Aula Magna Istituto Berenini - 22 gennaio 2016 Intervento di Enrico

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Aula Magna Istituto Berenini - 22 gennaio 2016 Intervento di Enrico
“CASA SUL PARCO – CASA DEL FUTURO”
Aula Magna Istituto Berenini - 22 gennaio 2016
Intervento di Enrico Montanari
(Amministratore della Montanari Costruzioni srl)
La mia piccola grande fortuna è stata quella di avere iniziato la mia vita
lavorativa iniziando come dipendente nell’impresa di mio padre, senza sconti e
senza favoritismi o privilegi, ma come uno degli altri della squadra.
Nonostante mio padre fosse un validissimo capomastro e impresario,
conoscitore dell’arte edile imparata fin da ragazzo, io non sapevo quasi nulla di
edilizia perché, mentre lui portava avanti la sua attività, ero stato preso dallo sport
svolto a livello professionistico e dagli studi.
Quando però un serio incidente mi ha costretto ad interrompere bruscamente
la carriera sportiva professionistica che sembrava essere anche molto promettente,
mi trovai ad affrontare una nuova fase della vita che non conoscevo: lavorare
nell’edilizia.
Decisi di partire dalla base, dai primi rudimenti del “mestiere” e lo dico nel
senso più nobile del termine, volutamente non ho voluto iniziare da quelle attività
amministrative “da ufficio” che mi avrebbero consentito certamente più tranquillità
in quella fase particolare della mia esistenza.
Per questo le mie prime sfide e la mia palestra professionale ho voluto che
cominciassero da quello che era il cuore pulsante dell’attività, il vero e concreto
campo dell’operare, del costruire del lavorare insieme : il cantiere!
Dall’esperienza sul campo e mettendo a frutto quello che avevo imparato a
scuola, in questa scuola in questi banchi dove oggi sedete voi,
frequentando il corso per geometri all’Istituto Paciolo D’Annunzio, sono
cresciuto in età ma anche in esperienza e competenze, sino a prendere, piano
piano, le redini dell’impresa creata da mio padre.
Ho raccolto da lui un bagaglio di valori, per lui come per me, non negoziabili,
come l’onestà, la credibilità, il senso vero dell’essere imprenditori, l’esperienza che
egli si era costruito negli anni, il precetto di lavorare coscienziosamente, senza mai
andare a danno della qualità e una forza molto preziosa che è l’essenza stessa del
lavoro fatto a regola d’arte costituita da maestranze professionalizzate, capicantiere,
muratori, carpentieri conoscitori dell’arte edile.
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A tutto questo ho aggiunto la mia ferma e convinta determinazione
nell’innovazione del prodotto, nella ricerca e nello sviluppo e nella costante
realizzazione della qualità in ogni aspetto del costruire.
Oggi, ancora più di qualche anno fa, credo fermamente che il futuro delle
costruzioni stia nel creare fabbricati ricchi di contenuti tecnologici, estetici,
qualitativi che siano sicuri e confortevoli, dove chi lo acquista o comunque ci vive,
possa veramente godere a piene mani del benessere abitativo.
Insomma qualità a 360°, senza scendere a compromessi.
Uno dei miei motti è “innovare nel solco della tradizione” perché per
modernizzare le costruzioni bisogna soprattutto ed essenzialmente conoscere l’ABC
dell’arte edile.
Su questi concetti e su queste basi, ma vorrei dire con maggiore compitezza,
su questi VALORI, ho portato avanti l’impresa che era stata di mio padre sino ad
attraversare con i miei collaboratori che fanno parte dell’impresa e ne costituiscono
l’ossatura portante, questi anni difficili di crisi e di profondi cambiamenti economici,
sociali, tecnici.
Quando il settore edile ha reso evidenti le proprie criticità, la mancanza di
idee e di coraggio nel cambiare verso, la propria fragilità e poca lungimiranza,
puntando quasi esclusivamente sulla quantità invece che sulla qualità ed avendo
come unico o primario obiettivo solo il profitto, spesso peraltro considerato anche
“facile”, proprio allora ho chiesto al pool aziendale e ai collaboratori di dare
ulteriore slancio e produrre il massimo sforzo possibile per spingere ulteriormente
sull’acceleratore della qualità assegnando però all’impresa un obiettivo altamente
impegnativo e particolarmente sfidante : quello di mantenere la competitività per
essere presenti sul mercato con un rapporto qualità/prezzo decisamente adeguato.
