documento di valutazione dei rischi sede via pelagalli

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DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
AI SENSI DELL’ART.17, COMMA 1 DEL
D.LGS. 81/2008
AZIENDA : I.I.S. “TULLIANO”
SEDE ITIS PER CHIMICI
VIA PELAGALLI, 3
ARPINO (FR)
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
- D.LGS. 81/2008 -
Revisione n. 14
I.I.S. “TULLIANO”
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Normativa di Riferimento
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NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Si elenca di seguito la principale normativa di riferimento in tema di igiene e
sicurezza del lavoro.
LEGGI A CARATTERE GENERALE:
• R.D. 1265, 27/7/34: “Approvazione del testo unico delle leggi sanitarie”.
• D.P.R. 1124, 30/06/65: “Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione
obbligatoria contro malattie e gli infortuni”.
• D.Lgs. 81/2008: (Testo unico per il miglioramento della salute e della sicurezza
dei lavoratori).
PREVENZIONE INCENDI
• D. M .10/03/1998 (Criteri generali per la sicurezza antincendio e per la
gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro)
• D.P.R. 01/08/1998, n. 151 (Nuovo Regolamento di semplificazione di
Prevenzione Incendi).
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Dati dell’Azienda
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Impresa: I.I.S. “TULLIANO”.
Sede legale: P.zza Municipio, 49 - Arpino (FR).
Sede dell'unità produttiva: Via Pelagalli, 3 - Arpino (FR).
C.F.: 91011090601
Codice ATECO: ATECO 2007: P – ISTRUZIONE
Attività esercitata: Istituto di istruzione secondaria
Datore di lavoro: Prof. Michele Bove.
Responsabile del servizio di prevenzione e protezione: Ing. Reale Loris
Numero delle persone addette all'unità produttiva: 84 di cui
-
65 Docenti (55 ITIS + 4 Liceo Scientifico);
18 ATA (6 Assistenti amm.vi + 4 Assistenti tecn. + 8 Collab. scol);
1 D.S.G.A.
Breve descrizione dell'attività lavorativa: L'attività lavorativa è quella di
gestione di un Istituto scolastico secondario superiore. Le lavorazioni si eseguono
in un unico turno lavorativo dalle ore 8:00 alle 14:00 per sei giorni settimanali.
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Organico dell'Azienda
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Organigramma dell'azienda
Dirigente Scolastico
(Datore di lavoro)
Direttore Servizi
Generali ed Amministrativi
Docente con
funzioni vicarie o coordinatore
di plesso/sede associata
(preposto)
Personale A.T.A.
Personale Docente
Organico dell'azienda (sicurezza)
Datore di Lavoro: Dirigente Scolastico - Prof. BOVE Michele
Responsabile del servizio di prev. e protezione: Ing. REALE Loris
Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza: Sig. LEPORE Felice Aldo
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Organico dell'Azienda
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Squadra di Emergenza:
Nome
Lepore Felice Aldo
Gabriele Nadia
Rea Aldo
Visca Antonio
Iafrate Mauro
Scafi Domenico
Cappello Serena
Posizione
Piano terra
Piano terra
Piano terra/Palestra
Piano primo
Piano primo
Piano secondo
Segreteria
Nome
Scappaticci Pierina
Rea Aldo
Sera Valeria
Iafrate Mauro
Scafi Domenico
Ricci Pasqua
Cappello Serena
Rea Rocco
Posizione
Piano terra
Piano terra
Piano primo
Piano primo
Piano secondo
Piano secondo
Segreteria
Segreteria
Addetti al primo soccorso:
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Generale
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I lavoratori sono informati e conoscono l’intero processo produttivo.
Ogni lavoratore conosce il proprio ruolo nell’ambito dell’attività aziendale.
Ogni lavoratore conosce le mansioni dei colleghi di lavoro.
Nella assegnazione delle mansioni si tiene conto della opinione degli interessati.
L’organizzazione del lavoro promuove il mantenimento di relazioni amichevoli e
collaborative e di comunicazione tra i lavoratori.
Il servizio di PREVENZIONE E PROTEZIONE è stato realizzato in ottemperanza
all’art.8 capo II.
Il servizio antincendio è stato realizzato in ottemperanza all’art. 13 e in base al
DM 10/03/1998.
Il servizio di pronto soccorso è stato realizzato in ottemperanza all’art.15 in base
ai decreti che saranno emanati.
L’attribuzione delle funzioni e responsabilità in campo di igiene e sicurezza
coinvolge il personale a tutti i livelli; è stata comunque stabilita la responsabilità
gerarchica a cui far riferimento.
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Metodologia seguita
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PREMESSA
Il presente documento è redatto ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. 81/2008, descrive i
risultati della valutazione dei rischi per la sicurezza e l’igiene del lavoro, individua
le misure di prevenzione e protezione dei rischi e il loro programma di attuazione.
Esso è stato predisposto dal datore di lavoro.
METODOLOGIA SEGUITA PER LA VALUTAZIONE
Il processo logico di valutazione dei rischi può essere graficamente sintetizzato nel
seguente flusso:
Identificazione dei
pericoli
Verifica esposizione e
identificazione
esposti
Analisi e stima di
tutti i rischi
Definizione priorità
di intervento
Individuazione e
adozione delle misure
di prev. e prot.
Controllo,
monitoraggio e
revisione
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Metodologia seguita
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In riferimento al flusso di cui sopra, per la esecuzione della presente valutazione si
e adottata la sequenza metodologica operativa di seguito descritta:
1. Raccolta dati, analisi del ciclo lavorativo e delle condizioni di lavoro.
2. Individuazione dei pericoli o fonti di rischio presenti nelle varie aree
aziendali.
3. Individuazione di eventuali situazioni di esposizione e individuazione dei
lavoratori/lavoratrici esposti/e.
4. Individuazione di eventuali lavoratori o gruppi di lavoratori esposti a rischi
particolari o con particolari “condizioni soggettive” aggravanti.
5. Verifica delle misure di prevenzione e protezione adottate e del rispetto
delle relative norme vigenti.
6. Analisi dell’esposizione e stima dei rischi.
7. Individuazione delle misure di prevenzione e protezione da intraprendere e
loro programmazione.
MODALITA’ DI IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI
Il primo passo nel processo di valutazione dei rischi consiste nella identificazione
dei pericoli o fonti/sorgenti di rischio.
Secondo la definizione di cui all’art. 2 del D. Lgs. 81/08, per pericolo si intende la
“proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di
causare danni”.
I pericoli presi in considerazione, sono stati raggruppati nelle seguenti quattro
categorie, a seconda della tipologia di origine:
·
·
·
·
AMBIENTI DI LAVORO
IMPIANTI – ATTREZZATURE – MATERIALI
AGENTI CHIMICI – FISICI – BIOLOGICI
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Per ogni fonte di rischio riscontrata nella specifica realtà aziendale ed, in
particolare, attribuita alla fase lavorativa e/o reparto e/o area aziendale in cui si
presenta, si procede ad un esame delle caratteristiche del pericolo e delle eventuali
misure di prevenzione e protezione già adottate.
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MODALITA’ DI ANALISI DEI RISCHI
Una volta individuata la presenza del pericolo si prosegue nell’analisi dei rischi
associabili.
Secondo la definizione di cui all’art. 2 del D. Lgs. 81/08, il rischio e la
“probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di
impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro
combinazione”.
Per ogni pericolo riscontrato si procede alla analisi delle caratteristiche di
pericolosità e di eventuali condizioni di esposizione dei lavoratori ( area di
rischio).
Un volta individuato il rischio si procede alla sua classificazione ( Rischio per la
SICUREZZA / Rischio per la SALUTE ) ed alla valutazione del rischio stesso,
attraverso l’attribuzione di un grado di rischio.
Il grado di rischio, qualora non sia diversamente normato, viene stimato tenendo
conto della probabilità (P) del verificarsi dell’evento dannoso ( infortunio o
malattia professionale ) e della gravita o magnitudo dell’eventuale danno (D) al
lavoratore/lavoratrice che può causare.
La stima del grado di rischio R e data, dunque, dal combinarsi dei due fattori P e
D ai quali vengono assegnati i seguenti valori con relative definizioni :
PROBABILITA’:
P = 1 Bassa: L’evento dannoso è improbabile. La sua manifestazione è legata al
contemporaneo verificarsi di più eventi indipendenti e poco probabili.
P = 2 Medio bassa: L’evento dannoso è poco probabile, ma possibile. E’ legato al
contemporaneo verificarsi di più eventi non necessariamente indipendenti e di probabilità
non trascurabile.
P = 3 Medio alta : L’evento dannoso è probabile. Tipicamente legato a funzionamenti
anomali delle macchine e degli impianti, non rispetto delle procedure di lavoro, non utilizzo
dei mezzi di prevenzione e protezione.
P = 4 Alta: L’evento dannoso è altamente probabile, tende a verificarsi diverse volte.
DANNO:
D = 1 Trascurabile : Il danno è rapidamente reversibile e di scarsa entità. Non comporta
l’abbandono del posto di lavoro
D = 2 Modesto: Il danno comporta una parziale limitazione funzionale reversibile in pochi
giorni con completo ripristino della capacità lavorativa
D = 3 Notevole: Il danno comporta una limitazione funzionale reversibile solo dopo un
certo tempo con eventuale riduzione della capacità lavorativa.
D = 4 Grave: Il danno è irreversibile e comporta una notevole e permanente riduzione
della capacità lavorativa o l’inabilità o la morte
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Metodologia seguita
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Il grado di rischio R può essere rappresentato dalla seguente matrice :
R
4
8
12
16
3
6
9
12
2
4
6
8
1
2
3
4
D
Dalla matrice si possono estrapolare le seguenti 3 gradazioni di rischio:
R
Valore
Classificazione
R=PXD
1-3
Rischio Lieve (basso)
R=PXD
4-8
Rischio Medio
R=PXD
9 - 16
Rischi Alto
La classificazione del rischio, in base alla probabilità dell’evento ed al danno
procurabile, ha lo scopo (che è poi l’obiettivo ultimo del processo di valutazione)
di individuare le situazioni che necessitano di interventi di prevenzione e
protezione, tecniche, organizzative o procedurali, per eliminare (quando possibile)
o ridurre il rischio.
L’indicazione delle misure di prevenzione e/o protezione da intraprendere, la
priorità ed i tempi di intervento, saranno determinate, oltre che in base
all’eventuale riscontro di non conformità rispetto alle vigenti normative, in
relazione al grado di rischio attribuito: maggiore il valore di R (PxD), più alta
dovrà essere la priorità di intervento.
PROCEDURA OPERATIVA DI VALUTAZIONE
Nella specifica realtà aziendale, la raccolta delle informazioni necessarie per la
valutazione dei rischi è stata effettuata utilizzando le seguenti modalità operative:
· Sopralluoghi nei locali di lavoro con liste di controllo.
· Analisi della documentazione tecnica e amministrativa.
· Analisi degli infortuni e delle eventuali malattie professionali.
· Analisi dati di comparto.
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Colloqui con i lavoratori, e con il Rappresentante dei Lavoratori
Colloqui col Medico Competente
Esame dei resoconti di Sorveglianza Sanitaria
Esame dei manuali di uso delle attrezzature di lavoro.
Rilevazioni strumentali specifiche.
Gli orientamenti considerati si sono basati sui seguenti aspetti:
Ciclo produttivo;
osservazione dell’ambiente di lavoro (requisiti dei locali di lavoro, vie di
accesso, sicurezza delle attrezzature, microclima, illuminazione, rumore,
agenti fisici e nocivi);
identificazione dei compiti eseguiti sul posto di lavoro (per valutare i rischi
derivanti dalle singole mansioni);
osservazione delle modalità di esecuzione del lavoro (in modo da
controllare il rispetto delle procedure e se queste comportano altri rischi);
esame dell’ambiente per rilevare i fattori esterni che possono avere effetti
negativi sul posto di lavoro (microclima, aerazione);
esame dell’organizzazione del lavoro;
rassegna dei fattori psicologici, sociali e fisici che possono contribuire a
creare stress sul lavoro e studio del modo in cui essi interagiscono fra di
loro e con altri fattori nell’organizzazione e nell’ambiente di lavoro.
Formazione, addestramento, informazione del personale;
Procedure di emergenza;
Dispositivi di protezione individuale;
Segnaletica;
Le “Misure di Prevenzione e di Protezione” individuate ed i conseguenti
“Dispositivi di protezione” da adottare sono conseguenti alla valutazione dei
Rischi,
La valutazione dei rischi di seguito riportata è stata effettuata esaminando il più
dettagliatamente possibile gli argomenti sopra elencati determinando le situazioni
e i punti di possibile rischio. Contemporaneamente è stata posta attenzione al
rispetto delle normative in tema di sicurezza e igiene del lavoro.
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ANALISI DELLE ATTIVITÀ E FASI DI LAVORO
Per la valutazione dei rischi si è proceduto preliminarmente alla individuazione
delle attività lavorative presenti nell’Unità Produttiva (intese come attività che non
presuppongano una autonomia gestionale, ma che sono finalizzate a fornire un
servizio completo e ben individuabile nell’ambito della produzione).
All’interno di ogni attività lavorativa sono state individuate le singole fasi a cui
sono associate:
• Macchine ed attrezzature impiegate
• Sostanze e preparati chimici impiegati
• D.P.I.
Ad ogni singola fase sono stati attribuiti i rischi:
• derivanti dalla presenza dell’operatore nell’ambiente di lavoro
• indotti sul lavoratore dall’ambiente esterno
• conseguenti all’uso di macchine ed attrezzature
• connessi con l’utilizzo di sostanze, preparati o materiali pericolosi per la
salute.
Qui di seguito sono riportate le diverse fasi lavorative presenti in azienda
suddivise in Attività ed in Fasi di lavoro.
ATTIVITA' 1
DIREZIONE E SEGRETERIA
Fase 1
LAVORI D’UFFICIO
ATTIVITA' 2
Fase 1
DIDATTICA
ATTIVITA’ DIDATTICA IN AULA
ATTIVITA’ DIDATTICA IN AULA DI
INFORMATICA O MULTIMEDIALE
ATTIVITA’ DIDATTICA IN LABORATORIO
ATTIVITA’ DIDATTICA IN PALESTRA
AUSILIARIA
ACCOGLIENZA E VIGILANZA ALLIEVI
PULIZIA LOCALI
Fase 2
Fase 3
Fase 4
ATTIVITA' 3
Fase 1
Fase 2
Lavoratori Addetti
DSGA
Assistente amministrativo
Docente - Allievo
Docente - Allievo
Docente – Allievo- Assist.tec.
Docente - Allievo
Collaboratore scolastico
Collaboratore scolastico
Individuati i raggruppamenti le diverse fasi lavorative presenti in azienda, per
ognuna di esse, con la metodologia indicata, oltre ai rischi propri dell’attività sono
stati individuati e valutati i rischi legati attrezzature utilizzate e ad eventuali
sostanze impiegate o prodotte.
In funzione dei rischi rilevati sono state indicati i Dispositivi di Protezione
Individuale necessari e l’eventuale ricorso alla sorveglianza sanitaria.
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LOCALI UFFICI
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Luogo di lavoro
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1. LOCALE SEGRETERIA
1.1. DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE GENERALI DEL LOCALE
Il locale, adibito segreteria, è collocato al piano rialzato di uno stabile separato
dall’edificio in cui si svolgono le attività didattiche ed è dotato di un ingresso
separato da quest’ultimo.
L'accesso al locale avviene per mezzo di una porta sufficientemente agevole.
È presente altresì un locale adibito a magazzino cancelleria situato all’interno
dello stabile in cui si svolgono le attività didattiche.
1.2. LUOGO DI LAVORO
• La pavimentazione, del tipo a mattoni, presenta buone caratteristiche di
aderenza e risulta idonea al tipo di attività e all'uso che si fa dei locali secondo
quanto previsto dal D. Lgs 81/2008.
• La pavimentazione è regolare ed uniforme non inducendo il rischio di
inciampo.
• L'altezza minima dei locali è conforme a quanto prescritto dal D. Lgs 81/2008.
• La superficie minima disponibile per ogni lavoratore è conforme a quanto
prescritto dal D. Lgs 81/2008.
• Le dimensioni delle porte sono conformi alle norme vigenti.
• All’interno del locale sono presenti scaffali su cui sono riposti oggetti di basso
peso. Tali scaffali sono adeguatamente stabili dato il basso rapporto
altezza/area di base e l’esiguo peso presente sugli stessi.
• All’ingresso del locale è presente un idoneo tappeto per l’asciugamento delle
scarpe dei clienti al fine di ridurre il rischio di scivolamento in caso di pioggia.
All'interno del locale è custodito un pacchetto di medicazione conforme a
quanto previsto dal DM 388/2003.
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Illuminazione-Servizi
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1.3. ILLUMINAZIONE
• Le pareti dei locali sono di tinta chiara al fine di migliorare la riflessione/diffusione
della luce. L'illuminazione è uniforme per evitare eccessivi contrasti tra le diverse
zone. Le lampade sono dotate di elementi diffusori della luce.
• L’illuminazione è ottenuta per mezzo di lampade a neon.
• Le plafoniere sono provviste di elementi di protezione contro la caduta accidentale
di eventuali oggetti.
• All'interno del locale sono presenti lampade di emergenza alimentate a batteria che
entrano in funzione automaticamente in caso di mancanza di energia elettrica di
rete.
Si ricorda che è necessario verificare periodicamente il funzionamento delle luci di
emergenza.
1.4. SERVIZI IGIENICI
• I servizi igienici sono collocati all’interno del locale.
Essi risultano idonei al tipo di lavorazione e al numero di lavoratori presenti e sono
provvisti dei dispositivi necessari per una corretta igiene: dispenser del sapone,
carta asciugamani a perdere.
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LOCALI UFFICI
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VDT
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1.5. VIDEOTERMINALI
Durante l’attività lavorativa si fa uso di videoterminali da parte di alcuni addetti.
Essi non rientrano nella definizione di operatori di videoterminali data dal titolo VII
art. 173 del D.Lgs. 81/2008.
Dall’esame dei luoghi di lavoro è emerso che le postazioni di lavoro nelle quali si
utilizzano attrezzature munite di videoterminali rispettano le prescrizioni minime
contenute nell’allegato XXXIV del D.Lgs. 81/2008.
In particolare è stato rilevato che:
•
il piano di lavoro ha una superficie poco riflettente e dimensioni sufficienti a
permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei
documenti e del materiale accessorio;
•
il piano di lavoro ha generalmente una profondità tale da assicurare una corretta
distanza visiva dallo schermo;
•
i sedili utilizzati dagli addetti sono dotati di schienale ed altezza regolabili e
possono essere facilmente spostati anche in rapporto al tipo di pavimento;
Note: si segnala, in linea generale, un lay-out interno pianificato e studiato a livello
funzionale-spaziale tale da evitare, nel limite di ciò che è fattibile, fenomeni di
abbagliamento e/o di riflesso sugli schermi delle postazioni dotate di VDT..
