Scarica - Parrocchia di Salò

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Scarica - Parrocchia di Salò
mensile
della
comunità
di Salò
ANNO LXIV - n. 5 Maggio 2015
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Vita di parrocchia a cura della Redazione
S. Rosario di Maggio 2015
Sono entrati a far parte della famiglia di Dio:
Pedercini Giulia di Giuseppe e di Zambelli Nadia
Raggi Rachele di Agostino e di Manassi Elisa
Veronesi Altea Caterina di Angelo e di Garutti Sabrina
Ble Vittoria di Paolo e di Lombardi Eugenia
Ziboukh Ismail (Educ. Ghirlanda/Caldognetto)
** Prima settimana 1 maggio alle ore 20,30
( venerdì) nella chiesa dei PP. Cappuccini a Barbarano.
** Seconda settimana 4 - 8 maggio alle ore 20,30
(da lunedì a venerdì) nella chiesa del Carmine.
** Terza settimana 11 - 15 maggio alle ore 20,30
(da lunedì a venerdì) nella chiesa di S. Antonio.
** Quarta settimana 18 - 22 maggio alle ore 20,30
(da lunedì a venerdì) nella chiesa della Visitazione.
** Quinta settimana 25 - 29 maggio alle ore 20,30
(da lunedì a venerdì) nella chiesa dell’Oratorio.
Sono tornati alla casa del Padre:
** Il 31 maggio alle ore 21.00, partendo dalla chiesa di
Renzano, reciteremo il Santo Rosario in pellegrinaggio fino al
Santuario Madonna del Rio.
Giornate Eucaristiche Parrocchiali
Lunedì 1 giugno
a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa
a S. Giuseppe : ore 16,30 Esposizione - adorazione
ore 18,30 S. Messa
Martedì 2 giugno
a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa
a S. Giovanni : ore 16,30 Esposizione - adorazione
ore 18,30 S. Messa
Mercoledì 3 giugno
a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa
alla Visitazione: ore 16,30 Esposizione - adorazione
ore 18,30 S. Messa
Giovedì 4 giugno
a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa
a S. Bernardino: ore 16,30 Esposizione e adorazione
ore 20,30 S. Messa con processione
da S. Bernardino fino al Duomo
NOTA: Ognuno si organizzi per un «momento di
Adorazione eucaristica personale»
nei momenti programmati!
HANNO COLLABORATO
ALLA
REDAZIONE
Andreis mons. Francesco
Cavedaghi Daniela
Ciato Giovanni
Cobelli Renato
Dondio Lamberto
Guana don Gianluca
Giacomuzzi Giancarlo
Lugli Nerina
Madureri Luisa
Manni Anna
Marelli Bruno
Monti Osvaldo
Pollini Rosa
Tomasoni don Pierluigi
ALLA STAMPA
Beretta Alfredo
Vezzola Maurilio Elio
Sant Nicola
Rizza Augusto (Foto)
Equipe Tipolitografia Lumini
Tappe della vita
Giacomini Graziella ved. Anselmi, anni 91
Marchiori Caterina ved. Zanini, anni 82
Ferrari Olga ved. Cometti, anni 78
Campetti Mario, anni 75
Malvezzi Maria ved. Milanesi, anni 85
Tonoli Pierina, anni 94
Vivenzi Pier Giovanni, anni 49
Bontempi Ezio, anni 60
Valpiani Annusca ved. Lazzarini, anni 80
Costa Silvia ved. Marazzi, anni 82
Valli Giovanni, anni 64
Sabaini Bianca ved. Casadei, anni 90
21 giugno 1937
12 maggio 2014
Nel primo anniversario della morte di
Adriano Tarolli
I familiari e gli amici lo ricordano con immutato affetto. Una S. Messa in suffragio sarà celebrata martedì 12
maggio 2015 alle ore 9,00 nella Chiesa di S. Bernardino.
Pellegrinaggio
a Lourdes
dal 25 al 29 maggio 2015
(5 giorni, 4 notti)
Visita ad Arenzano, Nizza,
Carcassonne, Lourdes, Arles,
Marsiglia (Santuario Madonna
della Guardia)
NUMERI UTILI PER TELEFONARE:
Mons. Francesco Andreis (3480421999) Segreteria
FAX Vicolo Campanile 2
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Don Gianluca Guana (3492267166) Largo D. Alighieri
Don Pierluigi Tomasoni (3355212934) Via Gratarolo Mons. Francesco Bertoni (3318048427 Via Canottieri 2 Chiesa di S. Bernardino Piazza S. Bernardino
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Oratorio S. Filippo Neri Largo D. Alighieri .
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Scuola Cattolica “E. Medi” Via S. Jago 19 .
Padri Cappuccini Barbarano
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Caritas Zonale Via Canottieri 2 .
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BAMBINI: fame, lavoro
e fantasie
… in bianco e in nero
La Parola del Parroco
a cura di Mons. Francesco Andreis
Unicef lancia l’allarme per i bambiono 340mila, in Italia, i minori di 16
L’
ni che si trovano nelle zone colpite
S
anni, con una qualche esperienza di
dal terremoto in Nepal: secondo l’orgalavoro. Si tratta di pre-adolescenti dai 12
nizzazione, sono non meno di un milione
e mezzo i minori a rischio nella regione
distrutta dal sisma, che hanno bisogno di
assistenza umanitaria urgente. L’Unicef
sta mobilitando staff e aiuti di emergenza per supplire alle necessità più immediate della popolazione.
L’emergenza, spiegano dall’Unicef, rende
“i bambini particolarmente vulnerabili”,
per la mancanza di acqua potabile, i problemi medico-sanitari e per il fatto che
molti di questi bambini possono essersi
trovati separati dalle famiglie. Oltre agli
aiuti già sul posto, l’organizzazione ha
predisposto l’arrivo nel Paese di 120 tonnellate di aiuti umanitari che comprendono materiale medico ed ospedaliero,
tende, coperte.
Non raccolgono fiori al lago di Pergusa,
ma riempiono bottiglie d’acqua attingendola dalla fontana, per bere e per
lavarsi. Ci vivono, a ridosso della monumentale opera scultorea rappresentante
il soggetto mitologico del «Ratto di Proserpina», che sorge accanto alla Stazione centrale di Catania. Ci trascorrono le
settimane, i mesi distesi su quel prato,
guardando i treni che puntano verso la
terraferma, l’Italia. Sono per lo più eritrei
e somali, e sospirano un desiderio: Europa del Nord. Ogni tanto qualcuno ce la
fa a raggiungere la meta, ma molti altri
si trasformeranno in prede ricercate dal
Male, e per le statistiche diventano degli «invisibili». E non se ne saprà mai più
nulla.
ai 15 anni che, nella maggior parte dei
casi, aiutano i genitori nelle loro attività
professionali nel mondo delle piccole e
piccolissime imprese a gestione familiare (41%), oppure sostenendoli nei lavori di casa (30%). Il restante 29% si distribuisce in misura equivalente tra chi
lavora nella cerchia dei parenti e degli
amici oppure di altre persone. È la fotografia scattata dalla ricerca «Game over.
Il lavoro minorile in Italia».
Bimbi che inneggiano alla jihad, indossano
tute mimetiche, impugnano armi o rivendicano la decapitazione di “un infedele”. I social media offrono un facile palcoscenico ai
pazzi che insanguinano la Terra, senza alcun
rispetto per i diritti più basilari. In questi giorni a essere barbaramente e subdolamente
sfruttato da parte dell’Isis è un neonato. Di
lui sappiamo già tutto perché l’autore dello
scatto gli ha messo orgogliosamente accanto il certificato di nascita. La foto, che vediamo qui sopra, mostra un bambino di pochi
giorni con una pistola e una granata poggiata vicino la testa. Il testo recita: “Questo
bambino sarà un rischio per voi e non solo
per noi”. Insomma il destino di chi nasce nei
teatri di guerra più caldi del pianeta sembra
segnato: crescerà conoscendo solo l’odio e
la violenza perché il seme della distruzione
sparga altro sangue.
un po’ che lo pensavo, ma avevo paura a dirlo. Sì perché nel mondo di oggi suona quasi
È
come una profanazione. Poi, qualche giorno fa, sul Corriere della Sera, in prima pagina,
ho visto un titolo: Noi pensiamo più ai cani che ai bambini, un’intervista a una suora, Sr.
Laura Girotto, che da 18 anni lavora in Etiopia. Vi prego, leggete questo articolo! La verità
è che una persona come Laura, che da anni ha
a che fare con l’essenzialità della vita, quando
torna in Italia e si guarda attorno, vede cose che
la scandalizzano. Ha la netta sensazione che da
noi ci sia più attenzione, rispetto e amore per gli
animali che per bambini e anziani.
Li troviamo ovunque: al supermercato, in ufficio, a scuola, al cinema, in chiesa, nei negozi,
nei ristoranti… Li vediamo sotto tavola, sul letto,
nel divano, in carrozzella… Penso che gli animali
si debbano amare, non rendere pupazzi similumani. Un mio carissimo amico, quando gli vado
a far visita dice: Il mio Frido non sa di essere cane… pensa di essere un bambino come……. Lo
stesso amore, rispetto, attenzione, solidarietà, cura, generosità, tolleranza, disponibilità che
la società oggi ha per gli animali, li vorrei per bimbi e anziani. Anzi no, ne vorrei di più per
bimbi e anziani
Ogni anno in Italia si registrano circa 1.000 nuovi casi di meningite e
1 persona su 10, tra chi si ammala, muore. “Ciò che più rattrista e
non trova alcuna ragionevole spiegazione è che nell’80% dei casi
si tratta di meningiti che si sarebbero potute evitare se i soggetti
fossero stati vaccinati”.
Bambini e il mondo. Quanta potenza ed energia intercorre tra il
TUTTO e questi “batuffoli di carne”, che commuovono, conquistano e… dirigono gli uomini in bene e in male! Dio non a caso
ha scelto di inserirsi come «bambino» sulla terra per salvare gli
uomini.
È nato per noi un bambino, un figlio ci è stato dato… troviamo
annunciato nella Liturgia e nella Bibbia. Ma quanto vengono disattesi e violentati i bambini da persone e cose, da organizzazioni
e da eventi calamitosi!
Non limitiamoci a dire: «Poverino…»… amiamoli, aiutandoli… sono il
nostro Gesù Bambino!
3
4
Vita di Parrocchia a cura della Redazione
Gli eletti nel Consiglio Pastorale Parrocchiale 2015 - 2020
Ormai da cinquant’anni sto vivendo l’esperienza della compartecipazione pastorale con i laici della Parrocchia. Mi ricordo che,
quand’ero ancora giovane curato a Buffalora, alla periferia Est
di Brescia: Salò era all’avanguardia. Mons. Gianni Capra aveva
pensato non solo alle “commissioni”, ma anche alle “diaconie”.
All’inizio dell’anno pastorale e alla conclusione, si dedicava una
giornata alla programmazione e alla revisione dei programmi
parrocchiali. Ma che fatica a convivere non solo con la preghiera,
ma anche con la formazione… Siamo arrivati? Non penso proprio,
ma abbiamo fatto già tanta strada. Un po’ siamo maturati… grazie al Signore, ma anche alla nostra Parrocchia, che ci ha allenato!
ANGELINI SANTINA
Commercialista
Via Tavine
25087 - SALÒ
BERARDINELLI MARCO
Artigiano
Via Pietro da Salò 16
25087 - SALÒ
BIGOLONI NICOLETTA
ASA
Via Spiaggia d’Oro
25087 - SALÒ
BOSIO ANNA
Studentessa
Via Tito Speri
25087 - SALÒ
CASTELLI GIULIO FRANCO
Pensionato
Via Bissiniga, 4
25087 - SALÒ
CRISCUOLO GIUSEPPE
Insegnante
Via Oberdan
25087 - SALÒ
CRISCUOLO LUCA
Impiegato
Via Oberdan
25087 - SALÒ
LO BIANCO GRAZIANO
Bancario
Via Gratarolo
25087 - SALÒ
MONDINELLI ANDREA
Ingegnere
Via Pietre Rosse 26
25087 - SALÒ
MANTECCA ANTONELLA
Artigiana
Via Tavine
25087 - SALÒ
PELLEGRINI CLAUDIO
Meccanico
Via N. Sauro
25087 - SALÒ
POLLINI NADIA
Pensionata
Via Pascoli
25087 - SALÒ
SANDRINI SAMUELE
Studente
Via Del Roveto 4
25087 - SALÒ
TODESCATO MORONI ROSSELLA
Commercialista
Via Bossi
25087 - SALÒ
TONOLI LAURA
Impiegata
Via Ferrante Aporti 25
25087 - SALÒ
TURRI ZANONI SERGIO
Dirigente
Via Sorelle Agazzi
25087 - SALÒ
VENTURA GIULIANA
Pensionata
Salita Marconi
25087 - SALÒ
FERRETTI SILVIA
ZAMBARDA ANGELO
LEONESIO SARA
ZAMBARDA PAOLO MICHELE
Ingegnere
Via Gasparo 68
25087 - SALÒ
Studentessa
Via Umberto I°
25087 - SALÒ
Imprenditore
Via Don Minelli
25087 - SALÒ
Artigiano
Via Don Minelli
25087 - SALÒ
Ascensione
del Signore
D
omenica 17 maggio, settima Domenica di Pasqua, celebreremo la grande festa dell’Ascensione di nostro Signore
Gesù Cristo.
