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Anno XCV - Novembre-dicembre 2016 RIVISTA ILLUSTRATA DELLA SVIZZERA ITALIANA PUBBLICATA DALLA FONDAZIONE OTAF e n e b di ni 5/16 i, doma g g o , i r e i ieme: Inaugurazione del Parco Elia a Sorengo. Ins 17 SPECIALE: i 95 anni In ieri, sieme: omani oggi, d del “Semi di Bene” 31 Un parco in memoria del piccolo Elia Via Chiosso 12 • CH-6948 Porza +41 91 936 30 00 ceramiche mosaici pietre naturali pietre artificiali EDITORIALE Da 100 anni al passo con i cambiamenti C M “Insieme: ieri, oggi, domani”. Y CM MY C CY CMY K l Avv. Pier Mario Creazzo Presidente della Fondazione OTAF OI DAL 1 NV 941 CO consulenza • vendita • lavorazione • posa CON LA DOMOTICA DIAMO FORMA ALLA VOSTRA FANTASIA Una casa domotica vi offre la possibilità di integrare luce, clima, sicurezza, tende, audio e video offrendovi la possibilità di comunicare a distanza con ogni apparecchio attraverso il vostro smartphone o tablet. Richiedeteci un preventivo senza impegno! i siamo. Due importanti anniversari si stanno rincorrendo: 2016 - 95 anni di pubblicazione del Semi di Bene; 2017 - 100 anni dell’esistenza dell’OTAF. Ma ciò che più conta è il completamento del nuovo campus dell’OTAF a Sorengo che verrà inaugurato nel corso del centenario e che ci proietta verso il futuro della nostra Fondazione. Molti sono i cambiamenti intervenuti in questo lungo periodo: la casistica (dai “bambini gracili” ai bambini celebrolesi e, successivamente, ai disabili di ogni età); la logistica (da una piccola casa per bambini con problemi fisici o socialmente fragili al nuovo centro con ambulatorio medico, spazi per attività di terapia, servizi aggiornati alle esigenze per bambini, ragazzi e adulti quali asilo e scuola speciale, laboratori, centri diurni e foyers); la partecipazione (da Cora Carloni e le sue collaboratrici agli oltre 300 dipendenti attuali); l’impegno finanziario (dai generosi contributi volontari iniziali agli attuali costi di gestione di oltre CHF 25’000’000.— all’anno). Costante l’impegno e soprattutto lo spirito, a volte pionieristico, di portare avanti gli impegni sociali assunti e di incrementare e sviluppare le cure e l’assistenza agli ospiti e alle loro 5 OTAF 1917 - 2017 •Il Centenario dell’OTAF di Roberto Roncoroni •L’OTAF ed io, metà vita insieme di Armando Boneff 6 AGENDA OTAF 8 STRUTTURE OTAF Per i minorenni Per gli adulti Il centro terapie I servizi generali L’OTAF per tutti Pubblicazioni OTAF 17 SPECIALE 95 ANNI SEMI di BENE •“Semi di Bene” da 95 anni la voce dell’OTAF di Marco Canonico •La storica rivista organo ufficiale dell’OTAF di Giorgio Passera •Gli anni dei numeri monotematici di Federico Martinoni 24 LAVORI IN CORSO •Il cantiere Casa Nava all’interno di Nikita Dehtevics 2 famiglie, tenendo conto dei mutamenti dei bisogni e dei progressi scientifici, nella ferma convinzione che le persone disabili hanno diritto ad una vita dignitosa con servizi di qualità, al rispetto della loro personalità e all’aiuto per perseguire ogni loro raggiungibile progetto. La rivista Semi di Bene è stata testimone dei cambiamenti dell’OTAF e sempre dovrà esserlo, costituendo il canale privilegiato per informare la popolazione di quello che facciamo. La nuova veste grafica vuole rispondere a questo obiettivo, rinnovando la presentazione e la scorrevolezza dei testi, la documentazione fotografica, il coinvolgimento dei nostri ospiti e dei nostri operatori e la collaborazione di tutte quelle persone che hanno permesso di continuare a “seminare” messaggi di attività svolte, di letizia, speranza e gratitudine, come raffigurato nella piccola immagine sulla copertina che richiama un disegno della giovane seminatrice del pittore Pietro Chiesa, simbolo dell’OTAF sin dalla sua origine. Grazie a tutti e di tutto e ad multos annos all’OTAF e alla rivista Semi di Bene. 27 OTAF E DINTORNI •Il battito d’ali di Casa Arion 30 ATTUALITÀ OTAF •Il Progetto 2016 del Centro Diurno Girasole •Un parco in memoria del piccolo Elia di Marco Canonico •Saluto del Sindaco di Sorengo, Antonella Meuli •Intervista all’architetto Giorgio Benicchio •L’OTAF riconferma il marchio “Fourchette Verte” •Festa di Halloween 34 ALBERGO DELLA LUCE •La “Comunità OTAF” allo specchio di Andrea Della Neve 38 ALBO PER GLI AMICI •In memoria Clemens Landois Pier Mario Creazzo Semi di Bene RIVISTA ILLUSTRATA DELLA SVIZZERA ITALIANA PUBBLICATA DALLA FONDAZIONE OTAF ANNO XCV, N.5 - 2016 Hanno collaborato a questo numero: Armando Boneff l Javier Martinez Marco Canonico l Federico Martinoni Massimo Conforti l Giuseppe Mimmo Pier Mario Creazzo l Giorgio Passera Nikita Dehtevics l Rosy Pozzi Andrea Della Neve l Roberto Roncoroni Christian Fischer l l l l l l l Editore Fondazione OTAF, 6924 Sorengo, Tel. 091/ 985 33 33; Redattore responsabile Marco Canonico; Abbonamenti annuo CHF. 30.- sostenitore CHF. 50.-; CCP 69-352-8; Tiratura “speciale” 55’000 esemplari, esce 5 volte all’anno; Stampa Tipografia Fontana Print, 6963 Pregassona; Grafica studio grafico Boneff, Lugano - [email protected]; Copyright Riproduzione, solo con autorizzazione della redazione; www.otaf.ch 3 OTAF 1917 - 2017 Il centenario dell’OTAF Occasione di incontro. Mario Davatz, direttore delle ferrovie di montagna Grüsch-Danusa AG, cliente dal 1983 I n previsione del centenario della nostra Fondazione, che festeggeremo nel 2017, abbiamo costituito un gruppo di lavoro, al quale hanno aderito una decina di nostri collaboratori dei diversi settori, con l’obiettivo di riflettere sul significato di questo anniversario e di proporre e pensare degli eventi e delle iniziative che sottolineassero questo traguardo. Crediamo che la celebrazione del centenario rappresenti per l’OTAF un momento speciale, un’occasione privilegiata per fermarsi ad osservare la realtà e le possibilità del presente, ripercorrendo una lunga storia di impegno umano e sociale. Per festeggiare degnamente questa ricorrenza, proporremo una serie di iniziative e di eventi a carattere culturale, sociale e ricreativo, legati tra loro da un unico filo conduttore: ritrovare nel passato le radici del futuro, per rinnovarsi pur restando fedeli alla tradizione. Celebrare la storia «Le funi d’acciaio assicurano i nostri passeggeri. Il secondo pilastro di Swiss Life assicura i nostri collaboratori.» Pensaci, ora tocca a te. Swiss Life vi offre soluzioni sicure e su misura per la previdenza professionale della vostra PMI. Così voi potete concentrarvi sulle vostre attività principali. Le ferrovie di montagna Grüsch-Danusa AG sono una delle oltre 40 000 imprese di cui abbiamo già conquistato la fiducia. Convincetevene di persona: swisslife.ch/pmi L’avvento del centenario ci permette di volgere lo sguardo alla storia dell’OTAF, per renderci consapevoli di come la sua missione originaria sia rimasta immutata nel corso di questi cento anni. Dalla nascita dell’Opera di Assistenza di Lugano Campagna nel 1917, all’estensione a livello cantonale del suo raggio d’azione nel 1920, fino ad arrivare all’attuale espansione del nostro centro a Sorengo, l’OTAF è sempre rimasta fedele al proprio mandato: assistere la persona che si trova in una situazione di bisogno. Il centenario sarà quindi l’occasione per ridare vigore all’impegno umano e professionale che ha reso grande la nostra istituzione nel corso dei suoi “primi” cento anni di vita, con lo sguardo sempre rivolto alle sfide del e: ieri, Insiem presente e del futuro, da affrontare con rinnovato dinamismo e ricercando nuove modalità di convivenza con il mondo dell’handicap. Festeggiare l’impegno sociale Il centenario è anche un’opportunità unica per esaltare l’impegno instancabile dei suoi collaboratori, che non è mai venuto meno nel corso degli anni, risultando il vero traino di una crescita qualitativa dei nostri servizi. Potremo celebrare cento anni di umanità: una storia fatta di persone, che con il loro vissuto hanno contribuito e contribuiscono a fare l’OTAF. Gli eventi che proporremo nel 2017 non intendono essere celebrazioni o momenti fini a se stessi, ma vogliono contribuire ad accrescere nei collaboratori e nelle persone direttamente coinvolte nella vita dell’OTAF il loro senso di appartenenza. Il progetto “Albergo della luce”, realizzato in collaborazione con il Social Community Theatre Centre dell’Università di Torino, (che presentiamo in og ani gi, dom ldi Roberto Roncoroni Direttore OTAF un contributo separato) mira principalmente a raggiungere questo scopo: valorizzare la nostra comunità interna tramite un percorso artistico e formativo che coinvolgerà gli utenti, le famiglie e tutti i collaboratori, ed al tempo stesso ci permetterà di attivare delle occasioni di scambio con la popolazione attraverso un calendario di attività culturali e sociali. Presentarci alla collettività Le celebrazioni del centenario ci offrono una grande opportunità: comunicare l’OTAF. Attraverso gli eventi proposti si intende mostrare la ricchezza intrinseca dell’OTAF, riducendo il più possibile le distanze con la realtà circostante, in un processo che si vuole inclusivo e non esclusivo. Il centenario rappresenta l’occasione ideale per veicolare un importante messaggio: l’OTAF non è un quartiere a sé stante ma un bene appartenente all’intera collettività, un quartiere familiare e sempre aperto. Incontro con la popolazione durante l’inaugurazione del parco Elia. 5 OTAF 1917 - 2017 AGENDA 2017 OTAF 1917 - 2017 i, oggi, Bisogna dunque coinvolgere la collettività per far nascere nei cittadini il desiderio di partecipare alla nostra missione, attraverso la condivisione e la costruzione di legami, che aiutino a guardare alla diversità come fonte di ricchezza sia per la persona singola che per la comunità intera. Infine ci ripromettiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati alla disabilità, che tutt’oggi, a volte, spaventano o escludono, alfine di migliorare l’approccio all’handicap ed avvicinarlo al linguaggio comune e alla società tutta. Il centenario può essere un’opportunità per offrire un’immagine diversa dell’handicap: non qualcosa da nascondere o rifiutare ma una risorsa importante per la crescita di ognuno e dell’intera società. Lo slogan Prima dell’estate abbiamo indetto un concorso di idee, invitando tutti i nostri collaboratori a proporre uno slogan, una frase o una parola che caratterizzasse ed accompagnasse i festeggiamenti per il centenario. Parecchie le proposte e le idee che abbiamo ricevuto. La scelta non è stata facile, ma alla fine la nostra preferenza è andata allo slogan suggerito da Cristina Rezzonico, responsabile di casa Gaia, e che recita: 1917 – 2017 : INSIEME. Ieri, oggi, domani Un’ottima sintesi degli obiettivi e delle speranze che ho voluto illustrarvi e che ben rappresenta la storia dell’OTAF: il fare insieme. Ed insieme a voi, cari lettori del Semi di Bene, sostenitori, benefattori ed amici dell’OTAF, vogliamo festeggiare questo importante anniversario. Vi aspettiamo a Sorengo, nel “quartiere delle emozioni”, dal titolo del libro che pubblicheremo nel corso del 2017 e che ripercorrerà la storia dell’OTAF, per conoscervi, per conoscerci, per presentarvi le nostre attività e per brindare a questo importante traguardo che la nostra Fondazione ha raggiunto. Fin d’ora il mio più caloroso e cordiale benvenuto! Roberto Roncoroni Direttore OTAF e: ier Insiem Nel 2017 la Fondazione OTAF celebra il suo centenario! Ecco alcune date da segnare in rosso nella vostra agenda: 6 gennaio 2017 Arrivo dei Re Magi all’OTAF di Sorengo 19 marzo 2017 Festa di San Giuseppe e inaugurazione dell’opera “Primavera dell’OTAF” dell’artista Gilbert Lebigre di Viareggio. L’opera verrà posata all’ingresso di Casa OTAF (stabile amministrativo) 3-4 giugno 2017 Inaugurazione dello stabile “Casa Nava” e performance organizzata negli spazi dell’OTAF nell’ambito del progetto “Albergo della luce” 6 dicembre 2017 Mercatini di Natale e festa di chiusura del centenario Accanto a questi appuntamenti, nel corso dell’anno verranno proposti altri momenti di incontro con la popolazione, ed in particolare: • Giornate di studio e di formazione • Concerti d’autore • Una mostra di quadri realizzati dai nostri utenti • Inaugurazione e consacrazione della cappella, ricavata negli spazi del nuovo stabile “Casa Nava” Le date di questi eventi verranno rese note nei prossimi mesi. Vi invitiamo dunque a consultare periodicamente il nostro sito www.otaf.ch per rimanere sempre aggiornati sulle nostre attività e sulle nostre proposte per il centenario. Buon Natale a tutti e… arrivederci al 2017! 