Gazzetta N. 24 11-06-12

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Gazzetta N. 24 11-06-12
Tutto il giallo
della Villa
[email protected] Redazione di Torino: c/o Villa San Giuseppe, corso G. Lanza, 3
Lunedì 11 Giugno 2012
anno VI, numero 24
Spacca ghiaccio
Finalmente Economia!
To r n a
a l
t r i o n f o
d o p o
t r e
f i n a l i
p e r s e
La rivincita degli anziani
a cura di Edoardo Peretti
Giovedì 7 giugno, nel tardo pomeriggio, quando il sole inizia a fare sentire
meno la sua presenza e si possono
accantonare per un po’ libri e formule, un manipolo di baldi villici si è
ritrovato nel cortile per affrontare una
delle gare podistiche più importanti
del Piemonte: la Marcialonga, lunga
7 Kilometri.
a pag. 6
Prossimamente nel Retrobar
Sommario
Supposte
di Storia
Trova le
Differenze
a cura di
E. Peretti
pag. 7
Cine...
Forum
pag. 6
Sorridi che
ti passa
a cura di
E. Peretti
a cura di
G. Vaudo
pag. 6
In Viaggio
con...
a cura di
B. Silano
pag. 5
Non tutti
Sanno che
a cura di
J.&K. Convertini
pag. 7
pag. 2
Lunedì 11 Giugno 2012 <<La Gazzetta della Villa>>
Calcio a 5: La Grande Finale
Economia si laurea campione!!!
Dopo 5 anni i Rossi tornano a cucirsi sul petto il tricolore battendo un encomiabile Biennio
Economia vince la finale per
8 - 5 e si laurea campione
del torneo 2011/2012
a Sinistra: ingresso delle
squadre
a Destra: tipico gol alla Pecetto
Nella serata delle grandi occasioni i duri
cominciano a combattere e nell’aria si
respira quell’atmosfera rarefatta mista
di emozione e voglia di mettersi in gioco, dove si getta il cuore oltre l’ostacolo
e l’adrenalina scorre intensa e veloce
come un fiume in piena. Incrocio di eccitazione e turbamento, ecco cosa accumunava i giocatori di Economia e Biennio nella loro entrata in campo sulle
note dell’inno della Champions (roba da
mettere i brividi) con pubblico pagante
finalmente degno di nota e il successivo
inno di Mameli cantato da tutti i giocatori abbracciati in unico gesto di sportività e fratellanza per non dimenticare
i veri ed importanti momenti della vita.
Dopo le giuste celebrazioni pre-partita
il calcio di inizio viene affidato a Suo
Splendore che dà il via all’atto conclusivo della stagione. La tensione sin da
subito attanaglia due squadre che, per
motivi diversi, sono accumunate dalla
sete di un trionfo che manca ormai dal
Paleozoico. I primi botti inizia a spararli
il Biennio che con il bomber Fazio trova
la marcatura al 2’, ben imbeccato da Allorio. La risposta di Economia è rapida
e Basso colpisce su un rimpallo scatu-
rito da punizione. Gli acciacchi ormai
noti del tandem melfitano non fanno
risentire la coralità dei Rossi mentre la
forma più che traballante di Allorio crea
non pochi grattacapi a capitan Soro. Se
poi Basso inserisce le marce brucianti
sono dolori per tutti: azione personale
devastante per il 2-1. Dall’altra parte
però il giovane gioiello di Rutigliano non
è da meno: fascia destra arata e 2-2
servito. Economia prova ad imporre il
suo classico gioco spagnoleggiante ma
il Biennio, istruito a dovere dal suo capitano, chiude ogni spazio con una tattica
imbrigliante degna del miglior Oronzo
Canà. Se Morzenti da una parte ha il
suo bel da fare ad arginare le scorribande delle furie rosse, dall’altra si erge
una spanna sopra tutti Delmastro, autentico mattatore dell’incontro: laddove
non osano le aquile e Chuck Norris lui è
presente e, come una perfetta fusione
di un eroe Marvel, toglie palloni su palloni. Dopo il danno, la beffa: miglior sintesi non c’è per descrivere le due pere
date in gentile concessione ad Aime nei
minuti finali del primo tempo per un 4-2
davvero combattuto. Tutti negli spogliatoi a bere un tè freddo.
