Press - CNDCEC
Transcript
Press - CNDCEC
agosto/settembre 09 / no. 14 Press Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane Spa” - Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - art. 1, comma 1, DCB Milano Professione Economica e Sistema Sociale Dovere &Piacere Una dieta ad hoc per il commercialista Nel nostro lavoro il traguardo non esiste Lisbona, la città della luce Press Sommario/ago.-set. 09 ISTITUTO DI RICERCA 26 Impresa sociale, un contributo operativo ORDINI TERRITORIALI EDITORIALE 3 28 Verbania 32 Vallo della Lucania 36 Catanzaro Maria Luisa Campise La professione contabile in Brasile - Pag. 40 INTERNAZIONALE PEOPLE Calabrese: la dieta antistress per il commercialista - Pag. 4 4 Giorgio Calabrese 8 Pietro Mennea 12 Silvio Barbero L’INTERVENTO 14 Massimo Mellacina FUORICAMPO 16 Giannetti L’INCHIESTA Mennea: “Nel nostro lavoro il traguardo non esiste” - Pag. 8 18 Sport e tempo libero So(p)PRESSato 23 Marcello Febert CNDCEC REPORT 24 L’attività del primo semestre 2009 40 Brasile VIAGGI 42 Lisbona DAL PARLAMENTO 45 Focus legislativo TEMPO LIBERO 46 Terme e benessere LETTI PER VOI 47 Professione e tempo libero Lisbona, città della luce - Pag. 42 Editoriale Dovere&Piacere Suggerimenti per affrontare bene il rientro dalle ferie. E ritornare pieni di energia nei nostri studi Maria Luisa Campise Direttore Press ul fatto che noi dottori commercialisti ed esperti contabili siamo i massimi esperti di bilancio, non vi è dubbio alcuno. È però vero che, così come “il calzolaio lo riconosci perché è quello con le scarpe rotte”, anche noi tendiamo molto spesso a concentrarci talmente tanto sui bilanci dei nostri clienti, da tralasciare il bilancio su noi stessi. Inoltre bilanci e bilancia, pur avendo molto in comune in termini di assonanza, vanno assai poco d’accordo: molto tempo dedicato ai bilanci rischia infatti di tradursi in troppi chili quando si sale su una bilancia. Ecco perché in questo numero abbiamo deciso di mettere da parte i temi squisitamente professionali per parlare di un argomento leggero, sport e tempo libero, quanto però fondamentale per la salute e l’equilibrio psicofisico di chi, come noi tutti, svolge una professione tanto entusiasmante ed avvolgente quanto talvolta stressante. Il numero di agosto e settembre è quello ideale per ragionare in ordine a questi temi. La logica è infatti quella di far arrivare a tutti i Colleghi preziosi consigli, in primis quelli di esperti di nutrizione e di grandi sportivi, al fine di non dilapidare immediatamente, al proprio ritorno dalle ferie, quel carico di energia e di benessere di cui abbiamo goduto nelle meritate quanto mai abbastanza lunghe vacanze. S In questo modo tenteremo anche di sfatare un vecchio pregiudizio nel quale ogni tanto ci crogioliamo con un pizzico di autocompiacimento. Non è vero, infatti, come spesso diciamo, che il nostro unico hobby è il lavoro, pur essendo vero che siamo una categoria di grandi lavoratori, che il nostro lavoro ci piace e che lo stress ed i carichi della nostra professione ci impongono di non mollare mai gli impegni e le fatiche dei nostri studi. Anche l’esistenza di numerose iniziative sportive di categoria (di cui daremo doverosamente conto in queste pagine e delle quali siamo particolarmente orgogliosi, per lo spirito che fanno emergere con chiarezza cristallina) ci dimostra che siamo una comunità di uomini e donne sempre capaci di trovare spazio e tempo per coltivare le proprie passioni. D’altro canto, se una persona riesce a trovare e mettere passione nel proprio lavoro, non è forse probabile che, tra tutte, sia quella maggiormente in grado di godersi la vita in tutte le sue diverse sfaccettature? Se piace il dovere, quanto mai potrà piacere il piacere? Giochi di parole a parte, dobbiamo essere seriamente convinti del fatto che il tempo libero, lo sport e le vacanze sono qualcosa di imprescindibile anche per il più accanito dei lavoratori. Dedicare del tempo al riposo e allo sport è fondamentale per l’equilibrio di chiunque svolge una qualsiasi attività lavorativa e soprattutto per chi, come noi, svolge in genere una vita abbastanza sedentaria, ma particolarmente stressante. Per lavorare con grinta e determinazione serve anzitutto una sana alimentazione, un “attivo” relax e una costante attività fisica. Ce lo ha ricordato, in queste pagine, anche un esperto nutrizionalista, come Giorgio Calabrese e un collega e grande campione dello sport come Pietro Mennea. Teniamolo ben presente, dunque, al ritorno delle vacanze estive, quando saremo di nuovo nei nostri studi. E se ci verrà qualche pensiero legato alle prossime vacanze non sentiamoci in colpa, anzi. In fin dei conti l’ottimismo è anche saper vedere il lavoro come nulla più di una parentesi tra due vacanze. A volte è una parentesi dannatamente lunga, ma quando si abbina questa consapevolezza con la fortuna di fare un lavoro che rende il contenuto di quella parentesi tutto sommato interessante e stimolante, ebbene: il tempo vola e sembra arrivare ugualmente subito il momento di un’altra boccata rigeneratrice per poi tuffarsi in una nuova entusiasmante apnea. Calabrese: la dieta antistress per il commercialista I consigli del famoso nutrizionalista. Il solo movimento cerebrale non basta, serve anche quello muscolare di Maria Luisa Campise/Foto Imagoeconomica, Getty Images People 5 I commercialisti sono sottoposti, soprattutto in prossimità delle scadenze fiscali, a periodi di intenso stress. Quanto una dieta alimentare può aiutarli a gestire al meglio il loro stato di salute? Mah, vede, il commercialista vive di stress perché non decide lui le regole. Lui le deve applicare e tentare di armonizzare lo Stato con il contribuente. Spesso, poi, si rende immediatamente conto dell’errore di una norma, di un emendamento (errore che magari verrà rilevato dopo qualche tempo), ma deve gestire il meccanismo. E allora questo determina la necessità di muoversi poco muscolarmente e molto cerebralmente; di avere dei momenti di rabbia che sono suddivisi fra il problema legato all’applicazione della norma e quello legato alla gestione dello studio, ovvero alla necessità di far capire ai collaboratori di studio e ai clienti-contribuenti che quella norma, seppure sbagliata, va applicata. Tutto questo crea un disagio psicologico e questo può aumentare l’adrenalina, che a sua volta fa aumentare l’insulina e che, in eccesso, produce grassi da sola. Quindi da una parte si ingrassa, dall’altra parte si rende il sangue troppo viscoso, e quindi si ha meno ossigenazione cerebrale e si è meno capaci di gestire il lavoro per un eccesso di grassi nel sangue. Cosa si può fare per gestire questa condizione di non equilibrio? La domanda è pertinente. Bisogna gestire la propria mattinata, perché è da lì che parte la ‘giostra’. Al mattino spesso il commercialista, che è andato a dormire alle due di notte, prende un caffè, forse un doppio caffè e per avere energia ci mette tanto zucchero, in modo da sentirsi nervoso per la sostanza nervina e corroborato dallo zucchero. Quello zucchero, che è fatto da glucosio e fruttosio, ha una capacità di dare immediatamente (per un quarto d’ora/venti minuti) brillantezza. Però fa partire il messaggio per l’insulina. L’insulina comincia a lavorare, brucia subito quello che si è bevuto con il caffè, dopo di che si va in ipoglicemia. È importante, quindi, fare una ottima colazione, preferibilmente non salata, con carboidrati complessi: fette biscottate, pane tostato, pane raffermo, buon latte, possibilmente parzialmente scremato, fette biscottate con marmellata e miele, succo di frutta o frutta fresca, uno yogurt magro alla frutta... Questo ti permette di avere contemporaneamente carboidrati complessi, che reggono per tre, quattro ore. Conseguentemente il cervello, che vive di zuccheri, ma non di zucchero da cucina, ha una sua performance e autosufficienza. Il problema è poi arrivare a pranzo. “ Il commercialista vive di stress perché non decide lui le regole. Lui le deve applicare e tentare di armonizzare lo Stato con il contribuente” Perché? Dobbiamo distinguere gastronomicamente l’Italia in due parti: il Nord che pranza dalle 12,30 alle 14,00 e il Centro e il Sud che inizia a pranzare dalle 14,30 in poi. Questo comporta, dal momento che la colazione si fa all’incirca allo stesso orario perché apriamo gli uffici allo stesso orario, la necessità di inserire una break nella mattinata per chi pranza alle due e mezza. In questo caso di nuovo, sì, un buon caffè ma mettiamo anche lì fette biscottate, uno yogurt magro alla frutta, della frutta, ma non cose troppo proteiche. E a pranzo? Il pranzo deve essere gradevole, gustoso, ma facilmente digeribile. Sto pensando: un piatto di pasta con buona salsa di pomodoro, o ad una mistura di legumi in minestrone, ma anche pasta ai peperoni, pasta alle zucchine, pasta agli spinaci, con un filo d’olio extravergine e un po’ di parmigiano, delle verdure alla griglia, un frutto. Se siamo sani anche un buon bicchiere di vino. Per chi non ha tempo di pranzare a casa o al ristorante, che consigli dà? Ci si può organizzare nello studio con un fornetto a microonde e pensare, ad esempio, di organizzarsi con del riso cotto a casa la sera prima. Questo permette di avere quel pranzo di cui parlavamo, corroborante ma non eccessivamente ricco di calorie. 6 People vado dal mio medico e dopo aver valutato che manca qualcosa prescrive l’integratore. Insomma non gli integratori fai-da-te… Brava, gli integratori ‘fai da te’ servono molto a chi li produce, poco a chi li prende. “In vacanza dopo le vacanze”. Quali consigli per continuare a mantenerci in forma tutto l’anno? E nel pomeriggio? Al pomeriggio dipende. Se siamo al Nord, e quindi si finisce di lavorare alle 19,30 (certo nelle scadenze anche quelli del Nord finiscono alle due di notte), è bene fare un break con the, un the caldo o freddo a seconda della stagione, e magari un frutto. Se siamo al Centro e al Sud (e quindi andremo a cena alle nove e mezzo/dieci), è preferibile un break solido, composto da frutta e fette biscottate o pane tostato. E a cena? A cena bisogna evitare di fare il pieno della macchina nel momento in cui la mettiamo nel garage. Quindi la logica è, ad esempio, una volta la pizza, ma molto bene le minestre di farro, di cereali, di legumi, e, se a pranzo si sono già mangiati carboidrati, le proteine con tanta verdura, una macedonia di frutta fresca, fatta al momento con succo di limone o succo d’arancia, un bicchiere di vino e vai… Cosa pensa degli integratori alimentari? Partiamo dal concetto, la parola integratore vuol dire che integra una cosa che manca, che non è il cibo ma un nutriente: mi manca, ad esempio, il ferro, la vitamina B12, Ma vede, la vacanza a volte è vacanza, a volte è un momento di vendetta nei confronti della vita, a volte è un momento di riscatto. Ad esempio, marito e moglie che vanno d’accordo, hanno lavorato, tutto l’anno, stressati vanno in ferie. Fanno tutto quello che non si fa durante l’anno. Colazione, pranzo, sono leggeri, easy, in modo da poter fare di nuovo il bagno. Per cena ci si veste molto bene, anche easy, da pret-a-porter: la donna è bella abbronzata, il marito si sente molto macho, così con gli amici: quindi c’è subito l’happy hour, l’aperitivo, poi la cena di pesce, la pizza o la spaghettata di mezzanotte, oppure il gelatone. Questo è un momento di serenità che tu sai gestire per una settimana o dieci giorni. Se superi i dieci giorni lascia perdere, perché è un disastro… Oppure può esserci il momento della vendetta. “Non ne posso più, mia moglie mi ha lasciato, mio marito mi ha lasciato, quello lì mi ha fatto la causa, l’altro mi ha piantato”: lì cominci con tre brioches al mattino, verso metà mattinata prendi la pizza di Recco o la porchetta di Ariccia, a pranzo non vuoi mangiare, salti la pasta e nel pomeriggio gelatone con panna. La sera sono solo, non ho la moglie, forse ho mio figlio, quindi arrivi al ristorante: antipasto, primo, secondo, terzo, quarto… ammazzacaffè, gelato, tutto…: quello è un uomo che perderà ogni mese il 10% dei propri clienti per gli errori che farà nei prossimi sei mesi. Infine c’è la rivincita: riparare i danni fatti. Vado in un posto dove la regola è alzarsi alle sei di mattina, faccio tanta ginnastica e nei pasti mi mantengo leggero... Allora, il problema della vacanza qual è? Ricordiamoci, è il momento di riposo, di relax. Durante la settimana ricordati sempre che sei a casa, ma hai il mare davanti. La differenza sta nel mare davanti, non nella casa, non in quello che mangi, ma in quello che fai. Certo che se ogni giorno nuoti due ore al mattino e due ore al pomeriggio, ti puoi permettere il doppio piatto di pasta oppure il gelato in più, ma non deve essere di creme e panna per forza, può essere gelato alla frutta. Questo è il modo mio di pensare alla vita di un commercialista. Mennea: “Nel nostro lavoro il traguardo non esiste” Professione e forma fisica: i consigli di un grande campione che esercita con successo la professione di commercialista. Procedure concorsuali e diritto dello sport le sue ‘specialità’ di Alessandro Cotto/Foto Imagoeconomica People È raro che un grande campione dello sport decida di dedicarsi alla professione. Di cosa si occupa Pietro Mennea dottore commercialista? Mi sono iscritto all’albo dei dottori commercialisti nel 1989, dopo le Olimpiadi di Seul del 1988, e successivamente anche a quello degli avvocati. Mi occupo prevalentemente di procedure concorsuali e diritto dello sport, materia sulla quale ho scritto anche diverse pubblicazioni tecniche. Dal punto di vista professionale, ad esempio, sto seguendo gli obbligazionisti coinvolti nel Chapter 11 di Lehman Brothers. Sappiamo che lei è anche il presidente della Fondazione Pietro Mennea. Può descrivere ai Colleghi l’attività della Fondazione, quali sono gli obiettivi che si è data? Lo scopo primario della nostra Fondazione è di carattere filantropico. Effettuiamo donazioni costanti nel tempo ed assistenza sociale ad enti caritatevoli o di ricerca medicoscientifica, associazioni culturali e sportive, attraverso progetti specifici e concreti. Lo scopo secondario è di carattere culturale e consiste nel diffondere lo sport ed i suoi valori, nonché promuovere la lotta al doping, triste piaga per lo sport e la nostra società. Attualmente ci stiamo occupando, ad esempio, del sostegno a Domus de Luna, Onlus di Cagliari che assiste bambini e ragazzi bisognosi di aiuto e di supportare le cure per Giulia Sartirana, una bambina di Vinovo (TO) che, a causa della vaccinazione eseguita nei primi mesi di vita, ha visto compromesso il suo sviluppo in maniera irreparabile. Vorrei poi ricordare anche la gestione della biblioteca della nostra Fondazione che conta oltre 100.000 volumi. Come possono i Colleghi contribuire ai progetti della Fondazione? Tutti i diritti d’autore delle mie pubblicazioni sono devoluti alla Fondazione. 