Imparare a guardare

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Imparare a guardare
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Proposta offerta formativa 2009-2010
Imparare
a guardare
Laboratori di didattica dell’audiovisivo
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Attività
didattiche
a cura di
Gian Luca Cima
Riccardo Costantini
Paolo Dalla Mora
Tommaso Ferronato
Tommaso Lessio
Manuela Morana
Silvia Moras
Denis Pinese
Manlio Piva
Andrea Princivalli
Chiara Vialmin
i contatti
Silvia Moras
referente attività didattiche
[email protected]
Tommaso Lessio
attività della mediateca, laboratorio multimediale
[email protected]
Elena D’Incà
mediatecaria
[email protected]
Imparare a guardare
Imparare a guardare è un imperativo: con queste parole iniziava il
precedente quaderno informativo delle attività didattiche per le
scuole proposte dalla Mediateca Pordenone di Cinemazero. Siamo
convinti che, anche grazie all’impegno e alle energie profuse dalla
Mediateca e dai suoi formatori in questi anni, tale imperativo si sia
diffuso a vari livelli e trovi ormai sempre più orecchie disponibili ad
ascoltarlo e sempre più cervelli convinti che l’alfabetizzazione agli
audiovisivi sia non solo una necessità imposta dai sistemi di comunicazione attuali, ma vero e proprio mezzo di comunicazione con e
tra le generazioni. L’immagine, in tutte le sue forme e declinazioni,
è un sistema testuale che come tale costruisce un senso, sintattico e
semantico, del quale siamo tutti, più o meno consapevolmente, traduttori-traditori affascinati. Sono i meccanismi della pubblicità, i
dialoghi dei film, il tono della cronaca giornalistica a condurre sempre più spesso il nostro modo di parlare, i nostri esempi, le nostre
figure retoriche... Alla paura e alla “tutela” è necessario sostituire
la consapevolezza che anche questi dell’immagine sono sistemi di
comunicazione umani e come tali conosciuti e ri-conoscibili al pari
di altre forme testuali tradizionalmente inserite nei curricola scolastici; è necessario far emergere l’opportunità che questi nuovi
sistemi testuali rappresentano nel campo delle applicazioni logiche
ed espressive, nella diversa abilità, nel recupero motivazionale,
nell’educazione emotiva e sentimentale...
Con questa consapevolezza la Mediateca Pordenone di Cinemazero, attraverso i suoi formatori, propone in questa nuova veste tutta
una serie di moduli didattici per le scuole di ogni ordine e grado.
Sono incontri laboratoriali con obiettivi specifici, modulabili a
seconda dell’età e delle competenze degli allievi coinvolti.
I laboratori nelle scuole sono tradizionalmente la presenza più evidente della Mediateca nel territorio, accanto e per essa agiscono le
tante attività di formazione e di aggregazione che sono diventate
ormai realtà stabili: gli incontri mensili di formazione per gli insegnanti, la recente pubblicazione del manuale di didattica dell’audiovisivo Il coccodrillo luminoso, i concorsi e le rassegne ospitate
(FilmMakers al chiostro, Scrivere di cinema) nonché l’ormai consolidata collaborazione con le più importanti manifestazioni culturali
cittadine (pordenonelegge.it, Le Giornate del Cinema Muto,
Scienzartambiente, Le voci dell’inchiesta...).
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Avvicinarsi
agli audiovisivi
Lux in fabula
Creare e proiettare un racconto per Lanterna Magica, ripercorrendo la strada verso le origini dell’immagine in movimento.
Durante il laboratorio si creeranno delle “lastre” per lanterna
magica, che poi saranno proiettate con una vera lanterna d’epoca. Il laboratorio permette di approfondire la storia del precinema e lavorare concretamente realizzando dei soggetti che prenderanno forma grafica (senza escludere delle forme di sperimentazione) che verranno animati e proiettati ricreando le atmosfere del cinema delle origini.
