Diabete e guida di autoveicoli

Transcript

Diabete e guida di autoveicoli
Page 1 of 8
Position statement
Diabete e guida di autoveicoli
American Diabetes Association

INTRODUZIONE
PRESCRIZIONI PER LA PATENTE

 Valutazione medica
CONOSCENZE SCIENTIFICHE SUL DIABETE E GUIDA

Comprensione dei rischi del diabete durante la guida
 Differenze individuali
RACCOMANDAZIONI





Identificazione e valutazione del diabete nei conducenti
Decisioni sulla patente a seguito della valutazione
Il rapporto medico

Educazione dei pazienti e interventi clinici
CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA

Riassunto
Negli Stati Uniti una grossa percentuale dei quasi 19 milioni di persone con diagnosi di diabete [1] aspira ad
avere o possiede una patente di guida. Per molti la patente è indispensabile per il lavoro, per la gestione
della famiglia, per accedere ai servizi pubblici, privati o istituzionali, per socializzare con gli amici, per
frequentare corsi e per adempiere a molte altre funzioni della vita quotidiana. Effettivamente, in molte
comunità e zone degli Stati Uniti l’automobile è l’unico mezzo di trasporto disponibile (o quello di uso più
immediato).
Si è discusso a lungo se e in che misura il diabete possa influire sulla capacità di guida delle persone e
quindi sui requisiti necessari ad ottenere una patente. Questa analisi esamina tali problemi alla luce delle
ultime testimonianze scientifiche e mediche.
A volte le persone interessate alla sicurezza stradale, pedoni, conducenti di mezzi di trasporto, impiegati e
amministratori pubblici, associano ogni tipo di diabete ad una guida pericolosa, quando nei fatti la
maggioranza dei diabetici può guidare veicoli in sicurezza, senza creare rischi a se stessi o agli altri.
Quando ci si pongono domande legittime sull’idoneità medica di un diabetico alla guida, è necessaria una
valutazione individuale della gestione del diabete di quella persona – con enfasi particolare sulla sua
capacità di avvertire e correggere nel modo appropriato potenziali ipoglicemie – per determinare eventuali
restrizioni. La sola diagnosi di diabete non è sufficiente per giudicare la capacità individuale di guida.
Questo documento fa il punto sulle regole che riguardano la patente dei diabetici, elenca i fattori che
influiscono sulla guida di questo gruppo di popolazione e identifica le linee guida per valutare l’idoneità del
conducente e per determinare appropriate restrizioni all’uso della patente.
[Torna a inizio pagina]
PRESCRIZIONI PER LA PATENTE
I diabetici sono attualmente soggetti a grande varietà di richieste e di restrizioni per ottenere la patente di
guida. Le decisioni su queste patenti vengono prese a vari livelli e con esami diversi, a seconda del tipo di
guida. Alcuni Stati e giurisdizioni locali non impongono ai diabetici alcuna speciale richiesta. Altri invece
pretendono molte risposte a questionari sulle condizioni dei pazienti, sulla loro gestione della malattia e su
eventuali problemi correlati al diabete che possano incidere sulla loro capacità a guidare un veicolo in
sicurezza. In qualche caso, le risposte a tali quesiti hanno avuto come conseguenza delle restrizioni sulla
patente, sul tipo di veicolo che è concesso guidare o su dove si possa guidarlo. Inoltre, le regole per la
guida di veicoli commerciali e per ottenere l’approvazione delle patenti correlate (come le regole che
limitano la guida di un autobus scolastico, il trasporto di passeggeri o di materiali pericolosi) sono molto
diverse e spesso scomode per i diabetici, specialmente per quelli insulino – dipendenti.
09/02/2012
Page 2 of 8
Con l’eccezione del trasporto commerciale fra diversi stati americani o diretto fuori degli Stati Uniti[2] , che è
sottoposto a regole federali uniformi, la guida privata e quella commerciale sono soggette a regole
determinate dai singoli Stati. Tali regole differiscono ampiamente, poiché ogni Stato ha un diverso
approccio per determinare l’idoneità medica alla guida e la concessione delle patenti. Ci sono variazioni da
Stato a Stato sia nell’identificazione del diabete, sia nello stabilire quali pazienti debbano sottoporsi a
valutazione medica e quali restrizioni debbano essere applicate a coloro che hanno sofferto di ipoglicemie
o di altri problemi legati al diabete.
In almeno 23 Stati, è chiesto direttamente al paziente di dichiarare se è diabetico o di autocertificare in
altro modo la sua malattia. In altri Stati i conducenti devono rispondere a domande meno precise,
limitandosi a certificare di non essere in condizioni da cui possa derivare percezione alterata o perdita di
conoscenza durante la guida. Nella maggioranza degli Stati il guidatore, rispondendo affermativamente in
uno dei due casi, deve sottoporsi a valutazione medica prima di poter ottenere la patente.
[Torna a inizio pagina]
Valutazione medica
I conducenti, le cui condizioni possono portare a una perdita significativa di lucidità, devono sottoporsi a
valutazione della loro idoneità a continuare a guidare. Per i diabetici, ciò accade soprattutto quando hanno
avuto episodi di ipoglicemia [3] mentre erano al volante, anche senza causare incidenti. In alcuni Stati ciò
risulta dalla decisione di controllare tutti i diabetici anche senza eventi specifici. Oppure, in caso di episodi
ipoglicemici molto gravi anche non durante la guida, un medico può farne rapporto alle autorità competenti.
