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The Strange Situation
(il Test dello Straniero)
a cura di Giacomo Mereu
Mary Salter Ainsworth evidenziò che i bambini da lei osservati sia in Uganda che negli USA facevano un uso della
madre come di una base sicura da cui partire per esplorare(1,2). Lo stress che insorge in un bambino in seguito alla
separazione dalla madre è stato per lungo tempo considerato indicativo dell’avvenuto attaccamento. Ainsworth et all.
(1978) (3), notarono che in molti bambini, per altri parametri giudicabili «attaccati», tale protesta non si manifestava
quando la separazione avveniva in un ambiente familiare. Ora è risaputo che, una volta attaccati alla figura materna, i
bambini piccoli tendono a protestare con forza se vengono separati, contro il loro volere da tale figura, soprattutto se si
trovano in un ambiente non familiare. La struttura del “ test dello straniero ” proviene da queste semplici premesse
della teoria dell’attaccamento.
In pratica esso è formato da otto episodi della durata di tre minuti ciascuno. Nei primi episodi si può osservare il
comportamento esploratorio del bambino alle prese con una situazione estranea ma ricca di stimoli. In seguito si
provocherà un’attivazione del suo comportamento di attaccamento ad alta intensità, tramite due brevi separazioni e due
ricongiungimenti con la madre. L’analisi del comportamento del bambino durante i primi trenta secondi di entrambi i
ricongiungimenti fornisce le indicazioni più importanti per poter giungere a formulare una diagnosi secondo lo schema
di Ainsworth et all. (l978) . Questa metodica fu formulata come una procedura di laboratorio controllata, in modo che
le differenze individuali nel comportamento dei bambini potessero essere evidenziate dal fatto che essi venivano
esposti alla stessa situazione, con gli stessi episodi nello stesso ordine.
L’applicazione di questo test ha evidenziato delle differenze individuali nel modo in cui i bambini rispondono a uno
stimolo che attiva in loro il comportamento di attaccamento. Il test permette di osservare il comportamento di attaccamento attivato in una situazione abbastanza breve. In un ambiente familiare l’occasione di osservare una forte
attivazione del comportamento di attaccamento è infrequente, e richiede molte ore di osservazione. Poiché la
separazione che si ha durante la somministrazione del «test dello straniero» è molto breve, è sensato supporre che le
differenze individuali che si evidenziano riflettono il modo in cui si è organizzata la relazione di attaccamento
caratteristica per quella madre e quel bambino, modalità che si è consolidata a lungo prima che a tale coppia venga
somministrato il test per la prima volta.
Tale metodica è evidentemente una situazione stressante, e all’obiezione che come tale non sia giustificato somninistrarla gli autori rispondono affermando che situazioni simili sono incontrate quotidianamente da qualsiasi bambino
nella sua vita reale. Ogni mamma americana, da essi intervistata, riferì di aver lasciato almeno occasionalmente il
proprio bambino in un ambiente non familiare ma confortevole per qualche minuto: ad esempio per fare una telefonata.
o per andare in bagno, o in un asilo nido o da una baby sitter
Il “ test dello straniero “ fu costruito basandosi sulle comuni esperienze di vita reale, e quasi tutte le madri contatate vi
hanno partecipato volentieri. A tutte le madri fu spiegata in precedenza la metodica, sottolineando che qualsiasi episodio poteva essere interrotto qualora il bambino si fosse allarmato eccessivamente. In nessun caso seguito gli autori
hanno osservato un persistere di stress nel bambino, attribuibile alla somministrazione del test.
