L`alfabetizzazione linguistica

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L`alfabetizzazione linguistica
Con Janet abbiamo fatto così
Secondaria di primo grado
alunni stranieri
alfabetizzazione interessi degli alunni
inclusione
musica
Alfabetizzazione
linguistica:
un esempio di inclusione
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Fabrizio Amato
Istituto comprensivo «M. Montessori», Alcamo (TP)
Introduzione
È ormai da diversi anni che la scuola italiana
accoglie, in numeri sempre più crescenti, allievi
provenienti da luoghi geograficamente e culturalmente lontani dall’Italia, rappresentando un luogo
di incontro e allo stesso tempo di scontro con la
nostra società.
Diversamente dal loro primo arrivo nel nostro
Paese di alcuni anni fa, adesso molti dei nostri studenti stranieri sono di seconda generazione, nati
in Italia da genitori immigrati, e spesso imparano
la lingua italiana risentendo delle cadenze dialettali
delle svariate realtà linguistiche regionali, segno
di una più o meno avvenuta integrazione. Recentemente si è manifestata la partenza di alcune di
queste famiglie per il nord Europa e gli Stati Uniti
d’America, a causa della crisi economica di cui anche
l’Italia sta enormemente soffrendo.
Non mancano le preoccupazioni per la grande
concentrazione di alunni stranieri in singole scuole, classi e territori, che rischia di creare ambienti
ghettizzanti e un’immagine svalutante degli istituti
scolastici.
La scuola è chiamata ad affrontare queste realtà, spesso estremamente problematiche, facendo
ricorso ad aiuti esterni come la collaborazione del
Comune, di figure professionali quali i mediatori
linguistico-culturali, delle associazioni di volontariato e anche di insegnanti ormai in pensione.
Purtroppo la scuola è a volte l’unica istituzione che
le famiglie straniere vedono e con la quale dialogano;
non vedono il Comune, perché lo identificano con
i vigili e la burocrazia, e i servizi sociali sono spesso
vissuti come una minaccia più che come una reale
possibilità di aiuto. Per il ruolo che le viene attribuito, quindi, la scuola deve coltivare il rapporto
di fiducia che le famiglie riversano su di essa. Quasi
sempre è l’alunno a svolgere la funzione di trait
d’union con la famiglia, perché conosce l’italiano
meglio dei genitori. Spesso, tuttavia, le scuole non
sono ben attrezzate per favorire l’inserimento degli
alunni stranieri (o di origine straniera), poiché
mancano i fondi per eventuali pacchetti di ore che
gli stessi docenti in servizio nella scuola dedicano
a corsi di alfabetizzazione alla lingua italiana come
lingua seconda.
Agli interventi di alfabetizzazione linguistica si
accompagna di frequente un processo di accoglienza
affettiva, volto a superare le barriere che immancabilmente si ergono tra i ragazzi immigrati e gli
autoctoni, talvolta da entrambe le parti. Accogliamo
nelle nostre aule ragazzi che arrivano da Paesi anche
estremamente lontani, dopo aver affrontato un
viaggio lungo e spesso pericoloso, avendo lasciato i
loro affetti più cari, i loro amici, la loro casa, la loro
DdA – Difficoltà di Apprendimento e Didattica Inclusiva
Edizioni Centro Studi Erickson (TN) – ISSN 2283-3188
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Vol. 4, n. 1, ottobre 2016
(pp. 5-15)
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scuola. Lo shock dell’arrivo e le difficoltà di ambientamento sono indubbiamente comprensibili; il
rifiuto di entrare in classi che sembrano inospitali e
le difficoltà di comprensione linguistica e culturale
si rivelano fin da subito ostacoli che inizialmente
possono sembrare insormontabili.
