Sardegna Grande Guerra - Istituto Compresivo Gonnesa
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Sardegna Grande Guerra - Istituto Compresivo Gonnesa
I STI TUTO CO MP R E NSI VO G O NNESA 3 ^A E 3 ^B Gonnesa, 10 giugno 2015 La Sardegna e la Grande Guerra Notizie di rilievo: L’alimentazione del soldato Eroi della Brigata Sassari Disagi e proteste dei soldati La Sardegna ai primi del Novecento I primi quindici anni del Novecento furono molto duri per la Sardegna: nel 1913 l’isola fu costretta ad affrontare una grave emergenza idrica che devastò le campagne e provocò la morte di migliaia di capi di bestiame. A questa prima catastrofe si aggiunsero, nel 1914, la filossera, le cavallette e la crisi del settore minerario, anche a causa della chiusura del mercato belga. Nel Sulcis, nel giro di pochi mesi furono licenziati circa 6000 operai, per la maggior parte del Comune di Iglesias. Nei primi mesi del 1915 l’intera isola fu attraversata da un’ imponente ondata di manifestazioni popolari di protesta, che provocarono alcuni morti e diversi feriti. Preoccupate da questi problemi le masse popolari sarde non si interessarono quasi per nulla nè della crisi, nè della scelta tra intervento e neutralità. L’ esercito dei sardi: laBrigata Sassari Nell’esercito italiano, durante la grande guerra, numerosi soldati sardi combatterono a fianco di uomini originari di altre terre italiane. Nelle truppe alpine i reggimenti mettevano insieme uomini che provenivano dalla stessa area; nel 1915 anche la Sardegna decise di applicare un criterio analogo, dando vita al 151° fanteria di Sinnai, e al 152° reggimento di fanteria di Tempio Pausania, riuniti a formare la cosiddetta Brigata Sassari che comprendeva solo soldati sardi . Organizzata nell’ Aprile del 1914, la Brigata fu comandata dal generale Luigi Calderari , e schierata sul fronte Isonzo tra il 13 e il 21 maggio. Il 25 Luglio affrontò la sua prima vera battaglia, in un’estate che costò 2000 vite umane. Altri 3000 uomini furono perduti tra il 5 Giugno e il 10 Settembre 1916, nell’ attacco di monte Zebio . Numerosi giornalisti del tempo parlavano dei soldati entusiasti della guerra determinati a raggiungere la vittoria, ispirati dalla patria e dalla nazione. Nella foto a lato una cartolina della Brigata Sassari, autentica, della collezione privata di Antonio Ariu, di Iglesias. Pagina 2 Diceva Napoleone che un’ armata marcia sul proprio stomaco Curiosa caccia ai ratti, “bottino” di guerra. Diceva Napoleone che un’ armata marcia sul proprio stomaco. Inizialmente il problema dell'alimentazione non apparve in tutta la sua gravità. Ma, con la chiusura del Bosforo,gli alimenti vennero a mancare;l'Italia si ritrovò a dipendere sempre più dai prestiti e dal grano inglesi. Le quantità esistenti erano inadeguate: sei-sette milioni di quintali; quindi, già dal primo inverno di guerra, si dovette affrontare il problema. I soldati italiani entrarono in guerra equipaggiati con la gavetta del 1872, in seguito modificata,fabbricata e della località. Dopo Caporetto, gli italiani chiesero più grano agli alleati , ma ora si poneva il dilemma: attraverso la marina mercantile far arrivare carbone o grano? Comunque nel giugno 1918 la razione fu aumentata da 3067 a 3580 calorie, per sorreggere lo spirito dei combattenti . Oggetti della collezione privata di Antonio Ariu / cucinieri siI cucini Mestolo in latta o lamiera. Il rancio era trasportato fino alle gavette della retrovia mediante le casse di cottura, che contenevano le marmitte con 2530 razioni ognuna. Nella retrovia si consumava la razione territoriale con meno calorie ,mentre al fronte veniva distribuita la razione normale e quella invernale di guerra. Esisteva anche una razione di riserva composta da 400 gr di galletta e 220 gr. di bue in conserva. La razione cambiò nel tempo a seconda della disponibilità di viveri Pagina 3 Un diciottenne, l’ultimo caduto: Alberto Riva Villasanta Scappato dalla casa di Cagliari a diciassette anni, si fa arruolare e