53 - Il Calitrano
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53 - Il Calitrano
Aquilonia 23.08.2009 Festa dei 30 anni pressi Hotel Ristorante Gronki nati nel 1979 si riuniscono in un giorno ricco di ricordi, di sogni e di allegria. Da sinistra: Sara Monaco, Luigi Metallo, Enzo Di Marco, Giorgio Tartaglia si vede solo la testa, Michele Zarrilli, Massimo Toglia, Felice Nivone, Carmine Fierravantisi vede solo la testa, Francesco Paolercio si vede solo la testa, Michele Margotta,Antonio Del Cogliano si vede solo la testa,Antonio Avella, Enzo Russo si vede solo la testa, Raffaella Avella, Canio Codella,Vincenzo Gautieri,Vincenzo Caputo, Leone Di Guglielmo, Angelo Di Salvo, Michele Cerreta, Laura Scilimpaglia, Rosalba Di Maio, Vito Fiordellisi. Seduti: Alessandro Pasqualicchio, Francesco Cialeo, Marco Di Milia, Davide Cerreta e Vito Galgano. ISSN 1720-5638 In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Firenze CMP per la restituzione al mittente previo pagamento resi IL CALITRANO periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1 ANNO XXXIII - NUMERO 53 (nuova serie) CENTRO STUDI CALITRANI Via Pietro Nenni, 1 - 83045 Calitri (AV) www.ilcalitrano.it MAGGIO-AGOSTO 2013 IN QUESTO NUMERO IL CALITRANO IL CALITRANO N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013 ANNO XXXIII - N. 53 n.s. Articolo di fondo di A. Raffaele Salvante 3 Calitri SponzFest di Vinicio Capossela 4 Periodico quadrimestrale di ambiente - dialetto - storia e tradizioni dell’Associazione Culturale “Caletra” R E Q U I E S C A N T Antonietta Tringaniello 02.06.1962 - † 27.05.2013 Fondato nel 1981 Te ne sei andata in silenzio, lasciando un grande vuoto nei cuori di chi ti ha voluto bene. Ti ricorderemo sempre per la tua semplicità, spontaneità e per la grande forza che hai avuto. Il marito e le figlie. CalitRiCanta del dott. Marco Bozza 5 In ricordo del Mister di Raffaele Tuozzolo 5 Creato e aggiornato gratuitamente da ITACA www.itacamedia.it I primi 7 calitrani in Germania di Klaus Koschmieder IN COPERTINA: Radio Irpinia Calitri, via Nicolais, meglio conosciuta come u’ vich’ r’ Vicc’, fa parte di quel meraviglioso, disordinato, discontinuo disegno a tela di ragno, senza alcun confine, evanescente, quasi impalpabile che sovraintende a tutta la toponomastica calitrana. di Eduardo Ferri XXXII (Foto Vincenzo Russo) FIERA INTERREGIONALE CALITRI dal 31 agosto all’8 settembre 2013 Dal lunedì al venerdì ore 16.00-22.00 sabato e domenica ore 9.00-13.00/16.00-22.00 Ingresso gratuito Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Tel. 0827 30001 - Fax 0827 400397 Cell. 3890234634 E-mail: [email protected] 6 Direttore dott.ssa Angela Toglia 7 Direttore Responsabile A. Raffaele Salvante 9 Segreteria Michela Salvante 29 settembre 1943 di Michelangelo De Rosa Orgoglio e dignità di Antonio Rubino 10 Un paese ci vuole Del dott.Vincenzo Luciano Lucrezia 11 La Trilogia economicagiuridica dell’I.T.C. “Maffucci” del prof. Franco Acquaviva 12 La scienza nel piatto della dott.ssa Rosa Fastiggi Sito Internet: www.ilcalitrano.it E-mail: [email protected] 14 La fiaccola delle Ofantiadi 2013. Incontro con il Maestro Orafo Luciano Capossela di Giulia Graziano 15 Direzione, Redazione, Amministrazione 83045 Calitri (AV) - Via Pietro Nenni, 1 Tel. 328 1756103 La collaborazione è aperta a tutti, ma in nessun caso instaura un rapporto di lavoro ed è sempre da intendersi a titolo di volontariato. I lavori pubblicati riflettono il pensiero dei singoli autori, i quali se ne assumono le responsabilità di fronte alla legge. SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 21 MOVIMENTO DEMOGRAFICO 22 REQUIESCANT IN PACE 23 Stampa: Polistampa - Firenze Il pittore dipinge su tela, i musicisti dipingono i loro quadri sul silenzio. Maria Cardone ved. Mollica 02.11.1929 - † Novara 09.12.2012 Nonna, mamma, sei stata una donna unica! Altruista, ti sei sempre preoccupata per gli altri. Con il tuo sorriso e la gran voglia di vivere, hai sempre trovato il modo di dare forza nei momenti difficili, sperando che un giorno un raggio di luce illuminasse il nostro cammino. Quel raggio di luce sei tu! L’angelo, la mamma, la nonna che tutti avrebbero voluto avere! Ti amiamo e ti ameremo sempre, in ogni momento della nostra vita. I figli e i nipoti Mary, Anto, Debby e Vale. L’amore che hai dato non è morto con te: vive nel nostro cuore, nel nostro ricordo. La fede mantiene uniti. Giuseppe Antonio Capossela 08.08.1925 - † Genova 12.07.2012 Sotto il sole cocente, tutta Calitri ti ha salutato, incredula, affranta, indignata. Hai portato gioia nella vita di chi ti ha conosciuto, ma il dolore è troppo grande e le lacrime non bastano. Grazie per esserci stato, non ti dimenticheremo mai! Giuseppe Forgione 12.02.1941 - † 06.07.2012 Mia eredità sono i tuoi voleri, per sempre (Salmo 119-111) La moglie Giuseppina e la figlia Dalma Paola Caruso 10.01.1933 - † 27.03.2012 Vito Melaccio 18.09.1931 - † 03.01.2012 Ad un anno dalla sua scomparsa. La ricordano con affetto il fratello Luigi e i parenti tutti. Autorizzazione n. 2912 del 13/2/1981 del Tribunale di Firenze RICORDA CHE LA TUA OFFERTA È DECISIVA PER LA PUBBLICAZIONE DI QUESTO GIORNALE Rocco Briuolo 28.08.1937 - † 24.02.2013 Il tuo riposo sia con i giusti. Gerardo Sacino 22.03.1981 - † 24.09.2012 Francesca Di Cecca 11.05.1929 - † 01.05.2013 I figli Anna Maria e Vito li ricordano con l’affetto di sempre. Vito Zabatta 24.01.1931 - † 27.12.2012 C. C. P. n. 11384500 IBAN IT550760102800000011384500 PA C E Solo in Dio riposa la nostra anima, da lui proviene la nostra salvezza (Salmo 61-2) Angelo Frucci 20.07.1923 - † Roma 26.02.2013 Padre e marito amoroso, amico fedele, uomo di grande rettitudine e bontà. Il tuo caro ricordo rimarrà sempre nel cuore di chi ti conobbe. Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Firenze 1 Il giornale viene diffuso gratuitamente. Attività editoriale di natura non commerciale nei sensi previsti dall’art. 4 del DPR 16.10.1972 n. 633 e successive modificazioni. Le spese di stampa e postali sono coperte dalla solidarietà dei lettori. DIALETTO E CULTURA POPOLARE 20 Giannino Galgano Calitri 01.12.1938 - † Livorno 04.03.2013 Michele Cerreta 17.02.1925 - † 25.11.2001 I N È passato un anno… per alcuni bello e per altri brutto… È passato un anno… e mi sembra ieri… quando ti ho abbracciato per l’ultima volta… Ne passeranno altri, ma il vuoto che hai lasciato è incolmabile… La vita và avanti… ma non è la stessa. Tua figlia Mariagrazia insieme alla tua famiglia. Lampada per i miei passi è la tua parola Non piangete la mia assenza sono beato in Dio e prego per Voi. Io vi amerò dal cielo come vi ho amati sulla terra. (Salmo 119-105) Il Foro competente per ogni controversia è quello di Firenze. Accrediti su c/c postale n. 11384500 IBAN IT550760102800000011384500 intestato a “IL CALITRANO” - Calitri oppure c/c bancario 61943/00 intestato a Salvante A. Raffaele c/o Sede Centrale della Cassa di Risparmio di Firenze Spa Via Bufalini, 6 - 50122 Firenze - IBAN IT37 D061 6002 8000 0006 1943 C00 SWIFT CRFI IT 3F XXX (dall’estero) Angela Senerchia 01.11.1936 - † 15.05.2006 La grazia della donna rallegra il marito, il suo senno gli rimpolpa le ossa (Siracide 26 -13) Angela Gaetana Cubelli 06.07.1905 - † 30.07.1983 Ringrazio il Signore per la sua misericordia (Salmo V°-15) Chiuso in stampa il 00 luglio 2013 23 Canio Cubelli 27.09.1926 - † 04.11.2009 Nicola Fasulo 06.09.1936 - † 09.03.1983 A trent’anni dalla sua scomparsa, lo ricordano con amore la moglie Alba, i figli Vito, Sergio, Vito, Ester e Ciro, le nuore, i nipoti e tutti coloro che lo hanno conosciuto. IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 VERSO LA CHIUSURA È TEMPO DI CEDERE LE ARMI Ma non è una resa!!! Sempre saldi nella speranza contro ogni speranza, proseguiremo a mantenere intatto questo legame, con i Calitrani nel mondo, con un giornale on-line urtroppo col prossimo numero 54 (sett.-dic. 2013) a causa di forza P maggiore, prettamente “finanziaria”, dobbiamo considerare chiusa la stagione di questo giornale, che per ben 33 anni è stato l’unico punto di raccordo fra tutti i calitrani sparsi nel mondo. Senza arenarci nelle contingenze delle polemiche – legittime – dobbiamo amaramente concludere che una buona parte dei nostri concittadini non hanno alcuna intenzione di impegnarsi (si fa per dire!) in qualsivoglia iniziativa a favore del paese e dei suoi cittadini. Quando siamo partiti, da soli, anticipando tutte le spese, sapevamo benissimo a cosa andavamo incontro, ma noi siamo stati educati non a ciarlare al vento, ma a dare, per primi, l’esempio concreto con i fatti: dare testimonianza sulla propria pelle. Provate a scorrere le offerte pervenute al giornale in questi 33 anni, c’è tanta brava gente – a cui va il nostro più vivo ringraziamento – ma di quelli che si reputano la crema del paese, gente con i soldi, pseudo-intellettuali, neanche un soldo! È vero che l’adesione è volontaria e libera, ma molti di costoro hanno anche la faccia tosta di parlare di risveglio del paese, di ripresa dell’Irpinia, del riscatto del Mezzogiorno… tutte fandonie, i soliti buoni a nulla, ma capaci di tutto… L’onestà è lodata da tutti, ma muore di freddo, diceva giustamente Giovenale, per cui con Dante possiamo dignitosamente dire “non ragioniam di lor, ma guarda e passa” (Inf. III-51) perché certamente costoro non sono, né potranno mai essere lievito nella pasta, perché “ignavi”. Calitri soffre di “degiovanimento” che è qualcosa di più di invecchiamento. In- fatti, il nostro paese, non solo è, e continuerà ad essere un “Paese di vecchi”, ma vedrà le nuove generazioni indebolite nella loro tradizionale carica di soggetti portatori di cambiamento e di crescita: può un’accozzaglia raccogliticcia e sprovveduta risolvere questi problemi vitali? Pensiamo proprio di no… Prendere atto della pessima e disastrosa situazione calitrana, sotto ogni punto di vista, non è disfattismo, ma senso della realtà, col disincanto di chi ha imparato a guardare con vissuta esperienza e senza mediazioni, duttilmente e senza fanatismi di sorte, col solo intento di far partecipi coloro che, con una esperienza singolare e coinvolgente, sono pronti a mettersi in gioco per gli altri; perché la vera pace, frutto della giustizia ed effetto della carità, non è soltanto dono da ricevere, ma essenzialmente opera da “costruire”, anche perché ciò che affossa il paese non è soltanto il malcontento generale, ma l’apatia che genera indignazione, rabbia e impotenza. Il nostro cruccio di sempre è con quali iniziative e mezzi possiamo provocare, nei nostri concittadini, una scintilla di risentita fierezza municipale, capace di scuotere dal loro secolare torpore le coscienze e le menti sonnacchiose, e renderli, con attenzione nuova, ricca e stimolante, capaci di rompere gli accerchiamenti della manipolazione delle coscienze, educare noi stessi ad assumere come orizzonte della nostra vita il mondo intero, scuotendo le prigionie che ci condizionano. Per concludere ci raccomandiamo ancora una volta ai nostri lettori di sostenere finanziariamente questo giornale anche per il futuro, ci sono spese varie, potremmo pensare con serenità ad ini3 ziative culturali e a eventuali pubblicazioni che interessano la nostra gente e il nostro territorio e soprattutto – crediamo sia onesto e doveroso – sostenere anche finanziariamente, la signora, laureata, che da ben tre anni svolge – gratis et amore Dei – il grosso del lavoro per il giornale, collaborando fattivamente al nostro Centro Studi e all’annessa Biblioteca (che trovate su internet con un aggiornamento mensile). È nostro impegno primario indicare – ai giovani in particolare – che il “testimone” è colui che vive per primo il cammino che propone e per questo sono più che mai necessari autentici testimoni e non meri dispensatori di regole, chiacchiere e informazioni. Le scadenze di pubblicazione del giornale on line resteranno le solite: PasquaFerragosto e Natale. A. Raffaele Salvante Gerardo prof. Melaccio 11.11.1936 - † 01.07.2013 Professore di lettere, integerrimo e stimato da tutti, marito e padre di famiglia affettuoso e premuroso, amico sincero e fidato. CALITRI SPONZFEST IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 di Vinicio Capossela bbiamo chiesto al nostro amico ViA nicio Capossela di raccontarci qualcosa di questo evento, di questo viaggio nel mondo dello sposalizio, che si terrà a Calitri per tre giorni consecutivi il 28-2930 agosto, proprio come l’antica usanza dei festeggiamenti. Dopo il debutto presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma al My festival di Patti Smith e dopo l’esibizione al Concerto del Primo Maggio, il 25 giugno è uscito il CD “Primo ballo” della “Banda della posta”, polke, mazurke, quadriglie, paso doble e fox trot. Un vortice di musiche da ballo per sollevare l’umore e fare girare la testa. È il suo ultimo lavoro e primo da produttore. “Lo sposalizio è stato il corpo e il pane della comunità. Il mattone