9 “L’attività fisica è fondamentale. Corsa, ginnastica leggera, soprattutto se fatte all’aria aperta e nel verde, sono un tocca sana per il corpo e per la mente” Inoltre la Fondazione organizza periodicamente aste on line relative ad oggetti di valore e da collezione da me raccolti nel corso della mia carriera agonistica. Ovviamente è poi possibile fare donazioni specifiche alla Fondazione ovvero devolvere il 5 per mille. Per ogni informazione rinvierei al sito www.fondazionepietromennea.it. Veniamo al tema di questo numero di Press. È certamente importante mantenersi in forma, ma i nostri ritmi di lavoro non sempre lo consentono. Da grande campione dello sport ha qualche suggerimento da dare ai Colleghi? L’attività fisica è fondamentale e consiglio a tutti di dedicare alla stessa almeno un’ora al giorno per almeno tre volte alla settimana. Corsa, ginnastica leggera, soprattutto se fatte all’aria aperta e nel verde sono un tocca sana per il corpo e per la mente. Ricordo che quando gareggiavo mi allenavo 5/6 ore al giorno, tutti i giorni dell’anno. Erano carichi d’allenamento eccezionali anche per un agonista che non sono minimamente riproponibili per un amatore. Non bisogna esagerare e cercare di essere costanti. È sempre più di moda, anche fra i Colleghi, la maratona. Esistono addirittura spedizioni a quella di New York, che ne pensa? Penso che per stare bene e vedere posti interessanti non 10 People serva correre 42 Km e andare a New York. Io sono un convinto sostenitore della bellezza del nostro territorio, sia sotto il profilo paesaggistico che quello archeologico. Qualche anno fa proposi di abbinare la cultura allo sport, organizzando 5 corse su strada in 5 siti archeologici di grande fascino e importanza: Paestum, Piana di Sibari, Metaponto, Canne della Battaglia e Sepino. Si tratta di posti non sempre conosciuti dal grande pubblico e fuori dai circuiti turistici tradizionali, ma a chi ha gambe allenate possono dare grandissime soddisfazioni. Nulla da invidiare a New York. Quali sport consiglia a chi vuole riprendere l’attività fisica dopo molto tempo? Sul punto sono abbastanza tradizionalista; più che sport particolari consiglierei corse moderate e ginnastica con carichi naturali, senza esagerare. Anche quando facevo agonismo non esageravo mai con i pesi in palestra e i miei risultati non ne hanno risentito. Dal mio punto di vista, è importante cercare un contesto gradevole, nel verde e riprendere con gradualità. Se le vacanze estive sono state l’occasione per fare un po’ di attività fisica è fondamentale non perdere quello slancio. Recenti studi dicono che sforzi intensi per pochi minuti sono sufficienti per stare in forma. Cosa ne pensa? Queste tesi mi lasciano scettico. Come ho ricordato prima, io mi allenavo 5-6 ore al giorno per dare il massimo in 10, 20 secondi di gara. Credo di essere stato lo sportivo che più si è allenato nella storia dell’atletica. Non credo che queste tecniche basate su sforzi intensi, ma brevi, siano appaganti. Nello sport, come nella vita, sono premiati l’impegno e la costanza. Non ci sono scorciatoie. Insomma, lo sprint solo in ufficio nella consulenza ai clienti? Nel nostro lavoro il traguardo non esiste, non si finisce mai di studiare e di aggiornarsi. È una sfida continua. Forse, è anche il bello di quello che facciamo. Barbero: “Politiche premiali per le attività di rilevanza sociale” Abbiamo incontrato il segretario nazionale di Slow Food, l’associazione internazionale che conta 100mila iscritti, con sedi in tutto il mondo. La sua mission? Educare al gusto, salvaguardando la biodiversità e le produzioni alimentari tradizionali di A.C. La vostra associazione esercita un fascino notevole per chi, come i commercialisti, è costretto dal lavoro a ritmi “fast”. Esistono dati sui commercialisti iscritti allo Slow Food? A parte il nostro commercialista, molto coinvolto nell’associazione, abbiamo 550 soci che hanno indicato nella scheda di iscrizione la vostra professione, circa il 2% del corpo associativo. Sono dati che reputo molto interessanti in quanto noi siamo un’associazione che raccoglie iscritti a 360° e che testimoniano una certa attenzione della vostra categoria verso i valori promossi da Slow Food. Oltre che iscriversi alla vostra Associazione, quali consigli può dare ad un Collega che vuole avvicinarsi alla vostra filosofia, vale a dire al piacere alimentare, dotto, sensibile, condiviso e responsabile? L’iscrizione alla nostra associazione è certamente di aiuto in quanto forniamo una rete di informazioni che sono essenziali in un momento di globalizzazione e di anonimato del consumatore. Solo a livello nazionale abbiamo 400 convivium, delegazioni di territorio al quale il nostro associato può rivolgersi per informazioni, appuntamenti e iniziative. In generale, però, per avvicinarsi alla nostra filosofia, occorre ritagliarsi piccoli spazi di conoscenza del cibo, per conoscere le donne e gli uomini che lo producono e il territorio nel quale viene prodotto. Il cibo non deve essere considerato alla stregua del carburante per l’autovettura, diventa parte di noi, incide sulla nostra psicologia, il nostro rapporto quindi deve essere necessariamente diverso. Come in tutti i settori economici, la qualità si paga. Ha qualche suggerimento da dare a chi vuole pagare solo quello People che consuma e non il marchio o la firma? Il primo concetto da sottolineare è che la qualità ha un costo. Inoltre la qualità deve essere intesa in senso complessivo: organolettico, sanitario e ambientale. Ricordo che nella storia dell’Occidente non si è mai speso così poco per l’alimentazione. Oggi noi spendiamo per il cibo circa il 16% del nostro reddito, quanto spendiamo per il telefono, mentre i nostri nonni spendevano il 30-40%. Per contro ogni giorno buttiamo via 4.000 tonnellate di cibo edibile. Sono certamente cambiate le tecniche di produzione e lo stile di vita, ma questi dati ci devono fare riflettere perché testimoniano un complessivo abbassamento dell’attenzione verso la qualità. Detto questo non è automatico che il marchio garantisca la qualità. Qui torna utile quanto dicevo prima con riferimento al sapere. Se uno conosce il territorio può trovare piccoli produttori che sanno abbinare la bontà del prodotto a prezzi accessibili. Occorre quindi andare verso l’acquisto diretto, accorciando la filiera e privilegiando i prodotti stagionali. Voler mangiare le fragole a dicembre, ad esempio, non è una scelta molto saggia. In questi giorni si fa un gran parlare di redditometro. È uno strumento che la Categoria, in linea di principio, condivide in quanto consente di parametrare il reddito ai consumi. Al momento tra gli indici di ricchezza non vi sono i cibi e le bevande, certo che se uno pensa ai prezzi di certe bottiglie di vino… Al di là delle difficoltà tecniche nell’intercettare determinati consumi, Lei pensa che il piacere alimentare debba diventare un indicatore reddituale? Noi crediamo che il cibo buono non debba essere patrimonio solo dei ricchi perché crediamo che ci sia nella nostra struttura agricola spazio per prodotti di qualità a prezzi contenuti. Non ci sono solo le bottiglie da 100 euro, ma anche vini buoni che costano 7-8 euro a bottiglia. Per questo noi dedichiamo una Guida al vino quotidiano, vino che si può acquistare in cantina a non più di 8 euro a bottiglia. Detto questo, al di là delle difficoltà tecniche, non credo che sia giusto introdurre il consumo dei cibi come indicatore di reddito anche perché alcuni potrebbero decidere di concedersi momenti di piacere gastronomico, una volta ogni tanto, pur non avendo redditi elevati. Senza dimenticare che noi auspichiamo una maggiore attenzione dei consumatori verso il cibo di qualità. La legislazione fiscale italiana è generalmente attenta al settore agricolo. Inutile nascondere che il prelievo su base 13 catastale è di favore. Tratta però allo stesso modo l’imprenditore dozzinale e il difensore della tipicità e della qualità. Avete al riguardo proposte? Siamo ancora in presenza di una legislazione fiscale legata ad un’agricoltura assistenziale. È un retaggio di un modello che vedo superato in quanto il settore agricolo oggi è molto più segmentato. Si va dall’imprenditore manager che vende i propri prodotti a New York e Hong Kong, al piccolo contadino, al pastore che vivono in condizioni marginali e faticano a portare a casa un reddito di sussistenza. È difficile pensare ad un modello fiscale che vada bene per tutti e soprattutto in grado di sostenere la qualità. A nostro avviso, sarebbe preferibile introdurre politiche di natura premiale verso quei soggetti che svolgono attività che definirei di rilevanza sociale. Penso ad attività artigianali che, a causa dei processi di industrializzazione, stanno scomparendo come quella del panettiere, del salumaio, del macellaio. In questi casi dovrebbe essere incentivato l’apprendistato in modo da insegnare ai giovani questi mestieri. Penso anche all’agricoltura biologica ovvero a chi adotta modello produttivi di piccola dimensione. A questi soggetti dovrebbero essere riservati canali comunicativi e distributivi privilegiati. Voi nascete come associazione che poi si è sviluppata in diverse entità, alcune di natura commerciale. Sulla base della vostra esperienza qual è il giudizio che date della normativa no profit in Italia? Noi siamo un’associazione no profit. E proprio perché vogliamo continuare ad esserlo, abbiamo deciso di costituire società ad hoc, interamente partecipate dall’associazione, al fine di perseguire scopi commerciali, peraltro sempre in linea con la mission di Slow Food. Consideri che il nostro volume d’affari annuo, pur dipendendo da alcune manifestazioni (es. Salone del gusto), si aggira intorno ai 20 milioni di euro, impiegando complessivamente 140 dipendenti. Detto questo, il mio giudizio sulla legislazione no profit è complessivamente positivo, soprattutto rispetto alla normativa che abbiamo avuto fino agli anni ’80. Aggiungo che è positivo anche in confronto con la legislazione dei paesi esteri, probabilmente meno sensibili verso le tematiche del terzo settore. L’unico aspetto sul quale varrebbe la pena concentrare gli sforzi è quello della chiarezza applicativa. Alcune disposizioni restano ancora di difficile interpretazione e si prestano a letture controverse. Sulla necessità di una maggiore chiarezza so però che anche la vostra categoria è molto sensibile. 14 Al via l’Asddcec, l’associazione sportiva di categoria Massimo Mellacina - Consigliere CNDCEC delegato Commissione “Tempo libero” Lo spirito di aggregazione e di appartenenza passa anche attraverso la manifestazione di eventi in campi diversi da quelli tradizionali in dal suo insediamento, uno degli obiettivi che si è posto questo Consiglio Nazionale è stato quello di ricostruire nella categoria il senso di essere una comunità caratterizzata da un forte spirito di appartenenza. Proprio a tal fine, e a quello ulteriore di stimolare lo spirito di aggregazione della categoria anche in campi diversi da quelli in cui tradizionalmente la si vede coinvolta, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili intende promuovere la nascita di una associazione sportiva volta alla promozione, diffusione e pratica di attività sportive, ricreative e di tempo libero, nonché alla diretta organizzazione di eventi sportivi di rilevanza nazionale. La presenza sul territorio di un rilevante numero di associazioni sportive dilettantistiche promosse dagli Ordini territoriali dimostra, infatti, un fervente interesse dei colleghi verso simili iniziative. F Al fine di raggiungere l’obiettivo sopra individuato, in seno al CNDCEC è stata istituita la Commissione Tempo libero, del cui coordinamento, unitamente ai miei colleghi Domenico Piccolo e Marcello Danisi, sono stato chiamato ad occuparmi. Tale gruppo è costituito da otto colleghi che in questa sede ritengo sia doveroso ricordare e ringraziare per la passione e l’interesse che fin dal primo momento stanno profondendo nell’iniziativa. Si tratta di Vincenza Bellettini (Ordine di Bologna), Paolo Berti (Ordine di Trento), Dante Carolo (Ordine di Padova), Raffaele Di Ianni (Ordine di Lucera), Francesca Macaddino (Ordine di Marsala), Francesco Mantegazza (Ordine di Bari), Mario Michelino (Ordine di Napoli) ed, infine, Giovanni Prisco (Ordine di Nola). Le sezioni di interesse in cui si articolerà l’attività della costituenda associazione – alla quale potranno aderire tutti gli iscritti all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, nonché le associazioni sportive dilettantistiche da questi costituite che ne facciano richiesta sono calcio, tennis, podismo, vela, sci, golf e ciclismo. Per ciascuna di tali sezioni, all’interno del gruppo di colleghi sopra menzionato è stato individuato un referente, che verrà chiamato ad occuparsi della cura delle fasi organizzative relative alle manifestazioni sportive di propria competenza. Al riguardo, si informano tutti i colleghi che il primo evento che verrà organizzato a cura della ASDDCEC è il campionato nazionale di calcio – edizione 2009-2010 – riservato alla categoria dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Il campionato si svolgerà inizialmente con il girone all’italiana, con gare di andata e ritorno, per poi continuare con la seconda fase ad eliminazione diretta e, a seguire, le fasi finali. Per quanto concerne l’organizzazione, esso avrà come referenti i colleghi L’intervento 15 Giovanni Prisco e Raffaele Di Ianni. Per ottenere informazioni o avere notizie circa le modalità di iscrizione ed i regolamenti di partecipazione potranno essere contattati i colleghi (Giovanni Prisco: tel 081/8235345, indirizzo e-mail [email protected]; Raffaele Di Ianni: tel.: 0881/525051, indirizzo e-mail [email protected]; Massimo Mellacina: tel. 0773/697813, indirizzo e-mail [email protected]; Domenico Piccolo: tel. 090/9762554, indirizzo e-mail [email protected]; Marcello Danisi: tel. 080/5543943, indirizzo email: [email protected]). Oltre alla manifestazione sportiva summenzionata, alla quale ovviamente invito tutti i colleghi appassionati di calcio ad aderire quale momento di network e divertimento, l’associazione avrà poi l’onore di patrocinare due importanti manifestazioni sportive, consolidate nella categoria per tradizione e richiamo nazionale. Si tratta del Campionato Italiano di Tennis Trofeo Nello Vaglio, che quest’anno giunge alla sua XXIII edizione e si terrà a Torino dal 9 al 13 settembre e della V edizione della Triveneto Sailing Cup (III Trofeo Nazionale), in programma dal 18 al 20 settembre ad Izola (Slovenia). Nella ferma convinzione che il risultato di una sempre maggiore coesione all’interno della categoria si persegue anche attraverso la promozione di attività quali quelle che formeranno oggetto di interesse della ASDDCEC, auspico vivamente un ampio riscontro da parte dei colleghi di tutta Italia affinché tale obiettivo si realizzi. Fuori Campo Il tempo libero... secondo noi Giannetti Chi lo ha detto che il miglior hobby del commercialista è il lavoro? Tutti, forse perché è proprio così, ma tenersi in forma è un dovere... edicare un numero della rivista dei dottori commercialisti e degli esperti contabili italiani allo sport e al tempo libero può sembrare un vero e proprio supplizio di Tantalo per i lettori. Infatti, i ritmi della nostra professione sono tali che, se svolgessimo una indagine statistica, emergerebbe un numero allarmante di Colleghi che svolgono come principale disciplina sportiva il mezzo fondo dallo studio agli uffici dell’Agenzia delle Entrate (adattato a scatto su breve distanza per chi ha lo studio nelle immediate vicinanze) e che pensano che la dicitura “tempo libero” designi quella parte del tempo passata a lavorare o a studiare che però non si riesce a fatturare ai clienti (da questo punto di vista, il tempo libero negli studi sta crescendo in modo davvero impressionante di anno in anno). In realtà, svolgere con continuità una o più pratiche sportive ed avere delle passioni al di fuori del lavoro è fondamentale per l’equilibrio psicofisico di chi è soggetto ad una quotidianità lavorativa usurante sotto ogni punto di vista. D Chi non fa sport è tanto meno giustificato quanto maggiore è la sua brillantezza professionale ed il suo acume intellettuale, perché si autocondanna scioccamente ad una diminutio della sua proiezione egotica nell’immaginario collettivo. “Hai visto Tizio? È veramente in gamba, un fior di professionista”. “Sì, però è un flaccido ciccione che prende la macchina anche per andare dalla camera da letto al gabinetto”. Se non c’è bastevole amor proprio in se stessi, dovrebbe essere sufficiente la serena consapevolezza di poter essere oggetto di simili raffinati commenti per far scattare la molla interiore: ma come, riesco nella vita proprio dove è più difficile e devo dare sponda a chi vuol dirmi male proprio su qualcosa che è tutto sommato sotto il mio controllo, perché dipende esclusivamente dalla mia forza di volontà e non da altri fattori? Lazzaro, alzati e corri (o nuota, vai in bici, ecc.). Oltre allo sport, è poi opportuno avere interessi e passioni che vadano al di là della professione. Dalla cultura ai viaggi, fino ad arrivare a cose più patetiche e stereotipate tipo le automobili, tutto fa comunque brodo per assicurare alla collettività di non ritrovarsi un potenziale serial killer in libertà. Pur essendo io per primo un grandissimo appassionato della professione che tutti noi abbiamo scelto, quando conosco un Collega che vive letteralmente per il lavoro comincio il conto alla rovescia per quando lo vedrò sulle prime pagine dei giornali. I commenti di chi lo conosce da una vita saranno in quell’occasione: “non aveva mai fatto male ad una mosca”, oppure “era tanto dedito al lavoro, chi lo avrebbe mai detto”. Intanto però sul selciato ci sono più di venti persone, tra