relazione - INFN-LNL
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SPERIMENTANDO 2011 “Sperimenta anche tu” RELAZIONE MOTI ASCENSIONALI I.S.I.S.S. “GIUSEPPE VERDI” di VALDOBBIADENE (TV) Area scientifica individuata: fisica-meccanica GRUPPO DI LAVORO: Classi: 1^A e 1^B – ITIS Studenti: 1^A ITIS: Oscar Antiga, Steven Baldasso, Mattia Bastianon, Ermes Bellè, Fabrizio Bresolin, Manuel Cavecchia, Andrea Dalla Favera, Luca Donadini, Fabio Follador, Michele Fornasier, Rudy Golfetto, Marques Diego Goncalves, Renato Mantoet, Giosuè Micheletto, Ramirez Matias Rodò, Andrea Simeon, Andrea Simoni, Filippo Stefanin, Anwar Thamri. 1^B ITIS: Thomas Andreatta, Matteo Biasi, Davide Boschiero, Giacomo Cietto, Stefano Garbuio, Michele Geronazzo, Merlin Juskoski, Francesco Lot, Andrea Menegalli, Matteo Mora, Simone Pizzaia, Simone Rizzi, Marco Sartor, Darko Shinikoski, Mikhail Todoverto, Cristian Toscan, Riccardo Viale, Daniele Zanatta, Nicola Zanotto. Studenti tutor: Resta Gian Maria (3^A ITIS) Docente referente: Alessandro Sartor Assistente Tecnico: Andrea Gazzola Sperimentando 2011 Sperimenta anche tu MOTI ASCENSIONALI RELAZIONE INDICE: 1. PREMESSA ..............................................................................................................................................................................3 2. STUDIO DEI PRINCIPI FISICI ............................................................................................................................................3 I FENOMENI OSSERVATI ..............................................................................................................................................................3 APPLICAZIONE DELLE LEGGI DELLA FISICA ................................................................................................................................3 3. DAL PROGETTO AL PRODOTTO......................................................................................................................................8 FASE PROGETTUALE ...................................................................................................................................................................8 FASE ESECUTIVA ........................................................................................................................................................................9 TAVOLE GRAFICHE .....................................................................................................................................................................9 MATERIALI UTILIZZATI ............................................................................................................................................................10 MACCHINE, ATTREZZATURE E STRUMENTI UTILIZZATI .............................................................................................................10 4. DESCRIZIONE DELL’ESPERIMENTO ...........................................................................................................................11 RISULTATI E DATI MISURATI .....................................................................................................................................................11 5. PROBLEMI INCONTRATI E SOLUZIONI ADOTTATE...............................................................................................13 6. CONCLUSIONI .....................................................................................................................................................................13 RINGRAZIAMENTI .................................................................................................................................................................14 