Febbraio 2009 - Pilo Albertelli

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Febbraio 2009 - Pilo Albertelli
Febbr aio 2009
Anno II - Numero 4
www.ondanomalapilo.com
Un libro per Amore
(continua a pag. 9)
Elisabetta Raggio
- Il giornale del Pilo Albertelli (... Non conventional Pilo ...)
Inside the School
pagg 2,3,4
Fuori dal Pilo
pagg 5,6
AltRa Cultura
pagg 7,8,9
O
gni sentimento è sicuramente
unico, ma quanto è indescrivibile?
Scopritelo confrontandovi con i libri. A
chi è stufo della monotonia della
quotidianità, "ti prendo e ti porto via", di
Niccolò Ammaniti, saprà portare una
ventata d’aria fresca. Sperare in un
imprevisto che cambi la vita a volte
funziona per cambiare la realtà. E in un
paesino dove il mare non si vede però
c’è, può succedere di tutto, anche quello
che non dovrebbe…
I passionali che non si stancano
mai di nuove avventure e nuove
scoperte saranno attratti dallo
scenario del Cile della seconda metà
del ‘900; Isabel Allende ne "la casa
degli spiriti" trasporta in una
suggestiva saga tutti coloro che
credono che l’amore non sia un porto
tranquillo, ma una continua e
instancabile corsa. Se siete delle
ragazze timide e consapevoli di
quanto valete, allora giocate con il
destino! Tuffatevi nell’ambiguità degli
opposti
e
della
prevedibilità
dell’uomo con "donna per caso", di
Jonathan Coe. Rimarrete stupiti da
come l’apparente distacco da ogni
fatto, nasconda l’inespressa volontà di
essere partecipi del proprio divenire!
(...)
AMOR VINCIT OMNIA
Intervista doppia (Arte):
Oh my darling, Saint Valentine!
(continua a pag. 8)
Claire
... a pagina 4!
Una giornata al campo
... a pagina 5!
Il valore della memoria
... a pagina 6!
C
ontrariamente a ciò che
pensare, non tutti gli
sono uguali. L'incredibile
tematiche amorose nelle
dimostra.
si potrebbe
innamorati
varietà di
canzoni lo
C'è
chi
può
inebriarsi
dell'imprevedibilità del suo fortunato
amore corrisposto, e si identifica in
quella passione frizzantina descritta dai
Queen in "Crazy little thing called love".
Ci sono coloro a cui il cuore sobbalza
continuamente, ma che non sono sicuri
dei
sentimenti
altrui.
Alcuni,
nonostante le delusioni passate, sono
pronti a dichiarare il loro amore
incondizionato senza temere un rifiuto:
coloro che sono diretti e passionali
seguono gli AC/DC di “Let me put my
love into you”; gli innamorati virtuosi
capaci di semplici arpeggi sulla chitarra
possono dichiararsi con la struggente
"Unintended" dei Muse. Chi ha invece
avuto fato avverso deve consolarsi in
altre maniere. "Boys don't cry" dei Cure
è la canzone perfetta per (...)
Inside the School O ndan
o ma
l
A
Anno II - Numero 4
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Se Hai un Problema Possiamo Parlarne!
Marco Chimenti
CIAO MARCO,
TI SCRIVO PER UN PROBLEMA CHE PUO' APPARIRE BANALE, MA CHE PER ME STA DIVENTANDO UNA VERA E PROPRIA FOBIA. HO PAURA DI UNO DEI MIEI PROF.; OGNI VOLTA CHE ENTRA IN CLAS SE MI PRENDE L’ANSIA E QUANDO MI INTERROGA, MI SEMBRA DI SVENIRE E FACCIO IRRIMEDIABILMENTE SCENA MUTA.
NON RIESCO A TRANQUILLIZZARMI IN NESSUN MODO E SOPRATTUTTO NON
RIESCO PIÙ A STUDIARE LA SUA MATERIA. COME POSSO VENIRE FUORI DA QUESTA SITUAZIONE?
Ciao!
La paura dei prof è molto comune; a volte deriva dall’idea che siano dei “valutatori” che giudicano e basta, a volte
siamo suggestionati dalla loro severità e dal loro fare scorbutico, a volte la paura origina in classi in cui c’è molta
competizione e si teme il giudizio dei compagni. Se la paura è grande si può reagire con la fuga o addirittura con
l’interruzione dello studio.
Più che a "venir fuori da questa situazione" voglio invitarti a entrarci dentro. Quando abbiamo paura il corpo si
prepara a una situazione di "fuga o attacco" esaltando le funzioni per fronteggiare i pericoli; il battito cardiaco e la
contrazione muscolare aumentano mentre il respiro e la capacità di concentrazione diminuiscono. L’elemento sul quale
ti invito a riprendere il controllo è il respiro. Col respiro ossigeni il cervello, rilassi la mente, regoli il battito cardiaco e
influenzi la percezione delle emozioni controllando quelle inopportune.
Esercita la respirazione "bassa", cioè con la pancia: per almeno cinque volte inspira col naso, chiudi la bocca e
trattieni il fiato; subito dopo comprimi l'aria col diaframma, spingendolo verso il basso. Poi espira con la bocca, molto lentamente. Resta sempre
concentrata sul flusso dell’aria. Ripeti questo esercizio più volte al giorno e appena ne senti gli effetti sperimentalo prima che il prof. entri in classe. Ora
disegna il prof. o trova una sua foto, mettila sulla scrivania vicino a una tua foto e aiutandoti sempre col respiro guardala ogni volta che ripeti la sua
materia. A questo punto scegli il giorno e vai volontaria all’interrogazione. Respira mentre il prof. formula la domanda e anche prima di dare le risposte e
vedrai che la paura farà largo a tutte le cose che hai studiato.
... e non dimenticare che ogni volta ritieni di avere un problema, ciò che conta è il significato che ha per te anche quando pensi che per gli altri possa
sembrare “banale”.
Prenotati allo sportello d’ascolto, possiamo esercitarci insieme.
Quello sono io!
Alessandro Varvaressos
Immaginiamo di conoscere due letterati. Uno è un poeta. Immaginiamo
che viva in una società chiusa, immobile, per diversi aspetti noiosa, dove
non ci sono sostanziali prospettive di cambiamento. Immaginiamo un uomo in una società simile, dove il lavoro per lui è precario: non si riesce a vivere del lavoro faticoso, figurarsi del
vezzo intellettuale! Si riesce a vederlo chino sui
libri a leggere le storie e le opere di grandi uomini del passato, di cui lamenta l’assenza.
Legge, legge, legge e scopre il fascino del
passato, dei momenti belli come di quelli più cupi, ma ne è comunque affascinato…quanto
vorrebbe non essere nato in questo tempo!
Quanto gli appare dinamico, eroico, vivo il passato! Ecco, si sente lui solo
vivo in una società morta, che sembra non avere la forza e la voglia di credere nel futuro.
Certo, sa di avere dei difetti, ma è sicuro di essere migliore degli automi che vivono intorno a lui. Il ché gli rende terribile la constatazione che
lui non può opporre al nulla nient’altro che il suo genio. Tutto il resto gli
provoca noia. Ah, povero poeta! Il tuo genio è
isolato in una società spenta! Politicamente.