L’Ascensione è come una grande manifestazione gloriosa del Cristo risorto che il
solo Luca pone alla fine del suo Vangelo
ed in apertura della sua seconda opera,
gli Atti degli Apostoli.
L’Ascensione non è un episodio che si possa descrivere isolatamente, ma è
una delle sfaccettature del mistero
pasquale.
Tra Pasqua e Pentecoste, è la festa
dell’intervallo di tempo in cui Gesù
risorto scompare agli occhi dei suoi
discepoli, iniziando con loro un altro tipo di rapporto, totalmente
efficace, che tutto sarà colmato
della sua presenza. È un momento
di passaggio, in cui i discepoli sono
chiamati ad abbandonare la sponda
familiare dei modi di presenza di
prima, per la terra, ancora sconosciuta, in cui saranno invasi dallo
Spirito del risorto.
Grazie allo Spirito, Gesù sarà sempre presente là dove ha insegnato
agli apostoli a riconoscerlo: nella
Parola, nei Sacramenti, nei fratelli
e, soprattutto, nella missione. Non
si tratta dunque di contemplare il cielo,
ma di essere i testimoni del Risorto sulla
terra degli uomini, di collaborare con Lui
alla crescita del suo Regno.
Il Signore è sempre con noi. È al nostro
fianco in ogni momento della nostra vita
personale e comunitaria. La sua Ascensione non è il suo congedo da questo mondo, ma è un modo diverso di essere presente. Non è più visibile ai sensi umani,
ma a quelli della fede.
Quindi, terminata la sua missione, Gesù
sale al Padre. La sua presenza ora continua attraverso la Chiesa, con la sua Parola
ed il pane di vita. Passiamo dunque alle ri-
In copertina:
In ascolto della Parola
flessioni sulle sacre Scritture di Domenica
17 maggio, Ascensione di nostro Signore
Gesù Cristo.
Nella prima lettura, tratta dagli Atti
degli Apostoli (1, 1-11), assistiamo all’inizio dei tempi nuovi. Mentre altri racconti
presentano l’Ascensione come l’altra faccia della risurrezione di Cristo o come segno della superiorità cosmica del Risorto,
l’evangelista Luca ce la presenta come la
fine di una tappa del piano di Dio, come
segno della presenza perenne di Gesù
in mezzo agli uomini, con cui si apre un
tempo nuovo, quello dello Spirito e della
Chiesa missionaria. Da quel giorno il Vangelo è affidato alle nostre mani.
Nella seconda lettura, ricavata dalla
lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
(4, 1-13), apprendiamo che l’unità della
Chiesa si realizza con il concorso attivo di
tutti i credenti: ognuno con il suo dono di
grazia per far crescere il corpo di Cristo
nella carità. È facile allora comprendere
Compianto
... a cura di Oswald
che l’Ascensione di Cristo è una nuova
grande dichiarazione di fede nella risurrezione.
L’evangelista Marco, nel brano della liturgia di Domenica 17 maggio (Mc 16, 1520), ci propone l’invito di Gesù risorto ad
annunciare il Vangelo ad ogni creatura.
Non è solo una sollecitazione, ma anche
un comando, perché nessuno sia escluso
dalla grazia di Dio. L’obiettivo è quello di
rendere felici gli uomini attraverso l’incontro e l’amicizia con
Cristo. Il rischio per i cristiani è
quello di rimanere immobili a
guardare verso l’alto come fecero i discepoli dopo l’Ascensione
del Signore. Al contrario, Cristo ci
spinge ad andare per il mondo a
portare la Buona Notizia a tutti i
fratelli.
La missione della Chiesa.
L’evangelista Marco riunisce nel
fatto dell’Ascensione la gloria di
Cristo e la missione della Chiesa.
Colui che ha toccato il fondo della
miseria umana, Dio l’ha esaltato;
a Colui che è stato contraddetto
e disprezzato, Dio conferma tutta la sua compiacenza, che già gli
aveva annunciato all’inizio della
vita pubblica. Se tale è il modo di
agire di Dio, è urgente annunciare ovunque questa parola di liberazione autentica. Gli uomini sanno ormai che uno di loro
è già alla destra di Dio e vi attira irresistibilmente i suoi fratelli. Il ritorno al Padre
del Cristo Risorto è la svolta decisiva per la
diffusione del Vangelo nel mondo.
Gesù manda gli apostoli ad evangelizzare
tutti gli uomini e a santificarli con i Sacramenti. È la missione della Chiesa anche in
questi momenti terribili per i cristiani…
Preghiamo per questi martiri, con la certezza di quanto disse Gesù: “Ecco, io sono
con voi tutti i giorni, sino alla fine del
mondo” (Mt 28,20)… E così sia!
Anonimo. “Compianto”. La Madonna seduta sorregge il corpo del Figlio deposto dalla croce. La sua
tunica è color porpora, segno del martirio, con il manto azzurro, segno del Paradiso. Alle sue spalle
si erge l’asta della croce. Il corpo di Gesù è “atletico” e non mostra i segni della passione. In alto
un gruppo di putti guarda la scena e sembra commentarla. La Vergine pone un piede scalzo su una
pietra. Più in basso è disegnato un vaso per unguenti e balsami. Sulla sinistra, entro uno squarcio
di luce, appaiono alcune strutture architettoniche. La tela, conservata nella sacrestia del Duomo, è
bisognosa di restauro.
5
6
Caritas
e Vita Missionaria
1) Il padiglione
Caritas in Expo
“Risolvere il problema della fame non è una
questione di beneficenza ma di giustizia”,
scandisce Michel Roy, segretario generale di
Caritas Internationalis. «Per questo siamo
per la prima volta in un’esposizione universale: per dare voce ai poveri. Per essere coscienza critica dentro l’evento. E perché in
un’Expo come quella di Milano, che ha per
tema “Nutrire il pianeta energia per la vita”,
«il cibo non sia ridotto a merce, a oggetto di
speculazione sulla pelle degli ultimi», incalza Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas
Ambrosiana.
È la prima volta che il Bureau International
des Expositions apre un’Expo alla società
civile. E Caritas ha deciso di esserci, in molti modi, presentati in una parrocchia della
periferia di Milano, quella di Greco, dove è
quasi ultimata l’opera segno di Caritas per
Expo: il Refettorio Ambrosiano. Un luogo
che unirà solidarietà e bellezza, con le opere
di arte contemporanea che vi saranno collocate. “Forse l’unico che rimarrà oltre Expo”,
sottolinea don Davide Milani, responsabile
comunicazione non solo dell’arcidiocesi di
Milano ma anche del Padiglione della Santa
Sede e dell’Edicola di Caritas Internationalis.
Cioè del padiglione dedicato al tema “Dividere per moltiplicare. Spezzare il pane”, che
ha trovato collocazione vicino all’ingresso
ovest dell’area espositiva di Rho-Pero. L’Edicola – illustrata dall’architetto Gino Garbellini dello studio Piuarch – vuol essere una
presenza sobria ed evocativa nell’Expo delle
archistar e dei maxipadiglioni, per comunicare un messaggio di condivisione
Nell’edicola un percorso multimediale. E,
al centro, un’opera d’arte contemporanea,
“Energia” (1973) dell’artista tedesco Wolf
Vostell: una Cadillac circondata da forme di
pane incartate in fogli di giornale, accostamento irriverente tra uno status symbol e
il bene necessario per definizione, a offrirsi
come denuncia della società consumistica
PIZZERIA - GELATERIA
AL MOLO
di CIFALÀ ANTONINO
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Notizie
dalla Caritas
della “cultura dello scarto”, per dirla con
papa Francesco. L’Edicola racconterà al visitatore cosa è Caritas, cosa fa e perché; a
ciascuno sarà chiesto di lasciare un proprio
messaggio video. E ci saranno due mostre
a raccontare: l’una il rapporto donne-cibo,
l’altra il cibo e il cinema (curata questa dalla Fondazione Ente per lo spettacolo). L’Edicola sarà il fulcro delle iniziative Caritas
in Expo, a partire dagli undici convegni su
temi come: la fame, il diritto al cibo e all’ac-
sta possibilità di finanziamento Caritas e
pertanto, considerata la capienza del fondo
di intervento, sollecitiamo chi ne avesse le
prerogative a farsi avanti.
Il finanziamento massimo è di 3.000 euro e
viene erogato, con interessi minimi, a fronte
di qualsiasi necessità familiare; la restituzione avviene in rate mensili che non devono
superare il limite di 36. Le uniche condizioni
sono di avere un reddito minimo che dia la
possibilità di restituzione e di non aver avuto problemi finanziari con Istituti di Credito.
3) Quando lo sport
si incontra con la vita
qua, le migrazioni, le guerre, che coinvolgeranno un centinaio fra esperti e relatori.
L’inaugurazione delle iniziative Caritas in
Expo avverrà martedì 19 maggio, “Caritas
day”, quando assieme ai delegati di 164
Caritas di tutto il pianeta si presenteranno
sette “progetti modello” contro la fame nel
mondo e i risultati della campagna globale
di Caritas Internationalis “Una sola famiglia
umana, cibo per tutti”, che ha fra gli obiettivi, ha ricordato Roy, di incoraggiare i governi
nazionali a realizzare il diritto al cibo proponendo quadri normativi ad hoc.
2) Appello per
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Negli ultimi due anni è diminuita considerevolmente la domanda di accesso a que-
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Il tutto è avvenuto in grande semplicità. L’amico Eugenio Olli, dialogando, mi esternava
per le strade di Salò, le difficoltà nel mondo
del calcio di oggi, nelle impegnative scelte
di mercato, in particolare con la Squadra
che da tempo continua a “veleggiare” nei
quartieri alti della classifica!
Da parte mia gli confidavo parimenti la mia
attività nell’esperienza della Caritas locale,
che richiederebbe grande impegno nell’affrontare in questi ultimi anni “il disagio” di
tanta povertà. Mi accorsi della “particolare
attenzione” di Eugenio sul tema!
Mi sorprese quando, in seguito, mi comunicò di voler rendere partecipi gli stessi giocatori della sofferenza di tanta gente attorno ed ancor più mi si presentò la “caratura
umana” dell’amico Eugenio quando decise
di voler far partecipe anche la stessa Società di questa indigenza. Il tutto si è concluso
sabato 18 aprile, allo stadio Turina, in cui l’amico Sergio, con Egidio e Franco , esponeva
al Presidente Pasini il lavoro della Caritas di
zona e lo stesso ci rendeva tangibile, con un
forte gesto di partecipazione economica, la
sua presenza in tale difficoltà del Paese!
A questo punto, con altrettanta semplicità, da parte della Caritas, ma soprattutto
di tanta gente che soffre, non rimane che
l’espressione: “Grazie Olli, grazie Presidente
Pasini, grazie Feralpi Salò”.
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Beata
Kateri Tekakwitha
La nuova stella del Nuovo Mondo
Una giovane indiana, diventata cristiana, è sola nella sua tenda:
sente le urla dei guerrieri pagani che saccheggiano il villaggio, cercando i cristiani, per ucciderli. Ecco un guerriero che entra con
una accetta, la alza su di lei: la ragazza non ha paura, lo guarda,
si inginocchia, le braccia incrociate sul petto prega con tale intensità che l’uomo si ferma, impaurito di fronte ad uno sguardo così
fermo e limpido. No, non abbandona la fede cristiana, Kateri, è
pronta a morire.
È il 1676 e Kateri ha 20 anni. Non molti anni dopo, è da tutti venerata come la protettrice del Canada e come “la nuova stella
del Nuovo Mondo”. Quando nel 2002, papa Giovanni Paolo II,
durante la Giornata Mondiale della Gioventù, a Toronto, in Canada, incontra un gruppo di compatrioti della Beata Kateri, dice:
«Saluto i giovani indigeni che provengono dalle terre della Beata
Kateri. Giustamente voi la chiamate “Kaiatano”, cioè nobilissima
e degnissima persona: sia per voi un modello di come i cristiani
possono essere sale e luce della terra!».
Storia di un’anima
Kateri nasce nel 1656, nel Nord America, nell’odierno Stato di New
York, da genitori indiani. La mamma, profondamente cristiana, vuole
battezzare subito la figlia, ma la consuetudine indiana vieta alle donne di dare il battesimo ai figli: bisogna attendere le “Vesti nere”, i Gesuiti, che indossano lunghe tonache nere e che in questi luoghi hanno numerose missioni. Così la madre, giorno dopo giorno, parla alla
figlia di Gesù, della Madonna, di S. Giuseppe, della grandezza della
fede: «Mamma, di dove vengono gli uccelli?» chiede la piccola: «Li
ha fatti Dio, bambina mia. Dio ha fatto tutte le cose belle del mondo: ha fatto gli alberi, i fiori, gli uccelli, i laghi. Egli ha fatto tutto».
Santo del mese
a cura di Luisa Madureri
Nel 1660, una epidemia di vaiolo sconvolge il villaggio: muoiono i
genitori di Kateri e un fratellino. Kateri si salva, ma il viso rimane deturpato e gli occhi bruciano alla luce, tanto da doverli coprire con
uno scialle: così sempre con un ampio scialle è raffigurata, con il viso
bello e sereno, disteso e senza segni, come nel momento della morte, quando la mano di Dio le accarezza la fronte e le guance, ridandole una straordinaria bellezza. Cammina con difficoltà Kateri e viene
chiamata Tekakwitha, “colei che avanza a tentoni”; poi, di fronte alla
consapevolezza dei suoi numerosi miracoli, è chiamata: “colei che
smuove tutto davanti a sé”.
