Farmacognosia 2005, 15, 119. 3. Batista, R.; Chiari, E.; Oliveira, A.B.; Planta Medica 1999, 65, 283. OR38 ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA E HIPOGLICEMIANTE DE LOS EXTRACTOS DE DICLOROMETANO Y METANOL DEL PHYLLANTHUS SALVIAEFOLIUS H. B. K. S. Villarreal,1 C. Ciangherotti,2 J. Velasco,3 T. Díaz,3 I. Ramírez.1* 1,3 Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida. 2 Facultad de Farmacia. Universidad Central de Venezuela. Caracas. Venezuela. * [email protected] Las infusiones de las hojas, los tallos y las raíces de diversas plantas del género Phyllanthus, son usadas en Brasil y otros países para el tratamiento de los cálculos de riñón y vesícula, la diabetes, la disentería y algunas infecciones de los intestinos. Se ha reportado que extractos de especies de Phyllanthus exhiben efectos contra el virus de la Hepatitis B, así como actividades antitumorales, antibacterianas, antifúngicas. En este trabajo se estudiaron las actividades antibacteriana e hipoglicémica de los extractos de diclorometano y metanol del Phyllanthus salviaefolius. La actividad antibacteriana se determinó por el método de difusión en agar con discos. Se ensayaron los microorganismos: Staphylococcus aureus, Pseudonoma aeruginosa, Enterococcus faecalis, Escherichia coli y Klebsiella pneumoniae. El extracto de diclorometano no mostró actividad antibacteriana. El extracto metanólico (1000 mg/ml) de las hojas del P. salviaefolius presentó actividad contra el S. aureus y E. faecalis. Para evaluar la actividad hipoglicemiante del extracto de diclorometano se utilizaron seis grupos de ratas machos de la cepa Sprague-Dawley (cada grupo está constituido por seis animales). Se suministraron varias dosis del extracto (10, 30, 100 y 300 mg/Kg), la Glibenclamida (hipoglicemiantereferencia) y el vehículo (control). Los niveles de glicemia se midieron utilizando el método de la glucosa oxidasa, al inicio y a las 1,5; 3; 5 y 7 horas post-administración. El extracto mostró una actividad hipoglicemiante óptima a la dosis de 100 mg/Kg con porcentajes de variación de la glicemia fueron los siguientes: -8,22 ± 2,51; -18,13 ± 4,08; -30,75 ± 5,62 y 27,15 ± 5,33 a las 1,5; 3,0; 5,0 y 7,0 horas respectivamente. OR39 BUSQUEDA Y EVALUACION DE AGENTES NATURALES ANTITUBERCULOSOS EN PLANTAS DE LATINOAMERICA. E. del Olmo Departamento de Química Farmacéutica. Facultad de Farmacia. CIETUS, Universidad de Salamanca. España. [email protected] La tuberculosis (TB) es una enfermedad sistémica causada por Mycobacterium tuberculosis. La enfermedad pulmonar es la forma de presentación clínica más frecuente, aunque el bacilo puede afectar a otros tejidos u órganos causando tuberculosis pleural, ganglionar, meníngea, ósea, del tracto gastrointestinal, etc. A principios del siglo pasado se descubrieron fármacos muy eficaces para el tratamiento de la enfermedad, tal es el caso de isoniazida y rifampicina, sin embargo, la TB sigue aumentando y se ha convertido en problema de salud serio, exigiendo una acción urgente a escala mundial para evitar que se convierta en una pandemia incurable. La OMS en 1993 declaró la TB de emergencia sanitaria mundial. En la actualidad, una tercera parte de la población mundial está infectada por M. tuberculosis y se estima que en el 2020 alrededor de 1000 millones de personas podrían contraer la infección, 200 millones la desarrollarían y 35 millones de personas morirían por su causa. Un problema adicional lo presentan el desarrollo de resistencias a los fármacos en uso y, se estima que unos 50 millones de personal a nivel mundial están infectadas con cepas multi-resistentes. Las plantas producen metabolitos secundarios como defensa contra el ataque de insectos, microorganismos, herbívoros, etc. Dichos compuestos poseen generalmente actividad antimicrobiana contra diversos patógenos humanos y constituyen la principal fuente potencial de nuevos medicamentos en países en desarrollo, ya que la obtención mediante diseño, síntesis y modelado molecular es poco viable en estos países. Se ha realizado un estudio bio-guiado de más de 300 extractos de plantas de Argentina, Bolivia, Brasil, Guatemala, México, Perú y Portugal, llegando a aislarse e identificarse el producto activo. Mejorándose la actividad, en algunos casos, mediante semi-síntesis de algunos productos activos identificados. Reconocimientos: Proyecto de cooperación desarrollado en el ámbito del Programa Iberoamericano CYTED, SubPrograma X. Proyecto X.11: PIBATUB. Referencias: 1. World Health Organization. Global Tuberculosis Control. WHO Report 2006, Geneva, WHO/CDS/STB/2006, p.12 2. Organización Panamericana de la Salud. El control de la tuberculosis en las Americas: Perfil de los paises 2000. OPS. Washington D.C., 2000. P.1-17. 3. Schnall, B. Peruvian plants hold promise for TB drugs. http://records.wustl.edu/archive/2000/08-10-00/articles/peru.html 4. McCutcheon, A.R., Stokes, R.W., Thorson, L.M., Ellis, S.M., Hancok, R.E.W., L.B.S., Towers, G.H.N. Int. J. Pharmag., 2000, 14, 303. OR40 TOXICIDAD AGUDA DE ALGUNAS PLANTAS MEDICINALES DE USO FRECUENTE EN LA ZONA CARIBEÑA. I. E. Ruiz,* Y. Mercado. Facultad de Química y farmacia, Universidad Nacional Autónoma de Honduras. TRAMIL Enda Caribe. *[email protected] Se realizó el estudio de toxicidad aguda en varias plantas medicinales de uso popular en muchos países de la zona caribeña, para poder determinar un rango de seguridad y eficacia en el uso de estas plantas. Se utilizaron las plantas siguientes: las hojas frescas de Eucaliptus rudis, hojas frescas de Eucaliptus citriodora, hojas frescas de Eucaliptus cinerea, hojas frescas de Morinda citrifolia, hojas frescas de Passiflora edulis y semillas frescas de Cucurbita moschata. Se administro los extractos de cada planta a 30 ratones Rokepheler machos y 15 ratones Rokepheler hembras en una sola dosis en concentración de 200, 500, 1000 y 2000 mg/kg, por vía oral y se observó por 14 días. La administración del extracto acuoso de Cucurbita moschata, a ratones machos de la cepa Rockfeller en dosis 200 mg /Kg y 500 mg/Kg de peso, no produjo mortalidad, la dosis de 1000mg/Kg produjo un 16.66% de mortalidad en ratones machos y 33.33 % en ratones hembras , y la de 2000 mg/Kg de peso produjo un 66.66% de mortalidad en ratones machos y 33% de mortalidad en ratones hembras. La determinación de la dosis letal cincuenta, fue de 1673.91mg/Kg de peso en los machos y de 2549.16 en las hembra En esta planta se observa un aumento significativo de peso tanto en hembras como machos. Todos los demás parámetros se observaron normales. En los tres Eucaliptos no hubo ninguna muerte, pero principalmente los machos se observan con el pelo muy erizado, todos los demás parámetros normales. La administración del extracto de maracuyá no produjo ninguna muerte pero se muestran bien excitados, una hora después de su administracción, además tienen el pelo erizado en dosis de 1000 y 2000 tanto en machos como en hembras, todos los demás parámetros están dentro de lo normal. OR41 ANÁLISIS FARMACOGNÓSTICO DE VALERIANA DECUSSATA R&P S. Abdo,1* L. Andino, A. K. Albuja, P. Cóndor, P. Vita-Finzi.2 1 Escuela Superior Politécnica de Chimborazo, Facultad de Ciencias, Escuela de Bioquímica y Farmacia, Panamericana Sur, Km, Riobamba, Ecuador. 2 Universitá degli Studi di Pavia, Dipartimento di Chimica Organica, Vía Taramelli 10. PavíaItalia *abdosu @ecosur.org El uso tradicional de valeriana como inductor del sueño y tranquilizante ha sido muy difundido entre los indígenas y campesinos del Ecuador. Debido a que una de las enfermedades con mayor prevalencia en el Ecuador y en el Mundo es el estrés (1) Valeriana está siendo altamente demandada por el mercado nacional e internacional. En el Ecuador, del género VALERIANACEAE existen 35 especies, de las cuales 9 son endémicas (2) En la Provincia de Chimborazo existen 18 especies de valeriana de las cuales algunas son utilizadas, entre ellas, Valeriana decussata Ruíz&Pavia, que se emplea de modo similar a Valeriana officinalis. La demanda de valeriana es alta, representa el 45,5% de volumen de ventas de los laboratorios naturistas y ésta tiende a incrementarse. Lastimosamente hasta el momento la única fuente de provisión ha sido la recolección de planta silvestre, lo cual está generando un impacto negativo debido a que la recolección en forma desmedida, desequilibra la disponibilidad de éste recurso natural y su potencial regenerativo. Ha través de éste trabajo, se están determinado la forma de reproducción para su cultivo y los parámetros de calidad farmacognósticos que presenta V. decussata . El tamizaje fitoquímico evidenció la presencia de: alcaloides, aceites, grasas, lactonas, coumarinas, triterpenos, esteroides, azúcares reductores y compuestos fenólicos en general; además mediante TLC se investigó la presencia de los principios con actividad sedante (valepotriatos - ácidos valerénicos) comparándolos con el Extracto Seco Estandarizado de V. officinalis. V. decussata tiene los principales valepotriatos, valtrato e isovaltrato y ácidos valerénicos, los mismos que fueron determinados por GC-MS en el aceite esencial. Los ácidos valerénicos no se hallan presentes en el extracto fluido La concentración de aceite esencial de plantas recolectadas es de 1.4%, Se tomó como marcador químico el % de quercetina, cuantificado mediante un método espectrofotométrico, teniendo el extracto fluído 1,74 %. Como otro parámetro de calidad se determinó cenizas totales (%) 7.2, Cenizas insolubles en ácido (%) 0.65, Cenizas solubles en agua (%) 6.51, de la fracción volátil se realizó el análisis gas-masa. En el extracto fluido de V. rígida, se realizaron pruebas de biotoxicidad con Artemia salina; presentando un CL50 = 2650 mg/L, y para V. officinalis la CL50 = 3060 mg/L OR42 ESPECIALIZADO EN HISTORIA, AGROTECNOLOGIAS Y MARKETING DE LAS PLANTAS MEDICINALES EN CUBA Y EL MUNDO. R. Arencibia Figueroa,* A. Hernández Lopez, T. Otero Silveira. Cuba [email protected] Resumen: Cuenta con la Figura Histórica del Gallego Otero, situado en el Complejo Integral de Investigación y Desarrollo de las Plantas Medicinales, formando parte además del Parque Científico Natural a unos 45 minutos al sur-oeste de la ciudad de Cienfuegos, Cuba perteneciente al municipio de Cumanayagua en el Consejo Popular “La Sierrita”. Con el Científico Popular si usted lo desea podrá recibir sus conocimientos de más de 50 años de experiencias en la Salud Humana, podrá conocer además a su inseparable Esposa Margarita, la cual le brindara una rica tisana o un sabroso café orgánico. La Finca cuenta con una extensión de unas 300 hectáreas dedicadas al cultivo de plantas medicinales, aromáticas, condimentosas y frutales, otras áreas dedicadas al beneficio, secado y comercialización de estas. Áreas de capacitación que comprenden 3 aulas con capacidad para 50 personas cada una de ellas, un centro de información y facilidades que permiten el desarrollo de actividades especializadas científico – técnicas. La Casa Museo de embarro y zinc cuenta con 4 salas expositivas. Sala - 1. Historia del Pueblo de la Sierrita. Sala – 2. Historia del “Gallego Otero” y su descendencia española. Sala – 3. Historia del “Gallego Otero” como Científico Popular. Sala – 4. Historia de las Plantas Medicinales. Las áreas exteriores del museo representaran un patio típico del campesinado cubano con el cultivo de café y plátano en el cual se realizaran actividades con niños y adultos, la comunidad y todo el personal interesado. Se puede apreciar una colección de más de 336 especies, senderos interpretativos, donde se puede apreciar la rica avifauna, especies endémicas y autóctonas de plantas medicinales, amenazadas como el Manajú. Hermosas variedades de orquídeas silvestres en su habitad natural, uno de estos Senderismo culmina en un Sitio Histórico.. Recorrido 1.- Comprende las áreas expositivas con más de 200 especies de las más de 336 existentes en la finca, el área de producción con estancia en el aula de medio ambiente y una explicación sobre agrotecnologías desarrollada en plantas medicinales concluyendo en la casa museo. Recorrido 2.- Comprende la producción de piña orgánica y el plátanal histórico de la finca que conserva y crecen en armonía más de 20 especies de plantas medicinales, concluyendo en la casa museo. Recorrido 3.- Comprende las áreas del predio de la casa vivienda de la finca, área de capacitación, cultivos protegidos, las Meliponas, Organopónico, un encuentro en la casa vivienda con el gallego Otero y Margarita donde podrán saborear una rica infusión de plantas que deseen, concluyendo en la casa museo. Recorrido 4.- Comprende el área de beneficio y secado concluyendo en la casa museo del sitio y este será a solicitud de especialistas y/o instituciones especializadas, reservándose el derecho de aprobación de las autoridades del parque, la finca y el museo. Recorrido 5.- Comprende los recorridos 1, 2 y 3. Resumen Ampliado: Desde el año 2004 y como parte del proyecto “DESARROLLO AGROBIOLÓGICO y AGROECOLÓGICO DE PLANTAS MEDICINALES EN LA FINCA DEL GALLEGO OTERO DE LA SIERRITA” se ha propuesto de manera empírica por parte de un grupo de compañeros la recolección de piezas relacionadas con la obra y vida del Gallego Otero, científico popular de reconocimiento nacional e internacional y con una amplia historia acumulada. A partir de esta idea se ha producido la búsqueda para una estructura de colecciones que favorezca desde varias dimensiones la creación de colecciones y la búsqueda de objetos que una vez estudiados se conviertan en museables para la apertura del museo de acuerdo a su tipología y género, así como para la creación del discurso museológico que necesita el mismo. La recolección se ha asumido de dos tipos: la cerrada en dos vertientes, una a partir del proyecto financiable antes mencionado, que implica la visualización y estudio de las plantas medicinales, aromáticas, condimentosas y frutales, sus propiedades, formas de cultivo, tratamiento, envase, empleo, y un bosquejo de la historia de las plantas medicinales en Cuba y el Mundo y otra hacia el estudio de la comunidad y el barrio que terminará en la historia de la Granja del Gallego Otero y su inserción en el proyecto como alternativa estratégica que implica toda la labor desarrollada por ella, resultando su influencia en la comunidades de la Sierrita y fuera de ella y el nivel que desde el punto de vista patrimonial posee. Se completa con la historia personal del Gallego Otero por la relevancia que tiene su figura como científico popular, razón de ser de este proyecto según la propuesta del tipo de museo. En la actualidad la Finca cuenta con 25 caballerías (330 hectáreas) con 336 especies de plantas, de ellas 60 ha dedicadas al cultivo de alrededor de 200 especies entre las que se encuentran medicinales, aromáticas, condimentosas y frutales, todas poseen propiedades medicinales y muchas de ellas endémicas o autóctonas en peligro de extinción. 136 variedades crecen en estado natural en el resto del área. Existen 145 piezas, 144 donadas y 1 transferida por el Registro de Bienes Culturales que por su valor tanto histórico y social conforman los fondos que se exponen del inmueble destinado a ese fin. Resultados obtenidos Incidencia del museo en la comunidad: El museo es altamente reconocido en la comunidad por su labor pedagógica, cultural, política, científica y académica. Se ha convertido en el Centro Cultural de la comunidad. Desde el año 2004 que se adjuntó como Sala del Museo Provincial de Cienfuegos y en la que participaron en su creación representantes fundadores del desarrollo de las plantas medicinales en el territorio nacional y personalidades de Centros de Investigaciones Nacionales ha mantenido un vínculo directo de intercambio, divulgación y desarrollo del conocimiento en esta temática, siendo referencia obligada en este sentido con la Comunidad Científica nacional entre los cuales se destacan el trabajo de investigación a través de convenios establecidos con los Laboratorios Farmacéuticos Oriente, del MINBAS, intercambio con especialistas de diferentes instituciones de la Oficina del Historiador de la Ciudad de la Habana, haciendo referencia especial el establecido con la Farmacia Sarrá, que desde antes de 1959 el Gallego Otero tributaba especies y conocimientos a ella, intercambio con Institutos Nacionales del MINSAP como los mantenidos con el de Endrocrinología, Angiología, Medicina Militar (Naval), con el Instituto Finlay, de Ecología y sistemática, química farmacéutica, toxicología, y con universidades como la de Ciego de Ávila, Centro Vitroplantas de Sancti Spíritus, La Habana, entre otros. Entre los internacionales, se mantiene en intercambio con universidades, cátedras e institutos de Italia, España, Brasil, México, Venezuela, de los cuales hemos recibido visitas, entre ellos el Prof. Dr. C. Gabriele Morelo, director fundador del Instituto Superior de Emprendedores y Dirigentes de Hacienda de la Universidad de Palermo; Roma; Prof. Dra. C. Daniella Bergantín, Prof. Comunicación Social de la Universidad Bocconi de Milano; Prof. Lourdes Hernández de la Universidad de Química Farmacéutica del Distrito Federal de México; Prof. Dra. Julieta González, Presidenta del Instituto Nacional de Geriatría y Gerontología de la República Bolivariana de Venezuela; Prof. Lic. Teresa Fernández Groña, Prof. Universidad de la Coruña, España; entre otros. Se realizan actividades sistemáticas con la tercera edad, visitas a hogares maternos donde se realizan charlas educativas, visitas a centros educacionales tanto como primarios, secundarias básicas, enseñanza especial, conversatorio con personalidades de la localidad y combatientes, encuentros de mujeres creadoras Trabajo educativo Contamos con cuatro temáticas en las exposiciones permanentes como son: historia de la localidad, científico popular, plantas medicinales, Se organizan cursos infantiles como son: medio ambiente, protección de la capa de ozono, plantas medicinales, guías de museos y para adultos secado y conservación de plantas medicinales, preparación de condimentos y colorantes, abonos orgánicos, plaguicidas y repelentes naturales, agrotecnia y beneficio supervivencia con niños exploradores. Se le brinda especial atención a la casa de abuelos existentes en la localidad donde sé desarrollan diferentes actividades para mejorar su calidad de vida, así como el hogar materno donde se desarrolla un programa con las jóvenes gestantes. Rescate de tradiciones Se promueven por el museo 5 actividades tradicionales dentro de ellas el programa jugando en mi barrio con niños de todas las edades, concursos de dulces caseros , plantas ornamentales, tejidos y bordados recuperar los huertos caseros. OR43 CRITERI DI SICUREZZA NEL LABORATORIO UNIVERSITARIO CHIMICOBIOLOGICO: DALLA EVOLUZIONE NORMATIVA ALLA BUONA PRASSI. Nicola Guido Fucito istituzione [email protected] Parlare di sicurezza nel laboratorio chimico-biologico significa parlare di sicurezza in qualsiasi posto di lavoro e della relativa evoluzione normativa. D’altra parte, contrariamente a quanto solitamente si ritiene, il nostro paese ha sempre avuto una struttura di sicurezza abbastanza valida con radici lontane che possono farsi risalire alla fine del 1800; la successiva evoluzione normativa approda a due decreti capisaldi sulle “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro” e sulle “Norme generali per l’igiene del lavoro”. Il recepimento delle normative europee comporta l’impostazione del problema sicurezza in un’ottica completamente nuova: non più criteri prescrittivi ma autonoma creazione della propria struttura di sicurezza attraverso l’individuazione e valutazione dei rischi; ciò sempre, naturalmente, con il supporto di standard di riferimento e di principi guida. Il nuovo approccio normativo, così espresso, si inserisce in un orientamento comunitario che mira all’evidenziazione dei problemi per poi farne oggetto di valutazione; in tal modo anche se non si perviene automaticamente alla risoluzione o contenimento dei problemi evidenziati si ha il vantaggio di poterli studiare e farne oggetto di programmi articolati di intervento. La ricerca scientifica ha consentito di impostare la determinazione del rischio in termini di probabilità e magnitudo pervenendo ad una funzione del tipo R = f(P,M) cioè alla dipendenza del rischio dai due parametri probabilità e magnitudo così individuati. Essendo la dipendenza del tipo direttamente proporzionale, si può scrivere la formula R = P * M. Agendo su uno dei fattori o su entrambi si può ottenere una riduzione dell’entità del rischio. Definito il danno e la probabilità, il rischio può essere rappresentato in forma matriciale avente per ascissa il danno e per ordinata la probabilità; in ogni casella il valore esprime il prodotto dei due parametri secondo una scala crescente per cui diviene possibile stabilire una priorità di intervento in relazione ai valori assunti nella matrice del rischio. Alla valutazione del rischio concorrono oltre al datore di lavoro, il responsabile del servizio di prevenzione e protezione nonché, ove previsto, il medico competente responsabile della sorveglianza sanitaria; collabora altresì il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza che è ravvisabile a sua volta come una risorsa specifica. La valutazione dei rischi e la stesura del relativo documento di valutazione necessitano di uno schema metodologico che partendo dall’identificazione dei rischi (presenti nella specifica attività in esame) consentirà di identificare i pericoli. E’ possibile a questo punto delineare in dettaglio un percorso metodologico per concretamente pervenire, attraverso la puntuale disamina dei fattori di rischio, alla stesura del documento di valutazione che rappresenta, oltre il mero adempimento normativo, l’unico modo per acquisire la piena consapevolezza di una realtà lavorativa che si è andata formando nel tempo. Può essere di ausilio l’utilizzazione di liste di controllo cioè di schede, suddivise per fattori di rischio e che per ognuno dei quali propongono dei punti di verifica; solitamente per ogni punto di verifica vengono anche indicati i requisiti minimi richiesti per lo specifico punto. Necessitano, naturalmente, dei requisiti professionali che spaziano su un arco piuttosto ampio di competenze, da quelle più generali del tipo impiantistico a quelle più specifiche dell’attività in esame. Parlare di sicurezza per un laboratorio significa prendere in esame strutture, impianti, agenti fisici, agenti chimici, agenti biologici ecc. Per il rischio chimico è stata espressa la definizione dei requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dagli effetti degli agenti chimici presenti sul luogo di lavoro o che siano il risultato di ogni attività lavorativa che comporti la loro presenza. Per il rischio biologico sono individuate tutte le attività che possono comportare rischi di esposizione ad agenti biologici, sia quelle con uso deliberato di microrganismi che quelle con rischio potenziale di esposizione. La differente tipologia di rischio espositivo condiziona gli adempimenti che il datore di lavoro deve adottare. E’ consigliabile procedere con cautela e con un appropriato metodo di indagine poiché per considerare una situazione pericolosa occorrerà in ogni caso verificare l’effettiva esposizione dei lavoratori all’agente e valutarne l’entità. Non sempre in presenza di esposizione v’è una condizione di rischio. In ogni caso è opportuno intervenire con un approccio preventivo efficace per il contenimento a livelli i più bassi possibili di contaminazione ambientale e di esposizione individuale. Indipendentemente dai risultati della valutazione, in un laboratorio di ricerca devono vigere dei principi generali di buona prassi con priorità assoluta; in tal modo ci si abitua a privilegiare, nelle scelte operative, i criteri di sicurezza e di benessere fisico, anzi vengono evidenziati maggiormente proprio tali aspetti. POSTER P1 COLECCION DIGITALIZADA DE PLANTAS MEDICINALES EN SU HABITAT M. A. García Calderón,* L. R. Chávez Garibay** Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo *[email protected]; **[email protected] Se presenta una colección digitalizada de plantas medicinales del municipio de Morelia, Michoacán, México, fotografiadas en su habitat. La información sobre el tipo de planta y su uso medicinal se obtuvo mediante entrevistas con los curanderos locales de las comunidades rurales y se tomó fotografía a aquellas plantas en las cuales por lo menos dos curanderos coincidieron en sus propiedades curativas. Se muestrearon 15 comunidades de 60 existentes, para un total de 200 plantas. La base de datos incluye la fotografía de la planta completa y acercamientos de sus hojas, flores y frutos, su nombre común, la parte de la planta que se utiliza, su forma de preparación y administración, así como las coordenadas geográficas y época de la colecta.La captura se hizo con una cámara digital de 8 megapixeles, la información se grabó en un disco compacto con un software que permite visualizarla como si se tratara de un libro impreso en formato compatible con OS-X y Windows.Algunas de estos especímenes se encuentran en proceso de clasificación botánica para obtener su nombre científico. P2 ENDEMISMOS ETNOBOTANICOS DE LAS ESPECIES DE RUMEX DE LA REGION MACARONESICA J.F. Jiménez Díaz,1* B.C.Rodríguez de Vera,1 E. Navarro García,2 S. J. Alonso Díaz,2 C. 3 1 Jiménez Rodríguez, R. Chacón Ferrera. 1 Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, 2 Universidad de La Laguna, 3 Universidad San Pablo-CEU (España) *jjimé[email protected] INTRODUCCION: Se conocen unas 200 especies de Rumex distribuidas por casi todo el mundo. Son arbustos o hierbas perennes con flores unisexuales. Presentan un perianto en 2 verticilos de 3, en el cual el interno se alarga y endurece para formar las valvas del fruto. Poseen 6 estambres y el fruto es una nuez pequeña. ESPECIES DE RUMEX ENDEMICAS DE LA REGION MACARONESICA 1.- RUMEX LUNARIA LINNEO: Es un endemismo de las Islas Canarias. Arbusto de hojas a menudo más anchas que largas, truncadas por la base y redondeadas por el ápice. La inflorescencia es una panícula compuesta. Presenta valvas reniformes u orbiculares. 2.-RUMEX MADERENSIS LOWE: Hierba perenne, de hojas ovado-deltoides, con panícula densa y valvas membranosas suborbiculares. Se encuentra distribuida en Madeira, en las Canarias Occidentales y en Gran Canaria. En Tenerife está frecuentemente localizada en Aguamansa, El Tanque y Garachico a una altura de 600-1200 m. En la Palma, en zonas de laurisilva y pinar en formaciones arbustivas de santa Cruz y Mazo. En la Gomera se localiza en la Cumbre de Vallehermoso y Epina a una altura de 600m. En el Hierro se encuentra localizada en el Risco de Jinama, Fuente del Tinco o Frontera. En Gran Canaria se localiza en diversas partes de la Isla. 3.-RUMEX BUCEPHALOPHORUS SSP. CANARIENSIS: Es conocida también como vinagrerilla, acedera de lagarto y beta. Se encuentra distribuida en todas las Islas Canarias. Flores de color rosado. Presenta un gineceo con 2-4 carpelos unidos, con estilos libres o unidos. El fruto es aquenio o núcula, a menudo trígono y a veces sostenido por los pétalos acrescentes o encerrado en un hipanto. 4.-RUMEX VESICARIUS: Planta muy naturalizada en las Islas Canarias. Es una hierba pequeña con valvas grandes de color rojizo e hinchadas. Sus hojas son enteras y lanceoladas. P3 ESTUDIO EXPERIMENTAL DEL ESTIMULO CICATRICIAL INDUCIDO POR PRODUCTO ETNOBOTANICO DE LAS ISLAS CANARIAS C. Jiménez Rodríguez,1 J.F. Jiménez Díaz,2* B.C. Rodríguez de Vera,2 E. Navarro García,3 3 S.J. Alonso Díaz, R. Navarro García. 2 1 Universidad San Pablo-CE*, Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, 3 Universidad de La Laguna (España) *jjimé[email protected] INTRODUCCION: Las heridas y las úlceras cutáneas siguen representando un problema de salud por el enorme coste que su asistencia y tratamiento representa. Ha sido tradicional el uso de recursos etnobotánicos en determinadas poblaciones para abordar dicha problemática. OBJETIVO: Estudiar la influencia sobre la cicatrización de úlceras de piel total en el animal de laboratorio empleando productos naturales, agua bidestilada y suero fisiológico, para la limpieza de las mismas y un extracto puro de Rumex lunaria L. (vulgarmente vinagrera, acedera, etc.) para la cura local de dichas lesiones cutáneas. MATERIAL Y METODOS: Se utilizó como animal de experimentación la rata blanca, cepa Sprague Dawley. A dichos animales se les practicaba una herida ulcerativa en la piel del dorso mediante punch quirúrgico. Diariamente se curaban dichas lesiones con los productos mencionados y se procedía a la valoración ulcerométrica de la superficie evolutiva de la lesión cutánea. Los datos de la cicatrización se procesaron mediante paquete estadístico SPSS 13.0.1. RESULTADOS: El extracto natural de vinagrera se comporta con una gran eficacia cicatricial desde el inicio de la experiencia en comparación con la utilización de elementos “inertes” de limpieza como es el caso del agua bidestilada o, incluso, respecto al grupo control. Se obtuvo en dichos resultados una alta significación estadística. Esta elevada acción favorecedora de la cicatrización experimental se corresponde con su contenido en componentes cicatrizantes (taninos, oxalatos, antraquinonas) que permite establecer una vía de aplicación clínica de un producto natural con las ventajas de una pronta resolución de problemas asistenciales, como es el que representa la cicatrización de heridas agudas y crónicas o úlceras. P4 FITOQUIMICA DE EXTRACTOS DE RUMEX LUNARIA L. 1 2 3 2 B.C. Rodríguez de Vera, E. Navarro García, J. Trujillo Carreño, S.J. Alonso Díaz, J. F. Jiménez Díaz,1* C. Jiménez Rodríguez.4 1 Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, 2Universidad de La Laguna, 3Instituto de 4 Agrobiología y Productos Naturales de Canarias-CSIC, Universidad San Pablo-CEU (España) *jjimé[email protected] INTRODUCCION: La fitoquímica constituye un paso previo imprescindible para reconocer los componentes de cualquier elemento vegetal y poder orientar posteriormente su aplicación clínica. MATERIAL Y METODOS: Hojas secas y molidas de Rumex lunaria L., con un peso de 1800 g, fueron sometidas a extracción continua en un soxlhet a temperatura constante. Para dicho proceso, se utilizó primero cloroformo, a continuación acetato de etilo y finalmente etanol. En todos los casos la extracción se realizó hasta agotamiento, obteniéndose en todos los casos soluciones verde – oscuras. Los extractos de cloroformo, acetato de etilo y etanol de hojas de Rumex lunaria fueron sometidos reacciones coloreadas para detectar la menor o mayor presencia (+; ++; +++) o ausencia (-) de diferentes compuestos fitoquímicos. RESULTADOS: Compuesto Cuerpos grasos Resinas Esteroles, terpenos Antraquinonas libres Lactonas pentag. Insta. Antocianos Leucoantocianos Pigmentos carotenoides Taninos Flavonoides Cumarinas Alcaloides Saponinas Antraquinonas combinadas Glúcidos Extracto clorofórmico + ++ ++ + ++ ++ - Extr. Acto.etilo ++ +++ + ++ ++ ++ ++ Extr.Etanólico ++ +++ ++ ++ +++ ++ P5 ESTUDIOS CITOGENOTOXICOS INDUCIDOS POR DECOCCION DE MINTHOSTACHYS VERTICILLATA. L. Sabini,* F. Casasnovas, F. Escobar, P. Cordero Gabrielli, S. Zanon. Universidad Nacional de Rio Cuarto, Cordoba, Argentina * [email protected] En este trabajo se evaluaron los cambios cuali-cuantitativos, macro y microscópicos inducidos por el tratamiento con distintas concentraciones de decocción (D) de Minthostachys verticillata sobre los cromosomas y el ciclo celular de bulbos de cebollas, 1 mediante el test de Allium cepa L. descripto por Fiskesjo. Las alteraciones se evaluaron in vivo sobre las células meristemáticas de los ápices de raíces de cebolla de la especie Allium cepa L. crecidas en agua mineral, en oscuridad, con aireación y a temperatura constante de 25ºC ±0,5ºC por 48 h hasta radiculación. Luego fueron sometidas a tratamiento con las fracciones D preparadas con vegetal colectado en abril y octubre de 2005, empleadas en rango de concentraciones: 12,8 a 3,2 mg/ml y 16,6 a 5,33 mg/ml respectivamente. Se incluyeron 5 bulbos para cada tratamiento que se extendió por 48 h. momento en que se extrajeron 3 raíces por bulbo para la evaluación de alteraciones microscópicas y expuestas por 3 días más a las mismas soluciones para evaluación macroscópica del daño. Al final del ensayo (5 días en total) se determinaron alteraciones en longitud, presencia de color y anormalidades en las raíces. Para el examen microscópico las mismas fueron fijadas, teñidas con orceína lactopropiónica y montadas sobre porta objeto. Fueron analizadas 1.000 células por bulbo para todos los tratamientos y el control determinándose índice mitótico (IM), índices de fases (IF), índices de aberraciones totales (IAT) e índice de aberraciones por fase (IAF). Todos los datos fueron evaluados estadísticamente mediante aplicación del software Prism 3.0 Las dos fracciones vegetales indujeron modificaciones macroscópicas en las raíces, con acortamiento en la longitud de las mismas, sin necrosis del tejido, revelándose ausencia de diferencias estadísticamente significativas entre tratamientos pero sí contra control. Tampoco indujeron el desarrollo de ganchos radiculares, indicador válido de toxicidad, ya que la frecuencia de aparición de esta anomalía (1,21%) estuvo muy por debajo de la media normal. Hubo disminución de los IM en los tratamientos con ambas D respecto del control (p<0,0001), pudiendo demostrarse además, por los IF, arresto de la división celular en interfase justificando aquella disminución en los IM. El dato fue consistente con el acortamiento en la longitud de las raíces presentes en los bulbos sometidos a los tratamientos con las fracciones vegetales. En el análisis de daños microscópicos, pudo demostrarse la presencia de aberraciones morfofisiológicas (c-mitosis, células binucleadas, micronúcleos y cromosomas pegajosos) en los tratamientos con ambas D aunque con baja frecuencia y sin diferencias estadísticamente significativas contra control. Se concluye que por la disminución en la longitud de las raíces y de los IM en los tratamientos se reveló el carácter tóxico de D de M. verticillata aunque se demostró el carácter no genotóxico de estas fracciones por la baja frecuencia de daño cromosomal comparado contra control. Estos estudios han permitido caracterizar por primera vez el comportamiento de D, obtenida de peperina, a nivel citogenotóxico, sentando un precedente en este tema para la especie en cuestión. Los resultados realzan el potencial etnobotánico de esta especie aromática avalada además por antecedentes previos de su capacidad antimicrobiana e inmunomoduladora. 1. Fiskesjö. G. Hereditas, 1985, 29, 381.2.Mongelli E. et al., Rev. Arg. Microbiol, 1995, 27, 199. P6 ANALISIS QUIMICO Y ACTIVIDAD ANTIMICROBIANA Y CITOTOXICA DEL ACEITE ESENCIAL DE ELYONURUS MUTICUS. L. Sabini,* P. Cordero Gabrielli, M. Cacciabue, C. Torres, F. Escobar, N. Kolb, M. Demo. Universidad Nacional de Rio Cuarto, Cordoba, Argentina * [email protected] Elyonurus muticus (espartillo) es una gramínea perteneciente a la Flia Poaceae muy abundante en el norte argentino. Si bien es reconocida la aplicación industrial de la especie, en particular en el campo de la perfumería, a nivel fitomedicinal no se le ha demostrado ningún uso avalado científicamente. Por esta situación y dada la abundancia relativa de la especie vegetal es que se realizaron estudios de sus aceites esenciales (AE) obtenidos por hidrodestilación a partir de hojas de plantas colectadas en 3 lugares diferentes de Argentina. Se estudio la calidad química, el potencial antimicrobiano frente a patógenos de impacto sanitario humano y animal, así como la capacidad tóxica sobre células eucariotas en monocapas de cada AE. El análisis químico realizado por CG y CG/EM permitió identificar un rango de 21 a 27 componentes con predominancia de Geraniol en uno de ellos (55,1%), de Citral (46,38%) en el otro y de Acorenona, (58%) en el restante, esto permitió caracterizar tres quimiotipos o razas químicas de la especie vegetal. La capacidad antibacteriana de las muestras oleosas fue evaluada por la técnica de difusión en disco (DD) y microdilución (MDC) en caldo frente a Staphylococcus aureus ATCC 25212, Bacilllus cereus (arroz), Escherichia coli (agua de pozo), Pseudomona aeruginosa (agua), Proteus mirabilis (orina) y Enterococcus faecalis ATCC 29212. La capacidad antifúngica fue evaluada mediante la técnica M27-A: microdilución en caldo, siguiendo las recomendaciones del Comité Nacional de Estándares, en Laboratorios Clínicos (NCCLS), frente a 6 cepas de Cándidas spp aisladas de casos clínicos en humanos. Los ensayos de citotoxicidad se realizaron por triplicado sobre monocapas de células Vero, tratadas con diferentes concentraciones de cada AE. La Máxima Concentración No Citotóxica (MCNC), fue determinada a las 72 h de incubación a 37ºC, mediante la observación directa al microscopio óptico. Los resultados indicaron que los tres AE fueron activos frente al 100% de las bacterias Gram (+), y en un 44% frente a las bacterias Gram (-) evaluadas. El valor de las Concentraciones Inhibitorias Mínimas (CIM) obtenidas por los dos métodos desarrollados reveló correlación entre ellos pero con una sensibilidad aumentada para la MDC vs DD entre 2 a 32 veces. Así, el AE quimiotipo Acorenona poco activo en medio sólido evidenció ser 16 veces más activo en medio líquido frente a S. aureus (31,1 vs 497,65 mg/ml); 8 veces más frente a B. cereus y respecto de E. faecalis tuvo el mismo nivel de acción. Indistinto de la técnica, el quimiotipo Citral fue el más activo. Pudo demostrarse el poder bactericida del quimiotipo Citral y Geraniol. La sensibilidad de P. aeruginosa, normalmente resistente a los antimicrobianos disponibles adjudica potencial etnobotánico de la especie vegetal estudiada. Frente a las levaduras ensayadas, las CIM obtenidas para los 3 quimiotipos revelaron que Geraniol fue el más activo ya que sólo requirió de 0,87 mg/ml para inhibir el desarrollo de 2 de las 6 cepas estudiadas (33,33%). En contraposición Acorenona fue el quimiotipo menos activo de los 3 y requirió en general 17 veces más concentración para inhibir las cepas de fúngicas. Se demostró el poder funguicida para los quimiotipos Citral y Geraniol por la correlación entre los valores de CFM y CIM. Respecto de la citotoxicidad, los valores de MCNC hallados fueron de 0,106 mg/ml, 0,165 mg/ml y de 0,370 mg/ml para los quimiotipos Acorenona, Citral y Geraniol respectivamente. Estos valores demostraron que el AE de E. muticus posee una marcada capacidad tóxica ya que los valores de MCNC excedieron a las CIM. Se concluye que a pesar de que el AE de E. muticus presento actividad antimicrobiana frente a los distintos patógenos ensayados, se evidencia una marcada actividad citotóxica en concentraciones elevadas de los distintos biotipos. Por lo que este estudio permite aseverar que el AE carece de una toxicidad selectiva, lo que determina que se requieran más investigaciones en cuanto a la posible reversión de dicha toxicidad. Estos estudios destacan el potencial etnobotánico de la especie Elyonurus. muticus pues la capacidad antimicrobiana de sus AE los convierten en potenciales desinfectantes, aplicables sobre superficies inertes. P7 FARMACOLOGIA, TOXICOLOGIA Y ETNOBOTANICA EN MEXICO DEL “TEPESCOUHITE” (MIMOSA TENUIFLORA) J. A. Santiago Santiago,1* F. Di Ludovico.2** 1 C. D., Profesor UNAM M. C., Socio ANMFIT * [email protected]; **[email protected] 2 Después de varias calamidades ocurridas en México durante la década de 1980, se divulgó el uso de la corteza del “tepescohuite” contra heridas y quemaduras cutáneas. Objetivo de este trabajo fue determinar sus usos actuales e históricos; además se recopiló información sobre la farmacología y toxicidad de la corteza, con el fin de justificar o no su uso. Esta planta se identifica taxonomicamente como Mimosa tenuiflora (Willd.) Poiret, fam. Leguminosae-Mimosaceae; originaria de México, florece y fructifica de noviembre a junio, se localiza en los estados de Oaxaca y Chiapas, siendo asimismo presente en toda América del Sur. Su corteza contiene gran cantidad de taninos, saponinas triterpenoides (mimonósidos), alcaloides, glicosides triterpenoides, glucosa, xilosa, rhamnosa, arabinosa, lupeol, flavonoides metoxichalconas (kukulkanos), fitoesteroles (sitoesteroles), lípidos, cristales de oxalato de calcio y de almidón. No se encontraron referencias o antecendentes históricos sobre su uso medicinal por grupos indígenas prehispánicos e inclusive por aquellos autóctonos actuales, pero es importante señalar que esta especie forma parte de la medicina popular de México. Los usos comunes del “tepescohuite” se conocen de manera tradicional reciente en los grupos mestizos contemporáneos y, a partir de 1986, se han “redescubierto”, comercializado y difundido mundialmente. En medicina popular, bajo forma de polvo, infusión o extracto a partir de la corteza, se usa para resolver ustiones y heridas y también contra hipercromias cutáneas y dermatosis, acné y vaginitis; y se comercializan diversos cosméticos hechos a base de estos productos. Así mismo, el potencial medicinal de esta planta ha sido validado a partir del análisis farmacológico y citotóxico de su corteza: las actividades antibiótica y cicatrizante son confirmadas experimentalmente y convalidarian el uso en affecciones cutáneas, aunque otros estudios refieren su ineficacia o bien una acción tóxica. Se requiere, por lo tanto, de estudios adicionales para autorizar su venta como medicamento. P8 ANTIBACTERIAL ACTIVITY FROM MOURIRI PUSA T. M. Bauab,1* M. Andreo,2 E. A.Varanda,1 C. Q. F. Leite,1 W. Vilegas.2 1 Faculdade de Ciências Farmacêuticas-UNESP-Araraquara 2 Instituto de Química-UNESP-Araraquara Brasil * [email protected] Mouriri pusa (Melastomataceae) is a plant species found in Brazil commonly used in the popular medicine to treat gastrointestinal tract disturbs. Methanolic and dichloromethane extracts were evaluated for their activity against Helicobacter pylori using a microdilution broth assay with spectrophotometric reading. In this assay, microplate wells were filled with 100uL of Muller Hinton Broth. Then, 100 μL of extracts serially diluted (500-25μg/mL) and 4 100μL of growing cultures (10 UFC/mL) were added. After incubation at 37°C for 78 hours under microaerobic conditions, the absorbance was determined using an automatic ELISA reader adjusted at 595nm. The methanolic extract revealed strong activity anti-Helicobacter with a minimum inhibitory concentration (MIC) of 150 μg/mL These results suggest that M. pusa contains compouds with antibacterial activity and might be used as an adjuvant therapy in the treatment of gastrointestinal disturbs associated with H. pylori. Financial support: FAPESP-BIOTA, proc. nº 02/05503-6 P9 ANTIBACTERIAL ACTIVITY OF MEDICINAL PLANTS FROM VALE DO JEQUITINHONHA-MG/BRAZIL C. H. G. Martins,3* F. Petacci,2 N. Maissar Khalil,2 T. M. Bauab.1 1 2 Faculdade de Ciências Farmacêuticas- UNESP/Araraquara, Departamento de Farmácia e Bioquimica- UFVJM/Diamantina, 3 Universidade de Franca-UNIFRAN Brasil * [email protected] Nearly all cultures from ancient times to the present day have used plants as a source of medicines. The antibacterial activity is an important step in the biological characterization of natural products. The aim of the present study was to screen extracts obtained of medicinal plants from the Vale do