Università degli Studi di Perugia

Transcript

Università degli Studi di Perugia
Università degli Studi di Perugia
Facoltà di Farmacia
Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco
XV° CONGRESSO ITALO-LATINOAMERICANO DI
ETNOMEDICINA
“Ivano Morelli”
ATTI-RESUMENES
Perugia, 23-27 Settembre 2006
Roma, 28 Settembre 2006
Si ringraziano:
Università degli Studi di Perugia
Università degli Studi di Salerno
Istituto Italo
Latinoamericano di Roma
Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco
Università di Perugia
Dipartimento di Scienze Farmaceutiche
Università di Salerno
Regione Umbria
Comune di Perugia
Provincia di Perugia
Camera di Commercia di Perugia
Eredi G. Loreti (Campello sul Clitumno, PG)
Gas Tecnici Foligno (GTF)
Steroglass
Aboca
Duemme
Liomatic
Azienda Speciale Farmacie (AFAS), Perugia
Umbrafarma
Federfarma Umbria
Federfarma Terni
Associazione Titolari di Farmacia (VV)
ASCOFAR (Roma)
Farmacia del Corso Pucci (Foligno, PG)
Farmacia Cappuccini (VT)
Farmacia Conti (TR)
Farmacia Bruti (Acquasparta, TR)
Comitato Internazionale
Joaquín López Bárcena, Guadalupe Mejía Sibaja, Jorge Torres Molina
(Messico), Armando Cáceres, Amarillis Saravia (Guatemala), Carolina
Madariaga, Inés Ruiz (Honduras), Enrique Murillo, Mahabir Gupta (Panama),
Mariano Chica Barrios (Costarica), Lionel Germosén-Robineau (Santo
Domingo), Osmany Cuesta Rubio (Cuba), Ricardo Guerriero (Portorico),
Rubén Torrenegra (Colombia), Jeannette Méndez, Maria Gualtieri de Altuve
(Venezuela), Susana Abdo, Ximena Chiriboga (Ecuador), Fernando Quevedo
(Perù), Marisa Piovano, Jose Luis Martinez (Cile), Luis Morales Escobar
(Bolivia), Susana Leitão, Wagner Vilegas (Brasile), Teresita Di Bernardi,
Aníbal Amat (Argentina), Amarillis Saravia (El Salvador), Mirìe Medina
(Nicaragua), Patrick Mayna (Uruguay), Isabelle Basualdo (Paraguay), Paolo
Cabras, Francesco De Simone, Tina De Tommasi (Italia).
Comitato scientifico della SILAE
Juan A. Garbarino (Cile), Fernando Cabienses (Perù), Plutarco Naranjo
(Ecuador), Massayoshi Yoshida (Brasile), Marcello Nicoletti (Italia), Cosimo
Pizza (Italia), Paola Vita Finzi (Italia), Víctor Alfonso Maldonado Moreleón
(IILA).
Comitato organizzatore
Massimo Curini (Perugia), Giovanni Vidari (Pavia), Luca Rastrelli (Salerno),
Maria Carla Marcotullio (Perugia), Luisa Pistelli (Pisa), Alessandro Menghini
(Perugia), Tullio Seppilli (Perugia).
Segreteria Organizzativa
Francesco Epifano (Chieti), Ornelio Rosati (Perugia), Salvatore Genovese (Perugia), Luigi
Menghini (Chieti).
BENVENUTI A PERUGIA
L’Università degli Studi di Perugia, tramite la mia persona, è lieta di porgere a tutti i
partecipanti al XV Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Ivano Morelli”, un
cordiale benvenuto ed un augurio di buona permanenza nella nostra Umbria.
Il Congresso, che si inserisce nelle manifestazioni per il VII centenario della nostra
Università, fa seguito ai convegni che fin dal 1992 vengono organizzati dal SILAE allo scopo
di sviluppare e consolidare attraverso un interscambio di idee, i rapporti tra le comunità
scientifiche italo-latinoamericane.
I contributi ricevuti, sia sotto forma di comunicazioni orali che poster, evidenziano come lo
“stato dell’arte” sia in crescita e le collaborazioni si avviano ad essere più estese e più
complete.
Perugia attende i Congressisti anche per offrire la visione della sua cultura che per ii
trascorsi etruschi e romani è in grado di proporre una vasta gamma di musei, chiese, attività
socio-culturali ecc. La sede congressuale è situata all’interno del complesso monumentale di
San Pietro, antica abbazia benedettina del X sec., mentre i congressisti saranno ospitati
nell’Hotel Sacro Cuore, immerso nel tipico paesaggio umbro, da dove è possibile scorgere
Assisi, Trevi, Deruta nonché i campanili delle numerose chiese di Perugia.
L’Umbria invece pone alla vostra attenzione alcune bellezze che la gita proposta nel
periodo congressuale avrà modo di farvi ammirare.
Il Comitato Organizzatore si augura che il Congresso possa svilupparsi in una atmosfera
informale e possa quindi essere di stimolo per nuove ricerche e nuovi interscambi nello
spirito di quanto si propone la nostra Società Italo Latinoamericana e più in generale la
comunità scientifica cui essa fa riferimento.
Massimo CURINI
BIENVENIDOS A PERUGIA
La Universidad de Estudios de Perugia, a través de mi persona, se complace en
transmitirles a todos los participantes al XV Congreso Italo-Latinoamericano de
Etnomedicina “Ivano Morelli”, una cordial bienvenida y les desea una feliz estancia en
nuestra Umbría.
El Congreso, que se inserta dentro de las celebraciones por el VII centenario de nuestra
Universidad, constituye la continuación de los congresos que desde 1992 viene
organizando la SILAE con el objetivo de desarrollar y consolidar, a través del intercambio de
ideas, las relaciones dentro de la comunidad científica italo-latinoamericana.
Los trabajos recibidos, ya sea en forma de comunicaciones orales o en carteles, evidencian
que el “estado del arte” está en crecimiento y que los intercambios o colaboraciones serán
más amplios y completos.
Perugia también forma parte de este Congreso porque ofrece a los participantes su cultura
que, desde los pasados etruscos y romanos, es capaz de proponer una vasta gama de
museos, iglesias, actividades socio-culturales, etc. La sede del Congreso está situada en el
interior del complejo monumental de San Pedro, antigua abadía benedictina del siglo X,
mientras los congresistas estarán hospedados en el Hotel Sacro Cuore, inmerso dentro del
típico paisaje umbrío, de donde es posible percibir Asís, Trevi, Deruta; así como las
campanas de las numerosas iglesias de Perugia.
Por otra parte, Umbría pone a vuestra disposición algunas bellezas que se podrán admirar
durante las giras propuestas en el período del Congreso.
El Comité Organizador desea que el Congreso pueda desarrollarse en una atmósfera
informal y pueda por tanto servir de estímulo para nuevas investigaciones y nuevos
intercambios dentro de los objetivos que se ha propuesto nuestra Sociedad ItaloLatinoamericana y en general a la comunidad científica a la cual pertenece.
Massimo CURINI
15° Congresso “Ivano Morelli” della Società Italo-Latinoamericana di
Etnomedicina (SILAE)
Anche quest’anno ci ritroviamo insieme per il 15° Congresso della SILAE che si tiene, con la
nota alternanza di Paesi, in Italia e nella bellissima città di Perugia. Come sempre il
Congresso viene dedicato a uno studioso che si è interessato di almeno uno dei settori della
Società Italo-Latino Americana di Etnomedicina e quest’anno viene dedicato ad un nostro
Socio prematuramente scomparso che anche la maggior parte dei Colleghi latino-americani
sicuramente ricorda per i suoi studi nel settore della Fitochimica e per le sue collaborazioni.
Sulla base delle decisioni prese l’anno scorso a Città del Messico, quest’anno ho cercato di
promuovere una maggior coesione all’interno dei diversi Paesi impegnandomi a raccogliere i
dati personali e scientifici di coloro che si riconoscono come appartenenti a questa Società.
In alcuni Paesi i rappresentanti si sono effettivamente attivati in modo da creare delle
Sezioni nazionali. Questa iniziativa dovrebbe rafforzare la nostra Società, che inizialmente è
nata con lo scopo di sostenere e favorire i rapporti di collaborazione tra i Paesi dell’America
Latina e l’Italia nel settore dell’Etnomedicina e che ha svolto un importante ruolo per
sviluppare i contatti e favorire le ricerche in quel settore.
La più importante e sicuramente la più interessante attività della SILAE è sempre stata
quella di organizzare ogni anno, a partire dal 1992, un Convegno che è tenuto ad anni
alterni in Italia e in un Paese dell'America Latina: Salerno (1992), Lima, Perù (1993), Roma
(1994), Quito, Ecuador (1995), Roma e Padula (1996), Antigua, Guatemala (1997), Salerno
e Roma (1998), Valparaiso, Cile (1999), Urbino (2000) e Isla Margarita, Venezuela (2001),
Pavia (2002), Rio de Janeiro, Brasile (2003), Salerno (2004) e Città del Messico (2005). E’
un impegno abbastanza gravoso che è possibile sostenere alternando Stati e città ma è
sicuramente il mezzo migliore per fare incontrare e interagire i ricercatori di numerosi Paesi
e di discutere tutti insieme i risultati delle ricerche.
Come si può vedere dal programma e dal libro dei riassunti, sono molto numerosi i lavori
che verranno presentati in forma orale o come poster e che rispecchiano la vivacità della
ricerca nel settore dell’Etnomedicina che comprende svariate discipline fra cui l’Antropologia,
la Botanica, la Scienza dell’alimentazione, la Fitochimica, la Farmacognosia.
Coloro che hanno partecipato negli anni a questi Convegni hanno potuto certamente notare
il grande sviluppo di queste ricerche sia internamente ai singoli Paesi sia sulla base di
collaborazioni fra paesi e gruppi diversi. Il livello scientifico in questi quindici anni si è molto
elevato così come anche sono migliorate le presentazioni dei lavori e questo non solo per
l’avvento dell’informatica. Sono stati raggiunti dei risultati di ottimo livello anche da parte di
Paesi economicamente più svantaggiati. Sono nate e continuate collaborazioni tra l’Italia e
molti Paesi dell’America Latina. Va ricordato che l’Italia ha una grande tradizione a
intrattenere rapporti di collaborazione scientifica con i Paesi latinoamericani in particolare a
sostegno della ricerca nel settore dell’Etnomedicina,
Desidero ringraziare il Presidente del Comitato Organizzatore Prof. Massimo Curini, la dott.
Maria Carla Marcotullio insieme a tutti i Colleghi dell’Università di Perugia e di Salerno che si
sono prestati con grande impegno a organizzare questo importante evento, i membri del
Comitato Scientifico e del Comitato Internazionale e l’Istituto Italo Latino Americano che ha
sempre seguito con interesse e partecipazione le iniziative svolte dalla SILAE.
Un caloroso benvenuto a tutti i partecipanti del Congresso cui auguro un piacevole
soggiorno a Perugia sia del punto di vista scientifico che personale. Buon lavoro!
Paola VITA FINZI
Presidente della SILAE
XV Congreso de la Sociedad Italo-Latinoamericana de Etnomedicina
“Ivano Morelli”
Este año también nos re-encontramos para celebrar juntos el XV Congreso de la Sociedad
Italo-Latinoamericana de Etnomedicina (SILAE) que tiene lugar, como ya es costumbre
alternando los países, en Italia y en la bellísima ciudad de Perugia. Como siempre, el
Congreso será dedicado a un estudioso que se ha interesado al menos por uno de los
sectores de la SILAE. En este caso, está tributado a un Socio de nuestra sociedad
desaparecido prematuramente y que también la mayor parte de los colegas
latinoamericanos seguramente recordarán por sus colaboraciones y sus estudios en el
sector de la Fitoquímica.
Sobre la base de las decisiones tomadas el año pasado en la Ciudad de México, este año
he tratado de promover una mayor cohesión interna en los diferentes países empeñándome
en recoger los datos personales y científicos de aquellos que se reconocen como
integrantes de esta Sociedad. En algunos países, sus representantes se han activado con
mucho entusiasmo para crear las Secciones Nacionales. Esta iniciativa debe reforzar
nuestra Sociedad, que surgió con el objetivo de sostener y favorecer las relaciones de
colaboración entre los países de América Latina e Italia en el sector de la Etnomedicina y
que ha desempeñado un papel importante para desarrollar los contactos y favorecer la
investigación en ese sector.
La actividad más importante de la SILAE, y seguramente la más interesante, siempre ha
sido la de organizar cada año, a partir de 1992, un Congreso que se ha efectuado
alternativamente en Italia y en un país de América Latina: Salerno (1992), Lima, Perú (1993),
Roma (1994), Quito, Ecuador (1995), Roma y Padula (1996), Antigua, Guatemala (1997),
Salerno y Roma (1998), Valparaíso, Chile (1999), Urbino (2000), Isla Margarita, Venezuela
(2001), Pavia (2002), Río de Janeiro, Brasil (2003), Salerno (2004) y Ciudad de México
(2005). Esta es una cita muy seria que ha sido posible mantener alternando los Estados y
las Ciudades; pero es, seguramente, el mejor medio para encontrar e integrar a
investigadores de numerosos países y de discutir todos juntos los resultados de las
investigaciones.
Como se puede apreciar en el programa y el libro de resúmenes, son numerosos los
trabajos que se presentarán en forma de comunicación oral o en cartel. Estos reflejan la
fortaleza en la investigación en el sector de la Etnomedicina que comprende varias
disciplinas entre las que se encuentra la Antropología, la Botánica, la Ciencia de la
Alimentación, la Fotoquímica, la Farmacognosia.
Aquellos que han participado en los Congresos anteriores han podido notar el gran
desarrollo de estas investigaciones ya sea al interno de un simple país como sobre la base
de la colaboración entre diversos grupos y países. En estos 15 años el nivel científico se ha
elevado considerablemente. También se han mejorado las presentaciones de los trabajos
no sólo por el avance de la informática. Han sido alcanzados resultados de óptimo nivel
hasta de los países económicamente menos desarrollados. Han nacido y crecido
colaboraciones entre Italia y muchos países de América Latina. Es de destacar que Italia
tiene una gran tradición en establecer relaciones de colaboración científica con los países
latinoamericanos, en particular para sostener la investigación en el sector de la
Etnomedicina.
Deseo agradecer al Presidente del Comité Organizador Prof. Massimo Curini, la Dra. Maria
Carla Marcotullio junto a todos los Colegas de la Universidad de Perugia y de Salerno que
han trabajado con gran empeño para organizar este importante evento, los miembros del
Comité Científico y del Comité Internacional y el Instituto Italo-Latino Americano que
siempre ha seguido con interés y su participación la iniciativa llevada a cabo por la SILAE.
Una calorosa bienvenida a todos los participantes del Congreso a los que le auguro una
agradable estancia en Perugia ya sea desde el punto de vista científico que personal. Buen
trabajo!
Paola VITA FINZI
Presidente de la SILAE
PROGRAMMA
Domenica 24 Settembre
8.30-9.30
Registrazione dei partecipanti
9.30-10.30
Apertura dei lavori
Ricordo del Prof. Ivano Morelli da parte della Prof. Alessandra Braca
10.30-10.45
Coffee break
10.45-11.15
PL1- J. Blanco Méndez (Venezuela)
Crisobalanáceas como eje integrador de Cooperación
SESSIONE ETNOBOTANICA-ETNOMEDICINA
Chairmen: A. Menghini, P. Naranjo
11.15-11.45
PL2- A. H. Ladio (Argentina)
Uso y conservacion de plantas silvestres con órganos subterráneos alimenticios en
comunidades Mapuche de la estepa de la Argentina
11.45-12.00
OR1- C. V. Nunez (Brasil)
Etnoconocimiento de las plantas odontálgicas usadas en el asentamiento Tarumã-Mirim,
Amazonas, Brasil.
12.00-12.15
OR2- G. Romussi (Italia)
Una ricetta per l’Imperatore Tiberio.
12.15-12.45
PL3- F. Tammaro (Italia)
Piante della tradizione curativa e liquoristica ed esperienze di coltivazione in ambiente
montano abruzzese
12.45-13.00
OR3- M. F. Ibarguen (Perú)
Síndromes culturales de la medicina tradicional peruana
13.00-14.30
Pranzo libero
SESSIONE ETNOBOTANICA-ETNOMEDICINA
Chairmen: A.H. Ladio, F. Tammaro
14.30-14.45
OR4- M. García Mesa (Cuba)
Proyecto de investigación sobre plantas con posible utilidad para prevenir enfermedades
vasculares: colaboración italo-latinoamericana
14.45-15.00
OR5- L. Menghini (Italia)
Indagini fitochimiche su Verbascum spp. da popolamenti spontanei abruzzesi
SESSIONE FARMACOLOGIA-FARMACOGNOSIA
Chairmen: I. Ruíz, A. Russo
15.00-15.30
PL4- M. Perfumi (Italia)
Effetto degli estratti di Hypericum perforatum L. sul consumo di alcool in ratti marchigiansardinian alcool-preferenti
15.30-15.45
OR6- M. T. Alvarez Ramírez (Mexico)
Efecto de la infusión del pericarpio de naranja (Citrus sinensis L. Osbeck), en la densidad
osea y parámetros bioquímicos de mujeres productivas con diabetes miellitus tipo II.
15.45-16.00
OR7- T. Di Bernardi (Argentina)
Estudios antimicrobianos en fracciones vegetales (fv) obtenidas de Terminalia australis
Camb. (Combretaceae).
16.00-16.15
OR8- Esther del Olmo (España)
Búsqueda y evaluación de agentes naturales antituberculosos en plantas de Latinoamérica
16.15-16.30
OR9- M. Goleniowski (Argentina)
Evaluación de la actividad antitumoral “in vitro” de extractos de plantas nativas de la región
Central de Argentina.
ore 16.30-17.00
Coffee break
Chairmen: T. Di Bernardi, M. Nicoletti
17.00-17.30
PL5- A. Saravia Gómez (Guatemala)
Validacion farmacologica y estudio fitoquimico de plantas medicinales de uso popular en
Guatemala
17.30-17.45
OR10- A.S. Fernandes (Brasil)
Antioxidant activity of Agaricus blazei
17.45-18.00
OR11- I. E. Ruiz (Honduras)
Toxicidad aguda de algunas plantas medicinales de uso frequente en la zona caribeña
18.00-18.15
OR12- S. Abdo (Ecuador)
Análisis FarmacognósTico de Valeriana decussata R&P
18.15-18.30
OR13- G. Méndez de Corao (Venezuela)
Estudio dermotoxico del extracto del pericarpio de la Punica granatum en ratones.
18.30-18.45
OR14- M. Teresa Alvarez Ramírez (Mexico)
Efecto de la combinación de infusiones del pericarpio de naranja (Citrus sinensis L. Osbeck)
y de hojas de lima (Citrus limetta Risso) en la presión sanguinea y densidad osea, en
mujeres hipertensas de la región del balsas, Mexico.
18.45-19.00
OR15- M. Gualtieri (Venezuela)
Actividad antibacteriana de los extractos etanólicos de Azadirachta Indica A. Juss y
elaboración de una crema antiséptica contra el acné
20.00
Cena di Inaugurazione
Lunedì 25 Settembre
SESSIONE FITOCHIMICA E CHIMICA DEI COMPOSTI NATURALI
Chairmen: C. Pizza, G. Garrido Garrido
9.00-9.30
PL6- G. Vidari (Italia)
Nuovi metaboliti bioattivi da funghi italiani
9.30-9.45
OR16- T.R. Calvo (W. Vilegas) (Brasil)
Constituents from Indigofera truxillensis leaves methanolic extract
9.45-10.00
OR17- S. Genovese (Italia)
Un nuovo profarmaco dell’acido 4’-geranilossi-ferulico, principio attivo antitumorale di
Acronychia baueri Schott
10.00-10.15
OR18- I. Correa Ramos Leal (Brasil)
Identification of bactericide fractions from Zizyphus joazeiro, a Brazilian medicinal plant
10.15-10.30
OR19- R. Batista (Brasil)
Synthesis and trypanosomicidal activity of novel ent-kaurane glucosides
10.30-10.45
OR20- I. González Leonardi (Venezuela)
Producción, recuperación y purificación parcial de antibióticos producidos por Pleurotus
ostreatus. Escalamiento a 10 Litros.
10.45-11.00
OR21- D. Vargas-Álvarez (Mexico)
Analisis fitoquimico de 12 plantas utilizadas en la medicina popular del Estado de Guerrero
ore 11.00-11.15
Coffee break
Chairmen: M. Goleniowki, M. Curini
11.15-11.45
PL7- J. Garbarino (Chile)
Bioactividad, estructura y actividad biológica de metabolitos naturales de Latinoamérica
11.45-12.00
OR22- A. Benavides (Italia)
Fatty acids in Dracontium loretense Engl.
12.00-12.15
OR23- N. Waksman de Torres (Mexico)
Cuál es la calidad de los productos herbales consumidos por nuestra población?
12.15-12.30
OR24- J. A. González-Lavaut (Cuba)
Plantas medicinales para el tratamiento de procesos vírales.
12.30-12.45
OR25- J. A. Severi (Brasil)
Triglycoside flavonoids from Guapira noxia (Nyctaginaceae)
13.00-14.00
Pranzo libero
14.00-15.00
Sessione poster (P1-P67)
SESSIONE ANTROPOLOGIA
Sessione organizzata insieme a: Fondazione Angelo Celli per una Cultura della
Salute (Perugia), Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” (Perugia) e
Società Italiana di Antropologia Medica [SIAM]
15.00 - 15.15
T. Seppilli (Italia)
Introduzione alla Sessione
15.15 - 15.55
PL8- G. Samorini (Italia)
Sostanze psicoattive e forme rituali tra le popolazioni dell’America Latina
15.55-16.10
OR26- R. Santoni (Italia)
I saperi dei popoli indigeni americani e i meccanismi della proprietà intellettuale
16.10-16.25
OR27- C. Avitabile (Italia)
Salute di base e prevenzione in un contesto rurale messicano.
16.25-16.40
OR28- P. Naranjo (Ecuador)
Antropologia del mani (peanut, noccioline americane)
16.40-16.55
OR29- R. Corrêa Costa (Brasil)
Saber ambiental, economía moral y formaciones territoriales en la Amazonia brasileña.
16.55-17.15
Coffee break
17.15-18.00
Dibattito
18.00
Proiezione del documentario O Santo Daime (Le don sacré),
realizzato da Patrick Deshayes (Francia, 1992) sull’uso rituale dell’ayahuasca nel culto del
Santo Daime, nato nell’area alto amazzonica intorno al 1920 (documentario gentilmente
reso disponibile dal Festival dei Popoli, Firenze).
20.00
Cena
Martedì 26 Settembre
SESSIONE ALIMENTI
Chairmen: R. Torrenegra, P. Damiani
9.00-9.30
PL9- O. Cuesta Rubio (Cuba)
Composición química de propóleos cubanos: Desarrollo y evolución de un tema de
investigación.
9.30-9.45
OR30- F. Blasi (Italia)
Biocatalyzed synthesis of diacylglycerol oil [DAGO] from vegetable oils for healthiness
purposes
9.45-10.00
OR31- T. Di Bernardi (M. C. Rivas) (Argentina)
Elementos botánicos de diagnóstico, fisiología de la reproducción, y composición de ácidos
grasos en Oenothera affinis Cambess. (flor de la oración)
10.00-10.15
OR32- D. Montesano (Italia)
Evaluation of new extraction procedure for obtaining pure lycopene from tomato
(Lycopersicon esculentum Mill.)
10.15-10.45
PL10- L. Cossignani (Italia)
Structured lipids: synthesis and applications.
10.45-11.00
OR33- F. Galiano (Italia)
Il cedro (Citrus medica L), frutto biblico del mediterraneo, sacro alle comunità ebraiche,
agrume sorprendente tutto da scoprire
11.00-11.15
Coffee break
SESSIONE FITOCHIMICA E CHIMICA DEI PRODOTTI NATURALI
E FARMACOLOGIA E FARMACOGNOSIA
Chairmen: A. Saravia, L. Rastrelli
11.15-11.45
PL11- R. Torrenegra (Colombia)
Microflora de paramos colombianos, metabolitos producidos por cepas nativas de hongos y
su actividad biológica
11.45-12.00
OR34- R. Salgado Garciglia (Mexico)
Micropropagación, conservación in vitro y determinación de las propiedades antimicrobianas
de tres orquídeas mexicanas.
12.00-12.15
OR35- F. Cabezas (Colombia)
Presencia de alcaloides en Eucharis amazonica, E. grandiflora, Caliphruria subedentata y
Ccrinum kunthianum, especies colombiana de Amaryllidaceae y su actividad biologica
12.15-12.30
OR36- - R. Batista (Brasil)
Synthesis and cytotoxic activity of new ent-kaurane derivatives
12.30-12.45
OR37 D. Vargas Alvarez (Mexico)
Análisis preliminar de metabolitos secundarios de Mil hojas (Phyllonoma laticuspis)
12.45-13.00
OR38- I. Ramírez (Venezuela)
Actividad antibacteriana e hipoglicemiante de los extractos de diclorometano y metanol del
Phyllanthus salviaefolius H. B. K.
13.00-14.00
Pranzo
14.00-15.00
Sessione Poster (P68-P132)
SESSIONE FITOCHIMICA E CHIMICA DEI PRODOTTI NATURALI
E FARMACOLOGIA E FARMACOGNOSIA
Chairmen: W. Vilegas, G. Vidari
15.00-15.30
PL12- Quevedo
titolo
15.30-15.45
OR39-. N. Fucito (Italia)
Criteri di sicurezza nel laboratorio universitario chimico-biologico: dalla evoluzione normativa
alla buona prassi.
15.45-16.00
OR40- M.García Mesa (Cuba)
Espectro antiagregante plaquetario “in vitro” de un extracto de Wendita calysina (Verbach)
en plasma humano
16.00-16.15
OR41- C. Ciangherotti (Venezuela)
Actividad hipoglicemiante y antihiperglicemiante aguda de extracto acquoso de la raíz de
Ruellia tuberosa L. en ratas
16.15-16.30
OR42- R. Arencibia Figueroa (Cuba)
Especializado en historia, agrotecnologias y marketing de las plantas medicinales en cuba
y el mundo.
16.30-16.45
OR43- M. Barrios Chica (Costa Rica)
Efecto de extractos de chayote sobre suero humano con control conocido de colesterol
total y triglicéridos
16.45-17.15
Coffee break
17.15
Assemblea
21.00
Cena sociale
LETTURE PLENARIE
RICORDO DEL PROF. IVANO MORELLI
Alessandra Braca
Il Prof. Ivano Morelli era nato a Pisa l’11 marzo 1940. Laureato in Chimica (Università di
Pisa) e in Farmacia (Università di Urbino), ha sviluppato la sua carriera nella Facoltà di
Farmacia dell'Università di Pisa prima come Assistente Ordinario alla Cattedra di Chimica
Organica dal 1966 al 1980, poi come Professore Incaricato di Fitochimica dal 1968 al 1980
e infine come Professore Straordinario di Fitochimica dal Novembre 1980 e Ordinario della
stessa disciplina dal Novembre 1983. Fra i numerosi incarichi di prestigio che ha ricoperto
nel corso della sua carriera accademica, svolgendo questa attività con sincera passione e
sempre crescente competenza, ricordiamo la Direzione per due decenni dell’Istituto di
Chimica Organica prima e Dipartimento di Chimica Bioorganica e Biofarmacia dopo, dove
ha costituito un impareggiabile punto di riferimento e sicurezza per il buon andamento della
sopra citata struttura; la Direzione della Scuola di Specializzazione in "Scienza e Tecnica
delle Piante Medicinali" dal 1978 al 2005; la Coordinazione del Dottorato di Ricerca in
"Scienza e Tecnologia delle Piante Officinali" dalla sua attivazione e fino al XIV ciclo e
quindi quella del Dottorato di Ricerca in "Chimica e Tecnologia del Farmaco e delle
Sostanze Bioattive ", attivato dal 2000; la fondazione del Corso di Laurea in Tecniche
Erboristiche nell’Università di Pisa. Ultimamente era diventato membro del Senato
Accademico dell’Università di Pisa e Presidente della Società Italiana di Fitochimica, di cui
era stato uno dei soci fondatori e già Presidente nel triennio 1986-1988. La sua attività di
ricerca era rivolta prevalentemente allo studio dei metaboliti secondari provenienti da piante
medicinali della flora mediterranea e dei paesi in via di sviluppo, costruendo intorno a sé un
laboratorio ben attrezzato e un affiatato gruppo di ricerca. Nel corso degli anni ha pubblicato
oltre 250 lavori di Fitochimica su piante della medicina tradizionale Europea, Africana e SudAmericana. La concretezza e disponibilità della sua natura umana l’aveva portato ad essere
oltre ad un competente amministratore, anche un apprezzato ricercatore, un grande
studioso, appassionato della sua materia, aperto a tutte le esperienze: perciò amava
definirsi “sperimentatore delle attività umane”. Ai suoi studenti ripeteva spesso “siate curiosi,
perchè la curiosità è intelligenza e induce alla conoscenza e alla scoperta”. Si dimostrava
quotidianamente disponibile verso tutti, dai colleghi e collaboratori, ai suoi studenti e allievi,
sia italiani che stranieri. Il suo più grande insegnamento è stato quello di aprirsi alle più
disparate collaborazioni, sia in ambito locale che internazionale, di ospitare e accettare idee
e uomini. La parola “coraggio” che ripeteva a tutti, costituiva una sorta di incoraggiamento a
superare i piccoli e i grandi ostacoli quotidiani ed è stata senz’altro il “leit-motiv” di tutta la
sua vita, utile anche a lui stesso per affrontare in maniera più determinata il corso della sua
breve malattia. Spesso ripeteva che il difficile non è il vivere ma il vivere da uomini.
Con la sua scomparsa la comunità scientifica e il mondo accademico hanno perso un valido
studioso e scienziato, e in più una vera guida, un uomo tenace, schietto, concreto, come
sono gli uomini della campagna toscana, di cui lui era fortemente orgoglioso di essere
originario.
PL1
Crisobalanáceas como eje integrador de Cooperación
1
2
3
J. Méndez, * A. Braca, A. R. Bilia.
1
Universidad Central de Venezuela. Facultad de Ciencias, Caracas-Venezuela.
2
Dipartimento di Chimica Bioorganica e Biofarmacia, Universita di Pisa.
3
Dipartimento di Chimica. Universita di Firenze.
*[email protected]
Desde el año 1992, se inició una cooperación con el, para ese entonces, Departamento de
Química Bioorgánica de la Universidad de Pisa, que se basó, en sus comienzos, en el
estudio de plantas pertenecientes a la familia de las Crisobalanáceas, una Familia Pan
Tropical, que de acuerdo a la quimiotaxonomía, tiene su homólogo en la Familia Rosácea,
la cual para la fecha en referencia había sido motivo de estudio en el laboratorio de las
Sustancias Naturales, coordinado por el profesor Ivano Morelli en el Departamento
mencionado, de la Universidad de Pisa. La cooperación, de manera ininterrumpida, ha dado
como fruto: el estudio de 20 plantas, 30 presentaciones a Congresos, 20 publicaciones,
formación de recursos humanos y lo mas importante, una sólida relación de amistad, que
involucró, no sólo personas del Departamento, sino que asoció, con un componente de
investigación, a otros colegas de la Universidad de Salerno.
El estudio químico y biológico en cuestión, arrojó como resultados, que las Crisobalanáceas,
están constituidas, principalmente por compuestos de tipo flavonoides y terpenos, en donde
abundan los triterpenos con esqueletos de ursano, lupano y oleano. En relación a la
actividad biológica, al igual que las plantas pertenecientes a las Rosáceas, es muy variada:
antiviral, antibacteriana, cardiovascular y antitumoral, entre otras.
Se presenta un resumen del trabajo químico y biológico de las plantas de la Familia
Crisobalanácea, las cuales sin duda, han cumplido un papel integrador en un pequeña parte
de la relación bilateral Italia-Venezuela.
PL2
USO Y CONSERVACIÓN DE PLANTAS SILVESTRES CON ÓRGANOS
SUBTERRÁNEOS ALIMENTICIOS EN COMUNIDADES MAPUCHE DE LA
ESTEPA PATAGÓNICA DE LA ARGENTINA
A. H. Ladio
Universidad Nacional del Comahue. Laboratorio Ecotono. CONICET. Quintral 1250-8400San Carlos de Bariloche, Río Negro-Argentina.
[email protected]
El uso de plantas con órganos subterráneos comestibles tiene una larga historia de uso en
las zonas áridas de la Patagonia. Sin embargo, poco se sabe sobre la significancia cultural
de estos recursos en las poblaciones rurales del presente. Se indagó el conocimiento, uso
actual y conservación de plantas silvestres con órganos subterráneos comestibles en tres
comunidades Mapuche (Paineo, Rams y Cayulef) localizadas en la estepa patagónica del
SO de la provincia de Neuquén. Se realizaron entrevistas semi-estructuradas y
relevamientos florísticos en el área con ayuda de los informantes (N = 98). Las
comunidades citaron una riqueza de 12 especies, todas de origen nativo de la estepa
patagónica. El 70% de los entrevistados consume órganos subterráneos en forma
esporádica durante la primavera. Sin embargo, las especies citadas en cada comunidad
tienen una similitud baja con las que efectivamente consumen, mostrando una tendencia
marcada hacia la pérdida de la práctica de recolección. Por otra parte, el 100% de los
campesinos advirtió que cada vez hay menos plantas en sus tierras debido al
sobrepastoreo del ganado doméstico. Se discuten las implicancias de estos resultados
desde el punto de vista de la conservación cultural y biológica. Futuros estudios sobre estos
recursos de ambientes áridos deberán ser realizados con el fin de promover el
mantenimiento de tradiciones que no sólo redundarán en un mejoramiento de la
autosuficiencia alimentaria de los habitantes patagónicos, sino también en una mayor
conservación de las especies.
PL3
PIANTE DELLA TRADIZIONE CURATIVA E LIQUORISTICA ED
ESPERIENZE DI COLTIVAZIONE IN AMBIENTE MONTANO ABRUZZESE.
F. Tammaro
Corso di laurea in Scienze e tecniche erboristiche, Università L’Aquila; inc. di Botanica
Farmaceutica Università G.D’Annunzio Chieti-Pescara
[email protected]
I principali usi etnobotanici e fitoterapici (curativi sia umani che veterinari) di molti
territori italiani, ed in particolare dell’Abruzzo sono stati in questi ultimi decenni oggetto
di studio da parte di numerosi autori.1,2,3,4,5
Il rinnovato interesse per le erbe officinali deriva probabilmente da più ordini di fattori,
fra i quali la richiamata attenzione dell’O.M.S. circa lo studio delle medicine tradizionali
dei Paesi del terzo mondo, che può risultare interessante anche per il nostro Paese per
la variegata complessità e ricchezza della Farmacopea Popolare regionale italiana, che
si caratterizza per la varietà di usi tradizionali curativi riscontrabili a ciascun territorio.
Inoltre per ormai numerose specie gli antichi usi di fitomedicina sono sottoposti a
verifica dalla ricerca scientifica, in non pochi casi ricavandone risultati confortanti.
Tra gli antichi usi curativi, nell’Italia Centrale appaiono di più particolare interesse quelli
dei paesi di montagna, dove si sono conservati utilizzazioni di piante e rimedi singolari e
specifici per i vari territori.
Ad esempio nella zona di Cortino, in Provincia di Teramo le resine di Pinacee
(soprattutto Pinus nigra) sono applicate su contusioni e protette da strisce di pelli di
pecore prive di lana e le cime di rovo (Rubus fruticosus gr.) sono racchiuse in una
bottiglia con qualche goccia di olio; poste al sole producono un liquido che fa da
unguento per le ferite.
Nelle zone montane del Reatino (Petrella Salto, Borbona) davanti all’uscio pendono ad
asciugare mazzetti di una piccola genzianacea spontanea, la centaurea minore
(Erytrhraea centaurium), che disseccati si adoperano per decotti ipotensivi.
Sui M. Simbruini (versante laziale ed abruzzese) le radici di Scrophularia canina
(Scrophulariacee) sono fatte bollire ed il decotto raffreddato. In esso è disciolto
abbondante sale grosso da cucina. Viene applicato per uso veterinario quale antisettico
e cicatrizzante per lavaggi di ferite di animali di grossa taglia (bovini ed equini).
Le zone montane dell’Appennino (nella relazione ci si riferisce in particolare ai massicci
del Gran Sasso, della Majella, dei Monti Simbruini (Valle Roveto o Alta valle del Liri))
hanno conservato numerosi usi di etnomedicina umana e veterinaria, ed anche
utilizzazione di erbe aromatiche per la preparazione di liquori digestivi a base di
prugnoli selvatici, rosa canina, angelica di montagna. Molto famoso è il nocino di
S.Giovanni per il quale esistono alcune varianti, più o meno tenute segrete, in alcune
con aggiunta di erba limona (Melittis melissophyllum, Labiatae).
Si riferisce pertanto di alcune preparazioni liquoristiche dell’Abruzzo montano con
l’utilizzo di piante aromatiche spontanee.
Esperienze di coltivazione
Sono illustrate infine le modalità colturali di 2 piante che costituiscono risorse genetiche
regionali di particolare interesse: lo zafferano (Crocus sativus) e la genziana maggiore
(Gentiana lutea)
Lo zafferano infatti è coltivato da oltre 5 secoli nella Piana di Navelli (una delle rare
località italiane); è di antica importazione, presumibilmente dalla penisola iberica, nel
secolo XV. A tale specie sono state dedicate recentemente una monografia realizzata a
6
cura dell'Università di L'Aquila e dell’Accademia Italiana della Cucina (1990) ed una a
7
cura di M. Negbi (1999).
Occorre tuttavia ricordare che la coltura è da alcuni decenni in forte crisi, con una
produzione di zafferano intorno a 70 Kg annui di stimmi secchi. L’alto valore della droga
(1 g di filamenti costa 16 euro) ha comunque stimolato in questi ultimi anni la
formazione di 4 cooperative ed una diversificazione nella predisposizione merceologica
dello zafferano (vasetti, bustine, liquori, ecc).
Si riferisce delle tecniche colturali e di essiccazione e conservazione dello zafferano,
sulla base delle esperienze tradizionali plurisecolari in atto nel Piano di Navelli
(L’Aquila).
Vengono infine illustrate le modalità colturali sperimentali quinquennali (con risultati
alquanto positivi) della Genziana gialla (Gentiana lutea), importante pianta amaricante,
specie protetta sia a livello nazionale che regionale. Il campo sperimentale è posto nel
territorio di Palena (versante orientale della Majella), in una radura di faggeta a quota
1200 m circa.
Tra le piante di nuova introduzione si riporta infine la sperimentazione in varie zone
dell’Abruzzo collinare dal clima mediterraneo (Ofena, Pacentro, Atri) della spugna
vegetale (Luffa aegytiaca, Cucurbitaceae), pianta di origine subtropicale i cui frutti
essiccati,ricchi di fibre ligno-cellulosiche, trovano applicazioni sia in cosmetica quali
spugne naturali sia in campo industriale (pannelli fonoassorbenti, filtri per motori, igiene
domestica in sostituzione delle spugne gommose sintetiche).
Specie montane per una filiera applicativa medicinale e cosmetica
Tra i distretti di importanza farmacobotanica si accenna a quelli della Regione Abruzzo
dove si rinviene:
1) Adonis vernalis (Ranuncolacee) noto in Italia solo per 2 località del Gran Sasso
Aquilano, intorno a 1200-1300 m in habitat di pascolo arido del tipo xerobrometo;
2) Narcissus poeticus(Amaryllidacee), pianta delle praterie fresche di montagna, del tipo
mesobrometi e arrenatereto diffuso soprattutto nell’Altopiano delle Rocche (territorio di
Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio, Provincia de L’Aquila), i cui fiori annualmente
raccolti per una tipica festa locale, e subito dopo gettati a bordo campi , assommano a
circa 3-5 quintali.
3) Salvia officinalis var. angustifolia , endemica dell’Italia centrale (Abruzzo e Lazio)
arbusto delle pietraie assolate calcaree di M.Salviano (Avezzano) e dei Monti Simbruini
della Valle Roveto (da Capistrello a Civitella Roveto), settore di notevole interesse
farmacobotanico.8
Sulle predette piante (Salvia officinalis var. angustifol, Adonis vernalis e Narcissus
poeticus) sono in corso studi promossi da enti pubblici territoriali per la realizzazione di
una filiera applicativa.
Bibliografia
1. Guarrera, 2003- Piante medicinali e medicine alimentari. Un confronto fra tradizioni
alpine ed appenniniche. In Museo e costumi Gente Trentina 16:157-176.
2. Guarrera, 2005- Traditional phytotherapy in Central Italy (Marche, Abruzzo and
Latium). In Fitoterapia 76:1-25. Elsevier ed.
3. Manzi A:, 2001- Flora Popolare d’Abruzzo.pp.186. Ed.Carabba Lanciano
4. Tammaro 1984- Flora officinale d’Abruzzo. A cura della Giunta Regionale Abruzzo,
settore sanità ed Igiene, Agricoltura e Foresta. pp.296. Fabiani ed.Pescara
5. D’Andrea 1982- Le piante officinali del Parco Nazionale d’Abruzzo.Riv.Abruzzese
35:155-176.
6. AA.VV., 1990- Atti del Convegno Internazionale sullo zafferano. L’Aquila 27-29
ottobre 1989. a cura dell’ Università di L'Aquila e dell’ Accademia Italiana della Cucina.
7. Negbi M:, 1999-Saffron Crocus( Crocus sativus L.). Elsevier ed.
8. Tammaro F. e Menghini L., 2004- Risorse farmacobotaniche della valle Roveto e
potenziale filiera di applicazione(con carta della distribuzione delle principali specie
officinali,liquoristico-cosmetiche e coloranti). A cura della Camera di Commercio di
L’Aquila. pp.95
PL4
EFFETTO DEGLI ESTRATTI DI HYPERICUM PERFORATUM L. SUL
CONSUMO DI ALCOOL IN RATTI MARCHIGIAN-SARDINIAN ALCOOLPREFERENTI
M. Perfumi
Dpt. Medicina Sperimentale e Sanità Pubblica – Università degli Studi di Camerino- 62032
Camerino (MC)
[email protected]
Quale esempio della validità e dell’incredibile potenzialità terapeutiche delle piante
medicinali, purché rigorosamente studiate, viene presentato il lungo lavoro inteso a valutare
l'effetto sull'assunzione di alcool indotto da Hypericum perforatum L., specie largamente
utilizzata in passato nella medicina popolare con le indicazioni più diverse, a cui oggi, dopo
un'intensa sperimentazione e numerosissimi studi clinici, viene attribuito un notevole e
convalidato effetto antidepressivo.
Diverse le considerazioni alla base dello studio: tra la depressione e l'alcolismo esiste una
notevole comorbidità; entrambe le patologie possono essere sostenute da simili alterazioni
nella regolazione di alcuni neurotrasmettitori centrali; sostanze ad azione antidepressiva
riducono il consumo di alcool.
Quindi l’effetto sull’assunzione di una soluzione alcolica al 10% di diversi estratti, ottenuti
dalle sommità fiorite della pianta e forniti dalla ditta INDENA (Milano), è stato saggiato su
ratti alcool-preferenti geneticamente selezionati, che rappresentano un modello animale
molto predittivo per questo tipo di studi. I ratti utilizzati sono stati allevati e selezionati nel
Dipartimento a partire da ratti alcool-preferenti del ceppo Sardinian, di cui mantengono tutte
le caratteristiche consumatorie e per questo vengono denominati “marchigian-sardinian
preferring” o msP rats..
I dati presentati dimostrano che gli estratti di iperico riducono marcatamente l’ assunzione di
alcool sia dopo somministrazione acuta e cronica in condizioni di libera scelta tra acqua e
soluzione alcolica al 10%, che in condizioni di autosomministrazione, condizione
sperimentale in cui l’animale impara a premere una leva, quindi a compiere una lavoro, per
ottenere l’alcool. L'effetto in tutte le diverse condizioni sperimentali è inoltre selettivo dal
punto di vista comportamentale. Soprattutto non viene influenzato il consumo di cibo, che è
spesso un effetto collaterale di diversi farmaci utilizzati nel controllo dell'alcolismo. Inoltre
l'inibizione dell'assunzione non è dovuta ad una interferenza con il metabolismo dell'alcool e
1,2
quindi non si può parlare per la droga di un effetto “disulfiram” simile.
Ulteriori significativi risultati3 mostrano un’azione sinergistica tra gli antagonisti oppioidi e
l’iperico nell’indurre una ancor più pronunciata soppressione del consumo di alcool senza
modificare altri aspetti comportamentali. Questo dato e quelli ottenuti in condizioni di
autosomministrazione, indicano la capacità della droga di interferire con gli aspetti
motivazionali implicati nell’assunzione di alcool.4
A conclusione viene indicata la necessità di studi clinici a conferma di quanto osservato
nell’animale per potersi valere dell’iperico anche nel difficile trattamento dell’alcolismo.
Bibliografia
1. Perfumi M, et al. Alcohol Alcohol 2001, 36, 199.
2. Rezvani et al., (2003) Pharmacol Biochem Behav 2003, 75, 593.
3. Perfumi, M. et al., Alcohol. Clin. Exp. Res., 2003, 27, 1554.
4. Perfumi M. et al., Alcohol Alcohol 2005, 40, 291.
PL5
VALIDACION FARMACOLOGICA Y ESTUDIO FITOQUIMICO DE PLANTAS
MEDICINALES DE USO POPULAR EN GUATEMALA
A. Saravia Gómez et al.
Depto. de Farmacología, Fisiología, Laboratorio de Productos Naturales –LIPRONAT- y
Bioterio. Facultad de CCQQ y Farmacia. Universidad de San Carlos de Guatemala.
[email protected]
Guatemala es un país con una exuberante flora y fauna, y desde nuestros antepasados los
mayas, llevamos una cultura sobre plantas medicinales, utilizadas desde esas épocas hasta
el día de hoy. En el departamento de Farmacología y como parte de él, tenemos el
laboratorio de productos naturales –LIPRONAT- y un Bioterio en el cuál aplicamos las
mejores condiciones internacionales para el manejo, uso y cuidado de animales de
laboratorio; hemos estudiado las plantas medicinales desde el año 1980 hasta el día de hoy
experimentalmente,
validando ese uso popular tradicional, que indica el pueblo
guatemalteco. Para esto empleamos diferentes tests estandarizados en el mundo, los
cuales son: test para el SNC: sedantes-hipnóticos: (placa agujereada, rota rod y chimenea,
así como la potencialización del sueño), para la diuresis, los AINES, el estudio de plantas
antiespasmódicas, e hipoglicemiantes1 Cuando las plantas medicinales han dado una
actividad positiva a dosis internacionales empleadas (750 y 1000 mg/kg de peso corporal
del animal en estos casos, ratas y ratones), trabajamos la toxicidad aguda, (DL50), y
continuamos con la Fase II que es el estudio fitoquímico de la planta medicinal, haciendo
extractos de la siguiente forma: hexánico, cloroformo, acetato de etilo, etanol y agua. A
cada extracto obtenido, se le hace el estudio farmacológico correspondiente, en diferentes
dosis (5, 10, 25, 50,100 y 200 mg/kg de peso corporal por animal empleado, rata o ratón)
para comprobar en qué solvente está el mayor efecto farmacológico; de la respuesta que se
obtenga, si es positivo el efecto, trabajamos nuevamente a los extractos con actividad
terapéutica, la toxicidad aguda (DL50). A continuación se muestra un listado de las plantas
medicinales que han dado resultados experimentales positivos:
1
2
3
4
5
6
7
AINES
12
Acalypha guatemalensis
13
Ageratum corimbosum
14
Arnica montana
15
Catopheria chiapensis
16
Cecropia peltata
Cheonopodium
17
ambrosioides L
Crescentia alatia
8 Gnaphalium straminium
9 Lepidium virginicum
10 Linun usitatissimum
Moringa oleifera Lam.
Petiveria alliaceae L.
Punica grantum L.
Piper auritum
Plantago major
Sambucus mexicana
Sansiveria
hyacinthoides
19 Solanum nigrescens
20 Tamarindus indica
21 Tridax procumbens
18
12 Matricaria courruntiana
Verbena litorales
HBK
23 Wiganda areas var.
SEDANTES HIPNOTICOS
1 Crotalaria guatemalensis
5
11 Lippia alba
2
3
4
1
2
3
4
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
22
Passiflora edulis
Tersntroemia
6
Erythrina berteroana
tepezapote
7 Anetum graveolens
Daucus carota
8 Valeriana prionophyla
Achillea mille follium
HIPOGLICEMIANTES
5 Zebrina pendula
Prunas amygdalus
Euphatorium
6
Rhoco spathacea
Semialatum
7 Croton guatemalensis
Biaxa orellana
Terminalia catappa
ANTIESPASMODICOS
41 Psidium guajava
Agastache rugosa
Rosmarinus
Ageratum corumbosum 42
officinalis
Angelica archangelica
43 Ruta chapelensis
L.
44 Solanum nigrescens
Annona muricata
Tanacetum
45
Artemisa mexicana L.
phartenium
Taraxacum
46
Artemisia vulgaris
officinale
47 Tecoma stands
Buddelleia amaricana
48 Tegetes lucida
Cariandrum atiyum
Cecropia obtusifolia
Chiranthodendron
pentadactylon
Chonopodium
ambrosioides
Chysantherum
parthenuim
Cinnamomum
zeylanicum
Citrus aurantifolia
49 Tegetes recta
50 Thymus vulgaris
51 Tridax procumbens
52
Verbena litorales
HBK
53 Vernonia leicocarpa
54 Viola odorata
15 Citrus maxima
16 Cuminum cyminum L.
55 Zingiber officinale
DIURETICOS
17 Datura candida
1
Achillea mille folium
18 Foeniculum vulgare L.
2
Amarathus hybricus
L.
19 Gnhalium straminium
3
20 Gomphrena globosa L.
Hybiscus rosa sinensis
21
L.
Hyptis sinuata pohl. Ex.
22
Benth.
Junglans
23
guatemalensis
4
Arthrostemma
ciliatum
Bixa Orellana
5
Buddellia amaricana
6
Chiranthodendron
pentadactylon
7
Daucus carota
24 Linum usitatissimum
8
25 Lippia citrodora
9
26 Luffa operculata
10
27
28
29
30
31
32
11
12
13
14
15
16
Malva sylvestris L.
Matricaria courruntiana
Medicargo sativa
Melissa officinalis
Mentha pulegium
Mentingia calabra C.
33 Nuerolena lobata
17
34 Ocimum basilicum
18
35 Ocimum basilicum L.
19
36 Origanum vulgare
20
37
38
39
40
21
22
23
24
Pelargonium V.
Peumus boldus
Phylodendron pertusus
Pimpinalla anisum L.
Equisetum
gigamteum
Eupatorium
semialatum
Guazuma ulmifolia
Lam.
Hibricus sabdariffa
Lippia dulces
Persea amareicana
Ruta chapelensis
Smilax lundellii
Smilax regelli
Spondias purpurea
L.
Stenotaphrum
secendatum
Tamarindus indica
Taraxacum
officinalis
Tecoma Stans
Teloxys grayeolens
Zea maiz
Zingiber officinalis
Bibliografía:
1. Saravia A. Manual de ensayos toxicológicos y farmacológicos experimentales in vivo e in
vitro. Ed. Univ. USAC. 2005
PL6
NUOVI METABOLITI BIOATTIVI DA FUNGHI ITALIANI
G. Gilardoni, O. Malagòn, R. Negri, M. Clericuzio, P. Vita Finzi, G. Vidari*
Dipartimento di Chimica Organica, Università di Pavia, Via Taramelli 10, 27100 Pavia
*[email protected]
Da anni vengono condotti nei nostri laboratori ricerche sui metaboliti secondari isolati da
funghi superiori (Basidiomiceti); esse ci hanno portato all’isolamento di molti composti, di
differente derivazione biogenetica, con insolite strutture molecolari e dotati di interessanti
attività biologiche.
In questa comunicazione verranno riportati i risultati ottenuti negli ultimi due anni dallo studio
di specie fungine raccolte in boschi italiani: Russula mairei, Russula sanguinea, Lactarius
ichoratus, Lactarius subdulcis, Lyophyllum transforme, Leucopaxillus amarus. Le strutture
dei composti, ad esempio 1-3, sono state determinate prevalentemente con metodi
spettroscopici. Verranno illustrati alcuni dati preliminari dell’attività biologica (antitumorale in
vitro, di inibizione specifica dell’enzima topoisomerasi I, antifungina, antibatterica) dei
composti isolati, così come i risultati di alcuni derivati sintetici 2-acil-ciclopentene-1,3-dioni,
analoghi di alcuni metaboliti trichetonici del fungo Hygrophorus chrysodon. Verrà discusso
inoltre un interessante sistema di deterrenza chimica, presente nei carpofori di Lattari e
Russule, e basato su alcuni composti sesquiterpenici, che protegge i funghi contro parassiti
e predatori.
HO
H
H
OAc
O
HO
Me
O
H
HO
O
H
HO
O
O
H
O
1
2
HO
H
OH
O
OH
Me
H
3
PL7
BIODIVERSIDAD, ESTRUCTURAS Y ACTIVIDAD BIOLOGICA DE
METABOLITOS NATURALES DE LATINOAMERICA
J. A. Garbarino
Depto. Quimica, Universidad T.F.Santa Maria-Casilla 110-V, Valparaíso
[email protected]
Las tres investigaciones que se presentan constituyen valiosos aportes de la rica
biodiversidad del continente latinoamericano, en la innegable conjunción entre la
investigación básica y aplicada, y su interrelación con el sector productivo.
Los estudios de investigadores del NIH sobre la química y biología de los alcaloides
aislados de pieles de ranas del Centro y Sudamérica se remontan al decenio de 1960. A
partir de 1974, el estudio de trazas de alcaloides extraídos de la piel de ranas Epipedobates
tricolor, cuyo habitat se encuentra en la zona limítrofe de Ecuador y Perú, presentaron una
acción analgésica mayor que la morfina. Entre estos alcaloides se estableció la estructura,
logró la síntesis y la comercialización de la Epibatidina.
Una amplia variedad de serpientes, especialmente venenosas, se encuentran en zonas
tropicales y subtropicales del planeta y se han constituídos en un amplio campo de
estudios químicos y biológicos.
En la presión sanguínea juegan un papel trascendente la angiotensina (hipertensor) y la
bradicinina (hipotensor).
Del veneno de Bathrops jararaca (“jararaca”), especie endémica del Brasil, se aisló el
capotén, un péptido que reduce la presión arterial. Así, el veneno de la “jararaca” potencia
la acción de la bradicinina y resulta el colapso circulatorio brusco y mortal cuando un ser
resulta mordido.
El fármaco Captopril® es fruto de las investigaciones realizadas por científicos brasileros y
argentinos, y utilizado para afecciones de hipertensión y cardíacas.
Recientes estudios realizados en el Centro de Biotecnología de nuestra Universidad sobre
la biotransformación de hormonas vegetales, generó 6 nuevas estructuras químicas con
actividad biológica, no reportadas anteriormente. Entre los compuestos producidos se
encuentran derivados de hidroxilación, reducción, epimerización de uno de los centros
quirales de la molécula original y compuestos generados por la introducción de cadenas
alifáticas laterales. Síntesis química y análisis de RMN definen la estereoquímica de cada
derivado.
Ensayos de actividad revelan que 4 de los compuestos poseen una alta capacidad de
inhibición del crecimiento de un hongo fitopatógeno a más bajas concentraciones que las
observadas con la molécula original y con el control positivo de inhibición..
Esta investigación permitió establecer un método eficaz de biotransformación para la
producción de nuevas moléculas con un incremento en sus propiedades bioactivas, dirigido
principalmente a su aplicación en agroindustria.
PL8
SOSTANZE PSICOATLIVE FORME RITUALI TRA LE POPOLAZIONI
DELL’AMERICA LATINA
G. Samorini
direttore della rivista “Eleusis. Piante e composti psicoattivi”
Museo civico di Rovereto
[email protected]
L’utilizzo di vegetali allucinogeni per facilitare l’induzione di modificazioni dello stato di
coscienza e attraverso queste operare in un senso terapeutico su se medesimi e sugli altri
individui, è stato e continua ad essere una pratica diffusa fra le popolazioni latinoamericane.
Dalle velada mazateche del Messico centrale — rito di cura guidato da un curandero e
supportato dall’assunzione di funghi allucinogeni — alle mesada delle Ande del Perù
settentrionale - a base del cactus San Pedro — ai riti amazzonici con l’ayahuasca, questi
interventi terapeutici sono profondamente inseriti nei sistemi di cura tradizionali e in diversi
casi ne influiscono le basi teoriche mediante precise codifiche delle esperienze visionarie
indotte dai vegetali psicoattivi. Di particolare interesse è la bevanda visionaria ayahuasca,
considerata da diverse tribù amazzoniche una planta maestro, cioè una pianta in grado di
“svelare” le proprietà alimentari, medicinali, tossiche o psicoattive delle altre piante della
foresta, attraverso un procedimento e una lettura delle visioni indotte dalla bevanda da parte
dello sciamano ayahuasquero. Oggigiorno questi riti si sono sincretizzati in maniera vivace e
articolata con le religioni e in alcuni casi con le terapie occidentali.
PL9
COMPOSICIÓN QUÍMICA DE PROPÓLEOS CUBANOS: DESARROLLO Y
EVOLUCIÓN DE UN TEMA DE INVESTIGACIÓN.
O. Cuesta Rubio,* A. L. Piccinelli, L. Rastrelli, F. De Simone.
Instituto de Farmacia y Alimentos (IFAL), Universidad de La Habana, Ave. 23 No. 21425,
Lisa, La Habana, Cuba. CP. 13600.
*[email protected]
Los estudios sobre la composición química de propóleos cubanos han permitido establecer
diferencias con respecto a aquellos propóleos que se producen en zonas templadas. La
presencia de benzofenonas preniladas e isoflavonoides distingue a los propóleos cubanos
y les confiere un carácter particular. La aplicación de técnicas cromatográficas y
espectroscópicas modernas ha permitido el aislamiento y caracterización estructural de 8
benzofenonas preniladas y 13 flavonoides por primera vez desde propóleos de zonas
tropicales. El estudio estructural de estos compuestos ha permitido realizar evaluaciones
biogenéticas, estereoquímicas, espectroscópicas e incluso botánicas que han favorecido el
esclarecimiento de un conjunto de interrogantes sobre la química de los compuestos
aislados desde propóleos. Sobre la base de los resultados obtenidos desde propóleos
cubanos se realiza una valoración químico-estructural de los metabolitos aislados de
propóleos y se presentan los resultados más novedosos y las perspectivas futuras del tema
de investigación.
PL10
STRUCTURED LIPIDS: SYNTHESIS AND APPLICATIONS.
L. Cossignani,* P. Damiani
Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Farmacia, Dip. Scienze Economico-Estimative e
degli Alimenti, Sez. Chimica Bromatologica
*[email protected]
Lipid modification enhances the role fats and oils play in food, nutrition, and health
applications.
Structured lipids are triacylglycerols that have been modified to change the fatty acid
composition and/or their positional distribution in glycerol backbone by chemically and/or
enzymatically catalyzed reactions and/or genetic engineering.
Molecular structure of triacylglycerols influences their metabolic fate in organisms i.e.
digestion and absorption as well as their physical characteristics.
Although chemical interesterification catalyzed by metal alkoxides is simple and
inexpensive, it is not capable of modifying specific positions due to the random nature of the
reactions. Lipase catalyzed interesterification reactions offer the advantage of greater
control over the positional distribution of fatty acids in the final product, due to lipase fatty
acid selectivity and regiospecificity.
Technology is evolving to create structured lipids with a selected fatty acid in the glycerol sn2- position. For instance, incorporating linoleic, arachidonic, or eicosapentaenoic acid at the
sn-2- position is being evaluated for the specific objective of modulating serum cholesterol
concentrations and essential fatty acid absorption.
In this comunication a critical evaluation of the reaction schemes, side reactions and byproducts, sources of the substrate and acyl donors used in the structured lipids production
will be presented. Some medical and nutraceutical applications of structured lipids, as infant
formulas, products for enteral and parenteral nutrition and reduced calorie fats will be
reported together with some functional structured lipids as plastic fats, cocoa butter
alternatives and others.
Moreover the suitable analytical methods, of great importance in order to monitor the
reactions and to confirm the structure of the obtained products, will be discussed.
PL11
MICROFLORA DE PARAMOS COLOMBIANOS, METABOLITOS
PRODUCIDOS POR CEPAS NATIVAS DE HONGOS Y SU ACTIVIDAD
BIOLÓGICA
R. D. Torrenegra
Pontificia Universidad Javeriana Bogotá, Colombia
[email protected]
RESUMEN
Se ha identificado la microflora de hongos filamentosos originarios de los páramos de
Guasca y El Tablazo, presentes en muestras del suelo y en las hojas de las plantas
Espeletia barclayana y Espeletia killipii. Los hongos del fitoplano de dichas plantas se
aislaron por las técnicas de implante y lavado; los del suelo por técnicas de dilución en
placa, implante y lavado.
Se aislaron cepas pertenecientes a los géneros Absidia, Acremonium, Alternaria,
Aspergillus, Bartalinia, Circinella, Cladosporium, Cuninghamella, Curvularia, Emericella,
Epicoccum, Fusarium, Geotrichum, Gliocadium, Metarhizium, Monilliella, Mortierella, Mucor,
Nannizia, Paecilomyces, Penicillium, Phitomyces, Phoma, Rhizopus, Scopulariopsis,
Stachybotris, Syncephalastrum, Trichoderma, Trichotecium, y un gran número de micelios
estériles. Algunas cepas fueron clasificadas según su especie y otras no presentan
características similares a las especies conocidas actualmente.
Dentro de las especies aisladas, se consideraron típicas del ecosistema de páramo las
pertenecientes a Fusarium, Penicillium y algunos mucorales, especialmente Mortierella sp.,
por ser las más predominantes en este estudio y de acuerdo con reportes anteriores.
El ácido micofenólico, ácido fusárico, salicilato del ácido láctico, ácido tetrametil benzoico y
un nuevo compuesto de estructura molecular desconocida han sido aislado de Penicillium
verrucosum, Penicillium purpurógeno,
Acremonium crotocinigenum, Penicillium
chrysogenum respectivamente
Este Trabajo se realizó con el apoyo financiero de la Universidad Javeriana y el Instituto
colombiano para el Desarrollo de la Ciencia y la Tecnología “Francisco José de Caldas”,
Colciencias; proyecto 1203-12-10104
QUIMICA DE ALGUNAS CEPAS ESTUDIADAS
De los fermentados de las cepas seleccionadas se aislaron e identificaron con base a sus
1
13
datos de MS, RMN- H y C los compuestos mayoritarios:
O
H3C
CH3
CH3
O
O
OH
HO
O
O
O
H3C
O
OH
CH3
H3C
OH
CH3
CH3
Acido micofenólico, Penicillium verrucosum
OH
ácido tetrametil
rubrum
benzoico,
O H
Penicillium
O
COOH
O
OH
N
ácidosalicil láctico,Penicillium purpurógeno
O
CH3
Acido fusárico, Acremonium chrysogenum
OH
O
H3C
CH3
O
O
O
O
Bikaverina, Acremonium chrysogenum
PL12
quevedo
COMUNICAZIONI ORALI
OR1
ETNOCONOCIMIENTO DE LAS PLANTAS ODONTÁLGICAS USADAS EN EL
ASENTAMIENTO TARUMÃ-MIRIM, AMAZONAS, BRASIL.
J. M. S. Lima, M. F. Silva, C. C. S. Pinheiro, R. Corrêa Costa, C. V. Nunez*
Coordenação de Pesquisas em Produtos Naturais – CPPN
Instituto Nacional de Pesquisas da Amazônia – INPA
Av. André Araújo, 2936, Aleixo, Manaus, AM
CEP 69060-001
*[email protected]
El uso de plantas en la odontología es poco relatado en la literatura, sin embargo hay
relatos del uso de especies de la familia Piperaceae para fines odontológicos por la tribu
indígena Urabá, en Colombia, donde los indios masticaban fragmentos de gallos para
limpiar los dientes, destacando el aspecto saludable de su arcadia dentaria.
Visando analizar informaciones sobre el etnoconocimiento a respecto de las plantas usadas
como odontálgicas, fue realizado un levantamiento en el Asentamiento Tarumã-Mirim, cerca
de Manaus (AM), Brasil. Para la obtención de las informaciones usamos como técnica de
investigación la aplicación de un cuestionario respondido por los residentes más viejos
cuanto al uso de plantas odontálgicas en las 11 comunidades visitadas, seguido de la
colecta del material botánico, para posterior identificación.
El asentamiento es formado por personas de varias regiones del Brasil, contribuyendo para
la formación de un saber popular sui generis en respecto del uso de plantas medicinales
que utilizan, sea de plantas propias del área así como de otras regiones del País, por eso la
importancia del etnoconocimiento. Por otro lado percibimos que la principal contribución en
las informaciones en respecto del uso de plantas odontálgicas, fue de las personas del
interior de los Estados, donde prácticamente cada entrevistado usa una planta en su
cotidiano.
Las 49 especies encontradas pertenecen a 30 familias, las más citadas fueron:
Anacardiaceae (16), Arecaceae (6), Asteraceae (9), Bignoniaceae (8), Euphorbiaceae (10),
Lamiaceae (17), Piperaceae (11), Zingiberaceae (7). De estas, las especies más
significativas debido a sus usos tradicionales, fueron: caju - Anacardium occidentale L.
(Anacadiaceae), cibalena o anador - Marsypianthes sp. (Lamiaceae), coco - Cocos nucifera
L. (Arecaceae), cuia - Crescentia cujete L. (Bignoniaceae), jambú - Spilanthes acmella (L.)
Murray (Asteraceae), mangarataia - Zingiber officinale Roscoe (Zingiberaceae), piãobranco - Jatropha curcas L. (Euphorbiaceae) e taperebá Spondias lutea L.
(Anacardiaceae).
OR2
UNA RICETTA PER L’IMPERATORE TIBERIO.
G. Romussi
Dipartimento di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Alimentari, Università di Genova
[email protected]
Nelle Compositiones di Scribolnio Largo, una raccolta di ricette basate principalmente sulle
conoscenze della fitoterapia del I sec. d. C. si legge una interessante preparazione per
l’imperatore Tiberio, attribuita al medico Cassio. Si tratta di una colice cioè di formulazione
farmaceutica utilizzata ad coli inflationem. La colice Cassi fu citata in precedenza nel De
Medicina del famoso esperto nell’arte medica, Aulo Cornelio Celso, e venne poi ripresa,
circa quattro secoli dopo, da Marcello medico empirico. Le formulazioni riportate dai tre
autori sono sostanzialmente eguali, pur presentando alcune varianti, per quanto riguarda la
composizione quali- e quantitativa, la tecnica farmaceutica, la posologia ed il modo di
somministrazione. Dall’analisi dei singoli costituenti si può notare come nella maggior parte
dei casi si tratta di droghe con attività carminativa (sedano, anice, castoreo, nardo, zafferano,
prezzemolo), antispasmodica, analgesica (oppio, zafferano, mirra) e quindi particolarmente
utili per la cura delle inflationes dolorose del colon. Alcune droghe, viceversa, possono
essere considerate solamente eccipienti aromatizzanti (pepe). La modalità utilizzata nella
preparazione risulta abbastanza coerente con la tecnica farmaceutica moderna ed
egualmente valida è la metodologia della somministrazione. La formulazione della colice
Cassii può considerarsi razionale ed efficace dal punto di vista della farmacognosia
moderna e ciò spiega la fortuna e la trasmissione nell’antichità ed il suo utilizzo da parte
della persona più importante dell’Impero romano e cioè l’imperatore stesso sofferente di
colum (Plin. n. h. 26, 9).