BIBLIOGRAFIA........................................................................................................................................................................14 ISTRUZIONI D’USO E AVVERTENZE DI SICUREZZA...................................................................................................15 ISISS “G. Verdi” – Valdobbiadene (TV) Dipartimento di Meccanica e Tecnologia Classi 1^A ITIS e 1^B ITIS Pagina 2 di 15 Sperimentando 2011 Sperimenta anche tu MOTI ASCENSIONALI RELAZIONE 1. Premessa Gli studenti che frequentano il biennio di un Istituto Tecnico ad indirizzo tecnologico si misurano da subito con la fisica applicata ed hanno quindi la necessità di ricercare, nelle esperienze di tutti i gironi o in quelle di laboratorio, prove che possano convalidare le teorie che studiano in classe. Il concorso Sperimenta anche tu ci ha dato l’opportunità di avvicinarci allo studio diretto dei fenomeni fisici, oltre che di poter avere i primi contatti con le materie di indirizzo che caratterizzano il triennio del corso di studi che abbiamo scelto. L’ultimo aspetto è stato particolarmente curato grazie ad un progetto interno di tutoraggio, che ha associato ad ognuno di noi studenti di classe prima, uno studente tutor del triennio, a cui ci rivolgiamo in caso di necessità o, come in questo caso, per approfondire tematiche di studio che al biennio non vengono affrontate. Per questa edizione di Sperimentando gli insegnanti ci hanno assegnato il tema dei moti ascensionali, che abbiamo sviluppato in più punti. Il prodotto finale è un dispositivo che permette di visualizzare la presenza dei moti ascensionali attraverso il moto rotatorio di un’elica di carta. Durante questo primo anno di studio delle discipline dell’area tecnico-scientifica abbiamo affrontato molti degli aspetti che stanno alla base dell’esperienza realizzata: dalla costruzione della spirale (disegno) alla legge dei gas (chimica), alla spinta di Archimede (fisica), ecc. L’attrezzatura è stata invece realizzata con l’aiuto del tutor Gian Maria Resta, studente della classe 3° ITIS, che ha potuto utilizzare le attrezz ature dell’officina meccanica della scuola con la supervisione di docenti e assistenti dell’area meccanica. 2. Studio dei principi fisici I fenomeni osservati Una sorgente di calore, costituita da una lampada ad incandescenza di 100 W di potenza, scalda l’aria circostante che aumenta il suo volume specifico e sale per effetto della spinta di Archimede, che agisce su una porzione d’aria a minor peso specifico. Il flusso d’aria verticale, caratteristico dei moti ascensionali che si verificano sulla superficie terrestre, è deviato da un’elica di carta, che inizia a girare, in accordo al teorema della conservazione della quantità di moto. L’elica di carta ha un profilo a spirale, per l’ottimo bilanciamento che garantisce. Ciò ha permesso di trovare facilmente una posizione di equilibrio indifferente, appoggiando l’elica in un unico punto, costituito dalla punta di una barretta di ferro fissata verticalmente. Applicazione delle leggi della fisica Nonostante il fenomeno sia di facile spiegazione intuitiva, la spiegazione scientifica è assai difficile e comporta l’applicazione di diverse leggi della fisica. ISISS “G. Verdi” – Valdobbiadene (TV) Dipartimento di Meccanica e Tecnologia Classi 1^A ITIS e 1^B ITIS Pagina 3 di 15 MOTI ASCENSIONALI Sperimentando 2011 Sperimenta anche tu RELAZIONE I nostri insegnanti ci hanno aiutato a semplificare il problema, che è stato suddiviso in due parti: 1. I moti ascensionali: perché l’aria calda sale verso l’alto? 2. Il moto dell’elica: perché un’elica investita da un flusso d’aria gira? Per rispondere alla prima