A inizio ripresa il Biennio prova subito a
riportarsi sotto e nei primi minuti inanella una serie impressionanti di palle gol
ma Delmastro è insuperabile e le facce
dei giocatori in bianco la dice lunga. Al
6’ Economia, alla prima vera incursione,
prova a mettere la prima mattonella
di trionfo: Basso si mangia il campo e
regala a Pecetto il 5-2. Partita chiusa?
Soro sprona i suoi come fa Babbo Natale con le sue renne e il risultato, al 18’,
segna 5-4 grazie a due punizioni proprio
del capitano del Biennio: match dalle
mille emozioni come una vera finale sa
dare. Proprio nel momento migliore e
di massimo sforzo dei Bianchi ecco arrivare mortifero come un cobra asiatico
il marchio di Economia con un terna di
schiaffoni ad opera della coppia BassoCugino. Il Biennio prova nuovamente a
tirar su la testa ma il suo arrembaggio
si schianta come un’onda sugli scogli,
qui personificati dal portierone Delmastro. L’8-5 siglato da Fazio rende meno
amara la sconfitta e come ulteriore schiaffo morale l’ultima cartuccia da sparare
è ancora del Biennio, ma Delmastro si
esalta e fa calare il sipario sulla partita.
Economia in trionfo dopo cinque lung-
hissimi anni di Purgatorio mentre il Biennio si lecca le ferite ma consapevole
di aver messo in seria difficoltà la rivale.
Il cerimoniale del post-partita portava
il signor Corbo della sezione di Melfi a
consegnare il trofeo a capitan Basso
che finalmente poteva alzarlo al cielo
con un gesto liberatorio non dopo aver
premiato gli sconfitti e il capocannoniere del torneo Fazio. Le foto di rito andavano a concludere una bella serata
di sport e di agonismo conclusasi con
l’affermazione della squadra che ha più
meritato e che deve ringraziare soprattutto il suo estremo difensore, Delmastro, autore di una prestazione ai limiti
del paranormale. Nota di merito alla
draga Giraudo, autentico frangiflutti al
centro del campo e di un Vigo in palla
che con i suoi continui tagli ha mandato
in crisi lo schema difensivo avversario.
Nel Biennio non è bastata l’eccellente
prova difensiva di Morzenti e di un Soro
guerriero e capitano trascinatore fino
all’ultimo che è riuscito a riportare in finale i Bianchi dopo anni di era glaciale.
Fazio e Aime sono state autentiche
rivelazioni ma è mancato sul più bello
Allorio.
J. Morzenti
Risultato finale: Economia 8 - 5 Biennio
Marcatori: 2’ p.t. Fazio (B), 4’ p.t. Basso (E), 7’ p.t. Basso (E), 11’ p.t. Fazio (B), 23’ p.t. Vigo (E), 26’ p.t. Giraudo (E), 6’ s.t. Vigo (E), 11’ s.t. Soro (B),
18’ s.t. Soro (B), 19’ s.t. Montemarano (E), 19’ s.t. Basso (E), 22’ s.t. Montemarano (E), 25’ s.t. Fazio (B)
Assist man: 2’ p.t. Allorio (B), 23’ p.t. Montemarano (E), 26’ p.t. Montemarano (E), 6’ s.t. Basso (E)
Ammonizioni: Nessuna
Espulsioni: Nessuna
Non tutti sanno che
a cura di J. & K. Convetini
Suona le percussioni da quando aveva 12 anni e in Villa abbiamo potuto apprezzare la sua abilità
con la marimba. Daniele Schumi Carli si è esibito in tutto il nord Italia con un gruppo di soli percussionisti, gli Afrolab, arrivando anche ad una collaborazione con una rappresentanza del Conservatorio Inferiore di Lione. Quest’estate sarà in Austria, ad Innsbruck, con l’orchestra valdostana
l’Harmonie, per un concerto in cui stupirà il pubblico grazie alle sue abilità con vibrofono e marimba.
Nel 2010, collaborando con la stessa orchestra, si è aggiudicato il primo posto nel concorso bandistico “Il corno d’oro”, a Riva del Garda. Ma non è finita qui: la vittoria è giunta durante una tranquilla
mattina, di ritorno da una notte brava! Il nostro Dani le ha proprio suonate a tutti!