fondante della comunità. Veniva consumato con il cibo e con la musica. Una specie di eucarestia in cui la nuova coppia veniva ingerita dalla comunità che gli si stringeva intorno avvolgendola di stelle filanti nell’ultimo, infinito ballo dei “ziti” (che così si chiamano tanto gli sposi quanto la pasta). La musica aumentava vorticosamente di ritmo fino ad assorbire la coppia che finiva per girare avvolta come uno spiedo in una girandola colorata di fili di carta. A quel punto era digerita e pronta per generare e rinnovare la comunità. Questa musica che accompagnava il rito era musica umile, da ballo, adatta ad alleggerire le cannazze di maccheroni e a “sponzare” le camicie bianche, che finivano madide e inzuppate, come i cristiani che le indossavano. Un repertorio di mazurke, polke, valzer, passo doppio, tango, tarantella, quadriglia e fox trot, che era in fondo comune nell’Italia degli anni ’50, ’60, e che si è codificato come una specie di classico del genere in un periodo nel quale lo “sposalizio” è stato la principale occasione di musica, incontro e ballo. Poi le tastiere elettroniche hanno preso il sopravvento e gli sposalizi sono diventati matrimoni. L’aria condizionata è entrata in un altro genere di ristorazioni in cui la musica è diventata una specie di dessert più parente del liscio che dell’epoca mitica dei mantici, dei violini e delle farfisa. A Calitri, in alta Irpinia, negli anni in cui è esistita una comunità, che è poi finita frantumata nelle migrazioni che sono state il sangue vivo dello sviluppo, questa comunità si è rinnovata e celebrata in un luogo cardine del paese: la “casa dell’Eca”. Nei racconti della mia infanzia si è trasformata in “casa dell’Eco”. La casa dove nasceva l’eco. Eco della musica, degli schiamazzi, delle burle, delle feste, luogo del pantheon dei personaggi mitici che fanno una comunità in cui si viene ribattezzati e realmente ri-conosciuti, nel soprannome che la comunità stessa impone, in luogo della chiesa. Da qualche decennio la casa dell’Eco tace, e l’unico eco che si spande è quello dei racconti. Se ci si appendessero dentro le fotografie di tutte le coppie sarebbe un sacrario di guerra. Giovani con la divisa nuziale che andavano ad affrontare, sparacchiando, la vita, dopo la sparecchiatu- Roma, Piazza San Pietro 05.05.2013. Raduno della Confraternite. In piedi da sinistra: Antonio Margotta, Pasquale Cestone, Vincenzo Caputo. Davanti: Emanuele Zabatta, Pasquale Margotta, Gerardo Calà e Angelomaria Maffucci. 44 ra dei tavoli della casa dell’Eca. Qualche anno fa, un gruppo di anziani suonatori di quell’epoca aurea non priva di miseria, ha preso l’abitudine di ritrovarsi davanti alla posta nel pomeriggio assolato. Avevano l’aria di vecchi pistoleri in paglietta. A domandargli cosa facessero appostati davanti a quell’ufficio postale, rispondevano che montavano la guardia alla posta, per controllare l’arrivo della pensione. Quando l’assegno arrivava, sollevati tiravano fuori gli strumenti dalle custodie e si facevano una suonata. Il loro repertorio fa alzare i piedi e la polvere e fa mettere a ammollo le camicie sui pantaloni. Ci ricorda cose semplici e durature. Lo eseguono impassibili e solenni, dall’alto del migliaio di sposalizi in cui hanno sgranato i colpi. Hanno nomi da gloria nella polvere: Tottacreta, Matalena, il Cinese, Parrucca. Il più impassibile di loro non aveva nemmeno bisogno di un soprannome, tanto era lapidario il nome originale: Rocco Briuolo. Ora Rocco è andato a suonare “due Paradisi” tra i santi che ha dipinto come fossero suoi compari. Tra santo Canio e santo Liborio. Ora può, come nella vecchia canzone, dire a san Pietro guardando giù, che “il Paradiso nostro è questo qua”. E con ragione, perché la sua umanità, il suo violino e il suo pennello, hanno portato un poco di divino in noi, che l’abbiamo conosciuto. La sua “Banda della Posta” lo accompagna con la filosofia nella quale è vissuto: un lavoro ben fatto, che non si prende mai sul serio. A lui è dedicato questo disco fatto di racconti in musica, cic’ tu cic’ e bottaculo. A quadriglie, a cinquiglie, fino all’incontrè.” CALITRICANTA IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 di Marco Bozza l titolo del presente articolo potrebbe indurre a pensare che vi sia un errore di battitura o grammaticale. Nulla di tutto questo. Bisogna fare un ulteriore sforzo per capire che l’uso del carattere maiuscolo porta la memoria indietro nel tempo, esattamente a quando nel 1981, edito da Radio Irpinia, esce il disco CALITRI CANTA. Sono trascorsi ben trentadue anni e la storia si ripete con il gruppo “La Cunv’rsazion” (Donato Frasca, Canio Metallo, Roberto Capossela, Vito Tateo) che presenta all’attenzione del pubblico calitrano e non solo, il disco dal titolo “CalitRIcanta”. “I magnifici quattro”, nel solco della tradizione canora tramandata dai loro genitori, dai loro nonni e attinta a vario titolo da chi detiene lo scettro del folklore canoro domestico, hanno dato vita ad un nuovo progetto musicale che ha preso le mosse diversi anni or sono. Va precisato come il canto popolare, per secoli, ha segnato il passo ai momenti più in- I cisivi della vita del paese, tanto in occasioni particolari (battesimi, matrimoni), quanto nei semplici ritmi della quotidianità. Non solo, ma fino ai primordi dell’alfabetismo, grazie all’uso di parole semplici e ad una musica piacevole, l’arte canora calitrana ha rappresentato una forma di evoluzione culturale foriera di profonda saggezza. Basti pensare come una semplice serenata cantata sotto il balcone della persona amata, abbia saputo omaggiare la beltà del sentimento umano principe per eccellenza: l’amore. Oggi, invece, l’uso sfrenato della tecnologia, rende altamente impersonali i rapporti tra simili, digitalizzando anche il respiro. Così, di generazione in generazione, un po’ come una staffetta in cui ci si passa il testimone, si rispolvera in musica e in rappresentazioni teatrali grandi cavalli di battaglia: “U nobb’l cavalier”, “U uatton”, “A tav’rnara” e così via. La presentazione del disco avverrà il 18 Agosto, ove “I quattro tenori” si esibiranno durante una serata di piazza. In tale occasione sarà possibile acquistare il cd, e a partire dai giorni successivi, in diversi punti vendita. Per chi non potesse partecipare all’evento ma vorrà essere ugualmente protagonista, potrà acquistare l’intero album o singoli brani su iTunes, successivamente alla data di presentazione. Questo disco nasce con un’idea ben precisa: tramandare alle future generazioni la vitalità emozionale di chi ama il presente, necessita di futuro, ma non può fare a meno del passato. IN RICORDO DEL MISTER GAETANO VERGAZZOLA di Raffaele Tuozzolo d un anno dalla sua scomparsa, la Polisportiva Calitri vuol rendere omaggio alla figura di quest’uomo venuto dal Nord, tracciandone il profilo umano ed il percorso sportivo che negli ambienti calcistici della Campania e del sud in generale era da tutti conosciuto e ribattezzato col pseudonimo di Tano Vergazzola. Come comunemente si dice era un uomo d’altri tempi, tutto di un pezzo, schivo e taciturno da rasentare quasi la timidezza, si faceva capire con poche e semplici parole e che esigeva dai suoi calciatori e dai dirigenti societari il massimo della professionalità. Mai una parola fuori luogo o una critica verso i colleghi di altre squadre, di calciatori, di società sportive ed organi federali; per alcuni aspetti caratteriali e di parlantina associati ad una sottile vena umoristica evocava il A famoso personaggio di Zeman, ma che nell’allestimento tattico delle squadre da lui allenate era agli opposti del modello Zemaniano in quanto cercava molto l’aspetto difensivo e non poteva essere altrimenti semplicemente perchè nella sua carriera di calciatore ricopriva il ruolo di difensore nella mentalità calcistica degli anni 50’-60’. Gaetano Vergassola detto Tano, era nato sulla costa Ligure di La Spezia il 2 settembre 1936, da calciatore ha debuttato a 22 anni nella Sampdoria in una partita contro l’Udinese, vestendo la maglia blucerchiata per tre anni ,ha come compagni di squadra gente che in seguito sarebbe diventata commissari tecnici della nazionale azzurra quali Arzeglio Vicini mondiali 90’ e Sergio Brighenti per l’under 21. Frattanto in quel periodo, si stava mettendo in luce nelle giovanili della squadra ligure, un giovane Marcello Lippi. Dopo tre stagioni a Genova, compie un salto di mille chilometri e scende al sud a Salerno a difendere i colori granata della Sa- 55 lernitana, altri tre anni e risale la penisola e va a concludere la carriera da calciatore indossando un’altra casacca granata quella del Livorno per quattro anni. Dopo dieci anni esatti di attività di calciatore professionista abbandona il calcio giocato, frequenta il corso allenatori e si stabilisce definitivamente a Salerno dove sposa la donna della sua vita, la signora Lidia. La sua carriera da allenatore si svolge tutta nel territorio campano guidando squadre che vanno dalla Cavase, Angri, Sarnese, Solofra, Calitri, Grottaminarda e infine alla Paganese ottenendo numerose vittorie di campionati memorabili con due successi consecutivi negli anni 90’-91’ e 91’-92’ con la Polisportiva Calitri. L’uomo nato e vissuto in città di mare che amava la montagna tanto da costruirsi casa sull’altipiano Laceno, dove spesso si rifugiava per ritemprarsi dagli impegni sportivi. Con affetto, stima e gratitudine La Polisportiva Calitri I PRIMI 7 CALITRANI EMIGRANTI A REMSCHEID IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 di Klaus Koschmieder l 20 dicembre dell’anno 1955 entrò in vi- I gore il primo accordo di reclutamento del- la manodopera tra la Germania e l’Italia. Era stato un atto coraggioso e lungimirante quello che il permanente fumatore di sigaro, padre del miracolo economico tedesco (Ludwig Erhard), aveva negoziato con il Ministro degli Affari Esteri Italiano Gaetano Martino, ossia la possibilità per centinaia di migliaia di italiani di lavorare in Germania nella BRD. Prima a Verona e poi a Napoli fu insediata una commissione tedesca, dove i calitrani vennero visitati sulla loro idoneità. Tra l’altro essi ricevettero un contratto di lavoro. E così arrivarono i primi 7 calitrani in Germania, nella Regione (Land NRW - Nord-Reno Vestfalia), a Remscheid città industriale. Il mese di settembre 1960 fu per questi 7 Calitrani un triste ed anche un bel giorno. Un triste giorno perché essi dovettero lasciare mogli, figli, fratelli, sorelle, parenti, amici e la loro bella Calitri. Un bel giorno perché sapevano che in Germania c’era lavoro e potevano guadagnare i soldi per mantenere le famiglie, farsi una proprietà e crearsi un’esistenza. Per questo le loro famiglie rimasero dapprima a Calitri. Un monumento al centro di Calitri ricorda ancora oggi i primi emigranti. Davanti a loro c’era un lungo e lontano viaggio: dalla stazione di Calitri fino alla stazione centrale di Colonia e di lì si proseguiva per Solingen ed infine per Remscheid stazione centrale. All’arrivo i 7 Calitrani furono cordialmente ricevuti dal primo sindaco della città, dalla Caritas, dal missionario italiano Padre Manbrito, come pure dalla direzione della (VBW) Vereinigte-Beckersche Werkzeugfabriken sig. Becker e sig. Ibach. Essi furono accompagnati negli alloggi della VBW. Dopo la pausa di pranzo ci fu un incontro con la ditta e vennero assegnati ai singoli reparti dove avrebbero lavorato il giorno dopo. Il lavoro iniziava alle 06.30 e terminava nel pomeriggio verso le ore 16.00. In questa fabbrica i calitrani potevano lavorare, a loro scelta, 8-9 oppure 10 ore. Anche il sabato in alcuni reparti si poteva lavorare mezza giornata, fino alle 12.00. La busta paga veniva consegnata ogni venerdì, mentre il resoconto veniva dato il 10 del mese successivo. Durante il periodo delle ferie, tra luglio ed agosto, le Ferrovie Tedesche organizzavano treni speciali che arrivavano fino al profondo Sud dell’Italia, in modo che gli emigrati non dovevano più cambiare treno. Remscheid, Germania, settembre 1960. Da sinistra: Maffucci Gaetano (t’mbrin’), Galgano Giuseppe (mbaccator’), Vittorio Cirminiello (vaccar’), Gervasi Giovanni (cap’zappa), Galgano Donato (mbaccator’), Codella Pasquale (curella) e Cerreta Antonio (ricca recca). Il viaggio fino a casa durava fino a 24 ore. Questi calitrani si erano nel frattempo integrati molto bene, come concittadini, nella società tedesca e così, dopo ca. 3-5 anni, portarono a Remscheid nella Langestrasse le mogli, i figli, i parenti. Essi non volevano più vivere una vita smembrata. Per tale motivo la ditta (VBW) si preoccupò di mettere a disposizione delle famiglie alcune abitazioni aziendali. Queste 3 lettere (VBW) hanno ancora oggi per i calitrani un grosso significato e talvolta con i pensieri essi sono presso la (VBW), dove hanno trascorso la loro vita e dove hanno guadagnato i loro soldi. Nella Langestrasse abitarono più di 20 famiglie calitrane, che nel fine settimana si scambiavano le visite. Ancora oggi