Uno, due, tre, quattro… cento passi!
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Uno, due, tre, quattro… cento passi!
Il trimestrale di CADIAI Numero 52 • Giugno 2016 Riciclo creativo al Nido “Giovannino” Voci e volti dal Caffè San Biagio Chi volesse scrivere una lettera può farlo via mail all’indirizzo [email protected] o per posta a Scoop c/o CADIAI - Via Boldrini, 8 - 40121 Bologna copertinaScoop52_04.indd 1 Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB BO Autonomie al centro “Parco del LungoReno” Uno, due, tre, quattro… cento passi! 18/07/16 11:33 Periodico trimestrale di CADIAI Registrazione Tribunale di Bologna: n. 7703 del 18/10/2006 Direttore Responsabile: Gianluca Montante Comitato di Redazione: Germana Grandi, Laura Zarlenga Proprietario ed Editore: CADIAI Cooperativa Sociale via Boldrini 8 - 40121 Bologna Direzione e Redazione: via Boldrini 8 - 40121 Bologna Tel 051 74 19 001 Fax 051 74 57 288 Coordinatrice di Redazione: Giulia Casarini Collaboratori: Anna Chiara Achilli Daniela Brunetti Domenico Capizzi Patrizia Cardellini Annalisa Fabbri Piera Franceschelli Lisa Lambertini Federico Mantovani Immacolata Massesio Raffaele Montanarella Veronica Ndy Nwoko Gregorio Parlascino Laura Piana Maria Angela Piccinelli Mihaiela Adina Romeghea Laura Santi Deborah Venturoli Gloria Verricelli Progetto grafico e impaginazione: Natascha Sacchini, Giorgia Vezzani Stampa: Casma Tipolito via Provaglia 3/b, 3/c, 3/d 40138 Bologna Sommario 1 EDITORIALE 2 IN COPERTINA Uno, due, tre, quattro… cento passi! 6 7 ATTIVITÀ SOCIALE Assemblea di Bilancio CADIAI è su facebook! 8COOPERAZIONE Verso il Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo 9 PROGETTI INTERNAZIONALI Abbbiamo vinto! 10SERVIZI Che bello andare al cinema! Una pioggia di coriandoli 11 Liberi dalla contenzione 12 Ho un diritto per capello 13 Il Nido d’Infanzia di Trebbo ha un nome copertinaScoop52_04.indd 2 Rubriche Errata corrige: Nel numero di marzo scorso abbiamo erroneamente attribuito al dott. Pierluigi Brunori la revisione annuale della cooperativa che invece è stata effettuata dalla dott.ssa Marilena Minarelli; il dott. Brunori ci ha rilasciato l’Attestazione di Avvenuta Revisione in data 16/02/2016. 14 Arboreto Summer 15 Riciclo creativo al Nido “Giovannino” 16 Cucina che passione 18 Voci e volti del caffè San Biagio 20 La pianificazione anticipata delle cure 21 Una giornata speciale 24 Corso di massaggio infantile al Nido “Girotondo” 25 La mia esperienza di redattore 26 Dal caos all’ordine 28 Giochi senza barriere 29 Un logo per il “Centro Spazio dei suoni” 30 Una casa da vivere 32 Baule della memoria 34MuoviMenti 36 Autonomie @l centro 38Saltinmente 39 In viaggio con Michele 40 Uscita fuori porta fra le mura della Basilica di San Luca Brindisi per i 100 anni della signora Lina Visita al Museo della Civiltà Contadina Dono > Presto > Cerco LA RETE DI CADIAI PER METTERE IN CONTATTO LE PERSONE E INCROCIARE I LORO BISOGNI. Il DONO-PRESTO-CERCO è una modalità di donazione e/o prestito, fra i soci e i dipendenti della cooperativa, di quegli oggetti che hanno per i singoli terminato la propria utilità. È prevista anche la possibilità di CHIEDERE (“cerco la tal cosa…, c’è qualcuno che ce l’ha?”), perché il bisogno di qualcuno può far ricordare ad altri di avere degli oggetti inutilizzati e magari sollecitare la disponibilità a prestarli o donarli. Come funziona? Chi vuole donare, prestare o cercare, fa la propria segnalazione ad uno dei seguenti referenti, contattandoli direttamente presso i servizi in cui lavorano: • Cristina Anteghini, Monica Bernabiti, (Residenza per disabili “La Corte del Sole” di San Giovanni in Persiceto); • Lara Girotti e Laura Piana (Nido ”Gatto Talete” di Castel Maggiore); • Giulia Casarini (uffici della sede); • Roberta Meotti (Casa protetta “Torre di Galliera”); • Nada Milenkovic (Nido “Abba” di Bologna); • Giuseppina Reto (“Balenido” di Casalecchio). Questa lista di persone è naturalmente aperta ad altre che vi si volessero aggregare. Le segnalazioni vengono esposte nelle bacheche dei servizi e riportate in una apposita pagina del sito: www.cadiai.it Il DONO-PRESTO-CERCO è una rete informativa che mette in contatto le persone e le loro disponibilità ed esigenze. Non è prevista alcuna modalità di stoccaggio o deposito degli oggetti: le persone si accordano autonomamente per le consegne. I ti t A I u t D CA gura a ferie! Au buone 41 ARTE E PSICHE Antonio Ligabue 42TESTIMONIANZE La scelta di Blu 43 CADIAI IN CUCINA Sformato di zucchine 43 LIBER LIBERO Elizabeth 43LETTERE 44RUBRICHE Newsletter Per ricevere ogni mese la nostra newsletter nella tua casella di posta elettronica, iscriviti inserendo il tuo indirizzo nell’apposito spazio della pagina principale del sito www.cadiai.it 18/07/16 11:33 Editoriale Riflettere, Innovare, Sperimentare, Cambiare. IN ALTRE PAROLE, PROGETTO R.I.S.C. di Franca Guglielmetti Presidente di CADIAI A ffrontare un cambiamento non sempre è facile: a volte si presenta nella forma di una bella opportunità ma in altri momenti si può presentare come una minaccia. Cambiare ci può portare a scoprire nuove possibilità ma altre volte ci costringe a sopportare grandi fatiche. Cambiare significa dover affrontare una situazione nuova, della quale non conosciamo tutte le caratteristiche e che quindi ci sfida, ci chiede di mettere in campo energie e competenze, rinunciando alla comodità che ci viene dalle situazioni conosciute e prevedibili. A volte il cambiamento avviene, che lo si voglia o no; a volte il cambiamento lo cerchiamo, per migliorare la nostra condizione o per sperimentare, per metterci alla prova. A volte accadono le due cose insieme. Così è oggi per CADIAI e quindi per tutti noi che ci lavoriamo. Siamo di fronte ad un grande cambiamento, in parte indotto dal mutare dello scenario in cui troviamo, in parte cercato per uscire da una situazione di difficoltà e per dovere di coerenza con i nostri principi. Il cambiamento di scenario è sotto gli occhi di tutti e lo tocchiamo con mano ogni giorno. I servizi di welfare promossi dagli Enti Pubblici sono in progressiva riduzio- Scoop 52 • GIUGNO 2016 ne; calano i servizi e dentro ai servizi calano le risorse a disposizione. Alcune tipologie di servizio stanno proprio scomparendo (pensiamo ai servizi per minori), altre tipologie sono ridotte all’essenziale, e forse qualcosa di meno. Per parlare di CADIAI, possiamo fare alcuni esempi: parliamo di “Accendi Molti Fuochi”, un bellissimo servizio sia abilitativo che preventivo rivolto a minori e che ora è stato ridimensionato al punto da perdere tutta la sua portata innovativa; parliamo delle risorse disponibili oggi nelle CRA, luoghi dove fino a qualche anno fa realizzavamo con regolarità attività di ricerca e sperimentazione in collaborazione con l’Università, nei quali oggi, con fatica, riusciamo a garantire solo una buona qualità di servizio, mettendo noi maggiori risorse rispetto a quelle che ci vengono riconosciute dai meccanismi dell’accreditamento. L’elenco potrebbe continuare. Dopo anni di confronto con gli Enti committenti per discutere sui modelli di servizio e progettare insieme nuove soluzioni, dobbiamo amaramente constatare che non ci sono molti spazi di manovra. Fino a qualche anno fa erano gli Enti pubblici, i Comuni, le ASL che, con il bagaglio di competenze, conoscenze ed esperienze accumulate nel corso del tempo, elaboravano nuove risposte. Per parte nostra la collaborazione con gli interlocutori pubblici era sempre animata da un confronto dinamico e arricchente. Oggi si parla prevalentemente di numeri e le necessità di corrispondere agli obiettivi di bilancio a breve termine diventa l’unico criterio di giudizio per qualunque proposta venga messa sul tavolo. Ogni altra prospettiva, nella maggior parte dei casi, viene accolta con diffidenza. In questa situazione noi rischiamo di rimane schiacciati. Come ho già detto nel numero precedente, la riduzione dei costi si scarica prevalentemente su di noi e le nostre condizioni di lavoro, sia come redditività dei servizi che come carico di fatica, stanno progressivamente peggiorando. Dobbiamo cambiare, per sottrarci a questa tendenza per noi solo negativa, ma anche per un altro motivo, per noi di primaria importanza. Riduzione dei servizi, riduzione delle risorse vuol dire meno risposte ai bisogni della gente. Rigidità del sistema e rinuncia alla sperimentazione vuol dire ridurre la capacità di risposta ovvero escludere dalla risposta, che i servizi pubblici sono capaci di organizzare tutti i nuovi bisogni emergenti. Se si riducono i tradizionali servizi per i minori, come pensiamo di rispondere al problema dei neet, questi giovani che oggi non studiano e non lavorano e consumano le loro giornate in un limbo di inattività che brucia le loro migliori risorse, ovvero quelle che dovrebbero essere le migliori risorse della nostra comunità? Se si riduce con regolarità il numero delle ore del servizio di assistenza domiciliare per gli anziani non autosufficienti, come pensiamo si possano organizzare servizi anche per quegli anziani che, pur essendo ancora autosufficienti, vivono in condizioni di isolamento e rischiano per questo di perdere prematuramente la loro autonomia? L’elenco dei nuovi bisogni a cui non si riesce a dare risposta è lungo: dare un’accoglienza dignitosa ai migranti, affrontare le tante forme di nuova povertà, combattere la dispersione scolastica, favorire l’emancipazione dei giovani con disabilità, ecc. In questo contesto credo che la cooperazione sociale, e quindi CADIAI, possa giocare un ruolo importante. Una cooperazione sociale sana e coerente con i propri principi può proporsi come motore di nuove sperimentazio1 In copertina Uno, due, tre, quattro… cento passi! a cura della Redazione CADIAI aderisce a CIVICA, la rassegna di iniziative di cultura antimafia, da molti anni con eventi sempre diversi che vogliono andare a toccare sempre temi e pubblici diversi. Così siamo partiti, anni fa, con iniziative più istituzionali, organizzate dalla Cooperativa e rivolte prevalentemente ai nostri soci, incontri con cooperative che lavorano sui beni confiscati, piuttosto che presentazioni di libri. Poi siamo arrivati ad organizzare il “pranzo della legalità” che continuiamo a portare avanti dal 2012: in tutte le tipologie dei nostri servizi il 21 di marzo si mangia con prodotti di Libera Terra. Tutti eventi importanti che sono via via cresciuti fino allo scorso anno, 2015, quando in occasione della Giornata delle vittime di tutte le mafie, 21 marzo, appunto, che si è tenuta a Bologna non solo abbiamo partecipato alla marcia, ma abbiamo organizzato un flash mob in piazza Maggiore, in collaborazione con Librerie Coop e Adriatica, di letture e musiche sui temi della mafia, della giustizia, della legalità, e così via. C’era una particolarità, nell’organizzazione di questo flash mob: lo avevano organizzato i soci. In particolare, i tre gruppi soci della Cooperativa (sulla partecipazione, sulla sostenibilità ambientale e la redazione di Scoop) hanno scelto brani, musiche, coinvolto colleghi che non fanno parte dei gruppi e hanno dato così vita ad uno spettacolo davvero coinvolgente. Perché partiamo da questo pregresso per raccontarvi di quest’anno? Perché organizzare quel flash mob ci è proprio piaciuto! Ci siamo divertiti, ci ha dato soddisfazione, ha toccato corde particolari, ci ha commosso e fatto sentire uniti. E quindi quando quest’anno ci siamo trovati attorno al tavolo chiedendoci: per CIVICA quest’anno, oltre al “pranzo della legalità”, cosa organizziamo? Qualcuno ha ricordato il flash mob passato, “com’è stato bello”, “perché non ne facciamo un altro?”. Ma non si può leggere e suonare tutte le volte, quindi? Altre idee? I soci di CADIAI di idee ne hanno da vendere e quindi ci si è detti: “e se facessimo un flash mob ballato? Sulla musica dei 100 passi dei ni. Certo non da sola, anzi, per essere davvero propulsiva e innovativa deve coinvolgere altri soggetti, creare nuove reti, mobilitare altre risorse. Ma può, o meglio, deve mettersi in gioco. Come CADIAI abbiamo deciso di farlo a partire dalla creazione, al nostro interno, di nuove competenze, da affiancare al sapere tecnico-professionale, che, in virtù delle notevoli risorse impiegate ogni anno nella formazione permanente, già possediamo in misura considerevole. Nasce così il Progetto R.I.S.C. Riflettere-Innovare-Sperimentare-Cambiare: un insieme di percorsi formativi che vogliono sviluppare la capacità di visione e di lettura trasversale dei contesti in cui ci muoviamo, la capacità di creare nuove connessioni tra i nostri servizi e il territorio in cui operano, la capacità di progettare nuove risposte integran- do altri soggetti. Nuovi percorsi formativi che vogliono anche valorizzare le risorse professionali presenti in Cooperativa, diffondere e far crescere la cultura interna, sviluppare una visione di insieme di tutte le numerose componenti della nostra realtà, favorire il ricambio generazionale. Nel progetto R.I.S.C. trovano collocazione alcune iniziative già in campo ma che, collocate in questa nuova cornice, assumono un maggior valore: mi riferisco ai corsi per i neo-soci e ai corsi di cultura cooperativa condotti da Tito Menzani. Obiettivo comune di queste iniziative è valorizzare l’idea di cooperazione per metterne in luce tutte le potenzialità, per promuoverla come forma di impresa alternativa alle imprese di capitale che, nel perdurare di questa lunga crisi economica, hanno mostrato tutti i loro limiti. Accanto, si svilupperanno nuovi percorsi: i laboratori territoriali; i seminari su tematiche di carattere sociale, politico e culturale; il percorso per lo sviluppo di nuove competenze che coinvolgerà 20 allievi in una serie di iniziative sia interne che esterne, orientate all’acquisizione di capacità che potremmo definire di manager sociale. Sono obiettivi ambiziosi, per i quali metteremo in campo notevoli risorse, ma irrinunciabili per uscire da una situazione di stallo e rilanciare la nostra progettualità. R.I.S.C. richiama la parola inglese Risk che significa rischio è non lo abbiamo fatto a caso: in ogni cambiamento è insito un fattore di rischio ma non possiamo fermarci davanti a questo perché Riflettere, Innovare, Sperimentare, Cambiare sono le parole chiave del nostro sviluppo. 2 Scoop 52 • GIUGNO 2016 In copertina Modena City Ramblers?”. L’idea ha entusiasmato tutti. Sembrava bella già così poi il tema è stato: dove lo facciamo? E qui la CADIAI ha puntato in alto. “Perché non lo facciamo in stazione?”. “Come scusa?”. “Sì, facciamolo in stazione, a Bologna. Quale luogo più significativo per parlare di vittime, di giustizia, di legalità se non la stazione di Bologna?”