Jequitinhonha-MG/Brazil, of Eupatorium sp, Trichogonia sp, Vernonia sp and Mikania sp, all of them belonging to Asteraceae. Spectrophotometric technique of microdilution, developed in microplates, was used to determine minimal inhibitory concentration (MIC) against Escherichia coli, Staphylococcus aureus and Staphylococcus epidermidis. At the microplates wells were added Muller Hinton Broth, extracts solutions diluted at 500-25 μg/mL, and growing cultures of microorganims (107 UFC/mL). After incubation, the absorbance of each well was determined using an automatic ELISA reader at 595nm. Extracts from Eupatorium sp and Mikania sp revealed the strongest activities against both species of Staphylococcus.The results obtained appeared to confirm the antibacterial potential of the plants investigated, and their usefulness in the treatment of infections. P10 ANTIBACTERIAL ACTIVITY OF ASTILBIN ISOLATED FROM FLOWERS OF DIMORPHANDRA MOLLIS BENTH. (FABACEAE, CAESALPINOIDAE). F. Petacci,2* C. H. G. Martins,3 N. M. Khalil,2 T. M. Bauab.1 1 2 Faculdade de Ciências Farmacêuticas-UNESP/Araraquara, Departamento de Farmácia e Bioquímica – UFVJM/Diamamtina, 3 Universidade de Franca-UNIFRAN Brasil * [email protected] Astilbin (5, 7, 3’, 4’- tetrahydroxy –2, 3- dihydroflavonol- 3- ß- O- rhamnoside), a flavonoid with large range of biological activities, has been isolated from several sources. The aim of this study was to evaluate the antibacterial activity of astilbin from flowers of Dimorphandra mollis Benth. (Fabaceae, Caesalpinoidae) using a microdilution broth assay with spectrophotometric reading against the Staphylococcus aureus; Staphylococcus epidermidis, Pseudomonas aeruginosa and Escherichia coli. Flowers were extracted with dichloromethane (3 times) followed by methanol (2 times). The methanol extract yielded astilbin after HPLC separation on a polymeric packing column (Shimadzu, Asahipak GS-310 P, 21.5 cm ID x 50.0 cm L) eluted with methanol (flow rate: 7 mL/min UV detector at 290 nm), yielding white-yellow crystals. To determine antibacterial activity of astilbin, microplate wells were filled with 100uL of Muller Hinton Broth. After that, 100 μL astilbin solutions diluted at 500-25μg/mL were added and 100μL growing cultures (107 UFC/mL). After incubation at 37°C for 24 hours the absorbance was determined using an automatic ELISA reader adjusted at 595nm. This compound was showed a strong activity against S.aureus (MIC = 50μg/mL) and S. epidermidis (MIC = 75 μg/mL). These results suggest that astilbin as a potential flavonoid with antibacterial activity, isolated from flowers of D. mollis. P11 ESTUDIO DE LA ACTIVIDAD ANTIINFLAMATORIA TOPICA Y ANALGESICA DE ACEITES ESENCIALES DE PLANTAS DE LA FLORA COSTARRICENSE. B. Badilla,1* J. F. Ciccia,2 A. Suarez,3 J. L. Povera.4 1 INIFAR, Facultad de Farmacia, Universidad de Costa Rica (UCR) 2 CIPRONA Escuela de Química, UCR. 3 Escuela de Medicina, UCR 4 Escuela de Ciencias de la Tierra y el Mar. Universidad Nacional *[email protected] Del estudio de la literatura y de datos etnobotánicos se seleccionaron 10 plantas con posible interés analgésico y antiinflamnatorio tópicos. Se obtuvo el aceite esencial de Schinus molle (PAA-01), Lippia alba (dos variedades PAA-02, PAA-05), Piper lanceaefolium (PAA-03), Piper marginatum (PAA-004), Satureja viminea (PAA-06), Callistemon viminalis (PAA-07), Corymbia citriodora (PAA-08), Ambrosia cumanenses (PAA-09) y Drimys granadensis (PAA-010), por medio de extracción del material por arrastre a vapor en aparato Clevenger y eliminación de la humedad por medio de desecante (sulfato de sodio anhidro). El aceite fue analizado por GC-MS. Para la determinación de la actividad antiinflamatoria tópica se empleó el modelo de edema de oreja de ratón inducido por TPA y la actividad analgésica tópica se evaluó en el modelo de “tail flick”. Nueve de los aceites ensayados mostraron actividad similar a dexametasona y los animales tratados con los aceites Lippia alba (PAA-02) y Piper marginatum (PAA-04) presentaron un efecto antiinflamatorio superior a la dexametasona usada como control positivo. Los resultados de los ensayos biológicos referentes dolor dieron como resultado que el aceite de Lippia alba (PAA-02) fue el que mostró mejor actividad analgésica tópica comparado con el diclofenaco tópico. El resto de los aceites no mostró actividad analgésica en este modelo. Bibliografia E. Nadinic, S. Gorcalczany, A. Rojo, C. Baren, C. Acevedo. Phytotherapy, 1998, 70, 166. J. Scheffer, Phytotherapy Research, 1996, 10, 56. P12 ESTUDIO TEORICO DE LA CONFORMACION Y REACTIVIDAD DE ANALOGOS DE TALIDOMIDA F. P. Pineda,* B. M. Cabrera-Vivas, J. C. Ramírez. Facultad de Ciencias Químicas, Benemérita Universidad Autónoma de Puebla. Edificio 179, 18 Sur y Av. San Claudio, Col. San Manuel, C. P. 72570, Puebla, Puebla, México. * [email protected] Cuando se demostró la teratogenicidad de Talidomida se empezó a utilizar en pacientes con lepra por sus efectos sedantes, con esto se descubrió que presentaba otros efectos, como la disminución de las lesiones asociadas a la lepra. En 1994 D’Amato y colaboradores descubrieron que Talidomida inhibe la vasculogénesis, encontrándose nuevas aplicaciones a este fármaco. Por lo que se propuso sintetizar nuevos fármacos basándose en su estructura, principalmente en el anillo ftalímido el cual al ser modificado conduce a fármacos que solo tienen uno de los efectos que presenta Talidomida. Se ha observado que hay cambios asociados a los sustituyentes en el grupo amino del anillo ftalimida conduce a fármacos que inhiben al TNF-α, asociado a enfermedades de tipo inflamatorio, y cambios asociados al anillo aromático conducen a fármacos que inhiben la angiogénesis. Para demostrar lo anterior se hizo un estudio teórico a seis fármacos análogos de Talidomida inhibidores de TNF-α, para encontrar una relación entre las propiedades electrónicas de estos fármacos con su efecto terapéutico. Se observó que la energía de los HOMO tiene una relación lineal con el porcentaje de inhibición, de la misma forma al ser calculada la dureza se observó que a valores más altos que el de Talidomida los fármacos son menos potentes y a valores más pequeños de dureza los fármacos son más potentes. O O N N (a) O O (b) H Estructura química de Talidomida, la cual se compone del sistema ftalimido (a) y del sistema glutarimido (b). P13 ANALISIS TEORICO DE D-ALANINA-D-ALANINA Y LOS ANTIBIOTICOS PENICILINAS Y CEFALOSPORINAS B. M. Cabrera-Vivas,* M. G. Muñoz-Arenas, F. P. Pineda,** J. C. Ramírez.*** Facultad de Ciencias Químicas, Benemérita Universidad Autónoma de Puebla. Edificio 179, 18 Sur y Av. San Claudio, Col. San Manuel, C. P. 72570, Puebla, Puebla, México. *[email protected]; [email protected] **[email protected]; *** [email protected] Los antibióticos, como las penicilinas y las cefalosporinas, son sustancias que tienen la capacidad de destruir o detener el crecimiento de organismos infecciosos. Una de las propuestas del mecanismo de acción de estos fármacos es que inhiben la síntesis de la pared bacteriana, compitiendo en el sitio activo de la enzima transpeptidasa, por la semejanza de los antibióticos β-lactámicos con el sustrato D-alanina-D-alanina (D-ala-Dala). Se sabe que las cefalosporinas son más efectivas que las penicilinas, por lo tanto se piensa que las cefalosporinas son más afines al sitio activo en la transpeptidasa, que las penicilinas y el fragmento D-ala-D-ala. Para comprobar lo anterior se estudiaron las moléculas de cinco cefalosporinas, dos penicilinas y el fragmento D-ala-D-ala. Se observó que el índice de reactividad global llamado dureza, muestra una tendencia con la actividad antibiótica, además de que en los orbitales mas bajos desocupados, las contribuciones atómicas se encuentran en los mismos átomos en los antibióticos y en el fragmento D-ala-D-ala, así mismo la energía del LUMO muestra una tendencia similar con el efecto terapéutico. P14 CYTOTOXIC EFFECTS OF WEDELIA PALUDOSA EXTRACTS AND CONSTITUENTS R. Batista, 1* G. C. Brandão,2 F. Castro Braga,2 A. Braga de Oliveira.2 1 Universidade Estadual do Sudoeste da Bahia, Itapetinga, Brazil. Universidade Federal de Minas Gerais, Belo Horizonte, Brazil. *[email protected] 2 Wedelia paludosa D.C. (Asteraceae) is an ornamental species easily found in many regions of Brazil. Previous phytochemical studies on this plant afforded ent-kaur-16-en-19-oic acid (1, kaurenoic acid) and ent-kaur-9(11),16-dien-19-oic acid (2, grandiflorenic acid) as major compounds, besides others minor constituents.1 Considering that prior studies on the hydromethanolic extract of Wedelia asperrima Benth. have identified wedeloside (3) and other correlated diterpene aminoglycosides as main toxic and potential antitumor 2 constituents , we have investigated the cytotoxicity of the hydromethanolic extract of W. paludosa and fractions. Aerial parts of W. paludosa were extracted with MeOH-H2O (1:1), affording the hydromethanolic extract (HME) that was partitioned with CH2Cl2 and H2O to give the dichloromethane (DF) and water (WF) fractions, respectively. All fractions and diterpenes (1 and 2) were evaluated by brine shrimp lethality bioassay (BSLB). Dichloromethane fraction (DF) was shown to be the most cytotoxic (LC50 = 140.6 μg/mL), and its analyses by reversed phase high performance liquid chromatography (RP-HPLC) revealed ent-kaurenoic (1, 6.22 ± 0.23%) and grandiflorenic (2, 3.22 ± 0.31%) acids as important constituents. DF (LC50 = 140.6 μg/mL), 1 (LC50 = 15.9 μg/mL) and 2 (LC50 = 29.8 μg/mL) were found to be cytotoxic, while HME (LC50 = 980 μg/mL) showed low toxicity and the water fraction (WF, LC50 >> 1000 μg/mL) was inactive. As conclusion, the kaurene acids 1 and 2 could be at least partially responsible for the cytoxicity of W. paludosa D.C., and kaurane glycosides, if present, would not be significantly toxic to Artemia salina as can be inferred from the effect observed for WF (LC50 >> 1000 μg/mL). Acknowledgements: CAPES, UESB, UFMG. R 11 9 COOH O 1 R=H 2 R = H; O 9:11 3 R= N O O OH OH Bibliografia 1. Batista, R.; Chiari, E.; Oliveira, A.B.; Planta Medica 1999, 65,:83. 2. MacLeod, J.K.; Lewis, I.A.S.; Moeller, P.D.R.; Oelrichs, P.B.; J. Nat. Prod. 1990, 53, 1256. P15 SYNTHESIS OF OXIDIZED ENT-KAURANE AND ENT-NORKAURANE DERIVATIVES R. Batista,1* P. A. García, 2 M. A. Castro,2 J. M. Miguel del Corral,2 A. San Feliciano,2 A. 3 Braga de Oliveira. 1 Universidade Estadual do Sudoeste da Bahia, Itapetinga, Brazil. 2 Universidad de Salamanca, Salamanca, Spain. 3 Universidade Federal de Minas Gerais, Belo Horizonte, Brazil. * [email protected] Ent-kaur-16-en-19-oic acid (ent-kaurenoic acid) (1), a kaurane diterpene found abundantly in some Brazilian species as Wedelia paludosa D.C. (Asteraceae) and Xylopia frutescens (Annonaceae), shows a wide spectrum of biological activities, such as antiviral, antimicrobial, trypanosomicidal, antiinflamatory and anti-hypertensive, among others1. Based on these biological effects, along with our special interest on novel kaurane derivatives, we carried on the synthesis of kaurane aldehydes, important as semisynthetic intermediates, starting from ent-kaurenoic acid (1). The methyl ester 2, obtained by esterification of the acid 1, was submitted to two synthetic pathways. The first one was its epoxidation with MCPBA, yielding exclusively the 16,17α-epoxide 3. Further rearrangement of 3 employing BF3-EtO2 or InCl3 afforded a 1:1 mixture of the epimeric aldehydes 4 and 5 that could not be separated by column chromatography. On the second synthetic sequence, the methyl esther 2 was submitted to hydroboration reaction with NaBH4 and BF3.Et2O, followed by NaOH and H2O2 oxidation, giving selectively the ent-kaurane alcohol 6. Further PDC oxidation of 6 yielded stereoselectively the aldehyde 4 as the major product, together with the kaurane and norkaurane derivatives 7, 8 and 9 as minor products. To the best of our knowledge, this is the first report on the one-pot synthesis of the kaurane and nor-ent-kaurane derivatives 7, 8 and 9 by oxidation of 6, under PDC conditions. All the derivatives were characterized by usual spectroscopy (1HNMR, 13CNMR, MS). Acknowledgements: CAPES, UESB, UFMG, CYTED (sub-programa X). O R1 R2 R 1 2 R = CO2H R = CO2CH3 CO2CH3 3 CO2CH3 4 5 6 7 8 9 R1 = CHO; R2 = H R1 = H; R2 = CHO R1 = CH2OH; R2 = H R1 = CO2H; R2 = H R1 = H; R2 = OH R1 = R2 = O Bibliografia 1. Batista, R.; Braga, F.C.; Oliveira, A.B.; Rev. Bras. Farmacognosia 2005, 15, 119. P16 INTERACCIÓN ENTRE TERPENOS, SU INFLUENCIA EN LA ACTIVIDAD ANTIMICROBIANA N. Gallucci,1 M. Oliva,1 C. Casero,1 J. Zygadlo,2 M. Demo.1* 1 2 UNRC. Fac.Cs Ex Fco-Qcas y Nat. UNC. Fac. Cs Ex. Fcas y Nat. Argentina * [email protected] Introducción: Diversas plantas medicinales pueden sintetizar compuestos aromáticos denominados aceites esenciales, que son obtenidos por hidrodestilación o prensado. Estos aceites están constituidos por complejas mezclas de compuestos orgánicos, dentro de los cuales se encuentran los monoterpenos y sesquiterpenos.1 Investigaciones sobre el efecto antimicrobiano y sinérgico de los aceites y/o terpenos permitirán avanzar en el conocimiento de nuevas posibilidades terapéuticas. Objetivos: Estudio de la actividad antimicrobiana (AA) de terpenos y detección de la actividad sinérgica o antagónica de los mismas. Materiales y Métodos: Se probó la actividad de nueve monoterpenos contra Staphylococcus aureus, Escherichia coli y Bacillus cereus. Se determinó la Concentración Inhibitoria Mínima (CIM) y la Concentración Bactericida Mínima (CBM) utilizando la Técnica 2 de Microdilución en caldo. Las asociaciones entre terpenos se probaron por la técnica de Didry et al modificada,3 obteniéndose la Concentración Inhibitoria Fraccionaria (FIC).Resultados: Presentaron AA carvacrol, carvona, eugenol, geraniol y timol. Se destacaron las AA de carvacrol (CIM = 3,21 mg/ml), y timol (CIM = 7,5 mg/ml) contra S.aureus. E.coli fue menos sensible a la AA de terpenos. Carvacrol y timol fueron bactericida sobre todas las cepas ensayadas. Mentol, mentona, citronelol y mirceno no presentaron AA. No se observo actividad sinérgica total en las diferentes asociaciones entre terpenos, la mayoría fueron indiferentes o antagónicas, aunque cabe destacar la asociación Eugenol – Geraniol que presentó sinergismo parcial frente a B.cereus (FIC= 0.65). Bibliografía: 1. Zygadlo, J. & Juliani (Jr.), H. Recent Progress in Medicinal Plants 2001, 8, 293. Phytochemistry and Pharmacology 2. Mann, C. M. & Markham, J. L. Journal of Applied Microbiology 1998, 84, 538. 3. Didry, N. et al. Pharmazie 1993, 48: 301. P17 BIOACTIVIDADES DE ACEITES ESENCIALES DE ALOYSIA TRIPHYLLA 1 1 1 2 1 M. Oliva, E. Beltramino, M. J. Cortéz, N. Gallucci, J. Zygadlo, M. Demo. * 1 2 UNRC. Fac.Cs Ex Fco-Qcas y Nat. UNC. Fac. Cs Ex. Fcas y Nat. Argentina * [email protected] Introducción: Aloysia triphylla (cedrón) se cultiva desde Méjico hacia el sur de América. Es un arbusto aromático, de olor penetrante. El aroma y sabor difiere de acuerdo a la cantidad de aceites esenciales (AE) y la proporción en la que se encuentren los componentes que forman parte de estos. Los AE han demostrado propiedades benéficas para la salud humana y animal, como actividad antitumurogénica, antioxidante y antimicrobiana. Objetivos: Evaluar la actividad antimicrobiana (AA) y citótoxica de AE de especies cultivadas de A. triphylla Materiales y Métodos: Se estudiaron especies de Argentina: Río Primero, La Paz, Las Viñas y de Paraguay. Los AE fueron obtenidos por hidrodestilación y sometidos a cromatografía gaseosa. Se utilizaron cepas bacterianas: S.aureus, S.epidermidis, B.cereus, M.luteus, E.faecalis, E.coli, Klebsiella sp, P.mirabilis, P.aeruginosa y levaduras: C.albicans, Rhodotorula sp., Hansenula sp .Se determinó la AA y la Concentración Inhbitoria Mínima 1 (CIM) por técnica de disco. El análisis de citotoxicidad de los AE se realizó sobre Artemia 2 salina. Resultados y Discusión: Los principales terpenos identificados en cada AE, presentes en diferentes concentraciones, fueron: α-pineno, limoneno, α-tujona, neral, geranial, Dgermacreno, bicyclogermacreno y espatulenol. El AE Rio Primero presentó mejor AA, y Salta presentó la menor AA. Se destacan las CIM de Rio Primero y La Paz sobre S. aureus (56,25 mgr/ml). Todos los AE fueron activos contra las tres levaduras, destacandosé La Paz (CIM:7,03 mg/ml). AE Rio Primero y Salta no presentaron toxicidad frente a A. salina; mientras que La Paz fue muy tóxico. La composición química de cada aceite influye en sus bioactividades; los componentes terpénicos interactuan confiriendolé propiedadades particulares. Bibliografía: 1. De Feo, V. et al. J Essent.Oil Res. 1998, 10, 61. 2. Franssen, F. et al. Antimic. agents and Chemoteraphy. 1997, 41, 1500. P18 PROPIEDADES ANTIBACTERIANAS DE PROPÓLEOS CUBANOS C. Cassina, N. Gallucci,** M. Oliva, A.L. Piccinelli, O. Cuesta Rubio, L. Rastrelli, F. De Simone, M. Demo.* Universidad Nacional de Rio Cuarto * [email protected]; **[email protected] Introducción: Los propóleos son mezclas complejas de origen biológico elaborados a partir de resinas, bálsamos, gomas y otras exudaciones de plantas, que la abeja Apis mellifera recoge y modifica, adicionándoles cera, polen y enzimas, etc; para proteger la colmena de las adversidades del medio. La composición de los mismos varía de acuerdo a su origen botánico y fitogeográfico, siendo diferentes los de orígen europeos y americano Las propiedades que se le han atribuido a los propóleos son: actividad antibacteriana, antiviral,. antifúngica, citostática, antioxidante y antiinflamatoria. Es utilizado como antibiótico natural, particularmente en infecciones de las vías respiratorias. Objetivo: Evaluar la actividad antimicrobiana (AA) de diferentes muestras de propóleo. Materiales y Métodos: Cepas bacterianas: S.aureus meticilino sensible (MSSA) y meticilino resistente (MRSA) S. epidermidis, B. cereus, M. luteus, E. faecalis, E. coli y Klebsiella spp. Para probar la capacidad antimicrobiana de los propóleos se emplearon las técnicas de difusión en disco, utilizando 10µl.de propóleo al 10% en etanol y la técnica de difusión en pozo utilizando 50µl. Se analizaron 11 muestras de propóleos cubanos determinando la Concentración Inhibitoria Mínima (CIM).1, 2 Resultados y Discusión:. Las muestras M6, M15, M29, M33, M35, M45 y M61 inhibieron a todas las especies Gram positiva. B. cereus y E. Faecalis fueron inhibidas por todas las muestras,. S. aureus MRSA fue inhibido por 9 de los propóleos ensayados, destacandosé M15 (CIM= 0,62 ug/ml). Las bacterias Gram negativa fueron resistentes La técnica de pozo demostró ser mas efectiva para detectar AA de propóleos. M8, M21, M38 y M42 presentaron escasa actividad. Los resultados obtenidos permiten concluir que la actividad biológica de propóleos varía según su orígen fitogeográfico. Las muestras activas podrían ser utilizadas como quimioterapéutico natural contra patógenos Gram positivos. Bibliografía 1. V. De Feo, et al. J Essent.Oil Res., 1998, 10, 61. 2 H.L. De Pooter, et al. Flavour and Fragrance Journal, 1995, 10, 63. P19 EFECTO FITOTÓXICO DEL EXTRACTO ACUOSO DEL DURAMEN DE ENTEROLOBIUM CYCLOCARPUM. R. Castro Ortíz, D. Raya González, A. Flores García, M. M. Martínez Pacheco.* Instituto de Investigaciones Químico Biológicas, Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo. Morelia, Michoacán. México. * mpacheco @zeus.umich.mx Enterolobium cyclocarpum (Jacq) Griseb. (parota, nombre común mexicano) es un árbol autóctono que se localiza desde México en las vertientes centrales del Pacífico y del Golfo de México hasta el Norte de Brasil y Colombia. En la región se utiliza como una especie restauradora del medio ambiente, como forraje, en la ebanistería y en la fabricación de muebles. Por la gran resistencia natural que presenta el duramen de esta especie a la biodegradación es de interés para buscar compuestos biocidas. El efecto fitotóxico del extracto acuoso del duramen de E. cyclocarpum (Jacq) Griseb. fue evaluado. Se observó que la germinación de semillas de Lillium multifollium (dicotiledónea) y Trifollium repens (monocotiledónea) y el crecimiento de las raíces a las 48 h se inhibió completamente cuando se incrementó la concentración del extracto acuoso de 0 a 13.33 mg/ml. Para medir el daño ejercido por el extracto acuoso se midió la liberación de iones intracelulares, se determinó la conductividad del medio que contuvo a las células de tabaco TBY2 y el extracto vegetal y se observó que la conductividad aumentó conforme aumentó la concentración del extracto, de 76.2 a 805 μS/cm en cuatro minutos y el pH del medio ligeramente se acidificó de 6.10 a 5.54. Se concluye que el extracto acuoso del duramen de E. cyclocarpum posee un efecto fitotóxico sobre la germinación de las semillas y el crecimiento de la raíz de L. multifollium y T. repens. Los cambios en el pH y en la conductividad del medio de suspensión de las células de tabaco TBY2 es una respuesta a nivel celular a los compuestos fitotóxicos presentes en ésta especie maderable. Agradecimientos. El presente trabajo fue apoyado por la UMSNH al proyecto CIC-2.1MMP y por el FoMix Michoacán-CONACYT al proyecto Michoacán-2005-C01-009. D.R.G. fue becario CONACYT. P20 ESCRUTINIO DE LA ACTIVIDAD MICROBICIDA DE EUPATORIUM SP, Y ENTEROLOBIUM CYCLOCARPUM E. García Sánchez, M. A. Gomez Hurtado, F. García, M. E. Morales López, R. E. N. Del Río, M. M. Martínez Pacheco. Instituto de Investigaciones Químico Biológicas. Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo. [email protected] En Michoacán se estima que existen 4,000 especies vegetales, algunas de ellas se utilizan en la etnomedicina y de ellas se requieren estudios detallados para el mejor aprovechamiento del recurso natural. En este contexto, fueron seleccionadas Eupatorium puchela, Eupatorium ersenei y Enterolobium cyclocarpum especies vegetales endémicas de la región para hacerles un escrutinio de actividad microbicida. Se utilizó el ensayo de difusión en agar, se ensayaron extractos de los órganos de la planta obtenidos con agua, metanol, hexano y metil cloruro a una concentración de 6 g de extracto, contra el hongo dimórfico Candida albicans y trece bacterias; diez gram positivas y tres gram negativas. Los microorganismos son aislados clínicos silvestres y varias son enterobacterias. Se observó que C. albicans fue sensible a los extractos obtenidos con metil cloruro y hexano, mientras que fue insensible al extracto metanólico de Eupatorium sp. y al extracto acuoso de E. cyclocarpum. Los extractos obtenidos con metil cloruro y hexano de E. puchela ejercieron un efecto bacteriostático contra las bacterias gram negativas, mientras que las bacterias gram positivas fueron insensibles. Un comportamiento similar se observó en extracto acuoso del duramen de E. cyclocarpum. Los extractos de E. ersenei ejercieron un efecto bactericida en las diez bacterias gram negativas y las tres gram positivas utilizadas en el estudio. En un análisis químico preliminar de los extractos de Eupatorium sp. se determinó que los compuestos mayoritarios son cromenos, terpenos y sesquiterpenos mientras que en el extracto acuoso de E. cyclocarpum fueron fenólicos y glúcidos. Se concluye que de las tres especies ensayadas, E. ersenei contiene compuestos con efecto microbicida. Agradecimientos. El presente trabajo fue apoyado por la UMSNH al proyecto CIC-2.1MMP y por el FoMix Michoacán-CONACYT al proyecto Michoacán-2005-C01-009. P21 CHEMICAL COMPOSITION OF GRASSHOPPERS NATURAL PRODUCT FOR HUMAN NUTRITION J. Rivero-Martínez,1* Ma. C. Herrera,2** V. Melo.3*** UNAM-CCH1 plantel oriente, Prol. Periférico Oriente s/n esq. Sur 24 Col. Agrícola Oriental C.P. 08500 México, D.F. UAM-I.2 Av. San Rafael Atlixco 186, México, D.F. C.P 09340. UAM-X.3 Calz. del hueso 1100, Villa Quietud, México, D.F. C.P. 04960. *[email protected], **[email protected], ***[email protected] Insects have played an important role in the history of human nutrition, in Mexico grasshoppers consumption is popular. There are more than 57 species considered as edibles. Assessement of the nutritive value in grasshoppers and treehoppers Taeniopoda eques B. (1), Brachystola magna G. (2), Melanoplus femurrubrum D. (3) and Schistocerca sp (4), edible insects traditional foodstuff commonly consumed by rural communities and urban cities of Mexico, were performanced to obtain information needed to be provided to people in areas where most of the proteins intake comes from plant legumes-beans, cerealmaize and some of insects, such as grasshoppers, popular food among several socioeconomic groups, these organisms can be, easily reproduced and not expensive. Insects important component of the daily diet of many mexicans were gathered at different mexican states. Samples collected were classified according insect taxonomy and proximal analyzes of macronutrients in dry basis, performed by A.O.A.C. (1995) methods. Data obtained were proteins (1) 71.05%, (2) 73.87%, (3) 73.25%, (4) 70.92%. Lipids (1) 5.85%, (2) 6.02%, (3) 4.71%, (4) 6.26%; inorganic material (1) 2.95%, (2) 2.52%, (3) 2.05%, (4) 3.75%, Fibre (1) 10.56%, (2) 7.08%, (3) 11.15%, (4) 9.16%. Nitrogen free extractives (1) 9.59%, (2) 10.51%, (3) 8.84%, (4) 9.91%. Data shows, grasshoppers are high in proteins, lipids content are low, regarding inorganic material, minerals were not identified, fibre is well related with requirements and soluble carbohydrates source of energy are in a good level. Results point out the great importance that intake of edible insects represent in nutrition for mexican population. P22 GRASSHOPPERS SPHENARIUM PURPURASCENS CH. SOURCE OF CALCIUM FOR RURAL COMMUNITIES V. Melo,1* Ma. C. Herrera,2** J. Rivero-Martínez.3*** 1 UAM-X. Calz. del hueso 1100, Villa Quietud, México, D.F. C.P. 04960. 2 UAM-I. Av. San Rafael Atlixco 186, México, D.F. C.P 09340. 3 NAM-CCH plantel oriente, Prol. Periférico Oriente s/n esq. Sur 24 Col. Agrícola Oriental C.P. 08500 México, D.F., *[email protected], **[email protected], ***[email protected] Calcium plays crucial role in building and keeping proper hardness of the banes and teeth. Calcium with phosphorus and magnesium undergoes crystallization and is part of osseous tissue causing its hardness, therefore calcium is the most important mineral salt of the skeleton. Human organism is able to keep this mineral level in the blood even if its amount delivered with food is variable. Calcium supply with food has the biggest influence in the content of this element in the human organism. The main source of calcium are dairy products, but most of the time these foodstuff is not affordable for population. Grasshoppers popular food by cultural tradition are consumed roasted with corn tortilla. The aim of this study is to assess calcium and phosphorus essential macrominerals for human body. Macromineral analysis in dry basis was for calcium by Atomy Absorption Spectrophotometer and phosphorus colorimetrically determined of a triple acid digested extract. Data obtained were: calcium 408 mg/100g and phosphorus 320mg/100g. Grasshoppers are consumed with other foods like corn cereal, beans leguminous and some green leaf vegetables, they are another source of calcium and phosphorus. Calcium absorption degree depends on organism needs, and bioassimilability on the diet components. Grasshoppers are a source of calcium and phosphorus however they can not be consider as only supply in the diet they should be consume with other foodstuff. Insect are regularly consumed and well accepted by people of rural communities and urban cities. P23 ESTUDIO SOBRE LA PROLIFERACION DE LINFOCITOS NORMALES DE LITHRAEA MOLLEOIDES (VELL.) ENGL. (ANACARDIACEAE). P. G. López,* L. C. Cogoi, C. Anesini, G. Ferraro. Cátedra de Farmacognosia, IQUIMEFA (UBA-CONICET), Facultad de Farmacia y Bioquímica, Universidad de Buenos Aires. Junín 956 (1113), Ciudad Autónoma de Buenos Aires, Argentina. * [email protected] Lithraea molleoides (Vell.) Engl. (Anacardiaceae), de nombres vulgares “molle”, “chichita”, “molle de Córdoba”, es un árbol de 6 a 8 metros de altura, de hojas color verde oscuro de 35 centímetros de longitud, lanceoladas y terminadas en punta. Crece en Sudamérica, especialmente en Argentina, Brasil y Uruguay donde es muy conocida por sus propiedades medicinales: antiartrítica, hemostática, diurética, tónica y para el tratamiento de diferentes enfermedades respiratorias. En este trabajo se analizó la acción del extracto cloruro de metileno de Lithraea molleoides y de un compuesto aislado a partir del mismo (1,3-dihidroxi-5-(tridec-4’,7’-dienil) benzeno) sobre la proliferación de linfocitos T de ratones BALBc in vitro. La respuesta sobre la proliferación fue determinada mediante la técnica de incorporación de [3H]-timidina ([3H]TdR) al ADN celular y posterior evaluación de la radioactividad nuclear por espectrometría de centelleo líquido. Los resultados obtenidos fueron: Extracto 0,1 µg/ml: 300 ± 25 %; 1 µg/ml: 100 ± 8 %; 10 µg/ml: 45 ± 3,0 %; 100 µg/ml: -5 ± 0,4 %, 600 µg/ml: -13 ± 1 %. Compuesto 0,1 µg/ml: 60 ± 5 %; 1 µg/ml: 50 ± 4 %; 10 µg/ml: - 28 ± 2 %; 100 µg/ml: -35 ± 2,5 %. Los resultados están expresados como Proliferación (% del basal) y representan la media ± ESM de tres experimentos realizados por triplicado. Podemos concluir que el extracto cloruro de metileno y el compuesto aislado de L. molleoides presentaron una respuesta bifásica sobre la proliferación de los linfocitos normales, estimulando la proliferación a concentraciones bajas e inhibiendo a concentraciones altas. El efecto inmuno estimulante sería de potencial importancia en terapeútica. P24 HYDROCOTYLE BONARIENSIS: ACTIVIDAD ANTIPROLIFERATIVA SOBRE CÉLULAS DE UN LINFOMA MURINO O. Hnatyszyn,* C. Anesini, A. Ouviña, G. Ferraro. Cátedra de Farmacognosia, IQUIMEFA (UBA-CONICET). Facultad de Farmacia y Bioquímica, Universidad de Buenos Aires. Junín 956, (1113) Buenos Aires, Argentina. * [email protected] Hydrocotyle bonariensis Lam. (Apiaceae), comúnmente conocida como”redondita de agua“ o “paragüita”, es una planta herbácea que crece en el Norte y Centro de la República Argentina. Las infusiones que se preparan con las hojas, sumidades floridas y tallos se utilizan en medicina popular y se le adjudican propiedades diuréticas, estimulantes, emenagogas y antisépticas. Por otro lado, las hojas maceradas en alcohol se utilizan externamente en cataplasmas para curar heridas inflamadas. Dado el uso popular y la cercanía con otra especie ampliamente utilizada (H. asiática), se encaró el estudio fitoquímico-farmacológico de esta especie Sudamericana. El objetivo del presente trabajo fue evaluar in vitro la acción antiproliferativa de los extractos acuoso (EA), diclorometánico (ED) y metanólico (EM) de H. bonariensis sobre células del linfoma murino BW5147. La proliferación se determinó mediante la incorporación de [3H]timidina al ADN celular que se midió posteriormente mediante espectrometría de centelleo líquido. Los resultados muestran que el EA es el más efectivo a bajas concentraciones (0,01-10 µg/ml) inhibiendo la proliferación en hasta un 50%. Los otros extractos se muestran altamente efectivos a concentraciones más elevadas, especialmente con 100 µg/ml (68,5% de inhibición para el ED y 60% para el EM) y 1000 µg/ml (92% de inhibición para el ED y 84% para el EM). El estudio fitoquímico del extracto metanólico permitió observar un amplio perfil fenólico, entre los cuales fueron aislados e identificados los flavonoides rutina, quercetina, isoquercitrina y un fenil propanoide (ácido clorogénico). Con estos datos se continúa trabajando con los distintos extractos para aislar e identificar el (los) compuesto(s) responsables de la actividad antiproliferativa en linfocitos tumorales. P25 ACTIVIDAD INSECTICIDA DE ARGENTILACTONA S. Clemente, R. Priestap, G. Mareggiani, A. Bandoni, G. Ferraro* Cátedra de Farmacognosia, IQUIMEFA (UBA-CONICET), Facultad de Farmacia y Bioquímica (UBA), Junín 956, (1113) Buenos Aires. TE/FAX: 5411 4508-3642. * [email protected] Aristolochia argentina Griseb. (Aristolochiaceae) es una especie utilizada en la medicina popular como infusión debido a que posee propiedades antidiarreicas, astringentes y antihemorroidales. Sus extractos, que tienen actividad antibacteriana y antifúngica reportada, revelaron la presencia de ácido aristolóquico, alcaloides y 5-hydroxiácido lactona. El aceite esencial contiene 57-89% de argentilactona, compuesto volátil que se acumula en toda la planta y cuya actividad insecticida fue evaluada en este trabajo sobre una especie de importancia agrícola, la mosca de los frutos Ceratitis capitata (Diptera). Se analizaron los efectos letales y subletales por medio de exposición a alimento tratado (EAT), aplicación tópica (AT), aplicación en bebederos de adultos (ABA) y exposición a papel de filtro impregnado (EPFI). Las concentraciones ensayadas oscilaron entre 0 y 500 ppm. Los datos destinados a determinar efectos letales (mortalidad) se analizaron mediante ANoVA y test de Tukey (p< 0.05) y los correspondientes a efectos subletales (demoras en el desarrollo) mediante Probit. Este análisis también se utilizó para calcular la concentración efectiva del compuesto necesaria para impedir el desarrollo del cincuenta por ciento de las larvas (CE50). Los resultados muestran que la mortalidad de mosca de los frutos fue muy significativa para todas las metodologías usadas. A 500ppm, la mortalidad en EAT fue 100%, en AT 70%, en ABA 63% y en EPFI 45%, indicando que la argentilactona actúa por ingestión y por contacto. La CE50 en el test de EAT fue de sólo 76 ppm (con un intervalo de confianza de 6292ppm), evidenciando que esta metodología de aplicación es la más efectiva. Por otra parte, no se observaron efectos subletales, ya que el ciclo biológico no fue afectado en ninguna de las metodologías y concentraciones empleadas. P26 HYBANTHUS PARVIFLORUS: ACTIVIDAD ANTIINFLAMATORIA 1 2 2 1 A.M. Broussalis, * S. Gorzalczany, C. Acevedo, G.F. Ferraro. 1 2 Cátedra de Farmacognosia-IQUIMEFA (UBA-CONICET), Cátedra de Farmacología; Facultad de Farmacia y Bioquímica, Universidad de Buenos Aires. Junín 956, Ciudad Autónoma de Buenos Aires (1113). Argentina. * [email protected] Hybanthus parviflorus (Mutis ex L.f.) Baill., conocida en Argentina como “violetilla”, es un subarbusto que crece entre 0 y 1000 metros. Planta anual, de porte erecto, de no más de 50 cm de altura, es una especie muy difundida en América tropical y subtropical, desde Colombia hasta la provincia de Río Negro en Argentina. En cuanto a sus usos etnomédicos, se emplean sus raíces por sus propiedades eméticas y purgativas. Debido a que otra especie del género Hybanthus (H. ipecacuana) presentó acción antiinflamatoria, e H. parviflorus y otra especie relacionada (H. serratus) tienen usos en medicina popular o folclórica que pueden relacionarse con esta actividad, se investigó la acción antiinflamatoria de distintos extractos y fracciones de H. parviflorus. En este trabajo se empleó, para la evaluación del efecto antiinflamatorio en fase aguda, el modelo del edema en oreja de ratón inducido mediante dos agentes inflamatorios con diferente modo de acción, TPA y ácido araquidónico. Se ensayaron los extractos CH2Cl2, EtOH 50% y EtOH 50 % destanificado. El extracto CH2Cl2 presentó una actividad antiinflamatoria significativa en el modelo de inflamación aguda en oreja de ratón con dos agentes inflamatorios diferentes, TPA (23.6 % de inhibición de la inflamación) y AA (24.3 % de inhibición). Esta actividad podría deberse en parte o totalmente a la acción del ácido ursólico y de β-sitosterol y de los flavonoides quercetina, luteolina, apigenina, canferol, quercetina 3-metil éter y rutina presentes en este extracto. P27 EVALUACIÓN DEL EXTRACTO ACUOSO DE ARTEMISIA COPA SOBRE EL SISTEMA NERVIOSO CENTRAL J. Miño, V. Moscatelli, C. Acevedo, G. Ferraro.* Cátedras de Farmacognosia y Farmacología, IQUIMEFA (UBA-CONICET). Facultad de Farmacia y Bioquímica, Universidad de Buenos Aires. Junín 956, (1113) Buenos Aires, Argentina. * [email protected] Artemisia copa Phil. (Compositae) es un pequeño arbusto nativo del noroeste de Argentina, comunmente conocido como “copa-copa” y utilizado en medicina tradicional para resfríos, neumonía, hipertensión, dolores estomacales y por sus propiedades digestivas y antirreumáticas. En un trabajo previo validamos las actividades antinociceptivas y antiinflamatorias, en el presente estudio evaluamos la actividad sobre el sistema nervioso central central del extracto acuoso de partes aéreas de Artemisia copa mediante un screening psicofarmacológico. El extracto fue administrado por vía oral en ratones Swiss en dosis de 200 - 1500 mg/kg . Se estudió actividad motora espontánea, actividad exploratoria, coordinación motora e inducción y potenciación del tiempo de sueño inducido por pentobarbital (PB) en dosis sub-hipnóticas e hipnóticas de 30 y 40 mg/kg respectivamente. Dado que especies del mismo género poseen actividad anticonvulsivante, también se evaluó dicha actividad sobre las convulsiones inducidas por pentilenetetrazol (PTZ) 75 mg/kg. El extracto acuoso de A. copa disminuyó significativamente la actividad motora (Control: 487.83 ± 22.33 cuentas/5 min; A. copa 1.5 g/kg: 415.00 ± 21.73 cuentas/5 min; P<0.05), la actividad exploratoria en el hole-board (Control: 72.88 ± 3.96 hociqueos; A. copa 1.5 g/kg: 50.31 ± 4.45 hociqueos; P<0.01), indujo y prolongó el tiempo de sueño por PB (PB30: 0.5 ± 0.35 min; A. copa 1.5 g/kg + PB30: 18.24 ± 3.88 min; P<0.01; PB40: 34.83 ± 5.90 min; A. copa 1.5 g/kg + PB40: 51.33 ± 3.22 min; P<0.03), no alteró la coordinación motora ni presentó actividad catatónica y A. copa 1.5 g/kg produjo una disminución de la duración de las convulsiones inducidas por PTZ, con menor número de muertes por convulsiones clónico-tónicas. Estos resultados preliminares sugieren que A. copa presentaría actividades depresoras del sistema nervioso central y anticonvulsivantes. P28 SÍNTESIS DE FUROSTANOS 22-HIDROXILADOS Y 22-METOXILADOS. RÁPIDO ACCESO A LA AGLICONA DE LA ICOGENINA. S. Meza Reyes,* O. Viñas-Bravo, R. Martinez-Pascual, O. Hernández-Cruz, S. MontielSmith, J. Sandoval-Ramírez Benemérita Universidad Autónoma de Puebla * [email protected] En la naturaleza existe un gran número de saponinas que presentan actividad biológica. En 1 el 2004 se aisló una nueva saponina esteroidal de Dracaena draco, el (25S),22-O-metillfurost-5-en-3β,26-dio-3-O-α-L-ramnopiranosil-(1→2)-[β-D-glucopiranosil-(1→3)]-β-Dglucopiranósido (1, Icogenina), la cual mostró una potente actividad citotóxica en células HL-60 (células de leucemia humana). De 895 g de corteza de D. draco se aislaron 2 únicamente 40 mg de 1. En el 2006 se publicó la síntesis de 1, a partir de diosgenina (2), con un rendimiento global de 2.7% (síntesis lineal) y de 4% (síntesis convergente). Otros derivados furostánicos 22-hidroxilado y 22-metoxilados han mostrado también actividad biológica importante.3-7 Hasta el momento, en la literatura se han reportado dos metodologías para la construcción de estos sistemas.2,4 Nuestro grupo de investigación se enfocó a desarrollar una nueva metodología que permita generar furostanos 22-hidroxilado y 22-metoxilados por caminos más sencillos. De acuedo a dicha metodología, reportamos la síntesis, en una sola etapa, del diacetato de (22R,25R)22-metoxifurost-5-en-3β,26-diilo (3), aglicona protegida de 1, utilizando como materia prima el acetato de diosgenina mediante el tratamiento de anhídrido acético-trifluoracético8 y BF3.OEt2. Bajo dichas condiciones, el anillo F sapogeninínico se abre regioselectivamente generando un ion oxonio, el cual cuando es tratado con metanol dirige al producto 22metoxilado 3 mientras que si se trata con agua, genera el compuesto 22-hidroxilado 4. Esta síntesis transcurre en un tiempo corto de reacción y con buenos rendimientos. Agliconas análogas de 3 y 4 fueron sintetizadas igualmente a partir de sarsasapogenina y hecogenina, lo cual ilustra una generalidad del método. Esta es una metodología alternativa para generar análogos de la Icogenina (1), y de otras agliconas de interés químico-biológico. P29 SÍNTESIS DE LOS EPIMEROS EN C22 DE 23-ACETILDIOSGENINA Y SUS DERIVADOS OXIMINO. S. Meza-Reyes,* P. Merino Montiel, J. Sandoval Ramírez, S. Montiel Smith, G. Hernández Linares. Benemérita Universidad Autónoma de Puebla * [email protected] Las sapogeninas esteroidales son materias primas de origen vegetal muy utilizadas en la síntesis parcial de innumerables derivados esteroidales. En la literatura encontramos que derivados esteroidales nitrogenados que tienen presentes en la cadena lateral un grupo oxima forman un importante grupo de compuestos que presenta actividad biológica.1,2 Recientemente se ha encontrado que sapogeninas esteroidales espirostánicas epiméricas 3-5 en C20, C22 y C25 son más activas que las naturales. Es muy raro encontrar reportes de métodos que epimericen uno de dichos centros estereogénicos, pues por lo general se lleva a cabo el cambio de configuración de dos o más de los carbonos asimétricos. Por ello, en nuestro laboratorio se han emprendido estudios para realizar epimerizaciones selectivas en C22. Estudios previos han mostrado que la 22-epi-diosgenina es un compuesto sumamente lábil, por lo cual nos dimos a la tarea de desarrollar epímeros estables. Encontramos que la 23acetildiosgenina otorga una mayor estabilidad al grupo espirocetálico por lo que se emprendió la obtención de la 23-acetil-22-epi-diosgenina. Se encontró que una forma muy rápida para efectuar dicha transformación consiste en someter al diacetato de (25R)-23acetil-22,26-epoxicolesta-5,22-dieno-3β,16β-diilo o al diacetato de (25R)-23-acetilfurosta5,22-dieno-3β,26-diilo a un tratamiento básico con calentamiento.6 La (22S)-23acetildiosgenina y su epímero 22R se purificaron por CCF. Con ello observamos que la modificación de los centros quirales en C-20 y C-23 de la 23acetil-22-epi-diosgenina representan un cambio significativo en cuanto a sus propiedades y permite arreglos espaciales diferentes a los que su diasteroisómero. De ambos compuestos se sintetizó rápidamente el derivado oximino correspondiente. A partir de la (22S)-23-acetildiosgenina se obtuvo un solo producto de reacción; sin embargo, a partir de la (22S)-23-acetildiosgenina se generó una mezcla de las oximas diasteroisoméricas Z y E. Estas oximas esteroidales son estructuras con potencial actividad biológica. P30 INDAGINE FITOCHIMICA SULLE RADICI DI HELLEBORUS BOCCONEI TEN. 1 1 2 3 S. Rosselli, * A. Maggio, V. Spadaro, F. Senatore, M. Bruno** 1 Dipartimento di Chimica Organica - Università di Palermo; Dipartimento di Scienze Botaniche- Università di Palermo; 3 Dipartimento di Chimica delle Sostanze Naturali - Università di Napoli "Federico II" *[email protected]; **[email protected] 2 Helleborus bocconei Ten., conosciuto in Sicilia col nome comune di "radicchia", viene utilizzato con successo nella cura della polmonite di equini e bovini. Le radici essiccate e tagliate in pezzetti a forma di chiodo vengono infisse nel petto degli animali, proteggendo con apposite bende la ferita formatasi.Dopo 2-4 giorni la parte trattata rigonfia fino a produrre una vescica purulenta che viene successivamente incisa per allontanare il materiale infetto e la radice. Con tale trattamento, nel giro di pochi giorni, l'animale guarisce. Nella medicina popolare Helleborus bocconei viene usato allo scopo di favorire la caduta di molari cariati, infatti frammenti di radice applicati sul dente ne provocano una immediata caduta. Per questo studio le radici di Helleborus bocconei essicate, sono state estratte con etere di petrolio e dopo allontanamento del solvente l'olio risultante è stato analizzato mediante GC-MS. Successivamente le radici sono state estratte con metanolo e varie tecniche cromatografiche applicate sull'estratto metanolico hanno condotto all'isolamento di due nuovi furostanoli. Al momento è stata testata l'attività dell'estratto in etere di petrolio delle radici ed è stata riscontrata una buona attività nei confronti di Staphylococcus epidermidis e Staphylococcus aureus e questo dato dimostra l'efficacia della pianta contro possibili polmoniti batteriche. P31 ATTIVITÀ ANTIRADICALICA E ANTIMICOTICA DI ESTRATTI DI STACHYS GERMANICA L. SUBSP. SALVIIFOLIA (TEN.) GAMS B.Tirillini,1 R. Pagiotti,2 P. Angelici,2 L. Menghini.3 1 Istituto di Botanica, Università di Urbino, Via Bramante 28, I-61029 Urbino (Italy) Dip. Biologia Vegetale, Università di Perugia, Borgo XX Giugno, I-06126 Perugia (Italy) 3 Dip. di Scienze del Farmaco, Università di Chieti-Pescara, Via dei Vestini 31, I-66013 Chieti (Italy) [email protected] 2 La Stachys germanica L. subsp. salviifolia (Ten.) Gams (Lamiaceae) è una pianta erbacea perenne diffusa spontaneamente soprattutto nell’ Italia centro-meridionale (Conti, F., et al. (2005) An annotated checklist of the italian vascular flora). Questa pianta viene anche chiamata “erba stregona con foglie di salvia” e nell’ etnomedicina ha un impiego simile alla più diffusa Stachys germanica L. Il suo impiego è contro i porri o escrescenze della pelle (Ballelli, S. e Bellomaria, B.