La recente normativa (DM 27/12/2012 e CM
8 del 06/03/2013) ha definito i ragazzi stranieri,
sia di prima sia di seconda generazione, alunni
«BES», ovvero studenti con Bisogni Educativi
Speciali, inseriti in un’unica grande categoria in
cui sono annoverati anche gli alunni con le problematiche più disparate: DSA (Disturbi Specifici di
Apprendimento: dislessia, disgrafia, disortografia
e discalculia), ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) e ogni disabilità certificata ai
sensi della legge n. 104/1992. Si tratta pur sempre
di ragazzi che, come evidenzia Annalisa Giustini,
«vivono ai margini dei processi di socializzazione e
apprendimento in quanto la scuola non riesce a far
fronte al loro disagio, svantaggio o disadattamento»
(Giustini, 2004, p. 10).
Dunque, occorre chiedersi: come procedere?
Ancora una volta l’appello si rivolge alla sensibilità,
disponibilità e responsabilità dei singoli docenti,
già oberati da situazioni didattiche sempre più
complesse, con gli esigui mezzi a loro disposizione.
Lessico di base utile nella vita
scolastica quotidiana
Al fine di favorire il primo inserimento degli
alunni stranieri nel nuovo ambiente scolastico è
fondamentale lavorare sull’acquisizione del lessico
relativo a tutto ciò che riguarda la vita quotidiana
all’interno dell’aula e della scuola nel suo complesso: gli ambienti dell’edificio scolastico, le materie
d’insegnamento, gli oggetti scolastici, cibi e bevande presenti in mensa. Successivamente, le attività
incentrate sul lessico possono allargarsi arrivando a
comprendere la realtà circostante: la casa, i luoghi
pubblici, l’orientamento spazio-temporale (schede
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didattiche su tali ambiti semantici sono facilmente
reperibili sia in libri di lingua italiana per alunni
stranieri sia in rete).
Nelle quotidiane attività scolastiche dei nostri
alunni che si apprestano a imparare la lingua italiana, costretti dalle più disparate necessità che li
hanno portati in un Paese straniero (guerre, crisi
economiche, prospettive di un futuro migliore), è
fondamentale considerare «la necessità della lingua
come strumento indispensabile all’integrazione
in Italia. Una lingua che oltrepassi il limite della
sopravvivenza per favorire la comunicazione, l’espressione dei propri desideri, necessità, sentimenti
anche se inizialmente in modo semplice» (Comunità
di Sant’Egidio, 2008, p. 3).
Di seguito sono presentate due attività didattiche
di italiano svolte con Janet (nome di fantasia per ovvi
motivi di riservatezza), una ragazzina tredicenne
proveniente dal Ghana, inserita al suo primo arrivo
in Italia in una classe di primo anno della scuola
secondaria di primo grado. La prima attività è stata
inserita nell’ambito del corso di alfabetizzazione
alla lingua italiana tenuto il pomeriggio in orario
extracurricolare, la seconda è stata una prova di
comprensione scritta effettuata in classe durante le
ore di italiano.
Mi sono occupato dell’alfabetizzazione linguistica e affettiva della ragazza in qualità di docente
di sostegno della classe, in cui è presente un alunno con disabilità certificata ai sensi della legge n.
104/1992, ribadendo la funzione di insegnante
dell’intera classe del docente specializzato per le
attività di sostegno, il quale può e deve occuparsi
non solo dell’alunno disabile ma anche di tutti
gli altri alunni della classe. La differenza di età,
seppure di pochi anni, ha rappresentato subito uno
scoglio per la socializzazione con le compagne e i
compagni più piccoli, rispetto ai quali era vistosa
la maturità della ragazza che a casa già accudiva
le sorelle e i fratelli più piccoli ed era esperta dei
lavori domestici dell’ordinaria quotidianità familiare. Provenendo dal Ghana, Janet aveva una
buona padronanza della lingua inglese orale e una
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Alfabetizzazione linguistica: un esempio di inclusione
Con Janet abbiamo fatto così
significativa propensione al canto, in particolare
di brani religiosi. Inizialmente, la lingua inglese è
stata usata per le prime interazioni con i compagni e gli insegnanti e come lingua veicolare per lo
studio dell’italiano come lingua seconda.