. Che dire, il ragionamento non faceva una piega. Ma fattela dare, la stazione di Bologna, per un flash mob in cui almeno almeno un centinaio di persone non le vuoi coinvolgere? E poi in periodo di attentati ovunque… Sembrava un’impresa impossibile. Però ci abbiamo voluto credere. Perché se volevamo dare un messaggio, quel messaggio, bisognava tentare. Così ci sono state colleghe che hanno ideato una coreografia ad Scoop 52 • GIUGNO 2016 hoc, si sono filmate e sono state caricate su youtube affinché chiunque volesse partecipare potesse studiare la corografia. Sono state fatte delle prove, qui in sede, per chi voleva imparare ed è stato emozionante vedere colleghe, utenti, amici, tutti assieme sul terrazzo a provare i passi, con i vicini che si affacciavano a guardare quale stranezza fosse mai la nostra quel giorno. E mentre si portava avanti il pezzo, occorreva invitare a partecipare più persone possibili, il mondo cooperativo, quello delle associazioni, i singoli cittadini, chiunque. E mettere in piedi la rete di contatti per avere un ok da parte di Grandi Stazioni e di Tenitalia per fare il flash mob nei loro spazi. In questo, ARCI e la CGIL, tramite Libera, ci hanno dato una grande supporto. Si sono mossi per noi e con noi, facen- doci presentare il progetto e incontrare i Responsabili che hanno aderito all’iniziativa molto volentieri. E adesso che la Stazione c’era bisognava portare tanta, tantissima gente. Dalle foto, direi che ci siamo riusciti. Hanno aderito associazioni, cooperative, realtà di vario tipo, culturale, sociale, di volontariato, liberi cittadini. E il 28 aprile, alle 18, - perché giustamente volevamo coinvolgere più persone possibili, quindi quale orario migliore se non quello dei pendolari? -, ci siamo radunati in molti su Piazzale Medaglie d’Oro dove, sotto il portico, senza preavviso, abbiamo iniziato a diffondere le canzone e ballare, tutti assieme, la coreografia. La gente ci guardava perplessa, stupita. Qualcuno fotografava, qualcuno rideva, altri riprendevano. C’erano anche i giornali e la stampa. Poi ci siamo spostati su Piazzale ovest, verso il pri3 In copertina mo binario, dove la coreografia ha avuto ancora più impatto perché le persone che l’avevano vista la prima volta, lì riuscivano a seguirla e rifarla con più sicurezza. C’erano anche le istituzioni che hanno ballato con noi: Rita Ghedini, presidente di Legacoop, il sindaco Merola, gli assessori Nadia Monti e Andrea Colombo; tutti assieme, più o meno coordinati, in questa operazione di sensibilizzazione. Perché si combatte la mafia con una canzone, con quattro passi di ballo? Forse no. Ma forse aver coinvolto così tante persone in un luogo simbolico della nostra città, aver 4 preso una posizione così netta in modo, se vogliamo, anche gioioso, allegro, ma su un tema grave e per noi molto sentito, tutti assieme, è stato comunque importante, è stata una conferma che la nostra Bologna su alcuni temi c’è, c’è ancora. Che se la mafia non si combatte con un flash mob forse si combatte con quegli anticorpi che un flash mob può attivare, quel senso civico, di comunità che ci ha fatto ritrovare lì quel giorno. A contare e camminare e testimoniare che con l’impegno di ciascuno, nel proprio piccolo, anche quello che può sembrare impossibile diventa realtà. Scoop 52 • GIUGNO 2016 In copertina Scoop 52 • GIUGNO 2016 5 Attività sociale Assemblea di Bilancio a cura della Redazione S i è svolta il 20 maggio presso il Centro Sociale “Villa Torchi”, a Bologna, l’Assemblea dei Soci della Cooperativa che prevedeva un fitto ordine del giorno tra i cui punti spiccava l’approvazione del Bilancio Consuntivo 2015 (di cui trovate un estratto allegato al presente numero). Un’assemblea molto partecipata, con la presenza di ben 197 soci; un incremento che dà conto del percorso che CADIAI sta attuando ormai da svariati mesi con azioni mirate per un maggior coinvolgimento della base sociale quali il servizio di baby sitter per i figli dei soci presenti, la scelta di sedi diverse ad ogni convocazione in modo da facilitare, a turno, i colleghi che lavorano in diverse zone della città, incontri preassembleari nei servizi e così via… Quest’anno, per la prima volta, al termine dell’Assemblea, si è anche potuto cenare tutti assieme poiché la Cooperativa ha offerto un ricco buffet per i soci che hanno scelto di fermarsi a condividere un momento di pura e semplice socializzazione. Un momento a cui potevano aggiun6 gersi i familiari con un contributo simbolico: 5€ gli adulti e 3€ i bambini che sarebbe stato speso non per un parziale rimborso della cena, ma per una giusta causa. È così che abbiamo potuto donare ben 520 € alla Casa delle Donne per non subire violenza per le fondamentali attività che segue. Scoop 52 • GIUGNO 2016 Attività sociale CADIAI è su facebook! a cura della Redazione E bbene sì, anche CADIAI ha fatto questo passo e, se lo scorso anno aveva un profilo Instagram, ora è stata aperta anche una pagina ufficiale in cui pubblichiamo notizie e foto che riguardano la nostra attività e il mondo della cooperazione. Era un tema che si dibatteva da un po’, se fosse opportuno per una realtà come la nostra essere o non essere sui social media. In realtà non era stata presa una posizione definitiva, diciamo che questo ingresso è stato un po’ costretto dall’iniziativa che abbiamo organizzato a marzo e che trovate come articolo di copertina: il flash mob sulla musica dei “Cento passi”. Un evento di sensibilizzazione che ha avuto un successo veramente importante, ma oggi, nel 2016, come si può pensare di pubblicizzare davvero un flash mob se non usando i social? E quindi, giocoforza, abbiamo aperto il profilo con un approccio interrogativo, un vediamo come va, cosa succede. Ed è successo che la pagina ha avuto moltissimi like nel giro di un niente. Che le visualizzazioni dei nostri post Scoop 52 • GIUGNO 2016 sono tante e che potrebbe davvero essere un esperimento ben riuscito. Quindi, concluso il boom del flash mob, ci siamo detti che, adesso che c’eravamo, era difficile tornare indietro e quindi… CADIAI è su facebook. Che non significa che questo strumento diventerà un canale di comunicazione istituzionale: restano il sito, la newsletter e tutte le nostre forme di comunicazione interna. Diciamo che è uno strumento aggiuntivo con il quale condividere le nostre esperienze e fare comunità, consapevoli delle potenzialità, ma anche dei limiti, che il web possiede. https://www.facebook.com/Cadiai/ 7 Cooperazione Verso il Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo a cura della Redazione È stato inaugurato il 3 giugno scorso, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo, un museo con opere di inestimabile valore che sarà visitabile fino al 3 ottobre sull’isola di Lampedusa. Una location strana, quella di un’isola così lontana, non densamente abitata, nota prevalentemente per le spiagge splendide e, allo stesso tempo, per le tragedie che avvengono poco lontano dalle sue coste, lungo quelle rotte che i migranti seguono in cerca di futuro e dove, troppo spesso, invece trovano la morte. Una location strana, sì, per un museo che è frutto di una collaborazione internazionale tra enti culturali quali gli Uffizi di Firenze, il museo del Bardo di Tunisi, il Mucem di Marsiglia, il Paul Ghetty Museum di Malibù, solo per citarne alcuni; musei che hanno messo appunto a disposizione opere inestimabili, una per tutte l’Eros Dormiente di Caravaggio, per creare questa mostra temporane a Lampedusa. Mostra promossa da First Social Life, dal Comitato 3 Ottobre, dal Comune di Lampedusa e da nume- 8 rose altre realtà e sostenuta fortemente anche dal mondo della cooperazione bolognese, Coop Alleanza 3.0 in testa seguita da una compagine di sociali: CADIAI, Open Group, Società Dolce, Arcolaio, Camelot e Seacoop. E perché ci siamo imbarcati, forse non è poi inopportuno usare questo termine, in un progetto così lontano da noi nello spazio e nel nostro quotidiano? Perché alle volte ci sono progetti che hanno una tale potenza che non si può proprio dir di no. CADIAI è sensibile al tema dei migranti, non lavoriamo con loro se non quando si trasformano in migranti già accolti e dunque approdano ai nostri servizi, in maniera più o meno stabile nella nostra società, ma Lampedusa è un’altra storia. Però è proprio la potenza di questa storia, di questa narrazione che ci ha fatto dire immediatamente di sì alla proposta di partecipare alla realizzazione di questo museo. Perché un museo che parla di fiducia e di dialogo è profondamente nelle nostre corde, un museo allestito a 20 metri dall’approdo delle motovedette che portano in salvo i barconi dei migranti come scelta simbolica, non solo nel ricordare chi su queste coste non riesce ad arrivare, ma anche il ruolo di profonda speranza e di mutamento che la cultura può rivestire. E quindi ecco che l’Eros Dormiente si trasforma nel piccolo Aylan, il bambino con la maglietta rossa che abbiamo visto riverso sulla spiaggia e il cui ricordo credo potremo difficilmente cancellare; ecco perché proprio quel quadro vola a Lampedusa e acquista così un significato altro, nell’universalità e nella dialettica proprie dell’arte. Tanto più se affiancato da altre tele che rimandano ai transiti, alle fughe e agli spazi percorsi, accompagnate dai disegni dei bambini migranti, che narrano di bombe, di grandi barche in acqua e di sogni di futuro. A questo vanno aggiunti gli oggetti rinvenuti in mare che la Procura di Agrigento ha messo a disposizione perché fossero parte integrante della mostra: non reperti di epoche passate, non oggetti a noi sconosciuti, ma oggetti che tutti potremmo avere in tasca preparandoci per un viaggio. Allora la location forse non è davvero Scoop 52 • GIUGNO 2016 Cooperazione così lontana. Specie se il messaggio che si vuole dare è quello di una cultura dell’accoglienza e del dialogo, anche attraverso l’arte. La volontà degli organizzatori infatti è proprio che i migranti possano accedere a questo museo, una volta sbarcati, e che queste meraviglie possano essere una delle prime cose che i loro occhi vedano una volta in salvo. Lo dicevamo prima, è un messaggio potentissimo, come potevamo non aderire? Però. Però il 3 ottobre il museo chiude e poi? Poi siamo già al lavoro perché questo progetto non resti una cosa estemporanea lontano da noi. Con le altre cooperative si sta lavorando in tal senso per organizzare una restituzione di come è andata nel prossimo autunno, allo stesso tempo CADIAI vuole che questo percorso abbia ricadute reali nei servizi, in particolare, per adesso, in quelli di tipo educativo. Verranno così coinvolti i Nidi d’Infanzia e alcuni servizi per minori affinché si possano realizzare attività legate al tema dell’accoglienza, della cultura e dei migranti. Perché crediamo che solo così si possa creare un tessuto sociale che sappia realmente accogliere, se ognuno di noi sarà disposto a mettersi in gioco. Per fare tutto questo, a fine luglio una piccola delegazione andrà a Lampedusa fisicamente, non solo per vedere e documentare il museo che abbiamo contribuito a realizzare, ma anche per prendere contatti per sviluppare questi e, magari, perché no!, altri percorsi. Vi terremo aggiornati. Abbiamo vinto! Progetti internazionali AGID, UN PROGETTO DI QUALITÀ di Lara Furieri, Responsabile Progetti Internazionali I l progetto Europeo Leonardo “AGID”, sviluppato da CADIAI in collaborazione con altri sei Paesi europei, mercoledì 10 febbraio 2016 ha vinto, nella sua categoria, un importante premio presso il prestigioso Convegno “Zero Project” tenutosi a Vienna. Il concorso “Zero Project” è riserva- Scoop 52 • GIUGNO 2016 to a progetti che, con modalità diverse, sviluppano soluzioni innovative per migliorare la qualità di vita delle persone disabili. L’obiettivo principale di questa iniziativa è tutelare i diritti delle persone con disabilità superando, in modo sempre più competente ed efficace, le barriere (in senso lato) che non consentono ai disabili di vivere una vita piena. Il progetto “AGID”, realizzato nell’anno europeo dedicato all’invecchiamento, ha sviluppato sei moduli formativi posti su una piattaforma on line, che hanno lo scopo di aiutare gli operatori a lavorare con persone disabili che invecchiano. Nell’invecchiamento non si perde, come spesso invece sembra, lo status di disabile e le problematiche non vengono “sostituite” ma si sommano a quelle del l’invecchiamento, per questo il personale deve essere formato in modo specifico. Oltre a CADIAI, i sei partner premiati sono stati: l’università di De Montfort, l’Università di Vienna, Arfie, l’associazione Apemh, l’Associazione Zonnelied e l’Università di Northumbria. Questo è sicuramente stato un ulteriore riconoscimento del fatto che “AGID” sia un progetto ben strutturato e sviluppato, si tratta ora di capire come i risultati ottenuti possano essere utilizzati nei nostri servizi. 9 Servizi Servizi Che bello andare al cinema! di Lucia Cardone, animatrice S iamo stati invitati a partecipare all’iniziativa dello SPI CGIL che organizza a San Pietro in Casale una rassegna cinematografica, in collaborazione con Auser, Ancescao e con il patrocinio dell‘Unione Reno-Galliera. Ogni quindici giorni, il martedì pomeriggio, vengono proiettati film della normale programmazione del Cinema Italia. Sono film di prima visione anche molto carini. Il primo che abbiamo visto è stato “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese e siamo andati con dodici dei nostri ospiti ed altrettanti accompagnatori. Non è stato difficile far aderire gli ospiti di “Virginia Grandi”, molti amano partecipare anche al cinema che si svolge settimanalmente in struttura, con proiezioni su grande schermo, ma andare proprio al Cinema è un’altra cosa! Il Comune ci ha messo persino a disposizione un vigile urbano che ci ha scortati lungo la strada, fermando il traffico dove necessario, per farci passare. Arrivati al Cinema molti hanno incontrato amici e conoscenti ed è stato un bel momento. Poi è arrivato il magico momento in cui le luci si sono spente ed è iniziata la proiezione! Tutti attenti ed emozionati! (anche noi...). È stato anche molto bello vedere come fossero tranquilli gli ospiti, in un contesto “normale”, seduti sulle poltroncine della sala, senza mai mostrare disagio o insofferenza. Cosa che a volte nelle strutture succede. Neanche tra il primo e il secondo tem- po quando forse potevano distogliersi e chiedere di uscire. Nessuno si è mosso, nessuno ha chiesto di andare in un posto diverso da quello in cui ci trovavamo. Questo ci ha fatto ancora una volta riflettere come un ambiente gradevole e conosciuto possa fare la differenza. Ci siamo dimenticati patatine e popcorn! Alcuni li hanno chiesti. La prossima volta di sicuro ci attrezzeremo! Una pioggia di coriandoli a cura del gruppo di lavoro E ra l’ultimo giorno della merla ed i dubbi erano tanti. “Farà molto freddo?”, “Pioverà”, “Sarà il caso di andare fuori?”, ma i dubbi non tolsero l’entusiasmo al folto gruppo di ospiti e di operatori della Casa Residenza per Anziani “Virginia Grandi” di partecipare al Carnevale di San Pietro in Casale. E così alle 14 in punto ci ritrovammo tutti all’ingresso principale. Certo la nebbia c’era, ma l’allegra e colorata carovana partì ugualmente in pompa magna verso il centro 10 del paese. Sfidando l’incertezza del tempo ma con la consapevolezza che sarebbe stato un pomeriggio speciale. Lungo la strada c’era qualche ospite che trepidante incitava ad andare più veloce perché si udiva già la musica proveniente dai carri, e nessuno voleva perdersi l’inizio della sfilata. Raggiungemmo il più in fretta possibile la postazione in prima fila e posizionate tutte le carrozzine una a accanto all’altra ci preparammo allo spettacolo. Cappellini colorati e sacchetScoop 52 • GIUGNO 2016 Servizi ti colmi di coriandoli riscaldarono l’attesa, mentre le risate ed i volti sereni riempirono la strada di allegria. La magia del Carnevale ci aveva contagiato tutti. E tutti, per incanto, eravamo tornati i bambini. La sfilata intanto era iniziata. E non c’è stata maschera che non si sia fermata per fare una foto con il nostro gruppo e non c’è stato carro che non abbia sostato un attimo in più vicino ai nostri ospiti lanciando dall’alto caramelle, cioccolatini, patatine. I nostri sacchetti inizialmente colmi di coriandoli, man mano si erano svuotati per lasciare spazio alle leccornie. C’è stato anche chi si è concesso qualche bicchierino di lambrusco che i carri distribuivano, lasciando sempre più spazio all’ilarità. E così, tra una risata ed uno scherzo, ci ritrovammo tutti avvolti da una pioggerellina leggera ed incantata fatta di tanti piccoli coriandoli colorati. regime di accreditamento con l’Azienda USL di Bologna ed il lancio di una campagna promozionale per sensibilizzare tutta l’opinione pubblica. Residenza per Anziani della provincia di Bologna la pratica della contenzione è attentamente valutata ormai da anni, prevede una prescrizione medica puntuale, controlli e monitoraggi frequenti. Tuttavia dobbiamo fare, tutti insieme, un ulteriore passo in avanti. La contenzione è accettabile solo quando ha finalità posturali o di salvaguardia. La legislazione nazionale, a partire dalla Costituzione (Articoli 3, 13 e 32), tutela l’eguaglianza, i diritti individuali e la salute. Medici e Infermieri, in linea con i rispet- Liberi dalla contenzione di Nicola Sisto, coordinatore CADIAI con le Case Residenze “Il Corniolo” di Baricella, “San Biagio” di Casalecchio di Reno e “Virginia Grandi” di San Pietro in Casale è stata tra i promotori del percorso delle Case Residenza per Anziani di Bologna per il superamento della contenzione. A tal fine è stato progettato un percorso di Audit che ha visto il coinvolgimento volontario di ventidue strutture residenziali per anziani non autosufficienti che operano in regime di accreditamento con l’Azienda USL di Bologna. I dati rilevati sono stati presentati in un incontro di formazione/confronto con i colleghi provenienti da altri ambiti territoriali (Pinzolo e Trieste) che hanno presentato esperienze e buone pratiche messe in atto nelle loro realtà per ridurre la contenzione. In sintesi gli elementi di riflessioni si possono riassumere in: • nelle strutture si contiene soprattutto per evitare cadute agli anziani; • emerge una altissima variabilità in merito al giudizio che gli operatori fanno del rischio cadute dei propri ospiti, rischio con una minima correlazione poi alla tendenza a contenere; • crescono le motivazioni di contenzione legate al mantenimento di una postura; • calo