Cap.1 Circolazione aerea e ATM
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Cap.1 Circolazione aerea e ATM
Cap.1 Circolazione aerea e ATM Generalità sull’ ATM La gestione della Circolazione Aerea così come è intesa oggi, costituisce un aspetto rilevante della componente organizzativa del Sistema di Trasporto Aereo e l’ insieme di norme e procedure che ne costituisce il supporto attuativo si sono sviluppate nel tempo ed hanno seguito la rapida evoluzione dell’aviazione possiamo dire fin dalla sua nascita. Erano trascorsi infatti appena tredici anni da quel 17 novembre del 1903, allorquando il velivolo dei fratelli Wright si librò nell’aria, che già si mostrava evidente la necessità di una regolamentazione dell’uso del nuovo mezzo di trasporto, soprattutto in quel momento, sotto il profilo del Diritto Internazionale; la peculiarità del mezzo aereo, così differente da quella degli altri veicoli terrestri e marittimi per la sua possibilità di librarsi al disopra della superficie terrestre fece sorgere ben presto la necessità di interventi normativi a livello internazionale per la salvaguardia della sovranità degli stati sul loro territorio che comportava la definizione del concetto dei confini aerei che , a differenza di quelli terrestri e marittimi, erano di difficile materializzazione. Nel 1919 con la Convenzione di Parigi fu istituita la Commission International de Navigation Aerienne - CINA , organismo internazionale destinato ad elaborare procedure e metodi atti ad assicurare la regolamentazione della navigazione aerea fra gli Stati contraenti e a favorire la sicurezza delle operazioni di volo; la CINA stabilì l’intangibilità della sovranità nazionale sullo spazio aereo sovrastante il territorio nazionale ed emanò le prime regole generali del traffico aereo volte ad evitare le collisioni. La Convenzione di Parigi fu ratificata nel tempo da vari Paesi, 33 all’inizio dell’ultimo conflitto mondiale, esclusi però gli Stati Uniti, pur essendo questo il paese 1 che più di ogni altro aveva sviluppato l’uso del mezzo aereo nei più disparati campi di attività. D’altra parte l’attività della CINA era volta più a stabilire norme comportamentali di carattere internazionale che a definire una normativa che permettesse la gestione del Traffico aereo intesa come azione per un ordinato e sicuro utilizzo dello spazio aereo da parte dell’ utenza ; cosa che invece fra il ‘16 ed il ‘39 fu attuato proprio negli USA, per la necessità di disciplinare l’attività di volo connessa con il rapido sviluppo dell’aviazione commerciale in quel Paese. Già nel 1926 fu deciso un programma di regolamentazione del Traffico aereo riguardante la navigazione, la protezione e l’identificazione degli aeromobili e furono stabilite regole relative alle altitudini di sicurezza ed alla prevenzione delle collisioni fra navi ed aerei; queste le date più significative di questa evoluzione: - 1927 fu istituito un sistema federale di rotte aeree; - 1930 entrata in servizio della prima Torre di Controllo nell’ Aeroporto di Cleveland; - 1932 tutti gli aeromobili di linea erano dotati di collegamento radio (la radiotelefonia era nata nel 1930) - 1933 nascita della navigazione strumentale - 1935 istituzione del primo centro di controllo per il volo strumentale a Newark - 1937 costituzione del Comitato Consultivo sulla gestione delle rotte aeree fra Governo e Compagnie Aeree; - 1938 adozione del Civil Aeronautics Act che istituiva le “Civil Air Regulations ” delle quali le norme per la circolazione aerea costituivano la parte più cospicua. Fu così, che alla fine dell’ultimo conflitto mondiale, quando si trattò di procedere ad uniformare le norme dell’aviazione mondiale, che, anche per l’attività di ricerca connessa con gli scopi bellici, era progredita notevolmente, si guardò proprio all’organizzazione USA, alle sue normative e procedure che rappresentarono la base di partenza per l’attività normativa del nuovo organismo creato nel 1944 per favorire l’organizzazione e lo sviluppo dell’Aviazione Civile mondiale, l’ICAO. . Da allora questa attività è proseguita incessantemente accompagnando lo sviluppo tecnologico del veicolo aereo e la crescita del trasporto aereo assicurando ad entrambi un processo di standardizzazione a livello mondiale sia sotto il profilo delle norme che delle procedure utilizzate per l’ attività di volo che ne garantissero innanzitutto la sicurezza e quindi l’ efficienza. 