domanda si è fatto ricorso alla legge di Archimede, che è valida per qualunque fluido in quiete e che afferma che: un corpo (nel nostro caso un volume d’aria riscaldato) immerso in un fluido (nel nostro caso riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del volume di fluido spostato (nel nostro caso un volume d’aria non riscaldato) l’aria circostante) Utilizziamo le seguenti grandezze: V: m: g: F: ρeT: ρ’ e T’ : volume d’aria preso in considerazione massa d’aria presa in considerazione accelerazione gravitazionale forza netta agente sul volume d’aria V densità e temperatura dell’aria non riscaldata densità e temperatura dell’aria riscaldata La spinta di Archimede vale quindi: S = ρ ⋅g⋅ V A questa forza si oppone la forza peso dell’aria calda che occupa il volume considerato, che vale: P = m ⋅ g = ρ '⋅V ⋅ g La forza F netta agente sul volume V di aria vale allora: F = S − P = (ρ − ρ ') ⋅ g ⋅ V (1) La formula non si presta ad una facile verifica, perché la densità è difficilmente misurabile. E’ opportuno allora introdurre l’equazione di stato dei gas ideali ed esprimere questa forza attraverso la variazione di temperatura che l’aria subisce. L’equazione di stato dei gas ideali può essere scritta in questo modo: p⋅v = R ⋅T ⇒ p⋅ 1 ρ = R ⋅T ⇒ p = ρ ⋅T R dove si è sostituito al volume specifico il reciproco della densità. Possiamo ragionevolmente assumere per ipotesi costante la pressione atmosferica e quindi concludere che la densità e la temperatura dell’aria (che in una trasformazione quasi statica si comporta come un gas ideale) sono inversamente proporzionali. La (1) diventa pertanto: ISISS “G. Verdi” – Valdobbiadene (TV) Dipartimento di Meccanica e Tecnologia Classi 1^A ITIS e 1^B ITIS Pagina 4 di 15 MOTI ASCENSIONALI Sperimentando 2011 Sperimenta anche tu F = ρ ⋅ (1 − RELAZIONE T' T '−T ρ' ) ⋅ g ⋅ V = ρ ⋅ (1 − ) ⋅ g ⋅ V = ρ ⋅ ( )⋅g⋅ V ρ T T F=ρ⋅ ∆T ⋅g⋅ V T (2) Dall’equazione (2), dividendo per la massa d’aria, cioè per l’espressione (ρ ·V) si può anche ricavare un’espressione per l’accelerazione che l’aria subisce: a= ∆T ⋅g T (3) L’aria riscaldata sale con un’accelerazione iniziale pari ad una frazione dell’accelerazione gravitazionale e tale frazione non è altro che l’incremento percentuale di temperatura a cui l’aria è soggetta. L’aria, nel suo moto ascensionale, si espande raffreddandosi ed attenuando progressivamente la propria accelerazione, fino a che la spinta ascensionale si annulla. La seconda parte del problema riguarda il moto dell’elica. Dal momento che si è ipotizzato che questa giri per effetto di un flusso d’aria ascendente, sarà necessario prima calcolare questo flusso. Utilizziamo le seguenti grandezze: E: cp: Pel: P: ∆T: Q: A: v: w: u: ω: α: n: energia termica trasmessa al volume d’aria V calore specifico a pressione costante dell’aria potenza elettrica assorbita potenza termica trasmessa al volume d’aria V differenza di temperatura a cui è soggetta l’aria portata d’aria in movimento superficie proiezione elica sul piano orizzontale velocità media dell’aria in corrispondenza dell’elica velocità relativa dell’aria rispetto all’elica velocità tangenziale dell’elica velocità angolare dell’elica inclinazione media profilo elica numero di giri al minuto che compie l’elica In linea teorica possiamo affermare che una parte dell’energia elettrica assorbita dalla lampadina ad incandescenza si trasformi in energia termica e venga ceduta all’aria circostante, riscaldandola. L’aria si riscalderà secondo la nota equazione: E = m ⋅ c p ⋅ ∆T = ρ ⋅ V ⋅ c p ⋅ ∆T (4) Siccome l’energia fornita nell’unità di tempo è una frazione della potenza elettrica assorbita (frazione che esprimiamo con il rendimento η1), mentre il volume riscaldato