In pochi Stati, tale denuncia da parte dei medici è obbligatoria. Nella maggioranza degli altri Stati è lasciato
alla discrezione del medico il determinare quando la denuncia sia necessaria. In alcuni casi la legge
specifica che i medici possano fare rapporto sui pazienti che potrebbero essere causa di pericolo pubblico,
poiché guidano contro il parere medico. I sanitari che denunciano questi casi hanno l’immunità da azioni
giudiziarie civili e penali eventualmente provocate dalla denuncia.
Quando le autorità competenti sono messe al corrente di un episodio di ipoglicemia, che può aver influito
sulla capacità di guida, il conducente in questione è indirizzato ad un controllo medico e in molti casi ha
una sospensione della patente per un periodo variabile, in genere fra tre e sei mesi. Le regole di alcuni
Stati prevedono che la sospensione non sia applicata quando si sia rilevato un unico episodio senza
probabilità di ripetizione, a causa per esempio di un cambiamento di terapia o di ipoglicemie che si
presentano solo durante il sonno.
Le procedure di valutazione medica variano dalla semplice conferma della condizione di diabetico ad
azioni più complesse che coinvolgono una commissione medica statale con udienze che prevedono la
presentazione e la valutazione di testimonianze mediche. In alcuni Stati si raccolgono commissioni con
infermieri e medici di varie specializzazioni che controllano e decidono la concessione delle patenti a
diabetici e a pazienti con altri problemi medici. In altri Stati le decisioni in proposito sono prese da staff
amministrativi con scarsa o nessuna preparazione medica, senza una revisione da parte di una
commissione competente, o di un medico esperto nelle condizioni di salute presentate dagli applicanti.
Il procedimento di valutazione medica per i conducenti di veicoli commerciali avviene a intervalli
determinati, in genere ogni due anni. Queste valutazioni non sono legate a episodi di ipoglicemia grave,
ma fanno parte di un regolare controllo di idoneità per i lavori che richiedono la guida di veicoli
commerciali. Il governo federale non pone specifiche restrizioni legate al diabete per chi controlla la
malattia con dieta, esercizio fisico e/o terapie orali. Offre un programma di esenzione per i conducenti
commerciali fra diversi Stati, se usano insulina, ed emette certificati medici ai conducenti qualificati. I fattori
della valutazione medica federale per i conducenti commerciali includono un’analisi dei precedenti, della
terapia, dei ricoveri ospedalieri e dell’evoluzione dei risultati glicemici, oltre a esami sulle complicanze e
una stima della comprensione del diabete da parte del conducente e della sua volontà a controllare la
malattia.
[Torna a inizio pagina]
CONOSCENZE SCIENTIFICHE SUL DIABETE E GUIDA
La sicurezza alla guida può essere pregiudicata da ipoglicemie frequenti, da retinopatia o formazione di
cataratta (che diminuiscono la capacità visiva necessaria) e da neuropatia che influisce sull’abilità a
controllare i pedali[4] . Tuttavia, l’incidenza di tali condizioni non è sufficientemente estesa da giustificare
una restrizione della guida per tutti i diabetici. Gli incidenti stradali legati al diabete sono relativamente poco
frequenti nella maggioranza dei casi e accadono in percentuale minore di quelli di molti altri conducenti
affetti da condizioni che influiscono sulla guida, ma che sono tollerate dalla società.
Pur considerando che vi sono altri pazienti con malattie che aumentano i rischi di incidenti stradali, come
una malattia coronarica instabile, l’apnea ostruttiva nel sonno, l’epilessia, il morbo di Parkinson o l’abuso di
alcool e di droghe, ci sono però anche conducenti diabetici a maggior rischio di incidenti. La sfida è nell’
identificare gli individui ad alto rischio e adottare misure per aiutarli a diminuire la loro pericolosità alla
09/02/2012
Page 3 of 8
guida.
[Torna a inizio pagina]
Comprensione dei rischi del diabete durante la guida
Secondo un recente studio scozzese, soltanto il 62% dei sanitari proponeva che i conducenti insulinodipendenti dovessero misurare la glicemia prima di mettersi alla guida. Il 13% di essi riteneva sicura la
guida con una glicemia <72 mg/dl e l’8% non sapeva che una scarsa consapevolezza dell’ipoglicemia può
costituire una controindicazione alla guida[5]. È importante che i sanitari siano bene informati e prendano
l’iniziativa di discutere come ridurre i pericoli con i loro pazienti a rischio di ipoglicemia. Secondo un vasto
studio internazionale, quasi la metà dei guidatori con diabete di tipo1 e tre quarti di quelli di tipo 2 non
avevano mai discusso con i loro medici di regole per la guida[8].
Una meta-analisi di 15 studi afferma che il rischio relativo di avere un incidente stradale per l’insieme dei
diabetici, cioè senza differenziare quelli a notevole rischio da quelli con rischio minimo o nullo, a paragone
con la popolazione in generale oscilla fra 1,12 e 1,19, cioè il 12-19% di maggior rischio[6]. Alcuni studi
indicano un rischio leggermente più alto per i conducenti con diabete di tipo 1, (indice relativo di rischio di
circa 2[7,8,9]), ma ciò non è confermato da altri studi[10]. Due ulteriori studi avrebbero inoltre suggerito che
non ci sia un rischio superiore associato al diabete insulino trattato [11,12], ma le metodologie utilizzate sono
state contestate[13].
