Giugno - Ricordando il Trio Lescano

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Giugno - Ricordando il Trio Lescano
http://www.trio-lescano.it/
Notizie
Giugno 2009
Sono vietati l’uso e la riproduzione di testi e immagini
presenti in questo documento senza un’esplicita autorizzazione del Curatore.
1° Giugno 2009
◙ Il nostro collaboratore Aldo possiede, nella sua ben fornita collezione, che tutti noi
gli invidiamo, due dischi Parlophon piuttosto rari (GP 92451 e GP 93031), che hanno
una particolarità. In due delle quattro canzoni che contengono, precisamente in La
danza che fai tu e Cappuccetto rosso, si ode un trio di voci femminili che
accompagna i cantanti solisti. Aldo, basandosi sulle caratteristiche e anche
sull’eccellente qualità di tali voci, suggerisce che potrebbe trattarsi delle Lescano,
anche se le etichette dei dischi in questione non le menzionano affatto. Né i loro nomi
compaiono nei cataloghi discografici dell’epoca:
In realtà non è facile, basandosi solo sull’ascolto delle due incisioni, decidere se
queste debbano essere incluse nella Discografia del Trio Lescano. A questo punto ci
sembra opportuno ascoltare il parere di quanti vorranno intervenire – specie se
intenditori – nel dibattito: abbiamo perciò selezionato le sequenze più significative
delle due incisioni ed è sulla base di queste che ognuno deciderà per il sì o per il no
circa la presenza in esse del Trio Lescano, sia pure in incognito.
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Il testo di Cappuccetto Rosso dal «Canzoniere della Radio, n. 7, p. 2.
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◙ Ieri, domenica 31 Maggio, il canale IRIS-Cinema e dintorni della televisione
digitale terrestre[ http://www.iris.mediaset.it/ ] ha trasmesso alle 5 e un quarto del
mattino (!) un film italo-tedesco del 1942, Tre ragazze viennesi [Drei tolle Mädels],
di nostro interesse perché le Lescano vi hanno partecipato. Non essendo noi attrezzati
per farlo, abbiamo incaricato una persona di fiducia di registrare il film, in modo da
poterlo esaminare con comodo e verificare quale ruolo vi abbiano effettivamente
avuto le nostre tre cantanti. Nei prossimi giorni contiamo di essere più precisi.
Carola Höhn (1910-2005), interprete principale
del film Tre ragazze viennesi (1942).
◙ Riceviamo da Massimo Baldino, animatore del sito Il Discobolo, la seguente mail:
«Cari amici,
ho saputo delle incredibili scorrettezze di cui è rimasto vittima lo splendido sito che
avete ideato. Purtroppo devo constatare che la rete è sempre più infestata da autentici
pirati.
Come avevo accennato al vostro collaboratore e mio grande amico Alessandro
Rigacci, sto proseguendo nel mio progetto di rendere fruibile solo ai soci molto del
materiale di archivio (migliaia e migliaia di brani) che con anni di paziente e
disinteressato lavoro sono riuscito a mettere insieme e a schedare.
Dunque vi informo che sto creando Radio Discobolo: se andate sul sito
www.ildiscobolo.net vedrete che stiamo provando un sistema diverso da quello che
useremo tra qualche mese.
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Naturalmente a quel punto sposteremo il tutto su pagine protette in modo che possano
ascoltare il servizio solo i soci del club. Il costo per l’attivazione della password per
ascoltare la radio è di 50 euro annuali, ma con 75 si possono pure ascoltare tutte le
canzoni contenute nel sito: per intero e a propria scelta (quasi diecimila).
Vi prego di divulgare la cosa a più gente possibile: più soci aderiscono e più
riusciamo a fare le cose in grande, garantendoci la sopravvivenza e magari investendo
un po’ di capitale (che non esca sempre dalle mie tasche) per fare altre cose
interessanti nel campo del salvataggio della nostra cultura musicale. Naturalmente
cerchiamo anche collaboratori in grado di aiutarci in questa impresa.... Se foste
interessati all’una o all’altra eventualità io ne sarei felicissimo.
Vi saluto con immenso affetto.
Massimo Baldino»
◙ Giovedì scorso, 28 Maggio, è andato in scena al teatro del Centro Candiani di
Mestre (Venezia) lo spettacolo Maramao - Canzoni e Storia dell’Italia anni ‘30,
creato e interpretato dai nostri amici e collaboratori Gualtiero Bertelli ed Edoardo
Pittalis. Il riferimento al repertorio del Trio Lescano è evidente fin dal titolo e perciò
questa iniziativa è di nostro primario interesse. Inoltre essa è sicuramente di pregio,
data la passione e l’indiscutibile professionalità che gli Autori mettono in tutto quello
che fanno. C’è ora da augurarsi che lo spettacolo venga replicato in altre località e
non solo del Veneto. Ecco la locandina dello spettacolo e un articolo su di esso,
apparso nel quotidiano locale, «Il Gazzettino»:
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2 Giugno 2009
◙ Sono arrivate le prime risposte al quesito che abbiamo posto ieri circa la presenza
del Trio Lescano nelle due enigmatiche incisioni di cui abbiamo proposto
un’anteprima.
♦ Francesco Nicola: «Per quanto riguarda i due brani, direi che per il primo
frammento (La danza che fai tu), sarei quasi pronto a mettere la mano sul fuoco…
Basta sentire la delicatezza del canto, e parole come "languire" pronunciate alla
maniera tipicamente "lescaniana". Per la seconda mi dispiace, ma non riesco davvero
a dare un giudizio di merito, anche se propenderei più per il no, perchè mi sembra che
le tre voci abbiano un timbro leggermente diverso. Aspetto comunque l’opinione di
orecchi più affinati dei miei!»
♦ Giacomo: « Sia io che mio nonno paterno (che è quasi centenario e suonava il
clarinetto nelle orchestre degli anni ‘30 e ‘40) abbiamo ascoltato le due canzoni che
avete proposto, e né La danza che fai tu, né Cappuccetto rosso ci sembrano cantate
dalle Sorelle Lescano, anche se i trii vocali che le hanno incise hanno fatto un ottimo
lavoro per somigliare alle olandesi».
♦ Giovanni: «La mia opininione è che non c’è nulla nei frammenti messi in rete che
possa far escludere che fossero proprio le Lescano il trio vocale in La danza che fai tu
e Cappuccetto rosso. Oltretutto trattandosi, nel primo caso, di una canzone inclusa
nella colonna sonora del film Modella di lusso (1937), si potrebbe anche spiegare il
fatto che non compaia il loro nome, il che sarebbe sicuramente un’evidenza contraria,
se si trattasse di incisioni più recenti».
♦ Paolo: «No,direi che non si tratta delle Lescano in nessuno dei due casi. Non sento
infatti la r arrotata di Giuditta...».
◙ Christian, con quella generosità che abbiamo già avuto modo di apprezzare tante
volte in passato, ci offre ora diversi spartiti originali d’annata di canzoni facenti parte
del repertorio del Trio Lescano, spartiti che vanno ad arricchire la relativa sezione del
nostro Archivio, purtroppo con le limitazioni che abbiamo dovuto segnalare
nell’Importante avvertenza. Si tratta de Il canto del bosco, La barca dei sogni, Se c’è
la luna, È scomparsa una ragazza!.. Particolarmente interessante è la retrocopertina
di quest’ultimo spartito, perché presenta una suggestiva carrellata dei maggiori
successi di Cesare Andrea Bixio (stranamente però non vi figura nessuna delle
canzoni di questo compositore napoletano rese celebri dal Trio Lescano):
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4 Giugno 2009
◙ Sono arrivati altri due autorevoli pareri a proposito dell’attribuzione di cui si è
parlato nelle Notizie del 1° Giugno scorso.
♦ Christian: «Riguardo alle due canzoni "misteriose", vi dico la mia. Ascoltando La
danza che fai tu, per me risulta evidente la presenza del nostro Trio. Lo dico perchè
sento il "mordente" caratteristico della voce di Caterinetta, che dà all’impasto un
timbro molto particolare.
Riguardo alla seconda canzone, ho qualche dubbio in più, nel senso che la pronuncia
mi pare troppo rotonda e naturale perchè io possa convincermi che siano le
olandesine.
