Giornalino progetto "Pace"

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Giornalino progetto "Pace"
INDICE:
Il percorso del Progetto Pace in "pillole"...
Il canto: Ho bisogno di te
Io, me stesso e i coetanei
Io, i giovani e gli adulti
Io, l'ambiente e Dio
Progetto di educazione alla Pace e alla solidarietà tra i popoli
Scuola Secondaria di primo grado ‘Parenzo’
ORIZZONTI DI PACE. IO E GLI ALTRI
... “PERCORSO DEL PROGETTO
IN PILLOLE”...
Da alcuni anni il nostro Istituto Comprensivo Rovigo 2 sta portando avanti nella
Scuola primaria un progetto di educazione alla Pace e alla solidarietà tra i popoli,
coordinato dalle docenti Carla Vallin e Santato Anna Maria (Mariangela).
“L‟obiettivo del percorso - scrivono le insegnanti - è quello della formazione alla
consapevolezza della Pace come processo che interessa
ciascun alunno,
attraverso percorsi conoscitivi ed esperienziali che toccano tutti gli ambiti della vita e
dello studio. Educare alla pace, alla collaborazione, alla valorizzazione delle
diversità, allo sviluppo, all'interculturalità, è un itinerario educativo trasversale a tutte
le attività curricolari.
Il progetto di quest‟ anno intende
sviluppare come unico tema centrale,
modulato su differenti età/ livelli di esperienza il tema delle paure” (dal progetto
Pace d’Istituto, anno scolastico 2010-2011).
Da quest‟anno il progetto è partito anche nella scuola secondaria di 1° grado
(Parenzo) di Rovigo, con il coinvolgimento delle classi 2E, 3E e 3D, a cura delle
docenti referenti Marinello Michela e Sasso Donatella, che hanno assunto in pieno le
finalità, i contenuti, gli strumenti e le modalità di valutazione del Progetto “Pace,”
pensato per i bambini della scuola primaria, adattandolo però alla situazione
concreta dei ragazzi delle tre classi della scuola media, realtà impegnative ma
ricche di potenzialità.
Riguardo ai contenuti, vi sono stati richiami trasversali in alcune discipline (storia,
geografia e italiano), la stesura di elaborati scritti, (prof.ssa Sasso) e la proposta di
un‟unità di apprendimento specifica (3°UDA) a cura della prof.ssa Marinello.
Il comune obiettivo è stato quello di aiutare i ragazzi a riflettere sul rapporto
autonomia (cammino verso la costruzione di un‟identità personale) e relazione
(riconoscimento ed accoglienza
della “reale” originalità
e diversità/ricchezza
dell‟altro), rimuovendo gli ostacoli, cioè le paure, che albergano nel proprio cuore e
in quello di chi ci sta accanto, coetaneo o adulto. Infatti, occorre costruire la pace
prima dentro di sé, se si vuole condividerla e donarla agli altri.
Nell‟elaborazione del percorso, ci siamo avvalse della preziosa consulenza
della psicologa a cui è stato affidato lo Sportello Ascolto, dott.ssa Mara Gazzi, e di
altri esperti in vari ambiti, che nei mesi di marzo e aprile 2011 hanno condiviso con i
ragazzi abilità e competenze molteplici e offerto loro gratuitamente la propria
esperienza di vita sul tema: io in relazione a me stesso, agli altri (coetanei, giovani,
adulti), all‟ambiente e a Dio.
Una parola infine sul film “Basta guardare il cielo” del regista Peter Chelsom,
uscito in America nel 1998, che ha dato avvio al progetto con una riflessione sul
rapporto tra singolo ragazzo e gruppo di coetanei. Esso narra l‟amicizia tra Maxwell,
un gigante generoso ma non troppo sveglio, goffo, fifone, e Kevin, intelligentissimo
e fantasioso, con un cervello da genio in un corpicino minato dalla malattia. I due
ragazzi, emarginati dal gruppo, ispirandosi al nobile mito di Re Artù e dei Cavalieri
della tavola rotonda, danno vita ad un viaggio affascinante, alla conquista del più
grande tesoro che ci sia: l‟amicizia. Insieme, infatti, ritrovano una speranza e un
senso per vivere, nonostante il dolore esistenziale.
...GLI ESPERTI - TESTIMONI...
Elenchiamo ora le persone che hanno offerto con competenza e sensibilità il
proprio contributo:
● la dott.ssa Mara Gazzi ha sviluppato il tema dell‟identità, del „chi sono io?‟,
attraverso alcuni giochi cooperativi, aiutando ciascuno/a alunno/a a guardarsi
dentro per scoprire il ricco mondo dell‟interiorità
● I coniugi Boldrini dell‟ufficio di Pastorale familiare di Rovigo, e il signor Nicola
Martinolli di Adria, maestro di tennis e gestore del palazzetto dello sport della sua
città, hanno testimoniato la gioia e la fatica di essere genitori oggi, accanto ai loro
figli, mettendosi in gioco con la classe e invitandola a rinnovare un dialogo
costruttivo con il mondo degli adulti
● Andrea Micheletti e Irene Marotto, animatori della parrocchia S. Maria Assunta di
Adria, hanno condiviso la gioia della vita „giovane‟ che per trovare un senso vero ha
bisogno di essere donata, spesa per gli altri (ragazzi delle elementari, per Irene, e
delle superiori per Andrea). Il libro di Fabio Volo, citato da Andrea, è molto
significativo a riguardo.
● Il rapper Alberto Boldrini con la sua competenza e simpatia ha fatto capire alla
classe che la musica può essere un buon veicolo per trasmettere se stessi: pensieri,
emozioni e desideri profondi, senza paura, con libertà e semplicità. Da rapper
credente in Gesù Cristo, ci ha insegnato che Dio non è nemico della musica, quella
vera, che nasce dal cuore.
