Il nome Morena si riferisce, probabilmente, alla gens

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Il nome Morena si riferisce, probabilmente, alla gens
Il no me Moren a si riferisce, probabil men te, al l a gens ro mana dei
Muren a che av evano una vil l a in questa zon a. Due, tra i membri dell a
famigl ia, ad essere ricordati: Lucio Licino Moren a padre e figlio.
Il padre fu legato di Sill a n el la P rima
Guerra Mitridica (89- 85 a .C.),
durante
la
qual e
si
distin se
n el l’assedio del P ireo e nell a battagl ia
di Cheron ea ( 86 a .C.).
Rimasto go vernatore in Asia do po la
pace di Dardano ( 85 a .C.),
desideros o di gl oria, provo cò di sua
iniziativa, l a Secon da Guerra Mitridica (83- 81 a .C.) e subì una grave
s confitta, tanto che Sil la gl i o rdinò di so spen dere le o stilità.
Nono stan te l a scon fitta, ebbe il suo trio nfo ( 81 a .C.).
Il figlio mil itò, insieme al padre, nell a secon da guerra Mitridica, fu
l egato di Lucull o nell a terza guerra Mitridica (66- 63 a .c), preto re
n el 65 a .c. e con sol e tre an ni più tardi ( 62 a .c). Nell e el ezio ni per
il conso lato fu accusato di bro gl io , ma fu assol to n el process o nel
quale ebbe come difenso ri Crasso, Orten sio e Cicerone. Legò il s uo
n ome al la Lex Licinia Iunia.
Un ’altra possibil e ipo tesi relativa
al n ome di Mo rena
vien e
rintracciata in al tri documenti, i quali trascrivendo il n ome con l e
v arian ti Moran o, Moren i, Mo rreni, Moren e, si col legano al l a radice
“MAR” e “MOR” e fanno risal ire il vo cabol o MARRANA. Questo rivo
che ha origine nel l a val le di Mol ara sco rre per la vall e Marciana e
P reziosa, vicin a a Grottaferrata, entra a Moren a, e n el la zona del
Casal otto , l ascia il suo corso n atural e presso l e ro vine di Cen tron i ed
entra a Roma. Nel la pianta
Bufalini
del 1951k è detto Acqua
Mariana, in quan to l a scorreva sul territo rio detto “ager marianus”.
P opol armente il to pon imo fu co rretto in Marrana, termine fin ito per
iden tificare i fossati che anco ra o ggi circo lan o so tterranei, a vo lte
riemergendo co me risorgive.
L’acqua passava per Moren a sul la v ia Latina, dove fu co struita una
torre sopranno min ata del l’Acqua S otterra.
Il percorso inizial e util izzava un fo sso preesistente detto dell ’ acqua
Crabia e pren deva le sue acque da Squarciarel l i e dal l a fo nte La
P reziosa , tra Marino e Gro ttaferrata , cioè dal le stess e acque che
riforn ivan o gl i antichi acquedotti roman i Tepul a e Julia. Il canal e
seguiva gl i an tichi acquedo tti e scendeva verso Roma. Vicin o a Vill a
dei Centro ni, a Morena, tramite un a diga, l‘acqua veniva in canalata in
un con do tto sotterran eo appartenente all ’ antico acquedotto Cl audio,
percorren do il tratto dell a Via Latina.
La Via Latina era un a del le più antiche
s trade con sol ari di Roma. Lunga 216 k m ,
n ascev a, insieme all a Via Appia, da P orta
Capena e percorreva il versan te del Lazio
e dell a Campania.
A partire già dal VI sec. a.C. esisteva in
alcun i tratti, favorendo omogen eizzazio ne
culturale e religiosa dei popo li italici.
La strada, l arga circa quattro metri, ampiezza stan dard del l e an tiche
s trade con sol ari, era pavimentata con l astro ni di basal to , men tre ai
margin i correvan o due marciapiedi per il transito dei pedon i.
Lungo il suo perco rso vi erano stazion i di posta per il cambio di
cavall i(mutationes), l ocan de, fon tan e, s epo lcri ed edicol e.
P urtroppo , o ggi, eccetto brevi frammen ti, il suo tracciato è andato
quasi del tutto perduto.