abitano a Remscheid 3 famiglie calitrane. In caso di difficoltà a farsi capire in tedesco i calitrani venivano assistiti nella VBW o nei rapporti con le autorità tedesche da un interprete calitrano Michele Armiento. Come unico calitrano dei primi 7 del 1960, solamente mio suocero Codella Pasquale ha festeggiato nel 1985 il venticinquesimo giubileo di appartenenza alla ditta (VBW). Tutti i Calitrani, proprio tutti, donne o uomini, erano tenuti in molta stima nella VBW e considerati molto diligenti. Per questa loro operosità i calitrani vennero premiati dalla VBW: invece delle 3 settimane di ferie spettanti, i dirigenti della ditta concessero loro 4 o 5 settimane. Poiché i calitrani erano dell’idea di far ritorno in Patria, investivano il risparmio nell’acquisto di una casa o di un appartamento. I calitrani, madri e padri, che a Remscheid avevano lavorato con impegno, talvolta fino a 10 ore al giorno, sono ora soli nella loro proprietà, in quanto la gio- 6 ventù non ha trovato a Calitri possibilità di costruirsi un’esistenza ed è emigrata. Signor Sindaco del comune di Calitri io ho una richiesta da farle: “Non dimenticate che la Calitri di oggi è stata costruita anche dagli emigranti e per questo non dimenticate neanche i loro figli: fate qualcosa per la vostra città”. L’odierna situazione a Calitri, è che i giovani, i ragazzi, gli amici, i parenti se ne vanno da Calitri. Fino ad oggi a Calitri non è cambiato niente, nessuna reazione. A causa dei pesanti lavori svolti all’estero, molti calitrani hanno bisogno di assistenza medica, di cure e di disponibilità di medicinali. Il sistema sanitario a Calitri e dintorni è obsoleto e non è in grado di soddisfare le esigenze. Poiché nella maggior parte dei casi i figli e le figlie sono emigrate nel Nord Italia o all’estero, si è riprodotta una nuova generazione di pendolari. Durante la primavera e l’estate i genitori ritornano a Calitri per effettuare lavori nella campagna che avevano acquistato. Durante l’inverno si trasferiscono presso i figli e lì provvedono a farsi anche curare. Gli emigrati calitrani con il loro lavoro all’estero hanno cambiato anche Calitri, in quanto hanno dato “pane e lavoro” a quelli che erano rimasti: artigiani, muratori, installatori, elettricisti ecc. Pensate agli emigrati calitrani, anche a quelli che sono morti. In base all’Ufficio Statistico tedesco vivono oggi in Germania circa 550.000 italiani della terza e quarta generazione, che hanno realizzato la loro vita in Germania. I lavoratori stranieri, e questo è un dato incontestabile, hanno dato un contributo decisivo al miracolo economico in Europa. LA RADIO DI CALITRI: RADIO IRPINIA IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 di Eduardo Ferri enivano definite “Radio libere” quel- Vle esperienze radiofoniche che anima- rono, sul piano musicale e culturale, gli anni ’70. “Libera”, secondo alcuni, era un termine improprio per una radio in quanto dava ad intendere che c’erano radio “non libere” ed erano soprattutto gli operatori delle radio ufficiali ad eccepire in tal senso per cui si parlò, più correttamente, di “Radio private”. L’idea di far nascere una Radio a Calitri venne a un gruppo di giovani nel 1976. Dovemmo vincere qualche perplessità e non poche diffidenze tra noi con ripetuti incontri che servirono come partenza per definire gli obiettivi e l’organizzazione per quell’impresa che, da subito, entusiasmò tutti. Eravamo, in realtà, un nutrito gruppo di persone che venivano da una esperienza religioso-culturale che si era consolidata nell’Azione Cattolica e a cui si erano aggiunte altre persone, più laiche e di diversa estrazione, con cui, tuttavia, riuscimmo ben presto ad integrarci. Eravamo ben consapevoli che creare a Calitri un’emittente alternativa, chiamata Radio Irpinia, non era un gioco. Era fondamentale organizzare una seria programmazione che unisse la musica alla cultura, allo sport, alla politica locale, alle tradizioni… che si legasse, cioè, profondamente alla realtà della nostra comunità. Rapidamente capimmo che era necessario avere contatti e coinvolgere anche persone dei paesi vicini, soprattutto là dove giungeva la voce di Radio Irpinia. Il gruppo dei tecnici – capitanato dal compianto Mario Rauso, con Franco Rinaldi, Nardino Cestone e il giovanissimo Vito Cerreta che non ci stancheremo mai di rimpiangere e di tesserne le lodi per la sua disponibilità, competenza e intelligenza – fu presto al lavoro e così Radio Irpinia cominciò, timidamente, a far sentire, per due ore al giorno, la sua voce. Fu una delle prime emittenti “libere” della Campania. Avevamo fittato una casetta, un monolocale, alla punta del Castello dove si dominavano, a 360 gradi, le valli e le alture che circondano Calitri e da dove svettava l’antenna del ripetitore che faceva giungere la nostra Radio sino in Puglia e in Basilicata. L’iniziativa riscosse subito un notevole successo: molti giovanissimi, ma anche Festa popolare di Radio Irpinia, 1979. La corsa con le rane: la rana, trasportata con la carriola, se salta fuori va rimessa dentro. persone adulte si appassionarono e si resero disponibili a collaborare. Radio Irpinia era una radio povera che si faceva forte della ricchezza d’inventiva e genialità dei suoi giovani collaboratori. Nascevano così programmi musicali come Canzoni, richieste e dediche, condotto dalla voce suadente di Giovanni Rinaldi e della sua combriccola che si occupava anche di sport, ma anche programmi culturali e di attualità come Sfogliando i giornali, una rassegna stampa dei quotidiani locali e nazionali, e la riflessione sulle letture della Messa domenicale, in linea con il Concilio, a cura di don Antonio Tenore. Ampio spazio era riservato ai Notiziari, ai Dibattiti su argomenti di attualità e su problematiche locali con ospiti in studio, in diretta, a cui potevano partecipare, telefonando, anche gli ascoltatori. Il costo iniziale (trasmettitore, giradischi, microfoni, antenna) non superò le 800 mila lire. Eravamo in quindici a dividerci le spese. Nei mesi successivi, tirammo avanti con la pubblicità. Con le nuove entrate, nel 1977, comprammo un nuovo trasmettitore, più potente e installammo il ripetitore a Granito, la montagna più alta della zona, nel comune di Pescopagano, su un traliccio che è rimasto là, abbandonato, anche dopo che Radio Irpinia cessò le trasmissioni. Spostammo anche 7 la sede: dal Castello andammo in Piazza della Repubblica, nella casa di Gabriele Acocella, già rinomato negozio di stoffe. Nella nuova sede, Radio Irpinia incrementò le trasmissioni arrivando a otto ore al giorno: a piano terra c’era la redazione e si svolgevano le riunioni, mentre al piano superiore c’era la stanza da cui si trasmetteva con le relative apparecchiature e a cui si accedeva con una vecchia scala a chiocciola. Il numero dei collaboratori era progressivamente aumentato e, nel corso della settimana, si alternavano più di trenta giovani ai microfoni e alla parte tecnica. I tempi per regolarizzare giuridicamente l’iniziativa della Radio e le iniziative ad essa correlate erano, dunque, maturi per cui, il 22 settembre 1977, in nove ci recammo ad Aquilonia per costituire, davanti al notaio Pasquale Scarano, l’Associazione denominata “Centro culturale e ricreativo d’impegno sociale di Calitri”. L’Associazione aveva sede in Calitri, in Piazza della Repubblica, 14, e, come recita l’art. 1 dello Statuto, “non ispira la sua azione ad alcuna ideologia partitica né persegue finalità di lucro”. I soci fondatori erano: Rinaldi Franco, Tenore Antonio, Di Maio Vincenzo, Cestone Leonardo, Rauso Mario, Fastiggi Vito, Maffucci Giuseppe, Ferri Eduardo, Ma- IL CALITRANO langa Mario, Del Cogliano Berardino, Martiniello Vito, De Nicola Canio, Metallo Vincenzo, Ricciardi Michele. Gli scopi e le finalità del Centro vengono definiti nell’art. 2 dello Statuto: • contribuire alla elevazione culturale, morale e sociale di quanti aspirano a migliorare la loro presenza nella società; • favorire l’incontro, il dialogo, il confronto tra coloro che credono in un sano, civile e democratico sviluppo delle relazioni sociali; • promuovere e stimolare con opportune iniziative lo studio, la ricerca e la soluzione dei problemi più urgenti della società in genere e della comunità locale in particolare. Per raggiungere questi scopi, il Centro organizza, promuove e gestisce le attività elencate all’art. 3: • dibattiti, conferenze, convegni di studio; • un’emittente libera “RADIO IRPINIA”, a diffusione locale, che modula a 102,8 MHz in FM con sede in Piazza della Repubblica, 14 - CALITRI e relativa attività editoriale; • un giornale periodico dal titolo “POLITICA NUOVA” ed eventuale attività editoriale; • attività ricreativo-sportive per un razionale impiego del tempo libero e per creare occasioni socializzanti. Come da Statuto, venne costituito il primo Consiglio direttivo del Centro che sarebbe rimasto in carica fino al 31 dicembre 1978: Rauso Mario, Presidente; Tenore Antonio, Vice Presidente per attività culturali-sociali; Rinaldi Francesco, Vice Presidente per attività ricreativo-organizzative e tecniche; Maffucci Giuseppe, Segretario; Cestone Leonardo Antonio, Cassiere Amministratore; Fastiggi Vito, Responsabile Sezione ricreativosportiva; Ferri Eduardo, Direttore “Radio Irpinia”; Di Maio Vincenzo, Direttore del periodico “Politica Nuova”; Russo Giuseppe, Addetto stampa e propaganda. Tra le tante attività che fiorirono intorno a Radio Irpinia, vorrei menzionarne almeno due che ancora oggi rimangono nel cuore di tanti che, in quel tempo, si sono lasciati coinvolgere: le “Feste popolari di Radio Irpinia” e l’iniziativa del disco LP “Calitri canta”, oltre alla pubblicazione del periodico “Politica Nuova”. Su vinile, 33 giri, e su cassetta furono incisi alcuni canti della tradizione calitrana col titolo “Calitri canta”. L’intento era quello di salvare non la semplice tradizione, ma la cultura nei suoi vari aspetti, di cui i canti costituiscono una delle massime espressioni. Sull’argomento ci sarebbe da parlare tanto, ma credo che questo non sia il momento. Come pure, voglio solo fare un accenno alle “Feste popolari” che nel N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 Milano, 06.05.1984. Festa di Maurizio Di Milia. Da sinistra ultima fila: Vincenzo Basile, Giuseppe Di Cairano, Carlo Zaza, Daniele Zaza, Graziella Zaza, Umberto Zaza,Teresa Rabasca, Angela Di Maio,Vito Di Milia, Domenica Grasso, Lilly Di Cairano. Prima fila da sinistra: Giuseppe Di Milia, Bartolomeo De Nora, Michele Di Cairano, Romeo Di Milia, Concetta Di Milia, Maurizio Di Milia,Teodora Di Milia, Filomena Di Milia,Teresa Di Maio, Angela Rabasca. 1978, 1979 e 1980 animarono il paese coinvolgendo centinaia di persone. Fummo antesignani di una nuova modalità di “festa” che, oggi, rimane ancora viva soprattutto tra le nuove generazioni. Il terremoto del 1980 interruppe inesorabilmente l’esperienza di Radio Irpinia, così come bloccò e cambiò tante altre cose che sarebbe interessante valutare sul piano psico-sociologico. La sede della Radio, che nel frattempo si era spostata da Piazza della Repubblica a Via de Sanctis (Strada r’ pier), fu gravemente colpita dal terribile sisma. Riuscimmo a recuperare alcune apparecchiature col coraggio di alcuni di noi e l’aiuto dei Vigili del Fuoco, altre vennero distrutte, ma Radio Irpinia riuscì, comunque, a risorgere e riprese a far sentire la sua voce trasmettendo, per qualche mese da un locale in via Sotto Macello e poi da un container posizionato nel Parco Berrilli nei pressi del Cimitero. La ripresa durò poco, perché mancò la forza e l’entusiasmo per continuare da parte di tutti noi e così spegnemmo definitivamente la nostra radio. NOTIZIE DA ROMA Calitrani che si distinguono I l giorno 8 dicembre 2012 il Santuario di Pompei era gremito di fedeli per il ritorno del quadro che raffigura la Madonna del Santo Rosario. Il quadro era assente da due mesi per subire un minuzioso restauro che potesse restituire al dipinto la sua originaria bellezza. Ad accogliere l’Immagine della Veneratissima Madonna erano presenti le massime autorità religiose tra le quali l’arcivescovo emerito di Pompei Monsignor CARLO LIBERATI promotore del restauro della preziosissima tela. Il presule, visibilmente commosso rivolgeva “Vivissima gratitudine” al Direttore dei Musei Vaticani Prof. Antonio Paolucci ed alla Direttrice del laboratorio di restauro sezione dipinti Maria Ludmila Pstka ed alla: “FINE E DELICATA RESTAURATRICE ANGELA CERRETA COSÌ SOLERTE E RESPONSABILE DEL RESTAURO”. Per la nostra Angela, presente alla cerimonia nello staff del Vaticano in compagnia della madre Rosellina Zampaglione giungeva un lusinghiero apprezzamento, un importante riconoscimento alla sua bravura. Papà Canio (bigliardiere) e mamma Rosellina saranno stati sicuramente felici ma anche noi siamo un po’ orgogliosi del successo di Angela e le auguriamo di conseguire traguardi sempre più importanti e significativi. 