OR3
SÍNDROMES CULTURALES DE LA MEDICINA TRADICIONAL PERUANA
M. F. Ibarguen
CIMT
[email protected]
La Medicina Tradicional Peruana es considerada como una de las más ricas del mundo
porque tiene diferentes raíces, es pluricultural, es plurilingüe y multiétnica.
En este trabajo trataré de exponer sobre los síndromes culturales de la Medicina Tradicional
Peruana, que vienen desde nuestros antepasados denominados como “el Susto, el Ojeo, el
chucaqui, EL Tullupisco” que pertenecen a las culturas de los Andes Peruanos y otros
síndromes como “El Tunchi” El Chullanchaqui” que pertenecen a la Selva Amazónica
Peruana donde veremos las metodologías del diagnostico y del tratamientos de estas
enfermedades.
El susto. Es una afección de sintomatología diversa que se origina por una emoción,
accidente o situación de terror que experimenta una persona y que se manifiesta como una
afección real inmediatamente después de ocurridos los hechos o luego de transcurrido
cierto tiempo. También se le reconoce con el nombre de mal de espanto “manchariska”
tanto la concepción etiológica y patológica del susto así como los diversos procedimientos
de diagnostico y terapéuticas, varían en las diversas regiones del Perú.
La concepción fundamental de esta enfermedad consiste en que “se ha producido el robo
del alma, la separación del alma del cuerpo” causado por fenómenos de la naturaleza,
como también por una fuerte emoción o espanto por lo tanto la persona estará enferma
hasta que se le devuelva el alma al cuerpo; el tratamiento tradicional consiste en la frotación
del cuy al cuerpo del enfermo como veremos.
El Ojeo Es otro síndrome cultural de los Andes del Perú que afecta generalmente a los
niños y también a los animales y plantas, tiene carácter universal.
El síndrome se origina cuando un niño ha sido mirado por un adulto que tenga mirada
“fuerte” puede ocurrir sin mala intención; el ojeo se caracteriza por fiebre ligera, náuseas,
vómitos, diarreas, perdida de apetito, intranquilidad, llanto frecuente.
El Diagnostico: se hace con la soba con huevo y el tratamiento también haciendo la limpia,
haciendo santiguar al niño y como prevención se usa hilos de color rojo en la muñeca del
niño.
OR4
PROYECTO DE INVESTIGACIÓN SOBRE PLANTAS CON POSIBLE UTILIDAD
PARA PREVENIR ENFERMEDADES VASCULARES: COLABORACIÓN ITALOLATINOAMERICANA
M. García Mesa
Instituto de Angiología y Cirugía Vascular, Ciudad de la Habana, Cuba
[email protected]
Las enfermedades aterotrombóticas y la insuficiencia venosa crónica constituyen problemas
de salud a nivel mundial por sus secuelas de muerte, discapacidad y deterioro de la calidad
de vida de quienes las padecen. Los fármacos antiagregantes plaquetarios se utilizan para
la prevención de eventos aterotrombóticos (infarto del miocardio, infarto cerebral, trombosis
arterial de miembros inferiores), mientras los flebotónicos se emplean en el tratamiento de
la insuficiencia venosa crónica. Las opciones terapéuticas disponibles no satisfacen todas
las expectativas, en algunos casos por sus efectos indeseables y en otros por sus elevados
precios. Algunas plantas que suelen ser utilizadas para preparar infusiones, así como
frutas , vegetales y condimentos, poseen principios activos con propiedades antiagregantes
plaquetarios, flebotónicos y otros. Esto sugiere la conveniencia de investigar los extractos
de estas plantas desde los puntos de vista químico, farmacológico y toxicológico . Esto
requiere de un enfoque multidisciplinario que aproveche la experiencia de diversos
especialistas en el empleo de técnicas de Análisis químico, Farmacología y Toxicología. A
partir de lo antes expuesto hemos elaborado una estrategia, que mostraremos para la
investigación de extractos de plantas de interés con la participación de especialistas de la
Escuela de Farmacia de la Universidad de Salerno, Italia, encargados del Análisis químico y
del Instituto Nacional de Angiología y Cirugía Vascular de Cuba, encargados de la
evaluación farmacológica y toxicológica. Esta colaboración ha comenzado a dar sus frutos
en los resultados obtenidos hasta el momento en la evaluación farmacológica de un
extracto de Wendita calysina producido en Departamento de Ciencias Farmacéuticas,
Universidad de Salerno, Italia y en la caracterización química y farmacológica de extractos
de Citrus aurantium Ch. elaborados en el Instituto Nacional de Angiología. La integración de
otros grupos de investigadores Latinoamericanos e Italianos ampliaría el espectro de
resultados en este campo, los cuales pueden tener un impacto importante en el
conocimiento de la utilidad de nuestras plantas
para reducir la prevalencia de
enfermedades vasculares en nuestros países.
OR5
INDAGINI FITOCHIMICHE SU VERBASCUM SPP. DA POPOLAMENTI
SPONTANEI ABRUZZESI
L. Menghini,1* F. Epifano,1 F. Tammaro,2 B. Tirillini,3 C. Campestre.1
1
2
Dipartimento di Scienze del Farmaco, Via dei Vestini 31, 66013 Chieti Scalo (CH), Italia
Dipartimento di Architettura e Urbanistica, Piazzale Ernesto Pontieri 2, 67040 Monteluco di
Roio (AQ), Italia 3Istituto di Botanica, Via Bramante 28, 61029 Urbino
*[email protected]
Il territorio abruzzese presenta, per le sue caratteristiche geografiche e orografiche, un
numero elevato di areali ecologici che ne fanno un territorio unico per la ricchezza del
patrimonio floristico. Negli ultimi anni è stato avviato un progetto di rivalutazione e recupero
della flora officinale spontanea e, nell’ambito di questo progetto, sono stati intrapresi
approfondimenti fitochimici su specie del genere Verbascum. In primo luogo sono stati presi
in considerazione V. thapsus, già noto alla medicina popolare con il nome di “tasso
barbasso” e V. mallophorum, specie a distribuzione ristretta all’area appenninica dell’Italia
centro-meridionale. Il genere Verbascum si caratterizza per l’abbondante presenza di
1
derivati glicosidati dell’acido caffeico come il verbascoside (1), e mucillagini che ne
OH
giustificano l’uso nella tradizione etnobotanica
HO
Abruzzese come anti-infiammatori e lenitivi.2
O
Lo studio consiste in un confronto fitochimico tra
diverse specie, raccolte in diverse stazioni spontanee
OH
OH
CH3
nei diversi momenti fenologici, finalizzato ad
O
OH
HO
O
evidenziare differenze fitochimiche tra le specie,
chiarire le dinamiche di produzione ed accumulo dei
O
O
HO
H
OH
OH
principi a struttura polifenolica e verificare l’effetto delle
diverse condizioni ambientali sul metabolismo
1
secondario. Il materiale vegetale essiccato è stato
estratto, per macerazione, con metanolo, ed analizzato mediante HPLC in scala analitica e
semi-preparativa su colonna a fase inversa C18. Nelle analisi cromatografiche è stato
utilizzato un rivelatore a matrice di diodi utilizzando come riferimento i profili cromatografici a
=340 nm, per isolare e quantificare il verbascoside (1) e gli altri derivati dell’acido caffeico.
Il contenuto di questo tipo di metaboliti secondari si è dimostrato elevato in entrambe le
specie di Verbascum. Il verbascoside è stato isolato con un ottimo grado di purezza dopo
cromatografia semi-preparativa ed identificato mediante spettroscopia NMR per confronto
con i dati presenti in letteratura.3 (1) e gli altri derivati dell’acido caffeico sono stati testati
quali agenti antimicrobici ed anti-ossidanti.
Bibliografia
1. Turker, A.U.; Gurel, E. Phytotherapy Res. 2006, 19, 733.
2. Manzi, A. in Piante sacre e magiche in Abruzzo, Casa Editrice Rocco Carabba, Lanciano
(CH), 2003, p.63.
3. Warashina, T.; Miyase, T.; Ueno, A. Phytochemistry 1992, 31, 961.
OR6
EFECTO DE LA INFUSIÓN DEL PERICARPIO DE NARANJA (CITRUS
SINENSIS L. OSBECK), EN LA DENSIDAD OSEA Y PARÁMETROS
BIOQUÍMICOS DE MUJERES PRODUCTIVAS CON DIABETES MIELLITUS
TIPO II.
M. T. Alvarez Ramírez
Univ. Michoacana de San Nicolás de Hidalgo (Fac. de Biología)
[email protected]
América latina presenta una incidencia considerable de la diabetes, la más predominante es
la tipo II, causada por hábitos alimenticios inadecuados, por lo que la insulina se vuelve
menos eficaz para la captación de glucosa por los tejidos, desencadenando una morbilidad
metabólica en la persona. Los flavonoides son metabolitos presentes en los cítricos y se
conoce que pueden contribuir en la regulación de este proceso. El objetivo de este trabajo
fue valorar los efectos de la infusión del epicarpio de Citrus sinensis (L.) Osbeck, en
mujeres productivas con diabetes tipo II, en su densidad ósea y parámetros bioquímicos. Se
formaron tres grupos de 35 personas: grupo 1, sin diabetes y sin osteopenia; grupo 2, sin
diabetes con osteopenia; y grupo 3, con diabetes y con osteopenia. Cada tres meses se
determinaron los parámetros: la densidad ósea por ultrasonido; la glucosa, acido úrico, urea
y creatinina por espectrocolorimetría. Los resultados mostraron efectos de la infusión en
una mejora en su densidad en los tres grupos (P<0.05), los grupos dos y tres recuperaron
sus valores de densidad (T= 0.1a1.5 y Z = 0) y el grupo tres presentó recuperación más
lenta. Los parámetros bioquímicos se mantuvieron en los rangos normales en el grupo 1 y
el grupo 2, en el grupos 3 los valores de glucosa al inicio fueron de 150-260 mg/dl, al final
de los tratamientos decreció hasta 90-120 mg/dl. Los valores de las otras variables se
estabilizaron. Se concluye que los flavonoides presentes en la infusión de naranja,
posiblemente son los responsables de esta respuesta en la densidad ósea y parámetros
bioquímicos, que contribuyó en la regulación de absorción de nutrimentos, agua, minerales
y glucosa en el intestino.
OR7
ESTUDIOS ANTIMICROBIANOS EN FRACCIONES VEGETALES (FV)
OBTENIDAS DE TERMINALIA AUSTRALIS CAMB. (COMBRETACEAE).
T. Di Bernardi,1* M. Demo,2 P. Cordero Gabrielli,2 N. Gallucci,2 M. Traut,1 L. Sabini,2 L.B.
1
Blanch.
1
2
Facultad de Ciencias Exactas, Universidad Nacional de La Plata, Argentina.
Facultad de Ciencias Exactas y Naturales, Universidad Nacional de Rio Cuarto, Argentina.
*[email protected]
El género Terminalia ha recuperado denotado interés por su variada actividad biológica.
Las diferentes especies en estudio se extienden a través de distintos continentes.
El interés radica en especies como T. macroptera, T. chebula, T. catappa, T. arjuna, T.
ferdinandina, T. triflora, etc.
Continuando con la búsqueda de antimicrobianos, provenientes de Termimalia australis
Camb., un árbol que crece desde el sur de Brasil, noreste Argentino hasta provincia de
Buenos Aires y Uruguay; se evaluaron distintas FV obtenidas de HPLC, teniendo como
antecedente la acción antibacteriana y antimicótica en trabajos preliminares.
Se utilizaron partes aéreas de la especie Terminalia australis Camb., recolectada en La
Plata, Buenos Aires, Argentina.
Las FV (5% del material inicial) se obtuvieron por HPLC y se conservaron a -20°C hasta su
uso. En este estudio se evaluaron las FV 3, 14 y 47, de las 54 fracciones obtenidas. Cada
FV fue realizada por HPLC, 1H NMR y 13C NMR.
Se evaluó la actividad antimicrobiana de las FV sobre las cepas bacterianas, como también
se hicieron Ensayos de actividad antimicrobiana, determinación de la Concentración
Inhibitoria Mínima (CIM), Concentración Bactericida Mínima (CBM) y Fungicida Mínima
(CFM) de los fracciones vegetales activas.
Conclusiones
En relación a una de las FV se indica que ejerció acción antifúngica importante sobre
Candida albicans aislada de una paciente con antecedentes de vulvovaginitis a repetición y
con una historia clínica de tratamientos antimicrobianos previos reiterados. Los halos de
inhibición del desarrollo fúngico fueron similares en promedio (13 mm de diametro) a los
ejercidos por el antifungico de referencia, Anfotericina B, (16 mm) incluido como testigo
positivo del ensayo,
El resultado es promisorio si se consideran los antecedentes clínicos de la paciente ya que
indicarían la posible aplicación de esta FV como alternativa terapéutica en casos de
infección fúngica reiterada y resistente a los antimicrobianos convencionales aplicados.
Por todo lo explicado, se deduce que la Terminalia australis Camb. convalida su potencial
etnobotánico al demostrarse que una de sus FV ejerce in vitro acción antifúngica evidente
aun muy diluida. Estos ensayos previos sugieren profundizar el estudio de la especie
vegetal evaluando su potencial citotóxico sobre células eucariotas para definir índice
terapéutico, excluir el riego toxico celular y definir su aplicabilidad como Fitofármaco.
Se corrobora una vez más que en muchos fármacos provenientes de Plantas, la acción más
evidente la ejerce todo el extracto.
Referencias
J. Muñoz, P. Ross, P. Cracco, Flora Indigena del Uruguay, 1993, Ed. Hemiferio Azul.
M. Toursarkissian, Plantas Medicinales de la Argentina, 1980, Ed. Hemisferio Sur S.A., 24.
C. Jürgen, V. Bernhard, I. Klaiber, G. Roos, U. Walter, W. Kraus Phytochemistry 1998, 48,
647.
S. Lee, Pharmaceutical Society of Korea 1995g, 18, 118.
N.N. Rege, U.M. Thatte Phytother Res, 1999, 13, 275.
C.C Lin, Y. Hsu, F. Taiwan J Pharm pharmacol, 1998, 50,789.
H.P. Shaila, S. Udupa Internat.J. Pharmacog 1997, 35, 126.
R. Perumal Samy, S.J. Ignacimuthu Ethnoph., 1998, 62, 173.
E. Canton Lacasa, E. Martín Mazuelos, Rev. Iberoamericana de Micología 2001, 15 15.115.13. www.guia.reviberoammicol.com.
H.L. De Pooter, E. A. Aboutabl, O. A. El-Shabrawy, Flavour and fragrance Journal. 1995,
10, 63.
C.M. Mann, J.L.Markham Journal Applied Microbiology 1997, 84, 538.
M.G. Escalante, S. Carpano Rev. Farmacéutica1997, 10, 109.
OR8
ESPECTRO ANTIAGREGANTE PLAQUETARIO “IN VITRO” DE UN EXTRACTO
DE WENDITA CALYSINA (VERBACH) EN PLASMA HUMANO
M. García Mesa,1* M. A. Alfonso Valiente,1 A. L. Piccinelli,2 F. De Simone,2 L. Rastrelli.2
1
2
Instituto de Angiología y Cirugía Vascular, Ciudad de la Habana, Cuba
Departamento de Ciencias Farmacéuticas, Universidad de Salerno, Italia.
*[email protected]
ANTECEDENTES: El extracto hidrosoluble de Wendita calysina (Verbach) posee acción
antioxidante “in vitro”. Diferentes reacciones oxidativas están implicadas en los mecanismos
de activación y agregación plaquetaria. El objetivo de este trabajo fue evaluar el efecto “in
vitro” del Verbach sobre la agregación plaquetaria inducida en el plasma humano por
diferentes estímulos.
MÉTODOS: La agregación plaquetaria fue evaluada en plasmas ricos en plaquetas (PRP)
preparados a partir de muestras de sangre de sujetos voluntarios sanos. El adenosin
difosfato (ADP) y el colágeno fueron utilizados como estímulos. El efecto antiagregante del
extracto se evaluó mediante su adición al PRP para obtener concentraciones de 0,33; 0,66
y 1,32 mg/mL de en el medio de incubación. La agregación plaquetaria fue inducida
mediante la adición de ADP, colágeno, epinefrina o ácido araquidónico al PRP después de
dos minutos de incubación con el extracto.
RESULTADOS: El extracto inhibió significativamente la agregación inducida `por ADP y por
epinefrina y no la inducida por colágeno o ácido araquidónico, lo que sugiere que no influye
sobre el metabolismo del ácido araquidónico en las plaquetas.
CONCLUSIÒN: El Verbach influye “in vitro” sobre la agregación plaquetaria en plasma
humano de manera diferencial en dependencia del estímulo.
OR9
EVALUACION DE LA ACTIVIDAD ANTITUMORAL “IN VITRO” DE
EXTRACTOS DE PLANTAS NATIVAS DE LA REGION CENTRAL DE
ARGENTINA.
G. Bongiovanni, M. Goleniowski*
Agencia Córdoba Ciencia, Unidad CEPROCOR. Arenales 230, B. Juniors, (CP X5004 AAP)
Córdoba Argentina.
*[email protected]
Muchos pacientes de cáncer reciben durante el curso de su enfermedad agentes
quimioterapeúticos, tratamiento basado en el potencial de destrucción de las células por
interrupción del crecimiento. Dentro de este grupo de compuesto las plantas han sido
utilizadas ampliamente en el tratamiento de estas enfermedades malignas. Muchas de las
drogas fueron extraídas de plantas. Cabe citar como ejemplo el uso de vinblastina,
vincristina, podofilotoxina, taxol. Este último es un potente anticancerígeno extraído de la
especie Taxus, constituyendo el agente antineoplásico más empleado en la actualidad.
Estas drogas que actualmente forman parte de productos de la farmacopea internacional
surgieron de screening realizados por el Instituto Nacional de Cáncer (USA) y diversos
laboratorios farmacéuticos, entre ellos .los laboratorios Lilly y Bristol-Mayers Squibb
Las plantas medicinales de la región central de Argentina usadas en la medicina domestica
fueron estudiadas mediante un test “in vitro” que permitió seleccionar rápidamente los
extractos que inhibían la proliferación de células tumorales.
Se utilizaron las siguientes especies: Aspidosperma quebracho-blanco, Mandevilla laxa,
Mandevilla pentladiana (Apocynaceae); Aristolochia stuckertii Speg (Aristolochiaceae);
Eupatorium buniifolium Hook. & Arn. var. buniifolium, Baccharis , Gaillardia megapotamica
(Spreng.) Baker var. megapotamica, Thelesperma megapotamicum (Spreng.) Kuntze,
Zexmenia bupthalmiflora, Hetheroteca latifolia (Asteraceae); Acalypha cordobensis,
Sebastiania commersoniana (Baill.) L.B. Sm. & Downs (Euphorbiaceae); Oxalis erythrorhiza
Gillies ex Hook. & Arn (Oxalidaceae); Lantana grisebachii (Verbenaceae); Larrea nítida,
Larrea divaricata (Zygophyllaceae); Monnina dictyocarpa Griseb (Polygalaceae). Se
prepararon extractos en etanol, éter de petróleo o diclorometano y se realizaron un test in
vitro de viabilidad con células proveniente de cáncer de mama humana. Los extractos de T.
megapotamicum, O. erythrorhiza, L. divaricata mostraron mayor actividad inhibitoria. De las
especiesestudiadas, sólo Aspidosperma quebracho-blanco y Larrea divaricata fueron
previamente estudiadas como antitumorales.
OR10
ANTIOXIDANT ACTIVITY OF AGARICUS BLAZEI
A.S. Fernandes,* W. Buffa-Filho, R.A. Hakime-Silva, J.C.R. Vellosa, M. Furlan, I.L. Brunetti,
O.M.M.F. Oliveira.**
Instituto de Química – UNESP
*[email protected]; **[email protected]
In aerobic living organisms, physiologic processes produce reactive oxygen species (ROS)
as by-products or to fight against microorganisms. This species have being studied,
whereas promotes DNA mutation, aging process and several pathologies. Antioxidants in
diets are protector agent to the human body in removal of free radicals. Thus, that work had
for objective the organic partition and validation of the mushroom extracts as antioxidant
products. It was made ethanolic extraction of the Agaricus blazei Murril. The ethanolic
extract was submitted to liquid-liquid partition, resulting in more three fractions: hexanic, ethil
acetate and hydroalchoolic. HPLC-DAD analyses showed seven picks of metabolics, these
picks were present in all the fractions, except hexanic that didn't show picks. HPLC-ECD
showed the presence of four picks with promising
electroactivity in all fractions. The evaluated fractions showed antioxidant activity similar to
the patterns (trolox and uric acid) in removal of ABTS radical and DPPH radical, except for
the hexanic fraction.
In the TNB/HOCl system, the samples presented small activity (it wasn’t possible to
determine IC50), and your activities were very inferior to the patterns. In the TNB/H2O2
system, the samples didn’t presented activity to kidnap H2O2. In the superoxide system, the
samples weren’t able to promote the kidnapping of the radical O2·, in this system prooxidizer activity was observed.
Supported by: Capes and Fapesp/Biota
OR11
ACTIVIDAD HIPOGLICEMIANTE Y ANTIHIPERGLICEMIANTE AGUDA DEL
EXTRACTO ACUOSO DE LA RAÍZ DE RUELLIA TUBEROSA L. EN RATAS.
C. Ciangherotti,1* J. Guerrero,2 A. Usubillaga,3 J. Cegarra,4 R. Mata,2 A. Stern.1
1
Laboratorio de Neuropéptidos, Facultad de Farmacia, Universidad Central de Venezuela,
2
Caracas, Venezuela. Departamento de Farmacia, Facultad de Química, Universidad
Nacional Autónoma de México, Ciudad de México, México. 3Instituto de Investigaciones,
4
Facultad de Farmacia, Universidad de Los Andes, Mérida, Venezuela. Herbario (MER),
Facultad de Ciencias Forestales y Ambientales, Universidad de Los Andes, Mérida,
Venezuela.
* [email protected]
La Ruellia tuberosa L (ACANTHACEAE) es conocida en Venezuela como Escopetera o
Yuquilla. Esta especie es utilizada popularmente para el tratamiento de la diabetes
(decocción de la raíz) en algunas zonas del occidente del país. Con el propósito de evaluar
el potencial antidiabético del extracto acuoso de la R. tuberosa L. fueron realizados dos
ensayos in vivo utilizando ratas Wistar. Para estudiar la actividad hipoglicemiante fueron
utilizados 6 grupos de 6 animales cada uno (n=6) con el siguiente esquema de tratamientos:
Extracto 10, 30, 100 y 300 mg/kg; Glibenclamida (hipoglicemiante de referencia) y vehículo
(control). Los animales fueron sometidos a ayuno 12 horas previas al experimento, los
niveles de glicemia fueron medidos (método de la glucosa oxidasa) al inicio, a las 1,5; 3; 5;
7 y 9 horas post-administración de los tratamientos. A otros 6 grupos (n=6) le fue inducida
diabetes por inyección intraperitoneal de 70 mg/kg de Estreptozotocina 5 días previos al
experimento, luego se procedió de la misma manera que en le ensayo de actividad
hipoglicemiante. El extracto mostró actividad hipoglicemiante, principalmente a la dosis de
300 mg/kg con porcentajes de variación de la glicemia de -22,32 ± 2,21; -31,07 ± 2,37; 36,60 ± 2,95 y -35,49 ± 3,36 % a las 3, 5, 7 y 9 horas respectivamente. Asimismo, todas las
dosis ensayadas presentaron actividad antihiperglicemiante en ratas con diabetes inducida
con estreptozotocina, con porcentajes de variación de la glicemia alrededor del -35 %. La R
tuberosa L. mostró una respuesta antihiperglicemiante parecida a la Glibenclamida, así
como también un efecto hipoglicemiante similar a la dosis de 300 mg/kg, lo cual es un
aporte para la validación de esta especie para su uso tradicional.
OR12
EFECTO DE EXTRACTOS DE CHAYOTE SOBRE SUERO HUMANO CON
CONTROL CONOCIDO DE COLESTEROL TOTAL Y TRIGLICERIDOS.
M. Barrios Chica,* F. Barboza González
Escuela de Química Abdenago Brenes Hine, Orlando Varela
Escuela de Ciencias Agrarias Universidad Nacional de Costa Rica
*[email protected]
Motivado por el origen mesoamericano del chayote (Sechium edule) y por su importancia
socioeconómica para Costa Rica, se ha venido trabajando por varios años en la
conservación y caracterización de los recursos genéticos de este cultivo. Como producto de
este estudio se ha podido obtener una colección de germoplasma con materiales
procedentes de toda Costa Rica. Estos recursos se han venido estudiando con el objeto de
encontrar los tipos promisorios que nos proporcionen metabolitos importantes para el
mejoramiento de la salud humana, y para la formación y empleo de clones valiosos por los
contenidos de sustancias que puedan albergar en su interior.
El presente artículo tiene como finalidad mostrar una parte del estudio que se está llevando
a cabo, al dar a conocer los resultados obtenidos en el análisis bioquímico de veinte clones
de Sechium edule que servirá de base para proceder con la determinación química de sus
metabolitos, la micropropagación de los clones promisorios, la caracterización mediante
descriptores morfológicos, agronómicos y moleculares, con el objeto de conceptuar esta
hortaliza como un alimento funcional o nutracéutico.
El estudio bioquímico nos revela la capacidad que tienen algunos clones de interactuar con
suero humano con control conocido de colesterol total y triglicéridos, y obtener resultados
que nos llevan a observar resultados de interés en la disminución de los lípidos presentes
en el suero. Este estudio nos entrega un primer acercamiento de la acción de los
metabolitos sobre dos tipos de compuestos que se manifiestan como factores de riesgo
para nuestra salud.
Utilizando el equipo Vitros DT60II (química seca) semi automatizado, cuyos resultados se
obtienen directamente en concentraciones (mg/dl), se pudieron evaluar las veinte muestras
correspondientes a diferentes tipos de clones de Sechium edule, cuyos resultados se
presentan en la tabla adjunta.
En esta tabla se presentan lecturas por triplicado de dos tipos de suero control para el
colesterol y triglicéridos, y el promedio de dichas lecturas para ser comparadas con los
resultados obtenidos después de haber reaccionados los metabolitos de los diferentes
clones con dicho suero.
#3
promedio
240 252
330 340
242 237
252
329
238
248
333
239
125
119.3
137.6
115.1
146.3
139.1
132.6
118.2
123
113.5
133.6
119.1
150.2
129.8
129.7
120.2
85
83.6
197.2
99.5
116.8
355.3
451
118.3
80
85.6
199
95.4
113.3
347.4
446.1
114
85
84.8
198.1
98.3
115.7
351.9
448.7
112.5
136
130
124
130.8
120.6
118.9
133.6
126.2
121.8
118
99.3
218
116
93
221
114.0
90.8
216.8
126.3
125
122.5
124.6
170
173
169.6
792
123
121
124.7
122.9
165
168
166.6
806
125
123.1
126.9
125.1
146
137
144.1
834
835
758
771
119.5
120
118
121
122.3
12.5
123
117
118.8
116.6
121
119
120.2
119.7
121
119
90
85
200
100
117
353
449
105.
2
108
86.4
211.
5
165.
8
166.
5
149.
3
149
184
85
160
141.7
187
98
175
152.7
177
92
170
147.8
182.6
90
172
241
239
243
241
235
228
215
239
225
210
231
216
202
31/11/2005
Controles
643
760
762
765
769
774
776
128
109.3
130.2
130
163
139
135
122
116
112
133
112.2
141.3
11.3
121.5
120.4
779
781
787
134
128
122.5
788
#2
#1
235
223
209
promedio
159
#3
156
#2
159 162
#1
TRIGLICÉ
RIDO
mg/dl
COLESTE
ROL
TOTAL
mg/dl
Suero control
Suero
control
Nº
Estractos
de chayote
25/11/2005
787
792
806
OR13
ESTUDIO DERMOTOXICO DEL EXTRACTO DEL PERICARPIO DE LA PUNICA
GRANATUM EN RATONES.
(DERMOTOXIC STUDY OF THE PERICARP EXTRACT FROM PUNICA
GRANATUM IN MICE)
G. Méndez de Corao,1* M. Garcia,2 M. Rondon,2 J. A. Cova.2
1
Laboratorio de cultivos celulares. Facultad de Farmacia.
2
Instituto de Inmunología Clínica. ULA
* [email protected]
Al fruto del granado (Punica granatum L.) de la familia Punicáceas, se le atribuyen efectos
tales como antimicrobiano, antioxidante y antiviral, con especial acción sobre el herpes virus.
A pesar de esta extensa información terapéutica, son pocos los estudios que han evaluado
la toxicidad de este fruto y el conocimiento de este aspecto, es de gran importancia previo a
su uso masivo en humanos. El objetivo de este estudio, de tipo experimental, fue evaluar el
grado de modificaciones tisulares, en la piel de ratones que recibieron la administración
tópica del extracto del pericarpio de la Punica granatum (PRE) solo o en combinación con
sulfato ferroso (SF), usado para la reacción de Fenton (potenciadora del efecto del
compuesto). Se incluyeron en el estudio 12 ratones, formando 4 grupos (3 ratones por cada
grupo). Se rasuró el dorso del animal, los grupos recibieron una aplicación diaria (2 gotas)
de: solución fisiológica (Grupo control), solución PRE (Grupo PRE), solución de PRE y SF
(Grupo PRE+SF) y solución de SF (Grupo SF), durante 3 días. Transcurridos 24 horas y 8
días de la aplicación, se les realizó una biopsia de piel, fijadas con formol tamponado en
bloques de parafina y coloreados con Hematoxilina-Eosina. Los resultados fueron:
Parámetros (dia 1 y 8)
Control
PRE
Edema
Infiltrado celular
Tumefacción
Hemorragia
Necrosis
ausente, + leve, ++ moderado, +++ severo
-
PRE+SF
++
++
+
-
SF
+
-
-
Los efectos adversos se presentaron en el grupo PRE+SF, pero fueron leves y temporales,
ya que a los 8 días desaparecieron.
OR14
EFECTO DE LA COMBINACIÓN DE INFUSIONES DEL PERICARPIO DE
NARANJA (CITRUS SINENSIS L. OSBECK) Y DE HOJAS DE LIMA (CITRUS
LIMETTA RISSO) EN LA PRESIÓN SANGUINEA Y DENSIDAD OSEA, EN
MUJERES HIPERTENSAS DE LA REGIÓN DEL BALSAS, MEXICO.
M. T. Alvarez Ramírez,* R. Salgado-Garciglia.**
Univ. Michoacana de San Nicolás de Hidalgo (Fac. de Biología)
*[email protected]; ** [email protected]
La incidencia de hipertensión en mujeres, en la región del Balsas, México, es del 45% y es
causada por dislipidemias tipo IV y V, debido a incorrectos hábitos de vida incorrectos, que
desencadenan una morbilidad vascular considerable en mujeres productivas. Los
bioflavonoides de cítricos son potencialmente efectivos contra este tipo de enfermedades.
El objetivo de este trabajo fue valorar los efectos de la combinación de la infusión del
epicarpio de Citrus sinensis (L.) Osbck y de las hojas de C. limetta Risso, en personas
hipertensas, determinando la presión sanguínea, densidad ósea, colesterol y triglicéridos.
Se formaron tres grupos de 52 personas: grupo 1, normotensa y sin osteoporosis; grupo 2,
normotensas con osteoporosis; y grupo tres, hipertensas con osteoporosis. Cada tres
meses se determinaron los parámetros a evaluar: la densidad ósea por ultrasonido, presión
sanguínea con 3 baumanómetros, colesterol y triglicéridos por espectrocolorimetría. Los
resultados mostraron una mejoría en los 3 grupos en su densidad ósea (P<0.01). Los
grupos 2 y 3 recuperaron sus valores de densidad, (T= 0, Z = 0), hasta la séptima
determinación en un 75%. La hipertensión disminuyó lentamente con el tiempo de 160/140
mmHg a 120/90 mmHg, también el colesterol total, LDH, triglicéridos, pero HDL aumentó,
que indica una respuesta sostenida positiva. Se concluye que los flavonoides presentes en
la infusión en combinación de estos dos cítricos contribuyeron a mejorar la presión
sanguínea, densidad ósea y colesterol, posiblemente por la regulación vascular, en la
fluidez de la circulación, así como distribución de los nutrimentos, agua y minerales. Se
observó que el efecto es un proceso lento pero se mantiene la respuesta con perseverancia.
OR15
ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA DE LOS EXTRACTOS ETANÓLICOS DE
AZADIRACHTA INDICA A. JUSS Y ELABORACIÓN DE UNA CREMA
ANTISÉPTICA CONTRA EL ACNÉ
M. Gualtieri,1* M. C. González,2 K. Contreras,2 M. Noguera,2 E. Uzcátegui,2 J. Carmona,1 S.
1
1
1
Villasmil, C. Villalta, M. Alarcón.
1
Laboratorio de Investigación de Medicamentos Orgánicos, Departamento de
Farmacognosia y Medicamentos Orgánicos. Facultad de Farmacia y Bionálisis. Universidad
de Los Andes. Mérida 5101-A. Venezuela.
2
U.E. Colegio La Presentación. Mérida, Venezuela.
*[email protected]
El acné es una de las enfermedades de la piel más comunes, observada principalmente en
adolescentes. Generalmente los dermatólogos recomiendan cremas, geles o lociones,
todos con principios activos sintéticos que pueden provocar algunos efectos secundarios,
además de que en algunos casos resultan poco accesibles para toda la población. Debido
a la gran problemática que se presenta por los altos costos del tratamiento para esta
patología, en los últimos años se han tratado de buscar nuevas alternativas terapéuticas a
base de productos naturales que demuestren alta efectividad equivales a los patentados
comerciales.1 Los numerosos reportes de la actividad antimicrobiana, antiviral,1 actividad
3
4
5
insecticida, actividad moluscicida, actividad contra el parasito de la malaria, inhibición del
6
virus del dengue, nos permitieron evaluar la actividad antibacteriana de los extractos
etanólicos de las hojas de Azadirachta indica A. Juss (Neem), y elaborar una crema
antiséptica que permita combatir el acné juvenil. La especie vegetal fue recolectada en
Carora, estado Lara, Venezuela, la cual fue identificada botánicamente por el Ingº Forestal
Juan Carmona del Herbario MERF de la Facultad de Farmacia, Universidad de Los Andes.
Las partes aéreas de la especie Azadirachta indica A. Juss, fue secada, molida y sometida
a extracción con etanol de 98% en un equipo de Soxhlet a 65°C durante 4 horas.
Seguidamente se filtró y el extracto se llevó a un rotaevapor a 50°C al vacio hasta
sequedad, con un rendimiento de 5.79%. Para la preparación de los distintas diluciones se
procedió a preparar un patrón en una concentración 1:1, y diluciones (1:10 y 1:100). La
evaluación de la actividad antibacteriana se realizó por el Método de Difusión del Agar, se
impregnaron discos de papel filtro (3M) de 4 mm de diámetro con 20 μl del concentrado y
diluido, del mismo modo se impregnaron discos con el solvente utilizado (etanol al 98%), el
cual fue el control negativo. El control positivo estuvo representado por un disco de
antibiótico comercial que inhibe el crecimiento bacteriano de las cepas ensayadas: Disco de
Vancomicina (Oxoid) de 30 μg para las bacterias Gram positivas y Disco de Ciprofloxacina
(Oxoid) de 5 μg para las bacterias Gram negativas.1,7 La crema antiacné se formuló con el
extracto etanólico de Azadirachta indica (Neem) y con cantidad suficiente de base hidrófila.
Resultados y Discusión
La tabla Nº1 muestra la actividad antibacteriana de los extractos etanólicos de las hojas de
Azadirachta indica A. Juss, observándose que el Staphylococcus aureus presentó la mayor
sensibilidad con una zona de inhibición de 15 mm. con la dilución 1/10; E. faecalis, con una
sensibilidad de 7 mm., tanto en las diluciones 1/10 y 1/100; K. pneumoniae con una zona de
inhibición de 8 mm. y E. coli, mostró ser resistente a todas las diluciones ensayadas. Los
ensayos antibacterianos determinaron que la actividad inhibitoria contra las cepas
estudiadas fueron especies dependientes. Diluciones iguales a 1/100 demostraron poder
inhibitorio sobre todas las bacterias excepto E. coli. Así mismo, E. feacalis y K. pneumoniae,
fueron sensibles al extracto independientemente de la concentración del extracto. Por el
contrario, S. aureus y P. aureoginosa, demostraron incremento de la sensibilidad a medida
que la concentración disminuía.
Tabla 1. Actividad antibacteriana de los extractos etanólicos de Azadirachta indica A.
Juss
Diluciones
del Control
extracto
Cepas bacterianas
1:1
1:10 1:100
Grampositivas
Vancomicina (30 μg)
9
15
10
26
Staphylococcus aureus
7
7
20
Enterococcus faecalis
Gramnegativas
Ciprofloxacina (5 μg)
27
Escherichia coli
8
8
8
25
Klebsiella pneumoniaea
7
10
12
27
Pseudomona aeruginosa
a
Zona de inhibición, incluyendo el diámetro del disco (4 mm); valor promedio de tres
b
experimentos independientes. Volumen usado del extracto hexanoico 20μl.
El extracto etanólico mostró actividad antibacterial contra importantes patógenos como
Staphylococcus aureus, Enterococcus feacalis, Klesiella pneumoniae, Pseudomona
aureoginosa. Este poder inhibitorio fue observado con las diluciones 1:1, 1:10 y 1:100, del
extracto etanolico. Sin embargo, el extracto etanolico no mostró ninguna actividad
inhibitoria contra Escherichia coli (tabla 1). Esta búsqueda sugiere que los principios
activos extraídos con etanol de las hojas, pueden jugar un rol significativo en la acción
inhibitoria contra bacterias clínicamente importantes. En base a los resultados obtenidos en
la actividad antibacteriana de los extractos de las hojas de Azadirachta indica, la dilución
1/10 resultó ser la más eficiente para inhibir el crecimiento de Staphylococcus aureus, La
dilución 1/100 también resultó ser eficiente para inhibir Klesiella pneumoniae y Pseudomona
aureoginosa; en consecuencia, se preparó una crema con propiedades antisépticas al 5%.
Los resultados obtenidos de esta investigación se correlacionaron con estudios realizados
por (SaiRam et al., 2000) donde los extractos de la semilla del Neem mostraron actividad
antimicrobiana contra E. coli, S. Typhi, S. dysenteroides, P. vulgaris, P. aeruginosa, S.
faecalis, S. aureus.
Conclusión: El extracto tiene actividad inhibitoria selectiva sobre los microorganismos
probados. Las diluciones 1/10 y1/100 mostraron actividad antibacteriana contra las cepas
de Staphylococcus aureus, Enterococcus feacalis, Klesiella pneumoniae, Pseudomona
aureoginosa, en consecuencia se preparó una crema antiséptica con el extracto etanólico
de las hojas, contra el acné. Las características organolépticas fueron: Olor; característico a
Neem, color; beige claro, aspecto; homogéneo, penetrabilidad; si penetra en la piel y las
pruebas de estabilidad; serán realizadas posteriormente.
Bibliografía
1. Arteaga, M. Revista Colombiana de Ciencias Químico-Farmacéuticas, 1992, 20, 55.
2. SaiRam M, Ilavazhagan G, Sharma S.K, Dhanraj S.A, Suresh B, Parida M.M, Jana A.M,
Devendra K, Selvamurthy W. Journal of Ethnopharmacology, 2000, 71, 377-382.
3. Shaheen Bina, Afshan Farhana, Gulzar Tahsin, Sultana Razia, Naeemul-Hassan Syed,
Mohammad Rajput. Chem. Pharm. Bull., 2003, 51, 415.
4. Singh Keshav, Singh Ajay, Singh D.K. Journal of Ethnopharmacology, 1996, 52, 35-40.
5. Dhar Ravi, Kunyan Zhang, Talwar G.P, Garg Sanjay, Kumar Nirbhay. Journal of
Ethnopharmacology, 1998, 61, 31-39.
6. Parida M.M, Upadhyay C, Pandya G, Jana A.M. Journal of Ethnopharmacology, 2002, 79,
273-278.
7. Dimayuga; R. y García, S. Journal of Ethnopharmacology, 1991, 31,181.
OR16
CONSTITUENTS FROM INDIGOFERA TRUXILLENSIS LEAVES METHANOLIC
EXTRACT
T. R. Calvo,1* A. C. S. Moura,1 M. Cola Miranda,2 A.R.M. Souza Brito,2 W. Vilegas.1**
1
Departamento de Química Orgânica, Instituto de Química, UNESP, Araraquara, SP, Brasil.
2
Departamento de Fisiologia e Biofísica, Instituto de Biologia, UNICAMP, Campinas, SP,
Brasil.
*[email protected]; **[email protected]
The genus Indigofera (Fabaceae) comprises approximately 700 species distributed
throughout the tropical and subtropical regions of the world and it has intensive popular use
as analgesic and antiulcerogenic. Indigofera truxillensis Kunt, commonly known as “indigo”
and “anileira” occurs naturally in the Brazil. In previous studies (Calvo et al., Silae 2004 and
Cola-Miranda et al., Silae 2004) we described the isolation of three flavonoids of this specie:
kaempferol-3-O-α-L-rhamnopyranoside, kaempferol-3,7-di-O-α-L-rhamnopyranoside and
kaempferol-3-O-α-L-arabinopyranosyl-(2→1)-α-L-apyopyranosyl-7-O-α-Lrhamnopyranoside. In continuation of our studies, we now report on the isolation of other
five substances from Indigofera truxillensis leaves collected in São Paulo, Brazil. The dry,
powdered aerial parts of the plant were successively extracted with chloroform and
methanol. The methanolic extract was fractionated by gel permeation chromatography
column (Sephadex LH-20) eluted with methanol. The fractions were collected and checked
by TLC [Si gel plates, using solvent system (BAW n-BuOH/HOAc/H2O, 4:1:2 v/v/v)]. Further
chromatographic purifications of the fractions by polyvinylpolypyrrolidone column and HPLC
afforded kaempferol-3-O-α-L-apiofuranoside, kaempferol-3-O-α-L-arabinopyranosyl-7-O-αL-rhamnopyranoside, stigma-5-en-3-O-β-D-glucopyranoside, indigotin and indirubin. The
compounds isolated were determined by their spectral analysis (NMR, MS and UV
experiments). Miranda and collaborators (Silae, 2004) proved the activities of the plant
indicated by folk medicine. To continue this work we will accomplish the evaluation of all of
the isolated substances of the plant verifying the responsible for the antiulcerogenic and
analgesic activities.
OR17
UN NUOVO PROFARMACO DELL’ACIDO 4’-GERANILOSSI-FERULICO,
PRINCIPIO ATTIVO ANTITUMORALE DI ACRONYCHIA BAUERI SCHOTT
S. Genovese,1* M. Curini,1** F. Epifano,2 L. Menghini,2 T. Tanaka.3
1
Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco, Sezione di Chimica Organica, Via del
Liceo, 06123 Perugia, Italia
2
Dipartimento di Scienze del Farmaco, Via dei Vestini 31, 66013 Chieti Scalo (CH), Italia
3
Department of Oncologic Pathology, Kanazawa Medical University, 1-1 Daigaku, Uchinada,
Ishikawa 920-0293, Giappone
*[email protected]; **[email protected]
L’acido 4’geranilossi-ferulico (1) è un acido prenilossi-cinnamico isolato nel 1966 dalla
corteccia di Acronychia baveri Schott, un piccolo albero australiano appartenente alla
famiglia delle Rutacee.1
COOH
O
OCH3
1
Sebbene noto da più di 40 anni, solo negli ultimi cinque anni questo composto naturale e
alcuni suoi derivati sono stati oggetto di studi che hanno mostrato interessanti proprietà
antitumorali ed antinfiammatorie. In particolare l’estere etilico di (1) si è visto essere un
efficace agente chemopreventivo delle forme tumorali del colon nel ratto dopo
2,3
somministrazione con la dieta per 30 settimane. La natura chimica di (1) e dei suoi derivati
esterei fa però facilmente ipotizzare come, una volta somministrati per via orale, gli stessi
possano essere largamente assorbiti a livello gastrico e nella parte superiore dell’intestino,
raggiungendo così il colon con una bassa biodisponibilità.
Abbiamo così realizzato la sintesi di un nuovo profarmaco di (1), la cui struttura è basata
sull’incorporazione dello stesso, tramite un legame amidico, al dipeptide Ala-Pro-COOH (2).
O
N
N
H
O
OCH3
2
O
COOH
Così strutturato il profarmaco è destinato ad essere substrato dell’angiotensin-converting
enzyme intestinale (ACE), localizzato nella parte distale dell’intestino tenue, in grado di
idrolizzare l’ultimo legame peptidico di tripeptidi di formula generale X-Ala-Pro-COOH. Così
(1) è in grado di raggiungere il colon con la massima biodisponibilità. La sintesi di (2) è stata
realizzata con una resa globale del 56.6% in 7 passaggi a partire dall’acido ferulico. Prove
farmacologiche preliminari hanno dimostrato come (2), somministrato nella dieta dei ratti per
20 settimane al dosaggio di 0.01 e 0.05% sia in grado di portare a remissione
l’adenocarcinoma del colon, chimicamente indotto per trattamento con azossimetano e
sodio destran solfato, in percentuali rispettivamente del 51.9% e 76.6%.
Bibliografia
1. Prager, R.H.; Thregold, H.M. Aust. J. Chem. 1966, 19, 451.
2. Han, B.S. et al. Jpn. J. Cancer Res. 2001, 92, 404.
3. Tanaka, T. et al. Oncology 2003, 64, 166 e referenze ivi citate.
OR18
IDENTIFICATION OF BACTERICIDE FRACTIONS FROM ZIZYPHUS JOAZEIRO,
A BRAZILIAN MEDICINAL PLANT
I. Correa Ramos Leal,* R. Machado Kuster, K. R. Netto dos Santos, I. Itabaiana
Júnior, N. Arnold, L. Wessjohann.
Rua Felipe Camarão. 146. / Apt. 201 Maracanã. Rio de Janeiro / RJ Brasil.
CEP:20511-010
*[email protected]
Zizyphus joazeiro is a tree widely distributed in north-eastern Brazil and is used traditionally
by the folk medicine. The stem bark extract of this specie is a potential medicine for fever,
respiratory tract infections, chronic bronchitis, dental plaque and other. As a continuation of
our search for compounds with antibacterial activity, the aim of this study is to identify the
bioactive fraction from Z.joazeiro against Staphylococcus aureus strains isolated from
patients with hospital infection diseases and, establish the minimum inhibitory concentration
(MIC) from this fraction. The ethanolic extract was submitted to a liquid-liquid partition with
different polarity solvents and, the fractions obtained were essayed against 17 strains,
including oxacillin resistant S. aureus (ORSA) and oxacillin sensitive S.aureus (OSSA). The
active dichloromethane fraction was submitted to a Sephadex LH-20 column using isocratic
methanol as the mobile phase. There were afforded 10 main fractions which presented
different MICs against ORSA e OSSA - ATCC (American type culture collection) strains. The
most active fractions (MIC=128μg/mL) were selected and further experiments analyzed such
as the bactericide profile. It was proved that some of them cause the death of the ATCC
strains at 512μg/mL not submitting them to a latent condition only. The GC-MS analysis of
the methylated active fractions showed the presence of the methylic ester from betulinic acid
and other terpenes as the majority compounds. One of these fractions was purified by HPLC
preparative using a gradient system as mobile phase. Some compounds were purified and
spectroscopy measurements, including: high resolution mass spectrometry and LC-MS are
in process. To sum up, it was possible to prove that the active fraction has a bactericide
effect against ATCC strains and, probably, this fraction is composed by new constituents,
since the MS observed are different from the constituents already isolated from this specie.
OR19
ANALISIS PRELIMINAR DE METABOLITOS SECUNDARIOS DE MIL HOJAS
(PHYLLONOMA LATICUSPIS)
D. Vargas Álvarez
Universidad Autónoma de Guerrero; Facultad de Ciencias Químico-Biológicas; Avenida
Lázaro cárdenas S/N Chilpancingo, Guerrero, México.
[email protected]; [email protected]
Las plantas presentan actividad biológica sobre algún órgano o sistema del cuerpo humano
y dicha acción biológica es llevada acabo por los metabolitos que contienen las plantas.
Estos metabolitos pueden ser los flavonoides, terpenos, taninos, aceites esenciales,
saponinas y alcaloides. Dentro de las plantas que se utilizan para el tratamiento de
enfermedades se encuentra Mil Hojas (Phyllonoma laticuspis) esta es una planta que se
localiza en el Filo Mayor de la Sierra Madre del Sur del estado de Guerrero. En una
vegetación de pino-encino, a una altura de 2000 msnm. “Mil Hojas” presenta propiedades
curativas reconocidas por los nativos de este lugar ya que la utilizan para problemas
cardiovasculares, renales y gastrointestinales. Debido a la escasa información reportada en
este trabajo se determinó la presencia de metabolitos asociados con el tratamiento de
enfermedades renales, gastrointestinales y cardiovasculares, propiedades que se atribuyen
a Phyllonoma laticuspis. El material vegetal fue analizado a través de cromatografía de
líquidos y UV visible cuyos resultados preliminares indican la presencia de flavonoides y
saponinas.
OR20
SYNTHESIS AND TRYPANOSOMICIDAL ACTIVITY OF NOVEL ENT-KAURANE
GLUCOSIDES
R. Batista, 1* J. L. Humberto, 2 A. Braga de Oliveira 3
1
Universidade Estadual do Sudoeste da Bahia, Itapetinga, Brazil.
2
Universidade Federal de Ouro Preto, Ouro Preto, Brazil.
3
Universidade Federal de Minas Gerais, Belo Horizonte, Brazil.
*[email protected]
Ent-kaur-16-en-19-oic acid (kaurenoic acid) (1) is a naturally occurring kaurane diterpene
found abundantly in some Brazilian species as Wedelia paludosa D.C. (Asteraceae), Xylopia
frutescens and Annona glabra (Annonaceae)1. Several biological activities including antiviral,
antimicrobial, trypanosomicidal, antiinflamatory, anti-hypertensive, miracidicidal and growth
hormonal effects, among others, have been reported for this acid and related compounds1,2.
Some natural kaurane glycosides as wedeloside, atractyloside and carboxyatractyloside
2,3
showed specific inhibition of ADP-ATP transport through mitochondrial membrane . Aiming
to synthetise new kaurane glycosides, we prepared the alchools ent-kaur-16-en-19-ol (2)
and methyl ent-17-hidroxi-16 -kauran-19-oate (3) by reduction and hydroboration-oxidation
of the methyl kaurenoate ester, respectively. Alcohols 2 and 3 were glucosilated with
acetobromoglucose in usual conditions [Hg(CN)2, molecular sieves (4 Å), toluene] affording
novel O-glucosyl derivatives which were characterized by spectroscopic methods (1HNMR,
13
CNMR, MS) and assayed in vitro against trypomastigote forms of Trypanosoma cruzi, the
causative agent of Chagas disease. Acknowledgements: CAPES, UESB, UFMG.
1 R' = COOH; R'' = CH2
R''
2 R' = CH2OH; R'' = CH2
3 R' = CO2CH3 ; R'' = αH, βCH2OH
R'
Bibliografia
1. Batista, R.; Braga, F.C.; Oliveira, A.B.; Rev. Bras. Farmacognosia 2005,15, 119.
2. Ghisalberti, E.L.; Fitoterapia 1997, 68, 303.
3. Stewart, M. J.; Steenkamp, V.; Ther. Drug Monit. 2000, 22, 641.
OR21
PRODUCCIÓN, RECUPERACIÓN Y PURIFICACIÓN PARCIAL DE
ANTIBIÓTICOS PRODUCIDOS POR PLEUROTUS OSTREATUS.
ESCALAMIENTO A 10 LITROS.
I. González Leonardi
Facultad de Farmacia. Universidad de los Andes. Mérida. Venezuela.
[email protected]
En Venezuela no se produce ningún antibiótico. La facilidad de importación y los intereses
de los grandes monopolios farmacéuticos son las causas fundamentales de nuestra
dependencia. Además de este problema existe la necesidad de descubrir y probar otros
microorganismos productores de antibióticos en vista de la resistencia cada vez mayor de
las bacterias a los agentes antibacterianos convencionales. El hongo comestible Pleurotus
ostreatus es capaz de crecer en cualquier substrato y tiene la capacidad de producir
antibióticos. Se realizó un estudio a nivel de fiolas en medio
nutritivo M-200, haciendo
escalamiento a nivel de 10 Litros. Cada preinoculo se enriqueció con sulfato de amonio al
0.1 % y fosfato de amonio al 0.2 %, ajustando el pH a 5.5, con agitación y aireación de 1.5
vvm. Se esterilizó a 121 ºC durante 20 min. Se tomaron muestras cada 24 horas para
determinar el crecimiento celular por peso seco, y producción de antibióticos mediante el
método de difusión en agar, utilizando microorganismos de prueba gram positivos y gram
negativos. Se encontraron halos de inhibición para C. glutamicum, E coli y S. aureus a
partir del tercer día de crecimiento, obteniéndose una mayor producción entre el sexto y
séptimo día. Estos resultados demostraron que Pleurotas ostreatus es un productor de
antibióticos de amplio espectro.
OR22
PLANTAS MEDICINALES PARA EL TRATAMIENTO DE PROCESOS VIRALES.
J. A. González-Lavaut,1* S. Prieto-González,1 G. Garrido-Garrido,1 J. L. González-Guevara,1
M. García,2 K. González,2 O. A. Echemendia,2 O. Gordo,1 R. Oviedo,3 A. Alvarez.1
1
Centro de Química Farmacéutica, Calle 200 y Ave. 21, Atabey, Playa, Ciudad de la
Habana, Cuba. Teléfono: 271-5013
2
Instituto Finlay, Consejo de Estado.
3
Instituto de Ecología y sistemática, CITMA.
*[email protected]
La medicina herbolaria ha desempeñado un papel importante en el tratamiento de diversas
enfermedades teniendo como primicia el uso popular de las plantas medicinales. Si bien los
productos de origen vegetal, particularmente las plantas y los diversos extractos, pasaron
de ocupar un lugar importante a un plano de menor interés, en las últimas décadas han
vuelto a alcanzar un plano más elevado. Este retorno ha sido propiciado por el regreso
hacia lo natural y por el desarrollo científico de los fitomedicamentos y al mayor
conocimiento del riesgo-beneficio de los fármacos sintéticos. Esto ha provocado una
tendencia actual en la búsqueda de fármacos de origen natural, en particular de especies
vegetales. El desarrollo científico ha propiciado el interés por las plantas medicinales y las
sustancias naturales bioactivas. Una gran variedad de plantas en todo el planeta y sus
extractos respectivos contienen diferentes compuestos químicos con actividad biológica,
que pueden producir efectos terapéuticos variados; y se trabaja en validar la evidencia
científica sobre el uso popular que los productos naturales han tenido por diversas culturas
de la humanidad. En Cuba se han encontrado especies de uso popular para el tratamiento
de enfermedades relacionadas con procesos vírales. En este trabajo se exponen los
resultados sobre como dirigir las investigaciones con especies vegetales para la búsqueda
de agentes antivirales, teniendo en cuenta que los conocimientos etnomédicos constituyen
un instrumento de información muy potente que ha permitido y permite guiar, con cierta
discriminación, las investigaciones científicas actuales en la búsqueda de nuevas terapias,
ante una elevada diversidad de plantas superiores por explorar. Así como, mostrar algunos
resultados del colectivo de investigación.
OR23
FATTY ACIDS IN DRACONTIUM LORETENSE ENGL.
A. Benavides,* C. Bassarello, A. Napolitano, S. Piacente, C. Pizza
Universita degli Studi di Salerno
* [email protected], [email protected]
Dracontium loretense Engl. (Araceae) is a plant widely distributed in the Peruvian Amazon
where it is known as "jergon sacha". The corms are used to treat cancerous tumors,
gastrointestinal problems and to enhance immune function.1
D. Loretense has been screened for antimicrobial activity against a number of bacterial
2
strains without showing any promising antibacterial property. A patented biological study of
the plant reported it as a remedy for autoimmune diseases containing proanthocyanidin
oligomers or proanthocyanidin.3 Furthermore another biological study reported that the plant
ameliorates experimental autoimmune encephalomyelitis via suppression of Th1 immunity.
This activity was attributed to the purified active compounds which are likely to be
polyphenols that are absorbable by polyvinylpolypyrrolidone.4
In the present study we isolated some unusual fatty acids as the main components and a
small quantity of some flavonoids. The structural characterization of these compounds is
being carried out via mono and bidimensional spectroscopic NMR experiments in
combination with GC-mass spectrometry.
Manipulation of dietary lipids (enteral or parenteral) can affect and modulate the response to
5
the disease, attack or infection by improving or impairing the different immune functions. As
a follow up we will test the isolated fatty acids in the autoimmune diseases.
References:
1. A. Brack Egg, Diccionario Enciclopedico de Plantas utiles del Perú, CBC, Centro de
Estudios Regionales Andinos "Bartolome de las Casas" 1999, 187.
2. P. Kloucek, Z. Polesny, B. Svobodova, E. Vlkova, L. Kokoska J. Ethnopharmacol. 2005,
99, 309.
3. M. Kobayashi, H. Odai, D. Fujiwara, K. Sasaki Kirin Beer Kabushiki Kaisha 2005, patent.
4. M. Miyake, K. Sasaki, K.. Ide, Y. Matsukura, K. Shijima, D. Fujiwara J. Immunol. 2006,
176(10).
5. A. Garcia de Lorenzo, J.M. Culebras, Nutricion hospitalaria : organo oficial de la Sociedad
Espanola de Nutricion Parenteral y Enteral 1992, 7, 377.
OR24
CUAL ES LA CALIDAD DE LOS PRODUCTOS HERBALES CONSUMIDOS POR
NUESTRA POBLACION?
N. Waksman de Torres,* R. Rampirez Durón, L. Ceniceros Almaguer, R. Salazar Aranda, M.
de la Luz Salazar Cavazos, A. Garza Juárez, A. Caballero Quintero
Jefa de Departamento de Química Analítica
Facultad de Medicina, U.A.N.L.
* [email protected]
Mientras que en la Unión Europea, el procedimiento de registro de productos herbales
implica un estricto control de calidad, en países como México, la venta de estos productos
se realiza libremente, sin exigir que se someta a algún tipo de análisis que como mínimo
aseguren la autenticidad de la planta. Aunque hay muchos métodos desarrollados para
realizar el control de calidad de productos herboláreos, la cromatografía de capa fina ha
sido la técnica de selección y es aún usada con mucha frecuencia. Las principales ventajas
de esta técnica son su sencillez, rapidez y versatilidad, además de que permite analizar
muchas muestras a la vez. En base a lo anteriormente expuesto, nuestro grupo de trabajo
consideró importante investigar cuáles son los productos herbolarios más consumidos en
nuestra región y desarrollar procedimientos analíticos para evaluar su calidad. Después de
la aplicación de encuestas a la población y visitas a establecimientos comerciales, se
obtuvo un listado de dichos productos. Posteriormente, se desarrollaron los métodos
analíticos necesarios a través de CCF empleando extractos estandarizados y/o marcadores
para el control de calidad de 20 de esas plantas. Cabe resaltar que, como esto surgió de
una encuesta de uso poblacional, no todas las plantas incluidas son de origen mexicano.
Para poder alcanzar resultados válidos, confiables y reproducibles, se estandarizó la
metodología y se estableció su selectividad y reproducibilidad. Simultáneamente se revisó
la presencia de posibles contaminantes como son metales pesados, plaguicidas y
microorganismos. Observamos que sólo el 30 % de los productos comerciales analizados
cumplieron con los criterios de calidad cromatográfica. Como resultado de este primer
rastreo, concluimos que la ccf es un excelente método para realizar un control de calidad
inicial y rápido de los productos herbales; sin embargo, en algunos casos es necesario el
desarrollo de otros métodos analíticos más robustos y poderosos para evaluar la calidad de
los extractos herbáceos, sobre todo de plantas mexicanas para las cuales hay poca
metodología desarrollada. Para ello proponemos el uso de los perfiles cromatográficos
1
(HPLC) y espectroscópicos ( HRMN) y posterior tratamiento quimiométrico de los datos
obtenidos.
Proyecto apoyado por SSA-IMSS-ISSSTE-CONACYT 2002, C01-7274
OR25
TRIGLYCOSIDE FLAVONOIDS FROM GUAPIRA NOXIA (NYCTAGINACEAE)
J. A. Severi, 1,2* L. P. Mazzolin,3 C. A. Hiruma-Lima,3 A. R. M. Souza Brito,4 W. Vilegas.2
1
Departamento de Fármacos e Medicamentos, Faculdade de Ciências Farmacêuticas,
UNESP, Araraquara, SP, Brasil.
2
Departamento de Química Orgânica, Instituto de Química, UNESP, Araraquara, SP, Brasil.
3
Departamento de Fisiologia, Instituto de Biociências, UNESP, Botucatu, SP, Brasil.
4
Departamento de Fisiologia e Biofísica, Instituto de Biologia, UNICAMP, Campinas, SP,
Brasil.
* [email protected]
Guapira noxia (Nyctaginaceae) is popularly known in Brazil as “Capa-rosa” or “Maria–mole”
and employed in brazilian folk medicine for gastric and intestinal disturbances. Although the
folk use, there’s no datas about chemical and pharmacological studies of this species.
In our previous studies we reported for the first time the antioxidant potential and
antiulcerogenic effect of the methanolic extract of leaves and the three isolated flavonoids of
this
specie:
rutine,
isorhamnetin-3-O-rutinoside,
isorhamnetin-3-O-(6’’-β-Dgalactopyranosyl)-α-L-rhamnopyranoside. To continue our studies, the present work reports
the isolation and identification of other two activity compounds from this extract.
The air-dried and powdered leaves of G. noxia were extracted exhaustively with chloroform,
methanol and 70% methanol, successively at room temperature (48 h for each solvent).
Solvents were evaporated at 60 ºC under reduced pressure to afford the CHCl3, MeOH and
80% MeOH extracts. Some 10.0 g of the MeOH extract was partioned into hexane, nbutanol and water layers by solvent extraction. The n-butanol layer was further permeated
on a Sephadex LH-20 column (100 × 5 cm), eluted with MeOH. Fractions (8 ml) were
collected and checked by TLC on Si gel eluted with CHCl3/MeOH/n-ProOH/H2O (5:6:1:4,
organic phase) and revealed either with NP/PEG (diphenylaminoborate/ polyethyleneglycol)
reagent or anisaldehyde/sulfuric acid solution. Fractions 92–104 were purified on a reversed
phase C18 column (10 x 5 cm) using a MeOH/H2O gradient system as eluent afforded
quercetin 3-O-(2’’,6’’-O-α-L-dirhamnopyranosyl)-β-D-glucopyranoside, quercetin 3-O-(2’’,6’’O-α-L-dirhamnopyranosyl)-β-D-galactopyranoside, quercetin 3-O-(2’’-O-β-D-apiofuranoside6’’-Oα-L-rhamnopyranosyl)-β-D-glucopyranoside,
and
quercetin
3-O-(2’’-O-β-Dapiofuranoside-6’’-O-α-L-rhamnopyranosyl)- β-D-galactopyranoside. The compounds
isolated were determined by their spectral analysis.
There are many studies related to the antiulcerogenic properties of flavonoids because they
also may be involved in the scavenging of the reactive oxygen species on the surface of
gastric mucosa, thus protecting cells from gastric injury. The presence of these compounds
may probably explain the antiulcerogenic effect of the polar extract of G. noxia and their use
in folk medicine.
Support: FAPESP, CNPq
OR26
I POPOLI INDIGENI E I MECCANISMI DELLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE
R. Santoni
Centro Studi Americanistica “Circolo Amerindiano”- Perugia
Università degli Studi di Salerno
[email protected]
Esito storico culturale di un percorso millenario sul continente che gli Europei hanno
chiamato Nuovo Mondo, i popoli indigeni delle Americhe, nonostante il devastante impatto
con la cultura occidentale, sono in possesso di saperi e i territori dove sono stati relegati
hanno risorse che il mondo occidentale, le sue grandi industrie, considerano campo di libera
appropriazione.
Tuttavia, l'espansione della sfera dei diritti mette a repentaglio - almeno in linea teorica - tale
accesso privo di regole.
In particolare, da diversi anni si tenta di applicare la tematica dei diritti di proprietà
intellettuale ai saperi collettivi (ereditati, tramandati e in tanti casi a rischio) propri di
popolazioni minoritarie o comunque non dominanti.
In questo intervento ci chiediamo se la tematica in generale sia in grado di apportare
qualcosa ai popoli indigeni. Cioè se, da un lato, la politica di richiedere brevetti possa esser
volta a vantaggio proprio di queste entità umane; dall'altro, se la proprietà intellettuale possa
(e fino a che punto) esser forzata a tutelare collettività di persone e non già solo individui,
senza con la sua stessa applicazione recare danno, imprevisto, a qualcun altro.
Ancora, come ci si chiederà come si possa concretamente implementare una difesa per via
giuridica dello stato delle relazioni fra i popoli indigeni e i territori, le risorse e le autonomie,
favorendo la loro tutela e le prospettive future.
Queste domande verranno poste a quanto viene elaborando la WIPO, l'agenzia
specializzata del sistema delle Nazioni unite preposta a occuparsi anche delle risorse
tradizionali (genetiche e culturali) ormai sul mercato della globalizzazione; la quale
organizzazione si è dotata di uno specifico comitato intergovernativo.
Ci varremo, a tale scopo, dei punti di vista di alcuni soggetti che si presentano
singolarmente idonei a farlo, cioè organizzazioni di parte indigena che si occupano (anche)
della difesa dei patrimoni biologici e culturali tradizionali, come INBRAPI in Brasile e
Tebtebba Foundation nelle Filippine.
OR27
SALUTE DI BASE E PREVENZIONE IN UN CONTESTO RURALE MESSICANO.
C. Avitabile
Università degli Studi di Perugia - Centro Studi Americanistici "Circolo Amerindiano"
[email protected]
In un ospedale rurale pubblico dello Yucatan, Messico, si gestisce il ProgresaOportunidades, piano sanitario nazionale, che è particolarmente focalizzato su prevenzione
e salute di base. L'azione è articolata in tre linee guida: Alimentazione, Salute ed
Educazione. La peculiarità di tale programma è l'appoggio finanziario che viene corrisposto
dal Comune, formalmente, per l'alimentazione della famiglia. Le donne sono le principali
attrici sociale e le responsabili individuate dalla programmazione. La ricerca antropologica
che viene presentata ha analizzato l'impatto culturale che deriva dalle numerose attività che
comporta il Progresa e l'analisi è declinata specialmente rispetto all'identità di genere, alla
relazione inter-familiare e generazionale, alla qualità della vita, all'autostima, all'indigenismo,
al concetto di nutrizione e denutrizione ed al rapporto con le altre medicine e gli altri
operatori di salute presenti nel contesto - yerbateros, parteras, sobadoras. Dal lavoro
emerge che il sussidio economico per l'alimentazione diventa quasi il pagamento per l'aver
accettato vaccinazioni, visite e formazione sanitaria e, come rilevato dalle interviste rivolte
alle "Titolari", si presenta una identificazione totale tra Progresa e compenso monetario. Ma
stando così le cose, quale stabilità si può prospettare che avranno i risultati ottenuti con
grande impegno lavorativo e finanziario? se un giorno dovesse terminare il piano sanitario a
livello nazionale o della singola famiglia, i benefici ottenuti sarebbero temporanei o
avrebbero portato un miglioramento strutturato, avrebbero "integrato la popolazione molto
marginalizzata alla vita del Paese"? Ed infine, la qualità percepita dagli utenti non è rilevata
in nessun rapporto ufficiale. Quale valutazione danno le famiglie inserite nel Progresa delle
lezioni, delle visite, delle vaccinazioni e della quota bimestrale di pesos ricevuti?