Nel tratto compreso tra il IV e il X
migl io
essa
attraversa
l ’attuale
territorio del n ostro municipio il
decimo appunto , toccando l ’acquedotto
Marcio
(arco
di
Travertino )
e
percorren do
quasi
completamen te
l ’attual e P arco degl i Acquedotti. F in o a
pochi ann i fa un tratto del l a strada, di
circa 200 m ., era anco ra visibil e in l ocalità Os teria del Curato, poi
distrutto per l a co struzio ne del depo sito dell a metro pol itan a. Da
questo punto, il perco rso del l a via Latina combacia con quell o dell a
mo derna Via An agn in a. Ne rimango no , co me testimonianza, al cun e
costruzio n i pro spicienti l ’antico perco rso : Casal e Gregn a, edificio
eretto su un’ an tica cisterna roman a e Casal Moren a, un intero
compl esso medievale sorto sul l e rovine del la vil la ro mana
appartenente pro babilmente pro prio al magistrato Lucio Licinio
Muren a.
A 300 metri dal casale, al k m 4 della
Via Anagnina, si trova la famo sa Torre
di Moren a. Essa control lava, o ltre il
v icino Casal e, anche l a via Latina e la
v ia Castrimeniense. Era n ota già a
partire dal X s ecol o, ma l a torre attual e
risal e al XIII e XIV secol o.
E’ ricoperta di matton i, ma in pochi
punti si vedono paral l el epipedi di
peperin o con
frammen ti di marmo e
matto ni. La sommità in origine era
coronata da un a corn ice in l aterizio, po i
mo dificata con un ’apertura a tetto per
essere adibita ad abitazio ne.
Le finestre presen tan o stipiti in marmo e in peperin o. Attual mente
all a torre è addo ssato un edificio moderno.
S i tro va al k m 4 del l a via Anagnina ed era n ota già nel X secol o. E'
rappresentato da un insieme di edifici, circondati da un vasto
recin to , pro babilmente corrispon dente a quell o del l a curtis
medievale. E' co stituito da un corpo a tre piani(forse in origine una
torre) e da una serie di casal i a due pian i databil i dal XVI al XVII
s ecol o. Il compl es so s orge sul le rov in e del l a vil la roman a, attribuita
a Lucio Licin io Muren a, se n e co nserv ano anco ra al cuni resti di
ambienti: il criptoportico ; il setto re termal e; l ’all evamento di pesci.
La con ferma
dell a
presenza
dei Roman i
in questa
zo na, ci
v iene forn ita dai ritrov amenti di scavi
realizzati in o ccasione dei lavo ri per
l a costruzione dell ’Ik ea,n el l ’an n o 19 9 5
Durante l ’attuazion e dei saggi preventivi, sempre effettuali dall a
Sovrinten denza ai Beni Cul tural i, prima di avviare l ’apertura dei
cantieri, ven ne al la luce, grazie a fo to aeree e scavi, una via
preromana, risalente al VI a.C.: una strada di 60 metri pavimen tata
da ciottol i.
La testimonianza di Domenico Romall i da l ui fo rnita ad un gio rnal e
l ocale ci fornisce un ricco ed esauriente quadro di Moren a ai primi
del no vecen to .
Egli nacque nel 1921, proprio nell’anno in cui suo nonno Domenico
acquis tò l a tenuta “Casal Morena “ dall a duchessa Maria Lav aggi
Graziol i.
A quel l ’epoca Morena era una immensa distesa di terre a culture
prative e cerearicol e che si estendeva sull a destra e sull a sinistra
dell a via An agnina. Ques ta era un a strada stretta n on asfal tata
percorsa sul l ato destro in us cita da Ro ma dal tram del la STEF ER che
proprio a Moren a aveva un a fermata con l o scambio . Le carrozze
erano esternamente rivestite in l egno, caratteristico il famo so
imperial e a due piani. I pochi abitanti si spostavano anche col
carretto co n l’asino , utilizzato quest’ul timo special mente dai picco li
v ignaiol i di Grottaferrata che scen devano ai combatten ti. Eran o
queste l e prime vign e so rte a Mo rena, al lo rché do po la guerra
(1915-1918), l e terre appartenenti ai grandi proprietari terrieri
(Co lo nna, Lavaggi e S en ni) furono per buon a parte espropriati dal l o
S tato per essere cedute agl i ex combattenti.
Co sì sorsero a Morena i primi vigneti, nella zo na compresa tra via
dell a Stazion e di Ciampin o e via dei Sette Metri ed anche in quell a
dei Centro ni.