vicini di casa e passanti, perché qualcuno gli ha fregato il parcheggio sotto casa, mentre lui è ancora latitante, dopo essere fuggito nella boscaglia completamente nudo, gridando frasi sconnesse del tipo: “la scadenza ormai è andata” e “non c’è ravvedimento che tenga”. Insomma, per chi fa un lavoro come il nostro, temersi in forma fisica è un dovere anzitutto verso se stessi, mentre staccare ogni tanto è un dovere innanzitutto verso gli altri (a 17 cominciare da chi ci sta accanto e ci sopporta nelle mille tensioni che ci portiamo a casa); anche perché, essendo noi oltre 110mila, siamo un serve neppure chissà che organizzazione. C’è indubbiamente chi, per staccare, ha bisogno di fare un rogo po’ troppi per poter essere gestiti efficacemente dal sistema sanitario nazionale di igiene mentale. Per “staccare ogni tanto”, poi, non propiziatorio di tutti i suoi cellulari e poi partire per la Papuasia, ma c’è anche chi si rilassa davvero già soltanto con un piccolo cambiamento d’aria, senza nemmeno bisogno di tagliare completamente i ponti con il quotidiano. Anzi, se si è dotati della giusta perversione, qualche telefonata di lavoro durante una vacanza ristoratrice è un vero e proprio toccasana per chi è sufficientemente soddisfatto della sua quotidianità da avvertire il bisogno di rilassarsi, ma non necessariamente di fuggire da essa. D’altro canto, se ti piace il tuo lavoro, lavorare un’ora al giorno è bellissimo. Il problema è quando ti tocca farlo anche per le altre ventitre ore della giornata, ma quando queste altre ventitre ore le passi in immersioni, pennichelle e letture svaganti, ecco allora che la telefonata o la rapida occhiata al pc diventano parte integrante del relax. Un po’ perverso, l’abbiamo detto, ma mille volte meglio qualche sana perversione innocente di una potenzialità provvisoriamente inespressa da serial killer pronto ad esplodere. Ad ognuno il suo equilibrio psicofisico, dunque, purché ognuno si impegni a cercarlo e mantenerlo. Se considerate che questo pezzo lo sto scrivendo durante le mie vacanze, sono certo che, se sarete indulgenti, mi iscriverete alla lista dei perversi: altrimenti, se indulgenti non siete, aspettatemi al varco nel buio della notte, con la barba incolta di vari giorni, un sorriso stralunato e una bella motosega in mano di quelle che fanno scintille. È solo questione di tempo; nel mio caso forse nemmeno troppo. Il mattino ha l’oro in bocca, il mattino ha l’oro in bocca, il mattino ha l’oro in bocca, il mattino ha l’oro in bocca, il mattino ha l’oro in bocca… Quando non lavoriamo… Piccolo viaggio nello sport e nel tempo libero La Redazione Esiste una fitta rete di associazioni sportive, culturali e ricreative che fanno capo ai colleghi, molte delle quali organizzano campionati nazionali i sono sport decisamente popolari come il calcio. Altri di grande diffusione come il tennis. Ma anche sport considerati di élite come il golf. O particolarmente “stagionali” come lo sci e la vela. Viaggiare per l’Italia alla ricerca dei passatempi sportivi della Categoria dischiude un mondo che riserva molto interesse ed anche qualche sorpresa. Cominciamo dallo sport nazionale, cioè dal calcio. Pochi sanno che i commercialisti vantano un vero e proprio campionato nazionale. L’idea è venuta al collega veronese Silvio Chiecchi il quale, dopo aver organizzato per tre anni il torneo Triveneto, ha deciso nel 1988 di “esportare” la sua esperienza in tutta Italia. Ed è stato un vero e proprio successo: da Pordenone a Catania tutti gli anni le rappresentative dei vari Ordini locali si sfidano in un torneo che si caratterizza per la sua lealtà e sportività “per favorire e migliorare – si legge nel regolamento - i rapporti umani, professionali e sportivi tra i C colleghi”. Nel corso dei primi due anni il Torneo è stato organizzato dall’Ordine di Verona. Dal novembre del 2000 invece è stato istituito un vero e proprio Coordinamento dei dottori commercialisti per la promozione di attività sportive che è ancora presieduto dal fondatore del torneo Silvio Chiecchi. Non solo. Il torneo è da sempre affiliato alla FIGC che cura le designazioni arbitrali, la giustizia sportiva e consente la cura della organizzazione tecnica e la copertura assicurativa. Parimenti popolare tra i nostri colleghi è la pratica del tennis. Dal 1976 è costituita e ben attiva, infatti, la Associazione commercialisti tennisti italiani. Anche questa, come il calcio, capace di organizzare un Campionato italiano che si svolge a Torino dal 9 al 13 settembre e che è giunto alla sua trentatreesima edizione. Anche in questo caso l’associazione si propone di essere un vero e proprio punto di riferimento e di aggregazione per i commercialisti italiani. Presieduta da Francesco Mantegazza dell’Ordine di Bari dallo scorso anno, l’associazione è stata storicamente sotto la guida di Sebastiano Nello Vaglio, dell’Ordine di Roma, alla quale è attualmente intitolata. La ACTI non si occupa soltanto di organizzare l’ormai tradizionale torneo di tennis, ma cura durante l’anno cene conviviali, giornate di approfondimento professionale, viaggi turistici, proponendosi perciò come vero e proprio punto di riferimento nazionale per i nostri Colleghi. Si parlava in apertura dei Colleghi che praticano il golf. Uno sport che, forse ingiustamente, è stato per molti anni considerato di élite. Si tratta di uno sport molto apprezzato dai commercialisti che svolgono la propria attività sotto il coordinamento della Federazione Italiana Golf. Una federazione antica, che risale al 1927, e che pubblica uno studio del Karolinka Institut di Stoccolma secondo il quale questo sport è in grado di allungare la vita di chi lo pratica. Il golf fa bene innanzitutto alla mente, distrae dalla routine quotidiana, si svolge in un contesto rilassante e aiuta ad affrontare se stessi, perché oltre alla competizione con gli altri golfisti, comporta una Inchiesta sfida tutta personale con il campo e con il proprio autocontrollo. Per questo è l’ideale per i colleghi che abbiano bisogno di relax e di superare lo stress del lavoro. Per sfruttarne gli indubbi benefici, alcuni colleghi si sono perciò costituiti in una Associazione Commercialisti Golfisti. Nata nel 1985 la ACG iscrive circa duecento tesserati in tutta Italia. Si caratterizza per lo spirito di colleganza e di amicizia che lega tutti i praticanti. Ed è organizzato con un vero e proprio circuito di gare che porta gli associati in ogni parte d’Italia. Nel 2008, ad esempio, il circuito “Insieme sul Green” ha toccato Versilia, Monticello, Modena, Bergamo, Sierre, Punta Ala. Quest’anno, a conclusione del circuito 2009, il programma prevede tappe a Rapallo, Menaggio ed il campionato italiano sui campi di Pelagone e Punta Ala il 9 e 10 di ottobre. La gara che si contraddistingue per la formula e per la biennalità della sua effettuazione è la “President Cup” che viene svolta con formula Ryder fra diverse regioni accorpate in due squadre in piena competizione con match play individuali e a coppie. L’Associazione è retta da un Consiglio Direttivo composto da 9 membri con un Presidente, un Vice Presidente ed un Tesoriere. Il presidente è Mario Marchesi. Pubblica il Notiziario Acg ed ha un proprio sito internet. In conclusione una parola meritano tutte le associazioni di commercialisti che si occupano in tutta Italia di sport e di tempo libero per i colleghi. Una delle più importanti è l’Associazione dei dottori commercialisti e degli esperti contabili delle Tre Venezie, costituita con l’obiettivo di offrire agli Ordini locali dei percorsi di formazione condivisi che tengano conto delle specifiche esigenze territoriali, privilegiando la “formazione” rispetto all’“aggiornamento” professionale. Tra queste attività ricordiamo le grandi manifestazioni di carattere sportivo quali le “Giornate sulla neve” e la “Sailing Cup” che vogliono essere occasioni di svago con l’obiettivo di rafforzare i legami di amicizia e lo spirito di appartenenza alla categoria. Tali iniziative coinvolgono i Colleghi di tutto il territorio nazionale ed hanno il patrocinio del nostro Consiglio Nazionale. Le giornate sulla neve che, con la realizzazione del 2010, sono arrivate alla XXX edizione, si svolgeranno nella settimana dal 23 al 30 gennaio 2010 nella magica cornice delle Dolomiti e precisamente al centro della Val Pusteria nella località di Brunico, ai piedi del famoso 19 Plan de Corones, la montagna n.1 per lo sci in Europa. Per chi non scia sono previste delle escursioni con le ciaspe, delle visite presso musei e castelli e percorsi eno-gastronomici. La sailing Cup che, con la realizzazione del 2009, è arrivata alla V edizione, si svolgerà il 18, 19 e 20 settembre 2009 a Izola (Slovenia). La formula prevede un ciclo di regate di flotta disputate con imbarcazioni monotipo. Ad ogni Ordine corrisponde un’imbarcazione e, all’Ordine che ne uscirà vincente, verrà consegnato il Trofeo che rimarrà in possesso del vincitore fino all’edizione seguente. Come si vede, quindi, il panorama sportivo e associazionistico dei nostri colleghi è particolarmente variegato e diffuso. La possibilità di divertirsi con questa offerta è sicuramente garantita! Eventi A Treviso il debutto dei “Ciclocommercialisti” Si è svolta domenica 19 luglio una manifestazione ciclistica che l’Ordine di Treviso ha voluto organizzare con l’obiettivo di far conoscere tra di loro i colleghi di ogni parte d’Italia che condividono non solo la vita professionale, ma anche una sana passione sportiva. In concomitanza con la Granfondo Pinarello competizione ciclistica amatoriale di livello nazionale, nota anche all'estero, che richiama a Treviso più di 3.000 partecipanti e giungeva quest'anno alla sua 13ª edizione - si è corsa anche quella che il Comitato Organizzatore ha chiamato “1ª Granfondo del commercialista Città di Treviso”. Per gli amanti della bicicletta è stata l'occasione per vivere una piccola sfida con se stessi e con gli amici e colleghi su un percorso sicuramente impegnativo, ma soprattutto affascinante. Questa la cronaca. Ore 7.00. Si aprono le griglie di partenza della Granfondo Pinarello e più di 3.000 ciclisti italiani e stranieri iniziano a riempirle. Tra di loro anche un gruppo di commercialisti - sono in quaranta - che hanno aderito all’invito dell’Ordine di Treviso e hanno dato vita alla prima competizione della categoria sulle due ruote. Arrivano da tutto il territorio nazionale: ci sono veneti, friulani, lombardi, toscani, laziali e campani. Antonio viene da Avellino: complimenti! Si merita una confezione di Prosecco che Marzio Bruseghin - ciclista ma non solo - gli ha riservato e dedicato. La corsa partirà alle 7.30: c’è il tempo di conoscersi e di raccontarsi esperienze ciclistiche ed aneddoti di studio. L’organizzazione della Granfondo ha infatti riservato ai commercialisti uno spazio dedicato nella prima parte dello schieramento, la cosiddetta “griglia di merito”. I colleghi si riconoscono tra di loro dalla maglia targata “Lotto” appositamente realizzata per l’occasione e formano una macchia di colore all’interno del gruppo, ricevendo così il saluto e gli auguri del Pro-Sindaco Giancarlo Gentilini, ogni anno presente alla manifestazione trevigiana per dare il via alla corsa. Anche alcuni atleti di prestigio al fianco dei commercialisti come Eddie Merx, Jury Chechi, Karen Putzer e Cristian Zorzi..., che onore! All’orario previsto l’avventura ha inizio. Si parte subito a ritmo sostenuto e ci vuole grande attenzione perché il gruppo è compatto ed il rischio di cadere è sempre presente. Il percorso è lungo 140 Km, presenta un dislivello complessivo di 1.500 metri e si snoda lungo le colline a nord di Treviso: una buona opportunità anche per ammirare il paesaggio ed i luoghi dove nasce il Prosecco. A Susegana, dopo 24 Km di pianura “volati” ad una media di 45 Km/h, iniziano la salite che caratterizzano e rendono impegnativo il percorso. Da qui in poi ciascuno dovrà fare affidamento solo sulle proprie forze. E così è stato. Raggiunta la vetta, ultimo ristoro, discesa veloce e venti chilometri di pianura per raggiungere Treviso e tagliare il traguardo. All’arrivo pasta, birra e anguria fresca per tutti, con l’entusiasmo di aver vissuto e condiviso un’esperienza diversa dal solito. La giornata si chiude in festa con la consegna delle medaglie ai primi classificati - premia Fausto Pinarello - e le foto ricordo. Nell’entusiasmo generale viene coniato - ed approvato all’unanimità - il nome della costituenda squadra nazionale: “i ciclocommercialisti”. Arrivederci al prossimo anno. Parte il Campionato di calcio edizione 2009-2010 Parte il nuovo Campionato Nazionale di Calcio - edizione 2009/2010 - riservato alla categoria dei dottori commercialisti ed esperti contabili. Il progetto sportivo nasce su iniziativa della Commissione per il Tempo libero istituita in seno al CNDCEC. L’area di delega per il calcio è stata affidata a Giovanni Prisco, Presidente ODCEC Nola e Raffaele Di Ianni, ODCEC Lucera, che cureranno la fase organizzativa del Campionato. L’evento, proteso a favorire sinergie tra colleghi, sarà la massima espressione della coesione tra sport e professione: agonismo, divertimento e professionalità saranno gli ingredienti necessari per muovere gli attori su un palcoscenico a carattere nazionale. Al Campionato sarà data ampia rilevanza mediatica, interessando i mass media, emittenti televisive e le riviste di categoria. Saranno inoltre pubblicati i risultati degli incontri, commenti ed immagini dei protagonisti e dei dirigenti delle squadre partecipanti. Esso si svolgerà inizialmente con il tradizionale girone all’italiana, con gare di andata e ritorno, per poi continuare con la seconda fase ad eliminazione diretta e le fasi finali che si concluderanno con la premiazione della squadra campione d’Italia e la consegna di altri premi che saranno istituiti per le squadre partecipanti e per i dirigenti. Per le modalità di iscrizione e regolamenti sarà possibile contattare: Massimo Mellacina - Consigliere Nazionale delegato - tel. 0773/697813 e.mail [email protected] Giovanni Prisco - Presidente ODCEC Nola - tel. 081/8235345 e.mail [email protected] Raffaele Di Ianni - ODCEC Lucera - tel .0881/525051 e.mail [email protected] So(p)PRESSato 23 L’anno che verrà... Porterà una trasformazione. Organizzazione e pianificazione le nostre parole d’ordine Marcello Febert È il paradosso dei paradossi: non riuscire a trovare il tempo per scrivere un articolo sul “tempo libero” del commercialista. In effetti negli ultimi anni il nostro tempo libero si è continuamente assottigliato fino a diventare sempre più residuale nelle giornate lavorative. Mio padre spesso mi mandava dal suo commercialista, a sua volta padre dell’attuale mio Presidente (il mitico Stracuzzi), e ricordo benissimo che, poco più che maggiorenne, in pieno luglio e in piena canicola, trafelato ed ansioso di tuffarmi in riva allo stretto, mi recavo presso il suo studio per trovare la porta chiusa, in quanto “dal 1° luglio al 31 luglio lo studio resterà aperto dalle 9,00 alle 12,30, agosto chiuso per ferie”. Furono forse i viaggi a vuoto o il romanticismo delle parole scritte sul cartello, che mi fecero innamorare di questa professione: “da grande farò il commercialista!!!” e già sognavo la sera del 30 giugno di ogni anno, al solo fine di godere nell’apporre fuori della porta del mio futuro studio un cartello parimente romantico. Certo né io, né mio padre e né tantomeno il suo commercialista, potevamo mai immaginare che negli anni tutto fosse così stravolto. Che un anno sì ed un anno forse, ci sarebbe stata una proroga ai primi di agosto per fare quello che prima, senza l’aiuto dei potenti mezzi informatici, si faceva (al massimo) entro il 20 giugno. Che il modello 770 (in sostanza un modello in cui, sempre grazie ai potenti mezzi informatici, bisognerebbe solo confermare dei dati già acquisiti nel corso dell’anno) sarebbe stato sballottato ogni anno da una data all’altra, o, ancora peggio, che all’interno dello stesso anno sarebbe stato rinviato di mese in mese fino ad arrivare al 31 luglio. Che le scadenze del 16 agosto ogni anno (!), per decreto/ comunicato/ bando/ passaparola ministeriale, da pubblicare magari il magico 31 luglio (o ancora dopo), sarebbero state rinviate al 20/21/22/23/24 (?) di agosto. O ancora, che l’Agenzia delle Entrate sarebbe arrivata ad emanare una circolare, per