L’approccio musicale
Data l’importanza di andare incontro ai bisogni
e agli interessi degli alunni, che possono diventare
un punto di inizio su cui costruire percorsi didattici,
avendo notato la passione della ragazza per il canto,
ho pensato di sfruttare la musica per facilitare l’apprendimento della lingua italiana incrementandone
la motivazione. Sempre nell’ottica di sfruttare gli
interessi dell’alunna, le ho fatto scegliere una canzone in auge tra i ragazzi che avrebbe potuto essere
quindi uno strumento di socializzazione oltre che
puramente linguistico.
Janet ha scelto una canzone di Cesare Cremonini e Lorenzo Jovanotti, che allora spopolava tra
i giovanissimi, dal titolo Mondo. Una volta selezionata la canzone, il primo passo è stato quello
di vedere il video con il testo sul canale YouTube,
risorsa tecnologica che si rivela di grande utilità
nella didattica quotidiana per l’intera classe dove
sono presenti numerosi alunni in difficoltà. Al
primo ascolto della canzone è seguita un’attività di
ricerca su internet (attraverso il motore di ricerca
Google immagini) delle immagini relative ai termini presenti nel testo della canzone per favorire
da un lato la comprensione linguistica, facendo
leva sull’ausilio del linguaggio iconico, e dall’altro
un’espansione lessicale dell’italiano L2. Janet ha
cercato le immagini relative alle parole «mondo»,
«gatto, «vagabondo», «fragola», «bosco», «città»,
«nebbia», «delfino» e «mare». Dopo aver trovato
le immagini, le ha stampate, ritagliate e incollate
negli appositi spazi di una tabella predisposta ad
hoc (si veda la scheda 1 in fondo a questo articolo).
Proprio perché la letto-scrittura attraverso l’uso del
pc risulta sicuramente più motivante per gli alunni,
Secondaria di primo grado
quando Janet mi chiedeva il significato di alcune
parole che non conosceva (come «pillole», «muro»,
«ristrutturare», «Inghilterra»), l’ho invitata a cercare
le immagini corrispondenti su internet anziché nel
dizionario, strumento molto complesso da utilizzare
rispetto alla rapida e immediata ricerca digitale.
Dopo avere visto tante volte il video che permette di ascoltare la canzone leggendone contemporaneamente il testo, ho proposto un cloze test con
il solo ascolto della canzone, dal quale avevo tolto
alcune parole che ero sicuro che l’alunna sarebbe
stata in grado di riconoscere («strade», «siamo»,
«casa», «canto»), affinché il compito non risultasse
troppo difficile e frustrante, e altre più complesse
per non appiattire troppo il livello e quindi far
scemare l’attenzione e l’interesse («posto», «sorge»,
«irregolare»), stimolando in tal modo la zona di
sviluppo prossimale studiata da Vygotskij (1954).
Ad esempio, per la seconda strofa:
Uomini persi per le _______________ , donne vendute a basso costo
Figli cresciuti in una notte come le fragole in un bosco
Più li guardo, più li _______________ più li ascolto
Più mi convincono che il tarlo della vita è il nostro orgoglio
Ma questo è il _______________ che mi piace si chiama mondo…
sì questo è il _______________ che mi piace…
I primi versi del testo della canzone contengono
già numerosi esempi di espressioni linguistiche utili
all’apprendimento della nostra allieva, soprattutto
ai fini comunicativi con i compagni e con i nuovi
insegnanti per una prima socializzazione (il verbo
«chiamarsi», gli ausiliari «essere» e «avere» che
rappresentano le prime strutture linguistiche da
cui cominciare un percorso di alfabetizzazione alla
lingua italiana come L2). L’alunna non ha capito il
significato di alcune parole più complesse laddove
la ricerca delle immagini su internet non si era rivelata proficua («tarlo», «misericordia», «orgoglio»),
ma poiché tali difficoltà lessicali non inficiavano
la comprensione globale del testo, ho preferito
tralasciare momentaneamente la spiegazione del
loro significato.