Durante ques to perio do l a tenuta di
Mo rena che aveva una esten sio ne di circa
duecentocin quan ta
ettari,
non
fu
espropriata tutta, ma un quarto del suo
territorio fu l asciato a con dizion e che la
proprietaria permettesse la co struzio ne di
efficienti strutture agricol e per un
possibil e insediamento abitativo. In fatti
v enn ero effettuati i seguen ti l avo ri:
dissodamen to dei terren i, realizzazion e di un reticol o di strade,
costruzio n e di una vaccheria, di un grosso fien il e, di un’abitazion e
per sal ariati ( il casal otto).
V enn e man tenuta in tegra l a struttura dei vecchi casal i, cui l a
caratteristica del n ucleo aziendale circo ndato da un vasto recinto
(sul model l o dell a Curtis del Medio Evo)
Effettuate l e o pere di modifica, l a con tessa ha ven duto l a tenuta al
Ro mall i.
Intorno a Moren a c’erano so ltanto l a vaccheria di Casal otto, ed una
dispensa. Verso Roma, il vecchio Casal e di Gregna, mentre dall ’ al tra
parte, verso
Grottaferrata, si in con trava qualche casa
di
campagn a.
Il punto d’ incon tro dei residenti di al lo ra, bovari e vaccari, era
costituito dall a dispensa: una specie di emporio do ve si poteva
acquistare il pan e, l a ventresca, il peco rino , il vino.
Al tempo del la fienagio ne e dell a mietitura l a popo lazione cresceva
improvvisamente grazie all ’arrivo di grossi gruppi provenienti dall a
Ciociaria, i qual i, giun ti con muli carichi di masserizie, si sistemavan o
all a megl io in fabbricati azien dal i. Il l oro l avoro ven iva ricompensato
anche in n atura con grano, ol io , ven tresca, sigarette.
La presenza dell a malaria rendev a obbl igato ria, per tutti i residenti,
l a distribuzion e e l’assun zione del chinino di stato .
Lavoravan o sia uomini che don ne,
s uddivisi in squadre dall ’alba al
tramonto, dan do si il cambio .
Le donn e prov vedevan o anche al l‘
approv vigio namen to del l’acqua e
dell e viv ande.
In
ogni
“squadra”
c’era
un
suonatore che nei mo menti di
s tan chezza ral legrava i co mpagn i
cantando stornelli ciociari, accompagnandosi con l’organetto.
In quel periodo no n c’erano an cora l e mietitrici-legatrici american e
(Mac Co rmick ) che arrivaro no a Mo rena so lo all a fine degl i
anni ‘20. La preparazione dei terreni per la semina del grano veniva
compiuta da aratri in ferro tirati da due o tre co ppie di buo i. La
funzion e del bovaro era per questo tipo di attività importantissima.
In primavera e in autun n o, dopo qual che gros so temporal e l a marrana
si go nfiava ed inon dava l a vall e di Morena. Av veniva, all ora, l a
cosiddetta pesca miraco lo sa, in quanto l’acqua trasportava a riva
grosse an guill e che ven ivan o catturate co n i basto ni.
Lungo il decennio degli ann i Tren ta iniziò gradual mente il pro cesso di
meccanizzazion e e l ‘utilizzo di energia elettrica co nsen tì lo scavo dei
primi pozzi e permise il co nseguente sol levamento del l ’acqua.
Migl io raro no cos ì le col tivazio ni e si co minciò ad al levare bestiame
da latte, o ltre che quell o da l avo ro .
S i arrivò così all a vigil ia dell a seco nda guerra mo ndial e co n
l ’in cremen to dei residenti e l’inizio di qual che mo desta costruzion e
che venne real izzata prin cipalmente nella zona di via Della Stazione
di Ciampino e dei Cen tron i.
L’aeroporto di Ciampino diviene la base sia di aerei da caccia che da
bo mbardamento.
Duran te l e con ti n ue es ercitazio n i,
che riempiono l ’aria di rombi, un
aereo da caccia cade nei pressi dell a
v accheria ed il pil ota muore. Una
n otte, un aereo da bombardamento
effettua un atterraggio di emergenza sull ’attuale campo sportivo, va
in pezzi ma n on ci sono vittime.
P oco prima del lo scoppio dell e o stilità vien e install ata all ’in cro cio di
v ia P azzano, dove o ra c’è il bar, una batteria con traerea, potenziata
con i famosi canno ni tedeschi da 88mm. e da un gruppo di l ampade
foto el ettriche, man man o che le truppe anglo -american e si
avvicinavano.