● Tommaso Reato, ex capitano della squadra di rugby di Rovigo, ha parlato del
rapporto tra giovani e sport. A partire dalla sua esperienza, ha evidenziato i valori
che lo sport può veicolare, senza nascondere fatiche e contraddizioni di questo
settore, soprattutto quando esso oltrepassa i limiti della passione personale e diventa
una via per trovare lavoro e sviluppare una professionalità.
● Paola Casellato e Giulia Angelini della Bottega del Commercio equo e solidale di
Adria ci hanno aperto gli occhi sull‟ambiente, spesso minacciato dagli interessi di
pochi potenti, su un mondo spesso ingiusto e diseguale, dove il Nord ricco diventa
sempre più ricco e il Sud povero diventa sempre più povero. Le due esperte ci
hanno detto che nel nostro piccolo anche noi possiamo mettere la nostra preziosa
goccia di solidarietà e impegno, soprattutto, cambiando stili di vita.
● Da ultimo, don Silvio Baccaro e Lorenza Nizigiyimana
ci hanno condotto alla
radice di tutte queste relazioni: Dio, sorgente di ogni vera relazione con se stessi, con
gli altri (coetanei, giovani, adulti) e con l‟ambiente (il giardino che ci è stato
affidato). Egli è presente nella nostra vita, sempre, molto di più di quello che noi stessi
crediamo.
I PRODOTTI FINALI:
IL GIORNALINO E IL CANTO RAP
Al termine di queste preziose e ricche testimonianze, nel mese di maggio i
ragazzi sono stati invitati dalle sottoscritte ad offrire il proprio contributo fattivo
attraverso l‟elaborazione di articoli, poesie, frasi significative, la scelta di immagini e
foto per la composizione del giornalino dal titolo “Orizzonti di pace: Io e gli altri”
(frutto della fantasia di due alunni della classe 2E).
“Strada facendo”, dopo la testimonianza di Alberto Boldrini, è nata l‟idea di
elaborare un canto rap, intitolato Ho bisogno di te, che potesse esprimere,
attraverso le parole e la musica, i sentimenti, le emozioni, le esperienze, le riflessioni...
dei ragazzi, riguardo al tema “io in relazione agli altri”. Gli alunni stessi di 2E, 3E e 3D
hanno inventato le strofe, chiamate in gergo barre, molto profonde e significate
che, poi, alcuni di loro hanno cantato con l‟aiuto di Alberto, a cui va il nostro grazie
di cuore per la competenza musicale e la dedizione verso l‟iniziativa. Un
ringraziamento altrettanto speciale va all‟alunno Luca Paggio di 2E, autore della
base musicale e coadiutore di Alberto nella registrazione del canto, nonché
ideatore del progetto grafico del giornalino “Orizzonti di pace. Io e gli altri”.
Ringraziamo, infine, il nostro Dirigente scolastico, dott.ssa Elisabetta Vigna, per
la stima e l‟appoggio verso questa iniziativa, nella quale ha creduto sin dall‟inizio e,
inoltre, per la sensibilità dimostrata verso i temi della pace, della solidarietà e della
cittadinanza attiva.
Le docenti referenti
Prof.sse Marinello Michela e Sasso Donatella
HO BISOGNO DI TE
RIT. Io sono come sono,
io sono come sono,
quando la musica arriva dentro di me
mi sembra di essere un re.
Accenderò un sole con le parole del cuore,
illuminerò le mie ore e pure il mio gran dolore.
Prego Dio da quando son nato e il credo non
l’ho mai cambiato,
neppure quando papa Woityla se n’è andato.
Ho sognato che con Dio in Paradiso sarei andato,
ho sentito che Egli non è mai esistito.
E il mio cuore è spesso affaticato,
ma ogni giorno mi chiedo chi mi abbia salvato.
E vado per la città con la testa alta
e la voglia di fare del bene è sempre tanta.
E Dio ci insegna a stare insieme, scorre nelle nostre vene
e ci protegge da quando eravamo un seme.
Momenti difficili dobbiamo affrontare
e la fiducia non bisogna mai abbandonare,
anche se è difficile dimenticare,
noi ce la possiamo benissimo fare.
Tra amici senti il bisogno di amare, prova a guardare:
devi sempre perdonare e, perché no, aiutare...
RIT. Io sono come sono,
io sono come sono,
quando la musica arriva dentro di me
mi sembra di essere un re.
Accenderò un sole con le parole del cuore
Illuminerò le mie ore e pure il mio gran dolore.
Noi ragazzi non sappiamo più parlare, pregare
e nemmeno disegnare,
disegnare il nostro futuro con amore vero,
con amore puro: non lo fa più nessuno;
come nessuno rispetta il pianeta, calpesta una rosa sbocciata
ed è una bellezza sprecata;
e gli adulti vogliono aver ragione,
non ci lasciano parlare sono un'ossessione.
Vogliono realizzare grandi sogni:
non si accorgono che spesso sono i loro bisogni;
ma ci vogliono bene anche se non lo ammettiamo:
ci danno tanto e noi li amiamo.
Ho bisogno di un amico, ho bisogno di te,
ho bisogno di un giovane da imitare,
ho bisogno di adulti da seguire,
ho bisogno di Dio e del mondo per capire che... RIT.
Parlato....
...Ho bisogno di te per scoprire pure me.
Dovrò conoscere me per star bene con te... (2 vol.)