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Janet ha affrontato le attività proposte con molto
interesse, ha sfruttato la canzone come esercizio di
pronuncia della nuova lingua e le attività didattiche
successive, incentrate sul lessico e sulle strutture
linguistiche presenti nel testo, sono state accolte con
entusiasmo proprio perché avevano come punto di
riferimento la canzone da lei scelta.
La comprensione scritta
Le attività di alfabetizzazione svolte il pomeriggio hanno permesso un maggiore coinvolgimento
della nuova alunna durante le attività curricolari al
mattino in classe con i compagni. La seconda attività
ha riguardato la comprensione scritta della favola La
formica e la mosca di Fedro, argomento affrontato in
classe. La prova A (scheda 2) era quella predisposta
per la classe di alunni italiani, mentre la prova B
(scheda 3) era quella personalizzata per Janet. La
prova B è il frutto di una semplificazione del testo
di partenza (quello destinato all’intera classe) e le
attività di comprensione scritta sono state ridotte
e differenziate per andare incontro ai bisogni e alle
difficoltà della nostra alunna straniera.
Al fine di permettere a Janet di svolgere la prova
di comprensione scritta proposta ai suoi compagni,
e sentirsi così parte di un gruppo, il testo della
favola di Fedro è stato adattato sostituendo le parole più ricercate con termini di uso più comune
(«misurarti» è stato sostituito con «gareggiare»,
«sto assisa» con «mi poso», «matrone» con «spose»,
«morire intirizzita» con «morire di freddo»), le
frasi sono state ridotte di lunghezza e semplificate
nella struttura essenziale soggetto – verbo – complemento (l’espressione «chi di loro valesse di
più» è stata sostituita da «chi tra le due fosse più
Il processo di semplificazione e
adattamento della prova ha riguardato
non solo il testo di partenza ma anche
la tipologia delle prove di comprensione.
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Vol. 4, n. 1, ottobre 2016
importante dell’altra», «ho rintuzzato come si deve
la tua arroganza» è stata semplificata in «ho dato
la giusta risposta alla tua presunzione»). Inoltre,
per favorire ulteriormente la comprensione, il
testo è stato suddiviso in tre parti, graficamente
separate tra di loro (situazione iniziale – vicenda
– situazione finale), poiché semplici accorgimenti
grafici possono contribuire a snellire il testo e di
conseguenza ad alleggerirne la lettura.
Naturalmente, il processo di semplificazione e
adattamento della prova ha riguardato non solo il
testo di partenza ma anche la tipologia delle prove
di comprensione. Dopo aver letto la prova silenziosamente (ma la ragazza straniera poteva chiedere
all’insegnante di leggere il testo per intero o in parte,
poiché andava comunque considerata la sua situazione personale), sono state proposte delle domande
aperte per verificare la comprensione globale del
testo; la tipologia di domande a risposta aperta, che
prevede anche la produzione scritta delle risposte, è
stata sostituita con le risposte a scelta multipla alle
stesse domande della prova A per mettere l’alunna
straniera nella condizione di poter dimostrare di
avere compreso il testo senza incorrere negli errori
ortografici o sintattici che la risposta aperta avrebbe
potuto causare. Successivamente era richiesto di
decidere se determinate affermazioni fossero vere o
false: mentre gli alunni italiani erano tenuti anche
a correggere quelle false, Janet è stata dispensata da
quest’ultima richiesta.