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Lunedì 11 Giugno 2012 <<La Gazzetta della Villa>>
Calcio a 5: Pagelle.
a cura di: A. Toso, F. Basso, E. Vigo, F. Papaleo
Finale
I Migliori:
DELMASTRO: 9. MASTODONTICO.
Effettua interventi più precisi di un chirurgo! Numerose parate d’istinto che
tengono inviolata la porta. Da ricordare
un numero da breakdance ad Allorio
sulla linea di porta.
Lubian: S.V.
Gioca nel secondo
tempo
applaudito
dai propri genitori a
bordo campo. Su un
calcio di punizione
per il Biennio tergiversa in barriera e
Soro può così segnare senza troppi
problemi.
P A N Z E R .
Aime: 7.5.
Anche Babu si comporta bene tra i pali,
però non è decisivo
come il suo collega
Delmastro. Respinge
quello che riesce, ma
sovente la difesa lo
lascia in balìa degli
avversari.
ILLUMINANTE.
Garello: 7.5.
Meno incisivo delle
scorse gare, si dimostra ancora una
volta perno essenziale della retroguardia.. Non sbaglia
niente e alla fine,
quando la partita è
decisa, si lascia saltare da Fazio.
MANOLESTA.
Soro: 7.5.
Recupera palloni a ciclo
continuo: sicuramente
più di Scanderebeck
nel suo giardino. 4 assist per i compagni ed
un goal nel finale portano la sua squadra in
finale contro Economia.
REPENTINO.
Vigo: 7.
Entra a partita in
corso: scelta tattica
fu mai più azzeccata! Segue accuratamente ogni azione
pericolosa e trova
per 2 volte il goal
sfruttando gli assist del Cugino e di
Basso.
SBALORDITIVO.
MORZENTI: 8. RAMMENDATORE.
È il migliore in campo del Biennio:
compie interventi precisi che tentano
di contenere l’Armata Rossa. Sull’unica
incertezza si fa saltare da Basso, per il
resto è super.
Basso: 8.
Dopo lo stop nelle
semifinali per malattia, si riscatta nella
finale. Sfrutta al
meglio la sua rapidità e la sua precisione segnando 3
goal e dando 1 assist: può alzare con
merito la coppa.
GAGLIARDO.
Colasuonno: 5.5.
Neanche entrato in
campo e viene subito
rimproverato, sbaglia
anche i più elementari passaggi e non
è utile al dinamismo della squadra.
L’unico suo tiro finisce in fallo laterale.
ABBOZZATO.
Giraudo: 9.
In difesa non sbaglia
un pallone e non lascia scampo proprio a
nessuno. Scava il fossato a centrocampo
recuperando palloni a
ciclo continuo e mordendo l’avversario se
gli scappa.
.D R A G A .
Fazio: 6.5.
Segna 3 goal ma non
aiuta molto la sua
squadra. Riesce a
portare il risultato in
parità; non fa la differenza anche grazie
a Giraudo e Garello
che lo tallonano continuamente.
E F F I M E R O .
Montemarano: 8.5
Corre
dappertutto
per recuperare palloni. Ancora una volta da protagonista:
2 assist ai compagni
e una doppietta nella ripresa gli consentono di vincere il 1°
torneo villico.
ACCLAMATO.
Allorio: 6.
Ritorna in Villa per
giocare la finale; distribuisce subito un assist a Fazio e poi cala
vistosamente con il
passare dei minuti.
Sbaglia 2 goal pazzeschi davanti a Delmastro.
FUORI STAGIONE.
Servizio speciale: Matricole in VSG
Villa: bilancio positivo!
Finisce l’anno da matricola, ma si è già proiettati al futuro
Ciao a tutti! In via del tutto eccezionale
questa settimana ho intrapreso la via
del giornalismo unendomi così ad Alby
e Paolino nella scrittura della Gazzetta.
Quest’articolo, anzi preferisco chiamarla
riflessione, m’è stata suggerita dalla signora Graziella, un’ amica della Villa presentatami da S.M. Alberto Toso, la quale
m’ha posto una domanda che definirei
piuttosto impegnativa: “Che cosa rappresenta per te la Villa e il rapporto con
i villici?“. Sul momento ho pensato “ma
che vuoi che ne sappia io!“, ma poi Alby
se n’ è uscito dicendomi “fanne un articolo per la Gazzetta“. In quell’istante,
con tutta sincerità, ho odiato lui e la
signora… ma poi, pensandoci su, non
mi è andata poi così male. La possibil-
ità di buttare giù due righe mi ha dato
l’opportunità di riflettere un attimo sul
percorso svolto quest’ anno.