della percentuale di ospiti che assumono psicofarmaci. Si evidenzia una correlazione diretta fra utilizzo di psicofarmaci e contenzione; • iniziale interessante trend in calo della contenzione complessiva. A questo punto parte una nuova fase del progetto che vede il coinvolgimento delle altre strutture residenziali per anziani non autosufficienti che operano in Scoop 52 • GIUGNO 2016 LIBERI DALLA CONTENZIONE L e Case Residenza per Anziani e l’Azienda Usl di Bologna hanno intrapreso un percorso di miglioramento della qualità della vita delle persone anziane, incentrato sul massimo rispetto della libertà personale. Nelle Case 11 Servizi Ho un diritto per capello NUOVE OCCASIONI PER DARE SPAZIO ALLA FANTASIA DEI BAMBINI. di Katia Moretti, educatrice Dopo aver realizzato, insieme ad Enrichetta Rotolo e Federico Mantovani, lo spettacolo "Ho un diritto per capello", in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini, si è pensato di continuare l'esperienza positiva in altre occasioni mettendo in campo il lavoro fatto fin qui. Il diritto alla fantasia, alla spensieratezza, il diritto di sognare e immaginare come spinta a crescere, dovrebbero essere ricordati più spesso dal mondo degli adulti, concentrati troppe volte sulle competenze, sugli obiettivi, sui risultati. Mettere in scena questo spettacolo vuol far riflettere, nel suo piccolo, gli adulti più che i bambini, intrisi di questo per natura, che la fantasia serve, serve il credere a mondi fantastici, serve per fargli immaginare l'impossibile, serve per crescere con un pensiero positivo e costruttivo che da grandi do- vrà essere affiancato da tanto impegno nizzazione e per averci ospitato. Sabaper poter raggiungere i propri sogni. to 14 maggio 2016 "Ho un diritto per In questa ottica abbiamo replicato lo spet- capello" è sbarcato a Longara di Caldetacolo una prima volta in occasione del- rara di Reno, in occasione della festa di la festa di Natale alla Scuola dell’Infanzia chiusura del centro bambini e genitori il “Di Vittorio” di San Lazzaro di Savena, "Rifugio di Emilio". per le quattro seTanta partecipaziozioni Comunali, due ne, mamme, papà, La logica delle quali gestite da nonni, zii, bambini vi porterà da A a B. CADIAI. grandi e piccoli, tanL’immaginazione I bambini hanno parti amici in un bel clivi porterà dappertutto. tecipato con entuma di festa, grazie al Albert Einstein siasmo e tante risalavoro fatto dall'ete alle avventure di ducatrice Romana "Enrichetta", preoccupandosi anche un Guerzone che quotidianamente cura le po’ all'arrivo dei ragni dispettosi, senza relazioni nate dentro e fuori al "Rifugio farsi demoralizzare hanno continuato di Emilio". Per finire un ringraziamento ad aiutarla per la ricerca del suo Uni- speciale ai veri protagonisti dello spetcorno perduto. In questa occasione tacolo, ovvero le Margherite, la Balena erano presenti i bambini con le loro e i Ragni, per la pazienza dimostrata in educatrici che ringraziamo per l'orga- tutte queste occasioni. tivi Codici Deontologici, operano per la tutela dei diritti fondamentali e per la limitazione del ricorso alla contenzione solo in situazioni straordinarie, documentate e limitate nel tempo, nelle quali non sia possibile intervenire diversamente, nell’interesse esclusivo della persona. Il Comitato Nazionale per la Bioetica si è espresso pubblicamente per il superamento della contenzione. Anche dalla letteratura scientifica e da alcune esperienze condotte in Italia e in Europa si ricavano indicazioni chiare per rompere gli indugi e schierarsi senza esitazione a sostegno del superamento della contenzione. Gli effetti psicologici della contenzione e il disagio, che si riflette anche su familiari ed operatori, sono noti. Gli anziani non contenuti conservano, inoltre, una maggiore capacità di movimento e un tono muscolare migliore e ciò li espone, in caso di cadute, ad un minor rischio di fratture. Si può concludere, quindi, che il bilancio costi-benefici è nettamente a favore del superamento della contenzione. Insieme ci proponiamo, quindi, di trasformare il concetto e la pratica della contenzione in appropriatezza delle cure e della assistenza. Riteniamo che 12 attraverso l’alleanza, nelle idee e nelle pratiche, tra i diversi attori in campo, la formazione e le modifiche organizzative necessarie si possa ridurre ulteriormente, e significativamente, il ricorso alla contenzione. Intendiamo accompagnare questo percorso con maggiori investimenti in progetti individuali e in attività di socializzazione e di animazione. Siamo consapevoli di perseguire un obiettivo ambizioso, forte e delicato al tempo stesso. Perciò chiediamo la collaborazione di tutti e ringraziamo sin d’ora per il sostegno e l’aiuto che potrete e vorrete darci. Scoop 52 • GIUGNO 2016 Servizi Il Nido d’Infanzia di Trebbo ha un nome a cura del gruppo di lavoro F inalmente il 27 maggio 2016 è stato intitolato il Nido d’Infanzia di Trebbo di Reno, il nome è stato scelto dalle operatrici e dai genitori della struttura. Il nuovo Nido d’Infanzia di Trebbo è stato aperto nel settembre 2015: l’apertura della struttura è stata resa possibile da un intervento di circa 30.000 euro riguardante l’adeguamento alla normativa antincendio, effettuato nell’estate 2015. L’edificio, già ristrutturato qualche anno fa, non aveva potuto ancora essere utilizzato per la sua destinazione di Nido d’Infanzia a causa dei limiti alle assunzioni e alla spesa degli Enti Locali. Una nuova sezione di 14 bambini, con due educatrici, si affianca dunque a quella già esistente - attiva presso la Scuola dell’Infanzia di Trebbo e anch’essa traslocata nella nuova struttura, rispondendo all’esigenza di posti nei nidi emersa proprio a Trebbo di Reno. All’evento sono stati invitati i genitori e i bambini del servizio e la cittadinanza. Sono intervenuti Belinda Gottardi, Presidente dell’Unione Reno Galliera e sindaco di Castel Maggiore, Elisabetta Gualmini, Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e Assessore alle politiche di welfare e politiche abitative, Luca De Paoli, Assessore alle Politiche per l’infanzia, l’adolescenza, l’istruzione del Comune di Castel Maggiore, Rita Ferrarese, Coordinatrice pedagogica dell’Unione Reno Galliera, Rosalina Blanco Perez Coordinatrice pedagogica CADIAI, le educatrici e le collaboratrici del Nido. Scoop 52 • GIUGNO 2016 Nell’ordine l’Assessore De Paoli, la dottoressa Ferrarese, la dottoressa Gualmini e il sindaco Gottardi nei loro interventi hanno manifestato la loro gratitudine riguardo al lavoro che ogni giorno si compie dentro il servizio per i bambini, le loro famiglie e il territorio tutto. Questa giornata è stata anche l’occasione per festeggiare la fine dell’anno educativo, per l’occasione sono stati organizzati dei laboratori per intrattenere i bambini di manipolazione con terriccio e sabbia e di disegno con gessetti colorati, inoltre è stato allestito “il gioco dei pacchetti” con sorprese pei i piccoli. Il buffet è stato organizzato e offerto dal Centro Sociale Ricreativo “Contea Malossi” mentre la torta è stata offerta da Camst. Il personale educativo del Nido rivolge un particolare ringraziamento ai volontari del Centro Sociale Ricreativo e del Centro Lettura “L’Isola del Tesoro” poiché senza il loro apporto alcune esperienze realizzate fuori dal Nido non sarebbero state possibili. 13 Servizi Arboreto Summer a cura del gruppo di lavoro È cominciata, per l’ottavo anno, la stagione estiva dell’Arboreto Summer tanti gli eventi in programmazione, per un progetto che vede il Centro Socio-Riabilitativo “Arboreto” punto nevralgico del ritrovo estivo per il territorio bolognese: utenti, familiari, vicini ed amici vari. Sempre più partecipanti affollano le serate danzanti, frutto della collaborazione tra il SET (Servizio Educativo Territoriale ) e il Centro “Arboreto” (capeggiato dall’Atelier “Il Maggiociondolo”). Già da qualche anno nei mesi estivi l’Atelier “Il Maggiociondolo” interrompe le sue attività abituali per dedicarsi, sotto la severa supervisione di Bitas, all’organizzazione, alla preparazione, all’allestimento, alla conduzione delle feste e alla ricerca di proposte sempre nuove per stupire gli avventori. Il fulcro delle serate, ormai collaudato negli anni, prevede: • mercatini dell’artigianato laboratoriale; • libere espressioni artistiche (spettacoli, mostre, concerti); • cena • ballo fino a notte fonda a cura del DJ Arturo. Appuntamenti: 9 giugno con la manifestazione-festival delle Arti “PASSIONI” libere espressioni artistiche e creative dei laboratori espressivi del territorio organizzata da SET, AUSL e Lab. Maggiociondolo. 24 giugno “FESTA dell’ARBORETO IN FIORE”: Supportati dagli assidui e instancabili amici del Centro Socio-culturale “La Fattoria” per salutare la fine dell’anno di attività del Centro Diurno 14 e del Laboratorio “Maggiociondolo”... crescentine per tutti!!! 30 giugno si inaugura invece la celeberrima “BALOTA DEL ZOBIA SIRA” che replica il 7 e 14 luglio una “ballotta “che si trova appunto il zobia sira (giovedì sera) nel fresco del parco del Centro “Arboreto” per cenare assieme e poi per scatenarsi in balli sfrenati e per fare quattro chiacchiere in compagnia o perché no guardarsi tutti insieme gli avvenimenti sportivi dell’estate (solo quelli imperdibili). Inutile ribadire quanto siano importanti questi momenti per tutti coloro che vi partecipano ed operano. Le persone che arrivano trovano un luogo accogliente e divertente dove esprimersi, condividere esperienze e conoscenze, socializzare con i pari e non, divertirsi. Anche per gli operatori è un luogo dove incontrarsi, conoscersi, instaurare collaborazioni. Per l’accesso alle serate è previsto un contributo che, oltre a coprire le spese, consente all’organizzazione di allargare le proprie proposte e di rendere sempre più accogliente il luogo. Foto di Giusy Carella Con gli incassi degli anni passati sono stati (a grande richiesta) acquistati un mixer con casse professionali per la musica, fari esterni per l’illuminazione del parco, due frigoriferi per dissetare i ballerini, un biliardino per la felicità dei maschietti. Scoop 52 • GIUGNO 2016 Servizi Riciclo creativo al Nido “Giovannino”. a cura del gruppo di lavoro U n progetto di riciclo di materiali di recupero si è trasformato in un’occasione di aggregazione tra i genitori del Nido “Giovannino” delle sezioni Fagottini e Giramondi. L’obiettivo era quello di trasformare del materiale di recupero, pallet e legni di scarto in un oggetto di gioco per i bambini del Nido. L’idea di poter creare dei giochi con l’utilizzo di materiali di scarto è stata inoltre una buona occasione anche per i genitori di rivalutare la necessità di comprare nuovi giochi ai propri figli quando invece è possibile farli divertire e promuovere il loro sviluppo con semplici oggetti di recupero. La prima fase del progetto si è svolta attraverso un sondaggio effettuato tra tutti i genitori per decidere cosa costruire tenendo conto dei materiali a disposizione. Tra le varie opzioni la scelta si orientata verso la costruzione di una cucina in modo da offrire ai bimbi un’occasione per cimentarsi in un gioco simbolico che promuovesse la loro immaginazione e li aiutasse a sperimentare situazioni nuove. La realizzazione della cucina ha visto i genitori all’opera con sega, martello, avvitatore a batteria e altri utensili di famiglia messi a disposizione da tutti coloro che in maniera diretta e indiretta hanno partecipato al lavoro. E finalmente, dopo alcuni pomeriggi, qualche scheggia e mani imbrattate di vernice, si è conclusa l’opera: una splendida cucina con lavello, piani di lavoro e piano cottura completo di manopole a disposizione dei bimbi del “GioScoop 52 • GIUGNO 2016 vannino”! Le dade hanno confermato che la cucina ha avuto un grande successo tra tutti i bambini che hanno apprezzato con entusiasmo il “nuovo” gioco su misura per loro, un successo al quale ha contribuito l’aiuto di tutti i genitori par- tecipanti. Visto il bellissimo risultato ottenuto e la disponibilità di ulteriore materiale di recupero presto nasceranno altri progetti di riciclo creativo per la gioia dei bimbi e di tutte le persone coinvolte. 15 Servizi Cucina che passione di Monica Gamberoni, fisioterapista ti agli occhi fanno venire l’acquolina a tutti quanti. I nostri commenti li guidano alla visione del filmato e da ognuno di loro scaturiscono sensazioni, ricordi, emozioni e chi non è in grado di esprimersi verbalmostrata agli ospiti scelti per l’attività, mente ci fa capire con una serie di de“L’appetito vien guardando”. Il progetto parte da un‘idea mia e di solito quattro o cinque, una serie di glutizioni ripetute, tipiche dello stimolo dell’animatrice Lucia, ispirate da un ap- video-ricette in cui vengono preparati della fame, che il nostro scopo è stato raggiunto. Proprio durante una di proccio Snoezelen, tecnica di stiqueste attività ci è venuta l’idea di molazione multisensoriale nata in “provare a cucinare con gli ospiti”. Olanda negli anni 70 che ci aveva Il cibo è casa, è famiglia, è ricordo, Nasce così: la cucina funzionale colpito ad un convegno di qualè tradizione, è amore. “Con le mani in pasta”. che anno fa. Il cibo ci lega alla vita e stimola tutti L’obiettivo è quello di stimola- quanti i nostri sensi. Partendo da questi Questo secondo progetto è più complesso e coinvolge sia l’amre l’appetito di ospiti portatori presupposti, nascono i due progetti bito riabilitativo che quello dell’adi diverse patologie quali esiti di che hanno come protagonista il cibo emorragie cerebrali gravi, demen- della Casa Residenza “Virginia Grandi” nimazione. Il primo passo è stato quello di procurare tutto il mateze vascolari e degenerative, esiti riale necessario, fornetti compredi TCE che tendono a rifiutare il cibo o che sono in fase di svezzamento piatti che compaiono nel menù giorna- si, e, grazie ai famigliari dei nostri ospiti, da nutrizione enterale (peg o sondino liero della struttura e che quindi ritro- sempre collaborativi, la cucina è stata attrezzata in una sola settimana. nasogastrico) che hanno quindi un’ali- veranno poi sulla loro tavola. mentazione inadeguata per le loro esi- Le immagini degli ingredienti, i rumo- L’attività inizia con la scelta delle rigenze nutrizionali. ri tipici delle preparazioni culinarie e cetta da parte dell’animatrice e della Circa 20 minuti prima del pranzo viene le deliziose vivande che sfilano davan- sottoscritta; scelta che deve rispondere 16 Scoop 52 • GIUGNO 2016 Servizi all’esigenza della possibilità di esecuzione a più mani di ogni piatto. L’animatrice procura gli utensili necessari per rendere semplice e agevole la preparazione; io cerco di fornire le indicazioni rispetto agli ospiti da coinvolgere, con l’occhio del riabilitatore, in modo tale che ogni gestualità diventi anche terapeutica. È importante che ognuno abbia un compito specifico, adeguato alle proprie capacità ed al proprio ritmo individuale. Impastare, tirare la sfoglia, tritare, grattuggiare, manipolare, tutte attività importanti per stimolare la motricità degli arti superiori. La voglia di mettersi in piedi per tirare la sfoglia con il mattarello perchè “così sì che si fa meglio” in chi in piedi da solo non ci sta mai; il processo di attenzione che si attiva per portare a termine il compito assegnato; il piacere di raccontare di sé, delle proprie esperienze, la convivialità che si crea nel gruppo, la memoria che lavora e pesca ricordi Scoop 52 • GIUGNO 2016 “addormentati” da tempo; i sensi che si risvegliano: il profumo del limone, delle spezie, dei dolci cotti in forno, tutto questo ci fa sentire “a casa”. I., una ospite con una grave patologia neurologica, che riesce a creare una pallina di pasta e a depositarla sul vassoio per cuocerla, ci ha regalato una soddisfazione impagabile. Se avete voglia di vederci al lavoro veniteci a trovare il martedì, saremo felici di ospitarvi nella nostra bellissima cucina. 