Io e i miei coetanei
Nel mese di marzo nelle classi 2E, 3E e 3D la dott.ssa Mara Gazzi è venuta a parlare ai
ragazzi dell’importanza di camminare verso un’identità personale e non soltanto di
gruppo; del valore di guardarsi dentro, scoprendo non solo limiti e paure (che ella ha
chiamato gabbie) ma anche doni e qualità da mettere a disposizione degli altri, in
particolare degli amici. Lo ha fatto, riprendendo i temi emersi dal film “Basta guardare il
cielo”, mediante filmati, giochi cooperativi e la socializzazione delle esperienze dei
ragazzi medesimi.
In seguito essi hanno rielaborato l’argomento attraverso compiti in classe proposti dalla
prof.ssa Sasso e riflessioni di gruppo, in vista dell’elaborazione del canto rap “Ho bisogno
di te”. Riportiamo qui di seguito alcune considerazioni personali degli alunni delle tre
classi.
Il film “Basta guardare il cielo” narra l’amicizia tra coetanei
quale occasione preziosa per uscire dal proprio guscio,
superando la paura di essere diversi e incompresi dal gruppo di appartenenza
REGIA: Peter Chelsom
SCENEGGIATURA: Charles Leavitt
ATTORI: Harry Dean Stanton, Gena Rowlands,
Elden Henson, Douglas Bisset, Joseph Perrino,
Kieran Culkin, James Gandolfini, Jenifer Lewis,
Gillian Anderson, Sharon Stone
PAESE: USA 1998
GENERE: Metafora
DURATA: 100 Min
SOGGETTO: romanzo "Freak the Mighty" di Rodman Philbrick
L’ESSENZIALE È INVISIBILE AGLI OCCHI
COME NELLA VERA AMICIZIA
Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi». Questa frase,
«
tratta da “Il piccolo principe” di Antoine de Saint Exupery , riassume in poche parole il film
“Basta guardare il cielo”, che ci ha fatto vedere la nostra insegnante di religione. Il film
parla di due ragazzi: Kevin (piccolo, storpio ma molto intelligente) e Max (alto, ciccittello
, con poche capacità intellettuali). Max, che abita con i nonni perché il padre ha ucciso
sua madre quand’era piccolo, un giorno si ritrova Kevin come vicino di casa. Poiché
Max non sa né leggere né scrivere, lo mandano a ripetizione da Kevin. Da quel giorno i
due diventano amici. Affrontano -insieme- i bulli che prima li umiliavano ma anche molte
prove e avventure, trovando ispirazione nel mito di Re Artù e dei cavalieri della tavola
rotonda. Kevin regala a Max un libro, ma quando Max lo apre si stupisce, perché le
pagine sono bianche. Kevin allora gli dice che sono bianche perché avrebbe dovuto
scriverle lui.
Un giorno, mentre sono a mensa, a Kevin vanno di traverso degli spaghetti. Lo portano
in ospedale e, dopo alcuni esami, i medici dicono a sua mamma che il cuore di Kevin sta
diventando troppo grande per il suo piccolo corpicino. Kevin torna a casa e la madre
non gli dice niente. Durante le festività natalizie Max e i nonni, Kevin e la madre si ritrovano
insieme a festeggiare il ritorno di Kevin dall’ospedale. Ma la notte stessa il ragazzo muore,
spegnendosi nel sonno. Al mattino arriva l’ambulanza e Max, sentendola, esce subito,
senza neanche mettersi le ciabatte, temendo per l’amico. La madre gli dice che il cuore
di Kevin era diventato troppo grande il suo corpo non aveva retto più. Dopo le parole
della madre l’ambulanza si chiude e Max la segue, disperato. Da quel giorno iniziò a
scrivere le sue riflessioni sul libro che Kevin gli aveva regalato, non uscendo mai dalla sua
stanza.
I gesti di seguire l’ambulanza e di scrivere sul libro sono gesti da vero amico e dimostrano
che Max teneva veramente a Kevin. In altre parole, aveva imparato a vedere col cuore
e non solo con gli occhi il caro amico che l’aveva lasciato.
Teresa Castaldo (3E)
...
Anche a me il film “Basta guardare il cielo” fa venire in
mente che “l’essenziale è invisibile agli occhi”, la celebre
frase del libro “Il piccolo Principe”. I due protagonisti del
film, Kevin e Maxwell, diventando amici e vedono l’uno
nell’altro, quello che altri non vedono e nemmeno provano
a vedere. Prima di giudicare una persona bisogna
conoscerla veramente bene e per conoscerla bene,
bisogna esserne amici. Solo due amici si raccontano tutto,
senza paura del giudizio dell’altro.
Un amico vero conosce l’altro come se stesso: in lui vede ciò che egli è veramente: non
ha paura di guardarlo negli occhi, gli vuole bene e se ne prende cura.
Oggi esistono i cosiddetti social networks (ad es. facebook...) attraverso i quali molte
persone, giovani e adulti, dicono di conoscersi anche se non si sono mai visti in faccia.
Per me ciò è sbagliato, perché attraverso il computer è facile mentire e ingannare gli altri,
mentre di persona è un po’ più complicato … Attraverso il mezzo informatico poi non si
riesce a capire quello che ci vuol dire l’altro, che prova davvero, perché ciò lo si può
cogliere solo attraverso un gesto reale, uno sguardo vero, un sorriso sincero...
Panizzo Emma (3E)
...Aforismi...
Ho una cosa in faccia: è dolore!
ma se guardo dentro me, troverò amore.
Oh, oh, che stupore:
la mia faccia ha cambiato colore!
Tommaso Bacco Michele Bellinello ( 3E)
Grazie alla musica che ascoltiamo
riusciamo a capire il nostro stato d’animo
Marco Stecchi, Luca Albieri (3E)
Essere degli incompresi solo perché alla diversità non ci si è mai arresi;
trovare qualcuno che finalmente ti capisce: è qualcosa che colpisce.
