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POLITECNICO DI MILANO Facoltà di Ingegneria Industriale Corso di Laurea in Ingegneria Aeronautica Riduzione di resistenza in flussi turbolenti di parete: confronto tra esperimenti e simulazione numerica diretta. Relatore: Prof. Maurizio QUADRIO Tesi di Laurea di: Martina BIGGI Anno Accademico 2011 - 2012 Matr. 765290 II III There comes a time when you have to choose between turning the page and closing the book. Josh Jameson Ai miei nonni, che hanno saputo indicarmi cosa è importante. Ai miei genitori, che hanno saputo insegnarmelo. IV Ringraziamenti Friendship isn't about whom you have known the longest... It's about who came, and never left your side... Unknown Sebbene qualcuno che leggerà queste pagine non creda nell'ecacia del dire grazie, io ci credo. Credo che, ad un certo punto della vita, del rapporto con le persone che ti stanno accanto, sia importante dir loro grazie, semplicemente e sinceramente. Non ci deve essere un motivo per forza, solo che arriva un momento in cui non ce la fai più a trattenere nel cuore la gratitudine, il rispetto, l'amore per quelle persone che hanno fatto tanto per te. Qui, in queste pagine, colgo solo l'occasione per dire grazie a tutti coloro che mi hanno aiutata, con il loro aetto, la loro forza e il loro amore, ad arrivare no a questo traguardo così importante. Le prime persone che ringrazio sono i miei nonni, i miei genitori e mia sorella, perchè senza di voi proprio non ci sarei e non sarei la persona che sono diventata, con mille difetti ma che vi vuole bene con tutta se stessa. Un enorme grazie ad Elena, per i 18 anni di amicizia, per essere cresciuta con me e per non avermi mai molltata; e a Laura, la mia Lauretta, una piccola perla piena di gioia, di allegria, di voglia di condividere, che più di una volta mi ha migliorato una giornata; ad Alessandro, il miglior vicino di banco di sempre, ma anche un amico speciale, la mia ancora di salvezza in ogni giorno dicile; a Mirko, il mio miglior amico, il mio sostegno personale nei momenti dicili, la mia fonte inesauribile di risate e di gioia di vivere; ad Andrea, compagno di viaggio, sempre disponibile a dare una mano; alla Michy che è stata la prima persona che ho conosciuto all'università e che mi ha accompagnata in questa avventura ogni giorno; a Samuele, da me detto Happy, che ha saputo ascoltarmi sempre ed infondermi un po' della sua meravigliosa felicità e voglia di vivere che è la sua forza e la sua grandezza; a Domenico che negli ultimi sei mesi è diventato molto più che un semplice collega e compagno di tesi, è diventato il povero Dome!, è diventato un amico V VI capace darmi la forza di andare avanti anche nei momenti più dicili e un compagno in questo viaggio dicile che è stato la tesi; e poi ad Enrico, Ilaria, Maury, Luca, Susanna e tutti gli altri che in questi anni di Poli mi hanno accompagnata ogni giorno con il loro sorriso e la loro amicizia. Grazie ad Abi e a Mario, coinquilini per cinque anni e amici da una vita intera. Colgo l'occasione per ringraziare anche chi forse non avrà la possibilità di leggere queste pagine: Anna, la ragazza speciale che è stata in grado di dare il via al mio cambiamento e che mi ha, per prima, aperto gli occhi su me stessa; ed Ezio, con cui ho passato quattro splendidi anni, che ha saputo sopportarmi e amarmi più di chiunque altro. Un grazie sincero anche a tutti i miei professori che, negli anni, si sono susseguiti, ma soprattutto grazie a quelli del liceo, Gianni, Fulvia, la prof. Roncarolo, il prof. Casasso e tutti gli altri; forse non ricorderò le vostre materie ma non dimenticherò mai i vostri insegnamenti e il vostro aetto. Inne a Maurizio, professore, relatore e Insegnante, un grazie non basta ma so che capirai, quindi solo questo: grazie per aver creduto in me. Sommario Un metodo attivo per la riduzione di resistenza d'attrito in ussi turbolenti di parete viene studiato tramite simulazione numerica diretta delle equazioni di NavierStokes incomprimibili. In particolare la tecnica delle onde viaggianti, introdotta recentemente (Quadrio et al., J. Fluid Mech., 627, 2009) e oggi considerata come la più promettente tra le tecniche a ciclo aperto, viene applicata in un condotto cilindrico. L'obiettivo è quello di confermare i risultati dell'unica realizzazione sperimentale esistente (Auteri et al., Phys. Fluids, 22, 2010) di tali onde e di analizzare gli eetti della loro discretizzazione spaziale. I risultati riproducono molto bene l'esperimento e confermano l'importanza della discretizzazione. Per la prima volta la riduzione di resistenza di attrito ottenibile con le onde viaggianti viene caratterizzata nella geometria cilindrica. A Re = 5900 è possibile rilaminarizzare un usso turbolento con un risparmio netto di energia del 60%: questo è, ad oggi, il miglior risultato ottenuto da una tecnica di controllo per la riduzione d'attrito. Parole chiave: Riduzione di resistenza, onde viaggianti, usso turbolento, coordinate cilindriche, DNS. Abstract An active method for skin friction drag reduction in a turbulent wall ow is studied with the direct numerical simulation of the incompressible NavierStokes equations. The travelling waves technique, recently introduced (Quadrio et al., J. Fluid Mech., 627, 2009) and nowadays considered as one of the most promising openloop strategy, is applied to a turbulent pipe ow. The aim is to conrm the results of the only available laboratory experiment (Auteri et al., Phys. Fluids, 22, 2010) and to analyze the eect of their spatial discretization. The results agree with the experiment and conrm the importance of discretization. For the rst time the drag reduction achievable by the travelling waves is characterised in the cylindrical geometry. At Re = 5900 a turbulent ow can be relaminarized, with a net energy savings of 60%. This is the best result ever obtained by a ow control technique. Keywords: Drag reduction, travelling waves, turbulent ow, pipe ow, Direct Numerical Simulation. Indice 1 Introduzione 1 2 Tecniche di controllo attivo 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 Parete oscillante . . . . . . . . . . . Onde viaggianti trasversalmente . . Forzamento spaziale . . . . . . . . Onde viaggianti longitudinalmente Flussi esterni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 . 9 . 10 . 12 . 13 Riduzione di resistenza . . . . . . . . . . . . . . . . . Statistiche del usso turbolento . . . . . . . . . . . . Strato di Stokes . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.3.1 Problemi di Stokes . . . . . . . . . . . . . . . 3.3.2 Temporal Stokes Layer e Spatial Stokes Layer 3.3.3 Generalized Stokes Layer . . . . . . . . . . . . Misura sperimentale della riduzione di resistenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Onde viaggianti in un canale piano 3.1 3.2 3.3 3.4 4 Il codice CPL 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6 4.7 Equazioni di governo . . . . . . . . . . . . . . Condizione di regolarità . . . . . . . . . . . . Costruzione della matrice del sistema . . . . . Condizioni al contorno . . . . . . . . . . . . . Discretizzazione radiale . . . . . . . . . . . . . Risoluzione spaziale nella direzione azimutale . Integrazione nel tempo . . . . . . . . . . . . . 5 Onde viaggianti in un condotto cilindrico 5.1 5.2 5.3 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 15 20 23 23 24 25 29 39 39 42 43 45 45 46 47 49 Confronto con l'esperimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49 Campi di moto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56 Statistiche del usso turbolento . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 IX X INDICE 5.4 5.5 Strato generalizzato di Stokes . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76 Riduzione di resistenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80 6 Conclusioni e sviluppi futuri 87 A Formato dei le 89 Elenco delle gure 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 Sistema di riferimento canale piano . . . . . . . . . . . . . . Schema parete oscillante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Modica prolo di velocità al variare della frequenza di oscillazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Schema forzamento spaziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . Confronto modica prolo della velocità con TSL e con SSL. Schema onda viaggiante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 . 10 . 11 . 12 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.7 3.8 3.9 3.10 3.11 3.12 3.13 3.14 3.15 3.16 3.17 Mappa riduzione di resistenza nel piano ω − κx . . . . . . Mappa S(%) nel piano ω − κx . . . . . . . . . . . . . . . . Dipendenza della DR e della S dall'ampiezza dell'onda. . Istantanee campi di moto QRV09. . . . . . . . . . . . . . Prolo medio della velocità longitudinale <u>. . . . . . . Curve di livello della velocità trasversale <w>z,t . . . . . . Componenti del tensore degli sforzi di Reynolds. . . . . . Rappresentazione graca dei due problemi di Stokes. . . Confronto δl+ − δt+ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . + Spessore GSL laminare nel piano κ+ . . . . . . . . x −ω + Riduzione di resistenza funzione di δ . . . . . . . . . . . Approssimazione della sinusoide nell'esperimento . . . . . Apparato sperimentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Riduzione di resistenza sperimentale funzione di κ+ e ω + Riduzione di resistenza per s = 3 e s = 6 funzione di ω+ Mappa di R̃l (ω, κx ; 3) e taglio per κ+ x = 0.0082. . . . . . . Mappa di R̃nl (ω, κx ; 3) e taglio per κ+ x = 0.0082. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.1 Sistema di riferimento coordinate cilindriche . . . . . . . . . . 40 5.1 5.2 5.3 Scelta del parametro di smussatura. . . . . . . . . . . . . . . . 51 Sinusoide discretizzata con s = 6 a due istanti dierenti. . . . 53 Confronto tra dati sperimentali e numerici per onde con s = 3. 54 XI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 7 16 17 18 19 20 21 22 23 26 28 28 30 31 32 33 35 36 XII 5.4 5.5 5.6 5.7 5.8 5.9 5.10 5.11 5.12 5.13 5.14 5.15 5.16 5.17 5.18 5.19 5.20 5.21 5.22 5.23 5.24 5.25 5.26 5.27 5.28 5.29 5.30 ELENCO DELLE FIGURE Confronto tra risultati numerici per s = 3 e s = 6. . . . . . . . Campi di moto e isosuperci λ2 = −2 con e senza controllo. . Campi di moto per s = 3. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Confronti campo di moto con riduzione e incremento di resistenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Prolo di velocità longitudinale media <u>nel condotto cilindrico. Confronti proli rms delle uttuazioni di velocità in funzione della coordinata radiale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Confronti proli rms delle uttuazioni di velocità in funzione della coordinata radiale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Componente <uu+ >θ,t degli sforzi di Reynolds. . . . . . . . . . Componente <uu+ >θ,t degli sforzi di Reynolds. . . . . . . . . . Componente <uu+ >θ,t degli sforzi di Reynolds mediata su λx e adimensionalizzata con la rispettiva uτ . . . . . . . . . . . . . Componente <uu+ >θ,t degli sforzi di Reynolds mediata su λx e adimensionalizzata con la uτ di riferimento. . . . . . . . . . . Componente <vv + >θ,t degli sforzi di Reynolds. . . . . . . . . . Componente <vv + >θ,t degli sforzi di Reynolds. . . . . . . . . . Componente <vv + >θ,t degli sforzi di Reynolds mediata su λx e adimensionalizzata con la rispettiva uτ . . . . . . . . . . . . . . Componente <vv + >θ,t degli sforzi di Reynolds mediata su λx e adimensionalizzata con la uτ di riferimento. . . . . . . . . . . Componente <uv + >θ,t degli sforzi di Reynolds. . . . . . . . . . Componente <uv + >θ,t degli sforzi di Reynolds. . . . . . . . . . Componente <uv + >θ,t degli sforzi di Reynolds mediata su λx e adimensionalizzata con la rispettiva uτ . . . . . . . . . . . . . . Componente <uv + >θ,t degli sforzi di Reynolds mediata su λx e adimensionalizzata con la uτ di riferimento. . . . . . . . . . . Spessore δ = δ(κx , ω) del GSL nel tubo e confronto con il GSL nel canale piano. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dierenza tra δpipe − δchannel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Spessore del GSL per onde discretizzate . . . . . . . . . . . . . R(%) funzione di ω , confronto canale e cilindro. . . . . . . . . S(%) funzione di ω , confronto canale e cilindro. . . . . . . . . Confronto tra R(ω + ) nel canale e nel condotto cilindrico. . . . R(%) in funzione di A. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . S(%) in funzione di A. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55 57 59 61 62 64 65 66 67 68 68 70 71 72 72 73 74 75 75 78 78 79 81 81 82 84 84 Elenco delle tabelle 3.1 Parametri sperimentali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 4.1 Coecienti schemi RungeKutta a 3 passi (a) e a 4 passi (b) . 47 5.1 5.2 Parametri simulazioni numeriche onde discretizzate . . . . . . 50 Confronto tra usso di riferimento e usso controllato con sinusoide ideale e sinusoide discretizzata con s = 3 e s = 6 segmenti costanti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63 Parametri delle simulazioni per il calcolo dello spessore δ dello strato generalizzato di Stokes. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76 5.3 A.1 Struttura del le Runtime.dat . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91 XIII XIV ELENCO DELLE TABELLE Capitolo 1 Introduzione In uidodinamica una delle maggiori aree di studio degli ultimi decenni è quella che riguarda la riduzione di attrito di un usso turbolento di parete. La resistenza di questi ussi infatti è molto maggiore rispetto alla loro controparte laminare e ciò comporta una perdita di energia elevata in tutti quei sistemi, come oleodotti, pale di turbine o velivoli dalle elevate velocità, che sono caratterizzati da ussi turbolenti. Anche una piccola riduzione della turbolenza, e quindi dell'attrito a parete, può portare ad una diminuzione della potenza necessaria per l'utilizzo di questi sistemi e, di conseguenza, ad un risparmio in termini di costi. Una prima distinzione macroscopica di tali tecniche le divide in tecniche attive e tecniche passive ([8] e [13]). Le prime si distinguono dalle seconde perchè necessitano di energia esterna per il loro funzionamento. I metodi di controllo attivo si possono a loro volta suddividere in due categorie, quelle cosiddette a ciclo aperto e quelle a ciclo chiuso. Le tecniche attive a ciclo chiuso sono caratterizzate dalla retroazione della misura di una quantità che permette di modicare la legge di controllo al ne di renderla ottimale. Esse necessitano della presenza non solo di attuatori ma anche di sensori. Si capisce che queste sono tecniche complesse e di dicile implementazione (per un approfondimento vedere, per esempio, [20]). Le tecniche a ciclo aperto, dove la legge di controllo è stabilita in partenza e non più modicata, sono invece più semplici e di più facile implementazione. Alcune di esse verranno analizzate con più dettaglio nel Capitolo 2 (vedere [27] per una review completa). Proprio perchè le tecniche attive richiedono potenza esterna, questa quantità diventa importante per valutare l'ecacia del controllo stesso. Nel caso di ussi in condotti, quello che si vuole ottenere è infatti un bilancio netto di energia positivo. La potenza totale spesa è data dalla somma della potenza di pompaggio necessaria per muovere il usso e di quella impiegata per il 1 2 Capitolo 1. Introduzione controllo; perchè quest'ultimo sia ecace si deve ottenere una riduzione di resistenza che sia maggiore della potenza spesa per attuare il controllo stesso. Il lavoro qui proposto si vuole occupare di una particolare tecnica di controllo attivo a ciclo aperto che è caratterizzata da una elevata riduzione di resistenza raggiungibile: le onde viaggianti. Tale forzamento consiste nel modulare, attraverso il movimento della parete del condotto, in tempo e nella direzione longitudinale, la componente trasversale di velocità a parete. Tale tecnica è stata introdotta e studiata numericamente per la prima volta da Quadrio, Ricco e Viotti in [32] (d'ora in avanti abbreviato con QRV09) per un usso turbolento in un canale piano. I risultati numerici ricavati in QRV09 vengono vericati sperimentalmente da Auteri et al. ([1]), che applicano delle onde viaggianti, discretizzate nella direzione longitudinale, ad un usso turbolento in un condotto cilindrico. Essi osservano che l'andamento delle misure sperimentali conferma all'incirca quello dei risultati numerici, sono però evidenziate delle oscillazioni nella curva di riduzione di resistenza R in funzione della frequenza di oscillazione ω non presenti nel caso ideale. Gli autori ipotizzano che tali oscillazioni siano gli eetti della discretizzazione dell'onda, eetti che si attenuano al migliorare dell'approssimazione utilizzata. Attraverso la denizione della supercie R(ω, κx ), dove κx = 2π/λx è il numero d'onda, in funzione di un kernel K, ricavato empiricamente a partire dalle informazioni disponibili in QRV09 su tale mappa, essi hanno valutato gli eetti delle diverse armoniche presenti nelle onde discretizzate evidenziando, prima nel caso di semplice sovrapposizione lineare e poi tenendo conto degli eetti non lineari, come si modica l'andamento della curva R̃(ω) che, si osserva, segue bene quello ottenuto sperimentalmente cogliendo alle giuste frequenze i massimi e i minimi relativi. Questa tesi si pone come obiettivo quello di provare a riprodurre numericamente i risultati sperimentali ottenuti da Auteri et al. attraverso la soluzione diretta delle equazioni di Navier Stokes per un usso turbolento in un condotto cilindrico cui è applicato un controllo tramite onda viaggiante discretizzata con tratti costanti nella direzione longitudinale. La scelta è stata motivata dal fatto che questo tipo di controllo non è mai stato studiato numericamente in un condotto cilindrico