6 L’OTAF ed io, metà vita insieme i doman In ieri, sieme: omani oggi, d l di Armando Boneff Grafico Q uando una fortunata collaborazione corrisponde ad un’intera carriera professionale ci si sente parte di un progetto anche se il proprio apporto, confrontato con l’impegno degli attori principali, risulta evidentemente marginale. Quella briciola di presunto merito è sufficiente per condividere in prima persona l’orgoglio di festeggiare un’Opera centenaria che ha saputo rinnovarsi interpretando i bisogni del Paese e l’ha fatto senza perdere la propria identità. Era l’inizio degli anni Ottanta, un periodo di fermenti nella socialità ticinese e anche l’OTAF si preparava al secondo cambiamento importante, cioè l’estensione della sua missione agli invalidi adulti. Per coadiuvare il Consiglio di fondazione nei contatti con i Comitati Distrettuali non bastavano più le volontarie guidate da Annamaria Pelli, “eredi spirituali” di Cora Carloni, perciò la Fondazione nominava il dottor Riccardo Steiner primo Segretario generale. Lo conobbi perché mia moglie lavorava come educatrice all’Istituto di Sorengo e mi coinvolse nel suo progetto per dare un nuovo impulso alle relazioni con l’esterno anche con una veste grafica nuova, pur mantenendo l’identità originale nonostante i cambiamenti. Iniziammo con il rilancio della rivista Semi di Bene, studiammo un nuovo logo, avviammo la pubblicazione dei fortunati blocchetti con gli aforismi e un po’ alla volta applicammo ovunque l’immagine coordinata dell’OTAF “moderna”. Da allora ho avuto il piacere di seguire da vicino tutti gli ulteriori sviluppi dell’Opera, come grafico e membro del Consiglio di fondazione (ora Comitato di fondazione), assicurando il mio supporto a due Presidenti (avvocati Varini e Creazzo), tre Segretari generali (Steiner, Borel-Pfister, Roncoroni) e quattro direttori delle strutture (Pescia, Panzeri, Vismara, Roncoroni), collaborando con un corollario di molti altri validi operatori, volontari e professionisti, non da ultimo Marco Canonico, capo-redattore del Semi di Bene dal 1994. Trentasette anni trascorsi velocemente, sempre cosciente di servire una causa importante e sempre motivato per stare al passo con una dirigenza effervescente guidata dal Presidente, avvocato Creazzo, e da Roberto Roncoroni i quali, mentre la “macchina sociale” operava a pieno regime e si perfezionava aggiungendo nuovi servizi, sul sedime dell’ex Ospizio per Bambini Gracili realizzavano il moderno campus con gli edifici progettati da Mario Botta, ultimati rispettando la tempistica per i festeggiamenti del Centenario. A loro rivolgo i miei più sentiti ringraziamenti e all’OTAF porgo gli auguri per un radioso proseguimento! IL LOGO DELL’OTAF NEL 1917 Una piantina gracile che vien su da un groviglio tarato da un disordine d’origine ben evidente, e si drizza verso l’alto fiduciosa e anelante, col sostegno di un palo robusto e ben piantato (...) IL LOGO DELL’OTAF “MODERNA” Otto frecce simboleggianti i Comitati Distrettuali convergono al centro della figura sviluppando una sorta di sole attorno al quale ruotano ed emergono figure umane stilizzate. 7 STRUTTURE OTAF STRUTTURE OTAF Per i minorenni e: ieri, Insiem Per gli adulti omani oggi, d Per il settore minorenni troviamo le seguenti strutture: lScuola speciale settimana. I bambini più grandi sono integrati alcune mattine a settimana presso le scuole dell’infanzia pubbliche del comune in cui abitano, accompagnati da operatori, i quali in maniera costante collaborano con i pedagogisti del gruppo Arcobaleno. lUnità abitative l Scuola speciale lScuola dell’infanzia lGruppo arcobaleno La Scuola dell’infanzia, la Scuola speciale e l’UAM sono riuniti sotto il tetto comune del nuovo stabile per minorenni denominato Casa Cora, inaugurato a Sorengo il 19 marzo del 2012. La struttura si colloca nel solco e nella memoria di quanto fece l’indimenticabile Cora Carloni, prima conduttrice dell’OTAF. Ultimato nel 2010, l’edificio è stato occupato da una cinquantina di bambini e ragazzi, attualmente suddivisi in 2 gruppi di Scuola dell’infanzia, 6 gruppi di Scuola speciale e 2 foyer abitativi. Lo stabile, progettato dall’architetto Mario Botta, si sviluppa su 6 livelli: un piano interrato per depositi, locali tecnici e spazi di attività comuni (palestra, sala Snoezelen, sala Affolter, Closlieu), un piano terreno con i 2 gruppi di Scuola dell’infanzia, il primo e il secondo piano con le aule delle Scuole speciali, il terzo e quarto piano riservati all’abitazione per complessive 16 camere singole con i relativi servizi e spazi comuni. La scuola speciale è una struttura diurna che accoglie bambini in età scolastica che, per l’entità delle loro difficoltà o per particolari necessità, non possono frequentare la scuola speciale cantonale. Il nostro intervento pedagogico mira a favorire e sviluppare, nel contesto di un ambiente sereno e stimolante, le capacità e le competenze del bambino disabile. È inoltre un complemento ai molteplici interventi terapeutici individualizzati che vengono forniti dai terapisti del centro ambulatoriale, come pure a tutti gli aspetti tecnici–assistenziali e di presa a carico continua offerti dalla nostra struttura. La scuola dell’infanzia. l Unità abitative L’unità abitativa dei minorenni. l Scuola dell’infanzia Sono presenti 2 gruppi, che accolgono bambini dai 3 ai 7 anni. La Scuola dell’infanzia dell’OTAF vuole essere un complemento agli interventi riabilitativi e pedagogici di tipo individuale svolti dagli specialisti dell’ambulatorio presso la nostra struttura. Il nostro intervento pedagogico è inteso a favorire la socializzazione, a fornire una stimolazione globale, a dare un sostegno educativo mirato in funzione dell’età e delle esigenze del singolo bambino per aiutarlo ad esprimere al meglio le proprie capacità. 8 E come novità: a partire dal mese di settembre 2016, presso la scuola dell’infanzia del comune di Sorengo, è stata aperta una sezione integrata dell’OTAF, che accoglie un piccolo gruppo di bambini in età di scuola dell’infanzia (3-6/7 anni) con importanti bisogni di pedagogia speciale e un elevato grado di dipendenza. Lo scopo è quello di offrire loro la possibilità di vivere dei momenti di integrazione nella sezione di scuola dell’infanzia, affiancati da una presa a carico di pedagogia specializzata in piccolo gruppo o in individuale da parte di personale specializzato. l Gruppo Arcobaleno Dal 2011 presso la nostra Fondazione è stata creata un’unità di intervento precoce per bambini con disturbi dello spettro autistico (DSA). Viene proposto il metodo ABA (Applied Behavior Analysis), che non è una terapia né un solo metodo, ma è un insieme di metodi basati su principi scientifici dell’apprendimento che fungono da base per vari interventi e terapie dello spettro autistico. L’Unità di intervento precoce OTAF è frequentata da una decina di bambini, di età tra i due e i quattro anni, in maniera alternata, con un minimo di due giornate a Le due unità abitative per minorenni (foyer Dalì e foyer Van Gogh) si occupano della presa a carico dei ragazzi che frequentano la nostra Scuola dell’infanzia e la nostra Scuola speciale. Gli operatori che vi lavorano si occupano dell’organizzazione delle attività ricreative e ludiche al di fuori degli orari scolastici e rispondono alle esigenze educative e assistenziali dei giovani ospiti. Durante la notte i vegliatori notturni assicurano la sorveglianza della struttura, occupandosi dei bisogni assistenziali degli utenti. Per meglio rispondere ai bisogni della nostra utenza, nelle scorse settimane è stata ripensata l’organizzazione delle unità abitative: al terzo piano dello stabile sono alloggiati bambini e ragazzi in età prescolastica e scolastica (0-14 anni) mentre il quarto piano è occupato da adolescenti e giovani adulti. Il settore adulti comprende le seguenti strutture: l Abitazioni per adulti l Centri diurni l Laboratori protetti Casa Iris a Massagno. Casa Giroggio a Sorengo. Casa Gaia a Massagno. Casa Bianca a Locarno. l Abitazioni per adulti In risposta ai bisogni abitativi di persone adulte con un diverso grado di disabilità fisica e psichica, nel corso degli anni novanta sono state aperte diverse strutture residenziali - a Sorengo prima e in diverse località poi - per favorire l’integrazione e l’inclusione di giovani adulti disabili. Le abitazioni per adulti si suddividono in tre tipologie: •Case con occupazione (Casa Giroggio a Sorengo e Casa Bianca a Locarno), strutture residenziali aperte 365 giorni all’anno, che coniugano la soluzione abitativa con l’offerta, all’interno dei loro spazi, di attività occupazionali diurne, utili al mantenimento delle capacità relazionali ed espressive individuali degli ospiti di queste strutture •Casa medicalizzata (Casa Belinda a Lugano), offre i suoi servizi ad adulti disabili affetti da un handicap fisico e psichico gravi. Gli ospiti sono Casa Ninfea a Lugano-Besso. assistiti da personale con formazione e competenze prevalentemente di tipo infermieristico-assistenziali e beneficiano inoltre di importanti aiuti medici, psicologici e terapeutici •Foyers esterni (Casa Iris e Casa Gaia a Massagno, Casa Ninfea a Lugano-Besso), accolgono persone adulte impossibilitate per vari motivi a vivere nel nucleo familiare. Durante il giorno gli utenti frequentano centri diurni e laboratori protetti. Al quarto piano dello stabile che accoglie casa Iris è inoltre presente un’unità abitativa per giovani adulti con una diagnosi di autismo o disturbo dello spettro autistico o con difficoltà di comportamento (Casa Arion). La gestione di questo progetto avvie9 Per gli adulti STRUTTURE OTAF e: ieri, Insiem ne in collaborazione con la Fondazione Ares di Giubiasco, che si occupa di studiare ed attuare misure di intervento, dalla prima infanzia all’età adulta, per la corretta presa a carico delle persone che rientrano nelle casistiche sopraccitate. Al quinto ed ultimo piano vi sono 2 appartamenti protetti, che vengono affittati a persone che necessitano di un particolare sostegno. l Centri diurni I centri diurni dell’OTAF accolgono persone che presentano una compromissione dell’autonomia tale da impedire il normale svolgimento della vita quotidiana e si occupano dei loro utenti durante il giorno, cercando di orientare gli interventi educativopedagogici e riconoscendo e promuovendo i bisogni di ognuno. Viene posta una particolare attenzione ad un ambiente tranquillo, sereno e socializzante, qualità essenziali in un progetto inteso a migliorare la qualità della vita, a promuovere e sviluppare le capacità esistenti nonché a favorire la socializzazione con l’ambiente esterno. Le attività proposte sono di tipo socio-educativo, socio-occupazionale e di cure di base. Équipe di gastronomia. l Laboratori protetti Lo scopo principale di questa tipologia di laboratori è quello di dare un’occupazione a persone che, a causa della loro invalidità, non possono esercitare altrove un’attività lucrativa. I sei laboratori di Gastronomia, che distribuiscono diverse centinaia di pasti al giorno per case anziani, asili, scuole e altro ancora, sono certo i più visibili perché a più diretto contatto con la popolazione (su richiesta organizziamo servizi catering per eventi come matrimoni o battesimi), ma se ne sono sviluppati tanti altri, internamente o esternamente alla sede dell’OTAF di Sorengo. A Sorengo sono infatti attivi i laboratori artigianali di tessile-alimentare, assemblaggi, ceramica e la nuova falegnameria. Sempre a Sorengo operano i due laboratori di informatica e di incisione computerizzata di placchette. A Origlio, invece, è presente il laboratorio agricolo «La Fattoria». Servizio di integrazione professionale (SIP) Accanto ai laboratori protetti opera il Servizio di Integrazione Professionale (SIP), che aiuta e accompagna alcuni nostri utenti a ricercare posti di lavoro presso aziende private o pubbliche. Il laboratorio protetto di gastronomia 1. 10 Il centro terapie A partire dagli anni sessanta, con l’arrivo del dr. med. Elvezio Caldelari, pediatra molto conosciuto ed apprezzato nel Luganese ed in tutto il Ticino, l’OTAF dispone di uno studio medico. Questo servizio, inizialmente aperto solo ai bambini, ora anche a gli adulti, negli anni ha subito un’importante evoluzione ed oggi sono diversi i medici consulenti specialisti, che offrono le loro prestazioni nel nostro centro. In particolare, durante visite regolari e tenendo conto della diagnosi, vengono definiti i programmi riabilitativi per ogni ospite, coinvolgendo sia i nostri terapisti (fisioterapisti, ergoterapisti, logopedisti, specialisti nella Comunicazione Aumentativa ed Alternativa e in Low Vision) che specialisti esterni quali ortopedici, ortotecnici, neurologi, assistenti sociali o altri. La sala per il trattamento fisioterapico. l Fisioterapia Il servizio di fisioterapia è rivolto a pazienti in età evolutiva e ad adulti affetti da patologie neuromotorie, centrali e periferiche, e neuro-ortopediche sia interni all’Istituto che ambulatoriali. La presa a carico in terapia prevede, in stretta collaborazione con i medici, una prima valutazione ed un’attenta analisi dei bisogni del paziente, alla quale fa seguito la pianificazione del trattamento fisioterapico che, a seconda del tipo di patologia, si avvale di differenti approcci e tecniche riabilitative mirate. Il laboratorio di informatica. Ippoterapia-K presso “La Fattoria” a Origlio. l Ippoterapia-k Il laboratorio di falegnameria. Il centro diurno Girasole. Il centro diurno Oasi. omani oggi, d Il laboratorio agricolo “La Fattoria” a Origlio. L’ippoterapia-k rientra nel campo della fisioterapia ed è un trattamento medico-riabilitativo riconosciuto che sfrutta determinate caratteristiche terapeutiche dell’andatura al passo del cavallo. Il nostro servizio è rivolto a pazienti in età evolutiva affetti da patologie neuromotorie congenite e/o acquisite. Le terapie si effettuano presso il laboratorio protetto «La Fattoria» ad Origlio e lungo un percorso appositamente realizzato, sono condotte da un nostro fisioterapista specializzato in HTK con l’aiuto di un palafreniere. Il cavallo utilizzato è un doppio pony Irlandese di razza Tinker di nome Respect. La piscina attrezzata per il trattamento riabilitativo. l Terapia in acqua l Musicoterapia All’interno dell’Istituto vi è una piscina specificamente attrezzata per il trattamento riabilitativo in acqua. Sfruttando determinate caratteristiche dell’acqua come la spinta idrostatica, la densità, e lavorando ad una temperatura dell’acqua di circa 34°C, si interviene su diverse patologie: neuromotorie centrali e periferiche, ritardi psicomotori e cognitivi, problematiche relazionali. Il servizio è rivolto sia a persone adulte che a pazienti in età evolutiva. La musicoterapia è una disciplina che mette al centro del suo agire l’uomo, visto nella sua globalità, e che studia la sua relazione con l’universo sonoro. Gli strumenti utilizzati sono di facile e immediato utilizzo: timpani, piatti, xilofoni, metallofoni, gongs, piccole percussioni, strumenti etnici, la voce e tutti i suoni che si possono produrre con il corpo, strumenti come il pianoforte o la chitarra suonati in maniera non convenzionale e ogni cosa che possa produrre dei suoni. 