OR28
ANTROPOLOGIA DEL MANI (PEANUT, NOCCIOLINE AMERICANE)
P. Naranjo
Universidad Andina “Simón Bolívar”, Quito.
[email protected]
El maní o cacahuate es un alimento de origen americano y de consumo mundial.
Botánicamente es la Arachis hypogaea de la familia de las Leguminosas.
Al momento de la conquista española el maní se consumía desde Mesoamérica hasta el
territorio de los incas y la Amazonía.
Los españoles introdujeron la planta y el consumo en España, desde donde se difundió a
Europa. Los portugueses introdujeron en el Africa, la India y China, donde se convirtió en un
alimento básico. Asia es el continente que registra la mayor producción mundial y su uso es
principalmente como fuente de aceite comestible. En EE.UU. hasta comienzos del siglo XX
se le utilizó como alimento animal y posteriormente como grano tostado y salado y sobre
todo en forma de mantequilla.
El maní tiene un contenido de 25 a 26% de proteínas; 44 al 47% de grasa, 2 a 3%
de hidratos de carbono y su valor energético es de 550 calorías.
Valor nutritivo de las proteínas
El contenido en proteínas es, relativamente, alto pero hay deficiencia de tres aminoácidos
esenciales: metionina, lisina y triptófano, hecho que determina un menor valor nutritivo.
La importancia del maní no reside tanto en su contenido proteico. Su empleo como alimento
proteico es limitado, ya sea como grano tostado y salado o más como mantequilla.
En EE. UU. y otros países, para mejorar el valor nutritivo de la mantequilla, le agregan
otros productos ricos en los mencionados aminácidos y también se disminuye el alto
contenido en grasa, para disminuir el exceso de calorías.
Importancia del aceite
A diferencia de lo que sucede en los EE.UU., en Africa y sobre todo en India y China, el
mayor consumo es como aceite comestible.
El aceite de maní tiene una baja concentración de ácidos grasos saturados, equivalente al
17%, una alta concentración de ácidos monoinsaturados (46%)
y una mediana
concentración de poliinsaturados (32%). El aceite de soya tiene solo el 23% de ácidos
monoinsaturados y un exceso de poliinsaturados (58%); en cambio el aceite de oliva tiene
la más alta concentración de ácidos monoinsaturados (74%) y una muy baja de
poliinsaturados (8%).
Los aceite monoinsaturados tienen especial importancia en la alimentación porque, entre
otros efectos, producen un desplazamiento del llamado colesterol “malo” de la sangre y un
aumento del colesterol “bueno”. También producen disminución de los triglicéridos. Estos
efectos determinan el bajo riesgo de las afecciones cardio y cerebro-vasculares, tan en
boga, en la actualidad.
Los aceites monoinsaturados favorecen el metabolismo de la glucosa y contribuyen a
disminuir la concentración del azúcar en la sangre y por consiguiente, mejoran la diabetes
tipo II.
Si los aceites ricos en aceites monoinsaturados se utilizan con los propósitos antes
enunciados, tienen un amplio campo de consumo.
Si se buscan otros efectos adicionales, como los efectos favorables de los aceites omega-3,
que son escasos en los aceites indicados y más en el de oliva, aunque el contenido en
omega-6 es alto y hasta excesivo es necesario equilibrar la concentración de los diversos
aceites esenciales, con mezcla con aquellos ricos en los omega-3.
OR29
SABER AMBIENTAL, ECONOMÍA MORAL Y FORMACIONES TERRITORIALES
EN LA AMAZONIA BRASILEÑA.
R. Corrêa Costa,* C. V. Nunez
Coordenação de Pesquisas em Produtos Naturais – CPPN
Instituto Nacional de Pesquisas da Amazônia – INPA
Av. André Araújo, 2936, Aleixo, Manaus, AM
CEP 69060-001
*[email protected]
La lógica del trabajo campesino e indígena es de la preservación y no de la destrucción,
buscan un equilibrio con base en el etnoconocimiento, específicamente etnoecológico, el
trabajo sustenta la familia que respeta las matas, los cursos de agua; hacen eso como
elemento de su universo cultural proviniendo de una lógica moral, eso incluye su
religiosidad, en lo que dice respecto a un Dios(es) criador(es) de la naturaleza. Esa ética del
modo de vida ve en el trabajo, la lógica del uso de la tierra como extensión de su cuerpo
cultural, luego es tierra de vida y no de especulación o reserva de valor. Por eso esas
formaciones territoriales basadas en el saber tradicional y en la economía moral son
solidarias a su igual, por eso en esas culturas las “farmacias” caseras no son escondidas,
los “remedios” no son vendidos. Ese procedimiento es el opuesto de la lógica del mercado
que defiende la propiedad de las patentes con el intuito de garantizar para las industrias
farmacéuticas - y derivadas como la biotecnología - que la naturaleza sea solamente matriz
de recurso natural y sin reconocer que las informaciones oriundas del etnoconocimiento
fueran la base para la producción de nuevos medicamentos entre otros. Las prácticas de
cultivo agroecológica son la forma como los conocimientos al respecto de aquello que es
alimento, condimento, o “remedio” (medicina popular), principalmente en los cultivos al
rededor de la casa - sitio- revelan las necesidades de cada grupo social (individual o
colectivo familiar) cultivador de las plantas, sean necesidades típicas de los niños, adultos o
ancianos. Eso exige un conocimiento acumulado y prácticas específicas de cultivo y
aplicación. La constitución de ese saber ambiental regulado por la economía moral en las
formaciones territoriales en los espacios heredados de la naturaleza o producido
socialmente, es el centro de nuestras cuestiones.
OR30
BIOCATALYZED SYNTHESIS OF DIACYLGLYCEROL OIL [DAGO] FROM
VEGETABLE OILS FOR HEALTHINESS PURPOSES
F. Blasi,** L. Cossignani, M.S. Simonetti, P. Damiani*
Section of Food Chemistry and Analysis, Department of Economic Science and Food
Sciences (D.S.E.E.A.),
University of Perugia, Via S. Costanzo 06126, Italy
* [email protected]; ** [email protected]
Regioisomerically pure sn-1,3-diacylglycerols (sn-1,3-DAG) are potentially attractive starting
materials for numerous synthetic applications, such as the preparation of phospholipids,
1
glycolipids, lipoproteins, prodrugs and many others.
Dietary DAG oil is an edible oil enriched in sn-1,3-DAG (more than 80%), that may have
beneficial effects on the prevention and management of obesity. Heated or unheated DAG
2
oil did not show any genotoxic effect.
Several chemical and biotechnological methods for their synthesis have been reported;
3
4
enzymatic esterification of glycerol with free fatty acids or a variety of acyl donators,
glycerolysis of a fat and glycerol5 or selective hydrolysis.6 We investigated the enzymatic
synthesis of sn-1,3-DAG by two steps, using as starting material the extra virgin olive oil.
The first step was the ethanolysis of triacylglycerols by using immobilized positionally
nonspecific Candida antartica lipase, with production of glycerol and fatty acids ethyl esters;
the second step was the esterification catalyzed from a sn-1-(3) specific lipase, in a solvent
or solvent-free system, for 96 h, at different temperatures.
References
1. S. K. Lo, S. B. Baharin, C. P. Tan, O. M. Lai European Journal of Lipid Science and
Technology, 2004, 106, 218-224
2. T. Kasamatsu, R. Ogura, N. Ikeda, O. Morita, K. Saigo, H. Watabe, Y. Saito, H. Suzuki.
Food and Chemical Toxicology, 2005, 43, 253-260
3. E. Pastor, C. Otero, A. Ballesteros Biocatalysis and Biotransformation, 1995, 12147-157
4. M. Berger, K. Lumen, M.P. Schneider Journal of American Oil Chemical Society, 1992, 69,
955-960
5. N. Weber, K.D. Mukherjee Journal of Agricultural and Food Chemistry 2004, 52, 53475353
6. F.J. Plou, M. Barandiarán, M.V. Calvo, A. Ballesteros, E. Pasto Enzyme and Microbial
Technology 1996, 18, 66-71
OR31
ELEMENTOS BOTANICOS DE DIAGNOSTICO, FISIOLOGIA DE LA
REPRODUCCION, Y COMPOSICION DE ACIDOS GRASOS EN OENOTHERA
AFFINIS CAMBESS. (FLOR DE LA ORACIÓN)
M. C. Rivas
INFIVE. CEPROVE. Facultad de Ciencias Agrarias y Forestales.
Universidad Nacional de La Plata.
Diag 113 Nº495. (CP: 1900)
[email protected]
El género Oenothera, de amplia distribución geográfica, ha sido estudiado desde el punto
de vista alimenticio y farmacológico. En este aspecto se han estudiado principalmente por
su uso en el tratamiento de afecciones de las vías respiratorias, como antiflogístico,
desinfectante, emoliente, en caso de contusiones o golpes y en las inflamaciones de la
matriz y ovarios. En la actualidad muchas especies del género Oenothera del hemisferio
norte, en particular Oenothera biennis, se utilizan para la extracción de “aceite de onagra” o
“aceite de primrose” rico en ácidos grasos poliinsaturados, de comprobado efecto benéfico
en enfermedades cardiovasculares, síndrome premenstrual y esclerosis múltiple.
En este trabajo se plantea el uso alternativo de una especie nativa del género Oenothera,
Oenothera affinis Cambess. “flor de la oración”, para la obtención de ácidos grasos
esenciales.
Este estudio incluye los aspectos morfológicos y micrográficos (exo y endomorfología)
determinantes de las características diagnósticas para la especie, aspectos fitoquímicos
como el contenido de ácidos grasos esenciales en semillas; así como el conocimiento de
sus características reproductivas, como la germinación y la micropropagación in vitro con el
objeto de lograr su domesticación y cultivo.
OR32
EVALUATION OF NEW EXTRACTION PROCEDURE FOR OBTAINING PURE
LYCOPENE FROM TOMATO (LYCOPERSICON ESCULENTUM MILL.)
D. Montesano,1** L. Cossignani,1 M. S. Simonetti,1 F. Fallarono,2 P. Damiani.1*
1
2
Dip. Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti – Università di Perugia
Dip. Medicina Sperimentale e Scienze Biochimiche – Università di Perugia
*[email protected]; ** [email protected]
Lycopene is the pigment principally responsible for the characteristic deep-red colour of ripe
tomato fruits and tomato products. It has attracted attention due to its biological and
physicochemical properties, especially related to its effects as a natural antioxidant.1
General trend of recent scientific literature2-3 proposes new evidences related to the role of
each single carotenoid, for this reason it is important to define a procedure for the extraction
of individual carotenoids from the matrix. Since the lycopene results the molecule with the
4-5
many
highest biological/pharmacological value respect to the other carotenoids,
researchers have proposed various methods for its extraction.6-7 In this paper we propose a
new rapid method for lycopene extraction from tomato to produce pure lycopene using a
low-cost procedure and in order to define the strict relation between the effectiveness of this
method, then the purity of the extracted molecule and its biological properties, we have
assayed its capacity to inhibit proliferation in T-lymphocyte jurkat J32 cells in comparison
with a geometrical isomer, β-carotene. In this way we have evaluated the effect of different
combined treatments on an important biological lycopene property assessing that this new
extraction procedure didn’t affect the relevant biological role of lycopene.
References
1. Z. Yaping, Q. Suping, Y. Wenli, X. Zheng, S. Hong, Y. Side, W. Dapu Food Chem. 2002,
77, 209-212.
2. H. Tapiero, Townsend, K.D. Tew Biomedicine & Pharmacotherapy, 2004, 58, 100-110
3. K.R. Martin, D. Wu, M. Meydani Atherosclerosis, 2000, 150, 265-274
4. J. Levy, E. Bosin, B. Feldman, Y. Giat, A. Miinster, M. Danilenko, Y. Sharoni Nutr Cancer
1995, 24, 257-66
5. T. Narisawa, Y. Fukaura, M. Hasebe, M. Ito, R. Aizawa, M. Murakoshi, S. Uemura, F.
Khachik, H. Nishino Cancer letters, 1996, 107,137-142
6. J. P´ola, T. Hy¨otyl¨ainena, O. Ranta-Ahoa, M.L. Riekkolaa J. Chromatogr A 2004, 1052,
25-31
7. G. Vasapollo, L. Longo, L. Rescio, L. Ciurlia J. Supercritical Fluids 2004, 29, 87-96
OR33
IL CEDRO (CITRUS MEDICA L), FRUTTO BIBLICO DEL MEDITERRANEO,
SACRO ALLE COMUNITÀ EBRAICHE, AGRUME SORPRENDENTE TUTTO DA
SCOPRIRE
F. Galiano
Accademia Internazionale del Cedro, Calabria, Italia
[email protected]
Il Cedro, frutto antichissimo, con cui gli Ebrei celebrano tutt’oggi la festa biblica del Sukkoth,
diffuso ai tempi degli antichi romani, che ne apprezzavano già le doti curative, un po’
dimenticato nel secolo scorso, oggi sta riconquistando un ruolo di primo piano, grazie a
recenti studi e ricerche, nel campo medico, farmacologico, gastronomico e della cosmesi.
Il Cedro che appartiene alla famiglia degli agrumi viene allevato soprattutto in Calabria: è un
albero tenuto basso, con rami spinosi, foglie oblunghe e fiori profumatissimi specialmente,
lungo i fiumi, al tramonto: è ricco di sali minerali e vitamine C, K, P, PP, con zuccheri in
quantità media, privo di grassi e proteine, con circa 32 calorie ogni 100 g. Le sue proprietà
organolettiche offrono numerosi vantaggi alla salute e alla giovinezza di tutto l’organismo
(cura antiaging) ed i suoi principi attivi trovano applicazione, maggiormente, in gastronomia,
in profumeria e in fitocosmesi (in quest’ultima viene impiegata l’ essenza di cedro ottenuta
per spremitura e distillazione della scorza e delle foglie).
Molte ricerche promosse dall’Accademia del Cedro e condotte da università italiane, hanno
dimostrato che tale agrume è un concentrato di virtù, tanto da esplicare i suoi principali
benefici nella coagulazione del sangue, nel proteggere i capillari, nel combattere la
dissenteria, nel purificare l’alito (attività benefica questa conosciuta già presso gli antichi
romani), nel contrastare l’infiammazione al colon (azione della pectina), l’aerofagia e nel
ridurre i livelli di colesterolo nel sangue.
Consumato in decotto, succo, infuso, tisana, il cedro aiuta il buon funzionamento del fegato
e dei reni.
Ricerche in corso, inoltre, stanno evidenziando che le sostanze antiossidanti contenute
dall’agrume proteggono l’organismo dai radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento e
possono essere utili nell’ambito della cura oncologica.
OR34
MICROPROPAGACIÓN, CONSERVACIÓN IN VITRO Y DETERMINACIÓN DE
LAS PROPIEDADES ANTIMICROBIANAS DE TRES ORQUÍDEAS MEXICANAS.
L. Ma. Malagón Quintana, L. Ma. Suárez Rodríguez, A. Hernández García, R. Salgado
Garciglia.*
Univ. Michoacana de San Nicolás de Hidalgo (Inst. de Inv. Químico Biológicas)
* [email protected]
En el presente estudio se establecieron técnicas de cultivos in vitro para conseguir la
micropropagación y conservación in vitro, así como sus propiedades antimicrobianas, de
tres orquídeas mexicanas (Laelia speciosa ‘HBK’ Schlechter, Oncidium cavendishianum
Batem. y Euchile citrina ‘La Llave y Lex.’ Dress.). El establecimiento se obtuvo por la
siembra de semillas provenientes de cápsulas inmaduras y a partir de las plántulas
formadas se realizaron los trabajos de micropropagación y conservación. En general,
pudieron establecerse las condiciones de cultivo óptimas para la germinación, formación y
proliferación de protocormos, regeneración de plántulas, conservación, transplante y
aclimatación, de las tres orquídeas. Se logró más del 90% de germinación en MS con 0.05
mg/l BA; una óptima proliferación de protocormos (> 50/g tejido, peso fresco) en MS con
diferentes dosis y tipos de los reguladores; un 100% de formación de plántulas en MS con
0.05 mg/l de BA en las tres orquídeas; y, un 70% de sobrevivencia después del transplante
y aclimatación. La conservación de las tres orquídeas se ha conseguido al cultivarlas en un
medio de mínimo crecimiento a 10°C, donde pueden permanecer hasta un 70% viables por
24 meses de cultivo. Con el interés de probar el efecto antimicrobiano de estas orquídeas,
extractos acuosos y etanólicos de raíces, pseudobulbos, hojas y flores de plantas adultas,
fueron utilizados en bioensayos in vitro contra 5 bacterias (E. coli, P. aeruginosa, K.
pneumoniae, Streptococcus sp. y Staphylococcus aureus) y tres hongos (M. circinelloides,
C. albicans y Sporotrix schenkii). Solamente los extractos etanólicos derivados O.
cavendishianum fueron efectivos con 100% de inhibición en todas las bacterias y entre 50100% contra los hongos; los etanólicos derivados de flores de E. citrina presentaron entre
50-80% de inhibición contra los tres hongos ensayados; Los de L. speciosa no mostraron
efecto alguno antimicrobiano.
OR35
PRESENCIA DE ALCALOIDES EN EUCHARIS AMAZONICA, E.
GRANDIFLORA, CALIPHRURIA SUBEDENTATA Y CRINUM KUNTHIANUM,
ESPECIES COLOMBIANAS DE AMARYLLIDACEAE Y SU ACTIVIDAD
BIOLOGICA
F. Cabezas,1* J. Argoti,1 S. Martínez,2 C. Codina,3 J. Bastida,3 F. Viladomat.3
1
Departamento de Química. Universidad del Cauca. Grupo: Química de Compuestos
Bioactivos.
2
Departamento de Agroindustria. Universidad del Cauca. Grupo: Química de Compuestos
Bioactivos.
3
Departamento de Productos Naturales, Fisiología Vegetal y Edafología. Facultad de
Farmacia. Universidad de Barcelona (España).
*[email protected]
Colombia, por su ubicación geográfica en el trópico ecuatorial, presenta una de las
biodiversidades más abundantes y variadas en el mundo siendo su riqueza florística un
verdadero potencial fitoterapéutico y económico. Entre las familias botánicas de interés son
particularmente importantes las diferentes especies de Amaryllidaceae presentes en la
región suroccidental y central del País, algunas de ellas introducidas desde Europa y África
y otras con carácter endémico. La etnofarmacología recoge, desde la más remota
antigüedad, el uso de especies de esta familia el uso en forma de extractos, emplastos,
infusiones, aplicaciones externas como: febrífugos, antiulcerativos, antiasmáticos, diuréticos,
antitumorales, purgantes, emenagogos, para contarrestar la mordedura de serpientes, para
facilitar el parto de la mujer, para calmar dolores de garganta, en fin, son muy amplios los
usos por parte de las comunidades indígenas y campesinas. En nuestros estudios
fitoquímicos, utilizando los protocolos estandarizados para el efecto, hemos aislado e
identificado alcaloides con diferente tipo de esqueleto carbonado, derivados
biogenéticamente del acople Fenilalanina-Tirosina, los cuales han sido caracterizado por
1
13
técnicas espectroscópicas a saber: RMN H, RMN C, COSY, ROESY, HMBC Y HMQC.
Entre otros se reportan: Licorina, hemantamina, ismina, trisferidina, vitatina, undulatina,
tazetina, galantamina, 7-metoxiosoassoanina, 6-O-metilpretazetina y apohemantamina, los
tres últimos reportados por primera vez de fuente natural. De especial interés es la
presencia del alcaloide galantamina, metabolito utilizado para el tratamiento de la
enfermedad de Alzheimer. Se presentan las estructuras de los compuestos identificados y
su respectiva actividad biológica.
OR36
ANALISIS FITOQUIMICO DE 12 PLANTAS UTILIZADAS EN LA MEDICINA
POPULAR DEL ESTADO DE GUERRERO
D. Vargas-Álvarez,* M. Soto-Hernández, B. N. Hernández-Pineda, L. A. Ramos-Chávez, Y.
Escalante-Estrada, J. Parra-Mijangos.
Universidad Autónoma de Guerrero; Facultad de Ciencias Químico-Biológicas; Avenida
Lázaro cárdenas S/N Chilpancingo, Guerrero, México.
* [email protected]; [email protected]
Las plantas medicinales de uso regional en Guerrero, son de gran importancia por su
actividad biológica en la salud de individuos y comunidades. El valor medicinal de estas
plantas recae en algunas sustancias químicas que producen una acción fisiológica definida
en el cuerpo humano. Los más importantes de estos componentes activos de las plantas
son flavonoides y saponinas de extractos crudos e hidrolizados. Los objetivos de este
trabajo fue realizar un análisis preliminar en 12 plantas medicinales; donde se obtuvieron
abundantes saponinas y flavonoides en Cheiratodendron pentadactylon y Prunella vulgaris,
las plantas que presentaron menor proporción fueron Taraxacum officinale y Hintonia
latinflora, la mayoría de los componentes de los extractos tanto crudos como hidrolizados
presentaron diferentes máximos de absorción en los espectro arrojados, por dicho resultado,
se asume, que son diferentes cada uno de los flavonoides conjugados y no conjugados.
OR37
SYNTHESIS AND CYTOTOXIC ACTIVITY OF NEW ENT-KAURANE
DERIVATIVES
R. Batista,1* P. A. García, 2 M. A. Castro, 2 J. M. Miguel Del Corral, 2 A. San Feliciano, 2 A.
3
Braga de Oliveira
1
Universidade Estadual do Sudoeste da Bahia, Itapetinga, Brazil.
2
Universidad de Salamanca, Salamanca, Spain.
3
Universidade Federal de Minas Gerais, Belo Horizonte, Brazil.
* [email protected]
Kauranes are an important class of diterpenes containing a rigid tetracyclic skeleton
exhibiting a wide variety of biological activities such as antitumor, anti-HIV, trypanocidal and
antimicrobial, among others1,2. Kaurenoic acid (ent-kaur-15-en-19-oic acid, 1) is an
intermediate in the biosynthesis of a number of plant and fungal metabolites, including
gibberellins and other phytohormones involved in the regulation of growth and development
of higher plants, and occurs abundantly in some Brazilian species as Wedelia paludosa D.C.
2
(Asteraceae), Xylopia frutescens and Annona glabra (Annonaceae) . Aiming to synthetise
novel ent-kaurane derivatives with potential cytotoxic activity, ent-kaurane diterpenes were
isolated from ethanol extract of Wedelia paludosa3 and, under usual reaction conditions for
estherification, epoxidation, hydroboration, oxidation, reduction and rearrangement, novel
compounds were obtained from kaurenoic acid (1), ent-kaura-9(11),16-dien-19-oic acid
(grandiflorenic acid) (3) and a mixture of these kauranes (1+3) with ent-kaur-15-en-19-oic
acid (iso-kaurenoic acid) (2). Most of these products were evaluated in vitro against several
human neoplasic cells. All derivatives were characterized by usual spectroscopy (1HNMR,
13
CNMR, MS). Acknowledgements: CAPES, UESB, UFMG, CYTED (sub-programa X).
11
1
16:17
2
15:16
3
9:11,16:17
9
16
17
15
COOH
Bibliografia
1. Ghisalberti, E.L.; Fitoterapia 1997, 68, 303.
2. Batista, R.; Braga, F.C.; Oliveira, A.B.; Rev. Bras. Farmacognosia 2005, 15, 119.
3. Batista, R.; Chiari, E.; Oliveira, A.B.; Planta Medica 1999, 65, 283.
OR38
ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA E HIPOGLICEMIANTE DE LOS EXTRACTOS
DE DICLOROMETANO Y METANOL DEL PHYLLANTHUS SALVIAEFOLIUS H.
B. K.
S. Villarreal,1 C. Ciangherotti,2 J. Velasco,3 T. Díaz,3 I. Ramírez.1*
1,3
Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida.
2
Facultad de Farmacia. Universidad Central de Venezuela. Caracas.
Venezuela.
* [email protected]
Las infusiones de las hojas, los tallos y las raíces de diversas plantas del género
Phyllanthus, son usadas en Brasil y otros países para el tratamiento de los cálculos de
riñón y vesícula, la diabetes, la disentería y algunas infecciones de los intestinos. Se ha
reportado que extractos de especies de Phyllanthus exhiben efectos contra el virus de la
Hepatitis B, así como actividades antitumorales, antibacterianas, antifúngicas. En este
trabajo se estudiaron las actividades antibacteriana e hipoglicémica de los extractos de
diclorometano y metanol del Phyllanthus salviaefolius. La actividad antibacteriana se
determinó por el método de difusión en agar con discos. Se ensayaron los
microorganismos: Staphylococcus aureus, Pseudonoma aeruginosa, Enterococcus
faecalis, Escherichia coli y Klebsiella pneumoniae. El extracto de diclorometano no
mostró actividad antibacteriana. El extracto metanólico (1000 mg/ml) de las hojas del P.
salviaefolius presentó actividad contra el S. aureus y E. faecalis. Para evaluar la actividad
hipoglicemiante del extracto de diclorometano se utilizaron seis grupos de ratas machos de
la cepa Sprague-Dawley (cada grupo está constituido por seis animales). Se suministraron
varias dosis del extracto (10, 30, 100 y 300 mg/Kg), la Glibenclamida (hipoglicemiantereferencia) y el vehículo (control). Los niveles de glicemia se midieron utilizando el método
de la glucosa oxidasa, al inicio y a las 1,5; 3; 5 y 7 horas post-administración. El extracto
mostró una actividad hipoglicemiante óptima a la dosis de 100 mg/Kg con porcentajes de
variación de la glicemia fueron los siguientes: -8,22 ± 2,51; -18,13 ± 4,08; -30,75 ± 5,62 y 27,15 ± 5,33 a las 1,5; 3,0; 5,0 y 7,0 horas respectivamente.
OR39
BUSQUEDA Y EVALUACION DE AGENTES NATURALES
ANTITUBERCULOSOS EN PLANTAS DE LATINOAMERICA.
E. del Olmo
Departamento de Química Farmacéutica. Facultad de Farmacia.
CIETUS, Universidad de Salamanca. España.
[email protected]
La tuberculosis (TB) es una enfermedad sistémica causada por Mycobacterium tuberculosis.
La enfermedad pulmonar es la forma de presentación clínica más frecuente, aunque el
bacilo puede afectar a otros tejidos u órganos causando tuberculosis pleural, ganglionar,
meníngea, ósea, del tracto gastrointestinal, etc.
A principios del siglo pasado se descubrieron fármacos muy eficaces para el tratamiento de
la enfermedad, tal es el caso de isoniazida y rifampicina, sin embargo, la TB sigue
aumentando y se ha convertido en problema de salud serio, exigiendo una acción urgente a
escala mundial para evitar que se convierta en una pandemia incurable. La OMS en 1993
declaró la TB de emergencia sanitaria mundial.
En la actualidad, una tercera parte de la población mundial está infectada por M.
tuberculosis y se estima que en el 2020 alrededor de 1000 millones de personas podrían
contraer la infección, 200 millones la desarrollarían y 35 millones de personas morirían por
su causa. Un problema adicional lo presentan el desarrollo de resistencias a los fármacos
en uso y, se estima que unos 50 millones de personal a nivel mundial están infectadas con
cepas multi-resistentes.
Las plantas producen metabolitos secundarios como defensa contra el ataque de insectos,
microorganismos, herbívoros, etc. Dichos compuestos poseen generalmente actividad
antimicrobiana contra diversos patógenos humanos y constituyen la principal fuente
potencial de nuevos medicamentos en países en desarrollo, ya que la obtención mediante
diseño, síntesis y modelado molecular es poco viable en estos países.
Se ha realizado un estudio bio-guiado de más de 300 extractos de plantas de Argentina,
Bolivia, Brasil, Guatemala, México, Perú y Portugal, llegando a aislarse e identificarse el
producto activo. Mejorándose la actividad, en algunos casos, mediante semi-síntesis de
algunos productos activos identificados.
Reconocimientos:
Proyecto de cooperación desarrollado en el ámbito del Programa Iberoamericano CYTED,
SubPrograma X. Proyecto X.11: PIBATUB.
Referencias:
1. World Health Organization. Global Tuberculosis Control. WHO Report 2006, Geneva,
WHO/CDS/STB/2006, p.12
2. Organización Panamericana de la Salud. El control de la tuberculosis en las Americas:
Perfil de los paises 2000. OPS. Washington D.C., 2000. P.1-17.
3.
Schnall,
B.
Peruvian
plants
hold
promise
for
TB
drugs.
http://records.wustl.edu/archive/2000/08-10-00/articles/peru.html
4. McCutcheon, A.R., Stokes, R.W., Thorson, L.M., Ellis, S.M., Hancok, R.E.W., L.B.S.,
Towers, G.H.N. Int. J. Pharmag., 2000, 14, 303.
OR40
TOXICIDAD AGUDA DE ALGUNAS PLANTAS MEDICINALES DE USO
FRECUENTE EN LA ZONA CARIBEÑA.
I. E. Ruiz,* Y. Mercado.
Facultad de Química y farmacia, Universidad Nacional Autónoma de Honduras. TRAMIL
Enda Caribe.
*[email protected]
Se realizó el estudio de toxicidad aguda en varias plantas medicinales de uso popular en
muchos países de la zona caribeña, para poder determinar un rango de seguridad y
eficacia en el uso de estas plantas.
Se utilizaron las plantas siguientes: las hojas frescas de Eucaliptus rudis, hojas
frescas de Eucaliptus citriodora, hojas frescas de Eucaliptus cinerea, hojas frescas de
Morinda citrifolia, hojas frescas de Passiflora edulis y semillas frescas de Cucurbita
moschata.
Se administro los extractos de cada planta a 30 ratones Rokepheler machos y 15
ratones Rokepheler hembras
en una sola dosis en concentración de 200, 500, 1000
y 2000 mg/kg, por vía oral y se observó por 14 días.
La administración del extracto acuoso de Cucurbita moschata, a ratones machos de la
cepa Rockfeller en dosis 200 mg /Kg y 500 mg/Kg de peso, no produjo mortalidad,
la dosis de 1000mg/Kg produjo un 16.66% de mortalidad en ratones machos y 33.33 %
en ratones hembras , y la de 2000 mg/Kg de peso produjo un 66.66% de mortalidad
en ratones machos y 33% de mortalidad en ratones hembras.
La determinación de la dosis letal cincuenta, fue de 1673.91mg/Kg de peso en los
machos y de 2549.16 en las hembra
En esta planta se observa un aumento significativo de peso tanto en hembras como
machos. Todos los demás parámetros se observaron normales.
En los tres Eucaliptos no hubo ninguna muerte, pero principalmente los machos se
observan con el pelo muy erizado, todos los demás parámetros normales.
La administración del extracto de maracuyá no produjo ninguna muerte pero se
muestran bien excitados, una hora después de su administracción, además tienen el
pelo erizado en dosis de 1000 y 2000 tanto en machos como en hembras, todos
los demás parámetros están dentro de lo normal.
OR41
ANÁLISIS FARMACOGNÓSTICO DE VALERIANA DECUSSATA R&P
S. Abdo,1* L. Andino, A. K. Albuja, P. Cóndor, P. Vita-Finzi.2
1
Escuela Superior Politécnica de Chimborazo, Facultad de Ciencias, Escuela de
Bioquímica y Farmacia, Panamericana Sur, Km, Riobamba, Ecuador.
2
Universitá degli Studi di Pavia, Dipartimento di Chimica Organica, Vía Taramelli 10. PavíaItalia
*abdosu @ecosur.org
El uso tradicional de valeriana como inductor del sueño y tranquilizante ha sido muy
difundido entre los indígenas y campesinos del Ecuador. Debido a que una de las
enfermedades con mayor prevalencia en el Ecuador y en el Mundo es el estrés (1)
Valeriana está siendo altamente demandada por el mercado nacional e internacional. En el
Ecuador, del género VALERIANACEAE existen 35 especies, de las cuales 9 son endémicas
(2) En la Provincia de Chimborazo existen 18 especies de valeriana de las cuales algunas
son utilizadas, entre ellas, Valeriana decussata Ruíz&Pavia, que se emplea de modo similar
a Valeriana officinalis.
La demanda de valeriana es alta, representa el 45,5% de volumen de ventas de los
laboratorios naturistas y ésta tiende a incrementarse. Lastimosamente hasta el momento la
única fuente de provisión ha sido la recolección de planta silvestre, lo cual está generando
un impacto negativo debido a que la recolección en forma desmedida, desequilibra la
disponibilidad de éste recurso natural y su potencial regenerativo.
Ha través de éste trabajo, se están determinado la forma de reproducción para su cultivo y
los parámetros de calidad farmacognósticos que presenta V. decussata .
El tamizaje fitoquímico evidenció la presencia de: alcaloides, aceites, grasas, lactonas,
coumarinas, triterpenos, esteroides, azúcares reductores y compuestos fenólicos en
general; además mediante TLC se investigó la presencia de los principios con actividad
sedante (valepotriatos - ácidos valerénicos) comparándolos con el Extracto Seco
Estandarizado de V. officinalis. V. decussata tiene los principales valepotriatos, valtrato e
isovaltrato y ácidos valerénicos, los mismos que fueron determinados por GC-MS en el
aceite esencial. Los ácidos valerénicos no se hallan presentes en el extracto fluido
La concentración de aceite esencial de plantas recolectadas es de 1.4%, Se tomó como
marcador químico el % de quercetina, cuantificado mediante un método espectrofotométrico,
teniendo el extracto fluído 1,74 %. Como otro parámetro de calidad se determinó cenizas
totales (%) 7.2, Cenizas insolubles en ácido (%) 0.65, Cenizas solubles en agua (%) 6.51,
de la fracción volátil se realizó el análisis gas-masa.
En el extracto fluido de V. rígida, se realizaron pruebas de biotoxicidad con Artemia salina;
presentando un CL50 = 2650 mg/L, y para V. officinalis la CL50 = 3060 mg/L
OR42
ESPECIALIZADO EN HISTORIA, AGROTECNOLOGIAS Y MARKETING DE
LAS PLANTAS MEDICINALES EN CUBA Y EL MUNDO.
R. Arencibia Figueroa,* A. Hernández Lopez, T. Otero Silveira.
Cuba
[email protected]
Resumen:
Cuenta con la Figura Histórica del Gallego Otero, situado en el Complejo Integral de
Investigación y Desarrollo de las Plantas Medicinales, formando parte además del Parque
Científico Natural a unos 45 minutos al sur-oeste de la ciudad de Cienfuegos, Cuba
perteneciente al municipio de Cumanayagua en el Consejo Popular “La Sierrita”. Con el
Científico Popular si usted lo desea podrá recibir sus conocimientos de más de 50 años de
experiencias en la Salud Humana, podrá conocer además a su inseparable Esposa
Margarita, la cual le brindara una rica tisana o un sabroso café orgánico.
La Finca cuenta con una extensión de unas 300 hectáreas dedicadas al cultivo de plantas
medicinales, aromáticas, condimentosas y frutales, otras áreas dedicadas al beneficio,
secado y comercialización de estas.
Áreas de capacitación que comprenden 3 aulas con capacidad para 50 personas cada una
de ellas, un centro de información y facilidades que permiten el desarrollo de actividades
especializadas científico – técnicas.
La Casa Museo de embarro y zinc cuenta con 4 salas expositivas.
Sala - 1. Historia del Pueblo de la Sierrita.
Sala – 2. Historia del “Gallego Otero” y su descendencia española.
Sala – 3. Historia del “Gallego Otero” como Científico Popular.
Sala – 4. Historia de las Plantas Medicinales.
Las áreas exteriores del museo representaran un patio típico del campesinado cubano con
el cultivo de café y plátano en el cual se realizaran actividades con niños y adultos, la
comunidad y todo el personal interesado.
Se puede apreciar una colección de más de 336 especies, senderos interpretativos, donde
se puede apreciar la rica avifauna, especies endémicas y autóctonas de plantas
medicinales, amenazadas como el Manajú. Hermosas variedades de orquídeas silvestres
en su habitad natural, uno de estos Senderismo culmina en un Sitio Histórico..
Recorrido 1.- Comprende las áreas expositivas con más de 200 especies de las más de 336
existentes en la finca, el área de producción con estancia en el aula de medio ambiente y
una explicación sobre agrotecnologías desarrollada en plantas medicinales concluyendo en
la casa museo.
Recorrido 2.- Comprende la producción de piña orgánica y el plátanal histórico de la finca
que conserva y crecen en armonía más de 20 especies de plantas medicinales,
concluyendo en la casa museo.
Recorrido 3.- Comprende las áreas del predio de la casa vivienda de la finca, área de
capacitación, cultivos protegidos, las Meliponas, Organopónico, un encuentro en la casa
vivienda con el gallego Otero y Margarita donde podrán saborear una rica infusión de
plantas que deseen, concluyendo en la casa museo.
Recorrido 4.- Comprende el área de beneficio y secado concluyendo en la casa museo del
sitio y este será a solicitud de especialistas y/o instituciones especializadas, reservándose
el derecho de aprobación de las autoridades del parque, la finca y el museo.
Recorrido 5.- Comprende los recorridos 1, 2 y 3.
Resumen Ampliado:
Desde el año 2004 y como parte del proyecto “DESARROLLO AGROBIOLÓGICO y
AGROECOLÓGICO DE PLANTAS MEDICINALES EN LA FINCA DEL GALLEGO OTERO
DE LA SIERRITA” se ha propuesto de manera empírica por parte de un grupo de
compañeros la recolección de piezas relacionadas con la obra y vida del Gallego Otero,
científico popular de reconocimiento nacional e internacional y con una amplia historia
acumulada.
A partir de esta idea se ha producido la búsqueda para una estructura de colecciones que
favorezca desde varias dimensiones la creación de colecciones y la búsqueda de objetos
que una vez estudiados se conviertan en museables para la apertura del museo de acuerdo
a su tipología y género, así como para la creación del discurso museológico que necesita el
mismo.
La recolección se ha asumido de dos tipos: la cerrada en dos vertientes, una a partir del
proyecto financiable antes mencionado, que implica la visualización y estudio de las
plantas medicinales, aromáticas, condimentosas y frutales, sus propiedades, formas de
cultivo, tratamiento, envase, empleo, y un bosquejo de la historia de las plantas
medicinales en Cuba y el Mundo y otra hacia el estudio de la comunidad y el barrio que
terminará en la historia de la Granja del Gallego Otero y su inserción en el proyecto como
alternativa estratégica que implica toda la labor desarrollada por ella, resultando su
influencia en la comunidades de la Sierrita y fuera de ella y el nivel que desde el punto de
vista patrimonial posee. Se completa con la historia personal del Gallego Otero por la
relevancia que tiene su figura como científico popular, razón de ser de este proyecto según
la propuesta del tipo de museo.
En la actualidad la Finca cuenta con 25 caballerías (330 hectáreas) con 336 especies de
plantas, de ellas 60 ha dedicadas al cultivo de alrededor de 200 especies entre las que se
encuentran medicinales, aromáticas, condimentosas y frutales, todas poseen propiedades
medicinales y muchas de ellas endémicas o autóctonas en peligro de extinción. 136
variedades crecen en estado natural en el resto del área.
Existen 145 piezas, 144 donadas y 1 transferida por el Registro de Bienes Culturales que
por su valor tanto histórico y social conforman los fondos que se exponen del inmueble
destinado a ese fin.
Resultados obtenidos
Incidencia del museo en la comunidad:
El museo es altamente reconocido en la comunidad por su labor pedagógica, cultural,
política, científica y académica. Se ha convertido en el Centro Cultural de la comunidad.
Desde el año 2004 que se adjuntó como Sala del Museo Provincial de Cienfuegos y en la
que participaron en su creación representantes fundadores del desarrollo de las plantas
medicinales en el territorio nacional y personalidades de Centros de Investigaciones
Nacionales ha mantenido un vínculo directo de intercambio, divulgación y desarrollo del
conocimiento en esta temática, siendo referencia obligada en este sentido con la
Comunidad Científica nacional entre los cuales se destacan el trabajo de investigación a
través de convenios establecidos con los Laboratorios Farmacéuticos Oriente, del MINBAS,
intercambio con especialistas de diferentes instituciones de la Oficina del Historiador de la
Ciudad de la Habana, haciendo referencia especial el establecido con la Farmacia Sarrá,
que desde antes de 1959 el Gallego Otero tributaba especies y conocimientos a ella,
intercambio con Institutos Nacionales del MINSAP como los mantenidos con el de
Endrocrinología, Angiología, Medicina Militar (Naval), con el Instituto Finlay, de Ecología y
sistemática, química farmacéutica, toxicología, y con universidades como la de Ciego de
Ávila, Centro Vitroplantas de Sancti Spíritus, La Habana, entre otros.
Entre los internacionales, se mantiene en intercambio con universidades, cátedras e
institutos de Italia, España, Brasil, México, Venezuela, de los cuales hemos recibido visitas,
entre ellos el Prof. Dr. C. Gabriele Morelo, director fundador del Instituto Superior de
Emprendedores y Dirigentes de Hacienda de la Universidad de Palermo; Roma; Prof. Dra.
C. Daniella Bergantín, Prof. Comunicación Social de la Universidad Bocconi de Milano; Prof.
Lourdes Hernández de la Universidad de Química Farmacéutica del Distrito Federal de
México; Prof. Dra. Julieta González, Presidenta del Instituto Nacional de Geriatría y
Gerontología de la República Bolivariana de Venezuela; Prof. Lic. Teresa Fernández Groña,
Prof. Universidad de la Coruña, España; entre otros.
Se realizan actividades sistemáticas con la tercera edad, visitas a hogares maternos donde
se realizan charlas educativas, visitas a centros educacionales tanto como primarios,
secundarias básicas, enseñanza especial, conversatorio con personalidades de la localidad
y combatientes, encuentros de mujeres creadoras
Trabajo educativo
Contamos con cuatro temáticas en las exposiciones permanentes como son: historia de la
localidad, científico popular, plantas medicinales,
Se organizan cursos infantiles como son: medio ambiente, protección de la capa de ozono,
plantas medicinales, guías de museos y para adultos secado y conservación de plantas
medicinales, preparación de condimentos y colorantes, abonos orgánicos, plaguicidas y
repelentes naturales, agrotecnia y beneficio supervivencia con niños exploradores.
Se le brinda especial atención a la casa de abuelos existentes en la localidad donde sé
desarrollan diferentes actividades para mejorar su calidad de vida, así como el hogar
materno donde se desarrolla un programa con las jóvenes gestantes.
Rescate de tradiciones
Se promueven por el museo 5 actividades tradicionales dentro de ellas el programa
jugando en mi barrio con niños de todas las edades, concursos de dulces caseros , plantas
ornamentales, tejidos y bordados recuperar los huertos caseros.
OR43
CRITERI DI SICUREZZA NEL LABORATORIO UNIVERSITARIO CHIMICOBIOLOGICO: DALLA EVOLUZIONE NORMATIVA ALLA BUONA PRASSI.
Nicola Guido Fucito
istituzione
[email protected]
Parlare di sicurezza nel laboratorio chimico-biologico significa parlare di sicurezza
in qualsiasi posto di lavoro e della relativa evoluzione normativa.
D’altra parte, contrariamente a quanto solitamente si ritiene, il nostro paese ha
sempre avuto una struttura di sicurezza abbastanza valida con radici lontane che
possono farsi risalire alla fine del 1800; la successiva evoluzione normativa
approda a due decreti capisaldi sulle “Norme per la prevenzione degli infortuni sul
lavoro” e sulle “Norme generali per l’igiene del lavoro”.
Il recepimento delle normative europee comporta l’impostazione del problema
sicurezza in un’ottica completamente nuova: non più criteri prescrittivi ma
autonoma creazione della propria struttura di sicurezza attraverso l’individuazione
e valutazione dei rischi; ciò sempre, naturalmente, con il supporto di standard di
riferimento e di principi guida.
Il nuovo approccio normativo, così espresso, si inserisce in un orientamento
comunitario che mira all’evidenziazione dei problemi per poi farne oggetto di
valutazione; in tal modo anche se non si perviene automaticamente alla risoluzione
o contenimento dei problemi evidenziati si ha il vantaggio di poterli studiare e farne
oggetto di programmi articolati di intervento.
La ricerca scientifica ha consentito di impostare la determinazione del rischio in
termini di probabilità e magnitudo pervenendo ad una funzione del tipo R = f(P,M)
cioè alla dipendenza del rischio dai due parametri probabilità e magnitudo così
individuati. Essendo la dipendenza del tipo direttamente proporzionale, si può
scrivere la formula R = P * M. Agendo su uno dei fattori o su entrambi si può
ottenere una riduzione dell’entità del rischio.
Definito il danno e la probabilità, il rischio può essere rappresentato in forma
matriciale avente per ascissa il danno e per ordinata la probabilità; in ogni casella il
valore esprime il prodotto dei due parametri secondo una scala crescente per cui
diviene possibile stabilire una priorità di intervento in relazione ai valori assunti
nella matrice del rischio.
Alla valutazione del rischio concorrono oltre al datore di lavoro, il responsabile del
servizio di prevenzione e protezione nonché, ove previsto, il medico competente
responsabile della sorveglianza sanitaria; collabora altresì il rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza che è ravvisabile a sua volta come una risorsa specifica.
La valutazione dei rischi e la stesura del relativo documento di valutazione
necessitano di uno schema metodologico che partendo dall’identificazione dei
rischi (presenti nella specifica attività in esame) consentirà di identificare i pericoli.
E’ possibile a questo punto delineare in dettaglio un percorso metodologico per
concretamente pervenire, attraverso la puntuale disamina dei fattori di rischio, alla
stesura del documento di valutazione che rappresenta, oltre il mero adempimento
normativo, l’unico modo per acquisire la piena consapevolezza di una realtà
lavorativa che si è andata formando nel tempo.
Può essere di ausilio l’utilizzazione di liste di controllo cioè di schede, suddivise per
fattori di rischio e che per ognuno dei quali propongono dei punti di verifica;
solitamente per ogni punto di verifica vengono anche indicati i requisiti minimi
richiesti per lo specifico punto.
Necessitano, naturalmente, dei requisiti professionali che spaziano su un arco
piuttosto ampio di competenze, da quelle più generali del tipo impiantistico a quelle
più specifiche dell’attività in esame.
Parlare di sicurezza per un laboratorio significa prendere in esame strutture,
impianti, agenti fisici, agenti chimici, agenti biologici ecc.
Per il rischio chimico è stata espressa la definizione dei requisiti minimi per la
protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dagli
effetti degli agenti chimici presenti sul luogo di lavoro o che siano il risultato di ogni
attività lavorativa che comporti la loro presenza.
Per il rischio biologico sono individuate tutte le attività che possono comportare
rischi di esposizione ad agenti biologici, sia quelle con uso deliberato di
microrganismi che quelle con rischio potenziale di esposizione. La differente
tipologia di rischio espositivo condiziona gli adempimenti che il datore di lavoro
deve adottare.
E’ consigliabile procedere con cautela e con un appropriato metodo di indagine
poiché per considerare una situazione pericolosa occorrerà in ogni caso verificare
l’effettiva esposizione dei lavoratori all’agente e valutarne l’entità.
Non sempre in presenza di esposizione v’è una condizione di rischio.
In ogni caso è opportuno intervenire con un approccio preventivo efficace per il
contenimento a livelli i più bassi possibili di contaminazione ambientale e di
esposizione individuale.
Indipendentemente dai risultati della valutazione, in un laboratorio di ricerca
devono vigere dei principi generali di buona prassi con priorità assoluta; in
tal modo ci si abitua a privilegiare, nelle scelte operative, i criteri di
sicurezza e di benessere fisico, anzi vengono evidenziati maggiormente
proprio tali aspetti.
POSTER
P1
COLECCION DIGITALIZADA DE PLANTAS MEDICINALES EN SU HABITAT
M. A. García Calderón,* L. R. Chávez Garibay**
Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo
*[email protected]; **[email protected]
Se presenta una colección digitalizada de plantas medicinales del municipio de Morelia,
Michoacán, México, fotografiadas en su habitat. La información sobre el tipo de planta y su
uso medicinal se obtuvo mediante entrevistas con los curanderos locales de las
comunidades rurales y se tomó fotografía a aquellas plantas en las cuales por lo menos dos
curanderos coincidieron en sus propiedades curativas. Se muestrearon 15 comunidades de
60 existentes, para un total de 200 plantas. La base de datos incluye la fotografía de la
planta completa y acercamientos de sus hojas, flores y frutos, su nombre común, la parte de
la planta que se utiliza, su forma de preparación y administración, así como las
coordenadas geográficas y época de la colecta.La captura se hizo con una cámara digital
de 8 megapixeles, la información se grabó en un disco compacto con un software que
permite visualizarla como si se tratara de un libro impreso en formato compatible con OS-X
y Windows.Algunas de estos especímenes se encuentran en proceso de clasificación
botánica para obtener su nombre científico.
P2
ENDEMISMOS ETNOBOTANICOS DE LAS ESPECIES DE RUMEX DE LA
REGION MACARONESICA
J.F. Jiménez Díaz,1* B.C.Rodríguez de Vera,1 E. Navarro García,2 S. J. Alonso Díaz,2 C.
3
1
Jiménez Rodríguez, R. Chacón Ferrera.
1
Universidad de Las Palmas de Gran Canaria,
2
Universidad de La Laguna,
3
Universidad San Pablo-CEU (España)
*jjimé[email protected]
INTRODUCCION: Se conocen unas 200 especies de Rumex distribuidas por casi todo el
mundo. Son arbustos o hierbas perennes con flores unisexuales. Presentan un perianto en
2 verticilos de 3, en el cual el interno se alarga y endurece para formar las valvas del fruto.
Poseen 6 estambres y el fruto es una nuez pequeña.
ESPECIES DE RUMEX ENDEMICAS DE LA REGION MACARONESICA
1.- RUMEX LUNARIA LINNEO: Es un endemismo de las Islas Canarias. Arbusto de hojas
a menudo más anchas que largas, truncadas por la base y redondeadas por el ápice. La
inflorescencia es una panícula compuesta. Presenta valvas reniformes u orbiculares.
2.-RUMEX MADERENSIS LOWE: Hierba perenne, de hojas ovado-deltoides, con panícula
densa y valvas membranosas suborbiculares. Se encuentra distribuida en Madeira, en las
Canarias Occidentales y en Gran Canaria. En Tenerife está frecuentemente localizada en
Aguamansa, El Tanque y Garachico a una altura de 600-1200 m. En la Palma, en zonas de
laurisilva y pinar en formaciones arbustivas de santa Cruz y Mazo. En la Gomera se localiza
en la Cumbre de Vallehermoso y Epina a una altura de 600m. En el Hierro se encuentra
localizada en el Risco de Jinama, Fuente del Tinco o Frontera. En Gran Canaria se localiza
en diversas partes de la Isla.
3.-RUMEX BUCEPHALOPHORUS SSP. CANARIENSIS: Es conocida también como
vinagrerilla, acedera de lagarto y beta. Se encuentra distribuida en todas las Islas Canarias.
Flores de color rosado. Presenta un gineceo con 2-4 carpelos unidos, con estilos libres o
unidos. El fruto es aquenio o núcula, a menudo trígono y a veces sostenido por los pétalos
acrescentes o encerrado en un hipanto.
4.-RUMEX VESICARIUS: Planta muy naturalizada en las Islas Canarias. Es una hierba
pequeña con valvas grandes de color rojizo e hinchadas. Sus hojas son enteras y
lanceoladas.
P3
ESTUDIO EXPERIMENTAL DEL ESTIMULO CICATRICIAL INDUCIDO POR
PRODUCTO ETNOBOTANICO DE LAS ISLAS CANARIAS
C. Jiménez Rodríguez,1 J.F. Jiménez Díaz,2* B.C. Rodríguez de Vera,2 E. Navarro García,3
3
S.J. Alonso Díaz, R. Navarro García.
2
1
Universidad San Pablo-CE*,
Universidad de Las Palmas de Gran Canaria,
3
Universidad de La Laguna (España)
*jjimé[email protected]
INTRODUCCION: Las heridas y las úlceras cutáneas siguen representando un problema de
salud por el enorme coste que su asistencia y tratamiento representa. Ha sido tradicional el
uso de recursos etnobotánicos en determinadas poblaciones para abordar dicha
problemática.
OBJETIVO: Estudiar la influencia sobre la cicatrización de úlceras de piel total en el animal
de laboratorio empleando productos naturales, agua bidestilada y suero fisiológico, para la
limpieza de las mismas y un extracto puro de Rumex lunaria L. (vulgarmente vinagrera,
acedera, etc.) para la cura local de dichas lesiones cutáneas.
MATERIAL Y METODOS: Se utilizó como animal de experimentación la rata blanca, cepa
Sprague Dawley. A dichos animales se les practicaba una herida ulcerativa en la piel del
dorso mediante punch quirúrgico. Diariamente se curaban dichas lesiones con los
productos mencionados y se procedía a la valoración ulcerométrica de la superficie
evolutiva de la lesión cutánea. Los datos de la cicatrización se procesaron mediante
paquete estadístico SPSS 13.0.1.
RESULTADOS: El extracto natural de vinagrera se comporta con una gran eficacia
cicatricial desde el inicio de la experiencia en comparación con la utilización de elementos
“inertes” de limpieza como es el caso del agua bidestilada o, incluso, respecto al grupo
control. Se obtuvo en dichos resultados una alta significación estadística. Esta elevada
acción favorecedora de la cicatrización experimental se corresponde con su contenido en
componentes cicatrizantes (taninos, oxalatos, antraquinonas) que permite establecer una
vía de aplicación clínica de un producto natural con las ventajas de una pronta resolución
de problemas asistenciales, como es el que representa la cicatrización de heridas agudas y
crónicas o úlceras.
P4
FITOQUIMICA DE EXTRACTOS DE RUMEX LUNARIA L.
1
2
3
2
B.C. Rodríguez de Vera, E. Navarro García, J. Trujillo Carreño, S.J. Alonso Díaz, J. F.
Jiménez Díaz,1* C. Jiménez Rodríguez.4
1
Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, 2Universidad de La Laguna, 3Instituto de
4
Agrobiología y Productos Naturales de Canarias-CSIC, Universidad San Pablo-CEU
(España)
*jjimé[email protected]
INTRODUCCION: La fitoquímica constituye un paso previo imprescindible para reconocer
los componentes de cualquier elemento vegetal y poder orientar posteriormente su
aplicación clínica. MATERIAL Y METODOS: Hojas secas y molidas de Rumex lunaria L.,
con un peso de 1800 g, fueron sometidas a extracción continua en un soxlhet a
temperatura constante. Para dicho proceso, se utilizó primero cloroformo, a continuación
acetato de etilo y finalmente etanol. En todos los casos la extracción se realizó hasta
agotamiento, obteniéndose en todos los casos soluciones verde – oscuras. Los extractos de
cloroformo, acetato de etilo y etanol de hojas de Rumex lunaria fueron sometidos
reacciones coloreadas para detectar la menor o mayor presencia (+; ++; +++) o ausencia (-)
de diferentes compuestos fitoquímicos.
RESULTADOS:
Compuesto
Cuerpos grasos
Resinas
Esteroles, terpenos
Antraquinonas libres
Lactonas pentag. Insta.
Antocianos
Leucoantocianos
Pigmentos carotenoides
Taninos
Flavonoides
Cumarinas
Alcaloides
Saponinas
Antraquinonas combinadas
Glúcidos
Extracto clorofórmico
+
++
++
+
++
++
-
Extr. Acto.etilo
++
+++
+
++
++
++
++
Extr.Etanólico
++
+++
++
++
+++
++
P5
ESTUDIOS CITOGENOTOXICOS INDUCIDOS POR DECOCCION DE
MINTHOSTACHYS VERTICILLATA.
L. Sabini,* F. Casasnovas, F. Escobar, P. Cordero Gabrielli, S. Zanon.
Universidad Nacional de Rio Cuarto, Cordoba, Argentina
* [email protected]
En este trabajo se evaluaron los cambios cuali-cuantitativos, macro y microscópicos
inducidos por el tratamiento con distintas concentraciones de decocción (D) de
Minthostachys verticillata sobre los cromosomas y el ciclo celular de bulbos de cebollas,
1
mediante el test de Allium cepa L. descripto por Fiskesjo.
Las alteraciones se evaluaron in vivo sobre las células meristemáticas de los ápices de
raíces de cebolla de la especie Allium cepa L. crecidas en agua mineral, en oscuridad, con
aireación y a temperatura constante de 25ºC ±0,5ºC por 48 h hasta radiculación. Luego
fueron sometidas a tratamiento con las fracciones D preparadas con vegetal colectado en
abril y octubre de 2005, empleadas en rango de concentraciones: 12,8 a 3,2 mg/ml y 16,6 a
5,33 mg/ml respectivamente. Se incluyeron 5 bulbos para cada tratamiento que se extendió
por 48 h. momento en que se extrajeron 3 raíces por bulbo para la evaluación de
alteraciones microscópicas y expuestas por 3 días más a las mismas soluciones para
evaluación macroscópica del daño. Al final del ensayo (5 días en total) se determinaron
alteraciones en longitud, presencia de color y anormalidades en las raíces. Para el examen
microscópico las mismas fueron fijadas, teñidas con orceína lactopropiónica y montadas
sobre porta objeto. Fueron analizadas 1.000 células por bulbo para todos los tratamientos y
el control determinándose índice mitótico (IM), índices de fases (IF), índices de
aberraciones totales (IAT) e índice de aberraciones por fase (IAF). Todos los datos fueron
evaluados estadísticamente mediante aplicación del software Prism 3.0
Las dos fracciones vegetales indujeron modificaciones macroscópicas en las raíces, con
acortamiento en la longitud de las mismas, sin necrosis del tejido, revelándose ausencia de
diferencias estadísticamente significativas entre tratamientos pero sí contra control.
Tampoco indujeron el desarrollo de ganchos radiculares, indicador válido de toxicidad, ya
que la frecuencia de aparición de esta anomalía (1,21%) estuvo muy por debajo de la media
normal. Hubo disminución de los IM en los tratamientos con ambas D respecto del control
(p<0,0001), pudiendo demostrarse además, por los IF, arresto de la división celular en
interfase justificando aquella disminución en los IM. El dato fue consistente con el
acortamiento en la longitud de las raíces presentes en los bulbos sometidos a los
tratamientos con las fracciones vegetales. En el análisis de daños microscópicos, pudo
demostrarse la presencia de aberraciones morfofisiológicas (c-mitosis, células binucleadas,
micronúcleos y cromosomas pegajosos) en los tratamientos con ambas D aunque con baja
frecuencia y sin diferencias estadísticamente significativas contra control.
Se concluye que por la disminución en la longitud de las raíces y de los IM en los
tratamientos se reveló el carácter tóxico de D de M. verticillata aunque se demostró el
carácter no genotóxico de estas fracciones por la baja frecuencia de daño cromosomal
comparado contra control.
Estos estudios han permitido caracterizar por primera vez el comportamiento de D, obtenida
de peperina, a nivel citogenotóxico, sentando un precedente en este tema para la especie
en cuestión.
Los resultados realzan el potencial etnobotánico de esta especie aromática avalada
además por antecedentes previos de su capacidad antimicrobiana e inmunomoduladora.
1. Fiskesjö. G. Hereditas, 1985, 29, 381.2.Mongelli E. et al., Rev. Arg. Microbiol, 1995, 27,
199.
P6
ANALISIS QUIMICO Y ACTIVIDAD ANTIMICROBIANA Y CITOTOXICA DEL
ACEITE ESENCIAL DE ELYONURUS MUTICUS.
L. Sabini,* P. Cordero Gabrielli, M. Cacciabue, C. Torres, F. Escobar, N. Kolb, M. Demo.
Universidad Nacional de Rio Cuarto, Cordoba, Argentina
* [email protected]
Elyonurus muticus (espartillo) es una gramínea perteneciente a la Flia Poaceae muy
abundante en el norte argentino. Si bien es reconocida la aplicación industrial de la especie,
en particular en el campo de la perfumería, a nivel fitomedicinal no se le ha demostrado
ningún uso avalado científicamente. Por esta situación y dada la abundancia relativa de la
especie vegetal es que se realizaron estudios de sus aceites esenciales (AE) obtenidos por
hidrodestilación a partir de hojas de plantas colectadas en 3 lugares diferentes de Argentina.
Se estudio la calidad química, el potencial antimicrobiano frente a patógenos de impacto
sanitario humano y animal, así como la capacidad tóxica sobre células eucariotas en
monocapas de cada AE.
El análisis químico realizado por CG y CG/EM permitió identificar un rango de 21 a 27
componentes con predominancia de Geraniol en uno de ellos (55,1%), de Citral (46,38%)
en el otro y de Acorenona, (58%) en el restante, esto permitió caracterizar tres quimiotipos o
razas químicas de la especie vegetal.
La capacidad antibacteriana de las muestras oleosas fue evaluada por la técnica de difusión
en disco (DD) y microdilución (MDC) en caldo frente a Staphylococcus aureus ATCC 25212,
Bacilllus cereus (arroz), Escherichia coli (agua de pozo), Pseudomona aeruginosa (agua),
Proteus mirabilis (orina) y Enterococcus faecalis ATCC 29212. La capacidad antifúngica fue
evaluada mediante la técnica M27-A: microdilución en caldo, siguiendo las
recomendaciones del Comité Nacional de Estándares, en Laboratorios Clínicos (NCCLS),
frente a 6 cepas de Cándidas spp aisladas de casos clínicos en humanos.
Los ensayos de citotoxicidad se realizaron por triplicado sobre monocapas de células Vero,
tratadas con diferentes concentraciones de cada AE. La Máxima Concentración No
Citotóxica (MCNC), fue determinada a las 72 h de incubación a 37ºC, mediante la
observación directa al microscopio óptico.
Los resultados indicaron que los tres AE fueron activos frente al 100% de las bacterias
Gram (+), y en un 44% frente a las bacterias Gram (-) evaluadas. El valor de las
Concentraciones Inhibitorias Mínimas (CIM) obtenidas por los dos métodos desarrollados
reveló correlación entre ellos pero con una sensibilidad aumentada para la MDC vs DD
entre 2 a 32 veces. Así, el AE quimiotipo Acorenona poco activo en medio sólido evidenció
ser 16 veces más activo en medio líquido frente a S. aureus (31,1 vs 497,65 mg/ml); 8
veces más frente a B. cereus y respecto de E. faecalis tuvo el mismo nivel de acción.
Indistinto de la técnica, el quimiotipo Citral fue el más activo. Pudo demostrarse el poder
bactericida del quimiotipo Citral y Geraniol. La sensibilidad de P. aeruginosa, normalmente
resistente a los antimicrobianos disponibles adjudica potencial etnobotánico de la especie
vegetal estudiada.
Frente a las levaduras ensayadas, las CIM obtenidas para los 3 quimiotipos revelaron que
Geraniol fue el más activo ya que sólo requirió de 0,87 mg/ml para inhibir el desarrollo de 2
de las 6 cepas estudiadas (33,33%). En contraposición Acorenona fue el quimiotipo menos
activo de los 3 y requirió en general 17 veces más concentración para inhibir las cepas de
fúngicas. Se demostró el poder funguicida para los quimiotipos Citral y Geraniol por la
correlación entre los valores de CFM y CIM.
Respecto de la citotoxicidad, los valores de MCNC hallados fueron de 0,106 mg/ml, 0,165
mg/ml y de 0,370 mg/ml para los quimiotipos Acorenona, Citral y Geraniol respectivamente.
Estos valores demostraron que el AE de E. muticus posee una marcada capacidad tóxica
ya que los valores de MCNC excedieron a las CIM.
Se concluye que a pesar de que el AE de E. muticus presento actividad antimicrobiana
frente a los distintos patógenos ensayados, se evidencia una marcada actividad citotóxica
en concentraciones elevadas de los distintos biotipos. Por lo que este estudio permite
aseverar que el AE carece de una toxicidad selectiva, lo que determina que se requieran
más investigaciones en cuanto a la posible reversión de dicha toxicidad.
Estos estudios destacan el potencial etnobotánico de la especie Elyonurus. muticus pues la
capacidad antimicrobiana de sus AE los convierten en potenciales desinfectantes,
aplicables sobre superficies inertes.
P7
FARMACOLOGIA, TOXICOLOGIA Y ETNOBOTANICA EN MEXICO DEL
“TEPESCOUHITE” (MIMOSA TENUIFLORA)
J. A. Santiago Santiago,1* F. Di Ludovico.2**
1
C. D., Profesor UNAM
M. C., Socio ANMFIT
* [email protected]; **[email protected]
2
Después de varias calamidades ocurridas en México durante la década de 1980, se divulgó
el uso de la corteza del “tepescohuite” contra heridas y quemaduras cutáneas. Objetivo de
este trabajo fue determinar sus usos actuales e históricos; además se recopiló información
sobre la farmacología y toxicidad de la corteza, con el fin de justificar o no su uso. Esta
planta se identifica taxonomicamente como Mimosa tenuiflora (Willd.) Poiret, fam.
Leguminosae-Mimosaceae; originaria de México, florece y fructifica de noviembre a junio,
se localiza en los estados de Oaxaca y Chiapas, siendo asimismo presente en toda
América del Sur. Su corteza contiene gran cantidad de taninos, saponinas triterpenoides
(mimonósidos), alcaloides, glicosides triterpenoides, glucosa, xilosa, rhamnosa, arabinosa,
lupeol, flavonoides metoxichalconas (kukulkanos), fitoesteroles (sitoesteroles), lípidos,
cristales de oxalato de calcio y de almidón. No se encontraron referencias o antecendentes
históricos sobre su uso medicinal por grupos indígenas prehispánicos e inclusive por
aquellos autóctonos actuales, pero es importante señalar que esta especie forma parte de
la medicina popular de México. Los usos comunes del “tepescohuite” se conocen de
manera tradicional reciente en los grupos mestizos contemporáneos y, a partir de 1986, se
han “redescubierto”, comercializado y difundido mundialmente. En medicina popular, bajo
forma de polvo, infusión o extracto a partir de la corteza, se usa para resolver ustiones y
heridas y también contra hipercromias cutáneas y dermatosis, acné y vaginitis; y se
comercializan diversos cosméticos hechos a base de estos productos. Así mismo, el
potencial medicinal de esta planta ha sido validado a partir del análisis farmacológico y
citotóxico de su corteza: las actividades antibiótica y cicatrizante son confirmadas
experimentalmente y convalidarian el uso en affecciones cutáneas, aunque otros estudios
refieren su ineficacia o bien una acción tóxica. Se requiere, por lo tanto, de estudios
adicionales para autorizar su venta como medicamento.
P8
ANTIBACTERIAL ACTIVITY FROM MOURIRI PUSA
T. M. Bauab,1* M. Andreo,2 E. A.Varanda,1 C. Q. F. Leite,1 W. Vilegas.2
1
Faculdade de Ciências Farmacêuticas-UNESP-Araraquara
2
Instituto de Química-UNESP-Araraquara
Brasil
* [email protected]
Mouriri pusa (Melastomataceae) is a plant species found in Brazil commonly used in the
popular medicine to treat gastrointestinal tract disturbs. Methanolic and dichloromethane
extracts were evaluated for their activity against Helicobacter pylori using a microdilution
broth assay with spectrophotometric reading. In this assay, microplate wells were filled with
100uL of Muller Hinton Broth. Then, 100 μL of extracts serially diluted (500-25μg/mL) and
4
100μL of growing cultures (10 UFC/mL) were added. After incubation at 37°C for 78 hours
under microaerobic conditions, the absorbance was determined using an automatic ELISA
reader adjusted at 595nm. The methanolic extract revealed strong activity anti-Helicobacter
with a minimum inhibitory concentration (MIC) of 150 μg/mL These results suggest that M.
pusa contains compouds with antibacterial activity and might be used as an adjuvant
therapy in the treatment of gastrointestinal disturbs associated with H. pylori.
