Vol. 17 I - Consiglio Regionale della Sardegna

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Vol. 17 I - Consiglio Regionale della Sardegna
Acta Curiarum Regni Sardiniae
17.
Il Parlamento del viceré
Gerolamo Pimentel marchese di Bayona
e Gaspare Prieto, presidente del Regno
a cura di Gianfranco Tore
Torno I.
Introduzione
Atti parlamentari
(1631-1632)
Comitato scientifico
per la pubblicazione degli Atti dei Parlamenti sardi
Il PRESIDENTE del Consiglio regionale
On. ELISEO SELCI, Vice presidente del Consiglio regionale
Prof. BRUNO ANATRA, ordinario dí Storia moderna nell'Università di Cagliari
Prof. ITALO BIROCCHI, ordinario di Storia del diritto italiano nell'Università
La Sapienza di Roma
Dott. MARIAROSA CARDIA, professore straordinario di Storia delle Istituzioni
politiche nell'Università di Cagliari
Prof. GUIDO D'AGosTiNo, ordinario di Storia delle istituzioni politiche
nell'Università di Napoli "Federico II", membro della "Commission
Internationale pour l'Histoire des Assemblées d'États"
Prof. ANTONELLO MATTONE, ordinario di Storia delle istituzioni politiche
nell'Università di Sassari
Dott. GABRIELLA OLLA REPETTO, già Ispettore generale per i Beni archivistici
Segreteria del Comitato scientifico
Dott. VALERIO MELIS, capo del Servizio segreteria del Consiglio regionale
della Sardegna
Dott. ANNA DESSANAY, funzionario del Servizio studi del Consiglio regionale della Sardegna
Dott. MARIA SANTUCCIU, capo del Servizio amministrazione del Consiglio
regionale della Sardegna
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(1631-1632)
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CONSIGLIO REGIONALE
DELLA SARDEGNA
C) Copyright Consiglio regionale della Sardegna, 2007
Redazione, stampa e distribuzione a cura
dell'EDI.CO.S. (Editori Consorziati Sardi) s.r.l.
Via Caniga 29/B, Sassari
Tel. (079) 262661 Fax (079) 261926
Fotocomposizione e impaginazione
Carlo Delfino editore, Via Caniga 29/B, Sassari
ACTA CURIARUM REGNI SARDINIAE
Volumi già pubblicati
1. "Acta Curiarum Regni Sardiniae".
Istituzioni rappresentative nella Sardegna medioevale e moderna
Atti del Seminario di studi (Cagliari, 28-29 novembre 1984)
Cagliari, 1986 (seconda edizione, 1989).
2. Il Parlamento di Pietro IV d' Aragona (1355)
a cura di Giuseppe Meloni
Cagliari, 1993.
3. I Parlamenti di Alfonso il Magnanimo (1421-1452)
a cura di Alberto Boscolo
Revisione, apparati e note di Olivetta Schena
Cagliari, 1993.
5. I Parlamenti dei viceré Giovanni Dusay e Ferdinando Girón de Rebolledo
(1494-1511)
a cura di Anna Maria Oliva e Olivetta Schena
Cagliari, 1998.
10. Il Parlamento del viceré Giovanni Coloma barone d'Elda (1573-1574)
a cura di Leopoldo Ortu
Cagliari, 2005.
12. Il Parlamento del viceré Gastone de Moncada marchese di Aytona
(1592-1594)
a cura di Diego Quaglioni
Cagliari, 1997.
14. Il Parlamento del viceré Carlo de Borja duca di Gandía (1614)
a cura di Gian Giacomo Ortu
Cagliari, 1995.
16. Il Parlamento straordinario
del viceré Gerolamo Pimentel marchese di Bayona (1626)
a cura di Gianfranco Tore
Cagliari, 1998.
17.Il Parlamento del viceré Gerolamo Pimentel marchese di Bayona
e Gaspare Prieto presidente del Regno (1631-1632)
a cura di Gianfranco Tore
Cagliari, 2007.
18.Il Parlamento del viceré Fabrizio Doria duca d'Avellano (1641-1643)
a cura di Giovanni Murgia
Cagliari, 2007.
23. Il Parlamento del viceré Giuseppe de Solís Valderrdbano conte di Montellano
(1698-1699)
a cura di Giuseppina Catani e Carla Ferrante
Cagliari, 2004.
I. Atti del Parlamento
II. Capitoli di Corte. Atti conclusivi
III. Abilitazioni e procure
IV. Abilitazioni e procure.
24. L'attività degli Stamenti nella "Sarda Rivoluzione" (1793-1799)
a cura di Luciano Carta
Cagliari, 2000.
I. Atti dello Stamento militare, 1793
II. Atti degli Stamenti ecclesiastico e militare e della Reale Udienza, 1793-1794
III. Atti degli Stamenti militare e reale, 1795
IV. Atti degli Stamenti militare e reale, 1796-1799.
I
Gianfranco Tore
Il Parlamento del viceré
Gerolamo Pimentel marchese di Bayona
e Gaspare Prieto presidente del Regno
(1631-1632)
A Paola, Eleonora, Annalisa, Eddy e Marco
1.
Politica, guerra ed economia nella Sardegna dell'Olivares
1. A metà degli anni Venti del Seicento la resa della città di Breda, la riconquista del Brasile e la firma del trattato di Mongón con la Francia non posero fine
alle preoccupazioni spagnole per il deterioramento degli equilibri politici che
si andavano determinando in Italia, nelle Fiandre e in Germania'. Nei territori tedeschi la sconfitta del re Cristiano di Danimarca da parte delle armate del
Tilly e del Wallenstein, pur modificando la situazione a favore degli imperiali,
non era infatti riuscita a piegare la coriacea resistenza dei principi protestanti'.
In Italia, la morte del duca Ferdinando Gonzaga (1626) e la grave malattia del
suo successore Vincenzo II, anziché ridurre le tensioni avevano accresciuto i
timori della diplomazia spagnola, perché il duca aveva designato come proprio erede il francese Carlo di Nevers, appartenente ad un ramo cadetto dell'illustre casata lombarda. In considerazione di questi fatti gli Asburgo, preoccupati del possibile rafforzamento della presenza francese in Italia, che avrebbe portato ad un accerchiamento della Lombardia, rivendicarono alla corona
di Spagna il ducato di Mantova e il marchesato del Monferrato3 .
A tal fine don Gonzalo Fernàndez de Córdoba, reggente del governo di
1 Per i nuovi equilibri che si vanno delineando in Europa nella prima metà del Seicento cfr. H.
KAMEN, L'Europa dal 1500 al 1700, in C. CosrANrim (a cura di), Le monarchie assolute, parte 1.a, Il
Seicento, in «Nuova storia universale dei popoli e delle civiltà», voL X, Torino 1984; R RODENAs VILAR,
- S (1624-1630), Madrid 1967; J. ALCALA
La politica europea de Esparía durante la guerra de Treinta Ai10
ZAMORA e J. QUELPO DE LLANO, Espatia, Flandes y el mar del Norte (1618-1639), Barcelona 1975; R A.
STRADLINIG, Olivares and the origins of the Franco-Spanish wan 1627-1635, in «English Historical Review»,
n. 101, 1986, pp. 74 ss.; G. PARKER, Espaiia y 43s Países Bajos 1559-1659, Madrid 1986; ID., (a cura di), LI
Guerra dei Trent'anni, Milano 1994; B. ANATRA, Il rafforzamento del potere centrale: le monarchie
nazionali, in «La Storia», a cura di M. Firpo e N. Tranfaglia, torno III, L'Età Moderna. I quadri generali,
vol. I, Torino 1987, pp. 397-430; J. CASEY, La decadenza spagnola e il "siglo de oro", in La Storia cit., Stato e
Società, III, pp. 287-317; J. H. Ft a iorr, /Ape/m-done del declino nella Spagna del primo Seicento, in ID., La
Spagna e il suo mondo (1500-1700), Torino 1996; Av.Vv., La Monarquía hispanica en crisis, Barcelona
1992; Guerra y sociedad en la Monarquk Hispcínica. Políticg Estrategia y Cultura en la Europa moderna
(1500-1700), a cura di E Garda Herruin e D. Maffi, Madrid 2007; E. BELENGUER CEBRIA, El imperlo
hispania) (1479-1665), Barcelona 1992; I. J. ISRAEL, The Dutch Republic and the hispanic world 1606-1661,
Oxford 1982; R L KAGAN, G. PARKER (a cura di), Esparia y Europa en el mundo atleintico 1-lomenaje a
John H. Elliot, Madrid 2002.
2 Per gli influssi esercitati dalla situazione interna tedesca sulla ripresa della Guerra dei
Trent'anni cfr. E Go, I Gesuiti e la Rivoluzione boema. Alle origini della Guerra dei Trent'anni,
Milano 1989; E. STRAUB, Pax et Imperium. Spaniens Kampf um seine Friedensordnung in Europa
zwischen 1617 und 1635, Paderborn 1980; H. SCHILLING, Ascesa e crisi. La Germania dal 1517
al 1648, Bologna 1997.
3 Cfr. A. BOMBIN PEREZ, La cuestión de Monferrato 1613-1618, Vitoría 1975.
9
Milano e comandante dell'esercito spagnolo in Italia, si era accordato con
Carlo Emanuele I, duca di Savoia, per spartirsi il Monferrato e il Mantovano e
impedire ai francesi di rafforzare la loro influenza nella penisola'. Con l'invasione delle terre che erano state dei Gonzaga il centro di gravità del conflitto
per il predominio in Europa si spostò dalla Germania all'Italia. Carlo
Emanuele, dopo aver occupato il Monferrato ed organizzato a Genova con
Giulio Vachero, influente rappresentante del "popolo grosso", una congiura
contro i nobili per impadronirsi del governo della Repubblica, negò agli alleati iberici il suo aiuto per la conquista di Casale proprio mentre la diplomazia
francese cercava di isolare la Spagna dagli stati italiani e Luigi XIII, non più
impegnato nell'assedio della fortezza ugonotta di La Rochelle, si accingeva ad
attraversare le Alpi alla testa di un forte esercito con il quale intendeva tutelare í diritti dei Nevers e occupare la Lombardia. Il 1° marzo 1629 i soldati francesi varcarono il passo del Monginevro, sconfissero a Susa le truppe spagnole
e sabaude e proposero ai principi italiani di aderire ad una lega antispagnola5.
4 Sulle complesse vicende diplomatiche legate alla successione del ducato di Mantova cfr. R
QUAZZA, La guerra per la successione di Mantova e del Monferrato 1628-1631, Mantova 1926; C.
PAOLETTI, La successione di Mantova: 1628-1630, in «Panoplia», n. 34, 1998; RA. STRADLING,
Prelude to Desaster. The Precipitation of the War of the Mantuan succession 1627-28 in «The historical Journal», vol. )(XXIII (1990), pp. 769 ssgg.; D. PERRarr, The Mantuan succession 1627-31:
A Sovereignty Dispute in early modem Europe in «English Historical Review», CXII (1997), pp.
20-25. Sul ruolo svolto dal Piemonte cfr. C. Rosso, Il Seicento, in P. MERLIN, C. Rosso, G.
SYMCOX, G. RICUPERATI, Il Piemonte sabaudo. Stato e territori in Età Moderna, Torino 1994, in
«Storia d'Italia» diretta da C. Galasso, vol. VIII, t. Il, Torino 1994, pp. 220 ss.; sulla congiura del
Vachero e sui risentimenti genovesi contro la monarchia spagnola che nel 1627, dichiarando bancarotta, aveva inferto una mortale ferita al capitale finanziario genovese cfr. E. GRENDI, La repubblica aristocratica dei genovesi, Bologna 1973, pp. 309-364; G. FELLONI, Gli investimenti finanziari
genovesi in Europa tra il Seicento e la Restaurazione, Milano 1971. Per ulteriori approfondimenti
cfr. C. COSTANTINI, La repubblica di Genova nell'Età Moderna, in «Storia d'Italia» diretta da G.
Galasso cit., vol. IX, Torino, 1978, pp. 269-272; C. BITOSSI, L'antico regime genovese, 1576-1797,
in Storia di Genova. Mediterraneo, Europa, Atlantico, a cura di D. Puncuh, Genova 2003, pp. 391452; M. HERRERO SANCHEZ, Una república mercantil en la órbita de la Monarquía católica (15281684). Hegemonia y decadencia del agregado ispano-genovés, in B. ANATRA, E MANCONI (a cura
di), Sardegna, Spagna e Stati italiani nell'età di Filippo II, Cagliari 1999, pp. 183-2000.
5 M. FERNANDEZ ALVAREZ, Don Gonzalo Ferndndez de Córdoba y la guerra de sucesión de
Mantua y del Monferrato 1627-1629, Madrid 1955; D. SELLA, L'Italia del Seicento, Bari 2000,
pp. 9 ss.; sulla ambigua figura politica di Carlo Emanuele di Savoia, che cerca di avvantaggiarsi
territorialmente utiliz7ando la forte rivalità esistente fra Francia e Spagna, oltre al dassico studio del Quazza cfr. Dizionario biografico degli Italiani, Roma 1977, vol. XX, ad vocem, pp. 326340. Per la crescente rilevanza strategica e politica dal Granducato di Milano cfr. A.
ALBALADEJO, "De Llave de Italia" a "corazón de la Monarquía". Milan y la Monarquía católica en
el reinado de Felipe III, in la, Fragmentos de Monarquía. Trabajos de historia politica, Madrid
1993; P. PISSAVINO, G. SIGNOROTTO (a cura di), Lombardia borromaica, Lombardia spagnola
(1554-1659), Roma 1995; G. SIGNOROTTO, Milano spagnola, istituzioni, uomini di governo
(1635-1660), Milano 2001; D. MAFFI, Il baluardo della Corona. Guerra, esercito, finanza e società
nella Lombardia seicentesca (1630-1660), Firenze 2007; E. BRAMBILLA, G. MUTO (a cura di), La
Lombardia spagnola. Nuovi indirizzi di ricerca, Milano 1997.
10
Don Gonzalo de C6rdoba, temendo di non poter resistere alle preponderanti
forze francesi, a cui si erano unite anche quelle sabaude, rinunciò all'assedio
di Casale e, in attesa di rinforzi, cercò di difendere lo Stato di Milano concentrando nel granducato le esigue truppe disponibili6.
Nel marzo 1628, in concomitanza con l'attacco francese al Mantovano, la
notizia che gli olandesi avevano catturato la flotta spagnola che trasportava in
Europa l'argento americano aggravò la crisi finanziaria dello stato spagnolo e
indusse Filippo IV ad ordinare a don Gerolamo Pimentel, viceré di Sardegna',
l'alienazione per 100 mila ducati di diversi beni demaniali che la Corona possedeva nel Regno8. Alla fine di aprile Filippo IV chiese alle città sarde anche un
contributo straordinario, motivandolo con la necessità di far fronte all'esercito
francese che minacciava i possedimenti italiani. Il marchese di Bayona, da poco
riconfermato viceré per un altro triennio, riuscì a convincere i consiglieri delle
6 Sulla rilevanza strategica della fortezza cfr. Stefano Guazzo e Casale tra Cinque e Seicento
(a cura di D. Ferrari), Roma 1997.
7 Gerolamo Pimentel, marchese di Bayona, apparteneva ad una delle più illustri famiglie dell'aristocrazia spagnola, quella dei conti di Benavente. Come membri dell'alta nobiltà i Pimentel
Benavente erano chiamati, da secoli, a svolgere delicati incarichi come viceré e consiglieri di Stato.
Il padre di don Gerolamo, Alfonso Pimentel de Herrera, ottavo conte di Benavente, dopo avere
ricoperto la carica di viceré di Valenza (1598-1602) e di Napoli (1603-1610), era stato nominato
consigliere di Stato e presidente del Consiglio d'Italia e in tale veste si era adoperato per scalzare
dal potere le fazioni dei Sandoval e dell'Aliaga. Legandosi a don Balthasar Ziniiga (del quale era
amico e parente) e all'Olivares, don Alfonso e la sua famiglia costituirono ben presto nella Corte
madrilena uno dei più influenti gruppi di potere. A differenza di altre famiglie nobiliari, quella dei
Benavente era infatti in grado di esercitare la propria attività di patronage in Castiglia e nei regni
d'Aragona e dí rafforzare il consenso al nuovo regime anche in Catalogna, area in cui erano emerse forti resistenze. Don Alonso si sposa giovanissimo con Catalina Quinones, contessa de Luna.
Anche la seconda moglie di don Alfonso Pimentel, donna Mencia Zufriga y Requesens, vedova di
Pietro Fajardo, terzo marchese de los Velez, discendeva da una delle più antiche famiglie catalane.
Nelle vene di don Gerolamo Pimentel, viceré di Sardegna, scorreva dunque il sangue della più
antica aristocrazia ispanica. Figlio cadetto di una numerosa famiglia, per tenere alto l'onore della
casata egli aveva scelto, fin da adolescente, la carriera militare distinguendosi negli scontri che la
flotta spagnola aveva sostenuto con quella turca a La Goletta, arazzo, Larache. Nominato generale della cavalleria del Granducato di Milano, aveva organizzato e diretto la vittoriosa invasione
della Valtellina (sfociata nel "Sacro macello") che aveva assicurato agli spagnoli le comunicazioni
tra l'Italia e le Fiandre. Nel 1624 si era unito in matrimonio con Enrica, figlia del marchese di
Santa Cruz, parente (come tutti i Bazàn) del Conte di Olivares, almirante di Castiglia, consigliere
di Stato e (successivamente) governatore del Granducato di Milano. In tal modo don Gerolamo,
pur essendo un figlio cadetto, era riuscito a compiere un ulteriore passo nella scalata sociale.
Subito dopo le nozze (1625) il sovrano gli aveva affidato infatti il comando dell'esercito che partendo dal versante catalano dei Pirenei avrebbe dovuto attaccare la Francia. Per l'impegno profuso nell'organizzazione dell'impresa, interrotta dalla firma del trattato di Monvón, don Gerolamo
venne premiato dall'Olivares con l'incarico di viceré di Sardegna. Sulla concessione del titolo di
marchese e sulle vicende legate alla grandeza della famiglia cfr. AHN, Consejos Suprimidos, libro
5307, n. 2 bis e n. 3; leg. 18826, n. 6 e n. 14.
8 Il pregone viceregio di notifica è del 9 dicembre 1628. Cfr. ASC, AAR, BC 50, c. 561v.
Ulteriori riferimenti in ASC, Risoluzioni di giunta, cause, pareri e decreti del Real Patrimonio
(1560-1717), vol. P. 12, 1629, 11 luglio, c. 79v. e ACA, C.d.A., legg. 1092, 1200 e 1201.
11
città sarde ad approvare il nuovo tributo offrendo loro, a garanzia dei censi
sottoscritti, le rendite di alcuni possedimenti e delle peschiere appartenenti al
patrimonio regio. Incontrò invece maggiori resistenze nell'alienazione dei feudi
appartenenti alla Corona perché, per antico privilegio, questi beni facendo
parte del patrimonio del sovrano non potevano essere ceduti9. Per non suscitare ulteriori tensioni con i ceti privilegiati, politicamente inopportune con la
guerra ancora in atto, il Bayona si limitò ad alienare per 30 mila ducati i territori della Planargia di Bosa a donna Elena Gualbes, marchesa di Villacidro, ad
accettare le offerte volontarie fatte dai vassalli regi per impedire che i villaggi in
cui risiedevano venissero alienati a privati e ad accrescere gli introiti che la
Corona ricavava dai diritti di esportazione sui cerealim: in quasi tutti i dominii
spagnoli in Italia i diritti sulle licenze di esportazione erano diventati infatti il
principale strumento di finanziamento del tesoro region.
La disponibilità manifestata in questi anni dalla nobiltà, dal clero e dai consiglieri civici nei confronti delle esigenze della Corona era tuttavia ben lontana
dall'aperto e generoso consenso che il Conte-Duca de Olivares si attendeva.
Le grazie concesse dal sovrano a nobili ed ecclesiastici spagnoli a spese delle
casse del Regno, l'alienazione dei beni demaniali e di numerosi uffici, dai
quali i ceti privilegiati locali avevano potuto trarre rilevanti vantaggi economici, andavano infatti suscitando un crescente malcontento. Questi risentimenti
sotterranei erano acuiti e alimentati dagli ufficiali e dai ministri del Regno che,
con preoccupazione, vedevano assottigliarsi le entrate del tesoro regio con le
quali era stato fino ad allora pagato il loro salario. Convinti oppositori di una
politica che violava le leggi pattuite e gli impegni assunti in passato dalla
9 Sui problemi insorti per l'alienazione delle incontrade di Parte Ocier real e della Barbagia
di Belvì al principe Doria cfr. ACA, C.d.A., legg. 1101, 1196. Sulla cessione ad Elena Gualbes
della Planargia di Bosa cfr. ASC, AAR, K8, cc. 75, 94, 96v., 98v.
" Cfr. B. ANATRA, Aspetti della congiuntura seicentesca in Sardegna, in «Studi di Storia
moderna e contemporanea», Annali della Facoltà di Magistero dell'Università di Cagliari, n.s.,
Quaderno n. 23, Cag fari 1983, pp. 1-44, e ACA, C.d.A., leg. 1092 cit.
11 Sulle entrate fiscali del Regno di Sardegna nel ventennio 1620-1640 e sulla consistenza
delle esportazioni cerealicole cfr. G. TORE, Ceti sociali, finanze e "buon governo" nella Sardegna
spagnola (1620-1642), in «XIV Congresso di Storia della Corona d'Aragona», Atti, La Corona
d'Aragona in Italia (sec. XIII-XVIII), vol. IV, pp. 478-496, Sassari 1997; B. ANATRA, Il donativo
dei Parlamenti sardi, in «Acta Curiarum Regni Sardiniae». Istituzioni rappresentative nella
Sardegna Medioevale e Moderna, Cagliari 1986, pp. 186-196; ID., Aspetti della congiuntura seicentesca in Sardegna, in «Studi di Storia Moderna e Contemporanea» cit., pp. 14-32; G. SERRI,
Il prelievo fiscale in una periferia povera: í donativi sardi in età spagnola, in «Annali della Facoltà
di Magistero dell'Università di Cagliari», a. VII, parte I, 1983. Per un quadro generale delle
vicende relative al Regno di Sardegna durante la dominazione spagnola cfr. B. ANATRA, La
Sardegna dall'Unificazione aragonese ai Savoia, in J. DAY, B. ANATRA, L. SCARAFFIA, La Sardegna
Medioevale e Moderna, vol. X della "Storia d'Italia" diretta da G. Galasso, Utet, Torino1984,
pp. 191-655; AA.Vv., Storia dei Sardi e della Sardegna, vol. W, L'Età Moderna. Dagli Aragonesi
alla fine del dominio spagnolo, Milano 1989; La società sarda in età spagnola, a cura di F.
Manconi, voll. I e II, Cagliari, 1992 e 1993.
12
Corona d'Aragona, alcuni dei giudici della Reale Udienza, nell'autunno 1628,
accusarono il marchese di Bayona di trarre vantaggi personali da tali alienazioni. Il viceré, per fronteggiare queste pericolose insinuazioni, si vide costretto a sollecitare l'invio di istruzioni sui criteri da adottare per la concessione
delle sacche sulla esportazione del grano e ad emanare severe normative
annonarie con le quali cercò di dimostrare la propria buona fede12. Le tensioni tra Gerolamo Pimentel e i membri dei consigli regi erano destinate però ad
acuirsi perché ogni iniziativa da lui avviata finiva col premiare alcune consorterie d'affari e col penalizzarne altre13.
2. L' alienazione delle tonnare e delle saline alimentò un lungo contenzioso che
impedì al marchese di Bayona di inviare alla Tesoreria generale di Madrid il
denaro richiesto con urgenza dal sovrano per pagare un asiento di 860 mila
ducati sottoscritto dalla Corona con il ramo portoghese dei Fiigger. Nei decenni
precedenti, gli utili che erano stati ottenuti esercitando queste attività imprenditoriali avevano infatti stimolato la cupidigia di alcuni ministri regi inducendoli a
speculare sugli appalti. Gli elevati guadagni avevano rafforzato l'interesse dei
commercianti più agiati, attivando tra questi ultimi una vivace concorrenza: il
ricavato che poteva essere tratto annualmente dalla pesca del tonno era infatti
superiore a quello che si riusciva ad ottenere dai privilegi di saca sull'esportazione dei cereali". L'acquisizione dei permessi di esportazione del grano acquistato, tra pratiche amministrative, tasse, anticipazioni agli agricoltori e spese di trasporto richiedeva infatti un notevole dispendio di tempo e di risorse.
Salvatore Martì, che faceva parte di una famiglia di commercianti genovesi
con interessi in tutti i settori dell'economia dell'isolai', tra il 1616 ed il 1621
12 Pregon General del Illustrissimo y Excellentissimo Setior don Hieronimo de Pimentel,
Marques de Vayona... Sobre lo que se deve hazer y guardar en el despacho y execución de sacas y
extraciones de trigos, legumbres y demàs cosas vedadas, en Caller, en la Enprenta del doctor
Galcerín, por Bartholomé Gobetti, 1628.
" Su queste consorterie d'affari e sulle loro rivalità cfr. B. ANATRA, Aspetti della congiuntura
seicentesca cit., pp. 5-44; ACA, C.d.A., legg. 1083-1181, 1092.
14 La trata o saca era una licenza rilasciata dal procuratore reale che autorizzava il richiedente
ad esportare cereali o altri generi soggetti a tassa. Tali licenze si negoziavano o si vendevano al pari
degli effetti cambiari. Cfr. G. Primo, Dizionario del linguaggio archivistico in Sardegna, Cagliari
1886, ad vocem. Sulla legislazione annonaria in età spagnola si vedano B. ANATRA, Per una storia
dell'annona in Sardegna nell'età aragonese e spagnola, in «Quaderni Sardi di Storia», n. 2, 1981,
pp. 89-102; G. TODDE, Libertà e concorrenza del commercio del grano e della manipolazione e vendita del pane, Cagliari 1880; A. PINO BRANCA, Politica annonaria del governo spagnolo in Sardegna,
in Fatti di ieri e problemi di oggi, Milano 1921; C. SOLE, Il problema annonario e il rapporto città
campagna, in Politica, economia e società in Sardegna nell'Età Moderna, Cagliari 1978, pp. 11-51.
15 La famiglia Marti risulta strettamente legata ai circoli finanziari controllati dai Ferrari e
dai Centurione e a quelli di governo vicini al viceré di turno. Più volte i Mani presentano alla
Tesoreria quote di asientos sottoscritti a Madrid e pagabili in Sardegna. Nel 1613 Francesco
Marcì viene incaricato dal Consiglio reale del Regno di Sardegna di acquistare all'estero 6000
palle di cannone, 6000 lance e 6000 picche di 2,60 metri e 5000 spade. Due anni dopo, appro-
13
incassò annualmente dalla vendita dei barili di tonno pescato negli impianti di
Cala Agustina e delle Saline 13.600 ducati
Nel complesso, in questo periodo i fratelli Martì trassero da questa lucrosa
attività, che svolgevano utilizzando oltre ai capitali propri anche quelli di terzi
(soprattutto ecclesiastici e nobili), un introito lordo più elevato degli interessi
pagati dal Regno per i debiti accumulati con i propri creditori. Nel 1629,
subito dopo la gara di aggiudicazione delle tonnare promossa dal viceré, essi
chiesero infatti di acquistare i due stabilimenti che gestivano in arrendamento
offrendo17 alla Corona 50 mila ducati18.
Anche il commerciante genovese Antonio Polero, giunto in Sardegna al
seguito del viceré Vivas, era stato attratto da questa attività e al fine di ottenere in gestione per un quindicennio le tonnare di Portoscuso e Porto Paglial9
aveva offerto alla tesoreria regia il 20% del pescato e un prestito senza interessi di 18 mila ducati. Sollecitata dalla crescente domanda, che era stata ulteriormente stimolata dalla guerra e dalla facilità di trasporto e di conservazione
del tonno, l'élite mercantile del Regno aveva investito nello sviluppo di tale
attività imprenditoriale crescenti risorse.
Nel dicembre 1628 i fratelli Martì, unitamente ai commercianti Ambrogio
Pino e Giovanni Beretta e al nobile sassarese Pietro Pilo, chiesero ed ottennero l'autorizzazione ad impiantare una tonnara a Porto Palma: a tal fine si
impegnarono a coprire tutte le spese di armamento e ad offrire alla regia cassa
il 5% del tonno pescato20. Il 16 ottobre dello stesso anno Giovanni Nuseo
ottenne, alle medesime condizioni, l'autorizzazione ad impiantare una nuova
fittando delle necessità finanziarie del Regno, che per timore di uno sbarco turco si è fortemente indebitato per l'acquisto delle armi e per rafforzare le fortificazioni, ottiene una licenza per
l'esportazione di 150 mila quintali di grano; nei decenni successivi i Martì gestiscono tonnare,
peschiere e svolgono una intensa attività di sostegno alla corporazione dei mercanti genovesi
diventando mecenati della chiesa di San Giorgio. Per la valutazione di alcuni aspetti delle attività e del patrimonio della famiglia Martì cfr. A. 13ILLITT-0, La quadreria di don Gerolamo
Martino e la pittura in Sardegna nel XVII secolo, in «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia
dell'Università di Cagliari», n.s. XVI (LITI), 1998, pp. 193-208.
16 L'incasso è stato stimato per difetto, ripartendo per medie annuali i barili di tonno lavorato registrati dagli ufficiali regi durante l'ispezione alle tonnare ed assegnando a ciascuno di essi
il valore di 30 reali. Sulle vicende delle tonnare e sui gruppi d'affari che le gestivano cfr. G.
DONEDDU, Le tonnare in Sardegna (1500-1800), in «Società e Storia», 1983, n. 21, e G. ToltE,
Guerra, politica fiscale e crisi della pesca: il caso delle tonnare sarde (1620-1640), in La pesca nel
Mediterraneo occidentale secc. XVI-XVIII, a cura di G. Doneddu e M. Gangemi, Bari 2000, pp.
231-247.
17 La stima è quella fatta dai ministri regi ipotizzando che i due impianti potessero fornire ai
loro gestori una rendita annuale netta di 4000 ducati.
18 Cfr. ASC, AAR, Risoluzioni di giunte cause, pareri e decreti del Real patrimonio (15601717), vol. P. 13, f. 427.
19 Queste tonnare, nel quinquennio 1616-1621, avevano garantito ai precedenti affittuari
entrate lorde annue non inferiori a 8000 ducati. Cfr. ACA, C.d.A., leg. 1130.
zo ASC, AAR cit., P. 13, f. 15.
14
tonnara nell'isola dell'Asinara21. Il dinamismo imprenditoriale nasceva dal
fatto che la crescente produttività delle tonnare alimentava annualmente un
giro d'affari non inferiore agli 80 mila ducati.
Tra il 1610 e il 1628 la pesca del tonno riuscì dunque ad attrarre nel Regno
di Sardegna ingenti risorse finanziarie (soprattutto genovesi) attivando un
discreto flusso commerciale e accrescendo le entrate della Corona.
Questa situazione mutò bruscamente a seguito degli ulteriori, negativi sviluppi della Guerra dei Trent'anni. Il bando viceregio con il quale il marchese
di Bayona, in ottemperanza agli ordini ricevuti, offri al miglior offerente le tonnare suscitò forti contrasti all'interno deí gruppi mercantili che controllavano
l'economia sarda22. L'iniziativa, infatti, non solo sconvolgeva i delicati equilibri
esistenti tra le consorterie di uomini d'affari interessati alla gestione delle tonnare ma pregiudicava anche gli investimenti che essi avevano fatto nel settore.
Al fine di scongiurare tale eventualità gli affittuari adottarono una articolata
strategia di difesa dei propri interessi. Sul piano giuridico, ricorrendo per via giudiziaria, essi cercarono di dimostrare che la cessione delle tonnare violava i privilegi del Regno che impegnavano i sovrani a non alienare i beni del demanio. I
loro avvocati, per dilazionare ulteriormente le procedure di vendita, sostennero
che il re non poteva mettere all'asta le tonnare perché esse erano state concesse in
arrendamento a terzi e per alienarle in piena e libera proprietà bisognava attendere la scadenza del contratto di affitto. Nel contempo, í gruppi economici più
influenti, nella speranza di prevalere sui concorrenti, cercarono di stipulare accordi sotterranei col viceré, presentando all'amministrazione delle offerte di acquisto
basate sulla rendita quinquennale che le tonnare avrebbero potuto fornire ad un
ipotetico investitore23. Le modalità e i criteri da seguire per la stima del valore
degli impianti crearono forti tensioni anche all'interno dell'alta burocrazia viceregia, dove la fazione che tentava di bloccare o dilazionare le alienazioni disposte
dal sovrano assunse crescente influenza e alimentò una forte opposizione alla
politica del viceré e alle richieste che egli intendeva presentare in Parlamento24.
Le loro resistenze nascevano da differenti motivazioni. Nella riunione del
Consiglio, appositamente convocata, alcuni ministri giustificarono la propria
contrarietà ricordando che con i sudditi la Corona d'Aragona si era impegnata a non alienare il patrimonio regio; altri espressero il timore che dopo tale
cessione non si potessero pagare i salari e le rendite dovute ai sottoscrittori di
juros sul debito pubblico.
21 ASC, Segreteria
di Stato, II serie, vol. 1566.
ASC, AAR, Risoluzioni cit., P. 13, ff. 116, 296, 298, e BC, 53, f. 106. Il pregone viceregio
venne emanato il 4 luglio 1629.
23 ASC, AAR, Risoluzioni cit., P. 13, ff. 111r, 427.
24 Sulle resistenze dei ministri (dietro i quali si muoveva, a dar credito alle lamentele del
viceré, il Vico, reggente sardo del Consiglio d'Aragona) ed il conseguente rinvio del bando di
alienazione ASC, AAR, Risoluzioni cit., P. 13, f. 116.
22
15
Di fronte alla persistente opposizione della maggioranza del Consiglio, che
aveva assunto una posizione attendista, il viceré non si scompose e per giustificare il mancato invio dei 100 mila ducati alla tesoreria generale madrilena
informò Filippo IV delle resistenze incontrate e degli sforzi fatti per trovare
degli acquirenti che presentassero offerte credibili e vantaggiose. Nell'intento di
mettere in cattiva luce i consiglieri che si opponevano alla vendita ordinò loro di
motivare per iscritto il proprio parere, preannunciando agli interessati la sua
intenzione di inviare a Madrid il verbale della delibera per sottoporre il giudizio
formulato dai membri del Consiglio del Real Patrimonio all'esame dei ministri
della Corona25. Subito dopo emanò un nuovo bando nel quale si invitavano i
concorrenti interessati all'acquisto a valutare le rendite delle tonnare su base
decennale, così come era stato richiesto dal reggente la Reale Cancelleria Bernat
che capeggiava il gruppo contrario alla vendita. Nella riunione successiva il
Bayona informò i consiglieri del fatto che il marchese di Villasor, qualora fossero stati annullati i contratti già stipulati, era disposto a pagare 35 mila ducati in
più di quelli che erano stati offerti da Benedetto Nater, noto mercante genovese
e dal barone di Torralba Michele Comprat, discendente da una ricca famiglia di
conversos ed influente esponente della nobiltà più recente26.
L'offerta del marchese, che sfiorava i 135.000 ducati, era molto allettante
poiché l'importo che egli intendeva pagare superava la somma richiesta dal
sovrano e la valutazione espressa dagli stessi consiglieri regi. Si trattava di un
impegno finanziario rilevante anche per gli investitori interessati perché, come
sottolineavano alcuni concorrenti in risposta alle sollecitazioni del viceré, la
pesca del tonno era incerta, le rese spesso risultavano inferiori alle aspettative
e le tonnare, a causa della guerra, erano esposte non solo alle incursioni barbaresche ma anche a quelle dei corsari francesi, che in qualsiasi momento
avrebbero potuto distruggere gli impianti e vanificare ingenti investimenti27.
Il marchese di Villasor non operava in proprio ma a vantaggio di alcuni soci
occulti ed in particolare del Nater e del Comprat che, servendosi di un illustre
e blasonato prestanome, speravano di superare le resistenze emerse contro di
loro nella giunta del Real Patrimonio. Per spezzare il fronte degli oppositori il
viceré aveva infatti consigliato ai due affaristi di presentare, oltre quella a loro
25 ASC,
AAR, Risoluzioni cit., P. 13, ff. 182, 183, 189.
26 Cfr. ASC, AAR, Risoluzioni cít., P. 13, ff. 182, 304 e K. 8, fol. 172-198.
27 Nel primo ventennio del Seicento le incursioni effettuate dalla pirateria
nord-africana furono assai frequenti. I corsari barbareschi attaccarono e distrussero gli impianti di pesca costruiti a
ridosso delle isole di San Pietro e di Sant'Antioco e Porto Botte nel 1613, nel 1615 e nel 1617. Nel
giugno del 1627 la popolazione dei villaggi costieri dell'Iglesiente uccise 12 dei pirati barbareschi
che erano sbarcati da una feluca per fare razzia e ne catturó altri 14. Cfr. ACA, C.d.A. Leg. 1093;
G. PILLITO, Memorie tratte dall'Archivio di Stato di Cagliari riguardanti i regi rappresentanti che
sotto diversi titoli ,governarono l'isola di Sardegna dal 1610 al 1670, Cagliari 1874, pp. 7 ss. Per le
incursioni francesi effettuate nel 1637 a Porto Palmas e Porto Paglia cfr. ACA, C.d.A., leg. 1130.
16
nome, anche una terza offerta tramite il marchese di Villasor, persona di assoluta fiducia. Di fronte ad una proposta che superava di gran lunga le stime precedenti le resistenze di diversi consiglieri vennero meno e l'alienazione (fatto
salvo il successivo assenso regio) fu approvata malgrado la persistente opposizione del reggente la Real Cancelleria il quale, (influenzato forse dal reggente
Vico) schierandosi apertamente con le consorterie d'affari che si opponevano
al viceré, andava ora sostenendo che le tonnare valevano almeno 180 mila
ducati28. Per superare le ultime resistenze il marchese di Bayona inviò a Corte
un argomentato memoriale nel quale evidenziò il discutibile comportamento
tenuto dalle consorterie economiche interessate alla gestione delle tonnare,
delle saline e delle peschiere e chiese all'Olivares rigorosi provvedimenti nei
confronti dei ministri che contrastavano la volontà del sovrano29.
ll Bayona temeva infatti che le opposizioni si coagulassero, ostacolando
l'attuazione delle disposizioni regie. Sul piano politico-militare la situazione si
era fatta delicatissima. Mentre le truppe spagnole che assediavano Casale
attendevano dalla Castiglia e dai regni aragonesi (che tergiversavano) urgenti
soccorsi in grano e denaro, Gerolamo Pimentel, per contribuire a finanziare la
guerra, avrebbe dovuto perfezionare in breve tempo la vendita delle tonnare,
far sottoscrivere, in anticipo rispetto alla sua scadenza naturale, l'asiento sulle
esportazioni di cereali relativo al triennio 1632-1634, convocare le Corti e
avviare con í tre Stamenti le trattative per la concessione di un donativo
decennale non inferiore ad un milione e mezzo di ducati.
3. Al fine di realizzare questi piani impegnativi, legati all'attuazione del pro-
getto dell'Unión de Armas, il marchese di Bayona fece intervenire ripetutamente il Conte-Duca di Olivares e il protonotario Villanueva, che con blandizie e minacce intimorirono gli oppositori locali del Pimentel30. Superata la
resistenza di una parte dei giudici della Reale Udienza il viceré non poté tuttavia affrettare i tempi della convocazione delle Corti anche a causa dello scarso
coordinamento tra le iniziative da lui assunte a Cagliari e quelle portate avanti
contemporaneamente, a Madrid, dal Consiglio d'Aragona. Agli inizi dell'estate, ad acuire le difficoltà, si aggiunsero i risentimenti della feudalità nei confronti della Corona per le inopportune concessioni — fatte qualche mese
prima in violazione di patti che essa stessa aveva sottoscritto — ai familiari
" ACA, C.d.A., leg. 1630, Lettera del viceré in data 18 giugno 1630.
29 ACA, C.d.A., leg. 1131, Informativa del 19 luglio 1630.
" Al riguardo cfr. ACA, C.d.A., leg. 1140. Lettera viceregia del 26 giugno 1630 e leg. 1161,
Consulta del 3 luglio 1629. Sul modo in cui il Villanueva e il conte di Olivares cercavano di
contenere le tensioni e il dissenso all'interno dei regni d'Aragona cfr. J. H. Fn Torr, El CondeDuque de Olivares: El politico en una época de decadencia, Barcelona 1990. Dell'opera è disponibile ora anche la traduzione italiana, cfr. ID., Il miraggio dell'Impero. Olivares e la Spagna: dall'apogeo al declino, Roma-Salerno 1991.
17
dell'Inquisizione che finivano con lo sfuggire alla giustizia signorile sia per le
cause civili che per quelle criminali31.
Un altro scottante problema che il viceré dovette superare per creare l'unità
politica necessaria alla celebrazione del Parlamento fu la rivalità municipale tra
Cagliari e Sassari che, tra il 1628 e il 1630, era stata acuita da diversi privilegi concessi dal Consiglio d'Aragona alla città turritana e dalla nomina di alcuni nobili
sassaresi al comando del terci o sardo che combatteva in Lombardia. Poiché una
delle clausole pattuite per la concessione del donativo straordinario del 1626 stabiliva la rigida alternanza delle cariche militari tra gli ufficiali del Capo di Cagliari
e quelli del Capo di Sassari, alla aristocrazia feudale che risiedeva nella capitale la
ripetuta assegnazione del comando a meno titolati nobili residenti nella Sardegna
settentrionale appariva come una violazione degli accordi sottoscritti tra la
Corona e gli Stamenti32. Per evitare che le rivalità fra il Nord e il Sud dell'isola
(come era già accaduto durante il Parlamento Vivas, celebrato nel 162433) accen31 Sugli stretti rapporti fra la corona spagnola e il Consiglio Supremo dell'Inquisizione e
sulle funzioni politiche svolte da tale organo nell'età di Filippo IV cfr. M. P. DOMINGUEZ
SALGADO, Inquisición y corte en el siglo XVII, «Hispania Sacra», n. 37 (1985), pp. 569-584. Per
un confronto con le funzioni svolte dai familiari, il contesto sociale in cui operano e vengono
reclutati, i privilegi di cui essi godono nei regni d'Aragona e in quello di Castiglia cfr. J. E.
PASAMAR LAZARO, Los familiares del Santo Officio en el distrito inquisitorial de Aragón,
Zaragoza 1999; A. CRISTOBAL MARTIN, Confianza, fidelidad y obediencia. Servidores inquisitoriales y dependencias personales en la ciudad de Logrotio (siglo XVII), Logrofio 1994; A. ACOSTA
GONZALEZ, Estudio comparado de tribunales inquisitoriales, Madrid 1990; Politica, religión y
Inquisición en la Esparia moderna. Homenaje a Joaquín Pérez Villanueva (a cura di P. Fernàndez
Albadalejo, J. Martinez Millàn, V. Pinto Crespo), Madrid 1997.
32 Agli inizi del Seicento anche le élites politiche sarde iniziarono a polarizzarsi per città e
per area geografica assumendo posizioni simili a quelle rilevate in Sicilia dal Benigno: cfr. E
BENIGNO, La questione della Capitale: lotta politica e rappresentanza degli interessi nella Sicilia
del Seicento, in «Società e Storia», vol. XIII, 1990, pp. 27-63. Sui criteri seguiti dal viceré per la
designazione degli aspiranti agli uffici del Regno cfr. ACA, C.d.A., leg. 1140. Per le pressioni
esercitate dalla città di Sassari nei confronti del Consiglio d'Aragona e per il ruolo di appoggio
e sostegno svolto a tal fine dal reggente Francesco Vico cfr. E MANCONI, Un "letrado" sassarese
al servizio della Monarchia ispanica nella prima metà del Seicento. Appunti per una biografia di
Francisco Angel Vico y Artea, in Sardegna, Spagna e Mediterraneo. Dai Re Cattolici al secolo
d'Oro, a cura di B. Anatra e G. Murgia, Roma 2004, pp. 291-333.
33 Sulle vicende legate al parlamento Vivas — che avvia un duro confronto tra Corona e ceti —
si vedano A. MARONGIU, Parlamento e lotta politica nel 1624-25, in «Annali dell'Università di
Macerata», 1956, ora in ID., Saggi di storia giuridica e politica sarda, Padova 1975; B. ANATRA,
Corona e ceti privilegiati nella Sardegna spagnola, in B. ANATRA, R. PUDDU, G. SERRI, Problemi
di storia della Sardegna spagnola, Cagliari 1975; A. MATTONE, Centralismo monarchico e resistenze stamentarie. I Parlamenti sardi del XVI e del XVII secolo, in «Acta Curiarum Regni
Sardiniae». Istituzioni rappresentative della Sardegna medioevale e moderna, Sassari 1986, pp.
127-176; G. TORE, Il Regno di Sardegna nell'età dell'Olivares (1620-1640). Assolutismo monarchico e Parlamenti, in «Archivio Sardo del Movimento Operaio, Contadino e Autonomistico»
(AsmocA), nn. 41-43, pp. 41-59, Roma 1993; E MANCONI, Un "letrado" sassarese al servizio
della Monarchia cit., pp. 295 ssgg.
18
tuassero i contrasti esistenti all'interno della aristocrazia dividendo in due partiti
anche gli ufficiali inquadrati nel tercio sardo, bloccassero i lavori parlamentari e
impedissero l'approvazione dell'offerta finanziaria del Regno alla corona, il
viceré chiese al Conte-Duca di Olivares e al protonotario di impedire al sassarese
Francesco Vico, reggente nel Consiglio d'Aragona e grande protettore degli interessi della sua città natale, di partecipare alle Corti34. Inoltre, per evitare attriti
con lo Stamento ecclesiastico, il viceré attenuò e rinviò l'applicazione nel Regno
di quella politica giurisdizionalistica che la monarchia aveva avviato nei confronti
di Urbano VIII, accusato dagli Asburgo di favorire e sostenere la presenza francese in Italia. Egli adottò un atteggiamento conciliante anche nei confronti degli
ufficiali regi e dei giudici della Reale Udienza, sia rafforzando con essi legami di
patronage sia dimenticando le offese ricevute da alcuni di loro in occasione dell'alienazione delle tonnare, delle saline e degli altri beni demaniali".
Abile e prudente appare anche l'azione esercitata nei confronti dei membri
dello Stamento militare, all'interno del quale si andava coagulando un forte
malcontento politico alimentato dalle tradizionali rivalità territoriali e dalla persistente violazione dei patti sottoscritti durante il Parlamento straordinario del
1626. La Corona non aveva infatti rispettato né la clausola che vietava all'amministrazione regia di incamerare nella Tesoreria generale il donativo offerto per il
mantenimento del tercio di soldati sardi che operava in Lombardia" né quella
che la impegnava ad affidare agli Stamenti la gestione del servicio del 1626, né la
promessa di assegnare le cariche militari esclusivamente a regnicoli37.
Per vanificare ogni eventuale opposizione e rafforzare all'interno del
Braccio militare il peso e l'influenza politica della fazione favorevole alla
Unión de Armas, nel 1629 il viceré ottenne dal Conte-Duca l'autorizzazione a
concedere un rilevante numero di cavalierati e titoli di nobiltà".
Cfr. ACA., C.d.A., leg. 1092, leg. 1160. Lettera del viceré Bayona in data 22 gennaio 1629.
ACA, C.d.A., legg. 1160 e 1161. Sulle inchieste avviate dai Visitatori generali nei confronti
degli ufficiali regi e sul ruolo di tutela e di protezione svolto nei loro confronti dal viceré
Bayona, che ottiene dalla Corona la sospensione dei processi in atto, cfr. Il Parlamento straordinario del viceré Gerolamo Pimentel, marchese di Bayona (1626), a cura di G. Tore, «Acta
Curiarum Regni Sardiniae», vol. 16, Cagliari 1998, pp. 11-43.
36 Rispetto alle possibilità economiche delle élites del Regno il numero delle concessioni
risultò così elevato da indurre fl marchese di Bayona ad offrire l'acquisto dei titoli anche a persone che, per la professione esercitata o il ceto sociale di appartenenza, non meritavano tale onore.
Sui criteri seguiti per effettuare tali nomine e sulle lamentele suscitate all'interno del Militare da
questa politica di indiscriminata promozione sociale cfr. ACA, C.d.A., legg. 1140, 1141, 1161.
37 Per un'analisi dei capitoli di Corte sottoscritti nel Parlamento del 1626 cfr. in questa stessa
collana Il Parlamento straordinario del viceré Gerolamo Pimentel, marchese di Bayona, a cura di
G. Tore cit., pp. 258-267.
38 Gli interessati per ottenere il cavalierato pagarono, in media, 446 ducati e per il titolo di
nobiltà 892; il conte di Montesanto ed íl conte di Monteleone, per elevare il loro feudo a contea, versarono nelle casse regie 4460 ducati a testa.
34
35
19
REGNO DI SARDEGNA. CONCESSIONI DI TITOLI (1629-1638).
Titoli di conte
Titoli di marchese
Abiti militari dell'ordine di Santiago
Abiti militari dell'ordine di Calatrava
Titoli di nobiltà
Titoli di cavalierato e nobiltà
Cavalierati
Totale privilegi di cavalierato, nobiltà e abiti militari
2
4
13
7
13
22
31
92
Ad essere favoriti dalla generosità regia furono non solo le famiglie della
nobiltà feudale, le oligarchie urbane e il clero ma anche quei cetí rurali intermedi che nelle campagne avevano gestito le speculazioni mercantili e tratto
vantaggio dal generale rialzo dei prezzi.
Ilario Alagón, marchese di Villasor e prima voce dello Stamento militare,
essendo stato «eficacisimo medio para que se conseguise lo que V. M. deseava»,
ottiene oltre ad alcune mercedes personali il titolo di conte di Montesanto per il
figlio primogenito Blasco (che diventerà successivamente anche capitano generale della cavalleria miliziana del Regno) e per Pietro, cadetto della famiglia, la
candidatura (e la promozione) a vescovo di Ampurias e, in seguito, di Oristano e
successivamente di Palma di Maiorca. Il barone di Torralba riesce a trasformare
il proprio feudo in marchesato. Pablo Castelvì, fratello del conte di Villamar,
procuratore reale pro tempore, viene insignito del titolo di marchese di Cea e per
i figli ottiene prestigiosi incarichi militari e burocratici (Giorgio diventerà reggente di cappa del Consiglio d'Aragona). Incarichi ancora più prestigiosi vengono concessi ai figli del conte dí Sedilo: Gerolamo Cervellón è nominato comandante del tercio sardo inviato in Monferrato; dopo aver combattuto a Casale e
governato la città di Novara il nobile sardo si trasferirà nelle Fiandre dove morrà
durante la ritirata da Mastricht. Il fratello Mania, distintosi in alcuni fatti d'arme
in Italia e nelle Fiandre, verrà premiato con la piazza di luogotenente alle armi
del Capo di Sassari e con quella di governatore del Capo di Cagliari. Tra i membri della vecchia nobiltà solo lo sfortunato conte di Cuglieri dovrà accontentarsi
di un abito militare di Santiago e di uno di Alcantara per i suoi due figli, che
morranno entrambi combattendo per il loro re nei pressi di Casale.
La Corona si mostra generosa anche con le oligarchie che governano le città
regie concedendo titoli di cavalierato o nobiltà a tutti i rappresentanti parlamentari dei consigli civici. Dopo la scomparsa del marchese Bayona, per le pressioni
del vescovo-presidente, nel generale clima di mobilitazione politica per l'Unión
de Armas, diversi ecclesiastici vedono coronate le loro più ambiziose aspirazioni. Il vescovo di Sassari Passamar ottiene per il proprio nipote ( Francesco Pilo)
la vicaria della mitra turritana e la promessa di una diocesi. Gavino Manconi,
20
vescovo di Ales, ottiene per il nipote Diego l'incarico di vicario-sostituto e una
pensione di 500 ducati gravante sulle entrate della mensa vescovile. Francesco
Cao, canonico e sindaco del Capitolo cagliaritano, candidato ad una prelatura,
verrà tacitato con l'incarico di presidente del Tribunale di appellazioni e gravami e ulteriori prestigiosi incarichi presso la curia romana. A Francesco Delitala,
sindaco del Capitolo della diocesi di Bosa, verrà assegnato il canonicato di
Nulvi, che garantiva al titolare dell'ufficio una rendita di 1700 ducati. La corona
non trascura inoltre di premiare con rendite, abbazie e rettorati diversi altri
ecclesiastici ottenendo così il loro unanime consenso alla politica de_ll'Unión.
Mentre il viceré mobilitava le reti clientelari periferiche per trovare, in un
periodo di grave crisi economica persone degne di considerazione e, soprattutto, economicamente in grado di pagare i diritti richiesti dalla Corona per la concessione dei titoli, la nobiltà feudale, allarmata dal numero e dalla modesta qualità degli aspiranti, esprimeva al re le proprie rimostranze. Il timore che persone
di «infima condizione» potessero entrare a far parte dell'élite del Regno spinse í
sindaci dello Stamento nobiliare a chiedere al sovrano di sospendere la vendita
dei titoli a chi esercitava arti «meccaniche». La supplica venne però disattesa
dalla Corona, che aveva già impegnato e speso i soldi riscossi dal viceré 39.
Concedendo i titoli un anno prima della celebrazione delle Corti il Pimentel
poté invitare a far parte del Parlamento, ormai prossimo, una settantina di
nuovi membri, ideologicamente schierati a sostegno della politica di Unión de
Armas e permise alle esauste casse regie di incamerare più di 50 mila ducati.
Qualche mese prima dell'apertura delle Corti, venendo incontro alle richieste dello Stamento militare, Filippo IV stabilì nuove e più severe norme per la
concessione e la verifica dei titoli. Il sovrano, però, si guardò bene dal sospendere quelli proposti dal viceré Bayona40. Quest'ultimo si proponeva infatti di
39 La lettera con la quale il 17 giugno 1630 Filippo IV, prendendo atto delle proteste dello
Stamento militare, decreta nuove e più severe norme per la verifica dei titoli nobiliari è stata
pubblicata dal Tola. Cfr. P. TOLA, Codex Diplomaticus Sardiniae, in «Historiae Patriae
Monumenta», tonno XII, Augustae Taurinorum 1868, pp. 284 ss., doc. n. )0(X111
4') Il viceré, offrendo in vendita i titoli un anno prima della celebrazione delle Corti, con la sua
lungimirante azione politica riuscì ad inserire all'interno dello Stamento militare un folto gruppo
di sostenitori della Corona e del partito del Conte-Duca costituito da ex consiglieri civici, commercianti, collettori di rendite, parenti di ecclesiastici e perfino grandi allevatori di armenti. Sulla
forte mobilità sociale che caratterizza la prima metà del Seicento cfr. G. TORE, Élites ed ascesa
sociale nella Sardegna spagnola (1600-1650), in Studi e Ricerche in onore di Girolamo Sotgiu, vol.
1, parte II, Cagliari 1994, pp. 406-430; A. MATTONE, Centralismo monarchico e resistenze stamentarie. I Parlamenti sardi del XVI e del XVII secolo cit., pp. 166 ss., e B. ANATRA, Corona e ceti
privilegiati nella Sardegna spagnola, in B. ANATRA, R. PUDDU, G. SERRI, Problemi di storia della
Sardegna spagnola cit., pp. 60 ss. Più in generale, sul ruolo della nobiltà nella società spagnola J.
A. MARAVALL, Potere, onore, élites nella Spagna del secolo d'oro, Bologna 1984; A. DOMINGUEZ
ORTIZ, La sociedad espaiiola en el siglo XVII, Madrid 1993, 2 voll.; A. CARRASCO MARTINEZ,
Sangre, honor y privilegio: la nobleza espahola bajo los Austrias, Barcelona 2000. Relativamente
all'Italia cfr. C. DONATI, L'idea di nobiltà in Italia. Secoli XIV-XVIII, Roma-Bari, Laterza 1988; Il
«Perfetto Capitano». Immagini e realtà (secoli XV-XVII) a cura di M. Fantoni, Roma 2001.
21
ottenere l'assenso dei ceti privilegiati ad una rilevante offerta finanziaria e di
contenere ed eventualmente superare le resistenze alla politica dell'Olivares
che, anche all'interno del Braccio nobiliare, si andavano rafforzando a causa
dell'alto numero di soldati e ufficiali uccisi e feriti durante la guerra per la
conquista del Monferrato. Molti nobili sardi erano infatti deceduti nell'assedio di Casale o colpiti dalla peste che flagellava la Lombardia, mentre il conflitto, anziché concludersi, si andava dilatando verso la Germania e le
Fiandre. La Spagna, un tempo vittoriosa su tutti i fronti, era ora costretta a
fronteggiare un crescente numero di nemici". Le sconfitte subìte nel Nord
Europa insinuavano dubbi e incertezze anche tra i ceti privilegiati del Regno.
E viceré Bayona, conscio della gravità della situazione, cercò di blandire
con promesse di grazie, favori e titoli quanti esprimevano le loro velate proteste per la permanente mobilitazione dei soldati, l'eccessiva fiscalità, l'assegnazione di uffici e cariche militari a stranieri42. Con prudenza e cautela egli
intervenne inoltre per ridurre i conflitti di giurisdizione e i contrasti tra i ceti,
ma non esitò a minacciare, punire o arrestare quanti cercarono di opporsi alle
sue iniziative o di procrastinare il pagamento delle quote di donativo".
La politica di Unión de Armas che l'Olivares aveva proposto ai recalcitanti
regni aragonesi nel 1625 venne invece considerata dalle corti funzionale agli
interessi del Regno sardo, che nel terzo decennio del Seicento stava pagando
un pesante prezzo economico a causa della riduzione degli scambi commerciali determinata dalla crescente insicurezza dei traffici mediterranei.
L'abbandono della ormai insicura navigazione d'alto mare, che faceva perno
41 Sui problemi politici ed economici dell'impero spagnolo nel secondo decennio di governo
del Conte-Duca cfr. Historia de Espalia, a cura di R. Menéndez Pidal e José Maria Jover
Zamora, voli. XXV e XXVI, Madrid 1982-1989; A. DOMINGUEZ ORTIZ, Politica y hacienda de
Felipe IV, Madrid 1960; La Esparia del Conde-Duque de Olivares, a cura di J. Elliott e A. García
Sanz, Valladolid 1990; J. H. Einem, El Conde-Duque de Olivares. El politico en una epoca de
decadencia cit., pp. 406 ss. Sulla svolta politica imposta dal Valido e sul ruolo che l'Olivares
assegnava allo Stato monarchico, cfr. A. HERRERA GARC1A, El Estado de Olivares, Sevilla 1990.
Per le reazioni suscitate dai progetti di accentramento nei territori aragonesi cfr. E. BEI YNGUER
CEBRIA, La Corona de Aragón en la monarquía ispanica. Del apogeo del siglo XV a la crisis del
XVII, Barcelona 2001; AA.Vv., La Monarquía hispanica en aisis cit. Relativamente all'Italia si
veda L'Italia degli Austrias. Monarchia cattolica e domini italiani nei secoli XVI e XVII, a cura di
G. Signorotto, in «Cheiron», IX, 1993; A. Musi, L'Italia dei viceré. Integrazione e resistenza nel
sistema imperiale spagnolo, Cava dei Tirreni 2000; G. SIGNOROTTO (a cura di), Lombardia borromaica, Lombardia spagnola (1554-1659) cit.
42 Sulle mercedes come strumenti di controllo sociale e di contenimento del dissenso cfr. A.
CARRASCO MARTfNEZ, Un modelo para el estudio de las formas de sociabilidad en la Edad
Moderna: las clientelas segoriales in «Mélanges de la Casa de Velúquez», vol. XXX, 2 (1994),
pp. 117-129; A. FEROS CARRASCO, Kingship and favoritism in the Spain of Philip III, 1598-1621,
Cambridge-New York 2000.
° Per le resistenze dei ceti urbani e del dero al pagamento del donativo cfr. ACA, C.d.A.,
leg. 1140.
22
sulle isole Baleari, la Sardegna e la Sicilia, e la preferenza data a quella costiera, che risaliva la penisola italiana all'ombra delle fortificazioni dei presidi e
delle flotte degli stati italiani, stava infatti facendo lievitare il costo dei noli
marittimi vanificando i tentativi, fatti nel precedente decennio, per inserire
permanentemente la Sardegna nel mercato cerealicolo mediterraneo.
4. Il viceré Bayona riesce a raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi proprio perché
urilina il prestigio che gli è riconosciuto come abile combattente per far credere
che la politica dell'Unión de Armas era rivolta alla tutela delle rotte mediterranee
e alla difesa del Regno di Sardegna dai nemici esterni". Quando, nel 1625, lascia
l'incarico di generale della cavalleria del Ducato dí Milano ed accetta di essere
nominato viceré di Sardegna egli è infatti ancora nel pieno delle capacità fisiche
e intellettuali° e di fronte alla ristretta élite nobiliare sarda, non avvezza alle armi
da più generazioni, può vantare la partecipazione alle più ardimentose imprese
di guerra condotte dalla monarchia ispanica nei primi decenni del secolo.
Avvalendosi dell'esperienza acquisita come uomo d'armi e della sua personale capacità di persuasione, per far fronte alla minaccia di possibili sbarchi
della flotta inglese (che nel 1626 aveva attaccato Cadice) e dei 70 vascelli turchi
che veleggiavano tra Biserta e Tangeri egli coinvolge nella riorganizzazione
delle milizie baronali e di quelle cittadine tutte le casate feudali e gran parte
delle famiglie della piccola nobiltà, stabilisce legami con centinaia di persone,
ne vaglia le capacità e assegna loro compiti e funzioni adeguate alle loro qualità
umane e all'influenza che esse sono in grado di esercitare sulla popolazione del
territorio in cui vivono e operano46. Il marchese di Bayona si sforza dunque di
suscitare un clima di sostegno e di partecipazione alla guerra in corso, creando
44 Oltre ai già citati lavori del Maravall e del Dominguez Ortiz sulle aspirazioni e le idealità
della nobiltà ispanica cfr. R PUDDU, Il soldato gentiluomo. Anatomia di una società guerriera: la
Spagna del Cinquecento, Bologna 1982; E. GONZALEZ CALLEJA, La hispanidad como instrumento
de combate, Madrid 1988; E BOUZA, Palabra e imagen en la Corte: cultura y visual de la nobleza en
el Siglo de Oro, Madrid 2003; B. CLAVERO, Tantas personas como estados. Por una antropologia
politica de la historia europea, Madrid 1986; C. CHAUCHADIS, Honneur, morale et societé dans
l'Espagne de Philippe II, Paris 1994; D. GARdA HERNAN, La nobleza en la Espatia moderna,
Madrid 1992. Più in generale, su tale problematica si vedano le interessanti proposte metodologiche di S. CLARK, State and status: the rise of the state and aristocratic power in western Europe,
Montreal 1995. Per l'Italia ispanica cfr. M. A. VISCEGLIA, Identità sociali. La nobiltà napoletana
nella prima età moderna, Milano 1998; A. SPAGNOLETTI, Principi italiani e Spagna nell'Età Barocca,
Milano 1996; ID., Le dinastie italiane nella prima età moderna, Bologna 2003; I Farnese. Corti,
guerra e nobiltà in Antico Regime, a cura di A. Bigotto, P. Del Negro, C. Mozzarelli, Roma 1997.
45 11 medico sassarese Andrea Vico Guidone lo descrive «praestantis corporis, florentis aetatis
ac valide robustus»: cfr. ANDREAE Vico GUIDONIS, Ad trutinam apologeticorum Antonii
Galcerinii, Sarrochi, Mani Avellii et Francisci Martis doctorum. Additur insuper antilogia pro
anthracis curatione ab eisdem medicis perperam istituta, Gerundae 1639, p. 4.
46 Per ulteriori approfondimenti sull'organizzazione delle milizie feudali e sulla difesa costiera nella Sardegna del XVII si vedano: V. VITALE, La difesa e gli ordinamenti militari della
23
occasioni di incontro, contattando nobili e miliziani, parlando intensamente
con loro, convincendoli, con solide argomentazioni politiche e religiose, dell'importanza della missione che la Spagna si è assunta nel mondo e della necessità di combattere a sostegno della Corona. Emblematici appaiono a questo
proposito i risultati che egli riesce ad ottenere a Sassari dove, appena sbarcato,
si lega in amicizia con alcuni personaggi appartenenti alle più eminenti famiglie
(De Sena, Manca, Pilo, Aquena), evita che esse abbiano fastidi da parte della
giustizia regia, assegna loro importanti incarichi militari e amministrativi e stabilisce con alcuni rappresentanti di esse solidi legami clientelari.
Anche nella capitale del Regno l'aristocrazia, i ministri regi, i consiglieri
civici, sottoposti a sindacato dai visitatori generali inviati dall'Olivares attendono dal viceré la sospensione delle inchieste aperte contro di loro47.
Autorizzando, nel febbraio 1627, la celebrazione della festa di San Saturnino,
patrono della città, che era stata sospesa dal viceré Vivas per motivi di ordine
pubblico, e organizzando in onore del santo patrono giochi e tornei, nei quali
coinvolge non solo le élites urbane ma anche le corporazioni degli artigiani,
egli riesce ad accrescere la popolarità e il proprio ascendente".
Il successo ottenuto nella mobilitazione delle milizie del Regno [15 mila
uomini] per festeggiare la presa di possesso e la costruzione di fortificazioni nell'isola di Sant'Antioco, che fino ad allora era stata utilizzata come avamposto dai
pirati nordafricani evidenzia il fatto che il messaggio sull'Unión de Armas e sulla
necessità di una mobilitazione delle forze militari per la difesa dell'isola da una
eventuale invasione era stato colto e fatto proprio non solo dalle élites ma anche
dai ceti popolari. Nel 1627 l'assalto di una flottiglia barbaresca al santuario di
San Gavino fornisce al Bayona un'altra occasione per riorganizzare l'intero
Sardegna durante il periodo spagnolo, Ascoli Piceno 1905; A. MATTONE, Le istituzioni militari,
in Storia dei sardi e della Sardegna. L'Età Moderna cit., pp. 65 ss.; S. CAsu, A. DESSI, R. TURTAS,
La difesa del Regno: le fortificazioni, in La società sarda in età spagnola, a cura di E Manconi cit.,
vol. I, pp. 64 ss.; E Russo, La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo, Roma
1992; G. MELE, Torri e cannoni: la difesa costiera in Sardegna nell'Età Moderna, Sassari 2000.
47 Il Parlamento straordinario di Gerolamo Pimentel, marchese di Bayona, a cura di G. Tore
cit., pp. 26 ss.
48 G. ARNAL DE BOLEA, Encomios en octavas al torneo que defendio el Illustrissymo
Excellentissimo Segor don Geronimo Pimentel, marqués de Vayona, en Caller por Bartholomeo
Gobetti 1627; ID., Por la devoción con que festeja todos los agos la Congregación de los cavalleros de
la ciudad de Caller la fiesta del glorioso San Saturnino, cavallero natural de la misma ciudad, en Caller
MDCXXVII. Sul ruolo politico svolto dalle feste religiose barocche in altri regni della Corona
d'Aragona cfr. M.P. MONTEAGUDO ROBLEDO, Fiestas y poder. Aportaciones historiografikas al estudio de las cerimonias politicas en su desarrollo histórico, in «Pedralbes», n. 15 (1995), pp. 173-204, e
A. BONET CORREA, La fiésta barroca como pratica del poder, in «Diwan», n. 5-6 (1979), pp. 53-85.
J.L. BOUZA ALVAREZ, Religiosidad contrarreformista y cultura simbólica del Barroco, Madrid 1990;
sul ruolo che le feste religiose svolsero in Italia per rafforzare il consenso sociale cfr. M.A.
VISCEGLIA, La città rituale. Roma e le sue cerimonie in età moderna, Roma 2002.
24
apparato di difesa delle città di Sassari, Alghero e Castellaragonese rendendolo
credibile e operative. La selezione degli ufficiali del tercio da imbarcare per la
guerra in Italia, l'invio dei rifornimenti, i contatti con le famiglie dei militari che
combattono al fronte offrono al Pimentel nuove occasioni per giustificare le esigenze finanziarie della Corona, costruire rapporti clientelari e incanalare verso
la segreteria viceregia le aspirazioni e le esigenze dei ceti emergenti.
Mentre la nobiltà feudale contratta per i suoi figli titoli e abiti cavallereschi,
gli altri ceti sociali manifestano vivo interesse per la politica dell'Unión e premono per ottenere (anche in altri regni) prebende ecclesiastiche e uffici regi. Se
si studia il comportamento delle élites che gestiscono le istituzioni rappresentative del Regno utilizzando non gli atti formali prodotti dalle Corti, che esprimono richieste apparentemente unitarie, ma la corrispondenza inviata al viceré
dai terminali centrali e periferici delle reti di patronage che operavano sul territorio, rileviamo infatti che nel Regno tutti i ceti privilegiati, tra il 1626 e il 1631,
considerano il viceré Bayona come unico referente per le loro richieste di grazie e favori. Il Regno di Sardegna, per la rapidità e l'abilità con cui il marchese
organizza la -rete di sostegno alla fazione olivaresiana, può essere considerato
come un modello significativo. Anche a causa della posizione geografica della
Sardegna, il Pimentel, in qualità di rappresentante del sovrano e del valido,
diventa ben presto il canale privilegiato di comunicazione col centro del potere
e anche l'unico dispensatore di prebende ed uffici". Come è stato recentemente sottolineato da Francisco Toms y Valiente, da Franco Benigno e da John
Elliott, nell'Europa del primo Seicento alla fedeltà nei confronti del sovrano,
49 Per le disposizioni militari emanate cfr. ACA, C.d.A., leg. 1085 e P. TOLA, Codex
aplomaticus Sardiniae cit., torno II, doc. XXXI, pp. 278 ss. Sulle fortificazioni di Sassari,
Alghero e Castellaragonese nel primo trentennio del Seicento e sui problemi finanziari legati al
loro rafforzamento cfr. S. RATTO, Bastioni e torri di Alghero, Torino 1951; A. MATTONE, P.
SANNA, Per una storia economica e civile della città di Alghero, in Alghero, la Catalogna, il
Mediterraneo. Storia di una città e di una minoranza catalana in Italia (XIV-XX secolo) cit., pp.
755 ss.; G. SARI, La piazza fortificata di Alghero, Alghero 1988; A. RArru, Bastioni e torri di
Castelsardo, Torino 1953. Più in generale sulle opere di difesa in età spagnola rimandiamo ancora una volta a E Russo, La difesa costiera cit., pp. 14-80 e G. MELE, Torri e cannoni cit., pp. 20 ss.
" Sui legami di patronage nella Spagna del primo Seicento e sulle reti clientelari che gestiscono i rapporti tra il centro e la periferia dell'impero si vedano i significativi modelli delineati
da E BENIGNO, L'ombra del re. Ministri e lotta politica nella Spagna del Seicento, Venezia 1992;
F. M. BURGOS ESTEBAN, Los lazos del poder Obligaciones y parentesco en una élite local castellana en los siglos XVI y XVII, Valladolid 1994; Élites, poder y red social. Las élites del País Vasco y
Navarra en la Edad Moderna, a cura di J. M. Imizcoz Beunza, Bilbao 1996; Familia y poder.
Sistemas de reprodución social en Espafia (siglos XVI-XVIII). Atti del Seminario su «Familia y
élites de poder en el reino de Murcia. Siglos XV-XIX», Murcia 1995; C. J. CARLOS MORALES,
El Consejo de Hacienda de Casti& (1523-1602). Patronazco y clientelismo en el gobierno de las
finanzas reales durante el siglo XVI, Avida 1996. Una utile rassegna critica e nuove proposte
metodologiche in J. MARTINEZ MILLAN, La investigación sobre patronazco y clientelismo en la
administración de la Monarquía Hispana durante la Edad Moderna, in «Studia Historica,
Historia Moderna», 15 (1996), pp. 83-106.
25
manifestata dai gruppi di potere clientelare presenti a Corte, se ne affianca una
nuova, professata nei riguardi del ministro senza la quale non è possibile ottenere concessioni di uffici e di grazie". In tale modo sia in Spagna che in diversi
altri stati si configura un nuovo stile di governo che, al centro e in periferia,
scavalca il ruolo e le funzioni di intermediazione della burocrazia e concentra
in poche mani la gestione del potere. Il Conte-Duca di Olivares, emarginando
quelle fazioni nobiliari52 che nei decenni precedenti avevano mediato tra il
Regno di Sardegna e le consorterie vicine al duca di Llerma ed affidando le
decisioni sulle richieste di grazia al viceré Bayona e al ristretto gruppo di consiglieri-referenti che fa parte delle giunte speciali, estende anche al Regno di
Sardegna il monopoli.° ministeriale sulla gestione degli affari di governo e sulla
concessione delle grazie regie che determinano una forte mobilità sociale. A tal
fine sarà qui sufficiente ricordare lo spazio politico che nel ventennio di governo dell'Olivares viene riconosciuto alle oligarchie urbane del denaro che gestiscono le rendite civiche e l'esportazione dei cereali, e il ruolo svolto da quella
piccola nobiltà che entra nello Stamento militare del Regno di Sardegna modificandone gli equilibri interni (+ 40% tra il 1616 e il 1632).
Servendosi dei canali di patronazco attivati in occasione del Parlamento questi
ceti emergenti riescono infatti ad occupare gli organi di potere periferici (consigli
civici, officialie, scrivanie, cariche militari, etc.), offrendo alla monarchia, in cambio dei favori ricevuti, il loro sostegno politico nella difficile congiuntura bellica e
finanziaria che essa sta attraversando. Ottenere una grazia senza prima avere fornito prove indiscusse della fedeltà al sovrano e alla politica del conte di Olivares
servendo la Corona nell'esercito, nell'amministrazione o con offerte in denaro
appare ora assai difficile. Unitamente a quello gestito dal sassarese Francisco
Vico, reggente del Consiglio d'Aragona, uno dei rari canali di patronage nobiliare
che ancora resta attivo è quello del conte Cervellón che, contro il parere del
viceré (sostenitore dei Castelví), ottiene, per diretto intervento del Cardinale
Infante, di cui era stato maggiordomo, la nomina a comandante del tercio sardo.
A svolgere un ruolo fondamentale è tuttavia Gerolamo Pimentel.
51 Per quanto riguarda il ruolo e le funzioni svolte dal valido nell'Europa del primo Seicento
cfr. E TOMAS Y VALIENTE, Los Validos en la rnonarquía espafiola del siglo XVII, Madrid 1963; J. H.
uarr, El Conde-Duque de Olivares. El politico en una época de decadencia cit. pp. 284 ss.; sul
sistema di potere clientelare che accompagna, anche in Francia, l'azione politica del ministrofavorito cfr. S. KETFERING, Patrons, Brokers and Clients in Seventeenth Century France, Oxford
1986, e J. H. allorr, Richelieu e Olivares, Torino 1990. Sul caso inglese si vedano L. LEVY PECK,
Court, Patronage and Corruption in Early Stuart England, London 1990; R ASCH e A.M. BIRKE (a
cura di), Princes, Patronage and the Nobility. The court at the Beginning of the Moder'', Age,
Oxford 1991; e, soprattutto, J. H. Einarr e L. W. BROCKLISS (a cura di), The World of the
Favourite, London 1999. Per un bilancio critico complessivo sulla figura del favorito si rinvia
ancora una volta alle acute osservazioni di E BENIGNO, Tra corte e stato: il mondo del favorito, in
«Storica», n. 15, 1999, pp. 123-136.
52 Cfr. ACA, C.d.A., leg. 1140.
26
L'influenza clientelare che il marchese di Bayona, per l'ufficio che ricopre, è
in grado di esercitare si somma con quella dei conti Pimentel-Benavente e
degli zii materni Zufiiga, Requesens, Manrique, De Luna, permanentemente
inseriti nei più alti consigli regi e autorevoli rappresentanti di quella fazione di
Corte che don Balthasar Zufiiga e il Conte-Duca di Olivares avevano contribuito a far nascere. Le amicizie coltivate nel ventennio che ha trascorso sotto
le armi (a Napoli, Valenza, Milano) con i comandanti dei tercios spagnoli consentono a don Gerolamo di soddisfare molte delle richieste che i sudditi sardi
indirizzano all'amministrazione militare. Facendo ricorso al fratello vescovoinquisitore il Pimentel è inoltre in grado di garantire il suo positivo intervento
sia presso alcuni influenti ordini religiosi e sull'Inquisizione stessa sia sulla
gerarchia ecclesiastica che controlla l'assegnazione degli uffici al clero secolare. Per i rapporti con la burocrazia degli stati retti dalla monarchia ispanica,
nell'organizzazione del lavoro di segreteria e nella gestione della corrispondenza con l'élite del Regno egli fa leva sulle conoscenze e l'abilità burocratica
del suo anziano segretario Lorenzo de Aagra che in tale settore può vantare
un'invidiabile esperienza: dipendente del ministero «de papeles», il letrado ha
servito il sovrano e la famiglia Pimentel per un trentennio. Con il conte di
Benavente, padre di don Gerolamo, è stato a Valenza, a Madrid, a Milano
sbrigando il lavoro amministrativo che don Alfonso era tenuto a svolgere in
qualità di viceré, consigliere di Stato e presidente del Consiglio d'Italia. Da
cinque anni assiste il marchese di Bayona, redigendo per lui verbali, memoriali e pratiche che appaiono ancor oggi burocraticamente impeccabili53.
A sostegno dell'azione del Pimentel appare di rilevante importanza anche il
ruolo svolto dalla viceregina Maria Enrica Bazàn, figlia del marchese di Santa
Cruz, che tra il 1621 e il 1630 funge da terminale di un altro importante canale clientelare. Il padre della viceregina, don Alvaro Bazàn, figlio del grande
"Almirante de Castilla", viene chiamato da Filippo IV a ricoprire ruoli significativi come comandante della flotta del Mediterraneo, generale in capo dell'esercito che combatte in Italia, ambasciatore, governatore dello Stato di
Milano, maggiordomo della regina madre, consigliere di Stato. A Cagliari
Maria Enrica Bazàn, donna di carattere fermo e di notevole intelligenza, gestisce una intensa vita di relazione, è tenuta al corrente dal marito degli affari di
Stato e, attraverso alcune titolate nobildonne cagliaritane, conosce le ambizioni e le strategie familiari del patriziato e delle oligarchie locali e le utili7za per
facilitare i progetti politici del marito54. Anche lei, che è vissuta a Corte dove è
stata dama di compagnia della regina madre, è addentro ai circoli di potere
che vi operano, ne conosce le regole e attraverso canali riservati è in grado di
attivare una ramificata rete di relazioni.
" ACA, C.d.A., leg. 1234.
54 ACA, C.d.A., leg. 1360, 1180, 1181.
27
2.
La celebrazione delle Corti: personaggi, rituali, innovazioni
1. La lettera con la quale il sovrano concede al viceré i pieni poteri e gli ordina
di celebrare il Parlamento viene firmata a Madrid il 17 giugno 163055. Con
questa carta la Corona anticipa dunque di alcuni anni la scadenza decennale
delle Corti ordinarie che, per rispettare la tradizione, si sarebbero dovute riunire nel 1635. Occorre peraltro rilevare che una parte dei deputati, considerando
nullo il Parlamento celebrato dal viceré Vivas, si era rifiutata di pagare il donativo ed era in attesa di una nuova convocazione regia. Il Parlamento straordinario del 1626, chiusosi con l'offerta di 80 mila ducati da corrispondere
annualmente per un lustro, aveva permesso alla monarchia di sanare i contrasti
insorti con i ceti privilegiati dell'isola, ma l'incertezza sulla sorte delle Corti del
Vivas rendeva necessaria un'ulteriore convocazione in concomitanza con la
scadenza del quinquennio del donativo straordinario (1631). In tal modo le
Corti, che in Sardegna avevano seguito fino ad allora autonomi tempi di convocazione, finirono formalmente col coincidere con i tempi di celebrazione
previsti negli altri regni della Corona d'Aragona56.
Le convocatorie vengono spedite dal marchese di Bayona il 28 novembre
1630 e fissano la data d'inizio dei lavori parlamentari all'8 gennaio 1631.
L'elenco dei convocati e l'invio delle lettere viene effettuato da Monserrato
Vacca, segretario del Parlamento e della Procurazione reale, rispettando scrupolosamente il protocollo delle precedenze, che prevede la consegna di esse
innanzitutto ai rappresentanti dello Stamento ecclesiastico e, successivamente,
ai membri dello Stamento militare e del reale57. A differenza delle Corti del
" Cfr. ACA, Reg. 306, fol. CLXXV. Sul ruolo svolto dal viceré nei Parlamenti sardi cfr. J.
DEXART, Capitula sive Acta curiarum regni Sardiniae sub invictissimo Coronae Imperio concordi
trium Brachiorum aut solius militaris voto exorata, Calari ex typografia Petri Borro 1725, tomo
I, lib. I, tit. I, cap. I, foll. 5-19 e lib. III, tit. I, cap. I-V; M. VIGRA, Sui viceré di Sicilia e di
Sardegna, in «Rivista di Storia del Diritto Italiano», n. 3, 1930, pp. 490-502; M. PALLONE,
Ricerche storico-giuridiche sul viceré di Sardegna dalla istituzione al 1840, in «Studi Sassaresi», S.
I, vol. X, 1932, pp. 237-304; E. STumPo, 1 viceré, in La Sardegna. Enciclopedia, a cura di M.
Brigaglia, vol. I, Cag fari 1982, pp. 169-176. Sulle origini e sul profilo istituzionale di questa
figura nei regni d'Aragona cfr. J REGLA I CAMPISTOI, Els virreis de Catalunya, Barcelona 1956; J.
LALINDE ARADIA, La institución virreinal en Cataltaía (1471-1716), Barcelona 1976. Per una
rilettura critica delle funzioni politiche assegnate ai viceré nell'area italiana cfr. A. Musi,
Integrazione e resistenza nel sistema imperiale spagnolo, Cava dei Tirreni, 2000.
56 11 sovrano, in precedenza, aveva sempre rifiutato di concedere ai sardi la scadenza triennale delle Corti in uso in Sicilia e in Catalogna cfr. A. MARONGIU, I Parlamenti di Sardegna cit.,
pp. 86 ss.
" Le convocatorie, firmate dal viceré, contenevano l'invito a presentarsi personalmente o a
28
1626, nelle quali il numero dei vescovi convocati era stato ridottissimo perché
ben 3 mitre erano allora prive del titolare, in quelle del 1631 ricevono personalmente la convocazione padre Ambrogio Machín, arcivescovo di Cag fari e
prima voce dell'Ecclesiastico, monsignor Diego Passamar, arcivescovo di
Sassari, Gavino Magliano, vescovo di Oristano, padre Gaspare Prieto, vescovo
di Alghero, don Gavino Manconi, vescovo della diocesi di Ales, don Giovanni
de la Bronda, delegato della diocesi di Ampurias. Altre convocazioni vengono
consegnate dai corrieri ai decani e ai canonici dei Capitoli delle diocesi di
Cagliari ed Iglesias, all'arciprete ed ai canonici della diocesi di Sassari, di
Alghero, di Oristano, Ampurias, Bosa ed Ales e, ultimi nell'ordine gerarchico
del cerimoniale, al dottore e canonico Giovanni Spiga, abate di Salvenero, al
dottor Giuseppe del Rosso, abate di Saccargia, al dottor Antonio Tavera, priore della chiesa di Bonarcado, al dottor Otero, fiscale dell'Inquisizione e abate
di San Michele di Plaiano, al canonico Angelo Zatrillas, priore di San Lazzaro,
e a Leonardo Palmas, priore di San Vincenzo di Oristano58.
Anche le convocatorie del Militare vengono redatte rispettando la gerarchia nobiliare e le cariche ricoperte. Nell'elenco dei militari del Capo di
Cagliari (98 convocati) figurano, tra i primi, i marchesi don llario de Alagón,
don Lussorio Castelví, don Luigi Gualbes, donna Elena Brondo Gualbes,
marchesa di Villacidro, tutrice del figlio Ignazio, don Blasco Carlo Alagón,
conte di Montesanto, i titolari o i reggitori dei feudi, i nobili, i cavalieri. In
cima alla lista dei convocati del Capo di Sassari (56 convocati) primeggiano
don Enrico de Sena, governatore della città turritana, don Gerolamo
Cervella, conte di Sello, don Michele Comprat, conte di Torralba, e diversi
altri feudatari, nobili e cavalieri59.
Le rappresentanze nobiliari delle città di Oristano (16 convocati), Bosa (5
convocati), Alghero (il conte di Monteleone e altri 5 nobili) e di
Castellaragonese (don Francesco Roig, governatore della città) evidenziano lo
scarso peso che il Militare aveva nelle altre città regie, dove l'ascesa alla
nobiltà era legata alla gestione di cariche civiche e di uffici e rendite appartenenti alla Corona (marchesato di Oristano). Molto rilevante appare invece il
farsi rappresentare da speciali procuratori. Ad esse, nel Parlamento del 1631, risulta acclusa
anche la lettera con la quale il sovrano sollecita la convocazione delle Corti. Le convocatorie
venivano consegnate da corrieri che, alla presenza di testimoni, attestavano il ricevimento dell'invito. Su queste procedure cfr. COROLEU E INGLADA e J. PELLA E FORGAS, Las cortes catalanas. Estudio jurídico y comparativo de su organización y resefia analitica de todas sus legislaturas,
Barcelona 1876 (d'ora in avanti Coroleu e Pella), p. 53.
58 La convocazione degli abati e dei priori, comunemente in uso in altri regni, in Sardegna
viene reintrodotta nei parlamenti Vivas e Bayona. Per un confronto con la prassi, praticata fino
al Parlamento del 1614, cfr. in questa stessa collana Il Parlamento del viceré Carlo de Bolla, duca
di Gandía (1614), a cura di G.G. Ortu, «Acta Curiarum Regni Sardiniae», vol. 14, Cagliari
1995, p. 141.
59 Cfr. Parlamento, doc. n. 5.
29
ruolo svolto dalla piccola nobiltà dell'Ozierese e del Goceano (37 convocati),
le cui fortune nascono all'ombra delle grandi casate spagnole, delle lotte tra
bandos feudali e delle imprese militari condotte da Carlo V e Filippo II sul
fronte mediterraneo, nelle Fiandre, in Italia e in Germania60. Nel corso di
alcuni secoli le esenzioni fiscali e i favori del baronato avevano consentito ai
Tola, ai Virde, ai Del Mestre, Deliperi, Porcu, Minutili, Valentino, fedeli vassalli e vigili ministri baronali, di accumulare un ingente patrimonio in bestiame o di gestire uffici e prebende con i quali, nel XVII secolo, queste famiglie
finanzieranno la carriera ecclesiastica e gli studi dei loro figli o l'acquisto di un
titolo nobiliare. Nell'ambito delle Corti del 1631 il ruolo svolto dalla piccola
nobiltà rurale appare tuttavia limitato a quello di portatrice di voti: la maggior
parte dei suoi rappresentanti (i Tola, de l'Arca, Grixoni, Del Mestre, Porcu,
Minutili etc.), gestendo curie, officialie, cariche feudali, per accattivarsi i favori dei regidori dei feudi o degli stessi feudatari, erano soliti infatti delegare a
questi ultimi la loro rappresentanza in Parlamento. Utilizzando questi rapporti di patronage, il cavalierato accresce il numero delle deleghe e dei voti controllati dai grandes di Spagna, schierati, di solito (e, particolarmente, nel
Parlamento del 1631), dalla parte della Corona.
Nella convocazione della rappresentanza delle città non si notano invece
innovazioni di sorta né per quanto riguarda i consiglieri, né per i sindaci.
Per consentire alla segreteria regia di spedire le lettere, tra l'ottobre e il
novembre 1630, gli scrivani e i notai della Procurazione reale devono dedicare
alla redazione di esse una parte rilevante del loro tempo. Le convocatorie
inviate risultano infatti 272: venti vengono indirizzate ai membri dello
Stamento ecclesiastico, 244 a quelli del Militare e solo 8 ai delegati del Reale.
La consegna dei mandati viceregi agli interessati inizia il 29 novembre con
l'invio di corrieri speciali verso le principali località dell'isola e si protrae fino
alla metà del mese successivo rallentata dall'inclemenza del tempo. La conferma dell'avvenuta consegna delle 124 convocazioni ai residenti del Capo di
Cagliari e quella delle 129 lettere spedite ai deputati residenti nella Sardegna
settentrionale giunge nella capitale, unitamente alle ricevute dell'avvenuta
notifica, alla fine del mese di dicembre61.
L'8 gennaio 1631 il viceré inaugura solennemente le Corti con la fondata
certezza di aver fatto quanto era possibile per facilitare la concessione di un
ingente donativo al sovrano. A tal fine egli non ha trascurato neppure gli
aspetti formali. Come viene sottolineato negli atti, la cappella dello Spirito
6° Sull'ascesa della piccola nobiltà locale cfr. B. ANATRA, Dall'unificazione aragonese ai
Savoia, in J. DAY, B. ANATRA, L. SCARAFFIA, La Sardegna medioevale e moderna, vol. X della
Storia d'Italia diretta da G. Galasso cit., pp. 350 ss. e G. FLOIUS, Feudi e feudatari in Sardegna, I,
Cagliari 1996, pp. 97-131.
61 Cfr. Parlamento, docc. nn. 38-43.
30
Santo della Cattedrale di Cagliari dove, rispettando una consolidata tradizione, è stato collocato il trono regio e si celebrano le Corti, per evidenziare la
missione divina e terrena della monarchia, è arredata «sumptuose et cum
magno aparatu»62. Gerolamo Pimentel entra nel duomo accompagnato da un
folto seguito di ministri, ufficiali, deputati parlamentari, cittadini. Passando di
fronte all'altare, si inginocchia, imitato da tutti, davanti al Santissimo
Sacramento. Successivamente sale la gradinata dove è stato sistemato il trono
e vi prende posto attorniato dai suoi ufficiali. Dopo aver cantato il Veni
Creator e ringraziato il Signore, il viceré e i rappresentanti dei tre Stamenti
ascoltano in silenzio le parole che l'arcivescovo di Cagliari rivolge ai presenti
incitandoli ad operare a difesa della fede cattolica, minacciata dalle armi degli
eretici e dei protestanti, e ad elaborare leggi che favoriscano la buona amministrazione del Regno.
Il momento è particolarmente solenne. L'alta burocrazia è schierata accanto
al viceré. A destra si intravede Silvestro Bernat, reggente la Reale Cancelleria,
seduto in una panca ricavata nella gradinata sulla quale è stato posto il trono.
Accanto a lui siedono Francesco Corts, avvocato fiscale, e al suo fianco i giudici Giovanni de Andrada63 e Giovanni Dexartm. Sul lato sinistro della gradi62 Cfr. Parlamento, doc. n. 64.
63 Giovanni de Andrada nasce a Castellaragonese, studia grammatica a Sassari, si iscrive
all'Università di Salamanca nel 1592 e completa gli studi a Pisa dove si laurea nel 1596. Dopo
aver esercitato la professione forense lavora alla Reale Govemazíone di Sassari. Partecipa attivamente al parlamento Gandía del 1614. Nel 1617 il viceré Carlo Borja lo invia a Madrid per
risolvere i contrasti insorti tra l'amministrazione regia e l'Inquisizione ma viene più volte incarcerato a Toledo dal Santo Uffizio. Liberato per intervento regio, verrà premiato con la nomina
a giudice di Corte e, successivamente, a giudice della Reale Udienza (1627).
64 Giovanni Dexart nasce a Cagliari il 22 ottobre 1590 da una famiglia di origine navarrese,
imparentata con i Torrella, baroni di Capoterra, studia nel locale collegio gesuitico e nel 1615 si
laurea in utroque all'Università di Pisa. Dopo avere esercitato per un decennio la professione
forense, nel Parlamento del 1624 viene nominato avvocato dello Stamento militare e in tale
veste difende con due argomentati memoriali gli interessi della nobiltà cagliaritana che accusa il
viceré di avere violato i privilegi del Regno. Nel 1625 diventa giurato capo della città di Cagliari
e nel 1626 partecipa, come prima voce dello Stamento reale, al parlamento Bayona. Per le indiscusse capacità ed i meriti acquisiti nell'attività politico-amministrativa ed in quella forense
viene nominato professore di diritto dell'Università di Cagliari (che egli aveva contribuito a
fondare); contemporaneamente regge l'ufficio di avvocato fiscale patrimoniale (1628) ed il 30
novembre 1630 viene promosso giudice civile della Reale Udienza. Durante il Parlamento del
1631-1632 riceve dagli Stamenti l'incarico di raccogliere a commentare i capitoli di Corte
approvati nei Parlamenti del Regno e si dedica a tale compito con grande impegno, pubblicando nel 1645 i Capitula sive Acta curiarum Regni Sardiniae sub invictissimo Coronae Aragonum
imperi() concordi trium Brachiorum aut solita militaris voto exorata, Calari 1645. In tale opera e
in alcune altre pubblicazioni minori (cfr. in particolare le Selectarum iuris conclusionum in Sacro
Regio Sardiniensi Praetorio digestarum et decisionarum centuria, Neapoli 1646) il Dexart, inserendosi a pieno titolo fra gli interpreti della tradizione giuridica catalano-aragonese, sostiene la
natura contrattualistica dei rapporti fra Parlamento e sovrano ed afferma che le leggi approvate
31
nata siedono don Didaco de Araga1165, governatore del Capo di Cagliari e
Gallura, don Paolo Castelví66, procuratore reale, don Pietro Ravaneda, maestro razionale, don Giuliano de Abella, reggente la Tesoreria generale. Nella
gradinata inferiore, per volontà del viceré, che vuole evidenziare dí fronte ai
presenti la riconoscenza e la considerazione del sovrano per i soldati che combattono sui vari fronti di guerra, prendono posto il capitano Alfonso de
Aguirre67, il capitano Pietro Fortesa, il sargento mayor Giuseppe Sese, don
durante le Corti sono pactionatae e come tali modificabili solamente con il contemporaneo
assenso delle parti contraenti. Dopo i Parlamenti del 1631 e del 1642, durante i quali svolge un
ruolo di assoluto rilievo, il sovrano lo nomina ministro del Sacro Regio Consiglio di Napoli,
città dove egli si trasferisce subito dopo la nomina. Il soggiorno partenopeo del Dexart è tuttavia brevissimo. Incaricato di ispezionare le sedi giudiziarie della Calabria muore a Catanzaro
nel dicembre 1646. Cfr. P. TOLA, Dizionario biografico degli uomini illustri di Sardegna, II,
Torino, 1837, pp. 42-49; P. MARTINI, Biografia sarda, H, Cagliari, 1838, pp. 61-74. La più completa e articolata biografia del Dexart è stata recentemente pubblicata da A. MATTONE, Dexart
Giovanni, in Dizionario biografico degli Italiani, vol. 39, Roma 1991, ad vocem, pp. 617-622.
65 Diego de Aragall nasce nel 1604 da una nobile famiglia che, per privilegio reale, gestiva la
carica di governatore del Capo di Cagliari e Gallura. Al governatore era stato riservato dalla
Corona il privilegio di assumere la reggenza del Regno fino all'arrivo nell'isola del nuovo viceré.
Diego de Aragall esercita brevemente tale incarico dopo la morte dei viceré Vivas (1625) e
Bayona (1631). Nel 1631, a seguito del comportamento da lui tenuto nei confronti dei giudici
della Reale Udienza e della pretesa di partecipare, in qualità di governatore, alle sedute del supremo organo giudiziario viene posto sotto inchiesta e chiamato a Madrid per discolparsi. Assolto da
ogni accusa torna in Sardegna nel 1633 e, partito per Alghero l'ex presidente Prieto, riassume la
reggenza in attesa dell'arrivo del viceré de Almonazir col quale egli polemizza perché pretende di
trasformare la reggenza in un vero e proprio incarico viceregio. (Il ricorso dell'Aragall viene
respinto dalla Reale Udienza con sentenza del 28 luglio 1638). Nel 1637 comanda le truppe che
contrastano le forze francesi sbarcate ad Oristano. Muore senza eredi nel 1646.
66 Paolo Castelví, figlio secondogenito di Giacomo, marchese di Ploaghe, apparteneva ad
una delle più distinte famiglie della nobiltà sarda. Dopo il matrimonio con Anna Fabra de Ixar,
figlia del titolare dell'ufficio di procuratore reale, ottiene dal suocero il diritto alla gestione dell'ufficio fino alla maggiore età dell'unico figlio maschio. Nel parlamento Vivas capeggia la fazione aristocratica che si oppone al viceré. Nei Parlamenti del 1626 e del 1631 egli appoggia invece senza riserve l'azione svolta dal marchese di Bayona a favore dell'Unión de Armas. Nel 1636
la Corona, riconoscendo i suoi meriti, gli conferisce il titolo di marchese di Cea e gli affida il
comando del tercio sardo che combatte nelle Fiandre. Paolo ha due figli: Giacomo Artale e
Giorgio. Questi ultimi, dopo essersi distinti nei servizi alla Corona, uno come comandante militare e l'altro come reggente di cappa e spada del Consiglio d'Aragona, resteranno invischiati
nell'assassinio del viceré Camarassa e verranno condannati per lesae maiestatis, rispettivamente,
a morte e alla destituzione dall'ufficio.
Sulla famiglia Castelví cfr. D. SCANO, Donna Francesca Zatrillas, marchesa di Laconi e
Sietefuentes, in «Archivio Storico Sardo», XXIII [1941-45], fasc. 1-4; E FI.oRIs, Feudi e feudatari
in Sardegna cit., vol. II, pp. 565 ss. Per un profilo biografico dei Castelví rimandiamo il lettore
alle puntuali note di B. ANATRA, Castelví Agostino, Castelví Giorgio, Castelví Giacomo, ín
Dizionario biografico degli italiani, XXII, Roma, 1979, pp. 20-26, ad voces. Sulla figura di
Agostino Castelvì e sul ruolo politico che il gruppo familiare svolge tra primo e secondo
Seicento cfr. E MANCONI, Don Augustín de Castelví, "padre della patria" sarda o nobile bandolero?, in Banditismi mediterranei. Secoli XVI-XVII, a cura di E Manconi, Roma 2003, pp. 107-146.
67 L'Aguirre, soldato di carriera, aveva combattuto in Lombardia alle dipendenze del
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Giacchino Manca, capitano delle milizie turritane, Baldassarre Pasqual, sargento mayor del quartiere cagliaritano di Villanova, Pietro Carta, sargento
mayor del quartiere di Stampace. A sinistra del capitano Aguirre siedono
Andrea de Aquena Montanacho68, il capitano Giuseppe de la Mata, sovrintendente all'artiglieria del Regno, don Michele de Requesens e Pietro Manca,
sargento mayor del quartiere cagliaritano di La Pola.
Sul gradino inferiore il marchese di Bayona fa riservare uno spazio anche al
cassiere e ai coadiutori del maestro razionale, il cui ufficio, sia per la contabilità dei versamenti del donativo sia per l'amministrazione degli altri redditi,
sta diventando uno dei più delicati e importanti del Regno69. Alla destra di
questo piccolo gruppo di funzionari siedono Monserrato Vacca, segretario
verbalizzante del Parlamento, e Lorenzo de Agagra, segretario del viceré. Al
loro fianco si sistemano Pietro Vitiader, procuratore fiscale, Sisinnio Atzeni,
procuratore patrimoniale, e P algualzile maggiore Giovanni Antioco Polla,
pronto ad intervenire per ogni necessità.
I membri dei tre Bracci prendono posto nelle panche poste di fronte alla
curia regis: lo Stamento ecclesiastico davanti al trono del viceré, quello militare alla sua destra e quello reale a sinistra, quasi a simboleggiare le funzioni e il
ruolo istituzionale che i tre ordini svolgono nel Regno.
Il numero dei delegati del clero presenti all'inaugurazione delle Corti è di
soli 6 rappresentanti: Ambrogio Machín, arcivescovo di Cagliari, Melchiorre
Pirella, vescovo di Bosa, e i procuratori dei Capitoli di Cagliari, Oristano,
Bosa e Iglesias.
Più numerosa e autorevole appare la rappresentanza del Militare, composta
da 77 deputati.
Sul lato sinistro, tra i delegati del Reale si nota una certa effervescenza perché
sono in atto polemiche e rivendicazioni sui diritti di precedenza. Giovanni Roca,
Bayona. In considerazione delle sue capacità militari il viceré lo aveva chiamato in Sardegna
affidandogli il comando della compagnia di soldati che la feudalità si era impegnata a mantenere a proprie spese a conferma degli obblighi vassallatici dovuti al sovrano.
68 L'Aquena, appartenente ad una famiglia del ceto curiate sassarese che tra i suoi membri
vantava anche diversi prelati, aveva abbracciato la carriera militare. Dopo avere svolto varie
missioni per conto del viceré Carlo Borja, duca di Gandía, su incarico del marchese di Bayona,
nel 1628 sí era recato a Valenza per effettuarvi una leva di soldati con la quale rimpolpare il tercio sardo che era a corto di effettivi. Con essi si era spostato in Lombardia dove aveva combattuto a Casale e ad Alessandria. Rientrato in Sardegna per ordine del marchese Spinola, che
aveva ridotto il pletorico numero di ufficiali del tercio sardo, fu incaricato dal Pimentel di svolgere funzioni militari e di collettore del donativo straordinario. Per i servizi resi in pace e in
guerra nel Parlamento del 1631 gli verrà concesso il titolo dí cavaliere; cfr. ACA, C.d.A., leg.
1234.
69 Sugli ufficiali e i ministri che possono stare gerarchicamente vicini al viceré cfr. L. DE
PEGUERA, Prdctica, forma y stil de celebrar Corts generals en Catalunya, Barcelona 1632, cap. 1,
8. 2.; J. DExARr, Capitula sive Acta cit., lib. I, tit. I, cap. IX, p. 37.
33
sindaco della città di Castellaragonese, protesta perché a suo giudizio il rappresentante della città di Iglesias lo precede indebitamente. Don Gerolamo Manca
di Homedes, sindaco della città di Sassari, con le stesse argomentazioni utilizzate
in altri parlamenti70, pretende gli venga attribuito il posto immediatamente successivo a quello spettante al giurato capo della città di Cagliari, in modo da interporsi tra quest'ultimo e il sindaco della medesima città. Alle sue rimostranze si
aggiungono quelle di Giovanni Frasso, sindaco della città di Bosa, che «in volgare sermone» si lamenta perché il sindaco di Iglesias lo precede". Dopo aver promesso ai rappresentanti delle città un rapido pronunciamento della Corte sulle
loro pretese di rango il viceré, accogliendo le istanze presentate dai procuratori
del Fisco e del Patrimonio regio, dichiara contumaci i deputati che non si sono
ancora presentati e li invita a comparire entro il 18 gennaio 163172.
Espletate queste prime formalità il marchese di Bayona ordina a
Monserrato Vacca, segretario del Parlamento, di leggere la lettera con la quale
il sovrano ha concesso al viceré i poteri necessari a celebrare le Corti73. Subito
dopo anche Ferdinando de Espinosa a voce alta dà lettura del discorso che il
marchese ha preparato per l'inaugurazione delle Corti.
2. Contrariamente a quanto accadeva nella Spagna barocca, le argomentazioni
di cui il marchese di Bayona sí serve per sollecitare i rappresentanti del Regno
a concedere alla Corona il donativo più ingente che sia stato richiesto nei quattro secoli di dominazione ispanica non hanno nulla di retorico. Nella premessa
egli evidenzia un dato obiettivo e difficilmente confutabile: tra i sudditi della
Corona d'Aragona i sardi sono stati gli unici che nelle Corti del 1626 hanno
offerto volontariamente non solo denaro ma anche armi e soldati. Nell'ultimo
quinquennio i militari del Regno hanno pagato la loro fedeltà alla Corona versando il loro sangue su vari fronti di guerra. Il sovrano, considerando con particolare benevolenza questi atti, ha convocato le Corti sia per informare i propri fedeli vassalli sui problemi politici e di governo della Corona sia per amministrare giustizia e riformare e correggere le leggi in uso nel Regno affinché esse
corrispondano alle esigenze dei sudditi74. Con grande magnanimità Filippo IV
7° Il Parlamento del viceré Carlo de Borja duca di Gandia (d'ora in poi Parlamento Gandía)
cit. p. 159.
71 Cfr. Parlamento, doc. n. 64, Ac., 42 e 42v.
72 Le pene minacciate ai contumaci erano più apparenti che reali. Ijassenza del convocato
era tuttavia disonorevole e dava motivo al viceré di respingere qualsiasi richiesta di grazia. La
contumacia veniva decretata dopo la terza diffida: cfr. J. DEXART, Capitala sive Acta cit., tomo I,
lib. I, tit. I, cap. I, de Parlamentis, fol. 6, n. 7. Sulle procedure in uso in Catalogna cfr. L. DE
PEGUERA, Prktica, forma y stil cit., p. 24.
" Nel rituale parlamentare tale compito spettava infatti al segretario della Reale Udienza.
Cfr. J. DEXART, Capitula sive Acta cit., tomo I, lib. I, tit. I, cap. I fol. 7, n. 18.
" In tal modo anche il Parlamento del 1631 conferma le procedure in uso per le convocato-
34
invita inoltre tutti i vassalli che hanno subito torti dagli ufficiali regi a ricorrere
in Parlamento per ottenere il riconoscimento dei propri diritti. Subito dopo il
viceré sottolinea i vantaggi politici di cui godono i sudditi della monarchia spagnola, che, a differenza di altri stati in cui il sovrano esercita il proprio potere
in forma assoluta, sottopone al giudizio dei vassalli i propri atti di governo e
quelli dei suoi ufficiali. Egli si augura che i problemi del Regno vengano
affrontati e discussi tra i deputati con fraterna collaborazione, dimenticando
passioni e rivalità in modo da elaborare proposte che mirino effettivamente al
bene comune, alla pace sociale, alla difesa e alla conservazione del Regno".
Il marchese di Bayona illustra successivamente gli argomenti di propaganda
che giustificano l'Unión de Armas. Ricorda le guerre che la monarchia ha
dovuto sostenere nelle Fiandre contro gli olandesi, in Germania contro gli
eretici, in Africa contro gli infedeli. Accenna poi ai fronti di guerra ancora
attivi in Lombardia, Piemonte e Monferrato, nelle Fiandre, in Germania, in
Brasile e nel Mediterraneo, dove una potente squadra navale turca, partendo
da Biserta e da Tangeri e approfittando del conflitto in atto tra la Spagna e la
Francia, si è recentemente avvicinata a diversi porti sardi ed ha sbarcato un
contingente di truppe nelle spiagge poste davanti alla città di Bosa per effettuare ricognizioni in previsione di successivi attacchi. Per difendere i propri
sudditi la monarchia ha consumato tutti i mezzi finanziari di cui disponeva:
l'argento americano, le entrate fiscali, perfino i beni del sovrano, come ben
sanno — sottolinea il viceré — anche i sudditi sardi, che hanno acquistato o
visto alienare al miglior offerente terre, uffici, tonnare e saline appartenenti
alla Corona'''. I vassalli di Castiglia, della Corona d'Aragona e dei dominii italiani hanno risposto generosamente all'appello del re ed alcune regioni hanno
perfino sofferto la fame, la peste, il devastante passaggio degli eserciti. Questi
tormenti sono stati risparmiati alla Sardegna perché il sovrano ha fronteggiato
i nemici impegnandoli in lontani teatri bellici. Sebbene la situazione disastrosa
della tesoreria regia si sia ulteriormente aggravata a causa della guerra del
Monferrato, la Corona intende chiedere al Regno non quanto le è necessario
ma la sola riconferma, per un ventennio, del donativo straordinario di 80 mila
scudi e di quello ordinario di 150 mila che verranno utilizzati, in gran parte,
rie delle Corti catalane che insistono sulla formula «pro conservacione et bono statu retpublícae»;
cfr. COROLEU E PELLA, Cortes cit., pp. 163-179 e A. DE CAPMANY, Prdctica y estilo de celebrar
cortes en el reino de Aragón, principado de Cataluiia y reino de Valencia y una noticia de las de
Castilla y Navarra Madrid 1921, pp. 111-112.
75 Sulla rilevanza che il concetto di conservación dello Stato monarchico assume nella
Spagna barocca cfr. J. H. ELLIOTT, Self-Perception and Decline in Early Seventeenth-Century
Spain, «Past and Present», 74 (1977), pp. 41-61; e, in particolare, A. HERRERA GARC1A, El
Estado de Olivares cit., p. 10 ssgg.
76 Nel discorso di inaugurazione il viceré rileva, a più riprese, il fatto che la Corona «se aya
enagenando de sus rentas de sumas tan grandiosas de que se ven aquf hartas esperiencias». Cfr.
Parlamento, doc. n. 66, Ac. 45.
35
per mantenere il tercio di soldati sardi sul fronte di guerra e per rafforzare le
difese dell'isola adeguandole alla minaccia di eventuali attacchi nemici".
Dopo aver udito il discorso del viceré i rappresentanti degli Stamenti affidano all'arcivescovo Machín una prima risposta interlocutoria. L'illustre prelato conferma la volontà del Regno di servire il sovrano offrendo un ingente
donativo, giustificato dall'andamento negativo della guerra, sottolinea le
aspettative dei sudditi per le grazie promesse e, al fine di consentire a molti
deputati, impediti dal maltempo, di partecipare ai lavori, chiede al viceré di
concedere una ulteriore proroga agli ultimi ritardatari. Il marchese di Bayona
assente alla proposta e aggiorna i lavori.
Il giorno successivo, giovedì 9 gennaio, il viceré, convocato il Parlamento col
consueto suono delle campane, ordina ai ministri, che ha riunito in una sala del
Palazzo regio78, di procedere all'elezione degli abilitatori. A far parte di questa
importante commissione, come delegati di parte regia, vengono designati
Silverio Bernat, reggente la Real Cancelleria, don Paolo Castelví, procuratore
reale, e i giudici Giovanni de Andrada e Francesco Corts, avvocato fiscale
regio. Il viceré incarica quindi don Paolo Castelví e il giudice Giovanni Dexart
di recarsi in ambasciata nelle sedi dove si trovano riuniti i tre Stamenti per
comunicare loro l'avvenuta nomina dei delegati regi e sollecitare l'elezione
degli altri membri della commissione alla quale compete l'esame dei titoli di
ammissione alle Corti e dei poteri concessi ai delegati ed ai procuratori79.
Nel frattempo Monserrato Vacca, segretario del Parlamento, il giudice de
Andrada e Diego de Aragall, in risposta alle sollecitazioni dei tre Bracci, si
recano nella sede dell'Ecclesiastico e consegnano in visione all'arcivescovo
Machín, prima voce dello Stamento e successivamente ai rappresentanti degli
altri due Bracci parlamentari il mandato regio con il quale Filippo IV ha concesso al marchese di Bayona i poteri necessari alla celebrazione del
Parlamento. Con insolita rapidità, il giorno successivo, venerdì 10 gennaio, gli
Stamenti, con tre distinte ambasciate, informano il viceré di aver proceduto
alla verifica dei poteri a lui concessi dal sovrano e gli fanno atto di omaggio.
77 11 viceré chiede la conferma del donativo per un ventennio, ma gli Stamenti riducono la
durata dell'offerta del Regno ad un quindicennio.
" Nel Parlamento del 1631 gran parte dei lavori vengono svolti nel Palazzo regio malgrado
tale sede non fosse considerata neutrale dalla trattatistica parlamentare di tradizione catalanoaragonese. Sui luoghi di riunione delle Corti cfr. DE PEGUERA, Prdctica, forma cit., 1. 21. 1;
COROLEU E PELLA, Las cortes catalanas cit., pp. 341-344. A questo proposito il Dexart significadevectum fuit, quod et olim observatum ob
tamente rileva: «donec in tribus ultimis regnis
adversam valetudinem... ad commodum aulae et regiae domus suae habitationis cameram»; cfr. J.
DEXART, Capitula sive Acta cit., tomo I, cap. I, tit. I, fol. 8, n. 20.
79 Sul ruolo della commissione degli abilitatori nel "modello" catalano a cui le Corti sarde
fanno riferimento cfr. L. DE PEGUERA, Practica, forma cit., 1. 15. 1; A. DE CAPMANY, Prcictica
cit., pp. 71-73; J. DEXART, Capitula sive Acta cit., torno I, cap. 4, tit. 1, lib. 1, fol. 26.
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In mattinata giungono nella sala del palazzo dove è riunita la curia regis
altre due ambasciate inviate dal Militare e dall'Ecclesiastico per comunicare
che a far parte della commissione per le abilitazioni essi hanno designato il
marchese di Villasor e il canonico Francesco Escarchoni, sindaco del
Capitolo della diocesi di Iglesias. Lo Stamento reale, per dimostrare la propria solerzia e la dedizione al sovrano, fin dal giorno precedente, aveva provveduto a nominare suo rappresentante Leandro Sasso, consigliere in capo
della città di Cagliari, senza tenere conto della verifica dei poteri concessi al
viceré". La presenza fra i rappresentanti dello Stamento reale di Giovanni
Carniger, avvocato di grande prestigio e profondo conoscitore della prassi
parlamentare in uso in Sardegna, per difendere la quale nei due precedenti
parlamenti si era scontrato con il reggente Vico e gli altri agguerriti interpreti
delle tesi regaliste81, induce il marchese di Bayona a ritenere che il Reale,
lasciandosi dietro le rivalità municipali, voglia sottolineare il proprio ruolo
rivendicando la parità di diritti con gli altri Stamenti e stimolare la discussione sui molti problemi amministrativi del Regno che attendono ancora soluzione. A questo fine, nel pomeriggio dell'il Giovanni Carniger presenta al
viceré una supplica perché obblighi lo Stamento militare a riconoscere agli
ambasciatori del Reale che si recano nella sua sede il diritto di essere ricevuti
con lo stesso cerimoniale che il Braccio militare pretende dal Braccio reale
quando invia a colloquio i propri rappresentanti. Il marchese di Bayona, che
intende organizzare il lavoro della commissione sulle abilitazioni prima che
le ricorrenze festive interrompano le riunioni parlamentari, convoca i rappresentanti dei due Bracci e per non ritardare i lavori con queste futili rivendicazioni convince il Militare, rappresentato dal marchese Alagón, suo fraterno
amico, a riconoscere ai rappresentanti del Reale che si recano in ambasciata
80 Tale decisione contrasta con la precedente prassi parlamentare ed evidenzia la accondiscendenza e la disponibilità delle élites urbane nei confronti del viceré Bayona.
81 Giovanni Carnier esercita fin da giovane l'avvocatura diventando uno dei più capaci e
combattivi avvocati del foro cagliaritano. Nel 1610 lo troviamo impegnato nella difesa del primato della diocesi della capitale insidiato da quella di Sassari. Nel parlamento Gandía del 1614
presenta diversi ricorsi a tutela degli interessi di alcune famiglie feudali. Nel 1616, schierandosi
a sostegno del partito cagliaritano che difende gli interessi della diocesi della capitale, insidiato
dalle "pretese" degli ecclesiastici sassaresi, pubblica il Breve discurso del primado de Cerderia y
Corgga en favor del Arqopispo de Caller (Madrid 1616), che accresce notevolmente il suo prestigio negli ambienti legati all'alto clero ed all'alta nobiltà feudale. Nelle Corti del 1624 è uno
dei consulenti legali della fazione che si oppone al viceré e in tale veste crea le condizioni per
vanificare i risultati di esse e negare al viceré Vivas l'offerta del donativo. Nel Parlamento del
1626 assume una posizione defilata appoggiando comunque la politica di Unión de Armas portata avanti dal viceré Bayona. Successivamente ricopre incarichi di grande prestigio e diventa
assessore della Procurazione reale; nelle Corti del 1631 accetta la designazione a sindaco della
città di Cagliari adoperandosi per la concessione del donativo. Per il leale comportamento
tenuto durante le Corti chiede ed ottiene dal viceré Bayona il titolo di cavaliere per il nipote
Francesco, segretario del Consiglio civico di Cagliari. Muore nella capitale del Regno nel 1636.
37
il diritto di sedersi, come richiesto, a destra e a sinistra della prima voce dello
Stamento nobiliare.
Il 13 gennaio, a cinque giorni dalla prima riunione, il viceré, convocati i
tre ordini al suono delle campane, si reca nella Cattedrale accompagnato dai
suoi ufficiali ed insedia la commissione delle abilitazioni disponendo che
essa lavori anche durante i giorni festivi. Dopo aver giurato sui Vangeli, l'arcivescovo di Cagliari82, il marchese di Villasor e Leandro Sasso, rappresentanti degli Stamenti, unitamente a Silverio Bernat, don Paolo Castelví,
Francesco Corts, Giovanni Dexart e Giovanni de Andrada, nominati dalla
Corte regia, avviano i lavori abilitando alcuni dei convocati. Contrariamente
a quanto era avvenuto nei due precedenti parlamenti, nei quali erano state
ammesse persone che non ne avevano diritto, i commissari devono procedere con grande prudenza", esaminando attentamente i titoli che vengono
presentati. Infatti, come si è già accennato, unitamente ai poteri per la celebrazione delle Corti Filippo IV, prendendo atto delle lamentele fatte pervenire a Corte dallo Stamento militare durante il Parlamento Vivas e in quello
straordinario del 1626, ha inviato agli abilitatori l'ordine perentorio di non
ammettere alle riunioni delle Corti i deputati che non abbiano dimostrato la
validità della concessione del titolo da parte del Sovrano o la documentata
partecipazione alla celebrazione di due diversi Parlamentim. La commissione, che si riunisce nella segreteria della Cattedrale, lavora quasi senza interruzioni dal 14 al 27 gennaio, giorno in cui il viceré decreta la terza contumacia contro gli assenti, e completa i suoi lavori il 13 febbraio stilando una lista
degli ammessi che viene inviata alle prime voci dei tre Bracci affinché esse,
conformemente alle disposizioni regie, possano disporre di un elenco degli
82 Nelle Corti del 1614 il giuramento dell'arcivescovo effettuato immediatamente dopo quello del reggente la Real Cancelleria e prima degli altri commissari era stato contestato da alcuni
delegati, ma nel parlamento Vivas e nel parlamento Bayona tale contestazione non si ripete: «in
duobus ultimis Parlamentis, in quibus idem fuit servatum, neglecta etiam fuit haec protestatio»,
cfr. J. DEXART, Capitula sive Acta cit., torno I, lib. I, tit. I, cap. IV, p. 28.
" In Catalogna i criteri per l'abilitazione dei deputati erano molto più restrittivi di quelli in
uso in Sardegna. Per un confronto cfr. J. DExART, Capitula sive Acta cít., torno I, lib I, tit. I,
cap. IV, foll. 27-29; A. DE CAPMANY, Prdctica cit., pp. 26-29; PETRUS BELLUGA, Speculum
Principum cum commentariis, Bruxellis, ex officina Francisci Vivien, 1645, rub. 7, per totam.
Sullo stretto legame fra Corti catalane e Parlamenti sardi, dai quali questi ultimi mutuano pratiche e regolamenti, oltre al vecchio ma sempre valido saggio del Marongiu si vedano le recenti
osservazioni di A. Mattone: cfr. A. MARONGIU, I parlamenti sardi. Studio storico-istituzionale e
comparativo, Milano 1979; A. MATTONE, «Corts» catalane e parlamento sardo: analogie giuridiche e dinamiche istituzionali (XIV-XVII), in XIV Congresso di Storia della Corona d'Aragona. La
Corona d'Aragona in Italia (sec. XIII-XVII), III, Comunicazioni, Sopravvivenze ed estensione
della Corona d'Aragona sotto la Monarchia spagnola (secc. XVI-XVIII) voi. W, Comunicazioni, a
cura di M. G. Meloni e O. Schena, Sassari 1977, pp. 251-274.
84 Cfr. Parlamento, doc. n. 69.
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aventi diritto85. Gli ecclesiastici ammessi con diritto di voto risultano 19 e 8
i rappresentanti delle città. Sebbene l'ordine regio richiami la commissione
alla più rigida severità, le raccomandazioni di Filippo IV non riescono a
ridurre la rappresentanza del Militare, che risulta composta da 382 deputati
ai quali sono da aggiungere 48 minorenni, esclusi dal voto perché privi dell'età prescritta86. Nel quindicennio intercorrente tra il Parlamento presieduto dal viceré Gandía (1614) e quello convocato dal marchese di Bayona
(1631) la rappresentanza del Militare, per la politica praticata dal ConteDuca e per manifesta volontà della Corona, è lievitata da 303 a 430 abilitati
(+ 40%), sconvolgendo i precedenti equilibri interni allo Stamento.
3. Il 15 febbraio il viceré, convocati i tre Bracci nelle sedi rispettive, si reca
nella cappella allestita all'interno della Cattedrale per conferire i poteri necessari ai trattatori ed ai giudici dei greuges. Egli entra nel tempio preceduto dalle
insegne del comando e, circondato dai suoi ufficiali, si dirige verso il trono
che vi è stato allestito. Di fronte a lui, seduti nelle panche riservate ai tre
Stamenti, prendono posto i trattatori e i giudici dei gravami. Nel silenzio
generale l'arcivescovo di Cagliari prende la richiesta di concessione dei poteri
alle due commissioni, sottoscritta dai tre Bracci, e la consegna a Monserrato
Vacca, segretario del Parlamento, il quale la legge con voce alta e distinta.
Gli Stamenti del Regno chiedono che il viceré conceda ai giudici dei greuges i poteri necessari a sanare qualsiasi abuso compiuto da ministri e ufficiali
regi contro singoli vassalli e ad impedire ritorsioni nei confronti di chi ha
sporto denuncia contro amministratori regi. I commissari potranno operare
anche a maggioranza impegnandosi ad esprimere il loro giudizio entro 4 mesi
dalla presentazione del ricorso. Qualora la giuria non riesca a formulare il verdetto entro questo termine i commissari potranno essere confinati dal viceré
nel convento di San Francesco per altri tre mesi e, persistendo i ritardi, nel
convento di Bonaria, dove, per un'ora al mattino e una alla sera, proseguiranno i lavori fino al definitivo espletamento del mandato.
Quindi il viceré incarica Silvestro Bernat, reggente la Reale Cancelleria, di
comunicare ai presenti il proprio assenso alla concessione della delega dei
poteri e, affinché non sussistano dubbi sulla volontà regia di rispettare i patti,
si inginocchia davanti al libro dei Vangeli, tenuto in mano dal governatore di
Parlamento, doc. n. 113.
Un'eccezione agli usi vigenti in Catalogna, ai quali il Parlamento sardo era tenuto a
conformarsi, viene fatta per Lussorio Castelví, marchese di Laconi e visconte di Sanluri, che, a
tutela dei vassalli del feudatario e a garanzia del pagamento del donativo alla Corona, il 20
novembre 1630, su sentenza emessa dall'avvocato fiscale Corts, viene abilitato (pur avendo solo
16 anni) a condizione che «administratio et exatio redditum et aliorum bonorum fuerit comissa
persone per suam Excellenciam nominandae». Cfr. J. DEXART, Capitula sive Acta cit., torno I,
cap. II, tit. I, lib. I, fol. 54, n. 5 e ACA, C.d.A., leg. 1150.
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86
39
Cagliari Diego di Aragall, giurando di concedere quanto veniva richiesto dagli
Stamenti e impegnandosi ad ordinare agli ufficiali regi di non porre impedimento alle richieste e alle sentenze emesse dai commissari. Subito dopo,
conformemente a quanto era previsto dal cerimoniale, i trattatori e i giudici
dei gravami prestano il loro giuramento posando una mano sul Vangelo. Lo
stesso giorno (14 febbraio) il viceré emana la "crida de greuges", con la quale
invita i sudditi di qualsiasi ceto e condizione a presentare alla commissione i
loro ricorsi entro trenta giorni dalla pubblicazione dell'atto87 ed ordina che il
documento venga pubblicizzato nelle forme e nei luoghi previsti dalla legge.
Il 17 febbraio diverse ambasciate dei tre Stamenti confermano al viceré che
l'appello a superare le rivalità municipali e ad unirsi alla Corona per difendere
la fede cattolica e l'impero è stato accolto. Gerolamo Pimentel è anche riuscito a far accettare ai tre Stamenti i provvedimenti di alienazione delle tonnare,
delle saline, di alcuni uffici della Corona88 e la concessione di nuovi' asientos
sulle sacche convincendo i tre Bracci del fatto che i provvedimenti relativi
erano stati deliberati non per favorire illeciti arricchimenti personali ma per
armare e sostenere gli eserciti ispanici che, in nome della politica deThUnión,
combattevano, da tempo, sui vari fronti di guerra.
A conferma della stima di cui egli gode Gavino Paliacho, sindaco del
Capitolo arborense, e Leonardo Palmas, priore della chiesa di San Vincenzo
della città di Oristano, in rappresentanza dell'Ecclesiastico, gli comunicano che
il loro Stamento, apprezzando l'impegno, la dedizione, la capacità con cui il
viceré ha governato il Regno in momenti così difficili, ha deliberato di chiedere
al sovrano la sua riconferma per un terzo triennio; i due ambasciatori comunicano inoltre di aver invitato gli altri due Bracci a sottoscrivere la loro richiesta.
Gli ambasciatori del Reale, giunti a Palazzo regio subito dopo, non nascondono il loro disappunto per non essere stati coinvolti in questa iniziativa. Il
giorno precedente, infatti, l'Ecclesiastico aveva comunicato la sua proposta ai
rappresentanti delle città regie solo a sera tarda e per questa ragione il Braccio
reale aveva deliberato di rinviare la votazione sulla richiesta di riconferma del
viceré al giorno successivo. Anche i rappresentanti delle città, volendo dimostrare al marchese di Bayona il loro apprezzamento, gli preannunciano l'intento dí proporre alle Corti la naturalizzazione non solo del viceré ma anche del
figlio Vincenzo, in modo che ambedue possano godere dei privilegi riservati
ai sardi.
Cfr. Parlamento, docc. nn. 382-387.
Superando le forti resistenze del ceto burocratico il viceré riesce ad alienare alcuni uffici
della Corona. Tra il 1629 e il 1631 l'Officialia del Mandrolisai viene alienata (per 5848 ducati) a
Francesco Vacca; la corredoria della città di Cagliari (per 490 ducati) a Francesco Fadda; la
scrivania dell'isola di Tabarca (per 490 ducati) ad Antonio Escorza; la scrivania della
Luogotenenza generale (per 21.428 ducati) al genovese Battista Gabela.
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40
Nella gara che si è aperta fra i tre Bracci per accattivarsi la benevolenza del
Pimentel, fiduciario locale della fazione olivaresiana, è tuttavia il Militare a giocare le carte migliori. Don Antioco Gualbes e don Antonio Sanjust comunicano
infatti al marchese che il loro Stamento condividendo la politica dell'Unión de
Armas ha deliberato di pagare per un decennio il donativo ordinario di 150 mila
ducati e di riconfermare per altri 10 quello straordinario di 80 mila concesso nelle
Corti del 162689. 11 18 febbraio l'ambasciata ufficiale dei tre Stamenti, che consegnano al Bayona la cedola con l'offerta del donativo firmata dalle prime voci,
conferma il successo del progetto militare di difesa caldeggiato dal Conte-Duca.
La rapida conclusione delle Corti dipende ormai dal tempo che i trattatori
impiegheranno ad individuare le attività economiche sulle quali far gravare i
diritti fiscali e i giudici dei greuges ad amministrare giustizia. Il viceré che,
superando ogni resistenza, è riuscito a capovolgere la prassi parlamentare in
uso e a far presentare l'offerta finanziaria dei rappresentanti del Regno non alla
chiusura ma nella fase iniziale delle Corti, lascia ora che i lavori parlamentari
seguano il loro corso e, per consentire ai trattatori, ai giudici dei greuges ed agli
Stamenti di operare senza affanno, proroga di qualche giorno i lavori'''.
Il 21 febbraio, convocate le parti more solito, mentre il marchese di Bayona
discute con i suoi consiglieri, viene introdotto nel salone del Palazzo regio
Gavino Tanca, sindaco della città dí Sassari, che presenta due petizioni. Nella
prima la città turritana, dopo aver ricordato che durante il Parlamento celebrato dal conte d'Elda (1603) era stato stabilito dí conteggiare nei censimenti
le persone che vivevano nella medesima dimora (anche in presenza di più soggetti adulti) come membri dello stesso fuoco fiscale, protesta perché questo
accordo era stato violato nelle Corti del 1626 proprio dal viceré Bayona che
aveva annullato il censimento effettuato dal procuratore reale con le modalità
indicate dal conte d'Elda e ne aveva affidato un altro al Sant'Uffizio chiedendo ai familiari di quella istituzione di individuare tutti i componenti della
famiglia in grado di produrre reddito. A causa di queste disposizioni la città
aveva visto aumentare notevolmente la pressione fiscale. Per tale ragione
Sassari si lamenta e chiede l'annullamento del censimento realizzato
dall'Inquisizione, che essa considera illegittimo91. Il viceré evita l'ostacolo
89 Essi giustificano abilmente la mancata adesione alla proposta avanzata dal viceré di pagare il donativo per un ventennio con la necessità di uniformarsi a quanto era stato deliberato
nelle Corti valenzane ed aragonesi sia sugli anni di pagamento sia sull'importo della somma da
offrire al sovrano; cfr. Parlamento, doc. n. 666, Bc. 336v.
90 La prassi in uso nei regni della Corona d'Aragona prevedeva infatti che l'offerta venisse
presentata al viceré solo dopo aver amministrato giustizia. Cfr. COROLEU E PELLA, Las Cortes
cit., pp. 266, 381. Al riguardo anche il Dexart appare problematico: «litigia tamquam super
exceptione praegiuditiali suspensionem Parlamentorum operatur et querellantes ab eorum prosecutione dissentire solent, ac propterea dissentimenta nuncupatur», J. DEXART, Capitula sive Acta
cit., tomo I, lib. I, tit. I, cap. I, fol. 10, n. 32.
91 Nel Parlamento celebrato nel 1603 dal conte d'Elda era stato deliberato che «los fochs no
41
politico che gli si va profilando contro ricordando al Tanca che l'attuazione
del censimento e l'imposizione della quota del donativo erano state deliberate
durante il Parlamento del 1626 non dal viceré, con un provvedimento unilaterale d'imperio, ma dai tre Bracci. Egli declina pertanto ogni responsabilità
affermando che l'atto è di competenza esclusiva delle due giunte sul donativo
alle quali, per decisione unanime delle Corti, la città è tenuta a rivolgersi.
La seconda supplica ha per oggetto il perdono e il rientro dell'esilio di
Francesco Esgrecho e Giovanni de la Bronda, due influenti nobili sassaresi i
quali, dopo aver fatto assassinare, nel 1621, il dottor Angelo Giagaracho,
assessore al Criminale della Reale Governazione di Sassari, erano fuggiti all'estero92. Le famiglie ne chiedono ora il ritorno dall'esilio.
Lo stesso giorno un'ambasciata del Militare informa il viceré che Francesca
Torres ha presentato un dessentiment93. La donna, vedova di Leandro, si era
vista sequestrare dal procuratore reale, per ordine di Silvestro Bernat, visitatore del Regno, la cedola di un censo di 1400 lire a compenso e garanzia del
pagamento di un debito relativo ad una partita di tonni che la Real Tesoreria
aveva venduto nel 1603. La Torres chiede la restituzione del censo e il rimborso delle spese che aveva affrontato per dimostrare che il defunto marito non
era stato tra gli acquirenti della merce venduta. Il 22 febbraio, preso atto del
parere dei giudici, il viceré dispone che la causa segua il suo corso presso la
Procurazione Reale e che alla ricorrente venga consegnata una copia autentica
della ricevuta che le era stata sequestrata.
Il 25 febbraio è lo Stamento reale ad informare i giudici dei greuges del
ricorso presentato dal muratore Sisínnio Sechi94, proprietario di un forno di
calce. Egli aveva fornito un'ingente quantità di materiali edili alla amministrazione regia per la riparazione delle mura della città e aveva inoltre lavorato alla
costruzione del forte di San Salvatore, che sovrastava la spiaggia di Calamosca
se hagian de contar per vassals, si no per cases y que cada casa, ab sa familia, no se entenga ser mas
de un foch y, en lengua castellana, un vezino y asì se suplica per que, en ningun temps hi hagia
confusiò». Sulle vicende relative al Censimento del 1627 cfr. Il Parlamento straordinario del
viceré Gerolamo Pimentel, marchese di Bayona, a cura di G. Tore cit., pp. 65 ss; G. Serri, Due
censimenti inediti dei fuochi sardi: 1583 e 1627, in «ASMOCA», n. 11-13, 1980, pp. 351-390. Per
il ricorso inoltrato dal Consiglio civico e dal Capitolo della città di Sassari, che pur avendo ottenuto sentenza favorevole nel 1637 attendevano ancora l'autorizzazione ad effettuare un nuovo
censimento, cfr. ACA, Camara de Aragón, Reg. 316.
92 Angelo Giagaraccio studia a Pisa dove si gradua in utroque iure nel 1602. Dopo avere
esercitato l'avvocatura viene chiamato a far parte della magistratura del Regno e in tale veste
regge l'ufficio della Reale Governazione di Sassari e partecipa alle Corti celebrate dal viceré
Gandía nel 1614. Muore nel 1621 assassinato da sicari pagati dal partito capeggiato dagli
Esgrecho e dai de la Bronda che si sentivano minacciati dal solerte magistrato nei loro illeciti
affari. Cfr. A. MATTONE, La città di Sassari e la sua Università cit., p. 21; Il Parlamento del viceré
Carlo de Bcyja cit., pp. 154-158, 176-179, 190-194.
93 Parlamento, doc. n. 406, c. 727.
94 Parlamento, doc. n. 409, c. 734.
42
presso Cagliari. Alla conclusione dei lavori la Tesoreria aveva emesso a suo
favore diversi mandati (per un importo complessivo di 1500 lire sarde), ma
l'interessato non era ancora riuscito a riscuotere la somma dovutagli perché la
regia cassa ad ogni richiesta del ricorrente dichiarava di non avere fondi disponibili. Il decreto che il viceré, sentita la giunta, emana durante le Corti lascia il
ricorrente ancora una volta insoddisfatto: nella sentenza sí sostiene infatti che il
dessentiment deve essere rigettato perché la Tesoreria non disconosce il proprio debito, ma attende di avere i mezzi finanziari per poterlo onorare.
Il 28 febbraio e il 4 marzo lo Stamento nobiliare e quello reale annunciano
la presentazione di altri due greuges. Quello del Militare è firmato dal conte di
Monteleone, ma viene rispedito allo Stamento perché riguarda problemi procedurali interni al Braccio nobiliare, mentre quello del Reale, stilato in forma
irriverente da un carrettiere, viene respinto e l'avvocato dello Stamento riceve
anche un formale rimprovero per non avere controllato la pratica, impegnando inutilmente le Corti.
Non essendo stati presentati altri greuges il marchese di Bayona, l'8 di
marzo, convoca gli Stamenti ed essendogli giunta notizia che i tre Bracci, anziché deliberare sulle modalità di riscossione del donativo, stanno discutendo tra
loro scambiandosi le richieste legislative da presentare, li sollecita, con distinte
ambasciate, a concludere rapidamente la stesura dei capitoli e a procedere
all'esame dei problemi riguardanti la ripartizione delle quote del servei alla
Corona. Le risposte che giungono confermano che all'interno dei tre ordini
emergono proposte differenti sulla soluzione dei problemi. Gli Stamenti si
impegnano tuttavia a procedere alla stesura della delibera con la massima
solerzia. 11 viceré intende infatti comunicare il più rapidamente possibile alla
Corte madrilena i risultati conseguiti per mettere in risalto il suo ruolo demiurgico; anche i deputati, avvicinandosi la quaresima, sperano di concludere
quanto prima i lavori e di rientrare alla loro abituale residenza in tempo per la
celebrazione delle feste pasquali.
4. Il 10 marzo, due giorni dopo il sollecito viceregio, una ambasciata degli
Stamenti presenta al marchese di Bayona i capitoli che essi hanno preparato e
ne chiede l'approvazione. A conferma del clima di reciproca fiducia che sí è
instaurato tra le parti, i tre Bracci chiedono la naturalizzazione del giudice
Corts (di origine catalana) e dei suoi figli affinché anch'essi, come i familiari
del viceré, possano godere dei diritti, dei privilegi e delle grazie garantiti dalle
leggi ai regnicoli. In attesa di altri greuges e dei capitoli annunciati dagli
Stamenti il viceré proroga i lavori al 15 marzo".