Scoprire così un mondo nuovo, pieno di felicità:
nel cuore senti sbocciare amicizia e lealtà,
che sono alla base di tutto e rendono il nostro mondo meno brutto.
Arianna Pellegrini, Greta Brancalion, Martina Frasson, (3E)
Nella vita ci sono momenti di felicità e di pianto,
proprio come in un autentico canto.
Alessia Bordin, Elena Guaraldo, Joelle Casanova (2E)
L’amicizia è facile da scrivere
ma difficile da vivere
Marco Stecchi, Luca Albieri (3E)
L’amicizia per me è quella cosa che aiuta a superare i momenti tristi,
e serve a noi ragazzi per vivere
Gianmarco Zanetti (3E)
Chi non ha amici si perde molti momenti belli della vita
Luca Albieri (3E)
La vita a volte fa orrore:
dai, gioca insieme a noi,
e non a malincuore.
So che dentro di te c’è stupore:
canta insieme a noi, ore e ore.
Se ti ascolta il Signore,
la tua speranza mai non muore.
Sandra Fyda (3E)
Prima di andare, ricordati di salutare
gli amici che hai voluto aiutare,
Prima di partire, li dovrai abbracciare:
altrimenti ti potrebbero abbandonare.
Giovanni Marchetto, Pierluigi Zambon, Alex Boscarato (3E)
Io, i giovani e gli adulti
Adolescenti e giovani a confronto
STATE BENE CON SE STESSI, PER STARE BENE CON GLI ALTRI
Il 15 marzo, in relazione al “Progetto Pace” voluto dalle professoresse Marinello e Sasso, è
venuto a farci visita Andrea Micheletti, un ragazzo ventunenne che studia scienze della
comunicazione a Padova. Inizialmente ci ha spiegato molto semplicemente con alcuni
“giochi” di cosa tratta la sua facoltà. Dopo ha iniziato a raccontarci un pezzo della sua
vita (di com’era alle medie e al liceo, cosa faceva nel tempo libero, ecc) fino ad arrivare
al suo momento difficile: quando non riusciva più a trovare la felicità. Ha iniziato a
rifletterci dopo alcune forti delusioni, abbandonando anche il compito di animatore, che
amava tanto. Un giorno decise di andare in montagna, da solo. Consigliato dalla madre,
ha quindi iniziato a leggere il libro di Fabio Volo dal titolo:
“E’ una vita che ti aspetto” (in riferimento non ad un
amico o ad una donna, ma a se stesso). E’ la storia di un
uomo di circa trent’anni che, dopo aver vissuto una vita
dissoluta, ritrova il suo vero “io”.
Questo libro ha aiutato moltissimo Andrea, facendolo
riflettere e portandolo a comprendere molte cose. Ora ha
capito che la vera felicità non sta nei beni materiali o
nell’andare in discoteca, ma nello stare bene con se stessi.
Per questo motivo ha anche ripreso a fare l’animatore nella sua parrocchia.
Arianna Pellegrini (3E)
UNA BELLA ESPERIENZA CHE CI HA CAMBIATO DENTRO
Andrea è piaciuto molto a noi ragazzi, anche perché parla come noi ed è giovane
Enrico Roccatello (3E)
...
Dopo questa esperienza , per ciascun ragazzo e ragazza della nostra classe sarà più
facile, guardando al futuro, capire ciò chi siamo e ciò che ci rende davvero felici”...
(Panizzo Emma, 3E)
UNA LEZIONE DIVERSA CON UN GIOVANE ANIMATORE, STUDENTE DI COMUNICAZIONE
Da subito, appena entrato in classe, Andrea giovane animatore di ragazzi delle superiori
di una parrocchia di Adria e studente di comunicazione all’università di Padova, ci ha
trasmesso interesse e simpatia.
Ci ha raccontato che anche lui ha fatto fatica a crescere e a trovare se stesso. Gli anni
delle medie sono stati per lui molto confusi: faceva l’animatore ed era impegnato in altre
attività. Più avanti, ha deciso di lasciare tutto e di concedersi un periodo di “ferie”,
staccando la spina dai vari impegni.
Andò in montagna per una settimana ed ebbe l’occasione di leggere un libro di Fabio
Volo: “E’ una vita che ti aspetto”, che parla del rapporto con se stessi. Lo ha consigliato
anche a noi ragazzi perché questa lettura gli ha cambiato la vita. In seguito ha deciso di
riprendere l’animazione ed ora è una persona molto stimata e ben voluta da tutti,
soprattutto dagli adolescenti.
Al termine, tutti gli alunni si sono complimentati con lui con canti e applausi. Quella con
Andrea è stata proprio una bella lezione di vita!
Tommaso Bacco (3E)
ADOLESCENTI
E MUSICA
LA MUSICA: UN BUON VEICOLO PER TRASMETTERE SE STESSI
Venerdì 21 aprile 2011, in relazione al “Progetto Pace”, è venuto a farci visita
Alberto Boldrini, un rapper soprannominato Boris, figlio di Renzo e Claudia, che erano
venuti a parlarci qualche settimana prima della relazione tra genitori e figli.
Accompagnati dalla prof. ssa Marinello, noi della 2E ci siamo
diretti verso l’aula di lingue, dove ci siamo presentati
facendo un giro dei nomi. Questo simpatico ragazzone
vestito in modo un po’ strano ci ha raccontato le sue
esperienze nel mondo del rap. Ha iniziato a cantare all’età di
dodici anni e ha continuato la sua “carriera” in garage
provando con gli amici.