sembra ancora più piccolo infagottato con pantaloni e maniche rimboccate. Giunge al fronte dopo la ritirata sul Piave, ma rimane poco tempo sulle montagne perché, dopo un corso di allievi ufficiali presso la 3^ Armata, era stato nominato tenente dei bersaglieri classificato al primo posto. Nell’agosto del 1918 partecipa alla conquista dell’isoletta Caserta sul Piave, giungendovi a nuoto alle luci dell’alba con pochi soldati, tra gli spruzzi d’acqua levati dalle mitraglie che li avevano scoperti ancora in mezzo al fiume. La medaglia d’argento al V.M. legittima la discendenza ideale di questo ragazzo, che apparteneva ad una famiglia sarda in cui l’amor di patria era tradizione: il nonno era caduto al Adua da Tenente degli Alpini; il padre Maggiore Giovanni fu ucciso in battaglia nel Trentino nel 1916; un fratello, Tenente dei bersaglieri, fu ferito, decorato al valore e promosso per merito di guerra; tre cugini morirono tutti per la patria. Lui stesso morirà in battaglia il 4 novembre 1918 a pochi minuti dall’armistizio. Didascalia dell'immagine o della fotografia Disagi e proteste dei soldati Emilio Lussu, autore del celebre libro “Un anno sull’altipiano”, pone l’accento sul ruolo dell’alcool, considerato da tutti come lo strumento necessario per sopportare lo stress dell’assalto e del combattimento. I soldati infatti erano consapevoli di quanto fosse folle e criminale la strategia delle spallate (ondate umane) adottata dal generale Cadorna e condivisa dagli altri comandanti italiani. Di conseguenza, tra i reparti della Brigata vi furono non solo episodi di energica protesta, dovuta anche al fatto che i superiori non concessero la possibilità di riposare nelle retrovie dopo un lungo turno, ma si diffuse anche una nuova coscienza politica. Emilio Lussu nella foto di lato. Valorosi sardi della Brigata Sassari Sardus Fontana Alfredo Graziani: nasce a Nasce a Iglesias il 22 febbraio 1889. Cavaliere dell`ordine della Corona d`Italia dal 1892, secondo le memorie familiari aveva ricevuto l`ambita onorificenza per aver parlato in un`occasione ufficiale davanti al re a nome di tutti i sindaci d`Italia. Tempio Pausania nel 1892. Il 21 agosto1915 sul Carso guidò un’azione di grande difficoltà. Comandando 30 soldati, lasciò le proprie linee, tra Bosco Lancia e Bosco Triangolare (continua nella pagina seguente). Alfredo Graziani Istituto Comprensivo Gonnesa Via Dettori, 10 09010 Gonnesa Tel.: 0781/45018 www.comprensivogonnesa.it E-mail: [email protected] Organizzazione 1 I Valorosi sardi della Brigata Sassari Guidando i suoi uomini nella trincea austriaca ottenne l’occupazione del trincerato nemico, il cosidetto «Trincerone Zeta»; Per tale azione gli fu conferita la sola medaglia di bronzo al valore militare. Camillo Bellieni (foto di lato): nacque a Sassari. Fu interventista e partecipò con il grado di tenente al primo conflitto mondiale nelle file della Brigata Sassari. Fu il principale animatore all’annessione del movimento fascista. Credeva all’idea del riscatto morale e sociale della Sardegna.Voleva creare un’alternativa politica e militare per la nostra regione. I fratelli Massimiliano e Mario Crobu, combattenti nella Brigata Sassari, e morti poco più che ventenni a distanza di due giorni l’uno dall’altro: Massimiliano muore il 26 agosto 1917, Mario Il 28 agosto 1917 a Bauvar. E’ stato Didascalia dell'immagine o della fotografia loro intitolato un ospedale pediatrico a Iglesias. Sono sepolti nel cimitero monumentale di Iglesias in un unico loculo, come si può vedere nella foto. Carruccio Amsicora Il 6 maggio 1916 richiamato sotto le armi, abbandonò la scuola Mineraria di Iglesias nel 1915. Frequentò il corso accelerato di Allievo Ufficiale presso la scuola Militare di Modena. Conseguita la nomina di sottotenente fu inviato al fronte, dove cadde il 6 maggio 1916. Il Consiglio di Perfezionamento della Scuola Mineraria, con speciale deliberazione del 24 luglio 1920 concedette alla sua memoria il “ Diploma di perito minerario ad honorem”