I.C. RITA ATRIA Relazione finale di inglese A.s. 2015/16 classe I C

Transcript

I.C. RITA ATRIA Relazione finale di inglese A.s. 2015/16 classe I C
I.C. RITA ATRIA
Relazione finale di inglese
A.s. 2015/16
classe I C
La classe all’inizio dell’anno era molto numerosa e conteneva ben 5 ripetenti di cui 4 con precedenti di
deleteria esuberanza (Scurato, Stagno, Alì B. Lo Re).
La classe si è subito rivelata alquanto problematica anche per la presenza di altri elementi che si sono subito
fatti notare: alunni vivaci, chiacchieroni, iperattivi, estremamente spiritosi e niente affatto motivati
all’apprendimento della L2.
Dal punto divista delle competenze quasi tutti avevano adeguate conoscenze e competenze, molti di loro un
metodo di studio efficace. La motivazione generale della classe era piuttosto alta e tale è rimasta fino alla
fine dell’anno.
Il dramma di questa classe che, visti i livelli di partenza, avrebbe potuto seguire in percorso verso
l’eccellenza, è stata la presenza di troppi elementi interni ed esterni alla classe che hanno mortificato le
aspettative mie e dei ragazzi facendo percorrere una strada diversa.
Senza entrare troppo nel dettaglio elencherò i motivi principali che hanno reso difficile la conduzione delle
attività, difficile la gestione dell’attenzione e impegnativa il contenimento delle esuberanze.
1) La presenza di appena 6 libri di testo e assenza della LIM.
2) Dall’esterno è giunta notizia che per avere banchi nuovi bisognava distruggere i vecchi. Purtroppo
non solo la notizia era falsa ma i banchi di questa classe erano tutti banchetti nuovi. Quindi abbiamo
assistito penosamente alla distruzione sistematica dei banchetti sostituiti volta per volta da banchi
più grandi … e vecchi nella piena consapevolezza che assistevamo al puro piacere distruttivo di
pochi che ha coinvolto altri ad effetto domino.
3) Nel tentativo di disturbare le lezioni, è invalsa per qualche mese la moda di tirare palline di carta a
ripetizione (durante tutte le ore della giornata). Abbiamo visto quaderni interi ridursi in pallottole.
Anche questa volta la moda lanciata da 5 o 6 alunni ha coinvolto l’intera classe ad effetto domino,
persino le ragazze, che vedendosi arrivare le palline, le rilanciavano al mittente.
E’ stata una fatica far capire che bisognava non restituire le palline e ignorarle se si voleva far
smettere il fenomeno.
4) Successivamente è subentrata la cerbottana che, come le precedenti palline hanno creato
disattenzione e disturbo ma anche scompiglio visto che a differenza delle prime, queste erano
piccolissime ma bagnate di saliva.
L’uscita di scena dei ragazzi ripetenti che sono rientrati nel progetto drop out, ha avuto una ricaduta positiva
immediata i cui effetti si sono evidenziati subito e anche nel corso dell’anno. La classe infatti a poco a poco
ha cominciato a rispondere positivamente assumendo atteggiamenti più collaborativi e responsabili al punto
che ho ritenuto opportuno propormi come accompagnatrice nelle gite/visite guidate in programma.
Nella classe restano 4 elementi (Di Matteo, Raihan, Tammaro, Porto) che disturbano per il solo piacere di
farlo, ma sono degli isolati poiché la classe tende ad ignorarli.
La classe si può dividere essenzialmente in 4 fasce:
la I fascia comprende alunni che hanno raggiunto livelli buoni e anche più alti; si tratta non solo di coloro che
avevano ottime basi ma anche di coloro che hanno profuso impegno tutto l’anno;
la II fascia comprende alunni che avendo livelli di partenza sufficienti si sono impegnati e hanno raggiunto
risultati soddisfacenti;
la III fascia comprende alunni che si sono impegnati in modo discontinuo o superficiale attestandosi sulla
sufficienza;
la IV fascia comprende coloro (per fortuna veramente pochi) che hanno avuto un atteggiamento di
indifferenza, di rifiuto o di disturbo. Costoro non hanno raggiunto neanche gli obiettivi minimi.
A parte di collocano Imbesi e Caviglia che non hanno raggiunto i livelli minimi il primo per totale incapacità di
comunicare con gli insegnanti (e solo con loro) sia oralmente che per iscritto e il secondo per le lacune
pregresse che non è riuscito a colmare a causa anche numerose assenze.
Naturalmente nel corso dell’anno, in considerazione delle problematiche legate all’ambiente poco idoneo
all’apprendimento, ho dedicato del tempo al recupero per coloro che necessitavano di più occasioni per
rinforzare abilità di base o lessico, non tralasciando coloro che invece necessitavano di approfondimento e
potenziamento di abilità già acquisite. In tali occasioni le attività in classe erano differenziate per
difficoltà/semplicità.
Le verifiche sono state sia individuali che collettive. Le individuali sotto forma di colloqui comunicativi tra
alunno-alunno o tra insegnante-alunno, o giochi comunicativi (prevalentemente guessing games) o
considerando l’uso della L2 durante le attività svolte in classe .
Le collettive sotto forma di tradizionali verifiche in classe (esercizi di trasformazione, o comprensione o
riempimento).
Sia allo scritto che all’orale si è valutato l’adeguatezza comunicativa, il contenuto, la correttezza formale , la
ricchezza di vocabolario , la pertinenza dell’intervento .
L’insegnante
Maria Inserillo