17 Servizi Voci e volti del caffè San Biagio L’ESPERIENZA DELL’ALZHEIMER CAFÉ di Laura Annella, psicologa Prima che un servizio il Caffè San Biagio è un luogo fatto di persone. Persone che si incontrano per condividere una personale esperienza di una convivenza non scelta e che fa molto male: quella con la demenza. L’avventura del Caffè San Biagio ha avuto inizio nel lontano 2004 sul modello degli Alzheimer Cafè ideati in Olanda dal psicoge- ra degli incontri prevede un momento iniziale dove i partecipanti vengono fatti accomodare in un salone ed accolti dalla psicologa che conduce gli incontri insieme a collaboratori e volontari talvolta presenti. Successivamente ci si divide in due gruppi: da un lato i malati vengono coinvolti in attività mirate al mantenimento delle abilità so- rontologo Biere Miesen. Gli Alzheimer Café sono pensati come spazi protetti ed accessibili dove le persone affette da demenza o anche persone anziane in una condizione di solitudine o fragilità, insieme alle loro famiglie o assistenti familiari, possono incontrarsi ed interagire reciprocamente alla presenza di professionisti del settore. Gli incontri del Caffè San Biagio si svolgono all’interno della Casa Residenza “San Biagio” a Casalecchio di Reno ai quali accedono utenti e familiari appartenenti al Distretto AUSL di Casalecchio che comprende cinque comuni. La struttu- ciali, relazionali, motorie e cognitive. Dall’altro lato invece, le famiglie restano con la psicologa ed in gruppo, avvolti da un clima accogliente e centrato sull’ascolto, si conosce insieme la malattia, si condividono i problemi e le fatiche dell’assistenza quotidiana, le strategie e le buone pratiche per affrontare i sintomi della malattia e migliorare così la qualità di vita del malato e del caregiver. Alla fine i due gruppi si riuniscono e si condivide un momento conviviale fatto di pasticcini, thè e caffè conditi da sorrisi e ringraziamenti per il pomeriggio trascorso insieme. 18 Nell’anno 2015 il Caffè San Biagio ha registrato 179 accessi (94 familiari, 85 malati) per un totale di 11 incontri (1 al mese, agosto escluso), una partecipazione molto cospicua che ci ha fatto riflettere su quanto questo servizio fosse gradito e soprattutto il bisogno di fruirne crescente. Ciò ci ha spinti senza esitazioni a migliorare per l’anno 2016 potenziando l’offerta con 2 incontri al mese a cadenza quindicinale, coinvolgendo l’animatrice del nostro Centro Diurno che si alterna al fisioterapista della Casa Residenza nel coinvolgere gli anziani in attività diversificate, poi Scoop 52 • GIUGNO 2016 Servizi per affrontare la malattia a 360° abbiamo previsto che alcuni incontri fossero arricchiti anche dall’intervento di professionisti che affrontassero tematiche specifiche come i diritti e la tutela del malato e del caregiver a cura delle assistenti sociali del territorio, oppure degli aspetti legati alla gestione farmacologica della malattia a domicilio da parte di un geriatra, infine si è pensato di coinvolgere i familiari oltreché nella condivisione orale del carico assistenziale, anche nella sperimentazione di tecniche corporee per la gestione dello stress fisico ed emotivo. Scoop 52 • GIUGNO 2016 A 6 mesi dall’inizio di questo 2016, possiamo dire che le nuove proposte introdotte sono state accolte con entusiasmo e grande partecipazione. Gli incontri del Caffè hanno dato vita a una grande famiglia nella quale è stupendo per tutti ritrovarsi: molti utenti hanno così tanto familiarizzato con l’ambiente e le persone che sono stati poi invogliati a provare l’esperienza dell’inserimento al centro diurno, molti familiari hanno stretto tra loro amicizie che continuano anche al di fuori degli incontri, il caffè è diventato un punto di riferimento nel territorio anche per persone sole, o che non vivono il problema della demenza ma che convivono comunque con la malattia ed hanno trovato nel gruppo comprensione, forza e voglia di andare avanti. L’auspicio è che questo servizio possa divenire sempre meglio un mezzo per portare qualità e benessere al servizio delle persone. Proseguiremo nel prossimo numero nel racconto di questa esperienza con i contributi dei protagonisti: professionisti e utenti. Alla prossima puntata! 19 Servizi La pianificazione anticipata delle cure: LA PAROLA AGLI ANZIANI OSPITI NELLE CASE RESIDENZA di Marie Christine Melon, responsabile del Coordinamento Scientifico dell’Area Non Autosufficienza La pianificazione anticipata delle cure (PAC) è un processo che porta una persona a esprimere le proprie volontà riguardo a possibili stati di malattia futuri, esplicitando scelte di trattamento o di non trattamento, valori e obiettivi che ritiene importanti, eventualmente la nomina di un fiduciario che possa decidere in caso di sua futura incapacità mentale. Se la persona lo desidera, i suoi familiari e amici possono essere coinvolti nella discussione. Numerosi studi realizzati negli Stati Uniti e in Gran Bretagna hanno evidenziato che la maggior parte degli anziani “fragili” desidera avere l’opportunità di discutere della PAC, ma solo pochi di loro hanno questa possibilità. In Italia, invece, questi temi non sono ancora adeguatamente studiati. Una recente ricerca promossa dalla dottoressa Francesca Ingravallo, medico legale dell’Università di Bologna, si è perciò proposta di esplorare il punto di vista degli anziani accolti nelle Case Residenza e dei loro familiari riguardo alla pianificazione anticipata delle cure. Il progetto ha usufruito di un contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e si è svolto fra gennaio e dicembre 2015. Il protocollo di ricerca è stato sottoposto all’approvazione del Comitato di Bioetica dell’Università di Bologna. La ricerca è stata condotta dalla dottoressa Veronica Mignani, borsista del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, con il contributo del professor Rabih Chattat e della dottoressa Elena Mariani del Dipartimento di Psicologia. I dati sono stati raccolti in quat20 tro diverse residenze per anziani, tre di CADIAI (le CRA “San Biagio”, “Virginia Grandi” e “Parco del Navile”) e una della provincia di Ravenna. Hanno preso parte al progetto 30 anziani, di cui 20 donne e 10 uomini (età media 84 anni) e 11 familiari, di cui 7 donne e 4 uomini (età media 66 anni). La partecipazione è stata proposta a persone che non presentassero gravi limitazioni della comprensione e dell’emissione del linguaggio, oppure sintomi psichiatrici maggiori. I potenziali partecipanti sono stati contattati dagli psicologi delle residenze, che li hanno informati dello studio e chiesto la loro disponibilità a essere contattati per ricevere ulteriori informazioni. Chi ha espresso il proprio interesse è stato invitato a un incontro con la dottoressa Mignani, che ha fornito informazioni dettagliate sulle finalità e sulle modalità dello studio e acquisito il consenso dei partecipanti. Tutte le persone contattate hanno accettato volentieri di partecipare e nessuno ha espresso disagio o fastidio riguardo all’intervista e alle tematiche che questa andava ad indagare. Le interviste, audio registrate e poi integralmente trascritte, sono state effettuate nella stanza dell’anziano o in altro ambiente scelto dall’anziano o dal familiare. L’analisi delle interviste ha messo in evidenza che solo il 20% degli anziani e dei familiari aveva sentito parlare della PAC. Solo pochi intervistati avevano affrontato il tema del fine vita con le persone più care (figli/coniuge) e solo una parte dei familiari aveva parlato di questi temi con il proprio anziano: le conversazioni avevano riguardato soprattutto idee e desideri sul “dopo” (cremazione, luogo di sepoltura). Molti familiari, anch’essi anziani, hanno riferito di avere difficoltà a parlarne con i propri figli per il timore di preoccuparli o perché i figli evitano il discorso/non vogliono sentirne parlare. Pochi anziani hanno riferito di aver paura della morte o, più positivamente, si auguravano che arrivasse il più tardi possibile. La maggior preoccupazione riguardava la sofferenza e in molti hanno affermato di non volere l’accanimento terapeutico e di desiderare di essere lasciati morire in modo naturale quando il loro momento giungerà. Per molti intervistati è importante pianificare aspetti che riguardano ciò che succederà dopo la morte (come il funerale, il luogo in cui verranno sepolti, la cremazione) o aspetti economici: il fatto di lasciare le cose in ordine in modo che gli eredi non si trovino a litigare. Altri hanno puntato la loro attenzione sugli aspetti più propriamente assistenziali, come garanzie di igiene, di “essere seguiti bene” e ben nutriti. In generale gli anziani, anche quelli non interessati a pianificare per se stessi, e i familiari hanno espresso un parere positivo riguardo alla PAC, considerata “un progetto molto all’avanguardia”, e all’opportunità che essa offre di esprimersi e poter essere ascoltati (“mi interesserebbe molto anche a me per se uno potesse dire la sua ragione”). I familiari hanno espresso anche la necessità di dibattito pubblico su questi temi e di riconoscimento legale della PAC, soprattutto nella prospettiva del progressivo invecchiamento della popolazione, manifestando dubbi sulle risorse del nostro sistema socio-sanitario a questo riguardo. In generale i familiari ritengono che sia bene parlare della PAC il più presto possibile, finché ancora si mantengono intatte le facoltà cognitive, e anche una metà degli anziani intervistati ritiene utile pensarci quando si è ancora in salute o comunque ancora lucidi per poter prendere le proprie decisioni. Il medico è la figura con la quale molti degli intervistati parlerebbero, almeno per quanto riguarda le decisioni sanitarie. Secondo alcuni anziani, però, il medico appare spesso poco interessato ad ascoltarli o comunque non ha molto tempo da dedicargli. Altri hanno indicato l’infermiere e lo psicologo come altre due figure con le quali vorrebbero avere questo tipo di conversazioni. Per molti intervistati è importante soprattutto la relazione di fiducia e vicinanza, per cui sceglierebbero un familiare. Scoop 52 • GIUGNO 2016 Servizi Una giornata speciale a cura del gruppo di lavoro È proprio così che noi educatrici ci rivolgiamo ai bambini quando, il giorno prima, li prepariamo a trascorrere una mattinata al Nido con la loro mamma o il loro papà. I bambini ti guardano con un’espressione dubbiosa, talvolta incerta, sorridono e chissà che cosa stanno pensando… poi arriva il grande giorno, il genitore sveglia il proprio bimbo con l’entusiasmo e l’emozione di condividere con lui una giornata speciale: la colazione insieme oggi ha un altro sapore, la voce dell’adulto è più dolce, il tempo è più disteso, la fretta data dalla frenesia degli impegni degli adulti lascia spazio al tempo del bambino. Noi li vediamo arrivare insieme, i loro sguardi in questa giornata hanno una luce diversa, le emozioni del bambino si intrecciano con quelle della sua mamma o del suo papà e noi siamo pronte ad accoglierli e a sostenerli per tutta la mattinata. Il progetto “Genitori al Nido” rientra nella programmazione della sezione Papaveri (bimbi di 3 anni) del Nido “Pollicino” ed è un’iniziativa proposta da noi educatrici per dare modo ai genitori di vivere un’esperienza particolare, di conoscenza e condivisione degli ambienti e delle attività proposte ogni giorno ai loro figli. Per una volta diamo la possibilità ai genitori di fare esperienza perché crediamo, citando Maria Montessori, che con le esperienze i bambini iniziano a costruire la propria identità o, pensando a Piero Bertolini, che i “fenomeni” portano le persone In generale, gli anziani ritengono che la designazione di un fiduciario che possa esprimersi in loro vece sia una buona opportunità e anche i familiari si sono dimostrati favorevoli alla designazione di un fiduciario e disponibili a esercitarne il ruolo. Molti degli intervistati ri- Scoop 52 • GIUGNO 2016 ad arricchire o modificare il proprio punto di vista sulla realtà. L’idea di questo progetto nasce dal desiderio sia di far vivere una giornata speciale ai genitori e ai loro figli ma anche di far sperimentare ai genitori l’emozione di condurre un’attività con un piccolo gruppo di bimbi proprio come facciamo noi educatrici durante l’anno. Abbiamo così chiesto, laddove c’è una passione o un’abilità, di proporla ai bambini per vedere le reazioni di tutti i parte- tengono inoltre che la documentazione scritta dei propri desideri sia una buona opzione. Questa ricerca fa seguito a un precedente lavoro condotto dalla dottoressa Ingravallo nelle Residenze per Anziani di CADIAI, allo scopo di accertare conoscenze, opinioni ed esperienze del personale sanitario e socio sanitario riguardo alla pianificazione anticipata delle cure. I risultati di entrambi i progetti saranno diffusi nel corso della primavera, con alcuni incontri appositamente organizzati. 21 Servizi cipanti. E così è stato. I genitori che hanno chiesto di vivere una mattinata insieme a noi sono stati tanti, ognuno ha proposto qualcosa, c’è stato chi ha letto dei libri, c’è chi ha voluto realizzare un “lavoretto” preparando personalmente tutto il materiale, c’è chi ha giocato a calcio, chi ha raccolto l’insalata del nostro orto… le esperienze sono state tante ognuna davvero speciale. Abbiamo chiesto a due mamme di scriverci il loro punto di vista e le loro sensazioni riguardo questa esperienza e vorremmo raccontarle. Maria Rosa è la mamma di Christian, e ha chiesto di poter fare le orecchiette insieme ai bambini e poi le abbiamo anche chiesto di svelarci la ricetta. Nella pagina precedente la sua ricetta e a seguire il suo commento: Ringrazio il Nido Pollicino per questa iniziativa di “Mamme al Nido”. Oggi mi sono sentita ancor più speciale per mio figlio. Mentre osservavo i bambini svolgere quest’attività ho vissuto delle belle emozioni, ed è proprio per questo che mi associo ad una frase celebre di Maria Montessori: “Ciò che muove il bambino all’attività è un impulso interiore primitivo, quasi un vago senso di fame interna, ed è la soddisfazione di questa fame che lo conduce a poco a poco ad un complesso e ripetuto esercizio dell’ intelligenza nel comparare, giudicare, decidere un atto, correggere un errore”. Grazie. Mamma Maria Rosa A nnarita è la mamma di Francesco e con noi ha condiviso più di una esperienza: inizialmente ha cantato e suonato coinvolgendo tutti i bambini e le educatrici all’interno del giardino poi ha riservato per noi una sorpresa… dopo pranzo ha radunato i bambini nella zona morbida della sezione e ha fatto ascoltare due canzoni famose con un testo semplice e chiaro. La particolarità di questo momento è stata nel fatto che lei, dopo aver spiegato ai bambini l’esistenza di differenti linguaggi, ha cantato le canzoni con il linguaggio dei segni. Noi educatrici ci emozioniamo ancora nel ricordare quel momento e anche i bambini erano incantati. La mattinata al Nido con il proprio figlio è stata per me un momento molto atteso e ricco di aspettative, ed è stata un’esperienza che mi ha arricchito perché mi ha fatto conoscere tante piccole sfaccettature che sarebbero potute venire alla luce solo in un contesto del genere, in una piccola società in cui ognuno rispetta quelle piccole grandi regole, uguali per tutti, dal lavare le manine allo sparecchiare, dalla canzoncina del buon appetito al mettere a posto i giochi, il tutto sotto la guida e lo sguardo delle educatrici. E così, dovendo trascorrere un po’ di ore con mio figlio e i suoi piccoli amici, ho pensato di portare un po’ di strumenti e cantare delle canzoni popolari con la chitarra, fino a che poi mio figlio non mi ha fatto capire che era ora di posare gli strumenti e di giocare a nascondino con tutti i bimbi (che fatica, però che bello!). Il momento della pappa è stato come me lo aspettavo, miracolosamente ordinato, pulito e responsabilizzante per ogni bimbo. Subito dopo è stato il momento delle canzoncine in LIS, la Lingua Italiana dei Segni. Certo, il fatto che sia una lingua a tutti gli effetti, utilizzata dalle persone non udenti per comunicare sia tra di loro, che con gli udenti, è un concetto un po’ difficile da spiegare a bambini 22 canzoni col linguaggio dei segni di 3 anni, ma utilizzare le mani per ricreare delle immagini con le proprie dita al posto delle parole, è una cosa che affascina e ipnotizza anche i bimbi più piccoli... e poi, molti di loro vivono già delle situazioni di bilinguismo, per cui penso sia importante che i nostri figli comprendano l’importanza del comunicare, in qualsiasi lingua, in qualsiasi modo, con qualsiasi mezzo, con qualsiasi persona, perché la comunicazione è alla base di ogni rapporto, e nessuno può esserne escluso per ragioni di ordine linguistico, geografico o per disabilità sensoriali. Non posso che ringraziare le educatrici per questa emozionante iniziativa che mi ha permesso di entrare in punta di piedi nel suo piccolo mondo, quello in cui lo lascio navigare senza essere io ad avere il timone... e ho scoperto che quando vuole, sa guidare anche meglio di me! Grazie dade, è stato bello! Annarita Scoop 52 • GIUGNO 2016 Servizi U n’altra esperienza che ci ha portato a vivere in maniera differente la relazione con i genitori è stata in occasione di un laboratorio un po’ particolare: abbiamo chiesto ai papà di aiutarci nella costruzione di strutture fatte con assi di legno ed