e, vista la maggior praticità e la maggior diusione di tale geometria, è interessante valutare la sua ecacia anche ai ni di una sua possibile implementazione in un condotto reale. Per questo motivo è anche utile valutare gli eetti portati dalla discretizzazione dell'onda, necessaria per imporre la variazione spaziale del controllo, vericando la validità delle ipotesi riportate da Auteri et al.. Il lavoro si articola come segue: si inizia, nel Capitolo 2, con una breve descrizione delle principali tecniche di controllo attivo a ciclo aperto basate 3 sul movimento della parete, cominciando dalla più semplice parete oscillante per arrivare alle moderne onde viaggianti. Queste ultime verranno approfondite per il caso di usso turbolento in un canale piano nel Capitolo 3 dove se ne descrivono le principali caratteristiche. Viene quindi presentato, nel Capitolo 4, il codice numerico utilizzato e le modiche ad esso eettuate e, successivamente, nel Capitolo 5, sono raccolti i risultati ottenuti per le onde viaggianti nel condotto cilindrico. Nel seguito della tesi si utilizza la notazione seguente: le coordinate cartesiane sono indicate con x, y e z e rappresentano rispettivamente le direzioni longitudinale, normale alla parete e trasversale; nel caso cilindrico, si utilizzeranno x, r e θ per indicare le direzioni assiale, radiale e azimutale. Per entrambi i casi le componenti della velocità nelle tre direzioni sono indicate rispettivamente con u, v e w. Il numero di Reynolds è denito, una volta scelta una velocità di riferimento U e una dimensione di riferimento D da UD , (1.1) ν dove ν è la viscosità cinematica del uido. A seconda della velocità di riferimento scelta si possono avere diversi Reynolds: con UP , la velocità di un usso con la stessa portata di un usso di Poiseuille, si denisce ReP , con Ub , la velocità media su una sezione del condotto (bulk velocity ), si ottiene Reb ed inne attraverso uτ , la velocità d'attrito, si denisce Reτ . Tutti i numeri di Reynolds per la geometria piana sono deniti sulla semi-altezza del canale h, mentre per il condotto cilindrico la dimensione di riferimento è il raggio R. Tutte le quantità contrassegnate con l'apice + sono espresse in unità viscose (o di parete) e sono adimensionalizzate con la velocità d'attrito uτ , a seconda dei casi viene indicato se l'adimensionalizzazione è eettuata con la uτ del usso di riferimento o quella del campo in esame. La media delle quantità in nelle direzioni longitudinale, trasversale e nel tempo è indicata con i simboli h·i mentre la media nella direzione azimutale e nel tempo è indicata con h·iθ,t . Re = 4 Capitolo 1. Introduzione Capitolo 2 Tecniche di controllo attivo Negli ultimi venti anni la ricerca di un metodo per la riduzione della resistenza in ussi di parete, siano essi strati limite o ussi in canali o condotti cilindrici, si è arricchita dei metodi attivi a ciclo aperto per il controllo della turbolenza. In questo capitolo vengono descritte brevemente quelle tecniche appartenenti a questa categoria caratterizzate dall'imposizione di un movimento trasversale della parete. Si segue un ordine storico in modo da comprendere come tali metodi sono nati e si evoluti nel tempo. Per tutte le tecniche studiate la riduzione di resistenza R è denita valutando le variazioni del coeciente d'attrito Cf nel caso di controllo rispetto al suo valore di riferimento Cf,0 : R= Cf,0 − Cf . Cf,0 (2.1) Il coeciente d'attrito è denito come Cf = 2τw , ρUb2 (2.2) dove τw è lo sforzo medio a parete, τw = µ d<u> |w , e ρ è la densità del uido. dy Il valore medio del Cf è valutato come media temporale dopo aver eliminato il transitorio inziale durante il quale il usso si adatta alle nuove condizioni di regime. Kasagi, Hasegawa e Fukagata in [19] hanno inoltre denito un nuovo parametro per caratterizzare l'ecienza di una tecnica di controllo: il risparmio netto di energia S , P0 − (P + Pin ) S= , (2.3) P0 dove Pin è la potenza impiegata per il controllo e P0 è la potenza necessaria per il movimento del uido senza l'azione del controllo. 5 6 Capitolo 2. Tecniche di controllo attivo Figura 2.1: Sistema di riferimento per il canale piano. 2.1 Parete oscillante L'idea di partenza è stata proposta da Sendstad e Moin in [36] e da Bradshaw e Pontikos in [4] i quali hanno dimostrato che un improvviso gradiente trasversale di pressione, applicato ad un usso turbolento completamente sviluppato, può alterarne la struttura portando ad un temporaneo calo delle quantità turbolente. Se però il gradiente di pressione viene mantenuto il usso presto raggiunge un nuovo stato stabile e tutte le quantità turbolente ritornano ai loro comportamenti precedenti. Da qui si è capito che, per ottenere una modica persistente in un usso turbolento, è necessario utilizzare un forzamento periodico nel tempo. In particolare Jung, Mangiavacchi e Akhavan in [17] per primi hanno dimostrato come, attraverso il movimento oscillante nel tempo di una parete di un canale piano, si ottiene una modica della turbolenza di parete in maniera duratura, comportando anche una signicativa riduzione di resistenza. Essi hanno condotto delle simulazioni numeriche DNS (Direct Numerical Simulation ) a partire da un usso turbolento di riferimento caratterizzato da un valore di numero di Reynolds pari a Reb = 3000. Indicando con ww la componente trasversale della velocità a parete (il pedice w sta per wall ), come nel sistema di riferimento proposto in 2.1 , la legge che denisce il controllo della turbolenza tramite oscillazione della parete (o in maniera equivalente, tramite usso trasversale di velocità) può essere scritta come 2π (2.4) ww = A sin( t), T dove t è il tempo, A l'ampiezza di oscillazione e T il periodo di oscillazione della parete. 2.1. Parete oscillante 7 Figura 2.2: Rappresentazione schematica della parete oscillante. A è l'ampiezza dell'onda, Ω = 2π/T è la frequenza di oscillazione della parete dove T è il periodo. Tratta da [3]. Gli autori hanno vericato che, con la parete oscillante, è possibile raggiungere una riduzione, no al 40%, degli sforzi a parete. Tale riduzione di resistenza si ottiene solo utilizzando un preciso periodo di oscillazione della parete pari a T + = 100 mentre per valori diversi si raggiungono risultati meno soddisfacenti. La riduzione delle varie quantità turbolente, e quindi anche della resistenza, è stata spiegata attraverso l'osservazione di una diminuzione del numero e dell'intensità delle strutture turbolente di parete quando è applicato il controllo. Sulla parete oscillante nel canale piano, il cui schema è presentato in Figura 2.2, si sono focalizzati Baron e Quadrio in [3] studiando tale tecnica anche da un punto di vista energetico. Essendo infatti questo un controllo di tipo attivo, esso richiede l'introduzione di energia esterna per la sua attuazione e quindi, per vericare la sua ecacia, bisogna valutare il bilancio netto di energia e non solo l'energia recuperata grazie alla riduzione di resistenza. Baron e Quadrio hanno proposto uno studio variando l'ampiezza di oscillazione della parete e mantenendo invece costante il periodo di oscillazione e pari all'ottimo trovato in [17], T + = 100. Da questo studio hanno ricavato che il controllo mediante parete oscillante comporta sì una notevole riduzione di resistenza ma solo a scapito di una spesa importante di energia. Si è però visto che è possibile ottenere un bilancio netto di energia positivo, anche se piccolo, se l'ampiezza di oscillazione della velocità è mantenuta bassa. Tali risultati sono ottenuti facendo riferimento ad un attuatore ideale senza tenere conto delle perdite dovute al sistema meccanico reale, certo è che, grazie all'oscillazione della parete, le quantità turbolente vengono modicate in maniera importante, le uttuazioni di velocità vengono attenuate e i massimi si spostanto più lontani dalla parete; tale tecnica, quindi, presenta 8 Capitolo 2. Tecniche di controllo attivo Figura 2.3: Proli di velocità nello strato limite in scala logaritmica a diverse frequenze di oscillazione della parete. Tratta da [6]. ottime potenzialità. I risultati appena presentati sono stati confermati sperimentalmente da Choi, DeBisschop e Clayton in [6] i quali, attraverso l'utilizzo di anemometri a lo caldo e tecniche di visualizzazione, hanno studiato i cambiamenti, causati da questo tipo di controllo, delle strutture turbolente in uno strato limite. In Figura 2.3 sono riportati i proli di velocità logaritmici da loro ottenuti al variare della frequenza di oscillazione della parete, al suo aumentare il prolo trasla verso l'alto suggerendo una riduzione di resistenza d'attrito. Choi e Graham in [7] si sono occupati di capire quale fosse l'eetto della parete oscillante nel caso di un usso turbolento in un condotto cilindrico ad asse rettilineo, studio che ritenevano più promettente dal punto di vista dell'impiego industriale di tale tecnica. Essi ricavarono sperimentalmente una riduzione di resistenza (R ≈ 25%) più bassa di quella ottenuta nel caso del canale ma il loro studio si era fermato all'analisi dei dati per una sola frequenza di oscillazione della parete. Un paio di anni più tardi Quadrio e Sibilla si sono occupati di vericare numericamente tale risultato. Essi in [33] hanno proposto il confronto tra i ussi in un tubo oscillante attorno al proprio asse, in un tubo fermo e in un tubo in rotazione costante, dimostrando che l'oscillazione periodica del condotto portava ad una riduzione notevole di resistenza e comparabile con quella ricavata nel caso di canale piano negli studi precedenti (R ≈ 40%). In tutti i lavori n qui presentati manca la denizione di una quantità, funzione dei parametri di oscillazione della parete, che si colleghi in maniera univoca al valore di riduzione di resistenza ottenuta. Le proposte sono state molte così come le veriche dell'inadeguatezza di alcune di esse. Choi, Xu e 2.2. Onde viaggianti trasversalmente 9 Sung in [5] hanno per primi proposto due parametri collegati alla diminuzione del coeciente di attrito. Il primo è una distanza critica dalla parete no a cui si diondono gli eetti dell'oscillazione della parete. Questa lunghezza rappresenta la posizione in cui la velocità massima durante un periodo è maggiore di una certa distanza: le strutture turbolente che vivono al di sotto di tale soglia sono aette dal forzamento trasversale mentre quelle al di sopra non ne risentono. Il secondo parametro è l'accelerazione dello strato trasversale che si viene a creare. Il valore di riduzione di resistenza sembra essere in relazione con entrambi. In [30] Quadrio e Ricco hanno condotto uno studio facendo variare indipendentemente due parametri, il periodo di oscillazione T e la velocità massima wm . L'oscillazione della parete è descitta anche da un terzo parametro, il massimo spostamento della parete stessa Dm , che però non è indipendente dai due precedenti in quanto Dm = wm T /π . Gli autori, tramite uno studio numerico DNS, hanno ricavato che la riduzione di resistenza ha, per tutti + i wm studiati, un massimo per un periodo T + nell'intervallo 100 − 125 e che, tenendo sso il periodo di oscillazione, essa cresce monotonicamente con wm . Quadrio e Ricco si sono anche interessati alla valutazione del bilancio di energia confermando che non tutte le combinazioni di wm − T portano ad un risparmio netto di energia positivo. In particolare hanno mostrato come si + abbia un risparmio eettivo solo per velocità massime wm basse, con sempre un ottimo in corrispondenza di T + = 100 − 125. 2.2 Onde viaggianti trasversalmente La prima proposta di un forzamento trasversale non uniforme nello spazio è stato proposto da Du e Karniadakis [9] e da Du, Symeonidis e Karniadakis [10]. Essi, con degli studi DNS, hanno valutato l'eetto di un forzamento attraverso l'utilizzo di una forza di volume orientata trasversalmente al usso e descritta dalla seguente relazione Fz = Ie−y/∆ sin(κz z − ωt), (2.5) dove l'intensità del forzamento I decade esponenzialmente allontanandosi dalla parete no ad una distanza pari a ∆. La forza è modulata nel tempo con pulsazione ω e in direzione trasversale z dove è descritta da un'onda con lunghezza d'onda λz = 2π/κz . Du, Symeonidis e Karniadakis in [10] hanno condotto delle simulazioni a Reτ = 150 ottenendo una massima riduzione di resistenza R ≈ 30%. Il loro studio non è stato conclusivo a causa del numero limitato di combinazioni di parametri analizzate, però ha permesso di evidenziare come un forzamento 10 Capitolo 2. Tecniche di controllo attivo Figura 2.4: Rappresentazione schematica del forzamento oscillante nello spazio. k = 2π/λx . Tratta da [39]. tipo onda viaggiante può modicare il ciclo di parete. Nelle loro visualizzazioni si mostra infatti che le strisce vicino a parete vengono alterate in maniera signicativa. In particolare, quando le onde viaggianti portano ad una riduzione di resistenza, il loro eetto è quello di indebolire, o anche eliminare, le strutture allungate e sinuose di parete generando al loro posto un lungo nastro a bassa velocità (per maggiore chiarezza si guardi la Figura 23 in [10]). Del passaggio dalle onde viaggianti trasversalmente generate da una forza di volume ad un forzamento spazio-temporale dovuto al movimento di una parete, si sono occupati Zhao, Wu e Luo in [41]. La legge che descrive il movimento della parete ww diventa : ww = A sin(κz z − ωt). (2.6) I risultati ricavati, in termini di riduzione di resistenza e statistiche del usso sono molto simili a quelli ottenuti per il controllo mediante forza di volume. La dierenza sostanziale risiede nel fatto che, per tutte le combinazioni di parametri che gli autori hanno simulato, essi hanno trovato sempre valori di risparmio netto di energia negativi. E' però da considerare il fatto che il numero di simulazioni che furono eettuate non è particolarmente elevato e di conseguenza il risultato ottenuto non è generalizzabile. 2.3 Forzamento spaziale Viotti, Quadrio e Luchini in [39] hanno trasformato il forzamento dipendente dal tempo della parete oscillante in un forzamento oscillante nello spazio 2.3. Forzamento spaziale 11 Figura 2.5: Prolo medio di velocità (componente assiale) nella forma della legge di parete I pallini vuoti indicano il forzamento temporale (TSL) mentre i pallini pieni indicano l'onda spaziale (SSL). Tratta da [39]. attraverso l'uso della velocità di convezione Uw delle uttuazioni turbolente a parete. Essa è tipicamente derivata o dalle funzioni di densità spettrale o dalle funzioni di correlazione spazio-tempo e, come dimostrato da Kim e Hussain in [21], per y + 6 15, Uw assume un valore costante e pari a Uw+ ≈ 10 diversamente da quanto succede alla velocità media che va a zero a parete. La legge che descrive il forzamento spaziale è la seguente: 2π x) (2.7) λx dove A è l'ampiezza del forzamento, x indica la coordinata in direzione del usso e λx è la lunghezza d'onda del forzamento.Uno schema di tale tecnica di controllo è riportato in Figura 2.4, dove k = 2π/λx . Gli autori hanno analizzato tale tecnica attraverso uno studio DNS in un canale piano ottenendo che esso, rispetto alla parete oscillante, ha delle potenzialità superiori, raggiungendo valori di riduzione di resistenza più elevati di circa il 20% − 30%. La massima riduzione di resistenza ottenuta è R ≈ 52% con un onda di ampiezza A+ = 20 e λ+ x = 1250, a Reτ = 200. Tenendo conto di questa denizione, Viotti, Quadrio e Luchini hanno dimostrato che il forzamento spaziale, oltre ad una riduzione di resistenza elevata, richiede anche un impiego minore di energia esterna per la sua attuazione, rispetto alla parete oscillante. Ciò ha permesso di ottenere un risparmio netto di energia positivo (S > 0) per diverse ampiezze del forzamento. Se osserviamo il prolo medio di velocità nella forma della legge di parete riprotto in Figura 2.5 si vede chiaramente come la modica dovuta ai due ww = A sin( 12 Capitolo 2. Tecniche di controllo attivo Figura 2.6: Rappresentazione schematica delle onde viaggianti in un canale piano. Tratta da [32]. tipi di forzamento (temporale indicato con i pallini vuoti e spaziale indicato dai pallini pieni) sia simile ma l'eetto è superiore per il caso di forzamento spaziale. La riduzione di resistenza si manifesta attraverso un inspessimento dello substrato viscoso che comporta una traslazione verticale del prolo di velocità. Come nel caso della parete oscillante, questa tecnica porta ad una diminuzione dell'intesità delle uttuazioni di velocità e ad uno spostamento del massimo di tali uttuazioni più lontano dalla parete del canale. 2.4 Onde viaggianti longitudinalmente L'ultimo passo nelle tecniche di controllo attivo è stato compiuto da Quadrio, Ricco e Viotti [32], i quali hanno esteso i due casi (2.4) e (2.7) utilizzando come forzamento un'onda spazio-temporale. Essi hanno considerato onde sinusoidali della componente trasversale della velocità ww che variano nel tempo e sono modulate nello spazio lungo la direzione del usso x. Queste sono descritte dalla seguente espressione: ww = A sin(κx x − ωt) (2.8) dove κx = 2π/λx è il numero d'onda e ω la frequenza dell'onda. Nel caso di κx e ω diversi da zero l'onda di velocità trasversale, ww , si muove nella direzione del usso x, con lo stesso verso della corrente o con verso opposto a seconda del segno della velocità di fase c = ω/κx . Una rappresentazione schematica del forzamento utilizzato per questo tipo di controllo è riportata in Figura 2.6. 2.5. Flussi esterni 13 Le caratteristiche di tale tecnica di controllo verranno descritte in dettaglio nel Capitolo 3. 2.5 Flussi esterni Alcune delle tecniche attive appena presentate sono state recentemente applicate a strati limite turbolenti. Skote ([37]) ha analizzato tramite DNS un usso esterno forzato con le onde stazionarie di velocità trasversale che variano lungo la direzione longitudinale, rappresentate dalla relazione (2.7). Dalle simulazioni eettuate egli ha ottenuto una riduzione di resistenza massima pari a R = 46%. Nonostante la buona riduzione di resistenza ricavata questo tipo di controllo per lo strato limite, dall'analisi eettuata Skote ha ottenuto S = −19% che signica che la potenza necessaria per muovere la parete è maggiore di quella che si può risparmiare attraverso il controllo. Ciò è dovuto anche al fatto che egli ha analizzato solo un'ampiezza del forzamento molto elevata. 