Il
bombardamento
di
F rascati
ed
il
con seguente
eso do
dell a
popol azione vers o l e campagne circo stan ti porta mol te famigl ie a
s istemarsi n el le gro tte dei Centroni ed in quell e di Mo rena.
Si arriva all’armistizio (8 settembre 1943).
Iniziano subito l e razzie del bestiame da parte dei Tedeschi (o
presun ti tali) che appro fittan o dell a co nfusion e per appropriarsi di
tutto ciò che è util e al la so pravvivenza. Un n ucleo tedesco , esperto
n el le requisizion i, s i in stal l a al Casal ottino . Un a n otte sal ta un tren o
sull a l in ea Ro ma-Cassino, proprio in fon do al la vall e di Mo rena: è un
fuggi fuggi degl i uo mini per paura di rappresagl ie.
Co n l o sbarco degl i Americani ad Anzio, Moren a diventa l a base
l ogistica di un reggimento di carri armati. La chiesetta diven ta l a
camera mo rtuaria per i carristi uccisi. Ogni gio rn o è un con tinuo via
v ai di mo rti e di truppe di rin cal zo. I caccia american i incombon o e
s parano a tutto ciò che si muo ve. La no tte è sempre ill uminata dai
bengal a degl i aerei che sgancian o su Ciampino al la ricerca del tren o
corazzato che spara s ul po rto di Anzio , ma che do po pochi co lpi va a
n ascon dersi dentro la gall eria del l a l inea Roma-F rascati.
Co n l ’aiuto di tutti, viene costruito un rifugio , dove ogni famiglia si
ricava una n icchia. La sera s i gio ca a carte ed il gio rn o si sta fuo ri
per cercare di asciugarsi dal l’umidità.
Un a n otte, una serie di esplo sio ni fa tremare le fragil i strutture e
subito do po il rifugio è in vaso da sol dati tedeschi. La mattin a, al l e
prime luci dell ’alba, si scopre che una serie di bo mbe ha attraversato
in diagonal e il bivio di Moren a. Un a di queste notte un a don na
parto risce, al neo nato si fa gran festa: è un segn o che l a vita
contin ua.
Un caccia tedesco in seguito a bassissima quo ta da un caccia
american o precipita all ’altezza di P onte Linari; un quadrimo to re vien e
abbattuto dal la con traerea tedesca che ha so stituito quell a italiana a
v ia P azzan o e cade n ei pressi di V ernicin o.
Gli ul timi giorni son o an go scio si. E’ in iziata l a ritirata. I co mbattenti
tedeschi del fronte di An zio si trascinano lungo la via Anagnina co n
o gn i mezzo, dal l a bicicl etta al carrettin o a mano. S on o stan chi, l aceri
e v io lenti. S fasciano tutto all a ricerca di cibo e vino .
P oi, l a n otte del 3 giugn o, il sil en zio .
La mattina del 4 un pl otone di tedeschi, armi in pugno , fa uscire tutti
dal rifugio . Con un po ’ di pan e e di vino si cerca di tener buon i i
tedeschi, quando, impro vvisamente, le campan e di Gro ttaferrata si
mettono a suon are a stormo; sembra l a fin e, invece una s carica di
armi automatiche con vin ce i tedeschi a rifugiarsi n el la buca di una
bo mba. Appena gl i american i l i sco vano , inizia una grandine di co lpi,
url a co ncitate, poi il sil en zio. Restano sul terreno cin que tedeschi
mo rti; al tri, feriti, vengon o po rtati via; al cuni ill esi, fuggo no vers o il
fosso del la marrana. Verran no catturati al cuni giorni dopo.
E’ una gioia irrefrenabil e!
Inizia il l ento rito rn o dei profughi, piovuti n egl i ultimi giorni d’o gni
do ve. E’ una co lo nna interminabil e di person e con al seguito povere
cose: c’è in tutti il desiderio di torn are a vivere, di l avo rare, di
ricostruirsi un foco lare.