europallets. I papà che si sono resi disponibili sono stati Leonida (papà di Lorenzo) e George Emanuel (papà di Samuel) e il loro contributo è stato molto, molto prezioso. Il laboratorio è stato programmato il giorno prima di una giornata di chiusura del Nido e non avendo potuto terminare il montaggio delle strutture il giorno stesso il papà di Samuel si è reso disponibile a venire a completare l’opera il giorno dopo. Questa volontà e questa disponibilità ci ha dato modo sia di vivere una giornata differente, ricca di confronti basati su una comunicazione informale, sia di poter costruire con le poche risorse disponibili materiali e strutture importanti per il gioco dei bambini in giardino. Il nostro ringraziamento a questi papà è veramente sentito. Questo può essere motivo di riflessione per il gruppo di lavoro sulla programmazione delle attività per l’anno educativo 2016-2017. Abbiamo chiesto anche ai papà di riportarci il loro punto di vista, ecco qui di seguito due di questi: Buongiorno, una breve mail per ringraziarvi di avermi coinvolto Lunedì scorso nell’attività del laborator io. Non mi sono trattenuto a lungo purtroppo, ma mi sono divertito e ho visto le educatrici motivate a costr uire le nuove attrazioni per i bambini del Pollicino. Le idee che abbiamo sviluppato mi piacerebbe riuscissi a replicarle nel mio giardino. Complimenti per il gruppo affiatato e per le belle attività. Da quelle più spontanee nascono sempre futuri sorrisi. A disposizione per altri eventi simili, buona domenica. Leonida, papà di Lorenzo Volevo ringraziare tutte le dade del Nido Pollicino per avermi dato la possibilità di partecipare al laboratorio all’aria aperta. È stata un’esperienza bellissima e divertente! Aver avuto la possibilità di creare nuovi giochi per i bambino che frequenteranno e che ancora frequentano questo nido mi ha dato una grande soddisfazione... e voglio ringraziarle per il lavoro svolto con mio figlio Samuel che è felicissimo di andare all’asilo e che in questi mesi ha fatto un notevole cambiamento a livello caratteriale. Avete sempre avuto splendide iniziative in questo anno scolastico... e se si potesse prolungherei ancora la permanenza di Samuel. Grazie mille, saluti George C costruzioni con i pallets Scoop 52 • GIUGNO 2016 ome educatrici crediamo che questi progetti possano accrescere il livello di fiducia necessario ad entrambi i ruoli nella crescita dei piccoli; come genitori pensiamo che sia un’esperienza importante sia per conoscere la vita del proprio figlio all’interno dell’asilo sia per condividere in maniera informale emozioni, aspettative legate al vissuto quotidiano. Crediamo anche che quando si parla di “Partecipazione” all’interno dei progetti pedagogici dei servizi per l’infanzia si dovrebbe sottolineare l’importanza di questi momenti oltre che quelli formali legati al comitato di gestione o a quelli in grande gruppo durante i laboratori. Se vogliamo diventare veramente una comunità educante potremmo pensare di coinvolgere i genitori non solo nelle decisioni da prendere nella gestione del servizio e nella crescita dei nostri piccoli ma anche nella quotidianità, nelle piccole cose, nell’accoglierli con i loro debolezze e le loro capacità, cercando di co-costruire una relazione sana e autentica. 23 Servizi Corso di massaggio infantile al Nido “Girotondo” di Annalita Bellei, coordinatrice T ra aprile e maggio si è svolto il primo corso di massaggio infantile all’interno del Nido “Girotondo-Girasole” di Rastignano, un’iniziativa nata dalla collaborazione tra CADIAI e il Comune di Pianoro. Il corso è stato condotto da Annalita Bellei insegnante A.I.M.I. (Associazione Italiana Massaggio Infantile) con il contributo della coordinatrice del servizio, Laura Zarlenga, che ha curato gli aspetti organizzativi e ha scattato alcune suggestive foto che sono poi state consegnate alle mamme a ricordo dell’esperienza. Al corso, strutturato in cinque incontri, hanno partecipato 10 mamme e un papà con bambini d’età compresa tra due e otto mesi. Offrire uno spazio ai neo-genitori e ai loro figli per condividere l’esperienza del massaggio è molto importante perché è proprio in questi primi mesi di vita che si struttura maggiormente il processo d’attaccamento che permette di gettare le basi di una relazione solida, in grado di offrire alla bambina, al bambino, la necessaria sicurezza emotiva per costruire la sua identità e il suo rapporto con 24 il mondo. I benefici del massaggio Un corso di massaggio infantile è sempre una preziosa occasione per valorizzare i gesti di cura e di amore che i genitori hanno nei confronti dei propri figli e acquisire consapevolezza dei grandi benefici che questi gesti apportano nello sviluppo del bambino. Vimala McClure, fondatrice dell’Associazione Internazionale di Massaggio Infantile, in base alla sua esperienza suddivide i benefici del massaggio per il bambino in quattro grandi aree che riguardano: • la stimolazione che fortifica e regolarizza il sistema circolatorio, respiratorio, muscolare, il sistema immunitario e gastro-intestinale; facilita inoltre nel bambino la conoscenza delle varie parti del corpo, del suo schema corporeo; • il rilassamento che favorisce uno stato di benessere nel bambino e nel genitore e può facilitare l’acquisizione del ritmo sonno-veglia grazie anche ad un aumento della produzione di endorfine, ossitocina e prolattina e ad una riduzione degli ormoni dello stress; • il sollievo, non soltanto nei casi fre- quenti di coliche gassose o stipsi, ma anche nelle fasi della crescita o per scaricare tensioni provocate da situazioni nuove, stress o altri piccoli malesseri; • l’interazione, il massaggio favorisce una comunicazione profonda che sostiene il processo di attaccamento e rafforza il legame con il proprio bambino. Un buon contatto aiuta l’adulto a riconoscere i segnali inviati dal figlio, facilita lo scambio di messaggi affettivi e questo fa sentire il bambino sostenuto e amato e l’adulto più sicuro delle sue competenze genitoriali. L’esperienza del massaggio Il corso di Rastignano ha avuto luogo nella stanza allestita con materiale morbido, nella fascia mattutina. Ho potuto constatare, assieme alle mamme, che la mattina sembra essere in generale un momento favorevole per il massaggio. I bambini sono in uno stato di veglia tranquilla: attenti agli stimoli esterni, ricettivi e disponibili al contatto. È molto importante rispettare tempi dei bambino, è lui che ci fa capire quando è il momento giusto per essere massaggiato. Nel corso dei cinque incontri abbiamo Scoop 52 • GIUGNO 2016 Servizi condiviso la sequenza del massaggio approfondendo volta per volta parti diverse del corpo. Alle mamme e al papà disposti in semi cerchio, ho insegnato la tecnica utilizzando un’apposita bambola. È sempre un grande piacere ritrovare quell’atmosfera speciale, quel clima di profonda intimità che si viene a creare durante un corso di massaggio. Si alternano momenti in cui con le mani unte di olio s’interagisce coi propri bambini come se non esistesse null’altro, a momenti in cui gli adulti si guardano, si ascoltano e scambiano dubbi, emozioni, saperi. L’occasione d’incontro per i neo-genitori rappresenta senza ombra di dubbio un importante momento di condivisione e di mutuo sostegno in cui ci si può sentire meno soli e rafforzare la fiducia nel proprio essere genitori. L’attenzione in questo gruppo si è concentrata in modo particolare al contat- to consapevole legato alla qualità della presenza che si offre al proprio bambino. Abbiamo sperimentato come cambia il tocco quando si rallenta e si sta in ascolto, quando si porta l’attenzione sul respiro e ci si rilassa, quando l’apprendimento di una tecnica serve a comprendere che ogni nostro gesto entra in profondità ed è pregno di significati. Il contatto fisico è un canale d’interazione e comunicazione privilegiato che comprende quindi l’atteggiamento, la voce, lo sguardo, il sentire il nostro stesso corpo. Una buona qualità di contatto e di presenza verso il bambino influenza positivamente il suo rapporto emozionale/affettivo con il mondo, le sue relazioni future. Esserne consapevoli può aiutarci a trovare in noi stessi nuove risorse per raggiungere il proprio bambino e aiutarne lo sviluppo. Nella “danza” del massaggio i benefici sono reciproci, l’adulto e il bambino sono entrambi coinvolti nel dare e ricevere ed entrambi possono sviluppare la capacità di essere più fiduciosi, aperti nelle relazioni. Quando ho chiesto alle mamme cosa si portavano a casa principalmente da questa esperienza, praticamente tutte hanno affermato che “la consapevolezza con cui ci si approccia fisicamente al proprio bambino, il modo in cui lo si tocca fanno sì che anche i più semplici gesti quotidiani acquisiscano un grande valore.” Questa loro restituzione conferma una delle mie convinzioni e cioè che “un approccio che sostiene attraverso il contatto può migliorare la consapevolezza interpersonale, la sensibilità, la comunicazione, la qualità delle relazioni”. L’ultimo incontro è stato davvero magico. Chiara, una delle mamme, insegnante di canto, ci ha fatto cantare alcune ninna nanne africane che diffondendosi nella stanza hanno raggiunto i nostri cuori e rilassato profondamente, e in qualche caso addormentato, i piccoli. Una splendida esperienza di reciprocità, scambio e nutrimento. Un grazie alle mamme, al papà, alle bambine e ai bambini. Pubblichiamo la testimonianza di uno dei ragazzi del Gruppo Appartamento “Villa Emilia” che, grazie ad una collaborazione con Virtualcoop, scrive regolarmente sul loro giornale. La mia esperienza di redattore di Alessandro Legnani La Virtualcoop nel dicembre 2009 ha fondato il mensile “Buone Notizie Bologna”. I fondatori di “Buone Notizie Bologna” erano il Presidente Maurizio Cocchi, la vicepresidente Giuseppina Carella, la responsabile marketing Maria Lazaro der Mar, il caporedattore Marco Negri e io. Il mio primo articolo riguardava l’esperienza in appartamento di un gruppo di malati di mente che con l’aiuto degli operatori arrivavano a comportarsi come liberi cittadini. All’inizio scrivevo solo saltuariamente sul nostro giornale poi nella riunione di redazione dell’ottobre 2011 il caporedattore Marco Negri ci ha comunicato che dal novembre 2011 sarei stato il curatore della sezione “Almanacco” del nostro giornale. La mia rubrica contiene le biografie dei personaggi illustri vissuti nel passato e gli anniversari. Gli anScoop 52 • GIUGNO 2016 niversari possono riguardare le ricorrenze ma più spesso riguardano gli avvenimenti del passato che possono essere degli avvenimenti storici, sportivi, culturali e le invenzioni. Mi occupo anche degli eventi per i quali non ci limitiamo al mese di uscita del giornale. Se uno dei nostri redattori partecipa a un evento il suo articolo può venire pubblicato anche il mese successivo. Ad esempio il mio articolo sulla conferenza dell’ “DiPetto” riguardava una conferenza che si è svolta il 12 febbraio scorso ma il mio articolo è stato pubblicato sul numero di marzo. Dal 2009 a oggi ho scritto molti articoli che hanno riguardato diversi argomenti. Gli articoli che mi sono piaciuti di più sono stati quello su Giovanni Falcone, quello sulla violenza contro le donne e l’addio alla lira italiana. 25 Servizi Dal caos all’ordine SPAZI RIORGANIZZATI AL NIDO “POLLICINO” - SEZIONE GIRASOLI PER FAVORIRE CONCENTRAZIONE ED ESPERIENZE ATTRAVERSO LA LIBERTÀ DI SCELTA di Daniela, Elisa e Federica. educatrici U no dei compiti principali dell’educatrice è l’organizzazione dell’ambiente. La selezione dei materiali da predisporre e offrire ai bambini è una fase importante e delicata del lavoro di ogni educatrice; stabilire quando un gioco ha esaurito il suo potenziale, quello cioè di soddisfare bisogni e interessi dei bambini, è fondamentale per decidere di apportare delle modifiche. È il modo con cui il bambino si relaziona con gli oggetti che ci fornisce il feed back necessario alla comprensione, ed è attraverso la perdita di interesse e l’assenza di scopo e finalità nelle azioni intraprese con quel particolare oggetto che il bambino denuncia l’esaurirsi dell’esperienza. È quasi scontato ribadire che ogni spazio educativo deve essere organizzato per favorire esperienze utili all’apprendimento incentivando interesse e curiosità. Nel corso dell’anno educativo la cura e la consapevolezza nell’organizzare lo spazio è guidata da un’attenta osservazione della crescita dei bambini, ma vi è un momento in cui si approssima uno stadio di rottura facilmente percepibile in cui la “temperatura emotiva” dei bambini non sembra riequilibrarsi con le richieste dell’adulto e nei confronti degli oggetti familiari pre- 26 senti in sezione. Quando il gruppo di bambini inizia a utilizzare la propria sezione come cassa armonica per manifestare il senso di inadeguatezza che le proposte educative suscitano nel gioco dei bambini è il momento di intervenire. I bambini iniziano ad utilizzare gli oggetti in modo inappropriato, possono essere lanciati o poco considerati e la voce dell’adulto non è sufficiente a rindirizzare il percorso l’ordine in sezione diventa un’utopia da perseguire. È questo il momento in cui risulta necessario fermarsi per riflettere criticamente, confrontare i diversi punti di vista e intervenire, per ritornare all’ordine attraverso l’elaborazione del caos. Ed è durante questo momento attivo e delicato che l’insegnamento di Maria Montessori ci viene in soccorso. La nostra riflessione è partita dal concetto di ordine, dalla consapevolezza che stimoli eccessivi o troppo mutevoli fungono più da distrazione che da sostegno. Pertanto abbiamo condiviso la strategia di offrire ai bambini dei materiali “speciali”, che potessero aiutare i bambini attraverso un percorso libero, ma organizzato dall’adulto, verso l’acquisizione di un senso di ordine durante le loro esperienze di gioco. La ricerca costante di oggetti adeguati ma economici, ci ha portato a reperire vassoietti di legno grezzo, ecologically correct che ben si addicono ai colori della sezione (la Montessori raccomanda attenzione anche all’aspetto estetico delle proposte) e ben si prestano alla realizzazione delle nostre idee. Anche i genitori hanno fatto la loro parte e in un’ottica di alleanza co-educativa, ci hanno “rifornito” di oggetti necessari alla costruzione del materiale. Barattoli, tappi, legnetti, pigne, dosa spaghetti, portacandele, carta speciale. Infine la creatività delle educatrici ha giocato un ruolo importante affinché ogni oggetto riciclato avesse nella sua nuova vita un aspetto piacevole, attraente e in armonia con lo spazio circostante. L’angolo montessoriano, che poi sono diventati due, così battezzato dal gruppo di lavoro, è stato ultimato nel giro di qualche settimana. La libera attività del bambino all’interno di un ambiente preparato, adatto cioè alle caratteristiche psicofisiche del gruppo, è rimasta prerogativa del nostro metodo di lavoro, pertanto ogni bambino ha la possibilità di usufruire del nuovo materiale senza le sollecitazioni delle educatrici. Ogni vassoietto contiene una singola proposta, messa a disposizione, facilmente fruibile nella sua immediatezza. Scoop 52 • GIUGNO 2016 Servizi Ogni esperienza ha rispettato le caratteristiche indicate dall’insegnamento Montessori: oggetti attraenti in grado di stimolare la curiosità dei bambini, di facile uso e manipolazione, con valenza autocorrettiva, attraverso i quali i bambini con un iter di prove ed errori riescono a raggiungere, nella maggior parte dei casi, il successo; infine di tipo analitico, incentrato cioè su una singola qualità dell’oggetto, nello specifico la forma e il colore. La presenza costante dell’adulto, di un piccolo gruppo di bambini nell’area vicina a ogni angolo (non più di 5), e la ripetizione di indicazioni utili alla buona gestione del materiale ha portato la sezione a un rinnovato interesse per le esperienze proposte. Il livello di concentrazione si è notevolmente alzato e i bambini hanno imparato a sperimentare il concetto di confine e ordine (aiutati dalla delimitazione imposta dal vassoio che contiene la singola esperienza). Hanno inoltre imparato a riordinare, alla fine del gioco, ogni vassoio nello spazio a lui dedicato per offrire al compagno l’opportunità di fruirne dopo di lui. Siamo fermamente convinte che la libertà di ogni bambino deve essere tutelata e promossa durante la vita al Nido, attraverso un’impostazione educativa che prenda in esame i reali bisoScoop 52 • GIUGNO 2016 gni dei bambini, non sempre così banali e scontati. In questo mondo contraddistinto dalla fretta e dalla comunicazione mediata, fermarsi e riprendersi un po’ di tempo per osservare cosa chiedono davvero i nostri bambini serve soprattutto a noi adulti, per non perdere la bussola di un cammino insieme, condiviso, mano nella mano. 27 Servizi Giochi senza barriere ANCHE QUEST’ANNO IL CENTRO DIURNO ANZIANI “CÀ MAZZETTI” PARTECIPA ALL’INIZIATIVA SPORTIVA DI MONTE SAN PIETRO a cura del gruppo di lavoro L a partecipazione all’evento sportivo annuale è divenuta ormai un appuntamento fisso per il Centro Diurno Anziani di Casalecchio Di Reno, d’altronde è un’iniziativa sempre attesa con una certa aspettativa dovuta alla forte tensione per la competizione di una gara e alle ottime performance degli anni passati. Già la preparazione e gli allenamenti palesavano un evidente impegno supplementare per la buona riuscita dell’evento, anche perché i nuovi partecipanti non volevano deludere coloro che non potevano più prendere parte a questi giochi. La mattina dell’11 maggio alle 9.30 in punto, la nostra squadra composta da Romano, Rosalia, Giuditta, Albertina, Luciana, Giulio e Gabriella accompagnati dagli operatori Nadia e Angela, parte alla volta di Monte San Pietro: tutti emozionati, il nostro motto era fare del nostro meglio ed impegnarsi al massimo delle nostre possibilità. Arriviamo presso il centro socio-riabilitativo, neanche il tempo di ambientarci che iniziano le gare, tutti danno il massimo, animati da un grande spirito competitivo. Non ha importanza spiegare nei particolari i giochi, ciò che conta è dar voce alle emozioni e alle sensazioni: persone anziane che per una mattinata rivivono ricordi di quando erano bambini animati accomunati dal medesimo spirito; la 28 competizione di una gara e sapersi mettere in gioco. Un ex camionista che si presta al ruba bandiera, un’ex barista che si impegna a fare centro con le piastrelle, un ex operaia di una catena di montaggio che gioca a nomi e città, un ex muratore, che si dà da fare per pescare le palline con il numero più alto, mentre gli altri cercano di individuare il maggior numero di animali. La giornata si è conclusa in una sfilata dove tutti i partecipanti erano stati opportunamente vestiti a tema, anche il nostro Giulio e Albertina, spazzacamino e Mary Poppins, si commuovono nei panni di personaggi di una storia fantastica. Per tutti è stata un’emozione coinvolgente perché hanno trascorso una giornata meravigliosa e incontrato persone che, come loro, hanno condiviso lo stesso evento, portandoli indietro nel tempo, quando erano sui banchi di scuola e partecipavano ai giochi sportivi. La vittoria non è arrivata , come per gli anni precedenti, ma un piazzamento d’onore, il 3° posto, mentre il 1° se l’è aggiudicato la squadra di casa. Ma al di là della classifica chi ha veramente vinto è stata la solidarietà, l’amicizia, la fratellanza, l’amore e la condivisione, sentimenti importanti che devono permeare sempre nei nostri cuori e diventare una costante che appartenga sempre alla nostra vita. Scoop 52 • GIUGNO 2016 Servizi Un logo per il Centro Spazio dei Suoni a cura di Salvatore ed Eleonora, educatori M ercoledì 6 aprile, presso il Centro Giovanile di Calderino “Spazio dei Suoni”, in via IV novembre, si è svolta la premiazione del concorso Un logo per il Centro Spazio dei Suoni. Si è trattato di un concorso attivato dagli educatori CADIAI che gestiscono il centro giovanile, in collaborazione con l’Istituto comprensivo di Monte San Scoop 52 • GIUGNO 2016 Pietro, all’interno di tutte le classi della scuola secondaria dei plessi scolastici di Calderino e Monte San Giovanni. Agli alunni che ne fossero interessati è stato chiesto di disegnare un logo da destinare allo “Spazio dei Suoni”, tenendo semplicemente in considerazione che si trattava di un centro di aggregazione giovanile e che l’elemen- to musicale era centrale all’interno del centro stesso. Molti ragazzi hanno accolto con entusiasmo la proposta e, con il supporto prezioso delle professoresse di educazione artistica, si sono messi all’opera con impegno. Il numero delle partecipazioni al concorso è stato oltre ogni aspettativa. Tra i tanti prototipi di logo pervenuti ne è stato scelto uno, considerato più attinente al tema e adatto a rappresentare un centro giovanile. Il sole ed il tempo sereno hanno favorito un evento pomeridiano a cui hanno partecipato un gran numero di persone, tra ragazzi, rappresentanti dell’Istituto Comprensivo di Monte San Pietro, delle Istituzioni e gruppi di altri territorio invitati alla premiazione. La grande presenza di giovani, la partecipazione di ogni Istituzione coinvolta nel progetto e l’entusiasmo di chi è intervenuto hanno sottolineato l’importanza che il centro “Spazio dei Suoni”, dopo solo poco più di due anni di apertura, sta assumendo sul territorio. Questo è divenuto infatti luo29 Servizi go principale di riferimento giovanile e nodo centrale di un lavoro di rete, che pian piano risponde efficacemente ai bisogni ed alle esigenze del mondo adolescenziale e preadolescenziale, rilevate negli anni di presenza e lavoro degli educatori. Nulla convince più che la strada intrapresa sia quella giusta della la risposta dei ragazzi in termini di presenza e della volontà da parte degli enti sul territorio di cooperare in un percorso comune di sviluppo di adeguate e responsive politiche giovanili. Il coinvolgimento stesso della scuola, la risposta positiva degli insegnanti nell’accogliere il progetto all’interno delle clas- si, la creatività e l’entusiasmo dei ragazzi mostra come una semplice idea possa far “scattare” la voglia di fare qualcosa insieme, ognuno con le proprie competenze, per realizzare un disegno, un grafico, un qualcosa che da identità e forte riconoscimento ad un “luogo” di incontro di giovani del territorio. L’evento è stato condotto dall’Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Monte San Pietro. Sono intervenuti il Sindaco Stefano Rizzoli, la Dirigente dell’Istituto Comprensivo Nadia Zanetti, l’Educatrice Professionale Area Minori e Famiglie di AscInsieme Angela Pezzotti, la vicepresidente della Cooperativa Germana Grandi. I premi assegnati sono stati due: il primo classificato, ovvero il disegno assunto come logo ufficiale del centro, vinto da Erica Botturi della classe III D della scuola secondaria di Calderino, e il premio per la classe più produttiva, vinto dalla III B della scuola secondaria di Monte San Giovanni. I vincitori hanno ricevuto buoni acquisto e sconti presso le cartolibrerie del territorio Block Notes, Milleidee e Non solo Tabacchi. Dopo le premiazioni l’evento è entrato nel vivo con una merenda, tornei di calcino, partite alla Playstation e a ping pong coinvolgendo sia adulti che giovani. Una casa da vivere di Maria Cristina Ghilli e Tinarelli Tiziana, educatrici I l 9 novembre 2015 presso l’appartamento di Via Mazzini Chiara, Laura, Marina, Simona hanno iniziato un’esperienza dell'abitare in autonomia, dal lunedì al venerdì mattina. Le ragazze, che avevano già sperimentato un progetto simile “Vita da vivere” in carico alla Fondazione Dopo di Noi presso l’appartamento di Via Zucchini a Bologna per circa cinque anni, erano 30 molto desiderose di iniziare. Questo gruppo appartamento viene tecnicamente definito a bassa soglia, perché a differenza di esperienze similari in cui il livello di controllo è generalmente più elevato, in questo caso la presenza dell’operatore viene limitata a poche ore pomeridiane per consentire alle ragazze di svolgere una vita più autonoma e responsabilizzata. Punto centrale e peculiare di questa esperienza è la consegna concreta delle chiavi dell’appartamento a Chiara, Laura, Marina, Simona. A loro spetta la gestione autonoma delle mansioni quotidiane quali la preparazione dei pasti, la spesa settimanale, l’igiene personale, la pulizia degli ambienti, il tutto gestito attraverso i turni alternati preparati dalle ragazze stesse. Scoop 52 • GIUGNO 2016 Servizi L’appartamento è il punto centrale di un servizio innovativo nel settore della disabilità adulta, già sperimentato con successo nel campo della psichiatria. L’idea che sta alla base del progetto è la coabitazione di un gruppo di pari, nel nostro caso quattro ragazze adulte con disabilità lieve, che possano sviluppare attraverso la convivenza un progressivo incremento della propria autonomia. L’abitazione si connota come una casa vera e propria e le ragazze sono di fatto le uniche vere abitanti, infatti hanno le chiavi di casa, sui campanelli sono indicati i loro cognomi; quando gli operatori arrivano non “entrano in turno” nel loro servizio, ma nella casa di Chiara, Laura, Marina e Simona, pertanto suonano al portone d’entrata e si annunciano. La programmazione delle attività personalizzate, la tempestività nel dare risposte adeguate e congruenti, l’affrontare insieme agli utenti il rischio di una scelta nel rispetto di un percorso di vita autonoma da perseguire, sono elementi imprescindibili, ma non semplici, né automatici. Il compito degli operatori risulta più complesso perché determinate com- Scoop 52 • GIUGNO 2016 petenze diventano necessarie per chi sceglie di lavorare in questa tipologia di servizio. Infatti gli operatori diventano: • mediatori tra la realtà sociale e l'utente proteggendolo da situazioni di pericolo, ma non impedendogli di sperimentare esperienze faticose, a volte non prive di rischi, nel totale rispetto delle sue scelte di vita; il loro compito è quello di diventare equilibristi che sanno di dover stare accanto senza prevaricare. Questo significa stare sulla soglia ed essere pronti a mettere tra parentesi le proprie convinzioni per aprirsi all'inatteso; • ascoltatori: attraverso un ascolto attivo ed il confronto l'operatore favorisce la possibilità di un cambiamento nel comportamento dell'utente, soprattutto se accoglie i paradossi del pensiero e della comunicazione, affrontando i dissensi come occasione per esercitarsi nella gestione creativa dei conflitti; • facilitatori: la reale sfida alla base del lavoro educativo, soprattutto in questo servizio, è la capacità di gestire l'incertezza ed è in questo modo che si ha la possibilità di mettersi in gioco e dar spazio alla propria creatività. L'operatore ha il compito di rendere sostenibile l'accompagnamento dell'utente attraverso il coinvolgimento di una rete di attori. Si diventa così facilitatori della relazione e della comunicazione tramite la costruzione di opportunità di vita a contatto con gli altri. Questa tipologia di servizio indirizza gli operatori a lavorare con gli ospiti che vivono nel gruppo appartamento, piuttosto che per loro. 31 Servizi Baule della memoria 2 Gli studenti dell’Istituto Sirani mettono in scena uno spettacolo attraverso i ricordi raccontati dagli anziani del Centro Diurno per anziani “Il Castelletto”. Lo raccontiamo attraverso le foto. 1) La guerra attraverso gli occhi di un soldato: scrive le sue impressioni in un diario ritrovato dopo anni in un baule di ricordi dai suoi nipoti. 2) Preparativi prima dei bombardamenti per lo sfollamento dalle città alle campagne: 4 mesi di racconto documentato attraverso riprese video e mostrato ai giovani allievi al fine di elaborare il copione dello spettacolo. 3) Le braccia delle ragazze simulano l’arrivo degli aerei: l’aereo che preannunciava il bombardamento si chiama Pippo. 4) Dentro il baule si ritrovano tanti ricordi di una storia che ripercorre la giovinezza dei nostri anziani. 3 5) L’ambulante arriva in città per mostrare il corredo per le nozze: allora vigeva lo scambio, se non si possedeva denaro si comprava barattando beni materiali. 6) La resistenza: “Oh bella ciao” colonna sonora della scena e canzone particolarmente cara a tutti gli anziani. 7) Gli attori dello spettacolo: oltre a vestiti, luci ed agli effetti sonori hanno preso spunto da molte musiche cantate dagli stessi anziani durante il loro racconto. 1 8) I ragazzi della 5a superiore hanno accolto tutti gli anziani arrivati per vedere lo spettacolo nell’auditorium della scuola. 9) Lo spettacolo presentato per la prima volta alla festa di Pasqua della struttura del Quartiere Savena è stato successivamente replicato nell’auditorium della scuola dell’Istituto Sirani per tutte le strutture diurne ed Parco del Navile. 32 Scoop 52 • GIUGNO 2016 4 Servizi 6 9 5 7 Scoop 52 • GIUGNO 2016 8 33 Servizi Recensioni MuoviMenti GITA AL CASTELLO DI BENTIVOGLIO DEI RAGAZZI DI SANT’ISAIA, ABS E PAUSINI a cura di Gregorio Parlascino, Tiziana Tinarelli e Giovanni Catrini, operatori “Il 2 giugno i nostri operatori hanno deciso di portarci in gita al castello di Bentivoglio. Ma non soltanto a noi del gruppo appartamento Sant’Isaia, ma anche ai nostri amici di ABS e alle ragazze del Pausini. Non è stata una di quelle gite in cui ci si sveglia presto al mattino, per fare tanti chilometri e tornare tardi la sera. Infatti siamo partiti con calma, diciamo che per le 15:15 circa eravamo tutti dentro al pulmino. E, tempo che ci si sistemasse, che Nura trovasse l’attacco della cintura, che Giancarlo ricordasse a tutti il perché di quella meta, per le 15:25 circa il pulmino cominciava a percorrere i primi metri. Sotto una pioggia battente lasciamo Bologna, per attraversare quel lembo di pianura che porta a Bentivoglio. In radio davano Sofia, il tormentone di questa estate, l’umore era medio-alto. Appena arrivati siamo rimasti stupiti perché questa città inizia subito con la cinta 34 muraria tutta merlata che protegge il castello. Sembrava quasi di stare dentro un film. Non a caso i vigili del fuoco vi hanno fatto una dimostrazione di come si salva una ragazza che ha fatto un incidente ed è rimasta incastrata nella sua auto... Devo dire che mi ha incuriosita, ma credo sia una di quelle cose che si potrebbe fare a meno di sapere... Giarcarlo era in visibilio invece, ha una passione sfrenata per gli autobus e per i mezzi pesanti. La visita è continuata nelle sale del castello che sono adibite a laboratori di un importante istituto di ricerca, il Ramazzini. Qui la guida ci ha mostrato diversi campioni con dentro dei topi sezionati, con i quali loro ci fanno gli esperimenti. Questa cosa ha fatto schifo un po’ a tutti quanti noi, Simone ha fatto pure una faccia che mi ha fatto ridere tanto, e Axel ha detto ad alta voce che gli veniva da vomitare... Però devo ammettere che siamo fortunati ad avere persone che hanno il coraggio di fare queste cose qui... Comunque il bello è iniziato dopo, quando ci siamo fatti un giro a cavallo nel giardino del castello, io Scoop 52 • GIUGNO 2016 Servizi non avevo paura, Nura invece all’inizio ha urlato, poi si è data una calmata e ha cominciato a ridere. Nella corte del castello abbiamo anche ballato con un gruppo di cowboy scatenati, io non ce l’avevo il cappello e nemmeno gli stivali, e nemmeno Axel ce li aveva, però abbiamo fatto finta di essere cowboy anche noi. Poi ci è venuta fame e ci siamo mangiati due crescentine a testa, una col prosciutto e una col salame, fatte da un gruppo di signori, come quelli che si vedono alle sagre, e il mio operatore ha detto che gli sembrava la scena di un film di Fellini, ma io non mi ricordo se l’ho visto... Ormai si era fatta una certa ora e di nuovo a bordo del pulmino ci siamo rifatti la strada per Bologna. Non era del tutto sera, c’era una fascia rossa nel cielo e si vedeva da lontano la chiesa di San Luca. Io l’ho guardata tutto il tempo, fino a quando è diventata vicina, Cristina invece dormiva e mi sa anche nei sedili dietro facevano lo stesso. Come si dice: “Ognuno si gode il viaggio come gli pare”. Testimonianza di D. Scoop 52 • GIUGNO 2016 35 Servizi Autonomie @l centro AUSILI TECNOLOGICI: RISORSE E STIMOLI A FAVORE DELLA DISABILITÀ, NELLE ATTIVITÀ QUOTIDIANE. di Paola Panaro e Samanta Carpeggiani, educatrici e Laura Morini, psicologa Alla fine dell’anno 2014 la Fondazione Asphi, che si occupa della diffusione ed utilizzo dei mezzi informatici per le persone disabili, ha organizzato un percorso formativo in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e con il coinvolgimento dell’ASL, Dipartimento Integrazione Sociale Sanitaria. Tale progetto, la cui durata si è protratta fino a tutto il 2015 ha avuto l’obiettivo 36 di promuovere la conoscenza e l’utilizzo delle tecnologie assistive e multimediali nei contesti di vita e di cura, con persone disabili adulte. Questa interessantissima opportunità è stata offerta a cinque Centri socio riabilitativi delle province di Bologna, Modena e Ferrara; per CADIAI è stato coinvolto l’ex Centro Diurno “Graziella Fava” e due operatrici hanno potuto partecipare a questa formazione. Tra gli obiettivi principali del lavoro con le persone con disabilità intellettiva e motoria, vi è quello di favorire le autonomie e