(2005) La flora officinale delle Marche). Questa pianta è stata pochissimo studiata forse perché non distinta da S. germanica. Poco si sa delle proprietà biologiche di questa pianta. In queste prime ricerche si è scelto di frazionare sequenzialmente il fitocomplesso della pianta in n-esano-cloroformio-cloroformio/metanolo e metanolo e di estrarre in parallelo la pianta con cloruro di metilene. Su questi estratti si sono testate l’ attività antiradicalica (test del DPPH) e l’ azione micoticostatica su Trichophyton mentagrophytes e T. roseum). Su T. mentagrophytes si è rivelato particolarmente attivo l’estratto in cloroformio (coefficiente di inibizione del 46 %) e un po’ meno l’ estratto in cloruro di metilene (25%). Su T. roseum solo gli estratti in cloroformio (25%) ed in cloruro di metilene (11%) hanno mostrato una moderata attività . L’attività antiradicalica è stata riscontrata solo nella frazione metanolica ed ha mostrato una -4 attività di semi-inibizione di 1,13 μg/ml (riferita a 1,6*10 DPPH). Sono in corso ulteriori indagini per identificare, nelle frazioni biologicamente attive, i composti principali responsabili di dette attività. P32 ANALISI DI COMPOSTI ORGANICI VOLATILI (VOC) DI SPECIE DI PAPILIONOIDEAE CARATTERISTICHE DELLÍAREALE MEDITERRANEO. A. Bertoli, C. Noccioli, L. Pistelli* Dipartimento Chimica Bioorganica e Biofarmacia, Università di Pisa *[email protected] La regione mediterranea costituisce uno dei maggiori centri di biodiversità vegetale, contando circa 25000 specie, usate come alimenti, foraggi, ornamenti, piante per la riforestazione e controllo dellíerosione, nonché piante impiegate per le loro proprietà medicinali ed aromatiche.Proseguendo lo studio di Leguminosae appartenenti alla flora mediterranea, è stata analizzata la composizione delle frazioni volatili ottenute dai fiori di Anthyllis barba-jovis L., Calicotome villosa (Poiret) Link, Coronilla emerus L., Dorycnium hirsutum Ser. in DC., Hedysarum coronarium L., Psoralea bituminosa L., Spartium junceum L., 7 specie appartenenti a diverse tribù delle Papilionoideae (Genisteae, Hedysareae, Loteae, Psoraleae) fra le più diffuse e comuni in questo areale. Le frazioni volatili, ottenute sottoponendo i fiori a idrodistillazione in apparecchio Clevenger, secondo la procedura riportata dalla Farmacopea Italiana, sono state successivamente analizzate mediante GCMS. Al fine di valutare la spontanea produzione di componenti volatili, il materiale vegetale fresco è stato sottoposto anche ad analisi SPME-GC-MS. I risultati delle analisi eseguite hanno portato all’identificazione di 130 costituenti nelle frazioni volatili e più di 90 composti negli spazi di testa, mediante il confronto degli spettri di massa, dei tempi di ritenzione e indici di ritenzione sia con i composti di riferimento presenti in una banca dati costruita nel nostro laboratorio, sia con i dati della letteratura.1-5 Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare líeventuale contributo delle specie analizzate allíemissione di composti organici volatili (VOC) nelle zone costiere della nostra regione. Bibliografia 1. Adams R.P. in Identification of essential oil components by gas chromatography-mass spectroscopy. Allured Publ.Corp.Stream, Illinois, 1995. 2. Connolly J.D., Hill R.A. in "Dictionary of terpenoids". Chapman & Hall, London, 1991. 3. Davies N. W. J. Chromatogr. A, 1990, 503, 1. 4. Jennings W., Shibamoto T. in "Qualitative Analysis of Flavor and Fragrance Volatiles by Glass Capillary Gas Chromatography". Academic Press, New York, 1980. 5. Massada Y. in "Analysis of Essential Oils by Gas Chromatography and Mass Spectrometry". J. Wiley & Sons, New York, 1976. -Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana, IX Ed., Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, Roma, 1991. P33 MICROPROPAGAZIONE IN VITRO DI GLECHOMA SARDOA BÉG. E CARATTERIZZAZIONE DELL’OLIO ESSENZIALE L. Giamperi,1 D. Fraternale,1 P. Cara,1 D. Ricci,1* F. Epifano,2 M. Curini.3 1 Istituto di Botanica e Orto Botanico “Pierina Scaramella” – Facoltà di Farmacia – Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo’”, Urbino, Italy 2 Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, Chieti Scalo (CH), Italy 3 Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco, Sezione di Chimica Organica, Università degli Studi di Perugia, Perugia, Italy [email protected] Glechoma sardoa Bég. volgarmente chiamata Edera terrestre di Sardegna è una pianta 1,2 endemica della Sardegna e dubbia della Corsica. Appartiene alla famiglia delle Labiatae, ed è un’erba perenne,con fusti prostrato-radicanti o ascendenti,4 angolari, subglabri di 1-3 dm. Nella medicina popolare la pianta viene talora impiegata come cicatrizzante nelle ferite, piaghe, ulcere e ascessi, come risolvente-epitelizzante nelle ustioni e come antinevralgicoantireumatico.3 Usai et al. hanno analizzato la composizione dell’olio essenziale ottenuto per idrodistillazione da piante spontanee cresciute nel nord della Sardegna.4 Tale composizione era caratterizzata dalla presenza di: β-elemene (25.36 %), δ-elemene and γ-elemene (5.14 % and 4.03 % rispettivamente), germacrene D (9.55 %), isogermafurene (7.69%) e βelemolo (3.29 %). Gli stessi autori hanno riportato l’attività antimicrobica di tale olio nei confronti di Staphylococcus aureus e Staphylococcus epidermidis, mentre non è stata osservata attività nei confronti di batteri Gram-. Poiché tale pianta riveste un interesse farmaceutico e naturalistico (endemismo) ci è parso interessante mettere a punto un protocollo di coltura in vitro utilizzando individui spontanei raccolti in località Monte Albo (900 m slm) (allo scopo di proteggerne la specie) e valutare anche la composizione dell’olio essenziale prodotto da piante micropropagate in vitro e acclimatate in seguito in campo in un ambiente diverso (Urbino- Marche) dal loro habitat naturale. I risultati ottenuti hanno mostrato che è possibile micropropagare con successo tale specie endemica in terreno di 5 coltura MS addizionato di chinetina (K) e acido naftaleneacetico (NAA) alle concentrazioni di 1 mg/L e 0,1 mg/L rispettivamente. I dati inerenti la composizione degli olii essenziali hanno dimostrato che non esistono significative differenze quali-quantitative tra gli olii ottenuti da piante cresciute in Sardegna e nelle Marche e tra questi e l’olio essenziale da piante cresciute in vitro. Unica differenza significativa tra i componenti presenti nel nostro olio di G. sardoa e quello precedentemente analizzato da Usai et al., è una presenza consistente nel nostro olio di β-fellandrene (13.47 % in vivo e 11.86 % in vitro). Bibliografia 1. Moris J.H., Flora sardoa, 3: 1837 – 1859. reg. Typ. , Taurini. 2. Pignatti S., Flora d’Italia, (1982) 2: 472 – 473. Ed agricole , Bologna. 3. Atzei A.D., Le piante nella tradizione popolare della Sardegna, (2003) 219-220. 4. Usai M., Juliano C., Pintore G. and M. Chessa, Acta Hort., 2003, 597, 125. 5. Murashige T, Skoog F., Physiol Plant, 1962, 15, 473. P34 CHEMICAL CONSTITUENTS OF THREE LIPOFILIC EXTRACTS FROM ASTERACEAE SPECIES C. S. Silveira,1** C. dos Santos Costa,2 D. de Lima Moreira,3 M. A. C. Kaplan,1 F. S. Menezes.4* 1 Núcleo de Pesquisas de Produtos Naturais – NPPN – UFRJ. Departamento de Produtos Naturais e Alimentos, Faculdade de Farmácia, Centro de o Ciências da Saúde, Bloco A, 2 andar, sala 4 - Universidade Federal do Rio de Janeiro, Cidade Universitária, RJ, Brasil. CEP. 21941-590 3 Instituto de Química – UFRJ. 4 School of Pharmacy, Trinity College Dublin, University of Dublin - Dublin 2 – Ireland *[email protected];**[email protected] 2 The Asteraceae family is one of the largest Angiosperm families1 and it is widespread 2 1 across the world . It encompasses about 1300 genera and 25,000 species subdivided into 2 four subfamilies and seventeen tribes . Over 5000 species of the family have already been 2 chemically studied . The target of this work was to identify some compounds present in the hexanic fractions of Bidens segetum Martius ex Colla and Pterocaulon alopecuroides (Lamark) De Candolle, contributing to the chemical knowledge of Asteraceae species. Dried and powdered parts of the two species were submitted to successive extraction with ethanol at room temperature. The extracts obtained were evaporated separately to dryness under reduced pressure. The liquid-liquid partition of the dried ethanolic extracts, after suspension in water, lead to fractions obtained with solvents of different polarities, but only the hexanic fractions were used in this study. The identification of the hexanic fractions constituents was done by gas chromatography coupled to mass spectroscopy (GC-MS). All data used obtained confidence rate > 80% in HP CHEMISTATION Data Acquisition Software. The following compounds have been identified in the analysed fractions HPA (Hexanic fraction of P. Alopecuroides aerial parts), HFB (Hexanic fraction of B. Segetum flowers) and HCB (Hexanic fraction of B. Segetum stems/leaves): Palmitic acid ethyl ester (HPA, HFB, HCB), Palmitic acid (HFB, HCB), Neophytadiene (HPA, HCB), n-Octadecane (HPA), n-Eicosane (HFB), Phytol (HCB) and Ethyl linoleolate (HCB). Fatty acids with chain lengths of 16 to 22 and cis- or trans- double bound at the n-9 or n-6 positions, like ethyl linoleolate, are potent 3 3 inhibitors of [ H]LTB4 binding, a pro-inflammatory leukotriene . Phytol directly activates peroxisome proliferator-activated receptor (PPAR ) and regulates gene expression 4 involved in lipid metabolism in PPAR -expressing HepG2 hepatocytes . These results suggest that HCB may have any pharmacological value which will be our next step on working this extract in a bio-guided fractionation. Financial Support: CNPq, CAPES, FAPERJ, FUJB, PRONEX. References 1. Da Costa, F.B.; Terfloth, L. And Gasteiger, J. Phytochemistry, 2005, 66, 345. 2. Alvarenga, S.A.V.; Ferreira, M.J.P.; Emerenciano, V.P. and Cabrol-Bass, D. Chemometrics and Intelligent Laboratory Systems, 2001, 56, 27. 3. Yagaloff, K. A.; Franco, L.; Simko, B. And Burghardt, B. Prostaglandins, Leukotrienes and Essential Fatty Acids, 1995, 52, 293. 4.Goto, T.; Takahashi, N.; Kato, S.; Egawa, K.; Ebisu, S.; Moriyama, T.; Fushiki, T. And Kawada, T. Biochemical and Biophysical Research Communications, 2005, 337, 440. P35 ESSENTIAL OIL ANALYSIS OF LEAVES FROM THREE ARRABIDAEA CHICA VERLOT VARIETIES R. R Amaral,1,2 A. A. D. Santos,2 L. Machado Rocha,3 A. C. Fernandes do Amaral,4 J. L. 3 5 1, 2, 6 * Pinto, D. de Lima Moreira, F. S. Menezes 1 Programa de Pós-Graduação em Biotecnologia Vegetal, PBV, CCS, UFRJ. LAQuEL – Laboratório de Estudo Químico de Espécies de Lamiiflorae, Faculdade de Farmácia, CCS, UFRJ. 3 Faculdade de Farmácia, Universidade Federal Fluminense. 4 Fundação Oswaldo Cruz, FIOCRUZ. 5 Departamento de Química Orgânica, Instituto de Química, Centro de Tecnologia, UFRJ. 6 School of Pharmacy, Panoz Institute, Trinity College, University of Dublin, Dublin 2, Ireland. *[email protected] 2 Arrabidaea chica Verlot belongs to the Bignoniaceae family which has around 120 genera and 650 species distributed in tropical America and Africa. This plant is very common in the Amazon region where it is popular known as Carajiru, Puca-panga or Pariri, and has its leaves used as tea against inflammation, microbial diseases, wounds, blood diarrhea, leucorreia, anemia and leukemia. The chemical investigation on this species lead to flavonoids, anthocyanins, tannins and phytosterois. Leaves possess a red color due to Carajurine, a 3-desoxyanthocyanidin (6,7-dihydroxy-5,4’-dimethoxy-flavylium). This species presents around ten varieties described in literature, which differ themselves depending on the harvesting place, which leads to morphological differences in its leaves. In the present work there were used three varieties, which were identified as 01, 02 and 03. Around 500g of fresh leaves of each were ground and submitted to steam destilation, during 6 hours at the same time. The resulting oils were extracted with dichloromethane and analyzed by CGMS. The varieties presented different chemical composition. Results showed that only one substance is present in the three varieties. In varieties 01 and 03, four common substances were found. In varieties 01 and 02, three common substances were found. Four substances were found only in variety 01, one only in variety 02, and three substances were found only in variety 03. These results shows that the three varieties have significant differences in their essential oil chemical composition, suggesting that the species origin influence not only in the leaves morphology, but also in the essential oil chemical composition, this result being no expected. Arrabidaea chica var.01 Trans-2- hexenal (Tr=3,746 min) Z- 3-Hexen-1-ol (Tr= 3,778 min.) 1-Octen-3-ol (Tr = 6,542 min.) Cis – óxido de linalool (Tr= 9,640 min) Trans- óxido de linalool (Tr = 10,233 min) L – linalool (Tr = 10,620 min) Alfa-terpineol (Tr = 14,236 min.) Nerol (Tr = 15,799 min) Geraniol (Tr = 16,911 min) Arrabidaea chica var.02 Z – 3 – hexen-1-ol (Tr = 3,794 min) 1-Octen-3-ol (Tr=6,548 min.) L – Linalool (Tr = 10,646 min) Fitol (Tr= 47,793 min) Arrabidaea chica var.03 Furfural (Tr= 3,482 min.) Trans- 2-Hexenal (Tr = 3,763 min) Cis – 3 – hexeno (Tr = 3,794 min) 1-Hexanol (Tr = 3,996 min) 1-Octen-3-ol (Tr = 6,558 min) Alfa terpinoleno (Tr = 10,641 min) 1-Alfa-terpineol (Tr = 14,274 min) Geraniol (Tr = 16,921 min) Tabela Tabela comparativa entre as substâncias encontradas nos óleos das três variedades das folhas de Arrabidaea chica P36 A SESQUITERPENE LACTONE FROM URERA BACCIFERA GAUDICH. F. L. Pereira Nogueira,1,2 G. Rocha Martins,2 S. B. de Oliveira Fernandes,2,3 D. de Lima Moreira,4 F. de Sousa Menezes,2,5* M. A. Coelho Kaplan3. 1 Programa de Pós-Graduação em Biotecnologia Vegetal, PBV, CCS, UFRJ. LAQuEL – Laboratório de Estudo Químico de Espécies de Lamiiflorae, Faculdade de Farmácia, CCS, UFRJ. 3 Núcleo de Pesquisas de Produtos Naturais, NPPN, UFRJ. 4 Departamento de Química Orgânica, Instituto de Química, Centro de Tecnologia, UFRJ. 5 School of Pharmacy, Panoz Institute, Trinity College, University of Dublin, Dublin 2, Ireland. *[email protected] 2 The Urticaceae family encompasses about 40 genera and nearly 900 species widespread throughout temperate and tropical regions. Several species of this family, for example, Urtica dioica and Urtica urens, have already been used as expectorant, purgative, diuretic, hemostatic, vermifuge and for the treatment of eczema, rheumatism, hemorrhoids, hyperthyroidism, bronchitis and cancer. Urera baccifera is a woody shrub with one or several stems, branching near the ground. This plant is employed for Costa Rica Amerindians, when crossing high mountains, to ward off chills. They chastise themselves with the spiny stems and the rubefacient effect is also employed on rheumatic pains. Laboratory tests using rats have shown anti-inflammatory and analgesic activity of aqueous extracts of U. baccifera. In this study, we would like to report the isolation and identification of a sesquiterpene lactone from U. baccifera specie. Ground leaves of U. baccifera were extracted with ethanol. The extract was evaporated in vacuo and partitioned by liquid-liquid extraction. The dichloromethane fraction was chromatographed on silica gel column using a CH2Cl2–EtOAc–MeOH gradient. An EtOAc-MeOH (95:5) eluted fraction (N1) was analyzed by 1H and 13C NMR. The spectral data of N1 suggested that it is a sesquiterpene lactone, 1 known as loliolide. The H NMR spectrum of N1 showed signals of the methyl groups: δ 1.28 (3H, s, H9), 1.47 (3H, s, H10), 1.78 (3H, s, H11); the hydroxymethynic hydrogen δ 4.33 (quint., J 3.8 Hz, H3); and two groups of methylenic hydrogen: δ 1.53 (1H, dd, J 3.8 and 14.6 Hz, H2β), 1.79 (1H, dd, J 3.8 and 14.0 Hz, H4β), 1.98 (1H, dt, J 2.6 and 14.6 Hz, H2α), 2.47 (1H, dt, J 2.6 and 14.0 Hz, H H4α). The carotenoid derived loliolide is reported for the first time from an Urticaceae specie. P37 CHEMICAL AND PHARMACOLOGICAL STUDIES FROM LEAVES AND FLOWERS OF COUROUPITA GUIANENSIS AUBL. S. B. O. Fernandes,2,3 M. E. Mateus,4 P. D. Fernades,4 D. L. Moreira,5 R. M. Kuster,3 F. S. Menezes.1,2,3,6* 2 1 Faculdade de Farmácia – Universidade Federal do Rio de Janeiro – UFRJ Laboratório de Estudo Químico de Espécies de Lamiifloreae (LAQUEL) – UFRJ 3 Núcleo de Pesquisas de Produtos Naturais – NPPN – UFRJ. 4 Departamento de Farmacologia Básica e Clínica – ICB – UFRJ. 5 School of Pharmacy – Trinity College – Ireland. 6 Departamento de Química Orgânica – CT – UFRJ. *[email protected] Couroupita guianensis (Lecythidaceae), a plant popularly used to treat toothache, was investigated in this work aiming at a better knowledge about its chemical properties and pharmacological profile. Ethanol extracts from the leaves and flowers were prepared and from them four fractions were obtained by liquid/liquid partition with solvents in different polarities (hexane, dichlorometane, ethyl acetate and n-butanol). From the dichlorometane fraction obtained using leaves, after chromatographic procedures, was possible to identify the compound Loliolide. Using the same metodology, tryptanthrin was isolated and identified from ethyl acetate fraction and eugenol and spinasterol from the hexane. The essential oil obtained from flowers showed differences in composition regarding the parts used for the analysis, being those the petals and the reproductive area. The ethyl acetate partition of the leaves and flowers has shown an excellent antioxidant activity, with a EC50 value lower than ® that for the Ginkgo biloba standard extract (EGb 761 ) used as positive control, when tested in the DPPH assay. The ethanol extract and partitions of the leaves were assayed in mice using the models of abdominal contortions induced by acetic acid to test peripheric antinociception, tail flick to test spinal antinociception and hot plate to test supraspinal analgesia. The results have shown a significant reduction in the number of contortions when the fractions hexane, dichlorometane, ethyl acetate and n-butanol were tested. In tail flick model, the ethanol extract and the hexane, ethyl acetate and n-butanol partitions have increased latency time. In hot plate model, the ethyl acetate and n-butanol partitions have increased latency time. P38 LIGNOIDS FROM VIROLA PAVONIS ARILS (MYRISTICAEAE) S.K.R. De Morais,* A.T. Frazao,** I.E.C. Diaz,*** M. Yoshida.**** Instituto de Quimica da Universidade de Sao Paulo *[email protected]; **[email protected], ***[email protected], ****[email protected] The folk medicine of myristicaceous species from Amazon Rains Forest was first explored by Schultes. The phytochemical approach on these species was introduced by Gottlieb and coworkers. These investigations describe the occurrence of lignoids, alkaloids, g-lactones and flavonoids. The arboreal specie Virola pavonis grows in the highland region of the Amazon, and is known by the Karijona Indian as 'Ve-ri-que'. The fruits of V. pavonis were collected at Ducke Reserve, Manaus-AM, on January 2004, and separated in its parts: pericarps, arils, seed coats and seeds. After dried were milled and extracted separately with hexane and ethanol. The ethanol extract of arils was partitioned between hexane, chloroform and ethyl acetate. The phytochemical investigation on the chloroform fraction afforded the neolignans carinatin (1), carinatidin (2), dihydrocarinatin (3), dihydrocarinatidin (4) and carinatone (5), previously isolated from V. carinata, and in addition the lignan galbelgina (6). As expected, the neolignans 2 e 4 exhibited antioxidant activity towards b-carotene on TLC assay. Aknowledgements: CNPq, CAPES and FAPEAM for fellowships and financial supports. P39 MECANISMOS IMPLICADOS ADENTRO ACTIVIDAD ANTIULCEROGÉNICA DE LA FRACCIÓN ACETATO DE ANACARIDUM HUMILE ST. HIL. (ANACARDIACEAE). 1 1 1 2 A. Luiz-Ferreira, * V. Barbastefano, M. Cola-Miranda, E. Farias-Silva, C. A. Hiruma-Lima, 3 1 W. Vilegas, A. R. M. Souza Brito. ** 1 Depto de Fisiologia e Biofísica, Inst. Biologia, UNICAMP, Campinas, SP, Brasil. 2 Depto de Fisiologia, Inst. de Biociências, UNESP, Botucatu, SP, Brasil. 3 Depto. de Química Orgânica, Inst. Química, UNESP, Araraquara, SP, Brasil. Cidade Universitária “Zeferino Vaz” s/n, Instituto de Biologia, Depto. de Fisiologia e Biofísica-Caixa Postal: 6109.UNICAMP/ Campinas. * [email protected] **[email protected] Aunque existen muchos productos usados para el tratamiento de úlceras gástricas, muchas de estas drogas causan efectos colaterales. El tratamiento gástrico de la ulcera y gastritis con las plantas medicinales son comúnes adentro la medicina tradicional. Muchas plantas se han utilizado para tratar gastrointestinales disturbios. Las plantas están entre las fuentes más atractivas para desarrollar las nuevas drogas. Anacardium hmile St. Hill. descrito por Auguste deSaint-Hilaire (1779 – 1853) es conocido popularmente como “cajuzinho-do-cerrado”. La fracción metanolica fue obtenida a partir de la torta resultante de la extracción macerada con MeOH. La mezcla fue y concentrada en rotavapor, dando el extracto metanolico. Una porción del extracto de MeOH (80 g) fue dividido con 5 L de una mezcla de EtOAc/água que originó el acetato de la fracción (FAc). En la evaluación de los mecanismos de los antiulcerogénicos fueron realizados con los experimentos de induccion aguda de ulcera gástrica para el etanol, seguido para la administración del inhibidor del óxido nítrico (NO) y de los agrupamientos sulfidrilas (SH). También la producción de la prostaglandina fue verificada para FAc. FAc (50 mg.kg-1) se mostró muy dependiente del NO (N=5), donde manejado FAc solamente presentó actividad del antiulcerogénica (15 ± 4 mm), esta actividad fue perdida con la inhibición del NO (47 ± 13 mm) p< 0,001 igual ocurrió con SH (23 ± 3 mm) (128 ± 3 mm) p<0,001. Pré-tratamiento -1 con FAc 50 mg.kg , si observo aumento en la producción de la prostaglandina (21200 ± 1304 pg/well, 10 veces más que el control negativo - 2233 ± 152 pg/well) p< 0,001. Estos resultados demuestran que la característica gastroprotectora ejercida se debe a los mecanismos citoprotectores de la mucosa gástrica, como la prostaglandina, puesto que el mismo no era capaz de modificar la acidez del jugo gástrico (dado en el presente). Apoyo financiero: FAPESP e CAPES. P40 ACTIVIDAD ANTIULCEROGÊNICA DE LAS FRACCIONES ACETATO DE LAS ESPECIES I. TRUXILLENSIS KUNTH Y I. SUFFRUTICOSA MILL. M. Cola-Miranda,1* V. Barbastefano,1 A. Luiz-Ferreira,1 A. M. Vinagre,1 E. Farias-Silva,1 T. R. Calvo,3 C. A. Hiruma-Lima,2 W. Vilegas,3 A. R. M. Souza Brito.1** 1 Depto de Fisiologia e Biofísica, Inst. Biologia, UNICAMP, Campinas, SP, Brasil. 2 Depto de Fisiologia, Inst. de Biociências, UNESP, Botucatu, SP, Brasil. 3 Depto. de Química Orgânica, Inst. Química, UNESP, Araraquara, SP, Brasil. Cidade Universitária “Zeferino Vaz” s/n, Instituto de Biologia, Depto. de Fisiologia e Biofísica-Caixa Postal: 6109.UNICAMP/ Campinas. * [email protected]; **[email protected] La Indigofera truxillensis y Indigofera suffruticosa son dos especies del género Indigofera, comprendendo 700 especies, figurando entre los seis mayores géneros del Leguminosae. El proceso de formación de la úlcera gástrica envuelve el desequilibrio de los mecanismos defensores y agresores de la mucosa gástrica. La cicatrización de la mucosa gástrica requerí una reconstitución continua de la estructura glandular epitelial, restauración de la lamina propia incluyendo una rede micro vascular en la mucosa, nervios y células del los tejidos conectivos. En este trabajo fue evaluada la actividad antiulcerogênica de las fracciones acetato (fAc) de las partes aéreas de I. truxillensis y I. suffruticosa. La fracción metanolica fue obtenida por maceración con MeOH. La mezcla fue filtrada y concentrada en rotavapor, dando los extractos metanolicos. Una porción del extracto metanólico de la I. truxillensis (5 g) y del extracto metanólico de la I. suffruticosa (3 g) fueron divididos con 5 L de una mezcla de EtOAc/agua que originó las fracciones acetato (fAc). La evaluación de la actividad antiulcerogênica fue realizada con la inducción sub-crónica de ulcera gástrica inducida por ácido acético 30%. Los ratones, después de la inducción de la úlcera, fueron tratados por 14 días consecutivos con el control negativo (tween 80 12%), control positivo (cimetidina) y las fracciones acetato de la I. truxillensis y I. suffruticosa. En el 15º día los ratones fueron sacrificados y sus estómagos fueron removidos para averiguación de las lesiones. Las especies reducirán significativamente las lesiones gástricas en el modelo testado (n=5), el controle negativo (4,5 ± 0,41 mm2), cimetidina 100 mg.kg-1 (1,4 ± 0,47 mm2/68%), I. -1 2 -1 truxillensis (fAc) 50 mg.kg (2,8 ± 1,4 mm /38%), I. suffruticosa (fAc) 100 mg.kg (2,7 ± 1,5 mm2/40%). Estos resultados demuestran que las fracciones reducen las áreas lesadas, comprobando la actividad cicatrizante de las dos especies evaluadas. Apoyo financiero: FAPESP P41 EFECTOS ANTIOXIDANTES Y ANTIAPOPTOTICO DEL ALCALOIDE PRINCIPAL OBTENIDO DEL INDIGOFERA TRUXILLENSIS KUNTH EN RATONES. E. Farias-Silva,1* M. Cola-Miranda,1 V. Barbastefano,1 A. Luiz-Ferreira,1 D. P. Michelatto,1 A. 1 2 3 2 1 C. A. Almeida, T. R. Calvo, C. A. Hiruma-Lima, W. Vilegas A. R. M. Souza Brito. ** 1 Depto de Fisiologia e Biofísica, Instituto de Biologia, UNICAMP, Campinas, SP, Brasil. 2 Depto. de Química Orgânica, Instituto de Química, UNESP, Araraquara, SP, Brasil. 3 Depto de Fisiologia, Instituto de Biociências, UNESP, Botucatu, SP, Brasil. Cidade Universitária "Zeferino Vaz" s/n, Instituto de Biologia, Depto. de Fisiologia e Biofísica-Caixa postal: 6109.UNICAMP/ Campinas *[email protected] **[email protected] La Indigofera truxillensis, conocida popularmente como "añil", se encuentra en savanas brasileñas. Esta especie contiene varios componentes, incluyendo los flavonoides, las saponinas y los alcaloides. En el extracto metanolico, las fracciones acetato y acuosa presentaron actividad antiulcerogenica en diversos modelos de inducción de la úlcera gástrica en ratones. En el actual trabajo el alcaloide (Indigo, 2 mg/kg) aislado del extracto metanolico (MeOH) del I. truxillensis fue investigado para la prevención de la ulceración de la mucosa gástrica, contra los radicales libres y daño apoptotico en la mucosa gástrica de los ratones, sometidos al modelo de ulcera gástrica inducida por etanol. Para verificar el efecto antioxidante del alcalóide fueron analizados el contenido de sulfidrila (GSH), glutationa peroxidase (GPx), glutationa reductase (GR) y actividad del superoxido dismutase (SOD). El efecto antiapoptotico fue verificado por la fragmentación del DNA. El Indigo previnió contra la lesión gástrica inducida por etanol, manteniendo el GSH y aumentando la actividad de GR. Mientras, la actividad del SOD no fue alterada y no disminuyó la actividad de GPx. El daño de lo DNA causado por el etanol fue evitado por Indigo. Estos resultados demuestran que el efecto antiulcerogenico del Indigo es dependiente de los mecanismos antioxidantes y antiapoptotico (o anti-necrótico). Apoyo financiero: FAPESP P42 IN VITRO EVALUATION OF BYRSONIMA CRASSA TO TREAT HELICOBACTER PYLORI INFECTION M. S. Gonçalves Raddi,* C. C. Bonacorsi, I. Z. Carlos, M. Sannomiya, W. Vilegas Faculdade de Ciências Farmacêuticas – UNESP * [email protected] Several in vitro studies have looked at the effect of medicinal plant extracts against Helicobacter pylori. Regardless of the popular use of Byrsonima crassa Niedenzu (IK) as antiemetic, diuretic, febrifuge, to treat ulcer, gastritis and diarrhea, there is no data on its effects on Helicobacter pylori infections. In this study, we evaluated the methanolic (MeOH) and chloroformic (CHCl3) extracts from B. crassa leaves against H. pylori and their immunostimulatory effects in murine immune system by determination of oxygen (H2O2) and nitrogen (NO) intermediates reactive. Both extracts inhibited the growth of H. pylori in vitro with a MIC of 1.056 µg/ml. The MeOH extract induced the production H2O2 and NO, but CHCl3 extract only NO. Despite of the moderate activity against H. pylori, this study demonstrated an immunostimulatory effect by B. crassa leaves. Based in our results, the use of this plant should be done with caution in treatment of the gastritis and peptic ulcers caused by H. pylori, since the reactive oxygen/nitrogen intermediates are involved in the pathogenesis of gastric mucosal injury in cases related to H. pylori infection. P43 USO DE PLANTAS NATIVAS DE LATINOAMÉRICA EN LESIONES BUCALES L. Forte,1 S. Y. Sharry.2 1 2 Facultad de Odontología- UNLP. Argentina Centro Experimental de Propagación vegetative-FCAyF, UNLP. Argentina. CC31 [email protected] Este trabajo tiene como objetivo realizar una búsqueda de plantas medicinales nativas de América Latina utilizadas históricamente y en la actualidad, para tratar lesiones bucales. La metodología empleada fueron entrevistas, consulta a base de datos, sitios web y bibliotecas. Hasta la fecha se encontraron las siguientes plantas que han sido clasificadas de acuerdo al uso de las mismas sobre las distintas patologías bucales: GINGIVITIS. ENFERMEDAD PERIODONTAL : Anthemis nobilis; Commiphora myrra; Equinacea (también para llagas); Eucaliptus globulus (también para aftas, llagas y halitosis); Schinus latifolius; Peumus boldus. INFLAMACIONES BUCALES. ESTOMATITIS: Plantago sp; Krameria trianda; Anthemis nobilis; Salvia officinalis L. AFTAS. ÚLCERAS. HERIDAS: Aloe sp; Rosmarinus officinalis; Junglans regia; Quercus robur; Malva sylvestris; Piper sp; Sambucus nigra; Verbena officinalis (también para gingivitis); Justicia pectoralis; Erythrina crista-galli. DISMINUCIÓN DE LAS DEFENSAS (que favorecen la aparición de aftas) : Viola tricolor; Saponaria officinalis; Smilax officinalis. RUSISMO: Pasiflora edulis; Melissa officinalis. ODONTALGIAS: Maytenus boaria; Spilanthes sp; Allium satium (también como antimicrobiano). ANTISÉPTICOS: Origanum vulgare (también cicatrizante) ; Arbustus unedo; Hammamelis virginiana; Calendula officinalis; Aliaria officialis. HIGIENE Y DESODORANTE BUCAL: Potentilla tormentilla; Eucaliptus globulus; Mentha piperita; Equisetum arvense. Este es el primer paso para continuar con la selección y prueba de actividad de dos plantas candidato, dentro del Proyecto marco: Plantas medicinales nativas del Municipio de Santa Ana, Misiones (Estudio UNPRE/2006). P44 USO DE MARCADORES MOLECULARES PARA DETECTAR VARIABILIDAD EN PLANTAS MEDICINALES REGENERADAS POR CULTIVO DE TEJIDOS S. Sharry,1* R. Rancel Cano,2* K. Gil.2 1 CEPROVE, Facultad de Ciencias Agrarias y Forestales, UNLP.CC31, La Plata (1900), Buenos Aires, Argentina. 2 CINVESTAV, Unidad Irapuato. México. *[email protected]; **[email protected] La micropropagación permite el mejoramiento de las características favorables de las plantas por medio de la selección clonal. En la rama de plantas medicinales, el interés por los métodos de propagación vegetativa radica en su utilización en programas de mejora genética, como un medio para multiplicar íntegramente individuos selectos en base a características importantes que se desean perpetuar. El uso de clones de alto rendimiento de principios activos, producto de la selección y multiplicación clonal permite establecer un cultivo de alta productividad. Sin embargo, está plenamente comprobado que ocurren modificaciones genéticas en las células y los tejido cultivados in vitro. Muchas de estas modificaciones se manifiestan como mutaciones heredables a las progenies de las plantas regeneradas. Este fenómeno se conoce como variación somaclonal ( Larkin y Scowcroft, 1981) y puede afectar caracteres cualitativos o cuantitativos. Para la selección de materiales élite y el análisis de la variación somaclonal, el uso de marcadores moleculares “fingerprinting” para la determinación de la variabilidad genética inter e intraespecífica en grupos poblacionales y progenies, permite la identificación de genotipos deseables (Cervera et al., 1996 a,b). El advenimiento de la técnica AFLP (Polimorfismo en la Longitud de Fragmentos Amplificados) ha proporcionado una nueva clase de marcadores altamente polimórficos. Su ventaja sobre otros marcadores es su alta reproducibilidad lo que unido a su carácter polimórfico les confiere una enorme capacidad para discernir entre especies, razas e incluso individuos. El objetivo de este trabajo fue utilizar AFLPs para detectar la variabilidad generada por la micropropagación de Melia azedarach L., especie forestal de uso medicinal, insecticida y ornamental. P45 ISOLATION OF FLAVONOIDS FROM THE AERIAL PARTS OF CHUQUIRAGA ULICINA HOOK ET ARN. (ASTERACEAE). B. E. Juárez,* M. E. Mendiondo Facultad de Ciencias Naturales. Universidad Nacional Tucumán. CONICET. Fundación Miguel Lillo. *[email protected] This paper is a continuation of our chemotaxonomic research on flavonoids of plants belonging to the Barnadesioideae. Genus Chuquiraga comprises nearly 20 species distributed from Colombia to Argentina and Chile mainly along the Andes and Patagonia. Chuquiraga ulicina, common name " hierba de la yesca", grows in Chile from Antofagasta to Coquimbo as a dense xerophyllous shrub and is used in the traditional popular Chilean medicine for the hyperglycemia . Aerial vegetative parts of Chuquiraga ulicina were extracted, isolated and identified as described (1,2,3,4) and a voucher specimen is deposited at the Herbarium of the Fundación Miguel Lillo (LIL). Chuquiraga ulicina sinthesize simple pattern of flavonoids. The chemical examination of the aerial parts extracts, based in chromatographic and spectroscopic UV/Vis behaviour, revealed the presence of quercetin and kaempferol and its 3-O-glucosides and 3-Orutinosides besides kaempferol-3-O-rhamnoside. These flavonoids are all typical of the Barnadesioideae and are the same to those analyzed for us in other species of the argentine flora, like C. calchaquina, C. oppositifolia, C. longiflora, C. straminea, C. atacamensis. Results demonstrate that there are no differences at geographical level and have the same phylogenetic origin, and also that the predominance of these flavonoids show the homogeneity of the genus. (1) Mabry, T. J., Markham, K. R. & Thomas, M. B. The Systematic Identification of Flavonoids. Springer Verlag, Heidelberg, London, New York. (1970).(2) Harborne, J. B., Mabry, T. J. and Mabry, H.. The Flavonoids. Cahpman & Hall, London (1975).(3) Markham, K. R. Techniques of Flavonoid Identification. Academic Press. London (1982).(4) Harborne J. B. Phytochemical methods. A guide to modern techniques of plant analysis. London. Chapman and Hall. (1998) P46 MEDICINAL CANNABIS: PRELIMINARY PHYTO/PHARMACOLOGICAL DATA ON THE HOT WATER EXTRACT FROM CANNABIS SATIVA IN THE SEARCH OF NEW POTENTIALS ANTI-INFLAMMATORY AGENTS. M. Politi,* F. Adiga, N. Wilson, W. Peschel, J. M. Prieto,** M. Heinrich Centre for Pharmacognosy and Phytotherapy, The School of Pharmacy, University of London, 29-39 Brunswick Square, London (UK), WC1N 1AX *[email protected]; ** [email protected] In recent years intensive research on the topic of Medicinal Cannabis has been conducted.1 The potential pharmaceutical applications for this plant are very promising. It can be used as source of useful phytochemicals to treat nausea and vomiting, multiple sclerosis, loss of appetite and weight in cancer and AIDS, pain, raised intra-ocular pressure, insomnia, epilepsy and asthma just to mention a few.2 Diverse Cannabis preparations have been used as medicines throughout Europe and Asia since the earliest written records especially in the treatment of pain and inflammation. The current popular use of Cannabis for some of the indications mentioned above (especially for pain relief and for multiple sclerosis) is also reported from the USA and Central America in both urbanized and rural areas. Some modern pharmaceutical preparations derived from Cannabis (Cannabis Based Medicine) are currently available on the market. In Canada for example, the National Medicines Regulatory 3 Authority has recently granted a preliminary licence for an oral spray (Sativex ) with antiarthritic effect. Our research group currently coordinates an EU funded research project entitled “Standardised extracts of Cannabis for use in the treatment of migraine and rheumatoid arthritis”. As a secondary laboratory activity on this topic, we performed the hot water extraction of the aerial part of an indoor cultivated Cannabis sativa species. The lyophilised material from the water extract was then fractionated by precipitation in methanol solution obtaining a precipitate and a soluble part. The latter was separated by gel chromatography (Sephadex LH-20) obtaining six major fractions. The crude extract and all the fractions were analysed by NMR ad tested for the anti-inflammatory activity using cells assays to monitor the Nuclear Factor kB (NF-kB) pathways, and data of this ongoing study are presented. References 1. Robson, P. Handb. Exp. Pharmacol. 2005, (168), 719. 2. Robson, P. Br. J. Psychiatry 2001, 178, 107. 3. Wright, S.; Ware, M.; Guy, G. Rheumatology. (Oxford) 2006, 45, 781. P47 MUTAGENICITY OF MOURIRI PUSA GARDNER EXTRACT AND ENRICHED FRACTION. F.V. Santos,1 I.M.S. Cólus,2 M. Andreo,3 W. Vilegas,3 E.A. Varanda.1* 1 Department of Biological Sciences, Faculty of Pharmaceutical Sciences of Araraquara,UNESP-São Paulo State University- Rodovia Araraquara-Jaú Km 1, 14801-902, Araraquara, SP, Brazil. 2 Estadual University of Londrina, PR-Brazil, 3 Chemical Institute of Araraquara, UNESP-São Paulo State University, Rua Professor Francisco Degni, s/n,CP355, 14801-970, Araraquara, SP, Brazil [email protected] Mouriri pusa Gardner is a plant of the Melastomataceae family popularly known as puçápreto or jaboticaba-do-cerrado and its use is indicated in folk medicine to the treatment of gastric ulcers. In this study we assess the mutagenicity in vitro and in vivo of extracts obtained of the leaves of this species. When evaluated by the Ames test, the methanol extract of the leaves of M. pusa presented mutagenic activity to the TA98, TA100 and TA97a Salmonella strains, with or without metabolic activation. However, this activity was not observed to the strain TA102. The dichloromethane extract was not mutagenic in any of conditions employed in this work. In the in vivo assay, the micronucleus test in the peripheral blood cells (reticulocytes) did not reveal any clastogen activity to the methanol extract. The dichloromethane extract was not evaluated due solubility problems. The methanol extract is a source of tannins and flavonoids and these compounds probably are related with the mutagenicity observed in the Ames test. The assays with the flavonoids enriched fraction reveal a high mutagenic activity to the strains TA98 and TA100, with and without metabolic activation. Phytochemistry studies reveal the presence of quercetin, quercetin derivatives, kaempferol, rutin among others compounds in the constitution of the leaves methanol extract. The mutagenic activity observed in this work was probably caused by the presence of quercetin in the constitution of the extract and fraction analyzed. Financial support: FAPESP-BIOTA, CNPq P48 MUTAGENIC ACTIVITY PROMOTED BY AMENTOFLAVONE AND METHANOL EXTRACT OF BYRSONIMA CRASSA MEASURED BY THE SALMONELLA/MICROSOME ASSAY E.A. Varanda,1* C.R.P. Cardoso,1 M. Sannomiya, W. Vilegas.2 1 Department of Biological Sciences, Faculty of Pharmaceutical Sciences of Araraquara,UNESP-São Paulo State University- Rodovia Araraquara-Jaú Km 1, 14801-902, Araraquara, SP, Brazil 2 Chemical Institute of Araraquara, UNESP-São Paulo State University, Rua Professor Francisco Degni, s/n,CP355, 14801-970, Araraquara, SP, Brazil * [email protected] Byrsonima crassa Niedenzu is a plant pertaining to the Brazilian central savannah-like belt of vegetation and popularly used for the treatment of gastric dysfunctions and diarrhoea. The methanol extract contains catechin, tannins, terpenes and flavonoids; both mutagenic potential and antioxidant properties have been ascribed to flavonoids. The mutagenicity of some flavonoids is believed to be associated with the formation of reactive oxygen species and seems to depend on the number and position of hydroxyl groups. In the present study the mutagenic activity of the methanol, chloroform and 80% aqueous methanol extracts, as well as acetate and aqueous sub-fractions, of this medicinal plant were evaluated by Salmonella typhimurium assay, using strains TA100, TA98, TA102 and TA97a. The results showed mutagenic activity of the methanolic extract in the TA98 strain without S9. The acetate fraction showed strong signs of mutagenicity without S9, suggesting that in this enriched fraction were concentrated the compounds that induced mutagenic activity. The aqueous fraction showed no mutagenic activity. The TLC and HSCCC analyses of the acetate fraction with some standard compounds permitted the isolation of the quercetin-3O-β-D-galactopyranoside, quercetin-3-O-α-L-arabinopyranoside, amentoflavone, methyl gallate and (+)-catechin, of which only the amentoflavone exhibited positive mutagenicity to TA98 (+S9, -S9). Financial support: FAPESP-BIOTA P49 ALTAMISOL UN ANTIFUNGICO NATURAL PARA EL CONTROL DE MYCOSPHAERELLA FIJIENSIS SIGATOKA NEGRA EN BANANO J. Cumandá,* P. Arichabala. Facultad de Ciencias-ESPOCH – Riobamba-Ecuador. *[email protected] La sigatoka negra, enfermedad foliar presente en bananeras de Machala, reduce la producción en cultivo de banano. El control con químicos convencionales es eficiente como método de manejo, pero provoca alto impacto ambiental y elevados costos. En los cultivos orgánicos no se pueden utilizar químicos convencionales, por lo cual se buscó productos naturales a base de metabolitos secundarios obtenidos de extractos de plantas que se descomponen con la radiación solar y no causan impacto negativo en el ambiente, y podrían ser métodos de control alternativo de Mycosphaerella fijiensis como fue demostrado en ensayo in vitro y en el campo. Materiales Y Métodos: La investigación fue desarrollada en los laboratorios de Fitoquímica de la Facultad de Ciencias de la ESPOCH y la finca bananera del Ing Agr Pablo Arichabala, se probó un extracto hidro alcohólico de altamisa, manzanilla, jengibre, hierba del Inca. Composición química del Altamisol: ALTAMISOL es un líquido amarillo de olor agradable, con un pH de 6.8 a 7.2 invariable. Contiene aceites esenciales, sesquiterpenos, flavonoides y alcaloides como matricina, shimorool, metjl chavicol que a su vez le protegen del ataque de microorganismos patógenos. Además contiene auxinas, giberilinas y aminoácidos naturales. El ALTAMISOL al poseer auxinas. Giberilinas y aminoácidos naturales ayudan al desarrollo en altura y vigor del área foliar de los vegetales. Además la presencia de sulfatas y fosfatos en el ALTAMISOL, dispone de iones indispensables en el metabolismo haciéndolo soluble. El shiromol y la coronopilina son potentes activadores repelentes para las infecciones de pestes en cereales. La psilostachina fue activa contra los áridos, acaros, La damsina tiene actividad mullicada la determinación de de los componentes de la altamisa se realizan en placa de silica gel, corrido solvente benceno éter etílico 5: 5.9. Revelador Rosentaler. Compuestos: Rf 0.74 psilostachina, Rf 0.63 damsina, Rf 0.53 coronopilina, Rf 0.39 shiromol, Rf 0.22 psilostachina C. Aislamiento e identificación del patógeno: Se tomaron muestras de hojas de plátano de seda y dominico las cuales presentaban síntomas de enfermedad. 