2 Questi due obiettivi, che sono la ragione stessa della attività di gestione del traffico aereo, non hanno avuto sempre la stessa priorità; inizialmente, e diciamo fino agli anni settanta, l’ attività di gestione del traffico aereo era volta quasi esclusivamente al controllo delle operazioni di volo con lo scopo di garantirne soprattutto la sicurezza; infatti secondo quella che è la definizione dell’ ATC-Air Traffic Control Service1, riportata sui documenti ICAO, trattasi di un servizio fornito allo scopo di: a) prevenire le collisioni in volo fra gli aeromobili e al suolo, sull’area di manovra aeroportuale, fra aeromobili e qualsivoglia ostacolo; b) rendere spedito e mantenere un ordinato flusso di traffico. Come si vede la stessa articolazione degli obiettivi nella definizione pone quello della sicurezza in una posizione di preminenza rispetto a quello dell’ efficienza, che pur rappresentando uno dei due obiettivi dell’ ATC è comunque subordinato al primo. Negli anni settanta del secolo scorso, parliamo di quarant’anni fa, si assiste ad un rilevante incremento del trasporto aereo e conseguentemente del traffico aereo, che dagli Stati Uniti d’ America si allarga velocemente all’ Europa e quindi al resto del mondo. La struttura delle reti, l’ articolazione degli spazi aerei, le modalità e le procedure di controllo strettamente connesse al livello tecnologico raggiunto nel campo della navigazione aerea e delle telecomunicazioni, mostrarono ben presto di non essere idonee ad assorbire questa crescita del traffico aereo mantenendo inalterati gli standards di sicurezza e contemporaneamente quelli di efficienza del sistema. Inevitabilmente per le prioritarie, come già sottolineato in precedenza, esigenze della sicurezza dei voli fu l’ efficienza a dover subire gli effetti di questa crescita sotto forma di ritardi nelle operazioni talvolta cosi rilevanti da comportare successive cancellazioni di voli e quindi una crescita dei costi complessivi del trasporto aereo; si pensò allora di ridurre gli effetti dì questa inidoneità del sistema a far fronte anche alle necessità di efficienza oltre che di sicurezza allargando la funzione di controllo da quello esclusivo sulle operazioni a quello ulteriore sui flussi di traffico; fu istituito cosi un nuovo servizio , l’ ATFM – Air Traffic Flow Management, che agisce anche oggi con una attenta valutazione della domanda di accesso alla rete aerea affinché sia sempre congrua alle capacità della stessa. 1 L’ ATC è uno dei tre servizi che insieme al FIS – Flight Information Service e ALS- Alerting Service compongono l’ ATS – Air Traffic Service, come vedremo più avanti. 3 Ben presto, ma di ciò si era consci fin dalla istituzione dell’ ATFM, l’ulteriore incremento del traffico degli anni novanta determinò la saturazione della capacità del sistema di rotte e di controllo esistenti nonostante nel frattempo si fosse intervenuti sulla struttura degli spazi aerei nazionali,con l’ istituzione dell’ ASM-Air Space Management rendendo così disponibili per il traffico civile spazi fino ad allora destinati all’ esclusivo uso degli aeromobili militari; si rese così stringente la necessità di un cambiamento proprio nelle priorità degli obiettivi di sicurezza e di efficienza;controllo delle operazioni di volo e controllo dei flussi rappresentavano ora, se confrontati con la domanda, pur sempre una restrizione alla esigenze del trasporto aereo ed al loro soddisfacimento; era necessario cioè superare il tipo di approccio ai problemi della sicurezza del trasporto elevando allo stesso rango di importanza l’ efficienza del sistema; era l’ affermazione che il trasporto aereo avrebbe avuto ancora un futuro ed anzi una suo ulteriore sviluppo solo se i problemi della sicurezza delle operazioni fossero stati coniugati in uno con la sua economicità. Lo strumento pratico per un processo di questa natura è il concetto di ATM-Air Traffic Management che inizialmente fu inteso come interazione fra: - ATS : Controllo del traffico, che rappresenta la fase tattica, contingente, della gestione, - ATFM: definisce le modalità di gestione della capacità dello spazio aereo dato, - ASM : definisce, con un orizzonte temporaneo più ampio di quello dell’ATFM, le modalità di utilizzo degli spazi aerei militari da parte dell’ aviazione civile. Come vedremo più avanti questo nuovo modo di affrontare i problemi di gestione della circolazione aerea ha posto le basi per l’attuale modalità di gestione che ha come obiettivo quello di portare un aeromobile in condizioni di sicurezza ed efficienza dall’ aeroporto di partenza a quello di destinazione, il così detto gate to gate nell’ ambito più generale del moderno concetto di sistema CNS2 che costituisce il supporto di base del futuro sistema ATM. Vedremo più avanti in dettaglio le caratteristiche delle varie componenti del sistema; ciò che è importante ora è avere ben chiaro il quadro generale all’ interno del 2 CNS: è il supporto tecnologico del c.d. FANS-Future Air Navigation System le cui componenti sono appunto: - C Communications - N Navigation - S Surveillance 4 quale andremo a sviluppare il nostro lavoro partendo proprio dalle ragioni che sono alla base dell’ esistenza dei sistemi di trasporto e in particolare di quello aereo. 