8 IL 29 SETTEMBRE 1943 N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 di Michelangelo De Rosa Calitri da sempre veniva festeggiato A l’Arcangelo SAN MICHELE in due volte all’anno con una Processione di credenti che dopo la celebrazione della Santa Messa attraversava le vie principali dell’abitato con la statua del Santo portata in Processione con il Clero disponibile in testa e le donne ed i bambini che seguivano, oranti, lungo tutto il percorso. Tali cerimonie si effettuavano l’otto maggio ed il ventinove settembre, ma nel periodo della Seconda Guerra Mondiale tutte le Processioni vennero sospese per evitare assembramenti pericolosi in caso di incursioni da parte dell’aviazione nemica. La giornata del 29 settembre 1943 quindi iniziò sotto altri auspici con l’arrivo in paese di alcune camionette americane giacché i Tedeschi da qualche giorno si erano ritirati, avendo nel contempo fatto saltare alcuni ponti e manufatti con lo scopo di rendere più ardua la via al nemico, avanzante, per cui in quel giorno San Michele fu forse dimenticato dalla popolazione che si apprestò a rendere omaggio agli Americani liberatori. Non intendo ora tediare i lettori con il racconto dettagliato degli avvenimenti di quei giorni terribili, avendone ampiamente io stesso già scritto nella Storia dei “De Rosa”, stampata il 14 febbraio 1967, mentre tutti i fatti sono stati riportati con certosina fedeltà nella voluminosa “Cronaca di un evento”, scritta da Antonio MAFFUCCI (edizioni “DELTA” in Grottaminarda nell’aprile 2009), in cui sono stati successivamente raccontati i fatti ed i comportamenti riguardanti gli assalitori e gli aggrediti secondo le testimonianze che portarono ai relativi provvedimenti adottati dal Tribunale di Napoli. Tutti i giornali e periodici di quegli anni che riportavano le notizie inerenti sono a loro volta elencati nel suddetto volume, come anche articoli redatti da semplici cittadini, che vollero far conoscere i loro punti di vista in proposito. Pertanto ometto volutamente di enumerare fatti e persone, ampiamente raccontati dal Maffucci che ha documentato con pedante esattezza i misfatti, le minacce, le aggressioni, i ferimenti, gli assassinii, le malversazioni, le appropriazioni di beni, nonché la pretesa di distribuzione gratuita di merce varia da parte di molti negozianti che avrebbero speculato in precedenza sull’accaparramento e la borsa nera. Con l’arrivo di uno sparuto drappello di militari Italiani, inviati dagli Americani per restaurare l’ordine e la legge, furono effettuati molti arresti che sfociarono a vari Processi, fino alla sentenza del 23/4/1952 e relativi vari appelli, con cui si arrivò al pronunciamento definitivo della Suprema Corte di Cassazione nell’anno 1954, quando parecchi protagonisti di ambo le parti erano ormai deceduti. Quest’anno si compie il settantesimo anniversario dei luttuosi avvenimenti di cui ho voluto ricordare e mi è d’uopo constatare che oggi io sono il solo superstite ancora in vita dei tanti che furono vittime di quegli efferati delitti. Auspico che in futuro la data del 29 settembre possa restare sempre e soltanto la Festa di San Michele, mentre il ricordo di quanto accaduto in quell’anno di guerra possa servire come monito per le generazioni future affinché esse riescano a vivere in maniera pacifica e secondo i dettami della nostra Santa Chiesa. L’8 giugno si è tenuta a Calitri, nei locali dell’ECA con una larga partecipazione di cittadini, la presentazione del libro “Senza fiato” di Giovanni Acocella. Sono intervenuti Michele Cicoira, Pietro Cerreta, Raffaele Salvante, Vincenzo Galgano, Giuseppe Di Guglielmo. 9 IL CALITRANO Pubblica benemerenza Il 19 dicembre 2012 presso la sala convegni della prestigiosa casa vinicola “I Feudi di San Gregorio”, in Sorbo Serpico (AV), organizzata dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Avellino, si è svolta la cerimonia di consegna delle benemerenze concesse ad ingegneri dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile, a testimonianza dell’opera e dell’impegno prestati in attività connesse ad eventi della Protezione Civile. Al Dott. Ing. Vincenzo Luongo di Calitri è stato concesso l’Attestato di Pubblica Benemerenza con medaglia di bronzo ed insegne per aver guidato in assoluto la prima squadra di ingegneri, volontari e non retribuiti, partita dalla provincia di Avellino verso la città de L’Aquila in occasione del sisma dell’aprile 2009. La squadra, formata da tre ingegneri, ha agito sotto l’egida del Consiglio Nazionale Ingegneri per l’accertamento del danno e la messa in sicurezza degli edifici, nel mese di maggio 2009 esattamente ad un mese dal sisma. Essa ha operato nella città de L’Aquila per un brevissimo periodo, assegnata poi al centro di comando della Protezione Civile di Sulmona ha svolto la campagna di accertamenti e messa in sicurezza nel comune di Castelvecchio Subequo, meritando testimonianze di affetto e gratitudine da parte della popolazione e dell’Amministrazione Comunale. ORGOGLIO E DIGNITÀ IL CALITRANO di Antonio Rubino ascemmo Calitrani, fummo emigranti, diventammo meridionali. Italiani? Forse non N lo siamo mai stati. Eppure, siamo cresciuti nel mito del risorgimento. Nell’esaltazione dell’unità d’Italia come inizio di una nuova era portatrice di progresso ed emancipazione per le masse contadine e analfabete. Principio di fratellanza e solidarietà tra i numerosi popoli che abitavano la penisola. Per la nuova Patria, abbiamo combattuto, abbiamo sofferto fame e freddo, siamo stati feriti, mutilati ed infine siamo morti. Ci siamo illusi che ciò bastasse per rendere la nostra stirpe, Cittadini “CIVlS” Italiani, con i doveri ma anche con i diritti che tale titolo implica. No, purtroppo non è bastato. Non è bastato aver taciuto, occultato, dissimulato per oltre 150 anni la vera storia della conquista ed occupazione del Sud da parte dei soldati Piemontesi. Non è bastato averci massacrati, derubati, deportati e rinchiusi. Eravamo briganti, siamo diventati parassiti senza esser stati mai cittadini. Ci hanno considerato una genia di rozzi e miserabili selvaggi che vivevano sottomessi a nobili e feudatari. Ci hanno imposto il mito del Nord civile ed evoluto che ci ha liberato dal giogo millenario dei massari tirapiedi di baroni e signorotti locali. Ogni popolo, ogni uomo vale per quello che è stato e per quello che ha fatto. Nei secoli noi meridionali, come del resto tutta l’Italia, abbiamo subito invasioni e sottomissioni da innumerevoli eserciti stranieri. Abbiamo sempre versato l’obolo ai padroni che si sono succeduti nei secoli, ma siamo sempre stati capaci di sostentarci con le nostre forze, con i prodotti della nostra terra e dei nostri artigiani. Non eravamo e non siamo, per genia, inferiori a nessuno. Anche se molti continuano a sostenerlo indicando il Sud parassita come unico colpevole della crisi economica e dell’endemica subalternità dell’Italia alle altre nazioni europee. Eppure siamo stati noi. Siamo noi, ad aver rimosso radicalmente e completamente gli avvenimenti dell’occupazione del Sud. Siamo noi, ad aver dimenticato la nostra storia. Siamo noi, ad aver scelto a chi affidare il nostro futuro e le nostre speranze. Siamo noi, ad aver accettato con pacata rassegnazione il degrado delle nostre terre. Siamo noi, a credere che bastasse costruire tre capannoni e una strada che si arrampica sul costone della collina per creare sviluppo. Siamo noi, che abbiamo accettato supinamente minimi contributi e personalissimi sussidi. Siamo noi a sentirci subalterni al grande, evoluto e industrializzato Nord. Siamo noi, che dopo aver studiato, viaggiato e lavorato in tutto il mondo, non siamo stati capaci di cambiare le consuetudini radicate nella serena rassegnazione. Siamo noi ad esserci seduti aspettando che qualcuno ci indicasse la strada. Si, di colpe ne abbiamo. Ne abbiamo come meridionali e come Italiani. Ci facciamo guidare da politici inadeguati, contamina- ti da principi che salvaguardano unicamente i grandi gruppi industriali e bancari. Alla Germania, per risolvere la questione dell’unificazione, sono bastati quindici anni. Per noi, dopo 150 anni, continuiamo a sentire politici che “pongono la questione meridionale sul tavolo delle trattative”. Ci parlano di globalizzazione, di mercati inquinati da finanzieri senza scrupoli, dalla libera circolazione delle merci e della libera concorrenza del lavoro. Poi però, siglano accordi commerciali con gli altri stati privilegiando unicamente le grandi industrie, quasi sempre, del Nord. Poi ci accorgiamo che importiamo grano dall’Australia, frutta dal sud America, concentrato di pomodoro dalla Cina e perfino noci dalla California. Ci dicono che il mercato globale e le multinazionali vanno a comprare i prodotti dove costano meno. Evitano accuratamente di spiegarci come un quintale di grano, di noci o di pere prodotte dall’altra parte del mondo e trasportati in Italia, possa costare meno che l’equivalente prodotto in Italia. Nel frattempo assistiamo rassegnati al degrado delle nostre terre, al costante abbandono di terreni e colture che da sempre sono state le nostre uniche fonti di reddito. Fertili appezzamenti abbandonati nell’indifferenza e regalati a branchi di cinghiali che completano l’opera di distruzione delle ultime tipiche colture che qualche anziano ancora si ostina a conservare. È da poco trascorso l’anniversario del terremoto 1980. Sono passati trentadue anni. Per noi Calitrani non più residenti, ritrovare il “nostro” paese cui ci lega un intimo e profondo affetto, immobile anno dopo anno ancora con le piaghe e le ferite non curate è una sofferenza costante. Per anni, in particolar modo dopo il terremoto, quale rimedio per lo sviluppo dell’alta Irpinia, si è teorizzato, progettato e finanziato una fitti- N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 zia industrializzazione. Sono stati erogati finanziamenti a imprenditori spregiudicati e faccendieri ammanicati, senza verificare se i progetti fossero effettivamente realizzati. Si continua ad accusare la malavita organizzata che soffoca la libera imprenditoria meridionale. In tutto questo, i nostri politici, sono stati completamente assenti, non chiarendo mai fino in fondo le scelte fatte sulla pelle dei cittadini. Eppure, sono loro i professionisti della politica. Sempre gli stessi, insostituibili e immutabili come le stagioni. Intanto assistiamo ad un impoverimento demografico, economico e culturale senza precedenti delle nostre terre. Stiamo vivendo un periodo di profonda crisi sia economica sia culturale. Professori, ricercatori e tuttologi indicano cause e soluzioni comprensibili e spesso inconciliabili. Mercati globali, consumi stagnanti, fondi comuni di investimento, debiti primari ecc. ecc. parole inutili. Termini creati da finanzieri spregiudicati solo per coprire saccheggi legalizzati. Se, e quando ne usciremo, probabilmente torneremo a dare la giusta importanza alle cose concrete. Non più profitti virtuali, ma guadagni concreti prodotti dal lavoro. È tempo di pretendere attenzione e rispetto da parte dei nostri rappresentanti locali e nazionali. È tempo di esigere provvedimenti legislativi che garantiscano attenzione e tutela alle specifiche realtà economiche esistenti sul nostro territorio. È diventato imperativo salvaguardare, valorizzare e favorire le eccellenze, ancora presenti sul territorio dell’alta Irpinia. Territorio che sappiamo, non adatto a produzioni a carattere industriale, ma certamente, con adeguate tutele e mirati investimenti, si può e si deve puntare sulla qualità e tipicità dei prodotti. Se non si riparte valorizzando secoli di conoscenza e di esperienza, allora assisteremo al costante degrado e abbandono di tutti quei territori che non sono in grado di assicurare grandi utili alle multinazionali. Abbandono, degrado e desolazione portano al costante deperimento dei territori, alla riduzione demografica e al crollo costante ed inarrestabile del valore complessivo del territorio, che diventerà terra di facile conquista per speculatori e faccendieri. Calitri, 05.05.2013 Prima Giornata dell’Agricoltura. Mario Capossela (nzaccand’), Valeria Capossela, Canio Codella. Davanti Giuseppe Codella (curella dif ’sette) e la piccola Marianna Strazza. 