Quando i Gesuiti nel 1667 arrivano nel villaggio, conoscono la ragazza ed intuiscono la profondità della sua anima, il suo acuto desiderio
di piacere a Dio, la sua ferrea volontà di imitare la Madonna; nella
Pasqua del 1676, Tekakwitha è battezzata con il nome di Kateri, in
onore di Santa Caterina di Alessandria. È l’inizio di una nuova vita, la
sua personale via verso la santità.
Elogio della verginità
In un villaggio del Canada i padri gesuiti fondano la missione di San
Francesco Saverio, sulla riva del fiume San Lorenzo, di fronte a Montreal e numerosi sono gli indiani cristiani che vi abitano. Kateri riesce
a raggiungerli, sfuggendo alla tutela degli zii, contrari: ma la ragazza ha l’appoggio di un gesuita: «Le mando un tesoro lo custodisca
bene!». Quando giunge alla missione e vede la cappella, piange:
finalmente può vedere una chiesa, la meta sognata è raggiunta,
può vivere il suo sogno cristiano. E subito si fa notare per la grande
umanità, per l’inarrivabile capacità di stare con i malati, i sofferenti,
i poveri, per la tenerezza mai stanca di capire i bambini, di tenerli
davvero per mano.
Nel giorno di Natale 1676, Kateri riceve per la prima volta Colui che
ama da sempre più di ogni cosa: ‹‹A partire da quel giorno – scrive il
padre gesuita – Kateri ci sembrò diversa, perchè rimase tutta piena
di Dio e di amore per Lui ››. Lei si chiede: «Chi mi insegnerà quello
che è più gradito a Dio, affinchè io lo faccia?». Kateri un giorno è
a Montreal: conosce le religiose ospedaliere di San Giuseppe, ne è
profondamente affascinata¸ soprattutto è sedotta dalla loro scelta
di consacrarsi a Dio con il voto di castità. Kateri già da tempo vuole
essere tutta di Dio, ad imitazione della Madonna, da sempre vuole
rimanere vergine e più volte si rifiuta di sposarsi, come gli zii, cui è
affidata, vogliono. Kateri ora ha 23 anni: le giovani indiane a questa
età sono da tempo già date in matrimonio. La si considera strana,
originale: «Chi ti manterrà? Sarai di peso a tutti, se non ti sposi».
Kateri è irremovibile: vuole solo Cristo come sposo e chiede al padre gesuita il permesso di fare voto di verginità. Egli dà il consenso
perchè si avvede di essere in presenza di un’anima scelta da Dio: il
25 marzo 1679, Kateri, “il giglio”, pronuncia il voto di verginità perpetua. E continua il suo assiduo lavoro di vicinanza agli emarginati,
ai bisognosi; cammina tanto, il rosario come collana, le preghiere, i
piedi nudi nella neve, le continue penitenze: e in tanti la seguono, la
ascoltano parlare del “Grande Spirito”, la amano.
Si ammala, una forte tosse la scuote, la febbre è alta e continua.
È adagiata nella sua povera capanna: il 17 aprile 1680, con tutto il
villaggio intorno a lei, le ultime parole: «Gesù! Maria! Vi amo!». Il
volto subito si trasfigura: ritorna l’incantevole bellezza d bambina.
Kateri è beatificata da papa Giovanni Paolo II, il 22 giugno 1980.
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Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
“Respirate Cristo!”
(S. Antonio)
In questi giorni stiamo vivendo la grazia della Resurrezione di Gesù. Che significato trova nella nostra vita? Cos’è
cambiato nella nostra esistenza con questo avvenimento?
Sono alcune delle domande che nella fede Gesù stesso ci
pone. In questo tempo di Pasqua innumerevoli volte nei
vangeli proposti nelle Messe leggiamo i racconti delle apparizioni del Risorto. In tutti questi momenti mi stupisce
osservare come i discepoli fossero sempre increduli.
La stessa incredulità che ci pone a rileggere il nostro quotidiano senza accorgerci che Gesù è vivo ed è accanto a
noi! Cammina, parla, soffre e gioisce, vive accanto a noi.
I nostri occhi sono però incapaci di riconoscerlo. Gesù risorto ci mostra che l’amore di Dio Padre è più forte del
male e della stessa morte. Il Suo amore può trasformare
la nostra vita, far fiorire quelle zone di deserto che ci sono
nel nostro cuore. Proprio da questi segni, apparentemente
piccoli ed insignificanti si intravede come il Risorto agisce
in noi.
Dicono i due discepoli di Emmaus: “non ci ardeva forse il
cuore mentre Gesù ci parlava?” Quante volte nelle nostre
giornate ci arde il cuore: li c’è Gesù Risorto! Agisce in noi,
per noi, con noi... che bello! Impariamo dunque a “respirare Cristo” come dice S. Antonio, a respirarne la presenza,
il profumo, gustando la gioia di una presenza. Soprattutto
impariamo a comunicarne la gioia nel nostro agire. Imparare da Gesù a ringraziare ora (e non dopo) per tutta la
bellezza che il Padre ci concede.
Non ci resterà il tempo per annoiarci o per essere infelici.
Iniziamo a ringraziare per amore Suo, anche senza un motivo preciso: settanta volte sette di fronte a tutto e a tutti.
Cioè sempre! Ricordiamoci che: “ciò che per noi cristiani
è normale, per gli altri è eccezionale”. Questa è la grazia
Gesù Risorto!
Don Gianluca
Chi sono gli altri
Inizio l’articolo con una frase pronunciata, nell’Angelus, da
Papa Francesco domenica 19 aprile. Si tratta di un appello
alla comunità internazionale perché agisca con decisione
nell’affrontare un evento che coinvolge “uomini e donne
come noi, fratelli nostri, affamati, perseguitati, vittime di
guerra, sfruttati che cercano una vita migliore” che scompaiono alla vita, in modo atroce, nel Mar Mediterraneo.
Per prevenire questa ecatombe c’è chi propone di affondare i barconi ancora nei porti, chi di creare centri di accoglienza o campi profughi nei loro paesi, chi aiuterebbe a
livello europeo il nostro paese solo economicamente e non
certo per ospitare uomini, donne con figli piccoli, tutte persone considerate, purtroppo, da chi non ha ancora il senso della realtà, zavorre dell’umanità. Dobbiamo chiederci
il perché di quanto sta accadendo perché, forse, e non, è
il risultato di uno sfruttamento di popolazioni dipeso da
tiranni-dittatori con tacito accordo, basato su speculazioni
economiche, da parte di tutto l’occidente.
La causa, però, non interessa a nessuno, perché il problema da risolvere è diventato così grave che tutte le forze
vanno concentrate sulla risoluzione e non certo addossando colpe. Ho scritto, già in altri articoli e in conseguenza di
letture, che il senso della vita è capire chi siamo. In questo
straordinario compito, non dobbiamo dimenticarci che per
conoscerci dobbiamo continuamente interagire con gli altri che ci fanno da specchio. Il dramma che vivono queste
popolazioni ci deve riportare ad altre catastrofi umane o
genocidi perpetrati nell’idea di separazione: ad un’umanità fatta di buoni o cattivi, belli o brutti, sani o malati, di
popoli appartenenti a religioni, cultura, razze diverse, e che
quindi, se non sono servibili a scopi egoistici, vanno buttati.
Le differenze esteriori sono, all’opposto, delle ricchezze per
la nostra interiorità; è una delle possibilità che abbiamo
per comprendere che gli altri siamo noi: tutti nati per la
conoscenza. L’immensa trasformazione che sta avvenendo
ci costringe a questa riflessione, al richiamo di tutti al confronto interiore e all’accettazione dell’altro proprio grazie
alla sua diversità.
Daniela C.
dal grande libro
della natura
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Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
Non abbiate paura
di essere i santi del nuovo millennio!
scriveva Georges Bernanos:
C osì“I Santi
non sono sublimi”. Un errore l’idea di superare l’umanità,
mentre il Santo non la supera, l’assume.
Si sforza di avvicinarsi il più possibile al
suo modello, Gesù Cristo, cioè a Colui che
è stato perfettamente “uomo”. Giovedì
santo, dopo la messa in Coena Domini,
noi giovani abbiamo guidato un momento
di adorazione eucaristica. Proprio 10 anni
fa moriva papa Giovanni Paolo II. Per l’occasione ci siamo lasciati guidare da
alcune sue riflessioni. Abbiamo concluso
con l’angelus di papa Francesco. Ecco,
in sintesi, alcune frasi per continuare a
meditare:
altri se non a Gesù. Contate su di Lui;
credete alla forza invincibile del Vangelo
e ponete la fede a fondamento della
vostra speranza. ••• Gesù cammina con voi, vi rinnova
il cuore e vi irrobustisce con il vigore del
suo Spirito. Giovani, non abbiate paura
di essere i santi del nuovo millennio! ••• Siate contemplativi ed amanti della
preghiera; coerenti con la vostra fede e
generosi nel servizio ai fratelli, membra
attive della Chiesa ed artefici di pace. (S. Giovanni Paolo II, XV G.M.G.)
•••
Dio vuole che tutti siano santi.
Abbiate la santa ambizione di essere
santi, come Egli è santo!
••• Mi chiederete: ma oggi è possibile
essere santi? Se si dovesse contare
sulle sole risorse umane, l’impresa
apparirebbe giustamente impossibile.
Ben conoscete i vostri successi e le
vostre sconfitte. ••• Se arduo è il cammino, tutto
noi possiamo in Colui che è il nostro
Redentore. Non volgetevi perciò ad
•••
Chi sono i santi? I santi, gli
amici di Dio. Nella loro esistenza
terrena hanno vissuto in comunione
profonda con Dio. I santi non sono
superuomini, né sono nati perfetti.
••• Cosa ha cambiato la loro vita?
Quando hanno conosciuto l’amore
di Dio, lo hanno seguito con tutto il
cuore, senza condizioni e ipocrisie.
••• I santi si sono allontanati dal
diavolo; i santi sono uomini e donne
che hanno la gioia nel cuore e la
trasmettono agli altri!
••• Essere santi non è un privilegio
di pochi, come se qualcuno avesse
avuto una grossa eredità; tutti noi nel
Battesimo abbiamo l’eredità di poter
diventare santi. La santità è una
vocazione per tutti. ••• Gesù Cristo ci insegna a
diventare santi. Lui nel Vangelo
ci mostra la strada: quella delle
Beatitudini (cfr Mt 5,1-12)
Papa Francesco
(Angelus del 1 novembre 2013)
Pellegrinaggio Gruppo Emmaus
omenica 19 aprile c’è stato il
D
pellegrinaggio per le famiglie
del Gruppo Emmaus. Siamo parti-
Quando impariamo a cogliere gli
innumerevoli doni che abbiamo,
dalla meraviglia della natura alla
ti dal Monastero e siamo giunti al gioia dell’amicizia.
Convento di San Felice. Nel pome- Gesù infatti ringraziava sempre suo
riggio noi genitori abbiamo vissuto Padre per ciò che riceveva o viveva.
un incontro formativo tenuto dal E lo faceva con spontaneità! La soddott. Davide Guarneri, responsabi- disfazione della vita, quella vera, si
le per la pastorale scolastica della
nostra diocesi. È stato molto interessante!
Il messaggio che abbiamo colto
nella nostra vita di genitori è: la
fede si vive tutti i giorni in famiglia,
ogni volta che diamo tenerezza ed
amore gratuitamente ai nostri figli. Ogni volta infatti che diamo un
esempio positivo nel vivere la vita
in pienezza, annunciamo Gesù.
può raggiungere dando il meglio
di noi, quando facciamo qualcosa,
quindi nell’impegno! Impegnarsi
nelle piccole cose e trasmettere
l’amore per la vita vedendo ogni
occasione come uno strumento
nelle nostre mani datoci da Dio.
Noi non siamo perfetti e non dobbiamo nemmeno esserlo. Ciò che è
importante, ciò che fa la differenza, è che diamo tutto ciò che possiamo per amore di Gesù!
Questo messaggio ha incoraggiato molto sia me che mio marito.
Siamo tornati a casa con la consapevolezza del grande dono di fede
che abbiamo ricevuto. Grazie!
Gruppo di genitori
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Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
Pizza & Film … un’esperienza vissuta insieme!
lcuni sabato sera, con amiche e amici del catechismo, sperimentato il successo, capisce che quella non è la vita
A
ci siamo trovati in Oratorio per guardare tutti insieme che veramente desiderava: lascia quindi tutto quel mondo
un film e mangiare una pizza. In tutte le serate, tre in tota- di falsità e “bei sorrisi”, per seguire i suoi sogni, diventare
le, abbiamo riflettuto sulle virtù che ciascun personaggio
aveva: Abbiamo trovato apparenti “spalle”, cioè ragazzi con “poteri” che sembrano inutili; in realtà solo grazie al loro intervento riusciranno a salvare tutti i loro amici: tutti i doni di
Dio sono preziosi, anche quelli apparentemente più strani. giornalista.
Abbiamo infine incontrato degli adolescenti che, messi davanti a dei pericoli si sono divisi, crollando inevitabilmente verso la sconfitta. Accortisi che la fine stava giungendo,
hanno deciso di riunirsi e insieme sconfiggere il male.
Come conclusione delle serate, mangiavamo tutti insieme
una buonissima pizza, chiacchierando e ridendo con gli
Abbiamo incontrato due ragazze in carriera, le cui scelte amici. Queste serate ci sono piaciute perchè siamo stati
saranno opposte: una deciderà di continuare quella “vita tutti insieme non solo divertendoci, ma anche “lavorando”
fatta di apparenze ed inganni”, sacrificando qualsiasi ami- seriamente sulle virtù. Anna B. - Silvia L. - Francesca A.
cizia e amore si mettan sul suo cammino; l’altra, dopo aver
Campo estivo 2015 a Borno:
è BELLO con TE!