nell’unità di tempo è la portata d’aria messa in movimento nel meccanismo dei moti ascensionali, allora la (4) diviene: η1 ⋅ Pel = P = ρ ⋅ Q ⋅ c p ⋅ ∆T ISISS “G. Verdi” – Valdobbiadene (TV) Dipartimento di Meccanica e Tecnologia Classi 1^A ITIS e 1^B ITIS (5) Pagina 5 di 15 MOTI ASCENSIONALI Sperimentando 2011 Sperimenta anche tu RELAZIONE Dalla (5) si ricava il valore della portata d’aria messa in movimento: Q= η1 ⋅ Pel ρ ⋅ c p ⋅ ∆T (6) La (6) mostra che il flusso d’aria messo in movimento è inversamente proporzionale all’incremento di temperatura a cui è soggetta l’aria. Una frazione del flusso d’aria (6) investe l’elica; esprimiamo tale frazione con il rendimento η2 Se dividiamo la portata d’aria η2·Q che investe l’elica per la superficie A della proiezione sul piano orizzontale dell’elica, ricaviamo la velocità media ascensionale, che si calcola quindi con la seguente: v= η2 ⋅ Q A = η1 ⋅η 2 ⋅ Pel A ⋅ ρ ⋅ c p ⋅ ∆T (7) A questo punto, ricorrendo alla teoria delle macchine a fluido ed in particolare ai triangoli delle velocità, è possibile calcolare la velocità di rotazione dell’elica. Considerando una qualunque porzione di elica, l’aria che la investe ha direzione ortogonale, ma viene deviata e scorrerà lungo una direzione parallela al profilo dell’elica. Considerando i tre vettori costituiti da: - la velocità assoluta dell’aria (v); - la velocità tangenziale di un punto dell’elica (u); - la velocità relativa dell’aria rispetto allo stesso punto dell’elica (w); possiamo costruire il triangolo delle velocità (vedi figura) e ricavare una relazione tra le tre grandezze. w α u v -w triangolo delle velocità sul profilo dell’elica La velocità tangenziale dell’elica si calcola con una relazione trigonometrica, che è: u = tgα ⋅ v Se l’angolo a fosse pari a 30°, allora potremmo con siderare il triangolo delle velocità come metà di un triangolo equilatero e si avrebbe: u= ISISS “G. Verdi” – Valdobbiadene (TV) Dipartimento di Meccanica e Tecnologia Classi 1^A ITIS e 1^B ITIS 3 v 3 Pagina 6 di 15 Sperimentando 2011 Sperimenta anche tu MOTI ASCENSIONALI RELAZIONE Passiamo ora a considerare il moto circolare uniforme, che dovrebbe instaurarsi dopo un breve periodo iniziale. La velocità angolare si ricava dalla velocità tangenziale in questo modo: u = ω ⋅r = ω ⋅ d 2 ⋅u ⇒ω = 2 d Dalla velocità angolare si calcola facilmente il numero di giri al minuto compiuto dall’elica: n= 60 ⋅ ω 2 ⋅π Combinando le ultime relazioni si ottiene: n= 60 ⋅ ω u v = 60 ⋅ = 60 ⋅ tgα ⋅ 2 ⋅π π ⋅d π ⋅d (8) Ricordando che il valore della velocità è calcolabile con la (7), allora possiamo concludere dicendo che il numero di giri n può essere calcolato dal valore dell’incremento di temperatura che subisce l’aria per effetto della lampadina. ISISS “G. Verdi” – Valdobbiadene (TV) Dipartimento di Meccanica e Tecnologia Classi 1^A ITIS e 1^B ITIS Pagina 7 di 15 Sperimentando 2011 Sperimenta anche tu MOTI ASCENSIONALI RELAZIONE 3. Dal progetto al prodotto L’attrezzatura che abbiamo realizzato è costituita da quattro apparati distinti: 1. un’elica di carta; 2. il supporto dell’elica, realizzato in profilo metallico; 3. il sistema di generazione del calore; 4. il basamento. Abbiamo affrontato ogni aspetto progettuale, ma alcune parti in modo limitato, non avendo ancora gli strumenti per farlo. La parte realizzativa è stata invece affrontata quasi totalmente dal tutor, Gian Maria Resta, della classe 3^A ITIS, aiutato dall’assistente tecnico Andrea Gazzola. Fase progettuale Gli aspetti progettuali sono stati affrontati durante le ore di lezione delle materie inerenti al lavoro. Durante le ore di disegno abbiamo studiato la costruzione geometrica della spirale, che si è rilevata la figura più indicata per