Trenta anni fa, quando ho iniziato, il modo di costruire gli edifici era ancora
molto tradizionale e l’unica tecnologia era rappresentata dalle caldaie, dall’impianto
elettrico e poco altro, il resto erano mattoni, calce, cemento, legno.
E così sino agli anni 2000 le novità sono state poche, ma con l’avvento dei
problemi dell’inquinamento ambientale e del surriscaldamento del pianeta, si è
iniziato a ripensare il modo di costruire gli edifici, perché non consumassero energia
e non fossero inquinanti.
Le sfide della qualità, del risparmio energetico unite a quella di portare in città
anche piccole, come Fidenza, le costruzioni contemporanee e di valore che
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solitamente si trovano nelle grandi città, sono state le motivazioni che mi
hanno mosso e mi muovono ancora, verso gli investimenti nella ricerca ed
innovazione dei nostri prodotti, ricerca ed innovazione che hanno necessariamente
richiesto una partnership tecnologica con le aziende leader del settore a livello
nazionale ed europeo, con le quali lo scambio di conoscenze e la concreta
applicazione dei prodotti, costituisse il “concept” il “prototipo” quasi in stile
automobilistico, del costruire al massimo della qualità oggi disponibile. E realizzabile
Per vincere queste sfide molteplici sono stati i fattori critici che sono stati studiati.
Con i miei tecnici abbiamo fatto analisi di contesto e valutato, in maniera
manageriale, lo SWOT, cioè i punti di forza, le eventuali debolezze, le minacce ma
anche le opportunità, che la situazione e lo scenario di riferimento in questi anni di
crisi ci hanno messo davanti e con cui ci dovevamo inevitabilmente ma lucidamente
e consapevolmente confrontare.
Un primo punto fermo è stato quello di comprendere che si vuole sviluppare
un fabbricato di qualità, bisogna partire da posizioni all’interno della città, che
permettano di aggiungere valore all’edificio.
Progettare edifici di qualità sotto tutti gli aspetti:
- Con strutture antisismiche
- Con involucri isolati perché non disperdano energia
- Con impianti che non inquinino e non sprechino energia, in linea con le
direttive europee del 2020 e del 2050 che porteranno alle emissioni di CO2 =
a zero.
- Edifici che non si lasciano inquinare dagli agenti esterni, rispettano la salute
dei residenti, perché sono sigillate, ma nello stesso tempo respirano, tramite
sistemi filtrati di ricambio dell’aria
- Impiego di materiali certificati sotto il profilo delle materie prime per evitare il
rilascio di inquinanti all’interno delle abitazioni
- Architettura tesa al bello, perché una casa per essere confortevole deve avere
anche un valore estetico
In sintesi ricercare nuove forme ed espressioni architettoniche e applicare le nuove
tecnologie e metodologie costruttive, che si coniughino al meglio nel tessuto
urbanistico del contesto cittadino, che ne
esaltino la storia e la natura e soprattutto restino come testimoni di “bellezza”,
elemento inscindibile della qualità, l’altra faccia della stessa medaglia.
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Il primo “prototipo o concept” di questa ricerca è stato Palazzo Ducati dove
abbiamo iniziato a sviluppare il nostro brand, fatto di tradizione dell’arte edile
poggiata su solide tradizioni ma sviluppata con la tecnologia moderna.
Siamo poi passati ad una nuova sfida: realizzare un fabbricato contemporaneo e
ricco di innovazioni, nel contesto storico di Piazza Duomo, è nato così Palazzo
Bellotti, con unità immobiliari in classe A+ A e B.
Infine, in questo “work in progress” siamo approdati a Casa sul Parco, sintesi e
apice della qualità dei nostri prodotti per ricerca architettonica, tecnologia,
sicurezza, risparmio energetico.
Fattori che sono stati ampliati sino realizzare un condominio “Passivo”. Volendo
paragonare questo fabbricato ad una automobile potremmo dire che è l’ammiraglia,
il top di gamma, un full optional pensato, progettato e realizzato per offrire
semplicemente il massimo in ogni settore.