Certo sarebbe da capire come mai non sono accreditate nelle etichette dei dischi (e
nei cataloghi). Che sia per non "oscurare" le voci principali? Mi ha molto colpito la
testimonianza della Martorana nel documentario Tulip-Time. Lei afferma che i
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cantanti dell’EIAR erano come degli impiegatini... e così venivano utilizzati. Dove
serviva, là dovevano andare. Non credo che ci fosse molto da discutere. Il fatto poi
che alcuni cantanti fossero delle "star" era, in quest’ottica, secondario (e forse
nemmeno gradito!).
Sono speculazioni, ovviamente, per cui la mia opinione vale un’altra».
♦ Max: «Reduce da un tour de force di sagre della rana fritta, del filetto di pesce gatto
panato e di una strepitosa torta fritta con spalla di S. Secondo tiepida, mi sento
chiamato in causa per dare un giudizio definitivo e inappellabile sulla attribuzione
delle due canzoni al nostro amato Trio.
Da assoluto incompetente posso solo dire che ne La danza che fai tu il Trio sembra
immediatamente riconoscibile, mentre molto più dubbia è l’attribuzione di
Cappuccetto rosso.
Questo è quanto e più non dimandare».
◙ Del pianista e compositore Enzo Ceragioli (Seravezza, 1908 - Milano, 1999)
possedevamo solo qualche foto della piena maturità, ma nessuna immagine degli anni
giovanili, quando creò (su un testo particolarmente ispirato di Marf) Accanto al
pianoforte, il capolavoro inciso nel 1942 dal Trio Lescano, con Ezio Gheri allo
strumento cui la canzone è dedicata. Ora Christian ho scovato alcune foto di quel
periodo, fra cui anche le due seguenti:
Abbiamo perciò provveduto a sostituire, nella pagina degli Autori italiani A-C la
vecchia foto con una di queste, più consona alla nostra ricerca.
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5 Giugno 2009
◙ Quasi a mo’ di chiusura dell’animata discussione sulle due canzoni di cui si è
parlato negli ultimi giorni, arriva la seguente mail di Alessandro: «Per quanto
riguarda i due brani sottoposti all’attenzione di tutti noi, posso dire che il trio
femminile che accompagna Maria Luisa Dell’Amore in Cappuccetto rosso non è
assolutamente il Trio Lescano: lo si sente benissimo e vedo che più o meno tutti
coloro che hanno risposto al quesito concordano nell’affermare che non sono loro.
Oltretutto la motivazione addotta da Christian, ovvero il fatto che il nome delle
Lescano non appaia sull’etichetta né sui cataloghi per non oscurare l’artista
principale, non mi sembra in questo appropriata, dato che la Dell’Amore non era
affatto una cantante nota. Essa era appena uscita dal Primo Concorso EIAR e a lei il
nome di "traino" delle Lescano sull’etichetta del disco avrebbe fatto al contrario
molto comodo. Per quanto riguarda La danza che fai tu, in duetto con Enzo Aita, c’è
da dire che le voci femminili assomigliano molto a quelle delle Lescano: ci sono
parecchie inflessioni che ricordano le sorelle olandesi e fanno pensare che siano
proprio loro. Tuttavia esse appaiono qui un po’ spente, ovvero prive di quel "brio"
che caratterizza ogni loro incisione. In altre parole non mi convincono del tutto.
Suggerisco quindi di inserire detta incisione tra i casi dubbi, aspettando ulteriori
prove certe e chiarificatrici».
Dalla tavola di Nico Edel, datata 1940-XVIII, Gli Artisti della Canzone
prescelti nel 1° Concorso, organizzato dall’EIAR nel 1938.
6 Giugno 2009
◙ Mario Valabrega (Torino, 1904 - 1950), è stato un autore e traduttore di testi
piuttosto
importante nell’ambito delle nostre ricerche, dato che ha firmato i testi di
ben 10 canzoni incise dal Trio Lescano. Tra queste ci è particolarmente cara Cuore
contro cuore, anche se dobbiamo confessare che le ragioni di tale predilezione sono
più che altro sentimentali, legate cioè alla sfera dei nostri più cari ricordi personali.
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Cuore contro cuore è comunque senza dubbio una bella canzone, essendo costruita su
un testo (opera, appunto di Mario Valabrega) semplice ma quanto mai garbato e una
melodia delle più accattivanti, composta da Carlo Alberto Prato in uno dei suoi
momenti di grazia. Quanto agli interpreti – Alberto Rabagliati affiancato dal Trio
Lescano – credo che sia impossibile immaginarne di più seducenti: in effetti la
canzone, cantata da loro in forma di duetto, deve essere stata uno dei punti di forza
della rivista Viva la Radio!, nella quale era incastonata. Il Discobolo ci offre
un’anteprima del brano (di cui per fortuna possediamo nel nostro Archivio
l’originale), mentre il testo a stampa lo troviamo nel «Canzoniere della Radio», n. 4,
p. 9 (da notare le piccole libertà che si prendono gli interpreti, probabilmente
improvvisate al momento dell’incisione):
Ma, per tornare a Mario Valabrega, non avevamo di lui nessuna foto: del resto anche
sulla sua vita, purtroppo assai breve come quella dell’amico e concittadino Prato,
sappiamo ben poco. Un altro dimenticato, insomma. È dunque con viva soddisfazione
che, spulciando la collezione del solito e mai abbastanza lodato «Canzoniere della
Radio», abbiamo reperito a p. 30 del n. 54, del 15 Febbraio 1943, una sua foto in
compagnia dell’attrice di varietà Anita Osella. L’immagine è di bassa qualità, a causa
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delle dimensioni ridotte e del retino troppo grande, ma in questi casi sarebbe assurdo
fare i difficili!
8 Giugno 2009
◙ Alcuni simpatizzanti ci hanno scritto, più o meno negli stessi termini, pregandoci di
aumentare il numero delle anteprime che si possono vedere dei documenti riservati ai
collaboratori. Riteniamo giusta una tale richiesta, perciò abbiamo deciso di
accontentarli, ma un po’ per volta. Non è infatti un lavoro sbrigativo predisporre delle
efficaci anteprime, specie nel caso di documenti che superino le 5 o 6 pagine nel
formato PDF, quello che abbiamo adottato per tutti i documenti da spedire come
allegati di posta elettronica. Per il momento sono visibili le anteprime di tutte le
schede biografiche realizzate da Alessandro Rigacci per i principali trii vocali
femminili, sia americani che italiani, attivi al tempo delle Lescano. Sono anche state
inserite le anteprime dei documenti su Nino Piccinelli e Pietro Vidale; inoltre,
essendo stato completamente ristrutturato il documento con tutte le copertine (meno
una) del «Canzoniere della Radio», Prima Serie, anche la relativa anteprima è stata
aggiornata.
Un altro visitatore, chiaramente animato da sentimenti poco amichevoli nei nostri
confronti, ci rimprovera al contrario per aver scelto di mostrare solo le anteprime dei
documenti più interessanti, anteprime che, per le loro riddottissime dimensioni, sono
illeggibili e inutilizzabili. Invitiamo questo signore a leggere (o rileggere) con
attenzione ciò che sta scritto in fondo al primo riquadro della Presentazione del sito.
Come tutte le anteprime, anche le nostre servono solo a dare un’idea di una certa
cosa; per avere materialmente quella cosa nella sua integralità, bisogna attenersi alle
procedute indicate di volta in volta. Nel nostro caso non si tratta di sborsare quattrini
o altro, ma solo di diventare collaboratori del sito, secondo le capacità e disponibilità
di ognuno, in piena libertà. Ribadiamo ancora una volta che chiunque collabori con
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noi ha libero accesso a tutti i documenti mostrati in anteprima nel sito, basta solo che
ce li chieda, magari con un certo senso della misura, sembrandoci decente chiedere
nella misura in cui si è dato. In altre parole, se qualcuno ci invia un paio di etichette o
un mandolino o una foto (stiamo ovviamente parlando dei relativi files e non degli
originali!) ci fa certo enormemente piacere e siamo sempre lieti di accoglierlo tra i
nostri collaboratori, ma questo non gli può dare automaticamente il diritto di ricevere
seduta stante l’intero nostro archivio, che “pesa” attualmente più di due Gb e contiene
centinaia di cartelle con migliaia e migliaia di files…
9 Giugno 2009
◙ È già possibile esaminare in anteprima nove delle biografie di cantanti che hanno
inciso col Trio Lescano. Tali biografie, realizzate da Alessandro Rigacci con la
collaborazione dello scrivente, sono state riviste da cima a fondo, aggiornate e
notevolmente aumentate rispetto a quelle pubblicate nella precedente edizione del
sito.