Questo maggior rischio di incidenti deve essere interpretato alla luce della tolleranza sociale di altre
condizioni a rischio molto più alto. Ad esempio, i guidatori maschi giovanissimi (16-18 anni) hanno 42 volte
più incidenti delle donne fra 35 e 45 anni. Se un veicolo più pesante si scontra con uno più leggero, il
conducente di quest’ultimo ha 20 probabilità in più di rimanere ucciso. Le strade veloci in zone rurali sono
9,2 volte più pericolose che quelle cittadine. La guida all’una di notte della domenica è 142 volte più
pericolosa di quella alle ore 11 di mattina[7]. I guidatori con deficit di attenzione o iperattività hanno un
indice di rischio di circa 4[14], mentre quelli con apnea notturna lo hanno di 2,4[15]. Se la società tollera
queste condizioni, non può essere giustificata la restrizione dei diritti di guida per un’intera classe di
persone a rischio molto minore, come i diabetici.
Il sottogruppo più importante di diabetici a più alto rischio di restrizioni è quello di coloro che usano
insulina. Se il diabete è ben controllato, però, non è stato provato che la terapia insulinica in sé sia
associata a maggiori rischi nella guida[3,16,17]. Sebbene la scarsa consapevolezza dell’ipoglicemia in alcuni
studi[12] sia stata correlata a una maggiore incidenza di scontri, in altri studi [4,7,23] non è stata considerata
una variabile significativa. L’unico fattore associato a incidenti stradali nei conducenti diabetici sembra
essere una storia recente di ipoglicemie gravi, qualsiasi sia il tipo di diabete o la terapia usata[1,318-21].
Il gruppo di lavoro sull’ipoglicemia della American Diabetes Association ha definito l’ipoglicemia grave
come livello di glucosio nel sangue così basso da provocare neuroglicopenia che interrompe la funzionalità
motoria cognitiva e richiede l’assistenza di un’altra persona che somministri carboidrati, glucagone o altre
azioni risuscitanti[22]. In uno studio multicentrico su 452 conducenti con diabete di tipo 1, seguiti
mensilmente per 12 mesi, 185 partecipanti (41%) hanno riferito un totale di 502 episodi ipoglicemici
moderati (in cui il conducente era ancora in grado di rimediare da solo ma non di guidare con sicurezza)
durante la guida e 23 partecipanti (5%) hanno dichiarato 31 episodi di ipoglicemia grave durante la guida
[21] (in cui il conducente non era in grado di effettuare trattamenti da solo).Viceversa, il Diabetes Control
and Complications Trial (DCCT) ha riferito 11 incidenti stradali in 714 episodi di ipoglicemia grave, un
indice di 1,5%[23].
Un notevole impatto di ipoglicemie moderate durante la guida è sostenuto da studi multipli, che dimostrano
come l’ipoglicemia moderata diminuisca in modo consistente e significativo la sicurezza della guida[24-26] e
la capacità di giudicare[27-28] se continuare a guidare o se sia necessario somministrarsi zuccheri[29-30]. In
uno studio, il 25% di coloro che hanno risposto considerava sicuro guidare con glicemie più basse di 70
mg/dl[31].
Sebbene una forte iperglicemia possa indebolire il funzionamento cognitivo, motorio e della percezione[3235], vi è una sola relazione che suggerisce che l’iperglicemia grave possa influire sulla sicurezza nella guida
[36]. I tentativi di equiparare l’iperglicemia con difficoltà di guida sono quindi al momento non giustificate
scientificamente.
[Torna a inizio pagina]
Differenze individuali
L’80% degli episodi di ipoglicemia grave colpisce circa il 20% dei diabetici di tipo 1 [37-39]. I dati disponibili
fanno pensare che un piccolo sottogruppo di conducenti con diabete di tipo 1 sia responsabile della
maggioranza degli incidenti legati a ipoglicemia[9,30,40]. Quando 452 conducenti con diabete di tipo 1 sono
stati monitorati per un anno, gli episodi riferiti inizialmente di ipoglicemia leggera o grave durante la guida,
09/02/2012
Page 4 of 8
di incidenti stradali o di scontri correlati a ipoglicemia sono stati associati a un rischio più alto di incidenti
nei 12 mesi seguenti di 3, 6, 6 e 20% rispettivamente. Il rischio aumentava in modo esponenziale con ogni
ulteriore episodio riferito: se una persona aveva avuto 2 episodi di ipoglicemia grave nei 12 mesi
precedenti il suo rischio aumentava del 12% e due scontri nei 2 anni precedenti aumentavano il rischio del
40%. Gli elementi predittivi più validi comportavano una storia di ipoglicemie durante la guida [21]. Gli studi
che hanno paragonato i conducenti diabetici di tipo 1, senza precedenti di infortuni causati da ipoglicemia
durante la guida nell’ultimo anno, a quelli con più di un incidente hanno riscontrato che quelli che avevano
provocato incidenti: 1) guidavano notevolmente peggio durante la progressione dell’ipoglicemia leggera
(70 – 50 mg/dl), ma guidavano bene quando la glicemia era normale; 2) avevano una minore risposta
all’epinefrina mentre guidavano in ipoglicemia, 3) erano più sensibili all’insulina e 4) mostravano maggiori
difficoltà di memoria e nella velocità di elaborazione delle informazioni sia con glicemia normale, sia in
ipoglicemia[24,40,41]. Quindi, precedenti di infortuni possono essere usati come base per identificare i
guidatori insulino-dipendenti a elevato rischio di futuri incidenti. Tali persone saranno richieste di sottoporsi
a ulteriori adeguati test.