" In tale data la commissione per le abilitazioni accredita i documenti e i titoli presentati
dag i ultimi ritardatari, tra i quali spiccano gli Zatrillas, conti di Cuglieri, i Sarta Grixoni di
Ozieri, i Carta e i Soliveras di Benetutti.
43
Il 17 marzo nel salone del Palazzo viene introdotto il dottor Carnier, sindaco della città di Cagliari, che consegna al marchese di Bayona i capitoli
della sua città e lo informa della presentazione di un dessentiment da parte dei
sindaci di alcuni quartieri della capitale. La nomina dei giudici dei greuges è,
come al solito, assai laboriosa ed impegna gli ambasciatori stamentari in un
vorticoso giro di visite reciproche che assorbono l'interna giornata. Il 18
marzo, convocate le Corti, la commissione si riunisce per esaminare il dessentiment96. A nome degli abitanti dei tre quartieri i sindaci chiedono che vengano pagati i danni causati dai soldati del tercio di Lombardia comandato da
Girolamo Rho, acquartierati in Sardegna nel 1622. Durante il Parlamento dal
1624 quei danni erano stati stimati e il precedente viceré aveva riconosciuto la
fondatezza della richiesta presentata dalla città, ma la Tesoreria non aveva
pagato le spettanze per mancanza di fondi. Nella riunione convocata dai giurati l'avvocato fiscale fa notare che durante le Corti del 1624 i sindaci (forse
condizionati dalla insanabile frattura apertasi durante le Corti tra la città e il
presidente Vivas) non avevano presentato ricorso, perdendo così ogni diritto
di rivalsa. Il decreto viceregio, espresso in conformità al parere dall'avvocato
fiscale, lascia dunque ancora una volta insoddisfatti i cittadini cagliaritani.
Il 2 O marzo don Antonio Scorza e don Antonio Guiò comunicano al viceré
che su proposta dell'Ecclesiastico i tre Stamenti, seguendo le decisioni assunte
anche da altri regni, hanno deliberato di impegnarsi a difendere e sostenere il
dogma dell'Immacolata Concezione della Vergine Maria. Subito dopo don
Simone Castafier, sindaco e ambasciatore del Militare, comunica che è stato
depositato un altro greuge.
A questo punto, dopo aver provveduto alla nomina dei giudici di parte regia
e aver invitato gli Stamenti a designare i loro rappresentanti, il viceré si ritira
nel proprio appartamento febbricitante e visibilmente provato. Debilitato da
una infezione di carbonchio (antrace), non potrà più presiedere i lavori delle
Corti: la grave infermità lo porterà in breve tempo alla morte. Tra il 20 marzo e
il 4 aprile, mentre i medici e i chirurghi si affannano attorno al suo letto per
curare l'insidiosa malattia, il reggente la Reale Cancelleria proroga ripetutamente i lavori e i parlamentari attendono invano la guarigione del viceré".
96 Ilgreuge presentato
dai tre sindaci è l'unico ricorso avanzato a tutela di un interesse generale.
Per assistere il viceré furono chiamati i migliori medici e chirurghi. La pustola maligna,
insinuatasi all'altezza della cervicale, fu inizialmente scambiata dai medici cagliaritani per una
comune infezione e curata con impacchi di erbe emollienti malgrado qualche giorno prima il
cavallo del viceré (amorevolmente curato dal marchese) fosse morto di carbonchio. Quando il
male apparve in tutta la sua gravità i chirurghi recisero la pustola, scarnificarono la parte mettendo quasi a nudo le vertebre cervicali e, dopo avervi versato dei medicamenti cauterizzanti,
per distruggere i germi, bruciarono la ferita con il ferro rovente. Le modalità della cura e le
medicine usate alimentarono una vivace polemica municipalistica fra i medici di Cagliari e
quelli chiamati d'urgenza da Sassari, che attribuirono il decesso dell'infermo non alla virulenza
97
44
Il 4 aprile, sentendo appressarsi la morte, Gerolamo Pimentel convoca
nella camera da letto il reggente la Reale Cancelleria, l'avvocato fiscale, i magistrati della Reale Udienza, il governatore del Capo di Cagliari, il procuratore
reale, il maestro razionale e il tesoriere, i membri del Consiglio regio e del
Consiglio del Reale Patrimonio e fa loro presente la gravità della situazione:
solo la Divina Provvidenza può salvarlo. Invita pertanto í consiglieri ad
aggiornare i lavori parlamentari di cinque o sei mesi ín modo da consentirgli,
se rimarrà vivo, di concludere il Parlamento o, se morirà, di dare il tempo al
sovrano di nominare un altro viceré e di conferirgli i poteri necessari a portare
a termine le Corti98. Dieci giorni dopo, il 15 aprile 1631, il viceré esalava l'ultimo respiro fra atroci sofferenze, lasciando Corona e Regno in una situazione
politicamente incerta.
5. Il 23 maggio il Conte-Duca e il Consiglio d'Aragona, valutate a lungo le
diverse soluzioni che si prospettavano, decisero di rinviare a tempi più opportuni la scelta del nuovo viceré e, sollecitati dall'urgenza di concludere rapidamente i lavori delle Corti, si accordarono per affidare il delicato incarico ad
una persona già addentro alle trattative e di assoluta fiducia: a questo fine
proposero al sovrano di conferire al vescovo di Alghero Gaspare Prieto la
dell'antrace ma all'incapacità e all'ignoranza del protomedico Galcerino e dei suoi colleghi
cag iaritani. Uinfamante accusa (che si inserisce nella pluridecennale contesa municipalistica tra
Cagliari e Sassari) venne mossa alcuni anni dopo da Andrea Vico Guidone, un medico di origine
corsa professore di materie mediche nell'università turritana, offeso dalle sarcastiche critiche che
i cattedratici della capitale avevano mosso ai sanitari sassaresi quando nel 1637 e nel 1638 (in
concomitanza con la recrudescenza delle febbri malariche e una pericolosa congiuntura annonaria) era scoppiata a Sassari una epidemia di tifo. Cfr. ANDREAE Vico GUIDONIS, Apologeticus
sermo: de morbis in civitate Sassaritana vagaritibus consultu anno 1638, Neapoli, apud
Secundinum Roncaglinum 1639. Per le critiche dei medici cagliaritani alle tesi sostenute dal
Vico Guidone sull'origine delle febbri scoppiate a Sassari si veda: Apologeticus senno artium et
medicine calaritanae generalis Academiae doctorum adversus doctoris Andreae Vico Guidonis de
morbis in civitate Sassaritana vagantibus consultu anno 1638, Neapoli, apud Secundum
Roncaglinum 1639. Sulla velenosa risposta del Vico Guidone, che attribuisce ai colleghi la morte
del viceré, si veda: ANDREAE VICO GUIDONIS, ludkiale sarcoma ad trutinam apologeticorum
Antonii Galcering Sarrochi, Mani Avellii et Francisci Martis doctorum. Additur insuper antilopi
pro anthracis curatione ab eísdem medicis perperam istituta, cit. Alcuni dati biografici sul rampante cattedratico sassarese in P. TOLA, Dizionario biografico, Torino 1837 cit., vol. III, pp. 289-291 e
P. CAU, Andrea Vico Guidoni e la scienza medica sassarese del secolo XVII, in Università degli
Studi di Sassari, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, IV Settimana della Cultura
Scientifica, L'anatomia umana in Sardegna nelle fonti archivistiche, nelle edizioni a stampa e nelle
cere anatomiche (XVII-XIX secolo), Sassari 1994, pp. 26-31.
98 Parlamento, doc. n. 439, c. 754.
" Gaspare Prieto nasce a Burgos nel 1578 ed entra nell'ordine dei Mercedari nel 1595, guadagnandosi l'ammirazione dei confratelli per fede e dottrina. Dopo essersi laureato in teologia
insegna in diversi conventi e nelle università di Toledo e Salamanca. Nel 1620 viene detto provinciale di Castiglia e, infine, generale dell'Ordine mercedario delle 4 province spagnole distin45
carica di presidente e capitano generale del Regno", e con un'altra carta
reale, distinta dalla precedente, gli concessero i poteri necessari a concludere
la celebrazione del Parlamentom.
Unitamente alla nomina furono inviate al prelato dettagliate istruzioni sul
comportamento da assumere nei confronti degli Stamenti per avviare a soluzione alcuni dei problemi più scottanti. A tal fine l'arcivescovo-presidente
venne invitato a consultarsi con la vedova del marchese di Bayona per essere
messo al corrente degli affari più delicati e delle promesse clientelari fatte dal
viceré e a cui era legato íl voto dei più influenti personaggi che operavano in
Parlamento. Nelle istruzioni si ordinò inoltre al Prieto di sospendere, fino
all'ascesa al soglio, la conferma di grazie e favori già concessi dal viceré
Bayona; di non procedere all'estrazione di nuovi giurati civici e dei sindaci; di
convincere gli Inquisitori a non inoltrare ulteriori ricorsi e ad accettare quanto
era stato deliberato dalla Corona sul conflitto di giurisdizione insorto tra feudalità e familiari del Supremo Tribunale inquisitoriale; di sospendere la vendita al marchese di Villasor delle tonnare per consentire alla Corona di ipotecare tali beni e di ottenere su di esse un censo di 100 mila ducati102. Poiché il
presidente del Regno pensava di trasferirsi a Cagliari ad autunno inoltrato,
per evitare di essere colpito dalla malaria durante il viaggio, la Corona, riesumando una prassi adottata nel 1583 da Filippo II, ordinò alla Reale Udienza
di sostituirsi al sovrano e al presidente e di prorogare la data di convocazione
del Parlamento fino ad ottobre inoltratom.
guendosi per capacità organizzative e impegno ecclesiale. Nel 1626, in qualità dí signore della
baronia di Algar ed Escalés posseduta dai Mercedari, partecipa alle Corti di Mongón appoggiando l'Unión de Armas sia all'interno dello Stamento militare che in quello ecclesiastico.
L'anno successivo (1627) la Corona, riconoscendo i suoi meriti, lo propone alla Cancelleria
apostolica per la diocesi di Alghero che regge fino a quando, durante le Corti del 1631, a seguito dell'improvvisa morte del viceré Bayona, viene nominato presidente del Regno (31 maggio
1631). Dopo aver espletato con competenza ed equilibrio il delicato compito affidatogli dalla
Corona egli rientra nella sua diocesi dove, con le visite pastorali che attua e i sinodi che promuove, si impegna a tradurre in opere e comportamenti le norme canoniche decretate dal
Concilio di Trento. Nel febbraio 1636 viene nominato vescovo di Perpignano e li muore il 30
ottobre 1637 mentre cerca di proteggere i suoi fedeli dalle violenze dell'esercito francese che ha
invaso il Rossiglione. Cfr. C. EUBEL (e cont), Hierarchia catholica medii et recentioris aevi sive
summorum pontilicum, S.R.E. cardinalium ecclesiarum antistitum series, vol. IV, a cura di
Patritium Gauchat, Patavii, typis sumptibus domus editorialis "Il Messaggero di Sant'Antonio"
apud Basilicarn Sancti Antonii 1967, ad vocem.
'°° Sulla normativa del Regno in caso di morte o di assenza del viceré e sul ruolo affidato in
sua assenza alla Reale Udienza e al governatore del Capo di Cag iari cfr. F. Vico, Leyes y pragmaticas reales del Rein° de Sardena, Napoles 1640 cit., torno I, tit. I cap. XLV e torno II, tit. IV,
cap. I, n. XXXVII; tit. I, cap. XLVI; J. DEXART, Capitula sive acta cit., torno I, lib. III, tit. I, cap.
VI, fol. 460-462.
101 Parlamento, doc. n. 447, c. 757.
102 AHN, Consejos Suprimidos, libro 2561, ff. 226-278.
103 Tale pratica innovativa, disposta nel 1583 da Filippo II, per l'assenza del viceré
46
I due decreti regi giunsero all'interessato, che si trovava ad Alghero, solo il 27
giugno. Scortato dalle 9 galee di Giannettino Doria, Gaspare Prieto arriva nella
capitale del Regno l'8 di luglio. Accolto festosamente dall'arcivescovo Machínm,
anch'egli mercedario, e dai ministri regi, egli prende possesso della carica di presidente del Regno ed avvia i colloqui con le « prime voci» degli Stamenti.
L'8 ottobre, data fissata per la nuova convocazione, il Prieto fa il suo ingresMoncada dall'isola non era stata più applicata. Cfr. AHN, Consejos Suprimidos, libro 2561,
f. 275.
104 Ambrogio Machín de Aquefia nasce ad Alghero nel 1580 da umile famiglia. Dopo aver frequentato nella città natale la scuola di grammatica, all'età di 14 anni si reca a Cagliari dove decide
di entrare come novizio nel convento dei Mercedari distinguendosi ben presto negli studi. Per
approfondire ulteriormente le sue conoscenze teologiche si trasferisce in Aragona e, presi i gradi in
teologia all'Università di Salamanca, insegna sacri canoni nei collegi mercedari di Siviglia, Huesca e
Alcalà diventando uno stimato interprete del diritto canonico. Per il prestigio culturale di cui gode
viene eletto provinciale d'Aragona (1615) e infine maestro generale dell'ordine dei Mercedari di
Spagna (1618). Durante il suo mandato di padre provinciale in qualità di visitatore e vicario fonda
in Sardegna i conventi mercedari di Sassari e di Galtelli. Egli governa con equilibrio e moderazione
cercando di attuare alcune caute riforme per accrescere la moralità, la disciplina e l'impegno ecclesiale dei membri dell'Ordine mercedario ma si scontra con forti resistenze. Nel 1622 viene nominato vescovo di Alghero e in tale veste partecipa alle Corti straordinarie del 1626 presiedute dal
viceré Bayona dove sostiene le richieste finanziarie della monarchia. Per la fedeltà dimostrata e i
meriti acquisiti la Corona, su indicazione del viceré, propone la sua candidatura ad arcivescovo di
Cagliari. Dopo aver preso possesso della carica (20 settembre 1627) si dedica con impegno e carità
cristiana all'apostolato visitando la diocesi e convocando un importante sinodo nel quale trasfonde
il suo impegno apostolico a favore delle decisioni dottrinali e della disciplina del clero sancita dal
Concilio Tridentino (Synodo Diocesano celebrado por el Illustrissimo y Reverendissimo serlor don
Ambrosio Machín, ATobispo de Caller.. En su yglesia Metropolitana y Primacial à los 11 de henero
1628, en Caller, en la emprenta del doctor Antonio Galcerino, por Bartholome Gobettum 1628).
Partecipa al Parlamento del 1632 dove sostiene lealmente la Uni& de Armas. Nella speranza che la
stima manifestatagli dal papa Urbano VIII possa favorirlo, il presidente Prieto, che un tempo era
stato suo segretario, lo propone (invano) alla Corona per la carica cardinalizia. Successivamente si
fa coinvolgere nelle polemiche sul primato tra la chiesa cagliaritana, quella pisana e quella sassarese
che ne amareggiano l'ultimo decennio di vita. Muore a Cag iari il 27 ottobre 1640. A Madrid, nel
1621, pubblica i Commentarsi una cum disputationibus in primam partem Sancti Tomae, e un secondo torno a Cag iari (apud Bartholomeum Gobettum 1638), nei quali esprime tesi legate al tomismo
più rigido. Lascia invece manoscritto un interessante trattato sulla grazia divina (Arcanum seu secretum divine grazie) che intendeva dedicare al papa Urbano VIII di cui era estimatore ed amico.
Nell'opera, studiata da Antonio Rubino, egli cerca di risolvere il problema del rapporto tra grazia e
libero arbitrio evitando il rigidismo e le contrapposizioni in cui erano cadute la scuola domenicana
e quella molinista. Per alcune indicazioni sulla attività svolta dal Machín cfr. AHN, Consejos
Suprimidos, leg. 19980; ACA, C.d.A., Camara, leg. 1358/32; P. MARTINI, Biografia Sarda, Cagliari
1838, t. II, pp. 263-272; G. MANNO, Storia di Sardegna, Torino 1826, t. II, pp. 22, 35; t. III, p. 462;
R TURIAS, Storia della Chiesa cit., pp. 444, 446, 449; P. TOLA, Dizionario biografico cit., vol. II, pp.
197 ss. Una approfondita analisi delle sue opere teologiche e ulteriori, esaustive notizie biografiche
nel recente, accurato saggio del Rubino cfr. A. RUBINO, Ambrogio Machín e la sua dottrina sulla grazia (1580-1640), Roma 1998, in particolare alle pp. 9-36. Sulle polemiche relative al Primato religioso nelle quali resta coinvolto si veda ora Papers relating to the Primacy of Sardinia. Raccolta di documenti sulla causa per il primato Ecclesiastico in Sardegna (1272-1679), (a cura di B. Tavera e G.
Piras), Muros 2006.
47
so nella sala delle riunioni mostrando le lettere credenziali con cui Filippo IV
Io ha nominato presidente e gli ha dato incarico di proseguire i lavori parlamentari ed accettare il donativo. Subito dopo egli rinvia al 3 novembre la convocazione ufficiale e notifica agli Stamenti la proroga delle Corti al 12 gennaio, in modo da consentire ai deputati del Capo di sopra, attardati dal maltempo, di presenziare alla seduta inaugurale.
Il giorno fissato, mentre gli Stamenti, convocati al suono delle campane, si
riuniscono nelle rispettive sedi, il presidente ordina al segretario del
Parlamento di leggere a voce alta la carta reale di Filippo IV". Subito dopo
dispone che il documento sia inviato con una ambasciata allo Stamento ecclesiastico, affinché ne prenda visione e, successivamente, venga consegnato agli
altri due Stamenti. Qualche ora più tardi i tre Bracci comunicano di avere
verificato la validità dei poteri e presentano formale atto di obbedienza al
nuovo presidente.
Congedati gli ambasciatori Prieto dispone la proroga delle riunioni al mercolecli successivo ed ordina al dottor Corts di recarsi davanti al soglio, posto nella
Cattedrale, per informare gli Stamenti, con le consuete formalità, che la commissione sulle abilitazioni e quella sui greuges riprenderanno i lavori il giorno
14. Egli invita inoltre la prima voce dello Stamento militare ad informarlo sulla
natura del dessentiment che era stato presentato in quel Braccio il 20 marzo
precedente. Il giorno stabilito la commissione delle abilitazioni, riunitasi nella
sacrestia della Cattedrale, lavora intensamente abilitando una quarantina di
deputati che non avevano partecipato alla prima fase delle Corti o sostituivano
ecclesiastici e nobili impossibilitati a presenziare alla nuova convocazione. Il 16
gennaio, vedendo che molti delegati del Capo settentrionale non erano ancora
giunti e che nella commissione dei trattatori e in quella dei greuges si doveva
procedere ad alcune sostituzioni, per morte o impedimento dei commissari, il
Prieto ordina di rinviare la riunione al 19, giorno durante la quale gli Stamenti
dovranno provvedere ad effettuare le necessarie sostituzionim6.
105 Parlamento, doc. n. 446, c. 756 v.
106 A far parte della commissione dei trattatori, al posto del vescovo di Alghero, nominato
presidente del Regno, lo Stamento ecclesiastico designa il canonico Giovanni Cao, che aspirava
alla carica di giudice ecclesiastico. A ricoprire l'incarico lasciato libero da quest'ultimo viene
chiamato il rettore Francesco Pilo, nipote del vescovo di Sassari, desideroso di distinguersi per
ottenere ulteriori promozioni; nella commissione degli abilitatori questi due delegati vengono
sostituiti dal dottor Sebastiano Frasso e da Gavino de Campo, decano della diocesi di Ales.
Nello Stamento militare, per la morte del marchese dí Laconi e l'assenza dal Regno di don
Francesco Manca de Homedes, vengono eletti trattatori don Alfonso Gualbes e don Antonio
Manca de Homedes e come giudici dei greuges (per la morte di don Giovanni Sanjust e l'assenza di Bernardino Morales) don Salvatore Castelví e don Giovanni Castelví Silvestre. Nel Reale
non viene invece effettuata alcuna sostituzione per la straordinaria riconferma — su disposizione
regia — di tutti i consiglieri civici che in tal modo possono concludere i lavori del Parlamento ed
aspirare alle grazie che erano state loro promesse.
48
Conclusa questa delicata fase le Corti vengono riconvocate per il 22 gennaio. Quel giorno il presidente, accompagnato dai ministri regi e dai deputati
degli Stamenti, fa il suo primo ingresso nella Cattedrale addobbata con tappeti, fiori e arazzi e, preso posto nella poltrona riservata ai viceré, riceve dal
canonico Cao la richiesta di concessione dei poteri ai giudici ed ai trattatori di
nuova nominam. Si procede quindi al giuramento di rito, rendendo in tal
modo nuovamente operanti le due importantissime commissioni parlamentari
deputate a trattare il donativo e ad amministrare giustizia.
Il 29 gennaio un'ambasciata del Militare informa il Prieto del fatto che il
marchese di Villasor e le prime voci degli altri due Stamenti si sono accordati
sulla ripartizione delle entrate fiscali legate al donativo. I tre Bracci intendono
imporre una tassa di tre cagliaresi su tutte le merci in entrata nel Regno e, se
tale introito si rivelasse insufficiente a raggiungere la somma fissata, propongono di imporre il diritto di una lira su ogni pelle di martora, i prosciutti e gli
insaccati esportati. Nel Regno dovrà essere inoltre vietato il possesso delle
pistole e degli archibugi in modo da poter vendere 8 mila porto d'arma del
costo di una lira ciascuno ai sudditi che ne faranno annualmente richiesta.
6. Se la prima ambasciata del Militare rassicura il presidente del Regno sul
pagamento del donativo, la seconda mira invece ad ottenere dalla Corte regia
la garanzia che i favori e le grazie promessi al Regno dal marchese di Bayona
verranno effettivamente concessi. Tra i capitoli presentati dal Braccio nobiliare nel marzo 1631 alcuni riguardano infatti il privilegio di autoconvocazione
dei nobili e quello che conferma loro il diritto ad essere giudicati da una giuria di pari. Essendo venuto a mancare improvvisamente il Bayona, garante nei
confronti dell'aristocrazia sarda dell'assenso del Conte-Duca di Olivares a
quelle richieste, il ceto nobiliare non intende transigere sulla riconferma di
questi privilegi e, a tal fine, chiede al vescovo-presidente di inviare in Spagna
una ambasciata che dovrà ottenere dal sovrano le grazie promesse e la concessione dei capitoli presentati al Bayona e da questi avallati non solo come delegato del monarca ma anche come rappresentante del partito olivaresiano. Il
giorno successivo, mentre il presidente è a colloquio con i suoi collaboratori,
un'ambasciata del Reale e una delegazione inviata dai tre Stamenti gli conferma che i tre Bracci considerano irrinunciabile la loro richiesta. I corpi rappresentativi del Regno consegnano ufficialmente al Prieto la cedola relativa alla
ripartizione del donativo, ma chiedono che la chiusura del Parlamento venga
rimandata fino a quando non rientreranno, approvati dal sovrano, i capitoli di
Corte consegnati al precedente viceré.
Il giorno successivo, sabato 31 gennaio, il Militare, forse per le rimostranze
107
Parlamento, doc. n. 452, c. 772 v.
49
dell'Ecclesiastico (su cui il vescovo-presidente ha esercitato forti pressioni),
invia una nuova ambasciata con la quale chiarisce che la richiesta presentata
dai tre Bracci deve intendersi non in senso ultimativo ma come una caldissima
supplica alla quale il Prieto può accondiscendere senza difficoltà perché i
deputati sanno che le grazie e i capitoli accolti dal viceré Bayona hanno già
ricevuto a Madrid un assenso di massima dalla giunta a cui il Conte-Duca di
Olivares ha affidato l'esame conclusivo delle richieste del Regno. Essi ignorano tuttavia il fatto che, nell'interesse della Corona, i consiglieri del valido
hanno ordinato al Prieto di confermare le grazie concesse dal Bayona solo il
giorno di chiusura delle Corti in modo da evitare il disimpegno dei deputati
dai lavori parlamentari.
Con molta probalità, ad informare gli Stamenti sul favorevole assenso espresso
dalle giunte madrilene era Maria Enrica Baza'n, vedova del marchese di Bayona.
La viceregina, dopo aver ottenuto, nel luglio 1631, i 9000 ducati spettanti al
definito viceré in qualità di presidente del Parlamento, al momento della partenza si era impegnata a tutelare gli interessi di quella rete di patronage che il Bayona
aveva creato e a rassicurare i più fedeli amici del marito sulla concessione delle
grazie promesse; la commissione chiamata dall'Olivares ad esaminare le richieste
già inoltrate alla Corona era infatti presieduta da Enrico Domenico Pimentel",
fratello del viceré defunto. Con molta probabilità l'ex viceregina, tramite il marchese di Villasor", prima voce del Militare (alla cui famiglia la Bazn era legata
da vincoli di amicizia e dí parentela110), informava i più fedeli partitati del merito
sulla disponibilità del cognato a confermare gli impegni assunti con il Regno da
un Pimentel-Benavente. Il Braccio di ferro che il Militare e il Reale ingaggiano
col vescovo-presidente del Parlamento sembra dunque nascere, per un verso, dal
timore (condiviso dai familiari del Bayona) che il Prieto, presentando a Madrid i
capitoli di Corte da lui contrattati unitamente a quelli pattuiti dal defunto viceré,
potesse trarre immeritati onori e, per l'altro, dal radicato timore, diffusosi nella
rete clientelare che faceva capo ai più autorevoli rappresentanti sardi del partito
olivaresiano, che alcune figure di secondo piano, emerse con l'aiuto del Prieto, si
" Enrico Domenico Pimentel, dopo essere stato vescovo di Osma e di Cuenca, ricoprì l'incarico di consigliere dell'Inquisizione, di presidente del Consiglio d'Aragona e di ambasciatore
straordinario presso la Santa Sede (1632). Successivamente venne nominato arcivescovo di
Cordova e di Siviglia e mentre ricopriva tale carica ricevette la nomina cardinalizia.
109 Don Ilario di Alagón, marchese di Villasor, nelle cui vene scorreva il sangue dei de Luna,
dei Moncada, dei Requesens e di numerose altre famiglie catalano-aragonesi, per la fedeltà
dimostrata alla Corona, a titolo di ayudo de costa otterrà, fra il 1623 ed il 1629, varie concessioni che lo autorizzeranno ad esportare 9000 quintali di grano. Nelle Corti del 1631 la monarchia
concederà al figlio Blasco il titolo di conte di Montesanto.
110 I vincoli di amicizia fra la famiglia del marchese di Bayona e quella degli Alagón, signori
di Villasor, nati durante il soggiorno in Sardegna, vennero ulteriormente rafforzati dal matrimonio di don Blasco Alagón con una delle due figlie del viceré. In onore della moglie Teresa don
Blasco chiamerà Pimentel un villaggio di nuova colonizzazione fondato in uno dei suoi feudi.
50
avvantaggiassero della nuova situazione a danno di chi si era effettivamente
impegnato a sostegno della linea politica del Conte-Duca.
Dopo aver riflettuto per alcuni giorni sulla soluzione diplomatica da adottare, durante i quali il Parlamento viene prorogato al 4 febbraio, il Prieto invia
ai tre Stamenti una motivata e argomentata risposta dichiarando di considerare favorevolmente la loro istanza perché essa viene presentata successivamente alla definizione delle modalità di pagamento del donativo, tuttavia —
aggiunge il vescovo — pur condividendo la proposta egli non è in grado di
darle seguito poiché il suo stato di salute è debilitato da un forte catarro polmonare che non gli consente di impegnarsi nella stesura di una circostanziata
relazione giustificativa da inviare al sovrano per segnalare quanti, fra i sudditi,
hanno meritato i favori e le grazie promesse dal precedente viceré. Inoltre,
quand'anche avesse potuto preparare questa lettera, lo stato delle strade castigliane e l'inclemenza dell'inverno avrebbero reso problematico e poco opportuno il viaggio di una delegazione parlamentare a Madrid perché, nell'attesa, i
deputati dal Capo di Sassari sarebbero stati costretti a soggiornare ancora per
mesi nella capitale, affrontando ulteriori disagi e spese. Il presidente, valutata
la situazione, respinge dunque la richiesta; si impegna tuttavia a sollecitare sia
le grazie promesse dal Bayona sia quelle di chi ha manifestato zelo e fedeltà
alla Corona dopo la riapertura delle Cortim. Egli invita pertanto gli Stamenti
ad avere fiducia in lui e a consegnargli i capitoli di Corte, i memoriali e le proposte che i tre Bracci stanno preparando.
Nella serata del 4 febbraio, dopo aver letto la diplomatica risposta del Prieto,
gli Stamenti si accordano per stendere una nuova supplica nella quale, pur
accettando di proseguire e concludere i lavori, ripropongono l'invio a Madrid
di una ambasciata affinché la Corona, riconoscendo la fedeltà con cui i sudditi
sardi hanno risposto all'appello reale, confermi ed estenda le grazie promesse.
Mentre le schermaglie politiche fra il presidente del Parlamento e le Corti
vanno avanti i tre Bracci consegnano gli ultimi capitoli e ne chiedono l'approvazione"2.
L'i l febbraio don Antioco Sanjust ed il dottor Melchiorre Pirella comunicano alla Corte regia che il Militare ha unilateralmente deliberato di inviare a
1" Anche nel caso del vescovo-presidente Prieto i meccanismi di patronazco per la concessione di grazie e favori appaiono simili a quelli in uso negli altri regni spagnoli. Per un confronto cfr. P. LATASA VASSALLO, La casa del obispo-virrey Palafox: familia y patronazco. Un andlisis
comparativo con la corte virreinal bispanoamericana, in R. FERNANDEZ GRACIA (a cura di),
Palafox: Iglesia, cultura y Estado en el siglo XVII, Pamplona 2001.
112 Sabato 7 e lunedì 9 febbraio la commissione sulle abilitazioni esamina la documentazione
presentata dagli ultimi ritardatari e i deputati stilano i nuovi capitoli di Corte. L'Ecclesiastico li
consegna lo stesso giorno. Il martedì un'ambasciata presenta le richieste sulle quali i tre ordini
hanno trovato un accordo, mentre il Militare, preso atto della risposta negativa del Prieto fortemente diviso al suo interno, appare ora incerto sulla strategia da seguire.
51
Madrid un sindaco per confermare al sovrano la fedeltà del Regno e chiedere
la concessione dei capitoli presentati al marchese di Bayona e di quelli che
verranno consegnati al vescovo Prieto prima della chiusura delle Corti. Il
Braccio nobiliare, sebbene non sia più sostenuto dagli altri due, non rinuncia
dunque a difendere alcuni diritti che considera strettamente legati al proprio
status: il privilegio di autoconvocazione e quello di essere giudicati da una
Corte di pari, il divieto imposto ai tribunali dell'Inquisizione di intromettersi
nelle cause civili delle curie feudali. Per raggiungere questo obiettivo lo
Stamento non esita ad affrontare ingenti spese inviando come ambasciatore a
Madrid don Alfonso Gualbes y Zutiiga, marchese di Palmas.
Il 13 febbraio le Corti dedicano l'intera giornata all'esame del greuge presentato da Salvatore Martì e Antonio Cugia, arrendatori di alcune tonnare
acquistate dal marchese di Villasor e dal conte di Torralba. Essi affermano di
essere a conoscenza della esistenza di un mandato regio che ordina ai ministri
patrimoniali di riammettere nel godimento del bene gli affittuari delle tonnare
che non avevano denunciato la titolarità delle quote di possesso e ne chiedono
copia113 . La commissione, presieduta da Dexart, ritenendo che l'amministrazione non sia tenuta a far conoscere a terzi una disposizione interna che non
riguarda direttamente i ricorrenti, decreta di non accogliere la richiesta.
Anche il greuge presentato allo Stamento militare da donna Francesca
Castelví Lanza non ha miglior fortuna. La nobildonna siciliana rivendica l'amministrazione del marchesato di Laconi e della baronia di Ploaghe come quotaparte dell'eredità del marito, visconte di Sanluri, morto senza figli. I due feudi le
sono però contesi da don Paolo Castelví, procuratore reale e fratello del defunto, che li rivendica per conto di un nipote. La richiesta della vedova non è accolta e tutto viene rinviato ai tempi lunghi della giustizia ordinarialm.
7. Il 16 febbraio, riconvocate le Corti, giunge un'ambasciata inviata dai tre
Statuenti che, dopo aver ricordato l'impegno da essi assunto col marchese di
Bayona di giurare solennemente in Parlamento di difendere il dogma della
Immacolata Concezione, invitano il Prieto a fissare la data della cerimonia.
Con un'altra supplica gli ambasciatori dei tre Bracci chiedono inoltre il perdono per il nobile don Ignazio Sanjust, fratello del barone di Furtey, accusato
senza prove certe — sostengono gli Stamenti — di aver assassinato Diego Sanna,
un vassallo residente nella villa di Cuglieri. Il presidente informa gli ambasciatori di avere già concesso il perdono al Sanjust, chiede un po' di tempo per
fissare la data della cerimonia religiosa ed aggiorna i lavori.
113 Parlamento, docc. nn. 478-481, c. 793.
114 Parlamento, docc. nn. 484-487, c. 797v.
-798. Ulteriori riferimenti sulla causa promossa
dalla marchesa Lanza in J. B. CARNICER, Por la illustre Doiia Francisca Lana de Castellví, marquesa de Lacono y Bíscomtessa de Santluri, Caller s.a.
52
Il 17 febbraio il Militare presenta due capitoli ed il giorno 18 una nuova
delegazione dei tre Bracci consegna altre proposte e memoriali, chiedendo,
contrariamente ad una prassi secolare, l'approvazione di essi prima della ascesa del presidente al soglio, atto con il quale la Corona, tramite il viceré, si
impegna a rispettare gli accordi, i privilegi e le concessioni pattuiti durante il
Parlamento. Dopo aver discusso con i consiglieri regi sulla natura e le finalità
della inusuale richiesta inoltrata dalla rappresentanza nobiliare il vescovo
Prieto, tenendo conto del proprio precario stato di salute e degli impegni religiosi richiesti al clero dalla quaresima, proroga il Parlamento al 26 febbraio.
In questa data, riconvocate le Cortili', egli fa presente ai tre Bracci che l'introduzione nella prassi parlamentare di una procedura così innovativa può
suscitare contrasti e rallentare ulteriormente i lavori, che tutti vogliono invece
concludere rapidamente116. A questo punto, mentre l'Ecclesiastico, per offrire
sostegno alle tesi del vescovo Prieto, si dissocia dagli altri due stamenti considerando improponibile la loro richiesta e informa il presidente di aver completato la stesura dei capitoli, una ambasciata del Militare procede alla consegna
di altre richieste. Il 4 marzo il Braccio nobiliare chiede, per capitolo di Corte,
che vengano finalmente pagate ai conventi e alle opere pie le somme decretate
a loro favore nelle Corti precedenti e l'Ecdesiastico supplica la commissione
dei trattatori di deliberare una più equa ripartizione del sussidio sulle galere117.
115 In tale data nella sala del Palazzo dove è riunita la Corte regia entrano don Gaspare Pira
ed il dottor Gerolamo Meli Escarchioni, ambasciatori dello Stamento reale, i quali, avendo
saputo che il Militare dovrà ricevere copia delle decretazioni sui capitoli presentati, per salvaguardare l'eguaglianza di diritti fra i tre Bracci, chiedono di ricevere anch'essi copia dei decreti.
Parlamento, doc. n. 498, c. 808.
116 Parlamento, doc. n. 500, c. 808 v.
117 Cfr. Parlamento, doc. n. 509, c. 810. Il tributo sulle galere, unitamente a quelli della cruzada e dell'excusado (gravante sulle decime) costituiva l'insieme dei tributi che la Chiesa spagnola era tenuta a corrispondere alla Corona. Inizialmente il subsidio gravò sulla quarta parte
delle rendite annuali delle diocesi, dei vescovadi, dei capitoli e delle parrocchie. Con la bolla
papale emanata il 14 ottobre 1561, l'importo complessivo del tributo ecclesiale a favore del re
di Spagna venne fissato in 300 mila ducati (elevati successivamente a 420 mila). Con esso si
doveva equipaggiare e mantenere operativa una flotta di 60 galere che avrebbe dovuto fronteggiare il pericolo turco nel Mediterraneo. Il tributo doveva essere proporzionale alle rendite
ricavate dai titolari dei benefici, ma in Sardegna la ripartizione delle quote era stata fatta tenendo conto più del numero degli ecclesiastici che delle rendite effettive. L'ingiusto carico fiscale
suscitava ricorrenti malumori all'interno del clero, che si considerava vessato dalla Corona
anche per la periodica imposizione, sugli stessi benefici, di pensioni e contribuzioni straordinarie. Sulla situazione del clero sardo, le rendite e i prelievi fiscali imposti dalla Tesoreria regia e
dalla Camera apostolica cfr. R. TURTAS, Storia della Chiesa in Sardegna cit., pp. 353-361, e B.
ANATRA, Insula Christianorum. Istituzioni ecclesiastiche e territorio nella Sardegna di Antico
Regime, Cagliari 1997, pp. 59-97. Sulle forme di prelievo in uso nei regni della Corona
d'Aragona cfr. L. J. NAVARRO MIRA11.FS, Subsidio de galeras y excusado: una aportación al estudio de la contribución.fiscal ecclesidstica, in «Pedralbes», 1 (1981), pp. 21-49. Più in generale, sul
rapporto esistente in Europa tra fiscalità statale e fiscalità pontificia cfr. W. REINHARD, Finanza
53
marzo, in coincidenza con le funzioni religiose domenicali, si procede,
come deliberato, al giuramento delle Corti a difesa del dogma dell'Immacolata
Concezione. Mentre il suono delle campane delle chiese della città si diffonde
nei quartieri della capitale, il Prieto, accompagnato dai suoi ministri, dalle
prime voci degli Stamenti e da un largo seguito di cittadini, fa il suo ingresso
trionfale nella chiesa metropolitana che per l'occasione è stata addobbata con
preziosi arazzi. Il vescovo-presidente sale lentamente i gradini e va a sedersi sul
trono davanti al quale è stato allestito un altare sul quale campeggia un quadro
dell'Immacolata Concezione. Dopo la messa solenne, celebrata dall'arcivescovo Machín, che nel più assoluto silenzio pronuncia un dotto discorso sul
dogma, il Prieto ordina al segretario Vacca di leggere il testo che ha preparato
per l'occasione. Subito dopo si procede al giuramento collettivo dei deputati
del Regno in difesa del dogma sull'Immacolata. La Cattedrale si svuota lentamente e iniziano i festeggiamenti con canti, fuochi artificiali, tornei. Per lasciare spazio alla gioia di quei religiosi che, come l'arcivescovo Machín e il vescovo
Prieto, si sono battuti per l'affermazione di tale dogma fin da quando erano
stati eletti padri provinciali generali dell'Ordine mercedario di Spagna, l'ascesa
al soglio viene rinviata al giorno successivo"8.
L'8 marzo la Corte regia ed i tre Stamenti convergono nella chiesa metropolitana. Il presidente prende posto sul trono attorniato da 18 consiglieri e
collaboratori schierati secondo l'ordine stabilito dal cerimoniale. Di fronte a
loro siedono 14 prelati in rappresentanza dell'intero Stamento ecclesiastico,
alla sinistra gli 11 rappresentanti del Reale e, sulla destra, senza rispettare
alcun ordine, 67 rappresentanti del Militare.
Alla seduta solenne di chiusura partecipano 110 persone: 18 rappresentano
la Corona e 92 gli ordini del Regnon9.
11 7
pontificia, sistema beneficiale e finanza statale nell'età confessionale e A. Musi, Fisco, religione e
Stato nell'età confessionale, a cura di H. Kellembez e P. Prodi, Bologna 1989, rispettivamente
alle pp. 459-504 e 427-457.
118 Per ricordare l'importante evento, renderlo popolare e pubblicizzarne le finalità fra tutti i
ceti sociali, l'arcivescovo Machín e Francesco Camiger, segretario del Consiglio civico di
Cagliari, pubblicano il discorso ed un'ampia relazione. Cfr. Sermón predicado en Caller el dia
del voto y iuramento que las Cortes bizieron en nombre del Reyno de defender la limpia
Conceptión de Nuestra Seiiora, que fué el segundo Domingo de Quaresma, Por el Illustrissimo y
Reverendissimo Don Fray Ambrosio Machin, s. a. (Il discorso integrale, sinteticamente riassunto
dal segretario Vacca, è stato da noi inserito negli atti del Parlamento: cfr. Parlamento doc. n.
515, Bc. 136 e doc. n. 517. Il Carniger nella sua operetta riassume le dotte argomentazioni dell'arcivescovo ed esalta il fasto con cui si è svolta la cerimonia e la successiva festa: cfr. F.
CARNWER, Pubblico voto y juramento en favor de la purissima Concepii& de la Virgen Madre de
Dios, Reyna y Sei-lora Nuestra, becho por este devotissimo Reyno de Cerdetia el dia antes de concluir las Cortes, en Caller, en la enprenta del doctor Galcerín. Por Bartholome Gobettí 1632.
119 Tenendo conto del fatto che il numero dei rappresentanti delle città regie e
dell'Ecclesiastico era fisso, nel Braccio nobiliare si rileva la persistente marcata differenza tra
presenti (67) e rappresentati (476).
54
La cerimonia ha inizio quando la prima voce dell'Ecclesiastico si avvicina al
trono e, con un breve discorso, chiede al vescovo-presidente l'approvazione
dei capitoli e delle proposte finanziarie allegate all'offerta. Queste ultime prevedono che la quota del donativo straordinario spettante ai villaggi (55 mila
scudi) continui ad essere corrisposta con le modalità deliberate nel
Parlamento straordinario del 1626 e riscossa dai medesimi collettori; i 15 mila
scudi ripartiti (fra il 1627 e il 1631) in quote pro-capite fra i ceti più abbienti
verranno ora fatti gravare sull'intera popolazione e collettati imponendo dei
dazi sulle merci in entrata (6 denari per ogni lira di valore). Gli 8000 titolari
del porto d'arma dovranno pagare annualmente una lira per ciascuna pistola
o archibugio da essi posseduto. Anche su ogni pelle di martora dovrà essere
corrisposto un dazio di una lira per capo. Per gratificare i deputati e risarcirli
dei sacrifici e delle spese fatte per presenziare alle Corti, nel primo anno di
colletta dal donativo ordinario sarà loro assegnata come rimborso spese una
parte dei 50 mila ducati riservati alle necessità del Regno12°.
Subito dopo la consegna della cedola il presidente Prieto si impegna sui
Vangeli ad osservare quanto è indicato in essa ma, contrariamente alla prassi,
esclude dal giuramento la proposta relativa agli 8000 ducati che si sarebbero
dovuti ricavare annualmente dalla vendita dei porto d'arma. Come uomo del
Signore e pastore d'anime — dichiara — egli non intende infatti accrescere o
favorire la diffusione di questi strumenti di morte che hanno già causato tanti
lutti alle famiglie e si augura che anche il sovrano faccia altrettanto.
Mentre i bagliori di guerra illuminano il Regno, il Parlamento celebrato dal
viceré Bayona e dal presidente Prieto si chiude in un clima di fratellanza e di
unione tra Dio, la Corona ed i suoi sudditi. La consacrazione dell'isola e il
giuramento delle Corti a difesa dell'Immacolata Concezione, aggiungendo al
progetto politico dell'Unión de Armas finalità ultraterrene, santificano e rinsaldano ulteriormente il patto sottoscritto tra la monarchia e le Corti121.
120 Oltre ai 9000 ducati dati alla vedova del marchese di Bayona in considerazione dell'impegno con cui il marito aveva presieduto le Corti, furono assegnati 3000 ducati al vescovo Prieto
(che, generosamente, vi rinunciò per aggiungerle alla somma stanziata per la riparazione delle
strade e dei ponti e per le elemosine ai conventi). Le spese per la cera, ripartite fra i parlamentari, ascesero a 8542 ducati; altri 1000 ducati furono assegnati al magistrato Giovanni Dexart
che si era impegnato a pubblicare la raccolta dei capitoli di Corte e a darne gratuitamente una
copia a tutti i membri del Parlamento. Su questi dati cfr. ASC, AAR, Parlamenti (1421-1699), D
8 a. Anche il Pillito riporta e conferma tale ripartizione. Cfr. G. PILLITO, Memorie tratte
dall'Archivio di Stato in Cagliari riguardanti i regi cit., p. 37.
121 Gli Atti delle Corti, costituiti da un volume rilegato e da un quaderno separato contenente i 117 capitoli presentati dal Regno ai due presidenti del Parlamento, verranno portati a
Madrid da Angelo Michele Bonfant, sindaco dei tre Stamenti. Il Bonfant per avere svolto tale
delicato incarico sarà gratificato con la promozione da assessore della Procurazione reale a
magistrato della Reale Udienza. Sul Bonfant cfr. ACA, C.d.A., leg. 1234.
55
3.
L'obbligatorietà del donativo
1. Con la solenne cerimonia della difesa del dogma dell'Immacolata
Concezione e con quella relativa all'ascesa al «soglio» del vescovo-presidente,
uno dei più importanti parlamenti celebrati dalla monarchia ispanica in
Sardegna si conclude in un clima di fraterna collaborazione fra tutte le rappresentanze cetuali. I deputati, consci delle difficoltà finanziarie della Corona
e degli interessi in gioco nella guerra in atto in Italia, nelle Fiandre e in
Germania, offrono a Filippo IV il più consistente donativo pagato in tre secoli
di dominazione spagnola (due milioni e trecentomila ducati) e il sovrano,
riconoscente, non può negare ai "fedelissimi" sudditi sardi quei privilegi di
Stamento che essi hanno invano richiesto nel cinquantennio precedente122.
Sulla base della documentazione ufficiale e della corrispondenza viceregia i
meriti per la felice conclusione delle Corti sono da attribuire, in gran parte,
all'abile azione svolta dal viceré Bayona. Il vescovo Prieto porta a termine i
lavori senza difficoltà formalizzando giuridicamente accordi e condizioni che
Gerolamo Pimentel aveva pattuito verbalmente con i tre Bracci. Distinguere
l'opera svolta concretamente dai due viceré appare tuttavia difficile, perché
quasi tutti i capitoli di Corte, concordati inizialmente col Bayona, vengono
ripresentati al vescovo Prieto che provvede a decretarli. Le richieste del
Regno vanno dunque esaminate nella loro totalità, tenendo soprattutto conto
del fatto che il Pimentel-Benavente ha svolto un ruolo preminente mentre il
presidente Prieto ha assolto una funzione essenzialmente notarile, di ratifica
degli accordi pattuiti durante le Corti tenute l'anno precedente.
All'avvio delle discussioni e prima ancora della presentazione dei greuges i
tre Stamenti, interrompendo una secolare tradizione dei regni d'Aragona,
122 Sul rapporto di fedeltà come vincolo politico diretto tra sudditi e sovrano, per l'originalità delle proposte metodologiche, si vedano A. ALVAREZ-OSSORIO ALVARIRO, EI arte de mediar
en la corte: rey, nobleza y el código del honor, in J. HERNANDEZ FRANCO e E CHACÒN (a cura di),
Familias, poderosos y oligarquías, Murcia 2000, pp. 61-82; A. CARRASCO MARTINEZ, Sangre,
honor y privilegio: la nobleza espaliola bajo los Austrias cit. Relativamente all'Italia, sulla fedeltà
come elemento fondamentale del rapporto tra Corona ispanica e nobiltà, oltre al contributo di
A. SPAGNOLE'FII, (Principi italiani e Spagna nell'età barocca, Milano 1996), cfr. A. Musi, L'Italia
dei viceré cit. pp. 144-150; G. SIGNOROTTO, A proposito della fedeltà di Milano alla Monarchia
cattolica, in B. ANATRA, G. MuRGIA (a cura di), Sardegna, Spagna e Mediterraneo. Dai re cattolici al Secolo d'Oro, Roma 2004, pp. 275-290; anche se più tardive, sulle interpretazioni teorizzate
nell'ambito del Regno sardo cfr. G. PISU-B. TERLIZZO, Giovanni Battista Buragna: «Fineza» e
«Fidelidad», in La rivolta di Messina (1674-1678) e il mondo mediterraneo nella seconda metà
del Seicento. Atti del Convegno Internazionale di Studi, Cosenza 1979, pp. 181 ss.
56
comunicano al viceré Bayona l'avvenuta riconferma del donativo straordinario di 80 mila ducati annui concesso nel 1626 e la volontà di offrire, per un
quindicennio, un donativo ordinario di 150 mila ducati.
Questa plateale accondiscendenza alle richieste della Corona non deve
però indurci a ritenere che gli Stamenti sardi fossero privi di autonomia e che
il Conte-Duca di Olivares fosse riuscito a controllare in qualche modo le
Corti raggiungendo i propri obiettivi politici centralistici. Ad un esame più
attento della documentazione l'atteggiamento dei tre Bracci appare frutto di
una lucida strategia portata avanti dai ceti del Regno. Usciti malconci dal confronto con la Corona nel Parlamento del 1624, dopo un periodo di sbandamento, grazie all'abile azione di patronage condotta dal viceré Bayona, le cordate clientelari che avevano sostenuto a fatto capo al duca di Lerma si rischierano a favore di una politica di leale collaborazione con la monarchia realizzando quella armonia di rapporti tra Corona e sudditi che costituisce il tratto
dominante delle Corti sarde del 1631-1632.
Nell'attività amministrativa e nelle strategie che adotta per la felice riuscita
delle Corti, il viceré adempie con scrupolo a quanto gli viene ordinato dal protonotario Villanueva e dal Conte-Duca, ma sulla via da seguire per raggiungere tali
obiettivi non accetta condizionamenti né dai reggenti d'Aragona né dai membri
del Consiglio regio e del Real Patrimonio operanti nel Regno. Convinto difensore della grandeza ispanica, senza bisogno dí sollecitazioni del Consiglio
d'Aragona, egli dedica tutto il suo tempo ad impedire che prevalga quella "oziosità" e rilassatezza dei costumi che Alfonso Pimentel, padre del marchese di
Bayona, agli inizi degli anni Venti, in una memorabile riunione del Consiglio di
Stato, aveva indicato tra le cause della declinaci6n della monarchia ispanicam.
Nel caso del viceré la condivisione del programma di restauración portato
avanti dall'Olivares (ma elaborato negli ambienti del Consiglio di Stato da
uomini come don Baldassarre Zuriiga ed il conte di Benavente) non richiedeva
l'implicita accettazione di un potere assoluto o la forzosa unificazione dei regni
d'Aragona a quelli di Castiglia. In linea con gli orientamenti dei più autorevoli
rappresentanti della fazione olivaresiana l'azione di governo svolta dal Bayona
123 In una importante seduta del Consiglio di Stato promossa nel 1621 da don Balthasar
Zuffiga per affrontare i problemi dell'impero, il conte di Benavente — padre del viceré Bayona —
aveva sostenuto che se non ci fosse stata una guerra purificatrice, a causa della mollezza dei
costumi, in Spagna «se ira perdiendo todo». Cfr. J. H. ELLIOTT, Introspección colectiva y decadencia en Espaiia a principios del siglo XVII, in Poder y sociedad en la Espaiia de los Austrias cit., p.
221; ID., La Spagna imperiale 1496-1716 cit.; La declinación de la monarquía hispanica en el siglo
XVII. Actas de la VII Reunión cientifica de la Fundación Espahola de Historia Moderna (coord.
E J. Aranda Pérez), Cuenca 2004. Più in generale sui rapporti fra monarchia e ceti e sugli impedimenti costituzionali al potere monarchico esistente nei regni aragonesi cfr. P. FERNANDEZ
ALBADALEJO, Fragmentos de Monarquía cit., e Monarquía, imperio y pueblos en la Esparía moderna, (coordinador P. Fernndez Albadalejo), Alicante 1997; Poderes intermedios, poderes interpuestos, sociedad y oligarquías en la Espaiia moderna, a cura di E J. Aranda Pérez, Cuenca 1999.
57
appare duttile e prudente, tesa a restaurare la «riputatione del principe» e l'autorità regia per contrastare una situazione politica e militare in rapido declino.
Anche quando, per far fronte a necessità belliche e finanziarie o per ubbidire
agli ordini del sovrano, è costretto a violare le leggi, egli sottolinea l'eccezionalità del caso e, fatto prevalere l'interesse regio al di sopra di tutto, è pronto a
riconfermare la validità degli antichi privilegi di cui godono i sudditi sardi.
Dalle lettere che scrive e dalle decisioni che assume traspare una lucida flessibilità che nasce da una approfondita analisi della situazione e da una solida cultura politica124. Il Pimentel, di fronte a sudditi incerti o restii, fa infatti propria
quella massima tacitiana sulla dissimulazione che, per raggiungere quanto indicato dal principe, autorizza il suo ministro «a callar, no darse por entendido de
las cosas y disimular con astucia lo que entendiere de ellas todo el tiempo que le
pareciere necesario para la buena conclusión de lo que trataré»'25 , ma non dimentica neppure che i conflitti interni e le rivalità sono all'origine della caduta degli
stati e per tale ragione condanna i contrasti nobiliari, evita di affidare incarichi
di responsabilità a ministri e ufficiali che si sono politicamente esposti sulla
questione del primato municipalistico tra Cagliari e Sassari o sulla separazione
amministrativa tra il Nord e il Sud dell'isola e nel discorso inaugurale delle
Corti invita i ceti a non farsi condizionare, nell'esame dei problemi del Regno,
da «passiones y intentos particulares». La ragion di stato e l'interesse del principe non gli impediscono tuttavia di accettare e di fare propria la tradizione costituzionale dei regni d'Aragona. Come erede di una delle famiglie catalane di più
antico lignaggio (i Zutiiga Requesens e i de Luna), egli conosce infatti molto
bene la tradizione costituzionale pattista del Principato catalano, ma non ne
condivide quegli eccessi che hanno portato al fallimento delle tormentate Corti
barcellonesi del 1625-1626 alle quali ha partecipato come nobile catalano e
come comandante generale dell'esercito che partendo dal Principato avrebbe
dovuto attraversare i Pirenei per invadere il territorio francese.
124 Queste qualità non erano sfuggite al Dexart che, a dieci anni dalla morte, mostrandosi
ancora riconoscente per avere ottenuto dal Pimentel (gratuitamente) il titolo di nobiltà (richiesto invano dal nonno Melchiorre al viceré Alvaro di Madrigal 1'11 marzo 1575), lo definisce
«vir degnissimus et prudentissimus», cfr. J. DEXART, Capziula sive Acta cit., torno I, lib. II, tit.
de militiis, fol. 352-397.
122 Cfr. J. MARQUEZ, El Gobernador cristiano deducilo de las vidas de Moísés y Josué, principes
del pueblo de Dios, Salamanca 1612, p. 74. Più in generale sul tacitismo e sugli influssi esercitati
dalla seconda scolastica salamantina sulla filosofia politica e sulla prassi amministrativa della
Spagna del primo Seicento cfr. J. A. MARAVALL-D. J. M. DEL PERAL, Il pensiero politico spagnolo
del Seicento, in L. FIRPO (a cura di), Storia delle idee politiche, economiche e sociali, Torino (V) t.
I, pp. 319-361. Sul rapporto fra il tacitismo e le teorie della dissimulazione politica vedi R.
VILLARI, Elogio della dissimulazione. La lotta politica nel Seicento, Roma-Bari 1987. Sulla pratica
politica nella Spagna dell'Olivares si veda ora l'originale quadro tracciato dall'Àlvarez-Ossorio,
cfr. ALVAREZ-OSSORIO ALVARNO, Proteo en Palalo. El arte de la disimulación y la simulación del
curtesano in M. MoRAN e B. J. GARC1A (a cura dí), El Madrid de Vela'squez y Calderón. Villa y
Corte en el siglo XVII. Estudios históricos, Madrid 2000, pp. 111-137.
58
Nel discorso che pronuncia all'inaugurazione delle Corti sarde del 1631 il
marchese di Bayona appare insomma ben cosciente del fatto che in esse si realizza un delicato equilibrio tra i poteri che reggono lo Stato e che la collaborazione del Regno deve essere ottenuta contemperando la lealtà al sovrano con
gli interessi materiali dei singoli sudditi e della collettività, le richieste finanziarie della Corona con l'amministrazione della giustizia. Egli sembra insomma condividere le idee teorizzate dal Saavedra Fajardo sulla monarchia universale che «sin opresión de la suprema potestad, participa de la aristocracía y
policía como en Espaha donde, en muchos casos, la resolución real pende de las
cortes generals y estri reservada alguna libertad con la cual, corregido el poder
absoluto, es meno peligrosa la autoridad y mas suave la obediencia»126.
Anche il viceré è infatti convinto che nella Spagna degli Austrias l'esercizio
e la conservazione del potere non devono nascere della "cieca ubbidienza"
ma da una organica e costante relazione tra governanti e governati. Per realizzare quest'ultima è necessario conservare e difendere «la paz y quietud del
reyno y su custodia» e a tal fine preservare e mantenere quella gerarchia dei
poteri e dei privilegi che sorreggeva da secoli la struttura economica e sociale
dei regni iberici. Nei discorsi e negli atti egli esprime insomma la convinzione
che l'appartenenza cetuale implichi anche l'assunzione di responsabilità nei
confronti dell'intera società. Tenendo ben saldi questi principii e cercando di
affermarli in ogni occasione egli riesce dunque a creare anche nell'isola, attorno alla monarchia e alla politica del Conte-Duca, un crescente consenso. Il
suo costante richiamo all'onore e alla lealtà verso il sovrano, alla virtù nobiliare (intesa come obbligo di offrire al re i propri servigi senza aspettarsi grazie o
benefici) e la contemporanea, generosa offerta di privilegi e concessioni da
parte della Corona riescono dunque a fare breccia tra i ceti privilegiati dell'isola consentendo al marchese di Bayona di ottenere, nel Parlamento del 1626
e in quello del 1631, la delibera sulla concessione del donativo in soli 30 giorni e prima ancora dello svolgimento effettivo delle Corti.
A tal fine, già dalla fase iniziale della convocazione del Parlamento, il viceré
può contare sia sulla leale collaborazione dei più autorevoli rappresentanti
della nobiltà sassarese e di quella cagliaritana sia sul disinteressato aiuto del
Prieto e dell'arcivescovo Machin (promosso, grazie ai buoni uffici del viceré,
dalla mitra di Alghero a quella ben più prestigiosa e redditizia di Cagliari). I
due prelati convincono i rappresentanti dello Stamento ecclesiastico ad
126 Cfr. P. SAAVEDRA FAJARDO, Introduciones a la politica y razón de Estado del Rey católko
don Fernando (1631), Madrid 1946, BAE, vol. 25, lib. II, cap. III, pp. 1235-1236. Per un quadro generale sul pensiero politico di Saavedra Fajardo cfr. F. MURILLO FERROL, Saavedra
Fajardo y la politica del Barroco, Madrid 1957; A. JOUCLA-RUAN, Le tacitisme de Saavedra
Fajardo, Paris 1977; M. SEGURA ORTEGA, La filosofia giuridica y politica en las "Empresas" de
Saavedra Fajardo, Murcia 1984; Espaiki y Europa en el siglo XVII. Correspondencia de Saavedra
Fajardo (1631-1633), a cura di Q. Aldea Vaquero, Madrid 1986.
59
appoggiare la politica del Pimentel; il Machín docente di teologia in diversi
collegi è un profondo conoscitore della cultura spagnola e dispone di informazioni di prima mano sul dibattito filosofico e politico in atto nelle università ispaniche.
Anche Gaspare Prieto non è uno sprovveduto vescovo di provincia ma un
personaggio di alto profilo politico che ha vissuto a lungo in Catalogna e in
Aragona e ha visitato tutti i dominii spagnoli. Col Machín, di cui è amico fraterno127, condivide la convinzione che il vescovo, come pastore di anime,
debba contribuire ad armonizzare l'azione politica e la legge divina per realizzare quel modello cattolico di vita sociale che la dottrina controriformista
àncora alla disciplina interiore e all'autorità del principe cristiano, e per far
prevalere i loro convincimenti i due prelati partecipano alle Corti e si battono
per la concessione del donativo alla Corona'28.
A tal fine essi incoraggiano il giurista Antonio Canales de Vega, professore
di diritto nell'ateneo cagliaritano e avvocato dello Stamento ecclesiastico, a
pubblicare quei Discursos con i quali l'alto clero del Regno di Sardegna cerca
di «buscar rapnes» a favore di una collaborazione armonica tra la monarchia
e il Regno'29.
2. Riprendendo le tematiche care al costituzionalismo catalano-aragonese"°, il
127
Gaspare Prieto, oltre che grande elettore del Machín a generale dell'Ordine mercedario
delle provincie spagnole, gli fece per diversi anni da segretario. Quando il Machín rinuncerà al
vescovado di Alghero per l'arcivescovado di Cagliari farà di tutto perché la mitra algherese
venga assegnata all'amico Gaspare.
128 il viceré, nel proporre il Machín all'attenzione del sovrano per la concessione di ulteriori
grazie, lo informa che l'arcivescovo di Cagliari, in qualità di prima voce dell'Ecclesiastico, ha
operato abilmente affinché non solo i sindaci dei Capitoli diocesani di Cagliari ed Iglesias
(Giovanni Cau e Antonio Scarchoni) ma l'intero Stamento esprimessero voto favorevole alle
richieste del viceré. Cfr. ACA, C.d.A., leg. 1360 e 1358. Il legame fra l'alto clero e la Corona era
strettissimo. Per antico privilegio pontificio il re d'Aragona poteva proporre le candidature
vescovili senza che la cancelleria apostolica potesse intervenire in merito. Su tale antico diritto
cfr. R. TURTAS, Note sui rapporti fra i vescovi di Alghero e il Patronato regio, in Alghero, la
Catalogna e il Mediterraneo cit., pp. 399-408. Più in generale, per alcune riflessioni critiche sul
ruolo svolto dal dero nella Spagna barocca cfr. E J. ARANDA PEREZ, Socieclad y élites eclesidsticas en la Esparia moderna, Cuenca 2000.
129 Per una edizione critica del testo e una approfondita analisi del ruolo svolto dai due prelati
nella elaborazione delle tesi esposte nei Discursos cfr. A. CANALES DE VEGA, Discursos y apuntamientos sobre la proposición hecha en nombre de su Magestat a los tres Bracos Ecclesidstico, Militar
y Real (a cura di A. Murtas e G. Tore), Cagliari 2007, Introduzione, pp. 11 ssgg.
130
Sui privilegi costituzionali concessi ai sudditi dalla Corona d'Aragona e sul loro utilizzo
politico cfr. L. GONZALEZ ANTÒN, Las cortes en la Esparia del Antiguo Régimen, Madrid 1989;
J. H. ELLIOTT, La rebelión de los Catalanes. Un estudio sobre la decadencia de Espatia (15981640), Madrid 1989; D. LARIO RAMIREZ, El Comte-Duc d'Olivares i el regne de Valencia,
Valencia 1986; E. SOLANO CAIVION, Poder mondrquico y Estado pactista. 1626-1652. Los aragoneses ante la Unión de armas, Zaragoza 1987; L. GulA MARIN, Cortes del reinado de Felipe IV
Cortes Valencianas de 1645, Valencia 1984.
60
Canales de Vegam, nel primo dei suoi Discursos y Apuntamientos, che dedica
idealmente agli Stamenti, sostiene l'utilità delle Corti come strumento di governo e di rappresentanza degli interessi del Regno davanti al sovrano. La partecipazione ad esse non deve essere motivata dal desiderio di acquisire ricchezze
ed onori ma dalla ricerca di pace e giustizia, valori indispensabili alla convivenza civile e condizioni necessarie alla "conservazione" dello Stato. Il sovrano ha
convocato infatti le Corti per chiedere a tutti i sudditi il loro contributo alla
difesa dei dominii della Corona minacciati da diversi e agguerriti nemici.
Nel secondo discorso, dopo aver esposto le tesi di diversi autori, favorevoli
alla potestà assoluta del principe e al diritto che egli ha di imporre tributi132,
131 Antonio Canales de Vega nasce in una agiata famiglia di origine cagliaritana. Rimasto orfano in giovane età, per mantenersi agli studi può contare, unitamente alla madre ed ai fratelli, su
un discreto capitale lasciato dal padre (2500 ducati) che esercitava la mercatura. Egli frequenta a
Cagliari le scuole di grammatica e si iscrive all'università di Pisa dove studia per un biennio
(1619-1621). Si trasferisce quindi nella penisola iberica e nel 1621 si immatricola all'università di
Salamanca e vi completa gli studi graduandosi in utroque iure i122 aprile 1624. Dopo una breve
esperienza di insegnamento nelle università spagnole rientra nella città d'origine dove esercita
l'avvocatura. Successivamente gli viene affidato l'insegnamento di vísperas de leyes nell'università
cagliaritana appena costituita (1626) e diventa uno dei più accreditati giuristi sardi. Per l'abilità
dimostrata nell'esercizio della professione, su indicazione dell'avvocato Giovanni Camier e del
giudice Dexart l'arcivescovo Machín lo nomina avvocato dello Stamento ecclesiastico. Al fine di
stimolare il dibattito politico sui problemi economici, politici e sociali che la guerra sta facendo
emergere egli pubblica i Discursos y Apuntamientos che vengono apprezzati dalle autorità e dai
ceti privilegiati del Regno. In questo periodo sposa Elisabetta Garau de Phia che gli porta in
dote 100 mila ducati. Deceduta quest'ultima si risposa con la nipote del giurista Giovanni
Dexart. Il secondo matrimonio gli consente di accelerare ulteriormente l'ascesa economica e
sociale. Per i meriti acquisiti durante le Corti viene proposto e nominato dal presidente Prieto
assessore alla Procurazione reale (18 giugno 1632). Nel quinquennio successivo, alle responsabilità proprie del letrado accompagna una intensa attività forense della quale restano numerose
allegazioni a stampa. Dopo il reimbarco del corpo di spedizione francese, che aveva occupato la
città di Oristano (1637), pubblica una prolissa e ridondante relazione nella quale esalta nominativamente il valore dei nobili sardi e l'operato del viceré. La pubblicazione, che verrà inviata a
Filippo IV, apre al Canales la carriera della magistratura nella Reale Udienza di Cagliari (4 settembre 1637). H favore vicereale gli consente infatti di prevalere su alcuni concorrenti più titolati. La considerazione e il prestigio di cui gode gli attireranno forti invidie tanto da costringerlo a
difendersi da diverse accuse. Muore a Cagliari nel 1659. Cfr. ACA, Càmara de Aragón, Reg. 316,
fol. XXXIII; P. TOLA, Dizionario degli uomini illustri cit., vol. I, pp. 161-162; G. Pisy, Dizionario
biografico degli Italiani cit., vol. XVII, ad vocem, pp. 701-702; A. RUNDINE, Gli studenti sardi
all'Università di Salamanca (1580-1690), in R. TURTAS, A. RUNDINE, E. ToGNarn, Università,
studenti, maestri. Contributo alla storia della cultura in Sardegna, Sassari 1990, p. 82. Sulla
Relación scritta dopo la conquista di Oristano e sui vantaggi che egli ne trae cfr. E MANCONI,
L'invasione di Oristano nel 1637: un'occasione di patronazco real nel quadro della guerra ispanofrancese, in «Società e Storia», a. XXII, n. 84, 1999, pp. 253-279. Ulteriori riferimenti alla sua
attività politico culturale ín E ELMS DE TEJADA, Cerdeiia hispanica, Sevilla 1960, pp. 107 ss.
132 A. CANALES DE VEGA, Discursos y Apuntamientos sobre la proposición becha en nombre de
su Magestad à los tres Braps Ecclesiastico, Militar y Real, Caller 1631. Le citazioni che seguono
fanno riferimento all'edizione originale conservata nella Biblioteca Universitaria di Cagliari
(Sala Piccola). In particolare sulla politica fiscale vedi le pp. 12-13-
61
per riaffermare gli antichi privilegi parlamentari dei corpi rappresentativi ricorda che la piena sovranità del principe, in Sardegna e negli altri territori della
Corona d'Aragona, è sottoposta da tempo immemorabile ad un regime costituzionale di tipo contrattualistico133. I capitoli stipulati in vim contractus diventano irrevocabili per le due parti e devono essere rispettati. Tradizionalmente,
nei regni catalano-aragonesi, per antico privilegio, ogni richiesta finanziaria
della Corona deve ottenere il consenso delle Corti134. Tuttavia, a differenza di
quanto andavano sostenendo in quegli anni alcuni giuristi catalani, la difesa
che il Canales de Vega fa dei privilegi del Regno non implica, come in
Catalogna, il rifiuto del «soccorso» alle armi regie. Facendo proprie le tesi
sostenute dal Prieto in alcuni suoi scritti il dotto giurista sostiene il principio,
che anche gli ecclesiastici sono tenuti ad onorare l'impegno e a tale proposito
ricorda che, pur essendo tradizione consolidata, che il pagamento del donativo
venga effettuato dopo la richiesta presentata dal sovrano al sommo Pontefice e
la firma della bolla papale, quando i nemici premono ai confini del Regno la
Chiesa spagnola, senza attendere l'autorizzazione papale, ha sempre spogliato i
propri templi offrendo alla Corona i mezzi per difendersil".
Canales de Vega afferma inoltre che se l'obbligatorietà morale e giuridica del
tributo non esime i vassalli dal pagamento del donativo dovuto alla Corona, essa
impegna anche quest'ultima a non richiedere più di quanto í sudditi sono in
grado di pagare136. Dopo aver salvaguardato, in linea di principio, le leggi fondamentali del Regno il Canales, avallando quanto il viceré e la Reale Udienza andavano sostenendo da tempo, afferma dunque che la monarchia può utilizzare il
denaro e le risorse offerte dalle Corti nella forma che riterrà opportuna. Tuttavia
sul piano fiscale egli, in nome della giustizia «distributiva», avanza alcune innovative proposte con le quali cerca di contribuire ad incrementare le entrate della
133 Sull'idea di costituzione nell'Europa medioevale e moderna cfr. E. H. KANToRovrrz, I due
corpi del Re: l'idea di regalità nella teologia politica medioevale, Torino 1989; J. G. POCOK, The
ancient costitution and the feudal law: a study of English historical thougth in the seventeenth century, Cambridge 1957; con alcuni aggiornamenti si veda ID., La repubblica nel pensiero politico
anglossassone, Bologna 1980; N. MATTEUCC.I, Storia del costituzionalismo moderno, Torino 1988;
R. MOUSNIER, La costituzione nello stato assoluto. Diritto, società, istituzioni in Francia dal
Cinquecento al Settecento, Napoli 2002, pp. 185 ss.; MC ILWAIN, Costituzionalismo antico e
moderno, Bologna 1990; R C. VAN CAENEGEM, Il diritto costituzionale occidentale, Roma 2002.
134 Cfr. A. CANALES DE VEGA, Discursos cit., Discurso segundo, pp. 21-30.
135 Sui rapporti tra Chiesa e Stato nella Spagna degli Asburgo cfr. Q. ALDEA VAQUERO,
Iglesia y Estado en la E.sparia del siglo XVII, «Miscelnia Comillas», Santander 1961; ID., Iglesia
y Estado en la epoca barroca, in Historia de &paria a cura di R. Menéndez Pidal cit. tomo XXV
e R. RODRIGUEZ, M. SORIANO, Razón de Estado y dogmatismo religioso en la Espana del siglo
XVII, Barcélona 1976; CH. HERNANN, L'Église d'Espagne sous le patronage royal (1476-1834).
Essay d'ecclesiologie politique, Madrid 1988; Iglesia y sociedad en el Antiguo Régimen, «III
Reunión Cientifica de la Asociación Espafiola de Historia Moderna», a cura dí E. Martinez
Ruiz e V. Surez Grimón, Las Palmas de Gran Canaria 1995.
136 A. CANALES DE VEGA, Discursos cit., p. 46.
62
Corona alleggerendo la quota fiscale pro-capite. L'obiettivo a cui mira l'avvocato
dell'Ecclesiastico, sul quale concordano anche gli altri Statuenti, è quello di eliminare i dannosi effetti che gli asientos sulle esportazioni di grano (con i quali il
Regno era riuscito a pagare puntualmente per cinque anni il donativo
dell'Unión) stanno determinando sull'economia dell'isola. A tal fine propone di
sostituire i dazi di esportazione con quelli sulla produzione e la vendita delle
merci che si andavano sperimentando con buon successo in altri regni137 .
Di grande interesse appaiono anche i Discursos successivi. Il Canales sostiene
infatti che una delle condizioni per la conservazione degli stati è l'efficienza della
giustizia e la tempestiva condanna degli autori dei delitti. Di solito le incertezze e
i ritardi, afferma l'avvocato dell'Ecclesiastico, derivano o dalla presenza di troppe
leggi in contrasto tra loro o dalla confusione esistente negli uffici. Il Canales ritiene che al caso sardo non si adatti la soluzione adottata in Castiglia con la Nueva
Récopilación, cha ha unificato il diritto in un unico corpus legislativo. Tale atto
potrebbe anzi causare «el dario universal de todos los reynos». In Sardegna sarebbe invece opportuno riorganizzare le funzioni e le competenze della Reale
Udienza istituendo una sala criminale. I giudici assegnati alla giurisdizione civile,
non potendo dedicare molto tempo alle cause criminali, lasciano infatti per anni
gli imputati in carcere ed essi muoiono «antes de obtener el despacho»138 . La
popolazione del Regno è infatti cresciuta notevolmente con un inevitabile
aumento della criminalità e con essa è aumentato anche il numero dei processi e
delle sentenze pronunciate dai veghieri, dal governatore di Sassari, dai baroni e
trasmesse in appello ai pochi giudici della Reale Udienza. Partendo da tali considerazioni Canales rivendica per il Regno parità di diritti con il Principato di
Catalogna, con il Regno di Aragona e quello di Valenza che avevano ottenuto dal
sovrano l'istituzione di una sala criminale fin dal XV secolo139.
All'affermazione di una perfetta eguaglianza con gli altri dominii si collega
anche la rivendicazione della esclusività degli uffici civili e militari e delle cariche ecclesiastiche ai naturales dell'isola. Il rilevante numero di laureati e l'istituzione di ben due università — egli afferma. — consentono infatti ai ceti dirigenti dell'isola di accedere a qualsiasi ufficio regio e di distinguersi per capa137 A.
138 A.
CANALES DE VEGA, Discursos cit., p. 57.
CANALES DE VEGA, Discursos cít., pp. 91 ss.
139 Sulla istituzione e sull'organizzazione della Reale Udienza in Sardegna cfr. L. LA
VACCARA, La Reale Udienza. Contributo allo studio delle istituzioni sarde durante il regime spagnolo, Cagliari 1928; per ulteriori indicazioni e una revisione critica degli studi cfr. A.
MATTONE, Il Regno di Sardegna e il Mediterraneo nell'età di Filippo IL Difesa del territorio e
accentramento statale, in «Studi Storici» n. 2, 2001, pp. 326 ss. Per una rassegna storiografica
ed una analisi comparata delle funzioni svolte dalle Audiencias e dai Consejos nei regni spagnoli
cfr. P. MOLAS RIBALTA, Consejos y Audiencias, in «Studia Historica. Historia Moderna», XV,
1996, pp. 9-21.
14° Sui legami tra la Sardegna e gli altri regni aragonesi e sulla rivendicazione di una perfetta
63
cità e scienza14°. Due sardi (Olives e Vico) sono diventati letrados del
Supremo Consiglio d'Aragona, diversi altri hanno esercitato la magistratura
nei tribunali, o sono stati chiamati a ricoprire importanti incarichi a Corte.
Privarli degli uffici esistenti nel Regno equivale dunque a defraudarli dei propri diritti. I tre ordini sperano pertanto che Filippo IV conceda tale grazia e
intervenga con severità anche contro quegli ecclesiastici «teste di ferro» che
fanno da prestanome a prelati forestieri non residenti141 .
Le stesse considerazioni possono essere fatte per le cariche militari. Dopo
aver dimostrato col coraggio e col sangue versato il proprio valore nel
Monferrato e nelle Fiandre gli ufficiali sardi sono ormai in grado di comandare i soldati del tercio "nazionale"; per tale ragione le piazze disponibili non
devono essere assegnate a militari di altri regni.
Al Canales appare inoltre di rilevante importanza, per gli effetti sociali che
può esercitare, la questione dei sequestri giudiziari per debiti che nel Regno si
stavano trasformando in uno strumento di arricchimento di notai ed esattori.
Costoro infatti intervenivano chiedendo di riscuotere somme superiori al debito sottoscritto dal creditore e, dopo aver ricevuto la loro diaria, se ne andavano, lasciando insoddisfatti i due contendenti'42. Lo Stamento ecclesiastico,
attraverso il proprio avvocato, chiede che il sistema di riscossione diretta gestito da speciali giunte locali controllate dagli Stamenti venga applicato anche alla
riscossione del donativo ordinario e del sussidio dell'excusado corrisposto dal
clero perché le procedure in uso stavano causando spiacevoli inconvenienti'43.
eguaglianza politica e costituzionale con essi cfr. F. MANCONI, «De no poderse desmembrar de la
Corona de Aragón»: Sardegna e paesi catalani in un vincolo lungo quattro secoli, in «Archivio
Sardo. Rivista di Studi Storici e Sociali», n.s., n. 1, 1999, pp. 43 ss.
141
Dopo la celebrazione del Parlamento la Reale Udienza, sulla base del privilegio concesso
al Regno, intenterà un processo al dottor Giovanni Contena, nativo di Ozieri, per disconoscerne la nazionalità. La Cancelleria apostolica utilizzava infatti l'interessata disponibilità dell'ecclesiastico sardo per concedere benefici a prelati non residenti, ed in particolare al cardinale
Albornoz; cfr. J. DEXAR'T, Capitula sive Acta cit., lib. II, tit. H, cap. III, p. 341.
142 Venendo incontro a tali richieste il sovrano disporrà che le esecuzioni per debiti d'imposta vengano affidate al giudice ordinario ed il marchese di Bayona, con un altro provvedimento,
sospenderà i sequestri giudiziari decretati dagli ufficiali regi nei confronti dei vassalli renitenti e
le affiderà ai sindaci delle comunità.
143 Nel 1629 la Giunta sul donativo, preso atto del persistente rifiuto dell'arcivescovo
Passamar e della mancanza di mezzi del vescovo Prieto a pagare le rate di donativo assegnate
loro nel Parlamento straordinario del 1626, dopo ripetute diffide e l'intervento del marchese de
Ovate, ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede, emise due ordini di sequestro sui beni
della mensa vescovile della diocesi di Sassari e di quella di Alghero. Le resistenze al pagamento
nascevano dal fatto che il peso fiscale e le grazie che gravavano sui vescovadi sardi erano spesso
eccessivi e lasciavano talvolta i prelati senza mezzi. Nel 1634 le rendite del vescovado di
Alghero erano, ad esempio, di 4000 reali da 8. Metà di tale somma era destinata al pagamento
di pensioni e tributi imposti dal sovrano; con l'altra metà il vescovo Prieto doveva far fronte ai
propri impegni ecclesiali e al pagamento delle rate sui diritti richiesti dalla Cancelleria apostolica per il rilascio della bolla pontificia relativa alla nomina. Sull'attività svolta dalla Giunta del
64
Nell'ambito della riaffermazione degli antichi rapporti pattizi tra Corona e
Regno si inserisce infine la richiesta di una definitiva riconferma del privilegio
di foro ai militari (Discurso XI). Aí membri dello Stamento nobiliare il diritto
di essere giudicati da una Corte di pari in materia criminale era stato concesso
nei parlamenti del 1484 e del 1511 e tale privilegio era restato in uso fino al
1602144. In quell'anno, sulla base di una relazione della Reale Udienza che
segnalava alcuni abusi, il re ne aveva sospeso l'applicazione.
ll Canales de Vega, che faceva già parte di quello Stamento per avere acquisito, grazie al viceré Bayona, il cavalierato e la nobiltà, nei Discursos sviluppa
una serrata argomentazione nella quale sostiene che tale privilegio era stato
ottenuto con leggi pattuite e sancito da un solenne e irrevocabile giuramento
regio. L'impianto giuridico della richiesta si rifà alla consolidata tradizione
giuridica catalano-aragonese del Belluga'45 e del Cancer146, ma l'avvocato
dell'Ecclesiastico non esita ad utilizzare anche la dottrina giuridica della
seconda scolastica spagnola con la quale si era familiarizzato nel corso degli
studi'47. Nel chiudere le sue argomentazioni l'illustre giurista sottolinea, infine, il fatto che, essendo compreso fra i privilegi dei sudditi delle città regie e
perfino dei vassalli feudali anche il diritto ad essere giudicati da probiviri,
sarebbe ingiusto negare tale grazia proprio ai nobili148.
Nella parte finale del volumetto il Canales de Vega difende il privilegio che
più premeva al Militare: la possibilità di autoconvocarsi per discutere sui prodonativo fra il 1626 ed il 1638 cfr. ACA, C.d.A., leg. 1143, 1148, 1149. Sul sequestro delle
entrate vescovili e sulle rendite dei vescovadi sardi cfr. ASC, AAR, BC 51, Mandati dell'8 marzo
e del 28 settembre 1629, f. 35, 255; R. TURTAS, Storia della Chiesa cit., pp. 355 e 358, nota 105;
B. ANATRA, Chiesa e società nella Sardegna barocca, in Arte e Cultura del '600 e del '700 in
Sardegna, a cura di T. Kirova, Napoli 1984, p. 150.
144 Tra il viceré e il ceto nobiliare, negli anni compresi fra la concessione del privilegio
(1484) e la sua revisione normativa (1511), sorsero diverse controversie che indussero il sovrano a chiarire meglio i termini della concessione. Sulla composizione delle giurie e sul ruolo che
avrebbero dovuto avere i probi uomini nominati dallo Stamento militare si veda quanto rilevano Anna Maria Oliva e Olivetta Schena: cfr. A. OLIVA, O. SCHEMA, I Parlamenti DusayRebolledo nella Sardegna di Ferdinando II, Cagliari 1994, p. 211.
145 Cfr. BELLUGA PETRUS, Speculum Principum... cum repertorio alphabético, Parisiis, a
Gallioto Pratensi 1530, rub. 7, n. 2 e rub. 22, n. 31.
146 Cfr. I. CANCER, Variae Resolutiones iuris Caesarei, Pontifici et Municipalis, Principatus
Cathaloniae, Venecia 1642, III, cap. I, n. 147. Per un quadro generale sul costituzionalismo
catalano aragonese si veda V. FERRO, El dret públic català. Les institucions a Catalunya fins al
decret de Nova Planta, Vic 1997.
147
L'opera a cui il Canales de Vega fa frequente riferimento è il de Legibus del Suarez: cfr. E
SUAREZ, Tractatus de Legibus ac Deo legislatore in decem líbros distributus, a cura di J.
Torrubiano, Madrid 1918-1921, VIII, c. 37, n. 5; ID., De Legibus. De natura legis (coord.
Luciano Pereiía), Madrid 1971. Sul rilevante contributo del Suarez alle fondamenta del pensiero ontologico moderno cfr. J. E COURTTNE, Il sistema della metafisica. Tradizione aristotelica e
svolta di Suarez, a cura di C. Esposito, Milano 1999.
148 A. CANALES DE VEGA, Discursos cit., p. 168.
65
blemi del Regno'49. A tal fine egli, sulla scorta di quanto aveva già sostenuto il
Dexart in un anonimo memoriale, demolisce sistematicamente le tesi regaliste
sulla potestà assoluta del principe che il reggente Vico aveva prospettato nelle
Corti del 1624 per non concedere ai nobili la facoltà di autoconvocarsil". In
tal modo il Canales si guadagna la considerazione e la stima dello Stamento di
cui fa parte, stabilisce una solida intesa tra clero e nobiltà (funzionale ad una
comune strategia di rivendicazione cetuale nelle Corti che si vanno celebrando) e candida lo Stamento ecclesiastico a svolgere un ruolo di primo piano
nella difesa degli interessi del Regno.
I Discursos del Canales de Vega, per l'ampiezza dei problemi che affrontano, dal rapporto tra monarchia e Corti all'obbligatorietà del donativo e al
rispetto dei fueros; dall'eguaglianza amministrativa alla riforma dell'intero
sistema fiscale; dalla tranquillità e conservazione del Regno alla efficiente
gestione della giustizia; dalla riserva ai naturales delle cariche e degli uffici
all'attuazione di alcune incisive riforme a favore dei produttori agricoli, costituiscono la cornice politica e giuridica fondamentale all'interno della quale
vanno inserite le richieste e i capitoli che il Regno presenta al viceré Bayona
durante le Corti.
149 Sulla normativa relativa alle riunioni dello Stamento si veda quanto rileva il Dexart riassumendo magistralmente la complessa questione: cfr. J. DExAvr, Capitula sive Acta cit., tomo I,
cap. V, tit. II, lib. I, fol. 67 e tit. II, lib. Il, fol. 25, cap. 16.
"° Il memoriale è anonimo. Redatto in occasione delle tumultuose riunioni del parlamento
Vivas, per la ricchezza delle citazioni e la fondatezza delle argomentazioni giuridiche è stato
unanimemente attribuito dai contemporanei al Dexart. Cfr. Por el Estamento Militar del Reyno
de Cerderia y Setiores de Vassalos de Cerdeni con el Virrey, s. a. né luogo di stampa (ma 1625).
66
4.
Richieste, aspirazioni, interessi
di una società in rapida trasformazione
1. La rilevanza istituzionale delle Corti del 1631-1632 nasce dal fatto che dopo
mezzo secolo di lenta ma progressiva crescita i ceti privilegiati, allarmati dalla
crisi economica e dall'inflazione strisciante, dal perdurare e dall'estendersi
della guerra, si interrogano sulle potenzialità economiche dell'isola e sulla sua
capacità di far fronte ad eventi di così ampia portata. La gravità della crisi sembra infatti minare anche il progetto di restauradón avviato dalla monarchia con
il rafforzamento dei rapporti politici e militari fra i regni ispanici151.
Tra il 1625 e il 1630, a stimolare questa riflessione e ad offrire una nuova
piattaforma politica di contrattazione è la ripresa della Guerra dei Trent'anni.
Fra le istituzioni del Regno il nuovo scenario economico e politico suscita
forti preoccupazioni. Per far fronte ad esse gli Stamenti rivitalizzano il ruolo
delle Cortes come strumento di difesa costituzionale e di affermazione di secolari diritti e le utilizzano per attivare con la Corona una complessa negoziazione delle loro aspirazioni cetuali. In cambio del coinvolgimento nel progetto
politico della Unión de Armas e del sostegno alla guerra in atto i ceti privilegiati cercano di ottenere la loro paritaria integrazione nel sistema amministrativo e di potere che la monarchia spagnola gestisce in Europa.
Al centro della trattativa viene posto il principio costituzionale dell'eguaglianza politica dei sardi con i sudditi degli altri regni iberici e l'estensione ad
essi dei privilegi costituzionali e giuridici di cui godono i corpi rappresentativi
del Principato di Catalogna e dei regni di Valenza e d'Aragonam. Il consenso
151 Sulle trasformazioni in atto nel mondo mediterraneo e sulla crisi dei dominii spagnoli cfr.
M. AYMARD, La fragilità di un'economia avanzata: l'Italia e le trasformazioni dell'economia europea, in Storia dell'economia italiana, vol. II, L'Età Moderna: verso la crisi, a cura di S. Romano,
Torino 1991, pp. 5-137; F. BRAUDEL, Civiltà materiale, economia e capitalismo (secoli XVXVIII), Torino 1981-1982, 3 voli.; I. WALLERSTAIN, Il sistema mondiale dell'economia moderna,
Bologna 1978-1982; G. PAGANO DE DIVITLIS, Mercanti inglesi nell'Italia del Seicento, Venezia
1990; P. MALANIMA, La fine del primato. Crisi e riconversione nell'Italia del Seicento, Milano
1998; R. VILLARI, La rivolta antispagnola a Napoli. Le origini 1585-1647, Roma-Bari 1967; G.
DE ROSA, Il Mezzogiorno spagnolo fra crescita e decadenza, Milano 1987. Per un bilancio complessivo e una revisione degli studi sul Mezzogiorno spagnolo si vedano le recenti annotazioni
critiche formulate dal Musi, dal Benigno e dal Verga: cfr. A. Musi, Napoli e la Spagna tra XVI e
XVII secolo. Studi e orientamenti storiografici recenti, in «Clio», a. X30(1, 1995, n. 3; ID., L'Italia
dei Viceré. Integrazione e resistenza nel sistema imperiale spagnolo, Salerno 2000; E BENIGNO,
Ripensare la crisi del Seicento, in «Storica», n. 5, 1996, pp. 7-52; M. VERGA, Il Seicento e i paradigmi della storia italiana, in «Storica», n. 11, 1998, pp. 7-42.
152 Sulle differenze costituzionali politiche ed economiche esistenti fra i tre regni aragonesi
67
alla politica del sovrano e della facción valida da parte di quei gruppi che la
monarchia, per ampliare la sua base sociale, cerca di coinvolgere nella gestione del potere centrale e periferico viene insomma concesso da corpi e istituzioni formalmente uniti dalla condivisione del programma di Unión de Armas
e dalla comune appartenenza sociale. Essi appaiono però divisi dall'adesione a
consorterie familiari che rivaleggiano fra loro per ottenere premi, onori e concessioni153 . L'azione del viceré è facilitata dal fatto che la Corona, preoccupata
per l'andamento della guerra, appare più disponibile del precedente decennio
a concessioni che vengano incontro alle effettive necessità del Regno e a tal
fine non esita ad attivare inedite modalità di governo coinvolgendo nell'analisi
dei problemi e nella individuazione delle soluzioni anche le istituzioni periferiche'54.
In questo contesto di reciproca debolezza politica, attraverso una serrata
corrispondenza tra la Corona e i due viceré che celebrano le Corti del 1632,
vengono tessute, con argomentazioni di straordinaria attualità, strategie clientelari che consentiranno alla monarchia di ottenere il donativo concedendo al
Regno alcuni privilegi sui quali da tempo si andava concentrando l'attenzione
degli Stamenti.
Per conseguire tale obiettivo il Bayona e il Consiglio d'Aragona lavorano
con grande impegno. Nel periodo che precede l'apertura del Parlamento e
durante la sua celebrazione le fonti documentarie evidenziano un flusso continuo di informazioni tra centro e periferia per conoscere anticipatamente le
possibili richieste dei tre Bracci, i capitoli elaborati da ciascuno Stamento e
cfr. A. MATTONE, Centralismo monarchico e resistenze stamentari cit., pp. 123-186; E MANCONI,
Le diseguaglianze di un rapporto economico e sociale. Catalogna e Sardegna nell'Età medioevale e
moderna, in In., Il grano del re. Uomini e sussistenze nella Sardegna d'antico regime, Sassari
1992, pp. 49-78; B. ANATRA, Sardegna è Corona d'Aragona nell'Età moderna, in I Catalani in
Sardegna, a cura di J. Carbonell e E Manconi, Cinisello Balsamo 1988, pp. 59 ss.; ID. Istituzioni
e società nella Sardegna spagnola: Medioevo persistente o modernizzazione zoppa?, in Nel sistema
imperiale: l'Italia spagnola, a cura di A. Musi cit., pp. 160 ss.
153 Per i rapporti con la Corona e i condizionamenti derivanti dai contrasti d'interesse esistenti all'interno degli Stamenti dei regni d'Aragona si vedano le stimolanti proposte metodologiche dell'Antón: cfr. L. GONZALEZ ANTON, La Corona de Aragón: régimen politico y cortes.
Entre el mito y la revisión historiografica, in «Anuario de Historia del Derecho Espatiol», LVI
(1986), pp. 1017-1042; ID., Espana y las Espanas, Madrid 2002, pp. 253-339.
154 Anche nel Regno di Sardegna sembrano prevalere quelle logiche di governo clientelare
che nella Spagna seicentesca caratterizzano i rapporti fra la Corte e le istituzioni periferiche.
Sulle dinamiche sociali fra centro e periferia nella penisola iberica cfr. P. FERNANDEZ
ALBALADEJO, Fragmentos de Monarquía cit., pp. 241-283; J. L. PALos, Catalunya i l'imperi dels
Austria. La pratica del govern (segles XVI i XVII), Lleida 1994; M. ARTOLA, La monarquía de
Espaiia, Madrid 1999; Les élites locales et l'état dans l'Espagne moderne au XVI-XIX siècle, a
cura di M. Lambert-Georges, Paris1993, pp. 178 ss.; M. A. FARGAS PENARROCHA, Familia i
poder a Catalunya (1516-1626), Barcelona 1997; AAVv., Espacios de Poder. Cortes, ciudades y villas . (S. XVI-XVIII), vol. I, a cura di J. Bravo, Madrid 2002.
68
perfino le richieste espresse da singoli individui. Esse vengono valutate dalla
segreteria viceregia tenendo conto della lealtà manifestata dai richiedenti nei
confronti del sovrano e del servizio prestato gratuitamente a favore dell'amministrazione o volontariamente sui campi di battaglia. Dopo tale verifica, comprovata da riscontri oggettivi, il viceré invia la richiesta al Consiglio d'Aragona
ed alla speciale giunta sulle Corti che 1'Olivares aveva istituito nel 1626155.
Nelle lettere che spedisce al protonotario Villanueva e al Conte-Duca il
Bayona delinea la piattaforma contrattuale che si va configurando e chiede
istruzioni e preventive autorizzazioni alla decretazione dei capitoli che implichino la rinuncia della Corona ad eventuali diritti anche quando essi si configurano
come spazi giurisdizionali ormai anacronistici. A Madrid le richieste provenienti
dal Regno vengono filtrate dal Consejo de Aragón che comunica al viceré i suggerimenti più opportuni, indicando anche gli spazi di contrattazione a cui egli
deve attenersi156. Talvolta, di fronte all'incertezza delle scelte, all'insufficienza
delle informazioni o alla carente documentazione degli uffici madrileni, la
Corona chiede anche il parere consultivo degli organi periferici coinvolgendoli
nella discussione. Nelle Corti del 1631-1632 il ministro-favorito fa ricorso con
una certa frequenza a questa prassi di governo, raramente utilizzata in precedenza, dando luogo ad interessanti riflessioni sulle novità introdotte nei rapporti tra centro e periferia dai gruppi e dalle fazioni legate al partito del valido"'
Per fornire al Consiglio d'Aragona e alla giunta sulle Corti un fondato
parere giuridico su alcuni capitoli che il viceré Bayona appare disposto a concedere, la Reale Udienza invia, ad esempio, a Madrid una argomentata con155 Sulle modalità di lavoro delle giunte e dei consigli e, più in generale, sulla struttura
amministrativa dello Stato spagnolo cfr. J. M. GARCfA MARfN, La burocracia castellana bajo los
Austrias, Madrid 1986; D. M. SANCHEZ, El deber del Consejo en el Estado moderno. Las Juntas
«ad hoc» en Espazia (1471-1665), Madrid 1993; J. L. ARRIETA ALBERDI, El Consejo Supremo de
la Corona de Aragón (1494-1707), Zaragoza 1994; J. E BALTAR RODRIGUEZ, Las juntas de
Gobierno en la Monarquía Hispanica (siglos XVI-XVII), Madrid 1998.
156 Sulle singolari coincidenze fra la prassi amministrativa utilizzata in Sardegna dal marchese di Bayona e quella in uso nel Regno di Valenza per far fronte alle tensioni sociali suscitate
dalla politica di Unión de armar, oltre agli antesignani lavori di J. MATEU IBARS, Los virreyes de
Valencia. Fuentes para su estudio, Valencia 1963 e ID., Los Virreyes de Cerdena. Fuentes para su
estudio, Padova 1964), si veda quanto ha recentemente rilevato L. GUfA MARIN, Els virreis i la
pratica del govern: serveis a la monarquía i orde públic a València i Sardenya a mitjans segle XVII,
in «XIV Congresso di Storia della Corona d'Aragona», La Corona d'Aragona in Italia cit., vol.
IV, Comunicazioni cit., pp. 181-196 e, soprattutto, ID., El regne de València. Pràctica i estil parlamentaris, in «Ius Fugit», nn. 10-11, anno 2001-2002, pp. 889-933, Institución "Fernando el
Católico", Zaragoza 2003. Più in generale, sugli orientamenti politici e sulle procedure seguite
cfr. E TomÀs Y VALIENTE, El gobierno de la Monarquía y la administración de los reinos en la
Espafia del siglo XVII, in Historia de Esparia, Menendez Pidal, vol. XXV cit.
157 Sul sistema di potere che ruota attorno, alla figura del valido, oltre all'ormai classico lavoro
di Tomàs y Valiente rimandiamo ancora una volta a: E BENIGNO, L'ombra del re. Ministri e lotta
politica cit., pp. 40-120. Ulteriori riferimenti in P. MOLAS RIBALTA, La Monarquía espariola (siglos
XVI-XVIII), Madrid 1990; J. ELLIOT e L. BROCKLISS (a cura di), El mundo de los validos cit.
69
sulta dalla quale traspaiono le convinzioni e gli orientamenti che i letrados
avevano sui principali problemi del Regnol".
Il primo argomento preso in esame (perché la Corona subordina la concessione di questo privilegio all'assenso della suprema magistratura operante nell'isola) è l'obbligo imposto ai feudatari di mantenere a loro spese, a difesa del
Regno, una compagnia di cavalleria leggera che si aggiungeva alle truppe miliziane mobilitabili in caso di invasione. Questo impegno, che si richiamava ad
un'antica prassi vassallatica da cui la nobiltà si considerava esentata in base ad
un privilegio concessole nelle Corti celebrate dal conte d'Elda (capp. 142 e
147), era stato reintrodotto dal viceré Vivas nell'ambito della strategia di centralinazione e controllo nobiliare varata dall'Olivares, ma, rilevava il Dexart
(difensore degli interessi del Braccio militare, nel Parlamento del 1624 ed estensore materiale del documento inviato a Corte nel 1631), lo squadrone di cavalleria si era rivelato poco utile sul piano militare e dannoso per la popolazione
civile, che durante le esercitazioni condotte nelle campagne era costretta a sobbarcarsi le spese di acquartieramento. Il vincolo vassallatico — aggiungeva il giurista sardo — sarebbe ben presto diventato superfluo anche dal punto di vista
politico e giurisdizionale perché, avendo Filippo IV invitato il viceré Bayona ad
alienare ai feudatari i diritti allodiali (con l'acquisto dei quali avrebbero ottenuto il dominio pieno e non condizionato della giurisdizione sul feudo), essi
sarebbero stati liberi da ogni obbligo e servizio nei confronti della Corona.
Ad attrarre l'attenzione della Reale Udienza sono soprattutto le questioni
legate all'amministrazione della giustizia. A tal fine i magistrati del Regno
affrontano subito i problemi connessi con la richiesta, fatta dai tre Bracci, di
istituire una sala criminale. I ministri considerano questa concessione non
solo utile ma necessaria e sottolineano il pesante carico di lavoro che ricade
sui magistrati della sala civile che, oltre alle cause relative al proprio ambito
giurisdizionale, devono esprimersi anche su quelle criminali e consigliare il
viceré su diversi affari di governo. Nella relazione inviata a Madrid essi sottolineano il fatto che l'eccessiva lentezza dei processi penali avvantaggia i malfattori e lascia impuniti molti delitti. Solo l'istituzione di una nuova sala criminale — a parere dei giudici — avrebbe potuto risolvere una situazione ormai
compromessa. Un altro fattore che favoriva la criminalità era, secondo la
Reale Udienza, la protezione offerta dagli ecclesiastici ai ladri e agli assassini
che si rifugiavano nelle chiese e nei conventi invocando il diritto d'asilo. 11
fenomeno, affermavano i magistrati, era particolarmente diffuso nel Capo settentrionale e per limitarne le ripercussioni sull'ordine pubblico il sindaco
della città di Sassari aveva supplicato più volte il sovrano di intervenire presso
il pontefice per chiedere la sospensione di questo privilegio. L'immunità spinl" La Consulta, preparata dal Dexart, il 30 aprile 1632 venne firmata anche dal reggente
Bemat e dai giudici Andrada, Corts e Rosso. Cfr. ACA, C.d.A., leg. 1161.
70'
geva infatti i delinquenti, nelle ore notturne, ad effettuare intimidazioni o
omicidi alimentando un clima di conflittualità tra fazioni, di paura e di sospetto che faceva parte ormai delle consuetudini di vita della città turritanal". I
magistrati invitavano pertanto il sovrano ad istituire senza ulteriori indugi la
nuova sala per tutelare e difendere l'ordine pubblico, favorire la convivenza
civile ed elevare il prestigio e la credibilità della monarchia.
Nell'ambito della riforma della giustizia si inserisce anche il sostegno che la
suprema magistratura del Regno offre alla richiesta presentata dall'avvocato
dello Stamento ecclesiastico di concedere alle città di Oristano, Bosa ed
Iglesias il privilegio di affidare ad un letrado l'incarico di assessore del veghiere alle cause civili e criminali. Tale ufficio, in base ad una secolare tradizione,
veniva infatti gestito da nobili o cittadini honrados con discutibili risultati.
Questi ultimi — rilevavano i magistrati —, essendo privi di nozioni giuridiche,
nel pronunciare le sentenze si lasciavano condizionare da passioni partigiane
suscitando una permanente conflittualità sociale che ricadeva sui tribunali
regi. Le curie feudali e la Reale Udienza venivano infatti costantemente sommerse dai ricorsi inoltrati da singoli cittadini, gruppi o fazioni16°.
Tenendo conto della situazione i magistrati del supremo tribunale del
Regno caldeggiavano dunque l'affidamento di questo delicato incarico ad un
dottore in diritto. Quest'ultimo, utilizzando imparzialmente le leggi, avrebbe
potuto evitare l'insorgere di odi, dissidi e vendette fra individui, famiglie, consorterie.
Se la Reale Udienza si limita ad esprimere il proprio parere su alcuni dei
capitoli presentati classificandoli in base a una scala di priorità funzionale alle
proprie finalità istituzionali, i corpi rappresentativi del Regno pongono al
primo posto dei loro desiderata la fine del monopolio sulle esportazioni cerealicole.
2. Nella serrata trattativa che precede la convocazione delle Corti, l'unico
vero scontro tra la Corona e i ceti si verifica infatti sul problema degli
asientos161. Ministri, giudici, nobili e prelati, tramite il viceré, chiedono inutilCfr. ACA, C.d.A., leg. 1161, Consulta della Reale Udienza del 30 aprile 1632 cit.
Sulle giunte di probi viri e sul loro ruolo nella amministrazione della giustizia cfr. R. Di
Tucci, L'organismo giudiziario sardo: la Corona, ín «Archivio Storico Sardo», a. XII, 1916-1917;
A. ERA, Il «juhi de prohomens» in Sardegna, in «Rivista di Storia del Diritto Italiano», a. II,
1929, n. 3.
161 L'asiento era un contratto di prestito sottoscritto dalla monarchia con uno o più commercianti detti asentistas. Essi si impegnavano a fornire alla Corona una determinata quantità di
denaro, in genere molto elevata, in una piazza finanziaria prestabilita. La garanzia era costituita
da rendite dello Stato che i creditori gestivano fino alla restituzione del prestito. Il rimborso
avveniva in monete diverse da quelle in cui era stato erogato il credito e pertanto il contratto
implicava anche il ricorso al sistema dei cambi internazionali.
1"
160
71
mente al sovrano di rinunciare a tale tipo di contratto che sta impoverendo il
Regno162. Filippo IV, pressato dalle necessità di guerra, deve continuare a sottoscrivere tali impegni finanziari perché non ha alternative.
Il primo asiento, di durata triennale, dell'importo di 100 mila ducati, era
stato firmato nel 1629 per far fronte alle urgentissime necessità finanziarie e
militari determinate dalla calata dell'esercito francese in Italia. Come si è già
rilevato, fra l'élite del Regno esso non suscita particolari reazioni perché il
viceré Bayona ha l'accortezza di coinvolgere nell'affare nobili ed ecclesiastici
interessati ad esportare i frutti delle loro rendite. I problemi emergono di
colpo l'anno successivo, quando gli appaltatori dei diritti sulle esportazioni,
estendendo il loro ferreo monopolio su tutto il commercio del settore in qualità di unici acquirenti, impongono prezzi d'acquisto bassissimi non solo ai
contadini ma anche ai baroni e agli alti prelati. Mentre le rendite feudali e
quelle decimali, a causa del calo dei prezzi dei cereali, si riducono del 2030%, le merci provenienti dall'estero rincarano vistosamente per í rischi di
guerra, creando una stagnazione produttiva che si accompagna ad una rilevante inflazione. A causa del monopolio commerciale introdotto nel Regno e
del drenaggio fiscale in atto con i donativi la moneta d'argento diventa infatti
sempre più rara e quella di rame, fortemente svalutata, non consente di effettuare acquisti di manufatti provenienti dall'estero poiché i commercianti
impongono rapporti di scambio troppo sfavorevoli. Inflazione, stagnazione e
pressione fiscale creano un crescente malcontento in tutti gli strati sociali, che
accusano i monopolisti di arricchirsi alle spalle della popolazione. Il basso
prezzo dei cereali, non consentendo agli agricoltori di coprire le spese di coltivazione e di pagare gli interessi sui prestiti usurai che essi hanno sottoscritto,
accresce il numero dei sequestri per debito inducendo molti piccoli produttori — come sottolinea Antonio Canales de Vega nei suoi Discursos — ad abbandonare la terra e a darsi al banditismo e al vagabondaggio. La contrazione
delle coltivazioni, determinata dal monopolio sui prezzi e sulle esportazioni,
riduce non solo le entrate delle casate feudali e del ceto ecclesiastico e le riserve annonarie esistenti nei villaggi e nelle città ma anche il surplus cerealicolo
destinato all'esportazione163 .
Cfr. Parlamento, doc. n. 635, c. 925.
Il contratto di asiento sembra determinare anche nel Regno di Sardegna gli inconvenienti
finanziari segnalati dai letrados e dagli arbitrasti dei regni di Napoli, di Sicilia e di Valenza. Al
riguardo si vedano le lettere spedite dal viceré al Consiglio d'Aragona e le consulte dí questo
importante organo amministrativo. Cfr. ACA, C.d.A., leg. 1181, 1169, lettera del viceré Bayona,
in data 14 novembre 1629; consulte del C.d.A. del 1 febbraio 1630 e del 13 aprile 1631. Per un
quadro generale sulle conseguenze del monopolio cerealicolo cfr. B. ANATRA, Aspetti della congiuntura seicentesca cit., pp. 1-41: ID., L'annona in Sardegna cit., pp. 95. Il monopolio cerealicolo accelera quei fenomeni di contrazione delle terre coltivate che è stato rilevato in altri territori
italiani governati dalla monarchia ispanica. Per un confronto cfr. O. CANC1LA, Impresa, reddito,
162
163
72
Allo scadere del triennio, mentre la Corona esercita pressioni sul viceré1"
perché faccia approvare il secondo asiento, Agostino Bonfant, segretario del
Reale Patrimonio, su richiesta del Consiglio regio, informa Filippo IV che per
completare il primo contratto, che prevedeva l'esportazione di 192.000 quintali di grano, è necessario rilasciare autorizzazioni all'imbarco per altri 60
mila quintali. Nel maggio e nel giugno del 1631, mesi di congiuntura tra il
vecchio e íl nuovo raccolto, il timore che i commercianti genovesi controllino
per altri tre anni l'esportazione del Regno, creando ulteriori squilibri produttivi e artificiali carestie, si diffonde in tutti i ceti sociali facendo emergere altre
vivaci proteste. Scomparso il viceré Bayona, che con lusinghe e promesse di
grazia era riuscito a sopire ogni dissenso, al nuovo presidente del Parlamento
giungono non solo suppliche ma anche perentorie richieste nelle quali i tre
Bracci e il Consiglio civico della capitale, per porre fine a questo contratto
iugulatorio, si offrono di pagare (dilazionata in un triennio) la somma offerta
al Tesoro regio dagli appaltatori dei diritti sulle esportazioni cerealicole.
L'ordine tassativo del sovrano di firmare il contratto del secondo asiento a
qualsiasi condizione per poter saldare con esso una parte degli 850 mila
ducati che Giulio Cesare Escaguola, rappresentante del ramo portoghese dei
Fiigger, gli ha prestato nel 1629, non lascia però alcuno spazio di manovra né
al presidente Prieto né al Consiglio del Reale Patrimonio, né alla stessa
monarchia'65. Mentre l'Olivares ed i suoi consiglieri ridefiniscono i progetti
di guerra contro la Francia, sul piano fiscale, l'abolizione della tassa castigliana dei millones, il fallimento di quella gravante sul sale e il naufragio della
flotta atlantica che trasportava 2 milioni di ducati rendono assolutamente
indispensabile la collaborazione offerta alla disastrata Tesoreria regia dalla
finanza portoghese166 .
mercato nella Sicilia moderna, Roma-Bari 1980; E. PAPAGNA, Grano e mercato nella Puglia del
Seicento, Bari 1990; A. M. VISCEGLIA, Territorio, feudo e potere locale. Terra d'Otranto tra
Medioevo ed età Moderna, Napoli 1988.
164 ACA, C.d.A., leg. 1180, lettera del re Filippo IV al viceré Bayona, Madrid, 1631, 2
marzo.
165 Sulla rete finanziaria portoghese utilizzata dalla Spagna dopo la bancarotta del 1627 che
indebolisce il ruolo svolto dai capitali genovesi all'interno dell'impero cfr. A. DOMINGUEZ
ORTIZ, Las finanzas de la Monarquía hispanica en tiempos de Felipe IV(1621-1665) cit., pp. 55
ss.; N. BROENS, Monarquía y capitai mercantil: Felipe IV y las redes commerciales portuguesas
(1627-1635), Madrid 1989; per gli ordini dati dalla Tesoreria generale madrilena e dal
Consiglio dí Aragona relativamente ai contratti di asiento e alle modalità da seguire per il loro
pagamento cfr. AHN, Consejos Suprimidos,libro 2561, cc. 272 ssgg.;
166 Per gli effetti distorsivi dell' asiento sulle entrate della Corona spagnola cfr. A.
DOMINGUEZ ORTTZ, Politica y Hacienda de Felipe IV cit., pp. 262 ss. Sulle disastrose conseguenze di questa politica fiscale nel Regno di Napoli e negli altri stati italiani sotto dominazione spagnola cfr. E. BRAMBILLA, G. MUTO, La Lombardia spagnola. Nuovi indirizzi di ricerca cit.; G. DE
LUCA, Debito pubblico, sistema fiscale ed economia reale nella Lombardia spagnola: l'alienazione
delle entrate. Prime direzioni di ricerca, in M. Rrzzo, J. JAVIER RUIZ IBANEZ, G. SABBATINI (a
73
I Fiigger-Escaguola, ai quali erano state fornite le più ampie assicurazioni
sul puntuale pagamento del prestito sottoscritto dal sovrano in quanto esso
era garantito dalle rendite "certe" che Filippo IV traeva dal Regno di
Sardegna, a distanza di anni non avevano recuperato né il capitale né le rate
sugli interessi. L'alienazione delle tonnare per 100 mila ducati, trionfalmente
annunciata all'Olivares dal viceré Bayona nel 1630, era stata ulteriormente
procrastinata dal ricorso degli arrendatori e i 180 mila ducati di rata annuale
ricavabili dai due donativi offerti dal Regno non potevano essere riscossi perché le Corti non avevano ancora concluso i lavori.
Anche Gaspare Prieto quando, dopo il decesso del viceré Bayona, prende
possesso della carica di presidente del Regno si trova di fronte alla necessità di
rinnovare il contratto che i perentori ordini della Corona rendono ormai indilazionabile. Il vescovo-presidente e il Consiglio regio, dopo aver discusso a
lungo sulle possibili alternative, conformemente alle disposizioni ricevute da
Madrid sono costretti a firmare "in segreto" P asiento consentendo al sovrano
di ottenere dai vecchi partitari, in cambio delle autorizzazioni all'esportazione
di 250 mila quintali di grano, 60 mila ducati pagabili, pronta cassa, nel Banco
di San Giorgio di Genova e 40 mila da riscuotere dopo sei mesi a Madrid.
Nell'autunno del 1631, sebbene il vescovo di Bosa Pirella, imparentato con
alcuni commercianti locali, inviii" a Filippo IV una lettera nella quale lo
informa che un'altra società d'affari è disposta ad offrire un reale in più per
ogni starello esportato, il contratto viene riconfermato al medesimo gruppo.
In tal modo il regno di Sardegna si ritrova avviluppato in un monopolio ancora più stretto perché, a differenza di quanto era riuscito ad ottenere il Bayona,
il contratto comprende ora anche la colletta del donativo168.
Il 4 novembre 1631, mentre il Prieto si accinge a riconvocare le Corti, il
marchese di Palmas, il marchese di Villasor ed il nobile Antonio Escorza, in
cura di), Le forze del Principe, Murcia 2004 vol. I; G. MUTO, Le finanze pubbliche napoletane tra
riforme e restaurazione (1520-1634), Napoli 1980; ID., Decretos e medios generales. La gestione
delle crisi finanziarie nell'Italia spagnola, in A. DE MADDALENA e H. KELLEMBENZ (a cura di),
La repubblica internazionale del denaro, Bologna 1986; L. DE ROSA, L'ultima fase della guerra
dei Trent'Anni e il Regno di Napoli: inflazione, tassazione, speculazione, drenaggio dei capitali, in
«Nuova Rivista Storica», LXVII (1983), fase. III-IV, pp. 367-386; A. Musi, Finanza e politica
nella Napoli del '600: Bartolomeo d'Aquino, Napoli 1976. Sugli effetti che questa politica determina in Sicilia cfr. C. TRASSELLI, I genovesi e la Sicilia durante la Guerra dei Trent'anni. Finanza
genovese e pagamenti esteri(1629-1643) e M. AYMARD, Il bilancio d'una lunga crisi finanziaria,
ambedue in «Rivista Storica Italiana», fasc. IV, a. LXXXIV (1972), pp. 988-1017, R.
GIUFFRIDA, La politica finanziaria spagnola in Sicilia da Filippo II a Filippo IV (1556-1665) in
«Economia e credito», 4, 1975.
167 «Non los han queridos oir ni admitir», cfr. ACA, C.d.A., leg. 1083, lettera del vescovo di
Bosa in data 20 ottobre 1631.
168 A garanzia del credito il marchese di Bayona aveva infatti consegnato ai mercanti non il
denaro effettivamente collettato ma una ipoteca notarile su di esso.
74
rappresentanza dello Stamento nobiliare, inviano alla Corona un argomentato
memoriale nel quale evidenziano gli inconvenienti che il monopolio sulla
esportazione dei cereali sta causando all'economia sarda169. Essi affermano
che nel Regno, mentre i monopolisti si riservano la possibilità di acquistare o
di rifiutare i cereali offerti in vendita, i produttori di grano, per far fronte alle
spese di sostentamento familiare e di gestione dell'azienda, sono costretti a
comportarsi come venditori forzosi. I tre aristocratici impegnati nel difficile
confronto con le autorità del Regno sostengono inoltre che il contratto voluto
dalla Corona ha reso il gruppo finanziario costituito dai sei speculatori padrone e arbitro dell'intera produzione cerealicola, ha spinto i contadini ad abbandonare la coltivazione della terra, ha ridotto non solo le rendite dei baroni e
del clero ma perfino le entrate della Tesoreria regia. Per la generale povertà
che l' asiento ha creato, è diventata difficoltosa anche la colletta del donativo.
Nel documento che sottoscrivono in rappresentanza dello Stamento essi chiedono pertanto al sovrano di annullare il contratto appena firmato per consentire a tutti i sudditi di trarre la giusta remunerazione dalle esportazioni cerealicole. I tre delegati propongono che si introduca un sistema annonario più
duttile al fine di proporzionare (come si era soliti fare da tempo in Sicilia) le
tasse gravanti sull'esportazione all'andamento del raccolto in modo da accrescere o ridurre il livello dei dazi doganali in rapporto alla domanda internazionale di grani170. I firmatari della supplica esprimono infine la convinzione
che solo l'annullamento del contratto possa evitare l'alienazione al miglior
offerente del patrimonio regio ed il collasso delle strutture amministrative del
Regno che non sono più in grado di operare per mancanza di mezzi finanziari. Essi ricordano infatti a Filippo IV che oltre ai 100 mila ducati del secondo
asiento il Regno deve ancora corrispondere ai creditori (sotto forma di diritti
sulle licenze di esportazione cerealicola) 120 mila ducati relativi a quello precedente.
Nelle sedute parlamentari appositamente convocate i tre Stamenti sostengono che il Regno, essendo scomparsa la moneta argentea, non può affrontare, in tempi così ravvicinati, uno sforzo economico di tale portata171. I ministri
169 Per il memoriale dello Stamento militare cfr. ACA, C.d.A., leg. 1086. Il medesimo documento di protesta, rielaborato in forma di capitolo, viene presentato dai tre Stamenti al re
durante le Corti. Cfr. Parlamento, doc. n. 535, cc. 924-925.
170 Sui meccanismi annonari e sulle norme relative alle esportazioni cerealicole nel Regno di
Sicilia, alle quali gli Stamenti sardi propongono di fare riferimento cfr. V. D'ALESSANDRO, G.
GlAratrzzo, La Sicilia dal Vespro all'Unità d'Italia, vol. XVI della Storia d'Italia diretta da G.
Galasso, Torino 1989, pp. 475 ss.; M. AYMARD, Il commercio dei grani nella Sicilia del '500, in
«Archivio Storico per la Sicilia Orientale», LXXII (1976) pp. 7-28; 0. CANCILA, Baroni e popolo nella Sicilia del grano, Palermo 1983; M. VERGA, La Sicilia dei grani. Gestione dei feudi e cultura economica fra Sei e Settecento, Firenze 1993, pp. 54 ss.
171 Ulteriori riferimenti sul prelievo fiscale complessivo del quindicennio, valutabile in 4
milioni di ducati, in G. TORE, Ceti sociali; finanze e buongoverno nella Sardegna spagnola (1620-
75
hanno eseguito gli ordini della Corona impegnando ogni risorsa per garantire
la vittoria delle armi ispaniche ma ora, a causa delle generose offerte fatte al
sovrano, delle alienazioni di feudi ed uffici, delle spese effettuate per rinforzare le difese costiere, le casse della Tesoreria regia sono prive di entrate e l'amministrazione del Regno non riesce a pagare i salari ai dipendenti, le pensioni
censuarie, il soldo ai militari, che abbandonano spesso il servizio nelle torri
costiere per elemosinare un po' di cibo.
Malgrado le suppliche e i memoriali inviati dagli Stamenti e da diversi
ministri, i debiti pregressi e le nuove necessità finanziarie inducono la Corona
a persistere nell'attuazione della politica fiscale e ad inviare al presidente
Prieto, impegnato nella celebrazione delle Corti, un perentorio ordine per la
firma del terzo asiento. Il contratto, sottoscritto, obtorto collo, il 12 febbraio
1632, accresce le preoccupazioni dei tre Bracci perché Filippo IV pretende
dal gruppo dei monopolisti l'importo del terzo asiento sebbene questi ultimi
non abbiano ancora iniziato ad imbarcare il grano del secondo.
Anche questa volta è lo Stamento militare a far conoscere al re il malcontento
generale chiedendo in Parlamento che non si riconfermi il contratto e che qualora la Corona non possa fare a meno di sottoscriverlo il gruppo di imprenditori
sardi che ha presentato l'offerta alternativa venga preferito a quello genovese
anche perché è disposto a concedere condizioni finanziarie più vantaggiose.
Di fronte a questa decisa presa di posizione, che coinvolge i tre ordini, il
Prieto convoca il Consiglio del Regno e quello del Reale Patrimonio per deliberare sulla delicatissima questione. Un passo falso sul problema degli asientos, essendo ancora in atto il Parlamento, può infatti pregiudicare il rapporto
di fiducia che il vescovo-presidente è riuscito ad instaurare con i ceti privilegiati o determinare inattese e forti reazioni degli Stamenti'72.
Le condizioni poste dai titolari liguri dell'appalto sulle esportazioni cerealicole (asientisti) sono assai più pesanti di quelle precedenti. I creditori della
Corona devono infatti anticipare il denaro alla Tesoreria regia rimandando la
riscossione degli interessi al successivo triennio. A ridurre le loro pretese contribuisce tuttavia la comparsa di un gruppo locale che, sollecitato dalla nobiltà
e dal clero, nella speranza di rianimare i propri affari danneggiati da anni di
monopolio e di crisi commerciale, presenta una offerta assai conveniente. A
sostegno della loro richiesta intervengono i rappresentanti del Consiglio civico di Cagliari che ricordano al presidente il capitolo di Corte col quale, in
1640), in «XIV Congresso di Storia della Corona d'Aragona», tomo III, La Corona d'Aragona
in Italia (sec. XIII-XVIII), vol. IV, Comunicazioni cit., pp. 476-496.
172 Per le norme annonarie di cui il Regno chiede il rispetto cfr. J. DEXART, Capitula sive
Acta cit., torno II, tit. 5, lib. 8, fol. 450 ss.; E DE VICO, Leyes y pragmaticas cit., tit. 6, capp. 5-7 e
tit. 24, capp. 1-22; tit. 44, capp. 19-21 e vol. I, tit. VI, cap. III-VIII; C. SOLE, Politica, economia
e società in Sardegna cit., pp 12-51; B. ANATRA, Per una storia dell'annona cit., pp. 90 ss.
76
attesa del definitivo annullamento del contratto, la città aveva chiesto a
Filippo IV di preferire i naturales173. Pur firmando l'asiento, anche i membri
del Consiglio del Reale Patrimonio segnalano alla Corona i danni che esso va
determinando nell'isola e i rilevanti guadagni che il contratto garantisce a
pochi speculatori. Nella parte finale della delibera i magistrati della Reale
Udienza e i consiglieri supplicano Filippo IV di interrompere tali rapporti, ma
ancora una volta la Corona, non potendo venir meno agli impegni assunti con
la rete finanziaria internazionale, respingerà la supplica dei sudditi sardi.
L'attenzione con cui l'élite del Regno segue la discussione sulle scelte economiche imposte dalle necessità di guerra e le iniziative assunte per manifestare, sia pure con le dovute forme costituzionali, la sua opposizione alla politica
finanziaria avviata dalla Corona non sarà vano.
Nel decretare i capitoli relativi all'abolizione degli asientos (capp. LXXXI e
LXXXII) il sovrano accoglie infatti le richieste dei ceti, si impegna a non sottoscrivere altri asientos e dichiara di avere firmato quelli esistenti per lo stato
fallimentare in cui si trova la Tesoreria regia.
Malgrado il giuramento, l'impegno a non utilizzare più tale forma contrattuale verrà disatteso e gli appaltatori delle esportazioni cerealicole lucreranno
per quasi un decennio elevati interessi sottoscrivendo con la Corona, ormai
trascinata in un vortce finanziario distruttivo, un quarto e un quinto asiento. Il
dibattito che il problema suscita durante le Corti del 1631-1632 stimolerà tuttavia una permanente riflessione sui problemi economici del Regno e consentirà ai tre Stamenti di elaborare una piattaforma rivendicativa che nel
Parlamento del 1641-1642 li spingerà ad opporre una più ferma resistenza
contro le pretese della monarchia, a farsi carico del debito della Corona e a
garantirlo con le rendite delle città evitando in tal modo di subordinare ulteriormente gli interessi dell'isola a quelli di un piccolo gruppo di speculatori
collegati con l'alta finanza genovese e internazionale174.
3. Nei primi decenni del XVII secolo l'attenzione dello Stamento nobiliare si
concentra anche sulla difesa di alcuni gelosi privilegi che la Corona era riuscita a vulnerare. Fin dal Parlamento celebrato dal viceré Eximen Perez (14811485)175 la nobiltà godeva del diritto di essere giudicata in causa criminali da
173 Cfr. AHN, Consejos Suprimidos, libro 2562, cc. 6-50; ACA, C.d.A., leg. 1083, Memoriale
presentato il 9 aprile 1632 al presidente Prieto da don Alfonso Gualbes e dal marchese di
Villasor in qualità di sindaci dello Stamento militare. Per il capitolo di Corte cfr. Parlamento,
doc. n. 535, c. 925.
174 Sulle vicende del Parlamento del 1641-1642 cfr. G. MURGIA, Il Parlamento Avellano nella
Sardegna di Filippo IV, Cagliari 2000.
1" In attesa della pubblicazione degli atti di questo Parlamento nella collana degli «Acta
Curiarum» si rimanda il lettore all'antesignano lavoro curato da A. ERA, Il Parlamento sardo del
1481-1485, Milano 1955.
77
una giuria composta esclusivamente da altri nobili". Nel 1602 il diritto, contestato dai giudici della Reale Udienza a seguito dí alcune clamorose sentenze
assolutorie, fu revocato e anche i processi riguardanti i nobili assegnati al giudice ordinario. La richiesta di riconferma della concessione, presentata durante i parlamenti Elda (1603) e Gandía (1614), era stata rigettata dal sovrano177
e solo nel 1631 la nobiltà, ormai impegnata a difendere uno status che per la
riduzione delle rendite signorili e per il rilevante aumento del numero dei
nobili stava scivolando sui friabili gradini della scala sociale, intravede le condizioni politiche per presentare una nuova proposta. Dopo decenni di fermi
dinieghi la monarchia, nel favorevole clima della Unión de Armas che si apre
con il Parlamento del 1632, concede nuovamente alla nobiltà sarda, che con
le sue offerte in denaro e in soldati ha dato prova di assoluta fedeltà, il privilegio di essere giudicata da una commissione di pari. La vittoria, tuttavia, è più
apparente che reale: come era stato richiesto dall'avvocato dell'Ecclesiastico,
il quale, attraverso l'arcivescovo Machín e il marchese di Villasor, prima voce
del Militare, aveva forse ricevuto indicazioni in tal senso dal viceré Bayona, la
Corte nobiliare sarà presieduta da un letrado. Il giurista dovrà stilare la sentenza garantendo il rispetto delle leggi e non la solidarietà di cetom.
Il Militare ottiene concessioni anche su un altro problema molto sentito:
quello del diritto di autoconvocazione. Esso era stato negato dalla Corte regia
fino al parlamento Vivas suscitando all'interno dell'élite nobiliare cagliaritana
forti tensioni. Alla aristocrazia residente nella capitale la possibilità di riunirsi
senza il preventivo consenso viceregio avrebbe consentito infatti di disporre
di uno strumento politico di verifica e di controllo dell'azione del viceré.
Tra alterne vicende, che vanno dal nuovo riconoscimento del diritto dí riunione all'aristocrazia della capitale (1617) a ripetuti divieti da parte del viceré
lo scontro tra la Corona e gli Stamenti era giunto al culmine durante le
corti celebrate dal viceré Vivas nel 1624 e ne aveva compromesso l'esito179.
176 In causis capitalibus, seu quae membri mutilationetn continent contra militares regni, prorex seu alius officialis procederent praeterquam cum voto prohominum (ut aiunt) concilii brachii
Militaris. Sulle procedure da seguire e sulla composizione di tale giuria cfr. J. DEXART, Capitula
sive Acta cit., torno I, vol. I, lib. IL T. III, cap. VI, pp. 352-353.
177 Come è stato rilevato da Bruno Anatra, la richiesta che lo Stamento nobiliare presenta
nel Parlamento del viceré d'Elda dà per scontata la divisione del Militare in due corpi separati e
autonomi. Cfr. B. ANATRA, Corona e ceti privilegiati cit., p. 96. Per il Capitolo di Corte presentato dai ceti e respinto dal viceré Vivas cfr. J. DEXART, Capitula sive Acta cit., torno I, lib. I, tit.
II, cap. XIII, fol. 83.
178 Per il decreto di approvazione cfr. ACA, Real Camara de Aragón, Reg. 310, fol. CIX,
Madrid 19 settembre 1633. Il documento regio ordina alla Reale Udienza dí rendere esecutivo
tale privilegio: cfr. J. DEXART, Capitula sive Acta cit., torno I, cap. 10, tit. 3, lib. 2, fol. 364.
179 Su queste complesse vicende si rimanda il lettore all'esaustivo lavoro di: B. ANATRA,
Corona e ceti privilegiati cit., pp. 98-101; A. MARONGIU, I parlamenti sardi: studio storico, istitu-
78
Il clima di partecipazione politica e di collaborazione, suscitato dal marchese di Bayona, consente alla nobiltà sarda di ripresentare nel Parlamento del
1631 le proprie rivendicazioni nell'ambito di un vincolo di fedeltà rinsaldato
dalla reciproca fiducia. La collaborazione fra i ceti nobiliari residenti nei due
capi dell'isola viene incoraggiata dal viceré, che cerca di ridurre i contrasti e le
rivalità esistentim, e da Antonio Canales de Vega, avvocato dello Stamento
ecclesiastico, che media tra le parti presentando una proposta che fa dipendere la liceità delle riunioni dello Stamento nobiliare (sia in un capo del Regno
che nell'altro) dalle finalità della convocazione. Partendo dalla considerazione
giuridica che ai vassalli baronali i fueros riconoscono il privilegio di riunirsi
per eleggere, a tutela dei propri diritti, sindaci e procuratori, il Canales sostiene che, in base ai principii della giustizia distributiva, la Corona non può concedere tale grazia ai vassalli e negarla ai loro signori ai quali, da secoli, ha affidato la difesa del Regno dai nemici esterni.
La presenza all'interno del Consiglio regio dell'illustre giurista Giovanni
Dexart e le assicurazioni date, prima dell'apertura delle Corti, dal viceré
Bayona al marchese di Villasor sulla sua disponibilità e su quella del fratello,
presidente del Consiglio d'Aragona, ad approvare tali richieste alimentano nel
ceto nobiliare la speranza di una favorevole soluzione del problema fin dalle
prime fasi delle sedute parlamentari. Occorre peraltro rilevare che le proposte
dell'Ecclesiastico e del Militare nascono da un faticoso compromesso (mediato dal viceré) con la componente sassarese dei due corpi rappresentativi'''. La
nobiltà cagliaritana, mentre chiede al sovrano, ín nome della Unión, che al
Braccio militare venga concessa la libertà di congregarsi alla presenza del
governatore del Capo di Cagliari senza presentare formale richiesta al viceré e
senza indicare le motivazioni della riunione, è costretta ad accettare che anche
a Sassari il ceto nobiliare possa riunirsi alla presenza del governatore e di un
subsindaco, sia pure nominato nella capitale del Regno dallo Stamento ín
seduta plenaria. Il valore di questa concessione, che costituisce un indubbio
vantaggio anche per la città turritana, viene ulteriormente accresciuto dalla
formulazione giuridica che Francesco de Vico, membro del Consiglio
zionale e comparativo Milano 1979; ID., Saggi di storia giuridica e politica sarda Padova 1975; A.
MATTONE, Centralismo monarchico e resistenze stamentarie cit., pp. 135 ss. Ulteriori indicazioni
in G. TORE, Il Regno di Sardegna nell'età dell'Olivares cit., pp. 64 ss. La documentazione relativa alla richiesta è riportata da: J. DEXART, Capitula sive Acta cit., torno I, lib. I, tit. II, cap. M,
fol. 81 ss.
180 J DEXART, Capitula sive Acta cit. «Cesset contradictio», torno I, lib. I, tit. II, fol. 87-89,
95-96.
"I Dopo la morte del Bayona la prima voce del Militare sosterrà infatti col presidente Prieto
la necessità di inviare una ambasciata speciale a Madrid per ottenere la conferma delle grazie e
dei capitoli di Corte decretati dal Bayona e concessi dalla Corona. Cfr. Parlamento, documenti
nn. 465, 466, 467, cc. 782, 783, 785.
79
d'Aragona182, utilizza per stendere il decreto di concessione del privilegio alla
sua città natalel". Nel documento scritto dal reggente sassarese si dà per
scontato che le due componenti dello Stamento si riunissero in sede separata
182 Francesco Angelo de Vico nacque a Sassari nella seconda metà del XVI secolo da una
famiglia appartenente al ceto forense che vantava forti aderenze politiche e clientelari nella
amministrazione feudale, nel Tribunale dell'Inquisizione (di cui il padre era stato collettore) e
fra i membri del collegio gesuitico. Dopo la laurea, conseguita a Pisa nel 1590, esercitò l'avvocatura, svolgendo anche funzioni di consultore dell'arcivescovo dí Sassari e dei feudi posseduti
in Sardegna dalla casata valenzana dei Borja, duchi di Gandía. Qualche anno dopo (in qualità
di giudice) ricoprì incarichi nella reale Govemazione di Sassari (1606). Per la competenza
dimostrata in ambito giuridico e le influenti raccomandazioni riuscì ad ottenere la promozione
a giudice della sala criminale (21 febbraio 1609) e a giudice civile della Reale Udienza (1611)
Successivamente, per i legami che in qualità di consultore aveva coltivato con i Borgia, titolari
di diversi feudi sardi, ed i meriti acquisiti durante il parlamento Gandía del 1614, venne nominato avvocato fiscale (1617). Nel parlamento Vivas difese le richieste presentate dal viceré sul
finanziamento di una squadra di galere e a tal fine mobilitò l'intera rappresentanza parlamentare sassarese guadagnandosi la fiducia della Corona. Il 27 luglio del 1627 fu nominato reggente
del Consiglio d'Aragona. Ricoprì tale incarico fino al 1648, esercitando una fortissima influenza
sugli affari del Regno di Sardegna. Accusato di parzialità a favore dei cittadini sassaresi, fu
costretto a difendersi in diverse circostanze. Uomo di profonda cultura giuridica, pubblicò le
Leyes y Pragmaticas del reyno de Sardena (en Napoles, en la enprenta real, 1640), realizzando
una apprezzata raccolta delle leggi del Regno. Nel 1636 malgrado le resistenze del partito
cagliaritano venne inviato in Sardegna per reggere la Reale Cancelleria e reperire altre risorse
finanziarie indispensabili a rinvigorire le esauste finanze della monarchia ispanica. In tale veste
gestì l'alienazione di una parte del patrimonio regio e nel 1637 acquistò dalla Corona, malgrado
le resistenze del partito cagliaritano, il feudo di Soleminis. Se, per volontà del viceré Bayona,
non gli fu consentito di partecipare al Parlamento del 1631-1632, nelle Corti celebrate dal
viceré Avellano (1641-1643) ebbe un ruolo di primo piano. Si fece coinvolgere nelle polemiche
municipalistiche e a tal fine scrisse la Historia generai de la isla y reino de Sarderia (por Lorengo
Deu, en Barcelona 1639). Rientrato a Madrid, continuò a svolgere le funzioni di reggente nel
Supremo Consiglio d'Aragona accumulando una ingente fortuna ed accrescendo ulteriormente
l'influenza e il potere che egli esercitò sugli affari politici e amministrativi dell'Isola fino alla
sua morte (1648). Dal matrimonio con donna Elena Francisco y Cedrelles (nipote dell'arcivescovo di Sassari) ebbe tre figli: Angelo, Pietro ed Elisabetta. Egli lasciò il feudo di Soleminis ed
i diritti che vantava sulla gabella della farina della città di Sassari al nipote Francesco, nato dal
matrimonio della figlia Elisabetta con don Sebastiano Zonza, e legò gli altri beni a Gabriela
Vico, figlia del primogenito Angelo che, grazie all'influenza paterna e alla cospicua dote, divenne marchesa di Montemayor. Il figlio Pietro abbracciò la carriera ecclesiastica diventando,
all'ombra del potere paterno, canonico del Capitolo cagliaritano, vescovo della diocesi di
Arborea, e infine arcivescovo di Cagliari con una rendita lorda di 15 mila ducati. Per i riferimenti biografici cfr. P. TOLA, Dizionario biografico degli uomini illustri cit., III, pp. 291-296; I.
BUSSA, La raccolta delle leggi e prammatiche del Regno di Sardegna di Francesco De Vico (1633),
in «Quaderni bolotanesi», n. 28, a. 2002, pp. 263-295; A. MATTONE, La città di Sassari e la sua
università, un rapporto speculare, in «Annali di Storia delle Università Italiane», a. VI (2002),
estr., p. 21. Sull'acquisizione del titolo nobiliare e sulle vicende della casata cfr. E FLORIS e S.
SERRA, Storia della nobiltà in Sardegna, Cagliari 1986, p. 344, e soprattutto l'esaustivo studio di
E MANCONI, Un letrado sassarese al servizio della Monarchia ispanica. Appunti per una biografia
di Francisco Angel Vico y Artea cit., pp. 290-333.