11 Il centro terapie STRUTTURE OTAF e: ieri, Insiem omani oggi, d I servizi generali Rientrano in questa definizione: l Servizio amministrativo l Servizi alberghieri l Servizio tecnico La sala per il trattamento ergoterapico. l Ergoterapia l CAA L’ergoterapia è una disciplina che mira globalmente ad una maggiore autonomia fisica, psichica e sociale di persone che soffrono temporaneamente o permanentemente di un handicap. Il trattamento ergoterapico presso l’OTAF si svolge in parte in sedute individuali, nelle quali vengono sviluppati, stimolati o migliorati gli aspetti deficitari della persona trattata. In seguito l’ergoterapista collabora con i gruppi in cui è inserito il paziente. La Comunicazione Aumentativa Alternativa è un’area della pratica clinica che mira a compensare l’inabilità nella sfera della comunicazione verbale e scritta, temporanea o permanente, in persone con gravi difficoltà nel linguaggio espressivo (orale e scritto), attraverso l’uso di modalità e ausili speciali e/o la stimolazione all’utilizzo delle capacità motorie conservate (sguardi, gesti, mimica ecc.). L’attività viene svolta da un logopedista formato in CAA e da un pedagogista curativo formato in CAA. l Low Vision l Logopedia La terapia Low vision è finalizzata all’apprendimento e al mantenimento dell’uso residuo della vista. Nella terapia Low vision non si eseguono solo esercizi tecnici ma si impara anche attraverso situazioni concrete e ludiche a riconoscere il senso di un’attività o di un’azione, così da sviluppare la capacità cognitiva individuale. L’attività viene svolta da una docente di scuola dell’infanzia con Master in pedagogia curativa scolastica e specializzata nella riabilitazione di persone ipovedenti e cieche, in possesso del certificato di Screener della sindrome di Irlen. Ci si avvale inoltre della consulenza di un’ortopedagogista e terapista di Low vision e della collaborazione di ottici e oftalmologi. Il servizio di Logopedia si occupa della riabilitazione dei disturbi di linguaggio, di comunicazione, di apprendimento e di deglutizione. Il servizio di Logopedia dedicato ai minorenni segue i bambini inseriti nella scuola speciale dell’Istituto, collaborando con gli educatori e gli altri terapisti che seguono il bambino. Viene offerto anche un servizio ambulatoriale sul territorio. Il servizio di Logopedia dedicato agli adulti si occupa di prevenzione, educazione e riabilitazione dei disturbi della voce, del linguaggio, della comunicazione e delle problematiche di deglutizione. l Servizi alberghieri I servizi alberghieri dell’OTAF hanno il compito di assicurare la funzionalità e la buona gestione della Fondazione. Per raggiungere questo obiettivo si sono suddivisi i compiti per settore specifico: economato, cucina, lavanderia e servizio di pulizia. Il responsabile dei servizi alberghieri gestisce un team numeroso, composto da ausiliari di pulizia, addetti alla lavanderia, cuochi e aiuti cucina; si occupa inoltre di una parte degli acquisti e della gestione del materiale, sia per conto dell’istituto sia per conto dei diversi foyer. Se la cucina centrale ha quale compito principale quello di occuparsi della ristorazione dei numerosi ospiti e del personale occupato presso l’OTAF, le ausiliarie di pulizia svolgono il pre- La cucina centrale. zioso lavoro di mantenere igienicamente pulito un istituto che durante il giorno ospita più di 300 ospiti bisognosi di cure, a cui vanno ad aggiungersi i membri del personale e i numerosi visitatori che quotidianamente varcano le porte del nostro istituto. Un lavoro altrettanto importante viene svolto dai collaboratori addetti alla lavanderia, che gestiscono la biancheria di ospiti e affini, in modo continuo e regolare. l Servizio tecnico Gli spazi amministrativi dell’OTAF. l Servizio amministrativo Tra i lavori che competono al servizio amministrativo rientrano la fatturazione, il pagamento dei fornitori, la stesura dei conteggi stipendi, la preparazione dei bilanci annuali e dei preventivi di gestione, il controllo dei rapporti di lavoro ed i relativi conteggi ore, la preparazione di statistiche con riassunte le prestazioni fornite agli ospiti, la gestione della liquidità ed il costante aggiornamento della contabilità. Il segretariato della Fondazione si occupa in modo particolare della gestione amministrativa e organizzativa della colonia di Sommascona e della sala “Le 3 vele”, della gestione dell’indirizzario degli abbonati del Semi di bene e di tutti coloro che sostengono con donazioni ed offerte la Fondazione OTAF. Al segretariato compete anche la preparazione di azioni di propaganda che regolarmente vengono svolte per presentare le attività della Fondazione nonché il sostegno al Consiglio di Fondazione nella realizzazione di nuove strutture per l’attività dell’OTAF. Oggi i compiti del servizio tecnico sono quelli di garantire l’ottimo funzionamento di tutte le strutture della Fondazione. La crescita dell’istituto e la costante evoluzione delle casistiche presenti hanno determinato un aumento massiccio e diversificato del servizio tecnico. Il settore è sempre più chiamato a rispondere alle molteplici richieste di modifiche, di trasformazioni, di miglioramenti e quant’altro ancora. E questo per garantire e rispondere alle necessità degli ospiti e per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori, senza tralasciare tutti i piccoli interventi per riparazioni e manutenzione di ogni genere, all’interno della sede principale di Soren- I pulmini per il trasporto degli ospiti. go come pure nei diversi foyer esterni e presso la colonia di Sommascona. Un compito importante rimane quello dei trasporti: sono ben 8 i tragitti (da Mendrisio a Bellinzona e fino a Locarno) tramite i quali garantiamo ai nostri ospiti la possibilità di raggiungere il nostro centro e viceversa. COSTRUZIONI METALLICHE 6916 Grancia Tel. +41 (0)91 994 14 77 - Fax +41 (0)91 994 75 85 [email protected] - www.rovelli.com I 5 N 6 l N da 1A 5 9 65 ANNI Sottofondi, isolazioni e pavimentazioni speciali B&L Laudato SA LAVORIAMO IL FERRO PER VOI DA OLTRE Mendrisio-Ligornetto www.laudato.ch 1 tel. 091/683 02 21 [email protected] 13 12 160774 rovelli 65 ANNI.indd 1 17.06.16 14:35 STRUTTURE OTAF PUBBLICAZIONI OTAF e: ieri, Insiem omani oggi, d L’OTAF per tutti Rientrano in questa definizione: l Sala “Le 3 vele” l Case di vacanza a Sommascona La nuova sala multiuso “Le 3 vele”. l Colonia montana l Sala “Le 3 vele” È la nuova sala multiuso, contenuta nell’edificio denominato «Casa Fomelino», la seconda delle tre costruzioni progettate dall’architetto Mario Botta, insieme con «Casa Cora» e «Casa Nava» (in costruzione). La sala è stata concepita con l’idea di ospitare riunioni, incontri e banchetti fino a 200 persone. Un sistema di pareti mobili permette di ricavare, oltre ad uno spaziosissimo atrio, 2 sale, una di 120 e una di 160 posti, per accogliere anche contemporaneamente i partecipanti a conferenze o seminari. Questi locali servono anche al nostro centro di Sorengo per organizzare momenti di incontro e di festa per gli ospiti oppure corsi di formazione per i nostri collaboratori. La denominazione sala «Le tre vele» è un omaggio alla forma delle tre costruzioni progettate dall’architetto Mario Botta e al grande quadro del pittore versiliano Marcello Polacci, «Tre vele nel golfo di Lugano» che si trova esposto su una parete della sala stessa lCase di vacanza in Valle di Blenio Le Case di vacanze a Sommascona-Olivone. La Fondazione OTAF è proprietaria di un centro di vacanza a Sommascona-Olivone, comune di Blenio. Composto da due case e da un ampio parco, è aperto tutto l’anno ed è facilmente raggiungibile anche durante la stagione invernale. Le due case possono essere affittate per l’organizzazione di scuole montane, colonie, campi di vacanza per invalidi o anziani, seminari e corsi di formazione. La casa più grande (casa gialla) dispone di 84 posti letto mentre la casa più piccola (casa arancione) è in grado di ospitare 30 persone. Entrambe le case sono state rinnovate e ristrutturate nel corso degli anni Duemila. Le due case rappresentano anche il punto di partenza ideale per andare alla scoperta dei numerosi poli di attrazione della Val di Blenio, famosa tra le varie cose per la sua natura sublime e incontaminata. l Colonia montana Nel periodo estivo la Fondazione OTAF mette a disposizione le sue case per l’organizzazione di colonie montane. Annualmente, nel mese di luglio, vengono organizzati due turni di colonia di due settimane ciascuno, in cui si accolgono complessivamente un centinaio di bambini e ragazzi. Con la sistemazione della seconda casa, situata di fronte allo stabile principale, in concomitanza con il primo 14 turno di colonia per bambini, dall’estate 2009 viene proposto un campo di vacanza per ragazzi/e dai 14 ai 16 anni. Colonia per bambini Gli ospiti sono una cinquantina di ragazzi, dai 5 ai 13 anni. Essi vengono ripartiti in gruppi, a seconda dell’età e del sesso. Ogni gruppo dispone di 2 o 3 camere in cui vengono suddivisi i ragazzi. Colonia per adolescenti La colonia per adolescenti dai 14 ai 16 anni (denominata MIK-ADOES-TUK-ADO) viene organizzata parallelamente al primo turno della colonia per bambini. La colonia è stata creata per poter offrire ai ragazzi un momento di svago e una sorta di continuità tra la colonia di bambini e il diventare monitori. L’OTAF nelle vostre case l Semi di Bene l Blocchetto per la colletta di fine anno l Rivista “Semi di Bene” Con questa rivista, pubblicata 5 volte all’anno, desideriamo raccogliere e trasmettere la vita della grande famiglia OTAF attraverso articoli e spunti di riflessione legati all’attualità dell’istituto, approfondimenti di tematiche proprie del mondo della disabilità e interventi di interesse generale. Leggere e abbonarsi a «Semi di Bene» è un modo per sostenere quel «seme» gettato più di novant’anni fa e permettere la nascita di nuovi germogli e la raccolta di sempre maggiori frutti. l Blocchetto OTAF Con il tradizionale blocchetto di aforismi e le vignette di Boneff, che da ormai 34 anni riscuote un grande successo, l’OTAF ringrazia i suoi amici per il loro prezioso sostegno nella colletta di fine anno. 15 SPECIALE 95 ANNI SEMI di BENE 1921 2016 la Seminatrice disegnata da Pietro Chiesa fu, per molti anni, l’icona che caratterizzava il Semi di Bene. Federico Campana, ospite dell’OTAF, ha interpretato i cambiamenti arricchendo la seminatrice con colori vivaci. “Semi di bene” da 95 anni la voce dell’OTAF. Q uando si festeggia un compleanno di un 95enne si è portati a ricordare con lui i bei tempi passati e, se il festeggiato gode ancora di buona salute, si osa formulare il giorno del suo compleanno (un po’ per scaramanzia) un augurale: “-cento di questi giorni!-” Ci sono due cose che mi hanno colpito in questi ultimi mesi del 95esimo della nostra rivista “Semi di bene”: aver riletto l’editoriale di Arnoldo Bettelini (fondatore dell’OTAF) apparso sul primo Numero di “Semi di bene” del 1921 e l’incontro con Guido Casellini, un ex ospite dell’allora “Istituto bambini gracili” negli anni a cavallo tra il 1962 e il 1970 e ancora oggi fedele abbonato alla nostra rivista. «Bimbi e giovanetti ticinesi, …quale cura più tenera e più dolce per noi che quella di educare i vostri animi ai sentimenti più belli, più nobili, più puri?..Destare in voi un ideale bello e nobile di vita: un ideale che vi stimoli a sviluppare il vostro intelletto, a purificare il vostro spirito; che vi infonda energia di lavoro; che vi renda atti ad opere egregie; che vi dia la virtù del sacrificio. 