Il nome Morena si riferisce, probabilmente, alla gens
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Il nome Morena si riferisce, probabilmente, alla gens
Il no me Moren a si riferisce, probabil men te, al l a gens ro mana dei Muren a che av evano una vil l a in questa zon a. Due, tra i membri dell a famigl ia, ad essere ricordati: Lucio Licino Moren a padre e figlio. Il padre fu legato di Sill a n el la P rima Guerra Mitridica (89- 85 a .C.), durante la qual e si distin se n el l’assedio del P ireo e nell a battagl ia di Cheron ea ( 86 a .C.). Rimasto go vernatore in Asia do po la pace di Dardano ( 85 a .C.), desideros o di gl oria, provo cò di sua iniziativa, l a Secon da Guerra Mitridica (83- 81 a .C.) e subì una grave s confitta, tanto che Sil la gl i o rdinò di so spen dere le o stilità. Nono stan te l a scon fitta, ebbe il suo trio nfo ( 81 a .C.). Il figlio mil itò, insieme al padre, nell a secon da guerra Mitridica, fu l egato di Lucull o nell a terza guerra Mitridica (66- 63 a .c), preto re n el 65 a .c. e con sol e tre an ni più tardi ( 62 a .c). Nell e el ezio ni per il conso lato fu accusato di bro gl io , ma fu assol to n el process o nel quale ebbe come difenso ri Crasso, Orten sio e Cicerone. Legò il s uo n ome al la Lex Licinia Iunia. Un ’altra possibil e ipo tesi relativa al n ome di Mo rena vien e rintracciata in al tri documenti, i quali trascrivendo il n ome con l e v arian ti Moran o, Moren i, Mo rreni, Moren e, si col legano al l a radice “MAR” e “MOR” e fanno risal ire il vo cabol o MARRANA. Questo rivo che ha origine nel l a val le di Mol ara sco rre per la vall e Marciana e P reziosa, vicin a a Grottaferrata, entra a Moren a, e n el la zona del Casal otto , l ascia il suo corso n atural e presso l e ro vine di Cen tron i ed entra a Roma. Nel la pianta Bufalini del 1951k è detto Acqua Mariana, in quan to l a scorreva sul territo rio detto “ager marianus”. P opol armente il to pon imo fu co rretto in Marrana, termine fin ito per iden tificare i fossati che anco ra o ggi circo lan o so tterranei, a vo lte riemergendo co me risorgive. L’acqua passava per Moren a sul la v ia Latina, dove fu co struita una torre sopranno min ata del l’Acqua S otterra. Il percorso inizial e util izzava un fo sso preesistente detto dell ’ acqua Crabia e pren deva le sue acque da Squarciarel l i e dal l a fo nte La P reziosa , tra Marino e Gro ttaferrata , cioè dal le stess e acque che riforn ivan o gl i antichi acquedotti roman i Tepul a e Julia. Il canal e seguiva gl i an tichi acquedo tti e scendeva verso Roma. Vicin o a Vill a dei Centro ni, a Morena, tramite un a diga, l‘acqua veniva in canalata in un con do tto sotterran eo appartenente all ’ antico acquedotto Cl audio, percorren do il tratto dell a Via Latina. La Via Latina era un a del le più antiche s trade con sol ari di Roma. Lunga 216 k m , n ascev a, insieme all a Via Appia, da P orta Capena e percorreva il versan te del Lazio e dell a Campania. A partire già dal VI sec. a.C. esisteva in alcun i tratti, favorendo omogen eizzazio ne culturale e religiosa dei popo li italici. La strada, l arga circa quattro metri, ampiezza stan dard del l e an tiche s trade con sol ari, era pavimentata con l astro ni di basal to , men tre ai margin i correvan o due marciapiedi per il transito dei pedon i. Lungo il suo perco rso vi erano stazion i di posta per il cambio di cavall i(mutationes), l ocan de, fon tan e, s epo lcri ed edicol e. P urtroppo , o ggi, eccetto brevi frammen ti, il suo tracciato è andato quasi del tutto perduto. Nel tratto compreso tra il IV e il X migl io essa attraversa l ’attuale territorio del n ostro municipio il decimo appunto , toccando l ’acquedotto Marcio (arco di Travertino ) e percorren do