Financial support: FAPESP-BIOTA, proc. nº 02/05503-6
P9
ANTIBACTERIAL ACTIVITY OF MEDICINAL PLANTS FROM VALE DO
JEQUITINHONHA-MG/BRAZIL
C. H. G. Martins,3* F. Petacci,2 N. Maissar Khalil,2 T. M. Bauab.1
1
2
Faculdade de Ciências Farmacêuticas- UNESP/Araraquara,
Departamento de Farmácia e Bioquimica- UFVJM/Diamantina,
3
Universidade de Franca-UNIFRAN
Brasil
* [email protected]
Nearly all cultures from ancient times to the present day have used plants as a source of
medicines. The antibacterial activity is an important step in the biological characterization of
natural products. The aim of the present study was to screen extracts obtained of medicinal
plants from the Vale do Jequitinhonha-MG/Brazil, of Eupatorium sp, Trichogonia sp,
Vernonia sp and Mikania sp, all of them belonging to Asteraceae. Spectrophotometric
technique of microdilution, developed in microplates, was used to determine minimal
inhibitory concentration (MIC) against Escherichia coli, Staphylococcus aureus and
Staphylococcus epidermidis. At the microplates wells were added Muller Hinton Broth,
extracts solutions diluted at 500-25 μg/mL, and growing cultures of microorganims (107
UFC/mL). After incubation, the absorbance of each well was determined using an automatic
ELISA reader at 595nm. Extracts from Eupatorium sp and Mikania sp revealed the strongest
activities against both species of Staphylococcus.The results obtained appeared to confirm
the antibacterial potential of the plants investigated, and their usefulness in the treatment of
infections.
P10
ANTIBACTERIAL ACTIVITY OF ASTILBIN ISOLATED FROM FLOWERS OF
DIMORPHANDRA MOLLIS BENTH. (FABACEAE, CAESALPINOIDAE).
F. Petacci,2* C. H. G. Martins,3 N. M. Khalil,2 T. M. Bauab.1
1
2
Faculdade de Ciências Farmacêuticas-UNESP/Araraquara,
Departamento de Farmácia e Bioquímica – UFVJM/Diamamtina,
3
Universidade de Franca-UNIFRAN
Brasil
* [email protected]
Astilbin (5, 7, 3’, 4’- tetrahydroxy –2, 3- dihydroflavonol- 3- ß- O- rhamnoside), a flavonoid
with large range of biological activities, has been isolated from several sources. The aim of
this study was to evaluate the antibacterial activity of astilbin from flowers of Dimorphandra
mollis Benth. (Fabaceae, Caesalpinoidae) using a microdilution broth assay with
spectrophotometric reading against the Staphylococcus aureus; Staphylococcus epidermidis,
Pseudomonas aeruginosa and Escherichia coli. Flowers were extracted with
dichloromethane (3 times) followed by methanol (2 times). The methanol extract yielded
astilbin after HPLC separation on a polymeric packing column (Shimadzu, Asahipak GS-310
P, 21.5 cm ID x 50.0 cm L) eluted with methanol (flow rate: 7 mL/min UV detector at 290
nm), yielding white-yellow crystals. To determine antibacterial activity of astilbin, microplate
wells were filled with 100uL of Muller Hinton Broth. After that, 100 μL astilbin solutions
diluted at 500-25μg/mL were added and 100μL growing cultures (107 UFC/mL). After
incubation at 37°C for 24 hours the absorbance was determined using an automatic ELISA
reader adjusted at 595nm. This compound was showed a strong activity against S.aureus
(MIC = 50μg/mL) and S. epidermidis (MIC = 75 μg/mL). These results suggest that astilbin
as a potential flavonoid with antibacterial activity, isolated from flowers of D. mollis.
P11
ESTUDIO DE LA ACTIVIDAD ANTIINFLAMATORIA TOPICA Y ANALGESICA
DE ACEITES ESENCIALES DE PLANTAS DE LA FLORA COSTARRICENSE.
B. Badilla,1* J. F. Ciccia,2 A. Suarez,3 J. L. Povera.4
1
INIFAR, Facultad de Farmacia, Universidad de Costa Rica (UCR)
2
CIPRONA Escuela de Química, UCR.
3
Escuela de Medicina, UCR
4
Escuela de Ciencias de la Tierra y el Mar. Universidad Nacional
*[email protected]
Del estudio de la literatura y de datos etnobotánicos se seleccionaron 10 plantas con
posible interés analgésico y antiinflamnatorio tópicos. Se obtuvo el aceite esencial de
Schinus molle (PAA-01), Lippia alba (dos variedades PAA-02, PAA-05), Piper lanceaefolium
(PAA-03), Piper marginatum (PAA-004), Satureja viminea (PAA-06), Callistemon viminalis
(PAA-07), Corymbia citriodora (PAA-08), Ambrosia cumanenses (PAA-09) y Drimys
granadensis (PAA-010), por medio de extracción del material por arrastre a vapor en
aparato Clevenger y eliminación de la humedad por medio de desecante (sulfato de sodio
anhidro). El aceite fue analizado por GC-MS.
Para la determinación de la actividad antiinflamatoria tópica se empleó el modelo de edema
de oreja de ratón inducido por TPA y la actividad analgésica tópica se evaluó en el modelo
de “tail flick”.
Nueve de los aceites ensayados mostraron actividad similar a dexametasona y los animales
tratados con los aceites Lippia alba (PAA-02) y Piper marginatum (PAA-04) presentaron un
efecto antiinflamatorio superior a la dexametasona usada como control positivo. Los
resultados de los ensayos biológicos referentes dolor dieron como resultado que el aceite
de Lippia alba (PAA-02) fue el que mostró mejor actividad analgésica tópica comparado con
el diclofenaco tópico. El resto de los aceites no mostró actividad analgésica en este modelo.
Bibliografia
E. Nadinic, S. Gorcalczany, A. Rojo, C. Baren, C. Acevedo. Phytotherapy, 1998, 70, 166.
J. Scheffer, Phytotherapy Research, 1996, 10, 56.
P12
ESTUDIO TEORICO DE LA CONFORMACION Y REACTIVIDAD DE
ANALOGOS DE TALIDOMIDA
F. P. Pineda,* B. M. Cabrera-Vivas, J. C. Ramírez.
Facultad de Ciencias Químicas, Benemérita Universidad Autónoma de Puebla. Edificio 179,
18 Sur y Av. San Claudio, Col. San Manuel, C. P. 72570, Puebla, Puebla, México.
* [email protected]
Cuando se demostró la teratogenicidad de Talidomida se empezó a utilizar en pacientes
con lepra por sus efectos sedantes, con esto se descubrió que presentaba otros efectos,
como la disminución de las lesiones asociadas a la lepra. En 1994 D’Amato y colaboradores
descubrieron que Talidomida inhibe la vasculogénesis, encontrándose nuevas aplicaciones
a este fármaco. Por lo que se propuso sintetizar nuevos fármacos basándose en su
estructura, principalmente en el anillo ftalímido el cual al ser modificado conduce a fármacos
que solo tienen uno de los efectos que presenta Talidomida. Se ha observado que hay
cambios asociados a los sustituyentes en el grupo amino del anillo ftalimida conduce a
fármacos que inhiben al TNF-α, asociado a enfermedades de tipo inflamatorio, y cambios
asociados al anillo aromático conducen a fármacos que inhiben la angiogénesis.
Para demostrar lo anterior se hizo un estudio teórico a seis fármacos análogos de
Talidomida inhibidores de TNF-α, para encontrar una relación entre las propiedades
electrónicas de estos fármacos con su efecto terapéutico. Se observó que la energía de los
HOMO tiene una relación lineal con el porcentaje de inhibición, de la misma forma al ser
calculada la dureza se observó que a valores más altos que el de Talidomida los fármacos
son menos potentes y a valores más pequeños de dureza los fármacos son más potentes.
O
O
N
N
(a)
O
O
(b)
H
Estructura química de Talidomida, la cual
se compone del sistema ftalimido (a) y del
sistema glutarimido (b).
P13
ANALISIS TEORICO DE D-ALANINA-D-ALANINA Y LOS ANTIBIOTICOS
PENICILINAS Y CEFALOSPORINAS
B. M. Cabrera-Vivas,* M. G. Muñoz-Arenas, F. P. Pineda,** J. C. Ramírez.***
Facultad de Ciencias Químicas, Benemérita Universidad Autónoma de Puebla. Edificio 179,
18 Sur y Av. San Claudio, Col. San Manuel, C. P. 72570, Puebla, Puebla, México.
*[email protected]; [email protected]
**[email protected]; *** [email protected]
Los antibióticos, como las penicilinas y las cefalosporinas, son sustancias que tienen la
capacidad de destruir o detener el crecimiento de organismos infecciosos. Una de las
propuestas del mecanismo de acción de estos fármacos es que inhiben la síntesis de la
pared bacteriana, compitiendo en el sitio activo de la enzima transpeptidasa, por la
semejanza de los antibióticos β-lactámicos con el sustrato D-alanina-D-alanina (D-ala-Dala).
Se sabe que las cefalosporinas son más efectivas que las penicilinas, por lo tanto se piensa
que las cefalosporinas son más afines al sitio activo en la transpeptidasa, que las
penicilinas y el fragmento D-ala-D-ala.
Para comprobar lo anterior se estudiaron las moléculas de cinco cefalosporinas, dos
penicilinas y el fragmento D-ala-D-ala. Se observó que el índice de reactividad global
llamado dureza, muestra una tendencia con la actividad antibiótica, además de que en los
orbitales mas bajos desocupados, las contribuciones atómicas se encuentran en los
mismos átomos en los antibióticos y en el fragmento D-ala-D-ala, así mismo la energía del
LUMO muestra una tendencia similar con el efecto terapéutico.
P14
CYTOTOXIC EFFECTS OF WEDELIA PALUDOSA EXTRACTS AND
CONSTITUENTS
R. Batista, 1* G. C. Brandão,2 F. Castro Braga,2 A. Braga de Oliveira.2
1
Universidade Estadual do Sudoeste da Bahia, Itapetinga, Brazil.
Universidade Federal de Minas Gerais, Belo Horizonte, Brazil.
*[email protected]
2
Wedelia paludosa D.C. (Asteraceae) is an ornamental species easily found in many regions
of Brazil. Previous phytochemical studies on this plant afforded ent-kaur-16-en-19-oic acid
(1, kaurenoic acid) and ent-kaur-9(11),16-dien-19-oic acid (2, grandiflorenic acid) as major
compounds, besides others minor constituents.1 Considering that prior studies on the
hydromethanolic extract of Wedelia asperrima Benth. have identified wedeloside (3) and
other correlated diterpene aminoglycosides as main toxic and potential antitumor
2
constituents , we have investigated the cytotoxicity of the hydromethanolic extract of W.
paludosa and fractions. Aerial parts of W. paludosa were extracted with MeOH-H2O (1:1),
affording the hydromethanolic extract (HME) that was partitioned with CH2Cl2 and H2O to
give the dichloromethane (DF) and water (WF) fractions, respectively. All fractions and
diterpenes (1 and 2) were evaluated by brine shrimp lethality bioassay (BSLB).
Dichloromethane fraction (DF) was shown to be the most cytotoxic (LC50 = 140.6 μg/mL),
and its analyses by reversed phase high performance liquid chromatography (RP-HPLC)
revealed ent-kaurenoic (1, 6.22 ± 0.23%) and grandiflorenic (2, 3.22 ± 0.31%) acids as
important constituents. DF (LC50 = 140.6 μg/mL), 1 (LC50 = 15.9 μg/mL) and 2 (LC50 = 29.8
μg/mL) were found to be cytotoxic, while HME (LC50 = 980 μg/mL) showed low toxicity and
the water fraction (WF, LC50 >> 1000 μg/mL) was inactive. As conclusion, the kaurene acids
1 and 2 could be at least partially responsible for the cytoxicity of W. paludosa D.C., and
kaurane glycosides, if present, would not be significantly toxic to Artemia salina as can be
inferred from the effect observed for WF (LC50 >> 1000 μg/mL).
Acknowledgements: CAPES, UESB, UFMG.
R
11
9
COOH
O
1
R=H
2
R = H;
O
9:11
3
R=
N
O
O
OH
OH
Bibliografia
1. Batista, R.; Chiari, E.; Oliveira, A.B.; Planta Medica 1999, 65,:83.
2. MacLeod, J.K.; Lewis, I.A.S.; Moeller, P.D.R.; Oelrichs, P.B.; J. Nat. Prod. 1990, 53, 1256.
P15
SYNTHESIS OF OXIDIZED ENT-KAURANE AND ENT-NORKAURANE
DERIVATIVES
R. Batista,1* P. A. García, 2 M. A. Castro,2 J. M. Miguel del Corral,2 A. San Feliciano,2 A.
3
Braga de Oliveira.
1
Universidade Estadual do Sudoeste da Bahia, Itapetinga, Brazil.
2
Universidad de Salamanca, Salamanca, Spain.
3
Universidade Federal de Minas Gerais, Belo Horizonte, Brazil.
* [email protected]
Ent-kaur-16-en-19-oic acid (ent-kaurenoic acid) (1), a kaurane diterpene found abundantly in
some Brazilian species as Wedelia paludosa D.C. (Asteraceae) and Xylopia frutescens
(Annonaceae), shows a wide spectrum of biological activities, such as antiviral, antimicrobial,
trypanosomicidal, antiinflamatory and anti-hypertensive, among others1. Based on these
biological effects, along with our special interest on novel kaurane derivatives, we carried on
the synthesis of kaurane aldehydes, important as semisynthetic intermediates, starting from
ent-kaurenoic acid (1). The methyl ester 2, obtained by esterification of the acid 1, was
submitted to two synthetic pathways. The first one was its epoxidation with MCPBA, yielding
exclusively the 16,17α-epoxide 3. Further rearrangement of 3 employing BF3-EtO2 or InCl3
afforded a 1:1 mixture of the epimeric aldehydes 4 and 5 that could not be separated by
column chromatography. On the second synthetic sequence, the methyl esther 2 was
submitted to hydroboration reaction with NaBH4 and BF3.Et2O, followed by NaOH and H2O2
oxidation, giving selectively the ent-kaurane alcohol 6. Further PDC oxidation of 6 yielded
stereoselectively the aldehyde 4 as the major product, together with the kaurane and norkaurane derivatives 7, 8 and 9 as minor products. To the best of our knowledge, this is the
first report on the one-pot synthesis of the kaurane and nor-ent-kaurane derivatives 7, 8 and
9 by oxidation of 6, under PDC conditions. All the derivatives were characterized by usual
spectroscopy (1HNMR, 13CNMR, MS).
Acknowledgements: CAPES, UESB, UFMG, CYTED (sub-programa X).
O
R1
R2
R
1
2
R = CO2H
R = CO2CH3
CO2CH3
3
CO2CH3
4
5
6
7
8
9
R1 = CHO; R2 = H
R1 = H; R2 = CHO
R1 = CH2OH; R2 = H
R1 = CO2H; R2 = H
R1 = H; R2 = OH
R1 = R2 = O
Bibliografia
1. Batista, R.; Braga, F.C.; Oliveira, A.B.; Rev. Bras. Farmacognosia 2005, 15, 119.
P16
INTERACCIÓN ENTRE TERPENOS, SU INFLUENCIA EN LA ACTIVIDAD
ANTIMICROBIANA
N. Gallucci,1 M. Oliva,1 C. Casero,1 J. Zygadlo,2 M. Demo.1*
1
2
UNRC. Fac.Cs Ex Fco-Qcas y Nat.
UNC. Fac. Cs Ex. Fcas y Nat. Argentina
* [email protected]
Introducción: Diversas plantas medicinales pueden sintetizar compuestos aromáticos
denominados aceites esenciales, que son obtenidos por hidrodestilación o prensado. Estos
aceites están constituidos por complejas mezclas de compuestos orgánicos, dentro de los
cuales se encuentran los monoterpenos y sesquiterpenos.1 Investigaciones sobre el efecto
antimicrobiano y sinérgico de los aceites y/o terpenos permitirán avanzar en el conocimiento
de nuevas posibilidades terapéuticas. Objetivos: Estudio de la actividad antimicrobiana
(AA) de terpenos y detección de la actividad sinérgica o antagónica de los mismas.
Materiales y Métodos: Se probó la actividad de nueve monoterpenos contra
Staphylococcus aureus, Escherichia coli y Bacillus cereus. Se determinó la Concentración
Inhibitoria Mínima (CIM) y la Concentración Bactericida Mínima (CBM) utilizando la Técnica
2
de Microdilución en caldo. Las asociaciones entre terpenos se probaron por la técnica de
Didry et al modificada,3 obteniéndose la Concentración Inhibitoria Fraccionaria
(FIC).Resultados: Presentaron AA carvacrol, carvona, eugenol, geraniol y timol. Se
destacaron las AA de carvacrol (CIM = 3,21 mg/ml), y timol (CIM = 7,5 mg/ml) contra
S.aureus. E.coli fue menos sensible a la AA de terpenos. Carvacrol y timol fueron
bactericida sobre todas las cepas ensayadas. Mentol, mentona, citronelol y mirceno no
presentaron AA. No se observo actividad sinérgica total en las diferentes asociaciones entre
terpenos, la mayoría fueron indiferentes o antagónicas, aunque cabe destacar la
asociación Eugenol – Geraniol que presentó sinergismo parcial frente a B.cereus (FIC=
0.65).
Bibliografía:
1. Zygadlo, J. & Juliani (Jr.), H. Recent Progress in Medicinal Plants 2001, 8, 293.
Phytochemistry and Pharmacology
2. Mann, C. M. & Markham, J. L. Journal of Applied Microbiology 1998, 84, 538.
3. Didry, N. et al. Pharmazie 1993, 48: 301.
P17
BIOACTIVIDADES DE ACEITES ESENCIALES DE ALOYSIA TRIPHYLLA
1
1
1
2
1
M. Oliva, E. Beltramino, M. J. Cortéz, N. Gallucci, J. Zygadlo, M. Demo. *
1
2
UNRC. Fac.Cs Ex Fco-Qcas y Nat.
UNC. Fac. Cs Ex. Fcas y Nat. Argentina
* [email protected]
Introducción: Aloysia triphylla (cedrón) se cultiva desde Méjico hacia el sur de América. Es
un arbusto aromático, de olor penetrante. El aroma y sabor difiere de acuerdo a la cantidad
de aceites esenciales (AE) y la proporción en la que se encuentren los componentes que
forman parte de estos. Los AE han demostrado propiedades benéficas para la salud
humana y animal, como actividad antitumurogénica, antioxidante y antimicrobiana.
Objetivos: Evaluar la actividad antimicrobiana (AA) y citótoxica de AE de especies
cultivadas de A. triphylla
Materiales y Métodos: Se estudiaron especies de Argentina: Río Primero, La Paz, Las
Viñas y de Paraguay. Los AE fueron obtenidos por hidrodestilación y sometidos a
cromatografía gaseosa. Se utilizaron cepas bacterianas: S.aureus, S.epidermidis, B.cereus,
M.luteus, E.faecalis, E.coli, Klebsiella sp, P.mirabilis, P.aeruginosa y levaduras: C.albicans,
Rhodotorula sp., Hansenula sp .Se determinó la AA y la Concentración Inhbitoria Mínima
1
(CIM) por técnica de disco. El análisis de citotoxicidad de los AE se realizó sobre Artemia
2
salina.
Resultados y Discusión: Los principales terpenos identificados en cada AE, presentes en
diferentes concentraciones, fueron: α-pineno, limoneno, α-tujona, neral, geranial, Dgermacreno, bicyclogermacreno y espatulenol. El AE Rio Primero presentó mejor AA, y
Salta presentó la menor AA. Se destacan las CIM de Rio Primero y La Paz sobre S. aureus
(56,25 mgr/ml). Todos los AE fueron activos contra las tres levaduras, destacandosé La Paz
(CIM:7,03 mg/ml). AE Rio Primero y Salta no presentaron toxicidad frente a A. salina;
mientras que La Paz fue muy tóxico. La composición química de cada aceite influye en sus
bioactividades; los componentes terpénicos interactuan confiriendolé propiedadades
particulares.
Bibliografía:
1. De Feo, V. et al. J Essent.Oil Res. 1998, 10, 61.
2. Franssen, F. et al. Antimic. agents and Chemoteraphy. 1997, 41, 1500.
P18
PROPIEDADES ANTIBACTERIANAS DE PROPÓLEOS CUBANOS
C. Cassina, N. Gallucci,** M. Oliva, A.L. Piccinelli, O. Cuesta Rubio, L. Rastrelli, F. De
Simone, M. Demo.*
Universidad Nacional de Rio Cuarto
* [email protected]; **[email protected]
Introducción: Los propóleos son mezclas complejas de origen biológico elaborados a partir
de resinas, bálsamos, gomas y otras exudaciones de plantas, que la abeja Apis mellifera
recoge y modifica, adicionándoles cera, polen y enzimas, etc; para proteger la colmena de
las adversidades del medio. La composición de los mismos varía de acuerdo a su origen
botánico y fitogeográfico, siendo diferentes los de orígen europeos y americano Las
propiedades que se le han atribuido a los propóleos son: actividad antibacteriana, antiviral,.
antifúngica, citostática, antioxidante y antiinflamatoria. Es utilizado como antibiótico natural,
particularmente en infecciones de las vías respiratorias. Objetivo: Evaluar la actividad
antimicrobiana (AA) de diferentes muestras de propóleo. Materiales y Métodos: Cepas
bacterianas: S.aureus meticilino sensible (MSSA) y meticilino resistente (MRSA) S.
epidermidis, B. cereus, M. luteus, E. faecalis, E. coli y Klebsiella spp. Para probar la
capacidad antimicrobiana de los propóleos se emplearon las técnicas de difusión en disco,
utilizando 10µl.de propóleo al 10% en etanol y la técnica de difusión en pozo utilizando 50µl.
Se analizaron 11 muestras de propóleos cubanos determinando la Concentración
Inhibitoria Mínima (CIM).1, 2
Resultados y Discusión:. Las muestras M6, M15, M29, M33, M35, M45 y M61 inhibieron a
todas las especies Gram positiva. B. cereus y E. Faecalis fueron inhibidas por todas las
muestras,. S. aureus MRSA fue inhibido por 9 de los propóleos ensayados, destacandosé
M15 (CIM= 0,62 ug/ml). Las bacterias Gram negativa fueron resistentes La técnica de pozo
demostró ser mas efectiva para detectar AA de propóleos. M8, M21, M38 y M42
presentaron escasa actividad. Los resultados obtenidos permiten concluir que la actividad
biológica de propóleos varía según su orígen fitogeográfico. Las muestras activas podrían
ser utilizadas como quimioterapéutico natural contra patógenos Gram positivos.
Bibliografía
1. V. De Feo, et al. J Essent.Oil Res., 1998, 10, 61.
2 H.L. De Pooter, et al. Flavour and Fragrance Journal, 1995, 10, 63.
P19
EFECTO FITOTÓXICO DEL EXTRACTO ACUOSO DEL DURAMEN DE
ENTEROLOBIUM CYCLOCARPUM.
R. Castro Ortíz, D. Raya González, A. Flores García, M. M. Martínez Pacheco.*
Instituto de Investigaciones Químico Biológicas, Universidad Michoacana de San Nicolás de
Hidalgo. Morelia, Michoacán. México.
* mpacheco @zeus.umich.mx
Enterolobium cyclocarpum (Jacq) Griseb. (parota, nombre común mexicano) es un árbol
autóctono que se localiza desde México en las vertientes centrales del Pacífico y del Golfo
de México hasta el Norte de Brasil y Colombia. En la región se utiliza como una especie
restauradora del medio ambiente, como forraje, en la ebanistería y en la fabricación de
muebles. Por la gran resistencia natural que presenta el duramen de esta especie a la
biodegradación es de interés para buscar compuestos biocidas.
El efecto fitotóxico del extracto acuoso del duramen de E. cyclocarpum (Jacq) Griseb. fue
evaluado. Se observó que la germinación de semillas de Lillium multifollium (dicotiledónea)
y Trifollium repens (monocotiledónea) y el crecimiento de las raíces a las 48 h se inhibió
completamente cuando se incrementó la concentración del extracto acuoso de 0 a 13.33
mg/ml.
Para medir el daño ejercido por el extracto acuoso se midió la liberación de iones
intracelulares, se determinó la conductividad del medio que contuvo a las células de tabaco
TBY2 y el extracto vegetal y se observó que la conductividad aumentó conforme aumentó la
concentración del extracto, de 76.2 a 805 μS/cm en cuatro minutos y el pH del medio
ligeramente se acidificó de 6.10 a 5.54.
Se concluye que el extracto acuoso del duramen de E. cyclocarpum posee un efecto
fitotóxico sobre la germinación de las semillas y el crecimiento de la raíz de L. multifollium y
T. repens. Los cambios en el pH y en la conductividad del medio de suspensión de las
células de tabaco TBY2 es una respuesta a nivel celular a los compuestos fitotóxicos
presentes en ésta especie maderable.
Agradecimientos. El presente trabajo fue apoyado por la UMSNH al proyecto CIC-2.1MMP
y por el FoMix Michoacán-CONACYT al proyecto Michoacán-2005-C01-009. D.R.G. fue
becario CONACYT.
P20
ESCRUTINIO DE LA ACTIVIDAD MICROBICIDA DE EUPATORIUM SP, Y
ENTEROLOBIUM CYCLOCARPUM
E. García Sánchez, M. A. Gomez Hurtado, F. García, M. E. Morales López, R. E. N. Del Río,
M. M. Martínez Pacheco.
Instituto de Investigaciones Químico Biológicas. Universidad Michoacana de San Nicolás de
Hidalgo.
[email protected]
En Michoacán se estima que existen 4,000 especies vegetales, algunas de ellas se utilizan
en la etnomedicina y de ellas se requieren estudios detallados para el mejor
aprovechamiento del recurso natural. En este contexto, fueron seleccionadas Eupatorium
puchela, Eupatorium ersenei y Enterolobium cyclocarpum especies vegetales endémicas
de la región para hacerles un escrutinio de actividad microbicida. Se utilizó el ensayo de
difusión en agar, se ensayaron extractos de los órganos de la planta obtenidos con agua,
metanol, hexano y metil cloruro a una concentración de 6 g de extracto, contra el hongo
dimórfico Candida albicans y trece bacterias; diez gram positivas y tres gram negativas. Los
microorganismos son aislados clínicos silvestres y varias son enterobacterias. Se observó
que C. albicans fue sensible a los extractos obtenidos con metil cloruro y hexano, mientras
que fue insensible al extracto metanólico de Eupatorium sp. y al extracto acuoso de E.
cyclocarpum. Los extractos obtenidos con metil cloruro y hexano de E. puchela ejercieron
un efecto bacteriostático contra las bacterias gram negativas, mientras que las bacterias
gram positivas fueron insensibles. Un comportamiento similar se observó en extracto
acuoso del duramen de E. cyclocarpum. Los extractos de E. ersenei ejercieron un efecto
bactericida en las diez bacterias gram negativas y las tres gram positivas utilizadas en el
estudio. En un análisis químico preliminar de los extractos de Eupatorium sp. se determinó
que los compuestos mayoritarios son cromenos, terpenos y sesquiterpenos mientras que en
el extracto acuoso de E. cyclocarpum fueron fenólicos y glúcidos. Se concluye que de las
tres especies ensayadas, E. ersenei contiene compuestos con efecto microbicida.
Agradecimientos. El presente trabajo fue apoyado por la UMSNH al proyecto CIC-2.1MMP
y por el FoMix Michoacán-CONACYT al proyecto Michoacán-2005-C01-009.
P21
CHEMICAL COMPOSITION OF GRASSHOPPERS NATURAL PRODUCT
FOR HUMAN NUTRITION
J. Rivero-Martínez,1* Ma. C. Herrera,2** V. Melo.3***
UNAM-CCH1 plantel oriente, Prol. Periférico Oriente s/n esq. Sur 24 Col. Agrícola Oriental
C.P. 08500 México, D.F. UAM-I.2 Av. San Rafael Atlixco 186, México, D.F. C.P 09340.
UAM-X.3 Calz. del hueso 1100, Villa Quietud, México, D.F. C.P. 04960.
*[email protected], **[email protected], ***[email protected]
Insects have played an important role in the history of human nutrition, in Mexico
grasshoppers consumption is popular. There are more than 57 species considered as
edibles. Assessement of the nutritive value in grasshoppers and treehoppers Taeniopoda
eques B. (1), Brachystola magna G. (2), Melanoplus femurrubrum D. (3) and Schistocerca
sp (4), edible insects traditional foodstuff commonly consumed by rural communities and
urban cities of Mexico, were performanced to obtain information needed to be provided to
people in areas where most of the proteins intake comes from plant legumes-beans, cerealmaize and some of insects, such as grasshoppers, popular food among several
socioeconomic groups, these organisms can be, easily reproduced and not expensive.
Insects important component of the daily diet of many mexicans were gathered at different
mexican states. Samples collected were classified according insect taxonomy and proximal
analyzes of macronutrients in dry basis, performed by A.O.A.C. (1995) methods. Data
obtained were proteins (1) 71.05%, (2) 73.87%, (3) 73.25%, (4) 70.92%. Lipids (1) 5.85%,
(2) 6.02%, (3) 4.71%, (4) 6.26%; inorganic material (1) 2.95%, (2) 2.52%, (3) 2.05%, (4)
3.75%, Fibre (1) 10.56%, (2) 7.08%, (3) 11.15%, (4) 9.16%. Nitrogen free extractives (1)
9.59%, (2) 10.51%, (3) 8.84%, (4) 9.91%. Data shows, grasshoppers are high in proteins,
lipids content are low, regarding inorganic material, minerals were not identified, fibre is well
related with requirements and soluble carbohydrates source of energy are in a good level.
Results point out the great importance that intake of edible insects represent in nutrition for
mexican population.
P22
GRASSHOPPERS SPHENARIUM PURPURASCENS CH. SOURCE OF
CALCIUM FOR RURAL COMMUNITIES
V. Melo,1* Ma. C. Herrera,2** J. Rivero-Martínez.3***
1
UAM-X. Calz. del hueso 1100, Villa Quietud, México, D.F. C.P. 04960.
2
UAM-I. Av. San Rafael Atlixco 186, México, D.F. C.P 09340.
3
NAM-CCH plantel oriente, Prol. Periférico Oriente s/n esq. Sur 24 Col. Agrícola Oriental
C.P. 08500 México, D.F.,
*[email protected], **[email protected], ***[email protected]
Calcium plays crucial role in building and keeping proper hardness of the banes and teeth.
Calcium with phosphorus and magnesium undergoes crystallization and is part of osseous
tissue causing its hardness, therefore calcium is the most important mineral salt of the
skeleton. Human organism is able to keep this mineral level in the blood even if its amount
delivered with food is variable. Calcium supply with food has the biggest influence in the
content of this element in the human organism. The main source of calcium are dairy
products, but most of the time these foodstuff is not affordable for population. Grasshoppers
popular food by cultural tradition are consumed roasted with corn tortilla. The aim of this
study is to assess calcium and phosphorus essential macrominerals for human body.
Macromineral analysis in dry basis was for calcium by Atomy Absorption Spectrophotometer
and phosphorus colorimetrically determined of a triple acid digested extract. Data obtained
were: calcium 408 mg/100g and phosphorus 320mg/100g. Grasshoppers are consumed
with other foods like corn cereal, beans leguminous and some green leaf vegetables, they
are another source of calcium and phosphorus. Calcium absorption degree depends on
organism needs, and bioassimilability on the diet components. Grasshoppers are a source
of calcium and phosphorus however they can not be consider as only supply in the diet they
should be consume with other foodstuff. Insect are regularly consumed and well accepted
by people of rural communities and urban cities.
P23
ESTUDIO SOBRE LA PROLIFERACION DE LINFOCITOS NORMALES DE
LITHRAEA MOLLEOIDES (VELL.) ENGL. (ANACARDIACEAE).
P. G. López,* L. C. Cogoi, C. Anesini, G. Ferraro.
Cátedra de Farmacognosia, IQUIMEFA (UBA-CONICET), Facultad de Farmacia y
Bioquímica, Universidad de Buenos Aires.
Junín 956 (1113), Ciudad Autónoma de Buenos Aires, Argentina.
* [email protected]
Lithraea molleoides (Vell.) Engl. (Anacardiaceae), de nombres vulgares “molle”, “chichita”,
“molle de Córdoba”, es un árbol de 6 a 8 metros de altura, de hojas color verde oscuro de 35 centímetros de longitud, lanceoladas y terminadas en punta.
Crece en Sudamérica, especialmente en Argentina, Brasil y Uruguay donde es muy
conocida por sus propiedades medicinales: antiartrítica, hemostática, diurética, tónica y
para el tratamiento de diferentes enfermedades respiratorias.
En este trabajo se analizó la acción del extracto cloruro de metileno de Lithraea molleoides
y de un compuesto aislado a partir del mismo (1,3-dihidroxi-5-(tridec-4’,7’-dienil) benzeno)
sobre la proliferación de linfocitos T de ratones BALBc in vitro. La respuesta sobre la
proliferación fue determinada mediante la técnica de incorporación de [3H]-timidina ([3H]TdR) al ADN celular y posterior evaluación de la radioactividad nuclear por espectrometría
de centelleo líquido.
Los resultados obtenidos fueron: Extracto 0,1 µg/ml: 300 ± 25 %; 1 µg/ml: 100 ± 8 %; 10
µg/ml: 45 ± 3,0 %; 100 µg/ml: -5 ± 0,4 %, 600 µg/ml: -13 ± 1 %. Compuesto 0,1 µg/ml: 60 ±
5 %; 1 µg/ml: 50 ± 4 %; 10 µg/ml: - 28 ± 2 %; 100 µg/ml: -35 ± 2,5 %.
Los resultados están expresados como Proliferación (% del basal) y representan la media ±
ESM de tres experimentos realizados por triplicado.
Podemos concluir que el extracto cloruro de metileno y el compuesto aislado de L.
molleoides presentaron una respuesta bifásica sobre la proliferación de los linfocitos
normales, estimulando la proliferación a concentraciones bajas e inhibiendo a
concentraciones altas. El efecto inmuno estimulante sería de potencial importancia en
terapeútica.
P24
HYDROCOTYLE BONARIENSIS: ACTIVIDAD ANTIPROLIFERATIVA SOBRE
CÉLULAS DE UN LINFOMA MURINO
O. Hnatyszyn,* C. Anesini, A. Ouviña, G. Ferraro.
Cátedra de Farmacognosia, IQUIMEFA (UBA-CONICET). Facultad de Farmacia y
Bioquímica, Universidad de Buenos Aires. Junín 956, (1113) Buenos Aires, Argentina.
* [email protected]
Hydrocotyle bonariensis Lam. (Apiaceae), comúnmente conocida como”redondita de
agua“ o “paragüita”, es una planta herbácea que crece en el Norte y Centro de la República
Argentina. Las infusiones que se preparan con las hojas, sumidades floridas y tallos se
utilizan en medicina popular y se le adjudican propiedades diuréticas, estimulantes,
emenagogas y antisépticas. Por otro lado, las hojas maceradas en alcohol se utilizan
externamente en cataplasmas para curar heridas inflamadas.
Dado el uso popular y la cercanía con otra especie ampliamente utilizada (H. asiática), se
encaró el estudio fitoquímico-farmacológico de esta especie Sudamericana.
El objetivo del presente trabajo fue evaluar in vitro la acción antiproliferativa de los extractos
acuoso (EA), diclorometánico (ED) y metanólico (EM) de H. bonariensis sobre células del
linfoma murino BW5147. La proliferación se determinó mediante la incorporación de [3H]timidina al ADN celular que se midió posteriormente mediante espectrometría de centelleo
líquido.
Los resultados muestran que el EA es el más efectivo a bajas concentraciones (0,01-10
µg/ml) inhibiendo la proliferación en hasta un 50%. Los otros extractos se muestran
altamente efectivos a concentraciones más elevadas, especialmente con 100 µg/ml (68,5%
de inhibición para el ED y 60% para el EM) y 1000 µg/ml (92% de inhibición para el ED y
84% para el EM).
El estudio fitoquímico del extracto metanólico permitió observar un amplio perfil fenólico,
entre los cuales fueron aislados e identificados los flavonoides rutina, quercetina,
isoquercitrina y un fenil propanoide (ácido clorogénico).
Con estos datos se continúa trabajando con los distintos extractos para aislar e identificar el
(los) compuesto(s) responsables de la actividad antiproliferativa en linfocitos tumorales.
P25
ACTIVIDAD INSECTICIDA DE ARGENTILACTONA
S. Clemente, R. Priestap, G. Mareggiani, A. Bandoni, G. Ferraro*
Cátedra de Farmacognosia, IQUIMEFA (UBA-CONICET), Facultad de Farmacia y
Bioquímica (UBA), Junín 956, (1113) Buenos Aires. TE/FAX: 5411 4508-3642.
* [email protected]
Aristolochia argentina Griseb. (Aristolochiaceae) es una especie utilizada en la medicina
popular como infusión debido a que posee propiedades antidiarreicas, astringentes y
antihemorroidales. Sus extractos, que tienen actividad antibacteriana y antifúngica
reportada, revelaron la presencia de ácido aristolóquico, alcaloides y 5-hydroxiácido lactona.
El aceite esencial contiene 57-89% de argentilactona, compuesto volátil que se acumula en
toda la planta y cuya actividad insecticida fue evaluada en este trabajo sobre una especie
de importancia agrícola, la mosca de los frutos Ceratitis capitata (Diptera). Se analizaron
los efectos letales y subletales por medio de exposición a alimento tratado (EAT), aplicación
tópica (AT), aplicación en bebederos de adultos (ABA) y exposición a papel de filtro
impregnado (EPFI). Las concentraciones ensayadas oscilaron entre 0 y 500 ppm. Los datos
destinados a determinar efectos letales (mortalidad) se analizaron mediante ANoVA y test
de Tukey (p< 0.05) y los correspondientes a efectos subletales (demoras en el desarrollo)
mediante Probit. Este análisis también se utilizó para calcular la concentración efectiva del
compuesto necesaria para impedir el desarrollo del cincuenta por ciento de las larvas
(CE50).
Los resultados muestran que la mortalidad de mosca de los frutos fue muy significativa para
todas las metodologías usadas. A 500ppm, la mortalidad en EAT fue 100%, en AT 70%, en
ABA 63% y en EPFI 45%, indicando que la argentilactona actúa por ingestión y por contacto.
La CE50 en el test de EAT fue de sólo 76 ppm (con un intervalo de confianza de 6292ppm), evidenciando que esta metodología de aplicación es la más efectiva. Por otra parte,
no se observaron efectos subletales, ya que el ciclo biológico no fue afectado en ninguna de
las metodologías y concentraciones empleadas.
P26
HYBANTHUS PARVIFLORUS: ACTIVIDAD ANTIINFLAMATORIA
1
2
2
1
A.M. Broussalis, * S. Gorzalczany, C. Acevedo, G.F. Ferraro.
1
2
Cátedra de Farmacognosia-IQUIMEFA (UBA-CONICET),
Cátedra de Farmacología; Facultad de Farmacia y Bioquímica, Universidad de Buenos
Aires. Junín 956, Ciudad Autónoma de Buenos Aires (1113). Argentina.
* [email protected]
Hybanthus parviflorus (Mutis ex L.f.) Baill., conocida en Argentina como “violetilla”, es un
subarbusto que crece entre 0 y 1000 metros. Planta anual, de porte erecto, de no más de
50 cm de altura, es una especie muy difundida en América tropical y subtropical, desde
Colombia hasta la provincia de Río Negro en Argentina. En cuanto a sus usos etnomédicos,
se emplean sus raíces por sus propiedades eméticas y purgativas.
Debido a que otra especie del género Hybanthus (H. ipecacuana) presentó acción
antiinflamatoria, e H. parviflorus y otra especie relacionada (H. serratus) tienen usos en
medicina popular o folclórica que pueden relacionarse con esta actividad, se investigó la
acción antiinflamatoria de distintos extractos y fracciones de H. parviflorus.
En este trabajo se empleó, para la evaluación del efecto antiinflamatorio en fase aguda, el
modelo del edema en oreja de ratón inducido mediante dos agentes inflamatorios con
diferente modo de acción, TPA y ácido araquidónico.
Se ensayaron los extractos CH2Cl2, EtOH 50% y EtOH 50 % destanificado.
El extracto CH2Cl2 presentó una actividad antiinflamatoria significativa en el modelo de
inflamación aguda en oreja de ratón con dos agentes inflamatorios diferentes, TPA (23.6 %
de inhibición de la inflamación) y AA (24.3 % de inhibición). Esta actividad podría deberse
en parte o totalmente a la acción del ácido ursólico y de β-sitosterol y de los flavonoides
quercetina, luteolina, apigenina, canferol, quercetina 3-metil éter y rutina presentes en este
extracto.
P27
EVALUACIÓN DEL EXTRACTO ACUOSO DE ARTEMISIA COPA SOBRE EL
SISTEMA NERVIOSO CENTRAL
J. Miño, V. Moscatelli, C. Acevedo, G. Ferraro.*
Cátedras de Farmacognosia y Farmacología, IQUIMEFA (UBA-CONICET). Facultad de
Farmacia y Bioquímica, Universidad de Buenos Aires. Junín 956, (1113) Buenos Aires,
Argentina.
* [email protected]
Artemisia copa Phil. (Compositae) es un pequeño arbusto nativo del noroeste de Argentina,
comunmente conocido como “copa-copa” y utilizado en medicina tradicional para resfríos,
neumonía, hipertensión, dolores estomacales y por sus propiedades
digestivas y
antirreumáticas. En un trabajo previo validamos las actividades antinociceptivas y
antiinflamatorias, en el presente estudio evaluamos la actividad sobre el sistema nervioso
central central del extracto acuoso de partes aéreas de Artemisia copa mediante un
screening psicofarmacológico. El extracto fue administrado por vía oral en ratones Swiss en
dosis de 200 - 1500 mg/kg . Se estudió actividad motora espontánea, actividad exploratoria,
coordinación motora e inducción y potenciación del tiempo de sueño inducido por
pentobarbital (PB) en dosis sub-hipnóticas e hipnóticas de 30 y 40 mg/kg respectivamente.
Dado que especies del mismo género poseen actividad anticonvulsivante, también se
evaluó dicha actividad sobre las convulsiones inducidas por pentilenetetrazol (PTZ) 75
mg/kg. El extracto acuoso de A. copa disminuyó significativamente la actividad motora
(Control: 487.83 ± 22.33 cuentas/5 min; A. copa 1.5 g/kg: 415.00 ± 21.73 cuentas/5 min;
P<0.05), la actividad exploratoria en el hole-board (Control: 72.88 ± 3.96 hociqueos; A. copa
1.5 g/kg: 50.31 ± 4.45 hociqueos; P<0.01), indujo y prolongó el tiempo de sueño por PB
(PB30: 0.5 ± 0.35 min; A. copa 1.5 g/kg + PB30: 18.24 ± 3.88 min; P<0.01; PB40: 34.83 ±
5.90 min; A. copa 1.5 g/kg + PB40: 51.33 ± 3.22 min; P<0.03), no alteró la coordinación
motora ni presentó actividad catatónica y A. copa 1.5 g/kg produjo una disminución de la
duración de las convulsiones inducidas por PTZ, con menor número de muertes por
convulsiones clónico-tónicas. Estos resultados preliminares sugieren que A. copa
presentaría actividades depresoras del sistema nervioso central y anticonvulsivantes.
P28
SÍNTESIS DE FUROSTANOS 22-HIDROXILADOS Y 22-METOXILADOS.
RÁPIDO ACCESO A LA AGLICONA DE LA ICOGENINA.
S. Meza Reyes,* O. Viñas-Bravo, R. Martinez-Pascual, O. Hernández-Cruz, S. MontielSmith, J. Sandoval-Ramírez
Benemérita Universidad Autónoma de Puebla
* [email protected]
En la naturaleza existe un gran número de saponinas que presentan actividad biológica. En
1
el 2004 se aisló una nueva saponina esteroidal de Dracaena draco, el (25S),22-O-metillfurost-5-en-3β,26-dio-3-O-α-L-ramnopiranosil-(1→2)-[β-D-glucopiranosil-(1→3)]-β-Dglucopiranósido (1, Icogenina), la cual mostró una potente actividad citotóxica en células
HL-60 (células de leucemia humana). De 895 g de corteza de D. draco se aislaron
2
únicamente 40 mg de 1. En el 2006 se publicó la síntesis de 1, a partir de diosgenina (2),
con un rendimiento global de 2.7% (síntesis lineal) y de 4% (síntesis convergente).
Otros derivados furostánicos 22-hidroxilado y 22-metoxilados han mostrado también
actividad biológica importante.3-7 Hasta el momento, en la literatura se han reportado dos
metodologías para la construcción de estos sistemas.2,4
Nuestro grupo de investigación se enfocó a desarrollar una nueva metodología que permita
generar furostanos 22-hidroxilado y 22-metoxilados por caminos más sencillos. De acuedo
a dicha metodología, reportamos la síntesis, en una sola etapa, del diacetato de (22R,25R)22-metoxifurost-5-en-3β,26-diilo (3), aglicona protegida de 1, utilizando como materia prima
el acetato de diosgenina mediante el tratamiento de anhídrido acético-trifluoracético8 y
BF3.OEt2. Bajo dichas condiciones, el anillo F sapogeninínico se abre regioselectivamente
generando un ion oxonio, el cual cuando es tratado con metanol dirige al producto 22metoxilado 3 mientras que si se trata con agua, genera el compuesto 22-hidroxilado 4. Esta
síntesis transcurre en un tiempo corto de reacción y con buenos rendimientos.
Agliconas análogas de 3 y 4 fueron sintetizadas igualmente a partir de sarsasapogenina y
hecogenina, lo cual ilustra una generalidad del método.
Esta es una metodología alternativa para generar análogos de la Icogenina (1), y de otras
agliconas de interés químico-biológico.
P29
SÍNTESIS DE LOS EPIMEROS EN C22 DE 23-ACETILDIOSGENINA Y SUS
DERIVADOS OXIMINO.
S. Meza-Reyes,* P. Merino Montiel, J. Sandoval Ramírez, S. Montiel Smith, G. Hernández
Linares.
Benemérita Universidad Autónoma de Puebla
* [email protected]
Las sapogeninas esteroidales son materias primas de origen vegetal muy utilizadas en la
síntesis parcial de innumerables derivados esteroidales.
En la literatura encontramos que derivados esteroidales nitrogenados que tienen presentes
en la cadena lateral un grupo oxima forman un importante grupo de compuestos que
presenta actividad biológica.1,2
Recientemente se ha encontrado que sapogeninas esteroidales espirostánicas epiméricas
3-5
en C20, C22 y C25 son más activas que las naturales. Es muy raro encontrar reportes de
métodos que epimericen uno de dichos centros estereogénicos, pues por lo general se lleva
a cabo el cambio de configuración de dos o más de los carbonos asimétricos. Por ello, en
nuestro laboratorio se han emprendido estudios para realizar epimerizaciones selectivas en
C22.
Estudios previos han mostrado que la 22-epi-diosgenina es un compuesto sumamente lábil,
por lo cual nos dimos a la tarea de desarrollar epímeros estables. Encontramos que la 23acetildiosgenina otorga una mayor estabilidad al grupo espirocetálico por lo que se
emprendió la obtención de la 23-acetil-22-epi-diosgenina. Se encontró que una forma muy
rápida para efectuar dicha transformación consiste en someter al diacetato de (25R)-23acetil-22,26-epoxicolesta-5,22-dieno-3β,16β-diilo o al diacetato de (25R)-23-acetilfurosta5,22-dieno-3β,26-diilo a un tratamiento básico con calentamiento.6 La (22S)-23acetildiosgenina y su epímero 22R se purificaron por CCF.
Con ello observamos que la modificación de los centros quirales en C-20 y C-23 de la 23acetil-22-epi-diosgenina representan un cambio significativo en cuanto a sus propiedades y
permite arreglos espaciales diferentes a los que su diasteroisómero.
De ambos compuestos se sintetizó rápidamente el derivado oximino correspondiente. A
partir de la (22S)-23-acetildiosgenina se obtuvo un solo producto de reacción; sin embargo,
a partir de la (22S)-23-acetildiosgenina se generó una mezcla de las oximas
diasteroisoméricas Z y E. Estas oximas esteroidales son estructuras con potencial actividad
biológica.
P30
INDAGINE FITOCHIMICA SULLE RADICI DI HELLEBORUS BOCCONEI TEN.
1
1
2
3
S. Rosselli, * A. Maggio, V. Spadaro, F. Senatore, M. Bruno**
1
Dipartimento di Chimica Organica - Università di Palermo;
Dipartimento di Scienze Botaniche- Università di Palermo;
3
Dipartimento di Chimica delle Sostanze Naturali - Università di Napoli "Federico II"
*[email protected]; **[email protected]
2
Helleborus bocconei Ten., conosciuto in Sicilia col nome comune di "radicchia", viene
utilizzato con successo nella cura della polmonite di equini e bovini. Le radici essiccate e
tagliate in pezzetti a forma di chiodo vengono infisse nel petto degli animali, proteggendo
con apposite bende la ferita formatasi.Dopo 2-4 giorni la parte trattata rigonfia fino a
produrre una vescica purulenta che viene successivamente incisa per allontanare il
materiale infetto e la radice. Con tale trattamento, nel giro di pochi giorni, l'animale guarisce.
Nella medicina popolare Helleborus bocconei viene usato allo scopo di favorire la caduta di
molari cariati, infatti frammenti di radice applicati sul dente ne provocano una immediata
caduta. Per questo studio le radici di Helleborus bocconei essicate, sono state estratte con
etere di petrolio e dopo allontanamento del solvente l'olio risultante è stato analizzato
mediante GC-MS. Successivamente le radici sono state estratte con metanolo e varie
tecniche cromatografiche applicate sull'estratto metanolico hanno condotto all'isolamento di
due nuovi furostanoli. Al momento è stata testata l'attività dell'estratto in etere di petrolio
delle radici ed è stata riscontrata una buona attività nei confronti di Staphylococcus
epidermidis e Staphylococcus aureus e questo dato dimostra l'efficacia della pianta contro
possibili polmoniti batteriche.
P31
ATTIVITÀ ANTIRADICALICA E ANTIMICOTICA DI ESTRATTI DI STACHYS
GERMANICA L. SUBSP. SALVIIFOLIA (TEN.) GAMS
B.Tirillini,1 R. Pagiotti,2 P. Angelici,2 L. Menghini.3
1
Istituto di Botanica, Università di Urbino, Via Bramante 28, I-61029 Urbino (Italy)
Dip. Biologia Vegetale, Università di Perugia, Borgo XX Giugno, I-06126 Perugia (Italy)
3
Dip. di Scienze del Farmaco, Università di Chieti-Pescara, Via dei Vestini 31, I-66013
Chieti (Italy)
[email protected]
2
La Stachys germanica L. subsp. salviifolia (Ten.) Gams (Lamiaceae) è una pianta erbacea
perenne diffusa spontaneamente soprattutto nell’ Italia centro-meridionale (Conti, F., et al.
(2005) An annotated checklist of the italian vascular flora). Questa pianta viene anche
chiamata “erba stregona con foglie di salvia” e nell’ etnomedicina ha un impiego simile alla
più diffusa Stachys germanica L. Il suo impiego è contro i porri o escrescenze della pelle
(Ballelli, S. e Bellomaria, B.(2005) La flora officinale delle Marche). Questa pianta è stata
pochissimo studiata forse perché non distinta da S. germanica. Poco si sa delle proprietà
biologiche di questa pianta.
In queste prime ricerche si è scelto di frazionare sequenzialmente il fitocomplesso della
pianta in n-esano-cloroformio-cloroformio/metanolo e metanolo e di estrarre in parallelo la
pianta con cloruro di metilene. Su questi estratti si sono testate l’ attività antiradicalica (test
del DPPH) e l’ azione micoticostatica su Trichophyton mentagrophytes e T. roseum).
Su T. mentagrophytes si è rivelato particolarmente attivo l’estratto in cloroformio
(coefficiente di inibizione del 46 %) e un po’ meno l’ estratto in cloruro di metilene (25%).
Su T. roseum solo gli estratti in cloroformio (25%) ed in cloruro di metilene (11%) hanno
mostrato una moderata attività .
L’attività antiradicalica è stata riscontrata solo nella frazione metanolica ed ha mostrato una
-4
attività di semi-inibizione di 1,13 μg/ml (riferita a 1,6*10 DPPH).
Sono in corso ulteriori indagini per identificare, nelle frazioni biologicamente attive, i
composti principali responsabili di dette attività.
P32
ANALISI DI COMPOSTI ORGANICI VOLATILI (VOC) DI SPECIE DI
PAPILIONOIDEAE CARATTERISTICHE DELLÍAREALE MEDITERRANEO.
A. Bertoli, C. Noccioli, L. Pistelli*
Dipartimento Chimica Bioorganica e Biofarmacia, Università di Pisa
*[email protected]
La regione mediterranea costituisce uno dei maggiori centri di biodiversità vegetale,
contando circa 25000 specie, usate come alimenti, foraggi, ornamenti, piante per la
riforestazione e controllo dellíerosione, nonché piante impiegate per le loro proprietà
medicinali ed aromatiche.Proseguendo lo studio di Leguminosae appartenenti alla flora
mediterranea, è stata analizzata la composizione delle frazioni volatili ottenute dai fiori di
Anthyllis barba-jovis L., Calicotome villosa (Poiret) Link, Coronilla emerus L., Dorycnium
hirsutum Ser. in DC., Hedysarum coronarium L., Psoralea bituminosa L., Spartium junceum
L., 7 specie appartenenti a diverse tribù delle Papilionoideae (Genisteae, Hedysareae,
Loteae, Psoraleae) fra le più diffuse e comuni in questo areale. Le frazioni volatili, ottenute
sottoponendo i fiori a idrodistillazione in apparecchio Clevenger, secondo la procedura
riportata dalla Farmacopea Italiana, sono state successivamente analizzate mediante GCMS. Al fine di valutare la spontanea produzione di componenti volatili, il materiale vegetale
fresco è stato sottoposto anche ad analisi SPME-GC-MS. I risultati delle analisi eseguite
hanno portato all’identificazione di 130 costituenti nelle frazioni volatili e più di 90 composti
negli spazi di testa, mediante il confronto degli spettri di massa, dei tempi di ritenzione e
indici di ritenzione sia con i composti di riferimento presenti in una banca dati costruita nel
nostro laboratorio, sia con i dati della letteratura.1-5 Lo scopo di questo studio è stato quello
di valutare líeventuale contributo delle specie analizzate allíemissione di composti organici
volatili (VOC) nelle zone costiere della nostra regione.
Bibliografia
1. Adams R.P. in Identification of essential oil components by gas chromatography-mass
spectroscopy. Allured Publ.Corp.Stream, Illinois, 1995.
2. Connolly J.D., Hill R.A. in "Dictionary of terpenoids". Chapman & Hall, London, 1991.
3. Davies N. W. J. Chromatogr. A, 1990, 503, 1.
4. Jennings W., Shibamoto T. in "Qualitative Analysis of Flavor and Fragrance Volatiles by
Glass Capillary Gas Chromatography". Academic Press, New York, 1980.
5. Massada Y. in "Analysis of Essential Oils by Gas Chromatography and Mass
Spectrometry". J. Wiley & Sons, New York, 1976.
-Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana, IX Ed., Istituto Poligrafico Zecca dello Stato,
Roma, 1991.
P33
MICROPROPAGAZIONE IN VITRO DI GLECHOMA SARDOA BÉG. E
CARATTERIZZAZIONE DELL’OLIO ESSENZIALE
L. Giamperi,1 D. Fraternale,1 P. Cara,1 D. Ricci,1* F. Epifano,2 M. Curini.3
1
Istituto di Botanica e Orto Botanico “Pierina Scaramella” – Facoltà di Farmacia – Università
degli Studi di Urbino “Carlo Bo’”, Urbino, Italy
2
Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, Chieti
Scalo (CH), Italy
3
Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco, Sezione di Chimica Organica,
Università degli Studi di Perugia, Perugia, Italy
[email protected]
Glechoma sardoa Bég. volgarmente chiamata Edera terrestre di Sardegna è una pianta
1,2
endemica della Sardegna e dubbia della Corsica. Appartiene alla famiglia delle Labiatae,
ed è un’erba perenne,con fusti prostrato-radicanti o ascendenti,4 angolari, subglabri di 1-3
dm. Nella medicina popolare la pianta viene talora impiegata come cicatrizzante nelle ferite,
piaghe, ulcere e ascessi, come risolvente-epitelizzante nelle ustioni e come antinevralgicoantireumatico.3 Usai et al. hanno analizzato la composizione dell’olio essenziale ottenuto per
idrodistillazione da piante spontanee cresciute nel nord della Sardegna.4 Tale composizione
era caratterizzata dalla presenza di: β-elemene (25.36 %), δ-elemene and γ-elemene
(5.14 % and 4.03 % rispettivamente), germacrene D (9.55 %), isogermafurene (7.69%) e βelemolo (3.29 %). Gli stessi autori hanno riportato l’attività antimicrobica di tale olio nei
confronti di Staphylococcus aureus e Staphylococcus epidermidis, mentre non è stata
osservata attività nei confronti di batteri Gram-. Poiché tale pianta riveste un interesse
farmaceutico e naturalistico (endemismo) ci è parso interessante mettere a punto un
protocollo di coltura in vitro utilizzando individui spontanei raccolti in località Monte Albo
(900 m slm) (allo scopo di proteggerne la specie) e valutare anche la composizione dell’olio
essenziale prodotto da piante micropropagate in vitro e acclimatate in seguito in campo in
un ambiente diverso (Urbino- Marche) dal loro habitat naturale. I risultati ottenuti hanno
mostrato che è possibile micropropagare con successo tale specie endemica in terreno di
5
coltura MS addizionato di chinetina (K) e acido naftaleneacetico (NAA) alle concentrazioni
di 1 mg/L e 0,1 mg/L rispettivamente. I dati inerenti la composizione degli olii essenziali
hanno dimostrato che non esistono significative differenze quali-quantitative tra gli olii
ottenuti da piante cresciute in Sardegna e nelle Marche e tra questi e l’olio essenziale da
piante cresciute in vitro. Unica differenza significativa tra i componenti presenti nel nostro
olio di G. sardoa e quello precedentemente analizzato da Usai et al., è una presenza
consistente nel nostro olio di β-fellandrene (13.47 % in vivo e 11.86 % in vitro).
Bibliografia
1. Moris J.H., Flora sardoa, 3: 1837 – 1859. reg. Typ. , Taurini.
2. Pignatti S., Flora d’Italia, (1982) 2: 472 – 473. Ed agricole , Bologna.
3. Atzei A.D., Le piante nella tradizione popolare della Sardegna, (2003) 219-220.
4. Usai M., Juliano C., Pintore G. and M. Chessa, Acta Hort., 2003, 597, 125.
5. Murashige T, Skoog F., Physiol Plant, 1962, 15, 473.
P34
CHEMICAL CONSTITUENTS OF THREE LIPOFILIC EXTRACTS FROM
ASTERACEAE SPECIES
C. S. Silveira,1** C. dos Santos Costa,2 D. de Lima Moreira,3 M. A. C. Kaplan,1 F. S.
Menezes.4*
1
Núcleo de Pesquisas de Produtos Naturais – NPPN – UFRJ.
Departamento de Produtos Naturais e Alimentos, Faculdade de Farmácia, Centro de
o
Ciências da Saúde, Bloco A, 2 andar, sala 4 - Universidade Federal do Rio de Janeiro,
Cidade Universitária, RJ, Brasil. CEP. 21941-590
3
Instituto de Química – UFRJ.
4
School of Pharmacy, Trinity College Dublin, University of Dublin - Dublin 2 – Ireland
*[email protected];**[email protected]
2
The Asteraceae family is one of the largest Angiosperm families1 and it is widespread
2
1
across the world . It encompasses about 1300 genera and 25,000 species subdivided into
2
four subfamilies and seventeen tribes . Over 5000 species of the family have already been
2
chemically studied . The target of this work was to identify some compounds present in the
hexanic fractions of Bidens segetum Martius ex Colla and Pterocaulon alopecuroides
(Lamark) De Candolle, contributing to the chemical knowledge of Asteraceae species. Dried
and powdered parts of the two species were submitted to successive extraction with ethanol
at room temperature. The extracts obtained were evaporated separately to dryness under
reduced pressure. The liquid-liquid partition of the dried ethanolic extracts, after suspension
in water, lead to fractions obtained with solvents of different polarities, but only the hexanic
fractions were used in this study. The identification of the hexanic fractions constituents was
done by gas chromatography coupled to mass spectroscopy (GC-MS). All data used
obtained confidence rate > 80% in HP CHEMISTATION Data Acquisition Software. The
following compounds have been identified in the analysed fractions HPA (Hexanic fraction of
P. Alopecuroides aerial parts), HFB (Hexanic fraction of B. Segetum flowers) and HCB
(Hexanic fraction of B. Segetum stems/leaves): Palmitic acid ethyl ester (HPA, HFB, HCB),
Palmitic acid (HFB, HCB), Neophytadiene (HPA, HCB), n-Octadecane (HPA), n-Eicosane
(HFB), Phytol (HCB) and Ethyl linoleolate (HCB). Fatty acids with chain lengths of 16 to 22
and cis- or trans- double bound at the n-9 or n-6 positions, like ethyl linoleolate, are potent
3
3
inhibitors of [ H]LTB4 binding, a pro-inflammatory leukotriene . Phytol directly activates
peroxisome proliferator-activated receptor
(PPAR ) and regulates gene expression
4
involved in lipid metabolism in PPAR -expressing HepG2 hepatocytes . These results
suggest that HCB may have any pharmacological value which will be our next step on
working this extract in a bio-guided fractionation.
Financial Support: CNPq, CAPES, FAPERJ, FUJB, PRONEX.
References
1. Da Costa, F.B.; Terfloth, L. And Gasteiger, J. Phytochemistry, 2005, 66, 345.
2. Alvarenga, S.A.V.; Ferreira, M.J.P.; Emerenciano, V.P. and Cabrol-Bass, D.
Chemometrics and Intelligent Laboratory Systems, 2001, 56, 27.
3. Yagaloff, K. A.; Franco, L.; Simko, B. And Burghardt, B. Prostaglandins, Leukotrienes
and Essential Fatty Acids, 1995, 52, 293.
4.Goto, T.; Takahashi, N.; Kato, S.; Egawa, K.; Ebisu, S.; Moriyama, T.; Fushiki, T. And
Kawada, T. Biochemical and Biophysical Research Communications, 2005, 337, 440.
P35
ESSENTIAL OIL ANALYSIS OF LEAVES FROM THREE ARRABIDAEA CHICA
VERLOT VARIETIES
R. R Amaral,1,2 A. A. D. Santos,2 L. Machado Rocha,3 A. C. Fernandes do Amaral,4 J. L.
3
5
1, 2, 6
*
Pinto, D. de Lima Moreira, F. S. Menezes
1
Programa de Pós-Graduação em Biotecnologia Vegetal, PBV, CCS, UFRJ.
LAQuEL – Laboratório de Estudo Químico de Espécies de Lamiiflorae, Faculdade de
Farmácia, CCS, UFRJ.
3
Faculdade de Farmácia, Universidade Federal Fluminense.
4
Fundação Oswaldo Cruz, FIOCRUZ.
5
Departamento de Química Orgânica, Instituto de Química, Centro de Tecnologia, UFRJ.
6
School of Pharmacy, Panoz Institute, Trinity College, University of Dublin, Dublin 2, Ireland.
*[email protected]
2
Arrabidaea chica Verlot belongs to the Bignoniaceae family which has around 120 genera
and 650 species distributed in tropical America and Africa. This plant is very common in the
Amazon region where it is popular known as Carajiru, Puca-panga or Pariri, and has its
leaves used as tea against inflammation, microbial diseases, wounds, blood diarrhea,
leucorreia, anemia and leukemia. The chemical investigation on this species lead to
flavonoids, anthocyanins, tannins and phytosterois. Leaves possess a red color due to
Carajurine, a 3-desoxyanthocyanidin (6,7-dihydroxy-5,4’-dimethoxy-flavylium). This species
presents around ten varieties described in literature, which differ themselves depending on
the harvesting place, which leads to morphological differences in its leaves. In the present
work there were used three varieties, which were identified as 01, 02 and 03. Around 500g
of fresh leaves of each were ground and submitted to steam destilation, during 6 hours at
the same time. The resulting oils were extracted with dichloromethane and analyzed by CGMS. The varieties presented different chemical composition. Results showed that only one
substance is present in the three varieties. In varieties 01 and 03, four common substances
were found. In varieties 01 and 02, three common substances were found. Four substances
were found only in variety 01, one only in variety 02, and three substances were found only
in variety 03. These results shows that the three varieties have significant differences in their
essential oil chemical composition, suggesting that the species origin influence not only in
the leaves morphology, but also in the essential oil chemical composition, this result being
no expected.
Arrabidaea chica var.01
Trans-2- hexenal
(Tr=3,746 min)
Z- 3-Hexen-1-ol
(Tr= 3,778 min.)
1-Octen-3-ol
(Tr = 6,542 min.)
Cis – óxido de linalool
(Tr= 9,640 min)
Trans- óxido de linalool
(Tr = 10,233 min)
L – linalool
(Tr = 10,620 min)
Alfa-terpineol
(Tr = 14,236 min.)
Nerol
(Tr = 15,799 min)
Geraniol
(Tr = 16,911 min)
Arrabidaea chica var.02
Z – 3 – hexen-1-ol
(Tr = 3,794 min)
1-Octen-3-ol
(Tr=6,548 min.)
L – Linalool
(Tr = 10,646 min)
Fitol (Tr= 47,793 min)
Arrabidaea chica var.03
Furfural
(Tr= 3,482 min.)
Trans- 2-Hexenal
(Tr = 3,763 min)
Cis – 3 – hexeno
(Tr = 3,794 min)
1-Hexanol
(Tr = 3,996 min)
1-Octen-3-ol
(Tr = 6,558 min)
Alfa terpinoleno
(Tr = 10,641 min)
1-Alfa-terpineol
(Tr = 14,274 min)
Geraniol
(Tr = 16,921 min)
Tabela Tabela comparativa entre as substâncias encontradas nos óleos das três variedades
das folhas de Arrabidaea chica
P36
A SESQUITERPENE LACTONE FROM URERA BACCIFERA GAUDICH.
F. L. Pereira Nogueira,1,2 G. Rocha Martins,2 S. B. de Oliveira Fernandes,2,3 D. de Lima
Moreira,4 F. de Sousa Menezes,2,5* M. A. Coelho Kaplan3.
1
Programa de Pós-Graduação em Biotecnologia Vegetal, PBV, CCS, UFRJ.
LAQuEL – Laboratório de Estudo Químico de Espécies de Lamiiflorae, Faculdade de
Farmácia, CCS, UFRJ.
3
Núcleo de Pesquisas de Produtos Naturais, NPPN, UFRJ.
4
Departamento de Química Orgânica, Instituto de Química, Centro de Tecnologia, UFRJ.
5
School of Pharmacy, Panoz Institute, Trinity College, University of Dublin, Dublin 2, Ireland.
*[email protected]
2
The Urticaceae family encompasses about 40 genera and nearly 900 species widespread
throughout temperate and tropical regions. Several species of this family, for example,
Urtica dioica and Urtica urens, have already been used as expectorant, purgative, diuretic,
hemostatic, vermifuge and for the treatment of eczema, rheumatism, hemorrhoids,
hyperthyroidism, bronchitis and cancer. Urera baccifera is a woody shrub with one or
several stems, branching near the ground. This plant is employed for Costa Rica
Amerindians, when crossing high mountains, to ward off chills. They chastise themselves
with the spiny stems and the rubefacient effect is also employed on rheumatic pains.