A questo punto, dopo aver dimostrato la comprensione del testo, si è passati alla produzione scritta della descrizione dei due personaggi della favola;
per questa parte della verifica è stata data a Janet
la possibilità di disegnarli, anziché descriverli per
iscritto, rivelandosi il linguaggio iconico molto utile
in questa fase dell’apprendimento di una lingua straniera. Infine, per concludere la produzione scritta,
agli alunni italiani è stato richiesto di riassumere il
testo, prova che oltre alla produzione scritta richiede
anche la capacità di sintesi; non essendo alla portata
di Janet, le è stato chiesto di lavorare sull’organizzazione temporale riordinando le sequenze della storia,
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Alfabetizzazione linguistica: un esempio di inclusione
Con Janet abbiamo fatto così
fornite in ordine sparso, inserendo il numero nella
casella corrispondente. Oggetto della valutazione,
sia per gli alunni italiani sia per quella straniera, è
stata la comprensione del brano, ma mentre per gli
alunni italiani è stata valutata anche la correttezza
ortografica delle risposte, nel caso di Janet questo
aspetto è stato tralasciato, considerando più urgente
la comprensione del testo. L’alunna ha svolto la
prova con impegno, senza incontrare particolari
difficoltà e, soprattutto, è stata gratificata dal fatto
di aver lavorato sul testo riconducibile a quello
destinato alla classe, incrementando l’autostima e
la fiducia nelle proprie capacità.
Conclusioni
Concludendo, potremmo provare a fare un
bilancio chiedendoci quali risultati abbia avuto
finora la didattica dell’italiano come lingua seconda rivolta agli alunni stranieri inseriti nella
scuola secondaria di primo grado, quali siano i
materiali didattici da usare, le strategie da adottare, ecc. Possiamo trovare una risposta a questi
quesiti nell’esperienza diretta fatta sul campo dai
singoli docenti, pur con le loro difficoltà e gli scarsi
strumenti a disposizione. I recenti tragici eventi di
cronaca relativi all’esodo del popolo siriano, l’arrivo di barconi sulle coste meridionali del nostro
Paese colmi di persone che hanno utilizzato tutte le
loro ricchezze per pagare un viaggio che spesso si è
rivelato anche l’ultimo, sono tutti avvenimenti che
l’Italia e l’Europa non hanno gestito adeguatamente. Questi grandi eventi di risonanza internazionale
si riversano nelle singole piccole realtà scolastiche,
dove i docenti sono chiamati, ancora una volta, ad
affrontare situazioni estremamente problematiche
facendo leva sulle loro già magre risorse, riuscendo
Secondaria di primo grado
a ottenere risultati positivi grazie alla sensibilità
e alla professionalità con cui svolgono il proprio
lavoro che, tra i numerosi obiettivi, comprende
anche l’inclusione degli alunni stranieri.
Sarebbe quindi necessario che la scuola avesse
come obiettivo ultimo la speranza che la classe che
accoglie ragazzi stranieri non diventi un «nonluogo»
(come sostiene Canevaro, ricorrendo all’espressione
usata da Marc Augé), ovvero un luogo transitorio
con caratteri alienanti che non si identifica né con il
luogo di partenza né con quello dell’arrivo definitivo,
come si verifica nel caso dei «centri per gli immigrati,
con l’accoglienza coatta di persone che hanno delle
vite migranti e non hanno le carte in regola, che non
hanno la possibilità di essere considerati cittadini di
una nuova situazione e neanche più cittadini della
vecchia situazione. Vivono in nonluoghi. Non hanno
diritti esigibili» (Canevaro, 2013 p. 116).
Bibliografia
Canevaro A. (2013), Scuola inclusiva e mondo più giusto,
Trento, Erickson.
Caon F. e Rutka S. (2004), La lingua in gioco, Perugia,
Guerra Edizioni.
Comunità di S. Egidio (2008), L’italiano per amico,
Brescia, La Scuola.
De Beni R. et al. (2003), Nuova guida alla comprensione
del testo. Volume 3, Trento, Erickson.