10 “UN PAESE CI VUOLE …” IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 Associazione Il Chicco di Grano i è tenuto il giorno 27 aprile 2013 alle ore S10,30, presso l’auditorium del Liceo Scientifico “A.M. Maffucci” di Calitri, per l’occasione affollato di cittadini, docenti e studenti, il Convegno in memoria di Angelo Di Milia, agronomo deceduto a Calitri il 9 ottobre 2012, dal titolo: “La passione per il territorio e il coraggio per l’innovazione”, organizzato dalla Associazione Il Chicco di Grano d’intesa con l’Istituto Maffucci, nell’ambito della presentazione delle borse di studio rivolte agli studenti dei tre indirizzi di scuola che per quest’anno dovranno cimentarsi sul tema: “Un paese ci vuole, non fosse per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.” (Cesare Pavese - La luna e i falò). Il dirigente scolastico Prof. Gerardo Vespucci ha fatto gli onori di casa introducendo il convegno e presentando i relatori, ha sottolineato l’importanza della conoscenza come arma del successo. Sono intervenuti: • il Dott. VITANTONIO RUBINO (Presidente dell’Ass. Il Chicco di grano in memoria di Angelo Di Milia) che si è soffermato brevemente sulla presentazione dell’Associazione e delle sue finalità; • il Prof. LUIGI RAMUNNO - Ordinario dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha introdotto la figura del compianto Angelo Di Milia sotto il punto di vista umano; • il Prof. ANTONIO DI FRANCIA - Associato dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che invece ne ha illustrato il profilo tecnico-professionale e la voglia continua di innovazione di Angelo sin dai tempi dell’Università; • il Dott. DOMENICO CECERE - Funzionario SOGEI Società di Information & Communication Technology del Ministero dell’Economia e delle Finanze; • il Dott. ANGELO CIARDIELLO - Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Dipartimento delle Politiche Europee ed Internazionali e dello Sviluppo Rurale. • L’Ing. GIUSEPPE DEL RE, compagno di banco ai tempi del liceo, ha illustrato il valore della scelta di Angelo Di Milia di tornare nella nostra terra abbandonando un lavoro e una carriera che lo vedeva proiettato in un’altra Regione d’Italia. Sottolineando che Lilino al liceo era stato uno studente pieno di curiosità scientifiche con la voglia di approfondire ogni argomento; • Importante è stata anche la testimonianza di un agricoltore di Calitri, Peppino Galgano che ha messo in evidenza la genuinità del pensiero e dei rapporti umani e la lungimiranza delle azioni professionali che lo rendevano capace di comunicare con tutti, dagli agricoltori ai docenti universitari ai vertici Istituzionali. Il convegno si è svolto tra la massima attenzione degli studenti ed alla presenza della moglie Rosa Ricciardi e del fratello dott. Giuseppe Di Milia oltre che altri familiari ed amici. Non sono mancati momenti di intensa commozione quando gli intervenuti hanno ripercorso le tappe formative di Angelo Di Milia ai tempi dell’Università illustrandone la dedizione e l’amore per lo studio, ma soprattutto quando ognuno ha messo in risalto il profilo umano dell’amico “Lilino” con il quale erano legati ormai da una frequentazione trentennale. Tutti hanno sottolineato l’amore di Angelo per la propria terra che aveva lasciato per gli studi universitari e per i cinque anni di lavoro presso la Regione Lazio. Però, per la sua grande voglia di cambiare, innovare, promuovere il proprio territorio aveva fatto di tutto per tornare a Calitri lavorando prima alla Comunità Montana “Alta Irpinia” e poi presso la Regione Campania, Ispettorato Agrario di Calitri. Il suo lavoro era costantemente rivolto al mondo dell’agricoltura con l’obbiettivo fisso di coniugare tradizione ed innovazione consapevole che solo un’agricoltura moderna può contribuire a risollevare questi territori. Era convinto che la trasformazione diretta e la commercializzazione dei prodotti agricoli svolte con professionalità possono costituire un’importante occasione di lavoro per tanti giovani che altrimenti sono costretti a cercare altrove un’occupazione. Metteva in pratica questi concetti lavorando fianco a fianco con gli operatori del settore, 11 con le Istituzioni e il mondo della ricerca. Aveva messo in pratica quello che proponeva realizzando un laboratorio di pasta alimentare ricca di alimenti funzionali perché voleva concretamente dimostrare che il cibo non serve solo a nutrirsi ma anche a curarsi. Ed è proprio questo il messaggio che si è voluto lanciare ai giovani: “Credete in voi stessi, apprezzate le vostre capacità, siate consapevoli che da soli potete costruire il vostro futuro”. Il ricordo di Angelo è proseguito nell’ambito Giornata dell’Agricoltura, organizzata il 05 maggio u.s., dagli agricoltori del luogo. Particolarmente toccante è stato il video dal titolo “Il suono della Domenica” che ha ripercorso l’impegno di LILINO per un’agricoltura moderna fatta di prodotti genuini perché come lui soleva dire: “nutrirsi è meglio che curarsi”, attesa la stretta correlazione tra alimentazione e benessere. Ha introdotto i lavori il Sindaco Antonio Rubinetti seguito dal prof. Coppola Raffaele, commissario della Provincia di Avellino, dott. Marco De Matteis della “De Matteis Agroalimentare”, dott. Alfonso Tartaglia direttore STAPA-CEPICA Avellino e dott. Vitantonio Rubino Presidente della fondazione Onlus in memoria di Angelo Di Milia “il chicco di grano” Erano presenti i familiari e tantissimi amici che guardando il video hanno rivissuto commossi l’impegno di una persona che con la sua giovialità e la sua professionalità aveva conquistato tutti, colleghi o semplici conoscenti. Le parole dei relatori hanno ricordato quello che è stato il lavoro di Angelo che nel rispetto dei ruoli e delle Istituzioni si era fortemente impegnato per promuovere i prodotti dell’agricoltura di questo territorio. Il lavoro svolto, come unanimemente riconosciuto, va al di là di questa provincia e sicuramente costituirà la base di nuove ricerche che arricchiranno la conoscenza della correlazione tra cibo e salute. Lunedì 10 giugno i bambini dell’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia e della 1 della Scuola Primaria insieme ai nonni e agli insegnanti hanno realizzato una rappresentazione teatrale nel piazzale dell’Istituto comprensivo. CONCLUSA LA TRILOGIA ECONOMICO-GIURIDICA DEL I.T.C. “A.M. MAFFUCCI” DI CALITRI IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 di Franco Acquaviva ol progetto “Riforma del lavoro e merC cato occupazionale” e con la conferenza, tenutasi nell’ultima decade del me- se di maggio, nell’auditorium dell’Istituto Tecnico Commerciale “ A.M. Maffucci”, alla presenza del Segretario Regionale della FIOM Campania, Andrea Amendola, è giunta al punto d’arrivo la trilogia economico-giuridica, fortemente auspicata e caldeggiata a suo tempo dal Dirigente Scolastico, Gerardo Vespucci, e concepita e curata dai docenti, Franco Acquaviva e Virginia Di Trolio. Nell’anno scolastico ormai terminato, gli alunni delle classi terza e quarta, sezione A e sezione B, dell’Istituto Tecnico Economico, seguiti e coadiuvati, oltre che dai succitati insegnanti, dalla professoressa Filomena Di Leo, hanno illustrato in sintesi la vigente normativa, che regola l’accesso al mondo del lavoro, ai più conosciuta come “legge Fornero”. L’allievo Vito Guerra e le sue compagne di corso, Carla Fede, Valentina Miele, Fabiana Mastrogiacomo, Rossella Guglielmo, Ilenia Ragionato, Tonia De Vito, Rosanna Iannella, Francesca Rinaldi, Antonella Gallucci e Samantha Iannece, si sono alternati, in qualità di relatori, nella presentazione della materia, individuando anche i modelli che hanno ispirato la riforma, primo fra tutti il principio integrato della “flessicurezza”. L’argomento, nel suo insieme complesso e controverso, poiché sono stati annunciati modifiche e cambiamenti, è stato messo in relazione con la precedente “Legge Biagi”, ed è stato integrato e completato con l’analisi del mercato del lavoro e con un borsino delle professioni maggiormente richieste, a livello di fascia giovanile, nel quadro più generale della profonda recessione che l’economia nazionale sta vivendo. Le conclusioni di Amendola hanno riguardato l’impatto della riforma sui licenziamenti e la scarsa tutela del mercato del lavoro, senza rinunciare a dare spazio alla controversia che vede contrapposti la FIOM e la Fiat, specie nello stabilimento di Pomigliano. La trilogia prese corpo e vita nell’anno scolastico 2010/2011, quando alla presenza del prof. Franco Scoca, dell’Università “La Sapienza”di Roma, gli alunni delle allora classi terze presentarono, sotto forma di Power Point, il loro lavoro di ricerca, “Tra solidarietà e uguaglianza: l’Italia della giustizia tributaria nell’art. 53 della Costituzione”, con l’obiettivo qualificante di far comprendere che il dovere di solidarietà, espresso dalla Costituzione, si concretizza soprattutto mediante i due principi della capacità contributiva e della progressività, enunciati nell’art. 53, alla cui felice formula- Calitri, 13.07.2013. 90 anni di Francesca Del Toro. Da sinistra: Franca Codella (figlia), Roberto Codella (nipote), Mario Codella (genero), Carla Codella (nipote), Canio Codella (figlio), Davide Codella (nipote), Donato Codella (figlio), Paola Rusin (nuora), Chiara Codella (nipote) e Federica Codella (nipote). A terra, da sinistra: la festeggiata,Alessandra Danelli (bisnipote), Maria Danelli (bisnipote), Clelia Codella (nipote) e Luigina Galgano (nipote). “Auguri dalla Redazione”. 12 IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 Calitri, anno scolastico 1966/67 dell’Istituto Statale d’Arte. Ultima fila in piedi da sinistra: col pennello Francesca Maffucci, Michele Sicuranza, Luigi Di Maio, il prof. Maurizio Rondinini col camice bianco, Castelluccio da Bisaccia e Rosa Turri di Conza della Campania. Dal centro, seduti da sinistra: col ciuffo sulla fronte De Matteo da Bisaccia, Silvana Caputo di Conza della Campania, seduta Maria Turri di Conza della Campania con gli occhiali, si intravede appena con la fascia tra i capelli Graziella Sonnessa di Melfi, Lucia Andreottola di Bisaccia e Cirino di Avellino. Penultima fila da sinistra sedute: Rita Martiniello con occhiali, dietro Giulia Maffucci di Pescopagano si intravede appena, davanti con i capelli lunghi Concettina De Nicola, col camice bianco Ciccone di Sant’Andrea di Conza, Michelina Cianci (ngappauciegghij’), con la fascia tra i capelli Enza Rubino, e con il camice bianco il prof. Liverani in piedi. Davanti, in prima fila da sinistra: seduta col camice bianco Lucia Calabrese ved.Minichino, Graziella Di Cecca (nghiana) seduta, con la fascia nei capelli Giovanna Codella, Maria Ramundo e Maria Arace di Andretta. zione aveva dato un apporto prezioso e fecondo l’illustre conterraneo e deputato costituente, Salvatore Scoca. Una sintesi di questo stesso lavoro ha partecipato al concorso sul Centocinquantenario dell’Unità d’Italia, bandito, col patrocinio della Presidenza della Repubblica, dall’Istituto dell’Enciclopedia Treccani e dall’Aspen Institute Italia, classificandosi tra i primi venti tra circa cento elaborati pervenuti dalle scuole partecipanti e ricevendo un attestato di encomio per l’originalità del contributo che tratteggiava la “seconda nascita” dell’Italia democratica, dopo la parentesi del Regime Fascista e le devastazioni della Seconda guerra mondiale. Nell’anno scolastico 2011/2012, con il titolo “Il debito pubblico spiegato ai giovanissimi”, fu affrontato, dagli allievi delle allora classi terze e quarte, alla presenza del prof. Giuseppe Moricola, docente di Storia economica dell’Università “Orientale” di Napoli, lo spinoso tema del debito pubblico, proposto in maniera tale che potesse assolvere ad un duplice obiettivo: strumento di nuova conoscenza per i giovanissimi ed opportunità di approfondimento per quanti già conoscessero gli elementi basilari della macro-economia. Le specifiche motivazioni di carattere tecnico, culturale ed informativo, che hanno scandito ciascun percorso annuale della trilogia perseguita, hanno avuto come filo conduttore una finalità educativa di ampio respiro, che è la stessa prefissata dall’intera comunità scolastica dell’Istituto Superiore “A.M. Maffucci”, quella d’identificare il gruppo come associazione democratica di lavoro, volta alla condivisione di regole e al confronto costruttivo di idee e proposte, nel pieno rispetto della personalità di ciascuno. LAUreA LAUreA Il 14 febbraio 2013, Il 28 marzo 2013 presso l’Università degli Studi di Potenza Si è laureata in “Economia Aziendale” Daniele ZArrILLI figlio di Antonella Mugnaini e Antonio Zarrilli a sua volta nipote di Ru’ ciamban, si è laureato presso l’Università degli Studi di Firenze alla Facoltà di Architettura con 110 e lode. Al neolaureato gli auguri di tutta la famiglia e della Redazione 13 Angela DI MILIA Alla neolaureata i più sinceri auguri dei parenti, amici e dalla Redazione LA SCIENZA NEL PIATTO IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 Chi ben comincia è a metà dell’opera: l’importanza della prima colazione Dott.ssa Rosa Fastiggi - Biologa Nutrizionista imidium facti, qui coepit, habet”. Così scriveva Orazio in una delle sue “D Epistolae ovvero “chi ben comincia è a metà dell’opera” perché iniziare al meglio ogni attività è un ottimo punto di partenza! E cosa c’è di più importante che iniziare la giornata?!? Una sana colazione rappresenta l’incipit giusto per affrontare gli impegni quotidiani con energia. La colazione è infatti il pasto più importante della giornata: al mattino il nostro corpo si rimette in moto e necessita di “carburante” per ripartire. Numerosi studi hanno avallato tale ipotesi: una colazione adeguata, infatti, si