Quattro studi hanno dimostrato che l’allenamento alla consapevolezza delle glicemie (Blood Glucose
Awareness Training BGAT) riduce la frequenza di scontri e di violazioni e migliora il discernimento nel
decidere se mettersi alla guida con ipoglicemia[42-45]. BGAT è un programma di training psico-educazionale
di 8 settimane, ideato per assistere i diabetici di tipo 1 ad anticipare, prevenire, riconoscere e affrontare gli
eventi glicemici estremi. Tale intervento può essere distribuito efficacemente attraverso internet[46]. Il
programma Diabetes Driving (diabetesdriving.com) fornito da National Institutes of Health è un altro
strumento basato su internet, che aiuta a valutare meglio il rischio di incidenti stradali e assiste i conducenti
ad alto rischio ad evitare l’ipoglicemia o a scoprirla e gestirla se si verifica durante la guida.
[Torna a inizio pagina]
RACCOMANDAZIONI
Identificazione e valutazione del diabete nei conducenti
Le persone, il cui diabete pone un elevato rischio alla sicurezza stradale, devono essere identificate e
valutate prima che si mettano al volante. Dato che fra i diabetici ci sono notevoli differenze di condizioni, di
sintomi e di modi di gestione del diabete, è importante che le procedure di identificazione e di valutazione
siano appropriate, individuali e non basate solamente sulla diagnosi di diabete, ma piuttosto sui segni
concreti del rischio effettivo. Le leggi che esigono per tutti i diabetici (o per tutti quelli insulino-dipendenti)
una uguale valutazione medica come condizione per il rilascio della patente sono sconsiderate, poiché
riuniscono i diabetici in un unico gruppo invece di identificare i conducenti a maggior rischio per la difficoltà
ad evitare l’ipoglicemia o per la presenza di complicanze. Inoltre, la logistica di registrare e valutare milioni
di persone diabetiche che chiedono la patente presenta un enorme peso amministrativo e fiscale per le
agenzie emittenti. Gli Stati che esigono che i conducenti denuncino il proprio diabete dovrebbero limitarsi a
individuare i problemi legati alla malattia.
Per identificare i conducenti a rischio potenziale, può essere usato un breve questionario per individuare
coloro che necessitano di ulteriori valutazioni. Il questionario dovrebbe chiedere se il conducente abbia, nei
12 mesi precedenti, perso conoscenza a causa di ipoglicemia, avuto ipoglicemie con necessità di
intervento di altre persone, o che abbiano creato problemi nella guida, o insorte senza essere avvertite. Il
questionario dovrebbe indagare anche sulla perdita di percezione visiva o di vista periferica e sulla
diminuzione di sensibilità nel piede destro. Dato che l’apnea ostruttiva da sonno è più comune nei diabetici
di tipo 2 che nel resto della popolazione, si dovrebbe indagare se ai pazienti sia capitato di cadere
addormentati durante il giorno. Qualsiasi risposta positiva dovrebbe generare una valutazione atta a
determinare se siano necessarie restrizioni alla patente o modifiche meccaniche al veicolo (come controlli
manuali per le persone con piedi poco sensibili) per garantire la sicurezza pubblica. Non è giusto
determinare il rischio di incidenti alla guida basandosi sul valore di emoglobina glicosilata del conducente,
poiché non è la media delle glicemie, ma sono le ipoglicemie episodiche ad aumentare tale rischio.
La valutazione del conducente diabetico deve includere un accertamento del suo medico o di un altro
diabetologo che possa controllare i precedenti e fornire all’agenzia un giudizio sulle condizioni del
paziente, se ci sia un motivo che indebolisca la sua capacità di guidare un veicolo in sicurezza. Il medico
personale o un altro specialista esperto di diabete sono la migliore fonte di informazioni sulla gestione del
diabete del conducente e sulla sua storia clinica. Il giudizio di tale medico è essenziale per valutare la
gestione individuale del diabete e determinare se la persona sia in grado di guidare un veicolo senza
pericoli. Se vi è un dubbio riguardante la capacità di guida sicura a causa di complicanze croniche del
diabete (come retinopatia o neuropatia), il paziente dovrà sottoporsi al consulto di uno specialista che
possa valutare il problema per eventuali specifiche raccomandazioni.
Ai medici dovrebbero essere richieste le seguenti informazioni:
1.
2.
3.
4.
se il conducente nei due anni precedenti abbia avuto episodi gravi di ipoglicemia tali da richiedere
l’intervento di un’altra persona (e quando ciò sia avvenuto);
se si è trovato un motivo per queste ipoglicemie;
se il conducente sia a rischio di aumento di ipoglicemie gravi;
se il conducente abbia la capacità di riconoscere una ipoglicemia incipiente e sappia come
correggerla adeguatamente;
09/02/2012
Page 5 of 8
5.
6.
7.
se il conducente dia prova di sufficiente automonitoraggio della glicemia;
se il conducente abbia complicanze legate al diabete che incidano sulla sicurezza nella guida e che
necessitino di ulteriore valutazione;
se il conducente abbia una buona conoscenza del diabete e della terapia, sia stato istruito su come
evitare ipoglicemie alla guida e sia disposto a seguire il piano terapico proposto.
Quando si debba valutare un conducente con precedenti di ipoglicemie gravi, scarsa consapevolezza
dell’ipoglicemia o incidenti stradali associati al diabete, è necessario indagare sui motivi dell’ipoglicemia e
chiarire se dipenda dal tipo di terapia del paziente o dal suo stile di vita, da una reazione psicologica alla
gestione del diabete o al normale sviluppo della malattia. Si dovrebbero poi avviare gli appropriati interventi
clinici.
