L`alfabetizzazione linguistica
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L`alfabetizzazione linguistica
Con Janet abbiamo fatto così Secondaria di primo grado alunni stranieri alfabetizzazione interessi degli alunni inclusione musica Alfabetizzazione linguistica: un esempio di inclusione ■ Fabrizio Amato Istituto comprensivo «M. Montessori», Alcamo (TP) Introduzione È ormai da diversi anni che la scuola italiana accoglie, in numeri sempre più crescenti, allievi provenienti da luoghi geograficamente e culturalmente lontani dall’Italia, rappresentando un luogo di incontro e allo stesso tempo di scontro con la nostra società. Diversamente dal loro primo arrivo nel nostro Paese di alcuni anni fa, adesso molti dei nostri studenti stranieri sono di seconda generazione, nati in Italia da genitori immigrati, e spesso imparano la lingua italiana risentendo delle cadenze dialettali delle svariate realtà linguistiche regionali, segno di una più o meno avvenuta integrazione. Recentemente si è manifestata la partenza di alcune di queste famiglie per il nord Europa e gli Stati Uniti d’America, a causa della crisi economica di cui anche l’Italia sta enormemente soffrendo. Non mancano le preoccupazioni per la grande concentrazione di alunni stranieri in singole scuole, classi e territori, che rischia di creare ambienti ghettizzanti e un’immagine svalutante degli istituti scolastici. La scuola è chiamata ad affrontare queste realtà, spesso estremamente problematiche, facendo ricorso ad aiuti esterni come la collaborazione del Comune, di figure professionali quali i mediatori linguistico-culturali, delle associazioni di volontariato e anche di insegnanti ormai in pensione. Purtroppo la scuola è a volte l’unica istituzione che le famiglie straniere vedono e con la quale dialogano; non vedono il Comune, perché lo identificano con i vigili e la burocrazia, e i servizi sociali sono spesso vissuti come una minaccia più che come una reale possibilità di aiuto. Per il ruolo che le viene attribuito, quindi, la scuola deve coltivare il rapporto di fiducia che le famiglie riversano su di essa. Quasi sempre è l’alunno a svolgere la funzione di trait d’union con la famiglia, perché conosce l’italiano meglio dei genitori. Spesso, tuttavia, le scuole non sono ben attrezzate per favorire l’inserimento degli alunni stranieri (o di origine straniera), poiché mancano i fondi per eventuali pacchetti di ore che gli stessi docenti in servizio nella scuola dedicano a corsi di alfabetizzazione alla lingua italiana come lingua seconda. Agli interventi di alfabetizzazione linguistica si accompagna di frequente un processo di accoglienza affettiva, volto a superare le barriere che immancabilmente si ergono tra i ragazzi immigrati e gli autoctoni, talvolta da entrambe le parti. Accogliamo nelle nostre aule ragazzi che arrivano da Paesi anche estremamente lontani, dopo aver affrontato un viaggio lungo e spesso pericoloso, avendo lasciato i loro affetti più cari, i loro amici, la loro casa, la loro DdA – Difficoltà di Apprendimento e Didattica Inclusiva Edizioni Centro Studi Erickson (TN) – ISSN 2283-3188 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati Vol. 4, n. 1, ottobre 2016 (pp. 5-15) DdA – Difficoltà di Apprendimento e Didattica Inclusiva scuola. Lo shock dell’arrivo e le difficoltà di ambientamento sono indubbiamente comprensibili; il rifiuto di entrare in classi che sembrano inospitali e le difficoltà di comprensione linguistica e culturale si rivelano fin da subito ostacoli che inizialmente possono sembrare insormontabili. La recente normativa (DM 27/12/2012 e CM 8 del 06/03/2013) ha definito i ragazzi stranieri, sia di prima sia di seconda generazione, alunni «BES», ovvero studenti con Bisogni Educativi Speciali, inseriti in un’unica grande categoria in cui sono annoverati anche gli alunni con le problematiche più disparate: DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento: dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia), ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) e ogni disabilità certificata ai sensi della legge n. 104/1992. Si tratta pur sempre di ragazzi che, come evidenzia Annalisa Giustini, «vivono ai margini dei processi di socializzazione e apprendimento in quanto la scuola non riesce a far fronte al loro disagio, svantaggio o disadattamento» (Giustini, 2004, p. 10). Dunque, occorre chiedersi: come procedere? Ancora una volta l’appello si rivolge alla