P urtroppo per Moren a no n è an cora
fin ito. Dopo un paio di gio rni dal
passaggio
degli
american i,
si
attestano sul l a via Anagnina e fin o
al Quadraro i sol dati dell ’esercito
di l iberazion e fran cese costituito,
ad eccezio ne di ufficial i e di
sottoufficial i,
da
maro cchini
dal l’aspetto selvaggio. P assa un
cicl on e di barbarie. Vien e razziata e portata via o gni cos a. Le donn e
ed i bambini vengono rinchiusi in al cun e case, so rv egl iati gio rn o e
n otte da uomin i armati di fo rconi, di fal ci, di vecchi fucili. C’è qual
che episodio di viol en za. Final mente se ne vanno verso nord.
Mo rena è isolata. Manca la luce. La linea del tram è interrotta a
Cinecittà, il primo tel efon o a Tor di Mezza Via. Inizia lentamente
l ’espansion e dell ’origin ario n ucleo abitato . Sorge il primo ambulatorio
medico al lo ggiato tra i ruderi del l a casermetta del l a co ntraerea. Si
incrementa la po pol azion e. Nasce la borgata.
Un ’attenzion e particol are merita
l a Chiesetta del l a Natività, una
picco la cappell a posta all ’in tern o
del Casal e dei Romal li. E’ stata,
fino
al la
costruzione
dell a
Chiesa
di
S an
Matteo,
in
fun zion e dal 1953, l’unico luogo
di cul to qui a Mo rena.
La do menica, veniva un sacerdote
da F rascati e vi celebrava l a
Mess a.
P oca gen te, rappresentata quas i esclusivamente dai salariati e dal l e
l oro famigl ie: gente mo desta ma pul ita e vestita a festa, che
atten deva l a domen ica per ascol tare l a paro la del V an gel o e per
v ivere l’un ico momen to di aggregazio ne del l a settimana, dedicata
altrimen ti sol o al lavoro.
Ora la campana dell a chiesetta, che con l a sua caratteristica vo ce
chiamava a racco lta i po chi abitanti di Mo rena, tace.
Mia madre è nata a Morena nel 1963.
A quel tempo l e strade no n erano ancora asfaltate ed erano piene di
buche.
C’era so lo la scuol a el emen tare S occiarel l i; per frequentare l e medie
e le s uperiori era n ecessario an dare n el l e scuol e dei Castel l i roman i
o vers o il cen tro. P er util izzare i mezzi di tras porto bisogn ava
arrivare fin o al l’An agn in a.
Gli abitanti erano po chissimi rispetto ad oggi; alcune case c’eran o
anche tan to tempo fa, ma n on rifin ite.
V iv o a Moren a da quan do s o n o n ato, ossia da 75 an ni. Ricordo che era
tutta campagna, c’erano sol o caso lari e po chissime case. I terreni
venivano l avo rati co n l’aiuto dei bo vin i. No n c’erano scuo le; gl i un ici
mezzi di trasporto erano l a bicicl etta e il carro. Gl i abitan ti eran o
pochi, ci co no scevamo tutti, eravamo amici e ci aiutavamo. No n
c’erano divertimen ti, so ltanto a carn eval e i co ntadini si riunivan o in
un casol are. Il bucato veniva fatto nel fo ntanile o nei fossi. Le
s trade erano di terra, perciò piene di buche. C’era un picco lo n ego zio
di gen eri al imen tari.
Nel 1938 in via dei Sette Metri le case non erano molte ed
erano rural i. In casa avevano la l uce e anche l ’acqua che ven iva
da un acquedotto chiamato Barbuta.
A quel l ’epoca c’era un mezzo di traspo rto ed
altrimen ti s i andava a Ciampino a pren dere il tren o.
Si all evavano
da co rtil e .
mucche, maial i, peco re, gall ine e
era
tutti
gl i
il
tram,
animali
S i co ltivav ano
ulivi e vign e le quali
si trovavano l ungo la
s trada ed è per questo che un a v ia ha preso il nome “via del l e
V igne di Moren a”.
Le strade non eran o asfaltate, bensì
C’era il negozio
alimentari.
di
Remo
che
fatte di ghiaia.
era
un
negozio di generi
S on o cambiate mol te co se qui a Morena, n on posso rico rdarl e tutte,
ricordo che in via del l a Stazione di Ciampino n ° 31 c’era un a scuol a (
l a Socciarel l i ) dove adesso c’è l’A.S.L ; l’ufficio postale si tro vava
do ve ora c’è l a casetta degl i o rsi ( un a ludoteca ); vicin o al Morena
Cal cio non c’era il ripetito re dell a Wind; in via Anagn in a, dove hann o
costruito l’IKEA, c’erano tutti prati dove pascol avan o i caval li.