[Torna a inizio pagina]
Decisioni sulla patente a seguito della valutazione
I conducenti diabetici dovrebbero essere sottoposti a sospensione o restrizioni della patente solo se questo
sia l’unico modo pratico di affrontare un fondato rischio per la sicurezza. Le decisioni in proposito
dovrebbero dar prova di deferenza al giudizio dello specialista diabetologo, prendendo in considerazione al
contempo anche la necessità dell’agenzia emettitrice di assicurare la sicurezza pubblica e stradale. Ogni
Stato dovrebbe avere una commissione medica consultiva per valutare i rischi potenziali nella guida sulla
base di informazione medica in continuo aggiornamento, assicurare che il personale dell’agenzia emittente
sia preparato a gestire i problemi delle patenti per i diabetici e a fare le raccomandazioni relative ai singoli
conducenti. In tali commissioni dovrebbero essere rappresentati gli specialisti esperti nelle terapie del
diabete, che giudichino le informazioni fornite dal medico che cura il conducente, prima di prendere
decisioni riguardo alla patente di un diabetico. Nel caso che la commissione non abbia un membro
permanente esperto di diabete, dovrebbe consultare uno specialista con questa competenza nei casi
riguardanti i conducenti diabetici.
Come già detto, precedenti di ipoglicemia non significano che una persona non possa guidare in sicurezza.
Piuttosto, quando ci sono casi di ipoglicemie gravi, deve essere garantita una valutazione appropriata a
determinarne le cause, le circostanze, se sia stato un evento isolato o se un adattamento della terapia
insulinica possa diminuire il rischio e la probabilità che tale episodio si ripeta. È importante che nel
decidere si prendano in considerazione i fattori aggiuntivi che possono mitigare il rischio potenziale e che
le agenzie emittenti non adottino un approccio sbrigativo per le patenti dei diabetici. I conducenti con
diabete devono essere valutati singolarmente per determinare se la loro condizione ponga un rischio per la
sicurezza. Il solo fatto che il diabete di una persona sia sottoposto all’attenzione dell’agenzia competente –
sia per essere stato dichiarato, sia a causa di un incidente – non dovrebbe predeterminare una decisione
in proposito.
Generalmente, ipoglicemie anche gravi che avvengano solo durante il sonno non dovrebbero essere
causa di sospensione della patente. L’ipoglicemia non verificatasi durante la guida deve essere studiata
per determinare se possa indicare un problema più esteso o se sia improbabile che tale evento si ripeta
mentre la persona è al volante (ad esempio, un’ipoglicemia che avvenga durante un momento di intenso
esercizio fisico).
Alcuni episodi di ipoglicemia grave possono essere spiegati e corretti con l’assistenza di un diabetologo
(per es. gli episodi che capitano a causa di un cambio di terapia). Tuttavia episodi ripetuti di ipoglicemia
grave (due o più episodi all’anno), possono indicare che una persona non è in grado di guidare un veicolo
in sicurezza.
Gli Stati, le cui regole contemplino la sospensione della patente a seguito di un episodio ipoglicemico,
dovrebbero rinunciare a questa regola quando l’ipoglicemia possa essere giustificata dal medico curante e
la sua ripetizione sia improbabile. Questa rinuncia dovrebbe applicarsi nei casi di cambio di terapia o di
concomitanza con altra malattia o stato di gravidanza. Le agenzie incaricate possono chiedere una
documentazione del medico, attestante che il paziente soddisfi le condizioni per la rinuncia (che possono
includere l’educazione nella gestione del diabete e a evitare l’ipoglicemia.)
I conducenti, la cui patente è stata sospesa per fattori legati al diabete, possono ottenerne il ripristino dopo
un certo periodo di tempo (in genere, non più di sei mesi) a seguito di una dichiarazione del medico
curante attestante che il paziente ha adottato misure appropriate per correggere i problemi che avevano
provocato la sospensione della patente.
A seguito del ripristino della patente, è necessario che il conducente si sottoponga a valutazioni periodiche,
per assicurare che la sua guida rimanga sicura.
Le persone che si rendono conto di avvertire le ipoglicemie con sempre maggiore difficoltà dovrebbero
consultare un medico per determinare se possano continuare a guidare in sicurezza, con accorgimenti atti
a evitare un’ipoglicemia grave (come il controllo della glicemia prima di mettersi al volante e a intervalli
regolari se il viaggio dura più di un’ora). Se il conducente è in grado di migliorare la sua consapevolezza e
la prevenzione delle ipoglicemie, non dovrebbe subire restrizioni per la patente. Il monitoraggio continuo
della glicemia può essere di aiuto, soprattutto per prendere nota dell’andamento glicemico. Per chi
usufruisce di tale tecnologia è importante comprendere che qualsiasi azione (come l’assunzione di
09/02/2012
Page 6 of 8
carboidrati) deve essere basata sulla misurazione della glicemia.
Per decidere se a un conducente squalificato dovrebbe essere reintegrata la patente e quando, si
dovrebbero prendere in considerazione su basi individuali alcuni fattori come le circostanze della
sospensione e i cambiamenti di terapia e di comportamento adottati dal conducente. Se per una persona si
giudica necessaria una nuova valutazione in futuro, il suo medico curante dovrebbe essere incaricato di
determinare la data di rivalutazione. Un conducente diabetico, però, non dovrebbe essere sottoposto a cicli
senza fine di rivalutazioni, quando non ci sia più un rischio significativo per la sicurezza.
La determinazione di idoneità medica alla guida dovrebbe essere clinica, dopo un esame dei vari fattori già
esposti. Le decisioni su eventuali restrizioni sulla patente per assicurare la sicurezza pubblica saranno
infine prese dall’agenzia competente, tenendo conto della valutazione clinica di idoneità medica.