la realizzazione dell’elica di carta da posizionare sul supporto. La spirale è stata prima disegnata su carta, seguendo le fasi operative che ci ha insegnato la nostra insegnante di disegno Mara Zavarise. Successivamente abbiamo provato a ritagliare la spirale in modo da ricavarne un’elica. Abbiamo poi verificato il suo bilanciamento e se la carta, che era quella che normalmente usiamo per disegnare, era adatta al nostro scopo. Abbiamo visto che era necessario evitare la presenza di quei piccoli fori che si formano utilizzando il compasso e pertanto abbiamo deciso di ricorrere ad Gian Maria Resta, il nostro tutor. A lui abbiamo chiesto di realizzare il profilo a spirale al computer, utilizzando un software CAD, che permette la stampa su carta con un semplice click. In questo modo si ha il vantaggio di poter scegliere il tipo di carta più indicato, evitando inoltre la presenza dei piccoli fori da compasso. Durante le ore di fisica abbiamo studiato la spinta di Archimede ed abbiamo potuto calcolare la forza con cui l’aria, nel nostro caso, viene spinta verso l’alto. Attraverso considerazioni empiriche, si è giunti alla conclusione che, per mettere in rotazione l’elica con una velocità apprezzabile, l’angolo medio di inclinazione del profilo dell’elica doveva essere compreso tra i 20° e i 30°. Poiché la spirale si def orma fino a formare un’elica, per effetto del suo peso, per le considerazioni fatte precedentemente abbiamo cambiato tipologia di carta (più o meno rigida) fino ad individuare quella che meglio approssimava l’angolo di inclinazione desiderato. Per fornire all’aria la potenza termica, necessaria per aumentare la sua temperatura ed innescare il fenomeno dei moti convettivi, si è fatto ricorso ad una normale lampada ad incandescenza della potenza di 100 W. Questa ci è sembrata, infatti, la soluzione più pratica, meno dispendiosa e, soprattutto, meno pericolosa in quanto non richiede processi di combustione. ISISS “G. Verdi” – Valdobbiadene (TV) Dipartimento di Meccanica e Tecnologia Classi 1^A ITIS e 1^B ITIS Pagina 8 di 15 Sperimentando 2011 Sperimenta anche tu MOTI ASCENSIONALI RELAZIONE Per quanto riguarda il resto dell’attrezzatura, noi ci siamo limitati alla definizione degli elementi necessari alla sua realizzazione, senza entrare nei dettagli progettuali, e rivolgendoci all’assistente tecnico per il loro sviluppo e realizzazione. Fase esecutiva Per quanto riguarda la spirale, si è già fatto riferimento alla procedura adottata per la sua progettazione, che ha comportato l’utilizzo di un software CAD. La realizzazione è stata quindi facilitata dall’utilizzo della stampante, che è in rete nel laboratorio CAD. Una volta stampata la spirale, si è proceduto a tagliare il profilo stampato, con l’utilizzo di un taglierino. Si è cercato poi di dare una forma omogenea all’elica mediante formatura e piegatura. In particolare si è provveduto a fare due piccole pieghe ortogonali in corrispondenza del punto di appoggio, necessarie per impedire all’elica di scivolare dalla punta del supporto durante il suo moto rotatorio. Il supporto dell’elica, realizzato in profilo metallico, è composto da più parti, ognuna avente una specifica funzione. Con riferimento al punto di fissaggio al basamento, si è proceduto a posizionare, a debita distanza dal generatore di calore, una piastrina cilindrica di aggancio del profilo. Tale scelta è di tipo preventivo ed ha avuto lo scopo di assicurarsi che le dimensioni in gioco non fossero vincolanti, ma registrabili; l’aggancio al profilo è infatti di tipo smontabile. Il profilo metallico segue un percorso ad S e termina con un tratto verticale appuntito, che funge da supporto/appoggio dell’elica. Anche in questo caso si è