◙ Proseguendo nelle nostre ricerche miranti a rinverdire la memoria di tanti artisti
del tempo delle Lescano oggi ingiustamente dimenticati o comunque non ricordati
come meriterebbero, ci siamo imbattuti in qualche notizia su Felice Abriani. Poca
cosa, in verità, ma sufficiente a gettare un po’ di luce sulla figura di questo eccellente
musicista, attualmente così caduto nell’oblio che si ignorano persino i suoi dati
anagrafici essenziali. Egli era violinista (e all’occorrenza anche banjoista)
nell’orchestra di Pippo Barzizza, ma se la cavava egregiamente anche alla
fisarmonica: lo abbiamo appreso or ora sfogliando il «Canzoniere della Radio», dove,
a p. 30 del n. 56, del 15 Marzo 1943, si trova una foto che lo ritrae mente suona
questo strumento.
Felice Abriani violinista e fisarmonicista
(rispettivamente dal «Canzoniere della Radio» n. 65 e n. 56).
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La didascalia dice che Abriani faceva parte di un “quintetto ritmico caratteristico”,
composto da due chitarre (Aldo Tonini e Giuseppe Capra), due fisarmoniche
(Francesco Ferrari e per l’appunto Felice Abriani, entrambi anche arrangiatori del
complesso) e un basso (Domenico Rossi). Anche se il periodico dell’EIAR, ligio alle
direttive del Regime, non lo dice apertamente, si capisce che il quintetto era
specializzato in vivaci esecuzioni di stampo jazzistico, con abbondante spazio
riservato all’improvvisazione. E in essa il Nostro doveva senz’altro essere in grado di
rivaleggiare con Ferrari, notoriamente formidabile improvvisatore.
Abriani, oltre che polistrumentista di valore, era anche un buon compositore, anzi è
come tale che egli rientra nel nostro campo di interesse. Tre sono infatti le canzoni
che ha composto per il Trio Lescano, sempre in collaborazione, per i testi, con
l’amico Ferdinando Tettoni, alias Fouché (Milano, 1891 - Torino, 1974): Canto
hawaiano (1938), Caro Camillo (1942) e Signorina Tichettì (1942), quest’ultima
incisa con l’apporto di Ernesto Bonino nel ruolo di cantante solista. Osserviamo per
la cronaca che la stramba grafia Tichettì si incontra sull’etichetta del disco e nei
cataloghi, mentre nel testo pubblicato dal «Canzoniere della Radio» (n. 25, p. 20)
troviamo la forma Ticchetì, anch’essa scorretta, dato che in buon italiano si dice
ticchettare e ticchettio.
Il titolo della canzone nel Catalogo Cetra del 1942 e nel testo pubblicato dal
«Canzoniere della Radio».
Tutte e tre le canzoni sono carine e originali (un po’ meno, forse, la prima, composta
per seguire una voga del momento, quella dei brani ispirati alle mitiche isole dei Mari
del Sud, rese popolari da film come Gli ammutinati del Bounty, quello ovviamente
del 1935); personalmente, tuttavia, troviamo che la seconda riveli, sul piano
squisitamente musicale, dei pregi in più, esaltati dal superbo arrangiamento che
sfoggia l’Orchestra Barzizza, qui all’apice del suo splendore, malgrado la tragicità del
momento. Nell’impossibilità di far ascoltare tutto il pezzo, accontentiamoci di
assaporare l’elaborata introduzione orchestrale, che rientra nei fatidici 30 secondi
concessi dalla legge sui diritti d’Autore.
Ascolto dell’anteprima di Caro Camillo.
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Dal «Canzoniere della Radio», n. 48, p. 5.
10 Giugno 2009
◙ Christian ha recuperato le etichette del raro disco IT 1013, contenente Nebbia (lato
A) e Partire con te (lato B), entrambe interpretate da Caterinetta Lescano. Si tratta di
un’acquisizione molto importante, giacché – come forse qualcuno ricorderà –
nessuno era finora riuscito a identificare la sigla di Partire con te, introvabile nei
cataloghi d’epoca a nostra disposizione. Ora, grazie al nostro attivissimo
collaboratore, pure questa lacuna della Discografia del Trio Lescano è colmata.
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Ricordiamo che Nebbia fu pubblicato, assieme a Canto del bosco, anche nel disco
DC 4033.
◙ Paolo ci scrive: «Nelle storie musicali del passato riemerge una causa per plagio
intentata a Paolo Citorello da una non ben definita casa editrice. Il caso è negli
archivi della Columbia Law School, e un articolo esaustivo si trova in
http://bobshannon.com/stories/lazymaryback.html#.
Addirittura si fa riferimento a un testo scritto nel 1871, e viene persino scomodato
Rossini. Citorello comunque vinse la causa. Vi rimando al succitato sito per
informazioni, iconografia e audio files.
Vedendo inoltre la foto di Abriani nelle Notizie mi rendo conto che nella pagina degli
Autori italiani A-C, ove credevo ci fosse Abriani, complice un errore nella didascalia
di una foto, c’è in realtà Pietro Filanci. Si impone quindi l’aggiornamento».
Abbiamo già provveduto ad operare la sostituzione.
◙ Giovanni ci segnala che in YouTube c’è un brano intitolato Liebes kleines
Fräulein, interpretato da un trio vocale di voci femminili, le sorelle finlandesi
Geschwister Valtonen, alias Harmony Sisters [http://www.youtube.com/watch?v=i155hvOuGU&feature=channel_page ].
Vera, Maire e Raija Valtonen.
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L’incisione è tratta dal disco Telefunken A 10484, mx. 26765 (1942). Nella scheda
che accompagna il brano vi è una succinta biografia, in inglese, delle interpreti. Il
nostro collaboratore aggiunge: «In effetti le sorelle finlandesi Valtonen cantano
proprio benino. Nel pezzo che ho segnalato a 1.55 si ode per qualche secondo una
voce che sembra maschile: ‘Geschwister’ in effetti può riferirsi a un complesso solo
femminile, ma può anche significare fratelli e sorelle; non è perciò escluso che si sia
aggiunta qui la voce di qualche fratello delle Valtonen, giusto per staccare un po’...
Delle singole sorelle si trova traccia nel data base di IMDB Movies. Come Harmony
Sisters essenzialmente ci sono riferimenti in rete a un gruppo americano, vediamo
cosa scoprono i nostri segugi... Il pezzo in questione è stato pubblicato su YouTube
dal tedesco dairyman716; da segnalare anche il polacco jurek46pink, che ha una
collezione di dischi d’epoca veramente stupenda. È gentilissimo e competente, e ho
avuto con lui un proficuo scambio di idee tempo fa».
Anche a nostro parere si tratta di un trio decisamente interessante, che merita
senz’altro di essere conosciuto meglio.
◙ Francesco Nicola ci segnala che su eBay darbas45 vende, oltre a Partire con te di
cui si parla qui sopra, altri due dischi incisi dal Trio Lescano:
11 Giugno 2009
◙ Le sorelle Valtonen hanno suscitato un notevole interesse tra i nostri amici. In
parecchi ci hanno scritto e riportiamo qui solo i due messaggi più significativi.
♦ Paolo: «In effetti i siti che parlano di queste cantanti sono tutti finlandesi. Le sorelle
erano originarie di Kotka, non molto distante dal confine con la Russia: bella città, vi
ho lavorato per qualche tempo. Allego un articolo [v. Appendice] in inglese che dà
qualche informazione in più sulle Valtonen».
♦ Christian: «Se può interessare, io un paio di anni fa ho acquistato da un sito
finlandese tre dischi con quella che credo sia l’opera omnia delle tre sorelle. Alcuni
pezzi sono molto belli, vanno dagli anni Trenta ai Cinquanta (Dinah in inglese, Lili
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Marleen in finlandese – ma ciononostante gradevole). Tuttavia le canzoni in
finlandese alla lunga (mi) stancano un (bel) po’. I libretti sono in inglese, ma se non
sbaglio non sono molto esaustivi. Chi fosse interessato, mi può contattare. Le
Valtonen si vantavano di cantare pezzi in 10 lingue. Ho deciso di fare con le Sorelle
Marinetti un loro brano in... tedesco (Liebes, kleines Fräulein). Credo che questa
scelta sia stata influenzata dalle mie origini teutoniche!».