14 Capitolo 2. Tecniche di controllo attivo Capitolo 3 Onde viaggianti in un canale piano In questo capitolo vengono illustrate le caratteristiche principali della tecnica di controllo basata sulle onde viaggianti, a partire dai risultati in termini di riduzione di resistenza e statistiche del usso descritti in QRV09. Successivamente, dopo una breve introduzione sullo strato di Stokes, si propongono i risultati ottenuti in [31] sullo strato generalizzato di Stokes, causa della riduzione di resistenza per tutte le tecniche descritte in 2. Inne sono presentati i risultati dell'esperimento eettuato da Auteri et al. in [1] e le loro considerazioni. 3.1 Riduzione di resistenza Il controllo tramite le onde viaggianti descritto dalla (2.8) è del tutto generale e contiene anche i casi di parete oscillante (2.4) e di onda stazionaria descritta dalla (2.7) che corrispondono rispettivamente ad un'onda viaggiante con velocità di fase innita (κx = 0) e ad un'onda stazionaria (ω = 0). Questo tipo di forzamento altera in maniera signicativa la resistenza viscosa del usso turbolento a cui viene applicato e il suo eetto è non banale al variare dei parametri κx e ω . Onde che viaggiano lentamente in avanti producono una riduzione di resistenza signicativa mentre, onde più veloci, possono portare anche ad un incremento di resistenza. Le onde che si muovono nel verso opposto al usso invece portano sempre ad una riduzione di resistenza qualunque sia la loro velocità. Gli eetti delle onde viaggianti in termini di variazione percentuale della resistenza d'attrito R, come denita dalla (2.1), in funzione di ω e κx sono riportati in Figura 3.1, per un usso di riferimento caratterizzato da ReP = 15 16 Capitolo 3. Onde viaggianti in un canale piano Figura 3.1: Mappa della riduzione di resistenza d'attrito percentuale nel piano ω − κx per A = 0.5 e Re = 4760. Le curve di livello sono spaziate con un intervallo del 5%. Le linee più spesse indicano il luogo di R = 0 mentre le zone con incremento di resistenza sono indicate da linee tratteggiate. Tratta da [32]. 4760 che corrisponde a Reτ = 200. Le onde applicate hanno ampiezza ssata A = 0.5UP , in unità di parete A+ = 12. Solo la metà superiore del piano ω − κx è mostrata perchè il forzamento (2.8) porta a risultati simmetrici una volta scambiata la coppia (ω, κx ) con (−ω, −κx ). Nella mappa riportata in Figura 3.1 si individuano zone di riduzione di resistenza contrassegnate con i colori dal verde al rosso all'aumentare di tale quantità, e una regione di incremento di resistenza contrassegnata dal colore blu, quest'ultima delimitata dalle due linee nere più spesse che rappresentano il luogo dei punti a R = 0. La massima riduzione di resistenza R che si osserva è del 48% (nella regione rossa in gura), maggiore sia di quella ottenibile attraverso la parete oscillante (R ≈ 34% con ω = ωopt ≈ 0.5) sia di quella che si raggiunge con la tecnica che impiega un forzamento stazionario (R ≈ 45% per κx = κx,opt ≈ 1). La regione contrassegnata dal colore rosso è allungata nella direzione dell'asse delle lunghezze d'onda, ciò fa si che, per ottenere una riduzione di resistenza pari a circa il 47% 48%, è possibile utilizzare un ampio range di valori di κx , mentre non è così per quanto riguarda la frequenza di oscillazione ω , le onde 3.1. Riduzione di resistenza 17 Figura 3.2: Mappa del risparmio netto di energia S(%) nel piano ω−κx per A = 0.5 e Re = 4760. Le curve di livello sono spaziate con un intervallo del 10%. Le linee più spesse indicano il luogo di S(%) = 0. Le linee continue rappresentano un bilancio positivo mentre quelle tratteggiate indicano valori di risparmio netto di energia negativo. Tratta da [32]. che caratterizzano questa zona sono infatti onde che posseggono una bassa velocità rispetto alla velocità convettiva delle strutture turbolente a parete. Il massimo incremento di resistenza è dell'ordine del 23% e si trova lungo una retta che nel piano ω−κx individua una velocità di fase dell'onda costante c ≈ 0.5. La zona di incremento di resistenza è caratterizzata da una gamma di velocità di fase che portano ad un accoppiamento delle onde imposte con le strutture turbolente di parete. L'ecienza delle onde viaggianti nel modicare l'attrito a parete può però essere valutata solo facendo riferimento alla potenza esterna necessaria alla loro attuazione e calcolando il risparmio netto di energia ottenibile denito dalla relazione (2.3). Le onde viaggianti sono molto vantaggiose in quanto la regione di minima potenza spesa per l'attuazione del controllo coincide in gran parte con la regione di massima R ottenibile. Il massimo di risparmio di potenza netta raggiungibile è circa S = 18% misurato per onde caratterizzate da ω ≈ 0.15 e κx ≈ 1. Ciò si può vedere in Figura 3.2 in cui la zona di S > 0 è 18 Capitolo 3. Onde viaggianti in un canale piano Figura 3.3: Percentuale di R (a) e di risparmio netto di potenza S (qui indicato con Pnet ) (b) in funzione dell'ampiezza A del forzamento. L'onda utilizzata ha caratteristiche ω = 0.16 e κx = 1.66 che produce la massima riduzione di resistenza per A = 0.5 a Re = 4760. Tratta da [32]. contrassegnata dalle linee continue e con il colore rosso è indicato il massimo di tale quantità. Gli autori inoltre vericarono la sensibilità di tali risultati al variare dell'ampiezza di oscillazione A e del numero di Reynolds, Re. Per quanto riguarda quest'ultimo la tecnica di controllo è pressochè insensibile alla sua variazione, infatti se Reτ viene raddoppiato tale modica porta solo ad una lieve riduzione della massima R raggiungibile a parità di ampiezza. La sensibilità all'ampiezza è invece dierente ed è riportata in Figura 3.3. La riduzione di resistenza, in (a), aumenta monotonicamente con A raggiungendo un massimo vicino al 60%, quando l'ampiezza è appena superiore alla velocità nel centro del canale. Non è così per il risparmio netto di energia come si può vedere dalla gura (b). Il massimo guadagno in termini di energia si ha per piccole ampiezze (A = 0.25) mentre aumentando A la potenza spesa per l'attuazione del controllo diventa sempre maggiore portando quindi ad una diminuzione dei vantaggi di tale tecnica. Per comprendere cosa comporta l'applicazione di questo tipo di controllo si può osservare la Figura 3.4 che rappresenta il campo di moto per tre condizioni diverse, in alto il usso di riferimento senza controllo, nel'immagine centrale un usso con applicato il controllo e caratterizzato da elevata riduzione di resistenza (κx = 1.66 e ω = 0.16) e inne, nell'immagine in basso, un usso caratterizzato da un forte incremento di resistenza (κx = 1.66 e ω = 0.88). In gura√sono individuate le isosuperci per valori negativi della quantità q = sgn(u) u2 + w2 per visualizzare le strisce a bassa velocità presenti nella 3.1. Riduzione di resistenza 19 Figura 3.4: Campi di moto per il usso di riferimento (in alto), un caso con riduzione di resistenza per κx = 1.66 e ω = 0.16 (al centro) e un caso di incremento di resistenza√per κx = 1.66 e ω = 0.88 (in basso). Isosuperci della quantità q = sgn(u) u2 + w2 al valore q + = −4. Il usso va da sinistra a destra ed è caratterizzato da A = 0.5 a Re = 4760. Tratta da [32]. zona vicino a parete. Il valore q + = −4 è scelto per il usso di riferimento che mostra lo schema tipico di un usso turbolento a parete con le strutture allungate nella direzione del usso. Quando si ha riduzione di resistenza quello che si vede, dopo aver tenuto conto della riduzione del valore del numero di Reynolds Reτ , sono strutture allungate allineate con la direzione del usso x, con poca modulazione in tale direzione e una dimensione che sembra essere maggiore del usso di riferimento. Nel caso di incremento di resistenza le stesse strutture presentano invece un'evidente modulazione in x con uno schema molto diverso da quello presente nel usso di riferimento. 20 Capitolo 3. Onde viaggianti in un canale piano Figura 3.5: Prolo medio della componente longitudinale della velocità hui, dopo una media nel tempo, in x e z . La linea continua è il usso di riferimento, i cerchi vuoti sono un caso di incremento di resistenza (κx = 1.66 e ω = 0.88), i cerchi pieni di riduzione di resistenza (κx = 1.66 e ω = 0.16). Per entrambi i casi A = 0.5 a Re = 4760. Tratta da [32]. 3.2 Statistiche del usso turbolento Si possono adesso analizzare le statistiche del usso turbolento ricavate in QRV09. In Figura 3.5 è riportato il prolo medio della componente longitudinale di velocità hui, mediata nel tempo, in x e in z , in funzione della distanza dalla parete y . Il caso di riferimento è indicato con la linea continua, con i pallini vuoti è un caso di incremento di resistenza (κx = 1.66 e ω = 0.88) mentre con i pallini pieni è indicato un caso di riduzione di resistenza (κx = 1.66 e ω = 0.16). Ciò che si nota è che l'eetto del movimento della parete si estende all'interno di tutto il canale ma è maggiore nella zona vicino alla parete nel caso di riduzione di resistenza (per cui si modica il gradiente di velocità). In Figura 3.6 e in Figura 3.7 si considerano rispettivamente la velocità media trasversale e le componenti del tensore degl sforzi di Reynolds lungo la direzione della variabile convettiva ξ = x − Uw t (si ricorda che Uw è la velocità di convezione) che tiene conto delle diverse fasi dell'onda e permette di riportare tutte le quantità correttamente allineate con il movimento della parete. La media è fatta nel tempo e nella direzione trasversale z ed è indicata dall'operatore h·iz,t . In tutte le gure il usso va da sinistra verso destra e a sinistra è indicato il caso con incremento di resistenza mentre a destra c'è il caso con riduzione di resistenza. Le linee di livello della velocità trasversale hwiz,t sono rappresentate in 3.2. Statistiche del flusso turbolento 21 Figura 3.6: Curve di livello del campo medio della componente trasversale della velocità <w>z,t . I livelli sono (−0.45, 0.1, 0.45), le linee a punti corrispondono a valori negativi. I graci sono per una lunghezza d'onda. A sinistra il caso con incremento di resistenza (κx = 1.66 e ω = 0.88) a destra quello con riduzione di resistenza (κx = 1.66 e ω = 0.16). Per entrambi i casi A = 0.5 a Re = 4760. Tratta da [32]. Figura 3.6 in funzione di ξ e y . I due campi di velocità sono simili nei due casi ma hanno eetti diversi. Si osserva che c'è un ritardo di fase lungo la direzione verticale, lo stesso valore di velocità si incontra, nei due ussi, a valori di ξ diversi. Al usso turbolento si sovrappone uno strato limite instazionario in direzione trasversale, il cui spessore, nei i due casi, è dello stesso ordine di grandezza. In Figura 3.7 sono riportate le sei componenti del tensore degli sforzi di Reynolds hui uj iz,t . L'intensità di tutte le componenti è aumentata nel caso di incremento di resistenza rispetto al usso di riferimento, e sensibilmente ridotta quando avviene riduzione di resistenza. Inoltre tutte le componenti per il caso di incremento di resistenza (sulla sinistra) tranne la componente hvviz,t presentano una forte modulazione lungo ξ (come si era già visto per la Figura 3.4). Le variazioni lungo ξ nel caso con riduzione di resistenza sono molto meno intense. Da notare la riduzione dei livelli per la componente huviz,t ; il picco della componente huuiz,t nel caso di incremento di resistenza è più vicino alla parete rispetto al usso con riduzione di resistenza, fenomeno già noto per cui il sub-strato viscoso e il buer-layer si inspessiscono quando l'attrito diminuisce. Per la componente hvwiz,t i livelli di uttuazione sono così bassi che non vengono individuati tra quelli scelti quando avviene riduzione di resistenza nel usso. 22 Capitolo 3. Onde viaggianti in un canale piano Figura 3.7: Componenti del tensore degli sforzi di Reynolds. Dall'alto in basso: huuiz,t , hvviz,t , hwwiz,t , huviz,t , huwiz,t e hvwiz,t . I livelli sono (0, 0.0005, 0.01) per le componenti diagonali e (−0.0042, 0.0004, 0.0042) per le componenti extradiagonali; le linee a punti corrispondono a valori negativi. I graci sono per una lunghezza d'onda. A sinistra il caso con incremento di resistenza (κx = 1.66 e ω = 0.88) a destra quello con riduzione di resistenza (κx = 1.66 e ω = 0.16). Per entrambi i casi A = 0.5 a Re = 4760. Tratta da [32]. 3.3. Strato di Stokes (a) I problema di Stokes. 23 (b) II problema di Stokes. Figura 3.8: Rappresentazione graca dei due problemi di Stokes. Tratte da [15]. 3.3 Strato di Stokes Tutte le tecniche di controllo descritte nel Capitolo 2 devono la loro capacità di ridurre la resistenza al sottile strato trasversale generato dal movimento della parete. Tale strato è genericamente chiamato strato di Stokes. In questo capitolo vengono prima descritti brevemente i due problemi di Stokes, quindi si deniscono i diversi strati di Stokes per soermarsi su quello caratteristico delle onde viaggianti. 3.3.1 Problemi di Stokes I problemi di Sokes sono due e rappresentano due soluzioni esatte delle equazioni di NavierStokes sotto alcune ipotesi semplicative. In particolare si considera una corrente incomprimibile di un uido viscoso in regime instazionario che scorre vicino ad una lastra piana messa improvvisamente in moto all'istante t = 0 in una direzione parallela a se stessa. I due problemi sono dierenti per le condizioni al contorno imposte: il primo problema di Stokes è caratterizzato da una velocità della lastra costante Ũ , mentre nel secondo la lamina è posta in movimento con un moto oscillatorio in direzione x con velocità Ũ cos(ωt), dove Ũ è una costante e ω è la pulsazione con cui oscilla la parete. In Figura 3.8 sono riportati gracamente i due problemi di Stokes appena descritti. Entrambi i problemi suppongono che il moto del uido sia causato unicamente dal movimento della lastra e che quindi il gradiente di pressione sia 24 Capitolo 3. Onde viaggianti in un canale piano nullo. Ciò fa si che la velocità u(y, t) soddis l'equazione mono dimensionale ∂u ∂ 2u − ν 2 = 0. ∂t ∂y (3.1) Ai ni di questa tesi ci interessa richiamare solo il II problema di Stokes che utilizza le seguenti condizioni al contorno associate all'equazione (3.1): ( 0 t<0 u(0, t) = (3.2) Ũ cos(ωt) t > 0 con condizione all'innito u(∞, t) = 0. (3.3) La soluzione analitica di questo problema, dipendente dalla pulsazione ω , si ottiene nel dominio di Laplace e poi antitrasformando. Essa ha la seguente espressione: r √ω ω u y 2ν =e cos ωt − y , (3.4) 2ν Ũ questo prolo di velocità denisce quello che comunemente chiamiamo strato di Sokes. 3.3.2 Temporal Stokes Layer e Spatial Stokes Layer A seconda delle condizioni al contorno che diamo al problema possiamo avere diversi tipi di strati di Stokes. Se imponiamo un'onda stazionaria, ovvero caratterizzata da ω = 0, lo strato di Stokes prende il nome di SSL (Spatial Stokes Layer ); mentre se è il numero d'onda ad essere nullo, κx = 0, allora siamo in presenza di un stato dipendente solo dal tempo chiamato TSL (Temporal Stokes Layer ). Il TSL è generato da un forzamento tipo (2.4) ed è caratterizzato da un prolo di velocità, funzione di t e y , denito dalla soluzione del II problema di Stokes (3.4) in quanto è uno strato limite trasversale oscillante nel tempo ([5]). La sua importanza è stata rilevata per la prima volta con il forzamento tramite parete oscillante, per esempio in [33] viene mostrato come le strutture vicino a parete si modicano all'interno di tale strato, evidenziando l'importanza di tale strato. Lo strato di Stokes spaziale SSL invece è generato da un forzamento denito dalla equazione (2.7). In questo caso la soluzione è funzione di due variabili, la direzione longitudinale x e, ancora, la direzione normale la parete y . La soluzione analitica di questo problema, ricavata da Viotti, Quadrio e Luchini in [39], è una soluzione approssimata per un usso laminare di 3.3. Strato di Stokes 25 Poiseuille con condizioni al contorno (2.7) per la componente trasversale della velocità, le ipotesi di validità sono che lo spessore dello strato di Stokes sia piccolo rispetto all'altezza del canale e alla sua lunghezza. Essa è espressa tramite la funzione di Airy: iy −i4/3π iκx , (3.5) w(x, y) = Cx R e Ai − e δx dove Cx è una costante reale di normalizzazione, κ = 2π/λx è il numero d'onda del forzamento, δx è lo spessore dello SSL denito come 1/3 ν (3.6) δx = uy,0 κ con uy,0 che rappresenta il gradiente del prolo di velocità medio valutato a parete. Per entrambi i controlli si è osservato che la soluzione laminare esiste ed è in ottimo accordo con il caso turbolento. Ciò ha permesso di utilizzare tale soluzione per predirre alcune importanti quantità relative all'azione degli sforzi trasversali per un usso turbolento, come per esempio il prolo di velocità trasversale durante il transitorio generato dall'applicazione del controllo ([29]) e la potenza spesa dalla parete oscillante per contrastare la resistenza viscosa del usso ([35]). 