1.1 La Circolazione dei veicoli La circolazione veicolare è il fenomeno legato alla necessità di spostamento di persone e cose all’ interno di un determinato ambito spaziale; tale necessità è alla base del funzione economica del trasporto e le ragioni di questi spostamenti sono le più disparate cosi come le modalità con cui questi avvengono; essi comunque coinvolgono a vari livelli tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana da quelli economici a quelli sociali, a quelli ambientali e cosi via. Il transito dei pedoni sulle strisce pedonali delle strade urbane, i movimenti dei passeggeri nell'atrio di una aerostazione, il transito di autovetture od autocarri lungo un tronco autostradale, la successione dei convogli ferroviari in una stazione, quella degli aerei in un aeroporto o lungo una aerovia, dei traghetti da e per verso un porto, il flusso di merce esportata fuori dalla sua zona di produzione, ecc., sono tutte manifestazioni di questo fenomeno ese che si differenziano fra loro per le cause che lo generano, per la sua tipologia e dimensione, per le caratteristiche delle strutture e degli spazi interessati, per la caratterizzazione temporale etc. Abitualmente si è soliti parlare, anche nel gergo tecnico, più genericamente di traffico; ciò rappresenta di fatto una improprietà di linguaggio in quanto tale termine definisce da un punto di vista quantitativo il trasferimento spaziale di un certo numero di veicoli, di persone, di merci, che vengono chiamati Unità di traffico, in un certo arco di tempo e in relazione ad un determinato ambito spaziale; ed infatti siamo soliti parlare di: un traffico di 50.000 veicoli/giorno su un determinato tronco stradale,di un traffico giornaliero di 4000 movimenti nel tale aeroporto, di un traffico merci di 250.000 tonn/anno in un determinato porto, etc. volendo indicare cosi l’ entità dei trasferimenti osservati; vengono a tale scopo utilizzate varie unità di misura (utilizzate anche per esprimere sia la doman da che l’ offerta) e che di norma vengono espresse: -in termini di volume di unità di traffico: 300.000 passeggeri-anno ad esempio -come n° di movimenti-giorno: ad esempio 350 movimenti -giorno è il traffico medio giornaliero per l’ aeroporto X -in termini di pass.km 5 -in termini di tonn.km per le merci. Queste due ultime unità di misura di norma le più usate in quanto permettono di conoscere con più immediatezza l’ effettiva dimensione del trasferimento di persone e cose studiato oltre a permettere un facile ed immediato confronto con altri sistemi o infrastrutture di trasporto; a parità di passeggeri ( o tonnellate di merci ) trasportati ad esempio 1000 c’è una notevole differenza se questi sono stati trasportati per 1000 km o per 3000 km; nel primo caso il vettore avrebbe effettuato trasporto per 1 milione di pass.km nel secondo per 3 milioni di pass.km e la differenza è evidente. Da un punto di vista strettamente scientifico conoscere il traffico ci dice poco o niente sugli aspetti qualitativi del fenomeno circolatorio, sulle modalità con cui si manifesta al variare degli elementi che lo caratterizzano: tipologia delle unità di traffico, ambito spaziale, ambito temporale, parametri caratteristici. Parlare di un traffico di 1500 veicoli / ora è ben diverso se l’ ambito spaziale cui ci riferiamo è una strada provinciale o un’ autostrada, come d’altra parte la stessa quantità di unità di traffico, 1500 veicoli, ha un diverso impatto sul fenomeno circolatorio a seconda che siano tutti della stessa tipologia, ad esempio autovetture, o se invece sono presenti anche veicoli industriali, motocicli, biciclette etc.. Il fenomeno circolatorio è invece definito nella sua interezza dal termine Circolazione che appunto indica: un fenomeno caratterizzato da attributi sia qualitativi che quantitativi e quindi misurabili, che presuppone un certa organizzazione, più o meno articolata e che si svolge nel tempo e nello spazio secondo determinati criteri di