12 Giugno 2009
◙ Il DVD Tulip Time, uscito da poco anche in Italia (ne abbiamo parlato nelle Notizie
del 15 Maggio scorso), contiene, come sappiamo, una ricca documentazione
iconografica, che ne costituisce senza dubbio il maggior pregio. Essa proviene in
massima parte dall’archivio personale di Sandra Lescano, che lei stessa cedette, poco
prima di morire, al fotografo e pubblicista cesenaticense Medardo Vincenzi, suo
ammiratore, il quale lo mise poi a disposizione dei due registi italo-olandesi autori del
documentario. Ricordiamo per inciso che egli venne a mancare prematuramente nel
2006, proprio durante la lavorazione del film.
All’inizio di Tulip Time ci viene mostrata una foto che ritrae una piccola compagnia
di artisti girovaghi, in posa davanti al carrozzone che serviva loro da casa e da mezzo
di trasporto. Una voce fuori campo – quella immaginaria di Sandra – ci dice di essere
nata in un carro: è quindi logico supporre che la foto si riferisca proprio all’ambiente
dove lavoravano i suoi genitori. E in effetti la giovane donna in costume che occupa
il quinto posto da sinistra pare proprio essere Eva de Leeuwe: per convincersene,
basta confrontare questa immagine con una serie di ritratti, scaglionati nel tempo, che
di lei possediamo. Se, come tutto lascia supporre, la foto risale all’immediato
dopoguerra, Eva, nata nel 1892, avrebbe qui all’incirca 26-7 anni e avrebbe quindi
già messo al mondo Alexandrina e Judik. A questo punto sorge spontanea una
domanda: l’uomo alla sua sinistra, che lei sembra guardare con rispetto e sulla cui
spalla poggia la mano con gesto affettuoso, non potrebbe essere suo marito,
Alexander Leschan? Sappiamo che egli aveva 16 anni più di Eva e quindi avrebbe
nella foto poco più di quarant’anni, età compatibile con l’aspetto che ha. Ma c’è di
più. Se osserviamo i tratti salienti del suo volto e anche l’atteggiamento alquanto
spavaldo che ostenta, non possiamo non notare una certa rassomiglianza con Ketty, la
più dotata e volitiva delle tre sorelle. Se le cose stessero effettivamente così,
disporremmo di almeno un’immagine del padre delle nostre Lescano, padre quanto
mai misterioso il quale, a somiglianza di ciò che capiterà in seguito prima a
Caterinetta e poi a Giuditta, sparì un giorno nel nulla senza lasciare tracce di sé.
Come abbiamo fatto in altri casi dubbi, chiediamo ai nostri collaboratori e
simpatizzanti di esprimere un parere su questa nostra ipotesi.
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A s. la madre e forse il padre delle sorelle Lescano; a d. Caterinetta.
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Eva de Leeuwe in vari momenti della sua vita. Da notare che la donna, senza dubbio a causa
delle tante difficoltà che dovette affrontare da sola con le tre figlie ancora giovanissime (ad un
certo punto il marito, a causa di un infortunio, non poté più lavorare e fu necessario
abbandonarlo al suo destino), sfiorì assai presto: nella quarta foto, risalente al 1933, cioè
all’epoca delle Sunday Sisters, essa aveva solo 41 anni, mentre nell’ultima istantanea, scattata
nella pensione di montagna dove si rifugiò con le figlie agli inizi del 1944 per sfuggire ai
Nazifascisti, ne aveva 52, dimostrandone tuttavia parecchi di più. La terza foto sembra essere
anteriore alle due precedenti, anche se Sandra farà collocare proprio questa sulla lapide della
madre, morta a 93 anni.
13 Giugno 2009
◙ Nell’archivio di Sandra Lescano (che – come abbiamo detto l’altro ieri – si può
ammirare in gran parte, molto ben valorizzato, nel documentario Tulip Time) vi è
anche una piccola foto che mostra due artisti di circo, uno che canta
accompagnandosi alla chitarra e l’altro in costume e atteggiamento da pagliaccio.
Sandra stessa ci dice che suo padre lavorava nei circhi, oltre che come contorsionista,
anche come clown e l’uomo col camicione bianco e l’ombrello ci pare lo stesso che
abbiamo visto nell’altra foto accanto ad Eva: abbiamo quindi un elemento in più a
favore dell’ipotesi che si tratti proprio di Alexander Leschan, il padre delle Lescano
(che, per inciso, erano piccoline, proprio come il personaggio delle due foto).
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◙ Un nuovo simpatizzante, che preferisce mantenere l’anonimato, ci manda questa
foto con didascalia, proveniente da un non meglio precisato periodico illustrato di
cinema della fine degli anni Trenta. Essa fu scattata sul set del film L’Argine e mostra
due dei principali interpreti maschili, gli attori Guglielmo Sinaz e Gino Cervi, in
compagnia delle nostre Lescano, anch’esse nel cast. Le tre sorelle indossano proprio i
costumi e la corona di fiori in testa che sfoggiano nella famosa scena del ristorante,
dove cantano la romantica canzone di Amedeo Escobar, O luna pallida. Ringraziamo
il cortese collaboratore e, mentre auspichiamo che ci invii altri documenti interessanti
come questo (non ci ha detto se fa parte di un suo archivio personale oppure se lo ha
preso occasionalmente da altra fonte), lo invitiamo a non aver timore di firmare in
chiaro le sue mail: egli, se lo desidera, può contare sulla nostra assoluta discrezione,
ma a noi fa comunque sempre piacere conoscere il nome e cognome dei nostri
donatori.
Fotogramma del film L’Argine (1938) di Corrado D’Errico.
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14 Giugno 2009
◙ Uno dei periodi più bui – in tutti i sensi – nella storia travagliata delle sorelle
Lescano è quello da loro vissuto nell’ultimo anno e mezzo di guerra, del resto il più
terribile per tutti. Ora, grazie al documentario Tulip Time, sappiamo qualcosa di più
su quei tragici mesi. Liberate dal carcere Marassi dopo una detenzione di poco più di
un mese (e altrove abbiamo anticipato la nostra convinzione che le ragioni del loro
arresto non siano affatto quelle addotte dalla storiografia ‘ufficiale’), raggiungono la
madre che si è da tempo rifugiata in montagna, presso il confine con la Francia
(qualcuno dice in casa di un partigiano, ma a noi questo dettaglio pare inverosimile).
Assieme a lei chiedono temporaneamente ospitalità presso una modesta pensione di
Saint-Vincent, gestita da Giuseppina Ravazza, tuttora viva e vegeta. L’anziana
signora, decisamente simpatica per via del suo buon cuore, ci offre verso la fine del
filmato un racconto colorito e gustoso dell’incontro che ebbe sessant’anni fa con le
quattro donne, chiuse tutto il giorno nelle loro camere per timore di essere scoperte,
ma pur sempre dotate di un gagliardo appetito. A noi però interessa soprattutto la foto
che ci viene mostrata a questo punto. Si tratta di un’istantanea, sfocata e scattata da
mani inesperte, ma proprio per questo documento di impressionante eloquenza. Le tre
sorelle – per non parlare della madre Eva – sono l’immagine stessa di chi si è lasciato
alle spalle i giorni felici e guarda ora con angoscia all’incerto futuro: contemplando
questi volti così tirati e seri, come mai li avevamo visti prima, vien da dire,
parafrasando il sommo Virgilio, quantum mutatae ab illis…
Sandra, Giuditta e Caterinetta Lescano nella pensione di Saint-Vincent
di Giuseppina Ravazza, probabilmente nei primi mesi del 1944.