Culturalmente. Moralmente. Immaginiamo,
allora, l’altro letterato. Lui più che annoiato è
deluso. A differenza del primo ha vissuto le passioni della vita, è stato travolto dalla lotta politica, dallo spirito patriottico. Anche lui
rimpiange il passato; lotta per riportarlo in vita. Ha gioito e sofferto, ha rincorso ed è fuggito, ha amato e odiato, ma ora che è vecchio si
rende conto di aver lottato da solo, di aver creduto da solo in un futuro migliore, possibile.
Ecco, se ci venisse chiesto di dare un nome
a questi poeti molti penserebbero a persone dei giorni nostri. Molti si ritroverebbero nei loro pensieri; molti direbbero: “Quello sono io!”. Chissà
quanti poi resterebbero delusi per lo sconforto del primo o per il
disincanto del secondo! Di certo tutti penserebbero ad intellettuali un po’
nostalgici, forse un po’ idealisti, quasi ad eroi romantici! E invece, per ironia della sorte, questi poeti sono lontani nel tempo e vicini nello spirito:
sono Giacomo Leopardi e Ugo Foscolo. Noi, come loro, potremmo rimanere delusi dalla società, dalla politica. Ma le loro vite mostrano come chi crede e chi lotta per un ideale non è mai sconfitto, perché il suo spirito vive
nell’eternità del ricordo.
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Quando studiare i libri
è divertente
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Giorgia Fanari
n po’ per gioco, un po’ per caso, la classe
3F, con l’aggiunta di due membri di altre
classi, ha partecipato “Per un pugno di libri”, la
trasmissione televisiva ormai giunta alla sua
XII edizione, che va in onda ogni domenica
(h.18.00 su RaiTre) condotta da Piero Dorfles e
dal simpatico quanto bravo Neri Marcorè! Due
classi dell’ultimo anno di liceo si sfidano a
colpi di citazioni e titoli di libri per conquistarsi “un pugno di libri”: tanti punti si ottengono, tanti libri si portano a casa (o nella biblioteca della scuola!).
La nostra sfida è stata contro un liceo linguistico di Pozzuoli
, il libro in questione era “I delitti della Rue
Morgue”
di
Edgar Allan Poe,
in cui monsieur Dupin, vero e proprio antecedente di tutti i Poirot e Shelock Holmes, riesce
nd
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a svelare i misteri che si nascondono dietro
atroci e “sovraumani” delitti.
(cioè… io..!) e sistemano i ragazzi ai loro posti… e poi… ciak si gira!
Veniamo avvisati della nostra partecipazione al programma soltanto due settimane prima! La preparazione è veloce ma molto faticosa, districata tra
compiti e interrogazioni. Ogni
membro della classe ha un ruolo
importante all’interno del gioco: chi
ricorda una data, chi un avvenimento, chi una miriade di titoli e autori, chi mima titoli di libri, chi
semplicemente infonde coraggio
alla squadra. E così, carichi e un po’
terrorizzati dalla nostra prima esperienza televisiva, saliamo sul
pullman della Rai che ci viene a
prendere proprio sotto scuola per condurci
agli studi di via Tiburtina dove dobbiamo registrare la puntata (in onda domenica 22 febbraio).
Neri Marcorè introduce le due squadre e
così inizia la sfida!
Sfida che, neanche
a dirlo, si conclude
con
un
punteggio
schiacciante:
57
per Roma, 9 per
Pozzuoli!
Nonostante
qualche
errore riusciamo
ad aggiudicarci la
vittoria,
e
soprattutto
un’intervista di Neri Marcorè, che molto simpaticamente si sottopone ad alcune nostre domande e ci concede
alcune delle sue più famose imitazioni!
Nell’attesa abbiamo modo di ripassare
qualcosa oppure, giusto per alleggerire la
tensione, di girovagare per gli studi dove nel
frattempo si registrano altri programmi televisivi! Finché… tocca a noi! Veniamo accolti dai
produttori che microfonano il caposquadra
Ci sentiamo onorati per aver potuto rappresentare la nostra scuola che ha riposto tanta fiducia in noi e sottolineiamo che questa esperienza è stata un’ulteriore occasione per dimostrare quanto la lettura di un buon libro possa
essere divertente e utile.
Intervista a Neri Marcorè
Intervista a Tang
Elisabetta Raggio
Valeria Tiburzi
Conduci da sette anni un programma in cui si consigliano anche libri, ma ne
hai uno in assoluto preferito?
Un libro in assoluto non ce l’ho, è impossibile! Ne ho tanti che mi sono piaciuti molto; L’amore ai tempi del colera di Marquez è uno dei primi che mi
viene in mente insieme a Dona Flor e i suoi due mariti di Jorge Amado e a
Mr Vertigo di Paul Auster. In generale, apprezzo Calvino e tutti i sudamericani. Recentemente poi ho scoperto Fabio Stassi che nonostante sia un siciliano che vive a Viterbo ha uno stile molto sudamericano.
Se per un giorno potessi essere un’altra persona chi saresti?
Berlusconi, così mi ammazzo!
L’esperienza che vorresti fare al più presto?
Un film porno! No, scherzo! Mi piacerebbe lavorare all’estero come attore.
Magari in Francia o in Inghilterra o in America, anche se Hollywood la vedo
più lontana non solo geograficamente, ma anche dal mio modo di essere.
Poi vorrei fare anche un film da regista.
Si dice che già durante il servizio militare imitavi perfettamente all'altoparlante la voce del comandante della caserma suscitando l'ilarità della
truppa. È vero?
All’altoparlante non mi sono mai permesso altrimenti mi mettevano in galera! Però è vero che imitavo le voci degli ufficiali, mettendo in punizione i
soldati o facendogli credere che dovessero andare a ritirare la paga, che in
realtà non c’era. Ci siamo divertiti
parecchio
durante
quell’anno da militare, anche
se, se avessi potuto, l’avrei evitato…
Un messaggio ai giovani d’oggi?
Costruite grandi autostrade solo per i giovani (imitando un
noto personaggio). Salvateci
da questo declino, da questa
classe dirigente ributtante.
Quindi l’unica speranza siete
voi; dovete avere una coscienza lucida e sveglia!
Come ti chiami?
Mi chiamo Tang e ho 14 anni, ma gli amici mi chiamano Coffee, perché dicono che ho la pelle
dello stesso colore del caffè!
Da che città vieni?
Da Pechino
Come ti sei trovata qui?
Trovo che Roma sia una città davvero stupenda... Con al famiglia che mi ha ospitata mi sono
trovata molto bene. Sono tutti simpatici, ma ho stretto particolare amicizia con il fratellino di
Serena, Marco. Siamo stati pomeriggi interi a disegnare e a giocare a carte!
Che musica ascolti?
Pop, mi piacciono molto i 5566, un gruppo cinese.
Hai animali domestici?
Ho due dalmata - Bebè e Bubù - sono adorabili.
Suoni qualche strumento musicale?
No, però mi piace ascoltare il pianoforte.
Quante ore di viaggio hai dovuto fare per venire qui?
Circa 11 ore, è stato un viaggio molto lungo e faticoso.
Hai fratelli o sorelle?
No, sono figlia unica...
Ti è piaciuta la gita a Siena?