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LOCALI UFFICI
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Rischi mansione
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1.6. RISCHI LEGATI ALLA MANSIONE DI IMPIEGATO/COLLABORATORE AMMINISTRATIVO
Descrizione attività
Trattasi dei lavori tipici della direzione e della segreteria dell’Istituzione Scolastica, sia per quanto riguarda
gli aspetti amministrativi e contabili che quelli relativi alla gestione del personale.
L’attività comporta anche l’attuazione dei rapporti con l’utenza e con i fornitori di prodotti e servizi
sussidiari all’attività scolastica.
Attività svolte
Rapporti relazionali interni ed esterni
Rapporto col personale e servizi
Attività generica di ufficio
Gestione del personale e dei servizi
Macchine ed Attrezzature utilizzate
Sostanze pericolose utilizzate
Personal computer
Inchiostri
Stampante, Calcolatrice
Spillatrice, Timbri, Taglierina,Telefono/fax
Fotocopiatrice
Attrezzi manuali d’ufficio di uso comune
Pericoli evidenziati dall’analisi
Rischio
Misure di prev.e prot. attuate
Elettrocuzione
BASSO Formazione e informazione
Manutenzione periodica impianto elettrico
Stress da fattori ambientali nei lavori di ufficio
BASSO
Rumore
BASSO
Affaticamento visivo per l'utilizzo di VDT
BASSO Pause attività legate all’uso di VDT
Formazione e informazione
Punture, tagli ed abrasioni
BASSO Formazione e informazione
Scivolamento
BASSO Posizionamento tappeto all’ingresso per
asciugamento scarpe in caso di pioggia;
Pulizia periodica del pavimento.
Movimentazione manuale dei carichi
BASSO Vedi capitolo successivo
Dispositivi di protezione individuale
Sorveglianza sanitaria
L’attività non comporta situazione di rischio che
richiedano la sorveglianza sanitaria
PROGRAMMA DELLE MISURE PER IL MIGLIORAMENTO DEI LIVELLI DI SICUREZZA
Misura da attuare
Procedura
Informazione dei lavoratori sulle
seguenti tematiche:
impiego delle attrezzature da ufficio
Divulgare il materiale
fornito dal DS e dal RSPP
Preposto/i
all’attuazione
D.S., D.S.G.A.
Programmazione
Da effettuare
periodicamente (una
volta l’anno)
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Luogo di lavoro
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2. LOCALI AULE DIDATTICHE
2.1. DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE GENERALI DEI LOCALI
I locali, adibiti ad aule didattiche, sono collocate su tre piani dell’edificio
scolastico principale. L’edificio è dotato di due ingressi su due piani.
2.2. LUOGO DI LAVORO
• La pavimentazione, del tipo a mattoni, presenta buone caratteristiche di
aderenza e risulta idonea al tipo di attività e all'uso che si fa dei locali secondo
quanto previsto dal D. Lgs 81/2008.
• La pavimentazione è regolare ed uniforme non inducendo il rischio di
inciampo.
• L'altezza minima dei locali è conforme a quanto prescritto dal D. Lgs 81/2008.
• La superficie minima disponibile per ogni lavoratore è conforme a quanto
prescritto dal D. Lgs 81/2008.
• Le dimensioni delle porte sono conformi alle norme vigenti e il senso di
apertura è verso l’esterno.
• All’interno di alcune aule sono presenti scaffali su cui sono riposti oggetti di
basso peso. Tali scaffali sono adeguatamente stabili dato il basso rapporto
altezza/area di base e l’esiguo peso presente sugli stessi.
• Al fine di ridurre i rischi, i collaboratori scolastici e i docenti riferiranno al D.S.
o al Vicario o al RSPP ogni elemento potenziale di rischio presente nelle aule
dovuto all’utilizzo delle stesse quali ad esempio danni ai vetri, prese elettriche
aperte o rotte, fili elettrici esposti, ecc.
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Illuminazione-Servizi
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2.3. ILLUMINAZIONE
• Le pareti dei locali sono di tinta chiara al fine di migliorare la riflessione/diffusione
della luce. L'illuminazione è uniforme per evitare eccessivi contrasti tra le diverse
zone. Le lampade sono dotate di elementi diffusori della luce.
• L’illuminazione è ottenuta per mezzo di lampade a neon.
• Le plafoniere sono provviste di elementi di protezione contro la caduta accidentale
di eventuali oggetti.
2.4. SERVIZI IGIENICI
• I servizi igienici sono collocati nei corridoi in numero di due per piano e sono
separati per maschi, femmine e docenti.
Essi risultano idonei e sono provvisti dei dispositivi necessari per una corretta
igiene.
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VDT
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2.5. VIDEOTERMINALI
Durante l’attività scolastica, nell’aula di informatica/multimediale, si fa uso di
videoterminali da parte degli alunni. Essi non rientrano nella definizione di operatori
di videoterminali data dal titolo VII art. 173 del D.Lgs. 81/2008.
Dall’esame dei luoghi di lavoro è emerso che le postazioni di lavoro nelle quali si
utilizzano attrezzature munite di videoterminali rispettano le prescrizioni minime
contenute nell’allegato XXXIV del D.Lgs. 81/2008.
In particolare è stato rilevato che:
•
il piano di lavoro ha una superficie poco riflettente e dimensioni sufficienti a
permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei
documenti e del materiale accessorio;
•
il piano di lavoro ha generalmente una profondità tale da assicurare una corretta
distanza visiva dallo schermo;
•
i sedili utilizzati dagli addetti sono dotati di schienale ed altezza regolabili e
possono essere facilmente spostati anche in rapporto al tipo di pavimento;
Note: si segnala, in linea generale, un lay-out interno pianificato e studiato a livello
funzionale-spaziale tale da evitare, nel limite di ciò che è fattibile, fenomeni di
abbagliamento e/o di riflesso sugli schermi delle postazioni dotate di VDT..
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VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
LOCALI AULE
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Rischi mansione
20/99
2.6. RISCHI LEGATI ALLA MANSIONE DI DOCENTE/ALUNNO
Descrizione attività
L’attività è caratterizzata dallo svolgimento di lezioni in materie specifiche svolte dal docente che si avvale
di strumenti cartacei, tra cui testi, fotocopie e dispense e, talvolta, di strumenti informatici o di attrezzature
quali, ad esempio, la lavagna luminosa.
Attività svolte
Organizzazione e svolgimento attività didattiche
Svolgimento lezioni
Svolgimento attività specifica di laboratorio di informatica
Vigilanza alunni
Macchine ed Attrezzature utilizzate
Sostanze pericolose utilizzate
Computer
Polveri (Gessi)
Lavagna (in ardesia, plastificata etc.)
Lavagna luminosa
Strumenti di uso comune per svolgere le attività
didattiche (gessi, pennarelli, penne, libri,
quaderni ,ecc.)
Pericoli evidenziati dall’analisi
Rischio
Misure di prev.e prot. attuate
Inalazione di polveri
BASSO
Disturbi alle corde vocali
BASSO
Stress da rapporto con gli alunni
BASSO
Rumore
BASSO
Elettrocuzione
BASSO Formazione e informazione
Inciampo, urti, scivolamenti
BASSO Posizionamento tappeto all’ingresso per
asciugamento scarpe in caso di pioggia;
Pulizia periodica del pavimento.
Postura
BASSO Formazione e informazione
Movimentazione manuale dei carichi
BASSO Vedi capitolo successivo
Dispositivi di protezione individuale
Sorveglianza sanitaria
L’attività non comporta situazione di rischio che
richiedano la sorveglianza sanitaria
PROGRAMMA DELLE MISURE PER IL MIGLIORAMENTO DEI LIVELLI DI SICUREZZA
Misura da attuare
Procedura
Informazione dei lavoratori sulle
seguenti tematiche:
impiego delle attrezzature,
formazione generica su rapporti
interpersonali e pericoli presenti
Verifica giornaliera delle
condizioni delle aule al fine di
individuare possibili pericoli (vetri
rotti, prese aperte, ecc)
Divulgare il materiale
fornito dal DS e dal RSPP
Verifica visiva
Preposto/i
all’attuazione
D.S., D.S.G.A.
Programmazione
Collaboratori
scolastici,
Docenti
Giornaliera
Da effettuare
periodicamente (una
volta l’anno)
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Rischi mansione
21/99
2.7. RISCHI LEGATI ALLA MANSIONE DI COLLABORATORE SCOLASTICO
Descrizione attività
Consiste nell’attività di controllo degli accessi, di prima accoglienza degli allievi e dei genitori e di quanti
accedono all’Istituzione Scolastica e di sussidio nella vigilanza sugli allievi.
Consiste inoltre nella pulizia e disinfezione dei locali dell’edificio e delle relative pertinenze esterne,
compresi: pavimenti, pareti e le apparecchiature igienico-sanitarie presenti nei bagni.
Attività svolte
Circolazione interna all’istituto, Vigilanza alunni, Rapporti con l’utenza, Pulizia, Detersione e disinfezione,
Riassetto locali.
Macchine ed Attrezzature utilizzate
Sostanze pericolose utilizzate
Citofono
Detergente comune
Telefono
Alcool denaturato
secchio
scopa
lavapavimenti
Pericoli evidenziati dall’analisi
Rischio
Misure di prev.e prot. attuate
Scivolamenti, inciampi, cadute a livello
BASSO Posizionamento tappeto all’ingresso per
asciugamento scarpe in caso di pioggia;
Pulizia periodica del pavimento
Formazione e informazione
Urti, colpi, impatti e compressioni
BASSO Formazione e informazione
Punture, tagli ed abrasioni
BASSO Formazione e informazione
Elettrocuzione
BASSO Formazione e informazione
Stress da fattori ambientali (telefoni, presenza di
BASSO Formazione e informazione
pubblico, vigilanza allievi)
Movimentazione manuale dei carichi
BASSO Vedi capitolo successivo
Inalazione polveri e fibre
BASSO Formazione e informazione
Dispositivi di protezione individuale
Sorveglianza sanitaria
Mascherina antipolveri (su richiesta)
L’attività non comporta situazione di rischio che
Guanti monouso
richiedano la sorveglianza sanitaria
Camice da lavoro
PROGRAMMA DELLE MISURE PER IL MIGLIORAMENTO DEI LIVELLI DI SICUREZZA
Misura da attuare
Procedura
Informazione dei lavoratori sulle
seguenti tematiche:
impiego delle attrezzature,
formazione generica su rapporti
interpersonali e pericoli presenti
Verifica giornaliera delle
condizioni delle aule al fine di
individuare possibili pericoli (vetri
rotti, prese aperte, ecc)
Divulgare il materiale
fornito dal DS e dal RSPP
Verifica visiva
Preposto/i
all’attuazione
D.S., D.S.G.A.
Programmazione
Collaboratori
scolastici,
Docenti
Giornaliera
Da effettuare
periodicamente (una
volta l’anno)
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VALUTAZIONE DEI RISCHI
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LOCALI LABORATORI
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Luogo di lavoro
22/99
3. LOCALI LABORATORI DIDATTICI
3.1. DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE GENERALI DEI LOCALI
I locali, adibiti a laboratori didattici, sono collocate su due piani dell’edificio
scolastico principale.
3.2. LUOGO DI LAVORO
• La pavimentazione, del tipo a mattoni, presenta buone caratteristiche di
aderenza e risulta idonea al tipo di attività e all'uso che si fa dei locali secondo
quanto previsto dal D. Lgs 81/2008.
• La pavimentazione è regolare ed uniforme non inducendo il rischio di
inciampo.
• L'altezza minima dei locali è conforme a quanto prescritto dal D. Lgs 81/2008.
• La superficie minima disponibile per ogni lavoratore è conforme a quanto
prescritto dal D. Lgs 81/2008.
• Le dimensioni delle porte sono conformi alle norme vigenti e il senso di
apertura è verso l’esterno.
• All’interno dei laboratori sono presenti scaffali su cui sono riposti oggetti di
basso peso. Tali scaffali sono adeguatamente stabili dato il basso rapporto
altezza/area di base e l’esiguo peso presente sugli stessi.
• All’interno dei laboratori sono presenti lavaocchi di emergenza.
• Al fine di ridurre i rischi, i collaboratori scolastici e i docenti riferiranno al D.S.
o al Vicario o al RSPP ogni elemento potenziale di rischio presente nei
laboratori dovuto all’utilizzo delle stesse quali ad esempio danni ai vetri, prese
elettriche aperte o rotte, fili elettrici esposti, ecc.
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VALUTAZIONE DEI RISCHI
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LOCALI LABORATORI
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Illuminazione-Servizi
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3.3. ILLUMINAZIONE
• Le pareti dei locali sono di tinta chiara al fine di migliorare la riflessione/diffusione
della luce. L’illuminazione è uniforme per evitare eccessivi contrasti tra le diverse
zone. Le lampade sono dotate di elementi diffusori della luce.
• L’illuminazione è ottenuta per mezzo di lampade a neon.
• Le plafoniere sono provviste di elementi di protezione contro la caduta accidentale
di eventuali oggetti.
3.4. SERVIZI IGIENICI
• I servizi igienici sono collocati nei corridoi in numero di due per piano e sono
separati per maschi, femmine e docenti.
Essi risultano idonei e sono provvisti dei dispositivi necessari per una corretta
igiene.
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LOCALI LABORATORI
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Rischio mansioni
24/99
3.5. RISCHI LEGATI ALLA MANSIONE DI DOCENTE T.P./ALUNNO
Descrizione attività
L’attività è caratterizzata dallo svolgimento di lezioni tecnico pratiche con l’impiego di soluzioni di
sostanze e preparati molto diluiti. Le soluzioni vengono preparate dal Docente tecnico-pratico che adotterà
le dovute precauzioni per ridurre il rischio chimico (operazioni sotto cappa aspirante e con l’impiego di
DPI). In alcuni laboratori avvengo lezioni volte all’apprendimento dell’impiego di strumentazione analitica.
Attività svolte
Organizzazione e svolgimento attività didattiche
Svolgimento lezioni
Svolgimento attività specifica di laboratorio
Vigilanza alunni
Macchine ed Attrezzature utilizzate
Sostanze pericolose utilizzate
Macchine ed attrezzature specifiche di
Sostanze chimiche da laboratorio
laboratorio
Strumenti di uso comune per svolgere le attività
didattiche (gessi, pennarelli, penne, libri,
quaderni ,ecc.)
Pericoli evidenziati dall’analisi
Rischio
Misure di prev.e prot. Attuate
Rischio chimico alunni
BASSO
Rischio chimico Docenti
IRRILEV. Vedasi capitolo specifico
Stress da rapporto con gli alunni
BASSO
Inciampo, urti, scivolamenti
BASSO Pulizia periodica del pavimento.
Dispositivi di protezione individuale
Sorveglianza sanitaria
Guanti, Camice
L’attività non comporta situazione di rischio che
richiedano la sorveglianza sanitaria
PROGRAMMA DELLE MISURE PER IL MIGLIORAMENTO DEI LIVELLI DI SICUREZZA
Misura da attuare
Procedura
Informazione dei lavoratori sulle
seguenti tematiche:
impiego delle attrezzature di
laboratorio, sui pericoli presenti e
sulle procedure di lavoro e di
sicurezza
Verifica giornaliera delle
condizioni dei laboratori al fine di
individuare possibili pericoli (vetri
rotti, prese aperte, ecc)
Divulgare il materiale
fornito dal DS e dal RSPP
Verifica visiva
Preposto/i
all’attuazione
Docenti
Programmazione
Collaboratori
scolastici,
Assistenti tecnici,
Docenti
Giornaliera
Da effettuare
periodicamente (una
volta l’anno)
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VALUTAZIONE DEI RISCHI
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LOCALE PALESTRA
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Luogo di lavoro
25/99
4. LOCALE PALESTRA
4.1. DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE GENERALI DEI LOCALI
I locali, adibiti a palestra, sono collocati al piano terreno dell’edificio scolastico
principale.
4.2. LUOGO DI LAVORO
• La pavimentazione, del tipo a materiale plastico, presenta buone caratteristiche
di aderenza e risulta idonea al tipo di attività e all'uso che si fa dei locali
secondo quanto previsto dal D. Lgs 81/2008.
• In alcuni punti la pavimentazione presenta delle discontinuità che potrebbero
indurre il rischio di inciampo.
• L'altezza minima dei locali è conforme a quanto prescritto dal D. Lgs 81/2008.
• La superficie minima disponibile per ogni lavoratore è conforme a quanto
prescritto dal D. Lgs 81/2008.
• Le dimensioni delle porte sono conformi alle norme vigenti e il senso di
apertura è verso l’esterno.
• Al fine di ridurre i rischi, i collaboratori scolastici e i docenti riferiranno al D.S.
o al Vicario o al RSPP ogni elemento potenziale di rischio presente nella
palestra dovuto all’utilizzo delle stesse quali ad esempio danni ai vetri, prese
elettriche aperte o rotte, fili elettrici esposti, ecc.
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LOCALE PALESTRA
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Illuminazione-Servizi
26/99
4.3. ILLUMINAZIONE
• Le pareti dei locali sono di tinta chiara al fine di migliorare la riflessione/diffusione
della luce. L’illuminazione è uniforme per evitare eccessivi contrasti tra le diverse
zone. Le lampade sono dotate di elementi diffusori della luce.
• L’illuminazione è ottenuta per mezzo di lampade a neon e o per mezzo di fari.
• Le plafoniere sono provviste di elementi di protezione contro la caduta accidentale
di eventuali oggetti ed atti a resistere al urto accidentale con i palloni.
4.4. SERVIZI IGIENICI
• I servizi igienici/spogliatoi sono collocati nei pressi della palestra e sono separati
per maschi e femmine.
Essi risultano idonei e sono provvisti dei dispositivi necessari per una corretta
igiene.
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VALUTAZIONE DEI RISCHI
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GENERALE
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Luogo di Lavoro
27/99
4.5. RISCHI LEGATI ALLA ATTIVITÀ DIDATTICA IN PALESTRA
Descrizione attività
L’attività ginnica viene svolta nelle palestre o in alcuni all’esterno nella pista di atletica di proprietà
dell’istituto, questo tipo di attività svolta dagli alunni è seguita da docenti che hanno una formazione
specifica.
Attività svolte
Organizzazione e svolgimento attività ginniche
Vigilanza alunni
Macchine ed Attrezzature utilizzate
Sostanze pericolose utilizzate
Attrezzatura di palestra in genere
Cavalletti ginnici
Pesi
Palloni
Pericoli evidenziati dall’analisi
Rischio
Misure di prev.e prot. Attuate
Urti, colpi, impatti e compressioni (alunni)
MEDIO Formazione ed informazione
Urti, colpi, impatti e compressioni (docenti)
BASSO Formazione ed informazione
Stress da rapporto con gli alunni
BASSO Formazione ed informazione
Inciampo, scivolamenti, cadute a livello
BASSO Pulizia periodica del pavimento.