3.3.3 Generalized Stokes Layer Se, inne, l'onda imposta come forzamento è caratterizzata da valori di ω e κx diversi da zero allora quello che si viene a creare sulla parete in movimento è il cosiddetto GSL (Generalized Stokes Layer ). La possibilità di far riferimento ad una espressione analitica per la denizione dello strato limite trasversale per i casi (2.4) e (2.7) (TSL e SSL rispettivamente), ha portato Quadrio e Ricco in [31] a cercare una soluzione analoga anche per il caso di controllo mediante onda viaggiante in cui includere anche gli eetti instazionari tipici di questa tecnica. Gli autori hanno ricavato un'espressione analitica approssimata per lo strato generalizzato di Stokes instazionario e modulato nello spazio nel caso di canale piano con usso laminare di Poiseuille, le ipotesi di validità per tale soluzione sono le stesse di quelle utilizzate per la (3.5), lo spessore δ deve essere molto più piccolo dell'altezza del canale e della lunghezza del condotto. Essa è espressa attraverso la funzione di Airy e risulta: 1/3 ω iκx ν i(κx x−ωt) πi/6 κx τ y− − , w(x, y, t) = ARe Ce Ai e ν κx τ τ (3.7) 26 Capitolo 3. Onde viaggianti in un canale piano Figura 3.9: Confronto spessore GSL laminare δl+ calcolato analiticamente e spessore GSL turbolento δt+ da simulazioni a Px costante. Le tonalità di grigio indicano la variazione del periodo T + dell'onda, nero per T + = 0 e bianco per + T + >> Tth = 120. Tratta da [31]. dove C = {Ai[ieiπ/3 (κx τ /ν)1/3 (ω/κ + iκx ν)/τ ]}−1 è una costante. Per maggiori informazioni su come è stata ricavata tale soluzione si veda l'articolo citato ([31] 2.5). La stessa espressione (3.7) trovata per il usso laminare viene poi usata nel caso di usso turbolento. E' interessante infatti vericare se è utilizzabile anche per descrivere il prolo medio di velocità trasversale in un usso turbolento. Per fare ciò viene studiato il prolo di velocità in funzione della quota y + per un usso turbolento a gradiente di pressione Px costante, da cui è ricavato lo spessore dello strato limite δt+ . Il confronto tra i valori di spessore del GSL nel caso laminare calcolato analiticamente, δl+ , e turbolento calcolato numericamente, δt+ , è riportato in Figura 3.9 dove le tonalità di grigio indicano la variazione del periodo di + oscillazione T + dell'onda, nero per T + = 0 e bianco per T + >> Tth = 120. Il periodo di oscillazione equivalente T + , introdotto in QRV09 per studiare la sica delle onde viaggianti, è denito come T+≡ λ+ x , Ut+ − Uw+ (3.8) dove Ut+ è la velocità dell'onda e Uw+ è la velocità di convezione delle uttuazioni turbolente. Esso rappresenta il periodo di oscillazione visto da un osservatore che si muove alla stessa velocità Uw+ delle uttuazioni turbolente, ovvero è il tempo rischiesto dalle strutture turbolente vicino a parete per percorrere una distanza pari ad una lunghezza d'onda λx nella direzione del 3.3. Strato di Stokes 27 usso alla velocità relativa Uw − c (si ricorda che c = ω/κx è la velocità di fase dell'onda). L'accordo tra i risultati è molto ben vericato tranne che per alcuni punti che si allontanano decisamente dalla retta δl+ = δt+ . Tale concordanza è soddisfatta quando la velocità di fase dell'onda, c, è sucientemente diversa dalla velocità di convezione del usso turbolento Uw+ e quando la scala di tempo del forzamento imposto è più piccola della vita media delle strutture turbolente presenti vicino a parete, ovvero quando il forzamento a parete è sucientemente instazionario per evitare forti accoppiamenti con il usso longitudinale. I punti che si discostano dalla retta δl+ = δt+ corrispondo ai casi per cui il periodo di oscillazione dell'onda supera un valore imposto come + soglia, T + >> Tth = 120 per cui il forzamento trasversale diventa troppo lento e si accoppia con il usso longitudinale. Questi punti indicano un usso in cui il controllo con le onde viaggianti porta ad un incremento di resistenza. + La soglia, indicata con Tth , è legata alla vita delle strutture coerenti presenti vicino alla parete (per ulteriori informazioni vedere anche [30]). Da queste considerazioni si capisce perchè lo spessore del GSL sia diventato un parametro importante per il usso turbolento modicato attraverso il movimento di una parete. Il fatto che esista uno spessore ottimale per la riduzione di resistenza è stato spiegato attraverso l'ipotesi che l'azione della parete consiste nell'indebolire l'interazione tra le strisce lungitudinali a parete e le strutture vorticose ([18]). In QRV09 gli autori hanno osservato che, in corrispondenza della massima riduzione di resistenza indotta dalle onde imposte, lo spessore del GSL rimane pressochè lo stesso: δ + ≈ 6.5. Inoltre, il fatto che le statistiche turbolente cambino dove l'eetto del GSL è maggiormente rilevante, suggerisce che lo strato viscoso trasversale può essere connesso a tale cambiamento e quindi alla riduzione di resistenza. In Figura 3.10 sono riportate le curve di livello dello spessore δ + = + + δ (κx , ω + ) del GSL laminare, calcolato attraverso la soluzione analitica ricavata in [31] (tranne nel caso di κ+ x = 0, per il quale p lo spessore dello strato + di Stokes è valutato attraverso la relazione δl = 2/ω + ), in funzione del + + numero d'onda κ+ x e della pulsazione ω . I vari livelli partono da δ = 3.5 con incremento pari a ∆δ + = 3.5. Lo spessore è elevato vicino all'origine ma diminuisce velocemente all'aumentare sia di ω + sia di κ+ x. La regione colorata di nero in Figura 3.10 individua dove lo strato di Stokes ha spessore 6 < δ + < 7 e corrisponde bene al luogo dei punti, indicato con la linea bianca tratteggiata (estratta da QRV09), dove la riduzione di + resistenza è massima ssato κ+ maggiori la curva di massima R x . Ad ω + incontra valori di δ < 6 in quanto la regione di aumento di resistenza va ad interferire con la regione nera di questo graco (per maggior chiarezza si faccia riferimento alla Figura 3.1). 28 Capitolo 3. Onde viaggianti in un canale piano Figura 3.10: Spessore δl+ del GSL laminare nel canale piano come funzione di κ+ x e ω + . I vari livelli partono da δ + = 3.5 con incremento ∆δ + = 3.5. La linea bianca rappresenta il luogo dei punti di massima R estratta da QRV09. Tratta da [31]. Figura 3.11: Riduzione di resistenza percentuale in funzione dello spessore δ + del GSL per simulazioni a portata costante (quadrati) e gradiente di pressione costante + (cerchi). Le frecce indicano la minima condizione di R, δmin , e lo spessore ottimo + del GSL, δopt . La scala di colore è come in Figura 3.9. Tratta da [31]. 3.4. Misura sperimentale della riduzione di resistenza 29 In Figura 3.11 è rappresentata la riduzione di resistenza in funzione dello spessore calcolato analiticamente δl+ . I dati rappresentati dai cerchi corrispondono a simulazioni con gradiente di pressione Px costante, mentre quelli rappresentati dai quadrati sono calcolati con portata Q costante. Come prima la scala di grigio indica la variazione del periodo dell'onda. I risultati + corrispondenti a T + > Tth = 120 e indicati con il colore bianco sono estremamente sparsi, mentre i punti neri collassano su una curva ben denita. Si può notare che la riduzione di resistenza cresce linearmente con δl+ per bassi T + , no a raggiungere una R ≈ 35% per δl+ ≈ 4. La massima riduzione di + resistenza avviene, come ci si attendeva, a δl+ ≈ 6.5 = δopt (indicata da una freccia in Figura 3.11) ed è pari a R ≈ 48%. Si osservi anche che alcuni punti neri (cerchiati in Figura 3.11) caratterizzati da piccoli valori di δl+ , non sono ben correlati: questi punti corrispondono ad alti valori di κ+ x dove la regione + di incremento di resistenza interferisce con la striscia T + 6 Tth . Si può quindi concludere che la riduzione di resistenza è legata allo spesso+ re δl+ dello strato generalizzato di Stokes no a che T + Tth e |Ut+ −Uw+ | 0. Sotto queste condizioni la soluzione laminare ricavata in [31] può essere utilizzata per predirre i valori di riduzione di resistenza ottenibili mediante le onde viaggianti in un canale piano. E' da notare, in Figura 3.11, che la curva su cui collassano tutti i punti a basso T + interseca l'asse R = 0 per un valore δl+ diverso da zero, δl+ ≈ + 1 = δmin . Ciò suggerisce che è necessario uno spessore nito dello strato di Stokes perchè ci sia riduzione di resistenza. Ciò era già stato ipotizzato da Ricco e Quadrio in [35] per la tecnica della parete oscillante: per avere riduzione di resistenza è necessario imporre uno spessore minimo dello strato generalizzato di Stokes. 3.4 Misura sperimentale della riduzione di resistenza Il primo e unico tentativo esistente di verica sperimentale dei risultati ottenuti in QRV09 è stato compiuto da Auteri et al. ed è descritto in [1]. Tale verica non è eettuata in un canale piano ma in un condotto cilindrico a sezione circolare; di conseguenza la corrispondenza non può che essere parziale. La scelta di tale geometria è dovuta semplicemente al fatto che essa rappresenta la possibilità più semplice da mettere in pratica per l'implementazione della tecnica di controllo in esame. L'onda viaggiante, in questa geometria è un'onda di velocità azimutale wθ (x, t) (dove θ indica la direzione azimutale) che viaggia lungo la direzione 30 Capitolo 3. Onde viaggianti in un canale piano Figura 3.12: Rappresentazione graca dell'onda viaggiante discretizzata con s = 6 segmenti a velocità costante. Tratto da [1]. assiale x. Per implementare questo tipo di controllo sono disponibili diverse soluzioni, quella qui utilizzata si basa sul movimento della parete del condotto. Le variazioni spazio-temporali del controllo vengono generate facendo variare la velocità azimutale della parete sia in spazio sia in tempo. Mentre l'oscillazione nel tempo non è di dicile implementazione, più complesso risulta imporre la variazione sinusoidale nello spazio che necessariamente deve essere discretizzata. Questo tipo di variazione può essere ottenuta solo dividendo il condotto in molti segmenti che ruotano a velocità diverse e tali da riprodurre un'onda nella direzione del usso, come è ben schematizzato in Figura 3.12. La sezione attiva del condotto, cioè dove è applicato il controllo, è rappresentata in Figura 3.13. Essa è suddivisa in 60 segmenti che permettono di discretizzare longitudinalmente l'onda sinusoidale che si vuole imporre. Per ogni lunghezza d'onda essa può essere approssimata con un numero di segmenti variabile, s = 2, 3, 6, grazie all'utilizzo dei sei motori e alberi presenti nel setup sperimentale. L'esperimento è stato condotto utilizzando come uido di lavoro l'acqua. La velocità viene posta a Ub = 0.092m/s in modo che il Reynolds nominale di riferimento sia pari a Reb = 4900 cui corrisponde un Reτ ≈ 175, vicino a quello utilizzato in QRV09 (Reτ = 200). L'onda imposta ha ampiezza pari a A+ = 13.8. Gli altri parametri utilizzati nell'esperimento sono riassunti in Tabella 3.1. La riduzione di resistenza dovuta alle onde viaggianti viene valutata dalla misura della caduta di pressione ∆p lungo la lunghezza L della sezione attiva del pipe attraverso la denizione del coeciente d'attrito: 3.4. Misura sperimentale della riduzione di resistenza 31 Figura 3.13: Schema apparato sperimentale. Tratto da [1]. Casi λ [mm] λ+ κ+ κR s=3 109.6 766 0.0082 1.43 s=6 219.3 1532 0.0041 0.72 Tabella 3.1: Parametri sperimentali f≡ 2∆p . ρUb2 L/D (3.9) dove D è il diametro interno del condotto e ρ è la densità del uido. I risultati ottenuti vengono messi a confronto con quelli delle simulazioni numeriche di QRV09. Si ricorda che i parametri di tali simulazioni sono leggermente diversi da quelli utilizzati nell'esperimento, in particolare si sono usati Reτ = 200 e A+ = 12. Dalla Figura 3.14, dove la mappa colorata corrisponde ai dati di QRV09 mentre i pallini neri rappresentano i valori di riduzione di resistenza ottenuti sperimentalmente, si può immediatamente apprezzare come le misure sperimentali confermino genericamente l'andamento dei risultati numerici al variare dei parametri dell'onda. Il massimo di riduzione di resistenza e la zona di caduta di riduzione di resistenza vengono ben colti, così come la non simmetria dei risultati che evidenzia la dierenza sostanziale tra gli eetti delle onde viaggianti nello stesso verso del usso e quelli delle onde che si muovono in verso opposto. 32 Capitolo 3. Onde viaggianti in un canale piano Figura 3.14: Riduzione di resistenza in funzione dei parametri κ+ e ω + . Confronto tra i dati della DNS nel canale (supercie) e le misure sperimentali (punti neri) per un numero di tratti costanti pari a 3e 6. Tratto da [1]. E' vero però che i risultati ottenuti non sono del tutto corrispondenti a quelli presentati in QRV09: La massima riduzione di resistenza R è minore di quella ritrovata numericamente: R = 33% nell'esperimento mentre R ≈ 48% in QRV09. Sperimentalmente non è osservabile l'incremento di resistenza dopo la fase di drastica diminuzione di R per c+ = 12. Come si può vedere in Figura 3.14 e in Figura 3.15. La curva sperimentale presenta forti oscillazioni soprattutto per il caso di discretizzazione con s = 3. Tali oscillazioni non si ritrovano nelle simulazioni numeriche. Si veda la Figura 3.15. Queste dierenze vengono giusticate con diverse argomentazioni. Innanzi tutto il meccanismo che porta alla modica dello sforzo turbolento in un canale piano può essere diverso da quello che avviene nel caso di geometria cilindrica. Inoltre, trattandosi di un esperimento reale, si è lontani dall'idealizzazione ottenuta attraverso la DNS, per esempio a causa della presenza di un transitorio all'inizio della sezione attiva del condotto, inesistente nella geometria indenita del caso numerico ideale. Questo transitorio interessa una buona porzione della sezione attiva del condotto da cui ne consegue che la riduzione di resistenza misurata come caduta di pressione attraverso tutta la sua lunghezza è sicuramente sottostimata. 3.4. Misura sperimentale della riduzione di resistenza 33 Figura 3.15: Riduzione di resistenza come funzione della frequenza di oscillazione per un numero di tratti costanti s pari a 3 (cerchi) e 6 (triangoli). Tratto da [1]. Bisogna inoltre valutare gli eetti della discretizzazione spaziale dell'onda. Sperimentalmente la sinusoide viene approssimata tramite una funzione, w̃θ (x, t; s), periodica a tratti costanti, ogni fetta del condotto è ssa nello spazio e la sua velocità di rotazione cambia nel tempo in maniera sinusoidale. Essa può essere descritta analiticamente nel seguente modo: ( A sin(ωt − w̃θ (x, t; s) = 0, 2πi ), s i L s + nL ≤ x ≤ altrimenti i+1 L s + nL ; (3.10) dove L è la lunghezza della sezione attiva del condotto, i è un indice tale che 0 ≤ i < s, dove s è il numero di segmenti con cui si vuole discretizzare l'onda sinusoidale ideale, n è l'indice che denisce l' n-esima ripetizione periodica dell'onda discretizzata. Le oscillazioni presenti nella curva sperimentali, ben evidenti in Figura 3.15, nell'articolo ([1]) vengono associate a tale discretizzazione. Questa supposizione viene avvalorata anche dal fatto che tali oscillazioni sono più evidenti nel caso di approssimazione molto scadente con s = 3 (curva indicata con i cerchi in Figura 3.15) mentre sono minori quando s = 6 (curva evidenziata con i triangoli). Essendo che in una possibile realizzazione pratica l'onda imposta non può che essere discretizzata nello spazio, una migliore comprensione degli eetti di tale discretizzazione è importante. Gli autori procedono quindi ad un analisi di Fourier dell'onda approssimata con la (3.10). Se scritta in serie di Fourier 34 Capitolo 3. Onde viaggianti in un canale piano l'onda (3.10) è composta dalla somma di due famiglie di onde sinusoidali che si muovono in verso opposto. Ogni famiglia è una somma pesata di innite armoniche, la cui ampiezza diminuisce con la frequenza. Se consideriamo la prima armonica per il caso di onda discretizzata con s = 3 questa è: √ 1 3 3 ∼ A sin(ωt − κx) + sin(ωt + 2κx) , w̃θ (x, t; 3) = 2π 2 mentre se prendiamo il caso di s = 6: 3 1 ∼ w̃θ (x, t; 6) = A sin(ωt − κx) + sin(ωt + 5κx) . π 5 (3.11) (3.12) La relazione (3.11) ci mostra che se discretizziamo una sinusoide ideale di ampiezza A con una √ curva a s = 3 segmenti costanti otteniamo un'onda di ampiezza pari a 3 3A/2π ≈ 0.83A a cui si somma una seconda onda √ che si muove in direzione opposta con ampiezza 3 3A/4π ≈ 0.41A e metà lunghezza d'onda. Nel caso di approssimazione con s = 6, gli eetti della discretizzazione sono meno importanti. Dalla (3.12) si ricava che l'armonica fondamentale ha un'ampiezza pari a 3A/π ≈ 0.95A e a questa si somma una seconda onda viaggiante nella direzione opposta con lunghezza d'onda cinque volte più piccola e di ampiezza 3A/5π ≈ 0.19A. A partire dall'espansione in serie di Fourier dell'onda (3.10) gli autori hanno cercato di spiegare le dierenze tra i risultati ottenuti sperimentalmente e quelli trovati tramite DNS. Per prima cosa hanno espresso la supercie R(ω, κx ), mostrata in Figura 3.14, attraverso una rappresentazione integrale che utilizza un kernel K (da denire) e l'onda imposta. Questo procedimento permette di ottenere un'espressione analitica per la riduzione di resistenza indotta da qualunque onda utilizzata. Se l'onda viaggiante (2.8) viene considerata come parte reale di un'onda elementare fω,κx (t, x) = AR[ei(ωt−κx x) ], (3.13) allora si può assumere che R(ω, κx ) può essere scritta come il prodotto tra il kernel K e l'onda viaggiante fω,κx che fa da forzamento al usso: Z Z R(ω, κx ) = K(τ, ξ)fω,κx (τ, ξ)dτ dξ. (3.14) Gli autori, utilizzando l'equazione (3.14), hanno costruito empiricamente un'espressione analitica per K a partire dalle informazioni disponibili sulla mappa R(ω, κx ). Essi hanno scelto di descrivere il kernel attraverso la 3.4. Misura sperimentale della riduzione di resistenza 35 . (a) Mappa R̃l (ω, κx ; 3) ottenuta con (b) Taglio di R̃l (ω, κx ; 3) di (a) per κ+ x = 0.0082 la (3.16) Figura 3.16: In (a) mappa della riduzione di resistenza R̃l (ω, κx ; 3) ottenuta con la formula (3.16), in (b) taglio della mappa presentata in (a) per κ+ x = 0.0082 che corrisponde alla linea continua in confronto con i dati sperimentali (simboli) e i dati DNS (linea tratteggiata). Tratte da [1]. sovrapposizione di tre funzioni Gaussiane generalizzate: K(τ, ξ) = 3 X aj0 exp(aj1 τ 2 + aj2 τ + a3 τ ξ + aj4 ξ + aj5 ξ 2 ). (3.15) j=1 Un'interpolazione ai minimi quadrati di R(ω, κx ) viene utilizzata per calcolare i valori dei 18 parametri complessi aj0 , aj1 , ...aj5 , j = 1, 2, 3, e ottenere quindi un'espressione analitica per K che si dimostra essere una buona approssimazione della mappa R(ω, κx ). Questo procedimento ha permesso agli autori di tenere