Si, anche se il tempo era molto brutto!
Che parole hai imparato in italiano?
"Ciao" e poi qualche espressione romana, come “scialla” e “che tajo”!
Come ti sei trovata con il cibo italiano?
Molto bene, mi è piaciuto molto il pandoro! Poi ho provato a far assaggiare alla famiglia di serena il cibo cinese, ma non credo gli sia piaciuto molto!
La giornata più bella?
Sicuramente il pomeriggio al centro commerciale di Roma Est. Mi sono divertita molto a fare shopping con serena e i suoi amici!
Quindi tutto sommato ti sei trovata bene! Ti dispiace andare via?
Si, moltissimo, credo che mi mancheranno molto tutti, anche se gli ultimi giorni ho iniziato a
sentire nostalgia della mia famiglia.
Un saluto in cinese!
?! (Nihao!)
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L'arte di insegnare
tetto.
B: Il primo incarico a scuola l’ho avuto nel 1997
ma ho sempre insegnato mentre facevo altri lavori, prima all’Università e in Soprintendenza poi
ho lavorato alla comunicazione di una multinazionale
1. Nome, Cognome e data di nascita.
Mario Scotognella, 21/09/1953
Maria Beatrice Benedetto, 19 Febbraio
1970, non si chiede l’età alle signore...
2. Perché ha scelto di diventare professore?
S: Dopo aver vinto un concorso mi sono accorto
che l’insegnamento era il lavoro che volevo svolgere.
B: Perché mi diverto con voi
3. Solo gli alunni della sezione B studiano Storia
dell’Arte fin dal quarto ginnasio. Pensa che sarebbe utile anche per le altre sezioni iniziare a studiare la materia fino dal primo anno di scuola?
S: Ovviamente sì.
B: La risposta è ovvia: si. Comunque pare che la
Gelmini voglia accontentarmi… vedere per credere
4. È sposato/a? Ha dei figli?
S: Sì, sono sposato ma non ho figli.
B: Sono quasi sposata e non ho figli
5. La canzone che non smetterebbe mai di ascoltare?
S: “Yesterday” dei Beatles
B: Let’s spend the night together, Rolling Stones
6. Qual’e’ stato il viaggio più bello che abbia mai
fatto?
S: Ne ho fatti molti...però mi sono piaciuti molto
quelli che ho fatto in Egitto ed in Etiopia
B: Istanbul e la Turchia
7. Cane o gatto?
S: Gatto.
B: Cane, fin da piccola ho avuto sempre cani!
8. Se oggi avesse la possibilità di tornare indietro
nel tempo, cambierebbe qualcosa della sua vita?
S: No.
B: No, mai.
9. Quale periodo dell’Arte l’appassiona in particolar modo?
S: I primi venti anni del Novecento.
B: La pittura del XIII e del XIV secolo
10. Quante e quali lingue sa parlare?
S: Conosco l’Inglese e più di venti anni fa ho studiato l’Arabo.
B: Francese e inglese
11. Da quanti anni insegna? Ha fatto altri lavori
prima di diventare insegnante?
S: Insegno dal 1984, quindi da 24 anni. Prima di
insegnare ho fatto per un breve periodo l’archi-
12. Quale opera vorrebbe nella sua camera da
letto?
S: Non saprei scegliere, ce ne sono troppe che mi
piacciono.
B: La musa addormentata di Constantin Brancusi
13. Un quadro che visto dal vivo l’ha stupita di
più che nelle sue rappresentazioni.
S: I dipinti fiamminghi, in particolare “Il ritratto
dei coniugi Arnolfini” di Jan Van Eyck.
B: Non è un quadro, è una ‘scultura’ (in realtà è
un oggetto difficilmente definibile) di Joseph
Beuys, s’intitola Piano ed è conservata a Parigi
14. Quanto studia il suo look?
S: Dipende dalla giornata, dall’ispirazione del momento.
B: Ci tengo
15. Essere o apparire?
S: Essere... chi e’ che direbbe “apparire”?
B: La forma e il contenuto in un opera d’arte non
sono mai scindibili, quindi essere ed apparire.
16. Una cosa che cambierebbe nell’insegnamento
dell’Arte ed una che invece e’ perfetta così
com’e’?
S: Aumenterei il numero delle ore, proporrei lo studio della Storia dell’Arte attraverso la didattica
multimediale e consiglierei la compresenza con i
professori delle altre materie perché e’ un’esperienza molto utile. Tutto e’ perfettibile, non c’è
una cosa che può considerarsi perfetta.
B: Quello che proprio non funziona nell’insegnamento della storia dell’arte è l’assenza del
contatto diretto con le opere, senza vederle, a
volte senza toccarle, proprio non si capiscono
17. Un artista che ha cambiato il suo modo di vedere le cose?
S: Picasso.
B: Liberato di Benedetto, un artista del XV secolo
ridicolo e giustamente sconosciuto. Quando il
mio professore me lo propose per un lavoro di ricerca post specializzazione cui teneva tantissimo
decisi di lasciare l’Università.
18. Parlando fuori dai denti...che punizione
vorrebbe infliggere agli alunni che rifiutano
l’Arte a priori?
20. I prof. di Arte insegnano in molte classi: ha
difficoltà a ricordare tutti i nomi dei suoi alunni?
Come cerca di rimediare?
S: Questo problema l’ho solo i primi giorni di
scuola, e, se la scuola e’ nuova, le prime settimane. Anzi, di solito, ricordo anche i volti dei genitori dei miei alunni.
B: Ricordo tutti i volti ma i nomi sono un vero
incubo, non li ricordo e non c’è rimedio
21. Arte contemporanea o arte classica?
S: Arte
B: Entrambe
22. Che Liceo ha frequentato e in che cosa si e’
laureato/a...
S: Ho fatto il Liceo Scientifico e mi sono laureato
in Architettura.
B: Ho frequentato un meraviglioso Liceo Classico, mi sono laureata in Conservazione dei Beni
Culturali e poi mi sono specializzata in Storia
dell’Arte
23. Il metodo che usa per appassionare i ragazzi
alla Storia dell’Arte
S: Non esiste un metodo specifico...bisogna che
l’alunno senta che l’insegnante ama quello che fa
B: Provo a parlarvi delle opere e degli artisti che
anche io ho amato e amo
24. Il regalo più bello che ha ricevuto
Un regalo che mi ha fatto mio padre.
B: Un dipinto da un mio amico pittore
25. Un’opera d’Arte che la rappresenta
La “Colazione dei canottieri” di Renoir
B: Gian Lorenzo Bernini, Estasi di Santa Teresa
26. Come esprime la sua creatività?
S: Realizzo presentazioni multimediali per
la scuola.
B: Quando lavoravo nel campo della comunicazione di creativi e creatività ne ho avuto
abbastanza, ora basta…
S: Non c’è una punizione che costringa qualcuno
ad amare qualcosa che non ama.
S: Non ne ho una
B: La peggiore: non farli mai godere di un’opera
d’arte
B: “Attraverso lo studio della tradizione sono diventato libero”, Gustave Courbet
19. Dato che siamo a Febbraio... come festeggia
San Valentino? Quando ha dato il primo bacio?
S: San Valentino lo passerò con mia moglie. Il primo bacio l’ho dato al Liceo.