[Torna a inizio pagina]
Il rapporto medico
Sebbene il principio alla base delle leggi sul rapporto medico obbligatorio sia di assicurare la sicurezza
stradale, eliminando il rischio inaccettabile di un peggioramento della guida, tali leggi portano a una
conseguenza non voluta, quella di scoraggiare i pazienti diabetici dal discutere con franchezza la loro
condizione con il medico, quando ci sia un problema da correggere, nel timore di perdere la patente. È
probabile che i pazienti non sinceri con il loro medico ricevano un trattamento inadeguato e possano avere
difficoltà e rischi alla guida. Oltre all’effetto negativo sulla relazione medico – paziente dovuto al rapporto
obbligatorio, non ci sono prove che ciò riduca il numero di incidenti o migliori la sicurezza pubblica[47].
Si dovrebbe quindi permettere ai medici di esercitare il loro discernimento professionale nel decidere se e
quando fare rapporto su un paziente per la sospensione dalla guida. Gli Stati che lasciano ai medici la
scelta di fare tali rapporti dovrebbero richiedere innanzitutto se le condizioni fisiche o mentali del
conducente danneggino la sua capacità di controllare un veicolo in sicurezza. I rapporti basati solo su una
diagnosi di diabete o sul fatto che questa condizione implica possibili perdite di coscienza, sono troppo
vaghi e non danno adeguata misura del rischio individuale. In definitiva, i rapporti devono essere lasciati
alla discrezione dei medici, che usando il loro discernimento professionale decidano se il paziente ponga
un rischio alla sicurezza. Inoltre, al fine di proteggere la relazione medico-paziente e assicurare una
comunicazione sincera e aperta, che favorisce poi la sicurezza, è importante che i medici siano esenti da
responsabilità, sia nel caso che facciano rapporto, sia che non lo facciano.
[Torna a inizio pagina]
Educazione dei pazienti e interventi clinici
È importante che gli specialisti siano ben informati e prendano l’iniziativa di discutere la riduzione del
rischio per i pazienti con ipoglicemie che intralciano la vita quotidiana. Possono cominciare con una
conversazione sull’allenamento alla sicurezza, in particolar modo con i pazienti più a rischio di incidenti
legati al diabete. Forse l’aspetto più importante nell’incoraggiare i pazienti alla guida sicura è l’istruzione su
cosa significhi guidare un veicolo essendo diabetici e sui rischi potenziali legati alla terapia medica.
Quando tale terapia prevede la possibilità di ipoglicemia, dovrebbe essere assicurata l’educazione su
come evitare e trattare l’ipoglicemia, una discussione sulla vulnerabilità del paziente agli incidenti stradali e
un continuo insegnamento che garantisca la comprensione di quando sia sicuro mettersi alla guida. Ad
esempio, è ben conosciuto il rischio di guidare sotto l’influsso dell’alcool, ma non lo sono gli effetti
ipoglicemici ritardati dell’assunzione anche moderata di bevande alcoliche e che l’alcool aggrava le
difficoltà cognitive legate all’ipoglicemia[48]. Dato che l’ipoglicemia può essere confusa con l’ebbrezza ed
entrambe aumentano i rischi di incidenti stradali, si dovrebbe consigliare ai pazienti di controllare la
glicemia più frequentemente per alcune ore dopo l’assunzione anche moderata di alcool. Quando un
paziente ha complicanze da diabete, è importante che il medico ne discuta con lui gli eventuali effetti sulla
guida.
Medici e infermieri devono discutere regolarmente con i loro pazienti diabetici i rischi dell’ipoglicemia
durante la guida. Le visite mediche dovrebbero includere un esame del diario giornaliero e domande al
paziente sui sintomi associati con livelli glicemici alti o bassi e su come il paziente intervenga per
normalizzarli. Il permettere ai medici di usare a loro discrezione le informazioni ottenute in queste
conversazioni col paziente incoraggerà uno scambio sincero di notizie, migliorando la salute del paziente e
la sicurezza stradale.
Gli interventi clinici per ovviare all’ipoglicemia variano a seconda della persona e includono strategie sulla
frequenza e i momenti del controllo glicemico, adattamenti del dosaggio terapico e l’instaurazione di un
obiettivo glicemico meno avanzato, se vi sono precedenti di ipoglicemia grave. In alcuni casi si può
incoraggiare il paziente a usare sistemi di monitoraggio glicemico continuo per riuscire a scoprire la
tendenza all’ipoglicemia prima che i valori glicemici scendano a un livello pericoloso per la guida.
Una speciale attenzione dovrebbe essere rivolta a prevenire l’ipoglicemia al volante nei conducenti con
09/02/2012
Page 7 of 8
diabete di tipo 1 o in quelli di tipo 2 a rischio. Essi dovrebbero essere educati a controllare sempre la
glicemia prima di mettersi alla guida e a intervalli regolari se il viaggio dura più di un’ora. Dare importanza
ai fattori predittivi di un calo glicemico, come il momento di somministrazione dell’insulina, quello dell’ultimo
pasto o spuntino, e tempo, tipo, durata e intensità dell’esercizio fisico. Valori glicemici troppo bassi devono
essere corretti immediatamente e il conducente non dovrebbe rimettersi alla guida finché la glicemia non
sia risalita a un valore accettabile, in genere dopo 30-60 minuti, a causa del ritardo nel ricupero del
funzionamento cognitivo.
I diabetici a rischio di ipoglicemia grave dovrebbero:
1.
2.
3.
4.