Quando venni qui a Torino la scorsa estate assieme a Teo (Bostik per i villici) e
a Fabio (Giraudo) per visitare il collegio
rimasi piacevolmente sorpreso dalle parole di Fratel Igino e degli studenti che
incontravamo qua e là durante la nostra visita. Quindi senza alcun indugio
mi iscrissi. Ma per me rappresentava
soltanto un luogo in cui poter alloggiare
durante la settimana e niente di più. Col
tempo, però, mi son dovuto ricredere
perché pian piano, dopo lo shock della
settimana rossa, ho cominciato ad ambientarmi e a fare amicizia con tutti i
ragazzi che condividono con me questa
esperienza. Posso tranquillamente affermare che sono diventati la mia seconda famiglia. Mi viene difficile pensare
di stare senza di loro… Una famiglia decisamente numerosa, con ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia. Eh sì,
famiglia è certamente il nome più corretto da usare in quanto ci si aiuta l’ un
l’ altro e si fanno tantissime attività tutti
insieme. Ma come ogni famiglia, ovviamente, ci sono anche dei momenti un
po’ bui che comunque, tra qualche litigio o discussione, scivolano via e tutto
torna come prima. O addirittura meglio
di prima!
Ho imparato davvero tante cose in
quest’ anno di permanenza in Villa. La
più importante è forse quella del rispetto, che può essere verso la parola
data (cosa che però non sempre viene
rispettata…) o per le persone.
Ad una settimana dalla fine dei corsi
universitari, sta per finire anche la mia
permanenza in Villa e decisamente la
cosa mi rattrista… Accidenti proprio ora
che cominciavo a conoscere bene i miei
“familiari“ me ne devo andare. Ma sono
sicuro che quando tornerò a settembre
ritroverò tutti i miei amici, carichi per
accogliere le nuove matricole! Ahahahahah!!!
A. Aime
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Lunedì 11 Giugno 2012 <<La Gazzetta della Villa>>
Le Statistiche
Marcatori:
Assist:
46 - Fazio (B)
35 - Basso (E)
25 - Montemarano (E)
12 - Carnevale (R)
11 - Fassina (T), Vigo (E)
10 - Garello (E), Nasatti (R), Coronel (T)
9 - Allorio (B), Bedraoui (T)
7 - Altana (T), Soro (B)
6 - Colasuonno (B), Giraudo (E)
5 - Corbo (R), Montesu (R), Lubian (E)
3 - Piana (R), Brugnara (R), D’Andrea (T), Franchiolo (R), Gullotto (E)
2 - De Luca (T), Rudella (T), Strillacci (B), Morzenti (B), Muzzupappa (E)
1 - Pintus (E), Treves (T), Genta (T), Bergantin (E), Granese (R),
Castorina (T), Recchia (R), Peretti (R), La Rocca (B)
13 - Basso (E), Montemarano (E)
8 - Garello (E), Fazio (B)
7 - Vigo (E)
6 - Soro (B)
5 - Bedraoui (T)
4 - Fassina (T), Corbo (R), Allorio (B)
3 - Altana (T), Brugnara (R), Montesu (R), Colasuonno (B)
2 - Nasatti (R), Rudella (T), D’Andrea (T), Simoni (R), Giraudo (E)
1 - Franchiolo (R), Granese (R), Coronel (T), Morzenti (B), Oliaro (B),
Bergantin (E), Piana (R), Carnevale (R), Operti (B), Strillacci (B),
La Rocca (B), Muzzupappa (E), Pintus (E),
Servizio speciale: Festa di fine anno
Questa festa è ancora nostra
Si accendono le luci sul palco ma quanti amici intorno...
È un appuntamento ormai d’obbligo per
noi tutti qui in Villa. È la festa conclusiva dell’anno: a breve molti torneranno
a casa, altri rimarranno ancora un po’,
ma il pensiero degli esami sarà predominante. Ecco, quindi, la voglia di divertirsi tutti insieme.