Lui ci ha detto che trasmette se stesso, le sue emozioni e la pace attraverso la musica
usando parole significative e non parole insensate come fanno tanti cantanti.
Per me è un ragazzo da imitare perché non dà esempi negativi alla gente; riesce invece
a esprimere la sua vita e i sentimenti più belli. Trovo che sia un bel modo per esprimere se
stessi. Apprezzo molto la sua scelta e spero che tutte le persone riescano a vivere in pace
come lui. Al termine dell’incontro ci ha dato la possibilità di avere il CD del suo gruppo
“B57” e alla fine ci ha salutato e ringraziato per la bella mattinata trascorsa.
(Antonio Bianchi, 2E)
BORIS E LA MUSICA RAP
Un’ora divertente ed istruttiva insieme alla classe 3E e ad
un giovane rapper
E’ venuto a trovarci Alberto, detto Boris, un ragazzo che
ama la musica rap e che ha un suo stile particolare
nell’abbigliamento. In relazione al “Progetto Pace”, ci ha
raccontato la sua esperienza e di com’era alla nostra
età. Innanzitutto, non ci ha chiesto i nostri nomi, ma i soprannomi, perché - ci ha detto «sono questi che davvero ci caratterizzano e ci rendono unici». Il momento centrale è
stato quello più interessante, ovvero quando ci ha detto che: «nel momento in cui
troviamo qualcosa che ci piace davvero, di cui non possiamo fare a meno, non
dobbiamo lasciarla lì e non curarcene, ma svilupparla. Se le nostre attività fossero dei
“cassetti”, dovremmo capire qual è il più importante e … SPALANCARLO!, cioè fare in
modo che tutti capiscano chi siamo veramente». Dopodichè ci ha parlato del suo
rapporto con la musica e della scelta che ha fatto, ovvero quella di non usare termini
volgari nelle sue canzoni, perché «se una cosa vera e importante si esprime con le
parolacce, io voglio trovare il modo di non usarle, in quanto non ce n’è mai un vero
bisogno»
Arianna Pellegrini (3E)
LA MUSICA È TUTTA LA MIA VITA...
Appena ho saputo che veniva un rapper, sono stata subito
contenta, perchè il rap è il mio genere di musica preferito. Mi è
sembrato un gigante, perchè lui è molto alto e vicino a me,
che sono un po’ bassa, la differenza si nota ancora di più.
Siamo andati in un’aula al piano di sopra e ci siamo seduti in cerchio. Alberto ci ha
chiesto di dirgli solo i nostri soprannomi. Questo mi è piaciuto molto, in quanto ho capito
che voleva farci sentire a nostro agio. Poi ha chiamato la sottoscritta e un mio compagno
e ci ha fatto mettere in piedi davanti a tutti. Poi ha chiesto alla classe di guardarci
attentamente. Io stavo morendo dal ridere perchè alcune mie amiche mi facevano una
faccia stralunata. Poi Alberto ha chiesto ad un altro compagno di descriverci. La
dinamica è poi continuata con altre ragazzi e ragazze.
Al termine Boris ci ha fatto notare che tutti avevano iniziato la descrizione a partire
dall'aspetto fisico. Questo significa che molto spesso le persone guardano l'aspetto
esteriore e non quello interiore di chi gli sta accanto. Quindi, ci ha spiegato come abbia
avvicinato la musica alla sua vita, in modo da farla sua! Questo è quello che vorrei fare
anch'io. Infatti, la musica è tutta la mia vita: la ascolto sempre, in quanto sento che essa è
l'unica che non mi può tradire, mentire, far soffrire...Mi sembra sia l'unica realtà che mi
capisce davvero, più di qualsiasi persona. Potrà sembrare esagerato, ma per me è così! E'
per questo che Alberto mi è piaciuto molto, in quanto è una delle poche persone che la
pensano come me. Alla fine dell'incontro il rapper ci voleva far ascoltare alcune sue
canzoni, ma non c'era più tempo! E’ stato un’esperienza davvero fantastica, che mi ha
fatto aprire gli occhi. Se prima la gente mi influenzava, dicendomi che la musica è una
perdita di tempo, ora voglio farne davvero una parte della mia vita!
Annalisa Zambello (2E)
ANDARE OLTRE LE APPARENZE, INIZIANDO A GUARDARSI DENTRO...
Boris è giovane, alto e, a vederlo, può sembrare un po' strano.
La cosa che ci ha insegnato è che bisogna credere in se stessi e, inoltre, che ciò che dicono
gli altri è importante, ma fino ad un certo punto.
Mi è piaciuta la sua storia: da ragazzo, giocando a calcio in garage con un amico, ha
ascoltato per la radio la canzone di Eminem e da quel momento se ne è innamorato. Ha
iniziato quindi a fare ricerche su questo cantante e, in seguito, ha trovato il suo nuovo modo
di vestire: pantaloni in jeans larghi e maglietta ancora di più grande, proprio come si è
presentato a noi. Sua mamma ha tentato di parlargli e di convincerlo a cambiare idea, ma
Alberto ha detto che quella era una sua scelta, che lei avrebbe potuto consigliarlo, ma che
alla fine toccava solo a lui decidere.
A tale proposito, ci ha detto che ormai ci basiamo troppo sulle apparenze
e che dovremmo invece riuscire di più a guardarci dentro.
Su questo ha portato l’esempio di un ragazzo dark che incontrato più volte,
andando all'università. La prima volta lo ha lasciato perdere; la seconda
ha pensato che se era conciato in quel modo, lo era perché era stato
segnato dentro; la terza volta, infine, ha provato a parlargli. Finita l'ora,
Alberto ha consegnato a chi era interessato il suo CD.