quasi completamen te l ’attual e P arco degl i Acquedotti. F in o a pochi ann i fa un tratto del l a strada, di circa 200 m ., era anco ra visibil e in l ocalità Os teria del Curato, poi distrutto per l a co struzio ne del depo sito dell a metro pol itan a. Da questo punto, il perco rso del l a via Latina combacia con quell o dell a mo derna Via An agn in a. Ne rimango no , co me testimonianza, al cun e costruzio n i pro spicienti l ’antico perco rso : Casal e Gregn a, edificio eretto su un’ an tica cisterna roman a e Casal Moren a, un intero compl esso medievale sorto sul l e rovine del la vil la ro mana appartenente pro babilmente pro prio al magistrato Lucio Licinio Muren a. A 300 metri dal casale, al k m 4 della Via Anagnina, si trova la famo sa Torre di Moren a. Essa control lava, o ltre il v icino Casal e, anche l a via Latina e la v ia Castrimeniense. Era n ota già a partire dal X s ecol o, ma l a torre attual e risal e al XIII e XIV secol o. E’ ricoperta di matton i, ma in pochi punti si vedono paral l el epipedi di peperin o con frammen ti di marmo e matto ni. La sommità in origine era coronata da un a corn ice in l aterizio, po i mo dificata con un ’apertura a tetto per essere adibita ad abitazio ne. Le finestre presen tan o stipiti in marmo e in peperin o. Attual mente all a torre è addo ssato un edificio moderno. S i tro va al k m 4 del l a via Anagnina ed era n ota già nel X secol o. E' rappresentato da un insieme di edifici, circondati da un vasto recin to , pro babilmente corrispon dente a quell o del l a curtis medievale. E' co stituito da un corpo a tre piani(forse in origine una torre) e da una serie di casal i a due pian i databil i dal XVI al XVII s ecol o. Il compl es so s orge sul le rov in e del l a vil la roman a, attribuita a Lucio Licin io Muren a, se n e co nserv ano anco ra al cuni resti di ambienti: il criptoportico ; il setto re termal e; l ’all evamento di pesci. La con ferma dell a presenza dei Roman i in questa zo na, ci v iene forn ita dai ritrov amenti di scavi realizzati in o ccasione dei lavo ri per l a costruzione dell ’Ik ea,n el l ’an n o 19 9 5 Durante l ’attuazion e dei saggi preventivi, sempre effettuali dall a Sovrinten denza ai Beni Cul tural i, prima di avviare l ’apertura dei cantieri, ven ne al la luce, grazie a fo to aeree e scavi, una via preromana, risalente al VI a.C.: una strada di 60 metri pavimen tata da ciottol i. La testimonianza di Domenico Romall i da l ui fo rnita ad un gio rnal e l ocale ci fornisce un ricco ed esauriente quadro di Moren a ai primi del no vecen to . Egli nacque nel 1921, proprio nell’anno in cui suo nonno Domenico acquis tò l a tenuta “Casal Morena “ dall a duchessa Maria Lav aggi Graziol i. A quel l ’epoca Morena era una immensa distesa di terre a culture prative e cerearicol e che si estendeva sull a destra e sull a sinistra dell a via An agnina. Ques ta era un a strada stretta n on asfal tata percorsa sul l ato destro in us cita da Ro ma dal tram del la STEF ER che proprio a Moren a aveva un a fermata con l o scambio . Le carrozze erano esternamente rivestite in l egno, caratteristico il famo so imperial e a due piani. I pochi abitanti si spostavano anche col carretto co n l’asino , utilizzato quest’ul timo special mente dai picco li v ignaiol i di Grottaferrata che scen devano ai combatten ti. Eran o queste l e prime vign e so rte a Mo rena, al lo rché do po la guerra (1915-1918), l e terre appartenenti ai grandi proprietari terrieri (Co lo nna, Lavaggi e S en ni) furono per buon a parte espropriati dal l o S tato per essere cedute agl i ex combattenti. Co sì sorsero a Morena i primi vigneti, nella zo na compresa tra via dell a Stazion e di Ciampin o e via dei Sette Metri ed anche in quell a dei