conto di diverse onde come semplice sovrapposizione, il che equivale ad assumere che gli eetti di riduzione di resistenza sono additivi tra le diverse onde. Per il caso s = 3 , utilizzando le equazioni (3.14) e (3.11), si ottiene Z Z 1 R̃l (ω, κx ; 3) = C3 K(τ, ξ) fω,κx + fω,−2κx dτ dξ. (3.16) 2 La sovrapposizione lineare delle armoniche provoca una modica della mappa R̃l che descrive la riduzione di resistenza, essa è riportata in Figura 3.16 (a) dove si nota che la maggiore dierenza dal caso ideale (Figura 3.1) è che si viene a creare una zona di incremento di resistenza anche per onde viaggianti all'indietro. Nella gura (b) si può osservare che le principali caratteristiche dei risultati sperimentali sono ben riprodotte quando viene tenuta in considerazione la prima armonica. In particolare si vede che è presente la stessa oscillazione per ω = −0.18 anche se le ampiezze sono 36 Capitolo 3. Onde viaggianti in un canale piano . (a) Mappa la (3.17) R̃nl (ω, κx ; 3) ottenuta con (b) Taglio di R̃nl (ω, κx ; 3) di (a) per κ+ x = 0.0082 Figura 3.17: In (a) mappa della riduzione di resistenza R̃nl (ω, κx ; 3) ottenuta con la formula (3.17), in (b) taglio della mappa presentata in (a) per κ+ x = 0.0082 che corrisponde alla linea continua in confronto con i dati sperimentali (simboli) e i dati DNS (linea tratteggiata). Tratte da [1]. diverse, inoltre l'intensità dell'incremento di resistenza per onde viaggianti in avanti è signicativamente ridotto, il che può permettere di comprendere perchè nel caso sperimentale tale eetto non si osservi. Se alla semplice sovrapposizione lineare delle onde si aggiungono gli eetti non lineari del controllo (troncati al second'ordine), si può riscrivere la (3.16) come " # 2 Z Z 1 1 R̃nl (ω, κx ; 3) = C3 K(τ, ξ) fω,κx + fω,−2κx + η fω,κx + fω,−2κx + ... dτ dξ, 2 2 (3.17) dove il pedice nl si riferisce agli eetti non lineari pesati dal parametro η < 1 scelto in modo da minimizzare la dierenza tra i dati sperimentali e la curva ottenuta dal taglio di R̃nl (ω, κx ; 3) per il κx corrispondente. Con la formula (3.17) si ottiene la mappa in Figura 3.17 (a) in cui si può notare come l'incremento di resistenza per le onde viaggianti all'indietro si sia ridotto rispetto al caso in Figura 3.16 (a). Questo è maggiormente evidente se si osserva la gura (b) che rappresenta un taglio della mappa R̃nl (ω, κx ; 3) per κ+ x = 0.0082; l'interpolante non lineare riproduce tutte le oscillazioni presenti nei risultati sperimentali alle corrette frequenze e con una maggior accuratezza sulle ampiezze rispetto al caso solo lineare. Questa analisi, che nell'articolo [1] è portata avanti anche per la discretizzazione con s = 6, permette di comprendere gli eetti della discretizzazione dell'onda ideale e le oscillazioni presenti nei risultati sperimentali ottenuti e mostrati in Figura 3.15. E' però da osservare che essa non si basa su una teoria dimostrata ne è in grado di predirre quantitativamente gli eetti della 3.4. Misura sperimentale della riduzione di resistenza 37 discretizzazione, è per questo che è necessaria una successiva analisi DNS per vericare che le ipotesi semplicative su cui si basa siano accettabili. 38 Capitolo 3. Onde viaggianti in un canale piano Capitolo 4 Il codice CPL Le onde viaggianti nel canale piano, descritte nel Capitolo 3, sono state studiate attraverso un codice DNS scritto in CPL, un linguaggio di programmazione il cui compilatore è stato concepito da Paolo Luchini, [28]. Il codice è descritto da Quadrio e Luchini in [25]. Allo stesso modo per la geometria cilindrica in esame si è utilizzato il programma, sempre in linguaggio CPL, descritto da Fabbiane in [11]. Esso è un codice parallelo pseudo-spettrale che permette di compiere calcoli DNS per alti valori di numero di Reynolds per ussi turbolenti in condotti cilindrici. Una descrizione delle principali caratteristiche del programma è raccolta in questo capitolo, a partire dalle equazioni in coordinate cilindriche in esso utilizzate. 4.1 Equazioni di governo La geometria in esame ci porta ad utilizzare le coordinate cilindriche dove, come mostrato in Figura 4.1, x, r e θ indicano rispettivamente la direzione assiale, radiale e azimutale. Mentre u, v e w sono le componenti della velocità nelle rispettive direzioni x, r e θ. Si parte dalle equazioni di NavierStokes per un uido incomprimibile a proprietà costanti scritte in coordinate cilindriche, tratte da [38]. ∂u 1 ∂(rv) 1 ∂w + + =0 ∂x r ∂r r ∂θ 39 (4.1) 40 Capitolo 4. Il codice CPL Figura 4.1: Sistema di riferimento coordinate cilindriche ∂u ∂(uu) 1 ∂(ruv) 1 ∂(uw) ∂p + + + =− + ∂t ∂x r ∂r r ∂θ ∂x 1 ∂ 2u 1 ∂ ∂u 1 ∂ 2u + + r + 2 2 (4.2) Re ∂x2 r ∂r ∂r r ∂θ ∂p ∂rv ∂(ruv) ∂(rvv) ∂(wv) + + + − w2 = −r + ∂t ∂x ∂r ∂θ ∂r 1 ∂ 2 rv ∂ 1 ∂(rv) 1 ∂ 2 (rv) 2 ∂w + +r − + 2 (4.3) Re ∂x2 ∂r r ∂r r ∂θ2 r ∂θ 1 ∂(r2 vw) 1 ∂(ww) 1 ∂p ∂w ∂(uw) + + 2 + =− + ∂t ∂x r ∂r r ∂θ r ∂θ 1 ∂ 2w 1 ∂ w 2 ∂(rv) ∂w 1 ∂ 2w + + r + 2 2 − 2+ 3 (4.4) Re ∂x2 r ∂r ∂r r ∂θ r r ∂θ Grazie alla periodicità del usso in x e θ è possibile scrivere la trasformata di Fourier in tali direzioni: V (x, θ, r, t) = nx X nθ X V̂ix ,iθ (r, t)eiα(ix )x+im(iθ )θ (4.5) ix =−nx iθ =−nθ dove i simboli α e m rappresentano i numeri d'onda assiale e azimutale rispettivamente, deniti come: α= 2πh = α0 h; Lx m= 2πl = m0 l, Lθ (4.6) 4.1. Equazioni di governo 41 h e l rappresentano due indici interi corrispondenti alla direzione assiale e azimutale rispettivamente, mentre α0 e m0 sono i numeri d'onda fondamentali nelle stesse direzioni denite attravverso la lunghezza assiale Lx del dominio di calcolo e quella azimutale Lθ espressa in radianti. Per riportarsi alle equazioni utilizzate nel codice, si moltiplicano l'equazione di continuità (4.1) e le equazioni (4.2) e (4.4) per r e quindi si trasforma nel dominio di Fourier (l'equazione (4.3) per la componente radiale v è già moltiplicata per r). iαrû + D1 (rv̂) + imŵ = 0 r r (4.7) ∂ û + iαruu ˆ + D1 (ruv) ˆ + imuw ˆ = −iαrp̂+ ∂t 1 m2 2 + D∗ (û) − α r + û (4.8) Re r ∂v̂ + iαruv ˆ + D1 (rvv) ˆ + imvw ˆ − ww ˆ = −D1 (rp̂) + p̂+ ∂t 1 m2 1 2 2 + (4.9) D∗ (v̂) − v̂ − α r + v̂ − im ŵ Re r r r ∂ ŵ + iαruw ˆ + D1 (rvw) ˆ + imww ˆ + vw ˆ = −imp̂+ ∂t 1 1 m2 2 2 + D∗ (ŵ) − ŵ − α r + ŵ + im v̂ (4.10) Re r r r ∂ ∂ ∂ in cui si è denito D1 = ∂r e D∗ = ∂r r ∂r . Le equazioni (4.8), (4.9) e (4.10) si possono riscrivere nel seguente modo: r ∂ û + Cu = Vu ∂t ∂v̂ r + Cv = Vv ∂t ∂ ŵ r + Cw = Vw ∂t r (4.11) in cui i termini convettivi, C , e viscosi, V , sono stati espressi in maniera compatta: 42 Capitolo 4. Il codice CPL Cu = iαruu ˆ + D1 (ruv) ˆ + imuw ˆ Cv = iαruv ˆ + D1 (rvv) ˆ + imvw ˆ − ww ˆ Cw = +iαruw ˆ + D1 (rvw) ˆ + imww ˆ + vw ˆ 1 m2 2 Vu = −iαrp̂ + D∗ (û) − α r + û Re r 1 1 m2 2 2 Vv = D1 (rp̂) + p̂ + D∗ (v̂) − v̂ − α r + v̂ − im ŵ Re r r r 2 1 m 2 1 D∗ (ŵ) − ŵ − α2 r + ŵ + im v̂ . (4.12) Vw = −imp̂ + Re r r r Per chiudere il problema dierenziale è necessario imporre una condizione al contorno per tutte le variabili. 4.2 Condizione di regolarità L'utilizzo delle coordinate cilindriche, insieme all'espansione in serie di Fourier, comporta la necessità di domandarsi come si comportano i coecienti della serie quando ci si approccia all'asse del condotto. Questi esprimono sia quantità scalari, la pressione, sia quantità vettoriali quindi è necessario utilizzare un trattamento diverso per i due tipi di coecienti, [23]. Per la pressione, assumendo che ogni coeciente sia una funzione regolare dello spazio, la condizione di regolarità comporta: p̂(r) ∼ r|m| per r → 0. (4.13) Per le tre componenti della velocità si può usare lo stesso approccio. Per m 6= 0 si ottiente: û(r) ∼ r|m| v̂(r) ∼ r|m|−1 ŵ(r) ∼ r|m|−1 per r → 0, (4.14) mentre per m = 0 û(r) ∼ r0 v̂(r) ∼ r ŵ(r) ∼ r per r → 0. (4.15) 4.3. Costruzione della matrice del sistema 43 4.3 Costruzione della matrice del sistema Il sistema di equazioni ricavato in 4.1, viene scritto all'interno della matrice A così denita: A(nvars*ny1 ... (nyh+1)*nvars -1, -(2*nvars -1) ... 2*nvars -1) dove nvars = (ppos, upos, vpos, wpos) + 1 = 4. La matrice A è costruita a blocchi di quattro variabili, p, u, v , w, per ogni y (primo indice). Il secondo indice si muove sulla molecola utilizzata per il calcolo delle dierenze nite. All'interno della SUBROUTINE Step1 viene riempita la matrice del sistema. Ciò avviene attraverso l'utilizzo di due cicli FOR, uno esterno su due indici, iy = −ny1...nyh e j = −1...1, e uno interno con variabile jv che assume ciclicamente i valori (ppos, upos, vpos, wpos) = (0, 1, 2, 3). Grazie al ciclo esterno ssiamo una y attraverso iy , e un elemento della molecola, j . A questo punto, per semplicare l'indicizzazione successiva, viene fatto un cambio di origine della matrice denendo il puntatore AA nel modo seguente: AA = ^A(nvars*iy + *, nvars*j + *) che gracamente può essere rappresentato come segue: ppos ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ upos ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ vpos ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ wpos ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ −7 −6 −5 −4 4 5 6 7 Vediamo il suo signicato attraverso un esempio: se ssiamo iy = ny1 e j = −1 signica che stiamo scrivendo il blocco di quattro elementi (p u v w) corrispondenti alla quota ny1 e come colonna siamo ssi sulla −4: A(4*ny1 , -4). La matrice AA punta a questa sottomatrice di A. In particolare se scriviamo il termine AA(ppos,0) eettivamente stiamo scrivendo il termine A(ppos*ny1 , -4). In questo senso si parlava prima di cambio di origine della matrice. Il primo 44 Capitolo 4. Il codice CPL indice della matrice AA corrisponde all'equazione che stiamo scrivendo. In particolare, AA(ppos, ..) signica che stiamo scrivendo la riga corrispondente all'equazione per p, AA(upos, ..) è la riga che corrisponde all'equazione del momento per u, e così via. Più complesso è il secondo indice della matrice. Vediamo la prima riga AA(ppos,jv-ppos) con jv = 0...3. In questo caso stiamo scrivendo la riga corrispondente all'equazione per la pressione alla quota iy ssata fuori. Essendo ppos = 0 signica che stiamo riempiendo le colonne da 0 a 3 di AA che corrispondono alle colonne −4 ... −1 di A (continuando dall'esempio precedente, j = −1). ppos ◦ AA(p, 0) AA(p, 1) AA(p, 2) AA(p, 3) ◦ upos ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ vpos ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ wpos ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ −5 −4 −3 −2 −1 0 Allo stesso modo se guardiamo la seconda riga AA(upos,jv -upos) stiamo scrivendo l'equazione per la u alla y ssata e riempiamo le colonne −1 ... 3 di AA cui corrispondono le colonne −5 ... −2 di A. E così via. Il punto nero negli schemi proposti di seguito indica che il termine in questione è stato riempito al passo precedente. ppos ◦ • • • • ◦ upos AA(u, −1) AA(u, 0) AA(u, 1) AA(u, 2) ◦ ◦ vpos ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ wpos ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ −5 −4 −3 −2 −1 0 4.4. Condizioni al contorno 45 Si nota che l'ultima riga, su cui si scrive l'equazione per w, avrà piene le colonne −7 ... −4 di A, da qui il motivo per cui la matrice del sistema A ha l'indice delle colonne che parte da −7 (per lo stesso motivo tale indice arriverà a 7 quando si scrive la matrice per j = 1 nella riga ppos) . Ne risulta, ssata una certa quota iy , una matrice A composta da 4 righe e 15 colonne. 4.4 Condizioni al contorno Il codice è stato scritto in modo tale da poter modicare in maniera molto semplice e immediata le condizioni al contorno. Ciò è reso possibile dalla diretta denizione della velocità a parete (indice iy = ny ) secondo la legge che si vuole imporre, sia essa su tutte le componenti del vettore o solo su una di esse. Per imporre una condizione sulla componente w del vettore velocità, per esempio, basta utilizzare una scrittura del tipo V(ix,iz,ny).w=0. Tale denizione viene direttamente utilizzata nella costruzione del sistema di equazioni andando ad inserirsi nelle righe corrispondenti alla quota y = ny − 1, grazie alla subroutine applybcn. Il procedimento di applicazione della condizione al contorno al sistema si può riassumere nei seguenti passaggi: dall'equazione per v(ny − 1) si ricava la pressione a parete p(ny ) perchè in questa equazione è presente il termine di derivata radiale della pressione dp/dr (come si può vedere da (4.9)); p(ny ) viene sostituito nelle equazioni per u(ny − 1) e w(ny − 1). A questo punto però manca un'equazione per poter risolvere il sistema alla quota y = ny − 1 e, per questo motivo, viene aggiunta l'equazione di continuità nella riga della matrice corrispondente a v(ny − 1). Tutto ciò è necessario perchè, sebbene inizialmente il valore di pressione a parete non è noto, per y = ny −1 la derivata d0 ha caratteristiche leggermente diusive e contiene il termine per y = ny . 4.5 Discretizzazione radiale La discretizzazione delle derivate in direzione radiale (come descritto per il caso piano di derivata in direzione normale alla parete in [25]) è ottenuta tramite uno schema alle dierenze nite compatte su una molecola di tre punti non necessariamente equispaziati: Dn (f (r)) |rj ≈ 1 X i=−1 djn f (rj+i ), (4.16) 46 Capitolo 4. Il codice CPL dove ri è la posizione lungo r della molecola su cui si calcola la derivata. I coecienti dj cambiano con la distanza dalla parete se la griglia utilizzata non è uniforme. Per comprendere il signicato di uno schema compatto si può vedere il classico schema alle dierenze nite trasformato nello spazio di Fourier come polinomio interpolante di una funzione trascendente, con il grado del polinomio che corrisponde all'ordine di accuratezza dello schema. Le dierenze nite compatte migliorano l'interpolazione perchè sostituiscono il singolo polinomio con un rapporto tra due polinomi, aumentando il numero di coeenti disponibili. Gli schemi compatti sono anche chiamati schemi impliciti alle dierenze nite, questo perchè richiedono l'inversione del sistema lineare per il calcolo delle derivate, aumentandone la complessità e il costo computazionale. Nel caso in esame però questo problema è evitato in quanto non è presente nelle equazioni il termine di derivata del terz'ordine D3 ; ciò permette di introdurre l'operatore di derivata zero D0 che viene applicato ai termini non dipendenti dalla direzione radiale per evitare l'inversione. 4.6 Risoluzione spaziale nella direzione azimutale L'utilizzo delle coordinate cilindriche, se si mantiene costante il numero di modi nθ utilizzati in direzione azimutale θ, comporta un aumento indesiderato della risoluzione in tale direzione al diminuire della cordinata radiale, andando cioè dalle pareti verso il centro del condotto. Questo comporta che, scegliendo un valore di nθ corretto per risolvere le strutture turbolente vicino a parete, si ha uno spreco di risorse di calcolo avvicinandosi all'asse ed inoltre si possono avere problemi di stabilità numerica in questa zona. Come descritto in [11] ed in [28], per ovviare a tali problemi il troncamento della serie di Fourier azimutale è diventato funzione della coordinata radiale. Al posto dell'espansione (4.5) si utilizza quindi la seguente: V (x, θ, r, t) = nx X Nθ (r)/2 X V̂ix ,iθ (r, t)eiα(ix )x+im(iθ )θ (4.17) ix =−nx iθ =−Nθ (r)/2 in cui il numero di modi nella direzione azimutale è un'arbitraria funzione Nθ (r) della coordinata radiale. Nel codice si è scelto di utilizzare una legge Nθ (r) lineare da un massimo Nθ,max per r = R ad un minimo Nθ,min per r = 0, con Nθ,max e Nθ,min 4.7. Integrazione nel tempo αn γn ζn 4/15 8/15 −17/60 1/15 5/12 −5/12 1/6 3/4 0 (a) RK 3 stages 47 αn 4/17 8/255 1/15 1/6 γn 8/17 17/60 5/12 3/4 ζn 15/68 17/60 5/12 0 (b) RK 4 stages Tabella 4.1: Coecienti schemi RungeKutta a 3 passi (a) e a 4 passi (b) proporzionali al raggio in modo da mantenere il più costante possibile la risoluzione spaziale in direzione θ, Lθ = 2N2πr , al variare della coordinata θ (r) radiale. 4.7 Integrazione nel tempo L'integrazione nel tempo delle equazioni (4.11) è fatta attraverso l'utilizzo di un metodo parzialmente implicito dato dalla combinazione di uno schema esplicito per i termini non lineari convettivi (RungeKutta del terz'ordine) e di uno implicito (CrankNicholson del second'ordine) per i termini lineari viscosi, come descritto in [34]. In questo modo la parte esplicita delle equazioni può utilizzare uno schema ad alta accuratezza mentre la parte implicita è soggetta al limite di stabilità di avanzamento. Lo schema esplicito adottato è un RungeKutta a tre passi temporali. Una volta denite le seguenti quantità: u Vu Cu u= v I = Vv E = Cv , (4.18) w Vw Cw e ricordando le denizioni in (4.12), tale schema può essere scritto come: ua = un + ∆t(α1 (I(un , pn ) + I(ua , pa )) + γ1 E(un )) ub = ua + ∆t(α2 (I(ua , pa ) + I(ub , pb )) + γ2 E(ua ) + ζ1 E(un )) un+1 = ub + ∆t(α3 (I(ub , pb ) + I(un+1 , pn+1 )) + γ3 E(ub ) + ζ2 E(ua )) (4.19) dove i pedici n e n + 1 indicano gli istanti temporali, mentre con i pedici a e b si indicano il primo e il secondo substep del metodo. Per migliorare l'integrazione nel tempo si è implementato uno schema Runge-Kutta, sempre del terz'ordine, ma con quattro passi di avanzamento. Lo schema è lo stesso di (4.19) a cui si aggiunge un passo ulteriore uc . 48 Capitolo 4. Il codice CPL In Tabella 4.1 sono elencati nei due casi i coecienti αi , γi e ζj ; per lo schema a tre passi i coecienti già implementati sono stati vericati con [34], mentre per lo schema a quattro passi si sono utilizzati i coecienti proposti in [22]. Capitolo 5 Onde viaggianti in un condotto cilindrico Nel Capitolo 3 sono state descritte nel dettaglio le onde viaggianti applicate ad un usso turbolento in un canale piano; in questo capitolo si descrivono i risultati ottenuti tramite questo tipo di controllo applicato ad un usso turbolento in un condotto cilindrico. In 5.1 sono descritti l'analisi e i risultati numerici ottenuti nel tentativo di riprodurre l'esperimento descritto in 3.4, in 5.2 sono proposti alcuni confronti tra i campi di moto del usso controllato tramite onda discretizzata con s = 3 e s = 6, di seguito in 5.3 viene riportata l'analisi delle statistiche turbolente negli stessi casi. Il confronto tra gli spessori dello strato generalizzato di Stokes laminare nelle due geometrie, piana e cilindrica, calcolato analiticamente nel primo caso e numericamente nel secondo è proposto in 5.4 ed inne, in 5.5 vengono proposti i primi risultati sulla riduzione di resistenza nel cilindro per un'onda ideale a Reτ = 200. 