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SHOAH niente di virtuale SUGGERIMENTI DI LETTURA DAL CATALOGO DI MEDIALIBRARYONLINE INFERNO La Divina Commedia sarebbe un’opera di grande sensazione se Dante, invece che all’Inferno, fosse stato nei campi di concentramento. Halina Szuman, Auschwitz, 1944 Auschwitz è di tutti Ascoli Marta, Rizzoli Trieste, 1944. Marta ha diciassette anni, "un'età in cui tutto ci accontentava e ci faceva sorridere". Quei sorrisi vengono strappati brutalmente la sera del 29 marzo, quando due SS fanno irruzione in casa per prelevare la famiglia Ascoli, per metà ebrea. E l'inizio di un calvario senza fine. La prima tappa è la risiera di San Sabba poi verranno la separazione dalla madre, il terribile viaggio in treno verso Auschwitz. Quindi Birkenau, poi Bergen-Belsen, la neve, i lavori forzati, la denutrizione, le malattie, le torture. E quella frase che suona come una condanna a morte continuamente rinviata: "Tu da qui non uscirai che per il camino". Ma Il destino ha in serbo per Marta il 15 aprile 1945, il giorno della liberazione per mano degli inglesi e la gioia immensa del ritorno a casa. Attraverso la sua testimonianza, Marta Ascoli ci ricorda la tragedia vissuta da una famiglia, dal popolo ebraico, dall'umanità intera: e, con la forza di un grido, ci spiega che Auschwitz è di tutti, luogo-simbolo della più grande ferita aperta nella storia del Novecento. Leggi del 1938 e cultura del razzismo. Storia, memoria, rimozione Cur. Beer M.; Foà A.; Iannuzzi I. Viella editore Il filo conduttore che lega i saggi raccolti in questo volume è l'analisi della diffusione del razzismo nell'Italia degli anni Trenta, ma anche dei vuoti di memoria dell'elaborazione italiana di questo momento decisivo della nostra storia, quando la cittadinanza è stata tolta a una parte degli italiani e contro di loro si è attuata una persecuzione basata su criteri razziali e biologici. Le leggi del 1938 si inseriscono infatti in una cultura della razza che ha profonde radici nella cultura europea ed italiana, dalla seconda metà dell'Ottocento in avanti, fondata su un presupposto scientificamente falso, quello dell'esistenza delle razze. Pensaci, uomo! Cur Caleffi Piero; Steiner Albe, Feltrinelli Un viaggio nella memoria per immagini. Questo libro, frutto di terribili esperienze vissute in prima persona, è un racconto per immagini dell'annientamento perpetrato dal nazismo. Fu pubblicato da Feltrinelli nel 1960 e viene qui riproposto in tutta la potenza drammatica del progetto grafico originale di Albe Steiner. La paurosa realtà dello sterminio non è purtroppo ancora abbastanza conosciuta. Il grido taciuto di questo documentario, nel muto silenzio delle fotografie, ricostruisce la verità, perché non sia possibile dimenticarsene. Tutto è in frantumi. 1943. Diario di un'ebrea olandese De Zwarte-Walvisch Klaartje trarad.Pignatti Laura, edizioni Guanda "Io spero davvero che tutto quello che ho scritto in questo diario possa raggiungere il mondo esterno." Klaartje de Zwarte-Walvisch ha trentadue anni quando inizia a scrivere il suo diario, il 20 marzo del 1943, giorno in cui lei e suo marito vengono arrestati nel loro appartamento di Amsterdam da due "cacciatori di ebrei" olandesi. Come centinaia di altre persone, Klaartje e il marito vengono rinchiusi nel tristemente noto teatro Hollandsche Schouwburg prima di essere deportati nel campo di concentramento di Vught, nel sud dell'Olanda. Il diario si interrompe il 4 luglio 1943, quando Klaartje de ZwarteWalvisch viene portata a Westerbok, un altro campo olandese di trasferimento, prima di essere portata definitivamente a Bergen Belsen, dove il tifo la ucciderà, il 16 luglio. Di suo marito si sono perse completamente le tracce. Il diario è rimasto nelle mani del cognato di Klaartje, sopravvissuto allo sterminio, che lo ha custodito senza mai trovare la forza di parlarne a nessuno. Solo alla sua morte, la figlia Miep l'ha ritrovato e l'ha donato al Jewish Historical Museum di Amsterdam, che ne ha deciso la pubblicazione. Il ghetto di Varsavia lotta Edelman Marek, Cur. Goldkorn Wlodek, Editore Giuntina "A quei tempi, non esisteva alcun canone della scrittura sulla Shoah, e neanche la parola. Non si sa come raccontare l'inenarrabile. Marek Edelman è uno dei primi a tentare. Il risultato: questo testo è oggi più attuale che mai. Lo è perché non è un racconto epico delle gesta belliche, ma una storia su come un gruppo di ragazzi e ragazze abbia tentato di riscattare la dignità e salvare la vita di un'intera città che si voleva condannata a morte e all'ignominia." (dall'Introduzione di W. Goldkorn) Le donne e l'olocausto Eichengreen Lucille, Trad. Buonanno Errico, Editore Marsilio Con sincerità straziante, Lucilie Eichengreen offre uno sguardo approfondito e sincero dell'esperienza femminile nei campi nazisti. Raccontando la storia della propria sopravvivenza, esplora il mondo delle altre donne che ha incontrato, dal potere femminile delle guardie SS, alle prigioniere che erano costrette a prostituirsi per il cibo. Le amicizie che nacquero tra le donne spesso durarono a