associa a un miglioramento del quoziente intellettivo in bambini e adulti, sia nell’immediato periodo postprandiale (ovvero quello successivo all’introduzione di cibo), sia nelle ore seguenti; al contrario, saltare il primo pasto comporta il peggioramento delle funzioni cognitive nelle prime ore della giornata (nei bambini, ad esempio, si manifesta un deficit di concentrazione). Tuttavia, indagini statistiche condotte su campioni statunitensi ed europei rivelano che circa il 10-30% dei bambini e degli adolescenti campionati saltano regolarmente la colazione: questo “vizio” tende a peggiorare passando dall’infanzia all’età adulta. Buone notizie arrivano però proprio dal nostro Paese: l’indagine ISTAT sulle famiglie del 2012 ha dimostrato che circa l’82% degli italiani fa un’adeguata colazione, aumento percentuale registrato soprattutto negli ultimi anni. È un’abitudine per lo più di donne e bambini, mentre gli uomini continuano a preferire il “caffè al volo”. I più diligenti sono i cittadini del Centro (83,3%) e del Nord Italia (81,9%), al Sud la percentuale scende al 75,9%. Cosa rende la colazione tanto importante? La risposta non può certamente prescindere dal coinvolgere il cortisolo, un ormone prodotto dalla zona fascicolata del surrene. Noto ai più come “ormone dello stress”, è secreto ad alte concentrazioni quando l’organismo si trova in condizioni sfavorevoli, come il lungo digiuno delle ore notturne. La sua secrezione ha infatti un ritmo circadiano (influenzato dall’alternarsi del giorno e della notte): il picco di concentrazione si registra al mattino (5-25 µg/dl) per poi calare progressivamente, fino a diventare minimo durante la notte. In condizioni fisiologiche il cortisolo stimola la mobi- lizzazione dei substrati: banalmente si può dire il suo principale scopo è rifornire il cervello della sua fonte indispensabile di energia, ovvero il glucosio. A tal proposito, sebbene agisca principalmente sui depositi di glucosio a livello del fegato, il suddetto ormone mobilita le proteine per gluconeogenesi (sintesi di glucosio a partire da fonti non glucidiche), accelerando purtroppo la degradazione proteica e inibendone la sintesi a livello dei tessuti muscolare, osseo, connettivo, ecc. In aggiunta il cortisolo, benché stimoli la degradazione degli acidi grassi (lipolisi) per produrre glucosio, in alcuni distretti corporei (principalmente addome, tronco e viso) ne stimola la sintesi (litogenesi), promuovendo l’aumento del tessuto adiposo. Dunque un incremento del cortisolo in circolo, per un periodo prolungato, può provocare aumento della massa grassa, riduzione della massa magra e numerosi danni all’organismo (osteoporosi, fragilità parete dei vasi sanguigni, ecc). Pertanto è opportuno non saltare la colazione: stimolerebbe la secrezione di cortisolo, già massima al mattino! Fare regolarmente colazione, inoltre, ha effetti metabolici favorevoli a livello del profilo lipidico e della tolleranza al glucosio: ne conseguono una riduzione dei livelli plasmatici del colesterolo LDL (il c.d. “colesterolo cattivo”) e dei processi ossidativi a suo carico e un miglioramento della risposta insulinica durante i pasti successivi. Cosa è opportuno mangiare? Le linee guida italiane per una corretta ali- 14 mentazione dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) suggeriscono di assumere con la prima colazione circa il 20% delle calorie giornaliere. Una colazione equilibrata prevede una fonte di fibre (frutta fresca, spremute, ecc.) e di carboidrati complessi (pane, fette biscottate, ecc.) a basso indice glicemico: il loro lento assorbimento evita picchi glicemici e modula la risposta insulinica, garantendo altresì una riserva energetica a più lungo termine. Essi stimolano anche il rilascio e l’attività degli ormoni della sazietà (gastric inhibitory peptide - GIP, glucagon-like peptide-1 - GLP-1, colecistochinina - CCK) comportando l’assunzione di una minore quantità di cibo durante la giornata. È prevista inoltre una significativa quota proteica e lipidica (latte e derivati) in grado di inibire il rilascio della grelina (proteina prodotta dalla mucosa dello stomaco che stimola i centri della fame a livello ipotalamico) e quindi l’appetito. Ulteriori studi evidenziano come siano meno predisposti al sovrappeso e all’obesità i consumatori regolari di prima colazione; in particolare gli adolescenti normopeso inclini a questa sana abitudine mantengono in linea di massima un body mass index (BMI) ottimale anche in età adulta. In definitiva, contrariamente a quanto spesso si ritiene, fare colazione non implica un eccesso dell’apporto calorico giornaliero, al contrario è un toccasana per la linea e per la salute! LA FIACCOLA DELLE OFANTIADI 2013: UN SIMBOLO DI SPORT E RICORDO IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 Incontro con il Maestro Orafo Luciano Capossela Giulia Graziano - Addetto Stampa Ofantiadi 2013 iovedì 4 luglio 2013, è stato il Palazzo Donadoni di Melfi ad ospitare la conferenza G stampa per la presentazione ufficiale del sim- bolo della nuova edizione delle Ofantiadi. Una manifestazione sportiva multidisciplinare che fa da pendant ai Giochi Olimpici cui parteciperanno alcuni comuni della Puglia, della Campania e della Basilicata che si affacciano sulla valle dell’Ofanto. Ideato dall’Assessore del comune di Pescopagano (PZ), Francesco Gonnella, esso rappresenta il più importante evento sportivo e ricreativo per atleti di genere e generazioni diverse della nostra area. La protagonista è lei, la fiaccola olimpica, creazione del maestro orafo Luciano Capossela che con amore e maestria ha disegnato e realizzato il simbolo di un sogno. Applaudito da spettatori, giornalisti e sindaci di tutte le località partecipanti, il Maestro Orafo si è contraddistinto per il suo eclettismo. Diplomato all’Accademia delle Arti Orafe di Roma nel 2001 e titolare di un laboratorio orafo artistico sul corso principale di Calitri dal 2008, Luciano Capossela crea gioielli unici. Nel 2009, ha realizzato La Mia Aida, un prezioso monile per i quarant’anni di carriera della cantante lirica Katia Ricciarelli. Ha ottenuto successi e riconoscimenti a livello nazionale e internazionale: vincitore del IV Salone Internazionale del Gioiello d’Arte di Cassano d’Adda nel 2010, finalista agli Uk Jewellery Awards 2011 di Londra per la categoria Italian Jewellery Designer of the year e vincitore del Premio Jacopo da Trezzo 2011. Il bracciale Alla Madre della Patria, esposto a febbraio 2012 presso l’Urban Center della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, ha ricevuto un particolare apprezzamento da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Lo stesso anno, le sue creazioni sono state celebrate dall’ambasciatore cinese Ding Wei in visita ufficiale alla Fiera Interregionale di Calitri. Recentemente, è stato al centro di un’importante pubblicazione nazionale intitolata “Il Gioiello Artistico contemporaneo”, a cui seguirà l’evento-mostra dei gioielli durante la Milano Fashion Week. L’idea che anima ed alimenta la creazione della fiaccola olimpica si esprime attraverso la costante ricerca di codici espressivi desunti dalle opere del passato, in particolare dai modelli greci ed etruschi, che però riesce ad ispirare un design dalla sensibilità decisamente contemporanea. Tecnica e cultura orafa contribuiscono alla libera espressività dell’arte tout court. Un mix di sorprendente efficacia che riempie gli occhi, la mente e il cuore. Grembi di materia viva, plasmati con maestria, nel fine ultimo di racchiudere simboli che emergono con la forza vivida e sensuale dell’atto artistico che rievoca e unisce. Per l’occasione, incontro il Maestro orafo. Come mai la decisione di realizzare la fiaccola olimpica per le Ofantiadi 2013? Perché mi piace fare sempre qualcosa di diverso, mi piacciono le sfide, di quelle che ti spingono a fare altro e di più. Vivo di nuove idee e progettualità e poi è un lavoro che si differenzia da quello che faccio abitualmente e per questo mi affascina ancor più. In questo modo lei, in un certo qual senso, ha scelto di investire sul territorio, realizzando qualcosa proprio per premiare la sua terra È stato proprio questo che mi ha spinto ad accettare di realizzare la torcia, perché mi piace lo spirito di aggregazione che caratterizza questi giochi e quindi ho voluto dare un mio supporto a tutta la manifestazione. A cosa si è ispirato nella realizzazione della fiaccola? Ho eseguito una ricerca di tutti i modelli realizzati per le Olimpiadi fino ad ora, ispirandomi un po’ a tutto il percorso che c’è stato per le fiaccole olimpiche e quindi ho voluto creare un ponte tra quelle più antiche, molto lineari e con dei rilievi e l’ultima torcia olimpica disegnata, ingegnerizzata e prodotta da Pininfarina per le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali di Torino 2006. Ci descrive la fiaccola olimpica? Un unico esemplare, alto 53 centimetri con un diametro massimo di 7 centimetri. La sua forma dinamica ed innovativa sposa un design certamente contemporaneo. La forma aumenta regolarmente dalla base fino alla sommità conferendo all’opera un valore estremamente significativo: come gli atomi si legano per creare le molecole e dare forma alla materia, così l’unione dei gruppi tende ad aumentare fino ad abbracciare in tanti il fulcro della fiamma. La sua sagoma sinusoidale è suggerita dalle foglie di alloro sul fusto. Il fuoco, da sempre simbolo di forza e di vigore, si arricchisce qui di un ulteriore significato: rinsalda l’amicizia e la fratellanza tra le persone. Una speranza, per questa manifestazione, ad essere sempre di più ad unirsi intorno a questa fiamma. Quali materiali ha utilizzato per la realizzazione del suo lavoro? Ho unito l’acciaio adoperandolo nella base della struttura, molto lucido e moderno, al bronzo lavorato a cera persa e antichizzato allo zolfo. Questa scelta riflette proprio l’antichità e le origini, dall’arte greca alle Olimpiadi stesse. La lavorazione a cera persa assume per me un significato fortemente metaforico. In effetti, questa materia fragile fa posto poi al bronzo, resistente e tenace. Qual è il vero messaggio che si cela nell’opera? Dal momento che mi è stata commissionata, come per ogni opera, avevo in mente di darle un nome. Volevo, infatti, dedicarla al mio ca- 15 ro amico Gerardo, scomparso prematuramente l’anno scorso, grandissimo appassionato di sport e fedele ammiratore delle Olimpiadi, e a Natalie Ciccone, la giovane diciottenne di Conza, vittima di un tragico incidente sull’Ofantina. Il nome sarebbe stato GeNa 2013. Mentre lavoravo alla realizzazione dell’opera, una nuova disgrazia scuoteva le nostre comunità: sempre sulla strada statale Ofantina, perdevano la vita altri due giovani irpini, Umberto Rosamilia e Pasquale Turri. Dopo questi drammatici avvenimenti, non riuscivo ad attribuire all’opera il senso inziale ma mi sembrava doveroso ampliare la dedica, onorare e ricordare con questo lavoro Gerardo e tutte le vittime della strada che hanno perso la vita sull’Ofantina. Che cosa rappresenta per lei il fuoco che sprigiona dalla fiaccola? Sicuramente la fiaccola è simbolo di vita. Con lei, terremo sempre viva la memoria di tante emblematiche esistenze. Metafora di un viaggio, la fiamma olimpica ed il percorso dei tedofori simboleggiano anche i valori positivi associati allo sport: come gli antichi messaggeri proclamavano la tregua, i tedofori moderni invitano gli uomini all’unione solidale. Quello è lo spirito sportivo delle Ofantiadi. Il 14 luglio, è stata celebrata una solenne messa in ricordo di Gerardo e dei giovani irpini scomparsi. La suggestiva cerimonia si è conclusa con l’accensione della fiamma in un braciere benedetto sul sagrato della Chiesa Madre di Calitri. Sempre dalla balaustra c’è stata poi la benedizione degli atleti da parte dei parroci di Calitri e Andretta, Don Pasquale Riccio e Don Giuseppe Cestone, prima della partenza dei tedofori con la fiaccola per i vari paesi. Melfi (PZ), 04.07.2013. Il maestro orafo Luciano Capossela, ha presentato la Fiaccola Olimpica che accompagnerà i tedofori nei vari paesi partecipanti. Qui con Mariella Bozza (a sinistra) e Valeria Bozza (a destra). IL CALITRANO Calitri, 1958. Francesca Di Guglielmo (m’ron’) con i suoi figli. A sinistra Angelina Fatone (15.02.1952), in braccio il piccolo Giuseppe (26.10.1956) e a destra Concetta (16.11.1946). N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 Calitri, la famiglia Caruso. Da sinistra: Luigi (12.05.1923), Antonietta (20.06.1924-deceduta), Francesco (16.03.1926 morto 1978), Rosa (14.04.1928), Paola (10.01.1933 - †27.03.2012) ed Emilio (16.08.1938). Calitri, primi anni’50 il Bar in Corso Matteotti di Michele Vallario. Da sinistra: Pietro Vallario, Mario Vallario, il titolare con la moglie Angela Calà e Sisina Margotta moglie di Pietro. Calitri 08.10.2012, quattro generazioni, da sinistra: Antonietta Stanco, Angelina Russo, Franca Fastiggi con la figlia Claudia Riviello, di cui si festeggia il primo compleanno, Antonella Fastiggi con la figlia Sofia Greco. Salerno, 1972 gita C.G.I.L. da sinistra: Vincenzina Cestone con occhiali, Teresa Acocella, Michelina Di Furia, Angelo Strollo, Angelina Fatone, Lucia Zabatta, Michelina Toglia con la fascia. Calitri, 31.01.1948 matrimonio di Gaetana Panniello (12.11.1926 †15.06.2010) e Antonio Lucadamo (faizz’/ 23.09.1920 - †27.09.1997).Affianco la sposa ci sono Colomba Cicoira e Francesca Di Roma (col costume calitrano), si intravede per metà padre Fortunato Panniello. Affianco lo sposo sono Vincenzo Lucadamo e Pietro Panniello. 