provveduto, in misura preventiva, alla realizzazione di uno snodo regolabile e registrabile in prossimità dell’ultimo cambio di direzione. Essendo il tratto finale del supporto di dimensioni contenute, si è potuto realizzare facilmente una punta, lavorandolo alla mola abrasiva; questa operazione, essendo un po’ pericolosa, ha richiesto l’intervento di un operatore esperto, cioè dell’assistente tecnico Andrea Gazzola. Il sistema di generazione del calore non è altro che un circuito elettrico di tipo resistivo, provvisto di un interruttore di corrente, il quale consente di attivare o disattivare la generazione del calore e quindi l’innesco dei moti ascensionali. Il basamento, infine, doveva essere sufficientemente pesante da mantenere in equilibrio l’intero apparato: un pezzo di legno recuperato da discarica ha fatto al caso nostro. In figura è possibile vedere come si presentava l’apparecchiatura, già assemblata, al termine dei lavori e prima del suo sviluppo. Tavole grafiche Il disegno della spirale è stato realizzato su un software CAD, seguendo il metodo dei 4 centri. ISISS “G. Verdi” – Valdobbiadene (TV) Dipartimento di Meccanica e Tecnologia Classi 1^A ITIS e 1^B ITIS Pagina 9 di 15 Sperimentando 2011 Sperimenta anche tu MOTI ASCENSIONALI RELAZIONE Materiali utilizzati Materiale recuperato (da centri di raccolta differenziata): 1 tondino di ferro di diametro 8 mm e lunghezza 400 mm; 1 tavoletta di legno di spessore 40 mm e lunghezza 250 mm; 1 portalampada ad attacco unificato; 1 cavo di alimentazione bipolare di un apparecchio elettrico. Materiale d’acquisto: 1 interruttore bipolare; 1 lampada ad incandescenza di potenza 100 W; 1 cartoncino colorato formato A4 da 140 g/m2; spezzoni di barra Fe 360; piastrine di fissaggio; chiodi e/o viti autofilettanti da legno. Macchine, attrezzature e strumenti utilizzati PC con un qualunque software CAD e stampante laser; Tornio parallelo, mola abrasiva, trapano e punte da trapano; Cacciavite, martello; Forbice da elettricista, forbice da carta, taglierino; Guanti. ISISS “G. Verdi” – Valdobbiadene (TV) Dipartimento di Meccanica e Tecnologia Classi 1^A ITIS e 1^B ITIS Pagina 10 di 15 MOTI ASCENSIONALI Sperimentando 2011 Sperimenta anche tu RELAZIONE 4. Descrizione dell’esperimento L’attrezzatura proposta è stata ideata per permettere di visualizzare il fenomeno dei moti ascensionali, potendone dare al contempo una spiegazione. Il fenomeno si verifica in tutti i fluidi stazionari qualora siano presenti porzioni di fluido più caldo. Dopo essersi assicurati che l’apparecchiatura è correttamente collegata all’alimentazione elettrica e che l’aria circostante è ferma o quasi stazionaria, si può procedere con l’esperimento. Occorre innanzitutto posizionare l’elica di carta correttamente, cioè facendo in modo che il punto d’appoggio realizzato sul supporto combaci perfettamente con il punto di incrocio tra le due piccole pieghe realizzate sull’alice di carta. Dopo aver posizionato l’elica, attendere che questa cessi di dondolare e assicurarsi che non sia messa in movimento da moti d’aria generati da disturbi di tipo ambientale. A questo punto si può azionare il generatore di calore, costituito dalla lampada ad incandescenza, agendo sull’apposito interruttore. Dopo qualche secondo l’elica comincia a girare, sempre più forte fino a che, instauratosi un moto stazionario, manterrà una velocità angolare costante che è possibile misurare. Con un termometro misurare la temperatura dell’aria ambiente e quella nell’intorno della lampada: così facendo e utilizzando le formule viste al paragrafo 2 è possibile calcolare la velocità angolare. Confrontare il valore calcolato della velocità angolare con quello misurato. apparecchiatura