un presunto chiarimento sulla determinazione della base imponibile IRAP (non entro nel merito delle argomentazioni) in data 16 luglio, cioè nell’ultimo giorno utile al versamento dell’imposta (già maggiorata dello 0,40%!). Potrei continuare, preferisco fermami; voglio essere ottimista come qualcuno lo è stato prima di me… la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione… Questo sarà l’anno della svolta, della semplificazione, del tutto fatto per tempo; da settembre tutto cambierà, basta “last minute”; pianificazione ed organizzazione saranno le nostre parole d’ordine; non ci saranno più proroghe né rinvii, e noi saremo efficienti e puntuali ed avremo il tempo per lavorare BENE, sereni. Palestra 3 volte la settimana, addominali scolpiti e volti distesi, lunghi week end fuori porta e tanto tempo libero da dedicare alla famiglia! Sarà l’anno del cambiamento. Io, dal canto mio, ho già iniziato da questa estate: dalla giacca alla t-shirt, dalla cravatta al costume, … Ad agosto sono stato... Protagonista del Cambiamento. CNDCEC-Report L’attività del primo semestre 2009 a cura di Francesca Maione - CNDCEC L’Auditorium Parco della Musica di Roma ha ospitato, lo scorso 9 luglio, l’Assemblea dei Presidenti degli Ordini territoriali, nel corso della quale il Presidente Siciliotti ha illustrato l’attività svolta dal CNDCEC nei primi sei mesi dell’anno e presentato il bilancio di previsione 2009 del Consiglio Nazionale. In sintesi gli argomenti svolti nel corso della relazione. Congresso Nazionale Torino 2009 In apertura, il Presidente Siciliotti ha commentato i positivi risultati del Congresso nazionale di Torino (marzo 2009) che ha visto la partecipazione di oltre 2.500 iscritti e gli interventi di autorevoli ospiti: il Ministro della giustizia, Angelino Alfano, che ha invitato i commercialisti a presentare proposte per la semplificazione burocratica; il Direttore generale delle Entrate, Attilio Befera, che ha proposto una risoluzione, concertata con la categoria, sull’annosa questione della mancata certificazione delle ritenute; i massimi esponenti della stampa, con la presenza dell’allora Direttore de Il Sole 24 Ore Ferruccio De Bortoli; gli esponenti dell’accademia e del sapere scientifico, quali il premio Nobel Joseph Stiglitz, che ha suggerito di guardare con attenzione al modello di governance italiano, e di Jacques Attali, presidente della Commissione per la crescita economica della Francia, che ha affascinato la platea con le sue riflessioni sulla crisi, sulla fiducia e sul contributo delle professioni alla crescita e allo sviluppo. Il Presidente ha infine ricordato le prossime date del Congresso Nazionale, che si svolgerà a Napoli dal 21 al 23 ottobre 2010. Formazione e Università ll regolamento per il tirocinio professionale è alla firma del Ministro Maria Stella Gelmini, dopo aver ottenuto l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri. È in corso il tavolo tecnico con il Ministero dell’Università, Istruzione e Ricerca per la definizione della convenzione quadro ex D.Lgs. 139/2005 tra CNDCEC e Ministero. Tariffa professionale Conclusi i lavori del tavolo tecnico istituito presso il Ministero della Giustizia con la definizione della nuova tariffa professionale, si attende il relativo parere da parte del Consiglio di Stato. Di concerto con il Consiglio Nazionale forense e notarile, è stata definita la tariffa delle esecuzioni immobiliari che CNDCEC Report sarà a breve presentata al Ministero della Giustizia. Riforma delle professioni Sempre alta l’attenzione sulla questione del surrettizio riconoscimento delle associazioni. A seguito delle contraddittorie pronunce del TAR sul cd. “decreto qualifiche”, il Presidente ha segnalato l’eventualità di impugnare avanti la Corte di giustizia UE anche il decreto legislativo attuativo della direttiva comunitaria per palese travisamento della stessa. Ha, inoltre, sottolineato come, grazie al dialogo con il Ministero della Giustizia e all’attività di confronto sul territorio, cresce la percezione negli interlocutori della società civile della oggettiva e insuperabile differenza che intercorre tra consulenti con status meramente privatistico e professionisti con dimensione pubblicistica come i commercialisti. Sistema giustizia Forte impegno del Consiglio Nazionale per una adeguata valorizzazione dell’istituto della conciliazione. Tra le varie iniziative, di particolare rilievo è stata la prima convention degli enti formatori in conciliazione societaria, di cui il CNDCEC è stato promotore. L’evento, svoltosi a Roma il 25 giugno u.s., ha contato sulla partecipazione di 40 enti dei 43 complessivi iscritti nell’apposito registro presso il Ministero della Giustizia. Sottolineata l’entrata in vigore, lo scorso 4 luglio, della legge 69/2009, il cui art. 60 prevede che entro il 4 gennaio 2010 siano emanati i decreti attuativi in materia di conciliazione e di mediazione in ambito civile e commerciale. In particolare, la lett. g) dell’art. 60 stabilisce che per le controversie in particolari materie si possono costituire organismi di conciliazione presso i Consigli degli Ordini professionali. Controllo legale dei conti Costante attività di valorizzazione del ruolo del collegio sindacale nel dialogo con le istituzioni nazionali e nelle competenti sedi internazionali, assumendo la presunta anomalia italiana a modello di riferimento, spiegando all’estero cos’è e come opera il collegio sindacale italiano, mediante l’utilizzo di terminologie che consentano una vera comprensione del sistema. Audit committee a composizione tecnica: questa è la principale missione il 23 e 24 luglio 2009 a Londra nell’ambito del G-20 delle professioni contabili. 25 Confermato l’impegno a denunciare l’evidente anomalia delle regioni italiane a statuto ordinario completamente prive di un organo di controllo interno a composizione tecnica, ma affidato agli stessi consiglieri regionali. Fisco Sul fronte del dibattito fiscale l’impegno del CNDCEC: per far emergere la percezione del commercialista come consulente naturale ed unico anche a livello individuale; per supportare l’attività dei colleghi di fronte agli ingorghi e alle sovrapposizioni di scadenza; per esaltare anche la dimensione pubblica e sociale del ruolo del commercialista; per sfatare luoghi comuni ed errate percezioni di chi identifica il commercialista come il “sindacalista” del contribuente disonesto. Ed ancora, per: l’ottenimento della risoluzione sull’omesso rilascio della certificazione delle ritenute alla fonte; il rinvio al 14 settembre 2009 del “click day IRAP”; la negoziazione della limitazione ai soli professionisti riconosciuti della possibilità di rilascio del visto di conformità la cui introduzione è stata richiesta dall’Agenzia delle Entrate per le compensazioni dei crediti IVA oltre 10.000 euro; la partecipazione alla stesura di disegno di legge sull’abuso di diritto. Terremoto Abruzzo Il Presidente ha infine aggiornato i Presidenti circa le azioni messe in essere dal CNDCEC a favore dei commercialisti dell’Abruzzo: sottoscrizione con la quale sono stati raccolti quasi 300.000 euro (l’elenco dei sottoscrittori sono pubblicati sul sito internet del CNDCEC); inaugurazione del prefabbricato, quale sede provvisoria dell’Ordine de L’Aquila; erogazione di un contributo di 3.000 euro a ciascuno dei 42 studi ubicati nella “zona rossa”. Il Simbolo La relazione del Presidente si è conclusa con la presentazione della spilla con il simbolo del CNDCEC, un piccolo oggetto che vuole evidenziare il senso di appartenenza ed esprimere degnamente la scelta di vita e della professione che ognuno ha fatto propria. Istituto di Ricerca dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili Impresa sociale, un contributo operativo del Cndcec Lorenzo Magrassi - IRDCEC Le organizzazioni del sistema economico-produttivo orientate alla erogazione di servizi sociali hanno acquisito un rilievo fondamentale negli ultimi anni nel contesto nazionale. L’ultima indagine ISTAT sulle cooperative sociali (2007) ha rilevato un tasso di crescita di tali organizzazioni del 33% nel periodo 2001/2005, a dimostrazione degli spazi inoccupati del mercato e dell’esigenza avvertita nel tessuto sociale di forme organizzative orientate allo svolgimento di funzioni che non sembrano altrimenti ricoperte con efficacia dal sistema nazionale di welfare. Il d.lgs. 155/2006 ha introdotto nel nostro ordinamento la qualifica della “impresa sociale”, qualifica che riconosce formalmente il ruolo “produttivo” degli enti con o senza scopo di lucro la cui attività persegua fini prevalentemente sociali. L’impresa sociale rappresenta, peraltro, una “qualifica”, che si accosta alla figura giuridica originaria. In effetti, nell’ambito dell’ordinamento giuridico italiano, in cui il legislatore regola l’applicazione degli aspetti principali delle disposizioni normative e poi, eventualmente, rinvia a prescrizioni di fonte normativa secondaria, la disciplina dell’impresa sociale parrebbe costituire una normativa di “secondo livello”, che fornisce la possibilità a determinati enti che soddisfino specifiche condizioni di conseguire un particolare status. L’iter normativo delle “organizzazioni che esercitano l’impresa sociale” si è quindi compiuto attraverso una serie di passaggi, che vanno dalla pubblicazione del decreto legislativo di riferimento, all’emanazione dei relativi decreti attuativi da parte dei ministeri interessati (pubblicati nell’aprile 2008), fino all’emanazione di specifiche linee guide da parte dell’Agenzia per le Onlus e all’elaborazione di procedure idonee ad implementare le disposizioni del legislatore. Recenti indagini hanno messo in evidenza che le organizzazioni che esercitano l’impresa sociale iscritte presso i registri delle Camere di commercio siano poco più di 600, circostanza che dovrebbe spingere gli operatori ad interrogarsi sui motivi della limitata diffusione della qualifica che, in primo luogo, sembra ragionevole ritenere condizionata dall’assenza di specifiche agevolazioni fiscali nonché da una scarsa consapevolezza dei potenziali benefici e delle modalità operative dell’istituto. Ancora, le disposizioni inerenti all’impresa sociale surrogano in diversi casi le disposizioni di riferimento delle figure giuridiche originarie, il che implica la necessità di un’attenta riflessione sui benefici e sugli oneri derivanti dall’acquisizione della qualifica di impresa sociale. Il Cndcec ha quindi avviato un progetto di approfondimento di tali tematiche attraverso la pubblicazione di una serie di “Quaderni Impresa Sociale” dedicati all’analisi degli aspetti complessi del Terzo settore, e in particolare dell’impresa sociale. Il primo Quaderno, 27 “Documento n. 1: lineamenti tecnico-operativi”, pubblicato nello scorso giugno, offre un’interpretazione di talune criticità non adeguatamente approfondite dal legislatore. Il lavoro è suddiviso in sezioni attinenti a specifici profili normativi e attuativi ritenuti problematici, sezioni completate, ove opportuno, da chiarimenti, esemplificazioni e schemi di sintesi per supportare la gestione dell’istituto sotto il profilo operativo ed estenderne l’adozione attraverso un chiarimento sulle potenzialità e sui limiti connessi alla qualifica: la prima sezione approfondisce gli aspetti giuridici della qualifica dell’impresa sociale, le condizioni necessarie ad ottenere la qualifica, la limitazione di responsabilità patrimoniale; la seconda sezione illustra aspetti pertinenti alla rendicontazione economico-finanziaria, illustrando i principi e i criteri fondamentali ai fini dell’esposizione dei dati di contabilizzazione delle operazioni indicati nelle linee guida adottate dall’Agenzia per le Onlus nel corso del 2008, e richiamando, laddove coerenti con le linee guida, le disposizioni precedentemente emanate dalla Commissione “Aziende non profit” del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti che hanno in parte ispirato le linee guida dell’Agenzia; la terza sezione si sofferma sulla rendicontazione sociale, per le prima volta obbligatoria nel diritto positivo italiano, e riporta le previsioni del decreto attuativo nonché alcune generali considerazioni ai fini dell’elaborazione del documento del bilancio sociale; la quarta sezione si sofferma infine sulle tematiche di carattere fiscale, approfondendo, in particolare, il mantenimento della posizione tributaria precedentemente detenuta all’acquisizione della qualifica e le possibili agevolazioni cui è possibile accedere. La previsione di disposizioni volte a individuare non una figura giuridica, bensì una “qualifica”, necessita di un chiarimento interpretativo per l’adattamento delle norme alle fattispecie di riferimento, dalle società di capitali unipersonali fino alle associazioni non riconosciute. Inoltre, il disposto normativo appare multi-disciplinare laddove unisce prescrizioni riguardanti profili tra loro diversi, quali il regime fiscale, la forma organizzativa e di governance, le procedure concorsuali. Il d.lgs. 139/2005, recante la “Costituzione dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, a norma dell’articolo 2 della legge 24 febbraio 2005, n. 34”, prevede tra le attività professionali “la valutazione, in sede di riconoscimento della personalità giuridica delle fondazioni e delle associazioni, dell’adeguatezza del patrimonio alla realizzazione dello scopo”: l’impegno del Cndcec e degli altri operatori coinvolti deve dunque essere quello di sviluppare strumenti tecnici necessari ad applicare adeguatamente le disposizioni normative inerenti l’istituto dell’impresa sociale, al fine di assicurare che l’attuazione del precetto sia conforme con la sua ratio e le sue finalità. In mancanza di benefici fiscali esplicitamente previsti dalla normativa, il documento del Cndcec aiuta a comprendere quando possa risultare conveniente acquisire la qualifica d’impresa sociale, a fronte di particolari disposizioni in materia, ad esempio, di responsabilità patrimoniale o di rendicontazione economico-sociale. Ordini territoriali Verbania: traghettare le imprese oltre la crisi di Fabio Pisani Durissimo e senza appello il giudizio espresso sulla crisi economica dalla presidente dell’Ordine di Verbania, Paola Balzarini, nel suo intervento di apertura del convegno “Risanamento d’impresa: costruire tra nuove regole e nuove opportunità”, ospitato per l’occasione a Baveno e che ha visto anche la partecipazione, tra gli altri, del Sottosegretario dell’economia e delle finanze, Luigi Casero. “La crisi economica - ha detto la presidente Balzarini - fa spietatamente sentire i suoi effetti in ogni settore e per tutti, almeno nel momento del pagamento di opere e servizi. Le sue radici affondano in epoca ben più lontana del 2008 e si situano, tra l’altro, in una eccessiva spinta all’indebitamento di famiglie ed imprese. Ma il tutto - spiega - è stato condito con l’olio di spregiudicatezza e di gravi irregolarità ed insaporito con il sale della negazione di ogni etica e principio morale, in nome ed a favore di un profitto ingiusto e per In cifre Iscritti: 222 di cui 60 donne Età media: 41 - 50 anni Tirocinanti: 20 di cui 12 donne Iscritti di età inferiore ai 40 anni: 54 pochi eletti”. “Se a tutto questo aggiungiamo il deprecabile fenomeno della sottocapitalizzazione che connota in prevalenza le nostre piccole e medie imprese, il quadro si completa. Ne scaturisce un sistema in cui a sopportare le peggiori conseguenze sono soggetti diversi dall’imprenditore, che si nasconde dietro la scarsa ed esigua patrimonializzazione della propria società, al riparo dal rischio di impresa, decisamente trasferito sulle spalle dei creditori in genere”. Che fare, dunque? Lo spiega Claudio Pastori che dell’Ascri, l’Associazione Verbania 29 Balzarini: “Valorizzare il ruolo dei piccoli Ordini” Per il presidente piemontese occorre riservare un trattamento differenziato alle piccole realtà Quali sono le principali peculiarità ed i problemi specifici che la categoria incontra nell’ambito territoriale dell’Ordine da te presieduto? Le peculiarità e i problemi specifici della categoria sono connessi e dipendenti dal tessuto economico del nostro territorio, fortemente ridimensionato dopo gli splendori conosciuti in passato (ricordo, ad esempio, che nei primi decenni del 1900 Intra - uno dei comuni confluiti in Verbania - era chiamata la “piccola