Laboratorio Méliès
George Méliès e i fratelli Lumière, i trucchi cinematografici e i
documentari, i film d’animazione e i reportage di informazione
sono le due facce della stessa lente. E’ importante, per imparare
a vedere, fornire ai bambini esperienze che tengano conto di
entrambi gli aspetti, esempi differenti da quelli della quotidiana
fruizione televisiva in modo da rompere gli automatismi della
consuetudine. A questo modo gli stessi elementi del linguaggio
audiovisivo emergono e la loro conoscenza favorisce sia la consapevolezza critica nei confronti della visione sia il potenziamento delle loro qualità espressive.
Il laboratorio propone un percorso alla scoperta del linguaggio
audiovisivo attraverso la visione di film e di cartoni animati e una
serie di attività di rielaborazione creativa tra le quali gli esperimenti con i dispositivi ottici pre-cinematografici e la pratica dei
trucchi cinematografici.
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MappaScuola
Videoritratto
A un primo e fuggevole sguardo, lo spazio che ci circonda e che
accompagna tutta la nostra vita somiglia a un’enorme scenografia
davanti alla quale ci animiamo e viviamo. Eppure non è una scenografia: è un fitto e intricato reticolo di forme, colori, odori col
quale interagiamo inevitabilmente ogni giorno. Mappare questo
spazio significa indagarne e scoprirne la natura, comprenderne la
funzionalità, ma anche sfruttarlo con maggiore consapevolezza. Il
laboratorio propone a una classe di giovani esploratori di esercitare la propria curiosità e di costruire una mappa del luogo nel
quale imparano a scrivere, a leggere, a conoscere...
A partire dalla raccolta di immagini e suoni in un ricco archivio
multimediale, viene prodotta una mappa concettuale assolutamente originale della propria scuola: il gioco della curiosità si
unisce all’esercizio dell’ingegno e dell’immaginazione.
Sono note le affinità costitutive fra l’immagine audiovisiva e quella dello specchio. Da una parte, entrambe riproducono in modo
estremamente fedele i tratti esteriori della persona che vi si
“ritrae” e favoriscono dunque un processo di identificazione, di
conferma del proprio sé. Dall’altra però, sono immagini che provengono da un altrove, che si manifestano come altro da sé, e che
fanno emergere uno scarto rispetto al proprio vissuto.
Il laboratorio, che si articola attraverso l’analisi e la realizzazione
di autoritratti in forme diverse (disegno, fotografia, scrittura)
intende favorire nei ragazzi la percezione del proprio io attraverso le forme della rappresentazione audiovisiva e il confronto di
queste con altre forme di espressione.
Il laboratorio prevede che i ragazzi realizzino brevi video-ritratti
attraverso i quali possano apprendere gli elementi fondamentali
del linguaggio audiovisivo.
Fotofiaba
Raccontare la vita e la sua infinita trama di avvenimenti è un atto
imprescindibile per piccoli e adulti; rappresentarla per immagini, poi, è un gioco irresistibile in cui si attua quella infinita contrattazione tra ciò che si conosce e ciò che si può solo immaginare. Il laboratorio nasce dal sodalizio tra l’arte della fotografia e la
magia delle fiabe e propone, attraverso divertenti tappe operative, un inedito percorso di rappresentazione del sé e del mondo
in bilico tra il desiderio di registrare la realtà percepita e quello
di forgiare l’immaginazione e il sogno. Il laboratorio dà ampio
spazio all’esercizio delle abilità manuali e premia la sensibilità
artistica promuovendo lo sviluppo di un prodotto comunicativo
che sia non solamente efficace ma anche capace di emozionare.
Il laboratorio è rivolto a bambini e insegnanti che amano lavorare in gruppo, contrattare idee e contenuti e che vantano quel pizzico di ingenua follia necessario per affabulare la quotidianità
con principi romantici e principesse chiacchierone, scorbutiche
regine e smemorati maghi...