Questi fabbricati che rappresentano per la mia azienda un punto chiave decisivo
ed importante nel raggiungimento della qualità sotto il profilo delle costruzioni,
hanno richiesto necessariamente ingenti investimenti sia finanziari che in risorse
umane, ricerca, sviluppo e innovazione, e di un lavoro coordinato e sinergico fra
tecnici, muratori, installatori, aziende fornitrici di tecnologie e prodotti.
Oggi grazie alle conoscenze acquisite, al know how ed alle skill (abilità)
consolidate, siamo in grado di applicare quanto messo in pratica in questi veri e
propri prototipi, ad altri edifici declinando la qualità in forme sempre più
competitive, la nostra prossima sfida è “qualità alla portata di tutti”.
La mia esperienza di imprenditore mi porta ad affermare che per ottenere questi
risultati di prodotto, tanti tecnici debbono essere coinvolti, ciascuno con le proprie
specifiche e particolari
competenze, ma che lavorino in simbiosi ed in squadra, che siano fattori di un
prodotto e non addendi separati di una addizione.
La consapevolezza ed il perimetro tecnico dell’uno deve intersecarsi con
quello dell’altro, come insieme e sottoinsieme, come forza di squadra affiatata e
responsabile di ogni singolo step, facendo si che essi stessi abbiano il controllo della
qualità della loro performance per consentire all’altro di fare sempre il meglio
reciprocamente.
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Non è facile lavorare così, ma non è impossibile e credo che queste costruzioni ne
siano la dimostrazione, e di questo, permettetemi, ne vado davvero orgoglioso
insieme a tutta la mia squadra.
Oggi più che mai nel costruire non è più possibile, non è più ammesso ed
ammissibile improvvisare, è necessario che già a livello progettuale gli edifici siano
sviluppati in ogni loro parte e componente.
E’ un fattore fondamentale avere un reparto tecnico che svolga questo
importantissimo compito: la produzione di qualità parte dai tecnici.
I tecnici progettano, controllano la produzione, testano e sanno manutenere i
prodotti.
E’ vero che oggi l’edilizia è in crisi, soprattutto per certi aspetti speculativi, ma
i cambiamenti in atto nel modo di costruire gli edifici, possono straformarsi in
volano per far ripartire non solo l’economia, ma anche l’occupazione, questa è una
di quelle opportunità che bisogna cogliere anche per il bene del nostro Paese.
Insieme alle imprese edili anche le aziende che forniscono i componenti e i
sistemi tecnologici devono disporre una adeguata struttura tecnica che sappia
affrontare e risolvere positivamente eventuali problematiche e criticità che si
dovessero presentare.
La figura del tecnico è importantissima, centrale, perché il sistema produttivo
di tutti i settori sia valido e di traino per il paese.
Per questo è importante incoraggiare voi, nuove generazioni di tecnici e di
cittadini maturi, responsabili e consapevoli, voi ragazzi e studenti ad compiere gli
stuti tecnici, perché senza tecnici preparati, le nuove tecnologie non possono e non
potranno essere utilizzate.
Ringrazio chi, a tutti i livelli, ha avuto la forza e la lungimiranza di riconoscere
la necessità di istruire ragazze e ragazzi perché diventino domani tecnici preparati e
che hanno lottato perché venisse mantenuto il corso per Geometri, così si chiamava
quando lo frequentavo io, ma che ora è diventato Tecnico in costruzioni, ambiente e
territorio, e hanno fatto in modo di portare il corso all’interno di un istituto
tecnologico, dove sono di casa chimica, meccanica, informatica, elettronica,
automazione, energia, scienze: cioè il sapere e la conoscenza.
Il Futuro o lo si subisce o lo si costruisce, ciascuno con le proprie forze, i propri
talenti, il proprio impegno e anche con il proprio entusiasmo e passione.
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Per questo sono convinto che costruire il futuro in tutti i suoi aspetti,
comprese le costruzioni edili, sia questo: raccogliere le sfide che il mondo attuale ci
prospetta e partendo dai punti di forza che già ci sono, operare in ogni direzione
mirando con forza e feroce determinazione alla qualità delle cose e della nostra vita.
Grazie per l’attenzione.
Enrico Montanari
(Amministratore)
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