183 Per le decretazioni regie cfr. ACA, Cdmara, Reg. 309, in finem, Madrid 23 agosto 1633.
80
già da tempo, avendo come unico obbligo quello di scambiarsi reciprocamente l'ordine del giorno e di formalizzare le delibere nel Capo dove fosse stato
presente il viceré.
La formulazione dell'atto, che disconosceva il ruolo di vigilanza e di controllo che il subsindaco dello Stamento (nominato a Cagliari dall'assemblea
generale) avrebbe dovuto esercitare nella città turritana e avallava, di fatto, l'esistenza di due corpi nobiliari autonomi e separati, era più di quanto l'aristocrazia cagliaritana potesse sopportare.
Don Alfonso Gualbes24, sindaco del Militare, presa visione del decreto,
firmato dal sovrano nel 1633, presentò ricorso chiedendo la riconferma delle
norme autentiche ed evidenziando le interessate forzature giuridiche effettuate dal Vico a vantaggio della nobiltà sassarese185. Nel 1634 Filippo IV, fatta
riesaminare dal Consiglio d'Aragona l'intera questione, confermò al Militare
la possibilità di riunirsi sia a Cagliari che a Sassari, specificando tuttavia che,
contrariamente a quanto aveva decretato il reggente Vico, le deliberazioni
dovevano essere assunte a Cagliari in sedute plenarie e sempre autorizzate dal
viceré, ad eccezione di quelle nelle quali lo Stamento si autoconvocava per
valutare l'operato del rappresentante del sovrano186.
4. Con la definitiva riconferma dei diritti successori di primogenitura feudale,
sia per linea maschile sia per linea femminile (cfr. cap. L=V), il divieto di
dividere e di inserire nell'asse ereditario i diritti di giurisdizione feudale o di
lasciare che, in assenza di eredi diretti, i feudi potessero finire alla manomorta
(cap. LXXICI), il Militare ottiene dalla Corona il riconoscimento di altri significativi privilegi di corpo. Nelle Corti del 1631-1632 il baronato sardo riesce dunque a consolidare e a mettere al riparo dalle mire del fisco l'istituto del feudo.
184 Membro di una delle famiglie sarde di origine catalana più titolate, don Alfonso Gualbes y
Zuffiga frequentò a lungo la Corte madrilena legandosi al partito del duca di Lerma. Durante il
parlamento Vivas animò l'opposizione dei ceti privilegiati della Sardegna meridionale al centralismo regio (1620-1626). Nel decennio successivo, anche in qualità di sindaco dello Stamento
militare, incoraggiò e capeggiò (con i Castelvì) le fazioni cagliaritane che si schierarono a difesa
del primato religioso e degli interessi municipalistici della capitale del Regno contro quelli della
città di Sassari. Con l'aiuto del viceré Bayona ottenne il titolo di marchese di Palmas e l'autorizzazione ad esportare 750 quintali dí grano all'anno. Successivamente fu insignito dell'abito di
cavaliere di Santiago. Dopo la morte di Diego Aragall ricoprì, per breve tempo, l'ufficio di
governatore del Capo di Cagliari. Morì senza figli lasciando il marchesato alla sorella Elena,
signora della Planargia e moglie di Antonio Brondo, marchese di Villacidro. Sulle vicende delle
famiglie Brondo e Gualbes cfr. E FLORIS, Feudi e feudatari in Sardegna cit., vol. II, pp. 349-350.
185 Sul ricorso del Gualbes cfr. ACA, C.d.A., leg. 1142.
186 Le modifiche al decreto furono firmate dal sovrano il 22 febbraio 1634 (cfr. ACA,
Cdmara, reg. 311). Per la pubblicazione fattane dal Dexart cfr. J. DEXART, Capitula sive Acta
cit., torno I, lib. I, tit. II, cap. XV, fol. 93-94. Anche il Tola, inserendole nel Codex Diplomaticus
Regni Sardiniae, ne sottolinea la rilevanza istituzionale: cfr. P. TOLA, Codex Diplomaticus cit.,
vol. 11, p. 290, doc. XLI.
81
Per concessione regia anche gli interessi sulle quote ereditarie e di legittima
che il primogenito e titolare della signoria era tenuto a corrispondere agli altri
eredi vengono fortemente ridotti. Il sovrano, venendo incontro alle richieste
nobiliari (avanzate anche in altri regni), concede ai titolari del feudo di conteggiare gli interessi dovuti ai creditori di somme prese in prestito per pagare
quote ereditarie non al 7%, come stabilito nel parlamento Gandía187, ma al
4%, liberando in tal modo il baronato dal rischio di un forte indebitamento
col ceto mercantile.
Nell'ambito della strategia di consolidamento dell'economia signorile si
inserisce anche la richiesta di ridurre le esenzioni fiscali a favore dei patrimoni
ecclesiastici. Molte famiglie di agiati possidenti, utilizzando questo privilegio,
effettuavano infatti donazioni simulate a favore di nipoti ed amici ecclesiastici
che ne denunciavano il possesso liberando i loro donatori dal pagamento dei
diritti dovuti al signore del luogo (cap. LUI).
Alla difesa degli interessi di ceto sono invece da collegare la preoccupazioni
del Militare per la concessione della nobiltà a persone «di infima condizione».
Lo Stamento cerca di evitare che l'offerta di titoli al miglior offerente, fatta
dal Bayona nel 1629, consenta anche agli artigiani e agli esercenti le arti meccaniche di accedere al cavalierato38. Nell'ambito dell'estensione delle proprie
competenze giurisdizionali il baronato rivendica infine il diritto dei vassalli
che avessero compiuto un delitto insieme a qualche abitante delle città regie
di essere giudicati non da giurie composte da cittadini, come si era soliti fare,
ma dal loro signore naturale. Per le stesse ragioni essi chiedono che venga
impedito alla Reale Udienza di ricusare i ministri di giustizia nominati dal feudatario (cap. LI) e di autorizzare i vassalli residenti in un villaggio feudale a
riunirsi in assemblea senza avere prima avuto notizia certa del rifiuto opposto
dal feudatario alla loro richiesta (cap. XXV).
Lo Stamento militare spera di trarre vantaggi significativi anche dall'approvazione del privilegio — richiesto dall'avvocato dello Stamento ecclesiastico nei suoi Di scursos — che riservava gli uffici del Regno ai laureati nelle
due università sarde189. L'illustre giurista motivava la richiesta con l'elevato livello professionale acquisito dall'élite del Regno. Per rimarcare i progressi fatti egli sottolinea il mutato clima culturale che si è creato nell'isola
con l'apertura di nuove scuolel" e l'alto numero di studenti che le fre187 Cfr.
Il Parlamento del viceré Carlo de Borja cit., p. 378.
n. 518, c. 827v.
189 La richiesta dei tre Bracci, di non riconoscere le lauree conseguite in Italia sia per la pretesa superficialità degli studi sia per consentire alle università sarde, che stavano muovendo i
primi passi, di avere un maggior numero di iscritti, venne respinta dalla Corona che non volle
violare i taciti accordi di reciproco riconoscimento dei titoli esistenti tra le Università europee:
cfr. Parlamento, doc. n. 518, cc. 828 e 828v.
'90 Nella seconda metà del Cinquecento, la fondazione di diversi collegi e scuole di gramma188 Parlamento, doc.
82
quentanom. La fondazione delle università di Cagliari e di Sassari192 ha accresciuto il numero dei laureati al punto da porre seri problemi occupazionali ai
giovani letrados che devono affrontare anche la sleale concorrenza di quei
conterranei che, iscrivendosi nelle università italiane, note per la «superficialità degli studi», riescono a conseguire il titolo in brevissimo tempo'93. La
severità degli esami e l'impegno culturale vengono considerati infatti dal
Canales de Vega come presupposti irrinunciabili per la selezione dell'élite
dirigente del Regno, ma a quest'ultima deve essere garantito lo status nobiliare e una collocazione sociale adeguata al rango194. Il desiderio di maggiori
riconoscimenti sociali, accarezzato da famiglie, gruppi e consorterie, da realizzare inserendo nella carriera burocratica del composito sistema dei regni spagnoli familiari ed amici, spinge dunque i tre Stamenti a presentare diversi
tica da parte dei Gesuiti e di alcuni ordini conventuali e l'apertura di scuole di base, promossa
dai consigli civici delle città regie, favorì un generale risveglio culturale, estese l'alfabetizzazione, creò le condizioni per l'impianto di diverse tipografie e l'istituzione delle due università
sarde. Sull'attività editoriale cfr. A. BALSAMO, La stampa in Sardegna nei secoli XV e XVII,
Firenze 1966; B. ANATRA, Editoria e pubblico in Sardegna tra Cinque e Seicento, in Oralità e
scrittura nel sistema letterario a cura di G. Cerina, C. Lavinio, L. Mulas, Roma 1982; G. Loi,
Cultura popolare in Sardegna fra '500 e '600. Chiesa, Famiglia, Scuola, Sassari 1988; R. TURTAS,
Amministrazioni civiche e istruzione scolastica nella Sardegna del Cinquecento, in «Quaderni
Sardi di Storia», n. 5, 1985-1986, pp. 83-108; più in generale sull'azione svolta dai gesuiti negli
istituti italiani e spagnoli cfr. I Gesuiti a Milano. Religione e politica nel secondo Cinquecento a
cura di F. Rurale, Roma 1992; ID., I religiosi a corte. Teologia, politica e diplomazia in Antico
regime, Roma 1998; G.P. BRIZZI, A, D'ALESSANDRO, A. DEL FANTE, Università, principe, gesuiti.
La politica farnesiana dell'istruzione a Parma e Piacenza (1545-1622), Roma 1980.
191 Nei primi anni del Seicento le scuole gesuitiche erano frequentate da più di 1300 alunni,
cfr. R. TURTAS, La questione linguistica nei collegi gesuitici sardi nella seconda metà del
Cinquecento, in «Quaderni Sardi di Storia», n. 2, p. 86.
192 Sulla fondazione delle due università e sulla loro politica culturale si rimanda ancora una
volta il lettore agli esaustivi lavori del Turtas: cfr. R. TURTAS, La nascita dell'Università in
Sardegna. La politica culturale dei sovrani spagnoli nella formazione degli atenei di Sassari e di
Cagliari (1543-1632), Sassari s. a. (1988); ID., Scuola e Università in Sardegna fra '500 e '600,
Sassari 1995; R TURTAS, A. RUNDINE, E. TOGNOTTI, Università, studenti, maestri cit., in particolare alle pp. 13-103.
193 Negli anni Trenta il problema della collocazione dei giovani laureati era diventato scottante per il fatto che nel decennio 1620-1630 c'era stata una rilevante impennata di iscrizioni dí
studenti sardi sia nelle università spagnole che in quelle italiane. Al riguardo cfr. A. RUNDINE,
Gli studenti sardi all'università di Salamanca cit., p. 61, n. 71; R. TuRrAs, Storia della Chiesa cit.,
pp. 435 ss.
194' In questo senso va infatti intesa la richiesta dei tre Stamenti (accolta dalla Corona) di
concedere ai laureati i privilegi di cui godevano gli appartenenti al Militare ed in particolar
modo il divieto di arresto per debiti civili. Sulla concessione dei privilegi riservati ai militari a
quella che può essere ormai considerata l'élite intellettuale del Regno cfr. Parlamento, doc. n.
573, c. 1018. Le norme di tutela introdotte dal Parlamento del 1631 trovarono immediata
applicazione e consentirono a diversi dottori di evitare il carcere e le esecuzioni per debiti o per
effetto della «carta del terzo». Sulle sentenze emesse in queg i anni dalla Reale Udienza a tutela
e protezione degli interessi dei laureati si veda J. DEXART, Capitula sive Acta cit., tomo I, lib.
tit. IV, cap. X, fol. 410-411; F. DE VICO, Leyes y Pragmaticas cit., vol. II, tit. 47, cap. I.
83
capitoli che tendono ad ottenere dalla monarchia il privilegio della riserva
della maggior parte delle cariche ai sudditi nati nel Regno.
Come avevano invano supplicato nel Parlamento del 1626, in nome dell'eguaglianza tra i sudditi, propagandata dalla Corona come strumento di buongoverno, i ceti chiedono che i nobili sardi appartenenti alle famiglie più eminenti possano essere nominati viceré o letrados; che una delle piazze di reggente nel Consiglio d'Aragona, concessa "una tantum" ai sardi, venga trasformata in un ufficio permanente195; che í giudici della Reale Udienza e i ministri
del Real Patrimonio siano scelti esclusivamente fra i nati nel Regno'96 e che i
sardi vengano preferiti agli stranieri nella gestione delle rendite regie e feudali
e negli incarichi militari197.
Il problema della riserva degli uffici ai naturales è molto sentito anche dagli
ecclesiastici, che fra le richieste presentate dai tre Stamenti inseriscono quella
relativa alla riserva delle prelature'98; al diritto di far parte della terna per il
posto di uditore nella Sacra Rota fino ad allora riservato «alternativement una
vegada del regne de Aragó, altra de Valencia y altra de Catalutia»199; alla concessione del cappello cardinalizio anche a qualche vescovo sardo2°°; all'attivo
intervento del sovrano per porre fine allo scandalo degli uffici ecclesiastici
goduti, per interposta persona, da sudditi stranieri2m.
Su questo fronte rivendicativo si impegna anche il Militare, che fra i capitoli
presentati dai tre Stamenti fa inserire quello relativo al rispetto dei patti sottoscritti dalla Corona nelle Corti del 1626, una delle cui clausole prevedeva l'assegnazione ai naturales sia dalle cariche del tercio sia di quelle degli altri uffici militari202.
5. Nell'ambito delle iniziative che tendono a migliorare il sistema di riscossione del donativo e ad evitare che il rapidissimo incremento della fiscalità regia
(quintuplicata tra il 1626 e il 1631) dreni la scarsa liquidità monetaria esistente nel Regno creando enormi inconvenienti alle casse della Tesoreria ed a
quelle delle città, si inserisce la richiesta del conio di 100 mila lire sarde in
195 11 capitolo è accolto dalla Corona a condizione che il Regno si faccia carico dei relativi
oneri finanziari: cfr. Parlamento, doc. n. 564, c. 1006v.
1" Cfr. Parlamento, doc. n. 518, c. 823v.
197 Cfr. Parlamento, doc. n. 518, cc. 824-824v.
i" Cfr. Parlamento, doc. n. 518, c. 823v.
1" Cfr. Parlamento, doc. n. 518, cap. 20, c. 829v.
200 Cfr. Parlamento, doc. n. 518, c. 830. Anche se non viene ufficialmente pubblicizzata, la
richiesta del cappello cardinalizio riguarda l'arcivescovo di Cagliari Machín che, per avere ricoperto l'incarico di maestro generale dell'Ordine mercedario di Spagna ed essere stato considerato dal papa Urbano VIII uno dei più stimati interpreti del pensiero di San Tommaso, avrebbe
potuto aspirare all'alto incarico.
201 Cfr. Parlamento, doc. n. 518, c. 824v.
202 Cfr. Parlamento, doc. n. 518, c. 824 e doc. n. 630, c. 1116.
84
monete di rame di piccolo taglio203, poiché — sottolineano nella loro relazione
i giudici della Reale Udienza —, scomparse e tesaurizzate le monete d'argento,
nell'isola è diventato difficile disporre anche di quelle di rame, tanto che per
avere un pezzo da 5 reali «è necessario prenotarsi per tempo»2°4.
Istanze protezioniste emergono anche in ambito commerciale. Prendendo
atto del fatto che la crisi economica e la fiscalità di guerra stanno determinando
un generale aumento dei prezzi, i tre Stamenti chiedono alle autorità del Regno
di esercitare maggiori controlli sui commercianti per indurli a rispettare le
norme annonarie contingentando l'esportazione dei pesci, del formaggio e dei
cereali. Per calmierare il costo del denaro (che viene prestato a tassi di usura) e
far fronte alla rarefazione della moneta d'argento e di rame, oltre al conio di
nuovi pezzi da 5 reali, essi chiedono al sovrano di intercedere col pontefice
affinché, sospendendo il divieto canonico, autorizzi gli uomini d'affari del
Regno a concedere prestiti a un interesse annuo del 12% poiché tale tasso, malgrado i divieti, e quello comunemente praticato nelle transazioni finanziarie2°5.
Le città di Sassari e di Alghero esprimono invece le loro rimostranze contro
il censimento effettuato nel 1627 dall'Inquisizione per ordine del viceré
Bayona e chiedono a Filippo IV, per le modalità e le finalità con cui è stato
attuato, di considerarlo giuridicamente nullo2°6.
Tutti i rappresentanti dei consigli civici sí lamentano inoltre per le inchieste
a cui molti loro colleghi sono stati sottoposti dai visitatori regi, che hanno
imposto pesanti multe ai consiglieri, e sollecitano la chiusura dei processi
aperti contro di loro e il condono delle multe decretate207. Considerando infine che le città hanno anticipato forti somme alla Tesoreria regia i delegati del
Braccio reale chiedono di detrarle dalle rate del donativo208.
2" Sensibilizzato dagli Stamenti e dalla Reale Udienza íl sovrano accoglierà tale richiesta
autorizzando il conio di 50 mila lire in moneta dí rame (pari a 20 mila ducati). Cfr. ACA,
C.d.A., Reg. 314, fol. CXLVIII, Madrid 1636, 15 febbraio. Sul problema del rapporto tra economia naturale ed economia monetaria cfr. E. STUMPO, Storia della moneta, in La Sardegna.
Enciclopedia cit., Cagliari 1988, vol. I, sez. La storia, pp. 31-36.
204 Sulle ricorrenti crisi finanziarie e sui fenomeni inflattivi nel primo Seicento si vedano E
MANCONI, Il disordine monetario di metà Seicento, in ID., Il grano del re, Sassari 1992, pp. 95
ss.; G. ToRE, Ceti sociali, finanze cit., pp. 478 ss.
2" La richiesta viene respinta dalla Corona, cfr. Parlamento, doc. n. 570, c. 1014.
206 La richiesta della città turritana verrà accolta ma resterà inapplicata per lungo tempo. Per
la supplica presentata da don Gerolamo de Homedes, sindaco della città di Sassari, cfr.
Parlamento, doc. n. 621, cc. 1099-1099 v.; ulteriori riferimenti in ACA, Real Cdmara, Reg. 316.
207 Le richieste vengono accolte dal sovrano. Al riguardo cfr. Parlamento, doc. n. 520, cap. LVII.
208 In particolare, i rappresentanti di Sassari chiedono la restituzione delle 5000 lire che la
città avrebbe dovuto riscuotere con l'imposta sulla farina macinata. Per necessità di guerra la
somma era stata anticipata alla cassa regia prima ancora dell'effettiva riscossione. Il sindaco
insiste inoltre sul rilascio, da parte della Tesoreria del Regno, delle ricevute relative al versamento di 37.500 e di 62.500 lire sarde (40 mila ducati) già pagate alla Tesoreria come rate del
donativo: cfr. Parlamento, doc. n. 532, cc. 918-918v.
85
Un altro pressante problema che assilla da qualche tempo gli amministratori delle città regie è quello dell'aumento del costo della vita e della lievitazione
dei salari che sta creando un crescente malessere sociale anche in ambito
urbano. Essi ritengono che l'inedito fenomeno sia da attribuire soprattutto
alle esportazioni eccessive e indiscriminate. Tra il 1627 e il 1631 l'inflazione ha
spinto verso l'alto non solo i prezzi dei generi di prima necessità ma anche i
contratti di affitto delle terre e quelli del comparto dell'allevamento, inducendo i lavoratori delle campagne, spesso soffocati dai debiti o condannati dalle
Corti regie o feudali a pagare forti interessi, a disdire i patti o ad introdurre
unilaterali modifiche contrattuali a proprio favore209.
Pressati dal generale aumento del costo della vita anche i proprietari di
carri e di gioghi di buoi incaricati di effettuare il trasporto del grano dai villaggi alle città presentano una richiesta tendente ad elevare le tariffe di trasporto
a 9 cagliaresi ogni 10 miglia21°.
I coltivatori di vigne e di terre seminate a cereali, esasperati dagli sconfinamenti dei pastori, chiedono che venga soppresso il divieto di cattura e macellazione del bestiame rude trovato a pascolare nei campi col grano in erba211. I
grandi armentari, di solito nobili, ecclesiastici, professionisti, proprietari talvolta di migliaia di capi, chiedono invece che venga vietato alla controparte
del contratto di soccida (su cumone sardesco) di assumere degli aiutanti senza
la loro preventiva autorizzazione perché tale manodopera era pagata — di solito — sottraendo al socio maggiore, con vari sotterfugi, il bestiame dato ai servi
pastori come salario212. L'offensiva padronale trova però un forte ostacolo
nella ferma opposizione delle città e dello Stamento ecclesiastico213. Vedendo
aumentare i prezzi del formaggio e della carne e ridurre contemporaneamente
le entrate civiche, il clero ed i ceti urbani supplicano il sovrano di riconfermare la prassi introdotta dalla Reale Udienza di non condannare il socio minore
della soccida a corrispondere a quello principale interessi (maturati sui frutti
del bestiame) superiori al 10% del valore del contratto perché — sostengono —
209 Cfr. Parlamento, doc. n. 612, c. 1078. Sulle forme contrattuali in uso nelle campagne
sarde in età spagnola e sulla riduzione delle rendite agrarie si vedano G. ORM, Note di ricerca
sulla sotzaria nel periodo spagnolo, Contadini e pastori nella Sardegna moderna, in «Asmoc», nn.
11-13, 1980, pp. 247-285; ID., Ricerche sui contratti agrarie pastorali nella Sardegna moderna, in
«Studi Sardi», XXIV, 1975-77, pp. 460-504; ID., I contratti agrari e pastorali, in La Sardegna.
Enciclopedia cit., vol. III, pp. 207-218; B. ANATRA, Aspetti della congiuntura seicentesca in
Sardegna cit., pp. 5-44; ID., Agricoltura e allevamento nella Sardegna del XVII secolo, in
«Quaderni Sardi di Storia», n. 3, 1982, pp. 79-113.
210 Parlamento, doc. n. 527, c. 907.
211 Parlamento, doc. n. 527, c. 907 v. E DE VICO, Leyes y Pragmaticas cit., I, tit. 42, cap. VIII.
212 Parlamento, doc. n. 943, c. 948; E DE VICO, Leyes y Pragmaticas cit., I, tit. 22, capp. I-X.
213
Sugli appesantimenti contrattuali introdotti nei patti di soccida e sui problemi della
pastorizia in età moderna cfr. G. G. ORTu, L'economia pastorale nella Sardegna moderna,
Cagliari 1981.
86
la pretesa padronale di conteggiare gli interessi sugli interessi può rovinare,
come era già accaduto in passato, tanti capifamiglia inducendoli ad abbandonare la loro attività e a darsi al vagabondaggio, appesantendo i problemi
sociali delle aree urbane24.
Un'altra richiesta dei rappresentanti delle comunità rurali riguarda i danni
causati agli abitanti dei villaggi dalle leggi sul diritto d'incarica. Tali norme
costringevano i vassalli a pagare pesanti multe per i delitti compiuti sul loro
territorio da ignoti ladri e grassatori. Il sindaco di Macomer, lamentando il
trasferimento di molti abitanti del centro del Marghine in altre comunità per
sfuggire al pagamento di tali imposizioni, chiede (ed ottiene) che le multe per
diritti d'incarica non possano superare il valore di 300 lire. I mercanti, infatti,
attraversando territori sperduti e insicuri con merci di valore, dopo il furto
subito pretendevano di essere interamente risarciti dagli innocenti vassalli
residenti nel circondano in cui era avvenuta la rapina215.
Del gruppo di richieste sottoscritte dai tre Bracci fanno parte anche alcuni
capitoli dell'Ecclesiastico che intende in tal modo dare ad essi maggior peso
politico. Il clero chiede che venga rispettato il privilegio di poter esportare
liberamente il grano collettato con le decime216 e di affidare i sequestri giudiziari nei confronti dei parroci e canonici renitenti al pagamento del donativo
ai delegati del vescovo e non agli ufficiali regi217. Il Capitolo della diocesi turritana, preoccupato per le generose elargizioni della Corona, supplica Filippo
IV di considerare le pensioni da lui assegnate a nobili, cavalieri, consiglieri
regi sulle rendite ecclesiastiche sarde come concesse non a vita ma per la
durata di cinque anni, come è costume nel Regno d'Aragona.
6. I tre Stamenti sottoscrivono anche le suppliche presentate da alcuni ordini
conventuali evidenziando le difficoltà in cui le istituzioni religiose si dibattono
a causa della crisi economica e della lievitazione dei prezzi. Esemplare appare,
a questo proposito, la situazione del monastero di Santa Chiara di Sassari, in
cui la nobiltà turritana "sistemava" le figlie che non intendeva maritare.
L'edificio è in rovina e dal tetto l'acqua piovana si infiltra nel dormitorio. Per
la gestione della comunità il convento dispone di poche rendite e alcuni censi,
che per di più non vengono pagati dai sottoscrittori dei contratti; le monache
vivono nell'indigenza e mangiano carne raramente. Per sopperire alle loro più
elementari necessità, Francesco de la Bronda, nobile consigliere della città,
Parlamento, doc. n. 943, c. 948 cit.
215 La supplica viene accolta dal sovrano che ne decreta le modalità di attuazione nel cap.
LITI. Per la richiesta cfr. Parlamento, doc. n. 571, cc. 1016 e 1016 v. Sulla normativa vigente nel
Regno cfr. E DE Vico, Leyes y Pragmaticas cit., I, tit. 21, capp. I-VI.
216
II capitolo presentato dagli ecclesiastici viene accolto, ma la Corona ne rimanda l'applicazione a tempi economicamente più favorevoli. Al riguardo cfr. Parlamento, doc. n. 518, c. 827.
217 Parlamento, doc. n. 518, c. 829.
214
87
chiede la riscossione dei loro crediti in forma privilegiata, la fornitura settimanale di carne da parte della macelleria incaricata di rifornire i giudici della
Reale Governazione, l'acquisto del grano a prezzo agevolato218.
Un'altra parte delle richieste dei tre Stamenti ha per oggetto le malversazioni e le pretese degli ufficiali regi, che con i loro soprusi e le illecite pretese
causano rilevanti danni economici ai sudditi ed alle comunità.
Come negli altri stati governati dalla Corona, anche in Sardegna vengono
espresse lamentele nei confronti dei commissari dell'esercito che, per effettuare esercitazioni militari, si insediano nei villaggi pretendendo che i soldati vengano mantenuti dalla popolazione più a lungo dei giorni stabiliti dalla legge.
Gli Stamenti chiedono che le sortite dei militari dai loro alloggiamenti vengano regolamentate, che i commissari non pretendano di essere pagati più di un
ducato al giorno, i cavalleggeri più di 2 reali e i soldati di truppa un reale219. I
tre Bracci invitano inoltre la Corona a controllare le corvée relative alla legna
da ardere imposte dai commissari dell'intendenza militare ai contadini della
Sardegna meridionale che possiedono gioghi di buoi220. Quando le centinaia
di carri carichi di fascine giungono a Cagliari i comandanti, vedendo che esse
risultano di gran lunga superiori alle necessità dei soldati, le vendono sottobanco ai privati intascando indebitamente rilevanti somme di denaro221.
Numerose risultano anche le imposizioni introdotte illecitamente dai magistrati della Reale Udienza e dagli impiegati addetti alle curie. Quando qualche
suddito segnalava fatti delittuosi di una certa gravità, spesso i giudici della
Reale Udienza, senza attendere ulteriori informazioni, inviavano nei villaggi, a
spese della comunità, dei commissari che si trattenevano sul luogo per diversi
giorni facendosi pagare spese di missione assai elevate. Per ovviare a tali
inconvenienti gli Stamenti chiedono che non possano essere nominati a tale
incarico í parenti dei giudici222; e che chi ha sporto denuncia per segnalare
irregolarità o delitti sottoscriva preventivamente una fideiussione in modo da
permettere alla amministrazione regia di rivalersi su di lui qualora le accuse
risultino infondate223. Inoltre, poiché i commissari e le guardie reali che vengono inviati nei villaggi per consegnare i decreti esecutivi pretendono di
riscuotere una diaria per ogni notificazione fatta, i tre Bracci chiedono che i
218 Parlamento, doc. n. 531, cc. 906-915 v-916. Sul convento di Santa Chiara e sull'ambiente
sociale e religioso che vi ruotava attorno cfr. E. COSTA, Sassari, Sassari 1972, vol. II, t. III, pp.
43 ss; M. PORCU GAIAS, Sassari. Storia architettonica e urbanistica dalle origini al '600, Nuoro
1996, pp. 13,24,208,213,219.
219 Parlamento, doc. n. 570, c. 1013.
220 Parlamento, doc. n. 525, cc. 881-882v; cfr. J. DEXART, Capitula sive Acta cit., tomo II, lib.
tit. XII, cap. 29, fol. 353.
221 Per le relative decretazioni cfr. i capp. LXIII, XLIV, XLV, XLVI.
222 Parlamento, doc. n. 527, c. 907.
223 Parlamento, doc. n. 527, c. 902.
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delegati si accontentino di una sola indennità di missione per ogni giornata
trascorsa nel medesimo villaggio e che paghino ai vassalli i servizi personali
che ora pretendono da essi gratuitamente224.
Nelle città regie le lamentele della nobiltà, del clero e del ceto mercantile si
indirizzano invece contro il mostazaffo225. Da qualche anno, a Cagliari, quest'ufficiale pretendeva il pagamento di una pezza di formaggio per ogni sacco
di merce trasportato dal cavallo; più di una dozzina di arance di Milis per
ogni cesta; svariati chili di pesce per ogni singola cassetta; una misura di miele
anche quando il venditore disponeva di modiche quantità di prodotto. Gli
Stamenti segnalano al viceré che le richieste dell'ufficiale sono diventate così
esose da indurre molti produttori a non portare più le loro merci in città e a
disertare il mercato urbano226.
Per evitare che anche in campo giudiziario le malversazioni dei ministri e
dei letrados si traducano in pesanti oneri finanziari a danno dei sudditi i tre
Stamenti chiedono che si vieti ai giudici della Reale Udienza di pretendere l'onorario prima di avere emesso la sentenza. Quando infatti qualcuno di essi
parte o muore, i loro sostituti pretendono di essere pagati nuovamente, accrescendo il costo delle cause (cap. X.XI1)227.
All'interno del ceto forense ad essere presi di mira sono in particolare i
notai e gli scrivani che redigono gli atti processuali e ne garantiscono l'autenticità. L'aumento del costo della vita e gli scarsi introiti che traggono dalla loro
professione hanno spinto molti di essi a pretendere che nei sequestri giudiziari di beni e nella redazione degli inventari post-mortem vengano loro riconosciuti 2 cagliaresi a riga. L'avidità personale ha indotto alcuni professionisti ad
accettare perfino atti che coinvolgono interessi di terzi senza verificare l'identità degli individui che li sollecitano e a redigere falsi atti di donazione patrimoniale di persone decedute controfirmati da testimoni anch'essi deceduti, o
residenti in altri regni. Affinché questi spiacevoli episodi non accadano più, i
tre Stamenti propongono ed ottengono dalla Corona che possano accedere
alla professione notarile solo gli studenti che abbiano frequentato la facoltà di
legge almeno per un anno, effettuato un apprendistato di cinque anni e soste224 Parlamento, doc. n. 525, c. 892.
225 Il mostazaffo (amostassen), istituzione
municipale di origine catalana, era una delle più
ambite e lucrose cariche cittadine. A Cagliari per ricoprire tale ufficio era necessario avere svolto compiti di primo o secondo consigliere. L'ufficiale aveva l'incarico di controllare, all'interno
delle mura della città, il rispetto dei regolamenti annonari, i prezzi, l'igiene e la qualità dei cibi.
Sulle competenze riservate al funzionario cfr. E. GESSA, Istituzioni alimentari nella Cagliari aragonese: il mostazzaffo, in «Quaderni bolotanesi», n. 18, 1992, pp. 301-317. Sul ruolo svolto da
tale figura nell' ambito del municipio catalano cfr. M. BAJET i ROJO, Els mostassaf de Barcélona i
les seves funcions en el segle XVI, Lleida 1994.
226 Parlamento, doc. n. 530, c. 913.
227 Parlamento, doc. n. 520, c. 833.
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nuto l'esame professionale davanti a una commissione composta da giudici
del Consiglio Reale228.
I tre ordini esprimono lamentele anche nei confronti dei notai che operano
nella segreteria dalla Procurazione Reale, perché costoro non rispettano le tariffe
fissate dalla legge: in ogni riga scrivono un numero di parole inferiore a quello
stabilito e, anziché fare copia dei documenti richiesti e pagati, inseriscono nella
documentazione dei processi gli atti originali. Questi stessi ufficiali, quando si
recano nelle ville per certificare l'omaggio dei vassalli al nuovo feudatario, chiedono, oltre alla diaria, una lira per ogni contribuente. Per certificare i confini del
feudo essi pretendono inoltre un onorario distinto per ogni verifica effettuata sul
territorio, e quando a redigere gli atti sono più notai, ciascuno di essi pretende
di essere pagato con una distinta parcella. Il Militare, considerando queste illecite pretese vere e proprie estorsioni, chiede (ed ottiene) che per gli atti di ricognizione feudale, oltre la diaria giornaliera, si paghi solo una tassa fissa di 7 lire229.
Per abbreviare il corso della giustizia, che in questo decennio costituisce
uno dei problemi più scottanti del Regno, in attesa che la Corona si pronunci
sulla richiesta di concessione della sala criminale gli Stamentí, con l'attiva collaborazione dei più abili avvocati, chiedono che si stabilisca un termine fisso
per la conclusione delle cause e che, all'atto della loro iscrizione a ruolo,
venga rilasciata dai giudici una cedola nella quale dovrà essere indicata la data
entro la quale verrà emessa sentenza; che a seguire le cause civili arretrate sia
assegnato, in permanenza, un giudice libero da ogni altro incarico e che, se le
parti coinvolte in causa intendono giungere ad un compromesso, il processo,
in assenza del giudice naturale, possa essere istruito da un letrado esterno e
l'accordo raggiunto fra i litiganti venga immediatamente sottoposto al vaglio
della giuria230. Con queste richieste i tre Stamenti cercano insomma dí introdurre nella notificazione delle sentenze innovazioni che tendono ad accelerare
le lentissime procedure giudiziarie esistenti. Per gli stessi motivi, al fine di evitare che la parte soccombente utilizzi altri sotterfugi per sfuggire alla certificazione degli atti, rimandando ulteriormente l'applicazione della sentenza, essi
chiedono che il giudice fissi una data per la lettura del verdetto alle parti e
non ammetta né proroghe né opposizioni alla notifica23 '.
228 Cfr. P. CANEPA, Il notariato in Sardegna, in «Studi Sardi», a. II, fasc. Il, a. 1936. Nel
Parlamento del 1631-1632 i capitoli di Corte che riguardano i notai sono numerosissimi e prefigurano una vera e propria riforma dell'istituto del notariato. Per i più significativi cfr.
Parlamento, cc. 883-884v. 886v. 887v. 892v. 904, 946-946v. 977, 996-999v. Sulla revisione delle
norme che riguardano la professione notarile cfr. F. DE VICO, Leyes y Pragmaticas cit., L. I, tit.
14, capp.
e I, titoli 15 e 16.
229 Parlamento, cc. 832v. 894v. 947v. 994-996; E DE VICO, Leyes y Pragmaticas cit. I, tit. I,
capp. 7-47.
230 Per la richiesta cfr. Parlamento, doc. n. 520, c. 833v.
231 Cfr. Parlamento, doc. n. 543, c. 947. Per le decretazioni cfr. i capp. LVIII, LIX, LX, LXI.
90
Anche le alte gerarchie ecclesiastiche appaiono insoddisfatte del proprio
foro, e per sveltire il contenzioso amministrativo chiedono che le esecuzioni
nei confronti del clero renitente al pagamento dell' excusado e delle altre contribuzioni dovute ai canonicati e alle mense vescovili possano essere eseguite
(previo rilascio di un'adeguata cauzione) dopo la prima sentenza favorevole.
Significativa appare anche la richiesta tendente a rivendicare il diritto del
Regno ad avere un giudice ecclesiastico di appellazione che disponga degli
stessi ampi poteri d'intervento che sono riconosciuti ai nunzi pontifici negli
altri stati della Corona232.
7. Nelle Corti del 1631 particolarmente significativo appare il ruolo svolto dai
tre Stamenti per contenere e delimitare le competenze del Tribunale
dell'Inquisizione. Con l'influente appoggio del viceré, che su tale questione
impegna a fondo il Conte-Duca de Olivares ottenendo (ad un solo anno dalla
firma di un atto di concordia in cui Filippo IV confermava al Tribunale del
Santo Uffizio alcune generose concessioni) la revisione del Concordato del
1630, il Regno riesce ad imporre all'Inquisizione sarda il divieto di intromettersi nelle cause civili e criminali. Come accadeva di frequente in diversi
domini della monarchia ispanica233, gli inquisitori rivendicavano infatti anche
in Sardegna il diritto di giudicare il comportamento dei sudditi e cercavano di
intromettersi in tutti i settori amministrativi pretendendo di svolgere un ruolo
preminente nella giurisdizione civile, ecclesiastica e criminale. Spesso onorati
vassalli venivano tradotti in carcere per un alterco o una lite con qualche
membro della famiglia inquisitoriale e lì trattati come infedeli e costretti, per
riacquistare la libertà, a pagare elevate multe234.
Per ridurre le continue intromissioni inquisitoriali nella giustizia civile gli
Stamenti chiedono dunque che il sovrano rifiuti al Santo Uffizio l'assistenza
armata nelle cause non di fede e che intervenga per evitare che i familiari
dell'Inquisizione, rivendicando indebite immunità, sfuggano totalmente al
A. ERA, Tribunali ecclesiastici in Sardegna, Sassari 1929.
Per un quadro generale del ruolo svolto dall'Inquisizione nei regni ispanici cfr. J. A.
LLORENTE, Historia de la Inquisición en Espana, Madrid 1980; H. C. LEA, Historia de la
Inquisición Espaiiola, Madrid 1983, 3 voli; Storia dell'Inquisizione spagnola, a cura di P.
Bennassar, Milano 1994; H. KAMEN, La Inquisición Espaiiola, Barcelona 1985; J. MARTThm2
MILLAN, La Hacienda de la Inquisición (1478-1700), Madrid 1984. Sull'Inquisizione in
Sardegna si vedano: G. SORGIA, Studi sull'Inquisizione in Sardegna, Roma 1961; J. CONTRERAS,
Algunas consideraciones sobre las relaciones de causas de Sicilia y Cerdefia, in «Annuario
dell'Istituto Storico per l'età Moderna e Contemporanea», voli. XXXVII-XXXVIII, 19851986, p. 186 ss.; R. TuRrAs, Storia della Chiesa cit., pp. 367-374; S. Loi, Cultura popolare in
Sardegna cit., pp. 166-204; S. Loi, A. RUNDINE (a cura di), Documenti sull'Inquisizione in
Sardegna, 1493-1713, Sassari 2004.
234 Per la loro riscossione il Tribunale utilizzava i ministri regi pretendendo però tariffe
molto più alte di quelle stabilite dalla Corona per l'Audiencia.
232
233
91
controllo delle leggi civili e al diritto comune235. Dopo un cinquantennio di
inutili proteste le suppliche presentate dall'élite del Regno vengono accolte
dalla Corona.
Il Parlamento del 1632, da questo punto di vista, costituisce infatti una pietra miliare: Filippo IV si accorda con il presidente del supremo tribunale del
Santo Offizio per evitare che gli inquisitori rivendichino competenze attive
nelle cause civili e criminali236. Fin dal 1629 il marchese di Bayona aveva avvertito il Conte-Duca che su questo versante la situazione era diventata intollerabile. A seguito della partenza dell'inquisitore maiorchino Bernardo Cotoner,
che aveva sempre operato nell'interesse della Corona frenando le intemperanze dei propri subordinati, l'altro avvocato del Santo Uffizio, Gerolamo
Fernàndez de Otero, aveva accentuato i contrasti con la Reale Udienza e difeso
sistematicamente l'operato degli ufficiali inquisitoriali anche nei casi in cui la
violazione delle leggi civili era palese. Incoraggiati dall'inquisitore i familiari del
Supremo Tribunale si consideravano fiscalmente esenti dal donativo regio, dai
tributi feudali e da quelli decimali; si rifiutavano di pagare le multe imposte
loro dalle curie baronali; non accettavano che il loro bestiame, sorpreso a
pascolare nei campi altrui, potesse essere sequestrato e disconoscevano, in base
a calcoli di opportunità personale, sia l'autorità dei ministri regi sia quella feudale237. Inoltre gli inquisitori rivendicavano la propria competenza nelle cause
civili e criminali riguardanti non solo i loro familiari ma anche i sudditi regi.
Per il persistere di tali atteggiamenti, tra il 1616 e il 1630 le tensioni esistenti
Parlamento, doc. n. 543, cc. 945-945v.
1.1 29 dicembre 1632 il sovrano ed il presidente del supremo organo inquisitoriale stabiliranno infatti che «los inquisidors no se entrometan en conocer mas de las causar civiles y criminales de afuera en lo que fueren reos los familiares, officiales y ministros de la Santa Inquisición,
dejando las en que fueren actores, que sigan el fuero del reo de la mesma manera que se guarda en
los prelados... que solamente gozan de la passiva y no de la activa». Cfr. Parlamento, doc. 518, A
c. 824v., B c. 143v. Il provvedimento regio è inserito anche nella raccolta dei concordati pubblicati dal Dexart. cfr. J. DEXART, Capitula sive Acta cit., tomo II, lib. III, tit. VII, cap. I, fol. 112.
237 Sui conflitti tra il Tribunale dell'Inquisizione e i ministri regi cfr. E. MARTINEZ FERRANDO,
Un conflicto en la Inquisición de Cerddia durante el primer tercio del siglo XVII cit., pp. 459-504;
S. LOI PUDDU, Conflitti di competenze tra la magistratura reale e quella inquisitoriale in Sardegna
nel secolo XVII, Milano 1974; B. PELLEGRINO, Inquisizione e lotte di potere in Sardegna nel XVII
secolo, in «Annuario dell'Istituto Storico Italiano per l'Età Moderna e Contemporanea» cit., pp.
163-190; R. TURTAS, Storia della Chiesa in Sardegna cit., pp. 367-374; A. BORROMEO,
L'Inquisizione, in AA.Vv., La società sarda in età spagnola cit., pp. 142-156. Relativamente alla
penisola italiana cfr. R BIZOCCHI, Conflitti di giurisdizione negli antichi stati italiani in Fonti
ecclesiastiche per la storia sociale e religiosa d'Europa. Xv-XVIII sec. (a cura di C. Buboli e A.
Turchini), Bologna 1999. I conflitti giurisdizionali erano assai frequenti in tutti i regni. Sul ruolo
politico svolto dall'Inquisizione nei dominii degli Asburgo cfr. B. BENNASSAR, Inquisición espaiiola: poder politico y control social, Barcelona 1981; JOAQUIN PEREZ VILLANUEVA, BARFOLOME
ESCANDEL BONET, Historia de la Inquisición en Espatia y America, Madrid 1993; Politica,
Religiém e Inquisición en la Espaíia moderna. Homenaje a Joaquín Pérez Villanueva, a cura di P.
Femandez Albadalejo, J. Martínez Malan, V. Pinto Crespo, Madrid 1996.
235
236
92
fra la società civile, le autorità regie e l'Inquisizione si erano notevolmente
accentuate. La politica fiscale imposta dal Valido, accrescendo il peso fiscale
gravante su ogni contribuente, spingeva la feudalità e i ministri regi a pretendere che anche i membri del Santo Uffizio pagassero le quote di donativo dovute.
Gli onerosi impegni finanziari assunti dal baronato nei confronti della Corona
non consentivano alla nobiltà di tollerare che alcuni dei suoi più agiati vassalli
si dichiarassero esenti facendo valere l'immunità inquisitoriale o fiscale (con la
cessione simulata del patrimonio familiare ad un parente ecclesiastico).
Il problema dell'elevato numero di familiari del Santo Uffizio era accentuato dal fatto che dopo il 1625 il cardinale Antonio Zapata, inquisitore generale
del Supremo Tribunale, per accrescere l'adesione di tutti i ceti sociali alla politica di Unión de Armas aveva incoraggiato i suoi ministri ad accettare nuovi
membri e a promettere loro la successione nell'incarico da padre in figlio238.
In Sardegna questa politica nepotistica aveva avuto effetti moltiplicativi perché, a differenza degli altri regni, il Tribunale inquisitoriale dell'isola non
doveva sottoporre al controllo del centro madrileno le candidature degli ufficiali di rango inferiore: messaggeri, uscieri, tenenti, guardie, dispensieri, medici, chirurghi, farmacisti potevano essere nominati liberamente dando luogo a
serrate contrattazioni clientelari. Ricoprendo queste modeste ma ambite cariche molti nobili, commercianti, possidenti speravano di ottenere protezioni e
immunità239. Tuttavia, in una società che aveva visto in sei anni quintuplicare
la pressione fiscale, l'esenzione dei familiari del Sant'Uffizio da ogni tributo, la
loro disobbedienza alle autorità civili240, il pubblico rifiuto al pagamento delle
multe e perfino al loro inserimento nelle ronde militari disposte dal viceré per
vigilare sul litorale e impedire incursioni da parte dei corsari barbareschi
erano diventati politicamente intollerabili.
Forti reazioni andavano infine suscitando negli ambienti di governo e della
Reale Udienza le pretese, avanzate dall'inquisitore Otero, di poter ispezionare le
navi che gettavano l'ancora nei porti del Regno prima dee i ufficiali regi per verificare se a bordo vi fossero libri proibiti; e di considerare di propria esclusiva competenza il rilascio della autorizzazione alla pubblicazione delle opere a stampa241.
238 Sulla politica di moltiplicazione degli incarichi voluta dal Cardinale Zapata cfr. AHN,
Inq., lib. 272, fol. 645.
239 Per la conferma di queste consuetudini in uso da tempo cfr. AHN, Inq., lib. 301, fol. 138.
240 Emblematico è il caso che coinvolse Andrea Manca, barone di Montesanto: per avere
rimproverato un proprio vassallo, familiare dell'Inquisizione, si vide apostrofare da quest'ultimo a male parole senza poter arrestare l'allevatore per l'immunità inquisitoriale dí cui quest'ultimo godeva.
241 Sui frequenti conflitti giurisdizionali che insorgevano nei vari regni per il controllo
della stampa cfr. M. L. MIGUEL GONZALEZ, El problema de los conflictos jurisdiccionales. El
memorial de Antonio Trejo, in AA.VV., Inquisición espatiola. Nueva visión, nuevos horizontes,
Madrid 1980, pp. 81-88; V. PINTO CRESPO, Inquisición y control ideologico en la Espatia del
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Anche nel Regno di Sardegna, di fronte allo straripante potere inquisitoriale,
sostenuto per molteplici ragioni da Filippo IV, va dunque emergendo, in occasione delle Corti del 1632, una organica strategia di contenimento. Nobili,
ecclesiastici, cittadini e magistrati regi chiedono che i familiari del Santo Uffizio
non godano di particolari agevolazioni nell'ambito della giurisdizione civile e
criminale perché esse creano forti disparità tra i sudditi. I privilegi inquisitoriali
andavano alimentando crescenti risentimenti anche tra i ceti sociali più elevati,
che vedevano sconvolta da tali concessioni la gerarchia sociale esistente.
Nella Sardegna dei primi decenni del Seicento l'Inquisizione, integrando la
giurisdizione pontificia con quella concessa dal sovrano e affermando che la
potestà del Tribunale Supremo prevaleva su tutti gli altri fueros, cercava infatti
di esercitare sulla popolazione un potere senza limiti.
Per tale ragione, durante le Corti del 1631-1632 i tre Bracci chiedono unitariamente che il contenzioso tra i familiari del Santo Uffizio e i sudditi della
Corona venga esaminato e risolto dalla Reale Udienza del Regno e non a
Madrid, dove il Tribunale Supremo dell'Inquisizione emetteva sentenze favorevoli ai propri membri anche quando le cause riguardavano problemi che
esulavano del tutto dalle questioni di fede.
Mentre Filippo IV era solito valutare la fedeltà dei familiari dell'Inquisizione
sulla base di vincoli personali e di fede, l'Olivares ed i delegati periferici della
fazione valida, pressati da concreti problemi giurisdizionali, considerano la collaborazione offerta dai familiari del Santo Uffizio non in maniera astratta ma in
rapporto all'effettivo sostegno che essi forniscono al rafforzamento della pace
interna del Regno, all'amministrazione della giustizia ed alla politica di guerra e
di restauraczón dell'autorità regia.
Le dimissioni offerte nel 1632 a Filippo IV dal cardinale Zapata, quando
egli rifiuta ulteriori appoggi alla Corona nel contesto del confronto che quest'ultima ha aperto con il Papato, sono da questo punto di vista
emblematiche242. Il nuovo presidente del Tribunale Supremo, Antonio
Sotomayor, si mostrerà infatti molto più disponibile nei confronti delle esigenze del Conte-Duca, di cui diventerà uno dei più stretti collaboratori243.
siglo XVI, Madrid 1983. Per il Regno di Sardegna cfr. A. RUNDINE, Inquisizione spagnola,
censura e libri proibiti nel '500 e '600, Sassari 1996.
242 Sui conflitti tra gli apparati dello stato e quelli dell'Inquisizione nella Spagna barocca cfr.
E TomAs Y VALIENTE, Relaciones de la Inquisición con el aparato institucional del Estado, in
AA.Vv., Inquisición espagola. Nueva visión, nuevos orizontes cit., p. 100 e B. BENNASSAR, Por el
Estado, contra el Estado, in B. Bennassar, Inquisición espariola: poder politico y control social
pp. 322 ss.; A. DOMINGUEZ; ORTIZ, Inquisición y Estado en la Espatia de los Austrias, in AA.Vv.,
Etat et Eglise dans la génèse de l'État Moderne, Madrid 1986, pp. 157 ss; R LOPEZ VELA,
Inquisición y estado en el reinado de Felipe IV Madrid 1991.
243 Per le pressioni esercitate dal ministro Olivares cfr. J. MARTINEZ MILLAN, Los miembros
del Consejo de Inquisición durante el siglo XVII, in « Hispania Sacra», n. 76 (1985), pp. 432-442.
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Tenendo conto della nuova situazione che si va profilando a Madrid e di
quanto accade nelle Corti sarde del 1631-1632 vanno dunque riviste le tesi
che tendono a dipingere Filippo IV come un sovrano costantemente impegnato a difesa dei fueros dell'Inquisizione244. Anche nei regni periferici, di
fronte ai crescenti conflitti giurisdizionali creati dal Santo Uffizio, la fazione
olivaresiana che opera nell'apparato amministrativo della Corona, protetta dal
Valido, sembra riprendere con grande impegno quella politica «di concordia e
collaborazione» tra lo Stato ed il Supremo Tribunale che aveva dato buoni
frutti nell'età di Filippo II245. Il fatto che nelle Corti catalane e aragonesi del
1632 Filippo IV non avalli le richieste presentate dagli Stamenti contro il
Santo Uffizio non va pertanto collegato alla persistenza di quella politica ma
all'insoddisfazione e alle perplessità del sovrano per l'atteggiamento critico e
scarsamente collaborativo che alcuni regni catalano-aragonesi manifestavano
nei confronti dell'Unión de Armas. La controprova viene proprio dal Regno
di Sardegna. Su sollecitazione del viceré Bayona, che teme un irrigidimento
dei ceti contro le pretese avanzate nell'isola dal Supremo Tribunale inquisitoriale, la vigilia del natale 1630 il re firma a Madrid con l'inquisitore generale
Zapata l'ottavo concordato246 riguardante il Regno sardo, nel quale, prendendo spunto dal libro del dottor Bonfant (la cui stampa era stata vietata dall'inquisitore Otero perché l'autore del volume247 vi sosteneva la tesi del primato
244 M. L. MIGUEL GONZALEZ, El problema de los conflictos jurisdicionales cit., pp. 83 ss.
245 Sulle tensioni insorte nei regni aragonesi si veda la classica e ancor valida opera di H.
CH.
LEA, Historia de Inquisición espo7ola cit., I, pp. 425 ss.; R GARCIA CARCEL, Originesde
- la
Inquisición espasiola. El tribunal de Valencia, 1478-1530, Barcelona 1976, pp. 76-82; El Tribunal
de la Inquisición en Mallorca. Relación de causas de Fè, a cura di L. Perez, L. Muntaner, M.
Colón, Palma de Mallorca 1986.
246 I:ottavo concordato, firmato a Madrid il 24 Dicembre 1630, confermava al Santo Uffizio
ampi margini di intervento in ambito civile e riconosceva ai suoi familiari rilevanti privilegi e
immunità. Il documento è integralmente pubblicato in J. DEXART, Capitula sive Acta cit., T. II,
lib. III, tit. VI, cap. II, pp. 99-100.
2" Dionigi Bonfant nasce a Cag iari alla fine del XVI secolo e, dopo essersi laureato in utroque iure, esercita l'avvocatura e svolge funzioni di fiscale nella procurazione reale. In qualità di
sindaco dei tre Stamenti riceve dal presidente Prieto l'incarico di portare a Madrid il Parlamento
del 1632. Per l'incarico svolto gli viene promessa una delle future piazze di giudice del criminale.
Quando il giudice Dexart verrà promosso al Collaterale di Napoli si candiderà a sostituirlo nella
carica, ma il viceré de Almonazir preferirà assegnarla ad Antonio Canales de Vega suscitando le
risentite rimostranze dell'interessato e del gruppo che lo sosteneva. La questione alimenterà una
lunga polemica che coinvolgerà il viceré e il reggente Vico e costringerà la Corona ad ordinare
una visita per controllare l'operato del Canales de Vega. Píù che per l'attività in qualità di magistrato della Reale Udienza il Bonfant è ricordato per la strenua difesa del primato della città nei
confronti di Sassari. A tal fine scrive l'opera Triumpho de los santos del reyno de Cerdetia la cui
pubblicazione viene bloccata, nel 1629, dal Tribunale dell'Inquisizione suscitando una lunga
vertenza giurisdizionale tra il Santo Uffizio e la Reale Udienza. Il contrasto istituzionale costringerà l'autore a stampare l'opera sei anni più tardi (1635). Il problema delle competenze relative
alla autorizzazione della pubblicazione dei libri stampati nel Regno, che aveva dato luogo ad un
95
della diocesi di Cagliari su quelle di Sassari e di Pisa), d'intesa con il Santo
Uffizio si specifica che l'autorizzazione alla stampa di qualsiasi libro è di competenza esclusiva del viceré e dei suoi ministri e che l'inquisitore può intervenire solo in merito a questioni di fede. Con tale accordo il sovrano e il presidente del Supremo riconfermano inoltre l'obbligo, spettante ai familiari del
Santo Uffizio, di pagare i tributi, le multe dovute al feudatario e quelle decretate dai ministri regi e di non intromettersi nelle cause civili248.
Tuttavia, poiché Ferdinando Otero continuava ad ignorare le disposizioni
regie, a farsi beffe delle ingiunzioni249 e a rifiutare qualsiasi conciliazione,
mentre a Madrid si andavano preparando gli ordini per il trasferimento dell'incomodo inquisitore, con un ulteriore accordo, sottoscritto il 6 marzo 1631,
il cardinale Zapata e il sovrano deliberano di condannare ad una multa di 500
ducati il giudice o il familiare del Santo Uffizio che non accetti di comporre le
vertenze in atto nel Regno250. Le polemiche tra ministri regi e familiari del
Santo Uffizio non cesseranno neppure dopo l'allontanamento dell'Otero dalduro confronto con gli inquisitori, verrà sciolto dal sovrano con un decreto che riserverà tale
competenza esclusivamente alla Reale Udienza. Nel 1637, quando la polemica sul primato fra le
Archidiocesi di Cagliari, Písa e Sassari si sposta, per iniziativa dell'arcivescovo cagliaritano
Machín, a Roma presso il Tribunale apostolico, il Bonfant, a sostegno degli interessi della città di
Cagliari e per confutare le tesi sostenute a Sassari dal padre gesuita Giacomo Pinto, pubblica il
Breve tratado del primado de Cerdefia y Corsega, Caller 1637.
248 Gli atti di concordia sono stati pubblicati anche dall'Angius. Sui concordati del 1630 e
del 163 1 cfr. V. ANGIUS, Memorie de' Parlamenti generali o Corti del Regno di Sardegna, secolo
XVII, in G. CASALIS, Dizionario geografico, storico, statistico-commerciale degli Stati di S. M. il
Re di Sardegna, vol. XVIII quater, Torino 1856, pp. 674 e ss. Sui nuovi orientamenti giurisdizionali introdotti dall'atto di concordia firmato in concomitanza con il Parlamento del 1632 cfr. E
DE VICO, Leyes y Pragmaticas cit., I, tit. VII, capp. 1-17.
249 Sulle proteste dell'Otero prima del suo trasferimento dall'isola cfr. ACA, C.d.A., leg.
1360, lettera del 2 aprile 1631. Per ulteriori notizie sul controverso personaggio cfr. A.
RUNDINE, Gli inquisitori del Tribunale del Santo Ufficio di Sardegna (1493-1718), in «Archivio
Storico Sardo», XXXIX, pp. 227-263, e Memorial de los Inquisidores del Reino de Cerdefia
sobre novedades del capitulo del Estamento Militar y propuestas en Parlamento de aquel Reino,
Biblioteca Nacional, Madrid, mns. n. 18.055, f. 215.
250 Anche il nono e ultimo concordato col Santo Uffizio, firmato a Madrid il 6 marzo 1631, è
stato integralmente pubblicato dal Dexart che — considerata l'importanza delle norme — riporta
anche le ordinanze regie emesse al riguardo: cfr. J. DEXART, Capitula sive Acta cit., t. II, lib.
tit. VI, cap. II, pp. 102-104. La risposta positiva del sovrano, che il 6 marzo 1631 sottoscrive
con il presidente del Tribunale dell'Inquisizione il nono e ultimo concordato riguardante il
Regno di Sardegna giunge a Cag iari quando il viceré Bayona ha già perso conoscenza e sta esalando l'ultimo respiro. Per dare atto al marchese degli sforzi fatti per ottenere la definitiva prevalenza della giurisdizione regia su quella inquisitoriale, il reggente la Reale Cancelleria, alla
presenza di tutti i componenti del consiglio del Regno, riuniti per l'occasione davanti al letto in
cui giace il corpo di Gerolamo Pimentel, dopo aver posato sul capo del viceré la lettera regia e
il concordato che vi è allegato, procede alla lettura integrale dell'ano che diventerà parte integrante delle leggi fondamentali del Regno. Per il verbale relativo alla cerimonia celebrata
davanti al viceré morente per sottolineare la definitiva vittoria della giurisdizione regia cfr.
ACEM, fondo Toda y Giiell, Cerdefia, Documentos Parlamentarios, leg. 14, n. 145.
96
l'isola ma, per effetto del nono concordato, richiesto con urgenza dal viceré
Bayona durante le Corti, esse si attenuarono fino a spegnersi del tutto251. La
nomina di un Inquisitore generale molto sensibile alle esigenze politiche
dell'Olivares contribuì infatti a ridurre anche in Sardegna la frequenza di quegli atti clamorosi (arresti, detenzioni, intromissioni negli affari civili) che nel
decennio precedente avevano causato il risentimento dei ministri regi e minato la credibilità della monarchia252.
8. Il Braccio Ecclesiastico, sollecitato dai rappresentanti delle città e dai capitoli diocesani, insiste sul problema della giustizia anche nelle richieste che presenta separatamente, perché considera questa riforma essenziale allo sviluppo
di una armonica società civile.
A sostegno di quanto era stato prospettato dai giudici della Reale Udienza
nell'ambito della proposta di riorganizzazione dei tribunali periferici e delle
curie feudali, per evitare sentenze ingiuste e faziose, il clero chiede che nelle
città regie di Bosa, Iglesias, Oristano e Castelsardo i podestà giudichino gli
imputati affidandosi non ad una raccogliticcia giuria estratta a sorte ma all'assistenza di un laureato in utroque iure (nominato dalla Reale Udienza e pagato
7 lire e mezza a sentenza253), e che, nei villaggi rurali, un letrado presieda le
giurie di boni homines e riceva un salario di 5 lire254.
2" La crisi dei rapporti tra Stato e Chiesa raggiunse l'apice nel 1640 con l'espulsione dal
Regno del vescovo di Alghero Nuseo. Per le ripercussioni diplomatiche del caso cfr. ACA,
C.d.A., leg. 1147.
252 Per l'ordinananza regia che vieta agli inquisitori e ai loro familiari di intromettersi negli
affari civili e criminali del Regno cfr. Biblioteca comunale di Sassari, Carte Tola, vol. 13, Lettera
del 29 dic. 1632.
253 Cfr. Parlamento, doc. n. 542, cc. 940-942.
254 L'amministrazione della giustizia era resa problematica dall'ignoranza giuridica dei giurati che operavano nelle città regie, dove prevaleva il diritto barcellonese (Cagliari e Alghero) o
quello sardo (Bosa, Iglesias, Castellaragonese, Oristano) e nei territori feudali dove i prohomens
gestivano i giudizi di Corona. Le sentenze venivano spesso procrastinate o non giungevano a
conclusione per le continue sostituzioni dei membri della giuria, la dispersione degli incartamenti o l'intromissione di autorevoli personaggi. Su questi aspetti cfr. R. DI Tucci, Nuove ricerche e documenti sull'ordinamento giudiziario e sul processo sardo, in «Archivio Storico Sardo»,
XIV, 1923, p. 275; ID., Giudici e leggi personali in Sardegna durante il periodo aragonese, in
«Archivio Storico Sardo», XV, 1934, n. 1-2; A. ERA, Documenti per la storia del procedimento
penale in Sardegna, in «Studi Sassaresi», vol. III, 1929, fasc. 2-3, pp. 144-152. Sul ruolo dei
"probi homines", dei podestà e dei delegati della giustizia baronale cfr. D. FILIA, Corone inedite
del podestà in carte sassaresi del secolo XV, Sassari 1927 estr.; E LODDO CANEPA; Note sulla
"Carta de Logu" cagliaritana e su un giudizio di corona nel secolo XVI, Cagliari 1933; G. OLLA
BEPETTO, I «boni homines» sassaresi e il loro influsso sul diritto e la società della Sardegna
medioevale e moderna, in Gli Statuti sassaresi. Economia, società cit., pp. 355-364. Sulla venalità
della giustizia baronale e sulle procedure giuridiche in uso nelle aree sottoposte a dominio feudale cfr. I. BUSSA, Il volto demoniaco del potere. L'amministrazione del feudo sardo di Oliva agli
inizi del 1600, in «Quaderni bolotanesi», n. 16, pp. 487-556; E CARBONI, La giustizia civile in
97
Il Capitolo della diocesi di Iglesias, riprendendo una antica rivendicazione,
chiede (e di fatto ottiene formalmente) che la diocesi iglesiente venga staccata
da quella di Cagliari e ridiventi autonoma255 ; che in concomitanza con la celebrazione della festa di S. Antioco si autorizzi la città a tenere una fiera di 20
giorni esente da ogni diritto; che l'ufficio di Capitano di città (occupato temporaneamente da un castigliano) venga riservato ai naturales256; che la
Tesoreria regia non pretenda dalle casse municipali il pagamento delle armi
distribuite dal viceré Bayona ai cittadini per far fronte ad una eventuale invasione; che nel porticciolo di Funtanamare si costruisca una torre di avvistamento per proteggere quel tratto di costa dai pirati257.
Le rivendicazioni del Capitolo di Alghero riguardano invece il riequilibrio
del tributo dell'excusado che il clero versava per il mantenimento della squadra di galere258 a cui era stato affidato il compito di proteggere le coste mediterranee dei dominii ispanici dal pericolo turco; la richiesta di ripartire tra i
canonici il costo di una pensione di 500 ducati che il re aveva fatto gravare sul
vescovado259; la concessione di un titolo nobiliare o di una sacca di grano da
rivendere a terzi per acquistare gli ornamenti necessari ad arredare la sacrestia
della Cattedrale.
La disparità e l'esiguità delle rendite è il tema sul quale insistono anche i
canonici delle diocesi di Ampurias e di Ales che chiedono (ma non ottengono) l'assegnazione di una parte dei frutti della Mitra26°.
I prelati del Capitolo di Oristano, dimenticando per una volta i loro dissidi
interni, legati alla gestione di diversi lucrosi uffici durante le lunghe assenze
del vescovo che soggiornava in luoghi più salubri, svolgono in queste Corti
una attiva funzione di tutela neí confronti dei contadini poveri. Criticando il
Sardegna: la "Corona de bons homens" nella Barbagia di Seulo del secolo XVII, in Studi e ricerche
in onore di Girolamo Sotgiu, Cagliari 1993, vol. I, pp. 69-145; sul complesso delle norme in uso
nel Regno cfr. F. DE Vico, Leyes y pragmaticas cit., I, tit. IX, capp. 1-16; tit. X e tit. XI.
2" Nel clima di fratellanza che l'arcivescovo di Cagliari e quello di Alghero cercano di
instaurare anche all'interno della Chiesa il Machín, verificata la fondatezza delle argomentazioni dei canonici iglesienti, in nome della verità e della giustizia, rinuncia ad ogni opposizione
consentendo alla richiesta dei rappresentanti del Capitolo iglesiente di giungere a Corte per
essere esaminata dal sovrano. Cfr. Parlamento, doc. n. 545, c. 956 e doc. n. 547, c. 965.
L'assenso regio a tale richiesta non consentì alla diocesi d'Iglesias di riottenere l'autonomia e di
eleggere un proprio vescovo a causa della opposizione fatta, dopo il 1640, dall'arcivescovo de
La Cabra e dai suoi successori. La diocesi di Iglesias diverrà autonoma e riuscirà ad avere un
proprio vescovo solo nel 1763. Cfr. R TuKrAs, Storia della Chiesa cit., p. 334, nota 3 e p. 335.
256 Parlamento doc. n. 547, c. 967.
257
Parlamento doc. n. 547, c. 964v.
258 Qualora non venga effettuata una nuova ripartizione delle quote dell'excusado i canonici
minacciano infatti di presentare dessentiment alle successive Corti: cfr. Parlamento, doc. n. 541,
c. 934.
259 Parlamento, doc. n. 541, c. 933.
260 Parlamento, doc. n. 540, c. 932 e doc. n. 605, c. 1072.
98
modo in cui i consiglieri civici hanno diviso tra i cittadini i 1000 ettari di terre
comunali destinate alla coltivazione, l'arciprete Paliacho denuncia il fatto che
la maggior parte dei lotti siano stati assegnati gratuitamente a benestanti, alcuni dei quali utilizzano a proprio esclusivo vantaggio 50-70 ettari di terre
comuni appartenenti alla città. Il Capitolo chiede (ed ottiene) che su ogni 40
are261 concesse si paghi una lira d'affitto e che, per eliminare gli abusi, la futura ripartizione dei lotti da assegnare ai capifamiglia venga affidata ad una
commissione presieduta dal podestà e composta da 5 consiglieri civici e 5
canonici262. Malgrado le proteste del sindaco di Oristano e della oligarchia
municipale che si vede sfuggire di mano una importante leva economica e
clientelare il presidente Prieto e, successivamente, lo stesso re Filippo IV
accolgono la richiesta263.
9. Non molto significative appaiono invece le proposte che il Militare presenta
separatamente. Soddisfatto per aver ottenuto la solidarietà degli altri due Bracci
sul diritto di autoconvocazione e sulla composizione della giuria dei nobili accusati di gravi delitti, lo Stamento nobiliare si limita a precisare alcuni dei capitoli
richiesti o ad offrire sostegno politico a quelli presentati dagli altri ordini.
Nell'ambito di tale strategia l'aristocrazia e il cavalierato del Regno rinnovano alla Corona (e ottengono) la richiesta di autorizzare la stampa, a spese
del Parlamento, di tutti i privilegi e i capitoli di Corte concessi264. Sul problema della squadra di galere, che il Regno si era impegnato a mantenere, il
Militare chiede invano al sovrano che essa abbia le sue basi nei porti dell'isola e non a Genova e che nei mesi invernali, quando le imbarcazioni vengono
tratte in secco, siano sostituite da due o tre galeoni: questi vascelli, infatti,
oltre a difendere e sorvegliare i litorali potevano trasportare notevoli quantità
261 La richiesta era espressa in starelli. Lo starello sardo come misura di superficie equivaleva
a 40 are circa.
262 Parlamento, doc. n. 539, c. 931.
263 Per le proteste del sindaco cfr. Parlamento, doc. n. 580, c. 1025.
264 L'incarico di stampare i privilegi del Regno venne affidato al giudice Giovanni Dexart
che iniziò l'opera nel 1638, la completò nel 1641 e la pubblicò, in gran parte a sue spese, nel
1645: cfr. J. DEXART, Capitula sive Acta cit. Nell'ambito del medesimo progetto di razionalizzazione legislativa tendente ad offrire ai letrados certezza nell'interpretazione delle fonti giuridiche si inserisce anche la pubblicazione delle regie prammatiche. La stampa di esse venne sollecitata dagli Stamenti nei Parlamenti del 1603 e del 1614 ma il progetto fu lasciato cadere per
mancanza di mezzi finanziari. Ad un anno dalla chiusura delle Corti presiedute dal vescovo
Prieto Filippo IV, con carta reale del 7 marzo 1633, approvò e caldeggiò la realizzazione della
precedente richiesta. Il difficile compito venne affidato a Francesco de Vico, reggente del
Consiglio d'Aragona, che realizzò una recomptlación sistematica, eliminò le contraddizioni esistenti e dotò l'opera di un ampio commento giuridico. Cfr. E VICO-ALTEA, Leyes y pragmaticas
reales del Reyno de Sardena compuestas, glosadas y commentadas, en Napoles 1640, 2 voli.; sulla
tendenza alla recompilación del corpus giuridico emersa nei vari stati europei cfr. I. BIROCCHI,
Alla ricerca dell'ordine. Fonti e cultura giuridica nell'età moderna, Torino 2002.
99
di merce e rifornire il Regno del necessario265. Ma sui problemi della difesa
marittima la Corona non transige: essa resta affidata (per contratto di
asiento) alle capacità tecniche e militari della casata genovese dei Doria.
In un contesto di chiusura cetuale trova invece accoglienza la richiesta che
sancisce il divieto di chiedere in Parlamento la concessione del privilegio di
naturaleza a stranieri anche quando a sottoscrivere la supplica — come era
stato fatto per il viceré Bayona — sono gli stessi Stamenti, e l'esclusione dalle
Corti sarde (in base al principio di reciprocità) di nobili, cavalieri ed ecclesiastici nati in altri regni catalano-aragonesi. In tale quadro si inserisce anche la
tutela delle spoglie attribuite ai santi martiri cristiani che nell'ambito di una
campanilistica campagna di scavi erano state riesumate e sminuzzate in tante
parti alimentando un lucroso commercio. Nel decennio precedente, tra la
Catalogna, l'Aragona e la Sardegna il traffico di sacre reliquie era stato infatti
così intenso da suscitare la risentita protesta dei tre Bracci266.
Nell'ambito della tutela degli interessi "nazionali" anche il Militare appoggia la dura posizione assunta dall'Ecclesiastico sulla riserva delle prebende
ecclesiastiche ai nativi del Regno e sulla loro tutela dalle mire delle «teste di
ferro» che, per conto di diversi personaggi della curia romana, gestivano alcune lucrose prebende. In tal modo anche la Sardegna contribuisce ad accrescere il contenzioso tra la Corona di Spagna e il Papato, che proprio nel 1632
esploderà in forme clamorose267.
265 Parlamento cit., doc. n. 628, c. 1113. Sulla difesa statica delle coste dell'isola si rimanda
anc&a una volta ai lavori del Russo e del Mele: cfr. E Russo, La difesa costiera cit., e G. MELE,
Torri e cannoni cit.: Sulla costituzione e la gestione di una squadra di galere che, nell'ambito
della politica di Unión de Armas, difenda le spiagge dell'isola da un possibile attacco nemico: si
veda ora l'esaustivo studio di A. MATTONE, L'amministrazione delle galere nella Sardegna spagnola, in «Società e Storia», n. 49, 1990.
266 Il solo villaggio catalano di Villasar de Dalt venerava ben 58 particole di martiri sardi
donate alla comunità da Salvatore Riera, collaboratore del viceré d'Erill che le aveva portate
con sé dall'isola nel 1619. L'aragonese Pietro Tarazona, giudice della Reale Udienza del Regno
di Sardegna, ne consegnerà diverse decine al collegio dei Gesuiti di Huesca. Cfr. DOLORES
CABRE MONTSERRAT, Dos politicos aragoneses del siglo XVII y Cerderia, in «XIV Congresso di
Storia della Corona d'Aragona» cit., Addenda, Roma 1990, pp. 585 ss.; PERE CATALA I ROGA,
FRANCESCO MANUNTA, Reliques sardes venerades a Catalunya, «XIV Congresso di Storia della
Corona d'Aragona» cit., vol. III, pp. 81 ss. Per le polemiche municipalistiche che la scoperta
dei corpi santi alimenta e rafforza cfr. D. MUREDDU, D. SALVI, G. STEFANI, Sancti
Innumerabiles. Scavi nella Cagliari del Seicento: testimonianze e verifiche, Oristano 1988; L.
MARROCU, L'«invención de los cuerpos sanctos», in La società sarda in età spagnola cit., vol. I, pp.
166-173; R. TURTAS, Storia della Chiesa cit., pp. 374-382.
267
Sulla politica filofrancese avviata dal Pontefice e sulle iniziative diplomatiche assunte
dall'Olivares per fronteggiare l'insidia si rimanda ancora una volta alle osservazioni di ALDEA
VAQUERO, Iglesia y Estado en la Espana del siglo XVII cit., pp. 217-233; G. SIGNOROTTO, M. A.
VISCEGLIA (a cura di), La corte di Roma tra Cinque e Seicento. «Teatro» della politica europea,
Roma 1998. Sul nepotismo del papa Urbano VIII e sui forti risentimenti che esso suscita tra il
100
10. Rispetto alle richieste presentate dagli altri due Bracci, quelle dello
Stamento reale sono molto più numerose e articolate, perché si intersecano e
si integrano con quelle delle singole città e dei ceti professionali. Nel
Parlamento del 1631-1632 questi ultimi appaiono particolarmente attivi e, tramite i delegati dei consigli civici, presentano numerose suppliche.
I procuratori dei notai della città di Cagliari chiedono che chi ha bisogno di
una copia degli atti processuali venga obbligato a depositare, unitamente alla
domanda, metà dell'importo richiesto per la visura268; che si vieti ad altri colleghi di intromettersi nel rapporto fiduciario già attivato con il cliente stilando
atti di dote o di debito senza neppure conoscere l'entità del patrimonio dell'interessato269; che alla morte di ogni notaio il segretario del Consiglio civico
rediga un elenco degli atti depositati nell'Archivio della città e ne consegni
copia agli eredi del defunto unitamente ad una delle due chiavi dell'armadio
in cui vengono depositati i suoi incartamenti, così da consentire ai parenti di
rivendicare la metà dei diritti di visura pagati dagli utenti alla città per la consultazione degli atti; che per ridurre il numero dei notai che operano a
Cagliari la capitale del Regno venga ripartita in 12 collegi e che siano autorizzati all'esercizio della professione solo i titolari di tali concessioni270.
Sullo scottante problema degli onorari interviene anche íl ceto forense, che
chiede (ma non ottiene) dalla Corona di riconoscere per legge come debito
privilegiato gli arretrati dovuti agli avvocati assunti con contratto annuale
dagli uomini d'affari e dalle famiglie più abbienti271.
Se da un lato avvocati e notai, per far fronte alla lievitazione del costo della
vita, accampano pretese per elevare i loro onorari professionali, dall'altro i
ceti urbani lamentano la rapacità del ceto togato e invocano provvedimenti
correttivi. In particolare la città di Cagliari, nei capitoli di Corte, si lamenta
per il fatto che oltre agli ufficiali della Procurazione Reale anche i depositari
regi abbiano modificato le vecchie tariffe. Per contrastare questi illegittimi
comportamenti i rappresentanti della città chiedono che negli uffici venga
esposto un tariffario distinto per prestazione; che non siano registrati atti di
prestito con riserva della «carta del terzo» per debiti inferiori a 50 lire272; che
clero cfr. J. GRISAR, Papstliche Finanzen. Nepotismus und Kirchenrecht unter Urban VIII, in
«Miscellanea Historiae Pontificiae», n. 7, 1943, pp. 205-266. Sui meccanismi clientelari che sottendono alla concessione degli uffici ecclesiastici e sul costo economico di tali "favori" si rimanda alle esaustive analisi di R. AGO, Carriere e clientele nella Roma barocca, Roma-Bari 1990, pp.
13 ss.; ID., Economia barocca: mercato e istituzioni nella Roma del Seicento, Roma 1998; I. Fosi,
All'ombra dei Barberini. Fedeltà e servizio nella Roma barocca, Roma 1997.
268 Parlamento cit., doc. n. 581, c. 1026.
269 Parlamento cit., doc. n. 605, c. 1072.
270 Per l'emanazione dei relativi decreti cfr. cap. XX, XXIV, XXIX, LXII. Sulle richieste cfr.
Parlamento, doc. n. 525, cc. 886-886 v, 887-887v.
271 Parlamento, doc. n. 574, c. 1019.
272 La «carta del terzo» celava forme di usura «palliata». Qualora il debitore non avesse
101
di ogni documento notarile vengano obbligatoriamente redatte tre copie e
ogni sei mesi una di queste sia depositata negli archivi della città affinché ne
resti testimonianza indubbia; che le aste sui beni privati vengano pubblicizzate nelle dovute forme273.
In un periodo di monopoli sulle esportazioni cerealicole e di rapida crescita
dei prezzi il problema più sentito dal Consiglio della città di Cagliari è tuttavia
quello annonario. Durante le Corti del 1631-1632 gli sforzi del consigliere in
Capo e di Giovanni Carnker, sindaco della città, sono rivolti ad accrescere la
quota di encierro dei cereali (ma la Corona non è disposta a concederla); a
chiedere (senza ottenerla) l'autorizzazione ad utilizzare commissari armati per
la colletta del grano d'annona nelle campagne274 ; a spostare dal 15 settembre
al 15 agosto la fissazione del prezzo d'afforo275.
ll sovrano respinge anche il tentativo di imporre ai commercianti valenzani
e maiorchini che frequentano i porti dell'isola lo scambio forzoso del grano
sardo con la loro seta e il loro olio.
Anche la richiesta di obbligare gli appaltatori dei diritti sulle esportazioni
cerealicole (asentisti) a depositare nella capitale del Regno una parte del grano
comprato e di impedire ai monopolisti di stipulare con gli abitanti dei villaggi
atti di acquisto di cereali prima del mese di settembre non ha miglior fortuna276. La Corona mostra invece maggiore disponibilità sulla concessione agli
abitanti della capitale della possibilità di acquisire il grano disponibile sul
mercato urbano al medesimo prezzo offerto dagli incettatori ai contadini.
Sebbene gli amministratori della città si rendano conto della inapplicabilità
restituito l'intera somma ricevuta in prestito alla data fissata, il titolare del credito, che aveva
ricevuto in garanzia di esso dei beni, sulla base di tale diritto poteva rivendicarne la proprietà.
Sulla normativa precedente J. DEXART, Capitula sive Acta cit., torno II, cap. 13, tit. 12, lib. 3,
fol. 331 e cap. 16, tit. 5, lib. 5, fol. 445. Sulle novità contrattuali introdotte dal Parlamento del
1631-1632 cfr. F. DE VICO, Leyes y Pragmaticas cit., II, tit. XLVII, capp. 1-6.
273 Parlamento, doc. n. 525, cc. 882v. 886v.-887.
274 Sulla evoluzione della legislazione annonaria e sui vincoli imposti al commercio cerealicolo in età aragonese e spagnola cfr. B. ANATRA, Economia e commercio mediterraneo nel basso
Medioevo e nell'età Moderna, in Storia dei sardi cit., vol. III, pp. 185-199; ID., Per una storia dell'annona in Sardegna in età aragonese e spagnola cit.; ID., La politica annonaria in Sardegna (XIVXVII secolo), in «Les tecniques de conservation des grains à long term», Paris 1985, III, fasc. 2,
pp. 441-448. Sulle procedure d'imbarco in uso nei porti caricatori e sul vincolismo annonario si
vedano: C. SOLE, Il problema annonario e il rapporto città campagna in Politica, economia e
APGIOLAS, A. MATTONE, Statuti portuali
società in Sardegna nell'età Moderna cit., pp. 24 ss.; A......e normativa sulle esportazioni, in «Rivista di Storia del Diritto italiano», LXX, 1997, pp. 63 ss.
275 Parlamento, doc. n. 525, c. 880. Al prezzo d'alloro si faceva riferimento nei contratti che
il ceto mercantile sottoscriveva con i coltivatori. Sulla composizione della giunta che stabiliva il
prezzo del grano e sulle procedure che essa era tenuta a rispettare si rimanda a quanto rileva E
LODDO CANEPA, Afforo, in Dizionario archivistico della Sardegna, vol. I, Cagliari 1926-1931, pp.
185-199; E DE VICO, Leyes y Pragmaticas cit., I, tit. VI, capp. 1-8.
276 Ibidem.
102
di molti privilegi, che i contadini dei villaggi eludono ormai sistematicamente,
essi cercano, nonostante tutto, di salvaguardare i diritti acquisiti e di ribadirli
in sede parlamentare.
Tra il 1625 e il 1632, per le illecite pretese del mostazaffo, le soprattasse
doganali imposte su molte merci per pagare il donativo della Unión de Armas
e, soprattutto, per la forbice esistente fra i prezzi praticati nell'isola e quelli
dell'area lombardo-piemontese, dove la guerra in atto spinge gli intendenti
militari ad acquistare grano, formaggio e cuoio a qualsiasi prezzo, l'afflusso
delle merci dalle aree rurali verso la capitale del Regno risulta notevolmente
ridotto tanto che già agli inizi degli anni Trenta i ceti urbani lamentano la
poca varietà e la scarsa quantità dei generi alimentari venduti nel mercato
urbano.
Il vino prodotto in Ogliastra, a causa dei controlli amministrativi e fiscali
introdotti (su pressione della città e della Reale Udienza) dal viceré Bayona
per evitare le solite frodi daziarie, non arriva più nella quantità di un
tempo277.
La città protesta anche per la mancanza di carne, per la scarsa disponibilità
di cuoio278, di pesci e di interiora salate di bue e del sego usato per la fabbricazione delle candele, che venivano imbarcati clandestinamente verso le zone
di guerra del Nord Italia279. Nella capitale particolarmente sentita era anche la
mancanza di legna da ardere: nel secondo Cinquecento la messa a coltura
della maggior parte dei terreni che circondavano la capitale aveva privato
Cagliari non solo degli alberi da frutta ma anche di buona parte delle zone a
macchia mediterranea. Agli inizi del XVII secolo, per rifornirsi della legna
necessaria a cuocere il pane, a preparare le vivande e a riscaldare le umide e
buie case dei vicoli cittadini gli incettatori dovevano spingersi a bordo di barche da un lato del golfo verso le montagne di Pula e Teulada e dall'altro verso
Cala Sinzias e Capo Ferrato, distanti da Cagliari più di quaranta miglia
marine280.
2" Sulla espansione del vitato e sulla coltura della vite cfr. G. TORE, La fabbrica del vino.
Terra, azienda e vigneto nella Sardegna moderna, Sassari 1995; C. FERRANTE, La viticoltura e la
vinificazione nella Sardegna spagnola (secc. XVI-XVII), in Storia della vite e del vino in Sardegna,
a cura di M. L. Di Felice e A. Mattone, Roma-Bari 1999, pp. 121-142. Sulla richiesta di abolizione delle nuove norme annonarie e contabili introdotte dal viceré Bayona per reprimere il
contrabbando (non accolta dalla Corona) cfr. Pregón general del Illustrissimo y Excellentissimo
Seiior don Hieronimo de Pimentel, Marques de Vayona... Sobre lo que se deve bazer y guardar en
el despacho y execución de sacas..., en Caller 1628 (Del pregone se ne conserva copia in diversi
archivi e biblioteche. Al riguardo cfr. ASC, Antico Archivio Regio, Editti e Ordini (1346-1710),
C 5, n. 11); Parlamento, doc. n. 609, c. 1076.
278 Su tali merci la Corona autorizza l'imposizione di alcuni vincoli annonari: cfr.
Parlamento, doc. n. 588, c. 1036.
279 Parlamento, doc. n. 525, c. 889 v.
280 Vani si rivelano perfino i tentativi fatti per bloccare l'esportazione del legname di noce
103
Anche l'ordine pubblico lasciava a desiderare. Non potendo acquistare i
prodotti sul libero mercato per il notevole aumento dei prezzi, molti braccianti, contadini e artigiani cercavano di procurarsi quanto era loro necessario con
il furto campestre. Nelle campagne poste attorno alle città regie questo reato,
a seguito della stagnazione economica, era diventato frequentissimo: per far
fronte all'inedito fenomeno, segnale allarmante della crisi incombente, il
Consiglio civico della capitale chiede che venga abolita la blanda normativa
vigente e che si adottino le disposizioni in uso nel Napoletano, dove i guardiani di orti e di vigne che feriscono o uccidono i ladri non possono essere
sottoposti né a processo né a multe281.
Di fronte a queste emergenze sociali ai ceti urbani non resta dunque che
serrare i ranghi ad esprimere con forza crescente le proprie preoccupazioni di
ceto.
Più produttiva appare invece l'azione svolta dalla delegazione parlamentare
cagliaritana in ambito fiscale e giurisdizionale. Per evitare che anche le altre
città ottengano o chiedano i capitoli di Corte concessi alla capitale il Carnker
tratta in grande segreto ed ottiene dal marchese dí Bayona (durante la celebrazione delle Corti del 1631, ma al di fuori di tale contesto istituzionale) l'acquisto del privilegio relativo alla giurisdizione civile282. Con la gestione in proprio delle cause civili che la riguardano Cagliari spera di costringere i suoi
numerosi creditori al pagamento immediato dei debiti pregressi283. Un'altra
delle ragioni che spingono la capitale ad acquistare — unico caso fra tutte le
città sarde — la giurisdizione civile è da ricercare nella sistematica evasione
fiscale del clero e del ceto mercantile. I mercanti custodivano í prodotti della
terra acquistati dai lavoratori agricoli o ceduti da costoro a titolo di interesse
sui prestiti usurai che erano soliti sottoscrivere, nei magazzini dei quartieri
posti all'esterno delle mura del Castello ed agli appaltatori civici ne denunciavano solo una parte. E Consiglio civico chiede ora che i rivenditori registrino
le merci acquistate o possedute prima che vengano introdotte in città. Un
altro sistema di evasione consisteva infatti nel far acquistare da parenti ed
amici i prodotti provenienti dall'estero come provvista personale, evitando in
tal modo di pagare una parte dei dazi e delle tasse imposte sulle merci per
finanziare l'Unión de Armas. Non meno dannose per le casse civiche erano le
che nel Regno era utilizzato per costruire le cassepanche dove venivano conservati gli indumenti più preziosi e delicati e le provviste familiari. Parlamento doc. n. 608, c. 1075v.
281 Parlamento doc. n. 525, c. 889.
282 Sull'opportunità della concessione il viceré si consulta a lungo col Consiglio d'Aragona.
Una copia dell'atto di cessione della giurisdizione civile, acquistata dalla città per 4 mila ducati,
è conservata in ASC, Consigli civici, Redditi e dogane, cart. 196. Con tale atto il sovrano, il 12
marzo 1633, concede alla città la facoltà di rivalersi «contra omnes debitores illius ita ut per consiliarios et arrendatores».
283 Per la richiesta cfr. Parlamento, doc. n. 608, c. 1075 v.
104
frodi escogitate dagli ecclesiastici, che facendo valere le loro immunità e affermando che i prodotti acquistati erano destinati al consumo familiare introducevano in città vino, carne, grano rivendendone a terzi una buona parte. La
Corona, considerandosi anch'essa danneggiata dalle sistematiche evasioni praticate daí ceti urbani, ritiene fondate queste richieste ed autorizza il sequestro
del vino e dell'olio che risultino avere evaso i diritti284.
La città di Cagliari ottiene (in linea del tutto teorica) anche l'assenso della
Tesoreria regia al pagamento dei danni causati nel 1622 ai beni posseduti dai
cittadini dai soldati del tercio di Lombardia, ma si vede respingere la richiesta
del saldo delle 20 mila lire che essa aveva anticipato nel 1602 su richiesta degli
altri due Stamenti per la costruzione del convento dei padri Cappuccini e di
quello dei Trinitari285.
Mentre le entrate fiscali vanno progressivamente riducendosi a causa
delle frodi la capitale cerca di far fronte ad alcuni indilazionabili problemi
della società civile con gli scarsi mezzi che ha a disposizione. Tra le emergenze che condizionavano la vita dei cagliaritani quella del rifornimento
idrico era certamente una delle più urgenti286. Con l'aumento della popolazione l'acqua era diventata un bene prezioso. Quella disponibile nei pozzi e
nelle cisterne non era sufficiente. Poiché negli scavi fatti nel 1630 per la
costruzione dei magazzini del commerciante Gabella (uno dei partitari
dell'asiento sottoscritto nel 1629 dal Regno) erano stati rinvenuti dei tubi in
piombo lunghi più di un metro e pesanti 32 chili risalenti al periodo romano (che dimostrarono agli attoniti cagliaritani la fattibilità tecnica di un
nuovo acquedotto), il Consiglio civico ottenne dal sovrano l'autorizzazione
ad incanalare verso la capitale le sorgenti d'acqua individuate in qualsiasi
località del Regno287.
Al miglioramento delle condizioni igieniche della città è legata anche la
richiesta di riaffidare all'amministrazione civica la manutenzione dei rigagnoli
di acque bianche che scorrevano ai lati delle vie. Tra gli utenti nascevano
infatti continue liti sulla ripartizione dei costi di manutenzione perché le case
Cfr. Parlamento, doc. n. 578, c. 1023 e doc. n. 585, c. 1032, v.
Parlamento, doc. n. 588, c. 1035. Sulla storia e sulla attività pastorale svolta dai
Cappucini in Sardegna si veda G. SECCHI, Cronistoria dei frati minori Cappuccini in Sardegna.
Dalla fondazione alla divisione della provincia (1591-1697), Cagliari 1991; P. L. PISANU, I Frati
minori in Sardegna, Cagliari 2002,3 voli.
286 Sui disagi che la carenza d'acqua determinava in città cfr. Archivio Comunale di Cagliari,
Sezione Antica, vol. 405; C. TASCA, La situazione idrica a Cagliari nei secoli XV-XVIII: epigrafi' e
documenti, in La Sardegna nel Mondo mediterraneo a cura di M. Brigaglia. Atti del III
Convegno Internazionale di Studi geografico-storici, Sassari 1990, vol. VI, pp. 117 ss.
287 Parlamento, doc. n. 525, cc. 888 v-889. A seguito di tale privilegio la città tenterà di realizzare un acquedotto ma i lavori preparatori verranno interrotti per mancanza di mezzi e per il
sopraggiungere (nel 1655) della epidemia di peste cfr. G. MILIA, Il progetto di un acquedotto per
Cagliari nel 1647, in La Sardegna nel Mondo Mediterraneo cit., vol. VI, pp. 181 ss.
284
285
105
dei privati si alternavano agli edifici pubblici e a quelli religiosi, le cui spese
gravavano sulle casse civiche288.
All'interno delle mura della capitale dell'isola l'ordine pubblico era sufficientemente tutelato, ma i comandanti delle milizie sottoponevano i cittadini
a continue corvée. Gli ufficiali, per effettuare i servizi di ronda notturna e
coprire le assenze di quanti si dichiaravano impossibilitati ad espletare l'incarico, mobilitavano quotidianamente più di 50 persone. In passato, per sfuggire a questi gravosi compiti, molti artigiani e contadini trovavano conveniente
pagare sottobanco agli ufficiali regi 4 reali al mese ma il versamento, con la
crisi in atto, iniziava ad incidere negativamente sui bilanci di molte famiglie.
Nell'intento di limitare queste piccole estorsioni la città chiede in Parlamento
che l'organizzazione delle ronde sia affidata alla responsabilità del Consiglio,
nessun cittadino venga più esentato e la Corona assuma l'onere finanziario
della vigilanza armata sul litorale. Il Sovrano non è però disposto a farsi carico
dell'intera spesa e nelle decretazioni assegna metà del costo del servizio di
ronda alle esauste casse civiche289.
11. Dai capitoli presentati dalla città di Sassari emerge una strategia che, per
un verso, appare tesa a rivendicare l'agognata parità di diritti con la capitale e
per l'altro cerca di risolvere alcuni problemi specifici legati alla sua rapida crescita demografica290. In quest'ultimo contesto sí inseriscono i richiami alla
scandalosa inefficienza dell'amministrazione della giustizia, alla tutela dell'ordine pubblico ed alle modalità di riscossione del donativo che, gravando sulla
farina macinata, aveva determinato un aumento del prezzo del pane ed il peggioramento delle condizioni di vita dei ceti urbani più poveri.
Al conseguimento del primo obiettivo è legata la richiesta di un incremento
delle riserve annonarie da 2000 a 4000 rasieri291 e dell'esportazione gratuita
del grano d'annona. Nell'ambito del rafforzamento dell'autonomia amministrativa si inserisce la richiesta di istituire un ufficio della Procurazione reale
del tutto autonomo da quello di Cagliari, una magistratura consolare per
288 Parlamento,
doc. n. 587, c. 1032v.
doc. n. 525, cc. 880v.-882v.
290 Sulla crescita della popolazione e sulla storia demografica della città turritana cfr. F.
CORRIDORE, La popolazione di Sassari (dal secolo XV ai nostri giorni), «Archivio Storico Sardo»,
vol V (1909), fasc. 1-2, pp 20-105; P. CAU, Epidemie e crisi di mortalità a Sassari nella prima
metà del XVII secolo, in «ASMOCA», nn. 44-48, Roma 1994, pp. 173-183; ID., Prodromi della
peste barocca: crisi di mortalità a Sassari nella prima metà del XVII secolo, in «Fonti archivistiche
e ricerca demografica». Atti del Convegno Internazionale. Trieste 23-26 aprile 1990, Roma
1996, pp. 313-327; G. SERRI, Crisi di mortalità e andamento della popolazione nella Sardegna del
XVII secolo, in «Archivio Storico Sardo», XXXI (1980).
291 11
rasiere era una misura di capacità per i cereali utilizzata nell'agro di Sassari ed equivaleva a 172 litri e/o 140 kg. La richiesta presentata dalla città tendeva ad accrescere le riserve
annonarie annuali da 2800 a 5600 quintali.
289 Parlamento,
106
istruire le cause commerciali, giudiziarie e amministrative riguardanti i cittadini di altre nazioni, la concessione del foro privilegiato ai cittadini sassaresi in
contenzioso con gli abitanti delle ville.
La Corona si mostra però sorda a richieste che possono giustificare le pretese di altre città regie alimentando la spirale delle rivalità municipali.
Il sovrano appare invece più conciliante sulla regolamentazione dei salari
dei notai e degli scrivani regi292; sullo spostamento degli atti notarili dall'umido palazzo della Reale Governazione, dove rischiano di deteriorarsi, ad un
edificio più adatto; sui diritti di piena e assoluta proprietà da riconoscere agli
acquirenti dei beni venduti in asta pubblica.
Filippo IV approva anche la richiesta del sequestro dei beni (fin dal primo
appello) a chi ha ucciso o ferito una persona293 e si dichiara disposto a chiedere al pontefice un decreto che sancisca la non applicabilità del diritto d'asilo a
chi commette omicidi e utilizza l'immunità offerta dalle chiese per sfuggire
alla giustizia regia294 .
Dai capitoli riguardanti la fiscalità civica emergono le stesse preoccupazioni
manifestate dal Consiglio cagliaritano sul calo delle entrate daziarie. Anche a
Sassari chi gestisce bottega denuncia solo una parte delle merci acquistate,
riducendo in tal modo gli introiti delle finanze civiche295. Nei villaggi, violando gli antichi privilegi a favore dei cittadini sassaresi, i commercianti di origine straniera monopolizzano gli acquisti di formaggio e di altri prodotti che
per non pagare dazi alla cassa civica vengono trasportati direttamente sulle
navi senza passare nei depositi che i commerciati possiedono dentro le mura
della città296. Al tentativo di incrementare gli scambi e di fare di Porto Torres
il caricatore di cereali più importante della Sardegna settentrionale è da collegare la richiesta di un sostegno finanziario (che verrà formalmente concesso
dalla Corona, ma poi non versato) per dragare i fondali interrati o non agibili
dell'antico porto turritano297. Nell'ambito della stessa strategia di sviluppo
commerciale si inseriscono le richieste (non accolte dal sovrano) di esentare
per 25 anni da ogni tributo i frutti dei terreni coltivati nelle deserte lande della
Nurra e di esentare dai diritti di dogana, pretesi dagli amministratori di
Parlamento, doc. n. 620, cc. 1096-1096 v.
doc. n. 620, c. 1095.
294 Parlamento, doc. n. 522, c. 854. Le bande di facinorosi utilizzavano le chiese campestri
come rifugio. Sulla collusione del basso clero con il banditismo rurale cfr. J. DAY, Uomini e
terre nella Sardegna coloniale XII-XVIII, Torino 1987, pp. 245-290; G. Los, Cultura popolare
cit., pp. 158-165; per la Gallura, dove il fenomeno aveva assunto particolare rilevanza, si vedano alcuni significativi episodi segnalati da: G. DONEDDU, Una regione feudale nell'età moderna,
Sassari 1977.
295 Parlamento doc. n. 522, c. 853 v.
296 Parlamento, doc. n. 522, c. 854.
297 Parlamento, doc. n. 522, c. 852.
292
293 Parlamento,
107
Cagliari e Alghero, i produttori dí tele di lana e d'orbace che avevano già corrisposto tali diritti in altre città del Regno298.
La richiesta della riserva degli uffici ai naturales, dell'autorizzazione
anche all'Università di Sassari dí istituire tutti i corsi di laurea299 e del privilegio ai due assessori della Reale Governazione e agli avvocati fiscali di
indossare la toga secondo l'uso invalso nei regni di Valenza e d'Aragona
esprimono invece le aspirazioni dei letrados, i quali, anche nella frammentata piattaforma rivendicativa presentata dalle singole città, manifestano una
insospettata unità di intenti e di obiettivi3".
12. Alghero è senza dubbio il centro urbano che risente maggiormente della
congiuntura economica in atto e della crisi del commercio mediterraneo"'.
Nell'arco di un cinquantennio (1580-1630) la peste e le carestie ne hanno
sconvolto l'assetto economico, sociale e demografico3o2 .
Le difficoltà in cui si dibatte la città sono note alla Corona, che nel
Parlamento del 1614 ha già concesso una franchigia decennale a favore dei
commercianti stranieri che vi hanno trasferito la residenza3"3, e nel 1626,
accogliendo le istanze avanzate da Ambrogio Machin, allora vescovo di
Alghero, la protegge in vario modo dalle richieste dí sequestro avanzate dai
suoi creditori304. Anche nel Parlamento del 1631-1632 il sindaco della città
presenta una supplica ottenendo l'esenzione totale dal pagamento del donativa305 e la revisione del censimento del 1627 che attribuiva alla città un
numero di abitanti e una quota fiscale non molto inferiori a quelli assegnati
al più popoloso centro sassarese. Per rivitalizzare l'attività produttiva e
attrarre nuovi residenti la città chiede (inutilmente) lo spostamento del
Parlamento, doc. n. 620, c. 1097.
Gli atti relativi alla concessione di tale privilegio sono stati di recente trascritti e pubblicati da R. TURIAS, La nascita dell'Università in Sardegna cít., docc. dal n. 57 al n. 62, pp. 170179.
300 Sul capitolo presentato dalla città di Sassari cfr. Parlamento, doc. n. 522, c. 855v.
301 La crisi del commercio mediterraneo ebbe pesanti ripercussioni sull'economiaalgherese;
cfr. A. MATTONE, P. SANNA, Per una storia economica e civile della città di Alghero, in Alghero, la
Catalogna, il Mediterraneo. Storia di una città e di una minoranza catalana in Italia (XIV-XX
secolo) cit.
302 Per le conseguenze demografiche e sociali che le pestilenze esercitarono sulla città sardocatalana si vedano: J. DAY, Uomini e terre nella Sardegna coloniale XII-XVIII secolo cit., pp.
227-242; A. BUDRUNI, Pestilenze e ripopolamento ad Alghero nell'età spagnola (1582-1652). Crisi
e vitalità di una cultura urbana, in «Quaderni Sardi di Storia», n. 5, 1985-86; ID., Breve storia
della città di Alghero (1478-1720), Alghero 1989.
303 Cfr. Il Parlamento del viceré Carlo de Borja cit., pp. 95-96.
304 Sul grave dissesto delle finanze civiche e sulle difficoltà insorte per pagare le rate del
debito censuario ai creditori della città cfr. A. MACHN, En favor de la ciudad de l.Alguer a cerca
de la paga de los censos cargados sobre sus derechos, Sacer 1626.
305 Parlamento, doc. n. 620, c. 1082.
298
299
108
Tribunale dell'Inquisizione e della sede del Governatorato del Logudoro da
Sassari ad Alghero306.
I rappresentanti del Consiglio civico giustificano queste richieste con il
fatto che il peso della fiscalità regia si è moltiplicato negli ultimi anni per cinque mentre le entrate delle casse civiche si sono ridotte ad un quinto di quelle
che la città incassava nel periodo di maggiore floridezza. Nel Cinquecento i
diritti di dogana venivano infatti appaltati agli arrendatori per più di 16 mila
lire l'anno mentre ora — affermano i consiglieri —, dopo la concessione al porto
di Torres del privilegio di imbarcare cereali di qualsiasi specie, tali diritti non
superano le 4 mila lire (-75%). Prive di mezzi, le istituzioni civiche algheresi
non riescono a gestire l'ordinaria amministrazione né a provvedere alla manutenzione delle torri, delle mura, dei ponti diroccati (cap. 8) e delle carceri e al
pagamento dei salari ai delegati di giustizia. Ai consiglieri appare problematico perfino il rientro dal debito accumulato307. La rata annuale da corrispondere agli usufruttuari del censo supera infatti di 5851 lire le entrate correnti;
per questa ragione, in breve tempo, gli interessi pregressi sono lievitati a più
di 70 mila lire. Solo la protezione ed il sostegno della Corona — afferma il sindaco di Alghero — possono consentire al Consiglio civico di far fronte ad una
situazione così disastrata.
Il sovrano, che in passato ha già concesso agli algheresi ampi privilegi308, si
mostra politicamente sensibile al drammatico appello inviatogli dalla seconda
piazzaforte del Regno. Pur respingendo la richiesta di chiudere il porto di
Torres e di esentare i cittadini algheresi dal pagamento di qualsiasi dazio
doganale, Filippo IV concederà infatti alla città una sacca di grano di 2000
quintali per far fronte alle necessità píù urgenti309.
L'intervento della Corona non riuscirà tuttavia a rimuovere le cause strutturali della crisi. La pesca del corallo, che un tempo era stata una delle principali risorse della città, risulta compromessa dalle pretese del Fisco regio, che
chiede ai corallari non solo una percentuale sul pescato ma anche il pagamento di dazi sui generi di prima necessità dai quali gli stranieri erano stati considerati, fino ad allora, esentim. I pescatori vendono il pesce senza versare i
Parlamento, doc. n. 524, c. 868v.
doc. n. 524, c. 868.
ripopolamento con sudditi di origine catalano-aragonese la Corona consentirà ad Alghero di amministrarsi con í privilegi e le immunità di cui godevano gli abitanti di
Cagliari e Barcellona. Sugli statuti e i fueros della città cfr. I libri dei privilegi della città di
Alghero. Libre veli, a cura di E Manconi, Cagliari 1997; Libre gran, a cura di B. Tavera e G.
Piras, Cagliari 1999. Un quadro complessivo del diritto statutario della città sardo-catalana in
A. MATTONE, I privilegi e le istituzioni municipali di Alghero (XIV-XVI secolo), in Alghero, la
Catalogna, il Mediterraneo cit., pp. 281-310.
309 Parlamento, doc. n. 524, c. 875v.
310 Parlamento, doc. n. 524, c. 876v. Sulle conseguenze che l'esasperata fiscalità regia determina in tale promettente settore si veda quanto rileva G. MURGIA, L'attività della pesca del
306
307 Parlamento,
308 Dopo il suo
109
dovuti diritti alle casse comunali311 e perfino i familiari dell'Inquisizione di
Sassari, rivendicando discutibili diritti e immunità, pescano senza autorizzazione nelle acque algheresi e rivendono il prodotto nella città turritana intascando rilevanti somme di denaro312.
Da tempo Alghero non dispone neppure di riserve annonarie proporzionate alla sua importanza strategica. Nei periodi di congiuntura l'invio di commissari nelle campagne è demandato al governatore di Sassari, che però non
ottempera ai propri doveri lasciando la città senza riserve; i titolari dei feudi
circostanti, inoltre, impediscono ai propri vassalli di vendere nella città catalana il loro raccolto e per far affluire dentro le mura della piazzaforte il grano di
loro proprietà attendono che il prezzo salga notevolmente'".
Nell'ambito della difesa dell'autonomia politica si inseriscono anche le
rimostranze della città nei confronti del governatore di Sassari e del Logudoro
il quale, facendo valere gli ampi poteri a lui concessi dal sovrano, cerca di
estendere la propria giurisdizione314. Il sindaco lamenta le continue convocazioni della nobiltà algherese a Sassari per futili motivi315 . Al fine di evitare tali
inconvenienti anche Alghero, come Sassari e Cagliari, chiede alla Corona l'autorizzazione alla autoconvocazione dei membri dello Stamento militare residenti nella città catalana affinché essi possano esprimere, con un atto pubblico, le loro proteste per le vessazioni del governatore316. La città si lamenta
inoltre per le continue intromissioni della Reale Governazione nell'amministrazione della giustizia e per porvi rimedio chiede che essa non possa intervenire né sulle cause di prima istanza (cap. 26) né su quelle di valore inferiore
alle 250 lire (cap. 15). Alghero rivendica infine la riserva degli uffici locali ai
propri cittadini e, sulla base di questo principio, chiede che la carica di
veghiere venga assegnata (cap. 17 e 18) alla nobiltà locale e quella di assessore
agli algheresi che hanno conseguito la laurea in utroque iure317.
13. Nel secondo e terzo decennio del XVII secolo Oristano, come Alghero,
vive i problemi tipici di una città spopolata e in progressiva decadenza318.
corallo in Sardegna durante la guerra dei Trent'anni, in La pesca nel Mediterraneo occidentale
(secc. XVI-XVIII), a cura di G. Doneddu e M. Gangemi, cit.
311 Parlamento, doc. n. 524, c. 878.
312 Parlamento, doc. n. 524, c. 877v.
313 Parlamento, doc. n. 524, c. 874.
314 Parlamento, doc. n. 524, c. 872.
315 Parlamento, doc. n. 524, c. 875v.
316 Parlamento, doc. n. 524, c. 872.
317 Parlamento, doc. n. 524, c. 878.
318 Sulle vicende statutarie della città e sull'organizzazione della vita civica cfr. Il «libre de
Regiment» e le pergamene dell'Archivio comunale di Oristano (secc. XV-XVII), a cura di E
Uccheddu, Oristano 1998; Tre secoli di vita cittadina: 1479-1720; dai documenti dell'Archivio
civico, a cura di A. Era, Cagliari 1937.
110
Sebbene svolga ancora funzioni di centro amministrativo del marchesato i suoi
abitanti, rei di essersi ribellati ripetutamente al sovrano, non godono dei privilegi e delle immunità che tutelano gli abitanti di Cagliari e di Alghero. La città
fu parte infatti del marchesato che è stato annesso in perpetuo al demanio della
Corona d'Aragona. Il potere di contrattazione del Consiglio civico oristanese
nei confronti del podestà regio è molto limitato. In base ad antiche concessioni
il Consiglio avrebbe dovuto proporre una terna di candidati locali sia per la
carica di podestà sia per quella di ufficiale dei Campidani: Gaspare Sanna, sindaco della città, lamenta il fatto che tale prassi non venga rispettata e che il
viceré nomini spesso persone di altre città scegliendo i candidati perfino tra gli
arrendatori delle rendite del feudo marchionale della Corona319. Tale fatto,
oltre a determinare continue tensioni, influisce negativamente sui rapporti tra
il sovrano ed i suoi sudditi perché gli affittuari e í collettori delle rendite utilizzano l'autorità derivante dalla carica ricoperta per accrescere le loro pretese
(cap. 16). I ministri regi, inoltre, sono soliti chiedere ai contadini servizi personali (cap. 22) e laute diarie per redigere gli inventari dei vassalli defunti. La
città, per imbrigliare il potere degli ufficiali regi, chiede che il sovrano scelga il
podestà esclusivamente tra i ternati proposti dal Consiglio civico e che il prescelto possa fregiarsi del titolo di veguer32° e che l'ufficiale nello svolgimento
dell'attività amministrativa e giucli7iaria sia coadiuvato da un assessore, ternato
ogni biennio dal Consiglio civico e pagato con i diritti sugli atti dei processi321.
Oristano cerca di contenere soprattutto l'avidità dei titolari degli uffici,
appartenenti in gran parte alla piccola nobiltà del Marchesato, chiedendo di
introdurre nuove norme anche sulle verifiche amministrative a cui essi vengono sottoposti alla fine del loro mandato. Poiché gli ufficiali erano soliti intimorire chi intendeva protestare, mostrandosi certi della riconferma nell'ufficio, i
delegati della città supplicano il sovrano di emanare una norma che ne impedisca la rielezione prima che siano trascorsi 6 anni dal loro precedente incarico; di affidare il sindacato sul loro operato ad una commissione paritetica
319 Sui capitoli della città di Oristano cfr. Parlamento, c. 835 v-849. Per le relative decretazioni cfr. ACA, Reg. 312, fol. CLXX ss.
320 La richiesta viene accolta dalla Corona che trasforma l'ufficio di podestà in quello di
veghiere.11 veguer era un ufficiale regio al quale la Corona, in un'area amministrativa e territoriale ben delimitata, affidava funzioni di governo, giudiziarie e militari. In Sardegna a questo ufficio, di origine catalana, risultano affidate rilevanti funzioni soprattutto a Cagliari e ad Alghero.
Nelle altre città tali compiti erano svolti dal podestà, istituzione municipale di derivazione italica.
Per alcuni riferimenti alle origini e alle funzioni del veghiere cfr. A. CASTELLACCIO, Note
sull'Ufficio del veguer in Sardegna, in «Sardegna, Mediterraneo e Atlantico tra Medioevo ed età
Moderna», Studi in onore di Alberto Boscolo, a cura di L. D'Arienzo, vol. I, La Sardegna, Roma
1993, pp. 221-266; M.B. URBAN, L'istituto del veguer e l'amministrazione della città di Cagliari:
alcune note preliminari in "Cooperazione Mediterranea", n. 1-2, 2003, pp. 242-268.
321 ACA, Reg. 312, fol. 120(1X.
111
composta da delegati regi e consiglieri civici; di estendere a sei mesi dopo la
decadenza dall'ufficio il tempo per inoltrare ricorso322 .
Dai capitoli di Corte emergono lamentele anche nei confronti del governatore del Capo di Cagliari e Gallura, don Diego di Aragall, che nella città di
Oristano esercitava competenze militari e giudiziarie. Nei processi che presiedeva egli aveva introdotto l'usanza di pronunciare il verdetto in assenza dell'assessore e alla presenza dei soli giurati: in tal modo intascava il salario di 5
lire con cui era tassata ogni sentenza, lasciando senza onorario il letrado.
Inoltre l'Aragall, per accrescere il numero delle cause da discuterere, le sottraeva agli ufficiali dei Campidani e al podestà anche quando le parti in lite
non inoltravano ricorso in seconda istanza. Su questo fronte la città ottiene
piena soddisfazione, poiché il sovrano decreta che il salario venga pagato solo
all'assessore (cap. 18) e che senza esplicita richiesta dei litiganti il governatore
non possa avocare a sé le cause323 .
Le proteste dei rappresentanti civici sull'amministrazione della giustizia non
si limitano alla denuncia della situazione esistente in città ma evidenziano
anche i problemi esistenti nel circondano. Sebbene i regolamenti vietassero di
affittare o subaffittare tali uffici, gli appaltatori continuavano ad affidare a terzi
la riscossione delle multe e l'oneroso condono delle pene per reati criminali.
Un altro punto dolente era il pagamento dei diritti feudali. Gli ufficiali regi
manipolavano le liste dei contribuenti e l'entità dei tributi signorili che venivano aggiornati ogni triennio. Spesso, con la complicità degli ufficiali del marchesato, alle assemblee di villaggio convocate per fissare il riparto delle quote partecipavano anche gli arrendatori, i quali, per evitare resistenze fiscali, erano
soliti escludere dal pagamento i ricchi e scaricare tutto il peso sui poveri"'.
La città arborense si lamenta infine per le pesanti corvée a cui gli affittuari
delle saline regie sottopongono i cittadini e gli abitanti dei Campidani. Essi
erano tenuti, da secoli, a trasportare con i loro carri 800 quintali di sale dal
luogo di produzione ai magazzini posti all'interno delle mura. Sebbene nelle
Corti celebrate dal viceré Vivas i vassalli del marchesato avessero ottenuto l'esenzione da tale obbligo (a condizione che pagassero uno starello e mezzo di
grano a testa) gli arrendatori e perfino i tenenti della Procurazione Reale pretendevano ancora questo servizio e per ottenere la corvée non esitavano a servirsi delle minacce. Nelle Corti del 1632 la città chiede ed ottiene (sia pure
dopo la presentazione di altri memoriali) che il secolare obbligo vassallatico
venga definitivamente sostituito con un tributo in grano325: in tal modo i proParlamento doc. n. 521, c. 838 v.
Parlamento doc. n. 521, cc. 842-842 v.
324 Parlamento, doc. n. 521, c. 840v.-841.
325 Sui problemi relativi alla gestione e all'esportazione del sale cfr. B. ANATRA, E CARBONI,
Il sale in Sardegna nella prima Età moderna, in Storia del commercio del sale tra Mediterraneo e
322
323
112
prietari dei gioghi di buoi vengono finalmente liberati da defatiganti obblighi
richiesti, spesso, in concomitanza con la mietitura o l'aratura autunnale326.
Sulle attività economiche oristanesi, nel terzo decennio del Seicento, si fa
sentire, in misura crescente, anche la perdita dí influenza che la capitale del
marchesato esercitava nelle aree periferiche. Il Marghine, la Parte Ocier real,
il Mandrolisai, il Barigadu rifiutano di ottemperare agli obblighi annonari nei
confronti dell'antico centro giudicale. Oristano avrebbe potuto immagazzinare 4000 rasieri di frumento ed imbarcarli liberamente, ma il contado consegna
meno grano del dovuto e la Corona, anche in Parlamento, nega al Consiglio
civico l'autorizzazione all'uso della forza per costringere i vassalli a rispettare
tale obbligo. Il commercio di esportazione — lamentano i sindaci oristanesi — è
controllato da un piccolo gruppo di intermediari locali, arrendatori dei frutti
feudali e da mercanti genovesi e valenzani residenti a Cagliari che servendosi
dei primi anticipano capitali, chiedono interessi eccessivi, gestiscono
botteghe327 e monopolizzano il grano e il formaggio prodotti nel feudo regio.
Poiché il gruppo è legato alla consorteria che ha sottoscritto gli asientos può
contare anche sugli appoggi politici dell'amministrazione viceregia. Per tale
ragione la richiesta presentata dal Consiglio civico oristanese di riservare ai
soli naturales la gestione delle attività commerciali viene respinta.
Limitata politicamente e condizionata economicamente, la città di Oristano
appare agli inizi del terzo decennio del secolo immersa in una rassegnata-stagnazione. La città non dispone né delle risorse necessarie a restaurare il degrado e le crepe che si sono aperte nelle antiche mura giudicali né di denaro per
acquistare nuove porte per le carceri, dalle quali i detenuti scappano facilmente328. Anche gli edifici religiosi sono fatiscenti.
Come è già stato evidenziato nel caso di Sassari, la vita nei conventi sardi
del primo Seicento è misera e priva di comodità. Il tetto della chiesa del convento delle Clarisse, fondato dai giudici arborensí, si regge solo perché è stato
puntellato con robusti pali (cap. 21); meno fortunati i Francescani, ai quali è
crollata la volta del refettorio e del claustro; i predicatori del convento dí San
Martino non hanno dormitorio né cucina e i Cappuccini non dispongono né
di sacrestia né di infermeria. Per far fronte alle indilazionabili opere di restauro degli edifici pubblici e delle mura (dalle cui brecce, cinque anni dopo, pasAtlantico, Cagliari 1997, pp. 147-173; S. PIRA, Le vie del sale e la Sardegna in epoca moderna, in
«ASMOCA», nn. 44-46 (1991), pp. 200 ss.
326 Per queste concessioni cfr. ACA, Reg. 310, fol. CLVIII e CLXII; Reg. 311, fol. XII.
327 Alcuni riferimenti sulla crisi economica della città di Oristano nel XVII secolo e sull'organizzazione commerciale e amministrativa del Marchesato in G. MURGIA, La città di Oristano nella
prima metà del Seicento cit.; G. TORE, Navi e traffici commerciali cit.; G. MELE, L'appalto dei beni
demaniali del Marchesato cit., tutti in Atti del 1° Convegno internazionale di Studi sul Giudicato di
Arborea e la città di Oristano cit., vol. II, rispettivamente alle pp. 761-780; 811-834; 1045-1064.
328 Al riguardo cfr. Parlamento, doc. n. 521, capp. 2, 7, 10; cc. 836, 838v, 339v
1l3
seranno, senza incontrare ostacoli, i soldati dell'armata francese), il Consiglio
civico chiede alla Corona un consistente aiuto finanziario che intende utilizzare per restaurare diversi edifici e costruire una torre alla foce del fiume Tirso:
la fortificazione dovrà offrire protezione alle navi che attraccano e impedire ai
nemici di avvicinarsi sulle loro imbarcazioni (come era già accaduto in passato) fino a due miglia dalla città senza essere visti né intercettati.
Un altro importante intervento che per la sua rilevanza sociale, pur riguardando la pianura di Oristano, viene sottoscritto dai tre Stamenti ha per oggetto l'apertura di una bocca a mare nello stagno di Santa Giusta. Mettendo il
bacino in comunicazione permanente con l'acqua salata del mare aperto gli
oristanesi sperano di ridurre (come era già stato fatto a Cagliari) rintempene", cioè la pericolosa infezione malarica, risanare l'aria della città ed accrescere in tal modo la popolazione. Il soggiorno nella capitale del marchesato
era infatti temuto ed evitato da ecclesiastici, ministri regi e commercianti a
causa della presenza della malaria329.
La Corona non si mostra insensibile alle richieste presentate in Parlamento dai
vassalli oristanesi perché essi non hanno mai fatto mancare íl loro sostegno alla
politica di guerra del valido. Il 20 ottobre 1633 Filippo IV comunica al viceré l'assenso alle richieste del Consiglio civico, chiede un dettagliato rapporto sul progetto di apertura delle bocche a mare dello stagno330, ordina la riparazione del convento delle Clarissem, autorizza la costruzione della torre alla foce del fiume e nel
1637, sia pure dieci giorni prima che le truppe francesi occupino la città, decreta
l'edificazione di alcuni ponti tra lo stagno e il Tirso per facilitare l'invio di eventuali soccorsi militari alle fortificazioni di San Giovanni e di Sillou332 .
14. A giudicare dall'insistenza e dal rilievo con cui viene presentato dal
Capitolo diocesano e dai rappresentanti del Consiglio civico, il problema più
329 Sui radicati pregiudizi nei confronti della "sarda intemperie", la diffusione geografica
delle febbri malariche e le teorie e i metodi dí cura in uso nella Sardegna del Seicento dr. G.
FARINA, Medicinale patrocinium ad Tyrones Sardiniae medicos in quo natura febris Sardiniae provincias vexatis caussae, signa, prognostica et medendi methodus iuxta Hippocratis et Galeni doctrinam describitur. Eiusdem Sardiniae calumnia, quam a Priscis meruit habere, vindicatur, Venetia
1651; P. AQUENZA MOSSA, Tractatus de febre intemperie, sive de mutacione vulgariter dicta Regni
Sardiniae et analogice aliarum partium. In varios sermones divisus, veterum et modernorum medicorum doctrinis illustratus, Madrid 1702. Per un inquadramento storico generale cfr. G. TORE,
La malaria, in Sanità e società. Sicilia e Sardegna. Secoli XVI-XX, a cura di G. Tore e C. Valenti,
Udine 1988, pp. 306-317; S. PIRA, Medici, malaria e saline nella Sardegna del Settecento, in
«Archivio Storico Sardo», vol. XXXVII, 1992, pp. 199-209; A. MATTONE, Le origini della questione sarda. Le strutture, le permanenze, le eredità in Storia d'Italia. Le regioni dall'Unità ad
oggi. La Sardegna, Torino 1998, pp. 25-47.
33° ACA, Reg. 310, fol. CLVIII e CUCII.
331 ACA, Reg. 312, fol. LXXVIII e Reg. 316, fol. XXVII.
332 AAR, K. 9, fol. 129.
114
sentito dalla città di Iglesias sembra essere quello della forzosa aggregazione
del loro vescovado a quello di Cagliari3". Le serrate trattative che durante il
Parlamento intercorrono fra il Machín e i rappresentanti del clero e della città
consentiranno finalmente agli iglesienti di creare le condizioni giuridiche per
l'effettiva separazione delle due diocesi.
Gli altri capitoli presentati riguardano la riserva ai naturales dell'ufficio di
Capitano della città334, la costruzione a spese della Corona di torri litoranee
nelle insenature più esposte agli sbarchi dei pirati barbareschi, la libera esportazione del grano che ha effettuato il servizio d'annona e di diverse altre merci
dagli approdi di Gonnesa, Funtanamare e Portoscuso335 .
Anche con Iglesias, che si è offerta di pagare il donativo senza opporre resistenze o rinvii, la Corona si mostra generosa: dopo secoli di inutili tentativi la
«città dell'argento» ottiene i buoni uffici del viceré per il distacco del vescovado sulcitano da quello di Cagliari e, soprattutto, la libera esportazione del
grano di scrutinio, del tonno e delle altre merci prodotte sulle coste e nelle
campagne del Sulcis.
Anche il Consiglio civico di Bosa affida alle Corti del 1632 la speranza di un
riscatto dalla secolare mediocrità alla quale è stata condannata dai conquistatori
catalano-aragonesi, i quali l'hanno sempre considerata infida perché legata agli
interessi genovesi ed ai giudici di Arborea. A tale' fine il sindaco e il consigliere
in capo chiedono, ancora una volta invano, la concessione degli stessi privilegi336 di cui godono gli abitanti di Cagliari, Sassari e Alghero (cap. 2), l'esenzione
dai tributi regi e il rinnovo della carta reale del 1502 che abilitava all'esportazione del grano anche il porto di Bosa337. I due rappresentanti si lamentano inoltre
per le elevate multe decretate dalla Reale Governazione a danno della città per
il ritardo con cui essa corrisponde ai creditori gli interessi sui censi338, e giustificano l'inadempienza con le limitate possibilità finanziarie. Il costante deficit
delle casse civiche impedisce al Consiglio di dare esecuzione anche all'ordine
del viceré Bayona di ricostruire il palazzo civico, da tempo pericolante339.
L'estensione del perimetro urbano, ormai insufficiente a contenere la popolazione residente, la costruzione di ponti a monte e a valle della città, il riadattamento del porto a spese delle fmanze della Corona sono i capitoli su cui
insistono maggiormente gli amministratori. La monarchia, impegnata in una
lunga guerra, non dispone però dei mezzi per aiutare la città. Il sovrano autoParlamento, doc. n. 547, cc. 955 e 964.
Parlamento, doc. n. 547, c. 967.
335 Parlamento, doc. n. 547, c. 965v.
336 Rispetto alle principali città del Regno Bosa godeva di privilegi più limitati. Sng i statuti
della città cfr. C. TASCA, Titoli e privilegi dell'antica città di Bosa, Cagliari-Oristano, 1999.
337 Parlamento, doc. n. 523, c. 859v.
338 Parlamento, doc. n. 523, c. 861v.
339 Parlamento, doc. n. 523, c. 864.
333
334
115
rizza tuttavia i sudditi bosani a costruire le loro case anche al di fuori delle
mura, ad erigere a loro spese un ponte in pietra sul Temo perché sul viscido
tavolato di quello in legno carri e cavalli si rovesciano con notevole frequenza
e cadono in acqua340, a rinforzare le fortificazioni e le artiglierie del castello,
messe a dura prova dal recente sbarco di un contingente turco che era a
bordo della flotta di stanza a Biserta, e ad imporre all'alcalde l'obbligo di residenza permanente nel castello che difende la città.
A minacciare il futuro economico di Bosa non sono però i nemici esterni.
Come evidenziano diversi capitoli di Corte (capp. 7, 14, 24, 26) l'alienazione
delle terre regie della Planargia ad Elena Gualbes marchesa di Villacidro, fatta
nel 1629 dal viceré Bayona, sottraendo a Bosa il suo naturale retroterra ne sta
soffocando la vita civile e le attività produttive341: la marchesa contesta i punti
di confine (cap. 24), non consente ai cittadini di Bosa di comprare all'interno
dei propri domini carne, grano e formaggio (cap. 7) e per dissuaderli arresta e
imprigiona i commercianti ed i trasportatori (cap. 26) che entrano nel territorio del feudo per acquistare viveri. La Corona promette di porre rimedio alla
situazione e dà il proprio assenso a molte richieste, ma non potendo ledere gli
interessi del feudatario, che ha appena acquisito quelle contrade, condanna la
città ad una progressiva marginalizzazione.
Le richieste di Castellaragonese sono molto più limitate e la loro concessione non crea alla Corona eccessivi problemi. La ristretta élite urbana residente
nel centro fortificato chiede che l'insaccolazione dei candidati all'amministrazione civica venga riservata ai naturales; che possano essere ternati alla carica di
podestà solo i cittadini che hanno già servito come primo o secondo consigliere; che la Reale Udienza definisca rapidamente la causa sui confini territoriali
in contestazione col villaggio di Osilo. Restano invece insoddisfatte le pretese
civiche sul rispetto degli obblighi annonari da parte degjli abitanti dell'Anglona
e sull'esenzione dei cittadini dal servizio di vigilanza lungo le coste.
15. Uno degli aspetti più interessanti delle Corti del 1631-1632 è dato dall'inserimento tra gli atti parlamentari delle suppliche presentate dai sindaci dei
feudi regi, che in tal modo fanno conoscere al sovrano i loro bisogni e le loro
necessità. Dai caihers de doléances che essi inviarono al vescovo-presidente,
del quale era noto l'impegno ecclesiale a favore dei vassalli poveri e indifesi,
emergono i problemi delle comunità, le illecite corvée alle quali i sudditi venivano sottoposti dagli amministratori, le proposte e i correttivi che le élites
Parlamento, doc. n. 523, c. 861.
doc. n. 523, cc. 860-861, 863-863 v. Sulle richieste presentate dalla città di
Castellaragonese cfr. doc. n. 544, cc. 951 ss. Per í problemi economici e sociali della città in età
medioevale e moderna si vedano gli Atti del convegno Castelsardo. Novecento anni di storia, a
cura di Antonello Mattone e Alessandro Soddu, Roma 2006.
340
341 Parlamento,
116
locali fanno pervenire ai vertici politici del Regno e alle giunte di governo istituite dal Valido.
Giovanni Maria Nurchi, sindaco della contea del Goceano, nel sottoporre
all'attenzione delle Corti le richieste del territorio che rappresenta, va ben
oltre questi doveri elementari342. Egli sottolinea che da tempo la Corona invia
a governare il Goceano solo forestieri: tale prassi viola i privilegi concessi da
Ferdinando il Cattolico ai sudditi della contea. Il sovrano aveva infatti promesso agli abitanti dell'incontrada di scegliere gli amministratori fra i sudditi
nati nel feudo. I forestieri — aggiunge il Nurchi — per la differente cultura e gli
interessi di cui sono portatori «no reppresentan lo bé y util de dit comptat». A
causa della delega a persone che non sono vissute nella contea e con le quali i
vassalli hanno scarsa confidenza essi ignorano ciò che viene deliberato in
Parlamento. Partendo dalla considerazione che la rappresentanza delle terre
feudali alle Corti viene affidata ai feudatari egli chiede che nella contea del
Goceano, dove risiedono diversi notabili che potrebbero tutelare degnamente
gli interessi della popolazione, i sindaci eletti dalle assemblee di villaggio delle
terre regie vengano ammessi alla celebrazione del Parlamento come rappresentanti dei fedeli vassalli della Corona. La richiesta, per le sue implicazioni
politiche, viene respinta dalla Corte, ma la sua presentazione conferma la vitalità delle élites locali del Goceano e la circolazione, anche in aree rurali periferiche, di moderne idee di rappresentanza parlamentare. L'inserimento della
richiesta negli atti delle Corti costituisce una ulteriore prova della disponibilità e dell'attenzione che prima il viceré e poi il vescovo-presidente riservano a
tutti i ceti sociali per coinvolgerli nella politica di restauración avviata dalla
Monarchia. In questo contesto il viceré e la Corona rispondono infatti positivamente alla richiesta, riaffermando l'obbligo per i governatori della contea di
convocare i vassalli alla cerimonia del loro insediamento, di leggere loro —
come era usanza — i privilegi concessi dal re Fernando il Cattolico e di rinnovare con un solenne giuramento l'impegno a rispettarli343.
Abbastanza soddisfacente appare la situazione dei territori regi del
Marghine e del Monteacuto, i cui rappresentanti si limitano a chiedere alla
Corona di impedire agli amministratori che ha nominato l'utilizzazione dei
342 Per le richieste del sindaco del Goceano cfr. Parlamento, doc. n. 546, c. 960 v. Sulla situazione sociale ed economica della contrada e dei limitrofi territori del Marghine e dell'Ozierese
cfr. J. DAY, Uomini e terre nella Sardegna coloniale (XII-XVIII secolo) cit., pp. 253-260; B.
ANATRA, Los Centelles y el condado de Oliva en Cerdefia durante los siglos XVI y XVII in Actes
de les Primeres Jornades Internacionals sobre la historia dels Centelles i el Comtat d'Oliva, Oliva
1998; G. TORE, El feu d'Oliva: familia, poder i xarxes clientelars à l'època del Comte-Duc
d'Olivares; G. MURGIA, El Regne de Sardenya i els feus d'Oliva durant la guerra dels Trenta Anys
(1618-1648), ambedue i saggi in «Cabdelles. Revista d'Investigació», n. 2, a. 2000, alle pp. 7583 e 85-90.
343 Parlamento, doc. n. 546, c. 961v.
117
buoi e dei cavalli di proprietà dei vassalli per servizi personali, di proibire loro
di far pascolare abusivamente il bestiame nelle terre seminate, di non subaffittare le cariche344.
16. Segnali di forte tensione emergono invece dal circostanziato ricorso del
sindaco dell'incontrada del Mandrolisai345.
Dando esecuzione all'ordine regio, nel 1629 il viceré Bayona aveva alienato,
per la durata di una vita, l'amministrazione di quel territorio, composto da
otto villaggi, a Francesco Vacca, figlio del segretario della Procurazione Reale,
che aveva assunto il titolo di governatore: l'acquirente aveva pagato tale privilegio 5848 ducati. La popolazione del Mandrolisai, governata anticamente dai
giudici di Arborea e successivamente da ufficiali della Corona, aveva deplorato la cessione di un inalienabile bene regio con atto pubblico, sottoscritto dai
rappresentanti delle otto comunità, perché fino ad allora gli abitanti
dell'Officialia reale avevano usufruito di notevoli margini di libertà e di particolari privilegi. Il timore di ritrovarsi governati da un avido amministratore si
rivelò fondato. L'alienazione delle rendite ad un nobile nato fuori dell'incontrada, sia pure «per una vita», mutò rapidamente la situazione. Il progressivo
incremento dei diritti feudali suscitò forti reazioni in tutti i villaggi, perché i
privilegi concessi dai sovrani aragonesi non consentivano l'unilaterale modifica dei rapporti tra signore e vassallP46.
Don Angelo Fa, rettore delle ville di Sorgono e Atzara, eletto sindaco dalle
comunità di villaggio del Mandrolisai, protetto dallo status ecclesiastico e dal
privilegio del foro, si fa portavoce di questo malcontento presentando in
Parlamento un dettagliato elenco delle illegalità compiute dal nuovo governatore nel primo biennio di possesso dell'Officialia e chiede al vescovo-presidente di riconfermare all'incontrada alcuni capitoli di Corte per evitare ulteriori soprusi. Il sindaco denuncia il fatto che il governatore Vacca ha modificato le unità di capacità utilizzate per misurare i tributi in natura, pretendendo più orzo e grano di quanto gli era dovuto e ha imposto ai pastori di pagare
per i diritti di officialia non una forma piccola di formaggio, come era tradi344 Parlamento, doc. n. 554, c. 984. Sulla persistenza dei fenomeni sociali denunciati durante
le Corti del 1632 cfr. I. BUSSA, Problemi giurisdizionali, incarichi e concessioni; allevamento di
cavalli nello Stato sardo di Oliva (1625), in «Quaderni bolotanesi», n. 22, 1996, pp. 186 ss.;
I registri delle riscossioni e delle spese di don Geronimo Sossa, reggitore degli stati di Oliva (16361659), in «Quaderni Bolotanesi» n. 19, 1993, pp. 263-370.
345 Sul ricorso del sindaco del Mandrolisai e sugli aggravi imposti dal governatore Vacca a
diverse ville cfr. Parlamento, doc. n. 554, cc. 986-988.
346 Per le cerimonie dí infeudazione e i rapporti tra signori e vassalli nella Sardegna moderna
si vedano: G. MURGIA, Comunità e baroni. La Sardegna spagnola (secoli XV-XVII), Roma 2000,
pp. 69-85; G. G. ORTU, Villaggio e poteri signorili in Sardegna cit., pp. 90 ss.; più in generale, A.
MATTONE, Il feudo e la comunità di villaggio, in Storia dei Sardi e della Sardegna, L'età moderna,
vol. 111 cit., pp. 346 ss.
118
zione, ma una pezza di peso triplo. Il nuovo signore aveva preteso inoltre dai
proprietari di gioghi 20 soldi per autorizzarli a pascolare i buoi nelle vicinanze
dei villaggi, (mentre prima essi non erano tenuti a corrispondere alcun tributo), ed aveva elevato le multe sul bestiame sorpreso a pascolare in zone vietate
ad un capo ogni dieci anziché una pecora o un maiale ogni gregge. L'ufficiale
aveva inoltre ordinato multe e arresti per fatti irrilevanti, accresciuto il numero dei giurati e impegnato costoro nella celebrazione di processi che venivano
"composti" col pagamento di forti somme. Il nuovo signore aveva anche
imposto ai vassalli di diversi villaggi onerosi servizi personali facendosi portare legna, pietre, tegole. Per evitare questi illeciti comportamenti il rappresentante dell'incontrada chiede (ed ottiene) da Filippo IV che il Vacca rispetti gli
antichi patti sottoscritti dalle comunità con la Corona; che le cause discusse
dal governatore vengano spedite al reggente la Real Cancelleria per la notifica;
che il sequestro dei beni dei debitori morosi venga effettuato dai ministri
ordinari e non dalla guardie al servizio del governatore del territorio. Il rettore
di Sorgono lamenta anche il fatto che la Corona non abbia consultato i vassalli prima dell'alienazione dell'incontrada e comunica al sovrano la disponibilità
delle comunità di villaggio a pagare una somma ancora più elevata di quella
versata dal Vacca per riacquistare il privilegio di essere governati dal sovrano.