Portare sempre con sé nel loro veicolo un glucometro e alimenti adatti, sia contenenti zuccheri a
rapido assorbimento (come succhi, bevande zuccherate, caramelle o tavolette di destrosio), sia con
carboidrati complessi, grassi e proteine (come crackers al formaggio);
Non partire per un viaggio prolungato con glicemia al limite basso della norma (70-90 mg./dl) senza
consumare qualche carboidrato, per prevenire una diminuzione della glicemia durante la guida.
Fermarsi appena si avvertono sintomi di ipoglicemia e misurare (ed eventualmente correggere) i
livelli glicemici.
Non rimettersi alla guida finché non siano ristabiliti i giusti livelli di glicemia.
[Torna a inizio pagina]
CONCLUSIONI
In breve, i diabetici dovrebbero essere valutati singolarmente, tenendo conto dei precedenti medici
individuali e del potenziale rischio relativo legato alla guida.
[Torna a inizio pagina]
BIBLIOGRAFIA
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
Centers for Disease Control and Prevention. National Diabetes Fact Sheet: National Estimates and General
Information on Diabetes and Prediabetes in the U.S., 2011. Atlanta, GA, U.S. Department of Health and Human
Services, Centers for Disease Control and Prevention, 2011
Code of Federal Regulation. Title 49: Transportation. Subpart A: General Applicability and Definitions. x390.5.
American Diabetes Association. Standards of medical care in diabetesd2012 (Position Statement). Diabetes Care
2012;35: S11–S63
Cox DJ, Kovatchev BK, Vandecar K, Gonder-Frederick L, Ritterband L, Clarke W. Hypoglycemia preceding fatal car
collisions. Diabetes Care 2006;29:467–468
Watson WA, Currie T, Lemon JS, Gold AE. Driving and insulin-treated diabetes: who knows the rules and
recommendations? Pract Diabetes Int 2004;24:201–206
ECRI. Diabetes and Commercial Motor Vehicle Safety (Federal Motor Carrier Safety Administration). June 2011
Update. Plymouth Meeting, Pennsylvania, ECRI, 2011
Lave LB, Songer TJ, LaPorte RE. Should persons with diabetes be licensed to drive trucks? Risk management. Risk
Anal 1993;13:327–334
Harsch IA, Stocker S, Radespiel-Tröger M, et al. Traffic hypoglycaemias and accidents in patients with diabetes
mellitus treated with different antidiabetic regimens. J Intern Med 2002;252:352– 360
Cox DJ, Penberthy JK, Zrebiec J, et al. Diabetes and driving mishaps: frequency and correlations from a multinational
survey. Diabetes Care 2003;26:2329–2334
Stork ADM, van Haeften TW, Veneman TF. Diabetes and driving: desired data, research methods and their pitfalls,
current knowledge, and future research. Diabetes Care 2006;29:1942–1949
Lonnen KF, Powell RJ, Taylor D, Shore AC, MacLeod KM. Road traffic accidents and diabetes: insulin use does not
determine risk. Diabet Med 2008;25:578–584
Eadington DW, Frier BM. Type 1 diabetes and driving experience: an eight-year cohort study. Diabet Med 1989;6:137–
141
Major HG, Rees SDR, Frier BM. Driving and diabetes: DVLA response to Lonnen et al. Diabet Med 2009;26:191
Jerome L, Habinski L, Segal A. Attentiondeficit/ hyperactivity disorder (ADHD) and driving risk: a review of the
literature and a methodological critique. Curr Psychiatry Rep 2006;8:416–426
Tregear S, Reston J, Schoelles K, Phillips B. Obstructive sleep apnea and risk of motor vehicle crash: systematic
review and meta-analysis. J Clin SleepMed 2009; 5:573–581
Laberge-Nadeau C, Dionne G, Ekoé JM, et al. Impact of diabetes on crash risks of truck-permit holders and
commercial drivers. Diabetes Care 2000;23:612–617
Tregear SJ, Rizzo M, Tiller M, et al. Diabetes and motor vehicle crashes: a systematic evidence-based review and
meta-analysis. In Proceedings of the Fourth International Driving Symposium on Human Factors in Driver Assessment,
Training and Vehicle Design. Iowa City, Iowa, The University of Iowa, 2007, p. 343–350
Songer TJ. Low blood sugar and motor vehicle crashes in persons with type 1 diabetes. Annu Proc Assoc Adv
Automot Med 2002;46:424–427
Songer TJ, Dorsey RR. High risk characteristics for motor vehicle crashes in persons with diabetes by age. Annu Proc
Assoc Adv Automot Med 2006;50:335–351
Redelmeier DA, Kenshole AB, Ray JG. Motor vehicle crashes in diabetic patients with tight glycemic control: a
populationbased case control analysis. PLoS Med 2009;6:e1000192
Cox DJ, Ford D, Gonder-Frederick LG, et al. Driving mishaps among individuals with type 1 diabetes: a prospective
study. Diabetes Care 2009;32:2177–2180
American Diabetes Association. Defining and reporting hypoglycemia in diabetes: a report from the American Diabetes
Association Workgroup on Hypoglycemia. Diabetes Care 2005;28:1245–1249
The DCCT Research Group. Epidemiology of severe hypoglycemia in the diabetes control and complications trial. Am
J Med 1991;90:450–459
Cox DJ, Gonder-Frederick LA, Clarke WL. Driving decrements in type I diabetes during moderate hypoglycemia.
Diabetes 1993;42:239–243
Quillian WC, Cox DJ, Gonder-Frederick LA, Driesen NR, Clarke WL. Reliability of driving performance during
09/02/2012
Page 8 of 8
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
38.
39.
40.
41.
42.
43.
44.