B: Non festeggio San Valentino e non mi ricordo
se ho dato il primo bacio a 13 o 14 anni
S: Difendete i più deboli, opponetevi a
qualsiasi ingiustizia, custodite la vostra integrità, esprimete sempre il meglio di voi stessi, il che vuol dire : a scuola studiate!
B: Siate realisti, chiedete l’impossibile!
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Fuori dal Pilo
Una giornata al campo
Andreas Iaccarella
I
l tram sferragliava cupamente lungo la grande via mentre dall’esterno gocce incessanti ticchettavano sui vetri.All’angolo alcune matrone d’altri tempi,
grondanti d’acqua, attendevano ansanti. Si ferma. La loro porta si spalanca immediatamente accogliendo al suo interno queste pachidermiche figure... quella di
Rocchi no, rimane serrata come un muro insormontabile tra noi. Noi che, da dentro, ci beiamo di questa formidabile barriera di odio e indifferenza nella quale ci
stiamo murando. Ma attenzione… se il muro è troppo spesso si rischia di smarrire il cielo e tutti i suoi meravigliosi colori.
Rocchi ha 15 anni e da più di dieci vive in Italia annaspando tra i vari campi rom della nostra “ridente” penisola. Lui e la sua famiglia sono scappati dal loro paese, la Bosnia, in seguito al violentissimo conflitto del ’95;
fuggiti da un paese in guerra, da una lotta fratricida tra le varie etnie, hanno cercato un luogo dove finalmente
avrebbero potuto vivere in pace, vedendo crescere i loro bambini…sono arrivati in Italia. In Italia hanno subito
sgomberi, soprusi, sono stati insultati, disprezzati e allontanati ma non hanno mai perso la voglia di
combatterci per poter, un giorno, riuscire finalmente a sbatterci in faccia che loro sono proprio come noi…se
non meglio.
Ma non tutti sono così forti, non tutti riescono a sostenere il peso del nostro razzismo e così molti finiscono nel vortice. Cominciano a perdere quella splendida vitalità che gli ha permesso di arrivare fino a noi, non gli
interessa più di mantenersi puliti e di curarsi per conservare un minimo di dignità, sono finiti nel vortice e non riescono più a uscirne.
Allora mi rendo conto che la nostra società malata ha raggiunto il suo obbiettivo, il nostro razzismo è ormai al suo acme: siamo riusciti ad annientare
in un altro essere umano ogni voglia di riscatto, ogni voglia di condurre una vita degna di questo nome. Perciò quando li chiamiamo ubriaconi, quando li disprezziamo per la loro miseria
forse ci dovremmo chiedere se non è stata proprio quella nostra parola scortese, quello
sguardo disgustato a farli sprofondare ancor di più nella loro disperazione.
Avevo dieci anni quella mattina e mi ero svegliato presto: dovevamo andare al campo e la
strada da fare era lunga. Appena arrivati un turbine di ragazzini sorridenti assaltò la macchina, circondandoci con una miriade di occhietti curiosi. I padri invece, fieri ed indomiti, ci
guardavano con diffidenza dalle porte dei prefabbricati fatiscenti: ora eravamo noi ad essere
gli intrusi, eravamo noi gli ospiti non graditi. Una coppia di bimbetti ci scortò lungo uno stradone fangoso, la “casa” di Rocchi era alla fine. Per
tutto il tragitto un odore acre mi riempì le narici,
era l’odore delle fogne a cielo aperto, l’odore
dell’immondizia sui lati della strada, l’odore del
campo…l’odore del diverso. Arrivati alla casa Rocchi, tutto eccitato, mi accolse subito nell’interno mentre mia
madre parlava con Zeira. La “casa” era poco più di un cubicolo lurido: lui e gli altri fratelli, sette in tutto, dormivano addossati ad una parete a fianco alla tv, i genitori nell’altra stanza… fine.
Si era fatto tardi, stavamo per andarcene e, a quel punto, successe tutto. Rocchi aprì un cassetto, rovistò un
po’ e ne tirò fuori un gameboy, era il suo gameboy, sorridendo me lo mise in mano abbracciandomi. Le luci dei
lampioni scorrevano veloci sul parabrezza e io guardavo perso nella notte ripensando alla giornata, al campo e
al mio amico Rocchi. Mi giro.
“Mamma ma perché Rocchi vive in quel campo pieno d’immondizia?”
“Perché siamo in Italia…”
Tornai a guardare fuori, vergognandomi un po’ di essere italiano.
Fuori dal Pilo
Il valore della memoria
Luca Davoli
S
i parla della giornata della memoria, una ricorrenza stabilita “per non dimenticare”,
si dice. Siamo cresciuti tutti sapendo cosa è
accaduto. Le atrocità della guerra e dello
sterminio dei popoli sono realtà ancora vive
nella contemporaneità. Sappiamo perché ci
viene raccontato dai nostri stessi nonni; libri
e giornali, così come radio e televisione, continuano ad informarci attraverso gli anni. Sì,
tutti sanno. Ma quanti conoscono?
L’abisso che c’è fra questi due concetti dà
il vero valore alla memoria. Siamo molto lontani in verità dal conoscere il volto della guerra.
Quanti di noi hanno visto con i loro stessi
occhi l’orrore dell’uomo che si accanisce
contro lo stesso uomo? Non possiamo
renderci conto della difficoltà a cui va
incontro il testimone, del totale rigetto da
parte dello stesso organismo a rivivere attraverso il racconto, un tale orrore. Non ci rendiamo conto del dolore che ogni volta viene nuovamente alimentato. Noi giovani, si è detto
più volte, apparteniamo all’ultima generazione che può avere un contatto diretto con i sopravvissuti. Dobbiamo perciò sforzarci, di
fronte ad una testimonianza, a riflettere.
Immaginare un tale orrore, per quanto la nostra mente rifiuti questa stessa immagine.
Tutti siamo tenuti a dimostrare tale sensibilità.
Nella nostra scuola, nel mese scorso, è
avvenuto un incontro fra alcune classi e la
scrittrice Edith Bruck, sopravvissuta al tristemente famoso Auschwitz.
Nei giorni precedenti alla conferenza, mi
sono trovato a parlare dell’importanza
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dell’evento al quale avremmo preso parte e
ho raccolto diversi commenti. Alcuni hanno dimostrato indifferenza, altri un pacato interesse, qualcuno addirittura mi ha detto qualcosa
del genere: “Beh sì, per me non è un esperienza nuova, ho già assistito a qualcosa del
genere… sai, dicono
tutti le stesse cose, basta ascoltarne uno e li
hai sentiti tutti...”.
È
incredibile
in
realtà quanto ci sentiamo lontani da questa
tragedia,
come
se
settanta anni di storia
siano un eternità, come
se anche noi italiani
non avessimo preso
parte al massacro. Ciò
che fa male, al pari della violenza stessa, è
l’indifferenza del mondo. Nessuno sapeva,
tutti hanno taciuto. Oggi c’è chi addirittura nega la storia.
I prof, nelle settimane precedenti
all’incontro, ci avevano fatto leggere due dei
libri della signora Bruck. Non so se tutti
hanno letto entrambi. Uno è il racconto autobiografico dei viaggi della scrittrice attraverso l’Europa, dall’infanzia alla deportazione, fino alla sua partenza da Israele, passando per la Jugoslavia e quindi la Palestina.