Tulip Time ci regala uno sprazzo di luce – inedito e per questo vieppiù apprezzabile –
anche sul periodo successivo, quello dei primi ed euforici mesi seguiti alla
Liberazione. Passata la bufera, le Lescano si ripresentano sulla scena, ma non tardano
ad accorgersi che per loro la ruota della fortuna è girata, prendendo tutt’altra
direzione. La democratica RAI, succeduta all’EIAR fascista (e magari con più di un
funzionario trasformista rimasto indenne al suo posto), non ne vuole più sapere di
loro e anche la Cetra, la casa discografica torinese che il Trio Lescano aveva
arricchito più di qualsiasi altro artista, chiude loro la porta in faccia, senza tanti
22
complimenti e in via definitiva. In verità il lavoro non manca alle olandesine, ma per
campare devono ora esibirsi in modesti teatri di provincia e con orchestre di
terz’ordine, un’esperienza ben amara per chi è stato celebre e osannato da tutti solo
qualche anno prima. Si parla sì di un grande concerto che le Lescano avrebbero dato
il 1° Settembre 1945 con l’Orchestra del M° Semprini (e anche la biografia del Trio,
recentemente rinnovata, di Wikipedia conferma tale voce), solo che di esso non si
trova traccia da nessuna parte, mentre la stessa Viviana Semprini, nipote del celebre
pianista, ci ha dichiarato di non essere in grado di confermare la storicità del fatto (v.
le Notizie del 15 Aprile scorso).
Nella storia delle Lescano relativamente all’immediato dopoguerra, l’unico evento
certo è quello confermato da due foto che lo hanno immortalato, rimanendo poi
nell’archivio di Sandra. Si tratta del loro incontro con le Andrews Sisters, avvenuto
nel corso della trionfale tournée in Italia, alla fine dell’estate del ‘45, delle
famosissime sorelle americane, simbolo vivente non solo dell’american popular
music di allora, ma anche della way of life della nazione uscita vincitrice dalla
Seconda Guerra Mondiale.
23
Le due foto dell’incontro delle Lescano con le Andrews.
In Tulip Time la voce narrante – attribuita nella sceneggiatura di Carlo Durante alla
stessa Sandra – dice che le Andrews apprezzarono molto le Lescano, con cui si
esibirono, dichiarandosi convinte che queste ultime non avrebbero tardato a
riguadagnare i favori del pubblico. In effetti le foto in questione ci offrono
l’immagine di persone che provano reciproca simpatia e stanno bene insieme, in
ostentata allegria. In realtà ci riesce difficile credere che le sorelle americane, nella
vita quanto mai ambiziose, litigiosissime e per nulla tenere con le rivali, abbiano
potuto stringere un rapporto di vera amicizia con artiste del loro stesso genere e
calibro, perfettamente in grado di far loro le scarpe, se solo il destino gliene avesse
offerto la possibilità.
24
15 Giugno 2009
◙ Anche della biografia di Alfredo Clerici si può ora vedere l’anteprima, nella pagina
http://www.trio-lescano.it/cantanti.html. Altre anteprime sono in preparazione.
16 Giugno 2009
◙ Un nuovo estimatore ci ha scritto questa bella mail, che, col suo consenso, siamo
lieti di pubblicare:
«Cari amici,
seguo il vostro sito da sempre e dunque mi sento in una sorta di confidenza che spero
vorrete contraccambiare. Ho 54 anni e da tempo mi sono appassionato alla musica
degli anni ‘20 ‘30 e ‘40. In passato ho fatto per 15 anni il musicista professionista,
ora ho un altro lavoro, ma ho ripreso da un paio d’anni a suonare propriamente le
canzoni di quel periodo con una mia formazione di sei elementi, anche se a livello
amatoriale. Per arrivare a questo mi sono documentato il più possibile ed ho
approfondito lo studio di testi, incisioni, spartiti, ecc., diventando in parte anche
collezionista.
Non potevo non imbattermi e non apprezzare il lavoro che state svolgendo sul sito e
per questo vi faccio veramente molti complimenti, perchè so quanto sia difficile
reperire materiale interessante, organizzarlo e proporlo con un criterio culturale che
sia anche rispondente alla storia musicale che andate trattando.
Se vi può interessare, da oggi vorrei dare il mio contributo per iniziare una
collaborazione che sia fruttuosa per entrambi e che valorizzi il lavoro che stiamo
svolgendo per tutti gli appassionati di questa musica. Sto scrivendo un testo
biografico su Antonio Bonavita (in arte Marf), compositore che voi ben conoscete. Su
di lui è in atto un lavoro di approfondimento e di valorizzazione che sto compiendo
con altri collaboratori, con le nipoti ancora in vita e con l’Assessorato alla Cultura del
Comune di Forlì, dove nacque Marf. Sto cercando materiale di ogni tipo e spero
anche voi potrete contribuire a questo mio intento. Nel frattempo, per dimostrare il
mio apprezzamento per il lavoro che state svolgendo, vi invio qualche documento che
sono convinto sia di interesse per approfondire il rapporto fra Marf ed il Trio
Lescano.
Con sincero affetto,Giorgio Zoffoli».
In allegato Giorgio, che ringraziamo calorosamente e col quale siamo felici di iniziare
un rapporto di collaborazione, ci invia un bel po’ di materiale, fra cui tre documenti
iconografici:
25
17 Giugno 2009
◙ Giuseppe [detto Peppino] Mendes (Catania, 1892 - Napoli, 1978), autore di testi e
compositore, ha legato il suo nome a canzoni italiane tra le più famose: Come una
sigaretta (1929), Tango della gelosia (1930), Fiorin fiorello (1938) e tante altre. Per
il Trio Lescano ha composto, assieme a Giorgio Pan e Vittorio Mascheroni, il suo coautore preferito, L’ultimo Pierrot, incisa nel 1938 da Luciana Dolliver assieme alle
nostre olandesine. Nei numeri 19 e 20 del «Canzoniere della Radio» (datati
rispettivamente Agosto e Settembre 1941) abbiamo reperito una divertente autointervista, intitolata Peppino Mendes intervista Peppino Mendes, la quale ci dà la
misura della verve di questo eccellente autore. L’abbiamo perciò riprodotta in un
documento a parte [v. Appendice].
È probabile che a qualcuno non piaccia per niente la conclusione dell’articoletto, ma
riteniamo che oggi possiamo e dobbiamo considerare queste cose col distacco degli
storici. E poi il buon catanese-napoletano Mendes teneva famiglia pure lui e, quando
uno ha moglie e figli a carico, è comprensibile che, in un momento difficile come
quello, non guardasse tanto per il sottile pur di guadagnarsi i mezzi per tirare a
campare: dopo tutto non è forse tipicamente nostrano il detto Francia o Spagna con
quel che segue?
Peppino Mendes.
26
18 Giugno 2009
◙ È raro imbattersi in un “mandolino” degli anni Trenta-Quaranta (chi non
conoscesse l’esatto significato di questo termine nel campo della vecchia editoria
musicale italiana, veda la nostra pagina http://www.trio-lescano.it/mandolino_nota.html) che
sia sciatto o del tutto privo di interesse; al contrario, sono numerosi quelli che si
possono tranquillamente definire dei capolavori di arte grafica, in un genere affine
alla cartellonistica pubblicitaria o cinematografica del tempo. Tra questi mandolini di
pregio non esiterei a includere quello della magnifica canzone di Marf-Mascheroni
Una Notte a Madera (1937), il quale si distingue per piacevolezza del disegno,
indovinata scelta dei colori con relative sfumature ed estrema cura nella realizzazione
di ogni particolare. Esso è firmato da Gilbàs, un artista sul quale non abbiamo
purtroppo notizie: se qualcuno ne avesse, è vivamente pregato di comunicarcele.
Di questo mandolino possedevamo una riproduzione scadente, a causa della pesante
rifilatura cui l’aveva sottoposto una mano vandalica. Ora il nostro nuovo
collaboratore Giorgio ci invia una scansione ad alta definizione del mandolino
originale in suo possesso, che è perfetto e come nuovo: volendo, si potrebbe ricavare
da tale file perfino un bellissimo poster. Lo ringraziamo per il suo dono, oltremodo
gradito, di cui abbiamo il piacere di rendere partecipi anche i nostri lettori.
Mandolino di Una Notte a Madera e firma del suo autore.
19 Giugno 2009
◙ Sono in Rete le anteprime di altre cinque biografie di cantanti che hanno inciso col
Trio Lescano. Si tratta di Dino Di Luca, Gianni Di Palma, Luciana Dolliver, Nunzio
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Filogamo e Vivi Gioi. Dette anteprime sono visionabili nella pagina http://www.triolescano.it/cantanti.html.