Mentre le richieste del sindaco del Mandrolisai, inserite negli atti del
Parlamento per ordine del presidente Prieto (malgrado l'opposizione del titolare dell'Officina), vengono inviate a Madrid per essere esaminate dai ministri
di Filippo IV, l'autore del ricorso, a seguito di un ordine di comparizione
disposto dal governatore dell'incontrada, si allontana dalla capitale. Il 27 febbraio 1632 la notifica dell'ingiunzione lo raggiunge nel villaggio di Sorgono,
dove egli si sente evidentemente protetto, più che dal privilegio del foro ecclesiastico, dalla stima dei suoi parrocchiani. Il sindaco dell'incontrada invierà
infatti dal villaggio di Sorgono al presidente del Regno una seconda lettera
nella quale conferma la volontà dei vassalli di pagare i diritti feudali, tenendo
conto però esclusivamente di quanto era stato stabilito nei privilegi concessi
dalla Corona.
17. Anche Pietro Sulis, sindaco della Barbagia di Belvi, si serve delle Corti del
1632 per far conoscere al sovrano gli aggravi a cui venivano sottoposti í sudditi regi e chiedere, per capitolo di Corte, la salvaguardia dei diritti acquisiti
dagli abitanti di quel territorio. Egli ricorda che nel Parlamento celebrato dal
viceré d'Elda era stato concesso all'incontrada di essere governata da un ufficiale del luogo eletto, per un biennio, da una assemblea composta dai sindaci
e dai personaggi più eminenti347. ll Sulis chiede ed ottiene che si vieti agli uffi347
Parlamento, doc. n. 553, c. 979.
119
ciali di affittare i pascoli a terzi senza avere soddisfatto, prima di tale atto, le
esigenze di sostentamento del bestiame locale348, che non si appalti l'amministrazione della giustizia a forestieri, che gli scrivani delle curie rispettino le
tariffe fissate per gli atti giudiziari e gli amministratori della Barbagia di Belvì
vengano sottoposti a sindacato alla fine del loro mandato.
Non ottiene invece esito la richiesta di riconoscere all'incontrada di Belvì il
diritto di pascolo nel marchesato di Quírra, contestato da tempo dagli abitanti del villaggio dí Arzana. La Corona, non volendo far torto a nessuno dei due
litiganti, preferisce infatti congelare la questione rimandando ogni decisione
alla sentenza della Reale Udienza sul ricorso amministrativo in atto349.
Come era tradizione, anche nelle Corti del 1631-32 singoli deputati e
corpi rappresentativi intervengono a tutela non solo degli interessi collettivi
ma anche di interessi individuali.
Lo Stamento ecclesiastico, sollecitato dall'arcivescovo Machín e dal presidente Prieto, che per avere ambedue ricoperto nel precedente decennio 1' ufficio di padre generale dell'ordine dei Mercedari di Spagna erano al corrente dei
meriti acquisiti dal padre mercedario Boil come cattedratico di teologia nei
collegi di Barcellona e Saragozza e come commissario e visitatore dei conventi
del suo ordine, sollecitano per questo religioso sardo, residente in Catalogna
da più di un trentennio, la concessione di un vescovado o di una dignitosa prebenda che gli consenta di rientrare onorevolmente nella propria terra"°.
L'Ecclesiastico e il Reale chiedono (ed ottengono) il perdono per Lorenzo
Mallón, un agiato commerciante genovese, appaltatore della zecca del Regno,
che languiva da tempo nelle carceri con l'accusa di avere coniato più monete
del dovuto351.
Nicola Scano, già da un trentennio scrivano della Reale Udienza, ormai set18.
348 Parlamento,
doc. n. 553, c. 978 v.
ricorso, presentato dalla Barbagia di Belvì nel 1524, dopo varie sentenze interlocutorie
si conclude sfavorevolmente cfr. ASC, Reale Udienza, b. 1154, fasc. 11895 e b. 1177, fasc.
12118; per ulteriori riferimenti G. G. ORM, Villaggio e poteri signorili cit., p. 278, n. 47.
35° Parlamento, doc. n. 518, c. 829. Il Boil, figlio del barone di Putifigari, aveva svolto in
Catalogna importanti funzioni come consigliere dell'Inquisizione e come predicatore di Corte.
La sua promozione ad una delle mitre sarde, caldeggiata fin dal 1627 dal conte di Montesclaros
e dal Consiglio d'Aragona e, successivamente, dagli Stamenti sardi, non ebbe seguito fino al
1653, anno in cui il papa Innocenzo X nominò il Boil vescovo di Alghero. Scontratosi a Madrid
con membri di altre fazioni religiose (legate al cardinale Bellarmino) che si contendevano il privilegio di predicare a Corte, nel 1630 il religioso sardo era caduto infatti in disgrazia e per ordine regio era stato esiliato nel monastero valenzano di Nostra Signora di Puch, dove era vissuto
fino al suo trasferimento in Sardegna (1653).
331 Parlamento, doc. n. 635, c. 1121v. Il Mallón, oltre a gestire la zecca, unitamente ad altri
commercianti liguri sottoscrive con la regia cassa contratti di esportazione di cereali, appalta
tonnare e peschiere e arrenda diversi feudi.
349 11
120
tantenne, ottiene dal viceré che il suo posto venga assegnato al figlio352.
Giovanni Battista Bromeo, armatore della feluca con la quale vengono inviati
i messaggi urgenti alla Corona, chiede di essere sostituito nell'incarico dal
nipote Antonio Carcassona353. Anche l'istanza presentata da Salvatore Soro,
titolare dei diritti sulla scrivania del Consolato, che chiede di sottrarre la
gestione di tale ufficio alla raccogliticcia giuria di cittadini ed affidarla ad un
letrado, viene accolta favorevolmente. La benevolenza regia grazia anche don
Michele Requesens354 e Antioco Sanjust, fratello del barone di Furtei, accusati, senza prove certe, di avere ucciso dei sudditi del sovrano.
La Corona non accoglie invece la richiesta di grazia presentata dai parenti
di don Francesco Esgrecho e don Giovanni de la Bronda che avevano assassinato il dottor Francesco Giagaracho, assessore della Reale Governazione di
Sassari. Sebbene i tre Stamenti, pressati dalle due influenti famiglie sassaresi,
sottolineino i vantaggi politici che potrebbero derivare dal perdono ai due
assassini (perché la loro fazione controlla l'amministrazione della città e alcuni
importanti uffici ecclesiastici), l'ostilità dei Giagaracho e dei Guiò, avversi a
questo atto di clemenza, non consente alla Corona di deliberare favorevolmente"'. Alla concessione si oppongono anche diversi giudici e ministri regi,
sia per l'amicizia che li legava all'ucciso sia per le battaglie giurisdizionali che
essi avevano unitamente combattuto. Francesco Giagaracho era stato infatti
uno strenuo difensore dei diritti della Corona nei confronti della nobiltà, dell'oligarchia cittadina e dell'Inquisizione. In qualità di consigliere anziano della
Reale Udienza aveva svolto inoltre un ruolo di primo piano sia nella gestione
del supremo Tribunale del Regno, di cui era uno dei magistrati più stimati, sia
nella celebrazione delle Corti del 1614356. La pressione politica esercitata dagli
Parlamento, doc. n. 616, c. 1083.
doc. n. 637, c. 1123.
354 Per l'omicidio commesso e i ripetuti tentativi di fuga dal carcere il Requesens (con sentenza del 23 gennaio 1623) era stato condannato alla pena di morte con mutilazione. Per evitare l'ignominioso supplizio egli aveva fatto ricorso al sovrano invocando i privilegi riservati ai membri
dello Stamento militare. La Corona, con un provvedimento firmato a Madrid il 27 settembre
1631, aveva accolto la supplica e sospeso la sentenza prima della celebrazione delle Corti: cfr. J.
DEXART, Capitula sive Acta cit., tomo I, lib. II, tit. III, cap. I, de militaribus, fol. 343-344.
355 Quando a Cag fari, nella riunione dello Stamento reale tenutasi nel palazzo civico il 14
febbraio 1631, il canonico sassarese Martino Paliacho, rappresentante del Capitolo di Oristano,
chiede, a nome dell'Ecclesiastico, che la supplica presentata dai parenti dei due condannati
venga sottoscritta dai tre Stamenti Pietro Guió, sindaco della città di Alghero e cognato dell'ucciso si allontana dalla stanza, informa di tale fatto parenti ed amici e fa inoltrare dalla vedova
del defunto giudice una vibrata protesta al viceré. Cfr. ACC, Sezione Antica, Atti dello
Stamento reale, b. 29.
356 L'amministrazione regia non può dimenticare né perdonare l'esecrando delitto.
L'assassinio dell'illustre magistrato lascia infatti una lunga scia di polemiche giurisdizionali che
impegnano a lungo i giudici della Audiencia. Gli esecutori materiali dell'assassinio erano stati
uccisi e decapitati per ordine dei due mandanti, che in tal modo speravano di cancellare ogni
352
353 Parlamento,
121
Stamenti, che sí inserisce nell'ambito di una complessa trattativa clientelare
condotta dai consiglieri della città di Sassari (molti dei quali sono parenti dei
due assassini), dal vescovo de la Bronda e dall'arciprete di Oristano Paliacho
non riesce dunque a fare breccia sulla Corte regia ed il sovrano, sensibile alle
proteste della vedova del suo fedele ministro, nega la grazia ai due nobili sassaresi. Non si oppone invece alla loro richiesta di servirlo in armi in uno dei
tercios che combattono nei vari fronti di guerra.
Ancora una volta il perdono e le concessioni a nobili e cavalieri che hanno
ferito e ucciso altri sudditi confermano dunque che la monarchia ispanica,
pur difendendo i propri spazi giurisdizionali, non intende violare lo statuto di
corpo dei ceti sui quali fa affidamento per governare il territorio.
Se i Discursos del Canales de Vega, avvocato dello Stamento ecclesiastico,
delineano la piattaforma politica in cui inserire le richieste del Regno, i capitoli
presentati dai tre Bracci la arricchiscono ulteriormente dando forma e pregnanza a rivendicazioni locali e corporative che nascono da problemi concreti e dalle
necessità di vita. Il ceto nobiliare insiste sul rispetto dei suoi più gelosi privilegi e,
in particolare, sul diritto ad essere giudicati da una Corte di pari, su quello di
autoconvocazione del corpo militare, sulle norme di trasmissione del feudo per
linea maschile e femminile, sulla riduzione degli interessi sui prestiti sottoscritti
dai feudatari dal 7 al 4%. Le città sottolineano le difficoltà economiche dei ceti
urbani, lo stato fatiscente delle infrastrutture civili e delle opere di difesa, le
angariae degli ufficiali della Corona, le necessità annonarie. I sindaci eletti dai
vassalli dei feudi regi si lamentano invece per il malgoverno degli amministratori.
L'influente sostegno offerto ai tre Stamentí dal viceré Bayona, che è anche il
rappresentante della fazione valida, consente dunque al Regno di ridurre le
conquiste giurisdizionali ottenute dai ministri regi nei decenni precedenti e di
ottenere dalla Corona, sul piano della difesa degli interessi di corpo sanciti
dagli antichi privilegi, rilevanti concessioni, tanto che il Parlamento del 16311632 può essere inserito tra quelli in cui la monarchia si mostra più generosa.
Su 117 capitoli presentati dagli Stamenti Filippo IV ne respinge 10, ne riconferma 11 (ottenuti in precedenza) ed approva ben 96 nuove richieste con le
quali i tre Stamenti cercano di rafforzare il proprio ruolo nella gestione della
vita economica, sociale e amministrativa dell'isola.
testimonianza a loro danno. Don Francesco Esgrecho e don Giovanni de la Bronda, inoltre,
dopo essere stati scoperti avevano preferito farsi arrestare dall'Inquisizione, di cui erano familiari. La Reale Udienza, (con sentenza emessa il 15 aprile 1622 dal giudice de Andrada) aveva
però considerato tale delitto un crimen lesae maiestatis impedendo ín tal modo ai due assassini
di avvalersi del privilegio del foro inquisitoriale e di quello riservato ai militari. La condanna a
morte non era stata eseguita perché i due nobili, per sfuggire ad essa, erano espatriati. Quando
gli Stamenti, nel 1631, presentano la supplica in Parlamento, essi vivono da quasi un decennio
in esilio dove resteranno fino al 1642. Per la supplica inoltrata dagli Esgrecho cfr. ACA, C.d.A.,
leg. 1150.
122
LE CONCESSIONI DR A CORONA (1600-1635).
Anno
Parlamento
Capitoli approvati
1605
Coloma
128
1615
Borja
89
1625
Vivas
30
1632
Bayona Prieto
96*
(*) A questi capitoli sono da aggiungere gli 11 privilegi concessi nei precedenti Parlamenti e reiterati in quello del 1631-32.
Significativi risultati vengono ottenuti anche nell'ambito amministrativo e in
quello della riserva degli uffici ai naturales. Come era stato pattuito tra Corona
e Regno, nel Parlamento straordinario celebrato dal viceré Bayona per sancire
l'adesione alla Unión de Armas, durante gli anni in cui viene pagato il donativo
destinato a sostenere le spese di guerra (1626-1642), più del 90% delle piazze
militari, dei canonicati, dei vescovadi e degli uffici giudiziari viene effettivamente assegnato dalla Corona a sudditi sardi. Su richiesta di tutte le parti sociali
rappresentate in Parlamento il sovrano, con la stampa del corpus giuridico degli
Acta curiarum curati dal giudice Dexart e delle regie prammatiche edite dal reggente Vico, e con l'approvazione di nuove norme realizza la recopilación dal
diritto del Regno e vara una vera e propria riforma delle funzioni del notariato
e del ruolo e delle competenze del personale delle scrivanie regie e delle curie
feudali, che andavano assumendo un ruolo cruciale per la tutela della vita civile
e per rendere rapida ed efficiente la amministrazione della giustizia. Altri capitoli di Corte modificano le procedure da seguire per effettuare i sequestri dei
beni dei debitori morosi e per ridurre le multe imposte in base al diritto d'incarica. Grazie alle pressioni esercitate dal viceré Bayona sul Conte-Duca, i tre
Bracci sottraggono inoltre definitivamente al Tribunale dell'Inquisizione il diritto di intromettersi nelle cause civili e criminali di competenza dell'amministrazione regia. Nei Campidani di Cagliari e di Oristano le corvée legate al trasporto del sale, che impegnavano migliaia di braccianti e di proprietari di gioghi nel
periodo cruciale della mietitura, sono sostituite con una tassa pagata in grano
(cap. DOOM); si stabiliscono rigide norme sugli obblighi che la popolazione
del Regno ha nei riguardi delle truppe ed ai vassalli regi che hanno rappresentanza in Parlamento viene riconosciuto il diritto dí trasferire liberamente la pro123
pria residenza da un feudo all'altro e di pagare i diritti signorili sulla base degli
antichi accordi sottoscritti dalla Corona con le comunità.
Significativi appaiono anche i capitoli riguardanti la normativa annonaria,
la libertà di commercio e l'esportazione dei cereali. Alle città viene infatti concessa la possibilità di acquistare íl grano destinato al servizio d'annona prima
che venga ufficialmente autorizzata l'esportazione dei cereali (cap. DOOM
legata ai contratti di asiento.
A loro volta gli ecclesiastici ottengono, per la prima volta, la concessione di
un giudice delle appellazioni e gravami per l'esame delle cause che coinvolgono gli ordini regolari, fino ad allora svincolate dal foro reale ed ecclesiastico, e
l'emanazione di misure draconiane contro quei membri del clero («teste di
ferro») che, offrendosi come prestanome, consentivano alla Cancelleria apostolica di concedere prebende ed uffici del Regno a prelati stranieri non residenti. Al clero viene anche riconfermato il privilegio (fino ad allora mai messo
in pratica) di esportare, senza pagare diritti doganali, una quantità dí cereali
pari al 10% delle sacche concesse dal Real Patrimonio.
19. Sulla base di quanto si è rilevato non sembra dunque sí possa affermare
che nelle Corti del 1631-1632 la politica olivaresiana di rafforzamento della
monarchia, intesa come affermazione dell'organizzazione amministrativa regia
nei confronti dei particolarismi locali, sia riuscita a conseguire i propri obiettivi. I risultati ottenuti dal viceré Bayona e dal vescovo-presidente Prieto sono
infatti più apparenti che reali.
Se la generosità della Corona nella concessione di privilegi, grazie e favori,
induce anche i deputati più restii a votare ben due donativi, il Conte-Duca,
per creare il consenso indispensabile alla attuazione della sua politica, è
costretto a delegare alle élites dei singoli regni la gestione di importanti settori
dell'apparato amministrativo periferico o ad integrarle e coinvolgerle nel
governo del composito sistema imperiale357. Nel Regno di Sardegna il ruolo di
difesa della giurisdizione regia nei confronti dei particolarismi locali, svolto
con ferma convinzione dai giudici della Reale Udienza fin verso il 1625, viene
progressivamente vanificato e sminuito dalla presenza di un viceré che evita di
ricorrere a pratiche amministrative e iter burocratici ormai consolidati ed
ottiene direttamente dalla Corte madrilena quanto viene richiesto dai "partiti"
e dalle fazioni locali che appoggiano la politica di Unión.
Anche nel settore fiscale e militare i risultati appaiono fallimentari, perché la
Tesoreria regia viene emarginata dalla gestione delle collette del donativo e (sia
pure solo formalmente) dalla amministrazione delle spese del tercio sardo e
357 Sui rapporti fra amministrazione centrale e periferica nell'impero spagnolo e sulle innovazioni introdotte nel primo Seicento cfr. J. H. ELLIOTT (a cura di), Poder y sociedad en la
Espana de los Austrias, Barcelona 1982, pp. 248-286.
124
delle leve militari promosse dalla nobiltà che ne affida la responsabilità finanziarie ad una propria giunta. La rete clientelare costruita dal viceré Bayona per
sostenere il governo del Conte-Duca avviluppa talmente l'apparato statale da
modificare e distorcere le procedure parlamentari seguite fino ad allora per la
concessione del donativo e quelle per ottenere le grazie sovrane. Per la fiducia
che i ceti privilegiati ripongono nel marchese di Bayona, da loro considerato
referente del Regno nei confronti della Corona e dell'Olivares, le Corti sarde
del 1631-1632 sono infatti le uniche nelle quali le frequenti violazioni del cerimoniale perpetrate dalla Corte regia non suscitano alcuna reazione, tanto che,
contro una secolare prassi parlamentare, conformandosi a quanto avevano
chiesto il viceré e i partitari del Conte-Duca, i deputati approvano la cedola del
donativo prima che la commissione parlamentare dei greuges abbia concluso i
suoi lavori e che gli Stamenti abbiano presentato le loro richieste.
Altrettanto atipica è la procedura seguita a Madrid per la decretazione
degli atti parlamentari e delle richieste del Regno. Nel timore che i reggenti
del Consiglio d'Aragona non confermino alcuni capitoli, sulla approvazione
dei quali il marchese di Bayona aveva dato precise garanzie, il loro esame e la
relativa decretazione vengono delegati dall'Olivares al vescovo Domenico
Pimentel, fratello del defunto viceré nonché presidente e uomo di fiducia
dell'Olivares all'interno del Consiglio d'Aragona. Domenico Pimentel lascerà
tuttavia la sua opera a metà perché verrà inviato da Filippo IV alla Corte
papale per una urgente e importante ambasciata358. Dopo aver siglato, a tutela
dell'onore e del prestigio familiare dei Pimentel-Benavente, i capitoli presentati dal Regno al marchese di Bayona prima del suo tragico decesso, egli affiderà quelli pattuiti dalle Corti sarde col vescovo Prieto a don Francesco
Fernàidez de la Cueva, duca di Albuquerque, nuovo presidente del Consiglio
d'Aragona, consigliere di Stato e membro della giunta sulle Corti, che li sottoscriverà un anno più tardP59.
La delega ai presidenti dei consigli regi e delle giunte speciali di governo di
funzioni che fino ad allora erano state considerate una gelosissima prerogativa
personale del sovrano e la preferenza manifestata anche dai ceti e dagli ordini
358 Sul finire del 1632 Filippo IV e il Conte-Duca de Olivares, designando Domenico
Pimentel, vescovo di Cuenca e presidente del Consiglio d'Aragona, ambasciatore straordinario
presso la Santa Sede gli affidano infatti, unitamente al Cardinale Borgia e al padre Chumacero
y Canino (consigliere di Stato ed intimo dell'Olivares), il difficile compito di sostenere l'aspro
confronto che la Corona ispanica aveva avviato con il papa Urbano VIII, schierato da tempo a
favore della monarchia francese. Cfr. Q. ALDEA VAQUERO, Iglesia y Estado cit., pp. 217-233; ID.,
Instruciones a los ambajadores de Espaiia en Roma (1631-1643), in «MisceL4nea Comillas», n.
29, 1958, pp. 342-359; N. GARCíA MART1N, Esfuerzos y tentativos del Conde-Duque para exonerar de los espolios y vacantes a los prelados hispanos, in «Anthologica annua», Roma 1958.
359 I capitoli approvati dal Pimentel sono facilmente individuabili perché riportano la sigla
Episcopus Praeses, quelli esaminati dal duca di Alburquerque vengono siglati Dux.
125
del Regno sardo per le vie clientelari, considerate ormai più promettenti delle
incerte battaglie parlamentari, fanno sorgere ulteriori interrogativi sul significato dei mutamenti politici e amministrativi introdotti in Sardegna e negli altri
regni periferici dell'impero spagnolo nell'ultimo decennio di privanza del
Conte-Duca. Per diversi secoli i sovrani avevano infatti sottoscritto in forma
autografa i decreti di concessione dei capitoli di Corte perché, nella consolidata prassi in uso nei regni catalano-aragonesi, la firma del re e il giuramento
sui Vangeli del viceré-sostituto costituivano la testimonianza giuridica della
sacralità del patto intercorso fra la Corona e il Regno36°. La delega concessa
da Filippo IV al presidente del Consiglio d'Aragona, il cui ruolo, all'interno di
tale organo, è quello di garante e di rappresentante del valido, sembra dunque
segnalare l'ulteriore spostamento del centro del potere dalle mani di Filippo
IV a quelle dell'Olivares e dei suoi più stretti collaboratori. Esso segnala
anche l'introduzione di una prassi amministrativa che sottraendo gli atti di
governo ai ministri regi ed affidandoli a personaggi e figure istituzionali sensibili alle esigenze delle reti clientelari, vanifica ogni principio di neutralità e di
giustizia e corrode le finalità stesse del progetto di restauración dell'autorità
monarchica per la difesa della quale il Conte-Duca aveva sostenuto un decennio di guerre e dilapidato le finanze dell'impero.
36° Come rileva il Dexart, i patti e gli accordi sottoscritti durante la Corti fra la Corona ed i
rappresentanti del Regno non potevano essere annullati né modificati unilateralmente:
«Capitula curiarum in iuxta eorum decreta, in vim privilegií, seu privilegiorum et contractus,
cunctis futuris temporibus valitur, media solemni stipulatione et iure iurando per se et omnes suos
successores concesse apparent»: cfr. J. DEXART, Capitula sive Acta cit., lib. I, t. III, cap. III, p.
103.
126
5.
Fonti e documenti
1. Gli atti e i documenti originali relativi al Parlamento iniziato nel 1631 dal
viceré Bayona e concluso nel 1632 dal vescovo Prieto sono conservati
nell'Archivio Storico del Comune di Cagliari, dove sono stati probabilmente
traslati dalla loro originaria collocazione a metà del XVIII secolo361.
Sull'autenticità della fonte, che individuiamo con la lettera A, non sussistono dubbi, perché il fondo archivistico che la costituisce raccoglie insieme la
lettera autografa di Filippo IV che ordina al viceré Bayona di convocare il
Parlamento, gli originali delle lettere convocatorie firmate dai due viceré, gli
atti notarili relativi alle procure con la firma autentica e i sigilli a cera o cartacei, gli originali dei verbali delle riunioni con le cancellature, gli errori, le
omissioni che caratterizzano la redazione degli atti parlamentari. Al corposo
fascicolo risultano inoltre allegati, con sottoscrizione autentica, quei documenti che i deputati alle Corti erano soliti presentare per dimostrare il possesso del titolo di nobiltà o per difendere e tutelare i propri interessi personali o
di ceto.
Le carte sono redatte in modo difforme. Le lettere regie, i verbali del proceso e i capitoli presentati dagli Stamenti e dalle città sono compilati da notai e
scrivani con il rigore dell'arte, mentre le procure e gli altri atti notarili risultano scritti con minor cura e con grafia frettolosa.
Il codice A misura cm 34,8x25 ed è composto da fogli filigranati di varia
dimensione e provenienza.
Il materiale cartaceo utilizzato dal notaio Monserrato Vacca, segretario del
Parlamento, ha il formato di cm 30x21 e risulta ottenuto dalla divisione di un
quarto di foglio avente originalmente la dimensione di cm. 62x42.
La cellulosa adoperata (come nel precedente Parlamento redatto dal Vacca
nel 1626) appare di qualità medio-fine e risulta lavorata a mano, come evidenziano le impronte delle vergelle. I fogli utilizzati dal segretario per verbalizzare
il processo mostrano, in trasparenza, un cuore con all'interno una croce e, al
di sotto di esso, le iniziali FS; altre carte riportano lo stesso disegno, sormon361 Cfr. Archivio Storico Comunale di Cagliari, Sezione Antica, Atti del Parlamento
Pimentel, vol. 10. Lo spostamento del volume dall'Archivio della Procurazíone Reale
all'Archivio del Comune di Cagliari è, probabilmente, da porre in relazione con la riforma piemontese dei regolamenti civici, il consolidamento del debito gravante sui bilanci delle città dell'isola e la necessità di documentare le origini e la consistenza del passivo censuario che Cagliari
aveva sottoscritto nel quadriennio 1629-1631 e che, a distanza di un secolo, la città era ancora
tenuta a corrispondere ai suoi creditori.
127
tato però da una corona sorretta dalle lettere alfabetiche G.M., oppure tre
cerchi uniti tra loro sormontati da una croce o, ancora, tre cerchi separati con
al loro interno una corona e una mezzaluna. Queste filigrane riportano stili e
disegni simili ad esemplari che, verisimilmente, provengono dal Napoletano,
dal Genovesato e dall'area lombarda362.
L'inchiostro utilizzato dal segretario Vacca, da diversi scrivani e dai sindaci
delle città per stilare i documenti di rito è di colore marrone, a tratti molto
chiaro e, più raramente, intenso. Alcuni notai che redigono procure e abilitazioni utilizzano invece inchiostri più scuri, ricchi dí residui metallici che col
tempo hanno danneggiato e corroso la filigrana di alcune carte del volume363.
Come si è già avuto modo di sottolineare nella introduzione al Parlamento
del 1626364, che precede solo di qualche anno le Corti del 1631-1632, le procure e le suppliche presentano differenze ortografiche e sintattiche assai marcate, perché gli scrivani che le redigono risentono di influssi culturali provenienti da aree linguistiche differenti. Essi le sottoscrivono con il signum tabellionalis che in alcuni documenti è rappresentato da segni grafici abbastanza
semplici e in altri365 si trasforma in veri e propri disegni.
La numerazione dei fogli, sia pure con qualche errore366, è coeva alla stesura degli atti. Anche la scrittura non presenta particolarità di rilievo. I verbali
ufficiali appaiono redatti da una sola mano, quella del segretario Vacca.
Il volume, all'esterno, presenta una classica rilegatura d'archivio, databile
agli ultimi decenni del XIX secolo. Essa appare identica a quelle utilizzate in
quel periodo da Silvio Lippi, archivista del Comune di Cagliari, per riclassificare e proteggere dall'usura del tempo i documenti dell'Archivio civico. Il suo
dorso in tela nasconde la cucitura delle carte che è, probabilmente, coeva alla
fonte documentaria. I due piatti in cartone, di colore rosso vivo, racchiudono
e difendono dall'usura del tempo il prezioso documento. La rilegatura originale, realizzata utilizzando delle sottili stringhe di cuoio e del robusto filo
color beige e canapa, non ha impedito la dispersione di alcune decine di
fogli367.
362 Cfr. C. M. BRIQUET, Les filigranes. Dictionnaire historique des marquès du papier, dès leur
apparition vers 1282 jusqu'en 1600, Paris, Londres, Leipzig, Amsterdam, Rome, Madrid 1907,
t. I, nn. 3247-3255, p. 273, n. 4484.
363 In particolare si vedano le cc, 85-88v., 256, 260, 510, 530, 533, etc.
364 Cfr. Il Parlamento straordinario del viceré Gerolamo Pimentel, marchese di Bayona (1626),
a cura di G. Tore cit., p. 90.
36s Si vedano, ad esempio, gli atti dei notai Pias, Deledda Carta, Aresu, Otgiano, Pilo Dyana,
Cano Carta, alle cc. 110v., 125v., 177, 277, 319v., 470v.
366 A titolo d'esempio si segnala la mancata numerazione delle carte successive alla c. 1042v.
e la carta 1045v. posposta alla c. 1045.
367 n volume risulta privo delle carte 1-20 e 1123-1145.
128
2. La copia del verbale del Parlamento, portata a Madrid da Michele Bonfant,
sindaco dei tre Stamenti, inviato a Corte per ottenere l'approvazione dei capitoli e le decretazioni regie, viene designata con la lettera B1368. Essa è attualmente conservata nell'Archivio della Corona d'Aragona, a Barcellona.
Unitamente ad un quaderno contenente i 117 capitoli richiesti dal Regno369 è
stata trascritta in bella calligrafia da Monserrato Vacca, che per l'opera svolta
ottenne 600 ducati.
Negli atti che vengono inviati a Madrid, il segretario del Parlamento, in
base ad una consolidata prassi giuridica e amministrativa, inserisce una copia
del processo verbale, i capitoli e le suppliche dei particolari, escludendo invece le formulazioni di rito e le abilitazioni. Anche la trascrizione lascia a desiderare sia per le frequenti modifiche ortografiche introdotte37°, sia per la correzione degli errori e delle omissioni presenti nell'archetipo, effettuate dal
segretario con disinvoltura forse eccessiva371. Rispetto all'originale A nell'esemplare B1 sono presenti anche modifiche ortografiche motivate dalla necessità di provvedere alla correzione degli errori e delle omissioni. Se nella documentazione originale la lingua utilizzata è quella catalana, nella copia B1, per
le integrazioni introdotte, si notano influenze castigliane che modificano grafie e segni presenti nell'originale A.
Nell'archivio barcellonese della Corona d'Aragona esiste anche una seconda copia che riporta le registrazioni dei capitoli di Corte concessi dal sovrano,
da noi classificata con la sigla B2372 perché ricalca le caratteristiche della copia
B1 dalla quale deriva. L'esemplare B2 contiene solo i capitoli approvati e non
368 Cfr.
ACA, Registros de la Real Cdmara de Aragón, vol. 380.
11 quaderno contenente i 117 capitoli, segnalato ai primi del '900 dal Lippi come ancora
esistente nell'Archivio delle Corti della Corona de Aragón in allegato al volume, non risulta
attualmente classificato ed è stato probabilmente smarrito nei vari trasferimenti.
370 Il Vacca addolcisce la s sibilante sorda (da Saeer a Sasser; da aeò ad asò; da cometyi a
comersi), trasforma i fonemi ce, ee in se (coneeller in conseller) e castiglianizza molte parole
catalane sostituendo all'accento la terminazione in on (es. condició diventa condicion); utilizza si
al posto di ti; qui al posto di chi.
371 Il notaio Vacca corregge ad esempio l'enviadas di c. 1075 in cursadas; il repartir in repetir,
il vista di c. 1111 in consta;l'obstensto di c. 1031v. in obstentassio e il dinés di c. 1111v. nel castigliano dinero. La sostituzione delle parole catalane con quelle castigliane sembra fatta con l'intento di semplificare la comprensione e la lettura del testo anche a ministri regi poco pratici
della lingua parlata nei regni d'Aragona.
372 ACA, Registros de la Real Cdmara de Aragón, regg. 309, 310a, 310b, 311, 312. I capitoli
concessi ai tre Stamenti risultano trascritti in ACA, Cdmara de Aragón, reg. 309 (dal fol. CLXVIII a CCVIII e dal fol. CCXXVII alla fine del volume), e nel registro 310a (dal fol. I al
LXXX). Nel medesimo registro vengono annotati i Capitoli della città dí Sassari (dal fol.
CXVII al fol. CXX)OUV, e dal fol. CLV al fol. CLXII) e quelli dello Stamento militare (dal fol.
CCXLV al fol. CCLI). Nel registro 310b risultano trascritti i privilegi delle città di Cagliari (dal
fol. XIII al fol. LXVII) e di Oristano (dal fol. CCXXXX al fol. CCXCVII) e nel registro 312
quelli della città di Alghero.
369
129
costituisce un unico corpus documentario. Le decretazioni del Parlamento del
1632 furono infatti registrate dagli ufficiali della Cancelleria regia in tempi e
volumi diversi. Per tale ragione essa è stata da noi utilizzata esclusivamente
per integrare gli atti parlamentari con la decretazione correttiva firmata da
Filippo IV il 22 febbraio 1634 al fine di modificare ulteriormente, rispetto a
quanto i suoi consiglieri avevano deliberato dopo la chiusura delle Corti373, i
criteri e le procedure da seguire per l'autoconvocazione dei membri dello
Stamento militare.
Alcune altre parti del Parlamento del 1631-1632, relative ai privilegi concessi dal sovrano alle città dell'isola e agli Stamenti, sono conservate, in copia,
negli archivi storici municipali di Cagliari, Oristano, Iglesias, Alghero e
Sassari. Queste ultime pur presentando un certo interesse per eventuali confronti e integrazioni linguistico-documentarie, non vengono da noi utilinate
perché risultano derivare in tutto dalla copia B2 conservata nel fondo Camara
dell'archivio barcellonese.
Qualche altro frammento documentario, segnalato (unitamente alle fonti
precedentemente indicate) nel convegno sugli Acta Curiarum374 proviene
dall'Archivio delle Cortes di Madrid375. Esso è stato da noi classificato con la
lettera M ma si è rivelato totalmente privo di originalità perché frutto dell'opera di trascrizione dal Toda y Giiell, il quale ha copiato nell'Archivio municipale di Alghero diversi capitoli parlamentari concessi alla città sardo-catalana
e alcuni documenti inseriti nel Codex Diplomaticus edito dal Tola.
Tra le fonti a stampa è infine da segnalare il discorso tenuto dall'arcivescovo di Cagliari Machín alle Corti, riunite in seduta plenaria in occasione del
solenne giuramento fatto dai rappresentanti del Regno dí difendere il dogma
della Immacolata Concezione. Negli atti originali il discorso manca e si accenna solo al fatto che esso è stato tenuto. Considerata la rilevanza del documento si è ritenuto opportuno inserire negli Atti il testo della copia a stampa conservata nella Biblioteca Universitaria di Cagliari376.
Più interessanti appaiono i lavori editi dal Dexart e dal Tola. Il Dexart, che
partecipa attivamente al Parlamento del 1631-1632 e vi svolge un ruolo di
373 Cfr.
ACA, (Amara, reg. 309, 1633, Agosto 23 Madrid.
M. FERRAI Cocco ORTU, M. B. LAI, Fonti documentarie sui Parlamenti di Sardegna conservate negli archivi sardi e spagnoli (1421-1843). Prima indicazione, in AA.Vv., Acta Curiarum
374
regni Sardiniae cit., pp. 397-414, in particolare alla tav.
375 Cfr. ACEM, fondo Cerdega, Documentos Parlamentarios, leg. 14, nn. 143, 144, 145, 146.
376 Cfr. Sermón predicado en Caller, el dia del voto y juramento que las Cortes hizieron en
nombre del reyno de defender la limpia Concepción de Nuestra Segora, que fuè el segundo
Domingo de Quaresima. Por el Illustrissimo y Reverendissimo Sefior don fray Ambrosio Machin,
arcobispo de Caller, Primado de Sardelia y Corcega etc. En Caller, en la emprenta del doctor
Antonio Galcerín, por Bartholome Gobetti, 1632. Una delle rare copie ancora esistenti si trova
in BUC, fondo Baille, Sala Piccola, 6-6-58/4.
130
primo piano come consigliere giuridico dei due presidenti, inserisce nei
Capitula sive Acta Curiarum Regni Sardiniae, da lui editi nel 1645, i 96 capitoli
del Parlamento Bayona e Prieto concessi dal sovrano377.
Il Tola fa riferimento nel Codex alla copia cagliaritana delle decretazioni
contenute nella B2 barcellonese, allora conservata nella Reale Udienza in uno
di quei preziosi registri di carte aragonesi dell'Archivio di Stato di Cagliari
andato disperso a Caserta nel corso della seconda guerra mondiale378. Nella
sua opera lo storico sassarese inserisce le due carte reali che ritiene più signifi
cative ed importanti: quella relativa alla concessione al viceré Bayona dei poteri
per celebrare le Corti379 ed il decreto regio che nel 1633, a Parlamento ormai
concluso, fissa nuove norme per l'autoconvocazione dello Stamento militare.
Alla documentazione relativa agli atti del Parlamento del 1631-1632 sono
da collegare anche i registri dei donativi380: i quattro volumi nei quali sono
stati annotati i pagamenti delle dieci rate offerte al sovrano nelle Corti del
1632 sono realmente preziosi perché costituiscono la prima organica e particolareggiata testimonianza delle procedure amministrative e contabili utilizzate nel XVII secolo dalla monarchia ispanica per la verifica dei pagamenti del
donativo. Questi registri, sottoposti ai controlli incrociati di tre visitatori generali, possono essere considerati esenti da falsificazioni che, talvolta, limitano
l'utilizzo di questo tipo di fonti.
STEMMA CODICUM
Atti del Parlamento
Fonti manoscritte
Fonti
A
B1
B2
M
D
T
BIT, BI,
Cagliari
Barcellona
Barcellona
Madrid
Cagliari
Torino
BI„, BI,„
Procure
-
-
_
-
-
Abilitazioni
-
_
Capitoli dei tre Stamenti
Capitoli dello Stamento
Ecclesiastico
*
Capitoli del Militare
•
Opere a stampa
Donativi
(ASC)
Proceso
-
*
-
*
-
Capitoli del Reale
•
*
Suppliche di particolari
-
s
•
Donativi
-
-
-
-
-
-
Cfr. J. DExART, Capitala sive Acta cit., ad voces.
due importanti documenti, inviati a Napoli in occasione della mostra nazionale sulle
carte aragonesi, nel 1941, vennero trasferiti per timore dei bombardamenti in un cascinale del
Casertano e lì incendiati dai soldati tedeschi in ritirata unitamente al prezioso fondo di pergamene spagnole dell'Archivio di Stato partenopeo.
3" Vedila in ACA, Cdmara, reg. 305, fol. CLXXV.
38° Cfr. ASC, Antico Archivio Regio, Donativi, B1.7, B18, BI9, 13Ii, e D8a.
377
378 I
131
Come evidenzia lo stemma codicum, l'archetipo A è la fonte dalla quale le
altre indiscutibilmente derivano. Esso è dunque l'unico esemplare in grado di
fornire, sul piano documentario, quella ricchezza di riferimenti che è propria
dell'opera originale.
3. Le forme linguistiche e grafiche presenti negli atti sono fortemente condizionate dal livello culturale dei redattori e dall'area geografica di provenienza.
La varietà dei modelli consente di valutare l'importanza e la consistenza delle
aree e dei circuiti di comunicazione e di scambio e il modo in cui questi ultimi
contribuiscono a modificare e ad innovare le forme grafiche ed espressive utilizzate.
Nelle 1145 pagine degli atti originali del Parlamento l'influenza culturale,
lessicale e fonetica che, agli inizi del XVII secolo, la lingua castigliana inizia ad
esercitare sulla parlata catalano-valenzana e su quella sarda è abbastanza evidente.
Il segretario Vacca, i letrados castigliani che trascrivono la copia B2, gli scrivani e i notai sardi che redigono i documenti integrano, correggono e modificano gli atti parlamentari tenendo conto più delle forme linguistiche in uso
nell'area geografica in cui essi vivono o risiedono che delle norme fonetiche e
lessicali codificate. In tal modo, spesso, essi sottolineano o evidenziano inconsapevolmente sostrati linguistici consolidati oppure introducono nuove forme
espressive nate dall'integrazione tra circuiti di comunicazione legati alle lingue
ufficiali o alle parlate locali. Al fine di conservare anche sul piano linguistico e
filologico tutta quella ricchezza di varianti espressive che è presente nelle fonti
parlamentari da noi studiate a salvaguardare le forme espressive originali si è
cercato di ridurre al minimo gli interventi tesi ad uniformare le parole, i verbi
e i nomi. In tal modo gli studiosi avranno la possibilità di classificare tutte le
varianti linguistiche utilizzate da chi ha redatto gli atti. Lasciando ai filologi il
compito di documentare scientificamente le modificazioni linguistiche introdotte, in questa sede, per esigenze di spazio, ci limiteremo a segnalare al lettore le principali forme sintattiche e fonetiche utilizzate dal segretario Vacca e
dai notai e dagli scrivani che hanno sottoscritto i documenti.
Sia nell'archetipo A sia nella copia B/, per quanto riguarda la trasposizione
grafica dei fonemi palatali, si nota la persistenza di antiche forme espressive
catalano-aragonesi.
Da segnalare ci sembra anche la presenza dei fonemi k, i, g assai frequenti
nei sostrati sardi pre-ispanici. Nei documenti parlamentari di area centro-settentrionale essi tendono ad evolversi in qu (es. marqués) e in quelli redatti in
aree urbane linguisticamente catalanizzate in c (Joachini, archibisbe).
Culturalmente significativa appare anche l'influenza che nei primi anni
Trenta del XVII secolo la lingua castigliana inizia ad esercitare sui fonemi
dentali t e d: dalla prevalenza della t nelle forme più conservative (magestat,
132
ciutat) si passa infatti alla d castigliana (magestad, ciudad) utilizzata, in prevalenza, da letrados e scrivani che redigono copie degli atti.
La vocale i viene rappresentata sia con i sia con y e quest'ultima, nel
Parlamento del 1631-32, tende a prevalere sulla forma grafica originaria (es.
may, màrtyr, syndich). Anche l'uso della h è molto diversificato: in atti e documenti redatti nella Sardegna centro-settentrionale o in aree urbane che utilizzano la lingua catalana la h separa due vocali (dehembre, dihuen, fahena)
oppure sorregge una u consonantica (hu). In altri casi viene graficamente trascritta per tradizione anche quando tale consonante non svolge più alcuna
funzione (Berthomeu, Thomas, Hieronim).
In generale, il plurale dei nomi e degli aggettivi segue la terminazione in es.
Anche l'uso dell'articolo rispetta le norme espressive del catalano antico con
una netta prevalenza di lo e les, ma nei documenti cancellereschi e in quelli
burocratici tende a prevalere el. Nella Sardegna del primo Seicento è in evoluzione anche l'utilizzazione dei possessivi: sua prevale su sa che aveva, a suo
tempo, sostituito il sempre più raro seua. Stabile appare invece la funzione
svolta dai relativi: qui, come in latino, svolge funzioni di soggetto, mentre per
l'oggetto si rileva la costante presenza di que, lo que, lo qual.
Tra le permanenze catalano-valenzane più radicate è da sottolineare l'uso di
tz per indicare il fonema fricativo sonoro: dotze, tretze, setze, magatzem. In
conformità a quanto si rileva in Catalogna e a Valenza permane ancora l'utilizzo della b davanti a le r (poble, brae) e della v davanti alla d (advent). Ancora
marginale risulta invece l'influenza castigliana nell'utilizzo della v al posto
della b. In tutte le aree linguistiche sarde sí preferisce infatti la b catalana alla v
castigliana (es.: baró, biga) e la v catalana alla b castigliana (es.: advocat, almadrava, canvi, cavali, govern, vermeil, Esteve).
Forti permanenze catalane e valenzano-aragonesi si notano infine nei legami tra le vocali e le consonanti b e p ad inizio di parola. La b si lega quasi sempre con la vocale a (absent, observar) mentre la p prevale nei legami sillabici e
in finale di parola (cap, captiu).
Gli atti e i documenti relativi al Parlamento del 1631-32 offrono dunque ai
filologi un ricco materiale di studio in lingua latina, catalana, valenzana, castigliana, sarda. Nel complesso, tuttavia, il corpus documentario più consistente
appare caratterizzato dalla presenza di forti permanenze catalane appena scalfite da alcuni limitati segni di innovazione.
Rispetto a quanto risulta nell'archetipo qualche modifica è stata invece da
noi introdotta nei capoversi e nell'utilizzo degli spazi. Ciò è stato fatto per evidenziare non solo le ripartizioni esistenti nell'originale A ma anche la funzione e la rilevanza dei singoli documenti che, spesso, nelle copie allegate dai
notai venivano trascritti senza rispettare le formalità cancelleresche.
Anche la punteggiatura è stata modificata per dare maggior respiro al
discorso ed interrompere il monotono formulario notarile.
133
Al fine di adeguare il lavoro ad oggettivi criteri di uniformità con gli altri
volumi pubblicati nella collana degli Acta Curiarum nella trascrizione dei
documenti sono state rispettate le norme stabilite dalla Commissione scientifica per indicare le fonti archivistiche e bibliografiche, la trascrizione dei segni
alfabetici e dei fonemi, l'accentazione delle parole, la numerazione delle carte,
le note di apparato e di commento.
134
H
Atti del Parlamento
(1631-1632)
Alessandra Argiolas ha trascritto e regestato le carte 75-540
Carla Ferrante ha trascritto e regestato le carte 541-1006
Gianfranco Tore ha trascritto e regestato le carte 1-74 e 1007-1145
136
La convocazione dei deputati
1630 giugno 17, Madrid
Filippo4V, re di Spagna, dovendo convocare le Corti generali per la buona
amministrazione del regno di Sardegna e non potendo presenziare di persona al
Parlamento, delega la facoltà regia di indirlo, convocarlo, presiederlo ed, eventualmente, prorogarlo nel tempo a Gerolamo Pimentel, marchese di Bayona e
viceré di Sardegna. A tal fine gli concede i più ampi poteri per esaminare i ricorsi, discutere le proposte presentate dai sudditi, pattuire e decretare i capitoli con
gli Stamenti, accettare il denaro e i servizi offerti e sottoscrivere, in nome della
Corona, ogni e qualsiasi obbligazione finanziaria o patrimoniale.
1
In Dei nomine pateat, quod nos Philippus Dei gratia, Rex Castellae, Aragonum, B c.
Legionis utriusque Siciliae, Hierusalem, Portugalliae, Hungariae, Dalmaciae,
Croaciae, Navarrae, Granatae, Toleti, Valentiae, Galitiae, Maioricarum, Hispalis,
Sardiniae, Cordubae, Corsicae, Murtiae, Giennis, Algarbii, Algezirae, Gibraltaris,
insularum Canariae, nec non Indiarum Orientalium et Occidentalium, insularum ac
terrae firmae, Maris Oceani, archidux Austriae, dux Burgundiae, Brabantiae,
Mediolani, Athenarum et Neopatriae, Comes Abspurgii, Flandriae, Tirolis,
Barchinonae, Rossillionis, et Cerritaniae, marchio Oristani, et Comes Goceani, cum
pro rebus statum nostrum, justitiae cultum, publicumque bonum et augmentum
praedicti nostri Sardiniae Regni concernentibus tractandis et finiendis opporteat,
ímmo maxime necessarium sit, populos ipsius convocare et Parlamentum Generale
per capitula et actus curiae et privilegia dicti regni statutum indicere et celebrare, quibus peragendis aliis arduis horum Regnorum nostrorum Castellae impediti negotiis
personaliter adesse non valeamus sedulo cogitantes de persona aliqua, in cuius fide
animus noster digne requiescere posset et cuius prudentiam et intelligentiam ita
approbatas haberemus, et quae in eo necessaria forent merito reperiri possent, te illustrem don Hieronymum Pimentel, marchionem de Vayona, cubicularium nostrum et
beffi consiliarium, qui munus nostri Locumtenentis et Capitanei Generalis in praefato
Sardiniae regno, summo cum populorum et subditorum nostrorum omnium applausu nunc administras, quaeque optimo statui et defensioni illius vigili studio providere
studuisti, merito duximus eligendum, prout tenore praesentis, de nostra certa scientia, regiaque auctoritate, deliberate et consulto motu nostro proprio, nostraque suprema regia potestate, te praedictum marchionem Bayonae Locumtenentem et
Capitaneum Generalem ex latere nostro dextero sumptum, personamque nostram
repraesentantem in dicto Sardiniae Regno et cunctis illius partibus ad infrascripta
peragenda specialiter et expresse facimus, constituimus: / creamus et solemniter ordi- B c.
namus, atque praeficimus, ita quod tu ex ipso nostro latere dextero sumputus, et alter
Nos, personamque nostrani repraesentans, possis et valeas in eodem Sardiniae Regno,
Parlamentum praedictum, incolis illius literatorie (ut moris est) in civitatae, villa seu
137
loco, per capitula, ordinationes, seu privilegia dicti Regni per missis, indicere et convocare, huiusmodi convocationis causam detegere, proponere et explicare, idemque
Parlamentum prorogare et continuare et de loco in locum mutare, concludere et finire, absolvere, licentiare, seu dimittere, in ipsoque Parlamento quaecumque gravamina
audire, eaque discutere et discuti facere, ac eís debitae provisionis suffragium impartire, provisiones etiam cum consensu Brachiorum ipsius Parlamenti, seu aliquorum ex
eis, aut sine ipsis facere et providere, factasque revocare et habilitare, mutare seu corrigere capitula, et ordinationes, cum consensu et interventione eorumdem brachiorum, seu maioris partis illorum, more solito aedere et pubblicare, seu aedi et pubblicari facere, et mandare subventiones, dona, collectas, munera, seu subsídia, mutua et
servitia quaevis ab ipso Parlamento, seu convocatis in eodem, et a quibuscumque universitatibus et particularibus cheti regni pro nobis et nomine nostro petere, obtinere,
procurare et habere, et vice nostra acceptare, et promissa nobis solvi facere, et curare,
promissaque per vos pro nobis et nomine nostro facere, et omnino adimplere, et pro
praemissis et eorum singulis pecunias bona et jura nostra regia quaecumque nobis
pertinentia et pertinentes quaeque pertinebunt ín futurum pro nobis et nomine
nostro ac curie nostrae specialiter et expresse obligare et hipotechare, eaque et eorum
singula nos inviolabiliter observaturos in animam nostram iure jurando promittere,
cum clausulis et cauthelís et aliis securitatibus solitis, necessariis et opportunis, et
generaliter omnia alia et singula facere et exercere quaecumque ad praedicta et eorum
singula necessaria fuerint et opportuna, quaeque nos facere possemus, si in predicto
B c. 2 regno Sardiniae personaliter adessemus, / etiam si talia forent, quae de iure, vel de
facto Majestatis nostrae praesentiam exigerent, seu requirerent et sine quibus praemissa, vel eorum aliqua, ad debitum effectum deduci nequirent quamvis maiora vel
graviora fuerint superius expressatis et quae de iure vel de facto aut alias mandatum
exigerent magis speciale, quam praesentibus est expressum. Nos enim in praemissis et
circa ea et super dependentibus et emergentibus ex eisdem, ac eis adherentibus,
annexis et connexis, quovis modo omnimodam potestatem, authoritatem et facultatem nostram tibi dicto Marchioni de Bayona concedimus, et plenariae elargimus, cum
libera et generali administratione, et plenissima facultate. Promittentes tibi, dicto
Lucumtenenti Generali secretarioque nostro, et Notario infrascripto, tamquam publicae, et authenticae personae, pro te, et aliis, quorum intersit, recipienti et legitime stipulanti, nos ratum et firmum semper habituros totum id quidquid, et quantum, per te
nomine nostro, et pro nobis in praemissis, et circa ea procuratum, et actum fuerit,
sive gestum et umquam revocaturos, sub bonorum, et jurium nostrorum ubique habitorum, et habendorum omnium hipoteca, et obligatione. Datum et actum est hoc in
opido nostro Madriti, die 17 mensis junii anno a nativitate domini 1630, regnorumque nostrorum decimum.
Sitgnum Philippi Dei grafia regis Castellae, Aragonum, Legionis utriusque Siciliae,
Hierusalem, Portugallis, Hungariae, Dalmatiae, Croaciae, Navarrae, Granatae, Toleti,
Valentiae, Galiciae, Maioricarum, Hispalis, Sardiniae, Cordubae, Corsicae nec non
138
Indiarum Orientalium, et Occidentalium insulatum, ac terme firmae Maris Oceani,
Archiducis Austriae, Ducis Burgundiae, Bravantiae, Mediolani, Athenarum et
Neopatriae, Comitis Abspurgii, Flandriae, Tirolis, Barchinonae, Rossillionis et
Ceritaniae, Marchionis Oristani, et Comitis Goceani, qui praedicta conce- / dimus, et B c. 2v.
firmamus, eisdemque nostrum regium comune Sigillum / pendens iussimus apponendum.
Yo el Rey
Testes qui praemissis adfuerunt, sunt illustres don Gaspar de Guzman, Dux de
Sanlucar maior, Comes de Olivares, a Consiliis Status, et Belli, Magnus Indiarum cancellarius, don Ramirus Philippus de Guzman, Dux de Medina de las Torres, marchio
de Liche, Joannes Perez de Velasco, Castellae Comes, nobilis don Didacus MendoQa
de Haro, marchio del Carpio, et don Federicus Antonius Henriquez de Guzman,
Comes de Alva de Lista, omnes cubicularii suae Majestatis.
vidit Epíscopus Praeses.
vidit Nieto de Villegas pro Thesaurario generali.
vidit don Francisco de Castelvì, regens.
vidit don Francisco de Leo, regens.
vidit don Francisco de Vico, regens.
vidit don Salvator Fontanet, regens.
vidit Balthasar Navarro de Arroyte, regens.
vidit Bayetola Cavanillas, regens.
vidit Laurentii de Villanueva, pro Conservatore generali.
In Sardiniae XII, Fol. CCXXII
Signum Joannis Laurentii de Villanueva, Sacrae Catholicae et regiae Majestatis praefatae, consiliarii et secretarii, eiusque auctoritate per universam terram, ac dictionem
suam publici notarií, qui praedictis, una cum praenominatis testibus interfuit, eaque
de eiusdem regiae Magestatis mandato scribi fecit, et clausit, cum rasu et emendato,
ubi legitur Fernandez.
- davit mihi Johanni Laurentio de Villanueva, in cuius posse sua
Dominus Rex man
Magestas concessit et firmavit. Visa per Episcopum Presidentem, Nieto pro Generali
Thesaurario, Fontanet, Castelvì, Navarrae, Leon, Vico, et Cavanillas, regentes
Cancellariam et me pro Conservatore generali. /
1630 novembre 29, Cagliari
Don Gerolamo Pimentel, viceré di Sardegna, in ottemperanza al mandato
regio con il quale gli viene delegato il potere di convocare il Parlamento, informa il reverendo padre Ambrogio Machin, arcivescovo di Cagliari, che la con-
2
139
vocazione delle Corti è indetta per gennaio 1631 e lo invita a partecipare ai
lavori parlamentari o a farsi rappresentare da un procuratore fornito dei poteri
necessari.
B c. 3
Llettres convocatorias per al stament Ecclesiastich
Marquès de Vayona, Lloctinent y Capità General etc.
Molt reverent pare en Crist don Ambrosio Machin, Archibisbe de Caller, del Consell
de sa Magestat. Per quant lo Rey nostre Sefior, ab ses opportunes provisions, de la
data eri Madrit a 17 del mes de juny del present e corrent any 1630, nos mana y
comet que en son real nom y en sa real persona tenguem y gelebrem General
Parlament convocant per lo tal effecte los tres staments del present Regne per tractar
y determinar en aquell les coses consernents al servissi de nostre sefior Deu, conservassió de sa Real Corona, benefissi de la republica, bona administrassió de la justigia,
custodia y deffensa del present regne, pau y quietut de aquell, per gò vos diem, gitem
y exortem que per als 8 del mes de jener primer vinent sieu y comparegueu devant
nos vos, o vostre legitim procurador, bé instruit y ab sufficient potestat per assistir,
tractar y offerir, concloure y fer tot lo demés que en aquell convindrà a tal que les
coses que seran per nos proposades y tractades se pugan, ab tota brevedat, determinar y cloure segons sa Real Magestat, ab sa real lletra que va ab esta, significa y
mana; altrament, passat lo dit termini, se passarà avant en dit real General Parlament
y conclusió de aquell, vostra. absengia en res no obstant. Datum en Caller a 29 de
nohembre 1630
El marquès de Vayona
vidit Silverius Bernardi, regens
Monserratus Vacca, Locumtenentiae generalis
et regiae Audientiae secretarius /
3
1630 novembre 29, Cagliari
Il viceré di Sardegna dà disposizioni affinché una lettera di convocazione,
identica a quella spedita all'arcivescovo di Cagliari, venga inviata a monsignor
Diego Passamar, arcivescovo di Sassari; a monsignor Gavino Malliano, vescovo
di Arborea; al padre Giovanni Bronda, vescovo di Ampurias; a don Gavino
Manconi, vescovo di Ales; al dottor Sebastiano Frasso, canonico vicario della
diocesi di Bosa,- al decano ed ai canonici del Capitolo della diocesi di Cagliari all'arciprete ed ai canonici delle diocesi di Iglesias, di Sassari, di Alghero, di
Oristano, di Ampurias, di Bosa, di Ales; a don Giacomo Spiga, abate di
Salvenero; al dottor Giuseppe del Rosso, abate di Saccargia; al dottor Antonio
Tavera, priore di Bonarcado.
Altra consemblant per al reverendissimo don Diego Passamar, Archibisbe turritano; /
140
altra consemblant per al reverendissimo don Gavino Mallano, Archibisbe de B c. 3v.
Arborea;
altra per al reverent pare en Cristo don Fray Gaspar Prieto, Bisbe del.Alguer;
altra per al reverent pare en Cristo don Juan de la Bronda, Bisbe de Ampurias;
altra per al reverent pare en Cristo don Gavino Manconi, Bisbe de Alas;
altra per al doctor Sebastia del Frasso, canonge de la Santa Iglesia de Bosa, vicari sede
vacante;
altra per al degà, canonges y demés capitulars de la santa seu de Caller;
altra per al archipreste, canonges y demés capitulars de la santa iglesia de la ciutat de
Iglesias;
altra per al Archipreste y demés capitulars de la Santa Iglesía de la ciutat de Sasser;
altra per al archipreste, canonges y capitulars de la Santa Iglesia de la ciutat de
Alguer;
altra per al archipreste, canonges y capitulars de la Santa Iglesia de la ciutat de
Oristany;
altra per al archipreste, canonges y capitulars de la Santa Iglesia de Ampurias;
altra per al archipreste, canonges y capitulars de la Santa Iglesia de Bosa;
altra per al degà, canonges y capitulars de la seu de Alas;
altra consemblant per al venerable abat de Salvenero, lo doctor y canonge Espiga;
altra consemblant per al venerable doctor don Ioseph del Rosso, abat de Sacarja;
altra consemblant per al venerable doctor Antoni Tavera de Visano, prior de
Bonarcado. /
1630 novembre 29, Cagliari
Il marchese di Bayona, viceré di Sardegna, ordina a don Ilario d'Alagón, marchese di Villasor, di presenziare al Parlamento che inizierà l'8 gennaio 1631, lo
informa inoltre che, qualora fosse impossibilitato a parteciparvi per gravi e giustificati motivi, potrà farsi rappresentare da un procuratore fornito dei poteri
necessari e lo avverte del fatto che, scaduto il termine fissato, il Parlamento
verrà celebrato anche in sua assenza.
4
Convocatories dels militars de Caller
Lo marquès de Vayona, Lloctinent y Capirà Generai etc.
Illustre don Hilarion de Alagón, marquès de Vilasor, amat de sa Magestat. / Per B c. 4
quant lo Rey nostre Sefior, ab ses oportunes provisions de la data en Madrid a 17 del
mes de juny del present e corrent any 1630, nos roana y comet que en son real nom y
en sa real persona tinguem y celebrem generai Parlament, convocant per lo tal effecte
los tres staments del present Regne, per tractar y determinar en aquell les cosec consernents al servey de nostre sefior Deu, conservassio de sa real Corona, benefissi de la
republica, bona administrassió de la justkia, custodia y deffensa del present regne,
141
pau y quietud de aquell; per gò vos diem, citem e manem que per als 8 del mes de
jener primer vinent, sieu y comparegueu en esta ciutat de Caller devant nos vos, o,
vostre llegitim procurador, bé instruit y ab sufficient potestat per assistir, tractar,
offerir, concloure y fer tot lo demés que en aquell convindrà a tal que les coses que
seran per nos proposades y tractades se pugan, ab tota brevetat, determinar y cloure segons sa real Magestat, ab sa real lletra que va ab esta, significa y mana.
Altrament, passat lo dit termini, se passarà avant en dit real General Parlament y
conclusió de aquell, vostra absencia en res no obstant. Datum en Caller a 29 de
nohembre 1630.
El marquès de Vayona
Vidit Silverius Bernardi, regens
Monserratus Vacca Locumtenentiae generalis
et regiae Audientiae secretarius /
1630 novembre 29, Cagliari
Il viceré dispone che una lettera di convocazione identica a quella spedita al
marchese di Villasor venga inviata al marchese di Laconi, don Lussorio
Castelvì; a don Luigi Gualbes, marchese di Palmas; a donna Elena Brondo e
Gualbes, come curatrice del figlio Francesco Ignazio Brondo, marchese di
Villacidro; a don Blasco Alagón, conte di Montesanto; a don Alfonso Gualbes;
a don Bernardo Morales, sia personalmente sia come reggitore del feudo di
Massa; a don Paolo Castelvì, signore di Siligo; a don Pietro Ravaneda, signore
di Tiesí; a don Michele Barrueco, regitore del marchesato di Quirra; al nobile
don Francesco Zapata; a don Filippo Cervellón, sia personalmente sia in qualità di curatore di Luxorio Castelvì, signore di Samatzai; a don Giovanni
Battista Castelvì, signore di Samassi; a don Giovanni Sanjust, signore della
villa di Furtei,- a don Pietro Portoghese, barone di Posada; a don Giuseppe
Sanna, signore di Gesico; a don Ignazio Aymerich, signore di Mara; a don
Battista Zatrillas; a don Francesco Nin, signore di Senis; al nobile Salvatore
Alberto Castelvì; a don Emanuele Santa Cruz, barone di Serdiana e San
Sperate; a don Francesco Torella, signore di Capoterra; al nobile Antioco
Sanjust; al nobile Angelo Delitala; a don Simone Castager; a donna Caterina
Porta, baronessa di Teulada; al nobile Gerolamo Torrella; a don Antonio
Barbari; a don Francesco Barbari; a don Fabrizio Manca; a don Antonio
Manca; al dottor Gaspare Pira; a don Melchiorre Stiva; a don Francesco
Masons; a don Stefano Masons; a don Francesco Abella; a don Ignazio Sanjust;
a don Gabriele Manca; a don Gioacchino Manca; a don Antonio Escorza; a
don Simone Montanacho; a don Francesco Escarxoni; a don Giovanni Castelvì
Silvestre; a don Augusto Cappai; a don Dionigi Cappai; a don Melchiorre
Gareet; a don Francesco Gareet; a don Antonio Ram; a don Michele
5
142
Requesens; a don Angelo de la Bronda; a don Filippo Masons; a don Antioco
Cani; a don Giovanni Battista Sanna, al nobile Diego Meli; a don Giovanni
Meli; a Francesco Ravaneda; a don Pietro Abrich; a don Gerolamo Fadda; a
don Francesco Rosso; a don Francesco Sanguineto; al dottor Antonio Canales
de Vega; a don Nicolà Montells; a don Melchiorre Pirella; a Leandro Sasso; al
dottor Pietro Otger; a Francesco Sessa; ad Antonio Guiò; a Michele Bonfant;
al dottor Giovanni Brughitta; al dottor Filippo Silvestre; a Giovanni Silvestre;
a Giovanni Maria Tanda; a Baldassarre Ortolà; a Gerolamo Esgreco, ad
Ambrogio Pino; al dottor Angelo Carta; a Nicola Escarxoni; ad Augusto
Bonfant; a Monserrato Vacca; a Giovanni Battista Acorrà; a Francesco Acorrà;
a Giovanni Battista Cabella; a Baldassarre Pasqual; a Francesco Carnker; a
Giacomo Urtado; a Giovanni Selles; al nobile Giuseppe Sese; a don Benedetto
Natèr; a Gerolamo Cutgia; a Francesco Ganduro; al nobile Gavino Cappaz,- a
Ignazio Torrella.
Altra consemblant per lo illustre marquès de Laconi, don Luxori de Castelvì;
altra consemblant per lo illustre don Luis Gualbes, marquès de Palmas;
altra consemblant per la illustre dona Elena Brondo y Gualbes, marquesa de
Vilasidro y curadora del illustre don Francisco Ignacio Brondo, marquès de Vilasidro,
son fili;
altra consemblant per al.egregi don Blasco de Alagón, comte de Monte Santo;
altra per al noble don Alorwo Gualbes; /
altra per al noble don Diegó de Aragall, Governador dels caps de Caller y Gallura;
B c. 4v.
altra per al noble don Bernardo Morales, com a regidor del estat de Massa;
altra en son nom propri;
altra per al noble don Pau de Castelvì, serior de la encontrada de Siligo;
altra per al noble don Pedro Ravaneda, setior de la encontrada de Tiesi;
altra consemblant per Miquel de Barruew, regidor del marquesat de Quirra;
altra per al noble don Francisco Capata, serior de la Baronia de las Plassas;
altra per al noble don Phelip de Cervelló, curador del noble don Francisco Luxori de
Castelvì, serior que.es diu de la Vila de Samatzay;
altra en son nom propri;
altra per al noble don Juan Baptista de Castelvì, serior de la Baronia de Semassi;
altra per al noble don Juan Sant Just, serior de la Baronia de Furtey;
altra per al noble don Pere Portugues, serior de la Baronia de Posada;
altra per al noble don Joseph Sanna, serior de la Vila de Gesigo;
altra per al noble don Igna0 Aymerich, serior de la vila de Mara Arbarey;
altra per al noble don Juan Baptista Cetrillas, serior de la encontrada dels Gerrey;
altra per Francisco Nin, serior de la Baronia de Senis;
altra per al noble don Salvador Alberto de Castelvì;
altra per Emanuel Santa Cruz, serior de la vila de Tuili;
143
altra per al doctor Francisco Fortesa, serior que.es diu de la Baronia de Serdiana y
Sant Sperat;
altra per al noble don Francisco Torrella, serior que.es diu de la Baronia de
Caputerra;
altra per al noble don Antiogo Sant Just;
altra per al noble don Angel de Litala; /
B c. 5 altra per al noble don Simón Castarier;
altra per al noble dona Cathelina Porta y Pinna, seriora que.es diu de la Baronia de
Taulada;
altra per al noble don Hieroni Torrella;
altra per al noble don Anton Barbati;
altra per al noble don Francisco Barbari;
altra per al noble don Fabrissi Manca;
altra per al noble don Anton Manca;
altra per al noble doctor don Gaspar Pira;
altra per al noble don Melchior Silva;
altra per al noble don Francisco Masons;
altra per al noble don Juan Esteve Masons;
altra per al noble don Francisco Abella;
altra per al noble don Ignaci Sant Just;
altra per al noble don Gabriel Manca;
altra per al noble don Joachini Manca;
altra per al noble don Joachini Manca;
altra per al noble don Antonio Escorsa;
altra per al noble don Simon Montanacho;
altra per al noble don Francisco Escarchoni;
altra per al noble don Juan de Castelvì Silvestre;
altra per al noble don Agustì Capay;
altra per al noble don Dionis Capay;
altra per al noble don Melchior Garcet;
altra per al noble don Francisco Garcet;
altra per al noble don Anton Ram;
altra per al noble don Miquel de Requesens;
altra per al noble don Juan Angel de la Bronda;
altra per al noble don Phelip Masons; /
B c. 5v. altra per al noble don Antiogo Cani;
altra per al noble don Juan Baptista Sanna;
altra per al noble don Diego Meli;
altra per al noble don Juan Meli;
altra per Francisco Ravaneda;
altra per al noble don Pere Abrich;
144
altra per al noble don Hieroni Fadda;
altra per al noble don Francisco Rosso;
altra per al noble don Francisco Sanguineto;
altra per al noble doctor don Antonio Canales de Vega;
altra per al noble don Nicolao Montells;
altra per al noble don Melchior Pirella;
altra per Leandro Sasso;
altra per lo doctor Pere Juan Otger;
altra per Francisco Gessa;
altra per al doctor Antoni Guiò;
altra per al doctor Miquel Bonfant;
altra per al doctor Juan Brughitta;
altra per Feliph Silvestre;
altra per Juan Silvestre;
altra per al doctor Juan Maria Tanda;
altra per Balthasar Ortola;
altra per lo doctor Hieroni Esgrecho;
altra per Ambros Pino;
altra per al doctor Pau Angel Carta;
altra per Nicolao Escarxoni;
altra per Agusti Bonfant;
altra per Monserrat Vacca;
altra per lo doctor Juan Baptista Acorrà;
altra per Francisco Acorra;
altra per Juan Baptista Cabella; /
altra per Balthasar Pasqual;
altra per Francisco Carnier;
altra per Jayme Urtado;
altra per Juan Selles;
altra per al noble don Joseph Sese;
altra per al noble don Benedetto Nattèr;
altra per al noble don Hieroni Cugia;
altra per Francisco Ganduro;
altra per al noble don Gavì Capay;
altra consemblant per Ignari Torrella.
Bc.6
6
1630 dicembre 10, Cagliari
Il viceré di Sardegna ordina che a don Melchiorre Pirella, nominato vescovo
di Bosa, venga inviata una convocatoria identica a quella spedita all'arcivescovo Machín. In una lettera acclusa all'invito parlamentare il marchese di
145
Bayona informa il prelato che la convocazione era stata spedita, in precedenza,
al vicario della sede vescovile vacante. Poiché è interesse del Regno che il
vescovo presenzi di persona alle Corti il viceré ha ritenuto opportuno inviare
una seconda convocazione al nuovo titolare della mitra.
Lo marquès de Vayona, Lloctinent y Capità General etc.
Al amar de sa Magestat lo reverent pare en Cristo don Melchior Pirella, elet bisbe
de Bosa. Per quant lo Rey nostre Serior, ab ses oportunes provisions de la data en
Madrid a 17 del mes de juny del present e corrent any 1630, nos mana y comet que
en son real nom y en sa real persona tenguem y celebrem generai Parlament convocant per lo tal effecte los tres staments del present Regne per tractar y determinar
en aquell les coses consernents al servey de nostre serior Deu, conservassió de sa
real Corona, beneffissi de la repubblica, bona administrassiò de la justigía, custodia
y deffenga del present regne, pau y quietut de aquell y com en ans de tenir lo avis
de la vostra electió havem convocat al Vicari, sede vacant de dit bisbat, y li havem
tramès la lieta real de sa Magestat dirigida al bisbe de Bosa y per que, aprés ha
sovrebingut dit avis y es bé y convé al servey de sa Magestat que vos, com a bisbe
B c. 6v. elet de dit bisbat de dita ciutat de Bosa, sigueu y assistiu a dit / real generai
Parlament; pertant vos diem, citem y exortem que pena 8 del mes de jener, primer
vinent, sigueu y comparegueu devant nos vos, o vostre legitim procurador, bé
instruit y ab sufficient potestat per assistir, tractar y offerir, condoure y fer tot lo
demés que en aquell convindrà a tal que les coses que seran per nos proposades se
pugan, ab tota brevedad, terminar y cloure segons sa real Magestat ab dita sa real
lletra significa y mana. Altrament, passat lo dit termini, se passarà avant en dit real
generai Parlament y condusió de aquell, vostra absencia en res no obstant. Datum
en Caller a 10 de decembre 1630.
El marquès de Vayona
vidit Silverius Bernardi, regens
Monserratus Vacca secretarius /
1630 dicembre 10, Cagliari
Il viceré di Sardegna spedisce una lettera simile a quella inviata al vescovo
di Bosa all'abate Michele de Plano; al venerabile don Angelo Zatrillas, canonico della diocesi di Cagliari e priore di San Lazzaro della diocesi di Oristano; al
venerabile Leonardo Palmas, priore dí San Vincenzo di Oristano.
7
Altra consemblant de la matexa data per al venerable y devot religios lo abat de Sant
Miquel de Plano;
altra consemblant per al venerable y devot religios lo noble don Angel
canonge de la seu de Caller y Prior de Sant Lazar, del burgo de Oristany;
146
altra consemblant per al venerable y devot religios Leonart de Palmas, Prior de Sant
Vicent de Oristany. /
1630 dicembre 10, Cagliari
Monserrato Vacca, segretario del Parlamento, attesta di aver ricevuto dal
messo Nicola Scano una dichiarazione in cui quest'ultimo certifica l'avvenuta
consegna della lettera inviata da Filippo IV e della allegata convocatoria viceregia alle persone indicate nell'elenco accluso.
8
Die 10 mensis decembris ano a nativitate domini 1630, Callari.
Fa relagio Nicolao Escano, porter de cambra, haver donat y entregat las llettras convocatorias per al present real generai Parlament axi las de sa real Magestat com las de
sa Exelencia als que anavan dirigidas, es a saber a les persones contengudes y espressades en lo sobre escrit memorial, de quibus etc.
Monserratus Vacca secretarius /
1630 dicembre 10, Cagliari
Monserrato Vacca, segretario della Luogotenenza generale e del Parlamento, stila l'elenco delle lettere convocatorie da inviare al governatore del
Capo di Sassari e del Logudoro, il quale dovrà consegnarle alle persone indicate nella lista acclusa. Quelle indirizzate ai residenti nella città turritana
dovranno essere consegnate a don Diego Passamar, arcivescovo della diocesi;
all'arciprete ed ai canonici del capitolo diocesano; a don Giuseppe Rosso,
abate di Saccargia; ai magnifici consiglieri della città; a don Enrico de Sena,
governatore del Capo di Sassari e del Logudoro; a don Francesco Raimondo
de Sena; a don Gerolamo Cervellón, conte di Sedilo; a don Michele Comprat,
conte di Torralba; alla moglie di quest'ultimo, signora del Meilogu; a donna
Margherita Pilo Sucharello, signora di Putzfigari; a donna Maddalena
Deliperi Gambella, signora dell'incontrada di Romangia; a don Francesco
Ledda, conte di Bonorva; a donna Teodora Simó Carrillo, signora della baronia di Ittiri; ad Angelo Virde Melone, signore di Pozzomaggiore; a don
Gerolamo de Sena; a don Francesco Scano Castelvì; a don Giovanni Battista
Figo; a don Francesco Figo; a don Francesco Manca; a don Andrea Manca; a
don Giovanni de l'Arca; a don Antonio Manca; a don Stefano Manca; a don
Francesco Figo; a don Giovanni Pilo; a don Pietro Pilo; a don Giacomo
Manca; a don Giovanni Ledda; a don Pietro Moros y Molinos; a don Gaspare
Cari ga; a don Sebastiano Zonza; a don Simone Figo; a don Bernardino
Cervellón; a don Antonio Deliperi, signore di Sorso; a don Francesco de la
Bronda; a don Francesco Casalabria; a don Antonio Angelo Tola; a don
9
147
Matteo Tola; a don Giorgio Tola; a don Gerolamo de Homedes; a don
Bernardo de Homedes; a don Andrea Mogano; a don Antonio Marongio; a
don Giuseppe Mogano e ai suoi figli; a Gavino Delitala Tanca; a don
Agostino Jacumoni; a Giannetto Pilo; ad Andrea Zonza; a Gavino Paliacho; a
Giovanni Maria Padovano; ad Angelo Virde; a Gaspare Pilo; a Gioacchino
Padovano; a Francesco de Aquena; ad Antonio Milza; a don Orazio Figo; a
Francesco Tavera; a Francesco Deliperi Bronda; a Gavino Deliperi Bronda; a
Simone Sampero. Ad Alghero dovranno essere consegnate a don Gaspare
Prieto, vescovo della città; all'arciprete e ai canonici capitolari; aí magnifici
consiglieri della città; a don Francesco Roca Martì, conte di Monteleone; a
don Francesco Amat; a don Bernardo Sanna; a don Francesco Carcassona; al
dottor Gregorio Villino; ad Antonio Angelo Santucho. Nella città di Castel
Aragonese: a Giovanni de la Bronda, vescovo di Ampurias; all'arciprete e ai
canonici della diocesi; ai consiglieri di città; a don Francesco Roig, castellano
della città. Nell'incontrada del Monteacuto e nel contado del Goceano: a don
Battista de l'Arca; a Pietro Tola; a Francesco Tavera; a Giovanni Tola
Grixone; a Salvatore Guiso; a Gerolamo del Mestre; a Filippo Grixone;
Diego de Tola Porcu; a don Francesco de l'Arca, di Monti; a Giovanni
Soliveras; a Giovanni Antonio de l'Arca; a Stefano Tola Peretola; a Giovanni
Satta; a Monserrato Tola; a Francesco Carta Ruyo; a Pietro Carta Brundo; a
Pietro Pau del Mestre; a Francesco Carta Soliveras; a Pietro Serneri Carta; a
Giovanni de l'Arca Prosperi; a Antonio Guiso; ad Antonio Minutili.
B c. 7
Llista de les llettres convocatorias del real general Parlament, deu volent gelebrador
per lo Excellentissim Serior marquès de Vayona, virrey y Capità General y President
en dit real generai Parlament que se envian al noble Govemador y Refformador del
cap de Sasser y Lugudor per a que les fassa dar a les persones contengudes en la present nista etc.
Per als de la ciutat de Sasser
Primo: al reverendissimo don Diego Passamar, Archibisbe turritano;
altra per al archipreste, canonges y demés capitulars de la Santa Iglesia de la seu de
Sasser;
altra consemblant per al venerable doctor don Joseph Rosso, abat de Sacarja;
altra consemblant per als magnifichs Consellers de dita ciutat;
altra per al noble Govemador de Sasser, don Enrique de Sena;
altra per al noble don Francisco Ramon de Sena;
altra per lo egregi don Hieroni de Cervelló, comte de Sedilo;
altra per lo egregi don Miquel Comprat, comte de Turralba;
altra per la egregia contessa sa muller, com a setiora que.es vui de Meylogu;
altra per la noble doria Margalita Pilo y Sucharello, seriora que.es vui de Putifigari;
148
altra per dona Magdalena Deliperi y Gambella, setiora que.es vui de la encontrada de
Romanja;
altra per lo egregi don Francisco Ledda, comte de Bonorva;
altra'.
altra per dona Theodora Simò Carrai, setiora que.es vui de la Baronia de Iteri;
altra per Angel Virde y Meloni, sefior que.es vui de Putzomajor y Minerva;
altra per a don Hieroní de Sena; /
B c. 7v.
altra per a don Francisco Escano de Castelvì;
altra per a don Juan Baptista Figo;
altra per a don Francisco Manca;
altra per a don Andreu Manca;
altra per a don Juan de Larca;
altra per a don Antonio Manca;
altra per a don Esteve Manca;
altra per a don Francisco Figo;
altra per a don Juan Pilo;
altra per a doti Pedro Pilo;
altra per a don Jayme Manca;
altra per a don Juan De Ledda;
altra per a don Pedro Moros y Molinos;
altra per a don Gaspar Caríga;
altra per a don Sebastia Zonca;
altra per a don Juan Cariga;
altra per don Simon Figo;
altra per don Bernardi de Cervello;
altra per don Antonio Deliperi senor, que.es vui de Sorso;
altra per doctor don Francisco de la Bronda;
altra per don Francisco Casalabria;
altra per don Antonio Angel Tola;
altra per don Matheo Tola;
altra per don Georgi Tola;
altra per don Hieroni Homedes;
altra per don Bernardi Homedes;
altra per Andres de Mogano;
altra per don Antonio Manca Maronjo;
altra per a Joseph de Mogano y sos fills; /
B c. 8
altra per Gavino Delitala y Tanca;
Lo doctor Agusti lacumoni;
Juanot Pilo;
Ripetuto erroneamente o lasciato intenzionalmente in bianco dal segretario Vacca.
149
Andreu Soncha;
Gavi Paliacho;
Juan Maria Paduano;
Angel Virde;
Gaspar Pilo;
Juachíni Paduano;
Francisco de Aquena;
Antoni Milia;
Lo doctor Oragio Figo;
Francisco Tavera;
Francisco Deliperi y Bronda;
Lo doctor Gavì Deliperi y Bronda;
Lo doctor Simò Zampero.
Convocatories per als de la ciutat de I.Alguer
Primo: per al reverent pare en Cristo don Fray Gaspar Prieto, bisbe de l.Alguer;
altra per al archipreste, canonges y capitulars de la Santa Iglesia de dita ciutat;
altra per als magnifichs Consellers;
altra per al egregi don Francisco de Roca Martì, comte de Montileò;
altra per don Francisco Amat;
altra per don Bernardi Sanna;
altra per don Francisco Carcasona;
altra per al doctor Gregori Villino;
altra per Antoni Angel Santucho; /
B c. 8v.
Convocatories per ah de la ciutat de Castell Aragones
Primo: per al reverent pare en Cristo don Juan de la Bronda, bisbe de Ampurias;
altra per al archipreste, canonges y capitulars de la Santa Iglesia de Ampurias;
altra per ah magnifichs Consellers de la ciutat de Castell Aragones;
altra per don Francisco Roig, Castellà de dita ciutat.
Convocatories per als militars de la encontrada
de Mont agut y comtat de Gociano
don Juan Baptísta de Larca;
Pere Juan Tola;
Francisco Tavera;
Pere Juan Tola Grixone;
Salvador Guiso;
Hieroni Del Mestre;
Phelip Grixone;
don Diego de Tola Porcu;
150
don Francisco de Larca sefior que.es vui de la vila de Monti;
Juan Soliveras;
Juan Antoni Larca;
Esteve Tola;
Pere Tola;
Juan Satta;
Francisco Grixone;
Juan Carta Grixone;
Gavi Grixoni;
Monserrat Tolo; /
Francisco Carta Ruyo;
Christofol Carta Brundo;
Pere Pau Del Mestre;
Francisco Carta Soliveras;
Pere Serneri Carta;
don Juan de Larca Prosperi;
Antoni Guiso;
don Antoni Minutili.
B c. 9
1630 novembre 29, Cagliari
Con un corriere speciale Gerolamo Pimentel, viceré di Sardegna, invia al
governatore del Capo di Sassari e del Logudoro le lettere di convocazione che
devono essere consegnate, da messi e ufficiali regi, a tutte le persone indicate
nell'elenco. Essi dovranno farsi rilasciare un attestato notarile dell'avvenuta
consegna. Qualora nella città e nei villaggi vi sia qualche nobile non compreso
in tale elenco, si dovrà dare tempestiva notizia del fatto al viceré affinché egli
possa inviare all'interessato le lettere convocatorie.
10
Lo marquès de Vayona, Lloctinent y Capità General etc.
Noble Governador y refformador del cap de Sasser y Lugudor, amat Conseller de
sa Magestat, ab correo aposta, vos enviam les llettres convocatorias del Real
General Parlament, axì las de sa Magestat com nostras, per aconvocar a tots los que
conté en la present nista y axì vos diem, ordenem y manem y encarreguem que,
encontinent y ab tota diligen0a que de vos confiam y convé al servissi de sa
Magestat, las doneu y donar faceu a tots los en dita llista contenguts, en exa ciutat,
ab un ministre y notarius dexa Governnió y las demés de les demés ciutats y viles
de aquel cap, las enviareu encontinent, ab correo aposta per als veguers, potestats,
regidors y offissials per que, cascù en sa jurisdkió, las deguin entregar mediant un
ministre y notari y de dits entregos ne fareu tomar y-ne tomaran al dorso de les presents lo acte necessari; los quals, ab la present lista, nos tornareu a enviar ab tota
151
diligen0a y cuydado y si hi hagués, axí en exa ciutat com en aquel cap, alguns altres
militars que no fossen dels contenguts en la present llista nos ne dareu avis per que
se lis puga enviar las convocatorias que per no tenir notkia se dexan de enviar e no
fassan lo contrari si la gragia regia
B c. 9v. tenen cara. Datum en / Caller a 29 de nohembre 1630.
El marquès de Vayona
vidit Silverius Bemardi
Monserratus Vacca secretarius /
11
1630 dicembre 20, Sassari
Il notaio Francesco Villino de Loreto, in ottemperanza a quanto ha ordinato il
governatore del Capo di Sassari, dichiara di avere consegnato personalmente le
lettere convocatorie affidategli all'arcivescovo Passamar, ai membri del Capitolo
turritano, a Marco Antonio Miron, a Gavino Figo, a don Francesco Tola Tavera
e a numerosi altri nobili personaggi.
Fas fé de veritat yo, notarius infrascrit, de com, inseguint lo orde a mi dat en
Consell per sa molt spectable Setioria, inseguint lo que sa spectable Setioria tenia de
sa Excellencia havem entregat las llettras convocatorias per lo real y generai
Parlament que dita sa spectable setioría me te dat y entregat qual son los seguents:
primo la de los jurats de la present ciutat; la del illustrissim y excelentisim
Archibisbe turritano; la del illustrissim Capitol; la de Marco Antonio Miron; la de
don Gavì Figo; la de don Francisco Tola Tavera; la de Gavì Ansaldo; la del conde
de Sedilo y per ell a sa muller; la del doctor Gavì Liperi Bronda; la del doctor
Francisco Garau, Pedro Garao (dades a Gavì Garao son jerma, per ser aquells
absents); la de Simò Aquena Montanacho; la de Jaume de Mogano; la de Juan
Maria Coasina y Gualbes; la de Pere Deliperi Bronda; la del barò Angel Virde y
Melone; la de Joachini Paduano; la de Lucas Casagia; la de Juan Casagia y Bronda,
Mauricio y Antoni Angel Casagia y Ogana; la del doctor Juan Maria Usay; la de
Gavì Pinto; la de Miquel Angel Casagia; la de Juan Maria Paduano; la de
Bernardino Casagia; la de Pedro Paulo Sucharello y Paduano; la de Francisco
Tavera; la del doctor Simò Zampello; la de Matheo Martines Pilo; la del doctor
Gavì Liperi Paliacho; la del doctor Oragio Figo; la de don Juan Baptista Ledda; la
de Andres Passamar; la de Francisco Ansaldo; la de don Esteve Pilo de Larca; la de
Diego Passamar; las de don Diego y don Felipi Pilo y de Larca; la de don Gavino
B c. 10 Manca y Virde; la de Francisco de Liperi y Paliacho; la / de don Gaspar Cariga; la
de Antoni Milia; la de Gaspar y Gavì Pilo y la de Francisco de Liperi Bronda, a tots
los quals fonch entregat en mans y poder, en fè de lo qual fas este de mà mia propria. En Sasser a 20 del mes de decembre del any 1630.
152
Franciscus Villino de Loreto, notarius et in verbalibus scriba per dofia Margarita
Francisco Lledo Cano et edrelles de premissis, aliena manu scriptis, fidem facit. /
12
1630 dicembre 20, Sassari
Diego del Frasso, notaio della Reale Governazione di Sassari e del Logudoro,
dichiara che in conformità agli ordini del viceré ha consegnato le lettere convocatorie nelle mani dell'abate del Rosso; di don Gavino Manca de Homedes; di
Giovanni Battista Manca Coasina; di don Giovanni Pilo; di don Diego Sardo
Usai; di don Giovanni Cariga; di don Pietro Moros Molinos; di don Andrea
Manca; di don Giacomo Manca; di don Bernardo di Loreto; di don Giovanni
Martinez Casagia; di don Nicola Casagia; di don Francesco de Aquena; di
Francesco Sasso; di don Simone Figo; di don Giacomo Manca Coasina; di don
Francesco Sanatello; di don Giovanni Manca Bronda; di Pietro Virde Manca; di
don Agostino Coasina Gualbes; di don Sebastiano Zonza; di Pietro e Diego
Gaia; di Gavino Manca Sasso; di Diego Manca Bronda; di Giovanni Maria
Alivesi; di donna Margherita Pilo; di don Matteo Sanatello; di Antonio Angelo
Sanatello; di don Pietro Guiò; di Gerolamo di Loreto; di donna Maddalena
Gambella Castelvì; di don Gerolamo Castelvi; di Gavino Salvagnolo; di don
Antonio Capudoro; di Gavino de Aquena Montanacho; di Pietro Rustachello; di
Pietro Pilo; di Gerolamo Gaya; di Gerolamo de Sena; di don Bernardino
Cervellón.
Die 20 mensís decembris ano a nativitate domini 1630, Sasseris
Fas fé y testimoni de veritat yo Diego del Frasso, notarius de.esta real Governa0o y
Refformassio del present cap de Sasser y Lugudor, de com, inseguint lo orde y
manament a mi donat per sa molt spectable sefioria en Consell, per effectuassio y
exegussio de lo que sa dita spectable sefioria te de sa Excellencia, me ha dat y entregat a mi, notari infrascrit, unes llettres convocatorias per lo real y general Parlament
per a que aquellas las hagués donadas als personajes que anavan quals son las
seguents: et primo la del sefior abat Ros; la de don Gavino Manca de Homedes; la
de don Juan Baptista Manca y Coasina; don Juan Pilo; la del noble don Juan Diego
Sardo y Usay; la de don Juan Cariga; la de don Pedro Moros y Molinos; la de don
Andres Manca; la de don Jaume Manca; la de don Bernardo de Loreto; don Juan
Antoni Martines Casagia; don Nicolas Casagia; don Francisco de Aquena; don
Francisco Sasso; don Símò Figo; la de don Jaume Manca y Coasina en sa casa; don
Juan Francisco Sanatello; don Juan Manca y Bronda, Pere Virde y Manca; don
Agusti Coasina y Gualbes; don Sebastia Zonca; don Pere Francisco y don Diego
Gaya; don Gavino Manca y Sasso; don Diego Manca y Bronda; don Juan Maria
Alivesi, dofia Margalita Pilo y Biiills; don / Matheo Sanatello; don Antoni Angel B c. ov.
Sanatello; don Pere Guiò; don Hieronimo de Loreto; don Pere Miquel Francisco;
153
dona Magdalena Gambella y Castelvì; don Hieroni de Castelvì; Gavì Salvagnolo;
don Antoni Capudoro; Gavino Aquena Montanacho; Capità Pedro Rustachello;
don Pere Pilo; don Hieronimo Gaya; don Hieroni de Castelvì; don Bernadino de
Cervello en sa casa, totes les quals fonch entregat en mans y poder dels sobredits en
fè de les quals coses fas esta de mà mia propria, vist en Sasser die y any sus dit.
De premissis, per alieni scriptis, fidem facio ego Didacus Frasso, notarius et scriba in
verbalibus per dofia Margarita Francisco Lledo Cano et (edrellas
1630 [...], Cagliari
Monserrato Vacca, segretario del Parlamento, compila la lista dei deputati
residenti nella città di Oristano ai quali dovranno essere inviate le lettere convocatorie.
13
Llísta de les llettres convocatorias del real generai. Parlament, deu volent celebrador
per lo Excellentissim sefior don Hieronimo Pimentel, marquès de Vayona, Lloctinent
y Capità General del present regne de Sarderia en nom y persona de sa real Magestat,
ab intervenció dels tres estaments regnicols de dit e present regne de Sardenya e son
per a los de la ciutat de Oristany.
Primo: al reverendissimo don Gavino Mallano, Archibisbe de Arborea, enviada en
Sasser per ser allì;
altra per al archipreste, canonges y demés capitulars de la Santa Iglesia de
Oristany;
altra per als magnifichs Consellers de la matexa ciutat de Oristany;
altra per al noble don Juan Antiogo Ponti;
altra per al noble don Anton de Moncada;
altra per lo noble don Balthasar Paderi;
altra per al noble don Gaspar Sanna;
altra per al noble don Pere Angel Mura; /
altra per al noble don Juan Trogu;
B c. l i altra per al noble don Juan Gavì Atzori;
altra per al noble don Juan Antoni Maronju;
altra per al noble don Gavì [Maras];
altra per al noble don Salvador Pisquedda;
altra per Francisco Pira;
altra per Leonart Pira;
altra per Miquel de Roma;
altra per Pere de Roma;
altra per Francisco de Roma;
altra per al doctor Pere Guiò. /
154
1630 novembre 29, Cagliari
Il marchese di Bayona, viceré di Sardegna, invia le lettere convocatone del
Parlamento a Baldassarre Paderi, podestà della città di Oristano, affinché le faccia consegnare ai nobili e agli ecclesiastici elencati nella lista acclusa. Sarà cura
del notaio incaricato dal podestà rimetterle nelle mani degli interessati e certificarne l'avvenuta consegna.
14
Marquès de Vayona, Lloctinent y Capità General etc.
Noble don Balthasar Paderi, Potestat Real de la ciutat de Oristany, ab correo aposta
vos enviam les llettres convocatorias del Real General Parlament per aconvocar a tots
los contenguts en la present llista y axí vos ordenem y manem que encontinent y ab
molta diligengia y cuydado las doneu y donar fasseu, ab un ministre y notari de sa
Potestaria, y del entrego de aquellas ne fareu continuar lo acte necessari al dorso dels
presents las quals, originalment, ab dita continuassió nos tornareu a enviar ab dit portador y si hi hagués algun altro militar que no fos en dita nista nos lo avisareu per que
li puguem enviar la convocatoria que per no tenirne notigia se son dexadas de enviar,
guardant de no fer lo contrari si la gragia regia teniu cara y la pena de 500 ducats, que
ab les presents, vos imposam desitjeu evitar. Datum en Caller a 29 de noviembre
1630.
El marquès de Vayona
vidit Silverius Bernardi, regens
Monserratus Vacca secretarius /
1630 dicembre 7(ore 6 del pomeriggio), ()ridano
Il notaio Nicola Pinna dichiara che per ottemperare all'ordine del podestà
Baldassarre Padert, alle ore 6, in compagnia del messo comunale Antioco Canna
e dei testimoni Antonio Angelo Aresu e Michele Pira, ha consegnato la convocatoria al nobile don Angelo Moncada.
15
A 7 de decembre 1630, a las 6 horasaprés mig die, rebudes les presents, ab lo acep- B c. 11v.
to degut per lo noble don Balthasar Paderi, Potestat real y Jutgie ordinari de esta
ciutat, encontinent en la matexa ora, inseguint dit orde, se son dades y entregades la
lletra de sa Magestat y provisió de sa Excellencia al noble don Antoni de Moncada
per lo notari infrascrit ab intervengió de Antiogo Canna, misso de la Real
Potestaria, testimonis Antoni Angel Eresu, notarius y Miquel Pira, menor en dies,
de Oristany.
Nicolaus Pinna notarius /
155
16
1630 dicembre 7, Oristano
Il notaio Mauro Porcu, alla presenza di testimoni, attesta che il giorno 7
dicembre sono state consegnate le lettere convocatorie ai magnifici Nicolò Pinna,
Giovanni Battista Pira e Giovanni Estupa rispettivamente secondo, terzo e quinto consigliere della città.
A 7 de dit mes y any, Oristany.
Se son dades y entregades per dit noble Potestat la lletra de sa Magestat y provisions
de sa Excellencia convocatorias als magnifichs Nicolao Pinna, Juan Baptista Pira y
Juan Estupa, Consellers segon, ters y quint desta ciutat de Oristany. Presents per testimonis Melchior Pira y Andrea Heriu marguinesu de Oristany.
Mauro Procu notarius y escrivà, pro herede Serra /
17
1630 dicembre 7, Oristano
Il notaio Mauro Porcu dichiara che nella data sovraindicata e alla medesima
ora egli ha consegnato la lettera regia e l'invito a partecipare al Parlamento al
nobile Pietro Guiò.
Dicto die y ora, Oristany.
Se ha dat y entregat al doctor Pere Guiò, habitant en esta dita ciutat, una lletra de sa
Magestat del Rey nostre sefior, closa y segellada, juntament ab la provisió de sa
Excellencia per a que acudesca al Parlament que sa Excellencia, per orde de sa
Magestat, celebrarà. Presents per testimonis los sobre escrits, die y any sus dit.
Idem Procu notarius /
18
1630 dicembre 7, Oristano
Il notaio Mauro Porcu dichiara di avere consegnato le lettere inviate dal
viceré e dal sovrano a Baldassarre Paderi, podestà della città.
Dicto die et ora Oristany.
Se ha dat y entregat la lletra de sa Magestat y provisió de sa Excellencia al noble don
Balthasar Paderi, Potestat real desta dita ciutat; testimonis son los predits.
Idem Procu notarius /
19
1630 dicembre 7, Oristano
Il notaio Porcu dichiara di non aver potuto consegnare le convocatorie a don
Pietro Angelo Mura perché assente dalla città.
156
Don Pere Angel Mura per bé se ha sercat no ses trobat en sa casa.
Idem Procu notarius /
1630 dicembre 7, Oristano
Il notaio Porcu dichiara di aver consegnato a Giovanni Trogu le lettere convocatone. Presenziano all'atto, in qualità di testimoni, Leone Sardara e Francesco
Maronjo di Solarussa.
20
Dicto die Oristany.
Se ha dat y entregat a don Juan Trogu, desta dita / ciutat, una lletra de sa Magestat B c. 12
del Rey nostre Serior ab una provisió de sa Excellencia per a que acudesca al
Parlament [quel se celebrarà, presents per testimonis Leoni Sardara y Francisco
Maronjo de Solarussa en esta ciutat trobats.
Idem Procu notarius /
1630 dicembre 7, Oristano
Il notaio Porcu attesta l'avvenuta consegna delle lettere convocatone a don
Francesco Pira.
21
Dicto die Oristany.
Se ha dat y entregat a Francisco Pira, donzell desta dita ciutat, una lletra de sa
Magestat del Rey nostre Setior ab una provisió de sa Excellencia per a que acudesca
al Parlament, testimonis vides supra.
Idem Procu notarius /
1630 dicembre 7, Oristano
Il notaio Porcu dichiara di aver consegnato a Giovanni Gavino Atzori le lettere convocatone a lui indirizzate. Sono presenti ín qualità di testimoni Leone
Sardara e Francesco Maronjo.
22
Dicto die Oristany.
Se ha dat y entregat a don Juan Gavì Atzori, desta ciutat, una lletra de sa Magestat del
Rey nostre Sefíor ab una provisió de sa Excellencia per a que acudesca al Parlament,
testimonis vides supra.
Idem Procu notarius /
157
23
1630 dicembre 7, Oristano
Il notaio Mauro Porcu certifica l'avvenuta consegna delle lettere convocatorie
a Giovanni Antonio Maronju.
Dicto die Oristany.
Se ha dat y entregat a don Juan Antoni Maronju, desta ciutat, una lletra de sa
Magestat y provisió de sa Excellencia per a que acudesca al Parlament, testimonis
Luis Galero y mestre Nicolao Solari de Oristany.
Idem Procu notarius /
24
1630 dicembre 7, Oristano
Il notaio Porcu dichiara di aver consegnato le lettere convocatorie ai membri
del Capitolo diocesano alla presenza di Giovanni Ambrogio Conco, Giovanni
Cani e Luigi Galera
Dicto die Oristany.
Se ha dat y entregat la lletra de sa Magestat del Rey nostre Sefior ab la provisió convocatoria de sa Excellencia, als reverents capitulars desta metropolitana de Arborea,
presents per testimonis Juan Ambros Conco, Juan Thomas Cani y Luis Galero, tots
desta ciutat de Oristany.
Idem Procu notarius /
25
1630 dicembre 9, Cuglieri
Il notaio Mauro Porcu dichiara che, con l'assistenza di Francesco Vinci, messo
regio della podestaria di Oristano, ha consegnato personalmente, e alla presenza di
Nicola Orrù e di Marco Murray, le lettere convocatorie alla contessa di Cuglieri. ,
A 9 de degembre 1630, víla de Cullar.
Per lo notari infrascrit, ab assistengia de Francisco Vinxi, misso de la Curia de la Real
B c. 12v. Potestaria de la ciutat de Oristany, son estades dades y entregades en mans / de la egregia comtessa de Cullar la lletra convocatoria de sa Real Magestat del Rey nostre Sefior
ab la provisió de sa Excellencia, present per testimonis Nicola Orrù y Marco Miray de
la Vila de Seddiani. En esta present vila de Cullar presents in fide les quals coses etc.
Idem Mauro Procu notarius /
26
1630 dicembre 9, Cuglieri
Il notaio Porcu certifica di aver consegnato le lettere convocatorie a Francesco
de Roma e a Michele de Roma.
158
Dicto die Cullar, son estades axi bé, per lo notarius infrascrit ab assistengía del sobre
dit misso, presentades y entregades a Francisco de Roma y Miquel de Roma las reals
llettras convocatorias de sa Magestat ab les provisions de sa Excellencia a cascú la Iletra de sa Magestat y provisió de sa Excellencia, testimonis los predit.
Idem Procu notarius /
1630 dicembre 11, Oristano
Il notaio Mauro Porcu attesta l'avvenuta consegna delle convocatorie a don
Pietro Angelo Mura. Sono presenti, in qualità di testimoni, Giovanni Ambrogio
Concu e Sisinnio Murru.
27
A 11 de dits mes y any Oristany.
Per lo notari y escrivà sobre dit infrascrit, son estades dades y entregades al noble don
Pere Angel Mura la lletra convocatoria de sa Real Magestat ab la de sa Excellencia,
presents per testimonis Juan Ambros Concu escrivent y mestre Sisinni Marruza.
Idem Procu notarius /
28
1630 dicembre 7, Oristano
Il notaio. Nicola Pinna certifica di aver consegnato le lettere convocatorie al
nobile Salvatore Pischedda alla presenza di diversi testimoni.
Dicto die Oristany.
Se son dades y entregades per lo antedit noble Potestat, en presentia dels notari y
testimonis infrascrits, la lletra de sa Magestat y provisions de sa Excellentia convocatorias al noble don Salvador Pisquedda desta ciutat, presents don Pere Angel Mura y
Juan Maronjo desta ciutat.
Nicolao Pinna notarius /
1630 dicembre 7, Oristano
Nicola Pinna, notaio, dichiara di aver consegnato le lettere convocatorie al
nobile Gaspare Sanna.
29
Dicto die Oristany.
Se son dades y entregades la real lletra de sa Magestat y provisions de sa Excellencia
convocatorias al noble don Gaspar Sanna desta ciutat, presents per testes lo doctor
Pere Manca y Marco Antonio Casu de dita ciutat.
Nicolao Pinna notarius /
159
1630 dicembre 7, Oristano
Il notaio Nicola Pinna attesta l'avvenuta consegna delle convocatorie al nobile don Antioco Ponti. Presenziano all'atto il mercante Francesco Ramon Perra e
il notaio Giacomo 011a.
30
B c. 13
Dicto die Oristany.
Se son dades y entregades al noble don Juan Antiogo / Ponti, desta ciutat, la real Iletra de sa Magestat y provisió convocatoria de sa Excellencia, per testimonis Francisco
Ramon Perra mercader y Jayme 011a notarius, tots desta dita ciutat de Oristany.
Nicolao Pinna notarius /
1630 dicembre 11, Oristano
Il notaio Mauro Porcu certifica la avvenuta consegna delle lettere convocatorie al nobile Pietro de Roma che le ha ricevute alla presenza di Giovanni
Ambrogio Concu e Luigi Galero.
31
Dicto die Oristany.
Se son dades a Pere de Roma, donzell, la lletra de sa Magestat y provisions convocatorias de sa Excellencia, presents per testimonis Juan Ambros Concu y Lluis Galero
desta dita ciutat.
Idem Mauro Procu notarius /
1630 dicembre 17, Oristano
Il notaio Nicola Pinna dichiara che le lettere convocatorie indirizzate a don
Angelo de Moncada gli sono state consegnate alla presenza di Giovanni Battista
Pira e Cosimo Murru, consiglieri di città.
32
A 17 de decembre 1630, Oristany.
Les llettres provisions convocatorias de sa Real Magestat y de sa Excellencia son estades dades y entregades per lo noble Potestat desta ciutat las dirigidas a don Angel de
Moncada en ses mans y poder, essent presents per testimonis los magnifichs Juan
Baptista Pira, Cosme Murro y Juan Estupa, consellers desta dita ciutat de Oristany.
Nicolao Pinna notarius /
1630 dicembre 17, Oristano
Il notaio Nicolò Pinna sottoscrive analoghe dichiarazioni di avvenuta consegna a favore di don Si sinnio Ponti.
33
160
Dicto die Orístany.
Per lo matex son estades dades y entregades, en mans y poder del noble don Sisinni
Ponti desta ciutat, les llettres y provisions convocatorias de sa Real Magestat y de sa
Excellencia per al real generai Parlament a.ell dirigides per dit noble potestat, presents per testimonis Antoni Pisano Sabater y Julià Murtas.
Idem Pinna notarius /
1630 dicembre 7, Oristano
Il notaio Nicola Pinna dichiara di avere consegnato al nobile Giovanni
Antonio Sanna le lettere convocatorie alla presenza di due testimoni.
34
Dicto die Oristany.
Al noble don Juan Antiogo Sanna son estades dades y entregades en ses mans y poder
les llettres y provisions convocatorias de sa Real Magestat del Rey nostre seflor y de sa
Excellencia a.ell dirigides per dit noble Potestat en presentía dels dit Antonio Pisano
y Julià Murtas per testimonis.
Idem Pinna notarius /
1630 dicembre 9, Busachi
Nicola Cossu, scrivano della Baronia di Busachi, certifica che Antioco Sanna,
messo della Podestaria di Oristano, ha consegnato le lettere convocatorie al
nobile Giovanni Marras, alla presenza di Antonio Manca e Giacomo Cucco,
testimoni dell'atto.
35
A 9 de decembre 1630, Busaqui. B c. 13v.
Certifico y fas fé yo escrivà / infrascrit, de com una provisió y convocatoria, juntament
ab una lletra de sa Magestat, es estada presentada per Antiogo Sanna, hu dels ministres de la Real Potestaria de la ciutat de Oristany, presents per testimonis mestre Jaco
Lusso y mestre Antoni Manca, en la present vila domiciliats, qual es estada presentada al noble don Gavì Marras de la present Vila.
Nicola() Cossu scriba de la Baronia de Busaqui de ditas cosas fé faent
1630 [...L Cagliari
Il notaio Monserrato Vacca, segretario del Parlamento, stila la lista delle lettere
convocatorie che dovranno essere inviate ai deputati residenti nella città di Iglesias.
36
Llista de les llettres convocatorias del Real General Parlament, deu volent celebrador
per lo Excellentissim serior don Hieronimo Pimentel, marquès de Vayona, Lloctinent
161
y Capítà General del present Regne de Sardenya, en nom y persona de sa Real
Magestat, ab interven0o dels tres estaments als regnicols del dit e present Regne de
Sardenya e son per als de la ciutat de Iglesias.
Primo: al archipreste, canonges y capitulars de la Santa Iglesia de la ciutat de Iglesias;
altra per als magnifichs Consellers de dita ciutat;
altra per al noble don Luis Espinosa;
altra per al noble don Salvador Pixi;
altra per al noble don Miquel Angel Serra;
altra per a Juan Antoní Serra, cavaller;
altra per Pere Escarxoni, cavaller;
altra per Nicolao Escarxoni, cavaller;
B c. 14 altra per Antíogo Serra, cavaller;
altra per Sebastia Serra, cavaller;
altra per Juan Antoni Pintus, cavaller; /
altra per Miquel Oger, cavaller. /
37
1630 dicembre 29, Cagliari
Il marchese di Bayona, viceré di Sardegna, invia le lettere convocatorie indirizzate ai deputati parlamentari residenti nella città di Iglesias a don Luigi
Espinosa, capitano della città, e gli ordina di consegnarle alle persone indicate
nella lista acclusa e di attestarne nelle forme dovute l'avvenuta ricezione. Il
viceré invita infine il capitano a segnalare la presenza in città di qualche nobile
al quale le convocatorie non sono pervenute. Le lettere dovranno essere consegnate ai canonici capitolari, ai consiglieri della città, a don Luigi de Espinosa, a
don Salvatore Pixi, a don Michele Angelo Serra, al cavaliere Giovanni Antonio
Serra, al cavaliere Nicola Escarchoni, al cavaliere Antíoco Serra, a Sebastiano
Serra, a Giovanni Antonio Pintus, a Michele Otger.
Marquès de Vayona, Lloctinent y Capità General etc.
Noble don Luis Espinosa, Capità de la ciutat de Iglesias, amat de sa Magestat. Ab correo aposta vos enviam les llettres convocatorias del Real General Parlament per aconvocar a tots los contenguts en la present llista y axí vos ordenam y manam que encontinent y ab molta diligerwia y cuydado las doneu y donar fasseu ab un ministre y notari y
del entrego de aquellas ne fareu continuar lo atte necessari al dorso de les presents las
quals originalment ab dita confirmassio nos tornareu a enviar ab dit portador y si hi
hagués algun altro militar que no fos en dita llista nos lo avisareu per que li pugam
enviar la convocatoria, que per no tenirne notizia se son dexades de avisar,
guardant.vos de fer lo contrari si la graffia regia teniu cara y la pena de 500 ducats, que
ab les presents vos imposem, desitjeu evitar. Datum en Caller a 29 de noviembre 1630.
El marquès de Vayona
162
vidit Silverius Bernardi, regens
Monserratus Vacca secretarius /
1630 dicembre 15, Iglesias
Il notaio Giovanni Pias, segretario del Consiglio civico, attesta che le lettere
convocatorie per il Parlamento sono state consegnate alle persone indicate, ad
eccezione di quelle indirizzate a don Salvatore Pixi e ad Antioco Serra che, a
causa della loro assenza dalla città, sono state affidate a Giacinto Fadda, cognato
del Pixi, e a Giovanni Antonio Serra, fratello del deputato. La consegna delle
lettere è stata fatta dal notaio alla presenza di Antioco Figus e di Giovanni
Iacopo Merca, alcalde di Portoscuso, che sottoscrivono in qualità di testimoni.
38
Atteste y fé de veritat fas yo Juan Pias, per auctoritat apostolica y real publich notari y
de la casa del Consell de la present ciutat de Iglesias secretari com, a tots los contenguts
en la llista continuada / atras y subseguent a ella dita provisió de sa Excellencia y a cada
qual de aquells se ha dat y entregat en mans proprias per lo dit noble don Luis de B c. 14v.
Espinosa, Capità per sa Magestat de dita ciutat, una lletra de sa real Magestat del Rey
sefior nostre y executorials de sa Excellencia convocatorias per al real generai
Parlament celebrador per sa Excellencia en persona de sa Magestat en la ciutat de
Caller als 8 del mes de jener primo vinent del any també primo vinent 1631, exceptuades les llettres y executorials que anavan dirigides a don Salvador Pixi y a Antiogo Serra
per que, per esser aquells absents de llurs cases, se son dades voes las llettras executorials de dit Pixi a son cunyat Jacinto Fadda y les de dit Serra se son dades a son jermà
Juan Antoni Serra, per habitar dits Iacinto Fadda y Juan Antoni Serra tots en una casa
ab dits Pixi y Serra quals coses se son axí fetes en presentia de mi, dit notarius y de
Antiogo Figus, ciutadà de dita ciutat, de Juan Jacobo Mereo, alcayt de Portu Escusi,
testimonis per a dites coses cridats, en fé y testimoni de les quals coses instant y manant
dit noble Capità ne fas esta fé en la present ciutat de Iglesias a 15 de decembre 1630.
Ita est, idem Joannes Pias notarius et secretarius / *
39
1630 [...L Cagliari
Monserrato Vacca, notaio e segretario del Parlamento, redige la lista delle
convocatorie da consegnare agli ecclesiastici; ai nobili ed ai consiglieri di Bosa.
Llista de les llettres convocatorias del Real General Parlament, deu / volent celebrador per lo Excellentissim setior don Hieronimo Pimentel, marquès de Vayona,
Lloctinent y Capità General en lo present Regne de Sardenya, en nom y persona de sa A c. 20
* Le carte 15-19v sono bianche.
163
real Magestat, ab intervenió dels tres estaments als regnicols del dit e present Regne
de Sardenya e son per als de la ciutat de Bosa.
Primo: al doctor Sebastià de lo Frasso, canonge y vicari sede vacante del Bisbat de Bosa;
altra consemblant per al archipreste, canonges y Capitol de la Santa Iglesia de dita
ciutat;
altra per als magnifichs Consellers de la matexa ciutat;
altra consemblant per Diego Delitala;
altra consemblant per Hieroni Delitala;
altra consemblant per Agusti Angel Delitala;
altra consemblant per Pere Delitala;
altra consemblant per Francisco Delitala;
Monserratus Vacca secretarius /
1630 dicembre 11, Bosa
Lo scrivano Angelo Conte dichiara che Giovanni Pietro Are, podestà della città
di Bosa, in esecuzione dell'ordine inviatogli dal governatore della città di Sassari in
data 8 dicembre 1630, ha consegnato le lettere convocatorie al dottor Sebastiano
Frasso, canonico e vicario della sede vacante del Vescovado di Bosa, all'arciprete e
ai membri del Capitolo, ai magnifici consiglieri, a Diego Delitala, a Gerolamo
Delitala, a Pietro Delitala, a Francesco Delitala. Non è stato possibile consegnare
personalmente le lettere ad Agostino Angelo Delitala perché residente a Sassari.
Le convocatorie a lui indirizzate sono state affidate al fratello Pietro che provvederà ad inviargliele. Sottoscrivono l'atto in qualità di testimoni Gabriele Lixeri,
Luca Serrenti e Giovanni Bachisio Fiore, cittadini di Bosa. Il podestà segnala inoltre i nomi di alcuni militari residenti in città e non compresi nella lista.
40
.
Die 11 mensis decembris 1630, Bosa /
Sit omnibus notum de com lo magnifich Juan Pere Are, potestat Real y juigie ordinari
A c. 20v. de la present ciutat [de] Bosa y son districte, inseguint lo orde y provisió de sa
Excellencia y noble Governador del present cap de Sasser y Lugudor, de la data en
Sasser a 8 del present y corrent mes hont mana que dit magnifich Potestat entregue
les llettres convocatorias a tots los expressats en la trascrita Mista com a militars per
que acudan al real y general Parlament que sa Excellencia, en nom de sa real
Magestat, enten comensar y acelebrar als estaments del presente Regne als 8 de jener
primer vinent del any 1631 y axí, en effectuassió del manat per sa Excellencia y noble
Governador, dit magnifich Potestat te fet entregassió de dites llettres convocatorias a
tots los contenguts en la retroscrita lista excepto à Agustí Angel Delitala no se li es
entregada per esser absent en la ciutat de Sasser y en son nom sa Magestat te entregat
dita lletra convocatoria a Pere Delitala son jerma De les quals coses fas fé de quibus
etc., testimonia Gabriel Lixeri, Lucas Serrenti y Juan Baquis Fiore, tots de Bosa.
164
Y en quant als demés militars que mana sa Excellencia que dit noble Govemador que
se ne ague en la present ciutat se nomenen qui son, sens los contenguts en la retroscritta 'lista, lo magnifich Juan Battista Frasso, que es Conseller en cap y sos fills nomenats
Juan Francisch y Sebastia Frasso, Pere Francisch Carta, Thadeo Carta, Juan Francisch
Carta, fili de dit Pere Carta y lo dit magnifich potestat Juan Pere Are y son fili Juan Are
qui pretenen esser militars que han de esser convocats en dit real general Parlament.
Leonard Angelus Conte, scriba assumptus /
1630 dicembre 8, Sassari
Enrico de Sena, governatore del Capo di Sassari e del Logudoro, informa il
veghiere di Alghero e il podestà della città di Bosa di aver ricevuto dal viceré le
lettere convocatorie per i deputati residenti nelle due città e le invia loro ordinandone l'immediata consegna agli interessati e il rispetto delle procedure giuridiche richieste.
41
Veguer y potestat y als de la ciutat de 1.Alguer y Bosa amats de sa Magestat.
Ac.21
Com sia que de sa Excellencia havem rebut una provisió de la data en Caller als 29
del prepassat mes de nohembre y ab ella nos te remés les llettres convocatorias del
real General Parlament, tant les de la ciutat com y també ab exprés orde de trametrelas, ab tota díligen0a y cuidado, y tant diem i manam a vos altres y à cada hu de vos
que encontinent y al rebú de les presents, quiscú en sa jurisdissió, fassan mediant un
ministre y un notari y los escrivans dexias dittas ciutats entregassió de dittes llettres
convocatorias a tots los expressats en la lista [quel nos te remés sa Excellencia la
qual, ab la present, vos trametem originalment en la qual 'lista continuareu y continuar fareu lo acte de dit entrego la qual originaltnent, ab lo matex cuidado y ab home
aposta nos trametreu a tal que, vista, pugam eseguir y effectuar lo orde que tenim de
sa Excellencia, advertint vos que si per cas hi hagués en exias ditas vilas algun militar
a demés de los expressats en la dita lista de sa Excellencia nos las avisareu per poderlo axibé avisar y darne rahó a sa Excellencia e huns ni altres no fasseu lo contrari si la
graffia regia teniu cara. Datum a 8 de dexembre 1630.
don Enrique de Sena
vidit Manca assessor
vidit Caru0
Francisco Carta Trapana, secretarius per dona Margarita Francisca Lledo Cano y
edrelles /
42
1630 dicembre 10, Bosa
Matteo Segue dichiara di aver provveduto a consegnare gli ordini del
165
governatore del Capo di Sassari a Pietro Are, podestà di Bosa, il quale ha
prontamente eseguito gli ordini disponendo la pubblicazione e la consegna
degli atti.
A c. 21v.
A 10 de dexembre 1630, Bosa /
La present y retroscrita provisió del noble governador del presente Cap de Sasser y
Llugudor, ab las ordens expressades de sa Excellencia, son estades presentades, Ilegides y pubblicades per mi, enfrascrit escrivà, instant Mateo Seque [...] al magnifich
Juan Pere Are, potestat real y juigie ordinari de la present vila lo qual, avent hoit
aquella, ab lo agapte y reverencia degut que se deu a sa Excellencia y a sa molt
expetable sefioria que.s [...], pronte et aparellat de effectuar lo que en aquells se
conté y de tot lo que se provehirà se enviaii, ab home aposta, en poder de sa scioHa.
Segons a dicho orde se jà esposta y se mana copia Matheo Seque, scriba assumptus /
43
1630
Cagliari
Il notaio e segretario parlamentare Monserrato Vacca stila l'elenco delle convocazioni da consegnare ai cavalieri della villa di Ozieri.
A c. 22
Llista de les llettres convocatorias del real generai Parlament, deu volent celebrador
per lo Excellentissim sefior don Hieronimo Pimentel marquès de Vayona, Lloctinent
y Capità General en lo present Regne de Sardenya, en nom y persona de sa Real
Magestat ab intervengio dels tres estaments als regnicols de dit present Regne de
Sardenya e son per als de la Vila de Ocier.
Primo: a Hieroni Del Mestre;
altra per al noble don Salvador de Larca;
altra per al noble don Agusti Carta Ladu;
altra per al noble don Diego de Tola Larca;
altra per al noble don Antonio de Larca;
altra per al noble don Juan de Larca;
altra per al noble don Juan Baptista de Larca;
altra per los nobles don Jordi y don Ignaci de Tola, germans;
altra per al noble don Juan de Tola Guidizoni;
altra per al noble don Salvador de Tola Porcu;
altra per al noble don Francisco de Tola Porcu;
altra per al noble don Juan de Larca;
altra per Antoni y Miquel Carta y Juan Leonart Carta;
altra per Llorens Del Mestre;
altra per Pere Pau de Larca;
altra per Pedro Francisco de Larca;
166
altra per Juan de Tola de Larca;
altra per Leonardo de Tola;
altra per Juan Maria Tola;
altra per Diego de Tola;
altra per Pedro del Mestre; /
altra per Juan Leonart Carta Soliveras;
altra per Pere Miquel del Mestre;
altra per Juan del Mestre;
altra per Juan Rossellas y Hieroni Rossellas;
altra per Salvador de Larca;
altra per Pere Juan Grixoni y Juan Antoni Grixoni, pare y fili;
altra per Gavì y Antoni Grixoni, pare y fili;
altra per Esteve y Pere Tola, pare y fili;
altra per don Diego Delitala Porcu.
Monserratus Vacca secretarius
A c. 22v.
1630 dicembre 8, Sassari
Il notaio Francesco Carta Trapana, su incarico del governatore de Sena, invita
l'ufficiale feudale della villa di Ozieri a consegnare le convocatorie accluse alla
lettera regia a don Gaspare Manca Coasina e a Francesco Guiò che risiedono
temporaneamente in tale villa.
44
Die 8 mensis decembris 1630, Sasseris
De manament de sa molt spectable Seiioria, per quant don Gaspar Manca Coasina y
don Francisch Guiò se troban en exia villa se vos envian los convocatoris pera los dits
los quals entregareu y ne tomareu acte com los demés dels sobre dits.
Francisco Carta Trapana /
1630 dicembre 11, Ozieri
Il notaio Antonio Porcu dichiara di aver consegnato le convocazioni alle
persone indicate nella lista alla presenza di Francesco Tola Porcu, reggente la
scrivania del Monteacuto, Antonio Satta Pulega e Salvatore Estaure.
45
Die 11 mensis decembris allo a nativitate domini 1630, [00er]
Gaspari Axuto, correo de la ciutat de Sasser, te portat en la present vila las cartas convocatorias per a los menOonats y contenguts en la present y retroscrita nomina. Les
quals llettres encontinent se son donades y entregades per mi, notari y escrivà infrascrit, a tots los contenguts en la present lista y per los que son morts, que son Hieroni
del Mestre, don Salvador de Larca, Pedro Paulo de Larca, absents de la present vila
167
A c. 23
se son entragadas, / ge) es la de dit Hieroni Del Mestre a Llorens Del Mestre, y las de
dit don Salvador Larca y Pedro Pablo de Larca, al noble don Juan de Larca, la de
Pere Del Mestre als fills Pere Miquel y Juan Del Mestre; la de don Diego de Tola
Porcu al noble don Francisco Tola Porcu son fill y al portador de la present se son
restituides las de Esteve de Tola, per donarsela en la vila de Nule, y las del noble don
Agusti Carta Lado, la de Leonart Carta Solivera y de Antoni Miquel Carta per darlas
en la vila de Benetuti, en la qual habitan, las quals te entregat y donat en presengia,
per testimonis lo noble don Francisco Tola Porcu, Regent la Offissialia de Montagut,
Antoni Puliga Sata, Salvador Estaure.
Antoni Porcu notarius et scriba
per Salvador Sini /
1630 dicembre 12, Benetutti
Il notaio Antioco Cano certifica l'avvenuta consegna delle lettere convocatorie
alle persone indicate nella lista allegata e dichiara che essa è stata effettuata alla
presenza di Giovanni Battista Carta Pirella, Giovanni Gerolamo Carta e Bartolo
Cherchi.
46
Díe 12 mensis decembris ano a nativitate domini 1630, Benetuti
Gaspari Axuto, correo de la ciutat de Sasser te presentat e portat en la present vila les
llettres convocatorías per los nomenats y expressats en lo contengut memorial les
quals se son dades per mi, notari y escrivà en presengia de Juan Baquis Carta Pirella,
Juan Hieronimo Carta y Bartolo de Querqui major de la present Vila.
A c. 23v. Antiogo Cano, notarius scriba pro nobile / de Guardiola
1630 dicembre 13, Nule
Lo scrivano Francesco Antonio Corda attesta la consegna delle convocatorie
parlamentari a Stefano e Pietro Tola, effettuata alla presenza di Pietro Pi so e
Gabriele Marque di Nule, testimoni dell'atto.
47
A 13 de decembre 1630, Nule.
Les llettres convocatorias que van dirigidas a Esteve y Pedro de Tola, pare y fill, son
estades presentades per mi escrivà en proprias mans dels dit de Tola a las 8 oras de
dia, de la qual fas fé que son sitats si e segons sa Excellencia en la retroscrita mana. La
qual presentnió ses feta en presengia de Pere Pisoque e Gabriel Marque de Nule.
Scriba Francisch Antoni Corda
per Salvador Sini /
168
1630 dicembre 8, Sassari
Enrico de Sena, governatore del Capo di Sassari e Gallura, informa gli ufficiali dell' incontrada di Ozieri e del villaggio di Benetutti di avere spedito le
lettere convocatorie inviategli dal viceré e li invita a consegnarle alle persone
indicate nella lista e ad attestarne la ricezione con atto notarile.
48
Lo Governador etc.
Offissials de la encontrada y viles de Ogier y Benetuti, amats de sa Magestat. Com sía A c. 24
que de sa Excellencia havem rebut una provisió de la data en Caller als 29 del prepassat mes de nohembre y ab ella nos te remés les llettres convocatorias del Real y
General Parlament, tant las desta ciutat com y també las dexas vilas, ab exprés orde
de trametrelas ab tota diligengia y cuydado. Y tant, inseguint lo manat per sa
Excellencia ab sa dita prechalendada provisió vos diem y manam a vos altres y a cada
hu de vos que, encontinent y al rebú de les presents, quiscú en sa Jurisdissió faci
mediant un ministre y un notari dexas vilas, entregassió de dites llettres convocatorias
a tots los expressats en la Mista nos te remés sa Excellencia la qual, ab la present, vos
trametem originalment en la qual lista continuareu y continuar fareu lo acte de dit
entrego lo qual, originalment ab lo matex cuydado y diligengia, ab home aposta, nos
trametreu, a tal que, vista, pugam eseguir lo orde que tenim de sa Excellencia, advertint vos que, si per cas hi hagués en exas ditas villas algun militar, ademés de los
expressats en la dita lista de sa Excellencia, nos lo acusareu per poderlo axí bé avisar
y darne rahó a sa Excellencia e huns ni altres no fassan lo contrari si la gragia regia
teniu cara. Datum en Sasser a 8 de decembre 1630.
Post datum: si algú no se hi trol2as en la vila las donareu en sa casas y ne tomareu acte
y dispedireu encontinent lo correo ab la lista y llettres presentades per podersene
anar a fer lo matex effecte a les altres viles.
don Enrique de Sena
vidit Manca assessor
vidit Carugi assessor
Francisco Carta et Trapana secretarius,
per donna Margarita Francisca Lledo Cano y (edrellas /
1630 dicembre 11, Ozieri
Don Francesco de Tola, ufficiale del Monteacuto, e lo scrivano Antonio Porcu
dichiarano di avere preso visione degli ordini inviati dal governatore e di avere
consegnato le lettere alle persone indicate nella lista.
49
Die 11 mensis decembris, [...] anno domini 1630, Ocier A c. 24v.
La present y retroscrita provisió de la molt spectable Sefioria y Governador del present cap de Sasser y Llugudor es estada presentada al noble Antonio Francisch de
169
Tola [...], regent la Officialia de la present encontrada de Montagut lo qual [...] les
llettres convocatorias [...] te enviat
y en effectuassio de aquella se fan donar
dichas llettres y se a fet fè, en las llistas, dels noms de aquellas2.
don Francesco de Tola
Antonio Porcu scrivà por Salvador Sini
50
1630 dicembre 11, Ozieri
Il notaio Antonio Porcu, a nome del reggente l'Officialia, informa inoltre il
governatore che nella contea risiedono anche don Francesco Tola, Angelo del
Mestre, Angelo Matteo Solivera e Paolo del Mestre che, pur essendo militari;
non hanno ricevuto convocazione.
Dicto die
lo predit noble regent l'officialia fa fè que també son militars en la present contea [...]
Angel [...] donzell, Francisch Tola, Angel Basili del Mestre, Angel Mateo Solivera,
Angel Pablo del Mestre
Antonio Porcu scrivà /
51
1630 dicembre 10, Benetutti
Il notaio e segretario Antioco Cano attesta che a Bartolo Cherchi, maggiore di
giustizia della villa, è stata consegnata una lettera spedita da Enrico de Sena,
Governatore del Capo di Sassari, indirizzata agli ufficiali delle ville di Ozieri e
Benetutti, nella quale li informa di avere ricevuto dal viceré l'ordine di consegnare le lettere convocatorie ai nobili della contea e li invita ad eseguire tale
disposizione avendo cura di certificarne l'avvenuta consegna agli interessati con
un atto notarile.
Die 10 mensis decembris ano a nativitate 1630, Benetuti
La present y retroscrita provisió del molt spectable setior Governador de Sasser y
Llugudor es estada presentada a Bartolo de Querqui, major de la present Vila, lo qual
hoy aquella diu y trasmet ab lo aapte y la reverencia que a sa spectable sei-lona se deu
A c. 25 y respon aparellat hobeir los manaments dexa spectable Excellencia, testimonis Juan /
Baquis Carta y Pirella, Juan Hieronimo Carta y Juan Casula, tots de la present villa.
Antiogo Cano, notarius et scriba
pro nobile de Guardiola
2
3
170
La carta è consunta e illeggibile.
L'inchiostro è stinto e parzialmente dissolto.
1630 dicembre 13, Nule
Lo scrivano Francesco Antonio Corda attesta che le lettere convocatorie indirizzate a Stefano Tola e Pietro Tola sono state loro consegnate alla presenza di
Pietro Piso e Gabriele Machin.
52
A 13 del mes de decembre 1630, Nule.
Les present y retroscritas sitatories convocatorias, que van dirigides a Esteve Tola y
Pere Tola, son fills, son estades dades y entregades en proprias mans dels dicte pare y
fili per a que comparegeu a 8 de jener en Caller al Real Parlament, de lo qual fas fé
haverles presentades en presengia per testimonis Pere Pisoque, Gabriel Marqui de la
Vila de Nule.
Scriba Francesch Antoni Corda, per Salvador Sini /
A c. 25v.
Als amats de sa Magestat los officials de Ossier y vila de Benetutti.4 /
A c. 26
Es del servei de sa Magestad per rahó del real Parlament5
1630 dicembre 7, Sorgono
Lo scrivano Giovanni Dessì certifica l'avvenuta consegna delle lettere convocatorie al cavaliere Salvatore Murtas alla presenza del governatore del
Mondrolisai e di numerosi testimoni.
53
Certifique y fas indubitada fé yo, escrivà infrascrit, com en ma presencia lo molt noble
Governador de la present encontrada real de Mandralusay don Francisco Vacca,
sefior de la Officialia de dita encontrada, te presentat a Salvador Murtas, cavaller de
la present vila de Sorgono una convocatoria juntament ab una carta real del Rey
nostre Sefior per que als 8 del mes primo vinent de jener acudesca a la ciutat de Caller
per assestir al generai Parlament que de orde de sa Magestat se fa. A la qual presentassió eran presents per testimonis Juan Miquel Serra, Juan Baptista Vacca y Juan
Maronjo de la present vila de Sorgono y, per que conste, se fa la present en Sorgono a
7 de decembre 1630.
Juan Essy, escrivà de Mandralusay /
1630 dicembre 8, Sassari
Enrico de Sena, governatore del Capo di Sassari e Gallura, informa il podestà
della città di Castellaragonese6 di avergli spedito le lettere convocatorie per il
54
La carta 25v. è bianca.
c. 25v. riporta l'indirizzo del plico spedito dal governatore del Capo di Sassari agli ufficiali delle ville di Ozieri e Benetutti.
6 L'odierna città di Castelsardo.
4
5 La
171
Parlamento destinate ai deputati residenti in quella città e lo invita a consegnarle alle persone indicate nella lista e a redigere un attestato notarile dell'avvenuta
consegna.
A c. 27
Lo Govemador etc.
Potestat real de la vila de Castell Aragones y officials [...]7 major de Gallura, amats de
sa Magestat, com sia que de sa Excellencia havem rebut una provisió de la data en
Caller als 29 del prepassat mes de nohembre y ab ella nos te remés les llettres convocatorias del real y generai Parlament tant los desta ciutat com y també als destas ciutats y encontrada, ab exprés orde de trametrelas ab tota diligencia y cuidado per tant,
inseguint lo manat per sa excellencia ab sa precalendada provisió, vos diem y manam
a vos altros y a cada hu de vos que encontinent y al rebut de les presents, quiscú in sa
jurisdisió fasseu, mediant un ministre o notari y escrivà dexa dita ciutat i villas, entregasió de dítes llettres convocatorias a tots los expressats en la ilista a nos te remés sa
Excellencia la qual, ab la present, vos trameteu originalment. En la qual llista continuareu y continuar fareu lo acte de dit entrego lo qual originalment, ab lo matex coidado y diligensia y ab home aposta nos trametreu a tal vista pugam seguir y effectuar
la orde de sa dicha Excellencia ; advertint nos que si per cas hi agués en exa dita ciutat y villes algun militar, ademés de los expressats a la dita llista de sa Excellencia, nos
lo avisareu per poderlo axí avisar y doname rahó a sa Excellencia y vos ni altros no
fasseu lo contrari si la gracia regia teniu cara.
Datum in Sasser a 8 de dexembre 1630
don Enrique de Sena
vidit Manca assessor
vidit Carrugi assessor
Francisco Carta Trapana
secretarius per dona Margarita Francisca Lledo Cano y edrelles /
55
1630 dicembre 10, Tempio
Il dottor Martino Míguel Afiez dichiara di avere ricevuto la lettera del governatore de Sena e di aver provveduto ad eseguirne gli ordini consegnando agli
interessati le prescritte convocatorie.
A c. 27v.
En la vila de Tempio, 10 del mes de dexembre 1630
Les presents y retroscrites llettres convocatorias del noble don Enrique de Sena,
Govemador y Refformador dels caps de Sasser y Llugudoro, son estades presentades,
llegides y pubblicades per lo notari y scriva infrascrit en cara al dottor Marti Miguel
Afiez, iutge ordinari desta encontrada de Gallura de GeminisJo qual, oyts y rebuts
7
172
Alcune parole risultano illeggibili.
aquelles, ab lo agapte y reverensia que deu a sa Excellencia e a sa Sefioria, responde
aser, pronte et aparellat, obeyr y effectuar lo que sa Setioria en nom de sa Excellencia,
le ordena y mana y per tal effecte mana al notari infrascrit que vatja ab un ministre de
justisia pera entregar les provisions y llettres de su magestat als cavallers a qui van y
fassa fé de la entregasió de aquelles y ag6 diu y ferma de sa mà.
Lo doctor Marti Miguel Atiez /
1630 dicembre 10, Tempio
Il notaio Bartolo Fundoni dichiara di aver consegnato, alla presenza di due testimoni; le lettere convocatorie a Giovanni Maria Satta, Biagio Rizio e Proto Pilo.
56
Fas fé y testimoni de veritat yo Bartolo Fundoni, notarius pubblicus y escrivà desta
encontrada de Gallura, qualment inseguint les retroscrites llettres de sa Setioria y de
dit doctor Agnez, iutge ordinari desta encontrada, me sò trasferit personalment en les
cases y habitasions de don Juan Maria Satta, Baingio Rizio y Proto Pilo, cavallers, a les
quals he donat y entregat en llur propries mans les llettres segiellats que van [les] convocatories. Presents per testimonis Salvatorangelo Cabiddo, alguazil desta curia y cort
y Andreu Desí de esta vila de Tempio y axí bé fas / fé que Juan Antoni Satta es passat A c. 28
desta a minor vida. L.altra lletra que diu a Juan Maria Satta no se troba altre ques se
diu Juan Maria Satta si no lo dit Juan Maria Satta mes se diu que Sebastia Satta no te
convocatories y Lleonart Satta [es] abitant diu Lleonart en la vila de Colonjanos y dit
Sebastià en esta de Tempio. En fe de lo que etc.
Idem Fundoni notarius /
1630 dicembre 17, Castellaragonese
Il notaio Domenico de Monti attesta di avere consegnato le lettere convocatorie a Pietro Valero, podestà della città, che ha prontamente dato esecuzione
agli ordini inviatigli dal governatore del Capo di Sassari e Gallura.
57
Die 17 mensis dexembris 1630, Castri Aragonensi
La present retroscrita provisió del molt spectable Governador y Refformador del present Cap de Sacer y Llogudor, ab les llettres convocatorias dessa Excellencia, son
estades presentades per mi, notari infrascrit, al magnifich Pedro de Valero, conseller
segon y regent de Potestat real per lo qual, oida y rebuda ab lo degut agapte que se
deu [...] a sa Setioria y a sa Excellencia respondiu ser pronte y aparellat obeir los
manaments de sa Setioria y de sa Excellencia en virtut de la qual te manat y mi notari
infrascrit hagia de fer entregació de dichas llettras.
Dominicus de Monti notarius /
173
58
1630 dicembre 17, Castellaragonese
Il notaio Domenico de Monti dichiara di avere consegnato le lettere convocatorie indirizzate al vescovo di Ampurias al canonico Calcinagio, vicario diocesano, le lettere destinate ai membri del Capitolo diocesano ai singoli prelati e quella indirizzata al governatore della città a Francesco Roig.