lungo. Si aiutavano l'una con l'altra, e si dimostravano un affetto e un'attenzione che era diffìcile trovare persino in famiglia. Certo, avevano anche delle nemiche tra loro. Altre donne le maltrattavano, le denunciavano, le raggiravano e rubavano il cibo o le scarpe. In tutti i campi di concentramento era più o meno lo stesso. Ma in generale c'era fiducia reciproca, le donne si davano una mano e piangevano insieme. Con una prosa secca e toccante, la Eichengreen sa cogliere il nocciolo, l'essenza delle cose ma senza fare prediche. Sono stato un numero. Alberto Sed racconta Riccardi Roberto, Giuntina Questo libro racconta la vita di Alberto Sed dalla nascita ai giorni nostri. Rimasto orfano di padre da bambino, Alberto è stato per anni in collegio. Le leggi razziali del 1938 gli hanno impedito di proseguire gli studi. Il 16 ottobre 1943 è sfuggito alla retata effettuata nel ghetto di Roma. È stato catturato in seguito, insieme alla madre e alle sorelle Angelica, Fatina ed Emma. Dopo il transito da Fossoli, la famiglia è giunta ad Auschwitz su un carro bestiame. Emma e la madre, giudicate inabili al lavoro nella selezione condotta all'arrivo, sono finite subito nella camera a gas. Angelica, un mese prima della fine della guerra, è stata sbranata dai cani per il divertimento delle SS. Solo Fatina è tornata, segnata da ferite profonde: ha assistito alla fine terribile di Angelica ed è stata sottoposta agli esperimenti del dottor Mengele. Alberto è sopravvissuto a varie selezioni, alla fame, alle torture, all'inverno, alle marce della morte. Ha partecipato per un pezzo di pane ad incontri di pugilato fra prigionieri organizzati la domenica per un pubblico di SS con le loro donne. Dopo essere scampato a un bombardamento, è stato liberato a Dora nell'aprile 1945. Tornato a Roma, superate le difficoltà di reinserimento, ha iniziato a lavorare nel commercio dei metalli e si è sposato. Ha tre figlie, sette nipoti e tre pronipoti. Sonderkommando Auschwitz Venezia Shlomo, Cur. Gentiloni Silveri U.; Pezzetti M.Trad.Carli M., BUR Biblioteca Univ. Rizzoli "Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre nello stesso posto... Non si esce mai, per davvero, dal Crematorio." Sono parole di Shlomo Venezia, ebreo di Salonicco, di nazionalità italiana; è uno dei pochi sopravvissuti del Sonderkommando di Auschwitz-Birkenau, una squadra speciale selezionata tra i deportati con l'incarico di far funzionare la spietata macchina di sterminio nazista. Gli uomini del Sonderkommando accompagnavano i gruppi di prigionieri alle camere a gas, li aiutavano a svestirsi, tagliavano i capelli ai cadaveri, estraevano i denti d'oro, recuperavano oggetti e indumenti negli spogliatoi, ma soprattutto si occupavano di trasportare nei forni i corpi delle vittime. Per decenni l'autore ha preferito mantenere il silenzio, ma il riaffiorare di quei simboli, di quelle parole d'ordine, di quelle idee che avevano generato il mostro dello sterminio nazista ha fatto sì che dal 1992 abbia incominciato a parlare, e quei racconti sono la base della lunga intervista che è all'origine di questo libro. Gli assassini della memoria. Saggi sul revisionismo e la Shoah Vidal-Naquet Pierre, Trad. Lanciotti Vira, Viella È possibile discutere con i revisionisti, con coloro che negano la realtà del genocidio hitleriano fino a mettere in dubbio l'esistenza delle camere a gas? Per Pierre Vidal-Naquet la risposta è, senza alcuna esitazione, no. E non solo perché il dialogo presuppone un terreno comune, ma anche perché tra gli storici non esiste alcun dibattito che si possa definire scientifico sulla tragica verità dello sterminio nazista. Comprendere l'origine di una tale aberrazione è dunque più che mai necessario: si può e si deve discutere sui revisionisti, analizzando i loro testi "come si fa l'anatomia di una menzogna". La battaglia contro gli "Eichmann di carta", che Vidal-Naquet ha instancabilmente condotto nel corso di lunghi anni con i suoi scritti e le sue riflessioni, diviene così non solo un discorso etico, ma anche una grande lezione di metodo storico. Se compito dello storico è la ricerca della verità, è pur vero che non esiste una Verità con la maiuscola: la "verità storica" non può né deve diventare "verità legale" o "verità politica", e meno che mai "verità di Stato". Temi questi che - come sottolinea l'introduzione di Giovanni Miccoli - si intrecciano profondamente con la vicenda umana e personale di Pierre VidalNaquet, con il suo impegno civile e militante, il suo rapporto con l'ebraismo e con la storia degli ebrei e della Shoah, il suo giudizio sullo Stato e la politica israeliana, la riflessione sui nessi e la dialettica che legano la storia e la memoria. È una proposta Biblioteca Comunale di Busto Garolfo Biblioteca Comunale “ G. Bassi “ Canegrate PuntoPero Biblioteca Comunale Pero Biblioteca Comunale di Vanzago a cura di Emanuele Titoli disponibili in download su http://csbno.medialibrary.it LA BIBLIOTECA DIGITALE DEL CSBNO audio, video, testi, banche dati, audiolibri, ebook, quotidiani, e molto altro. 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