spenta apparecchiatura accesa A questo punto spegnere il generatore di calore agendo sull’interruttore e attendere qualche secondo. La teoria sviluppata al paragrafo 2 sarà confermata se l’elica continuerà a girare per qualche secondo, fino a che la lampada avrà temperature elevate, per poi fermarsi. Risultati e dati misurati Prima di procedere con la presentazione dei risultati dell’esperimento, è opportuno vedere come si sono semplificate le equazioni più importanti illustrate al paragrafo 2. ISISS “G. Verdi” – Valdobbiadene (TV) Dipartimento di Meccanica e Tecnologia Classi 1^A ITIS e 1^B ITIS Pagina 11 di 15 MOTI ASCENSIONALI Sperimentando 2011 Sperimenta anche tu RELAZIONE L’equazione (2) è stata semplificata considerando come densità dell’aria il valore di 1,22 kg/m3: F = 12 ⋅ ∆T ⋅V T (2) Considerando un incremento di temperatura pari a 10 K, con temperatura ambiente di 20°C (= 293 K), è possibile stimare l’accelerazione di cui alla (3) pari a: a = 0,32 m (3) s2 Per il calcolo della velocità ascensionale (7) si sono assunti i seguenti valori: η1 = 0,8 η2 = 0,3 cp = 1 kJ/(kg·K) La potenza elettrica assorbita è dichiarata dal costruttore della lampadina ed è pari a 100 W, mentre l’area A è stata calcolata assimilando la superficie racchiusa dalla spirale a quella di un cerchio di diametro pari a 0,16 m. La (7) così si semplifica: v= 1 ∆T (7) Cerchiamo ora di semplificare la (8), assumendo come angolo α il valore di 25° e come diametro il diametro medio dell’elica, pertanto 0,08 m. Sostituiamo inoltre a v l’espressione ricavata poco sopra: n = 60 ⋅ tgα ⋅ v 111 = π ⋅ d ∆T (8) Dati misurati Ciascuna prova prevedeva di attendere fino a che il fenomeno risultava stabile e poi contare il tempo necessario a compiere un numero di giri progressivamente più alto. Ecco i risultati: Prova n. numero di giri tempo (s) n (r.p.m.) ω (rad/s) 01 3 7 25,7 2,69 02 8 18 26,7 2,79 03 10 22 27,3 2,86 04 13 29 26,9 2,82 05 20 44 27,3 2,86 media pesata (54) (120) 27,0 2,83 Con un termometro laser abbiamo rilevato una temperatura ambiente di 18,4°C, mentre la temperatura sull’estradosso dell’elica era molto variabile ed oscillava tra i 22 e i 28°C. Il valore del ∆T da inserire nella (8) è quindi difficile da determinare con certezza, ma possiamo affermare che è compreso tra 2,6°C e 8,6°C. Utilizzando due volte la (8) abbiamo deter minato il campo di valori entro cui dovrebbe trovarsi n: 13 ÷ 42 Il valore da noi misurato è compreso nell’intervallo, ma, vista l’ampiezza del campo, possiamo dichiarare di aver solo centrato l’ordine di grandezza. ISISS “G. Verdi” – Valdobbiadene (TV) Dipartimento di Meccanica e Tecnologia Classi 1^A ITIS e 1^B ITIS Pagina 12 di 15 Sperimentando 2011 Sperimenta anche tu MOTI ASCENSIONALI RELAZIONE 5. Problemi incontrati e soluzioni adottate Dopo aver realizzato la prima elica ci siamo accorti che, per effetto del peso, si allungava troppo. Si è deciso allora di ridurre il numero di spire. Il problema più difficile da risolvere è stato quello del fissaggio dell’elica alla struttura. Inizialmente infatti avevamo previsto di tenere sospesa l’elica con un filo di nylon molto lungo, in modo da ridurre al minimo gli attriti e le forze resistenti. Questa non si è però rilevata una buona soluzione perché l’attrito che il filo di nylon generava ruotando sul suo appoggio era elevata rispetto alla forza che l’aria riusciva a produrre. Si è deciso quindi di tenere l’elica appoggiata ad un punto, anche per i seguenti motivi: l’attrito diminuisce perché l’elica è alleggerita (non ha più il filo di nylon), la punto di ferro, scaldandosi, aiuta l’aria a mantenersi calda e quindi a proseguire il suo cammino verso l’alto. Questa soluzione ha mostrato subito la