gestione, funzioni queste proprie di un soggetto organizzatore che indichiamo brevemente Organizzazione della Circolazione. Lo studio della Organizzazione della Circolazione ed in particolare della sua Gestione che include oramai, e soprattutto nel settore aereo, anche una rilevante attività di Programmazione non può prescindere dalla conoscenza delle ragioni che determinano l’ esigenza del trasferimento spaziale delle persone e delle cose all’interno di un determinato ambito territoriale e quindi della relativa azione di trasporto. Innanzitutto chiariamo subito cosa debba intendersi per azione di trasporto. Ognuno di noi quotidianamente assiste, e spesso ne è direttamente coinvolto, al trasferimento spaziale di persone e cose da un luogo ad un altro, da una posizione ad un' altra nello spazio; perché tale trasferimento possa essere considerato un’azione di trasporto devono essere verificate alcune condizioni a partire dalle effettive cause che 6 lo determinano ; chiariamo con un esempio : un masso che si stacca dalla parete di un monte per cause naturali e rotola giù, lungo il pendio, per fermarsi a valle. compie certamente uno spostamento da una posizione spaziale ad un’ altra; supponiamo ora che sia l' uomo a staccare lo stesso masso dalla parete e che lo faccia rotolare, lungo lo stesso pendio, per poterlo lavorare a valle ed ottenerne, ad esempio, dei blocchi di pietra da utilizzare per l’edilizia; in entrambi i casi siamo di fronte ad un identico fenomeno fisico: lo spostamento di un masso di roccia fra una posizione iniziale ad una finale lungo uno stesso percorso ;diverse sono però le cause che lo hanno determinato: nel primo caso lo spostamento è dovuto ad una causa naturale nel secondo è conseguente ad un’azione specifica dell’uomo; pertanto mentre nel primo caso siamo di fronte ad un puro e semplice trasferimento spaziale nel secondo siamo di fronte ad una vera e propria azione di trasporto compiuta dall’uomo, utilizzando in questo caso il sistema “ pendio-forza di gravità”, e finalizzata a ricavarne un’ utile Da quanto detto possiamo perciò concludere che, perché uno spostamento possa essere considerato un’ azione di trasporto, esso deve essere finalizzato al conseguimento di un qualsivoglia utile; deve, cioè, essere stata definito un qualche vantaggio nel trasferire, in una posizione spaziale diversa da quella iniziale, l’oggetto del trasporto. Inoltre una volta definita l’ utile, deve essere soddisfatta la c.d. funzione di utilità ΔV>C (1) ove: - ΔV è la differenza, chiaramente positiva, fra il valore che l'oggetto del trasporto aveva nella posizione iniziale e quello che viene ad assumere una volta a destinazione; essa rappresenta l’ utilità; - C rappresenta il costo globale 3 del trasferimento; il che significa che, perché possa aversi azione di trasporto, l'incremento di valore dell'oggetto trasportato deve essere maggiore del costo sostenuto per trasportarlo. Inoltre perché questa azione di trasporto possa concretizzarsi devono essere rispettate altre due condizioni fondamentali: 3 Il costo globale o generalizzato, come si vedrà più avanti, comprende, oltre al costo vivo del trasporto, anche la equivalenza economica del tempo di trasferimento, dell'immobilizzo del capitale investito, del mancato guadagno, etc. 7 - la sicurezza: l'oggetto del trasporto non deve subire, nello spostamento, danni che possano pregiudicarne l’ integrità e che quindi possano comportarne una diminuzione del valore iniziale; - la regolarità: lo spostamento deve avvenire nei tempi e fra i luoghi richiesti. Tali concetti saranno ripresi ed analizzati più dettagliatamente quando più avanti si parlerà dei sistemi di trasporto; in quell' ambito risulterà ancora più chiara la differenza fra spostamento e trasporto e di quest’ ultimo saranno definite ed analizzate le caratteristiche salienti; nel successivo paragrafo invece esamineremo il processo attraverso il quale questa necessità di spostamento spaziale, finalizzata al conseguimento di un utile, genera la c.d. Domanda di trasporto. 