(Strenghetto Michael, 2E)
UN RAPPER IN CLASSE
Il rapper Alberto ci ha parlato della sua vita e di come ha
avuto inizio la sua passione per la musica rap. Ci ha
raccontato quando in terza media ha incominciato a
differenziarsi dagli altri, in particolare, di quando è andato a
comprarsi un paio di pantaloni esageratamente larghi e
dello stupore iniziale dei suoi genitori. Ci ha anche detto di avere una band e che da
quando compone canzoni ha scelto di non inserire in esse parole volgari e banali.
Zambon Pierluigi, (3E)
MUSICA RAP: UN MODO PER RACCONTARE LA VITA
Fare rap, ci ha detto Boris, non significa gettare su un foglio solo quello che ci passa per
la testa, magari cantandolo con un certo ritmo, ma scrivere i propri pensieri, desideri,
opinioni e, perché no, raccontare la propria vita, dandogli un ritmo appropriato. Il rapper
ci ha anche insegnato che è importante piacersi e riuscire a raccontare apertamente i
propri problemi, magari cantandoli o urlandoli a tutto il mondo, proprio come fa lui.
Greta Brancalion (3E)
ADOLESCENTI CHE INCONTRANO GIOVANI PER CRESCERE INSIEME
Negli ultimi due mesi la classe 2E ha fatto vari incontri con alcune persone.
L'incontro che mi è piaciuto di più è stato quello con Andrea Micheletti, il quale ci ha spiegato
ad esempio che, anche se qualcuno non ci parlaci sta sempre comunicando qualcosa,
in questo caso menefreghismo, disinteresse, perchè non ci dà retta.
Anche l’esperienza di Alberto Boldrini sul tema giovani e musica è stata utile e interessante.
Questi momenti sono significativi, in quanto ci servono per conoscere meglio noi stessi e la
gente.
Mihasi Xhini (2E)
ADOLESCENTI
E SPORT
TESTIMONIANZA DEL GIOCATORE DI RUGBY, TOMMASO REATO:
RISONANZE DI DUE ALUNNI DELLA 3D
Nel mese di aprile il giovane Tommaso Reato di Rovigo è
venuto a parlarci del suo rapporto con lo sport. La sua
testimonianza è stata molto interessante ed apprezzata da tutta
la classe. Ci ha parlato anche della sua famiglia, di sua moglie e
della sua bambina appena nata. Ricordiamo che Tommaso è
l’ex capitano della squadra di Rugby di Rovigo, gruppo in cui continua a giocare. Ci ha
spiegato come per un giocatore la famiglia, quella propria e quella costituita dalla
squadra, siano realtà importantissime.
Boschetti Nicolò (3D)
In questi ultimi tempi la nostra classe ha incontrato Tommaso Reato, grande campione di
rugby, il quale ha condiviso con noi la sua grande passione per lo sport. Ci ha detto che,
nonostante questo grosso impegno, è anche riuscito a laurearsi in filosofia. Tommaso ci ha
parlato di Dio e di quanto sia fondamentale nella sua vita, soprattutto, nelle scelte più
importanti. Infine, ci ha spronato a realizzare ciò che amiamo, come lui ha seguito i suoi
desideri, per vivere anche noi una vita serena e felice.
Barella Alessandro (3D)
AFORISMI...
Adolescenti e giovani a confronto...
Quando dentro di te, giovane, guarderò,
un’anima vera e pura scoprirò.
Imitarti vorrò, e me stesso diventerò.
Musicista, animatore o sportivo,
oh giovane di questo tempo “emotivo”.
Ringrazio Dio che mi sei sempre vicino
come compagno di strada
e aiuto nel mio cammino.
Non bisogna giudicare le persone senza prima conoscerle
Federico Nai (2E)
Non dobbiamo aspettare che sia qualcosa o qualcuno fuori di noi a svegliarci,
...ma noi stessi siamo chiamati a dare una scossa alla nostra vita
Michele Bellinello (3E)
Attraverso la musica si può esprimere se stessi...
Federico Nai (2E)
Dalle cuffie odo un suono sopraffino
che stordisce pure il mio vicino
dalle casse dello stereo escon note,
la mia testa si riempie come un’otre.
Luca Paggio e Roberto Nese (2E)
La musica è il miglior modo per sfogarsi.
In base al tipo di musica che si ascolta e al suo contenuto,
si può comprendere lo stato d’animo di una persona.
Ciascuno può esprimere se stesso, i suoi sentimenti... attraverso la musica.
In realtà, la musica può conoscerla solo chi la crea, cioè la compone,
o la esegue attraverso uno strumento.
Anche se ascoltando un testo musicale, pensiamo di conoscerlo,
si potrà comprenderlo al 100% soltanto se esso sarà parte di sé.
Enrico Roccatello Giovanni Marchetto (3E)
La musica è un mondo in cui rifugiarsi quando si è tristi
La musica è un mezzo per conoscere e capire gli altri
La musica è un modo per stare in compagnia
Con la musica ci si può rilassare, viaggiando con il pensiero
Con la musica si provano emozioni speciali
Quando la si ascolta, la musica fa sentire liberi.