5.1 Confronto con l'esperimento Si vericano ora i risultati sperimentali di [1], riassunti in 3.4, attraverso uno studio DNS per s = 3 e s = 6. Si sono eettuate un totale di 91 simulazioni, 30 per ogni onda considerata (ideale, s = 3 e s = 6) più una per il usso di riferimento non forzato. I parametri utilizzati sono riportati in Tabella 5.1. Il dominio computazionale ha Lx /R ≈ 22 e Lθ /R = 2π . Per Reb = 4900 si sono utilizzati 384 × 192 modi di Fourier in direzione assiale e azimutale rispettivamente e nr = 100 punti nella direzione radiale. La risoluzione spaziale nella direzione assiale è ∆x+ = 9.7, quella in direzione azimutale risulta 49 50 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico A Reb α0 κx ω+ ∆ω nmx 0.4928 4900 0.286 1.43 −0.3 ÷ 0.3 0.02 5 Tabella 5.1: Parametri simulazioni numeriche onde discretizzate + r∆θ+ 6 5.5 mentre in direzione radiale varia da un minimo ∆rmin = 0.75 a + parete ad un massimo ∆rmax = 2.43 al centro del condotto. Il tempo totale di integrazione, adimensionalizzato con la Ub , è di 1000 unità. Le simulazioni sono condotte a portata costante e utilizzano l'opzione di numero CFL costante e pari a 1, tutte partono dalla stessa condizione di usso turbolento completamente sviluppato in un condotto cilindrico senza oscillazione imposta. Tutte le simulazioni qui presentate sono state compiute su alcune macchine disponibili all'Università di Salerno ognuna delle quali è equipaggiata con due processori dual-core AMD Opteron. Ogni simulazione è stata fatta in maniera seriale in quanto si era interessati ad avere molti risultati anche se non nel più breve tempo possibile infatti, ognuna, è durata circa quindici giorni. Per la discretizzazione dell'onda sinusoidale viene utilizzata l'espressione (3.10) con 0 ≤ n < nmx . Ad essa è sovrapposta una smussatura degli angoli eettuata attraverso un ltro gaussiano come riportato in [26] (pag 563) e descritto dalla seguente espressione: G(χ) = 6 π∆ 1/2 6χ2 exp − 2 , ∆ (5.1) dove χ è un indice che varia nella direzione x, ∆ rappresenta l'ampiezza del ltro, denita, nel caso presente, come un multiplo del numero d'onda fondamentale ∆ = Fα0 , con F che denisce il fattore di smussamento ovvero quanti punti dell'onda originale, nelle vicinanze della discontinuità, vengono eettivamente modicati dal ltro. Per scegliere un fattore di smussamento ragionevole si sono valutate, al variare di F , due quantità: l'ampiezza del ltro ∆ e l'ampiezza delle oscillazioni presenti osservando l'onda reale trasformata in Fourier e quindi ritrasformata all'indietro. In Figura 5.1 sono riportati due graci che rappresentano le due valutazioni eettuate: in (a) si osservano le ampiezze dei ltri al variare di F , mentre in (b) sono riportati gli eetti delle varie scelte. Per il caso indicato dalla curva arancione, caratterizzato dal fattore di smussamento più basso considerato, F = 150, si può osservare (in (a)) che il ltro agisce prima rispetto agli altri imponendo una modica su più punti del gradino, ciò 5.1. Confronto con l'esperimento 51 (a) Ampiezza smussatura . (b) Oscillazioni dopo RFT Figura 5.1: Confronto tra gli eetti di diversi parametri di smussatura F ; ampiezza di smussatura in (a) e oscillazioni dopo la trasformata in (b). 52 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico corrisponde, in (b), ad un'abbattimento dell'ampiezza delle oscillazioni che sono minime lungo tutto il gradino e soprattutto non sono presenti vicino alla discontinuità. Nonostante l'ottimo ltraggio ottenuto con questo valore di F , per evitare una modica troppo importante all'onda, si è deciso di optare per un valore di F più elevato. Il caso blu e quello verde sono caratterizzati entrambi da una modica degli ultimi tre punti dell'onda prima della discontinuità. Dalla gura (b) si osserva che le due curve sono caratterizzate da oscillazioni di ampiezza all'incirca equivalenti nella zona centrale del gradino, mentre, avvicinandosi alla discontinuità, sono decisamente superiori per la curva blu. Per questo motivo si è scelto di utilizzare F = 210 che rappresenta un buon compromesso tra smussatura degli angoli dei gradini e ampiezza delle oscillazioni dopo le trasformate. In Figura 5.2 è rappresentata la discretizzazione dell'onda sinusoidale utilizzata nel codice, a due istanti successivi: la curva rossa rappresenta l'approssimazione dell'onda sinusoidale (di colore blu) con s = 6 (come descritta dalla (3.10)) mentre la curva verde rappresenta la stessa discretizzazione con gli angoli smussati utilizzando il ltro gaussiano (5.1) e F = 210. A posteriori, valutando lo sforzo a parete del caso di riferimento senza onde imposte, si è visto che, in unità di parete, il Reynolds e l'ampiezza dell'onda non corrispondono esattamente ai valori utilizzati nell'esperimento. Abbiamo infatti: Reτ ≈ 169 e A+ = 14.3. Si ricorda che per l'esperimento si è utilizzato un usso di riferimento caratterizzato da Reτ = 175 e un controllo di ampiezza A+ = 13.8. In Figura 5.3 è riportato il confronto diretto tra i risultati sperimentali per s = 3 (curva e i triangoli blu) e i valori di riduzione di resistenza ottenuti numericamente rappresentati dalla curva verde con i quadrati. Nel graco è stata inserita anche la curva rossa con i cerchi che rappresenta il caso di forzamento con onda sinusoidale ideale. Si può facilmente osservare come i risultati siano in accordo tra di loro. La DNS replica in maniera particolarmente ecace l'andamento della curva sperimentale, infatti si riescono a cogliere le oscillazioni in essa presenti con una corrispondenza perfetta, in termini di ω , dei punti di massimo e minimo relativi. Ciò che risulta un po' diverso sono i valori di riduzione di resistenza ottenuti, l'analisi numerica porta infatti a dei valori di R maggiori rispetto a quelli ottenuti sperimentalmente e più vicini a quelli trovati con la sinusoide ideale. Tale dierenza è massima per onde quasi-stazionarie o viaggianti in avanti con una velocità bassa cui corrispondono i valori maggiori di riduzione di resistenza ottenibili. Questi casi (ω = 0.02 e ω = 0.04) sono caratterizzati anche da una laminarizzazione completa o parziale del usso turbolento cui è applicato il controllo, cosa che sperimentalmente non è stata osservata. Ciò può essere spiegato attraverso una delle considerazioni fatte da Auteri et al. 5.1. Confronto con l'esperimento (a) 53 t = 0.2 . (b) t=1 Figura 5.2: Sinusoide (in rosso) discretizzata con s = 6 a due istanti dierenti, t = 0.2 (a) e t = 1 (b). In blu la discretizzazione e in verde la smussatura con il ltro gaussiano (il numero di punti indicati è metà del numero di punti totali utilizzati). 54 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico Figura 5.3: Riduzione di resistenza prodotta da onde viaggianti discretizzate con s = 3 segmenti costanti in funzione della frequenza di oscillazione. Confronto tra sinusoide ideale (curva e pallini rossi), dati sperimentali (curva blu e triangoli) e risultati numerici (curva verde e quadrati). Per tutti i casi A+ = 14.3 e Reτ = 169. in [1]: la riduzione di resistenza misurata sperimentalmente attraverso la caduta di pressione nella sezione attiva è probabilmente sottostimata in quanto non è possibile eliminare l'eetto del transitorio, causato dall'imposizione del controllo, che caratterizza una buona porzione di tale tratto del condotto. E' interessante notare come i risultati numerici per s = 3 colgano perfettamente il valore di massima riduzione di resistenza ottenuto tramite l'onda ideale, mentre non sono in grado di rappresentare la zona di incremento di resistenza ma seguono l'andamento dei risultati sperimentale che identicano un drastico calo di riduzione di resistenza senza però raggiungere valori negativi. In Figura 5.4 è riportata anche la seconda simulazione eettuata con s = 6 (curva e triangoli rovesciati viola). Qui è proposto il confronto diretto tra le due discretizzazioni e l'onda sinusoidale ideale (il codice colore è lo stesso del precedente confronto), da cui si evince quale sia l'eetto della discretizzazione utilizzata. Come osservato in precedenza, l'onda sinusoidale approssimata in maniera scadente (s = 3) presenta una curva R(ω + ) con forti oscillazioni e non è in grado di cogliere la zona di incremento di resistenza. 5.1. Confronto con l'esperimento 55 Figura 5.4: Riduzione di resistenza prodotta da onde viaggianti discretizzate con s = 3 segmenti costanti (curva verde con i quadrati) e con s = 6 segmenti costanti (curva viola con triangoli rovesciati) in funzione della frequenza di oscillazione. Confronto con sinusoide ideale (curva e pallini rossi). Per tutti i casi A+ = 14.3 e Reτ = 169. Viceversa, l'onda sinusoidale discretizzata con s = 6, non presenta più tali oscillazioni e segue perfettamente l'andamento della curva della sinusoide ideale cogliendo sia il massimo di riduzione di resistenza sia la presenza di una zona di incremento di resistenza. Queste considerazioni portano alla conferma delle ipotesi avanzate da Auteri et al. che hanno attribuito la causa della presenza di oscillazioni nella curva R(ω + ) alla discretizzazione dell'onda implementata sperimentalmente. Infatti, come qui vericato numericamente, tali oscillazioni sono maggiori nel caso dell'approssimazione peggiore con soli 3 tratti costanti. 56 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico 5.2 Campi di moto In Figura 5.5 sono riportati i campi di moto, per ogni caso considerato, la componente u della velocità in alto e, sotto, le isosuperci della quantità λ2 = −2 sulla componente w della velocità che rappresenta il forzamento in esame: il caso di riferimento è riportato nella gura (a) e rappresenta il campo di moto di partenza per le simulazioni con il controllo applicato. In (b) troviamo l'eetto della sinusoide ideale, in (c) l'onda discretizzata con s = 3 e in (d) quella con s = 6. In tutti i casi le istantanee sono prese dopo un adeguato transitorio dall'applicazione del controllo; il usso va da sinistra verso destra. Il colore rosso rappresenta valori positivi maggiori più è intenso mentre in blu sono indicati i valori negativi. Si ricorda che λ2 è un criterio per la visualizzazione del nucleo dei vortici in un usso incomprimibile, in particolare, come denito in [16], esso si basa sugli autovalori del tensore simmetrico S2 + Ω2 dove S e Ω sono rispettivamente la parte simmetrica e antisimmetrica del tensore gradiente di velocità ∇u. Gli autori, Jeong e Hussain, hanno denito un vortice come la regione connessa caratterizzata da due autovalori negativi del tensore S2 + Ω2 . Se infatti λ1 , λ2 e λ3 sono gli autovalori e λ1 > λ2 > λ3 la denizione appena proposta corrisponde a richiedere che λ2 < 0 nel vortice. Le caratteristiche di questi campi evidenziano i risultati riportati in Tabella 5.2. In tutti i casi con il controllo applicato infatti si nota che c'è riduzione di resistenza in quanto diminuisce l'attività turbolenta e il usso è più uniforme nella direzione longitudinale. Questo è particolarmente evidente nei due casi con onda discretizzata (c) e (d) dove si nota chiaramente, soprattutto dall'immagine in basso dei rispettivi gruppi, che il usso è caratterizzato da zone fortemente turbolente a zone quasi laminari. In (c) si vede che, nella seconda parte del condotto, il controllo porta il usso ad una quasi laminarizzazione; nell'immagine superiore la fascia rossa centrale che indica il usso più veloce diventa più allineata alle pareti ed in essa non si distinguono più strutture a velocità diverse come negli altri casi ma la corrente diventa più uniforme, nell'immagine inferiore questo concetto è particolarmente evidenziato dall'assenza di strutture vorticose in tale zona, inoltre, da quest'ultima, facendo riferimento allo sfondo, si può osservare come la transizione fra uno stato locale laminare e uno turbolento non e' collegata direttamente alla lunghezza d'onda del forzamento. In questi casi, la zona turbolenta è chiamata turbulent pu (Wygnanski e Champagne [40]). Diversi studi si sono susseguiti negli anni per comprendere quando e come si può essere in presenza di un tale tipo di usso. Tipicamente infatti a bassi valori di numero di Reynolds un usso in un condotto è laminare mentre diventa turbolento all'aumentare della velocità. La transizione 5.2. Campi di moto 57 (a) Riferimento (b) Sinusoide (c) s = 3 (d) s = 6 Figura 5.5: In ogni gruppo: sopra campi di moto per la componente della velocità u, sotto isosuperci di λ2 = −2 sullo sfondo componente w che denisce il forzamento. In (a) il caso di riferimento senza controllo, in (b) usso con controllo ideale, (c) caso con s = 3 e (d) s = 6. Tutte le istantanee (b), (c) e (d) sono prese dopo adeguato transitorio, mentre (a) è il campo di moto di partenza delle simulazioni con il controllo applicato a Reτ = 169. Il usso va da sinistra verso destra. A+ = 14.3, ω + = 0.06 e κ+ x = 0.0085. 58 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico laminare turbolento può coinvolgere una serie di instabilità oppure avvenire istantaneamente ma, una volta avvenuta, lo stato turbolento persiste. Questo però non è il caso generale per un usso in un condotto cilindrico dove si è visto che, per velocità relativamente basse (Rec < 2000), la turbolenza è un fenomeno transitorio ed il usso può essere caratterizzato dalla presenza di zone turbolente e zone laminari. Solo quando si supera un valore di numero di Reynolds critico le zone turbolente hanno vita più lunga e la turbolenza diventa persistente. Hof et al. in [14] prima e, successivamente, Lozar e Hof in [24] hanno presentato degli esperimenti e dei risultati numerici che mostrano come la turbolenza in un usso in un condotto cilindrico è un evento transitorio e gli stati turbolento e laminare rimangono dinamicamente connessi tra loro. In particolare per valori di Reynolds 1600 < Rec < 2040 è vericato che la turbolenza in questa geometria è un fenomeno transitorio mentre per valori di Reynolds superiori diventa persistente ([2]). Il caso presentato in Figura 5.5 (c) è caratterizzato, come detto, da una riduzione di resistenza di circa il 30% che corrisponde, in termini di Reynolds, ad una riduzione rispetto al caso di riferimento di ≈ 19% (si faccia riferimento alla Tabella 5.2). Trasportando questa riduzione ai Reynolds basati sulla velocità al centro del canale, con riduzione di resistenza si passa da Rec ≈ 2500 a Rec ≈ 1997. Tale valore di Reynolds è compreso nel range indicato da Avila et al. ([2]) per cui la turbolenza nel condotto cilindrico è un fenomeno transitorio e non persistente. In Figura 5.6 sono riportate, per alcune sezioni del condotto, il campo della componente u0 delle uttuazioni nella colonna a destra, e il campo della quantità λ2 nella colonna di sinistra per il caso di usso forzato con s = 3. Le due sezioni (a-b) e (c-d) sono prese rispettivamente all'inizio e a circa metà della regione turbolenta di Figura 5.5 (c) mentre le (e-f) sono istantanee della regione laminare. Per entrambe le quantità rappresentate le dierenze sono evidenti (da notare la dierente scala utilizzata nelle gure in basso). La sezione (a-b) è stata scelta come indicativa della zona in cui sta formando il turbulent pu, le uttuazioni di velocità e le zone vorticose hanno già intensità elevata ma sono connate vicino a parete, (c-d) invece rappresentano la regione turbolenta con uttuazioni elevate e vortici intensi presenti in tutta la sezione (da notare che la scala utilizzata è stata tagliata per dare maggior evidenza alle strutture). Inne in (d-e) si trova la zona laminare caratterizzata da basse perturbazioni (un'ordine di grandezza inferiore ai casi precedenti) e zone vorticose connate a parete e allungate nella direzione del movimento della parete stessa. La Figura 5.7 riporta il confronto tra il caso di riferimento non forzato (a), un usso caratterizzato da riduzione di resistenza (ω + = −0.02) (b) e uno da incremento di resistenza (ω + = 0.1) (c) per il controllo attraverso onda 5.2. Campi di moto 59 . (a) u a x=2 (b) λ2 a x=2 (d) λ2 a x=4 . (c) u a x=4 . (e) u a x = 16 (f ) λ2 a x = 16 Figura 5.6: Istantanee dei campi per la componente u0 delle uttuazioni della velcità a sinistra e per la quantità λ2 a destra nel caso di forzamento con s = 3. Dall'alto in basso diverse posizioni della sezione, in alto due sezioni ravvicinate nella zona turbolenta e in basso una sezione nel tratto quasi laminare. Il usso è entrante nella sezione. A+ = 14.3. 60 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico discretizzata con s = 6. Gli eetti opposti dei due forzamenti sono evidenti anche senza osservare le relative scale di colore riportate a anco dei graci. Nel caso di riduzione di resistenza (a) la componente u0 delle uttuazioni, così come le zone vorticose indicate dalle isosuperci della quantità λ2 = −2, si riducono in numero e di intensità, e il campo di moto medio non presenta oscillazioni nelle zone vicino a parete ed è più uniforme anche se rimane turbolento. Da questo caso si dierenzia quello riportato in Figura 5.7 (c) che mostra caratteristiche diametralmente opposte; uttuazioni e zone vorticose sono molto più intense e numerose e il usso in direzione longitudinale presenta una forte modulazione maggiore del caso di riferimento. 