Son o state co struite mo lte case, isol ate o in gro ssi agglo merati
con strade e negozi.
In via dei Sette Metri non esisteva il
marciapiede e questo recava mol ti problemi ai residenti, negl i ultimi
tempi lo han no real izzato pur sacrificando al cuni pini seco lari.
Mo rena è nella X circoscrizione di Ro ma nella parte estern a del GRA,
si svil uppa l ungo l’asse direzio nal e di V ia An agnina e Via Tuscol ana
fin o al comune di Ciampin o, co nfina con Ciampin o, Gro ttaferrata,
F rascati.
Coordinate 41° 47’ 55’’ latitudin e
nord; 12 ° 35’ 42’’ latitudine
es t; ad un a altitudin e di 160 m sul
l ivell o del mare.
parte abusiva.
Moren a è un piccol o aggl omerato
di case, una borgata svil uppatasi
co n
una
edilizia
di
tipo
prevalentemen te residenzial e e in
Mo rena degl i ann i 50 era in maggior parte co ltivata a grano e vign eti
e c’erano po che cas e, qualche cas ol are e mol te vaccherie. Le strade
n on erano asfal tate. Man cavano le fogne, l ’acqua e l’ill umin azion e
pubbl ica.
Ro ma, n el co rso dei secol i, ha dovuto più vol te affrontare il probl ema
dell a propria difesa.
Nel Medioevo l ’el emen to costante di questo sistema difen sivo fu l a
torre. Dapprima avamposto dell e mura difensive, le torri rico pron o
poi funzio ni di avvistamento e segnal azio ne. Co me tutte le altre
torri, an che la torre di Moren a avev a funzion i di vedetta e di difesa.
Sorvegl iava
infatti l a via Latin a e la via Castrimen iense che
col legavan o Roma con Latium.
ad un sol o
S occiarel l i.
So no venuta a vivere a Moren a 42 ann i fa. Le
strade erano mol to strette e no n asfaltate; no n
c’erano parchi nei qual i gio care, ma c’eran o
campi do ve si col tivavan o ortaggi e viti. No n
c’erano le case che ci so no o ggi, ma abitazioni
piano. C’era sol tan to la scuol a el ementare F el ice
Negl i anni trenta Mo rena era un a vasta campagna dove c’eran o molti
prati e terre co ltivate. Successivamente i terren i furon o suddivisi
in l otti e venduti.
Chi acquistava il terren o spesso v i co struiva l a casa. Nell e prime case
n on c’erano l ’acqua e l a corren te elettrica. P er ill umin are l e case si
usava il l ume a petrol io .
L’acqua si
pren deva dal po zzo che sol itamente si costruiva nel
terren o che circon dava la casa, si usava una carrucol a al l a qual e
era l egata un a corda e all a sua estremità c’ era un gancio con un
s ecchio che si man dav a lentamente nel po zzo e poi si faceva ris alire
pieno d’ acqua fresca.
Negl i an ni cinquanta arrivò l’illuminazione nelle case, mentre si
do vette attendere circa un decen nio per vedere le strade ill umin ate.
Negl i anni sessanta arrivò il gas per cucinare; l’illuminazione e
l ’asfal to n el le strade.
C’era un s ol o mezzo di traspo rto pubbl ico : il tram e ne passava un o
o gn i o ra. I co ntadini usavan o il carretto trainato dal caval lo e l o
utilizzavano per po rtare in al cuni mercati del l a città i prodotti
agrico li che col tivavano . Negli anni sessan ta il tram è stato
s ostituito dagl i auto bus di Zeppieri e del la S tefer che tran sitavan o
s u via Anagnina. So ltanto do po, la società dei traspo rti ha preso
n ome Acotral diventata successiv amente Co tral ed è s tata anche
istituita un a l in ea urban a, il 551, per far passare gl i auto bus al l’
intern o del quartiere che diventava pian piano più popol ato .
P er il cul to religioso si an dava a Ciampin o o si util izzava l a chiesetta
che c’è al l’interno del la struttura del Casal Mo ren a.
Negl i ann i 50 fu costruita l a prima chiesa, quel l a di S. Matteo in via
Anagnina.
Anche l e scuol e non c’eran o; era necessario prima andare a Ciampino,
poi negl i an ni ‘50 l a scuo la elementare util izzava al cun e stanze dell a
casa canto niera che sta al l ’incro cio tra via Anagnina e via Stazion e di
Ciampino e infine l e aul e dell a scuol a S occiarel li.