Laboratory tests using rats have shown anti-inflammatory and analgesic activity of aqueous
extracts of U. baccifera. In this study, we would like to report the isolation and identification
of a sesquiterpene lactone from U. baccifera specie. Ground leaves of U. baccifera were
extracted with ethanol. The extract was evaporated in vacuo and partitioned by liquid-liquid
extraction. The dichloromethane fraction was chromatographed on silica gel column using a
CH2Cl2–EtOAc–MeOH gradient. An EtOAc-MeOH (95:5) eluted fraction (N1) was analyzed
by 1H and 13C NMR. The spectral data of N1 suggested that it is a sesquiterpene lactone,
1
known as loliolide. The H NMR spectrum of N1 showed signals of the methyl groups: δ 1.28
(3H, s, H9), 1.47 (3H, s, H10), 1.78 (3H, s, H11); the hydroxymethynic hydrogen δ 4.33 (quint.,
J 3.8 Hz, H3); and two groups of methylenic hydrogen: δ 1.53 (1H, dd, J 3.8 and 14.6 Hz,
H2β), 1.79 (1H, dd, J 3.8 and 14.0 Hz, H4β), 1.98 (1H, dt, J 2.6 and 14.6 Hz, H2α), 2.47 (1H,
dt, J 2.6 and 14.0 Hz, H H4α). The carotenoid derived loliolide is reported for the first time
from an Urticaceae specie.
P37
CHEMICAL AND PHARMACOLOGICAL STUDIES FROM LEAVES AND
FLOWERS OF COUROUPITA GUIANENSIS AUBL.
S. B. O. Fernandes,2,3 M. E. Mateus,4 P. D. Fernades,4 D. L. Moreira,5 R. M. Kuster,3 F. S.
Menezes.1,2,3,6*
2
1
Faculdade de Farmácia – Universidade Federal do Rio de Janeiro – UFRJ
Laboratório de Estudo Químico de Espécies de Lamiifloreae (LAQUEL) – UFRJ
3
Núcleo de Pesquisas de Produtos Naturais – NPPN – UFRJ.
4
Departamento de Farmacologia Básica e Clínica – ICB – UFRJ.
5
School of Pharmacy – Trinity College – Ireland.
6
Departamento de Química Orgânica – CT – UFRJ.
*[email protected]
Couroupita guianensis (Lecythidaceae), a plant popularly used to treat toothache, was
investigated in this work aiming at a better knowledge about its chemical properties and
pharmacological profile. Ethanol extracts from the leaves and flowers were prepared and
from them four fractions were obtained by liquid/liquid partition with solvents in different
polarities (hexane, dichlorometane, ethyl acetate and n-butanol). From the dichlorometane
fraction obtained using leaves, after chromatographic procedures, was possible to identify
the compound Loliolide. Using the same metodology, tryptanthrin was isolated and identified
from ethyl acetate fraction and eugenol and spinasterol from the hexane. The essential oil
obtained from flowers showed differences in composition regarding the parts used for the
analysis, being those the petals and the reproductive area. The ethyl acetate partition of the
leaves and flowers has shown an excellent antioxidant activity, with a EC50 value lower than
®
that for the Ginkgo biloba standard extract (EGb 761 ) used as positive control, when
tested in the DPPH assay. The ethanol extract and partitions of the leaves were assayed in
mice using the models of abdominal contortions induced by acetic acid to test peripheric
antinociception, tail flick to test spinal antinociception and hot plate to test supraspinal
analgesia. The results have shown a significant reduction in the number of contortions when
the fractions hexane, dichlorometane, ethyl acetate and n-butanol were tested. In tail flick
model, the ethanol extract and the hexane, ethyl acetate and n-butanol partitions have
increased latency time. In hot plate model, the ethyl acetate and n-butanol partitions have
increased latency time.
P38
LIGNOIDS FROM VIROLA PAVONIS ARILS (MYRISTICAEAE)
S.K.R. De Morais,* A.T. Frazao,** I.E.C. Diaz,*** M. Yoshida.****
Instituto de Quimica da Universidade de Sao Paulo
*[email protected]; **[email protected], ***[email protected], ****[email protected]
The folk medicine of myristicaceous species from Amazon Rains Forest was first explored
by Schultes. The phytochemical approach on these species was introduced by Gottlieb and
coworkers. These investigations describe the occurrence of lignoids, alkaloids, g-lactones
and flavonoids.
The arboreal specie Virola pavonis grows in the highland region of the Amazon, and is
known by the Karijona Indian as 'Ve-ri-que'. The fruits of V. pavonis were collected at Ducke
Reserve, Manaus-AM, on January 2004, and separated in its parts: pericarps, arils, seed
coats and seeds. After dried were milled and extracted separately with hexane and ethanol.
The ethanol extract of arils was partitioned between hexane, chloroform and ethyl acetate.
The phytochemical investigation on the chloroform fraction afforded the neolignans carinatin
(1), carinatidin (2), dihydrocarinatin (3), dihydrocarinatidin (4) and carinatone (5), previously
isolated from V. carinata, and in addition the lignan galbelgina (6). As expected, the
neolignans 2 e 4 exhibited antioxidant activity towards b-carotene on TLC assay.
Aknowledgements: CNPq, CAPES and FAPEAM for fellowships and financial supports.
P39
MECANISMOS IMPLICADOS ADENTRO ACTIVIDAD ANTIULCEROGÉNICA DE
LA FRACCIÓN ACETATO DE ANACARIDUM HUMILE ST. HIL.
(ANACARDIACEAE).
1
1
1
2
A. Luiz-Ferreira, * V. Barbastefano, M. Cola-Miranda, E. Farias-Silva, C. A. Hiruma-Lima,
3
1
W. Vilegas, A. R. M. Souza Brito. **
1
Depto de Fisiologia e Biofísica, Inst. Biologia, UNICAMP, Campinas, SP, Brasil.
2
Depto de Fisiologia, Inst. de Biociências, UNESP, Botucatu, SP, Brasil.
3
Depto. de Química Orgânica, Inst. Química, UNESP, Araraquara, SP, Brasil.
Cidade Universitária “Zeferino Vaz” s/n, Instituto de Biologia, Depto. de Fisiologia e
Biofísica-Caixa Postal: 6109.UNICAMP/ Campinas.
* [email protected] **[email protected]
Aunque existen muchos productos usados para el tratamiento de úlceras gástricas, muchas
de estas drogas causan efectos colaterales. El tratamiento gástrico de la ulcera y gastritis
con las plantas medicinales son comúnes adentro la medicina tradicional. Muchas plantas
se han utilizado para tratar gastrointestinales disturbios. Las plantas están entre las fuentes
más atractivas para desarrollar las nuevas drogas.
Anacardium hmile St. Hill. descrito por Auguste deSaint-Hilaire (1779 – 1853) es conocido
popularmente como “cajuzinho-do-cerrado”.
La fracción metanolica fue obtenida a partir de la torta resultante de la extracción macerada
con MeOH. La mezcla fue y concentrada en rotavapor, dando el extracto metanolico. Una
porción del extracto de MeOH (80 g) fue dividido con 5 L de una mezcla de EtOAc/água que
originó el acetato de la fracción (FAc).
En la evaluación de los mecanismos de los antiulcerogénicos fueron realizados con los
experimentos de induccion aguda de ulcera gástrica para el etanol, seguido para la
administración del inhibidor del óxido nítrico (NO) y de los agrupamientos sulfidrilas (SH).
También la producción de la prostaglandina fue verificada para FAc. FAc (50 mg.kg-1) se
mostró muy dependiente del NO (N=5), donde manejado FAc solamente presentó actividad
del antiulcerogénica (15 ± 4 mm), esta actividad fue perdida con la inhibición del NO (47 ±
13 mm) p< 0,001 igual ocurrió con SH (23 ± 3 mm) (128 ± 3 mm) p<0,001. Pré-tratamiento
-1
con FAc 50 mg.kg , si observo aumento en la producción de la prostaglandina (21200
± 1304 pg/well, 10 veces más que el control negativo - 2233 ± 152 pg/well) p< 0,001.
Estos resultados demuestran que la característica gastroprotectora ejercida se debe a los
mecanismos citoprotectores de la mucosa gástrica, como la prostaglandina, puesto que el
mismo no era capaz de modificar la acidez del jugo gástrico (dado en el presente).
Apoyo financiero: FAPESP e CAPES.
P40
ACTIVIDAD ANTIULCEROGÊNICA DE LAS FRACCIONES ACETATO DE LAS
ESPECIES I. TRUXILLENSIS KUNTH Y I. SUFFRUTICOSA MILL.
M. Cola-Miranda,1* V. Barbastefano,1 A. Luiz-Ferreira,1 A. M. Vinagre,1 E. Farias-Silva,1 T. R.
Calvo,3 C. A. Hiruma-Lima,2 W. Vilegas,3 A. R. M. Souza Brito.1**
1
Depto de Fisiologia e Biofísica, Inst. Biologia, UNICAMP, Campinas, SP, Brasil.
2
Depto de Fisiologia, Inst. de Biociências, UNESP, Botucatu, SP, Brasil.
3
Depto. de Química Orgânica, Inst. Química, UNESP, Araraquara, SP, Brasil.
Cidade Universitária “Zeferino Vaz” s/n, Instituto de Biologia, Depto. de Fisiologia e
Biofísica-Caixa Postal: 6109.UNICAMP/ Campinas.
* [email protected]; **[email protected]
La Indigofera truxillensis y Indigofera suffruticosa son dos especies del género Indigofera,
comprendendo 700 especies, figurando entre los seis mayores géneros del Leguminosae.
El proceso de formación de la úlcera gástrica envuelve el desequilibrio de los mecanismos
defensores y agresores de la mucosa gástrica. La cicatrización de la mucosa gástrica
requerí una reconstitución continua de la estructura glandular epitelial, restauración de la
lamina propia incluyendo una rede micro vascular en la mucosa, nervios y células del los
tejidos conectivos.
En este trabajo fue evaluada la actividad antiulcerogênica de las fracciones acetato (fAc)
de las partes aéreas de I. truxillensis y I. suffruticosa.
La fracción metanolica fue obtenida por maceración con MeOH. La mezcla fue filtrada y
concentrada en rotavapor, dando los extractos metanolicos. Una porción del extracto
metanólico de la I. truxillensis (5 g) y del extracto metanólico de la I. suffruticosa (3 g)
fueron divididos con 5 L de una mezcla de EtOAc/agua que originó las fracciones acetato
(fAc).
La evaluación de la actividad antiulcerogênica fue realizada con la inducción sub-crónica de
ulcera gástrica inducida por ácido acético 30%. Los ratones, después de la inducción de la
úlcera, fueron tratados por 14 días consecutivos con el control negativo (tween 80 12%),
control positivo (cimetidina) y las fracciones acetato de la I. truxillensis y I. suffruticosa. En el
15º día los ratones fueron sacrificados y sus estómagos fueron removidos para
averiguación de las lesiones.
Las especies reducirán significativamente las lesiones gástricas en el modelo testado (n=5),
el controle negativo (4,5 ± 0,41 mm2), cimetidina 100 mg.kg-1 (1,4 ± 0,47 mm2/68%), I.
-1
2
-1
truxillensis (fAc) 50 mg.kg (2,8 ± 1,4 mm /38%), I. suffruticosa (fAc) 100 mg.kg (2,7 ± 1,5
mm2/40%).
Estos resultados demuestran que las fracciones reducen las áreas lesadas, comprobando
la actividad cicatrizante de las dos especies evaluadas.
Apoyo financiero: FAPESP
P41
EFECTOS ANTIOXIDANTES Y ANTIAPOPTOTICO DEL ALCALOIDE
PRINCIPAL OBTENIDO DEL INDIGOFERA TRUXILLENSIS KUNTH EN
RATONES.
E. Farias-Silva,1* M. Cola-Miranda,1 V. Barbastefano,1 A. Luiz-Ferreira,1 D. P. Michelatto,1 A.
1
2
3
2
1
C. A. Almeida, T. R. Calvo, C. A. Hiruma-Lima, W. Vilegas A. R. M. Souza Brito. **
1
Depto de Fisiologia e Biofísica, Instituto de Biologia, UNICAMP, Campinas, SP, Brasil.
2
Depto. de Química Orgânica, Instituto de Química, UNESP, Araraquara, SP, Brasil.
3
Depto de Fisiologia, Instituto de Biociências, UNESP, Botucatu, SP, Brasil.
Cidade Universitária "Zeferino Vaz" s/n, Instituto de Biologia, Depto. de Fisiologia e
Biofísica-Caixa postal: 6109.UNICAMP/ Campinas
*[email protected] **[email protected]
La Indigofera truxillensis, conocida popularmente como "añil", se encuentra en savanas
brasileñas. Esta especie contiene varios componentes, incluyendo los flavonoides, las
saponinas y los alcaloides. En el extracto metanolico, las fracciones acetato y acuosa
presentaron actividad antiulcerogenica en diversos modelos de inducción de la úlcera
gástrica en ratones. En el actual trabajo el alcaloide (Indigo, 2 mg/kg) aislado del extracto
metanolico (MeOH) del I. truxillensis fue investigado para la prevención de la ulceración de
la mucosa gástrica, contra los radicales libres y daño apoptotico en la mucosa gástrica de
los ratones, sometidos al modelo de ulcera gástrica inducida por etanol. Para verificar el
efecto antioxidante del alcalóide fueron analizados el contenido de sulfidrila (GSH),
glutationa peroxidase (GPx), glutationa reductase (GR) y actividad del superoxido
dismutase (SOD). El efecto antiapoptotico fue verificado por la fragmentación del DNA. El
Indigo previnió contra la lesión gástrica inducida por etanol, manteniendo el GSH y
aumentando la actividad de GR. Mientras, la actividad del SOD no fue alterada y no
disminuyó la actividad de GPx. El daño de lo DNA causado por el etanol fue evitado por
Indigo. Estos resultados demuestran que el efecto antiulcerogenico del Indigo es
dependiente de los mecanismos antioxidantes y antiapoptotico (o anti-necrótico).
Apoyo financiero: FAPESP
P42
IN VITRO EVALUATION OF BYRSONIMA CRASSA TO TREAT
HELICOBACTER PYLORI INFECTION
M. S. Gonçalves Raddi,* C. C. Bonacorsi, I. Z. Carlos, M. Sannomiya, W. Vilegas
Faculdade de Ciências Farmacêuticas – UNESP
* [email protected]
Several in vitro studies have looked at the effect of medicinal plant extracts against
Helicobacter pylori. Regardless of the popular use of Byrsonima crassa Niedenzu (IK) as
antiemetic, diuretic, febrifuge, to treat ulcer, gastritis and diarrhea, there is no data on its
effects on Helicobacter pylori infections. In this study, we evaluated the methanolic (MeOH)
and chloroformic (CHCl3) extracts from B. crassa leaves against H. pylori and their
immunostimulatory effects in murine immune system by determination of oxygen (H2O2)
and nitrogen (NO) intermediates reactive. Both extracts inhibited the growth of H. pylori in
vitro with a MIC of 1.056 µg/ml. The MeOH extract induced the production H2O2 and NO,
but CHCl3 extract only NO. Despite of the moderate activity against H. pylori, this study
demonstrated an immunostimulatory effect by B. crassa leaves. Based in our results, the
use of this plant should be done with caution in treatment of the gastritis and peptic ulcers
caused by H. pylori, since the reactive oxygen/nitrogen intermediates are involved in the
pathogenesis of gastric mucosal injury in cases related to H. pylori infection.
P43
USO DE PLANTAS NATIVAS DE LATINOAMÉRICA EN LESIONES BUCALES
L. Forte,1 S. Y. Sharry.2
1
2
Facultad de Odontología- UNLP. Argentina
Centro Experimental de Propagación vegetative-FCAyF, UNLP. Argentina.
CC31
[email protected]
Este trabajo tiene como objetivo realizar una búsqueda de plantas medicinales nativas de
América Latina utilizadas históricamente y en la actualidad, para tratar lesiones bucales. La
metodología empleada fueron entrevistas, consulta a base de datos, sitios web y bibliotecas.
Hasta la fecha se encontraron las siguientes plantas que han sido clasificadas de acuerdo
al uso de las mismas sobre las distintas patologías bucales: GINGIVITIS. ENFERMEDAD
PERIODONTAL : Anthemis nobilis; Commiphora myrra; Equinacea (también para llagas);
Eucaliptus globulus (también para aftas, llagas y halitosis); Schinus latifolius; Peumus
boldus.
INFLAMACIONES BUCALES. ESTOMATITIS: Plantago sp; Krameria trianda; Anthemis
nobilis; Salvia officinalis L.
AFTAS. ÚLCERAS. HERIDAS: Aloe sp; Rosmarinus officinalis; Junglans regia; Quercus
robur; Malva sylvestris; Piper sp; Sambucus nigra; Verbena officinalis (también para
gingivitis); Justicia pectoralis; Erythrina crista-galli.
DISMINUCIÓN DE LAS DEFENSAS (que favorecen la aparición de aftas) : Viola tricolor;
Saponaria officinalis; Smilax officinalis.
RUSISMO: Pasiflora edulis; Melissa officinalis.
ODONTALGIAS: Maytenus boaria; Spilanthes sp; Allium satium (también como
antimicrobiano).
ANTISÉPTICOS: Origanum vulgare (también cicatrizante) ; Arbustus unedo; Hammamelis
virginiana; Calendula officinalis; Aliaria officialis.
HIGIENE Y DESODORANTE BUCAL: Potentilla tormentilla; Eucaliptus globulus; Mentha
piperita; Equisetum arvense.
Este es el primer paso para continuar con la selección y prueba de actividad de dos plantas
candidato, dentro del Proyecto marco: Plantas medicinales nativas del Municipio de Santa
Ana, Misiones (Estudio UNPRE/2006).
P44
USO DE MARCADORES MOLECULARES PARA DETECTAR VARIABILIDAD
EN PLANTAS MEDICINALES REGENERADAS POR CULTIVO DE TEJIDOS
S. Sharry,1* R. Rancel Cano,2* K. Gil.2
1
CEPROVE, Facultad de Ciencias Agrarias y Forestales, UNLP.CC31, La Plata (1900),
Buenos Aires, Argentina.
2
CINVESTAV, Unidad Irapuato. México.
*[email protected]; **[email protected]
La micropropagación permite el mejoramiento de las características favorables de las
plantas por medio de la selección clonal. En la rama de plantas medicinales, el interés por
los métodos de propagación vegetativa radica en su utilización en programas de mejora
genética, como un medio para multiplicar íntegramente individuos selectos en base a
características importantes que se desean perpetuar. El uso de clones de alto rendimiento
de principios activos, producto de la selección y multiplicación clonal permite establecer un
cultivo de alta productividad. Sin embargo, está plenamente comprobado que ocurren
modificaciones genéticas en las células y los tejido cultivados in vitro. Muchas de estas
modificaciones se manifiestan como mutaciones heredables a las progenies de las plantas
regeneradas. Este fenómeno se conoce como variación somaclonal ( Larkin y Scowcroft,
1981) y puede afectar caracteres cualitativos o cuantitativos. Para la selección de
materiales élite y el análisis de la variación somaclonal, el uso de marcadores moleculares
“fingerprinting” para la determinación de la variabilidad genética inter e intraespecífica en
grupos poblacionales y progenies, permite la identificación de genotipos deseables (Cervera
et al., 1996 a,b). El advenimiento de la técnica AFLP (Polimorfismo en la Longitud de
Fragmentos Amplificados) ha proporcionado una nueva clase de marcadores altamente
polimórficos. Su ventaja sobre otros marcadores es su alta reproducibilidad lo que unido a
su carácter polimórfico les confiere una enorme capacidad para discernir entre especies,
razas e incluso individuos. El objetivo de este trabajo fue utilizar AFLPs para detectar la
variabilidad generada por la micropropagación de Melia azedarach L., especie forestal de
uso medicinal, insecticida y ornamental.
P45
ISOLATION OF FLAVONOIDS FROM THE AERIAL PARTS OF
CHUQUIRAGA ULICINA HOOK ET ARN. (ASTERACEAE).
B. E. Juárez,* M. E. Mendiondo
Facultad de Ciencias Naturales. Universidad Nacional Tucumán. CONICET. Fundación
Miguel Lillo.
*[email protected]
This paper is a continuation of our chemotaxonomic research on flavonoids of plants
belonging to the Barnadesioideae.
Genus Chuquiraga comprises nearly 20 species distributed from Colombia to Argentina and
Chile mainly along the Andes and Patagonia.
Chuquiraga ulicina, common name " hierba de la yesca", grows in Chile from Antofagasta to
Coquimbo as a dense xerophyllous shrub and is used in the traditional popular Chilean
medicine for the hyperglycemia .
Aerial vegetative parts of Chuquiraga ulicina were extracted, isolated and identified as
described (1,2,3,4) and a voucher specimen is deposited at the Herbarium of the Fundación
Miguel Lillo (LIL).
Chuquiraga ulicina sinthesize simple pattern of flavonoids. The chemical examination of the
aerial parts extracts, based in chromatographic and spectroscopic UV/Vis behaviour,
revealed the presence of quercetin and kaempferol and its 3-O-glucosides and 3-Orutinosides besides kaempferol-3-O-rhamnoside. These flavonoids are all typical of the
Barnadesioideae and are the same to those analyzed for us in other species of the
argentine flora, like C. calchaquina, C. oppositifolia, C. longiflora, C. straminea, C.
atacamensis. Results demonstrate that there are no differences at geographical level and
have the same phylogenetic origin, and also that the predominance of these flavonoids
show the homogeneity of the genus.
(1) Mabry, T. J., Markham, K. R. & Thomas, M. B. The Systematic Identification of
Flavonoids. Springer Verlag, Heidelberg, London, New York. (1970).(2) Harborne, J. B.,
Mabry, T. J. and Mabry, H.. The Flavonoids. Cahpman & Hall, London (1975).(3) Markham,
K. R. Techniques of Flavonoid Identification. Academic Press. London (1982).(4) Harborne J.
B. Phytochemical methods. A guide to modern techniques of plant analysis. London.
Chapman and Hall. (1998)
P46
MEDICINAL CANNABIS: PRELIMINARY PHYTO/PHARMACOLOGICAL DATA
ON THE HOT WATER EXTRACT FROM CANNABIS SATIVA IN THE SEARCH
OF NEW POTENTIALS ANTI-INFLAMMATORY AGENTS.
M. Politi,* F. Adiga, N. Wilson, W. Peschel, J. M. Prieto,** M. Heinrich
Centre for Pharmacognosy and Phytotherapy, The School of Pharmacy, University of
London, 29-39 Brunswick Square, London (UK), WC1N 1AX
*[email protected]; ** [email protected]
In recent years intensive research on the topic of Medicinal Cannabis has been conducted.1
The potential pharmaceutical applications for this plant are very promising. It can be used as
source of useful phytochemicals to treat nausea and vomiting, multiple sclerosis, loss of
appetite and weight in cancer and AIDS, pain, raised intra-ocular pressure, insomnia,
epilepsy and asthma just to mention a few.2 Diverse Cannabis preparations have been used
as medicines throughout Europe and Asia since the earliest written records especially in the
treatment of pain and inflammation. The current popular use of Cannabis for some of the
indications mentioned above (especially for pain relief and for multiple sclerosis) is also
reported from the USA and Central America in both urbanized and rural areas. Some
modern pharmaceutical preparations derived from Cannabis (Cannabis Based Medicine) are
currently available on the market. In Canada for example, the National Medicines Regulatory
3
Authority has recently granted a preliminary licence for an oral spray (Sativex ) with antiarthritic effect.
Our research group currently coordinates an EU funded research project entitled
“Standardised extracts of Cannabis for use in the treatment of migraine and rheumatoid
arthritis”. As a secondary laboratory activity on this topic, we performed the hot water
extraction of the aerial part of an indoor cultivated Cannabis sativa species. The lyophilised
material from the water extract was then fractionated by precipitation in methanol solution
obtaining a precipitate and a soluble part. The latter was separated by gel chromatography
(Sephadex LH-20) obtaining six major fractions. The crude extract and all the fractions were
analysed by NMR ad tested for the anti-inflammatory activity using cells assays to monitor
the Nuclear Factor kB (NF-kB) pathways, and data of this ongoing study are presented.
References
1. Robson, P. Handb. Exp. Pharmacol. 2005, (168), 719.
2. Robson, P. Br. J. Psychiatry 2001, 178, 107.
3. Wright, S.; Ware, M.; Guy, G. Rheumatology. (Oxford) 2006, 45, 781.
P47
MUTAGENICITY OF MOURIRI PUSA GARDNER EXTRACT AND ENRICHED
FRACTION.
F.V. Santos,1 I.M.S. Cólus,2 M. Andreo,3 W. Vilegas,3 E.A. Varanda.1*
1
Department of Biological Sciences, Faculty of Pharmaceutical Sciences of
Araraquara,UNESP-São Paulo State University- Rodovia Araraquara-Jaú Km 1, 14801-902,
Araraquara, SP, Brazil.
2
Estadual University of Londrina, PR-Brazil,
3
Chemical Institute of Araraquara, UNESP-São Paulo State University, Rua Professor
Francisco Degni, s/n,CP355, 14801-970, Araraquara, SP, Brazil
[email protected]
Mouriri pusa Gardner is a plant of the Melastomataceae family popularly known as puçápreto or jaboticaba-do-cerrado and its use is indicated in folk medicine to the treatment of
gastric ulcers. In this study we assess the mutagenicity in vitro and in vivo of extracts
obtained of the leaves of this species. When evaluated by the Ames test, the methanol
extract of the leaves of M. pusa presented mutagenic activity to the TA98, TA100 and
TA97a Salmonella strains, with or without metabolic activation. However, this activity was
not observed to the strain TA102. The dichloromethane extract was not mutagenic in any of
conditions employed in this work. In the in vivo assay, the micronucleus test in the peripheral
blood cells (reticulocytes) did not reveal any clastogen activity to the methanol extract. The
dichloromethane extract was not evaluated due solubility problems. The methanol extract is
a source of tannins and flavonoids and these compounds probably are related with the
mutagenicity observed in the Ames test. The assays with the flavonoids enriched fraction
reveal a high mutagenic activity to the strains TA98 and TA100, with and without metabolic
activation. Phytochemistry studies reveal the presence of quercetin, quercetin derivatives,
kaempferol, rutin among others compounds in the constitution of the leaves methanol
extract. The mutagenic activity observed in this work was probably caused by the presence
of quercetin in the constitution of the extract and fraction analyzed.
Financial support: FAPESP-BIOTA, CNPq
P48
MUTAGENIC ACTIVITY PROMOTED BY AMENTOFLAVONE AND METHANOL
EXTRACT OF BYRSONIMA CRASSA MEASURED BY THE
SALMONELLA/MICROSOME ASSAY
E.A. Varanda,1* C.R.P. Cardoso,1 M. Sannomiya, W. Vilegas.2
1
Department of Biological Sciences, Faculty of Pharmaceutical Sciences of
Araraquara,UNESP-São Paulo State University- Rodovia Araraquara-Jaú Km 1, 14801-902,
Araraquara, SP, Brazil
2
Chemical Institute of Araraquara, UNESP-São Paulo State University, Rua Professor
Francisco Degni, s/n,CP355, 14801-970, Araraquara, SP, Brazil
* [email protected]
Byrsonima crassa Niedenzu is a plant pertaining to the Brazilian central savannah-like belt
of vegetation and popularly used for the treatment of gastric dysfunctions and diarrhoea.
The methanol extract contains catechin, tannins, terpenes and flavonoids; both mutagenic
potential and antioxidant properties have been ascribed to flavonoids. The mutagenicity of
some flavonoids is believed to be associated with the formation of reactive oxygen species
and seems to depend on the number and position of hydroxyl groups. In the present study
the mutagenic activity of the methanol, chloroform and 80% aqueous methanol extracts, as
well as acetate and aqueous sub-fractions, of this medicinal plant were evaluated by
Salmonella typhimurium assay, using strains TA100, TA98, TA102 and TA97a. The results
showed mutagenic activity of the methanolic extract in the TA98 strain without S9. The
acetate fraction showed strong signs of mutagenicity without S9, suggesting that in this
enriched fraction were concentrated the compounds that induced mutagenic activity. The
aqueous fraction showed no mutagenic activity. The TLC and HSCCC analyses of the
acetate fraction with some standard compounds permitted the isolation of the quercetin-3O-β-D-galactopyranoside, quercetin-3-O-α-L-arabinopyranoside, amentoflavone, methyl
gallate and (+)-catechin, of which only the amentoflavone exhibited positive mutagenicity to
TA98 (+S9, -S9).
Financial support: FAPESP-BIOTA
P49
ALTAMISOL UN ANTIFUNGICO NATURAL PARA EL CONTROL DE
MYCOSPHAERELLA FIJIENSIS SIGATOKA NEGRA EN BANANO
J. Cumandá,* P. Arichabala.
Facultad de Ciencias-ESPOCH – Riobamba-Ecuador.
*[email protected]
La sigatoka negra, enfermedad foliar presente en bananeras de Machala, reduce la
producción en cultivo de banano. El control con químicos convencionales es eficiente como
método de manejo, pero provoca alto impacto ambiental y elevados costos. En los cultivos
orgánicos no se pueden utilizar químicos convencionales, por lo cual se buscó productos
naturales a base de metabolitos secundarios obtenidos de extractos de plantas que se
descomponen con la radiación solar y no causan impacto negativo en el ambiente, y
podrían ser métodos de control alternativo de
Mycosphaerella fijiensis como fue
demostrado en ensayo in vitro y en el campo. Materiales Y Métodos: La investigación fue
desarrollada en los laboratorios de Fitoquímica de la Facultad de Ciencias de la ESPOCH y
la finca bananera del Ing Agr Pablo Arichabala, se probó un extracto hidro alcohólico de
altamisa, manzanilla, jengibre, hierba del Inca. Composición química del Altamisol:
ALTAMISOL es un líquido amarillo de olor agradable, con un pH de 6.8 a 7.2 invariable.
Contiene aceites esenciales, sesquiterpenos, flavonoides y alcaloides como matricina,
shimorool, metjl chavicol que a su vez le protegen del ataque de microorganismos
patógenos. Además contiene auxinas, giberilinas y aminoácidos naturales. El ALTAMISOL
al poseer auxinas. Giberilinas y aminoácidos naturales ayudan al desarrollo en altura y vigor
del área foliar de los vegetales. Además la presencia de sulfatas y fosfatos en el
ALTAMISOL, dispone de iones indispensables en el metabolismo haciéndolo soluble.
El shiromol y la coronopilina son potentes activadores repelentes para las infecciones de
pestes en cereales. La psilostachina fue activa contra los áridos, acaros, La damsina tiene
actividad mullicada la determinación de de los componentes de la altamisa se realizan en
placa de silica gel, corrido solvente benceno éter etílico 5: 5.9. Revelador Rosentaler.
Compuestos: Rf 0.74 psilostachina, Rf 0.63 damsina, Rf 0.53 coronopilina, Rf 0.39 shiromol,
Rf 0.22 psilostachina C. Aislamiento e identificación del patógeno: Se tomaron muestras
de hojas de plátano de seda y dominico las cuales presentaban síntomas de enfermedad.
2
Se cortaron segmentos de 2cm , se lavaron con detergente y agua, se desinfectaron en un
baño de cloro comercial al 5% por 20 minutos y tres enjuagues de agua destilada estéril 10,
5, 4 minutos, los explantes desinfectados se sembraron en cajas petri con medio de cultivo
papa-dextrosa-agar e incubaron a 27± 1·°C durante 5 días. Posterior a las incubaciones se
aislaron las colonias fúngicas utilizando medio de cultivo PDA y circulo de sacabocados
para determinar el patógeno. Determinación de la actividad del hidroalcohólico sobre
Mycosphaerella fijiensis: El extracto hidroalcohólico fue preparado en extractor de
laboratorio obteniendose un líquido transparente de color amarillo y olor agradable. (Játiva
C). La solución de Altamisol se aregó al medio PDAen concentraciones de 1.5, 1, 0.75,
0.50 y 0.25 mL para determinar el efecto del extracto vegetal sobre los hongos se utilizó la
técnica de Mitscher circulo de sacabocados de 2mm2 de cultivo con micelio. Las cajas petri
con cultivo y micelio incubaron a 27± 1·°C durante 5 días. Al terminar la incubación se
determinó los halos de crecimiento midiendo el diámetro de la colonia desarrollada. La
actividad antifúngica o fungistática de los tratamientos miceliales se determino del micelio
del hongo en medio PDA solo.(Játiva) Determinación de la dosis máxima a aplicar en el
campo: Seleccionadas las plantas de banano enfermas se aplicaron 15, 10, 5 mL de
Altamisol llevadas a 10L con agua y una parte de aceite agrícola como adherente por
asperción con una bomba manual observándose el color de la hoja, el aspecto de la
Sigatoca, el número de hojas, el racimo, número de manos y dedos.
Resultados
Tabla 1 Halos de crecimiento de Mycosphaerella
fijiensis en medio de cultivo con Altamisol y medio
PDA solo.
Concentración
de Halos de crecimiento en
Altamisol mL
mm
0.0
58
0.25
30
0.50
18
0.75
5
1
3
1.5
3
En concentraciones de 1.5 y 1 ml de Altamisol no se encontro crecimiento fúngico los 3 mm
corresponden al micelio colocado en las caja petri. La concentración de 0.25 is incapaz de
atenuar el crecimiento del hongo.
Tabla 2 Determinación de la dosis máxima a aplicar en el campo
Concentración Agua
Aspecto de
Color de la
Tamaño
De altamisol
10 L
Sigatoca
hoja
del
mL
racimo
15
10
Puntadas difusas
Verde
Grande
amarillento
10
10
Puntadas deformadas Verde obscuro
Grande
5
10
Puntadas
Verde claro
Mediano
semideformadas
N°de
manos
10
10
8
La concentración de adecuada es de 10ml en 10L que tiene efecto fungistático, en
concentración de 15 ml tiene efecto de amarillamiento en las hojas.
Con 10 mL en 10 L se tiene condiciones mejoradas de todo el vegetal. Se considera
tamaño grande de 70-60 cm, mediano de 58-40. otras características observadas son la
maduración
homogénea de manos y dedos, la deformación de los hongos, la
inmovilización de los hongos, las hojas no se secan.
Por aspersión aérea se reqiere 1.5 L por hectárea.
Tabla 3 período de aplicación de Altamisol
dosis dias
pluviosidad Resultados
1L/hc 15 12 12 alta
Controlada
1L/hc 22 30 30 baja
Controlada
El número de aplicaciones está en función de la detección de la Sigatika negra en las
plantaciones, siendo mayor la incidencia en épocas de alta pluviosidad por cuanto las
lluvias lavan y sacan la solución del follaje.
Deberá realizarse un estimado de costo, meses de mayor pluviosidad y número de
aplicaciones para completar el trabajo
Conclusiones
1.
2.
3.
4.
Altamisol es un extracto hidroalcohólico de facil disponibilidad y precio accesible
con actividad comprobada para Mycosphaerella fijiensis.
El análisis in vitro del agente causal separado de las plantaciones permite tener la
sepa dañina y tratarla con vegetales propios del país evitando la salida de divisas.
En el campo se comprobó que los tratamientos en época de verano se realizan en
lapsos de 15 a 22 días, mientras que en invierno en tiempos de 12 a 15 días.
Se obtienen racimos más grandes y con maduración homogénea en tiempos más
largos que permiten holgura en el embalaje.
Bibliografía
CAÑIZO, J. Guía Práctica de Plagas y Enfermedades de las Plantas Cultivadas. 4ta. Ed.
Madrid, 1972. pp. 3-7
CYTED Programa Iberoamericano de Ciencia y Tecnología para el desarrollo. Manual de
Técnicas de Investigación. Marzo 1995.
DAVILA, A. Manual sobre el uso de Plantas medicinales, Fundación Centro Nacional de la
Medicina Tradicional. Primera Edición, Nicaragua 2002.
DOMÍNGUEZ, Francisco. Plagas y Enfermedades. Madrid: Mendi Prensa, 1981. pp.215
DUKE, J. Handbook of Medicinal Herbs. 1era ed. Florida, 1990. pp. 297-298; 520, 560.
FREIRE, N. Estudio de la Actividad Antifúngica del Destilado de Extracción de Aceite
Esencial de Manzanilla (Matricaria chamomilla) y Macerado acuoso de la mezcla
de Ají, Guanto, Iso, Marco y Ortiga Negra, en Lancha de papas (Phytophthora
infestans) frente a Curzate M-8 y Dithane M-45 en condiciones de Laboratorio.
Tesis Dra. En Química. Riobamba. Escuela Superior Politécnica de Chimborazo.
Facultad de Ciencias, Escuela de Ciencias Químicas, 2003. pp.67-77
GEORGE N. Agrios. Fitopatología. 2da. Edición. México, 1991. pp. 162-170, 179, 246-247,
278,317,324.
GOIDANICH, G. Manuale Di Patología Vegetale. Bologna. Agricole, 1964. pp.260
P50
BIDENS PILOSA UN ANTIHERPETICO EN PREPARACIONES
FARMACÉUTICAS
J. Cumandá,* R. Orozco, F. Smola.
Facultad de Ciencias-ESPOCH – Riobamba-Ecuador.
*[email protected]
1.
Resumen
Existiendo estudios de la composición química y actividad biológica de Bidens pilosa (puno)
que contiene Glucósidos de Ester Chalcona con actividad Anti AIDS (SIDA) comprobado
invitro, el efecto es inhibidor moderado de la replicación viral probada en células C8166
infectadas con HIV-1MN. Se debe preparar fitomedicamentos semisólidas para aplicación
cutánea que contenga 50 ug/mL de Ester chalcona que constituye el principio activo
antiviral,con buenos resultados en el tratamiento de Herpex simples de labio y genitales
aprovechando los metabolitos con acción antiherpética comprobada in Vitro en células
infectadas con HIV, si este tipo de formulación es para conseguir la liberación local o
transdérmica .
INTRODUCCIÓN
En la industria farmacéutica es evidente la evolución por la incorporación al campo de la
salud nuevos medicamentos que tienen como objetivos mejorar el nivel y la calidad de vida
de las personas, de ahí que el Subprograma X de Química Farmacéutica Fina y la Red
Iberoamericana de Productos Farmacéuticos, estimulan la industrialización de plantas
medicinales y el aprovechamiento al máximo los recursos vegetales
PREPARACION DE FITOFARMACOS
Calentar a 80 grados centígrados los productos líquidos removiendo moderadamente y
esta solución verter a la mezcla en liquidación y homogeneizar, finalmente añadir el extracto
valorado para después de una pequeña agitación drástica envasar.
Los excipientes para la formulación de la crema contiene:Acido esteárico, lanolina, vaselina
sólida, vaselina liquida, glicerina, trietanolamina, metilparabeno, agua, extracto valorado. La
pomada tiene Alcohol cetilito, ácido esteárico, propilenglicol, lanolina, dewquart, vaselina
líquida, agua, extracto valorado. El gel contiene Carbopol ultra 10, propilen glicol,
metilparabeno, trietanolamida, agua, extracto valorado
1 CONCLUSIONES
Se formuló la base de gel hidrófilo, pomada y crema lipófilos e incluyó 40 μ g de éster
charcona por gramo de preaparación, y determinó la presencia del principio activo por
método cromatográfico en el extracto etanólico de Bidens pilosa y en los productos
terminados.cabe indicar que las determinaciones físicas y químicas de gel, pomada y
creama están dentro del rango establecido para los cosméticos.
El extracto líquido normalizado se obtiene por maceración de planta fresca en un volumen
de 450,5 g, de color ladrillo amarillento y sabor amargo; tiene un pH de 5.49, densidad de
1.053 g/mL y un índice de refracción de 1.356 y rendimiento del 17%.
La cuantificación del extracto etanólico toma como marcador de referencia el 6”O- β -D
glucopiranosa α-1 ramnopiranosa 7-0- glucosil flavonol que se extrae en el subextracto
butanólico, separa en placa preparativa, recupera la franja de Rf de 0,26 corrido en placas
de sílica gel GF 254 con solvente acetato de etilo, metanol (18,5: 1,5. y revelado con
sulfato de cerio da coloración roja en frío que se intensifica al calentar.
La cantidad de 6”O- β -D- glucopiranosa α-1 ramnopiranosa 7-O- glucosil flavonol se
obtiene por gravimetría y corresponde a 0.027 % presente en 0,2 ml de extracto total.
P51
METABOLITI SECONDARI DA LASIA SPINOSA (L.) THW. (ARACEAE)
1
1
2
2
N. T. H. Van, C. V. Minh, M. De Leo, A.Braca. *
1
Institute of Natural Products Chemistry, Vietnamese Academy of
Science and Technology, 18-Hoang Quoc Vtet, Hanoi, Vietnam
2
Dipartimento di Chimica Bioorganica e Biofarmacia, Università di
Pisa, Via Bonanno, 33, 56126 Pisa, Italy
*[email protected]
L’indagine fitochimica su Lasia spinosa (L.) Thw. syn. Lasia aculeata Lour. (Araceae,
sottofamiglia Lasioideae), pianta erbacea con rizoma sotteraneo originaria del Vietnam,
rientra nell’ambito di studi su piante medicinali appartenenti alla flora vietnamita intrapresi in
collaborazione con l’Institute of Natural Products Chemistry, VAST, Hanoi. Nel paese di
origine la specie è comunemente conosciuta con il nome di “ray gai” ed è utilizzata nella
medicina tradizionale come rimedio antireumatico e antiinfiammatorio.1,2 La pianta in toto,
raccolta ad Hanoi nel luglio 2004, opportunamente seccata e macinata è stata sottoposta a
sgrassamento con n-esano seguito da estrazione a temperatura ambiente con solventi a
polarità crescente (CHCl3 e MeOH). Gli estratti ottenuti sono stati sottoposti a frazionamento
con numerose tecniche cromatografiche fino all’ottenimento di diversi derivati fenolici fra cui
due C-glicosilflavoni, un flavonol glicoside e due lignani, caratterizzati mediante NMR e ESIMS. Questi composti, utili come markers chemiotassonomici, sono stati isolati per la prima
volta da L. spinosa, mai stata oggetto di uno studio fitochimico, e sono risultati pienamente
in accordo con il pattern tassonomico delle Lasioideae3
Bibliografia
1. Ueda, J., Tezuka, Y., B. A.H., Tran, Q.L., Tran, Q.K., Harimaya, Y., Saiki, I., Kadota, S.,
Biol. Pharm. Bull., 2002, 25, 753.
2. Nguyen, M.T.T., Awale, S., Tezuka, Y., Tran, Q.L., Watanabe, I., Kadota, S., Biol. Pharm.
Bull., 2004, 27, 1414.
3. Williams, C.A., Harborne J.B., Mayo, S.J., Phytochemistry, 1981, 20, 217.
P52
METABOLITI SECONDARI DA VERNONIA FERRUGINEA
N. Cuéllar Araùjo,2 A. Vassallo,1 G. Ciuffi,1 F. Dal Piaz,1 P. De Caprariis, F. De Simone, L.
3
1
Morales Escobar, N. De Tommasi. *
1
Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Salerno, Via Ponte Don
Melillo 84084, Fisciano (Sa), Italia;
2
Facoltà di Scienze Naturali, Università Oriente di Santiago de Cuba, Santiago, Cuba
3
Universidad Major de San Andre, La Paz, Bolivia.
*[email protected]
Il patrimonio etnobotanico dei paesi del Centro e del Sud America, si è rivelato una fonte
preziosa per l’individuazione di nuovi farmaci sia per quanto riguarda l’originalità delle
strutture chimiche presenti sia per le loro attività biologiche.
Il nostro gruppo di ricerca è da anni impegnato nello studio chimico-biologico di metaboliti
1-3
Il
bioattivi da piante appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, genere Vernonia.
presente lavoro è stato indirizzato allo studio chimico di metaboliti bioattivi dalle parti aeree
di Vernonia ferruginea Less. Tale specie vegetale cresce spontanea come arbusto in Bolivia,
e le foglie, insieme a fiori e frutti, vengono ampiamente utilizzate in infusione per curare
bronchiti, tosse , contusioni, calcoli renali ed emorroidi dalla medicina popolare locale.
Le parti aeree della V. ferruginea sono state sottoposte, ad estrazione mediante ASE con
solventi a polarità crescente (esano, cloroformio, cloroformio-metanolo, metanolo).
L’isolamento dei principali metaboliti secondari presenti nei diversi estratti studiati è stato
ottenuto attraverso l’impiego di diverse tecniche cromatografiche (Adsorbimento su gel di
Silice, Sephadex LH-20, MPLC, RP-HPLC); la caratterizzazione strutturale dei composti puri
è stata realizzata facendo ricorso a tecniche spettroscopiche (IR, MS, UV) in particolare 1D
e 2D-NMR, Utilizzando questo approccio sono stati isolati dall’estratti polari, derivati
polifenolici, esteri aromatici dell’ acido chinico e schichimico, iononi glicosidi e alcuni
4
derivati flavonoidici. Dagli estratti apolari sono stati isolati triterpeni appartenenti sia alla
classe degli oleani che dei lupani.5 I metaboliti secondari isolati presenti nella Vernonia
ferruginea potrebbero spiegare l'uso di questa pianta, come antinfiammatorio, nella
medicina tradizionale boliviana.
Bibliografia
1. Cioffi, G.; Sanogo, R.; Diallo, D.; Romussi, G.; De Tommasi, N. J. Nat. Prod., 2004, 67,
389.
2. Sanogo, R.; Germano, M.P.; De Tommasi, N.; Pizza, C.; Aquino, R.P. Phytochemistry,
1984, 3, 817.
3. Igile, O.G., Oleszek, W.; Jurzysta, M.; Aquino, R.P.; De Tommasi, N.; Pizza, VC. J.
Nat.Prod . 1995, 58, 1438.
4. Wagner, H.; Iyengar, M. A.; Seligmann, O.; Hoerhammer, L.; Herz, W. Phytochemistry,
1972, 11, 3086.
5. Sacilotto, A..; Sartori, F.; Vichnewski, W. Biochemical Systematics and Ecology, 2002, 30,
897.
P53
TRITERPENES FROM MAYTENUS RIGIDA AND EVALUATION OF THEIR
EFFECTS ON THE VEGF-INDUCED PROLIFERATION IN KAPOSI’S SARCOMA
CELLS
M.L. Balestrieri,1 C. Balestrieri,1 C. Dos Santos Estevan,2 A.E.G. Sant’Ana,2 C. Pizza,3 S.
3
Piacente.
1
Dipartimento di Biochimica e Biofisica, Seconda Università degli Studi di Napoli, Italy
2
Departamento de Quimica, Universidade Federal de Alagoas, Maceio, Brazil
3
Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Salerno, Italy
[email protected]
In the search for potential antitumor agents, we have studied the leaves of Maytenus rigida,
a plant of the Celastraceae family, endemic to Brasil. Species belonging to the genus
Maytenus are frequently used in South-American traditional medicine for the treatment of
rheumatism, inflammatory and gastrointestinal diseases and as antitumor agents.1,2
The main constituents of the chloroform extract of the leaves of M. rigida resulted to be the
triterpene derivatives friedelin, 3β-friedelanol, betulin and 20(30)-lupene-3β,29-diol. Their
structures were established by ESI-MS and NMR experiments. The effect of these
compounds on VEGF-induced cell proliferation in Kaposi’s sarcoma (KS) cells were
evaluated.
KS cells produce and respond to various soluble mediators; in particular, IL-1, IL-6, VEGF,
and GM-CSF, as well as Tat-protein are known to stimulate KS cell growth in vitro.3,4
Furthermore, fibroblast growth factor (FGF), VEGF, and hepatocyte growth factor (HGF)
have been postulated to be involved in angiogenesis.5 The production of autocrine growth
factors by KS, which includes VEGF, dictates the progression of the lesion and are likely to
play a central role in the development and progression of KS. In the present study, we
modeled VEGF-induced KS cell proliferation to test the anti-proliferative properties of
triterpenes isolated from M. rigida.
Therefore, a dose dependence study was performed to test the effect on KS cell proliferation
in a concentration range 0.1 - 20 μM. All of the compounds reduced the VEGF-induced KS
cell proliferation in a dose-dependent manner. 20(30)-lupene-3β,29-diol showed the highest
reduction of the VEGF-induced KS cell proliferation at 1 μM (~ 45 %).
References
1. Ohsaki, A., Imai, Y., Naruse, M., Ayabe, S., Komiyama, K., Takashima, J. J. Nat. Prod.
2004, 67, 469.
2. Nakagawa et al.2004, J. Nat. Prod. 67, 1919.
3. Miles, S. A.; Rezai, A.; Salazar-Gonzales, J. F.; Medien, M. V.; Stevens, H.; Logan, D. M;
Mitsuyasu, R. T.; Taga, T.; Hirano, T.; Martinez-Maza, O. Proc. Natl. Acad. Sci. USA. 1990,
87, 4068.
4. Weindel, K.; Marme, D.; Weich, H. A. Biochem Biophys. Res. Commun. 1992, 183, 1167.
5. Munshi, N.; Groopman, J. E.; Gill, P. S.; Ganju, R. K. J. Immunol. 2000, 164, 1169.
P54
DETERMINATION OF THE THRESHOLD ODOUR CONCENTRATION OF MAIN
ODORANTS IN ESSENTIAL OILS USING GC-O INCREMENTAL DILUTION
TECHNIQUE
1
1
2
2
3
3
M. Benzo, * G. Gilardoni, C. Gandini, G. Caccialanza, P. Vita Finzi, ** G. Vidari, S.
4
4
Abdo, P. Layedra.
1
OSMOTECH s.r.l., Dipartimento di Chimica Farmaceutica, Via Taramelli 12, 27100 Pavia
2
Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Chimica Farmaceutica e Centro
Interdipartimentale di Studi e Ricerche di Etnobiofarmacia, Via Taramelli 12, 27100 Pavia
3
Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Chimica Organica e Centro
Interdipartimentale di Studi e Ricerche di Etnobiofarmacia, Via Taramelli 12, 27100 Pavia
4
Escuela Superior Politécnica de Chimborazo, Facultad de Ciencias Quimicas, Riobamba
(Ecuador).
*[email protected]; ** [email protected]
The composition of the essential oil of Clinopodium tomentosum (Kunth) Govaerts, a South
American plant collected and hydrodistilled in Ecuador, is the object of this work. This plant
is known with some synonyms, reported on the Index Kewensis: Gardoquia tomentosa
Kunth, Gardoquia elegans Kunth, Gardoquia incana Ruiz & Pav., Satureja pavoniana Briq.,
Satureja tomentosa (Kunth) Briq., Satureja elegans Briq., Satureja kuntheii. Clinopodium
tomentosum is used in the traditional medicine of Ecuador as oral antiseptic, with the
indigenous name of Pumin. Curative properties of gastrointestinal and respiratory affections
are also attributed. To our knowledge, this plant, neither with this name nor with its
synonyms, has never been studied before for its essential oil, so the chemical analysis of
the essential oil of Clinopodium tomentosum is here described for the first time. The plant
was collected near the river Chambo (Ecuador), on August the 7th, 2001. The aerial parts
(stems, leaves and flowers) of the fresh plant were subjected to steam distillation in the
same day of collection. The essential oil stratified from water as upper phase, without need
for solvent extraction; it was then dried on anhydrous sodium sulphate. The process
produced oil with a yield of 2.8 %, referred to the dry weight of the plant.
The GC-O (gas chromatography-olfactometry) and the GC-MS techniques were applied to
the analysis of the essential oil. It was previously analyzed by GC-MS and Kovat’s retention
indexes, in order to characterize and quantify its constituents, while GC-O was applied to the
identification of the main odorants. By the incremental dilution method (AEDA), applied to
the GC-O technique, the flavour dilution (FD) chromatogram was obtained. In order to
calculate the TOC values of the main odorants, the relationship between the injected sample
concentration and the smelt gaseous concentration at the sniffing port has been achieved.
P55
FUNGAL BIOTRANSFORMATIONS: TRANSFORMING WIDESPREAD
NATURAL PRODUCTS IN RARE BIOACTIVE COMPOUNDS
J. A. Takahashi,* L. R. Martins, D. C. Lima, G. G. Souza.
Universidade Federal de Minas Gerais, Departamento de Química Av Antonio Carlos, 6627
CEP 31270-901Belo Horizonte, MG
* [email protected]
Biotransformations consist on the use of living organisms (fungi, bacteria, algae or vegetal
cells) or isolated enzymes to convert a compound in another. Biotransformations are an
environmentally welcome technique as reactions are carried out without the need of toxic
organic solvents. It is not a usual synthetic procedure as the initial biotransformations yields
can be low. However, this technique is a good approach when classical chemical reactions
do not have the desired selectivity. Yield problems can be overcome due to versatile of
conditions that can be used. A small change on the aeration, medium composition, reaction
length time or even a replacement of a species by another can improve the yield of a target
product. The most classical and useful biotransformations are the functionalization of
unactivated carbons in terpenes. In this work, widespread natural products (sterols, mono-,
di- and triterpenes) isolated in high yields from Brazilian plants were incubated with fungi
(Rhyzopus stolonifer, Mucor plumbeus and Cephalosporium aphidicola). The
biotransformation was achieved in most cases, with formation of hydroxylated derivatives.
Hydroxylation sites observed more often were in rings B and C, with great favoring, for
example, positions 7 and 11 for diterpenes. It was observed that starting natural products
usually presented lower activities than the bioconversion products, probably because
hydroxylations increased their polarities and, consequently, their solubility in water.
Therefore, biotransformations are a powerful tool for natural products chemistry, improving
the scope of rare bioactive compounds that can be obtained from natural sources.
P56
NATURAL PRODUCTS FROM FUNGI: A MODERN APPROACH TO MAKE
MORE OF TROPICAL BIODIVERSITY
J. A. Takahashi,* E. M. F. Lucas, M. C. Monteiro de Castro, L. M. Abreu, P. Petit, M. B.
Floreano, M. S. Oliveira, T. S. Oliveira, L. H. Pfenning, I. E. Marriel.
Universidade Federal de Minas Gerais, Departamento de Química Av Antonio Carlos, 6627
CEP 31270-901Belo Horizonte, MG
* [email protected]
Biodiversity comprises all sources and varieties of life and are a natural resource that
should be better explored as a source of innovative chemical substances with biological
activity. Among biodiversity components, the plants are the better studied. Poor attention is
given to fungi even if they revealed to be source of many important drugs used by mankind
since the advent of penicillin, up to the latest discoveries of bioactive microbial
cephalosporins and statins. From the many bioactivities sought from fungal natural
products, search for new antibiotics are an urge due to the resistance phenomenon and
have still more importance for developing countries such as Brazil where many infectious
diseases are still a concern. In this project, soil fungi isolated from Serra do Cipó National
Park, located in Minas Gerais State (Brazil) on a transition area with close characteristics of
Cerrado vegetation, a very unique bioma in the world. Approximately 200 fungal species
were isolated and grown on liquid medium for 15 days. Resulting extracts were tested in
vitro against Escherichia coli (ATCC 25723), Staphylococcus aureus (ATCC 25923),
Salmonella typhimurium (ATCC 13311) and Streptococcus pyogenes (ATCC 19615). About
67% of the extracts showed activity against at least one of the tested bacteria. Active
extracts were ranked according to the scope and intensity of their bioactivity and their yields.
The ten most active fungi were identified as Penicillium sclerotiorum, Curvularia
senegalensis, Syncephalastrum verruculosum, Penicillium c.f. simplicissimum,
Chaetomium cupreum, Fusarium oxysporum, Trichoderma koningii, Trichoderma riesii,
Rhizopus stolonifer and Penicillium paxilii. Those selected fungi were chemically studied in
order to isolate the substances responsible for the bioactivity. Among the active pure
compounds characterized by infrared, mass spectrometry and modern magnetic resonance
spectroscopy, there are some with very complexes structures such as some chlorine
bearing antraquinones, unknown flavonoids and some novel phenolic esters.
P57
ESTUDIO BIOGUIADO DE LOS METABOLITOS SECUNDARIOS DE
PLUMERIA PUDICA. DETERMINACIÓN Y MEJORA DE SU ACTIVIDAD
CITOTÓXICA
1
1
2
3
3
1
E. del Olmo, * J. L. López-Pérez, A. Abad, A. Francesc, L. F. García, A. San Feliciano
1
Depto. Q. Farmacéutica, Fac. de Farmacia, CISET, Univ. Salamanca. España. 2 Univ. de la
3
Andes, Mérida, Venezuela. PharmaMar SA. Tres Cantos (Madrid), España.
*[email protected]
El uso de las plantas con fines medicinales es casi tan antiguo como la historia de la
humanidad. Su uso puede ser directo, en forma de tisanas, o bien por manipulación hasta
aislar de agente causante de la actividad. También puede servir de materia prima para la
obtención de prototipos que, se modifican químicamente hasta originar un compuesto activo,
más potente y menos tóxico.
En la actualidad el uso de las plantas constituye una herramienta, utilizada tanto en la
empresa farmacéutica como los laboratorios científicos, para la obtención de agentes
terapéuticos, a través del diseño y la modificación estructural de prototipos naturales.
La familia Apocinaceae, en la que se encuentra englobado el género Plumeria, es
abundante en ejemplos de metabolitos de interés farmacológico, como son los alcaloides
vinblastina, vincristina (con acción quimioterapéutica), ajmalicina, reserpina, con
propiedades hipotensoras; lignanos con propiedades citotóxicas, anti-HIV, Leishmanicidas,
etc. Si bien no se encuentran en la bibliografía estudios fitoquímicos de Plumeria pudica, si
hay datos de las especies P. rubra, obtusa, incarnata, carinata, lutea, acutifolia, alba,
sucuba, con actividades antitumorales y antiverrucosas. El extracto metabólico de las hojas
de Plumeria pudica, presentaba actividad antitumoral frente a algunas líneas celulares, a las
dosis recomendadas por el NCI (250 mg/mL). De él se han aislado y caracterizado cinco
lignanos, cuatro flavonoides, tres iridoides y dos triterpenos, además de tres ácidos
fenólicos por CG-EM. Algunos de las compuestos aislados superaron la actividad del
extracto. Uno de los lignanos aislados se ha usado como material de partida para la
obtención de derivados más potentes a menos tóxicos.
Reconocimientos: Proyecto de cooperación desarrollado en el ámbito del Programa
Iberoamericano CYTED, SubPrograma X. Financiado por el MCyT, España (SAF-20010037-C04).
Referencias:
1. Chem Sources. Chemical Sources Internacional, Inc. http://www.chemsources.com, 2001.
2. Mann, J. Alkaloids. Pags 387-446. In Natural products, their chemistry and biological
significance, 1º ed. Longman Group. UK (1996).
3. Hartwell, J.L. Plants Used Againts Cancer. Quaterman Publications, Inc. USA. Pag. 407408 (1982)
4. Kardono, L.B.S., Tsauri B., Padmawinata K. And Kinghorn D. Phytochemistry, 1990, 29,
2995.
P58
EFECTO DE LA ADMINISTRACIÓN INTRAHIPOCAMPAL DE ERISODINA
SOBRE LA CONSOLIDACIÓN DE LA MEMORIA DE UNA TAREA AVERSIVA
M. E. Garín-Aguilar,1* S. López-Valera,1 G. Valencia del Toro,2** M. Soto-Hernández,3 R. A.
4
Prado-Alcalá.
1
Facultad de Estudios Superiores Iztacala-UNAM.
Unidad Profesional Interdisciplinaria de Biotecnología IPN.
3
Colegio de Postgraduados, Unidad Montecillo.
4
Instituto de Neurobiología, UNAM -UAQ, Querétaro.
* [email protected], ** [email protected]
2
El alcaloide erisodina (aislado de semillas del género Erythrina) tiene una afinidad siete
veces mayor a receptores acetilcolinérgicos nicotínicos neuronales α4β2 que la dihidro-βeritridina, lo que la convierte en una herramienta útil para la caracterización funcional de
éste subtipo de receptores. Debido a la presencia de estos receptores en el hipocampo de
rata, en este estudio se evaluó el efecto de la administración intra-hipocampal de erisodina
sobre la consolidación de una tarea aversiva. Mediante cirugía estereotáxica y bajo
anestesia general se implantaron bilateralmente, cánulas en el hipocampo dorsal (AP= - 4.1,
L ± 2.5, H=3.1) de ratas macho Wistar (250-350 g). Ocho días después de su recuperación,
los animales fueron entrenados en la cámara de evitación inhibitoria, recibiendo en las
patas un choque eléctrico de 0.7 mA durante 5 segundos. Inmediatamente después del
entrenamiento, se les inyectó erisodina (2.0, 6.0, ó 18 μg/μL) o nicotina (2.0 μg/μL), y el
grupo control recibió 1μL/min de salina 0.9%. La prueba de la memoria se realizó 24 horas
después. El análisis estadístico mostró que no hay diferencias estadísticas significativas al
analizar las latencias de adquisición y escape, lo que sugiere que los animales desplegaron
actividad similar ante la primera exposición a la cámara y presentaron la misma reactividad
al choque eléctrico. La retención de la memoria evaluada 24 horas después, fue facilitada
por nicotina y deteriorada por erisodina lo cual sugiere la participación de los receptores
nicotínicos del subtipo α4β2 presentes en el hipocampo dorsal en la consolidación de la
memoria de esta tarea aversiva.
Apoyado por PAPCA-FES Iztacala, PAPIIT-DGAPA, UNAM: IX247504 y IN212906
P59
ACTIVIDAD ANTIESPASMODICA DE EXTRACTOS DE ALTERNANTHERA
REPENS
M. E. Garín-Aguilar,1* D. Benavides C.,1 D. Segura Cobos,1 G. Valencia del Toro.2**
1
Facultad de Estudios Superiores Iztacala-Universidad Nacional Autónoma de México.
2
Unidad Profesional Interdisciplinaria de Biotecnología-Instituto Politécnico Nacional.
* [email protected],** [email protected]
En la herbolaria mexicana, Alternanthera repens (Amarantaceae), planta conocida
comúnmente como “tianguis”, “tianguispepetla” o “verdolaga cimarrón”, se recomienda para
el tratamiento de padecimientos digestivos como diarrea, dolor de estómago e inflamación
intestinal. En este trabajo se evaluó el efecto antiespasmódico de extractos y fracciones
obtenidas de A. repens. Se registró el efecto de los extractos sobre la respuesta contráctil
del íleon aislado de rata, Wistar macho (250-300 g), instalado en un sistema para órgano in
vitro, con solución Tyrode a 37ºC y aereación. La actividad muscular se registró mediante
un fisiógrafo. Se obtuvieron curvas dosis respuesta a cloruro de potasio, cloruro de calcio o
serotonina, en ausencia y presencia de los extractos acuoso (0.56, 1.095, 2.09 mg/mL),
hexánico (0.245, 0.476, 0.909 mg/mL), metanólico (0.245, 0.476, 0.909 mg/mL) y fracciones
metanólicas obtenidas por cromatografía en columna con diferentes mezclas de
diclorometano:metanol (95:05, 75:15, 70:30%). Los resultados muestran que los extractos
acuoso y metanólico, así como tres de las fracciones inhibieron la contracción inducida con
cloruro de potasio, cloruro de calcio o serotonina, mientras que el extracto hexánico sólo
inhibió la contracción inducida con serotonina. Estos datos sugieren que la inhibición de la
contracción intestinal debida a los extractos acuoso, metanólico y fracciones se realice a
través de bloquear la entrada de calcio a las células musculares lisas. El efecto
antiespasmódico de los extractos polares y fracciones de A. repens observado en este
trabajo permite sustentar en cierta medida el uso de esta planta para aliviar el dolor de
estómago y para detener la diarrea.
Apoyado por PAPCA-FES Iztacala, PAPIIT-DGAPA, UNAM: IX247504 y IN212906.
P60
OBTENCION DE FRACCIONES ACTIVAS A PARTIR DE PLANTAS CONTRA
ESPECIES DE CANDIDA CON DIFERENTE SUSCEPTIBILIDAD AL
FLUCONAZOL
N. K. Arellanes González, G. González González, R. Salazar Aranda, N. Waksman de
Torres, V. Rivas Galindo.*
Facultad de Medicina, UANL, Departamentos de Química Analítica y Microbiología.
Monterrey Nuevo León.
*[email protected]
A nivel mundial, se ha presentado un aumento dramático de las infecciones fúngicas en las
últimas dos décadas asociadas con SIDA, quimioterapia anticancerígena, transplantes,
vejez ó neonatalidad. Actualmente se conocen más casos en los que se observan
problemas severos de salud causados por diversas especies de Candida, entre las cuales
se encuentran C. albicans, C. tropicalis, C. krusei, C. parapsilosis y C. glabrata. El amplio
uso del fluconazol pudo ser un factor en la emergencia de infecciones por Candida noalbicans. En muchos países en vías de desarrollo, no está sistematizada la identificación a
nivel de especie de las Candidas aisladas de especimenes clínicos. El objetivo principal del
presente trabajo fue el hacer un rastreo de la actividad antifúngica de plantas regionales
contra especies de Candida con diferente susceptibilidad al fluconazol. En una primer etapa
los extractos hidro-alcohólicos de seis de las 15 plantas evaluadas presentaron actividad
contra C. albicans en un rango de concentración de 63 a 500 g/mL. Posteriormente, los
extractos hidro-alcohólicos se sometieron a extracciones diferenciales con Hexano Acetato
de etilo y Butanol. Se evaluó la actividad antifúngica de los extractos diferenciales contra
diferentes especies de Candida. En los resultados se observó que el extracto de Acetato de
etilo de Euphorbia postrata fue activo para todas las especies de Candida evaluadas en un
rango de 16 a 125 μg/mL. Dicho extracto no presentó toxicidad en el ensayo de Artemia
salina. Actualmente, estamos trabajando en la segunda etapa encaminada al
fraccionamiento biodirigido de un compuesto con actividad antifúngica que sea potente
contra las especies más frecuentemente encontradas en la práctica clínica, lo cual
superaría las desventajas que se tienen actualmente con el uso de fluconazol y las cepas
no-albicans.
P61
IDENTIFICAÇÃO E QUANTIFICAÇÃO DA 3,7 DIMETIL QUERCETINA,
ISOLADA EM EXTRATO METANÓLICO DE VERNONIA POLYANTHES
E. Camargo,* W. Vilegas**
IQ.UNESP/INTECQ
*[email protected], **[email protected]
Vernonia polyanthes e Vernonia westiniana, conhecidas popularmente no Brasil como
“assa-peixe”, são espécies morfologicamente semelhantes, encontradas em todo território
brasileiro. As partes aéreas das especies foram secadas, moídas e maceradas em metanol.
Os extratos foram filtrados e concentrados por destilacão em pressão reduzida por
rotaevaporador, fracionados por TLC e analisados por CCCD, onde verificou-se o
isolamento do composto VpM-1. A identificação estrutural foi baseada na interpretação dos
espectros de RMN 1H e técnicas bidimensionais de HMBC, HSQC em espectrômetro 500
MHz em MeOH-d4 .
1
No espectro de RMN H pode-se observar um dubleto de J=2,0 Hz em δ 6,10 e outro de
J=2,0 Hz em δ 6,30, referentes respectivamente aos H6 e H8. Observou-se um dubleto de
J=8,0 Hz em δ 6,8 correspondente ao H5´. Um dubleto de J=2,0 Hz em δ 7,52 é referente
ao H2’ enquanto que um outro duplo dubleto de J=8,0 Hz e J=2,0 Hz em δ 7,42
corresponde ao H6’. O conjunto desses dados sugere que VpM-1 é um derivado da
Quercetina. Dois grupos metila absorvem em δ 3,21 e δ 3,25. Os espectros bidimensionais
permitiram atribuir os grupos metilas ligados às posições 3 e 7.
A análise quantitativa da 3,7 dimetil quercetina, no extrato metanólico da Vernonia
polyanthes, utilizado o método do padrão externo. Foram preparadas soluções-padrão,
onde coletou-se 100mg do mesmo e diluiu-se em 1mL de metanol. A infusão foi preparada
a 10%(p/v) da planta seca em água destilada fervente. A linearidade do detector dentro dos
intervalos de concentrações avaliados, apresentou índice de correlação de 0,99959, onde
possibilitou a massa no extrato metanólico e infusão de VpM-1 nas concentração de
0,13mg/mL e 0,54mg/mL, respectivamente.