È un lavoro lungo: prepara i disegni,
metti il nero alle pareti, sposta tavoli,
monta le luci…poi, nell’ora precedente
la festa, il silenzio. Passeggi tra i corridoi e senti lo scrocio delle docce, il
ronzio dei phon: un fermento che preannuncia sorprese. Scatta l’ora X e
la tenuta maglietta-pantaloncino diventa un ricordo. Spuntano vestitini e
camicie che danno tono alla serata. Ci
si avvicina all’aperitivo, si mangia chiacchierando con i molti che son venuti a
trovarci anche dall’esterno, si va al bar
per il primo drink. C’è un’atmosfera rilassata, tutto procede bene. Alle 21, via
alle danze. I Black Brothers salgono sul
palco e mostrano gli ottimi frutti del lavoro degli ultimi mesi: ore e ore di prove
giù al Covo per regalare a tutti i presenti
buona musica e tanta, tanta allegria!
Stefano, Alberto, Andrea (Sconfi), Andrea (Beggio), Francesco, Giuseppe,
Damiano e Giovanni, coordinati dal Cugino, sono stati davvero eccezionali! Due
ore di converto live per ballare i grandi
successi della storia della musica. E a
seguire…la disco di Dj Ark, che come
sempre si rende disponibile per gestire
la consolle! Ad esser sinceri, volessimo
essere dei reporter precisi e puntuali,
dovremmo spostarci un po’dalla pista,
ma faremmo luce su quell’alone di mistero che, inutile negarlo, dà fascino alla
festa stessa. Nuove amicizie, nuove
conoscenze (badate bene, non son proprio sinonimi…), storiche fughe romantiche al Belvedere, aiuto reciproco come
solo in Villa si riesce a fare, intrecci e
sotterfugi che solo il buon Manzoni ha
saputo descrivere con astuzia, briosità
e attenzione. Il tempo va e passano
le ore, e finalmente arriva la pizza. Ve
l’avevo detto che c’è un alone di mistero
sul quale non possiamo indagare, vero?
I “last men standing” risistemano la sala
che, gremita, accoglie il profumo di una
fragrante pizza delle 26,30: uno spuntino notturno prima che cali il sipario
sulla Festa di Fine Anno 2012.
L’articolo finisce qui. Il giorno dopo è
una pagina a sé stante. È il giorno delle
poltrite fino a tarda mattinata, magari
con i tempi supplementari nel pomeriggio, dei racconti e dei ricordi, delle voci
di corridoio (e anche dei complimenti),
delle riflessioni e delle lezioni imparate.
Già, perché è vero che c’è sempre da
imparare: quando si ha un bicchiere
in mano, quando si balla sfegatati in
mezzo alla pista, quando si mangia una
pizza.
Grazie di cuore a tutti i presenti: la
partecipazione di ognuno è stata determinante per rendere speciale questa
festa!
La Redazione
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Lunedì 11 Giugno 2012 <<La Gazzetta della Villa>>
CineForum
Il Mundial dimenticato
Sono appena iniziati gli Europei di calcio;
con due partite al giorno per quasi un
mese anche il cinema prova a mettersi
nella scia della calciomania distribuendo
nelle sale (in verità, poche) Il Mundial
dimenticato; la vera incredibile storia del
mondiale in Patagonia 1942 di Lorenzo Garzella e Filippo Macelloni, tratto da
Il figlio di Butch Cassidy, racconto dello
scrittore argentino (e premio Nobel per la
letteratura) Osvaldo Soriano, a sua volta
ispiratosi ad una leggenda vera della terra
delle Pampas. Il film è costruito come un
documentario sportivo, compresa la par-
tecipazione di calciatori famosi come Roberto Baggio e di giornalisti sportivi come
Darwin Pastorin. In realtà è più corretto
definirlo come un “mockumentary”, cioè
un falso documentario (District 9, Borat,
Accordi e disaccordi, REC…). Uno dei
partecipanti dice ad un certo punto una
frase significativa per sottolineare il senso
profondo del film (e dei racconti di Soriano alla base): “in tutte le cose di fantasia