Questo è stato, in ordine cronologico, il primo dei lavori della scrittrice, cominciato con
il suo arrivo a Roma, nel ’54.
Nell’altro, che è quasi una lettera aperta a
tutti gli utenti delle sue conferenze, passate
e future, invece compare in modo molto più
chiaro il dolore al quale si sottopone ogni
qual volta si accinge a raccontare. Spiccano
Anno II - Numero 4
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l’irritazione e la paura che scaturiscono di
fronte all’ignoranza del mondo (non un ignoranza culturale, bensì la presunzione di vivere il racconto e la testimonianza in modo felice e distaccato).
La Shoah è
una
verità,
niente di tutto
ciò che viene
raccontato
è
stato inventato.
A chi si dimostra
più sensibile, assistere ad un tale incontro lascia un senso di
disadattamento
e di smarrimento che si
protrae oltre le
due ore della conferenza effettiva. Più a
lungo, mentre si torna a casa dalla scuola, durante il pranzo, per tutto il pomeriggio, la
notte ed i giorni seguenti. Non si tratta di
commozione, né di turbamento. È un sentimento più profondo e terribile. Poi, me ne
vergogno, dopo qualche giorno, io stesso ho
ceduto e non so come, sono tornato alla vita
normale, e il mondo di nuovo sorrideva, e la
gente era tornata meno indifferente e stupida. Ecco, questo non accade per chi è stato
ad Auschwitz, “Auschwitz rimane dentro come un mostro impossibile da scacciare".
Finalmente arriva il giorno della conferenza. Si può dire ci sia una pacata eccitazione nell’aria, “Wow, una vera sopravvissuta di
Auschwitz” quasi come si andasse a vedere
un film. Ma non è “Il Pianista” o “Schindler’s
List”, è la realtà, meno cruda all’apparenza cinematografica, ma più disarmante. Fa paura
la calma con cui la signora Bruck
riesce a raccontare. L’oggettività
e la “laica” religiosità delle sue
parole ci toccano, spero in tanti,
nel profondo della nostra anima.
Nel momento di fare qualche domanda ci sentiamo imbarazzati.
“Cosa chiedere?".
Nella settimane precedenti alla
conferenza i prof ci hanno raccomandato di preparare qualche domanda, ma invece, niente. Né allora, né adesso. Tutte le domande
che mi si affacciano in mente mi
sembrano stupide ed insolenti.
Però la signora Bruck si mostra
davvero disposta e risponde a
tutte le domande, e quando nessuna ne arriva, riprende spontaneamente il discorso, come aveva
fatto fino ad ora. Poi, passate le
due ore, se ne va via.
È difficile parlare del vero
contatto, umano contatto, che
più di qualsiasi film o libro ci ha
avvicinati alla vera crudeltà della
storia. Ringrazio ancora una volta
Edith Bruck per il suo amore e per
la sua umanità.
Febbraio 2009
O
www.ondanomalapilo.com
Ratataplan
nd
a n o ma l
A
AltRa Cultura
Lavinia Carpentieri
L
a trama sconclusionata, i visi intensi e fuori dal comune e la particolarità del muto ne fanno una fra le pellicole più visionarie e fantasiose del cinema italiano. Un film comico dove non ci sono battute, ciò che fa ridere
sono le situazioni, i colori e l’eccezionale espressività degli attori.
La vita è dura per il giovane Colombo. Abita in un palazzo fatiscente, dove vivono una donna perennemente incinta, un maestro di ballo liscio, bambini urlanti ed una ragazza che colleziona stracci. Lavora in
un chiosco in cima ad una collina, fa parte della sfortunatissima compagnia teatrale "Quelli del grock", e costruisce robot grazie alla sua mente geniale.
I personaggi non parlano. Urlano, schiamazzano, ma non una parola esce dalla bocca del protagonista,
il quale in questo modo si ritaglia un mondo unicamente per sé stesso. A dargli la spinta sarà la ragazza
che colleziona stracci, che lo porterà in un magazzino pieno di vecchi vestiti, dove si rotoleranno insieme riscoprendo in modo inaspettato la felicità.
Oasis
Isabella Tristano
A
pochissimi giorni da uno dei concerti più attesi
della Capitale non può mancare sul nostro giornalino un articolo che si occupi di loro... sì, sto parlando
proprio dei mitici Oasis!
La band di Manchester, ormai vicina a raggiungere
la sua maggiore età, dopo tre anni di silenzio torna a
farsi sentire pubblicando il suo settimo album: Dig
out your soul. Il cd, anticipato dal singolo 'The Shock
Of The Lightning' - lanciato sul mercato cinque giorni
prima - ha riscosso un successo che non si vedeva dai
tempi di 'Be Here Now'. Nel Regno Unito già nel
giorno d'esordio si contavano infatti 90.000 copie
vendute, facendo salire l'LP al secondo posto nella
classifica degli album venduti più velocemente del
2008. Il titolo dell'album, che inizialmente sarebbe dovuto essere 'Bag It Out', a detta di Noel è stato ripreso
dal verso della canzone 'To Be Where There's Life'.
Lo stile è innovativo e utilizza sound sperimentali e
psichedelici, discostandosi dagli ultimi due cd che si
stavano dimostrando una copia l'uno dell'altro. Non
mancano i riferimenti sonori tipici della musica dei
Beatles che rinnovano lo spirito di questa band destinata a non morire mai. L'album non è stato comunque risparmiato dai critici. In molti si sono infatti
chiesti perchè continuare ad escludere 'Stop The
Clocks' oppure perchè inserire solo nella versione Bonus 'I Belive In All'.
Altri hanno addirittura riconosciuto in 'To Be Where There's Life' e in 'The Nature Of Reality' le note stonate dell'album, ma a mio avviso si tratta solo di
tracce che necessitano di un maggior numero di
ascolti per essere apprezzate. Da notare è invece
'Waiting For The Rapture' che presenta lo stesso intro
di 'Five To One' dei Doors. Il pezzo migliore del disco
è senza dubbio 'I'm Outta Time' una delle tre canzoni
scritte da Liam; presenta lo stile di una ballata sempli-
ce e di grandissimo effetto, reso soprattutto dalla
parte strumentale finale dove si sente un nastro con
la voce di Lennon tratto da un intervista rilasciata
due giorni prima di essere ucciso.
Nonostante le critiche e le voci che giravano sul
conto dei fratelli Gallagher, tra cui quella di aver ritrovato Noel nel bagno privato della Regina Elisabetta a
sniffare strisce di coca, gli Oasis con il loro settimo
album conquistano i fan e confermano la loro vitalità,
come dimostra il sold out in tutto il tour britannico e
nel concerto di Milano. Pochi giorni fa il Mediolanum
Forum era infatti gremito da 11 mila persone tra cui
figuravano anche David Beckham e Alessandro Del
Piero.