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Istruzioni per la procedura, per lo sperimentatore , per l’estranea , per il genitore e per il
bambino
E = sperimentatore
S = estranea
M = madre (genitore)
B = bambino
Prima di far entrare il genitore ed il bambino nel laboratorio, e cioè nella stanza in cui si registrerà il
test dello straniero, lo sperimentatore darà alcune indicazioni comportamentali al genitore:
il genitore è libero di comportarsi come meglio crede durante l’intera procedura. L’unica
prescrizione consiste nell’uscire dalla stanza, salutando il bambino, non appena sentirà bussare tre
volte al muro, che separa il laboratorio dalla stanza di osservazione. Si chiede al genitore di
chiudere bene la porta nel momento in cui esce dal laboratorio, in modo che il bambino non possa
seguirlo fuori dal laboratorio. Nell’uscire il genitore potrà rassicurare il bambino dicendogli che
tornerà subito. Il genitore una volta uscito potrà osservare il comportamento del suo bambino dal
monitor, o dal vetro unidirezionale, della stanza di osservazione. L’unica prescrizione importante da
ricordare per il genitore consiste nelle modalità comportamentali da seguire al suo rientro nel
laboratorio, negli episodi V e VIII : Il genitore dovrà chiamare per nome il bambino un attimo
prima di aprire la porta del laboratorio e una volta entrato di un passo, dovrà fermarsi sull’uscio per
un periodo di tempo di 10 secondi, che valuterà mentalmente. Qualora il bambino gli si avvicini
spontaneamente, chiedendogli di essere preso in braccio, il genitore lo prenderà su, consolandolo se
il bambino sta piangendo. Trascorsi i primi 10 secondi dall’entrata nel laboratorio il genitore potrà
comportarsi come meglio crede. Si chiederà però al genitore di non sostare tra il bambino e la
telecamera e di non mantenere il bambino in braccio con le spalle rivolte verso la telecamera, così
come di non coinvolgerlo a lungo in giochi tali per cui il bambino rimane seduto voltato di spalle
alla telecamera. Allo stesso tempo si chiederà al genitore di non dare importanza e non accentuare
l’attenzione sua e del bambino verso la telecamera.
I episodio
Lo sperimentatore fa accomodare la madre ed il bambino nel laboratorio. Indica alla madre la sedia
nell’angolo più vicino alla porta, dicendole che se vuole può sedersi in quella sedia. (durata 10
secondi).
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II episodio
La madre ed il bambino sono soli nel laboratorio e si comportano come preferiscono (durata tre
minuti)
III episodio
Entra S che saluta, dicendo “ buongiorno “, e poi va a sedersi nella sedia libera o in quella più
lontana dalla porta, se sono libere entrambe. S rimane seduta tranquilla ed in silenzio per 1 minuto.
Eventualmente potrà leggere il foglietto con le istruzioni, che porterà con se. Dopo il primo minuto
si presenta “ io mi chiamo …….. e lei ? … ed il suo bambino ? … quanti mesi ha ? … è figlio unico
? … gli altri suoi bambini che età hanno ? … lei lavora ? … che orari di lavoro ha ? … il suo
bambino va all’asilo ? … da che età ? … chi lo accudisce quando lei non è a casa ?
Dopo questa conversazione che andrà accorciata nel caso duri più di un minuto, S si avvicina a B e
cerca di farlo giocare porgendogli dei giocattoli. S interagisce con B per 1 minuto.
IV episodio
E bussa al muro per 3 volte, è il segnale perché M esca dal laboratorio, eventualmente anche senza
salutare B. M chiude la porta. B rimane nel laboratorio con S. Se B è tranquillo e gioca S non
interviene e non si propone. Si limita a guardare B in modo rassicurante, ma è responsiva ai segnali
di B, nel senso che se B le porge un giocattolo S lo prende e continua ad interagire con lui,
lasciando però a B l’iniziativa. Se B piange forte ed è andato vicino alla porta, oppure è buttato per
terra disperato, S lo prende in braccio e lo consola, rassicurandolo sul fatto che M sta per rientrare.