16 IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 Svizzera, 18.01.2013. 80° compleanno di Lucia Ungherese in Di Maio. Ultima fila da sinistra: Nidia Caro (nuora),Giuseppe Di Maio (figlio), Giuseppe Gautieri, Manuela Di Maio (nuora), Leonardo Di Maio (figlio), Onorina Giussoni, Vincenzo Racaniello, Concettina Di Maio (figlia), Lorenzo e Gabriele Moretto (nipote). Davanti, da sinistra: Gautieri Carmela, Megha Di Maio (nipote), la festeggiata Di Maio Lucia, Dayita Di Maio (nipote), Giannetta Maria, Giannetta Salvatore. CARISSIMI AUGURI DALLA TUA FAMIGLIA CHE TI AMA, ED A CUI HAI SEMPRE DATO TUTTA TE STESSA, ANCHE OLTRE LE TUE FORZE. GRAZIE DI CUORE MAMMA. Bisaccia 26.08.2012. Battesimo delle gemelline Viola e Sofia Codella, qui con il papà Vitantonio e con la mamma Elisa Cela. Nello stesso giorno hanno festeggiato anche le nozze d’oro dei loro nonni, Elena Margotta (p’ppun’) e Vincenzo Codella (curella). Auguri dalla redazione. Turan,Venezuela 30.05.1966. Matrimonio di Lucietta Fastiggi e Antonio Stanco (r’ss’liegghij’). Da sinistra in piedi: Iris in Bellino, lo sposo Antonio Stanco (06.01.1933 †11.07.1992), la sposa Lucietta Fastiggi (04.05.1927), Franca Giordano, il testimone di nozze Salvatore Ramundo (el pelon’), Concetta D’Angola, Margherita Ramundo, Concetta Borea, Perez Gonzales, Rina Carlotta, Pasquale Cicoira (u’ pacc’), Francesco Di Guglielmo (ciccill’ r’ marharita) e Rosa Tuozzolo (la patessa). A terra da sinistra: Giuseppe Santangelo, Michele Di Napoli (scangiarriegghij’),Vincenzo Cicoira, Luigi Di Guglielmo e Biagio Santangelo. Da sinistra: Canio Lucrezia (26.07.1955),Vitale Di Cairano (08.08.1941) e Vincenzo Luciano Lucrezia (20.04.1960). Germania, 1962/63. Da sinistra: Vitale Di Cairano (talin’), Giuseppe Nicola Stanco (r’ss’liegghij’),Vincenzo Gallucci (ard’ casazz’) e Michele Lampariello (zipp’ zipp’). 17 Un forte augurio per il neodiplomato in perito elettrotecnico Lettieri Angelomaria, dal papà Antonio, dalla mamma Nicolina, dal fratello Daniele e dalla nonna Michelina.Auguri dalla Redazione. IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 13.10.2012 60° anniversario di matrimonio di Vincenza Lettieri (z’mmron’/ 30.01.1928) e Antonio Di Roma (chiechieppa / 04.05.1929). Alle loro spalle in piedi da sinistra: ANASTASYA la nuora, GIOVANNI il figlio (u barbier r’ gimma cort), Danilo Vigorito, GAETANA la figlia e Sollazzi Davide. Cranbrook, BC, Canada. Nozze d’Oro di Sacino Giuseppe - nato a Ruvodel Monte 6-7-1932 e Cianci Maria Antonietta - nato a Calitri 12-81937, e sposati a Calitri, Avellino 16-3-1963. Festeggiato con la famiglia, parenti e amici. Garbagnate Milanese, 15.06.2008. I fratelli Nigro, da sinistra: Giovanni, Giuseppe e Gerardino nel giorno del matrimonio della nipote Silvia. Il piccolo Thomas Zazzarino nato il 10.03.2013 da Orazio e da Simonetta Pitsheider, con gli auguri di ogni bene. Calitri, 23.01.2013. Nozze d’Oro di Avella Antonietta e Cerreta Francesco (ricca recca). Auguri dalle figlie Angela e Michelina e dai parenti tutti. Lavena Pontetresa, 11.02.2013. Nozze D’Oro di Angela Masucci e Pasquale Germano (u’zemmar’). Auguri dai figli Sergio, Antonella, Katia e famiglia; i nipoti residenti a Briosco (MI), a Cerignola (FG) e Calitri (AV). 18 Calitri, 09.02.2013. Nozze d’Oro di Lucia Di Cairano e Vittorio Cirminiello. IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 Padre e figlia ciascuno nel giorno del primo compleanno. Giada 04.11.2012 a sinistra e Pasquale Zarrilli (Richett’) 22.12.1970. Lomazzo (CO), 24.11.2012. Sara Caruso con la sua madrina Enza Maffucci il giorno della sua cresima. Calitri, 29.01.2013. 18° Compleanno di Serena Zabatta. Da sinistra: Gerardina Brescia (la mamma), Roberta (sorella), Daria (sorella), la festeggiata e il papà Antonio Zabatta. Enzo Savino con l’On. Giulio Andreotti nella trasmissione “Porta a Porta” nel 2006. Calitri, anni ’70 in località Savuc’. Giuseppe Cerreta, Rosa Di Muro e Michele Cerreta. Calitri, 29.01.2013. 18° Compleanno di Serena Zabatta, qui con i nonni Maria Scoca (sargend’) e Vincenzo Zabatta (p’rtosa). Calitri, luglio/agosto 2012. La piccola Sofia Greco nata da Giuseppe e Fastiggi Antonella il 28.04.2012 qui con Rosa Pacia nella mostra dei Costumi Tradizionali. 19 IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 DIALetto e CULtUrA PoPoLAre C’NQUAND’ ANN’ R’ R’CUORD’ Lucia Fierravanti da Olgiate Comasco Osc’, cinch’ r’ magg’ ruimilaettrirr’c’ n’ nn’ ‘eia nu iuorn’ qualunq’ o nu iuorn’ cum’ tand’, ma eia p’ mmè nu iuorn’ “spec’ial’” (p’ mmod’ r’ ric’, n’ nsenz’ mal’inconich’) nu iuorn’ ra t’né ammend’. M’ so ass’ttata a ttav’lin’ nda la sala, m’ vot’ attuorn’, so acc’rchiata ra r’tratt’ vecch’ e nnuov’, r’ hruoss’ e pp’cc’ninn’, r’ figl’e r’ n’put’, r’ Papa Giovann’, Papa Francesch’, Padre Pij, la Maronna r’ la Cunc’zz’ion’, la Maronna r’ Loret’, la Maronna r’ Lourdès, la Maronna r’ Fat’ma, la Maronna r’ Medgiugor’, lu Cruc’fiss’, la Sacra Sindon’, r’tratt’ r’ viv’ e r’ muort’, sembra ca m’uardan’ tutt’ quanda e ccum’m m’ v’lessn’ cunz’là. So ssola, n’ ndengh’ voglia r’ fa niend’, nu tarl’chi scava, scava nda stu cor’, ess’ for’ totta la mal’ncunia e la nostalgia, s’accanisc’n’ tutt’ li r’cuord’ e li p’nsier’ e probbia p’cché n’ mm’ lassan’ r’ per’ agg’ decis’ r’ piglià carta e penna e scriv’ tutt’ qquegh’ chi m’ passa a pp’ la mend. N’atu piezz’ r’ la famiglia n’ av’ lassat’! Quest’ fac’ la lundananza si t’ vir’ n’ann’ n’tt’ vir’ l’aut’, anz’ n’tt’ vir’ cchiù; pens’ ca stam’ facenn’ cum’ ric’ lu pr’verbb’j “a un’a un’e ssenza folla”, e “r’ ppecur’ r’ lu mij amor’ ra trenda r’mas’n’ roj”. Si n’ facim’ li cund’ so cchiù a lu camp’sand’ ca quiggh’ chi sim’ viv’, ma n’ n’ hamm’ cche ng’ fa, questa eia la legg’ r’ la natura, l’hamma r’sp’ttà e n’hamma sul’rass’gnà. Calitr’ mij, r’ ssaj, ca osc’ cinch’ r’ magg’ ruimilaettrirr’c’ so c’nquand’ ann’ chi so arr’vata a Olgiat’? Anz’ aier’ quatt’ r’ magg’ eia miezz’ secul’chi t’agg’ lassat’. Prima, a qquiggh’ tiemb’, quann’ s’ partija era cum’ si n’ ns’ avessa t’rnà cchiù, era accussì bbrutta la partenza sia a pp’cchì partija ca p’ qquiggh’ chi r’stavan’; scarp’nava lu cor’ a ttutt’ quanda. Cum’ si aier’ foss’ stat’, r’ bbalic’ mmiezz’ a la casa, la cr’iatura r’ sett’ mis’, na casa chiena r’ cr’st’ian’, amic’, z’ian’, pariend’, v’c’nanz’ chi scija e cchi v’nija (cum’ foss’m’ a lu lutt’) tutt’ quanda v’nnienn’ a ssalutà, la cr’iatura chi chiangija n’ nn’era a’bb’tuata a bbrè totta quegghia ggend’, s’ la passavan’ mbrazza un’cu l’aut’ a pp’ l’accujatà; hij cum’ n’ an’ma mpena scija nn’and’ e nn’ret’, v’rija si mancava quacche ccosa e r’ la scì accattà a l’ut’m’ m’mend’. La cr’iatura mangiava sul’r’ ssavaiard’ cu r’ llatt’, l’ati bb’sc’ott’ nn’ r’ bb’lija, ra quacche gghiuorn’ però n’ ns’ n’ p’tienn’ avè, eran’ f’rnut’ nda ttott’ r’ pp’tej. Faciett’ u ggir’ r’ tott’ r’ pp’tej, sciett’ pur’ a la p’teja ncimma a lu Vuccul’(v’cin’ a lu pisc’l’), la patrona r’ la ’p’teja m’ riss’ ca avienna arr’và lu ruopp’ miezz’ iuorn’, accussì m’ faciett’ l’ut’ma scappata p’ r’ ggì a pp’glià ma la corsa fu a bbacand’, r’ ssavaiard’ n’ nn’ eran’ arr’vat’. T’rnaj a lu “Chian’ r’ Sand’ Michel’” (ropp’ lu t’rramot’ eia r’mast’ sul’lu nom’, n’ nn’ esist’ niend’ cchiù), scuraggiata, abbaluta, a qquegghia cap’ ammond’, p’ nda li Vich’ r’ corsa (ca era tard’) cu la lenga a ra for’ assal’n’ jann’ arr’vaj a casa senza jat’; la ggend’ m’ stija asp’ttann’, la cr’iatura chiangija, riss’ mamma ca n’ ns’era mica add’rmuta, lu r’logg’ s’gnava r’ qquatt’ a r’ ccinch’ aviemma p’glià lu tren’. Cu lu cor’ mpietta, cu lu cor’ chi m’ sc’ccuppava, cu r’ llahr’m’ chi scurrienn’ fin’ nterra, riett’ l’ut’ma uardata si aviemm’p’gliat’ tutt’, si n’ nn’iaviemm’ scurdat’ niend’, hij cu la cr’iatura mbrazza, l’aut’ p’gliarn’ r’ bbalic’ e tutt’ quanda appriess’ scerm’ ngimma cort’ a pp’glià lu postal’chi n’ p’rtà a la stanz’iola. Appena ndiemb’ r’ fa li bb’gliett’ e arr’và lu tren’, acchianarm’ hindr’, m’ m’ttiett’ a lu f ’n’strin’, lu cor’ era strazz’iat’, mamma, li z’ian’, li pariend’ cu li maqquatriegghj n’ salutavan’ p’ l’ut’ma vota e n’ auravan’ bbona f’rtuna; lu tren’ fr’sc’cava e s’ abb’iava. Calitr’ mij’, t’uardaj fin’ nda lu Saparon’ fin’ a cchi t’v’riett’ scumparisc’ mm’iezz’ a l’alber’ e r’ ggurr’ a la stanz’iola r’ Rapon’. Quanda tr’stezza, quanda vita eia passata! Ma lu p’nzier’ s’ fac’ semp’ cchiù bbiv’, anz’ cchiù lu tiemb’ passa, cchiù accresc’ lu r’s’rer’j r’ t’ v’nì ttr’và, ma eia diffic’l’vist’ ca li mal’aumendan’ e r’ fforz’ ammancan’; la mal’ncunija p’glia lu post’ nda lu cor’ mij, t’ pr’mett’ però (si camb’, “fazz’ li cund’ senza la cundessa” e ssi n’ n’fazz’ prima “lu pird’ turquin’”) a qqualunq’ cost’ aggia v’nì. Calitr’ mij, r’ ssacc’ ca n’ nso nné la prima e nné l’ut’ma chi t’lassaj, tanda famigl’partern’ prima r’ nuj, ma cché ppozz’ fa, hij so stata e sso ssensibb’l’e pp’ mme la lundananza eia stata tropp’ malamend’ a ssaperla acc’ttà; chisà si l’aut’ hann’ patut’ cum’ me! So ppassat’ c’nquand’ann’, n’ mm’ par’ alluuè, n’ nt’nija manch’ vindiruj ann’ quann’ partiett’, m’ sembra però ca la vita l’agg’ passata totta lloch’. P’ l’amor’ r’ Ddij, Olgiat’ n’ accuglì, n’ rez’ la fatija a ttutt’ quanda, li figl’so ccr’sciut’, so ggiut’ a la scola, chi diplomat’ chi laureat’, chi sp’sat’, li n’put’ so ccr’sciut’ pur’ lor’, lu cchiù pp’cc’ninn’ vaj a l’asil’, ruj vann’ a la scola elemendar’, tutt’ l’aut’ diplomat’, una laureata, l’auta manca picca a pp’ s’ laureà. (continua nel prossimo numero) 20 IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 S O L I D A R I E TÀ C O L G I O R N A L E giate Comasco), Lantella Salvatore (Torino), Della Badia Donato (Gallarate), Frasca Rosetta (Roma), Battaglia Domenico (Firenze), Acocella Ada (Castelfranci), Scoca Francesca (Lavena Ponte Tresa), Lotito Vincenzo e Nesta Rosetta Maria (Foggia) euro 20: Cubelli Vito (Foggia), Gautieri Enzo (Bollate), Greco Giuseppe e Fastiggi Antonella (Battipaglia), Capossela Giovanni (Napoli), De Vito Antonietta (Roma), Losasso Rocco (Avellino), Rubino Canio (Briosco), Germano Pasquale (Fornaci di Briosco), De Guercio Filomena e Galgano Mario (Arese), Ungherese Nicola (Firenze), Metallo Rosetta (Atripalda), Cianci Francesca (Roma), Zabatta Salvatore (Milano), Galgano Vincenzo e Gianni (Roma), Della Badia Angelina Lucia (Marano), D’Amelio Graziella (Gallicano nel Lazio), Germano Pasquale (Briosco MB), Errico Salvatore (Carugo), Capossela Pina (Genova), Nicolais Luigi (Manfredonia), Lantella Giovanna (Mariano C.se), Buldo Vincenza (Gallarate), Anonimo (Milano), Corcione Rabasca Barbara (Caserta), Delli Gatti Franco (Cernusco S.N.), Di Milia Iolanda (Pontedera), Ardolino Marianna (Baronissi), Balleri Paola (Livorno), Zabatta Claudio (Paderno Dugnano) euro 25: Armiento Giuseppina (Castellabate), Nicolais Giovanni (Firenze), Pezzi Angelo (Mariano C.se), Margotta Mario (San Donato M.se), Lampariello Maria (Genova Pra), Nannariello Rosellina (Genova) euro 26: Vallario Giuseppe Nicola (S. Miniato Basso) euro 27: Codella Michele (Pavona di Albano) euro 30: Armiento Michelangelo (Roma), Di Maio Giuseppe (Bollate), Savino Enzo (Roma), Sacchitiello Giuseppina (Nonantola), Lo Buono Maria Rosaria (Rimini), Cestone Mario (Brescia), Pannella Luigi (Novate M.se), Maffucci Mario (Torino), Cianci Mario (Napoli), Galgano Giannino (Livorno), Elio Pastore (Taranto), Cubelli Lorenzo (Bergamo) euro 35: Di Maio Gaetano (Trento) euro 50: Donatiello Giovanni (Scandiano), Cerreta Maria Francesca (Napoli), Di Cairano Giovanni (Siena), Fierravanti Lucia (Olgiatr C.sco), Buono Marcello (Avellino), Senerchia Lucia Anna (Latina), Tuozzolo Donato (Roma), Cerreta Donato (Teramo), Russo Maria, Marra Raffaele (Caserta), Messina Giuseppe (Roma), Maffucci Donato (Mariano C.se), Codella Donato (Asnago Cermenate) euro 100: Di Maio Giuseppe (Caserta), Lucrezia Vincenzo Luciano (Ivrea), Maffucci Mariantonietta (Reggio Calabria) DA CALITRI euro 5: Enza Rubino, Di Luzio Silvia Maria Rosaria, Daniele Lettieri euro 10: Cialeo Rosina, Fastiggi Armando, Aristico Lorenzo, Russo Pietro, Maffucci Vincenzo, Paolantonio Giuseppina, Bozza Canio e Maffucci Maria, Zarrilli Giuseppe, Maffucci Benedetta, Zabatta Concetta, Metallo Rocco, Letterio Franco, Cirminiello Angelomaria, Rossi Serafino, Di Cecca Michele, Acocella Michele (mecca), Polidoro Rosa Panelli, Cirminiello Angelina, Di