Memorie di un
bambino soldato
Valeria Tiburzi
Memorie di un soldato bambino: è
questo il titolo che il ventottenne
Ishmael Beah ha dato al suo bellissimo romanzo uscito nel 2004, dove narra in prima persona la sua tragica storia. "Prima la
mia vita era felice" dice Ishmael "poi a dodici anni è cambiato tutto". La guerra civiSul palco oltre agli immancabili fratelli Gallagher le infatti scoppia nel 1993 in Sierra Leovisibilmente più ripuliti per non dire addirittura ne; interi villaggi vengono distrutti,
ringiovaniti, si sono presentati: il chitarrista ritmico tantissime persone uccise.
Gem Archer, il bassista Andy Bell, l'ex batterista di
Robbie Williams, Chris Sharrock e il tastierista Jay Darlington. La scaletta non delude e varia tra vecchie hits e nuovi successi.
Il concerto è stato aperto da 'Rock'n Roll
Star' dove Liam si è scatenato, ed è proseguito con 'Lyla', 'The Shock Of The
Lightning', 'Cigarettes And Alcohol' e 'Meaning Soul'.
Il giovane ragazzo rimane coinvolto
nell’orrore della
guerra
dove
perde i suoi genitori,
suo
fratello Junior, i
suoi amici ed è
costretto
a
scappare
nella
foresta, ma viene
catturato
dall’esercito governativo, drogato,
educato
all’orrore e ad
uccidere.
Il ritmo poi è cambiato ed il microfono è
passato nelle mani di Noel. É stata dunque
la volta di 'To Be Where There's Life', 'Waiting For The Rapture', 'The Masterplan' e
'The Importance Of Bing Idle'. Non sono
nemmeno mancate le dediche durante il
concerto. Da bravi tifosi dei Citizens
hanno dedicato a Kakà tra le risate generali 'Don't Look Back In Anger' ed hanno
Passa
un
omaggiato i Beatles con 'I'm The Walrus'.
anno e fortuLa serata, proseguita sulle note di
natamente
'Wonderwall', 'Supersonic', 'Champagne Supernova', Ishmael viene accolto da alcuni volontari
'I'm Outta Time' e 'Falling Down', ha mandato il dell'ONU, che in un centro di riabilitaziopubblico in delirio.
Al termine del
concerto gli Oasis,
più che soddisfatti,
hanno rilasciato una
dichiarazione
nella
quale
hanno
affermato che sono
entusiasti di trovare
in Italia sempre un
pubblico così strepitoso come quello di
milano.. e noi ?! saremo all' altezza di non
deludere le aspettative di Liam e Noel...?
Would we be there
to applaud ?
ne riusciranno con costanza e passione a
trasmettere nel cuore del bambino valori
umani come l’amore, l’amicizia, la sincerità, che il giovane soldato aveva perso durante il periodo di inferno vissuto.
Ishmael poco tempo dopo si trasferisce
in America, dove vive tuttora con la nuova famiglia.
Questo libro è un’importantissima testimonianza dal cuore dell’Africa, dove
milioni di bambini rimangono mutilati o
muoiono in guerra; e’ un romanzo che,
come pochi, e’ in grado di colpire al cuore dei lettori e di lasciare nella loro
mente immagini, emozioni e stati d’animo incancellabili.
AltRa Cultura
O
nd
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Anno II - Numero 4
A
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Le canzoni per superare ogni nausea da S. Valentino
Kilians
“Kill the Kilians”
T
Sara Manini
edeschi,
strana
gente.
Perché un album così non te
lo aspetti: ma, in Germania, una
volta non si faceva solo trash metal ed elettronica pesante…? E
perché allora spunta fuori ‘sto
quintetto di “baldi” giovini che
sembra un qualsiasi gruppetto
da pub di Leeds…? Ah, ecco, il
fatto è che non è “spuntato fuori”, dal momento che è orgoglioso di catalogarsi nella scena
indie-rock, e quindi ha sottoscritto di restare nell’ombra propriamente indie, giusto adesso
che è abbastanza di stile (per
non dire di moda [per non dire
che l’abuso del termine “indie”
ha annullato il significato stesso
del genere <che poi forse non è
mai stato un genere…ma questi
C
Claire
ontrariamente a ciò che si potrebbe pensare, non tutti gli
innamorati sono uguali. L'incredibile varietà di tematiche amorose nelle canzoni lo dimostra.
C'è
chi
può
inebriarsi
dell'imprevedibilità del suo fortunato amore corrisposto, e si
identifica in quella passione
frizzantina descritta dai Queen in
“Crazy little thing called love”.
Ci sono coloro a cui il cuore
sobbalza continuamente, ma che
non sono sicuri dei sentimenti
altrui. Alcuni, nonostante le delusioni passate, sono pronti a dichiarare il loro amore incondizionato
senza temere un rifiuto: coloro
che sono diretti e passionali seguono gli AC/DC di “Let me put
my love into you”; gli innamorati
virtuosi capaci di semplici
arpeggi sulla chitarra possono dichiararsi con la struggente
“Unintended” dei Muse.
sono altri discorsi>]). Ma bisogna sapere che i Kilians
hanno
già
aperto per i Babyshambles a Berlino, hanno già presenziato al Rock
Am Ring, quindi
scoprirli non è
dannoso. Anche se a
tratti
sembra
di
ascoltare Liam Gallagher
che canta sulle basi degli Arctic
Monkeys più scemi e birraioli, bisogna
oltrepassare l’idea di ‘già visto, già sentito’
per trovarsi davanti un album acido e
sconcertato come pochi, a partire dalla prima traccia, “Short life of Margott”, ossessiva
ripetizione del desiderio di nulla, proseguendo con “Fight the Start” e “Enforce
Yourself”, sconsolati inviti a far qualcosa di
decente senza rompere l’anima agli altri.
Effettivamente, dai testi piuttosto criptici,
sembra emergere che i cinque abbiano
incontrato solo gente pessima e abbiano
avuto una vita un po’ buia…ma alla fine se
la ridono con melodie vagamente disimpegnate, che hanno in “Inside Outside” un valido rappresentante, probabilmente il pezzo
migliore del disco. Quindi, tredici tracce da
ascoltare quando si è tristi ma felici, magari
saltando “When Will I Ever Get Home?” che è
banalmente brutta…
Non sarà l’album che vi cambierà la vita,
ma perlomeno passerete 43 minuti
gioendo di conoscere un gruppo che nessuno conosce, e tutto questo è molto alessandrino…!
Chi ha invece avuto fato
avverso deve consolarsi in altre
maniere. “Boys don't cry” dei Cure è la canzone perfetta per chi rimugina sul passato, senza esagerazione, e nonostante ciò non ha
ancora il coraggio di espletare la
sua nostalgia per una storia
ormai andata, come insegna a fare invece Michael Stipe in “The
one I love”. C'è chi è stato amato
e non è più amato, e reagisce
odiando ogni singolo momento
della sua precedente relazione e
urlando fieramente “Leave me alone”! con Michael Jackson.
scenziale. A chi si riconosce
nell'ultimo tipo, assicuro la mia
incondizionata comprensione e
consiglio
personalmente
l'ascolto di “What is and what
should never be” dei Led Zeppelin: continuate a godervi la vita
come fate ora, perché le prossime vittime designate dalla malevola freccia di Cupido siete proprio voi.
Agli altri, buon S. Valentino!