deve esserci qualcosa di reale”. Infatti,
tra i meandri della Storia, nelle attività
più quotidiane e popolari, la leggenda e
l’epica si possono nascondere in piccoli
fatti, soprattutto in quei luoghi al confine
dello spazio e del tempo come la Patagonia. Qui briciole di verità e fantasiose
ricostruzioni si confondono e si uniscono
nell’incessante lavoro della fantasia e della rielaborazione, diventando “più vere
del vero”. La storia ufficiale vuole che i
mondiali di calcio del 1942 e del 1946 non
si siano tenuti, causa conflitto mondiale;
leggenda vuole che invece nel 1942 nelle
Lande della Patagonia si sia svolta un’edizione non riconosciuta dalla FIFA e non
ricordata negli albi d’oro; a fronteggiarsi
c’erano squadre di emigrati europei, di
Indios locali, di nazisti tedeschi in spedizione, di acrobati da circo. Tutto ideato e
organizzato dallo stravagante e idealista
conte Otz, la cui figlia Helena è una talentuosa fotografa contemporaneamente
innamorata dello smilzo centravanti tede-
sco con gli occhiali e dell’indigeno dallo
sguardo magnetico. Le partite si svolgevano nei pressi di un’enorme diga in
costruzione, e arbitrare era compito del
figlio di Butch Cassidy (il famoso bandito americano, una delle più importanti
leggende western, che si trasferì in Sud
America negli ultimi anni di vita), il quale
in caso di proteste eccessive o di espulsioni usava l’efficace metodo di tirare fuori
il revolver e sparare in aria. A documentare il tutto, le immagini immortalate da
Guilliermo Sandrini, cineoperatore con il
gusto di inventare, il cui scheletro è stato trovato con accanto la cinepresa subacquea che immortalò le immagini della
finale. Guardando Il mundial dimenticato
di Lorenzo Garzella e Filippo Macelloni rimane a lungo il dubbio: si sta assistendo
ad un vero documentario, come detto,
per più di tre quarti il film sembra costruito come un reportage di Sfide; o ad un
“Mockumentary”? Non a caso l’ispirazione viene da un bel racconto (Il figlio di
Butch Cassidy, contenuto nella raccolta
Pensare con i piedi, edita da Einaudi, ma
ci sono riferimenti anche ad altri racconti
dello scrittore) di Osvaldo Soriano, il geniale scrittore argentino che ha mischiato
nelle sue opere il vero con lo stravagante,
il plausibile con il mito, la quotidianità con
la leggenda, e che ha conferito senso della Storia e caratura mitologica a vicende
e passioni popolari (soprattutto il calcio,
sua passione, ma lo ha fatto anche con il
cinema nello struggente capolavoro Triste
y solitario final).
Nel film di Garzella e Macelloni convergono temi storici seri e reali, come l’importanza fondamentale delle comunità di
immigrati, in primo luogo italiane, in Argentina e la loro coesione e il senso di
appartenenza, o come il rapporto degli
Indios originari con i nuovi arrivati europei, e la convivenza più o meno forzata.
Ci sono anche echi più vasti: dal conflitto
mondiale e la tracotanza nazista, ai primi
indizi dell’emancipazione femminile, fino
alla fine dei valori di un mondo su cui la
seconda guerra mondiale stava chiudendo il sipario. Questi riferimenti, raffinatissimi e molteplici, sono contenuti nella
stravagante cornice del fantomatico mondiale, delle sue curiose partite e dei suoi
particolari protagonisti. L’atmosfera è divertita e divertente, ma allo stesso tempo
attraversata da quel senso di “nostalgia
epica” tipico delle opere letterarie e cinematografiche quando affrontano e trasfigurano la Storia: proprio come in Soriano,
o come nei fumetti di Hugo Pratt (anche
lui scrisse storie ambientate in Patagonia); magari c’è poco di vero, ma tutto è
profondamente reale.