Dicho die et ora, Castellearagonés
Certifich y fas fé de veritat yo Dominicus de Monti, notarius pubblicus y secretarius
de la magnifica ciutat, qualment inseguint la horde del molt spectable Governador y
Refformador del present cap de Sager y Llogudor, me son trasferit en la iglesia
Chatredal de la present ciutat en la qual he fet entregasió al reverent Calcinagio,
A c. 28v. canonge y vicari generai de Ampurias y Civita, de una lletra que mana / al bisbe de
Ampurias la qual vhui ha de enviar a dit bisbe y en sa avsengia al dit vicari, juntament
he entregat altra lletra als canonges de dicha Iglesia. Presents per testimonis Pedro
Soler y Andres Levia. Axí matex me son trasferit en lo Castell real de la present ciutat
y he fet entregagió de una lletra dessa Magestat a don Francisco Roig. En fé de la veritat son presents Juan Soler y Juan Maria Querqui8.
Dominicus de Monti /
59
1630 dicembre 8, Sassari
Enrico de Sena, governatore del Capo di Sassari e Gallura, comunica agli
ufficiali delle incontrade di Orani e di Nuoro di avere spedito loro le lettere
convocatorie per il Parlamento inviategli dal viceré e li invita a consegnarle
alle persone indicate nella lista acclusa e a redigere un verbale dell'avvenuta
consegna.
A c. 29
Lo Governador etc.
Officials de les encontrades de Orani y Nuoro, Lloctinents o majors de estas. Amats
de sa Magestat, com sia que de sa Excellencia havem rebut una provisió de la data en
Caller als 29 del prepassat mes de nohembre y ab ella nos te remés les llettres convocatorias del Real y General Parlament, tant les desta ciutat com y també als destar ciutats y encontrada, ab exprés orde de trametrelas ab tota diligencia y cuidado, per tant,
inseguint lo manat per sa Excellencia ab sa precalendada provisió, vos diem y manam,
a vos altres y a cada hu de vos, que encontinent y al rebú de les presents, quiscú in sa
8 La carta 28v. costituiva originariamente il dorso esterno del plico contenente le lettere convocatorie inviate dal governatore di Sassari al podestà di Castellaragonese e all'ufficiale di
Gallura. Nella parte centrale del foglio è infatti riportato l'indirizzo dei destinatari: Als amats de
sa Magestad el Potestat real de Castellearagones y Official de Gallura. Es del servei de sa
Magestat, per rabó del real Parlament.
174
jurisdisió, fasseu mediant un ministre o notari y escrivà dexa dita ciutat i villas, entregasió de dites llettres convocatorias a tots los expressats en la llista a nos te remés sa
Excellencia la qual, ab la present, vos trametem originalment. En la qual nista continuareu y continuar fareu lo acce de dit entrego lo qual originalment, ab lo matex coidado y diligensia y ab home aposta, nos trametreu a tal vista pugam seguir y effectuar
la orde de sa dicha Excellencia, advertint nos que si per cas hi agués en exa dita ciutat
y villes algun militar, a demés de los expressats a la dita nista de sa Excellencia, nos lo
avisareu per poderlo axí avisar y donarne rahó a sa Excellencia y vos ni altros no fasseu lo contrari si la gracia regia teniu cara. Datum in Sasser a 8 de dexembre 1630.
don Enrique de Sena
vidit Manca assessor
vidit Carrubi assessor
Francisch Carta Trapana, secretarius per dona Margarita Francisco Lledo Cano y
edrelles /
1630 dicembre 13, Nuoro
Lo scrivano Pietro Floris dichiara di avere consegnato personalmente le lettere convocatorie a Gavino e Antioco Minutili e informa il governatore de Sena
del fatto che i nobili Bartolomeo Pirella e Francesco Pirella Satta attendono
ancora le loro lettere convocatorie.
60
Die 13 del mes de dexembre 1630, a la vila de Nuoro A c. 29v.
Les llettres convocatorias que van dirigides als nobles don Antiogo y don Gavino Hiesus
de Minutili, pare y fili de la present villa, son estadas dadas y presentadas en proprias mans per mi, scriba infrascrit, en presentia de testimonis Antiogo Guiso de
Situala y Juan Antiogo Satta de la present vila. Als quals se lis te confiats segons
consta.
Y més se fa assaber assa Setioria que en la present vila hi a altres persones que son:
Bartomeu Pirella Satta y Francisco Pirella Satta, cavallers, als quals no se lis ha manat
y que se effectue lo que sa Setioria mana en la present etc.
Pere Floris per Gabriel Cossu y Manca scrivà
61
1630 dicembre 14, Orani
Un ignoto scrivano attesta che le lettere convocatorie inviate dal governatore
sono state affidate ad Antiocò Fadda, maggiore della villa di Orani, che ha subito provveduto a consegnarle al nobile Giovanni Anjoi Carta.
Dicto die (14 de dexembre 1630), Orani
La present y retroscrita provisió del governador del Cap de Sasser y Llogudor es esta175
da presentada a Antiogo Cavada Fadda, major de Orani y Llo[chtinent] per la encontrada. A la qual, ab lo degut agapte que assa expetable Setioria se deu, diu y respon
pronte y en effectuassio del que sa Seiioria mana ses trasferit personalment en compaiiia del escrivà en la casa y abitatio del molt noble sefior don Juan Anjoi Carta al
qual se a trobat en la casa y le te entregat en las mans proprias la provisió y lletra adaquell remesa la qual te rebut ab lo degut agapte que assa Magestat y Excellencia se
deu [pronte] acuderia, ab lo que te obligatio del servey dessa Magestat y dessa
[Setioria]. /9
1630
Sassari
Don Gerolamo de Omedes, sindaco della città di Sassari, presenta formale
protesta perché nell'ordine gerarchico stabilito per il cerimoniale del
Parlamento, la città che egli rappresenta segue e non precede quella di Cagliari.
Tuttavia, al fine di non intralciare i lavori parlamentari, dichiara di rispettare
tali disposizioni riservandosi di tutelare i diritti della città di Sassari in un
memoriale che presenterà successivamente.
62'
A c. 39 Illustrissimo y Excellentissimo Senor
don Hieronimo de Omedes, sindico y jurado en cabo de la ciudad de Sasser, dize que
haviendo acudido a estas cortes que Vuestra Excellencia, en lugar de sa Magestad, ha
de celebrar a procurado saber el puesto que se le deve como sindico de dicha ciudad
y se le ha hecho a entender que después del jurado en cabo de esta ciudad de Caller le
ha de preceder el sindico de dicha ciudad y como, en este particular, se haze perjuyzio
al dicho el sindico de Sasser, por las razones que en su tiempo y lugar allegarà, entendia no allarse en ningun lugar con el dicho sindico de Caller pero, por que viene con
dezeo de servir a su Magestad y a vuestra Excellencia, acudirà a todos los actos que se
offregieren en estas cortes protestando empero, con el devido acato y reverengia que
se deve a Vuestra Excellencia, que no entiende perjudicarse en manera alpina y que
se mande continuar que assiste sin perjuizio de los derechos que compiten a la cíudad
de Sasser y que en ningun tiempo se pueda allegar possession ni sacar en consequengia que dicho sindico de Caller ha pregedido al de Sasser y que se recorrerà a su
Magestad para que dé assiento en ello y se sepa el lugar que a dicho sindico se deve a
tal que, de una vez, quede esto consertado. Lo que supplica en el mejor modo que
puede y de derecho le compite etc.
Altissimus
don Heronimo Omedes /
9 111
176
documento A è privo della carta 30v., e le carte 31-38v. sono bianche.
63
1631 gennaio 8, Cagliari
Monserrato Vacca, segretario del Parlamento, dichiara che il viceré e
Presidente delle Corti, preso atto del ricorso presentato dal sindaco della città di
Sassari; ha decretato che nell'ordine gerarchico del cerimoniale i rappresentanti
della città di Sassari seguano quelli della città di Cagliari, come è tradizione
immemorabile.
Que sens perjudissi del dret de les parts se aguarde lo acostumat. En los assientos A c.39v.
precehint lo sindich de la ciutat de Caller al de Sasser axi en esta ocasio del soli, com
en los demés actes del present real generai Parlament y axibé que acudesca a tots los
actes fahedors.
Per suam Excellenciam ex deliberatione sumpta in regio et patrimoniali Consilio, die
8 januarii 1631, Caller
Monserratus Vacca secretarius /
177
I cerimoniali di apertura
1631 gennaio 8, Cagliari (Cattedrale)
Gerolamo Pimentel, viceré di Sardegna e Presidente del Parlamento, unitamente ai ministri, ai rappresentanti dei tre Stamenti e a numerosa folla si reca
nella Cattedrale, sontuosamente addobbata per l'occasione, e, inginocchiatosi
davanti all'altare maggiore, prega Dio mentre i presenti intonano il Veni creator.
Dopo aver ascoltato l'evangelico discorso dell'arcivescovo di Cagliari Machin,
Gerolamo Pimentel ascende al trono che gli è stato preparato. Attorno a lui si
dispongono i principali ministri, i giudici della Reale Udienza, il governatore del
Capo di Cagliari e Gallura, diversi ufficiali dell'esercito regio e delle milizie cittadine. Alla destra del viceré, in rispettoso ordine ,gerarchico, prendono posto,
nelle panche loro riservate, i membri dello Stamento ecclesiastico, mentre i rappresentanti di quello Militare siedono senza rispettare alcuna gerarchia. Nelle
panche assegnate al Reale alcuni sindaci protestano per il posto loro assegnato
lamentando la violazione di antichi diritti. Gianmario Roca, sindaco di
Castellaragonese, esprime il proprio disappunto per essere stato gerarchicamente
preceduto da Gerolamo Meli Escarxoni, sindaco di Iglesias. Gerolamo de
Homedes, sindaco della città di Sassari, protesta per la disposizione viceregia che
antepone nel cerimoniale la città di Cagliari a quella di Sassari ed affida ad un
memoriale la tutela dei diritti della città turritana. Anche Giovanni Battista
Frasso, sindaco della città di Bosa, rivendica diritti di precedenza nei confronti
delle città di Iglesias e Castellaragonese e si riserva di difendere in sede politica e
amministrativa i privilegi della città che rappresenta.
64
Solium.
A c. 40 Et adveniente die mercury intitulata 8 mensis januari anno 1631, Callari, ad celebrationem huiusmodi regii generalis Parlamenti assignato existentibus excellentissimo
domino don Hieronimo Pimentel, marchione de Vayona ordini et militia de
Calatrava, preceptore de la pegna de martos, de Consilio Belli Sacrae Catholicae
regiae Magestatis domini nostri regis et de cuius Camara regia, ac pro sua Maiestate
Locumtenente e Capitaneo Generali istius Sardiniae Regni et Preside in presenti regio
generali Parlamento, nobilibus et magnificis regiis officialibus, reverendissimo reverendo et venerabilibus, illustribus, egregiis et nobilibus de congregatione infrascrita et
aliis in multitudine copiosa iunctibus ecclesiam Cathedralem metropolitanam presentii civitatis callaritanae, ante altare maius, genibus flexis, prorectis precibus ad
Dominus nostrum Jesum Christum cum decantatione solemni inni Veni creator etc.,
peracta oratione per reverendissimum in Christo patrem don Ambrosium Machin,
Dei et apostolica sedis gratia Archiepiscopum callaritanum, de Consilio sua regia
Maiestatis habentemque, prefacto excellentissimo Domino Locumtenente et
178
Capitaneo Generali ac Preside dicti regii generalis Parlamenti a sua sacra catholica
regia Maiestate domini nostri regis pro infrascritis et aliis peragendis speciale mandatum, assendit sua Excellencia solium in dicta ecclesia, sumptuose et cum magno aparatu factum,- sedente sua Excellencia in cathedra supra dictum solium sedentibusque
in medio primi gradus dicti soli admodum:
Domino Silverio Bernardi, regio consiliario Regiam Cancellariam regente, et in parte
dextera dicti magnifici regentís, magnifico Francisco Corts, doctore Regiae Audientiae
et Regii Patrimonii Advocato, et, ad latus dicti magnifici Corts, don Joanne de Andrada
et ad latus dicti don Joannis de Andrada, magnifico Joanne Dexart, donnicello, doctoribus Regiae Audientiae, et in parte sinistra dicti admodum magnifici regentis cancellariam don Didaco de Aragall, Gubematore et refformatore Capiti Callaris et Gallurae et,
ad latus dicti nobili Gubernatoris, don Paulo de Castelvì, Regio Procuratore, et ad latus
dicti nobilis Regii Procuratoris don Petro de Ravaneda, Magistro Rationale, et ad latus
dicti nobilis / Magistri Rationalís, don Juliano de Abella regente Generalem A c. 40v.
Thesaurariam. In secundo gradu dicti soli, in medio, capitaneo don Alphonso de
Aguirre, et ad dexteram dicti capitanei de Aguirre capitaneo Petro Fortesa, et, ad dexteram dicti capitanei Fortesa, don Josepho Sese, sargento malore, et ad dexteram dicti
Sese, don Joachino Manca et ad dexteram dicti Manca, Balthasare Pasqual, sargento
oppidi Villanovae et ad dexteram dicti Pasqual, Petro Francisco Carta, sargento oppidí
Stampacis, et ad sinistram dicti nobili capitanei de Aguírre, capitaneo Andrea de
Aquena Montanachio, et ad sinistram dicti capitanei de Aquena, capitaneo Josepho de
la Matta, et, ad latus dicti de la Matta, don Michaele de Requesens, et ad latus dicti de
Requesens, Petro Manca, sargento oppidi Leapolae, et consecutive in eodem gradu ad
parte sinistra, Joanne Francisco Taray, secundo coadjutore offitii rationali et ad latus
dicti Taray, Jacinto de Bolea, tertio coadjutore, et ad latus dicti de Bolea, Gaspare
Bonatto, quarto coadjutore, et ad latus dicti Bonatto, Didaco Tristany caxeri (se fa nota
que no se segue lo primer coadjutor del Rational Juan Femandes Spinosa en dita grada,
per que era demunt del soli a effecte de llegir la proposigio de sa Excellencia per part de
Lorengo de Agagra secretari de sa Excellencia) et in tertio gradu dicti soli, in parte dextera, Petro Paulo Vifiader, fissi regii procuratore, et Joanne Sisinnio Adzeni regii patrimonti procuratore, nec non stantibus, in parte dextera sua Execellentia in predicto solio
dicto Laurentio de Agagra et me Montserrato Vacca, Locumtenentiae generalis et
Regiae Audientiae secretario, et in parte sinistra Valentino Polla, regio alguazirio maiore. Convocatisque et congregatis tribus Stamentis praesentis regni Ecclesiastico, Militare
et Regali, nemque Stamento ecdesiastico in parte dextera, stamento Militare, in parte
sinistra, stamento Regali nempe civitatum et universitatum praesentis regni ante dictum
solium in hunc modum videlicet pro Stamento ecdesiastico sedentes.
Pro stamento Ecclesiastico:
Reverendissimus don Ambrosius Machín, Archipíscopus callaritanus et episcopus
unionum;
179
Reverendus don Melchior Pirella, episcopum electus bosanensis;
Reverendus doctor Joannes Canis, canonicus pro reverendo Capitulo sedis callaritanae;
Reverendus doctor Martinus Paliacho, archipresbiter pro reverendo Capítulo sedis
Arborensis; /
A c. 41 Reverendus doctor Sebastianus Frasso, canonicus pro reverendo Capitulo
Bosanensis;
Reverendus Francisco Escarxoni, canonicus pro reverendo Capitulo ecclesiensis;
Pro stamento Militari, sedentes ordine turbato
Illustris don Illarion de Alagón, marchio de Vilasor;
illustris don Luxorius de Castelvì, marchio de Laconi;
illustris don Ludovicus Gualbes, marchio de Palmas;
illustris don Francisco Luxorius Franciscus Brondo, marchio de Villasidro;
egregius don Franciscus de Ledda, comes de Bonorva;
lo noble don Francisco apata;
lo noble don Juan Sant Just;
lo noble don Bernardo Morales y Rueda;
Miquel Barrueco, regidor del marquesat de Quirra;
lo noble don Sebastia Zonca;
March Antoni Bastelegaw;
lo noble don Francisco Vacca;
lo noble don Pedro Naharro;
Alberto de Totefous, regidor de Pastratia;
lo noble don Salvador de Castelvì;
lo noble don Salvador Alberto de Castelvì;
lo noble don Hieroní Cugia;
Philip Silvestre;
lo noble don Gavino Manca;
lo noble don Angel Manca;
lo doctor Antoni Guiò;
lo noble don Joseph Cau;
lo noble don Francisco Torrella;
lo noble don Antiogo Cani;
lo baró Pere Portugues;
lo doctor Pere Juan Otger;
lo doctor Juan Maria Tanda;
1° Marco Antonio Besteliga, a seconda del notaio o dello scriba che redige l'atto viene indicato come Bastilega, Bastelega, Basteliga. Lasciando immutata la trascrizione, nei regesti e
nell'Introduzione, per un criterio di uniformità, abbiamo uniformato le citazioni utilizzando la
dizione corrente Basteliga.
180
los nobles don Agustí, don Dionis y don Gavì Capay, germans; /
lo doctor Hieroni Esgrecho, Monserrat y Pere Esgrecho pare y fills;
Balthasar Ortulà;
lo noble don Francisco Rosso;
lo noble don Juan Angel de la Bronda;
lo noble don Jayme Manca y Coasina;
lo noble don Francisco Masons, don Juan Esteve, don Antoni y don Felip Masons;
lo noble don Juan Baptista Cetrilla;
lo doctor Juan Baptista Acorrà y Francisco Acorrà, germans;
lo noble don Anton Barbaú;
lo noble don Francisco Barbari;
lo doctor Miquel Bonfant y Agusti Bonfant, germans;
lo noble don Francisco Abella;
lo noble doctor don Antonio Canales de Vega;
lo noble don Francisco Luxori de Cervelló;
lo noble don Juan Baptista de Castelvì, menor;
lo noble don Miquel de Requesens;
Juan Baptista Cabella;
Monserrat Vacca;
lo noble don Juan Baptista Sanna;
lo noble don Ignaci Sant Just;
lo noble doctor don Gaspar Pira;
lo doctor Monserrat Serra;
Miquel Oger;
lo noble don Simon Montanacho;
lo noble don Luis Spinosa;
lo noble don Antonio Manca;
lo noble don Simon Castatier;
lo noble don Francisco Escarxoni;
Antiogo Serra;
Juan Antoni Serra;
lo noble don Salvador Pixi;
lo noble don Gabriel Manca;
lo noble don Pere Abrich;
lo noble don Francisco Garcet;
Nicolao Escarxoni;
lo noble don Benedetto Natter; /
lo noble don Melchior Garcet;
lo noble don Hieroni Fadda;
lo noble don Angel Delitala;
Juan Selles;
181
A c. 41v.
A c. 42
Pro Stamento Regali
Pro Stamento regali civitatum et universitatum praesentis Sardiniae regni sedentes
magnifico Leander Sasso donnigellus, in capite consiliarius istius civitatis Callari. In
medio scanni sedens et in parte dexteram dicti magnifici consiliarii, juris utriusque
doctor Joannes Carniger, Sindicus dictae magnificae civitatis callaritanae, et ad dexteram dicti Carniger sindici, magnificus Jacobus Dessì, in secundo gradu consiliarius, et, ad dexteram dicti magnifici consiliarii, iuris utriusque doctor Hieronimus
Meli Escarxoni, Sindicus civitatis Ecclesiensis, et, ad dexteram dicti Escarxoni,
magnificus Antonius Pinna, in quarto gradu consiliarius et, ad dexteram dicti
magnifici consiliarii, Januarius Roca, Sindicus civitatis Castri Aragonensis, lo qual
ha protestat que sehia sent perjudissi dels drets de la dita ciutat en precehir al sindich de la ciutat de Iglesias, et, ad sinistram dicti magnifici in capite consiliarii
Leandri Sasso, nobilis don Hieronimus de Homedes, Sindicus civitatis Sasseris, lo
qual ha protestat que se seu en dit loch sens perjudissi dels drets tocants y esguardants a dita ciutat de Sasser, segons ja ne te presentat vuy die present una petigió a
sa Excellencia a la qual se refferex y supplica se servesca admitirli lo recurso a sa
real Magestat y que en lo interim protesta que en ningun temps se puga allegar en
A c. 42v. possessió ninguna, segons en son temps y loch sen darà rahó a sa Magestat, / et ad
sinistram dicti nobili de Homedes sindici, magnifici Jacobus Squirro, in tertio
gradu consiliarius, et ad sinistram dicti magnifici consiliarii Joannes Baptista Frasso,
Sindicus civitatis Bosae qui, in vulgare sermone, dixit que se sehia en dit loch sens
perjudissi dels drets de dita ciutat en precehir als síndichs de Iglesias y Castell
Aragónes et ad sinistram dicti sindici, magnificus Joannes Stephanus Corona, in
quinto gradu consiliarius, et ad sinistram dicti magnifici consiliarii Antonis Corona,
clavigerius ordinarius. /
1631 gennaio 8, Cagliari
Pietro Paolo Vi liader e Sisinnio Adzeni, procuratori del regio Fisco e del
Patrimonio regio, avvicinatisi al soglio dove siede il viceré, chiedono che venga
decretata la rituale dichiarazione di contumacia nei confronti dei deputati assenti e si proceda nei lavori parlamentari senza tenere conto di essi. Silvestro
Bernat, Reggente la Real Cancelleria, a nome del viceré, ammette la richiesta,
ordina che si proceda ai necessari adempimenti e proroga i lavori parlamentari al
giorno 18.
65
A c. 43 Et, his peractis, deinceps Petrus Paulus Vinader et Sisinnius Adzeni, procuratores
regii et patrimoniali fisci, assenderunt in solium ubi sua Excellencia, ufi Praeses dicti
regii generalis Parlamenti, more solito, sedebat eique humiliter presentarunt et obtulerunt supplicationem per eorum fisci advocatus, qua et provisió in calce ipsius facta
est tenoris pro ut sequitur.
182
Illustrissime et Excellentissime Domine Locumtenenens et Capitaneus Generalis et
Praeses in hoc regio generali Parlamento, Regii fisci et regii patrimonii procuratores
acusant contumacia versus et contra citatos et non comparentes ac supplicant quod,
illa admissa, procedatur ad ulteriora in dicto regio Parlamento, omni meliori modo
etc. iuribusque eorum semper salvis officium etc. quo licet etc.
Altissimus
Corts, Fisci et Patrimoniali Advocatus
Admodum magnificus dominus Silverius Bernardi, regius consiliarius Regiam
Cancellariam Regens, in persona sua Execellencia, propria ore, alta et inteligibili voce,
fegit provisionem sequentem, in eodem loco dicti soli:
Excellentissimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Vayona, miles ordinis et militia de Calatrava et pregeptor de la pegna de martos, de Consilio Belli domini nostri regis, de eiusque regia Camera, Locumtenentis et Capitaneus Generalis
praesentis regni Sardiniae, ac Praeses huius modi generalis Parlamenti, pro sua sacra
cristiana et regia Majestate, admissa contumatia acusatione si et in quantum, [de iure
est admittenda] providet et mandat ad ulteriora progedi in praesentí Generali
Parlamento, et sine retardatione prosecutionis et actorum eiusdem durante habilitationum tempore, de gragia congedit absentibus ad comparendum usque ad diem 18
praesentis mensis januarii si feriatus non fuerit et si fuerit feriatus ad diem primus
subsequente non feriatus et de hiis omnibus mandat per secretarius infrascriptus confici instrumentum, praesentibus Petro Piu notarius et Nicolao Scano, regio portario et
aliis, in multitudine copiosa, pro testibus etc.
Monserratus Vacca, Locumtenentiae generalis et regiae Audientiae secretarius, pro
Cabella /
1631 gennaio 8, Cagliari (Cattedrale)
Subito dopo il Presidente del Parlamento ordina al notaio Vacca di leggere ad
alta voce la lettera con la quale Filippo TV autorizza il viceré Bayona a celebrare
le Corti. Don Gerolamo Pimentel ordina infine a Lorenzo de Aogra, suo segretario personale, di leggere il discorso che egli intende rivolgere ai tre Stamenti.
Nella prolusione, dopo aver sottolineato l'apprezzamento manifestato dal sovrano per il Regno di Sardegna, che anche nell'ultima guerra combattuta ín Italia
ha offerto generosamente il proprio sangue alla corona, il viceré sottolinea il
desiderio espresso da Filippo IV di visitare personalmente l'isola per conoscerne
i problemi. Nell'attesa che la vittoria sui nemici consenta al sovrano di amministrarvi personalmente giustizia, il viceré comunica agli Stamenti di essere stato
incaricato dal sovrano di venire incontro alle esigenze dell'isola modificando e
riformando la legislazione vigente affinché essa si conservi unita e forte. La tensione politica tra la Spagna e diverse altre nazioni europee si è infatti ulteriormente acuita e richiede la massima vigilanza. Negli ultimi 50 anni la corona
66
183
ispanica, per fronteggiare gli insidiosi attacchi dell'Olanda, dell'Inghilterra e
della Francia, ha consumato enormi ricchezze ed ha impegnato perfino il patrimonio reale. Anche in Sardegna il sovrano, prima di chiedere il sostegno finanziario dei sudditi, ha posto in vendita i beni che possiede nel regno. Poiché la
guerra del Monferrato e quella che è in atto nelle Fiandre e in Germania richiedono ancora ingenti risorse, Filippo IV ha convocato le Corti per informare i
sudditi sulla drammatica situazione in cui si trova il tesoro della corona e ottenere da essi la riconferma, per un decennio, del donativo di 150 mila scudi e per un
ventennio quella del donativo straordinario di 80 mila scudi. Nel chiedere al
Regno questo contributo il viceré sottolinea che la richiesta del sovrano è inferiore alle effettive necessità della corona, che deve mantenere un grande esercito e
conferma agli Stamenti la disponibilità regia a concedere grazie e onori a sudditi
così leali e fedeli.
Quibus quidem peractis praedictis, Excellentissimus dominus don Hieronimus
Pimentel, marchio de Vayona, Locumtenentis et Capitaneus Generalis et Praeses in
presenti regio Generali Parlamento mandavit mihi Montserrato Vacca, secretario
pralfato, ut coram omnibus legerem comissionem per suam regiam Maiestatem domini nostri regis suae Excellenciae pro celebratione huius regii generalis Parlamenti factam, qua per me, dictum secretarium, alta et inteligibili voce lecta, mandavit sua
Excellencia Fernando de Spinosa propositionem sequentem legeret: /
A c. 44 a mostrado siempre su Magestad (que Dios guarde) la estimagion tan justa que haze
deste Reyno y con particular affecto y obras el gran amor que tiene a los del y lo servido y obligado que se alla a la fidelidad y larguega con que han acudido en las ocasiones de hazer servigios a su Corona, y por que, no solo han deseado los felices progressos della y ayudado a conseguirlos con sus haziendas, si no con derramamíento de su
sangre: pues de ninguna hay mas esparioles en sus exercitos que deste, ni que sirvan
con mas vigarria y punctualidad.
Pero, en nada, a mi juygio, se muestra mas, que en haver querido honrrarle mandandome celebrar estas Cortes por ser, el fin que a elio le a movido, darle quenta del estado de su Monarquia, que tanto se deve venerar y agradecir, que ordene que de lo primero que se tracte sea de procurar el bien del Reyno. A todo pensava venir su
Magestad con sumo gusto y a conoger y honrrar tales vassallos. Pero las conogidas y
inumerables ocupagiones en que se alla no han dado lugar a elio, con gran sentimiento suyo; de que me ha mandado os assegure y que, en cessando, cumplira el deseo
que tiene de hazerlo y de venir a exergitar en particular y generai su venignidadn y
grandega; y entretanto (como he dicho) lo haze mandandome con veras exorte a lo
que con paternal amor desea, de que se vea y trate, ante todas cosas, con la herman-
A c. 43v.
ii Venignidad corr. per benignidad.
184
dad y sosiego que yo espero (olvidando passiones y intentos particulares); de que
resolugiones se pueden tomar para el beneffigio comun y buen govierno y a la conservagión de la paz y quietud del Reyno y su custodia: y para que, con toda atengion se
vea si ay que refformar, mudar y correxir leyes antiguas in frutuosas, o resumir y renovar las pasadas, / o que se hagan las que iuzgaren convenir. Y no solo a esto se estien- A c. 44v.
de su venignidad sino a que asegure (como lo hago) lo que le pesara que de sus ministros, hasta mi persona, se halla alguno agraviado, aun que sea por descujdo pues, de
otra manera, no se puede creer y que no se contentati con dar remedio a elio pero,
con toda seberidad, castigarlo. Con lo que seguramente puede qualquiera degir en lo
que lo esta. Quando considero estas acgiones, y ques parege que, aun de las proprias
suyas, el mayor Monarca quiere ponerse a residengía de sus vassallos me admiro y
enternesco, y quisiera tener mil vidas que perder por el; y es gierto que lo proprio
sucederà en los que son tan fieles. Pues no sè yo que pueda haver cosa que mas obligue à admiragion y agradegimiento. No lo es menor el haverse servido de ordenarme
de ragon del estado de su Monarquia. Pues, los emulos della, con las ocasiones que
han soligitado de gastos (con ser la mas dilatada que à havido), la tienen en tan
estregho estado de hazienda corno se puede iuzgar. Despues de sinquenta alios de la
porfía y costosa guerra de Flandes, Olanda, islas rebeldes y Inglaterra, y de la armada
naval, Liga Catolica de Francia, a cuyos exvessivos gastos y inumerables empefios se
han aiiadido los que han sido menester para la deffensa de nuestra Santa Iglesia,
como se a visto en tantas ocasiones. Pero, particularmente, que por deffender estos
arios a los catholicos de la Valtolina ha gastado diez y ocho millones, y muchos mas
para la custodia de algunos principes libres y de sustentar tanto numero de esquadras
de galeras y vageles redondos para la seguridad de las flotas y christanidad de las
imbassiones12 de los enemigos comunes, a mas de las jornadas de mar y tierra
de Larache y Marmora y los gastos tan inmensos que han causado las guerras de
Lombardia, Piemonte y Monferrat, socorros que se han embiado para reprimir y
castigar a los rebeldes de Alemania y reffrenar las comogiones de armadas y imbasiones que los rebeldes de las islas han procurado hazer en el Brasil, de donde fueron
expelidos y hagen en differentes partes de las Indias, y ultimamente en Pernambuco.
Y los / que de nuevo se offregen para resistir a la empresa que los moros de Africa A c. 45
intentan de la fuergas de Tanxer y de las armas de Frangia que inquietar a Italia tan
injustamente y con tantos disinios, de que no se exime este Reyno, como se viò en los
vageles que los drios passados vinieron à sondar y reconoger los puertos del y como
assegura su vecinidad con Francia y Italia y assi, por librarle dellos y resistir tales
intentos y por que goge del sosiego en que se alla le ha sido y es forgoso a su
Magestad aplicar en todos sus reynos los redditos de su patrimonio y los servigios
particulares que le han hecho, en que se vee claramente el singular amor que a este
12
Imbassiones corr. per invasiones.
185
tiene y lo que desea su bien y descanso; y esto, con ser tanto, no es solo por lo que se
le deven gragias y estan obligado a servirle, sino que por acudir a elio se aya estrechado assi en los gastos de su monarquía y casa como en los suyos proprios, que fuera de
admirar y alavar quando sus arios fueran mas. Y que tambien se aya eiiagenado de sus
rentas de sumas tan grandiosas de que se ven aqui hartas experiensias. Todo lo qual,
con ser de tan gran ponderasion y que obliga a cuydar de los remedios forgosos a la
resistengia de tan numerosos exersitos de los que emulan su grandega y estados, se
alivia con la considerasion de que Dios ha sido servido de darle vassallos tan fieles y
animosos que no han sesado ni gesaran de ayudarle y servirle con sus personas y
hasiendas en quantas ocasiones se ofresieren. Pero ningunos, con demostrasiones
particulares en todos tiempos, se han sefialado como los deste reyno: pues, quando no
hisieran fee dello las historias presentes, tenemos las experiensias; y assi justissima es
la confiansa de su Magestad de que ha de hallar en todos lo que siempre y tal animo y
deseo de servirle que me han de culpar de corto en lo que en su Real nombre propondré lo que pueden haser; y para conseguirlo fuera offensa que no meregiera perdón si
trugese por exemplo los grandiosos servisios que los reynos de Castilla y de la Corona
y Italia y demas de su monarquía le han hecho en estas ocasiones que se han redusido
A c. 45v. la defensa y provecho deste y que solo / por elio y servir a su Rey los darios y trabajos
que vari padendo estos arios con peste, guerras, aloxamentos y hambre, que de todo
se ha librado este reyno por el cuidado y desbelo" de su Magestad; y aiinque el estado presente es tan trabajoso que obliga a que se le hiziessen nuevos servicios solo
desea y os pide (y yo en su Real nombre os represento) la confirmagión de los 150 mil
escudos que en todos los Parlamentos se le a servido, pagados en diez arios, y por un
ventiennio la del servísio gragioso que con tanta liberalidad y amor le hizò el Reyno
quando llegué a el. Las causas que le obligaron, entonces, no solo no han gesado sino
aumentandose con tantos emperios, enajenacines y guerras como he dicho. A que se
junta que el proprio interés del Réyno solisita esto ques es para su deffensa, y para
que gole de la quietud y paz, descanso y abundangia en que se alla y es de los demas
tan embidiado. Que la obligagión es mayor en tan fieles vassallos por serio la necessidad de su Rey, y por lo que se a mostrado obligado y agradesido con las honrras que
les ha hecho con tanto amor y gusto, y assi espero que no solo en elio con muy grande
[.. .] le han de servir y darseles; pero que con el han de buscar mas cosas en que
hagerlo y en que obligarle a que en particular y en generai de nuevo se le gratifique
honrrandoles con la larguega que suele. De que està su animo despuesto a elio pudiera assegurar y en su nombre lo higiera si no temiesse (por la experiensia que tengo)
vuestro disgusto pues nunca obraís por elfo por tener por el mayor premio y interés el
servirle: y no quiero agraviar a la confiansa que tengo del conogimiento que ay en el
Reyno de lo que le he deseado mereser y pagar lo que tan justamente confiesso dever-
13
186
Desbelo corr. per desvelo.
le, en asegurar con las veras, que de mi parte lo solicitaré, pues quando en mi (lo que
no puede ser) huvierà ingratitud que no correspondieú a esta obligagión, y no publicarà quan grande es la de haver recivido tantos benefficios. La que tengo como ministro de su Magestad lo es tanto por ver como todos acudís a su servicio que ni disgustos ni agravios que huviesse / recivido pudieran ser parte para dexar de solicitar con A c. 46
todas veras los premios que teneys tan merecidos y de mi deseados y assi es gierta la
seguridad que podéis tener de que no solo perderé ocasion en que hagerlo sino que
las buscaré con particular cuydado y gusto.
1631 gennaio 8, Cagliari (Cattedrale)
Dopo aver ascoltato il messaggio inviato da Filippo IV e il discorso del viceré í
tre Stamenti si accordano sulla risposta da dare alle richieste avanzate dal marchese di Bayona e affidano l'incarico all'arcivescovo di Cagliari Machín che si
avvicina al Presidente del Parlamento e gli preannuncia la disponibilità del
Regno a concedere un rilevante donativo, gli chiede di prorogare al 18 gennaio il
termine entro il quale i deputati devono presentarsi in Parlamento e giustifica il
loro ritardo col fatto che molti di essi sono stati bloccati dal maltempo.
67
Quibus quidem comissione et prepositíone lectis et per dicta tria Stamenta auditis,
ipsis, surgentibus a dictis eorum scannis in quibus sedebant et simul iunctis, habito
intra prenominatos dictorum trium Stamentorum colloquio super respontione fagienda dictae prepositionis, postea reddentibus omnibus ad dicta scanna, stantes detectis
capitibus, per organum dícti reverendissimi Archiepiscopi callaritani, cui per dicta
tria Stamenta fuit comissum responsum fagiendum, illud fuit verbo factum et suae
Excellenciae prolatum per haec verba similia:
Excellentissimo serior, los tres Stamentos aqui presentes han hoydo la proposición de
vuestra Excellencia y en primer lugar reconocen, con suma stimagion, como deven la
singular merced que su Magestad, Dios le guarde, les ha hecho, con gelebrar estas
cortes por medio de vuestra Excellencia y juntamente dizen que acudirin con las
veras que siempre han acostumbrado, al servigio de su Magestad corno lo piden tan
pregisas obligagiones, y tan apretadas ocasiones, esperando de sus reales manos las
acostumbradas meredes y que seran mayores, corriendo por las de vuestra
Excellencia que tanto las ha promovido, y procurado, a quien supplican se sirva porrogar el termino a los convocados ausentes, pues el rigor del tiempo y otros accidentes no los han dexado aun llegar, que en elio recibiran singular merced de vuestra
Excellencia corno siempre, y por la que vuestra Excellencia ha sido servido hazer
hasta los 18 del presente mes, dan a Vuestra Excellencia las devidas gragias. /
187
68
1631 gennaio 8, Cagliari
Silvestro Bernat, reggente la Real Cancelleria, per ordine del viceré si reca
nella Cattedrale e con le consuete formalità proroga i lavori al giorno successivo.
Et tandem his omnibus per actis ad modum magnificus Silverius Bernardi, regius
consiliarius Regiam Cancellariam Regens, in personam suae Excellenciae, fecit provisionem sequentem:
Excellentissimus dominus, marchio de Vayona Prorex et Praeses in presenti regio
A c. 46v. generali / Parlamento, porrogat Parlamentum et omnes et singulos actos eiusdem ad
diem crastinam si feriata non fuerit si autem ad diem juridicam subsequentem ita ut
precedatur ad ulteriora in dicto regio generali Parlamento, presentibus pro testibus,
Petro Piu, notano et Nicolao Scano, regio portario et nliis in multitudine copiosa.
Monserratus Vacca secretarius, pro Cabella /
188
I lavori del Parlamento
1631 gennaio 9 (ore 3 del pomeriggio), Cagliari (Palazzo regio)
Convocato il Parlamento con le consuete modalità, mentre i tre Stamenti e
la corte viceregia sono riuniti nelle : rispettive sedi, il marchese di Bayona, consultatosi con i suoi ministri, ordina al segretario Vacca di inserire negli atti
delle Corti una copia autentica del mandato regio con cui Filippo IV dispone
regole più severe per la verifica dei titoli e la decretazione delle abilitazioni. In
tale lettera, spedita da Madrid il 17 giugno 1630, il re, accogliendo numerose
proteste nobiliari, lamenta il fatto che nel Regno di Sardegna siano stati
ammessi in passato in Parlamento delegati che non ne avevano diritto. Il
sovrano invita pertanto l'avvocato fiscale e gli abilitatori ad un esame rigoroso
della documentazione presentata al fine di evitare che possano accedere ai privilegi di Stamento persone non degne. Subito dopo la curia regia procede alla
designazione di Silvestro Bernat, reggente la Real Cancelleria, e di don Paolo
Castelvì, procuratore reale, del dottore Giovanni de Andrada e dell'avvocato
fiscale Corts come rappresentanti regi nella commissione delle abilitazioni.
Il marchese dí Bayona ordina quindi a don Paolo Castelvì e al giudice
Giovanni Dexart di recarsi in ambasciata presso i tre Stamenti per comunicare
loro l'avvenuta elezione degli abilitatori di parte regia ed invitarli a procedere
anch'essi alla designazione dei commissari. Ottemperando all'ordine del viceré
gli ambasciatori si recano nelle sedi di riunione dei tre Stamenti e al loro rientro comunicano il gradimento dei tre Bracci ai commissari eletti dalla corte
regia.
Poco dopo il loro rientro giunge a Palazzo un'ambasciata del Militare, rappresentato da don Giovanni Battista di Castelvì e don Giovanni Santjust, i
quali sollecitano la consegna del documento con cui sua Maestà ha concesso i
più ampi poteri al viceré affinché se ne possa verificare l'autenticità.
Successivamente anche un'ambasciata dell'Ecclesiastico, di cui fanno parte il
canonico cagliaritano Giovanni Cau e il canonico Sebastiano Frasso di Bosa,
sollecita l'invio della medesima carta.
Il viceré incarica il reggente Bernat di preannunciare all'Ecclesiastico l'invio
del mandato contenente i poteri conferitigli dal sovrano. Mentre il reggente
sta espletando tale compito giungono alla presenza del Presidente del
Parlamento Giovanni CarniKr e Pietro Guiò, sindaci delle città di Cagliari e
di Alghero, i quali, in rappresentanza del Braccio reale, esprimono il loro gradimento alla nomina degli abilitatori di parte regia, sollecitano l'invio della
carta regia contenente la delega dei poteri e comunicano di aver designato a far
parte della commissione degli abilitatori Leandro Sasso, consigliere capo della
città di Cagliari. A sera inoltrata, rispondendo alle sollecitazioni degli
69
189
Stamenti e alle disposizioni viceregie, un'ambasciata di cui fanno parte don
Didaco de Aragall, governatore del Capo di Cagliari e Gallura, don Giovanni
de Andrada, giudice della Reale Udienza, e Monserrato Vacca, segretario del
Parlamento, consegna allo Stamento ecclesiastico la carta regia contenente i
poteri conferiti al viceré Bayona ed informa gli altri due Bracci di aver trasmesso il documento da loro richiesto all'Ecclesiastico. Infine, essendo ormai notte,
il Presidente incarica Silvestro Bernat, reggente la Real Cancelleria, di prorogare i lavori al giorno successivo.
A c. 47 Continuatio.
Et adveniente die 9 januaríi, anno domini 1631, Callari, hora quarta post meridiem,
inde sirca praedictum regium generalem Parlamentum continuando, constitutus
personaliter praefatus Excellentissimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Vayona, Prorex, Locumtenens et Capitaneus generalis istius Sardiniae
Regni et Praeses in praesentí regio Generali Parlamento in quadam aula regii Palatii
loco ad gelebrationem presentis regii generalis Parlamenti assignato, una cum nobilibus et magnificis regiis officialibus nempe Silverio Bernardi Regiam Cancellariam.
regente, Francisco Corts, Fisci et Regii Patrimonii Advocato et doctore Regiae
Audientiae, nobilis don Joanne de Andrada et magnifico Joanne Dexart, etiam doctoribus díctae Regiae Audientiae sedentibus in parte dextera suae Excellenciae, et
in parte sinistra don Didaco de Aragall, Gubernatore et refformatore Capitum
Callaris et Gallurae, don Paulo de Castelvì, Regio Procuratore, don Petro de
Ravaneda Magistro Ratíonali, don Juliano de Abella, Regente Generalem
Thesaurariam, et me Montserrato Vacca, Locumtenentiae generalis et Regiae
Audientiae secretario, convocatis et congregatis praedictis regiis offigialibus in predicto loco cum sua Excellencia et tribus Stamentis, nempe reverendissimo stamento
Ecclesiastico in quadam camara palatii archiepiscopalis callaritani, Militare in quadam aula eiusdem Palatii et regali in quodam conclavio domus magnificae civitatis
Callaris, ad sonum campanae magnae, ut moris est, Generalem Parlamentum representates, praecedentibus per suam Excellenciam cum dictis regiis officialibus aliquibus colloquia, fuit mandatum per suam Excellenciam legi et inseri in praesentí processu quodam capitulum eiusdem regiae epistolae manu secretarii suae
Excellenciae Laurentií de Agagra firmata ad hoc in habilitatione fagienda servatur
et obtemperatur ordo et mandatum suae regiae Maiestatis cuius tenor talis est14: /
A c. 47v. En todas las habilitagiones y otros actos que se hazen en las cortes de mis Reynos sue-
len intervenir mis abogados fiscales como los dernà's offigiales reales que las tractan,
14 In testa alla copia del documento: Copia de capitulos de carta de su Magestad para el
marqués de Vayona mi Serior, en Madrid a 17 de Junio 1630.
190
como aquien espegialmente toca mirar por mi real patrimonio regalias y preheminengias reales y por haverse entendido que se siguen muchos inconvenientes y darios
de la nominagion de habilitadores en los Parlamentos para ver los nobles y militares
que pueden y deven entrar en ellos por que, a mk de ser cosa muy nueva y no usada
en esse reyno, se admiten por nobles y militares muchas personas que no lo son por
no esaminarse con cuydado los titulos y recaudos que presentan y en particular, en
virtud de siertas declaragiones hechas por los habilitadores, de las quales suelen llevar
salarios indevidos, dareis orden muy apretada que se haga el esamen de las personas
que hubieren de entrar en el Parlamento conforme a justigia, por que mi voluntad es
que esto se continue siempre y que se escuse la exaction y cobranga de los dichos
salarios si hubiere en esto algun abuso y que intervenga mi Avogado fiscal, assi en las
abilitagiones como en los demk actos que se hizieren en el Parlamento con los demk
offigiales reales, advertiendo que el pringipal fundamiento se ha de tomar de congessiones y mergedes hechas por mi, o, los serenissimos Reyes de Aragón mis predegessores, de gloriosa memoria, si no fuesse de personas que por su antigua e inmemorial
possession no tuviesse necessidad desto, y que los que se admitieren, en virtud de
dichas mergedes, o, congessiones solo han de ser los desgendientes por linea recta de
aquellos aquienes se congedieron y no sus hermanos ni collacterales como entiendo se
ha usado alguna vez.
Assimismo procurareis y mirareis que los que entraran en el Parlamento, en nombre
de procuradores, sean de la misma calidad que sus pringipales. Es a saver que de los
ecclesiasticos lo sean ecclesiasticos y de los militares, militares y lo mismo sea de los
del bravo Real habiles todos para entrar en ellos ques de no hazerse assi se pueden
seguir muchos inconbenientes como se entiende se a visto por lo passado.
Concuerda con su originai que queda en los papeles de mi offigio de que hago fee, en
Caller a 9 de henero 1631.
Laurengio de Agagra /
Ac pariter fuit conclusum quod ad effectum supradictum electionis iudicum habilita- A c. 48
torum, eligantur habilitatores pro parte regiae curiae et de eorum electione feta embasiata tribus Stamentis per nobilem don Paulum de Castelvì, Regium Procuratorem et
magnificus Joannem Dexart, doctore Regiae Audientiae, et quod in uno quoque
Stamento suum eligant et nominent habilitatores et recognoscant procurationum
instrumenta absentium et illa suae Excellenciae mitant ut valeat procedere ad expedictionem praesentis regii generalis Parlamenti. Et fuerunt electi habilitatores, pro
parte regiae curiae sequentes:
Habilitadors per pan de la regia Cort15.
15 In
margine al documento.
191
Lo molt magnifich Silveri Bernardi, regent la Real Cancellaria
Lo noble don Pau de Castelvì, procurador Real
Lo noble y magnifich don Juan de Andrada, doctor de la Real Audientia y lo magnifich doctor Francisco Corts, com advocat fiscal y patrimonial.
Et recedentes dicti nobili ambasiatores a dicta aula accesserunt ad dicta Stamenta, et
paulo post redeuntes, dictus nobilis don Paulus de Castelvì retulit haver fet dicta
embaxada a dits tres Staments y que lo doctor Juan Dexart darà la resposta; et dictus
magnificus doctor Joannes Dexart dixit, que, haventse dat la embaxada de Vuestra
Excellencia als tres Staments respective, cascú en son loch ahont estan ajuntats,
Ecclesiastich, Militar y Real, tots unanimes, han respost una matexa cosa que besavan
a sa Excellencia les mans y que la electió dels habilitadors per part de la regia Con era
molt assertada y que ab embaxada per cada hu dels Staments se daria la resposta.
Et incontinenti comparverunt in dicta aula, coram sua Excellencia et dictis regii et
patrimoniali Consiliis, nobiles don Joannes Baptista de Castelvì et don Joannes Sant
Just, ambasiatores illustrissimi stamenti Militaris et pro illius parte, per organum dicti
nobilis de Castelvì, fuit exposita sequens ambasiata: /
A c. 48v. Illustrissim y Excellentissim sefior,
lo illustrissime stament Militar, en resposta de la embaxada de vuestra Excellencia,
supplica sia servit manar embíar lo poder que te de sa Magestat per a fer y gelebrar lo
present Parlament.
Et per suam Excellenciam, medio organo admodum magnifici Regentis Regíam
Cancellariam, fuit responsum que se enviaran a dit illustrissime Stament la comissió y
poders que demana.
Ac deinde, post regessum dictorum ambasiatorum, accesserunt ad dictam aulam reverendus doctor et canonicus Joannes Caius, sindicus reverendi Capituli callaritani et
doctor et canonicus Sebastianus Frasso, sindicus reverendi Capitulis ecclesiae bosanensi, uti ambasiatores nominati a reverendissimo Stamento ecclesiastico, qui exposuerunt ambasiatam sequentem:
Illustrissimo y Excellentissimo sefior,
en lo stament Ecclesiastich se ha hoyt la embaxiada que vuestra Excellencia se a servit
enviarlis y per poder hobeir lo que Vuestra Excellencia se ha ordenat supplican mane
Vuestra Excellencia ferlis merced de trametrelis la cornmissió y poders [que] te de sa
Magestat per la gelebrassio d.estas corts.
Et a sua Excellencia, per organum dicti admodum magnifici Regentis Regiam
Cancellariam, fuit responsum, que se trametran dits poders.
Ac tandem post revessum dictorum ambasiatorum accesserunt ad eandem aulam
doctores Joannes Carniger, et Petrus Guió, sindici magnificanun civitatum Callaris et
Alguerii, uti ambasiatores electi ab illustrissimo et magnifico stamento Regale et exposuerunt ambasiatam sequentem:
Illustrissim y Excellentissim sefior,
192
en lo stament Real se ha entés la embaxiada de vuestra Excellencia a sirca la electió
dels habilitadors feta per part de la regia cort la qual ha paregut molt assertada a dit
Stament y atei, en dita conformitat, se a nomenat en aquell en habilitador al magnifich
Leandro Sasso, Conseller en Cap y que servintse vuestra Excellencia de enviar sa
comissió se veurà ab molt gusto en dit Stament.
Et a sua Excellencia, per organum admodum magnifici Regentis, fuit responsum de
que se havia fet bona electió de habilitador y que la dita comissió se enviaria.
Et regedentes dicti ambasiatores, habito colloquio per suam Excellenciam cum / dic- A c. 49
tis regiis ministris, fuit conclusum quod trasmitatur mandatum et comissio suae regiae
Maiestatis dictis tribus Stamentis per nobiles don Didacum de Aragall,
Gubernatorem Capitis Callari et Gallurae et doctorem don Joannem de Andrada,
huius Regiae Audientiae.
Qui quidem ambasiatores, una cum secretario infrascripto, accesserunt primo ad reverendissimum stamentum Ecclesiasticum ubi exposuerunt que sa Excellencia los havia
tramés ab los poders y comissió que se li havia demanat per que se servissen verlo y
vist comunicarlo als altres dos staments Militar y Real. Ac deinde, accedentes ad clictum stamentum Militare exposuerunt dicti ambasiatores que los poders y comissió que
per dit Stament se havia demanat a sa Excellencia se havia tramés y dexat al stament
Ecdesiastich ab orde que, vists, los trametessen y conferissen ab aquest Stament.
A ultimo accedentes ad stamentum Militare fuit exposita eadem ambasiata.
Et redeuntes dicti ambasiatores ad aulam, retukrunt suae Excellenciae, mediante
dicto nobile et magnifico don Joanne de Andrada, que tots los tres Staments besavan
a sa Excellencia les mans per la mergé y honrra que lis fahia y que veurien los poders
y que tornarien la resposta ab embaxada a sa Excellencia.
Et his peractis, de mandato suae Excellenciae, cum esset nox, admodum magnificus
nobilis Silverius Bernardi regius consiliarus Regiam Cancellariam Regens, in persona
suae Excellenciae, fegit provisionem sequentem:
Prorogatio.
Excellentimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Vayona, Prorex et
Praeses in hoc regio Generali Parlamento, porrogat Parlamentum et omnis actus illius
ad diem crastinam si feriata non fuerit si autem ad primum diem iuridicum imediate
sequentem cum dierum continuatione usque ad conclusionem praesentis regii generalis Parlamenti, mandans de his per me secretarius infrascriptum actum confeci, presentibus Valentino Polla, alguazirio maiore et Nicolao Scano, regio portati°.
Monserratus Vacca secretarius /
1631 gennaio 10, Cagliari (Palazzo regio)
Congregatosi il Parlamento nelle forme consuete e nei luoghi stabiliti; mentre
il marchese di Bayona, viceré e Presidente delle Corti, si consulta coni suoi
ministri, si presentano nella sala del Palazzo regio Giorgio Castelvì e Marco
70
193
Antonio Basteliga, ambasciatori del Militare, i quali informano il viceré del fatto
che il loro Stamento ha designato a far parte della Commissione delle abilitazioni il marchese di Villasor. Subito dopo, un'ambasciata dell'Ecclesiastico (composta da Martino Paliacho e da Francesco Escarxoni) comunica al viceré la elezione
dell'arcivescovo di Cagliari Machin al medesimo incarico. Dopo essersi congratulato con gli ambasciatori per le scelte fatte dai rispettivi Stamenti il viceré, consultatosi con i propri consiglieri; dispone che la Commissione sulle abilitazioni si
riunisca nella sacrestia della Cattedrale e che lavori tutti i giorni feriali dalle ore
2 alle ore 5 del pomeriggio e incarica il giudice Giovanni Dexart di notificare
questa decisione ai tre Bracci. Al suo rientro il Dexart comunica al Presidente
che i commissari sono pronti ad eseguire l'ordine ricevuto e lo informa che gli
Stamenti hanno verificato i poteri concessigli dal sovrano e trovandoli sufficienti
manifestano la loro totale disponibilità alla celebrazione delle corti.
A c. 49v. Continuatio.
Et adveniente die veneris intitulata 10 mensis januarii anno a nativitate domini 1631,
Callari, ad gelebrationem presentis16 regii generalis Parlamenti assignato constitus
personaliter Excellentissimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Vayona
etc. Locumtenens et Capitaneus Generalis et Praeses ín presenti regio Generali
Parlamento in praedicta aula regii Palatii in qua dictum regium Generale Parlamento
gelebratur, una cum nobilis et magnificis offigialibus regiis nempe Silverio Bernardi
Regiam Cancellariam Regente, Francisco Corts, Fisci et Regii Patrirnonii advocato,
don Joanne de Andrada et Joanne Dexart, donnigello, doctoribus Regiae Audientiae,
don Didaco de Aragall, Gubematore et refformatore Capitis Callari et Gallurae, don
Paulo de Castelvì, regio Procuratore, don Petro de Ravaneda, Magistro Rationale,
don Juliano de Abella, Generalem Thesaurariam Regente, et me Monserrato Vacca,
Secretario Locumtenentiae Generalis et Regiae Audientiae. Convocatis et congregatis
dictis regiis offigialibus in praedicta aula, una cum sua Excellencia et tribus Stamentis,
quolibet in suo loco, ad sonum campanae, ut moris est, regium Generale
Parlamentum representantes, advenerunt nobili don Jorgius de Castelvì et Marcus
Antonius Bastelega, ambasiatores illustrissimi stamentis Militaris qui exposuerunt
ambasiatam sequentem per organum dicti nobilis de Castelvì:
Excellentissimo seiior, lo illustrissime stament Militar, hobeint lo que per vuestra
Excellencia se lis ordena y mana a dir ab embaxiada sobre de nomenar abilitador,
havent vist los poders y comissió que vuestra Excellencia es estat servit comunicarlis,
han nomenat per habilitador al illustrissime marquès de Vilasor.
Et a sua Excellencia, per organum magnifici admodum Regentis Regiam Cancilleriam
fuit responsum, que la electio de habilitador feta en persona de dit illustrissime marquès es molt asertada segons de dit Stament se aguardava.
16 presenti]
194
ricorrente per praesentis.
Et paulo post, regedentes dicti nobili ambasiatores a dita aula, accesserunt in ea, pro
parte illustrissimi stamenti Ecclesiastici in ambasiata reverendus doctor Martinus
Paliacho, Archipresbiter arborensis et sindicus Capituli eiusdem sedis et reverendus
Franciscus Escarxoni, canonicus et / sindicus Capituli ecclesiae civitatis Ecclesiarum A c. 50
et pro illius parte per organus dicti Archipresbiteri fuit facta sequens ambasiata:
Excellentissim sehor,
en lo stament Ecclesiastich se a comunicat la embaxada que vuestra Excellencia fonch
servit lo die de dir manar, enviar al dit Stament a serca de la electió de habilitador, en
execussió de la qual se ha nomenat en habilitador al illustrissim Archibisbe de Caller.
Et a sua Excellencia, per organum admodum magnifici Regentis Regiam
Cancellariam, fuit responsum que sa Excellencia tenia per molt assertada la dita
nominassió y esperava que en tot havian de conformarse a que lo servey de sa
Magestat y bé y util de aquest regne tinga son degut effecte.
Et regedentes dícti reverendi ambasiatores a dicta aula, sua Excellencia, habito colloquio cum dictis regiis offigialibus, mandavit quatenus cum ambasiata, solemniter
juxta stillum fagienda per nobílem don Petram Ravaneda, Magistrum Rationalem, et
magnificum doctorem Joannem Dexart, donnigellum et regium consiliarium, dictis
tribus Stamentis, notum fieret quod ad habilitandum personas admitendas in hoc
regio Generali Parlamento assignabat singulis diebus non feriatís post meridiem, ab
hora secunda usque ad quintam, designando aulam secrestiae praesentis sedis callaritanae ad dictum effectum ubi habilitatores electi congregari debeant.
Post modum, vero, redeuntibus dictis ambasiatoribus, mediante magnifico doctore
Joanne Dexart retulerunt suae Excellenciae sequentia, que han feta la dita embaxiada
si e segons sa Excellencia lis tenia manat an los dits tres Stamentes, los quals, tots
conformes, han respost que besavan a sa Excellencia les mans de la mergé tant gran
lis fahia y que acudirian en lo lloch y oras segnaladas per a fer las habilitagions y que
en respecte de la comissió y poders ab embaxada los remetrian.
Et successive advenerunt ad dictam aulam reverendissimus doctor Joannes Caius, sindicus reverendi Capitali callaritani, et reverendissimus doctor Sebastianus Frasso, sindicus reverendi Capituli bosanensi, ambasiatores electi a reverendissimo stamento
Ecclesiastico qui per organus dicti doctoris Caius exposuerunt ambasiatam sequenA c. 50v.
tem: / Excellentissim seiior,
en lo reverendissim stament Ecclesiastich se han vist los poders y comissió que vuestra Excellencia te per a gelebrar lo present Parlament y stan molt bons y que acudiran al servissi de sa Magestat ab tota punctalitat17.
Et sua Excellencia, mediante admodum magnifici Regente Regiam Cancellariam, fuit
responsum que sa Excellencia lis agrahia lo cuydado mostravan tenir en acudir al servissi de sa Magestat y que es molt conforme a lo que sempre te esperat de dit
Stament. /
17
Cort per punctualitat.
195
1631 gennaio 10, Cagliari
Poco dopo, su incarico del viceré, Silvestro Bernat, reggente la Real
Cancelleria, proroga i lavori del Parlamento al giorno successivo.
71
Prorogatio.
Et, his peractis, de mandato suae Excellenciae, admodum magnificus Silverius
Bernardi regius consiliarius regiam cancellariam regens in personam Excellentissimi
domini Locumtenentis et Capitanei Generalis fegit provisionem sequentem:
Excellentimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Vayona etc.
Locumtenens et Capitaneus Generalis prorogat Parlamentum et omnes actus illius ad
diem crastinam si feriata non fuerit si autem feriata ad primam diem juridicam inmediate sequentem cum dierum continuatione usque ad conclusionem presentis regii
generalis Parlamenti, mandans de his instrumentum per secretarium infrascriptum
fieri et confici, presentibus pro testibus Petro Piu notarius et Joanne Dominico
Bartaloto scriptore et aliis etc.
Monserratus Vacca secretarius, pro Cabella /
1631 gennaio 11 (ore 12, Palazzo regio), Cagliari
Il giorno 11, verso mezzogiorno, giunge nel Palazzo regio un'ambasciata
dello Stamento reale che mette al corrente il viceré delle incomprensioni
insorte tra il loro Stamento e quello Militare e con una motivata richiesta ne
chiede l'autorevole intervento. Infatti i rappresentanti del Militare pur pretendendo, nelle visite che fanno al Reale, di sedersi alla destra del presidente,
non riconoscono ai deputati del Reale, in visita nella loro sede, il medesimo
diritto.
72
Differen0a sobre los asientos18
Et die 11 praedictis mensis et anni [1631], ora duodecima, magnificus Leander Sasso,
Primus Consiliarius presentis civitatis, et doctor Petrus Guió, Sindicus civitatis
Alguerii, advenerunt ad suam Excellenciam existente in aula magna regii Palatii cum
nobile don Petro de Ravaneda, Magistro Rationali et magnifico doctore Joanne
Dexart, donnicello et aliis nobilibus et militibus et dixerunt que, havent volgut enviar
unes embaxades entresi los dos staments Militar y Real hi havía hagut differenzia en
dar asiento als embaxadors, pretenent lo dit stament Real que lo matex que se dona
en son Estament als embaxadors del Militar, que es lo primer embaxador en lo cap
del banch de la mà squerra y l.altre embaxador després del magnifich Conseller en
cap a mà dreta, que de la matexa manera se devia fer en lo stament Militar, donant al
primer embaxador del Stament Real lo cap del banch de la mà squerra, y 1.altre
18 A
196
intestazione dell'atto.
embaxador després del cap del stament a la mà dreta que per gò se servís sa
Excellencia, per quant lo stament Militar no volia dar este assiento sino que lo primer
embaxador se segues en un banch través, restant al cap del banch de la mà squerra un
altre titol, lo que era de perjudissi a dit Stament, manar per gò ajuntar los dos
Consells per reparo de dít perjudissi. Et, ora tenia post merídiem, convocatis et /
congregatís sua Excellencia cum nobilibus et magnificis offigialibus regiis et patrimo- A c. 51
nialibus, acessit doctor Joannes Carniger, sindicus stamenti Regalis qui presentavit
schedulam sequentem:
Illustrissim y Excellentissim sefior Lloctinent y Capità General y President en lo present Real Parlament
Lo stament Real ha tingut notigia de que quan per part de dit Stament se envian algunas embaxadas al stament Militar en dit stament no se voldria dar lo lloch que se deu
a las personas que van ab dita embaxada en nom de dit stament Real, y com sia just
que se sàpiga la pretengió de dit stament Militar y vuestra Excelencia, vista aquella,
puga determinar lo que es de dret y justigia en rahó de dit assiento y se li done a dit
stament Real lo que se li deu, per gò lo sindich de dit Stament a vuestra Excellencia
supplica mane provehir y manar al sindich de dit Stament que, essent ajuntat dit stament Militar, fassa proposar a qui toca y votar a que declaren quien lloch volen dar a
dir stament Real y si volen darli lo loch segon del que progehexen en dit Stament, o,
altre inferior per a que, vista la declarassió y pretesa de dit stament Militar, puga est
Stament deduir lo que li convinga y vuestra Excellencia provehír lo que serà de
justigia et haec etc. salvis etc. omni meliori modo etc.
Altissimus, Bonfant
1631 gennaio 11, Cagliari
Il marchese di Bayona, consultatosi con i suoi consiglieri e con le prime voci
dei due Stamenti, convince i rappresentanti del Militare (per non intralciare i
lavori delle Corti) a riconoscere agli ambasciatori del Reale gli onori richiesti.
Successivamente il presidente, tenendo conto delle numerose festività religiose
infrasettimanali, dispone la prosecuzione dei lavori della commissione degli abilitatoci anche nei giorni festivi e ordina al reggente Bernat di prorogare le Corti
a lunedì 13 gennaio 1631.
73
Declaratio dels asientos"
Et habito colloquio per suam Excellenciam cum dictis offigialibus et auditis advocatis
dictorum stamentorum Militaris et Regalis fuit tandem concordatum et condusum que
los illustres y egregiis marquesos y titols de dit stament Militar, no obstant que prete19
In testa al documento.
197
nian tenir en son poder los exemplars del Parlament gelebrat per lo Excellentissim don
Juan Vivas, per que no se retardés lo servissi de sa Magestat ab estas differensias y usar
tota bona correspondensia ab dit stament Real se contentan de que, en las embaxadas
que se enviaran per dit stament al Militar, se darà lo cap del banch de la mà squerra al
A c. 51v. primer embaxador y lo segon després del titol de la mà dreta a l.altre / embaxador ab
que en lo dit banch de la mà squerra no se hi trobaré titol ningú sino que se passaré y
acomodaré en l.altre banch y que lo matex loch se daré en lo stament Real als embaxadors del Militar, conforme fins ara se havia observat y esta resolusió y resposta se ha
dat al dit dottor Carniger per que la tomés al dit son Stament anantse tots per ajuntarse cascú en lo seu per poderse dar las embaxadas que entre sì havian determinat.
Et sucessive, habito colloquio per suam Excellenciam cum praedictis offigialibus, fuit
conclusum que per quant la semana que ve y en las seguents sobrevindran algunas
ferias, per poder abreviar lo servissi de sa Magestat, era convenient que sa Excellencia
manés habilitar dictas ferias segons que axí lo mana proveir ordenant y manant a mi,
notarius y secretarius infrascrit, ne doni rahó a dits tres Staments a tal lo primer che se
poguessen juntar los habilitadors y tractar de las habilitagions.
Et re*edens ego dictus secretarius acessi ad dicta tria Stamenta et feci notificationem
praedictam habilitationis feriarum.
1631 gennaio 11, Cagliari
Il reggente Bernat, recatosi nella Cattedrale, per ordine e in rappresentanza
del viceré, provvede ad aggiornare i lavori all'indomani
74
Et cum esset nox magnificus Silverius Bernardi, regius consiliarius Regiam
Cancillariam Regens, in personam suae Excellenciae fesit provisionem sequentem:
Excellentimus dominus Locumtenens et Capitaneus Generalis prorogat Parlamentum
et omnes actus illius ad diem lunae primam venturam. Praesentibus Joanne Antonio
Durant, notarius et Petro Antich, portarlo rationalis et aliis etc.
Montserratus Vacca secretarius /
198
Le abilitazioni
75
1631 gennaio 13, Cagliari (sacrestia della Cattedrale)
Congregato il Parlamento al suono delle campane, il viceré si reca con gli abilitatori nella sacrestia della Cattedrale dove essi giurano sui sacri vangeli di comportarsi con giustizia ed onestà rispettando le leggi e le prescrizioni regie. Subito
dopo essi procedono all'abilitazione del Reggente la Real Cancelleria, dell'arcivescovo di Cagliari Machin, del procuratore reale, del marchese di Villasor, dell'avvocato patrimoniale, del giudice Giovanni de Andrada e di altri personaggi.
Et advieniente clic lunae 13 praedictorum mensis et anni [1631] ad gelebrationem dicti A c. 52
regii generalis Parlamenti porrogato20, congregatis praedictis dominis habilitatoribus in
dicta sacrestia sedis callaritanae, nempe admodum magnificus dominus Regens
Cancellariam cum aliis regiis offigialibus habilitatoribus pro parte regiae Curiae reverendissimo Archiepiscopo callaritano pro parte stamento Ecclesiastico habilitatore, illustrissimi marchioni de Villasor pro parte stamenti Militari, et magnifico Leandro Sasso,
donnigello in capite, consiliario magnificae civitatis callaritanae, pro parte stamento
Regalis ad effectum habilitandi et recognosgendi instrumenta procurationum absentium et sedentibus in quadam tabula scilicet, a parte dextera, magnificus dominus
Silverius Bernardi, regius consiliarius Regiam Cancellariam Regens, nobilis don Paulus
de Castelvì, Regius Procurator, magnificus Franciscus Corts, Fisci regii et Patrirnonii
Advocatus, nobilis don Joannes de Andrada, doctor Regiae Audientiae et, in parte sinistra, reverendissimus don Ambrosius Machín, Archiepiscopus callaritanus, illustrissimis
don Hillarion de Alagón, marchio de Villasor et magnificus Leander Sasso, donnigellus
in Capite Consiliarius magnificae civitatis callaritanae qui iurarunt ad dominum Deum
et eius sacro sanctis evangeliis in libro missale, manibus ipsorum reverenter inspectis,
videlicet quod dicti domini habilitatores bene, iuste et legaliter se habebunt in exercitio
offitii praedicti omníque alia facturos atque tenentur, de tenendo secretum et non revellare ea que in praedictis habilitationibus tratabuntur, et idem juro et promito ego
Montserratus Vacca, secretarius Locumtenentiae generalis et Regiae Audientiae presentis Sardiniae regni, et, habito inter eos colloquio, conclusioneque et deliberatione sumpta, fuerunt per dictos dominos habilitatores habilitatí qui sequntur mandantes illos
admiti debere in suis stamentis respective, qui domini habilitatores jurarunt hoc modo
nempe dictus magnificus Regens Cangellariam in primis, et postea, reverendissimus
Archiepiscopus callaritanum, consequenter nobilis Regius Procurator, et postea illustrissimus marchio de Villasor, et consequenter Regius et Patrimonialis Advocato, et,
postea magnificus in Capite Consiliarius, et ultimo nobilis et magnificus don Joannes de
Andrada, regius consiliarius et doctor Regiae Audientiae et postea dictus secretarius.
Monserratus Vacca secretarius /
20 Corr. per
prorogato.
199
A c. 52v.
Lo doctor Martí Paliacho, archípreste de Arborea, admitatur com a procurador del
Capitol de dita seu, lo qual ha jurat, manu in pectore, que no té altre poder ni orde
contrari del que té presentat.
Lo doctor Gavino de Campo, degà de la seu de Alas, admitatur com a procurador del
Capítol de dita seu, lo qual ha fet lo matex jurament, manu in pectore, de que no té
altre poder en contrari del que té presentat.
Pere Escarchoni y son fili Nicolao Escarchoni admitantur en virtut del privilegi de
militar de dit Pere Escarxoni de la data en Madrit als 15 del mes de agost 1628. /
76
1631 gennaio 13, Cagliari
Il reggente Bernat proroga i lavori del Parlamento al giorno successivo.
Prorogano.
Admodum magnificus dominus Silverius Bernardi, regius consiliarius Regiam
Cancellariam Regens in personam suae Excellenciae fegit provisionem sequentem:
Excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus Generalis prorogat
Parlamentum et omnes actus illius ad diem crastinam, presentibus Nicolao Scano,
regio portano, et Joanne Dominico Bartaloto, scriptore et aliis etc.
Monserratus Vacca secretarius
1631 gennaio 14, Cagliari (sacrestia della Cattedrale)
Gli abilitatori riuniti nella sacrestia della Cattedrale abilitano il dottor Francesco Pilo, il canonico e dottore Sebastiano Frasso, il canonico Francesco Escarxoni,
il canonico Giovanni Cau, il dottor Diego Fortesa e numerosi altri deputati.
77
Die 14 praedictorum in dícta sacrestia, congregati dicti domini habilitatores habilitarunt sequentes:
Lo doctor don Francisco Pilo, rector de la parroquial iglesia de Sant Donato, procurador del reverendissim Archibisbe turritano admitatur, lo qual ha jurat, manu in pectore, que no té altre poder ni orde en contrari del que té presentat;
lo doctor Sebastia Frasso, canonge de Bosa, procurador del reverent Capitol de dita
Iglesia, admitatur, lo qual ha fet lo matex jurament;
lo canonge Francisco Escarxoni, procurador del reverent Capitol de la Qiutat de
Iglesias, admitatur, lo qual ha fet lo matex jurament;
lo doctor Juan Cau, canonge de la seu metropolitana callaritana, procurador del illustrissime Capitol de dita seu admitatur, Io qual idem
juravit; /
A c. 53 lo prevere Diego Fortesa beneffigiat de la seu callaritana, procurador del venerable
don Jayme Espiga, Abat de Salvenero;
200
Ambrogio Pino, admitatur per haver constat del privilegi de Militar de la data en
Madrit a 15 de Agost 1628 y Juan Pino, Joseph Pino y Antoni Pino, sos fills, los quals,
per no tenir edat, no poden votar;
lo doctor Juan Carniger, Sindich de la magnifica ciutat de Caller, admitatur;
lo noble don Hieronimo Homedes, Sindich de la magnifica ciutat de Sasser admitatur, lo
qual ha jurat que no té instrugió ni poder de dita ciutat en contrari del que ha presentat;
Antoni Porseli y Mauro Porseli, germans, per haver constat de que son desgendents
de militars ab que no voten per no tenir edat;
lo noble doctor don Gaspar Pira admitatur;
lo doctor Pere Guió, donzell, admitatur tant per ell com a Sindich de la ciutat de
1.Alguer, lo qual ha jurat etc;
Juan Baptista Frasso, cavaller, admitatur per ell y com a Sindich de la ciutat de Bosa,
lo qual ha jurat no tenir altre poder ni orde en contrari del que ha presentat;
lo noble don Juan Antoni Maronju de Oristany, admitatur en virtut del privilegi de
noblesa de la data en Madrit a 16 de junii 1630 y, per ell. dit don Gaspar Pira son procurador. /
1631 gennaio 14, Cagliari
Il reggente Bernat, a nome e per conto del marchese di Bayona, Presidente del
Parlamento, aggiorna i lavori a giovedì 16 gennaio 1631. Presenziano all'atto, in
qualità dí testimoni, il notaio Antonio Polla e Nicola Scano, usciere regio.
78
Prorogatio.
Admodum magnificus dominus Regens Regiam Cancellariam in personam suae
Excellenciae fegit provisionem sequentem:
Excellentissimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Vayona, Prorex et
Praeses in hoc regio generali Parlamento, prorogat Parlamentum et omnes actus illius
ad diem jovis 16 preditorum mensis et anni, praesentibus pro testibus Joanne
Antonio Polla, notarius et Nicolao Scano, regio portafio etc.
Monserratus Vacca secretarius /
1631 gennaio 16, Cagliari (sacrestia della Cattedrale)
La Commissione delle abilitazioni, riunitasi nel primo pomeriggio, abilita
don Lussorio Castelvì, marchese di Laconz, e numerosi altri militari.
79
A c. 53v.
Continuatio.
Et adveniente die jovis intitulata 16 mensis januarii, anno domini 1631, Callaris, ad
celebrationem praesenti regii generalis Parlamenti prorogato et assignato, convocatis
omnibus praedictis dominis habilitatoribus intus praedictam sacrestiam sedis callari201
tanae una cum magnifico Francisco Corts, Regii et Patrimonii Advocato, sedentibus
in suis logis respective, fuit progessum ad actum dictae habilitationis et fuerunt habilitati sequentes:
Et primo lo illustrissime don Luxori de Castelvì, marquès de Laconi, per les causes
que ha representat en la sua supplica que ha presentat vuy die present, admitatur;
Gavi Grixoni admitatur per ell y com a procurador de Angel, Antoni y Pedro Grixoni;
Francisco Pira admitatur y per ell lo noble don Gaspar Pira, son germà y procurador;
lo noble don Leonart Pira admitatur y per ell dit don Gaspar Pira, son procurador;
lo doctor Antoni Guiò admitatur, per haver constat del cavallerato de son avi Juan
Anraudo de Guiò de la data en la ciutat de Alguer a 9 de octubre 1541;
Ignagi Torrella admitatur, ab que no vote fins tinga edat;
Nicolao Escarxoni, per haver constat del seu cavallerato de la data en Madrit a 10 de
settiembre de 1628, admitatur y sos fills e digio:
Ignagio [e] Jordi Escarxoni, ab que sos fills no voten fins tingan edat;
Andres Passamar admitatur per haver constat del seu cavallerato de la data en Madrit
a 20 de settiembre de 1628;
Jayme Passamar y també Gavino Passamar, ab que dit Gavino no vote fins tinga edat
y per ells lo noble don Esteve Pilo, procurador;
lo noble don Esteve Pilo admitatur y també don Diego y don Juan, fills de dit Esteve,
ab que no voten per no tenir edat;
lo noble don Jayme Manca Coasina admitatur;
Juan Baptista Cabella, cavaller, admitatur per haver constat de com es estat armat de
cavaller als 16 de noviembre de 1630 y axibé Juan Agusti, Antiogo, Ignagi y Joseph
Cabella, sos fills, admitantur ab que no voten
fins tingan edat; /
A c. 54 lo doctor Hieroni Meli Escarxoni, Sindich de la ciutat y comunitat de la ciutat de
Iglesias admitatur, lo qual ha jurat que no té altre instrument ni poder contrari al que
té exhibit;
don Pheliph Pilo, admitatur;
Juan Tola Larca, Agusti Tola y Biiills, Agusti Carta Cabitzudo admitatur y per ells don
Phelipe Pilo. /
80
1631 gennaio 16, Cagliari
All'imbrunire, mentre gli abilitatori fanno rientro alle rispettive case, il reggente Bernat, a nome del viceré, proroga il Parlamento a sabato 18 gennaio 1631.
Prorogatio.
Et cum deveniret nox, regedentes dicti domini habilitatores a dita sacrestia, admodum magnificus dominus regiam cancellariam regens in personam suae Excellenciae
acudens ante praedictum theatrum soli praedicti fecit sequentem provisionem:
202
Excellentimus dominus Locumtenens et Capitaneus Generalis et Praeses in presenti
regio Generali Parlamento prorogat Parlamentum et omnes actibus illius ad diem
sabati intitulato 18 presentir et currentis mensis januarii, presentibus Antioco Brondo
et Francisco 011a pro testibus etc. et aliis etc.
Monserratus Vacca secretarius /
1631 gennaio 18, Cagliari
Riunitasi nella sacrestia della Cattedrale, la Commissione delle abilitazioni
intensifica i lavori abilitando numerosi deputati.
81
Et adveniente die sabati intitulato 18 preditorum mensis et anni, congregatis dictis
dominis habilitatoribus in dicta sacrestia callaritana, fuit punessum ad actum habilitationis, habito inter eos colloquio, deliberatione et conclusione sumpta fuerunt, per
dictos dominos habilitatores, habilitati sequentes mandantes illos admiti debere in
suis stamentis respective:
Phelipe Machín y de Orcazitas, natural de Portugalete, per haver fet constar ser de
idalgos, admitatur segons se ha provehit en la petigió per ell presentada y insertada en
los actes habilitants;
lo noble don Cosme Tola, fili del quondam don Salvador Tola, per haver constat de la
noblesa de dit quondam son pare ab privilegi de sa Real Magestat de la data en
Madrit a 23 de Maig 1630 ab que, per sa menor edat, no vote;
lo noble don Juan Baptista de Ledda y Carrillo admitatur y per ell lo egregi don
Francisco de Ledda, comte de Bonorva, son germà;
lo noble don Gaspar Sanna y per ell son procurador, lo noble don Pau de Castelvì,
admitatur;
lo noble don Balthasar Paderi y per ell dit noble don Pau de Castelvì, son procurator,
admitatur y axibé Juan Sini Paderi y Juachino Paderi, sos fills, ab que no votten fins
que tingan edat; /
lo noble don Pere Angel Mura y per dl dit noble don Pau de Castelvì, son procura- A c 54v.
dor, admitatur y també se admet son fili don Angel Mura, ab que no vote per sa
menor edat;
lo doctor don Nicolas Casagia y per ell dit don Pau de Castelvì, son procurador,
admitatur;
lo doctor Pere Juan Otger y sos fills Gregori, Baptista y Julia Otger admitatur ab que
no voten dits sos fills, exepto lo dit Gregori que te ja la edat;
lo noble don Francisco de Larca, don Juan de Larca pare y fili; Pere Francisco de
Larca y per ells lo noble capità don Antonio Robles, admitatur;
lo noble don Agusti Coasina y Gualbes y per ell lo illustrissime marquès don
Hillarion de Alagón, admitatur;
Francisco Gessa y sos fills, Antiogo Juan Baptista Gessa y Antoni Gessa admitantur,
203
ab que sos fills no voten per llur menor edat;
Juan Maria Tola y Manca, Matheu de Tola Soliveras, Pere Miquel, Juan y Basili del
Mestre, tots germans, y per ells lo noble don Antoni Robles admitatur, ha substituit
en march Antoni Bastelega;
lo noble doctor don Melchior GarQet, don Francisco Garet, don Jacinto Garget, don
Pere Garet y don Gregori Garet admitatur;
lo doctor en cascú dret Juan Maria Tanda, per haver constat de son cavalierato, admitatur;
lo noble don Juan Fabrici Manca y Guiso y per ell dit doctor Juan Maria Tanda com
son procurador, admitatur;
Emanuel Santa Cruz, sei-1°r de la Vila de Tuyli y per ell dit doctor Tanda, son procurador, admitatur;
lo noble don Juan Angel de la Bronda y son fili don Anton de la Bronda, admitatur;
lo noble don Francisco Escarxoni admitatur, per haver constat del cavallerato de son
pare a 30 de maig 1[5]58; /
A c. 55 Phelip Silvestre y Juan Silvestre, pare y fili, admitatur per haver constat del cavalierato
de dit Phelip Silvestre de la data en Madrit a 28 de Abril 1630;
lo noble don Juan Leonart Anjoy Carta de la Vila de Orani per haver constat de son
privilegi de la data en Madrit als 2 de maig 1630, admitatur y per ell lo capità Joseph
de la Matta, procurador substituit per lo noble doctor don Melchior Pirella;
Francisco Pirella de la vila de Nuoro, per haver constat de son cavallerato admitatur;
don Antiogo y don Lazaro Carcasona, fills del quondam don Salvador Carcasona,
doctor en cascún dret, admitatur ab que no voten per ser de menor edat;
Balthasar Ortulà per haver constat de son cavallerato admitatur y son fill Jannico
Ortulà, ab que no vote per ser de menor edat;
lo noble don Francisco Rosso admitatur;
lo noble don Bartholomeo Pirella, fili del quondam don Pere Pau Pirella admitatur;
Francisco Escorsa y Antoni Escorsa, germans, per les causes y rahons contengudes y
expressades en la sedula eo supplica per ells presentada y en la provisió al dorso de
aquella per los seiiors iutges habilitadors feta admitatur; /
B c. 34 lo capità Joseph de la Mata admitatur, [y lo Advocat Fiscal y Patrimonial no ha consentit ans se ha reservat dret per rahó de les preteses que te en la causa que aporta
sobre esta pretensió en la Real Audiengia y segon es de veure al dorso de la supplica
presentada]21 per dit capirà Mata y axí matex a Juan Miquel, Joseph y Luxori de la
Mata, sos fills, los quals no voten per llur menor edat.
Et in eodem, instanter, comparuerunt in dicta sacrestia Petrus Paulus Vitiader et
Sisinni Adzeni, procuratores regii et patrimonialis fisci qui obtulerunt supplicationem
quae et provisió in calce ipsíus facta est tenoris sequentis: /
21
204
Nell'originale A le parole tra parentesi risultano cancellate e parzialmente illeggibili.
1631 gennaio 18, Cagliari
I lavori vengono interrotti dalla comparsa di Pietro Paolo Viriader e Si sinnio
Atzenz, regii procuratori fiscali; che chiedono di dichiarare contumaci i convocati
che non si sono ancora presentati.
82
Secunda Contumatia.
Illustrissime et Excellentissime Domine Locumtenens et Capitaneus generalis et Praeses
in hoc regio generali Parlamento Regii fisci et patrimoniali procuratores acusant secundam contumatiam / versus et contra citatos et non comparentes in primo nec secondo ter- A c. 55v.
mino praesentis diei eis assignato ac supplicant quod, illa admissa, progedatur ad ulteriora
in praesenti generali Parlamento, iuribus suis semper salvis offitium etc, quae licet etc.
Altissimus
Corts, Fisci et Patrimoniali Advocati /
1631 gennaio 18, Cagliari
Silvestro Bernat, su incarico del viceré Bayona, dichiara contumaci gli assenti
e concede loro una ulteriore proroga fino al 27 gennaio 1631.
83
Et dictus admodum magnificus dominus Silverius Bemardi, regius consiliarius Regiam
Cancellariam Regens in personam suae Excellenciae, fegit provisionem sequentem:
excellentimus Dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Vayona, Prorex et
Praeses in hoc regio Generali Parlamento, admissa dicta contumatia si et in quantum
de iure sit admitenda providet ad ulteriora progedi in presenti generali Parlamento et
pariter congedit absentibus convocatis ad comparendum usque ad diem 27 praesentis
et currentís mensis januarii si feriata non fuerit si autem ad diem primam juridicam et
non feriatam imediate sequentem, presentibus Antioco Brondo et Joanne Antonio
Durant notarius, pro testibus etc.
Montserratus Vacca secretarius /
84
1631 gennaio 18, Cagliari
Successivamente il Bernat aggiorna i lavori al martedì successivo.
Prorogatio.
Et, his peractis, cum dies inclinaret et nox esset dictus admodum magnificus dominus
Regiam Cancellariam Regens in personam suae Excellenciae fegit provisionem sequentem:
Excellentimus dominus Locumtenens et Capitaneus Generalis et Praeses in hoc regio
generali Parlamento porrogat Parlamentum et omnes actus illius ad diem martis intitulato 21 praesentis et currentis mensís januarii, praesentibus pro testibus Francisco
011a et Joanne Antonio Durant et aliis etc.
205
Idem Monserratus Vacca secretarius /
1631 gennaio 21, Cagliari
Silvestro Bernat, reggente la Real Cancelleria, a nome e per conto del viceré
ed alla presenza di diversi testimoni, proroga il Parlamento al giorno successivo.
85
Prorogatio.
Et adveniente die martis praedictorum ad celebrationem regii generalis Parlamenti
assignato, instantibus praedictis fisci regii et patrimoniali procurator respective, in
personam suae Excellenciae admodum magnificus Regiam Cancellariam Regens,
mediante secretario infrascripto, fegit alta et inteligibili voce provisionem sequentem:
Excellentissimus dominus Prorex et Praeses in hoc regio generali Parlamento prorogat Parlamentum et omnes actus illius ad diem crastinam cum dierum continuatione,
presentibus Nicola Scano, regio portario et Matheo Carta, scriptore.
Montserratus Vacca secretarius
86
1631 gennaio 22, Cagliari (sacrestia della Cattedrale)
La Commissione delle abilitazioni procede alacremente nei lavori abilitando
don Luigi Espinosa e numerosi altri nobili ed ecclesiastici.
Ac.56
Continuano.
Et adveniente die mercurii intitulato 22 mensis januarii ad gelebra / tionem regii
generalis Parlamenti porrogata et assignata, convocatis dominis habilitatoribus tam
pro parte regiae curiae quam etiam trium Stamentorum et me, secretario infrascripto,
intus sacrestiam sedis callaritanae, presente et assistente magnifico Francisco Corts,
Fisci regii et Patrimoni Advocato, sedentibus in suis locis, fuit progessum ad actum
habilitationis et fuerunt habilitati sequentes:
lo noble don Luis Espinosa, admitatur;
Miquel Dessi admitatur, per haver constat de son cavallerato y a son fili;
lo doctor Francisco Angel Dessi en son nom propri y com a procurador de dit son pare;
lo doctor Juan Carniger y son nebot Francisco Carniger, admitatur y lo magnifich
Advocat Fiscal y Patrimonial no consent ans se reserva los drets fiscals quals poden
competir y ami matex se admeten Diego Carniger, Jorgi Carniger, Joseph Carniger, fills
de dit doctor Juan Carniger, ab que en lo present Parlament no voten per no tenir
edat fins que la tingan y per ell dit Francisco Escorsa;
lo noble don Juan Gavì Adzori admitatur y per ell lo noble don Antiogo Sant Just,
son procurador;
Andres Tola, doctor en cascún dret, y per ell Antoni Angel Santucho admitatur y
també en son nom propri;
206
lo noble don Diego Ferrà, don Miquel y don Francisco Ferrà, germans y per ells lo
reverendissim don Ambrogio Machin, llur procurador admitatur, sa segnoria ha substituit el poder de don Diego y don Miquel a Antoni Angel Santucho y de don
Francisco en el doctor Gregorio Villino;
Antiogo Conco, per haver constat de son cavallerato admitatur, Miquel Conco, Lluis
Conco, Gaspar Conco, Francisco Conco, sos fills, se habilita la procura que fan dit
fills a dit llur pare y per dits Antiogo, Miquel y Lluis don Ignaii Aymerich y per
Gaspar y Francisco, don Francisco Vacca, substituits per dit Antiogo Conco;
Juan Selles, per haver constat de son cavallerato admitatur;
lo noble don Juan Antiogo Ponti y per ell lo noble don Antiogo Sant Just, admitatur;
lo doctor en casca dret Hieroni Esgrecho y sos fills Pere Monteserrat y
Joseph Esgrecho admitatur; /
A c. 56v.
Juan Carta Grixone, fili de Jordi Carta admitatur, ab que no vote per no tenir edat;
lo noble don Sisinni Ponti y per ell dit noble don Antiogo Sant Just, son procurador,
admitatur;
lo noble don Nicolao Montells y per ell lo illustrissime don Illarion de Alagón, marquès de Sorris, admitatur y axibé se admet son fili de dit don Nicolao, ab que no vote
per ser de menor edat, lo qual se diu don Ramón Montells;
lo noble don Miquel Angel Serra, y per ell lo noble don Jordi de Castelvì son procurador substituit, admitatur;
lo noble don Hieronimo de Sena y per ell lo noble don Pau de Castelvì, son procurador, admitatur;
Juan Antoni Pintus y per ell dit don Pau de Castelvì, son procurador, admitatur;
lo noble don Angel Manca y de Prado y per ell dit noble don Pau de Castelvì, son
procurador, admitatur;
lo noble don Francisco Manca y Olvias y per ell dít noble don Pau de Castelvì, son
procurador, admitatur. /
87
1631 gennaio 22, Cagliari
All'imbrunire Silvestro Bernat, reggente la Real Cancelleria, a nome del
viceré proroga i lavori al giorno successivo.
Prorogatio.
Et, his peractis, magnificus dominus Silverius Bernardi, regius consiliarius Regiam
Cancellariam Regens in personam suae Excellenciae fecit provisionem sequentem:
Excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus Generalis et Praeses in hoc
regio generali Parlamento prorogat Parlamentum et omnes actus illius ad diem crastinam; praesentibus Petro Antich et Nicolao Scano, regiis portariis, pro testibus etc.
Montserratus Vacca secretarius pro Cabella /
207
88
1631 gennaio 23, Cagliari (sacrestia della Cattedrale)
La Commissione delle abilitazioni prosegue i lavori abilitando diversi altri
delegati.
Continuatio.
B c. 35v. Et adveniente die jovis infrascripta 23 praedictorum mensis et annis, congregatis clic-
tis dominis habilitatoribus in dicta sacrestia callaritana, fuit processum ad actum habilitationis et fuerunt habilitati per dictos dominos habilitatores sequentes mandantes
illos, in suis respective stamentis admiti debere:
Francisco de Moradell, admitatur; /22
B c. 36 March Antoni Bastelega, admitatur;
Gavi Rigio y Diego Rigio, pare y fili, y per ell dit Bastelega, com a procurador, admitatur;
B c. 36v. Cristofal Lignaris admitatur, segons se ha proveit en la supplica per ell / presentada
vuy die present;
lo doctor Francisco Fortesa, com a militar y Maria Porxella y Fortesa com a sefiora
ques.diu de la Baronia de Serdiani, Donori y Sant Esperat y altres despoblades y por
aquells lo doctor Juan Maria Tanda, llur procurador, admitatur;
lo doctor Juan Brughita Porcu, per haver constat de son cavallerato, admitatur;
lo reverent Capitol de la Iglesia de la ciutat de LAlguer y per aquell lo noble don Gavì
Manca, Sindich y procurador de aquell y canonge de dita iglesia admitatur, lo qual ha
jurat que no té altre poder ni instrugió de notati en contrari de dit poder presentat;
Jayme Urtado de Montalvan, admitatur;
Diego Passamar, y per ell lo noble don Juan Pilo, son procurador, admitatur per
haver constat del cavallerato de dit Passamar;
Bernardi Casagia, Juan Francisch y Juan Thomas Casagia, pare y fills, admitatur y per
ells lo doctor Juan Brughita, procurador substituit per dit noble Pilo;
los nobles don Nicolas y don Gavì de Larca, germans y per ells llur procurador, dit
Pilo, admitatur;
lo noble don Juan Pilo admitatur y axibé sos fills, los nobles don Juan y don Antoni
Pilo, ab que no voten per no tenir edat;
lo noble don Francisco Vacca admitatur y axibé sos fills. los nobles don Miquel y don
Salvador Vacca, ab que dits sos fills, per llur menor edat, no voten;
lo noble don Hieroni Cutgia admitatur y també sos fills, los nobles don Pere, don
Miquel y don Domingo Cutgia, ab que dits sos fills no voten per llur menor edat;
lo noble don Hieroni Fadda admitatur y son fill, lo noble don Francisco Fadda, ab
que no vote per sa menor edat;
lo noble don Pedro Abrich, admitatur;
22 In A le carte comprese tra 56v. e 66 mancano. Sí è provveduto pertanto ad integrare il
testo originale con la fonte B.
208
lo doctor Pau Angel Carta, per haver constat de son cavallerato, admitatur;
el doctor Pere Guiò admitatur y per ell lo doctor Antoni Guiò, son / germà y procu- B c. 37
rador;
lo noble don Hieroni Tibau y per ell lo doctor Antoni Guiò, substituit per dit doctor
Pere, admitatur. /
89
1631 gennaio 18, Cagliari
Il reggente Bernat, a nome e per conto del viceré, si reca nella Cattedrale e
con le consuete formalità proroga i lavori.
Et cum sero esset admodum magnificus dominus Silverius Bernardi, regius consiliarius Regiam Cancellariam Regens, in personam suae Excellenciae fegit provisionem
sequentem:
Excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus Generalis et Praeses in hoc
regio generali Parlamenti prorogat parlamentum et omnes actus illius ad diem crastinam, praesentibus Nicolao Scano et Antioco Brondo etc.
Montserratus Vacca secretarius
90
1631 gennaio 24, Cagliari (sacrestia della Cattedrale)
Riunitasi nel solito luogo, la Commissione procede all'abilitazione di
Monserrato Vacca e del figlio Francesco Vacca, di Narciso Sanna, figlio del fu
Dimas Sanna, di don Gabriele Manca e del figlio Gioacchino, di Francesco de
Abella, del dottor Giovanni Dexart, di Francesco Carta e di numerosi altri
deputati.
Continuatio.
Et adveniente die veneris intitulata 24, ad selebrationem dicti regii generalis Parlamenti
porrogato et assignato, convocatis dictis dominis habilitatoribus in dicta sacrestia callaritana, ubi solitum est et assuetum pro similibus habilitationibus fieri convocali et congregari presentesque et assistente magnificus Francisco Corts, Fisci regii et Patrimoni
Advocato, sedentibus in suis losis fuit progessum ad actum habilitationis et fuerunt
habilitati sequentes mandantes illos admiti debere in suis respective stamentis:
Montserrat Vacca, cavaller y per ell lo noble don Francisco Vacca admitatur y també
se admet lo fili de dit Montserrat nomenat Francisco Vacca ab que no vote per no
tenir edat;
Bernat regens23
23 Essendo parte interessata l'atto di abilitazione riguardante Monserrato Vacca, segretario
del Parlamento, ed il figlio Francesco viene sottoscritto dal reggente Bemat.
209
Nargiso Sanna admitatur, ab que no vote per no tenir edat, fili del quondam Dimas
Sanna;
lo noble don Gabriel Manca y son fill, don Joachini Manca, admitatur;
lo noble don Francisco Abella, admitatur;
lo magnifich doctor Juan Dexart, donzell y per ell lo noble don Francisco Abella, son
procurador, admitatur;
Francisco Carta, fili de Juan Antoni Carta, quondam de Benetuti, se admet per haver /
B c. 37v. trobat a son pare habilitat;
lo noble don Simò Castarier admitatur i també sos n1 don Jayme, don Agusti y don
Phelix Castafier, ab que no voten per llur menor edat;
lo Capitol de la ciutat de Casta Aragonés y per ell lo canonge Francisco Delitala y
Bastelega admitatur, lo qual ha jurat manu in pectore que no té altre poder ni
instrugió fermat en poder de notano o escrivà en contrari del que ha presentat;
Gavino Pinto, per constar de ser armat cavalier, admitatur;
lo magnifich Leonardo Frasso, cavaller, admitatur y per ell Francisco Escorsa, son
procurador.
1631 gennaio 24, Cagliari
A sera inoltrata il reggente Bernat, a nome e per conto del viceré Bayona, proroga i lavori al lunedì successivo.
91
Prorogatio.
Et postea, dictus admodum magnificus dominus Regiam Cancellariam Regens in personam suae Excellenciae fegit provisionem sequentem:
Excellentissimus Dominus Locumtenens et Capitaneus generalis et Praeses in presenti
regio Generali Parlamento prorogat Parlamentum et omnes actus illius ad diem lunae
primo ventura, praesentibus Nicolao Scano et Francisco 011a, scriptore et aliis etc.
Montserratus Vacca secretarius
1631 gennaio 27, Cagliari (sacrestia della Cattedrale)
Riunita nel luogo e nelle forme consuete, la Commissione procede all'abilitazione di Francesco Carnker, del dottor Battista Acorrà e del fratello
Francesco, di Carlo Giuseppe e di Francesco Acorrà Figo, figli del dottor
Battista, e di Giuseppe Cristoforo, figlio di Francesco Acorrà, di Melchiorre
Pirella, di Giovanni Meli, di Francesco Gaya e di numerosi altri deputati.
92
Continuano.
Et adveniente die lunae intitulato 27 mensis januarii, ano domini 1631, Callaris ad
gelebrationem huius regii generalis Parlamenti assignato, congregatis dictis dominis
210
habilitatoribus in dicta sacrestia, una cum dicto magnifico Fisci regii et Patrimonialis
Advocato et secretario infrascripto, habito colloquio inter eos, fuerunt habilitati
sequentes mandantes et decernentes illos admiti in suis respective stamentis;
Francisco Carniger, per haver constat que ara novament se es armat de cavaller admitatur, sens perjudissi de la habilitagio feta en persona de son onde lo doctor Juan
Carniger y del dit Francisco Carniger als 22 del presente corrent mes de jener com en
ella es de veure;
lo doctor en cascún dret Juan Baptista Acorrà y Francisco Acorrà, germans, per haver
constat que son estats armats cavallers, admitatur y axibé los fills de dit doctor que
son Carlos Joseph y Francisco Acorrà y Figo admitatur, ab que no voten per no tenir
edat y lo matex lo fill de dit
Francisco Acorrà, Joseph Cristofol Acorrà; /
B c. 38
lo noble don Melchior Pirella, doctor en cascún dret, admitatur;
lo noble don Juan Meli, fill del quondam don Juan Sisinni Meli, admitatur;
lo noble don Francisco Gaya y per ell lo noble don Diego Gaya, son procurador,
admitatur;
los nobles don Diego y don Francisco de Tola, pare y fili, y per ells lo noble don
Esteve Pilo admitatur, com a procurador de aquells;
los nobles don Francisco Tola Ladu, don Salvador de Tola Ladu, germans;
Pere Juan Grixone, Juan Grixone y Antoni Grixone, pare y fills, de la vila de Ogier y
per ells al dit noble don Esteve Pilo, com a procurador, admitatur;
lo noble don Antoni de Larca y Francisco Tola Biiills y per ells dit don Esteve Pilo,
procurador, admitatur;
lo pare rector del collegi de Jesus, com a sefíor de la via y salts de Musei y per aquells
lo illustrissime don Luis Gualbes y Aragall, marquès de Palmas, admitatur;
Hieroni Delitala y per ell son germà y procurador Pere Delitala, admitatur;
la illustrissima dati Elena Brondo y Gualbes, marquesa de Vilasidro y setiora de la
encontrada de la Planarja de Bosa, curadora del illustrissime don Francisco Luxori
Brondo y Ruecas, marqués y setior de dits llochs y per sas sefiorias lo dit illustrissime
marquès de Palmas, admitatur;
Francisco Delitala y per ell Pere Delitala, son procurador, admitatur;
lo noble don Francisco Manca y Guíso, seiior de la Vila de Ussena y per ell lo doctor
don Melchior Pirella admitatur, com a procurador substituit;
lo noble don Anton Carta y per ell lo dit doctor don Melchior Pirella admitatur com
a procurador;
Salvador Murtas y per ell dit doctor don Melchior Pirella, procurador, admitatur;
lo noble doctor don Esteve Manca (edrelles, don Francisco Manca / edrelles ger- B c. 38v.
mans y don Anton Manca y Figo, don Matheo de Tola, don Juan Manca y Zonga, don
Gavino Figo, don Gregorio de Tola y per ells don Angel Manga y Zonca, admitatur;
lo reverent capítol turritano y per aquell lo reverendissim don Gavino Manconi, bisbe
de Alas, procurador de dit Capitol admitatur, lo qual ha jurat que no té altro poder ni
211
instrugio diguna de notarios ni altrs en contrari del que té presentat ni altrament;
lo noble don Noffre Fois y per eli lo noble don Angel Manca y Zonga, son procurador, admitatur;
lo noble don Salvador Angel Fois y per ell &t don Angel Manca y Zonga, son procurador, admitatur;
lo noble don Juan Maria de Ansaldo y per ell son procurador don Hieronimo de
Homedes admitatur;
lo noble don Gavino de Ansaldo y Esgrecho y per ell dit don Hieronimo de Homedes
admitatur com a son procurador;
Balthasar Pasqual y son fili Juan Baptista Pasqual, admitatur. /
1631 gennaio 27, Cagliari
I lavori vengono interrotti da Pietro Paolo Vffiader e Sisinnio Atzeni,
regií procuratori, che chiedono di dichiarare per la terza volta contumaci gli
assenti.
93
Tertia Et comparendo in dicta sacrestia Petrus Paulus Viliader et Sisinnius Adzeni, procuraContumatia. tores regii et patrimonialis fisci qui obtulerunt supplicationi per eorum Fisci
Advocatum quae et provisió in calve ipsius facta est tenoris sequentis:
Illustrissime et Excellentissime Domine Locumtenens et Capitaneus Generalis et
Praeses in hoc regio Generali Parlamento, Regii fisci et patrimoniali procuratores acusant tertiam contumatia versus et contra gitatos et non comparentes in primo, secondo et tertio termino presentis dieí eis assignato ac suplicant quod, illa admissa, procedatur ad ulteriora in presenti generali Parlamento iuribus suis semper salvis etc. officium etc. quae licet etc.
Corts, Fisci et Patrimoniali Advocato.
1631 gennaio 27, Cagliari
Ottemperando alle richieste dei due ufficiali della Corona il reggente Bernat,
per ordine del Presidente del Parlamento, procede alla dichiarazione di contumacia e concede agli assenti una ulteriore proroga fino al 5 febbraio 1631.
94
B c. 39 Admodum magnificus dominus Silverius Bernardi Regius / consiliarius Regiam
Conturnatia. Cancellariam Regens in personam suae Excellenciae fecit provisionem sequentem:
Excellentissimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Vayona,
Locumtenens et Capitaneus Generalis et Praeses in hoc regio generali Parlamento,
admissa contumatia si et in quantum de iure sit admitenda, providet quod progedatur
ad ulteriora et pariter congedit absentibus ad comparendum usque ad diem mercurii
intus 5 mentis februarii primo veniente si feriata non fuerit si autem ad diem primam
212
iuridicam et non feriatam imediate sequentem, presentibus Nicolao Scano et Petro
Antich, regiis portariis, etc. pro testibus etc.
Montserratus Vacca secretarius, pro Cabella
1631 gennaio 27, Cagliari
95
Il reggente Bernat, a nome e per conto del viceré, rispettando le norme previste
dal cerimoniale, proroga i lavori all'indomani.
Prorogatio.
Et postea dictus admodum magnificus dominus Silverius Bernardi regius consiliarius
Regiam Cancellariam Regens, in personam suae Excellenciae fecit provisionem
sequentem.
Excellentissimus dominus Prorex et Praeses in hoc regio generali Parlamento prorogat Parlamentum et omnes actus illius ad diem crastinam, praesentibus pro testibus
praedictis Scano et Antich.
Idem Vacca secretarius
96
1631 gennaio 28, Cagliari (sacrestia della Cattedrale)
Conclusasi la riunione della Commissione delle abilitazioni che durante la
giornata verifica i titoli e ammette ai lavori parlamentari altri deputati Silvestro
Bernat, reggente la Real Cancelleria, in nome e per conto del Presidente del
Parlamento, aggiorna i lavori a giovedì 30 gennaio.
Continuatio.
Et die 28 praedicti mensis januarii ano predícto 1631, congregatis dictis dominis habilitatoribus in dicta et eadem sacrestia callaritana pro‘-essum ad actum habilitationis, et habito colloquio inter dictos dominos habilitatores, fuit per admodum magnificus dominum
Regiam Cancellariam Regentem in personam suae Excellenciae facta provisió sequens:
Excellentissimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Vayona,
Locumtenens et Capitaneus Generalis et Praeses in hoc regio generali Parlamento
prorogat Parlamentum et omnes actus illius ad diem jovis 30 venturo, praesentibus
Nicolao Scano et Petro Antich, regiis portariis pro testibus etc.
Monteserratus Vacca secretarius
1631 gennaio 30, Cagliari (sacrestia della Cattedrale)
Riunitasi nella sacrestia della Cattedrale, dopo aver espletato le solite formalità, la Commissione procede ad abilitare donna Caterina Pinna Porta,
Giovanni Antonio Serra, Monserrato Serra, Sebastiano Serra, Giovanni
97
213
Antonio Serra, Angelo Zonza Vico, Sebastiano Zonza, donna Maddalena
Liperi Gambella, Salvatore Pixi, Monserrato Serra.
B c. 39v. Et adveniente die jovis intitulata 30 mensis januarii predicto ano 1631, congregatis
dictis dominis habilitatoribus una cum dicto magnifico Advocato Fiscale et
Patrimoniale in sacrestia callaritana fuerunt habilitati sequentes mandantes dictos
dominos habilitatores illos admiti:
et primo la noble dofia Cathelina Pinna y Porta, sefiora ques diu de Teulada y per ella
lo doctor Miquel Bonfant, admitatur;
Juan Antoni Serra y per ell lo doctor Montserrat Serra, son procurador, admitatur;
Sebastia Serra y per ell Juan Antoni Serra, son germà y procurador, admitatur, substituit en lo doctor Montserrat Serra;
lo noble don Angel de la Zonga y Vico y per ell son pare don Sebastia de la Zonga
admitatur, ab que no vote dit don Angel per sa menor edat;
la noble dofia Magdalena Liperi Gambella, sefiora ques diu de la encontrada de
Romanja y per ella dit noble don Sebastià de la Zonga, son procurador, admitatur;
lo noble don Salvador Pixi admitatur y son fili don Juan Baptista, lo qual per no tenir
edat no vote;
lo doctor Montserrat Serra admitatur, per haver constat esserse armat cavaller.
98
1631 gennaio 30, Cagliari
Successivamente il reggente Bernat, con le solite formalità, proroga i lavori
all'indomani. Presenziano all'atto Giovanni Durant e Francesco 011a.
Et cum sero esset magnificus dominus Regiam Cancellariam Regens fegit provisionem
sequentem in personam suae Excellenciae:
Excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus generalis et Praeses in hoc
regio generali Parlamento porrogat Parlamentum et omnes actus illius ad diem crastinam, praesentibus Joanne Antonio Durant et Francisco 011a, pro testibus etc.
Montserratus Vacca secretarius /
99
1631 gennaio 31, Cagliari
Riunita nella sacrestia della Cattedrale nelle forme consuete la Commissione
continua il proprio lavoro abilitando diversi nobili e cavalieri.
B c. 40 Et die veneris intitulata 31 januarii, anno domini 1631 / Callaris, convocatis dictis
dominis habilitatoribus in sacrestia callaritana una cum magnifico Advocato Fisci et
Patrimoni fuit processum ad actum abilitationis et fuerunt habilitati sequentes mandantes illos admiti:
214
Pere de Roma y per ell lo noble don Juan Baptista Amat, son procurador, admitatur;
lo noble don Gavì Marras y per dl lo noble don Pau de Castelvì, son procurador,
admitatur;
Leonart de Tola y sos f lls Francisco Melchior y Andres Maria de Tola admitatur ab
agó que dit Leonart de Tola no fassa offissi de causidich de gent plebea si no es de
gent noble o sindicats y sos fills que no voten per no tenir edat;
Juan Sellent Pujades, sefior ques diu de les viles despoblades de Minutades, admitatur;
1631 gennaio 31, Cagliari
100
A sera inoltrata, il reggente Bernat, con le solite formalità, proroga i lavori al
giorno successivo.
Et cum inclinaret dies magnificus dominus Regiam Cancellariam Regens in personam
suae Excellenciae fegit provísionem sequentem:
Excellentimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Vayona,
Prorogatio.Locumtenens et Capitaneus generalis et Praeses in hoc regio generali
Parlamento porrogat Parlamentum et omnes actis illius ad diem crastinam, praesentibus Nicolao Scano et Petro Antich, regíis portariis.
Monteserratus Vacca secretarius
101
1631 febbraio 1° (sabato), Cagliari
Convocati i membri della Commissione delle abilitazioni nel solito luogo e
con le consuete modalità il reggente Bernat, a nome e per conto del viceré
Bayona, proroga i lavori al martedì successivo.
Continuano.
Et adveniente die sabati intitulata 1 mensis februarii ano domini 1631, constitutus
admodum magnificus dominus Silverius Bernardi, regius consiliarius Regiam
Cancellariam Regens in ecclesia sedis Cathedralis metropolitanae presentis civitatis
callaritanae in personam suae Excellenciae fegit provisionem sequentem:
Excellentissimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Vayona
Locumtenens et Capitaneus Generalis porrogat Parlamentum et omnes actus illius ad
die martis proxima ventura cum dierum continuatione, praesentibus Francisco 011a
et Joanne Antonio Durant pro testibus etc.
Monteserratus Vacca secretarius, pro Cabella /
215
102
1631 febbraio 4, Cagliari (sacrestia della Cattedrale)
Riunita nel solito luogo, la Commissione continua a verificare i titoli dei
convocati abilitando il dottor Antonio Tavera, priore dí Bonarcado, il nobile
Antonio Capodoro e i figli Gerolamo, Antonio, Carlo e Francesco, che vengono però esclusi dal voto per la loro minore età, il capitano Gerolamo Obilva,
commissario della cavalleria del Capo di Sassari, e numerosi altri deputati.
B c. 40v. Et adveniente die martis intitulata 4, praedictorum mensis et anni, Callaris, ad cele-
brationem regii generalis Parlamenti porrogato24 et assignato, convocatis dominis
habilitatoribus tam pro parte regia curia quam etiam trium stamentorum et me secretario infrascripto intus secrestiam sedís callaritanae, presente et assistente magnifico
Francisco Corts regii et Patrimoniali Fisci Advocato, sedentibus in suis locis, fuit processum ad actum habilitationes et fuerunt habilitati sequentes:
Lo doctor Antoni Tavera de Otgiano, prior de Bonarcado y Baulado, admitatur;
lo noble don Antonio Capudoro, admitatur y també se admetan sos fills don
Hieronimo, don Antonio, don Carlos y don Francisco Capudoro, ab que no voten
per llur menor edat;
el capitan don Hieronimo de Obilva y Ponze, Comissario generai de la cavalleria del
Cabo de Sasser y Lugudor, natural de Saragoga del Reyno de Aragón, casado y domiciliado en Sasser, admitatur;
don Joseph Manca y Sasso admitatur, ab que no vote per ser de menor edat;
don Gaví Carta Gaya de Benetuti, fill de don Agustí Carta Ladu, admitatur, ab que
no vote per sa menor edat;
lo noble don Gavino Paliacho y Sucharello, fill de don Gaví, admitatur, ab que no
vote per sa menor edat;
Juan Paulo Rigio y Martin Rigio, germans, se admetan ab que no voten per ser de
menor edat;
Gaspar de Aquena y Piquer y Gavino de Aquena y Piquer se admetan ab que no
voten per ser menors;
Salvador Ferrali y Casagia admitatur ab que no vote per sa menor edat;
lo illustrissime don Hillarion de Alagón, marquès de Sorris, admitatur per si y com a
procurador del illustrissim y reverendissim don Ambrogio Machín, Archibisbe de
Caller, com a baró de les viles de Suelli y Sant Panthaleo y també com a procurador
de don Agusti Gualbes y don Nicolao Montells;
Juan Maria Ferralis y Paduano, admitatur y per ell lo noble don Antonio Manca de
Homedes, son procurador;
lo noble don Francisco Sasso y per ell dit don Antonio Manca de Homedes, son procurador, admitatur; /
24
216
Vedi nota 19.
Antonio y Miquel Carta y Jacarias Carta, germans y per ells dit don Antoni Manca, B c. 41
procurador, admitatur;
Francisco Carta Ruyo, de Benetuti y per ell dit don Antonio Manca, son procurador,
admítatur;
lo noble don Hieronimo de Castelvì, fili del quondam don Gaspar de Castelvì y per
ell son procurador don Antonio Manca de Homedes admitatur;
lo noble don Gavì Manca y Virde y per ell dit don Antonio Manca de Homedes, son
procurador, admitatur;
Juan Lleonart Carta Sana admitatur y axibé se admet son fill Juan Francisco Carta
Satta ab que no vote per no tenir edat y per dit Juan Lleonart a dit don Antonio
Manca de Homedes, son procurador;
Jorgi Casalabria admitatur y axibé son fill Francisco Casalabria ab que dit Francisco
no vote per no tenir edat y per dit Jorgi dit don Antoni Manca de Homedes, son procurador;
lo doctor don Juan Usay admitatur y per ell lo egregi comte don Miquel Comprat,
son procurador, admitatur;
Antoni Milia, donzell, admitatur y per ell dit egregi comte, son procurador;
lo noble don Diego Manca y Bronda y per ell dit egregi comte admitatur;
Agusti Angel Delitala, cavaller, admitatur y per ell dit egregi comte, son procurador;
Angel Virde Melone donzell, sefior de la Baronia de Putzomajor y per ell lo dit egregi
comte, son procurador, admitatur;
lo noble don Diego Sardo y Usay y per ell dit egregi comte, son procurador admitatur;
Petro Virde, donzell, admitatur y per ell dit son procurador, lo egregi comte;
los nobles don Anton Angel Tola, lo doctor don Matheo Tola y don Jorgi Tola, pare y
fills, admitantur y per ells lo dit egregi comte, llur procurador;
la egregia dofia Ipolita Artea y Comprat, contessa de Turralba, com a usufructuaria
de la encontrada de Meylogo y sa filla, la noble dona Theodora Simò y Camillo, sei:10ra quel diu de la Baronia de Iteri y Uri y de la dita encontrada de Meylogo y per ellas
dit egregi comte, llur procurador, admitatur; /
Proto Pilo Casarachio de Tempio admitatur y per ell dit son procurador, lo egregi B c. 41v.
comte de Turralba;
Gavi Delitala y Juan Baptista Delitala, pare y fill, cavallers de Nulvi admitatur y per
ells lo dit egregi comte, llur procurador;
Hieroni Barba cavaller y per ell dit egregi comte com a son procurador, admitatur;
lo doctor don Juan Francisco Sanatelo admitatur y per ell son procurador, dit egregi
comte;
Gaví de Aquena Montanacho, cavaller, y per ell dit egregi comte, son procurador,
admitatur;
Gaví Salvagnolo, cavaller, y per ell lo doctor Gaví Deliperi Paliacho, son procurador,
admitatur;
217
Pere Pau Sucharello y Paduano, donzell y per ell dit doctor Paliacho, son procurador,
admitatur;
lo noble don Gavino Paliacho y per e11 dit doctor Deliperi Paliacho, son procurador,
admitatur;
Proto Casagía y Francisc Casagia, pare y fili, donzells y per ells lo noble don Juan
Pilo, admitatur;
Juan Maria Paduano admitatur y per eli lo noble don Francisco de Aquena
Montanacho, son procurador;
lo noble don Quirigo Pilo Ferrale admitatur y per ell dit noble don Francisco de
Aquena Montanacho, son procurador;
lo doctor Francisco Piquer admitatur y per ell Simon de Aquena Montanacho donzell, son procurador;
Gaspar Piquer y per ell dit Simò de Aquena y Montanacho, son procurador, admitatur;
lo noble don Diego Alivesi y Sabrich y per ell lo noble don Jayme Manca, son procurador, admitatur;
lo noble don Juan de Alivesi y per ell dit noble don Jayme Manca, son procurador,
admitatur;
Francisco Tavera y Sasso, donzell y per ell dit don Jayme Manca, son procurador,
admitatur; /
B c. 42 Andreas Paduano, donzel, y per ell dit don Jayme Manca, son procurador, admitatur;
los nobles don Juan Antoni Martines Casagia, don Mathio y don Juan Gavino
Martines Pilo, pare y fills, y a don Francisco Martines Pilo, fili de dit don Juan Antoni
y procurador de tots aquells, admitatur;
la noble dona Margalida Pilo y Sucharello, sefiora ques diu de la vila de Putifigale y
per ella lo doctor don Francisco Martines Pilo, son procurador, admitatur;
don Joseph de Loreto, don Alongo de Riba de Neyra y Juachini Paduano y Coasina
admitatur y per ells al noble doctor don Antoni Capudoro, llur procurador y també
se admet, en nom propri, de dit Capudoro;
lo noble don Gaspar Sanna per sí y com a Sindich de la magnifica ciutat de Oristany
admitatur lo qual, en dit nom de Sindich, ha jurat que no té instrugio ni poder de
notari que derogue lo que ha presentat ni en contrari de aquell.
103
1631 febbraio 4, Cagliari
Al tramonto, mentre i commissari fanno ritorno alle loro case, il reggente
Bernat a nome del viceré proroga i lavori all'indomani.
Et cum declinaret dies, exeuntes praedicti domini habilitatores a dieta sacrestia, dictus admodum magnificus Regens Cangellariam, in personam suae Excellenciae, fegit
provisionem sequentem:
218
Excellentissimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Vayona,
Locumtenens, et Capitaneus Generalis et Praeses in presenti regio generali
Parlamento porrogat Parlamentum et omnes actus illius ad diem crastinam, praesentibus Nicolao Scano et Petro Antich, regiis portariis pro testibus etc.
Montserratus Vacca, pro Cabella
1631 febbraio 5, Cagliari
104
La Commissione sulle abilitazioni, riunitasi nel solito luogo, procede all'abilitazione di diversi nobili ed ecclesiastici:
Continuatio.
Et adveniente die Mercuri intitulata 5 mensis februarii, anno domini 1631, ad velebrationem regii generalis Parlamenti assignata, congregatis dictis dominis habilitatoribus in sacrestia callaritana fuit processum ad actum habilitationis et fuerunt habilitati
sequentes, praesente magnifico
B c. 42v.
Advocato Fiscale et Patrimoniale mandantes / illos admiti debere in suis stamentis:
lo noble don Cornelio Sasso, fili del noble don Francisco Sasso, admitatur, ab que no
vote per sa menor edat;
Juan Maria Delitala y Leonart Delitala germans, cavallers de Nulvi, admitatur y per
ells lo egregi comte don Miquel Comprat, llur procurador;
Antiogo Torres per quant ab las informassions que ha presentat que ell es desendent
per linea recta de Alonso Martines e Isabel de Torres, vehins y naturals del lloch de
Barbadillo, del vali de Herreros, de la jurisdissió del valle de la Ginia y que sos predecessors eran hizos de [hid]algo, haguts y tinguts per tals. La qual informassió fonch
rebuda a instangia de Leandro Torres, fili de Francisco Torres y net de dit Alongo
Martines y de Isabel de Torres, devant de Pere Gargia de Tolvarios, alcayt de dit lloch
de Barbadillo y que lo dit Leandro Torres obtingué privilegi de noblesa sens altre privilegi de militar, saltim que consta. Pertant dit Antiogo Torres, declaran dits sefiors habilitadors unanimes et nemine discrepantes, que sia admès per militar y com a tal vote en
lo estament Militar, y lo magnifich Francisco Corts, Advocat Fiscal y Patrimonial, dissent de dit atte de habilitagió reservantse los drets fiscals per anrillar e inpugnar aquell.
Simo de Coeto admitatur per haver constat ab les informassionis y actes autentichs ab
la deguda forma rebuts ser aquell fili llegitim y natural de Thomas de Coeto y de
Maria de Brasona Supardo, del lloch de Coeto, del Valli de Turgios, del regne di
Biscaya y ser aquells per linea recta, desgendents de la familia de dits Coetos, los quals
consta ser hijos de hidalgo y per tals y reputats y lo dit Simò de Coeto habitar molts
anys en lo present regne y casat en la ciutat de Sasser que, segons lo capitol de cort
selebrat per lo Excellentissim duch de Gandia en lo present regne de 1614, deu ser
admès y tractat com a militar;
lo noble don Carlos Guiò y Giagaratcho admitatur y per ell lo noble don Juan Guiò,
219
son germà y procurador, admitatur y axi" matex per si;
lo noble don Francisco Guiò y Giagaracho y per ell dit noble don Juan Guiò y
Giagaracho, son germà y procurador, admitatur;
lo reverent don Joseph del Rosso, Abat de Sancta Maria de Sacarja y per ell lo noble
B c. 43 doctor don Juan Antoni de la Bronda admitatur lo qual ha jurat, manu / in pectore,
que no té altre poder ni instrugió fermada de notari o escrivà publich en contrari del
que ha presentat;
lo noble don Jorgio Tola Guidijoni de la Vila de Ozieri admitatur y per dl Leonart de
Tola, son procurador;
los nobles don Antoni de Moncada, don Juan Trogu, don Salvador Pisquedda y Pere
Pau Parti, donzells, admitatur y per aquells lo noble don Francisco Masons, procurador substituit per Francisco Ravaneda;
los nobles don Francisco Amat, don Francisco Sanna, Juan Melay Romaguera,
Ambrosio Larcaro, Miquel Carta y Pere Carta de Alguer y per ells lo noble don Juan
Baptista Amat llur procurador, admitatur;
lo noble don Francisco de Larca, sefior ques diu de la vila de Montis, don Juan de
Larca y don Francisco de Larca, fili y nebot respective, don Juan de Tola, don
Thomas, son fili Esteve de Tola y Pedro de Tola, son fili, y Pere Francisco de Larca,
donzells, admitantur y per ells lo noble don Angel Manca, llur procurador;
lo noble don Francisco de Castelvì admitatur y per ell lo noble don Hieroni de
Homedes, son procurador;
lo noble don Bernardo de Homedes y per ell dit don Hieroni, son procurador, admitatur;
Juaquin Paduano y Tavera, donzell, y per dl dit don Hieroni, son procurador, admitatur;
lo noble don Francisco de Ansaldo y per ell dit don Hieroni de Homedes, son procurador, admitatur.
105
1631 febbraio 5, Cagliari
A sera inoltrata il reggente Bernat, alla presenza di due testimoni si reca
davanti al soglio e per ordine del viceré aggiorna i lavori al venerdì successivo.
Quando il Bernat e il viceré stanno per lasciare la cattedrale e i commissari alle
abilitazioni si accingono ad abbandonare la sacrestia si presentano davanti al
soglio i due procuratori fiscali che chiedono al viceré di dichiarare definitivamente contumaci gli assenti.
Prorogatio. Quarta contumatia.
Et cum sero esset admodum magnificus dominus Regiam Cancellariam Regens in
personam suae Excellenciae fegit provisionem sequentem:
Excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus Generalis et Praeses in presenti regio generali Parlamento porrogat Parlamentum et omnis actus illius ad diem
220
veneris proximam venturam cum dierum continuatione, presentibus Valentino Polla
et Nicolao Escano pro testibus.
Monteserratus Vacca secretarius /
Illustrissime et Excellentissime Domine, Locumtenens et Capitaneus Generalis et B c. 43v.
Praeses in hoc regio generali Parlamento
Regii fisci et patrimoniali procuratores supplicant Excellenciae vostrae quatenus
dignetur declarari citatos et non comparentes in primo, secundo, tertio et ultimo termino presentis diei eis assignato fore et esse veros contumaces et ad ulteriora presentis regii generalis Parlamenti progedi, iuribus suis semper salvis, officium etc. et licet
etc.
Altissimus
Corts, Fisci et Patrimoniali Advocatus /
1631 febbraio 5, Cagliari
106
Per ordine del marchese di Bayona, Presidente del regno, il reggente Bernat
decreta la contumacia richiesta e concede un'ulteriore breve proroga.
Prorogatio.
Admodum, magnificus dominus Silverius Bernardi, regius consiliarius Regiam
Cancellariam Regens in personam suae Excellenciae fegit provisionem sequentem:
Excellentissimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Vayona,
Locumtenens et Capitaneus Generalis et Praeses in presenti regio generali
Parlamento, providet quod, non obstante admissione dictarum contumatiarum,
progedatur ad ulteriora et pariter de gratia dictis absentibus ad comparendum congedit durante dicto Parlamento dies mercurii et sabati cuius libet admodum si feriata
non fueruit seu minus ad dies sequentes iuridicas et non feriatas de quibus etc. presentibus Joanne Antonio Durant notano et Francisco 011a scriptore, pro testibus etc.
Montserratus Vacca secretarius /
1631 febbraio 7, Cagliari
107
Il reggente Bernat, per ordine del viceré, proroga i lavori del Parlamento.
Presenziano all'atto in qualità di testimoni Nicola Scano e Pietro Antico, uscieri
regii.
Continuatio.
Et adveniente die veneris intitulata 7 mensis februarii ano domini 1631, Callaris ad velebrationem regii generalis Parlamenti assignata de mandato suae Excellenciae acudens
admodum magnificus dominus Silverius Bemardi regíus consiliarius Regiam Cancellariam
Regens ante theatrum solfi in personam suae Excellenciae fegit provisionem sequentem:
221
Prorogatio.
Excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus Generalis et Praeses in hoc regio
B c. 44 generali Parlamento porrogat Parlamentum et omnes actus illius ad diem crastinam / de
quibus etc., presentibus Nicolao Escano et Petro Antich, regiis portariis, pro testibus.
Montserratus Vacca secretarius
108
1631 febbraio 8, Cagliari
Riunitasi nel solito luogo e rispettando il consueto cerimoniale, la Commissione delle abilitazioni continua i lavori abilitando diversi convocati.
Et adveniente die sabati intitulato 8 praedictorum mensis et anni ad celebrationem
regii generalis Parlamenti assignato, congregatis dictis dominis habilitatoribus in dieta
sacrestia callaritana una cum magnifico Advocato Fiscali et Patrimoniali, fuit progessum ad actum habilitationis et fuerunt habilitati sequentes:
Thadeo Carta, de la ciutat de Bosa y per ell Pere Francisco Carta, son germà y procurador, admitatur;
lo noble don Lazar de Castelvì y sos fills don Francisco, don Juan y don Hieroni de
Castelvì admitatur, ab que no voten sí no dits don Lazar y don Francisco y no los
demés fills, per no tenir edat;
lo noble don Anton Manca y Guiso admitatur y per ell lo noble doctor don Melchior
Pirella son procurador, lo qual ha substituit en Juan Baptista Perez;
lo noble don Juan Meli y per ell lo noble don Diego Meli admitatur en nom propri y
com a procurador de dit don Juan Meli;
Pau y Gregori Fortesa, donzells germans admitatur y per ells lo noble don Francisco
Garget com a procurador;
Juan Leonardo Carta Solivera, Christophol Carta Solivera, Juan Antoni Carta Solivera
y Christophol Carta Brundo admitatur y per ells lo noble don Felipi Pilo de Larca,
llur procurador;
Llorens del Mestre y Pau del Mestre admitantur y per ells lo doctor don Melchior
Pirella, llur procurador;
lo noble don Andreu Manca y Virde, baró ques diu de la encontrada de Opia y Monti
Santo admitatur y per ell lo noble don Francisco Abella, procurador substituit per sa
Excellencia;
lo noble don Pere Miquel Francisco y Giagarachio admitatur y per ell dit noble de
Abella, procurador substituit per sa Excellencia; /
B c. 44v. Francisco Sucharello y Agusti Sucharello, donzells de Salluri, admítatur y per ells lo
noble don Pau de Castelvì, [llur] procurador;
Silveri Carta, cavaller de Benetutti y per ell lo illustrissime marqués de Sorris don
Illarion de Alagón, son procurador, admitatur;
Juan Andreu Matta, cavaller de Gergey, admitatur;
222
Salvador, Gaspar y Francisch Llaunell, fills del quondam Esteve Llaunell, cavaller,
admitantur ab que no voten per llur menor edat;
lo noble don Pedro Pilo admitatur y també son fili don Juan Pilo y Andrada, ab que
no vote per sa menor edat;
lo noble y magnifich don Juan de Andrada y sos fills don Jayme, don Joseph y don
Joachini de Andrada admitantur, ab que no voten dits sos fills per ser de menor edat;
Jaco Soliveras, Juan, Proto, Gavino Diego, Gavino Francisco Soliveras, germans,
admitatur;
Antoni Fortesa, fili del quondam Gaspar Fortesa, admitatur ab que no vote per sa
menor edat;
Prior de la Santa Iglesia de Sanct Lazar del burgo de
lo venerable don Angel
Oristany, admitatur;
lo venerable Lleonart Palmas, Prior de la Santa Iglesia de Sanct Vicent de Oristany,
admitatur;
lo venerable Mauro Sanna, Prior de la Santa Iglesia de Sanct Salvador de Oristany,
admitatur y per ell lo reverendissim bisbe de Bosa, son procurador.
1631 febbraio 8, Cagliari
109
Silvestro Bernat, reggente la Real Cancelleria, per ordine del viceré, proroga i
lavori al primo giorno non festivo.
Porrogatio.
Et exeuntes praedicti domini habilitatores a dicta sacrestia admodum magnificus
Regiam Cancellariam Regens in personam suae Excellenciae fegit provisionem
sequentem:
excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus Generalis et Praeses in hoc
regio generali Parlamento porrogat Parlamentum et omnes actus illius ad diem lunae
proximam venturam cum dierum continuatione de quibus etc., presentibus Nicolao
Escano et Joanne Manca, regiis portariis, de quibus etc.
Montserratus Vacca secretarius
1631 febbraio 10, Cagliari (Cattedrale)
110
Silvestro Bernat, reggente la Real Cancelleria, per ordine del viceré, presentatosi davanti al soglio, con il solito cerimoniale e alla presenza di Domenico
Bartaloto e Francesco 011a, proroga il Parlamento al giorno successivo.
Et adveniente die lunae intitulata 10 mensis februarii anno domini / 1631 ad cele- B c. 45
brationem dicti Parlamenti assignata, constituto ad modum magnificus dominus
Silverius Bernardi regius consiliarius Regiam Cancellariam Regens in ecclesia sedis
223
callaritana, ante theatrum soli, in personam suae Excellenciae fegit provisionem
sequentem:
Prorogatio.
Excellentissimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Vayona,
Locumtenens et Capitaneus Generalis et Praeses in presenti regio generali
Parlamento porrogat Parlamentum et omnes actus illius ad diem crastinam de quibus
etc., presentibus Dominico Bartaloto et Francisco 011a pro testibus etc.
Montserratus Vacca secretarius
111
1631 febbraio 11, Cagliari
Silvestro Bernat, reggente la Real Cancelleria, per ordine del viceré, proroga
ulteriormente i lavori a giovedì 13 febbraio.
Et adveniente die martis intitulato 11 praedictorum mensis et anni ad celebrationem
dicti regii Parlamenti assignato et constitus dictus admodum magnificus Regiam
Cancellariam Regens in dicta ecclesia et in dicto teatro in personam suae Excellenciae
fegit provisionem sequentem:
Excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus Generalis et Praeses presenti
regio generalis Parlamento porrogat Parlamentum et omnes actus illius ad diem jovis
proxímam venturam cum dierum continuatione de quibus etc. presentibus
Hieronimo Martís et Petro Piu, pro testibus etc.
Montserratus Vacca secretarius pro Cabella
112
1631 febbraio 13, Cagliari
Riunitasi con le consuete modalità nella sacrestia della Cattedrale, la
Commissione per le abilitazioni riprende i lavori verificando i titoli e le procure
presentate da diversi deputati.
Et adveniente die jovis intitulato 13 mensis februarii ano a nativitate domini 1631, ad
gelebrationem dicti regii generalis Parlamenti porrogato et assignato, congregatis dictis dominis habilitatoribus in dicta sacrestia callaritana, una cum magnifico Francisco
Corts Advocato Fiscali et Patrimoniali, fuit processum ad actum habilitationis et fuerunt habilitati sequentes, mandantes illos admiti in suis respective stamentis.
Lo noble don Juan Cariga, major en dies, y per ell lo noble doctor don Antonio
Canales de Vega, com a son procurador;
lo noble don Pedro de Ravaneda y per ell Francisco de Ravaneda son procurador,
admitatur; /
B c. 45v. Gavi Diego Rossell, admitatur;
Juan Esteve Tolo de Oliena y per ell Pere Carta, son procurador, admitatur;
224
Miquel Oger de Iglesias y per ell lo doctor Pere Juan Oger, son procurador, admitatur;
los venerables don Hieronimo Fernandes de Otero y Vicengio de Molina inquisidors,
Abats de Sanct Miquel de Plano y per ells lo canonge Francisco Delitala;
Januarii de la Roca, Sindich de la ciutat de Castell Aragonés admitatur, lo qual ha jurat
que no té instrugió ni altre poder fermat de notari en contrari del que té presentat. /
1631 febbraio 13, Cagliari (sacrestia della Cattedrale)
Monserrato Vacca, segretario del Parlamento, per ordine del viceré e della
Commissione degli abilitatori stila le liste degli abilitati appartenenti allo stamento Ecclesiastico, allo stamento Militare e a quello Reale e le consegna ai sindaci dei tre Bracci affinché possano escludere dai lavori parlamentari le persone
non comprese in tali elenchi.
113
Pro reverendissimo Stamento ecclesiastico fuerunt, per dominos
habilitatores, habilitati sequentes:
A c. 66
Llista dels habilitats que han de entrar y votar en lo reverendissimo
stament Ecdesiastich, entregada al venerable sindich de dit Stament
vuy, als 13 de febrer de 1631
Lo reverendissimo don Ambrosio Machín, Archibisbe de Caller;
lo reverendissimo don Gavino Manconi per sí y com a procurador del reverent capitol turritano;
lo reverendissimo don fray Gaspar Prieto, Bisbe de Alguer;
lo reverendissimo don Melchior Pirella, Bisbe de Bosa, per si y com a procurador del
venerable Mauro Sanna, Prior de Sanct Salvador;
lo reverent doctor Francisco Pilo, procurador del reverendissimo don Diego
Passamar, Archibisbe turritano;
lo reverent doctor y canonge Juan Cau, procurador del reverent Capitol y comunitat
de la seu de Caller;
lo reverent doctor Mani Paliacho, Archipreste de Arborea, procurador del reverent
Capitol y comunitat de la seu de Oristany;
lo reverent canonge don Gaví Manca, procurador del reverent Capitol y comunitat de
la seu de Alguer;
lo reverent canonge Francisco Delitala y Besteliga, procurador del reverent Capitol y
comunitat de la seu de Castell Aragones y del venerable Abat de Sanct Miquel de
Plano;
lo reverent doctor Sebastià Frasso, procurador del reverent Capitolde la seu de Bosa; /
lo doctor Gavino de Campo, de' de Alas y procurador del reverent Capitol de Alas; A c. 66v.
225
lo reverent canonge Francisco Escarxoni, procurador del reverent Capitol y comunitat de la seu de Iglesias;
lo reverent doctor don Juan Antoni de la Bronda, procurador del reverent Abat de
Santa Maria de Sacarja, don Joseph del Rosso;
lo reverent Diego Fortesa, procurador del reverent Abat de Salvenero, lo noble don
Jayme Espiga;
lo venerable Lleonart Palmas, Prior de Sanct Vigent per sí y com a procurador del
venerable Prior de Sant Lazar, lo noble don Angel etrillas;
lo venerable Antoni Tavera de Otgiano, Prior de Bonarcado y Baulado.
Montserratus Vacca, Locumtenentiae generalis et Regiae Audientiae secretarius /
Feta en la sacristia de la seu de Caller als 13 de febrer 1631
Llista dels habilitats que han de entrar en lo Real General Parlament y votar en lo
Stament Militar donada e entregada al noble don Simon Castaiier, sindich de dit
Stament, per a que, si volgués entrar en aquell alguna persona que no sia descripta y
contenguda en la present llista, no lo admeta sino que ad aquell remeta als setiors
habilitadors.