No teste de identificação da Vernonia polyanthes, em comparação com Vernonia westiniana,
foi utilizado CCCD com padrão da VpM-1 e extratos metanólicos, onde facilmente identificase a espécie.
P62
ALCHORNEA TRIPLINERVIA ETHYL ACETATE FRACTION INHIBITS NITRIC
OXIDE PRODUCTION
F. C. Mascia Lopes,1* T.R. Calvo,2 W. Vilegas,2 I. Zeppone Carlos.1
1
Departamento de Análises Clínicas, Faculdade de Ciências Farmacêuticas, Universidade
2
Estadual Paulista, CP 502, CEP 14801-902, Departamento de Química Orgânica, Instituto
de Química, Universidade Estadual Paulista, Araraquara, São Paulo, Brasil
* [email protected]
The use of natural resources as treatment for diseases is as old as the human species.
However, most of all plants were not investigated chemistry or biologically. The immune
system is a remarkably adaptive defense system that has evolved in vertebrates to protect
them from invading pathogenic microorganisms and cancer. Macrophages play an important
role in this system because they are cells capable to secrete many biological active products
such as nitric oxide (NO). Many plants used in the traditional medicine modulate the
immunological response. The importance of the immune system for human survival and the
search for compounds derived from plants motivate the development of strategies to
discover new active substances. The biological activities of nitric oxide are numerous and
complex. It is also involved in several diseases. NO can promote tumor angiogenesis, tissue
destruction and metastasis. The objective of this research was the study of the inhibition of
NO production by A. triplinervia ethyl acetate fraction in LPS-activated macrophages. Cell
viability assays were realized to assure the experimental development using MTT
tetrazolium salt and NO was determined through Griess reaction. Phytochemical studies
were performed. Good viability levels were observed in the tested concentrations, higher
than 67,56% in most of the samples. The ethyl acetate fraction inhibited NO production
according to the concentration of samples (38,05% to 99,36%). The main classes of
compounds observed were flavonoids and alkaloids. According to these results, it is
suggested that ethyl acetate fraction from A. triplinervia can inhibit NO production. This
result is important since inhibitory agents are potentially useful in the treatment of several
diseases associated with NO overproduction, including neurodegenerative disorders and
inflammation.
Financial Support: CAPES/FAPESP
P63
IN VITRO CYTOTOXIC ACTIVITY OF ALCHORNEA TRIPLINERVIA
METHANOLIC EXTRACT ON MURINE MAMMARY AND LUNG
ADENOCARCINOMA CELL LINES
F. C. Mascia Lopes,1* T. R. Calvo,2 L. L. Colombo,3 W. Vilegas,2 I. Zeppone Carlos1
1
FCF - UNESP/Araraquara; 2 IQ – UNESP/Araraquara; 3Instituto de Oncologia Angel H.
Roffo – Universidade de Buenos Aires/Argentina
* [email protected]
Breast and lung cancer are the principal cause of death between women and men in the
world. Compounds obtained from plants can be toxic to tumor cells and useful in cancer
treatment. Alchornea. triplinervia is a tree found in brazilian states and known as tapiá.
Methanolic extract obtained from A. triplinervia was studied using two murine tumor cell lines,
a mammary and a lung adenocarcinoma cell lines, called LM2 and LP07, respectively. A
number of 104 cells was seeded per well in a 96 wells plate and different concentrations of
the fraction was added: 125.0, 31.2 and 7.8µg/mL. The cells were incubated for 72 hours
and observed at least two times a day using an inverted microscope. After this period, the
cells were fixed with formaldehyde-PBS and May-Grunwald Giemsa staining procedure was
used. Pictures were taken with a camera connect to the inverted microscope and the
morphological aspects of the cells were analyzed. After the morphological analysis of the
cells, it was observed that the methanolic extract was cytotoxic to LM2 and LP07 cells,
greatly inhibiting the cell growth of both lines. The inhibition occurred in a concentrationdependent manner. The higher concentration of the extract (125µg/mL) killed, approximately,
100% LP07 and 85% LM2 cells, but LM2 were more sensitive to the extract in the lower
concentrations (31.2 and 7.8µg/mL). Our studies indicate that the methanolic extract is
cytotoxic to mammary and lung cancer cell lines in vitro, although further research is
required to clarify the cytotoxic mechanisms of the extract and to explore its potential
application to cancer prevention and control.
Financial Support: CAPES/FAPESP
P64
ACTIVIDAD ANALGESICA DE LAS HOJAS DE ARISTOTELIA CHILENSIS
V. Torres, S. Erazo,* V. Inostroza, X. Silva, N. Backhouse, H. Miranda, R. Negrete, O.
Muñoz, C. Delporte.
Departamento de Química Farmacológica y Toxicológica, Facultad de Ciencias Químicas y
Farmacéuticas, Universidad de Chile.
* [email protected]
Aristotelia chilensis (Eleaocarpaceae) n.v maqui es un árbol muy abundante que crece en
terrenos húmedos con distribución entre la I y X Región de Chile. La medicina folclórica le
atribuye a las hojas propiedades para aliviar afecciones de garganta y amígdalas. La
mayoría de los estudios previos relacionados con esta especie, son referidos a los frutos,
los que son explotados económicamente como alimento y fuente de colorantes.
El objetivo de este estudio fue evaluar la actividad analgésica de las hojas de Aristotelia
chilensis, con miras a validar su uso por parte de la medicina folclórica.
Después de recolectar las hojas, éstas fueron secadas, molidas y extraídas en forma
sucesiva y hasta total agotamiento con disolventes de polaridad creciente, obteniéndose los
extractos de hexano, diclorometano y metanol. Una vez eliminado totalmente el disolvente,
los extractos fueron sometidos a los ensayos farmacológicos.
Para evaluar la actividad analgésica se utilizaron ratones a los que se le aplicó el extracto
por vía tópica durante tres minutos y posteriormente la analgesia se evaluó mediante dos
modelos: 1) ensayo de formalina en la cola: se inyectó la formalina en la cola como
agente algésico. A continuación, se procedió a contar el tiempo de lamidas en la cola que
realizaron los ratones durante cinco minutos 2) ensayo del latigazo en la cola: se indujo
dolor agudo térmico utilizando un algesiómetro el que mide el tiempo en que el animal es
capaz de soportar el calor
Resultados: en ambos ensayos in vivo, los tres extractos presentaron efecto analgésico,
siendo el extracto metanólico el de mayor actividad en ambos ensayos.
Agradecimientos: Proyecto FIA-ES-C-2005-1-A-040 y al Instituto de Salud Pública de
Chile (ISP) por los animales de experimentación.
P65
ACTIVIDADES ANTIMICROBIANA, ANTIINFLAMATORIA Y ANTIOXIDANTE DE
DUNALIA SPINOSA (SOLANACEAE), ESPECIE PRE-ANDINA CHILENA
S. Erazo,* G. Rocco, C.
el porte, N. Backhouse, E. Belmonte, M.Zaldívar, R. Negrete, R.
García
Facultad de Ciencias Químicas y Farmacéuticas, Universidad de Chile.
* [email protected]
Dunalia spinosa (Meyen) Dammer, n.v. chumi-chumi, arbusto que crece en la I Región,
Chile, usada por la medicina folclórica para dolores de muelas, problemas respiratorios y
lavado de heridas. No existen antecedentes químicos ni farmacológicos.
De la planta se obtuvo el exudado resinoso con diclorometano (ER) y los extractos hexánico
(EHEX), diclorometánico (EDCM), acetato de etilo (EAET) y metanólico (EMET). La
actividad antimicrobiana se evaluó con siembra radial y bioautografías, la actividad
antiinflamatoria tópica in vivo por ácido araquidónico (AA) y la actividad antioxidante por
enzima xantina oxidada (XO)
Exceptuando el extracto EHEX, todos los demás extractos y los compuestos aislados del
EAET (DU1 y DU2) presentaron actividad antimicrobiana, frente a bacterias:
Staphylococcus aureus, Bacillus subtilis, Micrococcus flavus, Klebsiella pneumonae y
Escherichia coli. Fueron inactivos contra las levaduras Candica albicans y Saccharomyces
cereviseae. DU1 y DU2 presentaron una CMI de 120 y 290 μg/ml frente a E. coli, fármaco
de referencia ampicilina (30 μg/ml).
DU1 y DU2 son derivados isoprénicos. DU1 : Rf = 0.4 en gel de sílice, AET : DCM (9 :1) y
DU2 : Rf = 0.5 en gel de sílice, AET : MET (7 :3). Manchas color negra y azul
respectivamente con Lieberman- Burchard. Estos compuestos serán caracterizados
espectroscópicamente.
Los ER y EAET a la dosis de 3mg/oreja ratón, mostraron actividad antiinflamatoria tópica
frente a AA de 40.3 y 20.9 % respectivamente, mientras que EDCM presentó 14.74 % de
inhibición frente a XO
Este estudio representa un aporte al conocimiento científico de nuestra flora.
Agradecimientos: Proyecto Memorias 2006, Facultad
Farmacéuticas e Instituto de Salud Pública de Chile.
de
Ciencias
Químicas
y
P66
BUDDLEJA GLOBOSA: VARIACIÓN ESTACIONAL Y SU INFLUENCIA SOBRE
LAS PROPIEDADES ANALGÉSICAS.
C. Apablaza,1* C. Del Porte,1 R. Negrete,1 S. Erazo,1 H.F. Mirando,2 F. Di Meglio,1 L. Göity,1
1
1
C. Castro, N. Backhouse.
1
Facultad de Ciencias Químicas y Farmacéuticas, Depto. Química. Farmacológica y
Toxicológica, Laboratorio de Productos Naturales Chile .
2
Facultad de Medicina, Farmacología, Chile
* [email protected]
Introducción: Buddleja globosa Hope, Buddlejaceae n.v “matico” es una planta nativa de
Chile, Perú y Argentina a la que se le atribuyen propiedades cicatrizantes.1 Reportes2,3 y
hallazgos nuestros, respecto de sus propiedades analgésicas, cicatrizantes y
antiinflamatorias4,5 nos motivaron a evaluar la actividad analgésica tópica y oral y la
influencia estacional en ésta. Flavonoides, feniletanoides y otros fenoles están presentes en
el extracto alcohólico purificado responsables en parte de las propiedades medicinales.
Hipótesis: Se postula que la variación estacional de sus componentes afectaría sus
propiedades analgésicas.
Metodología: Las hojas recolectadas en otoño y en verano se sometieron a extracciones
con solventes de polaridad creciente hasta la obtención de los extractos alcohólicos
purificados (EMAT-1). La determinación de la variación porcentual de los metabolitos se
realizó mediante espectrofotometría según el método de Glories6 el cual fue modificado y
7
validado. La actividad analgésica se evaluó mediante el método del tail flick (oral y tópico)
8
y el método de las contorsiones abdominales (oral).
Resultados y Conclusiones: Se observó una variación tanto en la eficacia analgésica
como en el porcentaje de los tres tipos de compuestos, siendo el matico recolectado en
verano farmacológicamente más activo. Los flavonoles y los derivados del ácido cafeico
(feniletanoides) como lo es el verbascósido,metabolito mayoritario del extracto, que se
encuentran más elevados en las plantas de verano, son los componentes activos más
importantes para ejercer los efectos analgésicos, en tanto los compuestos derivados del
ácido gálico(taninos) muestran un porcentaje más elevado en las plantas de otoño. De
estos estudios se concluye la importancia de estandarizar química y farmacológicamente un
extracto activo, para la obtención de un producto de máxima eficacia.
1. Muñoz M., Barrera E. (1981). Publ. Museo Nac. Historia Natural, Stgo, Chile. 33: 3-89.
2. Mensah A.Y., Houghton P.J. J.Pharm.Pharmacol, 1998, 50, 83.
3..Liao Y., Houghton P.J. J.Nat.Prod. 62(9): 1241-1245.
4. Backhouse N., Erazo R., Negrete R., Rosales L., Ramírez F., San Feliciano A., Lucena C.,
Muñoz E., Delporte C.Avances en la búsqueda de compuestos antiinflamatorios y
antiartríticos en especies chilenas. Buddleja globosa y Fabiana densa. Congreso Iber. Qca.
Fina Farmacéutica CYTED, 2002, España.
5. Miranda D., Fernández M., Delporte C., Backhouse N. Evaluación de las propiedades
cicatrizantes de Buddleja globosa Hope. V R. Soc. Latin. Fitoquímica. I Cong Fitoterapia
MERCOSUR. Uruguay, 2005.
6. Mazza, G; Fukumato, L; Delaquis, P; Girad, B; Ewer, B. J. Agric. Food Chem, 1999, 47,
4009.
7. Pinardi G, Sierralta F, Miranda H, Pharmacol.Biochem. Behav., 2003, 74, 603.
8. Miranda, H.F.; Lemus, I.; Pinardi, G. Brain Research Bulletin, 2003, 61, 417.
P67
ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA DE LOS EXTRACTOS DE DICLOROMETANO
Y METANOL DE LA OYEDAEA VERBESINOIDES
M. Solórzano,1 I. Ramírez,1* J.Velasco,2 T. Díaz.2
1
2
Instituto de Investigaciones. Facultad de Farmacia y Bioanálisis.
Departamento de Microbiología y Parasitología. Facultad de Farmacia y Bioanálisis.
Universidad de Los Andes. Mérida, Venezuela.
*
[email protected]
En el presente estudio se determinó la actividad antibacteriana de los extractos crudos de
las hojas y flores de la especie Oyedaea verbesinoides, una especie altamente preciada por
los apicultores para la producción de miel de alta calidad. El material vegetal fue
recolectado en los alrededores de la ciudad de Mérida – Venezuela. Un Voucher specimen
fue depositado en el Herbario MERF de la Universidad de Los Andes, bajo el MSNº 01. Las
hojas y las flores se separaron del resto del material vegetal y se secaron a temperatura
ambiente en la sombra, una vez seca se molieron. Las hojas secas y molidas se sometieron
a una extracción exhaustiva a temperatura ambiente con diclorometano y posteriormente
con metanol, de igual modo las flores se dejaron en maceración con etanol. La actividad
antibacteriana se determinó por el método de difusión en agar con disco. Se ensayaron los
siguientes microorganismos: Staphylococcus aureus (ATCC 25923), Pseudonoma
aeruginosa (ATCC 27853), Enterococcus faecalis (ATCC 29212), Escherichia coli
(ATCC 25992) y Klebsiella pneumoniae (ATCC 23357). Se utilizaron antibióticos de
referencia como control positivo para cada uno de los microorganismos: (AmpicilinaSulbactam,
Piperacilina-Tazobactam,
Vancomicina,
Kanamicina,
Ceftazidina;
respectivamente). El extracto metanólico de las hojas mostró actividad contra el S. aureus a
una concentración de 2500 mg/ml y el extracto etanólico de las flores inhibió el desarrollo
del S. aureus y el E. faecalis a una concentración de 710mg/ml. Ninguno de los extractos
mencionados anteriormente mostraron actividad contra bacterias gram negativas. El
extracto con diclorometano de las hojas no exhibió actividad antibacteriana.
P68
ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA DE UN PRODUCTO PURO AISLADO DEL
ZANTHOXYLUM ELEPHATIASIS.
O. Echemendía,1* E. Almora,1 I. Martínez,1 O. Fidalgo,2 K. González,2 J. A. González,2 V.
Lago.1
1
Instituto Finlay. Centro de Investigación-Producción de Vacunas y Sueros. Ave.27 No.
19805, La Lisa. Ciudad de La Habana, Cuba. A.P.16017 C.P. 11600
2
Centro de Química Farmacéutica
* [email protected]
En los últimos años, la situación creciente y mundial de la
resistencia de los
microorganismos a los antibióticos actuales, hace necesario la búsqueda de nuevas
alternativas terapéuticas las cuales van encaminadas a las fuentes naturales. Se reporta en
la literatura que el genero Zanthoxylum presenta actividad antibacteriana, antifúngica,
antiviral, insecticida. En nuestro trabajo evaluamos la actividad antibacteriana de un
alcaloide obtenido por fraccionamiento por cromatografía liquida a vacio de la corteza de
Zanthoxylum elephantiasis. El producto fue evaluado contra las cepas de referencias de
Eschericha coli (25922), Pseudomona aeruginosa (27853)y Staphylococcus aureus
(29213).Los microorganismos fueron ajustados a un patrón de turbidez 0.5 MacFarland. Se
utilizo la técnica de microdilución en placa para la evaluación antibacteriana. Se partio de
una concentración de 40mg/mL del producto y se realizaron diluciones dobles hasta
0.078mg/mL para determinar la concentración mínima inhibitoria (CMI) capaz de inhibir el
crecimiento bacteriano. El alcaloide evaluado presento actividad antibacteriana contra
Staphylococus aureus con una CMI de 0.15mg/mL. No presento actividad contra E coli ni P.
aeruginosa. Este alcaloide una vez caracterizado pudiera emplearse como agente
antibacteriano alternativo para el tratamiento de infecciones causada por Staphylococus
aureus.
P69
EFECTO ANALGÉSICO PRODUCIDO POR LOS EXTRACTOS ACUOSO Y
ETANÓLICO DE LA SEMILLA DE LITCHI CHINENSIS.
M. D. Hernández Navarro,* S. L. García-Cid, L. Dorantes, E. Chuc-Meza, G. A. ChamorroCevallos, A. Ortiz-Moreno
Facultad de Química. Universidad Autonoma del Estado de México
* [email protected]
Actualmente existen un gran número de analgésicos sintéticos que a pesar de su acción
benéfica en el organismo, producen una diversidad de efectos adversos. La infusión de
Litchi chinensis se ha empleado a través de los años en la medicina tradicional china como
un agente analgésico. El propósito del presente estudio fue determinar el efecto analgésico
de los extractos acuosos y etanólico de la semilla de Litchi chinensis Soon, como una
alternativa terapéutica. De la semilla de Litchi chinesis Soon, se obtuvieron tres extractos
uno por el método tradicional y dos extractos más mediante el método de Perianayagam el
al. Los extractos etanólico y acuoso fueron concentrados y liofilizados para su posterior
administración. Se realizó un análisis fitoquímico preliminar y se determinó la DL50 de cada
uno de los extractos. Su evaluación farmacológica se efectuó sobre un modelo murino por
el método de inducción del dolor por ácido acético, el síndrome de contorsiones fue
estimulado por la inyección intraperitoneal de ácido acético al 0.4%, se comparó con un
fármaco de referencia (Indometacina) y solución salina isotónica, mientras que los extractos
etanólico y acuosos fueron administrados en dosis de 200 y 400mg/kg, 30min antes del
tratamiento con ácido acético por vía oral y el número de contorsiones fue registrado
durante los 30 minutos posteriores en periodos de 5 minutos. Del análisis fitoquímico
preliminar se identificó la presencia de taninos, flavonas y santonas, cumarina y azúcares
reductores, mientras que la prueba de toxicidad aguda arrojó una DL50 <2000 mg/kg. Por
otro lado, los resultados obtenidos no mostraron un efecto analgésico significativo, sin
embargo presentaron una tendencia analgésica con el modelo probado, por lo que se
sugiere que las dosis efectiva se encuentra por arriba de las empleadas para este estudio.
P70
ESTUDIO DE AUTOMEDICACION DE PRODUCTOS HERBOLARIOS EN LOS
ALUMNOS DE FARMACIA DE UNA UNIVERSIDAD MEXICANA
L. M. Gómez Olivan,* A. A. Amaya Chávez, M. Galar Martínez, M. D. Hernández Navarro
Facultad de Química. Universidad Autonoma del Estado de México
* [email protected]
Objetivo: identificar los factores asociados a la automedicación de productos herbolarios
en alumnos de la carrera de Farmacia de una universidad mexicana.
Material y Métodos: Se realizó un estudio de casos y controles con 120 alumnos, 80 casos
(alumnos del 1° al 6° semestre, quienes no tienen aún todos los conocimientos para ejercer
una automedicación responsable)) y 40 controles (alumnos de 7|-9° semestre y de servicio
social,
quiénes
tenían
elementos
académicos
para
poder
automedicarse
responsablemente). Se aplicó un cuestionario estructurado para evaluar factores como el
servicio médico con el que contaban, el medio de comunicación para obtener información
acerca de los productos herbolarios y su consumo. Se realizó estadística descriptiva, las
variables se evaluaron mediante razón de momios e intervalos de confianza al 95%, se
realizó un análisis de varianza.
Resultados: En los casos el 60% de ellos si se automedicaban y el 40% no, en los
controles el 90% de los estudiantes no se automedicaron. En el grupo de los casos los
medios de comunicación fueron la televisión, los anuncios y las conferencias, en tanto que
en los controles predominaron los libros y revistas científicas. Respecto al servicio médico,
en ambos grupos estaban afiliados al IMSS, ISSSTE y servicios de salud estatales. De los
productos herbolarios que más automedicados destacan Valeriana officinalis, aceites de
eucalipto, mentol y alcanfor, Pasiflora incarnata, Crataegus axycanta, mentol, aceites de
trementina, timol y mentol, entre otros.
Conclusión: Los resultados demuestran, que a medida que aumenta el nivel de estudios
en los alumnos de la carrera en farmacia disminuye la automedicación de productos
herbolarios y en el caso de ejercerla se hace de manera responsable, por el grado de
información que van adquiriendo en su formación profesional.
P71
ESTUDIO COMPARATIVO DE DOS METODOS PARA EVALUAR LA
CITOTOXICIDAD DEL EXTRACTO DEL ALGA ROJA GRACILARIA
MAMMILLARIS EN UN CULTIVO DE CELULAS MONONUCLEARES HUMANAS.
L. Araujo,1* G. Corao,1** J. Cova,2*** M. Gualtieri.3****
1
Laboratorio de Investigaciones en Cultivos Celulares, 2Instituto de Inmunología Clínica,
3
Laboratorio de Investigación de Medicamentos Orgánicos, Facultad de Farmacia y
Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida-Venezuela.
*[email protected], **[email protected], ***[email protected], ****[email protected].
Con la finalidad de comparar dos métodos respecto a la sensibilidad se utilizó el método de
exclusión con el colorante azul de trypan y el ensayo colorimétrico methylthiazole
tetrazolium (MTT) para evaluar el daño celular en un análisis de citotoxicidad del extracto
del alga roja Gracilaria mammillaris sobre un cultivo de células mononucleares de sangre
5
periférica (CMSP), separadas utilizando la técnica de ficoll-hypaque, ajustadas a 2x10
Células/pozo e incubadas con un extracto metanólico del alga a concentraciones desde 7,5
hasta 300 μg/pozo. El porcentaje de viabilidad para las concentraciones usadas resultó de
un 92,42 % a un 97,65 % para el método de azul de Trypan y de un 23,88 % a un 72,14 %
utilizando MTT. El ensayo realizado con MTT resultó el más sensible para determinar
viabilidad, expresando un deterioro mayor de la función celular en función de la
concentración.
P72
ESTUDIO DE LA TOXICIDAD DE LOS EXTRACTOS DE SEMILLA DE LA
AZADIRACHTA INDICA.
(TOXICITY STUDY OF THE EXTRACTS OF SEMILLA THE AZADIRACHTA
INDICA)
1
1
2
3
1
1
I. Sosa, * M. Alarcón, M. Gualtieri, J. Cova, L. Araujo, M. Lucena, G. Méndez de
Corao.1
1
2
Laboratorio de Cultivos Celulare
Laboratorio de Investigación de Medicamentos Orgánicos Facultad de Farmacia y
Bioanálisis.
3
Laboratorio de Inmunologìa. Facultad de Medicina
Universidad de Los Andes. Mérida.Venezuela.
*[email protected]
El nombre científico del Neem o Nim es Azadirachta indica, pertenece a la familia Meliácea.
Se encuentra distribuido por el continente africano, Asia, la parte central y sur del continente
americano y Oceanía, la mayor parte de ellos al sudeste de Asia y al sur del Sahara.
Actualmente se conoce la existencia de su principio activo mas importante conocido como
la azadiractina, de la que existen varios tipos. Las propiedades terapéuticas del árbol del
neem son numerosas para uso interno, el extracto de neem está indicado contra la úlcera
gastroduodenal, SIDA, hiperglucemia, parásitos intestinales y cáncer. Para uso externo, en
infecciones pruriginosas, hongos, eczemas, psoriasis, urticaria y enfermedades
periodentales; con el objetivo de determinar el grado de toxicidad de la planta para su futuro
uso terapéutico. Se separaron por la técnica de ficoll-hypaque, se ajustaron a 2x105
cel/pozo y se incubaron con un extracto metanólico de la planta, a concentraciones de 5 y
2.5 μg/pozo, con y sin la adición de sulfato ferroso. Finalizado el período de incubación se
determinó la viabilidad celular por el método de exclusión con el colorante trypan blue y se
comparó con el grupo control (células incubadas sin el extracto). La viabilidad celular de las
muestras incubadas con el extracto más sulfato ferroso fue de 94 y 95% para las
concentraciones de 2.5 y 5 μg/pozo respectivamente, y sin sulfato ferroso fue de 96% para
ambas concentraciones. Se demuestra baja toxicidad del extracto metanólico, garantizando
su uso en estudios humanos sin riesgo tóxico.
P73
EPOXIDITERPENOS AISLADOS DE PARTES AEREAS DE BURSERACEAE.
1
1
J. D. Hernández-Hernández, * V. Reyes Olivares,1 L. U. Román-Marín, C. Martín,
1
Instituto de Investigaciones Químico-Biológicas de la UMSNH, Edificio B-1, Ciudad
Universitaria, 58030, Morelia, Mich.
2
CINVESTAV, Departamento de Química , Av. IPN 2508, Col. San Pedro Zacatenco. C.P.
07300 México, D.F.
* [email protected]
La Bursera multijuga y la Bursera suntui, son árboles muy aromáticos que pertenecen a
los «cuajiotes rojos» y su corteza verdoso oscura, presenta laminillas papiráceas de color
anaranjado ó rojizo defoliantes. Estos árboles crecen en bosques tropicales caducifolios, en
los Estados de Jalisco y Guerrero de la República Mexicana formando parte constitutiva
de la flora de la región. De la Bursera multijuga se aisló el 11,12-epoxicembrenol y su
peroxiacetato, mientras que de la Bursera suntui se obtuvieron el 7,8-epoxiverticil-3-en12,20-diol y su respectivo monoacetato en C-20. Todos los compuestos fueron
caracterizados mediante sus espectros de RMP y RM13C en una y dos dimensiones.
Con apoyo económico de la CIC de la UMSNH.
P74
COMPONENTES MAYORITARIOS OBTENIDOS DE BURSERA ATTENUATA
(ROSE) RILEY.
J. D. Hernández-Hernández, 1* O. Soto-Quintana,1 R. Velázquez-Jiméne,1 L. U. Román1
2
2
Marín, C. M. Cerda-García-Rojas, P. J.oseph-Nathan.
1
Instituto de Investigaciones Químico-Biológicas de la UMSNH, Edificio B-1,
CiudadUniversitaria, 58030, Morelia, Mich.
2
CINVESTAV-IPN, Departamento de Química , Av. IPN 2508, Col. San Pedro Zacatenco.
C.P. 07300 México, D.F.
* [email protected]
INTRODUCCIÓN
La Bursera attenuata (Rose) Riley, es un componente del complejo de Bursera simaruba,
aún no muy bien esclarecido, principalmente frente a Terebinthus acuminata, este árbol
mide de 4-12 mts.de altura , su corteza es lisa verde y pertenece a la sección Bursera.
Recientemente publicamos compuestos diterpénicos tipo verticileno obtenidos de Bursera
kerberi, cuyo componente principal fue el (1S,3E,7E,11S,12S)-(+)-verticila-3,7-dien-12-ol
(1)1 además el cembra-3,7,11,15-tetraeno conocido como cembreno A (2)2 y de Bursera
multijuga obtuvimos mayoritariamente los compuestos diterpénicos cembrenoides (3 a 6),
de los cuales el cembreno A (2) se ha aislado de fuentes muy diversas como del coral
blando de Okinawa (Sarcophyton glaucum); de la secreción de las termitas soldado
(Isoptera sp., Termitidae, Termitinae), así como de las glándulas del cocodrilo Alligator
3
sinensis. El compuesto (3), llamado cembrenol, se ha obtenido previamente de Boswellia
3
carterii ; (4) corresponde al nefetenol y los compuestos (5 y 6) son nuevos; (6) es estable
en solución de benceno.
19
9
8
10
8
10
8
HO
11
17
12
7
15
16
18
19
19
9
9
10
6
3
1
15
20
20
2
14
15
16
OH
4
17
11
18
4
2
14
15
20
17
16
O
6
11
18
OOAc
5
3
1
13
4
6
7
5
3
1
13
2
14
15
17
20
16
5
8
10
7
OH
5
3
13
O
6
9
8
10
7
1
19
19
9
8
11
20
3
19
9
17
16
2
10
4
2
14
15
17
5
3
1
13
16
1
18
5
4
6
7
OH
2
14
11
18
3
13
4
2
14
6
7
1
5
13
11
18
6
4
20
RESULTADOS Y DISCUSIÓN
Como una continuación de nuestros estudios del género Bursera y en la búsqueda de
metabolitos diterpénicos en otras especies, procesamos ahora la parte aérea de Bursera
attenuata.
De las fracciones 1 a 6 de la cromatografía del extracto hexánico de los tallos de Bursera
attenuata, eluídas con -hexano, aislamos un aceite cristalino ligeramente viscoso que fue
purificado mediante procesos cromatográficos sucesivos y cuyos datos espectroscópicos de
13
RMN de C fueron concordantes con los descritos en la literatura para el mirceno (7),
aislado previamente por nosotros del extracto hexánico de Bursera cuneata, en las
fracciones 42-50 se eluyó el diterpeno cembrenoide correspondiente al epoxi-alcohol (5),
cuya estructura fue corroborada por comparación de los espectros de RMN de 13C con los
obtenidos de la Bursera multijuga.
Del extracto metabólico de las hojas se obtuvo un compuesto que purificó dando un sólido
amarillento polvoso de p.f. 264-266 °C,, sus datos espectroscópicos coincidieron con los de
la Vitexina (8), previamente obtenida por nosotros de Bursera grandifolia.
HO
HO
HO
OH
O
OH
O
OH
O
7
HO
8
Bibliografía
1. J. D. Hernández-Hernández, L. U. Román-Marín, C. M. Cerda-García-Rojas, P. JosephNathan. Journal of Natural Products, 2005, 68, 1598.
2. J.D. Hernández-Hernández, V. Murillo-Galeana, L. Murillo-Galeana, L. U. Román-Marín,
C. M. Cerda-García-Rojas, P. Joseph-Nathan. Rev. Soc. Quím. Méx., 2005, 49, 171, C/146.
3. J.D. Hernández-Hernández, V. Reyes-Olivares, L.U. Román-Marín, I. Tapia Quintero, C.
M. Cerda-García-Rojas, P. Joseph-Nathan. Rev. Soc. Quím. Méx. 2005, 49, 171, XL
Congreso Mexicano de Química, 25-29 de septiembre del 2005, Morelia, Mich.
P75
CARACTERIZACIÓN DE ALGUNOS PARÁMETROS FÍSICO – QUÍMICO Y
MICROBIOLÓGICOS DE LA PANELA GRANULADA.
H. Bianco Dugarte,1* T. Capote, 2 C. Garmendia,1 L. Molina,3 Y. Goyo,3 R. Lucena.3
1
Laboratorio de Química Agroindustrial y Análisis de Productos Agroindustriales. Programa
de Ingeniería Agroindustrial. Decanato de Agronomía. Universidad Centroccidental Lisandro
Alvarado (U.C.L.A.). Venezuela.
2
Departamento de Química y Suelo. Decanato de Agronomía. Universidad Centroccidental
Lisandro Alvarado (U.C.L.A.). Venezuela.
3
Laboratorio de Microbiología. Programa de Ingeniería Agroindustrial. Decanato de
Agronomía. Universidad Centroccidental Lisandro Alvarado (U.C.L.A.). Venezuela.
* [email protected]; [email protected]
La panela según la FAO es como un azúcar no centrifugado. Posee como único ingrediente
el jugo de la caña de azúcar, tiene menos calorías que el azúcar refinado, es más nutritiva.
Debido a su importancia nutricional se evaluó el contenido de humedad (Balanza OHAUS
MB-45), extracto seco, cenizas, acidez iónica (COVENIN 1315-79), titulable, fósforo
(COVENIN 1178-93), esporas de bacilos aerobios mesófilos (agar PCA), Esporas de
bacilos termófilos (agar TGE), bacterias acido lácticas (SN), mohos, levaduras, esporas
clostridios mesófilos y esporas de clostridios termófilo. Para las determinaciones físico –
químicas se emplearon 12 muestras y 11 muestras para las microbiológicas tomadas al
azar en un hipermercado. El porcentaje de humedad, extracto seco y ceniza con 5 replicas
por muestra fueron 2,06; 96,95 y 1,63 %p/p con sd 0,36; 1,40 y 0,42 respectivamente. Para
la acidez iónica y titulable oscilo entre 5,9 – 6,3 y 0,93 – 1,17 mL de NaOH 0,1 N/100 mL.
En la determinación de fósforo se ejecutaron 12 replicas por muestras y se realizó una
adición de estándar evaluando los resultados por medio de una prueba bilateral con un
95% de confianza obteniendo un t calculado de -1,452; p-valor 0,177 y el t tabulado es 2,28;
los resultados oscilaron desde 84,73 - 141,98 mg/100g. En la cuantificación de esporas de
bacilos mesófilos 4 muestras poseen más 100 UFC/g y 6 muestras presentan el mismo
comportamiento para esporas de bacilos termófilos. Para bacterias acido lácticas 3
muestras presenta más de 50 UFC/g. En el caso de mohos y levadura su crecimiento
1
estuvo por debajo del límite inferior de la Norma COVENIN 1337 que es de 10 UFC/g. En 8
muestras se encontró esporas de clostridios mesófilos y en 5 muestras hubo presencia de
esporas de clostridios termófilo.
P76
ORGANOPHOSPHORUS PESTICIDES ANALYSIS IN TEA USING SOLID
PHASE MICRO-EXTRACTION (SPME)
M. Brutti, G. D’Arco, R. Riccieri, T. Petrosino, F. Ventura, A. Bosi, D. Montesano, F. Blasi, L.
Cossignani, M.S. Simonetti, P. Damiani *
Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Farmacia, Dip. Scienze Economico-Estimative e
degli Alimenti, Sez. Chimica Bromatologica
*[email protected]
Tea (Camellia sinensis) is the most widely consumed beverage in the world for its
stimulating effect and medicinal properties. Among the factors limiting the quality and
quantity of tea production, the role of insect-pest is important. Organophosphorus pesticides
(OPs) constitute a class of pesticides extensively used on tea to control various pests during
cultivation and this widespread use could result in the presence of pesticide residues in tea
leaves and in their brew. The utilization of this class of pesticides is favored because
generally less persistent and less likely to biaccumulate than organochlorine pesticides.
Although OP insecticides demonstrate rather low environment persistence they are highly
toxic to many non-target-organisms, therefore, the occurrence of pesticide residues in tea
should be continuously monitored and, to prevent any health problem to consumers, various
international authorities have regulated the use of pesticides by fixing maximum residue
levels (MRLs) for commercial purposes. This work describes a procedure to analyze eight
OPs (chlorpyrifos, chlorpyrifos-methyl, dimethoate, omethoate, malathion, parathion,
parathion-methyl and pirimiphos- methyl) in some different types of tea (green, black, white)
with different origin, using SPME to extract OPs and performing High Resolution Gas
Chromatography (HRGC) equipped with a nitrogen-phosphorus detector (NPD) to analyze
them. SPME is a relative new technique able to extract and concentrate polar and apolar
organic molecules of analytical interest in a variety of matrices. The combination of SPME
with HRGC-NPD represents a rapid, sensitive and selective method for the determination of
OPs in tea without the use of any solvents.
P77
STUDY OF THE ISOMERIZATION OF MONOACYLGLYCEROL CLASSES TO
ASSESS THE ALTERATION STATUS OF AN OLIVE OIL
R. Riccieri, A. Bosi, G. D’Arco, F. Ventura, M. Brutti, T. Petrosino, F. Blasi, D. Montesano,
M.S. Simonetti, L. Cossignani, P. Damiani*
Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Farmacia, Dip. Scienze Economico-Estimative e
degli Alimenti, Sez. Chimica Bromatologica
*[email protected]
In the field of research about partial acylglycerols and the evaluation of their significance in
order to verify the entity of alteration status of a virgin olive oil, the study of the “partial
acylglycerol chain” can assume a notable significance; to complete this study, the
monoacylglycerol fraction is here considered. The lipases contained into the minced drupe,
especially during the process of oil extraction, can deacylate triacylglycerols; since these
enzymes are specific for the sn-1- and sn-3- positions, in the olive oil traces of sn-2
monoacylglycerols can be found.
The sn-2- isomers quickly tend to isomerize towards the more termodinamically stable sn1(3)-isomers. So, the ratio of these group/classes (sn-1(3)- on sn-2-) could be useful to
study the isomerization process and therefore to evaluate the alteration status [and also the
“age”] of an olive oil.
From what previously described, it’s understandable that the monoacylglycerol % content is
very small in an extra-virgin olive oil (from some experiences 0 – 0,05/0,10 mg), so the
process of isolation of the classes of this partial acylglycerol fraction from a natural matrix is
not easy. Since most of chromatographic extraction techniques, to furnish significant results,
need of, often not completely useful, expedients (as addition of boric acid to minimize
isomerization phenomena), it’s clear that the study of this phenomenon on a natural matrix
can be very difficult. The few data recovered, obtained from some researchers, always show
a relative high ratio of sn-1(3)-/sn-2 monoacylglycerols, thus confirming the above cited
characteristics of the isomerization process (sn-2-⇔ sn-1(3)-), tending towards a higher sn1(3)- monoacylglycerols production.
For all these reasons the aim of the work is to study the process of isomerization on a
“model system”, starting from a known quantity of the sn-1(3)- and sn-2- classes, obtained
from the deacylation of an extra-virgin olive oil triacylglycerol and storing the pool of
monoacylglycerols at room temperature. Monoacylglycerols are analyzed by HRGC,
derivatized as isopropylydens and/or silyl derivatives.
P78
A NEW NP-HPLC SEPARATION OF MONOACYLGLYCEROL
DIASTEREOMERIC DERIVATIVES FOR THE STEREOSPECIFIC ANALYSIS OF
TRIACYLGLYCEROLS
T. Petrosino, F. Ventura, A. Bosi, G. D’Arco, R. Riccieri, M. Brutti, D. Montesano, F. Blasi,
M.S. Simonetti, L. Cossignani, P. Damiani*
Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Farmacia, Dip. Scienze Economico-Estimative e
degli Alimenti, Sez. Chimica Bromatologica
*[email protected]
An innovative procedure to separate the three isomeric classes of sn-monoacylglycerols (sn1-, sn-2-, sn-3-) is described. Triacylglycerols are partially deacylated by ethyl magnesium
bromide and the obtained monoacylglycerols are separated from the other reaction products
by a thin-layer chromatography on silica gel plates, previously impregnated with boric acid to
minimize isomerization phenomena. The monoacylglycerols, obtained from a single silica
band after the above cited hydrolytic process, are derivatized with (S)-(+)-1-(1-naphtyl)ethylisocyanate and the resulted urethane-derivatives are separated by NP-HPLC. This chiral
reagent allows to solve as diasteroisomers the two enantiomeric classes obtained from the
deacylation (sn-1- and sn-3- monoacylglycerols) and it makes no necessary the use of a
chiral column. Moreover, introducing a chromophoric moiety, this reagent makes possible a
UV detection of the considered molecules; after their detection using a non-destructive
detector [UV at 280 nm], the single urethane classes are isolated by the collection of several
injections and their fatty acid composition is valued by HRGC; the obtained results can be
used for the stereospecific analysis of the triacyl-sn-glycerol fraction by means of a simple
equation. Besides for the stereospecific analysis, this procedure can be profitably used to
value the alteration status of a lipidic matrix, when the % contents of the three
monoacylglycerol classes can be determined after an isolation procedure of these classes
from the matrix without their isomerization.
P79
Utilizzo di biopackaging innovativi per preservare le proprietà
chimico-fisico, nutrizionali e sensoriali di prodotti dolciari tipici
al fine di migliorarne la shelf-life.
M. G. Volpe*, V. Nicolais, R. Imperato, L. Rastrelli
*Istituo di Scienze dell’Alimentazione del CNR di Avellino
Dipartimento di Scienze Farmaceutiche – Università di Salerno
I prodotti dolciari tradizionali della nostra regione spesso soffrono di una carente
caratterizzazione degli ingredienti e di una shelf-life poco idonea per una promozione e
valorizzazione degli stessi verso nuovi mercati a causa dell’insorgere di fenomeni
degradativi.
Una conservazione più lunga dei prodotti da forno, con l'aumento della "shelf life" è un
problema la cui soluzione incide enormemente sull'economia di un'azienda, spesso a
conduzione familiari come quelle del settore dolciario.
Per "conservare" s'intende il mantenere integre tutte le caratteristiche organolettiche,
preservare i prodotti dalle muffe e da alterazioni chimico-fisiche, non influenzando
l'emollienza, sofficità e freschezza.
Molti fenomeni che conducono all'alterazione dei prodotti dolciari sono tutti ascrivibili a fatti
di natura microbiologica ed enzimatica. Premesso che per la proliferazione dei
microrganismi l'acqua è l'elemento essenziale alla loro sopravvivenza e sviluppo, questo
fabbisogno dipende quantitativamente dalle specie e da alcuni fattori quali il pH, la
composizione del mezzo, la disponibilità di ossigeno, la temperatura e la presenza di
sostanze inibenti. Quanto più il mezzo è ricco di sostanze nutritive, tanto più il valore minimo
dell’attività dell’acqua, Aw, sufficiente per la proliferazione, si abbassa. La presenza dei
batteri e delle muffe e le conseguenti alterazioni chimico-fisiche, possono comportare effetti
negativi di notevole importanza sulla produzione e la shelf-life dei prodotti dolciari. Per
ciascun tipo di microrganismo esiste un limite di "attività dell'acqua" al di sotto del quale i
batteri, i lieviti e le muffe sono incapaci di utilizzare l'acqua (legata) e quindi sono incapaci di
moltiplicarsi. Con riferimento a questi principi, per prodotti alimentari ad umidità intermedia
come sono i prodotti dolciari, la tecnologia consente di realizzare un sistema con un
contenuto in “acqua libera” inferiore ai livelli minimi di disponibilità per i microrganismi,
sufficiente però a rendere il prodotto consumabile direttamente, senza la preventiva
reidratazione. Si può così realizzare un prodotto dolciario che durerà di più e nello stesso
tempo più gradito per il consumatore. Il controllo del parametro di Aw consentirà quindi di
escludere a priori la possibilità di sviluppo dei patogeni.
La risoluzione di queste problematiche è affrontata dal gruppo proponente con un
packaging innovativo, biodegradabile, in grado di preservare il profilo aromatico e sensoriale
e di allontanare solo l’’acqua in eccesso, nell’ottica di quanto sopra descritto.
Alla luce di quanto detto, si stanno mettendo a punto packaging biodegrabili ottenuti da fonti
rinnovabili in grado di limitare i fattori degradativi che influenzano la conservabilità. Inoltre,
trattandosi di prodotti dolciari tradizionali a base di nocciole, castagne, miele, cioccolato ecc.
si cercherà di ottimizzarne la stabilità con packaging edibili, che non alterino in maniera
rilevabile le caratteristiche organolettiche al fine di ottenere per un prodotto finale che
conservi la tipicità della terra di origine. La problematica, quindi, sarà affrontata a partire
dagli ingredienti per i quali si utilizzeranno packaging edibili che, lasciando inalterato il
sapore, garantiranno una maggiore fragranza all’interno del prodotto.
P80
VALUTAZIONE PER VIA CHIMICA DEL GRADO DI INQUINAMENTO DEL
COMPARTO AGRICOLO-INDUSTRIALE DELLA PIANA DEL FUCINO
M. Fanelli, M. Maggi, P. Mazzeo,* E. Paoletti, F. Ruggirei, A. A. D'Archivio.
Dipartimento di Chimica, Ingegneria Chimica e Materiali dell'Università dell'Aquila
* [email protected]
La Piana del Fucino rappresenta sostanzialmente l'area emersa dalla bonifica del lago
Fucino conclusasi nel 1875. Essa è situata a circa 700 m sul livello del mare in una conca in
tramontana Prima della bonifica, il lago occupava una superficie di 150 km2 e presentava
una profondità massima di 22 m. Il suo bacino idrografico si estendeva, escludendo la
superficie del lago, per circa 710 km2 ed era alimentato da acque di infiltrazione e da nove
torrenti. Tale area, dopo il prosciugamento, è stata destinata ad una intensa attività; agricola
con conseguente sviluppo di attività industriali collaterali.
Questo ha naturalmente comportato un enorme impiego di pesticidi e fertilizzanti ed il
relativo inquinamento ambientale, con particolare riguardo al comparto idrico superficiale e
sorgivo. Scopo della nostra ricerca è stato il monitoraggio dello stato di inquinamento
dell’area interessata. I parametri chimici presi in considerazione per tale studio sono stati la
+
determinazione dei pesticidi mediante HPLC, di composti ionici quali Cl , NO2 , NO3 , NH4
per via spettrofotometrica e volumetrica, di metalli quali ferro e manganese attraverso
spettrofotometrica di assorbimento atomico. Sono stati anche determinati altri parametri
quali temperatura, conducibilità, ossigeno disciolto e pH.
Di tutti i dati è stata esaminata la variabilità stagionale. Si è infine proceduto alla valutazione
della mobilità di pesticidi nella Piana del Fucino mediante studi di lisciviazione in colonne di
suolo.
P81
EL GOFIO CANARIO: ALIMENTO IDENTITARIO EN LAS MARGENES DEL
ATLANTICO LATINOAMERICANO
C. Jiménez Rodríguez,* M. Achón y Tuñón.
Universidad San Pablo-CEU (España)
*jjimé[email protected]
INTRODUCCION: Hoy día cuando nombramos dicho elemento, sostén fundamental y
primigenio de nuestra alimentación, somos conscientes de ser los depositarios de la
herencia de un valor cultural casi beatífico, común denominador del alma isleña, que nos
cohesiona a pesar de la fragmentación y fragilidad de nuestro territorio y de los avatares de
la historia.
OBJETIVOS: Es conocido, a pesar del proceso galopante de globalización que todo lo
impregna y modula, que determinados productos alimenticios identifican, proporcionan
características identitarias a los países o territorios. Presentamos a través de la presente
comunicación el alimento identitario por excelencia del archipiélago canario, el gofio, que,
así mismo, impregna gran parte de los territorios latinoamericanos.
METODOLOGÍA: La metodología utilizada en el presente estudio ha sido de carácter
cualitativo con un enfoque antropológico, analizando una bibliografía diversa que ha
abarcado aspectos de carácter histórico, etnográfico, lingüístico, sociológico, cultural,
musicológico, literario, etc.
RESULTADOS: En nuestro archipiélago canario, la utilización del gofio está tan
generalizada en los hábitos alimentarios y culinarios que, prácticamente abarca su
utilización en cualquiera de los momentos alimenticios cotidianos de los canarios, a saber:
desayuno, comida, merienda y, en menor medida, la cena. Bien es verdad que los hábitos
globalizados, con la introducción de la comida basura y la comida rápida ha relegado, en
cierta medida, su uso a determinadas generaciones. No obstante, en los últimos años, se
ha producido una cierta recuperación de dichos hábitos alimenticios en generaciones más
jóvenes, incluso, su utilización en lactantes.
P82
CONTROL DE CALIDAD DEL TE DE YACON, SMALLANTHUS SONCHIFOLIUS
(ASTERACEAE).
M. I. Mercado,* A. Grau, G. Ponessa.
Becaria del CONICET - Pasante Inst. de Morfología Vegetal Fundación Miguel Lillo ,
Tucuman, Argentina.
*[email protected]
Smallanthus sonchifolius (Poepp. & Endl.) H. Robinson (Astereaceae, Heliantheae),
conocida vulgarmente como yacón, es una planta herbácea, perenne, cultivada
tradicionalmente en los Andes desde Colombia al Noroeste Argentino, recientemente
difundida en el mundo por sus propiedades alimenticias, dietéticas y medicinales. Sus
raíces constituyen un alimento hipocalórico y prebiótico, mientras que sus hojas son
empleadas en la preparación de una infusión en forma de té medicinal con propiedades
hipoglucemiantes y antioxidantes.
El objetivo del presente trabajo es realizar un estudio del té de yacón a fín de determinar
caracteres organolépticos y anatómicos de valor diagnóstico para estudios de control de
calidad. Se emplearon muestras de té provenientes de Capao Bonito (San Pablo, Brasil),
que fueron analizadas mediante técnicas histológicas convencionales.
S. sonchifolius en vista superficial presenta estomas anomocíticos sobreelevados,
epidermis con células de paredes sinuosas (adaxial) a muy sinuosas (abaxial), cutícula lisa
delgada, tricomas eglandulares pluricelulares uniseriados; flexuosos (sin células basales) y
rígidos (células basales en rosetas) y glandulares pluricelulares con pie biseriado y cabeza
globosa bicelular. En sección trasversal la hoja es anfiestomática, dorsiventral con 1-2
estratos empalizada con células con forma de H; esponjoso compacto (contenido lipídico).
Se intentó realizar cortes transversales de los fragmentos de nervaduras, los mismos
colapsaron al momento del corte, permitiendo reconocer sólo material disgregado de vasos
xilemáticos anillados, que no poseen valor diagnóstico.
Caracteres de valor diagnóstico coincidentes con lo publicado anteriormente son: epidermis
con células poliédricas de paredes anticlinales sinuosas a muy sinuosas en la epidermis
adaxial y abaxial respectivamente, estomas anomocíticos sobreelevados, tricomas
glandulares y eglandulares, presencia conductos esquizógenos, células con forma de H e Y
en el parénquima en empalizada del mesófilo.
P83
SURVEY ON DIURETIC PLANTS OF THE NORTH AMERICA: PRELIMINARY
RESULTS.
F. J. A. Bacelar,1 T. G. S. Barboza,1 A. M. Morais,1 M. F. Oliveira,1 V. S. Ribeiro,1 E. L.
2
3
Araújo, C. Castro-Chaves. *
Universidade Federal de Pernambuco
*[email protected]
The therapeutic use of plants is a frequent worldwide practice. Although diuretic, antilithiasic
and uricosuric properties have been attributed to medicinal plants to treat cardiac and renal
ailments, the scientific knowledge of diuretic plants is very limited. This review mints to know
and inform the scientific names of diuretic plants most employed in North America, with their
more common used parts, forms of and mode of administration, side effects, toxicity and the
diuretic effect confirmation. Thus, plants cited as diuretic and/or to treat anasarca, edema
and dropsy were searched, initially, in selected nineteen monographs. For each author, the
scientific names of plants cited as above were listed, together with the botanical families and
popular names. Three hundred and-fifty one names of plants were cited as above, and the
most cited were: Taraxacum officinale Weber (21.15%); Arctostaphylos uva ursi Spreng,
Plantago major L. and Urtica dioica L. (15.38%); Equisetum arvense L. (13.46%); Arctium
lappa L., Juniperus communis L., Petroselinum crispus (Mill.) Nyman ex A.W. Hill and Zea
mays L. (11.54%); Apium graveolens L., Asclepias syliata L., Cytisus scoparius L., Gauteria
procumbens L., Humulus lupus L., Inula helenium L., and Serenoa repens Bartr. (9.62%);
Chimaphila umbellata L., Convalaria majalis L., Daucus carota L., Filipendula ulmaria
Maxim., Hydrastis canadensis L., Iris versicolor L., Levisticum officinale W.D.J.Koch,
Mitchella repens L., Nerium oleander L., Sambucus canadensis L., Sassafras albidum Nutt.,
and Thuja occidentalis L. (7.69%). Their botanical families, ordered by number of citation,
were: Asteraceae (20); Compositae (18); Rosaceae (13); Ranuculaceae (12); Labiatae and
Liliaceae (11); Apiaceae (10); Fabaceae and Rubiaceae (9); Apocinaceae (8); Ericaceae,
Lamiaceae and Rutaceae (7). The most used parts, forms of and mode of administration,
side effects, toxicity and the diuretic effect confirmation will help the choice of diuretic plants
for treatment and research.
P84
LA FLORA MEDICINAL DE CUBA: UN POTENCIAL AÚN NO EXPLOTADO
PLENAMENTE
V. Ramón Fuentes Fiallo
Instituto de Investigaciones en Fruticultura Tropical. Ministerio de la Agricultura
ma
Ave 7 No. 3005 entre 30 y 32, Miramar, La Habana 11 300, Ciudad Habana, Cuba
LINK: Avenida 93 No. 8006, entre 80 y 82, Güira de Melena, CP 33600. La Habana, Cuba.
[email protected]
Para Cuba se refieren 1241 especies (97 de ellas endémicas -7,8%-) de plantas vasculares con
propiedades medicinales comprobadas o atribuidas, las que pertenecen a 724 géneros de 172
familias.
Si bien algunas de las especies referidas como medicinales en Cuba son plantas exóticas
cultivadas o naturalizadas, no es menos cierto que una parte considerable de las mismas
corresponde a especies silvestres que habitan en diversas formaciones vegetales.
De las especies vasculares referidas como medicinales para Cuba, 18, de igual cantidad de
géneros y familias, poseen categorías de amenazadas : 4 en peligro crítico, 7 en peligro, 6
vulnerables, y una en categoría de amenaza aún no definida. Salvo tres, todas las especies
amenazadas son endémicas.
A pesar de que durante las últimas décadas se ha intensificado la evaluación de la flora
medicinal de Cuba y muchas especies han sido evaluadas fitoquímica, farmacológica y
toxicológicamente, algunas de las cuales están autorizadas para ser empleadas en el Sistema
Nacional de Salud, la mayor parte de las especies consideradas como medicinales en Cuba,
requiere de estudios que verifiquen las propiedades medicinales atribuidas popularmente.
Si se considera la riqueza de la flora cubana, con más de un 50% de endemismo, resulta
evidente que la utilización de especies medicinales en el país, está muy por debajo de su
potencialidad real de uso.
El presente trabajo ofrece información sobre la composición y utilización de la flora medicinal
en Cuba.
P85
ESTUDIO ETNOBOTÁNICO DE ESPECIES MEDICINALES EN LA COMUNIDAD
INDÍGENA “SARAGURO” DE LA PROVINCIA DE LOJA
V. Morocho,1 F. Tinitana,2 O. Malagón,1* T. Zaragoza,1 C. Armijos,1 M. Medina,3 I. Medina,
3
3
3
3
4
D. Chalán, C. Loján, C: Lavanda, P. Minga, J. Cartuche.
1
Planta de Productos Naturales-Universidad Técnica Particular de Loja
2
Herbario UTPL-Universidad Técnica Particular de Loja
3
Miembros del Preconsejo de Jambiyachacks del cantón Saraguro
4
Departamento de Salud Indígena-Dirección Provincial de Salud de Loja
*[email protected]
El estudio etnobotánico de plantas medicinales en la comunidad indígena Saraguro se
realizó recabando información con los curanderos del sector (Jambiyachacks), los cuales
fueron acreditados por el Departamento de Salud Indígena, de la Dirección Provincial de
Salud de Loja. Se recolectaron un total de 174 especies medicinales, correspondientes a 66
familias. La familia con el mayor número de especies útiles es Asteraceae (26 spp.),
Fabaceae (6 spp.), y el menor número de especies útiles corresponde a Viscaceae con una
especie.
La especie medicinal con mayor frecuencia de uso es Rumex tolimensis (Gulac de cerro),
con ocho diferentes usos medicinales y, la de menor frecuencia Viola odorata (Violeta) un
uso medicinal.
Se detectaron un total de 88 usos medicinales, los más comunes están relacionados a “uso
mitológico” (9.12%), “los nervios” (8.29%) y “reumatismo (3.87%) y la menos tratada es
migraña con el (0.28%).
Igualmente se encontraron trece formas de preparación para tratar las diferentes
enfermedades, hervida (36.65%), machacada (27.89%) e infusión (12.05%); y sin
preparación (1.2%), que equivale a tres especies que se utilizan directamente sin
tratamiento alguno. Se encontraron 11 formas de administrar los preparados, en bebidas
(53.04%), baños (11.74%), limpias (10%), aplicación local (9.57%) y comestible (0.43%).
Generalmente se utiliza toda la planta (38.51%) para la preparación de los diferentes
“remedios”, la flor (15.52%) y en menor porcentaje la raíz (0.57 %).
La mayoría de las especies utilizadas provienen de cultivos (63.22%) es decir plantas
manejadas por cada “Jambiyachack”, la mayor cantidad de estas especies provienen del
sitio Lagunas (34.48%), Kiskinchir (18.39%). El resto de especies (36.78%) son silvestres.;
recolectadas en Cerro de Gañil (10.92%) y Peña negra (0.57%).
De las 174 especies encontradas, 98 son nativas, 67 son introducidas y 9 son endémicas,
correspondientes a hierbas (56.32%), (29.31%) arbustos, (12.64%) árboles, epifitas (1.15%)
y lianas (0.57%).
Además del estudio realizado con los Jambiyachacks se realizaron 55 entrevistas a
personas, registrándose el uso de 71 especies, de las cuales 12 no fueron reportadas como
útiles por los Jambiyachacks. El conocimiento sobre el uso de estas plantas ha sido
transmitido de generación en generación por parientes, padres a hijos (80%), el 19%
restante ha adquirido los conocimientos de: Jambiyachacks, profesores, vecinos y un 1%
por medio de charlas informativas desarrolladas en la comunidad.
P86
OXIDATION OF PENTANEDIONE (PD) AND 3-METHYL-PENTANEDIONE
(MEPD) CATALYSED BY HORSERADISH PEROXIDASE (HRP): A PROPOSAL
FOR ANTIBODY-DIRECTED ENZYME PRODUG THERAPY
A. P. Rodrigues,1 V. F. Ximenes,2 O. M. M. F. Oliveira,3 L. M. da Fonseca,1 I. L. Brunetti1
1
Department of Clinical Analysis, School of Pharmaceutical Sciences - Araraquara, SP
2
Department of Chemistry, Faculty of Sciences - Bauru, SP
3
Department of Biochemistry and Chemistry Tecnology, Institute of Chemistry - Araraquara,
SP
UNESP - São Paulo State University, Brasil.
[email protected]
Antibody-directed produg therapy (ADEPT) has featured in several experimental studies
focused on the destruction of tumor cells, as an alternative to systemic cytotoxic
(antiproliferative) drugs. In this technique, the produg is activated by exogenous enzymes
delivered to tumor cells via monoclonal antibodies (MAb). In this context, horseradish
peroxidase (HRP) and indole-3-acetic acid (IAA) constitute one of the most often cited
systems of enzyme and prodrug applied to destroy tumor cells with HRP – MAb conjugates.
Peroxidases are unspecific enzymes and several molecules can be oxidized by the active
forms HRP-I and HRP-II in the classic peroxidase cycle, which depends on hydrogen
peroxide or organic hydroperoxides. On the other hand, only NADH, dihydroxyfumarate and
the plant auxin IAA have been described as substrates for HRP in a reaction independent of
hydrogen peroxide. The objective of this work was to study the mechanism by which βdicarbonyl compounds are oxidized by HRP and explore possible applications. We
demonstrated by measuring oxygen uptake, that the dicarbonyls PD and 3-MePD (3 mM)
can also be oxidized by HRP (0.5 μM) in the absence of peroxide, in phosphate buffer pH
7.4, consuming 50% (for PD) or 100% (for 3-MePD) of the oxygen present in solution in 5
minutes of reaction, compared to less than 10% of other β-dicarbonyl compounds (dimedon
and acetoacetate), under the same conditions. It was also observed, in the absorption
spectrum during the reaction course with PD and 3-MePD, that the native enzyme was
transformed to HRP-III; moreover, the reaction produced reactive oxidant species (ROS),
detected by luminol-dependent chemiluminescence. The integrated light emission in the
reaction of PD or MePD (1 mM) with HRP (0.01 μM), using luminol (0.1 mM), in phosphate
buffer pH 7.4, was about 700 times (for PD) and 4 times (for 3-MePD) greater than that for
dimedon and/or acetoacetate, in the same reaction conditions. Believing that the oxidation of
PD catalyzed by HRP might be useful in the ADEPT technique, we tested the cytotoxicity of
the PD/HRP system in leukocytes, by employing the trypan blue exclusion assay. The
combination of PD and HRP caused a fivefold increase in cytotoxity power, compared to PD
alone. In summary, it was observed that PD behaves as a substrate for HRP in a hydrogen
peroxide-independent reaction, producing ROS and exhibiting cytotoxicity. Finally, PD
and/or 3-MePD could be a starting point for the design of new drugs based on HRP –
related ADEPT techniques.
P87
NICOTINE ENHANCED OXIDATION OF LOW DENSITY LIPOPROTEIN BY THE
MYELOPEROXIDASE/H2O2/CL- SYSTEM AND ITS LIPIDS COMPONENTS BY
HOCL.
N. M. Khalil,1 O. M. M. F. Oliveira,2 I. L. Brunetti1
1
2
Department of Clinical Analysis, School of Pharmaceutical Sciences - Araraquara, SP
Department of Biochemistry and Chemistry Tecnology, Institute of Chemistry- Araraquara,
SP
UNESP – São Paulo State University, Brasil.
[email protected]
Nicotine is an alkaloid composed of a pyridine and a pyrrolidine ring and is one of the main
components of cigarette smoke. It is known that nicotine induces oxidative stress both in
vitro and in vivo, and it has been proposed that tertiary amines, as nicotine, trimethylamine
+
+
and quinine, react with hypochlorous acid (HOCl) to form reactive Cl adducts (R3N -Cl,
+
reactive quaternary chlorammonium ions) that readily release Cl , increasing the formation
of chlorinated/oxidized products. Human neutrophils generate HOCl from chloride ions (Cl )
and H2O2, in a reaction catalyzed by myeloperoxidase (MPO). HOCl is one of the main
antimicrobial agents used to destroy pathogens within phagolysosomes and is a potent
oxidizing agent, which plays a cytotoxic role against tumor cells and can also oxidize
proteins, nucleic acids and lipoproteins in vivo. It has been proposed that the interaction
between nicotine and HOCl may promote atherogenesis and tissue damage in smokers. In
this study, we tested the effect of nicotine on the oxidation of low density lipoprotein (80
μg/mL of protein; LDL), using the MPO (1nM)/ H2O2 (0.5 mM)/Cl (0.14 M) system in pH 7.4
phosphate buffer, and on its lipid components, using HOCl directly. Nicotine, in micromolar
concentrations, enhanced the oxidation of tryptophan, either present in LDL or free (0.1mM),
in solution, using the MPO/ H2O2/Cl system, in pH 5.5 acetate buffer. Nicotine (0.1 – 1.0
μM) also decreased conjugated diene formation and oxygen consumption in a methyl
linoleate (1.3 and 10 mM, respectively)-HOCl (1 mM) system, and there was evidence to
suggest an increase in chlorohydrin formation. Acceleration of the oxidation of vitamin E (5
mM) by HOCl (0.05 mM) is also observed in the presence of nicotine (0.1-5.0 μM). These
data show that nicotine can promote significant biochemical modifications in components
involved in the pathogenesis of cardiovascular and other diseases.
P88
ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA DEL EXTRACTO ALCOHÓLICO Y LOS
COMPUESTOS PUROS AISLADOS DE LA ESPECIE VISMIA BACCIFERA
(GUTTIFERAE)
(ANTIBACTERIAL ACTIVITY OF THE ALCOHOLIC EXTRACT AND THE
ISOLATED COMPOUNDS FROM VISMIA BACCIFERA, GUTTIFERAE)
F. Salas,1 J. Rojas,1* J: Velasco,2 A. Morales.1
1
Grupo Biomoléculas Orgánicas, Instituto de Investigaciones. Universidad de los Andes.
Mérida. VENEZUELA-5101
2
Departamento de Microbiología y Parasitología. Facultad de Farmacia y Bioanálisis.
Universidad de los Andes. Mérida. VENEZUELA-5101
*[email protected]
El género Vismia pertenece a la familia Guttiferae. Se encuentra distribuido en América
Central y del Sur. En Venezuela está representado por quince especies distribuidas en
todo el territorio. Son arbustos o árboles pequeños de corteza color marrón. Contiene un
látex color naranja y ha sido utilizado en la medicina tradicional para el tratamiento de
herpes, hongos, tiña, Leishmaniasis, escabiosis, eczemas, purgante, febrífugo, y
antirreumático. Estudios fitoquímicos han revelado la presencia de terpenos, lignanos,
esteroles, flavonoides, quinonas, santonas, benzofenonas y cumarinas. La presente
investigación tiene como objeto aislar, purificar y caracterizar los compuestos químicos
presentes en la especie Vismia baccifera y determinar su actividad antibacteriana. Esta
especie fue recolectada en la finca “Los Topes”, Chiguará, Estado Mérida-Venezuela, en
febrero de 2003. El material botánico seco y molido (2,3 Kg) se dejó en maceración con
alcohol isopropílico por 3 días. El extracto alcohólico fue concentrado y purificado por
cromatografía en columna usando n-hexano y luego mezclas en polaridad creciente (nhexano, diclorometano, metanol). Los compuestos puros aislados (Sesamina, Friedelina y
Vismiaquinona) fueron caracterizados usando las técnicas espectroscópicas IR, RMN 1H,
13
RMN C y EM. La actividad antibacteriana se determinó por el método de difusión en agar
con discos. La concentración inhibitoria mínima se determinó solo contra los
microorganismos que mostraron zonas de inhibición. Se incluyó un control negativo y los
ensayos se realizaron por duplicado. Los resultados revelaron el potencial antibacteriano
de la especie V. baccifera contra los microorganismos S. aureus E. faecalis y P.
aeruginosa, agentes etiológicos de infecciones nosocomiales con incremento en la
resistencia a los antibióticos comerciales, representando una alternativa terapéutica. Este
es el primer reporte sobre actividad antibacteriana de Vismia baccifera var dealbata.
P89
PHARMACOLOGICAL STUDY OF ANA ALKALOIDICAL RICH FRACTION
ISOLATED FROM ASPIDOSPERMA ULEI MARKGR.
A. Rolim Campos,* R. C. Pereira de Lima Júnior, D. Esdras de Andrade Uchôa, E. Rocha
Silveira, V. Satyanarayana Rao**
Regional University of Cariri
* [email protected]; ** [email protected]
The genus Aspidosperma (Apocyanaceae) is known to be rich in yohimbine type of indol
alkaloids. This study was aimed to evaluate the alkaloid rich fraction (SF3-5) obtained from
Aspidosperma ulei Markgr. root bark for its general toxicity, behavioral effects in mice and a
possible proerectile activity. Acute toxicity tests were performed to determine the LD50 in
mice and LC50 with Artemia sp. Behavioral effects were studied in the tests of open-field,
hole-board, plus-maze, rota-rod, forded-swimming, and on barbiturate-induced sleeping time.
The estimated values of i.p. LD50 in mice and LC50 with Artemia sp. were in the order of
400 mg/kg, and 3.94 ug/ml, respectively. Behavioral tests in mice revealed a general
stimulant activity of SF3-5 on CNS but demonstrated no motor impairment in rota-rod test.
At 25 mg/kg intraperitoneal injection of SF3-5, penile erections were evidenced in 75% of
the mice. This effect was completely abolished by pretreatment with clonidine (a2–
adrenoceptor agonist) or haloperidol (dopaminergic antagonist) and only partially inhibited
by L-NAME (nitric oxide synthase inhibitor) and by methylene blue (soluble guanylate
cyclase inhibitor). SF3-5 also abrogated the fluoxetine-induced depression in sexual
behavior. Our results indicate that SF3-5 manifests stimulant effect and pro-erectile activity
possibly involving central (dopaminergic, adrenergic and nitriergic systems) mechanisms.