5.2. Campi di moto 61 (a) Riferimento (b) Riduzione di resistenza, ω + = −0.02, κx = 0.0085. (c) Incremento di resistenza, ω + = 0.1, κx = 0.0085. Figura 5.7: Confronto tra il caso di riferimento (Reτ = 169) (a), un campo con riduzione di resistenza ω + = −0.02 (b) e un campo con incremento di resistenza ω + = 0.1 (c) per l'onda discretizzata con s = 6 e A+ = 14.3. Per tutti i casi a sinistra è il campo della uttuazione della velocità u0 , a destra il campo di λ2 e in basso il campo di moto per la componente della velocità u a cui sono sovrapposte le strutture vorticose per λ2 = −2. Le sezioni sono prese al centro del canale. 62 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico Figura 5.8: Prolo della componente longitudinale della velocità hui mediata nel tempo, in x e in z . Flusso di riferimento in blu, sinusoide ideale curva rossa con i pallini, onda discretizzata con s = 3 segmenti curva verde e sinusoide discretizzata con s = 6 tratti costanti curva viola con i triangoli. Per i tre casi Reτ = 169, A+ = 14.3. La parete è a y = 1. 5.3 Statistiche del usso turbolento Come si era fatto in 3.2 per il usso nel canale, guardiamo adesso le statistiche per il usso turbolento nel condotto cilindrico. Qui metteremo a confronto con il usso di riferimento, le statistiche di ussi forzati dalla stessa onda prima ideale e quindi discretizzata con un numero di segmenti a velocità costante pari a s = 3 e s = 6. Il usso in esame è caratterizzato da Reτ = 169. Le onde imposte hanno ampiezza pari a A+ = 14.3 in unità di parete, ω = 0.375 e κx = 1.43. Tutti i ussi sono caratterizzati da riduzione di resistenza, in particolare la sinusoide ideale porta ad R ≈ 21%, l'onda discretizzata con s = 3 ottiene R ≈ 30% mentre l'onda con s = 6 si comporta in maniera più simile alla sinusoide ideale con R ≈ 24%, come riassunto in Tabella 5.2. In Figura 5.8 è riportata la componente longitudinale della velocità hui mediata nel tempo, in x e in θ. La curva contrassegnata dal colore blu rappresenta il usso di riferimento, la curva rossa con i pallini pieni indica il controllo tramite sinusoide ideale, la curva verde quello con onda discretizzata 5.3. Statistiche del flusso turbolento 63 casi uτ Reτ R(%) S(%) Riferimento 0.034 169.1 Sinusoide 0.031 150.6 20.8 -21.7 Onda quadra s=3 0.028 137.8 29.9 -22.9 Onda quadra s=6 0.03 146.9 23.7 -21.9 Tabella 5.2: Confronto tra usso di riferimento e usso controllato con sinusoide ideale e sinusoide discretizzata con s = 3 e s = 6 segmenti costanti. con s = 3 e la curva viola con i triangoli la sinusoide discretizzata con s = 6 (da qui in avanti per tutti i graci proposti sarà utilizzato lo stesso codice colore). Le onde viaggianti che generano riduzione di resistenza provocano eetti che si risentono per tutto il raggio per la condizione di portata costante. In Figura 5.9 sono contenuti i confronti tra i proli rms (root-mean-square ) + delle uttuazioni delle componenti della velocità u+ rms (in (a)), vrms (in (b)), + + (in (d)) in funzione della coordinata radiale r, adimensio(in (c)) e uvrms wrms nalizzati con il valore di velocità d'attrito uτ calcolata per ogni caso in esame, mentre, in Figura 5.10 sono riportati gli stessi proli ma adimensionalizzati con la uτ del usso di riferimento. Dal confronto per la componente u+ rms proposto in Figura 5.9 (a) si osserva chiaramente come il usso viene modicato dalla presenza del controllo. In particolare tutte le onde considerate portano ad una riduzione di resistenza che è facilmente osservabile dalla diminuzione drastica del picco di u+ rms rispetto al caso di riferimento. Tale picco inoltre, per tutti i casi, si sposta più lontano dalla parete coerentemente con l'inspessimento del substrato viscoso che si genera nel usso controllato. Le stesse considerazioni si possono fare analizzando la Figura 5.10 (a) dove gli eetti di riduzione di resistenza delle onde sono evidenziati maggiormente dalla diversa adimensionalizzazione. In questo caso si riesce anche a notare che l'onda discretizzata con s = 6 ha un picco di u+ rms leggermente inferiore rispetto alla sinusoide ideale indice del fatto che la riduzione di resistenza è maggiore. Interessante è notare come la curva verde per u+ rms si discosti dalle altre, con un punto di minimo relativo in corrispondenza del massimo delle curve rosso e viola e valore maggiore al centro del condotto. Quest'ultima discrepanza è probabilmente dovuta ad una media non suciente nel tempo che 64 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico (a) u+ rms (c) + wrms (b) (d) + vrms + uvrms Figura 5.9: Confronti proli rms delle uttuazioni di velocità, adimensionalizzate + + con la rispettiva uτ , in funzione della coordinata radiale: u+ rms , (a) vrms (b), wrms + (c) e uvrms (d) nei casi di riferimento (blu), onda sinusoidale ideale (in rosso), onda discretizzata con s = 3 (in verde) e onda discretizzata con s = 6 (in viola).Per il caso di riferimento Reτ = 169. Per le onde A+ = 14.3. non permette di attenuare i picchi presenti nella zona centrale del condotto. Per spiegare il minimo relativo vicino a parete invece, si osservi anche la Figura 5.11 riferita all'onda discretizzata con s = 3, la componente huu+ iθ,t degli sforzi di Reynolds, adimensionalizzata con la rispettiva uτ , per una lunghezza d'onda e in funzione della coordinata radiale r (si ricorda che l'operatore h·iθ,t indica l'operazione di media nel tempo e in θ). Nella regione vicino a parete, dove questa componente raggiunge i suoi valori massimi, si può notare che presenta meno oscillazioni rispetto agli altri controlli, mantenendo un valore più costante con picchi meno marcati. Inoltre, sempre in (c), si può osservare che al centro del condotto (r = 0) il valore di huuiθ,t è in generale maggiore rispetto agli altri casi considerati in gura. Le stesse considerazioni si possono avanzare se si osservano, in Figura 5.12, le componenti degli sforzi 5.3. Statistiche del flusso turbolento (a) u+ rms (c) + wrms 65 (b) (d) + vrms + uvrms Figura 5.10: Confronti proli rms delle uttuazioni di velocità, adimensionalizzate con la uτ del campo di riferimento, in funzione della coordinata radiale: u+ rms , (a) + + + vrms (b), wrms (c) e uvrms (d) nei casi di riferimento (blu), onda sinusoidale ideale (in rosso), onda discretizzata con s = 3 (in verde) e onda discretizzata con s = 6 (in viola). Per il caso di riferimento Reτ = 169. Per le onde A+ = 14.3. di Reynolds adimensionalizzate con la uτ del campo di riferimento. Queste osservazioni possono in parte spiegare il diverso comportamento della curva u+ rms per s = 3 di Figura 5.9 (a), inoltre si può legare questo andamento anomalo della curva verde anche al comportamento subcritico della turbolenza per questo usso, in particolare, come si è visto in 5.2, in questo caso sono presenti i cosiddetti turbulent pu che fanno si che nel condotto siano presenti contemporaneamente sia zone turbolente e sia regioni laminari. In Figura 5.10 (a) le discrepanze tra la curva verde e le altre con il controllo sono meno accentuate, ma si nota ancora che questa si comporta diversamente. Tornando ai valori rms delle uttuazioni della velocità rappresentate nelle Figure 5.9 e 5.10, in (b) osserviamo gli eetti del controllo sulla componente + vrms . Se si osservano le curve adimensionalizzate con la rispettiva uτ , per 66 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico Figura 5.11: Componente huu+ iθ,t degli sforzi di Reynolds. Ogni caso è adimensionalizzato con la propria uτ . Dall'alto: caso di riferimento, sinusoide, onda discretizzata con s = 3 e onda approssimata con s = 6. A+ = 14.3. 5.3. Statistiche del flusso turbolento 67 Figura 5.12: Componente huu+ iθ,t degli sforzi di Reynolds. Ogni caso è adimensionalizzato con la uτ del campo di riferimento. Dall'alto: caso di riferimento, sinusoide, onda discretizzata con s = 3 e onda approssimata con s = 6. A+ = 14.3. 68 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico (a) huu+ iθ,t sinusoide (b) (c) huu+ iθ,t s = 3 huu+ iθ,t s = 6 Figura 5.13: Componente huu+ iθ,t degli sforzi di Reynolds mediata sulla lunghezza d'onda λx . Ogni caso è adimensionalizzato con la propria uτ . A+ = 14.3. (a) huu+ iθ,t sinusoide (b) (c) huu+ iθ,t s = 3 huu+ iθ,t s = 6 Figura 5.14: Componente huu+ iθ,t degli sforzi di Reynolds mediata sulla lunghezza d'onda λx . Ogni caso è adimensionalizzato con la uτ del campo di riferimento. A+ = 14.3. 5.3. Statistiche del flusso turbolento 69 la sinusoide ideale e l'onda con s = 6 il picco si sposta vicino a parete ma, mentre nel primo caso esso diventa maggiore del suo valore di riferimento, non è così per l'onda discretizzata. L'onda caratterizzata da s = 3 invece non presenta un massimo vero e proprio ma piuttosto un tratto circa costante e minore di tutti gli altri. Per confronto si può guardare la Figura 5.15 dove è presentata la componente hvv + iθ,t degli sforzi di Reynolds adimensionalizzata con la rispettiva velocità d'attrito, per i quattro casi in esame. Dalla (c) si nota che l'andamento degli sforzi per l'onda con s = 3 è più costante rispetto + . Se si analizza invece il graco in agli altri casi come si è visto per la vrms Figura 5.10 (b), le dierenze tra i tre controlli e il campo di riferimento sono evidenziate dall'adimensionalizzazione adottata. In particolare, come si può anche osservare dalla Figura 5.16, tutte le curve con il controllo riducono il + valore massimo di vrms , anche con questa adimensionalizzazione però i picchi per la sinusoide e l'onda discretizzata con s = 6 si spostano verso la parete. + Nelle Figure 5.9 e 5.10 (c) è riportata la componente wrms ma il confronto non è attuabile in quanto sono presenti gli eetti del GSL a parete e per questo le curve che rappresentano il usso controllato divergono avvicinandosi a parete. Per lo stesso motivo non è riportata la componente hwwiθ,t degli sforzi di Reynolds. + (si faccia riferimento In (d) è presentato inne il confronto per uvrms + anche alle Figure 5.19 e 5.20 per huv iθ,t ). Per tutti i casi con il controllo il valore massimo di tale uttuazione è più basso rispetto al riferimento e il picco è spostato più lontano dalla parete. Nelle Figure 5.13, 5.14, 5.17, 5.18, 5.21 e 5.22 sono riportate, per tutte le tre onde utilizzate, le componenti, rispettivamente a due a due, huu+ iθ,t , hvv + iθ,t , huv + iθ,t degli sforzi di Reynolds, a coppie la prima gura è adimesionalizzata con le rispettive uτ e la seconda con la uτ del usso di riferimento. Per tutti i casi si nota che non c'è modulazione degli sforzi. 70 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico Figura 5.15: Componente hvv + iθ,t degli sforzi di Reynolds. Ogni caso è adimensionalizzato con la propria uτ . Dall'alto: caso di riferimento, sinusoide, onda discretizzata con s = 3 e onda approssimata con s = 6. A+ = 14.3. 5.3. Statistiche del flusso turbolento 71 Figura 5.16: Componente hvv + iθ,t degli sforzi di Reynolds. Ogni caso è adimensionalizzato con la uτ del campo di riferimento. Dall'alto: caso di riferimento, sinusoide, onda discretizzata con s = 3 e onda approssimata con s = 6. A+ = 14.3. 72 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico (a) hvv + iθ,t sinusoide (b) (c) hvv + iθ,t s = 3 hvv + iθ,t s = 6 Figura 5.17: Componente hvv + iθ,t degli sforzi di Reynolds mediata sulla lunghezza d'onda λx . Ogni caso è adimensionalizzato con la propria uτ . A+ = 14.3. (a) hvv + iθ,t sinusoide (b) (c) hvv + iθ,t s = 3 hvv + iθ,t s = 6 Figura 5.18: Componente hvv + iθ,t degli sforzi di Reynolds mediata sulla lunghezza d'onda λx . Ogni caso è adimensionalizzato con la uτ del campo di riferimento. A+ = 14.3. 5.3. Statistiche del flusso turbolento 73 Figura 5.19: Componente huv + iθ,t degli sforzi di Reynolds. Ogni caso è adimensionalizzato con la propria uτ . Dall'alto: caso di riferimento, sinusoide, onda discretizzata con s = 3 e onda approssimata con s = 6. A+ = 14.3. 74 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico Figura 5.20: Componente huv + iθ,t degli sforzi di Reynolds. Ogni caso è adimensionalizzato con la uτ del campo di riferimento. Dall'alto: caso di riferimento, sinusoide, onda discretizzata con s = 3 e onda approssimata con s = 6. A+ = 14.3. 5.3. Statistiche del flusso turbolento (a) huv + iθ,t sinusoide 75 (b) (c) huv + iθ,t s = 3 huv + iθ,t s = 6 Figura 5.21: Componente huv + iθ,t degli sforzi di Reynolds mediata sulla lunghezza d'onda λx . Ogni caso è adimensionalizzato con la propria uτ . A+ = 14.3. (a) huv + iθ,t sinusoide (b) (c) huv + iθ,t s = 3 huv + iθ,t s = 6 Figura 5.22: Componente huv + iθ,t degli sforzi di Reynolds mediata sulla lunghezza d'onda λx . Ogni caso è adimensionalizzato con la uτ del campo di riferimento. A+ = 14.3. 76 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico 5.4 Strato generalizzato di Stokes Così come si è fatto in 3.3.3 per le onde viaggianti nel canale piano, si è voluto calcolare lo spessore δ del GSL, funzione dei parametri dell'onda ω e κx , per un usso laminare di Poiseuille nel condotto cilindrico con applicate delle onde sinusoidali ideali. Questo calcolo è stato eettuato per vericare che il comportamento dello spessore del GSL ottenuto tramite la soluzione numerica laminare in questa geometria sia corrispondente a quello calcolato con la soluzione analitica approssimata (3.7) nel canale piano. Lo studio è stato condotto mantenendo costante l'ampiezza dell'onda imposta A+ = 12 per un usso a Reτ = 200. Le simulazioni sono condotte a portata costante Q = 0.25. Lo spessore δ del GSL è denito come il valore della coordinata y in cui la componente azimutale della velocità è pari ad A exp(−1), vale cioè w.w(δ) = A exp(−1). Essendo il usso in esame laminare, si è utilizzato un numero di modi in direzione assiale (nx ) e azimutale (nθ ) piccolo, nx = 4 e nθ = 4, riducendo così κx κ+ x ∆t tmax 0 0 0.2 800 0.05 0.0025 0.2 800 0.15 0.0075 0.2 600 0.1 : 0.3 0.0005 : 0.0015 0.2 600 0.4 : 0.9 0.002 : 0.0045 0.2 300 1 : 1.9 0.005 : 0.0095 0.15 150 2 : 3.2 0.01 : 0.016 0.1 100 0.0165 : 0.0215 0.05 100 0.04 100 3.3 : 4.3 4.4 : 5 0.022 : 0.025 Tabella 5.3: Parametri delle simulazioni per il calcolo dello spessore δ dello strato generalizzato di Stokes. 5.4. Strato generalizzato di Stokes 77 le dimensioni del calcolo al minimo. Inoltre al variare di κx si è modicato il tempo tmax no a cui proseguire la simulazione. La scelta di questo parametro dipende dall'oscillazione dello spessore in funzione del tempo nei casi più critici corrispondenti alla zona di δ massimo. Vericando che la dierenza tra il valore dello spessore al tempo nale e il suo valore all'80% di tmax sia inferiore ad una soglia impostata come 1E − 4, si è quindi potuto stimare un valore di tmax adeguato. Le simulazioni sono eseguite utilizzando dei valori di ∆t diversi, più piccoli all'aumentare di κx , per evitare di ricadere nell'instabilità numerica (tutti i calcoli sono stati condotti a ∆t costante perchè imponendo un numero CFL costante, l'incremento temporale a bassi κx era troppo elevato per dare una soluzione accettabile). Nella Tabella 5.3 sono riassunti i parametri utilizzati nei vari casi. Si aggiunge qui che per + alcuni punti, in particolare per i primi valori di κ+ ≤ 0.02, si è x e 0 < ω utilizzato un tmax maggiore di quello riportato in tabella. La variazione di κx è ottenuta variando il valore α0 e mantenendo costante il modo (nmx ) eccitato dalla condizione al contorno e pari a nmx = 1 (si ricorda che κx = α0 nmx ). L'unico caso che fa eccezione è quello per κx = 0 che è stato condotto imponendo nmx = 0. Si è costruita una mappa di δ funzione di κx e di ω con intervalli rispettivamente di ∆ω = 0.01 e ∆κx = 0.1, a questi sono stati aggiunti i valori di δ per due κx intermedi, κx = 0.05 e κx = 0.15, per un totale di 120 × 52 punti. Tale mappa è riportata in Figura 5.23 dove tutte le quantità sono espresse in unità esterne. I livelli individuati partono da δ = 0.02 con incremento di ∆δ = 0.02. In gura lo spessore del GSL per il usso nel condotto cilindrico viene messo a confronto con quello per il canale piano ([31]) individuato con le linee di livello di colore rosso. Come si può vedere le dierenze tra i due non sono particolarmente elevate. Per il usso nel tubo lo strato generalizzato di Stokes ha uno spessore maggiore rispetto al canale piano, però l'andamento delle linee di livello è pressochè lo stesso. La dierenza tra i valori di spessore dello strato generalizzato di Stokes nelle due geometrie è massima per valori di κx e ω entrambi piccoli mentre diminusce all'aumentare di entrambi i parametri. In Figura 5.24 è riportato un ingrandimento del graco che riporta la dierenza δpipe − δchannel nella zona −0.12 ≤ ω ≤ 0.12 e 0 ≤ κx ≤ 1 che permette di evidenziare come essa sia massima nell'intorno dell'origine dove si vedono maggiormente gli eetti della geometria diversa e della curvatura. Bisogna anche considerare che in questa regione la soluzione analitica (3.7) non è attendibile. L'obiettivo di questo lavoro è quello di utilizzare delle onde viaggianti non ideali ma discretizzate nello spazio. Per questo motivo si è voluto vedere come si comporta lo spessore dello strato generalizzato di Stokes quando 78 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico Figura 5.23: Spessore δ = δ(κx , ω) del GSL laminare nel condotto cilindrico (mappa colorata) a confronto con lo spessore del GSL nel canale piano (curve rosse). I vari livelli partono da δ = 0.02 con incremento di ∆δ = 0.02. Figura 5.24: Dierenza tra i valori di spessore del GSL nel caso di usso nel condotto cilindrico e usso nel canale piano:δpipe − δchannel . E' riportato uno zoom nella zona −0.12 ≤ ω ≤ 0.12 e 0 ≤ κx ≤ 1. 