Lo illustrissime don Hillarion de Alagón, marquès de Vila Sor per si y per lo egregi
don Blas de Alagón, comte de Monti Sancto, son fili y per lo reverendissim don
Ambrosio Machín, Archibisbe de Caller y baró ques diu de les viles de Suelli y Sanct
Panthaleo y per lo noble don Agusti Gualbes.
Lo illustrissime don Luxori de Castelvì, marquès de Laconi per si y per lo noble don
Pau de Castelvì y per la noble dona Marianna Dixar, setiora de las vilas de Siligo y
Banari y per don Nicolas Casagia.
Lo illustrissime don Luis Gualbes, marquès de Palmas per si y com a procurador del
pare rector del Collegi de Jesus, com a setior dels salts de Musey y per la illustrissima
marquesa de Villasidro dona Elena Gualbes y Brondo, curadora del illustrissime marquès son fili, don Francisco Luxori Brondo.
Lo egregi comte de Turralba don Miquel Comprat per si y per la egregia comtessa sa
muller, com a setiora de Meylogu y com a procurador de la noble dona Theodora
Simò Carrillo, sei-lora de la Baronia de Iteri y de Angel Virde y Meloni, setior de la
Baronia de Putzomajor y Minerva.
Lo egregi comte de Bonorva don Francisco de Ledda, por si y com a procurador de
son germà, don Francisco de Ledda.
Lo egregi comte de Monte Leó, don Francisco de Roca Martí. /
A c. 67v. Lo noble don Esteve Manca Cedrellas.
Lo noble don Francisco Maria Cedrellas;
Lo noble don Antoni Manca y Cedrellas y Figo;
Lo noble don Angel Manca y Sonca, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Juan Manca y Zonca;
A c. 67
226
lo noble don Noffre Fois;
lo noble don Angel Fois;
lo noble don Gavì Manca y Zonca, per si y com a procurardor dels sus dits.
Lo noble don Berardo Homedes;
lo noble don Francisco de Castelvì;
Juachini Paduano;
Juan Selles, per si y com a procurador dels sus dits.
Pere Juan Grixone;
Juan Grixone;
Antoni Grixone;
lo doctor Juan Baptista Acorrà, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Francisco Tola Ladu;
lo noble don Salvador Tola Ladu;
Francisco Acorrà, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Anton Angel de Tola;
lo doctor don Matheo Tola;
lo noble don Jorgi Tola;
lo noble don Simò Montanacho, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Francisco de Larca;
lo noble don Juan de Larca;
lo noble don Anton Robles, per si y com a regidor del estat de Oliva y com a procurador dels sus dits. /
A c. 68
Lo noble don Gaví Figo;
lo noble don Giorgi Tola;
lo noble don Bernard Morales, com a regidor del ducat de Mandas y procurador dels
sus dits.
Montserrat Vacca;
Gaspar Conco;
Francisco Conco;
lo noble don Francisco Vacca, per si y com a procurador dels sus dits.
Matheu de Tola Soliveras;
Gavi Ricio;
Diego Ricio;
March Antoni Bastelega, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Francisco Manca de Prado;
lo noble don Balthasar Paderi;
lo noble don Hieroni de Sena;
lo noble don Hieroni Putzolu, per si y com a procurador dels sus dits.
Proto Pilo Casarachio;
Gavi Delitala;
Juan Baptista Delitala;
227
Balthasar Pasqual, per si y com a procurador dels sus dits.
Hieroni Barbaii;
lo doctor don Juan Baptista Sanatello;
Gavi de Aquena Montanacho;
Juan Baptista Pasqual, per si y com a procurador dels sus dits.
Bemardi Casagia;
Juan Casagia;
Francisch Casagia;
lo doctor Juan Bruguita, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Fabrici Manca;
Pau Fortesa;
Gregori Fortesa;
lo noble don Francisco Garcet, per si y com a procurador dels sus dits. /
A c. 68v. Hieroni Delitala;
Francisco Delitala;
Diego Delitala;
Pere Delitala, per si y com a procurador dels sus dits.
Pere Miquel del Mestre;
Juan del Mestre;
Rasili del Mestre;
lo noble don Hieroni Fadda, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Pere Miquel Francisco Giagaracho;
lo noble don Andreu Manca y Virde;
lo magnifich doctor Juan Dexart;
lo noble don Francisco Abella, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Gavino Marras;
lo noble don Juan Antiogo Sanna;
Juan Antoni Pintus;
lo noble don Lluis Espinosa, per si y com a procurador dels sus dits.
Angel Grixone;
Antoni Grixone;
Pedro Grixone;
Gavi Grixone, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Nicolao Montells; /
B c. 48 [Silverio Carta;
lo noble don Antonio Manca y Guiso;
Juan Baptista Figo, per si y com a procurador dels sus dits.] /25
A c. 68v. Lo noble don Joseph de Loreto;
lo noble don Alongo de Riba de Neyra.
25 La carta 68 risulta danneggiata e parzialmente illeggibile.
228
Joachini Paduano y Coasina;
lo noble doctor don Antonio Capudoro, per si y com a procurador dels sus dits.
Miquel Angel Serra;
lo noble don Gaspar Salina;
lo noble don Angel Manca de Prado;
lo noble don Jorgi de Castelvì, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Francisco de Larca, menor en dies;
lo noble don Francisco de Tola;
lo noble don Thomas de Tola;
lo noble doctor don Agusti Capay, per si y com a procurador dels sus dits. /
Lo noble don Pere Angel Mura;
Francisco Sucharello;
Agusti Sucharello;
lo noble don Juan de Castelvì Silvestre, per si y com a procurador dels sus dits.
Diego Passamar;
Proto Casagia;
Francisch Casagia;
lo noble don Juan Pilo de Larca, per si y com a procurador dels sus dits.
Juan Tola Larca;
Agusti Tola Boiills;
Agustí Carta Cabitzudo;
lo noble don Felipe Pilo, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Juan Trogu;
lo noble don Salvador Pisquedda;
Pere Pau Parti;
lo noble don Francisco Masons, per si y com a procurador dels sus dits.
Pere Francisco de Larca
Lo noble don Hieroni de Homedes;
Balthasar Ortola, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Diego Alivesi y Santucho;
lo noble don Juan Alivesi;
Francisco Tavera;
lo noble don Jayme Manca, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo doctor Francisco Piquer;
Gaspar Piquer;
Juan Maria Delitala;
Simó de Aquena Montanacho, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Juan Antoni Martines Casagia;
lo noble don Matheo Martines;
la noble dona Margalida Pilo y Sucharello, sefiora de Putifigari;
lo noble don Francisco Martines Pilo, per si y com a procurador del sobre dits. /
A c. 69
229
A c. 69v. Lo noble don Juan Gavì Martines Pilo;
lo noble don Francisco Martines Pilo;
Leonardo Delitala;
lo doctor Francisco Martines Faray, per si y com a procurador dels sus dits.
Juan Maria Paduano;
lo noble don Quirigo Pilo Ferrale;
lo capirà Andreu de Aquena, no te vot per ser embarcat;
lo noble don Francisco de Aquena Montanacho, per si y com a procurador dels sus
dits.
Gavino Salvagnolo;
Pere Pau Sucharello y Paduano;
Gavino Paliacho;
lo doctor Gavino Deliperi Paliacho, per si y com a procurador dels sobre dits.
Juan Leonart Carta Soliveras;
Christofol Carta;
Juan Antoni Carta Soliveras;
Francisco Liperi Carta y Paliacho, per si y com a procurador dels sobre dits.
Lo noble don Juan Leonart Anjoy Carta;
Laurentio del Mestre;
Pau del Mestre;
lo capità Joseph de la Mata, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Juan de Ansaldo;
lo noble don Gavì de Ansaldo;
lo noble don Francisco de Ansaldo;
Christofol Linaris, per si y com a procurador dels sus dits.
Esteve de Tola;
Pere de Tola;
Juan Maria de Tola y Manca;
lo noble don Pere Abrich, per si y com a procurador dels sus dits.
Agustí Angel Delitala;
lo noble don Diego Sardu y Usay;
Pedro Virde;
lo capità don Hieronimo de Obilvia y Ponze, per si y com a procurador dels sobre
dits. /
A c. 70 Jayme Soliveras;
Juan Soliveras;
Diego Soliveras;
Antiogo Torres, per si y com a procurador dels sobre dits.
Lo noble don Juan Usay;
Antoni Milia;
lo noble don Diego Manca Bronda;
230
lo noble don Joseph Sese, per si y com a procurador dels sobre dits.
Emanuel Santa Cruz;
lo doctor Francisco Fortesa;
Maria Porxella y Fortesa, setiora de la Baronia de Sardiani;
lo doctor Juan Maria Tanda, per si y com a procurador dels sobre dits.
Lo noble don Francisco Esgrecho, menor en dies;
Miquel Angel Casagia;
Christofal Carta Bronda;
Felip Silvestre, per si y com a procurador dels sobre díts.
Juan Thomas Casagia;
Protu Casagia;
Francisco Casagia;
lo noble don Francisco Sanguineto, per si y com a procurador dels sobre dits.
Lo noble don Francisco Manca y Guiso;
lo noble don Juan Antoni Carta;
Salvador Murtas;
lo noble doctor don Melchior Pirella, per si y com a procurador dels sobre dits.
Francisco Pira;
lo noble don Leonart Píra;
lo noble don Juan Antoni Maronju;
lo noble doctor don Gaspar Pira, per si y com a procurador dels sobre dits.
Andreu Passamar;
Jayme Passamar;
lo noble don Anton de Larca;
lo noble don Esteve Pilo de Larca, per si y com a procurador dels sobre dits. /
lo noble don Diego de Tola;
lo noble don Francisco de Tola;
Francisco Tola Biiills;
lo noble don Diego Pilo de Larca, per si y com a procurador dels sobre dits.
Lo doctor Andreu Tola;
lo noble don Diego Ferra;
lo noble don Miquel Ferra;
Antoni Angel Santucho, per si y com a procurador dels sobre dits.
Juan Maria Ferrali y Paduano;
lo noble don Francisco Sasso;
lo noble don Gavì Manca y Virde;
lo noble don Anton Manca de Homedes, per si y com a procurador dels sobre dits.
Lo noble don Hieronimo de Castelvì;
Francisco Carta Ruyo;
Jorgi Casalabria;
lo noble don Gavino Manca y Sasso, per si y com a procurador dels sobre dits.
231
A c. 70v.
Juan Lleonart Carta;
Antoni Carta;
Jacarias Carta;
Antoni Scorsa, per si y com a procurador dels sobre dits.
Lo noble don Pedro Ravaneda;
lo noble don Anton de Moncada;
Francisco de Ravaneda, per si a com a procurador dels sus dits.
La noble doíía Magdalena Liperi y Gambella, sefiora ques diu de la encontrada de
Úomanja;
lo noble don Sebastia Zonca, per si y com a procurador de la sus dictas;
la noble doria Cathelina Pinna y Porta, sei-i-ora de Taulada;
lo doctor Miquel Bonfant, per si y com a procurador de la sus dita Porta.
Leandro Frasso;
lo doctor Juan Camiger;
Francisco Camiger;
Francisco Escorsa, per si y com a procurador dels sus dits. /
A c. 71 [...] Conco;
Miquel Conco;
Luis Conco;
lo noble don Ignaci Aymerich, per si y com a procurador dels sus dits.
Lo noble don Carlos Guiò y Giagaracho;
don Francisco Guiò y Giagaracho;
lo noble don Juan Guiò, per si y com a procurador dels sus dits.
Thadeo Carta;
Juan Esteve Tolu;
Pere Francisco Carta, per si y com a procurador dels sobre dits.
Lo doctor Pere Guiò;
lo noble don Hieroni Tibao;
lo doctor Antoni Guiò, per si y com a procurador dels sus dits.
Andreu Paduano;
lo doctor don Dionis Capay, per si y com a procurador del sus dit.
Miquel Dessi;
lo doctor Francisco Angel Dessi, per si y com a procurador del sobre dit son pare;
Lo noble don Francisco Ferra;
lo doctor Gregori Villino per si y com a procurador del sus dit.
Lo noble don Juan Meli;
lo noble don Diego Meli, per si y com a procurador del sus dit.
Lo noble don Francisco Gaya;
lo noble don Diego Gaya, per si y per lo sus dit.
Miquel de Barrueco, per si y com a procurador del marquesat de Quirra.
Lo noble don Juan Gavì Adzori;
232
lo noble don Juan Antiogo Ponti.
Lo noble don Sissinni Ponti;
lo noble don Juan Sant Just, per si y com a procurador dels sobre dits.
Lo noble don Antiogo Sant Just;
lo noble don Ignagi Sanct Just, per si y com a procurador del sus dit. /
A c. 71v.
Pere de Roma;
don Francisco Amat;
don Francisco Sanna;
lo noble don Juan Baptista Amat, per si y com a procurador del sus dits.
Pere Carta;
Miquel Carta;
Juan Antoni Larcaro;
lo noble doctor don Melchior Garcet, per si y com a procurador del sus dit.
Lo noble don Francisco apata, per si y com a procurador del noble don Diego de
Aragall son gendre y del noble don Phelip de Cervello y del seflor de la Vila de
Samazay, don Francisco Luxori de Cervello.
Lo noble don Salvador Alberto de Castelvì;
lo noble don Juan Baptista de Castelvì;
Alberto de Totefaus, com a regidor del estat de Pastraiia;
lo noble don Francisco Roig;
lo noble don Francisco Torrella;
lo noble don Juan Baptísta etrillas;
lo noble don Miquel de Requesens.
Lo baró Pere Portugues;
lo noble don Francisco Rosso;
lo noble don Angel Delitala, per si y per don Esteve Manca (edrellas, don Francisco
Manca (edrellas, y don Antonio Manca Figo, substituits per don Angel Manca y
Sonza;
lo baró Francisco Nin;
Alexi Nin;
lo noble don Anton Barbara;
lo noble don Francisco Barbara;
lo noble doctor don Antoni Canales, per si y com a procurador de don Juan Cariga;
lo noble don Salvador de Castelvì y Sant Just;
lo noble don Hieroni Cugia;
lo noble don Melchior Silva;
lo noble don Juan Angel de la Bronda;
lo noble don Anton de la Bronda;
lo noble don Benedetto Natter;
lo noble don Felip deCervello;
lo noble don Juachín Manca;
233
lo noble don Esteve Mason;
lo noble don Phelip Mason; /
A c. 72 lo noble don Pedro Pilo, per si y com a procurador del noble y magnifich don Juan
de Andrada;
lo noble don Barthomeu Pirella;
lo baró don Pere Durant;
lo noble don Antonio Scorsa, per si y com a procurador de don Angel Manca y
Sonza;
lo doctor Pau Angel Carta.
Agusti Bonfant;
Nicolao Escarxoni de Iglesias;
Nicolao Escarxoni de Stampaig;
Pere Escarxoni;
Juan Sillent;
Gavíno Pinto;
Francisco Pirella;
lo doctor Pere Juan Uger, per si y com a procurador de Miquel Uger;
Ambros Pino;
Francisco Gessa;
lo capità Pere Fortesa;
Pere Esgrecho.
Juan Antoni Serra;
Sebastia Serra;
Antiogo Serra;
lo doctor Montserrat Serra, per si y com a procurador dels sobre dits;
Juan Vicente Bonfill.
Juan Melay;
Juan Baptista Cabella, per si y com a procurador del sobre dit.
Lo noble don Jaginto Garget;
lo noble don Pere Garget;
lo noble don Gregori Garget, per si y com a procurador dels sus dits;
Francisco Moradell;
Simo de Agoeto;
don Salvador Pixi;
Juan Andreu Matta;
Phelipe Machin; /
A c. 72v. lo noble don Juan Baptista Sanna.
Jayme Fortesa;
lo noble don Francisco de Sena Ramon, per si y com a procurador de son pare, lo
noble don Enrique de Sena, Governador y refformador del Cap de Sasser y Lugudor;
Gavi Paliacho Salvagnolo.
234
Monteserratus Vacca secretarius
Pro Stamento regali fuerunt, per dictos dominos
habilitatores, habilitati sequentes:
Lo magnifich Leandro Sasso, donzell, Conseller en Cap de la magnifica ciutat de
Caller;
lo doctor Juan Carniger, Sindich de dita magnifica ciutat de Caller;
lo noble don Hieronimo de Homedes, Sindich de la magnifica ciutat de Sasser;
lo doctor Pere Guiò, Sindich de la magnifica ciutat de 1. Alguer;
lo noble don Gaspar Sanna, Sindich de la magnifica ciutat de Oristany;
lo doctor Hieroni Meli Escarxoni, Sindich de la magnifica ciutat de Iglesias;
Januari Roca, Sindich de la magnifica ciutat de Castell Aragonés;
Juan Baptista Frasso, Sindich de la magnifica ciutat de Bosa.
Monteserratus Vacca, Locumtenentiae Generalis et Regiae Audientiae secretarius,
pro Cabella / *
* Le carte 73-74v sono bianche.
235
Le procure
1630 dicembre 31, Oristano (Chiesa Cattedrale)
114
Martino Paliaccio arciprete, Giovanni Antioco Cugurra, canonico e vicario
generale, don Gavino Mallano, arcivescovo della diocesi di Oristano e i canonici
del capitolo arborense nominano loro procuratore al Parlamento l'arciprete
Martino Paliaccio.
c. 75 In Dei nomine. Noverint universi quod nos Martinus Paliatcho, doctor in sacra theo-
logia, Archipresbiter Arborensis, Ioannes Antiochus Cugurra, canonicus et vicarius
generalis arborensis pro illustrissimo et reverendissimo domino don Gavino Mallano
Dei et apostolice sedis gratia Archiepiscopo Arborensi et Sancte Iuste, doctor
Martinus Moni, Antiochus Manca, Jacobus Porta, Leonardus Mancha, doctor
Fabritius Casu, doctor don Franciscus de Moncada et doctor Gavinus Murruzulu,
omnes canonici sanctae Metropolitanae ecclesiae Arborensis, convocati et congregati
sono capitularis campanae, ut moris est, intus sacrestiam praedicte sanctae eclesiae,
ubi pro his et aliis simillibus negociis convocari et congregari solemus, tanquam maior
et sanior pars et plus quam due partes dicti canonicorum et capitularium illustris et
admodum reverendi Capituli arborensi, qui nunc sunt et ad praesens reperiuntur in
presenti civitate Oristanii Capitulum eiusdem facientes, representantes et celebrantes,
attendentes quod tria Stamenta seu Braquia praesentis Sardiniae regni et inter alia nos
tam requisitoriis literis sacrae catolicae Regiae Magestatis domini nostri hispaniarum
Regis nunc feliciter regnantis quam illustrissimi et excellentissimi domini don
Hieronimi Pimentel Locumtenentis et Capitanei generalis in isto presenti Sardiniae
regno, pro sua et praefata sacra Catolica Regia Magestatis, fuimus requisiti, quathenus
die octavo mensis januarii proximo venturo, comparuissemus in civitate et Castro
Caller in Curia et generale Parlamento quod ibidem praefatum illustrissimus et excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus generalis vice et nomine suae prefatae Regiae Magestatis regnicolis praefati Sardiniae regni celebrare intendit.
Attendentes in super quod vigore capituli in hac praefata secrestia celebrati, die vigesimo sexto istius mensis decembris, extitit conclusum, inter alia, quod, pro dicto capitulo, trasmiteretur dictus Archipresbiter arborensis Sindicum dicti Parlamenti pro
gerendis, tractandis, representandis et supradictis negotiis et necessitatibus dicti illustrissimis capituli cum instructioníbus et ampia et sufficienti potestate ad ea per tractanda, idcirco confidentes ad plenum de fide et legalitate animique probitate et in
agendis peritia studiositate et sufficientia vestris iam dicti et infrascriti
Archipresbiteris Paliatcho, gratis et de nostris certis scientiis, facimus, constituhimus,
c. 75v. ordinamus, creamus et solemniter deputa / mus sindicum actorem et procuratorem
nostrum, imo verius dicti illustris et admodum reverendi Capituli Arborensis, certum
et specialem et ad infrascriptam et generalem. Tamen quod specialitas generalitate
236
minime deroget nec et contra vos eundem illustre et admodum reverendum decanum
Martinum Paliatcho, Archipresbiterum arborensem praefactum his presentem et
acceptantem ad videlicet pro nobis dicto [nomine] imo verius pro dicto illustrissime
Capitulo arborensi et eius nomine comparendum in dicta Curia et Parlamento et interessendum, audiendum quoque videndum et intelligendum prepositionem, per eundem illustrissimum et excellentissimum dominum Locumtenentem et Capitaneum
Generalem praefactum faciendum et ad deliberandum cum aliis Braquis et tota
Curia, super respontione eidem prepositione facienda et ad ipsam respontionem concordandum ac interessendum pro nobis dicto nomine, seu veriu pro dicto illustre
Capitulo, in ipsa Curia in tractatibus eiusdem et specialiter cum tota curia suplicandum suae praefactae illustrissimae et excellentissimae Dominationi, quod absentes a
curia die prefixo per tenninum seu terminos congruos expetentur et ad eligendi abilitatores et tractatores pro parte braqui Ecclesiastici ad hoc ut, cum aliis Braquis, concordentur et cum abilitatoribus et tractatoribus dictí nostri Regis. Itemque ad essendum, in omnibus et singulis tractatibus ipsius curiae faciendis et peragendis a principio, seu licet medio et fine ad aprobandum assensum, consensum, concilium et a probatione in constitutionibus et statutis in ipsa Curia ordínandis per praefactum illustrissimum et excellentissimum dominum Locumtenentem Generalem cum tota
Curia, aut maiori parte eiusdem; ad suplicandum et, tam in Curia quam ex Curia et
tam cum ipsa tota quam sine ea, pro bono statu [rei publicae] et quod gravamina
nobis dicto nomine seu verius dicti illustris Capitulis illata et facta reparetur per suam
sacram catholicam Regiam Magestatem domini nostri Regis praefacti et officiales suos
et ad inpetrandum provisionem gravaminum, cum piena potestate providendum ipsa
gravamina in Curia, vel coram ipsis provisoribus extra curiam oblata, et offerendum,
tam in Curiam quam ipsis provisoribus gravaminum deputandis verbo vel scriptis
gravamina quaecumque nobis dicto nomine seu verius capituli praefacti et stamento
Ecclesiastico praefacto facta et ad ipsa gravamina providendum et eorum causas
deducendum, tractandum et finiendum litem et lites super eis et eorum praepositioni
instituendum, tractandum et finiendum iuramentum quoque in animam nostram
dicto nomine prestandum et ex adverso prestare requirendum et postulandum sententiam ac sententias tam interlocutorias quam definitivas fieri et promulgari petendum et postulandum; ab eis latis sive proferendis / suplicandum et appellandum et de c. 76
donativo suae sacrae catholicae Regiae Magestatis faciendo vel non faciendo, cum
tota Curia sive eius maiori et saniori parte deliberandum, tractandum, concordandum
et concludendum et Curiae, si opus fuerit, petendum, suplicandum et obtinendum et
omnia alia quaecumque in ipsa Curia facienda, gerenda et procuranda, atque nos, in
dicto nomine personaliter constituti in ipsa Curia agere, gerere, et facere possemus,
dantes et concedentes vobis dicto procuratori, nuntio et Sindico nostro dicto nomine
in huiusmodi praesentis ut vices nostras suplere valeatis et huic procurationi seu sindicatu addere si quae substantiae vel solemnitatis ad expediendum contenta in praesente sindicatu vel ex eisdem incidentia, dependentia et emergentia posse, esse neces237
sarium vel utile vel aliis vobis videretur esse bonum per nos, dicto nomine seu verius
per dictum Capitulum arborensis faciendum, procurandum, agendum et expediendum et firmandum huiusmodi exigeret specialiter potestatem et per ocupationem,
oblivionem vel aliis et omissum et sic uti illa dausula per vos ut prefertur addita specialiter et expresse et effectu illius fuisse una cum aliis, in praesente sindicatus instrumento opposita per nos quoniam nos eodem nostrae de praesente nunc pro tunc
additioni illius seu clausularum per nos in futurum faciendis, de nostra certa scientia,
specialiter et expresse consentimus, confirmamus et ratificamus ac si de verbo ad verbum per nos huic procurationi seu sindicatu adfecta essent et firmata singulariter et
expresse. Promitentes dicto nomine quaecumque per nos in et circa praemissa acta,
gesta et procurata semper habere rata, grata, valida atque firma et nullo unquam tempore revocare sub obligatione et hipotheca omnium et singulorum bonorum redditorum et obventionum dicti illustris Capituli mobilium et immobilium, praesentium et
futurorum habitorum et habendorum ac sub omni iuris et facti remuneratione ad
haec necessaria pariter et contra illa.
Actum est hoc Oristanii, et in dita secrestia sanctae Metropolitanae ecclesiae
Arborensis prefatae, die trigesimo primo et ultimo mensís decembris, anno a nativitate domini 1631.
Signa nostrum dictis Archipresbiteris, vicarii et canonicorum ac capitularium dicti
illustris Capituli arborensis constituhentium prefatorum qui hec laudamus, concedimus, firmamus et sepe fato nomine dicti illustris Capituli arborensis, more dericoiuramus actum.
Testes huius rei sunt Toannes Thomas Caní et Ioannes Maria Brea, Oristani habitatores.
(ST) Signum Nicolai Pinna appostolica ubique regia vero auctoritatibus per omne
presens Sardiniae regnum publici notarii civis Oristanii et secretarii dicti illustris
Capituli arborensis qui predictis adfuit eaque proprio calamo scripsit et requisitus,
cum correcto ubi legi facienda, eodem calamo clausit. /
115
1631 gennaio 4, Ales (Palazzo episcopale)
Gavino De Campo, decano della diocesi di Ales, Francesco Setzu e Michele
Angelo Scirrone, vicari del vescovado, i canonici e capitolari della mitra usellense, alla presenza di don Gavino Manconi, vescovo di Ales, Usellus e
Terralba, nominano loro procuratore al Parlamento il decano dottor Gavino
De Campo.
c. 77 In Dei nomine amen, noverint universi quod nos Gavinus de Campo, doctor in sacra
theologia, decanus sedis cathedralis Alensi, Franciscus Setzu et Michael Angelus
Scirroni, vicari generalis episcopatuum Usellensi et Terralbensi, Antonius Sini,
Nicolaus Ibbas, Franciscus Noga, Patricius Ledda, Antiochus Nuxis, Michael Orrú,
Dominicus Aro et Ephisus Maxia, omnes canonici et capitulares dicta sedis cathedra238
lis Alensi, capitulariter convocati et congregati ad sonum campanae, ut moris est,
coram illustrissimo et reverendissimo domino don Gavinus Manconi Dei et appostolicae sedis gratia Episcopo dictorum episcopatuum Usellensi et Terralbensi ac de concili sacrae catholicae Regiae Maiestatis domini nostri regis, intus palatium episcopale
Alensi, ubi, pro ut huiusmodi et similibus negotiis convocati et congregari solemus in
ibique tamquam maiore et sanior pars canonicorum et capitularium eiusdem sedis
Capitulum et comunitatem ditae sedis facientes, tenentes et etiam representantes,
attendentes quod dictum Capitulum eiusdem ecclesiae et nos eius nomine, cum litteris regiis tam praefactae sacrae catholicae Regiae Maiestatis domini nostri regis quam
etiam illustrissimi et reverendissimi domini Marquionis de Vayona, Locumtenentis et
Capitanei Generalis presentis regni Sardiniae, fuimus vocati ut in civitate Callaris, in
curiis generalibus sive in Parlamento quod ibidem praesentis illustrissimus et excellentissimus dominum Locumtenens et Capitaneus Generalis nomine et vice suae
Regiae Maiestatis regnicolis praesente regni indixit et convocavit ac tenere et celebrare intendit, atendentes etiam quisquid difficile esset nos seu maiorem partem nostrum
simul in eisdem curiis sive Parlamenti adesse idcirco tenore praesentis publici instrumenti, gratis et ex nostra scientia, constituimus, creamus et ordinamus ac deputamus
procuratorem nostrum, imo verius dicti Capituli et eiusdem se nuntium actorem vel
sindicum certum et specialem et ad infrascripta etiam generalem, ita tamen quod specialitas generalitati non deroget nec et diverso vos ditum Episcopum, doctorem et
decanum Gavinum de Campo his presentem ut supra et onus huiusmodi in nos sponte suscipientem et acceptantem usque ad comparendum et interessendum pro nomine et nomine nostro, imo verius pro dicto Capitulo, in dictis Curiis generalibus sive
Parlamento. /
Et audiendum, videndum et inteligendum propositionem per praefactum illustrissi- c. 77v.
mum et excellentissimum dominum Locumtenentem et Capitaneum Generalem
faciendam et ad deliberandum cum aliis brachiis et tota curia super responsione
eidem propositioni faciendae et ad ipsam responsionem concordandam et ad interessendum pro nobis dicto nomine in ipsis Curiis sive Parlamento et in tractatibus eiusdem et specialiter, cum tota curia, ad suplicandum suae Excelenciae quod, absentis a
Parlamento a die prefixa per terminum et terminos congruos, expectentur et ad eligendum et nominandum habilitatores et tractatores pro parte brachi ecclesiastici et
etiam cum aliis brachiís et insuper concordandum de potestate eorum vel tractandi et
referendi solum vel tractandi et firmandi eum habilitatoribus domini nostri regis
prout tota curia ordinat et disponet ad essendum et interveniendum in omnibus et
singulis tractatibus eiusdem Curia sive Parlamenti faciendis et peragendis scilicet a
principio medio et fine et ad prebendum consilium, assensum et approbationem in
constitutionibus et statutis in eodem Parlamento ordinandum per praefactum illustrissimus et excellentissimus dominum Locumtenentem et Capitaneum Generalem,
cum tota curia et extra curia pro bono statu et quod gravamina nobis dictis nominibus seu verius dicto Capitulo et dicto Stamento ecclesiastico et aliis Stamentís illa et
239
facta per suam sacram catholicam Regiam Maiestatem dominum nostrum Regem et
seu suos officiales reparentur et ad impetrandum provisores gravamínum cum piena
potestate providere ipsa gravamina in Curia vel coram ipsis provisoribus extra curiam
oblata et ad offerendum in scriptis vel verbo quaecumque gravamina nobis et dicto
Stamento ecclesiastico tam in curia quam etiam ipsis provisoribus gravaminum deputandis ad ipsa gravamina prosequendum et eorum causar ducendum, tractandum et
finiendum litem et lites super eis et eorum propositione instituendum, ducendum,
tractandum et finendum iuramenta quaecumque in animam nostram dicto nomine
prestandum et ex adverso prestari requirendum et postulandum sententiam et sententias tam interlocutorias quam deffinitivas ferri et promulgari petendum et postuc. 78 landum; et ab eis latis sive pro / ferendis, provocandum, supplicandum et appellandum et de donativo suae sacrae Regiae Maiestati faciendo, cum tota curia aut eius
maiori et saniori parte, deliberandum, tractandum concordandum vel dissentiendum
et curiam etiam, si opus fuerit, petendum, suplicandum et obtinendum et omnia alia
quaecumque in ipsa Curia sive Parlamento et Parlamenti gerenda, agenda et procuranda existant et quae ibi imineant gerendum, agendum et procurandum et quae nos,
dito nomine personaliter constituti in ipsa Curia sive Parlamento, ibidem agere, gerere et facere possemus, dantes dictis nominibus et concedentes vobis specialiter et
expresse in mandatis ut vice nostras suplere valeatis et huic procurationi addere si
quid sufficientia vel solemniter [...] expediendum contenta in presenti procuratione
vel ex eisdem incidentia [...] vale emergentia posset esse necessarium vel utile vel alias
vobis videretur esse per nos facíendo procurandum, agendum et expediendum etiam
si mandatum exigerent specialiter et per ocupationem, oblivionem vel anis sít omissum et sic uti illa clausola per vos ut profertur addita et effectis illius ac si fuisset, una
cum aliis, in presenti pro rationis instrumento opposíta per nos dicto nomine specialiter et expresse quoniam nos de presenti nunc pro tunc et additíone ipsius clausola
per vos in futurum faciendis expresse et de certa nostra scientia dicto nomine constituimus et affirmamus, ratificamus et approbamus ac si, de verbo ad verbum, per nos
dicto nomine huic procurationi essent singulariter et expresse adiecta et expressa et
firmata per extensum et generaliter omnia alla et singula in praedictis et circa ea
necessaria seu etiam quomodo libet opportuna promitentes quaecumque per vos in et
circa praemissa acta, gesta et procurata semper habere rata, grata, valida atque firma
et nullo tempore revocare sub obligatione bonorum nostrorum, immo verius dicti
capituli eiusdem sedis mobilium et immobilium presentium et futurorum habitorum
et habendorum.
Actum est hoc intus dictum palatium episcopale alensis, die quarta mensis
c. 78v. anno a nativitate domini / 1631.
Signa nostrum decani et canonicorum constituentium praefactorum qui haec, dicto
nomine laudamus, concedimus et firrnamus.
Testes huius rei sunt Salvator Spiga, diaconus villae de Mogoro et Clemens Ortu,
sutor presentis terra de Ales, presentes reperti.
240
(ST) Signum Joannis Detori, Apostolica et regia auctoritatibus notarli publici loci sive
terrae de Ales et illustris et admodum reverendi Capituli sedis cathedralis Usellensi
secretari qui praemissis interfuit eaque proprio calamo scripsit et clausit rogatus et
requisitus, constat de emendato ubi legitur in prima pagina excellentissimi. /
116
1631 gennaio 3, Sassari
Don Giacomo Passamar, arcivescovo della città di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento a causa dei molti impegni ecclesiali e dell'età avanzata,
nomina suo procuratore don Francesco Pilo, nato in città e rettore della parrocchia di San Donato.
In Dei nomine amen. Noverint universi quod nos, don Jacobus de Passamar, Dei et c. 80
apostolicae sedis gracia Archiepiscopus metropolitanus turritanus etc. et de Concilio
sacrae catholicae et Regiae Magestatis domini nostri regis etc. quia diebus proxime
elapsis fuit praesentata, ex ordine et mandato illustrissimi et excellentissimi don
Hieronimi Pimentel, Proregis et Capitanei generalis pro praefata sua Magestate in
hoc Sardiniae regno, quaedam plica in qua erant quaedam regiae litterae suae praefatae Magestatis, sub datis Madriti 17 díe mensis junii anno a nativitate domini 1630
proxime preterito, cum quibus ordinabat et mandabat nos assisteremus Parlamento
celebrando in civitate calaritana per dictum illustrissimum et excellentissimum dominum Proregem cum stamentis Ecclesiastico, Regio et Militari istius regni, ad tractandum eo contenta in dictis regiis litteris et pro tollendis gravaminibus, et reformandis
corruptelis, vitisque sique fuerint in dicto regno in beneficium [...] et pauperum illius
et hanc administrationis iustitiae et ut in discursu et conclusione tractaremus et concederemus dicta negotia cum zelo quo semper soliti sumus obtemperare regiae suae
Magestatis et simul cum dictis regiis litteris fuit nobis tradita citatoria convocatoria
dicti illustrissimi et excellentissimi Proregis, sub datis in dicta civitate calaritana die
29 mensis novembris anno predicto 1630, et quia nunc nos personalíter ire non possumus ad dictam civitatem calaritanam sine magno discrimine vitae nostrae magnam
tempestatem propter nimiam aetate quae nos transmigrare inpedit ac etiam propter
maximas occupationes quíbus tenemus in regúnino nostrae ecclesiae Archiepiscopalis
et eius unionum et totius provinciae turritanae per appellationes in causas nostrorum
sufraganeos ideo ut adimpleremus quod nobis iussum fuit per suam regiam
Magestatem confidentes ad plenum de integritate, legalitate et sufficientia ad modum
reverendi et egregi doctoris nobili don Francisci Pilo, rectoris parrochialis ecdesiae
Sancti Donati, naturalis huius civitatis...
[omissis]26 /
26 Per
la parte omessa cfr. il documento n. 114.
241
c. 81 ...Acta in hac civitate turritana, sassaritana die tercia mensís ianuari, anno a nativitate
domini 1631.
Presentibus pro testibus reverendo et egregio doctore Ioanne Antonio De la Bronda,
rectore parrochialis ecclesiae sanctae Catherina et venerabile Ioanne Lumbardo, presbitero ad praemissa vocatis et specialiter assumptis.
(ST) Signum mei Gavini Pilo Dyana, civis Sasseris auctoritatibus appostolica ubique
regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum nottari publici de praemissis alieno calamo exaratis interfui requisitus, rogatusque clausi./
1630 dicembre 31, Bosa
Il Capitolo della diocesi di Bosa nomina come suo procuratore al Parlamento
Sebastiano Frasso, vicario generale della stessa città.
117
c. 83
Die 31 mensis decembris, anno a nativitate domini 1630, Bosa.
In Dei nomine amen. Noverint universi de com, havent proceit delliberatió y conclusi& presa en lo illustre capitol Bosanen, en la deguda forma solita y acostumada, aiuntat dit capitol de orde del molt illustre doctor y canonge Sebastia Frasso, vicar y generai bosanen sede vacante, ab la magior part dels reverendissims canogies y beneficiats
de dit illustre capitol a sò de campana dins de la santa iglesia Chatedral convocats y
congregats, ut moris est, per lo dit illustre vicar y lo canonge y doctor Francesch
Frasso Ursina, lo canonge Antonio Manca, lo canonge Domingo Sardo, lo canonge
Pere Coco, lo canonge Juan Hieroni Piscanal, lo canonge Antonio Mayale, lo canonge
y doctor Ianuari Asole, lo canonge y doctor Iuan Battista Pintus, tots canonges del dit
illustre capitol, lo reverent Tomas Ansaldo, lo reverent Angiel Detori, lo reverent
Jaume Salia, lo reverent Querigo Pera, lo reverent Lleonart Galleri, lo reverent
Sebastai Pina, lo reverent Juan Cugurra, lo reverent Angel Sogos, lo reverent
Domenich Manas, lo reverent Angiel Carta, lo reverent Juan Angiel Serra, lo reverent
Ambros Galleri, lo reverent Gabriel Manca, lo reverent Antonio Cossu, lo reverent
Iuan Francesch Vistoso, tots benefficiats del dit illustre Capitol, proceint en alò, com
se ha dit, manament y orde del dit illustre vicar y insiguint una lletra de la sacra catholica regia Magestat del Rey nostre sefior, de la data en Madrit als deset de juni del present anni y una provisió exortatoria de l.illustrissim y excellentissim sefior don
Gieroni Pimentel, marqués de Vayona y capiti generai en lo present Regne de
Serdegna, del datum en la ciutad de Caller a1s27 del present anni, en forma de cancilleria dirigida a dit illustre Capitol de la present ciutat, que per causes iustes movents
lo animo dessa Real Magestat en lo servei de nostre sefior y dessa Real Magestad y
saludable, universal beneffici de aqueste son regne, es estat delliberat convocar y congregar, per part dessa Real Magestat en lo present regne de Serdegna, en la dita ciutad
27 il
242
notaio dimentica di inserire la data della lettera viceregia.
y castell de Caller, al dit illustre Capitol de la present ciutat de Bosa, agian e degan
comparexer personahnent o persona llegitima per ells, en dita ciutat y castell de
Caller, en lo real y generali Parlament quel se comengarà a celebrar als vuyt del mes
de jener del any demà venient de 1631 per hoir, veure y entendre y concloure lo que
sa rea! Magestat / en creenga dessa Excellencia a escrit ab sa real lletra per als reve- c. 83v.
rendissim spectables y magnifichs Staments edesiastich real y militar del dit y present
regne per la celebratió de dit real y generali Parlament, segons més llargament [y] més
deffusament consta en dites lletres convocatorias, per gò et altres dit illustre capito! de
la dita ciutat desigiant servir y compleure assa rea! Magestat y assa Excellencia per
obtemperantia de dit reals manaments y de ditas lletras convocatorias, gratis y de llurs
certa scientia, ab tot lo millor modo, via, forma y manera que de dret poden y deven,
considerant en la prudencia, fieldat, bondat y sufficientia de illustre doctor y canonge Sebastia Frasso, vicar y generali bosanen sede vacante, per esser acto, expert y
capace en aQò y de més cosas y dessa valor y persona confiats per lo decoro del dit
illustre capitol de la present ciutat, lo constituexen, crean, deputan y solemnement
ordenan llurs ver llegitim e indubitat procurador, sindich, actor, giestor, numi eo procurator del dit illustre capitol de la present ciutat Qert, special y per las infrascritas
cosas y cascuna de aquellas generai! de manera que la specialitat a la generalitat no
derrogue ni per lo contrari. Ita quod etc. al dit illustre egregi doctor y canonge
Sebasta Frasso, vicari generali sede vacant de la present ciutat, present y acceptant al
dit carrech etc. lo qual et nom y per part del dit illustre capitol puga y dega comparexer y presentarse en dit real y generali Parlament devant sa Excellencia y de son real
concell y de dits reverendissimes spectable y magnifichs Staments edesiastich real y
militar y devant altres iuges, qual se vol sian, tribunals superiors, inferiors del present
regne etc. y si més serà devant sa rea! Magestad del rey nostre sehor y de son supremo
Concell ab tota aquella honra, acapte y reverentía quod se deu y portar assa rea!
Magestad, assa Excellencia y Estaments predits, hagia y degie veure y entendre tot lo
que sa excellencia preposerà, explicarà y representarà en nom y per part dessa rea!
Magestad y, vist y entès ditas cosas, puga en dit rea! / y generai Parlament condoure, c. 84
effetuar y consentir, segons millor li apparrà en lo que serà en servei de Nostre Sefior
Deu, de sa real magestad beneffici y utilitat del present regne y supplicar y demanar
humilment assa Excellencia en dit real y generali parlament totas las cosas que faran
metre y seran necessarias en profit y utilitat y aumento de la exeptió, inmunitat y franquesas ecdesiastiques, tant verbahnent com en escrits, allegar, deduir en dit real y
generali Parlament y rea! Concell totas les ordinacions confirmations, actes, scriptures
et alias concedits y atorgats a la exeptió y imunitat ecclesiastica y supplicar mantenir
aquellas al dit illustre capitol de la present ciutat y referirne y dame graties y merOs
per aquellas assa Excellencia, en nom dessa real magestad per pan del dit illustre capito!, donant llarga potestat, facultat y poder libera y generali administració que puga
dit sindich fer, trattar, effectuar, administrar y condoure tot lo que serà necessari en
util y profit, reparo y aumento del dit illustre capitol de la present ciutat, tant llarga243
ment y bastantament com dir y entendre se puga ab llibera y generali administració.
Etiam que sian les coses tals que requirescan major y més special mandato de lo que
en lo present acte està expressat promitens habere firmum etc. ratum, gratum et non
revocare sub satisfacione omnium danarum et cetera, obbligans omnia bona et rendas
predictum illustre capitulum firmant et cetera scrivent a manum in pectore more
sacerdotalium et cetera fiat largie clausulis oportunis et necessaris ad concilium
sapientis in iure largo modo et cetera.
Testes presents lo reverent Pere Cubello, lo reverent Antiogo Masia, lo reverent
Andrea Pinna tots sacerdots, Pere Delitala, cavaller, Alexo Bertoldo y Pere Juan
Stella, abitant en esta ciutat et cetera. Deledda notarius.
c. 84v. De premissis proprio calamo exaratis / vero originale bene et fideliter verbo ad verbum comprobats subscripto non mutata fidem facio ego Man Thomas Deledda et
Carta, notari publici, quod omnibus et singulis interfui et regulatas clausit quod proprio signo meo signavi pro ut sequitur.
(ST) Signum meum predicti Deledda et Carta notari publici. /
1630 di cembre17, Iglesias, chiesa di Santa Chiara
Il Capitolo della diocesi di Iglesias nomina suo procuratore al Parlamento il
canonico Francesco Scarxoni.
118
c. 85 In Dei nomine. Noverint universi quod nos, reverendus Antiocus Serra et Cani, cano-
nicus et presidens reverendi capituli presentis civitatis Ecclesiarum, Joanes Pinna,
etiam canonicus et vicarius generalis episcopatus dictae civitatis Ecclesiarum,
Antonius Canavera, Andrias Pani, Antiocus Cani, Joanis Antonius Serra et Joannes
Leoni, etiam canonici eiusdem civitatis Ecclesiensis, Joannes Falxi, Joannes [.. .] ,
Benedictus Cannas, Basilius Contini, Antiocus Balia, Franciscus Dessi, Antonius
Falxi, Antonius Pintus, Joannes Cannas, Antiocus Murja, Joannes Pinna, Antiocus
Orrù et Salvator Pinna, presbiteri capitulares eiusdem cathedralis ecdesiensís, unanimes et concordes congregati intus sacristiam Sanctae Clarae soedis praefatae, ut moris
est, tanquam maior et sanior pars eiusdem reverendi capituli facientes et representantes pro executione conclusiones et determinationes, per nos, die presenti et infrascript, abitu et conclusu, attendentes et scientes nos canonicos et capitulares praefatos
dicto nomine fore et esse citatos et convocatos per illustrissimum et excellentissimum
dominum don Hieronimi Pimentel marquionem de Vayona, Locumtenentem et
Capitaneum generalem pro sua regia Magestate, domini nostri regis Philippi infrascripti Sardiniae regno, quod per nosmet ipsos aut nostrorum seu potius praefati
capituli sindicum, actorem, seu procuratorem comparemus coram suam illustrissimam excellentiam dominatione racione assistendi et interessendi in tractando et concludendo omnes et singules causas, [...], negotia quae opportebit et necesse fuent
proponenda et tractanda in regio generali Parlamento, quod sua illustrissima et excel244
lentissima dorninatio propraefata sacra catholica regia Magestas et ipsius nomine celebrare intendit in civitate et castro Caller, quod generale Parlamento regium incipere
habit die octava mensis januari anni venturi 1631... de praefata citatione et convocatione latius constat et est videre quod provisione suae illustrissimae et excellentissimae Dominacíonis, sub datis in civitate praefata Caller die 29 mensis nohembris anni
praedicti, proxime deflexi. Agentes haec inseguendo sinem et [...] epistolae seu literae suae praefatae regiae Magestatis nobis girca celebratione praefati regis generalis
Parlamenti factae et missae prout de illa latius constare asserimus, sub datis villae de
Madrit die decima septima mensis junii, etiam proximi defluxi quibus provisioni et
epistolae regiae respectivae latius habeatur
idcirco conffidentes ad plenum de
probitate animíque dexter..et in agendis perigia / sufficientia, studiositate, legalitate c. 85v.
atque experiencia vestris reverendi Francisci Scarxoni, praefatae et presentis reverendi capituli canonici...
[omissis]28 /
...Actum est hoc in dicta civitate Ecclesiarum... sanctae Clarae die decima septima c. 86v.
mensis decembris anno 1630.
Signa / reverendorum Antioci Serra et Cani, Joannis Pinna, Antonii Cannavera, c. 87
Andreae Pani, Antioci Cani, Joanni Antonii Serra et Joannis Leoni, omnes canonici;
Joannis Falxi, Joannis Cocodi, Benedicti Cannas, Basili Contini, Antioci Balia,
Francisci Desi, Antoni Faixi, Antioci Pintus, Joannis Cannas, Antioci Murja, Joannis
Pinna, Antioci Orrù et Salvatori Pinna, presbiteri capitularis dictis nominibus qui laudant et conffirmant.
Testes huius rei sunt Joannes Cani, diez major et Antiocus Palumbo, presentis civitatis habitatores.
(ST) Signum mei Petti Murroni, auctoritate regia per orane presente Sardiniae publici notari, qui premissis interfui et manu aliena scribi feci manuque propria subscribi
rogatus et requisitus cum supra posito in secunda pagina ubi legitur li et in eadem
pagina alio supra posito ubi legitur tuicione et in quarta pagina ubi legitur ci et allis
certatis parvi momenti clausi. /
1630 dicembre 23, Cagliari (sacrestia della Cattedrale)
119
Il decano, i canonici e i beneficiati del Capitolo di Cagliari nominano quale
loro procuratore al Parlamento il reverendo dottor Giovanni Cao, giudice delle
cause pie, Vicecancelliere e vice rettore dell'Università degli studi, giudice di
appello dei gravami e delle sentenze dei vescovi e degli Arcivescovi.
28 Per la parte omessa cfr. il documento n. 114.
245
c. 89 In Dei nomine. Noverint universi quod nos, iuris utriusque doctor, don Petrus de
Vicco decanus, Salvator Soler, sacrae theologíae doctor, Cosma Scarchoni, sacrae
theologiae doctor, don Jacobus Spiga, sacrae theologiae doctor ac Abbas de Salveneri,
Gaspar Soler, iuris utriusque doctor, Franciscus Gerona, sacrae theologiae doctor,
Iacobus Santoru, don Angelus
Didacus Accorrà, sacrae theologiae doctor,
Honofrius Gerona, iuris utriusque doctor, Franciscus Gaviano, sacrae theologiae doctor, Michael Català, Ioannes Barray, sacrae theologiae doctor, Antiochus Manca,
Michael Murja, Augustinus Murtas, Petrus Quirigo, Matheus Cossu, Don
Hieronimus Caius, iuris utriusque doctor et Antonius Quenga canonici, Salvator
Corellas, Petrus Cannas, Sisinnius Horru, Iacobus Sanna, Hieronimus Murro,
Hieronimus Polla, Nicolaus Blancafort, Franciscus Gandulfo, Ioannes Cappai,
Franciscus Tolu, Ioannes Baptista Guiraldo, Ioannes Gamboa, sacrae theologiae doctor, Didacus Forteza, Franciscus Cavaro, Antiochus Gaboy, Nicolaus Horry, Michael
Aleo, Petrus Hurtado, Dominicus Melis, Montiserratus Martis, Ioannes Otjano,
Thomas Ratxis, sacrae theologiae nec non iuris utriusque doctor, Antiochus Sarigo,
Augustinus Bernat, Gavinus Fadda, Sisinnius Palmas, Iosephus Montony, Ioannes
Baptista Ramassa, Antonius Uras sacrae theologiae doctor, Simon Zonca, Iacobus
Posulo, Antiochus Crucas, Michael Nusey, Dionisius Brundo, Didacus Torrella,
sacrae theologiae doctor, Ioannes Antonius Cany, Thomas Armeniach, Iacobus Sirigo,
Michael Otjer, Montiserratus Cordelia, Ioannes Baptista Cany, Antonius Seguy,
Iacobus Garraxy, Ioannes Antonius Ales, Antonius Escarchony, Michael Sechi, Petrus
Maynas, Iacobus Ferrà, sacrae theologiae doctor, Didacus Pitzolo, sacrae theologiae
doctor, Antonius Pany et Mathias Bernat, benefficiati sedis primazialis Calari, convocati et congregati sono campanae, ut moris est, de mandato mei ditti decani, intus
sacrarium vel maiorem sacristiam dictae sedis locum capitularem eiusdem ubi pro his
et aliis per agendis negotii convocari et congregari solemus, ibidemque tanquam
maior et sanior pars et plusquam duae partes canonicorum et benefficiatorum prefatorum dictae sedis capitulum et comunitatem ipsius facientes, celebrantes ac etiam
representantes dictoque nomine atendentes quod dictum illustre capitulum et venerabilis comunitas praedíctae sedis calaritanae nos quae, pro eis et eorum nomine
mediantibus literis tam sacrae catholicae regiae Maiestatis domini nostri regis
Hispaniarum invictissimi quam illustrissimi et excellentissimi domini don Hieronimi
Pimentel marchionis de Vaiona et pro sua regia Magestate in presenti Sardiniae regno
c. 89v. Locumtenentis et Capitanei generalis, uti fuimus vocati, / ad curiam generalem quam
in presenti civitate et castro Calaris prefatus illustrissimus et excellentissimus dominus
Locumtenens vice ac nomine suae praefatae regiae Magestatis regnicolis regni huius
indixit et insinuavit habiturus et celebraturus, difficilequae esset nos omnes vel
nostrum maiorem partem simul adesse in ipsa curia propter ea quae in capitulo die
presenti infrascripto habito et celebrato, in eadem dicta sede, vos infrascriptum
admodum reverendum iuris utriusque doctorem loannem Caium, praefatae sedis
canonicum nec non in spiritualibus et temporalibus vicarium generalem iudicem cau246
sarum piarum vice cancellarium et vice rectorem universitatis studii generalis et per
Regem nostrum catholicum nominatum iudicum appellationum et gravaminum a sentenciis Archiepiscoporum Episcoporum et Delegatorum in toto presenti Sardiniae
regno, a maiori parte sindicum et procuratorem nostrum seu verius dictorum capituli
et comunitatis electum fuisse ac nominatum vobisque, perinde solitam et necessariam
potestatem daturi seu tradituri, scientes et considerantes idcirco nominationem predictam, quam insequimur confidentes ac plenum de fide legalitate animique probitate, industria et sufficientia, nec non in agendis peritia vestri dicti admodum reverendi
doctoris atque canonici Ioannes Caii, tenore presentis publici et veri instrumenti, facimus dicto nomine creamus, constituimus et deputamus ac solemniter ordinamus sindicus et procuratorem nostrum eodem nomine immo verius prefatis capituli et comunitatis certum et specialem et ad infrascripta generalem ita tamen quod specialitas
generalitati ipsi minime deroget...
[omissis}29 /
...Actum est hoc intus sacrarium praefatum dictae sedis Calaris die vigesimo tertio c. 89v."
mensis decembris anno a nativitate domini 1630. Signa nostrorum dictorum decani et
canonicorum nec non beneficiatorum per nominorum qui hoc laudamus concedimus
et di...iam nomine firmamus.
Testes huius rei sunt Dominicus Tolo et Ioarmes Coni, scolari sedis predictae calaritanae.
(ST) Signum Ioannis Antiochi Corona, auctoritatibus appostolíca per dominum
regem vero per omne presens Sardiniae regnum pubblici notari...
...adfuit... per alium scribere fecit nec non cum additis ubi legitur sedis primatialis c. 90
Caller ac et rogatus et requisitus clausit. /
1631 gennaio 10, Cagliari
Don Giacomo Spiga, abate di Salvenero, canonico cagliaritano, calificator del
Santo Ufficio e collettore dei censi papali; nomina come suo procuratore Didaco
Fortesa, presbitero e beneficiato della chiesa primaziale di Cagliari.
120
In Dei nomine. Noverint universi quod ego don Iacobus Espiga, abbas de Servenero
et canonicus sanctae primicialis ecclesiae sedis Caller, calificator Santi offici, receptor c. 91
generalis census papalis presentis Sardiniae et Corsicae regnis, conciliarius et in praefati Sardiniae regno cancellarius Callerque domiciliatus. Attendens quod ego, cum
29 Per la parte omessa cfr il documento n. 114.
30 Il segretario del Parlamento numera con 89 anche
la pagina successiva che risulta pertan-
to segnata due volte.
247
literis regíis tam sacrae catholicae Magestatis domini nostri Regis quam illustrissimi et
excellentissimi domini Locumtenentis et Capitanei generalis presentis Sardiniae regni
fui vocatus die octavo mensis ianuarii presentis et infrascripti anni in presenti civitate
Caller, interessem in curia generali quod ibidem praefactus illustrissimus et excellentissimus Locumtenens et Capitaneus generalis nomine et vice suae Magestatis regnicolis praesentis regni induxit et convocavit ac tenere et celebrare intendit attendens et
infrascriptis non possumus, interesse prodegeret idcirco tenore presenti vos reverendum Didacum Fortessa presbiterum et beneficiatum praedictae santae primicialis
ecclesiae sedis Caller his presentem et onus praedictam acceptantem procuratorem
meum certum et specialem et ad infra generalem facio, constituo, creo, solemniter
deputo vos ad comparendum et interessendum pro me et nomine meo in dicta Curia
et ad deliberandum cum aliis Brachiis et tota Curia...
[omissis]31
c. 92v. Actum est hoc Caller die decimo mensis ianuarii anno a nativitate domini 1631.
Signum don Jacobi Espiga constituentis praedicto qui haec laudo, concedo, et firmo
et cetera.
Testes huius rei sunt Ioannes Boy et Ioannes Pissano, Caller habitatores.
Praemissis, alieno calamo exaratis, fidem fecit Iacobus Manca publicus notarius civis
Caller haec subscribens. / *
121
1630 dicembre 6, Cagliari
I consiglieri e i probiuomini della città di Cagliari nominano loro procuratore
in Parlamento Giovanni Carnicer, dottore in legge.
c. 97 In Dei nomine. Noverint universi quod nos Leander Sasso donnicellus, Iacobus
Dessi, Iacobus Esquirro, Antiochus Pinna et Ioannes Estephanus Corona, anno presenti consiliarii magnifices universitatis presentis civitatis et Castri Calaris, Ionnes
Carniger utriusque iuris doctor, Michael Bonfant, utriusque iuris doctor, Philipus
Silvestori, Andreas Ordà, utriusque iuris doctor, Ioannes Maria Tanda, utriusque iuris
doctor, Ioannes Antonius Sanna, Thomas Caray, Antonius Soler, Augustinus Pii,
Michael Concu, Ioannes Iacobus Marcio, Augustinus Bonfant, Antonius Molargia,
Salvator Casula, Montiserratus Vacca, Augustinus Esgrechio, Petrus Piu, Antonius
Concu, Antonius Corona, Sisinius Hierona, Antonius Corona, Hieronimo Trompi,
Augustinus Cany, Hieronimus Perralla, Gratianus Esgrechio, Ioannes Antonius
Carena, Hieronimus Aleve, Gaspar Sirigo, Iacobus Manca, Hieronimus Martis,
31 Per la parte omessa cfr. il documento n. 114.
* Le carte 93-96v. sono bianche.
248
Balthasar Ortola, Franciscus Taris, probi homines et iurati de consilio dictae magnificae et presentis civitatis Calaris convocati de manamento et... ordine dictorum magnificorum consiliarorum mediante Antioco Fadda, curritore publico eiusdem per dicta
et presentis civitatis ad sonum tube, ut moris est, et constitutis pergonaliter intus
aulam mayorem domus consilii predictae universitatis pro consilio ab causam infrascritam et aliis tenendo et celebrando ubi pro similibus et aliis negociis convocari et
congregari solitum est tamquam maior et sanior pars et plus quam duo partes dictorum pro bonorum hominum eo preiudicio de consilio dictae presentis civitatis Calaris
attendentes et veientes quod, pro parte sacrae catholicae Magestatis domini nostris
regis per illustrissimum et excellentissimum dominum don Hieronimum Pimentel
Locumtenentem et Capitaneum generalem totius presenti regni Sardiniae et presidens infrascripto parlamento, fuisse convocatos quam propterea necesse sit aliquem
eligire verium que dicto parlamento adsit pro parte presentis civitatis, ideo gratis et
nostra certa scientia his videbint melioribus via modo, forma et iure quibus melius de
iure et alias valere poterit et tenere configi ad plenum de fide legalitate, prudentia,
suficientia et in agendis peritia magnifici utriusque iuris doctor Ioannes Carnicer, civis
Caller, constituimus, creamus, facimus, deputamus et ordinamus verum certum et
indubitatum sindicum actorem procuratorem nuntium et ambassiatorem nostrum
c. 97v.
prefatis capituli comunitatis certum et specialem et ad infrascripta / generalem...
Eomissis132 /
...fuerunt acta in presenti civitate et Castro Callaris et intus domum consilii, die sexta c. 99
mensis decembris anno a nativitate domini 1630.
Signa nostra Leandro Sasso, Iacobo Dessì, Iacobi Esquirro, Antiocho Pinna, Ioanni
Estephani Corona atque utriusque iuris doctor Ioanni Carnicer, Michael Bonfant,
utriusque iuris doctor, Philipe Silvestre, Andrea Orda, utriusque iuris doctor, Ioannis
Maria Tanda, utriusque iuris doctor, Ioannes Antonio Sanna protomedici, Thome
Caray, Antonius Soler, Agostinus Pii, Michael Conco, Ioannis Iacobi Marcio,
Augustini Bonfante, Antonii Molargia, Salvatori Casula, Montiserrati Vacca,
Augustini Esgrechio, Petri Pio, Antoni Conco, Hieronimus Corona, Sisinnius
Hierona, Antonius Corona, Hieronimus Tronxi, Augustinus Cany, Hieronimus
Pirella, Gratianus Esgrechio, Ioanni Antonius Carena, Hieronimus Leo, Gaspar
Sirigo, Iacobi Manca, Hieronimus Martis, Balthesari Franciscus Taris, consiliariorum
et proborum hominum de consilio predictorum qui haec dictis nominibus laudamus,
concedemus et firmamus testes / et Cosmis Matta, virgarii magnificum consiliarorum c. 99v.
dictae magnificae civitatis Callari.
(ST) Signum mei Franciscus Carnicer, militis magnificae civitatis et castri Callari nota32
Per la parte omessa cfr. il documento n. 114.
249
ri et secretari qui, premissis alieno exaratis calamo, proprio vero subscriptis et requisitus dausi. /33
1630 dicembre 14, Alghero
122
Il veghiere, i consiglieri, i probiuomini e i deputati del Consiglio generale
della città di Alghero nominano loro procuratore al Parlamento Pietro Guiò,
dottore e consigliere in capo della medesima città.
c. 107 In Dei nomine amen. Noverint universi com vuy, que contam als 14 del mes de
decembre anni de la nativitat de nostre sefior Deu lesu Christ, se ha convocat, congregat y juntat consell generali en la casa de consell d.esta magnifica ciutat de 1.Alguer
en la primera sala de dalt lloch solit y acostumat juntarse semblants concels, essent
primer estats cridats a hir a la vesprada y vuy de matí a sò de trompeta y ab veu alta e
intelligible per Francisco Dejana trompeter, de orde y manament del magnifich doctor Gregori Villino phisic, cavaller, veguer real, iutge ordinari allait y veus portant de
governador de la present ciutat, ab consentiment dels magnifichs conselers de dita
ciutat; en lo qual general consell, per lo effecte infrascrit, han desijat y entrevingut les
persones seguents: lo magnifich doctor Gregori Villino, cavaller y veguer real, los
magnifichs doctors Pere Guió, donzel, Iaime Pons, Baquis de Aquena, Antonius
Angel LLorino y Iuan Pistis, consellers de la dita ciutat, don Francisco Amat, don
Angel Manca y de Prado, don Jeroni Tibao, Juan Melony Romaguera, cavaller,
Miquel Carta, donzell, Pere Carta, donzell, lo doctor Salvador Ravena, Salvador Fois,
Francisco Girones, Cosme Tarragò, Francisco Tarragò, Antoni Brea, Diego Olives,
Miquel Olives, Francisco Cano, notari, Antiogo Patria, Mach Raffo, loan Battista de
c. 107v. Ponti, Sebestia Mura, mestre Blai Espano / mestre Lixandro de lo Frasso, mestre
Iuan Battista Carola, mestre Berthomeo Larea, mestre Gavì Carola, Iuan Escartello,
mestre Gaspar Cubeddo, mestre lulia Querqui y mestre Baquis Fancello, tots probomens y deputats del consell generai de dita ciutat de l.Alguer, representant la magior y
sanior part de la universitat de aquella, conforme als reals privilegis per los serenissimi reis de Aragó, de felis recordaQió, a esta ciutat atorgats. Essentse juntats com dalt
se ha dit a y per effecte de nomenar, crear y ordenar un sindich actor y procurador
per part de dita ciutat y universitat de aquella, pera que puga comparexer personalment en lo real Parlament, celebrador en la magnifica ciutat de Caller qual comensarà, Deu volent, als 8 dies del mes de jener primer venidor de 1631; per gò y per que
a les sobre dites e infrascrites coses los sobre dits y demés de la dita universitat no se
poden trobar presents per gò, presa delliberacio en lo present generai consell, fent
enpero les infrascriptes coses, ab autoritat y decret del sobre dit magnifich veguer real
c. 107v. baix autorizant y decretant gratis etc. cum presenti etc. en nom de / dita universitat
33
250
Le carte 100-106 sono bianche.
de 1.Alguer, fan, constituexen, crean y solemnament ordenan llur sindich actor y procurador lo pus ver de dita universitat cert y espessial, y a les infrascrites coses generai
ita quod etc. a saber es al magnifich doctor Pere Guyò, donzell congeller en cap, lo
present y corrent anni de la dita ciutat present y a captaneis per a que, en nom y per
part de aquella, puga y degà comparexer en lo real Parlament...
[0MiSSiS]34
...les quals coses foren fetes, fermades y iurades en la casa de consci' / de dita ciutat
de 1.Alguer, en lo die y anni sobre dit; segnai dels sobre dits magnifichs veguer real,
consellers, prohomens y deputats, que le predites coses en nom de dita universitat
han fermat, consentit, aprobat y iurat.
Testes fuerunt presentes Petrus Masia, Michael Serra et Franciscus Escano, virgary
Alguery
(ST) Signum meum Salvatoris Sanna et Ulbo, civis civitatis Algueri, auctoritate regia
per omne presens Sardiniae regnum publicus notarius qui de predictis alieno calamo
scriptis et a suo originale fideliter abstractis et comprobatis quibus interfeci fidem
facio et rogatus et requisitus clausi.
Díe secunda mensis ianuari anno a nativitate domini 1631, Alguer.
Magnificus doctor Gregorius Villino donnicellus, regius vicarius iudexque ordinarius,
alcaides ac vices gerens gubematoris presentis civitatis Algueri, viso presenti sindicatus sobre facta et firmata per magnificos consiliarios presentes civitatis in posse
Salvatoris Sanna et Ulbo, publicum notarium et secretarium dicte civitatis, tamquam
actum legitim de consilio sui magnifici ordinari assessori suam imo verius regiam
interponit auctoritatem... et decretum in posse mei notari et secretari infrascripti.
Presentibus ibidem pro testibus Hieronimo Delogu et Antonio Delicusi... de quibus.
(ST) Ego Ioannes Antonius Le... notati publici et secretari eunde regie vicarie Algueri
fidem facio et meum solitum signum notari quo utor in publicis claudendis appono
quod est tale signum. /
c. 108
1630 dicembre 31, Bosa
123
I consiglieri e i probiuomini del Consiglio maggiore della città di Bosa, in presenza del podestà Giovanni Pietro Are, nominano loro procuratore al Parlamento Giovanni Battista Frasso, cavaliere e consigliere in capo della città.
Die 31 mensis decembris anno a nativitate domini 1630, Bosa.
In Dei nomine amen. Noverint universi com, havent pregeit delliberació y conclució c. 110
34
Per la parte omessa cfr. il documento n. 114.
251
presa al 17 del present mes y anni en lo magnifich concell magior de consellers elets
prohomens de la present ciutat de Bosa en la deguda y acostumada forma y lloch,
dins del palau y casa de la present ciutat ab acte fet y testifficat per mi, notari y secretari de aquella, que en effectuatio de la dita delliberatio convocats y congregats aquells per lo magnifich Juan Battista Frasso, cavaller conseller en cap y prior en dit magnifich concell, en presencia, assistencia y decret del magnifich Juan Pere Are potestat
real y iuge ordinari, dels magnifics Sebestia Sanna, Miquel Angiel Ogiano y Sebestia
Mele, ters quart y quint consellers, sus collegas Antonio Angiel Obino y predicto Are,
Pere Desogos y Bartomeo Pisquedda, elets Jaume de Vineis, Pere Delitala, cavaller,
ab vot de Miquel Obino, Angiel Naytena, Alonso Serra, Geroni Delitala magior en
dies, Gabriel Maronjo, Simó de Milia, Ambros Naytena, Anton Angiel Are, Geroni
Delitala cavaller, Alex Bertolotto, Juan Naiytena Salare, Pere de Cozos, Juan Angiel
Archa, Gaspar Caria, Ambros Carta, Antonio Milia, Juan Battista Are, Francisco
Airaldo, Angiel Minuta y Antonio Angel Dore Marongiu, prohomens del concell
magior d.esta dita ciutat, representant aquells la magior que mes sana part de dits
prohomens de congell magior de dita ciutat, convocats y congregats per Juan Spina,
mager de dits magnifichs consellers, dins de la dita casa de la ciutat, hont se sol tenir
semblant consells per coses ocorrents y necessaris a dita ciutat, progeint en agò,
manament de dit magnifich Juan Battista Frasso, cavaller conseller en cap y prior de
dit concell y de dits magnifichs consellers sus collegas, enseguint una lletra de la sacra
c. 110v. cattolica real Magestat del rey nostre serior, de la data en Madrit / als 27 de iuny del
anni present 1630, y una provisió exoltatoría dell'illustrissim y excellentissim serior
don Gieroni Pimentel, virrey y capita generali per sa real Magestat en lo present regne
de Sardegna, del data en la ciutat de Caller en forma de cancilleria dirigida als illustres magnifichs consellers de la present ciutat, per causes justes movents lo animo
dessa real Magestat en lo servey de Nostre Serior y dessa Magestat y saludable y universal beneffici de aquest sou regne es estat delliberat convocar y congregar, per pari
dessa real magestat, en lo present regne de Sardegna en la dita ciutat y castell de
Caller, als magnifichs consellers de totas las ciutats del present regne y, entre altres, als
magnifichs consellers de la present ciutat de Bosa agian y degan comparexer personalment o persona legittima per ells en dita ciutat y castel de Caller en lo real y generai Parlament qual se comengara a celebrar a 8 de jener del anni demà venient de
1631 per hoir veure e entendre y concloure lo que sa real Magestat en creenga dessa
excellencia a escrit ab sa real lletra per al reverendissim spectable y magnifichs
Staments eciesiastichs real y militars del dit present regne, per la celebratio del dit real
y generai Parlament, segons més deffusament consta en ditas lletras convocatorias per
gò et... díts magnifichs consellers y prohomens de dit magnifich congeli, en nom y
per pari de dita magnifica ciutat y universitat de Bosa, disigiant servir y conplaure
assa real Magestad y assa Excellencia, per obtemperatio de dits reals manaments y de
ditas lletras convocatorias, gratis etc. de llurs certa scientia ab tot lo millor modo, via,
forma y manera que de dret poden y deven, considerant en la predita sufficientia, fiel252
dat y bondat del dit magnifich Juan Battista Frasso, cavaller conseller en cap y prior
en dit concell, per esser acto, experto en ae, y demés cosas y demostrarà sa valor en
profit desta magnifica ciutat y lo adorno dessa persona de criats y ... per / lo decoro c. 111
d.esta magnifica ciutat al qual fan, constituexen crean, deputan y solemnament ordenan llurs ver llegitim e indubitat procurador, sindich, actor y nunti eo pus de dita
magnifica ciutat y universitat de Bosa...
[omissis]35 /
...Testes presents lo doctor Juan Antonio Sula y lo reverent Angel Arru, sacerdot y c. 111v.
Marcellino Naitena de Bosa. Deledda notarius et secretarius.
(ST) Signum meum Ioannes Thomas Deledda et Carta, civis bosanense regi notari
publici per tot presens Sardínyae regni que premissis proprio calamo exaratis et exercetis a suo vero originale. /
Ozieri
1631 [.
124
Angelo, Antonio e Pietro Grixone, donnicelli di Ozieri; non potendo partecipare al Parlamento a causa di importanti impegni, nominano loro procuratore il
fratello Gavino Grixone.
Nos altres Angel Grixone, Antonio Grixone y Pedro Grixone, dongells de la present c. 114
villa de Ossier, per quant somos inpedits de alguns negosis a nos inportants a les coses
infrascrites no nos podem trobar presents per gò de nostre grat y certa sientia y en tot
lo minor modo que de dret ve1 alias podem y devem, confiats de la dotrina, industria,
legalitat, suficientia y retitut del infrascrit nostre procurador en entrar y determinar
los negosis del real y generai Parlament heo ajuntament cream, ordenam y solemniter
constituim y cadaù de nos altres crea, ordena y soleniter constituex per nostre procurador cert y special y per les infrascrites coses generai de manera tal que la spesialitat
no derogue a la generalitat ne et contra a Gaví Grixone dongell nostre germà...
[omissis]36 /
c.114 v
....Testes presents Joan Francesch Rasigado y Joanne Enbaly de Ossier.
Antonio Porcu, notari scriba per Salvador Siny de lo seu originai estractu bene et
fideliter fidem facio. /
35 Per la parte omessa cfr. il documento n. 114.
36 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento
n. 114.
253
125
1630 dicembre 14, Oristano
Francesco Pira, dormiceli° domiciliato nella città di Oristano, non potendo
partecipare al Parlamento perché occupato in altri affari nomina suo procuratore
il fratello Gaspare Pira, dottore in legge.
c. 115 In Dei nomine. Noverint universi quod ego Franciscus Pira, donnicellus Oristani
domiciliatus, attendens et sciens quam etiam Stamenta seu Braquia presentis
Sardiniae regni tam requisitoria literis sacrae catholicae regiae Magestatis domini
nostri Regis, nunc feliciter regnantis, quam illustrissimi domini don Hieronimi
Pimentel eius Locumtenentis et Capitanei generalis in isto suo Sardinie regno, fuerunt
requisita quathenus die 8 mensis ianuarii anno domini 1630 proximo venturo compareant in civitate et castro Caller in curia et generali Parlamento quod ibidem prefatus
illustrissimus et excellentissimus dominus Locumtenens generalis vice et nomine suae
prefatae regiae Magestatis regnicolis prefati Sardinie regni celebrare intendit et quia,
aliis occupatus negociis, et pro gerendis, tractandis et representandis negotiis militaris
Braquis una cum militibus istius regni personaliter predictis adesse non possum confidens ad plenum de fide et legalitate animique probitate et in agendis peritia, studiositate et sufficientia vestris nobilis don Gasparis Piras, utriusque iuris doctor, fratris
mei gratis et de mea certa sciencia constituo et ordino ac solemniter deputo procuratorem, actorem ac factorem meum certum et specialem et ad infram et generalem...
[omissis]37 /
c. 115v. ...Actum est hoc Oristanii, die 14 decembris anno a nativitate domini 1630.
Signum mei dicti Francisci Pira consti/tuhentis prefati qui haec laudo, concedo, firmo
e iuro actum. Testes huius rei sunt Petrus Paulus Atzori et Maurus Uras, Oristani.
(ST) Signum Nicolai Pinna appostolica ubique regia vero autoritatibus per omne presenti Sardiniae regnum publici notarii, civis Oristanii qui predictis adfuit idque proprio calamo scripsit et requisitus eodem clausit. /
126
1631 dicembre 31, Oristano
Don Leonardo Pira della città di Oristano, non potendo partecipare al
Parlamento perché impedito da alcuni affari, nomina suo procuratore lo zio
Gaspare Pira, dottore in legge, naturale della stessa città e domiciliato in
Cagliari.
c. 119 In Dei nomine. Noverint universi quod ego nobilis don Leonardus Pira, huius civita-
tis Oristani, attendens quod tria Stamenta seu Braquia presentis Sardiniae regni et
37
254
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
inter ea ego cum litteris requisitoris sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri
regis, nunc feliciter regnantis quam illustrissimi domini don Hieronimi Pimentel,
marquionis de Vayona, eius Locumtenentis et Capitanei generalis prefacti Sardinie
regni, fui convocatus ut die octava mensis ianuarii primo venturi sim in civitate Callari
in Curia generali quam ibidem prefactus illustrissimus et excellentissimus dominus
locumtenens generalis nomine et pro parte suae prefactae regiae Magestatis regniculis
prefacti regni indixit et convocavit ac tenere et celebrare intendit attendens etiam
quod aliis negotiis impeditus non possum in prefacta civitate Caller transferre nec in
ipsa Curia adesse pro. ut decet de mea igitur certa sciencia facío, constituo, creo,
deputo et solemniter ordino procuratorem sindicum et actorem ac nuntium certum et
specialem et ad infrascripta etiam generalem ita tamen quod specialitas generalitati
ipsi minime deroget nec et diverso nobilem iuris utriusque doctorem don Gasparem
Piras avunculum huius dictae civitatis naturalem ac in dicta civitate Caller domicilia[omissis]38 /
...Actum est hoc in presenti civitate oristanense, die trigesima prima et ultima mensis c. 120
decembris anno a nativitate domini 1631. Signum meum nobilis don Leonardi Pira
constituentis prefacti qui haec laudo, concedo et firmo.
Testes huius rei sunt Michail Pira, minor dierum, et Franciscus Comino, sator,
Oristani habítatores.
(ST) Signum Joannis Montiserrati Conco, appostolica ubique regia vero auctoritatibus per omne presentis Sardiniae regnum pubblici notari, civis Oristani qui predictis
adfuit idque per alium scribi fecit et requisitus hec proprio chalamo clausit. /
127
1631 gennaio 9, Oristano
Don Giovanni Antonio Marongiu, nobile della città di Oristano, non potendo partecipare al Parlamento a causa di diversi impegni, nomina suo procuratore
don Gaspare Pira, dottore in legge, residente nella medesima città.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego don Ioannes Antonius Marongio, huius
civítatis Oristanii in eademquae domiciliatus, quia plurimis ocupatus negotiis infra- c. 121
scriptis personaliter adesse non possum, confidens igitur ad plenum de fide legalitate
animiquae probitate, sufficientia, studiositate, nobilitateque vestris don Gasparis Pira,
utriusque iuris doctor eiusdem civitatis Oristanii Callerque domiciliati, gratis et de
mea certa sciencia, constituo et ordino, creo et solemniter deputo sindicum, actorem
38
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
255
et procuratorem meum certum et specialem et ad infrascripta generalem ita tamen
quod specialitas generalitati no deroget nec e contra vos eundem don Gasparem
Pira...
[omissis]39 /
c. 122 ...Actum est hoc Oristanii, die nono mensis ianuarii anno a nativitate domini 1631;
signum meum praedicti don Ioannis Antonii Marongio constituentis prefati qui hec
laudo, concedo, firmo et iuro.
Testes huius rei sunt Joannetinus Picarello, mercator januens Oristanii comorans et
Franciscus Casu alias Nieddo, suburbii Oristanii habitans.
(ST) Signum Michaelis Nonni, apostolica ubique regia vero auctoritatibus per omne
presens Sardiniae regnum publici notari, civis Oristanii qui praedictis adfuit, proprio
calamo scripsit et requisitus clausit. /
1631 dicembre 31, Sassari
128
Andrea Passamar, Giacomo e Gavino Passamar, rispettivamente padre e figli,
cavalieri domiciliati nella città di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento
perché impegnati in altri affari, nominano loro procuratore don Stefano Pilo.
c. 123 (Admitatur omnes cum hoc quod Gavinus Pasamar, tamquam minor 20 annorum
non interveniat in hoc Parlamentum anni 1631).
Die trigesima prima et ultima mensis decembris anno a nativitate domini 1631,
Sasseri.
Andreu Pasamar, Jaime Pasamar y Gaví Pasamar, pare y fills respective, cavallers
domiciliata en la present ciutat, per quant a les infrascrites coses no poden personalment intervenir per ser en altros negociis ocupats y confiant ad plenum de la fe, legalitat, probitat de anim, prudencia y bon judicii del ínfrascrit don Estefe Pilo, en dicta
ciutat domiciliat, per tant, de llur grat y certa sciencia, en tot lo millor modo, via y
manera que poden y deven y lis es kit y permes, fan, constituexen crean y solemnement ordenan llur procurador cert y especial y a les infrascrites coses generai de
manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ni per lo contrarii al dit y prenomenat don Estefe
[omissis]4° /
...Testes sunt Ioannes Franciscus Apietu, Antonius Ruina et Ioannes Ferrale, Sasseris.
39
4°
256
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Per il contenuto della parte omessa cfr, il documento n. 114.
(ST) Signum mei Ioannis Cano et Carta, cives Sasseris auctoritatibusque apostolica c. 123v.
ubiquae regia vero per totam terram et dictionem serenissimi domini nostri regis
publici notati qui hec scripssi et clausi rogatus et requisitus. /
1631 dicembre 28, Iglesias
I consiglieri; i cittadini e i probi uomini della città di Iglesias nominano loro
procuratore al Parlamento Gerolamo Meli Scarxoni, dottore in legge, nato nella
stessa città e domiciliato in Cagliari.
129
In Dei nomine amen. Noverint universi quod nos Ioarmes Baptista Carta, Franciscus c. 124
Balia, medicinae doctor, Salvator Meli Sanna, Franciscus Gambulla et Julianus
Bruguitta, anno presenti consiliaris presentis civitatis Ecclesiarum, Petrus Salazar,
Antiocus Figus, Petrus Scarxoni, donnicellus sive miles, Joanes Antonius Serra etiam
miles, Hieronimus Calabres et Guiso, Franciscus Cani Matxoni, Antiocus Scarxoni
Cani, Nicolaus Scarxoni Cocodi, Michael Otger, donnicellus, Angelus Cani Margens,
Julianus Scarxoni, Hieronimus Salazar, Joannes Serra, Franciscus Rulli, Antiocus
Meli Puliga, Ioannes Loy, Antonius Pintus Ussay, Antonius Garau, Joannes Cocodi
Puliga, Joannes Pullo Arro, Antonius Gambasso, Antiocus Murja, Joanes Bruguita
Puxello, Nicolaus Furresse, Joannes Cani Frigardo, dierum minor, Antiocus
Palumbo, Bartholomeus Gambasso, Antonius Melly Cocoti, Bartholomeus Mereu,
Nicolaus Figus, Joannes Furresso, Nicolaus Munteri, Lucas Confini, Sebastianus
Matta, Joannes Antonius Murroni, Petrus Molini, Nicolaus Liulotxi, Bartholomeus
Sotxi, Lonardus Falxi, Franciscus Palumbo, Antonius Estaphanus Guiso, Joannes
Antiocus Loddy, notarius, don Antonius Despinosa, Nicolau Scarxoni, [...] etiam
miles, Antiocus Cocodi, Hieronimus Matxoni, Sebastianus Serra, miles, Antiocus
Serra, etiam miles et Joannes Antonius Devilla omnes cives et probi homines respective convocati et congregati intus domus consilii presentis civitatis iussu nobilis don
Ludovici Despinosa, capitaney et alcaydi praefatae et presentis civitatis mediante preconio publico per Nicolaum Garau Tiesi, publicum curritorem per loca publica et
assueta eiusdem civitatis, die presenti facto ubi pro huiusmodi et aliis hiis similibus
negotiis convocati et congregari solemus, ibidemque tanquam mayor et sanior pars et
plusquam duae partes eiusdem comunitatem et universitatem eiusdem civitatis facientes et representantes pro exequtione condusionis et determinationis consilii per nos
die presenti et infrascrito dantes, attendentes et scientes nos consiliarios prefatos pro
prefata et presenti civitate et ipso / nomine et pro singularibus eiusdem fore et esse c. 124v.
citatos et convocatos per illustrissimum et excellentissimum dominum don
Hieronimum Pimentel, marquionem de Vayona, Locumtenentem et Capitaneum
generalem pro sua regia Magestate domini nostri regis Philipi in presenti Sardiniae
regni, quod per nosmet ipsos aut... seu potius praefatae civitatis sindicum actorem ac
procuratorem comparentem coram sua illustrissima et excellentissima Dominatione
257
ratione assistendi et interessendi in tractando omnes et singulas causas res et negotia
quae oportebit et necesse fuerit proponenda et tractanda in regio generali Parlamento
quod sua illustrissima et excellentissima Dominatio, pro praefata sacra catholica regia
Magestate et ipsius nomine cellebrare intendit in civitate et Castro Calaris quod generale regium parlamentum incípere habet die octavo mensis januarii primo venturo
pro et in prefata citatione et convocatione latius constat quadam provísione suae illustrissimae et excellentissimae dominationis sub datum in praefata civitate calaritana
die vigessima nona mensis novembris proxime defluxi. Agentes etiam haec inseguendo seriem et tenorem epistolae seu literae suae praefatae regiae Magestatis nobis circa
cellebratione praefati regii generalis parlamenti factae ac missae pro ut de illa latius
constare asserimus, sub datum villae de Madrit die decima septima mensis junii,
proxime elapsi quibus provisione et regiae epistolae respective habeatur relatio.
Idcirco confidentes ad plenum de probitate animique dexteritate et inagendis peritia,
suficientia, studiositate, legalitate atque experientia Hieronimi Meli Scarxoni, utriusque iuris doctoris praefatae civitatis Calaris domiciliati et a presenti civitate oriundi,
de nostra igitur certa scientia eisque melioribus via, modo, forma ac jure quibus
melius de jure et alias valere possumus et de verus constituimus, creamus et solemniter ordinamus sindícum, actorem et procuratorem nostrum et cuiuslibet nostrum seu
verius praefata civitate Ecdesiarum...
[omissis]41 /
c. 126v. ...Actum est hoc in civitate Ecclesiarum et in domo consilii eiusdem die vigessima
octava mensis decembris, anno a nativitate domini 1631, signa nostrorum praefatis
constituentíum qui haec laudamus, concedimus et firmamus.
Testes sunt Petrus Cani Martini et Joannes Pullo Cugno, vacarum pastores et eiusdem
civitatis habitatores.
(ST) Signum Joannis Pias, auctoritate apostolica ubique regia vero per omne presens
Sardiniae regnum publici notari et domus consilii presentir civitatis Ecclesiarum
secretari, qui preditis interfuit eaque proprio scripta calamo requisitus et rogatus
clausit. /
1631 gennaio 1, Ozieri
130
Gli ozi eresi Giovanni Tola Larca e Angelo Tola Bùyl, padre e figlio, e
Agostino Carta Cabitzudo, donnicello della villa di Benetutti, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnati in legittimi affari,' nominano loro procuratore don Filippo Pilo Larca della città di Sassari.
41
258
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Die prima mensis januari anno domini 1631, Ocieri. c. 127
Nos altres Joan de Tola Larca dongiell, Angiel Tola y Biiyl donzell, pare y fili, de la
present vila y Agustin Carta Cabitzudo, donzell de la vila de Benetuty, aqui present,
per quant son inpedits per alguns llegitms ynpediments per lo que a les coses infrascrites no nos podem trobar; per gò et alias en tot lo minor modo, via y manera que
de dret tingan lloch constithuim, nombram nostre procurador cert y especial y a les
coses infrascrites generai axí que la spesialitat no derogue nech e contra al noble don
Felipo Pilo de Larca de la ciutat de Sager absent...
[omissis]42 /
...Testes presents son lo noble doctor don Francesco De Tola Larca y Martin c. 128
Suzarello, donzell tots de Ossier, Joannes Maria Cao nottarius.
(ST) Signal de my Joan Maria Cao, noctari publich per autoritat real que pose en la
present copia de ynstrument de procura la qual es estada copiada del son propri original per my noctari enfrascrit bé y fielment rogatus et requisitus fidem facio. /
1631 gennaio 8, Sassari
131
Don Giovanni Battista Ledi Carrillo, domiciliato nella città di Sassari, non
potendo partecipare al Parlamento a causa di alcuni impegni; nomina suo procuratore il fratello don Francesco Ledi Carrillo, conte dí Bonorva.
Die octava mensis januarii anno a nativitate domini 1631, Sasseris. c. 132
Noverint universi quod ego, don Joannes Bauptista Leda et Carrillo, in presenti civitate
Sasseris domiciliatus quia per sacram catholicam et regiam Magestatem domini nostri regis
et in eius personam illustrissimum et excellentissimum dominum don Hieronimum
Pimentel marquionem de Vayona a praedicta sacra catholica et regia Magestate domini
nostri Regis Locumtenentem et Capitaneum generalem incolis et habitatoribus huius regni
in civitate calaritana Parlamentum sive Curiae generales assignato die octava presentis et
currentis januari cum diebus sequentibus vellimque dictas Curias seu Parlamentum me
conferre quod in presentiarum facere nequeo, impedimento detento, ideo gratis et ex mea
certa scientia omnibus melioribus via modo et forma quibus de juribus fieri posset facio,
constituo, creo et solemniter ordino procuratolem meum certum et specialem et ad infrascritam etiam generalem ita quod specialitas ipsi generalitati minime deroget nec e contra
egregium don Franciscum Leda" et Carrillo, comite de Bonorba, fratrem meum absentem...
{0MiSSiS143
42
43
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
259
1631 gennaio 3, Oristano
132
Don Gaspare Sanna, consigliere capo della città di Oristano, non potendo
intervenire al Parlamento a causa di diversi impegni; nomina suo rappresentante
don Paolo Castelvì, procuratore del reale Patrimonio.
c. 133 In Dei nomine. Noverint universi quod ego, nobilis et magnificus don Gaspar Sanna,
anno presenti in capite congiliarius presentis civitatis Oristanii, attendens quod tria
stamenta seu brachia presentis Sardiniae regni inter ea ego, cum literis requisitoris
sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri regis nunc feliciter regnantis, fui
convocatus in civitate calaritana in curia generali quam ibidem illustrissimus et excellentissimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de Bayona, Locumtenens et
Capitaneus generalis huius Sardiniae regni nomine et pro parte suae praefatae regiae
Magestatis regniculis praefati regni indixit et convocavit at tenere et celebrare intenda; atendens etíam quod aliis negotiis impeditus non possum ad infrascritam atendere pro ut decet de mea igitur certa sciencia facio, constituo, creo, deputo et solemniter ordino procuratorem sindicum et actorem ac nuntium meum certum et specialem
et ad infrascritam etiam generalem ita tamen quod specialitas generalitati ipsi minime
deroget nec et diverso, nobilem dominum don Paulum de Castellvy, regiurn procuratorem ac judicem regii patrimonii pro sua Magestate in presenti Sardiníae regni licet
absentem tanquam presentem...
[omissis]44 /
c. 134 ...Actum est hoc in civitate Oristanii, die tertia mensis januarii anno a nativitate
domini 1631; signum meum dicti nobilis don Gasparis Sanna constituentis praefati
qui predicta laudo, concedo et firmo.
Testes huius rei sunt Antonius Angelus Porta, civis et doctor Petrus Manca, Oristanii
domiciliatus.
(ST) Signum Antonii Angeli Aresu appostolica ubique regia vero auctoritatibus per
cunctas terras et dominationes sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri
hispaniarum Regis publici notarli civis Oristanii qui praedictis adfuit idque proprio
calamo scripsit et requisitus cum addito ubi legitur domini nostri regis eodem calamo
clausit. /
133
1631 gennaio 2, Oristano
Don Baldassarre Paderi, regio podestà e giudice ordinario della città di
Oristano, non potendo partecipare al Parlamento a causa di diversi impegni,
nomina suo procuratore don Paolo di Castelvì, dell'ordine di San Giacomo della
44
260
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Spada, signore della baronia di Sili go, Meilogu e Montesanto, procuratore del
reale Patrimonio.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego nobilis et magnificus don Baldasar c. 137
Paderi, anno presenti regius potestas et judex ordinarius presentis civitatis Oristanii,
attendens quod tria stamenta seu brachia presentis Sardiniae regni inter ea ego cum
literis requisitoris sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri Regis nunc feliciter regnantis fui convocatus in civitate calaritana in curia generali quam ibidem illustrissimus et excellentissimus dominus don Hieronimus Pimentel, marchio de
Bayona, Locumtenens et Capitaneus generalis huius Sardiniae regni nomine et pro
parte suae praefatae regiae Magestatis regniculis praefati regni induxit et convocavit
at tenere et celebrare intendit; attendens etiam quod alfis negotiis impeditus non possum in predicta civitate calaritana transferre, nec in ipsa curia adesse, pro ut decet de
mea igitur certa sciencia facio, constituo, creo, deputo et solemniter ordino procuratorem, sindicum et actorem ac nuntium meum certum et specialem et ad infrascritam
etiam generalem ita tamen quod specialitas generalitati ipsi minime deroget nec et
diverso nobilem dominum don Paulum de Castellvy, ordinis et militiae Santi Jacobi
Spattae, dominum baroniarum Seligo, Meylogo et Montisancto de consilio suae
Magestatis et pro eadem regium procuratorem et judicem regii patrimonií presentis
Sardiniae regni, Calari populatum, licet absentem tanquam presentem...
[omissis]45
...Actum est hoc in civitate Oristanii, die secundo mensis januarii anno a nativitate c. 138
domini 1631; signum meum dicti nobilis et magnifici don Baltasarris Paderi constituentis praefati qui predicta laudo, concedo et firmo.
Testes huius rei sunt Antonius Angelus Aresu notarius et Ludovicus Galerio negosiator Oristanii domiciliats.
(ST) Signum Jacobi Casu, appostolica ubique regia vero auctoritatibus per omne presens Sardiniae regnum publici notati civis Oristanii qui praedictis adfuit atque proprio calamo scripsit et requisitus cum adito ubi legitur constitutum eodem calamo
clausit instatus. /
1631 gennaio 3, Oristano
134
Don Pietro Angelo Mura della città di Oristano, non potendo intervenire al
Parlamento a causa di diversi impegni, nomina suo procuratore don Paolo di
Castelvì, giudice del Reale Patrimonio.
45 Per
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
261
c. 139 In dei nomine. Noverint universi quod ego nobilis don Petrus Angelus Mura presen-
tis civitatis Oristanii, attendens quod tria stamenta seu brachia presentis Sardiniae
regni inter ea ego, cum literis requisitoris sacrae catholicae regiae Magestatis domini
nostri Regis nunc feliciter regnantis fui convocatus in civitate calaritana in curia generali quam ibidem illustrissimus et excellentissimus dominus don Hieronimus
Pimentel, marchio de Bayona, Locumtenens et Capitaneus generalis huius Sardiniae
regni nomine et pro parte suae praefatae regiae Magestatis regniculis praefati regni
indixit et convocavit ac tenere et celebrare intendit; atendens etiam quod aliis negotiis
inpeditus non possum in predicta civitate calaritana transferre nec in ipsa curia adesse
pro ut decet de mea igitur certa sciencia facio, constituo, creo, deputo et solemniter
ordino procuratorem sindicum et actorem ac nuntium meum certum et specialem et
ad infrascritam etiam generalem ita tamen quod specialitas generalitati ipsi minime
deroget nec e diverso nobilem domínum don Paulum de Castellvy, regium procuratorem ac judicem regii patrimonii pro sua magestate in presenti Sardiniae regno licet
absentem tanquam presentem...
[omissis]46
c. 140 ...Actum est hoc in civitate Oristanii die tertia mensis januarii anno a nativitate domini 1631; signum meum dicti nobilis don Petti Angeli Mura constituentis praefati qui
predicta laudo, concedo et firmo.
Testes huius rei sunt Antonius Angelus Porta, civis et doctor Petrus Manca, Oristanii
domiciliati.
(ST) Signum Antonii Angeli Aresu appostolica ubique regia vero auctoritatibus per
cunctas terras et dominationes sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri
hispaniarum regis publici notarii civis Oristanii qui praedictis adfuit idque proprio
calamo scripsit et requisitus eodem calamo clausit. /
135
1630 dicembre 12, Sassari
Don Nicola Casagia, dottore in legge della città di Sassari, non potendo
intervenire al Parlamento a causa di diversi impegni, nomina suo procuratore don Paolo di Castelvì, dell'ordine di San Giacomo della Spada, procuratore reale, giudice del Reale Patrimonio e signore della villa e incontrada di
Salgo.
c. 141
Die duodecima mensis decembris, anno a nativitate domini 1630, Sasseris.
Yo don Nicolas Casagia, iuris utriusque doctor de la present ciutat de Sager, per
46 Per
262
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
quant sò impedit de alguns negossis a mi emportants y a les coses infrascrites personalment no me puch trobar, per cò, de grat y certa mea scientia, en tot lo millor modo
que puch y dech y me es licit y permes, fas, constituesch, creo, y solemnament ordeno
procurador meu cert special y a les infrascrites coses generai, de manera tal que la
specialitat a la generalitat no derogue ny per lo contrary, al noble don Pablo de
Castelvì de la orde y miligia de Sant Jaume de la Spasa, del consell de su Magestat y
son procurador real y jutgie del real patrimony en lo present renye, senyor de la villa y
encontrada de Silego, que es absent com si fos present...
[omissis]47 /
c. 141v.
...Tester canonicus Petrus Paulus Suzarello et Joannes Antorúus Freso, Sasseris.
(ST) Signum meum Salvatoris Sanna civis Sasseris, auctoritatibus appostolica ubique
regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari qui praemissis mea
manu scriptis interfui et requisitus clausi. /
1630 dicembre 28, Ozieri
136
Don Francesco Larca, signore della villa di Monti, suoi figli Pietro, Francesco
e Giovanni, e don Francesco de Larca, vecchio e ammalato, entrambi donnicelli
della villa di Ozieri, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnati in
affari urgenti, nominano loro procuratore Antonio de Robles, capitano dell'esercito regio e cavaliere dell'ordine di San Giacomo della Spada, reggitore e amministratore dello stato di Oliva.
c. 142
(Admitatur)
Die 28 de decembre anno domini 1630, Ogieri. Nos altres don Francisco De Larca,
senyor de la villa de Monty, domiciliat en la ciutat de Sager y al present trobat en esta
villa, don Juan de Larca son fill y Pere Franciscus de Larca, dongell tots de la present
villa per quant som impedits per alcuns causes urgents y en particular y dit don
Francisco de Larca de vellesa y enfirmitat y altres legitimis justs empediments per lo
que a les coses infrascrites no nos podem trobar per vò et alias en tot lo millor modo,
via y manera que de dret sert y espesial y a les coses infrascrites generai, axí que la
spesialitat a la generalitat no derrogue nec contra al noble capiti don Antonio de
Robles, del orde y milisia de Sant Jaime de la Spasa, regidor y administrador generai
del estat de Oliva en lo present regne qual es present...
[omissis]48 /
47
48
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
263
c. 142v. ...Tester Pere Joan Manca, Vitor Carta y Melchior Deledda de Ossier, Paulo Porcu
notarí.
(ST) Signal de mi Paulo Porcu, notary publich de la present villa de Ossíer per autoritat real, manu propia et fidem facio. /
1631 gennaio 14, Cagliari
137
Don Antonio De Robles, in qualità di procuratore dei fratelli Pietro,
Michele, Giovanni e Basilio Del Mestre, della villa di Ozieri, nomina come
suo procuratore al Parlamento don Gerolamo Fadda, domiciliato nella città di
Cagliari.
c. 143
Die 14 mensis januarii, anno a nativitate domini 1631, Caller.
Ego dominus don Antonius de Robles, procurator ad haec et cum posse substituendi
constitutus et ordinatus a Petro, Michaele, Joanne et Basilio Del Mestre, fratribus
vilae de Ogier, instrumento per eos firmato in posse Joannis Francisci Sale, notarli
publici die vigesimo tertio mensis decembris proxime preteriti in praedicta vila recepto utens potestate substituendi mihi prechalendato mandato atributa gratis et cetera,
substituo et ordino procuratorem díctorum principalium meorum certum et cetera,
ita quod et cetera, vos nobilem don Hieronimum Fadda, Caller domigiliatum, his
licet absentem etc...
[Omissis]49
c. 143v. ...Testes sunt Montserratus de Persia, causidicus et Hieronimus Valle, Caller habitantes.
Praemissís alieno calamo exaratis fidem facit Jacobus Manca publicus notarius civis
Caller hiis subscribens proprio calamo50.
c. 145 (...) y substitut serà dit, fet, votat, trattat en dit real Parlament detenirlo grato, valido y
agradable y no revocarlo ni contravertirlo per alguna causa, via y rahó, sots obligasió
de los bens de nos altres, largie cum clausulis, Pera Joan Manca, Bitor Carta y
Melchior Deledda de omni meliori etc. Paulo Porcu, notary.
Signum generai de mi Paulo Porcu, notary pubblich de la present vila de Ocier, per
autoritat real, mano propria fidem facio (...).51
c. 147 Augustini de Coasina et Gualbes.
49 Per il contenuto della parte cfr. il documento n. 114.
5° La pagina 144 è bianca. La pagina 144v. è andata invece dispersa.
51 La carta 146 è bianca.
264
Testes huius rei sunt Gavinus de Mugane, Joannes Franciscus Longo et Joannes
Maurus Serra, scriptores ditae et presentis civitatís Sasseris.
(ST) Sígnum meum Georgii Musina, civis Sasseris auctoritatibus apostolica ubique
regia vero per omne presens Sardiniae regnum publici notari qui predicto mandato,
per alium scripto, adfui et requisitus clausi et subsignavi constat de addito ubi legitur
quomodo libet et de abolito interdictiones revocare et sub52. /
1630 dicembre 23, Ozieri
138
Giovanni Maria Tola Manca, Matteo Tola Soliveras, Pietro Michele,
Giovanni e Basilio Del Mestre, cavalieri domiciliati nella villa di Ozieri, non
potendo partecipare al Parlamento nominano loro procuratore don Antonio
Robles capitano dell'ordine di San Giacomo della Spada, reggitore e amministratore dello stato e della casa del conte di Oliva.
Die 23 mensis decembris anno a nativitate domini 1630, Osier. c. 149
Nos altres Joan Maria Tola y Manca, Mateo de Tola Soliveras, Pera Miquel, Joan y
Basili del Mestre, tots jermans cavallers domisiliats en la present villa de Osier, a estes
coses presents y aceptants devant de mi notari enfrascrit per quant ab letra de sa
Magestat y de 1.illustrissitn y excellentissim senor Virey y Capità generai del present
regne son estats cridats, per los vuit del mes de febrer primer venint per els o per son
legitims procuradors bé istruits y ab soffisient potestat, signifficanlis que lo dit dia se
ha de dar principi al real parlament eo junta que sa Magestat mana al qual efecte ells
no poden personalment asistir ni acudir personalment per co, en tot lo myllor modo
que poden y deven, confiats de lo estat de la persona del noble don Antony Robles
del orde y milisia de Sant Jayme de la Espassa, regidor y administrador de lo estat y
casa de Oliva en lo present regne, nomenat per lo dit illustrissim y excellentissim
senor Virey y Capità generai en lo present regne y son real consell per la merget de
Marco Antonio Miron regidor era de lo dit estat qual de Robles se troba present en
esta villa lo nomenan y crean son llegitim procurador...
[omissis]53 /
...Testes presents Sebastià Concas, Joan Maria Sorobe de Osier, Joan Francesch Sale, c. 149v.
notarius.
(ST) Signal de my Joan Francesch Sale notarius publicus de la villa de Osier per auctoritat appostolica y regia propria fidem facio. /
52 Le carte 148 e 148v. sono bianche.
53 Per il contenuto della parte omessa
cfr. il documento n. 117.
265
1631 gennaio14, Cagliari
139
Don Antonio De Robles, in qualità di procuratore di Giovanni Maria Tola
Manca di Ozieri, nomina suo sostituto il nobile Pietro Abrich, domiciliato in
Cagliari, affinché lo rappresenti in Parlamento.
c. 150
Die 14 mensis januarii anno a nativitate domini 1631, Caller.
Ego dominus Anthonius de Robles, procurator ad haec etiam cum posse substituendi
constitutus et ordinatus ab Joanne Maria Tola et Manca, villae de Ocier, instrumento
per eum firmato in posse Joannis Francisci Sale, publici notarii, die vigesimo tertio
mensis decembris proxime preteriti in dita villa recepto utens potestate substituendi
mihi praechalendato mandato atributa gratis etcetera substituo et ordino procuratorem dicti principalis mei certum etcetera, ita quod etcetera vos nobilem Petrum
Abrich, Caller domiciliatum his absentem etc...
[omissis]54 /
c. 150v. ...Testes sunt Montserratus de Persia, causidicus, et Hieronimus de Valle, Caller
habitatores. Premissis alieno calamo exaratis fedem facit Jacobus Manca, publicus
notarius civis Caller Sardiniae haec subscribens. /
140
1631 gennaio 9, Cagliari
Don Fabrizio Manca Guiso, domiciliato in Cagliari, non potendo partecipare
al Parlamento a causa di impegni urgenti, nomina suo procuratore Giovanni
Maria Tanda, dottore in legge.
c. 152 In Dei nomine. Noverint universi quod ego don Fabricius Manca et Guiso Caller
domiciliatus attendens quod ego cum litteris regis, tam sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri regis quam illustrissimi et excellentissimi domini nostri
Locumtenentis et Capitanei generalis presentis regni, fuit vocatus die octavo presentis
et infrascripti mensis januarui presentis et infrascripti anni in presenti civitate Caller
in Curia generali ibidem praefactus illustrissimus et excellentissimus dominus locumtenens et capitaneus generalis nomine et vice suae Magestatis regnicolis presentis
regni induxit et convocavit ac tenere et celebrare intendit; attendens etiam infrascriptis propter aliam et urgentem ocupationem non possum interesse pro ut deceret idcirco tenore presentis publici instrumenti vos utriusque iuris doctorem Ioannem
Mariam Tanda, militem civemque Caller his presentem et onus praedictum acceptantem procuratorem meum certum et specialem...
54 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114. Le carte 151 e 151v. sono
bianche
266
[omissis]55 /
...Actum est hoc Caller, che nono mensis januarii anno a nativitate domini 1631. c. 153v.
Signum don Fabrisi Manca et Guisso constituentis predicti qui haec laudo, concedo
et firmo etc.
Testes huius rei sunt Antiochus Udda, Clemens et Joannes Baptista Arca, scriptor
Caller, habitatores.
(ST) Signum Jacobi Manca appostolica et regia auctoritatibus publici notarli civis Caller
qui praemissis adfuit eaque per alium scribi fecit ac rogatus et requisitus clausit. /
1630 dicembre 31, Cagliari
141
Don Emanuele Santa Crus, signore di Tuili e di altre ville spopolate, domiciliato in Cagliari; non potendo partecipare al Parlamento, nomina suo procuratore Giovanni Maria Tanda, dottore in legge, cittadino di Cagliari.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego, don Emanuel Santa Crus domnicellus c. 155
dominus utilis villae de Tuili populatae et aliarum depopulatarum, Caller domiciliatus, attendens quod ego cum litteris regiis tam sacrae catholicae regiae Magestatis
domini nostri Regis quam illustrissimi et excellentissimi domini nostri Locumtenentis
et Capítanei generalis presentis regni fui vocatus die octava mensis januari primi venturi presentis et infrascripti anni in presenti civítate calaritana ín Curia generali quam
ibidem praefactus illustrissimus et excellentissimus dominus Locumtenens et
Capitaneus generalis nomine et vice suae Magestatis regnicolis presentis regni induxit
et convocavit ac tenere et celebrare intendit; attendens etiam infrascriptis non possum
interesse pro ut deceret idsirco tenore presenti vos utriusque íuris doctorem Ioannem
Mariam Tanda, militem civemque Caller, his presentem et onus praedictum acceptantem procuratorem meum certum et specialem...
[omissis]56 /
...Actum est hoc Caller, die trigesimo primo et ultimo mensis decembris anno a nati- c. 156
vitate domini 1630. Signum Emanuelis Santa Crus constituentis predicti qui haec
laudo, concedo et firmo etc. Testes huius rei sunt Salvator Martí et Jacobus Pieo,
januensis, Caller habitatores.
Premissis alieno calamo exaratis fidem facit Jacobus Manca, publici notarii civis
Caller haec subscribens proprio calamo. /
55 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114. Le carte 154 e 154v. sono
bianche.
56 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
267
142
1630 dicembre 21, Macomer
Michele Dessi, residente nella villa di Macomer, non potendo partecipare al
Parlamento nomina suo procuratore il figlio Angelo, dottore in leggi e abitante a
Cagliari.
c. 164 In Dei nomine. Noverint universi quod ego Michael Dessì, resídens in villa de
Macumer, sciens et attendens quod ego cum litteris regiis tam sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri Regis quam illustrissimi et excellentissimi domini
Locumtenentis et Capitanei generalis presentis regni, fui vocatus die octavo mensis
januarii anni primi venturi 1631 in civitate Caller in Curia generali quam ibidem praefactus illustrissimus et excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus generalis nomine et vice suae magestatis regnicolis presentis regni indbdt et convocavit ac
tenere et celebrare intendit; attendens etiam infrascriptis non possum interesse pro ut
deceret idcirco tenore presenti vos utriusque iuris doctor Angelus Dessì, militem
filium meum ín civitate Caller habitatorem his licet absentem procuratorem meum
certum et specialem et ad infrascrita generalem facio, constituo creo et solemniter
deputo...
[omissis]57 /
c. 165v. ...Actum est hoc in oppido de Macumer, die viggesimo primo mensis decembris
anno a nativitate domini 1630. Signum Michaelis Dessì constituentis predicti qui haec
laudo concedo et firmo etcetera.
Testes huius rei sunt Melchior Virdi et Petrus Paulus Carta y Suzarello, omnes praedictae villae de Macomer et Bartholomeus de Nurqui, scriba qui vicae et nomine et ut
substitutus mei notati infrascriti praedictís adfuit et firmam ipsam pro me recepit.
Premissis exaratis fidem fecit Jacobus Manca, publicus notarius civis Caller haec subscribens proprio calamo. /
143
1631 gennaio 10, Alghero
Andrea Palla, laureato in legge, donnicello domiciliato nella città di Alghero,
non potendo partecipare al Parlamento nomina suo procuratore Antonio Angelo
Santucius, donnicello della stessa città.
c. 167 Noverint universi quod ego Andreas Palla, utriusque iuris doctor, domnicelus et
domiciliatus in presenti civitate Alguerii attendens quod tria Stamenta seu Brachia
presentís regni et precipue secularis cum literis convocatoris tam sacrae catholicae
regiae Magestatis quam excellentissimi domini don Hieronimi Pimentel, marchionis
57 Per
268
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
de Vayona, Locumtenentis et Capitanei generalis presentis et jam dicti regni fuerunt
vocata in civítate et Castro Calleris ad parlamentum generale quod ibi praefactus
excellentissimus dominus Locumtenens Generalis vice et nomine suae Magestatis
indixit, convocavit ac tenere et celebrare intendit et quia celebratur in dicta civitate et
castro Calleris et personaliter interesse nequio igitur, gratis et ex mea serta scientia,
facio, constituo, creo et solemniter ordino procuratorem meum sertum et specialem
et ad infrascritam generalem ita tamen quod specialitas ípsi generalitati minime deroget nec et contra Antonium Angelum Santucius domnicelum et domiciliatum in presenti civitate presentem...
[omissis]58 /
...Actum est hoc in presenti civitate Alguerii die et anno ut supra. Signum mei pre- c. 167v.
dicti constituenti qui hec laudo, concedo et firmo et cetera.
Testes sunt Nicolaus Satta et Nicolaus Leon, Alguerii abitatores.
(ST) Signum meum Angeli Pistis, civis Algueri, auctoritate regia per omne presens
Sardiniae regnum notali publici qui huiusmodi instrumentum procurationis recepi et
proprio calamo scribi rogatus et requisítus clausi. /
1631 gennaio 9, Oristano
144
Don Giovanni Gavino Atzeri della città di Oristano, non potendo partecipare
al Parlamento perché impegnato in svariati affari, nomina suo procuratore don
Antioco Sanjust, residente nel quartiere Castello della città di Cagliari.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego, don Joannes Gavinus Atzeri, huius civi- c. 170
tatis Oristanii eademque domiciliatus, quia plurimis ocupatus negotiís personaliter
infrascritis adesse non possum confidens igitur ad plenum de fide, legalitate, animique probitate, sufficientia studiositate nobilitateque vestris nobilis don Antiochi a
Sant Just, civitatis et Castri Caller et in eadem domiciliati, gratis et de mea certa sciencia, costituo et ordino et solemniter creo et deputo sindicum actorem et procuratorem meum certum et specialem et ad infrascritam generalem, ita tamen quod specialitas generalitati non deroget nec e contra, vos eundem don Antiochum Sant Just...
[omissis] 59 /
...Actum est hoc Oristanii, die nono mensis januarii anno a nativitate domini 1631. c. 171
58 Per il contenuto della parte omessa cfr. il
59 Per il contenuto della parte omessa cfr.
documento n. 114.
il documento n. 114. Le carte 168-169v. sono
bianche.
269
Signum meum predicti Joannis Gavini Atzeri constituentis praefati qui haec laudo,
concedo, firmo et juro.
Testes huius rei sunt Joannetínus Pigarello, mercator januens Oristanii comorans et
Franciscus Casu alias Nieddo, suburbii Oristanii habitans.
(ST) Signum Michaelis Monni apostolica ubique regia vero auctoritatibus per omne
presens Sardiniae regnum publici notari, civis Oristanii, qui praedictis adfuit proprio
calamo scripsit et requisitus clausit. /
1631 gennaio 9, Oristano
145
Don Giovanni Antioco Ponti della città di Oristano, non potendo partecipare
al Parlamento perché occupato in svariati affari, nomina suo procuratore don
Antioco Sanjust abitante nel quartiere Castello sito della città di Cagliari.
c. 172
In Dei nomine. Noverint universi quod ego, don Joannes Antiochus Ponti huius civitatis Oristanii in eademque domiciliatus, quia plurimis ocupatus negotiis personaliter
infrascritis adesse non possum, confidens igitur ad plenum de fide, legalitate, animique probítate, sufficientia studiositate nobilitateque vestris nobilis don Antiochi a
Sant Just, civitatis et Castri Caller et in eadem domiciliati, gratis et de mea certa sciencia, costituo et ordino et solemniter creo et deputo sindicum actorem et procuratorem meum certuni et specialem et ad infrascritam generalem ita tamen quod specialitas generalitati non deroget nec e contra vos eundem don Antiochum a Sant Just...
[omissis]60 /
c. 172v.
...Actum est hoc Oristanii die nono mensis januarii anno a nativitate domini 1631.
Signum meum predicti Joannis Antiochi Ponti constituentis praefati qui haec laudo,
concedo, firmo et juro.
Testes huius rei sunt Joannetinus Picarello, mercator januens, Oristanii comorans et
Franciscus Casu alias Nieddo suburbii Oristanii habitans.
(ST) Signum Michaelis Monni apostolica ubique regia vero auctoritatibus per omne
presens Sardiniae regnum publici notari civis Oristanii qui praedictis adfuit per alium
scribi fecit et requisitus clausit cum correctis ubi legitur de et huiusmodi et additis ubi
et legitur propositione et faciendo. /
146
1631 gennaio 2, Alghero
I fratelli Didaco, Michele e Francesco Serra dimoranti nella città di Alghero,
60
270
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
non potendo partecipare al Parlamento, nominano loro procuratore Ambrogio
Machin, arcivescovo della diocesi di Cagliari.
Die secunda mensis januarii, anno a nativitate domini 1631, Alguerii. Noverint uni- c. 173
versi quod nos Didacus Serra, don Michael et don Franciscus Serra, fratres detentis
civitatis Alguerii, attendens quod tria Stamenta seu Brachia presentis regni et precipue secularis cum literis convocatoris, tam sacrae catholicae regiae Magestatis quam
excellentissimi domini don Hieronimi Pimentel, marchionis de Vayona,
Locumtenentis et Capitanei generalis presentis et jam ditti regni, fuerunt vocata in
civitate et Castro Calleris ad parlamentum generale quod ibi praefactus excellentissimus dominus Locumtenens generalis vice et nomine suae Magestatis indixit convocavit ac tenere et celebrare intendit et quia celebratur in dicta civitate et Castro Calleris
et personaliter interesse nequimus igitur, gratis et ex nostra serta scientia, facimus,
constituimus, creamus et solemniter ordinamus procuratorem nostrorum sertum et
specialem et ad infrascritam generalem, ita tamen quod specialitas ipsi generalitati
minime deroget nec et contra, illustrissimum et reverendissimum don Ambrosium
Machi, archiepiscopum callaritanum absentem...
[omissis]61
...Testes sunt egregius Joannes Franciscus Fundoni, Michael Olives, Vergilius Gallo c. 173v.
et Matheus Porru, Alguerii omnes.
(ST) Signum meum Joanes Antonius... Ulbo civis Algueri y auctoritate regia per
totum huiusmodi presens Sardiniae regnum notari publici qui huiusmodi procurationi instrumenti recepi ac proprio calamo depixi rogatus et requisitus clausi. /
147
1631 gennaio 7, Oristano
Don Giovanni Sisinnio Ponti della città di Oristano non potendo partecipare
al Parlamento nomina suo procuratore don Antioco Sanjust domiciliato a
Cagliari.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego nobilis don Joannes Sisinnius Ponty pre- c. 176
sentis civitatis Oristanii attendens quod tria stamenta seu brachia presentis Sardiniae
regni inter ea ego cum literis requisitoris sacrae catholicae regiae Magestatis domini
nostri Regis nunc feliciter regnantis fui convocatus in civitate calaritana in curia generali quam ibidem illustrissimus et excellentissimus dominus don Hieronimus
Pimentel, marchio de Bayona, Locumtenens et Capitaneus generalis huius Sardiniae
regni, nomine et pro parte suae praefatae regiae Magestatis regniculis praefati regni,
61 Per
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
271
indixit et convocavit ac tenere et celebrare intendit; atendens etiam quod aliís negotys
inpeditus non possum in predicta civitate calaritana transferre nec in ipsa curia adesse
pro ut decet de mea igitur certa sciencia facio, constituo, creo, deputo et solernniter
ordino procuratorem sindicum et actorem ac nuntium meum certum et specialem et
ad infrascritam etiam generalem ita tamen quod specialitas generalitati ipsi minime
deroget nec e diverso nobilem dominum don Antiochum Sant Just, Calari domiciliatum, licet absentem tanquam presentem...
[omissis]62
c. 177
...Actum est hoc in civitate Oristanii die septima mensis januarii anno a nativitate
domini 1631; signum meum dicti nobilis don Joannis Sisinni Ponty constituentis prefati qui predicta laudo concedo et firmo.
Testes huius rei sunt Ludovicus Gallero et Joannes Thoma Cany Oristanii habitantes.
(ST) Signum Antonii Angeli Aresu appostolica ubique regia vero auctoritatibus per
cunctas terras et dominationes sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri
hispaniarum regis publici notarii civis Oristanii qui predictis adfuit idque proprio
calamo scripsit et requisitus eodem calamo clausit. /
1631 gennaio 23, Cagliari
148
I fratelli Michele, Ludovico, Gaspare e Francesco Concu, donnicelli domiciliati a Villamar, nominano loro procuratore il padre Antioco oriundo di Cagliari e
domiciliato nella stessa villa perché li rappresenti in Parlamento.
c. 178
Die 23 mensis januarii, anno a nativitate domini 1631, Caller.
Nos Michael, Ludovicus, Gaspar et Franciscus Concu fratres, domnicelli in villa de
Mara Arbarey domiciliati, en Caller nunch personaliter reperti, gratis et ex nostra
certa sciencia, tenore presentis publici instrumenti etc., constituimus et ordinamus
procuratorem nostrum et cuiuslibet nostri certum et specialem et ad infrascrita generalern vos Antiocum Concu, etiam domicellum ex hac civitatae Calaris oriundum
nunch vero in dita villa domiciliatum patrem nostrum presentem ad videlicet pro
nobis et nomine nostro et cuiuslibet nostri interessendum et interveniendum regio
generale Parlamento...
[ornissis]63
62 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento
63 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento
272
n. 114.
n. 114.
...Testes sunt Nicholaus de Averno et Petrus Antiocus Lixia, scriptor, Caller habitantes. c. 179
Premissis fidem facit Hieronimus Aleu, notarius publicus Caller haec subscribens. /
1631 gennaio 11, Cagliari
Don Nicolao Montells domiciliato nella città di Cagliari, non potendo partecipare al Parlamento perché ammalato, nomina suo procuratore Ilario de Alagón,
marchese di Villasor e milite dell'ordine di San Giacomo della Spada.
149
In Dei nomine. Noverint universi quod ego, don Nicholaus Montells, Caller domici- c. 180
liatus, sciens et attendens quod ego cum litteris regiis tam sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri Regis quam illustrissimi et excellentissimi domini
Locumtenentis et Capitanei generalis presentis regni fui vocatus die octavo mensis
januarii presenti et infrascriti interessem in presenti civitate Caller in curia generali
quam ibidem praefactus illustrissimus et excellentissimus dominus Locumtenens et
Capitaneus generalis nomine et vice suae Magestatis et regnicolis presentis regni
indixit et convocavit ac tenere et celebrare intendit; attendens etiam quod propter
meam urgentem infirmitatem infrascriptis non possum interesse pro ut deceret idcirco tenore presentis publici instrumenti illustrissimum dominum Illarionem de Alagó
militem ordinis et militiae Santi Jacobi de Espata, marchionem de Villa Sorris, et cetera, his licet absentem tanquam presentem et onus praedicti in se acceptanti procuratorem meum certum et specialem et ad infrascrita etiam generalem facio, constituo,
creo et solemniter deputo...
[onlissis]64
...Actum est hoc Caller, die undecimo mensis januarii anno a nativitate domini 1631. c. 181v.
Signum don Nicholai Montells constituentis predicti qui haec laudo, concedo et
firmo et cetera.
Testes huius rei sunt Franciscus Sanna, Antonius Sorja, comborarius, Caller habitantes et Joannes Baptista Arca, scriptor qui uti substitutus notari infrascriti praedictis
adfuit et firmam ipsam pro me recepit.
Premissis exaratus fidem facit Jacobus Manca, publicus notarius civis Caller haec
subscribens proprio calamo. /
1631 gennaio 13, Cagliari
Antioco Serra, donnicello della città di Iglesias, in qualità di procuratore di
150
" Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
273
Michele Angelo Serra nomina suo sostituto il nobile Giorgio Castelvì, milite
dell'ordine di Calatrava.
c. 182
Die 13 mensis januarii anno a nativitate domini 1631, Caller.
Ego Antiochus Serra, domnicellus civis civitatis Ecclesiarum, Caller nunc repertus
procurator ad haec etiam cum posse substituendi constitutus et ordinatus a nobile
don Michaele Angelo Serra, praedictae civitatis instrumento per eum firmato in posse
Petri Murroni praedictae civitatis Ecclesiarum notati publici die quarto praedictorum
mensis et anni utens potestate substituendi mihi praechalendato mandato atributa
gratis substituo et ordino procuratorem dicti principalis mei certum et cetera, ita
quod et cetera, nobilem dominum Jorgeum de Castellvy, militem ordinis et militiae de
Calatrava his licet absentem...
[omissis]65 /
c. 182v. ...Testes sunt Joannes Baptista Arca, scriptor et Joannes Baquis Carta Suzarello cives
villa de Macomer, Caller residentes.
Jacobus Manca, publicus notarius, fidem facit haec subscribens proprio calamo. /
151
1631 gennaio 4, Iglesias
Don Michele Angelo Serra della città di Iglesias nomina suo procuratore
Antioco Serra donnicello della stessa città perché lo rappresenti in Parlamento.
c. 183 Noverint universi quod ego, nobilis dominus don Michael Angelus Serra, civitatis
Eclesiarum militaris gratis et cetera, constituo procuratorem actorem meum certum et
cetera ita quod et cetera Antiocum Serra, domnicellum dictae civitatis Eclesiarum hiis
presentem et acceptantem ad videlicet pro me et nomine meo donech fuerim absens
in regio Parlamento...
[omissis]66 /
c. 183v. ...Actum est hoc in dicta civitate Eclesiarum die quarta mensis januarii anno a nativi-
tate domini 1631; signum meli Michaelis Angeli Serra constituente praefato qui haec
laudo concedo et firmo.
Testes huius rei sunt Antiocus Meli Bruguitta et Antonius Maria Asator, negociator,
dictae civitatis abitatores.
(ST) Signum mei Petti Murroni, auctoritate regia per omne presens Sardiniae regnum
65 Per il contenuto
66 Per il contenuto
274
della parte omessa cfr. il documento n. 114.
della parte omessa cfr. il documento n. 114.
publici notari qui premissis interfui alieno calamo scribi feci rogatus requisitus cum
aliquis correctis parui momenti et haec subscribens. /
1631 gennaio 3, Sassari
Don Gerolamo de Sena della città di Sassari, non potendo partecipare al
Parlamento perché ammalato, nomina suo procuratore don Paolo di Castelvì
nobile residente nella città di Cagliari.
152
Die tercia mensis januarii anno a nativitate domini 1631, Sasseris. c. 187
En nom de nostre serior Deu amen. Sia a tots notori com yo, don Geronimo de Sena
de la present ciutat de Sasser, per quant no puch trobarme personahnent a les infrascrites coses per ser impedit de infermetat, per en tot lo minor modo que puch y
me es licit y permès, de mon grat y certa siencia fas, constituesch, creo y solemnament
ordeno mon procurador cert y especial y a les coses infrascrites generai, de manera tal
que la specialitat no derogue a la generalitat ni per lo contrari, al noble don Pau de
Castelvì, de la ciutat de Caller qual es absent com si fos present...
[omissis]67
...Testimonia son Antonio Pinna Moneo y Joan Pedro Campa Manunta, víandantes c. 187v.
de Sasser.
(ST) Signum meum Georgy Musina, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica ubique
regia vero per omne presens Sardiniae regnum / publici notari qui predictis proprio c. 188
calamo scriptis adfui et requisitus clausi et subsignavi. /
1631 gennaio 10, Cagliari
Don Giovanni Antonio Pintus, donnicello della città di Iglesias, non potendo partecipare al Parlamento, nomina suo procuratore don Paolo di Castelvì,
milite dell'ordine di San Giacomo della Spada, procuratore del Real
Patrimonio.
153
In Dei nomine. Noverint universi quod ego, don Joannes Antonius Pintus, domicel- c. 189
lus civitatis Eclesiarum, Callqr nunc personaliter repertus, attendens quod ego cum
litteris regiis tam domini nostri Regis quam illustrissimi et excellentissimi domini
Locumtenentis et Capitanei generalis presentis regni fui vocatus die octavo presentis
et infrascriti mensis januarii presentis et infrascriti anni interessem in presenti civitate
Caller in curia generali ibidem praefactus illustrissimus et excellentissimus dominus
9 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
275
Locumtenens et Capitaneus generalis nomine et vice suae Magestatis regnicolis presentis regni induxit et convocavit ac tenere et celebrare intendit; attendens etiam
infrascritis non possum interesse pro ut deceret idcirco tenore presentis publici
instrumenti, vos nobilem don Paulum de Castelvì, militem ordinis et militiae Santi
Jacobi de Spata, regium procuratorem et iudicem regii patrimonii presentis Sardiniae
regni his licet absentem tanquam presentem procuratorem meum certuni et specialem et ad infrascrita etiam generalem facio, constituo, creo et solemniter deputo...
[omissis]
c. 190 ...Actum est hoc Caller die decimo mensis januarii, anno a nativitate domini 1631.
Signum Joannis Antonii Pintus constituentis predicti qui haec laudo, concedo et
firmo etc. Testes huius rei sunt Baptista Pisano et Joannes Antiochus Cossu, Caller
habítantes.
Premissis alieno calamo exaratus fidem facit Jacobus Manca publicus notarius, civis
Caller, haec subscribens. /
1631 gennaio 11, Alghero
Don Angelo Manca de Prado della città di Alghero, non potendo partecipare
al Parlamento perché impegnato in affari importanti, nomina suo procuratore
don Paolo di Castelvì, cavaliere dell'ordine di San Giacomo della Spada e procuratore reale.
154
c. 191
Die 11 mensis januarii anno a nativitate domini 1631, Alguerii.
Lo noble don Angel Manca y de Prado de la present ciutat de 1.Alguer, per quant està
inpedit en alguns negosis a ell pertocants e inportants y a les coses infrascrites no poderse personalment trobar, per gò, de llur grat y serta scientia, ab tenor del present publich
instrument fa, constituhex, crea y solemnament hordena llur procurador sert y especial
y per les infrascrites coses generai axi" que la especialitat a la generalitat no derogue ny
per lo contrary es a saber al noble don Pau de Castelvy, cavaller del habit de Sant Jago y
procurador real per sa Magestat en tot lo present regne, absent com si fos present...
[omissis]69 /
c. 191v. ...Testes Juan Pedro Pinna, Agusty Esquerra y Sebastía Mura que com a substitut del
notati infrascrit ha rebut la ferma y jurament.
(ST) Signum meum Joanis Andre Rustany civis civitatis Alguerii auctoritate regia
68 Per
69 Per
276
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
notarius publicus per omne presens Sardiniae regnum qui huiusmodi instrumentum
receptum per Sebastianum Mura substitutum meum fidem faciens mediante illo qui
firmam et iuramentum recepit calamo alieno exaratus rogatus et requisitus causi. /
155
1631 gennaio 11, Alghero
Don Francesco Manca Olives della città di Alghero, non potendo partecipare
al Parlamento, nomina suo procuratore don Paolo di Castelvì, cavaliere dell'ordine di San Giacomo della Spada e procuratore reale.
Die 11 mensis januarii anno a nativitate domini 1631, Alguerií.
Lo noble don Francisco Manca y Olivas de la present ciutat de 1.Alguer per quant erta c. 192
inpedit en alguns negosís a ell pertocants e inportants y a les coses infrascrites no poderse personalment trobar, per de Ilur grat y serta scientia ab tenor del present publich
instrument fa, constituhex, crea y soletnnament hordena llur procurador sert y esperiR1
y per les infrascrites, coses generai axí que la especialitat a la generalitat no derogue ny
per lo contrary es a saber al noble don Pau de Castelvì, cavaller del habit de Sant Jago y
procurador real per sa Magestat en tot lo present regne, abcent com si fos present...
[omissis]7° /
...Tester Juan Pedro Pinna, Agusty Esquerra y Sebastia Mura que, com a substitut
c. 192v.
del notari infrascrit, ha rebut la ferma y jurament.
(ST) Signum meum Joannis Andre Rustany, civis civitatis Alguerii, auctoritate regia
notari publici per omne presens Sardiniae regnum qui huiusmodi instrumentum
receptum per dictum Mura substitutum meum fidem faciens mediante dicto substituto qui firmam et iuramentum recepit calamo alieno exaratus, rogatus et requisitus
clausi; consta in prima pagina de acomodato intralineas quod dicit procuras. /
1631 dicembre 28, Tempio
156
Gavino e Diego Riccio, rispettivamente padre e figlio, dormicelii domiciliati
nella villa di Tempio, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnati
in alcuni affari importanti; nominano loro procuratore Marcantonio Basteliga,
dormiceli() della città di Sassari.
Die 28 mensis decembris armo a nativitate domini 1631, Tempio.
Nos altres Gavì Ricio y Diego Ricio pare y fili, dongells en la present vila de Tempio c. 197
70 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117. Le carte 193-196v. sono
bianche.
277
domiciliats; per quant som impedits de alguns negocis a nos altres inportants y a les
coses infrascrites no poder nos trobar personalment per sò, de nostre grat y certa siencia, en tot lo minor modo que podem, devem y nos es permès fem, constituhem, cream
y solemnement ordenam procurador nostre cert y special y a les coses infrascrites general, axí que la specialitat no derrogue a la generalitat ni per lo contrary, a Marcantony de
Bastelga, donzell en la ciutat de Sasser domiciliat ques ausent com si fos present...
[omissis]71 /
c. 198 ...Tester Juan Miquel Lumbardo y Gavì Misorro d.esta vila de Tempio. Hiesus Maria
Joseph.
(ST) Signum mei Barto Fundoni, naturalis presentis oppidi de Tempio encontratae
Gallurae de Geminis, appostolica et regia auctoritatibus publici notari qui predictis
adfui proprio calamo depinxi, rogatus et requisitus clausi. /
1631 gennaio 14, Cagliari
157
Antonio De Robles, in qualità di procuratore di Matteo De Tola Solivera di
Ozieri, nomina suo sostituto Marcantonio Basteliga.
c. 199
Die 14 mensis januarii, anno a nativitate domini 1631, Caller.
Ego dominus Anthonius de Robles procurator ad haec etiam cum posse substituendi
constitutus et ordinatus a Matheo de Tola Solivera, villae de Ogier, instrumento per
eum firmatto in posse Joannis Francisci Sale publici notarii, die vigessimo tertio mensis decembris proxime preteriti in vila predicta de Ocier recepto utens potestate substituendi mihi prechalendato mandato atributa gratis etc., substituo et ordino procuratorem dicti principalis mei certum et cetera ita quod vos Marcum Anthonium
Basteliga his licet absentem etcetera...
[omissis]72
c. 199v. ...Testes sunt Montserratus de Persia, causidicus et Hieronimus de Valle, Caller habitantes. Premissis exaratis fedem facit Jacobus Manca publicus notarius civis Caller
haec subscribens. /
158
1631 gennaio 21, Serdiana
Il dottor Francesco Fortesa, dormiceli°, e Maria Porxella Fortesa sua moglie,
71 Per il contenuto
72 Per il contenuto
278
della parte omessa cfr. il documento n. 114.
della parte omessa cfr. il documento n. 117.
signori della baronia di Serdiana, Donori e San Sperate e di altre ville spopolate,
non potendo partecipare al Parlamento perché impegnati in affari urgenti, nominano loro procuratore Giovanni Maria Tanda, laureato in legge, domiciliato
nella città di Cagliari.
Die 21 mensis januarii, anno a nativitate domini 1631, in oppidi Serdiani. c. 201
Nos altres lo doctor Francisco Forteza, donzell, y Maria Porxella Forteza, coniuges
seflors de la baronia de Sardiani, Donori y Sant Esperat poblades y altres despoblades
ad aquelles adiecents y consolidades en la magnifica ciutat y Castell de Caller y al present en la present vila personalment trobats, per quant inpedits de alguns negotiis a
nos molt urgents, per rahó dels quals a les infraescrítes coses personalment nos
podem trobar e com hatjam obtingut una real carta de la sacra catholica real
Magestad del Rei nostre sefior de la data en Madrid als desset de juni del proximi
passat ani 1630 subsequtiva de la qual hatjam obtingut la lletra convocatoria de sa
Excellencia, fermada y despachada en dita magnifica ciutat, als vint y nou de nohembre axibé proxim passat de dit ani 1630, ab les quals manan tant dita sacra real
Magestad com dita sa Excellencia asistisem al dit real parlament nos o nostres llegitms procuradors ben instruits y ab subfigient potestad per lo qual, de nostre grat y
certa sciencia, en tot lo minor modo que podem y devem y nos es lligit y premes, fem,
constituim, cream y solemnament ordenam nostre procurador cert y spesial y per a
les infrascrites coses generai, axí que la spechialitat no derogue a la generalitat ni per
lo contrari, es a saber al doctor Joan Maria Tanda, cavaller doctor en cascún dret y en
dita magnifica ciutat domiglliat a estes coses absent...
[omissis]73 /
Testes son Nicolao Puddo, offigial de la present vila y Joan Pere Leca de la vila de c. 202
Sant Pantaleo. Hiesus.
(ST) Signum Joseph Casabuz et Cannavera apostolica et regia auctoritatibus publici
notari qui predictis adfuit proprio calamo scripsit et requísitus dausit. /
1630 dicembre 17, Alghero
159
I canonici del Capitolo della Cattedrale della città di Alghero nominano loro
procuratore al Parlamento don Gavino Manca, canonico dello stesso Capitolo.
Noverint universi quod, anno a nativitate domini 1630 die vero decima septima men- c. 205
sis decembris, in mei Joannis de Medina notari publici et testium infrascriptorum ad
73
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
279
haec specialiter vocatorum et rogatorum presentia personaliter constituentís admodum reverendis domini don Salvator Carcassona, utriusque iuris doctore archipresbitero et vicario generali, Thoma Deperiti, don Gavino Manca canonicis, Petro Sabba,
sacri canonum doctore, Joanne Albert, Petro Serra, Francisco Masala, Joanne Lado
canonicis, Antonio Pitzolo et Dionisio Suredas, doctoris in sacra teologia canonicis et
Gasparro Buxello, canonicis capitularibus ecclesiae cathedralis Algaren, intus sacristia praefactae ecclesiae, capitulariter congregatis ad sonum campanae ut moris est
tanquam maior et sanior parts capituli dictae ecclesiae cathedralis Algaren, attendentes quod tria Stamenta seu Brachia presentis regni et precipue ecclesiasticum cum
literis convocatoris tam sacrae catholicae et regiae Magestatis quam illustrissimi et
excellentissimi domini Locumtenenti et Capitanei generalis praefati Sardiniae regni
fuerunt vocati ad diem decimum mensis januarii sint et compareant in civitate Callaris
ad parlamentum generalem quod ibi praefatus illustrissimus et excellentissimus dominus Locumtenents generalis nomine et vice suae Maiestatis regniculis eiusdem regni
indixit et convocavit ac tenere et celebrare intendit; idcirco tenore presentis supradictum admodum reverendum dominum don Gavinum Manca, dictae ecclesiae cathedralis Algaren canonicum, ad hunc actum presentem et aceptantem eorum verum ac
illustris et admodum reverendi capituli procuratorem ac sindicum spetialem et ad
infrascripta generalem fecerunt, constituerunt, crearunt et solemniter deputarunt...