These data also suggest that Aspidiosperma ulei Markgr. can be explored as an alternative
for the treatment of erectile dysfunction. The study further warrants the identification and
isolation of the active chemical compound present in SF3-5, responsible for the
pharmacological activity.
P90
EL MECANISMO DE ACCIÓN ANTI-INFLAMATORIA DEL EXTRACTO DE
MANGIFERA INDICA L (VIMANG®) ESTÁ BASADO EN LA INHIBICIÓN DE LA
CITOCINA PRO-INFLAMATORIA TNFα Y EL FACTOR DE TRANSCRIPCIÓN
NUCLEAR NF-κB
G. Garrido,1* D. García,1 Y. Lemus,1 J. Rodríguez,1 R. Delgado,1 E. Muñoz,2 J. M. Leiro.3
1
Centro de Química Farmacéutica. 200 y 21, Apartado Postal 16042, Atabey, Playa, La
Habana. Cuba.
2
Laboratorio de Inmunología, Universidad de Córdoba, España.
3
Facultad de Farmacia, Universidad de Santiago de Compostela, España
* [email protected]
La citocinas pro-inflamatoria factor de necrosis tumoral alfa (TNFα) y el factor de
transcripción nuclear κB (NFκB), desempeñan un papel importante en las respuestas
inmunes e inflamatorias. Específicamente, el NFκB participa en la regulación de genes que
codifican para citocinas
pro-inflamatorias (como TNFα), moléculas de adhesión,
quimiocinas, enzimas y factores de crecimiento. El extracto acuoso de la corteza del árbol
de Mangifera indica L. que se utiliza en Cuba bajo la marca registrada Vimang®, como
suplemento nutricional, contiene una mezcla definida de polifenoles, triterpenos, fitosteroles,
ácidos grasos y microelementos. Se ha publicado que este extracto presenta actividades
anti-inflammatoria, inmunomoduladora y antioxidante. Vimang®, administrado por vía oral
durante siete días, inhibió la producción de TNFα en ratones inyectados con LPS (0,125
mg/kg, i.p.) en un modelo de choque endotóxico, de manera dependiente de la
concentración. Se pudo comprobar que esta inhibición fue debida a la acción del extracto
sobre el transcripto primario de esta citocina en hígado y pulmón (determinado por Northern
blot en los órganos de estos animales). La producción de TNFα también fue inhibida en
cultivos de líneas macrofágicas RAW264.7, J774 y de microglía (N9) estimuladas con LPS
e IFNγ desde concentraciones de 1-200 μg/mL. Por otra parte, el extracto (25 μg/mL)
previno la degradación de IκB inducida por TNFα (determinada por Western blot) y el
enlace de NF-κB al ADN en el núcleo de la célula (determinado por EMSA en células
Jurkat). Además, el extracto (4-400 μg/mL) disminuyó los niveles de ARNm de NF-κB pero
no afectó la expresión de IκB, el inhibidor citoplasmático de NF-κB (determinado por RTPCR en macrófagos peritoneales activados). Conclusiones: El extracto de Mangifera indica
L. inhibe la producción de TNF a nivel de transcripto primario y modula la vía de NF-κB por
inhibición de este importante factor de transcripción y la inhibición de la degradación de IκB.
Este estudio pudiera ayudar a explicar a nivel molecular las actividades biológicas
atribuidas al extracto de la corteza de Mangifera indica L. (Vimang®).
P91
IN VITRO ANTIPROTOZOAL ACTIVITY OF THE ORGANIC EXTRACT AND
ISOLATED COMPOUNDS FROM AMBROSIA TENUIFOLIA SPRENGEL
(ASTERACEAE)
V. Sülsen,* S. Cazorla., F. Frank, E. Malchiodi, C. Anesini, J. Coussio,** V. Martino,*** L.
Muschietti****
Cátedra de Farmacognosia, Facultad de Farmacia y Bioquímica, Universidad de Buenos
Aires, (IQUIMEFA)-(UBA-CONICET), Junín 956 2°P (1113) Buenos Aires, Argentina.
***
* [email protected]; ** [email protected]; [email protected];
****[email protected]
American trypanosomiasis and leishmaniasis are a major worldwide health problem with
high endemicity in Latin America. The side effects and the emerging resistance to available
drugs has led to the urgent need for new therapeutic agents against these diseases. We
have already reported the trypanocidal activity of the organic extract (CH2Cl2-MeOH [1:1])
of Ambrosia tenuifolia as a result of our ongoing search on antiparasitic compounds from
natural sources.1 Based on this result a bioassay- guided fractionation was carried out for
the isolation of its active compounds. Column chromatography (CC) of this extract on Si
gel, afforded 5 fractions (F1-F5). The most active fraction, F4 (88.50 % of growth inhibition at
10 μg/ml) was further fractionated by CC on Sephadex LH-20 giving rise to compounds 1
and 2 from fractions F4(85-92) and F4(105-107) respectively. These compounds were identified
as
peruvin
(1)
(3aR,4aS,7aR,8S,9aR)-decahydro-7a-hydroxy-4a,8-dimethyl-3methyleneazuleno[6,5-b]furan-2,5-dione) and hispidulin (2) (5,7,4´-trihydroxy, 6-methoxy
flavone) by means of spectroscopic analysis (IR, UV, MS 1HRMN). IC50 (50% inhibitory
concentration) values of compounds 1 and 2 against epimastigote forms of Trypanosoma
cruzi were 2.07 μg/ml and 14.00 μg/ml respectively. Besides, hispidulin was active against
promastigote forms of Leishmania mexicana showing an IC50 value of 2.09 μg/ml.
Both compounds were tested for in vitro cytotoxic activity on lymphoid cell suspensions.
The CC50 (concentration required for 50 % cytotoxicity) values were 35 µg/ml for peruvin
and >50 µg/ml for hispidulin. This is the first time that the trypanocidal activity of 1 and 2
and the leishmanicidal activity of 2 are reported. Further in vivo studies and evaluation of
underlying mechanisms are required. Leishmanicidal activity of peruvin and identification of
other active compounds in the extract is now in progress.
Bibliografia
1. V. Sülsen, C. Güida, J. Coussio, C. Paveto, L. Muschietti, V. Martino. Parasitology
Research, 2006, 98, 370.
P92
AN EXTRACT OF APIUM GRAVEOLENS AND APIIN: COMPOSITION AND
POTENTIAL PROTECTIVE ANTI-INFLAMMATORY ACTIVITY .
T. Mencherini,1 G. Bianco,1 A. Cau,1 P. Picerno,1* G. Autore,1 R. Della Loggia,2 R. P.
1
Aquino.
1
Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Salerno - Via Ponte Don Melillo,
84084 Fisciano (SA)
2
Dipartimento di Economia e Merceologia, University of Trieste, Italy
[email protected]
Introduction
Apium graveolens L. var dulce (Umbelliferae) is an edible plant used as flavouring and
1
spice. Its volatile oil has been largely studied. The leaves contain antioxidant molecules
(flavonoids, α-tocopherol) and are used in folk medicine or as food in the mediterranean
diet.
The objective of this study was to assess the potential anti-inflammatory properties of a
polar extract from Apium graveolens leaves and its major constituents.
Methods: Polar extract (A) of A. graveolens was fractionated by chromatographic methods
(Sephadex and RP-HPLC) to isolate apiin, and apigenin and luteolin derivatives. The
structure of apiin was elucidated as 7-O-[β-D-apiofuranosyl-(1→2)-β-D-glucopyranosyl]5,7,4’trihydroxyflavone by spectral (NMR, MS) techniques. Increasing concentrations of A
(0.01-0.1 mg/ml) and apiin (0.005-0.05 mg/ml) were evaluated in vitro on Escherichia coli
lipopolysaccharide (LPS)-induced nitrite production (NO2 ) production and on inducible nitric
oxide synthase (iNOS) expression by Western blot analysis, in J774.A1 murine macrophage
cell line. The cytotoxicity of A and apiin was evaluated on J774.A1 and HEK-293 cell viability
2
by MTT assay. The in vivo topical anti-inflammatory activity of A was investigated using the
3
croton oil ear test in mice. Results and Conclusions: Extract A and apiin showed in vitro a
significant (P<0.001) inhibitory activity on nitrite production and iNOS expression in LPSinduced J774.A1 cells. In vivo extract A showed a significant anti-inflammatory effect (34%
edema inhibition at 300 mg cm-2) in comparison to indometacin (51% edema inhibition at
100 mg cm-2) as reference drug. The results showed that polar extract of A. graveolens
contains apiin and a series of other phenols that may all contribute to the biological activity
of the extract, providing a support to the use of the plant against inflammatory and oxidative
based disorders.
Bibliografia
1. Rao et al J. Food Sci. Techn. 2000, 37, 631. Deng et al. Chromatographia, 2003, 57, 805.
2. Picerno P; Autore, G; Marzocco, S; Meloni, M; Sanogo, R; Aquino, R J. Nat. Prod, 2005,
68, 1610.
3. Tubaro, A, Dri, P, Delbello, G, Zilli, C, Della Loggia, R Agents Action, 1985, 17, 347.
P93
STUDIO FITOCHIMICO E FARMACOLOGICO DI LOPHOPHYTUM LEANDRI
EICHL.
L. De Martino, A. Bracci, V. De Feo*
Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Salerno,
via Ponte don Melillo, 84084 Fisciano (Salerno)
* [email protected]
Lophophytum leandri Eichl. è una pianta appartenente alle Balanophoraceae, una famiglia
di specie oloparassite, poco note dal punto di vista fitochimico e farmacologico.
Lophophytum leandri è una specie parassita epirriza, con le radici che spesso si evolvono in
austori, che si introducono nell’ospitante stabilendo con esso una rete di connessione tra i
tessuti conduttori e sottraendogli sali minerali e acqua. Nell’ambito di ricerche sulle piante
adoperate nella medicina tradizionale del nord dell’Argentina si è intrapreso lo studio
chimico e biologico di L. leandri. Il decotto del rizoma della pianta è utilizzato per le sue
proprietà diuretiche. Precedenti studi riportano che i principali costituenti del rizoma del
Lophophytum leandri appartengono alla classe dei flavonoidi1,2 mentre non esiste in
letteratura nessuno studio farmacologico riferito a questa specie. Anche il genere
Lolphohpytum è poco conosciuto dal punto di vista fitochimica ed in esso è stata riportata la
presenza di composti polifenolici.3 Il rizoma di L. leandri è stato estratto con metanolo Il
residuo è stato frazionato mediante cromatografia di esclusione molecolare su colonna di
Sephadex. Sia l’estratto che le singole frazioni cromatografiche (R1-R8) sono state testate
in vivo su ratti adulti maschi, di peso medio di 250 grammi, utilizzando il test di Lipschitz,
per valutare l’attività diuretica. Le frazioni più attive (R2 e la R4), che mostrano un
incremento nella produzione di urina rispetto ai ratti di controllo rispettivamente del 18,3% e
del 14,7%, sono state purificate mediante HPLC e i singoli composti sono stati caratterizzati
mediante spettroscopia di risonanza magnetica nucleare.
Bibliografia
1. K. Weinges, R. Kolb, P. Kloss. Phytochemistry, 1971, 10, 892.
2. P. Kloss, Naturwissenschaften, 1967, 54, 472.
3. R.R. Paris, M.N. Alexis, G. Faugeras, H. Jacquemin, Pharmaceutica Acta Helvetiae, 1978,
53, 130.
P94
COMPOSIZIONE CHIMICA E ATTIVITÀ ANTIBATTERICA DELL’OLIO
ESSENZIALE DI PEPEROMIA GALIOIDES HBK.
A. J. Belaunde,1 L. De Martino, 2 E. Mancini,2 V. De Feo.2*
1
Escuela de Quimica, Facultad de Ciencias, Universidad Nacional de Ingenieria,
Tupac Amaru, Lima;
2
Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Salerno,
via Ponte don Melillo, 84084 Fisciano (Salerno)
* [email protected]
Peperomia galioides HBK. (Piperaceae), è una pianta specie usata nella medicina
tradizionale peruviana. La pianta, che è conosciuta con il nome tradizionale di congona
silvestre, è adoperata sia per via interna sotto forma di infuso come tonico generale, sia per
via esterna in applicazioni topiche in caso di otalgie. Inoltre la pianta è ritenuta essere un
potente antibatterico. Studi precedenti hanno dimostrato che estratti della pianta e due suoi
componenti mostrano una notevole attività riepitelizzante1 e che gli estratti apolari di P.
2
galioides possiedono proprietà leishmanicide. La pianta ha rivelato la presenza di
particolari difenoli prenilati.3 In questo studio le parti aeree della pianta, raccolte nella
regione di Apurimac, Perù, a circa 2800 metri s.l.m. sono state sottoposte a distillazione in
corrente di vapore. E’ stato ottenuto un olio essenziale (resa p/v 0,05%), di colore giallo
intenso e di odore gradevole. L’olio essenziale è stato analizzato per GC e GC-MS. I singoli
costituenti sono stati riconosciuti in base ai loro tempi di ritenzione, allo studio degli spettri di
massa e al confronto con standard. Sono stati identificati 65 componenti che rappresentano
il 95,5% dell’intero olio. Fra essi, i sesquiterpeni rappresentano il gruppo di costituenti
maggioritari con il globulolo (22,2%) e il cariofillene (10,2%) come costituenti principali. Fra i
monoterpeni il limonene (9,8%) e il β-pinene (4,8%) sono i composti più rappresentativi.
L’olio essenziale è stato saggiato per valutarne l’attività antibatterica su otto ceppi di
microrganismi e ha mostrato una inibizione significativa dei batteri Gram (+).
Bibliografia
1. Villegas, L. F., Marcalo, A., Martin J., Fernandez, I. D., Maldonado, H.,Vaisberg, A. J.,
Hammond, G. B. Journal of Natural Products, 2001, 64: 1357.
2. Fournet, A., Ferreira, M. E., Rojas de Arias, A., Fuentes, S., Torres, S., Inchausti, A.,
Yaluff, G., Nakayama, H., Mahiou, V. Phytomedicine, 1996, 3, 271.
3. Mahoiu, V., Roblot, F., Hocquemiller, R., Cave, A., Barrios, A. A., Fournet, A., Ducrot, P.
H. Journal of Natural Products, 1995, 58, 324.
P95
HOODIA GORDONII: STUDI FITOCHIMICI ED EFFETTI SULLA FISIOLOGIA
MITOCONDRIALE
S. Dall’Acqua,1 A. Toninello,2 F. Zanetti,2 G. Innocenti.1*
1
Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Padova, Via Marzolo 5, 35131
Padova, Italy
2
Dipartimento di Chimica Biologica, Università di Padova, Via Colombo, 35121 Padova ,
Italy
*[email protected]
L’obesità è tra le patologie più diffuse nei paesi occidentali e per le sue complicanze
metaboliche incide pesantemente sullo stato di salute della popolazione. Recentemente è
stato proposto l’uso di una pianta che sarebbe in grado di ridurre l’introito di cibo, Hoodia
gordonii (HG)1 cactacea tipica del deserto del Kalahari (Sud Africa) assunta per centinaia di
2
anni dalle tribù boscimane in sostituzione dei pasti durante le lunghe battute di caccia.
Nonostante la ormai larga diffusione commerciale di prodotti contenenti HG e finalizzati al
trattamento dell’eccesso ponderale, mancano tuttora studi circa la sua effettiva
composizione chimica, la sua efficacia e la sicurezza a lungo termine.
Recentemente il nostro gruppo di ricerca ha avviato uno approfondito studio sui
fitocostituenti di HG. In questo lavoro viene riportato l’isolamento e la caratterizzazione di
due nuovi glicosidi pregnenici. 3β-O-[4-tigloiltevetopiranosil]-(1→4)-β-D-cimaropiranosil-20β-D-glucopiranosil-(1→6)-β-D-glucopiranosil-(1→6)-β-D-glucopiranosil-14β-idrossipregn-5ene (1) e 3β-O-[4-tigloiltevetopiranosil]-(1→4)-β-D-oleandropiranosil-20-β-D-glucopiranosil(1→6)-β-D-glucopiranosil-(1→6)-β-D-glucopiranosil-14β-idrossipregn-5-ene (2).
La struttura dei composti è stata delucidata mediante spettrometria di massa ad alta
risoluzione (HR-MS) e esperimenti NMR mono e bidimensionali.
Poiché alcuni autori3 hanno osservato che HG sembra aumentare i livelli di ATP nei neuroni
ipotalamici ma anche nel fegato, e tenuto conto che gran parte dell’APT cellulare viene
sintetizzato nei mitocondri, abbiamo valutato gli effetti sulla bioenergetica mitocondriale dei
composti 1 e 2. I risultati ottenuti dimostrano essenzialmente due fenomeni importanti
provocati dai composti nei mitocondri: disaccoppiamento della fosforilazione ossidativa e
induzione in presenza di Ca++ , della transizione di permeabilità della membrana interna.
I risultati ottenuti, seppur necessari di studi e approfondimenti, potrebbero indicare almeno
uno dei meccanismi di azione di alcuni componenti di HG e ne potrebbero spiegare gli effetti
nel trattamento dell’obesità
Bibliografia
1. Bruyns P.. Syst. Pflanzenges. Pflanzengeogr. 1993, 115, 145.
2. Habeck M. A.. Drug Discovery Today, 2002, pp 280.
3. MacLean D.B. and Lu-Guang Luo Brain Research, 2004, 1020, 1.
P96
HYPOGLYCEMIC EFFECTS OF CECROPIA SP IN NORMAL AND ALLOXANINDUCED DIABETIC RATS
L. Guarize Nogueira,* D. M. de Oliveira Araújo,** J. Lanini,*** R. M. Gonzalez Garcia,**** E.
Scio******
Universidade Federal de Juiz de Fora – Brasil
*[email protected]; **[email protected];
***[email protected]; ****[email protected] *****[email protected]
Diabetes mellitus (DM) is a metabolic disorder characterized by hyperglycemia. Alternative
strategies to the current modern pharmacotherapies of DM are urgently needed because the
inability of existing actual therapies to control all the pathological aspects of the disorder.
The objective of this work was to study the hypoglycemic effect of Cecropia sp on normal
and diabetic rats. Leaves of Cecropia sp were powdered and macerated with methanol to
obtain the methanolic extract. For evaluation of hypoglycemic activity, were used male
Wistar rats of 60 days in age. Diabetes was induced by a single intravenous injection of
120mg/Kg b.w. of alloxan. Were used in the study diabetic animals with plasma glucose
levels >200mg/dL. The rats were divided into 4 groups: Group 1: 7 diabetic rats treated with
vegetal extract; Group 2: 6 diabetic rats untreated with extract; Group 3: 9 non-diabetic rats
treated with extract; Group 4: 8 non-diabetic rats untreated with vegetal extract. After an
overnight fast, the plant extract was administered orally at a single dose of 400mg/Kg b.w.
Group 2 and group 4 received vehicle. Blood samples were taken before the administration
of extract or vehicle (time 0) and 30, 60, 90, 120 min there after. Blood glucose was
measured by using glucose oxidase method. The methanolic extract showed a significant
hypoglycemic effect in normal and diabetic rats. The hypoglycemic activity appeared 30min
after oral administration of the extract and lasted till 90 min. The most significant
hypoglycaemic effect occurred after 90 min of the treatment with reduction of 49% and 20%
in blood glucose levels for diabetic and normal rats, respectively. The results clearly
showed that the extract of Cecropia sp exert significant hypoglycemic and antihyperglycemic effects in normal and alloxan-induced diabetic rats. Further experiments are
required to elucidate the exact mechanism of action.
Support: Fapemig, CNPq and UFJF.
P97
EVALUACIÓN DE LA ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA DE FRACCIONES
OBTENIDAS A PARTIR DE DECOCCIONES DE ACHYROCLINE
SATUREIOIDES
C. Casero,* N. Gallucci, M. Grosso, M. Oliva, M. Demo.
Dpto. Microbiología. e Inmunología. UNRC.
* [email protected]
Introducción: Achyrocline satureioides (Asteraceae), conocida por poseer un amplio
espectro de propiedades farmacológicas y terapéuticas ha demostrado actividad
antibacteriana (AA) frente a cepas de Staphylococcus aureus aisladas de patologías
humanas y animales, y frente a S. aureus meticilina resistentes (MRSA).1 El análisis
fitoquímicos de A. satureioides ha revelado que es una fuente rica de flavonoides, a los
cuales se les atribuye muchas de las propiedades biológicas de este vegetal.2
Metodología: 1.Separación de fracciones por cromatografía descendente en papel.3
2.Evaluación de AA: ensayos de difusión en agar por técnica de pozo4 y ensayo
5
colorimétrico de susceptibilidad bacteriana. Para la evaluación antimicrobiana se utilizo una
cepa MRSA ATCC 25923.
Resultados: Separación de componentes de decocciones obtenidas a partir de hojas de A.
satureioides: presencia de manchas con diferente movilidad y coloración, determinándose
que las manchas con coloración amarilla (luz UV) y anaranjada (amonio) correspondían a
auronas (A) con 4´-OH libre; las restantes (B y C), con distinta intensidad de coloración
celeste (luz UV) y verdosa (amonio), se identificaron como flavonas y flavanonas carentes
de 5-OH libre.
Evaluación de AA mediante técnica de pozo: inhibición de crecimiento de MRSA por
decocción y ausencia de efecto de fracciones (A, B y C) por separado.
Ensayo colorimétrico de susceptibilidad microbiana: actividad antibacteriana frente a MRSA
de una de las fracciones consistentes en flavonas y flavononas.
Bibliografía
1. C.Casero, C. et al. Revista Latinoamericana de Química 2005
2. Instituto Nacional de Investigación Agropecuaria (INIA). 2004. Estación experimental Las
brujas.
3. J.M.Mabry, et al. The Systematic Identification of Flavonoids, SpringerVerlag, Berlin, 1970,
1, 3-15.
4. H. De Pooter, et al. Flavor and Fragance Journal, 1995, 10, 63.
5. C.N. Baker, and F.C. Tenover, Journal Clinical Microbiology, 1996, 33, 3154.
P98
COMPOSICIÓN QUÍMICA DEL ACEITE ESENCIAL DE SATUREJA DARWINII
(BENTH.) BRICQUET, LAMIACEAE
P. Di Leo Lira,* D. Retta, S. Gonzalez, C. van Baren, V. Martino, A. Bandoni**
Istituzione: Facultad de Farmacia y Bioquimica, Universidad de Buenos Aires, Argentina
*[email protected]; **[email protected]
Satureja darwinii (Benth.) Bricquet, Lamiaceae, conocida como "té pampa", es una especie
que crece en el sur de la República Argentina. Según registros testimoniales su infusión es
utilizada como antiespasmódica, antiinflamatoria, antibacteriana, sedante y digestiva. Con el
fin de comenzar con el estudio de su composición química se obtuvo el aceite esencial de
las partes aéreas por hidrodestilación. El mismo fue analizado por cromatografía de gasesmasa GC-FID-MS. La identificación de los compuestos se realizó por sus índices de
retención en dos columnas de distinta polaridad, respecto de una serie homóloga de
hidrocarburos (C8-C20), e identificados por comparación de sus espectros de masa con los
que figuran en bases de datos electrónicas. La cuantificación se realizó por el método de
porcentaje de áreas, sin corrección por diferencias de respuesta. Los componentes
principales encontrados fueron pulegona (56.7%), espatulenol (6.4)y óxido de cariofileno
(4.4), identificándose el 94.5% de los componentes. Se continuará con el estudio de las
actividades reportadas para validar su uso tradicional y el aislamiento de los principios
activos responsables de las mismas.
Agradecimientos: Proyecto UBACYT BO19.
P99
COMPOSICION DEL ACEITE ESENCIAL DE DOS ESPECIES DE
ASTERACEAE MEDICINALES ARGENTINAS: BACCHARIS MICROCEPHALA
Y BACCHARIS PENNINGTONI
D. Retta,* S. Gattuso, M. Gattuso, P. Di Leo Lira, C. van Baren, A. Bandoni**
Istituzione: Facultad de Farmacia y Bioquimica, Universidad de Buenos Aires, Argentina
*[email protected]; **[email protected]
En el marco del proyecto "Caracterización y Normalización de Recursos Vegetales
Autóctonos Medicinales" se ha analizado la composición química de los aceites esenciales
de dos especies medicinales pertenecientes a la familia Asteraceae: Baccharis
microcephala (Less) DC [BM] y Baccharis penningtoni Heering [BP], con el objeto de poder
identificar con un procedimiento de caracterización rápido, las posibles sustituciones o
adulteraciones de las carquejas oficiales con estas dos especies.Las partes aéreas
florecidas fueron extraídas por hidrodestilación en un equipo a escala de laboratorio (trampa
tipo Clevenger). Se analizaron por CG-FID-EM. La identificación de los compuestos se
realizó por sus índices de retención en dos columnas de distinta polaridad, respecto de una
serie homóloga de hidrocarburos (C8-C20), e identificados por comparación de sus
espectros de masa con los que figuran en bases de datos electrónicas. La cuantificación se
realizó por el método de porcentaje de áreas, sin corrección por diferencias de
respuesta.Los principales componentes encontrados en cada especie fueron: BM: óxido de
cariofileno (22.9%), epóxido de humuleno (17.5%), espatulenol (10.0 %). BP: germacreno D
(36.7%), cis-cariofileno (4.6%). Los perfiles analizados de los aceites esenciales de estas
dos especies difieren cualitativamente del de Baccharis trimera. Asi mismo, no se identificó
al carquejol o acetato de carquejilo, componente característico de este aceite esencial.
Agradecimientos: Proyecto PICTR 2003-00284
P100
EFECTO DE ALFA-ASARONA SOBRE LIPIDOS SERICOS, FLUJO BILIAR Y
ACTIVIDAD DE LA ATPASA NA+/K+ EN COLESTASIS INDUCIDA POR
ETNINILESTRADIOL EN RATAS MACHO.
L. Garduño-Siciliano,* E. Martínez-Galero, M. G. Moreno, G. Chamorro, P. Muriel
Escuela Nacional de Ciencias Biológicas, Instituto Politécnico Nacional
Mexico
* [email protected]; [email protected]
El reconocimiento de los beneficios médicos y económicos de la medicina basada en
plantas ha aumentado tanto en países en desarrollo como en industrializados. En términos
de salud mundial, las plantas medicinales continúan desempeñando un papel central en el
cuidado de la salud de grandes sectores de la población mundial, en particular de los
países en vías de desarrollo, donde la medicina tradicional tiene un importante arraigo
histórico.
La α-asarona es el principio activo principal de Guatteria gaumeri Greenman, árbol oriundo
de Yucatán conocido en lengua maya como Ek’le-muy; pertenece a la familia de las
Anonáceas y el extracto hidroalcohólico de la corteza (Yumel) se ha empleado en medicina
tradicional, entre otros propósitos, para el tratamiento de la hipercolesterolemia y la
colelitiasis. En el presente trabajo se evaluó el efecto de α-asarona en un modelo de
colestasis inducida por etinilestradiol. Se utilizaron ratas macho Wistar a las que se les
inyectó por vía intraperitoneal el estrógeno sintético (10 mg/kg) durante 5 días,
administrando de forma simultánea el fármaco en estudio y los vehículos correspondientes.
Se observó un decremento en las concentraciones séricas de lípidos, un incremento del
+ +
flujo biliar, así como un efecto positivo sobre la actividad de la ATPasa Na /K . Los
resultados podrían explicar parcialmente el efecto colelitiásico atribuído a Guatteria gaumeri
en la medicina tradicional.
P101
PHYTOESTROGENS SUPPLEMENTS FOR MENOPAUSAL SYMPTOMS: A
SYSTEMATIC REVIEW.
M. M. Guevara García.
Biomedical Research Department. Center of Pharmaceutical Chemistry. Havana City. Cuba.
[email protected]
Conventional postmenopausal treatments have shown benefits in treating symptoms but an
unfavourable risk to benefit ratio in preventing long-term clinical outcomes. This work is a
systematic review about the effect of phytoestrogens in comparison to placebo or
conventional treatments for menopausal symptoms. Eligible studies were Randomized
Clinical Trials (RCT) , non RCT with concurrent controls, and before–after studies (cohort or
cross- sectional), evaluating the efficacy of phytoestrogens in post-menopausal women. We
searched Cochrane CENTRAL and Medline and we hand-searched bibliographies of the
retrieved articles.
Thirty-one studies were retrieved. Nine-ten evaluated vasomotor symptoms and lasted 1 to
6 months, included 24 to 384 women receiving 42 to 100 mg isoflavones/day, and compared
different doses of phytoestrogens versus placebo or conventional therapies; most of them
considered multiple endpoints. Only seven small trials showed favorable reductions in the
frequency, duration and/or severity of these symptoms in patients treated with
phytoestrogens. Of five RCTs that studied vaginal dryness and cytology, four found no
significant benefit with phytoestrogen use. Three trials measured cholesterolemia, two
cognitive function and four bone health, all with mixed results. Presently, the evidence is
inconclusive: wider RCTs with a longer follow-up are needed to assess the risk-benefit
profile of phytoestrogens and whether they can be an effective alternative to conventional
therapies to treat post-menopausal symptoms.
P102
AISLAMIENTO DE UN COMPUESTO PRESENTE EN LAS HOJAS DE
BAUHINIA MEGALANDRA CAPAZ DE INHIBIR LA ABSORCIÓN INTESTINAL
DE GLUCOSA.
V. Daubront,* F. Gonzalez Mujica,** N. Motta
Universidad Central de Venezuela, Facultad de Medicina
*[email protected]; ** [email protected]
La absorción intestinal de glucosa (AIG) es inhibida por el extracto acuoso de B.
megalandra de manera dependiente de la concentración.1 El estudio fitoquímico de las
hojas de B. megalandra se realizó guiado por bioensayo, evaluando el efecto de cada
fracción obtenida sobre la AIG, utilizando para su medición segmentos de intestino de rata
aislados in situ. Las hojas secas de B. megalandra se extrajo secuencialmente, primero con
acetona y posterior-mente con etanol. Este último presentó la mayor actividad inhibitoria
(43,06%) sobre la AIG y fue fraccionado mediante solubilidad sucesiva en acetona y
metanol-agua (1:1). Posteriormente, esta última fracción que mostró una actividad
inhibitoria
del
37,14%
sobre
AIG,
fue
fraccionada
mediante
métodos
cromatográficos (cromatografías en columna sobre sílica gel 60, con fase móvil de
diclorometano-metanol en polaridad ascendente) y finalmente fue aislada la fracción f4, la
cual fue capaz de inhibir la AIG en un 47,34% con respecto al control. Dicha fracción fue
analizada por cromatografía en capa fina (CCF), espectroscopía ultravioleta/visible (UV/vis)
y resonancia magnética nuclear de protones y carbono (RMN 1H y 13C), determinándose
que es una mezcla, donde el compuesto mayoritario es el flavonoide apigenina,
posiblemente, glucosilada en el carbono 7 por una glucosa, ramnosa o galactosa. Esta
molécula probablemente es responsable de la inhibición de la AIG que ejerce el extracto
acuoso de B. megalandra.
Bibliografia
1. Gonzalez-Mujica y col., Fitoterapia, 2003, 74, 84.
Trabajo financiado por CDC-UCV : 09-33-4788-05 y 09-33-4706-05.
P103
EFECTO DEL EXTRACTO ACUOSO DE HOJAS DE BAUHINIA MEGALANDRA
SOBRE LA GLUCOGENOLISIS HEPÁTICA EN RATAS.
(EFFECTS OF BAUHINIA MEGALANDRA LEAVES AQUEOUS EXTRACT ON
RAT LIVER GLYCOGENOLYSIS)
C. Fernández-Peña,* F. González-Mujica, N. Motta.
Sección de Bioquímica Médica, Instituto de Medicina Experimental, Universidad Central de
Venezuela.
* [email protected]
Las plantas del género Bauhinia han sido usadas en el tratamiento empírico de la diabetes.
En este trabajo, nos proponemos a estudiar el efecto del extracto acuoso de hojas de B.
megalandra (E.A.) sobre la glucogenolisis hepática en ensayos in vivo e in vitro. Se
emplearon ratas macho de la cepa Sprague-Dawley, y la glucosa se determinó mediante el
método de la glucosa oxidasa. En los experimentos in vivo, las ratas fueron anestesiadas
ligeramente, se les administró agua (control) o E.A., transcurridos 30min, se extrajo sangre
y se administró adrenalina vía intraperitoneal. Luego se extrajo sangre cada 30min por 2
horas. En los controles la glicemia se elevo con un máximo a los 30min, y en los animales
que recibieron E.A. el incremento de la glicemia a los 30 y 60min fue de un 54% menos que
el observado en el control. Para los ensayos in vitro, se incubó rebanadas de hígado de
200µm de grosor, en buffer Krebs-Ringer (control), suplementado con adrenalina
(estimulación), suplementado con E.A. (control EA) y suplementado con adrenalina y E.A.
(tratamiento). Se tomó alícuotas del medio cada 30min tres veces y se determinó la glucosa.
La adrenalina estimuló la producción de glucosa hasta un 52% sobre el control a los 90min,
y la presencia del E.A. la redujo en un 35% comparado a la estimulación con adrenalina.
Estos resultados evidencian que en el E.A. existe(n) compuesto(s) capaces de inhibir la
glucogenolisis hepática, lo cual aunado a la inhibición de la gluconeogénesis y la glucosa1
6-Pasa producida por E.A. reportada por González-Mujica y col. permiten sugerir que la
inhibición de la glucogenolisis ocurre a nivel de la glucosa-6-Pasa.
Bibliografia
1. González-Mujica y col Phytother. Res., 1998, 12, 291.
Trabajo financiado por CDC-UCV: 09-33-4788-05 y 09-33-4706-05
P104
EUGENOL AND ITS SYNTHETIC ANALOGUES INHIBIT CELL GROWTH OF
HUMAN CANCER CELLS
H.C. Altamirano,1 L. Espinoza C.,2 L. Lombardo,3 C. Gallardo,2 W. Cardona,1 V. Cardile,3 A.
4
Russo. *
1
Department of Chemical Sciences, University Andrés Bello, Campus Viña del Mar, Viña del
Mar, Chile.
2
Department of Chemistry, University T.F. Santa Maria, Casilla 110-V, Valparaiso, Chile
3
Department of Physiological Sciences, University of Catania, V.le A. Doria 6, 95125,
Catania, Italy.
4
Department of Biological Chemistry, Medical Chemistry and Molecular Biology, University
of Catania, V.le A. Doria 6, 95125, Catania, Italy.
* [email protected]
Eugenol (4-allyl-2-methoxyphenol) has been reported to possess antioxidant and anticancer
properties. To enhance intrinsic activity of this natural compound its derivatives were
synthesized. Eugenol was extracted from cloves oil for classics methods. Further, the
eugenol analogues were obtained through acetylation and nitration reaction. In the case of
nitration of eugenol the procedure involved the treatment of the compound with a mixture of
sodium nitrate, potassium hydrogen sulphate and wet silica in dichloromethane as solvent at
room temperature. While in the case of eugenol acetylates derivatives, the nitration was
performed with a sulphonitric mixture, which was prepared by adding nitric acid
concentrated on sulphuric acid concentrated in dichloromethane at 0°C.
Eugenol and its analogues were examined in in vitro model of cancer using two human
cancer cell lines, DU-145 (androgen-insensitive prostate cancer cells) and KB (oral
squamous carcinoma cells). Cell viability, by tetrazolium salts assay was measured. LDH
release was also assayed to evaluate the presence of cell toxicity as a result of cell
disruption subsequent to membrane rupture. In the cancer cells examined, all compounds
showed cell-growth inhibition activity. However, the results obtained demonstrate that the
compounds 5-allyl-3-nitrobenzene-1,2-diol and 4-allyl-2 methoxy-5-nitrophenol were more
active than eugenol, and the cell vitality at 25 M was in DU-45 cells 40.0% and 45.5%,
respectively, and in KB cells, 34.4% and 47.9%, respectively. In addition, our results seem
to suggest that apoptotic cell demise appears to be induced in KB and DU-145 cells. In fact,
no statistically significant increase in LDH release was observed in cancer cells treated with
eugenol and its analogues even at higher concentrations (50 M). In summary, these
results seem to indicate that the presence of nitro group and hydroxyl group are important in
the activity of these compounds.
Acknowledgements: The authors thank Andrés Bello University (grant DI-UNAB 13-04)
and University T.F. Santa Maria (grant DGIP Nº 13.06.26) for financial support. We also
wish to thank Dr. Víctor Cárdenas for his valuable contribution in the elaboration of this
work.
P105
ANTIFUNGAL ACTIVITY OF S. CORRUGATA VAHL.
1
2
3
A. Bisio,* G. Romussi, G. Minuto, A. Minuto, C. Buzzone, N. De Tommasi.
1
Dipartimento di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Alimentari, Università di Genova;
2
Centro Regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola, Camera Commercio di
Savona;
3
Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Salerno
*[email protected]
As a part of our phytochemical research on species of the genus Salvia cultivated in Italian
“Riviera dei Fiori” (Liguria) we began a study of Salvia corrugata Vahl. The surface exudate,
obtained by immersion of the fresh aerial parts in CH2Cl2 showed a significant antifungal
activity against Colletotrichum gloeosporioides, Fusarium oxysporum f.sp. basilici, Botrytis
cinerea and Rhizoctonia solani. Until now by repeated column chromatography on
Sephadex LH-20 we have isolated one triterpenoid (1) and two diterpenoids (2-3).
Compound 1 was identified as ursolic acid by direct comparison with authentic sample
previously isolated from natural source; compounds 2 and 3 were identified as
demethylfruticulin A and fruticulin A from the 1H- and 13C-NMR spectra and on the basis of
1H-1H-COSY, TOCSY, ROESY, HSQC and HMBC correlations. Until now the two
diterpenoids were found only in Salvia fruticulosa Benth. and S. arizonica Gray. Compound
2 showed a good antifungal activity in vitro; compounds 1 and 3 were practically inactive. At
the rate of 1 mg/ml compound 2 showed major inhibiting activity, against Colletotrichum
gloeosporioides (60 %), and lower activity against Fusarium oxysporum f.sp. basilici (48 %),
Botrytis cinerea (54 %) and Rhizoctonia solani (45 %). The pathogen control effect was
measured 7 days after inoculation in poisoned substrate.
Further investigations will be devoted to identify other active compounds.
P106
POTENZIALE TOSSIGENO E DINAMICHE DI PRODUZIONE DI AFLATOSSINE
DI CEPPI ENDOFITICI DI ASPERGILLUS FLAVUS ISOLATI DA VARIETÀ DI
RISO ITALIANE
L. Menghini,1 F. Epifano,1 C. Baldassarre,1 M.A. Rodolfi,2 A.M. Picco,2 A. Musti,3 R. Cocco.3
1
Dipartimento di Scienze del Farmaco, Via dei Vestini 31, 66013 Chieti Scalo (CH), Italia
2
DET, Sez. Micologia, Via San Epifanio 14, 27100 Pavia, Italia
3
Agenzia Regionale Tutela Ambiente dell’Abruzzo, Dipartimento di Chieti, Via Speziali 52,
66100 Chieti, Italia
[email protected]
Le parassitosi da funghi epifitici ed endofitici su semi e piante usate a scopo alimentare
rappresentano ancor oggi un problema di notevole interesse sia per i danni che possono
causare, in primo luogo, alla salute umana ed animale, sia all’approvvigionamento delle
derrate alimentari che per l’ingente ricaduta economica che si può avere dalla
contaminazione delle piante in coltivazione o delle derrate durante il trasporto e lo
stoccaggio. In particolare le parassitosi da Aspergillus flavus risultano essere tra le più
importanti dal punto di vista della salute umana in quanto questo fungo è il maggior
1
produttore di aflatossine, note per essere tra gli agenti cancerogeni più potenti. Nel corso di
studi volti all’isolamento e alla caratterizzazione morfologica di funghi epifitici ed endofitici
parassiti di semi di varietà di riso (Oryza sativa L.) di provenienza italiana, sono stati isolati
dieci ceppi endofitici di A. flavus. Scopo del presente lavoro è stato studiare le dinamiche di
crescita su diversi substrati, saggiare la capacità tossigena di ciascun ceppo isolato e
verificare come la capacità di produzione delle aflatossine varia in funzione del tempo in
subcolture del fungo. A tal fine sono state preparate delle colture di ciascun ceppo su Potato
Dextrose Broth e Natural Rice Broth, e quattro sub-colture consecutive di ciascun ceppo.
Dopo 10 giorni di incubazione (25°C ) si è proceduto all’estrazione e alla quantificazione in
HPLC delle aflatossine B1 e B2. La percentuale maggiore di parassitizzazione è stata
rilevata su semi delle cultivars denominate Belgioioso (50%), Delfino (39%), Maratelli (30%)
e Idra (21%), quella minore nelle cultivars Perseo (8%), Dedalo (6%), Ares (6%), Gemini
(4%), Venere (3%) ed Elvo (2%). La produzione di aflatossine B1 e B2 è risultata essere un
carattere di distinzione tra i ceppi testati. In particolare i ceppi di A. flavus cresciuti sui semi
delle cultivars Gemini, Venere e Perseo hanno mostrato una capacità tossigenica più
elevata e superiore ai ceppi usati come controllo, mentre i ceppi provenienti delle cultivars
Maratelli, Elvo e Idra non hanno mostrato una significativa capacità tossigenica. L’analisi
delle subcolture ha evidenziato che la produzione di aflatossine è strettamente dipendente
con lo stress metabolico dovuto alle semine consecutive. Nelle subcolture sono state, infatti,
evidenziate marcate variazione nella quantità di aflatossine prodotte da ciascun ceppo nelle
consecutive generazioni. Il substrato, al contrario, non è risultato un fattore influente sulla
produzione di aflatossine A e B.
Bibliografia
1. Keller, N.P.; Turner, G.; Bennett, J.W. Nat. Rev. Microbiol. 2005, 3, 937.
P107
INDAGINI FITOCHIMICHE SU ARTEMISIA COERULESCENS L. DA
POPOLAMENTI DELLA COSTA ADRIATICA
F. Epifano,1 L. Menghini,1 R. Pagiotti,2 B. Tirillini,3 M. Curini,4 S. Genovese.4
1
Dipartimento di Scienze del Farmaco, Via dei Vestini 31, 66013 Chieti Scalo (CH), Italia
Dipartimento di Biologia vegetale e biotecnologie agroambientali e zootecniche, Borgo XX
Giugno 72, 06100 Perugia, Italia
3
Istituto di Botanica e orto botanico, Via Bramante 28, 61029 Urbino, Italia
4
Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco, Sezione di Chimica Organica, Via del
Liceo, 06123 Perugia, Italia
[email protected]
2
Artemisia coerulescens L. (Fam. Asteracee), comunemente nota come “Assenzio marittimo”,
è una pianta erbacea perenne molto comune negli ambienti salini delle coste Adriatiche dal
Friuli fino alla Puglia.1 Nella tradizione etnobotanica italiana tale pianta gode di proprietà
amaro-toniche ed eupeptiche e nella pratica erboristica del passato le sommità fiorite di A.
coerulescens venivano impiegate per le proprietà febbrifughe, emmenagoghe e vermifughe.
Precedenti studi fitochimici hanno messo in evidenza come metabolici secondari abbondanti
quantità di carotenoidi, fitosteroli, lattoni sesquiterpenici, artemisinina ed olio essenziale, in
2,3
cui l’α- ed il β-tujone rappresentano i componenti principali.
Negli ultimi anni è stato avviato un progetto di rivalutazione e recupero della flora officinale
spontanea e, nell’ambito di questo progetto, sono stati intrapresi approfondimenti fitochimici
su A. coerulescens, provenienti da diversi popolamenti del litorale adriatico. Le parti aeree
essiccate sono state sottoposte a distillazione in corrente di vapore e l’olio essenziale
ottenuto analizzato mediante gas-cromatografia e spettrometria di massa. L’olio si
caratterizza per una elevata concentrazione di chetoni
O
monoterpenici in particolare α-tujone (60.64%), β-tujone (23.04%) e
canfora (13.84%). L’analisi mediante spettroscopia NMR e
spettrometria
di
massadell’estratto
diclorometanico,
dopo
purificazione per cromatografia su gel si silice, ha inoltre permesso
di isolare per la prima volta in questa specie la desossi-ψ-santonina
O
(1).
Dall’estratto metabolico infine, dopo separazione cromatografia
O
mediante HPLC in fase inversa C18 su scala semi-preparativa ed
1
analisi mediante spettroscopia NMR, ha permesso di caratterizzare
kaemferolo e quercetina quali flavonoidi più abbondanti.
Bibliografia
1. S. Pignatti Flora d’Italia, Ed agricole, Bologna, p. 101
2. Miraldi, E.; Ferri, S.; Franchi, G. Phytochem. Anal. 1998, 9, 296.
3. Flamini, G.; Cioni, P.; Morelli, I.; Uncini-Manganelli, R.E.; Tomei, P.E. J. Essent. Oil. Res.
2001, 13, 125.
P108
INDAGINI FITOCHIMICHE SU CAMPIONI DI TRE SPECIE DEL GENERE
STACHYS L. PROVENIENTI DA POPOLAMENTI DELL’ITALIA CENTRALE
R. Pagiotti,1* B. Tirillini,2 L. Menghini,3 F. Epifano,3 A. Menghini,1 M. Curini.4
1
Dipartimento di Biologia vegetale e biotecnologie agroambientali e zootecniche, Borgo XX
Giugno 74, 06121 Perugia, Italia
2
Istituto di Botanica e orto botanico, Via Bramante 28, 61029 Urbino, Italia
3
Dipartimento di Scienze del Farmaco, Via dei Vestini 31, 66013 Chieti Scalo (CH), Italia
4
Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco, Sezione di Chimica Organica, Via del
Liceo, 06123 Perugia, Italia
*[email protected]
Il genere Stachys (Fam. Labiatae) comprende un vasto numero di specie spontanee
distribuite in differenti parti d’Italia. Alcune di queste specie sono coltivate per i tuberi eduli o
come piante ornamentali per la bellezza delle foglie.1 Nel genere Stachys troviamo S.
officinalis (=Betonica officinalis), comunemente nota come “erba betonica”, un tempo
considerata un’erba medicinale di grandissime virtù ed impiegata per disturbi del sistema
nervoso, come tonico dell’apparato digerente e, per applicazioni topiche, come cicatrizzante.
Precedenti studi fitochimici hanno rivelato come le specie appartenenti al genere Stachys si
caratterizzino per la presenza di abbondanti quantità di olio essenziale2, flavonoidi ed iridoidi
3
allo stato libero o come glucosidi.
Negli ultimi anni è stato avviato un progetto di rivalutazione e recupero della flora officinale
spontanea e, nell’ambito di questo progetto, sono stati intrapresi approfondimenti fitochimici
anche su Stachys officinalis, S. sylvatica e S. salviaefolia provenienti da popolamenti
spontanei dell’Italia centrale. Lo studio ha voluto evidenziare le differenze in termini di
composizione fitochimica ed attività biologica per verificare se le diverse specie potessero
essere utilizzate come succedanei. A tal fine sugli estratti alcolici di cui è stata verificata la
composizione in polifenoli, mediante cromatografia HPLC a fase inversa C18, saggiata
l’attività antibatterica in vitro e determinata l’attività antiossidante del tipo radical scavenger
mediante saggio di scavenging del radicale DPPH.
Bibliografia
1. S. Pignatti Flora d’Italia, Ed agricole, Bologna, p. 101
2. Skaltsa, H.D.; Lezari, D.M.; Chinou, I.B., Loukis, A.F. Planta Med. 1999, 65, 255.
3. Serrilli, A.M.; Ramunno, A.; Piccioni, F.; Serafini, M.; Ballero, M. Nat. Prod. Res. 2005, 19,
561.
P109
UN NUEVO ESTUDIO FITOQUÍMICO DE AMYRIS BRENESII.
R. Murillo,1* V. Castro,1 M. Chavarría,1 L.Poveda.2
1
Centro de Investigación en Productos Naturales (CIPRONA), Universidad de Costa Rica,
San José.
2
Escuela de Ciencias Ambientales, Facultad de Ciencias de la Tierra y el Mar, Universidad
Nacional, Heredia, Costa Rica.
*[email protected]
Un género importante de la familia Rutaceae es el Amyris, el cual ha generado mucho
interés entre los fitoquímicos por la variedad de compuestos y actividad biológica que
presentan.1 Estudios fitoquímicos de la Amyris brenesii revelan la presencia de las
cumarinas marmesina y xantiletina, además de compuestos nitrogenados como el O-(3,32
dimetilalil)halfordinol, el 2-(3′-piridil)-5-(3”,4”metilendioxy)-5”-metoxioxazol y la p-O-(3,33
2
dimetilalil) benzamida. Además se reporta actividad antifúngica para esta planta.
Un nuevo estudio fitoquímico de las partes aéreas de Amyris brenesii (Rutaceae)
recolectadas en Río Cuarto, Grecia, Alajuela (Costa Rica) mostró la presencia de dos
nuevos compuestos la 6-O-(3,3-dimetilalil)-angelicina 1, y el N-acetil-6-(etanamin)-2,2dimetil-2H-cromeno 2.
OH
5´´
3´
3´´
1´´
5
O
4´´
2´´
4a
4
4
6´´
3
3
6
5
9
11
6
12
7
2
1´
7
O
2´
1
8
8a
O
1
O
2
O
1
10
H
N
1´
4´
5´
2´
O
8
3´
2
Adicionalmente se aislaron los lignanos hinokinina, 2,5-deshidrohinokinina y justicidina E,
las cumarinas escopoletina y marmesina, el ácido 24-moretenoico, y los compuestos
nitrogenados el O-(3,3-dimetilalil)halfordinol, O-(3,3-dimetilalil) tiramina, y N-acetil-O(geranil)tiramina.
El re-estudio de la planta Amyris brenesii, revela que especímenes morfológicamente
idénticos, poseen compuestos distintos, lo cual confirma que factores geográficos y
climáticos son importantes en determinar los tipos de metabolitos presentes en las plantas.
La determinación de las causas de tales diferencias, escapa de los objetivos del presente
trabajo.
Las separaciones se llevaron a cabo mediante la aplicación de técnicas cromatográficas y
la elucidación de las estructuras se realizó con la ayuda de técnicas espectroscópicas de
Resonancia Magnética Nuclear (RMN) de una y dos dimensiones.
Agradecimientos: A la Fundación Wolkswagen por el apoyo económico.
Referenze
1. Hasbun-Pacheco, C.; Castro-Castillo, O. Ocurrence of coumarins and amides in the
bark of three Amyris species from Costa Rica. Spect. Intern. J.. 1988, 6, 181.
2. Hasbun-Pacheco, C.; Calderón, M. 2,5-Diaryloxazols and coumarins from roots of Amyris
brenesii. Fitoterapia 1990, 61, 88.
3. Hasbun-Pacheco, C.; Castro-Castillo, O. A new benzamide from bark of Amyris brenesii.
J. Nat. Prod., 1988, 51, 817.
P110
LIGNANOS DE PHENAX SONNERATII.
1
1
1
2
R. Murillo, * V. Castro, M. Chavarría, L. Poveda.
1
Escuela de Química y Centro de Investigación en Productos Naturales (CIPRONA),
Universidad de Costa Rica, 2060 San Pedro de Montes de Oca, San José, Costa Rica.
2
Escuela de Ciencias Ambientales, Facultad de Ciencias de la Tierra y el Mar, Universidad
Nacional, Heredia, Costa Rica.
*[email protected]
Datos etnobotánicos indican que la familia Urticaceae contiene géneros que pueden
presentar actividad anti-inflamatoria, anti-reumática, hemostática, diurética y antimicrobiana,
entre otras1. Uno de los géneros importantes de la familia es el Phenax, del que se han
aislado lignanos del tipo dibencilbutirolactónicos, los cuales tienen numerosas propiedades
biológicas, las que incluyen actividad anti-inflamatoria, antimitótica, funguicida, antioxidante,
2,3,4
. Este género no solo es interesante de
actividad anti-cáncer y actividad anti-HIV
estudiar por su actividad biológica, sino también, porque desde el punto de vista fitoquímico
ha sido muy poco estudiado en Costa Rica, salvo algunas excepciones como la P.
3,4
angustifolius, P. rugosus y la P. Mexicanus
Un nuevo estudio fitoquímico de las partes aéreas de Phenax sonneratii (Wedd)
recolectadas en Río Cuarto de Grecia (Costa Rica) reveló después de la acetilación
exhaustiva del extracto,
la presencia del nuevo lignano 3´-acetil-4´-O-metil-(-)epitrachelogenina 1 el cual proviene probablemente de la acetilación de la 3´-demetil-4´-Ometil-(-)-epitrachelogenina un compuesto nunca antes reportado.
Adicionalmente se aislaron los conocidos lignanos matairesinol, la (-)-epi-trachelogenina y
la artigenina,
además del flavonoide conocido como
O
OH
O
poliacetato de catequina.
O
Las separaciones se llevaron a cabo mediante la aplicación
O
de técnicas cromatográficas y la elucidación de las
MeO
H
estructuras se realizó con la ayuda de técnicas
espectroscópicas de Resonancia Magnética Nuclear (RMN)
de una y dos dimensiones.
OMe
OMe
Referenze
1
1. Testai, L.;Chericoni, S.; Calderone, V.; Nencioni, G.; Nieri,
P.; Morelli, I.; Martinotti, E. J. Ethnopharmacol., 2002, 81, 105.
2. Gordaliza, M.; Castro, M.A.; Miguel Del Corral, J.M. Current. Pharm. Design., 2000, 6,
1811.
3. Rastrelli, L.; De Simone, F.; Mora G.; Poveda, J.; Aquino R. J. Nat. Prod., 2001, 1, 79.
4. Piccinelli, A.L.; Mahmood, N.; Mora, G.; Poveda, L.; De Simone, F.; Rastrelli, L. J. Pharm.
Pharmacol., 2005, 57, 1109.
Agradecimientos: A la Fundación Wolkswagen por el apoyo económico.
P111
ESTUDIO FITOQUÍMICO Y ACTIVIDAD ESPERMICIDA IN VITRO DE SEDUM
PRAEALTUM DC. SILVESTRE
R. Silva Torres,* V. A. Heras Dorantes, H. Montellano Rosales, D. Ramos Zamora
Escuela Nacional de Ciencias Biológicas, Instituto Politécnico Nacional México D.F.
*[email protected]
Desde principios del siglo XX se han hecho muchos intentos para controlar el crecimiento
de la población; no fue hasta 1960 que se hicieron grandes progresos en el desarrollo de
los anticonceptivos orales eficaces. Después de varios años de los anticonceptivos orales
se observó que presentan varios efectos secundarios; por lo que es de gran importancia
encontrar un anticonceptivo que presente mínimos efectos secundarios. Se ha reportado
que Sedum praealtum DC. silvestre presenta actividad anticonceptiva, por tal motivo es de
gran interés aislar los metabolitos secundarios responsables de la actividad espermicida.
Metodología. La planta se recolectó en el Estado de Hidalgo, se pesaron 9.8 Kg. de planta
fresca y se maceró con etanol de 96° durante cinco días, trascurrido ese tiempo se evaporó
el disolvente a presión reducida, obteniéndose de esta forma el extracto crudo, al cual se le
practicaron pruebas químicas preliminares y para aislar los metabolitos secundarios de la
planta se efectuó una cromatografía en columna colocando 4 g de extracto crudo de
isopropanol y silica gel como fase estacionaria y disolventes orgánicos como fase móvil.
Las pruebas biológicas in vitro se realizaron de acuerdo a las normas de laboratorio de la
OMS publicada en 1996. Resultados. Se obtuvieron 56 g de extracto crudo al cual se le
identificaron alcaloides, flavonoides, cumarinas y azúcares. De la columna de cromatografía
se obtuvieron 305 fracciones de las cuales la fracción 1-86 presento una actividad
espermicida mayor a la del nonoxinol-9 y la fracción 357-395 presento una actividad similar
a la del grupo de control. Conclusiones. Se identificaron metabolitos secundarios similares
al del genero Sedum y se obtuvo una actividad espermicida de la fracción 1-86 mayor a la
del grupo control.
P112
SIMULTANEOUS IDENTIFICATION OF GLYCOSIDES FLAVONOIDS AND
GALLIC ACID IN LEAVES OF MICONIA CABUCU BY SOLID-PHASE
EXTRACTION AND HPLC-UV-DAD
J. Rodrigues,1 D. Rinaldo,1 L. Campaner dos Santos,1 M.Sannomiya, J. Tamashiro,2 A. R.
2
1
M. S. Brito, W. Vilegas *
1
Institute of Chemistry, UNESP, Post Box No. 355, Palampur, 14800-900, Araraquara, São
Paulo, Brazil
2
Institute of Biology, UNICAMP, Post Box No. 6109. Palampur 13083-970, Campinas, São
Paulo, Brazil
*[email protected]
The aim to the present study is to investigate the methanolic extracts of leaves of Miconia
cabucu by solid-phase extraction (SPE) and HPLC-UV-DAD. Miconia is a genus of
approximately 1000 species1 occurring in tropical America. The genus belongs to the family
Melastomataceae, which includes species of medicinal value. Miconia extracts and isolated
compounds have demonstrated biological activities such antibiotic, antitumoral, analgesic
and antimalarial effects.2 The methanolic extract was studied by high-performance liquid
chromatography (HPLC-DAD) with ultraviolet (UV) detection using external standarts. For
sample preparation, simple and efficient extraction by solid-phase extraction for clean-up,
was effective without consuming large amounts of solvent. Chromatographic separation and
purification were performed on an HPLC System equipped with an R401 refractive index
detector and with a phenomenex Luna reversed phase C18 column using methanol/water
(6/4, v/v) as eluent. Structural identification of the compounds was studied by Nuclear
Magnetic Resonance (NMR) spectra in DMSO-d6, operating at 500 MHz for 1H and 150
MHz for 13C. The spectral data of the known compounds were compared to those reported
3-5
in the literature. The isolated compound were gallic acid and the flavonoids quercetin-3-Oα-L-rhamnopyranosyl-(1→2)-O-β-D-xylopyranoside, quercetin-3-O-α-L-rhamnopyranoside,
myricetin-3-O-α-L- rhamnopyranoside. The technique may be performed with less sample
preparation and, consequently, reduced possibility of sample loss. The present method is
being reported first time and may be used for identification these analytes of Miconia genera.
Bibliografia
1. Martins, A. B.; Semir, J.; Goldenberg, R.; Martins, Acta Bot. Bras., 1996, 10, 267.
2. Cunha, W. R.; Martins, C.; Ferreira, D. S.; Crotti, A. E. M.; Lopes, N. P.; Albuquerque, S.
Planta Med., 2003, 69, 468.
3. Harborne, J. B. The Flavonoids: advances in research since 1986. London: Chapman
and Hall, 1996.
4. Agrawal, P. K. Carbon 13 of Flavonoids. New York: Elsevier, 1989.
5. Bilia, A. R.; Ciampi, L.; Mendez, J.; Morelli, I. Pharm. Acta Helv., 1996, 71, 199.
Acknowledgment: CAPES, FAPESP, CNPq.
P113
PREPARATIVE ISOLATION OF A NOVEL FLAVONOID FROM BYRSONIMA
BASILOBA A. JUSS. OF LEAVES INFUSION BY HIGH-SPEED COUNTERCURRENT CHROMATOGRAPHY
M. Sannomiya, M. E. Figueiredo, M. A. da Silva, C. M. Rodrigues, L. Fernando R. de
Almeida, L. C. dos Santos, W. Vilegas. *
Departamento de Química Orgânica, Instituto de Química, UNESP, Rua Francisco Degni
s/n, Bairro Quitandinha, C.P. 355, CEP 14800-900 Araraquara, SP, Brazil
A gradient preparative high-speed counter-current chromatography method for isolation of
three compounds from Byrsonima basiloba A. Juss.. The gradient employed was with a
stepwise increasing the buthanol ration in a normal phase separation, utilizing a solvent
system composed of ethyl acetate:n-buthanol:water (14:X:8, v/v/v), in four steps: A-X=2, BX=4, C-X=6 and D-X=8. This technique led to a separation of two known compounds
quercetin-3-O-α-L-rhamnopyranosyl-(1→6)-β-D-galactopyranoside (7.0 mg) and (+)catechin (14 mg), and a novel compound named quercetin 3-O-α- -rhamnopyranosyl(1→3)-O-[α- -rhamnopyranosyl-(1→6)]-β- -allopyranoside (3.0 mg) from leaves infusion
(537 mg) in 19 h with purities over 95% determined by HPLC and NMR.
P114
ANTILEISHMANIAL ACTIVITY OF A NATURAL-DERIVED SYNTHETIC
NAPHTHOQUINONE
A. F. Izolani,1 S. P. Chaves,2 W. P. Lima,2 V.V. de Andrade Neto,1 P. B. Furtado,1 L. G.
1
3
1
2
1,2
Mau, P. R. Costa, A. J. M. da Silva, B. Rossi-Bergmann, E. C. Torres-Santos.
1
Universidade Severino Sombra (USS)- Vassouras, Brasil-RJ
2
Instituto de Biofísica Carlos Chagas Filho, UFRJ;
3
NPPN, UFRJ,
[email protected]
Leishmaniases are a group of diseases caused by different species of the protozoan
parasite Leishmania, which affect more than 12 million people worldwide. The clinical
manifestations may range from single cutaneous lesions to fatal visceral leishmaniasis.
Conventional chemotherapy relies on multiple parenteral injections with pentavalent
antimonials that are considerably toxic and prone to induce resistance. Second-line drugs,
such as Amphotericin B and its lipid formulations, are either too toxic or expensive for
routine use in developing countries. At the same time, the efficacy of Miltefosine against
cutaneous leishmaniasis remains to be ascertained. These facts call for safer, cheaper, and
more effective new antileishmanial drugs. Naphthoquinones are a class of natural products
with a wide spectrum of biological activities, including antileishmanial, antioxidative and
antitumoral. In this work, we demonstrate the antileishmanial activity of a new synthetic
naphthopterocarpanquinone (LQB-17). Promastigotes of Leishmania amazonensis were
cultivated with LQB-17 in several concentrations in 199 medium for 72h. LQB-17 presented
strong antipromastigote acivity, inhibiting the parasite growth by more than 95% at 10 M.
Antiamastigote activity was evaluated by incubating infected peritoneal macrophages for
48h. LQB-17 was able of inhibiting both parameters, number of infected macrophages and
number of amastigotes per macrophage by 90% at 10 μM. None significant toxicity to
macrophages was observed until 20 μM, as quantified by LDH liberation. This molecule did
not affect the nitric oxide production by infected macrophages until the concentration of 40
μM. Altogether, these results show at the first time the selective antileishmanial activity of
LQB-17 and indicate that this compound acts directly on the parasites, once that it did not
modulate the NO production by macrophages.
P115
SÍNTESIS DE LAS ALCAMIDAS A LO LARGO DEL DESARROLLO DE
ACMELLA RADICANS
P. Ríos-Chávez,1 G.I. Argüello-Mendez,1 E. Ramírez-Chávez,2* J. Molina-Torres.2
1
Facultad de Biología, Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo, Edificio B4, Cd
Universitaria, Morelia, Mich.
2
Departamento de Biotecnología y Bioquímica CINVESTAV-IPN2 U. Irapuato, Gto.
*[email protected]
El interés inicial por las alcamidas fue motivado porque varias isobutilamidas olefínicas
demostraron tener mayor actividad insecticida que las piretrinas.1 También presentan
actividades contra bacterias, hongos y anti-inflamatoria. Acmella radicans, contiene
alcamidas no solamente en las raíces, sino en el tejido verde, así como en las cabezuelas
florales. Las rutas de los metabolitos secundarios son activadas durante etapas particulares
de crecimiento y desarrolladas por factores ambientales o durante periodos de estrés
causadas por la limitación nutricional o como respuesta a una herida o a un ataque por
patógenos. El presente trabajo consintió en establecer el patrón de síntesis de las
alcamidas desde la germinación de la planta Acmella radicans hasta la floración y ver si
existen una etapa del desarrollo donde se incremente los niveles de las alcamidas. Lo que
nos permitira entender el posible papel de las alcamidas como promotoras del crecimiento.
La cuantificación se hizo por CG/MS.2 La síntesis de N-isobutil-2E,6Z,8E-decatrienamida
(afinina) inicia desde el momento de la germinación. La N-(-2-metilbutil)-2E,6Z,8Edecatrienamida, inicia hasta la tercer semana de germinación. Y la N-(2-feniletil)-2E,4Zoctadienamida,
la
N-(2-feniletil)-nona-2E-ene-6,8-diinamida,
la
N-(2-metilbutil)2E,4Z,8EZ,10E-dodecatrienamida y la 3-fenil-N-(2-feniletil)-2-propenamida, su síntesis se
dan en la quinta semana. Encontramos una alcamida que se presentan desde el momento
de la germinación y que cuando la planta pasa de 3 a 4 meses los niveles de ciertas
alcamidas disminuyen para incrementarse otras. Con relación a las cabezuelas florales se
encontró que la alcamida mayoritaria es la 3-fenil-N-(2-feniletil)-2-propenamida, seguida por
la N-isobutil-2E,6Z,8E-decatrienamida (afinina) y la N-(2-feniletil)-2E,4Z-octadienamida es la
que se encuentra en menor concentración.
Referenze:
1. Ramirez-Chávez, E., López-Bucio, J., Herrera-Estrella L, and Molina-Torres J. (2004)
Alkamides Isolated from Plants Promoted Growth and Alter Root Development in
Arabidopsis
2. Rios-Chavez, P., Ramírez-Chavez, E., Armenta-Salinas, C., and Molina-Torres, J. (2003)
Acmella radicans var. radicans: in vitro culture establishment and alkamide content. In Vitro
Cell. Dev. Biol. –Plant 39, 37-41
P116
CONTRIBUCIÓN AL ESTUDIO FITOQUÍMICO DE LA FLORA DE LA CUENCA
DEL LAGO POOPO
G. Almanza,1 Y. Flores,1 P. Mollinedo,1 L. Morales,1* J. L. Vila,1 G. Rodrigo,2 O. Sterner3
1
Instituto de Investigaciones Químicas, Universidad Mayor de San Andres
2
Instituto de Biología molecular y Biotecnología, UMSA
3
Departamento de Química Orgánica, Universidad de Lund
*[email protected]
1. Resumen
El presente proyecto es parte de un programa de investigación multidisciplinaria, sustentada
por la cooperación Sueca ASDI SAREC. El objetivo general es desarrollar conocimiento de
los productos naturales de la Cuenca del Lago Poopó. Principalmente para un uso
sostenible de los recursos naturales. Se realizaron investigaciones del conocimiento
ancestral sobre el uso de plantas medicinales y nutricionales en la región. El Herbario
Nacional de Bolivia asiste en la identificación botánica de plantas. Los extractos vegetales
son analizados para determinar compuestos con actividad biológica, específicamente para
determinar actividad antiparasitaria, antibacteriana, antioxidante y antigenotóxica. Basados
en los resultados obtenidos, plantas con interés químico, biológico o económico fueron
sometidas a estudios posteriores. El trabajo incluye la separación y purificación de los
compuestos interesantes y su elucidación estructural. Los estudios químicos y los ensayos
antioxidantes son realizados en el IIQ y los de genotoxicidad en el IBMB (Instituto de
Biología Molecular y Biotecnología).