1.2 La Domanda di Trasporto Un tempo, quando le principali attività umane si svolgevano in ambiti spaziali ristretti , ad esempio il piccolo villaggio, non erano necessari grandi spostamenti per poter soddisfare i bisogni primari e di relazione degli abitanti perché, ad esempio, le attività produttive di tipo artigianale si svolgevano nell’ ambito ristretto della propria abitazione (casa e bottega. Lo sviluppo incessante delle società ha reso sempre più pressante l’esigenza di poter disporre di persone e di cose in luoghi più disparati del territorio soprattutto per la continua evoluzione nella sua utilizzazione; le attività produttive ad esempio si sono spost conseguentemente ne è derivata l’ esigenza di poter disporre di un sistema di servizi alle persone ed alle cose idonei a soddisfare le nuove esigenze di mobilità. Da quanto abbiamo detto finora dovrebbe risultare chiaro che lo spostamento di per sé non produce alcuna utile, ma che invece rappresenti uno strumento che rende possibili varie attività umane ognuna delle quali, questo si finalizzata a conseguire una qualche utilità; utilità, si badi bene, non sempre assimilabile in maniera diretta ad un utile economico e perciò monetizzabile; ciò senz’altro accade se l’oggetto del trasporto è costituito da merci per le quali il ΔV della (1) può essere facilmente calcolato in termini di valore monetario; quando invece l’oggetto del trasporto è l’uomo stesso, l’obiettivo, e quindi l’utilità dello spostamento, può essere rappresentato oltre che da un' utile economico anche dal soddisfacimento di particolari esigenze ad esempio di tipo culturale, sportivo, di svago, di relazione, etc. 8 E' da sottolineare inoltre che pur essendo, come abbiamo già visto in precedenza, varie ed articolate le motivazioni alla base della mobilità, è in ogni caso la dislocazione dell’uomo e delle sue attività nel territorio a generare la necessità del trasferimento spaziale di persone e cose volto al conseguimento di un utile, necessità che può concretizzarsi all’anella c.d. domanda di trasporto . RESIDENZE SISTEMA DI TRASPORTO PERSONE SCUOLE TEMPO LIBERO SERVIZI SISTEMA DI TRASPORTO MERCI DISTRIBUZIONE PRODUZIONE AGRICOLA PRODUZIONE INDUSTRIALE Fig. 1.1 Relazioni fra attività umane nel territorio e sistemi di trasporto 9 La domanda di trasporto esprime dunque una necessità "derivata"; è infatti volta a soddisfare "altre necessità, che potremmo definire primarie, in quanto legate alle esigenze fondamentali della vita umana, quali il nutrirsi,il vestirsi, l'abitare, ecc. Da queste esigenze primarie) deriva la necessità di trasporto e quindi la domanda che la manifesta…."4; essa trae origine dall'uso razionale che l'uomo fa del territorio; a tale scopo egli definisce la dislocazione spaziale delle proprie attività volte al conseguimento dell' obiettivo di rendere più confortevole la propria esistenza; con la localizzazione , ad esempio, degli insediamenti industriali in zone diverse, e possibilmente distanti, da quelli residenziali si intende conseguire l'obiettivo di salvaguardare la salubrità dell'aria in queste ultime; ciò fa nascere l' esigenza degli spostamenti quotidiani dei lavoratori dalla zona residenziale a quella industriale e viceversa e conseguentemente da qui la domanda di trasporto, di un’ azione cioè, volta a soddisfare in maniera idonea tale esigenza. In sintesi, nell’ azione volta a soddisfare i propri bisogni vitali l’ uomo compie delle scelte primarie come ad esempio quella di localizzare le proprie attività nel territorio in maniera funzionale a tali bisogni; tale scelta genera a sua volta l’ esigenza di mobilità e quindi la domanda di trasporto che definiamo perciò come una necessità derivata. Generalmente il soddisfacimento della domanda di trasporto genera, a sua volta, un cambiamento nelle aspirazioni dell'uomo e nelle condizioni socio-economiche dell'ambiente in cui esso vive ; ciò determina un mutamento sia della qualità e quantità delle attività umane che della loro dislocazione conseguente, ad esempio ad un mutato utilizzo del territorio che potrà generare una ulteriore domanda di trasporto finalizzata al conseguimento di nuovi obiettivi; è come si intuisce un sistema di interazioni dinamiche fra uomo e territorio che è alla base dell'evoluzione stessa e del progresso umani così che la qualità e la quantità di scambi necessari alla vita di una comunità possono essere considerate, a buona ragione, un ottimo indicatore del suo grado di sviluppo. 