EOMiSSiS174
c. 206v. ...Actum est hoc ín civitate Alguerii, die et anno ut supra. Presentibus ibidem venera-
biles Josepho Cugurgiado, Didaco Serra et Gavino Pere Pagiola, presbiteris et beneficiatis Algaren ad praemissa vocatis, rogatís et specialiter assumptís.
(ST) Signum meum Joannis de Medina civis Alguerii auctoritatibus apostolica et regia
notati publici per totum presens Sardiniae regnum qui haec scripsi et requisitus causi. /
160
1630 dicembre 20, Sassari
Diego Passamar, cavaliere della città di Sassari, non potendo partecipare al
Parlamento perché impegnato in affari importanti, nomina suo procuratore don
Giacomo Pilo nobile domiciliato nella medesima città.
c. 207
Die vigesima mensis decembris, anno a nativitate domini 1630, Sasser.
En nom de nostre sefior Deu, amen. Sia a tots notori com yo Diego Pasamar, cavaller
de la present ciutat de Saer, per quant no me puch trobar personalment a les infrascrites coses per ser empedit en alguns negocys de inportancia, pero, en tot lo minor
74
280
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
modo que puch y me es Ilicit y permès, de grat y certa sciencia fas, constituesch, crehe
y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les coses infrascrites generai, de manera tal que la specialitat no derrogue a la generalitat ny per lo contrary, al
noble don Juan Pilo de dita ciutat, que es present...
[omissis]75 /
...Testes sunt Joannes Bautista Muxiga et Salvator Piziotus, atquae ego Sebastianus c. 207v.
de Ansaldo, uti substitutus infrascriti notari firmam acepi, Sasseris.
(ST) Signum mei Gavini Pilo Dyana, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica ubique
regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum nottari publici, de praemissís
mediante substituto meo interfui requisitus rogatusque clausi. /
1631 gennaio 2, Sassari
Bernardino Casagia e i figli Giovanni Francesco e Giovanni Tomaso, donnicelli della città dí Sassari e domiciliati nella villa di Chiaramonti, non potendo
partecipare al Parlamento perché impegnati in affari urgenti, nominano loro
procuratore don Giacomo Pilo dimorante nella medesima città.
161
Die secunda mensis januarii, anno a nativitate domini 1631, Sassari. c. 208
En nom de nostre sefior Deu amen. Sia a tots notory com nos altres Bernadí Casagia,
Juan Francesch y Juan Thomas Casagia pare, fills y germans donzells naturals de la
present ciutat de Sasser y en la villa de Claramonte domiciliats, per quant no nos
podem trobar personalment a les infrascrites coses per ser empedits en alguns
negocys de importancia, per gò en tot lo minor modo que pudim y nos es licit y
permès, de nostre grat y certa sciencia fem, constituim, cream y solemnament ordenam nostre procurador cert y especial y a les infrascrites coses general, de manera tal
que la specialitat no derrogue a la generalitat ny per lo contrary, al noble don Jaun
Pilo de ditta giutat, que es present...
[omissis]76
(ST) Signum mei Gavini Pilo Dyana, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica ubi- c. 208v.
que regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum, nottari publici de praemissis
mediante substituto meo interfui, requisitus rogatusque clausi. /
...presentes por testigos Salvador Mureddo y Juan Antonio Fíore d.esta villa de c. 209
Claramonte... /
75 Per il contenuto della
76 Per il contenuto della
parte omessa cfr. il documento n. 117.
parte omessa cfr. il documento n. 117.
281
1630 dicembre 9, Sassari
I fratelli don Nicola e don Gavino De Larca della città di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnati in alcuni affari importanti, nominano loro procuratore don Giacomo Pilo domiciliato nella stessa città.
162
c. 211
Die nono mensis decembris, anno a nativitate domini 1630, Sasseris.
En nom de nostre sefior Deu amen. Sia a tots notory com nos altres, don Nicolas y don
Gaví de Larca, jermans de la present ciutat de Sacer, per quant no nos podem trobar
personalment a les infrascrites coses per ser empedits en alguns negocys de importancia
per gò, en tot lo millor modo que pudem y nos es llicit y permès, de nostre grat y certa
nostra sciencia, fem, constituhim cream y solemnament ordenam nostre procurador cert
y especial y a les coses infrascrites generai, de manera tal que la sperialitat no derogue a
la generalitat ny per lo contrary, al noble don Juan Pilo de la dita ciutat, que es present...
[omissis]77
c. 211v. ...Testes ad firmam et iuramentum dicti don Nicolai sunt Nicolosus Augusto, mercator januensis, et Michael Justujo, causidicus Sasseris. Testes vero ad firmam et juramentum dicti don Gavini qui die undecima praedictorum mensis et anni firmavit et
juravit sunt dictus Michael Justujo et Salvator Surzujo, faber ferrarius Sasseris, ac
Gavinus Falque qui pro notano infrascrito interfuit.
(ST) Signum meum Joannis Baptistae Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri regis notari publici qui praemissis partim ego et partim,
mediante substituto meo, interfui et requisitus clausi. /
1631 gennaio 2, Alghero
Don Gerolamo Tibau, domiciliato nella città di Alghero, non potendo partecipare al Parlamento perché ammalato, nomina suo procuratore il dottor Pietro
Guiò, consigliere capo della stessa città.
163
c. 212
Die secunda mensis januari, anno a nativitate domini 1631, Algueri.
Lo noble don Hieroni Tibau, domiciliat en la present giutat de 1.Alguer, per quant es
impedit de enfermedat y a les coses infrascrits no podrà personalment trobarse per gò,
de son grat y setta siensia, fa, constitueix crea y solemnament hordena son procurador
sert y spesial y per les infrascrits coses generai, axi que la spesialitat a la generalitat no
derogue ni per lo contrary, es a saber al doctor Pere Guiò, donzell, y lo any present
77 Per
282
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
conseller en cap de la magnifica giutat de 1.Alguer, absent com si fos present...
[omissis]78
...Tester Antiogo Serra y Juan de Rosas, Alguery.
c. 212v.
Premissis, calamo alieno exaratis, interfui ego Joannes Andreas Rustani, civis civitatis
Algueri, auctoritate regia notari publici fidem faciens. /
164
1631 gennaio 11, Cagliari
Il dottor Pietro Guiò, consigliere in capo della città di Alghero, in qualità di
procuratore del nobile Gerolamo Tibau, nomina come suo sostituto il dottor
Antonio Guiò.
Die 11 January 1631, Calari. c. 212v.
Lo doctor Pere Guiò, donzell, conseller en cap de la ciutat de 1.Alguer, com a procurador
del noble don Hieroni Tibau de la dita ciutat de 1.Alguer, com appar ab acte de procura
rebut per Juan Andria Rustayn, notari publici, a dos del present mes y ayn en dita ciutat
de 1.Alguer do poder de substituhir per asistir en lo present real general parlament que lo
excelentissim sefior marquès de Vayona, virrey, Lloctinent y Capità general per sa
Magestad en lo present celebra y en aquell votar, tratar ab condoure y detterminar tot lo
que convinga per los negosis y officis que en dít parlament se han de elegir, tratar, determinar y condoure y per la nominasió y electió del sindich que se han de trametre en la
cort de sa Magestat y axibé per qual se vol negosis que se hajan de tratar en servisi de
nostre sefior Deu y de sa Magestad y bé y augment del present regne, com mes llargament es de veure ab dit poder al qual se haja relasió gratis et cetera, cum presenti et cetera, lo dit doctor Pere Guiò en dit nom sustituex en procurador del dit noble Tibau, per
les susdites coses al doctor Antonio Guiò donzell, present...
[omissis]79 /
c. 213
...Tester sunt Joannes Antonius Barba et Augustinus Jaume, Calari commorantes.
(ST) Signum meum Antonii Jaume, auctoritate appostolica et regia notari publici, qui
praedictam substitutionem recepi, scripsi, signavi et dausi requisitus. /
1631 gennaio 11, Cagliari
165
Pietro Guiò, dormiceli° e consigliere in capo della città di Alghero, poiché
78 Per
79 Per
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
283
partecipa ai lavori del Parlamento come rappresentante del Braccio reale in qualità di rappresentante della città, nomina suo procuratore nello Stamento militare il fratello Antonio Guiò.
c. 215
Die undecima mensis januari, anno a nativitate domini 1631, Calari.
Lo doctor Pere Guiò donzell, lo present ayn conseller en cap de la ciutat de 1.Alguer,
gratis et cetera, cum presenti et cetera, atès es sindich de la dita ciutat de 1.Alguer y en
nom de aquella ha de acudir en lo magnifich Stament real per tratar los negocis de
dita ciutat y per gò no poder acudir en lo illustre Stament militar per gò fas constituix,
crea y ordena son procurador cert et cetera, ita quod et cetera, al doctor Antonio
Guiò donzell, son germà present et cetera...
[omissis]8° /
c. 215v. ...Testes sunt Joannes Antonius Barba et Augustinus Jaume, Calati commorantes.
(ST) Signum meum Antoni Jaume, auctoritate appostolica et regia notari publici, qui
presens in certum mandatum recepi et proprio calamo in retroscripta pagina et partim in presenti scripsi et requisitus subsignavi et clausi. /
166
1630 dicembre 19, Sassari
Don Pietro Francesco Gaya della città di Sassari, non potendo partecipare al
Parlamento perché impegnato in alcuni affari; nomina suo procuratore il figlio
don Diego Gaya.
c. 216
Die decimo nono mensis decembris, anno a nativitate domini 1630, Sasser.
Yo don Pere Francisco Gaya de la present siutat de Sasser, per quant al present estich
empedit en alguns negossis a mi molts urgents per les quals no me puch transferir
personalment en la siutat de Caller per asistir a fer les infrascrites coses, per gò, de
grat y certa mea scientia, confiant plenament de la fe, llegalitat, prudentia, rectitut y
bondat del infrascrit noble don Diego Gaya, mon fili, en tot lo millor modo que
puch, dech y de dret me es licit y permès fas, constituesch, crehe y solemnament
ordene procurador meu cert espessial y a les infrascrites coses generai, de manera tal
que la spessialitat a la generalitat no derogue ni per lo contrary, al dit noble don
Diego Gaya...
[omissis]81 /
80 Per il contenuto della parte omessa cfr. il
81 Per il contenuto della parte omessa cfr. il
284
documento n. 117.
documento n. 117.
...Tester Joannes Antonius Factozo et Joannes Franciscus Longo, Sasser.
c. 216v.
(ST) Sígnum meum Joannis Antoni Quessa, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica
ubique vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari qui praemissis
interfui et requisitus clausi. /
167
1630 dicembre 28, Sassari
Don Didaco e don Francesco Tola, rispettivamente padre e figlio della villa di
Ozieri, non potendo partecipare al Parlamento per giusti e legittimi motivi,
nominano loro procuratore don Stefano Pilo, cittadino di Sassari.
Noverint universi quod anno a nativitate domini 1630 die vero vigesima octava men- c. 217
sis decembris, nos don Didacus Tola et don Franciscus Tola, pater et filius villae de
Ocierio, videlicet ego don Didacus in ditta villa domiciliatus et ad presens in civitate
Sasser, personaliter constitutus et repertus et ego ditus don Franciscus in ditta civitate
Sasser domiciliatus, qua personaliter aderse non possumus in regio parlamento celebrando ab excellentissimo domino Locumtenenti et Capitaneo generali huius
Sardiniae regni in civitate Calaris prodest quia inpeditti sumus iustis de causis ac
rationibus ideo, gratis et ex nostra certa scientia, constituimus, creamus, deputamus
et solemniter ordinamus procuratorem nostrum specialem ad inffrascrita etiam generalem itta quod specialitas generalitati, minime deroget nec et contra, vos don
Stefanum Pilo in ditta civitate domiciliatum, absentem tamquam presentem...
[omissis]82 /
...presentibus hibidem Francisco Liperi Niolo et Gavino Rabazio, Sasseris, pro testi- c. 218
bus, ad premissa vocatis et specialiter absuntis.
(ST) Ego Januarius Toro, civis Sasseris, apostolica et regia auctoritatibus publici nottari de premissis licet, alieno calamo scriptis, fidem facío quibus presens interfui rogatus et requisitus signavi et clausi cum additto in secunda facie primi foli ubi legitur vel
non faciendo. /
1630 dicembre 31, Ozieri
168
I fratelli Francesco e Salvatore Tola, Pietro Giovanni; Giovanni e Antonio
Grixone, rispettivamente padre e figli; tutti donnicelli della villa di Ozieri, non
potendo partecipare al Parlamento perché impegnati in alcuni affari importanti,
nominano loro procuratore don Stefano Pilo de Larca cittadino di Sassari.
u Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
285
c. 221
Die ultima mensis decembris, anno a nativitate domini 1630, Ocieri.
Nos altres los nobles don Francesch Tola Ladu y don Salvador de Tola Ladu germans, Pera Joane Grixone, Joane Grixone y Antony Grixone, pare y fills dongells tots
de la present villa de Ossier, per quant somos impedits de alguns negosis a nos inportants a les coses infrascrites no nos podem trobar presents per vò, de nostre grat y
certa sientia y en tot lo minor modo que de dret vel alias podem y devem, confiants
de la dotrina, industria, legalitat, suficientia y retitut del infrascrit nostre procurador
en entrar y determinar los negosis del real y generai parlament he o ajuntament
cream, ordenam y solemniter constituim y cada u de nos altres crea, ordena y solemniter constituex nostre procurador cert y espesial y per les infrascrites coses generai,
de manera tal que la spesialitat a la generalitat no derogue nech e contras, al noble
don Esteve Pilo y Larca de la ciutat de Sasser, absent...
[omissis ]83 I
c. 221v. ...Testes presents los nobles don Diego de Tola Larca y don Antonio de Larca de
Ossier. Antonio Porcu notari y regent la scrivania de Montagut per Salvador Siny de
lo seu oreginal et trato bene et fideliter, manu propria, fidem facio. /
169
1630 dicembre 28, Sassari
Don Antonio de Larca e Francesco Tola Biiils, donnicello, entrambi della villa
di Ozieri, non potendo partecipare al Parlamento per legittimi motivi, nominano loro procuratore don Stefano Pilo, domiciliato nella città di Sassari.
c. 222 Noverint universi quod anno a nativitate domini 1630, die vero vigesima octava men-
sis decembris, nos don Antonius Delarca et Franciscus Tola Biiils, domnicellus, ambo
villae de Ocierio, in ea domiciliati, ad presens in civitate Sassaris, personaliter constituti et reperti quia personaliter adesse non possumus in regio parlamento celebrando
ab excellentissimo domino Locumtenenti et Capitaneo generali huius Sardiniae regni
in civitate Calaris prodest, quia inpeditti sumus iustis de causis ac rationibus, ideo
gratis et ex nostra certa scientia, constituimus, creamus, deputamus et solemniter
ordinamus procuratorem nostrum specialem ad infrascripta, etiam generalem itta
quod specialitas generalitati minime deroget nec et contra, vos don Stefanum Pilo in
preditta civitate Sasseris domiciliatum, absentem tamquam presentem...
[omissis] 84 /
83 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
84 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
286
...presentibus hibidem Francisco Liperi Niolo et Gavino Rabazio, Sasseris, pro testibus ad premissa vocatis et specialiter absuntis.
(ST) Ego Januarius Toro, civis Sasser, apostolica et regia auctoritatibus publici nottari
de premissis licet alieno calamo scriptis fidem facio quibus presens interfui rogatus et
requisitus signavi et clausi. /
1631 gennaio 4, Cagliari
Padre Giovanni Murtas, in qualità di rettore del collegio della Società di Gesù
della città di Cagliari e di signore della ripopolata villa di Musei, lasciata in eredità alla Società dal dottor Monserrato Rossellò, nomina suo procuratore al
Parlamento don Ludovico Gualbes Aragall, marchese di Palmas, domiciliato in
Cagliari.
170
Die quarto mensis januari, anno a nativitate domini 1631, Caller. c. 225
Noverint universi quod ego, pater Joannes Murtas sacerdos professus Societatis
Jesum ac rector et senor patrum praefatae Societatis Jesu collegi dictae et praesentis
civitatis Calleris et, eo nomine, dominis villae de Musei noviter populatae uti heres ut
assero universalis doctoris Montserrati Rossellò quondam per suo ultimo testamento
quod condidit penes apud quam Alexium Gabrielem Horda, quondam notarium
publicum Caller, díe primo mensis decembris anni domini 1607, gratis igitur et ex
mea certa scientia, praefato nomine constituo et ordino procuratorem meum eodem
nomine seu verius dirti reverendi collegi calaritani certum et specialem et ad infrascrita etiam generalem ita tamen quod specialitas generalitati no derogue nec e contra
illustrem dominum don Ludovicum Gualbes et Aragall, marchionem de Palmas,
Caller domiciliatum, his licet absentem velut presentem...
{omissis]85
...Testes huius rei sunt Franciscus Coletu et Franciscus Toco, scriptores, oppidi c. 226
Stampacis habitantes.
Praemissis proprio calamo exaratis fidem facit Joannes Baptista Parti notarius publicus
Caller haec etiam subscribens proprio calamo, cum raso ubi cernis propter villae. /
1630 dicembre 20, Bosa
Gerolamo Delitala cavaliere della città di Bosa, non potendo partecipare al
Parlamento perché impegnato in importanti affari, nomina suo procuratore il
fratello Pietro Delitala.
171
85 Per
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
287
c. 227 Die 20 mensis decembris anno a nativitate domini 1630, Bosae. Hieronimo Delitala,
cavaller de la present ciutat, per quant en rahó de las reals corts y parlament generai
que sa Excellencia en nom de sa real Magestad, Deu volent, ha de tenir y celebrar en
la ciutat y Castell de Caller y per gò sia estat convocat, com altre dels militars, a la
yntervensió de dites corts per adir y votar en les convocasions y congregasions del
illustre stament militar de dita ciutat y no pot, per sas llegítimas ocupasions, personalment asistir en les predites coses; per 0, de son grat y certa siensia, confiant pienament de la industria, suficiensia, rectitut, sinceritat y bondad del infrascrit Pere
Delitala cavaller, son germà, resident en la dita y present ciutat, constituex y hordena
son procurador sert y especial...
[0MiSsis]
...Tester presents mestre Joan Pinna de Caller y mestre Nicolas Battados de Bosa.
(ST) Michael Angelus Otgiano, civis presentis civitatis Bosae, regia autoritate publicus notarius per totum presens Sardinyae regnum, quia predictis, alieno calamo scriptis et extratis a suo vero originali bene et fideliter verbo ad verbum comprobaptis,
substituta non mutata, fidem fido qua onníbus et singulis una cum praenominatis
quo utor ín claudendis publicis scripturis aposui signum. /
172
1631 gennaio 21, Cagliari
Elena Brondo, marchesa di Villacidro e signora dell' incontrada della
Planargía, residente a Cagliari; curatrice testamentaria dell'eredità e dei beni del
quondam Antonio Brondo, suo marito, e del figlio minore don Francesco
Lussorio Brondo Ruecas, non potendo partecipare al Parlamento in quanto
donna, nomina procuratore il padre don Luigi Gualbes, marchese di Palmas.
c. 228
Die 21 mensis januari anno a nativitate domini 1631, Calaris.
Ego domina Elena Brondo et Gualbes, marchionissa de Villacidro ac domina encontratae de la Planarja, in presenti civitate et Castro Callaris populata, curatrix testamentaria hereditati et benis quondam don Antoni Brondo et Ruecas, marchionis de
Villacidro ac domini praefatae de la Planarja, viri ac nobile don Francisco Luxorio
Brondo et Ruecas in minori etate constituto, filio mihi et domino quondam marchioni
de Villacidro communi dictiquae quondam patris sui heredi universali, ultimo testamento per ipsum quondam marchionem de Villacidro virum meum praefatum penes
discretum Michaelem Conco notarium publicum civem Callaris die decimo sexto
mensis augusti anno a nativitate domini 1624 condito et firmato; et post ipsius obitum
86 Per
288
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
die 26 praefatis mensis augusti ani proxime praeteriti 1630 publicato, data et assignata disto curatorio nomine sciens et attendens me fuisse citatam et monitam, ut moris
est, ad comparendum et eodem nomine interessendum in Curis generalis que, in hac
civitate, celebrantur nomine sacrae catholicae et regiae Magestatis domini nostri
hispaniarum regis, ut patet litteris praefatae regiae Magestatis illustrissimo et excellentissimo domino don Hieronymo Pimentel Locumtenenti et Capitanei generalis istius
presentís regne directis, cui celebrationi dictarum generalium curiarum faciendae una
cum brachio militari et aliis ratione dicti marchionatus de Villacidro atque villarum
encontratae praedictae de la Planarja, sexu femineo impedita personaliter adesse non
valeo ideo et alias melioribus via, modo et forma quibus melius eodem curatorio
nomine, de jure et alias, possum et debeo, gratis et ex mea certa sciencia, constituo et
ordino procuratorem meum immo verius dictae hereditatis dicti quondam marchionis
de Villacidro viri mei certum et specialem et ad infrascritam etiam generalem, ita
quod specialitas generalitati ipsi minime deroget nec e diverso, admodum illustrissimum dominum don Aloysium de Gualbes, marchionem de Palmas, patrem meum
colendissimum...
[omissis]87
...Testes sunt Joannes Sebastianus Murja, villae de Serramanna et Matheus c. 229
Pisquedda, villae de Sune, dictae encontratae de la Planarja, Calari reperti.
(ST) Signum Hieronimi Tronxi apostolica ubique regia vero auctoritatibus per
omnem terram et dictionem sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri
Castellu Aragonum Sardiniae etc. regis notari publici qui premissis eaque proprio
calamo scripsit et cum super primo ubi legitur re ac correcto ubi etiam legitur pragmaticis, clausit requisitus. /
1630 dicembre 20, Bosa
173
Francesco Delitala, cavaliere della città di Bosa, non potendo partecipare al
Parlamento perché impegnato in legittime occupazioni; nomina suo procuratore
il fratello Pietro Delitala, residente nella stessa città.
Die 20 mensis decembris anno a nativitate domini 1630, Bosae. c. 231
Francisco Delitala, cavallero de la present giutat, per quant en rahó de las reals Corts
y Parlament generai que sa Excellencia en nom de sa real Magestad, Deu volent, ha
de tenir y celebrar en la giutat y Castell de Caller y per cò sia estat convocat, com altre
dels militars, a la intervenssió de dites Corts per adir y votar en les convocasions y
congregasions de l.illustre Stament militar de dita giutat y no pot, per sas llegititnas
87
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
289
ocupasions, personalment asistir en les predites coses; de son grat y certa siensia, confiant plenament de la industria, suficiensia, rectitut, sinceritat y bondad del infrascrit
Pere Delitala cavaller, son germà, resident en la dita y present ciutat, constituex y hordena son procurador sert y especial...
[omissis]88 /
c. 231v. ...Tester son Joan Baptista Mameli y Antoni Soro de Bosa.
(ST) Michael Angelus Otgiano, civis presentis civitatis Bosae, regia autoritate publicus notarius per totum presens Sardiniae regnum, quia predictis alieno calamo scriptis et extratis a suo vero originali bene et fideliter verbo ad verbum comprobaptis,
substituta non mutata, fidem facio quia omnibus et singulis, una cum praenominatis
testibus presens, interfui rogatus et requisitus clausi et cetera, solitumque meum quo
utor in claudendis publicis scripturis aposui signum. /
174
1630 dicembre 28, Bosa
Diego Delitala, cavaliere della città di Bosa, non potendo partecipare al
Parlamento perché impegnato in legittime occupazioni; nomina suo procuratore
il fratello Pietro Delitala.
cc. 232-232v.
Die 28 mensis decembris anno a nativitate domini 1630, Bosae.
Diego Delitala cavaller de la present ciutat per quant, en rahó de les reals corts y parlament generai que sa Excellencia, en nom de sa real Magestad, Deu volent, ha de
tenir y celebrar en la ciutat y Castell de Caller y per 95 sia estat convocat com altre
dels militars a la yntervenssió de dites corts, per adir y votar en les convocasions y
congregasions del illustre stament militar de dita ciutat, y no pot per sas llegitimas
ocupasions personalment asistir en les predites coses; de son grat y certa siensia confiant plenament de la industrya, suficiensia, rectitut, sinceritat y bondat del infrascrit
Pere Delitala cavaller, son germà, resident en la dita y present ciutat, constituex y hordena son procurador cert y especial...
[omissis]S9 /
c. 232v. ...Testes presents mestre Joan Baptista Mamely y Ramon de Moncaddas de Bosa.
(ST) Michael Angelus Otgiano, civis presentis civitatis Bosae, regia autoritate publicus notarius per totum presens Sardínyae regnum, quia predictis omnibus et singulis,
una cum praenominatis testibus presens, interfui ideo me subscripsi solitumque
88 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
89 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
290
meum quo utor in claudendis publicis scripturis aposuy signum.
Fidem facio de pangendo in secunda pagina ad linea V ubi legitur Joan Baptista
Mamely y Ramon de Moncadda. Otgiano notarius. /
175
1631 gennaio 10, Cagliari
Antonio Manca Guiso, in qualità di procuratore generale del fratello
Francesco, signore della villa di Ussana, non potendo partecipare al Parlamento,
nomina suo sostituto don Melchiorre Pirella, laureato in legge.
In Dei nomine noverint universi quod ego dominus Antonius Manca et Guisso, dele- c. 233
gatus et procurator generalis et cum libera et generali etc., cum posse substituendi
constitutus et ordinatus a nobile Francisco Manca et Guisso, domino villae de Usena,
fratre meo, pro ut de dita potestate constat instrumento per notarium infrascritum
die... mensis... anno a nativitate domini 1628; attendens quod ego, cum litteris regiis
tam sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri Regis quam illustrissimi et
excellentissimi domini Locumtenentis et Capitanei generalis presentis regni fui, dicto
nomine, vocatus die octavo presentis mensis januari presentis et infrascriti anni in
presenti civitate Caller et in Curia generali interessem ibidem praefactus illustrissimus
et excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus generalis nomine et vice
suae Magestatis regnicolis presentis regni induxit et convocavit ac tenere et cellebrare
intendit, attendens etiam infrascritis no possum interesse pro ut deceret idcirco, tenore presentis publici instrumenti, nobilem don Melchiorem Pirella, utriusque iuris
doctor, his licet absentem tamquam presentem procuratorem dicti nobilis principalis
et fratris mei, certum et specialem...
[omissis]9° /
...Actum est hoc Caller, die decimo mensis januari anno a nativitate domini 1631; c. 234
signum domini Antoni Manca et Guisso substituentis praedictis qui haec dicto nomine laudo, concedo et firmo.
Testes huius rei sunt praedicti Petrus / Joannes Jordan et Joannes Baptista Arca, c. 234v.
scriptor, Caller habitantes.
Praemissis, alieno calamo exaratis, (idem facit Jacobus Manca publicus notarius civis
Caller haec subscribens. /
1631 gennaio 13, Sorgono
176
Don Antonio Carta della villa di Sorgono, non potendo partecipare al
90
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
291
Parlamento perché ammalato, nomina suo procuratore don Melchiorre Pirella,
domiciliato nella città di Cagliari.
c. 237
Die decima tertia mensis januari, anno a nativitate domini 1631, villa de Sorgono.
Lo noble don Anton Carta, de la present villa, attès es estat citat ab convocatoria de
sa Excellencia al real parlament que ses comansat a celebrar als vuyt del present y corrent mes de jener en la ciutat de Caller, segons la real lletra de sa Magestat y com està
detingut de malattia corporal no pot assistir personalment y al servey de sa Magestat
per 0, de son grat y certa scientya, constituex y ordena son procurador cert y especial y per les infrascrites coses generai, axí que la generalitat no derogue la especialitat
ni per lo contrari, al doctor don Melchior Pirella, domiciliat en la dita ciutat de Caller,
absent com si fos present...
[omissis]91
c. 237v. ...Testimonia son lo venerable Matheu Pipia / y Antiogo Manca de la present villa de
Sorgono.
A les predites coses he intervingut yo Melchior Urru de la present villa, per appostolica y real auctoritat notari publich, de mà mia propria scriptes y copiades de son propri originai bé y fielment, de les quals ne fas fe. /
1631 gennaio 13, Sorgono
177
Salvatore Murtas cavaliere della villa di Sorgono, non potendo partecipare al
Parlamento, nomina suo procuratore don Melchiorre Pirella, domiciliato nella
città di Cagliari.
c. 238
Die decima tertia mensis january, anno a nativitate domini 1631, villa de Sorgono.
Salvador Murtas, cavaller de la present villa, attès es estat citat ab convocatoria de sa
excellencia acudis al real parlament que ses comansat a celebrar als vuyt del present y
corrent mes de jener en la ciutat de Caller, segons la real lletra de sa Magestat y com
està ab indispost no pot assistir personalment al dit real Parlament y al servei de sa
Magestat per gò, de son grat y certa scientya, constituex y ordena son procurador cert
y especíal y per les coses infrascrites generai, axí que la especialitat no derogue la
generalitat ni per lo contrari, al doctor don Melchior Pirella, domiciliat en la dita ciutat de Caller, absent com si fos present...
[omissis] 92 /
91 Per il contenuto della parte
92 Per il contenuto della parte
292
omessa cfr. il documento n. 117.
omessa cfr. il documento n. 117.
Testimonis son lo venerable Matheu Pipia y Antiogo // Manca de la present villa.
c. 238 v.
A les predites coses he intervingut yo Melchior Urru de la present villa, per appostolica y real auctoritat notari publich de mà mia propria scriptes y copiades de son propri
originai bé y fielment de les quals ne fas fe. /
178
1631 dicembre 30, Sassari
Don Stefano Manca Cedrelles, laureato in legge, assessore della Governazione
del Capo di Sassari e Logudoro, suo fratello don Francesco con il figlio, don
Giovanni Maria Zonza, don Gavino Figo, e i fratelli don Matteo e don Giorgio
Tola, tutti domiciliati nella città di Sassari, non potendo partecipare al
Parlamento per diverse ragioni; nominano loro procuratore don Angelo Maria
Zonza, veghiere della città.
Die trigesimo mensis decembris, anno a nativitate domini 1631, Sasseris. c. 239
Noverint universi quod nos don Stephanus Manca de Cedrelles, iuris utriusque doctor, assessor in civilibus gubernationis et refformationis presentis capitis Sassaris et
Logudori, don Franciscus Manca de Cedrelles, fratres, don Antonius Manca et Figo
etiam utriusque iuris doctor, don Joannes Manca et Zonza, filius dicti don Francisci,
don Gavinus Figo, filius quondam nobilis don Joannis Baptista Figo, don Matheus
Tola et don Georgeus Tola, fratres, omnes in presenti civitate Sassaris domiciliati,
quia infrascriptis personaliter adesse non possumus aliquibus de causis nobis valde
urgentibus et precipue ego dictus don Stephanus ratione administrationis dicti offici
assessoris, ideo gratis et ex nostra certa scientia, omnibus melioribus via, modo,
forma, causa et jure quibus melius de jure vel alias possumus et debemus, facimus,
constituimus, creamus et solemniter ordinamus procuratorem nostrum certum et specialem et ad infrascripta etiam generalem ita quod specialitas ipsi generalitati, minime
deroget nec e contra, nobilem don Angelum Manca et Zonza, filium, nepotem, fratrem et cugnatum respective nostrum dictorum don Stephani, don Francisci, don
Joannis et don Antoni, anno presenti regium vicarium et judicem ordinarium huius
dictae civitatis, presentem...
[omissisl 93 /
...Testes ad firmas et juramentum dictorum don Stephani, don Francisci et don c. 239 v.
Joannis Manca sunt Gavinus Seu et Salvator Pinna, Sassaris.
Testes ad firmas et juramentum dictorum don Mathei et don Georgei Tola sunt nobilis don Franciscus Hieronimus de Castelvì et dictus Gavinus Seu.
Testes ad firmam et juramentum dicti don Antoni Manca et Figo sunt Petrus Cosso
93
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
293
Suzarello et doctor Gavinus Deliperi Paliachio, Sassaris.
Testes vero ad firmam et juramentum dictí don Gavini Figo sunt Simeon Sedda et
Didacus Acorrà, scriptores Sassaris.
(ST) Signum meum Francisci Manínquedda, civis Sassaris, auctoritatibus appostolica
ubiquae regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari de praemissis, propria manu scriptis, quibus interfui fidem fado et requisitus clausi. /
1631 gennaio 18, Sassari
Antonio Nuseo, arciprete e vicario generale del capitolo turritano, Francesco
Paduano decano e i canonici del medesimo capitolo nominano loro procuratore
al Parlamento don Gavino Manconi, vescovo di Ales e Usellus.
179
c. 242
In Dei nomine amen. Noverint universi quod illustres reverendi et egregi doctores
Antonius Nuseo, archipresbiter et vicarius generalis turritanus, Franciscus Paduano
decanus, Matheus Vargio, Gavinus Laconi, Marcus Ullo, Quiricus Malia, Quiricus
Cassagia, don Gavinus Manca et Figo, Joannes Franciscus Paliazo, Angelus Carta,
Lucianus Bagella, Joannes Franciscus Grixoni et Paulus Xuma, canonici et capitulares turritani, convocati et congregatti de ordine et mandato illustrissimi et reverendissimi don Jacobi de Passamar, archiepiscopi metropolitani turritani, ad sonum
campanae majoris, intus palatium archiepiscopale turritano ubi pro similibus et aliis
dicti capituli negocis soliti sunt convocari et congregari capitulum facientes, tenentes, celebrantes et representantes tamquam major et sanior pars de corpore dicti
capituli; quia diebus proxime elapsis fuit dictis constituentibus dicto nomine presentata, ex ordine et mandato illustrissimi et excellentissimi domini don Hieronimi
Pimentel pro Regis et Capitanei generalis pro sacra catholica et regia Magestate in
hoc presenti Sardinia regno quedam plica in qua erant quedam regie litere suae
praefatae Magestatis, sub datis Madriti decima septima die mensis juni anni proximi praeteriti 1630, cum quibus ordinabat et mandabat unius aut plures dictorum
constituentium dicto nomine dicti capituli... parlamento celebrando in civitate callaritana per dictum illustrissimum et excellentissimum don Hieronimi Pimentel,
marchionis de Bayona cum stamentis ecclesiastico, regio et militari ipsius regni ad
tractandum in eo contenta in dictis regis literis et pro tollendis gravaminibus et
refformandis corruptellis, si que fuerint in dicto regno in beneffitium rei publicae et
pauperum illius et bona administrationis justitiae et ut in discursu et conclusione
tractarent et concederent dicta negotia cum zelo quo semper soliti sunt obtemperare regiae suae Magestatis et simul cum dictis regiis literis fuit dicti dominibus constituentibus tradicta citatoria convocatoria dicti illustrissimi et excellentissimi
Proregis supradicto in dicta civitate callaritana vigesima nona die, mensis novembris presenti anny 1630, et quia nunc propter maximas ocupationes dicti capi nullus dictorum domínorum constituentium dicto nomine, ad dictam civitatem callari294
tanam / personaliter ire possit ideo ut ad impleretur quod dictis constituentibus, c. 242v.
per suam regiam Magestatem iussum fuit, confidentes ad plenum de dotrina, zelo,
legalitate et sufficientia illustrissimi et reverendissimi domini don Gavini Mancone,
episcopi ussellensi prout fuit per dictos dominos constituentes in capitulo celebratto septima die presentis et currentis mensis determinatum qua propter cum presenti publico instrumento omnibus melioribus via modo et forma quibus magis melius
et efficatius potuerunt et deberunt, gratis et eorum certa scientia, faciunt, constituhint, creant, diputant et solemniter ordinant suum verum, certum et indubitatum
sindicum et procuratorem certum factorem et negotiarum infrascrittorum gestorem, ac nuntium specialem et ad infrascritta etiam generalem, ita quod specialitas
ipsi generalitati minime derroget nec e contra, presentem illustrissimum et reverendissimum domínum don Gavinum Manconi, episcopum usellensem absentem... /
[omissis]94
...quae fuerunt acta in presente palatio archiepiscopali turritano seu sassaritano, die c. 243v.
decima ottava, mensis januari anny 1631.
Testes sunt Jacuminus Murro et Baingius Satta, Gavinus Munaquedo, Sasseris atque
ego Sebastianus de Ansaldo, substitutus nottari et secrettari infrascritti, firmam recepit.
(ST) Signum mei Gavini Pio Dyana, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica ubique
regia, per hoc omne presens Sardiniae regnum nottari publici et illustris capituli turritano secrettario de praemissis, mediante substituto meo, interfui requisitus rogatusque
clausi. /
1630 dicembre 31, Bolotana
180
Onofrio Fois, abitante della città di Sassari e attualmente dimorante a
Bolotana, non potendo partecipare al Parlamento per diverse ragioni ed in particolare perché ammalato, nomina suo procuratore don Angelo Manca Zonza,
veghiere di Sassari.
Die trigiesima prima mensis decembris, anno a nativitate domini 1630, Bolotena. c. 245
Noverint universi quod don Onoffrius Fois, habitator civitatis Sassaris, ad presens in
hoc oppido Bolotena repertus in mei notari publici ac testium infrascritorum presentia constitutus quia infrascritis adesse non potest aliquibus causis et precipue pro
infirmitate sua valde omnibus nostra ideo gratis et ex sua certa scientia, omnibus
melioribus via modo forma causa et iure quibus melius de iure vel alias potest et
"Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
295
debet, facit, constituit, creat et solemniter ordinat procuratorem suum certum et specialem et ad ínfrascritam etiam generalem, ita quod specialitas ipsi generalitati minime derogiet nec e contra, nobilem don Angielum Mancha et Zonza, anno presenti
vicarium regium et judicem ordinarium ipsius civitatis Sassaris absentem...
[otnissis]95 /
c. 245v. ...Testes ad firmam fuerunt Antonius Angielus Rugiu, ístius oppidi Bolotena et
Antonius Martis, oppidi de Bottidda, in hoc oppido Bolotena abitator, presentes
habiti.
Antonius Joannes Ortu, oppidi Bolotena, auctoritate regia per totum praesens
Sardiniae regnum notarius publicus qui praedictis interfui et dausi de praemissis proprio calamo exaratis haec subscribens indubiam fidem facio. /
181
1630 dicembre 16, Sassari
Don Salvatore Angelo Fois, domiciliato nella città di Sassari, non potendo
partecipare al Parlamento perché impegnato in alcuni affari importanti, nomina suo procuratore il cognato don Angelo Manca Zonza, veghiere della stessa
città.
c. 246
Die XVI mensis decembris, anno a nativitate domini 1630, Sasser.
En nom de nostre sefior Deu amen. Sia a tots notori com yo, don Salvador Angel Foy,
en la present giutat de Sager domiciliat, per quant no me puch trobar personalment a
les infrascrites coses per ser enpedit en alguns negosys de inportansia, per gò, en tot lo
millor modo que puch y me es llicit y permès, de grat y certa mea sciencia, fas, constituesch, crehe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les coses
infrascrites general, de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ny per
lo contrary, al noble don Angiel Manca y Zonza, lo present y corrent any veguer real y
jutgie ordinary de dita ciutat, mon cugnat que es present...
[omissis]96 /
c. 246v. ...Testes Baingius Seu et Jacobus Magnone, faber lignarius Sasseris.
(ST) Signum meum Joannes Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri Regis notari publici qui praemissis interfui et requisitus
dausi. /
" Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
96 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
296
182
1631 dicembre 30, Sassari
Don Giovanni Maria de Ansaldo della città di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnato in alcuni affari importanti, nomina suo procuratore don Gerolamo de Omedes sergente maggiore, capitano delle torri esistenti nel distretto e giurato in capo della stessa città.
Die 30 mensis decembris, anno a nativitate domini 1631, Sasser. c. 247
Yo don Juan Maria de Ansaldo, de la present ciutat de Sager, per quant sò inpedit de
alguns negossis a mi importants y a les coses infrascrites no me puch trobar personalment per gò, de grat y certa mea scientia, en tot lo millor modo que puch, dech y me
es permès fas, constituesch, crehe y solemnament ordene mon procurador cert y special y a les coses infrascrites generai, ax? que la specialitat a la generalitat no derogue
ni per lo contrary, al noble don Jeronim de Omedes, sargent magior de la ciutat de
Sacer, capittà de les torres del districte de dita ciutat per sa Magestat y lo any present
jurat en cap de la predita y magnifica ciutat de Sager, que es absent...
[omissis]97 /
...Testes son Baingio Sanna y Juan de Amogano de Sager.
c. 247v.
(ST) Signum meum Joannis Antony Aturgia, civis presentis civitatis Sasseris, auctoritate regia per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari de praemissis proprio calamo exaratis fidem facio rogatus et requisitus dausy. /
1631 dicembre 30, Sassari
183
Don Gavino de Ansaldo Esgrechio, cavaliere della città di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnato in alcuni affari importanti,
nomina suo procuratore don Gerolamo de Omedes sergente maggiore, capitano
delle torri esistenti nel distretto e giurato in capo della stessa città.
Die 30 mensis decembris anno a nativitate domini 1631, Sasser. c. 252
Yo don Gavino de Ansaldo y Esgrechio, de la present ciutat de Sager, per quant sò
inpedit de alguns negossis a my importants y a les coses infrascrites no me puch trobar personalment per gò, de grat y certa mà scientia, en tot lo millor modo que puch,
dech y me es permès fas, constituesch, crehe y solemnament ordene mon procurador
cert y special y a les coses infrascrites generai, axi que la specialitat a la generalitat no
derogue ni per lo contrary, al noble don Jeronim de Omedes, sargent magior de la
ciutat de Sager, capittà de les torres del districte de dita ciutat per sa Magestat y lo any
97 Per
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
297
present jurat en cap de la predita y magnifica ciutat de Sager, que es absent...
[omissis]98
c. 252v. ...Testes son Baingio Sanna y Juan de Amogano, de Sager.
(ST) Signum meum Joannis Antony Aturgia, civis presentis civitatis Sasseris, auctoritate regia per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari de praemissis proprio calamo scripti fidem facio rogatus et requisitus clausi. /
1631 gennaio 10, Cagliari
184
Donna Caterina Pinna Porta, vedova di Francesco Pinna, signora della baronia di Teulada, domiciliata nel Castello di Cagliari, non potendo partecipare al
Parlamento nomina suo procuratore il nobile Michele Bonfant.
c. 253 Noverint universi quod ego, donna Cathelina Pinna et Porta, vidua relicta a quondam
don Francisco Pinna, in secundis nuptiis viro meo, domina baroniae, de Taulada et
villae illius ac saltuum et territorium eiusdem baroniae in presenti civitate et Castro
Callaris domiciliata, quia infrascriptis per agendis personaliter adesse nequeo nec
reperire non possum, confidens ad plenum de fide, legalitate et probitate ac inagendis
peritia admodum magnifici domini infrascriti Michaelis Bonfant, milites utriusque
iuris doctor, civis dictae civitatis Callaris ac in dicto Castro domiciliati, ideo gratis et
ex mea certa sciencia, illis videlicet melioribus via, modo, forma et jure, quibus melius
validius et efficatius et alias valere possum et debeo, constituo et solemniter ordino
procuratorem, actorem et factorem meum certum et specialem et ad infrascritam
generalem, ita tamen quod specialitas generalitati ipsi minime deroget nec e diverso,
dictum magnificum Michaelem Bonfant absentem...
[omissis]99 /
c. 253v. ...Actum est hoc in dicta civitate et Castro Callaris, die decima mensis januari anno a
nativitate domini 1631. Signum meae dictae dominae Cathelinae Pínna et Porta constituentis praefatae quae praedicta laudo, concedo et firmo.
Testes huius rei sunt Gregorius Boy, negociator et Thoma Cogagio, calsonarius neapolitanus, oppidorum Leapolae et Villaenovae ex appendicis dictae civitatis Callaris
respective hahitadores.
(ST) Signum Andreae Mameli apostolica ubique regia vero auctoritatibus per omnes
98 Per il contenuto della parte omessa cfr, il documento n. 117.
" Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
298
terras et dictiones sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri regis Castellae
Aragonum Sardiniae et cetera publici notarli callaritani / qui huiusmodi mandati c. 254
instrumento, proprio calamo exarato, una cum praenominatis testibus adfuit et requisitus et rogatus clausit. /
185
1631 gennaio 16, Cagliari
Giovanni Antonio Serra, nobile cavaliere della città di Iglesias, non potendo
partecipare al Parlamento, nomina suo procuratore il donnicello Monserrato
Serra, cittadino cagliaritano.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego Joannes Anthonius Serra, miles civitatis c. 256
Eclesiarum, Caller nunc personaliter repertus, attendens quod ego, cum litteris regiis
tam sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri Regis quam illustrissimi et
excellentissimi domini Locumtenentis et Capitanei generalis presentís regni, fui vocatus die octavo presentis et infrascritis mensis januarí presentís et infrascriti anni interessem in presenti civitate Caller in curia generali ibidem praefactus illustrissimus et
excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus generalis nomine et vice suae
Magestatis regnicolis presentis regni indixit et convocavit ac tenere et celebrare intendit; attendens etiam infrascritis non possum interesse pro ut deceret idcirco tenore
presentis publici instrumenti vos utriusque iuris doctorem Monserratum Serra donnicellum civemque Caller, his presentem et honus praedictum acceptantem, procuratorem meum certum et specialem et ad infrascrita etiam generalem facio, constituo,
creo et solemniter deputo...
[omissis]10° /
...Actum est hoc Caller, die decimo sexto mensis januarii anno a nativitate domini c. 257
1631. Signum Joannis Antonii Serra constituentis predicti qui haec laudo, concedo et
firmo et cetera.
Testes huius rei sunt Didacus Massons et Baptista Arca, scriptor, Caller habitantes.
Praemissis, alieno calamo exaratis, fidem facit Jacobus Manca publicus notarius civis
Caller haec subscribens. /
1631 gennaio 4, Iglesias
186
Sebastiano Serra, nobile della città di Iglesias, nomina suo procuratore il fratello Giovanni Antonio Serra, cavaliere della, stessa città, perché lo rappresenti
in Parlamento.
100
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
299
c. 258
Noverint universi quod ego Sebastianus Serra, miles civitatís Ecdesiarum, gratis et
cetera constituo procuratorem meum certum et cetera ita quod et cetera Joannem
Antonium Serra, fratrem meum etiam mílitem dictae civitatis, presentem et acceptantem ad usque pro me et nomine meo si fuerim absens in regio generali Parlamento...
[omissis]1°1 /
c. 258v.
c. 259
...Actum est hoc in dicta civitate Ecclesiarum, die quarta mensis january anno a nativitate domini 1631. Signum mei Sebastiani Serra militis / constituentis praefati qui
haec laudo, concedo et firmo.
Testes huius rei sunt nobilis don Ludovicus de Spinosa, capitaneus et alcaidus et
Nicholaus Scarchoni, miles dictae civitatis Ecdesiarum.
De praemissis, alieno scríptis calamo, pro ut jacet indubíam fidem facit Petrus
Murroni, publicus notarius, et proprio subscribens rogatus requisitus dausit cum
supra posito in prima pagina ubi legitur bonorum. /
1631 gennaio 16, Cagliari
Angelo Serra, cavaliere della città di Iglesias, in qualità di procuratore del fratello Sebastiano nomina suo sostituto il donnicello Monserrato Serra laureato in
legge e cittadino di Cagliari.
187
c. 259
Die 16 mensis januarii, anno a nativitate domini 1631, Caller.
Ego Angelus Serra, miles civitatis Ecdesiarum, Caller nunc personaliter repertus, procurator ad hec etiam cum posse substituendi constitutus et ordinatus a Sebastiano
Serra, milite fratre meo, ut constat instrumento apud Joannem Petrum Murroni,
publicum notarium, die quarto predictorum mensis et anni in dicta cívitate firmato et
recepto, utens potestate substituendi mihi prechalendato mandato atributa, gratis et
cetera, substituo et ordino procuratorem dicti principalis mei certum et cetera, ita
quod vos, utriusque iuris doctorem Montserratum Serra donnicellum civemque
Caller, his presentem...
[omissis] °2 /
c. 259v. ...Testes sunt
Didacus Massons et Baptista Arca, scriptor, Caller habitantes.
Premissis exaratis fedem facit Jacobus Manca, publicus notarius, civis Caller, haec
subscribens cum lineato interdictiones apud Petrum. /
°1 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
1
102
300
1631 dicembre 28, Sassari
188
Don Angelo Zonza Vico domiciliato nella città di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento, nomina suo procuratore il padre don Sebastiano
Zonza.
Die 28 mensis decembris, anno a nativitate domini 1631 Sasser.
Noverint universi quod ego don Angelus de la Zonza et Vico, in presenti civitate Sasser
domiciliatus, quia per sacram catholicam regiam Magestatem domini nostri Regis et in
eius personam illustrissimum et excellentissimum dominum don Hieronimum
Pimentel, marquionem de Vayona, a predicta sacra catholica et regia Magestate domini
nostri Regis Locumtenentem et Capitaneum generalem incolis et habitatoribus huius
regni in civitate calaritana Parlamentum sive curiae generalis assignato die octava mensis januari cum dierum sequentium vellimque dictas curias seu parlamentum me conferre quod in presenciam facere nequeo inpedimento detento ideo, gratis et ex mea
certa scientia, omnibus melioribus via, modo et forma quibus de iure fieri possit facio,
constituo, creo et solemniter ordino procuratorem meum certuni et specialem et ad
infrascritam generalem, ita quod specialitas ipsi generalitati minime deroget nec e contra, nobilem don Sebastianum de la Zonza, patrem meum, presentem...
c. 260
[omissis]103 /
...Testes huius rei sunt don Joannes Guiò, dominus baroniae de Ossi et Leonardus
Romanella, Sasseris.
(ST) Signum meum Antoni Capuxeddo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari, qui praemissis
interfui et requisitus clausi. /
c. 260v.
1631 gennaio 4, Sassari
189
Donna Maddalena Liperi Gambella di Castelvì, signora dell'incontrada di
Romangia, Gerido e Taniga, domiciliata nella città di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento perché donna, nomina suo procuratore don Sebastiano
Zonza, amministratore generale di quella incontrada, domiciliato nella città di
Cagliari.
Die quarto mensis januari, anno a nativitate domini 1631, Sasser. c. 261
Noverint universi quod ego domna Magdalena Liperi Gambella de Castelvì, domina
encontratae de Romangia, Gerido et Tanegae, in presenti civitate Sasser domiciliata,
quia per sacram catholicam regiam Magestatem domini nostri regis et in eius personam
1°3
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
301
illustrissimum et excellentissimum dominum don Hieronimum Pimentel, marquionem
de Vayona, a predicta sacra catholica et regia Magestate domini nostri regis
Locumtenentem et Capitaneum generalem incolis et habitatoribus huius regni in civitate
calaritana parlamentum sive curiae generalis assignato vellimque dictas curias seu parlamentum me conferre quod in presenciam facere nequeo propter feminium sexium et
impedimento detenta, ideo, gratis et scienter omnibus illis melioribus via, modo et forma
quibus de iure fieri possit et debet tenore presentis publici instrumenti firmiter valituri
facio, constituo, creo et solemniter ordino procuratorem meum certum et specialem et
ad infrascritam, etiam generalem ita quod specialitas ipsi generalitati minime deroget
nec e contra, nobilem don Sebastianum de la Zonza, generalem admnistratorem dictae
encontratae, absentem tamquam presentem, in civitate callaritana comorantem...
[omissis]1°4 /
c. 262
...Testes Julianus Cagna Zolo et Gavinus de Serquina, Sasser.
(ST) Signum meum Antoni Capuxeddo, civis Sasser, auctoritatibus apostolica ubique
regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
190
1631 gennaio 11, Oristano
Pietro de Roma, donnicello della città di Oristano, non potendo partecipare al
Parlamento perché impegnato in alcuni affari, nomina suo procuratore don
Giovanni Battista Amat, nobile della città di Alghero.
c. 264 In Dei nomine. Noverint universi quod ego Petrus de Roma, donnicellus presentis
civitatis Oristanii, attendens quod tria Stamenta seu Brachia presentis Sardiniae regni
inter ea ego, cum literis requisitoris sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri
regis nunc feliciter regnantis fui convocatus in civitate calaritana in curia generali
quam ibidem illustrissimus et excellentissimus dominus don Hieronimus Pímentel,
marchio de Bayona, Locumtenenens et Capitaneus generalis huius Sardiniae regni
nomine et pro parte suae praefatae regiae Magestatis regniculis praefati regni indixit
et convocavit ac tenere et celebrare intendit; atendens etiam quod aliis negotiis impeditus non possum in praedicta civítate callaritana transferre nec in ipsa curia adesse
pro ut decet, de mea igitur certa sciencia facio, constituo, creo, deputo et solemniter
ordino procuratorem sindicum et actorem ac nuntium meum certum et specialem et
ad infrascritam etiam generalem ita tamen quod specialitas generalitati, ipsi minime
deroget nec et diverso, nobilem dominum don Joannes Baptista Amat civitatis
Algueri licet absentem tanquam presentem...
1°4
302
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
[omissis]1°5 /
...Actum est hoc in civitate Oristanii die undecima mensis januarii anno a nativitate c. 265
domini 1631; signum meum dicti Petri de Roma constituentis praefati qui predicta
laudo, concedo et firmo. Testes huíus rei sunt nobilis don Joannes Gavinus Atzori et
Augustinus Pitzarello, januen, Oristanii habitantes.
(ST) Signum Antonii Angeli Aresu appostolica ubique regia vero auctoritatibus per
cunctas terras et dominationes sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri
hispaniarum regis publici notarii, civis Oristanii, qui praedictis adfuit idque proprio
calamo scripsit et requisitus eodem calamo clausit. /
1631 gennaio 4, Busachi
191
Gavino Marras, donnicello della villa di Busachi e cittadino di Oristano, non
potendo partecipare al Parlamento a causa di impegni urgenti; nomina suo procuratore don Paolo di Castelvì, cavaliere dell'ordine di San Giacomo della Spada.
Admitatur.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego domnus Gavinus Marras, c. 267
villae de Busaqui, civis civitatis Oristani et in eadem civitate Oristani domiciliatus,
sciens et attendens quod ego cum litteris regiis tam sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri Regis quam illustrissimi et excellentissimi domini
Locumtenentis et Capitanei generalis presentis regni fui vocatus die octavo presentis
et infrascritis mensis januari presentis et infrascriti interessem in presenti civitate
Caller in curia generali quam ibidem praefactus illustrissimus et excellentissimus
dominus Locumtenens et Capitaneus generalis nomine et vicae suae Magestatis regnicolis presentis regni induxit et convocavit ac tenere et celebrare intendit; attendens
etiam quod propter urgentem ocupationem infrascritis non possum interesse pro ut
deceret idsirco tenore presentis instrumenti nobilem don Paulum de Castelvì, militem
ordinis et militiae Sancti Jacobi de Spata, his licet absentem tanquam presentem et
onus praedictuus in se acceptantem procuratorem meum certum et specialem et ad
infrascrita etiam generalem facio, constituo, creo et solemniter deputo...
[omissis]106 /
Actum est hoc in oppido de Busaqui, die quarto mensis januarii, anno a nativitate c. 268
domini 1631. Signum don Gavini Marras constituentís predicti qui haec laudo, concedo et firmo.
1°5 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
1°6 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
303
Testes huius rei sunt Leonardus Prosperi, sutor villae de Bolotena, in dicta villa de
Busaqui domiciliatus, et Antonius Manca Fois et Franciscus Saba, natu minor praedictae villae, nec non Joannes Michael Dessi Aresu, notarius publicus, qui vicae et
nomine mei notaris infrascriti praedictis adfuit et firma ipsa pro me recepít.
Premissis fidem facit Jacobus Manca, publicus notarius, civis Caller, haec subscribens
proprio calamo. /
1630 dicembre 9, Sassari
Giovanni Maria Ferralis Paduano, donnicello della città di Sassari, figlio del
quondam Gaspare Ferralis, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnato in diversi affari, nomina suo procuratore don Antonio Manca de Homedes
governatore della contea del Goceano.
192
c. 269
Die nono mensis decembris, armo a nativitate domini 1630, Sasseris.
Noverint universi quod ego Joannes Maria Ferralis et Paduano, filius legitimus et
naturalis Gasparis Ferralis quondam, donnicelli presentis civitatis Sassaris, cupiens et
desiderans libenti animo et gaudere privilegiis, prerogativis, immunitatibus aut alias
quibus equites et militares huius presentis regni Sardiniae utuntur et fruuntur et sicuti
mei praedecessores semper uti sunt cum ab illis originem datam eo maxime ocasione
temporis Parlamenti congregationum et unitatum generalium mensibus prope fucturis Deo duce celebrandam regnicolis dicti regni per illustrissimum et excellentissimum dominum don Hieronimum Pimentel, marchionem de Vayona Locumtenentem
et Capitaneum generalem praefati regni nomine et pro parte suae sacrae catholicae et
regiae Maiestatis domini nostri hispaniarum Regis et ad hoc ut valeam tamquam unus
ex eis uti et frui dictis prerogativis, privilegiis, immunitatibus et alias indigeo habilitanoni militari quandoquidem sum in aetate viginti duorum annorum constitutus et
quia ad ea omnia personaliter adesse non valeo pluribus ocupatus negotis, ideo, gratis
et ex mea certa scientia, facio, constituo, creo et solemniter ordino procuratorem
meum certum et cetera ita quod et cetera nobilem don Antonium Manca de
Homedes, dictae civitatis gubernatorem comitatus de Gosiano presentem...
[omissis] lig /
c. 269v.
...Testes Dominicus Bonaventura et Joannes Maria Mazoco, iuris utriusque doctores
Sasseris.
(ST) Signum meum Joannis Antoni Quessa civis Sasseris auctoritatibus appostolica
ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
107 Per
304
il contenuto della parte omessa cfr. la procura n.1.
1630 dicembre 9, Sassari
193
Don Francesco Frasso, nobile della città di Sassari, non potendo partecipare al
Parlamento perché impegnato in alcuni affari urgenti, nomina suo procuratore
don Antonio Manca de Homedes.
Die nono mensis decembris anno a nativitate domini 1630, Sasser. c. 270
Yo don Francesco Sasso, de la present siutat de Sasser, per quant al present, estich
empedit en alguns negossis a mi molt urgents, per les quals no me puch transferir personalment en la siutat de Caller per asistir a fer les infrascrites coses, per gò, de grat y
certa mea scientia, confiant plenament en la fe, llegalitat, prudensia, rectitut y bondat
del infrascrit don Anton Manca de Homedes, en tot lo millor modo que puch, dech y
de dret me es licit y permès fas, constituesch, crehe y solemnament ordene procurator
meu cert especial y a les coses infrascrites generai, de manera tal que la spesialitat a la
generalitat no derogue ni per lo contrary, al noble don Anton Manca de Homedes
que es present...
[ o mi ssis] t°8 /
c. 270v.
...Testes Dominicus Ventura et Franciscus Cossu, sartor Sasseris.
(ST) Signum meum Joannis Antoni Quessa, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica
ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notati qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
1630 dicembre 10, Bono
194
Antonio Michele e Zaccaria Carta, nobili fratelli della villa di Benetuttz, non
potendo partecipare al Parlamento perché impegnati in alcuni affari urgenti,
nominano loro procuratore don Antonio Manca de Homedes.
Die decima mensis decembris anno a nativitate domini 1630, Bono. c. 271
Nos altres Antonio Miquel Carta, Zacaria Carta, jermans donjells de la villa de
Benetuti, per quant al present estam enpedits en alguns negocis a nos altres molt
urgents per les quals no nos podem transferir personaiment en la ciutat de Caller per
assistir a fer les infrascrites coses, per gò, de grat y certa nostra scientia, confiants plenament en la fe, legalitat, prudencia, retitut y bontat del infrascrit don Anton Manca
de Homedes, en tot lo millor modo que podem y devem y de dret nos es llisit y
permès, fem, constituim, cream y solemnament ordenam procurador nostre cert y
especial y a les coses infrascrites generai, de manera tal que la especialitat a la genera108 Per
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
305
litat no derrogue ni per el contrario, al dit noble don Anton Manca de Homedes que
es present...
[omissis] 9
c. 272 ...Testes foren presents Juan Thomas de Burgos, Giorgi Casalabria, donjell, y Antony
Cano tots de la present villa.
De les quales coses hio Joan Ledda Sana, auctoritate regia publich notari fas fe per
estrata de son propri original. /
1630 dicembre 10, Bono
195
Francesco Carta Ruju, nobile della villa di Benetutti, non potendo partecipare
al Parlamento perché impegnato in alcuni affari urgenti, nomina suo procurato-re don Antonio Manca de Homedes.
Admitatur.
‹c. 275
Die decima mensis decembris anno a nativitate domini 1630, Bono.
Yo Francisco Carta Rujo, dongell de la villa de Benetuti, per quant estich enpedit en
alguns negossis a mi molt urgents, per les cp Inls no me puch transferir personalment en la
giutat de Caller per assistir a fer les infrascriptes coses, per gò, de grat y certa mea sciensia, confiat plenament en la fe, llegalitat, prudensia, ieLtitut y bondat del infrascrit de don
Anton Mancha de Omedes, en tot lo millor modo que puch y dech y de dret me es llisit y
permès fas, constituesch, creeh y solemnament ordene procurador meu sert, espessial y a
les coses infrascriptes generai, de manera tal que la espesialitat a la generalitat no derrogue ni per al contrary, al dit noble don Anton Macha de Omedes que es present...
[omissis] "° /
c. 275v. ...Testes foren presents Joan Lleonart Carta dongell, Joan Baquis Carta.
De les quales coses hio Joan Ledda Sana auctoritate regia publich notari fas fe per de
aliena mà estratas. /
196
1630 dicembre 9, Sassari
Don Gerolamo Castelvì, figlio del quondam Gaspare Castelvì che ricoprì la
carica di commissario generale della cavalleria nel Capo di Sassari e Logudoro e
di tenente, maestro di campo e capitano generale del Regno di Sardegna, non
" Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
110 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
306
potendo partecipare al Parlamento a causa di impegni urgenti, nomina suo procuratore don Antonio Manca de Homedes, governatore della contea del Goceano.
Die nona mensis decembris anno a nativitate domini 1630, Sasseris. c. 276
Noverint universi quod ego don Hieronimus de Castelvì, filius legitimus et naturalis
quondam nobilis don Gasparis de Castelvì, comissarii generalis equitum dum vixit in
presentis capitis Sassaris et Logudori pro sua maiestate tinentisquae magistri de
campo, capitanei generalis in presenti Sardiniae regno quia infrascriptis personaliter
adesse non possum causis mihi valde urgentibus et alias inpeditus, ideo, gratis et ex
mea certa scientia, omnibus melioribus via modo, forma et causa quibus melius de iure
ve1 alias possum et debeo, fado, constituo, creo et solemniter ordino procuratorem
meum certuni et specialem et ad infrascripta etiam generalem, ita quod specialitas ipsi
generalitati minime deroget nec e contra, nobilem don Antonium Manca de Homedes
gubernatorem contatus Gotiani pro sua praefacta regia maiestate presentem...
[omissis] 111 •/
c. 276v.
...Testes Joannes Serra, lapicida, et Jacobus Marongio, quirurgicus, Sasseris.
(ST) Signum meum Francisci Maninquedda, civis Sassaris, auctoritatibus appostolica
ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notati, de praemissis propria manu scriptis quibus interfui fidem facio et requisitus clausi. /
1630 dicembre 12, Sassari
Don Gavino Manca Virde, nobile della città di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnato in alcuni affari urgenti, nomina suo procuratore don Antonio Manca de Homedes.
197
Admitatur.
Die duodecimo mensis decembris anno a nativitate domini 1630, Sassari. c. 277
Yo don Gavì Manca y Virde de la present giutat de Sager, per quant al present estich
impedit en alguns negossis a mi moli urgents, per les quals no me puch transferir personalment en la ciutat de Caller per asistir a fer les infrascrites coses, per gò, de grat y
certa mà sdentia, confiant plenament de la fe, llegafitat, prudensia, rectitut y bondat
del infrascrit don Anton Manca de Homedes, en tot lo minor modo que puch, dech y
de dret me es fidt y permès fas, constituesch, crehe y solemnament ordene procurador meu cert espesial y a les coses infrascrites generai de manera tal que la spesialitat
a la generalitat no derogue ni per lo contrary al dit noble don Anton Manca de
Homedes que es absent com si fos present...
"1 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
307
112 /
[omissis]
c. 277v. ...Testes son Salvador Sanna, notari, y Juan Guilardo, Sasser.
Signum meum Joannis Antony Quessa, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica ubique regia vero per hoc orane presens Sardiniae regnum publici notari, qui praemissis,
partim propria et partim aliena manu scriptis, interfui et requisitus clausi. /
198
1630 dicembre 10, Bono
Giovanni Leonardo e Giovanni Francesco Carta Satta, padre e figlio, donnicelli della villa di Benetuttz, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnati in affari urgenti; nominano loro procuratore don Antonio Manca de Homedes.
Admitatur.
(sed non interveniat Joannes Franciscus Carta quia caret aetate requisita)
Die 10 mensis decembris anno a nativitate domini 1630, Bono.
c. 281 Nos altres Juan Lleonart Carta Sana y Juan Francisco Carta Satta, pare y fili, dongells de
la villa de Benetuti, per quant al present estam enpedits en alguns negossis a nos altres
molt urgents, per les quals no nos podem transferir personalment en la ciutat de Caller
per assístir a fer les infrascrites coses, per sò, de grat y certa nostra sciensia, confiats plenament en la fe, legalitat, prudensia, retitut y bondat del infrascrit don Anton Manca de
Omedes, en tot lo millor modo que podem y devem y de dret nos es llisit si permès fem,
constituim, cream y soleniment hordenam procurador nostre cert y espessial y a les coses
infrascrites generai, de manera tal que la espessialitat a la generalitat no derrogue ni per al
contrario, al dit noble don Anton Manca de Omedes que es present...
[omissis]113 /
...Testes foren presents Juan Thomas de Burgos, Giorgi Casalabria, dongell, y
c. 281v. Antony Cano Foguedda, tots de la present villa. De les quales coses hio Joan Ledda
Satta, auctoritate regia publich notari, fas fe per estrata de son propri originai. /
199
1630 gennaio 22, Sassari
Giorgio Casalabria, donnicello della città di Sassari, e suo figlio Francesco, non
potendo partecipare al Parlamento perché impegnati in affari importanti, nominano loro procuratore don Antonio Manca de Homedes.
112 Per il contenuto della parte
113 Per il contenuto della parte
308
omessa cfr. il documento n. 114.
omessa cfr. il documento n. 117.
Die 22 mensis januari, anno a nativitate domini 1630 Sasseris. c. 282
Nos altres Jorgi Casalabria, dongell de la ciutat de Sager, y Francesco Casalabria pare
y fill, per quant al present estam enpedits en alguns negocis a nos altres molt urgents,
per les quals no nos podem transferir personalment en la ciutat de Caller per assistir a
fer les infrascrites coses, per sò, de grat y certa nostra sciensia, confiants plenament en
la fe, legalitat, prudensia, retitut y bondat del infrascrit don Anton Manca de
Omedes, en tot lo millor modo que podem y devem y de dret nos es llisit si permès,
fem, constituim, cream y soleniment hordenam procurador nostre cert y espessial y a
les coses infrascrites generai, de manera tal que la espessialitat a la generalitat no derrogue ni per al contrario, al &t noble don Anton Manca de Omedes que es present...
[OlniSSiS]114 /
c. 283
...Testes foren presents Anton Cano Fogueddo, Sebastià de Sini, de dita villa.
De les quales coses hio Joan Ledda Satta, auctoritate regia pubiich notari, fas piena
fe. /
1631 gennaio 15, Sassari
200
Don Giovanni Usay, domiciliato nella città di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento perché ammalato, nomina suo procuratore don Michele
Comprats Castelvì, conte di Torralba.
c. 285
Admitatur.
Die 15 mensis januari anno a nativitate 1631, Sasser.
En nom de nostre senor Deu amen. Sia a tots notory com yo don Juan Usay, en la present ciutat de Sacer domiciliat, per quant a les infrascrites coses no me puch trobar personalment per trobarme indespost de ma persona per gò, en tot lo millor modo que
puch y me es llidt y permès, de grat y certa mea sciencia, fas, constituesch, crehe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les coses infrascrites generai, de
manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ni per lo contrary, al egregi don
Miguel Comprats de Castelvì, comte de Torralba que es absent com si fos present...
[omissis] 115 /
c. 285v.
....Testes Joseph Jusso et Petrus Marco, mercatores januenses, Sasseris habitatores.
(ST) Signum meum Joannes Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae
"4 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
115 Per
309
Magestatis domini nostri regis notari publici qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
1631 gennaio 15, Sassari
Don Antonio Milia, dormiceli() della città di Sassari, non potendo partecipare
al Parlamento perché impegnato in alcuni affari importanti, nomina suo procuratore don Michele Comprats Castelvì, conte di Torralba.
201
c. 286
Die 15 mensis januari anno a nativitate 1631, Sasser.
En nom de nostre sefior Deu, amen. Sia a tots notori com yo don Antonius Milia,
dongell de la present ciutat, per quant a les infrascrites coses no me puch trobar personalment per ser enpedit en alguns negosys de inportansia per 0, en tot lo millor
modo que puch y me es llicit y permès, de grat y certa mea sciencia, fas, constituesch,
crehe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les coses infrascrites
generai, de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ny per lo contrary,
al egregi don Miguel Comprats de Castelvì, comte de Torralba que es absent com si
fos present...
[omissis]116
c. 286v. ...Tester Joseph Jusso, januen, et Joannes Antonius Pau Zonzu, Sasseris habitatores.
(ST) Signum meum Joannes Baptista Sarigo civis Sasseris auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae magestatis domini nostri regis notari publici qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
631 gennaio 15, Sassari
Don Diego Manca Bronda della città di Sassari, non potendo partecipare al
Parlamento perché impegnato in alcuni affari importanti, nomina suo procuratore don Michele Comprats Castelvì, conte di Torralba.
202
c. 287
Die 15 mensis januari anno a nativitate 1631, Sasser.
En nom de nostre sefior Deu amen. Sia a tots notori com yo don Diego Manca y
Bronda, de la present ciutat, per quant a les infrascrites coses no me puch trobar personalment per ser enpedit en alguns negosys de inportansia per 0, en tot lo millor
modo que puch y me es llicit y permès, de grat y certa mea sciencia, fas, constituesch,
crehe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les coses infrascrites
116
310
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
generai, de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ny per lo contrary,
al egregi don Miguel Comprats de Castelvy, comte de Torralba que es absent com si
fos present...
[0MiSSiS]117
...Tester Franciscus Biquesas, scriptor, et Nicolosus Augusto, mercator Sasseris.
c. 287v.
(ST) Signum meum Joannes Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et díctionem suae sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri regis notari publici, qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
1631 gennaio 16, Sassari
203
Agostino Angelo Delitala, nobile della città di Bosa, non potendo partecipare
al Parlamento perché impegnato in alcuni affari importanti, nomina suo procuratore don Michele Comprats Castelvì, conte di Torralba.
Die 16 mensis januari anno a nativitate 1631, Sasser. c. 291
En nom de nostre serior Deu amen. Sia a tots notori com yo Agusti Angel Delitala,
cavaller de la ciutat de Bosa, al present trobat en la present ciutat, per quant no me
puch trobar personalment a les infrascrites coses per ser enpedit en alguns negosys de
inportansia per 0, en tot lo millor modo que puch y me es llicit y permès, de grat y
certa mea sciencia, fas, constituesch, crehe y solemnament ordene mon procurador
cert y especial y a les coses infrascrites generai, de manera tal que la specialitat no
derogue a la generalitat ny per lo contrary, al egregi don Miguel Comprats de
Castelvy, compte de Torralba, que es absent com si fos present...
[omissis]118 /
...Testes Marcus De Aquena et Bronda, cives, et Nicolosus Augusto mercator c. 291v.
januens, Sasseris domiciliatus.
(ST) Signum meum Joannes Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri regis notari publici, quí praemissis interfui et requisitus
clausi. /
117 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
118 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117. Le carte 288-291v. sono
bianche.
311
1631 gennaio 10, Sassari
204
Angelo Virde Melone, nobile feudatario della Baronia di Pozzomaggiore e
Minerva, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnato in alcuni
affari importanti; nomina suo procuratore don Michele Comprats Castelvì, conte
di Torralba.
c. 292
Die 10 mensis january, anno a nativitate 1631, Sasseris.
En nom de nostre setior Deu amen. Sia a tots notory com yo Angel Virde Melone,
dongell senor de la baronia de Putzo magior y Minerva, per quant no me puch personalment trobar a les infrascrites coses per ser enpedit en alguns negosys de inportansia, per gò, en tot lo millor modo que puch y me es llicit y permès, de grat y certa mea
sciencia, fas, constituesch, crehe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les coses infrascrites generai, de manera tal que la specialitat no derogue a la
generalitat ny per lo contrary, al egregi don Miguel Comprats de Castelvì comte de
Torralba que es absent com si fos present...
[omissis] "9 /
c. 292v. ...Testes reverendus Paulus Virde, rector ville Monti Leoni, et Antonius Virde, ville
de Puzo magior.
(ST) Signum meum Joannes Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri regis notati publici, qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
205
1631 gennaio 22, Sassari
Don Diego Serdo Usay domiciliato nella città di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnato in alcuni affari importanti, nomina suo
procuratore don Michele Comprats Castelvì, conte di Torralba.
c. 293
Die 22 mensis januari, anno a nativitate 1631, Sasseris.
En nom de nostre setior Deu amen. Sia a tots notory com yo don Diego Serdo y Usay,
en la present ciutat de SaQer domiciliat, per quant a les infrascrites coses no me puch
trobar personalment per ser enpedit en alguns negosys de inportansia, per gò, en tot
lo millor modo que puch y me es llicit y permès, de grat y certa mea sciencia, fas, constituesch, crehe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les coses
infrascrites genera]. de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ny per
119
312
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
lo contrari, al egregi don Miguel Comprats de Castelvì, compte de Torralba, que es
absent com si fos present...
[omissis]12° /
...Testes Augustinus Nater, januen, et Jeronimus Montanachio, regius portarius c. 293v.
Sasseris.
(ST) Signum meum Joannes Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri regis notari publici, qui praemissis interfui et requisitus causi. /
206
1631 gennaio 22, Sassari
Don Pietro Virde, domiciliato nella città di Sassari, non potendo partecipare
al Parlamento perché impegnato in alcuni affari importanti; nomina suo procuratore don Michele Comprats Castelvì, conte di Torralba.
Die 22 mensis januari anno a nativitate 1631, Sasseris. c. 296
En nom de nostre seflor Deu amen. Sia a tots notori com yo Pedro Virde, dongell de la
present ciutat, per quant no me puch trobar personalment a les infrascrites coses per
ser enpedit en alguns negosys de inportansia, per gò, en tot lo minor modo que puch y
me es llicit y permès, de grat y certa mea sciencia, fas, constituesch, crehe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les coses infrascrites generai de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ny per lo contrari, al egregi don
Miguel Comprats de Castelvy, compte de Torralba, que es absent com si fos present...
[omissis]121 /
...Testes Angelus Virde et Melloni domnicellus, dominus villae de Pugo magior, et c. 296v.
Joannes Franciscus Mellone, villae de Puzo magior, Sasser repertus.
(ST) Signum meum Joannes Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae Magestatis
domini nostri regis notari publici, qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
1631 gennaio 8, Sassari
207
Antonio Angelo, Matteo e Giorgio Tola, rispettivamente padre e Agli, non
120 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
121 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
313
potendo partecipare al Parlamento perché impegnati in alcuni affari importanti, nominano loro procuratore don Michele Comprats Castelvì, conte di
Torralba.
c. 297
Die 22 mensis januari anno a nativitate 1631, Sasseris.
En nom de nostre sefior Deu, amen. Sia a tots notori com nos altres don Antony
Angel Tola, lo doctor Mateo Tola y don Jorgy Tola, pare y fills, en esta ciutat de Sacer
domiciliats, per quant a les infrascrites coses no nos podem trobar personaiment per
ser empedit en alguns negosys de inportansia, per 0, en tot lo minor modo que
podem y nos es llicit y permès, de grat y certa nostra sciencia, fem, constituim, cream
y solemnament ordenam nostre procurador cert y especial y a les coses infrascrites
generai, de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ny per lo contrari,
al egregi don Miguel Comprats de Castelvì, compte de Torralba, que es absent com si
fos present...
[OMiSSiS]122
c. 297v. ...Testes ad firmas et juramentos dictorum don Antony Angeli et doctoris don Matei
Tola sunt Franciscus Cano, villae de Iteri, et Joannes Maria Ferrale, studens Sasseris.
Testes vero ad firmam et juramentum dictí don Jorgi Tola qui die vigesima secunda
predictorum menses et anni firmavit et juravit sunt don Franciscus de Aquena
Montanachio et... Falque Sasseris.
(ST) Signum meum Joannes Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri regís notari publicí, qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
208
1631 gennaio 17, Sassari
La nobile Ippolita Artea Comprat, contessa di Torralba, usufruttuaria dell'incontrada del Meilogu, e la nobile Teodora Simò Carrillo, signora della
baronia di Zuri e Uri e dell'incontrada del Meilogu, domiciliate nella città di
Sassari, non potendo partecipare al Parlamento perché donne, nominano loro
procuratore don Michele Comprats, conte di Torralba.
c. 298
Die 17 mensis januari anno a nativitate 1631, Sasseris.
En nom de nostre seiior Deu amen. Sia a tots notori com la illustre dona Ipolita Artea
y Comprat, comtessa de Torralba y usufrutuaria de la encontrada de Meylogo y
122
314
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
donna Theodora Simò y Carrillo, mare y filia, senora de la baronia de Zuri y Uri y de
la dita encontrada de Meylogo en lo present cap de SaQer y Llugudor populades, en la
present cíutat de Sacer dotnicíliadas, per quant a les infrascrites coses no se poden
trobar personalment per lo femineo sexu, per 95, en tot lo milor modo que podem y li
es llicit y permès, de grat y certa llur sciencia, fan, constituexen, crean y solemnament
ordenan llur procurador cert y especial y a les infrascrites coses generai, de manera tal
que la specialitat no derogue a la generalitat ny per lo contrari, a l.illustre don Miguel
Comprats de Castelvì, compte de Torralba, llur marit y onde respective, que es present...
[omissis]123 /
...Testes ad firmam et juramentum dictae dominae Theodorae sunt Leonardus c. 298v.
Tineddo et Mateus Cano... villae de Torralba, Sasseris habitatores.
Testes vero ad firmam et juramentum dictae illustris comtissae quae dicto die firmaren et juraren sunt don Franciscus de Aquena Montanachio et Joseph Justo, Sasseris.
(ST) Signund meum Joannis Baptistae Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholícae regiae
Magestatis domini nostri regis notari publici, qui praemissis interfui et requisítus dausi. /
1631 gennaio 3, Tempio
209
Proto Pilo Casaracho, abitante a Tempio, nomina suo procuratore don
Michele Comprats, conte di Torralba, perché lo rappresenti in Parlamento.
Die tertia mensis januari anno a nativitate domini 1631, Tempio.
In Dei nomine amen. Quod Protus Pilo Casaracho, habitans in oppido de Tempio, c. 302
gratis et ex illam certa sciencia, omnibus melioribus modo via et forma quibus magis
melius et efficatius de jure vel alias valere poterit et teneri fieri et esse possit, facit,
constituit, creat et solemniter ordinat in sindicum et actorem et procuratorem suum
certum et specialem et ad infrascritam generalem, itta quod specialitas generalitati
minime deroguet nec e contra, egregium don Michaellem Comprats, comitis de
Torralva, absentem tanquam presentem...
[omissis]124
/
123 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117. Le carte 299-301v. sono
bianche.
124 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
315
c. 303 presentibus pro testibus Andreas Farina et Andreas De Santo, predicte oppidi de
Tempio. Ihesus Maria Joseph.
(ST) Signum mei Gavini Pensatello, naturalis presentis oppidi de Tempio, encontratae Gallurae de Geminis, appostolica et regia auctoritatibus publici notaris, qui praedictis adfui proprio calamo de premixi rogatus requisitus clausi. /
210
1631 gennaio 3, Sassari
Gavino e Giovanni Battista Delitala, padre e figlio, cavalieri della villa di
Nulvi, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnati in alcuni affari
importanti, nominano loro procuratore don Michele Comprats Castelvì, conte di
Torralba.
c. 304
Die tertia mensis januari anno a nativitate 1631, Sasseris.
En nom de nostre serior Deu, amen. Sia a tots notory com nos altres Gavì Delitala y
Juan Baptista Delitala, pare y fili, cavallers de la villa de Nulvy, al present trobats en la
present ciutat, per quant a les infrascrites coses no nos podem trobar personalment
per ser empedit en alguns negocis de inportansia, per gò, en tot lo minor modo que
podem y nos es llicit y permès, de grat y certa nostra sciencia, fem, constituim, cream
y solemnament ordenam nostre procurador cert y especial y a les coses infrascrites
generai, de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ny per lo contrari,
al egregi don Miguel Comprats de Castelvy, comte de Torralba que es absent com si
fos present...
[omissis]125 /
c. 304v. ...Testes Michael Canalis et Teranius Murteo, mercator januen Sasseris domiciliatus.
(ST) Signum meum Joannes Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri regis notari publici, qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
211
1631 gennaio 7, Sassari
Gerolarno Barba Villanova, cavaliere della città di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnato in alcuni affari importanti; nomina suo
procuratore don Michele Comprats Castelvì conte di Torralba.
125 Per
316
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Die septimo mensis januari anno a nativitate 1631, Sasseris.
En nom de nostre sefior Deu amen. Sia a tots notori com yo Jeronim Barba de
Villanueva, cavaller de la present ciutat, per quant no me puch personalment trobar a
les infrascrites coses per ser empedit en alguns negosys de inportancia, per gò, en tot
lo millor modo que puch y me es llicit y permès, de grat y certa mea sciencia fas, constituesch, crehe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les coses
infrascrites general, de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ny per
lo contrari al egregi don Miguel Comprats de Castelvy, compte de Torralba, que es
absent com si fos present...
[omissis]126
c. 305
/
...Testes Paulus Riola et Angelus Virde, civis Sasseris.
(ST) Signum meum Joannes Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri regis notari publici, qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
c. 305v.
1631 gennaio 27, Sassari
Il dottor Giovanni Suzarello, della città di Sassari, non potendo partecipare al
Parlamento perché impegnato in alcuni affari importanti; nomina suo procuratore don Michele Comprats Castelvì, conte di Torralba.
212
Die 27 mensis januari anno a nativitate 1631, Sasseris.
En nom de nostre sefior Deu, amen. Sia a tots notori com yo lo doctor don Juan
Francisco Suzarello, de la present ciutat, per quant no me puch personalment trobar
a les infrascrites coses per ser enpedit en alguns negosys de inportansia, per gò, en tot
lo millor modo que puch y me es llicit y permès, de grat y certa mea sciencia, fas, constituesch, crehe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les coses
infrascrites generai, de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ny per
lo contrary, al egregi don Miguel Comprats de Castelvy, compte de Torralba, que es
absent com si fos present...
c. 306
[omissis] 127 /
...Tester doctor Gavinus Esgrechio et Gavinus Falque, Sasseris.
(ST) Signum meum Joannes Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
126 Per
127 Per
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
317
c. 306v.
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri regis notari publici, qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
213
1631 gennaio 21, Sassari
Gavino de Aquena Montanacho, cavaliere della città di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnato in alcuni affari importanti,
nomina suo procuratore don Michele Comprats Castelvì, conte di Torralba.
c. 310
Die 21 mensis januari anno a nativitate 1631, Sasseris.
En nom de nostre serior Deu, amen. Sia a tots notori com yo Gavì de Aquena
Montanacho, cavaller de la present ciutat, per quant no me puch personalment trobar
a les infrascrites coses per ser inpedit en alguns negosis de inportansia, per 0, en tot
lo minor modo que puch y me es llicit y permès, de grat y certa mea sciencia, fas, constituesch, crehe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les coses
infrascrites generai, de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ny per
lo contrari, al egregi don Miguel Comprat de Castelvy, compte de Torralba, que es
absent com si fos present...
[omissis]128 /
c. 310v.
...Testes doctor Franciscus de Aquena Montanacho et Joannes Baptista Panissa,
Sasseris.
(ST) Signum meum Joannes Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri regis notari publici, qui praemissis ínterfui et requisitus clausi. /
214
1631 gennaio 4, Nulvi
Giovanni Maria e Leonardo Delitala, fratelli e cavalieri della villa di Nulvi,
non potendo partecipare al Parlamento perché impegnati in alcuni affari importanti nominano loro procuratore don Michele Comprats Castelvì, conte di
Torralba.
c. 311
Die quarto mensis januari anno a nativitate 1631, Nulvy.
En nom de nostre seiior Deu, amen. Sia a tots notori com nos altres Juan Maria
128
318
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
Delitala y Lleonart Delitala, cavallers y germans de la present villa de Nulvy, per
quant a les infrascrites coses personalment no nos podem trobar per ser empedits en
alguns negocis de inportania, per gò, en tot lo rnillor modo que podem y nos es lligít
y permès, de grat y certa nostra sciencia, fem, constituim, cream y solemnament ordenam nostre procurador gert y especial y a les ínfrascrites coses generai de manera tal
que la specialitat no derogue a la generalitat ny per lo contrary, al illustre don Miguel
Complats de Castelvy, conte de Torralva que es absent lo notari per aquell present...
[omissis] 29 /
...Tester presents Joan Francesch Ledda y Julia Strina y Ledda, de la present villa.
c. 311v.
Apud me Gavinum Delitala regia autoritate per hoc omne presens Sardiniae regnum
publicum notarium, quibus rogatum interfui et fidem facio dausi. /
215
1631 gennaio 5, Sassari
Gavino Salvagnolo, cavaliere della città di Sassari, non potendo partecipare al
Parlamento perché impegnato in alcuni affari urgenti; nomina suo procuratore il
dottor Gavino Deliperi Paliacho, donnicello.
Die quinto mensis januari anno a nativitate domini 1631, Sasseris. c. 314
Yo Gavì Salvagnolo, cavaller de la present siutat de Sasser, per quant al present estich
empedít en alguns negossis a mi molt urgents per les quals no me puch transferir personalment en la siutat de Caller per asistir a fer les ínfrascrites coses, per gò, de grat y
certa mea scientia, confiant plenament de la fe, llegalitat, prudensia, rectitut y bondat
del infrascrit doctor Gavì Deliperi Paliachio, també donzell, en tot lo millor modo
que puch, dech y de dret me es licit y permès, fas, constituesch, cree y solemnament
ordene procurador meu cert, espesial y a les coses infrascrites generai, de manera tal
que la spesialitat a la generalitat no derogue ni per lo contrary, al dit doctor Gavì
Deliperi Paliachio dongell qu.es present...
[omissis]13° /
...Testes Joannes Annius Fatazo et Joannes Franciscus Longo, Sasseris.
c. 314v.
(ST) Signum meum Joannis Arami Quessa, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica
ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari, qui praemissis interfui et requisitus dausi. /
129
130
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
319
1631 gennaio 15, Ittiri Cannedu
Pietro Paolo Suzarello Paduano, donnicello della città di Sassari e domiciliato
nella villa di Ittiri Cannedu, non potendo partecipare al Parlamento perché
impegnato in alcuni affari urgenti, nomina suo procuratore il dottor Gavino de
Liperi Paliachio, donnicello e nativo della stessa città.
216
c. 314
Die decima quinta mensis januari anno a nativitate domini 1630, Iteri de Canedo.
Yo Pedro Paulo de Suzarello, dongell de la siutat de Sacer y domiciliat en la present
villa de Iteri de Caneddo, per quant al present estich empedit en alguns negossys a mi
molt urgents per les quals no me puch transferir personalment en la siutat de Caller
per asistir a fer les infrascrites coses, per gò, de grat y certa mea scientia, confiant plenament de la fe, llegalitat, prudensia, rectitut y bondat del infrascrit doctor Gavì
Deliperi Paliachio, dongell, en tot lo minor modo que puch, dech y de dret me es licit
y permès, fas, constituesch, cree y solemnament ordene procurador meu cert espesial
y a les infrascrites coses generai, de manera tal que la spesialitat a la generafitat no
derogue ni per lo contrary, al dit doctor Gavì De Liperi Paliachio, dongell de la dita
siutat, que es absent com si fos present...
[OlniSSiS]131
c. 314v.
...Tester Salvadore Istara y Antoni Mula de la present villa. Baquis Dejana, scriba
baronie de Itery y Ury.
(ST) Signum meum Joannis Antoni Quessa, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica
ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari, qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
1631 gennaio 2, Sassari
Don Gavino Paliachio della città di Sassari, non potendo partecipare al
Parlamento perché impegnato in alcuni affari urgenti; nomina suo procuratore il dottor Gavino De Liperi Paliachio, donnicello dimorante nella medesima città.
217
c. 318
Die secundo mensis januari anno a nativitate domini 1631, Sasser.
Yo don Gavino Paliachio, de la present siutat de Sasser, per quant al present estich
empedit en alguns negossis a mi molt urgemts per les quals no me puch transferir
personalment en la siutat de Caller per asistir a fer les infrascrites coses, per gò, de
grat y certa mea scientia, confiant plenament de la fe, llegalitat, prudensia, rectitut y
131 Per
320
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
bondat del infrascrit doctor Gavì Deliperi Paliachio, també donzell, en tot lo minor
modo que puch, dech y de dret me es licit y permès, fas, constituesch, cree y solemnament ordene procurador meu cert, espesial y a les coses infrascrites generai, de manera tal que la spesialitat a la generalitat no derogue ni per lo contrari, al dit doctor Gavì
Deliperi Paliachio, dongell, que es present...
[omissis]132 /
...Testes Petrus de Branca et Joannes Antoníus Fatazio, Sasseris.
c. 318v.
(ST) Signum meum Joannis Antoni Quessa, civis Sasserís, auctoritatibus appostolica
ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari, qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
1631 gennaio 2, Sassari
Proto e Francesco Casagia, padre e figlio, dormiceli!, nati nella città di Sassari
e domiciliati nella villa di Chiaramonti, non potendo partecipare al Parlamento
perché impegnati in affari importanti; nominano loro procuratore don Giovanni
Pilo, nobile della stessa città.
218
Die secunda mensis januari anno a nativitate 1631, Sasseris. c. 319
En nom de nostre seiíor Deu, amen. Sia a tots notori com nos altres Proto Casagia y
Francesch Casagia, pare y fili, donzells naturals de la present ciutat de Sasger y en la
villa de Claramonte domiciliata, per quant no nos podem trobar personalment a les
infrascrites coses per ser empedits en alguns negocys de inportancia, per gò, en tot lo
minor modo que podem y nos es licit y permès, de grat y certa sciencia, fem, constituim, crem y solemnament ordenam nostre procurador gert y especial y a les coses
infrascrites generai, de manera tal que la specialitat no derrogue a la generalitat ny per
lo contrari, al noble don Juan Pilo de dita giutat que es present...
[omissis]133 /
...(ST) Signum mei Gavini Pilo Dyana, cívis Sasseris, auctoritatibus appostolica ubi- c. 319v.
que -regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum nottari publici de praemissis
mediante substituto meo interfui requísitus rogatusque clausi.
...presentes por testigos Salvador Moreddo y Juan Antonio Fiore de dicha / villa de c. 320
Claramonte... /
132 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento
133 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento
n. 117.
n. 117.
321
1631 gennaio 15, Ittiri Cannedu
Il nobile Giovanni Maria Paduano, abitante nella villa di Ittiri Cannedu, non
potendo partecipare al Parlamento perché impegnato in affari importanti, nomina suo procuratore don Francesco de Aquena Montanacho.
219
c. 322
Die 15 mensis januari anno a nativitate domini 1631, Iteri Canedo.
En nom de nostre sefior Deu amen. Sia a tots notori com yo Joan Maria Paduano,
dongell, abitant en la present villa, per quant no me puch trobar personahnent a les
infrascrites coses per ser enpedit en alguns negossis de inportansia, per gò, en tot lo
millor modo que puch y me es licit y permès, de grat y certa mea sciencia, fas, constituo y solemnament ordeno mon procurador cert y espessial y a les coses infrascrites
generai, de manera tal que la espesialitat no derrogue a la generalitat ni per lo contrari, al noble don Francesco de Aquena Montanacho que es absent com si fos present...
[omissis]134 /
c. 322v. ...Tester presentes foren Simony Ponty y Joan Simuola, major de dias, de la present
villa.
Ego Franciscus Corbu Brundette, publicus notarius, auctoritatibus appostolica ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae Magestatis regiae
que predite, mea manu scriptis, quibus interfui requisitus clausi fidem facio. /
1631 gennaio 18, Sassari
Don Quirigo Pilo Ferrale della città di Sassari, non potendo partecipare al
Parlamento perché impegnato in alcuni affari importanti, nomina suo procuratore don Francesco de Aquena Montanacho.
220
c. 323
Die 18 mensis januari anno a nativitate domini 1631, Sasseris.
En nom de nostre sei-1°r Deu amen. Sia a tots notory com yo don Quirigo Pilo
Ferrale, de la present ciutat, per quant a les infrascrites coses no me puch personalment trobar per ser empedit en alguns negocis de importansia, per gò, en tot lo millor modo que puch y me es llicit y permès, de grat y certa mea sciencia, fas, constituesch, crehe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les infrascrites coses generai, de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ny
per lo contrary, al noble don Francesco de Aquena Montanacho que es present...
134
322
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
[omissis]135 /
...Testes Antonius Zampello, secretarius Sancti Offisy et Angelus Aresu, Sasseris c. 323v.
habitants.
(ST) Signum meum Joannis Baptistae Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae magestatis domini nostri regis notari publici, qui praemissis interfui et requisitus clausi;
constat de correcto interdictiones ubi legitur que et puch. /
221
1631 gennaio 3, Sassari
Francesco Piquer, laureato in legge, donnicello della città di Sassari, non
potendo partecipare al Parlamento perché impegnato in alcuni affari, nomina
suo procuratore il cognato Simeone de Aquena Montanacho, donnicello della
stessa città.
Die tercia mensis januari, anno a nativitate domini 1631, Sasseris. c. 326
In Dei nomine amen. Noverint universi quod ego doctor Franciscus Piquer, donnicellus presentir civitatis Sassaris, quia ad convocationem seu regium parlamentum sum
vocatus et aliquibus negotis inpeditus personaliter adesse non possum, ideo, de mea
certa scientia, confidens ad plenum de prudentia et sufficientia vestra facio, constituo,
creo, deputo, et solemniter ordino procuratorem meum certum et specialem et ad
infrascrita etiam generalem, ita quod specialitas gieneralitati minime derroget nec e
contra, Simeonem Aquena et Montanacho, donnicellum, cognatum meum, dictae
civitatis presentem...
[0MiSSiS] 136 /
...Testes huius rei sunt Joannes Baptista Mantega et reverendus Salvator de Branca, c. 327
Sasser.
(ST) Signum mei Cosmae Ruina Sialeddo, civis Sassaris, auctoritatibus apostolica ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari, qui haec feci
rogatusque clausi. /
222
1631 gennaio 3, Sassari
Gaspare Piquer, donnicello della città di Sassari, non potendo partecipare al
135 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
136 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
323
Parlamento perché impegnato in alcuni affari; nomina suo procuratore il genero
Simeone de Aquena Montanacho, donnicello della stessa città.
c. 328
Die tercia mensis januari, anno a natívitate domini 1631, Sasseris.
In Dei nomine amen. Noverint universi quod ego Gaspar Piquer, donnicellus presentis civitatis Sassaris, quia ad convocationem seu regium parlamentum sum vocatus et
aliquibus negotis inpeditus personaliter adesse non possum, ideo de mea certa scientia, confidens ad plenum de prudentia et sufficientia vestra facio, constituo, creo,
deputto, et solemniter ordino procuratorem meum certum et specialem et ad infrascrita etiam generalem, itta quod specialitas gieneralitati minime derrogiet nec e contra, Simeonem Aquena et Montanachio, jenerum meum, dictae civitatis presentem...
[omissis]137 /
c. 329 ...Testes huius rei sunt Didacus Liperi et Andreas Santino, Sasser.
(ST) Signum mei Cosmae Ruina Sialeddo civis Sassaris auctoritatibus apostolica ubiquae regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari qui haec feci
rogatusquae clausi. /
1631 gennaio 18, Sassari
223
Don Didaco Alivesi Sabuch, domiciliato nella città di Sassari, non potendo
partecipare al Parlamento, nomina suo procuratore don Giacomo Manca, signore della baronia di Usini e 'l'issi.
c. 330
Die 18 mensis januari, anno a nativitate domini 1631, Sasseris.
Ego don Didacus Alivesi et Sabuch, in presenti civitate Sneris domiciliatus, quia per
sacram catholicam et regiam Magestatem domini nostri Regís et in eius personam illustrissimum et excellentissimum dominum don Hieronimum Pimentel, marquionem
de Vayona, a praedicta sacra catholica et regia Magestate domini nostri regis
Locumtenentem et Capitaneum generalem incolis et habitatoribus huius regni in civitate calaritana parlamentum sive curiae generales assignato die octava presentis et
currentis mensis januari cum diebus sequentibus vellimque díctas curias seu parlamentum me conferre quod in presentiarum facere nequeo inpedimento detento ideo,
gratis et ex mea certa scientia, omnibus melioribus via, modo et forma quibus de iure
fieri possit, facio, constituo, creo et solemniter ordino procuratorem meum certum et
specialem et ad infrascritam generalem, íta quod specialitas ipsi generalitati minime
deroget nec e contra, nobilem don Jacobum Manca, dominum baroniae de Usiny et
Tissy, absentem tanquam presentem...
137 Per
324
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
[omissis]138
...Testes sunt Joannes Antonius Fresu et Michael Capuxeddo, Sasseris.
c. 330v.
(ST) Signum meum Antoni Capuxeddo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari, qui praemissis
interfui et requisitus clausi. /
224
1631 gennaio 23, Sassari
Don Giovanni Alivesi, domiciliato nella città di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento nomina suo procuratore don Giacomo Manca, signore della
baronia di U sini e Ti ssi
Die 23 mensis january anno a nativitate domini 1631, Sasser. c. 331
Noverint universi quod ego don Joannes de Alivesi, in presenti civítate Sasseris domiciliatus, quia per sacram catholicam et regiam Magestatem domini nostri regis et in
eius personam illustrissimum et excellentissimum dominum don Hieronimum
Pimentel, marquionem de Vayona, a praedícta sacra catholica et regia Magestate
domini nostri regis Locumtenentem et Capitaneum generalem incolis et habitatoribus
huius regni in civitate calaritana parlamentum sive curiae generales assignato die ottava presentis et currentis mensis januari cum diebus sequentibus vellimque dictas
curias seu parlamentum me conferre quod in presentiarum facere nequeo ínpedimento detento ideo, gratis et ex mea certa scientia, omnibus melioribus via, modo et
forma quibus de iure fieri possit facio, constituo, creo et solemniter ordino procuratorem meum certum et specialem et ad infrascrita etiam generalem, ita quod specialitas
ipsi generalitati minime deroget nec e contra, nobilem don Jacobum Manca, dominum baroniae de Usiny et Tissy, absentem tanquam presentem...
{omissis]139 /
...Testes Michael Capuxeddo, scriptor, et Joannes Antonius Fresu, Sasseris.
c. 331v.
(ST) Signum meum Antoní Capuxeddo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari, qui praemissis
interfui et requisitus clausi. /
225
1631 gennaio 4, Sassari
Francesco Tavera Sasso, domiciliato nella città di Sassari, non potendo parteci138 Per
139
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
325
pare al Parlamento, nomina suo. procuratore don Giacomo Manca, signore della
baronia di Usini e Tissi.
c. 332
Die quarta mensis januari anno a nativitate domini 1631, Sasser.
Noverint universi quod ego Franciscus Tavera et Sasso, donnicellus, in presenti civitate Sasseris domiciliatus, quía per sacram catholicam et regiam Magestatem domini
nostri regis et in eius personam illustrissimum et excellentissimum dominum don
Hieronimum Pimentel, marquionem de Vaiona, a praedicta sacra catholica et regia
Magestate domini nostri regis Locumtenentem et Capitaneum generalem incolis et
habitatoribus huius regni in civitate calaritana parlamentum sive curiae generales assignato die octava presentis et currentis mensis januari cum diebus sequentibus vellimque dictas curias seu parlamentum me conferre quod in presentiarum facere nequeo
inpedimento detento ideo, gratis et ex mea certa scientia, omnibus melioribus via,
modo et forma quibus de iure fieri possit facio, constituo, creo et solemniter ordino
procuratorem meum certum et specialem et ad infrascritam etiam generalem, ita
quod specialitas ipsi generalitati minime deroget nec e contra, nobilem don Jacobum
Manca, dominum baroniae de Usiny et Tissy, presentem...
[omissisP4° /
c. 332v. ...Tester Giorgius Fatachio et Jacobus de Martines Montanacho, Sasseris.
(ST) Signum meum Antoni Capuxeddo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica ubique regia vero per hoc orane presens Sardiniae regnum publici notali, qui praemissis
interfui et requisitus clausi. /
1631 gennaio 2, Sassari
Andrea Paduano, domiciliato nella città di Sassari, non potendo partecipare al
Parlamento nomina suo procuratore don Giacomo Manca, signore della baronia
di Usini e Tissi.
226
c. 336
Die secunda mensis januari anno a nativitate domini 1631, Sasser.
Noverint universi quod ego Andreas Paduano, donnicellus in presenti civitate
Sasseris domiciliatus, quia per sacram catholicam et regiam Magestatem domini nostri
regis et in eius personam illustrissimum et excellentissimum dominum don
Hieronimum Pimentel, marquionem de Vayona, a praedicta sacra catholica et regia
Magestate domini nostri Regis Locumtenentem et Capitaneum generalem incolis et
habitatoribus huius regni in civitate calaritana parlamentum sive curiae generales assignato die octava presentis et currentis mensis januari cum diebus sequentibus vellirn° Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
14
326
que dictas curias seu parlamentum me conferre quod in presentiarum facere nequeo
inpedimento detento ideo, gratis et ex mea certa scientia, omnibus melioribus via,
modo et forma quibus de iure fieri possit, facio, constituo, creo et solemniter ordino
procuratorem meum certum et specialem et ad infrascritam etiam generalem ita quod
specialitas ipsi generalitati minime deroget nec e contra nobilem don Jacobum
Manca, dominum baroniae de Usiny et Tissy, presentem /
[0MiSSiS]141
...Testes doctor Michael Homedes, rector opidi Iteri de Cannedo, et doctor Petrus c. 336v.
Salvagnolo, Sasseris.
(ST) Signum meum Antony Capuxeddo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari, qui praemissis
interfui et requisitus dausi. /
227
1631 gennaio 15, Sassari
Don Giovanni Antonio Martines Casagia, don Matteo e don Giovanni
Gavino Martines Pilo, rispettivamente padre e figlio, tutti della città di Sassari,
non potendo partecipare al Parlamento, i primi due perché ammalati e il terzo
perché impegnato in alcuni affari importanti, nominano loro procuratore don
Francesco Martines Pilo.
Die 15 mensis januari anno a nativitate domini 1631, Sasseris. c. 337
En nom de nostre sefior Deu amen. Sia a tots notori com nos altres don Juan Antony
Martines Casagia, don Mateo y don Juan Gavino Martines Pilo, pare y fills, de la present ciutat, per quant a les infrascrites coses no nos podem personalment trobar per
trobar nos altres dits don Juan Antony y don Mateo malats en lo llit e yo, dit don Juan
Gavì, empedit en alguns negocys de importancia, per 0, en tot lo minor modo que
pudem y nos es llicit y permès, de nostre grat y certa nostra sciencia, fem, constituhim, cream y solemnament ordenam nostre procurador cert y especial y a les coses
infrascrites general, de manera tal que la specialitat no derrogue a la generalitat ny per
lo contrary, al noble don Francisco Martines Pilo nostre filly jerman que es absent
com si fos present...
[omissis]142 /
Testes ad firmam et iuramentum dictorum don Joannes Antonius et don Matei sunt c. 337v.
141
142
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
327
Joseph Iusto, mercator januensis, et Joannes Augustus Pansano, Sasseris domiciliati.
Testes vero ad firmam et juramentum dicti don Joannes Gavini, qui dicto die firmavit
et juravit, sunt dictus Joseph Justo et Joannes Augustus Pansano Sasseris.
(ST) Signum meum Joannis Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostri regis notari publici qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
1631 gennaio 15, Sassari
228
Donna Margherita Pilo Suzarello, signora della villa di Putifigarz, domiciliata
nella città di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento perché donna e perché impegnata in alcuni affari importanti, nomina suo procuratore don
Francesco Martines Pilo, dottore in legge.
c. 340
Die 15 mensis januari anno a nativitate 1631, Sasseris.
En nom de nostre setior Deu, amen. Sia a tots notory com yo dona Margarida Pilo y
Sucharello, senora de la villa de Putifigara en lo present cap de Sasser y Llugudor
populada, en la present cíutat de Sacer domiciliada, per quant a les infrascrites coses
no me puch trobar personalment tant per lo femineo sexu, com per ser impedita en
alguns negocys de importancia; per 0, en tot lo milor modo que puch y me es llicit y
permès, de grat y certa mea sciencia, fas, constituesch, crehe y solemnament ordene
meu procurador cert y especial y a les infrascrites coses generai, de manera tal que la
specialitat no derogue a la generalitat ny per lo contrari, al noble don Francisco
Martines Pilo, iuris utriusque doctor, que es absent com si fos present...
[omissis]143
c. 340v.
/
...Testes sunt Llantus Mergari, mercator januensis, et Joannes Augustus Pansano,
Sasseris habitatores.
(ST) Signum meum Joannis Baptistae Sarigo, cívis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae magestatis domini nostri regis notari publici, qui praemissis interfui et requisitus dausi. /
229
1631 gennaio 15, Sassari
Don Giuseppe de Loreto, don Alfonso de Ribadeneira e Giuseppe Paduano
Coasina, donnicelli residenti nella città di Sassari, nominano loro procuratore
143
328
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
don Antonio Cabudoro, dottore in legge, dimorante nella stessa città, perché li
rappresenti in Parlamento.
Die 15 mensis januari, anno a nativitate domini 1631, Sasseris. c. 341
In Dei nomine amen. Noverint universi com don Joseph de Loreto, don Alonso De
Ribadeneira y Joseph Paduano y Coasina, dongells tots de la present ciutat de Sasser,
gratis y de llur certa sciencia coniuctim et divisim segons de dret et alias se pot minor
fer, dir et intendre, constituexen, fan y solemnament ordenan llur procurador cert y
especial y a les coses infrascrites generai, de manera tal que la specialitat no derogue a
la generalitat ni per lo contrari, a don Antonio Cabudoro, doctor en cascún dret, de la
dita ciutat, absent com si fos present...
[omissis] 144 /
...Testimonis a la ferma y jurament del dit don Joseph de Loreto son Bonifaci Pegna c. 341v.
y Joan / Deriu, de la dita ciutat de Sasser, y a la ferma y jurament del dit don Alonso c. 342
de Ribadeneira son Antonio Falque y Francisco Pízalis de Sasser y a la ferma y jurament del susdit Joaqui Paduano y Coasina son Joan Sua y Joan Gallo de dita ciutat y
axibé Gavì Sanna scrivent, lo qual, com a sustitut meu infrascrit notati, a dites coses
per mi ha intervingut y dites fermas y jureaments per mi ha rebut.
(ST) Signum meum Georgi Musina, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica ubique
regia vero per omne presens Sardiniae regnum publici notati qui predictis, proprio
calamo scriptis mediante dicto meo substituto, adfui et requisitus clausi et subsignavi. /
1631 gennaio 22, Oristano
230
I consiglieri e i probiuomini della città di Oristano nominano loro procuratore al Parlamento don Gaspare Sanna, consigliere capo della città.
In Dei nomine, amen. Noverint universi quod die vigesimo secundo mensis januari cc. 345-346v.
anno a nativitate domini 1631, intus magnificam domum magnificae civitatis Oristani,
in presentia mei Jacobi 011a, publici notati civis Oristani et secretari predictae magnifice domus, testium infrascritorum presentia ad hec vocatorum don Gaspar Sanna,
Nicolaus Pinna, Joannes Baptista Pira, Cosma Murro et Juannes Stupa conciliare
anno presenti huius civitatis Oristani, convocato generali concilio in dieta magnifica
domo, more solito ubi pro similibus et aliis negocis convocati solens, in quo quidem
intervenerunt et fuerunt presentes omnes hi qui secuntur: Petrus de Roma, Joannis
Antiochus Serra, Petrus Paulus Sanna, Antiochus Flori, consiliari preteriti anni;
Michael Nonni, Antonius Angelus Mullana, Joannis Antoníus Scano, Jacintus
'44 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n, 114.
329
Cannavera, Joannis Sisinnius Cani, Nicolaus Scano, Petrus Paulus Adgori, Urbanus
Murru, Joannis Thomas Cani, don Juannes Trogu, doctor Petrus Manca, Joannes
Franciscus Villesclas, Matheus Pitzolo, Joannes Oras, Marcus Antonius Casu,
Antonius Franciscus Parti, Lucas Nieddo, Nicolaus Nieddo, Joannes Gavinus
Pitzolo, Franciscus Pira minor, Joannes Basilius Scano, Antonius Angelus Porta, don
Juannes Antiochus Ponti, don Juannes Gavinus Adgory, Juannes Ambrosius Conco,
doctor Leonardus Porta, Joannes Monserratus Conco, Juannes Martis, don
Lleonardus Pira, Salvator Carta, Petrus Paulus 011a, Michael Pira major, Franciscus
Adceni, Juannes Michael Adgeni, Juannes Maronjo, Petrus Onali, don Juannes
Sisinnius Ponti, don Juannes Antiochus Sanna, Antonius Angelus Aresu, Salvator
Porta Madeu, doctor Antonius de Moncada, Michael Pira minor, Jacobus Casu,
Franciscus Fadda Manca, Andreus Scano, Maurus Porcu, Franciscus Nocu, Petrus
Pira, Juannes Angelus Vaquer, Franciscus Raimundus Perra et don Salvator
Pisquedda, omnes cives et probi homines de concilio majori dictae civitatis et universitatis, concilium tenentes, facientes, representantes et celebrantes tanquam major et
sanior pars conciliarium electium et proborum hominum de concilio majori praefatae
civitatis attendentes excellentissimum dominum don Hieronimum Pimentell, marquionem de Vayona Locumtenentem et Capitaneum generalem presentis regni mandato domini nostri Regis Parlamentum celebrandum in civitate calaritana in quibus
sue excellencia una cum suae Magestatis literis presentem civitatem convocavit et
citavit, igitur volentes sumo opere dictis literis parere et obedire ut fidelissimi vassalli
tenetur et sunt obnoxi, gratis et ex certa sciencia, dicto nomine fecerunt, constituerunt, crear= et solemniter ordinarunt suum seu dictae universitatis et eius trium
Campidanorum et singulorum eiusdem verum certum et indubitatum sindicum, actorem et procuratorem ac nuncium specialem et ad infrascritam etiam generalem, ita
quod specialitas ipsi generalitati non deroget nec e contra, predictorum nobilorum
don Gasparrem Sanna, conciliariorum in capite dictae civitatis presentem...
[omissis]145
i
c. 346v. ...Pro testibus Petro de Roma, doctorís Petro Manca, Joannes Antiochus Serra et
Petro Paulo Sanna, civitatis Oristani.
Ad haec nobilis don Baldasar Paderi regius potestat et judex ordinarius presentis civitatis Oristani praemissis omnibus et singulis quibus interfuit tanquam necessaris et
utilibus dictae civitatis et Campidanis ex parte praefactae sacrae catholicae et regiae
Magestatis domini nostri regis causa cognita virtutae dicti offici quo fungitur eodem
stanti suam emmoverius regiam interposuit auctoritatem... et decretum manu et
posse notati et secretari infrascriti presentibus predictis testibus die et anno ut supra
Oristani.
145 Per
330
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
(ST) Signum Jacobi 011a, appostolica ubique regia vero auctoritatibus per cunctas
terras et dominationes sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri hisapaniarum
regis publici notari, civis Oristani ac domus concili huius civitatis Oristani secretari,
qui praedictis adfuit eaque proprio calamo scripsit et requisitus dausit cum correctis
ubi legitur fuerint facerit, elegendum, sunt. /
1631 gennaio 8, Sassari
231
Don Carlo Guiò Giagaracho, domiciliato nella città di Sassari, non potendo
partecipare al Parlamento nomina suo procuratore il fratello don Giovanni
Guiò, signore della baronia di Ossi e Muros.
Die octava mensis januari anno a nativitate domini 1631, Sasser. c. 348
Noverint universi quod ego don Carlos Guiò et Giagarachio, in presenti civitate
Sasseris domiciliatus, quia per sacram catholicam et regiam Magestatem domini nostri
regis et in eius personam illustrissimum et excellentissimum dominum don
Hieronimum Pimentel, marquionem de Vaiona, a praedicta sacra catholica et regia
Magestate domini nostri regis Locumtenentem et Capitaneum generalem incolis et
habitatoribus huius regni in civitate calaritana parlamentum sive curiae generales assignato die octava presentis et currentis mensis januari cum diebus sequentibus vellimque dictas curías seu parlamentum me conferre quod in presentiarum facere nequeo
inpedimento detento ideo, gratis et ex mea certa scientia, omnibus melioribus via,
modo et forma quibus de iure fieri possit facio, constituo, creo et solemniter ordino
procuratorem meum certum et specialem et ad infrascritam etiam generalem, ita
quod specialitas ipsi generalitati minime deroget nec e contra, nobilem don Joannem
Guiò, fratrem meum, dominum Baroniae de Ossi et Muros presentem...
[omissis] 146 /
...Tester doctor Michael Capuxeddo, scriptor, et Matheus de Alivesi, sartor, Sasseris. c. 348v.
(ST) Signum meum Antoni Capuxeddo, civís Sasseris, auctoritatibus apostolica ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari qui praemissís
interfui et requisitus clausi. /
1631 gennaio 8, Sassari
232
Don Francesco Guiò Giagarachio, domiciliato nella città di Sassari, non
potendo partecipare al Parlamento, nomina suo procuratore il fratello don
Giovanni Guiò, signore della baronia di Ossi e Muros.
146
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
331
c. 349
Die octava mensis januari anno a nativitate domini 1631 Sasser.
Noverint universi quod ego don Franciscus Guiò et Giagarachio, in presenti civitate
Sasseris domiciliatus, quia per sacram catholicam et regiam Magestatem domini nostri
regis et in eius personam illustrissimum et excellentíssimum dominum don
Hieronimum Pimentel, marquionem de Vayona, a praedicta sacra catholica et regia
Magestate domini nostri regis Locumtenentem et Capitaneum generalem incolis et
habitatoribus huius regni in civitate calaritana Parlamentum sive Curiae generales
assignato die octava presentis et currentis mensis januari cum diebus sequentibus vellimque dictas curias seu parlamentum me conferre quod in presentiarum facere
nequeo inpedimento detento ideo, gratis et ex mea certa scientia, omnibus melioribus
via, modo et forma quibus de iure fieri possit, facio, constituo, creo et solemniter
ordino procuratorem meum certum et specialem et ad infrascritam etiam generalem
ita quod specialitas ipsi generalitati minime deroget nec e contra nobilem don
Joannem Guiò, fratrem meum, dominum Baroníae de Ossi et Muros presentem...
[omissis]147 /
c. 349v. Testes Michael Capuxeddo, scriptor, et Matheus de Alivesi, sartor Sasseris.
(ST) Signum meum Antoni Capuxeddo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari qui praemissis
interfui et requisitus clausi. /
233
1631 gennaio 8, Sassari
Giuseppe del Rosso, abate di Santa Maria di Saccargia, priore di San Pietro di
Scano, un tempo inquisitore apostolico del Regno di Sardegna, non potendo partecipare al Parlamento, nomina suo procuratore don Giovanni Antonio della
Bronda, dottore in legge, rettore della chiesa parrocchiale di Santa Caterina di
Sassari e consultore del Santo Ufficio.
c. 350
Die octava mensís januari, anno a nativitate domini 1631 Sassari.
In Dei nomine amen. Noverint universi quod ego don Joseph del Rosso, abbas
Sanctae Mariae de Sacargia, prior Sancti Petri villae de Scano, olim inquisitor appostolicus in hoc Sardiniae regno, in presenti civitate Sassaris domiciliatus, quia de presens sum multis ocupatus negotis propter que non possum me personaliter in civitate
Calaris transferre ad infrascrita peragenda ideo, gratis et ex mea certa scientia, confidens ad plenum de fide, legalitate, prudentia et in agendis peritias infrascriti nobilis
don Joannis Antoni de la Bronda, iuris utriusque doctoris, rectoris parrochialis ecclesiae Sanctae Catherinae dictae civitatis et Sancti Offiti consultoris, eis melioribus via,
147
332
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
modo, causa et forma quibus magis melius et efficatius de jure possum et debeo,
facio, constituo, creo et solemniter ordino procuratorem meum certum et cetera ita
quod et cetera dictum nobilem don Joannem Antonium de la Bronda absentem tamquam presentem...
[omissis]148 /
...Testes Hieronimus Serra Jaguzo et Franciscus Venturone, Sassaris. (ST) Signum c. 350v.
meum Joannis Antony Quessa, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica ubique regia
vero per hoc omne presens Sardiniae regnum publici notari, qui praemissis interfui et
requisitus clausi. /
1631 gennaio 24, Cagliari
234
Il nobile Giorgio Tola Guidisoni, residente nella villa di Ozieri, non potendo
partecipare al Parlamento, nomina suo procuratore Leonardo Tola.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego dominus Jorgius Tola Guidisoni, villae de c. 354
Osier, Caller nunc personaliter repertus, sciens et attendens quod ego, cum litteris
regis tarli sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri regis quam illustrissimi et
excellentissimi domini nostri Locumtenentis et Capitanei generalis presentis regni, fui
vocatus die octavo mensis januari infrascripti interessem in presenti civitate Caller in
curia generali quam ibidem praefactus illustrissimus et excellentissimus dominus
Locumtenens et Capitaneus generalis nomine et vice suae sacrae catholicae
Magestatis regnicolis presentis regni induxit et convocavit ac tenere et celebrare
intendit; attendens etiam quod infrascriptis personaliter non possum interesse pro ut
deceret idcirco, tenore presentis instrumenti publici, Lleonardum Tola donnicellum
his presentem et omnes praedictum in se acceptantem procuratorem meum certum et
specialem...
[omissis]149 /
...Actwn est hoc Caller, die vigesimo quarto mensis januarii anno a nativitate domini c. 355v.
1631. Signum don Jorgii Tola Guidisoni constituentis predicti qui haec laudo, concedo et firmo. Testes huius rei sunt Joannes Baptista Arca et Joannes Antiochus Deligia
scriptores, Caller habitantes. Praemissis fidem facio Jacobus Manca publicus notarius, civis Caller, haec subscribens. /
148 Per il contenuto della parte omessa cfr. la procura n. 1
149 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
333
235
1631 dicembre 30, Oristano
Antonio de Moncada, Giovanni Trogu, Salvatore Pischedda e Pietro Paolo
Pontis, donnicelli domiciliati nella città di Oristano, non potendo partecipare al
Parlamento perché impegnati in altri affari nominano loro procuratore
Francesco Ravaneda, nobile della città di Cagliari.
c. 356 In Dei nomine. Noverint universi quod nos nobiles don Antonius de Moncada, don
Joannes Trogu, don Salvator Pisquedda ac Petrus Paulus Pontis donnigelli presentis
civitatis Oristani et in ea respective domiciliati, atendentes quod tria Stamenta seu
Brachia presentis Sardiniae regni inter ea nos cum litteris requisitoris tam sacrae
catholicae regiae Magestatis domini Regis nunc feliciter regnantis quam illustrissimi et
excellentissi domini don Hieronimi Pimentel marquionis de Vaiona,
Locumtenenentis et Capitanei Generalis prefacti Sardiniae regni fuimus convocati
respective ut die octava mensis january primo venturi simus in civitate et Castro
Caller in curia generali quam ibidem prefactus illustrissimus et excellentissimus dominus Locumtenenens et Capitaneus Generalis nomine et pro parte suae praefatae
regiae Magestatis regniculis praefacti regni induxit et convocavit ac tenere et celebrare intendit; attendentes etiam quod, aliis negotiis impediti, non possumus in prefacta
civitate Caller transferre nec in ipsa curia adesse pro ut decet, de nostra igítur certa
sciencia, tam conjuctim quam divissim facimus, constituimus, creamus et solemniter
ordinamus procuratorem, sindicum et actorem ac nuntium nostrum et cuiuslibet
nostram tam conjuctim quam ut prehebantur divissim certum et specialem et ad
infrascritam etiam generalem, ita tamen quod specíalitas generalitati ipsi minime
deroget •nec et diverso, dominum Franciscum Ravaneda donnicellum cuius vulgo
nuncupato de sa Montesa, dictae civitatis Caller, et in ea etiam domiciliatum his
absentem tanquam presentem...
[omissis] 150 /
c. 357 ...Actum est hoc, en la dita et presenti civitate Oristani, die trigesimo mensis decem-
bris anno a nativitate domini 1631.
Signum nostrum nobilium don Antoni de Moncada, don Joannis Trogu, don
Salvatoris Pisquedda nec non Petri Paulus Pontis dormiceli prefacti contrahentium
predictorum qui haec laudamus, concedimus, aprobamus, ratificamus et confirmamus. Testes huius rei sunt quo, ad firmam dicti nobilis don Antonio de Moncada,
nobilis don Joannes Antiochus Sanna et Antonius Angelus Archa publicus notarius;
et ad firmam nobilis don Joannis Trogu sunt Joannes Michiel Azeni ac Antonius
Anella, sillarius; quo vero ad firmam dicti nobilis don Salvatoris Pisquedda sunt dictus Anella ac Antonius Frundas, agricola; quo vero ad firma dicti Petri Pauli Pontis
'5° Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
334
qui omnes in eodem die firmaverunt sunt etiam Montserratus Collu, sutor, ac
Franciscus Farina, negociator, Sassaris habitatores et degentes ad premissa vocatis
respective et specialiti assumptis.
(ST) Signum Joanis Montserrati Concu, appostolica ubique regia vero auctoritatibus,
per omne presens Sardiniae regnum publici notari, civis Oristany, qui predictis adfuit
idque per alium scripti fecit et requisitus, haec cum addito ubi legitur in prima pagina
necessaria, proprio chalamo clausit. /
236
1631 gennaio 16, Cagliari
Francesco Ravaneda, cavaliere dell'ordine di nostra Signora di Montesa,
domiciliato a Cagliari, già procuratore di Giovanni Trogu, Salvatore Pischedda
e Pietro Paolo Pontis, dormiceli!' di Oristano, avvalendosi della facoltà concessagli, nomina come suo sostituto a rappresentarli in Parlamento Francesco
Masons.
Certifique jo Hieroni Aleu, notarius publicus, qualment, ab acte per mi en Caller a c. 358
16 del mes de jener 1631 rebut, Francisco Ravaneda, cavaller de l.orde y milissia
de nostra Sefiora de Montesa etc., en Caller domissiliat, com a procurador es a
poder de sustituhir de don Juan Trogu, don Salvador Pisquedda y Pere Pau Ponti,
donzells de la siutat de Oristany, segons de dita procura y poder consta ab acte
rebut per Monserrat Concu, notarius, a 30 de decembre proximo passat, en dit
nom te sustituhit al noble don Francesch Masons per a que, en nom y per part de
dits los principale y de qualsevol de aquells puga y dega asistir al real y generai
Parlament...
[omissis]151 /
...Testes Pere Antiogo Lixi y Juan Gavì Segui, scrivents, in quorum etc. Itta est c. 358v.
Hieronimus Aleu, notarius. /
1631 gennaio 3, Alghero
237
Francesco Amat, Francesco Sanna, Giovanni Melai Romagnora, Ambrogio
Lercaro, Michele Carta e Pietro Carta, cavalieri di Alghero, non potendosi
recare a Cagliari per partecipare al Parlamento perché impegnati in altri affari,
designano come loro procuratore Giovanni Battista Amat, cavaliere dell'ordine di San Giacomo della Spada, residente nella medesima città.
151
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
335
Admitatur.
c. 362 Die 3 mensis januari anno a nativitate Domini millesimo sexcentesimo trigesimo
primo, Alguery.
Los nobles don Francisco Amat y don Francisco Sanna, Joan Melai Romagnora,
Ambrosio Lercaro, Miquel Carta, Pere Carta, cavallers y domigiliats en la present giutat de 1.Alguer, per quant al present estan en alguns negotis a ells molt urgents, per los
quals no se poden transferir personalment en la giutat de Caller per asistir a fer les
infrascrites coses, per gò de llur grat y setta sciencia, confiant plenament de la fe, ilegalitat, prudentia, rectitut y bondat de l.infrascrit don Joan Baptista Amat, cavaller de
1.habit de Sant Jaume de la ditta y present giutat, en tot lo minor modo que poderi y
dehuen y de dret lis es licit y permès, fan, constituexen, crean y solemnament ordenan
llur procurador sert y espegial y a las infrascritas cosas generai, de manera tal que la
espegialitat a la generalitat no derogue ni per lo contrari, al dit don Joan Baptista
Amat, que es present, per a que per ells y en llur noms se puga y dega presentar personalment en lo real Parlament...
[omissis]152 /
c. 362v. ...Testes son Francisco de Riu y Antoni Carta, correos de la present giutat de 1.Alguer, y
de la ferma del dit Miguel Carta, qual ha fermat als sinch dies del sobredit mes y ayn,
son Baquis Cariga, picapedrer, y Pedro Sanna, masser, tots axí bé habitants de 1.Alguer.
(ST) . Signum meum Francisci Cano, civis civitatis Algueri, auctoritate regia per
omnes presens Sardiniae Regnum, publicus notarius qui premissis interfui et requissitus clausi, constat delineato in prima pagina ubi legitur tots. /
1630 dicembre 18, Ozieri.
238
Francesco de Sena, signore della villa di Monti, Giovanni e Francesco
dell'Arca, Giovanni e Tommaso Tola e Pietro Francesco dell'Arca, donnicelli di
Ozieri, non potendo partecipare al Parlamento, il primo perché vecchio e malato, gli altri perché occupati nel disbrigo di urgenti affari, nominano loro procuratore Angelo Manca, veghiere reale e giudice ordinario del Capo di Sassari.
Admitatur.
c. 363 Die 18 mensis decembris, anno Domini millesimo sexcentesimo trigesimo primo,
Ogieri.
Nos altres don Franciscus Desena, sefior de la vila de Monti, domiciliat en la giutat de
Sager y al present trobat en esta present vila, don Juan De 1.Arca y don Francisqus De
1.Arca, fill y nebot respective, don Juan de Tola, don Thottú son fili, Esteve de Tola y
152
336
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
Pedro de Tola son fili, y Pere Francesch de 1.Arca, dongells, tots de la present vila, per
quant som impedits per algunes causes urgents y en particular yo, dit Francisco De
1.Arca de vellesa y enfermetat y altres causes legitims y justs impediments. Per lo que a
les coses infrascrites no nos podem trobar, per gò et alias, en tot lo millor modo, via y
manera que de dret tingam lloch, constituihim, creham, nomenam nostre procurador
sert y espegial, y a les coses infrascrites general, axi que la specialitat a la generalitat no
derogue nec e contra, al noble don Angel Manca, lo present ayn Veguer real y jutge
ordinari de la giutat de Sager, absent com si fos present, per a que, en nom y per part
de nos altros constituhents y de quin de nos altres constituents vulla comparecer en la
ciutat de Caller y assistir en lo real Parlament...
[omissis]1"
/
...Testes presents son Pere Juan Manca, Bitto Carta y Melchior de Ledda, tots de c. 363v.
Ocier.
Joannes Maria Cao, notari.
(ST) Signal de my Joan Maria Cao, notari publich per auctoritat real que posa en la
present copia de instrument de procura, la qual es estada copiada de mà de altre y per
mi, noctari infrascrit, comprobada ab lo seu oreginal bé y fielment, rogatus et requisitus fidem facio. /
239
1631 dicembre 30, Sassari
Francesco Castelvì, nobile cittadino di Sassari, non potendo partecipare al
Parlamento a causa di alcuni importanti affari, nomina suo procuratore
Girolamo de Omedes, sergente maggiore e capitano delle torri e giurato capo
della medesima città.
Die 30 mensis decembris, anno a nativitate Domini millesimo sexcentesimo trigesimo c. 364
primo, Sasser.
Jo don Francisco de Castelvì, de la present ciutat de Sager, per quant só inpedit de
alguns negossis a mi importants y a les coses infrascrites no me puch trobar personalment, per gò, de grat y certa scientia, en tot lo minor modo que puch, dehe y me es
permès, fas, constituesch, cree y solemnament ordene mon procurador cert y special y
a les coses infrascrittes generai, axí que la specialitat a la generalitat no derogue ni per
lo contrari, al noble don Jeronim de Omedes, sargent magior de la ciutat de Sager,
capittà de les torres del districte de dita ciutat, per sa Magestat y lo afly present jurat
en cap de la predicta y magnifica ciutat de Sager, que es absent, com si fos present per
a que per mi y en mon nom puga y dega presentarse en lo real Parlament...
153
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
337
[OMiSSiS]154
c. 364v. ...Tester son Pedro Capeno, sabater, y Baingio Sannia de Sager.
(ST) Signum meum Joannis Antony Murgia, civis presentis civitatis Sasseris, auctoritate regia per hoc omne presens Sardiniae Regnum publici notari, de praemissis proprio calamo scriptis fidem facio, rogatus et requisitus clausi. /
1631 dicembre 30, Sassari.
240
Bernardo de Homedes di Sassari, non potendo intervenire al Parlamento perché impegnato in alcuni importanti affari, nomina suo procuratore il padre,
Girolamo de Homedes, sergente maggiore e capitano delle torri del distretto di
quella città.
c. 368 Die 30 mensis decembris, anno a nativitate Domini millesimo sexcentesimo trigesimo
primo, Sasser.
Yo don Bernardo Homedes de la present ciutat de Sager, per quant só inpedit de
alguns negossys a mí inportants y a les coses infrascrites no me puch trobar personalment, per gò, de mea grat y certa scientia, en tot lo minor modo que puch y deeh y
me es permes, fas, constitueh, cree y solemnament ordene mon procurador gert,
spegial y a les coses infrascrites generai, axi que la spegialitat a la generalitat no derogue ny per lo contrari, al noble don Hieronim de Homedes, mon pare, sargent
magior de la present ciutat y capiti de les torres del distritte de aquella per sa
Magestat, que es present per a que per mi y en mon nom puga y degà presentar en lo
real Parlament...
[omissis] 155 /
c. 368v. ...Testes Franciscus Cusuzo et Jacobus Ayraldo, Sasseris.
Ego Matheus Petrizolo et Patrenosti, civis presentis civitatis Sageris, auctoritatibus
appostolica ubique regia vero per hoc omne presentis Sardiniae regnum publici notari, de presentis fidem facio, requisitusque clausi. /
1631 dicembre 29, Sassari
241
Gioacchino Paduano Tavera, nobile sassarese, non potendo intervenire al
Parlamento per alcuni importanti impegni; nomina suo procuratore Girolamo
i" Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
15 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
338
de Homedes, sergente maggiore e capitano delle torri del distretto di Sassari e
giurato in capo della stessa città.
Die 30 mensis decembris, anno a nativitate Domini 1631, Sasser. c. 369
Jo Joaquino Paduano y Tavera, donzell de la present ciutat de Sager, per quant só
impedit de alguns negossis a mi importants y a les coses infrascrites no me puch trobar personalment, per gò de grat y certa mea sdentía, en tot lo millor modo que puch,
dech y me es permès, fas, constituesch, cree y solemnament ordene mon procurador
cert y spedal y a les coses infrascrites general, axí que la specialitat a la generalitat no
derogue ny per lo contrari, al noble don Jeronim de Omedes, sargent magior de la
ciutat de Sager, capittà de les torres del districte de dita ciutat per sa Magestat, y lo
any present jurat en cap de la praedita y magnifica ciutat de Sager, que es absent com
si fos present, per a que per mi y en mon nom puga y dega, presentar en lo real
Parlament...
[omissis]156 /
...Testes son Gavino Falque, escrivà, y Merigio Mansanida, giponer de Sager.
c. 369v.
(ST) Signum meum Joanni Antoni Murgia, civis presentis civitatis Sasseris, auctoritate
regia per hoc omne presens Sardiniae Regnum publici notari, de praemissis proprio
calamo scriptis fidem facio, rogatus et requisitus clausi. /
1631 dicembre 30, Sassari
Francesco de Ansaldo, sassarese, essendo impegnato in alcuni importanti
affari, nomina suo procuratore in Parlamento Gerolamo de Homedes, sergente
maggiore e capitano delle torri del distretto di Sassari e giurato capo della città.
242
Admitatur.
Die 30 mensis decembris anno a nativitate Domini 1631, Sasser. c. 370
Yo don Francisco de Ansaldo, de la present ciutat de Sager, per quant só inpedit de
alguns negossis a mi inportants y a les coses infrascrites non me puch trobar personalment, per gò, de grat y certa mea scientia, en tot lo millor modo que puch, dech y me
es licit y permès, fas, constituesch, cree y solemnament ordene mon procurador cert y
spegial y, a les coses infrascrites, general, axí que la spegialitat a la generalitat no derogue ny per lo contrari, al noble don Jeronim de Homedes, sargent magior de la eredita ciutat y capittà de les torres del districte de dita ciutat per sa Magestat, y lo present
any cap jurat de la magnifica ciutat, present y acceptant, per a que, per mi y en mon
nom, se puga y dega presentar en lo real Parlament...
156
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
339
[0MiSSiS]157 /
c. 370v. ...Testes Franciscus Cusuzo et Jacobus Ayraldo, Sasseris.
Ego Matheus Petrizolo et Patrenostri, civis presentis civitatis Saceris, auctoritatibus
appostolica ubique regia vero per hoc omne presentes Sardiniae Regnum publici
notari, de presentis fidem facio, requisitusque clausi. /
1631 gennaio 6, Bosa
243
Taddeo Carta, donnicello di Bosa, non potendo partecipare alle riunioni del
Braccio militare del Parlamento per giustificati motivi; nomina come suo procuratore il proprio fratello Pietro Francesco Carta.
c. 374
Die 6 mensis januari, anno a nativitate Domini 1631, Bosae.
Sit omnibus notum de com Tadeo Carta, dongell de la present ciutat, per quant en
rahó de les reals Corts y Parlament generai que sa excellencia, en nom de la sacra
catholica real Magestat del Rey nostre sefior, ha de tenir y celebrar en la ciutat y
castell de Caller, hont han de entervenir en dita Junta y reals Corts los tres Estaments
edesiastich, reali militar en lo qual, com altres dels militars ha de asistir dit Thadeo
Carta per hoir lo que per sa excellencia, en nom de sa real Magestad, ha de representar, en lo qual real y generali Parlament no pot acudir personalment per sas llegitimas
ocupations, per Ci et altres de llur grat y certa sientia ab lo millor modo, via, forma y
manera que de dret pot y deu, fa, constituex, crea y solemnament ordena son ver, llegitim e indubitat procurador seu special y per las infrascritas cosas gieneral, de manera que la specialitat a la gieneralitat no derrogue, ni per lo contrary, ita quod etc., a
Pere Francesch Carta, dongell, son jernA respective present...
[omissis]158
/
c. 375 ...Testes presents lo reverent Juan Antiogo Najtena, sacerdot Sancta Ecclesiae Sasser,
y Ambrós Najttena, tots de Bosa.
Deledda notari.
Et premissis, alieno calamo exaratis et extratus a suo vero originali, bene et fideliter
verbo ad verbum comprobata substantia non mutata, fidem facio ego infrascrit
Thoms Deledda et Carta, civis Bosae, auctoritate regia notari publici per totum presens Sardiniae Regnum, quod omnibus et singulis rogatus interfeci et requisitus clausi.
(ST) Signum meum predictus infrascrit Thoma Deledda.
157
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
158 Per
340
1631 gennaio 28, Laconi
Lazaro di Castelvì e suo figlio Francesco, non potendo intervenire al
Parlamento, il primo a causa della veneranda età e l'altro per malattia,
nominano loro procuratore Giorgio di Castelvì.