Centro ni. Durante ques to perio do l a tenuta di Mo rena che aveva una esten sio ne di circa duecentocin quan ta ettari, non fu espropriata tutta, ma un quarto del suo territorio fu l asciato a con dizion e che la proprietaria permettesse la co struzio ne di efficienti strutture agricol e per un possibil e insediamento abitativo. In fatti v enn ero effettuati i seguen ti l avo ri: dissodamen to dei terren i, realizzazion e di un reticol o di strade, costruzio n e di una vaccheria, di un grosso fien il e, di un’abitazion e per sal ariati ( il casal otto). V enn e man tenuta in tegra l a struttura dei vecchi casal i, cui l a caratteristica del n ucleo aziendale circo ndato da un vasto recinto (sul model l o dell a Curtis del Medio Evo) Effettuate l e o pere di modifica, l a con tessa ha ven duto l a tenuta al Ro mall i. Intorno a Moren a c’erano so ltanto l a vaccheria di Casal otto, ed una dispensa. Verso Roma, il vecchio Casal e di Gregna, mentre dall ’ al tra parte, verso Grottaferrata, si in con trava qualche casa di campagn a. Il punto d’ incon tro dei residenti di al lo ra, bovari e vaccari, era costituito dall a dispensa: una specie di emporio do ve si poteva acquistare il pan e, l a ventresca, il peco rino , il vino. Al tempo del la fienagio ne e dell a mietitura l a popo lazione cresceva improvvisamente grazie all ’arrivo di grossi gruppi provenienti dall a Ciociaria, i qual i, giun ti con muli carichi di masserizie, si sistemavan o all a megl io in fabbricati azien dal i. Il l oro l avoro ven iva ricompensato anche in n atura con grano, ol io , ven tresca, sigarette. La presenza dell a malaria rendev a obbl igato ria, per tutti i residenti, l a distribuzion e e l’assun zione del chinino di stato . Lavoravan o sia uomini che don ne, s uddivisi in squadre dall ’alba al tramonto, dan do si il cambio . Le donn e prov vedevan o anche al l‘ approv vigio namen to del l’acqua e dell e viv ande. In ogni “squadra” c’era un suonatore che nei mo menti di s tan chezza ral legrava i co mpagn i cantando stornelli ciociari, accompagnandosi con l’organetto. In quel periodo no n c’erano an cora l e mietitrici-legatrici american e (Mac Co rmick ) che arrivaro no a Mo rena so lo all a fine degl i anni ‘20. La preparazione dei terreni per la semina del grano veniva compiuta da aratri in ferro tirati da due o tre co ppie di buo i. La funzion e del bovaro era per questo tipo di attività importantissima. In primavera e in autun n o, dopo qual che gros so temporal e l a marrana si go nfiava ed inon dava l a vall e di Morena. Av veniva, all ora, l a cosiddetta pesca miraco lo sa, in quanto l’acqua trasportava a riva grosse an guill e che ven ivan o catturate co n i basto ni. Lungo il decennio degli ann i Tren ta iniziò gradual mente il pro cesso di meccanizzazion e e l ‘utilizzo di energia elettrica co nsen tì lo scavo dei primi pozzi e permise il co nseguente sol levamento del l ’acqua. Migl io raro no cos ì le col tivazio ni e si co minciò ad al levare bestiame da latte, o ltre che quell o da l avo ro . S i arrivò così all a vigil ia dell a seco nda guerra mo ndial e co n l ’in cremen to dei residenti e l’inizio di qual che mo desta costruzion e che venne real izzata prin cipalmente nella zona di via Della Stazione di Ciampino e dei Cen tron i. L’aeroporto di Ciampino diviene la base sia di aerei da caccia che da bo mbardamento. Duran te l e con ti n ue es ercitazio n i, che riempiono l ’aria di rombi, un aereo da caccia cade nei pressi dell a v accheria ed il pil ota muore. Una n otte, un aereo da bombardamento effettua un atterraggio di emergenza sull ’attuale campo sportivo, va in pezzi ma n on ci sono vittime. P oco prima del lo scoppio dell e o stilità vien e install ata all ’in cro