l’autodeterminazione personali, consegnando loro l’opportunità di esprimere le proprie scelte e decisioni in merito a quanti più possibili contesti esperienziali e di vita essi condividano. È risaputo come gli interventi degli educatori debbano necessariamente tener conto di tutti quegli strumenti che, a livello ambientale, promuovono le maggiori autonomie personali. Secondo questo punto di vista, il concetto di disabilità non è da intendersi come un assoluto, ma quanto definito dall’incontro tra la persona ed i suoi ambienti di vita. Tra gli strumenti che possono migliorare in tal senso la qualità di vita, ci sono le tecnologie multimediali, oggi ancora limitate a causa della scarsa conoscenza che se ne ha. Con questo progetto, Asphi ha inteso dare avvio ad una sperimentazione finalizzata a divulgare l’uso degli ausili tecnologici, come strumenti fondamentali nell’operatività quotidiana. Durante i primi incontri formativi, i partecipanti hanno descritto il proprio servizio entrando nel merito delle caratteristiche dei ragazzi e dei principali loro bisogni, mentre da parte di Asphi vi è stata la descrizione dei differenti ausili tecnologici da utilizzare a fronte delle difficoltà personali. La seconda parte del progetto si è concentrata sulla sperimentazione degli strumenti tecnologici che Asphi ha consegnato ai Centri coinvolti, con l’obiettivo di realizzare un progetto finalizzato all’utilizzo di tali tecnologie. Nel nostro caso, tutti gli operatori si sono dedicati alla sperimentazione degli ausili tecnologici con i ragazzi ed è stato possibile effettuare osservazioni utili per capire il grado di coinvolgimento Scoop 52 • GIUGNO 2016 Servizi di ciascuno ed il ruolo potenziale assunto, al fine di un progetto finale. In questa fase, durata diversi mesi, i tecnici di Asphi hanno sempre offerto la loro disponibilità come consulenti, dandoci suggerimenti e consigli. Nel valutare l’insieme del materiale raccolto e le competenze espresse da ogni utente, abbiamo deciso che il prodotto conclusivo sarebbe stato un libro digitale interattivo, prendendo spunto da una semplice e divertente storia scritta dai nostri ragazzi all’interno di un’attività del Centro. Nella storia del Centro “Fava”, larga parte delle attività consiste nella rappresentazione Scoop 52 • GIUGNO 2016 della realtà percepita attraverso il disegno, la pittura, la manipolazione di materiali, ecc. La creazione di un libro digitale interattivo ha permesso di arricchire un semplice racconto con disegni ed effetti sonori. La storia diventa così il tema che si sviluppa lungo pagine di segni, di tracce colorate, di figure variopinte, ma anche di suoni che animano concretamente le figure e vi attribuiscono il significato della partecipazione condivisa e delle attività di tutti i ragazzi. Avendo gli utenti competenze assai diverse, nostra intenzione era che ognuno partecipasse alla realizzazione del progetto finale: una volta scomposto il lavoro in più parti è stato possibile che ciascuno si dedicasse a quanto più adatto alle proprie capacità. Durante le attività gli operatori hanno effettuato osservazioni sistematiche sui ragazzi per monitorare il gradimento e la partecipazione, ma anche per evidenziare l’attenzione e per scorgere emozioni, come divertimento e curiosità, che in più occasioni abbiamo avuto modo di riconoscere nelle loro espressioni. In seguito alla prima fase di osservazione, nella quale abbiamo fatto provare a tutti i vari programmi e ausili tecnologici acquisiti, siamo riusciti ad individuare percorsi specifici: principalmente molti si sono divertiti utilizzando Sit plus, un programma che stimola le abilità motorie e sensoriali attraverso suoni associati ad immagini. Questo programma, oltre al divertimento, ha permesso anche la partecipazione delle persone più in difficoltà, attraverso piccoli e semplici movimenti. Anche programmi, come le Gocce sonore, sono piaciuti e hanno stimolato l’attenzione in alcuni utenti che invece tendono ad essere passivi. Il programma Audacity, con cui si possono fare registrazioni, ha suscitato molto interesse, soprattutto grazie alla possibilità di riascoltarsi. Durante il percorso è emersa la difficoltà di utilizzare lo schermo touch del pc per le persone con difficoltà motorie, in quanto troppo grande, di qui la scelta di acquistare un tablet che permette l’utilizzo assumendo posizioni più comode per tutti. Attraverso il tablet abbiamo proseguito le osservazioni declinate sulle varie attività: dal disegno, ai giochi interattivi, etc. Sulla base di queste osservazioni abbiamo impostato il lavoro per la costruzione del libro digitale interattivo dal titolo: Una “tranquilla” giornata nel traffico. La storia è stata trascritta al computer da M.; successivamente sono state realizzate le vignette, poi decorate attraverso il pc touch, che S. ha ricalcato con i colori da lei scelti. Inoltre, per l’audio, è stato utilizzato un programma di registrazione nel quale alcuni ragazzi si sono cimentati come attori, mentre un’altra parte è stata realizzata dai ragazzi con maggiori problematiche motorie, tramite l’utilizzo del Click4all. E così è nato il libro digitale che potrà essere utilizzato in vari modi a seconda delle peculiarità di ciascuno! Anche tra gli operatori, a seconda delle attitudini personali, vi è stato chi si è occupato della parte audio, chi delle vi- 37 Servizi Saltinmente SI È CONCLUSO IL TORNEO SALTINMENTE VOLTO ALLA STIMOLAZIONE COGNITIVA DELL’ANZIANO ATTRAVERSO SOFTWARE MIRATI CON SUPPORTO TOUCH SCREEN. di Anna Chiara Achilli, musicoterapeuta “Non smettere mai di giocare” è il segreto per mantenere il cervello sempre giovane… È lo slogan che ha mantenuto giovane per un anno intero il cervello degli anziani dei cinque Centri Diurni che sono stati giocatori di un vero e proprio torneo cognitivo. Il saltinmente con metodo all’italiana, tutti contro tutti, vedeva impiegati due Centri Diurni a rotazione: ogni squadra, comgnette e chi dell’assemblaggio finale. L’incontro con la tecnologia a favore della disabilità è stato di tale impatto, da suggerire, nell’ambito della programmazione, attività come il Laboratorio visivo e la Stimolazione sensoriale, attraverso l’utilizzo graduale di questi strumenti. 38 posta da 7 anziani, si cimentava in uno scontro il cui strumento di gioco erano i software cognitivi caricati all’interno del touch screen che ogni struttura ha in dotazione. La memoria a breve termine, il linguaggio e logica, l’orientamento nel tempo e nello spazio, l’attenzione visiva sono le aree cognitive stimolate attraverso il memory con le tessere o con i suoni, i giochi di parole, le domande sulle stagioni e i me- In modo particolare si è avviato un percorso per l’utilizzo del Click4all con l’ausilio di un cuscinetto conduttore da azionare con la testa e un percorso per imparare ad usare il tablet, potenziale risorsa per la gestione del tempo libero a casa. Nel frattempo stiamo si, trovare le differenze in un’immagine, il calcolo con le monete ecc. Questo tipo di supporto, utilizzato da almeno cinque anni all’interno delle strutture diurne nelle attività di animazione, è molto utile non solo per strutturare un percorso di allenamento cognitivo individuale e di piccolo gruppo tenendo monitorate tutte le aree mentali dell’anziano ma rappresenta a volte un buon strumento di verifica nell’ambito delle ri- continuando a sperimentare e scoprire nuove opportunità che possono essere strumento di lavoro per noi operatori, nonché ausilio e stimolo per gli utenti nel nostro nuovo gruppo allargato, nella nuova sede del Parco del LungoReno. Il prossimo momento importante sarà dopo l’estate, quando tutti i Centri coinvolti nella formazione, si incontreranno pubblicamente per esporre i percorsi svolti in questo progetto in modo da poter condividere l’esperienza anche con altri gruppi di lavoro, anche con voi! Scoop 52 • GIUGNO 2016 Servizi unioni di valutazione di equipe. Si sono realizzati giochi sia individuali, davanti al monitor, che di gruppo grazie ad un proiettore collegato al touch screen che ha permesso a tutti i partecipanti di monitorare l’andamento della gara o addirittura intervenire in aiuto ai componenti della propria squadra. Concentrazione, sana competizione, riflessi pronti sono stati sicuramente le prime componenti da attivare durante la gara, ma soprattutto l’unione di tante menti attive e dinamiche; che si chiami “brain training” o - nella variante italiana - “fisioterapia della mente”, la sostanza non cambia: opportunamente stimolato, il cervello umano può aumentare o rigenerare le proprie capacità cognitive. Con il giusto allenamento il nostro cervello può espandersi e rigenerarsi esattamente come accade ai muscoli del corpo con lo sport: ma se leggere, frequentare altre persone e coltivare un hobby può essere sufficiente per una mente giovane, di fronte all’avanzare dell’età o a funzioni cognitive compromesse c’è bisogno di un esercizio intensivo. Per questo nascono i software di brain training, programmi per computer strutturati alla stregua di veri e propri videogiochi, il cui fine è conservare le capacità cerebrali, prevenendone il decadimento. Un ottimo esempio, in questo senso, arriva dal Politecnico di Torino, dove una start up guidata da un neurologo ha messo a punto un software particolare già utilizzato con successo su anziani e malati di Alzheimer, che a breve verrà sperimentato anche sui ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico. Il principio in base al quale opera il programma è presto detto: “Nel cervello umano – spiega il medico – nascono ogni giorno un milione di neuroni, che però muoiono altrettanto velocemente se non vengono attivati con dei collegamenti sinaptici. Patologie come l’Alzheimer rendono questo processo più difficoltoso, ma è comunque possibile sollecitarlo con la stimolazione cognitiva: proprio per questo sono stati studiati gli esercizi contenuti nel programma”. Finora, il programma è stato utilizzato soprattutto su pazienti con danneggiamento cognitivo medio: “si tratta di anziani al primo stadio di demenza senile, o colpiti da afasia, Parkinson o Alzheimer. Questi ultimi sono anche stati inseriti in una sperimentazione con un gruppo di ragazzi Down, che hanno finito per svolgere una funzione di tutoraggio nei loro confronti: in altre parole erano loro che monitoravano lo svolgimento degli esercizi”. Lo staff medico dell’azienda afferma di aver registrato un miglioramento cognitivo del 27% su un orizzonte di quattro mesi: “in altre parole in quell’arco di tempo i pazienti si dimostrano più attenti, riescono a stabilire dei collegamenti che non riuscivano a fare, e c’è un forte abbassamento dell’apatia e un incremento della qualità dell’umore”. L’influenza positiva di questo tipo di software cognitivi potrebbe rivelarsi molto significativa per tutti quegli anziani che cercano di mantenere il cervello in forma man mano che invecchiano per cui intervenendo sugli stili di vita si può aiutare a conservare le funzioni cognitive e, potenzialmente, a ridurre il declino cognitivo associato all’età. Per cui non ci resta altro che giocare! In viaggio con Michele di Brunella Patelli, animatrice A nche quest’anno gli ospiti della Casa Residenza di Granarolo dell’Emilia sono stati coinvolti nel raccontare una loro esperienza di viaggio. Come già avvenuto nel precedente anno abbiamo infatti partecipato al Premio di Narrativa “In viaggio con Michele” indetto dall’A.S.D. Associazione Sportiva Dilettantistica Team di Granarolo in collaborazione col Comune e con il sostegno della Società Editrice Minerva. La premiazione è avvenuta il 16 gennaio presso la Biblioteca del Centro Servizi di Granarolo col la partecipazione dei “nostri scrittori” che, tra gli applausi dei numerosi intervenuti, sono stati premiati dal Sindaco con una targa personale e pasta Granarolo offerta dal Team dei Podisti. L’emozione era tangibile e tanta la loro soddisfazione. Scoop 52 • GIUGNO 2016 39 Servizi Uscita fuori porta fra le mura della Basilica di San Luca di Barbara Cuoghi, coordinatrice C on un folto gruppo di nostri ospiti e di parenti, il 26 aprile, ci siamo recati alla Basilica di San Luca dove eravamo attesi dalle Suorine dell’ordine di Maria Teresa di Calcutta, sempre presenti nelle nostre attività di preghiera in Struttura e che, assieme a noi, hanno partecipato alla Santa Messa e alla visita alla Sacra immagine della Beata Vergine di San Luca ove ognuno si è soffermato in preghiera. È stata una gita molto grdita agli ospiti perché hanno ricordato luoghi a lo- ro cari e che molti di loro, da tempo, non avevano rivisto. Ci hanno raccontato che per loro, quando erano ragazzi, “andare a San Luca” andava oltre ad assistere alla Santa Messa in Basilica ma era una giornata di svago: c’era la salita a piedi o in bicicletta fino alla Chiesa e poi, dopo la messa, la sosta nella piazzola dove si rimaneva in compagnia, portando da casa qualcosa da poter mangiare lassù mentre si ammirava dall’alto Bologna. La gita si è infatti conclu- sa, non proprio con un pic-nic come allora, ma con un pranzo al Ristorante da Vito in compagnia con parenti e amici in un atmosfera di allegria che accompagna ogni pasto. Brindisi per i 100 anni della signora Lina I l piacere di vivere è fatto di tante piccole cose… come poter augurare buon compleanno a chi ha vissuto un secolo! Tanti auguri Lina. Sabato 18 giugno in occasione della “Festa di Inizio Estate“ la Casa Residenza per Anziani di Granarolo dell’E- milia alle ore 19 ha avuto il piacere di festeggiare assieme all’Assessore al Bilancio del Comune di Budrio, Loretta Lambertini e all’Assessore alle Politiche Sociali e Sanità, Giuliano Lenzi, la signora Lina Bardasi che ha festeggiato il suo centenario. Visita al Museo della Civiltà Contadina di Barbara Cuoghi, coordinatrice N ell’ambito dell’attività di reminescenza svolta nella Casa residenza di Granarolo e in collaborazione con il Comune di Granarolo è da tempo in atto una raccolta di ricordi del passato con i nostri ospiti. I loro racconti sono inseriti nel sito: www.cercanelcassetto.it Il 22 di maggio presso il Museo della Civiltà Contadina - Villa Smeraldi - di San Marino di Bentivoglio si è svolto un evento per mostrare al pubblico tutti i racconti e foto dei nostri ospiti, esposti 40 su cartelloni, all’entrata di Villa Smeraldi. L’emozione e la gratificazione per molti di loro è stata tanta nel vedere i loro elaborati esposti al pubblico che si soffermava in lettura. L’evento ha previsto una visita al Museo della Civiltà Contadina ed un concerto con il mezzo-soprano Monica Minarelli dell’Accademia del Bel Canto Ensemble Musicale Evergreen. Sono intervenuti parenti, ospiti e pubblico che, a conclusione dell’evento, si sono fermati al buffet offerto dalla nostra Casa Residenza. Scoop 52 • GIUGNO 2016 Antonio Ligabue Arte e Psiche STORIA DI UN CELEBRE ARTISTA “MATTO” a cura di Gregorio Parlascino adozione ad una famiglia svizzera che lo denuncerà da subito per gli strani comportamenti. Sarà affidato a diversi istituti per ragazzi difficili, fino a sedici anni, quando per atti di cattiva condotta, verrà definitivamente espulso. A questo punto cominciano a susseguirsi una serie di violente crisi nervose che lo porteranno per la prima volta ad essere ricoverato in un ospedale psichiatrico. È il 1919 quando la madre adottiva ormai satura e indisposta ad ogni forma di recupero, per eliminare ogni contatto con Antonio, lo denuncerà facendolo arrestare. Così ammanettato viene instradato in Italia, e dal confine italo-svizzero condotto sino a Gualtieri, in Emilia La storia dell’emarginazione è strettamente legata al rifiuto di ciò che viene considerato diverso e per questo di difficile approccio. Gli strumenti che vengono adoperati sono la soppressione della vita o l’annichilimento della personalità, e la storia di Antonio Ligabue, il più celebre tra i pittori naif italiani, ne è testimonianza. La sua vita può essere paragonata ad un germoglio che viene ripetutamente calpestato e con la stessa violenza dell’oltraggio subito rianimarsi, ribellarsi e diventare più forte di prima. Ci costringe inevitabilmente a riflettere su quanto molto spesso viene rifiutato e che per ironia della sorte si rivela alla fine indispensabile. Infatti cancellare l’esistenza di Antonio Ligabue sarebbe equivalso alla rinuncia di una visione della vita pura, primitiva, senza fronzoli, reale, disperatamente sublime e dannatamente dolorosa. Antonio sapeva bene cos’era il dolore che per lui aveva a che fare con il rifiuto. Nacsce a Zurigo nel 1899 da un emigrante italiana di origini bellunesi e da padre ignoto. Ben presto verrà dato in Scoop 52 • GIUGNO 2016 Romagna. Come una cometa arriva in queste terre semplicemente per essere stato riconosciuto all’anagrafe da Bonfigliolo Laccabue, gualtierino, che aveva sposato la madre quando Antonio aveva solo un anno. Per questi nutrirà sempre un rancore profondo perché Antonio lo riterrà responsabile dell’uxoricidio della madre naturale e dei fratelli avvelenati con dei funghi. Nelle terre reggiane si fa conoscere presto, cominciano a chiamarlo “al Matt”, e qui si compie il miracolo creativo: per guadagnarsi da vivere dipinge in cambio di cibo, trovando consenso tra fatto- ri, contadini e allevatori. Antonio restava comunque “il matto” e per questo era costretto a vivere da solo ed isolato, con periodici internamenti in manicomio dove continuerà a dipingere sotto l’occhio attento e curioso dei medici. Nei sui dipinti si sussegue un mondo in cui si specchia la campagna padana, la collina coi i suoi borghi e i campanili, la vegetazione cespitosa che si genera in abbondanza lungo gli argini del Po, gli ordinati filari di pioppi che ritmano la pianura che si perde a vista d’occhio nella foschia. Lo stupore coglie immediatamente perché ci si rende conto che queste vedute non sono altro che lo sfondo in cui si compie la dura legge della vita: la legge del più forte. Tigri ruggenti e minacciose ti colgono improvvisamente nascoste tra i cespugli in una terribile lotta col pitone. Aquile inferocite planano ad ali spiegate alla cattura di un serpente che si gode un raggio di sole accovacciato inconsapevole su di un masso. Una chiara metafora della vita e delle sue insidie, di un mondo apparentemente rassicurante ma improvvisamente sconvolgente. Un tormento che sarà presente in tutti i suoi dipinti anche in quello in cui semplicemente il fattore ara i campi sfruttando la forza dei suoi buoi, o quello in cui raffigura se stesso con una mosca in fronte. Questo discernimento esistenziale che è distintivo degli artisti trova un connubio unico con il suo disagio mentale. Struttura un processo creativo attraverso una ritualità quasi mistica: si traveste da donna indossando lunghe e candide vesti, fa scongiuri, si contorce, produce versi animaleschi, cade in uno stato di disperazione, piange, mentre con occhiate guardinghe si specchia alla tela fino ad impugnare il pennello, e lentamente tra mille esitazioni iniziare a dipingere. 