244
Admitatur.
Vuy a 28 de jener 1631, Lacone. c. 376
En nom de nostre Sehor Deu etc., sapian tots com, hesent constituits en presentia de
1.escrivà y testes infrascrits, los nobles don Llazer de Castellvy y son fili don Francisco
de Castellvy, lo major que té etc., quals gratis etc., atès y considerat que per ser home ja
de hedat y no poder asistir personalment en lo rea]. Parlament y lo dit don Francisco de
Castellvy per heser malalt y endispost de sa persona, a la qual indisposició no pode dar
lloch ny pode asistir a dít rea]. Parlament que se enten sellebar per lo illustrissim y heselentisim sefior don Hieronimo Pimentell, virrey de Sardegna, per sò et alias, constituexen, ordenan, nomenan y deputan llur procurador sert y espesial etc., ab genera].
administrasió axf que etc., la espesialytat etc., ny per lo contrari, es a saber al noble don
Jorgi de Castellvy, absent com si fos present etc., per que, en nom y per part de dits constituents, puga y dega anar y en llur noms vottar qualsevol vot en dit rea]. Parlament...
[omissis]159 /
...Et dixit lo test que en quant es al que se li demana diu que serà de hedat de vuitan- c. 377
ta ains y que se recorda molt bé lo test que dit noble don Llazer de Castellvy hera fili
del noble don Lluis de Castellvy quondam y se diu, justa sa consyencia, per lo jurament que té prestat los tests Andreu Morro et Joan Antiogu Pii, tots de Lacono16°.
Scriba Sebastià Pili escrivà de Cort de les quals cosas ne fas fe llargament. /
c. 378
1631 gennaio 14, Cagliari
Giovanni CarmOr, assessore alla Procurazione Reale del Regno di Sardegna,
chiede di essere abilitato a partecipare al Parlamento e a tal fine dichiara di
appartenere ad un antico ed onorato lignaggio aragonese.
245
c. 380
Excellentissimo sefior.
El dottor Juan Carniser, assessor por su Magestad de la Procurassion Real de este
Reyno, dive que desiende de la casa y solar de los Carniceres de Madia, del Reyfio de
159 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
16° Alle cc. 377v.-378, seguono le testimonianze di Antonio Sanna, Sebastiano Loddo, Nanni
de Missa, Gaspare Lay, Antonio Corria, Juanneddu Pisti, tutti di Laconi, i quali dichiarano che
don Lazzaro Castelvì ha quasi cento anni (ottanta, novanta) e che il padre era don Luigi
Castelvì.
341
Aragón, y su bísaguelo Juan Camicer, que vinò a domiciliar.se en este (donde tenia ja
deudos mui honrrados de su mismo linaje), tornò el grado de nottario en el afio 1482
el qual le fue confirmado por la Magestad del sefior rey don Fernando el Catholico en
el afio 1509 (como paresse por el trampsunto autentico de su privilegio que presenta)
por servir el officio de secrettario de esta giudad en el qual le sucediò Pedro Andrés
Carniger, su hijo, y a el Bartholomé Carniger, padre del dicho dottor Camiger y de
Josepe Camiger que tambien sucediò en el dicho offissio que hoy se continua en
Francisco Carniger, su hijo y sobrino del suplicante corno es notorio, y de esta desendensia por recta linea consta por una informagion recebida en el aiio 1607, que tambien presenta. Este linaje de los Camigeres, en Aragón, es muy antiguo y honrrado y a
demés de lo que le illustra la buena memoria del santo fray Thomú Camiger, maestro
de novissios del bien adventurado san Vigente Ferrer, que floressió en los afios del
Sefior de 1300 basta los 1373, canonizado por boca de mismo San Vicente y tenido y
c. 380v. venerado por tal corno se lie en la Historia de la Religión / Dominicana de la
Provincia de Aragón del padre fraj Francesch Diago, en el segundo libro, al capitulo
39 al fin d.el (de que hage demostrasion). Todos los desendientes del son hidalgo,
infansones y militares en el dicho rejno de Aragón y como a tales entran en Cortes y
concurren en los offisios del Rejno, corno està provado en la informassion que tambien presenta juntamente con una carta del dottor don Diego Clavero, que fuere canseller de la Corona de Aragón y casado con dofia Maria Camiger de la tnisma casa y
linaje de los Camigeres de Maella, en que reconose el deudo que tenian con el suplicante, y per que es justo que haviendo nasido en esta ciudad el dicho dottor Juan
Carniger y el dicho su sobrino, devan de gosar y gosen de hidalguia, privilegios y perrogatives que gosan los de sus linaje y puedan y devan entrar en las Cortes, como sus
deudos entran en ellas en el dicho rejno de Aragón, segun dispone el capitulo de
Corte del Parlamento gelebrado por el excelentisimo duque de Gandia en este Rejno
en el afio 1614. Por tanto dicho dottor Camiger a vuestra excelensia supplica sea servido mandar habilitar.le para que el y sus hijos y el dicho su sobrino puedan entrar en
estas Cortes y los tenia como a hidalgos y militares que lo recibirà en modo muy grande y para elio el offissio de vuestra excelensia implora.
Son estats admesos als 22 del mes de Jener 1631 per los sefiors juges habilitadors; y lo
magnifich advocat fiscal y patrimonial no ha consentii, ans se ha reservats los drets
fiscals que li podien complir segons en las habilitassions de home.
Montserratus Vacca secretarius. /
c. 381 Infrascritum doctorem Joannem Carniger.
Lo doctor Joan Carniger, per sos bon fins y effectes a el mes utilosos, suplica a vuestra
Magestad mane que ad perpetuam rey memoriam sia rebuda sumaria informatió de que
lo linatge dels Carnigers en Aragó es linatge hidalgo y los dexendentes de aquell son tinguts y reputats per hidalgos infansons y entran en las Corts com a tals y, entre ells, don
Miquel Carnizer, jermà de la illustre dona María Camiger y Clavero, muller que fonch
342
del quondam don Diego Clavero, vice canseller era del Sacro Supremo Real Consell de
Aragó y altros de diversas terras del matex llinagie, tots descendents de la terra de
Maella de dit Regne, y rebuda mane vuestra Magestad se ne li done copia autentica y
fe... que per ge) lo offici de vuestra Magestad implora omni meliori modo, etc.
Remitit providendam assessori ordinario etc.
Provisa per nobilem regium vicariurn.
Caller, die 14 januari 1631,
Caller. Scriba Sariz
Jhesus. Registrata.
Recipiatur informatió suplicata servatis servandis qua recepta tradantur copia suplicata.
Meli Escarxoni, assessor.
Cotta de testimonis que se han sitat a instantia del doctor Joan Carniger.
Primo: lo illustre sefior inquisidor Visens de Molinas,
lo sefior sargent Sesse,
lo sefior Gregorio Gomes,
lo sefior Miquel de Salas de Saragoza.
Die 14 januari, anno Domini 1631, Caller. c. 381v.
Fa relatió Pere Pasqual la presente haver sitar tots los demunt dits / per tests de veritat a instantia del doctor en drets Juan Carnizer, de quibus Ioannes Antonius Tariz,
pro heredibus Esgrechio161
1631 febbraio 6, Cagliari
246
Melchiorre Pirella, dottore in legge, procuratore del nobile Antonio Manca
Guiso, avvalendosi della facoltà concessagli nomina come proprio sostituto
Giovanni Battista Perez.
Die sexto mensis februarii anno a nativitate Domini 1631, Caller. c. 386
Ego don Melchior Pirella, utriusque juris doctor, domiciliatus procurator ad haec
etc., cum posse substituendi constitutus et ordinatus a nobile don Antonius Manca et
Guisso, instrumento firmato apud notarium infrascriptum, die decima mensís januari
proximi praeteriti presentis et infrascripti anni, utens acte substituendi mihi, praechalendato mandato atributa gratis etc., substítuo et ordino procuratorem dicti principa161 Dalle cc. 381v.-383 proseguono le testimonianze rese a Cagliari il 14 gennaio 1631, da
Giuseppe Sesse, sergente maggiore del Capo dí Cagliari e di Gallura, dal dottor Vincenzo de
Molinas, inquisitore del Regno di Sardegna, da Gregorio Gomez di Saragozza, segretario della
Visita del real Patrimonio, e da Michele de Salas, sindaco di Saragozza, al momento residente a
Cagliari per affari. I firmatari dichiarano che il casato dei Carnier risale ad antica data e che i
discendenti, in qualità di hidalgos, hanno sempre partecipato alle Corti che si sono tenute nel
regno di Aragona.
343
lis mei certum etc., ita quod etc., vos Joannes Baptista Perez, Caller domiciliatus...
[omissis]162 /
c. 386v. ...Testes huius rey sunt, Marchus Cani, regius alguatzirius et Joannes Baptista Arca,
scriptor, Caller habitatores.
Praemissis exaratus fidem facit Jacobus Manca, publicus notarius, civis Caller, haec
subscribens proprio calamo. /
1631 gennaio 10, Cagliari
247
Antonio Manca Guiso, non potendo intervenire al Parlamento, nomina suo
procuratore Melchiorre Pirella, laureato in legge.
c. 388 In Dei nomine. Noverint universi quod ego dominus Antonius Manca et Guisso,
Caller domiciliatus, attendens quod ego cum litteris regiis tam sacrae catholicae regiae
Magestatis domini nostris Regis, quam illustrissimi et excellentissimi domini
Locumtenenti et Capitanei generalis presentis Regni, fui vocatus die octavo presentis
et infrascripti mensis januari presentis et infrascripti anni in presenti civitate Caller et
in Curia generali, interessem ibidem praefactus illustrissimus et excellentissimus
dominus Locumtenens et Capitaneus generalis, nomine et vicae suae Magestatis
regnicolis presentis Regni, induxit et convocavit ac tenere ac celebrare intendit; attendens etc., infrascriptis non possum interesse pro ut deceret idcirco, tenore presentis
publici ínstrumenti, vos nobilem don Melchiorem Pirella, utriusque juris doctor,
Caller domiciliatus, his licet absentem, tamquam presentem, procuratorem meum...
[omissis]163 /
c. 388v. ...Signum don Antonius Manca et Guisso constituentis praedicti qui haec laudo,
congedo et firmo.
Testes huius rey sunt Petrus Joanes Jordan et Joannes Baptista Arca, scriptor, Caller
habitantes.
Praemissis fidem facit Jacobus Manca publicus notarius, civis Caller, haec subscribens
proprio calamo. /
248
1631 febbraio 4, Cagliari
Giovanni Meli, nobile nativo della villa di Fonni, non potendo intervenire
162 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
163 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
344
al Parlamento, nomina suo procuratore il compaesano Diego Meli.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego dominus Joannes Meli, in villa de Fonni c. 389
domiciliatus, Caller nunc personaliter repertus, attendens cum litteris regiis tam
sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostris regis, quam illustrissimi et excellentissimi domini Locumtenenti et Capitanei Generalis presentis Regni, fui vocatus die
octavo mensís januari proxime preferiti presentis et infrascriptis anni, interessem in
presenti civitate Caller et in Curia generali ibidem prefactus illustrissimus et excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus generalis, nomine et vitae suae
Magestatis regnicolis presentis Regnii, induxit et convocavit ac tenere ac celebrare
intendit, attendens etc., infrascriptis non possum interesse pro ut deceret idcirco,
tenore presentis publici instrumentí, vos dictum nobilem don Didacus Meli, in dicta
villa de Fonni domígiliatum, Caller nunc repertum...
[omissis]164
/
...Signum don Joannis Meli constituentis praedicti qui haec laudo, concedo et firmo. c. 390
Testes huius rey sunt Petrus Paulus Vifiader, fisci regii procurator, et Marcus Cani,
regius alguatzirius, Caller habitatores.
Praemissis fidem facit Jacobus Manca, publicus notarius civis Caller, haec subscribens
proprio calamo. /
249
1631 t Cagliari
Paolo e Gregorio Fortesa, nobili fratelli domiciliati a Cagliari, non potendo partecipare al Parlamento perché impegnati in alcuni importanti affari;
nominano loro procuratore Giovanni Domenico GarKt, nobile cagliaritano.
Nos altres Pau y Gregori Forteza, germans donzells de la magnifica giutat de Caller y c. 391
al present en la present vila personalment trobats, per quant impedits en alguns
negogis a nos molt urgent y personalment non nos podem trobar en lo real generai
Parlament que de present va fent.se y celebrant.se en la dita magnifica giutat y Castell
de Caller per lo illustrissim y excellentissim sefior Virrey y Capità generai en persona
de la sacra catholica real Magestad del rey nostre sefior, per gò, de nostre rispettive
grat y certa sciencia, constituim, cream y solemnament ordenam nostre procurador
gert y special y per a les infrascrites coses generai, axí que la specialitat no derogue a
la generalitat, ni per lo contrari, es a saber al noble don Joan Francisco Garget, en
dita magnifica giutat de Caller populats, a estes coses absent...
164
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
345
[omissis]165
/
c. 392 ...Testes son Antiogo Mossa de Sitxi, abitant en Donori, y mestre Antiogo Guiu,
majoral y armer de dita siutat de Caller.
(ST) Signum Joseph Casabur[gensis] et Cannavera, apostolica et regia auctoritatibus
publici notari, qui praedicti adfuit proprio calamo subscriptus et requisitus clausit. /
1631 gennaio 4, Ozieri
250
Giovanni Leonardo Carta Solivera, Cristoforo Carta Solivera, Giannotto
Carta Solivera e Cristoforo Carta Brundo, non potendo intervenire al
Parlamento perché occupati nel disbrigo di alcuni importanti affari, nominano
loro procuratore Filippo Pilo dell'Arca, nobile sassarese.
c. 393
Die 4 mensis januari a nativitate Domini 1631.
Nos altres Joan Leonardo Carta Solivera, Cristofol Carta Solivera, Joanot Carta
Solivera y Cristofol Carta Brundo, dongells de la vila de Benetuty, per quant somos
impedits de alguns negosis a nos importants, a les coses infrascrites non nos podem
trobar presents, per 0, de nostre grat y certa scientia y en tot lo millor modo que de
dret bé y llisit, podem y depem, confiants de la dotrina, industria, legalitat, suficientia
y retitut de l.infrascrit nostre procurador en entrar y determinar los negosis del real y
generai Parlament et personalment o adjuntament, cream, ordenam, y solemniter
constituim y cada u de nos altres crea, ordena y solemniter constituex per nostre procurador cert y spesial y per les infrascrites coses generai, de manera tal que la spesialitat no derogue a la generalitat, nech e contra, al noble don Philiphe Pilo de 1.Arca de
la ciutat de Sasser, absent...
[0MiSSiS]166
c. 393v. ...Tester presents los nobles don Antoni de 1.Arca de Ossier y don Francesch Tola
Tavera de Sasser...
Antoni Porcu notari y scriba per Salvador Lixi de lo seu propri oreginal extractum,
bene et fideliter, manu propria, fidem facio. /
251
1631 febbraio 8, Cagliari
Giovanni Carnker, laureato in diritto canonico e civile, e Francesco Carnker,
165 Per
166
346
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
Per il contenuto della parte omessa dr. il documento n. 117.
cavaliere, essendo impegnati in alcuni affari, nominano loro procuratore nel
Braccio militare del Parlamento il nobile Francesco Scorsa.
Noverint universi quod nos Joannes Carniger, utriusque juris doctor, in presenti c. 394
Calari domiciliatus et Franciscus Carniger, milites, scíentes et attendentes per illustrissimum et excellentissimum dominum don Hieronimum Pimentel, marchionem de
Vayona, pro regem et Capitaneum generalem istius presentes Sardinia Regni ex parte
sacra catholica regia Magestate domini nostri Regis, generalem Parlamentum inceptum est in presenti calaritane civitate, in quo omnes militares convocati sunt et quia in
aliis ocupatis negotiis dicto generali Parlamento interesse nequimus idgirco, confidentes ad plenum de fide et probitate et in agendis peritia viro Francisci Scorsa, milites,
gratius et nostra setta sciensia constituimus, creamus et solemniter ordinamus procuratorem nostrum...
[omissis]19
/
...Sígnum nostrum utriusque juris doctor Joannis Carniger et Francisci Carniger miti- c. 395
tum, constituentium prefactorum qui haec laudamus, concedimus et firmamus.
Testes huius rey sunt Didacus Cau et Angelus Passíu, virgarius, consiliarioum magnificae civitatis Caller, opido Lleapolae habitantes.
(ST) Signum Francisci Mingues, apostolica ubique regia vero per omnia et singula
Regna suae sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri Regis notari publici, qui
praemissis licet per alium scriptis interfuit et requisitus clausit. /
252
1630 dicembre 24, Ozieri
Lorenzo e Paolo del Mestre, donnicelli della villa di Ozieri, essendo impegnati nel disbrigo di alcuni importanti affari, nominano loro procuratore Mekbiorre
Pirella, assessore della Governazione di Cagliari.
Die 24 mensis decembris, anno a nativitate Domini 1631, Osiery. c. 397
Nos altres Lorens del Mestre y Pau del Mestre, dongels de la present villa de Ossier, Admitatur.
per quant son inpedits de alguns negosis a nos enportants y a les coses infrascrites no
nos podem trobar personalment, per gò confiant de la drotina, legalitat y retitud de
determinar los negosis del real Parlament, heo ajuntament, de nostra grats y certa
siensia, en tot lo minor modo que podem y devem, cream y solemniter hordenam
nostre procurador gert y espesial y a les coses infrascrites generai, axí que la spesialitat
no derogue a la generalitat, nech et contra, al dottor Melchior Pirella, asesor de la
Governasió de Caller, absent...
167 Per
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
347
[omissis]168 /
c. 397v.
...Testes presents Pedro Pau Pixi y Baingio Grixone de Ossier.
Antony Porcu, notari y regent la escrivania de Montagut per Salvador Lixi, de lo seu
propri originai extractum per mà aliena bene et fideliter fidem facit. /
253
1631 febbraio 7, Cagliari
Melchiorre Pirella, procuratore di Lorenzo e Paolo del Mestre, donnicelli di
Ozieri, avvalendosi delle facoltà a lui concessa, nomina suo sostituto...
c. 397v.
Die septima mensis februarii anno 1631, Calari.
Ego, utriusque juris doctor don Melchior Pirella, Caller domiciliatus, procurator ad
haec cum posse substituendi constitutus et ordinatus a Laurentio del Mestre et Paulo
del Mestre, domnicelli vilae de Ogier, ut constat instrumento apud discretum
Antonium Porcu, publicum notarium dictae vilae die vigesimo quarto mensis decembris proxime preteriti anno a nativitate Domini millesimo sexcentesimo trigesimo, in
dicta vila recepto et firmato... habeatur relatio, utens potestate substituendi...169
254
1631 dicembre 28, Sassari
Andrea Manca Virde, barone dell' incontrada di Oppia e Monte Santo, cavaliere dell'ordine della Croce di nostra Signora di Montesa, essendo indisposto ed
anche occupato in alcuni importanti affari; nomina suo procuratore Girolamo
Pimentel, marchese di Bayona.
e. 399
Die vigesima octava mensis decembris, anno a nativitate Domini 1631, Sasser.
In Dei nomine amen. Noverint universi de com jo don Andreu Manca y Virde, baró
de la incontrada de Oppia y Monti Sancto y de la creu de Nostra Sehora de Montesa,
gentil home de boca de la sacra catholica real Magestat del Rey nostre sefior, de la
present ciutat de Saer, per quant a les infrascrittes coses present y personalment no
me puch trobar per estar endispost y occupat en algunes negocis a mi enportans; per
gò et alias, confiant ad plenum de la fe, legalitat, suficientia, diligengia y amor de
l.infrascrit illustrissim y excellentissim y en tot lo milior modo, via dret, forma et alias
que jo puch y deu y a mi es licit y permès, de mon grat y certa scientia, fas, constituex,
crehe, deputhe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les infrascrites coses generai, axí que la especialitat no derogue a la generalitat, nec e contra, a
168 Per il contenuto della parte omessa cfr.
169 La carta 398 e 398v. è andata dispersa.
348
il documento n. 117.
1.illustissim y excellentissim noble serior don Hieronim Pimentel, marquès de Vayona
de 1.orde de Calatrava, comendador de la Perla de Martos, del Conse.11 de Guerra de
la sacra catholica real Magestat del Rey nostre serior y per aquella Llochtinent y
Capita generai en lo present Regne de Sarderia, absent com si fos present, per a que,
per mi y en mon nom, puga asistir, voctar...
[omissis]17° /
...Tester huius rei sunt Cosma... et Franciscus Casalabria, Sasseris. /
c. 399v.
1631 dicembre 28, Sassari
255
Pietro Michele Francesco Giagaracho, nobile sassarese, essendo impegnato in
alcuni importanti affari, nomina suo procuratore in Parlamento Girolamo
Pimentel, marchese di Bayona.
Die vigesima octava mensis decembris, anno a nativitate Domini 1631, Sasser. c. 400
In Dei nomine amen. Noverint universi de com jo don Pera Miguel Francisco y
Giagarachio de la present ciutat de Saper, per quant a les infrascrites coses present y
personalment no me puch trobar per estar occupat en algunes negocies a mi enportans, per gri et alias, confiant ad plenum de la fe, legalitat, suficientía, diligengia y
amor de 1.infrascrit illustrissim y excellentissim y en tot lo milior modo, via, dret,
forma et alias que jo puch y deu y a mi es licit y permès, de mon grat y certa scientia,
fas, constituex, crehe, deputhe y solemnament ordene mon procurador cert y especial
y a les infrascrites coses generai, axf que la especialitat no derogue a la generalitat, nec
e contra, a 1.illustissim y excellentissim noble serior don Hieronim Pimentel, marquès
de Vayona de l.orde de Calatrava...171, absent com si fos present per a que per mi y en
mon nom puga y dega presentar en lo real Parlament..
[omissis ]172 /
...Testes huius rei sunt Theramus Mateo et Joannes Maria Careto, mercatores geno- c. 400
venses, habitatores Sassaris.
(ST) Signum meum Gavini Appietto Carta, civis Sassaris, auctoritatibus appostolica
ubiquae regia vero per hoc omne presens Sardiniae Regnum publico nottario... /
17° Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
171 Per brevità si omettono i titoli nobiliari del viceré di Bayona.
172 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
349
256
1631 gennaio 25, Sanluri
I fratelli Francesco e Agostino Suzarello, nobili cavalieri residenti a Sanluri,
non potendo partecipare al Parlamento, nominano loro procuratore Paolo di
Castelvì, dell'ordine di San Giacomo della Spada, Procuratore e giudice del Real
Patrimonio del Regno di Sardegna.
c. 403
In Dei nomine amen. Noverint universi quod nos Franciscus Suzarello et Augustinus
Suzarello, domnicelli fratres in oppido de Santlury habitantes, attendentes quod nos,
cum literis regiis tam sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri Regis quam
illustrissimi et excellentissimi domini nostri Locumtenenti et Capitanei generalis presentis Regni, fuimus vocati die octavo presentis mensis januari, presentis et infrascriti
anni, interessemus in civitate calaritana in Curia generali quam ibidem prefatus illustrissimus et excellentissimus Locumtenens et Capitaneus generalis, nomine et vicae
suae Magestatis regnicolis presentis Regni induxit et convocavit ac tenere et celebrare
intendit; attendentes etc., infrascrites non possimus interesse in predicta Curia pro ut
decet idcirco tenore presenti, vos nobilem domínum Paulum de Castellvy, millitem
ordinis et milisiae Sancti Jacobi de Spata, regium procuratorem et judicem Regii
Patrimoni presentis Regni...
[omissis]173
c. 404
/
...Testes huius rey sunt Sisinius Vintxi et Antiochus Arjolas, in dicto oppido de
Santlury habitatores.
Premissis proprio calamo scriptis fidem facit Joannes Ibba, publicus notarius haec
manu propria etiam subscribens. /
257
1631 febbraio 1, Cagliari
Silverio Carta, cavaliere, figlio di Francesco e di Anna Sanna della villa di
Benetutti, nomina suo procuratore in Parlamento Ilario di Alagón, marchese di
Villasor.
c. 405
Die primo mensis februarii anno a nativitate Domini 1631, Caller.
Ego Silverius Carta, milles filius legitimus et naturalis Francisci Carta, etiam donmicelli, et nobile Annae Sanna, conjugum villae de Benetuti, gratis et ex mea certa sciencia, tenore presentis publici instrumenti constituo et ordino procuratorem meum certum etc., ita quod etc., illustrissimum et egregium dominum don Ilarionem de Alagó,
marchionem de Sorris, dominum meum, absentem tamquam presentem ad videlicet
173 Per
350
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
pro me et nomine meo interveniendum et interessendum regio generali Parlamento...
[omissis]174 /
...Testes sunt Jacophus Grimaldo, notarius, et Nicholaus Destuerna, Calleri habitato- c. 405v.
res.
Premissis fidem facit Hieronimus Aleu, notarius publicus Calleris, hec subscribens. /
1631 gennaio 23, Cagliari
258
Giovanni Leonardo Angioi Carta, nobile della villa di Orani, non potendo
intervenire al Parlamento perché impegnato in alcuni importanti affari, nomina suo procuratore Melchiorre Pirella, dottore in legge residente a Cagliari.
In Deí nomine. Noverint universi quod ego don Joannes Leonardus Anjoi Carta, vilae c. 409
de Orani et nunc pergonaliter Caller repertus, sciens et attendens infrascritis interesse
non possum quia aliis negotiis sum impeditus ut de meo impedimento expressionem
claram notario infrascrito ac etiam fidem proprio juramento factam idgirco tenore
presentir publici et veri instrumenti utriusque juris doctorem nobilem don
Melchiorem Pirella, Caller domiciliatum, his presentem, procuratorem meum certum
et specialem...
[omissis]175 /
...Signum don Joannis Leonardi Anjoi et Carta constituentis praedicti qui haec laudo, c. 410
concedo et firmo.
Testes huius rey sunt Franciscus Pirella et Arirsius Pi, oppidorum de Nuoro et Saruli
respective, Caller nunc pergonaliter reperti.
(ST) Signum Michaelis Angeli Peís, apostolica ubique regia vero auctoritatibus per
omne presens Sardiniae regnum publici notari qui praedictis adfuit ac rogatus et
requisitus clausit. /
1631 febbraio 7, Cagliari
259
Melchiorre Pirella, dottore in legge, procuratore di Leonardo Angioi Carta,
nobile cavaliere della villa di Orani, avvalendosi delle facoltà a lui concessa,
nomina suo sostituto Giuseppe Mata, capitano delle milizie domiciliato a
Cagliari.
174
175
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
351
c. 411
Die septimo mensis februarii, anno a nativitate Domini 1631, Caller.
Ego utriusque juris doctor, don Melchior Pirella, Caller domiciliatus, procurator ad
haec etiam cum posse substituendi, constitutus et ordinatus a nobili don Joanne
Leonardo Anjoi et Carta, vilae de Orani, ut constat instrumento apud notarium die
vigesimo tercio mensis januarii proxime elapsi, presentis et supra dicti anni, Caller
recepto et firmato... habeatur relatio, utens potestate substituendi mihi praechalendato mandato atributa, gratis et ex mea certa sientia, dicto nomine, substituo et ordino
procuratorem dicti nobilis principalis mei certum ita quod etc., dominum et capitaneum Josephum de la Mata, Caller domiciliatum...
[omissis]176 /
c. 411
...Testes huius rey sunt Joannes Antonius Pirella et Franciscus Manca, vilae de Nuoro,
Caller nunc perQonaliter reperti.
Praemissis proprio calamo exaratus fidem facit Michael Angelus Peis, publicus notarius Calleri, haec propria manu subscribens. /
260
1631 novembre 13, Meana
Mauro Sanna, nobile di Meana, non potendo partecipare al Parlamento,
nomina suo procuratore il canonico Melchiorre Pirella.
c. 411v.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego Maurus Sanna, in oppido de Meana dornkiliatus, attendens quod ego cum literis regiis tam sacrae catholicae regiae Magestatis
domini nostri Regis, quam illustrissimi et excellentissimi domini Locumtenenti et
Capitanei generalis presenti Regni, sum vocatus die octavo mensis januari proximi venturi, interessem in cívitate Calleri in curia generali quam ibidem praefactus illustrissimus et
excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus generalis nomine et vicae suae
Magestatis regnicolis presentis Regni induxit et convocavit ac tenere et celebrare intendit
attendens et infrascritis non possum interesse pro ut deceret idcirco, tenore presenti, vos
illustrem et admodum reverendum dominum et canonicum Melchiorem Pireks his licet
absentem tamquam presentem, procuratorem meum certum et specialem...
[omissis]177
c. 412v.
...Signum prioris Mauri Sanna constituentis praediti qui hec laudo, concedo et firmo.
Testes huius rey sunt reverendus Franciscus Corriga, presbiter villae de Meana, et
Salvator Murtas, villae de Sorgono in dita villa repertus et Nicolaus Lay, notarius
176 Per il contenuto della parte omessa cfr.
177 Per il contenuto della parte omessa cfr.
352
il documento n. 114.
il documento n. 114.
publicus, qui vice et nomine mei notari infrascriti praedictis adfuit et firmam ipsam
pro me recepit.
Praemissis alieno calamo exaratus fidem facit Jacobus Manca publicus notarius civis
Caller haec subscribens proprio calamo. /
261
1631 gennaio 16, Cagliari
Il nobile Monserrato Vacca, segretario della Luogotenenza generale del
Regno di Sardegna, domiciliato a Cagliari, non potendo partecipare ai lavori
del Parlamento a causa dei suoi doveri d'ufficio, delega a rappresentarlo nello
Stamento militare Francesco Vacca, governatore dell'incontrada del
Mandrolisai.
Die 16 mensis januarii anno a nativitate Domini 1631, Caller. c. 414
Ego Monserratus Vacca, miles secretarius Locumtenentiae Generalis presentis
Sardiniae Regni in presenti Castro Calaris domiciliatus, attendens quod cum literis
regiis tam sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri Regis quam illustrissimi et
excellentissimi domini don Hieronimi Pimentel, Locumtenenti et Capitanei generalis
presentis Regni fuít convocatus in Curia generali quam in presenti Castro Calaris prefatus illustrissimus et excellentissimus dominus Locumtenens vice et nomine suae
regiae Magestatis refiicolis presentis Regni dixit eí convocavit ac tenere et celebrare
intendit pro ut jam celebrare incipit et quia variis dicti mei offici ad dictum regium
Parlamentum personaliter adesse non valeo in Stamento militari presenti Regni; ideo,
gratis et ex mea certa sciencia, facio, constituo et solemniter ordino procuratorem
meum, certum et specialem et ad infrascrita generalem, ita tamen quod specialitas
generalitati ipsi minime deroget, nec e contra, vos nobilem don Franciscum Vacca,
gubernatorem encontratae regiae de Mandrolusay, his absentem...
[omissis]178 /
...Testes sunt Jacobus Cardia, dolcarius presentis civitatis Caller et Joannes Lucas c. 415
Azení, opidí de Selarjus, Calati repertus.
(ST) Signum Joannis Antiochi Conia, auctoritatibus apostolica ubique regia vero per
omnem terram et dictionem Magestatis domini nostri Regis publici notati, qui praemissis adfuit per alium scribi fecit rogatus et requisitus clausit. /
262
1631 gennaio 22, Cagliari
Il nobile Giovanni Dexart, dottore in utroque iure e giudice della Reale
178 Per
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
353
Udienza di Sardegna, nomina suo procuratore in Parlamento Francesco Abella,
nobile cagliaritano.
c. 416 In Dei nomine. Noverint universi quod ego, utriusque juris doctor Joanni Dexart,
et admodum magnifici dominis doctoribus Regiae Audienciae
domnicellus et
presentis Sardiniae Regni, attendens quod infrascritis non possum personaliter interesse pro ut deceret idcirco, tenore presenti publici instrumenti, vos nobilem don
Franciscum Abella, Caller domiciliatus, his licet absentem tamquam presentem, procuratorem meum gerturn et specialem et ad infrascrita generalem facio, constituo,
creo et solemniter deputo vos ad comparendum et interessendum pro me et nomine
meo in Curia generali et ibidem una cum Brachis...
[omissis]179
/
c. 417v. ...Signum utriusque juris doctor Joanni Dexart, constituentis, praefactus qui haec
laudo, concedo et firmo.
Testes huis rey sunt Petrus Paulus Vmader, regi fasci procurator et Didacus Correlli,
publicus notarius, Caller habitator.
Praemissis exaratus fidem facit Jacobus Manca, publicus notarius civis Caller, haec
subscribens proprio calamo. /
1631 gennaio 9, Cagliari
263
Luca Calginagio, vicario generale, e Gavino Vizola, Stefano Usai, Bernardo
Sardo, Nicola Farina, Giovanni Manca Sanna, Apollinare Segui, Francesco
Delitala Basteliga e Francesco Sanna, canonici del Capitolo della Cattedrale di
Ampurias, designano loro procuratore in Parlamento Francesco Delitala
Basteliga, canonico del medesimo Capitolo.
c. 418 Noverint universi quod die jovis intitulata nona mensis januari anno a nativitate
Domini millesimo sexcentesimo trigesimo primo, in presentia mey Augustinii Rocca
et Siny, civis presentis civitatis Castri Aragonensis, auctoritatibus appostolica ubique
regia vero per hoc omne presens Sardiniae Regnum, et in presentia hominis Bortolus
Usay, Stefanus Agicau, Augustinus Zoyrolo et Lazarus Vitrucilo, dictae civitatis
testium ad haec asumptorum specialiter vocatorum, convocatis et congregatis, infrascritis reverendis egregis cappitularibus de illustre et egregio Cappitulo presentis
cathedralis ampuriensis dictae civitatis, de mandano infrascritis reverendi vicary generalis per illustrissimo et reverendissimo domino don Joanne de la Bronda, eppiscopo
179 Per
354
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
ampuriensis et civitatum ad sonum campane, ut moris est, intus dictam cathedralem
et sacristia per Capitulo ob causam infrascriti, tenendo, celebrando ubi per similibus
actibus et negotis dicti Cappituli solitum est ipsos reverendos et egregios cappitulares
de egregio Capitulo dictae cathedralis convocari et congregari, in qua quidem congregacione intervenerunt et fuerunt presentes hi qui sequutur videlicet reverendus
Luccas Calginagio, vicarius generales, Gavinus Vizola, reverendus Stefanus Usay,
reverendus Bernardus Sardo, reverendus et egregius doctor Nicolaus Farina, reverendus Joannes Manca et Sanna, reverendus Appollinarius Segui, reverendus Franciscus
Delitala et Basteliga et reverendus et egregius doctor Franciscus Sanna, omnes canonici et capitulares huiusmodi cathedralis ampuriensis et Cappitulum eiusdem tenentes, facientes, celebrantes et representantes tanquam maior et sanior pars et plus
quam due partes capitularum de Capitulo praedictae cathedralis dictae civitatis ex
certa scientia fecerunt, constituerunt, crearunt et solemniter ordenarunt eorum seu
dictae cathedralis et singularium eiusdem, verum, certum, legitimum et indubitatum
actorem, procuratorem ac nuntium spiritualem et ad infrascritam etiam generalem,
itta que specialitas ipsi generalitati non derroget nec e contra, praedittum reverendum
Franciscum Delitala et Basteliga, canonicum ampuriensis cum plebenda opidi de
Nulvi, presentem ad videlicet ad intervenendum per dicto Capitulo ampuriensis ac
eíus nomine celebracioni et continuacioni regii Parlamenti...
fornissis118° /
...(ST) Signum Augustini Rocca et Sini, civis presentis civitatis Castri Aragonensis, c. 419v.
auctoritatibus appostolica ubique regia vero per hoc omne presenti Sardiniae
Regnum publici notari propria manu scripta quibus interfuit requisitusque clausit. /
1631 dicembre 30, Sassari
Michele Angelo Casagia Sabuch, donnicello di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento a causa di alcuni importanti affari, nomina suo procuratore
Giovanni Pilo dell'Arca, nobile sassarese.
264
Die 30 mensis decembris, anno a nativitate Domini 1631, Sasser. c. 420
Yo Miguel Angel Casagia y Sabuch, dongell de la present ciutat de Sager, per quant só
inpedit de alguns negosis a mi inportants y a les coses infrascrites no me puch trobar
personalment, per gò, de mon grat y Berta sciengia, en tot lo minor modo que puch,
dech y me es permès, fas, constituesch, cree y solemnament ordene mon procurador
cert y espegial y a les coses infrascrittes generai, axl que la specialitat a la generalitat
no derogue, ni per lo contrari, al noble don Juan Pilo de 1.Arca, de dieta ciutat que es
180
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
355
present etc., per a que per me y en mon nom se puga y dega presentar en lo real
Parlament...
[omissis]181 /
c. 420v. ...Testes Petrus Pirico et Agustinus Frasso, Sasseris.
(ST) Signum meum Gavini Bassy, civis Sasseris, regia auctoritate per hoc omne presens Sardiniae Regnum, publicus notarius qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
[.. .1631, Mandas]182
265
Gavino e Francesco Soliveras nobili cittadini di Sassari, temporaneamente
residenti a Mandas, non potendo intervenire al Parlamento, nominano loro procuratore Paolo di Castelvì, dell'ordine di San Giacomo della Spada, Procuratore
e giudice del Real Patrimonio del Regno di Sardegna.
c. 421 In Dei nomine. Noverint universi quod nos don Gavino et don Francisco Soliveras,
civitatis Sasseris [en la vila] de Mandas reperti, attendentes quod cum literis regiis
tam sacrae catholicae regíae Majestatis domini nostri Regis, quam illustrissimi et
excellentissimi domini nostri Locumtenenti et Capitanei generalis presenti Regni,
vocali fuimus die octava presentis mensis januari presentis et currentis anni, interessem in civitate callaritana, in Curia generali quam ibidem praefactus illustrissimus et
excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus generalis nomine et vicae suae
Magestatis regnicolis presentis Regni induxit et convocavit ac tenere et celebrare
intendit, attendentes etiam ínfrascritis non possim interesse in predita Curia pro ut
decet ideo circo, tenore presente, vos nobilem dominum Paulum de Castelvì, militem
ordinis et militie Sancto Jacobi de Spasa, regium procuratorem et iudicem Regi
Patrimoni presenti Regni...
[omissis]183 /
c. 422 ...Testes sunt Nicolaus Casula et Angelus Teddia, agricolis dicti oppidi de Mandas.
Premissi, proprio calamo scriptis, fidem facio Franciscus Cardia apostolica et regia
auctoritatibus per omne presens Sardiniae Regnum presentis civitatis pubblici notali
Mandas haec propria manu his scribens. /
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
La data è illeggibile.
183 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114,
181
182
356
266
1631 febbraio 4, Ozieri
Filippo Grixone e Giovanni Grixone de la Bronda, padre e figlio, e Baingio
Grixone, nobili della villa di Ozieri, non potendo intervenire al Parlamento a
causa di alcuni importanti affari; nominano loro procuratore Gavino Grixone,
donnicello abitante nella medesima villa.
Die 4 mensis februarii anno a nativitate Domini 1631, Ociery. c. 424
Nos altres Filipi Grixone, Joan Grixone de la Bronda, pare y fili, y Baingio Grixone,
dongells de la present vila de Ossier, per quant somos impedíts de alguns negossis a
nos inportants y a les coses infrascrites no nos podem trobar, per gò de nostre grat y
certa scientia, en tot lo millor modo que de dret vel alias podem y devem conforme de
la dotrina, industria, legalitat, suficentia y retitut de 1.infrascrit nostre procurador en
entrar y determinar los negossis del real y generai Parlament heo Ajuntament cream,
ordenam y solemniter constituem y cada hu de nos altres crea, ordene solemnement
constituex per nostre procurador cert y spesíal y per les infrascrites coses generai, de
manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat, nech e contra, a Gavì
Grixone, dongell de la present vila, absent...
[omissis],84 /
...Tester presents Pedro Sanna de la Roca y Pedro Badalino de Ossier.
c. 424v.
Antonius Porcu, notarius y scriba per Salvador Lixi de lo seu original extratum bene
et fideliter fidem facit. /
267
1631 febbraio 25, Ozieri
Francesco Satta del Mestre, Filippo Satta Grixone e Diego Satta Grixone,
padre e figlio, donnicelli di Ozieri, essendo occupati nel disbrigo di alcuni importanti affari, nominano loro procuratore Paolo dí Castelvì, signore dell'incontrada di Siligo.
Die 25 mensis februarii anno a nativitate Domini 1631, Ociery. c. 425
Nos altres Francisco Satta del Mestre, Filippo Satta Grixone y Diego Satta Grixone,
pare y fills, dongells de la present vila de Ossier, per quant somos impedits de alguns
negosis a nos inportants a les coses infrascrites no nos podem trobar present, per 0,
de nostre grat y certa sientia y en tot lo millor modo que de dret vel alias podem y
devem, confiats de la doctrina, industria, legalitat y rectitut de l.infrascrit nostre procurador en entrar y determinar los negosis del real y generai Parlament, cream, ordenam y solemniter constituim y cada u de nos altres, crea, ordena, y solemniter consti184
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
357
tuex per nostre procurador cert y espesial y per les infrascrites coses general, de
manera tal que la spessialitat no derogue a la generalitat, nech e contra, al noble don
Paulo de Castelvì, sefior de la encontrada de Siligo, que.s assent com si fos present...
[OMiSSiS]185
c. 425v. ...Testes presents Gasparro Solivera y Antoni Grixone, dongell de Ossier.
Antoni Porcu, notari y scriba per Salvador Lixi, de lo seu originai extratum bene et
fideliter fidem facit. /
1631 gennaio 20, Tempio
268
Sebastiano Satta, cavaliere della villa Tempio, capoluogo dell' incontrada
Gallura Gemini, non potendo partecipare al Parlamento a causa di alcuni impegni, nomina suo procuratore Diego de Aragall, governatore del Capo di Cagliari
e di Gallura.
c. 429
Die 20 mensis januarii anno a nativitate Domini 1631, Tempio.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego Sebastianus Satta, equites villae de
Tempio, encontratae Gallurae de Geminis, quia ad convocationem seu regium
Parlamentum sum vocatus et aliquibus negotiis impeditus adesse non possum ideo de
mea certa sientia confidens ad plenum de prudentia et sufficentia vestra, facio constituo, creo, deputo et solemniter ordino procuratorem meum certum, specialem et ad
infrascripta etiam generalem, ita quod specialitas generalitati minime deroget nec et
contra, dominum don Didacum de Aragall, gubernatori Capitum Calleri et Gallurae...
[omissis] 186 /
c. 430v. ...Testibus presentibus Joannes Bauptista Massidda et Franciscus Peis, presentis oppi-
di de Tempio. /
Jhesus, Maria, Joseph.
(ST) Signum meum Bartolomeus Fundoni, naturalis presentis oppidi de Tempio,
encontratae Gallurae de Geminis, regia auctoritate publicus notarius qui praedictis
adfeci proprio calamo depinxi, rogatus requisitus clausi. /
1631 febbraio 13, Cuglieri
269
Maria Zatrillas, contessa di Cuglieri, in qualità di procuratrice del marito,
185 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento
186 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento
358
n. 117.
n. 114.
Giovanni Battista Zatrillas, temporaneamente a Madrid, essendo donna e impegnata nel disbrigo di alcuni importanti affari, nomina suo procuratore in
Parlamento il figlio Girolamo Zatrillas.
Die 13 mensis februarii anno a nativitate Domini 1631, Culery.
Yo dona Maria Setrillas, comtessa del present comtat de Culler, fent estes coses com a
procuradora generai del molt illustre y egregi sefior don Juan Baptista Setrillas, comte
de dit comtat, mon marit, que vuj residie en la vila de Madrit es de sa Magestat del
Rey nostre sefior, attès y considerat que per ser impedita en alguns negossis a my
molts enportans, a les infrascrites coses no me puch trobar, per gò, confiada de la
legalitat y retitut en entrar y determinar los negossis del real Parlament, de mon grat y
serta scientia, en tot lo millor modo que puch y deu, crehe y solemnament ordene y
constituesch mon procurador sert y especial y a les coses infrascrites generai, ab que
la espessialitat a la generalitat no derogue nec et contra, al noble don Hieronim
Setrillas, mon fili, y de dit illustre sefior comte mon marit...
[omissis]187
c. 432
/
...Testes son Juan Marras y Diego Satina de la present vila de Culler.
c. 433
Praemissis proprio de pictis calamo, fidem facit Lucas Carta, publicus notarius, villae
de Cullar habitans, haec cum subscribens. /
1631 febbraio 13, Cuglieri
270
Giacomo Zatrillas, figlio di Giovanni Battista Zatrillas e di Maria Zatrillas,
signori del contado di Cuglieri, essendo occupato nel disbrigo di alcuni importanti affari costituisce come suo procuratore nel Parlamento il nobile Girolamo
Zatrillas.
Die 13 mensis februari anno a nativitate Domini 1631, Culer.
Lo noble don Jaime Setrillas, fili dels illustres y egregis sefiors don Juan Baptista
Setrillas y dona Maria Setrillas, coniuges comtes del present comtat de Cullar, per
quant dit noble de Setrillas es impedit en algunos negossis a ell inportant, a les infraconfiant de la llegalitat, y retitut en entrar y
scrites coses no se pot trobar, per
determinar los negossis del real Parlament, de llur grat y serta sciencia, en tot lo millor
modo que pot y deu, crea y solemnament ordena llur procurador sert y espessial y a
les coses infrascrites generai, ab que la spessialitat a la generalitat no derogue, nec et
contra, al noble don Hieroni Setrillas, a estes coses present...
187
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
359
c. 435
LomissisP88 /
c. 436 ...Testes huius rei sunt Diego Sanna y Juan Marras, tots dos de la present vila de
Cullar.
Praemissis proprio de pictis calamo, fidem facit Lucas Carta, publicus notarius villae
de Cullar habitans, haec cum subscribens. /
271
1631 febbraio 13, Cuglieri
Francesco de Roma ed il reverendo Angelo de Roma, donnicelli della villa di
Cuglieri, essendo occupati nel disbrigo di alcuni importanti affari, nominano
loro procuratore il nobile Girolamo Zatrillas.
c. 437
Die 13 mensis februarii anno a nativitate Domini 1631, Culery.
Francesch de Roma y lo reverent Angel de Roma, donsells de la present vila de Culler,
per quant son impedit en alguns negocis molts inportants, a les coses infrascrites no
se poden trobar, y per confiants de la llegalitat, y rectitut en entrar y determinar los
negosis del real Parlament, de llur grat y cierta sciencia, en tot lo millor modo que
poden y deven, crehan y solemnament ordenan llur procurador sert y espesial y a les
coses infrascrites generai, ab que la spessialitat no derogue a la generalitat, nec et contra, al noble don Hieroni Setrillas, a estes coses present...
[0MiSSiS] 189 /
c. 437v.
...Testes huius rei sunt Jacarias Meli, comissari y juez /
c. 438 hordinari del present Comtat de Cullar, y Juan Marras de la present vila.
Praemissis proprio depictis calamo, fidem facit Lucas Carta, publicus notarius haec
cum subscribens. /
272
1631 gennaio 3, Sassari
Il nobile Orazio Figo, avvocato fiscale del Capo di Sassari e del Logudoro,
Francesco Figo donnicello, Pietro Figo e Simone Figo, tutti nativi di Sassari,
essendo impegnati in alcuni affari, nominano loro procuratore in Parlamento il
nobile Girolamo Zatrillas Castelvì.
c. 439
Die tercia mensis januarii anno a nativitate Domini 1631, Sasser.
In Dei nomine. Noverint universi quod nos doctor Oratius Figo, domnicellus, pro
188 Per
189 Per
360
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
regi fisci advocatus in Capitibus Sassaris et Logudori, Franciscus Figo, domnicellus,
agiens hec cum voluntate et in presentia dicti Petri Figo, patris nec hec presentis et
consentientis et don Simó Figo, omnes presentis civitatis Sasseris, quia ad convocationem seu regium Parlamentum sumus vocatti et aliquibus negotiis impeditis personaliter adesse non possumus, confidentes ad plenum de prudentia et sufficentia vestra,
facimus, constituimus, creamus, deputamus et solemniter ordinamus procuratorem
nostrum certum et specialem et ad infrascripta etiam generalem, ita quod specialitas
generalitate minime derroget, nec e contra, vos nobilem don Hieronimum Setrilles et
Castelvì, absentem tamquam presentem...
[omissis]19° /
...Tester huius rey sunt Andrea Scotto, regius alguagirius et Didacus Brondo, civis c. 440
Sasseris.
(ST) Signum mei Cosma Ruina Sialeddo, civis Sasserís, auctoritatibus apostolica ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae Regnum, publicus notarius que haec
feci, rogatus dausi. /
1631 febbraio 15, Cagliari
Diego de Aragall, cavaliere dell'ordine di San Giacomo della Spada, governatore e riformatore del Capo di Cagliari e di Gallura, nomina suo procuratore in Parlamento Francesco Zapata, cavaliere dell'ordine di Santa Maria di
Alcantara, alcaide e capitano ordinario della città di Cagliari.
273
In Dei nomine. Noverint universi quod ego don Didacus de Aragall, miles ordinis c. 441
et militiae Sancti Jacobi de Spata, de Consilio sacrae catholicae regiae Magestatis
domini nostri Regis et pro eadem Gubernator et Reformator Capitum Caller et
Gallurae, Calleri domiciliatus, gratis et mea certa scientia, constituo et ordeno procuratorem meum ertum et specialem et ad infrascripta et generale, ita tamen quod
specialitati generalitati ipsi minime deroget, vos nobilem don Franciscum Sapata,
militem ordinis et militiae Santae Mariae de 1.Alcantar, alcaidum et capitaneum
ordinarium presentis civitatis et Castri Caller, Callarique domiciliatum, his licet
absentemet ad... pro me et nomine meo comparendum et interessendum pro me et
nomine meo in dita Curia...
[omissis]191 /
19° Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
191
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
361
c. 442 ...Actum est hoc Caller díe decimo quinto mensis februarii anno a nativitate Domini
1631 /
c. 442v. Signum nobilis don Didaci de Aragall constituentis qui haec, laudo, concedo et firmo.
Testes huius rey sunt Franciscus de Ravaneda, ordinis et militiae de Montesa et
Marcus Orni, Caller habitatores.
Jacobus Manca, pubblicus notarius fidem facit haec subscribens. /
274
1631 gennaio 10, Sassari
Filippa di Cervellòn de Sena, contessa di Sedilo e signora dell'incontrada di
Austis, a nome proprio e dei figli Girolamo e Bernardo Torresani Cervellòn, non
potendo intervenire al Parlamento, per essere donna ed anche perché impegnata
in alcuni importanti affari, nomina suo procuratore Girolamo Zatrillas, cavaliere
dell'ordine di Calatrava.
c. 443
Die 10 mensis januarii anno a nativitate Domini 1631, Sasser.
En non de Nostre Sefior Deu. Sea a tots notory com la noble dona Philipa de Servellò
y de Sena, condessa de Sedilo y sefiora de la encontrada de curadoria de Austis, a
estes coses, tant en son nom propri y com a procuradora generai de illustre don
Jeronim Torresani y Servellò, conte de Sedilo, y de don Bernardí Servellò, son fills,
per quant no se puch trobar personalment a les infrascrites coses, tant per lo feminino
sexs com per ser empedida en alguns negocis de importansia, per O, en tot lo millor
modo que pot y li es licit y permès, de son grat y certa sa scíencia, fa, constituex, crea,
y solemnament ordena son procurador cert y especial y a les infrascrites generai, de
manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ny per lo contrari, al noble
don Jeronim Satrillas, cavaller de 1.abit de Calatrava, son.... que es absent com si fos
present, per a que per sa sefioria, en los... sobradits, se puga y dega presentar en lo
real Parlament...
[omissis]192 /
c. 443v. ...Testes Gaspar Siquena... Gavinus Manca, villa de Itire de Cannedo híbi repertus.
(ST) Signum meum Joannis Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae Magestatis
domini nostri, notari publici qui praemissis interfeci et requisitus clausi. /
275
1631 marzo 10, Sassari
Francesco Casalabria, nobile residente nella città di Sassari, essendo impegna192
362
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
to nel disbrigo di alcuni importanti affari, nomina suo procuratore Alfonso de
Aguirre, cavaliere dell'ordine di San Giacomo della Spada.
Admitatur
c. 444
Die decima mensis martii anno a nativitate Domini 1631, Sasser.
Yo don Francisco Casalabria de la present giutat de Sager, per quant só empedit de
alguns negosis a mi emportants per les quals a les infrascrites coses personalment no
me puch trobar; per gò de grat y certa propria scientia en lo millor modo que puch y
dee y de dret mi es lecit y permès, fas, constituesch, cree y solemnament ordene procurador meu cert y special y a les infrascrites coses generai, de manera tal que la specialitat a la generalitat no derogue, ni per lo contrari, al noble don Alonso Aguirri,
cavaller de l.orde y militia de Sant Jaume de la Spasa, que es absent com si fos present...
[Omissis] 93 /
c. 444v.
...Testes Laurentius Lorensiny, agricola, et Antonius Vico Thomasino, scriptor
Sasseris.
(ST) Signum meum Salvatorís Sanna, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica ubique
regia per hoc omne presens Sardiniae Regnum, publicus notarius qui praedictis interfui et requisitus clausi. /
1631 febbraio 8, Oliena
276
Sebastiano e Monserrato Tolu Manca, rispettivamente zio e nipote, cavalieri
della villa di Oliena, non potendo partecipare al Parlamento, costituiscono come
loro procuratore Melchiorre Pirella, canonico e dottore in leggi.
c. 448
Die octava mensis februarii anno a nativitate Domini 1631, Olíena.
Sebastià Tolu y Manca y Monserrat Tolu y Manca, onde y nebot, cavallers dongells
naturals de la present vila, per quant lo illustrissim y excellentissim serior don
Hieronimo Pimentell, marquès de Vayona, Locumtenenti y Capità generai en lo
present Regne de Sardegna, de part de la sacra catholica real Magestat lo Rey
nostre setior, se ha de celebrar y celebrarà Parlament real y Corts generals en la
magnifica ciutat de Caller, als quals no poden acudir personalment per restar ocupats y lo que personalment no se pot negossiar y fer se pot negossiar per medi de
procurador, per quant los dits constituents confiats de la suficientia y llegalitat del
noble setior don Melchior Pirella, doctor en quiscun dret, resident en la magnifica
ciutat de Caller...
193
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
363
[OrniSSiS]194 /
c. 448v. ...Testes son estats presents Antoni Salis, Antoni Tolu Pirella y Sebastià Tolu Pirella,
de Oliena respective.
(ST) Signal de mi joan Tolu Loriga, per auctoritat real notari publich en tot lo present
Regne extra ciutates a les qualls coses me só intervingut i ditas fermas he rebut de
propria mà escritas de les qualls ne fas piena fe. /
277
1631 febbraio 18, Cagliari
Mekhiorre Pirella, procuratore di Sebastiano e Monserrato Tolu Manca, donnicelli di Ozieri, avvalendosi delle facoltà a lui concessa, nomina suo sostituto in
Parlamento Antonio Carta, nobile della villa di Sorgono, residente temporaneamente a Cagliari.
c. 449
Die decimo octavo mensis februarii anno a nativitate Domini 1631, Calary.
Ego don Melchior Pirella, Caller domiciliatus, procurator ad haec etiam cum posse
substituendi, constitutus et ordinatus a Sebastiano Tolu et Manca et Monserrato Tolu
et Manca, domnicelli vilae de Oliena, ut constat instrumento apud discretum
Joannem Tolu et Loriga, publicum notarium, die octavo praedictorum mensis et anni
in dicta vila firmato et recepto. Utens potestate substituendi mihi praechalendato
mandato, atributa gratis et ex mea certa scientia, substituo et ordino procuratorem
dictorum principalium meorum et heorum nomine certum etc., itaquod nobilem don
Antonium Carta, viles de Sorgono et nunc Caller degentem...
[omissis]1" /
...Testes huius rey sunt Joannes Paulus Quica et Antiochus Muntoni scriptores, Caller
habitatores.
Praemissis proprio calamo exaratus fidem facit Michael Angelus Peis, publicus notarius Caller haec propria manu subscribens. /
1631 gennaio 7, Cuglieri
278
Michele de Roma, dormiceli° della villa di Cuglieri, essendo impegnato in
alcuni importanti affari, nomina suo procuratore il sassarese Francesco Masson
Pilo, dottore in legge.
194
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
195 Per
364
Die septima mensis januarii anno a nativitate Domini 1631, Cullar. c. 45()
Miquel de Roma, donsell de la present vila de Cullar, per quant só ímpedit en alguns
negossis a mi inportants, a les coses infrascrites no se puch trobar, y per gò confiant de
la doctrina, legalitat, y retitut en entrar y determinar los negossis del real Parlament, de
mon grat y serta sciencia, en tot lo millor modo que puch y dech, cree y solemnament
ordene mon procurador sert y spessial y a les coses infrascrites generai, ab que la spessialitat no derogue a la generalitat nec et contra, al noble don Franciscus Masson y
Pilo, doctor en cascún dret de la ciutat de Sasser, a estes coses absent...
[0MiSSiS]196 /
...Testes huius rei sunt Juan Pera Mavone y Juan Maria Cadone de la present via de
Cullar. Apud me Lucas Carta, civis civitate Calleri et villae de Cullar habitantique,
auctoritate regia publicum notarium per totum presens Sardiniae Regni extracivisque,
de praemissis proprio calamo de quibus interfeci. /
c. 450v.
1631 gennaio 4, Sassari,
Giovanni Cariga, nobile di Sassari, essendo impegnato in altri affari, nomina
Antonio Canales De Vega suo procuratore in Parlamento.
279
Die quarta mensis januarii anno a nativitate Domini1631, Sasseris.
c. 451
Lo noble don Juan Cariga, magior de dies, domiciliat en la present ciutat, per quant a
les coses infrascrites no puot personalment intervenir per ser en altros negociis ocupat
y confiant ad plenum de la fe, legalitat, probitat de anim, prudencia y bon judicii de
l.infrascrit egregi doctor don Antoni Canales de Vega, domiciliat en la ciutat de
Caller, per tant, de son grat y serta sciengia, en tot lo millor modo, via y manera que
puot y deu y li es licit y permès, fa, constitueix, crea y solemnament ordena son procurador cert y especial y a les infrascrites coses generai, de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat ni per lo contrari, al dit prenomenat egregi doctor don
Antoni Canales de Vega de dita ciutat de Caller, absent com si fos present per a que
per dit costituent y en son nom puga y dega se presentar en lo real Parlament...
[omissis]197 /
...Testes sunt Petrus de Branca et Matheus Acorrà, Sasseris.
(ST) Signum mei Joannes Cano et Carta, civis Sasseris, auctoritatibusque apostolica
196
197
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
365
c. 451v.
ubique regia vero per totam terram et dictionem serenissimi domini nostri regis,
publici notari qui hec scripsi et clausi rogatus et requísítus. /
280
1631 febbraio 13, Cagliari
Pietro de Ravaneda, cavaliere dell'ordine di San Giacomo della Spada,
Maestro Razionale del Regno di Sardegna, nomina suo procuratore in
Parlamento Francesco de Ravaneda, donnicello, cavaliere dell'ordine di
Montesa.
c. 452
Die decimo tertio mensis februarii anno a nativitate Domini 1631, Caller.
Ego don Petrus de Ravaneda, miles et ordinis et militiae Sancti Jacobi de Spata, de
Consilio sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri Regis et per eadem magister rationali et regii suae in presenti Sardíniae Regno gratis etc., ita quod etc., constituo et ordino procuratorem meum certum etc., ita quod etc., vos Franciscum de
Ravaneda, domnicellum et militem ordinis et militiae de Montesa, his presentem, ad
videlicet pro me et nomine meo comparendum et interessendum per me et nomine
meo in dita Curia...
[OMiSSiS]198
c. 452v. ...Testes huius rey sunt Joannes Baptista Arca et Brotus Meloni, scriptores Caller
habitantes.
Praemissis, alieno calamo exaratus, fidem facit Jacobus Manca, publicus notarius civis
Caller haec subscribens. /
281
1631 gennaio 10, Cagliari
Giovanni Stefano Tolu, nobile di Oliena, non potendo intervenire al
Parlamento, nomina suo procuratore Pietro Carta, dormiceli° di Bosa.
c. 456 In Dei nomine. Noverint universi quod ego Joannes Stephanus Tolo, domnicellus in
villa de Oliena domiciliatus, Caller nunc personaliter repertus, attendens quod ego
cum litteris regis tam sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri Regis quam
illustrissimi et excellentissimi domini Locumtenenti et Capitanei generalis presentis
Regni fui vocatus die octavo presentis mensis januarii, interessem in presenti civitate
Caller, in Curia generali ibidem prefactus illustrissimus et excellentissimus dominus
Locumtenens et Capitaneus generalis nomine et vicae suae Magestatis regnicolis presentis Regni induxit et convocavit ac tenere et celebrare intendit, attendens etc., infra198 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
366
scripti non possum interesse pro ut deceret idcirco, tenore presentis publici instrumenti, vos Petrum Carta, domnicellum civitatis Bosae, his haec absentem tamquam
presentem procuratorem meum certum et specialem...
[omissis]' /
...Signum Joannis Stephani Tolo, constituentis praedicti qui haec laudo, concedo et
firmo.
Testes huius rey sunt Joannes Baptísta Arca et Brotus Meloni, scriptores Caller habitantes.
Praemissis fidem facit Jacobus Manca, publicus notarius civis Caller haec subscribens. /
c. 457
282
1631 febbraio 3, Iglesias
Michele Otger, signore di Villaperucio, domiciliato ad Iglesias, non potendo
intervenire al Parlamento nomina suo procuratore Pietro Giovanni Otger, donnicello di Cagliari; laureato in legge.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego Miquael Otger, domnícelus domini utilis
et feudali villarum despopulatarum, vulgariter nucupatarum Villa Perutxo et Senluri,
presentis civitatis Edesiarum domiciliatus, attendens quod cum literis sachrae catholicae regiae Magestatis domini nostri Regis et cum provisione illustrissimi et excellentissimi domini Hieronimi de Pimentell, marchionis Vaionae et capitaneus generalis presentis Sardiniae Regni, sum vocatus ad generale Parlamentu per díctum excellentissimum dominum marchionem Vaionae ex parte dictae regia Magestate in civitate et
castro Callaris celebrandum, ut apparet de prefactis literis domini nostri regis datum
in villa de Madrid sub die 17 mensis juni anno 1630, et de provisione dictae sue excellentissime dominationis, datum in civitate et castro Callaris presentis Sardiniae Regni
sub die 24 mencis noembris dicto anno 1630, attendens etiam que ad infrascrita personaliter adesse nequio omnibus illis melioribus modis quibus de jure mihi premissum est, facio, constituo et ordino procuratorem meum certum et specialem et ad
infrascrita etiam generalem, itaquod specialitas generalitati minime deroget, nec e
diverso, vos Petrum Joanem Otger, etiam domnicelum, juris utriusque doctorem,
civem Callari...
[omissis]20° /
199 Per
200 Per
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
367
c. 458
c. 459
...Actum est hoc in dicta et presenti civitate Ecclesiarum, die tenia mencis februari
anno 1631.
Signum mei Michaelis Otgeri, domnicelli prefactique predicta laudo, concedo, ratifico et firmo.
Testes huius rey sunt Nicolaus Atzori, agricola, Thomas Serra Otger et Quintinius
Erdana, Ecdesis habitatores.
(ST) Signum mey Joannis Antiochi Loddi, auctoritatibus apostolica ubique regia vero
per orane presens Sardiniae Regnum publici nottari qui de praemissis, alieno scriptis
calamo et proprio subscriptis, fidem facio. /
1631 febbraio 11, Cagliari
283
Paolo di Castelvì, cavaliere dell'ordine di San Giacomo della Spada e sua
moglie Marianna di Castelvì Dixar, signori della baronia di Siligo, Meilogu e
Monte Santo, domiciliati a Cagliari, non potendo intervenire al Parlamento,
nominano loro procuratore Lussorio di Castelvì, marchese di Laconi.
c. 460
Die 11 mensis februarii anno a nativitate Domini 1631, Caller.
In Dei nomine. Noverint universi quod nos don Paulus de Castelvì, miles ordinis et
militiae Sancti Jacobi de Spata et donna Marianna de Castelvì et Dixar, coniuges,
domini Baroniae de Siligo, Meilogu et Monti Santo, Caller domigiliati, attendentes
quum litteris regiis tam sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri Regís quam
illustrissimi et excellentissimi domini Locumtenenti et Capitanei generalis presentis
Regni fuimus vocatis ad die octavo mensis januarii proxime preteriti interessem in
presenti civitate Caller, in Curia generali ibidem prefactus illustrissimus et excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus generalis nomine et vicae suae Magestatis
regnicolis presentis Regni induxit et convocavit ac tenere et celebrare intendit, attendens etc., infrascripti non possumus usinteresse pro ut deceret idcirco tenore presentis publici et veri instrumenti vos illustre dominum Luxorium de Castelvì, marchionem de Laconi...
[omissis]201 /
c. 461
...Testes quo ad firmam dicti nobilis don Pauli de Castelvì sunt Jacobus Soliveras et
Jacobus Luretado, domnicelli, Caller habitatores.
Testes quo ad firmam donnae Mariannae de Castelvì et Dixar firtnavit Caller dicto
die, sunt Carlus Enriques et Salvator Gambasso, sartor, Caller habitatores.
Praemissis exaratis fidem facit Jacobus Manca, publicus notarius civis Caller, haec
subscribens. /
201 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
368
284
1631 febbraio 5, Cagliari
Antioco Serra, cavaliere di Iglesias, temporaneamente a Cagliari per affari;
non potendo intervenire al Parlamento, nomina suo procuratore Monserrato
Vacca, donnicello di Cagliari e dottore in legge.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego Antiochus Serra, miles civis civitatis c. 462
Edesiarum, Caller nunc personaliter repertus, attendens quod ego cum litteris regiis
tam sacrae catholicae regiae Magestatis domini nostri regis, quam illustrissimi et
excellentissimi domini Locumtenenti et Capitanei generalis presentis Regni, fuí vocatus die octavo mensis januarii, proxime preteriti, presenti et infrascriti anni, interessem in presenti civitate Caller, in Curia generali ibidem prefactus illustrissimus et
excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus generalis nomine et vicae suae
Magestatis regnicolis presentis Regni induxit et convocavit ac tenere et celebrare
intendit, attendens etc., infrascripti non possum interesse pro ut deceret idsirco, tenore presentis publici instrumenti, vos juris utriusque doctorem Montserratum Serra,
domnicellum civem Caller...
[0111iSSiS]202 /
...Actum est hoc Caller die quinto mensis februari, anno a nativitate Domini 1631.
c. 463
Signum Antiochi Serra constituentis praedicti qui haec laudo, concedo et firmo.
Testes huius rey sunt nobilis don Joannes Baptista Sanna et utriusque juris doctor
Michael Vantelledo, Caller domiciliati.
Praemissis alieno calamo exaratis fidem facit Jacobus Manca, publicus notarius, civis
Caller, haec subscribens. /
285
1631 febbraio 3, Sassari
Girolamo Fernandez de Ottero e Vincenzo de Medina, inquisitori apostolici
del Tribunale del Sant'Ufficio, nominano loro procuratore Francesco Delitala,
canonico della Chiesa di Ampurias e commissario dell'Inquisizione.
Die tertio mensis februarii anno a nativitate Domini 1631, Sasser. c. 464
In Dei nomine. Noverint universi quod nos doctores don Hieronimus Fernandez de
Ottero et Vincentius de Medina, inquisitores Appostolici contra hereticam pravitatem
in presenti Sardiniae Regno et eius districtu, attendentes quod dignitas abbatiales
Sancti Michaellis de Plano dicti Regni autoritate appostolica fuit unita Tribunali
Sancti Offitii Inquisitionis praedicti Regni, cum hiis annexibus et connexibus, fructi202
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
369
bus, proventibus, emolumentis, juribus, praeheminentis et praerogativis dictae
Abbatiae pertinentibus et, inter alla, ad eam pertinent pro ut pertinet convocari et asistere in celebratione Parlamentorum huius dicti Regni, quae celebrantur de mandato
ac ordine haec catholicae regíae Maiestatis domini nostri Regis seu alias et quod de
presenti illustrissimus et excellentissimus dominus Hieronimus Pimentel, marchio de
Vayona, in presenti Regno Locumtenens et Capitaneus generalis suae Maiestatis per
suas patentes, literas sub datis Calari die decima decembris anni prope elapsi millesimi sexcentesimi trigesimi, in forma solita expeditas, praefactam Abbatialem dignitatem convocaverunt et citaverunt ut compareant in civitate Calaris ad octavam diem
mensis januarii praeteriti currentis anni ad effectum interveniendi, conferendi, tractandi et votum proferendi in Parlamento quod, de mandato suae Maiestatis, fuit convocatum in praedicta civitate Calari ad dictam diem octavam praedicti praeteriti mensis januari, seu dicta dignitate impedita per legitimum procuratorem speciale ad id
mandatum habentem cum piena potestate ad omnia supradicta exercenda et favenda,
pro ut in dictis literis ad quas nos refferimus plenius continetur et cum simus praepeditis (pro ut est notorium) in negotis agendis praefacti tribunalis ob ad que personaliter audere ad dictam civitatem, non valeamus, ideo et alias, ex nostra certa scientia et
matura deliberatione, dicto nomine voce dictae dígnitatis abbatialis Sancti Michaellis
de Plano, confidentes ad plenum de fide, legalitate et in agendis presenti infrascriti
licentiati Francisci Delitala, canonici Sanctae Ecclesiae ampuriensis et commissari
Sancti Offitii eis melioribus via, modo, causa et forma, quibus magis melius et assuetis
de jure, possumus et debemus, facimus, constituimus, creamus et solemniter ordinamus nomine dictae abbatialis procuratorem nostrum certus etc., ita quod dictum
licentiatum Franciscum Delitala absentem...
[omissis] 203 /
c. 464v.
...Testes Antonius Zampello, dictí Sancti Offittii secretarius, et Andreas Corda,
Sasseris.
(ST) Signum meum Joannis Antoni Quessa, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica
ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae Regnum, pubblicum notarium qui
praemissis interfui et requisitus dausi. /
1630 dicembre 24, Castelsardo
286
Pietro de Valero, secondo consigliere e podestà, Antonio Soler, consigliere, ed
i probi uomini del Consiglio maggiore di Castelsardo designano loro procuratore
Gianuario Rocca, sindaco della città.
203 Per
370
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Noverint universi quod die 24 mensis decembris anno a nativitate Domini 1630, in c. 465
presentia mei Dominici de Monti, civis presentis givitatis Castri Aragonensis, notari
publici et secretari domus Consilii dicte givitatis, et in presentia Nicolay Masina et
Leonardi Carta, infrascriptorum consiliarium testium ad hec vocatorum et spetialiter asumptorum, convocatis et congregatis infrascritis consiliariis et prohominibus
de Consilio maiori anno presenti predicte givitatis Castri Aragonensis de mandato
infrascrito in secundo consiliario, ad sonum canpanae, mediantibus predictis vergariis seu nuntiis, in moris est, intus dictam Consilii domum pro consilio ob causam
infrascritam, tenendo, celebrando ubi pro similibus comunibus, actibus et negotiis
dictae givitatis solitum est ipsos consiliarios et probo homines de Consilio maiorii
dictae civitatis convocati et congregari, in quaquidem congregationem intervenerunt et fuerunt presentes hii qui secuntur videlicet: magnificus Petrus de Valero,
consiliarius secundus et regens offitium potestatis dictae civitatis et magnificus
Antonius Soler, consiliarius dictae civitatis, Paulus Jacomonio, Januarius Rocca,
Augustinus Rocca, Paulus Soler, Franciscus Fina, Joannes Franciscus Margaruchia,
Simon Aquenchía, Joannes Basteliga, Franciscus Randachio, Salvator Santuchio,
Carolus Scaramucia, Franciscus Crao, Petrus Manqurario, Jacobus Viticulo,
Joannes Andres Bottolachio, Joannes Santoni, doctor Joannes Batista OrtoU,
Petrus Paulus Sini, Petrus Soler, et Petrus Foi, omnes cives et probi homines de
Consilio maiori dictae civitatis universitatem eiusdem civitatis et Consilium eiusdem, tenentes, facientes, celebrantes et representantes tanquam maior et sanior
pars consiliariorum et proborum hominum de Consilio maiori prefactae civitatis.
Attendentes illustrissimum et excellentissimum dominum don Hieronimum
Pimentell, marchionem de Vayona, Locumtenentem et Capitaneum generalem presentis Regní, mandato domini nostri regis Parlamentum celebrandum in civitate
calaritana octava die mensis januari proxime venturi assignasse in quibus mediis
literis suae illustrissimae et excellentissimae dominationis una cum alia suae
Magestatis dictae universitati per suam illustrissimam et excellentissimam dominationem missis eandem universitatem convocavit et citavit ut in dicto Consilio per
dictum secretarium lecti fuerint igitur volentes sumo opere literis regis suae Regiae
Megestatis parere et obedire ut fidelissimi vassalli tenentur et sunt obnoxi citatis et,
ex certa scientia, dicto nomine fecerunt, constituerunt, crearunt, et solemniter ordinarunt suum seu dictae universitatis et singularium eiusdem verum, certum et indubitatum sindicum, / actorem et procuratorem ac nuntiun spetialem et ad infrascri- c. 465v.
tam etiam generalem itta quod specialitas ipsi generalitati non deroget, nec e contra, vos Januarium de la Rocca presentem...
[omissis]2°4 /
2°4
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
371
c. 467 ...(ST) Signum meum Dominici de Monti, civis praesentis cívitatis et auctoritate regia
publici notari per totum presens Sardiniae Regnum et secretari domus Consilii dictae
civitatis qui praemissis interfui et de mandato dictorum consiliarum clausi proprio
calamo scriptis cum a dicto ubi legitur requisitis. /
1631 gennaio 24, Sassari
287
Enrico de Sena, governatore e riformatore del Capo di Sassari e del Logudoro,
e Carlo Ignazio de Sena, suo figlio, non potendo intervenire al Parlamento a
causa di importanti impegni d'ufficio, nominano loro procuratore Francesco
Ramón de Sena, rispettivamente figlio e fratello dei rogatari.
Admitatur.
c. 470
Die vigesima quarta mensis januarii, anno a nativitate Domini 1631, Sassari.
Lo molt spectable sefior don Henrique de Sena, Governador y reformador del present
Cap de Sager y Llogudor, y lo noble don Carlos Ignagio de Sena su hijo, per quant a les
infrascrites coses no poden personalinent intervenir per ser en altros negociis ocupats y
confiant ad plenum de la fe, legalitat y probitat de anim de 1.infrascrit don Francisco
de Sena Ramón, llur fill y germà respective, pertant, de llur grat y certa scientia en tot
lo minor modo, vía y manera que poden y deven y lis es licit y permès, fan, constituexen, crean y solemnament ordenan llur procurador cert y espegial y a les infrascrites
coses generai, de manera tal que la spegialitat no derogue a la generalitat, ni per lo contrari, al dit y prenomenat don Francisco de Sena Ramón, en dicta ciutat domigiliat,
present y lo carrich de dita procura en si spontaneament acceptant, per a que per dits
constituents y en llurs noms puga y dega, se presentar en lo real Parlament...
[omissis]" /
c. 470v. ...Testes sunt Franciscus Villino, notarius, et Dominicus Apreto, Sasseris.
(ST) Signum mei Joanis Cano et Carta, civis Sasseris, auctoritatibusque regia vero per
totam et dictionem serenissimi domini nostri regis publici notarli qui haec scripti et
clausi rogatus et requísitus. /
288
1631 febbraio 13, Cagliari
Giovanni Andrea Matta della villa di Gergei, momentaneamente a Cagliari,
designa suo procuratore nel Braccio militare del Parlamento il nobile Gerolamo
Cugia.
205 Per
372
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
Admitatur.
c. 471
Die decimo tertio mensis februarii, anno a nativitate Domini 1631, Caller.
Ego don Joannes Andrias Matta, villae de Jergei, Caller nunc personaliter repertus,
gratis, et ex mea certa sciensia, constituo et ordino procuratorem meum certum et
specialem et ad infrascrita et generalem, ita tamen quod specialitas generalitati ipsi
minime deroget, vos nobilem domnum Hieronimum Cutja, his presentem etc., pro
me et nomine meo comparendum et interessendum pro me et nomine meo in dicta
Curia et tractatibus eiusdem et specialiter cum tota Curia et ibidem eligendum et
nominandum tractatores Brachi mílitaris...
[omissis]206
...Testes huius rey sunt Joannis Baptista Arca et Brotus Meloni, scriptores, Caller c. 471v.
habitantes.
Jacobus Manca, publicus notarius civis Caller, fidem facit haec subscribens. /
1631 febbraio 13, Iglesias
289
Antonio de Espinosa, domiciliato ad Iglesias ma nativo di Rio Seco, non
potendo partecipare al Parlamento, nomina suo procuratore Paolo di Castelvì,
Procuratore e giudice del Real Patrimonio.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego don Antonius de Espinosa, domiciliatus c. 472
in presenti civitate Ecclesiarum, oriundus ab oppido vulgariter dicto Rio seco, quia
infrascritis peragendis personaliter adesse non possum gratis igitur et de mea certa
sciencia eisque melioribus via, modo, forma ac jure quibus melius de jure et alias,
valere possum et debeo, constituo et ordino procuratorem meum, certum et specialem et ad infrascrita etiam generalem, ita tamen quod specialitas generalitati ipsi minime deroget, nec e diverso, nobilem don Paulum de Castellvì, regium procuratorem et
judicem Patrimoni Regi, his hi absentem tanquam presentem ad pro me et nomine
meo in regio generali Parlamento ac Curiis generalibus...
[omissis]207 /
...Actum est hoc in civitate Ecclesiarum die decimo tertio mensis februarii anno a c. 473
nativitate Domini 1631.
Signum meum don Antonii de Espinosa qui praedicta laudo, concedo et firmo.
Testes sunt venerabilis Joannes Pias, pissano presbiter et beneficatus sedis presentis
°6 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
2
207
373
civitatis, et Didacus Cordellas, chirurgus, eiusdem civitatis habitatores.
(ST) Signum Joannis Pias, auctoritatibus apostolica et regia publicii notarii et domus
et sedis presentis civitatis secretari qui praemíssis interfuit quamvis alieno scriptis
calamo indubiam fidem facit. /
1631 gennaio 10, Cagliari
Giacomo Hurtado de Montelvan, donnicello abitante a Lapola, quartiere della
città di Cagliari, non potendo partecipare al Parlamento, nomina suo procuratore
Paolo di Castelvì, nobile cavaliere dell'ordine di San Giacomo della Spada.
290
Admitatur.
c. 476
In Dei nomine. Noverint universi quod ego Jacobus Hurtado de
Montelvan, domnicellus, in oppido Leapolae ex appendicis Caller domiciliatus, attendens quod ego cum literis regiis, tam sacra catholica regia Magestatis domini nostri
Regis, quam illustrissimi et excellentissimi dominus Locumtenens et Capitaneus generalis presentis Regni, fui vocatus die octavo infrascriptorum mensis et anni interessem
in presenti civitate Caller in Curia generali, quam ibidem praefactus illustrissimus et
excellentissimus dominus Locumtenens et Capitaneus generalis nomine et vice suae
Magestatis et regnicolis presentis Regni induxit et convocavit ac tenere et celebrare
intendit; attendens etc., quod infrascriptis non possum interesse pro ut deceret, idcirco, tenore presentis publici instrumenti, nobilem don Paulum de Castelvì, militem
ordinis et militiae Sancti Jacobi de Spata, his licet absentem tamquam presentem ad
comparendum et interessendum, pro me et nomine meo, in Curia generali...
[ornissis]208 /
c. 476v.
...Actum est hoc Caller die decimo mensis januarii anno a nativitate Domini 1631.
Signum Jacobi Hurtado de Montalvan constituentis predicti, qui haec laudo, congedo
et firmo.
Testes huius rei sunt Antiochus Brondo et Joannes Dominicus Bartaloso.
Montserratus Vacca secretarius de preditis fidem facit hec proprio calamo subscribens. /
1630 dicembre 9, Sassari
Francesco Esgrecho, di Sassari, non potendo partecipare al Parlamento perché
impegnato nel disbrigo di alcuni importanti affari, nomina suo procuratore
Giovanni Pilo, nobile sassarese.
291
208 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
374
Die nono mensis decembris anno a nativitate Domini 1630, Sasser. c. 477
En nom de Nostre Serior Deu, amen. Sia a tots notori com yo don Francisco Sgrecho
de la present ciutat de Sager, per quant no me puch trobar personalment a les infrascrites coses per ser enpedit en alguns negocis de inportancia, per gò, en tot lo millor
modo que puch y me es llicit y permès, de grat y certa mea sciencia fas, constituesch,
crehe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les coses infrascrites
generai, de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat, ni per lo contrari,
al noble don Joan Pilo de dita ciutat, que es present y aceptant, per a que, per mi y en
mon, nom se puga y degà presentar en lo real Parlament...
[omissis]2°9 /
c. 477v.
...Testes Matheus Vorgio et Zampello et Didacus Gambella, Sasser.
(ST) Signum meum Joannes Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suam sacram catholicam regiam
Magestatis domini nostri Regis notari publici qui praemissis interfui et requisitus
clausi. /
1631 febbraio 6, Oristano
292
Giovanni Antioco Sanna della città di Oristano, non potendo intervenire al
Parlamento a causa di alcuni impegni, nomina suo procuratore Paolo di
Castelvì, dell'ordine di San Giacomo della Spada.
In Dei nomine. Noverint universi quod ego nobilis don Joannes Antiocus Sanna c. 480
huius civitatis Oristani, attendens quod tria Stamenta seu Brachia presentis Sardiniae
Regni et interea cum literis requisitoris, tam sacra catholica regia Magestatis domini
nostri Regis nunc feliciti regnantem, quam illustrissimi et excellentissimi domini don
Hieronimi Pimentell, marchionis de Vaiona, Locumtenens et Capitaneus generalis
prefacti Sardiniae regni, fui convocatus ad die octava mensis januarii proximo ellapso
fecisse in civitate Calleris in Curia generali, quam ibidem prefactus illustrissimus et
excellentissimus dominus Locumtenens generalis, nomine et pro parte sue prefacte
regie Magestatis regnicolis prefacti Regni induxit et convocavit ac tenere et celebrare
intenda; attendens etc., que aliis negotiis inpedictus non possum in prefacta civitate
Calleri transferre nec in ipsa Curia adesse, pro ut decet, de mea igitur certa sciencia,
constituo, creo, deputo et sollemniter ordino procuratorem, sindicum et actorem ac
nuntium certum et specialem et ad infrascriptam etc., generalem, ita tamen quod specialitas generalitate ipse minime deroget, nec et diverso, illustrissimus dominus don
Paulo de Castellvy, ordinis et militie Sancti Jacobi...
2°9 Per
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
375
[omissis]21° /
c. 480v.
...Actum est hoc in presenti civitate Oristani die sexto mensi februari anno a nativitate
Domini 1631. Signum meum nobilis don Joannes Antiochus Sanna constitutus prefactus qui hec llaudo, congedo et firmo.
Testes huis rey sunt Michaell Pira, minor diez, ac Joannes Angielus Baquer, Oristani
habitantes.
(ST) Signum Joanis Montis Serrati Conco, appostolica ubique regia vero auctoritatibus pro ad presentis Sardinie Regnum, publici notari civis Oristani, qui predictis
adfuit idem proprio chalamo scriptis et requisitus hec eodem chalamo clausit. /
293
1631 gennaio 5, Sassari
Girolamo di Castelvì Gaya, nobile cittadino di Sassari, non potendo intervenire al Parlamento perché impegnato in alcuni importanti affari, nomina suo
procuratore il proprio fratello Diego Gaya.
c. 481
Die quinto mensis januarii anno a nativitate Domini 1631, Sasser
Yo don Hieronimo de Castelvì y Gaya, de la present siutat de Sasser, per quant al present estich empedit en alguns negossis a mi molts urgents, per les quals no me puch
transferir personalment en la siutat de Caller per asister a fer les infrascrites coses, per
gò, de grat y serta mà sciensía, confiant plenament de la fe, legalitat, prudentia, rectitut y bondat de 1.illustre don Diego Gaya, mon jermà, en tot lo minor modo che
puch, dech, y de dret me es licet y permès, fas, constituesch, cree y solemnament
ordene procurador meum cert y spessial y a les infrascrites coses generai, de manera
tal que la spessialitat a la generalitat no derogue, ní per lo contrari, al dit noble don
Diego Gaya, mon jermà, que es absent com si fos present...
[omissis]211 /
c. 481v.
...Testes Joannes Antonius Fatazo et Joannes Franciscus Longo, Sasseris.
(ST) Signum meum Joannes Antoni Quessa, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica
ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae Regnum, publici notari qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
294
1631 novembre 14, Iglesias
I canonici ed i presbiteri del Capitolo di Iglesias, riuniti nella sacrestia di
21° Per il contenuto della parte omessa cfr. il
211
376
documento n. 114.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
Santa Chiara, Cattedrale della città, designano loro procuratore il canonico
Nicola Zucca.
c. 484
In Dei nomine. Noverint universi quod nos reverendus Antiocus Serra et Cani, canonicus et praesidens reverendi capituli presentis givitatis Ecclesiarum, Antonius
Canavera, Andreas Palii, Antiocus Cani, Franciscus Scarxoni, Joannes Pinna, etiam
canonicus et vicarius generalis presentis episcopati dictae civitatis Ecclesiarum et
Joannes Leoni, etiam canoniciis eiusdem civitatis Ecclesiencis, Joanes Fabei, Joanes
Cocodi, Benedictus Canas, Basilius Contini, Antiocus Balia, Franciscus Dessy,
Dominicus Curques, Antonius Falxi, Antiocus Pintus, Joanes Canas, Antiocus Murja,
Joanes Pinna, et Antiocus Orrú, praesbiteri capitulares eiusdem cathedralis
Eclesiencis, unanimes et concordes, congregati intus sacristia santae Clarae saedis
praefactae, ut moris est, tamquam major et senior pars eiusdem reverendi Capituli
facientes et representantes pro execucione conclusionis et determinacionis per nos
díe presenti et infrascrito abitum et conclusum, attendentes et sientes nos canonicos
et capitulares prefactos dicto nomine fore et esse citatos et convocatos per illustrissimum et reverendissimum dominum don Gasparem Prieto, episcopum algarengis et
Presidentem et Capitaneum generalem presentis Sardiniae Regni, nomine seu ex
parte suae regis Magestatis domini nostri regis Philiphi, quod per nos mes ipsos aut
nostrorum seu potius praefacti Capituli, sindicum, actorem, seu procuratorem compareamus coram sua illustrissima et reverendissima dominatione, racione asistendi et
interessendi in tractando et concluendo omnes et singulas causas, res et negogia quae
aportebit et necesse fuerit proponenda et tractanda in regio generali Parlamento
quod sua illustrissima et reverendissima dominacio, pro praefata sacra catholica Regia
Magestate et ipsius nomine, celebrare intendit in civitate et castro Caller quod generalem Parlamentum regium incipere habet die prima mencis decembris aníi presenti
1631, pro ut de preffata citacione et convocacione lacius constat et videre quadam
provisione suae illustre et reverendissime dominacionis sub datum in civitate preffata
Caller, die quinta mencis novembris anni prediti / pro me deffluxi idcirco confidentes c. 484v.
ad plenum de probitate, animiquae dexteritate et in agendis pericia, sufficencia, studiositate, legalitate atque experiencia vestris reverendi Nicolai Zuca, prefacte et presentis reverendi Capituli canonici, de nostra igitur certa sciencia, eisque melioribus
via, modo, forma ac jure quibus melius de jure et alias valere possumus et debemus,
constituimus, creamus atque solemniter ordinamus sindicum, actorem et procuratorem nostrum et cuiuslibet nostrum, seu verius preffacti capituli Ecclesiarum et singularium eiusdem certum et specialem atque ad praedicta et infrascrita etiam generalem
ita tamen que specialitas generalitati ipsi minime deroget nec adverso vos eiusdem
Nicolaum Zucca, canonicum his presentem et aceptantem ad pro nobis et nomine
nostro et cuiuslibet nostrum seu verius dicti capituli presentis civitatis Ecclesiarum
comparendum et interessendum in tribunali seu convocatione e congregacione ac
regio generali Parlamento.
377
c. 486 [omissis]212 /
...Actum est hoc in dicta civitate Ecclesiarum et in dito Capitulo sedis Santae Clarae
die decima quarta mensis novembris anno a nativitate Domini, 1631.
Testes huius rey sunt Julianus Pisuledo et Antiocus Palumbo, presentis civitatis habitatores.
(ST) Signum mei Petri Murroni autoritate regia per omne presentis Sardiniae
Regnum publici notarli qui in receptione hius instrumenti una cum testibus interfui et
c. 486v. manum / aliena scribi feci et proprio subscribens rogatus et requisitus... /
295
1631 dicembre 3, Sassari
Francesco De Sena, nobile cittadino di Sassari, essendo occupato in altri affari,
nomina suo procuratore in Parlamento il proprio nipote Francesco Ramón De
Sena, domiciliato nella stessa città.
c. 488
Die tenia menssis decembris anno a nativitate Domini 1631, Sasser.
Lo noble sei-10r don Francisco De Sena, domigiliat en la present ciutat de Sasser, per
quant a les infrascrites coses no puot personalment intervenir per ser en altros negociis ocupat; pertant, de son grat y certa scientia, en tot lo millor modo, via y manera
que puot y deu, fa, constitueix, crea y solemnament ordena son procurador cert y
especial y a les infrascrites coses generai, de manera tal que la specialitat no derogue a
la generalitat, ni per lo contrari, al noble sefior don Francisco Ramón de Sena, domiciliat en dita ciutat, son nebot, absent com si fos present, per a que, en nom y per part
de dit noble costituent, puga y dega se presentar en lo real Parlament...
[omissis]213
c. 488v. ...Testes sunt Cosma Casagia et Joannes Andreas Grimaldo, Sasseris.
(ST) Signum mei Joannis Cano et Carta, civis Sasseris, auctoritatibusque apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem serenissimi domini nostri Regis
publici notari qui hec scripsi et clausi rogatus et requisitus... /
296
1631 dicembre 3, Sassari
Carlo Ignazio Ramón de Sena, nobile sassarese, non potendo partecipare al
Parlamento, nomina suo procuratore il proprio fratello Francesco Ramón de
Sena.
212
213
378
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
Die tenia menssis decembris anno a nativitate Domini 1631, Sasser. c. 489
Lo noble don Carlos Ignacio Ramón de Sena, populat en la present ciutat, per quant
a les infrascrites coses no puot personalment intervenir per la distancia del lloch; pertant, de son grat y certa scientia que del dret li es licit y permès, fa, constitueix, crea y
solemnament ordena son procurador cert y especial y a les infrascrites coses generai,
de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat, ni per lo contrari, al noble
don Francisco Ramón de Sena, domiciliat en dita ciutat, son germà, absent com si fos
present, per a que, en nom y per part de dit noble costituent, puga y dega se presentar en lo real Parlament...
[omissis]214
c. 489v.
...Testes sunt Cosma Casagia et Joannes Andreas Grimaldo, Sasseris.
(ST) Signum mei Joannis Cano et Carta, civis Sasseris, auctoritatibusque apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem serenissimi domini nostri regis,
publici notari qui hec scripsi et dausi rogatus et requisitus... /
1632 gennaio 13, Iglesias
Salvatore Serra Pixi di Iglesias, non potendo partecipare al Parlamento, nomina suo procuratore Francesco Zapata, nobile cagliaritano, cavaliere dell'ordine di
Santa Maria di Alcantara.
297
In Dei nomine. Noverint universi quod ego don Salvator Serra et Pixi, presentis rivi- c. 492
tatis Ecclesiarum, quia infrascritis peragendis personaliter adesse non possum, ideo,
gratis et ex mea certa sciencia, eisque melioribus via, modo, forma et jure quibus
melius de jure et alias valere possum et debeo constituo et ordino procuratorem
meum certum et specialem et ad infrascrita etiam generalem, ita tamen quod specialitas generalitati ipsi minime deroget, nec e diverso, nobilem don Franciscum Sapata,
militem abiti divinae santae Mariae de Alcantara, in civitate et castro Callari domiciliatum, his licet absentem tanquam presentem, ad pro me et nomine meo in regio
generali Parlamento ac Curiis generalibus...
[omissis]215 /
...Actum est hoc ín civitate Ecdesiarum, die decima tertia mensis januarii anno a nati- c. 492v.
vitate Domini 1632.
214 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117. Al riguardo si veda anche il
doc. n. 287.
215 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
379
Signum mei Salvatoris Serra et Pixi qui praedicta laudo, concedo et firmo.
Testes huius rey sunt magister Maurus Lecca, candelarius, et Joannes Dessì Porru,
agricola, Ecclesiis habitants.
(ST) Signum mei Marci Fanutza, auctoritate regia vero per omne presens Sardiniae
Regnum qui praedicti adfui eaque proprio calamo exaravi et cum raso ubi legitur nec
non notarius requisitus rogatusque clausi. /
298
1632 febbraio 9, Oristano
I consiglieri della città di Oristano, poiché il consigliere capo, Gaspare Sanna,
per una indisposizione fisica, non può più presenziare ai lavori del Parlamento,
nominano loro rappresentante l'avvocato Gaspare Pira.
c. 493
Die nono mensis febbruarii anno a nativitate Domini 1632, Oristani.
Los magnifichs don Gaspar Sanna, Nicolao Pinna, Cosme Murro y Juan Stupa, consellers en cap, segon, quart y quint lo present ayn desta magnifica ciutat de Oristani,
absent lo magnifich Joan Baptista Pira dit e present ayn conseller terg d.esta dita ciutat,
atenent e sabent que ab Congell generai en esta magnifica casa, tingut als vinti dos del
propassat mes de jener de l.ayn propassat de mil siscent trentahu, fonch c'e& y nomenat per sindich d.esta ciutat y al real generai Parlament a nomenat dit magnifich don
Gaspar Sanna y se votà i determinà per tots conformes que per al devant, sempre que
algú dels consellers i del Consell no volgues aceptar dit carrich de sindich en altre ocasió de Parlament, se cometés y acomanàs dit carrich al advocat que a les ores seria
d.esta dita ciutat en la de Caller y com vuy die present, ab Congeli tingut en esta dita
casa, per la indispositió deu tenir dit magnifich en cap que té manifestat en lo dit
Concell no puga asistir a la condusió de dit real Parlament que se era comensat per lo
quondam marquès de Vayona, tunch virrey, pertant, en virtut tant del dit primer
congeli com del tingut vuy die present sobre dita rahó de dita electió de sindich per la
dita indispositió de dit magnifich en cap, fan, crean, constituexen y solemnament ordenan per sindich de dita ciutat al doctor don Gaspar Pira, advocat d.esta dita ciutat en
la de Caller, a estes coses absent etc., per a que, en nom y per part de dita ciutat y universitat de aquella, puga y dega assistir a la condusió de dit real generai Parlament...
[omissis]216 /
c. 493v. ...Testes son Miquel Pira major, negogiant et Sisinni Enna de Oristani y vila de
Zeddiani respective habitatores.
Praemissis proprio calamo exaratus fidem facit Jacobus 011a publicus notarius civis
Oristani ac domus Concili huius civitatis... hec eodem calamo subscribens. /
216
380
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
1631 dicembre 5, Pattada
299
Salvatore Sini e i figli Carlo e Gabriele, residenti nella villa di Pattada, poiché
per alcuni impegni non possono partecipare al Parlamento, nominano loro procuratore Melchiorre de Silva, nobile cagliaritano.
A 5 de decembre 1631, Pattada. c. 494
Nos altres nobles don Salvador Sini, don Carlos Sini y don Gabriel Sini, pare y fills,
de la present villa de Pattada naturals y domisiliats, per quant per algunes ocupasions
y enpediments licitos, present y personalment no nos podem trobar a las cosas infrascritas per gò, de nostre grat y certa siensia y en tot lo millor modo que de dret vel
alias podem y devem, confiants de la doctrina, legalitat, sufisiensia y retitut de l.infrascrit nostre procurador en entrar y determinar los negossis del real generai Parlament,
cream, ordenam y solemniter constituim y cada hu de nos altres crea, ordena y solemniter constituex nostre procurador cert y spesial y per les infrascrites coses generai, de
manera tal que la spesialitat a la generalitat no derogue, nech e contra etc., ita quod
etc., al noble don Melchior de Silva, da la present ciutat de Caller, absent com si fos
present, per a que, per nos y nostre nom y de qualsevulla de nos altres, se puga y dega
presentar en lo real y generai. Parlament....
[omissis]217 /
...Testes presents Antoni De Sotgia y Lay y Salvador Cubeddo y Andreu Sogia, de la c. 494v.
present villa.
Sebastià Sotgia scriba per don Salvador Sini. /
300
1631 gennaio 3, Sassari
Bernardo de Loretto ed il figlio Girolamo, di Sassari, essendo impegnati nel
disbrigo di alcuni affari, nominano loro procuratore Gavino de Loretto, rettore
della chiesa parrocchiale di Bono, rispettivamente loro figlio e fratello, perché
possa rappresentarli in Parlamento.
Die tercia mensis januari anno a nativitate Domini 1631, Sasser. c. 498
In Dei nomine amen. Noverint universi quod nos don Bernardus de Loretto et don
Hieronimus Loretto, pater et filius, presentis civitatis Sassaris quia ad convocationem
seu regium Parlamentum sumus vocatti et aliquibus negotis impediti personaliter
adesse non possumus, ideo, de nostra certa scientia, confidentes ad plenum de prudentia et sufficientia vestra, facimus, constituimus, creamus, deputamus et solemniter
217
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
381
ordinamus procuratorem nostrum certum et specialem et ad infrascripta etiam generalem, itta quod specialitas gieneralitati minime deroget, nec e contra, reverendum et
egregium don Gavinum Loretto, rectorem parrochialis villae de Bono, filium et fratrem respective, dictae civitatis, absentem tamquam presentem, ad videlicet pro nobis
et nomine nostro, tam coniuntim quam divisim, convocationi, seu regio Parlamento...
[omissis]218 /
c. 499 ...Testes huius rey sunt reverendus Salvator de Branca et Franciscus de Campo, ferri
faber Sasseris.
(ST) Signum mei Cosme Ruina Sialeddo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica ubique regia vero per hoc omne presens Sardiniae Regnum pubblici notari qui hec feci
rogatusque dausi. /
1632 dicembre 30, Sassari
301
Francesco Deliperi,- donnicello di Sassari, essendo impegnato nel disbrigo di
alcuni importanti affari, nomina procuratore il proprio fratello Gavino Deliperi
Paliacho perché lo rappresenti in Parlamento.
c. 500
Die trigesimo mensis decembris anno a natívitate Domini 1632, Sasser.
Yo Francisco Deliperi, donzell de la present siutat de Sasser, per quant al present estich empedit en alguns negossis a mi moli urgents per les quals no me puch transferir
personalment en la siutat de Caller per asistir a fer les infrascrites coses, per gò, de
grat y certa mea scientia, confiant plenament de la fe, legalitat, prudentia, rectitut y
bondat de l.infrascrit dottor Gavì Deliperi Paliacho, donzell mon germà, de dita siutat, que es absent com si fos present, en tot lo millor modo que puch, dech y de dret
me es licit y permès, fas, constítuesch, cree y solemnament ordene procurador meu
cert espessial y a les infrascrites coses generai, de manera tal que la spesialitat a la
generalitat no derogue, ni per lo contrari, al dit don Gavì Deliperi Paliacho per a que,
per mi y en mon nom, se puga y dega presentar personaltnent en lo real Parlament...
[omissis]219 /
c. 500v. Testes Petrus de Branca et Joannes Francisco Longo, Sasseris.
(ST) Signum meum Joannes Antoni Quessa, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia per hoc omne presens Sardiniae Regnum, publici notari qui praemissis
interfici et requisitus dausi. /
218
219
382
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
302
1632 gennaio 17, Sassari
Il vicario generale ed i canonici del Capitolo di Sassari, convocati da
Giacomo de Passamar, arcivescovo turritano, nominano loro procuratore nello
Stamento ecclesiastico Giovanni Francesco Paliacho, canonico della archidiocesi.
In Dei nomine amen. Noverint universi quod illustres reverendi et egregi doctores c. 502
Antonius Nuseo, archipresbiter et vicarius generalis turritanus, Matheus Vargio,
Marcus Vico, Quiricus Malla, Quiricus Casagia, Lucianus Bagella, Franciscus Grixoni
et Angielus Carta, canonici et capitulares turritani, convocati et congregati de ordine et
mandato illustrissimi et reverendissimi domini don Jacoby de Pasamar, archiepiscopi
metropolitani turritani, ad sonum campanae majoris íntus palatium archiepiscopale
turritanum ubi pro similibus et aliis dicti capituli negotis soliti sunt convocari et congregari Capitulum, facientes, tenentes, celebrantes et representantes tamquam major et
senior pars de corpore dicti capituli, revocantes in primis ab que tamen infamie notta
omnes et quoscumque presentes per ditos dominos constituentes nomine dicti
Capitulo ad infrascrita constitutos, quia diebus proxime elapsis fuit dictis dominís constituentibus tradita epistola, sive citatoria convocatoria illustrissimi et reverendissimi
don fratris Gasparis Prieto, episcopi algarensis, Presidentis ac Capitanei generalis per
sacra catholica regia Magestate in hoc presenti Sardíniae Regno, cum qua ordinabat
unus aut plures dictorum constituentium dicto nomine dicti Capituli asisterunt
Parlamento incepto celebrari in civitate Calaritana per illustrissimum et excellentissimum dominum don Hieronimum Pimentel, tunc pro regem ac Capitaneum generalem
in praefacto Sardiniae regno per praefacta sacra catholica regia Magestate, cum in
Stamentis eclesiastico, regio et militari ipsius Regni, ad tractandum in eo contento et
pro tollendis gravaminibus et refformandis cauthellis usque si que fuerint in dicto
Regno in benefficio rei publicae et pauperum illius et bone administracionis justiciae et
ut in discursu et conclusione tratarent et concordarent dicta negotia cum zelo quod
semper soliti sunt obtemperare regiae suae Magestatis ideo ut adimpleretur quod díctis
constituentibus per suam regiam Magestatem iussum fuit; confidentes ad plenum de
virtute, integritate, legalitate, sufficiencia, doctrina et zelo illustris reverendi et egregi
doctoris Joannis Francisci Paliacho, canonici turritani, pro ut fuit per dictos dominos
constituentes in Capitulo die presenti celebrato determinatum, qua propter, cum presenti publico instrumento, omnibus melioribus via, / modo et forma quibus magis c. 502v.
melius et efficacius ponierunt et deberunt, gratis et coram certa scientia, faciunt, constituunt, creant, deputant et solemniter ordinant suum verum, certum et indubitatum
sindicum et procuratorem, actorem, factorem, negotiorumque, infrascriptorum gestorem ac nuntium specialem et ad infrascripta etiam generalem, ita quod specialitas ipsi
generalitati minime derroget, nec e contra, praefatum illustrem reverendum Joanem
Franciscum Paliacho, canonicum turritanum, presentem et aceptantem ad videlicet
pro dictorum constituentium nomine in prefato regio Parlamento...
383
[omissis]220
c. 503v. ...Acta in praefato palacio die decima septima mensis Januari anno a nativitate
Domini 1632, Sasser.
Testes sunt reverendus Elias Segue et Georgino Santino atque egregius Sebastianus
Ansaldo uti substitutus infrascritti notari firmam acepi, Sasser.
(ST) Signum meum Gavini Pilo Diana, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica ubique regia vero per hoc omne presenti Sardiniae Regnum, nottari publici et illustris
Capituli turritani secretari, de praemissis, mediante substituto meo, interfeci requisitus rogatusque clausi. /
303
1632 gennaio 13, Gesico
Giuseppe Sanna Cervellòn, signore di Gesico e della villa spopolata di Goni,
e suo figlio Emanuele Sanna di Castelvì nominano loro procuratore in
Parlamento Giovanni Battista Sanna di Castelvì, figlio e fratello dei contraenti
l'atto di delega.
c. 506
Die trexesimo mensis januarii anno a nativitate Domini 1632, Gessico.
Lo noble don Joseph Sanna de Cervellò, setior de las vilas de Gessico poblada y Goni
despoblada, y lo noble don Emanuel Sanna de Castelvì, pare y fili, personalment trobats, gratis etc., fan, crean e soleniter constituexen y ordenan llur ver e indubitat procurador sert y espesial y a les cosas infrascrites generai, axí que la espesialitat no derogue a la generalitat, ni per lo contrari, a saber es al noble don Juan Baptista Sanna de
Castelvì, fili y germà de dits nobles constituents, qual es present etc., per que, per part
y nom de dits constituents, puga, aja i dega entrar en lo real Parlament...
[omissis]221 /
c. 506v. ...Testes sunt mestre Diego Montaner, giponer, Antoni Murtas, negosiant, abitants en
Villanova de Caller.
Raphael Murja per auctoritat real notari publich que en las sobre dítas cosas de propria mà escritas ha intervingut... request ne fas fe. /
1631 febbraio 1, Cagliari.
304
Antioco Concu, cavaliere di Villamar, nomina suo procuratore Ignazio
220
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
221 Per
384
Aymerich, signore di quella villa ed, in assenza di questi, Salvatore Pixi, nobile
domiciliato in Cagliari.
Die primo mensis februari anno a nativitate Domini 1631, Caller. c. 507
Ego Antiocus Concu, miles in villa de Mara Arbarei domiciliatus, gratis et ex mea
erta scientia, tenore presentis publici instrumentí constituo et ordino procuratorem
meum certum et specíalem et ad infrascrita generalem, itta tamen quod specialitas
generalítati ipsi minime deroget, nec haec contra, vos nobilem don Ignatium
Ajmerich, dominum utílem vilae prefactae, et, in absentia, nobilem don Salvatorem
Pixi, Caller domiciliatus, absentem tamquam presentem, ad videlicet pro me et nomine meo interveniendum et interessendum regio generali Parlamento...
[omissis]222
...Testes sunt Joannes Antonius Carena et Antiocus Concu, cives Caller, in oppido c. 507v.
Leapolae domiciliati.
Premissis fidem facit Hieronimus Aleu, notari publici Caller, hec scribens. /
305
1631 febbraio 1, Cagliari
Antioco Concu, cavaliere di Villamar, procuratore dei propri figli Gaspare e
Francesco, nomina come suo sostituto Francesco Vacca, governatore dell'incontrada del Mandrolisai.
Die primo mensis februari anno a nativitate Domini, 1631, Caller.
Ego Antiocus Concu, milles in villa de Mara Arbarei domiciliatus, procurator cum
posse substituendi ad effectum interveniendi in regio generali Parlamento nunch
nominae prefactae sacrae catholicae regiae Magestatis celebrant per illustrissimum et
excellentissimum dominum don Hieronimum Pimentell, marquionem de Vahiona,
Locumtenentem et Capitaneum generalem presentis Sardiniae Regni, constitutus a
Gasparae et Francisco Concu, domniceliis fratribus et dicti Antioci filiis, ut constat
instrumentorum notarium infrascritum diae presenti recepto, dicta potestatae substituendi sibi concessa, dictus Antiocus substituens prefactus uti volens ideo substituit
procuratorem suum dicto nomine imo verius dictorum suorum filiorum Gasparis et
Francisci Concu substituit nobilem don Franciscum Vacca, gubernatorem encontratae de Mandrolusay, absentem, ad videlicet asistendum et vottandum nomine dictorum suorum principalium in dicto regio Parlamento et Stamento militari...
222
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
385
C. 508
[omissis]223 /
...Testes sunt Juannes Antonius Carena et Antiocus Concu, cives Calleri, Leapolae
domiciliati.
Premissis fidem facit Hieronimus Aleu, notari publici Caller, hec scribens. /
1631 febbraio 1, Cagliari.
306
Antioco Concu, cavaliere di Villamar, procuratore dei figli Michele e
Ludovico, nomina suo sostituto Ignazio Aymerich, signore di Villamar, e, in
assenza di questi, Salvatore Pixi, nobile domiciliato a Cagliari.
c. 509
Die primo mensis februari anno a nativitate Domini, 1631 Caller.
Antiocus Concu, milles in villa de Mara Arbarei domiciliatus, procurator cum posse
substituendi ad effectum interveniendi in regio generali Parlamento nunch nominae
pro partae sacrae catholicae regiae Magestatis celebrant per illustrissimum et excellentissimum dominum don Hieronimum Pimentell, marquionem de Vahiona,
Locumtenentem et Capitaneum generalem presentis Sardíniae Regni, constitutus a
Michaelis et-Ludovico Concu, domnicellis fratribus et dicti Antioci filiis, ut constat
instrumentorum notarium infrascritum diae presenti recepto, dicta potestatae substituendi sibi concessa, dictus Antiocus substituens prefactus uti volens ideo substituit
in procuratorem suum dicto nomine imo verius dictorum suorum filiorum Michaelis
et Ludovici Concu, substituit nobilem don Ignatium Aimerich, dominum vilae prefactae, et, in eius absentiam, nobilem don Salvatorem Pixi, Caller domiciliati, absentes tamquam presentes, ad videlicet asistendum et vottandum nomine dictorum suorum principalium in dicto regio Parlamento et Stamento militari...
224
[omissis]
...Testes sunt Juannes Antonius Carena et Antiocus Concu, cives Calleri, Leapolae
domiciliati.
Premissis fidem facit Hieronimus Aleu, notari publici Caller, hec scribens. /
1631 novembre 20, Sassari
307
Gavino Manconz, vescovo di Ales, non potendo partecipare al Parlamento
perché vecchio e malato, nomina suo procuratore Gavino Campo, decano della
diocesi di Ales, residente a Cagliari
223
224
386
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Die 20 mensis novembris anno a nativitate Domini, Sasser. c. 514
En nom de Nostre Sefior Deu amen. Sia a tots notori com lo illustrissim y reverendissim setior don Gavì Manconi, per la graQia de Deu y de la sede apostolica bisbe de
Ales y del Consell de sa Magestat, per quant no se pot trobar personalment a les
infrascrites coses per ser impedit de sa vellesa y trobant.se indispost, per gò, en tot lo
minor modo que pot y li es llicit y permès, de grat y certa sa sciencia, fa, constituex,
crea y solemnament ordena son procurador cert y especial y a les infrascrites cosas
generai, de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat, ni per lo contrari,
al reverent doctor Gavì Campo, degà de la Santa Iglesia de Alas, que es absent com si
fos present, en la ciutat de Caller resident, es a saber que per sa serioria illustrigsima y
en son nom puga y dega presentar en lo real Parlament...
[omissis]225
...Tester huius rei sunt reverendus Michael Angelus Xirronis, rector ville de Mogoro c. 514v.
diocesi terralbensis, et Bartholomeus Foxi, vilae de Sardara, Sasseris habitators.
(ST) Signum meum Joannis Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae Magestatis
dominum nostri regis notari publici, qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
1631 novembre 20, Sassari
308
Simone Coeta, cavaliere domiciliato a Sassari, non potendo partecipare alla
celebrazione delle Corti a causa di alcuni importanti affari, nomina suo procuratore Girolamo de Obilba y Ponze, commissario generale della Cavalleria del
Capo di Sassari e Logudoro, perché possa rappresentarlo in Parlamento.
Die 20 mensis novembris anno a nativitate Domini 1631, Sasser. c. 515
En nom de Nostre Serior Deu amen. Sia a tots notori com yo Simò Coeta, cavaller en
la present ciutat de Sacer domiciliat, per quant no me puch trobar personalment a les
infrascrites coses per ser empedit en negociis de importansa, per O, en tot lo minor
modo que puch y me es Ilicit y permès, de grat y certa mea sciencia, fas, constituesch,
crehe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les infrascrites coses
generai, de manera tal que la specialitat no derogue a la generalitat, ni per lo contrari,
a don Hieronim de Obilba y Ponze, comissari generai de la Cavalleria del present
Cap de Sacer y Llugudor per sa Magestat, que es absent com si fos present, en la ciutat de Caller resident, es a saber que per mi y en mon nom puga y dega presentar en
lo real Parlament...
225 Per
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
387
[omissis]226 /
c. 515v. ...Testes huius rei Petrus et Paulys Pisone et Angelus de Molina, Sasseris habitators.
(ST) Signum meum Joannis Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae
Magestatis dominum nostri regis, notari publici, qui praemissis interfui et requisitus
clausi, de correto ubi legitur a don Hieronim de Obilba y Ponze comissari generai de
la Cavalleria. /
1632 gennaio 16, Sassari
Matteo Sanatello, nobile cavaliere della città di Sassari, tanto a nome proprio
quanto in qualità di reggidore ed amministratore generale della baronia di
Galtellì e dell'incontrada di Onil, non potendo partecipare al Parlamento perché
impegnato in importanti affari, nomina suo procuratore l'avvocato cagliaritano
Antonio Canales de Vega.
309
c. 516
Díe 16 mensis januarii anno a nativitate Domini 1631, Sasser.
En nom de Nostre Seiior Deu, amen. Sia a tots notori com yo Mateo Sanatello, de la
present ciutat, fent estes coses tant en nom propri y com y de regidor y generai amministrador de la Baronia de Galtellì y encontrada de Onil, y per quant no me puch trobar personalment a les infrascrites coses per ser empedit en negociis de importansa,
per 0, en tot lo minor modo que puch y me es llicit y permès, de grat y certa mea
sciencia, en dits noms, fas, constituesch, crehe y solemnament ordene mon procurador cert y especial y a les infrascrites coses generai, de manera tal que la specialitat no
derogue a la generalitat, ni per lo contrari, a don Antony Canales de Vega, que es
absent com si fos present, en la ciutat de Caller domiciliat, es a saber que per mi y en
los noms sobre dits puga y dega presentar en lo real Parlament...
[omissis]227 /
c. 516v. ...Tester huius rei Antony Riqueri et Mateus Vargio, scriptores Sasseris.
(ST) Signum meum Joannis Baptista Sarigo, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica
ubique regia vero per totam terram et dictionem suae sacrae catholicae regiae
Magestatis dominum nostri regis, notari publici, qui praemissis interfui et requisitus
clausi, constat de correto ubi legitur en los noms. /
226
227
388
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
1632 febbraio 4, Cagliari
Giovanni Sillente Pujades, della città di Sassari, signore di Minutades,
Passaradas, Moncortera e Santa Vittoria, trovandosi a Cagliari per affari, nomina suo procuratore Didaco Gaya, nobile sassarese, perché possa rappresentarlo in
Parlamento.
310
Noverint universi quod Joannes Sillente Pujades, dominus de Minutades, Passaradas, c. 520
Moncortera et Sanctae Vitoriae, civitatis Sassaris, ad presens Calari personaliter
repertus, quia ad infrascrita ob negosium, constituo, creo et solemniter ordino procuratorem meum certum et specialem et ad infrascrita poenitus generalem ita tamen
quod specialitas generalitati ipsi minime deroget, nec e diverso, nobilem don
Didacum Gaya, civitatis Sassaris, his absentem tanquam presentem ad videlicet pro
me et nomine meo comparendum in generalibus Curiis sive Parlamento...
[omissis]228 /
...Actum est hoc in presenti Castro Callari, die quarto mensis februarii anno a nativi- c. 520v.
tate Domini 1632.
Signum mei costituentis prefati qui predicta laudo, concedo et firmo.
Testes huius rei sunt Joannes Oracius Medda, opidi Villae Novae Caller, et Franciscus
Boj, calligarius, opidi Leapolae Caller.
(ST) Signum Bartholomaei Scano, apostolica ubique regia vero auctoritatibus per
orme presentis Sardiniae Regnum, publici notati, qui praemissis una cum praenominatis. /
1632 gennaio 15, Sassari
Antonio Manca Marongiu, Giovanni Manca Bronda, Salvatore Manca
Bronda, domiciliati a Sassari, non potendo intervenire al Parlamento a causa di
alcuni importanti affari, nominano loro procuratore Francesco Bronda, cognato
di Antonio e zio degli altri due.
311
In Dei nomine amen. Noverint universi de com nos altros don Antoni Manca Marongio, c. 522
don Juan Manca y Bronda, y don Salvador Manca y Bronda, en la present ciutat de Sacer
domiciliats, per quant som impedits de alguns negocis de importancia y a les cosec infrascrittes presents no nos podem trobar personalment; per sò, confiants ad plenum de la
fe, legalitat, rectitut y prudencia en tractar y determinar los negosis del noble y egregi
don Francisco de la Bronda, nostre cugnat y onde respective, en la ditta ciutat axi bé
domiciliat, de nostre grat y certa scientia, en tot lo millor modo, via y manera qui de dret
228 Per
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
389
vel alias podem y dehem y nos es licit y permèss y dir y fer se pot, fem, constituhim,
cream, deputam y solemnament ordenam nostre procurador, actor, factor y nunsi gert y
special y a les coses infrascrites generai, axí que la specialitat a la generalitat no derogue,
nec e contra, al praedit noble y egregi don Francisco de la Bronda, juris utriusque doctor,
absent com si fos present y aceptant, per a que, per nos altres y en nom nostre y en persona de quiscun de nos altres se puga y dega presentar en lo real Parlament...
[omissis]229 /
c. 522v.
...Fets son estats estas cosas en la praedita siutat de Saser a quinze del mes de gener
de l.any de la nativitat de Nostre Serior Jhesus Christi, mil y sis sents y trenta dos.
Signal de nos altres dits don Antoni Manca Marongio, don Juan Manca y Bronda y
don Salvador Manca y Bronda que les subsdites coses eloam, ratificam, firmam et, ut
supra, juram.
Testes huius rei sunt Petrus Sanz, civis, et Leonardus Cano, sartor Sassaris.
(ST) Signum meum Gavini Appietto Carta, civis Sassaris, auctoritatibus appostolica
ubiquae regia vero per hoc omne presenti Sardiniae Regnum publici notari, qui haec
feci rogatusque clausi. /
1631 dicembre 24, Sassari
312
Giuseppe e Girolamo Loreto, nobili, e Pietro Garau, dormiceli°, residenti e
domiciliati a Sassari, non potendo intervenire personalmente al Parlamento,
nominano loro procuratore Bernardo de Loreto
c. 523
Die vigesima quarta mensis decembris anni a nativitate Domini 1631, Sassari.
Noverint universi com los nobles don Joseph Loreto, don Hieronim Loretto y Pedro
Garau, dongel, domiciliats en la present ciutat, per quant a les infrascrites coses no
podem personalment intervenir y confiant ad plenum de la fe, legalitat y probitat de
anim de 1.infrascrit don Bernart de Loretto, domiciliat en dicta giutat, pertant, de llur
grat y certa scientia, en tot lo millor modo, via y manera qui poden y deven, fan, constitueixen, crean y solemnament ordenan llur procurador cert y especial y a les infrascrites coses generai, de manera tal que la specialitat no puga derogar a la generalitat,
ni per lo contrarii, al dit prenomenat don Bernart de Loretto, domiciliat en dita giutat, present y lo carrich de dicta procura en si spontaneament aceptant per a que, en
nom y per part de dits constituents, puga y dega se presentar en lo real Parlament...
[omissis]23° /
229 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
230 Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
390
...Testes firmae dicti Petri Garao sunt Joanes Gavinus Alivesi et / nobile don c. 523v.
Antonius Capudoro, utriusque juris doctor, Sasseris.
Testes vero firme dictorum nobilem de Loretto fratrum que firmarunt die 15 mensis
januarii anno 1632, sunt Joanes Andreas Grimaldo et Joanes Xirxina, Sasser.
(ST) Signum mei Joannis Cano et Carta, civis Sasseris, autoritatibusque apostolica
ubique regia vero per tota terram et ditionem serenissimi domini nostri Regiis, publici
notari, hec scriptis et clausi rogatus. /
1631 dicembre 24, Sassari
313
Giuseppe del Rosso, abate di Santa Maria di Saccargia, domiciliato a
Sassari, non potendosi recare a Cagliari perché trattenuto da numerosi impegni ecclesiastici, nomina come suo procuratore Melchiorre Pirella, vescovo di
Bosa.
Die vigesimo quarto mensis decembris anno a nativitate Domini 1631, Sasser. c. 525
In Dei nomine amen. Noverint universi quod ego don Joseph del Rosso, abat Sanctae
Mariae de Saccargia, in presenti civitate Sassaris domiciliatus, quia ad presenti sum
multis ocupatus negotiis propter que non possumus me personaliter in civitate Calaris
tranferre ad infrascrita peragenda et ideo, gratis et ex mea certa scientia, confidens ad
plenum de fide, legalitate, prudentia et in agendis peritiae illustrissimi et reverendissimi domini don Melchioris Pirella, episcopi bosanensis, de Consilio suae Magestatis,
eis melioribus via, modo, causa et firma quibus magis melius et eficatius de jure possum et debeo, facio, constituo, creo et solemniter ordino procuratorem meum certuni, ita quod, dictum illustrissimum et reverendissimum canonicum don Melchiore
Pirella, episcopum bosanensis, absentem tamquam presentem, ad videlicet per me et
nomine meo se presentandum personaliter in regio Parlamento...
[omissis]231 /
c. 525v.
...Testes Joannes Franciscus Longo et Paulus Pilo, Sasseris.
(ST) Signum meum Joannis Antonis Quessa, civis Sassaris, autoritatibus apostolica
ubique regia vero per hoc omne presenti Sardiniae Regnum, publici notari, qui praemissis interfici et requisitus clausi. /
314
1631 gennaio 10, Bolotana
Pietro e Bartolomeo Scarpa, nobili fratelli di Sassari, residenti temporanea231 Per
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
391
mente a Bolotana, non potendo intervenire al Parlamento, nominano loro procuratore Paolo Abella.
c. 527
Die decima mensis januarii anni a nativitate Domini 1631.
En nom de nostre Seiior Deu. Sia a tots nottori com Pedro y Bertol Scarpa, germans
dongels natturals de la siutat de Sasser y residents en la villa de Bolottana, per guarii a
les infrascrites coses no se poden personalment trobar, per sò, en tot lo millor modo
que poden nos hes llisit y permès, de nostre grat y serta siensia, fem, costituem y solenament hordenam nostre procurador sert y espesial y les enfra escrittes coses general,
de manera tal que la espessialitat no derogue a la generalitat, ny per lo contrari, al
noble don Pau de Abella, absent com si fos present, per que, per nos altres y en nom
nostre, se puga y dega presentar en lo real Parlament...
[omissis]232
c. 527v. ...Testes foren presents lo reverent Juan Baptista Pinna, mestre Juan Fanello y
mestre Juan Baptista de Rosas, naturals y residents en esta vita de Bolotana.
De mà aliena scriptes estes coses Juan Gavì Orttu, de la present villa de Bolotana, per
autoritate apostolica y real, publich notarius en lo present Regne, que de dictes coses
fas plenaria fe, die y any subsdit. /
315
1632 gennaio 15, Sassari
Gavino Garau Cariga ed il figlio Ambrogio Garau Rosso, donnicelli di
Sassari, impossibilitati a prender parte al Parlamento per giustificati motivi,
nominano loro rappresentante Paolo di Castelvì, Procuratore reale del Regno.
c. 530
Die 15 januarii anno a nativitate Domini 1632, Sasser.
In Dei nomine amen. Noverint universi quod Gavinus Guerao Cariga et eius filius
Ambrosuis Guerao et Rosso, presentis civitatis Sasseris, donnicelli quia personaliter
adesse non possumus in regio Parlamento celebrando ab domino Presidente,
Locítenente et Capitaneo generali presentis Regni in civitate Calaris utens sumus
impedits justis de causís et rationibus ideo, gratis er nostra certa scientia, facimus,
constituimus, creamus y deputamus et solemniter ordinamus procuratorem nostrum
certum et specialem et ad infrascripta etiam generalem ita quod specialitas generalitati minime non deroget, nec e contra, ac nobilem don Paulum de Castelvì, ordinis
Sancti Jacobi de Spata, procurador reali huius Regni Sardiniae... et Villae de
Nove, absentem et in civitate Calaris degentem ad videlicet pro nobis et nomine
232
392
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
nostro comparendum et interessendum coram praedicto domino Presidenti
Locumtenenti et Capitanei generali in dicto regio Parlamento...
[omissis]233 /
c. 531
...Testes huius rei sunt Joannes Antoni Tarai et Joannes Casaja, Sasseris.
(ST) Signum mei Gaviní Tolo, civis Sasseris, apostolica et regia auctoritatibus publici
notari qui hec feci et clausi rogatus et requisitus. /
1632 gennaio 3, Alghero.
316
Francesco Rocamartì, conte di Monteleone, domiciliato ad Alghero, non
potendo intervenire al Parlamento perché impegnato in alcuni affari; nomina
suo procuratore il cognato Giovanni di Castelvì, residente a Cagliari.
Die 3 mensis januarii anno a nativitate Domini 1632, Alguerii. c. 532
Lo egregi don Francisco de Rocamartì, comte de Montilleò, domisiliat en la present
giutat de 1.Alguer, per quant es impedit de alguns negosis a ell pertocants y a les coses
infrascrits no poder personalment trobar per sò, de son grat y serta siensia, fa, constituex y solemnament ordena son procurador sert y spesial y per a les coses infrascrites
generai, axí que la spesialitat a la generalitat no derogue ni per lo contrari, es a saber a
don Juan de Castelvì, son cugnat, domisiliat en la tiutat y Castell de Caller, absent
com si fos present, per que en nom y per part de ell dit egregi constituent puga y degà
en lo real Parlament selebrador per lo illustrissim y reverendissim sefior President y
Capità generai en lo present Regne estos mesos primers venidors, asistir, voctar, tratar,
concloure, determinar, dir y fer totas y qualsevol cosas li aparrà que convingan a la
electió y nominasió dels offissis que sean de elegir y nomenar consernents per dit real
Parlament...
[omissis]234 /
...Testes Juan Quessa y Juan Truiscu Carta e yo Antiogu Serra que tinch pres la ferma c. 532v.
y jurament per lo notari infrascrit.
(ST) Signum meum Joannis Andreae Rustanni, civis civitatis Algueri, auctoritate regia
notari publíci per omne presenti Sardiniae Regnum qui huiusmodi instrumentum
receptum per dictum Serra, substituti meum, fidem faciens calamo alieno exaratus
rogatus et requisitus clausi. /
233
234
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 114.
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
393
317
1631dicembre 23, Sassari
Gavino Casagia, dormiceli() di Sassari, non potendo intervenire al Parlamento
per giustificati motivi, nomina suo delegato Paolo di Castelvì, cavaliere dell'ordine di San Giacomo della Spada, nonché Procuratore del Real Patrimonio del
Regno di Sardegna, domiciliato a Cagliari.
c. 533
Die 23 mensis decembris anno a nativitate Domini 1631, Sasser.
In Dei nomine amen. Noverint universi com Gavinus Cassagia, dongell domiciliat en
la present ciutat de Sasser, per quant por las iustas occupasions no pot trobar.se personalment a les infrascrites coses, per gò, de son grat y certa sciencia, en tot lo millor
modo que de dret et alias pot y deu, fa, constituex y crea son procurador cert y especial y a les infrascrites coses generai, de manera tal que la specialitat no derogue a la
generalitat, ni per lo contrari, al noble don Pau de Castelvì de l.orde de la milicia de
Sant Jaume de la Spasa, jutgie del Real Patrimoni en lo present Regne, domiciliat en
la ciutat de Caller, absent com si fos present, a saber es per a que, en nom y per part
del dit constituent, puga y dega presentar en lo real Parlament ...
[omissis]235 /
son Pedro Cossu Suzarello, de la present ciutat de Sasser, y Gregori
Cungiuto, de la villa de Poagre.
(ST) Signum meum Georgii Musina, civis Sasseris, auctoritatibusque apostolica ubbique regia vero per omne presenti Sardiniae Regnum publici notati qui praedictis proprio calamo scriptis adfui et requisitus causi et subsignavi. /
c. 534 ...Testimonia
318
1631 novembre 29, Sassari
Simone Figo, dottore in legge domiciliato a Sassari, non potendosi recare a
Cagliari per assistere ai lavori del Parlamento perché impegnato nel disbrigo di
alcuni affari urgenti, nomina suo procuratore Antonio Manca de Homedes,
governatore della contea del Goceano.
c. 536
Die vigesimo nono mensis novembris anno a nativitate Domini 1631, Sasser.
Yo don Simon Figo, doctor en drets de la present siutat de Sasser, per quant al present
estich empedit en alguns negossis a mi molts urgents per les quals no me puch transferir personalment en la siutat de Caller per asistir a les infrascrites coses, per gò, de grat
y certa mea scientia, confiant plenament de la fe, legalitat, prudentia, rectitut y bondat
de l.infrascrit noble don Antoni Manca de Homedes, governador del Contat de
Gossiano, en tot lo millor modo que puch, dech, y de dret me es licit y permès, fas,
235
394
Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
constituesch, cree y solemnament ordene procurador meu cert espessial y a les infrascrites coses generai, de manera tal que la spessialitat a la generalitat no derogue, ni per
lo contrari, al dit don Antoni Manca de Homedes, qui es present y aceptant per a que
per mi y en mon nom se puga y dega presentar personalment en lo real Parlament...
[omissis]236 /
...Testes Stefanus Pinna et Joanes Zapata Biancareddo, Sasseris.
(ST) Signum meum Joannis Antoni Quessa, civis Sasseris, auctoritatibus apostolica et
regia publici notari qui praemissis interfui et requisitus clausi. /
1631 dicembre 26, Ozieri
Francesco Guiò e suo fratello Carlo, nobili cavalieri di Sassari momentaneamente residenti ad Ozieri, non potendo partecipare al Parlamento perché occupati in importanti affari, costituiscono loro procuratore Gavino Grixoni, dormicelo di Ozieri.
319
Die 26 mensis decembris anno a nativitate Domini 1631, Ocieri. c. 537
Nos altre nobles don Francisco Guiò y don Carlos Guiò, germans de la ciutat de Sasser,
al present en la present vila de Ossier, per quant somos impedits de alguns negosis a nos
inportants a les coses infrascrites no nos podem trobar presents, per gò, de nostre grat y
certa sientia y en tot lo minor modo que de dret vel alias podem y devem, confiants de la
doctrina, industria, legalitat, sufficientia y rectitut de l.infrascrit nostre procurador en
entrar y determinar los negosis del real y generai Parlament, cream, ordenam y soleniter
constituim nostre procurador cert y espesial y per les infrascrites coses generai, de manera
tal que la spesialitat a la generalitat no derogue, nech e contra, a Gavì Grixone, dongell de
la present vila de Ozier, qual es present y aceptant, per a que, per nos y en nostre nom y
de qualsevol de nos altres, se puga y dega presentar en lo real y generai Parlament....
[omissis]237 /
...Testes presents Joan Francese de Sini y Damià Llinera de Osier.
Antoni Porcu, notari y scriba per don Salvador Sini, manum propria fidem facit. /
c. 537v.
1631 novembre 27, Bosa
Agostino Angelo Delitala, donnicello di Bosa, non potendo intervenire in
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Per il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
il contenuto della parte omessa cfr. il documento n. 117.
237 Per
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Parlamento a causa di altri impegni; nomina suo procuratore Giovanni Battista
Frasso, cavaliere della stessa città.
c. 540
Die 27 mensis novembris anno a nativitate Domini 1631, Bosae.
Augusti Angel Delitala, donzell de la presente giutat de Bosa, per quant a les infrascrites coses no pot personalment intervenir per ser ocupat en altres negogis, y confiant
ad plenum de la fe, legalitat, prudengia y bon judigi de l.infrascrit magnifich Juan
Baptista Frasso, cavaller de ditta ciutat de Bosa, pertant et alias, de son grat y Berta
sciensia en lo millor modo, via y manera que pot y deu ly es lligit y permès, fa, contituex, crea y silernnement hordena son procurador gert y espegial y a les infrascrites
coses generai, de manera tal que la spegialitat no derrogue a la generalitat, ni per lo
contrary, al dit prenomenat magnifich Juan Baptista Frasso, cavaller de la present ciutat, present y ageptant e spontaneament lo carrech de dita procura per a que, per dit
consituent y en son nom, puga y dega presentar en lo real Parlament...
[omissís]238 /
c. 540v. ...Testes sunt Petrus Pitales et Joannes Obino, clericus presentis civitatis Bosae.
(ST) Et ego Michael Angelus Otgiano, civis presentis civitatis Bosae, apostolicae et
regiaque auctoritatibus publici notari per tot et presentis Sardiniae Regnum quia
praedictis omnibus et singulis una cum praenominatis testibus presentis interfui de
mà subscripsi solitamque meum quo utor in claudendis publicis scripturis aposui
signum. /
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1631 novembre 24, Sassari
Nicola Casagia, dottore in leggi; e suo fratello Michele Angelo, nobili nativi
della città di Sassari, non potendo presenziare alle corti perché impegnati in
importanti affari; delegano a rappresentarli Paolo di Castelvì, Procuratore reale
e giudice del Real Patrimonio, nonché signore dell'incontrada di Siligo.
c. 541
Die 24 mensis novembris anno a nativitate Domini 1631, Sasser.
Nos altres don Nicolas Cassagia, utriusque juris doctor, y Miguel Angel Cassagia,
dongell, germans de la present giutat de Sager, per quant som inpedits de alguns
negossis a nos molts importants y a les coses infrascrites personalment no nos podem
trobar, per gò, de grat y certa nostra scientia, en tot lo minor modo que podem,
devem, y nos es ligit y permès, fem, constituim, cream, y solemnament ordenam procurador nostre cert special a les infrascrites coses generai de manera tal que la specia238 Per
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il documento della parte omessa cfr. il documento n. 117.
litat a la generalitat no derogue, ny per lo contrari, al noble don Pablo de Castelvì,
procurador real del Consell de sa Magestat y son jutge del Real Patrimoni en lo present Regne y serior de la villa y encontrada de Siligo, que es absent com si fos present,
a saber que per nos altres y en nom nostre se puga y dega presentar en lo real
Parlament...
[omissis]239
...Testes Petrus Joannes Manca et Michael Angielus Aiis, Sasseris.
c. 541v.
(ST) Signum meum Salvatoris Sanna, civis Sasseris, auctoritatibus appostolica ubique
regia vero per hoc presens Sardiniae Regnum publici notari que praedictis mea scriptis interfui et requisitus clausi. /
1632 gennaio 2, Alghero
Gavino Casagia, donnicello di Sassari domiciliato ad Alghero, non potendo
partecipare al Parlamento a causa di alcuni impegni, delega a rappresentarlo
Paolo di Castelvì, Procuratore reale e giudice del Real Patrimonio, nonché
signore dell'incontrada di Siligo.
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Die secunda mensis januarii anno a nativitate Domini 1632, Algueri. c. 542
Gavi Casagia, donzell de la ciutat de Sasser y domisiliat en la present iutat de
l.Alguer, per quant es inpedit de alguns negosis a ell pertocants y a les coses infrascritas no poderse personalment trobar per gò, de son grat y serta siensia, fa, constituex y
solemnament ordena son procurador sert y spesial y per a les coses infrascrites generai, axi que la spesialitat a la generalitat no derogue ni per lo contrari, es a saber al
noble don Pau de Castelvì, procurador real per sa Magestat y jutge de son Real
Patrimoni en lo present Regne y serior de la villa y encontrada de Siligo que es absent
com si fos present, a saber que en nom y per part de ell dit constituent puga y dega en
lo real Parlament...
[ornissis]24° /
...Testes Francesch Piga, alcait, y Baquis Sechi, sartre Alguerii.
c. 542v.
(ST) Signum meum Joannis Andreae Rustanni, civis civitatis Algueri, auctoritate regia
notari publici per omne presents Sardiniae Regnum qui huiusmodi instrumentum
recepi proprio calamo exaratus rogatus et requisitus clausi. /
239 Per il contenuto
240 Per il contenuto
della parte omessa cfr. il documento n. 117.
della parte omessa cfr. il documento n. 117.
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1631 dicembre 3, Sassari
Francesco Ledda Carrillo, conte di Bonorva, abitante a Sassari, non potendo
intervenire al Parlamento a causa di alcuni impegni, nomina come suo procuratore il cognato Francesco Ramón de Sena, nobile sassarese.
c. 546
Die tenia mensis decembris anno a nativitate Domini 1631, Sasser.
Lo illustre s