Ti racconto una storia
Un laboratorio multidisciplinare che nasce dall’esigenza di raccontare una storia attraverso tante immagini e pochissime parole.
Perché, dunque, non realizzare un fumetto partendo da una storia ideata e scritta interamente dai ragazzi? Soggetto, sceneggiatura e tanti, tantissimi disegni e colori!
Con l’ausilio di laboratori, di gruppo e individuali, gli allievi giocheranno con le immagini, interagiranno con esse a più livelli in
modo da comprendere, seppur in una dimensione ludica, le interazioni tra immagine e immagine e tra parola e immagine.
Verranno a contatto, nel tradurre un testo scritto (sceneggiatura
o soggetto) in una successione di disegni, con tre concetti fondamentali per comunicare in questo campo: l’Inquadratura
(Campo/Fuori Campo; Campi e Piani), il Punto di Vista, il
Montaggio (manipolazione di spazio e tempo).
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Incontri ravvicinati:
Johnny Depp, Marylin ed io
Chi non ha mai sognato di recitare assieme ai propri attori preferiti, avere anche solo una piccola parte in un grande film? Nella
realtà solo a pochissimi fortunati viene concesso questo privilegio, ma grazie alla tecnologia digitale e alla sua potenzialità di
manipolare le immagini è possibile aggirare l’ostacolo: nel corso
del laboratorio vedremo come, in modo semplice e veloce, si può
produrre un breve video in cui gli studenti recitano a stretto contatto con i personaggi dei loro film preferiti ed assieme raccontano una storia inedita, mai vista sugli schermi cinematografici.
Se il prodotto finale è di effetto, il percorso didattico mostra concretamente ai ragazzi le potenzialità del digitale, insegnando che
i prodotti cinematografici possono essere visti anche da un’ottica
personale e non solo passiva. Inoltre stimola la creatività e la partecipazione di ognuno grazie alla possibilità di ricoprire ruoli
diversi nelle varie fasi di realizzazione (dalla ricerca di immagini
dal film alla recitazione e al disegno delle scenografie).
Scatta il fotoromanzo
Non un fumetto e non ancora un film, ma con tutte le necessarie
competenze per fare entrambi, rinverdendo una grande tradizione delle riviste italiane. Creare un fotoromanzo coinvolge gli
allievi in un’esperienza laboratoriale completa e dai risultati sorprendenti.
in una prima fase del modulo, verranno forniti strumenti teoricopratici per potersi orientare a livello generale nel mondo della
comunicazione audiovisiva (Inquadratura, Montaggio e Sceneggiatura). Successivamente gli allievi lavoreranno alla realizzazione pratica di un fotoromanzo: dopo aver individuato un soggetto,
si passerà alla successiva costruzione della sceneggiatura, dei
dialoghi e poi gli allievi diventeranno veri e propri fotografi e
attori della loro storia. Infine impareranno autonomamente a
montare insieme con originalità, utilizzando semplici programmi
informatici, tutte le fotografie scattate durante le riprese.
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Confrontarsi
con i generi,
tra letteratura
cinema e TV
Dentro lo sguardo
Il laboratorio ripercorre e studia le tre figure chiave dell’audiovisivo (Inquadratura, Montaggio e Sonoro) con l’ausilio di spezzoni di film, serie tv, cartoni animati, spot pubblicitari e videoclip.
Sondare, dunque, il linguaggio audiovisivo, dando strumenti di
analisi e riflessione su di esso, allo scopo di far riflettere e illustrare all’allievo i meccanismi alla base della produzione audiovisiva: dall’organizzazione del racconto alla messa in scena vera
e propria.
In base ai filmati selezionati si guarderà al cinema e all’audiovisivo in generale, con gli occhi del regista e non dello spettatore
passivo, in modo da provare a comprenderne i segreti e le
potenzialità artistiche ed espressive.