Astolfi Sofia, Greta Chinaglia (3E)
Adolescenti e adulti a confronto
Il dialogo, chiave per cambiare i rapporti con i propri genitori
Il secondo incontro del progetto Pace, promosso dalle professoresse
Marinello e Sasso nel mese di marzo, è stato con i coniugi Boldrini. L’incontro aveva lo
scopo di capire quale chiave utilizzare per avere successo nel rapporto con i propri
genitori. All’inizio ci siamo presentati e, subito dopo, i nostri ospiti ci hanno condiviso gioie
e le fatiche dell’ essere genitori. Secondo i coniugi Boldrini le gioie sono: vedere il proprio
figlio che va bene a scuola, che è bravo nello sport, che è contento della propria
famiglia. Mentre le fatiche sono: vederlo star male, che non riesce o non si impegna
abbastanza a scuola. Abbiamo poi comunicato a i coniugi Boldrini che, a volte, il
rapporto con i genitori non è molto buono, perché fra di noi manca il dialogo. A tale
proposito, ci hanno raccontato che a casa loro, quando non
c’è nulla di cui parlare, si parla della giornata trascorsa, di ciò
che si è fatto, magari anche dei risultati scolastici dei figli o di
un fatto di attualità. Secondo me, a volte parlare con i propri
figli è meglio che fare dell’altro, perché si possono capire le
opinioni di chi ci sta accanto, esprimendo le proprie emozioni
o paure. Forse è proprio questa la chiave per aver un buon
rapporto con i genitori, per essere in “pace” con loro.
Giovanni Marchetto (3E)
GIOIE E FATICHE DI ESSERE GENITORI E FIGLI OGGI
Claudia e Renzo Boldrini ci hanno parlato della famiglia, dell’essere genitori oggi, delle
delusioni e soddisfazioni nell’educare i figli. Ci hanno spiegato anche che dipendono
dalla diversa età dei figli e, in parte, dalle esperienze vissute da piccoli. Renzo ci ha fatto
l’esempio della grande gioia provata nel vedere suo figlio fare goal durante una partita e
ci ha spiegato che questa per lui era davvero una gioia, in quanto da piccolo lui non ci
riusciva. Ci hanno poi insegnato un’astuzia per capire le paure dei genitori e far capire
loro le nostre esigenze: occorre aiutarli a ricordare com’erano quando essi stessi erano
ragazzi, le fatiche e le gioie della loro adolescenza. Questa testimonianza molto efficace
mi ha particolarmente colpito e interessato.
Astolfi Sofia (3E)
BREVI RIFLESSIONI
UN INCONTRO INTERESSANTE E PIENO DI STIMOLI
...
All’inizio pensavo che sarebbe stato un incontro un po’ noioso, al contrario è stato
molto divertente parlare con una coppia di genitori e capire cosa provano per i loro figli.
Tra le varie cose essi ci hanno raccontato del loro passato, delle loro paure e speranze, di
come si sentivano insieme ai loro compagni, quando frequentavano le medie. Questo
discorso ha attirato molto la mia attenzione, suscitando interesse e partecipazione anche
in tutto il gruppo...
Martina Frasson (3E)
Il dialogo tra genitori e figli
Secondo noi la chiave per cambiare il rapporto con i genitori è il dialogo:
poter parlare di tutto ciò che riguarda la vita:
essi sono più esperti di noi e ci possono consigliare bene.
Tommaso Bacco e Michele Bellinello (3E)
Adolescenti e adulti
Gli adulti ci hanno dato la vita
e per loro è stata una bella fatica.
Sono pochi quelli che ascoltiamo,
sui litigi proprio sorvoliamo;
ogni cavolata
ci viene sempre condonata.
(a cura della classe 3D)
Io, il pianeta e Dio
I RAGAZZI E LA TERRA
UN INCONTRO A SCUOLA CON GIULIA E PAOLA SUL MERCATO EQUO E SOLIDALE
E LE TEMATICHE DELL’AMBIENTE
All’interno del progetto Pace, nel mese di Aprile la prof. ssa Marinello ha invitato in classe
Giulia e Paola della Bottega del commercio equo e solidale di Adria. All’inizio le nostre
ospiti si sono presentate e ci hanno mostrato un filmato che spiegava come funziona il
nostro mondo e il modo in cui noi, che siamo il nord ricco, ci appoggiamo sulle “spalle”
del sud povero. Ci hanno poi chiarito come le multinazionali sfruttano i paesi più poveri,
facendo loro produrre oggetti di uso quotidiano come, ad esempio, scarpe, palloni e altri
materiali sportivi. Attraverso alcune diapositive ci hanno anche illustrato come funziona il
mercato mondiale: i prodotti hanno un costo e chi li fabbrica vuole una parte del
guadagno, tanto più le multinazionali, i supermercati... In questo modo il valore dei
prodotti sale e noi che li
compriamo siamo
costretti a pagarli con un
prezzo sempre più alto,
mentre i bambini sfruttati,
non ricevono nemmeno il
10% di guadagno. Per
questo è nato il
commercio equo e
solidale, associazione di
persone contro lo
sfruttamento del lavoro
minorile, che si
impegnano a far arrivare
il prodotto direttamente
dal produttore al
consumatore in modo
che esso non costi molto
ed il produttore alla fine abbia un ricavato di quasi il 50%. Ciò è una cosa veramente
molto utile. A mio parere l’incontro con Giulia e Paola ci è servito per farci capire meglio
come funziona il mercato del lavoro internazionale e come dobbiamo rispettare e avere
cura del nostro pianeta, che è di tutti, ricchi e poveri.
Enrico Roccatello (3E)
L’IMPEGNO PER IL NOSTRO PIANETA VA PRESO SUL SERIO
L’8 aprile all’interno "Progetto Pace" vi è stato l’intervento di Giulia e Paola, persone
sensibili alle tematiche ambientali. Esse ci hanno parlato delle disuguaglianze tra Nord e
del Sud del mondo, in un’ottica critica, evidenziando gli squilibri e le ingiustizie mondiali.