cio di v ia P azzano, dove o ra c’è il bar, una batteria con traerea, potenziata con i famosi canno ni tedeschi da 88mm. e da un gruppo di l ampade foto el ettriche, man man o che le truppe anglo -american e si avvicinavano. Il bombardamento di F rascati ed il con seguente eso do dell a popol azione vers o l e campagne circo stan ti porta mol te famigl ie a s istemarsi n el le gro tte dei Centroni ed in quell e di Mo rena. Si arriva all’armistizio (8 settembre 1943). Iniziano subito l e razzie del bestiame da parte dei Tedeschi (o presun ti tali) che appro fittan o dell a co nfusion e per appropriarsi di tutto ciò che è util e al la so pravvivenza. Un n ucleo tedesco , esperto n el le requisizion i, s i in stal l a al Casal ottino . Un a n otte sal ta un tren o sull a l in ea Ro ma-Cassino, proprio in fon do al la vall e di Mo rena: è un fuggi fuggi degl i uo mini per paura di rappresagl ie. Co n l o sbarco degl i Americani ad Anzio, Moren a diventa l a base l ogistica di un reggimento di carri armati. La chiesetta diven ta l a camera mo rtuaria per i carristi uccisi. Ogni gio rn o è un con tinuo via v ai di mo rti e di truppe di rin cal zo. I caccia american i incombon o e s parano a tutto ciò che si muo ve. La no tte è sempre ill uminata dai bengal a degl i aerei che sgancian o su Ciampino al la ricerca del tren o corazzato che spara s ul po rto di Anzio , ma che do po pochi co lpi va a n ascon dersi dentro la gall eria del l a l inea Roma-F rascati. Co n l ’aiuto di tutti, viene costruito un rifugio , dove ogni famiglia si ricava una n icchia. La sera s i gio ca a carte ed il gio rn o si sta fuo ri per cercare di asciugarsi dal l’umidità. Un a n otte, una serie di esplo sio ni fa tremare le fragil i strutture e subito do po il rifugio è in vaso da sol dati tedeschi. La mattin a, al l e prime luci dell ’alba, si scopre che una serie di bo mbe ha attraversato in diagonal e il bivio di Moren a. Un a di queste notte un a don na parto risce, al neo nato si fa gran festa: è un segn o che l a vita contin ua. Un caccia tedesco in seguito a bassissima quo ta da un caccia american o precipita all ’altezza di P onte Linari; un quadrimo to re vien e abbattuto dal la con traerea tedesca che ha so stituito quell a italiana a v ia P azzan o e cade n ei pressi di V ernicin o. Gli ul timi giorni son o an go scio si. E’ in iziata l a ritirata. I co mbattenti tedeschi del fronte di An zio si trascinano lungo la via Anagnina co n o gn i mezzo, dal l a bicicl etta al carrettin o a mano. S on o stan chi, l aceri e v io lenti. S fasciano tutto all a ricerca di cibo e vino . P oi, l a n otte del 3 giugn o, il sil en zio . La mattina del 4 un pl otone di tedeschi, armi in pugno , fa uscire tutti dal rifugio . Con un po ’ di pan e e di vino si cerca di tener buon i i tedeschi, quando, impro vvisamente, le campan e di Gro ttaferrata si mettono a suon are a stormo; sembra l a fin e, invece una s carica di armi automatiche con vin ce i tedeschi a rifugiarsi n el la buca di una bo mba. Appena gl i american i l i sco vano , inizia una grandine di co lpi, url a co ncitate, poi il sil en zio. Restano sul terreno cin que tedeschi mo rti; al tri, feriti, vengon o po rtati via; al cuni ill esi, fuggo no vers o il fosso del la marrana. Verran no catturati al cuni giorni dopo. E’ una gioia irrefrenabil e! Inizia il l ento rito rn o dei profughi, piovuti n egl i ultimi giorni d’o gni do ve. E’ una co lo nna interminabil e di person e con al seguito povere cose: c’è in tutti il desiderio di torn are a vivere, di l avo rare, di ricostruirsi un foco lare. P urtroppo per Moren a no n è an cora fin ito. Dopo un paio di gio rni dal passaggio degli american i, si attestano sul l a via Anagnina e fin o al Quadraro i sol