20 Giugno 2009
◙ Massimo ci invia la seguente mail:
«Amici, forse vi interesserà sapere che in un catalogo “minore” di dischi come il
Plurimarca Discoteca Germini del 1948, scaricabile dal sito dell’ICBSA (24 Mb),
http://www.icbsa.it/index.php?it/288/plurimarca-discoteca-germini sono presenti numerose
foto di cantanti e di direttori d’orchestra di nostro interesse, come Del Signore (ci
mancava, vero?), Donà, Vallarino, Ceragioli, ecc. Buon download!
Max».
È proprio così: di Gino Del Signore (Roma, 1906 - 1978), cantante lirico prestato alla
canzone, di cui ben sei incise con le Lescano agli inizi della loro carriera,
possedevamo un’unica foto, tratta dal film Cenerentola, cui Del Signore prese parte
nel 1948. La foto reperibile nel catalogo segnalato da Max è piccola e per di più
deturpata dal logo della DDS, ma con un paziente lavoro di restauro digitale ne
possiamo migliorare notevolmente la qualità, come si può vedere qui sotto.
◙ Christian, di passaggio per Besana (Brianza), ha fotografato nel Cimitero locale la
tomba di Angelini, che la seconda moglie, Mimma Sanvito, volle far seppellire qui,
nella propria tomba di famiglia. Sotto la foto del Maestro è riportato unicamente il
suo nome d’arte (il suo vero nome era infatti Angelo Cinico, quest’ultimo essendo il
cognome), senza il ben che minimo accenno alla sua attività artistica: un sepolcro,
insomma, desolatamente freddo e spoglio, che senza dubbio delude le attese di chi si
reca laggiù per rendere omaggio ad un grande Artista, indiscusso protagonista per più
di trent’anni nel mondo della musica leggera italiana di qualità. O quam cito transit
gloria mundi...
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Tomba del M° Angelini nel Cimitero di Besana, in Brianza.
Il M° Angelini come vogliamo ricordarlo noi, quando, alla fine degli
anni Trenta, accompagnava con la sua classe impareggiabile il Trio Lescano.
22 Giugno 2009
◙ Max ci invia la seguente segnalazione:
«Amici, vi comunico che su eBay l’utente Birota mette in vendita col n.
350216403587 il n. 20 del 1959 del RadiocorriereTV, dove è riportata una foto del
nostro cantante "sconosciuto" Giacomo Osella, ritratto in un gruppo comprendente
anche la sorella (?) Anita. La foto è datata 25 maggio 1929. Se interessa, l’asta
termina il 28/6».
29
Il lotto in questione ci interessa, eccome, dato che del cantante Giacomo Osella (che
incise col Trio Lescano, nel biennio 1937/8, ben otto canzoni) non sappiamo e non
abbiamo nulla: né notizie biografiche, né foto. Un vero desaparecido!
23 Giugno 2009
◙ Tutte le 22 biografie già pronte dei cantanti che hanno inciso col Trio Lescano si
possono ora visionare in anteprima dalla pagina http://www.trio-lescano.it/cantanti.html.
Le biografie dei rimanenti 19 cantanti di nostro interesse sono in preparazione, ma
per alcuni di loro si prevedono tempi di attesa più lunghi. Essi sono necessari per
condurre a buon fine le ricerche miranti a raccogliere su tali artisti, oggi di fatto
dimenticati, sufficiente materiale documentario.
24 Giugno 2009
◙ Giorgio Zoffoli, di cui abbiamo pubblicato il 16 Giugno scorso una gentilissima
mail, ci invia notizie più precise sulla sua band, specializzata nel genere di musica
che a noi piace tanto. Ci invita inoltre cordialmente a visitare il suo sito,
www.maramaoband.it, e a comunicargli le nostre impressioni ed eventuali
suggerimenti. Per quanto ci riguarda, abbiamo ascoltato con piacere i quattro pezzi
dimostrativi (Tulipan, Bombolo, Mille lire al mese, Il pinguino innamorato), per cui il
nostro giudizio su questo gruppo è senz’altro positivo: per la scelta del repertorio,
l’efficace sobrietà degli arrangiamenti e, last but not least, la qualità ed il buon gusto
delle interpretazioni, specie a livello vocale.
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Giorgio Zoffoli.
25 Giugno 2009
◙ Alessandro ci invia la seguente mail:
«Devo purtroppo annunciarvi la scomparsa di due persone, le quali hanno avuto a che
fare con il nostro sito. La prima è il collezionista italo-croato Damir Tončić-Sorinj,
deceduto a Spalato il mese scorso dopo una lunga malattia; penso sia doverso
sottolineare che senza il contribuito di questo squisito gentiluomo, che ho avuto modo
di conoscere personalmente, non saremmo mai venuti a conoscenza, o almeno lo
avremmo fatto molto più tardivamente, delle incisioni tedesche delle Lescano, in
particolare Schenk mir dein Foto e Zauberland. Spero davvero che lassù dove si trova
ora, possa aver riabbracciato il suo mito, Alberto Rabagliati, del quale custodiva
tutto: dischi, foto, articoli, apparizioni televisive e perfino l’annuncio della sua morte.
Damir Tončić-Sorinj.
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L’altra persona venuta a mancare è la cantante Marcella Lumini, scomparsa dopo una
lunga malattia all’inizio del corrente anno a Roma, dove risiedeva. Ricordo che la
Lumini, oltre ad essere stata una cantante molto in voga fra gli anni Quaranta e gli
anni Cinquanta, fu la moglie del batterista Marcello Valci (Roma, 1914-1979), autore
assieme al fratello Fernando (Roma, 1907-1986) della celeberrima Ho un sassolino
nella scarpa. L’incontro e l’affetto tra la famiglia Valci (che comprende anche la
cantante degli anni Sessanta, Giuliana) e le sorelle Lescano è documentato da una
fotografia autografata, reperita alcuni mesi fa su eBay».
Foto delle sorelle Lescano con dedica
al batterista Marcello Valci.
26 Giugno 2009
◙ In passato abbiamo ripetutamente attirato l’attenzione sul fatto che si incontrano
abbastanza spesso delle discrepanze, a volte di poco conto, altre volte rilevanti, tra i
dati desumibili dalle etichette dei dischi di certe canzoni e quelli riportati in altre
fonti, anch’esse della stessa epoca: cataloghi discografici, spartiti, testi delle canzoni
pubblicati separatamente, ecc. Un esempio significativo ce l’offre Bionda in viola,
incisa nel 1942 dal Trio Lescano con l’Orchestra CETRA del M° Barzizza: chi sono
effettivamente gli autori di questa graziosa canzoncina? L’etichetta del disco ne
assegna la paternità al duo D’Anzi-Galdieri, mentre il Catalogo Cetra del 1947
(consultabile online nel sito della Discoteca di Stato) fa i nomi di Caslar-Galdieri. Nel
testo della canzone pubblicato dal «Canzoniere della Radio», n. 49, p. 5, Caslar
[Donato Casolaro, Napoli, 1888 - Roma, 1959] figura invece come unico autore.
32
Purtroppo la canzone non è registrata negli elenchi della SIAE né in quelli
dell’ASCAP, per cui l’unica possibilità che ci resta per sciogliere il dubbio è l’esame
dello spartito, che però a tutt’oggi non è stato reperito da nessuna parte. Se ci è
consentito avanzare un’ipotesi, basata sull’ascolto del disco, ci sembra che Bionda in
viola non rifletta lo stile compositivo di Giovanni D’Anzi, ma piuttosto quello del
napoletano Caslar, a giudicare almeno da ciò che di lui conosciamo.
Tre diverse attribuzioni della canzone Bionda in viola;
dall’alto in basso: l’etichetta del disco, il Catalogo Cetra del 1947 e
il testo pubblicato dal «Canzoniere della Radio», n. 49, p. 5.
27 Giugno 2009
◙ In relazione al problema che abbiamo sollevato ieri, riceviamo la seguente mail:
«La canzone Bionda in viola, lanciata da Silvano Lalli con l’Orchestra Cetra diretta
da Pippo Barzizza nel lontano 1942 e poi incisa per la Cetra dalle sorelle Lescano su
disco DC 4156, ho sempre saputo avere come autori Dan Caslar e Michele Galdieri.