2 Se cortaron segmentos de 2cm , se lavaron con detergente y agua, se desinfectaron en un baño de cloro comercial al 5% por 20 minutos y tres enjuagues de agua destilada estéril 10, 5, 4 minutos, los explantes desinfectados se sembraron en cajas petri con medio de cultivo papa-dextrosa-agar e incubaron a 27± 1·°C durante 5 días. Posterior a las incubaciones se aislaron las colonias fúngicas utilizando medio de cultivo PDA y circulo de sacabocados para determinar el patógeno. Determinación de la actividad del hidroalcohólico sobre Mycosphaerella fijiensis: El extracto hidroalcohólico fue preparado en extractor de laboratorio obteniendose un líquido transparente de color amarillo y olor agradable. (Játiva C). La solución de Altamisol se aregó al medio PDAen concentraciones de 1.5, 1, 0.75, 0.50 y 0.25 mL para determinar el efecto del extracto vegetal sobre los hongos se utilizó la técnica de Mitscher circulo de sacabocados de 2mm2 de cultivo con micelio. Las cajas petri con cultivo y micelio incubaron a 27± 1·°C durante 5 días. Al terminar la incubación se determinó los halos de crecimiento midiendo el diámetro de la colonia desarrollada. La actividad antifúngica o fungistática de los tratamientos miceliales se determino del micelio del hongo en medio PDA solo.(Játiva) Determinación de la dosis máxima a aplicar en el campo: Seleccionadas las plantas de banano enfermas se aplicaron 15, 10, 5 mL de Altamisol llevadas a 10L con agua y una parte de aceite agrícola como adherente por asperción con una bomba manual observándose el color de la hoja, el aspecto de la Sigatoca, el número de hojas, el racimo, número de manos y dedos. Resultados Tabla 1 Halos de crecimiento de Mycosphaerella fijiensis en medio de cultivo con Altamisol y medio PDA solo. Concentración de Halos de crecimiento en Altamisol mL mm 0.0 58 0.25 30 0.50 18 0.75 5 1 3 1.5 3 En concentraciones de 1.5 y 1 ml de Altamisol no se encontro crecimiento fúngico los 3 mm corresponden al micelio colocado en las caja petri. La concentración de 0.25 is incapaz de atenuar el crecimiento del hongo. Tabla 2 Determinación de la dosis máxima a aplicar en el campo Concentración Agua Aspecto de Color de la Tamaño De altamisol 10 L Sigatoca hoja del mL racimo 15 10 Puntadas difusas Verde Grande amarillento 10 10 Puntadas deformadas Verde obscuro Grande 5 10 Puntadas Verde claro Mediano semideformadas N°de manos 10 10 8 La concentración de adecuada es de 10ml en 10L que tiene efecto fungistático, en concentración de 15 ml tiene efecto de amarillamiento en las hojas. Con 10 mL en 10 L se tiene condiciones mejoradas de todo el vegetal. Se considera tamaño grande de 70-60 cm, mediano de 58-40. otras características observadas son la maduración homogénea de manos y dedos, la deformación de los hongos, la inmovilización de los hongos, las hojas no se secan. Por aspersión aérea se reqiere 1.5 L por hectárea. Tabla 3 período de aplicación de Altamisol dosis dias pluviosidad Resultados 1L/hc 15 12 12 alta Controlada 1L/hc 22 30 30 baja Controlada El número de aplicaciones está en función de la detección de la Sigatika negra en las plantaciones, siendo mayor la incidencia en épocas de alta pluviosidad por cuanto las lluvias lavan y sacan la solución del follaje. Deberá realizarse un estimado de costo, meses de mayor pluviosidad y número de aplicaciones para completar el trabajo Conclusiones 1. 2. 3. 4. Altamisol es un extracto hidroalcohólico de facil disponibilidad y precio accesible con actividad comprobada para Mycosphaerella fijiensis. El análisis in vitro del agente causal separado de las plantaciones permite tener la sepa dañina y tratarla con vegetales propios del país evitando la salida de divisas. En el campo se comprobó que los tratamientos en época de verano se realizan en lapsos de 15 a 22 días, mientras que en invierno en tiempos de 12 a 15 días. Se obtienen racimos más grandes y con maduración homogénea en tiempos más largos que permiten holgura en el embalaje. Bibliografía CAÑIZO, J. Guía Práctica de Plagas y Enfermedades de las Plantas Cultivadas. 4ta. Ed. Madrid, 1972. pp. 3-7 CYTED Programa Iberoamericano de Ciencia y Tecnología para el desarrollo. Manual de Técnicas de Investigación. Marzo 1995. DAVILA, A. Manual sobre el uso de Plantas medicinales, Fundación Centro Nacional de la Medicina Tradicional. Primera Edición, Nicaragua 2002. DOMÍNGUEZ, Francisco. Plagas y Enfermedades. Madrid: Mendi Prensa, 1981. pp.215 DUKE, J. Handbook of Medicinal Herbs. 1era ed. Florida, 1990. pp. 297-298; 520, 560. FREIRE, N. Estudio de la Actividad Antifúngica del Destilado de Extracción de Aceite Esencial de Manzanilla (Matricaria chamomilla) y Macerado acuoso de la mezcla de Ají, Guanto, Iso, Marco y Ortiga Negra, en Lancha de papas (Phytophthora infestans) frente a Curzate M-8 y Dithane M-45 en condiciones de Laboratorio. Tesis Dra. En Química. Riobamba. Escuela Superior Politécnica de Chimborazo. Facultad de Ciencias, Escuela de Ciencias Químicas, 2003. pp.67-77 GEORGE N. Agrios. Fitopatología. 2da. Edición. México, 1991. pp. 162-170, 179, 246-247, 278,317,324. GOIDANICH, G. Manuale Di Patología Vegetale. Bologna. Agricole, 1964. pp.260 P50 BIDENS PILOSA UN ANTIHERPETICO EN PREPARACIONES FARMACÉUTICAS J. Cumandá,* R. Orozco, F. Smola. Facultad de Ciencias-ESPOCH – Riobamba-Ecuador. *[email protected] 1. Resumen Existiendo estudios de la composición química y actividad biológica de Bidens pilosa (puno) que contiene Glucósidos de Ester Chalcona con actividad Anti AIDS (SIDA) comprobado invitro, el efecto es inhibidor moderado de la replicación viral probada en células C8166 infectadas con HIV-1MN. Se debe preparar fitomedicamentos semisólidas para aplicación cutánea que contenga 50 ug/mL de Ester chalcona que constituye el principio activo antiviral,con buenos resultados en el tratamiento de Herpex simples de labio y genitales aprovechando los metabolitos con acción antiherpética comprobada in Vitro en células infectadas con HIV, si este tipo de formulación es para conseguir la liberación local o transdérmica . INTRODUCCIÓN En la industria farmacéutica es evidente la evolución por la incorporación al campo de la salud nuevos medicamentos que tienen como objetivos mejorar el nivel y la calidad de vida de las personas, de ahí que el Subprograma X de Química Farmacéutica Fina y la Red Iberoamericana de Productos Farmacéuticos, estimulan la industrialización de plantas medicinales y el aprovechamiento al máximo los recursos vegetales PREPARACION DE FITOFARMACOS Calentar a 80 grados centígrados los productos líquidos removiendo moderadamente y esta solución verter a la mezcla en liquidación y homogeneizar, finalmente añadir el extracto valorado para después de una pequeña agitación drástica envasar. Los excipientes para la formulación de la crema contiene:Acido esteárico, lanolina, vaselina sólida, vaselina liquida, glicerina, trietanolamina, metilparabeno, agua, extracto valorado. La pomada tiene Alcohol cetilito, ácido esteárico, propilenglicol, lanolina, dewquart, vaselina líquida, agua, extracto valorado. El gel contiene Carbopol ultra 10, propilen glicol, metilparabeno, trietanolamida, agua, extracto valorado 1 CONCLUSIONES Se formuló la base de gel hidrófilo, pomada y crema lipófilos e incluyó 40 μ g de éster charcona por gramo de preaparación, y determinó la presencia del principio activo por método cromatográfico en el extracto etanólico de Bidens pilosa y en los productos terminados.cabe indicar que las determinaciones físicas y químicas de gel, pomada y creama están dentro del rango establecido para los cosméticos. El extracto líquido normalizado se obtiene por maceración de planta fresca en un volumen de 450,5 g, de color ladrillo amarillento y sabor amargo; tiene un pH de 5.49, densidad de 1.053 g/mL y un índice de refracción de 1.356 y rendimiento del 17%. La cuantificación del extracto etanólico toma como marcador de referencia el 6”O- β -D glucopiranosa α-1 ramnopiranosa 7-0- glucosil flavonol que se extrae en el subextracto butanólico, separa en placa preparativa, recupera la franja de Rf de 0,26 corrido en placas de sílica gel GF 254 con solvente acetato de etilo, metanol (18,5: 1,5. y revelado con sulfato de cerio da coloración roja en frío que se intensifica al calentar. La cantidad de 6”O- β -D- glucopiranosa α-1 ramnopiranosa 7-O- glucosil flavonol se obtiene por gravimetría y corresponde a 0.027 % presente en 0,2 ml de extracto total. P51 METABOLITI SECONDARI DA LASIA SPINOSA (L.) THW. (ARACEAE) 1 1 2 2 N. T. H. Van, C. V. Minh, M. De Leo, A.Braca. * 1 Institute of Natural Products Chemistry, Vietnamese Academy of Science and Technology, 18-Hoang Quoc Vtet, Hanoi, Vietnam 2 Dipartimento di Chimica Bioorganica e Biofarmacia, Università di Pisa, Via Bonanno, 33, 56126 Pisa, Italy *[email protected] L’indagine fitochimica su Lasia spinosa (L.) Thw. syn. Lasia aculeata Lour. (Araceae, sottofamiglia Lasioideae), pianta erbacea con rizoma sotteraneo originaria del Vietnam, rientra nell’ambito di studi su piante medicinali appartenenti alla flora vietnamita intrapresi in collaborazione con l’Institute of Natural Products Chemistry, VAST, Hanoi. Nel paese di origine la specie è comunemente conosciuta con il nome di “ray gai” ed è utilizzata nella medicina tradizionale come rimedio antireumatico e antiinfiammatorio.1,2 La pianta in toto, raccolta ad Hanoi nel luglio 2004, opportunamente seccata e macinata è stata sottoposta a sgrassamento con n-esano seguito da estrazione a temperatura ambiente con solventi a polarità crescente (CHCl3 e MeOH). Gli estratti ottenuti sono stati sottoposti a frazionamento con numerose tecniche cromatografiche fino all’ottenimento di diversi derivati fenolici fra cui due C-glicosilflavoni, un flavonol glicoside e due lignani, caratterizzati mediante NMR e ESIMS. Questi composti, utili come markers chemiotassonomici, sono stati isolati per la prima volta da L. spinosa, mai stata oggetto di uno studio fitochimico, e sono risultati pienamente in accordo con il pattern tassonomico delle Lasioideae3 Bibliografia 1. Ueda, J., Tezuka, Y., B. A.H., Tran, Q.L., Tran, Q.K., Harimaya, Y., Saiki, I., Kadota, S., Biol. Pharm. Bull., 2002, 25, 753. 2. Nguyen, M.T.T., Awale, S., Tezuka, Y., Tran, Q.L., Watanabe, I., Kadota, S., Biol. Pharm. Bull., 2004, 27, 1414. 3. Williams, C.A., Harborne J.B., Mayo, S.J., Phytochemistry, 1981, 20, 217. P52 METABOLITI SECONDARI DA VERNONIA FERRUGINEA N. Cuéllar Araùjo,2 A. Vassallo,1 G. Ciuffi,1 F. Dal Piaz,1 P. De Caprariis, F. De Simone, L. 3 1 Morales Escobar, N. De Tommasi. * 1 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Salerno, Via Ponte Don Melillo 84084, Fisciano (Sa), Italia; 2 Facoltà di Scienze Naturali, Università Oriente di Santiago de Cuba, Santiago, Cuba 3 Universidad Major de San Andre, La Paz, Bolivia. *[email protected] Il patrimonio etnobotanico dei paesi del Centro e del Sud America, si è rivelato una fonte preziosa per l’individuazione di nuovi farmaci sia per quanto riguarda l’originalità delle strutture chimiche presenti sia per le loro attività biologiche. Il nostro gruppo di ricerca è da anni impegnato nello studio chimico-biologico di metaboliti 1-3 Il bioattivi da piante appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, genere Vernonia. presente lavoro è stato indirizzato allo studio chimico di metaboliti bioattivi dalle parti aeree di Vernonia ferruginea Less. Tale specie vegetale cresce spontanea come arbusto in Bolivia, e le foglie, insieme a fiori e frutti, vengono ampiamente utilizzate in infusione per curare bronchiti, tosse , contusioni, calcoli renali ed emorroidi dalla medicina popolare locale. Le parti aeree della V. ferruginea sono state sottoposte, ad estrazione mediante ASE con solventi a polarità crescente (esano, cloroformio, cloroformio-metanolo, metanolo). L’isolamento dei principali metaboliti secondari presenti nei diversi estratti studiati è stato ottenuto attraverso l’impiego di diverse tecniche cromatografiche (Adsorbimento su gel di Silice, Sephadex LH-20, MPLC, RP-HPLC); la caratterizzazione strutturale dei composti puri è stata realizzata facendo ricorso a tecniche spettroscopiche (IR, MS, UV) in particolare 1D e 2D-NMR, Utilizzando questo approccio sono stati isolati dall’estratti polari, derivati polifenolici, esteri aromatici dell’ acido chinico e schichimico, iononi glicosidi e alcuni 4 derivati flavonoidici. Dagli estratti apolari sono stati isolati triterpeni appartenenti sia alla classe degli oleani che dei lupani.5 I metaboliti secondari isolati presenti nella Vernonia ferruginea potrebbero spiegare l'uso di questa pianta, come antinfiammatorio, nella medicina tradizionale boliviana. Bibliografia 1. Cioffi, G.; Sanogo, R.; Diallo, D.; Romussi, G.; De Tommasi, N. J. Nat. Prod., 2004, 67, 389. 2. Sanogo, R.; Germano, M.P.; De Tommasi, N.; Pizza, C.; Aquino, R.P. Phytochemistry, 1984, 3, 817. 3. Igile, O.G., Oleszek, W.; Jurzysta, M.; Aquino, R.P.; De Tommasi, N.; Pizza, VC. J. Nat.Prod . 1995, 58, 1438. 4. Wagner, H.; Iyengar, M. A.; Seligmann, O.; Hoerhammer, L.; Herz, W. Phytochemistry, 1972, 11, 3086. 5. Sacilotto, A..; Sartori, F.; Vichnewski, W. Biochemical Systematics and Ecology, 2002, 30, 897. P53 TRITERPENES FROM MAYTENUS RIGIDA AND EVALUATION OF THEIR EFFECTS ON THE VEGF-INDUCED PROLIFERATION IN KAPOSI’S SARCOMA CELLS M.L. Balestrieri,1 C. Balestrieri,1 C. Dos Santos Estevan,2 A.E.G. Sant’Ana,2 C. Pizza,3 S. 3 Piacente. 1 Dipartimento di Biochimica e Biofisica, Seconda Università degli Studi di Napoli, Italy 2 Departamento de Quimica, Universidade Federal de Alagoas, Maceio, Brazil 3 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Salerno, Italy [email protected] In the search for potential antitumor agents, we have studied the leaves of Maytenus rigida, a plant of the Celastraceae family, endemic to Brasil. Species belonging to the genus Maytenus are frequently used in South-American traditional medicine for the treatment of rheumatism, inflammatory and gastrointestinal diseases and as antitumor agents.1,2 The main constituents of the chloroform extract of the leaves of M. rigida resulted to be the triterpene derivatives friedelin, 3β-friedelanol, betulin and 20(30)-lupene-3β,29-diol. Their structures were established by ESI-MS and NMR experiments. The effect of these compounds on VEGF-induced cell proliferation in Kaposi’s sarcoma (KS) cells were evaluated. KS cells produce and respond to various soluble mediators; in particular, IL-1, IL-6, VEGF, and GM-CSF, as well as Tat-protein are known to stimulate KS cell growth in vitro.3,4 Furthermore, fibroblast growth factor (FGF), VEGF, and hepatocyte growth factor (HGF) have been postulated to be involved in angiogenesis.5 The production of autocrine growth factors by KS, which includes VEGF, dictates the progression of the lesion and are likely to play a central role in the development and progression of KS. In the present study, we modeled VEGF-induced KS cell proliferation to test the anti-proliferative properties of triterpenes isolated from M. rigida. Therefore, a dose dependence study was performed to test the effect on KS cell proliferation in a concentration range 0.1 - 20 μM. All of the compounds reduced the VEGF-induced KS cell proliferation in a dose-dependent manner. 20(30)-lupene-3β,29-diol showed the highest reduction of the VEGF-induced KS cell proliferation at 1 μM (~ 45 %). References 1. Ohsaki, A., Imai, Y., Naruse, M., Ayabe, S., Komiyama, K., Takashima, J. J. Nat. Prod. 2004, 67, 469. 2. Nakagawa et al.2004, J. Nat. Prod. 67, 1919. 3. Miles, S. A.; Rezai, A.; Salazar-Gonzales, J. F.; Medien, M. V.; Stevens, H.; Logan, D. M; Mitsuyasu, R. T.; Taga, T.; Hirano, T.; Martinez-Maza, O. Proc. Natl. Acad. Sci. USA. 1990, 87, 4068. 4. Weindel, K.; Marme, D.; Weich, H. A. Biochem Biophys. Res. Commun. 1992, 183, 1167. 5. Munshi, N.; Groopman, J. E.; Gill, P. S.; Ganju, R. K. J. Immunol. 2000, 164, 1169. P54 DETERMINATION OF THE THRESHOLD ODOUR CONCENTRATION OF MAIN ODORANTS IN ESSENTIAL OILS USING GC-O INCREMENTAL DILUTION TECHNIQUE 1 1 2 2 3 3 M. Benzo, * G. Gilardoni, C. Gandini, G. Caccialanza, P. Vita Finzi, ** G. Vidari, S. 4 4 Abdo, P. Layedra. 1 OSMOTECH s.r.l., Dipartimento di Chimica Farmaceutica, Via Taramelli 12, 27100 Pavia 2 Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Chimica Farmaceutica e Centro Interdipartimentale di Studi e Ricerche di Etnobiofarmacia, Via Taramelli 12, 27100 Pavia 3 Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Chimica Organica e Centro Interdipartimentale di Studi e Ricerche di Etnobiofarmacia, Via Taramelli 12, 27100 Pavia 4 Escuela Superior Politécnica de Chimborazo, Facultad de Ciencias Quimicas, Riobamba (Ecuador). *[email protected]; ** [email protected] The composition of the essential oil of Clinopodium tomentosum (Kunth) Govaerts, a South American plant collected and hydrodistilled in Ecuador, is the object of this work. This plant is known with some synonyms, reported on the Index Kewensis: Gardoquia tomentosa Kunth, Gardoquia elegans Kunth, Gardoquia incana Ruiz & Pav., Satureja pavoniana Briq., Satureja tomentosa (Kunth) Briq., Satureja elegans Briq., Satureja kuntheii. Clinopodium tomentosum is used in the traditional medicine of Ecuador as oral antiseptic, with the indigenous name of Pumin. Curative properties of gastrointestinal and respiratory affections are also attributed. To our knowledge, this plant, neither with this name nor with its synonyms, has never been studied before for its essential oil, so the chemical analysis of the essential oil of Clinopodium tomentosum is here described for the first time. The plant was collected near the river Chambo (Ecuador), on August the 7th, 2001. The aerial parts (stems, leaves and flowers) of the fresh plant were subjected to steam distillation in the same day of collection. The essential oil stratified from water as upper phase, without need for solvent extraction; it was then dried on anhydrous sodium sulphate. The process produced oil with a yield of 2.8 %, referred to the dry weight of the plant. The GC-O (gas chromatography-olfactometry) and the GC-MS techniques were applied to the analysis of the essential oil. It was previously analyzed by GC-MS and Kovat’s retention indexes, in order to characterize and quantify its constituents, while GC-O was applied to the identification of the main odorants. By the incremental dilution method (AEDA), applied to the GC-O technique, the flavour dilution (FD) chromatogram was obtained. In order to calculate the TOC values of the main odorants, the relationship between the injected sample concentration and the smelt gaseous concentration at the sniffing port has been achieved. P55 FUNGAL BIOTRANSFORMATIONS: TRANSFORMING WIDESPREAD NATURAL PRODUCTS IN RARE BIOACTIVE COMPOUNDS J. A. Takahashi,* L. R. Martins, D. C. Lima, G. G. Souza. Universidade Federal de Minas Gerais, Departamento de Química Av Antonio Carlos, 6627 CEP 31270-901Belo Horizonte, MG * [email protected] Biotransformations consist on the use of living organisms (fungi, bacteria, algae or vegetal cells) or isolated enzymes to convert a compound in another. Biotransformations are an environmentally welcome technique as reactions are carried out without the need of toxic organic solvents. It is not a usual synthetic procedure as the initial biotransformations yields can be low. However, this technique is a good approach when classical chemical reactions do not have the desired selectivity. Yield problems can be overcome due to versatile of conditions that can be used. A small change on the aeration, medium composition, reaction length time or even a replacement of a species by another can improve the yield of a target product. The most classical and useful biotransformations are the functionalization of unactivated carbons in terpenes. In this work, widespread natural products (sterols, mono-, di- and triterpenes) isolated in high yields from Brazilian plants were incubated with fungi (Rhyzopus stolonifer, Mucor plumbeus and Cephalosporium aphidicola). The biotransformation was achieved in most cases, with formation of hydroxylated derivatives. Hydroxylation sites observed more often were in rings B and C, with great favoring, for example, positions 7 and 11 for diterpenes. It was observed that starting natural products usually presented lower activities than the bioconversion products, probably because hydroxylations increased their polarities and, consequently, their solubility in water. Therefore, biotransformations are a powerful tool for natural products chemistry, improving the scope of rare bioactive compounds that can be obtained from natural sources. P56 NATURAL PRODUCTS FROM FUNGI: A MODERN APPROACH TO MAKE MORE OF TROPICAL BIODIVERSITY J. A. Takahashi,* E. M. F. Lucas, M. C. Monteiro de Castro, L. M. Abreu, P. Petit, M. B. Floreano, M. S. Oliveira, T. S. Oliveira, L. H. Pfenning, I. E. Marriel. Universidade Federal de Minas Gerais, Departamento de Química Av Antonio Carlos, 6627 CEP 31270-901Belo Horizonte, MG * [email protected] Biodiversity comprises all sources and varieties of life and are a natural resource that should be better explored as a source of innovative chemical substances with biological activity. Among biodiversity components, the plants are the better studied. Poor attention is given to fungi even if they revealed to be source of many important drugs used by mankind since the advent of penicillin, up to the latest discoveries of bioactive microbial cephalosporins and statins. From the many bioactivities sought from fungal natural products, search for new antibiotics are an urge due to the resistance phenomenon and have still more importance for developing countries such as Brazil where many infectious diseases are still a concern. In this project, soil fungi isolated from Serra do Cipó National Park, located in Minas Gerais State (Brazil) on a transition area with close characteristics of Cerrado vegetation, a very unique bioma in the world. Approximately 200 fungal species were isolated and grown on liquid medium for 15 days. Resulting extracts were tested in vitro against Escherichia coli (ATCC 25723), Staphylococcus aureus (ATCC 25923), Salmonella typhimurium (ATCC 13311) and Streptococcus pyogenes (ATCC 19615). About 67% of the extracts showed activity against at least one of the tested bacteria. Active extracts were ranked according to the scope and intensity of their bioactivity and their yields. The ten most active fungi were identified as Penicillium sclerotiorum, Curvularia senegalensis, Syncephalastrum verruculosum, Penicillium c.f. simplicissimum, Chaetomium cupreum, Fusarium oxysporum, Trichoderma koningii, Trichoderma riesii, Rhizopus stolonifer and Penicillium paxilii. Those selected fungi were chemically studied in order to isolate the substances responsible for the bioactivity. Among the active pure compounds characterized by infrared, mass spectrometry and modern magnetic resonance spectroscopy, there are some with very complexes structures such as some chlorine bearing antraquinones, unknown flavonoids and some novel phenolic esters. P57 ESTUDIO BIOGUIADO DE LOS METABOLITOS SECUNDARIOS DE PLUMERIA PUDICA. DETERMINACIÓN Y MEJORA DE SU ACTIVIDAD CITOTÓXICA 1 1 2 3 3 1 E. del Olmo, * J. L. López-Pérez, A. Abad, A. Francesc, L. F. García, A. San Feliciano 1 Depto. Q. Farmacéutica, Fac. de Farmacia, CISET, Univ. Salamanca. España. 2 Univ. de la 3 Andes, Mérida, Venezuela. PharmaMar SA. Tres Cantos (Madrid), España. *[email protected] El uso de las plantas con fines medicinales es casi tan antiguo como la historia de la humanidad. Su uso puede ser directo, en forma de tisanas, o bien por manipulación hasta aislar de agente causante de la actividad. También puede servir de materia prima para la obtención de prototipos que, se modifican químicamente hasta originar un compuesto activo, más potente y menos tóxico. En la actualidad el uso de las plantas constituye una herramienta, utilizada tanto en la empresa farmacéutica como los laboratorios científicos, para la obtención de agentes terapéuticos, a través del diseño y la modificación estructural de prototipos naturales. La familia Apocinaceae, en la que se encuentra englobado el género Plumeria, es abundante en ejemplos de metabolitos de interés farmacológico, como son los alcaloides vinblastina, vincristina (con acción quimioterapéutica), ajmalicina, reserpina, con propiedades hipotensoras; lignanos con propiedades citotóxicas, anti-HIV, Leishmanicidas, etc. Si bien no se encuentran en la bibliografía estudios fitoquímicos de Plumeria pudica, si hay datos de las especies P. rubra, obtusa, incarnata, carinata, lutea, acutifolia, alba, sucuba, con actividades antitumorales y antiverrucosas. El extracto metabólico de las hojas de Plumeria pudica, presentaba actividad antitumoral frente a algunas líneas celulares, a las dosis recomendadas por el NCI (250 mg/mL). De él se han aislado y caracterizado cinco lignanos, cuatro flavonoides, tres iridoides y dos triterpenos, además de tres ácidos fenólicos por CG-EM. Algunos de las compuestos aislados superaron la actividad del extracto. Uno de los lignanos aislados se ha usado como material de partida para la obtención de derivados más potentes a menos tóxicos. Reconocimientos: Proyecto de cooperación desarrollado en el ámbito del Programa Iberoamericano CYTED, SubPrograma X. Financiado por el MCyT, España (SAF-20010037-C04). Referencias: 1. Chem Sources. Chemical Sources Internacional, Inc. http://www.chemsources.com, 2001. 2. Mann, J. Alkaloids. Pags 387-446. In Natural products, their chemistry and biological significance, 1º ed. Longman Group. UK (1996). 3. Hartwell, J.L. Plants Used Againts Cancer. Quaterman Publications, Inc. USA. Pag. 407408 (1982) 4. Kardono, L.B.S., Tsauri B., Padmawinata K. And Kinghorn D. Phytochemistry, 1990, 29, 2995. P58 EFECTO DE LA ADMINISTRACIÓN INTRAHIPOCAMPAL DE ERISODINA SOBRE LA CONSOLIDACIÓN DE LA MEMORIA DE UNA TAREA AVERSIVA M. E. Garín-Aguilar,1* S. López-Valera,1 G. Valencia del Toro,2** M. Soto-Hernández,3 R. A. 4 Prado-Alcalá. 1 Facultad de Estudios Superiores Iztacala-UNAM. Unidad Profesional Interdisciplinaria de Biotecnología IPN. 3 Colegio de Postgraduados, Unidad Montecillo. 4 Instituto de Neurobiología, UNAM -UAQ, Querétaro. * [email protected], ** [email protected] 2 El alcaloide erisodina (aislado de semillas del género Erythrina) tiene una afinidad siete veces mayor a receptores acetilcolinérgicos nicotínicos neuronales α4β2 que la dihidro-βeritridina, lo que la convierte en una herramienta útil para la caracterización funcional de éste subtipo de receptores. Debido a la presencia de estos receptores en el hipocampo de rata, en este estudio se evaluó el efecto de la administración intra-hipocampal de erisodina sobre la consolidación de una tarea aversiva. Mediante cirugía estereotáxica y bajo anestesia general se implantaron bilateralmente, cánulas en el hipocampo dorsal (AP= - 4.1, L ± 2.5, H=3.1) de ratas macho Wistar (250-350 g). Ocho días después de su recuperación, los animales fueron entrenados en la cámara de evitación inhibitoria, recibiendo en las patas un choque eléctrico de 0.7 mA durante 5 segundos. Inmediatamente después del entrenamiento, se les inyectó erisodina (2.0, 6.0, ó 18 μg/μL) o nicotina (2.0 μg/μL), y el grupo control recibió 1μL/min de salina 0.9%. La prueba de la memoria se realizó 24 horas después. El análisis estadístico mostró que no hay diferencias estadísticas significativas al analizar las latencias de adquisición y escape, lo que sugiere que los animales desplegaron actividad similar ante la primera exposición a la cámara y presentaron la misma reactividad al choque eléctrico. La retención de la memoria evaluada 24 horas después, fue facilitada por nicotina y deteriorada por erisodina lo cual sugiere la participación de los receptores nicotínicos del subtipo α4β2 presentes en el hipocampo dorsal en la consolidación de la memoria de esta tarea aversiva. Apoyado por PAPCA-FES Iztacala, PAPIIT-DGAPA, UNAM: IX247504 y IN212906 P59 ACTIVIDAD ANTIESPASMODICA DE EXTRACTOS DE ALTERNANTHERA REPENS M. E. Garín-Aguilar,1* D. Benavides C.,1 D. Segura Cobos,1 G. Valencia del Toro.2** 1 Facultad de Estudios Superiores Iztacala-Universidad Nacional Autónoma de México. 2 Unidad Profesional Interdisciplinaria de Biotecnología-Instituto Politécnico Nacional. * [email protected],** [email protected] En la herbolaria mexicana, Alternanthera repens (Amarantaceae), planta conocida comúnmente como “tianguis”, “tianguispepetla” o “verdolaga cimarrón”, se recomienda para el tratamiento de padecimientos digestivos como diarrea, dolor de estómago e inflamación intestinal. En este trabajo se evaluó el efecto antiespasmódico de extractos y fracciones obtenidas de A. repens. Se registró el efecto de los extractos sobre la respuesta contráctil del íleon aislado de rata, Wistar macho (250-300 g), instalado en un sistema para órgano in vitro, con solución Tyrode a 37ºC y aereación. La actividad muscular se registró mediante un fisiógrafo. Se obtuvieron curvas dosis respuesta a cloruro de potasio, cloruro de calcio o serotonina, en ausencia y presencia de los extractos acuoso (0.56, 1.095, 2.09 mg/mL), hexánico (0.245, 0.476, 0.909 mg/mL), metanólico (0.245, 0.476, 0.909 mg/mL) y fracciones metanólicas obtenidas por cromatografía en columna con diferentes mezclas de diclorometano:metanol (95:05, 75:15, 70:30%). Los resultados muestran que los extractos acuoso y metanólico, así como tres de las fracciones inhibieron la contracción inducida con cloruro de potasio, cloruro de calcio o serotonina, mientras que el extracto hexánico sólo inhibió la contracción inducida con serotonina. Estos datos sugieren que la inhibición de la contracción intestinal debida a los extractos acuoso, metanólico y fracciones se realice a través de bloquear la entrada de calcio a las células musculares lisas. El efecto antiespasmódico de los extractos polares y fracciones de A. repens observado en este trabajo permite sustentar en cierta medida el uso de esta planta para aliviar el dolor de estómago y para detener la diarrea. Apoyado por PAPCA-FES Iztacala, PAPIIT-DGAPA, UNAM: IX247504 y IN212906. P60 OBTENCION DE FRACCIONES ACTIVAS A PARTIR DE PLANTAS CONTRA ESPECIES DE CANDIDA CON DIFERENTE SUSCEPTIBILIDAD AL FLUCONAZOL N. K. Arellanes González, G. González González, R. Salazar Aranda, N. Waksman de Torres, V. Rivas Galindo.* Facultad de Medicina, UANL, Departamentos de Química Analítica y Microbiología. Monterrey Nuevo León. *[email protected] A nivel mundial, se ha presentado un aumento dramático de las infecciones fúngicas en las últimas dos décadas asociadas con SIDA, quimioterapia anticancerígena, transplantes, vejez ó neonatalidad. Actualmente se conocen más casos en los que se observan problemas severos de salud causados por diversas especies de Candida, entre las cuales se encuentran C. albicans, C. tropicalis, C. krusei, C. parapsilosis y C. glabrata. El amplio uso del fluconazol pudo ser un factor en la emergencia de infecciones por Candida noalbicans. En muchos países en vías de desarrollo, no está sistematizada la identificación a nivel de especie de las Candidas aisladas de especimenes clínicos. El objetivo principal del presente trabajo fue el hacer un rastreo de la actividad antifúngica de plantas regionales contra especies de Candida con diferente susceptibilidad al fluconazol. En una primer etapa los extractos hidro-alcohólicos de seis de las 15 plantas evaluadas presentaron actividad contra C. albicans en un rango de concentración de 63 a 500 g/mL. Posteriormente, los extractos hidro-alcohólicos se sometieron a extracciones diferenciales con Hexano Acetato de etilo y Butanol. Se evaluó la actividad antifúngica de los extractos diferenciales contra diferentes especies de Candida. En los resultados se observó que el extracto de Acetato de etilo de Euphorbia postrata fue activo para todas las especies de Candida evaluadas en un rango de 16 a 125 μg/mL. Dicho extracto no presentó toxicidad en el ensayo de Artemia salina. Actualmente, estamos trabajando en la segunda etapa encaminada al fraccionamiento biodirigido de un compuesto con actividad antifúngica que sea potente contra las especies más frecuentemente encontradas en la práctica clínica, lo cual superaría las desventajas que se tienen actualmente con el uso de fluconazol y las cepas no-albicans. P61 IDENTIFICAÇÃO E QUANTIFICAÇÃO DA 3,7 DIMETIL QUERCETINA, ISOLADA EM EXTRATO METANÓLICO DE VERNONIA POLYANTHES E. Camargo,* W. Vilegas** IQ.UNESP/INTECQ *[email protected], **[email protected] Vernonia polyanthes e Vernonia westiniana, conhecidas popularmente no Brasil como “assa-peixe”, são espécies morfologicamente semelhantes, encontradas em todo território brasileiro. As partes aéreas das especies foram secadas, moídas e maceradas em metanol. Os extratos foram filtrados e concentrados por destilacão em pressão reduzida por rotaevaporador, fracionados por TLC e analisados por CCCD, onde verificou-se o isolamento do composto VpM-1. A identificação estrutural foi baseada na interpretação dos espectros de RMN 1H e técnicas bidimensionais de HMBC, HSQC em espectrômetro 500 MHz em MeOH-d4 . 1 No espectro de RMN H pode-se observar um dubleto de J=2,0 Hz em δ 6,10 e outro de J=2,0 Hz em δ 6,30, referentes respectivamente aos H6 e H8. Observou-se um dubleto de J=8,0 Hz em δ 6,8 correspondente ao H5´. Um dubleto de J=2,0 Hz em δ 7,52 é referente ao H2’ enquanto que um outro duplo dubleto de J=8,0 Hz e J=2,0 Hz em δ 7,42 corresponde ao H6’. O conjunto desses dados sugere que VpM-1 é um derivado da Quercetina. Dois grupos metila absorvem em δ 3,21 e δ 3,25. Os espectros bidimensionais permitiram atribuir os grupos metilas ligados às posições 3 e 7. A análise quantitativa da 3,7 dimetil quercetina, no extrato metanólico da Vernonia polyanthes, utilizado o método do padrão externo. Foram preparadas soluções-padrão, onde coletou-se 100mg do mesmo e diluiu-se em 1mL de metanol. A infusão foi preparada a 10%(p/v) da planta seca em água destilada fervente. A linearidade do detector dentro dos intervalos de concentrações avaliados, apresentou índice de correlação de 0,99959, onde possibilitou a massa no extrato metanólico e infusão de VpM-1 nas concentração de 0,13mg/mL e 0,54mg/mL, respectivamente. No teste de identificação da Vernonia polyanthes, em comparação com Vernonia westiniana, foi utilizado CCCD com padrão da VpM-1 e extratos metanólicos, onde facilmente identificase a espécie. P62 ALCHORNEA TRIPLINERVIA ETHYL ACETATE FRACTION INHIBITS NITRIC OXIDE PRODUCTION F. C. Mascia Lopes,1* T.R. Calvo,2 W. Vilegas,2 I. Zeppone Carlos.1 1 Departamento de Análises Clínicas, Faculdade de Ciências Farmacêuticas, Universidade 2 Estadual Paulista, CP 502, CEP 14801-902, Departamento de Química Orgânica, Instituto de Química, Universidade Estadual Paulista, Araraquara, São Paulo, Brasil * [email protected] The use of natural resources as treatment for diseases is as old as the human species. However, most of all plants were not investigated chemistry or biologically. The immune system is a remarkably adaptive defense system that has evolved in vertebrates to protect them from invading pathogenic microorganisms and cancer. Macrophages play an important role in this system because they are cells capable to secrete many biological active products such as nitric oxide (NO). Many plants used in the traditional medicine modulate the immunological response. The importance of the immune system for human survival and the search for compounds derived from plants motivate the development of strategies to discover new active substances. The biological activities of nitric oxide are numerous and complex. It is also involved in several diseases. NO can promote tumor angiogenesis, tissue destruction and metastasis. The objective of this research was the study of the inhibition of NO production by A. triplinervia ethyl acetate fraction in LPS-activated macrophages. Cell viability assays were realized to assure the experimental development using MTT tetrazolium salt and NO was determined through Griess reaction. Phytochemical studies were performed. Good viability levels were observed in the tested concentrations, higher than 67,56% in most of the samples. The ethyl acetate fraction inhibited NO production according to the concentration of samples (38,05% to 99,36%). The main classes of compounds observed were flavonoids and alkaloids. According to these results, it is suggested that ethyl acetate fraction from A. triplinervia can inhibit NO production. This result is important since inhibitory agents are potentially useful in the treatment of several diseases associated with NO overproduction, including neurodegenerative disorders and inflammation. Financial Support: CAPES/FAPESP P63 IN VITRO CYTOTOXIC ACTIVITY OF ALCHORNEA TRIPLINERVIA METHANOLIC EXTRACT ON MURINE MAMMARY AND LUNG ADENOCARCINOMA CELL LINES F. C. Mascia Lopes,1* T. R. Calvo,2 L. L. Colombo,3 W. Vilegas,2 I. Zeppone Carlos1 1 FCF - UNESP/Araraquara; 2 IQ – UNESP/Araraquara; 3Instituto de Oncologia Angel H. Roffo – Universidade de Buenos Aires/Argentina * [email protected] Breast and lung cancer are the principal cause of death between women and men in the world. Compounds obtained from plants can be toxic to tumor cells and useful in cancer treatment. Alchornea. triplinervia is a tree found in brazilian states and known as tapiá. Methanolic extract obtained from A. triplinervia was studied using two murine tumor cell lines, a mammary and a lung adenocarcinoma cell lines, called LM2 and LP07, respectively. A number of 104 cells was seeded per well in a 96 wells plate and different concentrations of the fraction was added: 125.0, 31.2 and 7.8µg/mL. The cells were incubated for 72 hours and observed at least two times a day using an inverted microscope. After this period, the cells were fixed with formaldehyde-PBS and May-Grunwald Giemsa staining procedure was used. Pictures were taken with a camera connect to the inverted microscope and the morphological aspects of the cells were analyzed. After the morphological analysis of the cells, it was observed that the methanolic extract was cytotoxic to LM2 and LP07 cells, greatly inhibiting the cell growth of both lines. The inhibition occurred in a concentrationdependent manner. The higher concentration of the extract (125µg/mL) killed, approximately, 100% LP07 and 85% LM2 cells, but LM2 were more sensitive to the extract in the lower concentrations (31.2 and 7.8µg/mL). Our studies indicate that the methanolic extract is cytotoxic to mammary and lung cancer cell lines in vitro, although further research is required to clarify the cytotoxic mechanisms of the extract and to explore its potential application to cancer prevention and control. Financial Support: CAPES/FAPESP P64 ACTIVIDAD ANALGESICA DE LAS HOJAS DE ARISTOTELIA CHILENSIS V. Torres, S. Erazo,* V. Inostroza, X. Silva, N. Backhouse, H. Miranda, R. Negrete, O. Muñoz, C. Delporte. Departamento de Química Farmacológica y Toxicológica, Facultad de Ciencias Químicas y Farmacéuticas, Universidad de Chile. * [email protected] Aristotelia chilensis (Eleaocarpaceae) n.v maqui es un árbol muy abundante que crece en terrenos húmedos con distribución entre la I y X Región de Chile. La medicina folclórica le atribuye a las hojas propiedades para aliviar afecciones de garganta y amígdalas. La mayoría de los estudios previos relacionados con esta especie, son referidos a los frutos, los que son explotados económicamente como alimento y fuente de colorantes. El objetivo de este estudio fue evaluar la actividad analgésica de las hojas de Aristotelia chilensis, con miras a validar su uso por parte de la medicina folclórica. Después de recolectar las hojas, éstas fueron secadas, molidas y extraídas en forma sucesiva y hasta total agotamiento con disolventes de polaridad creciente, obteniéndose los extractos de hexano, diclorometano y metanol. Una vez eliminado totalmente el disolvente, los extractos fueron sometidos a los ensayos farmacológicos. Para evaluar la actividad analgésica se utilizaron ratones a los que se le aplicó el extracto por vía tópica durante tres minutos y posteriormente la analgesia se evaluó mediante dos modelos: 1) ensayo de formalina en la cola: se inyectó la formalina en la cola como agente algésico. A continuación, se procedió a contar el tiempo de lamidas en la cola que realizaron los ratones durante cinco minutos 2) ensayo del latigazo en la cola: se indujo dolor agudo térmico utilizando un algesiómetro el que mide el tiempo en que el animal es capaz de soportar el calor Resultados: en ambos ensayos in vivo, los tres extractos presentaron efecto analgésico, siendo el extracto metanólico el de mayor actividad en ambos ensayos. Agradecimientos: Proyecto FIA-ES-C-2005-1-A-040 y al Instituto de Salud Pública de Chile (ISP) por los animales de experimentación. P65 ACTIVIDADES ANTIMICROBIANA, ANTIINFLAMATORIA Y ANTIOXIDANTE DE DUNALIA SPINOSA (SOLANACEAE), ESPECIE PRE-ANDINA CHILENA S. Erazo,* G. Rocco, C. el porte, N. Backhouse, E. Belmonte, M.Zaldívar, R. Negrete, R. García Facultad de Ciencias Químicas y Farmacéuticas, Universidad de Chile. * [email protected] Dunalia spinosa (Meyen) Dammer, n.v. chumi-chumi, arbusto que crece en la I Región, Chile, usada por la medicina folclórica para dolores de muelas, problemas respiratorios y lavado de heridas. No existen antecedentes químicos ni farmacológicos. De la planta se obtuvo el exudado resinoso con diclorometano (ER) y los extractos hexánico (EHEX), diclorometánico (EDCM), acetato de etilo (EAET) y metanólico (EMET). La actividad antimicrobiana se evaluó con siembra radial y bioautografías, la actividad antiinflamatoria tópica in vivo por ácido araquidónico (AA) y la actividad antioxidante por enzima xantina oxidada (XO) Exceptuando el extracto EHEX, todos los demás extractos y los compuestos aislados del EAET (DU1 y DU2) presentaron actividad antimicrobiana, frente a bacterias: Staphylococcus aureus, Bacillus subtilis, Micrococcus flavus, Klebsiella pneumonae y Escherichia coli. Fueron inactivos contra las levaduras Candica albicans y Saccharomyces cereviseae. DU1 y DU2 presentaron una CMI de 120 y 290 μg/ml frente a E. coli, fármaco de referencia ampicilina (30 μg/ml). DU1 y DU2 son derivados isoprénicos. DU1 : Rf = 0.4 en gel de sílice, AET : DCM (9 :1) y DU2 : Rf = 0.5 en gel de sílice, AET : MET (7 :3). Manchas color negra y azul respectivamente con Lieberman- Burchard. Estos compuestos serán caracterizados espectroscópicamente. Los ER y EAET a la dosis de 3mg/oreja ratón, mostraron actividad antiinflamatoria tópica frente a AA de 40.3 y 20.9 % respectivamente, mientras que EDCM presentó 14.74 % de inhibición frente a XO Este estudio representa un aporte al conocimiento científico de nuestra flora. Agradecimientos: Proyecto Memorias 2006, Facultad Farmacéuticas e Instituto de Salud Pública de Chile. de Ciencias Químicas y P66 BUDDLEJA GLOBOSA: VARIACIÓN ESTACIONAL Y SU INFLUENCIA SOBRE LAS PROPIEDADES ANALGÉSICAS. C. Apablaza,1* C. Del Porte,1 R. Negrete,1 S. Erazo,1 H.F. Mirando,2 F. Di Meglio,1 L. Göity,1 1 1 C. Castro, N. Backhouse. 