sensibilità, disponibilità e responsabilità dei singoli docenti, già oberati da situazioni didattiche sempre più complesse, con gli esigui mezzi a loro disposizione. Lessico di base utile nella vita scolastica quotidiana Al fine di favorire il primo inserimento degli alunni stranieri nel nuovo ambiente scolastico è fondamentale lavorare sull’acquisizione del lessico relativo a tutto ciò che riguarda la vita quotidiana all’interno dell’aula e della scuola nel suo complesso: gli ambienti dell’edificio scolastico, le materie d’insegnamento, gli oggetti scolastici, cibi e bevande presenti in mensa. Successivamente, le attività incentrate sul lessico possono allargarsi arrivando a comprendere la realtà circostante: la casa, i luoghi pubblici, l’orientamento spazio-temporale (schede Vol. 4, n. 1, ottobre 2016 didattiche su tali ambiti semantici sono facilmente reperibili sia in libri di lingua italiana per alunni stranieri sia in rete). Nelle quotidiane attività scolastiche dei nostri alunni che si apprestano a imparare la lingua italiana, costretti dalle più disparate necessità che li hanno portati in un Paese straniero (guerre, crisi economiche, prospettive di un futuro migliore), è fondamentale considerare «la necessità della lingua come strumento indispensabile all’integrazione in Italia. Una lingua che oltrepassi il limite della sopravvivenza per favorire la comunicazione, l’espressione dei propri desideri, necessità, sentimenti anche se inizialmente in modo semplice» (Comunità di Sant’Egidio, 2008, p. 3). Di seguito sono presentate due attività didattiche di italiano svolte con Janet (nome di fantasia per ovvi motivi di riservatezza), una ragazzina tredicenne proveniente dal Ghana, inserita al suo primo arrivo in Italia in una classe di primo anno della scuola secondaria di primo grado. La prima attività è stata inserita nell’ambito del corso di alfabetizzazione alla lingua italiana tenuto il pomeriggio in orario extracurricolare, la seconda è stata una prova di comprensione scritta effettuata in classe durante le ore di italiano. Mi sono occupato dell’alfabetizzazione linguistica e affettiva della ragazza in qualità di docente di sostegno della classe, in cui è presente un alunno con disabilità certificata ai sensi della legge n. 104/1992, ribadendo la funzione di insegnante dell’intera classe del docente specializzato per le attività di sostegno, il quale può e deve occuparsi non solo dell’alunno disabile ma anche di tutti gli altri alunni della classe. La differenza di età, seppure di pochi anni, ha rappresentato subito uno scoglio per la socializzazione con le compagne e i compagni più piccoli, rispetto ai quali era vistosa la maturità della ragazza che a casa già accudiva le sorelle e i fratelli più piccoli ed era esperta dei lavori domestici dell’ordinaria quotidianità familiare. Provenendo dal Ghana, Janet aveva una buona padronanza della lingua inglese orale e una 6 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati Alfabetizzazione linguistica: un esempio di inclusione Con Janet abbiamo fatto così significativa propensione al canto, in particolare di brani religiosi. Inizialmente, la lingua inglese è stata usata per le prime interazioni con i compagni e gli insegnanti e come lingua veicolare per lo studio dell’italiano come lingua seconda. L’approccio musicale Data l’importanza di andare incontro ai bisogni e agli interessi degli alunni, che possono diventare un punto di inizio su cui costruire percorsi didattici, avendo notato la passione della ragazza per il canto, ho pensato di sfruttare la musica per facilitare l’apprendimento della lingua italiana incrementandone la motivazione. Sempre nell’ottica di sfruttare gli interessi dell’alunna, le ho fatto scegliere una canzone in auge tra i ragazzi che avrebbe potuto essere quindi uno strumento di socializzazione oltre che puramente linguistico. Janet ha scelto una canzone di Cesare Cremonini e Lorenzo Jovanotti, che allora spopolava tra i giovanissimi, dal titolo Mondo. Una volta selezionata la canzone, il primo passo è stato quello di vedere il video con il testo sul canale YouTube, risorsa tecnologica che si rivela di grande utilità nella didattica quotidiana per l’intera classe dove sono presenti numerosi alunni in difficoltà. Al primo ascolto della canzone è seguita un’attività di ricerca su internet (attraverso il motore di ricerca Google immagini) delle immagini relative ai termini presenti nel testo della