Sorridi che ti passa
a cura di:
Gianlorenzo Vaudo
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Lunedì 11 Giugno 2012 <<La Gazzetta della Villa>>
Marcia Longa
La rivincita degli anziani
Il podio conta 76 primavere
Marcia longa 2011-2012
a Sinistra: i partecipanti alla
partenza
a Destra: le 76 primavere
Giovedì 7 giugno, nel tardo pomeriggio, quando il sole inizia a fare sentire
Giovedì 7 giugno, nel tardo pomeriggio, quando il sole inizia a fare sentire
meno la sua presenza e si possono accantonare per un po’ libri e formule, un
manipolo di baldi villici si è ritrovato nel
cortile per affrontare una delle gare podistiche più importanti del Piemonte: la
Marcialonga, lunga 7 Kilometri. Si inizia
con un lungo tratto in discesa che negli
anni ha fregato molta gente togliendo
energie necessarie per affrontare il
tratto finale, si percorrono entrambe
le sponde del Po da ponte Regina fino
a Ponte Sassi e si finisce con un selettivo tratto in salita, con gli ultimi tornanti dell’ingresso in Villa che sono un
po’ come lo Zoncolan per i partecipanti
al Giro d’Italia. Fondamentali per la ri-
uscita della corsa i ciclisti, che seguono
aprendo e chiudendo la carovana, e
lottando contro i semafori rossi e il traffico dell’ora di punta in corso Moncalieri
pur di non fermare i corridori e far perdere loro secondi preziosi, e gli addetti
ai rifornimenti, i quali a metà percorso
ritemprano le forze distribuendo acqua e
incitamenti. Il ritmo è stato fin dall’inizio
dettato dal trio Boffa-Chessa-Josephine
Convertini, i quali hanno subito aggredito la gara e iniziato una fuga durata fino
all’ultimo kilometro. A ribattere al trio
di fuggiaschi, recuperando pian piano
nella seconda parte della corsa, Peretti
e Altana, saggi nel non sprecare energie
e allo stesso tempo nel non farsi distanziare irrimediabilmente. Arrivati in corso
Quintino Sella, i due inseguitori hanno
raggiunto il trio di testa, che lì iniziava
un po’ a sfilacciarsi. A resistere e a non
perdere posizioni solo il dominatore della corsa, in testa dal primo metro fino
al traguardo finale: Giacomo Boffa, vincitore indiscusso e strameritevole con il
tempo di 32’e22’’, bravo a resistere agli
ultimi disperati attacchi alla rotonda di
via Villa Della Regina di Peretti, secondo
con 5’’ di distacco. Il terzo gradino del
podio è occupato da Altana, mentre un
applauso va a Josephine Convertini,
quarta con uno dei tempi migliori mai
ottenuti da una ragazza nella Marcialonga. Dopo il quinto posto di Chessa,
pian piano arrivavano tutti, stanchi e
soddisfatti, a recuperare le forze con
gli Estathè offerti dal vincitore; un po’
più pian piano degli altri Corbo e Addato, appena in tempo per la cena e che
hanno ricordato un po’ i velocisti come
Cipollini e Cavendish nelle tappe alpine
e dolomitiche del Giro d’Italia.
Un grosso applauso al vincitore Boffa (anche per gli Estathè), all’ottima
prova di Josephine, ai due ultimi arrivati perché hanno contribuito a creare
un’allegra atmosfera conviviale e una
serie di battute tra chi li aspettava al
traguardo, e in generale a tutti i partecipanti e i collaboratori.
E.Peretti
Trova le differenze
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Lunedì 11 Giugno 2012 <<La Gazzetta della Villa>>
In viaggio con Filippo
a cura di B. Silano
Infatti il terreno è un misto di tufo, per
la maggior parte, e pietre più dure che
con i secoli è stato eroso dal vento e
dalla pioggia creando i cosiddetti camini delle fate. Ma anche l’uomo ha dato
il suo contributo, scavando il tufo per
rifugiarsi dai frequenti invasori di diversa provenienza. Per esempio il castello di Uchizar e le enormi città sotterranee, che potevano contenere fino a
12000 persone con animali e scorte di
cibo sufficienti a brevi permanenze.
Siamo quasi a fine anno e anche i nostri viaggi stanno per finire. In questi
ultimi numeri cercheremo di scoprire
dei luoghi insoliti e meravigliosi (un po’
come tutto l’anno!). Un ringraziamento
speciale a Filippo Conta che ha collaborato con disponibilità e gentilezza,
caratteristiche più uniche che rare. Ha
accettato per ben due volte di raccontarci una parte del mondo, dopo la
Russia è la volta di una storica regione
dell’Anatolia: la Cappadocia.
Caro Filippo, immagino che avrai
moltissimo da raccontarci di questa esperienza. Prima di tutto dacci
qualche coordinata geografica e
temporale.