La piccola bottega dei generi
Una visuale completa sulla sesta arte non può escludere un’analisi dei “generi”, ovvero di quella sorta di suddivisione per argomento che ha portato ad una vera e propria classificazione all’interno della produzione cinematografica, fin dalle sue origini. Il
genere denota non solo il gusto del pubblico e la sua conseguente distinzione per fasce d’età, ma anche l’influenza che la storia e
il contesto sociale hanno avuto all’interno delle diverse realtà
nazionali. Di qui un’analisi sociologica e storica che può essere
svolta attraverso uno strumento nuovo: il cinema, o meglio, i
generi del cinema. Commedia, Thriller, Horror, Poliziesco o
Fantascienza, non sono semplicemente etichette, ma punti di riferimento per ulteriori approfondimenti. I generi, e i relativi sottogeneri, suggeriscono anche una panoramica sull’evoluzione tecnologica dei mezzi (il passaggio dall’analogico al digitale), degli
effetti speciali (dall’artigianalità dei primi fondali in cartone alle
evoluzioni del computer nell’animazione, molto simile al mondo
dei videogiochi), dei cosiddetti paratesti (manifesti, campagne
pubblicitarie) e dei luoghi di proiezione (la nascita ad esempio
del drive-in per la fantascienza degli anni ’50). Confrontare e analizzare questo carattere multiforme della cinematografia permette di affinare il senso critico, nonché di prendere atto dell’influenza reciproca esistente tra storia, società ed espressione artistica.
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Chiacchiere e distintivo:
il poliziesco alla tv
In un percorso storico del telefilm poliziesco, passando attraverso i noti Colombo, Magnum PI, X-Files, e altri polizieschi che
hanno fatto la storia della televisione non solo italiana, il laboratorio mira a un’analisi critica di questi testi audiovisivi, sia nell’ottica della serialità e dei meccanismi di affezione ad essa collegati, sia in quella capace di far emergere le vicinanze e le parallele con la letteratura gialla e noir. Intrecciando percorsi temporali – dal primo poliziesco televisivo, Dragnet, fino agli ultimi
Criminal Minds, CSI e 48 ore – e percorsi spaziali – il giallo inglese, l’hard boiled americano, la scuola europea e le conseguenti
derivazioni. Il laboratorio prevede la visione di alcune puntate
dei telefilm trattati e il confronto con eventuali testi letterari.
Le Telefamiglie
Con estrema facilità siamo passati dal rassicurante salotto dei
Robinson al continuo via vai degli affollati appartamenti di
Friends fino ai corridoi ingombri di Scrubs. Che ne è stato dei
giorni felici della famiglia Cunningham o della consolante, seppur macabra, accoglienza degli Addams? Più di ogni altro testo
televisivo, le sit-com americane e i loro derivati sono state in
grado di registrare i mutamenti generazionali avvenuti all’interno della famiglia, fino alla sua versione farsesco-mediatica messa
in scena nei vari reality show, dal Grande Fratello in poi.
Attraverso l’analisi di alcuni episodi dei telefilm affrontati, si
approfondisce, sia da un punto di vista contenutistico che da uno
più prettamente stilistico, i cambiamenti avvenuti e quelli in atto.
...per scrivere di cinema
Sulla scia della pluriennale esperienza del concorso Scrivere di
Cinema, dedicato al grande critico Alberto Farassino, nasce il
laboratorio Per scrivere di cinema, con l’obiettivo di iniziare gli
studenti alla pratica della critica cinematografica. Come si scrive
su di un film? Quali sono gli aspetti che non vanno trascurati e a
quali invece si può rinunciare? Quanto è importante lo stile e
l’esporsi in prima persona nello sguardo critico? Recensire è per
forza giudicare o è piuttosto un percorso che può condurre al
senso profondo del film? Muovendo dalle penne che hanno fatto
la storia della critica cinematografica, come Bazin, Truffaut e
Daney, fino a quelle dei giorni nostri, come Canova, Pezzotta,
Mereghetti, il laboratorio intreccia analisi ed esercitazioni di
scrittura.