Formazione ed informazione
Dispositivi di protezione individuale
Sorveglianza sanitaria
L’attività non comporta situazione di rischio che
richiedano la sorveglianza sanitaria
PROGRAMMA DELLE MISURE PER IL MIGLIORAMENTO DEI LIVELLI DI SICUREZZA
Misura da attuare
Procedura
Informazione dei lavoratori sulle
seguenti tematiche:
impiego delle attrezzature di
palestra, sui pericoli presenti e sui
comportamenti da tenere
Verifica giornaliera delle
condizioni dei laboratori al fine di
individuare possibili pericoli (vetri
rotti, prese aperte, ecc)
Risistemazione della
pavimentazione
Divulgare il materiale
fornito dal DS e dal RSPP
Verifica visiva
Preposto/i
all’attuazione
Docenti
Programmazione
Collaboratori
scolastici,
Docenti
Giornaliera
Da effettuare
periodicamente (una
volta l’anno)
Al più presto
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VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
STRUTTURA TENSIOST.
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Luogo di lavoro
28/99
5. LOCALE STRUTTURA TENSIOSTATICA
5.1. DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE GENERALI DEI LOCALI
Il locale, adibito a palestra, è collocato al piano terreno all’esterno dell’edificio
scolastico principale ed è realizzato in struttura reticolare metallica con copertura
tensiostatica in materiale plastico.
5.2. LUOGO DI LAVORO
• La pavimentazione, del tipo a guaina in gomma, presenta buone caratteristiche
di aderenza e risulta idonea al tipo di attività e all'uso che si fa dei locali
secondo quanto previsto dal D. Lgs 81/2008.
• La pavimentazione è regolare ed uniforme non inducendo il rischio di
inciampo. Sono presenti delle scale agibili per accedere al campo.
• L'altezza minima dei locali è conforme a quanto prescritto dal D.Lgs. 81/2008.
• La superficie minima disponibile per ogni lavoratore è conforme a quanto
prescritto dal D.Lgs. 81/2008.
• Le dimensioni delle porte sono conformi alle norme vigenti e il senso di
apertura è verso l’esterno.
• All’ingresso della struttura sono presenti scale. Al fine di ridurre il rischio di
scivolamento, su tali scale sono posizionate bande antisdrucciolo.
• Durante i periodi freddi è possibile la presenza di condensa sul pavimento. Sarà
cura del docente verificare la presenza di tale condensa e non praticare l’attività
didattica al fine di ridurre il rischio di scivolamento.
• Al fine di ridurre i rischi, i collaboratori scolastici e i docenti riferiranno al D.S.
o al Vicario o al RSPP ogni elemento potenziale di rischio presente nella
struttura dovuto all’utilizzo delle stesse quali ad esempio danni alla copertura,
fili elettrici esposti, ecc.
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
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STRUTTURA TENSIOST.
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Luogo di Lavoro
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5.3. ILLUMINAZIONE
• L’illuminazione è uniforme per evitare eccessivi contrasti tra le diverse zone. Le
lampade sono dotate di elementi diffusori della luce.
• L’illuminazione è ottenuta per mezzo di lampade a neon e o per mezzo di fari.
• Le plafoniere sono posizionate ad una altezza tale da rendere lieve il rischio di urto
accidentale con i palloni.
• Sono presenti lampade di illuminazione di emergenza.
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VALUTAZIONE DEI RISCHI
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STRUTTURA TENSIOST.
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Luogo di Lavoro
30/99
5.4. RISCHI LEGATI ALL’ATTIVITÀ DIDATTICA NELLA STRUTTURA
Descrizione attività
L’attività ginnica e alcune partite di allenamento o didattiche sono svolte all’interno della struttura, questo
tipo di attività svolta dagli alunni è seguita da docenti che hanno una formazione specifica.
Attività svolte
Organizzazione e svolgimento attività ginniche
Vigilanza alunni
Macchine ed Attrezzature utilizzate
Sostanze pericolose utilizzate
Attrezzatura di palestra in genere
Palloni
Pericoli evidenziati dall’analisi
Rischio
Misure di prev.e prot. Attuate
Urti, colpi, impatti e compressioni (alunni)
MEDIO Formazione ed informazione
Urti, colpi, impatti e compressioni (docenti)
BASSO Formazione ed informazione
Stress da rapporto con gli alunni
BASSO Formazione ed informazione
Inciampo, scivolamenti, cadute a livello
BASSO Pulizia periodica del pavimento.
Formazione ed informazione
Dispositivi di protezione individuale
Sorveglianza sanitaria
L’attività non comporta situazione di rischio che
richiedano la sorveglianza sanitaria
PROGRAMMA DELLE MISURE PER IL MIGLIORAMENTO DEI LIVELLI DI SICUREZZA
Misura da attuare
Procedura
Preposto/i
all’attuazione
Docenti
Programmazione
Informazione dei lavoratori sulle
seguenti tematiche:
impiego delle attrezzature di
palestra, sui pericoli presenti e sui
comportamenti da tenere
Verifica giornaliera delle
condizioni della struttura al fine di
individuare possibili pericoli (prese
aperte, ecc)
Verifica delle condizioni del
pavimento prima dell’inizio
dell’attività didattica.
Divulgare il materiale
fornito dal DS e dal RSPP
Verifica visiva
Collaboratori
scolastici,
Docenti
Giornaliera
Verifica visiva
Docenti
Giornaliera
Da effettuare
periodicamente (una
volta l’anno)
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VALUTAZIONE DEI RISCHI
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GENERALE
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Rischio Chimico
31/99
RELAZIONE SULLA
VALUTAZIONE DEI RISCHI
PER LA SALUTE E LA SICUREZZA DEI
LAVORATORI
DERIVANTI DALLA PRESENZA DI AGENTI
CHIMICI PERICOLOSI
- Rif. D.Lgs. 81/2008, artt. 17 e 223 -
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Rischio Chimico
32/99
Il presente documento di valutazione dei rischi è stato elaborato secondo
la metodologia ARChiMEDE ispirata al modello della Regione Emilia
Romagna (Movarisk) per quanto concerne il rischio salute dovuto
all’utilizzo di agenti chimici pericolosi nel luogo di lavoro ed integrato per la
valutazione del rischio per la sicurezza e delle multi-esposizioni. I risultati
ottenuti in molteplici realtà lavorative con modello Archimede sono stati
confrontati con le misure ambientali e personali di alcuni inquinati.
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
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Rischio Chimico
33/99
INDICE
PRESENTAZIONE ................................................................................................................................. 34
PREMESSA NORMATIVA ..................................................................................................................... 35
VALUTAZIONE PRELIMINARE E DETTAGLIATA DEL RISCHIO ........................................................ 39
Valutazione del rischio per la salute..................................................................................39
Principi e caratteristiche del modello ...............................................................................................39
Determinazione dell’indice di esposizione per via inalatoria ...........................................................40
Determinazione dell’esposizione cutanea .......................................................................................45
Valutazione degli effetti cumulativi ..................................................................................................48
Valutazione dei risultati ottenuti .......................................................................................................48
Valutazione del rischio per la sicurezza ............................................................................49
Giudizio conclusivo ...........................................................................................................50
STESURA DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI ........................................................... 51
DESCRIZIONE GENERALE DEI LUOGHI DI LAVORO E DELLE ATTIVITA’ .................51
RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI ...............................................................................53
Attività ..............................................................................................................................................53
Dati dei prodotti ...............................................................................................................................53
Misure preventive e protettive adottate ...........................................................................................54
AGENTI CHIMICI UTILIZZATI ..........................................................................................55
GRUPPI OMOGENEI DI LAVORATORI ESPOSTI AD AGENTI CHIMICI E/O CONDIZIONI DI
ESPOSIZIONE SIMILARI .................................................................................................60
VALUTAZIONE PRELIMINARE E VALUTAZIONE DETTAGLIATA DEL RISCHIO ........61
MISURE DI SICUREZZA ADOTTATE ..............................................................................72
MISURE DI RIDUZIONE DEL RISCHIO E VALUTAZIONE DEL RISCHIO RESIDUO....77
RASSEGNA DELLE SPECIFICHE MISURE ADOTTATE ................................................77
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Rischio Chimico
34/99
PRESENTAZIONE
25/03/2014
Il documento di valutazione dei rischi di esposizione dei lavoratori ad agenti chimici pericolosi:
•
•
è stato redatto ai sensi del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 costituisce parte integrante del
documento di valutazione dei rischi redatto ai sensi del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 art. 17;
è soggetto ad aggiornamento periodico ove si verifichino notevoli mutamenti che potrebbero
averla resa superata ovvero quando i risultati della sorveglianza medica ne mostrino la
necessità .
La valutazione dei rischi è stata condotta dal Datore di lavoro e Responsabile del Servizio di
Prevenzione e Protezione con la collaborazione del Medico Competente e il coinvolgimento
preventivo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.
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Rischio Chimico
35/99
PREMESSA NORMATIVA
La valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori viene effettuata a fronte di quanto
richiesto dal D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 art. 17: il presente documento si riferisce alla valutazione
dell’esposizione ad agenti chimici pericolosi sul luogo di lavoro, in ottemperanza a quanto richiesto
dall'art. 223, e ne costituisce la necessaria integrazione.
Il D.L.gs . 9 aprile 2008, n. 81 prescrive, infatti, al Datore di Lavoro di:
• effettuare la valutazione dei rischi di esposizione dei lavoratori preliminarmente,
• aggiornarla periodicamente in funzione di modifiche sostanziali nel frattempo intercorse,
• prendere, in base alle risultanze, tutte le misure di prevenzione e protezione, collettiva ed
individuale, necessarie a ridurre al minimo il rischio.
La valutazione dei rischi deve contenere le informazioni relative a:
• natura, caratteristiche di pericolosità e quantitativi delle sostanze chimiche presenti;
• modalità di utilizzo, misure di prevenzione e protezione messe in atto;
• entità di esposizione, intesa come numero di lavoratori potenzialmente esposti, tipo, durata e
frequenza dell’esposizione;
• effetti delle misure di sicurezza messe in atto;
• valori limite di esposizione e valori biologici dell’agente;
• risultati dei controlli sanitari e dei monitoraggi ambientali effettuati;
• eventuali conclusioni tratte dalle azioni di sorveglianza sanitaria già intraprese;
• eventuali misure che si ritenga mettere in atto, in base alle risultanze della valutazione dei
rischi.
Il D.Lgs. 81/2008 si applica a tutte le attività in cui siano presenti sostanze pericolose ed in particolare
sono compresi:
• la produzione;
• la manipolazione;
• l'immagazzinamento;
• il trasporto o l'eliminazione;
• il trattamento dei rifiuti.
Gli agenti chimici sono quelli classificati o classificabili come:
• sostanze pericolose ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, e successive
modifiche;
• preparati pericolosi ai sensi del decreto legislativo 14 marzo 2003 n.65;
• che possano comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa di loro
proprietà chimico-fisiche chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti
sul luogo di lavoro;
• gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale.
In particolare occorre riferirsi a sostanze e preparati:
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Rischio Chimico
36/99
a) esplosivi
b) comburenti
c) estremamente infiammabili
d) facilmente infiammabili
e) infiammabili
f) molto tossici
g) tossici
h) nocivi
i) corrosivi
j) irritanti
k) sensibilizzanti
l) cancerogeni
m) mutageni
n) tossici per il ciclo riproduttivo
Sono invece esclusi dal campo di applicazione del D.Lgs. 81/08 sostanze e preparati che siano solo:
o) pericolosi per l'ambiente
La classificazione può essere individuata dalle frasi di rischio (frasi R) presenti sulle schede di
sicurezza.
Parlando di rischio di esposizione è possibile differenziare, come indica il D.Lgs. 81/08, tra:
Rischio di
esposizione
Irrilevante per la salute
e basso per la
sicurezza
NON irrilevante per la
salute e non basso per
la sicurezza
Riferimento normativo
Obblighi
D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 art. 224
comma 2
•
•
D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 artt. 225,
226,229,230
•
•
•
Valutazione dei rischi
Informazione e formazione
Valutazione dei rischi
Informazione e formazione
Misure specifiche di
protezione e prevenzione
• Disposizioni in caso di
incidenti o di emergenze
• Sorveglianza sanitaria
Si ricorda che l’analisi del rischio di esposizione ad agenti cancerogeni, ove pertinente, deve essere
stata già effettuata ai sensi del D.Lgs. 25 febbraio 2000 n. 66 e riportata all’interno della valutazione dei
rischi nell’ambiente di lavoro ai sensi del D.Lgs. 19 settembre 1994 n. 626, ora sostituito dal D.Lgs. 9
aprile 2008, n. 81 con compilazione del registro degli esposti e conseguente invio dello stesso agli
organi preposti.
Un ulteriore importante riferimento normativo è dato dagli obblighi previsti dall’art. 5
comma 2 D.lgs. 334/99 relativo ad azienda a rischio di incidente rilevante (Legge "Seveso"),
per cui anche gli stabilimenti che utilizzino sostanze pericolose al di sotto dei quantitativi
limite previsti dall’Allegato I del D.Lgs. 17 agosto 1999 n. 334 stesso devono provvedere
all’individuazione dei rischi con conseguente aggiornamento del documento di valutazione,
ed alla formazione/informazione del personale ai sensi del D.M. 16 marzo 1998.
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METODOLOGIA PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI DI ESPOSIZIONE AGLI AGENTI CHIMICI
PERICOLOSI (schema logico)
Nella Figura seguente è rappresentato lo schema logico previsto dal D.Lgs. 81/2008 per la valutazione del rischio
di esposizione agli agenti chimici secondo quanto definito nelle Linee Guida delle Regioni
1) valutazione
Art.223
• Proprietà pericolose
• Dati della scheda di sicurezza
• Limiti di esposizione
• Quantità presenti
Art.223
• Effetti delle misure preventive e protettive
adottate
• Conclusioni tratte da eventuali azioni di
sorveglianza sanitaria
Art.223
• Modalità di lavorazione
• Tipo di esposizione
• Durata di esposizione
• Livello di esposizione
Art.224 c 2
• Valutazione preliminare dei rischi
Valutazione del rischio
per la SALUTE
Valutazione del rischio
per la SICUREZZA
L’attività
esclude la
presenza di:
concentrazioni
pericolose di sostanze
infiammabili, facilmente
infiammabili, materiali
combustibili o comburenti, di
fiamme libere o fonti di
accensione ed il luogo di
lavoro è classificato a
rischio incendio
basso
SI
SI
Rischio BASSO
per la Sicurezza
Giustificazione
che la natura e l’entità dei rischi non
rendono necessaria una ulteriore
valutazione
NO
Valutazione dettagliata
del rischio con modelli o
misure
RISCHIO BASSO PER
LA SICUREZZA E
IRRILEVANTE PER LA
SALUTE
Rischio Non Irrilevante per la salute
NO
approfondire la
valutazione
integrandola con
quella dovuta al
formarsi di
atmosfere esplosive
e con la valutazione
del rischio incendio
e aggiornare il piano
di emergenza
Rischio Irrilevante
per la Salute
Valutazione estesa del rischio
Eliminazione o riduzione del rischio con
misure specifiche di prevenzione e
protezione
NO
Esistono lavoratori
esposti a T, Xn, Xi
SI
Rischio non Basso
per la Sicurezza
Sorveglianza sanitaria
Monitoraggio periodico degli
agenti chimici
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2) esito della valutazione
Esito della valutazione
Stesura della relazione
Informazione e formazione
dei lavoratori
Aggiornamento periodico
1. Valutazione preliminare del rischio (art. 224 comma 2)
2. Valutazione dettagliata del rischio (tramite algoritmi o misurazioni)
3. Valutazione estesa del rischio
che per correttezza sarebbe opportuno differenziare in:
1. Valutazione preliminare del pericolo
2. Valutazione dettagliata ed estesa del rischio residuo
in quanto, dalle considerazioni effettuate sul campo di applicazione della normativa, consegue che la
valutazione preliminare non può essere una valutazione analitica del rischio di esposizione dei singoli
lavoratori, ma solo una individuazione del pericolo di esposizione agli agenti chimici.
Solo con questa interpretazione è possibile spiegare le terminologie di rischio irrilevante per la salute e
basso per la sicurezza, che altrimenti sarebbero in contrasto con l’evidenza che il rischio di
esposizione debba essere comunque basso, anche in realtà complesse che utilizzino agenti pericolosi
in quantità significative.
La valutazione estesa del rischio è obbligatoria solo per le situazioni nelle quali il pericolo è non
irrilevante per la salute e non basso per la sicurezza; in questi stessi casi è anche necessario:
• adottare misure specifiche di prevenzione e protezione;
• aggiornare il Piano di emergenza per includere eventuali scenari incidentali relativi a rischi
chimici;
• prevedere la sorveglianza sanitaria per gli esposti ad agenti pericolosi per la salute;
• dimostrare, anche con misurazioni di agenti chimici in luoghi di lavoro, il raggiungimento di
adeguati livelli di sicurezza.
Nei paragrafi che seguono sono illustrate le varie fasi in cui è stata articolata la valutazione dei rischi.
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VALUTAZIONE PRELIMINARE E DETTAGLIATA DEL RISCHIO
Modello di calcolo del rischio da agenti chimici pericolosi per la salute e la sicurezza
da utilizzarsi nelle piccole e medie imprese (titolo IX Dlgs 81/08)
Valutazione del rischio per la salute
Il modello utilizzato è quello presentato dalla Regione Emilia Romagna, ed è basato su semplici
algoritmi e può essere utilizzato per effettuare la valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi, per
attività che comportino basse esposizioni per i lavoratori.
Il modello matematico si serve di coefficienti (parametri) che valutano i vari contributi per definire il
livello di rischio secondo quanto previsto e richiesto dal titolo VII bis “protezione da agenti chimici”
L’utilizzo di tale modello è piuttosto semplice e può essere utilizzato da piccole e medie imprese per
definire il livello di rischio presente nella loro realtà.
Principi e caratteristiche del modello
Il modello nasce dalla relazione semplice e di carattere più generale per la quale il rischio dipende
linearmente dal pericolo e dall’esposizione secondo la formula:
R = P×E
ove il pericolo dipende dalle caratteristiche intrinseche, mentre l’esposizione dalla modalità con cui il
lavoratore viene a contatto con tale pericolo. Quando si parla di sostanze e preparati il pericolo è
rappresentato dalle proprietà chimico-fisiche e tossicologiche della sostanza o del preparato e
l’esposizione potrà essere di tipo inalatoria, cutanea o per ingestione ed anche a più di una sola via.