16 Farvi amare il nostro paese: amarlo per le sue bellezze di natura e d’arte, per le sue tradizioni, per i suoi costumi: amarlo per le sue opere di civiltà.» Ascolto, oggi, Guido Casellini, quasi sessantenne, mentre mi racconta del suo arrivo all’età di cinque anni e mezzo all’istituto di Sorengo, quando suo padre lo consegnò a Cora Carloni (la prima direttrice dell’OTAF), del suo vissuto da internato nel corso di otto anni per non aver avuto la possibilità di rientrare tutti i giorni a Pugerna dalla sua famiglia a causa della distanza. Casellini ricorda i suoi anni trascorsi a Sorengo con un sorriso tra il divertito e il nostalgico e con gli occhi quasi lucidi ricorda le pazze discese con i primi pattini a rotelle ricevuti proprio da Cora Carloni. Questa positività (malgrado i ben immaginabili momenti di sconforto), significa che gli intenti dichiarati da Bettelini sul “Semi” di molti anni prima, raccolti e interpretati per un vita intera dalla “Signorina Cora”, hanno trovato concretezza, si sono realizzati. “Semi di bene” è da sempre lo strumento per veicolare gli intenti e gli scopi benefici dell’Opera ticinese di assistenza alla fanciullezza. La rivista dei fanciulli, come venne chiamata all’inizio, ha accompagnato la vita di intere generazioni di fanciulli prima e di uomini poi. La rivista ha cercato di portare parole di speranza, sostegno morale, istruzione (assumendo anche un importante ruolo didattico sui banchi di scuola), e ha raccontato la vita degli ospiti: i cosiddetti bambini gracili prima e le persone disabili poi, dando loro voce. Ha presentato e continua a farlo, progetti in loro favore. In sostanza, “Semi di bene” è da 95 anni indissolubilmente legato alla vita dell’OTAF. In questo senso la miglior via per commemorarne la nascita, è quella di calarsi nel solco tracciato da coloro che hanno fatto la storia dell’OTAF incontrando i “semi” più significativi che hanno caratterizzato la nascita, la crescita, lo sviluppo e che hanno fatto germogliare l’OTAF di oggi e di domani! ldi Marco Canonico Redattore responsabile 17 SPECIALE 95 ANNI SEMI di BENE 1921: amor di Patria, salute e igiene La storica rivista Organo ufficiale dell’OTAF dal 15 gennaio del 1921 ldi Giorgio Passera U n periodico che è cambiato nel tempo, nelle sue forme e nei sui contenuti, ma non nei suoi obiettivi. Si può dire, generalizzando un po’, che il foglio ha sempre svolto la funzione di interfaccia tra il Paese e l’OTAF; informa e intrattiene in senso molto generale. Serve per comunicare la vita interna dell’Opera ai lettori e propone una serie di giochi, consigli, domande e risposte che contribuiscono a mantenere forte il legame con il pubblico. Nei primi numeri sono numerose le raccomandazioni ai ragazzi riguardanti la salute e la prevenzione delle malattie, l’igiene, il moto e l’alimentazione. 1920: l’annuncio di Arnoldo Bettelini La pubblicazione del periodico venne annunciata da Arnoldo Bettelini con una lettera alle famiglie del Cantone il 15 dicembre del 19201. Uno scritto che vuole spiegare il ruolo e l’originalità della nuova rivista, che si vuole alternativa a quelle stampate in Italia, “Corriere dei piccoli” in primis, una rivista orientata al Cantone e alla sua cultura, con ambizioni pedagogiche, educative e morali. Dice Bettelini: Il successo che hanno avuto i fascicoletti “Per voi, cari bambini” dell’Opera di Lugano – Campagna, la quale ha dato origine all’attuale nostra Opera Ticinese, ci ha persuasi che l’iniziativa corrisponde a bisogno sentito e potrà avere buona riuscita. Abbiamo 1 La troviamo come allegato della rivista “Fraternità” dello stesso anno. 2 Sorengo 21 settembre 1977 18 1921 - Copertina del primo numero. studiato il problema e siamo venuti a questa conclusione: di iniziare la pubblicazione, nel gennaio prossimo, di un giornale quindicinale di quattro pagine, formato 35 X 25 cm, illustrato. L’abbonamento per il primo anno sarebbe costato solo 3 franchi e, per consentire la vita a questa nuova rivista, sarebbe stato necessario un buon numero di lettori. L’appello di Arnoldo Bettelini era rivolto soprattutto alle famiglie e ai docenti: era infatti tra gli educatori e anche tra qualche loro allievo, che erano stati trovati i primi redattori. A proposito degli inizi della rivista nell’Archivio di Sorengo abbiamo trovato una lettera2 di Cora Carloni a Lorenzo Jametta in cui si afferma che la mamma Luigia Carloni – Groppi fu l’unica persona che sostenne la creazione della rivista, in una Commissione Direttiva del settembre 1920, quando l’ingegnere Arnoldo Bettelini ne presentò il progetto che tutti i membri bocciarono. E non solo la sostenne ma la diresse e la alimentò, forte delle conoscenze che i libri scritti per le scuole le avevano già procurato. Qui di seguito alcuni estratti dai primi numeri del periodico. Cominciamo proprio dal primo e da qualche informazione di tipo tecnico. Quindicinale per bimbi e giovanetti a cura dell’Opera Ticinese di Assistenza, Abbonamento annuo Svizzera 3 franchi, Estero 5 franchi. Numero separato 20 centesimi. L’articolo principale della neonata rivista è un appello di Arnoldo Bettelini, uno scritto che ricorda e sottolinea caratteristiche, obiettivi e pubblico della nuova pubblicazione. Particolare accento veniva posto sul ruolo educativo che la rivista aveva, verso i valori importanti per il presente ed il futuro della nostra gioventù. Bontà, altruismo, carità, solidarietà con i bisognosi, spirito di sacrificio, amore per la Patria. Niente accenni a malattie o handicap: valori morali e civili che facciano dimenticare in fretta la guerra. Nell’ottica dell’edificazione di una società migliore, più giusta, forte ed eticamente corretta. Carità, fraternità, punti fissi del pensiero di Bettelini. Bettelini e Carloni, i personaggi centrali della prima parte della storia dell’OTAF, sono già ben presenti su questo primo numero della rivista. E proprio lei, Cora Carloni, si rivolge, per la prima volta ai suoi Cari ometti e care donnine, si presenta come la loro sorella maggiore, che intende aiutare i più piccoli nelle necessità quotidiane, soprattutto quelle legate alla scuola, all’educazione. E da buona maestra vorrebbe educare gli allievi alla virtù, alla conoscenza, alla sapienza, alla bontà. La redattrice indirizza ai suoi giovani lettori già dal primo numero un appello: Scrivetemi. Ponetemi tutte le domande che voi volete, ditemi tutti i crucci e i desideri che avete. Sul giornaletto io risponderò a ciascuno e poi, quando m’avanzerà il posto, farò io delle domande a voi. Vedremo un po’ chi sarà più bravo a rispondere di noi! ... E oggi, giacché nessuno dei miei fratellini lontani ancora m’ha chiesto nulla, comincerò io a stuzzicarvi un po’ come si fa coi fanciulli riottosi. Dite un po’: Vi piace il nostro giornale? E se vi piace, perché? E se non vi piace, perché? Attendo le vostre risposte insieme alle vostre domande. Sarà ognuna un seme d’un nuovo albero di bene? Lo desidera la vostra “Sorellina Cora”. E già sul primo numero trova posto un concorso. Vengono proposti due temi, due componimenti scritti da svolgere: 1. Perché piangi e 2. La cucina del povero. E intanto si guardava avanti: Nei prossimi numeri verranno pubblicati scritti illustrati da Pietro Chiesa, che già ha disegnato la Seminatrice in prima pagina, da Renato Ballerini che illustrò la novella “Serate allegre”. Luigi Rossi e Regina Conti ci hanno pure promesso la loro artistica collaborazione. (..) abbiamo già pronti per la stampa altri lavori degli autori degli scritti pubblicati nel presente numero; e novelle della maestra Luigia Carloni – Groppi, poesie per i nostri animi, bozzetti della nostra vita ticinese, descrizioni delle nostre patrie bellezze, nozioni di scienze naturali, d’igiene, spigolature morali. Consigli utili per la salute e l’igiene (un tema ricorrente del periodo) vengono pubblicati già sul secondo numero della rivista, pubblicato il 31 gennaio del 1921: Mi hanno detto che ci sono dei bam- bini i quali vanno a scuola senza lavarsi la faccia. Sarebbe vero? Io non lo credo. Ma credo invece che ve ne siano parecchi di quelli che si lavano sur una sedia di cucina, facendo economia di acqua, risparmiando il sapone, già tutti vestiti, soffregandosi solo le gote e la punta del naso, come fanno i gattini … Vergogna! Perché aver paura di lavarsi sotto il rubinetto dell’acqua corrente, le braccia, il collo, le orecchie, anche d’inverno, anche se c’è la neve? L’acqua non costa nulla, il sapone è così abbondante, e i bambini puliti sono così belli e sani! Sullo stesso numero Cora Carloni ringrazia gli 80 ragazzi che le hanno scritto e le hanno inviato i complimenti e le critiche alla nuova rivista. Ad ognuno risponde e per ognuno ha delle parole personali, sempre con l’intento di trarre una morale dai vari casi che le vengono sottoposti. Particolare feeling con gli scolari, che scrivono, chiedono e pubblicano a volte loro componimenti, racconti, piccole prose, un contatto che continuerà con successo anche sui numeri successivi. La Direzione, intanto, comunica che gli abbonati sono già 1200. Sui numeri 5 e 6 l’infaticabile o onnipresente Cora Carloni cura anche l’editoriale iniziale e non solo la rubrica “Confidenze”, il Direttore è bloccato all’ospedale dove ha subito un intervento chirurgico per osteomielite di cui riferisce in apertura del numero 7, in data 15 aprile. Sul numero 8 del 30 aprile Arnoldo Bettelini dedica il suo editoriale ai bambini gracili e dichiara le sue intenzioni per il futuro: “Noi vogliamo, lo sapete far sorgere una grande opera di carità fraterna a favore di La rubrica “Confidenze” curata da Cora Carloni. 19 SPECIALE 95 ANNI SEMI di BENE questi piccini; vogliamo creare case, molte case belle, ariose, soleggiate per accoglierli, curarli, rigenerarli; vogliamo procurar loro grandi prati ove possano correre, giocare, rinvigorirsi; vogliamo che scompaia dal loro volto il pallore, che anch’essi siano lieti e giocondi. (…) Il numero 12, del 30 giugno, porta un annuncio ufficiale, decisamente ricco di enfasi, in puro stile betteliniano, che ricorda certe atmosfere pascoliane, con tanto di fotografie formato cartolina: l’Ospizio ticinese per i bambini gracili di Sorengo è ormai realtà. Il numero di maggio del 1925 dell’altra rivista, cioè “Fraternità” ci fornisce alcune considerazioni su “Semi di bene” che vale la pena di riportare. La rivista ha un doppio obiettivo: “igienico e lucrativo “(sono testuali parole di Cora Carloni). Ehi sì, la rivista si rivelò infatti da subito redditizia per l’Opera. La chiusura dei conti 1924 del giornale dà infatti un utile netto di franchi 1108,05 che si sta utilizzando, secondo i bisogni della casa, per l’acquisto di una lampada a irradiazioni di quarzo per i bagni di luce artificiale, di una lampada di proiezione, e di un numero sufficiente di berretti di lana per i bambini. 1926 - Prima copertina con la doppia testata. 1971 - Copertina del cinquantesimo. 1926: la “Rivista dei fanciulli” assieme a “Pro Juventute” Questi i primi anni della rivista: vediamo di riassumere e sintetizzare quello che successe in seguito. Nel 1926 “Semi di bene” esce in una nuova versione con un doppio titolo: “Semi di bene – Rivista dei fanciulli” e viene gestita in comune con Pro Juventute3, ente con il quale l’OTAF collaborerà per anni, fino al 1974. La pubblicazione cresce in numero di pagine da 4 a 8 a 16. Nel 1935 arriva a quota 3500 abbonati. Nel corso del 1943 viene stipulata una “Convenzione fra l’Opera Ticinese per l’Assistenza alla Fanciullezza in Lugano e il Segretariato generale della Fondazione nazionale Pro Ju- ventute in Zurigo. Il documento, che si articola in 10 punti, sostituisce il precedente del 1926. Si stabiliscono nuove regole ed un nuovo regime finanziario, meno penalizzante per l’OTAF. Gli anni ’50 e ‘60 fanno segnare un andamento finanziario altalenante. Arriviamo così al 1971: la pubblicazione festeggia il suo 50esimo compleanno e conta 5 mila abbonati. Nel 1974 viene avviata una collaborazione con il WWF, che porta alla nascita di una nuova rubrica verde sul periodico, quattro anni più tardi Cora Carloni, poco prima di morire, lascia la redazione della rivista. 1981 - Prima copertina nel nuovo formato. Anni ’80: il “Semi” si reinventa Gli anni ’80 rappresentano un momento di discussione, di crisi, di ricerca di una nuova identità. In un verbale della Commissione di Fondazione4 leggiamo per esempio alcune informazioni che fanno il punto della situazione in quel periodo. L’avvocato Riccardo Varini, allora Presidente della Commissione afferma che “in primo luogo va cercato un nuovo Redattore responsabile5 e, in previsione dell’inserimento nella rivista di nuove rubriche, sarà necessario reperire delle persone che si assumano le responsabilità per ciascuna di esse”. Il Segretario generale Riccardo Steiner insiste sulla necessità di definire in quale direzione la pubblicazione intende andare: occorre un rilancio e quindi bisogna trovare nuovi fondi. Il Dipartimento della Pubblica Educazione, tramite il dottor Caratti, si dice d’accordo di collaborare al rilancio fornendo anche qualche collaboratore. In quel periodo si stampano 4500 copie di “Semi di bene” mentre gli abbonati sono 2500. Si calcolano in 30 mila franchi annui le entra3 IMPRESSUM di Semi di Bene del 15 marzo 1926, probabilmente l’unica pubblicazione regolare ticinese dell’epoca dedicata ai ragazzi. 20 Quanto proficua fu per un lungo periodo la collaborazione tra OTAF e Pro Juventute si può capire leggendo, per esempio, un interessante documento conservato negli Archivi dell’Opera di Sorengo: una relazione presentata da Cora Carloni all’assemblea annuale dei delegati di Pro Juventute a Lugano, il 9 novembre del 1939. Qui vengono elencati i campi d’azione delle due associazioni e le loro azioni comune e complementari. 