Manchester” per l’importante presenza di industrie manifatturiere di ogni settore: e non diversamente avveniva per il Cusio e l’Ossola). Le imprese attualmente attive sono prevalentemente di piccole e micro dimensioni; esiste qualche media impresa e, tra queste, direi, una sola di rilevanza internazionale. È evidente che tale contesto economico offre minori possibilità ed opportunità anche ai professionisti. Come pensi di sviluppare sul territorio i rapporti con le altre professioni? Su questo punto - ritengo - abbiamo già raggiunto un buon livello di collaborazione. Grazie al lavoro già svolto in passato. Voglio citare, in primo luogo, gli ottimi rapporti con gli ingegneri, con i quali condividiamo la sede e la creazione di una Fondazione che fornisce al nostro ed al loro Ordine i necessari servizi amministrativi e logistici. Sul fronte della collaborazione di natura più specificamente professionale, da tempo portiamo avanti con discreto successo, insieme al Collegio notarile ed all’Ordine degli avvocati, l’organizzazione di seminari e corsi di aggiornamento e ciò anche per sfruttare al meglio le non cospicue risorse di cui disponiamo. Il mio desiderio ed auspicio è di continuare su questa linea, per poter adeguatamente sviluppare le reciproche professionalità, premessa indispensabile per la buona immagine di ogni iscritto, in primo luogo, e, di riflesso, di quella dell’Ordine. Cosa ti aspetti dal rapporto con il CNDCEC e quali sono le forme di collaborazione che pensi di suggerire ai vertici nazionali? Dopo un inizio contrastato e che ci ha visti assestati su posizioni alquanto critiche nei confronti del Consiglio Nazionale, devo dire che siamo stati piacevolmente sorpresi dal cambiamento che il Consiglio ha saputo imprimere alla categoria ed ai rapporti con gli Ordini locali. Certo - a parere mio e del Consiglio locale credo che il Consiglio nazionale debba prestare più attenzione, anzi meglio, una attenzione diversa, agli Ordini piccoli come quello di Verbania. Senza che assuma i contorni della disparità, ritengo sia necessario riservare un trattamento differenziato agli Ordini di piccole dimensioni. Faccio alcuni esempi. Il contributo annuale che versiamo al Consiglio nazionale incide pesantemente sulle nostre ridotte casse e non ha adeguata contropartita: il risultato è che siamo costretti a rinunciare a sviluppare iniziative di formazione, della cui utilità a nessuno è dato di dubitare. L’adozione di un unico regolamento (ad esempio, di contabilità e/o di procedimento disciplinare), valido per tutti gli Ordini locali, comporta per quelli di piccole dimensioni costi ed oneri, adempimenti e formalità spesso eccessivamente gravosi. Avvertiamo l’esigenza di poter contare su interlocutori adeguati presso il Consiglio nazionale, affinchè costoro possano aiutarci ad affrontare i problemi che da soli non siamo in grado di risolvere (ad onor del vero, su questo fronte ci sono stati importanti miglioramenti, ma occorre ancora insistere). In buona sostanza, i rapporti sono buoni, anche se credo essi potrebbero essere ulteriormente migliorati nell’interesse di entrambe le parti. Come si colloca la categoria nei rapporti con le Istituzioni locali, quali Tribunali, Camere di Commercio ed Enti locali? Su questo punto posso asserire che i rapporti sono buoni, ma sempre migliorabili. Diamo spesso vita ad iniziative comuni, in campi che interessano la categoria ma anche le istituzioni locali. Quali sono le istanze locali su cui ritieni sia opportuno un intervento del Consiglio Nazionale? In generale, sentiamo la necessità di una più concreta valorizzazione degli Ordini di piccole dimensioni e del ruolo dagli stessi svolto. In particolare, riteniamo che il Consiglio nazionale debba intervenire sul regolamento che governa il procedimento disciplinare, a nostro avviso troppo macchinoso e formale e idoneo al compimento di irregolarità, facile pretesto per impugnative delle decisioni prese e delle sanzioni irrogate, senza sottovalutare l’impegno economico che la procedura consigliata può provocare (su questo punto il regolamento citato tace sulla possibilità per l’Ordine di farsi rimborsare le spese della procedura, quali oneri postali, bolli e così via: debbo ritenere che vale l’assunto “ciò che non è espressamente vietato è consentito”?). Altro punto sul quale giudico importante una chiara indicazione del Consiglio nazionale riguarda l’assicurazione per la responsabilità civile dei membri del Consiglio. Secondo una recente interpretazione dei funzionari del Ministero, alla luce delle disposizioni della legge finanziaria, il premio non può più essere pagato dall’Ordine ed il contratto stipulato è nullo. Senza voler negare la natura di ente pubblico non economico che ci è stata attribuita, pare tuttavia di poter affermare che la fattispecie contemplata dalla citata legge finanziaria nulla abbia a che vedere con la situazione degli Ordini professionali, le finanze dei quali sono unicamente alimentate dalle quote versate dagli iscritti, in quanto nessun ancorchè minimo contributo proviene dalle casse dello Stato ovvero da altri enti pubblici. Non si dimentichi poi che, soprattutto negli Ordini piccoli, i consiglieri operano del tutto gratuitamente e non vorrebbero aggiungere al danno anche la beffa. Un intervento del Consiglio nazionale sui punti che ho indicato è pertanto auspicabile. 30 Verbania per lo sviluppo della cultura professionale per la prevenzione e la gestione delle crisi d’ impresa, è il presidente. Secondo Pastori “occorre prendere coscienza che dalla crisi si può e si deve uscire, che qualche buona soluzione ovvero proposta esiste, è già nell’aria e deve essere colta al volo. E tempi migliori non potranno fare a meno di tornare”. Il Convegno di Baveno ha voluto essere un punto di riferimento per quanti possono intervenire nella crisi d’impresa, ovvero magistrati, professionisti, banche, associazioni industriali e sindacati. Ma anche momento di stimolo per gli imprenditori segnalando le opportunità, soprattutto per la piccola media impresa, che possono presentarsi alla fine della crisi: non da ultima quella sociale volta a salvare il più possibile posti di lavoro. I lavori del Convegno si sono articolati in quattro tavole rotonde, spaziando attraverso la disamina delle tematiche rivedute ed innovate dalla recente riforma del diritto fallimentare. Affrontati, inoltre, i delicati temi del finanziamento delle imprese in crisi e quelli della spinosa questione del profilo penale. Al Convegno di Baveno è intervenuto anche Luigi Casero, Sottosegretario al Ministero dell’economia e delle finanze, che ha colto l’occasione per sottolineare come i commercialisti siano in prima linea sul fronte della crisi. “Sono una categoria forte - ha detto - con grandi capacità tecniche e stanno dimostrando un grande sostegno all’azione complessiva per Superficie (Kmq) 2.254,83 Popolazione (31.12.2007) 162.333 Imprese attive (2007) 12.634 Occupati (2007) 68.788 Valore aggiunto* (2006) 3.214,17 Fallimenti dichiarati (2006) 38 *VALORE AGGIUNTO AI PREZZI BASE AL LORDO SIFIM – VALORI A PREZZI CORRENTI IN MILIONI DI EURO uscire dalla crisi. Siamo soddisfatti del ruolo che essi svolgono e ci auguriamo che possano svilupparlo ancora di più. Noi - come Governo chiederemo aiuto e appoggio ai commercialisti; essi devono esaltare ancora di più quel ruolo pubblico che normalmente svolgono”. Sulle semplificazioni come, ad esempio, nei trasferimenti di aziende e di rami d’azienda con la possibilità di definire i passaggi con la firma digitale, Casero ha ricordato che in momenti come gli attuali “bisogna contemperare la necessità di salvaguardare i conti pubblici con una grande politica di rigore sia sul debito sia sulla spesa. Abbiamo la necessità di fare delle riforme tra cui anche questa, sulla cessione di rami d’azienda, che possono far diventare il Paese ancora più forte e dinamico. Perché ciò avvenga occorre che siano considerate le proposte - come questa, ad esempio - che i commercialisti formulano”. Casero ha poi toccato il tema più generale della situazione economica, precisando che i provvedimenti varati dal Governo possano far sì che il Paese, alla fine, sia più forte di prima. Ordini territoriali Vallo della Lucania: riforma delle professioni, dalle parole ai fatti di Tiziana Mastrogiacomo, CNDCEC Portare a termine nel più breve tempo possibile la riforma delle professioni ordinistiche senza passare per un facile riconoscimento delle professioni non regolamentate. È questo il messaggio lanciato dai dottori commercialisti e dagli esperti contabili in occasione della III edizione del convegno nazionale “La riforma delle categorie giuridicocontabili nel più ampio progetto di riordino della giustizia”, organizzato dall’Ordine di Vallo della Lucania a Palinuro. “Alla terza edizione di questo evento vogliamo fare il punto della situazione - ha affermato Giuseppe Condorelli, presidente dell’Ordine di Vallo della Lucania aprendo i lavori -. In uno scenario politico in cui i Governi cambiano e si parla sempre di una riforma delle professioni senza di fatto mai arrivare a una conclusione, prendiamo spunto dalla proposta del Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, di partire dalle categorie giuridico-economiche per discutere un progetto di riforma della giustizia. E questo avviene anche alla luce di un evento epocale come quello dell’unificazione delle due categorie In cifre Iscritti: 224 di cui 58 donne Età media: 45,5 Tirocinanti: 112 di cui 54 donne Iscritti di età inferiore ai 40 anni: 82 dei dottori commercialisti e dei ragionieri in un unico albo. I commercialisti sono e devono sentirsi una forza sociale di questo Paese - ha continuato Condorelli - e questo incontro ha un senso se darà un contributo di idee ai vertici della nostra categoria. Essi sono i portatori delle istanze della base, il mezzo attraverso il quale trasformare propositi in iniziative da portare nelle sedi istituzionali. Ben venga, dunque, il riordino delle professioni che il Ministro Alfano si propone di attuare, ma si proceda con fatti e azioni concrete e non con meri propositi. Ricordiamo, infine, che ogni possibile riforma non può passare per un facile riconoscimento delle professioni non regolamentate”. Che la riforma delle professioni non debba passare per una equiparazione tra ordini e associazioni private lo ha sottolineato con forza anche Fabrizio Franchi, già consigliere delegato alle professioni del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti. “La riforma deve decollare il prima possibile - ha detto Franchi - perché rappresenta uno dei momenti fondamentali per la modernizzazione del Paese. Riforma che deve prendere in esame solo le professioni ordinistiche ovvero le professioni di coloro che hanno portato a termine Vallo della Lucania 33 Condorelli: “Dialogo costante con le istituzioni” Per il Presidente dell’Ordine campano occorre più integrazione tra saperi diversi e complementari Quali sono le principali peculiarità ed i problemi specifici che la categoria incontra nell’ambito territoriale dell’Ordine da te presieduto? L’ambito territoriale dell’Ordine si estende a sud della Provincia di Salerno, nella vasta area del Cilento. Il territorio, rimasto a lungo isolato dai principali flussi di traffico, conserva un grande fascino paesaggistico, tanto da essere dichiarato patrimonio UNESCO. Sulla base di questa premessa è facile intuire una notevole presenza di imprese appartenenti al settore agricolo, dell’artigianato, del commercio, del turismo e dei servizi. La forma giuridica più diffusa delle imprese attive sul territorio è quella della ditta individuale (74,1%), ma non mancano realtà imprenditoriali nella forma di società. L’assenza di una certa vivacità imprenditoriale determina inevitabilmente che i colleghi più giovani svolgano la professione nell’ambito dei servizi professionali tradizionali o prettamente adempimentali. Per questi motivi la “mission” dell’Ordine è quella di promuovere e sollecitare l’offerta di servizi più rispondente alle esigenze del cliente-impresa. Per far questo, il Consiglio utilizza gran parte delle proprie risorse dedicando ampi spazi all’attività di formazione, promuovendo all’esterno la figura del commercialista quale professionista capace e competente. Siamo pienamente consapevoli che per far questo occorre un rapporto costante anche con le Istituzioni presenti sul territorio e con le quali non facciamo mancare le forme di coinvolgimento ed il dialogo continuo. Come pensi di sviluppare sul territorio i rapporti con le altre professioni? Il rapporto con le altre professioni necessita di una particolare e più approfondita riflessione. A fronte delle non esaltanti esperienze nazionali del CUP, il rapporto con le altre professioni a livello istituzionale locale sta vivendo una vivace fase di spinta e di fattiva collaborazione. Prova di ciò è il Convegno annuale che si organizza, ogni primavera a Palinuro, su iniziativa dell’Ordine con il coinvolgimento e la partecipazione delle altre categorie professionali dell’area giuridico-economica. Siamo consapevoli che il territorio può ricevere maggiori benefici dall’integrazione dei saperi diversi e complementari. Cosa ti aspetti dal rapporto con il CNDCEC e quali sono le forme di collaborazione che pensi di suggerire ai vertici nazionali? Mi preme innanzitutto esprimere il mio personale apprezzamento e quello di tutto il Consiglio per l’azione fin qui svolta dall’attuale Consiglio Nazionale. Se consideriamo che sono trascorsi appena 18 mesi dall’unificazione tra le due categorie, credo che molte cose sono state fatte, ma tanto ancora resta da fare. Il merito va soprattutto alla ritrovata coesione della squadra. Mi auguro e spero in una proficua collaborazione tra i vertici nazionali della categoria e gli Ordini territoriali, magari valorizzando maggiormente alcuni organi intermedi quali sono i coordinamenti regionali e le Conferenze degli Ordini territoriali. L’Ordine di Vallo della Lucania, per quanto piccolo per numero di iscritti, auspica ed opera già, in ambito regionale, per il coordinamento dell’attività degli Ordini della Campania. Il migliore funzionamento di tale organismo intermedio consentirebbe una più agevole individuazione di comportamenti comuni e la promozione di azioni di carattere propositivo e valutativo da sottoporre all’attenzione del Consiglio Nazionale. Non mancano di certo i temi e le occasioni di proposta, e non mancano neppure le aspettative di risposte concrete alle istanze che provengono dalla base degli iscritti. Con l’aiuto di tutti, ed ognuno nel proprio ruolo, la categoria potrà crescere contribuendo alla modernizzazione del Paese. Come si colloca la categoria nei rapporti con le Istituzioni locali, quali Tribunali, Camere di Commercio ed Enti locali? Il Tribunale, la Camera di Commercio, l’Università e le associazioni imprenditoriali sono i nostri primi e più importanti interlocutori, e con essi l’Ordine intende continuare a interagire per la crescita e lo sviluppo delle imprese locali ed in generale del tessuto socio-economico del territorio. Sono molteplici le occasioni di collaborazione con i suddetti Enti; così come molte sono le prestazioni di attività professionale rese dai nostri iscritti nei lroro confronti. Tuttavia rimane fermo da parte dell’Ordine l’impegno a creare nuove e più numerose forme di collaborazione, soprattutto di tipo formativo, per creare maggiori opportunità di inserimento professionale, in particolare per i giovani iscritti. Con la Camera di Commercio, poi, sono stati sottoscritti diversi protocolli di intesa, l’ultimo dei quali ha visto impegnato l’Ordine nello svolgimento di attività formativa rivolta ai professionisti interessati alla internazionalizzazione delle imprese. Quali sono le istanze locali su cui ritieni sia opportuno un intervento del CNDCEC? Certo che ancora molto ci si aspetta dai vertici della categoria per la soluzione di alcuni principali problemi, soprattutto quelli di carattere locali. Mi riferisco ad esempio alla stipula di protocolli d’intesa tra il CNDCEC e le Istituzioni e gli Organismi centrali della PA. Attuale è, ad esempio, il problema della razionalizzazione e conseguente riduzione degli Uffici periferici che il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) sta compiendo su tutto il territorio nazionale. In una provincia