canzone per favorire da un lato la comprensione linguistica, facendo leva sull’ausilio del linguaggio iconico, e dall’altro un’espansione lessicale dell’italiano L2. Janet ha cercato le immagini relative alle parole «mondo», «gatto, «vagabondo», «fragola», «bosco», «città», «nebbia», «delfino» e «mare». Dopo aver trovato le immagini, le ha stampate, ritagliate e incollate negli appositi spazi di una tabella predisposta ad hoc (si veda la scheda 1 in fondo a questo articolo). Proprio perché la letto-scrittura attraverso l’uso del pc risulta sicuramente più motivante per gli alunni, Secondaria di primo grado quando Janet mi chiedeva il significato di alcune parole che non conosceva (come «pillole», «muro», «ristrutturare», «Inghilterra»), l’ho invitata a cercare le immagini corrispondenti su internet anziché nel dizionario, strumento molto complesso da utilizzare rispetto alla rapida e immediata ricerca digitale. Dopo avere visto tante volte il video che permette di ascoltare la canzone leggendone contemporaneamente il testo, ho proposto un cloze test con il solo ascolto della canzone, dal quale avevo tolto alcune parole che ero sicuro che l’alunna sarebbe stata in grado di riconoscere («strade», «siamo», «casa», «canto»), affinché il compito non risultasse troppo difficile e frustrante, e altre più complesse per non appiattire troppo il livello e quindi far scemare l’attenzione e l’interesse («posto», «sorge», «irregolare»), stimolando in tal modo la zona di sviluppo prossimale studiata da Vygotskij (1954). Ad esempio, per la seconda strofa: Uomini persi per le _______________ , donne vendute a basso costo Figli cresciuti in una notte come le fragole in un bosco Più li guardo, più li _______________ più li ascolto Più mi convincono che il tarlo della vita è il nostro orgoglio Ma questo è il _______________ che mi piace si chiama mondo… sì questo è il _______________ che mi piace… I primi versi del testo della canzone contengono già numerosi esempi di espressioni linguistiche utili all’apprendimento della nostra allieva, soprattutto ai fini comunicativi con i compagni e con i nuovi insegnanti per una prima socializzazione (il verbo «chiamarsi», gli ausiliari «essere» e «avere» che rappresentano le prime strutture linguistiche da cui cominciare un percorso di alfabetizzazione alla lingua italiana come L2). L’alunna non ha capito il significato di alcune parole più complesse laddove la ricerca delle immagini su internet non si era rivelata proficua («tarlo», «misericordia», «orgoglio»), ma poiché tali difficoltà lessicali non inficiavano la comprensione globale del testo, ho preferito tralasciare momentaneamente la spiegazione del loro significato. 7 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati DdA – Difficoltà di Apprendimento e Didattica Inclusiva Janet ha affrontato le attività proposte con molto interesse, ha sfruttato la canzone come esercizio di pronuncia della nuova lingua e le attività didattiche successive, incentrate sul lessico e sulle strutture linguistiche presenti nel testo, sono state accolte con entusiasmo proprio perché avevano come punto di riferimento la canzone da lei scelta. La comprensione scritta Le attività di alfabetizzazione svolte il pomeriggio hanno permesso un maggiore coinvolgimento della nuova alunna durante le attività curricolari al mattino in classe con i compagni. La seconda attività ha riguardato la comprensione scritta della favola La formica e la mosca di Fedro, argomento affrontato in classe. La prova A (scheda 2) era quella predisposta per la classe di alunni italiani, mentre la prova B (scheda 3) era quella personalizzata per Janet. La prova B è il frutto di una semplificazione del testo di partenza (quello destinato all’intera classe) e le attività di comprensione scritta sono state ridotte e differenziate per andare incontro ai bisogni e alle difficoltà della nostra alunna straniera. Al fine di permettere a Janet di svolgere la prova di comprensione scritta proposta ai suoi compagni, e sentirsi così parte di un gruppo, il testo della favola di Fedro è stato adattato sostituendo le parole più ricercate con termini di uso più comune («misurarti» è stato sostituito con «gareggiare», «sto assisa» con «mi poso», «matrone» con «spose», «morire intirizzita» con «morire di freddo»), le frasi sono state ridotte di lunghezza e semplificate nella struttura essenziale soggetto – verbo – complemento (l’espressione «chi di loro valesse di