4 19 gennaio 1981, seduta tenutasi a Sorengo 5 Che gestisca al meglio il “dopo Cora Carloni”. te. Si ipotizza di chiedere anche agli impiegati dell’OTAF di collaborare e si vorrebbero aumentare le entrate pubblicitarie, per questo il presidente Varini auspica maggiori rapporti con il mercato cantonale. Occorre ridefinire il pubblico mirato (i ragazzi? la popolazione tutta?) ed i contenuti, magari non limitare la rivista ad organo di propaganda, ma estenderne la funzione in direzione di una maggiore informazione sulle varie attività dell’OTAF. La Commissione è cosciente del fatto che la gioventù è cambiata, guarda la TV e legge i fumetti. C’è chi propone anche di cambiare il titolo della pubblicazione. Prevale una linea di continuità: la rivista va sempre indirizzata ai ragazzi, con delle pagine di informazione sulle attività dell’OTAF. La veste grafica ed i contenuti sono ancora soddisfacenti ma l’Opera dovrebbe fare maggiori sforzi nella ricerca di nuovi redattori e nuovi fondi. Nessuno comunque mette in dubbio la funzione del periodico come veicolo dell’immagine dell’OTAF verso l’esterno. Nella riunione della Commissione dell’11 maggio 1981 l’allora Segretario Riccardo Steiner presenta un dettagliato programma di lavoro che porterà in modo progressivo alla nuova versione della rivista. Ecco i vari punti. Cambiamento del contenuto (già iniziato) – Cambiamento parziale della copertina (mantenendo il disegno di Chiesa) – Mensile a partire da settembre – Miglioramento della qualità del contenuto con collaboratori nuovi (a partire da settembre) – Azione pubblicitaria nel prossimo gennaio. Nuovi responsabili, da settembre: Riccardo Steiner, Giancarlo Dillena e Francesca Mena. E inoltre: La rivista dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: Avere un Leitmotiv (tema generale) per ogni singolo numero: settembre il sole, ottobre l’aria, novembre la terra. – Avere un riferimento al contenuto ambientale – Stimolare i ragazzi – Dare un aggancio ad altre fonti d’informazione (enciclopedie, libri, televisione, radio, musei, ecc.) – Non avere contenuti troppo specialistici – Non avere articoli a sbocco moraleggiante. Rubriche previste: Editoriale (1 – 2 pagine) – Il nostro Paese (circa 11 pagine) – Giochi – bricolage (2 pagine) – Informazioni culturali e segnalazioni (2 pagine) – Informazioni dell’OTAF (2 pagine) – Articoli dei ragazzi lettori (2 pagine). Totale 24 pagine. Collaboratori: G. Dillena, M. Molteni, L. Conti, F. Marone, F. Gilardi, N. Chiarini, E. Salvioni, R. Steiner. 1982 - Prima copertina monotematica. 1982: la rivista diventa mensile e monotematica Nel 1982 “Semi di bene”, secondo il programma previsto, diventa mensile e monotematico. La rivista propone numeri caratterizzati da un tema che viene sviluppato sotto diversi aspetti con l’obiettivo di “stimolare la curiosità, la fantasia, l’interesse verso quello che ci circonda”. Armando Boneff, un giovane grafico che sarà sempre più legato all’OTAF, si dichiara disposto a curare la grafica e l’impaginazione. Preoccupa in questi anni l’onere finanziario: l’OTAF è disposta ad investire e a tollerare anche un deficit iniziale per il nuovo corso, ma bisogna poter contare su importanti introiti derivanti dagli abbonamenti (15 franchi l’anno) e su costanti misure di contenimento dei costi. Ecco quindi che nel1984 aumenta il prezzo dell’abbonamento annuale alla rivista, passa a 25 franchi, per l’abbonamento ordinario, 30 franchi per quello dei sostenitori. Anche nel 1985 sono i costi di stampa ad incidere sul bilancio. Il 23 gennaio del 1986 alcuni membri della Commissione di Fondazione incontrano Armando Boneff e discutono sul futuro della pubblicazione. “Semi di bene” sembra essere lo strumento privilegiato per ovviare alla mancanza di informazione verso l’esterno sulle attività dell’OTAF. Sui numeri successivi verranno pubblicati informazioni e inserti relativi sia alla storia dell’OTAF, sia all’attualità. La rivista non deve raccontare solo quello che succede a Sorengo, ma anche nelle sedi – satellite. Da un documento redatto a fine anni ‘80 dalla segretaria generale Annamaria Pfister veniamo a conoscenza di alcuni dettagli relativi al 21 SPECIALE 95 ANNI SEMI di BENE funzionamento della redazione. Ogni mese i redattori si riuniscono e scelgono il tema principale del nuovo numero, elaborano la lista dei sotto – temi e distribuiscono i diversi compiti redazionali. Giovanna Pozzi e Armando Boneff sono responsabili della scelta definitiva del materiale da pubblicare e di eventuali modifiche redazionali. 1993: la pausa Nei primi anni ’90 “Semi di bene” presenta segnali di crisi per quanto riguarda il numero di abbonati, il che porta il periodico a sospendere temporaneamente le sue pubblicazioni nel 1993. Riportiamo le comunicazioni apparse in due diversi numeri e che toccano proprio questo momento così delicato. Novità nelle pubblicazioni del “Semi di bene” 6 Cari lettori e amici abbonati, Sul numero di gennaio di quest’anno preannunciavamo dei cambiamenti per la nostra rivista. Cambiamenti inevitabili, non dettati unicamente da ragioni finanziarie ma anche dal desiderio di verificare e di sperimentare delle innovazioni a livello di proposte redazionali. Al termine di una prima analisi della situazione è stata decisa la soppressione di alcuni numeri della rivista. In modo particolare sono stati raggruppati i numeri di giugno / 1993 - Ultima copertina monotematica. luglio, agosto / settembre, e novembre / dicembre. Altre novità sono previste per i prossimi numeri e già fin d’ora vi invitiamo a volerci trasmettere le vostre preziose osservazioni e valutazioni, che ci consentano di meglio conoscere la vostra opinione in merito ai cambiamenti proposti. Confidiamo nella vostra comprensione per questo taglio nelle pubblicazioni e augurandovi buone vacanze, cordialmente vi saluto. Roberto Roncoroni, segretario generale Cari lettori e amici abbonati7, La situazione della stampa scritta nel Canton Ticino, come già scrivevo nel numero di gennaio, non è per niente rosea, anzi le difficoltà sono continuate per tutto il 1993 coinvolgendo non solo i maggiori quotidiani ma anche le piccole riviste come la nostra. Di fronte alle difficoltà non bisogna comunque scoraggiarsi ma affrontarle con un atteggiamento positivo, costruttivo e soprattutto innovativo. È con questo spirito che abbiamo deciso una sospensione della pubblicazione della rivista affinché possiamo concentrare i nostri sforzi sul suo rinnovamento: Si tratta quindi di un arrivederci. Un arrivederci già alla prossima primavera, quando come un fiore “sboccerà” la nuova pubblicazione. Per questo abbiamo bisogno anche della vostra collaborazione. In questo numero troverete un sondaggio d’opinione tramite il quale potremo tener conto dei vostri desideri, delle vostre critiche, delle vostre proposte e suggerimenti al momento dell’allestimento della nuova linea editoriale del “Semi di bene”. Con i migliori auguri per le prossime festività natalizie e per un felice 1994, cordialmente vi saluto con un “arrivederci a presto”. Roberto Roncoroni, segretario generale 6 Semi di bene” giugno – luglio 1993 Numeri 6 e 7 7 “Semi di bene” novembre - dicembre Numeri 11 e 12 1994: la rinascita Nel mese di ottobre del 1994 “Semi di bene” riprende le sue pubblicazioni al termine di un periodo di ripensamento e di ri – orientamento. Citiamo dall’Editoriale: “Il nuovo “Semi di bene” entrerà nelle vostre case cinque volte all’anno, mettendo l’accento sull’evoluzione del nostro Istituto, intrattenendovi con rubriche di approfondimento, divertendovi con storie, fiabe, giochi e concorsi, creando degli spazi apposta per voi in occasione di giubilei, compleanni, saluti e ricorrenze. Non mancherà spazio per il riconoscente pensiero ai numerosi benefattori. E abbiamo previsto anche delle righe per i vostri suggerimenti e contributi. Ma veniamo alle presentazioni: Roberto Roncoroni, in rappresentanza della Fondazione OTAF, Armando Boneff e Javier Martinez curatori dell’aspetto grafico e illustrativo, Marco Canonico, “nuovo acquisto” che ha accettato con noi questa avventura e che sarà il nuovo redattore responsabile. (…) Il resto è storia recente e tutto lascia credere che “Semi di bene” accompagnerà i suoi lettori ancora per anni… e anni… e anni… 1994 - Prima copertina del rilancio (formato A4). GLI ANNI DEI NUMERI MONOTEMATICI C om’è dolce riandare con la memoria, in questa gioiosa ricorrenza, agli anni (dal 1984 al 1993 circa) nei quali la nostra rivista era monotematica. Ci riunivamo una volta al mese per scegliere l’argomento (Il sole, Il circo, Il fiore, L’abitazione, ecc.) e, col coordinamento della capo-redattrice Giovanna Maspoli Pozzi, ogni membro della redazione scriveva poi il suo “pezzo”. Ricordo che eravamo un gruppo molto affiatato che lavorava assieme a meraviglia. Prima della riunione ci veniva offerta la cena. Spesso l’incontro a tavola si trasformava in “cena di lavoro” tanto che il tema mensile lo avevamo già fissato prima di iniziare la riunione. Di quelle buone cene ricordo particolarmente i dessert che venivano portati da un giovane redattore di cui non ricordo il nome. Or- 22 bene, lui ce la metteva tutta e noi non lesinavamo i meritati complimenti per le sue torte. Poi, a una delle ultime cene, ecco il colpo di scena: golosi, addentammo di gusto il dolce, ma…rimanemmo tutti con il boccone in bocca! Cos’era successo? Il nostro pasticcere aveva confuso il sale con lo zucchero. Il bello fu che nessuno di noi osò rivelare l’inghippo. Si sentirono così le più fantasiose scuse per non dover continuare a mangiare l’immangiabile: - Buona, ma al momento mi sento di aver mangiato troppo! - Complimenti, mi piace, ma preferisco portarlo a casa per gustarlo più tardi! e via di questo passo. Il giovane redattore capì che qualcosa non quadrava. Decise allora di assaggiarne una fetta. L’addentò, masticò piano, piano e poi sentenziò: - Non è un gran che! Chissà cosa ho sbagliato? Nessuno seppe rispondergli, anche perché avevamo gli esofagi in fiamme. A tutte le nostre riunioni partecipava anche Annamaria Pelli, figura storica dell’OTAF, che era stata amica fraterna della fondatrice Cora Carloni. In rappresentanza dello studio grafico di Armando Boneff, presenziava regolarmente Javier Martinez che sapeva illustrare i nostri racconti in modo magistrale. Dopo parecchi anni, l’esperienza dei numeri monotematici venne interrotta e il “Semi di bene” riprese le pubblicazioni classiche. E ora questa benemerita rivista ha raggiunto i 95 anni senza minimamente dimostrarli! Tanti auguri caro “Semi di bene”, prosegui così il tuo cammino verso tanti altri prestigiosi traguardi, perché di bene non ce n’è mai abbastanza! ldi Federico Martinoni Membro, a quel tempo del Comitato di redazione 1985, i grafici Armando Boneff e Javier Martinez al lavoro sul SdB, nel disegno dell’epoca i due hanno raffigurato se stessi. 23 LAVORI IN CORSO Il cantiere di Casa Nava all’interno In ogni posto che ho visitato ho visto persone impegnate a lavorare e ognuna aveva compiti diversi. ldi Nikita Dehtevics C ari lettori, mercoledì 18 ottobre è stata per me una giornata molto speciale ed emozionante: ho visitato il cantiere di Casa Nava all’interno! Con me c’erano anche Sabrina Aggio, capo équipe del centro diurno Oasi, Alfredo Iovino (ndr. architetto dello studio di architettura e pianificazione Matteo Huber), il mio amico Sergio (ndr. Sergio Gilardoni, tecnico impresa Bassi) e Giuseppe, incaricato di fotografare ed immortalare ogni momento di questa mattinata! In questo articolo vi racconterò quello che ho visto. Ci siamo trovati verso le 10.00 ed abbiamo iniziato il nostro giro dal corridoio, ancora chiuso, che si trova dietro le sale della fisioterapia. Era tutto ancora in disordine e sporco: mi hanno detto che sulle pareti di questo corridoio verrà allestita una mostra di fotografie. Siamo poi arrivati al piano interrato di Casa Nava. Ho visto la centrale di riscal24 damento e un altro locale che servirà da spogliatoio. Da qui siamo arrivati all’ascensore, messo in funzione per l’occasione solo per me… che ci ha portati fino all’ultimo piano, il terzo. Casa Nava ha un piano in meno di casa Cora. Qui i pavimenti sono già stati posati e sono coperti da un foglio di plastica bianca per proteggerli: si intravvedeva il colore blu. Ho visto le camere e mi sembrano più grandi di quelle di Casa Cora ed in effetti mi hanno confermato che sono 1 metro più larghe. I bagni non sono ancora finiti e mancano anche le luci. Il salone è grandissimo e vuoto: non c’è nemmeno la cucina! In effetti tutti i locali sembrano più grandi perché non ci sono ancora i mobili. Siamo poi scesi al secondo piano: Alfredo mi ha fatto vedere come fanno a posare il pavimento: non sono piastrelle ma è un rotolone di colore verde! Sono pavimenti di linoleum. Il soffitto in alcuni punti non è ancora finito. Dal secondo siamo passati al primo piano e qui è proprio tutto un caos: il pavimento non c’è e nemmeno il soffitto. Ho guardato in alto e ho visto molto bene i tubi dove passa l’acqua e tutti i fili elettrici colorati. Le finestre sono più grandi e si aprono direttamente sul piazzale. Sono uscito quindi a fare un giretto sulla parte che poi diventerà il giardino. Infine mi hanno fatto vedere la sa- sarà tutto coperto e non ci bagneremo più quando piove. In ogni posto che ho visitato ho visto persone impegnate a lavorare e ognuno aveva compiti diversi. Dopo la visita ho incontrato il Direttore, Roberto Roncoroni, a cui ho fatto delle domande per sapere quando finiranno i lavori. Il Direttore mi ha dato alcune notizie in anteprima che ora vado a raccontare anche a voi: la che diventerà la nuova cappella: adesso è solo una stanza pieni di attrezzi e ferri, ma mi hanno spiegato che avrà le pareti nere tranne una, di fronte all’entrata, che sarà di colore blu. Il soffitto avrà tante piccole lucine e sembrerà un cielo stellato! Ho visitato l’autosilo per arrivare vicino alla porta che vedo ogni giorno al Piano inferiore dello stabile del Centro Diurno: mi hanno spiegato che da qui partirà un tunnel che collegherà l’autosilo e il corridoio delle terapie; Prima di Natale mi hanno promesso un altro