1 Facultad de Ciencias Químicas y Farmacéuticas, Depto. Química. Farmacológica y Toxicológica, Laboratorio de Productos Naturales Chile . 2 Facultad de Medicina, Farmacología, Chile * [email protected] Introducción: Buddleja globosa Hope, Buddlejaceae n.v “matico” es una planta nativa de Chile, Perú y Argentina a la que se le atribuyen propiedades cicatrizantes.1 Reportes2,3 y hallazgos nuestros, respecto de sus propiedades analgésicas, cicatrizantes y antiinflamatorias4,5 nos motivaron a evaluar la actividad analgésica tópica y oral y la influencia estacional en ésta. Flavonoides, feniletanoides y otros fenoles están presentes en el extracto alcohólico purificado responsables en parte de las propiedades medicinales. Hipótesis: Se postula que la variación estacional de sus componentes afectaría sus propiedades analgésicas. Metodología: Las hojas recolectadas en otoño y en verano se sometieron a extracciones con solventes de polaridad creciente hasta la obtención de los extractos alcohólicos purificados (EMAT-1). La determinación de la variación porcentual de los metabolitos se realizó mediante espectrofotometría según el método de Glories6 el cual fue modificado y 7 validado. La actividad analgésica se evaluó mediante el método del tail flick (oral y tópico) 8 y el método de las contorsiones abdominales (oral). Resultados y Conclusiones: Se observó una variación tanto en la eficacia analgésica como en el porcentaje de los tres tipos de compuestos, siendo el matico recolectado en verano farmacológicamente más activo. Los flavonoles y los derivados del ácido cafeico (feniletanoides) como lo es el verbascósido,metabolito mayoritario del extracto, que se encuentran más elevados en las plantas de verano, son los componentes activos más importantes para ejercer los efectos analgésicos, en tanto los compuestos derivados del ácido gálico(taninos) muestran un porcentaje más elevado en las plantas de otoño. De estos estudios se concluye la importancia de estandarizar química y farmacológicamente un extracto activo, para la obtención de un producto de máxima eficacia. 1. Muñoz M., Barrera E. (1981). Publ. Museo Nac. Historia Natural, Stgo, Chile. 33: 3-89. 2. Mensah A.Y., Houghton P.J. J.Pharm.Pharmacol, 1998, 50, 83. 3..Liao Y., Houghton P.J. J.Nat.Prod. 62(9): 1241-1245. 4. Backhouse N., Erazo R., Negrete R., Rosales L., Ramírez F., San Feliciano A., Lucena C., Muñoz E., Delporte C.Avances en la búsqueda de compuestos antiinflamatorios y antiartríticos en especies chilenas. Buddleja globosa y Fabiana densa. Congreso Iber. Qca. Fina Farmacéutica CYTED, 2002, España. 5. Miranda D., Fernández M., Delporte C., Backhouse N. Evaluación de las propiedades cicatrizantes de Buddleja globosa Hope. V R. Soc. Latin. Fitoquímica. I Cong Fitoterapia MERCOSUR. Uruguay, 2005. 6. Mazza, G; Fukumato, L; Delaquis, P; Girad, B; Ewer, B. J. Agric. Food Chem, 1999, 47, 4009. 7. Pinardi G, Sierralta F, Miranda H, Pharmacol.Biochem. Behav., 2003, 74, 603. 8. Miranda, H.F.; Lemus, I.; Pinardi, G. Brain Research Bulletin, 2003, 61, 417. P67 ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA DE LOS EXTRACTOS DE DICLOROMETANO Y METANOL DE LA OYEDAEA VERBESINOIDES M. Solórzano,1 I. Ramírez,1* J.Velasco,2 T. Díaz.2 1 2 Instituto de Investigaciones. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Departamento de Microbiología y Parasitología. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida, Venezuela. * [email protected] En el presente estudio se determinó la actividad antibacteriana de los extractos crudos de las hojas y flores de la especie Oyedaea verbesinoides, una especie altamente preciada por los apicultores para la producción de miel de alta calidad. El material vegetal fue recolectado en los alrededores de la ciudad de Mérida – Venezuela. Un Voucher specimen fue depositado en el Herbario MERF de la Universidad de Los Andes, bajo el MSNº 01. Las hojas y las flores se separaron del resto del material vegetal y se secaron a temperatura ambiente en la sombra, una vez seca se molieron. Las hojas secas y molidas se sometieron a una extracción exhaustiva a temperatura ambiente con diclorometano y posteriormente con metanol, de igual modo las flores se dejaron en maceración con etanol. La actividad antibacteriana se determinó por el método de difusión en agar con disco. Se ensayaron los siguientes microorganismos: Staphylococcus aureus (ATCC 25923), Pseudonoma aeruginosa (ATCC 27853), Enterococcus faecalis (ATCC 29212), Escherichia coli (ATCC 25992) y Klebsiella pneumoniae (ATCC 23357). Se utilizaron antibióticos de referencia como control positivo para cada uno de los microorganismos: (AmpicilinaSulbactam, Piperacilina-Tazobactam, Vancomicina, Kanamicina, Ceftazidina; respectivamente). El extracto metanólico de las hojas mostró actividad contra el S. aureus a una concentración de 2500 mg/ml y el extracto etanólico de las flores inhibió el desarrollo del S. aureus y el E. faecalis a una concentración de 710mg/ml. Ninguno de los extractos mencionados anteriormente mostraron actividad contra bacterias gram negativas. El extracto con diclorometano de las hojas no exhibió actividad antibacteriana. P68 ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA DE UN PRODUCTO PURO AISLADO DEL ZANTHOXYLUM ELEPHATIASIS. O. Echemendía,1* E. Almora,1 I. Martínez,1 O. Fidalgo,2 K. González,2 J. A. González,2 V. Lago.1 1 Instituto Finlay. Centro de Investigación-Producción de Vacunas y Sueros. Ave.27 No. 19805, La Lisa. Ciudad de La Habana, Cuba. A.P.16017 C.P. 11600 2 Centro de Química Farmacéutica * [email protected] En los últimos años, la situación creciente y mundial de la resistencia de los microorganismos a los antibióticos actuales, hace necesario la búsqueda de nuevas alternativas terapéuticas las cuales van encaminadas a las fuentes naturales. Se reporta en la literatura que el genero Zanthoxylum presenta actividad antibacteriana, antifúngica, antiviral, insecticida. En nuestro trabajo evaluamos la actividad antibacteriana de un alcaloide obtenido por fraccionamiento por cromatografía liquida a vacio de la corteza de Zanthoxylum elephantiasis. El producto fue evaluado contra las cepas de referencias de Eschericha coli (25922), Pseudomona aeruginosa (27853)y Staphylococcus aureus (29213).Los microorganismos fueron ajustados a un patrón de turbidez 0.5 MacFarland. Se utilizo la técnica de microdilución en placa para la evaluación antibacteriana. Se partio de una concentración de 40mg/mL del producto y se realizaron diluciones dobles hasta 0.078mg/mL para determinar la concentración mínima inhibitoria (CMI) capaz de inhibir el crecimiento bacteriano. El alcaloide evaluado presento actividad antibacteriana contra Staphylococus aureus con una CMI de 0.15mg/mL. No presento actividad contra E coli ni P. aeruginosa. Este alcaloide una vez caracterizado pudiera emplearse como agente antibacteriano alternativo para el tratamiento de infecciones causada por Staphylococus aureus. P69 EFECTO ANALGÉSICO PRODUCIDO POR LOS EXTRACTOS ACUOSO Y ETANÓLICO DE LA SEMILLA DE LITCHI CHINENSIS. M. D. Hernández Navarro,* S. L. García-Cid, L. Dorantes, E. Chuc-Meza, G. A. ChamorroCevallos, A. Ortiz-Moreno Facultad de Química. Universidad Autonoma del Estado de México * [email protected] Actualmente existen un gran número de analgésicos sintéticos que a pesar de su acción benéfica en el organismo, producen una diversidad de efectos adversos. La infusión de Litchi chinensis se ha empleado a través de los años en la medicina tradicional china como un agente analgésico. El propósito del presente estudio fue determinar el efecto analgésico de los extractos acuosos y etanólico de la semilla de Litchi chinensis Soon, como una alternativa terapéutica. De la semilla de Litchi chinesis Soon, se obtuvieron tres extractos uno por el método tradicional y dos extractos más mediante el método de Perianayagam el al. Los extractos etanólico y acuoso fueron concentrados y liofilizados para su posterior administración. Se realizó un análisis fitoquímico preliminar y se determinó la DL50 de cada uno de los extractos. Su evaluación farmacológica se efectuó sobre un modelo murino por el método de inducción del dolor por ácido acético, el síndrome de contorsiones fue estimulado por la inyección intraperitoneal de ácido acético al 0.4%, se comparó con un fármaco de referencia (Indometacina) y solución salina isotónica, mientras que los extractos etanólico y acuosos fueron administrados en dosis de 200 y 400mg/kg, 30min antes del tratamiento con ácido acético por vía oral y el número de contorsiones fue registrado durante los 30 minutos posteriores en periodos de 5 minutos. Del análisis fitoquímico preliminar se identificó la presencia de taninos, flavonas y santonas, cumarina y azúcares reductores, mientras que la prueba de toxicidad aguda arrojó una DL50 <2000 mg/kg. Por otro lado, los resultados obtenidos no mostraron un efecto analgésico significativo, sin embargo presentaron una tendencia analgésica con el modelo probado, por lo que se sugiere que las dosis efectiva se encuentra por arriba de las empleadas para este estudio. P70 ESTUDIO DE AUTOMEDICACION DE PRODUCTOS HERBOLARIOS EN LOS ALUMNOS DE FARMACIA DE UNA UNIVERSIDAD MEXICANA L. M. Gómez Olivan,* A. A. Amaya Chávez, M. Galar Martínez, M. D. Hernández Navarro Facultad de Química. Universidad Autonoma del Estado de México * [email protected] Objetivo: identificar los factores asociados a la automedicación de productos herbolarios en alumnos de la carrera de Farmacia de una universidad mexicana. Material y Métodos: Se realizó un estudio de casos y controles con 120 alumnos, 80 casos (alumnos del 1° al 6° semestre, quienes no tienen aún todos los conocimientos para ejercer una automedicación responsable)) y 40 controles (alumnos de 7|-9° semestre y de servicio social, quiénes tenían elementos académicos para poder automedicarse responsablemente). Se aplicó un cuestionario estructurado para evaluar factores como el servicio médico con el que contaban, el medio de comunicación para obtener información acerca de los productos herbolarios y su consumo. Se realizó estadística descriptiva, las variables se evaluaron mediante razón de momios e intervalos de confianza al 95%, se realizó un análisis de varianza. Resultados: En los casos el 60% de ellos si se automedicaban y el 40% no, en los controles el 90% de los estudiantes no se automedicaron. En el grupo de los casos los medios de comunicación fueron la televisión, los anuncios y las conferencias, en tanto que en los controles predominaron los libros y revistas científicas. Respecto al servicio médico, en ambos grupos estaban afiliados al IMSS, ISSSTE y servicios de salud estatales. De los productos herbolarios que más automedicados destacan Valeriana officinalis, aceites de eucalipto, mentol y alcanfor, Pasiflora incarnata, Crataegus axycanta, mentol, aceites de trementina, timol y mentol, entre otros. Conclusión: Los resultados demuestran, que a medida que aumenta el nivel de estudios en los alumnos de la carrera en farmacia disminuye la automedicación de productos herbolarios y en el caso de ejercerla se hace de manera responsable, por el grado de información que van adquiriendo en su formación profesional. P71 ESTUDIO COMPARATIVO DE DOS METODOS PARA EVALUAR LA CITOTOXICIDAD DEL EXTRACTO DEL ALGA ROJA GRACILARIA MAMMILLARIS EN UN CULTIVO DE CELULAS MONONUCLEARES HUMANAS. L. Araujo,1* G. Corao,1** J. Cova,2*** M. Gualtieri.3**** 1 Laboratorio de Investigaciones en Cultivos Celulares, 2Instituto de Inmunología Clínica, 3 Laboratorio de Investigación de Medicamentos Orgánicos, Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida-Venezuela. *[email protected], **[email protected], ***[email protected], ****[email protected]. Con la finalidad de comparar dos métodos respecto a la sensibilidad se utilizó el método de exclusión con el colorante azul de trypan y el ensayo colorimétrico methylthiazole tetrazolium (MTT) para evaluar el daño celular en un análisis de citotoxicidad del extracto del alga roja Gracilaria mammillaris sobre un cultivo de células mononucleares de sangre 5 periférica (CMSP), separadas utilizando la técnica de ficoll-hypaque, ajustadas a 2x10 Células/pozo e incubadas con un extracto metanólico del alga a concentraciones desde 7,5 hasta 300 μg/pozo. El porcentaje de viabilidad para las concentraciones usadas resultó de un 92,42 % a un 97,65 % para el método de azul de Trypan y de un 23,88 % a un 72,14 % utilizando MTT. El ensayo realizado con MTT resultó el más sensible para determinar viabilidad, expresando un deterioro mayor de la función celular en función de la concentración. P72 ESTUDIO DE LA TOXICIDAD DE LOS EXTRACTOS DE SEMILLA DE LA AZADIRACHTA INDICA. (TOXICITY STUDY OF THE EXTRACTS OF SEMILLA THE AZADIRACHTA INDICA) 1 1 2 3 1 1 I. Sosa, * M. Alarcón, M. Gualtieri, J. Cova, L. Araujo, M. Lucena, G. Méndez de Corao.1 1 2 Laboratorio de Cultivos Celulare Laboratorio de Investigación de Medicamentos Orgánicos Facultad de Farmacia y Bioanálisis. 3 Laboratorio de Inmunologìa. Facultad de Medicina Universidad de Los Andes. Mérida.Venezuela. *[email protected] El nombre científico del Neem o Nim es Azadirachta indica, pertenece a la familia Meliácea. Se encuentra distribuido por el continente africano, Asia, la parte central y sur del continente americano y Oceanía, la mayor parte de ellos al sudeste de Asia y al sur del Sahara. Actualmente se conoce la existencia de su principio activo mas importante conocido como la azadiractina, de la que existen varios tipos. Las propiedades terapéuticas del árbol del neem son numerosas para uso interno, el extracto de neem está indicado contra la úlcera gastroduodenal, SIDA, hiperglucemia, parásitos intestinales y cáncer. Para uso externo, en infecciones pruriginosas, hongos, eczemas, psoriasis, urticaria y enfermedades periodentales; con el objetivo de determinar el grado de toxicidad de la planta para su futuro uso terapéutico. Se separaron por la técnica de ficoll-hypaque, se ajustaron a 2x105 cel/pozo y se incubaron con un extracto metanólico de la planta, a concentraciones de 5 y 2.5 μg/pozo, con y sin la adición de sulfato ferroso. Finalizado el período de incubación se determinó la viabilidad celular por el método de exclusión con el colorante trypan blue y se comparó con el grupo control (células incubadas sin el extracto). La viabilidad celular de las muestras incubadas con el extracto más sulfato ferroso fue de 94 y 95% para las concentraciones de 2.5 y 5 μg/pozo respectivamente, y sin sulfato ferroso fue de 96% para ambas concentraciones. Se demuestra baja toxicidad del extracto metanólico, garantizando su uso en estudios humanos sin riesgo tóxico. P73 EPOXIDITERPENOS AISLADOS DE PARTES AEREAS DE BURSERACEAE. 1 1 J. D. Hernández-Hernández, * V. Reyes Olivares,1 L. U. Román-Marín, C. Martín, 1 Instituto de Investigaciones Químico-Biológicas de la UMSNH, Edificio B-1, Ciudad Universitaria, 58030, Morelia, Mich. 2 CINVESTAV, Departamento de Química , Av. IPN 2508, Col. San Pedro Zacatenco. C.P. 07300 México, D.F. * [email protected] La Bursera multijuga y la Bursera suntui, son árboles muy aromáticos que pertenecen a los «cuajiotes rojos» y su corteza verdoso oscura, presenta laminillas papiráceas de color anaranjado ó rojizo defoliantes. Estos árboles crecen en bosques tropicales caducifolios, en los Estados de Jalisco y Guerrero de la República Mexicana formando parte constitutiva de la flora de la región. De la Bursera multijuga se aisló el 11,12-epoxicembrenol y su peroxiacetato, mientras que de la Bursera suntui se obtuvieron el 7,8-epoxiverticil-3-en12,20-diol y su respectivo monoacetato en C-20. Todos los compuestos fueron caracterizados mediante sus espectros de RMP y RM13C en una y dos dimensiones. Con apoyo económico de la CIC de la UMSNH. P74 COMPONENTES MAYORITARIOS OBTENIDOS DE BURSERA ATTENUATA (ROSE) RILEY. J. D. Hernández-Hernández, 1* O. Soto-Quintana,1 R. Velázquez-Jiméne,1 L. U. Román1 2 2 Marín, C. M. Cerda-García-Rojas, P. J.oseph-Nathan. 1 Instituto de Investigaciones Químico-Biológicas de la UMSNH, Edificio B-1, CiudadUniversitaria, 58030, Morelia, Mich. 2 CINVESTAV-IPN, Departamento de Química , Av. IPN 2508, Col. San Pedro Zacatenco. C.P. 07300 México, D.F. * [email protected] INTRODUCCIÓN La Bursera attenuata (Rose) Riley, es un componente del complejo de Bursera simaruba, aún no muy bien esclarecido, principalmente frente a Terebinthus acuminata, este árbol mide de 4-12 mts.de altura , su corteza es lisa verde y pertenece a la sección Bursera. Recientemente publicamos compuestos diterpénicos tipo verticileno obtenidos de Bursera kerberi, cuyo componente principal fue el (1S,3E,7E,11S,12S)-(+)-verticila-3,7-dien-12-ol (1)1 además el cembra-3,7,11,15-tetraeno conocido como cembreno A (2)2 y de Bursera multijuga obtuvimos mayoritariamente los compuestos diterpénicos cembrenoides (3 a 6), de los cuales el cembreno A (2) se ha aislado de fuentes muy diversas como del coral blando de Okinawa (Sarcophyton glaucum); de la secreción de las termitas soldado (Isoptera sp., Termitidae, Termitinae), así como de las glándulas del cocodrilo Alligator 3 sinensis. El compuesto (3), llamado cembrenol, se ha obtenido previamente de Boswellia 3 carterii ; (4) corresponde al nefetenol y los compuestos (5 y 6) son nuevos; (6) es estable en solución de benceno. 19 9 8 10 8 10 8 HO 11 17 12 7 15 16 18 19 19 9 9 10 6 3 1 15 20 20 2 14 15 16 OH 4 17 11 18 4 2 14 15 20 17 16 O 6 11 18 OOAc 5 3 1 13 4 6 7 5 3 1 13 2 14 15 17 20 16 5 8 10 7 OH 5 3 13 O 6 9 8 10 7 1 19 19 9 8 11 20 3 19 9 17 16 2 10 4 2 14 15 17 5 3 1 13 16 1 18 5 4 6 7 OH 2 14 11 18 3 13 4 2 14 6 7 1 5 13 11 18 6 4 20 RESULTADOS Y DISCUSIÓN Como una continuación de nuestros estudios del género Bursera y en la búsqueda de metabolitos diterpénicos en otras especies, procesamos ahora la parte aérea de Bursera attenuata. De las fracciones 1 a 6 de la cromatografía del extracto hexánico de los tallos de Bursera attenuata, eluídas con -hexano, aislamos un aceite cristalino ligeramente viscoso que fue purificado mediante procesos cromatográficos sucesivos y cuyos datos espectroscópicos de 13 RMN de C fueron concordantes con los descritos en la literatura para el mirceno (7), aislado previamente por nosotros del extracto hexánico de Bursera cuneata, en las fracciones 42-50 se eluyó el diterpeno cembrenoide correspondiente al epoxi-alcohol (5), cuya estructura fue corroborada por comparación de los espectros de RMN de 13C con los obtenidos de la Bursera multijuga. Del extracto metabólico de las hojas se obtuvo un compuesto que purificó dando un sólido amarillento polvoso de p.f. 264-266 °C,, sus datos espectroscópicos coincidieron con los de la Vitexina (8), previamente obtenida por nosotros de Bursera grandifolia. HO HO HO OH O OH O OH O 7 HO 8 Bibliografía 1. J. D. Hernández-Hernández, L. U. Román-Marín, C. M. Cerda-García-Rojas, P. JosephNathan. Journal of Natural Products, 2005, 68, 1598. 2. J.D. Hernández-Hernández, V. Murillo-Galeana, L. Murillo-Galeana, L. U. Román-Marín, C. M. Cerda-García-Rojas, P. Joseph-Nathan. Rev. Soc. Quím. Méx., 2005, 49, 171, C/146. 3. J.D. Hernández-Hernández, V. Reyes-Olivares, L.U. Román-Marín, I. Tapia Quintero, C. M. Cerda-García-Rojas, P. Joseph-Nathan. Rev. Soc. Quím. Méx. 2005, 49, 171, XL Congreso Mexicano de Química, 25-29 de septiembre del 2005, Morelia, Mich. P75 CARACTERIZACIÓN DE ALGUNOS PARÁMETROS FÍSICO – QUÍMICO Y MICROBIOLÓGICOS DE LA PANELA GRANULADA. H. Bianco Dugarte,1* T. Capote, 2 C. Garmendia,1 L. Molina,3 Y. Goyo,3 R. Lucena.3 1 Laboratorio de Química Agroindustrial y Análisis de Productos Agroindustriales. Programa de Ingeniería Agroindustrial. Decanato de Agronomía. Universidad Centroccidental Lisandro Alvarado (U.C.L.A.). Venezuela. 2 Departamento de Química y Suelo. Decanato de Agronomía. Universidad Centroccidental Lisandro Alvarado (U.C.L.A.). Venezuela. 3 Laboratorio de Microbiología. Programa de Ingeniería Agroindustrial. Decanato de Agronomía. Universidad Centroccidental Lisandro Alvarado (U.C.L.A.). Venezuela. * [email protected]; [email protected] La panela según la FAO es como un azúcar no centrifugado. Posee como único ingrediente el jugo de la caña de azúcar, tiene menos calorías que el azúcar refinado, es más nutritiva. Debido a su importancia nutricional se evaluó el contenido de humedad (Balanza OHAUS MB-45), extracto seco, cenizas, acidez iónica (COVENIN 1315-79), titulable, fósforo (COVENIN 1178-93), esporas de bacilos aerobios mesófilos (agar PCA), Esporas de bacilos termófilos (agar TGE), bacterias acido lácticas (SN), mohos, levaduras, esporas clostridios mesófilos y esporas de clostridios termófilo. Para las determinaciones físico – químicas se emplearon 12 muestras y 11 muestras para las microbiológicas tomadas al azar en un hipermercado. El porcentaje de humedad, extracto seco y ceniza con 5 replicas por muestra fueron 2,06; 96,95 y 1,63 %p/p con sd 0,36; 1,40 y 0,42 respectivamente. Para la acidez iónica y titulable oscilo entre 5,9 – 6,3 y 0,93 – 1,17 mL de NaOH 0,1 N/100 mL. En la determinación de fósforo se ejecutaron 12 replicas por muestras y se realizó una adición de estándar evaluando los resultados por medio de una prueba bilateral con un 95% de confianza obteniendo un t calculado de -1,452; p-valor 0,177 y el t tabulado es 2,28; los resultados oscilaron desde 84,73 - 141,98 mg/100g. En la cuantificación de esporas de bacilos mesófilos 4 muestras poseen más 100 UFC/g y 6 muestras presentan el mismo comportamiento para esporas de bacilos termófilos. Para bacterias acido lácticas 3 muestras presenta más de 50 UFC/g. En el caso de mohos y levadura su crecimiento 1 estuvo por debajo del límite inferior de la Norma COVENIN 1337 que es de 10 UFC/g. En 8 muestras se encontró esporas de clostridios mesófilos y en 5 muestras hubo presencia de esporas de clostridios termófilo. P76 ORGANOPHOSPHORUS PESTICIDES ANALYSIS IN TEA USING SOLID PHASE MICRO-EXTRACTION (SPME) M. Brutti, G. D’Arco, R. Riccieri, T. Petrosino, F. Ventura, A. Bosi, D. Montesano, F. Blasi, L. Cossignani, M.S. Simonetti, P. Damiani * Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Farmacia, Dip. Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti, Sez. Chimica Bromatologica *[email protected] Tea (Camellia sinensis) is the most widely consumed beverage in the world for its stimulating effect and medicinal properties. Among the factors limiting the quality and quantity of tea production, the role of insect-pest is important. Organophosphorus pesticides (OPs) constitute a class of pesticides extensively used on tea to control various pests during cultivation and this widespread use could result in the presence of pesticide residues in tea leaves and in their brew. The utilization of this class of pesticides is favored because generally less persistent and less likely to biaccumulate than organochlorine pesticides. Although OP insecticides demonstrate rather low environment persistence they are highly toxic to many non-target-organisms, therefore, the occurrence of pesticide residues in tea should be continuously monitored and, to prevent any health problem to consumers, various international authorities have regulated the use of pesticides by fixing maximum residue levels (MRLs) for commercial purposes. This work describes a procedure to analyze eight OPs (chlorpyrifos, chlorpyrifos-methyl, dimethoate, omethoate, malathion, parathion, parathion-methyl and pirimiphos- methyl) in some different types of tea (green, black, white) with different origin, using SPME to extract OPs and performing High Resolution Gas Chromatography (HRGC) equipped with a nitrogen-phosphorus detector (NPD) to analyze them. SPME is a relative new technique able to extract and concentrate polar and apolar organic molecules of analytical interest in a variety of matrices. The combination of SPME with HRGC-NPD represents a rapid, sensitive and selective method for the determination of OPs in tea without the use of any solvents. P77 STUDY OF THE ISOMERIZATION OF MONOACYLGLYCEROL CLASSES TO ASSESS THE ALTERATION STATUS OF AN OLIVE OIL R. Riccieri, A. Bosi, G. D’Arco, F. Ventura, M. Brutti, T. Petrosino, F. Blasi, D. Montesano, M.S. Simonetti, L. Cossignani, P. Damiani* Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Farmacia, Dip. Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti, Sez. Chimica Bromatologica *[email protected] In the field of research about partial acylglycerols and the evaluation of their significance in order to verify the entity of alteration status of a virgin olive oil, the study of the “partial acylglycerol chain” can assume a notable significance; to complete this study, the monoacylglycerol fraction is here considered. The lipases contained into the minced drupe, especially during the process of oil extraction, can deacylate triacylglycerols; since these enzymes are specific for the sn-1- and sn-3- positions, in the olive oil traces of sn-2 monoacylglycerols can be found. The sn-2- isomers quickly tend to isomerize towards the more termodinamically stable sn1(3)-isomers. So, the ratio of these group/classes (sn-1(3)- on sn-2-) could be useful to study the isomerization process and therefore to evaluate the alteration status [and also the “age”] of an olive oil. From what previously described, it’s understandable that the monoacylglycerol % content is very small in an extra-virgin olive oil (from some experiences 0 – 0,05/0,10 mg), so the process of isolation of the classes of this partial acylglycerol fraction from a natural matrix is not easy. Since most of chromatographic extraction techniques, to furnish significant results, need of, often not completely useful, expedients (as addition of boric acid to minimize isomerization phenomena), it’s clear that the study of this phenomenon on a natural matrix can be very difficult. The few data recovered, obtained from some researchers, always show a relative high ratio of sn-1(3)-/sn-2 monoacylglycerols, thus confirming the above cited characteristics of the isomerization process (sn-2-⇔ sn-1(3)-), tending towards a higher sn1(3)- monoacylglycerols production. For all these reasons the aim of the work is to study the process of isomerization on a “model system”, starting from a known quantity of the sn-1(3)- and sn-2- classes, obtained from the deacylation of an extra-virgin olive oil triacylglycerol and storing the pool of monoacylglycerols at room temperature. Monoacylglycerols are analyzed by HRGC, derivatized as isopropylydens and/or silyl derivatives. P78 A NEW NP-HPLC SEPARATION OF MONOACYLGLYCEROL DIASTEREOMERIC DERIVATIVES FOR THE STEREOSPECIFIC ANALYSIS OF TRIACYLGLYCEROLS T. Petrosino, F. Ventura, A. Bosi, G. D’Arco, R. Riccieri, M. Brutti, D. Montesano, F. Blasi, M.S. Simonetti, L. Cossignani, P. Damiani* Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Farmacia, Dip. Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti, Sez. Chimica Bromatologica *[email protected] An innovative procedure to separate the three isomeric classes of sn-monoacylglycerols (sn1-, sn-2-, sn-3-) is described. Triacylglycerols are partially deacylated by ethyl magnesium bromide and the obtained monoacylglycerols are separated from the other reaction products by a thin-layer chromatography on silica gel plates, previously impregnated with boric acid to minimize isomerization phenomena. The monoacylglycerols, obtained from a single silica band after the above cited hydrolytic process, are derivatized with (S)-(+)-1-(1-naphtyl)ethylisocyanate and the resulted urethane-derivatives are separated by NP-HPLC. This chiral reagent allows to solve as diasteroisomers the two enantiomeric classes obtained from the deacylation (sn-1- and sn-3- monoacylglycerols) and it makes no necessary the use of a chiral column. Moreover, introducing a chromophoric moiety, this reagent makes possible a UV detection of the considered molecules; after their detection using a non-destructive detector [UV at 280 nm], the single urethane classes are isolated by the collection of several injections and their fatty acid composition is valued by HRGC; the obtained results can be used for the stereospecific analysis of the triacyl-sn-glycerol fraction by means of a simple equation. Besides for the stereospecific analysis, this procedure can be profitably used to value the alteration status of a lipidic matrix, when the % contents of the three monoacylglycerol classes can be determined after an isolation procedure of these classes from the matrix without their isomerization. P79 Utilizzo di biopackaging innovativi per preservare le proprietà chimico-fisico, nutrizionali e sensoriali di prodotti dolciari tipici al fine di migliorarne la shelf-life. M. G. Volpe*, V. Nicolais, R. Imperato, L. Rastrelli *Istituo di Scienze dell’Alimentazione del CNR di Avellino Dipartimento di Scienze Farmaceutiche – Università di Salerno I prodotti dolciari tradizionali della nostra regione spesso soffrono di una carente caratterizzazione degli ingredienti e di una shelf-life poco idonea per una promozione e valorizzazione degli stessi verso nuovi mercati a causa dell’insorgere di fenomeni degradativi. Una conservazione più lunga dei prodotti da forno, con l'aumento della "shelf life" è un problema la cui soluzione incide enormemente sull'economia di un'azienda, spesso a conduzione familiari come quelle del settore dolciario. Per "conservare" s'intende il mantenere integre tutte le caratteristiche organolettiche, preservare i prodotti dalle muffe e da alterazioni chimico-fisiche, non influenzando l'emollienza, sofficità e freschezza. Molti fenomeni che conducono all'alterazione dei prodotti dolciari sono tutti ascrivibili a fatti di natura microbiologica ed enzimatica. Premesso che per la proliferazione dei microrganismi l'acqua è l'elemento essenziale alla loro sopravvivenza e sviluppo, questo fabbisogno dipende quantitativamente dalle specie e da alcuni fattori quali il pH, la composizione del mezzo, la disponibilità di ossigeno, la temperatura e la presenza di sostanze inibenti. Quanto più il mezzo è ricco di sostanze nutritive, tanto più il valore minimo dell’attività dell’acqua, Aw, sufficiente per la proliferazione, si abbassa. La presenza dei batteri e delle muffe e le conseguenti alterazioni chimico-fisiche, possono comportare effetti negativi di notevole importanza sulla produzione e la shelf-life dei prodotti dolciari. Per ciascun tipo di microrganismo esiste un limite di "attività dell'acqua" al di sotto del quale i batteri, i lieviti e le muffe sono incapaci di utilizzare l'acqua (legata) e quindi sono incapaci di moltiplicarsi. Con riferimento a questi principi, per prodotti alimentari ad umidità intermedia come sono i prodotti dolciari, la tecnologia consente di realizzare un sistema con un contenuto in “acqua libera” inferiore ai livelli minimi di disponibilità per i microrganismi, sufficiente però a rendere il prodotto consumabile direttamente, senza la preventiva reidratazione. Si può così realizzare un prodotto dolciario che durerà di più e nello stesso tempo più gradito per il consumatore. Il controllo del parametro di Aw consentirà quindi di escludere a priori la possibilità di sviluppo dei patogeni. La risoluzione di queste problematiche è affrontata dal gruppo proponente con un packaging innovativo, biodegradabile, in grado di preservare il profilo aromatico e sensoriale e di allontanare solo l’’acqua in eccesso, nell’ottica di quanto sopra descritto. Alla luce di quanto detto, si stanno mettendo a punto packaging biodegrabili ottenuti da fonti rinnovabili in grado di limitare i fattori degradativi che influenzano la conservabilità. Inoltre, trattandosi di prodotti dolciari tradizionali a base di nocciole, castagne, miele, cioccolato ecc. si cercherà di ottimizzarne la stabilità con packaging edibili, che non alterino in maniera rilevabile le caratteristiche organolettiche al fine di ottenere per un prodotto finale che conservi la tipicità della terra di origine. La problematica, quindi, sarà affrontata a partire dagli ingredienti per i quali si utilizzeranno packaging edibili che, lasciando inalterato il sapore, garantiranno una maggiore fragranza all’interno del prodotto. P80 VALUTAZIONE PER VIA CHIMICA DEL GRADO DI INQUINAMENTO DEL COMPARTO AGRICOLO-INDUSTRIALE DELLA PIANA DEL FUCINO M. Fanelli, M. Maggi, P. Mazzeo,* E. Paoletti, F. Ruggirei, A. A. D'Archivio. Dipartimento di Chimica, Ingegneria Chimica e Materiali dell'Università dell'Aquila * [email protected] La Piana del Fucino rappresenta sostanzialmente l'area emersa dalla bonifica del lago Fucino conclusasi nel 1875. Essa è situata a circa 700 m sul livello del mare in una conca in tramontana Prima della bonifica, il lago occupava una superficie di 150 km2 e presentava una profondità massima di 22 m. Il suo bacino idrografico si estendeva, escludendo la superficie del lago, per circa 710 km2 ed era alimentato da acque di infiltrazione e da nove torrenti. Tale area, dopo il prosciugamento, è stata destinata ad una intensa attività; agricola con conseguente sviluppo di attività industriali collaterali. Questo ha naturalmente comportato un enorme impiego di pesticidi e fertilizzanti ed il relativo inquinamento ambientale, con particolare riguardo al comparto idrico superficiale e sorgivo. Scopo della nostra ricerca è stato il monitoraggio dello stato di inquinamento dell’area interessata. I parametri chimici presi in considerazione per tale studio sono stati la + determinazione dei pesticidi mediante HPLC, di composti ionici quali Cl , NO2 , NO3 , NH4 per via spettrofotometrica e volumetrica, di metalli quali ferro e manganese attraverso spettrofotometrica di assorbimento atomico. Sono stati anche determinati altri parametri quali temperatura, conducibilità, ossigeno disciolto e pH. Di tutti i dati è stata esaminata la variabilità stagionale. Si è infine proceduto alla valutazione della mobilità di pesticidi nella Piana del Fucino mediante studi di lisciviazione in colonne di suolo. P81 EL GOFIO CANARIO: ALIMENTO IDENTITARIO EN LAS MARGENES DEL ATLANTICO LATINOAMERICANO C. Jiménez Rodríguez,* M. Achón y Tuñón. Universidad San Pablo-CEU (España) *jjimé[email protected] INTRODUCCION: Hoy día cuando nombramos dicho elemento, sostén fundamental y primigenio de nuestra alimentación, somos conscientes de ser los depositarios de la herencia de un valor cultural casi beatífico, común denominador del alma isleña, que nos cohesiona a pesar de la fragmentación y fragilidad de nuestro territorio y de los avatares de la historia. OBJETIVOS: Es conocido, a pesar del proceso galopante de globalización que todo lo impregna y modula, que determinados productos alimenticios identifican, proporcionan características identitarias a los países o territorios. Presentamos a través de la presente comunicación el alimento identitario por excelencia del archipiélago canario, el gofio, que, así mismo, impregna gran parte de los territorios latinoamericanos. METODOLOGÍA: La metodología utilizada en el presente estudio ha sido de carácter cualitativo con un enfoque antropológico, analizando una bibliografía diversa que ha abarcado aspectos de carácter histórico, etnográfico, lingüístico, sociológico, cultural, musicológico, literario, etc. RESULTADOS: En nuestro archipiélago canario, la utilización del gofio está tan generalizada en los hábitos alimentarios y culinarios que, prácticamente abarca su utilización en cualquiera de los momentos alimenticios cotidianos de los canarios, a saber: desayuno, comida, merienda y, en menor medida, la cena. Bien es verdad que los hábitos globalizados, con la introducción de la comida basura y la comida rápida ha relegado, en cierta medida, su uso a determinadas generaciones. No obstante, en los últimos años, se ha producido una cierta recuperación de dichos hábitos alimenticios en generaciones más jóvenes, incluso, su utilización en lactantes. P82 CONTROL DE CALIDAD DEL TE DE YACON, SMALLANTHUS SONCHIFOLIUS (ASTERACEAE). M. I. Mercado,* A. Grau, G. Ponessa. Becaria del CONICET - Pasante Inst. de Morfología Vegetal Fundación Miguel Lillo , Tucuman, Argentina. *[email protected] Smallanthus sonchifolius (Poepp. & Endl.) H. Robinson (Astereaceae, Heliantheae), conocida vulgarmente como yacón, es una planta herbácea, perenne, cultivada tradicionalmente en los Andes desde Colombia al Noroeste Argentino, recientemente difundida en el mundo por sus propiedades alimenticias, dietéticas y medicinales. Sus raíces constituyen un alimento hipocalórico y prebiótico, mientras que sus hojas son empleadas en la preparación de una infusión en forma de té medicinal con propiedades hipoglucemiantes y antioxidantes. El objetivo del presente trabajo es realizar un estudio del té de yacón a fín de determinar caracteres organolépticos y anatómicos de valor diagnóstico para estudios de control de calidad. Se emplearon muestras de té provenientes de Capao Bonito (San Pablo, Brasil), que fueron analizadas mediante técnicas histológicas convencionales. S. sonchifolius en vista superficial presenta estomas anomocíticos sobreelevados, epidermis con células de paredes sinuosas (adaxial) a muy sinuosas (abaxial), cutícula lisa delgada, tricomas eglandulares pluricelulares uniseriados; flexuosos (sin células basales) y rígidos (células basales en rosetas) y glandulares pluricelulares con pie biseriado y cabeza globosa bicelular. En sección trasversal la hoja es anfiestomática, dorsiventral con 1-2 estratos empalizada con células con forma de H; esponjoso compacto (contenido lipídico). Se intentó realizar cortes transversales de los fragmentos de nervaduras, los mismos colapsaron al momento del corte, permitiendo reconocer sólo material disgregado de vasos xilemáticos anillados, que no poseen valor diagnóstico. Caracteres de valor diagnóstico coincidentes con lo publicado anteriormente son: epidermis con células poliédricas de paredes anticlinales sinuosas a muy sinuosas en la epidermis adaxial y abaxial respectivamente, estomas anomocíticos sobreelevados, tricomas glandulares y eglandulares, presencia conductos esquizógenos, células con forma de H e Y en el parénquima en empalizada del mesófilo. P83 SURVEY ON DIURETIC PLANTS OF THE NORTH AMERICA: PRELIMINARY RESULTS. F. J. A. Bacelar,1 T. G. S. Barboza,1 A. M. Morais,1 M. F. Oliveira,1 V. S. Ribeiro,1 E. L. 2 3 Araújo, C. Castro-Chaves. * Universidade Federal de Pernambuco *[email protected] The therapeutic use of plants is a frequent worldwide practice. Although diuretic, antilithiasic and uricosuric properties have been attributed to medicinal plants to treat cardiac and renal ailments, the scientific knowledge of diuretic plants is very limited. This review mints to know and inform the scientific names of diuretic plants most employed in North America, with their more common used parts, forms of and mode of administration, side effects, toxicity and the diuretic effect confirmation. Thus, plants cited as diuretic and/or to treat anasarca, edema and dropsy were searched, initially, in selected nineteen monographs. For each author, the scientific names of plants cited as above were listed, together with the botanical families and popular names. Three hundred and-fifty one names of plants were cited as above, and the most cited were: Taraxacum officinale Weber (21.15%); Arctostaphylos uva ursi Spreng, Plantago major L. and Urtica dioica L. (15.38%); Equisetum arvense L. (13.46%); Arctium lappa L., Juniperus communis L., Petroselinum crispus (Mill.) Nyman ex A.W. Hill and Zea mays L. (11.54%); Apium graveolens L., Asclepias syliata L., Cytisus scoparius L., Gauteria procumbens L., Humulus lupus L., Inula helenium L., and Serenoa repens Bartr. (9.62%); Chimaphila umbellata L., Convalaria majalis L., Daucus carota L., Filipendula ulmaria Maxim., Hydrastis canadensis L., Iris versicolor L., Levisticum officinale W.D.J.Koch, Mitchella repens L., Nerium oleander L., Sambucus canadensis L., Sassafras albidum Nutt., and Thuja occidentalis L. (7.69%). Their botanical families, ordered by number of citation, were: Asteraceae (20); Compositae (18); Rosaceae (13); Ranuculaceae (12); Labiatae and Liliaceae (11); Apiaceae (10); Fabaceae and Rubiaceae (9); Apocinaceae (8); Ericaceae, Lamiaceae and Rutaceae (7). The most used parts, forms of and mode of administration, side effects, toxicity and the diuretic effect confirmation will help the choice of diuretic plants for treatment and research. P84 LA FLORA MEDICINAL DE CUBA: UN POTENCIAL AÚN NO EXPLOTADO PLENAMENTE V. Ramón Fuentes Fiallo Instituto de Investigaciones en Fruticultura Tropical. Ministerio de la Agricultura ma Ave 7 No. 3005 entre 30 y 32, Miramar, La Habana 11 300, Ciudad Habana, Cuba LINK: Avenida 93 No. 8006, entre 80 y 82, Güira de Melena, CP 33600. La Habana, Cuba. [email protected] Para Cuba se refieren 1241 especies (97 de ellas endémicas -7,8%-) de plantas vasculares con propiedades medicinales comprobadas o atribuidas, las que pertenecen a 724 géneros de 172 familias. Si bien algunas de las especies referidas como medicinales en Cuba son plantas exóticas cultivadas o naturalizadas, no es menos cierto que una parte considerable de las mismas corresponde a especies silvestres que habitan en diversas formaciones vegetales. De las especies vasculares referidas como medicinales para Cuba, 18, de igual cantidad de géneros y familias, poseen categorías de amenazadas : 4 en peligro crítico, 7 en peligro, 6 vulnerables, y una en categoría de amenaza aún no definida. Salvo tres, todas las especies amenazadas son endémicas. A pesar de que durante las últimas décadas se ha intensificado la evaluación de la flora medicinal de Cuba y muchas especies han sido evaluadas fitoquímica, farmacológica y toxicológicamente, algunas de las cuales están autorizadas para ser empleadas en el Sistema Nacional de Salud, la mayor parte de las especies consideradas como medicinales en Cuba, requiere de estudios que verifiquen las propiedades medicinales atribuidas popularmente. Si se considera la riqueza de la flora cubana, con más de un 50% de endemismo, resulta evidente que la utilización de especies medicinales en el país, está muy por debajo de su potencialidad real de uso. El presente trabajo ofrece información sobre la composición y utilización de la flora medicinal en Cuba. P85 ESTUDIO ETNOBOTÁNICO DE ESPECIES MEDICINALES EN LA COMUNIDAD INDÍGENA “SARAGURO” DE LA PROVINCIA DE LOJA V. Morocho,1 F. Tinitana,2 O. Malagón,1* T. Zaragoza,1 C. Armijos,1 M. Medina,3 I. Medina, 3 3 3 3 4 D. Chalán, C. Loján, C: Lavanda, P. Minga, J. Cartuche. 