45.
46.
47.
48.
moderate hypoglycemia in adults with IDDM. Diabetes Care 1994;17:1367–1368
Cox DJ, Gonder-Frederick LA, Kovatchev BP, Julian DM, Clarke WL. Progressive hypoglycemia’s impact on driving
simulation performance: occurrence, awareness and correction. Diabetes Care 2000;23: 163–170
Weinger K, Kinsley BT, Levy CJ, et al. The perception of safe driving ability during hypoglycemia in patients with type 1
diabetes mellitus. Am J Med 1999;107:246–253
Clarke WL, Cox DJ, Gonder-Frederick LA, Kovatchev BP. Hypoglycemia and the decision to drive a motor vehicle by
persons with diabetes. JAMA 1999;282:750– 754
Cox DJ, Gonder-Frederick LA, Kovatchev BP, Clarke WL. Self-treatment of hypoglycemia while driving. Diabetes Res
Clin Pract 2001;54:17–26
Cox DJ, Kovatchev BP, Anderson SM, Clarke WL, Gonder-Frederick LA. Type 1 diabetic drivers with andwithout a
history of recurrent hypoglycemia-related driving mishaps: physiological and performance differences during
euglycemia and the induction of hypoglycemia. Diabetes Care 2010;33:2430–2435
Graveling AJ, Warren RE, Frier BM. Hypoglycaemia and driving in people with insulin-treated diabetes: adherence to
recommendations for avoidance. Diabet Med 2004;21:1014–1019
Kovatchev BP, Cox DJ, Summers KH, Gonder-Frederick LA, Clarke WL. Postprandial glucose dynamics and
associated symptoms in type 2 diabetes mellitus. J Appl Res 2003;3:449–458
Sommerfield AJ, Deary IJ, Frier BM. Acute hyperglycemia alters mood state and impairs cognitive performance in
people with type 2 diabetes. Diabetes Care 2004; 27:2335–2340
Cox DJ, McCall A, Kovatchev BP, Sarwat S, Ilag LL, Tan MH. Effects of blood glucose rate of changes on perceived
mood and cognitive symptoms in insulin-treated type 2 diabetes. Diabetes Care 2007;30: 2001–2002
Gonder-Frederick LA, Zrebiec JF, Bauchowitz AU, et al. Cognitive function is disrupted by both hypo- and
hyperglycemia in school-aged children with type 1 diabetes: a field study. Diabetes Care 2009;32:1001–1006
Cox D, Ford D, Ritterband L, Singh H, Gonder-Frederick L. Disruptive effects of hyperglycemia on driving in adults with
type 1 and 2 diabetes (Abstract). Diabetes 2011;60(Suppl. 1):A223
Pedersen-Bjergaard U, Pramming S, Heller SR, et al. Severe hypoglycaemia in 1076 adult patients with type 1
diabetes: influence of risk markers and selection. Diabetes Metab Res Rev 2004;20:479– 486
Bognetti F, Brunelli A, Meschi F, Viscardi M, Bonfanti R, Chiumello G. Frequency and correlates of severe
hypoglycaemia in children and adolescents with diabetes mellitus. Eur J Pediatr 1997;156:589–591
Rewers A, Chase HP, Mackenzie T, et al. Predictors of acute complications in children with type 1 diabetes. JAMA
2002; 287:2511–2518
Campbell LK, Gonder-Frederick LA, Broshek DK, et al. Neurocognitive differences between driverswith type 1 diabetes
with and without a recent history of recurrent driving mishaps. Int J Diabetes Mellit 2010;2:73–77
Cox DJ, Kovatchev BP, Gonder-Frederick LA, Clarke WL. Physiological and performance differences between drivers
with Type 1 Diabetes Mellitus (T1DM) with and without a recent history of driving mishaps: An exploratory study. Can J
Diabetes 2003; 27:23–29
Cox DJ, Gonder-Frederick LA, Julian DM, Clarke W. Long-term follow-up evaluation of blood glucose awareness
training. Diabetes Care 1994;17:1–5
Cox DJ, Gonder-Frederick LA, Polonsky W, Schlundt D, Julian D, Clarke W. A multicenter evaluation of blood glucose
awareness training-II. Diabetes Care 1995; 18:523–528
Cox DJ, Gonder-Frederick LA, Polonsky W, Schlundt D, Kovatchev B, Clarke W. Blood glucose awareness training
(BGAT- 2): long-term benefits. Diabetes Care 2001;24:637–642
Broers S, le Cessie S, van Vliet KP, Spinhoven P, van der Ven NC, Radder JK. Blood glucose awareness training in
Dutch Type 1 diabetes patients. Shortterm evaluation of individual and group training. Diabet Med 2002;19:157–161
Cox DJ, Ritterband L, Magee J, Clarke W, Gonder-Frederick L. Blood glucose awareness training delivered over the
Internet. Diabetes Care 2008;31:1527–1528
McLachlan RS, Starreveld E, Lee MA. Impact of mandatory physician reporting on accident risk in epilepsy. Epilepsia
2007;48:1500–1505
Cheyne EH, Sherwin RS, Lunt MJ, Cavan DA, Thomas PW, Kerr D. Influence of alcohol on cognitive performance
during mild hypoglycaemia: implications for Type 1 diabetes. Diabet Med 2004;21: 230–237
Traduzione a cura di Anna Manetti
Fonte: Diabetes Care, Volume 35, Supplement 1, Janary 2012
Data ultimo aggiornamento: Venerdì, 3 Febbraio 2012 6:00:00
URL: http://www.progettodiabete.org/expert/e1_294.html
09/02/2012