Carissimi genitori, anche quest’anno desideriamo proporre per i vostri figli alcuni giorni di villeggiatura in montagna. Saremo alloggiati
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“Marco Nodari” a BORNO. tività specifiche per elementari e
medie.
DATE: da Lunedì 15 a Sabato
20 giugno 2015 con viaggio in pullman (andata e ritorno!).
COSTO: 180 € per il primo fiGesù è uomo nuovo, della gioia, li- glio, per i fratelli 150 €.
bero, è amico, pane, Gesù è figlio… ISCRIZIONI: sono state aperSolo conoscendolo possiamo dire: te lunedì 27 aprile presso la Se“è bello con te!”. Possiamo cono- greteria dell’Oratorio (dalle 15.00
scerlo attraverso la sua Parola, le alle 18.00) versando una caparra
testimonianze di chi si è lasciato di 50 € fino ad esaurimento posti.
trovare e ha lasciato che Gesù, per
primo, gli dicesse: “è bello con te!”. Don Gianluca guiderà l’esperienza
Per ritrovare la Bellezza di sta- con un gruppo di animatori comre con Gesù il primo passo è fare petenti e appassionati. Saranno
esperienza di Lui. presenti alcuni adulti per la geDESTINATARI: i ragazzi dei stione della cucina e nelle attività
Gruppi S. Filippo, S. Giovanni Pia- dei ragazzi. (Per ulteriori informamarta, S. Caterina, S. Francesco zioni contattate don Gianluca allo
e S. Paolo. Saranno proposte at- 349.2267166).
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Tu sei l’unico che può donarmi la forza.
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fa che possa vivere e non sopravvivere,
che possa offrire e non soffrire.
Dio Padre, sono tuo figlio,
e così come un padre aiuta suo figlio,
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Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
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Route di Pasqua 2015 a Montisola
Primo Giorno
La route è iniziata in oratorio a Salò;
dopo aver diviso le provviste per i
successivi tre giorni negli zaini, siamo
scesi in stazione per prendere il
pullman. Arrivati a Brescia, ci siamo
fermati a mangiare il gelato in attesa
del treno, su cui, dopo essere saliti,
abbiamo improvvisato un tavolino con
uno stuoino per giocare a carte. A Iseo
siamo scesi e ci siamo incamminati
verso Sulzano, e da Pilzone abbiamo
percorso la Via Valeriana, antica strada
di origine romana che si snoda a circa
300 metri di quota e da cui si possono
ammirare stupendi panorami del Lago
d’Iseo.
Giunti a Sulzano abbiamo lasciato
gli zaini nella stanza dell’oratorio
in cui avremmo dormito e siamo
andati nella chiesa parrocchiale per
la funzione del Giovedì Santo. Dopo
la messa siamo tornati in oratorio
La Valle, il suo lavoro,
la sua gente,
la sua Banca.
dove abbiamo cucinato, a coppie sui
fornelli, e cenato. Abbiamo deciso di
comune accordo che saremmo andati
subito a dormire poiché eravamo
estremamente stanchi.
trovato ospitalità in un terreno con
una splendida vista sul lago. Montato
le tende, cenato e buona notte.
Terzo Giorno
Smontato il campo base siamo partiti
alla volta di Siviano, dove siamo
Il secondo giorno siamo partiti arrivati dopo un’ora abbondante di
da Sulzano per arrivare con il cammino. Ci siamo fermati presso la
battello a Peschiera Maraglio. Dopo chiesa parrocchiale per l’adorazione
un’escursione di due ore siamo al Cristo, durante la quale, ci
arrivati a Olzano dove abbiamo siamo soffermati in una riflessione
iniziato la nostra Via Crucis. Le stazioni inerente al difficile argomento della
si sono susseguite e distribuite lungo salvaguardia del creato; tema che
il percorso che ci ha condotti prima ci siamo riproposti di approfondire
a Località Masse, dove abbiamo durante tutto quest’anno scout.
consumato un pasto frugale, poi sino Abbiamo preparato delle domande
alla sommità del monte dove è situato e delle provocazioni da proporre alle
il Santuario della Ceriola (600 metri persone che avremmo incontrato.
s.l.m). Dopo esserci riposati al Sole, Giunti in prossimità di Peschiera
causa di diffuse scottature, abbiamo Maraglio, i capi ci hanno mandato
ripreso il cammino ritornando all’(dis) da soli a concludere l’inchiesta lungo
abitato di Masse, dove abbiamo tutto il tragitto di ritorno verso Salò.
Ci siamo ricongiunti con i nostri Capi
di fronte al Duomo di Salò dove
avremmo acceso il fuoco con il quale è
stato acceso il cero pasquale durante
la liturgia del fuoco.
Durante questi giorni ci siamo sentiti
appagati e orgogliosi in particolare
quando siamo arrivati al santuario,
allo stesso tempo eravamo stanchi
e provati. Questa esperienza ci ha
maggiormente uniti: collaborando e
divertendoci insieme è aumentato
il senso di comunità e appartenenza
al gruppo. Inoltre la lontananza dalla
quotidianità ci ha reso spensierati e più
attenti alla natura che ci circondava.
Il noviziato
Secondo Giorno
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Vita di parrocchia
a cura di Renato Cobelli
Stermini di massa
nel ’900
Le stragi di Turchia, Cambogia, Ruanda e Bosnia
zio complice di Caino che esclama: ”A me che importa?”.
Per Papa Francesco ricordare genocidi e stermini di massa
è necessario, anzi, doveroso, perchè “laddove non sussiste
la memoria significa che il male tiene ancora aperta la porta; nascondere o negare il male è come lasciare che una
ferita continui a sanguinare senza medicarla!”.
Genocidio armeno (1915 – 1923). Avvenne nell’ambito del primo conflitto mondiale (1914 – 1918)
ad opera del Governo dei “Giovani Turchi”, al potere dal
1908. Si intendeva, in questo modo, eliminare l’etnia armena, presente nell’area anatolica sin dal VII secolo a.C. Lo
sterminio di circa 1,5 milioni di persone, dalle caratteristiche del genocidio, è stato sempre negato dalla Turchia. Anche stavolta, il discorso del Papa è stato aspramente contestato dal governo di quel Paese.
Cambogia (1975 – 1978). L’ex colonia francese divenne indipendente nel 1953 ad opera del principe
Norodam Sihanouk. Nel 1970 un colpo di stato appoggiato
dagli USA rovesciò quel governo. Nel 1975 il potere passò
ai Khmer Rossi, comandati dal dittatore Pol Pot. Per creare “l’uomo nuovo socialista”, furono evacuate tutte le città
cambogiane e la popolazione trasferita in campi di lavori
forzati. In questa operazione persero la vita da 800.000 a
3.300.000 cambogiani. La mattanza fu interrotta dai vietnamiti nel 1979.
P
er ricordare la prima delle tre grandi tragedie inaudite «che l’umanità ha vissuto nel secolo scorso», Papa
Francesco ha ripreso le parole della Dichiarazione Comune
firmata da Giovanni Paolo II e Karekin il 27 settembre 2001:
«Il primo genocidio del XX secolo». In quella occasione, furono uccisi vescovi, sacerdoti, religiosi, donne, uomini, anziani e persino bambini e malati indifesi.
Il Pontefice è intervenuto domenica 12 aprile 2015 nella
Basilica di S. Pietro, dove ha celebrato la Messa per il centenario del martirio armeno (Metz Yeghen). Il suo ricordo
è andato anche ad “altri stermini di massa, come quelli in
Cambogia, Ruanda, Burundi e Bosnia. Ha ricordato “Il grido
soffocato e trascurato di tanti nostri fratelli e sorelle inermi,
che a causa della loro fede in Cristo o della loro appartenenza etnica vengono pubblicamente e atrocemente uccisi
– decapitati, crocifissi o bruciati vivi – oppure costretti ad
abbandonare la loro terra”. Ha evidenziato, in particolare,
che “anche oggi stiamo vivendo una sorta di genocidio
causato dalla indifferenza generale e collettiva, dal silen-
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Ruanda (1994). In questo Stato dell’Africa Centrale
fu compiuto il genocidio dei tutzi e degli hutu, massacrati
dal 6 aprile al 16 luglio. Su una popolazione di 7.300.000
persone, ne vennero uccise, a colpi di machete e di bastoni,
1.174.000 (10.000 morti al giorno, 400 all’ora, 7 al minuto).
Bosnia (1990 – 1999). Lo sterminio si sviluppò
nel contesto della dissoluzione della Jugoslavia federale di
Tito. Nel periodo che va dal 1990 al 1999, le parti in causa
utilizzarono a più riprese la “pulizia etnica” per prevalere.
L’esasperato nazionalismo, coltivato da tutte le fazioni, provocò un numero di morti non ancora del tutto accertato.
L’11 luglio 1995, a Srebrenica, enclave musulmano nella
parte orientale della Bosnia, furono uccisi circa 8.000 bosniaci, uomini ed adolescenti.
Ancora oggi, purtroppo, c’è chi cerca di eliminare i propri
simili, con l’aiuto di alcuni e con il silenzio complice di altri
che rimangono spettatori. Le atrocità dell’ISIS ci ricordano
che il male é ancora tuttora presente nel mondo.
Notizie sociali a cura della FNP-CISL di Salò
Molte persone, oggi, tendono a coltivare la pretesa di non dover niente a nessuno, tranne che a se stesse. Ritengono di essere titolari solo
di diritti e incontrano spesso forti ostacoli a maturare una responsabilità per il proprio e l’altrui sviluppo integrale. Per questo è importante
sollecitare una nuova riflessione su come i diritti presuppongano doveri senza i quali si trasformano in arbitrio… Si è spesso notata una relazione tra la rivendicazione del diritto al superfluo o addirittura alla trasgressione e al vizio, nelle società opulente, e la mancanza di cibo, di
acqua potabile, di istruzione di base o di cure sanitarie elementari in certe regioni del mondo del sottosviluppo e anche nelle periferie di grandi
metropoli… L’esasperazione dei diritti sfocia nella dimenticanza dei doveri… La condivisione dei doveri reciproci mobilita assai più della sola
rivendicazione di diritti. Caritas in veritate, 43.
DOMANDA: sono un giovane assunto con un contratto a tutele
crescenti in un’azienda con una ventina di dipendenti. È vero che
l’imprenditore mi può licenziare anche per una mancanza che
non ho commesso?
Risposta: caro lavoratore, devi sapere innanzitutto che il nuovo
contratto a tutele crescenti introdotto dal Jobs Act, è un contratto a tempo indeterminato, cioè un contratto che non ha
una scadenza, che il datore di lavoro può interrompere solo con
precise motivazioni disciplinari oppure economiche e che ti verrà applicato il contratto collettivo di lavoro, non solo quello nazionale, ma anche quello aziendale. Ti spetteranno dunque gli
stessi diritti e le stesse tutele previste per gli altri lavoratori. La
sola differenza rispetto al normale contratto a tempo indeterminato, sta nella sanzione che viene imposta al datore di lavoro in
caso di licenziamento illegittimo.
Se il tuo datore di lavoro un giorno dovesse licenziarti per qualche mancanza disciplinare che non hai commesso, in caso di
ricorso in giudizio gli verrà ordinato di reintegrarti nel posto di
lavoro, come avviene nel normale contratto a tempo indeterminato, e di pagarti un’indennità risarcitoria non superiore a 12
mensilità di retribuzione.
Se invece hai commesso una mancanza disciplinare, ma il giudice dovesse ugualmente ritenere eccessivo e quindi illegittimo
il licenziamento, non è prevista la reintegrazione nel posto di
lavoro, ma il datore di lavoro dovrà pagarti un indennizzo di importo crescente rispetto alla tua anzianità di servizio (ecco le
tutele crescenti), pari a 2 mensilità dell’ultima retribuzione per
ogni anno di servizio, in misura comunque non inferiore a 4 e
non superiore a 24 mensilità. Lo stesso avviene per i licenziamenti dettati da motivazioni economiche. È vero che vi è il rischio che le mancanze disciplinari, purchè siano state effettivamente commesse, siano trattate tutte allo stesso modo, senza
riguardo alla loro reale gravità, e che, pertanto, possa scattare
il licenziamento anche per mancanze meno gravi, senza possibilità di reintegrazione. Ma devi sapere che i contratti collettivi
nazionali di lavoro contengono un codice disciplinare che regolamenta la corrispondenza tra mancanze e sanzioni. Il Sindacato
si sta già muovendo perchè nei contratti questo sia meglio definito. Desidero anche sottolineare che il Sindacato si è battuto
e ha ottenuto che nel testo definitivo del decreto fossero elimi-
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DOMANDA: quali servizi offrono i CAF?
Risposta: oltre all’assistenza per la presentazione dei modelli 730
e UNICO i “CAF sindacali” (da non confondere con i “Patronati sindacali” i quali trattano le pensioni) forniscono una vasta gamma
di servizi.
Calcolo IMU – interessa i contribuenti possessori di immobili e
aree fabbricabili per l’imposta da versare al Comune.
Red – certifica la situazione reddituale al fine di mantenere alcune
prestazioni INPS.
ISEE - certifica la situazione economica del nucleo familiare per
richiedere prestazioni a diversi enti pubblici e privati.
Successioni – per dichiarazione di successione degli eredi.