S deve tener presente che nel caso in cui B piange molto intensamente E farà rientrare M in
anticipo, pertanto S non metterà giù un bambino molto stressato che già un attimo prima era andato
piangendo dietro la porta, perché certamente B tornerà vicino alla porta. Poiché lo scopo principale
di questa metodica è analizzare le modalità comportamentali del ricongiungimento di B con M
dopo una breve separazione e pertanto negli episodi V e VIII, subito prima del rientro di M, S
cercherà di mantenere B ad una certa distanza dalla porta dalla quale rientrerà M, soprattutto nel
caso in cui B stia piangendo con forza, S lo metterà giù solo quando la madre sta aprendo la porta. S
farà in modo che sul pavimento tra B e la madre che rientra non vi siano dei giocattoli nei quali B
potrebbe inciampare nel suo incerto ma a volte impetuoso ricongiungimento con M. S farà in modo
inoltre che B non rimanga a lungo orientato con le spalle verso la telecamera, soprattutto nel
momento in cui M sta per rientrare. ( questo inconveniente può essere superato dall’uso di due
telecamere orientate in modo da poter sempre riprendere il viso di B ).
Come M rientra alla fine del IV episodio S ha appena messo giù B, oppure più semplicemente gli
sta vicino o sta interagendo con lui. Se B gioca tranquillo durante il periodo della separazione S può
andare a sedersi nella sua sedia, pur rimanendo responsiva ai segnali di B e orientata verso di lui.
Nel momento in cui M rientra se S è seduta sul tappeto vicino a B si discosta un poco con il busto e
smette di interagire con B, nel senso che non gli porge un giocattolo, ma neppure indica M che
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rientra. S non compie bruschi movimenti, semplicemente smette di muoversi, rimane li nel posto in
cui era, in silenzio e ferma per tutti i primi 30 secondi di tempo da che M rientra nel laboratorio,
dopo di che esce senza salutare, e solo dopo che M e B sono lontani dalla porta e abbiano iniziato
ad interagire, in modo che la sua uscita non crei una interazione con loro. Nel caso in cui sia B ad
iniziare una interazione con S proprio nel momento in cui M rientra, S non sarà respingente, ma
risponderà minimizzando i suoi comportamenti. Un B potrebbe anche abbracciare S nel momento in
cui M rientra. In tal caso S si limiterà a tenerlo un po’ perché B cada, cercando di discostarsi più
mentalmente che fisicamente.
V episodio
B e M sono soli nel laboratorio. Un segnale di E che bussa tre volte al muro, dopo tre minuti dal
rientro di M, avverte M che deve riuscire dalla stanza, salutando B, che resterà del tutto solo nel
laboratorio.
VI episodio
B rimane solo nel laboratorio fino a tre minuti di tempo se è tranquillo o poco stressato. Qualora
diventi eccessivamente allarmato E farà rientrare S anche soltanto dopo 10 secondi dalla uscita di
M.
VII episodio
S rientra nel laboratorio e consola B, prendendolo in braccio se piange molto forte. Lo rimette giù
quando è calmo e comunque poco prima che rientri M così come per il IV episodio
VIII episodio
M rientra con le stesse modalità descritte anche per S nel IV episodio.
IX episodio
S rientra dopo tre minuti e si comporta come in III, in silenzio per il primo minuto, poi rivolge a M
le seguenti domande : “ si è mai separata per più di un giorno dal suo bambino ? … per quanto
tempo ? … quanti mesi aveva ? … per quale motivo ? … Chi lo ha accudito in sua assenza ? …
come si è comportato al suo rientro ? Dopo questa conversazione che non deve prolungarsi oltre un
minuto, S si avvicina a B e cerca di interagire con lui in presenza della madre.
Questo IX episodio non fa parte del normale protocollo della “ Strange Situation “ ma è stato
inserito da me, nel campione che ho esaminato, per poter meglio distinguere i bambini classificabili
B4 da quelli classificabili C1 e C2. Questo in quanto spesso i bambini B4 rimangono abbracciati
alla madre per tutta la durata dell’ottavo episodio e non essendo facile, almeno per me, individuare
il comportamento di resistenza caratteristico dei bambini “ resistenti “ il prolungamento della
osservazione consentito dalla aggiunta di questi ulteriori tre minuti e soprattutto il riavvicinarsi di S
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a B può evidenziare maggiormente la ambivalenza del comportamento di resistenza, che non
compare invece nei bambini sicuri come appunto i B4.
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