così lunga e vasta, quale quella di Salerno, ciò comporterà un aumento di notevoli disagi già vissuti dagli iscritti nei rapporti con le Agenzie delle Entrate locali, molto spesso poco attrezzate e inadeguate per far fronte all’attività degli iscritti e della loro utenza. E ancora, si aspetta da tempo la definizione della Convenzione quadro tra il CNDCEC ed il Ministero competente (MIUR), al fine di abbreviare i tempi per l’accesso agli esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione. 34 Vallo della Lucania Capo Palinuro, immerso nella rigogliosa natura del Parco Nazionale del Cilento un corso di studi e un tirocinio, che hanno superato un esame di Stato, che sono soggetti a norme deontologiche e al controllo degli Ordini. Credo che il tentativo fatto nelle passate legislazioni di unire le professioni ordinistiche con le associazioni private sia ormai fallito ed è inutile perseguire questa strada. La riforma, inoltre, dovrà prendere in considerazione la proposta dei commercialisti sulle società di lavoro professionale in modo da fornire una regolamentazione che metta il nostro Paese al passo con l’Europa”. Alla tavola rotonda sulla riforma delle professioni giuridico-contabili all’interno del progetto di riordino della giustizia ha preso parte anche Aniello Calabrese, presidente dell’Ordine dei Notai di Salerno. “Sono certo che la riforma delle professioni vedrà la luce - ha affermato Calabrese -. In passato simili riforme non sono riuscite perché i Governi hanno assunto atteggiamenti estremistici. Durante il liberismo, per esempio, anche la riforma delle professioni voleva essere gestita attraverso le forme proprie del liberismo. Venuti meno questi eccessi, i Governi hanno iniziato a dialogare e i professionisti lo hanno capito bene. I notai sono pronti per questo cambiamento: tante cose le abbiamo anticipate, come le assicurazioni obbligatorie e le best practies, ma tante altre sono ancora da fare”. Per quanto riguarda, invece, la proposta fatta al Ministro Alfano da Superficie (Kmq) 25 Popolazione (31.12.2007) 126.080 Imprese attive (2007) n.d. Occupati (2007) n.d. Valore aggiunto* (2006) n.d. Fallimenti dichiarati (2006) n.d. *VALORE AGGIUNTO AI PREZZI BASE AL LORDO SIFIM – VALORI A PREZZI CORRENTI IN MILIONI DI EURO parte dei commercialisti, il presidente dell’Ordine dei Notai di Salerno ha ipotizzato piattaforme d’intesa. “Ci sono alcune cose che non sono condivise - ha detto Calabrese -. Indubbiamente l’aspetto critico riguarda le cessioni di quote di srl e quelle di azienda di cui i commercialisti chiedono competenze fino ad oggi assegnate ai notai. Penso, comunque, che un dialogo sia sempre costruttivo”. Anche il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, Claudio Siciliotti, è intervenuto alla tavola rotonda e ha sottolineato la necessità del dialogo e della collaborazione a tutti i livelli. “Questo convegno è la dimostrazione pratica di due categorie che, pur avendo talvolta punti di vista diversi, si riconoscono entrambe un ruolo centrale nel sistema economico, sociale e giuridico di questo Paese ha detto il presidente Siciliotti -. Questa è una delle tante occasioni in cui proviamo a confrontarci con serenità e pacatezza, ma anche con il rispettivo ruolo che entrambi ci riconosciamo volentieri. Nel caso della cessione di quote e di azienda, si tratta di valutare se su alcune prestazioni serva ancora un controllo di legittimità o possano a questo essere sottratte perché esiste comunque una griglia di interventi a vario livello che lo rendono superfluo e, forse, più un peso che una reale necessità. Si tratta, quindi, di discutere con serenità tenendo comunque conto che la polvere sull’orologio va tolta, che il tempo passa, la tecnologia aumenta e anche la maggiore qualità dei professionisti assicura che certe prestazioni possano essere riservate non solo ad alcuni, ma allargate ad una platea più ampia”. Ordini territoriali Catanzaro: crisi d’impresa, un evento da gestire di T. M. Un’occasione importante che studiosi ed operatori del settore non si sono lasciati sfuggire per riflettere sulla moderna disciplina della crisi d’impresa. Parliamo del convegno “Crisi d’impresa: iniziative di mercato e ruolo della giurisdizione”, organizzato dall’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Catanzaro presso il Villaggio Guglielmo Copanello. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, Francesco Muraca, presidente Muraca: “Occorre dare respiro all’economia locale” Per il presidente dell’Ordine calabrese servono politiche adeguate alle realtà territoriali Quali sono le principali peculiarità ed i problemi specifici che la categoria incontra nell’ambito territoriale dell’Ordine da te presieduto? L’ambito territoriale è caratterizzato da un’economia decisamente legata al terziario ed all’edilizia. Il periodo di crisi profonda e prolungata dell’economia calabrese ha visto contrarsi e addirittura scomparire alcune attività nella provincia catanzarese. La voglia di impresa viene scoraggiata dalle difficoltà oggettive di fare impresa a causa della mancanza di scelte che valorizzano l’uso del territorio ed il suo assetto, lo sfruttamento delle risorse, i servizi sociali e le infrastrutture. La maggioranza delle imprese è costituita da aziende individuali, seguite dalle società di persone ed in minima parte da società di capitali. In questo contesto i commercialisti svolgono la classica attività di assistenza alle piccole e medie imprese costituita principalmente dalla tenuta di scritture contabili e dalla consulenza fiscale e societaria. La nostra figura professionale va assumendo, comunque, sempre di più un ruolo di primissimo piano attraverso lo svolgimento di attività riguardanti l’intero ciclo di vita delle aziende. Come pensi di sviluppare sul territorio i rapporti con le altre professioni? Il rapporto con gli altri Ordini professionali è stato sempre improntato ad un confronto sereno, trasparente, cordiale e tendente a valorizzare l’immagine del nostro Ordine. Lo sviluppo delle professioni rappresenta indubbiamente un fattore critico di successo anche nello sviluppo del territorio ed in quest’ottica tutti i professionisti devono muoversi su un comune terreno del confronto che ha bisogno sicuramente di solide basi fondate su tutte le conoscenze necessarie ed indispensabili per sviluppare le connessioni che legano economia, politica e cultura. Cosa ti aspetti dal rapporto con il CNDCEC e quali sono le forme di collaborazione che pensi di suggerire ai vertici nazionali? Il rapporto con il CNDCEC è sempre stato di apertura, massima collaborazione, dialogo costruttivo e supporto operativo per lo svolgimento di un’azione comune e forte negli interessi della nostra categoria. Il CNDCEC da tempo ha avviato un percorso di studi e di interventi per favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese, che costituiscono il tessuto economico del nostro Paese, e Catanzaro dell’Ordine di Catanzaro; Giorgio Sganga, Consigliere segretario del Consiglio Nazionale e Giulia Pusterla, Consigliere nazionale con delega al diritto fallimentare. Numerose le sessioni di lavoro che hanno coinvolto magistrati, studiosi e professionisti: dal ruolo del giudice nel processo fallimentare, nel fallimento e nel concordato alle soluzioni negoziate nelle crisi d’impresa; dai piani attestati e dagli accordi stragiudiziali al regime delle responsabilità; dal piano concordatario e dalle operazioni straordinarie alla formazione delle classi e al trattamento dei creditori privilegiati, passando per la transazione fiscale alla riforma dell’amministrazione straordinaria e il controllo amministrativo sulle soluzioni negoziate. Dalla tre giorni di studi è emerso che anche un’impresa sana potrebbe contemporaneamente fornire un valido supporto operativo ai professionisti. In virtù della profonda ed incisiva azione del Consiglio la visibilità ed il prestigio della nostra categoria presso le istituzioni, le forze politiche e, credo, anche l’opinione pubblica, hanno compiuto un autentico salto di qualità. L’azione si è tradotta in un generale rafforzamento della nostra categoria e lo dimostrano tanti prestigiosi risultati raggiunti che hanno confermato la bontà delle scelte. Occorre, comunque, un maggiore impegno per riequilibrare il rapporto tra fisco e contribuente con la semplificazione normativa e soprattutto con la lotta all’evasione fiscale e contributiva e, inoltre, è indispensabile ridisegnare la governance per fornire alle aziende modelli più semplici ed efficienti. Come si colloca la categoria nei rapporti con le Istituzioni locali, quali Tribunali, Camere di Commercio ed Enti locali? L’Ordine ha sempre svolto un ruolo di In cifre Iscritti: 472 di cui 126 donne Età media: 50 Tirocinanti: 263 di cui 131 donne Iscritti di età inferiore ai 40 anni: 69 presenza attiva sul territorio per valorizzare l’immagine dei professionisti, rimarcando il valore profondo della nostra professione, dialogando ed impegnandosi per consolidare e migliorare i rapporti con gli Enti istituzionali al fine di valorizzare e rafforzare il valore dell’Ordine quale ente istituzionale di riferimento, ma anche al fine di creare un migliore rapporto che favorisca la crescita professionale dei Colleghi facendo crescere la consapevolezza ed il riconoscimento del prestigioso ruolo dei professionisti nel contesto dell’ambiente sociale, economico ed istituzionale. Quali sono le istanze locali su cui ritieni sia opportuno un intervento del CNDCEC? La nascita e lo sviluppo di nuove imprese è indice della dinamicità e dell’operatività di un sistema economico e, pertanto, è necessario rimuovere gli ostacoli che creano difficoltà allo sviluppo delle piccole e medie imprese a causa della loro 37 trovarsi a gestire da un momento all’altro una crisi capace di minare, in modo a volte definitivo, le attese di prosperità economica e finanziaria. Questo accade perché oggi le aziende operano in un contesto economico fortemente dinamico e la crisi è un evento più ordinario rispetto al passato dal momento che maggiori fattori di sollecitazione possono colpire su più fronti repentinamente. Ne sa qualcosa proprio l’economia calabrese colpita dalla crisi profondamente e in modo prolungato, generando addirittura la contrazione e la scomparsa di alcune attività nella provincia di Catanzaro. “Una moderna disciplina della crisi d’impresa costituisce una componente importante di un sistema normativo che si propone di assistere con regole adeguate lo sviluppo dell’economia - ha affermato il presidente dell’Ordine di Catanzaro, fragile conformazione tecnica e gestionale che le ha esposte ai cambiamenti repentini del mercato. Bisogna creare le condizioni per dare respiro all’economia catanzarese e costruire una valida strategia di sviluppo economico ed occupazionale. Per favorire lo sviluppo il centro di riferimento deve essere sempre l’impresa e le istituzioni devono essere i diretti interlocutori del sistema delle imprese. Servono principalmente delle politiche di adeguamento delle strutture degli Enti pubblici. L’azione amministrativa deve essere improntata a criteri manageriali con lo snellimento delle procedure e facilitando il compito di chi deve creare sviluppo. In questa direzione il nostro CNDCEC deve orientare la sua azione verso gli organi di governo al fine di proporre le soluzioni che possano favorire lo sviluppo del territorio soprattutto con provvedimenti di sostegno e facilitazioni per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese. 38 Catanzaro Catanzaro: Il Duomo, nonostante le numerose ricostruzioni sulla originale Cattedrale normanna del 1121, rimane una delle più importanti testimonianze del passato Francesco Muraca -. L’alternarsi fisiologico tra la nascita di nuove imprese e la crisi di altre deve essere governato con idonei strumenti. Da qui la necessità di una cultura imprenditoriale che accetti senza drammi l’eventualità che l’impresa sia oggetto, anche a più riprese, di crisi aziendali. È ovvio, comunque, che una nuova modalità di pensiero deve confrontarsi e trovare appoggio nell’ambito di un nuovo sistema giuridico di riferimento”. E oggi la disciplina della crisi d’impresa fornisce da un lato garanzie di tutela dei creditori dell’imprenditore e dall’altro è orientata ad affermare il principio che la crisi stessa rappresenta una componente fisiologica di un’impresa che opera sul mercato. “La nuova legge fallimentare è stata disegnata non più come una legge Superficie (Kmq) 2.391,35 Popolazione (31.12.2007) 367.655 Imprese attive (2007) 29.021 Occupati (2007) 112.829 Valore aggiunto* (2006) 5.810,79 Fallimenti dichiarati (2006) 39 *VALORE AGGIUNTO AI PREZZI BASE AL LORDO SIFIM – VALORI A PREZZI CORRENTI IN MILIONI DI EURO esclusivamente finalizzata ad eliminare l’impresa dal mercato - ha continuato il presidente Muraca -, ma sicuramente come una legge che consente soluzioni per risolvere la crisi attraverso il risanamento, la valorizzazione dell’azienda e del patrimonio dell’imprenditore, la tutela dei posti di lavoro e soprattutto con procedure celeri, trasparenti ed efficienti per la liquidazione dell’attivo”. Senza dubbio si tratta di un argomento che coinvolge su più fronti i dottori commercialisti e gli esperti contabili in qualità di consulenti, amministratori o revisori dei conti - ha sottolineato il Segretario del CNDCEC Giorgio Sganga - con una conseguente responsabilizzazione che impone un elevato grado di conoscenza e di consapevolezza. Giulia Pusterla, Consigliere del CNDCEC delegato alle procedure concorsuali, ha sottolineato come il ruolo dei professionisti contabili sia stato decisamente valorizzato dalle nuove disposizioni della legge fallimentare. “Ciò è avvenuto soprattutto con l’introduzione delle norme riguardanti il nuovo concordato preventivo e gli accordi di ristrutturazione dei debiti d’impresa - ha detto ancora Pusterla che richiedono un’approfondita conoscenza delle problematiche giuridiche, economiche ed aziendali al fine di elaborare piani compiuti e seri per la soluzione della crisi. Questo comporta sicuramente nuove responsabilità per i professionisti nella gestione delle procedure concorsuali nelle sue diverse articolazioni da cui deriva anche un nuovo ruolo sia per il Consiglio Nazionale sia per gli Ordini territoriali”. BRESCIA ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI Convegno La gestione, la strutturazione e la riorganizzazione dell'impresa o del gruppo multinazionale. il contesto fiscale e legale di riferimento 16 e 17 Ottobre 2009 Grand Hotel - GARDONE RIVIERA (BS) con il patrocinio di Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e DEGLI ESPERTI CONTABILI Ordine dei Dottori Commercialisti ED ESPERTI CONTABILI di Milano in collaborazione con con il contributo di: Dr. Klaus Bader - Avvocato e commercialista in Monaco di Baviera Dott. Fabrizio Broggini - Esperto in internazionalizzazione dei mercati Avv. Fabio Buccioli - Avvocato in San Paolo del Brasile Dott. Sarvajit Chakravarti - Console Generale dell’India a Milano Prof. Giuseppe Corasaniti - Dottore Commercialista e Professore di diritto tributario Università di Brescia Avv. Roberta Di Vieto - Avvocato del Foro di Brescia Avv. Rocco Franco - Avvocato in Londra Avv. Angela Giebelmann - Avvocato del Foro di Brescia e Monaco di Baviera Dott. Stefano Graidi - Dottore Commercialista in Lugano On. Prof. Maurizio Leo - Presidente della Commissione bicamerale di vigilanza dell’anagrafe tributaria - Componente Commissione Finanze e Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati Prof. Guglielmo Maisto - Professore di diritto tributario Università Cattolica di Milano Avv. Ellen Key Passini - Avvocato in San Paolo del Brasile Dott. Maricla Pennesi - Dottore commercialista in Milano Dott. Monica Perrotti - Dottore Commercialista in Monaco di Baviera Dott. Andrea Primicerio - Chartered Accountant in Londra Dott. Raffaele Rizzardi - Dottore commercialista e pubblicista in Bergamo Prof. Benedetto Santacroce - Professore Università Studi di Torino, Avvocato e Pubblicista Dott. Gerardo Stiliani - Giurista esperto in internazionalizzazione di imprese Dott. Piergiorgio Valente - Dottore Commercialista in Milano Dott. Federico Venturi - Dottore Commercialista in Brescia Coordinatore scientifico: Prof. Avv. Carlo Garbarino Professore di Diritto Tributario Università Bocconi Milano L'iniziativa è inserita nel programma della formazione professionale degli Iscritti all'Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili con l'attribuzione ai partecipanti di 11 crediti formativi. Svolgimento dei lavori: L’utilizzo e l’ubicazione di Holding e Subholding: una scelta gestionale / organizzativa e relative opportunità tributarie Le criticità tributarie di una società holding: dal concetto di beneficiario effettivo, alla sostanza economica e all'esterovestizione L’accentramento di talune funzioni e servizi nei gruppi: la gestione della Finanza, della tesoreria, dei marchi e brevetti e dei rapporti commerciali Le operazioni di riorganizzazione transazionale dei gruppi: fusioni e scissioni transfrontaliere, conferimento / cessione transnazionali di aziende / conferimenti e permute transnazionali di partecipazione Le operazioni di riorganizzazione transazionale dei gruppi: il trasferimento di sede dall’estero in Italia, la liquidazione di società estere, la trasformazione di branch in società e viceversa Il ruolo delle banche nell’internazionalizzazione delle imprese L’accertamento tributario dell’esistenza di una stabile organizzazione occulta: conseguenze fiscali e contabili. Eventuale rilevanza penale L’accertamento tributario della stabile organizzazione occulta in Germania: un caso pratico Le prestazioni di servizi nei gruppi ed il regime IVA Risanamento d’azienda - Il debt to equity swap - aspetti fiscali e societari .