dati dell ’esercito di l iberazion e fran cese costituito, ad eccezio ne di ufficial i e di sottoufficial i, da maro cchini dal l’aspetto selvaggio. P assa un cicl on e di barbarie. Vien e razziata e portata via o gni cos a. Le donn e ed i bambini vengono rinchiusi in al cun e case, so rv egl iati gio rn o e n otte da uomin i armati di fo rconi, di fal ci, di vecchi fucili. C’è qual che episodio di viol en za. Final mente se ne vanno verso nord. Mo rena è isolata. Manca la luce. La linea del tram è interrotta a Cinecittà, il primo tel efon o a Tor di Mezza Via. Inizia lentamente l ’espansion e dell ’origin ario n ucleo abitato . Sorge il primo ambulatorio medico al lo ggiato tra i ruderi del l a casermetta del l a co ntraerea. Si incrementa la po pol azion e. Nasce la borgata. Un ’attenzion e particol are merita l a Chiesetta del l a Natività, una picco la cappell a posta all ’in tern o del Casal e dei Romal li. E’ stata, fino al la costruzione dell a Chiesa di S an Matteo, in fun zion e dal 1953, l’unico luogo di cul to qui a Mo rena. La do menica, veniva un sacerdote da F rascati e vi celebrava l a Mess a. P oca gen te, rappresentata quas i esclusivamente dai salariati e dal l e l oro famigl ie: gente mo desta ma pul ita e vestita a festa, che atten deva l a domen ica per ascol tare l a paro la del V an gel o e per v ivere l’un ico momen to di aggregazio ne del l a settimana, dedicata altrimen ti sol o al lavoro. Ora la campana dell a chiesetta, che con l a sua caratteristica vo ce chiamava a racco lta i po chi abitanti di Mo rena, tace. Mia madre è nata a Morena nel 1963. A quel tempo l e strade no n erano ancora asfaltate ed erano piene di buche. C’era so lo la scuol a el emen tare S occiarel l i; per frequentare l e medie e le s uperiori era n ecessario an dare n el l e scuol e dei Castel l i roman i o vers o il cen tro. P er util izzare i mezzi di tras porto bisogn ava arrivare fin o al l’An agn in a. Gli abitanti erano po chissimi rispetto ad oggi; alcune case c’eran o anche tan to tempo fa, ma n on rifin ite. V iv o a Moren a da quan do s o n o n ato, ossia da 75 an ni. Ricordo che era tutta campagna, c’erano sol o caso lari e po chissime case. I terreni venivano l avo rati co n l’aiuto dei bo vin i. No n c’erano scuo le; gl i un ici mezzi di trasporto erano l a bicicl etta e il carro. Gl i abitan ti eran o pochi, ci co no scevamo tutti, eravamo amici e ci aiutavamo. No n c’erano divertimen ti, so ltanto a carn eval e i co ntadini si riunivan o in un casol are. Il bucato veniva fatto nel fo ntanile o nei fossi. Le s trade erano di terra, perciò piene di buche. C’era un picco lo n ego zio di gen eri al imen tari. Nel 1938 in via dei Sette Metri le case non erano molte ed erano rural i. In casa avevano la l uce e anche l ’acqua che ven iva da un acquedotto chiamato Barbuta. A quel l ’epoca c’era un mezzo di traspo rto ed altrimen ti s i andava a Ciampino a pren dere il tren o. Si all evavano da co rtil e . mucche, maial i, peco re, gall ine e era tutti gl i il tram, animali S i co ltivav ano ulivi e vign e le quali si trovavano l ungo la s trada ed è per questo che un a v ia ha preso il nome “via del l e V igne di Moren a”. Le strade non eran o asfaltate, bensì C’era il negozio alimentari. di Remo che fatte di ghiaia. era un negozio di generi S on o cambiate mol te co se qui a Morena, n on posso rico rdarl e tutte, ricordo che in via del l a Stazione di Ciampino n ° 31 c’era un a scuol a ( l a Socciarel l i ) dove adesso c’è l’A.S.L ; l’ufficio postale si tro vava do ve ora c’è l a casetta degl i o rsi ( un a ludoteca ); vicin o al Morena Cal cio non c’era il ripetito re dell a Wind; in via Anagn in a, dove hann o costruito l’IKEA, c’erano tutti prati dove pascol avan