Esse hanno illustrato le condizioni di sottosviluppo dei paesi poveri ed il loro sfruttamento,
da parte dei paesi ricchi dell’occidente. Poi, ci hanno mostrato alcuni grafici sul
consumo delle risorse a livello planetario, evidenziando notevoli differenze tra Nord e Sud
del mondo. (Il 25% della popolazione mondiale consuma circa l’80% delle risorse del
pianeta). Infine, Giulia e Paola ci hanno fatto vedere un filmato di una nota
pubblicità, nella quale si vedeva una casa a due piani: il secondo, bello e curato,
rappresentava il Nord del mondo, sostenuto, però, da fondamenta vecchie e
malandate, il Sud, che ovviamente non riusciva a sostenere il peso del piano di sopra.
Ciò sta a significare che, per avere un futuro, il nostro pianeta deve essere più unito, più
giusto e, soprattutto, i popoli devono imparare a sostenersi a vicenda.
Il messaggio che io ho colto da questo incontro interessante è stato che tutte le
persone devono aiutare i paesi più poveri e meno sottosviluppati, in modo da non
abbandonarli alla povertà. E si può contribuire a cambiare questo sistema, partendo da
gesti concreti, ad esempio, consumando meno acqua, energia ecc..
Maria Loffredo (3E)
LA NOSTRA TERRA
La nostra terra è minacciata:
speriamo non venga bruciata;
come una rosa sbocciata:
evitiamo che sia calpestata.
Se la amiamo, rispettiamone i divieti,
potrà rivelarci i suoi molti segreti.
La terra è senza pareti,
e per conoscerla non serve scavalcare reti.
Essa non deve perire,
ma noi non la dobbiamo ferire.
(Canetto Simone, Michael Streghetto,
Simone Montecchio )
RAGAZZI IN DIALOGO CON DIO...
DON SILVIO E LORENZA CONDIVIDONO
CON LA 3E LA LORO ESPERIENZA DI DIO
Sempre in occasione del “Progetto Pace”, verso la fine di
aprile sono venuti a farci visita don Silvio, parroco di
Borsea, e Lorenza, una missionaria originaria del Burundi.
Don Silvio ci ha raccontato del suo rapporto con Dio e,
successivamente, anche un po’ di papa Giovanni Paolo
II, beatificato il 1 maggio 2011. Lorenza, invece, ci ha
raccontato la sua storia. Lei era la prima figlia femmina della sua famiglia ed era stata
tanto desiderata. tanto. Quando nacque, sua madre disse: «Signore, affido mia figlia nelle
tue mani». Lorenza pregava molto, ascoltando spesso anche la mamma e la nonna.
Quando arrivò in Italia, si accorse che la vita era più frenetica e che non trovava più
tutto il tempo che dedicava alla preghiera. Allora decise di svegliarsi presto - anche alle 5
- e di pregare almeno 15 minuti: 5 per il Padre, 5 per il Figlio e altri 5 per lo Spirito Santo.
Una testimonianza come la sua è una vera espressione di fede e di devozione.
Arianna Pellegrini (3E)
PUÒ RICONOSCERE I “MIRACOLI” DI DIO SOLO CHI SA COGLIERNE LA PRESENZA
Grazie all’incontro con don Silvio e Lorenza noi alunni della 3E
abbiamo imparato a pensare a Dio in maniera diversa: infatti, è Lui
che ci ha donato la vita e il mondo che ci circonda. Di questi tempi
gli adolescenti, per farsi vedere grandi e indipendenti, affermano di
non credere in Dio, bestemmiandolo e dicendo parolacce di
continuo. In seguito all’incontro con gli ultimi ospiti, abbiamo capito
che è importante condividere almeno un quarto d’ora al giorno con
Colui che ci può donare la speranza e la vera felicità. Nella vita ci
possono capitare fatti imprevisti, che possono trasformarsi in
opportunità da cogliere. I “miracoli” non cadono dal cielo, ma
succedono solo alle persone che sono attente a riconoscerli nella
propria vita quotidiana, nella consapevolezza che Dio vuole bene e
perdona tutti.
Emma Panizzo, Frasson Martina (3E)
AFORISMI
Dio ci insegna a stare insieme
Dio esiste da una vita
e non si può toccare con le dita:
Egli è una gioia infinita,
come quando sboccia una margherita.
Dio ci vuole molto bene,
ci insegna a stare insieme,
scorre nelle nostre vene
e ci protegge da quando eravamo un seme.
(Alessia Bordin, Elena Guaraldo, Casanova Joelle (3E)
Hai una cosa in faccia: è dolore!
Hai una cosa in faccia: è dolore!
ma se guardi dentro di te, troverai amore.
Grazie , Signore, per quello che mi dai,
scusa per tutto il tempo che non ti ho dato mai.
So che tempo infinito per me non hai,
ma quando avrò bisogno di te,
Tu - son certo - mi ascolterai.
Quando avrò bisogno di te,
so che ci sarai.
Enrico Roccatello, Carlo Cominato,
Francesco Ferrari, Cellio Thomas (3D)
Adolescenti e Dio
Oh mio Dio, Oh mio Dio, ho toccato il fondo,
dona un po’ di pace anche a questo mondo.
Dammi un motivo per pregare
e dammene un altro per sognare,
perché non ne ho più davvero,
ma continuo a sperare
nel tuo ritorno e ad osare.
Maria Loffredo, Mirzac Irina, Peralta Jazmin (3E)
Concludendo...
Con il Progetto Pace abbiamo fatto scuola divertendoci e imparando molto,
soprattutto, a non fermarci a non fermarci all’esteriorità di chi ci sta accanto,
a conoscere meglio noi stessi e i nostri coetanei.
Porteremo con noi i buoni consigli
che ci hanno dato tutte le persone che abbiamo incontrato.
Joelle Casanova (2E)
Luca Campion, Carlo Cominato (3E)