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... . di .... lbo al n° .... .... .... .... 'A all to rit Isc .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... . .... .... ail e-m .... . ... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... no efo fax .... .... .... . .... .... . .... .... .... .... .... .... .... .... .... tel .... . .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... me No zo ee iri z om ind gn .... .... .... India e Brasile guidano la ripresa il nuovo mondo che esce dalla crisi: Introduzione e aspetti istituzionali degli investimenti Aspetti legali degli investimenti Analisi degli aspetti fiscali internazionali L’abuso del diritto nella giurisprudenza nazionale e comunitaria: un ostacolo per le scelte imprenditoriali .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... Il nuovo approccio dell’Amministrazione Finanziaria: collaborazione con i comuni per la residenza delle persone fisiche Co La quota di partecipazione al Convegno è di E 200,00 IVA inclusa, ridotta a E 150,00 IVA inclusa per i neo-iscritti all'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili negli anni 2008 e 2009 e all’Ordine Dottori Commercialisti o al Collegio Ragionieri nel 2007 e comprende: la documentazione congressuale, coffee breaks e colazione di lavoro. Cena di gala: E 30,00 per partecipanti ed E 60,00 per accompagnatori (fino ad esaurimento dei posti disponibili). Coloro che sono interessati a partecipare al convegno e desiderino ricevere informazioni più dettagliate per sistemazione alberghiera e modalità di versamento, sono pregati di rivolgersi alla Segreteria Organizzativa (tel. 030 3752348) ed inviare via fax (030 3752913) il tagliando di adesione a fianco, entro il 15/9/2009. .... .... ... Venerdì 16 ottobre: dalle ore 9.00 alle ore 18.15 con interruzione per coffee break e colazione di lavoro - cena di gala ore 20.30 Sabato 17 ottobre: dalle ore 9.15 alle ore 12.45 Relazioni: .... .... .. .... T .... .... .... .... .... DI AG ........... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... . . . . AD LI .... .... .... .... .... .... . . .... . . . .... .... .... .... .... .... ES AN .... . .... . . . .... .... .... .... .... .... D . . . .... .... .... .... IO O .... .... . . . .... . . .... .... .... .... .... NE .... .... . .... . . . .... .... .... ... .. .. Relatori: 40 La professione contabile in Brasile Per iscriversi all’Ordine ed esercitare la professione, occorre aver conseguito un titolo universitario in scienze contabili della durata di cinque anni e sostenuto un esame di abilitazione di Noemi Di Segni, CNDCEC I l motto ufficiale della repubblica federativa del Brasile è “Ordine e Progresso” (Ordem e Progresso). A ben vedere questo binomio rappresenta, con riferimento al contesto economico contabile, che qui ci interessa, una sfida, forse oggi più attuale che mai. Dotarsi di regole, dare un ordine al mercato, ma al tempo stesso assicurare il progresso e lo sviluppo. Una sfida che per gli standard setter e le autorità di regolamentazione richiede il confronto con i processi di standardizzazione a livello internazionale nelle aree della contabilità, della revisione e del percorso di abilitazione professionale. La professione contabile brasiliana e il sistema normativo di riferimento è maturato in due periodi significativi, alla fine degli anni ‘40 e negli anni ‘70. È una professione sostanzialmente caratterizzata dalla prevalenza dell’attività nell’area contabile e della revisione. RAPPRESENTANZA ISTITUZIONALE In Brasile sono presenti due Istituti rappresentativi della professione contabile con una ripartizione di tipo settoriale: il Conselho Federal de Contabilidade (CFC) opera prevalentemente nel campo della contabilità e dell’attività di consulenza aziendale, mentre l’Instituto dos Auditores Indipendentes do Brasil (IBRACON) è l’ente esponenziale di riferimento per i revisori contabili. La CFC è un organismo istituito con decreto legge 9295 del 1946 come ente di diritto privato rappresentativo della professione ed è operativamente gestito dalla stessa. L’IBRACON invece è un organismo privato nato nel 1972 da una fusione di due precedenti organismi, dopo il collasso delle Borse nel 1970 e l’avvertita esigenza di regolamentare il mercato e introdurre la revisione da parte di un professionista indipendente e qualificato. AREA DELLA CONTABILITÀ L’obbligatorietà di standard in materia contabile è definita a livello legislativo per le società quotate o che operano in settori di rilevante interesse pubblico. Gli standard in materia contabile sono redatti da CFC e IBRACON e poi formalmente emanati dalla CVM per il settore delle società quotate. È stata recentemente creata una commissione ad hoc per la statuizione di principi contabili che vede una più ampia compagine di partecipanti, tra cui istituzioni centrali ed associazioni, sostanzialmente sul modello italiano dell’OIC. I principi contabili brasiliani sono basati su IFRSs per le società quotate, mentre per quelle non quotate tale convergenza è stata posta quale obiettivo di massima, ma ad oggi non è stato ancora affrontato. AREA DELLA REVISIONE CONTABILE La legislazione in materia societaria è dettata dalla Lei 6.404/76 e Lei 10406/2002 così come dal codice civile e fornisce la disciplina per le società quotate, società private e società senza scopo di lucro. Per tutte vige l’obbligo di redazione e deposito dei bilanci nonché di revisione contabile. La revisione è svolta in base ai principi nazionali emanati dai due istituti congiuntamente, le Normas Brasileieras e Contabilidade. I principi emanati congiuntamente sono poi formalmente recepiti dall’autorità di regolamentazione del mercato finanziario, la CVM (Commissão de Valores Mobilirios), dalla Banca centrale, autorità di vigilanza sulle assicurazioni e da altri organismi locali. Da un punto di vista sistematico i principi in materia di revisione sono un sottoinsieme dei principi contabili brasiliani. I revisori sono nominati dal consiglio di amministrazione o dal direttivo ed è previsto un periodo massimo per la limitazione degli incarichi per le società quotate, ma non la rotazione. La partecipazione dei due istituti all’IFAC (International Federation of Accountants) e l’impegno che ne deriva di Internazionale recepire o di promuovere le normative internazionali emanate ha generato anche in Brasile un intenso dibattito sulla convergenza agli ISAs (International standards on auditing) e sulle modalità di implementazione degli stessi nella realtà locale. Al momento il maggiore e più significativo allineamento con gli standard internazionali si riscontra per i principi di revisione, per altro tradotti in portoghese dall’istituto IBRACON. IL CONTROLLO DELLA QUALITÀ Gli istituti CFC e IBRACON hanno istituito una commissione congiunta che emana i criteri per lo svolgimento del controllo della qualità sull’attività professionale. Il sistema adottato è quello della peer review (controllo dei pari) ed è gestito a livello centrale. AREA DELLA DEONTOLOGIA Una parte delle regole in materia di deontologia professionale sono inglobate nei principi contabili brasiliani e una parte in un apposito codice deontologico emanato dalla CFC. L’attività disciplinare è gestita a livello di istituto. Per i revisori le sanzioni sono comminate anche dalla CVM. Anche in questo ambito si sta svolgendo un intenso lavoro di convergenza e di adattamento al codice deontologico dell’IFAC. 41 L’ABILITAZIONE PROFESSIONALE Il percorso di abilitazione prevede i seguenti requisiti: il conseguimento obbligatorio di un titolo universitario in scienze contabili della durata legale di cinque anni; il sostenimento di un esame di abilitazione gestito direttamente dalla CFC. Con tali requisiti è possibile abilitarsi come contabile professionista e come revisore contabile, iscrivendosi all’ordine CFC. Per abilitarsi come revisore contabile per società quotate è necessario integrare la formazione con un ulteriore periodo di pratica professionale di almeno tre anni e il sostenimento di un esame finale per abilitazione come revisore di società quotate o di istituzioni finanziarie, gestito dalla CFC. Le materie e le modalità di svolgimento dell’esame sono determinate a livello ministeriale. Il programma formativo per contabili, abilitati altresì alla revisione, è definito dalla CFC. LA FORMAZIONE CONTINUA La formazione continua è obbligatoria, al momento, solo per i revisori che hanno incarichi nel settore delle società quotate o delle istituzioni finanziarie. Devono essere svolte almeno 32 ore annuali di formazione ovvero 120 ore nell’arco di tre anni con una distribuzione oraria di almento 20 ore annuali. 42 Viaggi Lisbona, città della luce L’atmosfera rilassata e la possibilità di fare un salto indietro nella storia dell’architettura, fanno della capitale portoghese una delle metropoli più affascinanti d’Europa di Victor / Foto Getty Images a cosa che ti colpisce guardando dall’alto del Castello di San Giorgio la stupenda Lisbona, è la luce libera ed i grandi cieli. Sono il fiume Tago e l’Oceano Atlantico a dare a questa straordinaria città questa dimensione di grandezza, questa luminosità che hanno solo i grandi spazi, quella vivacità di colore che hanno soltanto le cose belle illuminate bene. Lisbona, perciò, è la città della luce. Passeggiare per le strade che si inerpicano al Castello è una esperienza meravigliosa: dietro gli intonaci un po’ scrostati si intravede il fasto e lo splendore di questa straordinaria potenza marinara. La vedi dalle facce solcate dal sole degli anziani, ancora pieni dell’antico orgoglio. Lo vedi nelle vestigia dei monumenti. Città di contraddizioni. Dalle salite e i vicoli raggiungibili con il caratteristico percorso in tram, si arriva alle grandi piazze come Praca do Commercio o il Rossio. Oppure, lasciando il centro antico, è una città che ti stupisce con la magnificenza del Monasterio dos Jeronimos, struttura manuelina che ospita le spoglie dei portoghesi illustri come Vasco de Gama, Luiz Vas de Camoes, Fernando Pessoa, Amalia Rodrigues. Oppure l’altrettanto meravigliosa Torre di Belem da dove Vasco De Gama partì alla conquista dell’impero. Città multiforme, nelle cui strade è possibile sedersi per sorseggiare un caffè, o ascoltare in serata le struggenti note del Fado che si può ascoltare dal vivo nella città vecchia. E merita anche l’esperienza di una buona birra servita nei bar di Barrio Alto. Città però capace di sorprendere anche con guizzi geniali di innovazione come l’avveniristico quartiere dell’Expo che ha L ospitato l’esposizione universale del 1998 e che ancora oggi è parte viva, pulsante, giovanile di una città melanconica, nostalgica, ma pure rivolta verso il futuro. Qui ci sono il Parco delle Nazioni e l’Oceanario, l’acquario più grande d’Europa. Ma a Lisbona ci sono anche tantissimi giardini e ville. La più bella struttura verde è l’Orto botanico. Anche se meriterebbe cura migliore, è un posto che vale la pena visitare per la straordinaria ricchezza e bellezza delle specie che vi vengono ospitate. Anche dai giardini verdi di Lisbona si vede filtrare quella meravigliosa luce dell’Atlantico che fa di questa città, capitale della “saudade”, una città straordinariamente aperta alla dimensione del viaggio e della speranza. Dove dormire a Lisbona Non tutte le strutture alberghiere di Lisbona sono all’altezza della bellezza e della storia della città, la cui decadenza ha contribuito talora a non rendere raffinata ed impeccabile l’ospitalità alberghiera. Si consigliano perciò gli alberghi più moderni o più recentemente ristrutturati. Recentemente ristrutturato con stanze modernissime e di grande fascino è lo Sheraton che vanta anche una bella Spa, una piscina ed un elegantissimo ristorante con musica dal vivo all’ultimo piano da cui è possibile godere di una incantevole vista della capitale portoghese. Per chi ama i posti storici e di antica tradizione, il Pestana Palace Hotel è un cinque stelle di grande charme che stupisce sempre i suoi ospiti. Nel cuore dell’omonimo quartiere c’è un altro cinque stelle da ricordare: il Barrio Alto 44 Viaggi Lisbona: il Castello di São Jorge, posizionato nel punto più alto della città, è considerato uno dei principali siti storici e turistici della capitale portoghese Hotel, che raccomandiamo a chi voglia recarsi in visita nella meravigliosa città di Lisbona. E per mangiare… La cucina portoghese è ricca di piatti tipici e di squisite prelibatezze. Il più conosciuto di tutti è forse il bachalau (il baccalà) che si gusta alla maniera portoghese con cipolla, uova, patate fritte, olive nere e prezzemolo. Per il baccalà ed i frutti di mare consigliamo il piccolo e divertente Pinoquio, in Praca de restaradores. Per chi ama, invece, gli ambienti più eleganti e selezionati, consigliamo il bellissimo ristorante Cipriani, nell’omonimo hotel. Lisbona: uno scorcio di Bairro Alto, uno dei quartieri più antichi della città, con strette viuzze, case del Seicento e locali caratteristici Concludendo… Lisbona è una città incantevole e ricca di posti da scoprire. Sia che ci andiate per lavoro che per vacanza, sappiate che non è possibile conoscerla e penetrarla a fondo senza un soggiorno lungo ed una visita articolata. Lisbona, poi, è un meraviglioso punto di partenza per visitare le altre bellissime città portoghesi. Da qui si può partire per una meta mondiale del turismo religioso come Fatima. O per la meravigliosa e suggestiva Oporto, patria del famoso vino Porto. E poi tutte le incantevoli località che si affacciano sull’Atlantico che rendono bello ed indimenticabile un viaggio a Lisbona ed in Portogallo. Link www.visitlisboa.com www.lisbonaturismo.it 45 Focus legislativo I provvedimenti in fase di discussione di maggiore interesse per la professione economico-contabile di Davide Persico, CNDCEC Atto: Senato 1294 Proponente: sen. Maria Leddi (Partito Democratico) Oggetto: Delega al Governo per la riforma delle persone giuridiche e delle associazioni non riconosciute disciplinate nel libro primo del codice civile Iter: assegnato alla Commissione Giustizia del Senato Contenuto: La proposta di legge conferisce al Governo la delega ad adottare, entro un anno, decreti legislativi recanti la riforma organica della disciplina delle associazioni, delle fondazioni e delle altre istituzioni di carattere privato senza scopo di lucro, riconosciute come persone giuridiche, e delle associazioni riconosciute. Punto rilevante della riforma è il riconoscimento, che costituisce esclusivamente il procedimento con il quale le associazioni e le fondazioni ottengono la personalità giuridica, e limitano così la responsabilità per le obbligazioni assunte al patrimonio dell’ente. Il legislatore delegato dovrà prevedere una disciplina del procedimento di costituzione degli enti che tenda alla semplificazione, con il solo vincolo della forma dell’atto pubblico. Per quel che