Infine, c'è chi passa S. Valentino nella totale indifferenza, ingiustamente accusato/a di insensibilità solo perché non regge l'idea di
dover lacerarsi nel ricordo delle
proprie storie passate o non
sente la febbrile necessità di ricercare ora l'amore della propria
vita, che oltretutto giudica difficile da conciliare nella sua già
complicata
esistenza
adole-
Gli album che hanno fatto la storia della musica
Ismail Ahmed
il 31 luglio 1980, nasce quel che sarà definito
È
da Adam Williams il disco più coinvolgente e
straordinario della storia della musica, secondo solo a “Thriller” di Michael Jackson. Sto parlando di
“Back in Black” degli AC/DC che con i suoi 42 milioni di dischi venduti nel mondo e i 22 dischi di platino vinti ha segnato l’inizio di un’era che ancora deve terminare. Infatti “Back in Black” contribuì
moltissimo sia alla nascita di grandi sottogruppi
del classico Rock and Roll e dell'ormai affermato
Heavy Metal come l’Hard Rock o il Nu Metal, sia
all’avvicinamento di questi generi alla radio internazionale e al pubblico.
La canzone che dà il nome al disco è
senz’altro la dimostrazione della capacità degli
AC/DC di saper creare un capolavoro con poche
parole e con ritmi semplici; pochi sanno che que-
sta canzone è stata la sigla dell’edizione delle
“Iene” 2008 condotta da Ilary Blasi e Fabio de
Luigi. Nel Tour mondiale che ha seguito l’uscita
del disco hanno contribuito grandi Star a livello
mondiale come i Rolling Stones, i Led Zeppelin.
C’è anche da considerare che gli AC/DC con i loro album sono stato il gruppo che ha
maggiormente influenzato i Guns n’ Roses e dei
D-A-D.
Al giorno d’oggi posso affermare che se
l’Hard Rock o l’Heavy Metal sono generi musicali così conosciuti è anche merito degli AC/DC
che hanno portato dagli anni ’80 ad oggi un tipo di musica che si basa sugli eventi che accadono durante il corso della vita e sulla loro
interpretazione musicale.
Febbraio 2009
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Un libro per amore
Elisabetta Raggio
O
gni sentimento è sicuramente unico, ma
quanto
è
indescrivibile?
Scopritelo
confrontandovi con i libri. A chi è stufo della monotonia della quotidianità, ti prendo e ti porto via di
Niccolò Ammaniti saprà portare una ventata d’aria
fresca. Sperare in un imprevisto che cambi la vita a
volte funziona per cambiare la realtà. E in un paesino dove il mare non si vede però c’è, può succedere di tutto, anche quello che non dovrebbe…
I passionali che non si stancano mai di nuove
avventure e nuove scoperte saranno attratti dallo
scenario del Cile della seconda metà del ‘900; Isabel Allende ne la casa degli spiriti trasporta in una
suggestiva saga tutti coloro che credono che l’amore non sia un porto tranquillo, ma una continua e
instancabile corsa.
Se siete delle ragazze timide e consapevoli di
quanto valete, allora giocate con il destino! Tuffatevi nell’ambiguità degli opposti e della prevedibilità
dell’uomo con donna per caso di Jonathan Coe. Rimarrete stupiti da come l’apparente distacco da
ogni fatto, nasconda l’inespressa volontà di essere
partecipi del proprio divenire! Maria, la protagonista, ha tutto, ogni opportunità le si spalanca davanti, eppure sente che le sue scelte le scivolano
Dai meandri della rete... il vero ROCK!
Alessia Fortino
Internet… che groviglio di siti, forum, chat!! Navigando però si trovano cose molto interessanti. E se vi
piace il rock, quello vero, allora ho scovato ciò che fa
per voi: www.rockciclopedia.com.
RockCiclopedia è un progetto molto ampio che
comprende un forum, un wiki e la nuovissima TV.
Il compito del wiki è quello di raccogliere, recensire e
raccontare la storia del rock e delle sue derivazioni,
catalogando i vari gruppi e artisti ed offrendo per
ognuno una dettagliata biografia. Chiunque è libero
di aggiungere informazioni, creare nuove voci o modificare quelle già esistenti, insieme lavoreremo più facilmente e collaborando condivideremo le nostre conoscenze.
Al momento l'enciclopedia conta più di 150 articoli,
che spaziano dalle pietre miliari del rock (Led Zeppelin, Queen, AC/DC ecc.) ad artisti più recenti, arrivando addirittura a gruppi emergenti.
nd
a n o ma l
A
AltRa Cultura
fra le mani.
Se c’è chi non crede più nell’amore o non c’ha
mai creduto potrà ricredersi scoprendone l’invincibilità grazie a Oceano mare di Alessandro Baricco.
La stravaganza dei suoi personaggi saprà insegnarvi a non fermarvi alle apparenze e a indagare
la storia che si nasconde dietro ognuno. In una
suggestiva locanda sul mare Bartleboom tenta di
individuare sulla sabbia il punto esatto in cui
l’oceano si esaurisce, la piccola Elisewin si sottopone alla cura del “bagno d’onda”, Plasson dipinge il mare con acqua salata le navi non partono,
ma arrivano, e i bambini ne sanno più degli adulti,
ma di questo in fondo non c’è da stupirsi!
Chiunque voglia invece un amore dinamico, che
sappia soddisfare le esigenze del momento e a nostra disposizione ogni volta che ne ha bisogno,
può ritrovarsi nei toni ritmati del thriller di Ken
Follet il codice Rebecca. Ora scegliete quale romanzo siete e se ancora non vi è venuta voglia di
amare, almeno divertitevi a leggere!
P.S.: Qualora non vi ritrovaste in nessun libro in
particolare, siete autorizzati a immedesimarvi in
tutti, perché, in fondo:
“Quando si ama, non si ha alcun bisogno di capire
che cosa accade, perché tutto comincia ad accadere
dentro di noi” (L'alchimista, Paulo Coelho).
Trovo il progetto veramente bellissimo e molto utile
per chi vuole saperne di più.
Il forum è invece una comunità virtuale sempre
attenta al mondo della musica e pronta a
confrontarsi su qualsiasi tema. Gli utenti iscritti
esprimono opinioni, discutono su eventi, segnalano
dischi in uscita o chiedono informazioni su strumenti musicali. C’è anche un’area dedicata agli “artisti emergenti”, uno spazio riservato ai gruppi assolutamente sconosciuti che iniziano ad affacciarsi sul panorama musicale.
La nuovissima sezione TV propone ogni settimana
nuove interessanti interviste. È al momento in corso
un'imperdibile collaborazione con un artista
alquanto particolare e
molto conosciuto nel panorama romano, Richard
Benson. L'artista dispensa
consigli su scale e tecniche
chitarristiche,
annuncia
album in uscita, racconta
aneddoti e storie inedite,
traendo tutto ciò di cui
parla dal suo bagaglio musicale vastissimo. I video
sono disponibili in streaming esclusivamente su
tv.rockciclopedia.com. Su YouTube lo Staff pubblica
solo trailer e anticipazioni.
Il progetto conta su di voi! Ampliate le voci nel wiki
cliccando su "modifica", in alto, ed iscrivetevi al forum per interagire con altri utenti, porre domande e
scoprire interessanti affinità con altri come voi!
Consiglio a tutti di darci un occhiata!!