Neanche un mese fa, a maggio, sono
stato con la mia famiglia a visitare la
Turchia, più precisamente la Cappadocia. Avevamo l’Hotel a Urgup, una
piccolissima città vicino alla più grande
Kayseri. Non ci sono grossi centri da
visitare o monumenti da vedere in
quella zona ma il paesaggio è unico.
Sembra qualcosa di totalmente
diverso dai nostri paesaggi. Sai
benissimo che ora vorrei sapere
quello che ti ha colpito di più, il
momento che ti è rimasto più impresso!
Il momento più bello è stata una gita in
mongolfiera all’alba, osservare dall’alto
e nel quasi silenzio quel paesaggio così
particolare è stato magnifico.
Supposte di Storia: 11 Giugno
a cura di E. Peretti
11 Giugno 1924
È il giorno della cosiddetta “secessione dell’Aventino”, in onore del colle di Roma dove si ritiravano i plebei per protesta durante gli
scontri contro i patrizi: i gruppi oppositori del partito fascista al potere si riuniscono in una sala di Montecitorio e decidono di abbandonare i lavori parlamentari fino a quando il governo non avesse chiarito la propria posizione sulla scomparsa del deputato socialista
Matteotti, avvenuta il giorno prima. Decisione che può essere paragonata a quella di un difensore che invece di marcare un forte attaccante e pressare con aggressività preferisce stare a guardare nella speranza che sbagli il tiro da solo; infatti Mussolini, senza pressing
parlamentare che potesse insistere sullo scandalo Matteotti, ebbe facilità a dare un giro di vite in senso autoritario e creare il regime.
11 Giugno 1980
Come tutti sanno (e come purtroppo hanno scoperto sul loro pelo i cani randagi dell’Ucraina) sono da pochi giorni
iniziati gli Europei di Calcio in Polonia e Ucraina. I due Paesi dell’est hanno vinto l’assegnazione del torneo ai danni
dell’Italia, che uscì sconfitta dalla votazione finale. L’Italia ospitò già due edizioni della manifestazione: nel 1968,
conclusa con la nostra vittoria nella doppia finale allo stadio Olimpico contro la Jugoslavia (1-1 la prima grazie ad
una rete di Domenghini a 10 minuti dalla fine, e 2-0 la seconda con goal di Gigi Riva e di Pietro Anastasi), e che a
tutt’oggi è il nostro unico Europeo vinto, e nel 1980. Gli europei del 1980 iniziarono proprio l’11 giugno, e furono
vinti dalla Germania Ovest, che batté 2-1 il Belgio in finale. Gli Azzurri, che non si qualificarono alla finalissima
a causa della differenza reti sfavorevole contro il Belgio, arrivarono quarti, battuti ai rigori dalla Cecoslovacchia.
Fecero un po’ meglio due anni dopo al mondiale di Spagna.
11 Giugno 2002
Il congresso degli Stati Uniti si riunisce ed emana la “risoluzione n.269”, con la quale attribuisce ufficialmente la paternità dell’invenzione
del telefono all’italiano Antonio Meucci, e non dell’americano Alexander Graham Bell che per decenni si prese il merito di avere reso più
comode le comunicazioni tra persone lontane. Meucci, nell’ultima metà del XIX secolo, inventò e perfezionò il primo prototipo di telefono,
ma essendo povero in canna non riuscì a brevettarlo. Graham Bell, che vide i disegni e i progetti dell’inventore di Firenze e li fece propri
come un cantante che compie un plagio, depositò il brevetto. Meucci fece anche causa al collega ladro, purtroppo inutilmente. Ci ha
pensato la Storia a rendere giustizia, e vabbè che è una magra consolazione, grazie soprattutto alle ricerche di Basilio Catania che ebbero
risonanza internazionale.
La Gazzetta della Villa
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Presidente: A. Toso
Supposte di Storia: E. Peretti
Redazione: J. Morzenti, K. Convertini, J. Convertini,
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Capo Redazione: P. Giacosa
In Viaggio con... : B. Silano
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Impaginazione: F.d. Corbo, R. Sanna
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Per questo numero si ringrazia: A. Aime
Grafica: F. Montemarano, M.D. Vittozzi, F. Basso
FantaGazza: F. Conta
Fotografia: L. De Vingo, L. Restaino
Sorridi che ti passa: G. Vaudo
RompiVillico: F. Montesu
Pagelle: A. Toso, E. Vigo, F. Papaleo
Tipografia “da Olimpia”
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