più» è stata sostituita da «chi tra le due fosse più Il processo di semplificazione e adattamento della prova ha riguardato non solo il testo di partenza ma anche la tipologia delle prove di comprensione. ■ Vol. 4, n. 1, ottobre 2016 importante dell’altra», «ho rintuzzato come si deve la tua arroganza» è stata semplificata in «ho dato la giusta risposta alla tua presunzione»). Inoltre, per favorire ulteriormente la comprensione, il testo è stato suddiviso in tre parti, graficamente separate tra di loro (situazione iniziale – vicenda – situazione finale), poiché semplici accorgimenti grafici possono contribuire a snellire il testo e di conseguenza ad alleggerirne la lettura. Naturalmente, il processo di semplificazione e adattamento della prova ha riguardato non solo il testo di partenza ma anche la tipologia delle prove di comprensione. Dopo aver letto la prova silenziosamente (ma la ragazza straniera poteva chiedere all’insegnante di leggere il testo per intero o in parte, poiché andava comunque considerata la sua situazione personale), sono state proposte delle domande aperte per verificare la comprensione globale del testo; la tipologia di domande a risposta aperta, che prevede anche la produzione scritta delle risposte, è stata sostituita con le risposte a scelta multipla alle stesse domande della prova A per mettere l’alunna straniera nella condizione di poter dimostrare di avere compreso il testo senza incorrere negli errori ortografici o sintattici che la risposta aperta avrebbe potuto causare. Successivamente era richiesto di decidere se determinate affermazioni fossero vere o false: mentre gli alunni italiani erano tenuti anche a correggere quelle false, Janet è stata dispensata da quest’ultima richiesta. A questo punto, dopo aver dimostrato la comprensione del testo, si è passati alla produzione scritta della descrizione dei due personaggi della favola; per questa parte della verifica è stata data a Janet la possibilità di disegnarli, anziché descriverli per iscritto, rivelandosi il linguaggio iconico molto utile in questa fase dell’apprendimento di una lingua straniera. Infine, per concludere la produzione scritta, agli alunni italiani è stato richiesto di riassumere il testo, prova che oltre alla produzione scritta richiede anche la capacità di sintesi; non essendo alla portata di Janet, le è stato chiesto di lavorare sull’organizzazione temporale riordinando le sequenze della storia, 8 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati Alfabetizzazione linguistica: un esempio di inclusione Con Janet abbiamo fatto così fornite in ordine sparso, inserendo il numero nella casella corrispondente. Oggetto della valutazione, sia per gli alunni italiani sia per quella straniera, è stata la comprensione del brano, ma mentre per gli alunni italiani è stata valutata anche la correttezza ortografica delle risposte, nel caso di Janet questo aspetto è stato tralasciato, considerando più urgente la comprensione del testo. L’alunna ha svolto la prova con impegno, senza incontrare particolari difficoltà e, soprattutto, è stata gratificata dal fatto di aver lavorato sul testo riconducibile a quello destinato alla classe, incrementando l’autostima e la fiducia nelle proprie capacità. Conclusioni Concludendo, potremmo provare a fare un bilancio chiedendoci quali risultati abbia avuto finora la didattica dell’italiano come lingua seconda rivolta agli alunni stranieri inseriti nella scuola secondaria di primo grado, quali siano i materiali didattici da usare, le strategie da adottare, ecc. Possiamo trovare una risposta a questi quesiti nell’esperienza diretta fatta sul campo dai singoli docenti, pur con le loro difficoltà e gli scarsi strumenti a disposizione. I recenti tragici eventi di cronaca relativi all’esodo del popolo siriano, l’arrivo di barconi sulle coste meridionali del nostro Paese colmi di persone che hanno utilizzato tutte le loro ricchezze per pagare un viaggio che spesso si è rivelato anche l’ultimo, sono tutti avvenimenti che l’Italia e l’Europa non hanno gestito adeguatamente. Questi grandi eventi di risonanza internazionale si riversano nelle singole piccole realtà scolastiche, dove i docenti sono chiamati, ancora una volta, ad affrontare situazioni estremamente problematiche facendo leva sulle loro già magre risorse, riuscendo Secondaria di primo grado a ottenere risultati positivi grazie alla sensibilità e alla professionalità con cui svolgono il proprio lavoro