giretto di controllo, per vedere se i lavori proseguono bene. Secondo il programma dovrebbero finire tutti i pavimenti e i soffitti entro la fine dell’anno, per essere pronti per il primo trasloco. Sono veramente contento di poter condividere con voi questa bellissima esperienza. Ci risentiamo quindi con il prossimo numero! lla gru grande grande gialla davan- ti al Centro Diurno verrà smontata il 19 dicembre: non vedo l’ora!! lIl primo trasloco avverrà durante il mese di marzo del 2017 . lI lavori probabilmente termineranno, giardino compreso, durante l’estate del prossimo anno. lDue delle pareti della cappella saranno azzurre ed una sola nera…. Questa è una notizia degli ultimi giorni che ha confidato solo a me!! 25 OTAF E DINTORNI Il battito d’ali di Casa Arion Passo dopo passo, guardando al futuro. Un progetto abitativo pilota, per adulti con Disturbo dello Spettro Autistico. Abbiamo scelto la trasparenza, la prudenza, la qualità del servizio. Fate anche voi la scelta giusta: scegliete BPS (SUISSE). Anche in tempi difficili. Direzione Generale e Agenzia di Città Via Giacomo Luvini 2a, CH–6900 Lugano Tel. +41 58 855 32 00 Sede Principale Via Maggio 1, CH–6900 Lugano Tel. +41 58 855 31 00 Call Center 00800 800 767 76 www.bps-suisse.ch Succursali ed Agenzie Lugano-Cassarate, Paradiso Banca Popolare di Sondrio (SUISSE) La Banca che parla con te. Come ti trovi a Casa Arion? Gianni: A Casa Arion mi trovo bene perché sto acquisendo maggiori competenze per quanto riguarda la mia indipendenza. Ad esempio sto imparando a cucinare varie ricette con l’aiuto dell’educatore, come ad esempio i filetti di pesce, i ravioli al burro e salvia. Inoltre grazie all’aiuto degli educatori ho iniziato a riprendere i mezzi pubblici per andare a lavorare. Il fatto di avere la giornata più strutturata mi rende più sereno. Infatti tutti i giovedì sera preparo con l’educatore di turno l’agenda che mi permette di vedere cosa fare durante la prossima settimana. Lucio: A Casa Arion mi trovo benissimo, perché mi piace tanto la mia camera, come anche stare con gli educatori e i miei coinquilini. Mi piace anche la cucina, perché a me piace cucinare. stampati per tutti i gusti Perchè sei arrivato a Casa Arion? Gianni: Il mio obiettivo è quello di andare a vivere da solo, ma prima devo imparare a cucinare, a organizzare meglio il mio tempo libero, a condividere i miei interessi con gli altri e a spostarmi autonomamente con i mezzi pubblici. ldi Rosy Pozzi Informazione e Comunicazione Fondazione ARES Christian Fischer Pedagogista e Consulente Fondazione ARES Massimo Conforti Responsabile Educativo Fondazione OTAF Lucio: Sono a Casa Arion perché voglio diventare indipendente. Voglio imparare a fare tante cose da solo, come ad esempio preparare la colazione, fare la doccia e preparare i vestiti per il giorno dopo. Quali sono i tuoi interessi? Gianni: L’informatica mi ha sempre appassionato da quando avevo 6-7 anni. In passato ho fatto un corso di tecnico di sistemi e reti che mi ha permesso di trovare un’occupazione in questo campo. A Casa Arion posso dedicarmi giornalmente a questo mio interesse e questo mi fa molto piacere. Lucio: Mi piace molto suonare la fisarmonica. Con gli educatori ho fissato dei giorni sulla mia agenda della settimana dove posso allenarmi. Nel mio tempo libero mi piace anche guardare la TV con i miei coinquilini e gli educatori. Sono le testimonianze di due ospiti di Casa Arion. Due giovani adulti con Disturbi dello Spettro Autistico (DSA) residenti nella nuova unità abitativa in via Morena 6 a Massagno, più precisamente al 4°piano di Casa Iris, foyer della Fondazione OTAF inaugurato all’inizio dell’anno. edizioni legatoria stampa offset a bobina stampa oro e argento a caldo stampa offset e digitale grafica nuovo gusto tel. +41 91 941 38 21 Fontana 26 Print lecca-lecca 195x136 (CMYK).indd 1 Un progetto abitativo per adulti con DSA via giovanni Maraini 23 CH-6963 Pregassona Fax +41 91 941 38 25 [email protected] www.fontana.ch 22.06.16 11:23 Considerato ciò, nonché la particolaGeneralmente, quando si pensa ai birità della presa in carico delle persosogni abitativi delle persone con DSA, ne con DSA, poiché molte di loro ogsi pensa ad utenti gravemente colpimanicon le loro famiglie, o gi vivono ancora ti dalla sindrome, con ritardo mentad , i g , ogvanno però via via invecchiando, le associato e con necessità di essere e: ieriche m e i s n I a tutti noi (Ufficio Invalidi del Canton accolti in ambienti molto protetti. In Ticino, Fondazione OTAF, Fondaziorealtà l’esperienza della Fondazione ne ARES e Associazione delle famiglie ARES, durante i suoi oltre 20 anni di asi) è apparso necessario chinarci su attività, dimostra che anche le persouna soluzione che potesse facilitare ne con DSA, senza o con lievi ritardi l’inclusione abitativa (protetta o non intellettivi, hanno difficoltà nel gestire protetta) delle persone con funzionain maniera funzionale spazi e tempi. mento autistico. Casa Arion è un progetto pilota, rivolto al Canton Ticino, della durata di due anni (2016 – 2017) al termine dei quali verrà valutata la sua continuità e prevede la gestione di un’unità abitativa atta ad accogliere persone maggiorenni con DSA in un luogo strutturato in base alle loro esigenze specifiche e al funzionamento tipico del Disturbo. Casa Arion è una “palestra” che ospita persone adulte con DSA per il periodo necessario af27 OTAF E DINTORNI finché ognuna di loro possa acquisire ed allenare quelle competenze che gli permetteranno poi di essere inserite in strutture abitative protette (foyer, appartamenti protetti) o non protette, già presenti sul territorio. Sostanzialmente si tratta di un allenamento per il conseguimento di una maggiore autonomia. Arion, come una farfalla La scelta del nome “Casa Arion” non è stata casuale. Infatti il nome Arion fa riferimento alla Maculinea Arion, una farfalla caratterizzata dal blu delle sue ali. La scelta vuole da una parte richiamare Il colore blu, colore associato alla conoscenza, alla profondità e simbolo, per volere dell’ONU, della Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo (2 aprile), e dall’altra alla metamorfosi che contraddistingue il ciclo vitale della farfalla stessa, che è dapprima crisalide e poi spiega le ali. Le attività in Casa Arion ll programma educativo si prefigge di far acquisire agli utenti di Casa Arion abilità nella vita quotidiana (la cura di sé e la cura dei propri spazi), nelle attività per il tempo libero, (sport, uscite in compagnia), nella comunicazione, per esprimere ad esempio i bisogni primari e intrattenere delle conversazioni, oltre alle abilità sociali, che permettono di cercare la compagnia degli altri e saper stare con loro. Tutte le attività e gli interventi educativi vengono strutturati tenendo conto dello speciale funzionamento autistico e sulla base delle buone prassi suggerite dalle linee guida scientifiche internazionali. Cos’è il Disturbo dello Spettro Autistico ? Il Disturbo dello Spettro Autistico (DSA) non è una malattia ma un modo diverso di funzionare, è una sindrome di natura neurobiologica che implica disabilità complesse, a vari livelli di gravità. Il DSA è identificabile sin dalla prima infanzia (primi 3 anni di vita) e compromette qualitativamente la comunicazione (verbale e non verbale), l’interazione sociale e induce modelli di comportamento, interessi ed attività ristretti, ripetitivi e stereotipati. Al Disturbo dello Spettro Autistico può accompagnarsi anche un ritardo mentale, in forma lieve, moderata o grave. I dati ufficiali, forniti dalla comunità scientifica internazionale, indicano una prevalenza di 1 caso di DSA ogni 100 bambini nati. La sindrome colpisce prevalentemente i maschi (3-4 maschi ogni femmina). In base alle nascite del nostro cantone ciò significa che in Ticino ogni anno nascono circa 15-20 bambini con DSA. Sempre basandoci su questi dati possiamo ipotizzare che nel nostro cantone il numero di maggiorenni con DSA si attesti attorno alle 800-900 persone. La giornata degli utenti L’équipe educativa Si tratta di un’équipe multidisciplinare composta da educatrici/educatori, operatrici/operatori socioassistenziali e vegliatrici/vegliatori notturni. Tutte le figure professionali sono state inizialmente formate da pedagogisti ed educatori esperti della Fondazione ARES, per garantire agli utenti una presa in carico specifica per i Disturbi dello Spettro Autistico. Inoltre gli specialisti di ARES affiancano quotidianamente l’équipe fornendo consulenza pedagogica, teorica e pratica, su temi specifici. Viene così assicurata una formazione continua, sulla base dei bisogni che via via emergono. Mantenere i contatti con i familiari La famiglia dell’utente può programmare, accordandosi con l’équipe educativa, sia di trascorrere qualche ora con il proprio familiare, visitandolo durante il week end, sia di averlo con sé presso la propria abitazione per qualche giorno. La famiglia può altresì decidere di visitare il proprio caro durante i giorni feriali, presso il foyer o per un’uscita insieme. In ogni caso è di fondamentale importanza la programmazione, poiché permette di strutturare il tempo della persona con DSA con anticipo ed evitare comportamenti inadeguati causati dall’incertezza o dall’improvviso cambio di programma. Ci siamo rivolti ad alcuni familiari chiedendo loro un bilancio dell’esperienza vissuta finora. Come è stato accolto il progetto “Casa Arion” dalla vostra famiglia? Il progetto di Casa Arion è stato accolto molto bene dalla nostra famiglia perché riteniamo che come tutti i ra- 28 alla sua sacralità, indipendentemente dalla forma! Il progetto si colloca molto bene nella nostra vita e nel nostro futuro perché è un progetto flessibile e aperto agli altri, che manifesta attenzione al dialogo autentico tra esigenze dei ragazzi, professionisti, operatori e genitori. Mi sembra che potrà aiutare molti ragazzi ad essere Inter-in-dipendenti ed acquisire man mano sicurezza e gioia per la vita! Per questo motivo la loro casa deve essere aperta ed essere un invito a tutti quelli che vogliono con amore e professionalità partecipare all’inno della Vita. gazzi normotipici anche i nostri figli autistici o con Sindrome di Asperger devono poter condividere una vita in comune, imparare poco a poco a vivere in autonomia perché questa serve nella quotidianità, così come servono le relazioni con gli altri, anche laddove vi sono delle difficoltà ad interagire. Cosa ha significato per voi genitori osservare il processo di evoluzione verso una maggiore indipendenza di vostro figlio? È bello per noi poter osservare il crescere di tale autonomia e partecipare apertamente a questa evoluzione, al ritmo della vita dei nostri figli con Autismo, anche se non è precisamente il nostro ritmo. Se si considera che la persona umana (con Autismo e non) è unica e irripetibile, è “un fascio di relazioni” con un proprio ritmo dell’essere, che deve accordarsi con il ritmo dell’essere degli altri, si intuisce quale meravigliosa sinfonia si può co-creare assieme! Dunque secondo questo pensiero la sofferenza non è altro che la sveglia alla gioia, all’infinito, a Dio, ecc. (Raimon Panikkar) Quali sono le aspettative per il futuro di vostro figlio? Come si colloca un progetto come Casa Arion nel futuro che vi attendete? Per noi più che aspettative direi che vi sono delle aspirazioni, che si riflettono nelle aspirazioni di nostro figlio. Quelle di essere Inter-in-dipendente, essere partecipi ai piccoli passi di autonomia di nostro figlio e gioirne con lui e con i suoi bravi terapeuti. Essere partecipi all’inno della Vita e con esso Casa Arion è la CASA, il punto di riferimento da cui partire al mattino per intraprendere la propria giornata lavorativa e a cui tornare la sera per concludere la giornata e poter godere dei propri spazi e di un meritato riposo, esattamente come accade per ogni altra persona. L’attività lavorativa che l’utente ha già intrapreso può continuare anche durante il progetto abitativo in Casa Arion. In caso contrario il progetto educativo individualizzato viene formulato valutando anche un eventuale inserimento professionale (protetto o non protetto), sulla base delle competenze e degli interessi specifici della persona. Anche le attività del tempo libero e/o i propri hobby possono continuare ad essere coltivati anzi, l’équipe educativa si adopera per ampliarli e valorizzarli. Come accade in ogni famiglia, anche in Casa Arion vi sono i momenti della cura degli spazi, la cucina, il momento del pasto insieme, i momenti ricreativi, le uscite in pizzeria, le passeggiate e qualche momento per sé, per ascoltare la musica o semplicemente per guardare un film. Per maggiori informazioni Fondazione OTAF: www.otaf.ch Fondazione ARES: www.fondazioneares.com asi: www.autismo.ch Ufficio degli Invalidi: www.ti.ch/invalidi il tuo tetto piano www.manz-sa.ch CH-6805 Mezzovico le tue resine www.resinswiss.ch ISS – Il vostro partner nei Facility Services Integrali Che si tratti di servizi singoli o Facility Services Integrali, grazie a pacchetti personalizzati nei settori Facility Management, Support Services, Property Services, Security Services, Cleaning Services e Infrastructure Services ISS risponde in maniera flessibile ed efficiente dal punto di vista dei costi alle vostre esigenze specifiche. Professionisti qualificati assicurano una manutenzione ed una gestione ottimali di impianti, immobili ed infrastrutture. In qualità di azienda leader nel mercato svizzero dei Facility Services con elevati standard qualitativi ed una concezione di servizio orientata al cliente contribuiamo in modo attivo e decisivo al vostro successo aziendale. ISS – per conseguire maggiori successi! ISS Facility Services SA Via Cantonale 18 . 