2. Introducción
El área de estudio, cuenca del lago Poopó y Desaguadero, es una de las áreas más
postergadas del país presentando elevados índices de pobreza, salud y condiciones
medioambientales extremas. El clima es frío, con una temperatura promedio anual del
orden de los 10ºC. Las precipitaciones pluviales se producen de Noviembre a Febrero, las
mismas que llegan a los 250 mm/año. La zona se caracteriza por heladas y sequías
permanentes, sus suelos son esencialmente salinos y su vegetación es característica de
sistemas áridos. La vegetación del lugar está sometida a un alto estrés medio ambiental,
pues debe sufrir adaptaciones al clima frío, suelo salino, grandes variaciones de
temperatura en un mismo día (Ej: De –5ºC a las 4:00 a.m a 18 ºC a las 12:00 a.m.) y
elevada radiación UV por la altura en que se encuentran. Como consecuencia de estos
factores las plantas existentes deben poseer fuertes mecanismos de defensa (físicos,
bioquímicos o químicos) contra el medio ambiente, dando como resultado una biodiversidad
vegetal muy particular.
Así, físicamente las especies se caracterizan por ser arbustos pequeños o plantas rastreras,
en su mayoría muy espinosas y de hojas diminutas, además se observan pajonales
ampliamente distribuidos. Químicamente las plantas parecen generar una gran variedad de
compuestos, uno de los tipos de nuestro interés son los agentes fotoprotectores y
antioxidantes que se generan como mecanismo de defensa contra la fuerte irradiación UV,
los agentes antioxidantes pueden ser atrapadores de radicales libres que podrían tener
además una actividad antigenotóxica e inclusive antitumoral. Por esto, se estandarizó
técnicas de determinación de la capacidad antioxidante en el LPN/IIQ (TBARS; ABTS;
DPPH, β-caroteno, TEAC) y se estableció la colaboración con la UVAT/IBMB, quienes
tienen
estandarizadas
técnicas
para
la
determinación
de
la
actividad
genotóxica/antigenotóxica en extractos vegetales (SMART y AMES).
Desde el punto de vista químico, de plantas seleccionadas se realizaron estudios
fitoquímicos profundos hasta llegar al aislamiento y elucidación estructural de compuestos,
los cuales fueron sometidos a estudios biológicos dando algunos resultados interesantes,
por lo que se pretende seguir con el estudio de los mismos tanto a nivel químico como
biológico.
3. Resultados
Estudiamos 35 plantas obteniendo 69 extractos (etéreos y etanólicos) los cuales fueron
sometidos a un estudio fitoquímico y farmacológico preliminar, el último basado
principalmente en pruebas de actividad antioxidante para determinar atrapadores de
radicales libres. Basados en estos resultados seleccionamos 19 especies para estudios
químicos y biológicos profundis
P117
THE DISTRIBUTION OF PROLINE DERIVATIVES IN SELECTED PLANT
FAMILIES OF ANGIOSPERMS.
M. Adrian-Romero,1* G. Blunden,2 A. V. Patel,2 N. Armstrong,2 A. Cegarra.3
1
Faculty of Pharmacy and Biomedical Sciences, University of Los Andes, Mérida ZP-5101-A,
2
Venezuela. School of Pharmacy and Biomedical Sciences, University of Portsmouth, St.
Michael’s Building, White Swan Road, Portsmouth PO1 2DZ, UK. 3Faculty of Forestry and
Environmental Sciences, University of Los Andes, Mérida ZP-5101-A, Venezuela.
*[email protected]
Various studies suggested that, in Melaleuca species, the levels of trans-4-hydroxy-Nmethylproline were important in determining the drought and/or salinity resistance of the
species. They reported high contents of this compound (in excess of 1%, dry weight) in both
M. lanceolata and M. uncinata1. Blunden et al. also found high levels of N-methylprolines in
2
many of the species investigated by them . Trans-4-hydroxy-N-methylproline has been
isolated from a limited number of plant species It is not known how widespread is the
distribution of N-methylprolines in the families in which these compounds have been
reported3. As a result, we have studied species representing several genera in these
families to determine whether the presence of these compounds is a feature of the family, of
a genus or of individual species. Aqueous methanolic extracts of each of the investigated
species, after partial purification by passage through a column of ion-exchange resin, were
examined for trans-4-hydroxy-N-methylproline, N-methylproline and betaines by TLC and 1H
NMR spectroscopy. In several of the extracts, TLC detected neither N-methylprolines nor
betaines, although their presence was indicated by the 1H NMR spectra. The extracts were
fractionated by preparative TLC and the bands corresponding to the compounds indicated
by the 1H NMR spectrum were removed, dried and the compounds eluted and examined by
1
TLC, H NMR spectroscopy and, when possible, by FAB MS. Quantitative estimation of
each compound was made from the semi-purified extracts using a 1H NMR spectroscopic
assay procedure.
N-methylprolines were detected in all fourteen species of Rhamnaceae tested, representing
eleven genera and it is probable that these compounds are a chemotaxonomic feature of the
family. Various species in different genera of other families previously reported to contain Nmethylprolines were examined for their presence, but these were found as constituents of
only a limited number of the tested species, although they were a feature of particular
genera, for example Annona, Berberis, Phoradendron, Laurus and Trichilia. In most of the
species found to contain N-methylprolines, their content was high, the yield from the majority
of species being in excess of 0.5 % of the dry weight.
1. Jones, G.P.; Naidu, B.P.; Paleg, L.G.; Tiekink, E.R.T.; Snow, M.R. Phytochemistry, 1987,
26, 3343-3344.
2. Blunden, G.; Patel, A.; Adrián-Romero, Maricela; Meléndez, P.“ Biochemical Systematic
and Ecology, 2004, 32, 1153-1158.
3. Blunden, G., Patel, A., Adrián-Romero, Maricela, Meléndez, P. Biochemical Systematic
and Ecology, 2005, 33, 904-920.
P118
ESTANDARIZACIÓN DE UN EXTRACTO BIOACTIVO DE UGNI MOLINAE
N. Peredo, C. Delporte, A. Saavedra,* V. Inostroza, C. Aguirre, X. Silva, N. Backhouse, S.
Erazo, H. Miranda, R. Negrete.
Departamento de Química Farmacológica y Toxicológica, Facultad de Ciencias Químicas y
Farmacéuticas, Universidad de Chile.
* [email protected]
Ugni molinae Turcz., nombre vulgar: murtilla (Myrtaceae), es una especie nativa chilena
conocida fundamentalmente por sus frutos comestibles con los cuales se preparan dulces y
licores artesanales. La medicina popular le atribuye propiedades aromáticas, estimulantes y
astringentes. En la actualidad la murtilla ha cobrado gran interés en el área cosmética,
existiendo diversas formulaciones para el tratamiento facial a base de extractos obtenidos a
partir de sus hojas. Dicha actividad sería atribuible a la presencia de compuestos
polifenólicos, terpenos y taninos presentes en las hojas de esta especie.
Desde hojas secas y trituradas de Ugni molinae Turcz., se ha realizado una extracción con
solvente acetato de etilo, extracto en el cual se encuentran las moléculas responsables de
su actividad antiinflamatoria y analgésica. Se ha realizado una identificación y cuantificación
del ácido asiático y del ácido corosólico presente en este extracto a través de HPLC. Éste
mostró como resultado que la cantidad de ácido asiático es de 5,03% y la cantidad de ácido
corosólico es de 10,2% en este extracto.
Anteriormente en un extracto de las mismas características se hizo un estudio in vivo de las
actividades analgésicas y antiinflamatorias. El estudio analgésico se evaluó mediante el
estudio de inyección de formalina en cola, el estudio de las contorsiones abdominales y el
estudio de latigazo de cola. La actividad antiinflamatoria vía oral fue evaluada mediante el
método del edema plantar inducido por λ-carragenano.
Como resultado se demostró la actividad analgésica del extracto acetato de etilo, tanto por
vía sistémica como tópica.
Además este extracto presentó actividad antimicrobiana frente a las cepa M. flavus.
Agradecimientos: proyecto DI, Universidad de Chile Nº MULT 04/22-2 y al Instituto de
Salud Pública de Chile (ISP) por los animales de experimentación
P119
CHARACTERIZATION OF HUMIC AND FULVIC ACIDS BY MEANS OF
VIBRATIONAL SPECTROSCOPY. IMPORTANCE OF HUMIC AND FULVIC
ACIDS IN CANCER MEDICAL TREATMENT
A. O. Izolani,* J. E. L. Maddock,** C. Téllez S.,*** J. M. Ramos, J. De Oliveira****
Universidade Severino Sombra (Uss)
Universidade Federal Fluminense (Uff)
* [email protected]; [email protected]; *[email protected];
***[email protected]; ****[email protected]
Samples of humic and fulvic acids were collected in the peats of Saquarema, Maricá, Praia
Seca and Silva Jardim localities of the Rio de Janeiro – State – Brazil. After chemical
treatment for separation and purification according tested chemical proceedings of the
collected material, the C, H, N. O, S analysis was carried out for each sample with the
purpose to determining the percentage of these elements in the chemical composition. The
next stage had the purpose of determining which characteristic bonds and functional groups
are present in the whole structure of the humic and fulvic acids. With these results in hands,
the vibrational structure determination was carried out by means of the Fourier- Transform
infrared spectroscopy and by means of the Fourier Transform Raman spectroscopy, using
the Perkin-Elmer FT-IR 2000 spectrophotometer having as samples mixtures of humic and
fulvic acids with KBr, and the FT – Raman 180 Nicolet spectrophotometer. For the FTRaman measurements it was not necessary sample preparation because it is a non
destructive technique. For determining the overlapped bands in the region of the C-H
stretching, C=N and C=O stretching, the second derivative of the spectra in the region of
1800 – 1650 cm-1 was obtained. With the position of the overlapped band indicated by the
second derivative spectra, we were able to carry out the deconvolution band analysis. The
results shows that the number of bands assigned to the different carbonyl groups agree well
with the number of carbonyl groups of humic acids proposed by Stevenson et al. The
importance of fulvic acids in cancer deseases it is also reviewed.
P120
SÍNTESIS DE UN ANÁLOGO HIPOGLUCEMIANTE OBTENIDO DE CITRULLUS
VULGARIS.
R. Herrera-Bucio,* P. López Albarrá, G. Morán López,** J. Tamariz-Mascarúa.***
Universidad Michoacana de San Nicólas de Hidalgo y Instituto Politécnico Nacional
* [email protected]; **[email protected]; ***[email protected]
En estudios previos sobre Citrullus vulgaris reportados en la literatura1 describen el
aislamiento y caracterización de varias alaninas heterocíclicas beta-sustituidas; algunas de
ellas presentan actividad fisiológica importante como hipoglucemiantes y otras suelen ser
1
tóxicas para el ser humano. Algunos de estos compuestos se han lo grado sintetizar
empleando la reacción de Michael2 con buenos rendimientos. La versatilidad de dicha
reacción ha permitido la obtención de compuestos beta-sustituidos mediante la adición de
nucleólfilos a carbonilos alfa-beta-insaturados. De particular interés son las olefinas
3
captodativas cuyos sustituyentes (electroatractor/electrodonador) son gemninales y se han
preparado a partir de dicetonas vecinales con cloruros de ácido. En el presente trabajo se
reporta la síntesis de un análogo de la beta-(pirazo-1-il)-alanina a partir de la adición-1,4 del
4
pirazol (1) a la olefína captodativa (2) bajo condiciones estándar de reacción. El producto
beta-sustituido (3), fue un líquido incoloro y se cromatografió a través de gel de sílice
eluyendo con hexano-AcOEt (90:10). El residuo obtenido se caracterizó por resonancia
magnética nuclear de protón y carbono-13. La asignación total se realizó con la ayuda de
los experimentos COSY y HETCOR. El NOESY fue determinante para elucidar la
conformación de (3). El estudio conformacional se complementó con cálculos
computacionales a nivel Hartree Fock y el funcional B3LYP empleando el conjunto de
funciones de base 6-31G(d,p).
Los resultados teóricos concordaron con los observados experimentalmente para el
confórmero predominante.
Bibliografía.
1. Ikegami F, Murakoshi I. Phytochemistry, 1994; 5,1089.
2. (a) Ferreira P. M. T, Maia H. L. S, Monteiro L.S. Tetreahedron Lett, 1999, 40, 4099. (b)
Viso A, Fernández de la Pradilla R, García A, Flores A. Chem. Rev. 2005, 105, 3167.
3. (a) Tamariz J. Vogel, P. Helv. Chem. Acta 1988, 64, 188. (b) Herrera-Bucio R. Tamariz J.
Eur. J. Org. Chem. 2001, 4657.
4. Herrera-Bucio R. Tamariz J. ARKIVOC 2005(VI) 233.
P121
SÍNTESIS DE NUEVOS COMPLEJOS QUIRALES α-DIIMINA-PD(II) CON
ACTIVIDAD ANTICANCERÍGENA POTENCIAL.
G. Hernández,* S. Cruz, A. Tovar, R. Portillo, R. Gutiérrez Pérez.**
Lab. Síntesis de Complejos, Universidad Autónoma de Puebla,
P.O. Box 1067, C.P. 72001, Puebla, Pue., México.
*[email protected]; ** [email protected]
Se reporta la síntesis de nuevos complejos quirales de tipo dihalo-paladio(II) (2a, b). La
estructura cristalina del complejo 2a se confirmó plenamente por estudios de difracción de
rayos X. Estudios preliminares de tales complejos muestran actividad anticancerígena
selectiva en las líneas celulares U251 (sistema nervioso central), PC-3 (próstata); K562
(leucemia), HCT-15 (colon) y MCF-7 (mama).
Esquema 1. Complejos sintetizados.
R
Fig.1. Estructura cristalina del
complejo 2a.
R
CH3
H
H3C
CH3
H
H3C
N
Pd (II)
Pd
N
H
H
H
CH3
R
Cl
N
N
Cl
H
CH3
R
1a, b
2a, b
R = H (a), CH3 (b)
Referencias
1. P.-H. Leung, Ch. Lim Tetrahedron Asymmetry 1997, 8, 2045.
2. R. Gutiérrez, R.A. Vázquez, T. Ramírez, M. Martínez Pat. Appl. México, PA/a/2002000613.
3. T. Osa, Chem. Pharm. Bull 1986, 34, 3563.
P122
ESTUDIO QUÍMICO Y ACTIVIDAD BIOLÓGICA DEL ACEITE ESENCIAL DE
LAS HOJAS Y RAÍCES DE ESPELETIOPSIS ANGUSTIFOLIA CUATREC.
(ASTERACEAE)
G. Meccia,1* L.B. Rojas,1 J.Velasco,2 T. Díaz,2 Z. Zabala,1 J. Sánchez,1 J. Buitrago,1 A.
1
Méndez.
1
Instituto de Investigaciones, 2Departamento de Microbiología y Parasitología, Facultad de
Farmacia y Bioanálisis,Universidad de Los Andes, Mérida- Venezuela
* [email protected]
Los frailejones, representantes típicos de los páramos andinos, son plantas que presentan
un crecimiento característico en forma de roseta. Pertenecen a la sub-tribu Espeletiinae
(Asteraceae) e incluyen especies distribuidas en Colombia, Venezuela y el norte de
Ecuador. La especie Espeletiopsis angustifolia es una planta que hasta el presente no ha
sido reportada, debido a que este nuevo género fue separado del género Espeletia por
Cuatrecasas en 1976 y hay muy pocos estudios realizados sobre él. Se analizó la
composición química del aceite esencial obtenido de las hojas y las raíces de esta especie
y se determinó la actividad antibacteriana contra bacterias grampositivas y gramnegativas
por el método de difusión en agar con discos. E. angustifolia fue recolectada en San José
de Acequias (Pueblos del Sur), Estado Mérida, a 2800 metros de altura. 900 g de hojas
frescas y 800 g de raíces fueron sometidas a extracción por arrastre con vapor de agua,
durante 3 horas, obteniéndose 1,7 ml (0,18%) de aceite de las hojas y 2 ml (0,25%) de las
raíces. Los aceites fueron analizados por Cromatografía de Gases acoplada a
Espectrometría de Masas (CG-EM) y los Indices de Kováts se determinaron por
Cromatografía de Gases (CG). Se lograron identificar 37 componentes, los cuales
representan el 80,49% del total del aceite. Los componentes mayoritarios identificados en
las hojas fueron: α-pineno (20,48%), β-cariofileno (14,98%), α-gurjuneno (13,27%), 19-oxoent-kaur-16-eno (8,13%) y β-pineno (6,35%), mientras que en las raíces los más
abundantes fueron: α-pineno (27,88%), β-pineno (10,85%), β-cariofileno (10,20%) y
biciclogermacreno (8,54%). Ambos aceites mostraron actividad contra Staphylococcus
aureus ATCC 25923 a una concentración inhibitoria mínima (CIM) de 1000 μg/ml y contra
Enterococcus faecalis ATCC 29212 a una CIM de 360 y 240 μg/ml de hojas y raíces,
respectivamente.
P123
COMPOSICION Y ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA DEL ACEITE ESENCIAL DE
PSEUDOGNAPHALIUM CAERULEOCANUM (STEYERMARK) A. ANDERBERG
J. Fernández, D. Buitrago,* J. Velasco1, L. Rojas, A. Morales
1
Instituto de Investigaciones. Departamento de Microbiología y Parasitología. Facultad
de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida –Venezuela. Apartado
Postal 5101.
* [email protected]
El género Pseudognaphalium., pertenece a la familia Asteraceae, tribu Gnaphalieae. En
Venezuela se han localizado siete especies, algunas de ellas utilizadas en medicina popular
por sus propiedades antisépticas y en el tratamiento de desórdenes gastrointestinales.
Debido a la importancia que tiene este género, se decidió estudiar la composición química
del aceite esencial de Pseudognaphalium caeruleocanum (Steyermark) A. Anderberg,
además de determinar su actividad antibacteriana. El material vegetal se recolectó en la vía
Páramo de Piñango, Edo. Mérida-Venezuela y sus partes aéreas fueron sometidas a
hidrodestilación, utilizando la Trampa de Clevenger. La separación de los componentes se
realizó en un cromatógrafo de gases Hewlett Packard HP 6890 acoplado a un detector de
masa Hewlett Packard modelo 5973 equipado con una columna HP-5MS de 30m × 0.25mm
y su identificación se realizó mediante comparación computarizada con una librería Wiley
MS Data, además se efectuó el cálculo de los Indices de Kovats. El aceite esencial obtenido
presentó un color amarillo y un rendimiento de 0,132 %, identificándose como componentes
mayoritarios los monoterpenos δ-3-careno (20,09%), trans-β-ocimeno (14,20%), 2-β-pineno
(10,28%) y los sesquiterpenos (-)-α-gurjuneno (7,71%) y nerodilol (4,25 %). La evaluación
de la actividad antibacteriana de dicho aceite se ensayó frente a Staphylococcus aureus
(ATCC 25923), Enterococcus faecalis (ATCC 29212), Escherichia coli (ATCC 25992),
Pseudomonas aeruginosa (ATCC 27853) y Klebsiella pneumoniae (ATCC 23357), mediante
el método de difusión en agar con discos, observándose inhibición del desarrollo de S.
aureus y E. faecalis, con una concentración inhibitoria mínima (CIM) de 80 y 120 µg/ml,
respectivamente.
P124
ANÁLISIS DEL ACEITE ESENCIAL DE HYPERICUM CARACASANUM WILLD.
S.L.
V. Rivero, L. B. Rojas,* A. Usubillaga.
Instituto de Investigaciones de la Facultad de Farmacia y Bioanálisis.
Universidad de Los Andes. Mérida-Venezuela.
*[email protected]
El Hypericum caracasanum, conocido vulgarmente como Huesito de Caracas, es una planta
perteneciente a la familia Guttiferae. Esta familia comprende mas 50 géneros y 1200
especies. De algunas especies de este género se han aislado: aceite esencial, polifenoles
(ácido caféico y clorogénico), flavonoides (hiperósido), taninos y pigmentos. A los
Hypericum se les han determinado propiedades antiespasmódicas, sedantes y
antidepresivas. En el presente trabajo se analizó el aceite esencial del Hypericum
caracasanum, especie que crece en Mérida. La extracción se realizó por arrastre con vapor
de agua empleando la trampa de Clevenger y la identificación de los componentes por GCMS, empleando un equipo Hewlett Packard 5973 GC/MS a 70 eV, equipado con un inyector
automático, utilizando una columna capilar HP-5MS (30 m, 0,25 mm, 0,25 µm). Se empleó
una temperatura inicial de 60 ºC (1 min) y luego se calentó a razón de 4 °C/min hasta 260
ºC (20 min). Se inyectó una muestra de 1,0 mL de una solución al 2 % del aceite esencial
en n-heptane con reparto de 100:1. Se utilizó una temperatura de inyección de 200 ºC. Los
espectros obtenidos fueron comparados con la Librería Wiley (6ta Edición). Se
determinaron los índices de Kováts, analizando conjuntamente la muestra con una mezcla
de n-alcanos. Los componentes mayoritarios fueron nonane (41,02 %), α-humuleno
(17,9 %), trans-cariofileno (14,1 %) y trans-β-farnecene.(7,7 %).
P125
INHIBICION DEL CRECIMIENTO DE LOS FUSARIUM PROLIFERATUM Y
FUSARIUM MONILIFORME CON BACTERIAS LACTICAS SELECCIONADAS
Y. E. Cordero de Rojas,1 A. Deschamps,2 F. Caubet.2
1
2
Universidad de Los Andes, Mérida-Venezuela.
Unité Sécurité Microbiologique des Aliments (USMA) ISTAB. Universite de Bordeaux 1.
Francia.
*[email protected]
Los hongos que crecen en los alimentos son conocidos y utilizados desde la antigüedad por
el hombre para su propio beneficio. Sin embargo, el estudio de estos como agentes tóxicos
no se inicio hasta los años 60, como consecuencia de una intoxicación masiva que provocó
la muerte de 100.000 pavos y que se encontró asociada a una contaminación por hongos.
Ciertas especies fúngicas son capaces de producir unos metabolitos secundarios con
carácter tóxico llamadas micotoxinas y que crecen en los granos de cereales, leguminosas
y en alimentos que se han formulado en base de los mismos. La mayoría de estas toxinas
son moléculas relativamente pequeñas con una gran variedad de estructuras químicas.
Unas de las primeras aisladas fueron las aflotoxinas y mas recientemente (1988) las
fumonisinas producidas por hongos del genero Fusarium. Estas últimas son contaminantes
naturales del maíz y los alimentos derivados de estos, además de ser consideradas como
promotoras del cáncer, son muy estables y resistentes al calor, desarrollándose sobre la
planta viva y continúan sobreviviendo en el vegetal muerto; por consecuencia la toxina
queda presente en el grano y no es posible de extraerla para así llegar el producto entero
limpio a la consumación. Una posible solución seria el tratar al maíz antes de la aparición
del hongo. En nuestro estudio unas 50 cepas de Bacilos y bacterias lácticas fueron testadas
contra hongos del genero Fusarium, por medio de la medición del halo de inhibición,
empleando las técnicas de pozo y de estrías simples y doble capa, encontrándose unas 7
cepas activas, entre ellas Bacillus subtilis, Pediococcus pentosaceus, Lactococcus lactis,
Lactobacillus rhamnosus, L. paracasei y L. farciminis.
P126
ESTUDIO FITOQUÍMICO DE LA CARRAMBOA PITTIERI (CUATREC.)
CUATREC. (ASTERACEAE) ESPECIE ENDÉMICA DE LOS ANDES
VENEZOLANOS.
L. B. Rojas,1* L. Raharisoa,1 R. Gutiérrez,1 A. Usubillaga,1 G. Morillo.2
1
Instituto de Investigaciones, Facultad de Farmacia y Bioanálisis. 2Facultad de Ciencias
Forestales y Ambientales. Universidad de Los Andes.
Mérida-Venezuela.
* [email protected]
El género Carramboa (familia Asteraceae), perteneciente antiguamente a las Espeletias, fue
creado por Cuatrecasas y comprende 7 especies, dentro de las cuales se encuentra la
Carramboa pittieri Cuatrec. (Cuatrec.), endémica de los paramos andinos y perteneciente a
la sub-tribu Espeletiinae. Los usos tradicionales de esta especie son los mismos atribuidos
al género Espeletia. A nivel popular la decocción de las hojas y cataplasmas son utilizadas
contra el asma y las afecciones pulmonares, debido a sus propiedades sudoríficas,
antibronquiales y antigripales. En el presente trabajo se realiza el estudio fitoquímico de la
C. pittieri. El trabajo consistió en aislar los componentes volátiles de las hojas frescas, por
arrastre con vapor de agua, e identificarlos por GC-MS, empleando un equipo Hewlett
Packard 5973 GC/MS a 70 eV, equipado con un inyector automático, utilizando una
columna capilar HP-5MS (30 m, 0,25 mm, 0,25 µm). Se empleó una temperatura inicial de
60 ºC (1 min) y luego se calentó a razón de 3 °C/min hasta 260 ºC (20 min). Se inyectó una
muestra de 1,0 mL de una solución al 2% del aceite esencial en n-heptane con reparto de
100:1. Se utilizó una temperatura de inyección de 200 ºC. La identificación de los
componentes del aceite se realizó mediante comparación computerizada de los espectros
obtenidos con los espectros de una Librería Wiley (6ta Edición). Se determinaron los
índices de Kováts analizando conjuntamente la muestra con una mezcla de n-alcanos.
También se logró identificar a partir del extracto de acetato de etilo de hojas secas y
siguiendo una marcha acido-base, los siguientes compuestos: el ácido kaurénico, ácido
grandiflorénico y kaurenal, estos detectados por GC-MS y el ácido 16α,17-dihidroxi-ent1
13
kauran-19-oico identificado NMR- H y NMR- C, este último aislado por primera vez en esta
sub-tribu Espeletiinae. Del análisis de los componentes volátiles se identifico como
componentes mayoritarios: β-cariofileno (6.12%), germacreno D (28.85 %) y 19-oxo-entkaur-16-ene (15.10 %).
P127
ESTUDO QUÍMICO E FARMACOLÓGICO DA FRAÇÃO BUTANÓLICA DO
EXTRATO DE CECROPIA (MORACEAE): UMA PLANTA COM POTENCIAL
ANTICOAGULANTE
A.P. Almeida,1* D. S. A. Chaves,4 J. E. de Souza,2 J.P. Navarro,2 M. Assafim,3 M.F. P.
Corrêa,3 R. B. Zingali,3 S. S. Costa.4
1
Laboratório de Estudo Químico e Farmacológico de Produtos Naturais (LAEQUIFAR –
USS) Universidade Severino Sombra; 2 Aluna de iniciação científica (LAEQUIFAR – USS)
3
Instituto de Bioquímica Médica - Universidade Federal do Rio de Janeiro; 4Núcleo de
Pesquisas de Produtos Naturais - Universidade Federal do Rio de Janeiro;
*[email protected]
Espécies do gênero Cecropia ocorrem nas Américas do Sul e Central (1). C. pachystachya
e C. glaziovii são utilizadas popularmente no combate a inflamações e como diurético (2). A
espécie C. pachystachya é consumida por cervídeos na região do Pantanal (3). Os
flavonóides orientina, isorientina e isovitexina (4) já foram detectados no gênero. Nossos
objetivos consistem em estudar a composição química do extrato etanólico das folhas de
Cecropia sp., bem como avaliar o potencial anticoagulante das frações. As folhas secas de
Cecropia sp. foram maceradas com etanol (12 %, p/v). A fração hidrossolúvel do extrato foi
particionada com acetato de etila (FA) e butanol (FBa), sucessivamente. A purificação de
FBa (coluna de gel Sephadex LH-20; etanol/água 70 %) conduziu à obtenção de quatro
1
13
conjuntos de frações. O conjunto FBa4 foi enviado para RMN ( H e C; DMSO-d6) e seus
dados comparados à literatura (4,5). Ensaios de coagulação in vitro (APTT e PT) foram
realizados em plasma pobre em plaquetas, a partir de sangue humano coletado em citrato
de sódio (3,8 %). A fração em acetato de etila (FA) apresentou excelente atividade
anticoagulante (100 % de inibição), seguida de FBa (70 % de inibição), ambas na
concentração 2,6 mg/mL. A fração FBa4 apresentou uma substância de Rf = 0,54 (ccd em
1
13
sílica; BAW 8:1:1). Os sinais verificados nos espectros de RMN H e C de FBa4 são
compatíveis (5) com a flavona luteolina-6-C-β-glicosídeo (isorientina). Resultados
preliminares indicam que FA e FBa, proveniente do macerado de Cecropia sp. interferem
na coagulação in vitro, e que o flavonóide isorientina está contido na fração butanólica
(FBa).
P128
ATIVIDADE ANALGÉSICA DE EXTRATOS VEGETAIS DE PLANTAS
COLETADAS NA MATA ATLÂNTICA DA REGIÃO CENTRO-SUL FLUMINENSE
DO ESTADO DO RIO DE JANEIRO
A. P. de Almeida,1 R. Neto,2 N. Paulino,3 D. Monteiro da Silva Rodrigues,4 S. Soares Costa,5
6
A. Pires Dantas.
1
Laboratório de Estudo Químico e Farmacológico de Produtos Naturais (LAEQUIFAR)
Universidade Severino Sombra (USS)
2
Aluno do Curso de Biomedicina da USS; 3Laboratório de Farmacologia da Universidade do
Sul de Santa Catarina (UNISUL); 4Aluna de iniciação científica (LAEQUIFAR – USS);
5
Núcleo de Pesquisas de Produtos Naturais - Universidade Federal do Rio de Janeiro;
6
Professora/Pesquisadora do Curso de Biomedicina da USS
[email protected]
Fontes vegetais constituem a base para os sistemas de medicina tradicional desenvolvidos
em países como China e Índia. Atualmente, pelo menos 119 substâncias químicas,
derivadas de 90 espécies de plantas, podem ser consideradas como fármacos importantes
1-4
. Neste estudo foi investigado o potencial efeito anti-hiperalgésico de três (03) extratos
vegetais brutos, de espécies que se desenvolvem na Mata Atlântica da região centro-sul
fluminense do Estado do Rio de Janeiro: Bromelia sp (B.p), Cecropia catharinensis (C.c.) e
Caesalpinia pluviosa var. peltophoroides (C.p.). Os extratos de C.c. e B.p. foram preparados
através da técnica da maceração exaustiva em etanol, e o extrato de C.p. trata-se de um
decocto. Os extratos secos foram ressuspensos em água e utilizados em camundongos
machos tratados com a faixa de 0,8 a 1,0 mg/kg [via intraperitoneal (ip)], 15 minutos antes
da injeção de ácido acético (i.p.), para a contagem do número de contorções abdominais5.
A indometacina foi utilizada como controle positivo (10mg/kg, i.p.) e a salina como controle
negativo. A Bromélia sp (B.p) apresentou inibição significativa no número de constrições
abdominais induzidas pelo ácido acético em camundongos, com valor de ID50 = 0,8 mg/kg e
inibição máxima (IM) de 74 %. A C. catharinensis (C.c.) apresentou ID50 = 0,9 mg/Kg e IM
de 81 % e a C. pluviosa (C.p.) mostrou ID50 = 1,0 mg/Kg com IM de 76 %. Vale ressaltar,
que os resultados obtidos neste estudo são inéditos, e que os extratos estão sendo
produzidos em larga escala, a fim de que seja iniciado um estudo bioguiado, o qual
conduza ao isolamento e caracterização química do(s) princípio(os) ativo(s)
responsável(eis) pela ação analgésica verificada a partir dos extratos brutos.
P129
EFEITO TÓXICO DO EXTRATO AQUOSO DE CAESALPINIA PLUVIOSA VAR.
PELTOPHOROIDES SOBRE ONCOPELTUS FASCIATUS DALLAS
(HEMIPTERA: LYGAEIDAE)
M. Maleck de Oliveira Cabral,1, 2 D. Castilho Barbosa,1 M. Alves de Aguiar,3 A. Fernandes
3
4
5
Isolani, S. Soares Costa. A.P. de Almeida.
1
Centro de Ciências Exatas, Tecnológicas e da Natureza/CECETEN e Unidade de Apoio ao
Ensino, Pesquisa e Extensão Prof. Antonio O. Izolani, Campus Experimental da
Universidade Severino Sombra, Av. Expedicionário Oswaldo de Almeida Ramos, 280, CEP
27700-000. Vassouras, RJ. 2Laboratório de Diptera, Departamento de Entomologia,
IOC/FIOCRUZ, Av. Brasil 4365, Manguinhos, CEP 23851-970 Rio de Janeiro, RJ. 3Aluno de
4
Iniciação Científica – LAEQUIFAR /USS. LPN-Bio, Núcleo de Pesquisas de Produtos
Naturais, Universidade Federal do Rio de Janeiro. 5Laboratório de Estudo Químico e
Farmacológico de Produtos Naturais (LAEQUIFAR)/Universidade Severino Sombra, Av.
Expedicionário Oswaldo de Almeida Ramos, 280, CEP 27700-000; Vassouras, RJ
[email protected]
O gênero Caesalpinia é utilizado para fins ornamentais1. O extrato de C. peltophoroides
2
3
apresentou ação moluscicida e antibacteriana . Algumas espécies apresentaram ação
5-8, 11
analgésica e/ou antiinflamatória
. Derivados fenólicos foram detectados e isolados em
4,6,9,10
. Utilizando o inseto fitófago Oncopeltus fasciatus (Hemiptera:
espécies do gênero
Lygaeidae) avaliou-se a atividade de extratos vegetais no controle de pragas agrícolas.
Neste estudo utilizou-se o extrato aquoso de folhas de Caesalpinia pluviosa var.
peltophoroides (CPA), com a finalidade de estudar a fisiologia e desenvolvimento de
hemípteros fitófagos. Os bioensaios foram realizados com os insetos da colônia
estabelecida no Campus experimental da USS utilizando o tratamento por uso tópico em
ninfas de 4º e 5º estádio de O. fasciatus. O extrato foi dissolvido em água e aplicado nas
concentrações de 1 μg – 400 μg/μL na parte ventral do abdômen dos insetos. Após os
tratamentos, os insetos foram mantidos a 28 ºC (dieta normal; sementes de girassol e água),
e observados durante 35 dias, quanto ao desenvolvimento e a mortalidade. CPA
apresentou uma mortalidade de 75 % em ninfas de 4º estádio (p<0,001) na concentração
de 400 μg/μL. As ninfas de 5º estádio tratadas previamente no 4º estádio apresentaram
uma mortalidade de 30 %, atraso de 7 dias no período de desenvolvimento e muda, inibição
da ecdise em 14 % e 33 % dos adultos que sofreram metamorfose e deformação
morfológica de asas. Os dados foram analisados por Test t’ Student. O efeito tóxico de CPA
em O. fasciatus foi significativo, e apresentou-se similar aos estudos realizados com
extratos de Eremanthus erythropappus (Asteraceae) e Melia azedarach (Meliaceae) em O.
12
fasciatus . Estes resultados são inéditos e mostram o efeito tóxico sobre as ninfas do
hemiptera fitófago, e principalmente metamorfose longa e incompleta, indicando a
interferência sobre o sistema endócrino destes insetos, possibilitando o controle da
população de hemiptera fitófago.
P130
ANTIOXIDANT ACTIVITY OF ETHANOL EXTRACT OF PLINIA EDULIS (VELL.)
SOBRAL – MYRTACEAE
T. Ishikawa,* E.T.M. Kato, S.B.M. Barros, M. Yoshida.
Faculdade de Ciências Farmacêuticas da Universidade de São Paulo
*[email protected]; [email protected]; [email protected]
Plinia edulis (Myrtaceae), popularly known in Brazil as "cambucá", belongs to the medicinal
species employed in the treatment of throat affections by the "caiçaras", fishermen of
coastal localities. In order to explain the efficacy of this plant drug was developed the study
of phytochemical and biological correlations. The hydroethanol extract of leaves showed the
occurrence of flavonoids (0.99%) and tannins (31.35%), substances with known
pharmacological interest. It was observed significant antioxidant activity at rat brain
homogenate lipoperoxidation assay and at the DPPH model: IC50 of 0.21 ug/mL and IC50
of 5.68 ug/mL, respectively. These results represent higher antioxidant activity than alphatocopherol and rutin in the same models: IC50 of 12.1 ug/mL and 9.43 ug/mL, respectively.
The polar fractions, yielded by partition of the hydroethanol extract, showed also high
antioxidant activity at the DPPH model, with IC50 of 2.50 ug/mL to the ethyl acetate fraction
and 2.30 ug/mL to the hydromethanolic fraction. The flavonoids content at the both fractions
were 10.72% and 0.08% respectively. These results indicate that the antioxidant activity is
mainly due to the flavonoids and suggest the search for isolation and structure elucidation of
these compounds.
Aknowledgements: CNPq and CAPES for fellowships and financial supports.
P131
AGROTECNOLOGIAS DE 200 ESPECIES DE PLANTAS MEDICINALES,
AROMATICAS, CONDIMENTOSAS Y FRUTALES ÚTILES EN AMERICA Y
EUROPA.
R. Arencibia Figueroa, A. Hernández López, T. Otero Silveira.
Cuba.
Resumen:
El Proyecto Gallego Otero, unido a la experiencia en los 16 Proyectos Territoriales ubicados
en 13 de las 14 Provincias del País y el Municipio Especial Isla de la Juventud y los 35 de
los 169 municipios existentes en Cuba Proyectos en desarrollo del cual fui el Coordinador
General durante más de 5 años, tiene como objetivo presentar a través de un Catálogo
especializado la recopilación de toda la información científica existente y la introducción de
algunos temas novedosos para el desarrollo de las Plantas Medicinales, logrando con ello
que se cuente con un importante cúmulo de datos que le permitan en un futuro obtener
Normas Agrotecnológicas, el Marketing y Comercialización de unas 200 Plantas
Medicinales muy utilizadas en Cuba, América , Europa y Asia, con las cuales existe una
gran coincidencia en esta primera edición.
Con la finalidad de estimular la producción de las plantas medicinales, se trabajó para
obtener una homogeneidad de la cultura agrotecnológica de cada especie, para lograr
mayores rendimientos por cada cosecha, tratando de concentrar en las Fincas, sean
Provinciales o Municipales, el mayor número de especies para su comercialización, y así
preservarlas en su estado natural. Se trazó una estrategia para el rescate de especies con
algún grado de amenaza, ya que en Cuba existen alrededor de 97, para lograr su
multiplicación y explotación, de forma sostenible. Se desarrolló un método para la
combinación de las Micorrizas y el Humus de lombriz, logrando con ello el fortalecimiento
de las especies, la resistencia, el aumento del follaje, la supervivencia de las poblaciones
sembradas y otros resultados muy interesantes. Se trabaja en la identificación de otro
numero de especies para aumentar el estudio obtenido, que hasta hoy es de 200 plantas.
Un tema de importancia muy sensible lo fue la Comercialización y el Marketing, el cual ha
permitido que muchas fincas ya cuenten con su propia marca, la presentación de las
producciones mejora cada día, el mercado se amplia no solo en la red interna sino que
existen intentos de exportaciones.
Se ha trabajado en la diversificación de las Producciones, así como en buenas prácticas
agrícolas de este grupo de especies.
P132
ESTUDIO DE LA ETNOMEDICINA A TRAVES DEL LIBRO, “UN CIENTIFICO
POPULAR”
R. Arencibia Figueroa, A. Hernández Lopez, T. Otero Silveira.
Cuba
RESUMEN:
Este Libro trata a la Vida y Obra del “GALLEGO OTERO”, un hombre de campo, de 78
años de edad, descendiente de españoles – galicia que por más de 60 años ha trabajado la
tierra y ha dedicado gran parte de su vida al conocimiento, desarrollo y aplicación de las
bondades terapéuticas de las Plantas Medicinales; si autor en más de 300 páginas ha
resumido importantes experiencias obtenidas en alrededor de 200 especies por este
hombre de la ciencia popular Cubana.
INDICE
Prólogo; Deuda de gratitud del Autor; Dedicatoria; Historia del Gallego Otero; Mapa de la
Finca; Anécdotas del Gallego
Fotos; Características morfológicas de las plantas; Recolección y secado de las plantas
Como guardar las plantas; Glosario; Componentes y acciones de las plantas; Informaciones
útiles
ABRE CAMINO
Nombre científico: Koanophyllon villosum (Sw.) King & Robins.
Breve descripción botánica: Arbusto aromático, de 0,5 – 2 mts. Hojas opuestas, aovadas,
dentadas, 3-nervias. Inflorescencias corimbosas, blancas, algo fragantes, dispuestas en
panículas.
Características de siembra: Época de siembra: agosto-octubre a una distancia de 4 por 4
mts.
Formas de comercialización: Plantas secas y verde .
Propiedades medicinales conocidas por el Gallego Otero: Catarro y lesiones en la piel.
Forma de empleo: Baños y cocimientos. Se toma un manojo de la planta y de deposita en
1 litro de agua, se prepara el cocimiento, si se va a utilizar para baños se deposita en un
cubo de agua para enjuagarse al final del baño, si es para el catarro, 1 tacita de café en la
medida de cada porción.
Parte de la planta a utilizar: Follaje.
Porción a utilizar: 2 o 3 veces al día.
P133
ACTIVIDAD BIOLÓGICA DE EXTRACTOS DE VERBESINA PERSICIFOLIA D. C.
A. N. García-Argáez,1* M. Mejía F.,1** M. Martínez-Vázquez.2***
1
Departamento de Ecología y Recursos Naturales, Facultad de Ciencias, UNAM, Circuito
Exterior, Cd. Universitaria, Coyoacán, 04510, México, D.F. Número telefónico: 56-22-49-05
2
Instituto de Química, Universidad Nacional Autónoma de México, Circuito Exterior, Ciudad
Universitaria, Coyoacán, 04510, México, D.F. Número telefónico: 56-22-44-03
*[email protected]; **[email protected];
***[email protected];
Verbesina persicifolia D. C. es una planta arbustiva de la familia Compositae que habita en
climas cálidos y semicálidos, entre los 200 y los 1850m snm.
Se conoce popularmente como huichin, taxiwua y tlamacas. Las partes aéreas de esta
especie se usan en Puebla, Tlaxcala y Veracruz, México, para curar principalmente
padecimientos del hígado, para desinflamar el estómago, y tratar la úlcera estomacal y la
diabetes.
La decocción de esta planta también se usa en forma externa para tratar los granos de las
manos, así como fomento para golpes e inflamación. Las hojas untadas de ruda y de esta
especie se usan para contrarrestar el dolor de huesos originado por enfriamiento. Hasta la
fecha, el único uso de esta planta que se ha convalidado experimentalmente, mediante
estudios farmacológicos, es la diabetes
Como parte de nuestros estudios de plantas medicinales de México, en este trabajo
informamos la actividad antiinflamatoria, en el modelo de edema en oreja de ratón, inducido
por TPA (1), y citotóxica, siguiendo los protocolos establecidos por la NCI sobre líneas
celulares de cáncer (U251, PC-3, K562, HCT-15, MCF-7 y Skul-1) (2), de los extractos
hexánicos, de acetato de etilo y metanólicos de esta especie. El extracto de acetato de etilo
resultó con mayor actividad antiinflamatoria y citotóxica, en los modelos empleados.
Por otro lado, del análisis fitoquímico del extracto hexánico se obtuvo en mayor proporción,
estigmasterol, sustancia que también presentó actividad citótoxica en las líneas celulares
probadas.
Bibliografia
1. De Young et al. Agents Actions., 26, 335-341 (1989).
2. A. Monks et al. J Nal Cancer I. 83, 757-766 (1991).
P134
VERNONIA PATENS KUNTH (ASTERACEAE), PLANTA CON ACCIÓN
DESINFLAMANTE.
S. Pérez,1* M.C. Pérez-Amador,1 V. Muñoz,1** F. García Jiménez,2 M.T. Ramírez,2 A. Nieto.2
Facultad de Ciencias. Instituto de Química. Universidad Nacional Autónoma de
México. Ciudad Universitaria, C.P. 04510 México, D.F.
*[email protected]; **[email protected],
*[email protected]; **[email protected]
Varias especies del género Vernonia (Asteraceae) son usadas en la medicina tradicional,
principalmente en Sudamérica, Centroamérica, México y África. Vernonia patents crece en
diferentes regiones de México, se encuentra como arbusto o arbolito hasta 4 m de alto
asociado a bosque mesófilo de montaña entre los 400 y los 1850 m snm. Comúnmente es
conocida como palo tierra, duraznillo, galpancho, palo aguanoso o vara de San Miguel.
El material biológico fue recolectado en la localidad de Nauzontla del estado de Puebla,
México. Los antecedentes etnobotánicos indican que posee propiedades medicinales
puesto que su uso es muy común entre los pobladores de la Sierra Norte de Puebla, su vía
de administración empleada puede ser oral, como agua de tiempo para contrarrestar el
dolor de estómago, o tópica, mediante cataplasmas hechas con las hojas de la planta para
problemas de granos y hemorragias. Por otro lado, la familia Asteraceae, a la cual
pertenece la planta de estudio, presenta como marcador taxonómico poliacetilenos, algunos
de ellos tienen propiedades antiinflamatorias. Hasta ahora no se dispone de información
química y farmacológica que avale el uso de esta planta con propósitos terapéuticos. Los
datos anteriores motivan a realizar un estudio para evaluar sus características fitoquímicas
y propiedades medicinales de V. patens.
Se extrajeron las hojas y tallos, previamente secos y molidos, mediante maceración
protegida de la luz a temperatura ambiente (3 x 24h) con hexano. El disolvente fue
eliminado por destilación a presión reducida. Al extracto de hoja y tallo obtenidos se le
determinó la presencia de poliacetilenos mediante cromatografía cuantitativa en capa fina y
por espectrofotometría UV. Por otra parte se les determinó la actividad antiinflamatoria,
mediante la prueba de edema en oreja de ratón (modelo TPA).
Los resultados de las pruebas fisicoquímicas, nos muestran la existencia de poliacetilenos
en V. patents, siendo mayor su concentración en tallo que en hoja, dato que coincide con la
efectividad de la acción desinflamante entre los extractos de tallo y hoja (74.78% y 31.09%
inhibición del edema (p &#8804; 0.01 respectivamente). Con este estudio se inicia la
secuencia para la identificación de estos marcadores químicos característicos de las
Asteraceas y que potencialmente pudieran conferir a la especie propiedades medicinales.
ELENCO DEI PARTECIPANTI
Pérez-Amador M.C.
Pérez S.
Abad A.
Abdo S.
Abreu L.M.
Acevedo C.
Nieto A.
Achón Tuñon
Adiga F.
Adrian-Romero M.
Aguirre C.
Alarcón M.
Albuja A. K.
Almanza G.
Almeida A.C.A.
Almora E.
Alonso Díaz S.J.
Altamirano H.C.
Alvarez A.
Alvarez Ramírez M.T.
Ramírez M.T.
Alves de Aguilar M.
Amaral R.R.
Amaya Chávez A.A.
Andino L.
Andreo M.
Anesini C.
Angelici P.
Apablaza C.
Aquino R.P.
Araque M. del C.
Araújo E.L.
Araujo L.
Arellanas González N.K.
Arencibia Figueroa R.
Argoti J.
Argüello-Mendez G.I.
Arichabala P.
Armijos C.
Armstrong N.
P134
P134
P57
OR41-P54
P56
P26-P27
P134
P81
P46
P117
P118
OR15-P70
OR41
P116
P41
P68
P2-P3-P4
P104
OR22
OR6- OR14
P134
P129
P35
P70
OR41
P8-P47
P23-P24-P91
P31
P66
P92
P127
P83
P71-P72
P60
OR42-P131-P132
OR35
P115
P49
P85
P117
Arnold N.
Assafim M.
Autore G.
Avitabile C.
Bacelar F.J.A.
Backhouse N.
Badilla B.
Baldassarre C.
Balestrieri C.
Balestrieri M.L.
Bandoni A.
Barbastefano V.
Barboza González F.
Barboza T.G.S.
Barrios Chica M.
Barros S.B.M.
Bassarello C.
Bastida J.
Batista R.
Bauab T.M.
Belaunde A.J.
Belmonte E.
Beltramino E.
Benavides A.
Benavides D.
Benzatti F.P.
Benzo M.
Bernardes de Agrade Carli C.
Bertoli A.
Bianco Dugarte H.
Bianco G.
Bilia A.R.
Bisio A.
Blair S.
Blanch L.B.
Blasi F.
Blunden G.
Bonacorsi C.C.
Bongiovanni G.
Bosi A.
Braca A.
Bracci A.
Braga de Oliveira A.
Brandão G.C.
Broussalis A.M.
Brunetti I.L.
Bruno M.
Brutti M.
Bruzzone C.
Buffa-Filho W.
Buitrago D.
OR18
P128
P92
OR27
P83
P64-P65-P66-P118
P11
P106
P53
P53
P25-P98-P99
P39-P40-P41
O12
P83
O12
P130
OR23
OR35
OR20- OR37-P14-P15
P8-P9-P10
P94
P65
P17
OR23
P59
P38
P54
P38
P32
P75
P92
PL1
P105
OR26
OR7
OR30-P76-P77-P78
P117
P42
OR9
P76-P77-P78
PL1-P51
P93
OR20- OR37-P14-P15
P14
P26
OR10-P86-P87
P30
P76-P77-P78
P105
OR10
P123
Buitrago J.
Caballero Quintero A.
Cabezas F.
Cabrera-Vivas B.M.
Cacciabue M.
Caccialanza G.
Calvo T.R.
Camargo E.
Campaner dos Santos L.
Campestre C.
Capote T.
Cara P.
Cardile V.
Cardona W.
Cardoso C.P.R.
Carlos Zeppone I.
Carmona J.
Cartuche J.
Casanovas F.
Casero C.
Cassina C.
Castilho Barbosa D.
Castro Braga F.
Castro C.
Castro M.A.
Castro Ortíz R.
Castro V.
Castro-Chaves C.
Cau A.
Caubert F.
Caubet F.
Cazorla S.
Cegarra A.
Cegarra J.
Ceniceros Almaguer L.
Cerda-García-Rojas C.M.
Chacón Ferrera R.
Chalán D.
Chamorro G.
Chamorro-Cevallos G.A.
Chavarría M.
Chaves D.S.A.
Chaves S.P.
Chávez Garibay L.R.
Chomorro-Cevallos G.A.
Chuc-Meza
Ciangherotti C.
Ciccia J.F.
Ciuffi G.
Clemente S.
Clericuzio M.
P122
OR24
OR35
P12-P13
P6
P54
OR15-P40-P41-P62-P63
P61
P112-P113
OR5
P75
P33
P104
P104
P46
P42-P62-P63
OR15
P85
P5
P16-P97
P18
P129
P14
P66
OR37-P15
P19
P109-P110
P83
P92
P121
P125
P91
P117
OR11
OR24
P74
P2
P85
P100
P69
P109-P110
P127
P114
P1
P67
P69
OR11-OR38
P11
P52
P25
PL6
Cocco R.
Codina C.
Coelho Kaplan M.A.
Cogoi L.C.
Cola Miranda M.
Colombo L.L.
Cólus I.M.S.
Cóndor P.
Contreras K.
Cordero de Rojas Y. E.
Cordero Gabrielli P.
Corrêa Costa R.
Corrêa da Rocha M.
Corrêa M.F.P.
Cortéz M.J.
Cossignani L.
Costa P.R.
Costa S.S.
Coussio J.
Cova J.A.
Cruz S.
Cuéllar Araújo N.
Cuesta Rubio O.
Cumandà J.
Curini M.
D’Archivio A.A.
D’Arco G.
da Fonseca L.M.
da Silva A.J.M.
Da Silva M.A.
Dal Piaz
Dall’Acqua S.
Damiani P.
Daubront V.
de Almeida A.P.
De Almeida L.F.R.
de Andrade Neto V.V.
de Andrade Uchôa D.E.
De Caprariis P.
De Feo V.
De Leo M.
de Lima Moreira D.
De Martino L.
De Morais S.K.R.
de Oliveira Araújo D.MN.
de Oliveira Cabral M.M:
de Oliveira Fernandes S.B.
De Oliveira J.
De Simone F.
de Souza J.E.
Pinheiro C.C. S.
P106
OR35
P34-P36
P23
OR16-P39-P40-P41
P63
P47
OR41
OR15
P125
OR7-P5-P6
OR1- OR29
P38
P128
P17
PL10-OR30- OR32-P76-P77-P78
P114
P128
P91
OR13-P71-P72
P124
P52
PL9-P18
P49-P50
OR17-P33-P107-P108
P80
P76-P77-P78
P86
P114
P113
P52
P95
PL10-OR30-OR32-P76-P77-P78
P102
P127-P!28-P129
P113
P114
P89
P52
P93-P94
P51
P34-P35-P36-P37
P93-P94
P38
P96
P129
P36-P37
P119
PL9-OR8-P18-P52
P127
OR1
De Tommasi N.
del Olmo E.
Del Río R.E.N.
Delgado R.
Della Loggia R.
Delporte C.
Demo M.
Deschamps A.
Di Bernardi T.
Di Leo Lira P.
Di Ludovico F.
Di Meglio F.
Diaz I.E.C.
Díaz T.
Díaz-Véliz G.
Dorantes L.
dos Santos Costa C.
dos Santos Estevan C.
Echemendia O.A.
Epifano F.
Erazo S.
Escalante-Estrada Y.
Escobar F.
Espinoza C. L.
Fallarono F.
Fanelli M.
Farias-Silva E.
Fernades P.D.
Fernandes A.S.
Fernandes do Amaral A.C.
Fernandes P.D.
Fernández J.
Fernández J.
Fernández-Peña Acuña C.
Ferraro G.
Fidalgo O.
Figadere B.
Figueiredo M. E.
Floreano M.B.
Flores García A.
Flores Y.
Forte L.
Francesc A.
Frank F.
Fraternale D.
Frazao A.T.
Silva M. F.
Fucito N.
Fuentes Fiallo V.R.
Furlan M.
Furtado P.B.
P52-P105
OR39-P57
P20
P90
P92
P64-P65-P66-P118
OR7-P6-P16-P17-P18-P97
P125
OR7
P98-P99
P7
P66
P38
OR38-P67-P122
OR6- OR12
P69
P34
P53
OR22-P68
OR5- OR17-P33-P106-P107-P108
P64-P65-P66-P118
OR36
P5-P6
P104
OR32
P80
P39-P40-P41
P37
OR10
P35
P37
P123
P127
P93-P103
P23-P24-P25-P26-P27
P68
OR26
P113
P56
P19
P116
P44
P57
P91
P33
P38
OR1
OR43
P84
OR10
P114
Galar Martínez M.
Galiano F.
Gallardo C.
Gallucci N.
Gandini C.
Garbarino J.
García Calderón M. A.
García D.
García F.
García L.F.
García M (Venezuela)
García M. (Cuba)
García Mesa M.
García P.A.
García R.
García-Jíménez F.
García Sánchez E.
García-Argáez A. N.
García-Cid S.L.
Garduño-Siciliano L.
Garín-Aguilar M.E.
Garmendia C.
Garrido-Garrido G.
Garza Juárez A.
Gattuso M.
Gattuso S.
Genovese S.
Giamperi L.
Gil K.
Gilardoni G.
Göity L.
Goleniowski M.
Gomez Hurtado M.A.
Goméz Olivan L.M.
Gonçalves Raddi M.S.
Gonzáles M.C.
Gonzalez Garcia R.M.
González González G.
González J.A.
González K.
González Leonardi I.
González M.C.
Gonzalez Mujica F.
Gonzalez S.
González-Guevara J.L.
González-Lavaut J.A.
Gordo O.
Gorzalczany S.
Goyo Y.
Grau A.
Grosso M.
P70
OR33
P100
OR7-P16-P17-P18-P97
P54
PL7
P1
P90
P20
P57
OR13
OR22
OR4- OR8
OR37-P15
P65
P134
P20
P133
P69
P100
P58-P59
P75
OR22-P90
OR24
P99
P99
OR17-P107
P33
P44
PL6-P54
P66
OR9
P20
P70
P42
OR15
P96
P60
P68
OR22-P68
OR21
OR15
P102-P103
P98
OR22
OR22
OR22
P26
P75
P82
P97
Gualtieri M.
Guarize Nogueira L.
Guerrero J.
Guevara García M.M.
Gutiérrez Pérez R.
Gutíerrez R.
Hakime-Silva R.A.
Heinrich M.
Heras Dorante V.A.
Hernández G.
Hernández García A.
Hérnandez Linares
Hernández Lopez A.
Hernández Navarro M.D.
Hernández-Cruz O.
Hernández-Hernández J.D.
Hernández-Pineda B.N.
Herrera M.C.
Herrera-Bucio R.
Hiruma-Lima C.A.
Hnatyszyn O.
Humberto J.L.
Ibarguen M.F.
Imperato R.
Innocenti G.
Inostroza V.
Ishikawa T
Itabaiana I. Jr
Izolani A.F.
Izolani A.O.
Jiménez Díaz J.F.
Jiménez Rodríguez C.
Joseph-Nathan P.
Juárez B. E.
Kato E.T.M.
Khalil N.M.
Kolb N.
Kuster R. M.
Ladio A.H.
Lago V.
Lanini J.
Lavanda C.
Layedra P.
Leal I.
Leiro J.M.
Leite C.Q.F.
Lemus Y.
Leoncini R.
Lima D.C.
Lima W. P.
Loján C.
OR15-P71-P72
P96
OR11
P101
P124
P126
OR10
P46
P111
P124
OR34
P29
OR42-P131-P132
P69-P70
P28
P73-P74
OR36
P21-P22
P120
OR25-P39-P40-P41
P24
OR20
OR3
P95
P64-P118
P130
OR18
P114-P129
P119
P2-P3-P4
P2-P3-P4-P81
P74
P45
P130
P9-P10-P87
P6
OR18-P37
PL2
P68
P96
P85
P54
OR18
P90
P8
P90
OR6
P55
P114
P85
Lombardo L.
López Albarrá
López P.G.
López-Pérez J.L.
López-Valera S.
Lucas E.M.F.
Lucena M.
Lucena R.
Luiz-Ferreira A.
Lungentrass H.
Machado Rocha L.
Maddock J.E.L.
Maggi M.
Maggio A.
Malagón O.
Malagón Quintana L.M.
Malchiodi E.
Mancini E.
Manduca M. A.
Mareggiani G.
Marriel I.E.
Martín C.
Martínez I.
Martínez Pacheco M.M.
Martínez S
Martínez S.
Martínez-Galero E.
Martinez-Pascual R.
Martínez-Vázquez M.
Martino V.
Martins C.H.G.
Martins L.R.
Mascia Lopes F.C.
Mata R.
Mateus M.E.
Mau L.G.
Mazzeo P.
Mazzolin L.P.
Meccia G.
Medina I.
Medina M.
Mejía F M.
Melo V.
Mencherini T.
Méndez A.
Méndez Blanco J.
Méndez Corao G.
Mendiondo M.E.
Menezes S.F.
Menghini A.
Menghini L.
P104
P120
P23
P57
P58
P56
P72
P75
P39-P40-P41
OR12
P35
P119
P80
P30
PL6-P85
OR34
P91
P94
P127
P25
P56
P73
P68
P19-P20
O39
OR35
P100
P28
P133
P91-P98
P9-P10
P55
P38-P62-P63
OR11
P37
P114
P80
OR25
P122
P85
P85
P133
P21-P22
P92
P122
PL1
OR13-P71-P72
P45
P34-P35-P36-P37
P108
OR5- OR17-P31-P106-P107-P108
Mercado M.I.
Mercado Y.
Merino Montiel P.
Meza Reyes S.
Michelatto D.P.
Miguel del Corral J.M.
Millán R.
Minga P.
Minh C.V.
Minuto A.
Minuto G.
Miño J.
Miranda H.
Molina L.
Molina-Torres J.
Mollinedo P.
Moncherini T.
Monteiro de Castro M.C.
Montellano Rosales H.
Monteriro da Silva Rodriguez D.
Montesano D.
Montiel Smith S.
Mora S.
Morais A.M.
Morales A.
Morales Escobar L.
Morales L.
Morales López M.E.
Morán López G.
Moreno M.G.
Morillo G.
Morocho V.
Moscatelli V.
Motta N.
Moura A.C.S.
Muñoz E.
Muñoz O.
Muñoz V.
Muñoz-Arenas M.G.
Muriel P.
Murillo R.
Muschietti L.
Musti A.
Napolitano A.
Naranjo P.
Navarro García E.
Navarro García R.
Navarro J.P.
Negrete R.
Negri R.
Neto R
P82
OR40
P29
P28-P29
P41
OR37-P15
OR12
P85
P51
P105
P105
P27
P64-P66-P118
P75
P115
P116
P89
P56
P111
P128
OR32-P76-P77-P78
P28-P29
OR6-OR12
P83
P88-P123
P52
P116
P20
P120
P100
P126
P85
P27
P93-P102-P103
OR15
P90
P64
P134
P13
P100
P109-P110
P91
P106
OR23
OR28
P2-P3-P4
P3
P128
P64-P65-P66-P118
PL6
P128
Netto dos Santos K.R.
Nicolais V.
Noccioli C.
Noguera M.
Nunez C.V.
Oliva M.
Oliveira M.F.
Oliveira M.S.
Oliveira O.M.M.F.
Oliveira T.S.
Orozco R.
Ortiz-Moreno A.
Otero Silveira
Ouviña A.
Oviedo R.
Pagiotti R.
Paoletti E.
Parra-Mijangos J.
Patel A.V.
Paulino N.
Peredo N.
Pereira de Lima Jr R.C.
Pereira Nogueira F.L.
Perfumi M.
Peschel W.
Petacci F.
Petit P.
Petrosino T.
Pfenning L.H.
Piacente S.
Piccinelli A. L.
Picco A.M.
Picerno P.
Pineda F.P.
Pinto J.L.
Pires Dantas A.
Pistelli L.
Pizza C.
Politi M.
Ponessa G.
Portillo R.
Poveda L.
Povera J.L.
Prado-Alacalá R.A.
Priestap R.
Prieto J.M.
Prieto-González S.
Raharisoa L.
Ramírez I
Ramírez J.C.
Ramírez-Chávez E.
OR18
P79
P33
O15
OR1-OR29
P16-P17-P18-P97
P83
P56
OR10-P86-P87
P56
P50
P69
OR42-P131-P132
P24
OR22
P31-P107-P108
P80
OR36
P117
P128
P118
P89
P36
PL4
P46
P9-P10
P56
P76-P77-P78
P56
OR23-P53
PL9-OR8-P18
P106
P92
P12-P13
P35
P128
P32
OR23-P53
P46
P82
P124
P109-P110
P11
P58
P25
P46
OR22
P126
OR38-P67
P12-P13
P115
Ramos J.M.
Ramos Zamora D.
Ramos-Chávez L.A.
Rampirez Durón R.
Rancel Cano R
Rastrelli L.
Raya González D.
Retta D.
Reyes Olivares V.
Ribeiro V.S.
Ricci D.
Riccieri R.
Rinaldo D.
Ríos-Chávez P.
Rivas Galindo V.
Rivas M.C.
Rivero V.
Rivero-Martínez J.
Rocco G.
Rocha Martins G.
Rocha Silveira E.
Rodolfi M.A.
Rodrigo G.
Rodrigues A.P.
Rodrigues C.M.
Rodrigues J.
Rodríguez de Vera B.C.
Rodríguez J.
Rojano B.
Rojas J.
Rojas L.B.
Rolim Campos A.
Román-Marin L.U.
Romussi G.
Rondon M.
Rosselli S.
Rossi-Bergmann B.
Ruggirei F.
Ruiz I.E.
Russo A.
Saavedra A.
Sabini L.
Sáez J.
Sáez Vega A.
Salas F.
Salazar Aranda R
Salazar Cavazos M. de la Luz
Salgado-Garciglia R.
Samorrini G.
San Feliciano A.
Sánchez J.
P119
P111
OR36
OR24
P44
PL9-OR8-P18-P79
P19
P98-P99
P73
P83
P33
P76-P77-P78
P112
P115
P60
OR31
P124
P21-P22
P65
P36
P89
P106
P116
P86
P113
P112
P2-P3-P4
P90
OR26
P88-P123
P122-P123-P124-P126
P89
P73-P74
OR2-P105
OR13
P30
P114
P80
OR40
P104
P118
OR7-P5-P6
OR26
OR26
P88
OR24-P60
OR24
OR14- OR34
PL8
OR37-P15-P57
P122
Sandoval Ramírez J.
Sannomiya M.
Sant’Ana A.E.G.
Santiago Santiago J.A.
Santoni R.
Santos A.A.D.
Santos F.V.
Saravia Gomez A.
Satyanarayana Rao V.
Scio E.
Segura C.
Segura Cobos D.
Senatore F.
Severi J.A.
Sharry S.
Lima J. M. S.
Silva Torres R.
Silva X.
Silveira C.S.
Simonetti M.S.
Smola F.
Soares Costa S.
Solórzano M.
Sosa I.
Soto-Hernández M.
Soto-Quintana O.
Souza Brito A.R.M.
Souza G.G.
Spadaro V.
Stern A.
Strener O.
Suarez A.
Suárez Rodríguez L.M.
Sülsen V.
Takahashi J.A.
Tamariz-Mascarúa J.
Tamashiro J.
Tammaro F.
Tanaka T.
Téllez C.S.
Tinitana F.
Tirillini B.
Toninello A.
Torrenegra R.D.
Torres C.
Torres V.
Torres-Santos E.C.
Tovar A.
Traut M.
Trujillo Carreño J.
Usubillaga A.
P28-P29
P42-P48-P112-P113
P53
P7
OR26
P35
P47
PL5
P89
P96
OR26
P59
P30
OR25
P43-P44
OR1
P111
P64-P118
P34
OR30-OR32-P76-P77-P78
P50
P128-P129
P67
P72
OR36-P58
P74
OR15- OR25-P39-P40-P41-P112
P55
P30
OR11
P116
P11
OR34
P91
P55-P56
P120
P112
PL3-OR5
OR17
P119
P85
OR5-P31-P107-P108
P95
PL11
P6
P64
P114
P124
OR7
P4
OR11-P124-P126
Uzcátegui E.
Valencia del Toro G.
Valiente M.A.A.
Van Baren C.
Van N.T.H.
Varanda E.A.
Vargas-Alvarez D.
Vassallo A.
Velasco J.
Velázquez-Jiméne R.
Vellosa J.C.R.
Ventura F.
Vidari G.
Vila J.L.
Viladomat F.
Vilegas W.
Villalta C.
Villareal S.
Villasmil S.
Vinagre A.M.
Viñas-Bravo O.
Vita Finzi P.
Volpe M.G.
Waksman de Torres N.
Wessjohann L.
Wilson N.
Ximenes V.F.
Yoshida M.
Zabala Z.
Zaldívar M.
Zanetti F.
Zanon S.
Zaragoza T.
Zingali R.B.
Zygadlo J.
OR15
P58-P59
OR8
P98-P99
P51
P8-P47-P48
OR19-OR36
P52
OR38-P67-P88-P122-P123
P74
OR10
P76-P77-P78
PL6-P54
P116
OR35
OR16-OR25-P8-P39-P40-P41-P42-P47P48-P61-P62-P63-P112-P113
OR15
OR38
OR15
P40
P28
PL6-OR41-P54
P79
OR24-P60
OR18
P46
P86
P38-P130
P122
P63
P95
P5
P85
P128
P16-P17
1. Testai, L.;Chericoni, S.; Calderone, V.; Nencioni, G.; Nieri, P.; Morelli, I.;
Martinotti, E. Cardiovascular effects of Urtica dioca L. roots extracts: in vitro and
in vivo pharmacological studies. J. Ethnopharmacol., 2002, 81, 105-109.
2. Gordaliza, M.; Castro, M.A.; Miguel Del Corral, J.M. Antitumor properties of
Podophyllotoxin and related compounds. Current. Pharm. Design., 2000, 6, 18111839
3. Rastrelli, L.; De Simone, F.; Mora G.; Poveda, J.; Aquino R. Phenolic
constituents of Phenax angostifolius. J. Nat. Prod., 2001, 1, 79-81.
4. Piccinelli, A.L.; Mahmood, N.; Mora, G.; Poveda, L.; De Simone, F.; Rastrelli,
L. Anti-HIV activity of dibenzylbutyrolactone-type lignans from Phenax species
endemic in Costa Rica. J. Pharm. Pharmacol., 2005, 57, 1109-1115.