1 Planta de Productos Naturales-Universidad Técnica Particular de Loja 2 Herbario UTPL-Universidad Técnica Particular de Loja 3 Miembros del Preconsejo de Jambiyachacks del cantón Saraguro 4 Departamento de Salud Indígena-Dirección Provincial de Salud de Loja *[email protected] El estudio etnobotánico de plantas medicinales en la comunidad indígena Saraguro se realizó recabando información con los curanderos del sector (Jambiyachacks), los cuales fueron acreditados por el Departamento de Salud Indígena, de la Dirección Provincial de Salud de Loja. Se recolectaron un total de 174 especies medicinales, correspondientes a 66 familias. La familia con el mayor número de especies útiles es Asteraceae (26 spp.), Fabaceae (6 spp.), y el menor número de especies útiles corresponde a Viscaceae con una especie. La especie medicinal con mayor frecuencia de uso es Rumex tolimensis (Gulac de cerro), con ocho diferentes usos medicinales y, la de menor frecuencia Viola odorata (Violeta) un uso medicinal. Se detectaron un total de 88 usos medicinales, los más comunes están relacionados a “uso mitológico” (9.12%), “los nervios” (8.29%) y “reumatismo (3.87%) y la menos tratada es migraña con el (0.28%). Igualmente se encontraron trece formas de preparación para tratar las diferentes enfermedades, hervida (36.65%), machacada (27.89%) e infusión (12.05%); y sin preparación (1.2%), que equivale a tres especies que se utilizan directamente sin tratamiento alguno. Se encontraron 11 formas de administrar los preparados, en bebidas (53.04%), baños (11.74%), limpias (10%), aplicación local (9.57%) y comestible (0.43%). Generalmente se utiliza toda la planta (38.51%) para la preparación de los diferentes “remedios”, la flor (15.52%) y en menor porcentaje la raíz (0.57 %). La mayoría de las especies utilizadas provienen de cultivos (63.22%) es decir plantas manejadas por cada “Jambiyachack”, la mayor cantidad de estas especies provienen del sitio Lagunas (34.48%), Kiskinchir (18.39%). El resto de especies (36.78%) son silvestres.; recolectadas en Cerro de Gañil (10.92%) y Peña negra (0.57%). De las 174 especies encontradas, 98 son nativas, 67 son introducidas y 9 son endémicas, correspondientes a hierbas (56.32%), (29.31%) arbustos, (12.64%) árboles, epifitas (1.15%) y lianas (0.57%). Además del estudio realizado con los Jambiyachacks se realizaron 55 entrevistas a personas, registrándose el uso de 71 especies, de las cuales 12 no fueron reportadas como útiles por los Jambiyachacks. El conocimiento sobre el uso de estas plantas ha sido transmitido de generación en generación por parientes, padres a hijos (80%), el 19% restante ha adquirido los conocimientos de: Jambiyachacks, profesores, vecinos y un 1% por medio de charlas informativas desarrolladas en la comunidad. P86 OXIDATION OF PENTANEDIONE (PD) AND 3-METHYL-PENTANEDIONE (MEPD) CATALYSED BY HORSERADISH PEROXIDASE (HRP): A PROPOSAL FOR ANTIBODY-DIRECTED ENZYME PRODUG THERAPY A. P. Rodrigues,1 V. F. Ximenes,2 O. M. M. F. Oliveira,3 L. M. da Fonseca,1 I. L. Brunetti1 1 Department of Clinical Analysis, School of Pharmaceutical Sciences - Araraquara, SP 2 Department of Chemistry, Faculty of Sciences - Bauru, SP 3 Department of Biochemistry and Chemistry Tecnology, Institute of Chemistry - Araraquara, SP UNESP - São Paulo State University, Brasil. [email protected] Antibody-directed produg therapy (ADEPT) has featured in several experimental studies focused on the destruction of tumor cells, as an alternative to systemic cytotoxic (antiproliferative) drugs. In this technique, the produg is activated by exogenous enzymes delivered to tumor cells via monoclonal antibodies (MAb). In this context, horseradish peroxidase (HRP) and indole-3-acetic acid (IAA) constitute one of the most often cited systems of enzyme and prodrug applied to destroy tumor cells with HRP – MAb conjugates. Peroxidases are unspecific enzymes and several molecules can be oxidized by the active forms HRP-I and HRP-II in the classic peroxidase cycle, which depends on hydrogen peroxide or organic hydroperoxides. On the other hand, only NADH, dihydroxyfumarate and the plant auxin IAA have been described as substrates for HRP in a reaction independent of hydrogen peroxide. The objective of this work was to study the mechanism by which βdicarbonyl compounds are oxidized by HRP and explore possible applications. We demonstrated by measuring oxygen uptake, that the dicarbonyls PD and 3-MePD (3 mM) can also be oxidized by HRP (0.5 μM) in the absence of peroxide, in phosphate buffer pH 7.4, consuming 50% (for PD) or 100% (for 3-MePD) of the oxygen present in solution in 5 minutes of reaction, compared to less than 10% of other β-dicarbonyl compounds (dimedon and acetoacetate), under the same conditions. It was also observed, in the absorption spectrum during the reaction course with PD and 3-MePD, that the native enzyme was transformed to HRP-III; moreover, the reaction produced reactive oxidant species (ROS), detected by luminol-dependent chemiluminescence. The integrated light emission in the reaction of PD or MePD (1 mM) with HRP (0.01 μM), using luminol (0.1 mM), in phosphate buffer pH 7.4, was about 700 times (for PD) and 4 times (for 3-MePD) greater than that for dimedon and/or acetoacetate, in the same reaction conditions. Believing that the oxidation of PD catalyzed by HRP might be useful in the ADEPT technique, we tested the cytotoxicity of the PD/HRP system in leukocytes, by employing the trypan blue exclusion assay. The combination of PD and HRP caused a fivefold increase in cytotoxity power, compared to PD alone. In summary, it was observed that PD behaves as a substrate for HRP in a hydrogen peroxide-independent reaction, producing ROS and exhibiting cytotoxicity. Finally, PD and/or 3-MePD could be a starting point for the design of new drugs based on HRP – related ADEPT techniques. P87 NICOTINE ENHANCED OXIDATION OF LOW DENSITY LIPOPROTEIN BY THE MYELOPEROXIDASE/H2O2/CL- SYSTEM AND ITS LIPIDS COMPONENTS BY HOCL. N. M. Khalil,1 O. M. M. F. Oliveira,2 I. L. Brunetti1 1 2 Department of Clinical Analysis, School of Pharmaceutical Sciences - Araraquara, SP Department of Biochemistry and Chemistry Tecnology, Institute of Chemistry- Araraquara, SP UNESP – São Paulo State University, Brasil. [email protected] Nicotine is an alkaloid composed of a pyridine and a pyrrolidine ring and is one of the main components of cigarette smoke. It is known that nicotine induces oxidative stress both in vitro and in vivo, and it has been proposed that tertiary amines, as nicotine, trimethylamine + + and quinine, react with hypochlorous acid (HOCl) to form reactive Cl adducts (R3N -Cl, + reactive quaternary chlorammonium ions) that readily release Cl , increasing the formation of chlorinated/oxidized products. Human neutrophils generate HOCl from chloride ions (Cl ) and H2O2, in a reaction catalyzed by myeloperoxidase (MPO). HOCl is one of the main antimicrobial agents used to destroy pathogens within phagolysosomes and is a potent oxidizing agent, which plays a cytotoxic role against tumor cells and can also oxidize proteins, nucleic acids and lipoproteins in vivo. It has been proposed that the interaction between nicotine and HOCl may promote atherogenesis and tissue damage in smokers. In this study, we tested the effect of nicotine on the oxidation of low density lipoprotein (80 μg/mL of protein; LDL), using the MPO (1nM)/ H2O2 (0.5 mM)/Cl (0.14 M) system in pH 7.4 phosphate buffer, and on its lipid components, using HOCl directly. Nicotine, in micromolar concentrations, enhanced the oxidation of tryptophan, either present in LDL or free (0.1mM), in solution, using the MPO/ H2O2/Cl system, in pH 5.5 acetate buffer. Nicotine (0.1 – 1.0 μM) also decreased conjugated diene formation and oxygen consumption in a methyl linoleate (1.3 and 10 mM, respectively)-HOCl (1 mM) system, and there was evidence to suggest an increase in chlorohydrin formation. Acceleration of the oxidation of vitamin E (5 mM) by HOCl (0.05 mM) is also observed in the presence of nicotine (0.1-5.0 μM). These data show that nicotine can promote significant biochemical modifications in components involved in the pathogenesis of cardiovascular and other diseases. P88 ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA DEL EXTRACTO ALCOHÓLICO Y LOS COMPUESTOS PUROS AISLADOS DE LA ESPECIE VISMIA BACCIFERA (GUTTIFERAE) (ANTIBACTERIAL ACTIVITY OF THE ALCOHOLIC EXTRACT AND THE ISOLATED COMPOUNDS FROM VISMIA BACCIFERA, GUTTIFERAE) F. Salas,1 J. Rojas,1* J: Velasco,2 A. Morales.1 1 Grupo Biomoléculas Orgánicas, Instituto de Investigaciones. Universidad de los Andes. Mérida. VENEZUELA-5101 2 Departamento de Microbiología y Parasitología. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de los Andes. Mérida. VENEZUELA-5101 *[email protected] El género Vismia pertenece a la familia Guttiferae. Se encuentra distribuido en América Central y del Sur. En Venezuela está representado por quince especies distribuidas en todo el territorio. Son arbustos o árboles pequeños de corteza color marrón. Contiene un látex color naranja y ha sido utilizado en la medicina tradicional para el tratamiento de herpes, hongos, tiña, Leishmaniasis, escabiosis, eczemas, purgante, febrífugo, y antirreumático. Estudios fitoquímicos han revelado la presencia de terpenos, lignanos, esteroles, flavonoides, quinonas, santonas, benzofenonas y cumarinas. La presente investigación tiene como objeto aislar, purificar y caracterizar los compuestos químicos presentes en la especie Vismia baccifera y determinar su actividad antibacteriana. Esta especie fue recolectada en la finca “Los Topes”, Chiguará, Estado Mérida-Venezuela, en febrero de 2003. El material botánico seco y molido (2,3 Kg) se dejó en maceración con alcohol isopropílico por 3 días. El extracto alcohólico fue concentrado y purificado por cromatografía en columna usando n-hexano y luego mezclas en polaridad creciente (nhexano, diclorometano, metanol). Los compuestos puros aislados (Sesamina, Friedelina y Vismiaquinona) fueron caracterizados usando las técnicas espectroscópicas IR, RMN 1H, 13 RMN C y EM. La actividad antibacteriana se determinó por el método de difusión en agar con discos. La concentración inhibitoria mínima se determinó solo contra los microorganismos que mostraron zonas de inhibición. Se incluyó un control negativo y los ensayos se realizaron por duplicado. Los resultados revelaron el potencial antibacteriano de la especie V. baccifera contra los microorganismos S. aureus E. faecalis y P. aeruginosa, agentes etiológicos de infecciones nosocomiales con incremento en la resistencia a los antibióticos comerciales, representando una alternativa terapéutica. Este es el primer reporte sobre actividad antibacteriana de Vismia baccifera var dealbata. P89 PHARMACOLOGICAL STUDY OF ANA ALKALOIDICAL RICH FRACTION ISOLATED FROM ASPIDOSPERMA ULEI MARKGR. A. Rolim Campos,* R. C. Pereira de Lima Júnior, D. Esdras de Andrade Uchôa, E. Rocha Silveira, V. Satyanarayana Rao** Regional University of Cariri * [email protected]; ** [email protected] The genus Aspidosperma (Apocyanaceae) is known to be rich in yohimbine type of indol alkaloids. This study was aimed to evaluate the alkaloid rich fraction (SF3-5) obtained from Aspidosperma ulei Markgr. root bark for its general toxicity, behavioral effects in mice and a possible proerectile activity. Acute toxicity tests were performed to determine the LD50 in mice and LC50 with Artemia sp. Behavioral effects were studied in the tests of open-field, hole-board, plus-maze, rota-rod, forded-swimming, and on barbiturate-induced sleeping time. The estimated values of i.p. LD50 in mice and LC50 with Artemia sp. were in the order of 400 mg/kg, and 3.94 ug/ml, respectively. Behavioral tests in mice revealed a general stimulant activity of SF3-5 on CNS but demonstrated no motor impairment in rota-rod test. At 25 mg/kg intraperitoneal injection of SF3-5, penile erections were evidenced in 75% of the mice. This effect was completely abolished by pretreatment with clonidine (a2– adrenoceptor agonist) or haloperidol (dopaminergic antagonist) and only partially inhibited by L-NAME (nitric oxide synthase inhibitor) and by methylene blue (soluble guanylate cyclase inhibitor). SF3-5 also abrogated the fluoxetine-induced depression in sexual behavior. Our results indicate that SF3-5 manifests stimulant effect and pro-erectile activity possibly involving central (dopaminergic, adrenergic and nitriergic systems) mechanisms. These data also suggest that Aspidiosperma ulei Markgr. can be explored as an alternative for the treatment of erectile dysfunction. The study further warrants the identification and isolation of the active chemical compound present in SF3-5, responsible for the pharmacological activity. P90 EL MECANISMO DE ACCIÓN ANTI-INFLAMATORIA DEL EXTRACTO DE MANGIFERA INDICA L (VIMANG®) ESTÁ BASADO EN LA INHIBICIÓN DE LA CITOCINA PRO-INFLAMATORIA TNFα Y EL FACTOR DE TRANSCRIPCIÓN NUCLEAR NF-κB G. Garrido,1* D. García,1 Y. Lemus,1 J. Rodríguez,1 R. Delgado,1 E. Muñoz,2 J. M. Leiro.3 1 Centro de Química Farmacéutica. 200 y 21, Apartado Postal 16042, Atabey, Playa, La Habana. Cuba. 2 Laboratorio de Inmunología, Universidad de Córdoba, España. 3 Facultad de Farmacia, Universidad de Santiago de Compostela, España * [email protected] La citocinas pro-inflamatoria factor de necrosis tumoral alfa (TNFα) y el factor de transcripción nuclear κB (NFκB), desempeñan un papel importante en las respuestas inmunes e inflamatorias. Específicamente, el NFκB participa en la regulación de genes que codifican para citocinas pro-inflamatorias (como TNFα), moléculas de adhesión, quimiocinas, enzimas y factores de crecimiento. El extracto acuoso de la corteza del árbol de Mangifera indica L. que se utiliza en Cuba bajo la marca registrada Vimang®, como suplemento nutricional, contiene una mezcla definida de polifenoles, triterpenos, fitosteroles, ácidos grasos y microelementos. Se ha publicado que este extracto presenta actividades anti-inflammatoria, inmunomoduladora y antioxidante. Vimang®, administrado por vía oral durante siete días, inhibió la producción de TNFα en ratones inyectados con LPS (0,125 mg/kg, i.p.) en un modelo de choque endotóxico, de manera dependiente de la concentración. Se pudo comprobar que esta inhibición fue debida a la acción del extracto sobre el transcripto primario de esta citocina en hígado y pulmón (determinado por Northern blot en los órganos de estos animales). La producción de TNFα también fue inhibida en cultivos de líneas macrofágicas RAW264.7, J774 y de microglía (N9) estimuladas con LPS e IFNγ desde concentraciones de 1-200 μg/mL. Por otra parte, el extracto (25 μg/mL) previno la degradación de IκB inducida por TNFα (determinada por Western blot) y el enlace de NF-κB al ADN en el núcleo de la célula (determinado por EMSA en células Jurkat). Además, el extracto (4-400 μg/mL) disminuyó los niveles de ARNm de NF-κB pero no afectó la expresión de IκB, el inhibidor citoplasmático de NF-κB (determinado por RTPCR en macrófagos peritoneales activados). Conclusiones: El extracto de Mangifera indica L. inhibe la producción de TNF a nivel de transcripto primario y modula la vía de NF-κB por inhibición de este importante factor de transcripción y la inhibición de la degradación de IκB. Este estudio pudiera ayudar a explicar a nivel molecular las actividades biológicas atribuidas al extracto de la corteza de Mangifera indica L. (Vimang®). P91 IN VITRO ANTIPROTOZOAL ACTIVITY OF THE ORGANIC EXTRACT AND ISOLATED COMPOUNDS FROM AMBROSIA TENUIFOLIA SPRENGEL (ASTERACEAE) V. Sülsen,* S. Cazorla., F. Frank, E. Malchiodi, C. Anesini, J. Coussio,** V. Martino,*** L. Muschietti**** Cátedra de Farmacognosia, Facultad de Farmacia y Bioquímica, Universidad de Buenos Aires, (IQUIMEFA)-(UBA-CONICET), Junín 956 2°P (1113) Buenos Aires, Argentina. *** * [email protected]; ** [email protected]; [email protected]; ****[email protected] American trypanosomiasis and leishmaniasis are a major worldwide health problem with high endemicity in Latin America. The side effects and the emerging resistance to available drugs has led to the urgent need for new therapeutic agents against these diseases. We have already reported the trypanocidal activity of the organic extract (CH2Cl2-MeOH [1:1]) of Ambrosia tenuifolia as a result of our ongoing search on antiparasitic compounds from natural sources.1 Based on this result a bioassay- guided fractionation was carried out for the isolation of its active compounds. Column chromatography (CC) of this extract on Si gel, afforded 5 fractions (F1-F5). The most active fraction, F4 (88.50 % of growth inhibition at 10 μg/ml) was further fractionated by CC on Sephadex LH-20 giving rise to compounds 1 and 2 from fractions F4(85-92) and F4(105-107) respectively. These compounds were identified as peruvin (1) (3aR,4aS,7aR,8S,9aR)-decahydro-7a-hydroxy-4a,8-dimethyl-3methyleneazuleno[6,5-b]furan-2,5-dione) and hispidulin (2) (5,7,4´-trihydroxy, 6-methoxy flavone) by means of spectroscopic analysis (IR, UV, MS 1HRMN). IC50 (50% inhibitory concentration) values of compounds 1 and 2 against epimastigote forms of Trypanosoma cruzi were 2.07 μg/ml and 14.00 μg/ml respectively. Besides, hispidulin was active against promastigote forms of Leishmania mexicana showing an IC50 value of 2.09 μg/ml. Both compounds were tested for in vitro cytotoxic activity on lymphoid cell suspensions. The CC50 (concentration required for 50 % cytotoxicity) values were 35 µg/ml for peruvin and >50 µg/ml for hispidulin. This is the first time that the trypanocidal activity of 1 and 2 and the leishmanicidal activity of 2 are reported. Further in vivo studies and evaluation of underlying mechanisms are required. Leishmanicidal activity of peruvin and identification of other active compounds in the extract is now in progress. Bibliografia 1. V. Sülsen, C. Güida, J. Coussio, C. Paveto, L. Muschietti, V. Martino. Parasitology Research, 2006, 98, 370. P92 AN EXTRACT OF APIUM GRAVEOLENS AND APIIN: COMPOSITION AND POTENTIAL PROTECTIVE ANTI-INFLAMMATORY ACTIVITY . T. Mencherini,1 G. Bianco,1 A. Cau,1 P. Picerno,1* G. Autore,1 R. Della Loggia,2 R. P. 1 Aquino. 1 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Salerno - Via Ponte Don Melillo, 84084 Fisciano (SA) 2 Dipartimento di Economia e Merceologia, University of Trieste, Italy [email protected] Introduction Apium graveolens L. var dulce (Umbelliferae) is an edible plant used as flavouring and 1 spice. Its volatile oil has been largely studied. The leaves contain antioxidant molecules (flavonoids, α-tocopherol) and are used in folk medicine or as food in the mediterranean diet. The objective of this study was to assess the potential anti-inflammatory properties of a polar extract from Apium graveolens leaves and its major constituents. Methods: Polar extract (A) of A. graveolens was fractionated by chromatographic methods (Sephadex and RP-HPLC) to isolate apiin, and apigenin and luteolin derivatives. The structure of apiin was elucidated as 7-O-[β-D-apiofuranosyl-(1→2)-β-D-glucopyranosyl]5,7,4’trihydroxyflavone by spectral (NMR, MS) techniques. Increasing concentrations of A (0.01-0.1 mg/ml) and apiin (0.005-0.05 mg/ml) were evaluated in vitro on Escherichia coli lipopolysaccharide (LPS)-induced nitrite production (NO2 ) production and on inducible nitric oxide synthase (iNOS) expression by Western blot analysis, in J774.A1 murine macrophage cell line. The cytotoxicity of A and apiin was evaluated on J774.A1 and HEK-293 cell viability 2 by MTT assay. The in vivo topical anti-inflammatory activity of A was investigated using the 3 croton oil ear test in mice. Results and Conclusions: Extract A and apiin showed in vitro a significant (P<0.001) inhibitory activity on nitrite production and iNOS expression in LPSinduced J774.A1 cells. In vivo extract A showed a significant anti-inflammatory effect (34% edema inhibition at 300 mg cm-2) in comparison to indometacin (51% edema inhibition at 100 mg cm-2) as reference drug. The results showed that polar extract of A. graveolens contains apiin and a series of other phenols that may all contribute to the biological activity of the extract, providing a support to the use of the plant against inflammatory and oxidative based disorders. Bibliografia 1. Rao et al J. Food Sci. Techn. 2000, 37, 631. Deng et al. Chromatographia, 2003, 57, 805. 2. Picerno P; Autore, G; Marzocco, S; Meloni, M; Sanogo, R; Aquino, R J. Nat. Prod, 2005, 68, 1610. 3. Tubaro, A, Dri, P, Delbello, G, Zilli, C, Della Loggia, R Agents Action, 1985, 17, 347. P93 STUDIO FITOCHIMICO E FARMACOLOGICO DI LOPHOPHYTUM LEANDRI EICHL. L. De Martino, A. Bracci, V. De Feo* Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Salerno, via Ponte don Melillo, 84084 Fisciano (Salerno) * [email protected] Lophophytum leandri Eichl. è una pianta appartenente alle Balanophoraceae, una famiglia di specie oloparassite, poco note dal punto di vista fitochimico e farmacologico. Lophophytum leandri è una specie parassita epirriza, con le radici che spesso si evolvono in austori, che si introducono nell’ospitante stabilendo con esso una rete di connessione tra i tessuti conduttori e sottraendogli sali minerali e acqua. Nell’ambito di ricerche sulle piante adoperate nella medicina tradizionale del nord dell’Argentina si è intrapreso lo studio chimico e biologico di L. leandri. Il decotto del rizoma della pianta è utilizzato per le sue proprietà diuretiche. Precedenti studi riportano che i principali costituenti del rizoma del Lophophytum leandri appartengono alla classe dei flavonoidi1,2 mentre non esiste in letteratura nessuno studio farmacologico riferito a questa specie. Anche il genere Lolphohpytum è poco conosciuto dal punto di vista fitochimica ed in esso è stata riportata la presenza di composti polifenolici.3 Il rizoma di L. leandri è stato estratto con metanolo Il residuo è stato frazionato mediante cromatografia di esclusione molecolare su colonna di Sephadex. Sia l’estratto che le singole frazioni cromatografiche (R1-R8) sono state testate in vivo su ratti adulti maschi, di peso medio di 250 grammi, utilizzando il test di Lipschitz, per valutare l’attività diuretica. Le frazioni più attive (R2 e la R4), che mostrano un incremento nella produzione di urina rispetto ai ratti di controllo rispettivamente del 18,3% e del 14,7%, sono state purificate mediante HPLC e i singoli composti sono stati caratterizzati mediante spettroscopia di risonanza magnetica nucleare. Bibliografia 1. K. Weinges, R. Kolb, P. Kloss. Phytochemistry, 1971, 10, 892. 2. P. Kloss, Naturwissenschaften, 1967, 54, 472. 3. R.R. Paris, M.N. Alexis, G. Faugeras, H. Jacquemin, Pharmaceutica Acta Helvetiae, 1978, 53, 130. P94 COMPOSIZIONE CHIMICA E ATTIVITÀ ANTIBATTERICA DELL’OLIO ESSENZIALE DI PEPEROMIA GALIOIDES HBK. A. J. Belaunde,1 L. De Martino, 2 E. Mancini,2 V. De Feo.2* 1 Escuela de Quimica, Facultad de Ciencias, Universidad Nacional de Ingenieria, Tupac Amaru, Lima; 2 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Salerno, via Ponte don Melillo, 84084 Fisciano (Salerno) * [email protected] Peperomia galioides HBK. (Piperaceae), è una pianta specie usata nella medicina tradizionale peruviana. La pianta, che è conosciuta con il nome tradizionale di congona silvestre, è adoperata sia per via interna sotto forma di infuso come tonico generale, sia per via esterna in applicazioni topiche in caso di otalgie. Inoltre la pianta è ritenuta essere un potente antibatterico. Studi precedenti hanno dimostrato che estratti della pianta e due suoi componenti mostrano una notevole attività riepitelizzante1 e che gli estratti apolari di P. 2 galioides possiedono proprietà leishmanicide. La pianta ha rivelato la presenza di particolari difenoli prenilati.3 In questo studio le parti aeree della pianta, raccolte nella regione di Apurimac, Perù, a circa 2800 metri s.l.m. sono state sottoposte a distillazione in corrente di vapore. E’ stato ottenuto un olio essenziale (resa p/v 0,05%), di colore giallo intenso e di odore gradevole. L’olio essenziale è stato analizzato per GC e GC-MS. I singoli costituenti sono stati riconosciuti in base ai loro tempi di ritenzione, allo studio degli spettri di massa e al confronto con standard. Sono stati identificati 65 componenti che rappresentano il 95,5% dell’intero olio. Fra essi, i sesquiterpeni rappresentano il gruppo di costituenti maggioritari con il globulolo (22,2%) e il cariofillene (10,2%) come costituenti principali. Fra i monoterpeni il limonene (9,8%) e il β-pinene (4,8%) sono i composti più rappresentativi. L’olio essenziale è stato saggiato per valutarne l’attività antibatterica su otto ceppi di microrganismi e ha mostrato una inibizione significativa dei batteri Gram (+). Bibliografia 1. Villegas, L. F., Marcalo, A., Martin J., Fernandez, I. D., Maldonado, H.,Vaisberg, A. J., Hammond, G. B. Journal of Natural Products, 2001, 64: 1357. 2. Fournet, A., Ferreira, M. E., Rojas de Arias, A., Fuentes, S., Torres, S., Inchausti, A., Yaluff, G., Nakayama, H., Mahiou, V. Phytomedicine, 1996, 3, 271. 3. Mahoiu, V., Roblot, F., Hocquemiller, R., Cave, A., Barrios, A. A., Fournet, A., Ducrot, P. H. Journal of Natural Products, 1995, 58, 324. P95 HOODIA GORDONII: STUDI FITOCHIMICI ED EFFETTI SULLA FISIOLOGIA MITOCONDRIALE S. Dall’Acqua,1 A. Toninello,2 F. Zanetti,2 G. Innocenti.1* 1 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Padova, Via Marzolo 5, 35131 Padova, Italy 2 Dipartimento di Chimica Biologica, Università di Padova, Via Colombo, 35121 Padova , Italy *[email protected] L’obesità è tra le patologie più diffuse nei paesi occidentali e per le sue complicanze metaboliche incide pesantemente sullo stato di salute della popolazione. Recentemente è stato proposto l’uso di una pianta che sarebbe in grado di ridurre l’introito di cibo, Hoodia gordonii (HG)1 cactacea tipica del deserto del Kalahari (Sud Africa) assunta per centinaia di 2 anni dalle tribù boscimane in sostituzione dei pasti durante le lunghe battute di caccia. Nonostante la ormai larga diffusione commerciale di prodotti contenenti HG e finalizzati al trattamento dell’eccesso ponderale, mancano tuttora studi circa la sua effettiva composizione chimica, la sua efficacia e la sicurezza a lungo termine. Recentemente il nostro gruppo di ricerca ha avviato uno approfondito studio sui fitocostituenti di HG. In questo lavoro viene riportato l’isolamento e la caratterizzazione di due nuovi glicosidi pregnenici. 3β-O-[4-tigloiltevetopiranosil]-(1→4)-β-D-cimaropiranosil-20β-D-glucopiranosil-(1→6)-β-D-glucopiranosil-(1→6)-β-D-glucopiranosil-14β-idrossipregn-5ene (1) e 3β-O-[4-tigloiltevetopiranosil]-(1→4)-β-D-oleandropiranosil-20-β-D-glucopiranosil(1→6)-β-D-glucopiranosil-(1→6)-β-D-glucopiranosil-14β-idrossipregn-5-ene (2). La struttura dei composti è stata delucidata mediante spettrometria di massa ad alta risoluzione (HR-MS) e esperimenti NMR mono e bidimensionali. Poiché alcuni autori3 hanno osservato che HG sembra aumentare i livelli di ATP nei neuroni ipotalamici ma anche nel fegato, e tenuto conto che gran parte dell’APT cellulare viene sintetizzato nei mitocondri, abbiamo valutato gli effetti sulla bioenergetica mitocondriale dei composti 1 e 2. I risultati ottenuti dimostrano essenzialmente due fenomeni importanti provocati dai composti nei mitocondri: disaccoppiamento della fosforilazione ossidativa e induzione in presenza di Ca++ , della transizione di permeabilità della membrana interna. I risultati ottenuti, seppur necessari di studi e approfondimenti, potrebbero indicare almeno uno dei meccanismi di azione di alcuni componenti di HG e ne potrebbero spiegare gli effetti nel trattamento dell’obesità Bibliografia 1. Bruyns P.. Syst. Pflanzenges. Pflanzengeogr. 1993, 115, 145. 2. Habeck M. A.. Drug Discovery Today, 2002, pp 280. 3. MacLean D.B. and Lu-Guang Luo Brain Research, 2004, 1020, 1. P96 HYPOGLYCEMIC EFFECTS OF CECROPIA SP IN NORMAL AND ALLOXANINDUCED DIABETIC RATS L. Guarize Nogueira,* D. M. de Oliveira Araújo,** J. Lanini,*** R. M. Gonzalez Garcia,**** E. Scio****** Universidade Federal de Juiz de Fora – Brasil *[email protected]; **[email protected]; ***[email protected]; ****[email protected] *****[email protected] Diabetes mellitus (DM) is a metabolic disorder characterized by hyperglycemia. Alternative strategies to the current modern pharmacotherapies of DM are urgently needed because the inability of existing actual therapies to control all the pathological aspects of the disorder. The objective of this work was to study the hypoglycemic effect of Cecropia sp on normal and diabetic rats. Leaves of Cecropia sp were powdered and macerated with methanol to obtain the methanolic extract. For evaluation of hypoglycemic activity, were used male Wistar rats of 60 days in age. Diabetes was induced by a single intravenous injection of 120mg/Kg b.w. of alloxan. Were used in the study diabetic animals with plasma glucose levels >200mg/dL. The rats were divided into 4 groups: Group 1: 7 diabetic rats treated with vegetal extract; Group 2: 6 diabetic rats untreated with extract; Group 3: 9 non-diabetic rats treated with extract; Group 4: 8 non-diabetic rats untreated with vegetal extract. After an overnight fast, the plant extract was administered orally at a single dose of 400mg/Kg b.w. Group 2 and group 4 received vehicle. Blood samples were taken before the administration of extract or vehicle (time 0) and 30, 60, 90, 120 min there after. Blood glucose was measured by using glucose oxidase method. The methanolic extract showed a significant hypoglycemic effect in normal and diabetic rats. The hypoglycemic activity appeared 30min after oral administration of the extract and lasted till 90 min. The most significant hypoglycaemic effect occurred after 90 min of the treatment with reduction of 49% and 20% in blood glucose levels for diabetic and normal rats, respectively. The results clearly showed that the extract of Cecropia sp exert significant hypoglycemic and antihyperglycemic effects in normal and alloxan-induced diabetic rats. Further experiments are required to elucidate the exact mechanism of action. Support: Fapemig, CNPq and UFJF. P97 EVALUACIÓN DE LA ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA DE FRACCIONES OBTENIDAS A PARTIR DE DECOCCIONES DE ACHYROCLINE SATUREIOIDES C. Casero,* N. Gallucci, M. Grosso, M. Oliva, M. Demo. Dpto. Microbiología. e Inmunología. UNRC. * [email protected] Introducción: Achyrocline satureioides (Asteraceae), conocida por poseer un amplio espectro de propiedades farmacológicas y terapéuticas ha demostrado actividad antibacteriana (AA) frente a cepas de Staphylococcus aureus aisladas de patologías humanas y animales, y frente a S. aureus meticilina resistentes (MRSA).1 El análisis fitoquímicos de A. satureioides ha revelado que es una fuente rica de flavonoides, a los cuales se les atribuye muchas de las propiedades biológicas de este vegetal.2 Metodología: 1.Separación de fracciones por cromatografía descendente en papel.3 2.Evaluación de AA: ensayos de difusión en agar por técnica de pozo4 y ensayo 5 colorimétrico de susceptibilidad bacteriana. Para la evaluación antimicrobiana se utilizo una cepa MRSA ATCC 25923. Resultados: Separación de componentes de decocciones obtenidas a partir de hojas de A. satureioides: presencia de manchas con diferente movilidad y coloración, determinándose que las manchas con coloración amarilla (luz UV) y anaranjada (amonio) correspondían a auronas (A) con 4´-OH libre; las restantes (B y C), con distinta intensidad de coloración celeste (luz UV) y verdosa (amonio), se identificaron como flavonas y flavanonas carentes de 5-OH libre. Evaluación de AA mediante técnica de pozo: inhibición de crecimiento de MRSA por decocción y ausencia de efecto de fracciones (A, B y C) por separado. Ensayo colorimétrico de susceptibilidad microbiana: actividad antibacteriana frente a MRSA de una de las fracciones consistentes en flavonas y flavononas. Bibliografía 1. C.Casero, C. et al. Revista Latinoamericana de Química 2005 2. Instituto Nacional de Investigación Agropecuaria (INIA). 2004. Estación experimental Las brujas. 3. J.M.Mabry, et al. The Systematic Identification of Flavonoids, SpringerVerlag, Berlin, 1970, 1, 3-15. 4. H. De Pooter, et al. Flavor and Fragance Journal, 1995, 10, 63. 5. C.N. Baker, and F.C. Tenover, Journal Clinical Microbiology, 1996, 33, 3154. P98 COMPOSICIÓN QUÍMICA DEL ACEITE ESENCIAL DE SATUREJA DARWINII (BENTH.) BRICQUET, LAMIACEAE P. Di Leo Lira,* D. Retta, S. Gonzalez, C. van Baren, V. Martino, A. Bandoni** Istituzione: Facultad de Farmacia y Bioquimica, Universidad de Buenos Aires, Argentina *[email protected]; **[email protected] Satureja darwinii (Benth.) Bricquet, Lamiaceae, conocida como "té pampa", es una especie que crece en el sur de la República Argentina. Según registros testimoniales su infusión es utilizada como antiespasmódica, antiinflamatoria, antibacteriana, sedante y digestiva. Con el fin de comenzar con el estudio de su composición química se obtuvo el aceite esencial de las partes aéreas por hidrodestilación. El mismo fue analizado por cromatografía de gasesmasa GC-FID-MS. La identificación de los compuestos se realizó por sus índices de retención en dos columnas de distinta polaridad, respecto de una serie homóloga de hidrocarburos (C8-C20), e identificados por comparación de sus espectros de masa con los que figuran en bases de datos electrónicas. La cuantificación se realizó por el método de porcentaje de áreas, sin corrección por diferencias de respuesta. Los componentes principales encontrados fueron pulegona (56.7%), espatulenol (6.4)y óxido de cariofileno (4.4), identificándose el 94.5% de los componentes. Se continuará con el estudio de las actividades reportadas para validar su uso tradicional y el aislamiento de los principios activos responsables de las mismas. Agradecimientos: Proyecto UBACYT BO19. P99 COMPOSICION DEL ACEITE ESENCIAL DE DOS ESPECIES DE ASTERACEAE MEDICINALES ARGENTINAS: BACCHARIS MICROCEPHALA Y BACCHARIS PENNINGTONI D. Retta,* S. Gattuso, M. Gattuso, P. Di Leo Lira, C. van Baren, A. Bandoni** Istituzione: Facultad de Farmacia y Bioquimica, Universidad de Buenos Aires, Argentina *[email protected]; **[email protected] En el marco del proyecto "Caracterización y Normalización de Recursos Vegetales Autóctonos Medicinales" se ha analizado la composición química de los aceites esenciales de dos especies medicinales pertenecientes a la familia Asteraceae: Baccharis microcephala (Less) DC [BM] y Baccharis penningtoni Heering [BP], con el objeto de poder identificar con un procedimiento de caracterización rápido, las posibles sustituciones o adulteraciones de las carquejas oficiales con estas dos especies.Las partes aéreas florecidas fueron extraídas por hidrodestilación en un equipo a escala de laboratorio (trampa tipo Clevenger). Se analizaron por CG-FID-EM. La identificación de los compuestos se realizó por sus índices de retención en dos columnas de distinta polaridad, respecto de una serie homóloga de hidrocarburos (C8-C20), e identificados por comparación de sus espectros de masa con los que figuran en bases de datos electrónicas. La cuantificación se realizó por el método de porcentaje de áreas, sin corrección por diferencias de respuesta.Los principales componentes encontrados en cada especie fueron: BM: óxido de cariofileno (22.9%), epóxido de humuleno (17.5%), espatulenol (10.0 %). BP: germacreno D (36.7%), cis-cariofileno (4.6%). Los perfiles analizados de los aceites esenciales de estas dos especies difieren cualitativamente del de Baccharis trimera. Asi mismo, no se identificó al carquejol o acetato de carquejilo, componente característico de este aceite esencial. Agradecimientos: Proyecto PICTR 2003-00284 P100 EFECTO DE ALFA-ASARONA SOBRE LIPIDOS SERICOS, FLUJO BILIAR Y ACTIVIDAD DE LA ATPASA NA+/K+ EN COLESTASIS INDUCIDA POR ETNINILESTRADIOL EN RATAS MACHO. L. Garduño-Siciliano,* E. Martínez-Galero, M. G. Moreno, G. Chamorro, P. Muriel Escuela Nacional de Ciencias Biológicas, Instituto Politécnico Nacional Mexico * [email protected]; [email protected] El reconocimiento de los beneficios médicos y económicos de la medicina basada en plantas ha aumentado tanto en países en desarrollo como en industrializados. En términos de salud mundial, las plantas medicinales continúan desempeñando un papel central en el cuidado de la salud de grandes sectores de la población mundial, en particular de los países en vías de desarrollo, donde la medicina tradicional tiene un importante arraigo histórico. La α-asarona es el principio activo principal de Guatteria gaumeri Greenman, árbol oriundo de Yucatán conocido en lengua maya como Ek’le-muy; pertenece a la familia de las Anonáceas y el extracto hidroalcohólico de la corteza (Yumel) se ha empleado en medicina tradicional, entre otros propósitos, para el tratamiento de la hipercolesterolemia y la colelitiasis. En el presente trabajo se evaluó el efecto de α-asarona en un modelo de colestasis inducida por etinilestradiol. Se utilizaron ratas macho Wistar a las que se les inyectó por vía intraperitoneal el estrógeno sintético (10 mg/kg) durante 5 días, administrando de forma simultánea el fármaco en estudio y los vehículos correspondientes. Se observó un decremento en las concentraciones séricas de lípidos, un incremento del + + flujo biliar, así como un efecto positivo sobre la actividad de la ATPasa Na /K . Los resultados podrían explicar parcialmente el efecto colelitiásico atribuído a Guatteria gaumeri en la medicina tradicional. P101 PHYTOESTROGENS SUPPLEMENTS FOR MENOPAUSAL SYMPTOMS: A SYSTEMATIC REVIEW. M. M. Guevara García. Biomedical Research Department. Center of Pharmaceutical Chemistry. Havana City. Cuba. [email protected] Conventional postmenopausal treatments have shown benefits in treating symptoms but an unfavourable risk to benefit ratio in preventing long-term clinical outcomes. This work is a systematic review about the effect of phytoestrogens in comparison to placebo or conventional treatments for menopausal symptoms. Eligible studies were Randomized Clinical Trials (RCT) , non RCT with concurrent controls, and before–after studies (cohort or cross- sectional), evaluating the efficacy of phytoestrogens in post-menopausal women. We searched Cochrane CENTRAL and Medline and we hand-searched bibliographies of the retrieved articles. Thirty-one studies were retrieved. Nine-ten evaluated vasomotor symptoms and lasted 1 to 6 months, included 24 to 384 women receiving 42 to 100 mg isoflavones/day, and compared different doses of phytoestrogens versus placebo or conventional therapies; most of them considered multiple endpoints. Only seven small trials showed favorable reductions in the frequency, duration and/or severity of these symptoms in patients treated with phytoestrogens. Of five RCTs that studied vaginal dryness and cytology, four found no significant benefit with phytoestrogen use. Three trials measured cholesterolemia, two cognitive function and four bone health, all with mixed results. Presently, the evidence is inconclusive: wider RCTs with a longer follow-up are needed to assess the risk-benefit profile of phytoestrogens and whether they can be an effective alternative to conventional therapies to treat post-menopausal symptoms. P102 AISLAMIENTO DE UN COMPUESTO PRESENTE EN LAS HOJAS DE BAUHINIA MEGALANDRA CAPAZ DE INHIBIR LA ABSORCIÓN INTESTINAL DE GLUCOSA. V. Daubront,* F. Gonzalez Mujica,** N. Motta Universidad Central de Venezuela, Facultad de Medicina *[email protected]; ** [email protected] La absorción intestinal de glucosa (AIG) es inhibida por el extracto acuoso de B. megalandra de manera dependiente de la concentración.1 El estudio fitoquímico de las hojas de B. megalandra se realizó guiado por bioensayo, evaluando el efecto de cada fracción obtenida sobre la AIG, utilizando para su medición segmentos de intestino de rata aislados in situ. Las hojas secas de B. megalandra se extrajo secuencialmente, primero con acetona y posterior-mente con etanol. Este último presentó la mayor actividad inhibitoria (43,06%) sobre la AIG y fue fraccionado mediante solubilidad sucesiva en acetona y metanol-agua (1:1). Posteriormente, esta última fracción que mostró una actividad inhibitoria del 37,14% sobre AIG, fue fraccionada mediante métodos cromatográficos (cromatografías en columna sobre sílica gel 60, con fase móvil de diclorometano-metanol en polaridad ascendente) y finalmente fue aislada la fracción f4, la cual fue capaz de inhibir la AIG en un 47,34% con respecto al control. Dicha fracción fue analizada por cromatografía en capa fina (CCF), espectroscopía ultravioleta/visible (UV/vis) y resonancia magnética nuclear de protones y carbono (RMN 1H y 13C), determinándose que es una mezcla, donde el compuesto mayoritario es el flavonoide apigenina, posiblemente, glucosilada en el carbono 7 por una glucosa, ramnosa o galactosa. Esta molécula probablemente es responsable de la inhibición de la AIG que ejerce el extracto acuoso de B. megalandra. Bibliografia 1. Gonzalez-Mujica y col., Fitoterapia, 2003, 74, 84. Trabajo financiado por CDC-UCV : 09-33-4788-05 y 09-33-4706-05. P103 EFECTO DEL EXTRACTO ACUOSO DE HOJAS DE BAUHINIA MEGALANDRA SOBRE LA GLUCOGENOLISIS HEPÁTICA EN RATAS. (EFFECTS OF BAUHINIA MEGALANDRA LEAVES AQUEOUS EXTRACT ON RAT LIVER GLYCOGENOLYSIS) C. Fernández-Peña,* F. González-Mujica, N. Motta. Sección de Bioquímica Médica, Instituto de Medicina Experimental, Universidad Central de Venezuela. * [email protected] Las plantas del género Bauhinia han sido usadas en el tratamiento empírico de la diabetes. En este trabajo, nos proponemos a estudiar el efecto del extracto acuoso de hojas de B. megalandra (E.A.) sobre la glucogenolisis hepática en ensayos in vivo e in vitro. Se emplearon ratas macho de la cepa Sprague-Dawley, y la glucosa se determinó mediante el método de la glucosa oxidasa. En los experimentos in vivo, las ratas fueron anestesiadas ligeramente, se les administró agua (control) o E.A., transcurridos 30min, se extrajo sangre y se administró adrenalina vía intraperitoneal. Luego se extrajo sangre cada 30min por 2 horas. En los controles la glicemia se elevo con un máximo a los 30min, y en los animales que recibieron E.A. el incremento de la glicemia a los 30 y 60min fue de un 54% menos que el observado en el control. Para los ensayos in vitro, se incubó rebanadas de hígado de 200µm de grosor, en buffer Krebs-Ringer (control), suplementado con adrenalina (estimulación), suplementado con E.A. (control EA) y suplementado con adrenalina y E.A. (tratamiento). Se tomó alícuotas del medio cada 30min tres veces y se determinó la glucosa. La adrenalina estimuló la producción de glucosa hasta un 52% sobre el control a los 90min, y la presencia del E.A. la redujo en un 35% comparado a la estimulación con adrenalina. Estos resultados evidencian que en el E.A. existe(n) compuesto(s) capaces de inhibir la glucogenolisis hepática, lo cual aunado a la inhibición de la gluconeogénesis y la glucosa1 6-Pasa producida por E.A. reportada por González-Mujica y col. permiten sugerir que la inhibición de la glucogenolisis ocurre a nivel de la glucosa-6-Pasa. Bibliografia 1. González-Mujica y col Phytother. Res., 1998, 12, 291. Trabajo financiado por CDC-UCV: 09-33-4788-05 y 09-33-4706-05 P104 EUGENOL AND ITS SYNTHETIC ANALOGUES INHIBIT CELL GROWTH OF HUMAN CANCER CELLS H.C. Altamirano,1 L. Espinoza C.,2 L. Lombardo,3 C. Gallardo,2 W. Cardona,1 V. Cardile,3 A. 4 Russo. * 1 Department of Chemical Sciences, University Andrés Bello, Campus Viña del Mar, Viña del Mar, Chile. 