4 cfr. A Orlandi, "Studio dei sistemi di trasporto", Pitagora Editrice, Bologna, 1993 10 In sintesi, nell’ azione volta al soddisfacimento delle sue esigenze vitali, che appunto chiamiamo primarie, l’ uomo compie delle scelte localizzando le sue attività nel territorio in maniera funzionale per i suoi bisogni; tali scelte generano a loro volta delle esigenze, che chiamiamo appunto derivate, rappresentate dalla domanda di mobilità e quindi di trasporto - ASPIRAZIONI - ATTIVITA’ -Uomo nel territorio Aspetto spaziale del territprio Dislocazione territorale Variazione delle DOMANDA DI TRASPORTO aspirazioni e delle condizioni socioeconomiche SISTEMI DI TRASPORTO Soddisfacimento della domanda STATO DI EQUILIBRIO DOMANDA/OFFERTA SI NO Fig1.3 Schema a blocchi della generazione della domanda di trasporto Il soddisfacimento della domanda quindi può diventare esso stesso fonte di ulteriore domanda di trasporto mentre se questa non viene soddisfatta da un'adeguata offerta di trasporto può in breve esaurirsi in quanto risulta impossibile conseguire quel particolare obiettivo che l' aveva generata; se ad esempio viene meno momentaneamente la possibilità di un trasporto veloce per alcune tipologie di merci deperibili, come quello che può essere assicurato ad esempio da una autostrada, la domanda di queste ultime, dopo che inizialmente si sarà rivolta, ove possibile, verso prodotti succedanei, potrebbe finire per annullarsi nel momento in cui l’ impossibilità di un trasporto veloce diventasse definitiva; anzi quando la domanda riguarda bisogni primari quali quelli cui abbiamo accennato in precedenza (o azioni che ne rendano 11 possibile il loro soddisfacimento come il lavorare ) l’ impossibilità di soddisfarla determina, nei soggetti che la manifestano, la necessità di trasferire la propria esistenza nei luoghi in cui tale domanda possa essere soddisfatta; l’ impossibilità di soddisfare le esigenze di spostamento del personale di una fabbrica posta in un determinato territorio determina il trasferimento o del personale oppure lo spostamento della stessa fabbrica in luoghi ove tale esigenza può essere soddisfatta e ciò ovviamente costituisce un danno per l’ economia dei territori interessati. 1.3. L'offerta di trasporto Perché la domanda di trasporto, che finora abbiamo considerato allo stadio potenziale, possa essere soddisfatta e concretizzarsi quindi in un’effettiva azione di trasporto è necessario che vi sia la disponibilità di una adeguata offerta che la soddisfi senza la quale, come abbiamo sottolineato in precedenza, la domanda è destinata ad esaurirsi; le ferrovie, le autostrade, le linee di navigazione marittima e aerea etc. costituiscono esempi di ciò che genericamente viene detta “ offerta di trasporto”; la loro finalità è quella di mettere a disposizione dell'utenza un sistema, più o meno complesso, di servizi che renda possibile la connessione fra i punti del territorio in cui si origina la domanda di mobilità e le relative destinazioni; è evidente che le caratteristiche dello spostamento in termini di velocità e di comfort potranno essere differenti fra un tipo di servizio ed un altro, e talvolta in maniera rilevante;: un trasferimento aereo sarà senz'altro molto più veloce di uno ferroviario, quest' ultimo peraltro avrà un costo sensibilmente inferiore a quello; in ogni caso però qualsiasi offerta di trasporto, dovrà possedere alcune caratteristiche, indipendentemente dalla sua modalità5, che la rendono idonea a soddisfare la relativa domanda ;queste caratteristiche sono: l'accessibilità l'attitudine le modalità di servizio; 5 Modalità di trasporto: caratteristica conseguentemente, dalla sede del moto. del trasporto 12 rappresentata dal tipo di veicolo e, talvolta queste caratteristiche, come vedremo, assumono un identico significato sia per il trasporto di persone che per il trasporto merci altre volte invece sarà necessario fare una distinzione. L'accessibilità è la attitudine dell'offerta ad incontrare la domanda il più vicino possibile al luogo nel quale essa si origina; la possibilità di poter accedere direttamente alla rete ferroviaria dal terminale aereo, la capillarità del servizio di trasporto urbano nel territorio urbanizzato, la vicinanza di un interporto alla rete autostradale e ferroviaria e cosi via sono esempi di accessibilità ad un particolare sistema di trasporto ; è necessariamente una caratteristica che assume un medesimo significato per il trasporto di persone e per quello delle merci; differente è invece nei due casi i modi con cui essa si manifesta ; nel caso del trasporto di persone l’ accessibilità può essere rappresentata dalla presenza di presenti nei nodi della rete, come, ad esempio, in adeguate attrezzature una stazione ferroviariala la segnaletica, la presenza di scale mobili, la contiguità con altre reti modali; in un aeroporto dalla disponibilità di uno scalo ferroviario che permetta la connessione fra rete aerea e ferroviaria; nel caso delle merci invece ouò riguardare, ad esempio, i sistemi della loro movimentazione, il contenimento dei tempi per lo scambio intermodale etc. L'attitudine rappresenta la capacità dell'offerta