che, tra i numerosi obiettivi, comprende anche l’inclusione degli alunni stranieri. Sarebbe quindi necessario che la scuola avesse come obiettivo ultimo la speranza che la classe che accoglie ragazzi stranieri non diventi un «nonluogo» (come sostiene Canevaro, ricorrendo all’espressione usata da Marc Augé), ovvero un luogo transitorio con caratteri alienanti che non si identifica né con il luogo di partenza né con quello dell’arrivo definitivo, come si verifica nel caso dei «centri per gli immigrati, con l’accoglienza coatta di persone che hanno delle vite migranti e non hanno le carte in regola, che non hanno la possibilità di essere considerati cittadini di una nuova situazione e neanche più cittadini della vecchia situazione. Vivono in nonluoghi. Non hanno diritti esigibili» (Canevaro, 2013 p. 116). Bibliografia Canevaro A. (2013), Scuola inclusiva e mondo più giusto, Trento, Erickson. Caon F. e Rutka S. (2004), La lingua in gioco, Perugia, Guerra Edizioni. Comunità di S. Egidio (2008), L’italiano per amico, Brescia, La Scuola. De Beni R. et al. (2003), Nuova guida alla comprensione del testo. Volume 3, Trento, Erickson. Giustini A. (2004), Narrativa facile, Trento, Erickson. Giustini A. e Scataglini C. (1998), Adattamento dei libri di testo, Trento, Erickson. Pinto Minerva F. (1990), L’intercultura, Bari, Laterza. Rizzo G. e Ziglio L. (2008), Espresso. Corso di italiano, Firenze, Alma Edizioni. Vygotskij L. (1954), Pensiero e linguaggio, Firenze, Giunti-Barbera. Zordan R. (2007), Detto e fatto per alunni stranieri, Milano, Fabbri Editori. Amato F. (2016), Alfabetizzazione linguistica: un esempio di inclusione, «Difficoltà di Apprendimento e Didattica Inclusiva», vol. 4, n. 1, pp. 5-15, doi: 10.14605/DADI411601 9 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati © 2016, Amato, Difficoltà di Apprendimento e Didattica Inclusiva, vol. 4, n. 1, Erickson SCHEDA 1 Cerca, copia e incolla Cerca in Google le immagini delle seguenti parole e incollale al posto giusto. MONDO GATTO VAGABONDO FRAGOLA BOSCO CITTÀ NEBBIA DELFINO MARE 10 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati © 2016, Amato, Difficoltà di Apprendimento e Didattica Inclusiva, vol. 4, n. 1, Erickson SCHEDA 2 La formica e la mosca1 (prova A) La formica e la mosca discutevano accanitamente il problema chi di loro valesse di più. La mosca così cominciò per prima: «Come puoi misurarti con i miei meriti? Sono di casa fra gli altari, percorro da cima a fondo tutti i templi dove si fanno sacrifici, assaggio per prima le viscere destinate agli dèi. Sto assisa sulla testa del re quando mi garba e colgo al volo i casti baci delle matrone. Non faccio la minima fatica, eppure godo delle cose migliori. Quali privilegi simili a questi ti toccano, o villanella?». «È un bel vanto, certo, partecipare al convito degli dèi, ma per chi è invitato, non per chi è sgradito. Frequenti gli altari: va bene, ma ti cacciano via appena arrivi. Tiri in ballo re e baci di matrone; così, per giunta, ostenti ciò che un senso di discrezione dovrebbe nascondere. Non ti affatichi neppure un poco: ecco perché, in caso di bisogno, non hai nulla. Io, mentre faccio puntigliosamente provvista di grano per l’inverno, ti vedo lungo i muri intenta a mangiare rifiuti; durante l’estate mi provochi; quando le giornate sono più corte, stai zitta. I freddi ti costringono a morire intirizzita, mentre mi accoglie sana e salva una casa provvista di tutto. Ora basta: ho rintuzzato come si deve la tua arroganza.» Una favoletta di questo genere distingue tra loro i caratteri degli uomini: di quelli che si adornano di falsi meriti e di quelli le cui doti eccellenti offrono un sostanziale motivo di orgoglio. 1. Rispondi alle seguenti domande. Chi sono i personaggi della favola? ____________________________________________________________________ Per quale motivo i personaggi discutono? ____________________________________________________________________ Quali privilegi crede di avere la mosca? ____________________________________________________________________ Qual è il finale della favola? ____________________________________________________________________ Qual è l’insegnamento della favola? ____________________________________________________________________ 1 Testo tratto da Annalisa Giustini (2004), Narrativa facile, Trento, Erickson. 