Per poter partire da criteri oggettivi capaci di classificare correttamente la natura dei pericoli prodotti da
sostanze e preparati si è scelto di adottare la classificazione assegnata ai prodotti che circolano nel
mercato europeo secondo i criteri definiti dalla direttiva europea 67/548/CEE e dalle successive
modifiche e aggiornamento. Alle sostanze e ai preparati classificati come pericolosi sono assegnati
secondo i criteri di classificazione indicati nei D.Lgs. 52/97, D:Lgs. 65/2003, DM 28/041997, DM
14/06/2002 delle frasi di rischio R, si è scelto quindi di associare ad ogni frase R un punteggio
corrispondente al livello di pericolo fornito dalla classificazione e nei casi dei rischi per la sicurezza di
segnalare il rischio specifico (esplosione, incendio) e i necessari approfondimenti.
Il rischio calcolato secondo tale modello tiene conto di quanto richiesto dal titolo IX del D.Lgs. 81/08:
infatti col parametro P si considerano le proprietà pericolose e l’assegnazione di valori limite, mentre
con E si considera: tipo, durata dell’esposizione, modalità con cui essa avviene, le quantità in uso, gli
effetti delle misure preventive e protettive adottate.
Riportando la definizione di rischio alle vie di esposizione è anche possibile calcolare singolarmente il
rischio dovuto ad inalazione di una sostanza o preparato e quello dovuto al contatto cutaneo secondo
le analoghe formule:
Rinal = P × E inal
Rcute = P × Ecute
Ringestione = P × Eingestione
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quando un agente chimico determina un’esposizione attraverso più vie, si potrà calcolare il rischio
totale che tiene conto di tutti i contributi utilizzando la formula:
2
2
2
Rcum = Rinal
+ Rcute
+ Ringest
considerando che il contributo dovuto all’ingestione in normali condizioni di igiene risulta trascurabile, la
formula può essere semplificata (rimane comunque la possibilità a discrezione del valutatore di inserire
se necessario nell’algoritmo anche questo contributo stimando egli stesso il peso che deve avere sul
totale)
2
2
Rcum = Rinal
+ Rcute
i valori che possono essere assunti dai vari coefficienti sono:
0.1 ≤ Rinal ≤ 100
1
≤ Rcute ≤ 100
1
≤ Rcum ≤ 100
Il metodo proposto utilizza per ogni agente chimico il valore più elevato tra gli indici di pericolo ottenuti
dall’etichettatura e moltiplicandolo per l’esposizione ricava il livello di rischio. E’ necessario subito
chiarire che tale valutazione non può essere applicata ai cancerogeni, per i quali non è mai possibile
assegnare un livello di rischio irrilevante per la salute e basso per la sicurezza e per i quali si applica
specificatamente il Titolo IX del dlgs 81/08. Inoltre questo modello si basa sull’etichettatura delle
sostanze e dei preparati. Sarà quindi essenziale sempre verificare i dati posseduti sia dalle schede di
sicurezza che dalla letteratura di settore e applicare i criteri più cautelativi, selezionando i valori degli
score più elevati dell’agente chimico in esame e in caso di dubbio scegliere comunque quello più alto.
L’etichettatura dei prodotti può essere considerata uno strumento per valutare la loro pericolosità
intrinseca di un prodotto. Tuttavia spesso accade di trovare delle sostanze con una classificazione
incerta o che si sono formate nel processo produttivo e non sono accompagnate da una scheda di
sicurezza. In tali casi sarà necessario applicare una propria classificazione (utilizzando i dati
provenienti dalla letteratura scientifica e i criteri di classificazione previsti per legge).
Il modello indicizzato proposto conferisce alle proprietà tossicologiche dei prodotti una valore primario
per la valutazione dei rischi da agenti chimici per l’uomo, anche se per quanto riguarda i pericoli dovuti
alla sicurezza dei lavoratori segnala di volta in volta gli ulteriori approfondimenti da eseguire.
Determinazione dell’indice di esposizione per via inalatoria
L’indice di esposizione inalatorio Einal viene calcolato come prodotto dell’intensità dell’esposizione (I)
per la distanza (d) secondo la formula:
Einal = I × d
L’intensità dell’esposizione dipende da 5 variabili:
1. proprietà chimico-fisiche
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quantità d’uso
modalità d’uso
tipo di controllo
tempo di esposizione
1. Tra le proprietà chimico-fisiche relative alla granulometria si considerano quattro livelli in ordine
crescente, in funzione della capacità della sostanza di disperdersi in aria come polvere o vapore in:
•
•
•
•
stato solido/nebbie (largo spettro granulometrico):
bassa disponibilità: pellet e simili, solidi non friabili, bassa evidenza di polverosità
osservata durante l’uso. Es. pellets di PVC, cere e paraffine.
Media disponibilità: solidi granulari o cristallini. Durante l’impiego la polverosità è visibile,
ma la polvere si deposita rapidamente. Dopo l’uso, la polvere è visibile sulle superfici. Es.
sapone in polvere, zucchero granulare
Polveri fini:
Alto livello di disponibilità: polvere fina e leggera. Durante l’impiego si può vedere formarsi
una nuvola di polvere che rimane aerodispersa per diversi minuti. Es. cemento, ossido di
titanio, toner da fotocopiatrice
liquidi a bassa volatilità (bassa tensione di vapore)
liquidi ad alta e media volatilità (alta tensione di vapore) o polveri fini, stato gassoso.
2. Le quantità in uso riguardano le quantità di agenti chimici (sostanze e/o preparati) realmente
presenti e destinati all’uso giornaliero in qualunque modalità. Esse sono distinte in 5 classi:
• < 0.1 kg
• tra 0.1 e 1 kg
• tra 1 e 10 kg
• tra 10 e 100 kg
• > 100 kg
3. Per tipologia d’uso si intendono le modalità d’uso che possono determinare una dispersione in aria e
sono classificate in quattro livelli crescenti:
• sistema chiuso: la sostanza viene utilizzata e/o conservata in reattori o contenitori a tenuta
stagna e trasferita da un contenitore all’altro attraverso tubazioni stagne. Questa categoria non
può essere applicata a situazioni in cui, in una qualsiasi sezione del processo produttivo,
possano verificarsi rilasci nell’ambiente. Un sistema si definisce chiuso se lo è in ogni sua
parte.
• Inclusione in matrice: la sostanza viene incorporata in materiali o prodotti da cui è impedita o
limitata la dispersione nell’ambiente. Questa categoria include l’uso di materiali in pellet,
dispersione di solidi in acqua con limitazione nel rilascio di polveri e in genere ogni volta che
una sostanza inclusa in un’altre viene trattenuta.
• Impiego controllato e non dispersivo: Si tiene conto delle lavorazioni in cui operano gruppi
selezionati di lavoratori, esperti del processo e in cui esistono dei sistemi di controllo adeguati
a controllare, ridurre e contenere l’esposizione.
•
Uso con dispersione significativa: si considerano lavorazioni e attività che possono
comportare un’esposizione incontrollata degli addetti, e di altri lavoratori ed eventualmente
della popolazione in generale. Es. processi di irrorazione fitosanitari, vernici ecc.
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4. Tipologia di controllo: si tiene conto delle misure di prevenzione e protezione da prevedere e mettere
in atto per evitare l’esposizione del lavoratore alla sostanza. Tali misure sono ordinate in senso
decrescente in funzione dell’efficacia del controllo:
• contenimento completo: corrisponde al ciclo chiuso, rende l’esposizione almeno dal punto di
vista teorico trascurabile, escludendo anomalie del sistema o incidenti o errori
• ventilazione-aspirazione locale delle emissioni: tiene conto della rimozione del contaminante
alla sorgente di emissione, impedendo la dispersione in ambiente di lavoro.
• Segregazione-separazione: viene separato il lavoratore dalla fonte di emissione dell’inquinante
attraverso uno spazio di sicurezza che non riguarda una barriera fisica, ma soprattutto le
modalità e le procedure di lavoro. In tal caso assume un ruolo fondamentale la prevenzione
dell’esposizione.
• Diluizione-ventilazione: può essere naturale o meccanica, consente di ridurre l’esposizione
diluendo fortemente l’inquinante.
• Manipolazione diretta (con sistemi di protezione individuali): il lavoratore opera a contatto con
l’agente chimico pericoloso protetto unicamente dai DPI.
5. Tempo di esposizione: sono identificati 5 intervalli di tempo:
• < 15 min
• tra 15 min e 2 ore
• tra 2 e 4 ore
• tra 4 e 6 ore
• > 6 ore
l’identificazione del tempo deve essere effettuata su base giornaliera.
Le 5 variabili individuate consentono la determinazione del parametro I attraverso un sistema di
matrici secondo la procedura:
1. dalle proprietà chimico-fisiche e dalle quantità in uso si ricava (matrice 1) un primo
indicatore D (che può assumere 4 livelli crescenti di possibile aerodispersione)
Proprietà
chimico fisiche
Solido/nebbia
Bassa volatilità
Media/alta
volatilità e
polveri fini
Stato gassoso
<0.1 kg
Matrice 1
Quantità in uso
0.1-1 kg
1-10 kg
10-100 kg
>100kg
Bassa
Bassa
Bassa
Bassa
Medio/bassa
Medio/alta
Bassa
Medio/alta
Medio/alta
Medio/bassa
Medio/alta
Alta
Medio/bassa
Alta
Alta
Medio/bassa
Medio/alta
Alta
Alta
Alta
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Valori dell’indicatore di disponibilità (D)
Bassa
1
Medio/bassa
2
Medio/alta
3
Alta
4
2. calcolato D e identificata la tipologia d’uso tramite la matrice 2 si ricava l’indicatore U (che
può assumere 3 livelli crescenti in funzione dell’effettiva disponibilità all’aerodispersione)
D1
D2
D3
D4
Sistema chiuso
Basso
Basso
Basso
Medio
Tipologia d’uso
Incluso in matrice
Basso
Medio
Medio
Alto
Uso controllato
Basso
Medio
Alto
Alto
Uso dispersivo
Medio
Alto
Alto
Alto
Valori dell’indicatore di uso (U)
Basso
Medio
alto
3
U1
U2
U3
1
2
3
calcolato U e identificata la tipologia di controllo attraverso la matrice 3 si ricava
l’indicatore C che tiene conto dei fattori di compensazione dovuti alle misure di
prevenzione e protezione adottate nell’ambiente di lavoro
Contenimento
completo
Basso
Basso
Basso
Tipologia di controllo
Aspirazione Segregazione /
localizzata
separazione
Basso
Basso
Medio
Medio
Medio
Alto
Ventilazione
generale
Medio
Alto
Alto
Valori dell’indicatore di compensazione (C)
Basso
1
Medio
2
Alto
3
Manipolazione
diretta
Medio
Alto
Alto
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4
dall’indicatore C e dal tempo di effettiva esposizione del lavoratore tramite la matrice 4 si
ricava il valore dell’indice I (che può assumere 4 diversi livelli che corrispondono alle
diverse intensità di esposizione indipendentemente dalla distanza dei lavoratori dalla
sorgente di emissione dell’inquinante)
< 15 min
C1
C2
C3
Basso
Basso
Medio/bassa
Tempo di esposizione
Tra 15 min e 2 Tra 2 e 4 ore
Tra 4 e 6 ore
ore
Basso
Medio/ Bassa
Medio/bassa
Medio/bassa
Medio/alta
Medio/alta
Medio/alta
Alta
Alta
Valori dell’indicatore di intensità (I)
Basso
Medio/bassa
Medio/alta
Alta
> 6 ore
Medio/alta
Alta
Alta
1
3
7
10
Calcolo dell’indice d relativo alla distanza.
L’indice d tiene conto della distanza tra una sorgente di emissione e il lavoratore esposto e
assume valore 1 per una distanza 1 metro, mentre assume valori <1 per distanze maggiori di 1
metro secondo lo schema:
distanza in metri
<1
Tra 1 e 3
Tra 3 e 5
Tra 5 e 10
≥ 10
Valori di d
1
0.75
0.50
0.25
0.1
L’indice di esposizione inalatorio Einal viene calcolato come prodotto dell’intensità dell’esposizione (I)
per la distanza (d) secondo la formula:
Einal = I × d
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Determinazione dell’esposizione cutanea
Schema del processo di valutazione:
Proprietà chimico
fisiche
Quantità d’uso
Tipologia d’uso
Tipologia di controllo
Tempo di
esposizione
Solido-nebbie
Bassa volatilità
Media e alta volatilità e
polveri fini
Stato gassoso
D
1
2
3
4
<0.1 kg
0.1-1 kg
1-10 kg
10-100 kg
>100kg
U
Sistema chiuso
Inclusione in matrice
Uso controllato
Uso dispersivo
Contenimento completo
Aspirazione localizzata
Segregazione/separazione
Ventilazione generale
Manipolazione diretta
< 15 min
tra 15 min e 2 ore
tra 2 e 4 ore
tra 4 e 6 ore
> 6 ore
I
1
2
3
C
1
3
7
10
1
2
3
1
2
3
E inal = I x d
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L’esposizione cutanea viene calcolata dalla formula:
Ecute = I × d
e l’indice di esposizione cutanea tiene conto di:
1. tipologia d’uso: tiene conto della possibilità di disperdere in aria l’inquinante, e delle modalità
d’uso viene espresso in 4 livelli crescenti di gravità.
• sistema chiuso: la sostanza viene utilizzata e/o conservata in reattori o contenitori a tenuta
stagna e trasferita da un contenitore all’altro attraverso tubazioni stagne. Questa categoria non
può essere applicata a situazioni in cui, in una qualsiasi sezione del processo produttivo,
possano verificarsi rilasci nell’ambiente. Un sistema si definisce chiuso se lo è in ogni sua
parte.
• Inclusione in matrice: la sostanza viene incorporata in materiali o prodotti da cui è impedita o
limitata la dispersione nell’ambiente. Questa categoria include l’uso di materiali in pellet,
dispersione di solidi in acqua con limitazione nel rilascio di polveri e in genere ogni volta che
una sostanza inclusa in un’altre viene trattenuta.
• Impiego controllato e non dispersivo: Si tiene conto delle lavorazioni in cui operano gruppi
selezionati di lavoratori, esperti del processo e in cui esistono dei sistemi di controllo adeguati
a controllare, ridurre e contenere l’esposizione.
• Uso con dispersione significativa: si considerano lavorazioni e attività che possono comportare
un’esposizione incontrollata degli addetti, e di altri lavoratori ed eventualmente della
popolazione in generale. Es. processi di irrorazione fitosanitari, vernici ecc.
2.
•
•
•
•
Sono stati individuati 4 possibili gradi di contatto cutaneo (in ordine crescente):
Nessun contatto
Contatto accidentale: non più di un evento al giorno. Dovuto a spruzzi o rilasci occasionali
Contatto discontinuo: da due a dieci eventi al giorno a causa del processo produttivo
Contatto esteso: il numero di eventi giornaliero è maggiore a dieci.
Incrociando i dati della tipologia d’uso con quelli del tipo di contatto attraverso la matrice:
Nessun contatto
Contatto accidentale Contatto discontinuo Contatto esteso
Sistema chiuso
Basso
Basso
Medio
Alto
Incluso in matrice
Basso
Medio
Medio
Alto
Uso controllato
Basso
Medio
Alto
Molto alto
Uso dispersivo
Basso
Alto
Alto
Molto alto
Valori da assegnare ad E cute
Basso
1
Medio
2
Alto
3
Molto alto
4
Modello di valutazione del rischio da agenti chimici che sono il prodotto di un processo
Quando gli agenti chimici pericolosi si sono formati nel processo produttivo e non costituiscono materie
prima si dovrà utilizzare un sistema di matrici modificato (matrici 1bis e 2bis) avendo cura di:
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1
2
3
4
conoscere il processo produttivo, la natura degli inquinanti e l’entità del loro
sviluppo
identificare gli agenti chimici e assegnare la classificazione per ricavare il
punteggio più elevato derivante da quest’ultima
ricavare gli indici parziali e l’indice di intensità
applicare l’algoritmo per il calcolo del rischio
• nella matrice 1bis si considera: le quantità in uso, giornaliera e complessiva, il materiale di partenza
da cui si possono sviluppare gli agenti chimici pericolosi, il tipo di controllo
• nella matrice 2bis si utilizza l’indice ricavato dalla matrice 1 bis e il tempo di esposizione, ricavando
l’indice di intensità I che viene poi moltiplicato per la distanza d come in precedenza
Quantità in uso
< 10kg
Tra 10 e 100 kg
> 100kg
Basso
Medio
alto
< 15 min
C1
C2
C3
Basso
Basso
Medio/bassa
Matrice 1 bis
Tipologia di controllo
Contenimento
Aspirazione
completo
localizzata
Basso
Basso
Basso
Medio
Basso
Medio
Segregazione /
separazione
Basso
Medio
Alto
Ventilazione
generale
Medio
Alto
Alto
Valori dell’indicatore di compensazione (C)
1
2
3
Matrice 2bis
Tempo di esposizione
Tra 15 min e 2 Tra 2 e 4 ore
Tra 4 e 6 ore
ore
Basso
Medio/bassa
Medio/bassa
Medio/bassa
Medio/alta
Medio/alta
Medio/alta
Alta
Alta
Valori dell’indicatore di intensità (I)
Bassa
Medio/bassa
Medio/alta
Alta
1
3
7
10
> 6 ore
Medio/alta
Alta
Alta
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Valutazione degli effetti cumulativi
Il Dlgs 81/08 obbliga il datore di lavoro a valutare gli effetti combinati sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori
dovuti all’esposizioni di più agenti chimici pericolosi. Il modello Archimede consente di evidenziare gli effetti
cumulativi sulla salute attraverso il riconoscimento dell’azione di sostanze diversi sullo stesso organo bersaglio.
In tal modo anche piccole esposizioni di molteplici sostanze possono far pervenire ad un giudizio di rischio non
irrilevante per la salute se tutte agiscono in modo sfavorevole sullo stesso organo bersaglio. Per quanto concerne
il rischio sicurezza il modello tiene sempre conto della presenza nel luogo di lavoro delle altre sostanze come
previsto dalla norma.
Valutazione dei risultati ottenuti
Criteri per la valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi
Rischio irrilevante per la
0.1≤ R<15
Rischio irrilevante
salute
15≤ R<21
Intervallo di incertezza, è necessario
analizzare nel dettaglio le misure di
prevenzione e protezione adottate per
definire il livello di rischio
Rischio non irrilevante per la 21≤ R<40
Rischio non irrilevante
salute
40≤ R<80
Rischio elevato
R>80
Rischio
grave,
rivalutare
ed
implementare le misure di prevenzione
e protezione, intensificare i controlli
quali la sorveglianza sanitaria, i
monitoraggi ambientali e personali, la
manutenzione
Osservazioni se il prodotto utilizzato è classificato in una delle seguenti categorie l’esito della valutazione
condurrà ad un livello di rischio comunque non irrilevante per la salute e sarà necessario sostituire il prodotto se
possibile.
Classificazioni che rendono il rischio non irrilevante o cangerogeno-mutageno
H350
R45
H340
R46
H350
R47
R49
R42
R43
Può provocare il cancro.
Può provocare alterazioni genetiche
ereditarie.
Può provocare malformazioni congenite.
Può provocare il cancro per inalazione.
sensibilizzanti
rischio cancerogeno
sostituire il prodotto
rischio mutageno
sostituire il prodotto
non irrilevante per la salute
rischio cancerogeno
sostituire il prodotto
sostituire il prodotto
non irrilevante per la salute
sostituire il prodotto
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
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Rischio Chimico
49/99
Osservazioni
1) il rischio deve essere calcolato per ogni mansione di lavoro e per ogni sostanza o preparato,
pericoloso
2) il calcolo del livello di rischio deve partire dal valore più alto degli indici di rischio
3) se una sostanza o preparato presenta più frasi di rischio per il calcolo del punteggio nella
formula si utilizza il valore più elevato tra quelli elencati
4) la valutazione dell’esposizione cutanea è obbligatoria quando esiste il pericolo di assorbimento
cutaneo o quando esiste la possibilità del contatto diretto con la sostanza.
5) nella valutazione delle variabili deve essere effettuata una accurata analisi del ciclo produttivo
e dell’attività lavorativa
6) nei casi in cui il lavoratore è esposto a più sorgenti dello stesso inquinante
contemporaneamente si dovrà tenere conto degli effetti additivi .
7) E’ necessario che il modello non venga applicato in modo meccanico, ma data la sua estrema
semplicità sarà necessario di volta in volta analizzare bene le reali condizioni di lavoro e
applicare i criteri più cautelativi.
8) Il modello si basa su principi teorici e non ha avuto alcuna validazione confrontando i risultati
ottenuti matematicamente con dati sperimentali.
Valutazione del rischio per la sicurezza
La valutazione del rischio degli agenti chimici pericolosi tiene conto di due aspetti quello relativo alla
salute che viene valutato secondo quanto presentato nel modello precedente e quello relativo alla
sicurezza. Essendoci dati l’obiettivo di fornire degli strumenti di valutazione di semplice applicazione,
seppur non esaustivi, ma che potessero essere utilizzati nella maggior parte delle aziende di piccole e
medie dimensioni, per la valutazione del rischio sicurezza dovuto all’utilizzo di agenti chimici pericolosi
si propone una valutazione di tipo qualitativo. Infatti è possibile trovarsi nelle seguenti condizioni:
1) Rischio basso per la sicurezza:
Requisiti da soddisfare affinché il livello di rischio per la sicurezza sia automaticamente moderato:
1. nel luogo di lavoro è esclusa la presenza di concentrazioni pericolose di sostanze
infiammabili
2. nel luogo di lavoro è esclusa la presenza di sostanze chimicamente instabili
3. nel luogo di lavoro è esclusa la presenza di fiamme libere fonti di accensione o simili
4. nel luogo di lavoro è esclusa la presenza di altri materiali combustibili, comburenti o simili
5. nel luogo di lavoro è esclusa la presenza di sostanze facilmente volatili (temperatura di
ebollizione inferiore a 65°C) ed infiammabili
6. il luogo di lavoro è classificato a rischio incendio basso secondo il DM 10/03/98
2) Rischio non basso per la sicurezza:
Frase di
rischio
Descrizione
Azione
R01
Esplosivo allo stato secco.
sostituire il prodotto
R02
Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti
d’ignizione.
sostituire il prodotto
R03
Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre
sorgenti d’ignizione.
sostituire il prodotto
R04
Forma composti metallici esplosivi molto sensibili.
sostituire il prodotto
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
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50/99
R05
Pericolo di esplosione per riscaldamento.
sostituire il prodotto
R06
Esplosivo a contatto o senza contatto con l’aria.
sostituire il prodotto
R09
Esplosivo in miscela con materie combustibili.
sostituire il prodotto
R12
Altamente infiammabile.
sostituire il prodotto
R13
Gas liquefatto altamente infiammabile.
sostituire il prodotto
R14
Reagisce violentemente con l’acqua.
sostituire il prodotto
R14/15
Reagisce violentemente con l’acqua liberando gas facilmente
infiammabili.
sostituire il prodotto
R15/29
A contatto con l’acqua libera gas tossici e facilmente infiammabili.
sostituire il prodotto
R16
Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti.
sostituire il prodotto
R18
Durante l’uso può formare con aria miscele esplosive/infiammabili.
sostituire il prodotto
R19
Può formare perossidi esplosivi.
sostituire il prodotto
R44
Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato
sostituire il prodotto
3) Livello di rischio per la sicurezza da definire attraverso ulteriori approfondimenti integrando
la valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi titolo IX, con il titolo XI del D.Lgs. 81/08
(rischio da atmosfere esplosive) e il DM 10/03/98
Frase di
rischio
R07
R08
R10
R11
R15
R17
Descrizione
Può provocare un incendio.
Può provocare l’accensione di materie
combustibili.
Infiammabile.
Facilmente infiammabile.
A contatto con l’acqua libera gas facilmente
infiammabile.
Spontaneamente infiammabile all’aria.
Azione
valutare il rischio per la sicurezza
valutare il rischio per la sicurezza
valutare il rischio per la sicurezza
valutare il rischio per la sicurezza
valutare il rischio per la sicurezza
valutare il rischio per la sicurezza
Giudizio conclusivo
Il livello di rischio definito per sostanza e per mansione deve tenere conto sia del contributo della salute
che di quello per la sicurezza:è sufficiente che risulti un livello non irrilevante per la salute e non basso
per la sicurezza ovvero per uno dei due contributi, che renda obbligatorio per il datore di lavoro
adottare le misure specifiche previste dalla norma e descritte nei capitoli successivi.
Calcolo dell’efficacia delle misure di prevenzione e protezione attuate
Il modello Archimede consente di valutare l’efficacia delle misure specifiche attuate quali DPI
(respiratori e cutanei), sistemi di captazione alla fonte ecc. al fine di definire se il rischio residuo è
sotto controllo.
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VALUTAZIONE DEI RISCHI
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STESURA DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
PREMESSA
Nella stesura della valutazione del rischio sono stati individuati come soggetti esposti gli Insegnanti
tecnico Pratici (ITP) essendo questi i soli che manipolano sostanze e preparati in concentrazioni non
diluitissime. È stato chiesto a ciascuno di loro di individuare le sostanze impiegate durante l’anno
scolastico nei vari laboratori didattici in cui insegnano e le rispettive quantità oltre che la modalità di
impiego.
Dai dati raccolti si è scelto, a vantaggio della sicurezza, di considerare come se le sostanze utilizzate
da tutti gli ITP fossero utilizzate da un solo ITP nelle quantità massime indicate. Il soggetto virtuale
esposto così individuato avrà una esposizione sicuramente superiore a quella di ogni singolo
Insegnante.
Non sono stati tenuti in considerazione gli alunni e il personale ATA in quanto i primi impiegano
soluzioni diluitissime (0.1 M massimo) e gli altri non manipolano sostanze, ma provvedono alla
fornitura delle stesse ai laboratori prelevandole nelle confezioni chiuse dal magazzino.
Il documento di valutazione dei rischi viene aggiornato periodicamente e comunque a fronte di
modifiche sostanziali che comportino una variazione dei livelli di esposizione.
DESCRIZIONE GENERALE DEI LUOGHI DI LAVORO E DELLE ATTIVITA’
•
•
•
•
i dati anagrafici dell’Azienda e dell’Unità Produttiva oggetto della valutazione:
I.I.S. “TULLIANO”.
ARPINO (FR)
i nominativi dei responsabili:
Datore di Lavoro:
Bove Michele
Responsabile S.P.P.:
Reale Loris
Rappresentante Lavoratori Sicurezza:
Lepore Felice aldo
l’elenco e la descrizione dei reparti:
- locale Laboratori didattici
Elenco e descrizione delle mansioni
Gruppo
Descrizione
Insegnanti Tecnico Pratici
ITP
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•
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l’elenco degli agenti chimici:
Agente chimico
Descrizione
sodium hydroxide; caustic soda
Viene pesato e disciolto in acqua.
acetic acid ... %
Diluizione sotto cappa aspirante.
ammonium chloride
Diluizione in acqua.
nitric acid … %
Diluizione sotto cappa aspirante
trichloromethane; chloroform
Diluizione sotto cappa aspirante.
diethyl ether; ether
Diluizione sotto cappa aspirante
potassium hydroxide; caustic
potash
Diluizione.
ammonia ….%
Diluizione sotto cappa aspirante.
hydrogen chloride
Diluizione sotto cappa aspirante
sulphuric acid ... %
Diluizione sotto cappa aspirante.
Etichettatura
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53/99
RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI
Attività
•
•
•
Analisi del ciclo produttivo
Definizione delle mansioni
Definire i luoghi fisici in cui vengono svolte le attività (lay-out dell’area), le attività e le fasi
operative svolte, compreso il trattamento degli effluenti, travasi, miscelazioni, aggiunte, ecc.
Dati dei prodotti
Sono state raccolte le seguenti informazioni:
•
•
•
•
elenco di tutti gli agenti chimici pericolosi da considerare: (materie prime, intermedi, prodotti finiti,
rifiuti) e per ciascun agente chimico, classificazione di pericolo (etichettatura, frasi di rischio e
consigli di prudenza) e proprietà chimico fisiche (stato fisico, volatilità di solidi e liquidi,
granulometria dei solidi) (cfr. par. 4.3)
i quantitativi degli agenti chimici presenti nei reparti e i quantitativi degli agenti chimici utilizzati nelle
singole operazioni:
Gruppo
Qta/sostanza
Insegnanti Tecnico Pratici
•
0,01 Kg/giorno di sodium hydroxide; caustic soda
•
0,01 Kg/giorno di acetic acid ... %
•
0,01 Kg/giorno di ammonium chloride
•
0,01 Kg/giorno di nitric acid … %
•
0,01 Kg/giorno di trichloromethane; chloroform
•
0,2 Kg/giorno di diethyl ether; ether
•
0,01 Kg/giorno di potassium hydroxide; caustic potash
•
0,01 Kg/giorno di ammonia ….%
•
0,01 Kg/giorno di hydrogen chloride
•
0,01 Kg/giorno di sulphuric acid ... %
definizione dei quantitativi massimi di agenti chimici presenti in azienda
interazioni pericolose possibili tra i diversi prodotti
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Per quanto riguarda i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici (se
pertinenti) ci si riferisce agli allegati XXXVIII ed XXXIX del D.Lgs 81/2008, per gli agenti
per cui esistono riferimenti di legge, mentre per gli altri agenti ci si riferisce alle norme
tecniche riconosciute.
Per le altre sostanze ci si riferirà a valori limite internazionalmente riconosciuti.
L’ACGIH (www.acgih.org) pubblica annualmente svariati documenti in proposito ed in
particolare il volume TLVs and BEIs in cui sono riportati aggiornati i valori di diversi
indicatori di pericolosità sulla giornata, sul breve periodo o sul brevissimo periodo di
esposizione.
Misure preventive e protettive adottate
Tra le misure attuate è si tiene conto di:
• una progettazione di adeguati processi lavorativi e controlli tecnici, nonché l'uso di attrezzature
e materiali adeguati, al fine di evitare o ridurre al minimo il rilascio di agenti chimici pericolosi
che possano presentare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro;
• dell'applicazione di misure di protezione collettive alla fonte del rischio, quali un'adeguata
ventilazione e appropriate misure organizzative;
• dell'applicazione di misure di protezione individuali, comprese le attrezzature di protezione
individuali, qualora non si riesca a prevenire con altri mezzi l'esposizione;
• e di corsi e attività di formazione e informazione effettuati (registrate e verificate).
La raccolta delle informazioni è stata organizzata nel modo seguente:
Elenco delle misure di prevenzione e protezione di tipo:
1. tecnico;
2. organizzativo;
3. procedurale;
4. di formazione/informazione
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AGENTI CHIMICI UTILIZZATI
Nome: sodium hydroxide; caustic soda
Codice INDEX
Numero CAS
Descrizione
Reparti di utilizzo
Tipologia Agente
Stato fisico
011-002-00-6
1310-73-2
Viene pesato e disciolto in acqua.
(Insegnanti Tecnico Pratici)
Sostanza
stato solido/nebbie (largo spettro granulometrico)
Frasi R
R35
Frasi H
H314
Frasi S
S1/2; S26; S37/39; S45
Etichettatura
Nome: acetic acid ... %
Codice INDEX
Numero CAS
Descrizione
Reparti di utilizzo
Tipologia Agente
Stato fisico
607-002-00-6
64-19-7
Diluizione sotto cappa aspirante.
(Insegnanti Tecnico Pratici)
Sostanza
liquidi a bassa volatilità [bassa tensione di vapore]
Frasi R
R10; R35
Frasi H
H226 ; H314
Frasi S
S1/2; S23; S26; S45
Etichettatura
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56/99
Nome: ammonium chloride
Codice INDEX
Numero CAS
Descrizione
Reparti di utilizzo
Tipologia Agente
Stato fisico
017-014-00-8
12125-02-9
Diluizione in acqua.
(Insegnanti Tecnico Pratici)
Sostanza
stato solido/nebbie (largo spettro granulometrico)
Frasi R
R22; R36
Frasi H
H302 ; H319
Frasi S
S2; S22
Etichettatura
Nome: nitric acid … %
Codice INDEX
Numero CAS
Descrizione
Reparti di utilizzo
Tipologia Agente
Stato fisico
007-004-00-1
7697-37-2
Diluizione sotto cappa aspirante
(Insegnanti Tecnico Pratici)
Sostanza
liquidi a bassa volatilità [bassa tensione di vapore]
Frasi R
R35; R8
Frasi H
H272 ; H314
Frasi S
S1/2; S23; S26; S36; S45
Etichettatura
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57/99
Nome: trichloromethane; chloroform
Codice INDEX
Numero CAS
Descrizione
Reparti di utilizzo
Tipologia Agente
Stato fisico
602-006-00-4
67-66-3
Diluizione sotto cappa aspirante.
(Insegnanti Tecnico Pratici)
Sostanza
liquidi ad alta e media volatilità [alta tensione di vapore] o polveri fini
Frasi R
R22; R38; R40; R48/20/22
Frasi H
H302 ; H315 ; H351 ; H373
Frasi S
S2; S36/37
Etichettatura
Nome: diethyl ether; ether
Codice INDEX
Numero CAS
Descrizione
Reparti di utilizzo
Tipologia Agente
Stato fisico
603-022-00-4
60-29-7
Diluizione sotto cappa aspirante
(Insegnanti Tecnico Pratici)
Sostanza
liquidi ad alta e media volatilità [alta tensione di vapore] o polveri fini
Frasi R
R12; R19; R22; R66; R67
Frasi H
H224 ; H302 ; H336
Frasi S
S16; S2; S29; S33; S9
Etichettatura
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58/99
Nome: potassium hydroxide; caustic potash
Codice INDEX
019-002-00-8
Numero CAS
1310-58-3
Descrizione
Diluizione.
Reparti di utilizzo
Tipologia Agente
Stato fisico
(Insegnanti Tecnico Pratici)
Sostanza
stato solido/nebbie (largo spettro granulometrico)
Frasi R
R22; R35
Frasi H
H302 ; H314
Frasi S
S1/2; S26; S36/37/39; S45
Etichettatura
Nome: ammonia ….%
Codice INDEX
Numero CAS
Descrizione
Reparti di utilizzo
Tipologia Agente
Stato fisico
007-001-01-2
1336-21-6
Diluizione sotto cappa aspirante.
(Insegnanti Tecnico Pratici)
Sostanza
liquidi a bassa volatilità [bassa tensione di vapore]
Frasi R
R34; R50
Frasi H
H314 ; H400
Frasi S
S61; S1/2; S26; S36/37/39; S45
Etichettatura
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Nome: hydrogen chloride
Codice INDEX
Numero CAS
Descrizione
Reparti di utilizzo
Tipologia Agente
Stato fisico
017-002-00-2
7647-01-0
Diluizione sotto cappa aspirante
(Insegnanti Tecnico Pratici)
Sostanza
liquidi a bassa volatilità [bassa tensione di vapore]
Frasi R
R23; R35
Frasi H
H314 ; H331
Frasi S
S1/2; S26; S36/37/39; S45; S9
Etichettatura
Nome: sulphuric acid ... %
Codice INDEX
Numero CAS
Descrizione
Reparti di utilizzo
Tipologia Agente
Stato fisico
016-020-00-8
7664-93-9
Diluizione sotto cappa aspirante.
(Insegnanti Tecnico Pratici)
Sostanza
liquidi a bassa volatilità [bassa tensione di vapore]
Frasi R
R35
Frasi H
H314
Frasi S
S1/2; S26; S30; S45
Etichettatura
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GRUPPI OMOGENEI DI LAVORATORI ESPOSTI AD AGENTI CHIMICI
E/O CONDIZIONI DI ESPOSIZIONE SIMILARI
Gruppo omogeneo: Insegnanti Tecnico Pratici
Attività
Sostanze utilizzate
ITP
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
acetic acid ... %
ammonia ….%
ammonium chloride
diethyl ether; ether
hydrogen chloride
nitric acid … %
potassium hydroxide; caustic potash
sodium hydroxide; caustic soda
sulphuric acid ... %
trichloromethane; chloroform
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61/99
VALUTAZIONE PRELIMINARE E VALUTAZIONE DETTAGLIATA DEL RISCHIO
Gruppo omogeneo: Insegnanti Tecnico Pratici
Esposizione alla sostanza: sodium hydroxide; caustic soda
Valutazione del rischio per la salute
Tipologia d’uso:
uso controllato e non dispersivo
Tipologia di controllo:
diluizione - ventilazione
Tempo d’esposizione:
inferiore a 15 minuti
Distanza d’uso:
inferiore ad 1 m
Tipologia d’esposizione cutanea:
nessun contatto
Quantità giornaliera usata:
0,01 Kg
Indici della
valutazione
del rischio
Indici della
gestione del
rischio
Indicatore di Disponibilità:
1
1
Indicatore d’Uso:
1
Indicatore di Compensazione:
Sub-Indice di Intensità:
Valore del Rischio R:
Valori delle
esposizioni della
valutazione e del
rischio
Valori delle
esposizioni
della gestione
e del rischio
E(inal)
1,00
1,00
1
E(cute)
1,00
1,00
2
2
R(inal)
5,85
5,85
1
1
R(cute)
5,85
5,85
Calcolo del livello di rischio
della valutazione
Calcolo del livello di rischio residuo dopo le
misure specifiche di gestione
8,27
8,27
Esito della valutazione del rischio chimico
Classificazione del rischio salute:
IRRILEVANTE
Livello del rischio chimico residuo dopo l'adozione delle misure specifiche
Misure specifiche adottate per la
gestione del rischio chimico
residuo:
•
•
•
Classificazione del rischio residuo
per la salute:
Il rischio residuo è sotto controllo
Valutazione del rischio per la sicurezza
Classificaz. del rischio sicurezza:
Vengono usati guanti
La sostanza/preparato viene mescolata con sostanze
inertizzanti
La lavorazione avviene a temperature inferiori a quella di
ebollizione
BASSO
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Gruppo omogeneo: Insegnanti Tecnico Pratici
Esposizione alla sostanza: acetic acid ... %
Valutazione del rischio per la salute
Tipologia d’uso:
uso in sistema chiuso
Tipologia di controllo:
ventilazione - aspirazione locale
Tempo d’esposizione:
inferiore a 15 minuti
Distanza d’uso:
inferiore ad 1 m
Tipologia d’esposizione cutanea:
nessun contatto
Quantità giornaliera usata:
0,01 Kg
Indici della
valutazione
del rischio
Indici della
gestione del
rischio
Indicatore di Disponibilità:
1
1
Indicatore d’Uso:
1
Indicatore di Compensazione:
Sub-Indice di Intensità:
Valore del Rischio R:
Valori delle
esposizioni della
valutazione e del
rischio
Valori delle
esposizioni
della gestione
e del rischio
E(inal)
1,00
1,00
1
E(cute)
1,00
1,00
1
1
R(inal)
5,85
5,85
1
1
R(cute)
5,85
5,85
Calcolo del livello di rischio
della valutazione
Calcolo del livello di rischio residuo dopo le
misure specifiche di gestione
8,27
8,27
Esito della valutazione del rischio chimico
Classificazione del rischio salute:
IRRILEVANTE
Livello del rischio chimico residuo dopo l'adozione delle misure specifiche
Misure specifiche adottate per la
gestione del rischio chimico
residuo:
•
•
•
•
Classificazione del rischio residuo
per la salute:
Il rischio residuo è sotto controllo
Valutazione del rischio per la sicurezza
Classificaz. del rischio sicurezza:
Vengono usati guanti
Ci sono sistemi di captazione alla fonte
La sostanza/preparato viene mescolata con sostanze
inertizzanti
La lavorazione avviene a temperature inferiori a quella di
ebollizione
BASSO
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Gruppo omogeneo: Insegnanti Tecnico Pratici
Esposizione alla sostanza: ammonium chloride
Valutazione del rischio per la salute
Tipologia d’uso:
uso controllato e non dispersivo
Tipologia di controllo:
ventilazione - aspirazione locale
Tempo d’esposizione:
inferiore a 15 minuti
Distanza d’uso:
inferiore ad 1 m
Tipologia d’esposizione cutanea:
nessun contatto
Quantità giornaliera usata:
0,01 Kg
Indici della
valutazione
del rischio
Indici della
gestione del
rischio
Indicatore di Disponibilità:
1
1
Indicatore d’Uso:
1
Indicatore di Compensazione:
Sub-Indice di Intensità:
Valore del Rischio R:
Valori delle
esposizioni della
valutazione e del
rischio
Valori delle
esposizioni
della gestione
e del rischio
E(inal)
1,00
1,00
1
E(cute)
1,00
1,00
1
1
R(inal)
2,50
2,50
1
1
R(cute)
2,50
2,50
Calcolo del livello di rischio
della valutazione
Calcolo del livello di rischio residuo dopo le
misure specifiche di gestione
3,54
3,54
Esito della valutazione del rischio chimico
Classificazione del rischio salute:
IRRILEVANTE
Livello del rischio chimico residuo dopo l'adozione delle misure specifiche
Misure specifiche adottate per la
gestione del rischio chimico
residuo:
•
•
•
Classificazione del rischio residuo
per la salute:
Il rischio residuo è sotto controllo
Valutazione del rischio per la sicurezza
Classificaz. del rischio sicurezza:
Vengono usati guanti
La sostanza/preparato viene mescolata con sostanze
inertizzanti
La lavorazione avviene a temperature inferiori a quella di
ebollizione
BASSO
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Chimico
64/99
Gruppo omogeneo: Insegnanti Tecnico Pratici
Esposizione alla sostanza: nitric acid … %
Valutazione del rischio per la salute
Tipologia d’uso:
uso in sistema chiuso
Tipologia di controllo:
ventilazione - aspirazione locale
Tempo d’esposizione:
inferiore a 15 minuti
Distanza d’uso:
inferiore ad 1 m
Tipologia d’esposizione cutanea:
nessun contatto
Quantità giornaliera usata:
0,01 Kg
Indici della
valutazione
del rischio
Indici della
gestione del
rischio
Indicatore di Disponibilità:
1
1
Indicatore d’Uso:
1
Indicatore di Compensazione:
Sub-Indice di Intensità:
Valore del Rischio R:
Valori delle
esposizioni della
valutazione e del
rischio
Valori delle
esposizioni
della gestione
e del rischio
E(inal)
1,00
1,00
1
E(cute)
1,00
1,00
1
1
R(inal)
5,85
5,85
1
1
R(cute)
5,85
5,85
Calcolo del livello di rischio
della valutazione
Calcolo del livello di rischio residuo dopo le
misure specifiche di gestione
8,27
8,27
Esito della valutazione del rischio chimico
Classificazione del rischio salute:
IRRILEVANTE
Livello del rischio chimico residuo dopo l'adozione delle misure specifiche
Misure specifiche adottate per la
gestione del rischio chimico
residuo:
•
•
•
•
Classificazione del rischio residuo
per la salute:
Il rischio residuo è sotto controllo
Valutazione del rischio per la sicurezza
Classificaz. del rischio sicurezza:
Vengono usati guanti
Ci sono sistemi di captazione alla fonte
La sostanza/preparato viene mescolata con sostanze
inertizzanti
La lavorazione avviene a temperature inferiori a quella di
ebollizione
BASSO
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
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Rischio Chimico
65/99
Gruppo omogeneo: Insegnanti Tecnico Pratici
Esposizione alla sostanza: trichloromethane; chloroform
Valutazione del rischio per la salute
Tipologia d’uso:
uso in sistema chiuso
Tipologia di controllo:
ventilazione - aspirazione locale
Tempo d’esposizione:
inferiore a 15 minuti
Distanza d’uso:
inferiore ad 1 m
Tipologia d’esposizione cutanea:
nessun contatto
Quantità giornaliera usata:
0,01 Kg
Indici della
valutazione
del rischio
Indici della
gestione del
rischio
Indicatore di Disponibilità:
1
1
Indicatore d’Uso:
1
Indicatore di Compensazione:
Sub-Indice di Intensità:
Valore del Rischio R:
Valori delle
esposizioni della
valutazione e del
rischio
Valori delle
esposizioni
della gestione
e del rischio
E(inal)
1,00
1,00
1
E(cute)
1,00
1,00
1
1
R(inal)
7,00
7,00
1
1
R(cute)
7,00
7,00
Calcolo del livello di rischio
della valutazione
Calcolo del livello di rischio residuo dopo le
misure specifiche di gestione
9,90
9,90
Esito della valutazione del rischio chimico
Classificazione del rischio salute:
IRRILEVANTE
Livello del rischio chimico residuo dopo l'adozione delle misure specifiche
Misure specifiche adottate per la
gestione del rischio chimico
residuo:
•
•
•
•
Classificazione del rischio residuo
per la salute:
Il rischio residuo è sotto controllo
Valutazione del rischio per la sicurezza
Classificaz. del rischio sicurezza:
Vengono usati guanti
Ci sono sistemi di captazione alla fonte
La sostanza/preparato viene mescolata con sostanze
inertizzanti
La lavorazione avviene a temperature inferiori a quella di
ebollizione
BASSO
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
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Rischio Chimico
66/99
Gruppo omogeneo: Insegnanti Tecnico Pratici
Esposizione alla sostanza: diethyl ether; ether
Valutazione del rischio per la salute
Tipologia d’uso:
uso in sistema chiuso
Tipologia di controllo:
ventilazione - aspirazione locale
Tempo d’esposizione:
tra 15 minuti e le due ore
Distanza d’uso:
inferiore ad 1 m
Tipologia d’esposizione cutanea:
nessun contatto
Quantità giornaliera usata:
0,2 Kg
Indici della
valutazione
del rischio
Indici della
gestione del
rischio
Indicatore di Disponibilità:
3
2
Indicatore d’Uso:
1
Indicatore di Compensazione:
Sub-Indice di Intensità:
Valore del Rischio R:
Valori delle
esposizioni della
valutazione e del
rischio
Valori delle
esposizioni
della gestione
e del rischio
E(inal)
1,00
1,00
1
E(cute)
1,00
1,00
1
1
R(inal)
3,50
3,50
1
1
R(cute)
3,50
3,50
Calcolo del livello di rischio
della valutazione
Calcolo del livello di rischio residuo dopo le
misure specifiche di gestione
4,95
4,95
Esito della valutazione del rischio chimico
Classificazione del rischio salute:
IRRILEVANTE
Livello del rischio chimico residuo dopo l'adozione delle misure specifiche
Misure specifiche adottate per la
gestione del rischio chimico
residuo:
•
•
•
•
Classificazione del rischio residuo
per la salute:
Vengono usati guanti
Ci sono sistemi di captazione alla fonte
La sostanza/preparato viene mescolata con sostanze
inertizzanti
La lavorazione avviene a temperature inferiori a quella di
ebollizione
Il rischio residuo è sotto controllo
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
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Valutazione del rischio per la sicurezza
Classificazione del rischio
sicurezza:
NON BASSO
Commento
Il rischio per la sicurezza risulta NON BASSO a causa delle seguenti frasi R che caratterizzano la
sostanza/preparato:
- R12: estremamente infiammabile.
- R19: può formare perossidi esplosivi.
Gruppo omogeneo: Insegnanti Tecnico Pratici
Esposizione alla sostanza: potassium hydroxide; caustic potash
Valutazione del rischio per la salute
Tipologia d’uso:
uso controllato e non dispersivo
Tipologia di controllo:
diluizione - ventilazione
Tempo d’esposizione:
inferiore a 15 minuti
Distanza d’uso:
inferiore ad 1 m
Tipologia d’esposizione cutanea:
nessun contatto
Quantità giornaliera usata:
0,01 Kg
Indici della
valutazione
del rischio
Indici della
gestione del
rischio
Indicatore di Disponibilità:
1
1
Indicatore d’Uso:
1
Indicatore di Compensazione:
Sub-Indice di Intensità:
Valore del Rischio R:
Valori delle
esposizioni della
valutazione e del
rischio
Valori delle
esposizioni
della gestione
e del rischio
E(inal)
1,00
1,00
1
E(cute)
1,00
1,00
2
2
R(inal)
5,85
5,85
1
1
R(cute)
5,85
5,85
Calcolo del livello di rischio
della valutazione
Calcolo del livello di rischio residuo dopo le
misure specifiche di gestione
8,27
8,27
Esito della valutazione del rischio chimico
Classificazione del rischio salute:
IRRILEVANTE
DOCUMENTO DI
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Livello del rischio chimico residuo dopo l'adozione delle misure specifiche
Misure specifiche adottate per la
gestione del rischio chimico
residuo:
•
•
•
Classificazione del rischio residuo
per la salute:
Il rischio residuo è sotto controllo
Valutazione del rischio per la sicurezza
Classificazione del rischio
sicurezza:
Vengono usati guanti
La sostanza/preparato viene mescolata con sostanze
inertizzanti
La lavorazione avviene a temperature inferiori a quella di
ebollizione
BASSO
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
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Rischio Chimico
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Gruppo omogeneo: Insegnanti Tecnico Pratici
Esposizione alla sostanza: ammonia ….%
Valutazione del rischio per la salute
Tipologia d’uso:
uso in sistema chiuso
Tipologia di controllo:
ventilazione - aspirazione locale
Tempo d’esposizione:
inferiore a 15 minuti
Distanza d’uso:
inferiore ad 1 m
Tipologia d’esposizione cutanea:
nessun contatto
Quantità giornaliera usata:
0,01 Kg
Indici della
valutazione
del rischio
Indici della
gestione del
rischio
Indicatore di Disponibilità:
1
1
Indicatore d’Uso:
1
Indicatore di Compensazione:
Sub-Indice di Intensità:
Valore del Rischio R:
Valori delle
esposizioni della
valutazione e del
rischio
Valori delle
esposizioni
della gestione
e del rischio
E(inal)
1,00
1,00
1
E(cute)
1,00
1,00
1
1
R(inal)
4,85
4,85
1
1
R(cute)
4,85
4,85
Calcolo del livello di rischio
della valutazione
Calcolo del livello di rischio residuo dopo le
misure specifiche di gestione
6,86
6,86
Esito della valutazione del rischio chimico
Classificazione del rischio salute:
IRRILEVANTE
Livello del rischio chimico residuo dopo l'adozione delle misure specifiche
Misure specifiche adottate per la
gestione del rischio chimico
residuo:
•
•
•
•
Classificazione del rischio residuo
per la salute:
Il rischio residuo è sotto controllo
Valutazione del rischio per la sicurezza
Classificaz. del rischio sicurezza:
Vengono usati guanti
Ci sono sistemi di captazione alla fonte
La sostanza/preparato viene mescolata con sostanze
inertizzanti
La lavorazione avviene a temperature inferiori a quella di
ebollizione
BASSO
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
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Rischio Chimico
70/99
Gruppo omogeneo: Insegnanti Tecnico Pratici
Esposizione alla sostanza: hydrogen chloride
Valutazione del rischio per la salute
Tipologia d’uso:
uso in sistema chiuso
Tipologia di controllo:
ventilazione - aspirazione locale
Tempo d’esposizione:
inferiore a 15 minuti
Distanza d’uso:
inferiore ad 1 m
Tipologia d’esposizione cutanea:
nessun contatto
Quantità giornaliera usata:
0,01 Kg
Indici della
valutazione
del rischio
Indici della
gestione del
rischio
Indicatore di Disponibilità:
1
1
Indicatore d’Uso:
1
Indicatore di Compensazione:
Sub-Indice di Intensità:
Valore del Rischio R:
Valori delle
esposizioni della
valutazione e del
rischio
Valori delle
esposizioni
della gestione
e del rischio
E(inal)
1,00
1,00
1
E(cute)
1,00
1,00
1
1
R(inal)
7,00
7,00
1
1
R(cute)
7,00
7,00
Calcolo del livello di rischio
della valutazione
Calcolo del livello di rischio residuo dopo le
misure specifiche di gestione
9,90
9,90
Esito della valutazione del rischio chimico
Classificazione del rischio salute:
IRRILEVANTE
Livello del rischio chimico residuo dopo l'adozione delle misure specifiche
Misure specifiche adottate per la
gestione del rischio chimico
residuo:
•
•
•
•
Classificazione del rischio residuo
per la salute:
Il rischio residuo è sotto controllo
Valutazione del rischio per la sicurezza
Classificaz. del rischio sicurezza:
Vengono usati guanti
Ci sono sistemi di captazione alla fonte
La sostanza/preparato viene mescolata con sostanze
inertizzanti
La lavorazione avviene a temperature inferiori a quella di
ebollizione
BASSO
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
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71/99
Gruppo omogeneo: Insegnanti Tecnico Pratici
Esposizione alla sostanza: sulphuric acid ... %
Valutazione del rischio per la salute
Tipologia d’uso:
uso in sistema chiuso
Tipologia di controllo:
ventilazione - aspirazione locale
Tempo d’esposizione:
inferiore a 15 minuti
Distanza d’uso:
inferiore ad 1 m
Tipologia d’esposizione cutanea:
nessun contatto
Quantità giornaliera usata:
0,01 Kg
Indici della
valutazione
del rischio
Indici della
gestione del
rischio
Indicatore di Disponibilità:
1
1
Indicatore d’Uso:
1
Indicatore di Compensazione:
Sub-Indice di Intensità:
Valore del Rischio R:
Valori delle
esposizioni della
valutazione e del
rischio
Valori delle
esposizioni
della gestione
e del rischio
E(inal)
1,00
1,00
1
E(cute)
1,00
1,00
1
1
R(inal)
5,85
5,85
1
1
R(cute)
5,85
5,85
Calcolo del livello di rischio
della valutazione
Calcolo del livello di rischio residuo dopo le
misure specifiche di gestione
8,27
8,27
Esito della valutazione del rischio chimico
Classificazione del rischio salute:
IRRILEVANTE
Livello del rischio chimico residuo dopo l'adozione delle misure specifiche
Misure specifiche adottate per la
gestione del rischio chimico
residuo:
•
•
•
•
Classificazione del rischio residuo
per la salute:
Il rischio residuo è sotto controllo
Valutazione del rischio per la sicurezza
Classificaz. del rischio sicurezza:
Vengono usati guanti
Ci sono sistemi di captazione alla fonte
La sostanza/preparato viene mescolata con sostanze
inertizzanti
La lavorazione avviene a temperature inferiori a quella di
ebollizione
BASSO
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
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- ARPINO (FR) -
Rischio Chimico
72/99
VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI CUMULATIVI
Gruppo omogeneo: Insegnanti Tecnico Pratici
SOSTANZE
sodium hydroxide; caustic soda
cute
acetic acid ... %
cute
ammonium chloride
nitric acid … %
trichloromethane; chloroform
diethyl ether; ether
potassium hydroxide; caustic potash
ammonia ….%
ORGANI BERSAGLIO
cute
occhio e annessi oculari
fegato e vie biliari
apparato respiratorio
ORGANI BERSAGLIO
cute
fegato e vie biliari
apparato respiratorio
cute
apparato respiratorio
hydrogen chloride
cute
sulphuric acid ... %
cute
SOSTANZE
acetic acid ... %;
hydrogen chloride;
nitric acid … %;
potassium hydroxide; caustic potash;
sodium hydroxide; caustic soda;
sulphuric acid ... %
ammonium chloride
trichloromethane; chloroform
ammonia ….%;
diethyl ether; ether
occhio e annessi oculari
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
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GENERALE
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Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Chimico
73/99
Valutazione del rischio degli effetti cumulativi per la salute sull’organo bersaglio: cute
Esposizione alle sostanze: sulphuric acid ... %, acetic acid ... %, nitric acid … %, sodium hydroxide; caustic soda,
hydrogen chloride, potassium hydroxide; caustic potash
Valutazione del rischio per la salute
Tipologia d’uso:
uso controllato e non dispersivo
Tipologia di controllo:
diluizione - ventilazione
Tempo d’esposizione:
inferiore a 15 minuti
Distanza d’uso:
inferiore ad 1 m
Tipologia d’esposizione cutanea:
nessun contatto
Quantità giornaliera usata:
0,06 Kg
Indici della
valutazione
del rischio
Indici della
gestione del
rischio
Indicatore di Disponibilità:
1
1
Indicatore d’Uso:
1
Indicatore di Compensazione:
Sub-Indice di Intensità:
Valore del Rischio R:
Valori delle
esposizioni della
valutazione e del
rischio
Valori delle
esposizioni
della gestione
e del rischio
E(inal)
1,00
1,00
1
E(cute)
1,00
1,00
2
2
R(inal)
7,00
7,00
1
1
R(cute)
7,00
7,00
Calcolo del livello di rischio
della valutazione
Calcolo del livello di rischio residuo dopo le
misure specifiche di gestione
9,90
9,90
Esito della valutazione del rischio chimico
Classificazione del rischio salute:
IRRILEVANTE
Livello del rischio chimico residuo dopo l'adozione delle misure specifiche
Classificazione del rischio residuo
per la salute:
(N.D.) Non Disponibile
IRRILEVANTE
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Chimico
74/99
Valutazione del rischio degli effetti cumulativi per la salute sull’organo bersaglio: occhio e annessi
oculari
Esposizione alle sostanze: ammonium chloride
Valutazione del rischio per la salute
Tipologia d’uso:
uso controllato e non dispersivo
Tipologia di controllo:
ventilazione - aspirazione locale
Tempo d’esposizione:
inferiore a 15 minuti
Distanza d’uso:
inferiore ad 1 m
Tipologia d’esposizione cutanea:
nessun contatto
Quantità giornaliera usata:
0,01 Kg
Indici della
valutazione
del rischio
Indici della
gestione del
rischio
Indicatore di Disponibilità:
1
1
Indicatore d’Uso:
1
Indicatore di Compensazione:
Sub-Indice di Intensità:
Valore del Rischio R:
Valori delle
esposizioni della
valutazione e del
rischio
Valori delle
esposizioni
della gestione
e del rischio
E(inal)
1,00
1,00
1
E(cute)
1,00
1,00
1
1
R(inal)
2,50
2,50
1
1
R(cute)
2,50
2,50
Calcolo del livello di rischio
della valutazione
Calcolo del livello di rischio residuo dopo le
misure specifiche di gestione
3,54
3,54
Esito della valutazione del rischio chimico
Classificazione del rischio salute:
IRRILEVANTE
Livello del rischio chimico residuo dopo l'adozione delle misure specifiche
Classificazione del rischio residuo
per la salute:
(N.D.) Non Disponibile
IRRILEVANTE
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Chimico
75/99
Valutazione del rischio degli effetti cumulativi per la salute sull’organo bersaglio: fegato e vie biliari
Esposizione alle sostanze: trichloromethane; chloroform
Valutazione del rischio per la salute
Tipologia d’uso:
uso in sistema chiuso
Tipologia di controllo:
ventilazione - aspirazione locale
Tempo d’esposizione:
inferiore a 15 minuti
Distanza d’uso:
inferiore ad 1 m
Tipologia d’esposizione cutanea:
nessun contatto
Quantità giornaliera usata:
0,01 Kg
Indici della
valutazione
del rischio
Indici della
gestione del
rischio
Indicatore di Disponibilità:
1
1
Indicatore d’Uso:
1
Indicatore di Compensazione:
Sub-Indice di Intensità:
Valore del Rischio R:
Valori delle
esposizioni della
valutazione e del
rischio
Valori delle
esposizioni
della gestione
e del rischio
E(inal)
1,00
1,00
1
E(cute)
1,00
1,00
1
1
R(inal)
7,00
7,00
1
1
R(cute)
7,00
7,00
Calcolo del livello di rischio
della valutazione
Calcolo del livello di rischio residuo dopo le
misure specifiche di gestione
9,90
9,90
Esito della valutazione del rischio chimico
Classificazione del rischio salute:
IRRILEVANTE
Livello del rischio chimico residuo dopo l'adozione delle misure specifiche
Classificazione del rischio residuo
per la salute:
(N.D.) Non Disponibile
IRRILEVANTE
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Chimico
76/99
Valutazione del rischio degli effetti cumulativi per la salute sull’organo bersaglio: apparato
respiratorio
Esposizione alle sostanze: diethyl ether; ether, ammonia ….%
Valutazione del rischio per la salute
Tipologia d’uso:
uso in sistema chiuso
Tipologia di controllo:
ventilazione - aspirazione locale
Tempo d’esposizione:
tra 15 minuti e le due ore
Distanza d’uso:
inferiore ad 1 m
Tipologia d’esposizione cutanea:
nessun contatto
Quantità giornaliera usata:
0,21 Kg
Indici della
valutazione
del rischio
Indici della
gestione del
rischio
Indicatore di Disponibilità:
2
2
Indicatore d’Uso:
1
Indicatore di Compensazione:
Sub-Indice di Intensità:
Valore del Rischio R:
Valori delle
esposizioni della
valutazione e del
rischio
Valori delle
esposizioni
della gestione
e del rischio
E(inal)
1,00
1,00
1
E(cute)
1,00
1,00
1
1
R(inal)
4,85
4,85
1
1
R(cute)
4,85
4,85
Calcolo del livello di rischio
della valutazione
Calcolo del livello di rischio residuo dopo le
misure specifiche di gestione
6,86
6,86
Esito della valutazione del rischio chimico
Classificazione del rischio salute:
IRRILEVANTE
Livello del rischio chimico residuo dopo l'adozione delle misure specifiche
Classificazione del rischio residuo
per la salute:
(N.D.) Non Disponibile
IRRILEVANTE
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Chimico
77/99
MISURE DI SICUREZZA ADOTTATE
In questo capitolo vengono passate in rassegna le specifiche misure di sicurezza adottate dall'azienda
al fine di ridurre il rischio.
Particolare attenzione viene posta agli agenti chimici e alle modalità di esposizione (prevista,
accidentale, da contaminazione degli ambienti di lavoro) cui corrispondono indici più alti.
MISURE DI RIDUZIONE DEL RISCHIO E VALUTAZIONE DEL RISCHIO RESIDUO
Per la corretta gestione del rischio chimico, per i soli casi di mansioni con indice di rischio potenziale
non irrilevante per la salute e non basso per la sicurezza, l'azienda ha adottato provvedimenti quali:
1. progettazione di appropriati processi lavorativi e controlli tecnici, nonché uso di attrezzature e
materiali adeguati;
2. appropriate misure organizzative e di protezione collettive alla fonte del rischio;
3. misure di protezione individuali, compresi i dispositivi di protezione individuali;
4. sorveglianza sanitaria dei lavoratori.
Questi provvedimenti sono stati presi in ordine di priorità e comunque dopo avere considerato l'ipotesi
dell'eliminazione o sostituzione degli agenti pericolosi.
Nei paragrafi successivi vengono analizzati i casi specifici della mansioni a rischio potenziale non
irrilevante per la salute e non basso per la sicurezza, seguendo il criterio di considerare per prime le
mansioni con maggiori indici.
RASSEGNA DELLE SPECIFICHE MISURE ADOTTATE
Eliminazione o sostituzione degli agenti pericolosi
• Per l’attività svolta in relazione ai programmi didattici svolti non è possibile per ora la
sostituzione dei preparati.
Misure organizzative
Si opererà per adottare:
• misure per la riduzione dei tempi di esposizione
• misure per la riduzione della frequenza di esposizione
• misure di igiene personale
Misure di protezione collettiva alla fonte
I prodotti, ad eccezione dei solidi (tutti poco volatili) saranno impiegati sotto cappa aspirante.
Misure di protezione individuali
Tutti gli operatori (ITP) saranno guanti monouso e camice di protezione. Saranno inoltre provvisti di
occhiali protettivi. È presente inoltre in ogni laboratorio un lavaocchi di emergenza e sono a
disposizione di tutti le schede si sicurezza di tutti i prodotti presenti.
Attività di formazione e informazione
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Chimico
78/99
TABELLE DI SINTESI
Valutazione del rischio chimico
Sostanza
Mansione
acetic acid
... %
Insegnanti
Tecnico
Pratici
Valutazione Rischio
Salute
R(inal)
5,85
R(cute)
5,85
R
8,27
(**)
Gestione Rischio Salute
(effetti delle misure
specifiche di prevenzione e
protezione
R(inal)
R(cute)
R
5,85
5,85
8,27
(*)
Valutazione
Rischio
Sicurezza
BASSO
Misure Specifiche Attuate
- Vengono usati guanti
- Ci sono sistemi di captazione
alla fonte
- La sostanza/preparato viene
mescolata con sostanze
inertizzanti
- La lavorazione avviene a
temperature inferiori a quella di
ebollizione
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
Sostanza
Mansione
ammonia
….%
Insegnanti
Tecnico
Pratici
ammonium
chloride
Insegnanti
Tecnico
Pratici
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Chimico
79/99
Valutazione Rischio
Salute
R(inal)
4,85
R(cute)
4,85
R
6,86
(**)
2,50
2,50
3,54
(**)
Gestione Rischio Salute
(effetti delle misure
specifiche di prevenzione e
protezione
R(inal)
R(cute)
R
4,85
4,85
6,86
(*)
2,50
2,50
3,54
(*)
Valutazione
Rischio
Sicurezza
BASSO
BASSO
Misure Specifiche Attuate
- Vengono usati guanti
- Ci sono sistemi di captazione
alla fonte
- La sostanza/preparato viene
mescolata con sostanze
inertizzanti
- La lavorazione avviene a
temperature inferiori a quella di
ebollizione
- Vengono usati guanti
- La sostanza/preparato viene
mescolata con sostanze
inertizzanti
- La lavorazione avviene a
temperature inferiori a quella di
ebollizione
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
Sostanza
Mansione
diethyl
ether;
ether
Insegnanti
Tecnico
Pratici
hydrogen
chloride
Insegnanti
Tecnico
Pratici
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Chimico
80/99
Valutazione Rischio
Salute
R(inal)
3,50
R(cute)
3,50
R
4,95
(**)
7,00
7,00
9,90
(**)
Gestione Rischio Salute
(effetti delle misure
specifiche di prevenzione e
protezione
R(inal)
R(cute)
R
3,50
3,50
4,95
(*)
7,00
7,00
9,90
(*)
Valutazione
Rischio
Sicurezza
NON BASSO
BASSO
Misure Specifiche Attuate
- Vengono usati guanti
- Ci sono sistemi di captazione
alla fonte
- La sostanza/preparato viene
mescolata con sostanze
inertizzanti
- La lavorazione avviene a
temperature inferiori a quella di
ebollizione
- Vengono usati guanti
- Ci sono sistemi di captazione
alla fonte
- La sostanza/preparato viene
mescolata con sostanze
inertizzanti
- La lavorazione avviene a
temperature inferiori a quella di
ebollizione
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
Sostanza
Mansione
nitric acid …
%
Insegnanti
Tecnico
Pratici
potassium
hydroxide;
caustic
potash
sodium
hydroxide;
caustic
soda
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Chimico
81/99
Valutazione Rischio
Salute
Gestione Rischio Salute
(effetti delle misure
specifiche di prevenzione e
protezione
R(inal)
R(cute)
R
5,85
5,85
8,27
(*)
Valutazione
Rischio
Sicurezza
R(inal)
5,85
R(cute)
5,85
R
8,27
(**)
Insegnanti
Tecnico
Pratici
5,85
5,85
8,27
(**)
5,85
5,85
8,27
(*)
BASSO
Insegnanti
Tecnico
Pratici
5,85
5,85
8,27
(**)
5,85
5,85
8,27
(*)
BASSO
BASSO
Misure Specifiche Attuate
- Vengono usati guanti
- Ci sono sistemi di captazione
alla fonte
- La sostanza/preparato viene
mescolata con sostanze
inertizzanti
- La lavorazione avviene a
temperature inferiori a quella di
ebollizione
- Vengono usati guanti
- La sostanza/preparato viene
mescolata con sostanze
inertizzanti
- La lavorazione avviene a
temperature inferiori a quella di
ebollizione
- Vengono usati guanti
- La sostanza/preparato viene
mescolata con sostanze
inertizzanti
- La lavorazione avviene a
temperature inferiori a quella di
ebollizione
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
Sostanza
Mansione
sulphuric
acid ... %
Insegnanti
Tecnico
Pratici
trichlorome
thane;
chloroform
Insegnanti
Tecnico
Pratici
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Chimico
82/99
Valutazione Rischio
Salute
R(inal)
5,85
R(cute)
5,85
R
8,27
(**)
7,00
7,00
9,90
(**)
Gestione Rischio Salute
(effetti delle misure
specifiche di prevenzione e
protezione
R(inal)
R(cute)
R
5,85
5,85
8,27
(*)
7,00
7,00
9,90
(*)
Valutazione
Rischio
Sicurezza
BASSO
BASSO
Misure Specifiche Attuate
- Vengono usati guanti
- Ci sono sistemi di captazione
alla fonte
- La sostanza/preparato viene
mescolata con sostanze
inertizzanti
- La lavorazione avviene a
temperature inferiori a quella di
ebollizione
- Vengono usati guanti
- Ci sono sistemi di captazione
alla fonte
- La sostanza/preparato viene
mescolata con sostanze
inertizzanti
- La lavorazione avviene a
temperature inferiori a quella di
ebollizione
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Chimico
83/99
Effetti cumulativi per organo bersaglio
Valutazione Rischio Salute
Organo
Mansione
cute
Insegnanti Tecnico Pratici
R(inal)
7,00
R(cute)
7,00
occhio e annessi oculari
Insegnanti Tecnico Pratici
2,50
2,50
fegato e vie biliari
Insegnanti Tecnico Pratici
7,00
7,00
apparato respiratorio
Insegnanti Tecnico Pratici
4,85
4,85
R
9,90
(**)
3,54
(**)
9,90
(**)
6,86
(**)
Gestione Rischio Salute (effetti
delle misure specifiche di
prevenzione e protezione
R(inal)
R(cute)
R
7,00
7,00
9,90
(**)
2,50
2,50
3,54
(**)
7,00
7,00
9,90
(**)
4,85
4,85
6,86
(**)
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Incendio
pag. 84/99
VALUTAZIONE RISCHIO INCENDIO
ai sensi del D.M. 10/03/1998
(Fino all’adozione dei decreti di cui all’art. 46 comma 3 del D.Lgs. 81/2008)
L’attività è in possesso del Certificato di Prevenzione Incendi (CPI).
Per la valutazione del rischio incendio si rimanda alla valutazione effettuata per
la richiesta del certificato di prevenzione incendi presso i Vigili del Fuoco.
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Incendio
pag. 85/99
In attesa degli interventi dell’Amministrazione provinciale e visto il numero di
alunni e del personale, si provvederà a mettere in atto le seguenti misure
compensative:
•
incremento della squadra di emergenza;
•
aumento delle azioni di vigilanza della squadra di emergenza;
•
eliminazione delle possibili fonti di innesco quali stufe elettriche; gli
assistenti tecnici provvederanno inoltre a togliere l’alimentazione
elettrica alle piastre riscaldate immediatamente dopo il loro impiego nei
laboratori e alle strumentazioni in modo da evitare che queste diventino
fonti di incendio soprattutto durante i periodi di non utilizzo quando non
sono sorvegliate.
•
Adozione procedure di controllo da parte dei Collaboratori scolastici;
•
prove di evacuazione di emergenza.
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rischio Incendio
pag. 86/99
PROGRAMMA DELLE MISURE PER IL MIGLIORAMENTO DEI LIVELLI DI SICUREZZA
Misura da attuare
Procedura
Informazione e formazione dei
lavoratori sulle seguenti tematiche:
rischio di incendio, manipolazione
sostanze infiammabili, uso impianti e
attrezzature elettriche
Sottoporre i presidi antincendio
(estintori) a controllo e manutenzione
semestrale da parte di ditta
specializzata
Provvedere alla prova di evacuazione
annuale
Distribuire il materiale
fornito dal DS e dal RSPP
Apporre la seguente segnaletica:
Cartello recante il numero telefonico
dell’emergenza sanitaria (118), del
nome e numero telefonico del Medico
Competente aziendale (vicino al
telefono utilizzato per l’attivazione del
soccorso esterno)
Controllare periodicamente l’agibilità
delle vie di fuga e delle uscite di
emergenza
Controllare periodicamente l’agibilità
degli accessi ai quadri elettrici,
estintori, cassetta di pronto soccorso
Non impiegare apparecchi di
riscaldamento supplementari (stufette
elettriche o ad altra alimentazione)
Controllare periodicamente il corretto
funzionamento dell’illuminazione di
emergenza
Controllare periodicamente a vista la
pressione degli estintori
Sottoporre periodicamente gli impianti
e le attrezzature elettriche a controllo
e manutenzione da parte di tecnici
specializzati
Controllare continuativamente il
rispetto del divieto di fumare
Preposto/i
all’attuazione
DS, RSPP
Programmazione
Da effettuare
annualmente
Contattare ditta
specializzata per
l’attivazione dei controlli
DS,
Ufficio tecnico
Da effettuare
semestralmente
Definire la data della prova (in seguito a formaz.
generale sull’antincendio)
Apporre il cartello
DS, RSPP
Da effettuare
annualmente
DS,
Ufficio tecnico
Al più presto
Effettuare controllo a vista
Squadra di
emergenza
Misura da attuare
in maniera
continuativa
Misura da attuare
in maniera
continuativa
Misura da attuare
in maniera
continuativa
Squadra di
emergenza
Effettuare controllo visivo
Effettuare controllo a vista
disattivando l’alimentazione di corrente
Effettuare controllo a vista
sul manometro
Contattare
periodicamente ditta
specializzata
Effettuare controllo a vista
e richiedere il rispetto
dell’obbligo agli eventuali
trasgressori
Squadra di
emergenza,
Collaboratori
scolatici
Squadra di
emergenza
Una volta al mese
Squadra di
emergenza
DS,
Ufficio tecnico
Una volta al mese
DS, RSPP,
Squadra di
emergenza,
Collaboratori
scolatici
Misura da attuare
in maniera
continuativa
Si consigliano
interventi almeno
annuali
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Impianto Elettrico
87/99
IMPIANTO ELETTRICO
• L'impianto elettrico dei locali è in buono stato. Sono presenti interruttori
differenziali ed un impianto di terra.
• È necessario inoltre accertarsi che ogni macchina azionata elettricamente sia
collegata all’impianto di terra.
Si raccomanda di controllare periodicamente il funzionamento degli interruttori
differenziali che dovranno protegge l’intero impianto e di effettuare
periodicamente interventi manutentivi affinché l'impianto sia sempre in buone
condizioni.
• Formare ed informare il personale sui rischi elettrici e sulle misure da prendere
in caso di infortunio.
PROGRAMMA DELLE MISURE PER IL MIGLIORAMENTO DEI LIVELLI DI SICUREZZA
Misura da attuare
Procedura
Sottoporre periodicamente gli impianti
e le attrezzature elettriche a controllo
e manutenzione da parte di tecnici
specializzati.