sua efficacia, ma ci si è scontrati con il problema del fissaggio dell’elica: questa infatti ruotando tendeva a spostarsi fino a cadere dal supporto (vedi figura). Si è cercato di risolvere il problema applicando al centro dell’elica un piccolo pezzo di nastro adesivo in cui era presente un forellino dove posizionare la punta del supporto. Purtroppo l’attrito è salito notevolmente, pertanto si è scartata la soluzione. Si è risolto definitivamente i problema realizzando in prossimità del centro dell’elica due piccole pieghe incrociate, allo scopo di impedire all’elica di spostarsi (vedi figura). Individuato il punto ottimale in cui effettuare le pieghe, l’elica non ha dato più alcun problema e ha cominciato a girare in modo uniforme. L’apparecchio, sviluppato in questo modo, è stato quindi ultimato ed utilizzato per le esperienze descritte. 6. Conclusioni L’esperienza di questo progetto è stata positiva per diversi aspetti: l’approfondimento di argomenti trattati in classe durante le ore di lezione di varie materie, la relazione con i nostri tutor del triennio, la possibilità di vedere concretizzato un lavoro che solitamente è solo di tipo teorico. Adesso dovremo presentare il lavoro in aula magna, in occasione del tradizionale incontro di fine anno con tutte le classi dell’ITIS. Ci auguriamo di poter partecipare anche il prossimo anno al concorso Sperimenta anche tu, possibilmente ancora su un argomento di questo ambito. ISISS “G. Verdi” – Valdobbiadene (TV) Dipartimento di Meccanica e Tecnologia Classi 1^A ITIS e 1^B ITIS Pagina 13 di 15 Sperimentando 2011 Sperimenta anche tu MOTI ASCENSIONALI RELAZIONE Ringraziamenti Rivolgiamo un ringraziamento ai professori, ai tecnici e a tutto il personale scolastico che ci ha sostenuto e ha collaborato al progetto e che si è adoperato per metterci a disposizione, nei tempi richiesti, le attrezzature e i materiali necessari ai fini della realizzazione del nostro lavoro. Bibliografia C. Pidatella, M. Poggi – “Corso di meccanica razionale” – Zanichelli G. Cornetti – “Unità di Macchine” – il capitello A. Cavallini, L. Mattarolo (1990) – “Termodinamica applicata” – Cleup Crozzi, Protti, Ruaro (1998) – “Elementi di analisi chimica strumentale” Zanichelli L. Caligaris, S. Fava, C. Tomasello – “Manuale di meccanica” - HOEPLI ISISS “G. Verdi” – Valdobbiadene (TV) Dipartimento di Meccanica e Tecnologia Classi 1^A ITIS e 1^B ITIS Pagina 14 di 15 Sperimentando 2011 Sperimenta anche tu MOTI ASCENSIONALI RELAZIONE Istruzioni d’uso e avvertenze di sicurezza L’attrezzatura realizzata è quasi statica e non necessita di particolari accorgimenti nel suo utilizzo (si agisce esclusivamente su un interruttore). Si richiama l’attenzione su questi punti: - l’elica è estremamente delicata: non toccarla o maneggiarla cercando di migliorarne il comportamento; - nel caso il fenomeno non fosse visibile per deterioramento dell’elica, sostituirla con le altre messe a disposizione; - la buona riuscita dell’esperimento può essere compromessa da movimenti d’aria generati dai passanti, si suggerisce di collocare l’attrezzatura in posizione riparata; ATTENZIONE – RISCHIO SCOTTATURE. Se la lampadina, che è del tipo ad incandescenza, rimane accesa a lungo, la sua superficie può arrivare a temperature che possono provocare scottature; ATTENZIONE – RISCHIO FERITE. L’asta che sorregge l’elica ha una punta metallica che, se toccata inavvertitamente, può penetrare la pelle e provocare ferite. In tutti i momenti in cui l’attrezzatura è incustodita o non operativa, utilizzare il cappuccio di protezione che abbiamo predisposto allo scopo. ISISS “G. Verdi” – Valdobbiadene (TV) Dipartimento di Meccanica e Tecnologia Classi 1^A ITIS e 1^B ITIS Pagina 15 di 15