WWW.ROCKCICLOPEDIA.COM
Tutta la storia del rock, scritta da voi!
Due di Due
Lorenzo Raffio
G
uido e Mario nascono in una Milano satura di
smog, tetra e monotona. Fin dal primo incontro
c'è una certa affinità tra i due, Guido è un ragazzo affascinante, pieno di vita e sicuro di sé. Mario, molto più
introverso e riflessivo, all'inizio si appoggia all'amico,
lo segue incondizionatamente, ne ammira le
sfaccettature e cerca di imparare dalle sue mosse. Nasce così una profondissima amicizia fra i due giovani,
che condividono pensieri, riflessioni, la crescente
insofferenza verso il mondo che li circonda, le prime
contestazioni giovanili. "Due di Due" è la storia
dell'amicizia, della crescita, della ricerca della propria
strada.
Da subito cogliamo un'immagine di quello scarto doloroso tra la vita che il mondo ci impone e quella che noi
vorremmo.
Le strade dei due amici, ad un tratto, si separano.
Guido - sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo,
sorprendente, che potesse rompere quella monotonia
permanente alla quale era abituato - parte, gira il
mondo cambiando più volte lavoro, nazione, donna.
Mario invece inizierà finalmente a crescere e ad imparare a costruirsi la propria vita nel modo più estremo e
concreto possibile: ristrutturando con le proprie mani
un casale, lontano dalla corruzione, dall'alienazione e
dallo stress.
Guido va più volte a trovare Mario, riparte, ritorna,
incapace di trovare la felicità e di aggrapparsi ad uno
dei suoi equilibri provvisori, diventa scrittore e - dopo
mille disavventure per riuscire a far pubblicare il suo
primo libro - viene subito a contatto con il filtro di
qualsiasi espressione genuina, sempre esasperata fino
al grottesco, per renderla vendibile.
Libro assolutamente consigliato, soprattutto ai vari "Guido", coscienti di essere unici ed infiniti nel loro
stare al mondo e ai vari "Mario" (forse il vero eroe del
racconto) ed a tutti quelli che, come lui, sanno amare
gli uomini.
Scattii da Matti O ndanomal A
V ginnasio!
Anno II - Numero 4
[email protected]
Febbraio 2009
www.ondanomalapilo.com
O
nd
a n o ma l
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Scattii da Matti
Relax... take it Easy
1. SORVEGLIANZA
O
nd
a n o ma l
Anno II - Numero 4
A
[email protected]
La Posta
TRANQUILLA
A Valerio del III E: vorrei tanto
essere quella Chesterfield che
fumi a ricreazione... sei troppo
bello!
***
Gilietta mia ti adoro e TI
STIMO!!! 6 fantastica,
tvttttttttb nn cambiare... w
2. SORVEGLIANZA ATTIVA
golden!
***
Nane si', ma chi dice che le
Gimsi non conquisteranno il
mondo?
***
E noi ce ne andiamo a Londra...
Non vediamo l'ora =)
***
3. SORVEGLIANZA MOLTO ATTIVA
Avvista A. chiedere scusa ai C.
Gossip Girl! XOXO
***
Alla nanetta con i capelli color
carota del IV E. Smettila di
inciuciare con Giovanni che
Lavinia picchia!
***
A tutti i quartini
frustrati...tenete duro! Gia' in
5° sarete contagiati dalla
4. SORVEGLIANZA PASSIVA
febbre del pessimismo del
suicidio e dei Metallica!!!
METALLIKA SPAKKA!!! By
ContagGiato
***
Oh my GOLDEN!!!
***
Al ragazzo con gli occhiali della
I B, mi hanno detto che ti
chiami Gianluca, vorrei parlarti
5. SORVEGLIANZA STRESSANTE
ma non trovo mai l'occasione
giusta. Sembri triste... perché?
UNA QUARTINA...
***
Ricciolo (II A), Scapigliato (III
C), Appoggio (V A), Zio (IV B),
le Gimsi vi venerano quasi
quanto il dio Episio...
***
Milhouse: ma in gita senza di
te come facciamo? Ti accorgi
che non possiamo vivere senza
di te? E chi prendiamo in giro
ora?
***
S. con cuore di ferro =( [2
volte] V.
***
Teso' ti adoroooo!!"Golden in
our hearts 4EVA!! By -losai***
Ciao OndanomalA! Pazzerella!!
***
Delirio di groupie al ginnasio!!
***
"E' l'uomo per me! Fatto
apposta per me! I ricci ce li ha,
parla poco pero'... lui suona
per meeeee! Ma cio' che amo
in lui e' il ragazzo che
nasconde in sé..." L'ex cinica
***
Abbiamo tra noi la Perla di
Labuan. Sandokan ti prego
vieni a prenderla, noi non la
sopportiamo piu'!
***
Thanks Maria Giulia, Borchia,
Ire&Alee! -Mama***
Maria II D sei la realta' dei miei
sogni… <3 da Flavio
***
Perché il IV D e' alto alto alto e
Alessia e' piccolina...
***
Prof. Casantini sposami subito!
***
Frangettone yo-yo ci sei
mancato durante le vacanze…
Perché non ti sei fatto vedere?
Qualunque cosa succeda resti
sempre il nostro primo e
perfetto idolo!!!
***
A Squamosino: poca vacca,
l’hai fatto ancora una volta!
T.v.b. by nightshade
***
Fra, sei il mio sole
dell’avvenire!!!
***
Eravamo un milione quel
giorno in piazza a
manifestare… Eppure io ho
visto solo te! Colpo di fulmine!
G.
***
L., L. troppo boni! By anonime
***
Adri, ti manca solo l’aureola
per essere un angelo!
***
Bellosong I F sei il piu' fico
della succursale!
***
Valente uno di noi!
***
Contro il brutale tentativo di
svendere il patrimonio
archeologico dello Stato,
FIRMIAMO TUTTI L'APPELLO
CONTRO IL
COMMISSARIAMENTO DELLE
SOPRINTENDENZE
ARCHEOLOGICHE DI ROMA E
OSTIA:
http://www.firmiamo.it/nocom
missariosoprintendenzeromaeo
stia
***
Al Pistilli: professore mi
dispiace... ma come
teletubbies è troppo tenero!!!
Dal n. 22 del IC...
OndanomalA propone un nuovo importantissimo sondaggio!!
VOTATE I VOSTRI PROFESSORI PREFERITI!
6. SORVEGLIANZA
SCIALLA
Per partecipare basta visitare il sito del giornalino, selezionare la preferenza e cliccare sul bottone per l'invio del risultato!
SI RINGRAZIANO I COLLABORATORI DI QUESTO NUMERO:
Ismail Ahmed, Lavinia Carpentieri, lo psicologo
Marco Chimenti, Alessia Fortino, Andreas
Iaccarella, Sara Manini,
Isabella Tristano,
Alessandro Varvaressos.
Un GRAZIE speciale alla nostra vignettista di questo
numero Chiara Palumbo.
DIRETTORE:
Elisabetta Raggio
REDATTORI:
Giorgia Fanari
Lorenzo Raffio
Chiara Borrelli
Armando Pitocco
Luca Davoli
Valeria Tiburzi
IMPAGINAZIONE:
Lorenzo Raffio