o i caval li. Son o state co struite mo lte case, isol ate o in gro ssi agglo merati con strade e negozi. In via dei Sette Metri non esisteva il marciapiede e questo recava mol ti problemi ai residenti, negl i ultimi tempi lo han no real izzato pur sacrificando al cuni pini seco lari. Mo rena è nella X circoscrizione di Ro ma nella parte estern a del GRA, si svil uppa l ungo l’asse direzio nal e di V ia An agnina e Via Tuscol ana fin o al comune di Ciampin o, co nfina con Ciampin o, Gro ttaferrata, F rascati. Coordinate 41° 47’ 55’’ latitudin e nord; 12 ° 35’ 42’’ latitudine es t; ad un a altitudin e di 160 m sul l ivell o del mare. parte abusiva. Moren a è un piccol o aggl omerato di case, una borgata svil uppatasi co n una edilizia di tipo prevalentemen te residenzial e e in Mo rena degl i ann i 50 era in maggior parte co ltivata a grano e vign eti e c’erano po che cas e, qualche cas ol are e mol te vaccherie. Le strade n on erano asfal tate. Man cavano le fogne, l ’acqua e l’ill umin azion e pubbl ica. Ro ma, n el co rso dei secol i, ha dovuto più vol te affrontare il probl ema dell a propria difesa. Nel Medioevo l ’el emen to costante di questo sistema difen sivo fu l a torre. Dapprima avamposto dell e mura difensive, le torri rico pron o poi funzio ni di avvistamento e segnal azio ne. Co me tutte le altre torri, an che la torre di Moren a avev a funzion i di vedetta e di difesa. Sorvegl iava infatti l a via Latin a e la via Castrimen iense che col legavan o Roma con Latium. ad un sol o S occiarel l i. So no venuta a vivere a Moren a 42 ann i fa. Le strade erano mol to strette e no n asfaltate; no n c’erano parchi nei qual i gio care, ma c’eran o campi do ve si col tivavan o ortaggi e viti. No n c’erano le case che ci so no o ggi, ma abitazioni piano. C’era sol tan to la scuol a el ementare F el ice Negl i anni trenta Mo rena era un a vasta campagna dove c’eran o molti prati e terre co ltivate. Successivamente i terren i furon o suddivisi in l otti e venduti. Chi acquistava il terren o spesso v i co struiva l a casa. Nell e prime case n on c’erano l ’acqua e l a corren te elettrica. P er ill umin are l e case si usava il l ume a petrol io . L’acqua si pren deva dal po zzo che sol itamente si costruiva nel terren o che circon dava la casa, si usava una carrucol a al l a qual e era l egata un a corda e all a sua estremità c’ era un gancio con un s ecchio che si man dav a lentamente nel po zzo e poi si faceva ris alire pieno d’ acqua fresca. Negl i an ni cinquanta arrivò l’illuminazione nelle case, mentre si do vette attendere circa un decen nio per vedere le strade ill umin ate. Negl i anni sessanta arrivò il gas per cucinare; l’illuminazione e l ’asfal to n el le strade. C’era un s ol o mezzo di traspo rto pubbl ico : il tram e ne passava un o o gn i o ra. I co ntadini usavan o il carretto trainato dal caval lo e l o utilizzavano per po rtare in al cuni mercati del l a città i prodotti agrico li che col tivavano . Negli anni sessan ta il tram è stato s ostituito dagl i auto bus di Zeppieri e del la S tefer che tran sitavan o s u via Anagnina. So ltanto do po, la società dei traspo rti ha preso n ome Acotral diventata successiv amente Co tral ed è s tata anche istituita un a l in ea urban a, il 551, per far passare gl i auto bus al l’ intern o del quartiere che diventava pian piano più popol ato . P er il cul to religioso si an dava a Ciampin o o si util izzava l a chiesetta che c’è al l’interno del la struttura del Casal Mo ren a. Negl i ann i 50 fu costruita l a prima chiesa, quel l a di S. Matteo in via Anagnina. Anche l e scuol e non c’eran o; era necessario prima andare a Ciampino, poi negl i an ni ‘50 l a scuo la elementare util izzava al cun e stanze dell a casa