Colf e badanti – per i numerosi adempimenti necessari come
lettera di assunzione, denuncia a Inps e Inail, busta paga e contributi, Tfr.
Lavoratori autonomi (partite IVA) – per una completa
assistenza contabile e fiscale.
Contratti di locazione – redigere il contratto, il modello RLI ecc.
DOMANDA: entro quando bisogna presentare la domanda
per il BONUS BEBÈ?
Risposta: entro 90 giorni dalla nascita del figlio. Comunque, su
questo beneficio la normativa non è ancora ben definita e quindi
saremo più precisi non appena saranno chiarite tutte le modalità
necessarie per poterlo ottenere.
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nati alcuni aspetti pericolosi, come la possibilità di licenziare per
scarso rendimento o in caso di fatti insussistenti, che avrebbero
dato strumenti ingiusti al datore di lavoro. Per ogni chiarimento,
dubbio o necessità, rivolgiti al delegato sindacale sul luogo di
lavoro o all’operatore sindacale o alle nostre sedi nei territori,
che sono sempre al lavoro per essere al tuo fianco.
Tel. 0365 40162
Cell. 337434380
13
14
E dopo gli strappi
Notizie utili
a cura di Giovanni Ciato
Prima di E X P O
Gli strappi
C’è sempre un prima e un dopo, la
storia ce lo insegna. Ci sono fatti, magari insignificanti, dopo dei quali non
è più come prima e questo in tutti i
settori, dall’agricoltura alla medicina
(in termini più ampi con riferimento
alla scienza), dallo sport alla musica
(all’arte in generale).
Si pensi ad esempio a fatti che hanno
tracciato un solco nella storia, prima
di Cristo (a.C.) e dopo Cristo (d.C.),
ma senza richiamare esempi così
importanti, basti pensare come alle
Olimpiadi del 1968 a Città del Messico, quando Richard Fosbury decise
di saltare in modo diverso rispetto
alla tecnica utilizzata sino a quel momento e provò a saltare compiendo
una rotazione che gli fece rivolgere la
schiena verso il basso con una tecnica
definita ventrale e che gli fece vincere
la medaglia d’oro. Ma l’importanza di
quel salto è nella rivoluzione portata
nel mondo del salto in alto.
Oggi tutti saltano così, eppure sino a
quel momento era impensabile farlo.
Dalla caduta del muro di Berlino, da
allora il mondo non è più lo stesso.
Ma si pensi anche a Maria Callas e al
suo modo di cantare e di interpretare l’opera. All’epoca vi erano voci più
limpide e chiare rispetto alla sua, ma
erano fredde e meno appassionate,
la sua, meno pulita ma più penetrante, tanto che ti entrava dentro diritta
al cuore, ha segnato un solco profondo nel mondo della lirica.
Adesso stiamo attendendo EXPO
con tante aspettative e interrogativi,
come sarà? Ce la faremo a concludere i lavori per la sua apertura prevista per Maggio o i ritardi saranno tali
da ridicolizzarci di fronte al mondo
intero. E poi, l’organizzazione sarà
all’altezza dell’evento o ci saranno
delle falle, dei buchi, come saranno i
trasporti, ci saranno i tanti minacciati
scioperi o si riuscirà a superare anche
questo momento di conflittualità?
Siamo pronti in termini di sicurezza
visto gli atti terroristici di questi ultimi tempi, saremo in grado di dialogare con le polizie di tutto il mondo e
prevenire atti violenti?
Queste e tante altre le domande che
precedono questa importante manifestazione ormai definita da tutti
un’occasione per sbloccare la situazione di stallo in cui si trova la nostra
economia. Rilanciare il sistema Italia
con turisti da tutto il mondo che porterebbero valuta straniera (dollari,
yen, etc.), far conoscere il nostro
Paese e le nostre bellezze, dalla cultura alle città d’arte, dalle nostre zone
turistiche (Lago di Garda compreso),
alla nostra gastronomia.
Insomma approfittare di questa opportunità per rilanciare l’Italia sotto
tutti i punti di vista, almeno questi
sono gli obiettivi e le aspettative prima di EXPO.
Ecco, quando avvengono le situazioni che ho
citato, si crea un fenomeno rincorsa per ricucire lo strappo, per usare un termine sportivo
è come quando in gara un ciclista va in fuga,
strappa il gruppo e lì a rincorrerlo, per ricucire,
ricompattare, chiudere.
In tutte le situazioni, sportive e non, la cronaca e la storia ce lo testimoniano, c’è sempre
un dopo, dove, anche a non volerlo, non è più
come prima.
E in tutti questi cambiamenti (almeno per la
maggior parte di essi), alla base ci sono sempre delle innovazioni tecniche o tecnologiche
che sono fondamentali per poter realizzare
il cambiamento. L’invenzione della ruota per
i trasporti, dell’arco per lanciare le frecce e
cambiare tipo di alimentazione agli albori delle nostre origini, il materasso di gomma piuma
per il salto in alto dorsale di Richard Fosbury,
che altrimenti si sarebbe rotto l’osso del collo
cadendo sulla sabbia. E qui, nel caso di EXPO,
queste componenti ci sono tutte.
La tecnologia: con padiglioni all’avanguardia
per architettura e ingegneria, ma anche tecniche costruttive innovative, uso di materiali
tecnologicamente avanzati, utilizzo di sistemi
di produzione di energia da fonti rinnovabili,
proposte per una nuova produzione agricola e
di una diversa alimentazione, più consapevoli
e rispettose della natura.
Lo strappo: con EXPO sono state profondamente cambiate le modalità di gestione degli
appalti con controlli che hanno lasciato il segno e dai quali non si torna indietro, ma anche
una sinergia tra tutte le intelligence del mondo (sistemi di informazioni riservate), con controlli a telecamere collegate a centrali di polizia in grado di dialogare tra loro in tempo reale
e da cui non è pensabile tornare indietro una
volta conclusa la manifestazione. E non solo.
Le condizioni per soddisfare le tante aspettative ci sono, ma anche la possibilità che interrogativi come sicurezza, trasporti, qualità dei
servizi, comunicazioni e tanti altri, vengano
meno e inevitabilmente ci sarà un dopo EXPO
negativo.
Ormai lo sappiamo che tutto porta a dividerci,
se si vince il campionato del mondo di calcio
allora le polemiche muoiono sul nascere, ma
se si arriva anche solo secondi, il dopo è sempre fatto di strascichi polemici, spesso inutili
e sterili.
E anche nel caso di EXPO chissà quanto ci sarà
da ridire, per questo ho pensato che alle valutazioni successive, con o senza polemiche,
ci dovesse essere anche un prima, che alle
considerazioni ovvie, ma postume, di qualsiasi tipo esse saranno, ci dovesse essere una
valutazione consapevole (per quanto possibile nel nostro caso), che apra alla fuga in
solitaria. Sperando di farcela e arrivare “uno”,
naturalmente.
Gabriele d’Annunzio
e la Grande Guerra:
Scuola paritaria cattolica
il poeta soldato riletto e interpretato
dalla generazione 2.0
a cura della Scuola “E. Medi”
n nuovo successo per gli alunU
ni delle classi quinte del Liceo
E. Medi, che giovedì 16 aprile sono
ce del poeta, un trait d’union che
spiegasse in che modo queste due
anime, apparentemente così difstati premiati all’interno dell’Audi- ferenti, abbiano potuto coesistere
torium del Vittoriale per la parte- all’interno di uno stesso uomo.
cipazione al concorso “Gabriele Il risultato è stato un acquarello,
d’Annunzio e la Grande Guerra”. accompagnato da un breve testo,
La premiazione è stata il momento frutto della fantasia e dell’acume
conclusivo di un lavoro sviluppa- dell’alunna Fiorenza Marzocchi,
to a partire dal settembre scorso, che ha ricevuto il plauso e l’ammicon una giornata al Vittoriale nel- razione di tutta la platea dell’aula quale gli alunni hanno avuto ditorium e che ha suscitato anche
l’occasione, oltre che di visitare l’interesse e la curiosità della rapl’intera cittadella dannunziana se- presentante dell’Ufficio Scolastico
guendo uno specifico percorso te- Regionale presente alla cerimonia,
matico, di assistere al Convegno di che ha subito chiesto alla ragazza
studi che ha visto impegnati storici una copia del lavoro.
e studiosi di calibro internazionale L’altro filone, che è invece stato
nell’analisi della figura del d’An- seguito dal resto della classe 5A e
nunzio soldato, protagonista del dalla classe 5B, è partito dalla constatazione dell’incredibile moderPrimo conflitto mondiale.
Guidati dalla professoressa Pezza- nità di d’Annunzio, che più di ogni
li, gli studenti delle classi quinte altro scrittore della sua epoca ha
degli indirizzi Scientifico e Lingui- saputo sfruttare abilmente i mezzi
stico si sono quindi cimentati nel- di comunicazione di massa allola lettura di testi dannunziani; un ra nascenti. Si è quindi giunti alla
percorso atipico: ai testi apparte- conclusione che, se il Vate avesse
nenti al d’Annunzio esteta, cantore avuto a disposizione per la sua
della bellezza, sono stati affiancati campagna interventista internet e
articoli, discorsi, appunti, lettere i social media, non avrebbe esitato
riconducibili invece al d’Annunzio a sfruttarli come megafono per le
soldato, impegnato in prima per- sue arringhe.
sona nella campagna interventista Gli alunni hanno trasformato artie, in seguito, in pericolose azioni coli e discorsi dannunziani di un intero anno, a partire dall’inizio del
belliche.
Due linee di riflessione sono sca- conflitto fino all’entrata in guerra
turite da questo lavoro: la prima, dell’Italia, in altrettanti tweet, brepiù intimistica, ha portato a cerca- vissimi messaggi che politici e inre un collegamento tra le due fac- tellettuali di oggi inviano giornal-
Lavoro svolto da Fiorenza Marzocchi
Tweet del Maggio Radioso
mente per veicolare attraverso la
rete il loro pensiero.
Quindici tweet in perfetto stile
dannunziano per scandire i passaggi più significativi di un anno
fondamentale per l’Italia e soprattutto per il Vate: dai primi interventi dalla Francia fino al Maggio
radioso, al quale Domenico Distaso ha reso omaggio con un breve
componimento in versi. Un lavoro
complesso, presentato con entusiasmo dall’alunna Sara Bolberti,
che ha saputo tradurre al meglio
lo spirito con il quale il progetto è
stato affrontato dalle due quinte.
Spettatori della premiazione anche gli alunni delle classi terze medie del nostro Istituto, i quali hanno avuto l’occasione di approcciarsi alla figura di d’Annunzio in modo
inedito, attraverso la mediazione
dei loro compagni più grandi.
Tanti i progetti presentati dalle diverse scuole che hanno partecipato al concorso: video, elaborati, lavori d’archivio su lettere e appunti,
fumetti, persino un cioccolatino
coniato ad hoc per l’occasione dagli alunni dell’Istituto alberghiero.
La partecipazione di tante scuole
all’iniziativa, pensata in occasione
dei 100 anni dalla Grande Guerra,
ha testimoniato come ancora i ragazzi si possano appassionare ad
avvenimenti e figure distanti da
loro nel tempo, ma che offrono
ancora validi spunti di riflessione e
che danno l’occasione per leggere
in maniera più consapevole anche
il nostro presente.
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Cinema teatro Cristal
“BLACK or WHITE”
Bianco o Nero
“Bianco o Nero” e non “Bianco e Nero”
Nella serata del 21 aprile per la sezione Cineforum è stato
proiettato al Cristal il film “Black or White”. Dal titolo traspare una contrapposizione: Bianco o Nero. Non è quindi
espresso nella forma Bianco e Nero anche se, dopo aver visto il film, il titolo avrebbe potuto benissimo essere proprio
“Bianco e Nero”. Di sicuro il film ha trattato delle problematiche interrazziali, ma nel rispetto del “politicamente corretto”, per cui si prende atto che dette problematiche esistono,
ma vanno affrontate in maniera blanda.
La vicenda
La differenza interraziale nel film esiste in quanto il nonno
Elliot (attore Kevin Costner) è rimasto solo dopo la morte
della moglie e della figlia deceduta di parto dopo aver dato
alla luce la piccola Eloise; gli rimane quindi solamente la nipotina alla quale voler bene. La famiglia paterna di Eloise è
afroamericana. La nonna paterna di Eloise, Rowena, ingaggia una battaglia legale per avere la custodia della bambina,
battaglia nella quale Elliot, essendo avvocato, si immerge
con tutti i mezzi.
Per completare il quadro va riferito che il padre della bambina è un drogato ed è in ristrette situazioni economiche.
Una blanda esposizione
della diversità delle due culture
a cura di Lamberto Dondio
Cineforum
Martedì 5 maggio
Figura femminile controcorrente, divisa tra ragione e
sentimento, tra senso etico e bisogno d’amore.
Suite francese
di Saul Dibb
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Martedì 12 maggio
A dieci anni dalla scomparsa del divo, due delle sue
donne e le figlie avute da madri diverse si incontrano
per celebrarlo. Eva contro Eva.
Latin lover
di Cristina Comencini
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Martedì 19 maggio
Nella famiglia Bélier sono tutti sordi tranne Paula, che
ha 16 anni. Spaccato di vita quotidiana che vi farà
ridere, sorridere, piangere, ma non solo: vi farà bene.
La famiglia Bélier
di Eric Lartigau
Ecco quindi che l’avvocato di Rowena caratterizza la sua battaglia legale come la volontà di un bianco ricco (Elliot) di voler schiacciare un nero povero (il padre della bambina).