P ochissimi erano i negozi: la dispen sa di Bel lizzi; po i i n egozi di
gen eri al imentari di Ottavian i e di Remo .
Negl i an ni sessan ta è so rto l ’impianto industriale chiamato F ATME e
sono ven uti a vivere nel n ostro quartiere mol ti operai che l avoravan o
n el la fabbrica.
Sono ven uto a vivere a Mo rena nel
1950. Le strade erano tutte di
terra, c’era una sol a grande strada
cioè l ’attuale via S tazio ne di
Ciampin o. L’unica scuo la era l a
S occiarel li do ve ora c’è l ’ A.S .L.
Gl i al beri che rico rdo erano pini e
frutteti; n ei campi si col tivavan o
il grano , le viti, le ol ive e l e
verdure; si al levavano pecore,
mucche, gal line e co nigl i.
Le poche case bel le eran o di proprietà di al cune famigl ie benestanti
che avevano o perai e fattori per l a cura dei campi e degl i an imal i,
mentre l e al tre case eran o semplici e spro vviste di servizi.
P er spo starsi dal quartiere si pren deva il tram che passava su via
Anagnina o il treno e bis ogn ava an dare fino al la stazione ferro viaria
di Ciampino.
A quell ’epo ca c’era una so la chiesetta che si tro va dentro il Casal e
Mo rena di proprietà dell a famiglia Romall i.
Zia Lucia vive qui a Morena dal 1963,
cioè da quando è n ata.
Mi ha detto che Moren a, da quel che si ricorda, era mol to diversa
da o ggi. C’eran o poche strutture: qual che n egozio di generi
alimentari, qual che bar e due chiese.
Mi ha detto anche che le strade prin cipali erano asfaltate
mentre l e al tre erano di terra battuta; alcun e l e han no ampl iate e
asfaltate, men tre le principal i non so no cambiate.
P er giocare
do vevan o
an dare
nei prati
perché
i parchi
no n
c’erano.
Era
mo lto faticoso andare a scuol a: per frequentare le scuol e
medie e le superiori bisognava al lo ntanarsi dal quartiere perché
in zon a c’eran o so lo l ’asilo e l e elementari.
P er v iaggiare si doveva pren dere il pul l man dell ’Aco tral che
transitava in v ia Anagnina, in seguito è stata istituita l a linea
551.
C’eran o mol ti al beri da frutta e pian te d’ul ivo; mol ti campi
col tivare e prati che venivan o l ottizzati e venduti.
Al cune case nel tempo sono state demol ite, al tre ampliate
mo lte al tre costruite in seguito . Tutte erano in cemento.
da
e
La co rrente e l’ acqua n on mancavan o .
Il centro
case.
abitato si è ingran dito con
V isto che c’era la campagna,
per
all evare pol li e gal line.
la
la cos truzion e di al tre
gente
aveva
mo lto
spazio
Son o ven uta a vivere a Morena nel 1970.
Un tempo l e strade erano sterrate e n on c’erano parchi gio chi, ma si
poteva correre e giocare su vastissimi prati.
C’eran o vign eti, ulivi, vari alberi da frutta che ognuno decideva di
piantare n el proprio l otto, i pini marittimi, i cedri del Liban o e l e
canne l ungo l a marrana. Negl i orti si co ltiv avano pomo do ri, insal ata,
fagiol i, cicoria, si tro vavan o anche la camomil l a, l a men ta, l e more e
quando pioveva an che le chiocciol e.
V enivan o all evate gall ine, pecore, mucche, maial i, conigl i e piccio ni.
Quan do so no venuto a vivere qui c’era l a parro cchia Cristo Re e
ricordo il parroco Don Giancarl o.
Un tempo c’erano pochissimi abitanti; c’era la scuo la elementare
S occiarel l i dove oggi ha sede l ’ A S L RMB.
Le case, un
tempo,
non
erano come o ggi, ma erano fatte in
muratura, con bl occhetti di tufo , ed ino ltre ce n’eran o pochissime.
P rima gl i unici mezzi di traspo rto erano il pul lman N 551, poche
macchine e mol te bicicl ette. Mol to tempo fa non c’erano l e luci per
s trada, ma n el l e case l ’il lumin azio n e c’era. C’era già l a posta. Qui a
Mo rena si viveva mol to ben e.