5.4. Strato generalizzato di Stokes 79 Figura 5.25: Spessore δ del GSL in funzione di ω in un usso forzato con una sinusoide ideale (rosso), un'onda discretizzata con s = 3 segmenti (verde) e un'onda approssimata con s = 6 tratti costanti (viola). Flusso laminare a Reτ = 200, A+ = 12 e κx = 1.4. l'onda applicata al usso non è più una sinusoide ideale ma è piuttosto una sinusoide approssimata con un numero di tratti costanti pari a 3 o 6. Per avere la possibilità di discretizzare in maniera abbastanza soddisfacente l'onda sinusoidale si è utilizzato un numero di modi in direzione longitudinale diverso da quello utilizzato per la sinusoide ideale e pari a nx = 12, mentre per la direzione azimutale si è mantenuto nθ = 4. Il calcolo è stato eettuato ancora a ∆t costante e pari a ∆t = 0.08, il tempo totale adimensionale di integrazione è posto a tmax = 150. Il passo sulle frequenze è quello utilizzato in precedenza, ∆ω = 0.01, per un totale di 120 punti per ogni onda considerata. In Figura 5.25 è riportato il confronto, per un'unica lunghezza d'onda κx = 1.4, tra lo spessore δ del GSL in funzione di ω nei tre casi: la sinusoide ideale indicata con la curva rossa, l'onda discretizzata con s = 3 individuata dal colore verde e, in viola, l'onda con s = 6. Lo spessore dello strato generalizzato di Stokes per l'onda con s = 6 è molto simile a quello ricavato per la sinusoide ideale, con una dierenza massima nella zona dove lo spessore del GSL raggiunge il suo valore più alto. Nel caso di onda con s = 3, lo spessore δ risulta essere più piccolo di quello riscontrato nel caso ideale. 80 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico 5.5 Riduzione di resistenza In 3.1 è descritto come le onde viaggianti in un canale piano modicano il coeciente di attrito a parete generando una riduzione o un incremento di resistenza. Uno studio simile viene ora condotto nel caso di usso turbolento in un condotto cilindrico. L'obiettivo è quello di vericare quale sia l'eetto di questo tipo di controllo applicato ad una geometria diversa da quella piana. Ci si aspetta una risposta simile ma sarebbe interessante capire in quale caso le onde viaggianti funzionano meglio. I risultati qui presentati sono solo i primi ottenuti di quella che si prospetta essere una lunga serie di calcoli. Tutti i calcoli sono, anche in questo caso, eettuati sulle macchine dell'Università di Salerno. La singola simulazione ha preso circa sedici giorni di lavoro. Il usso turbolento di riferimento da cui partono tutti i calcoli è caratterizzato da un valore di numero di Reynolds pari a Reb = 5900 cui corrisponde Reτ = 200. Le simulazioni sono condotte a portata costante Q = 0.25. Il tempo totale di integrazione, adimensionalizzato con la Ub è di 1000 unità. Il dominio computazionale ha Lx /R = 20 e Lθ /R = 2π . E' utilizzata un'espansione in serie di Fourier di 384 × 256 modi nelle direzioni longitudinale e azimutale rispettivamente, mentre la direzione radiale viene discretizzata con nr = 100 punti non equispaziati. La risoluzione spaziale nella direzione assiale è pari a ∆x+ = 10.42 mentre quella in direzione azimutale risulta r∆θ+ 6 4.9. In direzione radiale la risoluzione varia da un minimo + + = 3.16 al centro del condotto. ∆rmin = 0.69 a parete ad un massimo ∆rmax Tutte le simulazioni sono condotte a numero CFL costante e pari a 1. Non conoscendo a priori la risposta al controllo di questo tipo di usso, lo studio è iniziato variando tutti i parametri a disposizione nel tentativo di cercare una zona di ottimo nel piano ω − κx anche al variare dell'ampiezza dell'onda A. Un primo confronto diretto tra le due geometrie è proposto in Figura 5.26 dove, in rosso, è rappresentata, per un'onda caratterizzata da un'ampiezza pari ad A+ = 12 e una lunghezza d'onda κx = 0.9425, la riduzione di resistenza percentuale R(%), funzione della frequenza ω , ottenuta in un condotto cilindrico. I valori di riduzione di resistenza per il usso nel canale piano sono estratti mediante interpolazione lineare dai risultati trovati da QRV09 e sono indicati con la curva blu e i quadrati (si sono utilizzati solo i punti corrispondenti in termini di ω alle simulazioni eettuate nel condotto cilindrico). In generale si può osservare che le onde viaggianti sembrano funzionare meglio nel canale piano piuttosto che nel condotto cilindrico per un ampia gamma di valori di ω . La dierenza più evidente a favore del condotto ci- 5.5. Riduzione di resistenza 81 Figura 5.26: Riduzione di resistenza percentuale R(%) funzione di ω per κx = 0.9425, A+ = 12 e Reτ = 200. Confronto tra condotto cilindrico (curva e cerchi rossi) e canale piano (curva e quadrati blu). Figura 5.27: Risparmio netto di energia percentuale S(%) in funzione di ω per κx = 0.9425, A+ = 12 e Reτ = 200. Confronto tra condotto cilindrico (curva e cerchi rossi) e canale piano (curva e quadrati blu). 82 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico Figura 5.28: Confronto riduzione di resistenza in funzione di ω + tra sinusoide ideale (curva e pallini rossi) nel condotto cilindrico (A+ = 14.3 e Reτ = 169) e i dati estratti da QRV09 (curva blu) per il canale piano (A+ = 12 e Reτ = 200). lindrico è che la massima riduzione di resistenza ottenibile è decisamente superiore a quella nel canale ed è prodotta da un'onda che porta a completa rilaminarizzazione del usso turbolento, eetto non visibile per le onde applicate al canale piano. Per questa ampiezza, la massima riduzione di resistenza ottenibile è, ovviamente, per l'onda (ω = 0.1) che porta a completa rilaminarizzazione del usso con R ≈ 70% , cui corrisponde un risparmio netto di energia pari a S = 59.7%. Tale valore è decisamente superiore al massimo riscontrato per l'onda nella geometria piana e, no ad oggi, è il miglior risultato ottenuto con una tecnica di controllo. Se si escludono il punto di completa laminarizzazione e l'onda che porta ad una quasi laminarizzazione del usso (ω = 0.15), la massima riduzione di resistenza ottenuta è pari a R ≈ 47% per ω = 0.05 cui corrisponde S = 30.7%. Entrambe le quantità sono superiori rispetto al caso piano dove, per la stessa frequenza, si ottiene invece R ≈ 44% e S = 10.7%. A conclusioni simili si può arrivare anche dall'analisi del graco riportato in Figura 5.27 dove viene rappresentato il risparmio netto di energia S (solo i valori positi sono indicati perchè gli unici ad essere interessanti) in funzione 5.5. Riduzione di resistenza 83 di ω , sempre per il caso A+ = 12 e κx = 0.9425. Questo graco fa capire che le onde viaggianti nel cilindro sono più ecienti di quelle nel canale, infatti dove si hanno le condizioni di maggiore riduzione di resistenza si ha anche un risparmio netto di energia maggiore di almeno il 20% rispetto al caso piano (curva blu). E' inoltre proposto in Figura 5.28, in aggiunta ai risultati qui presentati, il confronto tra il controllo tramite sinusoide ideale (curva e pallini rossi) nel condotto cilindrico (A+ = 14.3 e Reτ = 169) con i dati numerici ricavati da QRV09 (interpolati per κx = 1.69 in modo da avere corrispondenza in termini di κ+ x ) e rappresentati dalla curva blu. L'andamento della curva R(ω) è molto simile per le due geometrie in esame. L'unica dierenza visibile è rappresentata dal fatto che nel usso nel condotto cilindrico è possibile raggiungere una massima riduzione di resistenza maggiore rispetto al caso del canale piano e si ha un minor incremento di resistenza. Oltre agli eetti della diversa geometria questa discrepanza tra i risultati può essere imputabile anche alla dierenza tra numero di Reynolds del usso di riferimento e alle diverse ampiezze delle onde utilizzate. Nel complesso però si può confermare la considerazione fatta precedentemente: le onde viaggianti sembrano funzionare meglio nel canale piano piuttosto che in un condotto cilindrico però, in quest'ultimo caso, ci sono condizioni per cui esse riescono a portare alla completa rilaminarizzazione del usso, cosa che non si è vista nello studio eettuato nel canale piano. Sempre in Figura 5.26 si può osservare che nel condotto cilindrico c'è una regione molto ridotta di incremento di resistenza caratterizzata da un massimo incremento pari a −0.8% mentre nel canale piano si arriva a −6.8%. Lo studio prosegue vericando come varia la riduzione di resistenza in funzione dell'ampiezza dell'onda imposta. I primi risultati parziali ottenuti sono proposti in Figura 5.29 per un'onda caratterizzata da ω = 0.03 e κx = 0.628 e indicati con la curva e i cerchi rossi. Il confronto è, ancora una volta, con il caso piano: per un'onda caratterizzata da ω = 0.16 e κx = 1.66 i dati sono estrapolati dalla Figura 3.3 (a) e riproposti qui in blu . Si può notare che, anche per il caso cilindrico, la riduzione di resistenza ottenibile aumenta all'aumentare dell'ampiezza A. Inoltre, per tutte le ampiezze no ad ora considerate la curva corrispondente al condotto cilindrico rimane sempre sopra a quella nel canale. Questo può essere dovuto ai diversi parametri dell'onda imposta nei due casi. E' interessante però notare che alcune delle onde analizzate portano ad una quasi laminarizzazione del usso (in particolare quella per A+ = 10), è possibile quindi che, applicando un controllo con un'ampiezza superiore, si arrivi a completa rilaminarizzazione del usso. Si propone, in Figura 5.30, anche la variazione del risparmio netto di ener- 84 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico Figura 5.29: Riduzione di resistenza percentuale R funzione dell'ampiezza dell'onda A per ω = 0.03 e κx = 0.628,. Confronto tra condotto cilindrico (curva e cerchi rossi) e canale piano (curva e quadrati blu). Figura 5.30: Risparmio netto di energia percentuale S in funzione dell'ampiezza dell'onda A per ω = 0.03 e κx = 0.628,. Confronto tra condotto cilindrico (curva e cerchi rossi) e canale piano (curva e quadrati blu). 5.5. Riduzione di resistenza 85 gia S in funzione dell'ampiezza dell'onda applicata. Anche in questo caso, con la curva blu sono rappresentati i dati per il canale piano estrapolati dalla Figura 3.3 (b). Come si è evidenziato analizzando il graco in Figura 5.27, le onde applicate alla geometria cilindrica raggiungono valori di S superiori al caso piano con un massimo di risparmio di energia S ≈ 30%. Interessante sarà vericare come si comporta il parametro in esame per ampiezze superiori. 86 Capitolo 5. Onde viaggianti in un condotto cilindrico Capitolo 6 Conclusioni e sviluppi futuri In questa tesi si è condotto, per la prima volta, uno studio DNS per un usso turbolento in un condotto cilindrico a cui è applicata la tecnica di controllo tramite onde di velocità trasversale che variano nel tempo e sono modulate nella direzione longitudinale, le onde viaggianti. L'idea di partenza era quella di vericare numericamente se l'onda sinusoidale ideale discretizzata spazialmente ed applicata come controllo portasse ai risultati ottenuti sperimentalmente in [1]. I risultati ottenuti sono particolarmente interessanti, infatti, come descritto in 5.1, per il caso di sinusoide discretizzata con s = 3, si è ottenuto un andamento della riduzione di resistenza R(ω + ), molto simile a quello ottenuto sperimentalmente (come si può vedere in Figura 5.3). Si è inoltre valutato l'eetto della discretizzazione procedendo con una serie di simulazioni per un'approssimazione con s = 6 (Figura 5.2); la migliore approssimazione riduce la dierenza dei risultati da quelli del caso di onda ideale, riducendo le oscillazioni dovute alla discretizzazione (Figura 5.4). Si è inoltre colta la possibilità di studiare le onde viaggianti ideali nel condotto cilindrico a Reτ = 200 (per confronto con QRV09). I primi risultati ottenuti sono raccolti in 5.5 ed evidenziano alcune importanti caratteristiche di questo controllo applicato alla geometria cilindrica. Se infatti per la maggior parte dei valori di frequenze (positive e negative) le onde viaggianti (A+ = 12) funzionano meglio nel canale piano, non è così quando si raggiunge la zona di massima riduzione di resistenza dove, nel condotto cilindrico, si ottiene addirittura una completa rilaminarizzazione del usso (R ≈ 70%). Inoltre anche la zona di incremento di resistenza è sensibilmente ridotta nella geometria cilindrica rispetto al caso piano (Figura 5.26). Molto importante è anche il risultato ottenuto in termini di risparmio netto di energia S sempre per un'onda caratterizzata da A+ = 12. Infatti, dove si ha la massima riduzione di resistenza si ottiene anche il massimo 87 88 Capitolo 6. Conclusioni e sviluppi futuri valore per S positivo che risulta molto maggiore rispetto al caso piano. In particolare, per l'onda che porta a completa laminarizzazione, si ottiene un valore mai raggiunto prima e pari a S = 60%. In generale comunque per tutte le onde caratterizzate da un S > 0 nel caso cilindrico tale valore è sempre molto superiore a quello trovato nel caso piano (Figura 5.27). La bontà di questo controllo applicato alla geometria cilindrica è evidenziata anche dalle Figure 5.29 e 5.30 dove si mostra come variano rispettivamente R e S in funzione dell'ampiezza dell'onda applicata. In entrambi i graci si vede che nella geometria cilindrica le onde viaggianti sono potenzialmente più ecienti rispetto alle stesse applicate nel canale, soprattutto in termini di risparmio netto di energia. Sviluppi futuri Considerando i risultati preliminari ottenuti e appena riassunti, sarebbe interessante portare avanti lo studio inziato con questa tesi per diversi motivi: innanzi tutto in questa prima fase non si è ancora trovato la condizione di ottimo anche in termini di ampiezza dell'onda applicata, infatti potrebbe accadere di trovare un'onda di ampiezza minore che porti a valori di R simili a quelli ottenuti per A+ = 12 ma con S superiori. Inoltre, visto che questo rappresenta il primo studio DNS per le onde viaggianti nel cilindro sarebbe interessante vericare come queste si comportano anche per un confronto completo con i risultati di QRV09 nel canale piano. Inne la geometria cilindrica è sicuramente più utilizzata nella pratica e una comprensione di questa tecnica in tale geometria può essere anche interessante ai ni di un suo eventuale utilizzo pratico. Un altro spunto per proseguire il lavoro qui inziato è quello che porta ad implementare il controllo non più a portata costante ma piuttosto a potenza in ingresso costante (CPI: Constant Power Input ), questo tipo di strategia, introdotta in [12], sembra infatti essere ottimale per vericare l'ecacia di una tecnica di controllo come quella che utilizza le onde viaggianti. Appendice A Formato dei le Parametri della simulazione Per impostare i parametri della simulazione si utilizza un le di ingresso denominato cyl.in. In esso sono contenuti nell'ordine: nx, nz, ny: radiali; numero di modi assiali e azimutali e numero di punti α0 : numero d'onda fondamentale in direzione assiale; htcoef : Re: meanowx o meanpx: u_conv: cmax t_max: parametro che incide sulla spaziatura in direzione radiale, se impostato a 1 la griglia è equispaziata. numero di Reynolds; usso medio in direzione assiale ( Q/(2π) ) o gradiente di pressione assiale; velocità di convezione; o deltat: si impone il numero c massimo della simulazione oppure il passo di avanzamento temporale; tempo nale della simulazione; dt_eld: corrente; intervallo di tempo dopo il quale si scrive il campo di velocità time_from_restart: restart_le: variabile booleana per far ripartire la simulazione dall'istante di tempo del campo di velocità in ingresso; campo di moto utilizzato come condizione iniziale. Se non specicato viene assunto un campo iniziale laminare. 89 90 Capitolo A. Formato dei file Parametri condizioni al contorno Mediante l'utilizzo del le parameters_wave.in si possono impostare i dati in ingresso per la condizione al contorno. In particolare in questo le sono presenti le seguenti quantità: A: ampiezza della condizione al contorno; A_f : omega: pulsazione della condizione al contorno; nm_x: modo longitudinale che si va a forzare; nm_z: modo azimutale che si va a forzare; delta: ampiezza forzate (se denita); lunghezza di inuenza della forzante (se denita). veld.dat Ad ogni dt_eld viene salvato un campo di moto veld*.dat. Esso è composto da due parti. La prima comprende un'intestazione di 1024 byte in formato ASCII dove sono riportati alcune quantità presenti nel le cyl.in : nx , nz , ny , α0 , htcoef, Re, meanowx, u_conv. A queste si aggiunge l'istante di tempo a cui tale campo è stato scritto. La seconda parte del le è binaria che contiene nell'ordine: i punti della griglia spaziale in direzione radiale; il campo di velocità scritto per gli indici radiali, assiali e azimutali. Runtime.dat Durante la simulazione, ad ogni timestep viene scritta una riga del le Runtime.dat dove sono raccolte alcune quantità importanti del usso: time a cui viene scritto il le, du/dy|n è la derivata della velocità nella direzione radiale calcolato a parete, umean + uconv la somma di velocità media e di convezione, f lowx la portata in direzione longitudinale, energy l'energia nel usso, CF L il numero c ad ogni passo, ∆t l'incremento temporale utilizzato ad ogni passo. Esso è strutturato come segue in Tabella A.1: 91 time ∂u | ∂y n umean + uconv f lowx energy CF L ∆t 0 2 1 0 0 0.24 0.1 0.1 1.99999851 1 0.25 6.1194188948e-05 0.763944 0.1 0.2 1.99999906 1 0.25 0.000103768256719 0.764566 0.1 0.3 1.99999925 1 0.25 0.000136234237928 0.765041 0.1 Tabella A.1: Struttura del le Runtime.dat 92 Capitolo A. Formato dei file Bibliograa [1] F. Auteri, A. Baron, M. Belan, G. Campanardi, and M. Quadrio. Experimental assessment of drag reduction by traveling waves in a turbulent pipe ow. Phys. Fluids, 22(11):115103/14, 2010. [2] K. Avila, D. Moxey, A. de Lozar, M. Avila, D. Barkley, and B. Hof. The onset of turbulence in pipe ow. Science, 333:192 196, 2011. [3] A. Baron and M. Quadrio. Turbulent drag reduction by spanwise wall oscillations. Appl. Sci. Res., 55:311326, 1996. [4] P. Bradshaw and N.S. Pontikos. Measurements in the turbulent boundary layer on an `innite' swept wing. J. Fluid Mech., 159:105130, 1985. [5] J.-I. Choi, C.-X. Xu, and H. J. Sung. Drag reduction by spanwise wall oscillation in wall-bounded turbulent ows. AIAA J., 40(5):842850, 2002. [6] K-S. Choi, J.R. DeBisschop, and B.R. Clayton. Turbulent boundarylayer control by means of spanwise-wall oscillation. AIAA J., 36(7):1157 1162, 1998. [7] K-S. Choi and M. Graham. 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