41 Arte e Psiche Si racconta che per assomigliare ad un aquila, il suo animale preferito, durante uno dei suoi tanti ricoveri, picchiasse ripetutamente il setto nasale contro lo spigolo di un pilastro. Antonio è uno di quei rari casi di artisti “matti” che videro riconosciuta in vita la propria grandezza creativa. Non ancora cinquantenne critici e galleristi d’arte cominciano ad occuparsi di lui: vince premi, fa mostre, vende tantissime opere, e una volta divenuto ricco comincia ad assumerne i comportamenti: coltiva la sua passione per le moto, acquista un Il pensiero secondo Simone La scelta di Blu di Gianluca Laudicina, psicologo di Simone Senarega Vi presento Simone Senarega (Famiglia di Nobili genovesi ai tempi delle repubbliche marinare). Simone nasce a Genova 38 anni fa, cresce a Chiavari fino ai 18 anni. Persi i genitori, a distanza di 15 giorni l’una dall’altro, per due mali incurabili, decide di trasferire ad Amsterdam il suo fardello di sofferenza; qui conosce una ragazza che viveva per strada e sceglie di seguirla nel suo approccio alla vita. Insieme peregrinano poi tra Rotterdam, Utrecht, Parigi, Marsiglia, Barcellona ed infine Bologna, dedicandosi allo spaccio e alla tossicodipendenza e vivendo in case occupate. A causa di un’aggressione “vigliacca” ora si trova nella condizione di disabile che, dopo aver vissuto in alcune strutture residenziali è approdato, di recente, a Parco del Navile. Pubblichiamo di seguito la sua opinione su un tema che, negli ultimi mesi, è stato lungamente dibattuto. 42 Dopo aver vissuto tanti anni per strada, mi sono ritrovato ad abitare in una struttura, cambiando totalmente stile di vita. Quindi non parlo per partito preso ma so quello che sto per dire. La vita di strada mi ha profondamente segnato, influenzando le mie idee. È per questo che ho scelto di parlarvi della vicenda di Blu. Blu è un artista di strada di Bologna che crede che l’arte sia patrimonio collettivo e per questo ha sempre dipinto i muri della sua città. La vicenda che vede Blu protagonista mi ha profondamente colpito per due motivi: perché appunto ho vissuto per anni in strada e perché da qualche mese vivo nel quartiere Navile. Il 18 marzo 2016 è stata inaugurata a Bologna la mostra “Street Art. Bansky & Co. L’arte dello stato urbano” promossa da Genus Bononiae con il sostegno della fondazione Carisbo. Di seguito Blu ha deciso di cancellare le sue opere, sempre gratuitamente a disposizione di tutti, dai muri della città. Non capisco come abbiano potuto osare staccare le opere di Blu dai muri, per mostrarle a pagamento e per di auto nera con tanto di autista, si fa portare in lungo e in largo nel tentativo di conquistare una donna, il suo più grande desiderio. Ma nonostante la notorietà resterà un uomo solo e disperato. Nel 1961 a Roma viene rappresentata la sua prima grande personale, questa mostra segna il suo definitivo successo come artista. Morirà qualche anno più tardi, il 27 maggio del 1965. Nel novembre del 2010, a Milano, la casa d’aste Christie’s ha battuto un suo autoritratto a 152.000 € su una stima iniziale di 50.000 €. Ad aggiudicarsi la preziosa opera è stato un collezionista privato che ha chiesto di restare anonimo. Prima d’ora nessuno aveva mai pagato una cifra simile per un dipinto di Antonio. Testimonianze più chiuse tra quattro mura, quando Blu ha sempre messo le sue opere gratuitamente a disposizione di tutti. A mio avviso, l’arte di strada, deve rimanere in strada. Credo che si tratti di un chiaro esempio di mercificazione delle opere di un artista. Penso che per il volere di pochi, che tentano di fare soldi sulle spalle del lavoro altrui, le strade di Bologna sono state spogliate d’arte. Perciò “peggio per tutti”. Foto tratta dalla rete Scoop 52 • GIUGNO 2016 CADIAI in cucina Hai una ricetta che vuoi condividere con noi? Tua, della nonna, di un Paese lontano? Scrivici ([email protected]) e saremo contenti di aggiungerla per creare un ricettario… cooperativo! Sformato di zucchine di Camilla Zou Una dieta equilibrata gioca un ruolo molto importante nell’ambito delle buone abitudini da adottare per una vita più sana. Cerchiamo di consumare regolarmente i vari tipi di verdure, crude o cotte preferibilmente di stagione, ma non tutti “ne vanno pazzi”, ad esempio i bambini. Ecco un modo alternativo per proporre una verdura di questa stagione: la zucchina. Ingredienti: • 1 kg di zucchine • 1 cipolla media • 4 uova • una manciata abbondante di parmigiano • alcune foglie di basilico • 2 cucchiai di farina • sale q.b. per circa 15 minuti (devono asciugarsi un poco), salare, spegnere il fornello e aggiungere il basilico. Far intiepidire. In una ciotola sbattere le uova con un pizzico di sale, il parmigiano, la farina; se le zucchine sono abbastanza tiepide aggiungerle e mischiare. Prendere uno stampo per ciambella da 24 cm imburrare (se preferite potete usare l’olio d’oliva), cospargere con un po’ di pane grattugiato e versatevi il tutto. Far cuocere in forno a 180°C per circa 1 ora (deve diventare un pochino dorato sopra). Far intiepidire, sformare ed ecco il risultato decorato con i pomodorini! Procedimento: Tritare la cipolla, passare al robot da cucina le zucchine con la lama che le fa a pezzetti (non a fili), mettere un filo d’olio extravergine d’oliva in padella poi la cipolla tritata fine, far appassire e aggiungere le zucchine, far cuocere La rubrica dedicata ai suggerimenti di lettura è uno spazio a disposizione di tutti. Chiunque volesse scrivere un commento o un’impressione su un libro che si è apprezzato e che si vuol condividere con gli altri, può contattare la redazione allo 051 7419001 o scrivendo a: [email protected] FRANCESCO BENEDETTO BELFIORE Elisabeth Bolognese Editore di Lisa Lambertini Valerio è un ragazzo che vive il presente trattenendo a se ciò che sua madre, morta quando lui era ancora ragazzino, gli ha voluto risparmiare: la sua assenza. E così il vuoto di Valerio è qualcosa da colmare di dolcezza e lui la trasforma in arte pasticciera. Come un pranzo di Babette, ogni sua creazione è un tripudio di Liber Libero emozione e passioni e chi la assaggia sente ciò che lui ha provato nel prepararla. Poi l’amore per Elisabetta e finalmente quel vuoto viene lenito, per poi divenire una voragine senza fine e la sua più sublime creazione. Un romanzo delicato seppur dalle mille essenze, per palati golosi di emozioni. Lettere I familiari di Iolanda Tabellini ospite della Casa di Riposo di Granarolo Emilia, deceduta il 20 Gennaio scorso, desiderano esprimere la loro gratitudine a tutto la equipe medica, paramedica e a tutto il personale della struttura,per la competenza professionale e la presenza costante a supporto di tutti noi, per tutti gli anni della degenza. Scoop 52 • GIUGNO 2016 Pur nel dolore della perdita di una persona cara, ci rasserena il sapere che e stata amorevolmente assistita fino al suo ultimo respiro. Rinnoviamo la nostra stima e un grazie immenso a Barbara per quel rapporto di cordiale amicizia che si e creato fra noi e che da senso alla vita. La nuora e i nipoti. 43 Rubriche Convenzioni in favore dei soci ASSICOOP SICURA AGENTE UNIPOL UGF ASSICURAZIONI UGF BANCA Convenzione assicurativa e bancaria per i soci CADIAI e familiari conviventi. Condizioni di miglior favore e di sconti sulle principali polizze (es: R.C. Auto, polizze per la persona, la famiglia e la casa, polizze vita e gestione del risparmio, Unisalute - piani di assistenza sanitaria) e sui prodotti e servizi bancari UGF Banca (conti correnti, mutui, prestiti personali). Per ulteriori informazioni contattare: il Centro Servizi Telefonici UNIPOL allo 051 2818888 o la consulente Assicoop Sig.ra Rossana Peritore al cell. 320 7858357 B&B “CASE ARSE” Strada Case Arse 18 Boncore di Nardò (Lecce) Sconto del 20% per gli ospiti che soggiornano nei periodi di bassa stagione (da Marzo a Giugno e da Settembre ad Ottobre); sconto del 10% per gli ospiti che soggiornano nei periodi di alta stagione (Luglio ed Agosto); i bambini al di sotto dei 10 anni gratis. CENTRO SORGENTE DI VITA “AYURVEDA” Via Don F. Pasti 22, Funo di Argelato. Cellulare: 333-2361767 Telefono: 051-8659456 Sconto del 30% ai soci e del 20% ai dipendenti su tutti i servizi. CIRCUITO DELLA SALUTE PIÙ Sconto del 10% per prestazioni private, specialistica, diagnostica per immagini, terapia fisica, riabilitazione, fitness e prestazioni termali. Sconto del 15% sui bagni termali curativi, antidolore-circolatori-disfunzioni metaboliche. Tariffa ridotta per gli accessi all’Acquapark della Salute Più ad eccezione delle domeniche e dei festivi per i quali non 44 sono previste riduzioni. Sconti sono validi anche per le sedi presenti a Ferrara e in Veneto. CORNICIART Via Pirandello, 14/B - Bologna Tel. 051 514230 - 15% sulla produzione di cornici su misura e su quadri, stampe d’arte e poster. DISCO FRISCO Negozio di dischi Via De’ Monari, 1/A/1B - Bologna Sconto del 10% su tutti gli acquisti. FARMACIA S. ANNA Via Don Minzoni,1 - Bologna Tel. 051 252452/252273 -15% su parafarmaco -10% e -20% su prodotti da banco. 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POLI AUTOSERVICE Via Bologna, 108 San Giovanni in Persiceto (BO) Ai soci e dipendenti viene riservato un prezzo vantaggioso per la fornitura e le prestazioni di riparazioni meccaniche. Per poter operare in tempi rapidi, tutte le prestazioni dovranno essere programmate previo appuntamento telefonico al numero 051 82 14 71 o via e-mail [email protected] TEATRO “ARENA DEL SOLE” 20% sui biglietti di ingresso così come previsto per tutti gli associati delle cooperative aderenti a Legacoop. Scoop 52 • GIUGNO 2016 Rubriche Periodico trimestrale di CADIAI Registrazione Tribunale di Bologna: n. 7703 del 18/10/2006 Direttore Responsabile: Gianluca Montante Comitato di Redazione: Germana Grandi, Laura Zarlenga Proprietario ed Editore: CADIAI Cooperativa Sociale via Boldrini 8 - 40121 Bologna Direzione e Redazione: via Boldrini 8 - 40121 Bologna Tel 051 74 19 001 Fax 051 74 57 288 Coordinatrice di Redazione: Giulia Casarini Collaboratori: Anna Chiara Achilli Daniela Brunetti Domenico Capizzi Patrizia Cardellini Annalisa Fabbri Piera Franceschelli Lisa Lambertini Progetto grafico e impaginazione: Natascha Sacchini, Giorgia Vezzani Stampa: Casma Tipolito via Provaglia 3/b, 3/c, 3/d 40138 Bologna 1 EDITORIALE 2 IN COPERTINA Uno, due, tre, quattro… cento passi! 6 ATTIVITÀ SOCIALE Assemblea di Bilancio 7 CADIAI è su facebook! 8COOPERAZIONE Verso il Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo 9 PROGETTI INTERNAZIONALI Abbbiamo vinto! 10SERVIZI Che bello andare al cinema! Una pioggia di coriandoli 11 Liberi dalla contenzione 12 Ho un diritto per capello 13 Il Nido d’Infanzia di Trebbo ha un nome copertinaScoop52_04.indd 2 Nel numero di marzo scorso abbiamo erroneamente attribuito al dott. Pierluigi Brunori la revisione annuale della cooperativa che invece è stata effettuata dalla dott.ssa Marilena Minarelli; il dott. Brunori ci ha rilasciato l’Attestazione di Avvenuta Revisione in data 16/02/2016. Federico Mantovani Immacolata Massesio Raffaele Montanarella Veronica Ndy Nwoko Gregorio Parlascino Laura Piana Maria Angela Piccinelli Mihaiela Adina Romeghea Laura Santi Deborah Venturoli Gloria Verricelli Sommario Errata corrige: 14 Arboreto Summer 15 Riciclo creativo al Nido “Giovannino” 16 Cucina che passione 18 Voci e volti del caffè San Biagio 20 La pianificazione anticipata delle cure 21 Una giornata speciale 24 Corso di massaggio infantile al Nido “Girotondo” 25 La mia esperienza di redattore 26 Dal caos all’ordine 28 Giochi senza barriere 29 Un logo per il “Centro Spazio dei suoni” 30 Una casa da vivere 32 Baule della memoria 34MuoviMenti 36 Autonomie @l centro 38Saltinmente 39 In viaggio con Michele 40 Uscita fuori porta fra le mura della Basilica di San Luca Brindisi per i 100 anni della signora Lina Visita al Museo della Civiltà Contadina Dono > Presto > Cerco LA RETE DI CADIAI PER METTERE IN CONTATTO LE PERSONE E INCROCIARE I LORO BISOGNI. Il DONO-PRESTO-CERCO è una modalità di donazione e/o prestito, fra i soci e i dipendenti della cooperativa, di quegli oggetti che hanno per i singoli terminato la propria utilità. È prevista anche la possibilità di CHIEDERE (“cerco la tal cosa…, c’è qualcuno che ce l’ha?”), perché il bisogno di qualcuno può far ricordare ad altri di avere degli oggetti inutilizzati e magari sollecitare la disponibilità a prestarli o donarli. Come funziona? Chi vuole donare, prestare o cercare, fa la propria segnalazione ad uno dei seguenti referenti, contattandoli direttamente presso i servizi in cui lavorano: • Cristina Anteghini, Monica Bernabiti, (Residenza per disabili “La Corte del Sole” di San Giovanni in Persiceto); • Lara Girotti e Laura Piana (Nido ”Gatto Talete” di Castel Maggiore); • Giulia Casarini (uffici della sede); • Roberta Meotti (Casa protetta “Torre di Galliera”); • Nada Milenkovic (Nido “Abba” di Bologna); • Giuseppina Reto (“Balenido” di Casalecchio). Questa lista di persone è naturalmente aperta ad altre che vi si volessero aggregare. Le segnalazioni vengono esposte nelle bacheche dei servizi e riportate in una apposita pagina del sito: www.cadiai.it Il DONO-PRESTO-CERCO è una rete informativa che mette in contatto le persone e le loro disponibilità ed esigenze. Non è prevista alcuna modalità di stoccaggio o deposito degli oggetti: le persone si accordano autonomamente per le consegne. I ti t A I u t D CA gura a ferie! Au buone 41 ARTE E PSICHE Antonio Ligabue 42TESTIMONIANZE La scelta di Blu 43 CADIAI IN CUCINA Sformato di zucchine 43 LIBER LIBERO Elizabeth 43LETTERE 44RUBRICHE Newsletter Per ricevere ogni mese la nostra newsletter nella tua casella di posta elettronica, iscriviti inserendo il tuo indirizzo nell’apposito spazio della pagina principale del sito www.cadiai.it 18/07/16 11:33 Il trimestrale di CADIAI Numero 52 • Giugno 2016 Riciclo creativo al Nido “Giovannino” Voci e volti dal Caffè San Biagio Chi volesse scrivere una lettera può farlo via mail all’indirizzo [email protected] o per posta a Scoop c/o CADIAI - Via Boldrini, 8 - 40121 Bologna copertinaScoop52_04.indd 1 Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB BO Autonomie al centro “Parco del LungoReno” Uno, due, tre, quattro… cento passi! 18/07/16 11:33