6928 Manno Tel. 058 787 89 00 . www.iss.ch 29 ATTUALITÀ OTAF ATTUALITÀ OTAF “Immagina” Un parco in memoria del piccolo Elia Il Progetto 2016 del Centro Diurno Girasole. Passione: fotografia di gruppo in base agli interessi di ciascun partecipante. Un mosaico di foto Il lavoro che ci aspettava, divisi in piccoli gruppi, consisteva nel realizzare delle fotografie in base agli interessi di ciascun partecipante. La libertà di espressione era l’unico requisito che ci eravamo posti per poterci avvicinare allo strumento fotografico e farne un’esperienza unica. Il risultato di queste uscite si è concretizzato nelle centinaia di foto di ogni genere, bellissime nella loro unicità e imperfezione che però mancavano ancora di un senso progettuale concreto. Il fotomosaico ci è sembrato l’espressione più rappresentativa e diretta per dare un senso a quella marea di immagini per cui ci siamo tanto impegnati. Pannello di presentazione. D urante l’autunno 2015, all’interno del centro diurno Girasole, si discuteva sul tema per il progetto creativo dell’anno seguente. Come sempre la pittura sembrava essere la strada. Ma dipingere, forse, ci aveva annoiato e cercavamo nuovi stimoli creativi. La proposta di Doris, una delle nostre anime, suonò quindi come un invito a nozze: “Facciamo le foto?” Nonostante un’iniziale diffidenza verso le idee sul come percorrere questa strada, abbiamo deciso, superando le paure iniziali, di raccogliere la sfida. Negli incontri che si sono succeduti abbiamo a lungo dibattuto sulla comunicazione, sui vari mezzi espressivi, sull’osservazione del prodotto altrui, arrivando alla visione degli scatti realizzati dagli utenti con più esperienza. Cosa volevate comunicare? Ci siete riusciti? Cosa ti piace? E tu, cosa faresti se ti trovassi a scattare delle foto? Cosa ti interessa? Queste erano le domande ricorrenti. 30 Per questo abbiamo scelto 5 immagini significative dall’archivio che potessero rappresentare 5 concetti chiave del nostro lavoro quotidiano, fotocomponendole con le tantissime fotografie realizzate insieme ai nostri utenti durante le uscite in gruppo. L’idea raffigurata vuole rendere espliciti i concetti che caratterizzano la bellezza, e allo stesso tempo la sfida, nel lavoro con l’essere umano, come sia possibile dare fiducia alla vita, provare ad aprire nuovi orizzonti. Quale vicinanza poi nel sedersi attorno ad un tavolo e riconoscere gli sforzi intrapresi: •sforzi nel dare fiducia •sforzi nel superare le proprie difficoltà, •sforzi nel confrontarsi con nuove tecnologie, •sforzi ripagati da un pezzetto di strada percorsa insieme e da una meta raggiunta. Un sentito ringraziamento va alla PM Consulenze e al suo managing partner, il signor Paolo Morel, che hanno sostenuto il progetto fin dal principio rendendo così possibile la sua realizzazione. Inaugurato presso l’OTAF di Sorengo il nuovo parco giochi e il percorso didattico col sostegno della Fondazione Cerebral e della Fondazione Elia Galvanone. E ldi Marco Canonico «… le soste che il visitatore è chiamato a fare davanti ad ogni pianta, apprezzandone nel tempo lo sviluppo e lasciando che i profumi delle erbe aromatiche richiamino alla sua mente ricordi del passato, che niente più dei profumi è in grado di stimolare.» È quanto ha detto Antonella Meuli, sindaco di Sorengo, intervenuta lo scorso 21 ottobre in occasione dell’inaugurazione del “Parco Elia”, presso l’OTAF. Non c’erano parole migliori, toccanti e allo stesso tempo serene per far correre idealmente il pensiero al piccolo Elia Galvanone (un bambino ospite dell’OTAF tra il 1997 e il 2000 scomparso all’età di quasi 6 anni). Col medesimo intento e slancio si è mossa la Fondazione OTAF, ripristinando - come una sorta di coronamento degli importanti lavori riedificatori in via di ultimazione - una tenuta boschiva da tempo inaccessibile e quasi dimenticata. «L’OTAF non vuole essere un quartiere chiuso su se steso, ma un quartiere famigliare, aperto e pronto ad accogliere la popolazione locale e tutti coloro che vorranno vivere e conoscere la nostra realtà», hanno infatti specificato il presidente, avvocato Pier Mario Creazzo e il direttore Roberto Roncoroni. Dunque uno sforzo, finanziariamente sostenuto dall’OTAF, dalla Fondazione Cerebral e dalla Fondazione Elia Galvanone e dal contributo di Coop Ticino su suggerimento di Maria Marrazzo, teso non solo al recupero di antichi castagni e a mettere a dimora diversi giovani noci, ma soprattutto a riqualificare un’area che d’ora in poi potrà essere a disposizione dell’intera collettività e in particolare ai bambini. Oltre ai giochi espressamente scelti per offrire svago e divertimento anche alle persone con difficoltà motorie, a una fontana, a una zona grill per pic-nic, a tavoli e a panchine, si è voluto creare -avvalendosi della competenza e della generosità dell’architetto paesaggista Giorgio Benicchio e dell’ingegnere paesaggista Rudolf Bläuenstein- un interessante percorso didattico. Lungo il sentiero che si snoda all’interno del parco, sono infatti state poste 33 tavole che informano il visitatore sulle caratteristiche e le proprietà di altrettante piante aromatiche e di alto fusto. Il percorso conduce il visitatore (anche in carrozzella) a conoscere e a toccare con mano numerose erbe aromatiche e di sentirne i profumi, per poi, via, via addentrarsi nel bosco, in tutta tranquillità e senza alcuna barriera architettonica, ha specificato Giorgio Benicchio. “Parco Elia” realizza dunque un progetto e un desiderio molto atteso dai genitori Anna e Ambrogio Galvanone, che fin dall’inizio è subito piaciuto, come ha ricordato la madre, proprio perché destinato alle famiglie, ai più piccoli e ai loro giochi preferiti. Un modo per idealmente rivedere in loro anche il sorriso del piccolo Elia. Il pellet di qualità in promozione irripetibile lo trovi solo da Brico! Paolo Morel della PM Consulenze con il direttore OTAF Roberto Roncoroni e alcuni utenti che hanno realizzato il progetto. B a r b e n g o • B i a s c a • C a d e n a z z o • L o s o n e • L u g a n o • M a n n o • M e n d r i s i o • M e n d r i s i o ( e x - Fe r r a z z i n i ) 31 Allenare i sensi scoprendo le piante UN PARCO IN MEMORIA DEL PICCOLO ELIA Intervista all’architetto paesaggista Giorgio Benicchio Come è nata la collaborazione con l’OTAF? La collaborazione con l’OTAF, in realtà è iniziata già attorno al 2003, con la realizzazione del laboratorio agricolo “La Fattoria” di Origlio, situata proprio sopra il nostro vivaio. L’occasione di conoscere in seguito il direttore Roberto Roncoroni mi è stata data dall’architetto paesaggista Rudolf Blaeuenstein, con il quale abbiamo iniziato a dar forma a quello che poi è diventato il Parco Elia. Un parco giochi pensato per tutti, non solo per i disabili, è possibile? È possibile e auspicabile, in quanto tutte le aree pubbliche dovrebbero essere non solo accessibili, ma anche utilizzabili e attrattive per tutti. In questo caso la scelta delle attrezzature ludiche mira ad offrire nuove esperienze motorie ai bambini diversamente abili. I giochi, dimensionati in modo da poter esser utilizzati con l’aiuto di un accompagnatore, offrono l’occasione di scivolare (scivolo largo), rimbalzare (trampolino), dondolare (altalena con cesto) allenando l’equilibrio, la coordinazione, la concentrazione e le articolazioni; il tutto in stretto contatto con la natura circostante che stimola i loro sensi. Ovviamente ogni utente del parco può sperimentare tali esperienze. Saluto del Sindaco di Sorengo, Antonella Meuli S ignore e Signori rappresentanti delle Fondazioni Cerebral ed Elia Galvanone, Signor Presidente e signori Membri del consiglio della Fondazione OTAF, Signor Direttore, Gentili Signore e Signori, sono particolarmente onorata di prendere la parola in apertura di questa inaugurazione per recare il saluto dell’autorità e della cittadinanza di Sorengo. Nel quadro delle trasformazioni e della stupefacente evoluzione dell’istituto dell’Opera Ticinese per l’Assistenza alla Fanciullezza, ecco che oggi ci ritroviamo ad inaugurare un’opera con caratteristiche particolari, che si differenzia dalle altre importanti innovazioni che in questi anni sono state e saranno all’origine di varie cerimonie inaugurali. La peculiarità di questo luogo è quella di essere pubblico, dunque non solo riservato agli utenti dell’istituto, ma aperto indiscriminatamente a tutti 32 Da sinistra: Giorgio Benicchio, Antonella Meuli, Avv. Pier Mario Creazzo, Roberto Roncoroni e i coniugi Galvanone. nell’ottica di una sempre maggiore integrazione dell’istituto e dei suoi utenti nel tessuto del nostro Comune e, più in generale, nel tessuto sociale della regione con un approccio innovativo. Nell’oramai quasi secolare percorso della Fondazione OTAF si inserisce dunque anche il percorso didattico del nuovo Parco Elia con le sue piante contrassegnate e le profumate erbe aromatiche, quasi a evocare un ideale parallelismo tra le tappe evolutive dell’esistenza dell’OTAF, della vita dei suoi Utenti -ma anche di tutte le Operatrici ed Operatori- e le soste che il visitatore è chiamato a fare davanti ad ogni pianta, apprezzandone nel tempo lo sviluppo e lasciando che i profumi delle erbe aromatiche richiamino alla sua mente ricordi del passato, che niente più dei profumi è in grado di stimolare. Questo nuovo spazio di integrazione, e le emozioni che saprà suscitare con i suoi profumi, si integra a sua volta idealmente in questo speciale settore del nostro Comune che sempre più si afferma nella definizione di “quartiere delle emozioni e dei sentimenti”, com’è già stato più volte definito in passato. Benvenuto dunque a questo bel parco a disposizione della comunità e grazie a tutte e tutti coloro i quali hanno contribuito nei modi più disparati alla sua realizzazione. Auguro a tutti una piacevole inaugurazione ed uno spensierato momento conviviale. Un percorso didattico perché e cosa dovrebbero insegnarci le piante? Possiamo imparare tanto dalle piante (consiglio un attuale bestseller di Peter Wohlleben “La vita segreta degli alberi”, Macro Edizioni). In questo parco si è scelto di stimolare in particolar modo l’olfatto invitando l’utente ad addentrarsi nel bosco a percepire le sorprendenti fragranze emanate da foglie e fiori di erbe e piccoli cespugli che sono stati piantati lungo il sentiero. Ogni essenza è accompagnata da un pannello informativo con le caratteristiche, particolarità e curiosità che le contraddistinguono. Quale arricchimento ci si porta a casa? Durante la rilassante passeggiata ci si avvicina alla natura con un approccio diverso dal solito. Stimolando il nostro olfatto, con un po’ di curiosità, potremo scoprire quotidianamente nuovi aspetti del mondo che ci circonda. L’olfatto aiuta, anche inconsciamente, il nostro ricordo, l’abbinamento e il confronto delle idee e delle esperienze personali. L’OTAF riconferma il marchio “Fourchette Verte” Fourchette Verte è un marchio di qualità per ristoratori che propongono un piatto del giorno equilibrato, nel rispetto dei criteri della piramide alimentare svizzera. Il suo conseguimento rappresenta dunque un importante riconoscimento degli sforzi intrapresi dai soggetti che operano nell’ambito della ristorazione di offrire alla propria utenza dei menù che garantiscano un corretto equilibrio alimentare. La cucina centrale della Fondazione OTAF, dopo un’attenta analisi dei menù settimanali proposti, si è vista riconfermare il marchio anche per l’anno 2017. Alla base di questo importante riconoscimento vi è innanzitutto il merito di servire nell’arco della settimana menù variati e ben equilibrati. Al cuoco, Gianluca Bos, e all’intero staff della cucina centrale vanno i nostri complimenti - unitamente a quelli dell’associazione Fourchette Verte - per l’impegno e l’ottimo lavoro svolto. La Direzione Festa di Halloween Nel pomeriggio di giovedì 27 ottobre 2016 i Centri Diurni Girasole e Marmotte hanno festeggiato, insieme a tanti amici giunti da ogni reparto della Fondazione OTAF, l’oramai consueto appuntamento di Halloween. In un clima festoso, reso anche un po’ spaventoso dalle decorazioni e da un’atmosfera da film thriller, si è riso e ballato per tutto il pomeriggio. Particolarmente apprezzato è stato il travestimento che tutti hanno cercato di realizzare per entrare appieno nel tema della festa. Tra mummie, scheletri e zombies, ci siamo divertiti (e speriamo di aver fatto divertire tutti) a prenderci gioco di tutto quello che ci fa paura. Al termine del pomeriggio è stato offerto un rinfresco a tutti i partecipanti per tornare ognuno nel proprio reparto con bei ricordi da condividere. Un ringraziamento speciale da parte dei Girasoli e delle Marmotte a tutti coloro che hanno portato un po’ di buonumore al nostro pomeriggio “da paura”. Luca Soldini 33 ALBERGO DELLA LUCE IL TEATRO SOCIALE E DI COMUNITÀ Il Teatro Sociale e di Comunità (d’ora in avanti TSC) è una pratica teatrale, con metodologie specifiche, in cui équipes di professionisti esperti di teatro e di promozione del benessere delle persone operano con gruppi e comunità di cittadini – spesso svantaggiati – e realizzano percorsi teatrali, performance e progetti con finalità culturali, civili, artistiche e