concerne il sistema di riconoscimento, la riforma dovrà abbandonare il modello concessorio-amministrativo per adottare il sistema di riconoscimento cosiddetto normativo (già previsto per le società ai sensi dell’art. 32 della L. n. 340/2000), privo di qualsiasi sindacato discrezionale da parte della pubblica amministrazione. Agli enti, pertanto, viene richiesto esclusivamente di soddisfare requisiti formali e ciò al solo fine di ottenere la limitazione di responsabilità patrimoniale, come avviene per le società Il progetto di legge garantisce la più ampia autonomia statutaria agli associati, individuando un nucleo ristretto di norme inderogabili riguardanti, in particolare, la competenza assembleare a decidere in merito alla trasformazione eterogenea, alla modificazione dello scopo dell’ente o a modificazioni significative dei diritti degli associati; in tali ipotesi è inoltre prevista l’applicazione della regola del voto capitario. In riferimento al sistema dei controlli, la riforma prevede nelle associazioni che esercitano imprese, la costituzione di un comitato di controllo sulla gestione all’interno del consiglio di amministrazione ovvero di un organo autonomo incaricato del controllo contabile e sull’amministrazione; per le associazioni caratterizzate dalla eterodestinazione dell’attività sociale, l’obbligo di redigere un rendiconto dell’attività svolta per il perseguimento delle finalità dell’ente, precisandone la natura e le modalità. Atto: Camera 1887 Atto: Camera 2426 Proponente: on. Antonio Di Pietro (Italia dei Valori) ed altri Oggetto: Disposizioni per tutelare i cittadini e le piccole e medie imprese nell'attuale situazione di crisi dei mercati finanziari internazionali Iter: assegnato alla Commissione Finanze della Camera Contenuto: Il progetto di legge intervene nell’ambito della crisi Proponente: on. Lella Golfo (Popolo delle Libertà) ed altri Oggetto: Modifica all'articolo 147-ter del testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, in materia di parità di accesso agli organi di amministrazione delle società quotate in mercati regolamentati Iter: assegnato alla Commissione Finanze della Camera Contenuto: Il progetto di legge ha l'obiettivo di riequilibrare l'accesso dei mercati finanziari proponendo disposizioni, soprattutto, in merito alla stabilità del sistema del credito e di quello finanziario. La proposta di legge si articolata in tre capi: norme concernenti gli istituti di credito e le banche; disposizioni a tutela dei cittadini utenti del sistema creditizio; norme in favore delle PMI. Nello specifico, tra le diverse norme contenute, si segnala l’integrazione delle disposizioni in materia di requisiti di onorabilità degli esponenti degli intermediari finanziari (previste dall'art. 26 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, e dall'art. 13 del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58) e la reintroduzione del reato di falso in bilancio. Nell’ambito del II capo, si evidenzia il blocco per un anno del pignoramento della prima casa per i mutuatari con reddito medio-basso ed interventi in materia di portabilità dei mutui bancari ed agevolazioni fiscali sui mutui per la casa. In riferimento al III capo, vengono previste norme in favore delle piccole e medie imprese anche grazie a un Fondo rotativo istituito presso la Cassa depositi e prestiti. alle cariche direttive delle società quotate in borsa. In particolare, si vorrebbe modificare l'articolo 147-ter del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al d. lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, e successive modificazioni ove è disposto - relativamente alle società quotate - che lo statuto prevede che i componenti del consiglio di amministrazione siano eletti sulla base di liste di candidati. Con le modifiche dei proponenti, si impone che lo statuto, nell'ambito del sistema elettorale prescelto per la formazione del consiglio di amministrazione della società quotata in mercati regolamentati, debba farsi carico di prevedere un criterio di riparto che assicuri l'equilibrio tra i generi. Suddetto equilibrio si intende raggiunto quando il genere meno rappresentato all'interno dell'organo amministrativo ottenga almeno un terzo degli amministratori eletti. Il riparto dei seggi, quindi, è assistito da una garanzia concreta e contingente che può risolversi a vantaggio dell'uno o dell'altro genere, che si trovi, anche occasionalmente, in una situazione di disequilibrio rispetto all'altro. Alla CONSOB, con proprio regolamento, viene affidato il compito di determinare le sanzioni per le società che non si adeguino agli obblighi previsti dalla normativa. 46 Tempo libero Mens sana in corpore sano Vale sempre la famosa locuzione del poeta latino Giovenale: lo dimostrano l’affermazione di una cultura legata al benessere psico-fisico e la diffusione dei centri per la salute del corpo, specializzati nei trattamenti e nelle cure, per una clientela sempre più esigente e adatti a tutte le tasche… Proponiamo in questo numero alcuni centri termali, vere e proprie oasi del benessere, peculiari per offrire la possibilità di abbinare alla cura del corpo anche suggestivi percorsi turistici di Maria Pia Parenti BAGNI DI PETRIOLO offre nei suoi dintorni siti di interesse turistico ed possibilità di escursioni nei suoi dintorni: il lago di Definita già sul finire del 1200 “terra d’acqua”, il escursioni nei pressi di Caccamo, Solunto, Ville Garda, la Cascata di Varone, le Marocche di Dro territorio senese vanta non pochi centri termali. di Bagheria, Cefalù, Madonie e la zona e le Marmitte dei Giganti a Nago, pozzi di origine Papa Pio II Piccolomini e Lorenzo il Magnifico archeologica di Himera. glaciale. ricche di idrogeno solforato, contribuiscono i TERME DI SIRMIONE TERME DI VULCANO maggiori effetti terapeutici a livello del sistema Decantata nei versi dal poeta Catullo, Sirmione Situata su una delle più belle isole delle Eolie, a respiratorio. Ma una ampia scelta di cure termali sorge su un caratteristico promontorio, che largo di Messina, si trova Vulcano, caratterizzata sono offerte dalla terra senese, quali s’inoltra verso il lago di Garda tra i golfi di dalla presenza di alcune pozze di acque Radicondoli, Rapolano, San Casciano dei Bagni, Peschiera e Desenzano. ipertermali sulfuree a cielo aperto immerse tra Montepulciano (nota anche per i suoi splendidi L’acqua delle sue Terme è di origine meteorica e, colline fumanti di zolfo (fumarole) a pochi passi vini) e, infine, la indiscussa e più famosa prima di sgorgare dalla sorgente Boiola, segue dal mare. I suoi soffioni caldi sono usati per Chianciano. un lungo percorso che si compie in più di 20 insufflazioni e i suoi fanghi naturali risultano di anni. Ricche di minerali e ipertermale, le sue grande efficacia soprattutto per le malattie frequentavano le terme di Bagni di Petriolo, le cui acque, sorgive alla temperatura di 43° gradi e acque sono considerate uniche poiché esistono artreoreumatiche e per la cura del viso e del TERMINI IMERESE solo in natura (i tentativi di riprodurla corpo. Al benessere delle terme si consiglia di La leggenda racconta che nelle salubri acque di artificialmente hanno infatti presentato proprietà ammirare le suggestioni offerte dal paesaggio Thermae Himerenses, Ercole si fosse servito per biologiche diverse da quelle naturali). con escursioni a Monte Lentia, Monte Saraceno, ritrovare la sua forma fisica. Le acque di Termini L’acqua è classificata come sulfurea Valle dei Mostri, Capo Grillo; Patti, Santuario Imerese, nel palermitano, sono di origine salsobromoiodica, contenendo una rilevante Madonna del Tindari, i Nebrodi, Taormina, Etna, vulcanica, ipertermali e sgorgano alla temperatura quantità di zolfo, sotto forma di idrogeno Gole dell'Alcantara; nonché una serie di di circa 43°C, particolarmente indicate per la cura solforato, sodio, bromo e iodio, svolgendo escursioni in barca alla ricerca di grotte, delle patologie reumatiche, dermatologiche, un’azione complessiva sull’organismo; inoltre è faraglioni e spiagge di finissima sabbia vulcanica. cardiovascolari e dell'apparato respiratorio. ricca di oligoelementi particolarmente importanti Di particolare interesse le Grotte dell'Allume, le Ma oltre al relax e alla salute, Termini Imerese nella medicina estetica. Sirmione offre la antiche cave estrattive in parte crollate. Letti per Voi IL CONTRATTO A FORMAZIONE PROGRESSIVA Struttura, casistica e tecniche di redazione di Nicola Scuro, Ugo Scuro (Giuffré, 2009) L'opera indaga gli elementi e i requisiti, strutturali e funzionali, di contratti a grande rilevanza economica che richiedono risorse condivise nel progetto ad attuazione progressiva, intrattenendosi su ogni singola fase dell'accordo in itinere e sulle inerenti questioni di responsabilità. E’ proposta alla riflessione del lettore un'articolata rassegna di fattispecie contrattuali, tra cui il project financing, specie del genere joint venture, sistema di realizzazione di opere complesse, tematica centrale al dibattito politico-economico nazionale, e il contratto di società, nella prospettiva dell'attuazione di progetto. Sono trattati temi connessi quali il mercato e il rischio di impresa. È segnalata la diversità degli ordinamenti giuridici in cui vengono svolte le attività di impresa coinvolte nel rapporto contrattuale internazionale. Significativi modelli di contratto a formazione progressiva concludono l'opera. LE PERIZIE DI STIMA DELLE AZIENDE Guida operativa alla perizia di valutazione Gennaro Brescia, Francesco Muraca (Maggioli, 2009) Un manuale completo per il professionista esperto, chiamato o nominato per la valutazione del valore in operazioni straordinarie sul capitale come acquisizioni e cessioni di quote, fusioni e scissioni, conferimenti e aumenti di capitale. Questa terza edizione, aggiornata con le ultime novità in materia di diritto societario - fra cui la recente introduzione dell'art. 2343 ter c.c. a seguito dell'entrata in vigore del D.Lgs. n. 142 del 4 agosto 2008 - ed impreziosita dalla giurisprudenza più significativa in materia, rappresenta una utile guida teorico-pratica e soprattutto uno strumento per approfondire gli aspetti metodologici, grazie anche alla raccolta delle formule utilizzate nel corso della procedura di valutazione, riportate sull'allegato Cd rom per consentirne la personalizzazione e la stampa. Tempo libero Stabat Mater Tiziano Scarpa (Einaudi, 2008) Di giorno Cecilia suona il violino nell'orchestra; di notte scrive lettere alla madre mai conosciuta. Ma la sua vita sta per essere scompaginata con l’arrivo di un nuovo insegnante di violino e maestro compositore: Antonio Vivaldi. Il libro è vincitore del Premio Strega 2009. Marina Carlos Ruiz Zafón (Mondadori, 2009) L’autore de L'ombra del vento e Il gioco dell’angelo ritorna con questo avvincente romanzo ripercorrendo i grandi temi: gli enigmi del passato, l'amore per la conoscenza, la bellezza gotica e senza tempo di Barcellona. L'AFFITTO E LA CESSIONE D'AZIENDA NELLA RIFORMA FALLIMENTARE Il ricatto Profili civilistici, fiscali e lavoristici Alessandro Gallone, Mario Ravinale John Grisham (Mondadori, 2009) (Ipsoa, 2008) Il volume esamina la tematica della circolazione dell’azienda, con particolare riguardo agli istituti dell’affitto e della cessione, mezzi efficaci per consentire una migliore soddisfazione dei creditori concorsuali, la salvaguardia dell’unità produttiva e il mantenimento dei livelli occupazionali. Il volume affronta: il tema dell’affitto, con particolare attenzione al recesso e alla prelazione, evidenziando la speciale struttura organizzativa che assiste la stipulazione del contratto e la ricerca dell’affittuario; il tema della cessione, attraverso le novità introdotte dalla riforma nei criteri di scelta del cessionario dell’azienda e nelle modalità di vendita di questa rispetto alla legge del 1942; la responsabilità del cessionario dell’azienda per i debiti verso i lavoratori dipendenti. Si approfondisce altresì la tematica fiscale inerente ai due contratti, con riguardo all’imposizione diretta ed indiretta. L’inventore del legal thriller torna a narrare le vicissitudini di un giovane avvocato sull'orlo del baratro, alle prese con le storture e le aberrazioni della sua professione. Un romanzo che non mancherà di entusiasmare tutti gli appassionati lettori di Grisham. Brunò ANTIRICICLAGGIO Nuova disciplina e problematiche applicative per i dottori commercialisti e gli esperti contabili Annalisa De Vivo, Marianna Gallucci (Il Sole 24 Ore Pirola, 2009) Il testo offre una panoramica delle fonti normative comunitarie e nazionali in materia di antiriciclaggio, seguita dalla disamina dei principi generali contenuti nel D.Lgs. n. 231/2007: definizioni, destinatari della normativa, autorità competenti. Particolare attenzione è rivolta al ruolo degli Ordini professionali, direttamente coinvolti mediante l'attribuzione di specifiche funzioni di collaborazione attiva. Sono poi esaminate le problematiche relative all'adeguata verifica della clientela e al c.d. approccio basato sul rischio; le nuove modalità di registrazione e conservazione dei dati; la segnalazione di operazioni sospette a carico dei professionisti, in correlazione, fra l'altro, con la tutela del segreto professionale e della privacy; le modalità di invio alla UIF e l'esito della segnalazione di operazioni sospette. Il volume si chiude con una attenta rassegna delle sanzioni penali e amministrative previste dal D.Lgs. n. 231/2007. Destinatari ideali dell'opera sono, da una parte, i liberi professionisti e, dall'altra, tutti coloro che necessitano di un supporto completo, operativo e critico per la comprensione della normativa antiriciclaggio. Il commissario francese Martin Walker (Sperling&Kupfer, 2009) Sullo sfondo di una suggestiva campagna francese, il poliziotto Benoît Courrèges, soprannominato Brunò, è alle prese con un complicato caso di omicidio. Toccherà a lui scoprire, con i suoi metodi inconsueti, una verità che affonda le radici in un passato difficile da cancellare. 47 Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili Press Professione economica e sistema sociale Presidente Claudio SICILIOTTI Vice Presidente Francesco DISTEFANO Segretario Giorgio SGANGA Tesoriere Giuliano BOND Consiglieri Giancarlo ATTOLINI Luciano BERZÈ Claudio BODINI Giosuè BOLDRINI Andrea BONECHI Roberto D’IMPERIO Marcello DANISI Flavio DEZZANI Enricomaria GUERRA Stefano MARCHESE Massimo MELLACINA Paolo MORETTI Giovanni Gerardo PARENTE Domenico PICCOLO Giulia PUSTERLA Felice RUSCETTA Emanuele VENEZIANI Piazza della Repubblica, 59 00185 - ROMA Tel +39 06.47863322 Fax +39 06.47863640 Sito internet: www.cndcec.it e-mail: [email protected] VARIAZIONI INDIRIZZI SEDI A seguito delle numerose segnalazioni pervenute a questa Redazione, si precisa che la rivista viene inviata a tutti gli iscritti all’Albo utilizzando il database predisposto dagli Ordini territoriali ed inserito sul portale del Consiglio Nazionale. Pertanto, essendo la gestione degli Albi di esclusiva competenza degli Ordini territoriali, a norma dell’art. 12, comma 1, lett.c) del d.lgs. 139 del 28 giugno 2005, la Redazione non può apportare alcuna modifica all’archivio iscritti. Ogni tipo di variazione o rettifica deve essere comunicata al proprio Ordine di appartenenza, che provvederà, attraverso una apposita procedura informatica, ad aggiornarli direttamente sul sito internet del Consiglio Nazionale. Direttore Responsabile Maria Luisa Campise Capo Redattore Enrico Zanetti Comitato di Redazione Alessio Berardino Alessandro Cotto Marcello Febert Umberto Lombardi Gianfrancesco Padoan Amedeo Sacrestano Segreteria di Redazione Maria Pia Parenti Editore PRESS Srl Piazza della Repubblica, 59 00185 Roma Tel 06.478631 Progetto grafico e art direction Giuseppe Antonucci Impaginazione Hedrarte sas di Angelo Mastria Concessionaria esclusiva pubblicità db Consulting srl events & advertising via Leopoldo Gasparotto, 128 21100 Varese Tel 0332.282160 Fax 0332.282484 e-mail: [email protected] Sito internet: www.db-consult.it Stampa Rotolito Lombarda Spa Via Roma 115/A 20096 Pioltello Milano Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 408/2006 Prezzo di copertina EURO 0.52 Valido solo ai fini fiscali Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero di chi lo firma e pertanto ne impegna la responsabilità personale