Questo è il solo aspetto del confronto di due razze che appare: quello limitato alla battaglia legale.
In realtà, e questo è il messaggio del titolo, si tratta della
difficile convivenza tra le due razze, generata dall’unione tra
una bianca americana ed un afroamericano per cui la bambina, dai tratti somatici afroamericani, deve necessariamente
appartenere ad una delle due culture, a quella bianca o a
quella di colore, concetto questo che il film non ha tratteggiato con chiarezza.
Lamberto Dondio
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Celebrare la Parola:
il dialogo dell’alleanza
L
a Sacrosanctum Concilium (SC) a proposito della liturgia si
esprime così: «Nella liturgia Dio parla al suo popolo; Cristo
annunzia ancora il Vangelo. Il popolo a sua volta risponde a Dio
con il canto e con la preghiera» (SC 33). L’affermazione conciliare ci suggerisce che la liturgia nella sua struttura essenziale si
presenta nella forma di un dialogo: Dio parla e l’uomo risponde.
Questo dialogo, a sua volta, non è un dialogo occasionale, ma
l’eco di un rapporto molto più ampio, che costituisce il motivo
e il fondamento del nostro celebrare: l’Alleanza tra Dio e il suo
popolo. La celebrazione eucaristica, infatti, è memoriale dell’eterna alleanza realizzata per sempre nella morte e risurrezione
del Signore.
La Parola nella Sacra Scrittura - la forza della parola
Per comprendere il ruolo che la Parola assume in questo contesto di Alleanza, dobbiamo necessariamente attingere alle
pagine della Sacra Scrittura dove possiamo cogliere la portata
simbolica della Parola. Nell’Antico Testamento, la parola più
che un semplice strumento di linguaggio, si presenta quasi
come una forza che determina le sorti di un popolo. Lo stesso
culto di Israele sembra distinguersi dagli altri popoli. Almeno
all’inizio, infatti, non abbiamo un culto sacrificale come avviene altrove, ma solo un culto assegnato alla Parola e che si
esprime essenzialmente nell’ascolto. Un esempio può essere
quello dell’arca dell’alleanza attorno alla quale si concentra e
si sviluppa il culto israelitico: in essa infatti è conservata la parola di Dio (Es 25,16.21; Dt 10,2-5).
Il libro di Neemia: la celebrazione della Parola
Interessante per noi è il testo riportato nel libro di Neemia, ai capitoli 8-10. Il libro ci colloca in quello che è chiamato il “secondo
esodo”, quello del ritorno dalla deportazione in Babilonia. Nei
capitoli in questione, centrale è la proclamazione della Torah, il
libro della legge di Mosè che il Signore aveva dato a Israele (Ne
8,1). Due elementi che emergono dal racconto ci forniscono la
portata simbolica della Parola: l’identificazione tra Parola e presenza divina; il contesto dell’alleanza in cui Israele rinnova il suo
impegno.
1) La solennità e gli atteggiamenti di venerazione che il popolo
assume di fronte alla Legge rivelano la consapevolezza di trovarsi, non di fronte ad un libro, ma dinnanzi alla presenza stessa di
Dio. Leggiamo infatti come, appena Esdra ebbe aperto il libro,
tutti “si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore”(Ne 8,6). C’è una evidente identificazione tra il
Libro e la presenza di Dio.
2) L’ascolto delle parole della Legge è occasione per benedire il
Signore nel ricordo di quanto ha fatto, dall’alleanza con Abramo
a quella con il popolo schiavo in Egitto. Ancora di più, la memoria
dei prodigi di Dio è occasione per confrontare la fedeltà di Dio
all’infedeltà di Israele, la cui dispersione è la conseguenza più
evidente. Ecco quindi che sull’ascolto della Torah avviene la ricostruzione del popolo, suggellata nel rinnovamento dell’alleanza.
La Parola di Dio e le parole degli uomini
Dal simbolismo biblico
Due sono gli elementi più emergenti legati al simbolismo della
Capire la Liturgia
a cura di Rosa Pollini
Parola: la presenza di Dio e la memoria dell’Alleanza con Lui. Da
questo simbolismo biblico è facile il passaggio a quello liturgico: “il valore del simbolismo liturgico è quello di proclamare la
presenza in atto di quanto il simbolismo biblico preannuncia e
contiene. La liturgia è «Bibbia vivente» nell’azione celebrativa
della Chiesa”.
È celebrazione della Pasqua fatta carne; la Parola annunziata
nell’Antico Testamento si fa carne nel Nuovo e pone la sua dimora in mezzo a noi. La parola incarnata, diventa non solo “presenza” di Dio, ma anche artefice della Nuova Alleanza: Cristo è il
“mediatore di una nuova alleanza” (Eb 9,15). - e dal simbolismo
umano… Nella vita umana la parola è certamente elemento fondamentale della comunicazione. Essa è strumento per entrare in
rapporto, veicolo per aprire un dialogo con gli altri. Allo stesso
tempo, in nostra assenza, la parola scritta ci rende presenti agli
altri, è testimonianza di una presenza. Questa realtà umana fa
da sfondo e struttura la celebrazione cristiana. “Forma dialogica,
struttura d’Alleanza, lo scambio parlato nella sua forma liturgica
esprime il cuore del cristianesimo”. …alla liturgia. Ancora oggi
Dio interpella l’uomo per entrare in dialogo con lui. È la liturgia il
luogo in cui questo dialogo si rende vivo ed attuale. In modo particolare la liturgia della Parola presenta questa dinamica dialogica nell’alternanza tra Parola di Dio ascoltata e risposta dell’uomo
a questa Parola. Sinteticamente, la prima parte della celebrazione eucaristica presenta questo schema:
Parola di Dio:
I lettura
II lettura
Vangelo
Omelia
Risposta dell’uomo:
Salmo
Acclamazione
Professione di fede
Preghiera dei fedeli
Dallo schema appare chiaro come il Rito della parola richiede
un’attenzione particolare perché la risposta non sia una semplice formula, ma una convinta adesione a quanto ascoltato così da
salvare l’autenticità del dialogo. È risposta che si traduce in preghiera di supplica, di ringraziamento, di perdono (salmo responsoriale), in canto di lode per il dono della Parola (Acclamazione
al Vangelo), in rinnovo della propria adesione a Lui (Credo), in
preghiera aperta alle necessità del mondo (Preghiera dei fedeli).
La parola nella celebrazione eucaristica.
Dalla Parola al Sacramento
Da quanto è emerso sin qui appare chiaro ancora una volta come
la liturgia attinga i suoi elementi essenziali al simbolismo umano per superarlo, per renderlo “sacramento” di qualcosa che va
oltre le parole e i gesti. In modo particolare è evidente il ruolo
fondamentale che la liturgia della Parola assume nel contesto
celebrativo. La Parola proclamata dall’ambone dispone e dà senso a quanto si celebra all’altare. La parola, quando appartiene a
Dio conduce sempre al sacramento, perché Dio è fedele e realizza quanto dice. È l’esperienza dei discepoli di Emmaus (Lc 24,1335) che, dopo essere stati illuminati dalla parola di Cristo, da Lui
sono stati condotti alla frazione del pane perché lì sia da loro
riconosciuto. È questo il motivo che ha spinto la riforma liturgica
a non omettere mai una liturgia della Parola nelle celebrazioni
dei sacramenti e dei sacramentali.
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Musica e Canto
a cura di Lamberto Dondio
LE INTENZIONI DEL VESCOVO
Il messaggio che il Vescovo lancia è l’invito per giovani a reagire di
fronte ad un mondo vuoto al fine di ritrovare se stessi aggirando
“le mode dell’ipermercato dove la gente ti guarda se hai i soldi e
non il cuore” e di ricomporre i pezzi in cui cade il mondo al fine di
ricostruire la comunità ideale.
Precisando poi che le sue citazioni hanno funzione pastorale così
si esprime: “Il Vescovo deve citare per fare capire le cose, altrimenti non capiamo nulla. Se cantiamo le cose si capiscono.” e inoltre:
“Amore può diventare una parola vuota e stupida, solo il cuore può
riempire le parole del loro contenuto umano”.
Vi è da rilevare che gli accenni cantati hanno un
contenuto marginale rispetto all’omelia complessiva e hanno la sola funzione introduttiva ai suoi contenuti. Il tutto viene ripreso da qualche telefonino
che ormai molti fedeli si portano in tasca anche a
Messa all’insegna del permanentemente connessi
e poi inevitabilmente il filmato viene caricato su
youtube; così è accessibile sulla rete mondiale ed è
raggiungibile da tutti.
Se poi qualche fedele avesse installato sul proprio
telefonino l’applicazione “Periscope” il filmato poteva essere teletrasmesso in tempo reale.
Purtroppo la generalità di chi accede al video su
youtube (digitando Vescovo che canta) non pensa
al suo contenuto pastorale, facendone un approfondimento, ma si limita al fatto del canto pensando forse che si tratti di una nuova forma di liturgia
innovativa all’insegna della modernità. Indubbiamente un Vescovo che canta fa notizia e
lo ha fatto anche per la cronaca.
Filtra la notizia
e cerca la verità
IL FATTO
Monsignor Antonio Staglianò è
il Vescovo della Diocesi di Noto,
ubicata nella provincia di Ragusa
in Sicilia. La città di Noto possiede uno dei più magnifici esempi
di chiesa in stile barocco riportata alla sua originalità a seguito
di imponenti lavori di recupero e
restauro.
Il Vescovo è conosciuto oltre che
per la sua attività pastorale anche
come fine teologo. In data 13 aprile presso la Pontificia Università
Lateranense è stato uno dei presentatori del libro “Emanuele Severino” e animatore del dibattito
che ne è conseguito.
Si verifica che in data 22 marzo,
durante la celebrazione del Sacramento della Cresima nella Parrocchia di Scicli, durante l’Omelia, il
Vescovo accenna ad alcuni motivi
di autori moderni di musica leggera e li canta, peraltro, riferiscono
i giornali, con voce ben intonata.
Si tratta di motivi tratti da brani
di Noemi e Mengoni. In particolare di Noemi accenna a “Vuoto
a perdere” in cui il passaggio dice
“Sono un’altra di me stessa, sono
un vuoto a perdere. Sono diventata grande senza neanche accorgermene.”
Di Mengoni il riferimento è a
“Guerriero” e a “Essere umani”.
L’inciso che il Vescovo canta è
“Mentre il mondo cade a pezzi io
compongo nuovi spazi e desideri”.
LA PAROLA AL PROTAGONISTA
In realtà l’intendimento di Monsignor Staglianò è stato quello di lanciare un messaggio ai giovani (ricordiamo che si stava rivolgendo ai cresimandi) utilizzando un
supporto che è di immediata comprensione, ma trattasi sempre di puro e semplice supporto rispetto alla parola di Dio. Il Vescovo, a causa dei mezzi tecnici di
ripresa e diffusione immagine ha vissuto un momento di notevole esposizione
mediatica e che, a dire del presule, «mi vede protagonista mio malgrado, benché
sia profondamente convinto che oggi i giovani non possano e non debbano essere
lasciati soli e che, anzi, vanno raggiunti con la semplicità di parole che escano dal
cuore. All’interno di un mondo in cui i processi di comunicazione spesso appaiono
privi di scopo e l’organizzazione tecnologica forgia società che sterilizzano l’ordine
degli affetti ed i giovani sono lasciati ad uno spontaneismo sregolato, nel quale
ognuno fa da sé, con una forte tendenza al conformismo e alla omologazione
e con un certo sprezzo per la dimensione comunitaria, noi - ha puntualizzato il
Vescovo di Noto - dobbiamo introdurre parole vere, di significato profondo, se è
il caso anche utilizzando canali poco ortodossi rispetto ai modelli prevalenti nelle
istituzioni culturali, religiose, civili».
Filiale di Salò - Località Rive
Filiale di Salò - Piazza Vittorio Emanuele
I documenti della Chiesa
L’Anno Santo
della misericordia
apa Francesco, il 13 marzo scorso, il Vangelo in modo nuovo. La Chiesa senP
ha sorpreso il mondo intero an- tiva la responsabilità di essere nel mondo
nunciando l’indizione di un anno santo il segno vivo dell’amore del Padre». Papa
straordinario: «Cari fratelli e sorelle, ho
pensato spesso a come la Chiesa possa
rendere più evidente la sua missione di
essere testimone della misericordia. Per
questo ho deciso di indire un Giubileo
straordinario che abbia al suo centro la
misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo
della Misericordia».
L’11 aprile, nella Basilica di San Pietro,
nell’omelia pronunciata durante la celebrazione dei primi vespri della seconda
domenica di pasqua o della divina misericordia, il Papa ha detto: «Una domanda è presente nel cuore di tanti: perché
oggi un Giubileo della Misericordia? Semplicemente perché la Chiesa, in questo
momento di grandi cambiamenti epocali,
è chiamata ad offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio.
Questo è il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore
le ha affidato il giorno di Pasqua: essere
segno e strumento della misericordia del
Padre».
La celebrazione dei secondi vespri è stata
preceduta dalla consegna e dalla lettura della Bolla “misericordiae vultus”, il
documento con il quale Papa Francesco
invita la Chiesa ad entrare nello spirito
dell’Anno Santo.
Dalla Bolla di indizione si legge che «L’Anno Santo si aprirà l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata Concezione. Questa festa liturgica indica il modo dell’agire
di Dio fin dai primordi della nostra storia.
Dopo il peccato di Adamo ed Eva, Dio ha
pensato e voluto Maria santa e immacolata nell’amore, perché diventasse la
Madre del Redentore dell’uomo. Dinanzi
alla gravità del peccato, Dio risponde con
la pienezza del perdono. La misericordia
sarà sempre più grande».
Il Papa nel giorno dell’Immacolata ricorderà il cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. A
tal riguardo nella Bolla si legge: «Aprirò
la Porta Santa nel cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio.
La Chiesa sente il bisogno di mantenere
vivo quell’evento. Per lei iniziava un nuovo percorso della sua storia. Abbattute le
muraglie che per troppo tempo avevano
rinchiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata, era giunto il tempo di annunciare
Francesco fa proprie le parole pronunciate da San Giovanni XXIII pronunciate
all’inizio del Concilio: «La Sposa di Cristo
preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del
rigore».
Papa Francesco invita la Chiesa, durante
l’Anno Santo, a fissare lo sguardo sul volto di Gesù di Nazareth, scrive nella Bolla:
«Gesù Cristo è il volto della misericordia
del Padre. [La misericordia] è divenuta
viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine
in Gesù di Nazareth. Il Padre, dopo aver
rivelato il suo nome …».
Papa Francesco ci indica quale impegno
assumere: «Vogliamo vivere questo Anno
Giubilare alla luce della parola del Signore: Misericordiosi come il Padre. L’evangelista riporta l’insegnamento di Gesù che
dice: “Siate misericordiosi, come il Padre
vostro è misericordioso”. È un programma di vita tanto impegnativo quanto ricco
di gioia e di pace. L’imperativo di Gesù è
rivolto a quanti ascoltano la sua voce. Per
essere capaci di misericordia, quindi, dobbiamo in primo luogo porci in ascolto della Parola di Dio. Ciò significa recuperare il
valore del silenzio per meditare la Parola
che ci viene rivolta. In questo modo è possibile contemplare la misericordia di Dio e
assumerlo come proprio stile di vita».
È desiderio del Papa «che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere
di misericordia corporale e spirituale.
Sarà un modo per risvegliare la nostra co-
a cura di don Pierluigi Tomasoni
scienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di
più nel cuore del Vangelo, dove i poveri
sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta
queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi
discepoli».
Papa Francesco, per l’Anno Santo della
Misericordia, dà una indicazione particolare che si caratterizza come una novità,
scrive nella Bolla: «La domenica Terza
di Avvento, stabilisco che in ogni Chiesa
particolare, nella Cattedrale che è la Chie-
sa Madre per tutti i fedeli, oppure nella
Concattedrale o in una chiesa di speciale
significato, si apra per tutto l’Anno Santo
una uguale Porta della Misericordia. A
scelta dell’Ordinario, essa potrà essere
aperta anche nei Santuari, mete di tanti
pellegrini, che in questi luoghi sacri spesso sono toccati nel cuore dalla grazia e
trovano la via della conversione. Ogni
Chiesa particolare, quindi, sarà direttamente coinvolta a vivere questo Anno
Santo come un momento straordinario
di grazia e di rinnovamento spirituale. Il
Giubileo, pertanto, sarà celebrato a Roma
così come nelle Chiese particolari quale
segno visibile della comunione di tutta la
Chiesa».
L’Anno Santo si concluderà il 20 novembre del 2016 con la Solennità di Cristo Re
dell’Universo. Non ci resta che prepararci a questo evento di grazia ringraziando
Papa Francesco per il dono dell’Anno Santo della Misericordia.
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Accade a Salò
a cura di Simone Bottura
Arriva l’addizionale Irpef,
sparisce la Tasi
«Scelte inevitabili per mantenere i servizi e far
quadrare un bilancio strangolato dalla legge di stabilità e dai prelievi dello Stato». Così è giustificata
dall’Amministrazione comunale la decisione, seguita da non poche polemiche, di introdurre l’addizionale Irpef, applicata nella misura dello 0.8% ai
redditi superiori ai 12mila euro. Il gettito previsto è
di 1,2 milioni. Contestualmente, il Comune ha deciso di azzerare la Tasi, l’imposta sulla prima casa,
con l’intenzione di tutelare i tanti salodiani, oggi
pensionati (il 68% delle pensioni bresciane è sotto i mille euro), che negli anni Ottanta si sono fatti
la casa con gli interventi delle cooperative di Salò,
Campoverde e Villa. Per il sindaco Cipani è una scelta coraggiosa, «che colpirà chi non ha redditi bassi». Ricordiamo che il reddito medio salodiano è di
20.275 euro. «I salodiani con redditi sopra i 12mila
euro - ha dichiarato il sindaco - compenseranno l’Irpef con ciò che non pagheranno di Tasi. Inoltre, in
fase di rendicontazione, valuteremo agevolazioni
sull’Irpef per chi ha un reddito oltre i 12mila euro
e non è proprietario di prima casa». Polemiche anche sul caro parcometri per il recente adeguamento (+ 20 centesimi) delle tariffe.
Sulle tracce
della storia con l’Asar
Non ci sono solo i sentieri dell’Alto Garda nelle escursioni 2015 dell’Asar, l’associazione Storico Archeologica della Riviera, con sede a Salò, che durante la bella
stagione organizza escursioni in luoghi significativi dal
punto di vista storico, oltre che naturalistico. Le proposte di quest’anno spazieranno anche oltre i confini
del territorio benacense, con qualche sconfinamento
in Valle Sabbia. In particolare, nel centenario dell’inizio della Grande Guerra, sono in calendario anche
gite a luoghi significativi del primo conflitto mondiale.
Il calendario di escursioni guidate si è aperto nei giorni scorsi lungo la Bassa via del Garda, da Gargnano a
Tignale. Gli altri appuntamenti: 3 maggio sul Monte
Stino, a Capovalle; il 30 maggio escursione a Passo
Nota (Tremosine); il 7 giugno in Val di Fumo, alle sorgenti del fiume Chiese; il 14 giugno sul sentiero di
Ventrar, da Bocca di Navene; il 28 giugno ai laghetti
di Bruffione, dal Gaver; l’8 luglio al Rifugio Papa, sul
Pasubio; il 16 settembre alle palafitte di Fiavé; si concluderà il 27 settembre nella Valle delle Cartiere. Info
sul sito asar-garda.org.
A caccia di sponsor per un
torneo fantasma: denunciato
Si presentava a nome di una fantomatica squadra di calcio
in cerca di sponsorizzazioni. Convinceva esercenti, commercianti e ristoratori a consegnargli piccole somme di denaro, dai 50 agli 80 euro, e poi si dileguava. Ovviamente non
c’era nessuna squadra e nessun torneo. Una truffa bella e
buona, insomma, quella perpetrata tra lo scorso dicembre
e febbraio da un 28enne, in passato residente a Toscolano
Maderno e poi a Brescia. Lo hanno identificato e denunciato a piede libero con l’accusa di truffa gli agenti della Polizia
Locale di Salò, dopo aver ricevuto le denuncie di quattro
esercenti salodiani frodati. Il Comando ha peraltro appurato che anche in passato lo stesso soggetto avrebbe portato
a termine altre truffe simili a Salò, sempre a danno di esercenti e commercianti, anche se nessuna formale denuncia
era mai stata presentata alle forze dell’ordine.
C’era una volta Salò
Prosegue, complice l’archivio quasi “infinito” del collezionista Pierangelo Del Mancino, il viaggio lungo il recupero della memoria salodiana. È un cammino iniziato nel
2004, che ha già prodotto sei volumi editi dal Comune,
ormai tanto rari quanto preziosi. Ora è stato presentato il settimo libro della collana «C’era una volta Salò»,
con testi di Flavio Casali e tante vecchie fotografie, per
lo più inedite, che documentano oltre 100 anni di vita
salodiana, tra le fine dell’Ottocento e gli ultimi decenni del secolo scorso. «Se sfogliare questo volume - scrive Del Mancino - ci renderà consapevoli di quanto sia
importante tutelare e valorizzare il patrimonio storico,
culturale, artistico e paesaggistico ricevuto dai nostri avi,
avremo pienamente raggiunto l’obiettivo, migliorare il
senso di appartenenza alla nostra salodianità».
Manutenzione per il monumento
ai Caduti di piazza Vittoria
Nel centenario della Grande Guerra Salò ha dato una
ripulita al monumento ai Caduti. La scultura bronzea
dello scultore Angelo Zanelli troneggia dal 1930 su
un basamento in marmo di Carrara al centro di piazza Vittoria. L’opera risultava coperta da depositi superficiali (polveri, inquinamento, guano…) e patine
di corrosione. Reclamava insomma un deciso intervento di manutenzione. Vi ha provveduto nei giorni
scorsi la ditta Restauro Arte di Monza, cui il Comune ha affidato l’intervento, per una spesa di 7mila
euro. Dopo lo studio metallografico e la verifica dei
sistemi di ancoraggio, si è provveduto ad una pulitura ad acqua del monumento per eliminare i depositi
superficiali, alla rimozione meccanica delle patine di
corrosione e ad un trattamento finale tramite applicazione di resina protettiva.
IO PREFERISCO PENSARLO COSÌ
Alla sera del terzo giorno
Alla
Quasi si fatica a riconoscerlo; ma io credo che questa sia l’immagine che
meglio mi aiuta a raccontare come io vedo l’uomo che guida la nostra Chiesa.
cura di Bruno Marelli
aa cura
Dentro abiti diversi, rincorso e avvolto da un incessante
abbraccio della folla, in fondo
l’uomo che vedo è ancora questo.
Certo oggi ha il peso delle responsabilità della Chiesa mondiale sulle sue spalle e i problemi di cui si deve ora occupare
sono più complicati e intricati
di quelli che sono normalmente
sulle spalle di un vescoco o di
un parroco. Ma non penso che
sia questo che fa la differenza;
queste sono preoccupazioni che
valgono per quelli che si fanno
cambiare dal compito a cui sono
stati chiamati.
Non per uomini come Bergoglio.
E non valgono nemmeno per
tutti quelli che sono consapevoli che si è davvero sé stessi solo
quando ci si dà totalmente per
il bene del compito che ci è stato
assegnato.
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______________
Un uomo viaggia su un mezzo pubblico una sera Ora che abbiamo riconosciuto quell’uomo, che non ci
sono più dubbi sulla sua identità, possiamo immaginare in che penqualsiasi.
sieri è assorto?
Dal cappotto che indossa quell’uomo si potrebbe dire che è una
sera d’autunno o di una primavera ancora non arrivata; ma dietro si
vede un altro passeggero in camicia.
I sedili in doghe di legno fanno pensare alla carrozza di un treno di
pendolari; oppure è un tram, visto che ci sono passeggeri in piedi
aggrappati ai sostegni.
Non ci sono donne nella foto; è un fatto strano, ma si direbbe forse
non casuale. La presenza anche di una sola donna avrebbe dato un
po’ di luce a questa immagine, perché le donne illuminano con la
loro presenza lo spazio intorno, infondono naturalmente un senso
di famiglia, di casa. Ma questa foto sembra invece doverci restituire
l’immagine fredda di tante persone sole.
È una foto così. Non ha nessun riferimento né a una stagione, né
a un luogo, in tutte le città del mondo ogni sera si ripetono scene come questa, neppure ha un riferimento a un’epoca. La foto
potrebbe essere stata scattata una settimana fa, come 20 anni fa.
La sola cosa che si può dire è che sembra di vedere le solite facce
stanche di chi ritorna alla sera a casa, dopo una faticosa giornata di
lavoro. Nessuno sembra curarsi di nessuno.
____________
Sarebbe una foto come tante se non fosse per quell’uo-
mo in primo piano; il suo viso ha qualcosa di familiare. Ammettiamolo, quell’uomo assomiglia in modo straordinario a Papa Francesco. Se non fosse una cosa assurda si direbbe lui davvero. Ma si è
mai visto un Papa su di un tram?
Che c’entra, direte voi, questa foto è stata di sicuro scattata prima
che lui diventasse Papa. Sarà certamente come dite voi e allora questa può benissimo essere un’immagine di una sera qualsiasi su di un
mezzo pubblico in Argentina, magari a Buenos Aires. Se è davvero
così, quell’uomo seduto con lo sguardo perso sarà anche il nostro
Papa, ma sinceramente a me sembra più vecchio e più stanco, non
pare anche a voi?
A cosa pensa un uomo che è solo in mezzo ad altri uomini soli?
Di una cosa sono arcisicuro. Di certo quell’uomo non ha nessuna
idea del fatto che quella solitudine in mezzo ad altre persone poteva
mai diventare di lì a poco un privilegio perduto per sempre.
Avrà un compito più grande di quello che un uomo solo può ragionevolmente prendere su di sé. E sarà allora ancora più solo, senza
però più il piacere di starsene un po’ da solo, anche solo per un
breve tragitto in tram.
E quegli uomini stanchi e distratti attorno a lui, non immaginano nemmeno lontanamente il destino che attende quel viaggiatore
sconosciuto; poi, visto così anche da vicino, quel viaggiatore sembra un uomo come tanti, uno come noi. Sono inconsapevoli di
condividere un tratto del viaggio con un uomo destinato a essere
famoso nel mondo.
Solo il fotografo che ha scattato la foto pare avere una visione del
futuro che incombe. Ci restituisce l’immagine dell’uomo in primo
piano, con un’espressione stanca, con un senso di solitudine tra la
gente distratta. Ci mostra però anche la limpidezza dello sguardo, la
serenità del volto, la forza interiore dell’anima. Questo deve avere
visto anche il destino quando ha scelto quest’uomo per noi.
____________
Eppure io ancora un dubbio ce l’ho perché c’è qualcosa che non torna. Se è Bergoglio l’uomo della foto, deve avere
solo pochi anni di meno. Quindi al tempo era già Cardinale. E io
sono andato a cercare su internet una foto del Cardinale di Milano
Angelo Scola in metropolitana, ma non l’ho trovata perché non esiste; come non esiste credo di nessuno dei grandi nomi della Chiesa,
quelli per intenderci che si pensava potessero diventare papi. Chi
guida la Chiesa, al centro come in periferia, non va sui mezzi pubblici, non si mescola con la massa.
O mi sbaglio?
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Invito alla lettura
a cura di Nerina Lugli
Primavera dintorno
Brilla nell’aria e per li campi esulta
si ch’a mirarla intenerisce il core…
ppassionata ed entusiasta della bellezA
za dei luoghi in cui vivo le mie giornate,
mi risulta impossibile non sentirmi affascinata
dal paesaggio della mia quotidianità. In questi
luoghi, secondo la mia personale esperienza,
si può rimanere incantati davanti allo spettacolo naturale nelle varie ore della giornata. I
luoghi sono diventati i miei luoghi, cioè uno
spazio di appartenenza rassicurante essendo
trascorsi già tanti anni da quando mio marito
ed io decidemmo, provocati da un “convincente invito” ad abbandonare la pianura emiliana in cui vivevano le rispettive famiglie ed
entrambi eravamo nati nel medesimo anno.
Abbandonarsi con frequenza ad ammirare
consapevolmente i diversi scorci del paesaggio, produce nell’animo una suggestione mistica che accompagna lo sguardo e lo guida
tra i cipressi che sono di fronte: sono momenti preziosi quando si può sostare con ammi-
razione sia all’alba che al tramonto quando il
sole illumina l’ultima neve del Baldo.…Accade
così che l’evento mattutino si realizzi davanti
ai tuoi occhi.
Scendendo tra i limoni “consapevoli” del valore dei loro frutti io incontro maestosa la bellezza del glicine che ricopre lussuosamente
la ringhiera del giardino celandone l’ossatura
metallica. È il mio personale “Incontro” nel
verde, confrontabile con quello che la Prof.
Lunardi offre ai suoi lettori e che oggi si esprime così: “Perché non pensare ad un Festival
del glicine profumatissimo, rampicante che si
tramanda da generazione in generazione?”
(Corriere - Domenica 19 aprile).
Dialogo
(Epistolare)
All’inizio del 1995 era stato proposto
dall’editore Bompiani al Card. Martini e allo scrittore Umberto Eco di tessere un dialogo sui temi
fondamentali dell’esistenza, essendo risaputo che
le loro posizioni religiose e filosofiche erano lontane e perciò suscitavano interesse e provocavano all’interno della dialettica filosofico-religiosa.
Ora, a quasi vent’anni di distanza, l’editore ha voluto
riproporre alla meditazione quel dialogo tra il Cardinale (1927-2012) e lo scrittore Umberto Eco di cui
incontriamo in libreria il volume più recente “Numero zero” pubblicato dallo stesso editore.
“In cosa crede chi non crede?”: si
tratta di un dialogo “epistolare” che si sviluppa da
una parte con intense motivazioni della fede vissuta dal Cardinale (di cui oggi possiamo visitare
la tomba nel Duomo di Milano semplicemente
seguendo la folla numerosa dei visitatori!!!). Si
legge, nella presentazione, che il dialogo fu in seguito tradotto in sedici Paesi e viene ripubblicato
perché affascina ancora oggi lo scambio epistolare sui problemi
di attualità che
da sempre dividono credenti
e non credenti:
il senso della
storia, i problemi attualissimi
d e l l ’a b o r t o ,
del sacerdozio
alle donne e
di un’etica comune sia a chi
crede che a chi
non crede .…
Rispettose, intense le contrapposizioni
sempre attuali tra chi sostiene che “la vita umana partecipa alla vita di Dio” e chi dopo aver argomentato con profondità i problemi di chi non
crede, confessa di sentirsi spesso smarrito nella
dottrina e alla fine di confidare in Tommaso d’Aquino!!!
Dalla piccola opera che registra il dialogo tra il
Card. Martini e Umberto Eco si esce con l’animo
sereno, animati dalla voglia di approfondire la
fede. L’ultima opera di Umberto Eco (di cui ho
sempre apprezzato la cultura!) è imperniata invece sui tanti problemi della nostra società a cui non
dà sollievo (a mio avviso) un’esile storia d’amore
tra due protagonisti perdenti.
Affiorano tra le pagine, con evidenza, la fragilità
del nostro recente passato e quindi del nostro
quotidiano. Nelle giornate incontriamo, purtroppo, tanti motivi di sofferenza - “dove cessa l’umanità” (Claudio Magris - Corriere 20/4).
Il Blues
Altre note...
a cura di Giancarlo Giacomuzzi
T
utto cominciò dalla sofferenza e da uno strumento a
corde: la sofferenza fu quella degli schiavi strappati alle
loro terre africane per andare nel XVIII secolo nelle piantagioni di cotone del sud degli Stati Uniti, lo strumento una
chitarra a corde per accompagnare i loro canti, espressioni
di anime disperate. Canti che parlavano di storie quotidiane,
di sentimenti ed emozioni, di diritti non riconosciuti, di un
godimento a loro negato dei beni terreni e di una vita libera,
canti che, per la salvezza delle loro anime si elevavano anche a Dio nelle funzioni religiose (Gospel).
Il termine Blues deriva proprio da qui, perché il colore blu,
nella cultura afro-americana, era da sempre stato il colore
della tristezza e della infelicità laggiù in quelle vaste aree
del Mississippi, dell’Alabama, della Georgia e dell’Arkansas
ove questi canti, a schema libero e con una metrica molto
semplice, cominciarono a risuonare.
Un ramo di nocciolo io tagliai
ed appeso al filo una bacca
nella corrente lanciai,
una piccola trota d’argento pescai.
Quando a terra l’ebbi posata
per riavviare il fuoco assopito,
qualcosa si mosse all’improvviso
e col mio nome mi chiamò.
Una fanciulla era divenuta,
fiori di melo nei capelli,
per nome mi chiamò e svanì
nello splendore dell’aria.
Sono invecchiato vagabondo
per vallate e per colline,
ma saprò alla fine dov’è andata
e la prenderò per mano,
cammineremo fra l’erba variegata,
sino alla fine dei tempi coglieremo
le mele d’argento della luna,
le mele d’oro del sole.
O
E
apparvero i primi Bluesmen che con il loro strumento a
corde si spostavano in cerca di occupazioni stagionali,
ma che nel contempo frequentavano anche manifestazioni
e Saloon, uomini che si trasformarono via via negli anni da
vagabondi emarginati in individui che facevano della loro
musica il proprio lavoro. Poi al primo strumento se ne aggiunsero altri: il pianoforte, le percussioni, la chitarra elettrica e il basso e si formarono piccole Bands di uomini di colore
che sulla base di motivi originali sperimentarono percorsi
musicali nuovi.
Saranno poi i musicisti bianchi, che nel Blues avevano riconosciuto un genere musicale diretto, senza mediazioni, immerso nelle passioni umane, ad esserne influenzati, e toccò
a loro, lontani da ogni impedimento razziale, portare alla
ribalta con le loro Bands i tanti nomi di quei protagonisti.
Penso a Leroy Carr, B. B. King, Sonny Boy Williamson, John
Lee Hookere e Muddy Waters il cui percorso possiamo disegnare così: nelle piantagioni del Delta Henry Sloan insegnò
il blues a Charlie Patton il quale istruì a sua volta Son House che suonò con Robert Johnson del quale Muddy Waters
ascoltò i dischi poi andò a Chicago elettrificò la chitarra e
influenzò tutti quanti vennero dopo di lui.
Questi sono alcuni dei primi che, in cerca di guadagni e per
crearsi una nuova vita, avevano compiuto il grande esodo
dal Sud verso il Nord fino a Chicago (quartiere di South
Side), Detroit, New York (quartiere di Harlem), Menphis,
pur coscienti che sarebbero rimasti isolati nelle città come
lo erano stati nelle campagne. Eric Clapton un giorno disse
…quando suonai la prima volta con Muddy Waters mi sentii
veramente uno stupido, perchè ero un bambino che voleva
suonare con un uomo.
ggi sappiamo che il Blues, partito dal Mississippi e passato per
Memphis per giungere a Chicago, tacciato subito come “black
music” ed osteggiato, è diventato nel tempo il simbolo della comunità afro-americana e sappiamo anche del suo duro percorso per affermarsi sino dopo il 1960 quando l’interesse dei critici, delle riviste
e delle case discografiche, lo legittimarono come una forma d’arte
dotata di una propria entità culturale divenendo il prodotto musicale
più influente del secolo scorso che si articolerà, emancipandosi, in
nuovi generi quali saranno il Jazz, il Folk e il Rock.
Come motivo musicale scelgo il Concerto per Clarinetto e orchestra in
La magg. K. 581 di Mozart suonato da Benny Goodman, conosciuto
sicuramente più come Jazzista che come interprete di musica classica.
Per la lirica ho scelto la Ballata di Aengus il Vagabondo di W.B.Yeats
(1865/1939) il più grande poeta irlandese moderno che scopriva le
fonti della propria ispirazione nel mondo della vecchia Irlanda, tra
storia e leggenda, Cristianesimo e Paganesimo; bellissima, almeno
per me. Nel riquadro gli stati americani nei quali nacque il Blues.
Evidenziati in nero gli stati in cui si sviluppò maggiormente
il blues nei primi decenni: Louisiana, Mississippi, Alabama,
Georgia, Tennessee, Kentuchy, Illinois, Missouri, Arkansas,
Oklahoma, Texas.
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Informazioni utili
SS. MESSE
DUOMO
• Prefestiva: ore 18.30
• Festive: ore 9.30 11.00 - 18.30
• Feriale: ore 18.30
Chiesa di S. BENEDETTO
• Festive: ore 7.30
Chiesa di S.BERNARDINO
• Festive: ore 9.00 - 17.00
• Feriale: ore 9.00
Chiesa di S. GIUSEPPE
• Festive: ore 10.00
• Feriale: ore 17.30
(esclusi: giovedì e sabato)
Chiesa di S. GIOVANNI
Solo feriale: ore 7.15
MAGGIO
Domenica 10 ore 10,00 a S. Giuseppe – Presentazione dei battezzandi del 7 giugno
ore 14,30 incontro genitori del gruppo S. Carlo
Lunedì 11
dal 11 al 15 – ore 20,30 S. Rosario recitato nella Chiesa di S. Antonio
Martedì 12 Congregazione presbiteri a Maderno (5)
ore 16,00 S. Messa al Cimitero
Mercoledì 13 Ritiro per i Sacerdoti a Montecastello
Domenica 17
ore 14,30 incontro genitori dei gruppi S. Filippo e S. Giovanni Piamarta
Lunedì 18
dal 18 al 22 – ore 20,30 S. Rosario recitato nella Chiesa della Visitazione
Sabato 23
ore 20,30 a Toscolano Veglia Zonale di Pentecoste
Domenica 24
PRIME COMUNIONI E CRESIME
Lunedì 25
dal 25 al 29 – ore 20,30 S. Rosario nella Chiesa dell’Oratorio
celebrate da Mons. Luigi VENTURA
nunzio apostolico di Parigi
Mercoledì 27 ore 20,30 in canonica redazione de “Il Duomo”
Domenica 31 FESTA DELL’ORATORIO
ore 21,00 S. Rosario a Renzano con processione fino alla Madonna del Rio
GIUGNO
Lunedì 1
GIORNATE EUCARISTICHE
S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa
S. Giuseppe: ore 16,30 Esposizione Eucaristica e ore 18,30 S. Messa
Martedì 2
GIORNATE EUCARISTICHE
S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa
S. Giovanni: ore 16,30 Esposizione Eucaristica e ore 18,30 S. Messa
Congregazione presbiteri a Roè Volciano (6)
Mercoledì 3
GIORNATE EUCARISTICHE
S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa
Visitazione: ore 16,30 Esposizione Eucaristica e ore 18,30 S. Messa
Ritiro per i Sacerdoti a Montecastello
Giovedì 4
GIORNATE EUCARISTICHE
S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa
S. Bernardino: ore 16,30 Esposizione e Adorazione
ore 20,30 S. Messa con processione da S. Bernardino fino al Duomo
CHIESA MONASTERO
DELLA VISITAZIONE
Venerdì 5
Primo venerdì del mese SS. Comunioni agli ammalati
• Festive e feriali: ore 8.00
Martedì 9
RENZANO
• Solo sabato: ore 18.00
CHIESA - CAPPUCCINI
BARBARANO
• Festive: ore 10.00 -17.00
• Feriale: ore 17.00
Domenica 7 ore 16,00 Battesimi comunitari
IL DUOMO - n. 5 maggio 2015
Anno LXIV
- abb. annuo Euro 11,00
- una copia Euro 1,05
- abb. sped. postale Euro 30,00
ore 16,00 S. Messa al Cimitero
Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale
- Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974
- Pubblicità: Segreteria Parrocchiale - tel. (0365) 521700 Fax. (0365) 523294
- Fotocomposizione del 3/5/2015 nella Canonica di Salò
- Stampa: Tipolitografia Editrice LUMINI - Travagliato (BS)
- Si può trovare il bollettino anche sul sito internet: www.parrocchiadisalo.it