Essa, se pur tratta dalla rivista Volumineide fu inserita nel film La statua vivente
(1943) di Camillo Mastrocinque. Difatti il Dizionario del Cinema Italiano - I FILM
dal 1930 al 1944 riporta come musicisti di tale film il Maestro Cicognini (autore
della colonna sonora) e Dan Caslar. Anche il Radiocorriere di quell’epoca –
riportando gli stessi autori nei programmi giornalieri – avalla la mia tesi che potreste
ritenere esatta. Grazie dell’attenzione,
Antonio Mastrorocco».
Resta quindi assodato che l’attribuzione della musica di Bionda in viola a Giovanni
D’Anzi è un errore, per altro riscontrabile solo sull’etichetta del disco DC 4156. È
inoltre certo che il testo della canzone è di Michele Galdieri.
33
28 Giugno 2009
◙ Benché in vacanza con la sua famiglia, Paolo è così gentile da inviarci la seguente
correzione:
«Vorrei segnalare che nella pagina degli Autori stranieri (M-Z), nella scheda dedicata
alla triade Pease, Stock e Rose, la foto in basso raffigura Vincent Rose e non Larry
Stock».
Abbiamo provveduto subito a correggere l’errore.
Paolo inoltre ci conferma che anche Adriano Mazzoletti, a pag.494 del suo libro Il
Jazz in Italia (EDT, 2004), indica Caslar come autore della musica di Bionda in
Viola.
29 Giugno 2009
◙ Francesco Nicola ci segnala che il noto venditore di eBay darbas45 ha messo
all’asta, partendo da 20 Euro, il disco Parlophon GP 93093, contenente sul lato a la
celeberrima Pippo non lo sa e sul lato b La da da. L’interesse di questa offerta sta nel
fatto che il disco viene definito dal venditore in ottimo stato; anzi, a giudicare dalla
foto dell’etichetta e della copertina, sembra come nuovo:
30 Giugno 2009
◙ Grazie alla generosa disponibilità di Christian, che ci ha prestato per tutto il tempo
necessario la sua collezione personale, quasi completa, del «Canzoniere della Radio»,
Prima Serie (1940-1943), abbiamo potuto effettuare lo spoglio sistematico di questa
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importantissima fonte di documenti di vario tipo (foto con relative didascalie, spartiti
e testi di canzoni, biografie, tavole umoristiche di Nisa, articoli diversi, copertine a
colori e altro). Ora tutto l’abbondante materiale che abbiamo raccolto e trasferito nel
computer è stato classificato e, là dove era necessario, restaurato. Una parte del
materiale iconografico è andata o andrà ad arricchire le biografie degli artisti di
nostro interesse, un’altra, non meno significativa, si trova ora collocata tra i
Documenti vari a disposizione dei collaboratori del sito, i quali potranno farne
richiesta una volta ultimata la sua definitiva sistemazione, tuttora in corso. Questa
seconda parte è suddivisa in tre gruppi: 1) grandi Direttori d’Orchestra: Angelini,
Barzizza, Consiglio, Ferrari, Semprini, Zeme; 2) grandi Autori: Casiroli, D’anzi e
Bracchi, Galdieri, Mascheroni, Olivieri, Rastelli e Panzeri, Ravasini, Ruccione; 3)
biografie firmate da Sergio Valeri e altri: Angelini, Ardenzi, Barzizza, Beltrami,
Bianchi, Boccaccini, Bonino, Clerici, De Paulis, Fioresi, Garbaccio, Mendes,
Montanari, Moreno, Osiri, Otto, Rabagliati, Semprini, Trio Lescano.
◙ Per molto tempo Wikipedia ha ospitato una voce sul Trio Lescano che sembrava
fatta apposta per mostrare il peggio di Internet e della sua famosa Enciclopedia
libera, notoriamente organizzata secondo il principio – a nostro avviso quanto mai
discutibile – di consentire a chiunque di pubblicare, sotto la copertura dell’anonimato,
tutto quello che gli passa per la testa, senza alcun obbligo di fornire uno straccio di
prova a sostegno delle proprie affermazioni. La voce in questione, in effetti,
conteneva non solo una quantità impressionante di notizie inesatte o false sulle
Lescano, come la bufala di Sandra e Giuditta ospiti fisse, negli anni Ottanta, del
programma televisivo Pronto, chi gioca?, condotto da Enrica Bonaccorti, ma anche
delle autentiche farneticazioni, come l’accostamento dello stile canoro delle sorelle
olandesi al canto gregoriano. Personalmente abbiamo perfino ipotizzato che questo
cumulo di idiozie fosse opera non di uno sprovveduto qualsiasi, bensì di un sadico
burlone, animato dalla voglia di giocare un brutto scherzo agli ammiratori delle
Lescano, da lui evidentemente ritenuti tutti dei vecchi babbei, inguaribilmente malati
di malsana nostalgia.
Recentemente (Febbraio-Marzo 2009) qualcuno si è preso la briga di riscrivere la
voce in questione, forse stimolato dalla lettura del nostro saggio, allora in Rete, Storia
del Trio Lescano - Un nuovo approccio, citato tra le fonti. Il problema è che – come
abbiamo detto con chiarezza in altra parte del sito – tale saggio, in seguito ritirato,
risulta oggi del tutto superato, per il fatto che le ricerche sulle sorelle Lescano sono
nel frattempo proseguite senza sosta in ogni direzione, facendo riemergere dalle fitte
nebbie del passato numerosi fatti e documenti prima ignorati o mal conosciuti.
Né le ricerche possono ancora dirsi concluse. È ben vero che dobbiamo purtroppo
rassegnarci – salvo improbabili colpi di scena – a non sapere mai quale sia stato il
destino di Giuditta, non sembrando credibile (come sostengono alcuni, senza per altro
citare le fonti della notizia) che sia morta nel 2007, alla bella età di 94 anni.
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Ultima foto conosciuta di Giuditta Lescano, risalente alla prima metà degli anni
Sessanta. L’uomo al suo fianco potrebbe essere il “ricco petroliere venezuelano” che,
a detta della sorella Sandra, la sposò nel 1963, portandola quindi a vivere a
Maracaibo, dove si perdono le sue tracce.
Abbiamo al contrario fondate speranze di poter far luce sulla sorte toccata a
Caterinetta: il cerchio si sta a poco a poco stringendo intorno a lei e un giorno o
l’altro contiamo di poter finalmente precisare dove e quando essa è deceduta, di
sicuro ancor giovane, stroncata da un male incurabile.
Ultima foto conosciuta di Caterinetta Lescano, forse scattata nell’estate del 1946,
subito dopo che la più giovane delle sorelle lasciò il Trio. L’uomo accanto a lei, che
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non è stato ancora possibile identificare, potrebbe essere quello di cui era innamorata
e col quale intendeva metter su famiglia. Maria Bria ha però sempre dichiarato di
essere certa che Caterinetta non si sposò mai.
La nuova voce sul Trio Lescano che si trova attualmente in Wikipedia rappresenta
senza dubbio un bel passo avanti rispetto alla precedente, ma siamo purtroppo ancora
lontani da un testo che risulti, nei limiti del possibile, corretto e affidabile. Non è qui
il caso di elencare tutte le inesattezze che vi abbiamo riscontrato, ma, giusto per citare
qualche esempio, facciamo notare che: 1) quando il padre, Alexander Leschan, non fu
più in grado di lavorare nei circhi a causa dell’infortunio che subì, furono solo le due
figlie maggiori (e non tutte e tre) che, per campare, si esibirono, tra la fine degli anni
Venti e la metà dei Trenta, come ballerine acrobatiche e Judith anche come
contorsionista; Ketty, ancora troppo piccola, viveva allora in un collegio, ad
Amsterdam; 2) nel 1935 il M° Prato non poteva cercare «una risposta italiana al trio
statunitense delle Andrews Sisters», per la semplice ragione che tale trio ancora non
si era fatto conoscere: esso diventò famoso solo nel Novembre del 1937, quando
incise Bei Mir Bist Du Schön, il suo primo successo internazionale; 3) non è vero che
le Lescano «cominciarono accompagnando cantanti celebri» di musica leggera;
iniziarono da sole, poi furono occasionalmente affiancate a cantanti lirici o d’operetta
prestati alla canzone (Vincenzo Capponi, Emilio Livi, Gino Del Signore, Giacomo
Osella, ecc.) e solo in seguito accompagnarono le stelle della canzone come Bonino,
Jottini, Carboni, Fioresi e via di seguito.