canto niera che sta al l ’incro cio tra via Anagnina e via Stazion e di Ciampino e infine l e aul e dell a scuol a S occiarel li. P ochissimi erano i negozi: la dispen sa di Bel lizzi; po i i n egozi di gen eri al imentari di Ottavian i e di Remo . Negl i an ni sessan ta è so rto l ’impianto industriale chiamato F ATME e sono ven uti a vivere nel n ostro quartiere mol ti operai che l avoravan o n el la fabbrica. Sono ven uto a vivere a Mo rena nel 1950. Le strade erano tutte di terra, c’era una sol a grande strada cioè l ’attuale via S tazio ne di Ciampin o. L’unica scuo la era l a S occiarel li do ve ora c’è l ’ A.S .L. Gl i al beri che rico rdo erano pini e frutteti; n ei campi si col tivavan o il grano , le viti, le ol ive e l e verdure; si al levavano pecore, mucche, gal line e co nigl i. Le poche case bel le eran o di proprietà di al cune famigl ie benestanti che avevano o perai e fattori per l a cura dei campi e degl i an imal i, mentre l e al tre case eran o semplici e spro vviste di servizi. P er spo starsi dal quartiere si pren deva il tram che passava su via Anagnina o il treno e bis ogn ava an dare fino al la stazione ferro viaria di Ciampino. A quell ’epo ca c’era una so la chiesetta che si tro va dentro il Casal e Mo rena di proprietà dell a famiglia Romall i. Zia Lucia vive qui a Morena dal 1963, cioè da quando è n ata. Mi ha detto che Moren a, da quel che si ricorda, era mol to diversa da o ggi. C’eran o poche strutture: qual che n egozio di generi alimentari, qual che bar e due chiese. Mi ha detto anche che le strade prin cipali erano asfaltate mentre l e al tre erano di terra battuta; alcun e l e han no ampl iate e asfaltate, men tre le principal i non so no cambiate. P er giocare do vevan o an dare nei prati perché i parchi no n c’erano. Era mo lto faticoso andare a scuol a: per frequentare le scuol e medie e le superiori bisognava al lo ntanarsi dal quartiere perché in zon a c’eran o so lo l ’asilo e l e elementari. P er v iaggiare si doveva pren dere il pul l man dell ’Aco tral che transitava in v ia Anagnina, in seguito è stata istituita l a linea 551. C’eran o mol ti al beri da frutta e pian te d’ul ivo; mol ti campi col tivare e prati che venivan o l ottizzati e venduti. Al cune case nel tempo sono state demol ite, al tre ampliate mo lte al tre costruite in seguito . Tutte erano in cemento. da e La co rrente e l’ acqua n on mancavan o . Il centro case. abitato si è ingran dito con V isto che c’era la campagna, per all evare pol li e gal line. la la cos truzion e di al tre gente aveva mo lto spazio Son o ven uta a vivere a Morena nel 1970. Un tempo l e strade erano sterrate e n on c’erano parchi gio chi, ma si poteva correre e giocare su vastissimi prati. C’eran o vign eti, ulivi, vari alberi da frutta che ognuno decideva di piantare n el proprio l otto, i pini marittimi, i cedri del Liban o e l e canne l ungo l a marrana. Negl i orti si co ltiv avano pomo do ri, insal ata, fagiol i, cicoria, si tro vavan o anche la camomil l a, l a men ta, l e more e quando pioveva an che le chiocciol e. V enivan o all evate gall ine, pecore, mucche, maial i, conigl i e piccio ni. Quan do so no venuto a vivere qui c’era l a parro cchia Cristo Re e ricordo il parroco Don Giancarl o. Un tempo c’erano pochissimi abitanti; c’era la scuo la elementare S occiarel l i dove oggi ha sede l ’ A S L RMB. Le case, un tempo, non erano come o ggi, ma erano fatte in muratura, con bl occhetti di tufo , ed ino ltre ce n’eran o pochissime. P rima gl i unici mezzi di traspo rto erano il pul lman N 551, poche macchine e mol te bicicl ette. Mol to tempo fa non c’erano l e luci per s trada, ma n el l e case l ’il lumin azio n e c’era. C’era già l a posta. Qui a Mo rena si viveva mol to ben e.