Maio Giuseppe via Cirminiello euro 15: Del Cogliano Antonia, Di Cecca Leonardo e Di Maio Maria Teresa, Di Cecca Maria, Fasulo Sergio, Strollo Salvatore, Zabatta Canio, Rubino Maria Celeste euro 20: Gervasi Lucia, Caruso Luigi, Caputo Antonio, Cialeo Vincenzo, Cerreta Vincenzo e Scoca Teresa, Panniello Giovanni, Briuolo Rocco, Di Milia Pietro, Di Milia Nicola, Iannella Benito, Cestone Raffaele, Codella Vincenzo e Margotta Elena, Di Cairano Vitale, Maffucci Giacomo Giovanni, Luongo Donata Di Luzio, Macelleria Tornillo, De Rosa Corrado, Tuozzolo Raffaele e Rosa Maria,Galgano Benedetta e Vito, Di Carlo Felicetta, Bavosa Antonio, Metallo Canio e Di Milia Rosa, Di Cairano Mario Angelo, Francesca Di Carlo, Fastiggi Giuseppe, Gallo Gerardo, Bar di Cerreta Michele, Cestone Luigi, Di Cosmo Angelina, Cubelli Giuseppe, Rainone Lucia, Beltrami Benito, Cioffari Umberto euro 25: Roselli Francesco, Di Milia Vitantonio euro 30: Maffucci Mario Angelo, Fierravanti Maria Francesca, Metallo Fiorina euro 50: Di Milia Giuseppe, N. N., Gioielleria Grazina di Zarrilli Donato, Cerreta Vito, Maffucci Mario, De Nicola Canio (via Macello) euro 80: Fiordellisi Franco euro 150: Di Maio Giuseppe DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE euro 5: Sepulcri Loretta (Roma) euro 5.60: Piccirillo Angelo (Serre) euro 8: Di Domenico Maria Antonia (Poggibonsi) euro 9: Anonimo (Arese) euro 10: Briuolo Luigi (Alessandria), Scoca Antonio Giovanna (Camnago Lentate), Lattarulo Pietro (Bisaccia), Bavosa Rosa (Poggibonsi), Cecere Marco (Firenze), Cerreta Luigi (Verona), Di Carlo Maria Francesca (Cambiano), De Felice Michele (Avellino), Lamanna Pasquale (S. Andrea di Conza), Maffucci Giovanna (Salerno), Di Cairano Antonio (Guidonia), Ricciardi Fernando (Conegliano), Candela Anna ved. Carula (Milano), Buglione Gerardo (Cantù), D’Onofrio Giuseppe (Castellammare di Stabia), Zarrilli Michele (Novate M.se), Di Napoli Lucia (Mi) euro 15: Scoca Antonio (Trento), Acocella Ada (Castelfranci), Zarra Donatangelo (Picerno), Scoca Rosa (Mariano C.se), Scoca Rosa (San Giovanni Valdarno), Di Carlo Lucia (Santomenna), Galgano Canio (Lentate sul Seveso), Margotta Franchino (Ol- DALL’ESTERO SVIZZerA: euro30 Maffucci Giovannino, euro 20 Galgano Antonio, Maffucci Canio USA: euro 20 Russo Vincenzo, Cianci Vincenzo, $25 Mastrodomenico Rocco GerMANIA: euro 20 Gautieri Gaetano, euro 50 Lepre Giacinta e Raul BeLGIo: euro 15 Ferrante Pasquale, euro 20 Mignone-Catano, Di Carlo Raffaela-Prata, Simone Luigi, euro 30 Simone Vito, Simone Michele, euro 50 Gautieri Dario,Tartaglia Giuseppe, CANADA: 50€, Sacino Giuseppe e Antonietta VeNeZUeLA: euro 100 Di Napoli Vito e signora 21 21 IL CALITRANO N. 53 n.s. – Maggio-Agosto 2013 MoVIMeNto DeMoGrAFICo Rubrica a cura di Anna Rosania I dati relativi al periodo dal 1 novembre 2012 al 31 gennaio 2013 sono stati rilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri NATI Calabrese Brian di Domenico e Albano Sara Lembo Lara di Diego e Galgano Roberta Di Marco Sofia di Enzo e Di Napoli Alessandra Zarrilli Gioia di Maria Antonietta Zarrilli Michele di Giuseppe e Fastiggi Patrizia Tobia Gabriel di Giovanni e Cestone Mariangela Caruso Maria Beatrice di Salvatore e Rainone Chiara 16.02.2013 16.02.2013 23.03.2013 27.03.2013 01.05.2013 03.05.2013 09.05.2013 MATRIMONI Metallo Antonio e Pirozzi Fiorella Di Maio Donato e Russomanno Giuseppina Lucrezia Fabio e Nigro Michela Della Badia Canio e Martiniello Michela Tornillo Vito e Gallo Pasqualina Zarrilli Antonio e Maffucci Diana Russo Enzo e Iannece Lucia Zabatta Carmine e Capozi Giulia Zabatta Vito Abate Antonio Rabasca Giovanni Zarrilli Giuseppe Zabatta Giuseppina Maria Cicoira Romualdo Di Maio Grazia Caruso Antonio Di Biasi Leonilda Zola Valentino Briuolo Rocco Borea Antonio Scoca Giovanna Basile Giovanni Di Milia Ettorina Di Napoli Angelo Nyfeler Gerard Marcel Lucrezia Angelomaria Basile Maria Michela Metallo Giuseppa Angela Forgione Giuditta Zarrilli Rosa Beltrami Maria Immacolata Cianci Gaetana Galgano Rosa De Nicola Concetta Di Cecca Francesca Galgano Francesca Di Maio Maria Rosa Di Cecca Franco Parisi Giovanna Di Cecca Leonardo Tringaniello Antonietta Iannece Maria MORTI Angela Di Cecca 30.03.1905 - †01.05.1980 06.04.2013 20.04.2013 25.04.2013 27.04.2013 11.05.2013 01.06.2013 08.06.2013 16.06.2013 24.01.1931 - † 27.12.2012 18.01.1955 - † 19.01.2013 24.09.1924 - † 19.01.2013 13.09.1925 - † 26.01.2013 30.09.1939 - † 29.01.2013 20.09.1919 - † 31.01.2013 07.11.1926 - † 31.01.2013 08.09.1932 - † 06.02.2013 20.09.1917 - † 11.02.2013 22.01.1924 - † 15.02.2013 28.08.1937 - † 24.02.2013 09.07.1934 - † 28.02.2013 27.09.1915 - † 02.03.2013 06.04.1921 - † 10.03.2013 07.09.1929 - † 11.03.2013 04.08.1932 - † 11.03.2013 05.09.1940 - † 15.03.2013 05.05.1930 - † 20.03.2013 05.09.1932 - † 29.03.2013 12.10.1914 - † 04.04.2013 26.07.1922 - † 08.04.2013 13.02.1926 - † 17.04.2013 08.09.1930 - † 21.04.2013 01.06.1920 - † 23.04.2013 21.12.1922 - † 27.04.2013 17.07.1929 - † 29.04.2013 11.05.1929 - † 01.05.2013 01.12.1929 - † 01.05.2013 14.03.1922 - † 04.05.2013 10.03.1965 - † 20.05.2013 28.02.1925 - † 20.05.2013 18.04.1962 - † 26.05.2013 02.08.1962 - † 27.05.2013 01.08.1937 - † 01.06.2013 Ci scusiamo per qualsiasi eventuale errore. 22 Michelantonio Codella 18.07.1901 - †25.12.1979 Don Siro Colombo 24.01.1953 - †24.12.2003 Nel decennale della sua scomparsa. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho mantenuto la Fede (Secondo a Timoteo IV-7) IN QUESTO NUMERO IL CALITRANO IL CALITRANO N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013 ANNO XXXIII - N. 53 n.s. Articolo di fondo di A. Raffaele Salvante 3 Calitri SponzFest di Vinicio Capossela 4 Periodico quadrimestrale di ambiente - dialetto - storia e tradizioni dell’Associazione Culturale “Caletra” R E Q U I E S C A N T Antonietta Tringaniello 02.06.1962 - † 27.05.2013 Fondato nel 1981 Te ne sei andata in silenzio, lasciando un grande vuoto nei cuori di chi ti ha voluto bene. Ti ricorderemo sempre per la tua semplicità, spontaneità e per la grande forza che hai avuto. Il marito e le figlie. CalitRiCanta del dott. Marco Bozza 5 In ricordo del Mister di Raffaele Tuozzolo 5 Creato e aggiornato gratuitamente da ITACA www.itacamedia.it I primi 7 calitrani in Germania di Klaus Koschmieder IN COPERTINA: Radio Irpinia Calitri, via Nicolais, meglio conosciuta come u’ vich’ r’ Vicc’, fa parte di quel meraviglioso, disordinato, discontinuo disegno a tela di ragno, senza alcun confine, evanescente, quasi impalpabile che sovraintende a tutta la toponomastica calitrana. di Eduardo Ferri XXXII (Foto Vincenzo Russo) FIERA INTERREGIONALE CALITRI dal 31 agosto all’8 settembre 2013 Dal lunedì al venerdì ore 16.00-22.00 sabato e domenica ore 9.00-13.00/16.00-22.00 Ingresso gratuito Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Tel. 0827 30001 - Fax 0827 400397 Cell. 3890234634 E-mail: [email protected] 6 Direttore dott.ssa Angela Toglia 7 Direttore Responsabile A. Raffaele Salvante 9 Segreteria Michela Salvante 29 settembre 1943 di Michelangelo De Rosa Orgoglio e dignità di Antonio Rubino 10 Un paese ci vuole Del dott.Vincenzo Luciano Lucrezia 11 La Trilogia economicagiuridica dell’I.T.C. “Maffucci” del prof. Franco Acquaviva 12 La scienza nel piatto della dott.ssa Rosa Fastiggi Sito Internet: www.ilcalitrano.it E-mail: [email protected] 14 La fiaccola delle Ofantiadi 2013. Incontro con il Maestro Orafo Luciano Capossela di Giulia Graziano 15 Direzione, Redazione, Amministrazione 83045 Calitri (AV) - Via Pietro Nenni, 1 Tel. 328 1756103 La collaborazione è aperta a tutti, ma in nessun caso instaura un rapporto di lavoro ed è sempre da intendersi a titolo di volontariato. I lavori pubblicati riflettono il pensiero dei singoli autori, i quali se ne assumono le responsabilità di fronte alla legge. SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 21 MOVIMENTO DEMOGRAFICO 22 REQUIESCANT IN PACE 23 Stampa: Polistampa - Firenze Il pittore dipinge su tela, i musicisti dipingono i loro quadri sul silenzio. Maria Cardone ved. Mollica 02.11.1929 - † Novara 09.12.2012 Nonna, mamma, sei stata una donna unica! Altruista, ti sei sempre preoccupata per gli altri. Con il tuo sorriso e la gran voglia di vivere, hai sempre trovato il modo di dare forza nei momenti difficili, sperando che un giorno un raggio di luce illuminasse il nostro cammino. Quel raggio di luce sei tu! L’angelo, la mamma, la nonna che tutti avrebbero voluto avere! Ti amiamo e ti ameremo sempre, in ogni momento della nostra vita. I figli e i nipoti Mary, Anto, Debby e Vale. L’amore che hai dato non è morto con te: vive nel nostro cuore, nel nostro ricordo. La fede mantiene uniti. Giuseppe Antonio Capossela 08.08.1925 - † Genova 12.07.2012 Sotto il sole cocente, tutta Calitri ti ha salutato, incredula, affranta, indignata. Hai portato gioia nella vita di chi ti ha conosciuto, ma il dolore è troppo grande e le lacrime non bastano. Grazie per esserci stato, non ti dimenticheremo mai! Giuseppe Forgione 12.02.1941 - † 06.07.2012 Mia eredità sono i tuoi voleri, per sempre (Salmo 119-111) La moglie Giuseppina e la figlia Dalma Paola Caruso 10.01.1933 - † 27.03.2012 Vito Melaccio 18.09.1931 - † 03.01.2012 Ad un anno dalla sua scomparsa. La ricordano con affetto il fratello Luigi e i parenti tutti. Autorizzazione n. 2912 del 13/2/1981 del Tribunale di Firenze RICORDA CHE LA TUA OFFERTA È DECISIVA PER LA PUBBLICAZIONE DI QUESTO GIORNALE Rocco Briuolo 28.08.1937 - † 24.02.2013 Il tuo riposo sia con i giusti. Gerardo Sacino 22.03.1981 - † 24.09.2012 Francesca Di Cecca 11.05.1929 - † 01.05.2013 I figli Anna Maria e Vito li ricordano con l’affetto di sempre. Vito Zabatta 24.01.1931 - † 27.12.2012 C. C. P. n. 11384500 IBAN IT550760102800000011384500 PA C E Solo in Dio riposa la nostra anima, da lui proviene la nostra salvezza (Salmo 61-2) Angelo Frucci 20.07.1923 - † Roma 26.02.2013 Padre e marito amoroso, amico fedele, uomo di grande rettitudine e bontà. Il tuo caro ricordo rimarrà sempre nel cuore di chi ti conobbe. Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Firenze 1 Il giornale viene diffuso gratuitamente. Attività editoriale di natura non commerciale nei sensi previsti dall’art. 4 del DPR 16.10.1972 n. 633 e successive modificazioni. Le spese di stampa e postali sono coperte dalla solidarietà dei lettori. DIALETTO E CULTURA POPOLARE 20 Giannino Galgano Calitri 01.12.1938 - † Livorno 04.03.2013 Michele Cerreta 17.02.1925 - † 25.11.2001 I N È passato un anno… per alcuni bello e per altri brutto… È passato un anno… e mi sembra ieri… quando ti ho abbracciato per l’ultima volta… Ne passeranno altri, ma il vuoto che hai lasciato è incolmabile… La vita và avanti… ma non è la stessa. Tua figlia Mariagrazia insieme alla tua famiglia. Lampada per i miei passi è la tua parola Non piangete la mia assenza sono beato in Dio e prego per Voi. Io vi amerò dal cielo come vi ho amati sulla terra. (Salmo 119-105) Il Foro competente per ogni controversia è quello di Firenze. Accrediti su c/c postale n. 11384500 IBAN IT550760102800000011384500 intestato a “IL CALITRANO” - Calitri oppure c/c bancario 61943/00 intestato a Salvante A. Raffaele c/o Sede Centrale della Cassa di Risparmio di Firenze Spa Via Bufalini, 6 - 50122 Firenze - IBAN IT37 D061 6002 8000 0006 1943 C00 SWIFT CRFI IT 3F XXX (dall’estero) Angela Senerchia 01.11.1936 - † 15.05.2006 La grazia della donna rallegra il marito, il suo senno gli rimpolpa le ossa (Siracide 26 -13) Angela Gaetana Cubelli 06.07.1905 - † 30.07.1983 Ringrazio il Signore per la sua misericordia (Salmo V°-15) Chiuso in stampa il 00 luglio 2013 23 Canio Cubelli 27.09.1926 - † 04.11.2009 Nicola Fasulo 06.09.1936 - † 09.03.1983 A trent’anni dalla sua scomparsa, lo ricordano con amore la moglie Alba, i figli Vito, Sergio, Vito, Ester e Ciro, le nuore, i nipoti e tutti coloro che lo hanno conosciuto. Aquilonia 23.08.2009 Festa dei 30 anni pressi Hotel Ristorante Gronki nati nel 1979 si riuniscono in un giorno ricco di ricordi, di sogni e di allegria. Da sinistra: Sara Monaco, Luigi Metallo, Enzo Di Marco, Giorgio Tartaglia si vede solo la testa, Michele Zarrilli, Massimo Toglia, Felice Nivone, Carmine Fierravantisi vede solo la testa, Francesco Paolercio si vede solo la testa, Michele Margotta,Antonio Del Cogliano si vede solo la testa,Antonio Avella, Enzo Russo si vede solo la testa, Raffaella Avella, Canio Codella,Vincenzo Gautieri,Vincenzo Caputo, Leone Di Guglielmo, Angelo Di Salvo, Michele Cerreta, Laura Scilimpaglia, Rosalba Di Maio, Vito Fiordellisi. Seduti: Alessandro Pasqualicchio, Francesco Cialeo, Marco Di Milia, Davide Cerreta e Vito Galgano. ISSN 1720-5638 In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Firenze CMP per la restituzione al mittente previo pagamento resi IL CALITRANO periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1 ANNO XXXIII - NUMERO 53 (nuova serie) CENTRO STUDI CALITRANI Via Pietro Nenni, 1 - 83045 Calitri (AV) www.ilcalitrano.it MAGGIO-AGOSTO 2013