2 Department of Chemistry, University T.F. Santa Maria, Casilla 110-V, Valparaiso, Chile 3 Department of Physiological Sciences, University of Catania, V.le A. Doria 6, 95125, Catania, Italy. 4 Department of Biological Chemistry, Medical Chemistry and Molecular Biology, University of Catania, V.le A. Doria 6, 95125, Catania, Italy. * [email protected] Eugenol (4-allyl-2-methoxyphenol) has been reported to possess antioxidant and anticancer properties. To enhance intrinsic activity of this natural compound its derivatives were synthesized. Eugenol was extracted from cloves oil for classics methods. Further, the eugenol analogues were obtained through acetylation and nitration reaction. In the case of nitration of eugenol the procedure involved the treatment of the compound with a mixture of sodium nitrate, potassium hydrogen sulphate and wet silica in dichloromethane as solvent at room temperature. While in the case of eugenol acetylates derivatives, the nitration was performed with a sulphonitric mixture, which was prepared by adding nitric acid concentrated on sulphuric acid concentrated in dichloromethane at 0°C. Eugenol and its analogues were examined in in vitro model of cancer using two human cancer cell lines, DU-145 (androgen-insensitive prostate cancer cells) and KB (oral squamous carcinoma cells). Cell viability, by tetrazolium salts assay was measured. LDH release was also assayed to evaluate the presence of cell toxicity as a result of cell disruption subsequent to membrane rupture. In the cancer cells examined, all compounds showed cell-growth inhibition activity. However, the results obtained demonstrate that the compounds 5-allyl-3-nitrobenzene-1,2-diol and 4-allyl-2 methoxy-5-nitrophenol were more active than eugenol, and the cell vitality at 25 M was in DU-45 cells 40.0% and 45.5%, respectively, and in KB cells, 34.4% and 47.9%, respectively. In addition, our results seem to suggest that apoptotic cell demise appears to be induced in KB and DU-145 cells. In fact, no statistically significant increase in LDH release was observed in cancer cells treated with eugenol and its analogues even at higher concentrations (50 M). In summary, these results seem to indicate that the presence of nitro group and hydroxyl group are important in the activity of these compounds. Acknowledgements: The authors thank Andrés Bello University (grant DI-UNAB 13-04) and University T.F. Santa Maria (grant DGIP Nº 13.06.26) for financial support. We also wish to thank Dr. Víctor Cárdenas for his valuable contribution in the elaboration of this work. P105 ANTIFUNGAL ACTIVITY OF S. CORRUGATA VAHL. 1 2 3 A. Bisio,* G. Romussi, G. Minuto, A. Minuto, C. Buzzone, N. De Tommasi. 1 Dipartimento di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Alimentari, Università di Genova; 2 Centro Regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola, Camera Commercio di Savona; 3 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Salerno *[email protected] As a part of our phytochemical research on species of the genus Salvia cultivated in Italian “Riviera dei Fiori” (Liguria) we began a study of Salvia corrugata Vahl. The surface exudate, obtained by immersion of the fresh aerial parts in CH2Cl2 showed a significant antifungal activity against Colletotrichum gloeosporioides, Fusarium oxysporum f.sp. basilici, Botrytis cinerea and Rhizoctonia solani. Until now by repeated column chromatography on Sephadex LH-20 we have isolated one triterpenoid (1) and two diterpenoids (2-3). Compound 1 was identified as ursolic acid by direct comparison with authentic sample previously isolated from natural source; compounds 2 and 3 were identified as demethylfruticulin A and fruticulin A from the 1H- and 13C-NMR spectra and on the basis of 1H-1H-COSY, TOCSY, ROESY, HSQC and HMBC correlations. Until now the two diterpenoids were found only in Salvia fruticulosa Benth. and S. arizonica Gray. Compound 2 showed a good antifungal activity in vitro; compounds 1 and 3 were practically inactive. At the rate of 1 mg/ml compound 2 showed major inhibiting activity, against Colletotrichum gloeosporioides (60 %), and lower activity against Fusarium oxysporum f.sp. basilici (48 %), Botrytis cinerea (54 %) and Rhizoctonia solani (45 %). The pathogen control effect was measured 7 days after inoculation in poisoned substrate. Further investigations will be devoted to identify other active compounds. P106 POTENZIALE TOSSIGENO E DINAMICHE DI PRODUZIONE DI AFLATOSSINE DI CEPPI ENDOFITICI DI ASPERGILLUS FLAVUS ISOLATI DA VARIETÀ DI RISO ITALIANE L. Menghini,1 F. Epifano,1 C. Baldassarre,1 M.A. Rodolfi,2 A.M. Picco,2 A. Musti,3 R. Cocco.3 1 Dipartimento di Scienze del Farmaco, Via dei Vestini 31, 66013 Chieti Scalo (CH), Italia 2 DET, Sez. Micologia, Via San Epifanio 14, 27100 Pavia, Italia 3 Agenzia Regionale Tutela Ambiente dell’Abruzzo, Dipartimento di Chieti, Via Speziali 52, 66100 Chieti, Italia [email protected] Le parassitosi da funghi epifitici ed endofitici su semi e piante usate a scopo alimentare rappresentano ancor oggi un problema di notevole interesse sia per i danni che possono causare, in primo luogo, alla salute umana ed animale, sia all’approvvigionamento delle derrate alimentari che per l’ingente ricaduta economica che si può avere dalla contaminazione delle piante in coltivazione o delle derrate durante il trasporto e lo stoccaggio. In particolare le parassitosi da Aspergillus flavus risultano essere tra le più importanti dal punto di vista della salute umana in quanto questo fungo è il maggior 1 produttore di aflatossine, note per essere tra gli agenti cancerogeni più potenti. Nel corso di studi volti all’isolamento e alla caratterizzazione morfologica di funghi epifitici ed endofitici parassiti di semi di varietà di riso (Oryza sativa L.) di provenienza italiana, sono stati isolati dieci ceppi endofitici di A. flavus. Scopo del presente lavoro è stato studiare le dinamiche di crescita su diversi substrati, saggiare la capacità tossigena di ciascun ceppo isolato e verificare come la capacità di produzione delle aflatossine varia in funzione del tempo in subcolture del fungo. A tal fine sono state preparate delle colture di ciascun ceppo su Potato Dextrose Broth e Natural Rice Broth, e quattro sub-colture consecutive di ciascun ceppo. Dopo 10 giorni di incubazione (25°C ) si è proceduto all’estrazione e alla quantificazione in HPLC delle aflatossine B1 e B2. La percentuale maggiore di parassitizzazione è stata rilevata su semi delle cultivars denominate Belgioioso (50%), Delfino (39%), Maratelli (30%) e Idra (21%), quella minore nelle cultivars Perseo (8%), Dedalo (6%), Ares (6%), Gemini (4%), Venere (3%) ed Elvo (2%). La produzione di aflatossine B1 e B2 è risultata essere un carattere di distinzione tra i ceppi testati. In particolare i ceppi di A. flavus cresciuti sui semi delle cultivars Gemini, Venere e Perseo hanno mostrato una capacità tossigenica più elevata e superiore ai ceppi usati come controllo, mentre i ceppi provenienti delle cultivars Maratelli, Elvo e Idra non hanno mostrato una significativa capacità tossigenica. L’analisi delle subcolture ha evidenziato che la produzione di aflatossine è strettamente dipendente con lo stress metabolico dovuto alle semine consecutive. Nelle subcolture sono state, infatti, evidenziate marcate variazione nella quantità di aflatossine prodotte da ciascun ceppo nelle consecutive generazioni. Il substrato, al contrario, non è risultato un fattore influente sulla produzione di aflatossine A e B. Bibliografia 1. Keller, N.P.; Turner, G.; Bennett, J.W. Nat. Rev. Microbiol. 2005, 3, 937. P107 INDAGINI FITOCHIMICHE SU ARTEMISIA COERULESCENS L. DA POPOLAMENTI DELLA COSTA ADRIATICA F. Epifano,1 L. Menghini,1 R. Pagiotti,2 B. Tirillini,3 M. Curini,4 S. Genovese.4 1 Dipartimento di Scienze del Farmaco, Via dei Vestini 31, 66013 Chieti Scalo (CH), Italia Dipartimento di Biologia vegetale e biotecnologie agroambientali e zootecniche, Borgo XX Giugno 72, 06100 Perugia, Italia 3 Istituto di Botanica e orto botanico, Via Bramante 28, 61029 Urbino, Italia 4 Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco, Sezione di Chimica Organica, Via del Liceo, 06123 Perugia, Italia [email protected] 2 Artemisia coerulescens L. (Fam. Asteracee), comunemente nota come “Assenzio marittimo”, è una pianta erbacea perenne molto comune negli ambienti salini delle coste Adriatiche dal Friuli fino alla Puglia.1 Nella tradizione etnobotanica italiana tale pianta gode di proprietà amaro-toniche ed eupeptiche e nella pratica erboristica del passato le sommità fiorite di A. coerulescens venivano impiegate per le proprietà febbrifughe, emmenagoghe e vermifughe. Precedenti studi fitochimici hanno messo in evidenza come metabolici secondari abbondanti quantità di carotenoidi, fitosteroli, lattoni sesquiterpenici, artemisinina ed olio essenziale, in 2,3 cui l’α- ed il β-tujone rappresentano i componenti principali. Negli ultimi anni è stato avviato un progetto di rivalutazione e recupero della flora officinale spontanea e, nell’ambito di questo progetto, sono stati intrapresi approfondimenti fitochimici su A. coerulescens, provenienti da diversi popolamenti del litorale adriatico. Le parti aeree essiccate sono state sottoposte a distillazione in corrente di vapore e l’olio essenziale ottenuto analizzato mediante gas-cromatografia e spettrometria di massa. L’olio si caratterizza per una elevata concentrazione di chetoni O monoterpenici in particolare α-tujone (60.64%), β-tujone (23.04%) e canfora (13.84%). L’analisi mediante spettroscopia NMR e spettrometria di massadell’estratto diclorometanico, dopo purificazione per cromatografia su gel si silice, ha inoltre permesso di isolare per la prima volta in questa specie la desossi-ψ-santonina O (1). Dall’estratto metabolico infine, dopo separazione cromatografia O mediante HPLC in fase inversa C18 su scala semi-preparativa ed 1 analisi mediante spettroscopia NMR, ha permesso di caratterizzare kaemferolo e quercetina quali flavonoidi più abbondanti. Bibliografia 1. S. Pignatti Flora d’Italia, Ed agricole, Bologna, p. 101 2. Miraldi, E.; Ferri, S.; Franchi, G. Phytochem. Anal. 1998, 9, 296. 3. Flamini, G.; Cioni, P.; Morelli, I.; Uncini-Manganelli, R.E.; Tomei, P.E. J. Essent. Oil. Res. 2001, 13, 125. P108 INDAGINI FITOCHIMICHE SU CAMPIONI DI TRE SPECIE DEL GENERE STACHYS L. PROVENIENTI DA POPOLAMENTI DELL’ITALIA CENTRALE R. Pagiotti,1* B. Tirillini,2 L. Menghini,3 F. Epifano,3 A. Menghini,1 M. Curini.4 1 Dipartimento di Biologia vegetale e biotecnologie agroambientali e zootecniche, Borgo XX Giugno 74, 06121 Perugia, Italia 2 Istituto di Botanica e orto botanico, Via Bramante 28, 61029 Urbino, Italia 3 Dipartimento di Scienze del Farmaco, Via dei Vestini 31, 66013 Chieti Scalo (CH), Italia 4 Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco, Sezione di Chimica Organica, Via del Liceo, 06123 Perugia, Italia *[email protected] Il genere Stachys (Fam. Labiatae) comprende un vasto numero di specie spontanee distribuite in differenti parti d’Italia. Alcune di queste specie sono coltivate per i tuberi eduli o come piante ornamentali per la bellezza delle foglie.1 Nel genere Stachys troviamo S. officinalis (=Betonica officinalis), comunemente nota come “erba betonica”, un tempo considerata un’erba medicinale di grandissime virtù ed impiegata per disturbi del sistema nervoso, come tonico dell’apparato digerente e, per applicazioni topiche, come cicatrizzante. Precedenti studi fitochimici hanno rivelato come le specie appartenenti al genere Stachys si caratterizzino per la presenza di abbondanti quantità di olio essenziale2, flavonoidi ed iridoidi 3 allo stato libero o come glucosidi. Negli ultimi anni è stato avviato un progetto di rivalutazione e recupero della flora officinale spontanea e, nell’ambito di questo progetto, sono stati intrapresi approfondimenti fitochimici anche su Stachys officinalis, S. sylvatica e S. salviaefolia provenienti da popolamenti spontanei dell’Italia centrale. Lo studio ha voluto evidenziare le differenze in termini di composizione fitochimica ed attività biologica per verificare se le diverse specie potessero essere utilizzate come succedanei. A tal fine sugli estratti alcolici di cui è stata verificata la composizione in polifenoli, mediante cromatografia HPLC a fase inversa C18, saggiata l’attività antibatterica in vitro e determinata l’attività antiossidante del tipo radical scavenger mediante saggio di scavenging del radicale DPPH. Bibliografia 1. S. Pignatti Flora d’Italia, Ed agricole, Bologna, p. 101 2. Skaltsa, H.D.; Lezari, D.M.; Chinou, I.B., Loukis, A.F. Planta Med. 1999, 65, 255. 3. Serrilli, A.M.; Ramunno, A.; Piccioni, F.; Serafini, M.; Ballero, M. Nat. Prod. Res. 2005, 19, 561. P109 UN NUEVO ESTUDIO FITOQUÍMICO DE AMYRIS BRENESII. R. Murillo,1* V. Castro,1 M. Chavarría,1 L.Poveda.2 1 Centro de Investigación en Productos Naturales (CIPRONA), Universidad de Costa Rica, San José. 2 Escuela de Ciencias Ambientales, Facultad de Ciencias de la Tierra y el Mar, Universidad Nacional, Heredia, Costa Rica. *[email protected] Un género importante de la familia Rutaceae es el Amyris, el cual ha generado mucho interés entre los fitoquímicos por la variedad de compuestos y actividad biológica que presentan.1 Estudios fitoquímicos de la Amyris brenesii revelan la presencia de las cumarinas marmesina y xantiletina, además de compuestos nitrogenados como el O-(3,32 dimetilalil)halfordinol, el 2-(3′-piridil)-5-(3”,4”metilendioxy)-5”-metoxioxazol y la p-O-(3,33 2 dimetilalil) benzamida. Además se reporta actividad antifúngica para esta planta. Un nuevo estudio fitoquímico de las partes aéreas de Amyris brenesii (Rutaceae) recolectadas en Río Cuarto, Grecia, Alajuela (Costa Rica) mostró la presencia de dos nuevos compuestos la 6-O-(3,3-dimetilalil)-angelicina 1, y el N-acetil-6-(etanamin)-2,2dimetil-2H-cromeno 2. OH 5´´ 3´ 3´´ 1´´ 5 O 4´´ 2´´ 4a 4 4 6´´ 3 3 6 5 9 11 6 12 7 2 1´ 7 O 2´ 1 8 8a O 1 O 2 O 1 10 H N 1´ 4´ 5´ 2´ O 8 3´ 2 Adicionalmente se aislaron los lignanos hinokinina, 2,5-deshidrohinokinina y justicidina E, las cumarinas escopoletina y marmesina, el ácido 24-moretenoico, y los compuestos nitrogenados el O-(3,3-dimetilalil)halfordinol, O-(3,3-dimetilalil) tiramina, y N-acetil-O(geranil)tiramina. El re-estudio de la planta Amyris brenesii, revela que especímenes morfológicamente idénticos, poseen compuestos distintos, lo cual confirma que factores geográficos y climáticos son importantes en determinar los tipos de metabolitos presentes en las plantas. La determinación de las causas de tales diferencias, escapa de los objetivos del presente trabajo. Las separaciones se llevaron a cabo mediante la aplicación de técnicas cromatográficas y la elucidación de las estructuras se realizó con la ayuda de técnicas espectroscópicas de Resonancia Magnética Nuclear (RMN) de una y dos dimensiones. Agradecimientos: A la Fundación Wolkswagen por el apoyo económico. Referenze 1. Hasbun-Pacheco, C.; Castro-Castillo, O. Ocurrence of coumarins and amides in the bark of three Amyris species from Costa Rica. Spect. Intern. J.. 1988, 6, 181. 2. Hasbun-Pacheco, C.; Calderón, M. 2,5-Diaryloxazols and coumarins from roots of Amyris brenesii. Fitoterapia 1990, 61, 88. 3. Hasbun-Pacheco, C.; Castro-Castillo, O. A new benzamide from bark of Amyris brenesii. J. Nat. Prod., 1988, 51, 817. P110 LIGNANOS DE PHENAX SONNERATII. 1 1 1 2 R. Murillo, * V. Castro, M. Chavarría, L. Poveda. 1 Escuela de Química y Centro de Investigación en Productos Naturales (CIPRONA), Universidad de Costa Rica, 2060 San Pedro de Montes de Oca, San José, Costa Rica. 2 Escuela de Ciencias Ambientales, Facultad de Ciencias de la Tierra y el Mar, Universidad Nacional, Heredia, Costa Rica. *[email protected] Datos etnobotánicos indican que la familia Urticaceae contiene géneros que pueden presentar actividad anti-inflamatoria, anti-reumática, hemostática, diurética y antimicrobiana, entre otras1. Uno de los géneros importantes de la familia es el Phenax, del que se han aislado lignanos del tipo dibencilbutirolactónicos, los cuales tienen numerosas propiedades biológicas, las que incluyen actividad anti-inflamatoria, antimitótica, funguicida, antioxidante, 2,3,4 . Este género no solo es interesante de actividad anti-cáncer y actividad anti-HIV estudiar por su actividad biológica, sino también, porque desde el punto de vista fitoquímico ha sido muy poco estudiado en Costa Rica, salvo algunas excepciones como la P. 3,4 angustifolius, P. rugosus y la P. Mexicanus Un nuevo estudio fitoquímico de las partes aéreas de Phenax sonneratii (Wedd) recolectadas en Río Cuarto de Grecia (Costa Rica) reveló después de la acetilación exhaustiva del extracto, la presencia del nuevo lignano 3´-acetil-4´-O-metil-(-)epitrachelogenina 1 el cual proviene probablemente de la acetilación de la 3´-demetil-4´-Ometil-(-)-epitrachelogenina un compuesto nunca antes reportado. Adicionalmente se aislaron los conocidos lignanos matairesinol, la (-)-epi-trachelogenina y la artigenina, además del flavonoide conocido como O OH O poliacetato de catequina. O Las separaciones se llevaron a cabo mediante la aplicación O de técnicas cromatográficas y la elucidación de las MeO H estructuras se realizó con la ayuda de técnicas espectroscópicas de Resonancia Magnética Nuclear (RMN) de una y dos dimensiones. OMe OMe Referenze 1 1. Testai, L.;Chericoni, S.; Calderone, V.; Nencioni, G.; Nieri, P.; Morelli, I.; Martinotti, E. J. Ethnopharmacol., 2002, 81, 105. 2. Gordaliza, M.; Castro, M.A.; Miguel Del Corral, J.M. Current. Pharm. Design., 2000, 6, 1811. 3. Rastrelli, L.; De Simone, F.; Mora G.; Poveda, J.; Aquino R. J. Nat. Prod., 2001, 1, 79. 4. Piccinelli, A.L.; Mahmood, N.; Mora, G.; Poveda, L.; De Simone, F.; Rastrelli, L. J. Pharm. Pharmacol., 2005, 57, 1109. Agradecimientos: A la Fundación Wolkswagen por el apoyo económico. P111 ESTUDIO FITOQUÍMICO Y ACTIVIDAD ESPERMICIDA IN VITRO DE SEDUM PRAEALTUM DC. SILVESTRE R. Silva Torres,* V. A. Heras Dorantes, H. Montellano Rosales, D. Ramos Zamora Escuela Nacional de Ciencias Biológicas, Instituto Politécnico Nacional México D.F. *[email protected] Desde principios del siglo XX se han hecho muchos intentos para controlar el crecimiento de la población; no fue hasta 1960 que se hicieron grandes progresos en el desarrollo de los anticonceptivos orales eficaces. Después de varios años de los anticonceptivos orales se observó que presentan varios efectos secundarios; por lo que es de gran importancia encontrar un anticonceptivo que presente mínimos efectos secundarios. Se ha reportado que Sedum praealtum DC. silvestre presenta actividad anticonceptiva, por tal motivo es de gran interés aislar los metabolitos secundarios responsables de la actividad espermicida. Metodología. La planta se recolectó en el Estado de Hidalgo, se pesaron 9.8 Kg. de planta fresca y se maceró con etanol de 96° durante cinco días, trascurrido ese tiempo se evaporó el disolvente a presión reducida, obteniéndose de esta forma el extracto crudo, al cual se le practicaron pruebas químicas preliminares y para aislar los metabolitos secundarios de la planta se efectuó una cromatografía en columna colocando 4 g de extracto crudo de isopropanol y silica gel como fase estacionaria y disolventes orgánicos como fase móvil. Las pruebas biológicas in vitro se realizaron de acuerdo a las normas de laboratorio de la OMS publicada en 1996. Resultados. Se obtuvieron 56 g de extracto crudo al cual se le identificaron alcaloides, flavonoides, cumarinas y azúcares. De la columna de cromatografía se obtuvieron 305 fracciones de las cuales la fracción 1-86 presento una actividad espermicida mayor a la del nonoxinol-9 y la fracción 357-395 presento una actividad similar a la del grupo de control. Conclusiones. Se identificaron metabolitos secundarios similares al del genero Sedum y se obtuvo una actividad espermicida de la fracción 1-86 mayor a la del grupo control. P112 SIMULTANEOUS IDENTIFICATION OF GLYCOSIDES FLAVONOIDS AND GALLIC ACID IN LEAVES OF MICONIA CABUCU BY SOLID-PHASE EXTRACTION AND HPLC-UV-DAD J. Rodrigues,1 D. Rinaldo,1 L. Campaner dos Santos,1 M.Sannomiya, J. Tamashiro,2 A. R. 2 1 M. S. Brito, W. Vilegas * 1 Institute of Chemistry, UNESP, Post Box No. 355, Palampur, 14800-900, Araraquara, São Paulo, Brazil 2 Institute of Biology, UNICAMP, Post Box No. 6109. Palampur 13083-970, Campinas, São Paulo, Brazil *[email protected] The aim to the present study is to investigate the methanolic extracts of leaves of Miconia cabucu by solid-phase extraction (SPE) and HPLC-UV-DAD. Miconia is a genus of approximately 1000 species1 occurring in tropical America. The genus belongs to the family Melastomataceae, which includes species of medicinal value. Miconia extracts and isolated compounds have demonstrated biological activities such antibiotic, antitumoral, analgesic and antimalarial effects.2 The methanolic extract was studied by high-performance liquid chromatography (HPLC-DAD) with ultraviolet (UV) detection using external standarts. For sample preparation, simple and efficient extraction by solid-phase extraction for clean-up, was effective without consuming large amounts of solvent. Chromatographic separation and purification were performed on an HPLC System equipped with an R401 refractive index detector and with a phenomenex Luna reversed phase C18 column using methanol/water (6/4, v/v) as eluent. Structural identification of the compounds was studied by Nuclear Magnetic Resonance (NMR) spectra in DMSO-d6, operating at 500 MHz for 1H and 150 MHz for 13C. The spectral data of the known compounds were compared to those reported 3-5 in the literature. The isolated compound were gallic acid and the flavonoids quercetin-3-Oα-L-rhamnopyranosyl-(1→2)-O-β-D-xylopyranoside, quercetin-3-O-α-L-rhamnopyranoside, myricetin-3-O-α-L- rhamnopyranoside. The technique may be performed with less sample preparation and, consequently, reduced possibility of sample loss. The present method is being reported first time and may be used for identification these analytes of Miconia genera. Bibliografia 1. Martins, A. B.; Semir, J.; Goldenberg, R.; Martins, Acta Bot. Bras., 1996, 10, 267. 2. Cunha, W. R.; Martins, C.; Ferreira, D. S.; Crotti, A. E. M.; Lopes, N. P.; Albuquerque, S. Planta Med., 2003, 69, 468. 3. Harborne, J. B. The Flavonoids: advances in research since 1986. London: Chapman and Hall, 1996. 4. Agrawal, P. K. Carbon 13 of Flavonoids. New York: Elsevier, 1989. 5. Bilia, A. R.; Ciampi, L.; Mendez, J.; Morelli, I. Pharm. Acta Helv., 1996, 71, 199. Acknowledgment: CAPES, FAPESP, CNPq. P113 PREPARATIVE ISOLATION OF A NOVEL FLAVONOID FROM BYRSONIMA BASILOBA A. JUSS. OF LEAVES INFUSION BY HIGH-SPEED COUNTERCURRENT CHROMATOGRAPHY M. Sannomiya, M. E. Figueiredo, M. A. da Silva, C. M. Rodrigues, L. Fernando R. de Almeida, L. C. dos Santos, W. Vilegas. * Departamento de Química Orgânica, Instituto de Química, UNESP, Rua Francisco Degni s/n, Bairro Quitandinha, C.P. 355, CEP 14800-900 Araraquara, SP, Brazil A gradient preparative high-speed counter-current chromatography method for isolation of three compounds from Byrsonima basiloba A. Juss.. The gradient employed was with a stepwise increasing the buthanol ration in a normal phase separation, utilizing a solvent system composed of ethyl acetate:n-buthanol:water (14:X:8, v/v/v), in four steps: A-X=2, BX=4, C-X=6 and D-X=8. This technique led to a separation of two known compounds quercetin-3-O-α-L-rhamnopyranosyl-(1→6)-β-D-galactopyranoside (7.0 mg) and (+)catechin (14 mg), and a novel compound named quercetin 3-O-α- -rhamnopyranosyl(1→3)-O-[α- -rhamnopyranosyl-(1→6)]-β- -allopyranoside (3.0 mg) from leaves infusion (537 mg) in 19 h with purities over 95% determined by HPLC and NMR. P114 ANTILEISHMANIAL ACTIVITY OF A NATURAL-DERIVED SYNTHETIC NAPHTHOQUINONE A. F. Izolani,1 S. P. Chaves,2 W. P. Lima,2 V.V. de Andrade Neto,1 P. B. Furtado,1 L. G. 1 3 1 2 1,2 Mau, P. R. Costa, A. J. M. da Silva, B. Rossi-Bergmann, E. C. Torres-Santos. 1 Universidade Severino Sombra (USS)- Vassouras, Brasil-RJ 2 Instituto de Biofísica Carlos Chagas Filho, UFRJ; 3 NPPN, UFRJ, [email protected] Leishmaniases are a group of diseases caused by different species of the protozoan parasite Leishmania, which affect more than 12 million people worldwide. The clinical manifestations may range from single cutaneous lesions to fatal visceral leishmaniasis. Conventional chemotherapy relies on multiple parenteral injections with pentavalent antimonials that are considerably toxic and prone to induce resistance. Second-line drugs, such as Amphotericin B and its lipid formulations, are either too toxic or expensive for routine use in developing countries. At the same time, the efficacy of Miltefosine against cutaneous leishmaniasis remains to be ascertained. These facts call for safer, cheaper, and more effective new antileishmanial drugs. Naphthoquinones are a class of natural products with a wide spectrum of biological activities, including antileishmanial, antioxidative and antitumoral. In this work, we demonstrate the antileishmanial activity of a new synthetic naphthopterocarpanquinone (LQB-17). Promastigotes of Leishmania amazonensis were cultivated with LQB-17 in several concentrations in 199 medium for 72h. LQB-17 presented strong antipromastigote acivity, inhibiting the parasite growth by more than 95% at 10 M. Antiamastigote activity was evaluated by incubating infected peritoneal macrophages for 48h. LQB-17 was able of inhibiting both parameters, number of infected macrophages and number of amastigotes per macrophage by 90% at 10 μM. None significant toxicity to macrophages was observed until 20 μM, as quantified by LDH liberation. This molecule did not affect the nitric oxide production by infected macrophages until the concentration of 40 μM. Altogether, these results show at the first time the selective antileishmanial activity of LQB-17 and indicate that this compound acts directly on the parasites, once that it did not modulate the NO production by macrophages. P115 SÍNTESIS DE LAS ALCAMIDAS A LO LARGO DEL DESARROLLO DE ACMELLA RADICANS P. Ríos-Chávez,1 G.I. Argüello-Mendez,1 E. Ramírez-Chávez,2* J. Molina-Torres.2 1 Facultad de Biología, Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo, Edificio B4, Cd Universitaria, Morelia, Mich. 2 Departamento de Biotecnología y Bioquímica CINVESTAV-IPN2 U. Irapuato, Gto. *[email protected] El interés inicial por las alcamidas fue motivado porque varias isobutilamidas olefínicas demostraron tener mayor actividad insecticida que las piretrinas.1 También presentan actividades contra bacterias, hongos y anti-inflamatoria. Acmella radicans, contiene alcamidas no solamente en las raíces, sino en el tejido verde, así como en las cabezuelas florales. Las rutas de los metabolitos secundarios son activadas durante etapas particulares de crecimiento y desarrolladas por factores ambientales o durante periodos de estrés causadas por la limitación nutricional o como respuesta a una herida o a un ataque por patógenos. El presente trabajo consintió en establecer el patrón de síntesis de las alcamidas desde la germinación de la planta Acmella radicans hasta la floración y ver si existen una etapa del desarrollo donde se incremente los niveles de las alcamidas. Lo que nos permitira entender el posible papel de las alcamidas como promotoras del crecimiento. La cuantificación se hizo por CG/MS.2 La síntesis de N-isobutil-2E,6Z,8E-decatrienamida (afinina) inicia desde el momento de la germinación. La N-(-2-metilbutil)-2E,6Z,8Edecatrienamida, inicia hasta la tercer semana de germinación. Y la N-(2-feniletil)-2E,4Zoctadienamida, la N-(2-feniletil)-nona-2E-ene-6,8-diinamida, la N-(2-metilbutil)2E,4Z,8EZ,10E-dodecatrienamida y la 3-fenil-N-(2-feniletil)-2-propenamida, su síntesis se dan en la quinta semana. Encontramos una alcamida que se presentan desde el momento de la germinación y que cuando la planta pasa de 3 a 4 meses los niveles de ciertas alcamidas disminuyen para incrementarse otras. Con relación a las cabezuelas florales se encontró que la alcamida mayoritaria es la 3-fenil-N-(2-feniletil)-2-propenamida, seguida por la N-isobutil-2E,6Z,8E-decatrienamida (afinina) y la N-(2-feniletil)-2E,4Z-octadienamida es la que se encuentra en menor concentración. Referenze: 1. Ramirez-Chávez, E., López-Bucio, J., Herrera-Estrella L, and Molina-Torres J. (2004) Alkamides Isolated from Plants Promoted Growth and Alter Root Development in Arabidopsis 2. Rios-Chavez, P., Ramírez-Chavez, E., Armenta-Salinas, C., and Molina-Torres, J. (2003) Acmella radicans var. radicans: in vitro culture establishment and alkamide content. In Vitro Cell. Dev. Biol. –Plant 39, 37-41 P116 CONTRIBUCIÓN AL ESTUDIO FITOQUÍMICO DE LA FLORA DE LA CUENCA DEL LAGO POOPO G. Almanza,1 Y. Flores,1 P. Mollinedo,1 L. Morales,1* J. L. Vila,1 G. Rodrigo,2 O. Sterner3 1 Instituto de Investigaciones Químicas, Universidad Mayor de San Andres 2 Instituto de Biología molecular y Biotecnología, UMSA 3 Departamento de Química Orgánica, Universidad de Lund *[email protected] 1. Resumen El presente proyecto es parte de un programa de investigación multidisciplinaria, sustentada por la cooperación Sueca ASDI SAREC. El objetivo general es desarrollar conocimiento de los productos naturales de la Cuenca del Lago Poopó. Principalmente para un uso sostenible de los recursos naturales. Se realizaron investigaciones del conocimiento ancestral sobre el uso de plantas medicinales y nutricionales en la región. El Herbario Nacional de Bolivia asiste en la identificación botánica de plantas. Los extractos vegetales son analizados para determinar compuestos con actividad biológica, específicamente para determinar actividad antiparasitaria, antibacteriana, antioxidante y antigenotóxica. Basados en los resultados obtenidos, plantas con interés químico, biológico o económico fueron sometidas a estudios posteriores. El trabajo incluye la separación y purificación de los compuestos interesantes y su elucidación estructural. Los estudios químicos y los ensayos antioxidantes son realizados en el IIQ y los de genotoxicidad en el IBMB (Instituto de Biología Molecular y Biotecnología). 2. Introducción El área de estudio, cuenca del lago Poopó y Desaguadero, es una de las áreas más postergadas del país presentando elevados índices de pobreza, salud y condiciones medioambientales extremas. El clima es frío, con una temperatura promedio anual del orden de los 10ºC. Las precipitaciones pluviales se producen de Noviembre a Febrero, las mismas que llegan a los 250 mm/año. La zona se caracteriza por heladas y sequías permanentes, sus suelos son esencialmente salinos y su vegetación es característica de sistemas áridos. La vegetación del lugar está sometida a un alto estrés medio ambiental, pues debe sufrir adaptaciones al clima frío, suelo salino, grandes variaciones de temperatura en un mismo día (Ej: De –5ºC a las 4:00 a.m a 18 ºC a las 12:00 a.m.) y elevada radiación UV por la altura en que se encuentran. Como consecuencia de estos factores las plantas existentes deben poseer fuertes mecanismos de defensa (físicos, bioquímicos o químicos) contra el medio ambiente, dando como resultado una biodiversidad vegetal muy particular. Así, físicamente las especies se caracterizan por ser arbustos pequeños o plantas rastreras, en su mayoría muy espinosas y de hojas diminutas, además se observan pajonales ampliamente distribuidos. Químicamente las plantas parecen generar una gran variedad de compuestos, uno de los tipos de nuestro interés son los agentes fotoprotectores y antioxidantes que se generan como mecanismo de defensa contra la fuerte irradiación UV, los agentes antioxidantes pueden ser atrapadores de radicales libres que podrían tener además una actividad antigenotóxica e inclusive antitumoral. Por esto, se estandarizó técnicas de determinación de la capacidad antioxidante en el LPN/IIQ (TBARS; ABTS; DPPH, β-caroteno, TEAC) y se estableció la colaboración con la UVAT/IBMB, quienes tienen estandarizadas técnicas para la determinación de la actividad genotóxica/antigenotóxica en extractos vegetales (SMART y AMES). Desde el punto de vista químico, de plantas seleccionadas se realizaron estudios fitoquímicos profundos hasta llegar al aislamiento y elucidación estructural de compuestos, los cuales fueron sometidos a estudios biológicos dando algunos resultados interesantes, por lo que se pretende seguir con el estudio de los mismos tanto a nivel químico como biológico. 3. Resultados Estudiamos 35 plantas obteniendo 69 extractos (etéreos y etanólicos) los cuales fueron sometidos a un estudio fitoquímico y farmacológico preliminar, el último basado principalmente en pruebas de actividad antioxidante para determinar atrapadores de radicales libres. Basados en estos resultados seleccionamos 19 especies para estudios químicos y biológicos profundis P117 THE DISTRIBUTION OF PROLINE DERIVATIVES IN SELECTED PLANT FAMILIES OF ANGIOSPERMS. M. Adrian-Romero,1* G. Blunden,2 A. V. Patel,2 N. Armstrong,2 A. Cegarra.3 1 Faculty of Pharmacy and Biomedical Sciences, University of Los Andes, Mérida ZP-5101-A, 2 Venezuela. School of Pharmacy and Biomedical Sciences, University of Portsmouth, St. Michael’s Building, White Swan Road, Portsmouth PO1 2DZ, UK. 3Faculty of Forestry and Environmental Sciences, University of Los Andes, Mérida ZP-5101-A, Venezuela. *[email protected] Various studies suggested that, in Melaleuca species, the levels of trans-4-hydroxy-Nmethylproline were important in determining the drought and/or salinity resistance of the species. They reported high contents of this compound (in excess of 1%, dry weight) in both M. lanceolata and M. uncinata1. Blunden et al. also found high levels of N-methylprolines in 2 many of the species investigated by them . Trans-4-hydroxy-N-methylproline has been isolated from a limited number of plant species It is not known how widespread is the distribution of N-methylprolines in the families in which these compounds have been reported3. As a result, we have studied species representing several genera in these families to determine whether the presence of these compounds is a feature of the family, of a genus or of individual species. Aqueous methanolic extracts of each of the investigated species, after partial purification by passage through a column of ion-exchange resin, were examined for trans-4-hydroxy-N-methylproline, N-methylproline and betaines by TLC and 1H NMR spectroscopy. In several of the extracts, TLC detected neither N-methylprolines nor betaines, although their presence was indicated by the 1H NMR spectra. The extracts were fractionated by preparative TLC and the bands corresponding to the compounds indicated by the 1H NMR spectrum were removed, dried and the compounds eluted and examined by 1 TLC, H NMR spectroscopy and, when possible, by FAB MS. Quantitative estimation of each compound was made from the semi-purified extracts using a 1H NMR spectroscopic assay procedure. N-methylprolines were detected in all fourteen species of Rhamnaceae tested, representing eleven genera and it is probable that these compounds are a chemotaxonomic feature of the family. Various species in different genera of other families previously reported to contain Nmethylprolines were examined for their presence, but these were found as constituents of only a limited number of the tested species, although they were a feature of particular genera, for example Annona, Berberis, Phoradendron, Laurus and Trichilia. In most of the species found to contain N-methylprolines, their content was high, the yield from the majority of species being in excess of 0.5 % of the dry weight. 1. Jones, G.P.; Naidu, B.P.; Paleg, L.G.; Tiekink, E.R.T.; Snow, M.R. Phytochemistry, 1987, 26, 3343-3344. 2. Blunden, G.; Patel, A.; Adrián-Romero, Maricela; Meléndez, P.“ Biochemical Systematic and Ecology, 2004, 32, 1153-1158. 3. Blunden, G., Patel, A., Adrián-Romero, Maricela, Meléndez, P. Biochemical Systematic and Ecology, 2005, 33, 904-920. P118 ESTANDARIZACIÓN DE UN EXTRACTO BIOACTIVO DE UGNI MOLINAE N. Peredo, C. Delporte, A. Saavedra,* V. Inostroza, C. Aguirre, X. Silva, N. Backhouse, S. Erazo, H. Miranda, R. Negrete. Departamento de Química Farmacológica y Toxicológica, Facultad de Ciencias Químicas y Farmacéuticas, Universidad de Chile. * [email protected] Ugni molinae Turcz., nombre vulgar: murtilla (Myrtaceae), es una especie nativa chilena conocida fundamentalmente por sus frutos comestibles con los cuales se preparan dulces y licores artesanales. La medicina popular le atribuye propiedades aromáticas, estimulantes y astringentes. En la actualidad la murtilla ha cobrado gran interés en el área cosmética, existiendo diversas formulaciones para el tratamiento facial a base de extractos obtenidos a partir de sus hojas. Dicha actividad sería atribuible a la presencia de compuestos polifenólicos, terpenos y taninos presentes en las hojas de esta especie. Desde hojas secas y trituradas de Ugni molinae Turcz., se ha realizado una extracción con solvente acetato de etilo, extracto en el cual se encuentran las moléculas responsables de su actividad antiinflamatoria y analgésica. Se ha realizado una identificación y cuantificación del ácido asiático y del ácido corosólico presente en este extracto a través de HPLC. Éste mostró como resultado que la cantidad de ácido asiático es de 5,03% y la cantidad de ácido corosólico es de 10,2% en este extracto. Anteriormente en un extracto de las mismas características se hizo un estudio in vivo de las actividades analgésicas y antiinflamatorias. El estudio analgésico se evaluó mediante el estudio de inyección de formalina en cola, el estudio de las contorsiones abdominales y el estudio de latigazo de cola. La actividad antiinflamatoria vía oral fue evaluada mediante el método del edema plantar inducido por λ-carragenano. Como resultado se demostró la actividad analgésica del extracto acetato de etilo, tanto por vía sistémica como tópica. Además este extracto presentó actividad antimicrobiana frente a las cepa M. flavus. Agradecimientos: proyecto DI, Universidad de Chile Nº MULT 04/22-2 y al Instituto de Salud Pública de Chile (ISP) por los animales de experimentación P119 CHARACTERIZATION OF HUMIC AND FULVIC ACIDS BY MEANS OF VIBRATIONAL SPECTROSCOPY. IMPORTANCE OF HUMIC AND FULVIC ACIDS IN CANCER MEDICAL TREATMENT A. O. Izolani,* J. E. L. Maddock,** C. Téllez S.,*** J. M. Ramos, J. De Oliveira**** Universidade Severino Sombra (Uss) Universidade Federal Fluminense (Uff) * [email protected]; [email protected]; *[email protected]; ***[email protected]; ****[email protected] Samples of humic and fulvic acids were collected in the peats of Saquarema, Maricá, Praia Seca and Silva Jardim localities of the Rio de Janeiro – State – Brazil. After chemical treatment for separation and purification according tested chemical proceedings of the collected material, the C, H, N. O, S analysis was carried out for each sample with the purpose to determining the percentage of these elements in the chemical composition. The next stage had the purpose of determining which characteristic bonds and functional groups are present in the whole structure of the humic and fulvic acids. With these results in hands, the vibrational structure determination was carried out by means of the Fourier- Transform infrared spectroscopy and by means of the Fourier Transform Raman spectroscopy, using the Perkin-Elmer FT-IR 2000 spectrophotometer having as samples mixtures of humic and fulvic acids with KBr, and the FT – Raman 180 Nicolet spectrophotometer. For the FTRaman measurements it was not necessary sample preparation because it is a non destructive technique. For determining the overlapped bands in the region of the C-H stretching, C=N and C=O stretching, the second derivative of the spectra in the region of 1800 – 1650 cm-1 was obtained. With the position of the overlapped band indicated by the second derivative spectra, we were able to carry out the deconvolution band analysis. The results shows that the number of bands assigned to the different carbonyl groups agree well with the number of carbonyl groups of humic acids proposed by Stevenson et al. The importance of fulvic acids in cancer deseases it is also reviewed. P120 SÍNTESIS DE UN ANÁLOGO HIPOGLUCEMIANTE OBTENIDO DE CITRULLUS VULGARIS. R. Herrera-Bucio,* P. López Albarrá, G. Morán López,** J. Tamariz-Mascarúa.*** Universidad Michoacana de San Nicólas de Hidalgo y Instituto Politécnico Nacional * [email protected]; **[email protected]; ***[email protected] En estudios previos sobre Citrullus vulgaris reportados en la literatura1 describen el aislamiento y caracterización de varias alaninas heterocíclicas beta-sustituidas; algunas de ellas presentan actividad fisiológica importante como hipoglucemiantes y otras suelen ser 1 tóxicas para el ser humano. Algunos de estos compuestos se han lo grado sintetizar empleando la reacción de Michael2 con buenos rendimientos. La versatilidad de dicha reacción ha permitido la obtención de compuestos beta-sustituidos mediante la adición de nucleólfilos a carbonilos alfa-beta-insaturados. De particular interés son las olefinas 3 captodativas cuyos sustituyentes (electroatractor/electrodonador) son gemninales y se han preparado a partir de dicetonas vecinales con cloruros de ácido. En el presente trabajo se reporta la síntesis de un análogo de la beta-(pirazo-1-il)-alanina a partir de la adición-1,4 del 4 pirazol (1) a la olefína captodativa (2) bajo condiciones estándar de reacción. El producto beta-sustituido (3), fue un líquido incoloro y se cromatografió a través de gel de sílice eluyendo con hexano-AcOEt (90:10). El residuo obtenido se caracterizó por resonancia magnética nuclear de protón y carbono-13. La asignación total se realizó con la ayuda de los experimentos COSY y HETCOR. El NOESY fue determinante para elucidar la conformación de (3). El estudio conformacional se complementó con cálculos computacionales a nivel Hartree Fock y el funcional B3LYP empleando el conjunto de funciones de base 6-31G(d,p). Los resultados teóricos concordaron con los observados experimentalmente para el confórmero predominante. Bibliografía. 1. Ikegami F, Murakoshi I. Phytochemistry, 1994; 5,1089. 2. (a) Ferreira P. M. T, Maia H. L. S, Monteiro L.S. Tetreahedron Lett, 1999, 40, 4099. (b) Viso A, Fernández de la Pradilla R, García A, Flores A. Chem. Rev. 2005, 105, 3167. 3. (a) Tamariz J. Vogel, P. Helv. Chem. Acta 1988, 64, 188. (b) Herrera-Bucio R. Tamariz J. Eur. J. Org. Chem. 2001, 4657. 4. Herrera-Bucio R. Tamariz J. ARKIVOC 2005(VI) 233. P121 SÍNTESIS DE NUEVOS COMPLEJOS QUIRALES α-DIIMINA-PD(II) CON ACTIVIDAD ANTICANCERÍGENA POTENCIAL. G. Hernández,* S. Cruz, A. Tovar, R. Portillo, R. Gutiérrez Pérez.