di soddisfare la domanda sotto il profilo delle caratteristiche fisiche e tecniche del sistema utilizzato; anche per l'attitudine devono essere fatte alcune distinzioni in relazione all'oggetto del trasporto; per le persone può essere riferita, ad esempio, alla quantità di persone trasportabili da un veicolo, oppure al comfort di viaggio , mentre, per le merci potrà riguardare lo spazio disponibile per lo stoccaggio (metri cubi),o le tonnellate di merce trasportabile o la compatibilità del sistema di trasporto con le caratteristiche di un particolare tipo di oggetti ( veicoli adeguati al tipo di merce, sicurezza nei confronti di possibili danni etc.); nessuna distinzione viene invece fatta sia nei confronti della potenzialità del sistema, cioè della sua capacità di soddisfare quantitativamente la domanda, sia della continuità del servizio nel tempo sia della possibilità di scambio intermodale, tutte qualità che necessariamente prescindono dall'oggetto del trasporto. Le modalità del servizio sono qualità inerenti l'ottimizzazione delle funzioni spaziali (la brevità del tragitto), temporali (brevità del viaggio in relazione alla distanza, frequenza delle corse di un bus urbano etc.), economiche (contenimento del costo del 13 viaggio); esse si concretizzano nel benessere per le persone e nella salvaguardia delle caratteristiche per le merci. Lo strumento che permette la interazione fra la domanda di trasporto e la volontà di soddisfarla con una adeguata offerta è uno dei sistemi di trasporto fra quelli disponibili. Un Sistema di trasporto può pertanto essere definito come " quell'insieme di infrastrutture e dispositivi finalizzati al trasferimento di persone o cose, o di entrambe, con sicurezza e regolarità". Una prima classificazione dei sistemi di trasporto può essere fatta riferendoci all'ambiente fisico in cui avviene il moto ; avremo cosi sistemi di trasporto: terrestri, navali (marittimi, lacustri, fluviali) e aerei; vedremo più avanti ulteriori classificazioni che saranno fatte in relazione ad altre particolari caratteristiche. In ogni caso la scelta del sistema idoneo fra quelli disponibili dovrà essere fatta tenendo presenti: -l' oggetto del trasporto: le proprietà dell'oggetto e la quantità saranno talvolta determinanti nella scelta di un particolare sistema di trasporto in quanto unico a presentare la particolare caratteristica di attitudine richiesta -l'ambiente: le caratteristiche ambientali sotto vari aspetti, fisico, socioeconomico, urbano o extraurbano, di particolare pregio etc., - le prestazioni richieste di celerità e comfort.. 1.4 Criteri di studio della circolazione La interazione fra domanda e offerta resa possibile dal particolare sistema di trasporto adottato dà origine al fenomeno chiamato genericamente "Traffico" e che possiamo definire come il " fenomeno indotto nel territorio dalla disponibilità di un sistema di trasporto idoneo a soddisfare la domanda e che si concretizza in un movimentodi persone, merci e veicoli fra luoghi diversi ". Nel caso che è oggetto del nostro corso, la domanda di trasporto aereo che incontri la disponibilità di un idoneo sistema di trasporto aereo dà origine al traffico aereo che è rappresentato appunto dal movimento degli aeromobili lungo la rete costituita dalle rotte che connettono i punti nodali di ingresso-egresso, rappresentati dagli aeroporti, come vedremo in seguito in maniera più dettagliata. Lo studio della circolazione aerea, ed in generale quello della circolazione veicolare, può essere affrontato utilizzando varie metodologie di studio, ognuna con 14 proprie caratteristiche peculiari in termini di strumenti analitici utilizzati a seconda dell’obiettivo che si intende raggiungere; ognuna di queste infatti si caratterizza per lo copo che si prefigge e per gli elementi di base che interagiscono nell’ ambito di un determinato settore di interesse secondo quella che è la formulazione del c.d. Modello Generalizzato dei Trasporti ( MGT); questo modello, il cui schema a blocchi è descritto in fig. 1.4, trae origine dalla Teoria dei Sistemi6 e permette di rappresentare il particolare fenomeno di trasporto studiato visualizzandone gli aspetti che più interessano e gli elementi che interagiscono nell’attuazione del fenomeno stesso; ciò ne facilita lo studio sia nelle condizioni attuali sia, e soprattutto, permettendo di prevedere quelle che potrebbero essere le sue modificazioni quando, per una qualsiasi ragione, avvengano delle variazioni negli elementi che lo caratterizzano. SCOPO COMPONENTI DI BASE SPAZIALE