Forse il nostro può sembrare un eccesso di pignoleria, ma non è così: siamo
semplicemente convinti che una voce di enciclopedia, un articolo o qualsiasi altra
fonte di dati e notizie siano utili solo nella misura in cui forniscono informazioni
esatte e veritiere. La disinformazione, al contrario, ci sembra sempre e comunque
inutile, per non dire dannosa.
◙ Tutte le 22 biografie già pronte dei cantanti che hanno inciso col Trio Lescano si
possono ora visionare in anteprima dalla relativa pagina. Chi fosse interessato a
ricevere tali biografie è invitato a contattare il loro Autore, dover aver letto
attentamente le precisazioni contenute nella suddetta pagina e nella Presentazione del
sito.
37
Appendici
1) Geschwister Valtonen
Vera Valtonen (1914-1997), Maire Valtonen (1916-1995), Raija Valtonen (1918-1997).
From Finnish swing enthusiasts to international vocal group:
HARMONY SISTERS IN EUROPE 1942-48
“3 real sisters singing in 10 Languages: American Hits – French Chansons – Finnish
Folksongs” is the letterhead on their stationery from 1942. In a photo dating back to
WWII the three beauties are dressed in white crêpe dresses with golden epaulets on
shoulders. The letterhead was designed for a career in the United States and was still
used in 1992 by the bandleader, soprano Raija Valtonen, during her last stay in
Helsinki in Hotelli Torni.
However, the American dream about a career in the entertainment business never
came through for the Harmony Sisters (1934-54). Making their breakthrough through
the radio (Finnish Broadcasting Company, Yleisradio). They were the first Finnish
vocal group, three sisters from the city of Kotka, Vera, Maire and Raija, were the
sensation of their time. They were the first professional female entertainers in Finland
singing with soft modern microphone tone. During their formative years the swing
music loving girls performed only in English, until they met their new conductor in
Vyborg in 1937, an emigrant musician, George de Codzinsky, from St. Petersburg.
As a result of this there was a vocal trio with a versatile program and who was
rocketed to fame by hits like Sataman Valot [Harbour lights] (1937),
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Purppurapurjeet [Red sails in the sunset] (1939) and a tango Pieni Sydän (1939). Mr.
Godzinsky’s arranging skill made the angel-like and skillful vocal group change from
one language to another and master the whole scale of entertainment from Wiener
waltzes to folk songs, from ballads to popular hits. A good proof of this is this
excellent record anthology, with collection rarities, in which the cosmopolitan
Harmony Sisters sing international popular music in five languages in Sweden and
Germany on Telefunken, His Master’s Voice and Cupol labels during the years from
1942 to 1948. Its unique material has been received from a collector, Jens Holm,
from the city of Vaasa, as a result of his inexhaustible work both in Sweden and
Germany.
“A rich gene pool is the best guarantee for success” was Mr. Godzinsky’s opinion
about the talented sisters, whose father was Karelian and mother a descendant of
Norwegian saw mill workers in Kotka. Vera Enroth-Valtonen (1914-97) was born in
Pähkinälinna, by the shores of lake Ladoga, Maire Ojanen (born Valtonen) (1916-95)
in Dubrovka close to St. Petersburg and the youngest Raija Valtonen (1918-1997) in
Tornio while fleeing from the Russian revolution. Already at a young age the girls
became child-stars of the Salvation Army in Kotka where they performed together
with their religious mother Ester Valtonen (born Adolfsen) to the less fortunate. The
American talking pictures in 1930s with swing, jazz and dream entertainment of
Hollywood took the sisters to the world of Cheek to Cheek and Begin the Beguine at
the same time as American sister trios like Andrew Sisters and Boswell Sisters.
The fame of the charming and talented female trio quickly reached abroad; in 1938
they were offered a concert in China-Varieté in Stockholm. The start of WWII cut
their plans short, but the participation on the entertainment tours on the front made
the Harmony Sisters a myth; Kodin Kynttilät [When it’s lamp lighting time in the
valley] (1942) ja Sulle salaisuuden kertoa mä voisin (1942) the sound of the sisters
echoed from Karelian backwoods to the soldier’s evening programs and to the radio
broadcasts to the front.
Their international career started when Finnish Broadcating Company (Yleisradio)
sent Harmony Sisters on three separate tours to Germany during years 1942-43;
contract with Telefunken, performances in radio and military hospitals as
Geschwister Valtonen took them to Vienna, Bukarest, Warsaw and Riga with colorful
and international group of artists. Vera, Maire and Raija had a lot of songs with
adaptations made by George de Codzinsky, like swing and music by Jewish
composers, of which performing was officially forbidden. Also their colleagues were
Dutch, Czech and Italian musicians and band leaders, such as Benny de Weille,
whose dance orchestra accompanied Geschwister Waltonen on a record recorded in
Berlin, the first song on this CD, foxtrot Ich hab’ dich und Du hast mich (1942). In a
seaman foxtrot Hein Mück (1943) the orchestra is lead by Jewish born Willy Mattes,
who after the war cooperated with Harmony Sisters as the conductor of Danish Radio
under name of Charlie Wildman.
Trips to Germany always passed through Sweden, where they had a growing number
of radio performances, among others. By 1943 leaving Germany behind definitively,
they performed in China-varieté and in Liseberg, Gothenburg. From the following
39
year is the swing fox Mister Five-By-Five (1943) recorded with Thore Ehrling
orchestra. To the post war era belong real findings made with the same orchestra,
slow fox Farväll and waltz Quire, Vire, Vin (1946). In his childhood home in
Ingermanland father Adolf Valtonen knew Russian and had played balalaika.
Record’s unique find is a Ryskt folkvisepotpourri 1-2 (Potpourri of Russian folk
songs 1-2) recorded in Sweden 1947 by Harmony Sisters in Russian. Also some
Finnish folk songs adapted by Mr. George de Godzinsky, Tre finska folkvisor [Three
Finnis folksongs] and to Nordic region from Hungary stranded tune Mustalainen,
popular already in early 1900s, are a fine ensemble.
The collapse of the Finnish recording industry after the war and the law forbidding
dancing until the year 1948 made the Harmony Sisters after years of performing
finally to move to Sweden, to the great dance halls’ and big orchestras’ Stockholm in
1947. The contract started the following year with Cupol record company,
amusement park tours and radio performances lifted them quickly to among the best
known stars in Sweden. A unique track from the record Harmony Sisters in Europe is
also Mikael Nyberg’s religious song, O, huru ljuvliga (1947) sung by Damkvartetten
Angela, Konvaljens avsked [Kielon jäähyväiset] was their biggest success, a waltz
from the beginning of the century with about 100 000 records sold, of which the
sisters only received 50 Swedish kronas each, according to the recording contract.
Fascinating and seldom heard Harmony Sisters are the international evergreens
accompanied by Sven Arefeldt’s orchestra, Victor Young’s Gyllene ringar [Golden
earrings] and a chanson by Frenchman Charles Trenet, Blå hav [La Mer], both are
from the year 1948. A huge success Kodin kynttilät will be heard on the record in
Swedish with the name När ljusen tändas därhemma (1947) among many other
classics. Conductor and a good friend William Lind with his orchestra accompanies
among others Liebestraum by Litz, which is sung in English and named Dream of
Love.
Harmony Sisters in Europe 1942-48 tells a story of young Finnish female artists with
ages from 25 to 35-years in the world darkened by the WWII bringing charm, joy and
light to peoples’ lives, wherever they sang. Vera, Maire and Raija Valtonen’s angel
like voices, their optimism and professionalism built a bridge towards the future.
Harmony Sisters in Europe is also charming example of European female
entertainment history; it ends to year 1948, to the time, when the long waited offer
from the U.S. was finally received. However, the mothers of small children did not
want to make the journey anymore, and The Harmony Sisters stayed on the old
continent, to the benefit of us all.
In Helsinki May 14, 2003
Maarit Niiniluoto, writer, journalist
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2) Articolo di Peppino Mendes
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