** Lab. Síntesis de Complejos, Universidad Autónoma de Puebla, P.O. Box 1067, C.P. 72001, Puebla, Pue., México. *[email protected]; ** [email protected] Se reporta la síntesis de nuevos complejos quirales de tipo dihalo-paladio(II) (2a, b). La estructura cristalina del complejo 2a se confirmó plenamente por estudios de difracción de rayos X. Estudios preliminares de tales complejos muestran actividad anticancerígena selectiva en las líneas celulares U251 (sistema nervioso central), PC-3 (próstata); K562 (leucemia), HCT-15 (colon) y MCF-7 (mama). Esquema 1. Complejos sintetizados. R Fig.1. Estructura cristalina del complejo 2a. R CH3 H H3C CH3 H H3C N Pd (II) Pd N H H H CH3 R Cl N N Cl H CH3 R 1a, b 2a, b R = H (a), CH3 (b) Referencias 1. P.-H. Leung, Ch. Lim Tetrahedron Asymmetry 1997, 8, 2045. 2. R. Gutiérrez, R.A. Vázquez, T. Ramírez, M. Martínez Pat. Appl. México, PA/a/2002000613. 3. T. Osa, Chem. Pharm. Bull 1986, 34, 3563. P122 ESTUDIO QUÍMICO Y ACTIVIDAD BIOLÓGICA DEL ACEITE ESENCIAL DE LAS HOJAS Y RAÍCES DE ESPELETIOPSIS ANGUSTIFOLIA CUATREC. (ASTERACEAE) G. Meccia,1* L.B. Rojas,1 J.Velasco,2 T. Díaz,2 Z. Zabala,1 J. Sánchez,1 J. Buitrago,1 A. 1 Méndez. 1 Instituto de Investigaciones, 2Departamento de Microbiología y Parasitología, Facultad de Farmacia y Bioanálisis,Universidad de Los Andes, Mérida- Venezuela * [email protected] Los frailejones, representantes típicos de los páramos andinos, son plantas que presentan un crecimiento característico en forma de roseta. Pertenecen a la sub-tribu Espeletiinae (Asteraceae) e incluyen especies distribuidas en Colombia, Venezuela y el norte de Ecuador. La especie Espeletiopsis angustifolia es una planta que hasta el presente no ha sido reportada, debido a que este nuevo género fue separado del género Espeletia por Cuatrecasas en 1976 y hay muy pocos estudios realizados sobre él. Se analizó la composición química del aceite esencial obtenido de las hojas y las raíces de esta especie y se determinó la actividad antibacteriana contra bacterias grampositivas y gramnegativas por el método de difusión en agar con discos. E. angustifolia fue recolectada en San José de Acequias (Pueblos del Sur), Estado Mérida, a 2800 metros de altura. 900 g de hojas frescas y 800 g de raíces fueron sometidas a extracción por arrastre con vapor de agua, durante 3 horas, obteniéndose 1,7 ml (0,18%) de aceite de las hojas y 2 ml (0,25%) de las raíces. Los aceites fueron analizados por Cromatografía de Gases acoplada a Espectrometría de Masas (CG-EM) y los Indices de Kováts se determinaron por Cromatografía de Gases (CG). Se lograron identificar 37 componentes, los cuales representan el 80,49% del total del aceite. Los componentes mayoritarios identificados en las hojas fueron: α-pineno (20,48%), β-cariofileno (14,98%), α-gurjuneno (13,27%), 19-oxoent-kaur-16-eno (8,13%) y β-pineno (6,35%), mientras que en las raíces los más abundantes fueron: α-pineno (27,88%), β-pineno (10,85%), β-cariofileno (10,20%) y biciclogermacreno (8,54%). Ambos aceites mostraron actividad contra Staphylococcus aureus ATCC 25923 a una concentración inhibitoria mínima (CIM) de 1000 μg/ml y contra Enterococcus faecalis ATCC 29212 a una CIM de 360 y 240 μg/ml de hojas y raíces, respectivamente. P123 COMPOSICION Y ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA DEL ACEITE ESENCIAL DE PSEUDOGNAPHALIUM CAERULEOCANUM (STEYERMARK) A. ANDERBERG J. Fernández, D. Buitrago,* J. Velasco1, L. Rojas, A. Morales 1 Instituto de Investigaciones. Departamento de Microbiología y Parasitología. Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida –Venezuela. Apartado Postal 5101. * [email protected] El género Pseudognaphalium., pertenece a la familia Asteraceae, tribu Gnaphalieae. En Venezuela se han localizado siete especies, algunas de ellas utilizadas en medicina popular por sus propiedades antisépticas y en el tratamiento de desórdenes gastrointestinales. Debido a la importancia que tiene este género, se decidió estudiar la composición química del aceite esencial de Pseudognaphalium caeruleocanum (Steyermark) A. Anderberg, además de determinar su actividad antibacteriana. El material vegetal se recolectó en la vía Páramo de Piñango, Edo. Mérida-Venezuela y sus partes aéreas fueron sometidas a hidrodestilación, utilizando la Trampa de Clevenger. La separación de los componentes se realizó en un cromatógrafo de gases Hewlett Packard HP 6890 acoplado a un detector de masa Hewlett Packard modelo 5973 equipado con una columna HP-5MS de 30m × 0.25mm y su identificación se realizó mediante comparación computarizada con una librería Wiley MS Data, además se efectuó el cálculo de los Indices de Kovats. El aceite esencial obtenido presentó un color amarillo y un rendimiento de 0,132 %, identificándose como componentes mayoritarios los monoterpenos δ-3-careno (20,09%), trans-β-ocimeno (14,20%), 2-β-pineno (10,28%) y los sesquiterpenos (-)-α-gurjuneno (7,71%) y nerodilol (4,25 %). La evaluación de la actividad antibacteriana de dicho aceite se ensayó frente a Staphylococcus aureus (ATCC 25923), Enterococcus faecalis (ATCC 29212), Escherichia coli (ATCC 25992), Pseudomonas aeruginosa (ATCC 27853) y Klebsiella pneumoniae (ATCC 23357), mediante el método de difusión en agar con discos, observándose inhibición del desarrollo de S. aureus y E. faecalis, con una concentración inhibitoria mínima (CIM) de 80 y 120 µg/ml, respectivamente. P124 ANÁLISIS DEL ACEITE ESENCIAL DE HYPERICUM CARACASANUM WILLD. S.L. V. Rivero, L. B. Rojas,* A. Usubillaga. Instituto de Investigaciones de la Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida-Venezuela. *[email protected] El Hypericum caracasanum, conocido vulgarmente como Huesito de Caracas, es una planta perteneciente a la familia Guttiferae. Esta familia comprende mas 50 géneros y 1200 especies. De algunas especies de este género se han aislado: aceite esencial, polifenoles (ácido caféico y clorogénico), flavonoides (hiperósido), taninos y pigmentos. A los Hypericum se les han determinado propiedades antiespasmódicas, sedantes y antidepresivas. En el presente trabajo se analizó el aceite esencial del Hypericum caracasanum, especie que crece en Mérida. La extracción se realizó por arrastre con vapor de agua empleando la trampa de Clevenger y la identificación de los componentes por GCMS, empleando un equipo Hewlett Packard 5973 GC/MS a 70 eV, equipado con un inyector automático, utilizando una columna capilar HP-5MS (30 m, 0,25 mm, 0,25 µm). Se empleó una temperatura inicial de 60 ºC (1 min) y luego se calentó a razón de 4 °C/min hasta 260 ºC (20 min). Se inyectó una muestra de 1,0 mL de una solución al 2 % del aceite esencial en n-heptane con reparto de 100:1. Se utilizó una temperatura de inyección de 200 ºC. Los espectros obtenidos fueron comparados con la Librería Wiley (6ta Edición). Se determinaron los índices de Kováts, analizando conjuntamente la muestra con una mezcla de n-alcanos. Los componentes mayoritarios fueron nonane (41,02 %), α-humuleno (17,9 %), trans-cariofileno (14,1 %) y trans-β-farnecene.(7,7 %). P125 INHIBICION DEL CRECIMIENTO DE LOS FUSARIUM PROLIFERATUM Y FUSARIUM MONILIFORME CON BACTERIAS LACTICAS SELECCIONADAS Y. E. Cordero de Rojas,1 A. Deschamps,2 F. Caubet.2 1 2 Universidad de Los Andes, Mérida-Venezuela. Unité Sécurité Microbiologique des Aliments (USMA) ISTAB. Universite de Bordeaux 1. Francia. *[email protected] Los hongos que crecen en los alimentos son conocidos y utilizados desde la antigüedad por el hombre para su propio beneficio. Sin embargo, el estudio de estos como agentes tóxicos no se inicio hasta los años 60, como consecuencia de una intoxicación masiva que provocó la muerte de 100.000 pavos y que se encontró asociada a una contaminación por hongos. Ciertas especies fúngicas son capaces de producir unos metabolitos secundarios con carácter tóxico llamadas micotoxinas y que crecen en los granos de cereales, leguminosas y en alimentos que se han formulado en base de los mismos. La mayoría de estas toxinas son moléculas relativamente pequeñas con una gran variedad de estructuras químicas. Unas de las primeras aisladas fueron las aflotoxinas y mas recientemente (1988) las fumonisinas producidas por hongos del genero Fusarium. Estas últimas son contaminantes naturales del maíz y los alimentos derivados de estos, además de ser consideradas como promotoras del cáncer, son muy estables y resistentes al calor, desarrollándose sobre la planta viva y continúan sobreviviendo en el vegetal muerto; por consecuencia la toxina queda presente en el grano y no es posible de extraerla para así llegar el producto entero limpio a la consumación. Una posible solución seria el tratar al maíz antes de la aparición del hongo. En nuestro estudio unas 50 cepas de Bacilos y bacterias lácticas fueron testadas contra hongos del genero Fusarium, por medio de la medición del halo de inhibición, empleando las técnicas de pozo y de estrías simples y doble capa, encontrándose unas 7 cepas activas, entre ellas Bacillus subtilis, Pediococcus pentosaceus, Lactococcus lactis, Lactobacillus rhamnosus, L. paracasei y L. farciminis. P126 ESTUDIO FITOQUÍMICO DE LA CARRAMBOA PITTIERI (CUATREC.) CUATREC. (ASTERACEAE) ESPECIE ENDÉMICA DE LOS ANDES VENEZOLANOS. L. B. Rojas,1* L. Raharisoa,1 R. Gutiérrez,1 A. Usubillaga,1 G. Morillo.2 1 Instituto de Investigaciones, Facultad de Farmacia y Bioanálisis. 2Facultad de Ciencias Forestales y Ambientales. Universidad de Los Andes. Mérida-Venezuela. * [email protected] El género Carramboa (familia Asteraceae), perteneciente antiguamente a las Espeletias, fue creado por Cuatrecasas y comprende 7 especies, dentro de las cuales se encuentra la Carramboa pittieri Cuatrec. (Cuatrec.), endémica de los paramos andinos y perteneciente a la sub-tribu Espeletiinae. Los usos tradicionales de esta especie son los mismos atribuidos al género Espeletia. A nivel popular la decocción de las hojas y cataplasmas son utilizadas contra el asma y las afecciones pulmonares, debido a sus propiedades sudoríficas, antibronquiales y antigripales. En el presente trabajo se realiza el estudio fitoquímico de la C. pittieri. El trabajo consistió en aislar los componentes volátiles de las hojas frescas, por arrastre con vapor de agua, e identificarlos por GC-MS, empleando un equipo Hewlett Packard 5973 GC/MS a 70 eV, equipado con un inyector automático, utilizando una columna capilar HP-5MS (30 m, 0,25 mm, 0,25 µm). Se empleó una temperatura inicial de 60 ºC (1 min) y luego se calentó a razón de 3 °C/min hasta 260 ºC (20 min). Se inyectó una muestra de 1,0 mL de una solución al 2% del aceite esencial en n-heptane con reparto de 100:1. Se utilizó una temperatura de inyección de 200 ºC. La identificación de los componentes del aceite se realizó mediante comparación computerizada de los espectros obtenidos con los espectros de una Librería Wiley (6ta Edición). Se determinaron los índices de Kováts analizando conjuntamente la muestra con una mezcla de n-alcanos. También se logró identificar a partir del extracto de acetato de etilo de hojas secas y siguiendo una marcha acido-base, los siguientes compuestos: el ácido kaurénico, ácido grandiflorénico y kaurenal, estos detectados por GC-MS y el ácido 16α,17-dihidroxi-ent1 13 kauran-19-oico identificado NMR- H y NMR- C, este último aislado por primera vez en esta sub-tribu Espeletiinae. Del análisis de los componentes volátiles se identifico como componentes mayoritarios: β-cariofileno (6.12%), germacreno D (28.85 %) y 19-oxo-entkaur-16-ene (15.10 %). P127 ESTUDO QUÍMICO E FARMACOLÓGICO DA FRAÇÃO BUTANÓLICA DO EXTRATO DE CECROPIA (MORACEAE): UMA PLANTA COM POTENCIAL ANTICOAGULANTE A.P. Almeida,1* D. S. A. Chaves,4 J. E. de Souza,2 J.P. Navarro,2 M. Assafim,3 M.F. P. Corrêa,3 R. B. Zingali,3 S. S. Costa.4 1 Laboratório de Estudo Químico e Farmacológico de Produtos Naturais (LAEQUIFAR – USS) Universidade Severino Sombra; 2 Aluna de iniciação científica (LAEQUIFAR – USS) 3 Instituto de Bioquímica Médica - Universidade Federal do Rio de Janeiro; 4Núcleo de Pesquisas de Produtos Naturais - Universidade Federal do Rio de Janeiro; *[email protected] Espécies do gênero Cecropia ocorrem nas Américas do Sul e Central (1). C. pachystachya e C. glaziovii são utilizadas popularmente no combate a inflamações e como diurético (2). A espécie C. pachystachya é consumida por cervídeos na região do Pantanal (3). Os flavonóides orientina, isorientina e isovitexina (4) já foram detectados no gênero. Nossos objetivos consistem em estudar a composição química do extrato etanólico das folhas de Cecropia sp., bem como avaliar o potencial anticoagulante das frações. As folhas secas de Cecropia sp. foram maceradas com etanol (12 %, p/v). A fração hidrossolúvel do extrato foi particionada com acetato de etila (FA) e butanol (FBa), sucessivamente. A purificação de FBa (coluna de gel Sephadex LH-20; etanol/água 70 %) conduziu à obtenção de quatro 1 13 conjuntos de frações. O conjunto FBa4 foi enviado para RMN ( H e C; DMSO-d6) e seus dados comparados à literatura (4,5). Ensaios de coagulação in vitro (APTT e PT) foram realizados em plasma pobre em plaquetas, a partir de sangue humano coletado em citrato de sódio (3,8 %). A fração em acetato de etila (FA) apresentou excelente atividade anticoagulante (100 % de inibição), seguida de FBa (70 % de inibição), ambas na concentração 2,6 mg/mL. A fração FBa4 apresentou uma substância de Rf = 0,54 (ccd em 1 13 sílica; BAW 8:1:1). Os sinais verificados nos espectros de RMN H e C de FBa4 são compatíveis (5) com a flavona luteolina-6-C-β-glicosídeo (isorientina). Resultados preliminares indicam que FA e FBa, proveniente do macerado de Cecropia sp. interferem na coagulação in vitro, e que o flavonóide isorientina está contido na fração butanólica (FBa). P128 ATIVIDADE ANALGÉSICA DE EXTRATOS VEGETAIS DE PLANTAS COLETADAS NA MATA ATLÂNTICA DA REGIÃO CENTRO-SUL FLUMINENSE DO ESTADO DO RIO DE JANEIRO A. P. de Almeida,1 R. Neto,2 N. Paulino,3 D. Monteiro da Silva Rodrigues,4 S. Soares Costa,5 6 A. Pires Dantas. 1 Laboratório de Estudo Químico e Farmacológico de Produtos Naturais (LAEQUIFAR) Universidade Severino Sombra (USS) 2 Aluno do Curso de Biomedicina da USS; 3Laboratório de Farmacologia da Universidade do Sul de Santa Catarina (UNISUL); 4Aluna de iniciação científica (LAEQUIFAR – USS); 5 Núcleo de Pesquisas de Produtos Naturais - Universidade Federal do Rio de Janeiro; 6 Professora/Pesquisadora do Curso de Biomedicina da USS [email protected] Fontes vegetais constituem a base para os sistemas de medicina tradicional desenvolvidos em países como China e Índia. Atualmente, pelo menos 119 substâncias químicas, derivadas de 90 espécies de plantas, podem ser consideradas como fármacos importantes 1-4 . Neste estudo foi investigado o potencial efeito anti-hiperalgésico de três (03) extratos vegetais brutos, de espécies que se desenvolvem na Mata Atlântica da região centro-sul fluminense do Estado do Rio de Janeiro: Bromelia sp (B.p), Cecropia catharinensis (C.c.) e Caesalpinia pluviosa var. peltophoroides (C.p.). Os extratos de C.c. e B.p. foram preparados através da técnica da maceração exaustiva em etanol, e o extrato de C.p. trata-se de um decocto. Os extratos secos foram ressuspensos em água e utilizados em camundongos machos tratados com a faixa de 0,8 a 1,0 mg/kg [via intraperitoneal (ip)], 15 minutos antes da injeção de ácido acético (i.p.), para a contagem do número de contorções abdominais5. A indometacina foi utilizada como controle positivo (10mg/kg, i.p.) e a salina como controle negativo. A Bromélia sp (B.p) apresentou inibição significativa no número de constrições abdominais induzidas pelo ácido acético em camundongos, com valor de ID50 = 0,8 mg/kg e inibição máxima (IM) de 74 %. A C. catharinensis (C.c.) apresentou ID50 = 0,9 mg/Kg e IM de 81 % e a C. pluviosa (C.p.) mostrou ID50 = 1,0 mg/Kg com IM de 76 %. Vale ressaltar, que os resultados obtidos neste estudo são inéditos, e que os extratos estão sendo produzidos em larga escala, a fim de que seja iniciado um estudo bioguiado, o qual conduza ao isolamento e caracterização química do(s) princípio(os) ativo(s) responsável(eis) pela ação analgésica verificada a partir dos extratos brutos. P129 EFEITO TÓXICO DO EXTRATO AQUOSO DE CAESALPINIA PLUVIOSA VAR. PELTOPHOROIDES SOBRE ONCOPELTUS FASCIATUS DALLAS (HEMIPTERA: LYGAEIDAE) M. Maleck de Oliveira Cabral,1, 2 D. Castilho Barbosa,1 M. Alves de Aguiar,3 A. Fernandes 3 4 5 Isolani, S. Soares Costa. A.P. de Almeida. 1 Centro de Ciências Exatas, Tecnológicas e da Natureza/CECETEN e Unidade de Apoio ao Ensino, Pesquisa e Extensão Prof. Antonio O. Izolani, Campus Experimental da Universidade Severino Sombra, Av. Expedicionário Oswaldo de Almeida Ramos, 280, CEP 27700-000. Vassouras, RJ. 2Laboratório de Diptera, Departamento de Entomologia, IOC/FIOCRUZ, Av. Brasil 4365, Manguinhos, CEP 23851-970 Rio de Janeiro, RJ. 3Aluno de 4 Iniciação Científica – LAEQUIFAR /USS. LPN-Bio, Núcleo de Pesquisas de Produtos Naturais, Universidade Federal do Rio de Janeiro. 5Laboratório de Estudo Químico e Farmacológico de Produtos Naturais (LAEQUIFAR)/Universidade Severino Sombra, Av. Expedicionário Oswaldo de Almeida Ramos, 280, CEP 27700-000; Vassouras, RJ [email protected] O gênero Caesalpinia é utilizado para fins ornamentais1. O extrato de C. peltophoroides 2 3 apresentou ação moluscicida e antibacteriana . Algumas espécies apresentaram ação 5-8, 11 analgésica e/ou antiinflamatória . Derivados fenólicos foram detectados e isolados em 4,6,9,10 . Utilizando o inseto fitófago Oncopeltus fasciatus (Hemiptera: espécies do gênero Lygaeidae) avaliou-se a atividade de extratos vegetais no controle de pragas agrícolas. Neste estudo utilizou-se o extrato aquoso de folhas de Caesalpinia pluviosa var. peltophoroides (CPA), com a finalidade de estudar a fisiologia e desenvolvimento de hemípteros fitófagos. Os bioensaios foram realizados com os insetos da colônia estabelecida no Campus experimental da USS utilizando o tratamento por uso tópico em ninfas de 4º e 5º estádio de O. fasciatus. O extrato foi dissolvido em água e aplicado nas concentrações de 1 μg – 400 μg/μL na parte ventral do abdômen dos insetos. Após os tratamentos, os insetos foram mantidos a 28 ºC (dieta normal; sementes de girassol e água), e observados durante 35 dias, quanto ao desenvolvimento e a mortalidade. CPA apresentou uma mortalidade de 75 % em ninfas de 4º estádio (p<0,001) na concentração de 400 μg/μL. As ninfas de 5º estádio tratadas previamente no 4º estádio apresentaram uma mortalidade de 30 %, atraso de 7 dias no período de desenvolvimento e muda, inibição da ecdise em 14 % e 33 % dos adultos que sofreram metamorfose e deformação morfológica de asas. Os dados foram analisados por Test t’ Student. O efeito tóxico de CPA em O. fasciatus foi significativo, e apresentou-se similar aos estudos realizados com extratos de Eremanthus erythropappus (Asteraceae) e Melia azedarach (Meliaceae) em O. 12 fasciatus . Estes resultados são inéditos e mostram o efeito tóxico sobre as ninfas do hemiptera fitófago, e principalmente metamorfose longa e incompleta, indicando a interferência sobre o sistema endócrino destes insetos, possibilitando o controle da população de hemiptera fitófago. P130 ANTIOXIDANT ACTIVITY OF ETHANOL EXTRACT OF PLINIA EDULIS (VELL.) SOBRAL – MYRTACEAE T. Ishikawa,* E.T.M. Kato, S.B.M. Barros, M. Yoshida. Faculdade de Ciências Farmacêuticas da Universidade de São Paulo *[email protected]; [email protected]; [email protected] Plinia edulis (Myrtaceae), popularly known in Brazil as "cambucá", belongs to the medicinal species employed in the treatment of throat affections by the "caiçaras", fishermen of coastal localities. In order to explain the efficacy of this plant drug was developed the study of phytochemical and biological correlations. The hydroethanol extract of leaves showed the occurrence of flavonoids (0.99%) and tannins (31.35%), substances with known pharmacological interest. It was observed significant antioxidant activity at rat brain homogenate lipoperoxidation assay and at the DPPH model: IC50 of 0.21 ug/mL and IC50 of 5.68 ug/mL, respectively. These results represent higher antioxidant activity than alphatocopherol and rutin in the same models: IC50 of 12.1 ug/mL and 9.43 ug/mL, respectively. The polar fractions, yielded by partition of the hydroethanol extract, showed also high antioxidant activity at the DPPH model, with IC50 of 2.50 ug/mL to the ethyl acetate fraction and 2.30 ug/mL to the hydromethanolic fraction. The flavonoids content at the both fractions were 10.72% and 0.08% respectively. These results indicate that the antioxidant activity is mainly due to the flavonoids and suggest the search for isolation and structure elucidation of these compounds. Aknowledgements: CNPq and CAPES for fellowships and financial supports. P131 AGROTECNOLOGIAS DE 200 ESPECIES DE PLANTAS MEDICINALES, AROMATICAS, CONDIMENTOSAS Y FRUTALES ÚTILES EN AMERICA Y EUROPA. R. Arencibia Figueroa, A. Hernández López, T. Otero Silveira. Cuba. Resumen: El Proyecto Gallego Otero, unido a la experiencia en los 16 Proyectos Territoriales ubicados en 13 de las 14 Provincias del País y el Municipio Especial Isla de la Juventud y los 35 de los 169 municipios existentes en Cuba Proyectos en desarrollo del cual fui el Coordinador General durante más de 5 años, tiene como objetivo presentar a través de un Catálogo especializado la recopilación de toda la información científica existente y la introducción de algunos temas novedosos para el desarrollo de las Plantas Medicinales, logrando con ello que se cuente con un importante cúmulo de datos que le permitan en un futuro obtener Normas Agrotecnológicas, el Marketing y Comercialización de unas 200 Plantas Medicinales muy utilizadas en Cuba, América , Europa y Asia, con las cuales existe una gran coincidencia en esta primera edición. Con la finalidad de estimular la producción de las plantas medicinales, se trabajó para obtener una homogeneidad de la cultura agrotecnológica de cada especie, para lograr mayores rendimientos por cada cosecha, tratando de concentrar en las Fincas, sean Provinciales o Municipales, el mayor número de especies para su comercialización, y así preservarlas en su estado natural. Se trazó una estrategia para el rescate de especies con algún grado de amenaza, ya que en Cuba existen alrededor de 97, para lograr su multiplicación y explotación, de forma sostenible. Se desarrolló un método para la combinación de las Micorrizas y el Humus de lombriz, logrando con ello el fortalecimiento de las especies, la resistencia, el aumento del follaje, la supervivencia de las poblaciones sembradas y otros resultados muy interesantes. Se trabaja en la identificación de otro numero de especies para aumentar el estudio obtenido, que hasta hoy es de 200 plantas. Un tema de importancia muy sensible lo fue la Comercialización y el Marketing, el cual ha permitido que muchas fincas ya cuenten con su propia marca, la presentación de las producciones mejora cada día, el mercado se amplia no solo en la red interna sino que existen intentos de exportaciones. Se ha trabajado en la diversificación de las Producciones, así como en buenas prácticas agrícolas de este grupo de especies. P132 ESTUDIO DE LA ETNOMEDICINA A TRAVES DEL LIBRO, “UN CIENTIFICO POPULAR” R. Arencibia Figueroa, A. Hernández Lopez, T. Otero Silveira. Cuba RESUMEN: Este Libro trata a la Vida y Obra del “GALLEGO OTERO”, un hombre de campo, de 78 años de edad, descendiente de españoles – galicia que por más de 60 años ha trabajado la tierra y ha dedicado gran parte de su vida al conocimiento, desarrollo y aplicación de las bondades terapéuticas de las Plantas Medicinales; si autor en más de 300 páginas ha resumido importantes experiencias obtenidas en alrededor de 200 especies por este hombre de la ciencia popular Cubana. INDICE Prólogo; Deuda de gratitud del Autor; Dedicatoria; Historia del Gallego Otero; Mapa de la Finca; Anécdotas del Gallego Fotos; Características morfológicas de las plantas; Recolección y secado de las plantas Como guardar las plantas; Glosario; Componentes y acciones de las plantas; Informaciones útiles ABRE CAMINO Nombre científico: Koanophyllon villosum (Sw.) King & Robins. Breve descripción botánica: Arbusto aromático, de 0,5 – 2 mts. Hojas opuestas, aovadas, dentadas, 3-nervias. Inflorescencias corimbosas, blancas, algo fragantes, dispuestas en panículas. Características de siembra: Época de siembra: agosto-octubre a una distancia de 4 por 4 mts. Formas de comercialización: Plantas secas y verde . Propiedades medicinales conocidas por el Gallego Otero: Catarro y lesiones en la piel. Forma de empleo: Baños y cocimientos. Se toma un manojo de la planta y de deposita en 1 litro de agua, se prepara el cocimiento, si se va a utilizar para baños se deposita en un cubo de agua para enjuagarse al final del baño, si es para el catarro, 1 tacita de café en la medida de cada porción. Parte de la planta a utilizar: Follaje. Porción a utilizar: 2 o 3 veces al día. P133 ACTIVIDAD BIOLÓGICA DE EXTRACTOS DE VERBESINA PERSICIFOLIA D. C. A. N. García-Argáez,1* M. Mejía F.,1** M. Martínez-Vázquez.2*** 1 Departamento de Ecología y Recursos Naturales, Facultad de Ciencias, UNAM, Circuito Exterior, Cd. Universitaria, Coyoacán, 04510, México, D.F. Número telefónico: 56-22-49-05 2 Instituto de Química, Universidad Nacional Autónoma de México, Circuito Exterior, Ciudad Universitaria, Coyoacán, 04510, México, D.F. Número telefónico: 56-22-44-03 *[email protected]; **[email protected]; ***[email protected]; Verbesina persicifolia D. C. es una planta arbustiva de la familia Compositae que habita en climas cálidos y semicálidos, entre los 200 y los 1850m snm. Se conoce popularmente como huichin, taxiwua y tlamacas. Las partes aéreas de esta especie se usan en Puebla, Tlaxcala y Veracruz, México, para curar principalmente padecimientos del hígado, para desinflamar el estómago, y tratar la úlcera estomacal y la diabetes. La decocción de esta planta también se usa en forma externa para tratar los granos de las manos, así como fomento para golpes e inflamación. Las hojas untadas de ruda y de esta especie se usan para contrarrestar el dolor de huesos originado por enfriamiento. Hasta la fecha, el único uso de esta planta que se ha convalidado experimentalmente, mediante estudios farmacológicos, es la diabetes Como parte de nuestros estudios de plantas medicinales de México, en este trabajo informamos la actividad antiinflamatoria, en el modelo de edema en oreja de ratón, inducido por TPA (1), y citotóxica, siguiendo los protocolos establecidos por la NCI sobre líneas celulares de cáncer (U251, PC-3, K562, HCT-15, MCF-7 y Skul-1) (2), de los extractos hexánicos, de acetato de etilo y metanólicos de esta especie. El extracto de acetato de etilo resultó con mayor actividad antiinflamatoria y citotóxica, en los modelos empleados. Por otro lado, del análisis fitoquímico del extracto hexánico se obtuvo en mayor proporción, estigmasterol, sustancia que también presentó actividad citótoxica en las líneas celulares probadas. Bibliografia 1. De Young et al. Agents Actions., 26, 335-341 (1989). 2. A. Monks et al. J Nal Cancer I. 83, 757-766 (1991). P134 VERNONIA PATENS KUNTH (ASTERACEAE), PLANTA CON ACCIÓN DESINFLAMANTE. S. Pérez,1* M.C. Pérez-Amador,1 V. Muñoz,1** F. García Jiménez,2 M.T. Ramírez,2 A. Nieto.2 Facultad de Ciencias. Instituto de Química. Universidad Nacional Autónoma de México. Ciudad Universitaria, C.P. 04510 México, D.F. *[email protected]; **[email protected], *[email protected]; **[email protected] Varias especies del género Vernonia (Asteraceae) son usadas en la medicina tradicional, principalmente en Sudamérica, Centroamérica, México y África. Vernonia patents crece en diferentes regiones de México, se encuentra como arbusto o arbolito hasta 4 m de alto asociado a bosque mesófilo de montaña entre los 400 y los 1850 m snm. Comúnmente es conocida como palo tierra, duraznillo, galpancho, palo aguanoso o vara de San Miguel. El material biológico fue recolectado en la localidad de Nauzontla del estado de Puebla, México. Los antecedentes etnobotánicos indican que posee propiedades medicinales puesto que su uso es muy común entre los pobladores de la Sierra Norte de Puebla, su vía de administración empleada puede ser oral, como agua de tiempo para contrarrestar el dolor de estómago, o tópica, mediante cataplasmas hechas con las hojas de la planta para problemas de granos y hemorragias. Por otro lado, la familia Asteraceae, a la cual pertenece la planta de estudio, presenta como marcador taxonómico poliacetilenos, algunos de ellos tienen propiedades antiinflamatorias. Hasta ahora no se dispone de información química y farmacológica que avale el uso de esta planta con propósitos terapéuticos. Los datos anteriores motivan a realizar un estudio para evaluar sus características fitoquímicas y propiedades medicinales de V. patens. Se extrajeron las hojas y tallos, previamente secos y molidos, mediante maceración protegida de la luz a temperatura ambiente (3 x 24h) con hexano. El disolvente fue eliminado por destilación a presión reducida. Al extracto de hoja y tallo obtenidos se le determinó la presencia de poliacetilenos mediante cromatografía cuantitativa en capa fina y por espectrofotometría UV. Por otra parte se les determinó la actividad antiinflamatoria, mediante la prueba de edema en oreja de ratón (modelo TPA). Los resultados de las pruebas fisicoquímicas, nos muestran la existencia de poliacetilenos en V. patents, siendo mayor su concentración en tallo que en hoja, dato que coincide con la efectividad de la acción desinflamante entre los extractos de tallo y hoja (74.78% y 31.09% inhibición del edema (p ≤ 0.01 respectivamente). Con este estudio se inicia la secuencia para la identificación de estos marcadores químicos característicos de las Asteraceas y que potencialmente pudieran conferir a la especie propiedades medicinales. ELENCO DEI PARTECIPANTI Pérez-Amador M.C. Pérez S. Abad A. Abdo S. Abreu L.M. Acevedo C. Nieto A. Achón Tuñon Adiga F. Adrian-Romero M. Aguirre C. Alarcón M. Albuja A. K. Almanza G. Almeida A.C.A. Almora E. Alonso Díaz S.J. Altamirano H.C. Alvarez A. Alvarez Ramírez M.T. Ramírez M.T. Alves de Aguilar M. Amaral R.R. Amaya Chávez A.A. Andino L. Andreo M. Anesini C. Angelici P. Apablaza C. Aquino R.P. Araque M. del C. Araújo E.L. Araujo L. Arellanas González N.K. Arencibia Figueroa R. Argoti J. Argüello-Mendez G.I. Arichabala P. Armijos C. Armstrong N. P134 P134 P57 OR41-P54 P56 P26-P27 P134 P81 P46 P117 P118 OR15-P70 OR41 P116 P41 P68 P2-P3-P4 P104 OR22 OR6- OR14 P134 P129 P35 P70 OR41 P8-P47 P23-P24-P91 P31 P66 P92 P127 P83 P71-P72 P60 OR42-P131-P132 OR35 P115 P49 P85 P117 Arnold N. Assafim M. Autore G. Avitabile C. Bacelar F.J.A. Backhouse N. Badilla B. Baldassarre C. Balestrieri C. Balestrieri M.L. Bandoni A. Barbastefano V. Barboza González F. Barboza T.G.S. Barrios Chica M. Barros S.B.M. Bassarello C. Bastida J. Batista R. Bauab T.M. Belaunde A.J. Belmonte E. Beltramino E. Benavides A. Benavides D. Benzatti F.P. Benzo M. Bernardes de Agrade Carli C. Bertoli A. Bianco Dugarte H. Bianco G. Bilia A.R. Bisio A. Blair S. Blanch L.B. Blasi F. Blunden G. Bonacorsi C.C. Bongiovanni G. Bosi A. Braca A. Bracci A. Braga de Oliveira A. Brandão G.C. Broussalis A.M. Brunetti I.L. Bruno M. Brutti M. Bruzzone C. Buffa-Filho W. Buitrago D. OR18 P128 P92 OR27 P83 P64-P65-P66-P118 P11 P106 P53 P53 P25-P98-P99 P39-P40-P41 O12 P83 O12 P130 OR23 OR35 OR20- OR37-P14-P15 P8-P9-P10 P94 P65 P17 OR23 P59 P38 P54 P38 P32 P75 P92 PL1 P105 OR26 OR7 OR30-P76-P77-P78 P117 P42 OR9 P76-P77-P78 PL1-P51 P93 OR20- OR37-P14-P15 P14 P26 OR10-P86-P87 P30 P76-P77-P78 P105 OR10 P123 Buitrago J. Caballero Quintero A. Cabezas F. Cabrera-Vivas B.M. Cacciabue M. Caccialanza G. Calvo T.R. Camargo E. Campaner dos Santos L. Campestre C. Capote T. Cara P. Cardile V. Cardona W. Cardoso C.P.R. Carlos Zeppone I. Carmona J. Cartuche J. Casanovas F. Casero C. Cassina C. Castilho Barbosa D. Castro Braga F. Castro C. Castro M.A. Castro Ortíz R. Castro V. Castro-Chaves C. Cau A. Caubert F. Caubet F. Cazorla S. Cegarra A. Cegarra J. Ceniceros Almaguer L. Cerda-García-Rojas C.M. Chacón Ferrera R. Chalán D. Chamorro G. Chamorro-Cevallos G.A. Chavarría M. Chaves D.S.A. Chaves S.P. Chávez Garibay L.R. Chomorro-Cevallos G.A. Chuc-Meza Ciangherotti C. Ciccia J.F. Ciuffi G. Clemente S. Clericuzio M. P122 OR24 OR35 P12-P13 P6 P54 OR15-P40-P41-P62-P63 P61 P112-P113 OR5 P75 P33 P104 P104 P46 P42-P62-P63 OR15 P85 P5 P16-P97 P18 P129 P14 P66 OR37-P15 P19 P109-P110 P83 P92 P121 P125 P91 P117 OR11 OR24 P74 P2 P85 P100 P69 P109-P110 P127 P114 P1 P67 P69 OR11-OR38 P11 P52 P25 PL6 Cocco R. Codina C. Coelho Kaplan M.A. Cogoi L.C. Cola Miranda M. Colombo L.L. Cólus I.M.S. Cóndor P. Contreras K. Cordero de Rojas Y. E. Cordero Gabrielli P. Corrêa Costa R. Corrêa da Rocha M. Corrêa M.F.P. Cortéz M.J. Cossignani L. Costa P.R. Costa S.S. Coussio J. Cova J.A. Cruz S. Cuéllar Araújo N. Cuesta Rubio O. Cumandà J. Curini M. D’Archivio A.A. D’Arco G. da Fonseca L.M. da Silva A.J.M. Da Silva M.A. Dal Piaz Dall’Acqua S. Damiani P. Daubront V. de Almeida A.P. De Almeida L.F.R. de Andrade Neto V.V. de Andrade Uchôa D.E. De Caprariis P. De Feo V. De Leo M. de Lima Moreira D. De Martino L. De Morais S.K.R. de Oliveira Araújo D.MN. de Oliveira Cabral M.M: de Oliveira Fernandes S.B. De Oliveira J. De Simone F. de Souza J.E. Pinheiro C.C. S. P106 OR35 P34-P36 P23 OR16-P39-P40-P41 P63 P47 OR41 OR15 P125 OR7-P5-P6 OR1- OR29 P38 P128 P17 PL10-OR30- OR32-P76-P77-P78 P114 P128 P91 OR13-P71-P72 P124 P52 PL9-P18 P49-P50 OR17-P33-P107-P108 P80 P76-P77-P78 P86 P114 P113 P52 P95 PL10-OR30-OR32-P76-P77-P78 P102 P127-P!28-P129 P113 P114 P89 P52 P93-P94 P51 P34-P35-P36-P37 P93-P94 P38 P96 P129 P36-P37 P119 PL9-OR8-P18-P52 P127 OR1 De Tommasi N. del Olmo E. Del Río R.E.N. Delgado R. Della Loggia R. Delporte C. Demo M. Deschamps A. Di Bernardi T. Di Leo Lira P. Di Ludovico F. Di Meglio F. Diaz I.E.C. Díaz T. Díaz-Véliz G. Dorantes L. dos Santos Costa C. dos Santos Estevan C. Echemendia O.A. Epifano F. Erazo S. Escalante-Estrada Y. Escobar F. Espinoza C. L. Fallarono F. Fanelli M. Farias-Silva E. Fernades P.D. Fernandes A.S. Fernandes do Amaral A.C. Fernandes P.D. Fernández J. Fernández J. Fernández-Peña Acuña C. Ferraro G. Fidalgo O. Figadere B. Figueiredo M. E. Floreano M.B. Flores García A. Flores Y. Forte L. Francesc A. Frank F. Fraternale D. Frazao A.T. Silva M. F. Fucito N. Fuentes Fiallo V.R. Furlan M. Furtado P.B. P52-P105 OR39-P57 P20 P90 P92 P64-P65-P66-P118 OR7-P6-P16-P17-P18-P97 P125 OR7 P98-P99 P7 P66 P38 OR38-P67-P122 OR6- OR12 P69 P34 P53 OR22-P68 OR5- OR17-P33-P106-P107-P108 P64-P65-P66-P118 OR36 P5-P6 P104 OR32 P80 P39-P40-P41 P37 OR10 P35 P37 P123 P127 P93-P103 P23-P24-P25-P26-P27 P68 OR26 P113 P56 P19 P116 P44 P57 P91 P33 P38 OR1 OR43 P84 OR10 P114 Galar Martínez M. Galiano F. Gallardo C. Gallucci N. Gandini C. Garbarino J. García Calderón M. A. García D. García F. García L.F. García M (Venezuela) García M. (Cuba) García Mesa M. García P.A. García R. García-Jíménez F. García Sánchez E. García-Argáez A. N. García-Cid S.L. Garduño-Siciliano L. Garín-Aguilar M.E. Garmendia C. Garrido-Garrido G. Garza Juárez A. Gattuso M. Gattuso S. Genovese S. Giamperi L. Gil K. Gilardoni G. Göity L. Goleniowski M. Gomez Hurtado M.A. Goméz Olivan L.M. Gonçalves Raddi M.S. Gonzáles M.C. Gonzalez Garcia R.M. González González G. González J.A. González K. González Leonardi I. González M.C. Gonzalez Mujica F. Gonzalez S. González-Guevara J.L. González-Lavaut J.A. Gordo O. Gorzalczany S. Goyo Y. Grau A. Grosso M. P70 OR33 P100 OR7-P16-P17-P18-P97 P54 PL7 P1 P90 P20 P57 OR13 OR22 OR4- OR8 OR37-P15 P65 P134 P20 P133 P69 P100 P58-P59 P75 OR22-P90 OR24 P99 P99 OR17-P107 P33 P44 PL6-P54 P66 OR9 P20 P70 P42 OR15 P96 P60 P68 OR22-P68 OR21 OR15 P102-P103 P98 OR22 OR22 OR22 P26 P75 P82 P97 Gualtieri M. Guarize Nogueira L. Guerrero J. Guevara García M.M. Gutiérrez Pérez R. Gutíerrez R. Hakime-Silva R.A. Heinrich M. Heras Dorante V.A. Hernández G. Hernández García A. Hérnandez Linares Hernández Lopez A. Hernández Navarro M.D. Hernández-Cruz O. Hernández-Hernández J.D. Hernández-Pineda B.N. Herrera M.C. Herrera-Bucio R. Hiruma-Lima C.A. Hnatyszyn O. Humberto J.L. Ibarguen M.F. Imperato R. Innocenti G. Inostroza V. Ishikawa T Itabaiana I. Jr Izolani A.F. Izolani A.O. Jiménez Díaz J.F. Jiménez Rodríguez C. Joseph-Nathan P. Juárez B. E. Kato E.T.M. Khalil N.M. Kolb N. Kuster R. M. Ladio A.H. Lago V. Lanini J. Lavanda C. Layedra P. Leal I. Leiro J.M. Leite C.Q.F. Lemus Y. Leoncini R. Lima D.C. Lima W. P. Loján C. OR15-P71-P72 P96 OR11 P101 P124 P126 OR10 P46 P111 P124 OR34 P29 OR42-P131-P132 P69-P70 P28 P73-P74 OR36 P21-P22 P120 OR25-P39-P40-P41 P24 OR20 OR3 P95 P64-P118 P130 OR18 P114-P129 P119 P2-P3-P4 P2-P3-P4-P81 P74 P45 P130 P9-P10-P87 P6 OR18-P37 PL2 P68 P96 P85 P54 OR18 P90 P8 P90 OR6 P55 P114 P85 Lombardo L. López Albarrá López P.G. López-Pérez J.L. López-Valera S. Lucas E.M.F. Lucena M. Lucena R. Luiz-Ferreira A. Lungentrass H. Machado Rocha L. Maddock J.E.L. Maggi M. Maggio A. Malagón O. Malagón Quintana L.M. Malchiodi E. Mancini E. Manduca M. A. Mareggiani G. Marriel I.E. Martín C. Martínez I. Martínez Pacheco M.M. Martínez S Martínez S. Martínez-Galero E. Martinez-Pascual R. Martínez-Vázquez M. Martino V. Martins C.H.G. Martins L.R. Mascia Lopes F.C. Mata R. Mateus M.E. Mau L.G. Mazzeo P. Mazzolin L.P. Meccia G. Medina I. Medina M. Mejía F M. Melo V. Mencherini T. Méndez A. Méndez Blanco J. Méndez Corao G. Mendiondo M.E. Menezes S.F. Menghini A. Menghini L. P104 P120 P23 P57 P58 P56 P72 P75 P39-P40-P41 OR12 P35 P119 P80 P30 PL6-P85 OR34 P91 P94 P127 P25 P56 P73 P68 P19-P20 O39 OR35 P100 P28 P133 P91-P98 P9-P10 P55 P38-P62-P63 OR11 P37 P114 P80 OR25 P122 P85 P85 P133 P21-P22 P92 P122 PL1 OR13-P71-P72 P45 P34-P35-P36-P37 P108 OR5- OR17-P31-P106-P107-P108 Mercado M.I. Mercado Y. Merino Montiel P. Meza Reyes S. Michelatto D.P. Miguel del Corral J.M. Millán R. Minga P. Minh C.V. Minuto A. Minuto G. Miño J. Miranda H. Molina L. Molina-Torres J. Mollinedo P. Moncherini T. Monteiro de Castro M.C. Montellano Rosales H. Monteriro da Silva Rodriguez D. Montesano D. Montiel Smith S. Mora S. Morais A.M. Morales A. Morales Escobar L. Morales L. Morales López M.E. Morán López G. Moreno M.G. Morillo G. Morocho V. Moscatelli V. Motta N. Moura A.C.S. Muñoz E. Muñoz O. Muñoz V. Muñoz-Arenas M.G. Muriel P. Murillo R. Muschietti L. Musti A. Napolitano A. Naranjo P. Navarro García E. Navarro García R. Navarro J.P. Negrete R. Negri R. Neto R P82 OR40 P29 P28-P29 P41 OR37-P15 OR12 P85 P51 P105 P105 P27 P64-P66-P118 P75 P115 P116 P89 P56 P111 P128 OR32-P76-P77-P78 P28-P29 OR6-OR12 P83 P88-P123 P52 P116 P20 P120 P100 P126 P85 P27 P93-P102-P103 OR15 P90 P64 P134 P13 P100 P109-P110 P91 P106 OR23 OR28 P2-P3-P4 P3 P128 P64-P65-P66-P118 PL6 P128 Netto dos Santos K.R. Nicolais V. Noccioli C. Noguera M. Nunez C.V. Oliva M. Oliveira M.F. Oliveira M.S. Oliveira O.M.M.F. Oliveira T.S. Orozco R. Ortiz-Moreno A. Otero Silveira Ouviña A. Oviedo R. Pagiotti R. Paoletti E. Parra-Mijangos J. Patel A.V. Paulino N. Peredo N. Pereira de Lima Jr R.C. Pereira Nogueira F.L. Perfumi M. Peschel W. Petacci F. Petit P. Petrosino T. Pfenning L.H. Piacente S. Piccinelli A. L. Picco A.M. Picerno P. Pineda F.P. Pinto J.L. Pires Dantas A. Pistelli L. Pizza C. Politi M. Ponessa G. Portillo R. Poveda L. Povera J.L. Prado-Alacalá R.A. Priestap R. Prieto J.M. Prieto-González S. Raharisoa L. Ramírez I Ramírez J.C. Ramírez-Chávez E. OR18 P79 P33 O15 OR1-OR29 P16-P17-P18-P97 P83 P56 OR10-P86-P87 P56 P50 P69 OR42-P131-P132 P24 OR22 P31-P107-P108 P80 OR36 P117 P128 P118 P89 P36 PL4 P46 P9-P10 P56 P76-P77-P78 P56 OR23-P53 PL9-OR8-P18 P106 P92 P12-P13 P35 P128 P32 OR23-P53 P46 P82 P124 P109-P110 P11 P58 P25 P46 OR22 P126 OR38-P67 P12-P13 P115 Ramos J.M. Ramos Zamora D. Ramos-Chávez L.A. Rampirez Durón R. Rancel Cano R Rastrelli L. Raya González D. Retta D. Reyes Olivares V. Ribeiro V.S. Ricci D. Riccieri R. Rinaldo D. Ríos-Chávez P. Rivas Galindo V. Rivas M.C. Rivero V. Rivero-Martínez J. Rocco G. Rocha Martins G. Rocha Silveira E. Rodolfi M.A. Rodrigo G. Rodrigues A.P. Rodrigues C.M. Rodrigues J. Rodríguez de Vera B.C. Rodríguez J. Rojano B. Rojas J. Rojas L.B. Rolim Campos A. Román-Marin L.U. Romussi G. Rondon M. Rosselli S. Rossi-Bergmann B. Ruggirei F. Ruiz I.E. Russo A. Saavedra A. Sabini L. Sáez J. Sáez Vega A. Salas F. Salazar Aranda R Salazar Cavazos M. de la Luz Salgado-Garciglia R. Samorrini G. San Feliciano A. Sánchez J. P119 P111 OR36 OR24 P44 PL9-OR8-P18-P79 P19 P98-P99 P73 P83 P33 P76-P77-P78 P112 P115 P60 OR31 P124 P21-P22 P65 P36 P89 P106 P116 P86 P113 P112 P2-P3-P4 P90 OR26 P88-P123 P122-P123-P124-P126 P89 P73-P74 OR2-P105 OR13 P30 P114 P80 OR40 P104 P118 OR7-P5-P6 OR26 OR26 P88 OR24-P60 OR24 OR14- OR34 PL8 OR37-P15-P57 P122 Sandoval Ramírez J. Sannomiya M. Sant’Ana A.E.G. Santiago Santiago J.A. Santoni R. Santos A.A.D. Santos F.V. Saravia Gomez A. Satyanarayana Rao V. Scio E. Segura C. Segura Cobos D. Senatore F. Severi J.A. Sharry S. Lima J. M. S. Silva Torres R. Silva X. Silveira C.S. Simonetti M.S. Smola F. Soares Costa S. Solórzano M. Sosa I. Soto-Hernández M. Soto-Quintana O. Souza Brito A.R.M. Souza G.G. Spadaro V. Stern A. Strener O. Suarez A. Suárez Rodríguez L.M. Sülsen V. Takahashi J.A. Tamariz-Mascarúa J. Tamashiro J. Tammaro F. Tanaka T. Téllez C.S. Tinitana F. Tirillini B. Toninello A. Torrenegra R.D. Torres C. Torres V. Torres-Santos E.C. Tovar A. Traut M. Trujillo Carreño J. Usubillaga A. P28-P29 P42-P48-P112-P113 P53 P7 OR26 P35 P47 PL5 P89 P96 OR26 P59 P30 OR25 P43-P44 OR1 P111 P64-P118 P34 OR30-OR32-P76-P77-P78 P50 P128-P129 P67 P72 OR36-P58 P74 OR15- OR25-P39-P40-P41-P112 P55 P30 OR11 P116 P11 OR34 P91 P55-P56 P120 P112 PL3-OR5 OR17 P119 P85 OR5-P31-P107-P108 P95 PL11 P6 P64 P114 P124 OR7 P4 OR11-P124-P126 Uzcátegui E. Valencia del Toro G. Valiente M.A.A. Van Baren C. Van N.T.H. Varanda E.A. Vargas-Alvarez D. Vassallo A. Velasco J. Velázquez-Jiméne R. Vellosa J.C.R. Ventura F. Vidari G. Vila J.L. Viladomat F. Vilegas W. Villalta C. Villareal S. Villasmil S. Vinagre A.M. Viñas-Bravo O. Vita Finzi P. Volpe M.G. Waksman de Torres N. Wessjohann L. Wilson N. Ximenes V.F. Yoshida M. Zabala Z. Zaldívar M. Zanetti F. Zanon S. Zaragoza T. Zingali R.B. Zygadlo J. OR15 P58-P59 OR8 P98-P99 P51 P8-P47-P48 OR19-OR36 P52 OR38-P67-P88-P122-P123 P74 OR10 P76-P77-P78 PL6-P54 P116 OR35 OR16-OR25-P8-P39-P40-P41-P42-P47P48-P61-P62-P63-P112-P113 OR15 OR38 OR15 P40 P28 PL6-OR41-P54 P79 OR24-P60 OR18 P46 P86 P38-P130 P122 P63 P95 P5 P85 P128 P16-P17 1. Testai, L.;Chericoni, S.; Calderone, V.; Nencioni, G.; Nieri, P.; Morelli, I.; Martinotti, E. Cardiovascular effects of Urtica dioca L. roots extracts: in vitro and in vivo pharmacological studies. J. Ethnopharmacol., 2002, 81, 105-109. 2. Gordaliza, M.; Castro, M.A.; Miguel Del Corral, J.M. Antitumor properties of Podophyllotoxin and related compounds. Current. Pharm. Design., 2000, 6, 18111839 3. Rastrelli, L.; De Simone, F.; Mora G.; Poveda, J.; Aquino R. Phenolic constituents of Phenax angostifolius. J. Nat. Prod., 2001, 1, 79-81. 4. Piccinelli, A.L.; Mahmood, N.; Mora, G.; Poveda, L.; De Simone, F.; Rastrelli, L. Anti-HIV activity of dibenzylbutyrolactone-type lignans from Phenax species endemic in Costa Rica. J. Pharm. Pharmacol., 2005, 57, 1109-1115.