AMBIENTE PROGETTAZIONE SETTORE DI INTERESSE Territorio Azienda UOMO OGGETTO DEL TRASPORTO DISPOSITIVI DI TRASPORTO ORGANIZZAZIONE STRUTTURALE PROCESSO DECISIONALE Via Veicolo Sistema di trasporto . Fig.1.4 Modello generalizzato dei Trasporti 7 In definitiva comunque le varie metodologie di studio, secondo il MGT possono essere ricondotte a due che si differenziano fra loro per le finalità che si propongono: 6 Senza entrare nel merito basta ricordare che la Teoria dei sistemi è una disciplina autonoma i cui metodi si possono applicare per lo studio razionale di qualunque problema attinente complessi sistemi tecnici (es. un sistema produttivo industriale), economici (es.il mercato dei cereali a scala internazionale) ecc., in cui entrano in gioco molte variabili correlate fra loro, alcune delle quali rappresentano dati di ingresso (input): lo strumento di base per tale studio è il cosiddetto modello del sistema, che simula il comportamento del sistema stesso in funzione delle variabili in gioco, fornendo una gamma di valori per le variabili di uscita (output), che costituiscono la risposta del sistema. 7 A..Orlandi, “Meccanica dei Trasporti, Pitagora Editrice, Bologna, 1993, p.7. 15 - Finalità organizzativa: la metodologia fa riferimento soprattutto al settore di interesse spaziale in quanto può riguardare sia la funzione organizzativa della mobilità, nel nostro caso aerea, da parte dell’ Ente Pubblico ( governo nazionale, regionale, amministrazione metropolitana), attinente un determinato ambito territoriale a varie scale, regionale, nazionale ,internazionale o intercontinentale sia l’ organizzazione delle connessioni da parte di una compagnia aerea allo scopo ad esempio di ottimizzare l’ impiego delle risorse al variare ciclico della domanda - Finalità progettuale; in questo caso il settore di interesse è principalmente quello strutturale e lo studio è volto alla definizione della configurazione del sistema di trasporto nel suo complesso e cioè delle sue caratteristiche prestazionali come capacità, tipologia del tipo di servizio offerto allo scopo di rispondere nei modi richiesti alla domanda di mobilità. Da quanto detto fin qui ne discende che è l’ obiettivo a definire il tipo di approccio al problema e ciò, si badi bene, non sempre in via definitiva ; talvolta infatti la tipologia del problema da affrontare , per la complessità della sua articolazione8, è tale da richiedere soluzioni sia sul lato organizzativo sia su quello meramente strutturale e che si influenzano reciprocamente nel conseguimento dell’obiettivo generale finale. Fermo restando che i due aspetti del problema andranno affrontati con il relativo coerente approccio, appare evidente che quello di tipo strutturale sarà sempre successivo, in ordine di tempo, al momento decisionale sul “ come “ si vuole risolvere il problema della domanda; e ciò è determinato ad esempio dagli obiettivi di carattere urbanistico e di uso del territorio definiti a livello politico; ovvio quindi che nei problemi più complessi le due modalità di studio, spaziale e strutturale, sono entrambi presenti anche se in momenti distinti con la gerarchia temporale ora descritta. E' soprattutto a questo secondo tipo di approccio cui faremo riferimento nello studio della circolazione aerea in quanto "prodotto" delle interazioni fra le componenti fisiche, funzionali e normative di varia natura (aerei, piste, sistemi e procedure di assistenza e controllo, regole del volo, ecc), che costituiscono il sistema aereo, con l’ obiettivo di valutarne le diverse condizioni di funzionamento; in tale ambito le 8 Un esempio illuminante è rappresentato dal Master Plan aeroportuale che rappresenta le linee-guida per la realizzazione ex –novo di un aeroporto o di opere di ampliamento o riqualificazione; trattandosi, come vedremo più avanti, di una infrastruttura che coinvolge contemporaneamente aspetti di disegno del territorio e di distribuzione di funzioni alle varie zone della città e problemi più specifici di progetto delle varie componenti della infrastruttura aeroportuale è chiara la necessità di ricorrere ad entrambe le modalità di studio, ora a quella spaziale ora a quella strutturale. 16 considerazioni sulla domanda saranno di natura essenzialmente qualitativa, senza entrare nel merito dei metodi specifici della sua valutazione generale alle varie scale territoriali, e si baseranno sopratutto su ipotesi di evoluzione dei valori di traffico derivanti dall’ analisi dei valori storici registrati a scala di aree vaste o a livello dei singoli aeroporti. 17