11 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati © 2016, Amato, Difficoltà di Apprendimento e Didattica Inclusiva, vol. 4, n. 1, Erickson SCHEDA 2 2. Decidi se le seguenti affermazioni sono vere o false e correggi quelle false. V F 1. La mosca e la formica sono amiche. 2. La mosca crede di avere doti migliori della formica. 3. La mosca è fastidiosa. 4. La formica raccoglie il grano per l’inverno. 5. La mosca risponde alla presunzione della formica. Correzioni: ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ 3. Descrivi i personaggi della favola. La mosca ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ La formica ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ 4. Racconta la storia seguendo la giusta sequenza degli eventi. Situazione iniziale ____________________________________________________________________ 12 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati © 2016, Amato, Difficoltà di Apprendimento e Didattica Inclusiva, vol. 4, n. 1, Erickson SCHEDA 2 ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ Vicenda ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ Situazione finale ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ 13 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati © 2016, Amato, Difficoltà di Apprendimento e Didattica Inclusiva, vol. 4, n. 1, Erickson SCHEDA 3 La formica e la mosca (prova B)1 Situazione iniziale La formica e la mosca discutevano fra loro. Il motivo della loro discussione era chi tra le due fosse più importante dell’altra. Vicenda La mosca iniziò la discussione dicendo alla formica: «Come puoi pensare di gareggiare con me? Le mie azioni sono degne di importanza e di lode. Infatti mi poso sugli altari, volo in lungo e in largo nei templi, mi poso sulla testa dei re e volando sfioro i baci delle spose. Mi godo cose assai piacevoli senza alcuna fatica». Poi la mosca domandò alla formica: «E tu, di quali privilegi godi?». La formica rispose: «Certo che può vantarsi chi frequenta templi e re, ma chi li frequenta invitato, non chi è sgradito e viene subito scacciato. È vero, non ti affatichi, ma in caso di bisogno, non hai nulla. Io mi impegno ogni giorno a procurarmi il grano per l’inverno e ti vedo mangiare rifiuti. Quando arriva il freddo io ho il cibo e una casa calda in cui ripararmi, tu muori di freddo. Ho dato la giusta risposta alla tua presunzione». Situazione finale Questa favola evidenzia due diversi caratteri: quello di chi si vanta di meriti che non ha e quello di chi ha grandi doti, ma agisce con modestia e può essere orgoglioso delle sue azioni. 1. Rispondi alle domande scegliendo la risposta giusta. 1. Chi sono i personaggi della favola? ❍ La cicala e la formica ❍ La formica e la mosca ❍ Il cane e il gatto 2. Per quale motivo i personaggi discutono? ❍ Perché la mosca si crede più bella della formica ❍ Perché sono amiche ❍ Perché la mosca si crede più importante della formica 3. Quali privilegi crede di avere la mosca? ❍ Va sugli altari e nei templi ❍ È bella e ricca ❍ È famosa 4. Qual è il finale della favola? ❍ La formica accetta la superiorità della mosca 1 Testo tratto da Annalisa Giustini (2004), Narrativa facile, Trento, Erickson. 14 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati © 2016, Amato, Difficoltà di Apprendimento e Didattica Inclusiva, vol. 4, n. 1, Erickson SCHEDA 3 ❍ La formica dà la giusta risposta alla presunzione della mosca ❍ La formica e la mosca si prendono a botte 5. Qual è l’insegnamento della favola? ❍ Bisogna vantarsi per i meriti che non si hanno ❍ Bisogna essere orgogliosi di ciò che si sa fare ❍ Bisogna offendere chi non è bravo 2. Decidi se le seguenti affermazioni sono vere o false. V F 1. La mosca e la formica sono amiche. 2. La mosca crede di avere doti migliori della formica. 3. La mosca è fastidiosa. 4. La formica raccoglie il grano per l’inverno. 5. La mosca risponde alla presunzione della formica. 3. Disegna i personaggi della favola. LA FORMICA LA MOSCA 4. Riordina la favola numerando le sequenze. La mosca dice di avere grandi privilegi: frequenta altari, templi e re. La formica e la mosca discutono: la mosca crede di essere più importante della formica. La formica lavora molto: raccoglie il grano per mangiarlo d’inverno. La formica riconosce che è vero, ma è anche vero che la mosca viene scacciata da tutti perché è fastidiosa. La formica ha dato una lezione alla mosca presuntuosa. D’inverno la formica sta al caldo nella sua casa con tanto cibo. La mosca, invece, muore di fame e di freddo. 15 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati