La luna è scomparsa!

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La luna è scomparsa!
La luna è scomparsa!
«Prego, si accomodi,» disse l'uomo in camice bianco facendo
entrare l'uomo in frac nella stanza austera il cui unico
arredamento era costituito da un tavolino rettangolare di
metallo collocato al centro del locale e due sedie, anche
queste di metallo e dall'aspetto non particolarmente comodo,
posizionate
l'una
di
fronte
all'altra
rispetto
ai
lati
lunghi del tavolo.
L'uomo in frac prese posto sulla seggiola più vicina, mentre
l'uomo
in
camice
bianco,
dopo
aver
chiuso
la
porta,
si
sedette di fronte a lui e attaccò a parlare senza troppi
convenevoli: «Scusi l'ambiente un po' spartano, non abbiamo
avuto tempo di allestire qualcosa di meglio. E anche se lo
avessimo avuto, non sarebbe certo stata la nostra priorità.
Del resto, immagino che a questo punto non sia sorpreso per
questa convocazione così estemporanea.»
«Estemporanea
è
un
modo
gentile
di
definirla,»
ribattè
educatamente l'uomo in frac, «A ogni modo, non è certo la
prima volta che un illusionista mette le sue conoscenze al
servizio della scienza.»
«Credo di sapere a cosa si riferisce,» proferì l'uomo in
camice bianco, «ma dobbiamo ammettere che in questo caso ci
troviamo di fronte a qualcosa di ben più incredibile, per
usare
un
blando
eufemismo,
di
qualche
presunto
fenomeno
paranormale.»
L'uomo
in
frac
un'espressione
annuì,
quasi
assumendo
divertita
che,
immediatamente
date
le
circostanze,
sembrò parecchio fuori luogo all'uomo in camice bianco.
«A cosa sta pensando?» chiese quest'ultimo.
La Luna è scomparsa – pag. 1 di 8
dopo
«Al
fatto
che
illusionista
narrative
uno
in
per
un
scienziato
frac
in
sarebbero
racconto
camice
bianco
perfette
breve:
e
un
scorciatoie
l'autore
non
avrebbe
neppure necessità di descriverci fisicamente.»
«Mi
dispiace
che
sia
stato
costretto
a
interrompere
uno
spettacolo nel bel mezzo dell'esecuzione di un numero, ma
converrà
che
straordinario
badare
l'avvenimento
da
troppo
costringerci
all'etichetta.
è
stato
ad
così
agire
Anche
io,
in
insolito
fretta
del
e
senza
resto,
ho
indossato la prima cosa che mi è capitata sotto mano per
accorrere qui.»
«Lo capisco,» disse semplicemente l'uomo in frac.
«Le farò una semplice domanda,» continuò l'uomo in camice
bianco, «la stessa che molti miei colleghi stanno certamente
facendo a molti suoi colleghi in ogni parte del mondo in
questo stesso istante: com'è possibile far scomparire la
Luna?»
L'uomo in frac strizzò leggermente gli occhi, emettendo un
lieve sospiro.
«Fino a ieri le avrei semplicemente risposto che non lo è,
ma oggi una simile affermazione non è certo più accettabile.
Prima di dare riscontro al suo quesito, tuttavia, se non le
dispiace vorrei ripercorrere con lei gli eventi che hanno
preceduto il fatto. Sono stato informato di tutto durante il
mio trasferimento qui, ma vorrei essere certo di avere colto
tutti i particolari nel loro esatto contesto.»
«Non mi dispiace affatto,» replicò l'uomo in camice bianco,
«anzi, farà bene anche a me rimettere assieme tutti i pezzi
del puzzle.»
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Era una piacevole serata di fine estate, non troppo calda ma
non
ancora
troppo
fredda,
perfetta
per
assistere
a
uno
spettacolo di magia in un teatro all'aperto.
L'uomo al centro del palcoscenico, per una ragione o per
l'altra,
rappresentava
illusionista
per
ogni
l'incarnazione
singolo
stessa
spettatore
dell'idea
o
di
spettatrice
presente in platea.
Chi era affezionato alla classica immagine del prestigiatore
in abito da sera giudicava impeccabile l'elegante marsina
indossata
dall'affascinante
mago,
il
cui
aspetto
e
atteggiamento giovanili, al tempo stesso, rendevano piena
soddisfazione anche a coloro che avevano una concezione più
moderna degli spettacoli di magia.
Gli
stessi
numeri
presentati
esprimevano
un
perfetto
equilibrio fra tradizione e innovazione: persino un pubblico
di illusionisti sarebbe rimasto affascinato dalle originali
presentazioni
di
singolari
rendere
da
giochi
di
ben
prestigio
poco
storici,
intuitiva
la
tanto
meccanica
complessiva anche a chi conosceva perfettamente i principi
di base del trucco originale.
«Così finisce lo spettacolo,» proclamò il mago con la sua
gradevole voce baritonale, «O meglio, così dovrebbe finire.»
Alzò lo sguardo e allargò le braccia in un ampio gesto
teatrale verso il bellissimo cielo stellato.
«Una
vista
meravigliosa
come
questa
merita
un
finale
altrettanto degno. Guardate che Luna: così piena, grande e
luminosa.»
Tornò a rivolgersi verso il pubblico.
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«È un astro meraviglioso, non trovate? Capace di ispirare
con la stessa travolgente forza artisti e uomini di scienza.
E io, che in quanto illusionista sono in parte l'uno e in
parte l'altro...»
Fece un gesto e una sigaretta accesa apparve nella sua mano
destra.
«... sono stato doppiamente ispirato per questo mio ultimo
numero.»
Avvicinò la sigaretta alle labbra e aspirò una brevissima
boccata,
fece
sparire
la
sigaretta
con
un
altro
rapido
movimento della mano, alzò nuovamente lo sguardo e iniziò a
fare anelli di fumo che si allargarono tanto da rendere ben
consci anche gli spettatori nelle ultime file che quegli
impalpabili cerchi potevano a buon diritto essere definiti
perfetti.
Come se questo non fosse abbastanza, il fumo continuava a
uscire
dalla
bocca
dell'illusionista,
ora
in
un
unico,
potente flusso, tanto da formare una cappa di nebbia dal
tenue profumo di menta ma impenetrabile alla vista sopra
tutto
il
teatro
all'aperto,
nascondendo
al
pubblico
lo
spettacolo offerto dallo splendido cielo notturno.
Il mago smise di espirare e alzò le braccia: quello che
successe dopo fu descritto da molti spettatori “come se il
fumo venisse risucchiato direttamente dentro le sue mani”.
In pochi istanti le stelle furono nuovamente visibili.
Si levò un lieve applauso, quasi di cortesia.
Certo il numero era riuscito, eppure appariva stranamente
privo
di
quella
potente
carica
emotiva
che
aveva
contraddistinto il resto della serata.
Poi qualcuno disse ad alta voce: «La Luna! Dov'è finita la
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Luna?!»
Ci
fu
un
breve
momento
di
sospensione,
mentre
tutti
diventavano testimoni e focalizzavano l'enormità di quanto
era appena accaduto di fronte ai loro occhi.
A quel punto l'applauso divenne scrosciante.
«Non sono certo un esperto di magia da palcoscenico,» disse
l'uomo in camice bianco, «ma un po' di semplice buon senso
mi è sufficiente per immaginare che utilizzando opportuni
accorgimenti meccanici, di cui non conosco nel dettaglio la
natura
ma
presumo
l'esistenza,
sia
possibile
nascondere
oggetti molto grandi o addirittura inamovibili alla vista di
un pubblico di cui è nota a priori la collocazione, o meglio
l'angolo
di
televisivi.
visuale,
Non
è
come
certo
può
essere
necessario
per
gli
tirare
spettatori
in
ballo
il
soprannaturale per spiegare come sia stato possibile per
quel
famoso
illusionista
far
scomparire
la
Statua
della
Libertà, che naturalmente è sempre rimasta al suo posto.»
L'uomo in frac annuì.
L'uomo
in
camice
bianco
continuò:
«Ma
come
può
un
prestigiatore rendere la Luna invisibile da ogni angolo del
pianeta Terra? Perché questo è quello che è successo: nello
stesso istante in cui terminava lo spettacolo di magia, la
Luna è stata nascosta alla vista di qualunque persona o
strumentazione ottica nel mondo. Semplicemente, un attimo
prima era al suo posto e il momento dopo non c'era più. Oh,
naturalmente non è stato così semplice risalire all'evento
che
sappiamo
e
le
risparmio
i
dettagli
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delle
prime
comunicazioni tra scienziati di tutto il globo, o almeno
della parte in cui era notte.»
«Mi corregga se sbaglio,» intervenne l'uomo in frac, «ma da
quello che mi è stato riferito la situazione attuale può
essere
così
dall'intera
riassunta:
superficie
utilizzando
la
Luna
terrestre
telescopi.
Tuttavia
non
né
è
a
più
visibile
occhio
utilizzando
nudo
né
strumenti
differenti, in grado di effettuare misurazioni di altro tipo
che ora non è necessario approfondire, ma come ad esempio
quelle
relative
ai
campi
magnetici,
è
stato
possibile
confermare che la Luna è ancora sul posto, fatto inoltre
corroborato anche dal semplice buon senso da lei già citato,
visto
che
non
ci
sono
stati
sconvolgimenti
di
nessuna
natura, eventi che si sarebbero senza dubbio verificati se
la Luna fosse realmente scomparsa. Semplicemente non siamo
più in grado di vederla.»
L'uomo in camice bianco si irrigidì: «”Semplicemente” non è
la parola che userei. A ogni modo posso aggiungere, se già
non le è stato detto, che il nostro mago sembra aver scelto
accuratamente le circostanze della sua impresa, visto che al
momento
non
missioni
con
vi
sono
sonde
equipaggio
nello
umano
che
spazio
né
potrebbero
tanto
meno
verificare
quanto è accaduto. Per quanto impellenti siano le necessità,
occorrono
comunque
alcuni
giorni
per
predisporre
gli
indispensabili preparativi.»
«E il mio collega illusionista, attualmente irreperibile, ha
annunciato via Internet una conferenza stampa per domani,
ora locale, in cui svelerà il suo segreto. Ma, come si dice,
chi ha tempo non aspetti tempo: maghi e prestigiatori di
tutto
il
mondo
sono
stati
convocati
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come
me
presso
Università e Centri di Ricerca per cercare una spiegazione.»
«È così,» sospirò l'uomo in camice bianco.
L'uomo in frac fissò lo sguardo al soffitto e rimase assorto
per qualche istante.
Poi
tornò
a
rivolgersi
al
suo
interlocutore:
«Mi
avete
chiesto come sia possibile far scomparire la Luna,» disse,
«Vi darò la mia risposta. Il segreto della maggior parte
delle
illusioni,
semplicità:
anche
più
è
l'effetto
risulta
chiamarlo
così,
di
quelle
semplice
il
incredibile
difficile
da
più
spettacolari,
principio
e
il
di
trucco,
scoprire.
La
base,
se
è
la
più
vogliamo
realizzazione
pratica di un gioco di prestigio può essere laboriosa e
richiedere
conoscenze
tecniche
specifiche
che
non
tutti
possiedono, ma l'idea alla base di tutto rimane semplice,
nel
senso
più
ampio
del
termine.
Perciò,
tenendo
ben
presente questa regola fondamentale e ammettendo di avere a
disposizione
la
tecnologia
necessaria,
che
ora
dobbiamo
supporre esistere, per nascondere la Luna agli occhi degli
uomini io avrei...»
«Ottimo lavoro, RX-78, davvero un ottimo lavoro,» disse la
voce.
Non parlava una lingua del pianeta Terra, né del resto era
terrestre
la
tecnologia
che
la
stava
trasmettendo
direttamente alla corteccia uditiva del destinatario delle
lodi.
«Grazie,
signore,»
rispose
quest'ultimo,
il
giovanile
e
affascinante mago, senza emettere suoni udibili, «Ho solo
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fatto il mio dovere.»
«Ha fatto ben di più e la sua intuizione è stata geniale:
far precedere il nostro arrivo da un evento così incredibile
da preparare la popolazione terrestre all'esistenza di ciò
che loro definirebbero forma di vita aliena. Ha speso bene
il tempo che ha avuto a disposizione per studiare gli esseri
umani.
Un'idea
semplice
e
al
tempo
stesso
ingegnosa:
impedire alla luce solare di riflettersi sulla Luna in modo
da renderla di fatto invisibile dal pianeta Terra
deviando
un poco al tempo stesso le radiazioni luminose provenienti
dalle
stelle
perfettamente
più
lontane,
realizzabile
un'impresa
con
la
non
nostra
da
poco,
ma
tecnologia.
Mi
impegno personalmente a farle avere il riconoscimento che le
spetta.»
«La ringrazio, signore.»
«Sta sorridendo, RX-78.»
«Chiedo scusa, signore. Sto pensando al fatto che, durante
la mia permanenza qui, ho imparato che gli esseri umani si
sentono delusi quando scoprono il segreto di un gioco di
prestigio:
l'effetto
è
così
magico
che
si
aspettano
sia
magica anche la causa e quando vedono che non lo è dicono
ingiustamente che si tratta di una buffonata. Credo proprio
che questa volta non sarà così.»
«Lo credo anch'io, RX-78, lo credo anch'io.»
Un pulsante fu premuto, un viaggio iniziò.
Destinazione: il terzo pianeta in ordine di distanza da una
stella chiamata Sole.
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