Serrare morsetti, controllare
isolamenti ecc.
Informazione dei lavoratori sulle
seguenti tematiche:
rischio di folgorazione, uso impianti e
attrezzature elettriche
Formazione dei lavoratori sulle
seguenti tematiche:
rischio di folgorazione, uso impianti e
attrezzature elettriche
Contattare
periodicamente ditta
specializzata
Preposto/i
all’attuazione
DS,
Ufficio tecnico
Programmazione
Si consigliano
interventi almeno
annuali
Distribuire il materiale
fornito dal DS e dal RSPP
DS,
RSPP
Da effettuare
annualmente
Identificare le date e gli
orari per l’attuazione della
formazione e concordarla
con l’Ente preposto
DS,
RSPP
Da effettuare
annualmente
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
PROCEDURE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Impianto Elettrico
88/99
PROCEDURA PER LA PREVENZIONE DEL
RISCHIO ELETTRICO
Destinatari: Tutto il Personale
ASPETTI GENERALI E NORMATIVI
Un modo di definire la sicurezza è considerarla come la probabilità di non arrecare
danno.
La sicurezza delle apparecchiature alimentate elettricamente dipende dal
contemporaneo soddisfacimento di vari fattori indipendenti tra loro:
a) corretta connessione dell’apparecchio all’impianto di alimentazione;
b) corretto utilizzo dell’apparecchiatura e suo impiego in luogo idoneo al suo uso;
c) conoscenza da parte dell’operatore sanitario delle caratteristiche di sicurezza
dell’apparecchio e dell’impianto;
d) efficace programma di manutenzione qualificata e preventiva.
Scopo delle norme tecniche è prevenire due circostanze di pericolo:
a) pericolo di incendio a causa del sovraccarico dei conduttori o cedimento di
isolamento;
b) contatto diretto o indiretto.
Per quanto riguarda la prevenzione al contatto diretto (contatto con parti, che in
condizioni di funzionamento normale sono in tensione) il rischio elettrico si può
suddividere in due categorie,
- RISCHIO DA MACROSHOCK
dovuto al passaggio di corrente elettrica nell’organismo attraverso la pelle intatta.
- RISCHIO DA MICROSHOCK
dovuto al passaggio di correnti di bassissima intensità attraverso il cuore del
soggetto.
MACROSHOCK
Il rischio da MACROSHOCK si può suddividere in due categorie:
Macroshock per contatto diretto: quando si stabilisce un contatto tra la persona ed
una parte di impianto elettrico normalmente in tensione (es. un cavo elettrico
scoperto, una presa di corrente, parti interne di apparecchiature elettriche non
isolate ecc).
Macroshock per contatto indiretto: quando si stabilisce un contatto tra la persona
ed una parte normalmente NON in tensione (carcassa esterna di apparecchiature
elettriche in tensione a causa di un guasto o a causa del deterioramento del
materiale isolante).
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
PROCEDURE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Impianto Elettrico
89/99
TIPICHE SITUAZIONI DI RISCHIO
- impianto elettrico sprovvisto di impianto di messa a terra;
- conduttore di protezione (colore giallo/verde) interrotto a causa di maltrattamenti
del cavo
(schiacciamenti del cavo per passaggio di carrelli, tra gli stipiti di una porta o sotto
gambe di sedie e
tavoli) o a causa di allentamento o distacco per un fissaggio non adeguato;
- utilizzo di materiali elettrici non identificati da un contrassegno internazionale o
il simbolo di un ente nazionale di normazione, es. IMQ (Italia).
- inserimento di un oggetto conduttore in una presa elettrica (chiodo, filo
metallico, ecc.);
- inserimento di una spina in una presa elettrica mantenendo le dita su gli spinotti;
- contatto con una spina rotta o con un cavo elettrico danneggiato (cavo elettrico
in parte scoperto, cioè privo dell’isolante di protezione);
- sostituzione di un fusibile nel portafusibile di un apparecchiatura collegata alla
presa di corrente;
- riparazione di apparecchiature elettriche collegate alla presa di corrente;
- Interventi non autorizzati su parti di impianti elettrici o quadri elettrici in
tensione da personale non qualificato;
Il rischio di macroshock per contatto indiretto è limitato dalla corretta
realizzazione dell’impianto di messa a erra e dall’installazione di interruttori
differenziali ad alta sensibilità (30 mA = 0,03 A.)
PREVENZIONE E DIVIETI
E’ vietato effettuare qualsiasi riparazione o intervento su impianti elettrici, quadri
elettrici o apparecchiature prima di aver tolto l’alimentazione elettrica.
E’ vietato al personale non autorizzato, operare su quadri elettrici e/o parti
dell’impianto elettrico. Richiedere sempre, in caso di guasto o malfunzionamento,
l’intervento del personale qualificato.
Per alcuni interventi in situazioni particolari ove la continuità dell’erogazione di
energia sia ritenuta fondamentale per la sicurezza dei pazienti e degli operatori, il
personale addetto qualificato deve essere autorizzato a operare in presenza di
tensione da un responsabile, indossando comunque i necessari mezzi di
protezione.
E’ vietato l’uso di stufe elettriche negli ambienti scarsamente riscaldati di
fornellini elettrici, se non espressamente autorizzati.
E’ vietato l’uso di adattatori di spine-prese, cavi volanti di prolunga, prese
multiple non fisse in modo stabile, se non installate da personale competente ed
abilitato, in quanto causa di possibili contatti diretti accidentali.
L’uso di prese multiple derivate da un unica presa elettrica a muro, può provocare
sovraccarichi all’impianto elettrico, il suo surriscaldamento e possibili
cortocircuiti.
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
PROCEDURE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Impianto Elettrico
90/99
E’ vietato disinserire la spina elettrica dalla presa di corrente tirando il cavo di
alimentazione.
Quando possibile dopo l’utilizzo, le apparecchiature devono essere scollegate
dalla rete elettrica.
E’ vietato operare su apparecchiature elettriche con le mani bagnate.
E’ vietato estinguere incendi utilizzando acqua o schiume a base acquosa quando
questi interessino impianti o apparecchiature elettriche in tensione.
OBBLIGHI DI SEGNALAZIONE
Tutti gli operatori devono segnalare e nel contempo richiedere l’intervento di
personale specializzato al fine di rimuovere qualsiasi possibile causa di rischio
accertata (prese multiple, prolunghe elettriche, collegamenti a terra non congrui,
prese di corrente non fisse a parete, cavi elettrici o di computer o telefonici
adagiati a terra ecc.)
E’ obbligo anche la segnalazione di situazioni che hanno determinato il forzato
uso di prolunghe elettriche, al fine di evitare il ripetersi di condizioni
d’insicurezza.
MICROSHOCK
Il rischio di microshock è più difficile da prevenire.
PREVENZIONE E DIVIETI
La norma prevede l’esecuzione di controlli periodici per gli impianti elettrici
installati da parte di personale qualificato.
Risultano di fondamentale importanza ai fini della prevenzione,
- l’impiego di apparecchiature elettromedicali per le quali sia stata certificata la
rispondenza alle normative nazionali e/o internazionali;
- la verifica dei parametri di sicurezza elettrica per le apparecchiature da parte di
personale qualificato.
- l’effettuazione quando indicata dal costruttore, dei test e dei controlli di corretta
funzionalità.
- la disponibilità e la conoscenza del manuale di istruzioni.
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Rumore - Vibrazioni
91/99
RUMORE
È stata effettuata una valutazione del rischio rumore relativa alle attività lavorative
all’interno dei locali in uso all’Istituto. In seguito a tale valutazione è stato
possibile escludere il superamento degli 80 dB(A) di Lex,8h in quanto nei locali di
lavoro non si esercitano attività rumorose e non si utilizzano macchinari che
prevedano lavorazioni con emissioni sonore sopra la soglia di attenzione prevista
dal D.Lgs. 81/2008.
Il rischio da esposizione al rumore è pertanto basso.
-----------------------------------------------------------
VIBRAZIONI
Non sono presenti sorgenti vibranti in uso ai lavoratori.
-----------------------------------------------------------
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Stress da lavoro
92/99
VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO
L’8 ottobre 2004 è stato firmato un accordo europeo sullo stress sul lavoro.
Sancisce alcuni principi, che possono essere così riassunti:
• Lo stress da lavoro è considerato, a livello internazionale, europeo e
nazionale, un problema sia dai datori di lavoro che dai lavoratori.
• Lo stress è uno stato, che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche,
psicologiche o sociali ed che consegue dal fatto che le persone non si sentono
in grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti.
• L’individuazione di un problema di stress da lavoro può avvenire attraverso
un’analisi di fattori quali l’organizzazione e i processi di lavoro, le condizioni e
l’ambiente di lavoro, la comunicazione e i fattori soggettivi:
• tutti i datori di lavoro sono obbligati per legge a tutelare la sicurezza e la
salute dei lavoratori. Questo dovere riguarda anche i problemi di stress da
lavoro in quanto costituiscano un rischio per la salute e la sicurezza.
A fronte di questo accordo, le Nazioni si impegnano a recepirlo nelle leggi
nazionali e ad attuare un programma di verifica sull’attuazione.
Con il D.Lgs. 81/2008, l’Italia ha recepito tale accordo, che impone al Datore di
Lavoro di valutare il rischio da stress correlato al lavoro e integrare tale
valutazione nel sistema di gestione della sicurezza in azienda.
D’altra parte non si può dimenticare che lo stress individuale presenta fattori di
variabilità dovuti alla specifica condizione sociale e familiare, oltre che lavorativa,
alla capacità soggettiva di reazione, alle relazioni interpersonali costruite. Di fatto,
un lavoratore non può scegliere i colleghi, né separare completamente la vita
privata da quella professionale, né, tantomeno tentare di cambiare i propri
atteggiamenti connaturati.
Sulla base della lettera Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali prot. 15/SEGR/0023692 del 18/11/2010 che fornisce indicazioni sulla
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Stress da lavoro
93/99
valutazione dello stress lavoro-correlato, si è provveduto ad effettuare, come
indicato nella “metodologia” della suddetta Circolare, una fase di valutazione
preliminare per il rilievo di elementi di rischio in base a indicatori oggettivi e
verificabili quanto più numericamente apprezzabili.
A questo scopo, la valutazione del rischio da stress correlato al lavoro qui
eseguita, non si riferisce a ciascun singolo soggetto, ma ad un individuo collettivo,
rappresentato dal gruppo omogeneo (rispetto alle mansioni) di lavoratori. La
valutazione delle condizioni individuali è lasciata al Medico Competente (se
nominato per tale scopo), il quale può, ovviamente, fare richiesta di consulti con
medici specialisti.
Il test dovrà essere erogato in forma anonima ai lavoratori. Il risultato identifica un
livello di potenziale stress sul lavoro, suddiviso in tre categorie (basso, medio,
alto), del singolo individuo al quale tale test è stato erogato. La valutazione qui
eseguita riguarda lo studio statistico della totalità dei risultati, non il singolo
risultato.
Nello specifico:
erogati N test, viene conteggiato il numero di risultati n =“basso”, n =“medio” o
1
2
n =“alto”. Viene poi applicato l’algoritmo seguente:
3
R=
1 • n1 + 2 • n 2 + 3 • n3
N
e, in funzione del valore di R, possiamo valutare il rischio complessivo come:
1----------1,75 1,75----------2,25 2,25----------3
BASSO
MEDIO
ALTO
Se la valutazione complessiva mostra un valore di R “medio” o “alto”, risulta
necessario eseguire una analisi più approfondita e mirata al fattore di rischio
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
GENERALE
pag.
- D.LGS. 81/2008 -
SEDE ITIS PER CHIMICI
Revisione n. 14
- ARPINO (FR) -
Stress da lavoro
94/99
“stress da lavoro”, altrimenti si ritiene il rischio sufficientemente sotto controllo. Il
Datore di Lavoro dovrà comunque concentrare le proprie energie anche per
verificare periodicamente che tale stato permanga.
Lo stesso test, con punteggi differenti, viene usato anche come primo screening
della possibilità che vi sia mobbing all’interno del luogo di lavoro. In questo caso
la valutazione, pur riguardando l’entità collettiva “lavoratori”, si concentra su ogni
singolo soggetto. Quindi al semplice apparire in un singolo test del valore di
probabilità del rischio provocato da mobbing MEDIO o ALTO , si definisce la
probabilità complessiva del “luogo di lavoro” come MEDIA o ALTA. In seguito
ad un tale risultato, è opportuno eseguire una analisi più approfondita e mirata al
fattore di rischio “mobbing”, altrimenti si ritiene il rischio sufficientemente sotto
controllo. Il Datore di Lavoro dovrà comunque concentrare le proprie energie
anche per verificare periodicamente che tale stato permanga.
Nel caso dell’I.I.S. “Tulliano” con sede in Arpino in Via Pelagalli sono stati
eseguiti test che hanno portato alla determinazione di un fattore di rischio R pari a
1.00 cioè un rischio basso; la valutazione per il mobbing è ritenuta bassa.
Si provvederà pertanto a promuovere i rapporti interpersonali già buoni e a
migliorare le condizioni lavorative per ridurre ulteriormente il rischio stress lavoro
correlato.
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
I.I.S. “TULLIANO”
MOVIMENTAZIONE
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MANUALE DEI CARICHI
95/99
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
La
mansione
oggetto
di
osservazione
relativamente
al
rischio
da
movimentazione manuale dei carichi è quella di Collaboratore scolastico in quanto
le altre mansioni comportano il sollevamento o la movimentazione di gravi di
scarsa entità. I collaboratori scolastici possono movimentare pesi non superiori a 9
chilogrammi consistenti in sedie, banchi (i più pesanti da movimentare in due) e
attrezzi per la pulizia dei locali.
Sono, comunque, vigenti disposizioni interne che se rispettate assicurano lo
svolgimento ordinario delle proprie mansioni in condizioni di sicurezza. Tali
disposizioni, cui il personale è tenuto ad osservare prevedono, in generale, quanto
segue:
-
l’impiego di ausili e/o il coinvolgimento di più persone ogni qualvolta
l’attività risultasse particolarmente difficoltosa e/o gravosa;
Valutazione del rischio
Per quanto riguarda la movimentazione manuale dei carichi, è stato scelto come
riferimento per l’analisi del rischio il metodo NIOSH (National Institut for
Occupational Safety and Health – USA).
Tale modello, proposto nel 1993, permette di determinare per ogni azione di
sollevamento il “limite di peso raccomandato” attraverso un’equazione che, a
partire da un massimo peso ideale sollevabile in condizioni ideali, considera
l’eventuale esistenza di elementi sfavorevoli e tratta quest’ultimi con appositi
fattori di demoltiplicazione: tanto più piccoli quanto maggiore è l’allontanamento
dalla condizione ottimale .
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Condizioni ideali di sollevamento NIOSH sono :
-
Posizione di inizio sollevamento a schiena eretta (75 cm)
-
Carico da sollevare estremamente vicino al corpo (15 cm)
-
Sollevamento verticale del carico di non più di 25 cm
-
Frequenza di sollevamento molto bassa : 1 ogni 5 min
-
Forma del carico e della maniglia ottimali
-
Condizioni ambientali ottimali.
Durante le attività la movimentazione dei carichi consiste nello spostamento di
oggetti dal peso inferiore a 9 kg.
Vengono perciò ampiamente rispettati i suggerimenti dell’ Ergonomic Group
Health & Environment Laboratories Eastman Kodak Company.
Sono state comunque adottate misure strutturali e organizzative per ridurre
ulteriormente il rischio di eventuali danni alla salute dei lavoratori;
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CALCOLO DELLO SFORZO DI SOLLEVAMENTO MEDIANTE MODELLO N.I.O.S.H.
CALCOLO DEL PESO LIMITE RACCOMANDATO metodo NIOSH
altezza da terra
fattore
h
finale di soll.
fattore
d max ragg.
fattore
rotazione busto
fattore
presa carico
fattore
età
M
F
> 18
25
15
15 - 18
20
15
15,00
0
25
50
75
100
125
150
> 175
0,77
0,85
0,93
1,00
0,93
0,85
0,78
0,00
25
30
40
50
70
100
170
> 175
1,00
0,97
0,93
0,91
0,88
0,87
0,86
0,00
25
30
40
50
55
60
> 63
1,00
0,83
0,63
0,50
0,45
0,42
0,00
0
30°
60°
90°
120°
135°
> 135°
1,00
0,90
0,81
0,71
0,52
0,57
0,00
buona
medio
scarso
1,00
0,95
0,90
CF
x
1,00
A
x
0,87
B
x
1,00
C
x
0,90
D
x
1,00
E
frequenza gesti
atti al minuto
0,20
1
3
4
6
9
12
> 15
< 1 ora
1,00
0,94
0,88
0,84
0,75
0,52
0,37
0,00
> 1 ora < 2 ore
0,95
0,88
0,79
0,72
0,50
0,30
0,21
0,00
> 2 ore a 8 ore
0,85
0,75
0,55
0,45
0,27
0,15
0,00
0,00
si
no
si
no
0,60
1,00
0,85
1,00
sollevamento
solo arto (1)
fattore
peso eff. Sollevato
2
1
sollevamento
:
:
due persone (2)
fattore
peso limite raccomandato
11,745
=
=
2
indice di sollevamento
0,170
(peso limite = CF x A x B x C x D x E x F x G x H )
INDICE DI SOLLEVAMENTO =
PESO EFFETTIVAMENTE SOLLEVATO
PESO LIMITE RACCOMANDATO
x
1,00
x
1,00
x
1,00
F
G
H
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VALUTAZIONE DELL’INDICE DI SOLLEVAMENTO
VALORE
SITUAZIONE
inferiore a
0,85
tra 0,86 e 0,99
accettabile
Nessuno
livello di
attenzione
superiore a
1,00
rischio
- attivare la sorveglianza sanitaria (biennale)
- controlli periodici
- formazione e informazione del personale
interventi di prevenzione
– attivare sorveglianza sanitaria ravvicinata (semestrale)
- formazione e informazione del personale
PROVVEDIMENTI
Il rischio si ritiene accettabile per tutti i lavoratori.
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CONCLUSIONI
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E' stato programmato un piano di informazione e formazione per i lavoratori
dipendenti. Tale attività di formazione sarà continuativa nel tempo.
Il presente documento composto da 99 pagine rilegate è la revisione n° 14 del
25/03/2014.
Il presente documento è stato illustrato e discusso nell’ambito della riunione
del 01/04/2014 alla presenza delle seguenti figure:
- DATORE DI LAVORO:
Prof. Bove Michele
- RSPP:
Ing. Reale Loris
- RAPPRESENTANTE DEI
LAVORATORI PER LA SICUREZZA: Sig. Lepore Felice Aldo