Giustini A. (2004), Narrativa facile, Trento, Erickson.
Giustini A. e Scataglini C. (1998), Adattamento dei libri
di testo, Trento, Erickson.
Pinto Minerva F. (1990), L’intercultura, Bari, Laterza.
Rizzo G. e Ziglio L. (2008), Espresso. Corso di italiano,
Firenze, Alma Edizioni.
Vygotskij L. (1954), Pensiero e linguaggio, Firenze,
Giunti-Barbera.
Zordan R. (2007), Detto e fatto per alunni stranieri,
Milano, Fabbri Editori.
Amato F. (2016), Alfabetizzazione linguistica: un esempio di inclusione, «Difficoltà di Apprendimento
e Didattica Inclusiva», vol. 4, n. 1, pp. 5-15, doi: 10.14605/DADI411601
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© 2016, Amato, Difficoltà di Apprendimento e Didattica Inclusiva, vol. 4, n. 1, Erickson
SCHEDA 1
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MONDO
GATTO
VAGABONDO
FRAGOLA
BOSCO
CITTÀ
NEBBIA
DELFINO
MARE
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SCHEDA 2
La formica e la mosca1 (prova A)
La formica e la mosca discutevano accanitamente il problema chi di loro valesse di più. La
mosca così cominciò per prima: «Come puoi misurarti con i miei meriti? Sono di casa fra
gli altari, percorro da cima a fondo tutti i templi dove si fanno sacrifici, assaggio per prima
le viscere destinate agli dèi. Sto assisa sulla testa del re quando mi garba e colgo al volo i
casti baci delle matrone. Non faccio la minima fatica, eppure godo delle cose migliori. Quali
privilegi simili a questi ti toccano, o villanella?». «È un bel vanto, certo, partecipare al convito
degli dèi, ma per chi è invitato, non per chi è sgradito. Frequenti gli altari: va bene, ma ti
cacciano via appena arrivi. Tiri in ballo re e baci di matrone; così, per giunta, ostenti ciò che
un senso di discrezione dovrebbe nascondere. Non ti affatichi neppure un poco: ecco perché,
in caso di bisogno, non hai nulla. Io, mentre faccio puntigliosamente provvista di grano per
l’inverno, ti vedo lungo i muri intenta a mangiare rifiuti; durante l’estate mi provochi; quando
le giornate sono più corte, stai zitta. I freddi ti costringono a morire intirizzita, mentre mi
accoglie sana e salva una casa provvista di tutto. Ora basta: ho rintuzzato come si deve la
tua arroganza.» Una favoletta di questo genere distingue tra loro i caratteri degli uomini: di
quelli che si adornano di falsi meriti e di quelli le cui doti eccellenti offrono un sostanziale
motivo di orgoglio.
1. Rispondi alle seguenti domande.
Chi sono i personaggi della favola?
____________________________________________________________________
Per quale motivo i personaggi discutono?
____________________________________________________________________
Quali privilegi crede di avere la mosca?
____________________________________________________________________
Qual è il finale della favola?
____________________________________________________________________
Qual è l’insegnamento della favola?
____________________________________________________________________
1
Testo tratto da Annalisa Giustini (2004), Narrativa facile, Trento, Erickson.
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SCHEDA 2
2. Decidi se le seguenti affermazioni sono vere o false e correggi quelle false.
V
F
1. La mosca e la formica sono amiche.
2. La mosca crede di avere doti migliori della formica.
3. La mosca è fastidiosa.
4. La formica raccoglie il grano per l’inverno.
5. La mosca risponde alla presunzione della formica.
Correzioni:
____________________________________________________________________
____________________________________________________________________
____________________________________________________________________
____________________________________________________________________
____________________________________________________________________
3. Descrivi i personaggi della favola.
La mosca
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____________________________________________________________________
____________________________________________________________________
____________________________________________________________________
La formica
____________________________________________________________________
____________________________________________________________________
____________________________________________________________________
____________________________________________________________________
4. Racconta la storia seguendo la giusta sequenza degli eventi.
Situazione iniziale
____________________________________________________________________
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SCHEDA 2
____________________________________________________________________
____________________________________________________________________
Vicenda
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____________________________________________________________________
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____________________________________________________________________
____________________________________________________________________
Situazione finale
____________________________________________________________________
____________________________________________________________________
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SCHEDA 3
La formica e la mosca (prova B)1
Situazione iniziale
La formica e la mosca discutevano fra loro. Il motivo della loro discussione era chi tra le
due fosse più importante dell’altra.
Vicenda
La mosca iniziò la discussione dicendo alla formica: «Come puoi pensare di gareggiare con
me? Le mie azioni sono degne di importanza e di lode. Infatti mi poso sugli altari, volo in
lungo e in largo nei templi, mi poso sulla testa dei re e volando sfioro i baci delle spose. Mi
godo cose assai piacevoli senza alcuna fatica». Poi la mosca domandò alla formica: «E tu,
di quali privilegi godi?». La formica rispose: «Certo che può vantarsi chi frequenta templi e
re, ma chi li frequenta invitato, non chi è sgradito e viene subito scacciato. È vero, non ti
affatichi, ma in caso di bisogno, non hai nulla. Io mi impegno ogni giorno a procurarmi il
grano per l’inverno e ti vedo mangiare rifiuti. Quando arriva il freddo io ho il cibo e una casa
calda in cui ripararmi, tu muori di freddo. Ho dato la giusta risposta alla tua presunzione».
Situazione finale
Questa favola evidenzia due diversi caratteri: quello di chi si vanta di meriti che non ha e
quello di chi ha grandi doti, ma agisce con modestia e può essere orgoglioso delle sue azioni.
1. Rispondi alle domande scegliendo la risposta giusta.
1. Chi sono i personaggi della favola?
❍ La cicala e la formica
❍ La formica e la mosca
❍ Il cane e il gatto
2. Per quale motivo i personaggi discutono?
❍ Perché la mosca si crede più bella della formica
❍ Perché sono amiche
❍ Perché la mosca si crede più importante della formica
3. Quali privilegi crede di avere la mosca?
❍ Va sugli altari e nei templi
❍ È bella e ricca
❍ È famosa
4. Qual è il finale della favola?
❍ La formica accetta la superiorità della mosca
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Testo tratto da Annalisa Giustini (2004), Narrativa facile, Trento, Erickson.
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SCHEDA 3
❍ La formica dà la giusta risposta alla presunzione della mosca
❍ La formica e la mosca si prendono a botte
5. Qual è l’insegnamento della favola?
❍ Bisogna vantarsi per i meriti che non si hanno
❍ Bisogna essere orgogliosi di ciò che si sa fare
❍ Bisogna offendere chi non è bravo
2. Decidi se le seguenti affermazioni sono vere o false.
V
F
1. La mosca e la formica sono amiche.
2. La mosca crede di avere doti migliori della formica.
3. La mosca è fastidiosa.
4. La formica raccoglie il grano per l’inverno.
5. La mosca risponde alla presunzione della formica.
3. Disegna i personaggi della favola.
LA FORMICA
LA MOSCA
4. Riordina la favola numerando le sequenze.
La mosca dice di avere grandi privilegi: frequenta altari, templi e re.
La formica e la mosca discutono: la mosca crede di essere più importante della formica.
La formica lavora molto: raccoglie il grano per mangiarlo d’inverno.
La formica riconosce che è vero, ma è anche vero che la mosca viene scacciata da
tutti perché è fastidiosa.
La formica ha dato una lezione alla mosca presuntuosa.
D’inverno la formica sta al caldo nella sua casa con tanto cibo. La mosca, invece,
muore di fame e di freddo.
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