di benessere psicosociale. Il TSC si caratterizza per coinvolgere attivamente le persone comuni nel processo creativo proprio del teatro in qualità di attori o in altri ruoli. Un teatro da fare più che da vedere. In Europa e in Sud America, a partire dagli anni Settanta si sono sviluppate molte forme di teatro che operano all’interno di contesti sociali svantaggiati. In Italia, questa esperienza teatrale si è diffusa dapprima nei contesti della psichiatria, del carcere e della disabilità; via via andando ad includere altri ambiti dove le persone vivono una condizione di fragilità e di sofferenza, o dove la sfida della diversità richiede nuovi approcci alla costruzione di comunità plurali e solidali o dove più semplicemente sono necessarie forme innovative di partecipazione culturale, educazione ai diritti e formazione che sviluppino allo stesso tempo crescita personale, professionale e sociale. Dalla sua nascita ad oggi, questa forma teatrale ha as- sunto nomi differenti -Teatro della Diversità, Teatro del Disagio, Teatro Sociale o dell’Interazione Sociale- fino ad arrivare negli anni 2000 alla definizione -ideata dal SCT Centre gruppo di ricerca dell’Università di Torino- di Teatro Sociale e di Comunità. Il Social Community Theatre dell’Università di Torino è dal 2003 un centro di ricerca universitario intergenerazionale e multidisciplinare che si occupa dell’ideazione, progettazione, realizzazione, valutazione di progetti di Teatro sociale di Comunità in Italia e in varie parti del mondo (Europa, Mediterraneo, Africa) con obiettivi di wellbeing, audience development, cultural diversity, formal and informal education and cultural innovation. Il Centro ha messo a punto una specifica metodologia che coniuga competenze artistiche, psicosociali, culturali e di management, che è stata riconosciuta dall’Unione Europea come best pratice con la vittoria di due bandi europei nel programma Creative Europe sui temi della cultura e della comunità (progetti Caravan Artist on the road e Caravan Next). Consulente di diversi organismi internazionali, fondazioni e ong, SCT Centre porta avanti una costante attività di formazione di professionisti con 4 edizioni di Master e numerosi percorsi di formazione professionale specifici. Lo spettacolo “Postale del Tempo”, con dimensione spettacolo/comunità. La “Comunità OTAF” allo specchio L ldi Andrea Della Neve a Fondazione OTAF ha radici lunghe un secolo. Occorre qualcosa di altrettanto profondo per segnare questo passaggio e rilanciare, prepararsi per i prossimi cent’anni! Tra gli avvenimenti che caratterizzeranno il 2017 ve n’è uno ch’è il cuore pulsante del nostro centenario: lo abbiamo chiamato “Albergo della Luce”, ispirandoci all’antico nome del primo edificio dedicato all’Opera Ticinese per l’Assistenza alla Fanciullezza. Il progetto è partito nell’estate del 2016 e attraverserà tutto il 2017, cogliendo l’occasione del centenario per “fare comunità’’ all’interno dell’OTAF e creare ponti tra l’OTAF e il territorio attraverso l’arte e il teatro in particolare. Albergo della Luce: il progetto Il Teatro Sociale e di Comunità Abbiamo definito “cuore pulsante” questo progetto perché si propone di arrivare ad ogni “arteria”, ogni “vena” e persino ogni “capillare” della comunità OTAF, in tutte le sue molteplici sfaccettature. Dalle persone che vi abitano a quelle che vi lavorano, dagli ospiti ai genitori, dai vicini di casa ai fornitori, dagli edifici di Sorengo fino al foyer Casa Bianca di Locarno. In che modo coinvolgere l’intera comunità OTAF, la cui popolosità si misura ormai in migliaia di persone? All’inizio del 2000 l’Università degli Studi di Torino vede nascere al suo interno un centro di ricerca e azione basato sulla metodologia del Teatro Sociale e di Comunità (vedi riquadro), fondato sull’efficacia del teatro e delle performing arts per lo sviluppo dell’uomo e delle sue relazioni in ogni condizione di vita personale, professionale e comunitaria. L’équipe di Torino, guidata dalla direttrice, drammaturga e regista Alessandra Rossi Ghiglione, lo scorso de- 34 cennio ha prodotto con grande successo, tra gli altri, due progetti nel nostro Cantone. Il primo riguardante la multiculturalità in Ticino e sfociato nello spettacolo “Swixx multi.cool.ti”; il secondo si è occupato di traghettare antiche tradizioni ticinesi in modi innovativi, attraverso lo spettacolo “Il Postale del Tempo”. Entrambi i progetti sono stati premiati dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia. Approfondiremo queste precedenti esperienze in un prossimo articolo di questa rubrica. Ora veniamo al terzo progetto di TSC in Ticino, pensato appositamente per l’OTAF. Una comunità allo specchio Da alcuni mesi l’équipe torinese insieme ad alcuni operatori dell’OTAF, ha iniziato il processo di TSC nel nostro micromondo di Sorengo, conoscendo dapprima i luoghi e poi gra- Palmira, ma se rót ul canaa, mo se fu? dualmente le persone che li abitano. Ascoltando testimonianze, raccogliendo fotografie, oggetti e informazioni d’ogni genere sui cento anni dell’OTAF e soprattutto coinvolgendo direttamente la comunità stessa attraverso interviste e attività creative, daranno vita a un grande racconto corale dell’OTAF attraverso diversi appuntamenti d’arte e di incontro. Questi O rebambii...Ciàma ul Cuncùn che ‘l tröva la sulüziùn! www.conconi.com • [email protected] • Tel. +41 91 646 50 44 Soluzioni per lavori da lattoniere “Lavori in corso” ascoltando testimonianze. momenti di teatro e di comunità permetteranno a tutti quelli che “fanno e sono l’OTAF” di mettersi allo specchio e vedere questo luogo da ogni prospettiva: quella di un genitore, quella di un cuoco, quella di chi vi abita da decenni, quella di un bimbo appena arrivato, o ancora di un vicino di casa, o un infermiere, una signora delle pulizie, un educatore, un contabile, e…sono davvero centinaia le angolazioni, quante riusciremo a scoprirne? Tutto questo ha certo lo scopo di celebrare i 100 anni della Fondazione e insieme, come detto in apertura, rilanciare, tessendo nuove relazioni, comunicando attraverso l’arte la luce e la bellezza che abitano l’OTAF. 35 ALBERGO DELLA LUCE Vi sono più azioni artistiche e formative tra loro connesse: - 15 operatori rappresentanti i vari reparti dell’OTAF hanno iniziato una formazione professionale, volta a costruire resilienza e “fare team”. A loro volta appassioneranno le persone di cui si curano e le loro famiglie, oltre a sensibilizzare ulteriormente i cittadini e le realtà culturali e sociali del vicinato e del territorio sul tema della disabilità, costruendo con loro legami progettuali e attività comuni. Abbiamo chiamato questo gruppo le “antenne sensibili” del progetto. - Il 6 dicembre vi sarà una serata di comunità, con un primo appuntamento pensato per chi vive giornalmente l’OTAF (ospiti, famiglie, operatori). Sarà l’occasione per fare festa con musica, canti, cibo e piccoli gesti rituali compiuti insieme ed anche per ascoltare il primo racconto teatrale dei 100 anni dell’OTAF realizzato da attori e musicisti professionisti, a partire dalle testimonianze fin qui raccolte. - Il primo weekend di giugno, sarà il momento del “Viaggio all’interno dell’Albergo della Luce”, un grande evento in forma di performance itinerante negli spazi dell’OTAF. La nostra comunità -operatori, ospiti, famiglie, amici- si racconterà in tutta la sua umanità e unicità con la collaborazione di artisti e musicisti dall’Italia e dal Ticino attraverso storie, spettacolo, canti, immagini, luci. A questo straordinario appuntamento è invitata tutta la popolazione che vorrà parteciparvi. IMBALLAGGI ALL’INGROSSO Le “antenne sensibili” durante la formazione. Vogliamo cogliere l’occasione parti- sioni nuove e attive di coinvolgimento colare del centenario per comunica- delle famiglie, stabilendo collegamenti re l’OTAF in modo diverso, per mo- con scuole, associazioni culturali e arstrarne la bellezza oltre la concreta tistiche cantonali nell’ottica della coutilità, per far nascere nei cittadini il struzione di un calendario di attività desiderio di partecipare, condividere culturali e sociali aperte agli utenti, e costruire legami organici nell’ottica alle famiglie dell’OTAF e ai cittadini. dell’inclusione e della pluralità. Inoltre il centenario può ae7_Anz_83x118_NL2011_i:Anz_83x118_NL2011_i_RZ essere una grande Link utili per approfondire: 3.8.2011 opportunità per far crescere la comu- www.otaf.ch nità interna dell’OTAF, consolidando e www.socialcommunitytheatre.com rigenerando impegno umano e professionale degli operatori, creando occa- 36 Viale Tarchini 12 - CH-6828 Balerna Telefono +41 (0)91 683 04 05 10:27 Uhr Seite 2 Fax +41 (0)91 683 04 08 e-mail [email protected] Web www.cartapacking.ch Chiarezza fin dalla prima ora: cucine e bagni Sanitas Troesch. La soluzione giusta per la gestione delle vostre assicurazioni - Dicembre 2017 vedrà la nascita dello spettacolo teatrale da palco con attori e musicisti professionisti. Lo spettacolo racconterà la storia centenaria dell’OTAF e le singole storie dei suoi diversi protagonisti portandola nei teatri e nelle città per sensibilizzare ai temi della disabilità e della solidarietà. - Da tutto questo percorso nascerà anche un videodocumentario, volto a garantire la memoria del progetto e a raccontarne il lungo processo creativo. G ros sis ti per pas sio ne Azioni concrete www.sanitastroesch.ch Ci trovate per un appuntamento od una visita presso le nostre sedi di: • Corso Elvezia 37,6904 Lugano, Tel. 091 912 28 50 • Via Cantonale 36, 6594 Contone, Tel. 091 851 97 60 La gestione dei contratti Con la nostra esperienza e forza contrattuale ci assumiamo la responsabilità di assicurare gli interessi della nostra clientela negoziando al meglio le condizioni con tutte le compagnie d’assicurazione garantendo la miglior soluzione secondo il principio del libero mercato. I casi di sinistro Ci assumiamo l’onore di assistervi in caso di sinistro per qualsiasi tipo d’intervento presso gli assicuratori. I costi Nessun costo aggiuntivo per i vostri premi, i nostri servizi sono onorati dalle compagnie d’assicurazione in base al contratto quadro Nazionale. Agno Lugano - Biasca - Chiasso Via Pestariso 11 - CP 155 CH 6982 Agno Tel. +41 (0)91 605 70 66 - Fax +41 (0)91 605 70 68 - [email protected] - www.assurswiss.ch Iscritta al registro dell’Ufficio Federale delle assicurazioni private - Membro della Camera e commercio del Canton Ticino 37 L’ALBO PER GLI AMICI È UNA QUESTIONE DI SEMPLICITÀ, DI PUREZZA OFFERTE IN MEMORIA Clemens Landois 2.11.1966 – 15.9.2016 Carissimo Clemens, sei volato in cielo; sicuramente un “Angelo tra gli Angeli”, accanto a tua madre. Ci hai lasciato senza parole, come senza parole sei rimasto tu fin dall’adolescenza. La tua presenza è però stata intensa e vivacissima; abbiamo così tanto comunicato a gesti, sguardi, ammiccamenti facendo un lungo cammino fianco a fianco nei momenti più sereni e belli e pure in quelli più difficili e dolorosi. Serbiamo molti ricordi preziosi della tua presenza al 3° Piano: i tuoi vagabondaggi quando ancora spingevi la tua carrozzina, il piacere che ci trasmettevi ogni giorno, con il classico saluto nel momento del risveglio, i momenti intensi con tua madre - presenza costante al tuo fianco -, il tuo condividere i discorsi profondi e mai banali, la tua passione per la musica classica coltivata sin dalla tenera età e molti altri aspetti e aneddoti significativi. La tua presenza ci ha permesso di apprezzare quotidianamente il valore delle piccole cose di cui è fatta la vita e di condividere con i tuoi compagni questo bene prezioso che è l’”esserci”, momento per momento. Ciao splendido Clemens! Marta e Antonio con gli ospiti e gli operatori del 3° Piano di casa Giroggio BELLINZONA LOCARNO In memoria di Liliana Rattazzi Classe 1932 Bellinzona e Dintorni In memoria di Marietta Taborelli Taborelli Alberto In memoria di Helene e Eugenio MinottiGianetta Minotti Brenno LUGANO In memoria di Cesarina Figini-Camozzi Longoni Danila MUZZANO CASLANO In memoria di Giorgio Guglielmetti Balli Florinda e Romero Adriana In memoria di Ing. Aldo Massarotti Jaggli Mario GIUBIASCO ST. ANTONINO In memoria di Nicola Pallone Pallone Francesco In memoria di Olga Sacco Migros Ticino GORDOLA In memoria di Clemens Landois Righettoni Alda G R U P P O Q UA LI TÀ , A FFI DA B I LI TÀ , C O M PE TE NZ A OFFERTE DIVERSE MENDRISIO Cassina Massimo Legato Tonella 2016 FAIDO MONTECENERI Classe 1955 Leventina Municipio GALLARATE (VA) NOVAZZANO Monti Alessandro Bianchi Carla LUGANO PREGASSONA Golubovska Natasha Palme Daniela e Alex Fondazione Gino e Tina Tosi S. PIETRO Lavatrice Spirit 516 Cadenazzi Enea Pezzoli Stefano VIGANELLO Fondazione Rudolf Chaudoire Robbiani Floriana Giambonini Fabia e Sami • Da 1 a 8 kg • Classe A+++ TRA e montaggio esclusi. MASSAGNO ALTRI 38 Gazaneo Mario Servizio a e assistenaz rapid LA SCELTA GIUSTA, AD UN PREZZO GIUSTO CHIASSO Bortolin Fabio E DI VOI. .- 1’895 G R U P P O ESCLUS IVA Noranco - Via del Piano 31 - [email protected] - www.nimis-ti.ch Tel. 091 994 31 79 - Fax 091 994 88 51 Assistenza numero verde - 0800 840 100 Keep it simple. USM porta la semplicità nella vostra vita: strutture chiare e design sostenibile, per creare uno spazio puro. #usmmakeit yours G R U P P O Dick & Figli SA, Via G. Buffi 10, 6900 Lugano Telefono 091 910 41 00, Telefax 091 910 41 09, [email protected], www.dickfigli.ch www.usm.com Semi di Bene, c.p. 6924 Sorengo G.A.B. 6900 Lugano 3